Rassegna Stampa di mercoledì 15 aprile 2015 · Il mondo della scuola contro la ... Il rumore sordo...

24
Rassegna Stampa di mercoledì 15 aprile 2015 SNALS / CONFSAL Corriere Fiorentino (Corriere della Sera) 15/04/2015 ASSEMBLEA E SCIOPERO MENSE OGGI LEZIONI A RISCHIO STOP Il Mattino di Padova 15/04/2015 "BUONA SCUOLA", PADOVANI IN CORTEO A ROMA Il Tirreno - Ed. Pontedere/Empoli 15/04/2015 ASSEMBLEA AL LICEO PROF E BIDELLI CONTRO LA RIFORMA la Nazione - Cronaca di Firenze 15/04/2015 INSEGNANTI IN SCIOPERO CONTRO RENZI "LA RIFORMA NON AIUTA IL PRECARIATO" Gazzetta del Sud - ed. Cosenza 14/04/2015 SULLA SCUOLA SPIRANO FORTI I VENTI DELLA PROTESTA Testate on line 15/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Avvenire 15/04/2015 LA SCUOLA E' PIU' STRANIERA MA 1 SU 2 E' NATO IN ITALIA Avvenire 15/04/2015 LA SOSPENSIONE A SCUOLA DIVENTA "RIEDUCATIVA" A CONEGLIANO RAGAZZI VOLONTARI IN CASA DI RIPOSO Il Fatto Quotidiano 15/04/2015 SCUOLE, IL GOVERNO PIANGE MA I SOLDI RESTANO FERMI il Foglio 15/04/2015 Int. a D.Antiseri: LA #BUONASCUOLA, SENZA IL BUONO SCUOLA, RESTA SOLO UNA SLIDE UN PO' SCIALBA il Mattino 15/04/2015 SICUREZZA DELLE SCUOLE, BRACCIO DI FERRO TRA REGIONE E GRILLINI la Gazzetta del Mezzogiorno 15/04/2015 "BUONA SCUOLA" I SINDACATI "SIAMO PRONTI ALLO SCIIOPERO" Roma 15/04/2015 EDILIZIA SCOLASTICA, DE LUCA BACCHETTA IL GOVERNATORE Il Secolo XIX 15/04/2015 INGEGNERIA ALZA BANDIERA BIANCA: OKAY AGLI ERZELLI 11 Libero Quotidiano 15/04/2015 TUTTI IN FILA PER VELTRONI, MA RENZI DA' BUCA Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 15/04/2015 ATTIVO IL CANALE INPS-BANCHE PER IL TFR MENSILE il Sole 24 Ore 15/04/2015 RICALCOLO SOFT PER LE MAXI-PENSIONI la Repubblica 15/04/2015 PENSIONI, PALAZZO CHIGI FRENA BOERI "PER LE MODIFICHE MANCA LA COPERTURA E NON RIAPRIAMO LA PARTITA MF - Milano Finanza 15/04/2015 ULTIMA CHIAMATA PER IL FONDO PENSIONE DEGLI AGENTI DI ASSICURAZIONE il Messaggero 15/04/2015 Int. a Y.Gutgeld: STATALI, E' ORA DI SUPERARE IL BLOCCO DEI CONTRATTI" il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL BONUS "CATTIVO" E IL BONUS "BUONO" il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL CUNEO FISCALE TORNA A SALIRE il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL 730 PRECOMPILATO DEBUTTA ONLINE Corriere della Sera 15/04/2015 PER BERLUSCONI LIBERTA' E PASSAPORTO MA FINO AL 2019 NON POTRA' CANDIDARSI Corriere della Sera 15/04/2015 RENZI: POSSIAMO CRESCERE PIU' DEGLI ALTRI la Repubblica 15/04/2015 E SILVIO SI GIOCA LA LEADERSHIP "NUOVO PARTITO CON LE REGIONALI" MA SALVINI E MELONI LO SFIDANO

Transcript of Rassegna Stampa di mercoledì 15 aprile 2015 · Il mondo della scuola contro la ... Il rumore sordo...

Rassegna Stampa di mercoledì 15 aprile 2015

SNALS / CONFSAL Corriere Fiorentino (Corriere della Sera)

15/04/2015 ASSEMBLEA E SCIOPERO MENSE OGGI LEZIONI A RISCHIO STOP

Il Mattino di Padova 15/04/2015 "BUONA SCUOLA", PADOVANI IN CORTEO A ROMA Il Tirreno - Ed. Pontedere/Empoli

15/04/2015 ASSEMBLEA AL LICEO PROF E BIDELLI CONTRO LA RIFORMA

la Nazione - Cronaca di Firenze

15/04/2015 INSEGNANTI IN SCIOPERO CONTRO RENZI "LA RIFORMA NON AIUTA IL PRECARIATO"

Gazzetta del Sud - ed. Cosenza

14/04/2015 SULLA SCUOLA SPIRANO FORTI I VENTI DELLA PROTESTA

Testate on line 15/04/2015 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca Avvenire 15/04/2015 LA SCUOLA E' PIU' STRANIERA MA 1 SU 2 E' NATO IN ITALIA Avvenire 15/04/2015 LA SOSPENSIONE A SCUOLA DIVENTA "RIEDUCATIVA" A

CONEGLIANO RAGAZZI VOLONTARI IN CASA DI RIPOSO Il Fatto Quotidiano 15/04/2015 SCUOLE, IL GOVERNO PIANGE MA I SOLDI RESTANO FERMI il Foglio 15/04/2015 Int. a D.Antiseri: LA #BUONASCUOLA, SENZA IL BUONO SCUOLA,

RESTA SOLO UNA SLIDE UN PO' SCIALBA il Mattino 15/04/2015 SICUREZZA DELLE SCUOLE, BRACCIO DI FERRO TRA REGIONE E

GRILLINI la Gazzetta del Mezzogiorno 15/04/2015 "BUONA SCUOLA" I SINDACATI "SIAMO PRONTI ALLO SCIIOPERO" Roma 15/04/2015 EDILIZIA SCOLASTICA, DE LUCA BACCHETTA IL GOVERNATORE Il Secolo XIX 15/04/2015 INGEGNERIA ALZA BANDIERA BIANCA: OKAY AGLI ERZELLI 11 Libero Quotidiano 15/04/2015 TUTTI IN FILA PER VELTRONI, MA RENZI DA' BUCA Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 15/04/2015 ATTIVO IL CANALE INPS-BANCHE PER IL TFR MENSILE il Sole 24 Ore 15/04/2015 RICALCOLO SOFT PER LE MAXI-PENSIONI la Repubblica 15/04/2015 PENSIONI, PALAZZO CHIGI FRENA BOERI "PER LE MODIFICHE

MANCA LA COPERTURA E NON RIAPRIAMO LA PARTITA MF - Milano Finanza 15/04/2015 ULTIMA CHIAMATA PER IL FONDO PENSIONE DEGLI AGENTI DI

ASSICURAZIONE il Messaggero 15/04/2015 Int. a Y.Gutgeld: STATALI, E' ORA DI SUPERARE IL BLOCCO DEI

CONTRATTI" il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL BONUS "CATTIVO" E IL BONUS "BUONO" il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL CUNEO FISCALE TORNA A SALIRE il Sole 24 Ore 15/04/2015 IL 730 PRECOMPILATO DEBUTTA ONLINE Corriere della Sera 15/04/2015 PER BERLUSCONI LIBERTA' E PASSAPORTO MA FINO AL 2019 NON

POTRA' CANDIDARSI Corriere della Sera 15/04/2015 RENZI: POSSIAMO CRESCERE PIU' DEGLI ALTRI la Repubblica 15/04/2015 E SILVIO SI GIOCA LA LEADERSHIP "NUOVO PARTITO CON LE

REGIONALI" MA SALVINI E MELONI LO SFIDANO

Scuola

Assemblea e sciopero mense Oggi lezioni a rischio stop

Sembra che il cinema Aurora di Scandicci non sarà abbastanza grande per ospitare tutto il personale della scuola che oggi parteciperà alla maxi assemblea provinciale indetta da tutte le sigle sindacali dal titolo «La nostra Buona Scuola non esiste più». E l'assemblea cade nello stesso giorno dello sciopero dei lavoratori delle mense tanto che i sindacati annunciano il rischio che oggi diverse scuole fiorentine si troveranno a dover rimandare a casa i bambini, sospendere lezioni o anticipare le uscite. <<Niente soluzioni al precariato, troppo potere ai Dirigenti Scolastici, assenza di personale Ata» per Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola,~ tlm"i'lmi'lle Gilda Unams è il momento di discutere con tutto il personale della scuola degli effetti della riforma voluta da Renzi. In programma ci sono due assemblee no stop, dalle 8 alle 17, la prima è quella di oggi a Scandicci, la seconda sarà domani al liceo Pontormo di Empoli in preparazione della manifestazione di sabato a Roma. Tra i punti critici della riforma che contestano i sindacati c'è la mancata soluzione al problema del precariato «in quanto le assunzioni non esauriranno le graduatorie e non includeranno gli idonei all'ultimo concorso e i docenti già abilitati in possesso dei requisiti stabiliti dalla Sentenza della Corte di Giustizia Europea». Ci sono anche i «troppi poteri accentrati nelle mani del dirigente scolastico: dalla scelta dei docenti da utilizzare nella propria scuola alla loro valutazione e riconoscimento del merito». Ciò non rispetterebbe, dicono le sigle sindacali, il principio costituzionale della libertà

d'insegnamento e l'autonomia professionale, creando fortissimi squilibri tra scuole. E poi c'è il nodo dei collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici: per loro non è previsto nella Buona Scuola un piano di assunzioni. (L.B.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 8 Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SNALS Pag. 2

"' O') 00

"' o

il mattino Quotidiano I Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 20 1

''Buona scuola'', padovani in corteo a Roma Docenti e sindacalisti saranno sabato alla manifestazione. Mazza: «Il piano di Renzi va cambiato))

Docenti padovani, personale Ata e studenti degli istituti su­periori saranno sabato a Ro­ma, in piazza Santi Apostoli dove, a partire dalle 10.30, si terrà la manifestazione nazio­nale rftfltmnizzata da Cgil, Cisl, Uil, • e Gilda. Obiettivo: modificare il disegno di legge, già in discussione in Parla­mento, della "Buona Scuola" formulato da Matteo Renzi e dal ministro Stefania Gianni­ni.

Da Padova e provincia parti­rà una corriera, già prenotata, con a bordo 50 delegati sinda­cali; ma saranno in tanti a rag­giungere la capitale con mezzi

propri. Tre gli slogan che do­centi, non docenti e studenti scandiranno alla manifesta­zione: scuole nuove, scuole belle e scuole sicure. Natural­mente queste ultime due pa­role si riferiscono, in particola­re, al crollo del soffitto avvenu­to pochi giorni fa in un'aula della scuola elementare Pessi­na, ad Ostuni, in provincia di Brindisi, dove sono finiti in ospedale due alunni di sette anni e un insegnante. Una di­sgrazia annunciata e accaduta in una scuola costruita in epo­ca fascista che era rimasta chiusa quattro anni consecuti­vi per lavori di ristrutturazio-

ne ed era stata riaperta, prati­camente nuova, appena quat­tro mesi fa.

Vari i punti del progetto "La Buona Scuola" che non piac­ciono ai docenti padovani. «I presidi non devono avere trop­pi poteri decisionali e, quindi, non devono avere le stesse funzioni che hanno i manager nelle aziende private», sottoli­nea Salvatore Totò Mazza, se­gretario regionale della Flc-Cgil, «Come mai a settem­bre saranno immessi in ruolo circa 100 mila insegnanti oggi precari e non invece 150 mila come Matteo Renzi aveva an -nunciato alla nazione? La posi-

Manifestazione di studenti. A sinistra Salvatore Mazza

zione della Cgil è chiarissima. Noi non abbiamo mai detto e tuttora non sosteniamo che il disegno di legge del governo debba essere gettato a mare. Tutt'altro. Siamo stati i primi ad elogiare il discorso del pre­mier nel momento in cui ha sostenuto, già un anno fa, che il Paese deve ripartire dalla scuola e dalla cultura in gene­re. Ma siamo sempre i primi a sostenere che il progetto di legge della Buona Scuola non deve essere approvato così com'è, ma essere sottoposto ad alcune modifiche radicali, concordate, tra l'altro, con Ci­sl, Uil, mJi! e Gilda». Felice Paduano

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SNALS Pag. 3

ILTIRRENO

Assemblea al liceo prof e bidelli contro la riforma

Il mondo della scuola contro la riforma del governo Renzi. Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, ~r!!'!Til:mle Gilda unams organizzano due assemblee provinciali non stop: la prima oggi dalle 8 alle 17 al cinema Aurora a Scandicci, la seconda domani a Empoli al liceo Pontormo (nella foto} con orario 8·16,30). "La nostra Buona Scuola non esiste più": l'iniziativa sarà «il momento opportuno per discutere con tutto il personale della scuola degli effetti dirompenti che il decreto 2994 di riforma della scuola avrà sul sistema scolastico attuale». Eccone alcuni: «Nessuna concreta ed equa soluzione al problema del precariato, troppe le materie in cui il governo chiede la "delega in bianco", troppi poteri accentrati nelle mani del dirigente scolastico».

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 32 Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SNALS Pag.4

SNALS

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 6

lnsagnanti in sciopero contro Ranzi «La riforma non aiuta il precariato>>

MOLTE scuole materne e primarie oggi saranno sprangate. Mentre le medie e Le superiori chiuderanno a macchia d1 leopardo. Si annuncia super-affollata l'assemblea non stop

J=:r:~~a~ìJ~:~~~~~·i~~~:~ii~~~·~i5J~~~~ù~L

Foglio 1

nostra Buona Scuola non esiste più», il titolo dell'incontro che, come spiega Paola Pisano della Cgil, «rappresenta l'occasione per Jllustrare a tutto ìl personale gli effetti dirompenti che avrà la riforma». Intanto, spiegano ì sindacati, «il ddl non risolverà il problema del precariato». Ancora: non piace «l'eccessivo potere>> che finirà nelle mani dei dirigenti, che potranno pure <(scegliere i docenti da utilizzare». Fa storcere il naso «Il riconoscimento del merito», uno dei pilastri della riforma renziana. Infine, per il personale Ata «non è previsto un piano di assunzioni». E,oggi le Lavoratrici delle mense scolastiche incroceranno Le braccia nell'ambito dello sciopero nazionale del turismo.

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Pag. 5

Gazzetta del Sud COSENZA

Data

Pagina

Foglio

14-04-2015 29 1 / 3

Stamattina alle 11 nell'auditorium dell'istituto "Monaco" di viale parco "Giacomo Mancini" riunione dei rappresentanti sindacali

Sulla scuola spirano forti i venti della protesta Docenti e rappresentanti di categoria prevedono una massiccia adesione alla manifestazione di sabato

Spirano venti di guerra sulla ri­forma della scuola del Governo Renzi. Il rumore sordo dei tam­buri inizia a levarsi in alto ad annunciare la battaglia. Sta­mattina, alle 11, ne]l'audito­rium dell'Istituto "Monaco" di viale parco "Giacomo Manci­ni", i rappresentanti delle sigle sindacali firmatarie di contrat­to, ovvero Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda, s'in­contreranno per discutere le azioni da mettere in campo e soprattutto per preparare la partecipazione alla grande ma­nifestazione nazionale di saba­to. Manifestazione alla quale è prevista una massiccia adesio­ne, perché il disegno di legge che il governo ha presentato al­le camere non piace veramente a nessuno. Non piace agli stu­denti che sono preoccupati «per l'impoverimento della di­dattica», non piace ai présidi, che temono «il reclutamento di docenti che per arn;ii hanno svolto altre mansioni e profes­sioni» e non è gradita ai docenti da sempre nel mirino d'ogni ri-

forina e divenuta una classe di professionisti contro la quale le varie iniziative legislative han­no scaricato quintalate di di­sgusto, di disaffezione, tanto da sminuirne quel ruolo che do­vrebbero incarnare nel com-

plesso sistema della formazio­ne della cittadinanza delle fu­ture generazioni. In segno di protesta la scorsa settimana i prof in tutta la provincia hanno indossato una t-shirt nera ipo­tizzando la morte della scuola. I sindacati e le associazioni di ca­tegoria sono sul piede di guerra da tempo ormai. Tra le tante critiche nei confronti della ri­forma quella di maggior spes­sore è rappresentata dalla nuo­va figura del préside che si sta­glierebbe dai vari articoli del di­segno di legge.

Il presidente nazionale del-1' And, Francesco Greco, nel cor­so della sua audizione davanti alle commissioni di Camera e Senato, nei giorni scorsi ha par­lato «di campanello a morte per la democrazia nella scuola». Secondo il presidente dell'As-

sociazione nazionale docenti «nel progetto di legge vengono mortificati oltre ogni ragione­vole sopportazione il ruolo e la funzione dei docenti, ridotti a mera categoria residuale, sen­za più alcuna certezza lavorati­va e, men che·meno, senza più quella libertà culturale e pro­fessionale che rappresentano la vera natura del loro lavoro». Greco ha poi puntato il dito «sull'istituzione degli albi terri­toriali da cui i docenti possono

essere chiamati dai dirigenti» rimarcando che si tratta «di un gravissimo attçtcco alla dignità personale e culturale dei do­centi, una ferita mortale alla li­bertà di insegnamento, che ces­sa di essere libera per come pre­visto dalla Costituzione, ma funzionale ad interessi che nul­la potrebbero avere con le fina­lità che la stessa Costituzione assegna al nostro sistema di istruzione».

Sul tema della riforma non usa tanta diplomazia il segreta­rio generale della Flc Cgil, Pino Assalone, che tra le tante «pec-

che» del documento del gover­no Renzi prende in esame «il di­ritto all'istruzione degli alunni e degli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali e la governance della scuola e degli organi collegiali». Su questi punti, afferma Assalone, «il go­verno chiede la delega al Parla­mento. Delega che il Governo non riceve dal Parlamento ma cerca di scriversi da solo e che metterà l'esecutivo in condizio­ni di predisporre in modo auto­nomo i relativi decreti legislati­vi. Tutte queste procedure -sottolinea il segretario genera­le della Federazione lavoratori della conoscenza - non faranno altro che prevedere tempi lun­ghi soprattutto per l'assunzio­ne dei centomila precari».

Condivide l'obiettivo el go­verno «di ridare centralità all'i­struzione,;, il segretario regio­nale della Cisl scuola, Giusep­pina Carbone, che ha visto tra­sformare le riserve che nutriva sul disegno dilegge in certezze. «Intanto- rimarca -va messo in evidenzia il ridimensionamen-

to subìto dagli annunci iniziali dei quali non v'è traccia nel do­cumento varato dal consiglio dei ministri». Il segretario re­gionale della Cisl scuola dice d'essere soddisfatto per «il ri­pristino degli scatti d'anziani­tà» e nutre non poche preoccu­pazioni per il «rafforzamento dei poteri del dirigente scolasti­co».

Il disegno di fogge della buo­na scuola «non ha nulla di ac­cettabile» anche Maria Fortino, segretario nazionale dell'U­si-ait educazione, «perché -sottolinea -fa degli studenti dei meri utenti che devono formar­si per offrirsi, in futuro, quali li­beri schiavi nel mondo del lavo­ro o peggio dei tirocini formati­vi (strumenti di sfruttamento e di erosione del lavoro reale os­sia retribuito). È preoccupata, infine, del futuro degli inse­gnanti di sostegno la coordina­trice regionale dell'associazio­ne insegnanti di sostegno, pa­niela Costa bile, che contesta «il ridimensionamento del ruolo dei docenti specializzati». ~

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SNALS Pag.6

"' M 00

"' o

Gazzetta del Sud COSENZA

Il dissenso

In provincia LA SCORSA SETIIMANA

SONO ANDATE IN SCENA

LE PRIME AWISAGLIE

DI PROTESTA

DEI DOCENTI DI RUOLO

Contro la riforma

A fine settimana I DOCENTI

SCENDERANNO IN PIAZZA

CONTRO IL TENTATIVO

DI RADICALIZZARE

IL POTERE DEI PRÉSIDI

In particolare

Il ddl mortifica i precari storici • Il presidente nazionale dell'And Francesco Grecò davanti alle comniissioni della Camera e del Senato ha affrontato il problema del precariato. SU talè ar­gomento Greco ritiene «che quanto proposto non solo non risolva il proble­ma, ma ne creerà di nuovi e tutti forieri di nuovi con­tenziosi giudiziari». Greco ha p'1Jltt:Utlizzato che «noil si risolvono i danni causati ai tanti precari eliminando i precari. È sbagliato-ha sottolineatò.-t>l'tre che eti­camente e non corrett<,> l'allontanamento dalla scuola di tutti coloro che hanJ1qgj,à svolto 36 mesi ili, .• senìiiiO. Cosi è inaccettabj- ... le l'abolizione delle gae».

Data

Pagina

Foglio

14-04-2015 29 2/3

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

SNALS Pag. 7

"' M 00

"' o

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 / 2

La scuola è più straniera Ma 1 su 2 è nato in Italia Alunni immigrati, +20% in cinque anni Tra le ragazze avanza il fenomeno N eet

gli inizi degli anni Duemila la percentuale di studenti stranieri che si iscrive agli istituti tee­

----------------- nici (38,6%) ha superato quella degli iscritti a­gli istituti professionali (37,9%). Anche per me-

MnANO rito delle scelte dei ragazzi di seconda genera-. . , "' . . zione, più orientati verso gli istit:iti ~ecnici e ~

a scuola italiana e sempre pm multietm- licei. «Si tratta di un importante md1catore d1 ca e per la prima volta le cosiddette "se- un cambiamento in atto, di un progressivo av­conde generazioni" sorpassano gli alun- vicinamento alla componente italiana-sotto-

~ nati all'~stero: ~l ~1,7% ~egli 802.8~4 bam~i~ linea Mariagrazia Santagati, ricercatrice della m e ragazzi stramen che siedono SUI banchi d1 fondazione Ismu e autrice della ricerca-. Re­scuol_a nell'. amio sc?las?c? 2?1_3-2014, i~atti, è sta però molto elevata la concentrazione di nato m Italia da gemton d1 ongme stramera. U - stranieri nell'area tecnico professionale». na presenza già consolidata alle elementari e Allo stesso modo nella misura in cui aumenta che, progre~sivamente, p~e~d~ sempre più pe- la presenza dei n~ti in Italia trai banchi di scuo­so alle medie e alle s_upeno_n. E ~uanto eme_rge la, si osserva un miglioramento nei percorsi sco­dal rapporto ''Alunm con c1ttadmariza non ita- lastici con una diminuzione dei ritardi e delle ri­liana'' curato da Miur e Fondazione Ismu, pre- petenze. Che però restano molto elevati: nella sentatoieri a Milano. . . . . scuola media, ad esempio, il 41,5% degli stu­Idaticonfermanouncostantees1gmficativom- denti stranieri ha almeno un anno di ritardo cremento della pres~nza ~alunni s~~eri nel- (contro il 7,4 % degli italiani). le scuole elementari, medie e supenon: 16.124 Altro elemento che necessita una riflessione, so­in più rispetto _all'anno scolas?co prece~ente, no quegli istituti in cui la concentrazione di a­con una crescita del 19,2% nspetto all anno lunni stranieri è particolarmente elevata: sono 2009-2~10.Lan3;Zionalitàpiùrappresentataè~a 2.851 quelle con almeno il 30% di alunni con Romama (154m1la alunm), segmta dalAlbama cittadinarizanonitaliana(il5%del totale) men­(107mila) e Marocco (lOlmila). S~guono, m?l- tre sono 510 quelle con più del 50% di iscritti di to distaccate, la rappresent~~ cme~e (39m1~a origine straniera. Queste ultime concentrate so­bambini e ragazzi) e quella filippma ( crrca 25_rm- prattutto in provincia di Milano (65), Brescia (38) la). La Lombardia si conferma come la pnma e Torino (36). Una situazione da monitorare at­regione per numero di alunni stranieri (197mi- tentamente, soprattutto per quanto riguardale la), di cui circa ??mila concentrati nella provin- superiori: «Il rischio - avverte Santagati - è che eia di Milano. si creino dei ghetti». Per questo il rapporto sot­Inevitabihnente, i territori più attrattivi da UI1 tolinea la necessità di «misure specifiche di so­punto di vista economico sono anche quelli con stegno, di risorse, di investimento in formazio­una maggiore presenza di comui:ut~ s?"aniere ~ ne del personale scolastico» per queste scuole. - di conseguenza - questa realta s1 nflette SUI Altro dato interessante che emerge dal rappor­banchi di scuola. Con alcune particolarità che to è l'incidenza degli ragazzi stranieri tra i co­riflettono le vicende migratorie dei singoli grup- siddetti Neet, acronimo dall'inglese Not (enga-

"' O') 00

"' o

pi: in provincia di Trapani, ad esempio, la pre- ged) in education, employment or training. Ov­senzadialunni tlll1Ìsinisuperadi 13voltela per- vero quei giovani di età compresa trai 15 e il 29 centuale di presenza rilevata in Italia. Lo stesso armi che non studiano, non lavorano e non so-vale per i cinesi a Prato (9 volte) o gli indiani nel~ no impegnati in attività di formazione. In Italia ~ le province di Mantova e Cremona (6 volte) o I sono circa due milioni e - in base a quanto e- ~ filippini a Milano (3 volte). merge dal rapporto Ismu - il 15,8% è composto _g Il rapporto fotograf".1 una realtà complessa, f~t- da ragazzi di origine straniera. Con un'impor- {l

ta di luci e ombre. E importante, ad esempio, tante differenza: i Neetitaliani sono soprattutto ~ sottolineare il fatto che per la prima volta da- 8

L--------__:::=R~i=t=ag=l~i=o:::__::~s=tamp::.:..::.~a.::.::..::.~a~d-u-s~o-e~s~cl~u~s~i~v~o-d~e~l;---~d~e~st~1~·n~a~t~a~r~io~,-----;n~o~n;---~r~i~pr~o~d~u~c~ihb~il1'e~.:-------------,

Scuola: testate nazionali Pag.9

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 4 Foglio 2 / 2

maschi (il 50,3%) mentre tra gli stranieri il feno- Soprattutto giovani donne di origine marocchi­meno riguarda soprattutto le ragazze (il 64 % tra na, bengalese, indiana, moldava, ucraina, paki­i comunitari e il 67% tra gli extracomunitari). stana e cingalese.

Il rapporto Miur-lsmu fotografa la situazione, fatta di luci e ombre.

Tra i problemi c'è ancora l'elevato tasso di bocciature, che alle

medie arriva al 41,5%. E in quasi 3mila scuole gli immigrati superano il 30 per cento

Sono sempre di più e scelgono anche scuole impegna ti ve come gli istituti tecnici e i licei r.: esperta: «Il cambiamento è ormai in atto»

GLI ALUNNI DI ORIGINE STRANIERA CHE FREQUENTANO LA SCUOLA IN ITALIA

AUMENTO DEGLI ISCRITII STRANIERI NEL QUINQUENNIO TRA IL 2009 E IL 2014

Scuola: testate nazionali Pag. 10

La sospensione a scuola diventa 11rieducativa 11

A Conegliano ragazzi volontari in casa di riposo Da ieri, anziché fare il verso in classe al proprio insegnante, accompagnano l'anziano della vicina casa di riposo in carrozzella e, se è autonomo, gli insegnano loro stessi a fare l'orto. La punizione tradotta in formazione, lo sberleffo reinterpretato nell'educazione alle regole della convivenza e, soprattutto, al rispetto dell'altro. Il bullismo, insomma, trasformato in solidarietà. Accade a 25 studenti di una seconda classe della storica Scuola enologica "Cerletti" di Conegliano, la prima del genere fondata in Italia. Un gruppo di questi ragazzi si è preso gioco per qualche tempo di un insegnante. Quando la sopportazione dell'interessato è finita, la presidente, Damiana Tervilli, ha fatto scattare la sospensione, ascoltati anche gli altri docenti. È stato però difficile individuare i 2-3 responsabili, anche perché gli amici non hanno voluto fare i loro nomi. Ecco, dunque, che tutti e 25 i giovani hanno ricevuto il provvedimento di sospensione: 6 giorni a casa. Anzi no. I ragazzi stessi e le loro famiglie, che convocate dalla preside hanno condiviso la proposta, hanno accettato di "espiare la pena" facendo del volontariato. Poco distante dal Cerletti c'è la casa di riposo Fenzi di Conegliano. Da lunedì mattina, a gruppetti di 4 e per 6 giorni, gli studenti si fanno accompagnare da educatori dell'istituto in servizi alla persona, entrando negli stessi reparti, accompagnandoli con la carrozzina o portando qualche medicina. Tutte mansioni ovviamente compatibili con la loro (non) preparazione.

Francesco Dal Mas © RIPRODUZIONE RISERVATA

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 12 Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Scuola: testate nazionali Pag. 11

15 aprile, 2015 - 09:41

Manifestazione a Roma del 18 aprile. I sindacati si aspettano tra i 5mila e i 10mila partecipanti Manifestazione del 18 aprile. I sindacati si aspettano tra i 5mila e i 10mila pa Si tratta della conclusione dello sciopero indetto da Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda per il blocco delle attività aggiuntive. Sotto la lente della protesta, la riforma della scuola, contestata in vari punti, a partire dall'aumento dei poteri ai dirigenti scolastici. Altro punto contestato, le assunzioni, che secondo i sindacati dovrebbero coinvolgere anche i docenti delle Graduatorie d'istituto. A conclusione dello sciopero, giorno 18 aprile, a Roma, si svolgerà una manifestazione organizzata dai sindacati della scuola. Secondo gli stessi organizzatori, la manifestazione riuscirà a far convolgiare migliaia di docenti contrari alla riforma. "Noemi Ranieri, della segreteria nazionale Uil Scuola, ha così commentato "parteciperanno tra 5mila e 10mila insegnanti e lavoratori Ata delle Rsu".

Matteo Renzi apporta altri tagli alla scuola dopo quelli al personale scolastico Tutte le crepe delle scuole italiane in 6 anni di crolli che hanno prodotto vittime tra i docenti e gli studenti. Il luogo del crollo di Ostuni transennato Il luogo del crollo di Ostuni transennato

ADV

La questione emergenza edilizia scolastica esplode in tutta la sua drammaticità dopo il crollo avvenuto in una scuola di Ostuni di cui tutti i i principali quotidiani nazionali ne hanno riferito nelle pagine di cronaca di ieri, da Repubblica a Il Tempo, fino a Il Giornale che questa mattina richiama la strana coincidenza del taglio di risorse nel Def, a dispetto del tesoretto di 1,6 miliardi annunciato con somma boria dal Presidente del Consiglio, da destinare al rifacimento delle scuole. E intanto prosegue lo sciopero dal 9 al 18 aprile contro la riforma della scuola con la manifestazione di Piazza SS. Apostoli di sabato prossimo, come riportato in una nota su Cisl.it rivolta alle Rsu sindacali di Gilda, Uil, Snals, Cisl e Cgil.

Altri tagli alla scuola

ADVERTISEMENT

Matteo Renzi dimentica il personale Ata della scuola ma questa non sembra essere l'unica dimenticanza; cominciano a diventare preoccupanti le amnesie in serie di un premier che nasconde all'opinione pubblica il fatto di ignorare completamente la sentenza della Corte di Giustizia Europea per non aver incluso i precari nel piano di stabilizzazione. Se fin qui i genitori dei ragazzi potevano anche mostrare indifferenza, ora quanto accaduto ad Ostuni, con il crollo del solaio di una scuola elementare, li deve seriamente preoccupare. L'ex sindaco fiorentino Matteo Renzi aveva promesso di destinare 3,5 miliardi di euro per l'edilizia scolastica e 3 miliardi per il riordino del sistema scolastico con l'assunzione di tutti i precari. Invece dal cilindro sbuca la sorpresa del taglio di 500 milioni nel Def che viene praticato sull'edilizia scolastica, come in un articolo apparso stamane sul quotidiano milanese Il Giornale. Su Repubblica la rabbia dei genitori che chiedono che lavori siano stati fatti.

L'Annus Horribilis

Alla Enrico Pessina di Ostuni i feriti sono stati proprio i bambini che sono stati medicati al pronto soccorso con l'applicazione di alcuni punti di sutura. Fortunatamente i due piccoli se la sono cavata, così come la maestra che ha riportato alcune escoriazioni. Quello della scuola pugliese è il quarto episodio di cedimento strutturale avvenuto quest'anno dopo gli episodi che hanno visto coinvolti ben cinque bambini di una materna di Sesto San Giovanni (Milano), due ragazzi della scuola media G.Verga di Firenze e quello nel quale tre studenti dell'alberghiero di Pescara riportavano ferite fortunatamente non gravi quando si staccava parte del soffitto. Ma in precedenza, in un arco di tempo di 6 anni, ben altre conseguenze si sono avute in altre scuole, come descrive un articolo pubblicato ieri da Il Tempo del quale ne riportiamo un breve estratto di seguito.

Un bollettino di guerra

Il più tragico resta quello del 22 novembre 2008 al liceo Darwin di Rivoli: 1 morto, 17 feriti e sei condanne ai responsabili per la sicurezza. Nel 2012 i crolli riguardano le scuole elementari "Marco Polo" di Cardito (Napoli) e la "De Amicis" di Massafra (Taranto). A febbraio un distacco di una plafoniera ferisce una studentessa del liceo artistico di Massa Carrara. Tre crolli nel 2013: un'altra scuola elementare coinvolta a Rogoredo in provincia di Lecco con tre bambini feriti e due istituti delle superiori a Bari e a Cagliari. Sono 5 gli episodi nel 2014 con i crolli di Roma ai Parioli e a Tivoli, proseguendo per la materna di Castellamonte (Torino), l'elementare di Russi (Ravenna), la scuola elementare di Bonagia (Palermo) e quello dello scientifico di Lecce dove ha perso la vita uno studente di 17 anni.

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 4 Foglio 1 / 2

Scuole, il governo piange ma i soldi restano fermi IL SOTTOSEGRETARIO FARAONE: "PER METTERLE IN SICUREZZA Cl VOGLIONO ALMENO 12 MILIARDI, NE ABBIAMO MESSI 3,9". LESIONI STRUTTURALI IN 3 EDIFICI SU 4

di Carlo Di Foggia

La scuola Pessina di Ostuni ha un soffitto in frantumi, ma an­che la vulgata renzia­

na dei miliardi all'edilizia sco­lastica non se la passa tanto be­ne. Che qualcosa stia scricchio­lando nel racconto al miele lo ha certificato ieri il sottosegre­tario all'Istruzione Davide Fa­raone: "Per quella vicenda, qualche testa salterà. Noi però abbiamo messo 3,9 miliardi, e una serie di azioni che sburo­cratizzano le attività che devo­no svolgere le scuole e i Comuni proprio per accelerare i lavori". Sui soldi, invece: "Sono una boccata di ossigeno, ma non so­no sufficienti". A precisa do­manda, ha poi ammesso che la cifra di 12 miliardi - tre volte il contributo stanziato - "è una stima plausibile". Vera la se­conda. Premessa: secondo Cittadinan­zattiva, il 41 per cento delle scuole ha uno stato di manu­tenzione mediocre o pessimo, e tre su quattro presentano lesio­ni strutturali. Di fronte alle pic­cole manutenzioni, nel 15 per

Alcuni stanziamenti

risalgono all'esecutivo

Letta: 1,6 miliardi

non ancora utilizzati.

Sul caso pugliese:

"Qualche testa salterà"

cento dei casi l'ente proprieta­rio non è mai intervenuto e nel 23 per cento lo ha fatto con molto ritardo. Stando al Censis, dei 41 mila edifici scolastici esi­stenti, 24 mila hanno impianti non funzionanti, novemila in­tonaci che cadono a pezzi, 7.200 devono fare i conti con coperture e tetti da rifare; 3.600 con interventi sulle strutture portanti. PER FAR FRONTE a questo pa­norama disastrato, da almeno cinque anni le stime parlano di cifre superiori ai 10 miliardi. In questo senso, non ci sono no­vità. Diverso il discorso sulle ci­fre annunciate. Matteo Renzi ha intuito che il tema tocca non poco le corde dell'elettorato e ha promesso investimenti cor­posi. Come ha ricostruito il Fatto a febbraio, però, buona parte di questi è ferma al palo, ed è stata stanziata dal governo prece­dente, quello di Enrico Letta. Ie­ri il Sole 24 Ore ha calcolato in 1,6 miliardi le risorse ancora bloc­cate. Tradotto: ci sono "stanzia­menti", ma decolla ben poco. L'ultima cifra uscita di recente, per dire, riguarda i 200 milioni assegnati dal Cipe venerdì scor­so, che il governo ha pronta­mente sbandierato. Soldi desti-

nati a 137 opere, ma solo 37 mi­lioni finiranno alle scuole, e solo quando l'iter sarà concluso. Funziona così: la delibera va re­gistrata, poi vidimata dalla Cor­te dei Conti, seguirà il decreto operativo, infine i bonifici. Ci vorrà tempo. Fermo, per ora è anche il "decreto mutui", pre­disposto dal Miur all'epoca di Letta: 940 milioni che le Regioni potranno erogare grazie a mu­tui quarantennali sottoscritti con la Banca europea degli in­vestimenti. A che punto siamo? Varato a gennaio, doveva par­tire il 15 febbraio, ma è stato po­sticipato perché le Regioni sono in ritardo con i piani (c'è tempo fino ad aprile). In sintesi: il testo c'è, ma mancano i decreti attua­tivi, uno dei quali non ha ancora ottenuto la bollinatura della Corte dei conti. In tutto questo, il Miur ha però pubblicato il ri­parto dei fondi alle Regioni che compare sul sito del governo, così sembra che le risorse siano arrivate. Discorso analogo per i 350 milioni destinati a "scuole sostenibili", cioè all'efficienta­mento energetico. Nell'ottobre scorso, il ministero aveva reso nota una bozza del decreto at­tuativo, e solo ieri è stato tra­smesso alla Corte dei Conti.

Ancora da programmare inve­ce i fondi europei del Pon 2014-2020 (380 milioni). Di questi, c'è il rischio di perderne una parte cospicua, come sta già accadendo per i 240 milioni del­la vecchia programmazione (ne è stato speso solo 11 %). RESTANO dispersi invece i 300 milioni del "piano Inail", parte del "decreto del Fare" del giu­gno 2013. Dulcis in fundo, i soldi del piano annunciato dal pre­mier ad Agosto scorso: scuole belle (450 milioni), scuole sicu­re ( 400 milioni) e scuole nuove (244 milioni). Al 31 marzo, se­condo i dati pubblicati dall'uni­tà tecnica di Palazzo Chigi, coordinata da Laura Galimber­ti, delle prime (piccole manu­tenzioni) è stato completato il 94 per cento del 2014 (altri 5.290 interventi sono previsti entro giugno) con i soldi del Decreto del Fare; delle seconde 1.951 cantieri risultano conclu­si, 227 avviati, 47 non partiti e 103 neanche aggiudicati. Infine scuole nuove (finanziate dai Comuni con lo sblocco del pat­to di stabilità): a gennaio, su 454 opere, 198 erano state concluse, 187 avviate (30 da pochi mesi), 69 ancora in progettazione, 157 "in cantiere" e 30 "allo start". Un po' come tutto il piano.

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Scuola: testate nazionali Pag. 12

"' O') 00

"' o

Data

IL FOGLIO Pagina

Foglio

15-04-2015 2 1

===lfQ~~IGLI A R~~ZI_ .. PARLA_J! FILOSOFO LIBERALE DARIO ANTISERI b=

La #buonascuola, senza il buono scuola, resta solo una slide un po' scialba Milano. "Il governo aveva annunciato un la sua idea di riforma del sistema educativo mettere la scuola in mano d'altri. Di gente

finanziamento alle scuole libere, ne è usci- nero su bianco in un libro appena pubblica- che abbia un motivo ideale di farla". Anche ta una misera elemosina. Siamo ancora pri- to per Rubbettino, "Il 'buono-scuola' per una Gramsci era preoccupato del monopolio sta­gioni eri dell'idea che è buono solo ciò che 'buona scuola"', in cui evidenzia come il tale sull'istruzione: "Noi socialisti dobbiamo pubblico ed è pubblico solo ciò che è stata- punto cruciale non è il finanziamento alle essere propugnatori della scuola libera, del­le". Dario Antiseri, filosofo liberale, quando scuole pubbliche o paritarie, ma il passaggio la scuola lasciata all'iniziativa dei privati e parla di "scuole libere" intende quelle che da un sistema monopolistico a uno di tipo dei comuni. La libertà nella scuola è possi­comunemente vengono definite "scuole pri- concorrenziale: "Se all'interno del sistema bile solo se la scuola è indipendente dal con­vate" Co più correttamente paritarie) e quan- formativo non si introducono linee di com- trollo dello stato. Dobbiamo conquistarci la do parla degli annunci del governo Renzi si petizione, qualsiasi riforma della scuola si libertà di creare la nostra scuola. I cattolici riferisce alle parole del ministro dell'Istru- faccia sarà vanificata - dice Antiseri al Fo- faranno altrettanto dove saranno in maggio­zione, Stefania Giannini, che lo scorso anno glio - La ricerca scientifica è una competi- ranza: chi avrà più filo tesserà più tela". An­dichiarava che "la libertà di scelta educati- zione serrata tra idee, la democrazia è una tiseri cita anche Luigi Einaudi, don Sturzo, va è un principio europeo di grande civiltà", competizione tra proposte politiche, la libe- Tocqueville, John Stuart Mill, Bertrand Rus­le scuole statali e paritarie "devono avere ra economia è una competizione nell'offer- sell e Gaetano Salvemini: "Il buono scuola è uguali diritti". Di questo non c'è traccia nel- ta di merci e servizi. La concorrenza è il una garanzia di libertà - dice - perché chi la "Buona scuola", il ddl presentato dal go- principio che anima scienza, democrazia e paga per le scuole libere ha già pagato le tas­verno che rischia di essere nient'altro che mercato, mentre il monopolio conduce all'i- se per le scuole statali, di cui non usufruisce. l'ennesima infornata senza concorso di cen- nefficienza e alla pigrizia. Chi vuole il buo- Uno stato che costringe i cittadini a pagare tinaia di migliaia di precari. Antiseri alla no scuola non è contro le scuole di stato, an- per ottenere pezzi di libertà è davvero uno riforma del governo Renzi avrebbe cambia- zi le ama, sono un patrimonio che va salva- stato liberale? Ho sempre cercato obiezioni to solo una vocale, l'avrebbe chiamata "il to dallo statalismo". Un'impostazione chia- valide al buono scuola, ma veramente non se Buono scuola'', riproponendo l'idea lanciata ramente liberale, propria di chi ha una cer- ne vedono". Un'obiezione frequente è che per la prima volta dal premio Nobel per l'e- ta familiarità con Friedman, Popper e Von così si aiutano le famiglie ricche: "I ricchi i conomia Milton Friedman: "Si tratta di un Hayek. Ma tra i favorevoli alla libertà d'inse- figli li mandano dove gli pare, sono i poveri voucher non negoziabile che le famiglie gnamento ci sono anche padri nobili della che non possono farlo senza il buono scuo­spendono nelle scuole in cui vogliono iscri- sinistra come don Lorenzo Milani e Antonio la. Una volta in un dibattito un esponente vere i propri figli. Se una scuola non funzio- Gramsci, non sospettabili di "neoliberi- del Pci disse apertamente che il buono scuo­na per loro figlio i genitori ne sceglieranno smo". Nella "Lettera a una professoressa", il la è una 'carta di liberazione' per le famiglie un'altra e sotto la pressione della competi- priore di Barbiana scrive: "Finora si diceva meno abbienti. Questo la sinistra e i laicisti zione migliorerebbero sia le scuole di stato che la scuola statale è un progresso rispetto non l'hanno mai capito". che quelle non statali". Il filosofo ha messo alla privata, ora bisognerà ripensarci e ri- Luciano Capone

Scuola: testate nazionali Pag. 14

Quotidiano Data 15-04-2015

IL ·'"~MATTINO Pagina 33 Foglio 1

polemica

Sicurezza delle scuole, braccio di ferro tra Regione e grillini Botta e risposta tra Regione e Movimento Cinque Stelle sulla sicurezza delle scuole. «A chi sostiene che nulla è stato fatto in questi anni in materia di edilizia scolastica vorrei soltanto ricordare qualche numero: 270 milioni di euro destinati ad aule-laboratorio e laboratori tecnologicamente attrezzati; 100 milioni assegnati ai Comuni per opere di edilizia scolastica; 27 milioni per la messa in sicurezza e la rimozione dell'amianto; 30 milioni per obiettivi di servizio assegnati alle Province. li tutto per un totale di oltre 400 progetti ed interventi di edilizia scolastica finanziati, appaltati e in corso di esecuzione. Questi sono fatti, tutto il resto chiacchiere», dice l'assessore regionale all'Istruzione

+

Sicurezza Edilizia scolastica, scontro tra Regione e M5S

Caterina Miraglia. Di diversa opinione è Valeria Ciarambino, candidata alla presidenza della Regione per i grillini. «In tutti questi anni di semplice gestione contabile della Regione - ribatte - è stato fatto nulla riguardo le opere di edilizia scolastica, e ora ci ritroviamo grazie al "ragionier" Caldoro con un altro record negativo: 5 aule su 1 O in Campania sono insicure, avendo necessità di una ristrutturazione urgente. Ora nelle ultime due settimane di aprile tentano di correre ai ripari, per non perdere i milioni di euro del piano del governo per l'edilizia scolastica, mai decollato! Perché non si è fatto nulla in questi anni?»

©RIPRODUZIONE RISERVATA

='·~'~'""'"'". '~'"'~"''''·"~- """-"""""-'' Muore tra la folla: «Soccorsi in ritardo»

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Scuola: testate nazionali Pag, 15

IA{ìAll[1fA1mMIZZOGIORNO

«Buona scuola» i sindacati «Siamo pronti allo sciopero»

• ROMA. I sindacati della SCUO·

la sono pronti allo sciopero ge· nerale. L'intenzione è emersa da· gli interventi dei leader sindacali che hanno partecipato oggi a un incontro · molto partecipato - or· ganizzato dalle Rsu di Roma in vista della manifestazione in ca· lendario per sabato prossimo a Roma.

«Senza un decreto specifico per le assunzioni e un dibattito par· lamentare più disteso sugli altri aspetti del disegno di legge "La Buona scuola" c'è il rischio - ha dichiarato il segretario generale della U il scuola, Massimo Di Men· na -di uno scontro tra il governo e il mondo della scuola. Sabato con la manifestazione di tutti i sin· da ca ti del settore a Roma, a Piazza Santi Apostoli, i rappresentanti dei lavoratori della scuola faran· no, ancora una volta, sentire la propria contrarietà ai provvedi· menti del Governo, in particolare sul precariato, sul blocco del con· tratto, sulla definizione per legge del rapporto di lavoro, sui poteri del dirigente che minano plura· lismo culturale e libertà di inse· gnamento. Se non si terrà conto delle richieste e delle istanze di chi ogni giorno fa funzionare la scuola, si arriverà allo sciopero generale della scuola, con l'obiet· tivo di una altissima partecipa· zione, risultato di una azione con· giunta di tutti i sindacati rappre· sentativi della scuola».

«Ci sono tutte le ragioni - ha spiegato il segretario generale della Cisl scuola, Francesco Seri· ma - per contrastare, con una for· te mobilitazione il ddl di riforma in questi giorni all'esame del Par· lamento».

Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 2 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Scuola: testate nazionali Pag. 16

"' O') 00

"' o

Quotidiano Data 15-04-2015 Pagina 11 Foglio 1

ELEZIONI REGIONALI 2015. POLEMICA SUI FONDI STATALI Edilizia scolastica, De Luca bacchetta il Governatore NAPOLI. «Le scuole crollano ma la giunta Caldoro se la prende comoda, e adesso 95 milioni di euro messi a disposi­zione dal governo Renzi per l'edilizia scolastica rischiano di andare persi: entro il 31 marzo 2015 le Regioni dovevano in­fatti inviare al Miur i piani triennali di edilizia scolastica, ma la Campania risulta assente». Così Vincenzo De Luca at­tacca il Governatore della Campania Stefano Caldoro. «Gra­zie ad un accordo raggiunto in sede di Osservatorio per l 'edi­lizia scolastica c'è stata una proroga di trenta giorni. Una corsa contro il tempo per Caldoro. La Regione Campania - conclude De Luca - come sempre, è ultimis­sima ad utilizzare i fondi per investimenti».

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Scuola: testate nazionali Pag. 17

Il Sole?]{! mmrn

L'opzione è ancora ferma

Attivo il canale Inps-banche per il Tfr mensile Matteo Prioschi

In attesa della circolare con le istruzioni operative che consentano l'effettivo av­vio dell'operazione Tfr in bu­sta paga, ieri l'Inps ha comu­nicato di aver attivato il servi­zio che dovrà essere utiliz:ia­t o dalle banche che erogheranno i finanziamenti alle imprese.

Secondo quanto previsto dalla normativa, i datori di la­voro chehanno meno di 50 ad­detti e non versano il Tfr al fondo di tesoreria, a fronte della richiesta dei dipendenti di incassare mensilmente il trattamento di fine rapporto, possono accedere a un finan­ziamento nell'ambito dell'ac­cordo quadro sottoscritto trai ministeri dell'Economia, del Lavoro e l'Associazione ban­caria italiana.

Il servizio online"Tfr in bu­sta paga - Quota integrativa della retribuzione" attivato dall'istituto di previdenza consentirà innanzitutto alle banche aderenti all'iniziativa di verificare l'autenticità del certificato rilasciato dall'Inps stesso al datore di lavoro e che quest'ultimo deve presentare all'istituto di credito per acce­dere al finanziamento. Suc­cessivamente il servizio con-

sentiràdifornireericeverein­formazionisulle operazioni in corso. In particolare potranno essere prenotate (o successi­vamente annullate) le richie­ste di prestito giunte dalle aziende; verrà registrata l'ef- , fettiva erogazione del finan- I ziamento e l'estinzione dello stesso; sarà infine possibile conoscere il dato co.mplessi­vo degli importi erogati mese per mese, eventuali variazioni in più o in meno comprese.

L'operazione Tfr in busta paga, però, non può partire perché si attende una circola- I re dell'Inps contenente le in­dicazioni operative per i dato- /: ridi lavoro e le risposte ad al­cuni dubbi sulla corretta ap- I

plicazione della norma. L'opzione avrebbe dovuto aver inizio marzo per termi­nare a giugno 2018 (con uno sfasamento di 3 mesi per le aziende che accedono al fi­nanziamento), ma il ritardo nella pubblicazione del Dpcm attuativo (Gazzetta ufficiale deh9marzo)hadifattoobbli­gato a posticipare di un mese. Ora, mancando la circolare lnps, c'è il concreto rischio che le aziende non riescano a inserire il Tfr in busta paga nemmeno in aprile.

© RIPllODUZIONE RISERVATA

Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 43 1

I-~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~-,--~---,------,-:-:-:--~~~~~~~~~~~

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro e previdenza Pag. 22

"' O") 00

"' o

~ Q)

~ o

_o

{l

1J '6 o u

Il Sole?]{! mmrn Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 43 1 / 2

1 11::11""'"' Nell'attuare la disposizione introdotta dalla legge di stabilità, l'Inps ha optato per una soluzione favorevole ai pensionati

i Ricalcolo soft per le maxi-pensioni La manovra interessa i lavoratori con anzianità contributiva oltre i 40 anni

I

Fabio Venanzi La linea adottata dall'Inps

con la circolare 74 di venerdì scorso, in merito alla ridetermi­nazione dei trattamenti pen­sionistici troppo generosi, ri­sulta essere particolarmente fa­vorevole nei confronti dei lavo­ratori che alla fine del 2011 avevano già perfezionato un di­ritto a pensione.

Nei confronti dei lavoratori che, alla data del 31 dicembre 1995, possono vantare almeno 18 anni dicontributi,i!Dl201/zonha applicato il sistema contributivo pro rata dal2012. I maggiori bene­ficiari sono stati coloro i quali, già al 2011, potevano vantare un dirit­to a pensione, o meglio, avevano già perfezionato l'anzianità mas­sima contributiva di 40 anni e cessano con un'età anagrafica su­periore ali' età prevista per la pen­sione di vecchiaia.

La legge di stabilità (articolo 1,

comma 707), al fine di limitare questi trattamenti favorevoli, ol­tre a stabilirne il ricalcolo e l'eventualeapplicazionedelnuo­vo importo più basso, ha previsto che l'importo complessivo del

'IN1ERPRHAZ10tME L'istituto considera

trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato con l'applicazio­ne delle regole di calcolo previ­genti la riforma computando, ai fini della determinazione della misura del trattamento, l'anzia­nità contributiva necessaria per il conseguimento del diritto alla prestazione, integrata da quella eventualmente maturata fra la datadiconseguimentodeldiritto e la data di decorrenza del primo periodo utile per la correspon­sione della prestazione stessa.

Secondo le vecchie regole, le anzianità eccedenti il 4oesimo anno contributivo risultavano ininfluenti al fine di incrementa­re la misura della pensione a cau­sa del "congelamento" delcoeffi­ciente di rendimento. Il beneficio sulla rendita pensionistica si ot­teneva comunque perché, con retribuzioni in aumento, la me­dia dell'ultimo periodo di riferi­mento (5/10 anni) ne risultava in­fluenzata positivamente.

Con la circolare 7 4, l'Inps inve­ce ha previsto la valorizzazione, con l'àliquota di rendimento del 2%, di tutti gli anni eccedenti il 4oesimo. Tuttavia una lettura di­versa del comma 707, che si pre-

tutto il periodo di lavoro, mentre si sarebbero potuti valorizzare solo i versamenti fino a 40 anni

sta a più interpretazioni, avrebbe portato a conclusioni diverse.

La norma prevede, infatti, la valorizzazione dell'anzianità contributiva «necessaria»,il che potrebbe far supporre che in ca­so di un lavoratore con un diritto a pensione già maturato al 31 di­cembre 2011, comunque la valo­rizzazione non sarebbe potuta andare oltre il 4oesimo anno contributivo. Nel caso di anzia­nità superiori a 40 anni alla stes­sa data, nessun beneficio econo­mico poteva essere riconosciuto al pensionato, poiché il «neces­sario» risultava ampiamente perfezionato.

Nell'ipotesi in cui il lavoratore non avesse maturato alcun dirit­to a pensione sempre alla data del 31 dicembre 2011, allora le letture avrebbero potuto essere due. La prima avrebbe riconosciuto -conii sistemaretributivo-il peri­odo di tempo necessario per ma­turare il (primo) diritto a pensio­ne. La seconda avrebbe applica­to, in luogo del retributivo, il si­stema contributivo per le anzianità eccedenti i 40 anni.

In altri termini, al lavoratore sarebbe stato garantito sempre e comunque un calcolo con il mas-

simo coefficiente, integrato dal periodo di tempo necessario per conseguire la pensione con uno dei due sistemi sopra descritti. Infatti, in assenza di un diritto a pensione entro il 2011, la decor­renza della prestazione risulta essere sempre immediata per ef­fetto del conglobamento delle fi­nestre all'interno dei requisiti contributivi richiesti per I' acces­so al pensionamento.

L'integrazione prevista tra la datadiconseguimentodeldiritto e la data di decorrenza del primo periodo utile sarebbe potuta es­sere riservata solo nei casi in cui la decorrenza non fosse risultata immediata, come per ilavoratori che continuano ad accedere alla pensione con le quote perché im­piegati in lavorifaticosi e pesanti.

L'applicazione defle due ipo­tesi alternative determina, in al­cuni casi, tagli consistenti dell' as­segno (si veda tabella qui sotto), mentre la lettura adottata dal­l'Inps può addirittura risultare più vantaggiosa per il pensiona­to, che in tal caso continuerà a in­cassare l'importo determinato dalla riforma Fornero.

t, RIPRODUZIONE RISERVATA

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro e previdenza Pag. 23

"' O') 00

"' o

Il Sole?]{! mmrn

Ipotesi a confronto

Nella tabella a fianco sono messe a confronto tre diverse possibili interpretazioni dell'articolo 1, comma 707, della legge di stabili­tà 2015 che ha previsto un rical­colo delle pensioni retributive a cui viene applicato il contributivo pro rata dal2012. In base alle indicazioni fornite dall'Inps con la circolare 7 4, in tre dei quattro esempi il ricalcolo è più favorevo­le ai pensionati e quindi rimar­ranno in pagamento gli importi già erogati e solo in un caso si avrà una riduzione. Con le altre due ipotesi, invece, il ricalcolo sarebbe svantaggioso per i pensionati in tre casi su quattro con riduzioni anche di migliaia di euro all'anno.

Anzianità al 31/12/2011

Anzianità alla cessazione

Retribuzione alla cessazione

Retribuzione media pensionabile

Pen;i-~;;~~lcolata con la riforma Fornero I ---- --- - ------ --1

Ricalcolo in base alla circolare Inps

Differenza su 13 mesi

Ricalcolo retributivo con limite*

Differenza su 13 mesi

Ricalcolo contributivo con limite**

Differenza su 13 mesi

cessato dal servizio cessato dal servizio

Docente universitario iscritto 1

alla Cassa Stato nata nel 1953, cessata dal servizio

il 31/12/2014 il 31/10/2014 il 30/11/2014 ------- ---- - - - - -

Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 43 2/2

Docente universitario iscritto alla Cassa Stato nato nel 1946,

cessato dal servizio il 30/09/2014

Professore universitario iscritto I Dipendente comunale iscritto alla Cassa Stato nato nel 1944, ,. - alla Cpdel nato nel 1949,

____ 46annie2mesi 39annie9mesi1

__ ____l!a~nie6me~i+--

49 anni i· 42 anni e 8 mesti 41annie6 mesi

37annie11 mesi

40 anni e 8 mesi

__ l()?-()()Q.00 25.750,00 61.930,00 . 61.860,00

110.360,00 i 28.021,00 64.705,00 65.960,00

-------------=-96.os0.09-r · _-2~~3-o.Q()r-====----55~02~0~ _---==~~~---~-==-55.is-s.-oo 103.944,00 24.173,00 I 55.293,00 54.659,00 +7.864,00 -----::;24y:oot +270,00

89.058,00 22.211,00 55.293,00 --------~-----

~l.1'.19,00 +270,00 89.058,00 22.211,00. 55.277,00

... tn9,oo +254,oo

I.-, (°*)Son~ state valorizzate le anzianità contributive fino a 40 an~i ~o-~-f~ r~-iote previgenti, integrando cOOHSisteffia retributivo il tempo minimo necessario per conseg~Uir~ Ù primo-di~rittOaP~nsione; (**)Sono state v~Ì~rizzate !e anzia~tià contributive tinOa 40 ~~~j ---··1 ! con le regole previgenti, integrando con il sistema contributivo il tempo minimo necessario per conseguirei! primo di ritto a pensione i

Lavoro e previdenza Pag. 24

la Repubblica Quotidiano I Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 17 1

Pensioni, Palaz.zo Chigi frena Boeri "Per le modifiche manca la copertura e non riapriamo la partita con la Ue" ROBERTO MANIA

ROMA. «La proposta di Boeri per una mag­giore flessibilità cli uscita dal lavoro non è sbagliatamaperoranonèfattibileperché mancano le coperture finanziarie». È così che una fonte autorevole cli Palazzo Chigi frena sull'idea del presidente dell'Inps di modificare la legge Forneroe rendere più flessibile il pensionamento. Nulla cli for­male ma un'indicazione piuttosto netta cli quale sarà anche in vista della stesura della prossima legge cli Stabilità la linea dél governo. D'altra parte il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si è tenuto co­stantemente alla larga dal tema social­mente esplosivo delle pensic;mi. Quando l'hafatto-ormaiquasiunannofa-l'ha fatto per sgombrare il campo dall'ipotesi

Le proposte del presidente dell'Inps, intese a evitare altri esodati, sono ritenute perora non fattibili

(sostenuta allora dall'ex commissario al­laspendingreview, CarloCottarelli) cli un prelievo forzoso sulle pensioni medie, in­torno ai 2-3 mila euro al mese.

Certo, solo la settimana scorsa, il mini­stro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel corso cliunquestiontimeal Senato,hadettoche il dossier pensioni sarebbe stato riaperto in autunno. Ma fin dall'inizio Renzi e Po­letti hanno sostenuto, senza scontri, due linee distinte sulla politica pensionistica e lo schema sembra destinato a ripetersi anche questa volta. A prevalere è sempre st11;to il premier. .

E chiaro a tutti che larigiclitàdellarifor­ma Fornero, con la cancellazione dell'isti­tuto delle pensioni cli anzianità, e la fissa­zione cli un'età per laccesso alla pensione cli vecchiaia sempre più alta (ora siamo a 66 anni e sette mesi) ha provocato uno sconquassosociale:il fenomeno degli eso­dati che ha richiesto ben sei provvedi­menti cli salvaguardia per un costo totale cli 12 miliardi cli euro sottratti ai poten­ziali risparmi della Fornero; il sostanziale blocco del turn over nel mercato del lavo­ro con un aumento della quota cli occupa­ti over 55 e l'impennata della disoccupa­zione giovanile oltre il 40 per cento; il cre­scente fenomeno dei poveri cli età com-

presa trai 55 ei 65 anni che una volta per­sa l'occupazione ed esauriti i previsti pe­riodi con il sostegno al reddito con gli am­mortizzatori sociali (cassa integrazione e mobilità) non riescono a trovare, se non uno su dieci, un altro lavoro e sono spesso ancora lontani dalla quiescenza. Queste sono le ragioni cli Po letti (e Boeri) a favo­re cli un intervento. Di fronte alle quali, però, Palazzo Chigi pone il problema del-

Il presidentedell'lnps, Tito Boeri

IL PIANO DELL'iNPS Tito Boeri, presidente dell'lnps, in un'intervista a Repubblica ha anticipato il piano che l'istituto di previdenza presenterà al governo. Tra le proposte l'uscita flessibile dal lavoro e il reddito minimo per gli over 55 in difficoltà

la copertura finanziaria. Perché renden­do più flessibile l'uscita dal lavoro si veri­ficherebbe per il bilancio dello Stato un'impennata dei costi, con un incre­mento del deficit che verrebbe compen­sato, solo nel tempo, grazie alle penaliz­zazioni sugli àssegni dei nuovi prepensio­nati. Dal punto cli vista attuariale si pre­senterebbe come un'operazione neutra, la spesa previdenziale rimarrebbe sotto controllo nei tempi medio-lunghi, ma dal punto cli vista delle regole contabili euro­pee genererebbenelbreveperiodounde­ficitche andrebbe coperto.Ameno cli non aprire una vertenza con Bruxelles. «Ri­chiederebbe molto tempo e questa di­scussione non è all'ordine del giorno», spiegano a Palazzo Chigi.

Nello schieramento con Boeri e Poletti

Ma a sostenere che va cambiata lariformaFomeroc'è anche il ministro Po letti , i sindacati e tutte le forze politiche

ci sono, oltre che i sindacati, anche tutte le forze politiche. Questa settimana la Commissione Lavoro della Camera ri­prenderà l'esame delle proposte per una maggiore flessibilità in uscita. Alla base della discussione c'è la proposta del presi­dente della Commissione Cesare Damia­no (minoranza Pd): età flessibile dai 62 ai 70 anni, 35 anni cli contributi, penalizza­zioni dell'importo pensionistico del 2 per cento per ogni anno cli distanza dai 66. Propostamoltocostosa, giàsecondoil pre­cedente governo Letta. Per finanziarla servono,soprattuttoall'inizio,cliversimi­liardi. Replica cli Damiano: «C'è una mon­tagna cli risorse dove attingere per intro­durre criteri cli flessibilità in uscita per le pensioni». Risorse che, secondo il deputa­to pd, arrivano dal blocco delle indicizza­zioni dei trattamenti pensionistici, e dai significativi risparmi che permette la For­nero fino al 2060. «Da questa montagna cli risorse-ha domandato Damiano-si può ricavare quello che serve per correg­gere le più macroscopiche ingiustizie del sistema pensionistico senza mettere in discussione l'impianto e senza allarmare l'Europa?». La risposta cli Palazzo Chigi perora è no.

©RIPRODUZ!ONERISERVATA

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro e previdenza

... PERSAPERNEOIPIO r www.inps.it

www.lavoro.gov.it

USCITE FLESSIBILI La proposta di Boeri è quella di una maggiore flessibilità in uscita dal lavoro

REDDITO MINIMO La proposta in questo caso è di dare un assegno minimo agli over 55 a basso reddito che hanno perso il lavoro

PAGAMENTO IL PRIMO L'altra proposta di Boeri è quella di unificare il primo del mese il pagamento di tutte le pensioni

Pag. 25

"' O') 00

"' o

Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 2 1 / 3

«Pensioni, serve più flessibilità» ~Gutgeld, commissario spending: «Via prima dal lavoro con assegni più bassi, ma Bruxelles dica sì» ~«Statali, l'obiettivo è superare nel 2016 il blocco dei contratti. Ecco come saranno i miei tagli»

ROMA «Sìalpensionamentoanti- Yoram Gutgeld, consigliere ma Fornero. E ai dipendenti lo fare nel 2016». Gutgeld de­cipato in cambio di una riduzio- economico di Renzi e commis- pubblici promette: «Il nostro scrive anche la sua spending: ne dell'assegno. Ma dovremo sario alla spending review, obiettivo è superare il blocco «Riorganizziamo la pubblica ottenere il via libera della Ue». apre alla flessibilità della rifor- dei contratti, speriamo di poter- amministrazione per offrire

servizi migliori ai cittadini». Gentili a pag. 2 ·

L'intervista Y oram Gutgeld

Statali, è ora di superare il blocco dei contratti» ~Il consigliere economico del premier: «Nel 2016 troveremo i soldi. Sì a più flessibilità per le pensioni. Sanità, con la spending una sola centrale d'acquisto per ogni Regione»

ROMA Yoram Gutgeld, consi­gliere economico di Renzi e commissario alla spending re­view, dica una parola definiti­va sul tesoretto da 1,6 miliar­di. C'è davvero o è una trovata elettorale figlia di conti trop­po ottimistici? «Certo che c'è. La crescita è più alta di quanto non fosse stato previsto in settembre e si è veri­ficato un calo dei tassi d'interes­se sul debito. Questi due fattori danno un po' di margine in più». A chi andranno questi soldi? Pensate di introdurre il reddi­to minimo?

remo .. pelle prossime settima­ne». Molti già parlano di manovra elettorale: a fine maggio si vo-ta per in sette Regioni. ' ·· «Lascio la polemiche a chi le fa. Misure che vanno nella direzio­ne del sostegno alle fasce deboli sono assolutamente in linea con gli obiettivi di lungo termi­ne del governo. Pe::ciò non c'è alcuna finalità elettorale». Lei è il nuovo commissario al­la spending review, il suo ap­proccio appare differente da quello del suo predecessore Cottarelli. «Costruiamo sul lavoro fatto, ma il nostro approccio è di lan­ciare un programma di cambia­mento strùtturale pluriennale, che beneficia della riforma del­la Pubblica amministrazione varata l'anno scorso».

«Stiamo lavorando, i dettagli si conosceranno con la legge di stabilità. E stiamo valutando co­me rimodulare alcune detrazio­ni fiscali». Non sarà che alla fine i cittadi­ni, con il taglio delle detrazio­ni e delle agevolazioni, paghe­ranno più tasse? «Sicuramente non interverre­mo su detrazioni e agevolazio­ni, come Iva, spese sanitarie, ecc. che toccano direttamente le tasche dei cittadini». Il ministro Poletti ha detto che bisogna intervenire sulla legge Fornero per permettere il pensionamento anticipato in cambio di una riduzione dell'assegno. E' d'ac-cordo? «L'idea è buona e con­divisibile. Il problema è che questo non è con­sentito dalle regole di contabilità europea in

"' O') 00

"' o

«E' una decisione che deve prendere il governo. Ci sono di­verse opzioni sul tavolo, ma si­curamente queste risorse an­dranno a favore delle fasce più deboli che finora non hanno avuto benefici. Non entro nel dettaglio». Interverrete con decreto? «Presumibilmente sì, visto che si tratta di interventi che devo­no avere effetto immediato. Ma è ancora tutto da decidere, lo fa-

Nel Def avete inserito 10 mi­liardi di tagli, ma non tutti so­no risparmi di spesa, visto che c'è la lotta all'evasione e la ri­forma delle detrazioni fiscali. Qual è l'ammontare esatto della sforbiciata?

quanto crea deficit. ~ Perciò dovremo ottene- ~" re da Bruxelles questo

0

tipo di flessibilità, ma non è un {! traguardo raggiungibile in po- 1J chi mesi». -g

r--~~~~~~~~,-,---~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~--lu Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro e previdenza Pag. 27

Insomma, esiste la volontà di riformare la Fornero. «Più che riformare la Fornero si tratta di utilizzare. il metodo contributivo, che è l'essenza e la forza di quella legge, per con­sentire più flessibilità. Ma a pat­to, ripeto, che si mòdifichino le regole europee. Lo spazio c'è: la Fornero ci permette una sostenibilità del sistema pensio­nistico che nessun altro grande paese ha in Europa e dunque consentire una flessibilità contabile è un'idea interessante da perseguire. Ma ci vuole tempo, bisogna strap-pare il sì di Bruxelles, dunque non bisogna creare troppe aspettati-ve». Ci saranno interventi sulle pensioni di invalidità? «Sì. Abbiamo differenze di inci­denza delle pensioni di invalidi­tà tra Regioni che non sono giu­stificabili con i fattori socio-de­mografici. Dunque alcuni inva­lidi sono falsi e vanno indivi­duati». Nel mirino ci sono i trasporti locali. Non finirà che alla fine i biglietti di bus e treni aumen­teranno? «Rispetto ad altri Paesi europei i nostri trasporti pubblici sono meno efficienti. Serve più con­correnza e dunque più efficien­za. Si possono ridurre i costi senza aumentare i biglietti, so­prattutto per i pendolari e fasce più deboli». Renzi ha detto che le Asi sono troppe. Le Regioni dovranno tagliare? «La premessa è che noi voglia­mo aumentare e non ridurre il livello di servizio della Sanità. Ma questo servizio può miglio­rare a costi più bassi: troppe Re­gioni hanno troppe Asl e i costi sono troppo alti. Cominciamo a introdurre una sola centrale di acquisto per ogni Regione: gra­zie ai costi standard i risparmi saranno importanti, visto che perfino all'interno delle singole Regioni ci sono grosse differen­ze nell'acquisto della classica si-

nnga». E le aziende municipalizzate? Sono sempre nel mirino ma resistono sempre. «Questa volta no. L'anno scorso abbianio chiesto a tutti gli enti pubblici di presentare un piano di razionalizzazione delle muni­cipalizzate in base ai principi di ef!icienza e<il-€c@nomicità. Que­sti piani entro il 31 marzo sono stati presentati allla Corte dei conti regionali e in questi giorni li stiamo veri'fièando e valutan­do. Poi decideremo se servirà un intervento normativo: di si­curo chiuderemo tutte le parte­cipate che hanno solo manager e nessun dipendente. Ed è al­trettanto sicuro che cerchere­mo di portare la massima effi­cienza nelle grandi società mu­nicipalizzate: migliorano i servi­zi per i cittadini e si riducono i costi». Resta convinto che cinque corpi di polizia siano troppi? E se sì, quali taglierete? «Il punto non è solo il numero, ma la duplicazione di attività e di presenza sul territorio. Dun­que bisogna partire dalla razio­nalizzazione della loro attività e presenza. Poi decideremo dove tagliare». Da anni i contratti dei dipen­denti pubblici sono bloccati. Arriverà prima o poi l'aumen­to? «Dopo 5 anni il nostro obiettivo è sicuramente quello di supera­re il blocco. E, in ragione dei conti, speriamo di poter proce­dere ai rinnovi contrattuali il prossimo anno». Per risparmiare su affitti, spe­se energetiche e di manuten­zione, lei lavora all'accorpa­mento degli uffici pubblici. Il modello è "tuello del Foderai Building americano? «Esattamente. Vogliamo creare un unico ufficio in cui i cittadini possano illterloquire con tutti gli uffici statali. Abbiamo chie­sto a tutte le amministrazioni di fare un piano di razionalizza­zione, con l'obiettivo di ridurre lo spazio per dipendente dagli attuali 40 metriquadrati a 25. Entro giugno riceveremo i piani

Data

Pagina

Foglio

15-04-2015 2 2/3

e poi, insieme con l'Agenzia del demanio, procederemo alla ra­zionalizzazione: paghiamo in manutenzione ed energia mol­to più che in affitti. Bisogna su­perare il modello napoleonico con decine di uffici indipenden­ti in ogni provincia, riorganiz­zando completamente gli spor­telli per i cittadini. L'obiettivo non è solo risparmiare, ma of­frire un servizio migliore. Ci vorranno 2-3 anni per comple­tare questo percorso». Dopo l'iniziale rivolta, avete rassicurato i Comuni. Il pros­simo anno allora chi stringe­rà la cinghia, lo Stato centra­le? «Sull'amministrazione centra­le c'è molto lavoro da fare. Ma vogliamo continuare un percor­so di efficienza nei Comuni. Ab­biamo sbloccato il patto di stac bilità e i Comuni più efficienti che avevano soldi da spendere ma che a causa del Patto non potevano spenderli, ora avran­noepiù"risorse:-E-abbiaITTO chie­sto ai Comuni meno efficienti di rimboccarsi le maniche. Questi percorsi dovranno procedere anche nel 2016». Senza aumento delle tasse lo­cali? «Certo. Basta con il giochino delle tasse locali aumentate per colpa dello Stato. Metteremo on-line le misure di confronto, come efficienza, costi standard, ecc. Così i cittadini potranno va­lutare se il proprio sindaco lavo­ra bene o male. Se aumenta le tasse perché dà più servizi, o se le aumenta perché non ha rifor­mato l'amministrazione e spen­de troppo e male». Renzi ha detto: «Nel 2016 giù le tasse». Come e per chi? «Prima di tutto dobbiamo con­fermare la riduzione di 18 mi­liardi delle tasse sul lavoro. Che, con la decontribuzione dei neoassunti e l'eliminazione del costo del lavoro dall'Irap, nel 2016 diventeranno automatica­mente quasi 22 miliardi. Poi, se riusciremo a trovare più risor­se, procederemo a un'ulteriore riduzione. La nostra priorità è tagliare le tasse sul lavoro».

Alberto Gentili

"' O') 00

"' o

~ Q)

~ o

_o

{l

1J '6 o

r--~~~~~~~~-;:::-:-;::-::--::-;--:;--::--~:--~~-----:-~~~----,,----,---~---::---::-------::~,---~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~---lu Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Lavoro e previdenza Pag. 28

Il Sole?]{! mmrn VIZI E VIRTÙ ITALIANE I pitale di un mix irr_ipetib~le al

mondo tra tecnologia, design e

Il bonus «cattivo» e il bonus «buono» di Alberto Orioli

manifattura. E quello impalpabi­le, nato dai computi cartolari di un differenziale tra il previsto e l'atteso, tutta da rendere effettiva oltre quel tratto di penna che alza o abbassa un dato stimato di Pii e di deficit.

E c'è Renzi e Renzi. Il primo che annuncia, e fa bene, la confer­ma e l'estensione della dote (pro-duttiva) destinata al settore dcl­

'1 è bonus e bonus. Quello ' concreto, di sostegno al

i' arredo. Il secondo che ammicca, e fa male, al "tesoretto" scoperto nelle celebri pieghe del bilancio.

Il cosiddetto bonus mobili ha un effetto-leva cospicuo (come spiegano Dell'Oste e Mancini a pagina 8): a fronte di uno sconto Itpef di 41,5 milioni in sette mesi,

settore del mobile-arre­do, lustro di un made in Italy in piena celebrazione dei suoi fasti in una Milano trasformata in ca-

Alberto Orioli

Il vizio di sprecare il vento favorevole ~ O:mtinmi da pagim11

iamo sesti nella classifica Ocse per peso di oneri fiscali e contributivi su un

salariomedioperchinonabbia carichi familiari e diventiamo quarti se esistono figlia carico. La Germania in teoria sta peggiodinoielaFranciavive una situazione simile alla nostra,mal'Ocsenoncalcolala quotadiTfr,ipremiinaileil peso dell'Irap che ci portano saldamente in vetta alla classifica, purtroppo. Ma ciò che qui rileva è che quel dato, già grave, è in crescita.

Il tema italiano è questo da anni: la riduzione dei carichi fiscali su lavoro e imprese per liberare energie da destinare agli investimenti, all'occupazione e, quindi, al reddito e ai consumi Il pesò fiscale è abnorme sulla parte onesta dei contribuenti, che paga il sovrappiù dcli' evasione da record e spesso hain cambio servizinonall'altezza.Edèun bene aver avviato la stagione di

Primo piano Italia

riforme che ha intaccato l'Irap e ha portato alla decontribuzione.

Rispetto al passato, però, va gestita una fase nuova: quella del passaggio da una fase considerata finora emerg~nziale dell'alleggerimento fiscale e parafiscale previsto dalla legge distabilitàaunariduzionedegli oneri duratura e stabilizzata per il futuro. Per l'Irap discorso analogo: va esteso il mini taglio previsto nella legge di stabilità e va cambiato il quadro generale del finanziamento ali:! sanità

Sono già incerte le coperture dei bonus per le assunzioni a tempo indeterminato e, per paradosso, tanto più saranno incerte quanto più l'economia darà fiato a una ripresa sempre più robusta.

Eavvolteinunanebbiafitta appaiono le coperture affidate ai 5,z miliardi di tagli in capo a regioni ed enti locali il cui prologo è già stato quello di un conflitto difficile da redimere. A fronte dell'incertezza sui tagli c'è però la certezza -ce lo dice sempre l'Ocse-che sono proprio le addizionali locali ad avere appesantito ancora di più il costo del lavoro nel2014

Se la politica sta organizzando uno scaricabarile sulla responsabilità fiscale tra centro e periferia, il risultato pei il cittadino-contribuente non cambia e rischia di peggiorare. E sperare che il cittadino­elettore non lo capisca è illusorio.Anzi, è offensivo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Data 15-04-2015 1 Pagina

Foglio 1

si mobilitano acquisti per 3,5 mi­liardi in due anni e mezzo e mag­giori incassi I va immediati per lo Stato stimati in almeno 75 milioni (sempre in sette mesi), oltre al­l'Irap e all'Ires. È un modo con­creto per fare politicaindustriale.

Ilbonus-deficit,invece,hasolo un effetto-annuncio e rischia di moltiplicare la lista di quanti, in un Paese prostrato da una crisi mai conosciuta prima d'ora, ri­tengono - e sono legittimamente moltissimi-divantareuncredito, di meritare un'attenzione, di ave­re diritto a un risarcimento a una prebenda, a un lenitivo economi­co, a una sussistenza, a un asse­gno, una mancia, una qualunque.

Ciò accresce aspettative pulvi­scolari e parziali di un'Italia dci

piccoli e grandi egoismi, da sem­pre concentrati a guardare il pro­prio ombelico. Quanto di più di­stante da un'idea di bene comu­ne, soprattutto perché si tratte­rebbe di unaspesa in deficit enon - qualora effettivamente esistes­sero - di risorse vere.

Non sarebbe la prima volta che, per questo vizio antico, l'Ita­lia spreca le buone occasioni e non riesce (o non sa) sfruttare al meglio il vento favorevole.

Se mai avessimo avuto biso­gno di un'ulteriore conferma di quale sia il problema macroeco­nomico dell'Italial'Ocse ha prov­veduto a rammentarcelo: il peso del cuneo fiscale, già alto, addirit­tura in crescita nel 2014.

Pag.30

"' O') 00

"' o