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Rassegna Stampa di mercoledì 27 novembre 2013 SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 27/11/2013 SABATO MANIFESTAZIONE DELLA SCUOLA Giornale di Sicilia - Ed. Agrigento 27/11/2013 OGGI ASSEMBLEA SINDACALE ALLA "MARCONI" il Centro - ed. L'Aquila/Avezzano 27/11/2013 SCUOLE, INTESA PER EVITARE NUOVI TAGLI Il Messaggero - Ed. Abruzzo/Pescara/Chieti/Aquila 27/11/2013 SCUOLE, STOP AGLI ALUNNI "CONTESI" la Prealpina 27/11/2013 FERIE NON GODUTE E NON PAGATE. BEFFATI MILLE DOCENTI PRECARI il Messaggero 27/11/2013 OPERA, LA STAGIONE RIAPRE NEL SEGNO DI MUTI Il Piccolo 27/11/2013 "IL COMITATO DEI GARANTI NON SANA I CONFLITTI SINDACALI" Il Piccolo 27/11/2013 AGENDA - VIAGGIO A VIENNA Ilvelino.it 27/11/2013 L'AGENDA DI MERCOLEDI' 27 NOVEMBRE L'Unione Sarda - Ed. Cagliari 27/11/2013 "GLI MANCANO LE COMPETENZE NECESSARIE" Testate on line 27/11/2013 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca la Stampa 27/11/2013 NIGERIA, LA SCUOLA GALLEGGIA SUL MARE DI LAGOS il Giornale 27/11/2013 SIAMO MESSI MALE, MA NON ABBIAMO I BARBARI ALLE PORTE Avvenire 27/11/2013 AZIONE CATTOLICA, TRE CONVEGNI NAZIONALI SU PARTECIPAZIONE, PACEM IN TERRIS E SCUOLA Corriere della Sera - ed. Milano 27/11/2013 LA NOIA A SCUOLA DEI BIMBI IPERDOTATI Il Giornale d'Italia 27/11/2013 CARROZZA E LA MATURITA' UNDER 18 Il Giornale d'Italia 27/11/2013 MORAGLIA: "RISPOSTE FORTI E URGENTI SUGLI ISTITUTI PARITARI" il Mattino 27/11/2013 GENOVESI, LA SFIDA DEGLI STUDENTI OCCUPAZIONE BIS DOPO LO SGOMBERO il Mattino 27/11/2013 IN FUMO ALMENO 40 MILA EURO AL GIORNO Il Messaggero - Cronaca di Roma 27/11/2013 SCUOLA, PER RISPARMIARE VIA 17 ISTITUTI Il Secolo XIX 27/11/2013 "COSI' POTRETE DIVENTARE SCIENZIATI" Il Tempo - Cronaca di Roma 27/11/2013 MILLE STUDENTI CON UNINDUSTRIA PER CONOSCERE LE STAR- TUP Roma 27/11/2013 GLI ALUNNI DISABLI DEL "PACIOLI" INCONTRANO IL SINDACO la Stampa 27/11/2013 IL VATICANO RIABILITA IL "CATTOLICO ADULTO" PRODI TORNA IN CATTEDRA Corriere del Mezzogiorno Puglia (Corriere della Sera) 27/11/2013 UNIVERSITA' E POLITECNICO APERTI ANCHE DI NOTTE la Repubblica - ed. Firenze 27/11/2013 A FIRENZE I RICERCATORI DELL'EUROPA QUATTROCENTO GIOVANI AL PALAFFARI la Repubblica - ed. Napoli 27/11/2013 LA RIVOLTA DEGLI UNIVERSITARI "ATENEI DEL SUD PENALIZZATI"

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Rassegna Stampa di mercoledì 27 novembre 2013

SNALS / CONFSAL il Sole 24 Ore 27/11/2013 SABATO MANIFESTAZIONE DELLA SCUOLA Giornale di Sicilia - Ed. Agrigento

27/11/2013 OGGI ASSEMBLEA SINDACALE ALLA "MARCONI"

il Centro - ed. L'Aquila/Avezzano

27/11/2013 SCUOLE, INTESA PER EVITARE NUOVI TAGLI

Il Messaggero - Ed. Abruzzo/Pescara/Chieti/Aquila

27/11/2013 SCUOLE, STOP AGLI ALUNNI "CONTESI"

la Prealpina 27/11/2013 FERIE NON GODUTE E NON PAGATE. BEFFATI MILLE DOCENTI PRECARI

il Messaggero 27/11/2013 OPERA, LA STAGIONE RIAPRE NEL SEGNO DI MUTI Il Piccolo 27/11/2013 "IL COMITATO DEI GARANTI NON SANA I CONFLITTI SINDACALI" Il Piccolo 27/11/2013 AGENDA - VIAGGIO A VIENNA Ilvelino.it 27/11/2013 L'AGENDA DI MERCOLEDI' 27 NOVEMBRE L'Unione Sarda - Ed. Cagliari 27/11/2013 "GLI MANCANO LE COMPETENZE NECESSARIE" Testate on line 27/11/2013 ARTICOLI PRESI DAL WEB Scuola, Formazione, Università, Ricerca la Stampa 27/11/2013 NIGERIA, LA SCUOLA GALLEGGIA SUL MARE DI LAGOS il Giornale 27/11/2013 SIAMO MESSI MALE, MA NON ABBIAMO I BARBARI ALLE PORTE Avvenire 27/11/2013 AZIONE CATTOLICA, TRE CONVEGNI NAZIONALI SU

PARTECIPAZIONE, PACEM IN TERRIS E SCUOLA Corriere della Sera - ed. Milano

27/11/2013 LA NOIA A SCUOLA DEI BIMBI IPERDOTATI

Il Giornale d'Italia 27/11/2013 CARROZZA E LA MATURITA' UNDER 18 Il Giornale d'Italia 27/11/2013 MORAGLIA: "RISPOSTE FORTI E URGENTI SUGLI ISTITUTI PARITARI" il Mattino 27/11/2013 GENOVESI, LA SFIDA DEGLI STUDENTI OCCUPAZIONE BIS DOPO

LO SGOMBERO il Mattino 27/11/2013 IN FUMO ALMENO 40 MILA EURO AL GIORNO Il Messaggero - Cronaca di Roma

27/11/2013 SCUOLA, PER RISPARMIARE VIA 17 ISTITUTI

Il Secolo XIX 27/11/2013 "COSI' POTRETE DIVENTARE SCIENZIATI" Il Tempo - Cronaca di Roma 27/11/2013 MILLE STUDENTI CON UNINDUSTRIA PER CONOSCERE LE STAR-

TUP Roma 27/11/2013 GLI ALUNNI DISABLI DEL "PACIOLI" INCONTRANO IL SINDACO la Stampa 27/11/2013 IL VATICANO RIABILITA IL "CATTOLICO ADULTO" PRODI TORNA IN

CATTEDRA Corriere del Mezzogiorno – Puglia (Corriere della Sera)

27/11/2013 UNIVERSITA' E POLITECNICO APERTI ANCHE DI NOTTE

la Repubblica - ed. Firenze 27/11/2013 A FIRENZE I RICERCATORI DELL'EUROPA QUATTROCENTO GIOVANI AL PALAFFARI

la Repubblica - ed. Napoli 27/11/2013 LA RIVOLTA DEGLI UNIVERSITARI "ATENEI DEL SUD PENALIZZATI"

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Economia, Lavoro, Previdenza il Sole 24 Ore 27/11/2013 PENSIONI ITALIANE "SOSTENIBILI" MA C'E IL RISCHIO POVERTA' il Sole 24 Ore 27/11/2013 TAGLI IRAP SULLE ASSUNZIONI GIU' I PREMI E CONTRIBUTI INAIL il Sole 24 Ore 27/11/2013 L'APPRENDISTATO CERCA IL RILANCIO il Sole 24 Ore 27/11/2013 DOMANI SCIOPERO IN TUTTI I SITI EUROPEI il Sole 24 Ore 27/11/2013 A SUD LE PAGHE PIU' BASSE D'EUROPA il Sole 24 Ore 27/11/2013 CIG E MOBILITA' IN DEROGA: PRONTO IL DECRETO Corriere della Sera 27/11/2013 COSI' LA TASSA SULLA PRIMA CASA SPUNTA IL REDDITO MINIMO Corriere della Sera 27/11/2013 GIOVANI (E PRECARI) SENZA WELFARE, MA E' RECORD

CONTRIBUTI Corriere della Sera 27/11/2013 LA DOPPIA VERITA' SULLA PREVIDENZA Corriere della Sera 27/11/2013 BPM, MISSIONE DI GIARDA IN BANCA D'ITALIA Milano Finanza 27/11/2013 PENSIONI, PRECARI A RISCHIO POVERTA' Italia Oggi 27/11/2013 PIATTAFORMA SERIA E CREDIBILE il Messaggero 27/11/2013 CIG IN DEROGA, LA DURATA SARA' DIMEZZATA L'Unita' 27/11/2013 SINDACATI IN AZIONE: IL 14 DICEMBRE NELLE PIAZZE D'ITALIA il Mattino 27/11/2013 PREVIDENZA, ALLARME OCSE PER I PREACRI: RISCHIANO DI

FINIRE IN POVERTA' Il Secolo XIX 27/11/2013 STRAGE DEGLI OPERAI, I SINDACATI: "UNA LEGGE SALVI LE

PENSIONI" il Sole 24 Ore 27/11/2013 CUNEO, SUBITO UNA RISOLUZIONE il Sole 24 Ore 27/11/2013 SPENDING REVIEW E SPIAGGE: I DEPUTATI PRONTI A CAMBIARE il Sole 24 Ore 27/11/2013 IMU IMPRESE, LA DEDUCIBILITA' SALE AL 30% Corriere della Sera 27/11/2013 GENERALI E IL SEGNALE NEGATIVO ALL'ITALIA Corriere della Sera 27/11/2013 BERLUSCONI NON CEDE: IN PIAZZA, E' SOLO L'INIZIO la Repubblica 27/11/2013 FIDUCIA AL GOVERNO SULLA MANOVRA IL LETTA-ALFANO

SUPERA LA VERIFICA MA E' BUFERA SU SACCOMANNI la Stampa 27/11/2013 BERLUSCONI LASCIA LA MAGGIORANZA la Stampa 27/11/2013 MPS, SCONTRO TRA BANCA E FONDAZIONE il Giornale 27/11/2013 GENERALI, LA MINA S&P DISTURBA LA FESTA DI GRECO

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Istruzione

Sabato manifestazione della scuola I sindacati della scuola Flc Cgi~ Cisl Scuola, Uil Scuola,~m:mle Gilda Unams manifestano insieme il30 novembre a Roma «per chiedere di cambiare lalegge di stabilità ed eliminare il blocco dei contratti». Le cinque organizzazioni saranno in piazza Monte Citorio a partire dalle 10.

Data 27-11-2013 Pagina 48 Foglio 1

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Data 27-11-2013 Pagina 15 Foglio 1

Ferie non godute e non pagate. Beffati mille docenti precari Diffida del sindacato .. Il vice segretario Buono: «Un abuso ai danni dei più deboli» Le ferie sono un diritto-dovere del lavoratore, ma per gli insegnanti precari della provincia di Varese non pos­sono essere godute e lo Stato non le paga: quasi una mensilità moltiplicata per oltre mille docenti. La vicen­da viene portata alla ribalta dalla segreteria provinciale dello [§!!ID che sta inviando ai dirigenti dei singoli isti­tuti e alla Ragioneria Territoriale dello Stato le diffide per il mancato pagamento delle ferie maturate e non go­dute nell'anno scolastico 2012-'13. Chi lavora nella scuola matura ogni mese due giorni e mezzo di ferie per un totale di trenta per ogni anno di lezioni: giorni che non possono essere fruiti solo a luglio e agosto. I supplenti, il cui contratto scade al 30 giugno, maturano le ferie ma in tal modo non ne possono usufruire e lo Stato quindi le paga a parte come "diritto non goduto". Questo sino a due anni fa. Poi è stato varato il decreto 95 del 6 luglio 2012 che vieta la monetizzazione di fe­rie, riposi e permessi a personale della pubblica ammi­nistrazione. D'accordo, pare, anche i sindacati, con ap­plicazione però a partire da quest' anno scolastico. Una recente circolare della ragioneria generale dello

Stato stabilisce invece che l'applicazione dev'essere re­troattiva di un anno, per cui il pagamento delle ferie di luglio e agosto scorsi è improvvisamente saltato. Nel Varesotto il contenzioso riguarda riguarda 55 sup­plenti nella scuola dell'infanzia, 400 alle elementari, 500 fra medie inferiori e superiori, 150 del personale amministrativo, cui vanno aggiunte tutte le nomine di sostegno effettuate dall'Ufficio scolastico territoriale nonché guelle eseguite dalle singole scuole sui posti va­canti. «E un vero e proprio abuso ai danni dei più debo­li», dice il vicesegretario provinciale [§!!ID Gennarino Buono, «e crea un danno economico evidente che si somma a una sfiducia verso le istituzioni. Siamo di fronte a una legge emessa senza sentire le organizzazio­ni sindacali che hanno firmato il contratto collettivo di lavoro e addirittura modificando in itinere le decisioni a noi comunicate dal ministero il12 giugno scorso. Vi­sta la situazione paradossale ci siamo visti costretti alla diffida, pronti ad adottare eventuali azioni legali nel ca­so lo Stato non sia disposto a tornare sui propri passi».

Riccardo Prando

«Denuncio le banche. Per usura»

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Il 30/11 a Roma manifestazione unitaria dei sindacati per la scuola I sindacati della scuola - Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda – manifestano insieme il 30 novembre a Roma per chiedere di cambiare la legge di stabilità ed eliminare il blocco dei contratti. Le cinque organizzazioni rappresentative del comparto scuola saranno in piazza Monte Citorio, a partire dalle 10.00, per chiedere di tornare a investire in istruzione per allineare la spesa alla media europea. "Manifestiamo - spiegano in una nota - per chiedere di ridare dignità al lavoro, perché nella scuola c'è una doppia penalizzazione per il blocco della contrattazione nazionale e degli scatti di anzianità, unica forma di progressione finora prevista. Manifestiamo per chiedere al governo di aprire un confronto sui tanti temi aperti, dare una prospettiva al personale precario con un piano pluriennale di assunzioni che copra tutti i posti vacanti e disponibili, per dare stabilità agli organici, per un piano di formazione nazionale. Chiediamo - aggiungono - che ci sia una revisione della riforma Fornero per restituire al personale certezze sull'accesso al pensionamento". La manifestazione, alle 12, dopo piazza Monte Citorio, si trasferirà nel teatro Quirino dove sono stati invitati a intervenire anche i responsabili scuola delle forze politiche presenti in Parlamento, ai quali è stata inviata una lettera che illustra le ragioni della mobilitazione.

SCUOLE COMUNALI,AL VIA IL CONFRONTO SUL DIMENSIONAMENTO MANTENERE I QUATTRO ISTITUTI COMPRENSIVI Avezzano- Comune, dirigenti scolastici e sindacati alla ricerca di un dimensionamento ottimale per mantenere i 4 istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, primarie e secondarie di 1° grado: l'operazione, in vista delle iscrizioni per l'anno 2014, al via da gennaio, ha mosso i primi passi in un incontro a Palazzo di città. Qui il sindaco, con al fianco la dirigente di settore, ha aperto le porte al confronto chiesto dai sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Snals, con l'Amministrazione comunale e i capi d'istituto. Obiettivo: verificare la situazione esistente, per siglare un'intesa che salvaguardi gli studenti, i lavoratori della scuola e il numero degli istituti comprensivi -dove sarà fissato un limite alle iscrizioni per ottenere

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un riequilibrio numerico- anche alla luce della chiusura obbligata degli edifici scolastici che il Comune dovrà risistemare. L'operazione approvata dal Cipe, -che ha dato il via libera alla rimodulazione degli interventi per quasi 18milioni di euro- infatti, è avviata verso la fase operativa. “L'obiettivo comune di tutti i partecipanti al tavolo”, afferma il sindaco, Giovanni Di Pangrazio, “è quello di arrivare, attraverso il confronto costruttivo, a un'intesa che contempli le diverse esigenze, con in cima alla lista il mantenimento dei 4 istituti comprensivi cittadini”. Linea condivisa dai partecipanti alla riunione in Municipio, che sarà seguita da altri incontri tecnici tra sindacati e dirigenti scolastici mirati a stabilire un tetto massimo alle iscrizioni nei 4 istituti comprensivi per l'anno scolastico 2014/2015. Fissati il percorso e gli obiettivi di interesse generale, ora il confronto sulle scuole prosegue al tavolo tecnico, per poi arrivare alla ratifica del quadro finale, con l'Amministrazione comunale, entro la prima decade di gennaio.

‘Che ne sarà di noi…’ Sit in dei lavoratori Iraps Catania FORMAZIONE PROFESSIONALE 26 novembre 2013 “Abbiamo un sogno diventare cuochi. Ma dov’è il nostro futuro?”. Un lenzuolo bianco e un sit in davanti la sede dell’ente di formazione Iraps di Catania. E’ la protesta dei lavoratori della formazione che manifestano, davanti la sede di via Maria Santissima Assunta per rivendicare il pagamento degli stipendi, 10 mensilità, non ancora ricevuti. I lavoratori (che già nei giorni scorsi avevano manifestato davanti la sede del quotidiano La Sicilia), hanno “un contratto a tempo indeterminato, regolato di un contratto collettivo nazionale e dalle leggi regionali, e si battono affinché la loro posizione lavorativa resti invariata”. Chiedono alle istituzioni e al Governo Regionale “di avere maggiori chiarimenti riguardo il loro futuro lavorativo che, dagli ultimi proclami del Presidente della Regione siciliana, andrà verso il precariato”. A fianco dei dipendenti Iraps, le organizzazioni sindacali Snals, Confsal e Ugl. A Catania, anche gli operatori della formazione dell‘Anfe provinciale sono stato d’agitazione e dal 13 novembre scorso sono riuniti in assemblea permanente.

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Scuole comunali di Avezzano, via al confronto sul dimensionamento Comune di Avezzano Scuole comunali di Avezzano, via al confronto sul dimensionamentoAVEZZANO (AQ) – Comune, dirigenti scolastici e sindacati alla ricerca di un dimensionamento ottimale per mantenere i 4 istituti comprensivi delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di 1° grado: l’operazione, in vista delle iscrizioni per l’anno 2014, al via da gennaio, ha mosso i primi passi in un incontro a Palazzo di città. Qui il sindaco, con al fianco la dirigente di settore, ha aperto le porte al confronto chiesto dai sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil e Snals, con l’Amministrazione comunale e i capi d’istituto. Obiettivo: verificare la situazione esistente, per siglare un’intesa che salvaguardi gli studenti, i lavoratori della scuola e il numero degli istituti comprensivi -dove sarà fissato un limite alle iscrizioni per ottenere un riequilibrio numerico- anche alla luce della chiusura obbligata degli edifici scolastici che il Comune dovrà risistemare. L’operazione approvata dal Cipe, -che ha dato il via libera alla rimodulazione degli interventi per quasi 18milioni di euro- infatti, è avviata verso la fase operativa. “L’obiettivo comune di tutti i partecipanti al tavolo”, afferma il sindaco, Giovanni Di Pangrazio, “è quello di arrivare, attraverso il confronto costruttivo, a un’intesa che contempli le diverse esigenze, con in cima alla lista il mantenimento dei 4 istituti comprensivi cittadini”. Linea condivisa dai partecipanti alla riunione in Municipio, che sarà seguita da altri incontri tecnici tra sindacati e dirigenti scolastici mirati a stabilire un tetto massimo alle iscrizioni nei 4 istituti comprensivi per l’anno scolastico 2014/2015. Fissati il percorso e gli obiettivi di interesse generale, ora il confronto sulle scuole prosegue al tavolo tecnico, per poi arrivare alla ratifica del quadro finale, con l’Amministrazione comunale, entro la prima decade di gennaio.

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CORRIERE DELLA SERA

l~lHrmft' Intervento

Data 27-11-2013 Pagina 6 Foglio 1

La noia a scuola dei bimbi iperdotati Si è svolto ieri nell'Accade­

mia di Arte contemporanea «off-Brera» l'incontro <<Com­battere la noia, a scuola e nel­la vita». Vi hanno partecipato Andrea del Guercio e Ida Ter­racciano - docenti all'Acca­de~a ~i Brera - e i respon­s~bill di E.urotalent (associa­zIone dedicata ai bambini ad alto I?otenziale intellettivo). La nOIa e un problema invasi­vo per moltissimi bambini nel tempo della scuola d~ quella dell'infanzia a tutta la primaria Purtroppo gli inse­gnanti non possono general­mente seguire i ritmi e le esi­g~~e di tutti i loro allievi. I p~? penal.izzati sono proprio i plU dotati, che alle tante ripe­tizioni di uno stesso argo­mento, al ritmo lento per loro poco stimolante delle lezioni si annoiano. Quindi si di­straggono, isolandosi nel 10-

DIstratti Penalizzati i più intelligenti che si distraggono con molta facilità

ro mondo, agitandosi e di­sturbando la classe, struttu­r~ndo comunque un atteg­gIamento negativo rispetto al~a ~cuola e allo studio. La ~sslOne troppo spesso tra­dIta della didattica è «susci­tare e favorire l'autonomia dello spirito», come scrive Edgar Morin, trasmettere non delle pure conoscenze ma una cultura di fondo ch~ p~rmet~a di comprendere la vIta e aIutare a viverla nelle sue diverse dimensioni. Tut­to questo è negato da una sC?ola c~e ~usciti noia, pro­pno nell eta della formazio­ne. Vedo sempre più spesso adolescenti in cui il vuoto di curiosità, di mezzi interiori pe~ col(~rare la vita, vederla nel SUOI molteplici aspetti provare la gioia di trovare so~ luzioni ai tanti problemi di oggi, crea la dipendenza da

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sti~oli esterni sempre più fortI, dalla droga alla violen-za, dalla sensazione di impo­tenza alla depressione. È do­veroso attivarsi per formare il pensiero e la sensibilità la capacità e la voglia di «andare oltre» alle nozioni frammen­tate, l'entusiasmo nel porsi domande e la capacità di ri­spondervi. E per sviluppare la naturale attitudine a vedere la complessità, sviluppando l'intelligenza generale e arric­chendola con i bagliori delle arti.

Nell'incontro di ieri si è spiegato il metodo dell'arric­chimento: un modo perché bambini e ragazzi imparino a vedere come ogni granello ri­specchi l'infinito, se lo si sa vedere. E si abituino a porsi con curiosità domande su

qualunque cosa, imparando a

rispondere quanto si riesce senza credere di aver esaurito le possibilità. L'arricchimen­to fa comprendere come le ~ :poss~o dare a ogni cosa slgruficatl multiformi espri­mendo la re~ltà um~na più profonda, e SI possano unire alla lo~ca e all~ tecnologia, in un uruco pensIero creativo.

I ragazzi che crescono con questo patrimonio, hanno più mezzi per diventare forti, avere la speranza data dalla ~duc!a in sé e nella propria IntellIgenza. Hanno una ric­chezza interiore che permet­terà loro di sopportare me­glio le vicende avverse, ve­dendo quali possibilità celi­no. Questo metodo è adatto - in tempi diversi - a tutti i bambini e ragazzi, soprattut­to a quelli ad alto potenziale intellet?,vo .. Son? loro la spe­ranza plU VIva di future solu­zioni nuove ai problemi di tutti.

Federica Mormando

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IL GIORNALE D'ITALIA Data 27-11-2013 Pagina 4 Foglio 1

Addio diploma quinquennale: gli anni di studio alle superiori saranno quattro

di Francesca Ceccarelli

a scuola italiana, questa sco­nosciuta. Ormai un'entità dai lineamenti sempre più astratti il sistema educativo

del Belpaese che, da nord a sud, sembra proprio fare acqua da tutte le parti. Complice di questo stato di cose la politica che non riesce, nonostante la valanga di riforme at­tuate o millantate, a porre fine a questa agonia ormai decennale. A scatenare l'ultimo dissesto la pro­posta del ministro di Turno, Maria Chiara Carrozza, fermamente decisa a portare il liceo a quattro anni invece che i cinque canonici. Di una riduzione del corso di studi superiori si era parlato già a fine ottobre: il liceo paritario Guido Carli di Brescia aveva inaugurato il primo corso in quattro anni con il benestare ministeriale: "Se ci fosse stata quan­do ero studentessa - aveva detto la respon.sabile del dicastero dell'Istru­zione a una delegazione di studenti dell'istituto - anch'io mi sarei iscritta a una scuola come la vostra. Si tratta di un' esperienza che dovrebbe di-

ventare ~ modello da replicare in tutta Italia anche per la scuola pub­blica". Dunque, a distanza di un mese, il Miur dà il via libera ad altre tre scuole per effettuare l'analoga spe­rimentazione: ma stavolta a essere coinvolti sono gli istituti statali. Come si legge nel decreto emanato dal ministero, a decorrere dall'anno sco­lastico 2014-2015 l'istituto di Istru­zione superiore Carlo Anti di Verona, l'istituto tecnico industriale Ettore Majorana di Brindisi e l'istituto tec­nico economico Enrico Tosi di Busto Arsizio diventeranno tutti istituti "in­ternazionali" e potranno "attivare in rete un progetto di innovazione me­todologico-didattica che prevede l'abbreviazione del percorso di studi da cinque a quattro annualità". Il primo caso in assoluto in Italia per quanto riguarda la scuola statale. Qualcosa che era nell'aria già da tempo: l'ex ministro Letizia Moratti voleva anticipare l'iscrizione dei bambini alla scuola elementare. Francesco Profumo, prima della ca­duta del governo Monti, aveva pen­sato a tre diversi tipi di sperimenta-

zlOne: elememan a cmque annI, ac­corciamento della scuola primaria, accorciamento della scuola secon­daria. Dunque l'ipotesi della Car­rozza solo una nuova bizza. Nello specifico comunque la speri­mentazione nei tre istituti avrà durata quadriennale: sarà attivata progres­sivamente dalla prima classe di cor­so con il continuo monitoraggio di un apposito comitato, che annual­mente redigerà una relazione in merito a sviluppi ed esiti del pro­getto. Una novità che desta non solo com­prensibile diffidenza generale, ma anche un'enorme polverone dai sin­dacati svegliatesi dal lungo letargo in cui versano ormai da decenni. Ed è proprio qui che le proposte come quelle della Carrozza vengono a dir poco strumentalizzate: senza badare alla faziosità, alla provenienza politica o all'attuabilità o meno di una riforma, i sindacati sono sempre lì combattere contro i mulini a vento, perdendo di vista quelle che sono le problematiche vere della scuola italiana. I.:importante è criticare sem­pre e comunque: le soluzioni e le risposte vengano date dal santone di turno .•

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31131rggaggrrtl CRONACA di ROMA

servizio e sia gli studenti che gli insegnanti ne pagherebbero il prezzo». Per l'Assopresidi «in un momento di crisi economica è giusto tagliare, ma la Regione non deve dimenticare le realtà 10-cali».

Lorenzo De Cieco © RIPRODUZIONE RISERVATA

NEI PROSSIMI GIORNI, lA REGIONE RICEVERA LA NUOVA MAPP~ IL COMUNE HA GlA DATO L'OK A TRE «FUSIONI~»

IL VIA LIBERA DEFINITIVO DELLA PISANA AI DlMENSIONAMENTI POTREBBE' ARRIVARE A FINE DICEMBRE

Sopra, l'istituto comprensivo Guttuso. Sotto, il Sibilla

Data 27-11-2013 Pagina 43 Foglio 2/2

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Data 27-11-2013

IL SECOLO XIX Pagina 34 Foglio 1

«CosÌ potrete diventare scienziati» Confronto fra gli studenti del liceo Fermi e il "numero uno" di Nanofisica all'IIT MARCELLO TURCHI

QUAL È il momento magico in cui scienziati di aree diverse intuiscono insieme una nuova applicazione tec­nologica? Nella pausa caffè, facendo amicizia. Accade all'Istituto Italiano di Tecnologia, autentica fucina di ri­cercatori provenienti da tutte le par­ti del mondo. Ingegneri e chimici, biologi e matematici, fisici e persino filosofi convivono e cooperano nei laboratori di Morego, a Genova Bol­zaneto. Ma la scintilla scatta spesso, conversando in uno strano esperan­to fra intelligenze di vari Paesi, da­vanti a una bevanda calda. Accende subito la cliliosità dei ra­

gazziAlberto Diaspro, vicedirettore dell' IIT e capo dipmtimento di Na­nofisica, in visita al liceo Enrico Fer­mi di Sampierdm'ena Gli alunni col­gono il fascino di una grande scom­messa, quella della ricerca. Non sfugge loro il rapporto che esiste fra entusiasmo e fantasia applicate alla creazione di modelli della robotica, nel ramo delle nanotecnologie. Nel corso della presentazione vedono sullo schermo un robot controllato da un circuito neUl'onale che impm'a ad evitare gli ostacoli. Apprendono

SCIENZE E LETTERE NEL CARTELLONE DEGLI INCONTRI

L'incontro tra i liceali del "Fermi" di Genova e Alberto Diaspro dell'lIT

che uno studio tutto italiano ha aperto la strada alla realizzazione di lilla retina mtificiale organica, elet­tricmllente autonoma e con una effi­cienza paragonabile a quella Ulllm1a.

Lusinghiere prospettive si deline­ano nel campo medico della diagno­stica: nuovi vettori ai quali appog­giare fm'lllaci che verranno rilascia­ti, grazie alle piccolissime dimensio­ni del trasportatore, laddove serve

all'interno della cellula malata Gio­va che lo scienziato abbia una sensi­bilità per il bello, lamusicaele mtifi­gurative, per addentrarsi nei feno­meni della natura e trovare soluzio­ni. Deve stupirsi ogni giorno di fronte alla realtà. Lo stesso Diaspro si diverte a mostrm'e ai ragazzi un'immagine che sembra lafotogra­fia di Mmilyn MOffi'oe e nell'ingI'an­dimento si livelail ritratto di un Ein-

stein ovviamente baffuto e capello­ne. Mostra come le nano tecnologie, cui si applica nel suo lavoro a Geno­va, agiscano con la possibilità di va­glim'e scale di grandezza diverse, in­segnando a osservare le cose da una prospettiva inedita

Sorprendenti i dati di crescita del­l'istituto, paragonabili ai gI'andicen­tri internazionali come il Mit di Bo­ston, e molte le assunzioni. Interes­satissimi gli studenti del Fermi pre­senti, che hanno scelto un indirizzo naturalistico. Sono abituati, coniu­gando i diversi aspetti del sapere scientifico (fisica chimica e biolo­gia), a esperienze dirette dilaborato­rio, e non restano indifferenti quan­do sentono parlare di sbocchi occu­pazionali. Conclude lo scienziato "Suggeriamo, ai giovani che si pro­pongono, di avere coraggio, di pro­porre idee alte, percorsi ambiziosi e difficili. Solo così potranno emerge­re. E esaltante metterli alla prova".

Prima di essere a~sunti occorrono "tre mmi di prova, poi se il progetto funziona una stabilizzazione di albi cinque: dopo otto alIDi, salvo sorpre­se, il ruolo definitivo". Età media del personale, attualmente, 34 anni. Di questi tempi, non è poco.

••• Ecco il cartellone degli incontri che si terranno nei prossimi mesi al liceo Fermi, in via Ulanowski 56 e in altre sedi. Sabato 14 dicembre ore 15.00 Gianluigi Massidda (docente del Liceo Scientifico E. Fermi) parla sul tema. "L'elegantissimo sistema: la bellezza dell'universo dai Preso­cratici a Newton".

Sabato 11 gennaio 2014, Roberto Cingolani (Direttore Scientifico dell'IIT) su "Evoluzione Translazio­naie: 3 miliardi di anni di evoluzio­ne in 20 anni di tecnologia". Sabato 18 gennaio Renato Delle­piane (membro del Comitato Scientifico del Liceo E. Fermi) e "La natura nella letteratura tra scienza ed immaginazione". La

conferenza sarà preceduta dalla presentazione di un lavoro di ricer­ca su Ailanthus Altissima di Flavio Catalano, Andrea Lanza, Alessan­dro Marcante, Matteo Percivale, studenti del Liceo Fermi. Martedì 11 febbraio Adriano Maz­zucchelli (docente del Liceo Scien­tifico E. Fermi): "È vero che sono nato alla Coscia! ... o no?" - confe­renza sul deflazionismo.

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ILTEIIPO

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LA RUSTICA

Mille studenti con Unindustria per conoscere le Star-tup 1"::11 «Mille studenti di oltre 40 scuole supe-1:.1 riori hanno partecipato alla giornata Orientagiovani «Dali 'Tdea al Business-come si fa una startup» organizzata dal Comitato tecnico Scuola e Università di Unindustria che ha sede in via Noale, presieduto da Emilia Gangemi. La manifestazione, che si inserisce nell' ambito della XX Giornata Nazionale Orientagiovani di Confindustria, è stata dedicata alle Startup al fine di trasferi­re agli studenti la cultura dell'innovazione e del coraggio di fare impresa e offrire loro un quadro dei rischi ma anche delle grandi opportunità. La giornata si è articolata in due incontri in occasione dei quali studenti delle scuole superiori di Roma e Frosinone hanno affollato le sale delle Università Luiss e dell'Università di Cassino. «La lotta alla disoccupazione giovanile è una sfida priori­taria per l'Italia e l'Europa, investire nella scuola è decisivo anche se può rappresenta­re una sfida ardua - dichiara Emilia Gangemi - il nostro intento, come Unindustria, è introdurre nei percorsi formativi dei ragazzi spunti ed esperienze che li avvicinino alle imprese, al lavoro in azienda, ai processi di produzione, e anche a valori e principi di cui gli imprenditori sono portatorÌ».

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LA STAMPA

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GLI INCONTRI E LE MANOVRE

il Vaticano riabilita il "cattolico adulto"

Prodi torna in cattedra Per il Professore laurea e lectio all'Accademia Pontificia

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L a Chiesa riapre le porte a Romano Prodi, accogliendo il Professore con quattro, prestigio­

si appuntamenti, program­mati uno dopo l'altro. Per Prodi sta così per concludersi una emarginazione durata 17 anni e «ordinata» a suo tem­po dalla Cei di Camillo Ruini nei confronti di un «cattolico adulto» che ha sempre riven­dicato l'autonomia delle pro­prie scelte politiche. Le porte si riaprono venerdì: il Profes­sore riceverà una laurea ho­noris causa in Vaticano, al­l'interno della Pontificia Ac­cademia delle Scienze, l'em­pireo della cultura cattolica, dove terrà anche una lectio magistralis; in serata Prodi è atteso alla Università Grego­riana, la «fabbrica» dei Papi

GU APPUNTAMENTi

Calloro all'Accademia delle Scienze, poi la lectio

alla Gregoriana

che è anche l'ateneo dei Gesu- idealmente segnano una «re­iti, l'ordine di papa Francesco denzione» per un personag­per una conferenza; l'in do- gio che in questi anni ha vis­mani, presso Civiltà Cattoli- suto con amarezza la pro­ca, sempre sotto l'egida gesu- gressiva marginalizzazione. ita, l'ex premier discuterà as- Anche se, a dispetto dell'in­sieme ad Alberto Melloni su terdetto, Prodi ha continuato un tema eloquente, «La svol- ad avere una intensa vita nel ta di Papa Francesco». Un mondo cattolico di base ita­trittico che, per Prodi, si com- liano (da anni è invitato da pleterà il5 dicembre, sempre parroci, vescovi e associazio­dentro la Città del Vaticano ni), ma anche all'estero, come con un workshop aperto dal testimoniano gli inviti alla Set­cardinale Turkson, ministro timana sociale dei cattolici te­vaticano del Welfare e grande deschi o le interviste a quoti-elettore di Francesco. diani cattolici come la Croix.

Una sorta di «riabilitazio- A dispetto di questa parteci-ne» che potrebbe essere stata pazione mai interrotta, Prodi preannunciata da un'espres- non ha mai digerito l'atteggia­sione usata a fine luglio da pa- mento imposto dal vertice del­pa Francesco che, parlando ai la Cei soprattutto perché ha vescovi sudamericani, scon- vissuto quell'allontanamento sigliò loro di far politica, inco- come una drastica cesura ri­raggiandoli ad accompagna- spetto alla propria storia per­re i cristiani che, «da adulth>, sonale. Dopo aver frequentato devono assumere le loro scel- in giovinezza Giuseppe Dosset­te. Naturalmente quella del ti e Camillo Ruini ( futuro capo Papa non era una citazione dei vescovi italiani, che nel della frase di Prodi, ma il sofi- 1969 celebrò le nozze del giova­sticato lessico pontificio è ne Romano con Flavia Franzo­sembrato emancipare dalla ni), fin dagli anni Settanta Pro­eterodossia quella espressio- di si è proposto come figura ne usata anni prima dal Pro- originale rispetto alla tradizio­fessore. I quattro eventi pro- naIe élite cattolica: non ha mai grammati nei prossimi giorni fatto parte di alcuna associa-

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zione e la sua identità è sempre stata determinata dal suo stile di vita, dal suo modo di parlare, di vestirsi, dalla sua grande fa­miglia, dal rapporto paritario con la moglie Flavia. Eppure, in occasione delle elezioni del 1996 Prodi subì l'improvvisa freddezza del suo (ex) confes­sore Camillo Ruini, che vide nel Professore l'artefice della fine dell'unità politica dei cattolici. Anche se la vera svolta si ebbe col ritorno di Prodi da Bruxel­les, nel 2005. In quella occasio­ne la Chiesa italiana gli preferì una personalità dalla vita pri­vata e famigliare eterodosse come Berlusconi, imponendo il veto sul Professore ai giornali «ufficiali» di area cattolica: da quando è entrato in politica -Prodi non è mai stato intervi­stato da «Avvenire». Il Profes­sore reagì, andando a votare nel referendum sulla procrea­zione assistita e disubbidendo così alla Cei che aveva fatto campagna per l'astensione. Il solco si è via via approfondito e venerdì 29 inizierà a ricolmarsi per effetto del primo appunta­mento in Vaticano: la lectio ma­gistralis sullo «sviluppo soste­nibile» in Africa e la successiva laurea honoris causa.

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LA STAMPA

Visite Oltretevere Una lunga

consuetudine 1983

In Vaticano _ Romano Prodi andò in visita in Vaticano da Giovanni Paolo Il un anno dopo averlo conosciuto in Sicilia. Allora Prodi era presidente dell'lri

1997 Dapremier _ Prodi è primo mini­stro del governo dell'Ulivo e visita in veste ufficiale Giovanni Paolo Il. Altri in­contri si ripeteranno negli anni di governo

2006 Con Ratzinger _ È la prima visita di Prodi a papa Benedetto XVI, preceduta dalle pole­miche sulla frase di Prodi sui «cattolici adulth> e l'impegno in politica

Data 27-11-2013 Pagina 8 Foglio 2/2

IJulthna visita a Benedetto XVI Romano Prodi ha incontrato molte volte papa Giovanni Paolo Il e Benedetto XVI, quasi

sempre in situazioni ufficiali, da capo del governo o inviato dell'Onu ANSA

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Maria Chiara Carrozza

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DOMANI LEZIONI SOSPESE

Università e Politecnico aperti anche di notte Assemblea alle 11 nell'Università di Bari e al Politecnico e apertura dalle 20 alla città dei dipartimenti universitari. Gli atenei baresi si stanno preparando per l'incontro tra i rettori e la ministra dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza, in programma per domani pomeriggio. I ragazzi universitari stanno organizzando una serie di manifestazioni. Si terrà anche un corteo di studenti dal Policlinico. Le lezioni sono sospese.

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la Repubblica Ed. Firenze

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A Firenze i ricercatori dell'Europa quattrocento giovani al Palaffari Per Horizon 2020, programma settennale di scambi e mobilità

ERNESTO FERRARA

ULTIMO giro d'orizzonte. Per parlare del futuro della ricerca, del futuro d'Europa, di quel che saremo nel 2020. Per due giorni Firenze gira intorno al "Last lap to horizon 2020", la super confe­renza sul futuro della ricerca eu­ropea che da ieri riunisce 400 giovani impegnati nel program­ma "Marie Curie" - l'Erasmus dei ricercatori - al Palaffari di piazza Adua. Un'occasione per confrontarsi sullo stato di salute di uno dei settori più importanti e nonostante questo più mal­trattati dai bilanci degli Stati. Ma anche un modo per scrutare l'o­rizzonte appunto, e parlare di "Horizon 2020", programma speciale della Ue per sostenere,

IL PROGRAMMA Si chiama "Marie Curie" come la scienziata polacca, Nobel per la fisica: è una specie di Erasmus dei ricercatori europei

LE TESTIMONIANZE Ieri in mostra l'eccellenza della ricerca toscana, oggi seminari con 400 giovani di tutta Europa per parlare di futuro

IL MINISTRO Oggi al Palazzo degli Affari atteso anche il ministro

in sette anni, ricercaeinnovazio­neinEuropaconunbudgettota­le da circa 77 miliardi di euro.

Ieri è stata la Toscanaamette­reinmostrale sue eccellenze con la testimonianza di 6 ricercatori: dallo studio per la cura dei di­sturbi nefrologici (ne ha parlato Paola Romagnani dell'Univer­sitàdiFirenze) al robot chiama­to «Da Vinci», in uso all'Univer­sità di Pisa per interventi di chi­rurgia' dicuihaparlato UgoBog­gi. L'ateneo pisano ha parlato anche della collaborazione dei suoi esperti ai grandi progetti sulle particelle nucleari (Guido Tonelli della ricerca avanzata sul grafene per le nuove frontiere delle nanotecnologie (Giuseppe Iannaccone). E mentre ilfitobio­logo Stefano Mancuso (Univer-

del!' Istruzione e della ricerca Maria Chiara Carrozza I ricercatori europei al Palaffari

sità di Firenze) ha raccontato "l'intelligenza delle piante", l'antropologo Maurizio Bettini (Università di Siena) ha fatto ascoltare "la voce" dei grandi monumenti classici interpretata non solo sullamemoria "storica" ma anche su quella "collettiva" delle generazioni di visitatori che li osservano.

Firenze capitale della ricerca -l'evento è promosso daRegio­ne Toscana e commissione eu­ropea - prosegue oggi con un focus sulla collaborazione fra mondo accademico e industria cui segue una sessione su "big data" e "datamining" oltre aini­ziative parallele proposte dal si­stema toscano dell'alta forma­zione. E' atteso anche il ministro dell'Istruzione Maria Chiara

Carrozza, che parlerà intorno al­le 16.30. Ieri è intervenuta la vi­ce presidente della Regione Stel­la Targetti, augurandosi che in «questi giorni possano nascere nuove sinergie e opportunità per la ricerca toscana ed europea». «Questi 400 giovani sono il no­stro miglior investimento a ga­ranzia di un futuro di sostenibi­litàeconomica, sociale, ambien­tale e di democrazia per l'Euro­pa. Vanno sostenuti, nel loro percorso professionale, con più fattÌ», ha detto la responsabile università e ricerca della Regio­ne. Oggi attese le testimonianze di ricercatori indiani e portoghe­si, che parleranno di ingegneria biologica e delle telecomunica­zioni.

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Maria Chiara Carrozza

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la Repubblica Ed. Napoli

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27-11-2013 2 1

TI ministro Carrozza incontra domani a Roma i rettori, si mobilitano gi studenti

La rivolta degli universitari "Atenei del Sud penalizzati" GLI studenti universitari si mo­bilitanocontroilministroMaria Stella Carrozza. Contro la sua politica universitaria ed i decre­ti con i quali ha distribuito risor­se e personale penalizzando gli atenei del Sud. Gli universitari napoletani, in collegamento con quelli delle altre università del Mezzogiorno, preannuncia­no una giornata di protesta, per domani. Avrebbero voluto far sentire la loro voce direttamen­te col ministro, attesain città do­mani pomeriggio. Mala Carroz­za ha dato forfait, preferendo spostare gli appuntamenti na­poletani nella sede del ministe­ro,aRoma.

Il ministro Carrozza aveva convocato a Napoli tutti i rettori delle università meridionali,

dopo il fuoco di fila di proteste e polemiche seguite aldecreto sui punti organico, ovvero sulla possibilità di assumere docenti al posto di quanti vanno in pen­sione. Un decreto che il dicaste­ro non ha cambiato di una vir­gola, nonostante le pressanti ri­chieste e gli evidenti squilibrile­gati alla sua applicazione. E do­po la voce dei rettori, dei docen­ti e dei ricercatori, si leva quella degli studenti. Che accendono la protesta negli atenei di Puglia, Campania, Molise e Calabria. E chiedono la sospensione delle attività didattiche proprio per la giornata di domani, in conco­mitanzaconl'incontrotramini­stro e rettori.

A Napoli sono sul chi vive gli studenti della Federico II e del-

l'Orientale. «Gli appelli lanciati da studenti, ricercatori e perso­nale docente e non -ha spiegato Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link-Coordina­mento Universitario - sono stati fondamentali per sospendere le attività didattiche in tantissimi atenei delMezzogiorno. Il mini­stro Carrozza dovrà ascoltare le richieste provenienti da larga parte della comunità accademi -ca nazionale e che verranno ri­lanciate nelle assemblee di ate­neo e nelle iniziative previste per domani in occasione della riunioneconirettoridelSudlta­lia». Gli studenti, e non solo loro, chiedono che venga inserito "nella legge di stabilità un cor­rettivo rispetto al decreto sui punti organico e al disastroso

IL MINISTRO Maria Stella Carrozza. Contro la sua politica universitaria dopo rettori e profsi mobilitano gli studenti

stato del Fondo di finanziamen­to ordinario delle università". "O il governo - aggiungono - si assumerà la pesantissima re­sponsabilità politica di determi -nare la chiusura di tanti atenei del Sud Italia. Gli studenti conti­nueranno a mobilitarsi ben ol­tre il 28 novembre e rivendicare una definitiva inversione di ten­denzarispettoallepoliticheuni­versitarie di questo governo".

Se nell'università di Bari e nel Politecnico della città pugliese si terranno assemblee di matti­nae "opennight" seralienottur­ni, assemblee ci saranno anche a Foggia - studenti e ricercatori insieme, nelle sedi dell'univer­sità della Calabria e a Napoli, al­la Federico II ed all'Orientale.

(b. dI)

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Pensioni italiane «sostenibili» ma c e il rischio povertà Marco Moussanet PARIGL Dal nostro corrispondente

I, a riforma Fornero di fine

~. 20U è stata importantissi­~ Ama per garantire sosteni­

bilità finanziaria al sistema pensionistico italiano. Ma se quel provvedimento non vie­ne inserito in un contesto più generale di trasformazione del mercato del lavoro c'è il ri­schio di avere un innalzamen­to del tasso di 1?overtà delle per­sone anziane. E questa, in estre­ma sintesi, la valutazione dell'Oese sull'Italia nel rappor­to presentato ieri sui modelli previdenziali dei 34 Paesi membri dell'organizzazione.

«L'elevatissinla spesa pubbli­ca per le pensioni - scrivono gli esperti dell'Ocse - è principal­mente frutto della situazione

che l'Italia ha ereditato. Con la riforma globale del dicembre 2011 il Paese ha realizzato un passo importante per garantire la sostenibilità del sistema. In particolare l'aumento dell'età pensionabile permetterà di conseguire notevoli risparmi».

In numeri, questo vuoI dire che l'Italia passerà da una spe-

L'età pensionabile è alta ma quella di uscita dal lavoro è più bassa grazie a scivoli, incentivi e prepensionamenti

sa pubblica per le pensioni pari al 15.3% del Pil (il livello più al­to tra i Paesi Ocse e nettamente superiore alla media del 9.3%)

al 4,7% nel 2050 (con la media Ocse che salirà all'114%) e al 4.3% nel 2060.

«Ma l'aumento dell'età pen­sionabile - fa notare Anna D'Addio, coautrice del rappor­to - non è sufficiente a garanti­re che le persone rimangano sul mercato del lavoro se esisto­no meccanismi che consento­no ai lavoratori di uscirne in an­ticipo. Sono quindi essenziali politiche per promuovere l'o c­cupabilità e migliorare la capa­cità delle persone di avere car­riere più lunghe».

Se infatti l'Italia ha varato una riforma che la colloca in.ci­ma alla classifica quanto ad al­lungamento dell' età pensiona­bile, occupa la terzultima posi­zione (davanti solo a Francia e Lussemburgo) nella graduato-

ria dell'età effettiva di cessa­zione del lavoro: 61,1 anni per gli uomini e 60,5 per le donne, rispetto a una media Ocse ri­spettivamente del 64,2 e del 63,2 per cento. Grazie al mas-

siccio utilizzo di prepensiona­menti e uscite incentivate. Mentre il tasso di partecipazio­ne al mercato del lavoro dei 55-64 anni, pur passato dal 27,7% del 2000 ,al 40,4% del 20l2, rimane nettamente al di sotto della media Ocse (55,6%). E nella composizione del reddi­to degli over 65 i trasferimenti pubblici (sostanzialmente le pensioni) rappresentano il 72,5% (rispetto al 58,6% della media Ocse), con il lavoro al 20,5% (rispetto al 23,9%).

«È indispensabile - spiega D'Addio - che ci sia un mecca-nismo di formazione conti­nua, lungo tutta la vita lavorati­va, che consenta alle persone più anziane di poter lavorare più a lungo. Ma serve anche un mercato più flessibile, con la possibilità di continuare a lavo­rare con orari ridotti o adatta­bili alle mutate esigenze perso­nali. E magari un sistema retri­butivo che non sia cosÌ legato all'anzianità».

Bisogna poi che si rafforzi il pilastro pensionistico privato, certo non favorito dal forte dre­naggio di risorse rappresenta­to dal prelievo contributivo: il

Età effettiva d'uscita dal mondo del lavoro

_Uomini Donne Media OeSE

68

33% della retribuzione lorda (il livello più alto subito dopo l'V n­gheria), rispetto a una media Ocse del 19,6% (9,2% la quota a carico dei lavoratori, rispetto a una media Ocse dell'8,4 %, e

23,8% quella a carico dei datori di lavoro, rispetto a una media Ocse dell'u,2 per cento).

«Oltre alla sostenibilità fi­nanziaria - scrive l'Ocse -l'adeguatezza dei redditi pen­sionistici e la lotta contro il ri­schio di povertà degli anziani dovranno rimanere temi cen­trali dell'agenda politica. Per­ché con il passaggio al contri­butivo i lavoratori con carrie­re intermittenti, occupazioni precarie e mal retribuite saran­no più vulnerabili alla povertà durante la vecchiaia. Tanto più che l'Italia non ha pensioni sociali in grado di attenuare questo rischio».

L'altro tema sul quale l'Ocse punta i riflettori è quello deiser­vizi pubblici - in particolare quelli sanitari e di sostegno alle persone non autosufficienti -che possono contribuire a raf­forzare sensibilmente il reddi­to degli over 65.

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Lavoro e previdenza

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n Sole9]{l mmrn n~alleimprese. Le leve per ridurre i costi

Tagli Irap sulle assunzioni Giù premi e contributi Inail

Barbara Massara Mauro Pizzi n

Deduzione della base im­ponibile Irap per le assunzioni di nuovi lavoratori e tagli dei premi e contributi Inail. È una doppia leva quella utilizzata dal maxiemendamento al DI stabilità per diminuire indiret­tamente il cuneo fiscale.

Partendo dall'lrap, il comma 80 del testo normativo riscrive parzialmente l'articolo li del Dl­gs 446/97 introducendo, da un la­to, una nuova deduzione dal co­sto del personale dipendente e abrogando, dall'altro le deduzio­niormai scadute (commi4-quin­quies e 4-sexies).

li nuovo comma 4 quater pre­vede, infatti, a partire dal 2014, la possibilità di dedurre dalla base imponibile Irap un importo mas­simo annuale di 15mila euro per ciascun nuovo lavoratore assun­to a tempo indeterminato nei li­miti del costo complessivo soste­nuto nell'anno in cui si è verifica­ta l'assunzione e nei due periodi d'imposta successivi.

Deduzione fino a 15mila euro dalla base imponibile per tre anni per ogni nuovo lavoratore con contratto a tempo indeterminato

La principale condizione a cui è subordinato lo sconto è che la nuova assunzione comporti un incremento del numero dei lavo­ratori a tempo indeterminato ri-

spetto a quelli con il medesimo contratto mediamente occupati nell'anno precedente.

Poiché la ratio della norma (nonché lasua portata innovati­va rispetto al passato) è quella di favorire i datori di lavoro di­sponibili ad assumere, l'incre­mento occupazionale va valuta­to al netto delle riduzioni di per­sonale delle società controllate e collegate ex articolo 2359 del Codice civile. Per le imprese di nuova costituzione, inoltre, non rilevano gli incrementi di personale derivanti dall'acqui­sizione di attività preesistenti.

Con specifico riferimento ai soggetti di cui all' articolo 3, lette­ra e) del Dlgs 446/97, tra cui gli enti pubblici e privati diversi dal­le società, la norma precisa che la

base occupazionale, cosÌ come i

nuovi assunti a tempo indetermi­nato che danno diritto allo scon­to, è solo quella impiegata nell' at­tività di tipo commerciale, senza che rilevino i trasferimenti di di­pendenti dall'attività istituziona­le a quella commerciale.

Come detto, la riduzione del cuneo fiscale a carico delleimpre­se viene operata, poi, anche attra­verso la riduzione dei premi e contributi !nail. Nelle more, l'Isti­tuto incassa a sua volta il via libe­ra del Governo alla riforma tarif­faria, molto attesa dalle imprese.

Il comma 77 delmaxiemenda­mento precisa che dal 2014, con decreto del Ministro del lavoro, di concerto con il Mef e su pro­posta dell'Inail, premi e contri­buti assicurativi saranno ridotti di l miliardo per il 2014, l,l miliar­di per il 2015 e 1,2 miliardi dal 2016. I tagli saranno effettuati «tenendo conto dell'andamen­to infortunistico aziendale», os­sia della cosiddetta "oscillazio­ne automatica". Si tratta di una procedura tipica della tariffa fa­cilmente applicabile per i premi

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assicurativi a carico di industria e artigianato, ma di più comples­so calcolo per i contributi agri­coli. Le imprese attive da non ol­tre un biennio (alle quali non è applicabile l'oscillazione auto­matica, il cui periodo di osserva­zione è triennale) sarà lo stesso decreto a defrnire le modalità di applicazione della riduzione.

Vengono esclusi a monte dal­le riduzioni, poi, i premi pagati per determinate categorie di la­voratori: casalinghe, lavoratori domestici e familiari, soggetti con contratto accessorio e ap­prendisti artigiani.

Per venire incontro alle per­plessità dell' ente sulle possibili ri­cadute a livello di bilancio della riduzione dei premi e contributi viene, infine, riconosciuto allo stesso ente da parte del bilancio dello Stato un trasferimento pari a 500 milioni per il20J.4, 600 mi­lioni per il 2015 e 700 milioni dal 2016. Dal 2016, l'Inail effettuerà una verifica di sostenibilità eco­nomica, finanziaria e attuariale dei provvedimenti.

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lavoro. Gli ultimi interventi normativi potrebbero far apprezzare uno strumento che risulta ancora poco utilizzato

L'apprendistato cerca il rilancio Dell'Aringa: per la «garanzia giovani» utilizzeremo i Centri per l'impiego

Maria Carla De Cesari ROMA

«La garanzia giovani uti­lizzerà il parco macchine che abbiamo a disposizione». Fuori dalla metafora utilizzata dal sot­tosegretario al Lavoro, Carlo Dell'Aringa, i punti di contatto per i giovani, per dar loro un' op­portunità lavorativa o per fare orientamento, saranno costitui­ti dai centri per l'impiego, af­fiancati dagli operatori privati.

«Certo - ha ammesso Dell'Aringa - in molti casii cen­tri per l'impiego non funziona­no, ma noi dobbiamo far circo­lare le esperienze positive. Non abbiamo la possibilità di mettere mano a un riordino del sistema. Tra l'altro le politi­che attive sono di competenza regionale, ogni autonomia ha scelto la propria strada e non possiamo prescindere da que­sta realtà multiforme. Ci saran­no semplicemente i poteri so-

In sintesi

stitutivi là dove non esiste nul­la». L'obiettivo del Governo, con la garanzia giovani, è di oliare gli strumenti già a dispo­sizione, come gli stage, l'ap­prendistato per orientare e da­re una chance dilavoro agli un­der 29. Anche con incentivi all'autoimprenditorialità.

Dell'Aringa ha tratto le con­clusionial termine dellagiorna­ta di studi organizzata, a Roma, daAdecco su criticità e vantag­gi dell'apprendistato. A margi­ne dell'incontro Dell'Aringa ha anticipato che al ministero si stanno riscrivendo, in termini molto selettivi, i criteri per la Cig in deroga, in attesa che il so­stegno al reddito sia coperto dai Fondi di solidarietà, alimen­tati dai contributi di aziende e lavoratori. Con un nuovo au­mento al costo del lavoro.

Al seminario, presenti i diri­genti di un centinaio di azien­de, si è confermato lo scarso utilizzo del contratto di ap-

prendistato. Complice la crisi economica, come ha detto Giu­liano Cazzala, economista ex montiano, le aziende non si sbi­lanciano a stipulare contratti formativi. La nota positiva -sottolineata dall'ex senatore Pd, Tiziano Treu - è che le nor­me sono state semplificate, si è riusciti a superare l'ostacolo della formazione esterna, con la contrapposizione tra Stato e Regioni. Ora un ruolo centrale spetta alle parti sociali.

Con il decreto Istruzione si è inoltre affermata la centralità dell'alternanza tra studio (a scuola o all'università) e lavo­ro. Infme, l'apprendistato è pos­sibile nello staff leasing senza restrizioni di settore. «Si scon­tala difficoltà di far comprende­re i vantaggi di questo strumen­to alle imprese. Tuttavia - haaf­fermato Federico Vione, ad di Adecco -l'assistenza dell'Agen­zia nella gestione della parte

formativa costituisce un valore aggiunto che può indirizzare la scelta delle imprese». Nonman­cano, d'altra parte, le esperien­ze positive. Finrneccanica ha aperto a fme luglio un "bando" internet per l'assunzione di 1.500 apprendisti, diplomati e laureati a cui sono arrivati circa 60mila curricuIa. Per Eataly il ri­corso all'apprendistato è inizia­to quando è stato possibile fare la formazione in azienda. Infine Indesit, dove al di là dellariorga­nizzazione, non si rinuncia alla ricerca di talenti, da coinvolge­re con l'alto apprendistato.

Lacapacitàdisviluppareeat­trarre talenti costituisce un fat­tore di competitività: l'indice elaborato dallo Human capital leadership institute di Singapo­re, in collaborazione con Adec­co, vede l'Italia al trentaseiesi­mo posto su 103 paesi. In vetta alla classifica: Svizzera, Singa­pore e Danimarca.

IORIPROO:lZIONERISERVATA

01/ LA GARANZIA La garanzia peri giovani è stata prevista dal Dl76/2013 e, in linea con ledisposizioni dell'Unione europea, deve individuare te modalità per favorire un rapigo passaggio dei giovani dall'ambito della formazione all'impiego, affrontando cos'i uno degli aspetti più critici del mercato deltavoro italiano. Le azioni delta cabina di regia. che è già stata attivata, prevederanno l'utilizzo degli strumenti già disponibili, qua li i centri per l'impiego, anche se non sempre

particolarmente efficienti. Si punterà a diffondere le pratiche migliori in modo da a~are il livello medio

esistenti in 103 Paesi che rappresentano 1'86,3% della popolazione mondtale. In questa classifica l'Italia si colloca al trentaseiesimo posto complessivo, a fronte del 7gesimo posto per quanto riguarda la specifica capacità di attrarre talenti e il 33esimo per la capacità di far crescere quelli che scelgono tl nostro Paese. La classifica è guidata dalla Svizzera, seguita da . Singapore, Danimarca, Svezia. Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito, Finlandia, Stati Uniti, Islanda.

02.1 L'ATTRATTIVITÀ Non è solo l'utilizzo dell'apprendistato a costituire un aspetto da migliorare. Il nostro Paese non brilla nemmeno per la capacità di attrarre talenti da altre parti del mondo, in base al Global talent competltiveness index presentato ieri da Adecco e Insead. L'indice ha preso in considerazione le condizioni

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Domani • sCIopero

in tutti i siri . europeI

FIII,I.I HltnA l'iIUlm ~~ ~--~-~~~

Percorso in tre tappe per la vertenza Electrolux e gli sta­bilimenti italiani. Nell'incon­tro di ieri con i sindacati, i ver­tici del colosso svedese hanno proposto un percorso con tre incontri, fino a febbraio, per svolgere l'investigazione sui siti e trovare un accordo con i rappresentanti dei lavoratori sui circa 180 impiegati in esu­bero in Italia (mille in Europa) e sui trasferimenti di alcune produzioni nell'Est. Il tutto a bocce ferme (e con i vecchi contratti di solidarietà operan­ti). Q!lesto però non ha ferma­to il sindacato, che ha confer­mato lo sciopero in tutti gli sta­bilimenti europei (in Unghe­ria con modalità diverse) per domani 28 novembre.

«Non credo che Electro­lux abbia la necessità di un'in­vestigazione sui fattori della produzione - osserva Augu­stin Breda, dell'Rsu Fiom di Electtolux Susegana -. Loro hanno un quadro completo su costi e margini di tutti gli stabilimenti. Sono convinto che il trasferimento delle pro­duzioni nei Paesi low cost sia stato già deciso».

Secondo fonti sindacali, ie­ri l'azienda ha ribadito quan­to detto al Cae a Berlino due settimane fa e aggiunto che nel biennio 201415 si intendù­no tagliare 100 milioni di co­sti, eliminare i marchi non più redditizi, ridurre stock e componenti. In Italia gli esu­beri sono stati individuati: 125 a Porcia, 8 a Pordenone, 2 a Susegana, 17 a Solaro e 7 a F or li. Più 20 dirigenti.

Secondo quanto riferisco­no i sindacati, Electrolux avrebbe già deciso (senza vo­lerne discutere) il trasferi­mento delle lavatrici di Por-

eia in Polonia, delle lavastovi­glie di Solaro e del frigo Cai­ro in Ungheria: il sito veneto di Susegana perderebbe 650mila pezzi su 725mila .

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Professioni impiegatizie. Nel centro e nel Meridione d'Italia i compensi minori - Cuneo fiscale record

A Sud le paghe più basse d'Europa Oggi a Roma la ricerca di Page Personnel con i profili più richiesti Andreil Milrini ROMA.

R\$ Da una parte il peso della re­cessione, dall' altro il cuneo fiscale a livelli record. Un mix micidiale che rende le paghe del personale qualificato del Centro Sud tra le più basse in Europa. A fare il punto è una ricerca che sarà presentata oggi a Roma da Page Personnel, azienda attiva in tutta Europa nel­la ricerca e selezione di profùi im­piegatizi che vanno dal junior fino al middle management.

Page Personnel ha selezionato le sette figure professionali al momen­to più richieste nel Centro Sud: con­troller (cioè chi verifica ed elabora i costi aziendali), contabile generale, amministratore del personale, ope­ratore di sportello, assistente di dire­zione, customer service (chi si occu­pa dell'attività di supporto ai clienti sia pre che post vendita), key ac­countGdo/Gds (il responsabile del­la gestione clienti edei target per zo- , na e punto vendita nella grande di­stribuzione). La retribuzione an­nua lorda è stata poi messa a con­fronto con i pari-grado di Francia, Spagna e Regno Unito. TI trend che si registra è chiaro. TI Centro Sud Ita­lia sta di poco sopra Madrid, ma il

confronto con Parigi e Londra è im­pietoso: il reddito è inferiore di 2-Smila euro annui lordi per gli ad­detti alle prime armi. Ma la forbice si amplia dopo tre anni di esperien­za, arrivando a 5-lOmila euro, con punte di 20mila euro. «Tuttavia -sottolinea Francesca Contardi, am­ministratore delegato di Page Per­sonnel - il confronto con Madrid non deve trarre in inganno: in Spa­gna il cuneo fiscale è più basso che in Italia. Qy.indi la nostra retribuzio­ne netta è comtmque inferiore».

Basta anali:u.;are qualche caso. Uncontroller con poca esperienza (fInoaI8mesi),nelCentro-SudIta­lia arriva a guadagnare 20-25mila euro annui lordi, più o meno come in Spagna (22-25mila euro). Ma in Francia già saliamo a 25-26mila eu­ro, per arrivare a 25-35mila euro nel Regno Unito. E il divario si allarga se prendiamo in considerazione controller con alle spalle più di tre anni di attività. Nel Centro Sud sa­liamo a 30-35 mila euro (30-33miJa in Spagna), tuttavia ci si allontana ancora di più da Parigi (35-42mila) e Londra (39-50mila). «Arestare in­dietro in questafase - spiega Con­tardi - sono soprattutto queste pro­fessioni di back office, su cui si con-

centrano i risparmi delle aziende. Mentre le qualifiche a contatto con i clienti tendono a resistere. visto che le imprese non possono per­mettersi di perdere quote dimerca­to». Un operatore di sportello con pochi mesi di esperienza, per esem­pio, nel Centro Sud ha una retribu­zione (25-27mila euro) quasi alline­ata a quella di Francia (26-30mila euro) e Regno Unito (23-30mila eu­ro). Mentre un key account della grande distribuzione "veterano" ha uno stipendio allineato con i suoi colleghi francesi (351nila cu­ro) e non cosÌ lontano dai pari-gra­do inglesi (40mila euro). «Sicura­mente - conclude Contardi - in questa fase di crisi le aziende del Centro Sud non stanno aumentan­do gli stipendi. A ciò si aggiunge il freno di un cuneo fiscale più alto della media europea. Ma se il mer­cato si riprende, la domanda per queste professioni dovrebbe au­mentare, con una conseguente crescita delle retribuzioni».

APPROFONDIMENTO ONLlNE

Il confronto delle retribuzioni WW"N.ìlsQle24ol'e.(om/lmpresa-l1"terrìtori

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Provvedimenti. Criteri più restrittivi e griglia di durate del sussidio

Cig e mobilità in deroga; pronto il decreto Giorgio Pogliotti ROMA

Annunciato da mesi, vede la luce il decreto interministeriale con i criteri più restrittivi per la concessione della cassa in dero­ga. Dopo il semaforo verde otte­nuto dal ministero dell'Econo­mia, il testo sarà presentato oggi dal sottosegretario al Lavoro, Car­lo Dell'Aringa alla commissione Lavoro della Conferenza delle re­gioni, coordinata dall'assessore Gianfranco Simoncini. «L'obietti­vo è "omogeneizzare" i criteri a li­vello nazionale - spiega Dell'Arin­ga, a margine di un convegno de Il diario del Lavoro - visto che at­tualmente tra le regioni ci sono

molte differenze neiÌimiti tempo­rali di concessione del sussidio».

I limiti di durata saranno armo­nizzati a partire dal 2014, con un meccanismo,di progressiva ridu­zione della durata visto che dopo il 2016, secondo la cosiddetta leg­ge F ornero, la cassa in deroga ces­serà di esistere: dal prossimo lO

gennaio, infatti, partiranno i fon­di di solidarietà - che peraltro stentano ancora a decollare - e prevedono il pagamento di contri­buti da parte delle aziende non co­perte dagli ammortizzatori ordi­nari che nella fase di crisi hanno utilizzato la cassa in deroga, attin­gendo alla fiscalità generale. I sete tori che alla scadenza di gennaio

non avranno costruito il fondo di solidarietà ricadranno nel fondo residuale, ma si prevede di intro­durre una clausola di opting out

per consentire l'uscita e l'adesio­ne al fondo di categoria, una volta costituito.

Il decreto su Cig e mobilìtà in deroga prevede una griglia di du­rate del sussidio che cambiano, a seconda delle diverse situazioni, ad esempio sarà inferiore se l'aziendahaesaurito l'utilizzo de­gli ammortizzatori ordinari, men­tre si prevede una durata maggio­re per le aziende del Sud chericor­rono alla mobilità in deroga. Per le imprese che utilizzano la sola

cassa in deroga, la durata del sussi­dio sarà di 12 mesi nel biennio per le richieste presentate nel 2014, se­condo indiscrezioni. Si fissano an­che tempi certi tra la richiesta del sussidio e l'effettivo pagamento da parte dell'Inps: le Regioni do­vranno pronunciarsi entro 30 giorni. Una volta acquisito ilpare­re della Conferenza Stato-Regio­ni, oltre che delle commissioni parlamentari, sentite le parti so­ciali, il decreto sarà operativo. Nel frattempo il governo è alla ri­cerca di altri 330 milioni per assi­curare la copertura della cassa in deroga per l'intero 2013. anche se . secondo regioni e sindacati si trat­ta di risorse insufficienti.

[lfHPROCUZlONE.R1SERVATA

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La manovra Le misure"

Così la tassa sulla prima casa Spunta il reddito minimo Sulle pensioni d'oro contributo di solidarietà fino al 18% Eqliitalia, via gli interessi sulle vecchie cartelle esattoriali

ROMA - Dal reddito minimo garantito, finanziato col prelievo sulle <<pensioni d'oro», ai 68 milioni per le calamità naturali provenienti dai finanziamenti ai partiti. E poi la can­cellazione degli interessi sulle vecchie cartelle di Equitalia e i 200 milioni di euro stanziati per rendere deducibile ai fini Ires l'Irnu sui capannoni industriali.

Sono queste alcune novità contenute nel maxiemendamen­to alla legge di Stabilità presentato ieri dal governo. A questo punto la manovra, che contiene una riforma della tassazione sugli immobili con la nascita della Iuc (Imposta unica comu­nale) e un primo taglio del cuneo fiscale, è completa e pronta a passare alla Camera, dove già si annunciano nuove modifiche.

Cominciando dalle ultime novità, arriva una forma speri­mentale di reddito minimo garantito, destinato alle grandi aree urbane. Le risorse proverranno da un contributo sulle <<pensioni d'oro» superiori ai go mila euro cosÌ determinato: il . 6% dalle pensioni 14 volte sopra il minimo (a partire da circa 90 mila euro); il 12% da quelle tra 14e 20 volte il minimo (128 mila euro); il 18% tra 20e 30 volte il minimo (193 mila euro). I fondi, 40 milioni l'anno, confluiranno dal 2014 al 2016 nel Fondo per la lotta alla povertà, lo stesso che fmanzia la carta­acquisti.

Nuova anche la norma che taglia i fondi per il finanziamen­to pubblico ai partiti per aiutare le aree colpite da calamità per 68 milioni di euro. Sul fronte Equitalia il governo ha confer­mato le previsioni: sulle cartelle pendenti si pagherà tributo dovuto e sanzioni ma non gli interessi. Esce molto ridimen­sionata la norma sull'aumento del Fondo di garanzia presso l'Istituto di credito sportivo: i nuovi fondi andranno agli im­pianti già esistenti e non per la costruzione di nuovi, né sarà

Cuneo fiscale ridotto di 225 euro fino a 18 mila euro lordi. Deducibilità per i capannoni

possibile edificare in aree non contigue agli stadi. Dalla legge di Stabilità è sparita del tutto la sanatoria sulle spjagge e la delega regolamentare per rivedere le concessioni demaniali marittime. CosÌ come non cambia la tassazione sulle sigarette elettroniche: il

prelievo resta al 58,5% anziché scendere al 25%. Bloccato !'in­cremento dell'aliquota previdenziale per i titolari di partita Iva iscritti alla gestione separata Inps.

Alla fine del percorso della Stabilità in Senato e prima del­l'approdo alla Camera si è chiarito il quadro della nuova tassa­zione sulla casa Le abitazioni principali non pagheranno l'Irnu ma parte della Iuc, quella relativa ai servizi (Tasi) con un'aliquota base dell'l per mille e un tetto, solo per il 2014, del 2,5 per mille. I Comuni hanno ricevuto in dotazione 500 mi-

lioni per eventuali detrazioni e altri 200 milioni di euro sono arrivati ieri nel maxiemendamento per la deducibilità ai fini Ires e Irpef dell'Imu sui capannoni industriali che sarà del 30% solo per il 2013, poi del 20%.

La manovra contiene un primo taglio del cuneo fiscale concentrato nella fascia di reddito tra i 15 e i 18 mila euro annui lordi con un beneficio massimo per le buste paga dei lavoratori pari a 225 euro netti annui. A scalare, le detrazioni riguarderanno tutti fino ad arrivare alla soglia di reddito di 32 mila euro annui lordi. Rilevante anche il nuovo sistema per ridare fiato al sistema creditizio con la Cassa depositi e prestiti che potrà acquistare crediti delle imprese di ogni dimensione e con la nascita di due fondi: uno a favore delle PIni e uno per le famiglie e i lavoratori co.co.pro. .

Antonella Baccaro © RIPRODUZIONE RiSERVATA

ridurre la per case e impre-se. L'incremento, rispetto ai 500 milioni iniziali, è determinato dai 200 milioni in più per la deducibilità ai fini Ires dei beni strumentali delle aziende

desti­perii

minacciavano caso di mancato

rifinanziamento di un settore vitale per gli interessi del Paese. Si tratta però di un comparto sostenuto con oltre 5 miliardi di euro dal 2000 ai giorni nostri

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Prima·abitalione: tetto al per mille·

1 Nel20141e prime case J)agheranno (oltre alla Tarl) la Tasicon un'aliquota dall'l al

2,5 per mille. Ma se l'aliquota Imu applicata nel 2013 è stata più bassa, questa diventerà il tetto insuperabile. Possibili detrazioni dei Comuni. Case dI lusso, ville e castelli continueranno a pagare Imu e ora anche la Tasi e la Tari.

Salta la sanatorla sulle spiaae

5 Saltano la sanatoria sulle pendenze delle concessioni marineela sdemanializzazione

Setonda (lA: prelievo invariato

2 Le seconde case continueranno a pagare l'lmu cui si . aggiungerà la Tasi (oltre alla Tari per i

rifiuti). La somma delle aliquote di Imu e Tasi non potrà superare lo 10,6 per mille, che è esattamente uguale all'aliquota massima della vecchia Imu attualmente in vigore sulle seconde abitazioni.

Tagil al cuneo nSII::iiIIllI!!

fino a 32 mila euro

3 Le detrazioni sul lavoro saranno concentrate nella fascia di reddito tra i 15 e i 18 mila

euro annui lordi con un beneficio massimo per le buste paga,dei lavoratori pari a 225 euro netti annui. A scalare, le detrazioni riguarderanno tutti fino ad arrivare alla soglia di reddito di 32 mila euro annui lordi.

7 Saranno le risorse·

. risparmiate dalla riduzione del finanziamento pubblico ai partiti

.delle aree attigue alle spiagge. L'emendamento che prevedeva la delega regolamentare per rivedere le concessioni demaniali e la sanatorla sulle pendenze giudiziarie sui canoni non sono state recepite nel maxiemendamento.

6 lnteressia.· zzerati per «rottamare» re vecchie cartelle esattoriali di Equitalia. Si dovrà

invece pagare il 100% della sanzione e della tassa dovuta. Per aderire i debitori avranno tempo fino al30 giugno 2014. La norma, secondo i relatori, dovrebbe consentire di sbloccare una parte significativa dell'attuale contenzioso tributario.

politici a finantiare il Fondo contro le calamità naturali. Questo fondo interviene per contrastare emergenze come quella che si è appena . verificata per l'alluvione in sardegna.

Cdp (ompra crediti '(Onprlllia statale

.g.'.. c. 00 la garanzia dello Stato, la

'. Cassa Depositi e Prestiti potrà .intervenire

acquistando titoli cartolari22ati delle imprese di ogni dimensione. Inoltre nasce il Sistema nazionale di garanzia con due fondi: uno a favore delle Pm! e

. uno per i mutui delle famiglie El dei lavoratori cO.cO.pro.

le risorse ammontano a 68 milioni di euro.

Sarà gratis trasferire senili dipaga_nto

1 O ~~'~~~~~Ò trasferire a un altro istituto

. bancario; servizi di pagamento connessi al proprio conto corrente, senza pagare spese aggiuntive e in due settimane di tempo, " trasferimento a costo zero per il risparmiatore. non riguarda il semplice rapporto di conto in quanto tale.

:5 o cc ii: o

!ii '" o cc Ci Z o

~ ~

Dalle penSioni d'oro Il reddito minimo

4 Unaforma sperimentale di reddito minimo destinato alle grandi aree

metropolitane: sarà finanziato con un contributo di solidarietà sulle «pensioni d'oro»: 6% oltre i 90 mila euro, 12% oltre 128 mila euro e 18% sopra 193 mila euro. Il gettito previsto è di 40 milioni nei prossimi tre anni.

lisof. per gli stadi solo lillà eliSlenti

8 Dopo le polemiche è stata modificata la norma sugli stadi. Si prevede ,'aumento

. del Fondo di garanzia presso l'Istituto di credito sportivo solo per ammodernamento, sicurezza e sviluppo degli impianti sportivi già esistenti e non per fa costruzione dei nuovi stadi. Salta la possibilità di edificare in aree non contigue agli stadi.

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COBBIEBE DELLA SEBA

sostegno di inclu­rca 40 milioni l'anno

Si tratta del mon-ante destinato al cosid-

detto reddito minimo garantito che do­vrà sostenere le persone escluse dal ci­clo produttivo. " ministro Giovannini si è battuto per il suo riconoscimento

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La soglia dell'assegno previ-di sopra della quale il governo

il contributo di solidarietà per ""'l_!I#'I'r''''nziare il reddito minimo garantito.

Finora questo contributo è stato richie­sto ai destinatari di un reddito da quie­scenza superiore ai 150 mila euro: le più volte evocate «pensioni d'oro»

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l'allarme Gese «L'età effettiva del ritiro resta bassa anche dopo la riforma Fornero: 61,1 anni per gli uomini, 60,5 per le donne»

Giovani (e precari) senza welfare, ma è record contributi MILANO - Oggi precari, partite

Iva, parasubordinati con contratti di collaborazione. Domani a rischio in­digenza, se "il metodo contributivo -pur definito una bes t practice a livel­lo mondiale per la coerenza con le aspettative di vita - non prevederà alcuni aggiustamenti per tenere in conto l'evoluzion~ (a strappi) del mondo del lavoro. E l'allarme scatta­to dall'Ocse, l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economi­co, sui giovani italiani. La riforma di dicembre 2011(messa a punto dal­l'ex ministro Elsa Fornero, una delle massime esperte di previdenza in Italia) è stata «un passo importante per garantire la sostenibilità finan­ziaria del sistema sul lungo termi­ne», stabilizzando all'orizzonte 2050 una spesa che resta comunque tra le più elevate al mondo, intorno al 15% del Pil (contro una media Ocse del

7,8%). Ma. il metodo di calcolo del­l'assegno previdenziale introdotto dalla riforma Dini (1995)- «stretta­mente legato alla quantità di contri­buti versatÌ»- risulta molto svantag­gioso per chi si trova a vivere «carrie-

re intermittenti, lavori precari e ma retribuiti». Problema che in Italia fa il paio con la parziale assenza del co­siddetto «secondo pilastro», cioè lo scarso sviluppo di forme di previ­denza complementare (la cui coper­tura a fine 2010 era ferma al 13,3% della popolazione). L'esito - mette nero su bianco l'organizzazione pari­gina - è iI rischio povertà in vecchiaia per i giovani di oggi, che a stento hanno situazioni contrattuali stabili e sono di fatto impossibilitati a qua­lunque forma di accantonamento in­dirizzata a piani pensionistici privati. A complicare iI quadro è il divario -amplificato dalla Grande Crisi - tra

di gli ammortizzatori sociali) per scollinare le difficoltà nella transi­zione tra età lavorativa e quella di quiescenza. Eppure la previdenza italiana resta generosa per tasso di sostituzione (cioè l'entità dell'asse­gno pensionistico rispetto all'ultimo salario percepito) con un 71,2% lor-

do sia per i redditi bassi che per quel­li medi contro una media Ocse di 71 % per i primi e 54,4% per i secondi, oltre che una delle più onerose in materia di tasso di contribuzione, con iI 33% del salario lordo. Un dato che nel nostro Paese è aumentato a più riprese in controtendenza rispet­to alle altri grandi economie euro­

innalzamento dell'età pensionabile pee. TI presidente dell'lnps Antonio (sancito dalla riforma) e l'effettivo Mastrapasqua, ha provato però a età di uscita dal mercato del lavoro spargere acqua sul fuoco rassicuran­che in Italia resta ben inferiore alla do i giovani: «Chi oggi è precario la media Ocse (61,1 anni per gli uomini pensione ce l'avrà sicuramente - ha e 60,5 anni per le donne). Basso an- detto -perché il sistema pensionisti­che il tasso di partèeipazione lavora- co non può essere sostitutivo del tiva della fascia di età tra 55 e 64 an- mercato del lavoro, dell'assistenza e ni, che nonostante un aumento di del sostegno al reddito, se i tre siste­quasi 13 punti percentuali tra il 2000 mi reggono allora non si verificherà

quello che dice l'Ocse>>. e il 2012 resta fermo al 40,4% e impo- Corinna De Cesare ne adeguati strumenti di welfare (ve- Fabio Savelli

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COBBIEBE DELLA SEBA

La doppia verità sulla previdenza di ENRICO MARRO

ulle pensioni !'Italia ha «la sostenibilitàfinanziaria»,

dice anche l'Ocse, ma il sistema di calcolo contributivo mette a rischio le pensioni dei giovani intrappolati nella precarietà. Rapporti di lavoro discontinui e malpagati, se diventano la regola, fanno maturare, quando va bene, pensioni dafame. E nel nuovo sistema non c'è più l'integrazione al minimo. Inoltre, chi ha cominciato a lavorare dopo il 1995, e avrà tutta la pensione calcolata col contributivo, potrà accedere al pensionamento anticipato a 3 condizioni: 20 anni di versamenti all'Inps, un'età minima di 63,7 anni (nel 2016, poi salirà con l'adeguamento alla speranza di vita) e aver maturato un trattamento pari ad almeno 2,8 volte l'assegno sociale vigente (oggi sarebbero 1.238 euro al mese). Un traguardo difficilmente raggiungibile. E quindi per ottenere la pensione dovrà lavorare fino all' età di vecchiaia (3 anni in più di quella anticipata) ma anche qui per ottenere la prestazione dovrà aver maturato almeno 1,5 volte l'assegno sociale (oggi 663 euro), altrimenti il malcapitato sarà costretto a lavorare fino a 70 anni e oltre. Solo allora la pensione gli verrebbe comunque data, in base a quanto maturato. Conclusione: senza buona occupazione, anche se la spesa per le pensioni sarà sotto controllo, esploderà quella per l'assistenza ai poveri.

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Data 27-11-2013 Pagina 13 Foglio 1

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Data 27-11-2013

COBBIEBE DELLA SEBA Pagina 31 Foglio 1

Piazza Meda I soci non dipendenti a sorpresa si alleano con gli ex Amici per conquistare il board. Il ruolo dei sindacati interni

Bprn, missione di Giarda in Banca d'Italia La sfida con Lonardi. La pattuglia degli «ex» ricandidati. TI nodo govemance

È partita ufficialmente la cor­sa per la guida della Bpm. Nella notte tra lunedì e martedì sono state depositate le liste per l'as­semblea in programma il 21 di­cembre che dovrà nominare il nuovo consiglio di sorveglianza Sulla carta Dino Piero Giarda appare in vantaggio grazie al so­stegno compatto dei sindacati Uilca, Fisac, Fiba, Fabi e della Assopensionati Bpm. Ma anche grazie al passo indietro di Lam­berto Dini, che ha spianato a Giarda la strada per Piazza Me­da. Se non fosse per la mossa a sorpresa dei soci non dipenden­ti guidati da Piero Lonardi, che hanno deciso di sfidare l'ex mi­nistro con'una lista di 16 nomi che punta alla maggioranza del consiglio di sorveglianza

Una sfida inedita, oltre che

Séimesi in Borsa

inattesa, il cui esito è tutt' altro che scontato. Lonardi, attuale consigliere di sorveglianza di Bpm, conosce bene Piazza Meda dove ha sponde piuttosto robu­ste. Che appaiono ancora più robuste dopo la scelta di «appa­rentamento» dei soci non di­pendenti con gli ex Amici della Bipiemme, lo storico governo ombra della banca messo in li­quidazione dopo essere finito nelle maglie di Consob, Banki­talia e Procura. 11 commissario liquidatore, Flavia Daunia Mi­nutillo, è al numero quattro del­la lista di Lonardi, preceduta dal socio di studio Ezio Maria Simo­nelli, il fiscalista milanese gran­de conoscitore degli equilibri di Piazza Meda, che sedeva nel consiglio di sorveglianza di Bpm e attualmente guida i sin-

daci della Lega Calcio. In lista insieme a Minutillo ci sono an­che altri consiglieri in carica di Bl'm come Guido Castoldi e Ma­ria Luisa Mosconi. Anche il can­didato Claudio Danielon è un nome non nuovo in Piazza Me­da, di cui è stato consigliere.

Uno dei posti riservato alle quote rosa è andato invece Ma­ria Lucia Candida, direttore ge­nerale dell'Istituto di credito sportivo che guida la pattuglia dei «professionisti» della lista formata dai commercialisti Emilio Luigi Cherubini, Ezio Maria Reggiani, Paolo Saltarelli e Luigi Reale, gli accademici Al-berto Banfi e Gabriele Caiati e i manager Giovanni Massimello e Giuseppe Manganelli. Capoli­sta è Lonardi seguito da Roberto Fusilli.

Candidato Piero Giarda, 76 anni

Si è chiamato fuori dalla sfida Andrea Bonomi, che con la Inve­stindustrial punta ai due posti riservati ai fondi. Dunque la sfi­da sarà tra Giarda e Lonardi, che rischiano però di contare sullo stesso serbatoio di voti. Oggi l'ex ministro incontrerà i candi­dati e domani dovrebbe recarsi in Banca d'Italia. Di certo i soci non dipendenti hanno spari­gliato la mano puntando a con­quistare la sorveglianza, che gli darebbe gioco facile nella suc­cessiva nomina del consiglio di gestione, che è la vera stanza dei bottoni. I nomi in lista sono «pesanti» per il mondo che gra­vita attorno alla Bpm. Non a ca­so, ora che sono state scoperte tutte le carte, dentro Piazza Me­da le posizioni sui candidati sembrano meno nette.

Federico De Rosa ((l RIPRODUZIONE RISERVATA

Consiglio .. La lista che vincerà il21 dicembre prenderà 11 posti su 19 disponibili

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MF Data 27-11-2013 Pagina 5 Foglio 1

ALLARME DELL'OCSE, CHE HA ESAMINATO LE RIFORME PREVIDENZIALI DEGLI ULTIMI 20 ANNI

Pensioni, precari a rischio povertà Chi entra oggi nel mercato del lavoro dovrà aspettarsi una pensione molto più bassa rispetto agli standard attuali. I periodi di inattività pesano sia sull'importo dell' assegno sia sul momento del ritiro dall'attività

DI ROBERTA CASTELLARIN

La crisi dell'Europa la<;cerà un'~ara eredità ai giova­ni. E l'allarme che l'Ocse ancia nel rapporto Pensions

at a Glance, secondo il quale chi entra oggi nel mercato del lavo­ro dovrà aspettarsi una pensione più bassa rispetto agli standard attuali, e i precari sono addjrit­tura a rischio di povertà. E la conseguenza deIle riforme pen­sionistiche degli ultimi 20 anni in buona parte dei Paesi aderenti all'Organizzazione. «Lavorare più a lungo può compensare in parte le riduzioni», si legge nel rapporto, «ma in generale ogni anno di contributi produce be­nefici inferiori rispetto agli anni precedenti le riforme», sebbene «la maggior parte dei Paesi ab­bia protetto dai tagli i redditi più bassi». L'Italia non fa eccezione. Chi ha cominciato a versare con­tributi dopo il 1996 è soggetto a un sistema contributivo che non

prevede trasferimenti dello Sta­to a integrazione della pensione. Questi lavoratori pagheranno a caro prezzo la recessione in cui si dibatte l'Italia, perché il montan­te è rivalutato in base alla crescita del piI. Ma la maggior preoccu­pazione è la prccarietà del posto di lavoro. TI sistema contributivo lega l'assegno ai contributi versa­ti durante l'intera vita lavorativa Qualsiasi peli odo di inattività co­sta. I mancati contributi pesano sia sull' assegno che sulla data in cui si potrà lasciare il lavoro. I giovani precari che arrivano a un contratto a tempo indeterminato solo dopo molti anni dovranno fare i conti con assegni risicati e una pensione sempre più lontana Non va meglio ai 4()"50enni che in questi ultimi anni di crisi hanno magari dovuto cambiare lavoro, ma senza un passaggio diretto. Anche in questi casi i mesi o gli anni di inattività significano una pensione più leggera. Peraltro i buchi nei versamenti allontanano la data in cui si può dire addio

al lavoro. Come se non bastas­se, andare in pensione più tardi comporta accettare coefficienti di conversione in rendita meno generosi. Certo, la riforma era necessaria e ha reso il sistema italiano più sostenibile. Con una spesa pre­videnziale pari al 15,4% del piI, rispetto a una media Ocse del 7,8%, l'Italia aveva nel 2009 il sistema pensionistico più costo­so di tutti i Paesi industrializzati. Con la riforma Monti Fornero del dicembre 2011, <<l'Italia ha fatto un passo importante per garantirne la sostenibilità», sottolinea l'Ocse. In base alle statistiche dell'Organizzazio­ne, la spesa per le pensioni in Italia è salita dal lO, l % del piI del 1990 al 15,3% nel 2010 e in prospettiva al 14,9% nel 2015, che restano sempre i livelli più alti dell' Ocse. Nel 2045 la spe­sa è prevista risalire al 15,9%, ben oltre la media (11 ,2 %), ma inferiore a Lussemburgo, Slove-

nia, Austria e Belgio. Peraltro i contributi previdenziali in Italia sono al top dell'area, il 33% del della retribuzione totale lorda, pari al 9% del piI e al 21,1 % del totale delle tasse. La media è del 19,6%, il 5,2% del piI e al 15,8% delle imposte. Mentre i salari ita­lianisono bassi. In media in Italia nel 2012 un lavoratore percepiva 28.900 euro, 38.100 dollari, con­tro i 42.700 dollari della media Ocse, su cui pesano i 94.900 dollari degli svizzeri e i 91 mila dei norvegesi. La pensione oltre a essere più magra, è anche più lontana. Le riforme hanno infat­ti posticipato l'eta pensionabile, che «sarà di almeno 67 anni en­tro il 2050 nella maggior parte dei Paesi», si legge nel rapporto. «Altri Paesi legano l'età pensio­nabile alle aspettative di vita». In Italia «l'età aumenterà per uomi­ni e donne». Per queste ultime la riforma ha stabilito che l'età pen­sionabile sarà come quella degli uomini, 66 anni, entro il 2018. Trail2018eil2021 passeràa67 anni. (riproduzione riservata)

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Data 27-11-2013

ItaliaOggi Pagina 38 Foglio 1

Le segreterie Fai-Flai-Uila avviano le consultazioni sul-rinnovo del Ceni operai agricoli

Piattaforma seria e credibile Incremento salariale +50/0, rafforzare la bilateralità

Riparte la stagione ne­goziale in agricoltura: le segreterie nazionali di Fai-Flai-Vila han­

no elaborato unitariamente e inviato ieri alle strutture terri­toriali per la consultazione dei lavoratori, la bozza di piattafor­ma per il rumovo del Ccnl degli operai agricoli e florovivaisti, in scadenza il prossimo 31 dicem­bre, che interessa circa 1 milio­ne di persone.

Un rinnovo che si colloca in un momento difficile, caratte­rizzato dalla crisi economica e dall'instabilità politica che da anni gravano sull'Italia, dan­neggiando il sistema produt­tivo ma ancor più segnando tragicamente la vita quotidia­na dei lavoratori, su cui pesa sia l'aumento della pressione fiscale che lo spettro della di­soccupazione.

In questo scenario, l'agricol­tura si conferma un comparto fondamentale, sia in termini di fatturato che per dimen­sione occupazionale ma, so­prattutto, appare uno dei più. vitali. L'agroalimentare italia­no, infatti, risponde meglio di altri settori agli effetti della crisi economica, mostrando importanti segnali di dinami­smo, come il trend di crescita dell'export del made in Italy e l'incremento dell'occupazione giovanile.

In piena consapevolezza d~

questo scenario, la piattaforma di Fai-Flai-Uila si ispira a un forte senso di responsabilità, esprimendo la dupli-ce necessità di rinnoc vare un contratto in grado di cogliere le sfide future, come la nuova Pac e di conci-liare le esigenze pro-duttive di un sistema imprenditoriale co-stretto a confrontar-si con il difficile con-testo economico, con quelle che riguardano l'aumento delle tutele e la salvaguardia del potere d'acquisto dei lavoratori.

In quest'ottica si colloca la richiesta di un au­mento salariale del 5% da ap­plicare sui salari provinciali e di una maggiore diffusione del salario di produttività, stru­mento necessario per rispon­dere al meglio alle esigenze produttive di territori e impre­se, premiando e valorizzando al contempo il lavoro. .

In questa direzione si muove anche la riflessione sul ruolo e sull'incremento della contrat­tazione aziendale, ancora mar­ginale a fronte di un numero non esiguo di aziende di grandi dimensioni e fortemente strut­turate, presenti nel paese; basti pensare a quelle che percepi­scono più di 150 mila euro di

aiuti comunitari che potreb­bero e dovrebbero avviare tali percorsi di contrattazione.

Sempre nell'ottica di am­pliare le tutele, la piattaforma chiede di proseguire nel per­corso, avviato con il rinnovo precedente, di rafforzamento delle casse extra legemlEbat, attribuendo ai nuovi enti bila­terali territoriali maggiori fun­zioni a garanzia dei lavoratori, come, per esempio, un ruolo di maggiore presenza nell'ambito delle riassunzioni.

Particolare attenzione è poi rivolta all'occupazione femmi­nile, particolarmente importan­te nel settore e, più in generale, al tema della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, con una serie di proposte relative a permessi straordina-ri, congedi parentali e tutela della materni-tà, di cui la Uila si è fatta fortemente pro-motrice, attraverso il lavoro e il confronto con il Coordinamen­todonne.

Nella piattaforma si richiede infine l'avvio di un tavo-lo di confronto in merito alla struttura còntrattuale. A tal riguardo, crediamo che qual­siasi riflessione debba partire dalla consapevolezza di come

l'attuale sistema, pur con tutte le sue difficoltà, sia riuscito fi­nora a rappresentare la grande varietà e specificità del paese, garantendo, soprattutto, pur in un contesto economico dif­ficile, il rinnovo, tranne poche eccezioni, di tutti i contratti provinciali di lavoro.

Ci confortano, in questo ragionamento, alcuni recenti dati diffusi dall'Istat: a otto­bre 2013, solo il 50,6% degli occupati dipendenti nel nostro paese aveva visto rinnovata la parte economica dei propri Ccnl di riferimento, mentre l'attesa media per il rinnovo di un contratto scaduto è di 30 mesi. Dato ancor più rilevan­te, è che l'alimentare (+4,4%) e l'agricolo (+3,7%) sono i settori che presentano gli incrementi salariali tendenziali maggiori (insieme alle telecomunicazioni +4%). Incrementi che sono frut­to, anche e soprattutto, proprio della capacità di Fai-Flai-Uila di rinnovare puntualmente i contratti di lavoro.

Dobbiamo quindi partire da subito e con impegno per far sì che si arrivi a un rinnovo ce­lere e soddisfacente che porti un miglioramento delle condi­zioni di lavoro e retributive dei lavoratori e sia un'occasione di sviluppo per tutto il settore.

Il prossimo appuntamento è il 19 dicembre a Roma dovè gli attivi unitari di Fai-Flai-Uila licenzieranno il testo definitivo della piattaforma c1a proporre alle controparti.

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Data 27-11-2013 Pagina 9 Foglio 1

Cig in deroga, la durata sarà dimezzata Il DECRETO ROMA Il decreto interministeriale sui nuovi criteri per la dg in dero­ga è pronto. Oggi il sottosegretario al Lavoro, Carlo Dell' Aringa, lo il­lustrerà alla Conferenza della Re­gioni. Come anticipato, in vista del­l'entrata a regime della legge For­nero che prevede l'esaurimento di questo ammortizzatore a fine 20l6, si va verso una stretta che colpirà soprattutto la durata, che sarà dimezzata. A fronte di una prestazione attuale erogata anche per 12 mesi prorogabili di altri 12, i nuovi criteri -validi su tutto il terri­torio nazionale - stabiliscono che dal 2014 la durata massima sarà complessivamente di 12 mesi in un "biennio mobile" (non solare). In

PRONTO il DECRETO INTERMINISTERIAlE CON I NUOVI CRITERI lA PRESTAZIONE SARÀ EROGATA Al MASSiMO PER 12 MESI IN DUE ANNI

Una catena di montaggio

particolare il limite massimo sarà di 8 mesi per il 2014 e di 6 mesi per il20l5 e per il20l6.

Alla base della stretta c'è soprat­tutto la necessità di avere un bud­get di spesa più o meno certo ed evitare i continui allarmi per esau­rimento fondi. Negli ultimi anni, complice la crisi, c'è stata una vera esplosione di costi per questo tipo di ammortizzatore: 3,8 miliardi nel biennio 2011-2012 (di cui 2,4 mi­liardi nel solo 2012); e per il 2013 il conto, già a circa 2,5 miliardi, pre­senta ancora un "buco" di 330 mi­lioni di euro (che il governo ancora cerca). Per il 2014 sono a disposi­zione circa 1,5 miliardi di euro.

La riforma della cig in deroga va di pari passo con la costituzione dei fondi di solidarietà bilaterali tra imprese e sindacati (con versa-

menti di contributi a carico per 2/3 delle aziende e 1/3 dei lavoratori). Saranno tali fondi a dover garanti­re i sussidi a chi non può accedere alla dg ordinaria o straordinaria, e non più la fiscalità generale (come avviene ora con la dg in deroga). I fondi dovranno andare a regime entro il 2017 (a fine 2016 la dg in deroga non esisterà più). Ma il per­corso è in forte ritardo. Finora ne sono nati pochissimi: trasporto pubblico locale, fondo ferrovieri, assicurativi. Il 31 dicembre prossi­mo scade l'ulteriore proroga per le intese. Le aziende che non avran­no il loro fondo di riferimento, dal primo gennaio 2014 dovranno co­munque versare contributi al fon­do residuale presso l'Inps.

Giusy Franzese © RIPRODUZIONE RISERVATA

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rUnità Data 27-11-2013 Pagina 5 Foglio 1

Sindacati in azione: il 14 dicembre nelle piazze d'Italia MASSIMO FRANCHI ROMA

La mobilitazione va avanti. Ma il clima è cambiato: c'è la delusione per le mancate modifiche al Senato, c'è l'amara constata­zione che «il livello di mobilitazione degli scioperi non è stato sufficiente», c'è l'or­gogliosa rivendicazione dell'aver provo­cato la promessa di Letta di utilizzare tut­ti i proventi della spending review per la riduzione del cuneo fiscale.

Alla riunione degli esecutivi unitari di Cgi!, Cis!, Uilla domanda che riecheggia di più negli interventi di vari segretari ter­ritoriali è la stessa di Lenin nel 1902: «Che fare?». La risposta in realtà l'aveva già annunciata in apertura Luigi Angelet­ti: manifestazioni in ogni regione sabato 14 dicembre precedute da una tre giorni di mobilitazione per informare «l'altro mondo» delle proposte del sindacato gra­zie a «milioni di volantini e manifesti», «con cui tappezzeremo il Paese» e a «stri­scioni negli stadi». Lo slogan dovrebbe es­sere: «Meno tasse, più lavoro».

Gli esecutivi unitari all'Auditorium di via Rieti a Roma sono però lo specchio fedele di un sindacato alle prese con una decisione difficile: fidarsi o non fidarsi del governo Letta? Da una parte c'è Raf­faele Bonanni che spinge per dare credi­to al premier. Dall'altro ci sono Susanna Camusso e Luigi Angeletti, molto meno convinti e molto più agguerriti nel con­trapporsi al governo. Ne viene fuori una soluzione di compromesso nella quale la mobilitazione va avanti (ma diventa «non smobilitiamo»), l'obiettivo si sposta sul passaggio alla Camera della legge di Sta-

bilità ma già si guarda al futuro, alla Spen­ding review.

Per Cgi!, Cisl e Uil il problema princi­pale è infatti quello di «portare a casa dei risultati». Quei risultati che per ora non sono per niente arrivati. La «piattaforma sindacale» rimane la stessa: serve uno shock fiscale, servono investimenti per la crescita, un contratto per i dipendenti pubblici (e non la mobilità), risolvere il dramma degli esodati e degli ammortiz­zatori sociali (cig in deroga e incentivi fi­scali per i contratti di solidarietà), ridare soldi in tasca ai pensionati, appena beffa­ti dall' emendamento prima annunciato e poi ritirato sull'aumento delle rivalutazio­ni fino ai 2mila euro lordi.

Tocca a Luigi Angeletti aprire l'assise. «Siamo intenzionati a non arrenderci, è necessario proporre iniziative di mobili­tazione per rompere l'equilibrio politico che si sta cristallizzando intorno a questa legge di stabilità. La nostra intenzione è parlare a milioni di persone contempora­neamente: lo sciopero è uno strumento efficace, ma limitato. Per questo abbia­mo pensato di fare cose diverse dal tradi­zionale».

Una posizione in larga parte condivisa da Susanna Camusso. Che però parte da una analisi molto più amara. «Il tempo non è una variabile indipendente, se la manovra è questa nel 2014 avremo una catastrofe occupazionale. I lavoratori or­mai fanno fatica a vedere l'uscita dalla cri­si, una politica di galleggiamento riduce il ruolo di chi, come il sindacato, vuole cambiare le cose. Oramai l'Europa è di­ventata un gigantesco alibi per non cam­biare le politiche economiche, il vero ri-

«Con questa manovra nel 2014 sarà una catastrofe occupazionale»: Cgil Cisl e ViI non smobilitano 8 Dopo lo sciopero di nuovo in pressing per chiedere «meno tasse e più lavoro»

Manifestazioni regionali e presidi per informare sulle proposte avanzate a governo e Parlamento

schio è la deflazione e in pochi se ne sono accorti». Il fulcro però dell'attacco al go­verno arriva qui: «Di infiniti annunci non ne possiamo più». Mentre sprona il sinda­cato: «Non possiamo nasconderci che gli scioperi non hanno avuto un livello di mo­bilitazione sufficiente, dobbiamo pensa­re a rimontare parlando anche all'altra parte del mondo». Sulla spending review il rischio che vede Camusso «è che alla fine si mettano come al solito in contrap­posizione i lavoratori, in questo caso i pubblici, a cui applicare la mobilità, ai pri­vati, che stanno subendo le ristrutturazio­ni in tutte le grandi aziende di servizi».

A chiudere invece è Raffaele Bonanni. Il leader Cisl capisce il momento difficile e decide di non usare giri di parole. «Il nostro problema non è organizzare lo sfo­go dei lavoratori ma un'iniziativa che evi­ti lo sfascio del Paese». E rivendica i risul­tati già raggiunti: «Sul taglio della spesa pubblica è passata la nostra proposta, quella di Cottarelli sulla Spending review non è una proposta banale, ma per la pri­ma volta dettagliata. Saremmo ingiusti o poco accorti se svalutassimo la presa di posizione del presidente del Consiglio: perché è arrivata da una nostra precisa richiesta assieme alle imprese. A Letta ora chiediamo: trasforma al più presto la tua promessa in un emendamento del go­verno alla Camera. Così potremo valuta­re subito, nei prossimi giorni, se è solo una promessa o se invece questa volta si cambia dawero. Per questo ci mobilitia­mo, per sfidare il governo a farlo».

I primi a mobilitarsi saranno i pensio­nati venerdì, mentre sabato tocca al mon­do della scuola, entrambi con manifesta­zioni nazionali a Roma.

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IL~MA.TTINO Data 27-11-2013 Pagina 6 Foglio 1

Previdenza, allarme Ocse per i precari: rischiano di finire in povertà Al top la spesa previdenziale ma i salari italiani sono solo un terzo di quelli svizzeri

Luciano Costantini

ROMA. Oggi precari, domani poveri. Non è una certezza, comunque un ri­schio altissimo, quello che corrono i giovani. Ansia legittima che ora viene certificata anche dall'Ocse, l'organiz­zazione per la cooperazione e lo svilup­po economico, nel rapporto "Pen­sions at a Glance". Il focus sull'Italia è allarmante, sintetizzato in un concet­to: «L'adeguatezza dei redditi pensio­nistici potrà essere un problema per le generazioni future e i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulnerabili al rischio di povertà». Insomma, i magri guadagni, quando ci sono, non saran­no sufficienti a garantire una serena vecchiaia. E questo nonostante l'Ita­lia, nel 2009, detenesse il poco invidia­bile record di sistema previdenziale più costoso di tutti i Paesi Ocse con una spesa pubblica pari al 15,4% del reddito nazionale, rispetto a una me­dia del 7,8% dei Paesi membri. Unape-

In piazza Una manifestazione di protesta di lavoratori precari

sante «eredità del passato» - spiega l'Ocse - che la riforma Fornero stalen­tamente alleggerendo con l'aumento dell' età pensionabile: «L'Italia ha fatto un passo importante per garantire la sostenibilitàfinanziaria e, in particola­re, ha stabilizzato la spesa sul medio periodo». Anche se - ricordal'Organiz­zazione -l'età effettiva di addio al lavo­ro è ancora relativamente bassa: 61,1 anni per gli uomini e 60,5 per le don­ne.

I salari da noi sono assai contenuti. Mediamente ne12012 i lavoratori han­no percepito un reddito di 28.900 eu­ro, pari a 31.100 dollari, al di sotto dei 42.700 medi dell'Ocse. Nelle tasche de­gli svizzeri sono entrati 94.900 dollari, in quelle dei norvegesi 91.000, in quel­le dei tedeschi 59.000, in quelle degli inglesi 58.300. E se la spesa previden­ziale è al top della graduatoria anche i contributi restano al vertice. Mixdeva­stante. Nel 2012 proprio i contributi hanno raggiunto il 33% del totale lor­do delle retribuzioni, pari al 9% del Pil e a121 % delle tasse, mentre la media Ocse è del 19,6% (il 5,2% del Pil e il 15,8% delle tasse).

Intanto però l'indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta a no­vembre da 93,3 a 96,5. Lo segnala

Sale quasi a sorpresa l'indice che misura la fiducia Forte la paura per il lavoro

l'Istat secondo cui "il miglioramento è diffuso a tutte le componenti ed è par­ticolarmente marcato per il clima eco­nomico generale, con il relativo indi­ce che passa da 76,0 a83,4». L'indicato­re relativo alla situazione personale degli intervistati aumenta, invece, da 98,6 a 101,6. Anche l'indice che misu­ra le previsioni a breve termine, si leg­ge nel comunicato, segna un marcato progresso, salendo da 82, 1 a 89,1; quel­lo relativo alla situazione corrente pas­sa da 101,0 a 102,2. L'Istat segnala un miglioramento, in particolare, delle valutazioni prospetti che sulla situazio­ne del paese ( da -70 a -46 il saldo) e sul mercato del lavoro (con il saldo che scende da 90 a 79). In miglioramento sono anche i giudizi sullo stato del bi­lancio familiare, con il saldo che sale da -6 a -1. Valutazioni più favorevoli sono espresse anche sull' opportunità presente e la possibilità futura del ri­sparmio: i saldi delle variabili passano rispettivamente da 150 a 152 e da -89 a -72. Aumenta da 54 a 57 il saldo dei giudizi sull'evoluzione recente dei prezzi al consumo, ma quello sull' evo­luzione nei prossimi dodici mesi se­gnaunnetto calo (da26 a 12). Il miglio­ramento della fiducia, conclude l'Istat, è diffuso in tutte le ripartizioni ed è particolarmente marcato nel Cen­tro e nel Mezzogiorno.

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Data 27-11-2013

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A BREVE MANI I ERICHI PREFETTO

STRAGE DEGLI OPERAI, I SINDACATI: «DNA LEGGE

SALVI LE PENSIONI» La rabbia di Cgil, Cisl e Uil: «È incredibile che siano sotto inchiesta solo i lavoratori per presunte truffe e non chi ha causato centinaia di morti»

ADESSO che i dati sono nero su bian­co, ed emerge senza ombra di dubbio come a Genova e in Liguria l'incidenza del mesotelioma - malattia tipica del­l'esposizione ad amianto - sia quattro volte superiore alla media nazionale, ecco in questo momento, sostengono i sindacati, occorre sanare una volta per tutte le vertenze ancora aperte. Perciò le inchieste giudiziarie sulle presunte truffe nell'ottenimento dei bonus e i contenziosi pensionistici «vanno risolti» con l'approvazione «di provvedimenti come quelli che sono stati presentati in Parlamento negli anni scorsi (le sanatorie 2009 e 2011, ndr)>>.

Il messaggio è stato rilanciato da Cgil, Cis l e DiI dopo la rivelazione, da parte del Secolo XIX, del primo report che suddivide l'impatto del tumore dal 1994 a oggi azienda per azienda (al­lo studio, realizzato dal coordinamen­to regionale del registro mesoteliomi, hanno collaborato i sindacati stessi, ndr). «È necessaria -ha spiegato Anto­nio Perziano, Cgil - un'assunzione di

responsabilità a livello centrale, per mettere la parola fine a questa situa­zione. Noi rispettiamo l'azione della magistratura, ma c'è bisogno di inter­venti immediati, in dettaglio d'una legge che metta in sicurezza le certifi­cazioni». Poi ha spiegato: «Le revoche delle pensioni (a seguito delle quali al­meno settecento dipendenti, in gran parte di Ansaldo, hanno dovuto pro­lungare la permanenza al lavoro) non sono state effettuate su disposizione della Procura, ma dall'Inail che è stato

condizionato dall'inchiesta». Gli ac­certamenti giudiziari, nati come co­stola dell'indagine su una serie di irre­golarità nei patronati, èvia via lievita­ta fino a 1400-1500 persone indagate, con l'accusa di truffa allo Stato per aver percepito il bonus amianto (uno "sconto" sull'età pensionabile) pur non essendo mai entrati in contatto con le fibre cancerogene. Molti di loro, come detto, hanno fatto parte di Ans-

aldo e hanno già ricevuto l'«avviso di com;lusione delle indagini prelimina­ri». E quel passaggio in cui il pubblico ministero formalizza il capo d'impu­tazione, avvertendo l'indagato che nei suoi confronti potrebbe scattare una richiesta di rinvio a giudizio. In realtà nessuno è ancora finito a processo. E la gran parte degli inquisiti presente­rà, o ha presentato, memorie difensi­ve.

In base agli studi divulgati in questi giorni, dal 1994 a120l0ci sono stati ol­tre 2300 casi di mesotelioma in Ligu­ria, di cui 1400 a Genova. «Se 250 si­tuazioniriguardano lavoratori diAns­aldo, Ilva e Stoppani -ha aggiunto Per­ziano - ne restano 1150 su cui occorre capire la provenienza, indagando sul porto e la cantieristica navale». E non è un mistero che proprio il dettaglio dell'incidenza in Fincantieri sarà pro­babilmente oggetto del prossimo ap­profondimento.

Giglio Landucci (DiI) ha invece sot­tolineato come «fino al 2020 l'inci­denza tumorale continuerà ad au­men tare: oggi si registrano 180 casi al­l'anno, tra i1l996 e i12000 erano 130». I rappresentanti delle tre sigle (nella sede Cgil di via San Giovanni d'Acri a Cornigliano, scelta come base per l'in-

contro con la stampa, era presente an­che Stefano Milone della Cisl) è stato annunciato che i dati saranno a breve

presentati al prefetto del capoluogo li­gure Giovanni Balsamo, e verrà orga­nizzata una manifestazione pubblica affinché «la vicenda amianto sia rivi­sta nel complesso».

Lunedì era stato il presidente della Regione Claudio Burlando (Pd), ac­compagnato dal deputato genovese del Partito democratico Mario Tullo, a

incontrare il sindaco Marco Doria, per parlare del dossier sulla strage silen­ziosa e ragionare su una proposta d'in­tervento legislativo.

Ilmesotelioma, varicordato,èincu­rabile, raro prima dei 50 anni e pre­senta un picco massimo attorno ai 70, dopo una latenza temporale variabile fra i 15 e i 45 anni; la sopravvivenza media è di poco superiore agli otto me­si, e a cinque anni dalla diagnosi si fer­maal di sotto del 20 per cento nella fa­scia compresa trai 45 ei 54 anni,dimi­nuendo in maniera netta con l'au­mentare dell'età.

MentreanchelaFiomannunciaini­ziative "specifiche" sul tema, Antonio Perziano chiude lapidario: «Le cifre apprese in questi giorni dimostrano che nelle industrie genovesi, a causa dell'amianto, sono morte centinaia di persone. Noi non pretendiamo che chi ha smaccatamente truffato venga co­munque assolto. Ma sono dure da ac­cettare le revoche di massa e le miglia­ia di nOlpi iscritti sul registro degli in­dagati. E incredibile che sia stata fatta una maxi-inchiesta su presunti abusi dei lavoratori, ancora tutti da dimo­strare, e non sulle centinaia di vittime, già accertate da medici specializzati». M.'NO.

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IL SECOLO XIX

Il mesotelioma in Liguria Femmine

IDI

GRAFICI IL SBCOLOXIX

La notizia dei nuovi dati sulla mor­talità riportata sul Secolo XIX di ieri

Data 27-11-2013 Pagina 1 6/1 7 Foglio 2/2

I casi diagnosticati dal 1994 (anno di istituzione del registro mesoteliomi) al 2010

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L'altroieri il governatore

Burlando aveva incontrato il sindaco

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più 5 casi diagnosticati negli anni immediatamente precedenti e provati

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