RASSEGNA STAMPA...del gruppo (pari nel 2014 a 49,8 miliardi), mentre in termini di risultato...
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23 Settembre 2013
23 Settembre 2013
RASSEGNA STAMPA 22 Maggio 2015
Sede Milano – Corso Italia 22
Sede Trieste – Via Fabio Filzi 21/1
INDICE
DAL MERCATO ASSICURATIVO 1. GENERALI AL RIASSETTO IN GERMANIA
2. REALE MUTUA, ALLEANZA DA 50 MLD 3. L'IVASS DEMATERIALIZZA L'ATTESTATO DI RISCHIO
4. ANIA: IMPRESE PRONTE AD ATTUARE LE NUOVE DISPOSIZIONI IVASS SULLE
POLIZZE GRATUITE RCA
5. POLIZZE RC AUTO GRATIS, LE SOLUZIONI IVASS A FAVORE DEI
CONSUMATORI
6. RC AUTO, LA RACCOLTA PREMI CALA DEL 6,7%
7. ASSICURAZIONI: LE 5 REGOLE DEL GIOCO PER COMPETERE
8. VENDITA POLIZZE "OCCULTE" IN INTERNET, IVASS E ANTITRUST
ALL'ATTACCO. SOTTO OSSERVAZIONE ANCHE LE COMPAGNIE ONLINE DI
UNIPOL E ZURICH
9. ASSICURAZIONI, L'AGENTE BATTE LA TECNOLOGIA 3-0 E SI CONFERMA
FONDAMENTALE PER LO SVILUPPO DEL SETTORE IN TUTTO IL MONDO
RISPARMIO GESTITO 1. EXOR, ULTIMATUM A PARTNERRE: LA NOSTRA PROPOSTA È LA MIGLIORE
PREVIDENZA E DINTORNI 2. PENSIONI, SUI RIMBORSI CALCOLI IN DUE TEMPI
3. SALVE LE PENSIONI FINO A 1.500
GENERALI AL RIASSETTO IN GERMANIA
Generali Assicurazioni avvia il riassetto in Germania, dove il Leone è il secondo
assicuratore del Paese, alle spalle di Allianz, con premi per oltre 17 miliardi di euro (sui
70 miliardi totali registrati dal gruppo triestino nel 2014). La riorganizzazione è stata
annunciata ieri e passa per la semplificazione della governance, per il potenziamento
dell'information technology e per l'integrazione di Generali Deutscheland
Holding, Generali Versicherung e Generali Leben nella nuova Generali Deutscheland.
Da tre società si passerà quindi a una sola compagnia, tagliando i costi e più o meno
replicando il processo di semplificazione realizzato in Italia lo scorso anno con la nascita
di Generali Italia. «Nel corso degli ultimi due anni abbiamo riorganizzato le attività in
alcuni dei principali mercati europei, quali Italia e Francia, con l'obiettivo di semplificare
il nostro business, rendere i processi più efficienti e puntare all'eccellenza tecnica», ha
dichiarato Mario Greco, ceo di Generali. «Ora, dopo il completamento dell'acquisizione
delle minorities di GeneraliDeutschland nel 2014, siamo pronti a lanciare un
riposizionamento strategico che ci consente di essere più ambiziosi e pronti ad affrontare
le sfide che ci attendono in Germania, il secondo mercato per Generali».
L'obiettivo in Germania è migliorare ulteriormente la posizione competitiva entro la fine
del 2018, hanno dichiarato ieri da Colonia.
In particolare nel ramo Vita sul mercato tedesco, che rappresenta il 27% dei premi totali
del gruppo (pari nel 2014 a 49,8 miliardi), mentre in termini di risul tato operativo (pari
l'anno scorso nel Vita a 2,9 miliardi) il peso scende al 13% e l'apporto principale nel 2014
è arrivato invece dall'Italia (45%). Del resto in Germania più che altrove l'industria
assicurativa è alle prese con il difficile compito di conciliare bassi tassi d'interesse e
polizze Vita che prevedono minimi garantiti; uno squilibrio che ha convinto i regolatori
nazionali a chiedere alle compagnie di assicurazione riserve tecniche addizionali (zzr) a
tutela dalla stabilità delle imprese e delle garanzie assunte nei confronti dei clienti.
Il nuovo assetto di Generali in Germania prevede di personalizzare l'offerta di prodotti
su tre pilastri: Generali Deutschland (compagnia Vita e Danni operativa nei canali agenti
e broker), AachenMunchener (leader nei prodotti unit linked, dedicato a Dvag, il più forte
network dei servizi finanziari in Germania) e CosmosDirekt (leader nel canale diretto). In
particolare, nel Vita sarà ridotta l'offerta di prodotti tradizionali (a capitale o rendimento
garantito) e sarà rafforzata quella delle unit linked o dei prodotti ibridi.
La riorganizzazione ha comportato anche un potenziamento della squadra dei manager
dopo la nomina, avvenuta lo scorso aprile, di Giovanni Liverani come ceo di Generali in
Germania.
MF
DAL MERCATO ASSICURATIVO
REALE MUTUA, ALLEANZA DA 50 MLD
La ricerca di Reale Mutua per un nuovo approdo sui mercato esteri continua intensamente. Proprio
sulle pagine di MF-MilanoFinanza il nuovo direttore generale della compagnia, Luca Filippone, aveva
annunciato a inizio maggio l'intenzione di rafforzare le presenza internazionale del gruppo. Un altro
Paese da aggiungere alla Spagna che è arrivata a rappresentare il 25% dei 3,8 miliardi di fatturato
complessivo di Reale Mutua.
La compagnia torinese, del resto, è già oggi il secondo gruppo assicurativo italiano per
internazionalizzazione, ma vuole crescere ancora per diversificare il suo business e in attesa di
individuare l'occasione giusta per farlo ha stipulato intanto un importante accordo con altre mutue
europee, che unendo le forze mettono insieme un giro d'affari complessivo di 50 miliardi di premi. Si
tratta di Eurapco, acronimo di European Alliance Partners Company. A dicembre dello scorso anno la
società torinese aveva siglato una lettera di intenti finalizzata a un potenziale ingresso di Reale Mutua
nell'associazione e le trattative sono andate avanti fino a portare all'adesione realizzata nei mesi
scorsi. Una partnership che potrebbe aiutare Reale Mutua proprio nel suo sviluppo internazionale.
Eurapco nasce infatti dall'alleanza tra compagnie indipendenti che hanno deciso di unire le loro forze
allo scopo di incrementare il proprio trend di crescita, di creare maggior valore, di realizzare meglio e
più rapidamente i propri piani strategici. Si tratta, insomma, di un'intesa operativa, costituita oggi da
sette primarie compagnie, organizzate sotto forma di mutua, che rappresentano appunto una quota di
mercato pari a circa 50 miliardi di euro. Ce n'è una per ogni Paese presente nell'iniziativa. Dalla
Francia, dove ad aderire è stata Covéa, nota in Italia per l'alleanza bancassicurativa con la Banca
popolare di Milano, che vanta un giro d'affari di 15 miliardi; agli olandesi di Achmea, ai tedeschi di
Gothaer, oppure agli spagnoli di Caser Seguros. Ma ci sono anche gli svedesi di Länsförsäkringar
Alliance, che raccoglie 23 compagnie assicurative regionali; gli svizzeri di Swiss Mobiliar, fondata nel
1826 a Berna, la più antica società privata d'assicurazioni del Paese e pure i finlandesi di LocalTapiola.
L'alleanza, che come detto ha carattere operativo, è gestita tramite una società di servizi di diritto
svizzero con sede a Zurigo, denominata Eurapco Ag, compartecipata dalle compagnie che ne fanno
parte, in quote paritetiche.
La mutua torinese si appresta ora a entrare nel pool. Anche se non da subito. Perché a partire dal
2015, per la durata di 12 mesi, è scattato un periodo di prova (cosiddetto Trial period) che dovrebbe
portare all'ingresso degli italiani entro fine anno.
Un'unione che, come detto, potrebbe fare da premessa alla prossima acquisizione estera di Reale
Mutua da concludersi l'anno venturo, come annunciato dallo stesso Filippone. «Intanto abbiamo
lanciato Reale Ites, la piattaforma informatica utilizzata già da Italia e Spagna, che potrebbe facilitare
l'integrazione di altre realtà», aveva dichiarato il direttore generale a MF-MilanoFinanza. La scelta è tra
mercati europei, più vicini all'Italia ma che hanno il difetto di essere più maturi, o in alternativa Paesi
con maggiori tassi di crescita, che sono però per forza di cose più rischiosi. Tra i secondi Reale Mutua
aveva detto di guardare al Sudamerica, che è un mercato per alcuni versi simile a quello spagnolo che
potrebbe far da trampolino. Mentre in Europa, oltre all'Est, a interessare era in particolare «la Francia,
dove le compagnie organizzate in forma di mutua hanno uno spazio importante nel Paese» aveva
concluso Filippone. A questo punto il contatto con Covéa potrebbe rendere lo sbarco più agevole.
MF
L'IVASS DEMATERIALIZZA L'ATTESTATO DI RISCHIO
Una significativa riduzione, per le imprese, dei costi complessivi dell'attività. Un
vantaggio per un ridotto uso della carta. Una maggiore rapidità ed efficacia nelle
comunicazioni con i clienti. Un processo assuntivo del ramo rc auto più snello,
sollevando, nel contempo, gli assicurati dall'adempimento, fino ad oggi a loro carico, di
consegna dell'attestato di rischio all'assicuratore, in sede di stipula del contratto.
Il tutto creando anche uno strumento per contrastare le frodi collegate con la
falsificazione degli attestati cartacei.
Sono i contenuti e gli obiettivi del regolamento n. 9 del 19 maggio 2015, messo a punto
dall'Ivass (l'organismo di vigilanza sulle assicurazioni) recante la disciplina della banca
dati attestati di rischio e dell'attestazione sullo stato del rischio.
Con l'emanazione del Regolamento si conclude la prima fase del progetto
«dematerializzazione dell'attestato di rischio». È prevista una seconda fase che
consentirà - spiega una nota - di passare dall'attestato di rischio cosiddetto «statico»
(che fotografa la situazione corrente) all'attestato «dinamico», generato nel continuo dal
sistema, così da renderlo più aggiornato, ancora più efficace per il contrasto dei
fenomeni elusivi, meglio armonizzato rispetto alle situazioni degli altri paesi U e.
ITALIA OGGI
ANIA: IMPRESE PRONTE AD ATTUARE LE NUOVE DISPOSIZIONI IVASS SULLE POLIZZE
GRATUITE RCA
L’associazione delle imprese assicurative risponde a stretto giro alla lettera al mercato
inviata nella giornata di ieri dall’IVASS e contenente le indicazioni alle compagnie in
merito all’indagine sulle polizze Rc Auto gratuite offerte con l’acquisto di autovetture. Le
imprese – si legge in una nota pubblicata sul sito isitituzionale ANIA – “sono pronte ad
adeguarsi da subito alla nuova disciplina e verificheranno la presenza dei requisiti per
l’applicabilità delle nuove disposizioni alle polizze gratuite già scadute” .
L’associazione ha preso atto del chiarimento dell’IVASS “volto a interpretare, in modo
diverso rispetto al passato, le regole che disciplinano l’assegnazione della classe
bonus/malus per gli assicurati che hanno beneficiato di una polizza gratuita offerta
all’atto dell’acquisto di una autovettura (c.d. polizza con franchigia) e coerentemente
attuate dalle compagnie” . Questi automobilisti, segnala la nota dell’associazione delle
imrpese, “potranno recuperare la propria storia assicurativa pregressa oppure potranno
beneficiare, sia pure un anno dopo l’acquisto, del c.d. “bonus familiare” previsto dal
decreto Bersani che consente di usufruire della classe di merito più conveniente
nell’ambito dei nuclei familiari” .
Secondo ANIA, “si tratta di una realtà che ha riguardato poche migliaia di automobil isti,
un numero importante ma esiguo rispetto al complesso degli oltre 40 milioni di
assicurati”. IVASS ha motivato l’intervento – che interpreta diversamente il Regolamento
n. 4 del 2006 per le sole polizze gratuite – soprattutto per superare le incongruenze della
regolamentazione in essere che non consentivano alle imprese di valorizzare la storia
assicurativa pregressa o di riconoscere il “bonus familiare” .
Intermedia Channel
POLIZZE RC AUTO GRATIS, LE SOLUZIONI IVASS A FAVORE DEI CONSUMATORI
A conclusione dell’indagine sulle polizze Rc Auto gratuite offerte con l’acquisto di
un’automobile nuova, avviata grazie alle segnalazioni delle Associazioni dei consumatori,
l’IVASS ha pubblicato sul proprio sito la lettera al mercato con la quale indica alle
imprese di assicurazione – sia a quelle che hanno offerto le polizze gratuite sia a quelle a
cui gli assicurati si sono rivolti o intendono rivolgersi al termine dell’offerta – come
comportarsi per evitare che, alla scadenza della polizza gratis, gli assicurati perdano la
classe di merito maturata in passato e il riconoscimento delle agevolazioni della c.d.
legge Bersani.
Se le polizze gratis sono già scadute – sottolinea IVASS in una nota – e gli assicurati
hanno dovuto pagare un premio più alto a causa della perdita della classe di merito,
hanno diritto a chiedere al nuovo assicuratore il rimborso del maggiore premio pagato.
Le soluzioni, segnala l’Istituto, erano state discusse nelle scorse settimane con le
associazioni dei consumatori e con l’ANIA, che sempre nella giornata di ieri – come
abbiamo riportato in un precedente articolo – ha fatto sapere che le imprese di
assicurazione sono pronte ad adeguarsi da subito alle nuove indicazioni.
In parallelo l’IVASS ha pubblicato sul proprio sito una comunicazione per i consumatori
sui passi da seguire (a seconda che la polizza gratuita sia ancora in vigore o già scaduta)
per vedere riconosciuti i propri diritti sulla base di queste indicazioni.
Intermedia Channel
IL DURC ONLINE PARTE DAL 1° LUGLIO
Definito il passaggio dalla carta al web: la documentazione richiesta sarà emessa
istantaneamente in formato pdf. Previsto un solo documento di regolarità contributiva
rispetto agli attuali quattro tipi e un unico periodo di validità pari a 120 giorni. Il ministro
Poletti: «Se qualcosa andrà storto verifica manuale da parte dell’ente»
Conto alla rovescia per il Durc on line. Il passaggio dalla carta al web del documento
unico di regolarità contributiva scatterà dal primo luglio.
Lo ha promesso il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti , che ieri ha spiegato le principali
novità della semplificazione, la quale attende (da un anno) un decreto attuativo. «Il
decreto sarà pubblicato sulla “Gazzetta” del primo giugno, dalla pubblicazione scattano
30 giorni per l’entrata in vigore: quindi si partirà dal primo luglio» , ha detto il ministro,
affiancato dai presidenti di Inail, Inps e Casse edili, cioè gli enti coinvolti nella
procedura.
Il passaggio dalla carta al web porterà grandi vantaggi. Ci sarà un solo Durc, rispetto ai
quattro tipi oggi vigenti, per varie funzioni. E ci sarà un unico periodo di validità: 120
giorni. Per fare un esempio, andrà in soffitta il Durc specifico per i lavori edili privati, che
vale 90 giorni.
Ma la vera rivoluzione è nei tempi e nella modalità del rilascio. Il Durc – se tutto filerà
liscio – sarà emesso all’istante e in formato pdf stampabile. E potrà essere chiesto
direttamente dall’impresa (o da un suo delegato). La richiesta sarà fatta da un punto di
accesso creato sui portali di Inps e Inail (ma non delle casse edili). Tutto questo,
appunto, dal primo luglio prossimo.
La richiesta avverrà tramite l’inserimento di un’unica chiave: il codice fiscale dell’impresa
(il sistema renderà possibile la procedura alla sola azienda interessata). Il click fa
scattare l’interrogazione telematica delle banche dati di Inps, Inail e Casse edili . A quel
punto, se l’impresa risulta in regola con tutti i versamenti, viene restituito il Durc,
abbinato a un codice. Il codice servirà alla Pa, per verificare l’autenticità del Durc.
Questa, in sintesi, la procedura, sempre che non sorga qualche problema , com’è
probabilmente prevedibile. È stato lo stesso presidente dell’Inps, Tito Boeri, a mettere le
mani avanti: «Qualche imprevisto lo troveremo» , ha ammesso, ricordando anche la mole
dei numeri in gioco. «Nel 2013 e nel 2014 ci sono state in media circa 5,5 milioni di
richieste di Durc per ciascun anno – ha riferito Boeri – ma nei primi tre mesi di quest’anno
ci sono state già 2 milioni di richieste, il che significa, che entro l’anno potrebbero esserci
8 milioni di richieste». Nelle sperimentazioni finora fatte sono stati verificati oltre un
milione di codici fiscali di imprese, di cui 160mila del settore dell’edilizia.
Il caso più temuto dalle imprese è quello del Durc negato ingiustamente. L’impresa, cioè,
risulta irregolare e invece non lo è. In questo senso si guarda soprattutto all’Inps, che ha
la banca dati di gran lunga più grossa, complessa e stratificata. A puntare il dito sull’Inps
sono i consulenti del lavoro. «Gli archivi dell’Istituto non sono aggiornati in tempo
reale», ha denunciato in una nota Vincenzo Silvestri, vicepresidente dei professionisti.
La soluzione? L’ha spiegata lo stesso Poletti. «Se qualcosa va storto ci sarà una verifica
fatta manualmente dall’ente interessato, e l’impresa riceverà una risposta entro 72 ore» ,
ha assicurato il ministro.
In altre parole, se uno degli enti (ma il problema, come si diceva, è soprattutto dell’Inps)
dovesse dare semaforo rosso, scatta la verifica manuale, entro 3 -5 giorni, seguita da una
comunicazione all’impresa. Se l’irregolarità viene confermata, l’impresa avrà 15 giorni
per mettersi in regola. La validità del Durc partirà dalla data della regolarizzazione, ma la
scadenza resta fissata ai 120 giorni conteggiati dalla richiesta. Sarà possibile chiedere un
solo Durc ogni 120 giorni. Il decreto in «Gazzetta» sarà accompagnato da ben quattro
circolari: Welfare, Inps, Inail, Casse edili.
INTERMEDIA CHANNEL
SACE, BALZO DELL’UTILE NEL PRIMO TRIMESTRE
Sace continua a macinare utili anche nel terzo trimestre. Ieri il gruppo assicurativo -
finanziario guidato da Alessandro Castellano ha approvato i risultati dei primi tre mesi
che registrano un rialzo del 38,8% per l’utile netto rispetto allo stesso periodo del 2014,
una crescita dei premi lordi del 4,8%, a quota 56,3 milioni, e un calo del 17,5% per i
sinistri, pari a 68,6 milioni. Scende anche il patrimonio netto, che si attesta a 4 miliardi di
euro, con una contrazione del 14,4 per cento. Ma la discesa era ampiamente prevista ed
è collegata alla riduzione del capitale sociale per 799 milioni di euro a favor e della
controllante Cdp, che è stata approvata dall’assemblea della società a metà gennaio
insieme all’emissione di un bond ibrido da 500 milioni di euro. Nelle scorse settimane, si
ricorderà, Sace ha poi staccato un dividendo per la Cassa di 280 milioni di euro,
corrispondente a un pay-out del 73%, calcolato sull’utile netto di Sace Spa, pari a 383
milioni di euro (in crescita del 38% rispetto al 2013).
Il balzo degli utili della controllata di Cdp è anche da collegare all’andamento positivo
dell’export che, malgrado la crisi, non accenna a rallentare. Secondo gli ultimi dati Istat,
infatti, il comparto ha segnato un +3,2% nel primo trimestre e addirittura un più 6,1%
verso l’area extra-Ue, dove insiste la fetta più significativa dell’attività di Sace che ha
chiuso il 2014 con il livello record (36,5 milioni, +6%) di operazioni assicurate a sostegno
di esportazioni e internazionalizzazione e che, il prossimo 27 maggio, presenterà a
Milano, nella sede di Borsa italiana, il Rapporto Export 2015 alla presenza del
viceministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
Tornando ai numeri, dalla cessione di Sace dal Mef alla Cassa (dicembre 2012), il gruppo
ha distribuito all’azionista oltre 2,5 miliardi di euro tra dividendi ordinari e straordinari e
riduzione di capitale. La parziale privatizzazione della società è inserita tra le dismissioni
indirette previste dal Mef nell’ultimo Documento di economia e finanza. Ma la
valorizzazione - per la quale erano stati ingaggiati due advisor (SocGen per Cdp e
Goldman Sachs per Sace) - sembra, almeno per ora, essere uscita dai radar della
controllante.
RC AUTO, LA RACCOLTA PREMI CALA DEL 6,7%
Raccolta premi in calo nel settore danni nel primo trimestre ( -1,8%) per le compagnie che
operano in Italia e, in particolare per l’Rc Auto (- 6,7%).
ia nei primi tre mesi dell’anno i premi totali (imprese italiane e rappresentanze) del
lavoro diretto italiano sono stati pari a 9 miliardi e hanno registrato una contrazione del -
1,8% rispetto al primo trimestre del 2014. Vi ha contribuito una forte diminuzione dei
premi del settore Auto (-5,7%), solo in parte controbilanciata dalla più contenuta crescita
dei premi di altri rami danni (+2,5%).
Nel dettaglio i premi del ramo Rc “Autoveicoli terrestri” sono stati pari a 3,8 miliardi in
calo del -6,7% rispetto al primo trimestre del 2014, mentre i premi del ramo “Corpi
veicoli terrestri” sono stati pari a 0,7 miliardi, in lieve crescita rispetto allo stesso
periodo dell’anno precedente. Gli altri rami danni, invece, hanno confermato il trend
crescente degli ultimi trimestri, contabilizzando 4,5 miliardi di premi con un tasso di
crescita in linea con quello registrato nel primo trimestre 2014 (+2,5%).
«L’utilizzo delle nuove tecnologie nel settore delle assicurazioni – ha detto il direttore
generale dell’Ania, Dario Focarelli – come l’introduzione della scatola nera in auto, o
di fitness device nel caso di assicurazioni sanitarie può creare problemi di protezione
della privacy, ma introdurre anche significativi vantaggi». Alla fine del I trimes tre 2015, i
premi degli altri rami-danni hanno raggiunto i 4,4 miliardi (+2,5%) sul I trimestre 2014
IL SOLE 24 ORE
ASSICURAZIONI: LE 5 REGOLE DEL GIOCO PER COMPETERE
zeb consulting ha organizzato un Convegno dal titolo “Le nuove assicurazioni, tra
distribuzione e redditività”, che ha fotografato lo scenario attuale e indicato le sfide
future del settore.
zeb consulting ha organizzato un Convegno dal titolo “Le nuove assicurazioni, tra
distribuzione e redditività”, che ha fotografato lo scenario attuale e indicato le sfide
future del settore.
Il convegno è stato, inoltre, l’occasione per presentare i risultati dello studio
sull’evoluzione del canale agenti nel mercato danni che ha coinvolto esponenti delle
principali Compagnie in Italia, i membri dei sindacati agenti e una selezione di agenti
(segmentati per dimensione, tipologia di mandato, localizzazione geografica). Si rileva un
consenso diffuso sul fatto che il comparto auto continuerà a decrescere in volumi per
l’effetto combinato del contenimento del parco auto, anche dopo il superamento della
crisi (per fattori sociologici e generazionali) e della riduzione dei prezzi per la pressione
dei canali virtuali e delle aspettative di prodotti low-cost da parte dei clienti.
D’altro canto, c’è un’aspettativa di incremento del comparto non auto che, perché si
realizzi, necessiterà di precise strategie da parte di Compagnie e Agenti (da oltre 10 anni
la percentuale sul PIL di questo comparto è ferma in Italia all’1%, valore che è circa la
metà di quello europeo).
Il canale agenti risulta avere una quota di mercato predominante nei rami Danni pur in
costante erosione dovuta in particolare alla pressione competitiva dei canali Internet e
Bancario. Inoltre, fattori, quali le ristrutturazioni in atto, l’aggravio degli adempimenti
normativi, la diminuzione complessiva del monte provvigionale a fronte di maggiori costi
gestionali, sta portando ad una diminuzione della redditività delle agenzie e una
contestuale concentrazione delle agenzie stesse.
“Per competere al meglio nello scenario delineato – commenta Paolo Ciccarese,
Managing Director di zeb consulting - abbiamo identificato 5 fattori critici di successo ,
che, se opportunamente inseriti nella strategia delle Compagnie, potranno contribuire a
fornire un vantaggio competitivo. In particolare:
- costruire un modello di agenzia, differenziato opportunamente a seconda dei diversi
driver di segmentazione, più aderente allo sviluppo commerciale e alle esigenze reddituali
di Agenti e Compagnie;
- utilizzare la multicanalità finalizzandola a un miglior servizio al cliente (nell’ambito di
un modello in cui l’agente mantenga il suo ruolo centrale) e alla riduzione delle attività a
minor valore aggiunto dell’agenzia;
- rivedere i modelli organizzativi e di servizo alla rete di agenzie e, contestualmente,
aumentare automazione e digitalizzazione dei processi al fine di migliorare efficacia ed
efficienza del canale;
- sviluppare strategie d’offerta focalizzate sui diversi segmenti di clientela attraverso
l’analisi delle attuali e potenziali aspettative/esigenze dei clienti;
- evolvere da una logica di prodotto “tecnica” a una logica di copertura delle esigenze
complessive del cliente, attraverso maggiori componenti di servizio.”
“Anche nei rami Auto, a fronte della contrazione dei p remi e del nuovo peggioramento del
saldo tecnico segnalato nel 2014, per cercare di mantenere e, eventualmente, per le
realtà più innovative, aumentare gli attuali volumi di premi, sarà necessario prevedere
prodotti con un maggior contenuto di servizio – dichiaraGiorgio Introvigne, Vice
Presidente & Amministratore Delegato di zeb consulting. In particolare, si dovrà passare
da un concetto di pura assicurazione obbligatoria di responsabilità civile al concetto di
servizi che assicurino la mobilità del cliente pur in presenza di un sinistro, causato o
subito (ritiro auto danneggiata sul luogo dell’incidente o a domicilio, consegna auto
sostitutiva, riparazione senza alcun esborso di denaro). Nel caso di prodotti che
prevedano il risarcimento in forma specifica (e pertanto la riparazione presso un network
di carrozzerie convenzionate, che possano diminuire il costo complessivo della riparazione
attraverso economie di scala e una più efficace gestione della filiera dei ricambi auto),
sarebbe possibile offrire, inoltre, un prodotto che preveda il risarcimento dei danni
materiali anche in caso di colpa dell’assicurato a un prezzo medio di circa 500 euro, a
fronte dei 400 euro attualmente pagati per una polizza di pura responsabilità civile, con
una differenza di soli 100 euro rispetto al costo attuale, inferiore agli oneri fiscali e
contributivi attualmente gravanti su una polizza RC auto. Tale prodotto, oltre ad aprire
un nuovo mercato alle compagnie valutabile in circa 5 miliardi di premi, porterebbe
anche, come già accaduto in altri paesi europei, a una significativa moralizzazione del
mercato.”
Assinews
VENDITA POLIZZE "OCCULTE" IN INTERNET, IVASS E ANTITRUST ALL'ATTACCO. SOTTO
OSSERVAZIONE ANCHE LE COMPAGNIE ONLINE DI UNIPOL E ZURICH
Ci risiamo. Evidentemente la tentazione di fare numeri attraverso la v endita via internet
di polizze non obbligatorie è ancora molto forte (malgrado i richiami delle Autorità
competenti), se è vero che Ivass e Antitrust sarebbero ora sul piede di guerra ed
avrebbero deciso un'azione comune in materia. Il fenomeno ha assunto proporzioni fin
troppo elevate, tanto che negli ultimi mesi risulterebbero a decine di migliaia le
segnalazioni dei consumatori. Secondo una stima del l'Ivass sarebbero 15 milioni gli
italiani sottoscrittori di una cosiddetta "polizza occulta", abbinata a beni e servizi di vario
tipo (e, in molti casi, senza saperlo). Sono state registrate oltre 1.500 formule "a
pacchetto", frutto di specifici accordi commerciali tra Compagnie e aziende fra le quali
agenzie di viaggi, concessionari auto, istituti bancari, fornitori di energia elettrica, gas e
acqua, società di trasporto marittimo o aereo, produttori di beni di largo consumo,
aziende delle telecomunicazioni, associazioni sportive.
Sul banco degli imputati c'è soprattutto internet ed in particolare il perverso meccanismo
chiamato di "opt-out", vale a dire la formula attraverso la quale è l’acquirente a dover
eliminare dalla polizza le coperture non richieste, pena vedersele addebitate in toto.
L'Istituto di Vigilanza e l'Antitrust in una nota rilevano come "alcune Imprese di
assicurazione che operano attraverso internet, nel processo di preventivazione on line
abbinino alla copertura RcAuto obbligatoria garanzie accessorie, come furto e incendio
del veicolo, infortuni del conducente, assistenza stradale, tutela legale, attraverso un
meccanismo di preselezione automatica. In tal caso e secondo tale formula, aggiungono
le due Authority, "il consumatore, se non è interessato all'acquisto, ha l’onere di
escludere tali garanzie”.
Le Compagnie sotto esame sono numerose. Fra queste, Linear (Gruppo Unipol) e Zuritel
(Zurich) che tuttavia - informa il Garante per la Concorrenza ed il Mercato - si sono
impegnate a modificare la procedura di vendita per utilizzarne una in cui i prodotti
saranno venduti solo se il consumatore ha espresso in modo esplicito la propria volontà
di acquistarli selezionando con un click le relative caselle. Le due Compagnie si sarebbero
anche impegnate a rendere più trasparenti i messaggi pubblicitari e la procedura di
acquisto online delle polizze. L’Ivass intanto ha ordinato a tutte le Imprese di
assicurazione di “eliminare entro 90 giorni dai preventivi on line ogni eventuale
abbinamento forzato di garanzie accessorie alla RcAuto, in quanto contrario ai principi di
correttezza e trasparenza”.
ASSICURAZIONI, L'AGENTE BATTE LA TECNOLOGIA 3-0 E SI CONFERMA FONDAMENTALE
PER LO SVILUPPO DEL SETTORE IN TUTTO IL MONDO
Contrariamente alle peggiori previsioni delle Cassandre di turno, degli immancabili
esperti del settore assicurativo e dei maestri del terrorismo psicologico, la figura
professionale dell’agente di assicurazione non solo è viva, ma continua ad essere un
insostituibile riferimento per gli assicurati di tutto il mondo ed in particolare per gli
assicurati italiani. Quando la tecnologia non era ancora così dilagante ed imperante,
l’arma letale sarebbe dovuta essere il telefono, ed il killer l’operatore del call center,
appositamente addestrato ad introdursi nelle case dei consumatori per sorprenderli
durante il riposo domestico. Poi è stata la volta di internet e delle strabilianti proposte
accompagnate da promesse di sconti straordinari e stratosferici; per arrivare infine
all’ultima arma di distruzione di massa: “APP e Social”, attraverso le quali le “compagnie
dirette” si affidano per scatenare l’ultima e definitiva battaglia.
Tuttavia, nonostante l’imponente schieramento di forze, negli anni messo in campo dalla
concorrenza di chi vorrebbe dimostrare l’inutilità dell’intermediario, il recente “Special
Report dell’Economist“ certifica, a livello mondiale, che la figura dell’agente di
assicurazione non solo non è messa in disparte dagli assicurati ma, al contrario è ritenuta
fondamentale dagli stessi, i quali, pur utilizzando con regolarità la tecnologia e l’home
banking per la gestione dei rapporti bancari e pur fruendo, altrettanto regolarmente,
dell’on line per i propri acquisti, tuttavia per quanto concerne i bisogni ed i servizi
assicurativi, non rinunciano al proprio consulente in carne ed ossa. Il tutto con buona
pace delle stesse Compagnie che, dopo anni di incertezze e tentazioni, hanno dovuto
prendere atto che l’attività dell’agente di assicurazione – così come l’abbiamo sempre
conosciuta - fidelizza la clientela e sviluppa un businnes forse meno apparente, ma
decisamente più redditizio per le stesse. Nonostante che proprio la redditività sia però il
punto dolente della filiera. Di tutto ciò se n’è parlato recentemente ad un convegno
organizzato da Zeb Consulting Italia, sul tema “Nuove assicurazioni tra distribuzione e
redditività” di cui L’Agente di Assicurazione riferirà sul prossimo numero.
Sna channel
EXOR, ULTIMATUM A PARTNERRE: LA NOSTRA PROPOSTA È LA MIGLIORE
A ventiquattrore di distanza Exor ha deciso di rispondere a PartnerRe dopo che il board della
compagnia di riassicurazione americana aveva respinto la nuova offerta della holding della famiglia
Agnelli pur sollecitando un nuovo tavolo di confronto. Apertura che Exor ha colto dicendosi
disponibile a una nuova trattativa, non sul prezzo, a patto che si verifichi una condizione chiave. Ossia
che il consiglio di PartnerRe riconosca che la proposta messa sul piatto dalla finanziaria guidata da
John Elkann è superiore e dunque migliorativa rispetto al progetto di aggregazione con Axis. In caso
contrario Exor chiede che il gruppo riassicurativo comunichi la record date e quindi convochi
l'assemblea dei soci per dare modo agli azionisti di decidere quale proposta accettare.
Nel chiarire la propria posizione la holding ha anche ribadito i termini chiave della propria offerta,
vincolante, ricordando il prezzo di 137,5 euro per azione. Un valore che, scrive la finanziaria nella
nota diffusa in serata, «rappresenta un premio del 10% rispetto al valore implicito di 125,17 dollari
previsto dall'accordo con Axis». Non solo, la holding di casa Agnelli «non vede alcun sostanziale
rischio regolatorio nella propria proposta». Tant'è che, precisa Exor, «nella sua attività secolare il
gruppo ha investito nel settore delle assicurazioni e delle riassicurazione». A ulteriore riprova del
proprio interesse ad assumere il controllo della compagnia con sede alle Bermuda, la holding italiana
si è impegnata «a ottenere tutte le autorizzazioni regolatorie e a completare l’operazione». Non a
caso Exor, come ha ricordato il gruppo, ha già investito 609 milioni di dollari su PartnerRe diventando
il primo azionsta con il 9,9% del capitale. Per questo «una volta che il consiglio di amministrazione di
PartnerRe avrà preso la decisione appropriata» verrà avviato un negoziato «in buona fede per offrire
agli azionisti una ancora più ampia certezza sul perfezionamento dell'operazione». Il riferimento,
evidentemente, è alle clausole di break up contenute in entrambe le proposte. Clausole che, ha
sottolineato Exor nella lettera inviata al consiglio di amministrazione del gruppo riassicurativo si
differenziano per un diverso valore economico: quella italiana vale 250 milioni di dollari contro i 280
milioni di Axis (che la compagnia Usa è pronta ad incassare subito dovesse saltare la trattativa), ma la
prima vale il 3,7% della controvalore dell'offerta mentre la seconda ben il 4,5%. Senza contare che
quella fissata nell’accordo con Axis è aumentata di 30 milioni di dollari dopo che sul tavolo di
PartnerRe è arrivata la proposta di Exor. Un’ascesa che la holding degli Agnelli ha definito
«inappropriata».
mf
RISPARMIO GESTITO
PREVIDENZA E DINTORNI
PENSIONI, SUI RIMBORSI CALCOLI IN DUE TEMPI
Il meccanismo dei rimborsi per la mancata rivalutazione delle pensioni scritto nel decreto pubblicato
ieri sera in Gazzetta Ufficiale divide il passato in due tempi, e proprio questo “doppio passo”
consente al Governo di limitare i danni per il bilancio pubblico: e, quindi, di contenere i rimborsi.
Il primo tempo è rappresentato dal 2012-2013, cioè gli anni in cui l’intervento scritto nel «salva-
Italia» targato Monti ha congelato tutte le pensioni superiori a tre volte il minimo, vale a dire da
1.443 euro lordi in su. Per recuperare ex post quegli aggiornamenti superando il blocco bocciato dalla
Corte Costituzionale, il decreto riprende la scala progressiva introdotta dal Governo Letta, ma
accentua le distanze fra un livello di pensione e l’altro. In questo modo, per la fascia che va da 1.443
a 1.924 euro lordi (quattro volte il minimo), il meccanismo scritto nel decreto approvato lunedì
riconosce un rimborso del 40%: al netto del fisco il rapporto potrebbe salire però oltre il 50%, visto il
meccanismo di tassazione separata che caratterizza gli arretrati e che si rivela più favorevole di
quello ordinario, perché applica l’aliquota media e non quella marginale (cioè più alta per la singola
fascia di reddito) ed esclude le addizionali locali. Con la scala iper-progressiva scritta nel decreto, le
quote si dimezzano quando si passa da una fascia di pensione a quella successiva, fino ad azzerarsi
quando si superano i 2.886 euro lordi al mese (sei volte il minimo).
Il secondo periodo parte nel 2014, quando è entrata in campo la rivalutazione-Letta che però è stata
applicata sugli importi “congelati” nel 2012-2013. Se il blocco cancellato dalla Consulta non fosse
intervenuto, questa rivalutazione si sarebbe rivelata quindi un po’ più generosa: una pensione 2011
da 1.450 euro lordi, per esempio, è arrivata tale e quale al 2014, e ha ricevuto un incremento
dell’1,1%, ma senza il congelamento dei due anni precedenti la base sarebbe stata di 1.483 euro. Il
decreto riconosce questo “effetto trascinamento”, con un meccanismo che in pratica, stando almeno
alle bozze circolate finora, supera nelle fasce di pensione più basse gli effetti che si avrebbero avuti
senza il blocco: per la pensione da 1.450 euro lordi, la differenza nel 2014-2015 fra l’indicizzazione
vera e quella che ci sarebbe stata senza il precedente intervento di Monti è di 27,1 euro in tutto,
mentre il decreto ne produce 45. Ma qui il compito è più facile perché le cifre sono più piccole, anche
grazie al fatto che la frenata dell’inflazione ha tagliato anche il tasso di rivalutazione delle pensioni
(quello provvisorio per il 2015 è dello 0,3%, ma dovrebbe essere ulteriormente limato allo 0,2% a
consuntivo). Questa divisione in due tempi, però, evita di replicare anche sul 2014 e 2015 il rimborso
delle mancate rivalutazioni degli anni precedenti: dal momento che proprio il 2012 e il 2013 hanno
rappresentato il periodo recente a più alta inflazione (e quindi a maggiore rivalutazione teorica),
questo meccanismo abbatte i costi, e finisce per abbassare i rimborsi complessivi verso quota 22%
rispetto agli arretrati per le fasce di pensione più basse fra quelle interessate dal meccanismo, e
attorno al 5,5% per quelle più alte: anche in questo caso, i rapporti al netto delle imposte crescono
per effetto della tassazione separata
ASSINEWS
SALVE LE PENSIONI FINO A 1.500
Salve le pensioni fino a 1.500 euro, fuori dalla rivalutazione gli onorevoli. Alle prime pensioni, infatti,
la nuova perequazione non fa tagli riconoscendola in misura piena (100% Istat) per il passato, per il
presente e per il futuro. Gli onorevoli, invece, e quanti intascano vitalizi per una carica elettiva,
dovranno includere questa rendita nel calcolo del limite della pensione ai fini del riconoscimento
dell'indicizzazione che, in ogni caso, spetta fino a 3 mila euro (e i vitalizi, in genere, sono d'importo
superiore). A stabilirlo è il dl n. 65/2015, in vigore da ieri, in G.U. n. 116/2015. Per le altre pensioni è
rivoluzione: sarà recuperato il biennio 2012-2013, ma per il biennio 2014-2015 si restituirà parte
della rivalutazione già attribuita.
La nuova perequazione. È l'art. 1 a disciplinare la nuova perequazione, con queste novità: a)
riformulazione delle misure di perequazione per gli anni 2012-2013; b) estensione della
perequazione 2012-2013 al biennio 2014-2015, ma in misura ridotta del 20% per i trattamenti oltre
tre volte il minimo Inps; c) estensione della perequazione 2012-2013 a decorrere dal 2016, ma in
misura ridotta del 50% per i trattamenti oltre tre volte il minimo Inps; d) inclusione dei vitalizi
derivanti da uffici elettivi nel calcolo dell'importo dei trattamenti ai fini della perequazione. Le novità
sono sintetizzate in tabella, con un confronto tra nuove norme (colonna «dl Renzi») e regole vigenti
(colonna «normativa»). L'operazione, in sintesi, appare una redistribuzione negli anni: al
riconoscimento della perequazione per il biennio 2012-2013 (in virtù della Corte costituzionale) è
contrapposta la riduzione della perequazione per il biennio 2014-2015 e dal 2016. Un esempio. Sulla
pensione di 1.600 euro (superiore a tre volte il minimo) non c'è stata rivalutazione per il biennio
2012-2013 in virtù della norma dichiarata illegittima; per il biennio 2014-2015, invece, la pensione ha
ricevuto una rivalutazione del 95% dell'Istat (cioè dell'1,05% nel 2014 e dell'1,14% nel 2015). In
seguito al dl n. 56/2015 la pensione avrà ora diritto a una rivalutazione per il biennio 2012-2013
dell'1,08% (anno 2012) e dell'1,20% (anno 2013), ma dovrà rinunciare (se così sarà, probabilmente
farà l'Inps i conguagli) allo 0,97% di rivalutazione per il 2014 (scende a 0,08% rispetto all'1,05%
ottenuto) e all'1,05% per il 2015 (scende a 0,09% rispetto all'1,14% ottenuto).
Risorse per ammortizzatori in deroga. Gli articoli 2 e 3 prevedono l'ennesimo stanziamento di risorse
a favore degli ammortizzatori in deroga. L'art. 2 destina 1 miliardo di euro per l'anno 2015 attingendo
le risorse al fondo Jobs act istituito dalla legge di stabilità del 2015 (legge n. 190/2014). L'art. 3 inoltre
stanzia 5 milioni di euro a favore della cig in deroga (cassa integrazione guadagni) per il settore della
pesca.
Risorse ai contratti di solidarietà. L'art. 4, ancora, dispone lo stanziamento di ulteriori 70 milioni di
euro a favore dei contratti di solidarietà di tipo B, quelli cioè che possono essere sottoscritti da
imprese escluse dalla cassa integrazione (imprese alberghiere e termali pubbliche e private; aziende
artigiane; imprese commerciali fino a 50 dipendenti ecc.).
Da giugno l'Inps paga il 1°. L'art. 6 dispone che, dal prossimo 1° giugno, i trattamenti pensionistici, gli
assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché le rendite
vitalizie Inail erogate dall'Inps saranno messi a pagamento il primo giorno di ciascun mese. Nel caso il
giorno 1 sia un giorno festivo o non bancabile, l'erogazione slitta al giorno successivo, fatta eccezione
per il mese di gennaio 2016 in cui il pagamento avverrà il secondo giorno bancabile. A decorrere
dall'anno 2017, stabilisce infine l'art. 6, i pagamenti verranno effettuati il secondo giorno bancabile di
ciascun mese.
Il bluff sulla rivalutazione. Il «sistema contributivo» prevede che la pensione sia determinata
applicando l'aliquota fissata dalla legge sul totale contributi versati durante la vita lavorativa. Questo
«totale» di contributi si chiama «montante contributivo» ed è soggetto a rivalutazione annuale, al
tasso pari alla variazione quinquennale del Pil. A ottobre 2014 l'Istat comunicò che il tasso, per l'anno
2013 (per andare in pensione nel 2015) era risultato per la prima volta di segno riduttivo dal 1996:
0,998073%, inferiore a «1» che garantisce l'invariabilità. Ciò avrebbe significato che il montante,
anziché rivalutarsi, si sarebbe svalutato. L'Inps «congelò» la svalutazione, sostenendo che la legge n.
335/1995 non prevede l'applicazione di un tasso negativo. Ora la questione viene «sistemata» con
una norma: l'art. 5 stabilisce «il coefficiente di rivalutazione ( ) non può essere inferiore a 1, salvo
recupero da effettuare sulle rivalutazioni successive.» La soluzione, però, non «neutralizza» la
rivalutazione negativa (come ha fatto l'Inps), ma la lascia ricadere sui lavoratori l'effetto negativo del
Pil. Come? Semplicemente «spostandola» nel tempo, quando il Pil risulterà positivo e i montanti
verranno rivalutati, ma in misura inferiore (per recuperare il negativo degli anni precedenti).
ITALIA OGGI.