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Ufficio Stampa

Rassegna stampa del 14/02/2011

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Rassegna stampa del 14/02/2011

Piazza gremita di persone (Il Resto del Carlino Ravenna, 14/02/11)

Sirotti, tutto il ciclismo in due milioni di clic (La Voce di Romagna Cesena, 14/02/11)

La capitale italiana delle cheerleader è a Ponente (Il Corriere Romagna di Cesena, 14/02/11)

press UnE14/02/2011

Resto del OrlinoRavenna

Piazza del Popol ogremitissima di person ealla manifestazione d ìmem, pomeriggi opromossa daimovimento `Se non ora,quando? '

GRANDE SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE «SE NON ORA, QUANDO?»

Piazza gre ta di persone11 sindaco: «La città ha dimostrato di saper reagire»

ERA GREMITA come raramenteaccade, ieri pomerigio, la piazza de lPopolo di Ravenna, per lamanifestazione organizzata da lmovimento «Se non ora quando?» .Si calcola che fossero presenti quas iduemila persone„ molteprovenienti dai centri dell aprovincia . Una piazza piena d idonne e di uomini, giovani ,ragazze, persone di media età eanche anziani, molti con cartell irelativi alle recenti vicendegiudiziarie che vedono indagato i lpremier Silvio Berlusconi . Inpiazza c'erano anche operai edell'Omsa di Faenza che hannodato vita a rappresentazioni d iteatro di strada relative alla lor odrammatica esperienza di donn elavoratrici licenziate perch èl'imprenditore, al solo fine di

guadagno, ha traslocato armi ebagagli in Serbia approfittand oanche degli aiuti di Stato di quelpaese.

IL SINDACO Fabrizio Matteucciha parlato di «partecipazion estraordinaria» di gente . «Ringraziole associazioni delle donne chehanno promosso l'evento che, pursenza alcun tipo di organizzazione ,ha portato in piazza così tantagente, uomini e donne . Sonofelicissimo — ha proseguitoMatteucci perchè Ravenna h arisposto in modo molto positiv odimostrando ancora una volta d iessere all'altezza della situazionequando sono in giochi valor iimportanti come quello dell adignità delle persone e delle donnein particolare e della democrazia» .

Il fotoreporter cesenate si racconta: da Coppi fino a Pantani

Sirotti, tutto il ciclismoin due milioni di clic

CESENA - Emanuele Sirotti è l'occhio del ciclismo : nella sua car-riera ha scattato quasi due milioni di foto di corse, biciclette, cam-pioni . Ma anche di miss, sponsor, meccanici, telecronisti e tifosi in-freddoliti ai margini delle strade. L'altro occhio è suo figlio Stefano ,il primo clic a 13 anni, nel 1990, durante il Giro cannibalizzato d aGianni Bugno . Da allora la stessa vita nomade del padre, dove c' èuna corsa c'è un Sirotti . Anche in capo al mondo . La loro base è l acasa di Cesena, un santuario delle due ruote alle pendici del mon-te. Di più : qualcuno potrebbe proporlo all'Unesco come patrimo-nio mondiale dell'umanità. Gli scatti sono religiosamente conserva-ti e catalogati in migliaia di cartelline che contengono anche le sche -de di generazioni di ciclisti: vita, morte e, soprattutto, miracoli a pe-dali . Stanze e stanzette stracolme di faldoni multicolori . Ognuno alsuo posto, ognuno con un adesivo sulla costola : Moser, Argentin ,Vuelta '96, Bitossi, Tour '88, Kelly, Ballerini . . . Ci sono tutti . Tuttiimpilati con una meticolosità da servizi segreti in mezzo a libri, dv de perfino autografi dei corridori . E non è finita, la rivoluzione digi-tale ha imposto ai Sirotti di trasferire il loro archivio-capolavoro i ncd rom e su internet . Un lavorone non ancora terminato ma che h agià dato i suoi primi frutti : al sito internet sirotti .it si è affiancato ci-clismovitamia .it, un luogo virtuale dedicato ai collezionisti di fot ostoriche della bici . A 74 anni il cesenate Sirotti dà un futuro non so -lo al proprio lavoro ma anche a imprese che altrimenti sarebber odestinate a perdersi nel tempo: alzi la mano chi si ricorda del forli-vese Attilio Zavatti, 14esimo al primo Giro d'Italia o del bertinore-se Alcide Raffoni, tricolore nell'inseguimento nel 1941 .Sirotti, quando è cominciata la 'malattia' ?"Quella per il ciclismo ce l'ho da sempre . I primi ricordi sono del'46, quando avevo nove anni . Attraverso la radio, la voce di Mari oFerretti portava le imprese di Coppie Bartali in casa dei miei" .Lei era coppiano o bartaliano?"Ero il capo dei coppiani . Quando vinceva Bartali i miei fratelli micostringevano a lavare i piatti per punizione".Le prime foto, invece?"Nel '50 con un apparecchio preso a noleggio perché soldi per com -prarlo non ce n'erano . Lo stesso anno andai sui Mandrioli coi mie ifratelli a vedere il passaggio del Giro".Con la macchina fotografica?"No . Le prime foto al Giro le feci l'anno seguente durante la cron oRimini-San Marino vinta da Astrua. Ero piazzato a 600 metri dal-l'arrivo, l'entusiasmo era alle stelle ma la tecnica, beh . . . lasciam operdere".

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t da allora una toto via l'altra ."Non esattamente . Mi diplomo ragioniere e negli anni Cinquant aentro in banca . Nel frattempo faccio foto amatoriali . Lascio nel 198 5quando passo a fare il fotoreporter a tempo pieno" .Quante corse ha seguito ?"Sono stato 36 volte al Giro, 30 al Tour, 27 ai mondiali e ho fatto ol -tre 500 classiche. Ho calcolato di aver scattato circa due milioni d ifoto, comprese anche quelle fatte da mio figlio . Quasi tutte di cicli-smo ma c'è anche una piccola parte dedicata al Cesena . E poi sog-getti singolari come la bici donata al Papa o ai capi di Stato : Perti-ni, Cossiga, Napolitano . . .".Qual è la più bella?"Quella che devo ancora fare" .E quella che la emoziona di più ?"Tutte quelle che mostrano l'umanità dei corridori . E sono tante. Iciclisti sanno essere uomini, con pregi e difetti, molto più di altr isportivi. Per non parlare della grande sofferenza in bicicletta . Con

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Assieme alfiglio Stefan oha immortalato le impresepiù belle delle due ruote

Uomo in fuga Questa celebre fot oscattata da Stefano Sirotti riprendel'ultimo scatto di Marco Pantani, aCascata del Toce, durante il Giro de l2003. II Pirata ormai stava per fuggir enon solo dal gruppo ma anche dalla vita

'Di Marco ho 20mila scattima non ebbi il coraggio

di fotografare la sua bara"

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i corridori in genere non parlo di corse o di risultati ma delle lor ofamiglie, dei loro figli, di vita vera . Purtroppo . . .".Purtroppo?"Purtroppo i ciclisti tengono così tanto alla vittoria che cadono fa-cilmente nei tranelli . Per arrivare al successo sono capaci di pren-dere delle porcherie anche perché, magari, qualcuno gli ha assicu-rato che non fa male e che all'antidoping non saranno scoperti".Ad esempio?"Coppi . Lui è stato il primo".Riccò ?"Lasciamo perdere, è meglio" .Parliamo allora di Pantani : lei lo ha seguito fin dall'inizio ."Marco ha pagato per tutti . La sua vicenda umana mi ha lasciat otanta tristezza . E' rimasto solo, nessuno è stato capace di stargli ac-canto veramente".Fotograficamente come era Pantani ?"In corsa non c'è bisogno di spiegazioni, le sue imprese parlano d asole. Giù dal sellino era veramente un bel tipo . Non gli andava ma ibene niente . Mi faceva impazzire perché non amava seguire i mie isuggerimenti, voleva fare di testa sua. Se ad esempio gli consiglia-vo di togliersi il cappellino lui continuava a tenerlo".Quante foto ha del Pirata ?"Circa 20mila scatti, di cui molti inediti . C'è un servizio al qualesono molto affezionato . Lo feci il 15 novembre del '94 a bordo de lpeschereccio Pirata, al largo di Cesenatico . Era stato affittato daMarco assieme ad alcuni amici e compagni di squadra della Carre-ra per una gara di pesca . Passammo tutta la notte in mare mangian -do pane, salame e frittata".La gara come finì?"Vinse Samuele Schiavina e Marco se la prese abbastanza . Era com -petitivo anche a pesca".La foto che non gli ha fatto ."Al funerale. Non ho avuto il coraggio di avvicinarmi per fotografa -re la bara . Mi sono messo lassù, in cima al grattacielo di Cesenati-co . Da solo con il mio dolore".Ci sono altre foto che ha 'mancato' ?"Al Giro del '94 nella picchiata verso Lienz col motociclista non riu -scimmo a stare dietro a Michele Bartoli . Andava troppo forte in di -scesa. Questo si ammazza, pensai . Invece vinse la tappa" .Le imprese che le sono rimaste nel cuore ."Quelle di Pantani, non c'è dubbio . Non saprei dare altra risposta .Dallo scatto sul Galibier al Tour del '98 ai trionfi sull'Alpe d'Hue zall'ultima vittoria di Courchevel, nel 2000 . Sono molto affezionat oanche all'ultimo scatto di Marco, quello di Cascata del Toce, al Gi-ro del 2003. E' una foto che ha fatto mio figlio Stefano, io non se-guo le corse dalla moto dal '98".Armstrong, invece?"Quando è in bicicletta, quello vuole solo vincere . E' il berlusconi-smo applicato al ciclismo".Nonostante il doping e la crisi economica, sopravviverà il cicli-smo ?"Di sicuro, perché arriva al cuore della gente e crea emozioni sen-za violenza . Ogni volta che vado ad una corsa mi stupisco ancora d icome ci siano sportivi capaci di dormire due giorni in tenda per ve -der passare i corridori solo per qualche momento e fare il tifo pe rtutti. Quelle persone, una volta tornate a casa, ricorderanno non so -lo i ciclisti ma anche luoghi meravigliosi come il Pordoi o, che so ,lo Stelvio : il ciclismo è armonia con la natura".

ECon

Brividi in rosa

'etacchi e Cipollin i

manuele e Stefano Sirotti "Le immagini che mi emozionanodi più sono quelle che mi parlano

dell'umanità dei corridori . E sono tante"

aolo Savoldell i

ranco ChioccioliPagina 47

press L.IfE14/02/2011 Com'ere

di Forlì e Cesen a

Ha sede la Federazione italiana e si organizzano camp

La capitale italianadelle cheerleader

è a PonenteIl turismo sportivo è anche questo :stage con insegnanti internazionali

CESENATICO. Il turi-smo sportivo, che tantoserve a incrementare i da-ti delle presenze annuali ea destagionalizzare, non èsolo dovuto a calcio, pal-lavolo e pallacanestro .

Ci sono altri sport di nic-chia che portano in rivie-ra atleti da tutta Italia .Magari numeri comples-sivamente piccoli, ma uti -li anche a far conoscere laRiviera .

Ad esempio, forse no ntutti sanno che Cesenati-co può essere consideratala capitale italiana de lcheerleading. Sì, quelladisciplina molto statuni-tense che si vede in tantis -simi film. Ma non si trattatanto delle ragazze po npon, ma di vere e propri eatlete che si esibiscono i nnumeri ginnici d'altascuola .

E a Cesenatico vengonorealizzati degli stage ch eportano a confrontarsi l eginnaste del Cesenate co nle colleghe del resto d'Ita-lia . Come è ad esempiostato nel periodo dell'Epi-fania di quest'anno per iquattro giorni del "winte rcamp of cheer-dance andcheerleader" della Fisac(Federazione italianasport acrobatici e coreo-grafici) . L'appuntamento

In alt ole atletepartecipant ial cam pa Cesenaticolo scorsogennai oA fiancoun eserciziodell eatletedi casa

è stato organizzato nell estrutture dell'Accademiaacrobatica e ha visto lapartecipazione di oltre 6 0atleti provenienti da tuttaItalia . Le squadre che han-no partecipato al camp so -no il Fanfulla Lodi, l'Arco -baleno Borgosesia, l'O-limpia Gambettola, il Na-zareno Carpi, la VirtusBologna .

Prestigioso il gruppo de -gli istruttori, giunti a Ce-senatico da tutto il mon-do: le statunitensi Liz Ri-fino (capo della giuriamondiale Icu) e Ginge rHauser; l'italiana EricaFerrari, responsabile na-zionale cheer per Fisac ; iltedesco Marc, considerat o

il migliore coach a livell oeuropeo di cheer stun t(lanci, sollevamenti ecc .) ;le scozzesi Alyssa Ross ,Gemma Butterly, PaulaSims, Linsay Macdonald .Hanno collaborato all'e-vento, oltre alla federazio-ne italiana, anche quellascozzese, una europea, u-na internazionale e l'orga-nizzazione statunitense .

Il Cheerleading è il ter-mine che indica uno sportche combina coreografi ecomposte da elementi d iginnastica, danza e stunt .Si tratta di elementi in co -lonna o piramidi fra gli a-tleti con lanci e spettaco-lari evoluzioni degli atlet istessi in fase di volo . Con

oltre 1 milione e mezzo dipartecipanti (esclusi i mi -lioni di atleti delle scuole edei college), il cheerlea-ding è, secondo la rivista"Newsweek Arian Cam-po-Flores", uno degl isport più praticati negl iStati Uniti . In Italia l'uni-ca federazione ricono-sciuta dall'Icu (l'organi-smo internazionale che èl'autorità massima in que -sto campo e che raggrup-pa 95 nazioni e ora diven -tato anche membro delComitato olimpico inter -nazionale) è la Fisac, cheha sede proprio a Cesena -tico, in viale Colombo 35 ,nella zona di Ponente .

Iacopo Baiardi

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