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RASSEGNA STAMPA DEL 14 Marzo 2019

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RASSEGNA STAMPA DEL

14 Marzo 2019

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DATA 14/3/2019 TESTATA THE MEDI TELEGRAPH _________________________________________________________________________

Becce(Assiterminal):«ScioperoCulmv,graveazionedeisindacati»

«Leggiamo che il giorno 12 marzo 2019 le tre organizzazioni sindacali stipulanti il Ccnl dei lavoratori portuali indicono per il 15 marzo, con tre giorni di preavviso, uno sciopero dei soci della Culmv. Alla nostra domanda se le suddette Organizzazioni sindacali non ritenessero di dover rispettare le previsioni del Ccnl che indica in 10 giorni il preavviso per la effettuazione di scioperi nell’ambito dei porti, ci siamo sentiti rispondere, informalmente, che “la Culmv non applica il contratto”». È l‘inizio delle lettera inviata al Secolo XIX/TheMediTelgraph da Luca Becce, presidente di Assiterminal, dopo l’annuncio di ieri dei sindacati che hanno indetto per domani uno sciopero dei lavoratori della Culmv.

«Una risposta che riteniamo tanto grave quanto poco seria. Per queste semplici ragioni:

1.Lo sciopero non è indetto dalla Culmv (non potrebbe…) ma dai sindacati. Desiderano li sindacati rispettare ciò che prevedono i contratti che sottoscrivono o no?

2.Anche per chi non applica il Ccnl dei lavoratori dei porti, sia i sindacati che le organizzazioni datoriali stipulanti hanno concordato che questo Ccnl dovesse essere il contratto di riferimento per chi opera all’interno del porto. La pensano i sindacati sempre così o hanno cambiato opinione al riguardo?

3.Con le premesse di cui ai punti precedenti, non valutano i sindacati che sia quantomeno imbarazzante inserire un elemento così stridente nella fase più delicata della trattativa in corso per il rinnovo del suddetto Ccnl?

4.Infine, dobbiamo continuare a registrare come una banalità che il principale art 17 italiano, che rappresenta da solo quasi il 50% dei lavoratori degli art 17 in tutti i porti italiani, non applichi il Ccnl, che i sindacati molto spesso continuano a definire ”UNICO”, del settore?

Assiterminal continua a ritenere che il Ccnl sia stato una conquista importante per la portualità italiana. Rincresce dover constatare che, al di là delle parole, certi comportamenti non attestino la stessa convinzione. Ne prendiamo atto».

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DATA 14/3/2019 TESTATA THE MEDI TELEGRAPH _________________________________________________________________________

XiJinpinginItalia:letappedellavisitaGenova - La prima missione all’estero dell’ anno del presidente cinese Xi Jinping sarà in Europa: Italia, tra Roma e Palermo, e poi Principato di Monaco e Francia. Il ministero degli Esteri ha ribadito che «al momento opportuno» saranno diffusi i dettagli sul programma della visita, anche se alcune caselle possono essere già considerate riempite. Xi arriverà a Roma il 21 marzo, nel pomeriggio, per la sua prima visita di Stato in Italia da quando ha assunto la massima carica istituzionale della Repubblica popolare a marzo 2013, pochi mesi dopo la conquista della segreteria del Pcc. Al netto dello scalo tecnico in Sardegna di fine 2016 di rientro dal Cop22 di Marrakech per una cena informale con l’allora premier Matteo Renzi, l’ultima visita ufficiale di un presidente cinese è di giugno 2009: nell’occasione, Hu Jintao partecipò tra l’altro al G8 de L’Aquila su invito del premier Silvio Berlusconi. Secondo l’agenda provvisoria, Xi dovrebbe avere come primo appuntamento, la mattina del 22 marzo, l’incontro col Capo dello Stato Sergio Mattarella (recatosi a Pechino a febbraio 2017), mentre in serata ci sarà la cena di benvenuto. Il 23 marzo, invece, toccherà al premier Giuseppe Conte (che dovrebbe rendere ufficiale la sua presenza al Belt and Road Forum di fine aprile a Pechino), con la firma di accordi bilaterali di vario tipo (circa 25 tra istituzionali e commerciali in fase di definizione), tra cui uno a lungo negoziato sulla cancellazione della doppia fiscalità e il possibile MoU di adesione dell’Italia alla Belt and Road Initiative, la nuova Via della Seta fortemente voluta da Pechino e lanciata da Xi nel 2013. Nel soggiorno a Roma, presidente e first lady Peng Liyuan si concederanno momenti «turistici», tra cui le visite a Colosseo e Campidoglio. Xi, del resto, è già stato nella Capitale a giugno 2011 rappresentando da vicepresidente la Cina ai festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Nel pomeriggio del 23 marzo è previsto il trasferimento a Palermo, in forma «privata». Tra le spiegazioni date sulla scelta (erano state suggerite destinazioni come Venezia, Firenze e Napoli), oltre a essere un omaggio alla città del presidente Mattarella, il desiderio di recarsi in un’isola mai visitata nel centro del Mediterraneo e ad appena 30 minuti d’aereo dall’Africa. Il significato di Palermo («Pan hormos», «tutto porto») potrebbe anche suggerire un hub verso l’Africa della Belt and Road. Il 24 marzo è previsto il passaggio a Nizza, in Francia, da dove proseguirà per il principato di Monaco per un breve incontro con Alberto II. I media della città della Costa azzurra hanno parlato di blitz del presidente Emmanuel Macron (ieri a Gibuti in una missione anti Belt and Road nell’Africa orientale) con cena nella suggestiva villa Kerylos, a Beaulieu-sur-Mer.

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DATA 14/3/2019 TESTATA THE MEDI TELEGRAPH _________________________________________________________________________

Anci,isindacichiedonoaToninellidipoterrientrareneiboard�

Genova - «Reintrodurre all’interno dei Comitati di Gestione Portuale i sindaci delle città». È la proposta di Anci Porti, l’associazione che raduna i sindaci e i delegati dei comuni italiani, e che per Genova ha visto la partecipazione del consigliere delegato a porto e mare, Francesco Maresca. «Anci Porti si è impegnata a chiedere un incontro al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli per far presente la volontà dei Comuni italiani di modificare la legge Delrio che, attualmente, consente ai sindaci di designare soltanto un tecnico a far parte della governance portuale della propria città» scrive Maresca in una nota. «Come si ricorderà, il Consiglio comunale di Genova aveva approvato nella seduta di ieri proprio un ordine del giorno, proposto da Vince Genova, che chiedeva l’impegno a sostenere, in sede di Commissione Anci Porti, l’opportunità di farsi parte attiva presso il governo per ripristinare la presenza istituzionale dei sindaci dei Comuni portuali italiani, o di un loro rappresentante, nell’ambito del Comitato di gestione».

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MessinaincontraRixi:«Viaalcensimentodeimarittimiitaliani»Genova - «Pieno sostegno al governo e in particolare al vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Edoardo Rixi, è espresso da Assarmatori per il via al progetto di censimento dei marittimi italiani». Lo ha affermato il presidente di Assarmatori, Stefano Messina.

«Il censimento è il primo passo per favorire un intervento deciso sulla piaga della disoccupazione che affligge i marittimi italiani - scrive l’associazione in una nota - Bene fa il governo nell’affrontare questo problema facendo del tema dell’occupazione uno degli obbiettivi principali della propria azione politica. Secondo quanto anticipato da Stefano Messina, il progetto prevede che tutte le aziende armatoriali direttamente o indirettamente interessate forniscano il loro contributo in termini di dati storici e sulla situazione attuale dell’occupazione».

«Nel censimento saranno coinvolte le imprese armatoriali che operano con navi di bandiera italiana, le aziende estere che utilizzano la bandiera italiana sotto contratti di bare boat charter, le aziende le cui navi battono bandiera italiana in virtù dell’iscrizione al Registro Internazionale, le imprese marittime impegnate nel cabotaggio nazionale ed europeo. Una collaborazione sarà richiesta anche alle organizzazioni sindacali con l’obbiettivo di pervenire nei tempi più brevi possibili a una mappatura anche delle sacche di disoccupazione, ovvero quelle regioni e province del Paese dove è maggiore il numero dei marittimi disoccupati; inoltre viene auspicato che siano finalizzati i lavori per la creazione di un’unica anagrafica a livello nazionale riguardante il Collocamento Gente di Mare, capace di fornire adeguato servizio agli utenti, monitorare e indirizzare le politiche attive nei confronti del lavoro marittimo. Sotto la lente di ingrandimento finiranno anche le rotazioni di equipaggio e i periodi a terra coperti dal regime di malattia “ex Cassa Marittima”» scrive Assarmatori.

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DATA 14/3/2019 TESTATA MESSAGGERO MARITTIMO _________________________________________________________________________

IsindacineiComitatidigestioneportuale?ROMA – I sindaci delle città nei Comitati di gestione portuale? Questa è la richiesta emersa nella riunione di Anci porti, l’associazione nazionale dei comuni italiani di ieri pomeriggio nella sede Anci di Roma.

Anci porti si è impegnata a chiedere un incontro al ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli per far presente la volontà dei Comuni italiani di modificare la legge Delrio che, attualmente, consente ai sindaci di designare soltanto un tecnico a far parte della governance portuale della propria città.

Il Consiglio comunale di Genova tra l’altro, aveva approvato, proprio nella seduta di due giorni fa, un ordine del giorno che chiedeva l’impegno a sostenere, in sede di Commissione Anci porti, l’opportunità di farsi parte attiva presso il Governo per ripristinare la presenza istituzionale dei sindaci dei Comuni portuali italiani, o di un loro rappresentante, nell’ambito dei Comitati di gestione.

“È passata la linea di Genova” sostiene Francesco Maresca, consigliere delegato a porto e mare del comune di Genova che ha partecipato all’incontro a Roma. “Si tratterebbe di un’importante modifica nella governance dei porti italiani. Sottolineo l’apporto fornito dal nostro Consiglio comunale che ha assicurato il proprio appoggio e sostegno”.

Nel corso della riunione si è parlato anche di ambiente e sicurezza nei porti. L’idea è di organizzare come Anci Porti un’iniziativa nazionale per promuovere sostenibilità ambientale nei rapporti tra città e porto.

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ConEphesusSeawaysnuovalinfaall’economiadellaregioneTRIESTE – ”Il Friuli Venezia Giulia taglia oggi un nuovo importante traguardo sulla via di un sempre più proficuo lavoro di riposizionamento del porto di Trieste al centro dello scacchiere geopolitico e commerciale internazionale.” Lo ha dichiarato l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, intervenendo stamane all’inaugurazione della ro-ro Ephesus Seaways, ormeggiata alla banchina del terminal Samer & Co. Shipping di riva Traiana a Trieste.

Presenti, oltre al padrone di casa Enrico Samer e a Jens Peder Nielsen della società armatrice Dfds, il sindaco Roberto Dipiazza, il presidente della Camera di Commercio della Venezia Giulia Antonio Paoletti e il dirigente dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientale Antonio Gurrieri.

”Spesso guardiamo al futuro immaginandolo come qualcosa di intangibile; oggi invece – ha proseguito l’assessore – abbiamo sotto gli occhi viva testimonianza di quanto il lavoro e gli investimenti riescano a trasformare i migliori auspici in concreta realtà.”

”In queste giornate di intenso dibattito sulla Belt and Road Initiative, che hanno avuto il merito di portare il nome di Trieste sulle labbra dei leader delle principali potenze mondiali, non dobbiamo tuttavia dimenticare gli importanti progetti già in essere, penso in primo luogo alle Autostrade del mare, che garantiscono ossigeno allo sviluppo economico dell’intero territorio regionale” ha aggiunto l’assessore regionale.

”La cerimonia a bordo della Ephesus Seaways è dunque un tassello fondamentale nel mosaico che, figlio della proficua collaborazione tra pubblico e privato, assegna al Friuli Venezia Giulia l’invidiabile primato di snodo commerciale e logistico a livello nazionale e di crocevia dei mercati su scala mondiale” ha concluso Roberti.

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DATA 14/3/2019 TESTATA MESSAGGERO MARITTIMO _________________________________________________________________________

InItalialacrocieristicaingranalamarcia

VENEZIA – “L’Italia ritrova slancio nella geografia crocieristica internazionale trainando, più che essendone trainata, l’intero Mediterraneo”. Così il presidente di Risposte Turismo, Francesco di Cesare, ha commentato i risultati di ”Speciale Crociere 2019”, lo short report realizzato e pubblicato ogni anno dalla società veneziana di consulenza.

Il 2019 pare destinato ad essere l’anno record in Italia con 11,89 milioni di movimenti passeggeri nei porti nazionali (+ 7,0% sul 2018), con variazioni positive pressoché ovunque. Alle conferme di Civitavecchia (2,56 mln) e Venezia (1,56) ai primi due posti, seguono Genova (1,35 mln), Napoli (1,20) e Livorno (0,83). In un anno nel quale i clienti nel mondo dovrebbero superare la soglia dei 30 milioni e l’offerta di navi e posti letto segnare una nuova significativa accelerazione.

Inoltre, di Cesare, sottolinea che “da anni il comparto crocieristico mondiale vede nell’indice di concentrazione il segno distintivo più forte del suo Dna, con poche compagnie a dominare l’offerta, pochi cantieri a concentrare gli ordini, pochi porti a trattenere buona parte del traffico, e di recente anche qualche altro singolo operatore a controllare la gestione di specifiche attività in molte destinazioni, gestione di terminal ed escursioni a terra in particolare. Elevati tassi di concentrazione non vanno valutati come negativi, ed anzi quegli operatori sono poi chi traina la crescita dell’intero business a vantaggio di molti, ma è uno status quo con il quale fare i conti nella definizione delle future scelte, in particolare da parte dei porti e dei tanti fornitori della filiera”.

Dal punto di vista del deployment il Mediterraneo sembra aver assorbito il calo di due-tre anni fa dovuto a cause esogene al settore, per recuperare quota percentuale, riportandosi ad ogni modo a quanto era a suo appannaggio dieci anni fa. Certamente con valori assoluti di disponibilità navi e posti letto decisamente aumentati, e continueranno ad aumentare considerando come siano già almeno 120 le nuove navi in consegna da qui ai prossimi 8 anni, non poche delle quali alimentate ad Lng. In questi dieci anni variazioni a crescere sono state registrate per lo più in Asia e Australia Nuova Zelanda – Sud Pacifico.

La classifica dei porti mediterranei con dati a consuntivo 2018 conferma la leadership di Barcellona che di fatto stacca gli altri porti salendo per la prima volta oltre quota tre milioni di movimenti passeggeri. Sono otto i porti italiani all’interno della Top20 mediterranea, e di essi sei sono nei primi dieci: Civitavecchia al secondo posto, e poi Venezia, Napoli, Genova, Savona e Livorno. Sono Palma de Mallorca e Marsiglia ad essersi contraddistinte negli ultimi anni per crescita maggiore, assicurandosi posizioni di vertice nell’area.

Nella ripartizione del traffico 2018 per regioni, è il Lazio, grazie a Civitavecchia, ad avere la leadership sia per movimenti passeggeri che per toccate nave. Nella prima classifica seguono Liguria e Veneto mentre nella seconda Sicilia e Liguria.

Nel decennio 2009-2018 l’andamento del traffico registra, complessivamente, una crescita sintetizzata da un indice pari a 1,2 (dunque intorno al + 25%), che per i singoli principali porti del Paese è quasi sempre positivo con valori anche molto alti per i casi di Brindisi e La Spezia, e negativo (dunque traffico 2018 inferiore a quello registrato nel 2009) solo per Napoli, Catania ed

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Olbia. Discorso diverso per le toccate nave, la cui crescita indicizzata si dimostra negativa per molti degli scali, conseguenza però in questo caso di un mutato scenario dal punto di vista delle flotte in operatività, caratterizzata da navi sempre più grandi che, anche con meno toccate, assicurano maggiori movimenti passeggeri. Interessante notare come i porti italiani capaci nel 2018 di registrare più di 30.000 movimenti passeggeri sono scesi, rispetto al 2017, da 24 a 21, indice, questo come altri, di una concentrazione crescente o quantomeno confermata dei principali indicatori del business (in questo caso il riferimento va a quella del traffico nei porti, che in Italia ha visto i primi tre concentrare il 45,7% del totale nazionale, dato che dovrebbe salire ulteriormente nel 2019).

Proprio con riferimento al 2019, le previsioni di crescita indicano i valori nazionali di movimenti passeggeri e toccate nave pari rispettivamente a 11,89 milioni e 4.810, corrispondenti a variazioni rispetto al 2018 del + 7% e + 3,2%. Sono variazioni positive che seguono quelle dello stesso segno registrate nel 2018 rispetto al 2017: è la prima volta che ciò accade dopo il biennio 2009-2011.

Genova sembra strappare la terza posizione a Napoli con una crescita prevista intorno al 33% di movimenti passeggeri, nonostante anche il porto partenopeo dovrebbe a fine anno vedere questo dato incrementare del 12%. Di rilievo anche la crescita prevista per La Spezia, intorno al 45%, così come quelle di Messina e Catania (rispettivamente + 20% e + 67%). Nella Top10 nazionale in controtendenza, con variazioni negative rispetto al 2018, Cagliari, Palermo e Savona, queste due ultime condizionate dai lavori di adeguamento infrastrutturale che ne ridurranno le potenzialità nel corso del presente anno.

“Le performance che molti degli scali nazionali sono destinati a segnare – conclude di Cesare – sono frutto di competenze del management decisamente cresciute, di un più accorto dialogo con le compagnie di crociera e conseguenti investimenti mirati, volti a creare le condizioni per ospitare al meglio le nuove navi e i passeggeri a bordo. Per il resto, l’offerta turistica resta sempre di altissimo livello, e basta solo valorizzarla”.

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DATA 14/3/2019 TESTATA INFORMARE _________________________________________________________________________ Sabato a Ravenna una manifestazione su energia, lavoro e ambiente organizzata dall'ANCIP L'iniziativa ha lo scopo di evidenziare la rilevanza di questi temi per il futuro del Paese L'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (ANCIP) ha organizzato una manifestazione nazionale sui temi dell'energia, del lavoro e dell'ambiente che si terrà sabato prossimo a Ravenna, presso Piazza del Popolo, con inizio alle ore 11.00. L'iniziativa è volta alla difesa del lavoro e alla tutela dell'economia locale e nazionale e ha lo scopo di evidenziare la rilevanza dell'argomento per il futuro del Paese alla luce delle dinamiche connesse al lavoro portuale e al mantenimento e sviluppo dei traffici a difesa delle tecnologie di alta qualità e della professionalità del settore. Alla luce di tali obiettivi ANCIP ritiene sia importante tutelare la qualità della vita e il costo del consumo dell'energia per tutte le famiglie italiane, auspicando un miglioramento complessivo che sia nel solco di un progetto che traguardando alle energie rinnovabili sia valutato nelle giuste tempistiche e con le necessarie modalità. L'associazione, che raggruppa circa 60 imprese portuali di cui agli articoli 16,17 e 18 della legge 84/94, ha sottolineato quindi l'indispensabilità che il governo «possa modificare - ha spiegato l'ANCIP - quanto frettolosamente e dilettantisticamente legiferato in materia».

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DATA 14/3/2019 TESTATA INFORMARE _________________________________________________________________________ Uiltrasporti Sardegna propone una revisione della concessione a CICT lasciando all'attuale gestore 500 metri di banchina e assegnando gli altri 1.000 tramite gara Zonca: da Contship si attende un segnale immediato per capire quali siano le intenzioni sul porto di Cagliari Uiltrasporti Sardegna chiede l'apertura immediata di un tavolo di crisi sul porto canale di Cagliari e un intervento del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. «Da oltre un anno - ha denunciato l'organizzazione sindacale - i vertici del terminal container del porto industriale lavorano fuori sede o direttamente da Cagliari per gli altri terminal del gruppo Contship (l'azienda che gestisce il terminal per contenitori cagliaritano CICT, ndr), portando all'esterno il know-how professionale senza che via sia alcuna ricaduta positiva per il terminal di Cagliari». Secondo quanto riportato in un report della Uiltrasporti Sardegna sulla crisi del terminal cagliaritano, il direttore generale del terminal si tratterrebbe a Cagliari «per soli tre giorni al mese per poi partire alla volta di Tangeri e sviluppare il terminal marocchino. Lo stesso - secondo il sindacato - avviene per il direttore tecnico, quello amministrativo e per varie altre professionalità che da tempo vanno a spendere la esperienza lontano dalla Sardegna e continuano a favorire la crescita e lo sviluppo di porti concorrenti, ma facenti capo allo stesso azionista di maggioranza». Il documento della Uiltrasporti Sardegna evidenzia come il container terminal del porto industriale di Cagliari continui a vivere un periodo di profonda crisi, con un traffico contenitori in picchiata che nel 2018 è stato di circa 215.000 teu, con una riduzione del -50% rispetto ai 430.000 contenitori del 2017, anno - ha precisato il sindacato - che aveva già visto un calo del -36% rispetto ai volumi del 2016. «Il 2019 - ha osservato l'organizzazione sindacale - non promette nulla di buono: i primi due mesi dell'anno dimostrano una proiezione su base annua di un ulteriore -42% rispetto al 2018. Nel complesso, analizzando il periodo 2016 - proiezione 2019, il tracollo si attesta a -82%. Al contrario - rileva il report di Uiltrasporti Sardegna - è in netto aumento il traffico negli altri terminal gestiti dal gruppo Contship/Eurogate nel Mediterraneo, in particolare quelli di Tangeri e La Spezia. Nel periodo 2016-2018 il terminal Contship/Eurogate di Tangeri ha visto aumentare i propri traffici di oltre il +23%, passando da circa 1.100.000 teu a 1.400.000. Più o meno stesso discorso per La Spezia, con circa +20%. Al contrario Gioia Tauro e soprattutto Cagliari hanno registrato un netto calo dei volumi di lavoro, rispettivamente -15% e -68% nel periodo 2016-2018. Per lo scalo sardo, come detto, il 2019 si profila ancora in negativo, al netto di auspicabili inversioni di rotta, tanto annunciate dai vertici aziendali, ma che a oggi restano vuote di contenuti». Si tratta - ha sottolineato il segretario della Uiltrasporti Sardegna, William Zonca- di «numeri enormemente negativi che rischiano di decretare il tracollo finale dello scalo sardo, e che non possono vedere il sindacato subire in silenzio». Zonca ha ricordato che nei mesi scorsi il sindacato aveva chiesto formalmente al ministro dei Trasporti l'apertura di un tavolo per analizzare la situazione del porto di Cagliari. «Siamo ancora - ha reso noto Zonca - in attesa di risposte, mentre tutta la politica tace. Ogni tanto si leva qualche considerazione isolata, ma la gran parte delle istituzioni pare non curarsi del futuro del porto». Uiltrasporti Sardegna ha ricordato che «le maestranze del porto di Cagliari vivono da tempo grazie agli ammortizzatori sociali, la Compagnia dei Lavoratori Portuali è fallita, mentre varie imprese dell'indotto hanno fatto ricorso alla cassa integrazione e ai contratti di solidarietà». «La situazione -

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ha specificato Zonca - non è più sostenibile. Siamo di fronte a una emergenza sociale che rischia di esplodere da un momento all'altro. Da diverse parti si sostiene che il terminalista CICT non sia in crisi, e che comunque non sia il caso di parlare di crisi fino a quando gli stipendi dei lavoratori continueranno ad essere pagati. Noi riteniamo che queste siano considerazioni quantomeno miopi, figlie di posizioni inconciliabili con chi ha davvero a cuore, in modo disinteressato e non di parte, il futuro e lo sviluppo del porto di Cagliari e più in generale dell'economia regionale e nazionale e il futuro dei lavoratori. I porti sono nodi nevralgici per l'economia a più vaste scale». Per Uiltrasporti Sardegna la situazione occupazionale del container terminal di Cagliari non è dissimile da quella del container terminal di Gioia Tauro, anch'esso gestito dal gruppo Contship Italia attraverso la filiale MCT. «La crisi - ha spiegato il sindacato - è frutto delle stesse scelte: infrastrutture ormai vecchie sulle quali da tempo si è scelto, stando a ciò che vediamo, di non investire, mezzi di lavoro obsoleti e incapaci di accogliere le sempre più numerose mega-navi giramondo. Forti dubbi sul rispetto dei vincoli di concessione, piano di sviluppo inesistente da ormai troppo tempo. Ma se a Gioia Tauro gli ammortizzatori sociali hanno riguardato il personale diretto del terminalista MCT, a Cagliari il tutto è stato “mascherato” appaltando nel tempo alcuni servizi operativi portuali, motivo per cui attualmente la crisi formale (almeno quella della forza lavoro) non riguarda il terminalista CICT, ma le aziende dell'indotto». «Sono scelte - ha contestato Zonca - che fatichiamo a comprendere, unitamente alla totale assenza di promozione e di marketing dello scalo a livello internazionale da parte del terminalista. Tanto più se consideriamo i trend degli ultimi anni relativamente ai traffici nel Mediterraneo, tornato da tempo a essere cuore degli scambi tra Est del pianeta (Cina in primis) e Europa/Stati Uniti Orientali». «Crediamo - ha proseguito Zonca - che il porto di Cagliari abbia perso e stia continuando a perdere numerose occasioni di sviluppo e possibili nuovi clienti o azionisti. Da troppo tempo si tenta di far passare l'assioma secondo cui solamente l'attuale azionista di maggioranza possa dare certezze sul futuro del terminal. Ci sembra un'affermazione presuntuosa, sia perché i risultati degli ultimi anni (non solo a Cagliari) dicono il contrario, sia perché crediamo che sia un modo sottile di tenere sotto scacco i lavoratori e le istituzioni locali, sotto la nemmeno tanto velata minaccia di licenziamenti e crisi del sistema portuale. Sembrano gli stessi metodi utilizzati a Gioia Tauro, tenuta sotto scacco per troppo tempo e oggi probabilmente al capolinea. Non si può - ha sostenuto Zonca - continuare nel far credere che il transhipment sia morto e che gli scali di smistamento delle merci non abbiano futuro: basta guardare ai porti di Barcellona e Valencia (non certo al centro del Mediterraneo) nei quali nel 2018 sono stati movimentati rispettivamente 1,5 milioni e 2,2 milioni di teu di soli volumi transhipment, in contesti non certo votati a questo tipo di traffico, in forte congestione operativa perché al limite delle loro capacità, con navi in attesa per giorni: ovvero l'esatto contrario di ciò che può offrire Cagliari fin da subito. Crediamo che le occasioni ci siano: il mercato è ancora in forte evoluzione e vari grandi gruppi internazionali devono muovere le loro mosse sullo scacchiere del Mediterraneo. In un contesto in cui il porto canale di Cagliari ha i migliori requisiti in termini di posizione geografica (perfettamente baricentrica nel Mediterraneo Occidentale), una ridotta distanza dalle grandi rotte di navigazione, enormi spazi di banchina e di stoccaggio dei contenitori, riteniamo che sia giunto il momento di non attendere oltre. Vorremmo capire dall'azionista di maggioranza Contship Italia quali siano le vere intenzioni del gruppo e della sua casa madre, la tedesca Eurokai, su Cagliari, e dall'azionista di minoranza CACIP (il Consorzio Industriale Provinciale di Cagliari , ndr) se intende continuare a esercitare un ruolo di secondo piano nel terminal o farsi portavoce delle politiche di sviluppo dell'area industriale e dell'intera regione. Non vorremmo che si stesse combattendo una lotta economico/politica in terreno italiano, da chi cerca di avvantaggiare i porti del Nord Europa o alcuni del Mediterraneo a discapito di altri scali come Cagliari o Gioia Tauro».

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In attesa di risposte, e per far fronte all'eventualità di un perdurare della crisi, Uiltrasporti Sardegna ha avanzato una propria proposta basata su una rivisitazione degli spazi di concessione e divisione della banchina: «a fronte dei volumi di traffico degli ultimi tre anni - ha spiegato Zonca - riteniamo che gli spazi attualmente in concessione siano del tutto sottoutilizzati, dato che si tratta di oltre 1.500 metri di banchina nei quali si movimentano appena 200.000 teu. A titolo di esempio, Contship gestisce a Tangeri una concessione con circa 800 metri di banchina, nei quali movimenta 1.400.000 teu l'anno. Lo stesso avviene per Maersk, che nello scalo marocchino movimenta oltre 1.700.000 teu in 800 metri di banchina. Ne consegue che in uno spazio di ormeggio analogo a quello di Cagliari, due gestori in competizione tra loro movimentano oltre tre milioni di contenitori l'anno. Ci chiediamo se possa essere vantaggioso per Cagliari rivedere gli spazi in concessione in base ai volumi di traffico lasciando all'attuale gestore 500 metri di banchina e indire un bando internazionale di gara per gli altri 1.000, verificando l'eventualità che qualcuno dei grandi player mondiali dello shipping sia interessato a far rotta su Cagliari». Rimarcando che quello attuale è un periodo storico cruciale per cogliere l'opportunità di rilanciare Cagliari e il suo porto, a prescindere da chi lo gestisce, Zonca ha concluso precisando che da Contship si attende «un segnale immediato per capire quali siano le intenzioni su Cagliari. Vorremmo comprendere - ha chiarito il segretario dell'organizzazione sindacale - se esistano a oggi, o siano esistiti difficoltà e impedimenti, e quali siano, che hanno ostacolato i piani di crescita e sviluppo nel Terminal. Come Uiltrasporti siamo sempre stati pronti, e ancora lo saremo, a fare la nostra parte per favorire qualsiasi processo che sblocchi definitivamente questa situazione di crisi in favore di una crescita e sviluppo di quello che è sicuramente uno tra i maggiori volani dell'economia regionale e del Sud Italia»

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DATA 14/3/2019 TESTATA INFORMARE _________________________________________________________________________ Nuove joint venture delle francesi CMA CGM e Bolloré Transport & Logistics in Etiopia Accordi con MACCFA Freight Logistics, Ethiopian Shipping and Logistics Services Enterprise e CLS Logistics Oggi, nell'ambito della visita del presidente francese Emmanuel Macron in Africa orientale, le aziende francesi CMA CGM e Bolloré Africa Logistics hanno siglato accordi con due società logistiche e una compagnia di navigazione etiopi. Il gruppo armatoriale CMA CGM ha sottoscritto un memorandum of understanding con la MACCFA Freight Logistics di Addis Abeba in base al quale il gruppo francese acquisirà il 49% del capitale sociale dell'azienda logistica etiope, che collabora da anni con CMA CGM in qualità di agente marittimo della compagnia francese in Etiopia. Inoltre il gruppo francese ha siglato una lettera d'intenti con la compagnia di navigazione Ethiopian Shipping and Logistics Services Enterprise (ESL) relativo alla gestione del Modjo Dry Port, porto secco che è in via di sviluppo con lo scopo di supportare le attività del porto di Gibuti. La società terminalista Bolloré Transport & Logistics (ex Bolloré Africa Logistics) del gruppo Bolloré ha firmato un accordo di joint venture con la CLS Logistics di Addis Abeba, società che collabora con il gruppo francese da 11 anni. L'intesa prevede l'investimento di 15 milioni di euro per la realizzazione di un hub logistico.

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DATA 14/3/2019 TESTATA INFORMARE _________________________________________________________________________ Si chiamerà Seabourn Venture la prima delle due navi per Seabourn costruite dalla joint venture Mariotti - Damen Nel cantiere di Marghera il taglio della prima lamiera della terza nave che Fincantieri sta realizzando per Holland America Line Si chiamerà Seabourn Venture la prima delle due navi da crociera extra-lusso per spedizioni di classe Polar PC6 che la compagnia Seabourn del gruppo americano Carnival Corporation ha ordinato alla joint venture costituita a metà dello scorso anno dal cantiere navale genovese T. Mariotti e dal gruppo olandese Damen Shipyards ( del 3 luglio 2018). La nuova unità sarà consegnata nel giugno 2021, mentre la seconda nave gemella entrerà a far parte della flotta della Seabourn nel maggio 2022. La compagnia crocieristica ha reso noto oggi che nell'estate 2021 la Seabourn Venture navigerà nelle acque dell'Artico, mentre nell'estate successiva effettuerà crociere nella regione antartica. Intanto oggi nel cantiere navale di Marghera del gruppo Fincantieri si è svolta la cerimonia per il taglio della prima lamiera della terza nave che il gruppo navalmeccanico sta realizzando per la società armatrice Holland America Line, anch'essa parte del gruppo Carnival Corporation. La nuova unità, che verrà consegnata nel 2021, sarà la diciassettesima nave costruita da Fincantieri per la società armatrice e la terza della classe “Pinnacle” dopo Koningsdam e Nieuw Statendam consegnate rispettivamente a marzo 2016 e a novembre 2018 dallo stesso cantiere. Avrà una stazza lorda di circa 99.500 tonnellate, una lunghezza di quasi 300 metri e potrà ospitare 2.662 passeggeri in oltre 1.300 cabine.

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DATA 14/3/2019 TESTATA INFORMARE _________________________________________________________________________ Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, contro l'autoproduzione possibili altre iniziative I sindacati hanno evidenziato la grandissima partecipazione alla manifestazione di stamani al porto di Napoli Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno annunciato che, dopo la protesta odierna a Napoli, valuteranno la possibilità di effettuare altre iniziative contro i casi di autoproduzione nei porti, con i marittimi delle navi che effettuano attività di competenza dei lavoratori portuali. «La grandissima partecipazione alla manifestazione di questa mattina al porto di Napoli, con delegazioni anche di molti porti del Paese - hanno sottolineato i segretari nazionali di Filt Cgil, Natale Colombo, Fit Cisl, Maurizio Diamante e Uiltrasporti, Marco Odone - definisce l'esatta dimensione di quanto sia attuale e sentito il tema delle regole nei porti, mentre i vertici del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Direzione Generale continuano a non fornire risposte ed impegno». «Ulteriori iniziative - hanno specificato i tre dirigenti sindacali - potrebbero diventare sempre più necessarie ed indispensabili, considerando i tanti e continui disagi che vivono i lavoratori dei porti e la necessità di salvaguardare i loro diritti e le loro tutele, attraverso l'affermazione di un quadro di regole per il quale ci battiamo da anni ma che si sgretola per le tante forzature delle Autorità di Sistema Portuale, lasciate agire indisturbate dal Mit».

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DATA 14/3/2019 TESTATA CIVONLINE _________________________________________________________________________

AnchelaCpcaNapolicontrol’autoproduzioneCIVITAVECCHIA - Napoli chiama, Civitavecchia risponde. La dirigenza della Compagnia portuale cittadina, guidata dal presidente Enrico Luciani e dal vicepresidente Patrizio Scilipoti, insieme ad una nutrita delegazione di soci e lavoratori portuali, si è recata nel porto campano, per scendere al fianco “dei compagni della Culp, delle altre compagnie portuali - hanno spiegato - e di Ancip, per dire no all’autoproduzione, ad ogni forma di dumping salariale, ad ogni forma di ricatto degli armatori e per il rispetto della legge 84/94, per la salvaguardia del lavoro e la difesa della dignità”. Questa mattina si sono ritrovati in presidio davanti alla sede dell’Autorità Portuale insieme ai colleghi dei porti di Genova, Savona, Ravenna, Livorno, Bari, Gioia Tauro, Salerno, sfilando in corteo al fianco dei lavoratori della Culp, Compagnia unica lavoratori portuali. “Centinaia di portuali oggi a Napoli - sottolineano i segretari generali di Cgil Cisl Uil di Napoli, Walter Schiavella, Gianpiero Tipaldi e Giovanni Sgambati - hanno ribadito il loro no all’autoproduzione, al dumping sulla pelle dei lavoratori, alla concorrenza a discapito della sicurezza e a ogni tipo di ricatto da parte delle Compagnie di navigazione. L’utilizzo dell’autoproduzione per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio va scongiurato perché mette a rischio il posto di lavoro per tanti addetti del Culp. Questo ricatto va respinto”. Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, in una nota ricordano che “mettere in discussione le attività dei lavoratori portuali può portare a pesanti ricadute occupazionali”. In diversi porti italiani, come ha ricordato l’Ancip, il tema dell’autoproduzione delle operazioni e dei servizi portuali da parte dei vettori marittimi è al centro del dibattito a causa dell’intenzione - apertamente dimostrata da importanti imprese di navigazione - di svolgere direttamente, in occasione dell’arrivo e della partenza delle navi, le operazioni di imbarco e sbarco, soprattutto dei traghetti ro-ro e ro-pax. I lavoratori Culp di Napoli sono in stato di agitazione dal 4 marzo scorso per contestare la richiesta di attivare l’autoproduzione dei traghetti da Napoli per la Sicilia avanzata dalla compagnia di navigazione Gnv. “Il periodo che stiamo attraversando - affermano le Federazioni nazionali dei sindacati - è caratterizzato da iniziative contrarie alle nostre aspettative, che minano fortemente il quadro dei diritti dei lavoratori portuali. Si stanno ripresentando - sostengono infine Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - tutti i problemi che ci hanno portato allo sciopero nazionale dello scorso 11 maggio, ma aggravati da ulteriori fenomeni che non condividiamo e sui quali non si riesce a discutere per l’assoluta indisponibilità al confronto del Governo e per l’arroganza dirigenziale manifestata da alcune Autorità di Sistema Portuale”. “Siamo venuti a dare supporto ad una battaglia che consideriamo importante e strategica - ha detto Enrico Luciani, intervenendo nel corso del sit-in sotto la sede dell’Authority di Napoli - stanno accadendo dei fatti molto gravi: gli armatori si stanno comprando l’Italia, le nostre banchine stanno diventando le loro, stanno entrando prepotentemente nella logistica non solo portuale, ma anche retroportuale, decidendo tutto quello che concerne la vita della merce, a seconda però delle loro convenienze. Hanno sempre tentato di conquistare il lavoro portuale, attraverso l’autoproduzione e l’autonomia funzionale. Ora che sono i padroni delle banchine, per loro sarà ancora più facile passare all’autoproduzione. Se ci riescono vorrà dire hanno conquistato l’ultimo tassello che rimane salvo della catena della logistica”. Da qui l’invito che Luciani ha rivolto a tutti i portuali presenti. “Alziamo un muro di cemento armato - ha tuonato - non pieghiamo la testa, in nessun porto d’Italia. A prescindere dalle sigle sindacali, dall’appartenzena politica, dal porto dove operiamo, alziamo un solo grido: unità del lavoro portuale. Solo uniti riusciamo a vincere questa battaglia. Il nostro lavoro è dignità: se perdiamo questo è finita. E mi rivolgo soprattutto ai giovani. Tutti uniti a difesa del nostro lavoro - ha concluso - incrociamo le braccia e rivoltiamo i porti”.

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