Rassegna Stampa 10 novembre 2011

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Ufficio stampa

Rassegna stampagiovedì 10 novembre 2011

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Beni in cambio di titoli di Stato Cessioni fino a 60 miliardi - Parte dei proventi vincolati all'acquisto di bond

Eugenio Bruno ROMA

-MI Via al piano di dismissioni del Governo. Come anticipato nei giorni scorsi da questo gior-nale si partirà dai beni già in uso alle amministrazioni centrali. Con una novità dell'ultim'ora: i privati potranno versare il corri-spettivo pattuito in titoli di Stato.

A prevederlo è uno dei tre emendamenti depositati ieri dal-l'Esecutivo in commissione Bi-lancio del Senato insieme ai tre sottoscritti dal relatore Massi-mo Garavaglia (Lega). L'articolo 4-ter dà mandato al ministero dell'Economia di individuare -con uno o più decreti del presi-dente del Consiglio (Dpcm) - i beni delle Pa statali da attribuire a uno o più fondi di investimento immobiliare (ovvero a una o più società anche appositamente co-stituite) che dovranno intercetta-re il risparmio privato.

Il primo Dpcm dovrà arrivare entro il 3o aprile 2012. E, stando alla lettera della norma, potrà

contenere «beni immobili di proprietà dello Stato e una quo-ta non inferiore al 20 per cento delle carceri inutilizzate e delle caserme assegnate in uso alle forze armate». Gli amministra-tori locali (specie quelli leghi-sti) tireranno un sospiro di sol-lievo nel sapere che, a differen-za di quanto trapelato nelle scor-se settimane, della partita non fa-ranno parte i beni che Regioni, Province e Comuni si vedranno arrivare in dote con il federali-smo demaniale. I decreti succes-sivi dovranno stabilire le modali-tà di collocamento delle quote del predetto fondo.

I proventi dell'intera operazio-ne non vengono quantificati. Còntinuano a far fede i 3 miliar-di in tre anni indicati nella lettera a Bruxelles ma l'obiettivo fmale potrebbe essere più ambizioso e aggirarsi sui 6o miliardi. Come detto gli acquirenti potranno pa-gare anche in titoli di Stato. Re-sta tuttavia da sciogliere un nodo fondamentale: con quale valore?

Non è detto infatti che varranno il io o% del loro valore nozionale. Maibond dellaRepubblicaitalia-na sono destinatari di \ un'altra norma ad hoc. Se l'alienazione ri-guarderà edifici liberi nulla quae-stio: gli introiti andranno al fon-do ammortamento titoli. In pre-senza di un bene già in uso a un ministero il discorso cambia. Con il capitale incassato l'Agen-zia del demanio dovrà acquista-re Btp, Bot o Cct, ritirandoli dal mercato, mentre gli eventuali in-teressi serviranno a corrisponde-re i canoni di affitto dei nuovi im-mobili da reperire. • Lo stesso emendamento cita

poi le dismissioni dei cespiti sta-tali all'estero e i terreni agricoli. Entrambe le categorie potranno essere cedute a trattativa priva-ta anche se, nel caso dei terreni, viene posta la condizione che il loro valore non superi i 400mila euro. Fermo restando il diritto di prelazione per i giovani im-prenditori agricoli.

O RIPRODUZIC NE RISERVATA

Clausola di salvaguardia. Età garantita con decreto direttoriale

In pensione a 67 anni nel 2026 Il rispetto formale e sostan-

ziale dell'impegno a'Ssunto con l'Europa è confermato con una clausola di salvaguardia.

Il primo articolo del maxie-mendamento governativo pre-sentato ieri alla legge di Stabili-tà fissa infatti 112026 carne data inderogabile per i pensiona-menti di vecchiaia a 67 anni. Tutti, uomini e donne, entro quella data non potranno incas-sare l'assegno di vecchiaia sen-za aver raggiunto l'età effettiva di 67 anni come risultato dell'applicazione progressiva della legislazione vigente.

L'innalzamento graduale del requisito, in realtà, è già in corso. I due motori che lo spin-gono sono la «finestra unica» e P«adeguamento automatico» dei requisiti di accesso ai tratta-menti pensionistici in relazio-ne alla speranza di vita accerta-ta dall'Istat. Due misure varate

è nel 2010 (legge 122) e in parte corrette quest'anno (legge m). Con la prima norma si garanti-sce un posticipo di 12 mesi (18 per i lavoratori autonomi) per tutti i tipi di pensionamento; uha misura che molti lavorato-

ri che hanno già maturato i limi-ti di età odi «quota» stanno già sperimentando quotidiana-mente. Conia seconda si inseri-sce, a partire dal 2013, l'aggan-cio del momento del ritiro ef-fettivo all'aspettativa di vita ac-certata dall'Istat, e che in pri-ma applicazione equivarrà a un ulteriore posticipo di tre mesi. L'adeguamento all'aspet-tativa di vita, aggiornato ogni tre anni, avverrà con un decre-to direttoriale del ministero dell'Economia, di concerto con il ministero del Lavoro, da emanare almeno 12 mesi prima della data prevista. Il che vuol dire che entro fine dicembre 2011 dovrà essere confermato

NUItlfg30

Speranza di vita Nel 2013 il primo aumento di 3 mesi del requisito di perOonamento

il primo gradino di tre mesi che scatta nel 2013. E il primo decreto sarà scritto sulla base del dato Istat relativo alla varia-zione, nel triennio precedente, della speranza di vita all'età di 65 anni in riferimento alla me-dia della popolazione italiana.

Simulando l'aumento gra-duale così fissato, il requisito per il pensionamento di vec-chiaia di un lavoratore dipen-dente maschio, nel 2021, sarà di 65 anni e n mesi, cui si deve ag-giungere la finestra mobile di 12 mesi. Totale: 67 anni. Una donna, sempre lavoratrice di-pendente, nello stesso anno matura il requisito per la vec-chiaia a 63 anni e otto mesi, che con la finestra mobile diventa-no 64 anni e otto mesi. Se il meccanismo non funzionasse (ad esempio per una variazio-ne dell'aspettativa di vita) il de-creto direttoriale che dovrà es-sere emanato entro il dicem-bre del 2023 fisserà perii 2026 un requisito per il pensiona-mento di vecchiaia non inferio-re al 67 anni.

D.Col. D RIPRODUZIONE RISERVATA

la, le sinerule per 10 i un'economia del riciolo i Fuori Uso

Quanto valgono gli immobili delta Pa

Miliardi di euro

Stima valore

mercato

Stima parte libera

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Il Solere /,1

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Infrastrutture. Dal 1 ° gennaio 2012 passa anche la Stretto di Messina spa

Partecipazioni Anas a Fintecna Giorgio Santilli ROMA

Tutte le partecipazioni dell'Anas saranno cedute dal i° gennaio 2012 a Fintecna «al valo-re netto contabile risultante al momento della cessione». La norma, contenuta nel maxi-emendamento del Governo al-la legge di stabilità, completa la manovra di dimagrimento del-l'Anas avviata con il decreto svi-luppo di maggio.

La partecipazione più impor-tante è Stretto di Messina, con-cessioparia del Ponte dove Anas detiene 1'81,848% del capi-tale. C'è poi un gruppo di cin-que società concedenti di auto-strade regionali dove l'Anas de-tiene i150% del capitale in alle-

anza con le Regioni: sono Auto-strade del Lazio, Cal concessio-narie autostradali lombarde, Cap concessionarie autostrada-li piemontesi, Cav concessiona-rie autostradali venete e Auto-strade del Molise. Un terzo gruppo è quello delle concessio-

U RO

8 1,8% La partecipazione nel Ponte è la quota di capitale detenuta da Anas nella Sn'etto di Messina spa

naie autostradali in cui Anas detiene quote variabili: Asti-Cu-neo (35%), Traforo Monte Bian-co (32,125%), Sitaf Traforo del Frejus (31,74%). Infine, parteci-pazioni minori come il Consor-zio italiano infrastrutture e tra-sporti per l'Iraq (4o%).

Per il resto l'emendamento presentato dal Governo confer-ma le attese della vigilia, al ri-basso. Il topolino partorito dal Governo dopo tanto discutere prevede incentivi fiscali su Irap e Ires per i finanziamenti privati alle infrastrutture, fon-di per le opere portuali e ina-sprimento delle pene per chi tenterà di occupare i cantieri della Tav Torinb-Lione.

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Liberalizza ni. L'ennesima riforma dei servizi pubblici locali

Società in house in trasferta ROMA

I gestori di servizi pubblici locali che abbiano avuto l'affida-mento in via diretta senza gara potranno partecipare alle gare su tutto il territorio nazionale non soltanto qualora sia stato già rimesso in gara il servizio di cui sono gestori, ma anche se quella gara sia stata solo decisa oppure se quel servizio sia stato riaffidato in house a un soggetto diverso.

La norma sui servizi pubblici locali contenuta nel maxiemen-damento del governo alla legge di stabilità rilegittima le società che in passato abbiano acquisi-to il servizio senza gara. Un chia-rimento che il governo aveva an-nunciato di voler dare rispetto

alla formulazione dell'articolo 4 del decreto legge 138/2011 (è la norma post-referendum), ma che in questo caso va anche ol-tre la formulazione annunciata.

Le norme presentate ieri con-fermano poi le due norme che vanno nel senso della liberaliz-

1 miliardi il valore delle ex municipalizzate secondo le ultime stime del Tesoro

zazione. Anzitutto, gli enti loca-li potranno affidare servizi in concessione, quindi con «esclu-siva» della gestione, solo se ab-biano preventivamente fatto una verifica per una liberalizza-zione piena del servizio, con la compresenza di più operatori. Solo se è verificato che queste condizioni non sussistono, allo-ra l'affidamento in concessione è legittimo.

L'altra norma tocca diretta-mente gli utenti che potranno confrontare i livelli dei servizi resi, il «prezzo medio per uten-te», gli investimenti medi con quelli praticati dagli altri gesto-ri. Sarà infatti obbligatorio per i gestori pubblicare questi dati.

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Il Sole12

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press L.IfE10/11 /2011

II sole

Autonomie . «Garantito» il gettito della Robin Ta x

Un pacchetto di scontiper il patto di stabilitàGianni Trovat iMILAN O

Garanzia degli sconti de -terminati dalla Robin Tax, pa-gelle più semplici per indivi-duare i «virtuosi», esclusion edai vincoli per i «grandi even-ti» e regole su misura per Ro-ma Capitale .

Negli emendamenti del rela-tore alla legge di stabilità arri-vano le nuove regole del Pattodi stabilità interno per gli ent iterritoriali, che attenuano i lconto per sindaci e president idi provincia e provano a risol-vere i nodi attuativi più intrica -ti delle manovre estive . In li-nea con le richieste complessi-ve, che tra vecchie e nuove ma-novre determinano per il 2012una stretta da 11,2 miliardi traRegioni ed enti locali, vengonoconfermati gli indicatori previ-sti da applicare alla media trien -nale (2006/o8) della spesa cor-rente per individuare gli obiet-tivi di bilancio : 15,6% per i Co-muni (che nel 2013 divent a15,4% con l'estensione del Pat-to agli enti fra mille e 5mila abi-tanti), 16,5% per le Provinc e(19,7% dal 2103) . Non tutti gl ienti, però, pagheranno questopegno, perché i «virtuosi» sa-ranno esclusi e caricheranno i lloro peso sugli altri . L'emenda-mento, di conseguenza, fissa

un tetto che impedisce alle per-centuali da applicare ai «nonvirtuosi» dopo questa mossa :16% per i Comuni (15,8% dal2013) e 16,9% per le Province(20,1% dal 2013) .

Questi numeri sono anche i lfrutto degli sconti agli enti ter-ritoriali per la Robin Tax, chenelle manovre estive erano so-lo eventuali e ora vengono cer-tificati con tanto di distribuzio-ne : ' 76o milioni vanno alle Re-gioni ordinarie, 370 a quelle aStatuto speciale, 520 milioni a iComuni e 150 alle Province .Un ulteriore alleggeriment odà65 milioni per i Comuni, 9 5per le Regioni e 20 per le Pro-vince è il "fossile" dei vecchisconti previsti per i virtuosi, acui invece la manovra-bis d iFerragosto chiede solo di rag-giungere l'equilibrio di bilan-cio, escludendoli tout cour t

La doteI miliardi che arriverann oalle autonomie dalla Robin tax

dal contributo alla manovra.I «virtuosi» saranno quelli

che entreranno nella prima del-le due classi di merito (nella m a -novra estiva se ne prevedeva-no quattro): per individuarli, siutilizzeranno solo quattro indi-catori, fondati su rispetto delPatto, autonomia finanziaria ,equilibrio di parte corrente ecapacità di riscossione, mentr ei parametri più complicati pen-sati dalla manovra estiva (dall aconvergenza con i fabbisognistandard all'incidenza dell aspesa di personale) vengono ri-mandati al 2013 ; abbandonatoper sempre, invece, il «coeffi-ciente di correzione» per pre-miare chi migliora . Resta da ca -pire quanti saranno gli enti «diprima classe». Un ulterioresconto è poi previsto per chi ot -terrà i premi (in tutto 250 milio -ni all'anno) destinati a chi ced equote societarie .

Un trattamento a sé, invece ,si profila per Roma. La Capita -le continuerà anche nei prossi-mi anni a trattare vis à vis con i lministero dell'Economia i pro-pri obiettivi di bilancio, se-guendo il modello avviato(con qualche incaglio) nel 2011,

anno di rientro del Comun enei vincoli di finanza pubblica .

[email protected] m

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Le altre misure. Sindaci «arruolati» nella riduzione del disavanzo pubblico

Arriva una doppia stretta per il debito degli enti territoriali

Se il Patto di stabilità non offre cattive notizie, la stretta sugli enti locali dagli emenda-menti alla legge di stabilità arri-va sul fronte del debito, in due modi. Torna nel frullatore, pri-ma di tutto, il limite massimo della spesa per interessi, che dall'anno prossimo non dovrà superare l'8% delle entrate regi-strate nei primi tre titoli (tribu-ti, trasferimenti e tariffe) del consuntivo di due anni prima (il limite precedente era al 10%). Non solo: il tetto dovrà scendere al 6% nel 2013 e atte-starsi al 4% dal 2014 in poi, un livello che una grossa fetta dei bilanci attuali supera in modo netto. Scende anche il tetto per le Regioni, dal 25 al zo% delle en-trate tributarie non vincolate.

Sindaci e presidenti di Pro-vincia e di Regione, però, vengo-no arruolati anche sul fronte della riduzione dello stock del debito pubblico. Le modalità sa-ranno definite con decreto

dell'Economia, ma i principi so-no già indicati nel maxiemenda-mento del Governo e mettono nel mirino chi ha un indebita-mento superiore alla media in termini pro capite. Il decreto dovrà fissare i livelli medi oltre i quali si accende la spia rossa, le percentuali di riduzione che i super-indebitati saranno chia-mati a realizzare e le modalità per centrare l'obiettivo. Il pri-mo strumento, comunque, sarà la cessione degli immobili al fondo che il Governo intende

Da12012 La percentuale della spesa per interessi sulle entrate

realizzare anche con il mattone di Stato. Per chi non riuscirà a livellare il proprio debito, entre-ranno in campo le sanzioni prin-cipali oggi pensate per le Regio-ni e gli enti locali che non rispet-tano il Patto di stabilità: divieto di superare nella spesa corren-te il livello medio registrato nell'ultimo triennio e stop alle assunzioni di qualsiasi tipo.

Il doppio stop ai debiti loca-li, cruciale per migliorare le sorti del consolidato pubblico che si porta a Bruxelles, ri-schia però di ipotecare ulte-riormente le possibilità per gli enti locali di effettuare investi-menti. Sul fronte dei pagamen-ti, il maxiemendamento raffor-zalo strumento della certifica-zione del credito, che diventa obbligatoria ed esclude solo enti commissariati e Regioni impegnate in piani di rientro dall'extradeficit.

G.Tr. © RIPRODUZIONE RISERVATA

press unE 10/11/2011

Il Sole12

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Enti religiosi Niente Ici se non c'è attività commerciale MILANO

Perché gli immobili degli enti ecclesiastici non scontino l'Ici non basta che i responsabi-li di questi ultimi certifichino di svolgere attività che giustifi-chino l'esenzione dall'impo-sta, occorre invece verificare che l'attività sia concretamen-te svolta senza le caratteristi-che di un'attività commercia-le. Per questa verifica però l'onere della prova non può es-sere scaricato sull'amministra-zione comunale. È invece il contribuente che deve dimo-strare che l'attività assistenzia-le (o equiparata) non è svolta con caratteristiche commer-ciale. La sentenza 23314/2011 della Cassazione civile, deposi-tata ieri richiama infatti i prin-cipi enunciati in diversi prece-denti giurisprudenziali, e ta-glia corto sulla possibilità che le attività commerciali, sia pu-re gestite da un ente ecclesia-stico, non scontino l'imposta comunale sugli immobili. Nel caso che vedeva contrapposti il comune di Canobbio sul La-go Maggiore e il collegio delle Orsoline che vi ha sede, la Cor-te ha dato quindi ragione al pri-mo. Per non pagare l'Ici è ne-cessario che ricorra un requisi-to oggettivo: l'esercizio di un'attività esclusiva di assi-stenza odi un'altra attività che il legislatore ritiene equivalen-te ai fini dell'esenzione. Accan-to a questo occorre un requisi-to soggettivo, ovvero che l'atti-vità sia svolta da un soggetto che non ha come caratteristica principale o esclusiva quella di esercitare attività commer-ciali. Perché sussista il primo requisito occorre che non ci sia in concreto un'attività com-merciale e per dimostrarlo non bastano attestazioni a priori dell'attività svolta.

An.Cr. D RIPRODUZIONE RISERVATA

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ii incassi a rischio

press unE 10/11/2011

Il Sole12

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press L.IfE10/11 /2011 ItaliaOggi

Autovelox, avvisi ad almeno un chilometroFuori dal centro abitato la distanza mini -ma di un chilometro dal segnale di veloci-tà deve essere assicurata a tutti gli utent iche si approssimano al controllo autoveloxa prescindere dal tratto di strada percorso.Inoltre non trova applicazione fuori città l adisciplina semplificata dei segnali a validit àzonale che permetterebbero d ilimitare l'uso della segnaleti-ca verticale . Lo ha chiarito i lMinistero dei trasporti con i lparere n. 5234 del 24 ottobr e2011 . Con l'entrata in vigor edella legge 120/2010 i controll idella velocità effettuati in sed iautomatica, fuori centro abita-to, devono essere segnalati eben visibili ma anche distant ialmeno 1 km dall'inizio del li -mite di velocità . Questa previsione è conte-nuta nell'art. 25 della legge di riforma delcodice stradale laddove la stessa specificache con apposito decreto saranno definite ,altresì, «le modalità di collocazione e usodei dispositivi o mezzi tecnici di controllo ,finalizzati al rilevamento a distanza dell eviolazioni delle norme di comportamento dicui all'articolo 142 del decreto legislativo n.285 del 1992, che fuori dei centri abitati no npossono comunque essere utilizzati o instal-lati ad una distanza inferiore a un chilometro

dal segnale che impone il limite di velocità» .Per tentare di semplificare .'apposizione del-la necessaria segnaletica stradale di limite divelocità anche su tutte le strade laterali diavvicinamento al controllo autovelox fissoil comune di Prato ha richiesto chiarimential ministero, proponendo l'istituzione, fuo -

ri centro abitato, di un limit ezonale senza cartelli ripetuti .Il Dipartimento per i traspor-ti terrestri ha bocciato questaproposta evidenziando che isegnali a validità zonale sonoprevisti dalla normativa solo inrelazione al limite di velocitàurbano e per le zone a traffi-co limitato. Peraltro, prosegu el'interessante parere centrale ,«se la richiesta si riferisce alla

possibilità di utilizzo dei dispositivi finaliz-zati a I rilevamento a distanza delle viola-zioni, si precisa che l'obbligo della distanzadi almeno un chilometro dal segnale postodopo l'intersezione non sussiste qualora l avelocità massima consentita sia la stessa s ututti i rami dell'intersezione» . In buona so-stanza tutti gli utenti in arrivo devono poterbeneficiare della regola del chilometro prim adi incappare in un controllo autovelox auto-matico, fuori città.

Stefano Mantelli

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Due le classi di merito. Definite le percentuali per il Patto e ripartito il gettito della Robin Tax

Enti, valutazione in due tempi Si parte con quattro criteri di virtuosità. Stretta sul debito

DI FRANCESCO CERISANO

alutazione in due tempi per gli enti locali. Si par- tirà nel 2012, ma non tutti i parametri di virtuosità,

individuati dalla manovra di lu- glio (di 98/2011) per alleggerire il peso degli obiettivi contabili sugli enti ben amministrati, si appli- cheranno subito. hanno prossimo si terrà conto solo del rispetto del patto di stabilità, dell'autonomia finanziaria, dell'equilibrio di par- te corrente e del rapporto tra le entrate di parte corrente riscosse e accertate. Gli altri criteri (con- vergenza tra spesa storica e fab- bisogni standard, incidenza della spesa del personale sulla spesa corrente, tasso di copertura dei costi dei servizi a domanda indi- viduale, effettiva partecipazione all'azione di contrasto all'evasione fiscale e dismissioni societarie) en- treranno in gioco solo a decorrere dal 2013. In più le classi di merito in cui ripartire gli enti non saran- no quattro ma due. Sono molte le novità contenute nelle attese nor- me sul patto di stabilità che, come auspicato dalle associazioni delle autonomie, sono salite in corsa sul

treno della legge di stabilità 2012 per effetto dell'emendamento de-positato ieri dal governo in com-missione bilancio del senato.

La nonna, concordata con Anci, Upi e regioni (si veda ItaliaOggi del 19/10/2011) ha ripartito tra i vari livelli di governo i proventi della Robin Tax (l'addizionale Ires sulle imprese energetiche) il cui gettito, stimato in 1,8 mi-liardi di euro (pur tra qualche dubbio da parte della Corte dei conti) è stato destinato dal go-verno a parziale copertura dei 6 miliardi di sacrifici chiesti agli enti dal dl 138. L'emendamento sancisce innanzitutto l'obbligato-rietà dello sconto (visto che il dl 138 afferma che l'importo della manovra «può» essere ridotto) e poi lo distribuisce già dall'anno prossimo in base all'entità del concorso agli obiettivi di risa-namento della finanza pubbli-ca chiesto agli enti territoriali. I comuni beneficeranno di uno sconto di 520 milioni di euro, le province di un alleggerimento di 150 milioni e il restante miliardo viene assegnato alle regioni (760 milioni a quelle a statuto ordina-rio e 370 ai territori autonomi).

Viene inoltre ripartito tra re-gioni, province e comuni l'alleg-gerimento del contributo alla manovra 2012 previsto dal dl 98. Si tratta di 180 milioni cli euro in totale che saranno così attribuiti: 95 alle regioni, 20 alle province e 65 ai comuni con più di 5.000 abi-tanti. In più il drappello di enti che dall'anno prossimo partecipe-ranno alla sperimentazione della nuova contabilità economica (si tratta di 5 regioni, 12 province e 54 comuni, si veda ItaliaOggi del 5/11/2011) potranno usufruire di un ulteriore sconto di 20 milioni di euro sugli obiettivi contabili.

L'emendamento contiene anche le nuove percentuali da applicare per centrare gli obiettivi conta-bili nel 2012 e 2013. La base di riferimento sarà sempre la spesa corrente media 2006-2008 a cui i comuni con più di 5.000 abitanti dovranno applicare il 15,6% nel 2012 e il 15,4% nel 2013. Per le province l'asticella sarà un po' più alta: 16,5% nel 2012 e 19,7% nel 2013. Il nuovo Patto segnerà anche un debutto: quello dei pic-coli comuni (da 1.000 a 5.000 abi-tanti) a cui i vincoli di bilancio si applicheranno a partire dal 2013.

L'obbligo per gli enti territo-riali di ridurre il debito pubbli-co a decorrere dal 2013 diventa un impegno ufficiale sancito dal maxiemendamento. Sarà un de-creto non regolamentare del Mef a determinare le modalità di at-tuazione della norma. Il decreto dovrà stabilire distintamente per regioni, province e comuni:

- la differenza percentuale, ri-spetto al debito medio pro capite, oltre la quale i singoli enti terri-toriali hanno l'obbligo di procede-re alla riduzione del debito;

- la percentuale annua di ridu-zione del debito;

- le modalità con le quali può essere raggiunto l'obiettivo di ri-duzione del debito.

Il trasferimento di immobili ai fondi o alle società costituiti dal-lo stato per la dismissione degli immobili pubblici sarà conside-rato equivalente alla riduzione del debito.

Anche per loro la percentuale di riferimento sarà del 15,4%.

Riduzione del debito. La bozza di maxiemendamento del governo interviene con disposi-zioni molto restrittive volte a ridurre l'indebitamento degli enti locali. Innanzitutto si stabi-lisce che non sarà più possibile contrarre mutui e prestiti obbli-gazionari senza aver certificato il rispetto del patto di stabilità nell'anno precedente. E poi si ri-ducono ulteriormente le soglie di indebitamento già ritoccate dal-la legge di stabilità 2011 (legge n. 220/2010). Gli enti potranno indebitarsi solo se l'importo an-nuale degli interessi sommato a quello dei mutui precedentemen-te contratti, a quello dei prestiti obbligazionari precedentemente emessi, a quello delle aperture di credito stipulate ed a quello derivante da garanzie prestate non supera 1'8% per il 2012 (oggi era il 10%), il 6% nel 2013 (in-vece dell'8%) e il 4% a decorrere dal 2014 delle entrate relative ai primi tre titoli del rendiconto del penultimo anno precedente a quello in cui.viene prevista l'as-sunzione dei mutui.

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press unE 10/11/2011

ItaliaOggi