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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

rassegna

Pagina I

Si parla di noi

05/10/2017 p. I-XI Ivory a Firenze, ritratto con vista "Qui selfie stick e tantabellezza"

Repubblica Firenze 1

05/10/2017 p. 16 Quella "Camera con vista" rimasta nel cuore Gabriele RizzaTirreno 4

01/10/2017 p. 32 Florence Queer FestivalToscana Tascabile 6

01/10/2017 p. 33 France OdeonToscana Tascabile 7

01/10/2017 p. 33 Festival dei PopoliToscana Tascabile 8

Si gira in Toscana

05/10/2017 p. 6 Strade in terra battuta in pieno centro La città si trasformaper il set del film

Alberto PieriniNazione Arezzo 9

05/10/2017 p. 12 «La mia camera con vista.? Una storia d'amore e libertà. chemi ha cambiato la vita»

Giovanni BoganiNazione Firenze 10

05/10/2017 p. 13 Quella finestra che non c'è «Così creammo una scena mito» Titti Giuliani FotiNazione Firenze 13

05/10/2017 p. 11 Ciak, si gira in Piazza del Campo Il reality inglese sbarca aSiena

Nazione Siena 14

05/10/2017 p. 13 Ivory, Firenze e «i turisti superficiali» Chiara DinoCorriere Fiorentino 15

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Ivory a Firenze, ritratto con vista"Qui selfie stick e tanta bellezza"

U NA città invasa dai turisti , con selfie a ogni angolo distrada. Ma che «tiene botta» nonostante gli anni. Ja-mes Ivory è tornato a Firenze, dove , nel 1986, ha gi-

rato Camera con vista, una delle sue pellicole più famose.E, tutto sommato , l'ha trovata bene. In occasione delle ce-lebrazioni per l'anniversario del film, il grande registaamericano , oggi ottantanovenne , ha incontrato i lettori diRepubblica . Quali differenze fra la Firenze di oggi e quelladi trentuno anni fa? «Miliardi di selfie stick . Sono dapper-tutto e all'epoca , evidentemente , non esistevano. Ma, aparte questo, mi sembra che la città abbia retto bene ilpassare del tempo».

A PAGINA XI

Si parla di noi Pagina 1

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Trentuno anni dopo uno dei suoi film più famosi, "Camera con vista", il regista torna in cittàE incontra i lettori nella nostra redazione: "Amavo l'idea di girare in Italia, non solo per il cibo..."

"Iltempochepassanon cambia Firenze'

T NA città invasa dai turisti, conselfie a ogni angolo di strada.Ma che «tiene botta» nono-stante gli anni. James Ivory ètornato a Firenze, dove, nel

«Se decidi di fare un film da un romanzo èperché ti piace la storia, ti piace l'ambienta-zione e ti piace il tono di voce dello scrittore,ti trovi d'accordo con la sua posizione mora-le. Altrimenti, perché farlo?».

Quali sono gli elementi che l'hanno affa-scinata di Camera con vista?«La storia, che trovavo deliziosa: è il For-

ster più leggero, meno cupo, con addirittu-ra un lieto fine. E poi mi piaceva l'idea di gi-rare in Italia: c'ero stato ventidue anni pri-ma e non vedevo l'ora di tornare. Non soloper il cibo, come mi ha detto qualcuno».

C'è un fil rouge che lega Camera con vi-sta a Maurice, entrambi tratti da E. M.Forster : quello del pregiudizio.«I temi emotivi e morali trattati da For-

ster sono rilevanti oggi come lo erano agliinizi del Novecento. Queste due storie rac-contano la vicenda di giovani che vivonouna menzogna che non li rende felici. E, inentrambi i casi, si tratta di una bugia legataal classismo sociale: un tratto tipico della let-teratura di Forster».

Un altro grande scrittore a cui si è ispira-to è Henry James.«Sono arrivato a James tardi, e mi sono

piaciuti molto i suoi romanzi americani, chemi hanno affascinato in quanto americanoio stesso. Ho amato i mondi che raccontava,gli ambienti che descriveva anche se moltodiversi fra di loro: dal New England preguerra civile alla Boston del movimentofemminista. Ho scelto di girare The GoldenBowl perché raccontava gli americani nel lo-ro essere internazionali, immortalandoli inEuropa, e perché trattava un tema moraleimportante come l'adulterio».

Il suo cinema ha guardato molto al vec-chio continente.«La prima volta che sono venuto in Euro-

pa è stato in Francia, dove sono stato moltoben accolto. Poi c'è stata l'Italia, dove mi so-no subito sentito a casa e dove ho continua-to a tornare tante volte. Invece dall'Inghil-terra non mi sentivo attratto, e ho imparatoa conoscerla solo più tardi, grazie ai mieiviaggi in India. Da allora ho iniziato a rac-contare la società britannica ed è propriograzie a quei film che sono diventato famo-so, tanto che in molti oggi mi scambianoper un regista inglese. Non c'è cosa più fal-sa: io vengo dal Far West, e nessun inglesepotrebbe pensare una cosa simile nemme-noper un secondo».

Come ha scoperto l'India?«Grazie all'arte. Da giovane, poco meno

che trentenne, ero appassionato di arte in-diana e sono partito per girare un paio di do-cumentari. Non riesco a trovare un modopiù gentile per dirlo ma, quando trascorri

molto tempo in India, poi non vedi l'ora diandartene».

Crede che in una società culturalmenteglobalizzata la vecchia Europa abbia an-cora storie da raccontare?«Assolutamente. E, se devo scegliere, tra

una vacanza in Arizona e una in Spagna sce-glierò sempre la Spagna».

Ha lanciato molti attori giovani: da Hu-gh Grant a Helena Bonham Carter.«E stato per esigenze legate ai personag-

gi: se devi raccontare un ventenne devi ne-cessariamente ricorrere a un attore poco co-nosciuto. Ma avevano stoffa e per questohanno avuto successo».

Qual è il suo film preferito , quello che ri-guarderebbe all'infinito?«Ce ne sono tanti, tutti vecchi. Via col

vento, Eva contro Eva. E un film indiano,Charulata».

Cosa non le piace del cinema di oggi?«I film che non sono per adulti, ma per

adolescenti o bambini. Vedo molti lungome-traggi fatti per sorprendere, con ambienta-zioni perfette e spettacolari, ma poco appro-fondimento dei personaggi e delle storie.L'ultimo di Martin Scorsese, Silence, è unodei pochi che riesce a combinare entrambigli aspetti. Detto questo, però, vedo anchefilm molto buoni uscire continuamente, an-che se magari rimangono confinati nei festi-val».

Cosa pensa del cinema su internet?«Niente in contrario, ma preferisco il

grande schermo».Ha scritto la sceneggiatura di Call me byyour name, l'ultimo film di Luca Guada-gnino , regista più conosciuto all'esteroche in Italia.«Due miei vicini di casa in Upstate aveva-

no acquistato i diritti della storia e, dopo es-sersi guardati intorno, hanno scelto Guada-gnino come regista. Lui mi ha chiesto dico-dirigere il film: non mi era mai capitatonel corso della mia carriera ma ho rispostodi sì, a patto di scrivere io stesso la sceneg-giatura. Alla fine la regia è stata solo sua,ma la sceneggiatura è rimasta».

Ha realizzato scene e costumi per unaproduzione del Maggio Musicale Fioren-tino , l'Apollo e Dafne del 1997. Quantoconta il disegno per lei?«Moltissimo, non potrei farne a meno.

Per quell'opera realizzai quarantacinque co-stumi e cinque scene, che oggi sono nell'ar-chivio del Maggio. Per me è un onore, sonoorgoglioso di far parte del patrimonio diquesta città».

(testo raccolto da fulvio paloscia e gaiarau)

1986, ha girato Camera con vista, una dellesue pellicole più famose. E, tutto sommato,l'ha trovata bene. In occasione delle celebra-zioni per l'anniversario del film, il grande re-gista americano, oggi ottantanovenne, haincontrato i lettori di Repubblica: al forumhanno partecipato Beatrice Bosso, FedericaCasu, Giovanna Checchi, Raffaella Chiriat-ti, Cristina Ciocirlan, Alessandro Ciriello,Laura della Corte, Laura Fenelli, MicheleLeoni, Raffaella Poggianti, Antonella Sal-via, Miranda Sorbi, Iole Volponi, Vinicio Za-massi.

Quali differenze ha trovato fra la Firenzedi oggi e quella di trentuno anni fa?«Miliardi di selfie stick. Sono dappertut-

to e all'epoca, evidentemente, non esisteva-no. Ma, a parte questo, mi sembra che la cit-tà abbia retto bene il passare del tempo».

Molti americani hanno scelto di visitareFirenze dopo l'uscita di Camera con vi-sta.«Ne sono consapevole. Conosco una cop-

pia, lui 75 anni, lei 65, che si sono conosciutia Firenze e hanno deciso di sposarsi dopoaver visto il mio film».

Come scelse i set?«Molti luoghi, come piazza Santa Croce,

erano già nel romanzo. Altri non esistevanopiù, a cominciare dalla pensione Bertolinisul lungarno, che ricostruimmo a Maiano.Qui girammo anche la famosa scena delpic-nic».

La grande attenzione per le ambientazio-ni è un tratto distintivo delle sue opere.Si nota un'affinità col cinema di LuchinoVisconti.«Sono partito con i documentari e tutti i

documentaristi si portano dietro questa esi-genza di restare vicini a ciò che vogliono rac-contare. È una specie di maledizione. Faredocumentari significa sostenere un puntodi vista: evidentemente una parte di me haancora voglia di insegnare. E poi c'è la com-ponente del piacere estetico, che credo siaquella determinante per Visconti».

Tanti registi sono stati accusati di avertradito i romanzi da cui hanno tratto i lo-ro film. Lei, al contrario , è riuscito a met-tere d'accordo lettori e cinefili.

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ORGANIZZATE da Comune, cinema Odeon, Fondazione SistemaToscana, British Institute e New York University, le celebrazioniper i 30 annidi Camera con vista inizieranno oggi alle 15 a Palazzo

Vecchio con la consegna a James Ivory del fiorino d'oro da parte delsindaco Dario Nardella. Il regista e gli attori Helena Bonham Carter

AL CINEMA eJulian Sands parteciperanno poi alle 20,30 all'Odeon, a una sera-Sopra, una scena di ta di gala nel corso della quale sarà proiettata la pellicola restaura-"Camera con Vista". Le ta (tutto esaurito). Al via poi da domani, alla Compagnia, una retro-celebrazioni iniziano spettivadedicata adIvory: siparteconMr. &MrsBridges (oreoggi 16,30), seguito da Casa Howard alla presenza del regista e della

Bonham Carter (ore 19) e da Calore e polvere (21,30). Poi, sabato,Thegolden bowl, Maurice, Quel che resta del giorno e, domenica,La contessa bianca, Quella sera dorata e ancora Camera con vista.

Fiorino d'oro e una retrospettivaq, rz_percelebrare una pellicola cult

A. 11",11Nato a Berkeley, inCalifornia, nel 1928,James Ivory hadiretto trenta film tra iquali "CasaHoward"Quel che resta delgiorno"e "Camera convista ", vincitore di trepremi Oscar (miglioresceneggiatura nonoriginale, migliorescenografia e miglioricostumi ). In questigiorni èa Firenze inoccasione dellecelebrazioni per itrent 'anni dellapellicola, insieme agliattori protagonistiJulian Sands e HelenaBonham Carter:stasera gran gala alcinema Odeon

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IL FILM

Quella "Cameracon vista"rimasta nel cuoreJames Ivory con Sands e la Bonham-Cartera Firenze per i 30 anni della pellicola da Oscar

di Gabriele Rizza1 FIRENZE

Si ritrovano insieme a FirenzeJames Ivory, Helena Bon-ham-Carter e Julian Sands.L'occasione è un compleanno:i trenta anni di "Camera con vi-sta". La pellicola che ha inqua-drato Firenze nella sua luce piùromantica e galeotta. L'evento,inserito nell'Estate Fiorentina,è promosso dal Comune insie-me a Fondazione Sistema To-scana, New York University,British Institute e CinemaOdeon, dove stasera tutti e tresono attesi sul red carpet, e poiin sala intervistati da Piera De-tassi (direttrice di "Ciak") pri-ma della proiezione della copiarestaurata del film.

La festa del trentennale con-tinua domani pomeriggio inPalazzo Vecchio con la conse-gna del Fiorino d'Oro a JamesIvory da parte del sindaco Da-rio Nardella e fino a domenicaalla Compagnia con una retro-spettiva dei suoi titoli più noti,da "Calore e polvere" a "Quellasera dorata", da" Quel che restadel giorno" a "Maurice".

Il più britannico, e letterario,dei registi americani (è nato aBerkley in California nel 1928)sempre poco incline a piegarsialle logiche hollywoodiane, siconferma un perfetto gentle-man, i capelli bianchi, l'aria an -cora giovanile, il passo leggerodel viaggiatore. »Per me è ungrande onore essere qui. Firen-ze è una città che mi ha datomolto, non solo perché è legata

al successo del film che mi hafatto guadagnare la fiducia de-gli studios, oltre agli Oscar.Non mi sarei aspettato una ce-lebrazione così grande e tantaattesa da parte del pubblico.Forse perché questo film man -tiene una certa giovinezza, evo-ca una scia di sentimenti. Gira-re questo film fu un'esperienzadi amore, libertà e verità. Cre-do che questo atteggiamento ilpubblico l'abbia capito subito,come una scoperta che noistessi facevamo in quel mo-mento. Trent'anni sono molti,ma mi rendo conto che que-st'opera è ancora giovane. Cisono almeno due generazioniper le quali questo film è im-portante, e spero di poter tor-nare di nuovo per continuare acelebrarlo».

Al suo fianco Julian Sands, ilpanama in mano, l'aspetto affa-scinante, vagamente sgualcitoe ribelle, riproduce il "suo" per-sonaggio, bello e un po' danna-to, ma sempre con britannicadiscrezione e delicato aplomb.«Amo l'Italia - racconta - dastudente mi appassionava lastoria dell'antica Roma, ricor-do di aver partecipato a unacampagna di scavi lungo il val-lo di Adriano. Il vostro paese

era la mia meta preferita, legge-vo Shelley, Keats, il viaggio diGoethe, giravo con l'interrail, euna volta, erano gli anni Settan-ta, ho dormito in sacco a peloproprio sul Ponte Vecchio».

Altri tempi. Oggi l'invasioneturistica, ma non solo, non per-mette certe giovanilistiche av-venture. A proposito, come ri-cordate la Firenze di 30 anni fa?«In questi anni - dicono en-trambi - ci siamo tornati spes-so, qui abbiamo amici, il caos èevidente girando per piazzaDuomo o piazza della Signoria.Chi ci vive forse nota i cambia-menti, ma per chi ci arriva co-me noi ogni tanto, anche da tu-risti, questa è una città eterna.Un simbolo, al di là di ogni so-vraffollamento».

Un simbolo, e un'immagine,che certo il film ha contribuitoa alimentare e diffondere aiquattro angoli del mondo. Ag-giunge San ds: »Ci sono tornatorecentemente anche per parte-cipare alla serie televisiva suiMedici e trovo che qui ancorasi respiri lo spirito del Quattro-cento, uno spirito unico in unacittà che celebra l'arte e gli arti -sti . Sono orgoglioso di aver con-tribuito ad un'opera ambienta-ta a Firenze e divenuta così fa-mosa». Poi è Ivory a rispolvera-re l'amore per il Belpaese: «Dagiovane studente venni per laprima volta in Italia e fu un col-po di fulmine. Feci la mia tesi di

laurea a Venezia, dove sono tor-nato più volte. A Roma, Bolo-gna ma mi mancava sempre Fi-renze. Poi il lavoro mi portòlontano, l'India, Londra, NewYork. Così quando lessi il librodi Forster mi apparve chiaroche era l'occasione che aspetta-vo. Girare un film a Firenze.Una città che conoscevo solodi fama. Per me insomma eratutto nuovo. Un posto scono-sciuto. Vedevo, e filmavo, Fi-renze, con gli occhi della prota-gonista, per lei come per me fuuna scoperta continua, un'im-mersione da neofita nella sualuce, nella sua atmosfera, nellasua storia, nel suo paesaggio ar-ti stico e ambientale».

Una piccola epifania che"Camera con vista" ogni voltarinnova.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una scena di "Camera con vista" girato a Firenze nel 1987

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II regista James Ivory, 89 anni

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fino al 1OttobreFlorence Queer Festival XV edizionedella rassegna che racconta l'univer-so gay, lesbico, bisex e transgender,organizzata dall'associazione Ireose diretta da Bruno Casini e RobertaVannucci . Cinema La Compagnia -ViaCavour, 50 - Firenze info: tel 055.216907 -055240397 www.florencequeerfestiual.it

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19 - 23 OttobreFrance Odeon Nuova edizione dellarassegna dedicata al cinema d'Oltralpecon le sue ultime novità e i protagoni-sti. Accanto alle proiezioni una seriedi incontri ed eventi per promuovere,più in generale, la cultura francese. Incollaborazione con l'istituto Francese.Cinema La Compagnia -Via Cavour, 50- Firenze info: tel 055.2718801 - 055.215241 www.franceodeon.com

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10 -17 OttobreFestival dei Popoli 58a edizione dellarassegna internazionale del film docu-mentario diretta da Alberto Lastrucci.II Concorso Internazionale presenta 21titoli tra corti, medi e lungometraggi,tutti inediti in Italia. E poi il ConcorsoItaliano, con film in prima mondiale, laretrospettiva dedicata al regista giap-ponese Kazuhiro Soda e il focus tema-tico'Effetto domino. Sogni e incubi deipotere contemporaneo. Cinema LaCompagnia - Via Cavour, 50 - Firenzeinfo: tel 055.244778 - 055.268451 wwwfestivaldeipo-poli.org

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IL CIAK D 'AUTORE

Strade in terra battuta . in pieno centroLa città si trasforma per il set del film

ZONE MOBILITATE, CENTINAIA DI PERSONE

PER LA MACCHINA DELLA PRODUZIONE RISERVATEPIAZZE E PARCHEGGI: TANTI COINVOLTI NELLERIPRESE, DAI TECNICI ALLA TROUPE FINO ALLECOMPARSE SCELTE NEL CORSO DELL'ESTATE

Domani le riprese di Koncalovskij. Logge Vasari: viaggio nel tempodi ALBERTO PIERINI

AFFONDI le scarpe nella terramorbida. Come se fossi in apertacampagna o in un filare di viti: einvece sei in via Pescaia, nella pic-cola sky-line che unisce in un uni-co colpo d'occhio le case del vico-lo e il profilo di piazza Grandecon la fontana. Una prospettivadella quale Andrej Koncalovskij,con la sua passione per i dettagli ein particolare per la fotografia, sideve essere innamorato perso.L'ha scelta tra tutti. E ieri gli ope-rai erano al lavoro per ricreare ilselciato dei tempi di Michelange-lo. «Ma che fanno, il Saracino nelvicolo?»: un vecchio aretino si af-faccia e piazza la battuta o l'equi-voco.E in effetti è come se la lizza si fos-se trasferita di qualche decina dimetri. Secondo le indiscrezionisul set, rare come Koncalovskij ciha abituato, Alberto Testone, l'at-tore che ha scelto per il ruolo diprotagonista, scenderà da una del-le case per incamminarsi verso lapiazza. Un viaggio nel tempo, pre-stato alla ricostruzione del geniodel'500: senza alcuna pretesa bio-grafica ma con il tentativo di raffi-gurare l'unica cosa che al registainteressi davvero, il colore e l'odo-re di un tempo.E l'anticipo c'è già, anche se le ri-prese si svolgeranno solo domani.C'è nella via Pescaia, di terra bat-tuta dal vecchio forno alla piazza.C'è sotto le Logge. I camion han-no scaricato di tutto: a colpo d'oc-chio quasi un museo della civiltàcontadina. Ci sono orci, ci sonoutensili di ferro battuto e legno, cisono rami nodosi, ci sono cestinidi vimini di tutte le dimensioni.E ci sono tessuti che diventano si-pario, approfittando probabilmen-te dell'accordo con uno dei fondisotto le logge: a fianco del teatrovasariano, prestato alle riprese.Il set, partito da Carrara e dai vol-ti di pietra dei cavatori, ora comin-cia ad affondare nella Toscana enell'aretino: ci saranno riprese an-che a Monte San Savino, sabato, e

non solo. Una macchina meticolo-sa, dietro alla quale ci sono la filmcommission del Comune e l'asses-sore Marcello Comanducci.Centinaia tr atecnici e comparse,tir e tir di macchinari, oggetti peril set e naturalmente anche terrabattuta per la trasformazione de-gli spazi. Ospitati dal parcheggioTarlati (quello a ridosso della Ca-tona, oltre la rotatoria del cavallo)alla piazzetta Madonna del Con-forto. Con una fitta griglia di di-vieti che scandiranno in particola-re la giornata di domani ma cheper la logistica sono partiti dal 2.«Il peccato. Una visione» è il tito-lo vero del film, nel quale ci saran-

d

no tra gli attori anche UmbertoOrsini e Massimo De Francovi-ch, circondati da attori non profes-sionisti. Tutti italiani: e in italia-no sarà girata la storia. Affidata aduna coproduzione con la Russia,protagonisti sul piano produttivola Jean Vigo e Raicinema. Uncocktail che potrebbe preluderenel 2018 alla prima in un grandefestival, Venezia in testa, ma chedi certo porterà a diversi passaggitelevisivi. Un set curato fino aidettagli: domani dovranno frena-re suoni e canti anche i ragazzidel musicale. Sempre che Konca-lovskij, attento ai suoni come agliodori, non se ne innamori.

LOGGE VASARI Per la preparazione del set raccolti pezzi d'epoca , cesti, tessuti: e gli artigiani sono al lavoro

FOCUS PIAZZA GRANDELe riprese tutte tra Le Loggee via Pescaia, copertada una lunga «Lizza » di terra

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La mia camera con vista?Una storia d' amore e libertàche mi ha cambiato la vita»

James Ivory a Firenze per l'anniversario del filmdi GIOVANNI BOGANI

TRENT'ANNI FA, anzi trentu-no. «Camera con vista», il film diJames Ivory con Julian Sands edHelena Bonham-Carter, venivapresentato alla mostra del cinemadi Venezia. Poi usciva nelle saledi tutto il mondo, e diveniva unsuccesso sorprendente. Un succes-so di critica e di pubblico, che por-tava nel mondo l'immagine di Fi-renze, lì dove due giovani inglesipotevano vivere i primi brividid'amore, lì dove era bello perder-si, smemorarsi, sciogliere il rigidoaplomb britannico, perdere perun attimo le buone maniere e tuf-farsi nel turbine di un bacio ina-spettato. Insomma, far vincerel'istinto, il desiderio, l'umana pas-sione sulla rispettabilità, sulle con-venzioni borghesi, sulle rigide re-gole codificate, sembrava, nei se-coli dei secoli. Questo era ilfilm: lui, lei, Firenze. La Firenzedi piazza Santissima Annunziata,di piazza della Signoria, della Cu-pola del Brunelleschi sullo sfon-do, di piazza del Duomo con lecarrozze a cavalli.Trenta (e un) anni dopo, JamesIvory torna a Firenze. Per celebra-re la festa di compleanno di quelsuo film. Lo farà questa sera, al ci-nema Odeon di piazza Strozzi;quando alle 20.30 si proietterà laversione restaurata del film «Ca-mera con vista». E ci sarà lui, ilpiù europeo dei registi americani,quasi novant'anni di allegra luci-dità; ci sarà Julian Sands, e ci saràHelena Bonham Carter. Nel po-

meriggio, il regista riceverà il Fio-rino d'oro della città di Firenze.

Ivory, che cosa la lega a Firen-ze?

«Prima di tutto proprio questofilm. A vent'anni, quando ero stu-dente, volli fare come tesi di lau-rea un documentario su Venezia esull'arte, solo per il desiderio for-tissimo di vedere l'Italia. Poi la vi-ta mi ha portato in India e da lì afare la spola fra Londra e NewYork. Mi era rimasto il desideriodi vedere Firenze: quando lessi illibro di Forster, fu una folgorazio-ne».

Che città trovò?«Scoprii Firenze come la scopreHelena Bonham Carter nel film:con estrema meraviglia. Vedevoquelle chiese per la prima volta an-ch'io. Era un tuffo nella bellezzache dava la vertigine. Poi, quandoil film è uscito, per la prima voltaho conosciuto un vero successo dipubblico. Prima avevo avuto suc-cessi di critica. Quel film ha cam-biato la mia vita».

Che cosa ricorda dei giornidella lavorazione?

«Ricordo che gran parte dellatroupe, dei tecnici, erano italiani.E al momento della pausa pranzo,noi anglo-americani avevamo uncatering orribile: loro, invece,mangiavano delle cose buonissi-me: avevano bistecche, pasta, insa-late... Così, andammo da loro achiedere per pietà un po' dei lorocestini. Da allora, ho imparatoche è necessario offrire alla troupeil miglior cibo possibile!».

Che cosa significa per lei que-sto premio, il Fiorino d'oro?

«E' enormemente gratificante, miemoziona, poiché è un premioche viene dalla città di Firenze,una delle città a cui sono più lega-to al mondo».

E' tornato, dopo il film?«Più di una volta. Avevo una caris-sima amica che viveva in una villaal pian de' Giullari, e venivo a sta-re da lei. Adesso è morta, e non hopiù l'occasione di venire spesso. Ela famiglia di Helena BonhamCarter aveva una villa qui nei din-torni, così anche lei ha amato mol-to Firenze».

E' vero che trasportaste unafinestra dalle colline di Maia-no fino ai Lungarni?

«Sì: è la finestra della scena finale,quella che è ripresa nel poster delfilm, quella della famosa `vista'.Quando Forster scrisse il libro,aveva descritto una vista impossi-bile da ritrovare, per colpa delleauto, del traffico. Così, noi andam-mo dalla parte opposta dell'Arnorispetto a Forster, e ricostruimmoun'intera stanza su un balcone.Era una parete finta costruita suuna terrazza: e dalla finestra c'erala vista sul Duomo».

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Adrien Brody posa sorridenteinsieme ai ragazzi dell'Educandatodella Santissima Annunziatadove ieri ha fatto una visita a sorpresalasciando gli studenti letteralmentedi stucco

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oiú belle

Scoprii Firenze comela scopre HeLena

Bonham Carter nel film:con estrema meraviglia

Quando il film è uscitoper la prima volta

ho conosciuto un verosuccesso di pubblico

Ricevere il Fiorino d'Oroè enormemente

gratificante , mi emozionadavvero moltissimo

11. ;. j

E poi arriva it selfie con La comparsaQuesta sera, al cinema Odeon di piazza Strozzi, alle20.30 si proietterà la versione restaurata del film«Camera con vista». Ci sarà James Ivory, quasinovant 'anni di allegra lucidità ; ci sarà Julian Sands, eci sarà Helena Bonham Carter.

Adrien Brody dai ragazzidel Poggio Imperiale

Sorriso smagliante, selfie e un brividoregalato ai giovanissimi del PoggioImperiale. E' la visita a sorpresa fatta aglistudenti dell'Educandato della SantissimaAnnunziata ieri pomeriggio da AdrienBrody. La stella di Hollywood, vincitore delpremio Oscar come miglior attoreprogatonista nel 2003 per «Il pianista», si èpresentata verso mezzogiorno nella sededell'educandato accompagnato dall'amicoGualtiero Vanelli e dal presidentedell'Educandato Giorgio Fiorenza che lohanno accolto a Firenze. L'attore hasalutato gli studenti rimasti a bocca aperta.

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Quella finestra che non c'è«Così creammo una scena mito»Il film fu girato a Maiano e poi ricostruito sull'Amodi TITTI GIULIANI FOTI

Il NOVECENTO era appenainiziato. Edward Morgan Fo-ster si trovava in villeggiaturacon la madre a Firenze, nellapensione Simi, in Corso Tinto-ri. E' qui che lo scrittore inglesefu ispirato a scrivere il suo ro-manzo più famoso, «Cameracon vista» ((<A room with aview»). Come in una fuga di ve-dute, il panorama che folgoròFoster è entrato anche nell'im-maginario collettivo del grandepubblico grazie al film di JamesIvory, che studiò numerosi pun-ti di vista per ricreare la magicavista del romanzo.Il grande regista, tornato ieri aFirenze insiema Julian Sandsper ricevere il fiorino d'oro,quando iniziò a girare trent'anifa, cercò dunque di ricreare inmaniera fedele il clima che ave-va respirato Foster nella pensio-ne sull'Arno all'inizio del '900.Il luogo ideale, quello prescelto,fu la villa di Maiano, a Fiesole e

cioè la residenza della contessaLucrezia Corsini Miari Fulcis,che diventò il set che riproduce-va i luoghi dove i due protagoni-sti s'incontrano e s'innamora-no. La villa medicea, appartenu-ta dal 1850 al 1917 a Sir JohnTemple Leader, fu arredatadall'industriale britannico in sti-le gotico e coloniale. E' rimasto

L'IDEAFu staccata una finestrada Maiano e ricostruitanella stanza sull'Arno

celebre anche l'escamotage concui la famosa finestra `con vista'fu ricreata nel balcone di un pa-lazzo dove c'era la pensione Qui-sisana in San Niccolò - di pro-prietà della famiglia del cantan-te Riccardo Marasco - da cui sivede lo scorcio icona del film.Lo scenografo premio OscarGianni Quaranta ha raccontatocon dovizia di particolari come,

per l'ultima scena, fu staccatauna finestra da Maiano e riposi-zionata sulla terrazza proiettatasull'Arno.Ivory tornò anche in Corso Tin-tori, dove Foster aveva soggior-nato con la madre.

IL PROGRAMMA realizzatoper rendere omaggio a Ivorycontinuerà sabato prossimo alle17: il British Institute di Firen-ze, nella biblioteca `Harold Ac-ton', ospiterà Ivory nell'appun-tamento "Tea with a view". AlMuseo Marino Marini avrà luo-go un incontro con James Ivorye alla New York University e sisvolgerà una cena di gala.Da venerdì 6 a domenica 8 otto-bre, il Cinema "La Compagnia"organizzerà proiezioni in linguaoriginale inglese con sottotitoliin italiano, in omaggio al regi-sta. Nella maratona di pellicole,tra le altre cose troveremo «Mr& Mrs Bridge», «Casa Howard»,«Calore e polvere», «Quel che re-sta del giorno», «La contessabianca».

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Il set in cittàUnmomentodelle ripresenel setallestito ierimattina inPiazza delCampo

Ciak, si gira in Piazza del CampoIl reality inglese sbarca a SienaPIAZZA del Campo torna scenografia ineguagliabile di un settelevisivo: ieri mattina una troupe infatti ha girato alcune scene diun reality per la tv inglese . Monkey Kingdom Limited è la societàche sta registrando in questi giorni il reality , dal titolo `Made inChelsea'. La troupe ieri mattina era nei pressi di Fonte Gaia.Curioso il messaggio affisso all'area, dove stavano avvenendo leregistrazioni , che avvisava che chiunque si trovasse a passare daquelle parti sarebbe probabilmente stato filmato , con tacitoconsenso . Per cui chi non avesse voluto comparire si sarebbedovuto tenere al largo.

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Ivory, Firenze e «i turisti superficiali»Il regista in città per i 30 anni di «Camera con vista». «Ho criticato certi viaggiatori inglesi»

Bisognerà riguardarlo congli occhi di un James Ivory ma-turo Camera con vista sta-sera alla proiezione di galadell'Odeon alle 20,30, per itrent'anni dalla sua uscita insala, in versione restaurata,presenti lo stesso Ivory, Hele-na Bonham Carter allora nellevesti di Lucy, giovane turistainglese in vacanza a Firenze,Julian Sands nei panni di Ge-orge, il di lei innamorato. Bi-sognerà riguardarlo dopo averriflettuto su quanto ci ha dettoieri il regista durante una lun-ga chiacchierata con la stampaa cui ha partecipato anche Ju-lian Sands, alla vigilia di unaquattro giorni, a Firenze a luidedicata oggi, prima dellaproiezione all'Odeon il registariceverà il Fiorino d'oro, dal 6all'8 alla Compagnia verrannoproiettati Casa Howards, Mrand Mrs Bridge, Quel che restadel giorno, Maurice, Calore epolvere, La contessa bianca,The Golden bowl, mentre alBritish Institute è previsto unincontro col regista.

«Quel film ricorda oggiIvory rappresentò il miobattesimo fiorentino. Ero statopiù volte in Italia, da giovane,ma conoscevo Venezia, Roma esoprattutto Bologna, dove an-davo spesso perché avevo unmucchio di amici. Amavo così

li culcaslaDopo averletto il librodecisidi farneun filmper venirein una cittàdovenon eromai statoJulianSandsQuandosonoarrivato (luiho dormitoin un saccoa pelo sulPonteVecchio

tanto questo Paese che, dopoaver letto il libro di Forster(quello da cui è tratto Cameracon vista ndr.) pensai che tra-sformalo in film potesse esse-re un'ottima opportunità pertornare in Italia e conoscere,finalmente , Firenze. Il mio ar-rivo qui fu entusiasmante, cre-do che il film sia stato convin-cente perché nello stupore diHelena Bonham Carter, davan-ti alla bellezza della città, infondo c'era anche il mio».

C'è un però , in questa, visio-ne diciamo oleografica degliscorci ivoriani sulle rive del-l'Arno. E quel però contiene lachiave di lettura per una nuovavisione della pellicola. « In For-ster e anche nel mio filmaggiunge il regista c'è unamanifesta critica verso un cer-to tipo di turista anglosassone.Quello che vien qui divora su-perficialmente Firenze e torna

59 ANNI DIef,M/.il',A "' UN VISTA

II bacio dalla «Camera con vista»

La gita sulle colline fiorentine

a casa sua poco o nulla cam-biato. Un turista, che oggi èquintuplicato nei numeri aitempi del film c'erano già tantistranieri ma non come oggima che anche ieri in molti casirivelava superficialità nellafruizione di questi luoghi». Unturista, ancora, che poco oniente ha a che vedere anchecon l'idea della città che si èfatto negli anni Julian Sands.L'allora George ricorda infatti

ProtagonistiSopra JulianSandseJamesIvory al teatro laCompagnia perl'inaugurazionedei trentennaledi «Camera convista».E staserafesta all'Odeon

la sua prima volta a Firenze co-sì: «Ero giovanissimo quandovenni in Italia da solo. Viaggia-vo con l'Interrail e con in tascaGoethe e i suoi appunti sul vo-stro Paese. Di Firenze mi inna-morai subito. Ricordo che dor-mii in sacco a pelo sul PonteVecchio. Poi il ritorno per ilfilm con Ivory mi regalò unpunto di vista nuovo. Conobbimoltissimi italiani con cui col-laboravamo (la maggior partedella troupe era di qui ndr.) escoprii un popolo interessantee generoso».

Il film fu un mega spot perla città: lo sanno gli stessi pro-tagonisti e in fondo un po' tut-ti che la sua fama, i suoi treOscar e i tanti altri premi, han-no contribuito a creare quelbrand chiamato Firenze. Quel-lo che magari non tutti sannoè che l'ultima attrice a esserestata scelta è stata proprio laprotagonista, Helena BonhamCarter Lucy. Lo ricorda PeterMarangoni (produttore asso-ciato del film): «Fu l'ultima adarrivare sul set perché biso-gnava trovare un'attrice in gra-do di offrire di sé un'immagi-ne dolcemente virginale al-l'inizio del film, per poi, versola fine, esplodere in tutta lasua femminilità. La scelta ri-cadde su di lei. Una donna chea Firenze ha legato una vita. Eche qui ha preso anche casa sua Pian dei Giullari, un luogoche frequenta sovente, comesovente si aggira in Oltramo.

Chiara Dino© RIPRODUZIONE RISERVATA

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