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Rassegna di Psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia Forense. Periodico quadrimestrale a carattere scientifico UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "SAPIENZA" VOLUME 15 N. 1 Gennaio Aprile 2010

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Rassegna di Psicoterapie.

Ipnosi. Medicina

Psicosomatica.

Psicopatologia Forense.

Periodico quadrimestrale a carattere scientifico

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "SAPIENZA"

VOLUME 15 – N. 1

Gennaio –Aprile 2010

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Volume 15 N° 1 - 2010

Periodico quadrimestrale a carattere scientifico di proprietà della UNIVERSITÀ

DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” Comitato Consultivo:

G. ABRAHAM (Ginevra)

L. ANCONA (Roma),

P. ARBARELLO (Roma)

D. AKSTEIN (Rio de Janeiro)Cattedra di Psicopatologia Forense

(Dipartimento di Neurologia e Psichiatria),

Universitá di Roma “La Sapienza” .

Direttore responsabile:

Vincenzo Mastronardi

Direzione Scientifica onoraria:

Franco Granone e Antonio Maria

Lapenta

Gli elaborati vanno inviati al Prof.

Vincenzo Mastronardi Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Universitá “La

Sapienza”, P.le Aldo Moro, 5 – 00185

Roma – Fax: 06/49912282

Comitato Scientifico: Maria Tosello

M. Calderaro, A. Bormioli, F. Donvito,

V. Ferrante, E. Foppiani, F. Marascio,

G. Maurizio, A. Pacciolla, C. Bairati

Papi, A. Pomilla, D. Pescina, G. Saladini,

G. Tirone

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- Via Monte Cervialto, 17 – 00139 Roma

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Roma n° 00325/96 (28.06.1996)

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M- BIONDI (Roma)

C. COLUCCI D’AMATO (Napoli),

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D. DE CARO (Roma),

F. DE FAZIO (Modena),

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L. FRATI (Roma),

L. FRIGHI (Roma),

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SOMMARIO TESI VINCITRICI PREMIO GRANONE CIICS

(CENTRO ITALIANO DI IPNOSI CLINICA E SPERIMENTALE – TORINO)

- Alessandria Marco

STUDIO CLINICO SPERIMENTALE SULL’APPLICAZIONE

DELLE TECNICHE IPNOTICHE SU SOGGETTI

PRATICANTI IL TRIATHLON AD ALTO E MEDIO

LIVELLO ………………………………………………….…...pag. 7

- Panagiota Rempelou, Edoardo Casiglia, Giuseppe Regaldo,

Valérie Tikhonoff, Nunzia Giordano, Anna Bascelli, Enrico Facco

EFFETTI EMODINAMICI ED ELETTROFISIOLOGICI

DELL’IPNOSI CON E SENZA RILASSAMENTO

- STUDIO SPERIMENTALE IN 12 VOLONTARI ………..pag. 27

- Remo Ceffa, Giuseppe Regaldo

MANO E IPNOSI RIFLESSIONI ED ESPERIENZA DI UN CHIRURGO DELLA

MANO …………………………………………………………..pag. 45

- Edoardo Casiglia, Sami Schiff, Enrico Facco, Amos Gabbana, Valérie

Tikhonoff, Laura Schiavon, Anna Bascelli, Marsel Avdia, Maria

Teresa Tosello, Augusto Mario Rossi, Hilda Haxhi Nasto, Federica

Guidotti, Margherita Giacomello, Piero Amodio

L’ALESSÌA INDOTTA IN POST-IPNOTICO

È UN FENOMENO REALE E MISURABILE -

STUDIO SPERIMENTALE CONTROLLATO CON

STROOPTEST IN 12 VOLONTARI SANI……………..…..pag. 67

- Nunzia Giordano, Edoardo Casiglia, Valérie Tikhonoff,

Maria Tosello

REGRESSIONE D’ETÀ, FENOMENO REALE E

MISURABILE. DIMOSTRAZIONE MEDIANTE TEST DI

RORSCHACH E MATRICI DI RAVEN IN VOLONTARI

SANI………………………………………………………..…..pag. 89

- Serena Masiero, Enrico Facco, Valérie Tikhonoff, Giovanni Boschetti,

Edoardo Casiglia

«HYPNOTIC FOCUSED ANALGESIA» NEL DOLORE

TRIGEMINALE DA STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLE

POLPA DENTARIA ………………………………………..pag. 111 - Fabrizio Iecher

IPNOSI IN AMBITO GIURIDICO ……………………….pag.131

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ALESSANDRIA MARCO1

STUDIO CLINICO SPERIMENTALE SULL’APPLICAZIONE

DELLE TECNICHE IPNOTICHE SU SOGGETTI

PRATICANTI IL TRIATHLON AD ALTO E MEDIO

LIVELLO

ABSTRACT

Abstract: è ormai comunemente riconosciuto il ruolo importante della mente

sulle prestazioni sportive, ma pochi sono gli sforzi scientifici per oggettivare e

quantificare tale coinvolgimento negli atleti di qualsiasi livello sportivo.

Nello studio condotto si vuole verificare la possibilità di incrementare la

capacità di resistenza in atleti azzurri e di alto e medio livello nella classifica

nazionale praticanti il triathlon, con l‟utilizzo dell‟ipnosi.

Il test elettivo identificato per quantificare l‟incremento prestazionale è il test

Conconi, svolto su run race ed effettuato prima e dopo la somministrazione

delle sedute ipnotiche.

Key words: ipnosi, monoideismo plastico, comando post ipnotico, endurance,

soglia anaerobica, test Conconi, cardiofrequenzimetro, frequenza cardiaca

massima (F.C. max), punto di deflessione.

Protocollo di lavoro

Le motivazioni che hanno fatto scaturire la decisione di scegliere atleti di alto

livello come campione dello studio, è stata dettata dalla necessità di ridurre al

minimo le variabili da controllare, in modo da rendere le conclusioni più

oggettive possibili.

I triatleti di alto livello partono da un valore di base di soglia anaerobica e

frequenza cardiaca massima già molto alti e difficilmente incrementabile con la

sola programmazione fisica. Infatti, i loro allenamenti quotidiani hanno come

obiettivo il mantenimento di questi elevati parametri fisiologici. È chiaro

quindi, che la possibilità di evidenziare ulteriori aumenti di tali parametri,

attraverso i metodi valutativi della sperimentazione, non poteva essere causato

dalle tecniche di allenamento da loro utilizzate.

1 D.O.M.R.O.I.

Chinesiologo, Fisioterapista, Osteopata.

Cultore della Materia Medicina Fisica e Riabilitativa presso la Scuola

Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie (S.U.I.S.M.) di Torino.

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Si è così deciso di rivolgere l‟attenzione a quegli atleti che presentavano queste

caratteristiche e di stabilire un criterio di inclusione che prendesse in

considerazione triatleti facenti parte della Nazionale e di alto livello nel ranking

nazionale definiti Atleti ELITE.

Tali atleti vengono poi inseriti in un protocollo di lavoro che prevede:

1. esecuzione del test Conconi, prima delle sedute di ipnosi;

2. individuazione del comando post ipnotico, deciso dall‟atleta;

3. dalle 3 alle 5 sedute di ipnosi, a seconda delle capacità del soggetto di

realizzare i monoideismi plastici;

4. nuova esecuzione del test Conconi, dopo le sedute di ipnosi;

5. comparazione dei grafici e analisi dei dati (andamento della frequenza

cardiaca durante i test, soglia anaerobica, frequenza cardiaca massima,

velocità massima raggiunta durante i test, durata massima dei test,

pendenza del run race).

Il Test Conconi è un test da campo ad esaurimento per la valutazione della

soglia anaerobica. Consiste nel far correre l‟atleta su un run race ad una

velocità di partenza prefissata, la quale, verrà progressivamente aumentata ad

intervalli di distanza regolari, fino all‟esaurimento totale delle capacità di

resistenza. Con l‟utilizzo di un cardiofrequenzimetro è possibile registrare

l‟andamento della frequenza cardiaca durante il test.

La prova prevede la stesura di un grafico che mette in relazione la frequenza

cardiaca (in ordinate) con la velocità (in ascisse). La relazione tra queste due

variabili ha un andamento lineare fino ad un punto definito di deflessione,

punto in cui è possibile identificare la soglia anaerobica, che rappresenta il

livello di potenza più elevato che il soggetto è in grado di mantenere a lungo.

Tale parametro si attesta intorno all‟85% della F.C. max. Al di sotto di questo

valore di frequenza cardiaca la concentrazione di lattato ematico si aggira

intorno ai 2 – 3,5 mmol/L costanti e la prestazione può essere ancora protratta

nel tempo. Al di sopra del valore di soglia aerobica, invece, si verifica un

elevata produzione di lattato ematico, proporzionale all‟intensità di lavoro, che

può arrivare a 5 – 6 mmol/L. Questi elevati gradienti di lattato ematico portano

l‟atleta all‟esaurimento per l‟eccessivo aumento dei radicali acidi mentre la

frequenza cardiaca continua ad aumentare con una velocità minore rispetto

all‟andamento al di sotto della soglia. In tali condizioni la prova non può più

durare a lungo.

Il test viene effettuato su un run race per evitare che l‟atleta non mantenga

costante la velocità durante gli steps.

Per la sperimentazione sono stati fissati alcuni paramentri per l‟esecuzione del

test:

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1. pendenza costante al 4%: la scelta è stata obbligata a causa della velocità di

punta raggiunta dagli atleti durante le prove svolte nei loro allenamenti;

velocità che superava i 20 km/h.

Essendo la velocità max del run race pari a 20 km/h si è dovuta

incrementare la pendenza, in modo da aumentare la difficoltà ed ovviare

così al deficit della macchina;

2. velocità iniziale: 10 km/h;

3. incremento velocità: 0,5 km/h ogni 100 m. La scelta di avere degli

incrementi così ravvicinati è data dal fatto di poter ottenere dal grafico una

lettura più precisa della soglia aerobica.

Dopo l‟esecuzione del test l‟atleta viene sottoposto ad un colloquio preliminare

per l‟individuazione di un comando post ipnotico che possa servire da

ancoraggio per la realizzazione delle suggestioni suggerite durante la trance

ipnotica. Il comando è stato scelto dagli atleti come gesto semplice e comodo

da eseguire, per esempio: aggiustarsi il cappellino, unire il pollice e l‟indice

della mano dx, spostare il numero di gara, sfiorarsi la guancia con la mano.

Dopo questa prima fase si sono svolte le sedute di ipnosi, suggerendo agli atleti

suggestioni secondo varie tecniche, per la sviluppo del monoideismo plastico,

ovvero, la realizzazione concreta e reale di un‟idea rimasta nell‟inconscio per

un tempo sufficientemente lungo.

Per stabilire il numero di sedute da somministrare ad ogni soggetto sono state

eseguite prove di suggestionabilità e approfondimento della trance ipnotica

secondo le varie metodiche suggerite dalla letteratura (prove del barcollamento,

prove delle mani incrociate, levitazione, catalessi, analgesia…). Questo ci ha

permesso di comprendere quali sono le capacità del soggetto di produrre

un‟ipnosi più o meno profonda: si è così potuto stabilire che tutti i soggetti

potevano realizzare in maniera soddisfacente i monoideismi plastici da un

minimo di 3 sedute ad un massimo di 5.

La seconda prova del test Conconi viene eseguita in concomitanza dell‟ultima

seduta di ipnosi. Per tutti si è deciso di effettuare l‟induzione come già

descritto, deipnotizzare il soggetto, fare eseguire il riscaldamento prima del test

ed incominciare il test in ipnosi, dopo aver fatto una nuova induzione ipnotica

con tecniche rapide. Durante il test l‟atleta sceglie quando utilizzare il suo

comando post ipnotico.

L‟ultima parte della sperimentazione prosegue a tavolino con l‟analisi dei dati

raccolti e le relative conclusioni.

Materiali e strumenti utilizzati

I materiali e gli strumenti di misura utilizzati per la registrazione dei dati sono:

Cardiofrequenzimetro Polar S610: prodotto laser di Classe 1. Precisione del

calcolo della frequenza cardiaca ±1% o 1 batt/min in condizioni di

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frequenza cardiaca costante. Trasmettitore codificato Polar T61+ricevitore

da polso;

Run race ProForm 500 CX. Vel. Max: 20 km/h; Pend.max:

15%; Potenza motore: 3CV

Software per la stesura grafica dei dati raccolti.

Il setting sperimentale prevede la partecipazione di due operatori: il primo

responsabile della raccolta dei dati forniti dal cardiofrequenzimetro; il secondo

responsabile della gestione della velocità e della pendenza del run race durante

il test.

Non è possibile stabilire con precisione le tecniche utilizzate per le induzioni

ipnotiche poiché sono per necessità di efficacia ed efficienza, molto variabili e

fortemente dipendenti dallo stato psicofisico e dalle esigenze dell‟atleta.

Contributo sperimentale

Sono stati studiati 4 soggetti maschi praticanti il triathlon ad alto livello.

Verranno qui di seguito esposti i grafici delle prove e i relativi dati utili per la

comprensione dei risultati ottenuti.

1° Soggetto: atleta azzurro ELITE, anni 30.

Prima prova:

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Soglia: 181 batt/min

Vel. Soglia: 18 km/h

F.C.max: 187 batt/min

Vel. F.C. max: 19,5 km/h

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Dal grafico sopra esposto si evidenzia come sia di difficile interpretazione il

riconoscimento del punto di deflessione, quindi la soglia. Inoltre l‟atleta ha

interrotto il test ben oltre la velocità consentita dal run race (20 km/h)

costringendo gli operatori ad incrementare la pendenza fino al 7%. L‟atleta ha

riferito dopo il test di aver percepito poca fatica e di aver sudato in misura

minore rispetto alla prima prova.

Si evidenzia inoltre come tra i 13 e 14,5 km/h (velocità da gara sulle lunghe

distanze) la FC presenti un decremento rispetto alla prima prova, dato

maggiormente evidenziabile nel grafico comparativo sotto esposto.

Dal successivo grafico è inoltre possibile evidenziare come l‟andamento

generale della frequenza cardiaca sia inferiore nel secondo test (vedi linee di

dispersione).

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2° Soggetto: atleta azzurro ELITE, anni 39.

Prima prova:

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Soglia: 184 batt/min

Vel. Soglia: 15 km/h

F.C.max: 200 batt/min

Vel. F.C. max: 19 km/h

Seconda prova:

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Anche in questo caso è difficilmente identificabile il punto di deflessione nel

secondo grafico come per il 1° soggetto. Il test è stato nuovamente interrotto

con tre steps in più rispetto alla prima prova (interrotta a 19 km/h),

costringendo gli operatori ad aumentare di un punto percentuale la pendenza

(5%).

Se però analizziamo con attenzione il questo grafico, possiamo affermare che

esistono 2 punti alla velocità di 17,5 km/h e 18 km/h che si discostano

lievemente dalla retta e che potremmo identificare come nuova soglia

anaerobica. Questo vorrebbe dire che il valore soglia ha subito una variazione

passando da 184 batt/min alla velocità di 15 km/h a 191 batt/min alla velocità

di 17,5 km/h, evidenziando un notevole incremento.

Dal grafico comparativo è possibile, inoltre, notare come l‟andamento della

frequenza cardiaca del 2° test è decisamente più basso rispetto all‟andamento

del 1° test.

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3° Soggetto: atleta ELITE, 31° ranking nazionale, anni 25.

Prima prova:

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Soglia: 185 batt/min

Vel. Soglia: 17,5 km/h

F.C.max: 193 batt/min

Vel. F.C. max: 20 km/h

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Per l‟ennesima volta ci troviamo di fronte ad un caso in cui è di difficile

identificazione il valore soglia, essendo il punto di deflessione molto sfumato

rispetto alla prima prova.

Anche in questo caso l‟atleta ha incrementato di ben tre steps la durata della

prova, andando oltre la velocità consentita dal run race e costringendo gli

operatori ad incrementare la pendenza fino al 7%, punto di interruzione della

prova.

È inoltre interessante notare come la frequenza massima del test sia aumentata

di ben 8 batt/min.

Nel grafico comparativo, sotto riportato, non si evidenziano sostanziali

cambiamenti dell‟andamento della frequenza cardiaca tra le due prove, per cui

non si è reso necessario disegnare le rette di dispersione.

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4° Soggetto: atleta AGE, anni 52.

Prima prova:

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Soglia: 175 batt/min

Vel. Soglia: 14 km/h

F.C.max: 181 batt/min

Vel. F.C. max: 16 km/h

Seconda prova:

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Nell‟ultimo soggetto esaminato si mette in evidenza l‟incremento del valore

della soglia anaerobica da 175 batt/min alla velocità di 14 km/h a 183 batt/min

alla velocità di 15,5 km/h.

Tale valore si è spostato in prossimità della frequenza cardiaca massima e del

termine della prova.

Nel grafico comparativo è maggiormente visibile questo incremento insieme ad

un lieve miglioramento dell‟andamento della frequenza cardiaca nella seconda

prova.

Le impressioni generali degli atleti durante la seconda prova mettono in luce un

denominatore comune: nessuna sensazione di fatica agli arti inferiori, ed al

termine del test tutti affermano di poter ancora continuare la prova.

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Conclusioni

La sperimentazione condotta ha fatto emergere valori e dati meritevoli di

ulteriori approfondimenti scientifici.

Le ipotesi iniziali individuavano solo un miglioramento della soglia anaerobica,

ma durante il corso della sperimentazione ci siamo trovati di fronte alla

modificazione di altre variabili come:

1. la durata del test;

2. la variazione della FC max;

3. un notevole appiattimento del punto di deflessione dei grafici;

4. una generale diminuzione dell‟andamento della frequenza cardiaca durante

il test.;

5. la variazione della velocità di soglia.

In 3 atleti su 4 si è verificato un aumento della durata del test costringendo gli

operatori ad incrementare la pendenza del run race per l‟impossibilità della

macchina ad andare oltre i 20 km/h.

È doveroso far notare che, l‟aumento della pendenza in condizioni di intensa

fatica, è molto più stressante, dal punto di vista fisiologico, piuttosto che

aumentare la velocità come da protocollo. Questo ci fa dedurre che se avessimo

avuto a disposizione un run race con velocità massima maggiore, il test sarebbe

durato più a lungo rispetto a quanto osservato e la FC max sarebbe

ulteriormente cresciuta.

In termini fisiologici tutto ciò può essere spiegato prendendo in considerazione

le capacità condizionali utilizzate in entrambi i casi.

L‟aumento della pendenza, in un momento di intenso stress fisico, implica una

maggiore forza di spinta muscolare per mantenere costante la velocità,

coinvolgendo quella che viene definita resistenza alla forza.

Con la pendenza costante, invece, l‟aumento della velocità implica un maggiore

coinvolgimento nervoso legato all‟aumento della frequenza dei P.A.

responsabili dell‟aumento della frequenza delle contrazioni intra- ed

intermuscolari. In questo caso si parla di resistenza alla velocità.

Nel 1° caso si ha un coinvolgimento vascolare e metabolico locale ad

esaurimento più rapido; nel 2° caso si ha una fatica sinaptica causata

dall‟incapacità della sinapsi di ricaptare l‟ACTH scissa e risintetizzarla a causa

dell‟elevata frequenza dei P.A., con conseguente incoordinazione muscolare ed

incapacità nel mantenere elevata la frequenza di contrazione.

È possibile riassumere i miglioramenti delle principali variabili in questi

grafici:

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480

500

520

540

560

580

1° Test 2° Test

Dur. Test

13

14

15

16

17

18

1° Test 2° Test

Vel. soglia

1° soggetto: Δ% durata test (in sec.): 11,6%

2° soggetto: Δ% Vel. soglia: 16,7%

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170

172

174

176

178

180

182

184

1° Test 2° Test

FC soglia

188

190

192

194

196

198

200

202

1° Test 2° Test

FC max

3° soggetto: Δ% FC soglia: 4,1%

4° soggetto: Δ% FC soglia: 4,6%

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In conclusione tutti gli atleti hanno visto migliorare una o più variabili

osservate.

Il basso numero della popolazione del campione studiato non consente di trarre

conclusioni definitive. Tuttavia è possibile formulare nuove e stimolanti ipotesi

per ulteriori studi ed approfondimenti come:

la possibilità di misurare il lattato ematico dal momento che al di sopra

della soglia aumenta notevolmente la sua concentrazione e dai grafici delle

seconde prove il punto di deflessione è molto sfumato;

la variazione del VO2 max, parametro dipendente dalla soglia anaerobica e

dall‟andamento della frequenza cardiaca.

Spero che l‟invito a chiarire in maniera più pragmatica e precisa gli effetti delle

dinamiche della mente, nelle prestazioni sportive, possa essere favorevolmente

accolto dagli ambienti scientifici ed universitari.

Mi auguro inoltre che la popolazione sportiva di tutti i livelli (dai dirigenti agli

atleti) possa maggiormente sensibilizzarsi per una ricerca sempre più obiettiva,

in grado di fornire loro ulteriori strumenti per il miglioramento delle

prestazioni. L‟indifferenza e la chiusura mentale contribuiscono a mantenere

basso il numero della popolazione dei campioni di studio e mantenere gli

esperti nell‟impossibilità di fornire e migliorare tali strumenti.

Agli atleti che hanno partecipato con entusiasmo alla sperimentazione rivolgo

l‟augurio di poter sfruttare quanto appreso per ulteriori risultati in ambito

nazionale, europeo, mondiale e l‟invito a continuare a coltivare le potenzialità

delle rappresentazioni mentali.

BIBLIOGRAFIA

1. Albert I., Williams M.H. (1975): Effect of Post Hypnotic Suggestion on

Muscolar Endurance. Pereeptual and Motor Skills, 40, 131 – 139.

Ame

2. Arcelli E., Acido lattice e prestazione, Vigevano, Cooperativa Dante

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

26

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15. McArdle W.D., Katch F.I., Katch V.L., Fisiologia Applicata

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Ambrosiana, 2002.

16. Milton H. E., La mia voce ti accompagnerà, Roma, Casa

Editrice Astrolabio, 1983.

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19. Sansavini C., Parlare in pubblico, Firenze, GIUNTI

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Volume 15 N° 1- 2010

27

2Panagiota Rempelou

1, Edoardo Casiglia

1,2, Giuseppe Regaldo

2,3, Valérie

Tikhonoff1,2

,

Nunzia Giordano1,2

, Anna Bascelli1, Enrico Facco

2,4

EFFETTI EMODINAMICI ED ELETTROFISIOLOGICI

DELL’IPNOSI CON E SENZA RILASSAMENTO

- STUDIO SPERIMENTALE IN 12 VOLONTARI

Riassunto

A 12 giovani volontari altamente ipnotizzabili di 25-34 anni, preliminarmente

sottoposti ad induzione rapida, l‟ipnosi è stata approfondita mediante

rilassamento o mediante frazionamento (senza rilassamento) in un protocollo

randomizzato a quadrato latino. L‟attività alfa è stata registrata mediante

elettroencefalogramma in sede occipitale, è stata eseguita una Low-Resolution

brain Electromegnetic TomograAphy (LORETA) e l‟emodinamica centrale

(gittata sistolica, frequenza cardiaca, portata cardiaca, pressione arteriose

media) e periferica (flusso arterioso e resistenze arteriolari all‟avambraccio) è

stata monitorata in condizioni basali e dopo approfondimento con o senza

rilassamento.

Dopo rilassamento, il flusso all‟avambraccio (-18%) e la pressione arteriosa

media (-4%) si riducevano, mentre le resistenze all‟avambraccio rimanevano

praticamente immodificate. Dopo frazionamento (senza rilassamento) si

osservava una riduzione del flusso all‟avambraccio paragonabile a quello

osservato con il rilasassamento, ma la pressione arteriosa rimaneva

immodificata, il che portava ad un aumento delle resistenze all‟avambraccio

2

1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di

Padova 2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino

3 Divisione di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale di Ciriè

4 Cattedra di Anestesia odontostomatologica, Università degli Studi di Padova

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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(+51%). L‟emodinamica centrale non si modificava né con il rilassamento né

con il frazionamento. L‟attività alfa aumentava solo dopo frazionamento, ove

LORETA metteva anche in evidenza un aumento della densità di corrente.

Sia il rilassamento che il frazionamento hanno quindi effetto vasocostrittore,

ma il secondo è anche in grado di aumentare significativamente le resistenze

periferiche.

Abstract

After rapid hypnotic induction, 12 highly-hypnotizable healthy volunteers aged

25-34 years underwent hypnotic deepening through relaxation or through

fractionation (without relaxation) in a random latin-square protocol.

Electroencephalographic occipital alpha activity was measured, LOw-

Resolution brain Electromagnetic TomogrAphy (LORETA) was performed,

and central haemodynamics (stroke volume, heart rate, cardiac output, mean

arterial blood pressure) and peripheral haemodynamics (foream arterial flow

and resistance) were monitored both in basal conditions and after deepening.

After relaxation, forearm flow (-18%) and blood pressure (-4%) decreased,

while forearm resistance remaining practically unchanged. After fractionation

(without relaxation), a forearm flow decrease comparable to that observed after

relaxation was found, but blood pressure remained unchanged, leading to

increase of forearm resistance (+51%). Central haemodynamics did not change

either after relaxation or fractionation. After fractionation only, alpha activity

increased and LORETA put in evidence an increase in current density in the

precuneus. Both relaxation and fractionation therefore have vasoconstrictor

effects, but fractionation particular in that is also associated to increase in

peripheral resistance.

Parole Chiave: Ipnosi - Sperimentale - Induzione - Approfondimento -

Elettroencefalogramma

Key Words: Hypnosis - Experimental - Induction - Deepening -

Electroencephalography.

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Volume 15 N° 1- 2010

29

Introduzione

Il Laboratorio di Ipnosi Sperimentale di Padova (sezione sperimentale del

Centro Italiano di Ipnosi Clinico-Sperimentale di Torino che agisce in

collaborazione con l‟Università di Padova) ha concepito e realizzato numerosi

studi finalizzati a chiarire il ruolo delle suggestioni ipnotiche e delle loro

conseguenze sul sistema cardiovascolare, proponendosi di valutare se i

monoideismi prodotti durante ipnosi siano anche accompagnati dalle

corrispondenti reazioni fisiche, indagate e misurate con apposita

strumentazione in esperimenti di fisiologia umana. Il primo modello

sperimentale realizzato è stato l‟allucinazione di salasso. Il salasso è un

interessante modello di fisiologia umana; lo scopo era chiarire se la risposta

emodinamica al salasso dipendesse direttamente dalla perdita di sangue o

piuttosto dal coinvolgimento emotivo che il soggetto sperimentava.

L'esperimento ha mostrato che l'aumento delle resistenze periferiche osservato

in soggetti sottoposti a salasso allucinato (senza alcuna perdita di sangue) era

del tutto paragonabile a quello di soggetti sottoposti a salasso vero e proprio

con perdita reale di 300 ml di sangue; si dimostrava così che la risposta

cardiovascolare al salasso era semplicemente dovuta al coinvolgimento

emotivo nella procedura e non alla perdita idraulica di sangue1,2

. Un altro

modello sperimentale ha riguardato l‟allucinazione termica con l‟obiettivo di

chiarire se la sensazione di calore da parte dei soggetti - assai facile a

realizzarsi in un contesto ipnotico - fosse reale e misurabile o una mera

esperienza soggettiva. L‟esperimento prevedeva di dare al soggetto l‟istruzione

di allucinare che il braccio e successivamente tutto il corpo fossero immersi in

una vasca di acqua tiepida per 30 minuti. Durante l‟allucinazione si verificava

una vasodilatazione termica paragonabile a quella osservabile durante un reale

riscaldamento passivo; la sensazione di calore che può essere allucinata in

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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seguito a suggestioni date dall‟ipnotista è perciò reale e misurabile ed è dovuta

a vera e propria vasodilatazione3. Altro campo di ricerca è stata l‟alessìa

ipnotica, una condizione nella quale un soggetto, attraverso specifiche e mirate

suggestioni, è reso incapace di leggere. In questo lavoro, è stato dimostrato che

l‟alessia ipnotica esiste, è in grado di inibire l'effetto Stroop in setting

sperimentale ed è misurabile proprio in base all‟entità della riduzione

del‟interferenza di Stroop4. L'efficacia dell'ipnosi nella modulazione del dolore

è ben documentata, ma la catena di eventi che portano a questo effetto è incerta.

In particolare, non è chiaro se l'analgesia ipnotica rappresenti un‟allucinazione

inibitoria/dissociativa o sia dovuta ad un vero e proprio blocco del dolore ad un

certo livello. Uno studio ha preso in esame proprio le modificazioni

cardiovascolari tipiche del dolore, cercando di chiarire ancora una volta se si

trattasse di mere allucinazioni (non accompagnate da modificazioni

cardiovascolari) o di un blocco degli stimoli algici (accompagnato da una

riduzione della risposta cardiovascolare simpatica al dolore). A questo scopo è

stata utilizzata l‟hypnotic focused analgesia (HFA). Il cold pressor test

(immersione della mano in una vasca contenente acqua ghiacciata) è stato

utilizzato per indurre dolore non trigeminale, mentre una serie di impulsi

elettrici di potenza crescente erogata al dente 44 è stata usata per indurre dolore

trigeminale. Entrambi gli esperimenti hanno dimostrato che l‟HFA è efficace

non solo nel bloccare la consapevolezza del dolore, ma anche nel bloccare

realmente gli stimoli algici; infatti le risposte cardiovascolari inconsce al dolore

(vasocostrizione reattiva per quello non trigeminale, vasodilatazione reattiva

per qualle trigeminale) erano inibite durante HFA, un fenomeno questo che

esula dagli ambiti della coscienza, essendo totalmente inconscio. Si è quindi

confermato che l‟HFA agisce attraverso un vero e proprio blocco degli stimoli

nocicettivi, probabilmente a livello del corno dorsale del midollo spinale come

supposto dalla teoria del gate control. I risultati erano invece in disaccordo con

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i modelli dissociativi, i quali sostengono che l'ipnosi agisce semplicemente

come strumento in grado di dissociare l‟esperienza dolorosa dalla

consapevolezza; se così fosse, in concomitanza allo stimolo doloroso si sarebbe

sviluppata una normale risposta cardiovascolare riflessa al dolore5,6

. Nonostante

gli studi di fisiologia realizzati in così vari ambiti, è ancora incerto se

l‟induzione ipnotica possa essere considerata un fenomeno rilassante, stressante

o neutro. L‟opinione corrente è che l‟ipnosi sia - almeno da un punto di vista

soggettivo - un fenomeno di per sé rilassante, ma vi è il dubbio sostanziale che

ciò derivi dal fatto che durante le fasi di induzione e di approfondimento

vengono pressoché costantemente impartiti comandi rilassanti. In alcuni degli

studi sopra descritti, il Laboratorio di Ipnosi Sperimentale di Padova ha

osservato che, benché un‟ipnosi neutra avesse un effetto rilassante in termini di

scarica simpatica, vi era un transitorio leggero aumento delle resistenze

periferiche durante l‟approfondimento, il che suggeriva un aumento piuttosto

che una diminuzione della scarica simpatica durante questa fase3. Tuttavia il

proposito di tali studi non era di valutare la fase di approfondimento. Si è

pertanto deciso, con lo studio-pilota qui presentato, di valutare esclusivamente

gli effetti dell‟approfondimento sul sistema cardiovascolare. A tal proposito è

stato ideato un modello sperimentale di induzione ipnotica con due metodiche

diverse, una che includeva e l‟altra che non includeva suggestioni di

rilassamento.

Metodi

Sono stati studiati 12 giovani volontari sani altamente ipnotizzabili7 (Tabella 1)

preventivamente dichiarati atti all‟ipnosi sulla base di un questionario

anamnestico, di un colloquio personale e ove necessario di un Minnesota

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Multiphasic Personality Inventory 2, con esclusione di coloro che presentassero

una personalità borderline e fossero quindi più inclini a manifestare effetti

indesiderati. Lo studio era diviso in due momenti, uno preliminare e l‟altro

sperimentale.

Tab 1. Caratteristiche generali dei soggetti studiati. Nessuna differenza

significativa fra i due gruppi.

Tutti

(n=12) Gruppo A

(n=6) Gruppo B

(n=6)

Uomini / donne 2 / 6 1 / 6 1 / 6

Età (anni) 26.2 ± 4.1 26.3 ± 4.0 26.1 ± 3.9

Harvard hypnotizability scale (score) 9 ± 1 9 ± 2 9 ± 1

Pressione arteriosa sistolica (mmHg) 124.7 ±

17.6

124.6 ±

16.8

124.8 ±

16.9

Pressione arteriosa diastolica (mmHg) 73.8 ± 6.5 73.6 ± 6.5 73.9 ± 6.6

Pressione arteriosa media (mmHg) 50.9 ± 12.7 50.8 ± 11.8 51.0 ± 12.1

Frequenza cardiaca (bm-1) 74.0 ± 15.8 74.1 ± 15.6 73.9 ± 16.1

Gittata sistolica (ml) 65.7 ± 35.1 65.7 ± 35.0 65.7 ± 35.1

Indice cardiaco (lmin-1m-2) 3.0 ± 1.8 2.9 ± 1.5 3.1 ± 1.9

Resistenze periferiche totali (mmHgminl-1) 21.8 ± 11.9 21.9 ± 12.0 21.7 ± 12.1

Flusso arterioso all‟ avambraccio (mlmin-

1dl-1)

5.3 ± 1.4 5.5 ± 1.5 5.4 ± 1.4

Resistenze all‟avambraccio

(mmHgmindlml-1)

23.5 ± 6.1 23.6 ± 6.0 23.1 ± 5.8

Nel setting preliminare ciascun partecipante era sottoposto individualmente ad

induzione ipnotica con comandi verbali. I soggetti erano poi de-ipnotizzati. Il

giorno successivo, gli stessi soggetti prendevano parte al setting sperimentale,

venendo assegnati in base ad una random list ad un gruppo A (soggetti numero

1, 3, 4, 5, 7 e 8) o B (soggetti numero 2, 6, 9, 10, 11 e 12).

Nel setting sperimentale ciascun partecipante, raggiunta in clinostatismo la

stabilità emodinamica, era rapidamente indotto grazie al condizionamento post-

ipnotico che gli era stato assegnato nella sessione precedente. Nei successivi tre

minuti la trance veniva approfondita con suggestioni di rilassamento nel gruppo

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A e con la tecnica del frazionamento (senza rilassamento) nel gruppo B.

Nell‟approfondimento con rilassamento venivano suggerite sensazioni di

benessere, di respiro regolare e di rilassamento muscolare, in base ad un

protocollo già sperimentato con successo in altri contesti nello stesso

laboratorio2-5

. Il frazionamento è una tecnica di approfondimento ipnotico senza

rilassamento - descritta per la prima volta da Hammond et al.8 e più

recentemente da Klein9 - che consiste nell‟aprire e chiudere gli occhi

ripetutamente, senza uscire dallo stato di ipnosi, con il comando di scivolare in

uno stato ipnotico via via più profondo ogni volta che si chiudono gli occhi. In

breve, dopo aver indotto il soggetto, l‟operatore contava alla rovescia partendo

da 10 e suggeriva allo stesso di aprire gli occhi allo zero; poi re-induceva

l‟ipnosi attraverso il comando post-ipnotico, ripetendo queste azioni per sei

volte in tre minuti. Il conteggio serviva come comando post-ipnotico per

indurre l‟ipnosi ed era rinforzato da un comando predeterminato. È infatti

difficile resistere al doppio stimolo (contare ed eseguire il comando) e in breve

tempo anche chi non accetta la propria predisposizione ad essere ipnotizzato si

convincere della sua ipnotizzabilità vedendo la propria risposta ai comandi che

egli stesso ha eseguito. È probabile che in questa condizione il soggetto

rimanga in uno stato di ipnosi tra un‟induzione e l‟altra, nonostante l‟apertura

degli occhi (la formula dubitativa è d‟obbligo dato che il frazionamento non è

ancora stato completamente analizzato e non vi sono studi sperimentali in

merito). Conclusa questa fase, i soggetti venivano de-ipnotizzati e lasciati in

clinostatismo fino al raggiungimento della stabilità emodinamica.

Successivamente i soggetti del gruppo A e del gruppo B erano invertiti e il

protocollo era ripetuto.

L‟elettroencefalogramma era digitalizzato a 0.05-20 Hz (Jasper 10958) con una

cuffia 10/20 a 19 elettrodi, amplificato in digitale (frequenza di campionamento

256 Hz) e registrato per l‟analisi off-line. La registrazione era effettuata usando

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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il software Sistem Plus accoppiato a un BQ132S head a 31 canali. Gli artefatti

da movimento oculare erano registrati con 2 elettrodi posizionati 1 cm a sinistra

ed 1 cm sotto la rima palpebrale sinistra. L‟attività alfa in toto era ottenuta in

condizioni basali e dopo approfondimento sia con il rilassamento che con il

frazionamento. Per evitare interferenze dovute agli stimoli visivi, tutte le

misure erano registrate ad occhi chiusi.

La localizzazione delle sorgenti di attività cerebrale registrata sul cuoio

capelluto era effettuata con un metodo inverso basato sul software LORETA

(LOw-Resolution-brain-Electromagnetic-TomogrAphy)10

concepito per

ottenere soluzioni minime pesate allo scopo di minimizzare la trasformata di

Laplace mediante derivazioni di sorgenti reference-free. Dopo correzione per

coordinate normali di un atlante anatomico di neuroimaging standard11

, i dati

erano calcolati come griglia ordinata di 1152 punti localizzati in un emisfero.

Rispetto alle derivazioni bipolari, LORETA ha il vantaggio di individuare i

generatori di attività elettrica cerebrale senza prendere in considerazione alcuna

assunzione a priori sui numeri e la localizzazione delle sorgenti. Il calcolo della

riorganizzazione di tutti i parametri è stato eseguito con uno speciale algoritmo

derivando un riferimento medio comune.

La pressione arteriosa era misurata (in mmHg) con un Finometer PRO model-1

(Finapress Medical Systems, Amsterdam, Olanda), una metodica che registra la

pressione battito per battito12

. La pressione arteriosa media è stata calcolata (in

mmHg) dall‟area sotto la curva della registrazione pressoria continua. La

quantità di sangue espulsa dal ventricolo sinistro ad ogni sistole (gittata

sistolica, in ml) ed in un minuto (portata cardiaca, in l×min-1

) era misurata con

un cardiografo che utilizzava l‟analisi morfologica del segnale di bioimpedenza

(PhysioFlow TM-Lab-1, Manatec Biomedical, Ebersviller, France)13

. L‟indice

cardiaco (in l×min-1×min-2

) era calcolato indicizzando la portata cardiaca alla

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Volume 15 N° 1- 2010

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superficie corporea. Le resistenze periferiche totali erano calcolate dal rapporto

tra la pressione arteriosa media e l‟indice cardiaco.

Il flusso arterioso dell‟avambraccio era misurato in ml×min-1

×dl-1

tessuto con un

pletismografo strain-gauge indium-gallium-in-silicone ad occlusione venosa

automatica14

che è in grado di misurare automaticamente il tempo di

occlusione/sgonfiamento e pressione (Angiomed, Microlab, Padova, Italy). Le

resistenze periferiche dell‟avambraccio (in mmHg×min×ml-1

×dltessuto) erano

calcolate come rapporto tra pressione arteriosa media e flusso

dell‟avambraccio14,15

.

Il monitoraggio cerebrale, LORETA e tutti gli strumenti per il monitoraggio

emodinamico sono validati e sono stati precedentemente impiegati con

successo nello stesso laboratorio in molti contesti sperimentali2-6,13-22

.

Lo studio aderiva ai principi della dichiarazione di Helsinki. Tutti i partecipanti

fornivano il loro consenso informato. Il protocollo era approvato dal locale

Comitato Etico.

Risultati

Un‟induzione rapida (~10 secondi) era ottenuta in tutti i soggetti grazie al

condizionamento post-ipnotico precedentemente stabilito. Una volta conclusa

la procedura sperimentale e dopo la de-ipnotizzazione, tutti i soggetti,

indipendentemente dalla tecnica, riferivano di aver sperimentato una trance

piacevole con una sensazione di profondità soggettiva rispettivamente del

78±9% dopo frazionamento e del 76±8% dopo rilassamento (differenza non

significativa).

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Nell‟approfondimento con rilassamento non si rilevava alcuna differenza

nell‟attività alfa rispetto alla base (Figura 1). LORETA mostrava un lieve

incremento dell‟intensità corrente nell‟emisfero destro. Il flusso arterioso

dell‟avambraccio si riduceva del 18% già nel primo minuto; anche la pressione

arteriosa media diminuiva contestualmente e progressivamente, raggiungendo -

4% al terzo minuto. Come conseguenza della riduzione combinata di flusso e

pressione, le resistenze periferiche dell‟avambraccio si mantenevano intorno ai

valori basali (Figura 2).

Nell‟approfondimento con frazionamento l‟attività alfa aumentava del 33%

rispetto ai valori basali (Figura 1) e LORETA mostrava un aumento della

densità di corrente nelle aree occipitali e nel precuneo (Figura 3).

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37

Fig. 2. Variazione di flusso arterioso all‟avambraccio, pressione arteriosa media e

resistenze periferiche all‟avambraccio.

La riduzione del flusso arterioso all‟avambraccio era paragonabile a quella

osservata con il rilassamento, mentre la pressione arteriosa media si manteneva

sui valori basali; l‟effetto combinato era un progressivo aumento delle

resistenze periferiche dell‟avambraccio che raggiungeva +51% al terzo minuto

(Figura 2) .

Fig. 3. Densità di corrente (LORETA).

Discussione

L‟approfondimento, una fase cruciale dell‟induzione ipnotica, è solitamente

raggiunto con suggestioni di rilassamento che portano ad una profonda e

piacevole sensazione di benessere; si possono tuttavia impiegare anche tecniche

diverse, non rilassanti. Il frazionamento8,9

è una di queste ed è una delle più

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potenti ed efficaci, in particolare quando l‟induzione è ottenuta attraverso una

metodica rapida o un condizionamento post-ipnotico9. Il meccanismo alla base

del frazionamento consiste in una rapida sequenza di

induzionerisoluzionereinduzione. La potenza del frazionamento si spiega

con il fatto che la trance ipnotica è sempre accompagnata a sua volta da iper-

ipnotizzabilità; quando un soggetto esce dalla trance ipnotica, rimane per pochi

minuti in uno speciale stato di coscienza modificato che comporta una

riduzione delle proprie capacità critiche. In tali condizioni è estremamente

semplice reindurre l‟ipnosi senza passare attraverso la sequenza del

rilassamento.

Ovviamente questa spiegazione operativa non dice molto riguardo la reale

successione di eventi che porta all‟approfondimento con frazionamento. Le

variazioni elettroencefalografiche e le registrazioni di elettroneuro-imaging

acquisite durante il presente esperimento indicano che il frazionamento è

accompagnato da uno spostamento dell‟attività elettrica cerebrale dalle aree

frontali dell‟emisfero destro alle aree occipitali bilaterali ed al precuneo,

(modificazioni già associate da altri autori ad una riduzione dello stato di veglia

ed a una distorsione temporanea nella rappresentazione del Sé)23,24

. Si è inoltre

osservato che l‟ipnosi neutra - ad esempio il semplice rilassamento - riduce

l‟attività del precuneo, mentre comandi ipnotici specifici la aumentano25

. Non è

tuttavia possibile stabilire se tali variazioni siano alla base

dell‟approfondimento con frazionamento o ne rappresentino un semplice

epifenomeno.

A parte il meccanismo elettrofisiologico che vi è implicato, il frazionamento è

un metodo potente e rapido per approfondre l‟ipnosi. I risultati hanno

evidenziato come entrambe le tecniche di approfondimento (rilassamento e

frazioamento) siano accompagnate da vasocostrizione con riduzione del flusso

arterioso periferico come indice di incremento della conduzione simpatica e

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possano essere pertanto definite stressogene. Tuttaia il frazionamento è

associato anche ad aumento delle resistenze periferiche, mentre in quello con

rilassamento le resistenze rimangono per lo più ai valori basali forse perché la

stimolazione simpatica delle arteriole dovuta all‟approfondimento è in un certo

modo limitata o mascherata dai concomitanti comandi di rilassamento che

portano ad una diminuzione della pressione arteriosa. L‟approfondimento con

rilassamento è pertanto meno stressogeno.

Al di fuori degli studi portati avanti da questo gruppo di ricerca, non vi è

documentazione circa la risposta cardiovascolare all‟approfondimento, essendo

state registrate soprattutto risposte molto semplici (frequenza cardiaca,

pressione arteriosa) durante l‟intera trance ipnotica piuttosto che all‟induzione o

all‟approfondimento di per sè26-35

. La risposta specifica delle resistenze

periferiche all‟approfondimento non è mai stata studiata in precedenza. Come

già dimostrato in precedenti esperienze dello stesso gruppo2-6

, l‟analisi delle

resistenze periferiche è necessaria quando si studia l‟ipnosi da un punto di vista

cardiovascolare. Ad esempio, nel presente lavoro la mera analisi del flusso

periferico non sarebbe bastata a mettere in evidenza le differenze

emodinamiche tra frazionamento e rilassamento. Infatti entrambe queste

tecniche portavano ad una caduta del flusso arterioso dell‟avambraccio e

differenze fra esse in termini di scarica simpatica si sono potute dimostrare

soltanto attraverso l‟analisi delle resistenze periferiche all‟avambraccio.

Infine, le due tecniche di approfondimento non hanno mostrato alcun effetto

sull‟emodinamica centrale, probabilmente perchè quest‟ultima cambia meno

rapidamente di quella periferica - essendo controbilanciata da meccanismi

riflessi - e lo studio non era concepito per valutare le variazioni emodinamiche

tardive.

In conclusione, sia il frazionamento che il rilassamento di breve durata sono

metodiche valide per approfondire l‟ipnosi. L‟effetto finale è la trance ipnotica

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completa in entrambi i casi. Entrambe sono stressogene, portano ad un aumento

del tono simpatico e dovrebbero quindi essere usate con cautela nei pazienti

coronaropatici. Il frazionamento ha un effetto aggiuntivo, quello di far

aumentare rapidamente ed in modo importante e significativo le resistenze

periferiche. Questa tecnica, pur utile nell‟emergenza per la sua potenza e la sua

rapidità, potrebbe perciò essere pericolosa negli anziani e nei soggetti ad un

aumentato rischio cardiovascolare (ipertesi, anziani, soggetti con ridotta riserva

coronarica) e dovrebbe essere limitata al setting sperimentale in soggetti

selezionati.

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Corrispondenza a:

Prof. E. Casiglia

Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale

Università degli Studi di Padova

Via Giustiniani, 2

35128 Padova

Tel 049-8212277, fax 049-8754179, e-mail [email protected]

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Volume 15 N° 1- 2010

45

Remo Ceffa, Giuseppe Regaldo

MANO E IPNOSI RIFLESSIONI ED ESPERIENZA DI UN CHIRURGO DELLA MANO

Riassunto La mano, in quanto organo periferico, bene si presta ad utilizzare procedure di

analgesia ipnotica, anche se la sua complessità anatomica e molteplicità

tessutale rendono incerti i risultati. Su questo argomento molto poco è presente

in letteratura internazionale, così come nella pratica clinica italiana.

Scopi di questo lavoro sono stati quindi: la verifica in letteratura di dati

sull‟ipnosi nelle diverse branche della Chirurgia e in particolare nella Chirurgia

della Mano; la stesura di un protocollo di possibile effettivo inserimento

dell‟ipnosi all‟interno di una struttura di Chirurgia della Mano; la raccolta e la

presentazione dei primi dati relativi a tale esperienza estesa alle fasi di

riabilitazione post-chirurgica, con le riflessioni per possibili futuri sviluppi.

Parole chiave: ipnosi, chirurgia della mano

Abstract

The hand, as the peripheral organ, is well suited for use hypnotic analgesia

procedures, even if its anatomical complexity and multiplicity tissue make the

results uncertain. On this subject there is very little in the international

literature, as well as in clinical practice in Italy.

Aims of this study were the verification of data in the literature on hypnosis in

the various branches of Surgery and Hand Surgery in particular, the drafting of

a protocol to test if it is possible an effective integration of hypnosis within a

structure of hand surgery ; the collection and presentation of the first data about

an experience in the stages of rehabilitation following surgery, with reflections

on possible future developments.

Key words:: hypnosis, hand surgery

1 - MANO E IPNOSI

1.1 - La mano nell’induzione ipnotica La mano del paziente o quella dell‟ipnologo possono entrare in gioco in

tempi e modi diversi nell‟ambito di una seduta ipnotica. Tra le tecniche di

induzione ed i relativi “passi” ricordiamo la fissazione del dito oppure

l‟appoggio delle dita sulle palpebre oppure ancora le toccature su diverse parti

del corpo. Anche nel corso di una tecnica di rilassamento, le mani

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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dell‟operatore possono aiutare il paziente con sfioramenti o lievi massaggi, o

sostenere il capo aiutandolo a trovare la giusta postura.

La mano del paziente diventa soprattutto centro della nostra attenzione in

quanto sede preferenziale di “Risposte Evidenti”; cioè le sensazioni di peso o

leggerezza che virano in levitazione, catalessi, inibizione dei movimenti. Infine,

nella previsione di un trattamento chirurgico, è nella mano che si verifica più

comodamente il raggiungimento della sufficiente analgesia.

Questi ricordi sono sufficienti a far riflettere sull‟opportunità da parte

dell‟ipnologo di porre la giusta attenzione alla sua mano: essa, già strumento di

comunicazione nella vita quotidiana, può diventare anche strumento di

comunicazione ipnotica (1)

. Come l‟ipnologo cura che la sua voce sia adatta ed

efficace, così è bene che la sua mano sia tranquilla, sicura e consapevole degli

effetti che induce sul paziente.

Ognuno sicuramente ha un proprio modo di toccare e di percepire, al di là

delle conoscenze tecniche, ma è inevitabile che le mani siano i mezzi con cui ci

rapportiamo al mondo esterno e con cui esportiamo la nostra interiorità e lo

stato d‟animo del momento. Nel corso di una induzione ipnotica con le mani

possiamo trasmettere emozioni: calma, sicurezza, calore, ma anche nervosismo

o freddezza e distacco. Le mani sono lo specchio e la sede delle cose non dette,

del sentire con il tatto e del sentire con la mente; sono anche la sede della

percezione e dell‟intuizione dello stato corporeo altrui. Le nostre mani hanno la

capacità di comunicare in maniera vera e profonda: le mani sanno ascoltare la

verità corporea dell‟altro e parlano un linguaggio semplice e diretto; c‟è chi

afferma che nelle mani abbiamo occhi, orecchie e bocca, ma soprattutto che le

mani sono l‟estensione del cuore.

1.2 - APPLICAZIONI IN CHIRURGIA DELLA MANO

L’utilizzo di tecniche ipnotiche a sostegno della chirurgia o come

sostituto dell’anestesia percorre i tempi, dagli Egizi ai Greci fino ai giorni

nostri, con alterne fortune e diverso livello di “accettazione” da parte della

medicina tradizionale (2)

.

Allo stato attuale esistono evidenze sugli effetti e sui meccanismi

attraverso i quali l‟ipnosi induce fenomeni vantaggiosi in chirurgia.

Montgomery e Al.(3)

hanno eseguito una meta-analisi di 20 studi controllati e

pubblicati, rilevando l‟evidenza di un miglioramento dell‟89% dei risultati in

pazienti trattati con ipnosi in sala operatoria, rispetto ai gruppi di controllo; i

parametri studiati erano: effetti collaterali, grado di dolore, consumo di

antidolorifici, indicatori fisiologici, tempo di ricovero, tempo di guarigione.

Sono inoltre interessanti le ricerche di Kessler e Dane (4)

che documentano la

non correlazione tra “livello di ipnotizzabilità” ed effetti terapeutici, essendo

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questi influenzati da cofattori multipli: personalità, motivazione, aspettative,

credenza, rapporto terapeutico, ecc.

Gli effetti utili dell‟ipnosi possono essere così riassunti:

- controllo del dolore: dalla riduzione del dosaggio di farmaci anestetici o

analgesici, fino alla completa analgesia chirurgica;

- riduzione della nausea e del vomito dopo interventi in anestesia generale, in

pazienti trattati con auto-ipnosi o suggestioni post-ipnotiche preoperatorie;

- riduzione del sanguinamento intra-operatorio, verosimilmente per fenomeni

di vasocostrizione a livello cutaneo e sottocutaneo;

- guarigione delle ferite chirurgiche più rapida e con minori complicanze

(edema, arrossamento, essudazione);

- buona gestione dell‟ansia pre-operatoria e dell‟agitazione psicomotoria,

soprattutto nei bambini;

- riduzione dei costi generali di cura: Lang e Rosen (5)

hanno documentato una

riduzione del 50% dei costi per la sedazione in procedure di radiologia

interventistica (media di 300$ per caso) rispetto al gruppo di controllo

(media 638$).

Quanto sopra elencato è stato sperimentato, oltre che documentato con

studi randomizzati, in diverse discipline chirurgiche: chirurgia generale (tiroide,

mammella, ecc.), vascolare, maxillo-facciale e ginecologica, oltre che in

radiologia interventistica (6)

.

A ciò va aggiunto che la maggior parte delle esperienze cliniche pubblicate

minimizzano la principale obiezione all‟uso delle tecniche ipnotiche in

chirurgia, cioè la disponibilità di tempo: in effetti le induzioni utilizzate in

chirurgia sono di solito brevi (entro i 10 minuti) e supportate, nell‟esperienza

nordamericana, da uso di audiovisivi (videotape, audiocassette) per il rinforzo

auto-gestito dal paziente nei periodi pre e post-operatori.

Per quanto riguarda i meccanismi attraverso i quali l‟ipnosi ottiene

effetti di controllo del dolore, lo studio di neuroimaging con tecnica PET di

Rainville e Al., pubblicato sulla prestigiosa rivista Science nel 1997 (7)

, ha

dimostrato che manipolando, tramite suggestioni ipnotiche appropriate, il

grado di risonanza affettiva negativa (unpleasantness) evocata da una

stimolazione nocicettiva, si modificava parallelamente l‟attività di strutture

encefaliche (corteccia cingolata anteriore) deputate alla codificazione della

componente motivazionale-affettiva del dolore, mentre non risultava

modificata l‟attività della corteccia somatosensoriale primaria, deputata alla

componente sensoriale-discriminativa dello stimolo nocicettivo. Tale

stimolo era costituito dall‟immersione della mano (da parte dei volontari in

studio) in acqua molto calda; l‟esperienza era ripetuta dopo induzione

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ipnotica con suggestione si assenza di dolore; in entrambe le situazioni

veniva eseguito lo studio PET.

La straordinaria selettività della suggestione ipnotica nel manipolare in

modo differenziato le due componenti principali dell‟esperienza dolorosa era

documentata da una precisa correlazione lineare tra intensità della risonanza

affettiva negativa, suggerita in ipnosi, e livello di attivazione della corteccia

cingolata anteriore. In sintesi si dimostrava che mentre il cervello continua a

registrare la sensazione di dolore, l‟ipnosi aiuta la persona a rimuovere da

tale esperienza l‟angoscia e la sofferenza.

Ricerche ulteriori hanno evidenziato come l‟ipnosi sia in grado di

modulare efficacemente non solo la componente motivazionale-affettiva, ma

anche quella sensoriale-discriminativa (anche se, probabilmente, in grado

minore) in modo dipendente dalla struttura e dalla formulazione della

suggestione ipnotica (8, 9)

.

Questi studi, sempre più, inducono ad “accettare la sfida” e

sperimentare nella propria pratica clinica l‟analgesia ipnotica, con la

consapevolezza che molti e buoni effetti sull‟intervento chirurgico e sul

decorso post-operatorio sono possibili, spesso anche al di là del livello di

abilità e di aspettative dell‟ipnologo.

Come già accennato nell‟introduzione, sono stranamente rare le

applicazioni note e documentate dell‟ipnosi in chirurgia della mano. In

letteratura è presente un unico lavoro (ripetutamente citato da altri autori) di

Maurer a Al. (10)

relativo all‟uso dell‟ipnosi nella chirurgia ortopedica della

mano, frequente causa di importante dolore post-operatorio legato alle

medicazioni delle ferite chirurgiche e alle spesso dolorose terapie riabilitative.

Nello studio citato, 60 pazienti sottoposti a chirurgia della mano furono trattati

tradizionalmente o con aggiunta di procedure ipnotiche; questo secondo gruppo

manifestò: significativa riduzione nella intensità del dolore percepito, minore

stato d‟ansia, più rapido progresso della guarigione fisica, minori complicanze

post-operatorie.

Purtroppo nessun dato in letteratura è disponibile su più fini aspetti

strettamente chirurgici, di evidente interesse pratico per chi decida di utilizzare

l‟ipnosi in chirurgia della mano. In particolare non è documentata l‟efficacia

analgesica dell‟ipnosi sui diversi organi e tessuti interessati dall‟aggressione

chirurgica nella mano: cute, sottocute, fasce, tendini, sinoviale, capsula,

legamenti, osso, nervo periferico.

Dati in questo senso deriveranno solo da ulteriori esperienze pratiche sul

campo.

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Volume 15 N° 1- 2010

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1.3 - APPLICAZIONI IN RIABILITAZIONE DELLA MANO

E’ noto quanto i traumi alla mano siano psicologicamente significanti;

ciò a causa del reale o solo temuto danno estetico e funzionale, in un

distretto corporeo così fortemente inserito nell’immagine di sé. Per quanto

riguarda la componente psicologica Grunert et al (11)

hanno dimostrato, in

una serie di studi, come i sintomi di stress post-traumatico (incubi, disturbi

del sonno, flashback, ansia e depressione, isolamento, rifiuto delle cure)

sono molto frequenti dopo traumi alla mano.

Parallelamente alle problematiche puramente psichiche, dopo gravi

traumatismi della mano, sono altresì frequenti complicanze di tipo organico

(iperalgesia, rigidità, contrattura, alterazioni trofiche, ecc.), tali da

compromettere gravemente la guarigione finale.

Paradigma di queste situazioni è la Sindrome algo-distrofica (CPRS:

Complex Regional Pain Syndrome), evenienza rara, ma di andamento e

gravità tale da condizionare in modo drammaticamente negativo il

trattamento dei traumi della mano; talora purtroppo la CPRS si manifesta

anche dopo interventi di elezione, in soggetti psicologicamente predisposti

o in modo del tutto inaspettato. Il trattamento in questi casi dovrebbe

essere multidisciplinare: fisiatrico, farmacologico, psicologico. In tale

ottica bene si collocano procedure ipnotiche centrate sul rilassamento

psicofisico e intergrate con riabilitazione mediante uso della

visualizzazione del movimento.

Un aspetto meno drammatico, ma molto più frequente, dopo il

trattamento di traumi della mano, è costituito dalla difficoltà di recupero

del movimento, compromesso dai danni tessutali legati al trauma e

all’intervento chirurgico, nonchè dalla immobilizzazione post-operatoria.

Da alcuni anni si diffondono pubblicazioni internazionali che riferiscono

dell’uso di tecniche di “Motor imagery”, cioè di visualizzazione del

movimento, come integrazione delle procedure riabilitative in ambito

neurologico (esiti di hictus) (12, 13)

e traumatologico (esiti di traumi agli arti)

(14) .

PRESUPPOSTI SCIENTIFICI ALL‟USO DELLA VISUALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO

Il concetto di immagine mentale, e nello specifico di immagine motoria,

con i suoi potenziali effetti sul “sistema uomo”, ha radici nel campo della

ricerca ben precedenti lo sviluppo della “neuroimaging”; si vedano le ricerche

di Carpenter della fine del XIX secolo e le pionieristiche ricerche di Jacobson

(15) del 1930, dove si sostenne per la prima volta che durante una azione

solamente immaginata vi fosse un‟attivazione selettiva dei muscoli responsabili

di quello specifico movimento.

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Tra gli anni trenta e ottanta, con una particolare accelerazione

successivamente alla II Guerra Mondiale, numerosi studi che hanno avvalorato

la somiglianza tra azioni eseguite e immaginate, effettuati parallelamente in

campo neurofisiologico e psicologico, hanno trovato applicazione pratica in

campi non medici; eclatante ne è stata la diffusione in campo sportivo.

Lentamente si sta giungendo ad una “applicazione clinica” dove le nuove

possibilità di studio che ha offerto la scienza stessa, tra le PET e fRMN, hanno

permesso l‟ingresso nel mondo della medicina occidentale, che si fonda

sull‟esperienza empirica e sull‟evidenza scientifica, di concetti di non facile

comprensione e dimostrazione. Il filone di ricerca generale che ha accomunato

questi studi, con modalità e punti vista diversi, è quello della possibilità di

influenza dei processi mentali sul corpo.

I primi tentativi di applicazione pratica furono conseguenti a studi

effettuati da ricercatori sovietici che lavorarono sui sopravvissuti all‟olocausto;

questo erano persone che avevano sviluppato una particolare abilità

nell‟attingere alle loro riserve interiori per trovare la forza di sopravvivere. La

scoperta di un potenziale personale supplementare, suggerì l‟idea di esaminare

le caratteristiche mentali e fisiche anche di categorie di persone di successo, se

pure sottoposte a compiti particolarmente impegnativi: atleti, musicisti,

danzatori e artisti in generale. La caratteristica comune di queste persone era

una particolare abilità nell‟estendere le proprie facoltà di concentrazione molto

più in là della media delle persone normali. In realtà in un primo periodo il

campo di applicazione fu limitato al programma spaziale, con ingenti

investimenti negli anni ‟50-‟60, anche negli U.S.A.

Passarono circa vent‟anni prima che questi metodi venissero introdotti nei

programmi sportivi. Il training mentale venne largamente utilizzato con atleti

sovietici e della Germania dell‟est, per poi diffondersi a macchia d‟olio in tutto

il mondo e in tutte le discipline dando linfa al campo della psicologia sportiva.

Relativamente alle ricerca di base, tre criteri di prova convergenti

suggerivano che i movimenti immaginati erano controllati da specifiche reti

neurocognitive. Innanzitutto, studi comportamentali in individui normali

mostrarono che la velocità di esecuzione immaginata è altamente correlata alla

velocità di esecuzione reale, inoltre la velocità ed accuratezza di movimenti

figurati è soggette alle stesse costrizioni ambientali e fisiologiche a cui è

soggetta l‟esecuzione reale dei movimenti (16)

. In secondo luogo alcuni studi di

neuroimaging evidenziarono modelli di attivazione comuni, ma distinti, sia

relativamente alla simulazione mentale di esecuzione di movimenti che alla

generazione di movimenti motori manifesti. Infine altri studi effettuati su

soggetti con lesioni nelle aree motorie del lobo frontale e dei gangli della base o

cervelletto rilevarono che le anomalie dell‟immaginazione motoria erano

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Volume 15 N° 1- 2010

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qualitativamente e quantitativamente simili alle anomalie nell‟esecuzione di atti

motori reali (17)

.

Sono stati compiuti inoltre diversi esperimenti sia sui primati che

sull‟uomo, tesi a dimostrare che l‟attivazione di determinate aree cerebrali

durante compiti motori è sovrapponibile all‟attivazione che si rileva durante la

sola osservazione degli stessi compiti, condotta con l‟intento di imitare. Nel

1998 Rizzolati (18)

osservò nelle scimmie l‟esistenza di una classe di neuroni

definiti “mirror”, localizzati nella porzione rostrale della corteccia premotoria

inferiore, che si attiva prima e durante specifiche azioni messe in atto

dall‟animale ed anche mentre la scimmia osserva lo sperimentatore compiere la

stessa azione.

Tutti questi risultati confermano l‟idea di Jeannerod (19)

riguardo

l‟esistenza di un substrato neurologico comune, ma distinto, tra

pianificazione motoria ed immagine motoria. Considerare questi due

processi come collegati, ha portato a verificare come immaginare un

movimento possa influenzare la successiva performance reale.

Quanto sopra non può che confermare l‟interesse per l‟uso

dell‟immagine mentale in terapia. Esso può rivelarsi uno strumento incisivo

e raffinato proprio per la sua vicinanza alla fisiologia della pianificazione

motoria.

1.4 – RICERCHE PERSONALI

E‟ stata eseguita una ricerca relativa alle caratteristiche individuali delle

immagini mentali; esse possono essere indagate con numerosi test a scopo di

studio o per personalizzare un eventuale uso della visualizzazione con obiettivi

terapeutici. Tra i diversi test disponibili in letteratura ne sono stati selezionati

due, quindi somministrati in stato di ipnosi superficiale a 50 persone (amici,

parenti, pazienti), in piccoli gruppi; i dati sono stati elaborati in rapporto al

sesso, al tipo di attività abituale (lavoro/tempo libero) e all‟età.

Il primo test individua il canale sensoriale soggettivo prevalente tra quello

visivo e quello cenestesico nella visualizzazione del proprio movimento

corporeo (MIQ-R; Movement Imagery Questionnaire Revised; Hall e Coll.21

1983). E‟ composto da 8 voci suddivise in 2 sottoscale da 4 voci ciascuna,

rispettivamente progettate per valutare la componente cenestesica e la

componente visuale attraverso una scala a sette punti per entrambe; i punteggi

sono assegnati in modo che al crescere della vividezza corrisponda un

punteggio più alto; il punteggio massimo per entrambe le componenti è 28,

quello minimo è 4.

Il secondo test permette l‟autovalutazione della vividezza delle proprie

immagini mentali (VVIQ; Vividness of Visual Imagery Questionnaire; Marks

22, 1973). Lo strumento presenta 4 scene base e per ciascuna di esse 4 diverse

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situazioni al cui riguardo il soggetto deve formarsi un'immagine mentale e

valutarne la vividezza su una scala a 5 punti; il punteggio totale va da un

minimo di 16 ad un massimo di 80 punti. L‟analisi individuale del risultato del

test permette di identificare anche più fini sottomodalità di visualizzazione:

visione larga o visione focalizzata, immagini statiche o in movimento, ecc.

Il sesso femminile ha dimostrato una migliore autovalutazione della

vividezza delle proprie Immagini Mentali (Grafico 1 e 2): questi risultati bene

si accordano con il dato anatomo-fisiologico di maggiori collegamenti tra

emisfero destro (maggiormente “visivo”) e sinistro (prevalentemente “verbale”)

nelle donne.

Hanno poi dimostrato migliore capacità di visualizzazione le persone che

nelle attività abituali (lavoro, sport, hobby, ecc.) intergrano attività di tipo

fisico/manuale e attività di tipo cognitivo/intellettuale (Grafico 3 e 4): ciò

sembrerebbe suggerire che con la maggiore varietà di interessi e occupazioni

quotidiane, cresca anche le capacità di attività mentale astratta, basata su

immagini e sensazioni di situazioni reali (visualizzazione di immagini

generiche o del proprio corpo in movimento).

Interessanti anche i punteggi rapportati all‟età (Grafico 5 e 6): la capacità

di rappresentazione cenestesica del movimento è stata più alta nell‟età

intermedia (30-50 anni), mentre la visualizzazione del movimento stesso e

soprattutto la vividezza delle immagini mentali sono risultate progressivamente

migliori con il crescere dell‟età; ciò a testimonianza di una migliore

integrazione tra le funzioni dei 2 emisferi con il passare degli anni di vita, come

teorizzato da Goldberg (23)

: egli infatti afferma che il cervello "maturo" è in

grado di meglio integrare pensiero ed esperienza; il cervello anziano usa meglio

l'emotività, l'empatia e l'intuizione. Quindi una mente attiva e adeguatamente

stimolata non deve temere l'invecchiamento.

23,3

21,7

22,6

21,2

4,

8,

12,0

16,0

20,0

24,0

28,0

63,6 61,4

16,0

24,0

32,0

40,0

48,0

56,0

64,0

72,0

80,0

VVIQ

MIQ-R vedere

MIQ-R sentire

FEMMINE

Maschi

Grafico 1 e 2: SESSO I punteggi medi del MIQ-R mostrano risultati migliori nel sesso

femminile, sia relativamente al movimento visualizzato che

sentito.

I punteggi medi del VVIQ mostrano risultati migliori nel sesso

femminile, relativamente alla vividezza delle immagini mentali.

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Volume 15 N° 1- 2010

53

22,6

20,6

23,9

22,5 22,5 22,0

4,

8,

12,

16,

20,

24,

28, MIQ-R vedere MIQ-R sentire

60,2

65,7 64,0

16,

24,

32,

40,

48,

56,

64,

72,

80, VVIQ

LAVORO E SVAGO INTELLETTUALE

Lavoro e svago misto

Lavoro e svago fisico

Grafico 3 e 4: ATTIVITA’

I punteggi medi del MIQ-R (movimento del proprio corpo

visto o sentito), correlati alle attività prevalenti nel lavoro e nel

tempo libero, mostrano risultati migliori nei soggetti che

integrano attività di tipo intellettuale con attività di tipo

sportivo-manuale.

Anche i punteggi medi del VVIQ (vividezza delle immagini

mentali) mostrano risultati migliori nei soggetti che integrano

attività di tipo intellettuale con attività di tipo sportivo-manuale.

< 31 anni

31-40 anni

41-50 anni

> 50 anni

VVIQ

16,0

24,0

32,0

40,0

48,0

56,0

64,0

72,0

80,0

59,1

61,9 63,1 66,8

MIQ-R VEDERE MIQ-R sentire

4,0

8,0

12,0

16,0

20,0

24,0

28,0

22,2 22,4

23,3 24,3

20,3 21,3

22,5 21,0

Grafico 5 e 6: ETA’

I punteggi medi del MIQ-R mostrano risultati migliori

nell‟autovalutazione della componente visiva dell‟immagine motoria al

crescere dell‟età (MIQ-R vedere); è invece prevalente la componente

cenestesica nella fascia d‟età intermedia (MIQ-R sentire).

I punteggi medi del VVIQ, nell‟autovalutazione della vividezza delle

immagini mentali, mostrano risultati progressivamente migliori al

crescere dell‟età.

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54

2 - ESPERIENZA IN UNA STRUTTURA DI CHIRURGIA

DELLA MANO

2.1 - INSERIMENTO NELLA REALTÀ OSPEDALIERA

Al crescere delle mie conoscenze relative all‟applicazione clinica

dell‟ipnosi, ho progressivamente cercato di inserire tale procedura nella mia

professione di Chirurgo della mano: in particolare in occasione di alcuni

interventi effettuati in urgenza e soprattutto all‟interno dell‟attività

programmata della Struttura Semplice di Chirurgia della Mano della quale sono

Responsabile presso l‟U.O. di Ortopedia e Traumatologia dell‟Azienda

Ospedaliero Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara.

In sintesi il progetto completo consiste nella progressiva messa in opera dei

contatti e delle procedure di seguito dettagliate.

Rapporti con Dirigenti e personale infermieristico:

- adeguata informazione al Direttore della Struttura Complessa di

appartenenza;

- adeguata informazione e autorizzazione da parte della Direzione

Sanitaria dell‟Azienda Ospedaliera;

- adeguata a dettagliata spiegazione al personale infermieristico del Day

Hospital e della Sala Operatoria relativamente al fenomeno ipnotico, alle

sue applicazioni in chirurgia e alle prospettive e modalità di utilizzo

nella nostra struttura;

- coinvolgimento di fisioterapisti per l‟integrazione delle procedure

ipnotiche con le procedure riabilitative tradizionali.

Prima visita presso Ambulatorio ospedaliero o privato:

- individuazione di pazienti e patologie idonei al trattamento con ipnosi e

proposta del trattamento stesso;

- oppure risposta alla eventuale richiesta di trattamento con ipnosi di

pazienti già informati di questa possibilità;

- iniziale e necessariamente concisa spiegazione di cosa è in realtà l‟ipnosi

e quali le sue applicazioni in chirurgia e riabilitazione;

- appuntamento per una seduta preliminare (di almeno 30 min) per una più

approfondita spiegazione e per la prima induzione; verifica delle risposte

individuali e delle possibili applicazioni successive.

In Sala Operatoria:

- trattamento chirurgico in Sala isolata da una porta rispetto alle altre sale

del Blocco Operatorio; cartello “Intervento in Ipnosi in Corso – Non

disturbare” sulla porta stessa;

- personale infermieristico di Sala informato e coinvolto;

- un anestesista presente, paziente monitorizzato;

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Volume 15 N° 1- 2010

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- al bisogno immediata disponibilità di procedure anestesiologiche

farmacologiche (siringa sterile con anestetico locale a disposizione del

chirurgo sul campo operatorio).

Intervento d‟urgenza in Pronto Soccorso:

- incontro e colloquio di presentazione, volto già a rassicurare e

coinvolgere il paziente in un rapporto di fiducia e accettazione; proposta

di applicazione di tecnica di rilassamento e di controllo del dolore;

- in ambiente il più possibile tranquillo a paziente supino su letto

chirurgico: induzione rapida e verifica diretta sul campo operatorio del

livello di analgesia.

Visite di controllo:

- valutazione clinica della parte anatomica sede dell‟intervento;

- raccolta di informazioni di ritorno soggettive da parte del paziente;

- consegna di ulteriori tecniche di auto-ipnosi per la fase riabilitativa.

2.2 - TECNICHE DI IPNOSI UTILIZZATE

Vengono descritti in sintesi i tre tipi di procedura ipnotica applicati nelle

diverse situazioni:

intervento d’urgenza in Pronto Soccorso:

- induzione rapida mediante fissazione dell‟indice, appoggio della mano

sulla fronte e palpebre come partenza del rilassamento progressivo e del

controllo della respirazione;

- verifica dello stato di rilassamento sollevando e lasciando cadere il

braccio sano; rinforzo verbale;

- induzione dell‟analgesia nella mano infortunata mediante richiamo di

sensazioni già provate: freddo, anestesia, ecc.;

- verifica sul campo operatorio del livello di analgesia; in caso questa sia

assente o insufficiente: integrazione con anestetico locale;

- durante l‟intervento visualizzazione, in parte guidata in parte spontanea,

di luogo tranquillo nel quale immaginarsi;

- al termine dell‟intervento: consegna di tecnica di auto-ipnosi (pollice e

indice della mano sana), comando post-ipnotico per successive induzioni

rapide (contatto della mano sulla fronte e sulla palpebre), suggestioni

post-ipnotiche di controllo del dolore, salute generale e guarigione rapida

della parte infortunata.

intervento chirurgico programmato:

- nella seduta preliminare dopo dettagliato colloquio informativo, in

posizione seduta, esecuzione del test di Sacerdote modificato Regaldo;

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- in caso di risposta negativa: prosecuzione con rapido rilassamento, poi

riproponibile in sala operatoria; spiegata la non possibilità di analgesia

ipnotica;

- in caso di risposta positiva evidente: prosecuzione diretta della induzione

e dell‟approfondimento con rilassamento completo, visualizzazione

parzialmente guidata di un luogo tranquillo;

- consegna di tecnica di auto-ipnosi (pollice e indice della mano sana),

comando post-ipnotico per successive induzioni rapide (contatto della

mano sulla fronte e sulla palpebre);

- immediata reipnotizzazione in posizione supina (come al momento

dell‟intervento);

- al momento dell‟intervento chirurgico: induzione rapida con comando

post-ipnotico, induzione dell‟analgesia nella mano da operare mediante

richiamo di sensazioni già provate: freddo, anestesia, ecc.;

- verifica sul campo operatorio del livello di analgesia; in caso questa sia

assente o insufficiente integrazione con anestetico locale;

- durante l‟intervento visualizzazione, in parte guidata in parte spontanea,

di luogo tranquillo nel quale immaginarsi;

- al termine dell‟intervento: suggestioni post-ipnotiche di controllo del

dolore, salute generale e guarigione rapida della parte infortunata;

- ai controlli post-operatori, se occorre, rapida induzione, medicazione in

ipnosi e rinforzo delle suggestioni di guarigione; insegnamento di

tecnica di auto-ipnosi riabilitativa (vedi oltre).

Trattamento riabilitativo di rigidità post-traumatiche o sindromi algo-

distrofiche:

- In caso di paziente mai trattato con ipnosi si ripetono i tempi preliminari

illustrati per l‟intervento chirurgico programmato; particolare attenzione

va posta allo stato psicologico del paziente, spesso ansioso o depresso;

- la prima seduta è centrata sulla tecnica di rilassamento e di

apprendimento della auto-induzione dello stesso, da ripetere a domicilio

ogni giorno;

- sedute successive: colloquio (verifica dell‟uso dell‟auto-ipnosi

domiciliare giornaliera), induzione mediante comando post-ipnotico,

eventuale approfondimento guidato, verifica della Risposta Evidente,

tecnica di visualizzazione del movimento della mano in trattamento

(contatto piacevole con materiali diversi, richiamo di sensazioni tattili

diverse, movimenti elementari delle singole dita, attività pratiche della

vita quotidiana), suggestioni post-ipnotiche di benessere e funzionalità

recuperata), rinforzo dell‟auto-induzione e del comando post-ipnotico;

- in caso di difficoltà alla visualizzazione del movimento della mano

infortunata: alternare la visione diretta della mano sana che si muove,

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Volume 15 N° 1- 2010

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alla visualizzazione di quella malata (occhio aperti – occhi chiusi), come

rappresentato nella figura sottostante.

2.3 - ESPERIENZE CLINICHE IN CHIRURGIA DELLA MANO

Le mie prime esperienze pratiche di induzione ipnotica a scopo

anestetico sono relative al Pronto Soccorso, dove ho avuto modi di trattare

due pazienti, i cui casi sono di seguito descritti.

CASO T.C. - Uomo di 54 anni - Artigiano.

Perviene al Pronto Soccorso per ferita da sega circolare al dorso della mano

sinistra, con lesioni tendinee multiple; resta circa 2 ore in attesa del trattamento

(triage, prima visita, consulto specialistico, radiografia, indisponibilità della

Sala Operatoria).

Vengo chiamato come Specialista reperibile; quando giungo in Pronto

Soccorso il Sig. T.C. è seduto in una affollata sala d‟attesa, si tiene la mano

ferita fasciata e sanguinante, manifesta un giustificato stato di ansia e di

confusione. Modulo il mio approccio con lui in modo da trasmettere decisione e

serenità; lo accompagno in una saletta vuota e tranquilla dove esamino la sua

lesione e lo informo sui danni subiti e sulla possibilità di buon trattamento

immediato da parte mia, sottolineando di essere specializzato in Chirurgia della

ESECUZIONE DEL MOVIMENTO

CON L’ARTO SANO

PRODUZIONE DELL’IMMAGINE DEL MOVIMENTO DELL’ARTO

SANO

PRODUZIONE DELL’IMMAGINE DEL MOVIMENTO DELL’ARTO

MALATO

CONFRONTO E COMMENTO CON IL TERAPISTA

DESCRIZIONE E COMMENTO CON IL TERAPISTA

ESECUZIONE DEL MOVIMENTO CON L’ARTO OPERATO

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Mano. Lo informo della possibilità di ridurre la sua paura e anche il dolore con

una procedura di “Ipnosi medica” alla quale lui stesso collaborerà e durante la

quale rimarrà “sveglio” e consapevole; il Sig. T.C. accetta dimostrando la sua

gratitudine per la mia disponibilità e la piena fiducia per “qualunque cosa” io

faccia per lui. Continuando a preparare tutto l‟occorrente per l‟intervento,

continuo a parlargli e spiegargli il senso dell‟ipnosi e i suoi vantaggi anche per

la guarigione futura.

A paziente supino utilizzo l‟induzione mediante fissazione dell‟indice,

inducendo (e subito verificando) uno stato di rilassamento profondo pressoché

istantaneo; guido una visualizzazione di immersione della mano infortunata

nella “cosa più fredda per lui”, cioè il secchiello per il ghiaccio, intanto spargo

il disinfettante (già normalmente percepito come freddo) e mi accorgo che non

lamenta il vivo dolore che il disinfettante stesso solitamente induce; realizzato

il campo sterile, pungo con la siringa dell‟anestesia la cute circostante la ferita e

ottengo conferma dell‟analgesia ottenuta; ancora meravigliato del risultato e per

“non rischiare oltre” spruzzo l‟anestetico (senza iniettarlo) sulla ferita aperta e

sui tendini esposti e lesionati. Invitando il paziente a visualizzare un luogo

tranquillo dove rimanere piacevolmente con sé stesso, eseguo il trattamento

chirurgico riparativo; nel corso della tenorrafia e così come della recentazione

della ferita lacera e sua sutura il paziente non mostra segni di dolore e resta

tranquillo, con respiro calmo ed evidenti movimenti oculari.

Terminato l‟intervento suggerisco suggestioni post-ipnotiche visive e

cenestesiche di assenza di dolore post-operatorio, di rapida guarigione della

ferita e di completo recupero funzionale della mano; consegno l‟aggancio per la

tecnica di auto-ipnosi e rinforzo il risultato raggiunto. Deipnotizzo il paziente,

commento il lavoro svolto, spiego l‟uso dell‟auto-ipnosi e degli esercizi di

visualizzazione della guarigione e del movimento delle dita infortunate, da

effettuarsi già nei primi giorni anche a mano immobilizzata. Lo invito a provare

subito l‟auto-ipnosi e lo guido in un rapido esercizio di visualizzazione, come

appena spiegato.

Dimetto il Sig. T.C. e lo controllo ogni settimana, sia medicando la mano

che verificando l‟uso dell‟auto-ipnosi; il decorso è ottimo e nonostante la

gravità della lesione iniziale la ferita guarisce bene e rapidamente, ma

soprattutto quasi immediato è il recupero della mobilità delle dita che si

completa in circa 20 giorni contro i 30-60 abituali in questi casi. Il commento

più significativo del Sig T.C. è stato: “Dottore, da quando l‟ho vista in Pronto

Soccorso, sono stato sicuro di guarire e non ho più sentito male. Perché non

usate l‟ipnosi con tutti?”

CASO C.E. - Donna di 35 anni - Casalinga.

Giunge al Pronto Soccorso per ferita da taglio (coltello da cucina) alla MF

del 3° dito della mano sinistra, con sezione del tendine estensore. La situazione

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ambientale e l‟andamento dell‟incontro medico-paziente sono sovrapponibili al

caso precedente, ma questa paziente manifesta un atteggiamento di forte

controllo, in presenza del marito e di una figlia piccola. Nella solitudine della

Saletta Operatoria, stabilito l‟accordo ipnotico, ricevute le informazioni sul

presente e sul futuro della sua patologia, affidato totalmente al medico la

gestione della situazione la Signora si rilassa e letteralmente “cade” in ipnosi ai

primi accenni di induzione.

Suggerita semplicemente una suggestione di assenza di sensibilità alla mano

sinistra, verifico con l‟ago della siringa per anestesia l‟assenza di dolore ed

eseguo l‟intervento, anche sul tendine, senza uso di anestetico, nemmeno

spruzzato. Concludo come per il caso precedente.

Al primo controllo la situazione clinica è buona e la paziente segue con

precisione e partecipazione le indicazioni per le tecniche di auto-ipnosi,

riferendo “uno stato piacevole e dimenticato di tranquillità interiore e nei

rapporti con le persone”.

Relativamente all‟esperienza in chirurgia d’elezione il mio approccio è

stato molto più prudente, limitando i primi casi a semplici e rapide procedure di

rilassamento. Ho inizialmente soprattutto curato la situazione ambientale: luci

meno intense, non rumori di disturbo, personale collaborativo.

Le prime esperienze non hanno dato esiti positivi in termini di effettiva

analgesia chirurgica, verosimilmente anche perché applicate su pazienti anziane

e con procedure poco efficaci. Va comunque segnalato l‟evidente

miglioramento del clima generale di lavoro, con risvolti positivi sia sul

personale che sui pazienti; il rilassamento poi, indotto in persone

particolarmente ansiose (talora veramente in stato di agitazione psico-motoria),

ha permesso l‟esecuzione delle procedure per l‟anestesia locale senza uso di

farmaci sedativi e con un vissuto personale di evidente maggiore serenità, tale

da rendere meno spiacevole l‟infissione dell‟ago e l‟introduzione locale

dell‟anestestico (procedure spesso mal sopportate e riferite come molto

dolorose a livello della mano).

Riferisco di un caso di effettiva analgesia chirurgica: si tratta di paziente

giovane e proveniente dall‟ambulatorio privato, quindi gestita con tempi e

modalità sicuramente migliori rispetto alla realtà ospedaliera.

CASO P.L. - Donna di 22 anni - Studentessa.

Viene a visita per gli esiti di un recente incidente stradale con ferita

lacerocontusa al dorso della mano e del polso sinistro, trattata in altra città.

Subito l‟esigenza è quella di effettuare le medicazioni con il minor dolore

possibile ed in seguito quella di effettuare un intervento di plastica estetica. Nel

mio ambulatorio (sempre in presenza di un genitore e dopo opportuna

informazione) eseguo la prima induzione utilizzando direttamente il test di

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Sacerdote modificato Regaldo; verifico una viva risposta evidente di

levitazione nel braccio sano, quindi proseguo con suggestioni di freddo alla

mano da medicare (bagnando contemporaneamente la medicazione da

rimuovere con soluzione fisiologica, già di per sé fredda) ed eseguo

effettivamente la medicazione con solo lieve fastidio locale riferito. Termino la

seduta con la consegna della tecnica di auto-induzione e con il comando post-

ipnotico (entrambi sulla mano destra sana).

In tre successive sedute ripeto l‟induzione tramite comando post-ipnotico ed

eseguo le medicazioni e la rimozione dei punti, senza dolore; questi momenti

rinforzano la convinzione nella paziente (e nel sottoscritto) di eseguire

l‟intervento chirurgico in analgesia ipnotica. Ciò avviene dopo tre mesi di

attesa per la completa evoluzione della cicatrice cutanea: l‟induzione sul letto

operatorio è rapida (quasi spontanea) e l‟analgesia completa (verificata in

campo sterile, con ago da anestesia, senza iniezione di farmaco). L‟intervento,

che coinvolge il tessuto cutaneo e sottocutaneo, procede senza dolore e con

minimo sanguinamento.

Nel decorso post-operatorio la paziente prosegue l‟uso di auto-ipnosi con

suggestioni di salute e di guarigione locale. La paziente all‟ultima visita

afferma: “Se mai dovrò tornare in una sala operatoria, voglio che lei dottore

sia con me e mi ipnotizzi”.

2.4 - ESPERIENZE CLINICHE IN RIABILITAZIONE DELLA MANO

Ho elaborato e qui presento un semplice protocollo di intervento con

ipnosi, su casi di rigidità post-traumatica o si casi di sindromi algodistrofiche

subentrate dopo trauma e interventi alla mano. Tale protocollo, in

collaborazione con una Fisioterapista, è stato applicato a 5 pazienti: in 4 casi

c‟è stata una ottima accettazione da parte dei pazienti, con risultati fortemente

incoraggianti; in 1 caso il paziente, dopo la prima seduta, si è rifiutato di

eseguire qualunque tipo di riabilitazione, anche di tipo tradizionale. Viene

descritto in dettaglio uno dei casi ad andamento favorevole.

PROTOCOLLO

Seduta iniziale: colloquio (contratto ipnotico), test di Sacerdote modificato

Regaldo, induzione con rilassamento e passi, verifica della Risposta Evidente,

consegna dell‟aggancio per auto-induzione (unire pollice e indice della mano

sana), comando post-ipnotico (contatto dell‟indice sulla fronte) per velocizzare

le induzioni successive. Prosecuzione della seduta con interventi riabilitativi

tradizionali.

Sedute successive: colloquio (verifica dell‟uso dell‟auto-ipnosi domiciliare

giornaliera), induzione mediante comando post-ipnotico, eventuale

approfondimento guidato, verifica della Risposta Evidente, tecnica di

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Volume 15 N° 1- 2010

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visualizzazione del movimento della mano in trattamento (contatto piacevole

con materiali diversi, movimenti elementari, attività della vita quotidiana),

suggestioni post-ipnotiche di benessere e funzionalità recuperata), rinforzo

dell‟auto-induziopne e del comando post-ipnotico.

Ove possibile le sedute iniziano già nell‟immediato periodo post-

operatorio, anche con la mano immobilizzata.

CASO S.L. - Donna di 36 anni - Operaia.

Giunge a visita specialistica per esiti di traumatismo multiplo alla mano

destra (frattura della prima falange 4° e 5° dito, frattura esposta del 5°

metacarpale, lesione multipla tendini estensori, ferita lacera cutanea) trattato in

urgenza con osteosintesi percutanee, tenorrafie, sutura cutanea e

immobilizzazione in gesso per 40 giorni.

Evoluzione in rigidità articolare e sindrome algodistrofica: escara sul dorso

della mano con lembo adeso ai piani sottostanti, iponestesia a livello del lembo

cutaneo lacerato, articolarità solo accennata a livello di MF-IFP-IFD di tutte le

dita con rigidità e difficoltà e dolore vivo alla mobilizzazione passiva, 1° dito

con limitazione dei movimenti di abduzione; concomita grave edema dorsale,

iperpatia e iperestesia a tutta la mano. Viene inserita in un programma di

riabilitazione tradizionale: desensitizzazione per riduzione del dolore dorsale e

ripristino sensibilità tattile e propriocettiva; mobilizzazioni passive caute e

progressive; massoterapia dorsale dolce delle cicatrici; ultrasuoni in acqua,

ionoforesi, laserterapia; bendaggi compressivi per la riduzione edema; esercizi

attivi per il ripristino prese e delle pinze digitali; trattamento farmacologico

della distrofia ossea.

Applicazione del protocollo di riabilitazione con tecniche di ipnosi

precedentemente descritto; una seduta alla settimana di verifica e rinforzo per il

primo mese. Dopo 2 mesi di trattamento escara guarita, cicatrici in parte ancora

adese, edema in via di completa risoluzione. Pugno quasi completo, pinze 1°-

2°, 1°-3°, 1°-4° possibili e valide, pinza 1°-5° possibile ma ipovalida.

Ripristinata la funzionalità, diminuita la componente dolorosa e diminuita la

componente iperpatica al dorso della mano. La sensibilità è migliorata

nettamente e la mano viene usata per la gestione delle attività abituali. Permane

lieve irrigidimento al mattino.Prosegue il trattamento in corso.

Va sottolineato il facile apprendimento delle procedure di auto-ipnosi e di

motor-imagery e la conquista progressiva di una forte motivazione alla

guarigione, sostenuta dal passaggio dalla passività del periodo di

immobilizzazione alla partecipazione attiva alla propria guarigione, possibile

per molte settimane solo con tecniche mentali.

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2.5 - RACCOLTA DATI E SVILUPPI FUTURI

Su consiglio di chi da anni utilizza l‟ipnosi nella realtà ospedaliera, è

stato redatto ed utilizzato un semplice modulo di raccolta dei dati relativi

all‟applicazione di tecniche ipnotiche ai pazienti, sia in caso di trattamento

chirurgico (d‟urgenza o di elezione), sia relativamente al momento

riabilitativo.

In un prossimo futuro è ipotizzabile un miglioramento nelll‟utilizzo

delle tecniche di ipnosi su diversi fronti:

- elaborazione di un data base dedicato, sul quale trasferire i dati attualmente

solo cartacei, al fine di una migliore conservazione e gestione e confronto

degli stessi;

- registrazione video di tutti gli interventi, dalla prima induzione, al tempo

chirurgico, ai momenti del trattamento e del decorso post-operatorio;

- verifica, in soggetti adatti, della effettiva possibilità di intervento su strutture

anatomiche profonde della mano (capsula articolare, tessuto osseo, tessuto

sinoviale, nervo periferico, strutture vascolari);

- graduale e corretta informazione pubblica relativamente alla fattibilità e

disponibilità di procedure di ipnosi clinica all‟interno della Struttura di

Chirurgia della Mano della quale sono responsabile;

- coinvolgimento e trasmissione dell‟esperienza personale sia sul campo che

relativa alla formazione presso il C.I.I.C.S. di altro personale medico, in

particolare anestesisti; ciò allo scopo di poter mantenere la completa

attenzione al mio gesto chirurgico, spesso molto delicato, anche con paziente

sottoposto ad analgesia ipnotica;

- perfezionamento personale sulle tecniche di ipnosi rapida, per verificare la

possibilità di applicazione diretta in Sala Operatoria, anche in assenza di

sedute preliminari e anche in caso di interventi programmati (cioè al di fuori

della situazione “privilegiata” di Pronto Soccorso).

- 3 - CONCLUSIONI

Al termine di questa esperienza, se pure del tutto iniziale, di applicazione

delle tecniche di Ipnosi in Chirurgia della Mano, sono possibili alcune

riflessioni che devono essere ritenute assolutamente preliminari

L‟uso dell‟ipnosi è risultato sorprendentemente facile e la sua applicazione

immediata in alcune situazioni di urgenza, là dove molteplici fattori psicologici

entrano in gioco: l‟imminenza dell‟evento traumatico, il vissuto di gravità dello

stesso e delle possibili menomazioni future, la situazione ambientale

sfavorevole, ecc. Tali fattori rendono più facilmente “catturabile” il paziente

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Volume 15 N° 1- 2010

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che viene rapidamente condotto là dove verosimilmente egli stesso in realtà

vuole andare: in una dimensione “altra” di pace e tranquillità e di completa

delega al medico della gestione della situazione critica contingente.

L‟uso dell‟ipnosi in chirurgia d’elezione presenta, al contrario, difficoltà

di non facile e immediato superamento: prime fra tutte le problematiche

logistiche e organizzative, come la disponibilità di ambienti adatti e la scarsità

di tempo da dedicare al singolo paziente. Queste difficoltà sono più facilmente

superabili con pazienti gestiti nel periodo pre-operatorio con sedute preliminari

in ambulatori esterni all‟Ospedale, per poi usufruire di efficaci e sperimentati

comandi post-ipnotici al momento dell‟intervento chirurgico. Anche le

emergenti tecniche di Ipnosi rapida o istantanea, non possono e non devono

prescindere ad una adeguata e approfondita spiegazione nell‟ambito di un

colloquio preliminare che deve essere organizzato in momenti e ambienti

adeguati.

E‟ stata inoltre verificata già in questa inizialissima esperienza la effettiva

maggiore “resistenza” all‟induzione ipnotica in soggetti anziani; con queste

persone (che spesso spontaneamente si rifugiano in un loro mondo psichico

lontano dalla Sala Operatoria) sono comunque risultate proponibili semplici e

rapide procedure di rilassamento, che come ricordato migliorano il vissuto del

paziente, soprattutto se inserite in un ambiente ugualmente tranquillo e abitato

da persone serene e disponibili.

Resta aperto, in assenza di dati dalla letteratura o da esperienze pratiche

fino ad ora raccolte, la definizione della specifica “sensibilità tessutale” alla

analgesia ipnotica, nell‟ambito della complessità strutturale anatomica della

mano. Ulteriori ricerche ed esperienze pratiche sono indispensabili per

rispondere a questo interrogativo.

Per quanto riguarda l‟uso dell‟ipnosi in riabilitazione, sono al contrario

ben documentate in letteratura le procedure e gli effetti della visualizzazione

del movimento di parti del corpo immobilizzate da lesioni traumatiche o lesioni

neurologiche (Motor Imagery). Nell‟ambito delle possibilità terapeutiche

dell‟ipnosi vanno quindi ricordate le tecniche di rappresentazione mentale

visiva e/o cenestesica della propria mano nei movimenti elementari e nello

svolgimento delle attività abituali, le suggestioni di salute generale e di

guarigione della parte corporea operata, nonché le tecniche di rilassamento per

il controllo dell‟ansia e per il miglioramento della perfusione ematica locale.

Anche a causa di una spontanea e diffusa tendenza alla delega al medico

della propria guarigione (utile solo nella fase strettamente chirurgica), assume

valenza positiva il coinvolgimento attivo e in prima persona del paziente nelle

fasi post-operatorie; ciò si ottiene con efficacia consegnando al paziente stesso

“compiti” da svolgere quotidianamente al proprio domicilio, consistenti in

tecniche di auto-ipnosi con rilassamento, suggestioni di guarigione e benessere,

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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visualizzazioni del movimento delle parti del corpo temporaneamente

immobilizzate. Queste procedure, come ricordato, realizzano effettivi risultati

clinici e contemporaneamente migliorano il vissuto di guarigione del paziente.

Ciò è particolarmente vero e importante in persone giovani e attive nel lavoro

o nello sport, contrastando la frequente e deleteria depressione post-traumatica

e il “pensiero negativo” sulla propria salute e sul proprio futuro.

Da ultimo credo sia opportuno sottolineare come l‟uso dell‟ipnosi in

Chirurgia, a fronte di costi pressoché assenti nell‟ambito dell‟economia

ospedaliera, possa fornire una delle risposte alla crescente richiesta di

trattamenti naturali, alternativi o complementari alla medicina tradizionale.

Il risultato per il paziente consiste nel rendere più serena, consapevole e

partecipativa la propria esperienza di guarigione; per gli operatori sanitari c‟è

l‟opportunità di realizzare una più profonda umanizzazione del rapporto con il

paziente, nell‟ambito di rapporti personali e ambienti di lavoro più calorosi e

sereni.

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3Edoardo Casiglia1,2, Sami Schiff, Enrico Facco3, Amos Gabbana1, Valérie

Tikhonoff1, Laura Schiavon1, Anna Bascelli1, Marsel Avdia1, Maria Teresa

Tosello2, Augusto Mario Rossi2, Hilda Haxhi Nasto1, Federica Guidotti1,

Margherita Giacomello4, Piero Amodio1

3 1Dip. Clinical and Experimental Medicina Clinica e Sperimentale, Università

di Padova

2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino

3 Dip.di Specialità Medico-Chirurgiche, Università degli Studi di Padova

4Dip. Anaestesiologia, Università di Padova

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L’ALESSÌA INDOTTA IN POST-IPNOTICO

È UN FENOMENO REALE E MISURABILE -

STUDIO SPERIMENTALE CONTROLLATO CON

STROOPTEST IN 12 VOLONTARI SANI

Riassunto

Lo scopo di questo studio è di verificare se l‟induzione post-ipnotica di alessia

sia in grado di ridurre l‟effetto Stroop da interferenza colore/parola. 12

volontari (6 altamente ipnotizzabili e 6 scarsamente ipnotizzabili, secondo la

Stanford Hypnotic Susceptibility Scale Form C) sono stati sottoposti a test di

Stroop, consistente in misurazione del tempo di reazione (RT) alla comparsa su

uno schermo di una parola colorata indicante un colore, in condizioni basali e

dopo induzione di alessia post-ipnotica. In condizioni basali l‟RT era maggiore

in caso di incongruenza. Nei soggetti altamente ipnotizzabili l‟interferenza era

meno pronunciata durante l‟alessia post-ipnotica (-34%, p=0.03); l‟ampiezza

del potenziale tardivo era maggiore per le condizioni congruenti rispetto a

quelle incongruenti (p<0.03), fenomeno associato a una risposta

cardiovascolare allo stress meno pronunciata. Nei soggetti scarsamente

ipnotizzabili non si osservava una riduzione dell‟effetto Stroop durante

l‟alessia post-ipnotica. L‟alessia post-ipnotica è quindi un fenomeno reale e

misurabile, capace di ridurre l‟interferenza parola/colore e gli effetti

emodinamici del test di Stroop.

Parole chiave: ipnosi, alessia, condizionamento post-ipnotico, Test di Stroop,

interferenza, colore, parola, sperimentale.

Abstract

The aim of this study is to check whether hypnotically-induced alexia may

reduce the Stroop effect due to color/word interference. 12 volunteers (6 with

high and 6 with low hypnotizability according to Stanford Hypnotic

Susceptibility Scale Form C) underwent a Stroop test consisting of

measuringthe reaction times (RT) at appearance of a colored word indicating a

color, both in basal conditions and during post-hypnotic alexia. In basal

conditions, RT were greater in case of incongruence. In highly hypnotizable

participants, the interference was less pronounced during post-hypnotic alexia

(-34%, p = 0.03). During alexia, late positive complex amplitude was also

greater for congruent than incongruent conditions (p < 0.03), and

cardiovascular response to stress was less pronounced as well. In participants

showing low hypnotizability, no reduction of Stroop effect was detected during

post-hypnotic alexia. Posthypnotic alexia is therefore a real and measurable

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phenomenon, capable of reducing the color-word interference and the

haemodynamic effects of the Stroop test.

Keywords: Hypnosis, alexia,post-hypnotic conditioning, Stroop test,

interference, color, word, experimental.

Introduzione

Negli anni recenti si è destato presso gli studiosi che si occupano di ipnosi un

interesse crescente circa il ruolo dell‟attenzione, una funzione attraverso la

quale è possibile regolare l‟attività dei processi cognitivi filtrando ed

organizzando le informazioni provenienti dall‟ambiente allo scopo di emettere

risposte comportamentali adeguate4. Sono stati anche proposti modelli

neuropsico-fisiologici nei quali la fenomenologia dell‟ipnosi viene

reinterpretata sulla base delle correnti neurali e funzionali che sottendono i

processi coinvolti nell‟attenzione. In breve, in un primo stadio dell‟induzione

ipnotica l‟attenzione verrebbe focalizzata e selettivamente orientata sulla voce

dell‟ipnotista; si verificherebbe poi una riduzione dell‟attenzione associata a

sospensione delle capacità di analisi critica della realtà cui conseguirebbe la

condizione di profondo rilassamento e coinvolgimento che è tipica della trance

ipnotica5-7.

I processi che sottendono l‟attenzione possono essere guidati da motivazioni

interne all‟organismo (fattori endogeni o top-down) e avere una stretta

relazione con la volontà e la coscienza, oppure essere sollecitati

automaticamente da informazioni provenienti dal mondo esterno (fattori

esogeni o bottom-up) svincolate dall‟azione diretta della coscienza: i primi

identificano le attività di controllo cerebrali, i secondi le elaborazioni

automatiche di selezione precoce delle informazioni utili.

Data la notevole quantità di informazioni costantemente veicolata dagli organi

di senso al cervello, le funzioni mentali vanno considerate nel loro insieme un

sistema a risorse limitate8. Una funzione fondamentale del sistema attentivo è il

mantenimento dello stato di allerta o vigilanza, volto a consentire adeguate

risposte all‟ambiente permettendo di utilizzare un‟efficace elaborazione delle

sole informazioni utili. Le moderne tecniche di visualizzazione delle attività

cerebrali quali la tomografia ad emissione di positroni (PET), la risonanza

magnetica funzionale (fMRI) e le diverse tecniche elettroencefalografiche

hanno permesso di evidenziare come il sistema attentivo sia separato dai

cosiddetti sistemi dell‟elaborazione sensoriale (che sono in grado di operare

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anche quando l‟attenzione è orientata altrove) e supportato da una rete di aree

cerebrali diverse con funzioni cognitive diverse.

Secondo Posner e Petersen9 si possono distinguere tre sistemi attentivi mediati

da strutture anatomiche in parte sovrapposte ma in larga misura indipendenti,

ciascuna con funzioni specifiche. Il sistema attentivo posteriore sarebbe

coinvolto nei meccanismi di orientamento automatico dell‟attenzione spaziale,

comprendente la corteccia parietale posteriore, i nuclei talamici connessi con il

pulvinar e il collicolo superiore. Il sistema attentivo anteriore sarebbe invece

coinvolto nelle funzioni di controllo, selezione, focalizzazione, monitoraggio e

regolazione del comportamento e comprenderebbe la corteccia prefrontale

dorsolaterale, la cingolata anteriore, la motoria supplementare e le loro

connessioni con i nuclei della base. Infine, il sistema reticolare ascendente,

che avrebbe come ruolo essenziale il mantenimento dello stato di veglia e

d‟allerta (arousal), è anatomicamente complesso e ancora mal definito e

comprende probabilmente proiezioni noradrenergiche che dal locus coeruleus

modulano le attività della corteccia cerebrale, in particolare dell‟emisfero

destro.

La scomposizione del concetto di attenzione in sottoprocessi - ciascuno dei

quali coinvolto in specifiche operazioni - e la formalizzazione del concetto di

sistema a risorse limitate hanno permesso lo studio di questi moduli funzionali

mediante specifici compiti in grado di produrre effetti sulla velocità di risposta

dei soggetti. L‟avvento delle tecniche di visualizzazione delle attività cerebrali

in vivo ha poi consentito di incorporare le scoperte della psicologia cognitiva in

quelle provenienti dalle neuroscienze.

Lo studio dei processi attentivi si basa principalmente sulle prove di doppio

compito e d'interferenza. Fra queste ultime, la più usata è lo Stroop test10-12

.

Nella versione più usata di questo test, i reattivi consistono in un insieme di

parole come ROSSO, VERDE, GIALLO, BLU che identificano un colore

oppure in una serie di lettere X. Le condizioni cui il soggetto è sottoposto sono

tre: congruente, quando il nome del colore e la parola che lo indica coincidono

(es: ROSSO o VERDE), neutra, quando viene presentata non una parola ma

una serie di X colorate (es.: XXXXX o XXXXX) e incongruente quando

colore e parola non coincidono (es.: ROSSO o VERDE). Districarsi i questa

situazione di congruenza/incongruenza costituisce il compito Stroop. La

performance del soggetto è valutata misurando i tempi di reazione e i potenziali

evocati evento-correlati.

L‟eventuale differenza in ms fra tali tempi misurati in condizioni congruenti e

non congruenti misura l‟effetto Stroop. Il riconoscimento di un colore nella

condizione incongruente è infatti più lento che nella condizione neutra; a loro

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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volta i tempi di reazione misurati nella condizione neutra sono più lenti che

nella condizione congruente. Nel compito Stroop si realizza infatti

un‟interferenza tra il colore dello sfondo e la parola scritta su di esso. Le ipotesi

elaborate per spiegare il fenomeno si rifanno alla velocità relativa di

elaborazione e all‟automatismo della lettura12-13

. Una prima ipotesi, presente già

nel lavoro originale di Stroop, sostiene che la parola venga letta più

velocemente di quanto il colore venga denominato: questa differenza diventa

particolarmente critica quando due risposte potenziali competono per l‟accesso

ai sistemi effettori di produzione, dando origine all‟interferenza14

. L‟effetto di

facilitazione nella condizione congruente invece è da attribuirsi alla

coincidenza delle risposte proposte dai due canali e, di conseguenza, l‟output

verbale si può basare sul processo che arriva primo al traguardo. Una seconda

ipotesi si rifà all‟automatismo, sostenendo che una delle dimensioni richieda

maggiori risorse attentive per la sua esecuzione rispetto all‟altra: nominare il

colore implica un maggiore sforzo di quanto ne richieda la lettura, essendo le

persone più allenate a leggere parole che a denominare colori. In definitiva il

processo di lettura si attiva automaticamente, mentre la denominazione del

colore richiede un maggiore sforzo cognitivo con consumo di libido. Le due

ipotesi hanno un'impostazione sequenziale, nel senso che i processi ad uno

stadio devono essere completati prima che quelli dello stadio successivo

possano avere inizio14

. In anni recenti, i modelli di spiegazione dell‟effetto

Stroop hanno smorzato l‟interesse verso l‟elaborazione seriale ed enfatizzato i

limiti computazionali del sistema in toto15

. Secondo MacLeod l‟interpretazione

corretta è legata alla forza relativa delle due vie che portano alla lettura della

parola e alla denominazione del colore12

. Il modello connessionista più

rappresentativo è quello proposto nel 1990 da Choen et al.12-13,16-17

, i quali

sostengono che il processamento avviene attraverso un sistema di moduli

interconnessi. Ciascuno di questi contiene unità che operano in modo

interattivo su input parziali provenienti da altri moduli, fornendo in tempo reale

i propri output. Le conoscenze del sistema sono rappresentate dai pattern

d‟attivazione sulle unità, che possono cambiare in modo continuo e non lineare

col passare del tempo. Se due vie sono attive contemporaneamente e producono

situazioni conflittuali nella loro intersezione, il risultato sarà l‟interferenza; se

producono attivazioni coincidenti, il risultato sarà una facilitazione. Un punto

interessante di questo modello è che riconosce un chiaro ruolo dell‟attenzione

nel processo elaborativo. L‟attenzione ha il compito di modulare le operazioni

delle unità computazionali. Questo modello, quindi, racchiude in sé sia il

concetto di velocità relativa d‟elaborazione sia quello dell‟automatismo,

quest‟ultimo non più visto come un polo all'interno di una dicotomia ma come

un estremo di un continuum tra processi più o meno controllati o più o meno

automatizzati12

.

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Quale che sia il meccanismo di produzione dell‟effetto Stroop, esso si comporta

anche di fatto come uno stressogeno ed è principalmente in tale veste che esso è

stato impiegato nel presente lavoro, volto a misurare l‟interferenza Stroop e le

sue conseguenze cardiovascolari.

Scopo dello studio era valutare se l‟effetto Stroop potesse essere modificato

inducendo mediante idonei comandi un deficit attentivo con alessìa post-

ipnotica e se tale deficit fosse in grado di modificare la risposta emodinamica

da stress prodotta dal compito Stroop. In altre parole, si è cercato di valutare se

in condizioni di alessìa ipnosi-indotta (tale da far apparire tutte le lettere come

delle successioni di X) la risposta al compio Stroop fosse ridotta. In caso

affermativo, sarebbe stata questa la dimostrazione sperimentale dell‟avvenuta

produzione di alessìa. L‟obiettivo finale era far transitare l‟alessìa dal campo

dei fenomeni meramente soggettivi a quello delle conferme galileiane.

Materiali, soggetti e metodi

Sono stati studiati 12 volontari sani, di cui 6 altamente ipnotizzabili18

e 6 ad

ipnotizzabilità medio-bassa, i cui dati antropometrici ed emodinamici sono

illustrati in Tab I. I soggetti sono stati selezionati sulla base di una accurata

anamnesi, di un incontro privato e - quando necessario - della somministrazione

del Multiphasic Minnesota Personality Inventory 2. Tale procedura era vota a

screenare i soggetti con personalità borderline, magiormente proni a palesare

effetti indesiderati durante dissociazione ipnotica. Il grado di ipnotizzabilità è

stato determinato per ogni soggetto mediante la scala di suscettibilità ipnotica

dell‟Harvard Group (v. oltre).

La ricerca è stata condotta in conformità con i principi della Dichiarazione di

Helsinki. Tutti i soggetti hanno dato assenso informato alla procedura. Ognuno

è stato dapprima informato personalmente sugli obiettivi, sui metodi e sui

possibili rischi e aveva l‟opportunità di chiedere qualsiasi spiegazione ritenesse

necessaria. Il locale Comitato di Bioetica ha approvato il protocollo in data

25/09/2005.

Seduta preliminare

Qualche giorno prima della procedura i soggetti erano sottoposti

individualmente ad induzione ipnotica mediante suggestioni verbali di

rilassamento e benessere. Attraverso la voce di un ipnotista esperto e

qualificato il soggetto veniva guidato a focalizzare l‟attenzione su una singola

idea, escludendo ogni altro stimolo interno o esterno. Veniva usata

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un‟induzione tradizionale consistente in brevi enumerazioni, fissazione dello

sguardo, concentrazione su un‟immagine e suggestioni di benessere generale,

pesantezza alle palpebre e regolarità del respiro.

Tabella I. Dati antropometrici ed emodinamici dei soggetti studiati

Età (anni) 28.6 ± 3.8

Superficie corporea (m2) 1.7 ± 0.7

Indice di massa corporea (kgm-2

) 20.6 ± 3.6

Pressione arteriosa sistolica (mmHg) 120.4 ± 11.0

Pressione arteriosa diastolica (mmHg) 76.3 ± 13.5

Pressione arteriosa media (mmHg) 91.1 ± 11.3

Pressione differenziale (mmHg) 45.9 ± 10.7

Frequenza cardiaca (bpm) 85.8 ± 14.3

Gittata sistolica (ml) 60.7 ± 15.7

Indice cardiaco (lmin-1m

-2) 3.4 ± 1.3

Dopo la spontanea chiusura degli occhi, i soggetti erano invitati a concentrarsi

sul proprio corpo dalla testa ai piedi, suggerendo e ottenendo in breve tempo

una sensazione di pesantezza e di atonia muscolare. La verifica della trance

profonda era basata su segnali quali la chiusura degli occhi, la levitazione di un

braccio, il rilassamento dei tratti del volto, la caduta della mandibola, la dolce

apertura della bocca, la riduzione della frequenza del respiro, la catalessi e la

midriasi bilaterale. L‟analisi di questi segnali permetteva all„ipnotista di capire

se i soggetti erano realmente ipnotizzati consentendogli di mantenere o

modificare questa condizione con continue appropriate suggestioni. L‟obiettivo

di questa procedura preliminare era stabilire un valido rapporto interpersonale

tra l‟operatore ed il soggetto allo scopo di favorire un rapido e valido

monoideismo in occasione della successiva seduta sperimentale. Per ridurre il

tempo necessario all‟induzione, a tutti i soggetti veniva dato durante la seduta

preliminare un comando post-ipnotico. In questa fase venivano inoltre

somministrati i reattivi della Harvard Group Scale of Hypnotic Susceptibility

Form A19

allo scopo di accertare grado di l‟ipnotizzabilità di ogni singolo

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soggetto e quantificarne il grado di ipnotizzabilità. Tutti i soggetti con Harvard

score >9, sono stati identificati come soggetti altamente ipnotizzabili.

Seduta sperimentale

Ipnosi. Il giorno dell‟esame era effettuata la seduta di ipnosi sperimentale. La

suggestione specifica di alessìa post-ipnotica veniva indotta mediante

suggestioni volte a decurtare fino ad abolire la capacità di riconoscere la

metafora del linguaggio scritto: in tali condizioni il soggetto era in pratica

incapace di riconoscere il significato delle parole scritte, che gli apparivano

come righe o espressioni senza senso, come scritte in una lingua straniera del

tutto sconosciuta o come una serie di X20

.

Compito Stroop. Il compito veniva svolto in una stanza con luce soffusa. Il

soggetto veniva fatto sedere di fronte a un monitor VGA a colori da 15” a una

distanza di 87 cm. Il monitor sul quale venivano presentati gli stimoli era

collegato a un computer dal quale veniva gestito l‟ordine di presentazione degli

stimoli e sul quale erano registrati tempi di risposta e accuratezze mediante

software E-PRIME (Psychological Software Tools, Princeton, USA). Ogni

stimolo consisteva in una singola parola-colore (ROSSO, VERDE, GIALLO,

BLU) scritta in uno dei 4 colori (rosso, verde, giallo o blu) che apparivano una

alla volta al centro dello schermo. Il colore con cui venivano presentate le

parole poteva essere congruente (parola = colore), oppure incongruente (parola

colore). I soggetti erano istruiti a mantenere lo sguardo su una croce al centro

dello schermo per tutta la durata del l‟esperimento. Le parole venivano

presentate su uno sfondo nero e ciascuna parola-colore sottendeva un angolo di

campo visivo di circa 1.6° sull‟asse verticale e di circa 6° sull‟asse orizzontale.

La sessione sperimentale iniziava con un blocco di addestramento composto da

23 trials. I soggetti erano poi sottoposti a due sessioni di 7 blocchi di trials

ciascuna: una sessione in condizioni basali - cioè senza suggestione post-

ipnotica - ed una sessione in condizione di suggestione post-ipnotica nella quale

veniva abolito il significato del linguaggio scritto. L‟ordine delle due sessioni

era controbilanciato tra i soggetti: metà dei soggetti iniziava l‟esperimento in

condizione basale, l‟altra metà in condizione di suggestione post-ipnotica.

Ogni blocco consisteva in 72 trials (47 congruenti e 25 incongruenti). Il

compito era quello di premere il più velocemente possibile uno di quattro tasti,

ciascuno dei quali associato ad uno dei colori con cui venivano presentati gli

stimoli. Le risposte venivano acquisite mediante una Response Box

(Psychological Software Tools, Princeton, USA).

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

74

Monitoraggio emodinamico. I seguenti parametri cardiovascolari erano

monitorati prima, durante e dopo il compito Stroop, sia in condizioni basali di

veglia che durante la suggestione ipnotica: volume sistolico (SV) (in ml) e la

gittata cardiaca (CO) (in Lmin-1

), mediante analisi morfologica del segnale di

bio-impedenza (Physio Flow TM-LAB-1, Manatec Biomedical, Ebersviller,

France); frequenza cardiaca (HR) (in battiti per minuto, bpm); intervallo RR21

;

resistenze periferiche totali (SVR) (in mmHgminL-1

), espresse come

rapporto tra pressione arteriosa media (MAP) e CO; indice cardiaco (CI) (in

l×min-1

×m-2

), espresso come rapporto CO/superficie corporea, estrapolata con

la formula di DuBois22

.

Registrazione dell’elettroencefalogramma ed analisi dei potenziali evento-

correlati (ERP). L‟elettroencefalogramma, digitalizzato a 512 Hz con banda

passante 0.05-20 Hz, è stato registrato servendosi di una cuffia precablata a 19

elettrodi posti seguendo il sistema internazionale 10/2026

. La registrazione è

stata condotta utilizzando il software System Plus associato a testina BQ132S

con 31 canali di registrazione. Gli artefatti da movimento oculare sono stati

monitorati mediante due elettrodi posizionati 1 cm a sinistra e 1 cm sotto la

rima dell‟occhio sinistro. Durante la registrazione tutti gli elettrodi sono stati

riferiti ad un elettrodo posto sulla punta del naso.

L‟analisi degli ERP è stata effettuata estraendo off-line le epoche associate alla

presentazione degli stimoli ed includendo nella media l‟attività tra i 100 msec

precedenti ed i 900 msec successivi la presentazione dello stimolo. Dopo

l‟estrazione degli ERP sono state ricavate mediante procedura automatica la

latenza e l‟ampiezza della componente P300 separatamente per congruenza e

sessione. La componente era identificata come picco di massima ampiezza tra

300 e 700 msec successivi la presentazione dello stimolo. I parametri della

P300 sono stati ricavati dagli elettrodi parietali, centrali e frontali (P3, Pz, P4,

C3, Cz, C4, F3, Fz ed F4). L‟ampiezza della P300 è stata analizzata usando

come fattore tra soggetti il grado di ipnotizzabilità e come fattori entro soggetti

il condizionamento post-ipnotico, la congruenza del compito Stroop,

l‟ampiezza e la topografia dei potenziali.

Le prove contaminate da artefatti da movimenti oculari (deflessione oltre ±100

μV) erano eliminate automaticamente prima del calcolo delle medie. Sono state

mediate solo le prove corrette e prive di vistosi artefatti e sono stati ottenuti gli

ERP nelle quattro seguenti condizioni: basale congruente, basale incongruente,

suggestione congruente e suggestione incongruente. Una volta estratti gli ERP

per ciascuna delle suddette condizioni, è stata eseguita la correzione della linea

di base sottraendo da ogni campione post-stimolo di ciascun elettrodo la media

del segnale ottenuta nel proprio intervallo pre-stimolo.

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Volume 15 N° 1- 2010

75

Localizzazione delle sorgenti dell’attività cerebrale. Per localizzare le

presunte sorgenti dell‟attività elettrica cerebrale registrate sullo scalpo è stato

utilizzato un metodo inverso basato sul software LORETA (LOw-Resolution

Electromagnetic TomogrAphy)27-28

, un metodo realizzato per ottenere una

soluzione pesata minima normalizzata della distribuzione sulla superficie dello

scalpo allo scopo di minimizzare la trasformazione laplaciana per derivazione

della sorgente libera da referenze. La localizzazione delle sorgenti dell‟attività

elettrica cerebrale è stata ricavata in relazione alle tre coordinate X (per le

attività rilevate da sinistra a destra), Y (per le attività registrate nel verso

postero-anteriore) e Z (per quelle rilevate dalla profondità verso la superficie),

dopo averle corrette secondo le coordinate normalizzate dell‟atlante

neuroanatomico MNI29

. I dati sono stati calcolati all‟interno di una griglia

ordinata in 1152 punti localizzati all‟interno della metà superiore di una sfera.

Paragonata al metodo per la derivazione dei dipoli, il metodo LORETA

presenta il vantaggio di rilevare i generatori dell‟attività elettrica cerebrale

senza basarsi su una assunzione a priori circa il numero e la localizzazione delle

sorgenti. Il calcolo della riorganizzazione di tutti i parametri è stato effettuato

mediante l‟algoritmo per derivazione della referenza media comune.

Analisi spettrale della frequenza cardiaca. Le registrazioni elettro-

cardiografiche sono state ottenute mediante due derivazioni periferiche ai polsi.

I tracciati elettrocardiografici sono stati preliminarmente esaminati al fine di

rilevarne artefatti e saggiarne l‟affidabilità. È stata apportata correzione

manuale ai tracciati contenenti eccessivo rumore di fondo. L‟analisi spettrale è

stata ottenuta con software MicroMed (Mogliano Veneto, Italia) utilizzando

metodi di analisi non parametrici, in particolare la trasformata rapida di Fourier

non uniforme. La frequenza di campionamento è stata impostata a 256 Hz e il

filtro è stato posto per frequenze tra 4 e 40 Hz. Dall‟analisi spettrale si è

ottenuta la distribuzione della potenza totale dello spettro nelle tre componenti

VLF (0.003-0.04 Hz), LF (0.04-0.15 Hz), HF (0.15-0.4) (in ms²). Sono stati

inoltre calcolati il valore delle componenti LF e HF in unità normalizzate (n.u.),

il rapporto tra LF e HF e la media della distribuzione delle frequenze30

.

Analisi statistica. Una power analysis preliminare basata sulla precedente

esperienza dello stesso laboratorio31

ha indicato che 5 soggetti erano sufficienti

per mettere in evidenza significative differenze delle variazioni emodinamiche

evitando l‟errore 32

. I tempi di reazione sono stati analizzati usando come

fattore tra i soggetti il grado di ipnotizzabilità (alta vs. bassa), in accordo con la

Harvard Scale e come fattori entro i soggetti la sessione (basale vs. suggestione

post-ipnotica) e la congruenza del compito Stroop (congruente vs.

incongruente).

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76

Le variabili continue erano espresse come media errore standard e

confrontate con l‟analisi della covarianza e il test post-hoc di Bonferroni; la

statistica è stata aggiustata per età, peso corporeo e valori di base. La within

analysis nell‟ambito di ogni curva tempo/risposta e la between analysis fra le

curve erano valutate con l‟analisi della covarianza (ANCOVA) per misure

ripetute. Le correlazioni erano valutate con il test del 2 di Pearson. L‟ipotesi

nulla è stata rigettata per una probabilità (p) <0.05.

Risultati

Lo studio è stato portato a termine in tutti i soggetti, suddivisi in due gruppi di 6

soggetti ciascuno, rispettivamente ad ipnotizzabilità alta (Harvard score >9) o

bassa (Harvard score ≤8).

L‟effetto Stroop è stato osservato in tutti i soggetti, con un tempo medio di

reazione nelle prove congruenti significativamente più breve rispetto a quelle

incongruenti (593.5 ± 72.2 vs. 699.8 ± 111.4 msec, p<0.001).

Nei soggetti altamente ipnotizzabili la suggestione post-ipnotica di alessìa ha

ridotto l‟interferenza Stroop da 122.0 ± 62.0 a 80.2 ± 33.2 ms (p<0.03) nei

soggetti altamente ipnotizzabili, con una riduzione media del 34%. In questi

stessi soggetti è stata altresì riscontrata un‟interazione tra suggestione,

congruenza e ipnotizzabilità (F=5.29, p<0.05). L‟effetto della congruenza era

significativo, con un‟ampiezza P300 risultata maggiore per le prove congruenti

che incongruenti (p<0.03). Parimenti significativo era il lato esplorato (p<0.03).

L‟interazione multipla tra sessione, congruenza, lato e ipnotizzabilità

raggiungeva valori prossimi a quelli di significatività (F=2.94; p=0.09).

Nei soggetti a bassa ipnotizzabilità non si è evidenziata in corso di alessìa post-

ipnotica alcuna riduzione dell‟effetto Stroop dovuto all‟incongruenza parola /

colore.

L‟analisi visiva della grand-average (Figura 1) ha evidenziato una modulazione

lenta negli elettrodi fronto-polari Fp1 e Fp2. Per tale motivo sono state ricavate

in queste derivazioni le ampiezze medie dei segmenti temporali a 500-600,

600-700, 700-800 e 800-900 ms dopo lo stimolo. Nei soggetti altamente

ipnotizzabili, il potenziale fronto-parietale tardivo rilevato in condizioni di

congruenza aumentava significativamente nel condizionamento post-ipnotico,

passando da -0.57 mV (LF -2.68-25.6) a 8.23 mv (1.19-15.27) (p<0.01, Figura

2), mentre in quelli a bassa ipnotizzabilità tale potenziale non si modificava

(Figura 3).

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Volume 15 N° 1- 2010

77

Nella condizione basale, LORETA ha rilevato bilateralmente differenze di

attivazione tra le prove congruenti e incongruenti nel giro prefrontale medio

(area 8 di Brodmann, NMI X=-21, Y=21, Z=47), nel giro cingolato anteriore

(area 32, X=-10, Y=19, Z=43), nel giro del cingolo (area 24, X=7, Y=15,

Z=31) e nella corteccia parietale posteriore (area 7, X=-21, Y=62, Z=62).

Durante alessìa post-ipnotica, differenze di attivazione tra le prove congruenti e

incongruenti sono state invece rilevate soprattutto nell‟emisfero sinistro e in

particolare nel giro prefrontale medio (area 9, X=-31, Y=33, Z=40) e nella

corteccia parietale inferiore (area 40, X=-40, Y=-48, Z=48).

L‟analisi spettrale dell‟intervallo RR non ha evidenziato alcuna modificazione

post-ipnotica né differenze in relazione all‟ipnotizzabilità dei soggetti (Tabella

II)

In condizioni basali l‟esecuzione del compito Stroop provocava nei soggetti

altamente ipnotizzabili una repentina riduzione dell‟indice cardiaco (-20%,

p<0.01) come conseguenza dell‟aumento delle resistenze periferiche totali,

varizioni che si mantenevano per tutta la durata della prova (Figura 4); nella

fase post-ipnotica la riduzione del CI era invece minima e non significativa (-

3%).

Nei soggetti non ipnotizzabili, la suggestione post-ipnotica non modificava la

risposta emodinamica al compito Stroop.

L‟analisi spettrale dell‟intervallo RR non risultava significativamente

modificata né dalla sessione né dal compito stroop.

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78

19 of 20 electrode locations shown

Click on electrodes to toggle name/number

O2

Fp1 Fp2

F7 F3 Fz F4

F8

T3 C3 Cz C4 T4

T5 P3 Pz P4

T6

O1

Channel locations

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

Condizione congruente in corso di suggestione post-ipnotica.

Condizione incongruente in corso di suggestione post-ipnotica.

Condizione congruente in assenza di suggestione post-ipnotica.

Condizione incongruente in assenza di suggestione post-ipnotica.

Figura 1. Analisi dei potenziali evento-correlati.

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Volume 15 N° 1- 2010

79

Tabella II. Analisi spettrale dell‟intervallo RR

Bassa ipnotizzabilità Alta ipnotizzabilità

Basale Alessìa

post-

ipnotica

Basale Alessìa

post-ipnotica LF (ms

2) 8.0 ± 8.6 9.9 ± 14.9 13.6 ± 20.7

11.5 ± 20.5

HF (ms2)

14.6 ± 20.7

19.8 ± 33.8 25.8 ± 37.4 23.8 ± 40.2

RATIO

(LF/HF)

1.1 ± 0.8 0.7 ± 0.2

0.6 ± 0.3 0.7 ± 0.1

Fp1 Fp2

Condizione Congruente in corso di suggestione post-ipnotica.

Condizione Incongruente in corso di suggestione post-ipnotica.

Condizione Congruente in assenza di suggestione post-ipnotica.

Condizione Incongruente in assenza di suggestione post-ipnotica.

Figura 2. Variazioni dei potenziali fronto-polari.

C3 Cz

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200

400

600

800

-5

0

5

10

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Condizione Congruente in corso di suggestione post-ipnotica.

Condizione Incongruente in corso di suggestione post-ipnotica.

Condizione Congruente in assenza di suggestione post-ipnotica.

Condizione Incongruente in assenza di suggestione post-ipnotica.

Figura 3. Variazioni dei potenziali parietali.

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

0 200 400 600 800

-5

0

5

10

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Volume 15 N° 1- 2010

81

Figura 4. Variazioni dell‟indice cardiaco (IC) durante il compito Stroop nei

soggetti altamente ipnotizzabili in condizioni basali ed in comando post-

ipnotico di alessìa.

-1,6

-1,2

-0,8

-0,4

0,0

0,4

0,8

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Tempo di test (min)

Va

ria

zio

ne

di

IC (

%)

.

DCI Ipnotizzabili BASE

DCI Ipnotizzabili POST

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82

Discussione

I processi cognitivi possono essere automatici o controllati33

. Alcuni sono

automatici fin dalla nascita, altri lo divengono con la pratica e l‟esercizio34.

Una

volta automatizzati, questi processi sono attivati in maniera involontaria e non

possono essere facilmente interrotti.

Le parole sono processate automaticamente35-36

e l‟inteferenza Stroop (data

dalla differenza tra i tempi di reazione allo stimolo congruente e quello

incongruente) è considerata il gold standard per la valutazione della

performance automatica37

. L‟interferenza Stroop è uno dei più fenomeni più

studiati nelle ricerche sull‟attenzione in psicologia cognitiva10

.

Il principio base postulato da Stroop nel 1935 è che la lettura della parola

interferisca con il colore con cui è scritta la parola stessa. L‟interferenza è

caratterizzata da una reattività rallentata e da una conseguente lentezza

nell‟identificare la parola scritta nel colore incongruente in confronto con lo

stimolo neutro (non investigato in questa tesi) o congruente.

A livello neurofisiologico l‟interferenza Stroop è caratterizzata da una

componente ERP di polarità negativa, con picco a circa 410 msec (il cui

generatore è la corteccia cingolata anteriore) seguita da un‟onda tardiva a

polarità positiva tra 500 e 800 msec (generata a livello della corteccia temporo-

parietale sinistra e aree frontali, sedi del processo di intepretazione della

parola)38

.

Il compito Stroop si comporta inoltre da fattore stressogeno, capace di

aumentare la scarica simpatica. Il presente studio ne fornisce una dimostrazione

in Figura 3, dove l‟applicazione ad un compito Stroop modifica l‟indice

cardiaco indicando un aumento delle resistenze totali. La risposta è analoga a

quella osservata con altri stressors come ad esempio il cold pressor test39

.

E‟ stato in precedenza dimostrato come l‟ipnosi renda possibile prevenire la

risposta cardiovascolare allo stress39-41

modificando diversi parametri

cardiovascolari come indice cardiaco, frequenza cardiaca e resistenze

periferiche: in particolare, in soggetti altamente ipnotizzabili questo stesso

laboratorio è stato in grado di indurre vasodilatazione sia distrettuale che

sistemica in assenza di variazioni di temperatura mediante suggestione di

calore40

e di inibire la vasocostrizione da freddo mediante distrazione

dell‟attenzione dallo stimolo doloroso con conseguente analgesia39

. Recenti

studi di neuromaging hanno suggerito che la suggestione agisca sulla regione

occipitale e sulla corteccia cingolata anteriore42-43

, un‟interpretazione che ha

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Volume 15 N° 1- 2010

83

trovato conferma, nella presente ricerca, nelle variazioni registrate mediante

LORETA.

L‟idea alla base dello studio qui descritto era di somministrare un comando

post-ipnotico finalizzato a bloccare o rallentare la comprensione del linguaggio

scritto (alessìa), effetto questo agevolmente ottenibile in soggetti altamente

ipnotizzabili44-45

. Si tratta in realtà di un semplice condizionamento, che può

anche essere «rafforzato per insegnamento» con sedute ripetute e che persiste

per lunghi periodi fino a rimozione del comando46

. In precedenza, l‟interferenza

L‟esistenza di un‟alessìa post-ipnotica indica che i processi cognitivi

automatizzati attraverso la pratica e l‟esercizio (come la lettura) possono essere

de-automatizzati ricadendo sotto il controllo cognitivo. A conferma di tale dato,

nei soggetti altamente ipnotizzabili da noi studiati i tempi di reazione per gli

stimoli incongruenti si riducevano significativamente (-34%) con riduzione o

abolizione dell‟interferenza Stroop quando il compito veniva somministrato in

condizioni di alessìa (Figura 2).

L‟analisi topografica mediante LORETA ha confermato i risultati dello studio

di Kerns47

condotto con la fMRI: la corteccia cingolata anteriore risultava infatti

maggiormente attivata in condizioni basali quando l‟interferenza era maggiore

(condizione incongruente), mentre nel condizionamento post-ipnotico con

suggestione di alessìa quest‟area era ugualmente attiva nelle due situazioni di

congruenza. Al contrario, una maggiore attività nella condizione incongruente

era rilevabile per la corteccia prefrontale media. Dal punto di vista funzionale, a

questa area viene attribuito una ruolo di monitoraggio e rilevazione dei conflitti

tra le sorgenti di stimolo (nel caso specifico, il colore con cui sono presentati gli

stimoli e il significato della parola-colore)48-49

. Sembra quindi che la

suggestione post-ipnotica abbia un effetto di modulazione delle aree coinvolte

nel monitoraggio e nel controllo delle interferenze. Le diverse attività a livello

della corteccia parietale potrebbero essere invece legate all‟attivazione di

circuiti attenzionali di tipo volontario50,51

.

Nel nostro studio l‟esecuzione del compito Stroop provocava una repentina e

duratura vasocostrizione sistemica attestata dalla riduzione dell‟indice cardiaco

per tutta la durata della prova, mentre in presenza di deficit attentivo con

suggestione di alessìa tale riduzione era, nei soggetti altamente ipnotizzabili,

assai minore. In quelli scarsamente ipnotizzabili la suggestione di alessìa non

preveniva la risposta emodinamica al compito Stroop, a dimostrazione del fatto

che proprio il comando post-ipnotico era alla base della ridotta risposta

cardiovascolare all‟evento stressogeno.

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84

Conclusioni

In conclusione, l‟effetto Stroop è un fenomeno reale e misurabile, che si

comporta come un evento stressogeno accompagnato da risposte

cardiovascolari. La misurazione degli ERP e il sistema di imaging LORETA

forniscono utili informazioni sulla neurofisiologia dell‟ipnosi e sui fenomeni

conseguenti alla suggestione ipnotica, mentre l‟analisi spettrale dell‟intervallo

RR non sembra rilevare le modulazioni intercorrenti tra il sistema nervoso

simpatico e parasimpatico. L‟ipnosi può essere definita un fenomeno

fisiologico reale e misurabile, dimostrabile con parametri strumentali adeguati e

attivo sul piano clinico-sperimentale. Tali dati strumentali consentono di

acquisire preziose informazioni sulla neurofisiologia dell‟ipnosi e contribuire a

comprendere la natura di questa interessante facoltà della mente, ponendo le

basi per una sua definitiva inclusione nel campo delle scienze galileiane e delle

terapie validate52

.

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Corrispondenza a:

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

88

Prof. Enrico Facco

Cattedra di Anestesia Generale

e Speciale Odontostomatologica

Dip. di Specialità Medico-Chirurgiche

Sez. Clinica Odontoiatrica

Università di Padova

via Giustiniani 2

35128 PADOVA, Italy

Tel. +39 049 8212040

Fax. +39 049 8218229

4Nunzia Giordano

1,2, Edoardo Casiglia

1,2, Valérie Tikhonoff

1,2, Maria T.

Tosello2

4

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Volume 15 N° 1- 2010

89

REGRESSIONE D’ETÀ, FENOMENO REALE E MISURABILE.

DIMOSTRAZIONE MEDIANTE TEST DI RORSCHACH E MATRICI

DI RAVEN IN VOLONTARI SANI

Riassunto

Durante trance ipnotica è facile indurre allucinazioni che hanno per il soggetto

ipnotizzato le caratteristiche e la concretezza della realtà e dare comandi che

devono essere eseguiti sia durante la trance stessa sia dopo la de-

ipnotizzazione. Un possibile comando allucinatorio è la regressione d‟età del

soggetto ad un periodo prestabilito dall‟ipnotista.

Il presente studio è stato eseguito allo scopo di indagare, mediante la

somministrazione di un test proiettivo e mediante un test d‟intelligenza sia in

condizioni basali di coscienza usuale che in trance ipnotica con regressione

d‟età, qual è l‟ampiezza delle abilità mentali dell‟individuo e a che età

appartengono, al fine di chiarire fino a che punto la regressione d‟età modifichi

la percezione del soggetto.

Sono stati studiati 10 volontari selezionati per la loro alta ipnotizzabilità. Ad

ogni soggetto i test sono stati somministrati tre volte, in tre distinte sessioni:

basale, in corso di regressione ipnotica e in ipnosi neutra. Durante tutte le

sessioni frequenza cardiaca, gittata sistolica, indice cardiaco e resistenze

periferiche totali erano monitorati.

I test d‟intelligenza usati erano le Matrici di Raven: le CPM erano

somministrate in fase di regressione ipnotica e seguite dalle SPM; le SPM

erano somministrate in stato di coscienza usuale come condizione di controllo.

Come prova oggettiva dell‟avvenuta regressione d‟età, ad ogni soggetto era

somministrato il test di Rorschach volto allo scopo di rivelare tratti di

infantilismo associati alla regressione.

In tutti i soggetti, il test di Rorschach eseguito in condizioni di regressione d‟età

evidenziava, quando paragonato alle condizioni di base pre-ipnosi, un aumento

significativo delle variabili tipiche di una visione infantile e una diminuzione

delle variabili tipiche di una visione adulta. Tale risultato confortava l‟ipotesi

sperimentale che i soggetti fossero realmente regrediti ad età infantile. Le

matrici di Raven evidenziavano un calo di rendimento nelle prestazione

1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Padova

2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

90

effettuate in regressione ipnotica d‟età rispetto a quelle eseguite a reale età

anagrafica (condizioni standard). Il monitoraggio emodinamico indicava inoltre

che l‟effetto stressogeno del test di Raven non si manifestava in regressione

ipnotica d‟età.

I risultati sopra descritti dimostrano che la regressione di età è un fenomeno

reale e dimostrabile, che in condizioni di regressione d‟età, al contrario di

quanto accade in ipnosi neutra, i soggetti presentano un comportamento

modificato che nell‟esecuzione dei test rivela un livello inferiore di maturità.

Parole chiave – Ipnosi. Raven. Rorshach. Intelligenza. Regressione.

Summary

During hypnotic trance, it is easy to drive subjects to hallucinations having

concrete form and features, and to give orders to be carried out both during and

after trance. A possible hallucinatory order is age regression to a previous

period of life.

The aim of the present study was to investigate through a test of Roschach and

a test of intelligence the wideness of mental abilities both in basal conditions

and in hypnotic trance with age regression. The purpose was to ascertain

whether age regression is a real phenomenon, and in what extent it is able to

modifies the perception of reality.

The study was conducted on 10 highly hypnotizable volunteers. Each subject

was tested three times, in three different sessions: basal, hypnotic regression of

age, and neutral hypnosis. During the test, heart rate, systolic blood pressure,

cardiac index and total peripheral resistance were constantly monitored. The

test of intelligence used were the CPM and SPM Raven matrices test. SPM

matrices were also given during ordinary consciousness, as a control condition.

As an evidence of age regression, each patient underwent a Rorschach test in

order to reveal features of infantilism associated with regression.

The Rorschach carried out during age regression showed in all subjects a sharp

increase in those variables that are typical of an infantile approach and a drop in

those that are typical of an adult approach. This result confirmed the

experimental hypothesis that patients were regressed to infantile age. The

Raven matrices revealed a decrease in efficiency during hypnotic age

regression in comparison to standard conditions (anagraphic age).

The results demonstate that age regression is real and measurable, and that in

age regression conditions - but not in neutral hypnosis - subjects show a

modified behavior revealing lower level of maturity.

Key words – Hypnosis. Raven. Rorshach. Intelligence. Regression.

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Volume 15 N° 1- 2010

91

Introduzione

L‟ipnosi è una condizione psichica etero- o auto-indotta caratterizzata da uno

stato modificato di coscienza con aumento della suggestionabilità. Lo stato

tipico dell‟ipnosi è il monoideismo plastico, una condizione nella quale

l‟attenzione, guidata dall‟operatore a focalizzarsi su una sola idea, diviene

creativa (plastica). Nelle particolari condizioni di monoideismo plastico

realizzate in corso di ipnosi è possibile ottenere effetti fisici, allucinazioni e

rivivificazioni di età che hanno per il soggetto ipnotizzato tutti i caratteri della

realtà (anzi, sono reali a tutti gli effetti tranne che per la mancata fisicità). In tali

condizioni, il soggetto può essere tra l‟altro guidato non a ricordare, ma a

rivivere realmente un‟età precedente della propria vita. Un abile operatore può

altresì adoperarsi affinché la rivivificazione sia operativa non soltanto durante

la trance ipnotica, ma anche dopo la de-ipnotizzazione; egli si presenterà quindi

perfettamente lucido, vigile ed orientato, realizzerà un pieno contatto con il

mondo circostante, ma avrà la sensazione personale e il comportamento di una

persona più giovane. Tale ambiente allucinatorio viene in pratica ottenuto

mediante la somministrazione, durante la seduta di ipnosi, di un

condizionamento destinato a rendersi operativo dopo la de-ipnotizzazione.

Il soggetto in regressione post-ipnotica di età rappresenta un modello

sperimentale con caratteristiche uniche. Lo studio qui descritto si proponeva di

valutare se l‟intelligenza del soggetto in regressione fosse quella del bambino o

dell‟adulto e se le sue proiezioni fossero a loro volta quelle tipiche dell‟età

infantile o adulta. Scopo ultimo del lavoro era verificare se la regressione con

rivivificazione sia uno stato reale e riproducibile o nient‟altro che un

accomodamento alla suggestione data dall‟ipnotista sulla falsariga di un gioco

di ruolo. A tal fine si è anche valutata mediante misurazione di parametri

emodinamici la risposta simpatica ai test considerati come eventi stressogeni,

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risposta che era da attendersi diversa in condizioni di coscienza usuale e di

regressione ipnotica e post-ipnotica

Soggetti, materiali e metodi

Soggetti studiati

Sono stati studiati 10 giovani volontari sani, definiti altamente ipnotizzabili in

un setting preliminare basato sulla Hypnotizability Harvard Scale1-2

e

considerati atti all‟ipnosi sulla base di un‟di accurata anamnesi, un incontro

privato con il personale di ricerca e quando necessario con la procedura del

Multiphasic Minnesota Personality Inventory 2. Ciò allo scopo di screenare i

soggetti con personalità borderline, più proni a palesare eventi indesiderati

durante dissociazione ipnotica.

Aspetti etici

La ricerca aderisce ai principi della Dichiarazione di Helsinki. Tutti i soggetti

hanno dato assenso informato alla procedura. Ognuno è stato dapprima

informato personalmente sugli obiettivi, sui metodi e sui possibili rischi e

aveva l‟opportunità di chiedere qualsiasi spiegazione ritenesse necessaria. Il

locale Comitato di Bioetica ha approvato il protocollo in data 25/9/2005.

Ipnosi

Seduta preliminare. Qualche giorno prima della procedura, ogni soggetto è

stato sottoposto individualmente ad induzione ipnotica mediante suggestioni

verbali di rilassamento e benessere. Attraverso la voce di un ipnotista esperto e

qualificato, il soggetto veniva guidato a focalizzare l‟attenzione su una singola

idea, escludendo ogni altro stimolo interno o esterno. Veniva impiegata

un‟induzione tradizionale consistente in brevi enumerazioni e in suggestioni di

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Volume 15 N° 1- 2010

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benessere generale, pesantezza alle palpebre, respiro regolare e sguardo fisso su

un punto. Dopo la spontanea chiusura degli occhi, i soggetti erano invitati a

concentrarsi sul proprio corpo dalla testa ai piedi, suggerendo e ottenendo in

breve tempo una sensazione di pesantezza e di atonia muscolare. La verifica

della trance profonda era basata su segnali quali la chiusura degli occhi, la

spontanea levitazione di una mano, il rilassamento dei tratti del volto, la caduta

della mandibola, la dolce apertura della bocca, la riduzione della frequenza del

respiro, la catalessi e la midriasi bilaterale. L‟analisi di questi segnali

permetteva all„ipnotista di capire se i soggetti erano realmente ipnotizzati, allo

scopo di mantenere o modificare questa condizione con continue, appropriate

suggestioni. Benché tecniche rapide e ultrarapide di induzione siano

disponibili3, la tecnica sopra descritta basata sul rilassamento progressivo è

nella nostra esperienza quella usualmente meglio accetta al soggetto4-5

.

L‟obiettivo di questa procedura preliminare era stabilire un valido rapporto

interpersonale tra l‟operatore ed il soggetto allo scopo di favorire un rapido e

valido monoideismo in occasione della successiva seduta sperimentale.

Per ridurre il tempo necessario all‟induzione, a tutti i soggetti veniva

somministrato durante la seduta preliminare un comando post-ipnotico

orientato all‟immediato raggiungimento del monoideismo. In pratica, si

lasciava il comando ineludibile di tornare immediatamente alla condizione di

trance ipnotica profonda ogniqualvolta l‟operatore (ed egli soltanto) avesse

pronunciato una parola-chiave compiendo nel contempo un gesto

predeterminato. Siffatti condizionamenti post-ipnotici hanno il carattere di

comandi neurologici inconsci, talché riceverli e obbedire è tutt‟uno senza

alcuna partecipazione della coscienza egoica.

In questa fase venivano inoltre somministrati i sopra citati reattivi della Harvard

Group Scale of Hypnotic Susceptibility Form, allo scopo di accertare grado di

ipnotizzabilità di ogni singolo soggetto. I soggetti con Harvard score >9 erano

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

94

identificati come altamente ipnotizzabili e ammessi allo studio. Nel contesto del

laboratorio di ipnosi clinico-sperimentale dell‟Università di Padova nel quale lo

studio è stato condotto, la frequenza di soggetti definibili a priori come

altamente ipnotizzabili è molto elevata.

Seduta sperimentale. Da 2 a 24 ore dopo la seduta preliminare, veniva

effettuata quella sperimentale vera e propria. Via condizionamento post-

ipnotico, ogni soggetto era rapidamente portato in ipnosi profonda, una

condizione nella quale è possibile sfruttare la ridotta capacità critica e

l‟aumentata suggestionabilità per indurre vissuti sperimentali aventi i caratteri

della realtà. Nello specifico del setting sperimentale qui descritto, veniva

somministrata la suggestione di sviluppare un‟allucinazione di età, portando

progressivamente il soggetto fino ad un vissuto corrispondente alla propria età

di 6 anni e mezzo. Tale età è stata prescelta in accordo con Staples et al.6.

Mediante opportune suggestioni di mantenimento, l‟operatore si assicurava che

il vissuto di età infantile non si accompagnasse a sentimento di paura o

smarrimento tipiche del bambino che si trova improvvisamente in ambiente

estraneo; a tal fine erano somministrate idee di tranquillità e allucinazioni di

ambiente familiare (aula scolastica in presenza dei genitori). Come sopra

accennato, tali allucinazioni (aventi i caratteri della più concreta realtà) sono

facili da ottenersi da parte di un operatore esperto in un setting sperimentale

coinvolgente soggetti altamente ipnotizzabili. È in tali condizioni di

rivivificazione che erano condotti i test più avanti descritti.

Al termine dei test veniva somministrata amnesia retrograda relativa ai test

stessi.

De-ipnotizzazione. Al termine della seduta post-ipnotica, il soggetto veniva

rapidamente riportato in trance profonda utilizzando l‟idoneo comando, la

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Volume 15 N° 1- 2010

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suggestione di rivivificazione d‟età7-9

era annullata e il soggetto era riportato

progressivamente alla sua reale età anagrafica. Si imponeva quindi al soggetto

l‟amnesia retrograda per tutti gli eventi, i vissuti, le azioni, le parole e le

informazioni estrinsecatesi fino a quel momento nel contesto sperimentale,

incluso il vissuto dei test diagnostici. Infine, il soggetto era de-ipnotizzato con

procedura classica10

, ricevendo suggestioni di benessere e tranquillità.

Reattivi mentali

Test di Rorschach. Il test di Rorschach è composto da 10 cartoncini bianchi

sui quali sono stampate macchie d‟inchiostro selezionate, bilateralmente

simmetriche. Cinque sono in bianco e nero, in due appare anche il colore rosso

vivo, le rimanenti tre sono policrome. La prova consiste nel dare

un‟interpretazione alle macchie sopra descritte. Rorschach ritiene che

s‟inneschi un processo di percezione distinto in tre momenti: sensazione,

ricordo e associazione11. In altre parole, le sensazioni suscitate dalle macchie

provocano il risveglio di vecchi insiemi di sensazioni sotto forma di immagini

ricordo. Ciò che dà valore d‟interpretazione alla percezione è l‟imperfezione

dell‟equivalenza fra il complesso di sensazioni prodotte dalle tavole e le

sensazioni stesse; di qui la possibilità di controllo e di scelta. Un altro aspetto

del lavoro interpretativo è il caos della macchia, atto a provocare disforia.

Dando una propria interpretazione, il soggetto mette ordine nel caos in quello

che si può ben definire un atto creativo. Trattandosi di test proiettivo, il modo

nel quale ogni singolo soggetto organizza o struttura le macchie nel processo

percettivo riflette gli aspetti fondamentali della sua dinamica psicologica12

.

Il compito Rorschach era proposto immediatamente prima di ogni compito

Raven, quindi tre volte (in regressione ipnotica di età, in ipnosi neutra all‟età

anagrafica reale del soggetto e dopo la de-ipnotizzazione). Il soggetto era

ospitato in una stanza ben illuminata, a temperatura controllata e gradevole. Le

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

96

tavole erano proposte in successione classica seguendo rigorosamente i

suggerimenti proposti nel manuale operativo12

. I risultati di ogni sessione erano

registrati per essere successivamente analizzati allo scopo di verificare che l‟età

regressiva fosse stata di fatto raggiunta durante la seduta ipnotica.

Nella siglatura delle risposte e nella successiva interpretazione dei risultati del

test, per rispetto nei confronti dei volontari, si è evitato di tracciare un profilo di

personalità pur essendone il test di Rorschach uno strumento valutativo a tale

proposito, dal momento che obiettivo di questa applicazione era semplicemente

quello di evidenziare eventuali marcatori di età infantile. Il criterio utilizzato

per la valutazione è stato quello di considerare unicamente le localizzazioni

delle risposte, tralasciando ulteriori variabili. In particolare, sono state

considerate le risposte globali e dettaglio. Si è arbitrariamente deciso che le

risposte siglate come «globali» denotano una visione organizzata e una buona

capacità di mettere in relazione tutti i dettagli per arrivare a un insieme

unificato e sensato, mentre le risposte «dettaglio» denotano una scarsa capacità

di porre in relazione le parti per giungere a dare un senso unificato alla figura.

Si è preventivato di considerare una visione «globale» come tipicamente adulta

e una visione prevalentemente «dettaglio» come tipica di un bambino, che si

ipotizza sia dotato di minore capacità organizzativa.

Matrici di Raven. Le matrici progressive di Raven sono state elaborate al fine

di esaminare la massima ampiezza delle abilità mentali e per poter essere

somministrate a persone di qualsiasi età, indipendentemente dal livello

culturale. Il compito è quello di scegliere fra 6 o 8 disegni quello che completa

il modello presentato. Le figure-modello comprendono motivi grafici che si

modificano da sinistra a destra secondo una certa logica e dall‟alto al basso

secondo un‟altra; il soggetto deve comprendere queste logiche e applicarle per

giungere alla soluzione. I tests richiedono dunque di analizzare, costruire ed

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Volume 15 N° 1- 2010

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integrare fra loro concetti diversi. Le Standard Progressive Matrices (SPM)

valutano l‟abilità di comprensione di figure che non hanno un significato

definito. Si compongono di 60 items divisi in 5 serie di 12 prove ciascuna,

ordinate per grado crescente di difficoltà. L‟ordine di presentazione delle prove

permette al soggetto di esercitarsi ad un sistema di lavoro e di addentrarsi alla

comprensione del metodo. Le Coloured Progressive Matrices (CPM) sono state

pensate per essere utilizzate con i bambini. Le 3 serie, di 12 problemi ciascuna,

che costituiscono le CPM, sono composte in modo da misurare i principali

processi cognitivi che sono patrimonio comune ai bambini minori di 11 anni;

esse forniscono al soggetto tre possibilità di sviluppare un tema di

ragionamento logico. La scala globale, comprendente, quindi, 36 problemi,

serve a misurare lo sviluppo delle funzioni cognitive presenti prima del

raggiungimento della maturità.

Il compito Raven veniva svolto nella stessa stanza, nella quale il soggetto era

posto seduto davanti ad una scrivania e invitato a mettersi a proprio agio. Gli

veniva chiesto di aprire gli occhi rimanendo tuttavia in trance ipnotica e di dare

la risposta che più ritenesse corretta per la soluzione del compito. Come sopra

accennato, tale compito consisteva nella scelta della figura più appropriata per

il completamento di una matrice di 6 o 8 immagini13

. Quando le prestazioni del

soggetto alle CPM risultavano palesemente positive, la somministrazione

proseguiva come da protocollo Raven con le SPM. Il compito era poi portato a

termine altre due volte: in trance ipnotica neutra senza regressione anagrafica e

dopo de-ipnotizzazione.

Monitoraggio emodinamico

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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Durante il compito Raven erano monitorati in continuo i seguenti parametri

emodinamici. La gittata sistolica (in ml) e la portata cardiaca (in lmin-1

) erano

misurati con un cardiografo indiretto basato sull‟analisi morfologica del segnale

di bio-impedenza (PhysioFlow TM-LAB-1, Manatec Biomedical, Ebersviller,

France). L‟indice cardiaco (in l×min-1

×m-2

) era calcolato dividendo la portata

cardiaca per la superficie corporea estrapolata con la formula di Du Bois46

. Tale

apparecchiatura registra altresì la frequenza cardiaca (in bpm) dalla lunghezza

(in ms) degli intervalli RR47

.

La pressione arteriosa (in mmHg) era misurata automaticamente con un

pressurometro (TM 2424, Takeda, Osaka, Japan) che non richiedeva l‟apporto

di alcun operatore. La pressione media era calcolata (in mmHg) dall‟algoritmo

{diastolica + 1/3 differenziale}.

Le resistenze periferiche totali (in mmHgminl-1

) erano calcolate dal rapporto

fra pressione arteriosa media e la portata cardiaca.

Tutti i metodi sopra descritti sono clinicamente validati14

e sono stati

ampiamente impiegati in diverse condizioni sperimentali portate a termine

anche con l‟impiego dell‟ipnosi dal gruppo di ricerca che con mezzi e personale

ha supportato il presente studio15-26

.

Risultati

Test di Rorschach. L‟analisi del comportamento dei soggetti ha consentito di

verificare il raggiungimento e il mantenimento della trance ipnotica durante

tutta la procedura. In particolare, l‟efficacia dell‟avvenuta regressione d‟età è

stata confermata sia dall‟osservazione diretta di un comportamento infantile dei

soggetti (con manifestazione di disorientamento, pianto, mimica facciale

appropriata ecc.), sia con l‟ausilio del test di Rorshach, che ha mostrato un

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Volume 15 N° 1- 2010

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aumento del 129% delle localizzazioni «dettaglio» in associazione ad una

riduzione del 24,3% delle localizzazioni «globali» (Figura 1).

Figura 1. Risultati del test

di Rorschach in condizioni

basali e durante regressione

di età in 10 soggetti.

Test di Raven. In condizioni basali di coscienza usuale alla reale età anagrafica

dei soggetti, lo score di Raven era in media 50,3 ± 4,27 (LF 47,1-53,6). Tale

valore non subiva alcuna modificazione in ipnosi neutra alle reale età

anagrafica, mentre aumentava del 12,5% in ipnosi regressiva all‟età soggettiva

di 6½ anni (Figura 2). Il tempo di esecuzione del test era 15.3 ± 3.9 min (limiti

fiduciali, LF, 12.4-18.3) in condizioni basali e non si modificava in ipnosi

neutra, mentre aumentava dell‟85,5% in regressione d‟età.

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

100

Figura 2. Risultati del test

di Raven in condizioni

basali, in ipnosi neutra e in

regressione d‟età in 10

soggetti.

Effetto stressogeno del test. In condizioni di coscienza usuale, alle matrici di

Raven si accompagnava ad un aumento del 6,4% delle resistenze periferiche

(Figura 3) con consensuale riduzione (per aumento del post-carico) della

portata cardiaca (Figura 4) e dello stroke volume (Figura 5).

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Volume 15 N° 1- 2010

101

Figura 3. Resistenze

periferiche indicizzate

alla superficie corporea

(RPI) in condizioni

basali, in ipnosi neutra e

in regressione d‟età in 10

soggetti. L‟effetto

stressogeno del test di

Raven non si manifesta in

regressione.

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

102

Figura 4. Indice cardiaco

(CI) in condizioni basali, in

ipnosi neutra e in

regressione d‟età in 10

soggetti. L‟effetto

stressogeno del test di

Raven (riduzione dell‟IC

per aumentato post-carico)

non si manifesta in

regressione. Un andamento analogo si osservava quando il test era soministrato in ipnosi

neutra all‟età anagrafica dei soggetti (pannelli intermedi). Quando il test era

somministrato in ipnosi con regressione all‟età sperimentale percepita di 6½

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Volume 15 N° 1- 2010

103

anni, non si osservava alcuna variazione degli indici cardiovascolari sopra

descritti.

Pressione arteriosa sistolica, diastolica e media e frequenza cardiaca (Tabella 1)

evidenziavano modeste variazioni non significative nel corso delle tre sedute .

Figura 5. Stroke volume (SV) in

condizioni basali, in ipnosi neutra e in

regressione d‟età in 10 soggetti.

L‟effetto stressogeno del test di Raven

(riduzione dello SV per aumentato post-

carico) non si manifesta in regressione.

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

104

Tabella 1. Pressione arteriosa e frequenza cardiaca nelle diverse fasi dello studio.

Base (coscienza usuale,

reale età

anagrafica)

Ipnosi neutra (reale età

anagrafica)

Ipnosi

regressiva (età

soggettiva 6½ anni)

Sistolica (mmHg) 118,2 ± 8,3 120,0 ± 6,9 125,3 ± 5,8

Diastolica (mmHg) 76,9 ± 6,4 84,0 ± 14,9 86,3 ± 13,0

Media (mmHg) 90,7 ± 6,7 96,0 ± 11,6 99,3 ± 10,2

Frequenza cardiaca

(bpm)

79,0 ± 9,8 78,3 ± 15,2 85,7 ± 17,9

Discussione

La letteratura specialistica offre soltanto rari esempi di studi sulla regressione

ipnotica d‟età, in particolare se associati a test d‟intelligenza o proiettivi. Tali

casi mancano inoltre degli appropriati controlli. La ricerca qui presentata ha

carattere di studio-pilota, non esistendo in letteratura esempi di associazione di

regressione ipnotica d‟età a reattivi mentali come le matrici progressive di

Raven. I pochi studi che prevedono la somministrazione del test di Rorschach,

poi, hanno finalità differenti e – tranne pochi casi – trattano pazienti

psichiatrici27-36

. Tra quelli effettuati con soggetti non psichiatrici, va segnalato

lo studio di Staples e Wilensky6

del City College di New York che - sebbene

datato - propone interessanti risultati in soggetti altamente ipnotizzabili37

sottoposti al test di Rorschach in condizioni standard e in regressione d‟età a 6

anni. Questi Autori hanno messo in evidenza che le prestazioni ottenute in

regressione differivano effettivamente da quelle standard per un più basso

livello di sviluppo. Tale evidenza ci ha fornito la base per confermare mediante

lo strumento del test di Rorshach l‟avvenuto raggiungimento della regressione

ipnotica d‟età. Tale test evidenziava infatti nella fase regressiva, rispetto alla

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Volume 15 N° 1- 2010

105

condizione di coscienza usuale alla reale età anagrafica, un‟interpretazione più

concreta con incremento delle variabili «dettaglio» e una riduzione di quelle

globali, un quadro questo che può considerarsi caratteristico dell‟età infantile.

I principali risultati dello studio qui descritto sono riassunti in Figura 3, che

evidenzia una riduzione biologicamente rilevante e statisticamente significativa

dello score di Raven durante regressione d‟età, associata al raddoppio del

tempo di esecuzione del test stesso. I volontari, durante la regressione, oltre a

manifestare un‟oggettiva riduzione dell‟ampiezza delle abilità mentali a valori

inferiori a quelli tipici dell‟adulto e più simili a quelli dell‟età infantile, ne

assumevano anche i comportamenti e la mimica tipici.

Va anche sottolineato che le matrici di Raven non si accompagnavano, durante

regressione d‟età, alla risposta emodinamica con vasocostrizione che

notoriamente consegue allo stress mentale16,38

e che anche nel corso del

presente studio era possibile evidenziare in condizioni basali e durante ipnosi

neutra. Va da sè, dall‟analisi della Figura 3, che non era la condizione di trance

ipnotica a ridurre tale risposta cardiovascolare, giacché essa si manifestava

interamente nell‟ipnosi condotta alla reale età anagrafica dei volontari senza

alcuna suggestione di regressione. È plausibile che una visione giocosa, tipica

dell‟età infantile, abbia privato – solo durante la regressione – il test di Raven

delle sue valenze stressogene, riducendone gli effetti sul drive simpatico

misurato in termini di resistenze periferiche, indice cardiaco e stroke volume.

Queste variazioni oggettive della riposta cardiovascolare al test - che com‟è

ovvio non possono in alcun modo essere né volontariamente né inconsciamente

simulate - conferiscono ulteriore veridicità all‟ipotesi che la regressione d‟età

ottenuta mediante suggestione in corso d‟ipnosi era un fenomeno reale e

misurabile.

In conclusione, l‟ipnosi è una metodica altamente efficace, i cui risultati sul

piano psicologico sono immediatamente evidenti e si manifestano agli occhi

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106

dell‟operatore con grande potenza espressiva. E‟ probabile che proprio questa

palese efficacia abbia scoraggiato la programmazione di esperimenti

controllati; di fatto il panorama degli studi controllati con ipnosi è povero.

Viceversa, studi siffatti consentono di avvalorare ipotesi circa il meccanismo

d‟azione dell‟ipnosi, permetterebbero di chiarire se la trance ipnotica sia un

fenomeno di pertinenza dello psicologo sperimentale o del medico e aiutano a

traghettare l‟ipnotismo nell‟ambito della ricerca galileiana. In corso di ipnosi è

straordinariamente facile, in soggetti adatti che possono essere facilmente

selezionati, indurre allucinazioni e deliri che hanno per il soggetto i caratteri

della realtà (e che anzi possono apparire persino più reali e più particolareggiate

che non il mondo fisico). Precedenti studi dello stesso gruppo di ricerca hanno

messo in evidenza diverse conseguenze fisiche delle suggestioni ipnotiche9-11

.

Mentre finora la regressione ipnotica d‟età era stata affrontata soltanto su un

piano meramente soggettivo, lo studio qui descritto le conferisce sostanza

oggettiva, evidenziando sia una proiezione adeguata all‟età infantile e una

risposta cardiovascolare appropriata alle condizioni sopra descritte.

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Corrispondenza a:

Prof. Edoardo Casiglia

Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale

Università di Padova

Via Giustiniani, 2

35128 Padova

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Volume 15 N° 1- 2010

111

5Serena Masiero

1,2, Enrico Facco

2,3, Valérie Tikhonoff

1,2, Giovanni Boschetti

1,

Edoardo Casiglia1,2

«HYPNOTIC FOCUSED ANALGESIA» NEL DOLORE

TRIGEMINALE DA STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLA POLPA

DENTARIA

Riassunto

Scopo dello studio è verificare se sia possibile indurre mediante opportune

suggestioni una hypnotic focused analgesia (HFA) e se tale analgesia sia

misurabile e quantificabile mediante parametri numerici e sia in grado di

prevenire la risposta emodinamica riflessa al dolore. Venti volontari sani sono

stati indotti attraverso una classica tecnica verbale. Come stimolo algico si è

impiegato un treno di impulsi elettrici di potenza crescente erogati sul 1°

premolare superiore destro che veniva somministrato in condizioni basali, in

condizioni di HFA e in analgesia post-ipnotica. Durante tutta la procedura

l‟emodinamica centrale (gittata sistolica, frequenza cardiaca, portata cardiaca,

pressione arteriose media) e periferica (flusso arterioso e resistenze arteriolari

all‟avambraccio) era monitorata. Lo stimolo doloroso provocava una riduzione

media del 9% (p<0.05) delle resistenze periferiche totali, con uno speculare

aumento del 15% (p<0.05) della portata cardiaca dovuto ad aumento dello

stroke volume (13.4%, p<0.05). La frequenza cardiaca subiva un modesto e non

5

1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di

Padova 2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino

3 Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Università degli Studi di

Padova

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

112

significativo aumento riflesso. Quando lo stimolo doloroso era ripetuto in

condizioni di HFA, non si osservava alcuna variazione degli indici

emodinamici sopra riportati. L‟aumento della soglia al dolore durante HFA

correlava direttamente con l‟aumento di portata cardiaca (r=0.08, p=0.022) e

dello stroke volume in risposta alla vasodilatazione (r=0.65, p=0.019), una

relazione che non si verificava durante analgesia post-ipnotica. In conclusione,

la HFA blocca effettivamente il dolore dentario e ne previene gli effetti

emodinamici.

Abstract

The aim of the study is to verify the feasibility of hypnotic focused analgesia

(HFA), whether HFA can be measured and quantified by numerical parameters,

and whether it is able to prevent hemodynamic response to pain. Twenty

healthy volunteers were induced by a verbal tecnique. A train of electrical

stimuli of increasing power delivered to the 1st right premolar tooth was used as

an algic stimulus at baseline, during HFA and during post-hypnotic

analgesia. Central haemodynamics (stroke volume, heart rate, cardiac output,

mean arterial pressure) and peripheral haemodynamics (forearm blood flow and

arteriolar resistance) were monitored. Pain caused 9% reduction of total

peripheral resistance (p<0.05) and a specular +15% increase of cardiac output

(p <0.05) due to increase in stroke volume (13.4%, p<0.05). Heart rate showed

a mild, nonsignificant increase. When the painful stimulus was repeated under

HFA, no haemodynamic change was observed. The increase of threshold pain

during HFA was directly related to increase of cardiac output (r=0.08, p=0.022)

and stroke volume (r=0.65, p=0.019) in response to vasodilation, a relationship

that was not observed during post-hypnotic analgesia. In conclusion, HFA

actually blocks dental pain and prevents its haemodynamic effects.

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Volume 15 N° 1- 2010

113

Introduzione

L‟ipnosi è un utile strumento per indurre analgesia; essa, agendo sulle strutture

encefaliche deputate, è in grado di modulare entrambe le componenti

dolorifiche: quella sensoriale-discriminativa e quella motivazionale-affettiva.

Il paziente in ipnosi è in una condizione di coscienza modificata diversa

rispetto allo stato di coscienza abituale. Alla base dello stato ipnotico vi è il

monoideismo plastico1, cioè una focalizzazione dell‟attenzione verso una

particolare idea. Il monoideismo si verifica spontaneamente nella vita

quotidiana, ma quello più intenso e maggiormente sfruttabile agli scopi

medico-sanitari è volontariamente prodotto da un operatore esperto. L‟ipnosi

può essere sfruttata in campo medico per numerose applicazioni. Il principale

settore di ricerca è la modulazione del dolore. L‟effetto dell‟ipnosi sul dolore è

la miglior dimostrazione dell‟esistenza dell‟ipnosi, sempre difficilmente

obiettivabile in altro modo.

Durante il dolore acuto si innesca anche una risposta da stress2. Nel caso del

dolore non trigeminale questa risposta si manifesta con vasocostrizione3,

diaforesi, aumento della frequenza respiratoria, midriasi4 e aumento del

cortisolo plasmatico, mentre nel caso del dolore trigeminale si manifesta con

riduzione delle resistenze periferiche e bradicardia diretta mitigata in parte

dall‟aumento riflesso di frequenza sinusale che accompagna la vasodilatazione.

Tuttavia, i meccanismi che stanno alla base dell‟analgesia ipnotica non sono

ancora completamente chiari. Essa potrebbe essere semplicemente il risultato di

una dissociazione oppure il risultato di un vero e proprio blocco degli stimoli

dolorifici lungo le vie nervose. Se l‟ipnosi agisse semplicemente dissociando il

dolore dalla coscienza, le conseguenze cardiovascolari riflesse dovrebbero

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

114

essere pienamente mantenute, poiché i meccanismi che sottendono a tali

risposte simpatiche agiscono ad un livello più basso rispetto alla coscienza

soggettiva. Se invece fosse presente un reale blocco degli stimoli algici, la

variazione dei parametri cardiovascolari in risposta al dolore sarebbe attenuata.

I meccanismi neurologici alla base degli stati ipnotici e responsivi alle

suggestioni di analgesia rimangono ancora largamente sconosciuti, come non si

conosce il meccanismo di blocco degli stimoli algici ad un livello più basso di

quello rappresentato dalla coscienza soggettiva. Per spiegare tale fenomeno

sono stati suggeriti diversi modelli teorici.

La teoria del gate control rappresenta la più plausibile spiegazione

dell‟hypnotic focused analgesia (HFA); essa ipotizza l‟esistenza di un

meccanismo di blocco d‟entrata (gating) della trasmissione dei segnali

nocicettivi, localizzato a livello del corno dorsale del midollo spinale. Il

meccanismo di blocco risponde anche ad impulsi nervosi corticali discendenti,

suggerendo la possibilità che il controllo ipnotico del dolore possa influire sul

sistema nocicettivo, sul livello della coscienza e sulle vie corticali superiori,

condizionando direttamente l‟intero sistema che processa la nocicezione5,6

.

La più recente teoria della neuromatrice ipotizza l‟esistenza di rappresentazioni

centrali (neural networks) per le varie parti del corpo, indipendentemente dalla

loro stimolazione periferica; il soggetto potrebbe quindi avvertire o non

avvertire sensazioni dolorose anche in assenza della reale stimolazione. È stata

proposta anche la teoria dei livelli multipli, secondo la quale l‟ipnosi agirebbe

appunto a vari livelli. In accordo a questa teoria vi sarebbe una riduzione dei

riflessi spinali polisinaptici, correlata ai meccanismi di modulazione del dolore

a carico del midollo spinale, a cui si sommano da una parte un meccanismo

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Volume 15 N° 1- 2010

115

cerebrale atto ad impedire la consapevolezza del dolore, dall‟altra una

reinterpretazione emozionale della sensazione dolorifica9. La teoria dei livelli

multipli implica quindi: una down regulation degli stimoli dolorifici attraverso

la stimolazione di fibre δ e C, a cui si associa una ridotta attivazione simpatica,

una riduzione dei riflessi a livello spinale e, infine, una modulazione corticale

della dimensione affettiva e percettiva del dolore. Questi sistemi multipli di

controllo del dolore, pur fornendo una possibile descrizione delle basi

neurobiologiche dell‟HFA, necessitano di conferme da parte di studi

neurofisiologici e di neuro-imaging. In letteratura si ritrovano poi numerose

teorie che si basano sulla semplice dissociazione. Secondo queste teorie, l‟HFA

è un processo attivo che coinvolge la corteccia frontale anteriore e modula

l‟attività talamo-corticale dissociando le esperienze di dolore dalla

consapevolezza di esse8-13

, il dolore sarebbe quindi registrato, ma dissociato

dalla coscienza e inaccessibile a questa a causa di una barriera amnesica14-16

(effettivamente durante HFA sono state registrate onde ad elevata frequenza

nell‟emisfero dominante, evidenziando un processo inibitorio a carico della

regione temporale anteriore22

). Se l‟ipnosi provocasse una semplice

dissociazione del dolore dalla coscienza, la normale risposta cardiovascolare

riflessa agli stimoli algici dovrebbe essere pienamente mantenuta, cosa che, in

base anche ai nostri studi, non avviene.

Infine, il modello non-intenzionale ipotizza l‟esistenza di sottosistemi di

controllo attivati dall‟ipnosi senza intervento dell‟intenzionalità o della

volizione.

Secondo la teoria socio-cognitiva, l‟analgesia ipnotica è dovuta a strategie

cognitive-comportamentali messe inconsciamente in atto dai soggetti

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116

ipnotizzati allo scopo di ridurre la percezione soggettiva del dolore. L‟analgesia

che si ottiene dovrebbe essere, in base a questa teoria, analoga a quella che si

ottiene attraverso la distrazione dal dolore con fantasie mirate18

. Tuttavia,

anche in questi modelli non dovrebbe essere presente alcuna riduzione dei

riflessi cardiovascolari al dolore. La teoria costruttivistica sostiene che l‟HFA

sia il risultato di due meccanismi che operano tra di loro in modo sinergico. Il

primo meccanismo consiste in un‟ostruzione ipnotica, nella quale la

suggestione di analgesia porterebbe alla creazione di un nuovo schema,

caratterizzato da una rappresentazione elevata della coscienza e capace di

bloccare l‟emergenza di alcuni schemi normali. Un secondo meccanismo

consiste nella focused concentration, capace di indirizzare la plasticità in modo

da dare rilievo allo schema della focused analgesia. La coscienza, in ogni

momento, può riconoscere solo rappresentazioni della realtà19

, pertanto,

nell‟analgesia ipnotica vengono costruite alternative alla realtà, attraverso

potenti monoideismi che sono incompatibili con la consapevolezza del dolore.

Secondo questa formula, la suggestione analgesica viene considerata un tipo di

distrazione dell‟idea. Anche in questo caso si dovrebbe mantenere inalterata la

risposta cardiovascolare riflessa al dolore.

Lo studio qui descritto si propone di verificare se sia possibile indurre mediante

opportune suggestioni una HFA e se tale analgesia sia misurabile e

quantificabile mediante parametri numerici e sia in grado di prevenire la

risposta emodinamica riflessa al dolore.

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Volume 15 N° 1- 2010

117

Materiali e metodi

Protocollo generale dello studio. Si è deciso di impiegare come stimolo algico

un treno di impulsi elettrici di potenza crescente erogati sul 1° premolare

superiore destro o dente 14. Tale protocollo è stato scelto in quanto la

stimolazione dentaria costituisce un setting sperimentale di dolore associato ad

ansia che ben si presta alla valutazione dell‟analgesia associata all‟ansiolisi che

caratterizza l‟HFA. Sono stati reclutati 20 volontari sani le cui caratteristiche

generali sono riassunte in Tabella I, preliminarmente definiti atti all‟ipnosi sulla

base di un‟accurata anamnesi e di un MMPI-II volto a screenare quelli

eventualmente più propensi a sviluppare effetti indesiderati durante lo studio

ipnotico e giudicati altamente ipnotizzabili sulla base della Harvard

Hypnotizability Scale. Pur essendo in realtà una scala di suggestionabilità,

questo score è tuttavia universalmente impiegato per definire il grado di

ipnotizzabilità.

Tabella I. Caratteristiche generali dei 20 soggetti studiati. RPT: resistenze periferiche totali.

Età (anni) 28.0 7.4

Indice di massa corporea (kgm-2) 21.9 2.8

Pressione arteriosa sistolica (mmHg) 121.3 11.9

Pressione arteriosa diastolica (mmHg) 70.8 7.7

Pressione arteriosa media (mmHg) 87.6 12.7

Pressione differenziale (mmHg) 50.5 10.8

Frequenza cardiaca (bpm) 74.6 13.8

Gittata sistolica (ml) 65.3 19.9

Indice cardiaco (lmin-1m-2) 3.2 1.3

RPT (mmHgl-1min) 49.5 19.7

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

118

La ricerca aderisce ai principi della Dichiarazione di Helsinki. Tutti i soggetti

hanno dato assenso informato alla procedura. Ognuno è stato dapprima

informato personalmente sugli obiettivi, sui metodi e sui possibili rischi e

aveva l‟opportunità di chiedere qualsiasi spiegazione ritenesse necessaria. Il

locale Comitato di Bioetica ha approvato il protocollo.

In una fase iniziale i soggetti erano sottoposti a colloquio allo scopo di

individuare e scartare quelli più propensi a presentare effetti collaterali e poi

preparati individualmente all‟ipnosi. Tutti i partecipanti erano singolarmente

indotti attraverso suggestioni verbali di rilassamento e di benessere. Attraverso

la voce di un esperto ipnotista, l‟attenzione dei soggetti è stata pilotata verso

una singola idea, escludendo qualsiasi stimolo interno o esterno. Scopo di

questa procedura preliminare era stabilire un valido rapporto interpersonale tra

l‟ipnotista e l‟ipnotizzato, permettendo così un rapido ed efficace monoideismo

in occasione della successiva sperimentazione. Per ridurre il tempo necessario

all‟induzione, ad ogni soggetto veniva dato un condizionamento post-ipnotico,

nel quale si suggeriva che il rilassamento ottenuto durante questa esperienza

poteva essere rapidamente ripristinato alla successiva induzione ipnotica.

In una seconda fase, ogni soggetto era individualmente sottoposto a

stimolazione dolorosa del 14° dente da parte di un anestesista odontoiatrico

mediante Digitest Serial D-22663 03/2005 (Parkell Inc, Edgewood, USA),

usualmente impiegato in odontoiatria per identificare i denti vitali attraverso

uno stimolo elettrico che aumenta gradualmente e automaticamente. La soglia

dolorifica varia da soggetto a soggetto in base all‟età, a patologie, ai traumi; un

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Volume 15 N° 1- 2010

119

valore di soglia >64 mA viene abitualmente misurato nella pratica odontoiatrica

solo in caso di devitalizzazione dentale. Ai soggetti veniva chiesto di resistere il

più a lungo possibile alla stimolazione elettrica e di interrompere lo studio solo

nel momento in cui il dolore diveniva insopportabile. Il valore corrispondente

era registrato come «soglia». Le variazioni dei parametri cardiovascolari

indotte dal dolore erano continuativamente registrate durante la procedura. A

tal fine erano monitorate la frequenza cardiaca con metodica

elettrocardiografica, la pressione arteriosa mediante pressuro-metro automatico

Takeda 2430 (Takeda, Tokio, Japan), la gittata sistolica e l‟indice cardiaco

mediante impedenzometro automa-tico Physioflow (Medatec, Ebersvillier,

France). Le resistenze periferiche sono state calcolate dal rapporto fra pressione

arteriosa media e portata cardiaca e le resistenze indicizzate dal rapporto fra

pressione arteriosa media e indice cardiaco.

In una terza fase, ripristinata la stabilità emodinamica, un medico ipnotista

portava il soggetto in ipnosi con allucinazione di analgesia dell‟arcata dentaria.

Una volta indotta una valida ipnosi neutra, venivano somministrate le

suggestioni atte a produrre la focused analgesia. Ciò si ottiene verbalmente

attraverso la focalizzazione dell‟attenzione su una singola idea con suggestioni

di benessere generale ed esclusione degli stimoli esterni. Scopo di questa

procedura è quella di indurre analgesia focalizzando l‟attenzione sul dente

destinato a ricevere la stimolazione dolorosa e sulle strutture circonvicine. Una

volta ottenuta l‟analgesia, il test di stimolazione sopra descritto veniva ripetuto,

mentre i parametri cardiovascolari erano ancora una volta continuamente

monitorati.

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

120

Infine, veniva dato al soggetto un comando di analgesia post-ipnotica, nel quale

era chiesto di mantenere la suggestione data per un tempo prestabilito dopo il

ritorno alla coscienza abituale e dopo l‟apertura degli occhi. In tale condizione,

il test di stimolazione sopra descritto veniva ripetuto, mentre i parametri

cardiovascolari erano ancora una volta continuamente monitorati.

Dopo la quarta fase, ogni soggetto era riportato in condizioni di ipnosi, il

comando post-ipnotico di analgesia veniva rimosso e infine il soggetto era

definitivamente de-ipnotizzato.

La tolleranza soggettiva al dolore è stata misurata nel corso dei tre test

sperimentali (in condizioni basali, in analgesia ipnotica e in analgesia post-

ipnotica) come entità del massimo stimolo doloroso tollerato.

La percezione oggettiva del dolore è stata determinata indirettamente sulla base

della risposta cardiovascolare riflessa e in particolare sulla base dell‟andamento

delle resistenze periferiche, della portata cardiaca, dello stroke volume e della

frequenza sinusale.

Una power analysis preliminare basata sulla precedente esperienza dello

stesso laboratorio20

ha indicato che 20 soggetti erano sufficienti per mettere

in evidenza le variazioni emodinamiche evitando l’errore 21

. Le variabili

continue erano espresse come media deviazione standard e confrontate

con l’analisi della covarianza e il test post-hoc di Bonferroni; la statistica

è stata aggiustata per età, peso corporeo e valori di base. I limiti fiduciali

al 95% (CI) erano indicati quando opportuno. Le correlazioni erano

valutate con il test del 2 di Pearson. L’ipotesi nulla è stata rigettata per

una probabilità (p) <0.05.

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121

Risultati

Le caratteristiche emodinamiche di base dei soggetti studiati sono riassunte in

Tabella I. Lo stimolo doloroso provocava una riduzione media del 9% (p<0.05)

delle resistenze periferiche totali (Figura 1), con uno speculare aumento del

15% (p<0.05) della portata cardiaca (Figura 2) dovuto ad aumento dello stroke

volume (13.4%, p<0.05; Figura 3). La frequenza cardiaca subiva un modesto e

non significativo aumento riflesso (Figura 4).

Quando lo stimolo doloroso era ripetuto in condizioni di HFA, non si osservava

alcuna variazione degli indici emodinamici. L‟aumento della soglia al dolore

Figura 1. Variazione delle resistenze

periferiche (RP) in condizioni basali, durante stimolazione dolorosa in assenza di ipnosi, durante hypnotic

focused analgesia e durante analgesia post-ipnotica in 20

soggetti.

Figura 1. Variazione

delle resistenze periferiche (RP) in

condizioni basali,

durante stimolazione dolorosa in assenza di

ipnosi, durante

hypnotic focused analgesia e durante

analgesia post-ipnotica

in 20 soggetti.

Figura 2. Variazione

della portata cardiaca (PC) in condizioni basali,

durante stimolazione

dolorosa in assenza di

ipnosi, durante hypnotic

focused analgesia e

durante analgesia post-ipnotica in 20 soggetti.

Figura 3. Variazione

dello stroke volume (SV) in condizioni

basali, durante

stimolazione dolorosa in assenza di ipnosi,

durante hypnotic

focused analgesia e durante analgesia post-

ipnotica in 20 soggetti.

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

122

durante HFA correlava direttamente con il grado di vasodilatazione espresso

dall‟aumento di portata cardiaca (r=0.08, p=0.022) e con l‟aumento dello stroke

volume in risposta alla vasodilatazione (r=0.65, p=0.019) (Figure 4 e 6), una

relazione che non si verificava durante analgesia post-ipnotica.

In condizioni basali, i soggetti tolleravano una stimolazione dolorosa di 13.6

6.9 mA (L.F. 10.4-16.8).

Figura 4. Variazione della frequenza

cardiaca (FC) in

condizioni basali, durante stimolazione

dolorosa in assenza di

ipnosi, durante hypnotic focused

analgesia e durante

analgesia post-ipnotica

in 20 soggetti.

Figura 5. Correlazione fra Δ di soglia dolorifica e

variazione di Δ di stroke

volume (SV) attribuibili ad hypnotic focused

analgesia (HFA) in 20

soggetti.

Figura 6.

Correlazione fra Δ di

soglia dolorifica e variazione di Δ di

portata cardiaca (PC)

attribuibili ad hypnotic focused

analgesia (HFA) in 20

soggetti.

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Volume 15 N° 1- 2010

123

Tale soglia aumentava in tutti i soggetti durante hypnotic focus analgesia

(Figura 7), con un incremento medio del 223% (p<0.0001). (Figura 8). Durante

analgesia post-ipnotica si osservava un aumento della tolleranza al dolore del

73% (p<0.004) (Figura 8).

Discussione

I dati qui descritti dimostrano che è possibile aumentare la tolleranza al dolore

mediante HFA. Non solo, dimostrano anche che il dolore non è esclusivamente

dissociato dalla coscienza, ma realmente meno avvertito dato che la risposta

emodinamica al dolore è anch‟essa ridotta. In precedenti esperienze condotte da

questo gruppo si era dimostrato che la HFA riduce la vasocostrizione indotta da

Figura 7. Tolleranza al dolore espressa come

soglia dolorifica alla

stimolazione della polpa dentaria in condizioni

basali e durante hypnotic

focused analgesia (HFA) in 20 soggetti.

Figura 8. Soglia dolorifica alla stimolazione dentaria in condi-zioni

basali, durante hypnotic focused

analgesia e durante analgesia post-ipnotica in 20 soggetti.

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124

dolore non trigeminale. L‟induzione dell‟ipnosi è una procedura altamente

efficace, i cui risultati si manifestano con immediatezza allo sperimentatore22

.

Proprio a causa di questa efficacia, molti esperimenti di controllo sono stati

scoraggiati, rendendo povero il panorama degli studi fisiologici con l‟ipnosi,

studi che avrebbero potuto contribuire alla spiegazione dei meccanismi

sottostanti la fenomenologia.

Durante la trance ipnotica è possibile indurre nella maggior parte dei soggetti

allucinazioni e deficit attentivi che hanno la concretezza della realtà. In

particolare, attraverso comandi ipnotici, è facile indurre analgesia in soggetti

suscettibili. Studi condotti negli ultimi decenni hanno dimostrato come l‟ipnosi

sia in grado di ridurre la percezione degli stimoli algici23

da caldo24

, da

freddo25

, da ischemia26,25

, da stimolazione elettrica27

, da parto28,29

, da interventi

chirurgici30

e da neoplasia31

. Purtroppo la quantificazione del dolore è per

definizione difficile, in quanto il dolore stesso è una sensazione soggettiva. In

questo protocollo abbiamo deciso di quantificare il dolore attraverso la

massima potenza tollerabile (in mA) erogata a carico della polpa dentaria.

Questa manovra dolorosa mediata da fibre trigeminali si accompagna a

riduzione delle resistenze periferiche. I risultati hanno dimostrato che l‟HFA è

stata effettivamente raggiunta mediante suggestioni ipnotiche, giacché la soglia

al dolore aumentava del 223% durante monoideismo plastico. Questo risultato è

in linea con un precedente esperimento del nostro stesso gruppo di ricerca32

, nel

quale la tolleranza al dolore da cold pressor test aumentava durante HFA del

240%. La spiegazione di questo effetto analgesico può essere solo oggetto di

speculazione, non esistendo accordo sui meccanismi che inducono l‟analgesia

ipnotica. Il dolore è infatti un‟esperienza multidimensionale che coinvolge

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125

fattori sensoriali, discriminativi, motivazionali, affettivi e cognitivi; ogni

dimensione dipende da vie neuro-anatomiche distinte ed è apparentemente

codificata a vari livelli e in varie sedi del sistema nervoso centrale. La

letteratura e la nostra stessa esperienza mostrano che l‟ipnosi può essere

efficace nella down-modulation delle sensazioni dolorose in acuto.

I nostri risultati sono in accordo con i modelli che coinvolgono una riduzione

della trasmissione dello stimolo nocicettivo a livello spinale. Infatti nel nostro

studio non solo la tolleranza al dolore era aumentata durante l‟analgesia

ipnotica - come dimostrato dall‟aumento della soglia al dolore - ma anche la

risposta cardiovascolare allo stimolo doloroso era ridotta, con una minore

riduzione delle resistenze periferiche32

e un minore aumento della portata

cardiaca e delle sue componenti emodinamiche in seguito a stimolazione

trigeminale. Non solo, ma l‟aumento della soglia al dolore correlava

direttamente con il grado di vasodilatazione (espresso come aumento di portata

cardiaca) e con l‟aumento di stroke volume, a dimostrazione di una verosimile

relazione causale fra i due eventi. Non correlava invece con la variazione di

frequenza sinusale, che era il risultato della riduzione diretta dovuta al dolore

trigeminale e di un aumento riflesso conseguente alla vasodilatazione. Una

marcata riduzione della frequenza cardiaca con ipotensione è stata

recentemente dimostrata da Prabhakar e coll.33

dopo incisione chirurgica in

territorio trigeminale e la stimolazione elettrica del ganglio del nervo trigemino

comporta un‟attivazione riflessa dei gangli autonomici coinvolti nella

vasodilatazione34

. I risultati qui descritti avvalorano l‟ipotesi - già sostenuta in

altre occasioni e in diverso setting sperimentale da questo stesso gruppo di

ricerca - che l‟analgesia ipnotica possa essere attribuita (o quanto meno si

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

126

accompagni) ad inibizione dei segnali nocicettivi a livello spinale7,35

,

avvalorando il modello del gate control o quello a livelli multipli. In tale ottica,

quindi, il dolore non sarebbe semplicemente dissociato dalla coscienza, ma

realmente bloccato a un qualche livello più basso.

Precedenti esperienze di questo gruppo di ricerca32

avevano dimostrato come

fosse possibile ridurre mediante HFA la percezione soggettiva del dolore non

trigeminale e le sue conseguenze emodinamiche. In questo esperimento si è

dimostrato che la stessa sequenza di eventi può essere evocata nel caso del

dolore trigeminale. Appare quindi evidente l‟utilità dell‟ipnosi nel controllo del

dolore e delle sue risposte riflesse cardiovascolari, utilità che potrebbe essere

sfruttata sia nell‟ambito chirurgico sia in quello odontoiatrico.

In conclusione, l‟analgesia ipnotica ottenuta mediante semplici ma appropriate

suggestioni verbali proposte da un esperto ipnotista è efficace nel ridurre la

percezione del dolore trigeminale da stimolazione elettrica. È inoltre possibile

misurare e quantificare mediante parametri numerici tale analgesia, che è altresì

in grado di prevenire la risposta emodinamica riflessa.

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Corrispondenza a:

Prof. E. Casiglia

Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale

Università degli Studi di Padova

Via Giustiniani, 2

35128 Padova

Tel 049-8212277, fax 049-8754179, e-mail [email protected]

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131

Fabrizio Iecher

L’IPNOSI IN AMBITO GIURIDICO

Riassunto

Inizialmente sono trattati i temi della posizione dell‟ipnosi nel nostro

ordinamento giuridico e del consenso informato.

L‟attenzione viene poi rivolta ai pericoli che possono derivare dall‟ipnosi,

attraverso un‟approfondita analisi delle possibili modificazioni peggiorative del

modo di essere di un individuo (considerato come entità somato-psichica).

Vengono descritte inizialmente, nei soggetti sottoposti ad ipnosi, le sequele più

comuni, considerate comunque problemi scarsamente significativi e tali da non

poter essere ritenuti espressione di un danno.

Successivamente è affrontato il tema delle possibili complicanze, dei possibili

effetti negativi di una trance ipnotica su individui affetti da preesistenti disturbi

organici e mentali, per i quali le tecniche di induzione ipnotica possono

assurgere al ruolo di elemento scatenante ovvero di momento rivelatore di

patologie preesistenti.

Sono infine dettagliatamente descritti i possibili pericoli correlati alla semplice

ipnosi, alla fase post ipnotica, all‟ipnosi terapeutica, ai fallimenti della

deipnotizzazione, alla coercizione, alla dipendenza, all‟ipnosi da spettacolo.

Si passa quindi all‟esame di quelle situazioni che riguardano i pericoli

“giudiziari” ai quali può andare incontro un ipnologo nello svolgimento della

sua professione

Infine si esaminano le applicazioni dell‟ipnosi in ambito forense in altri

ordinamenti giuridici con particolare riguardo agli Stati Uniti d‟ America.

Summary

At the beginning, the dissertation deals with hypnosis in Italian legal order and

the “informed consent” to the hypnotherapy.

Then, the attention is turned to the hypnosis related dangers, through further

investigation on possible negative modifications of the hypnotized person‟s

lifestyle (considered as a somatopsychic entity).

Afterwards, the author describes, in people subject to hypnosis, the most

common consequences, which don‟t affect the state of health and don‟t cause

damages.

Then, the work analyzes the possible complications and the possible negative

effects of the hypnotic trance on people suffering from pre-existing organic and

mental illnesses. In this case, hypnotic suggestion can highlight or increase

such diseases.

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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At last, the author approaches the possible dangers related to: simple hypnosis,

post-hypnotic phase, therapeutic hypnosis, de-hypnotization failures, moral

subjugation, dependence on the hypnotist, “theater hypnosis”.

Finally, the essay deals with judgments about hypnosis, both in Italy and

U.S.A.

Introduzione

Nell‟ambito della medicina, della psichiatria, della psicologia giuridica e

della psichiatria forense, l‟ipnosi, in Italia, è scarsamente considerata benché sia

impiegata scientificamente nella ricerca clinica ed in ambito terapeutico

Verosimilmente, alla base di tale scarsa considerazione c‟è una diffusa,

pressoché totale, assenza di conoscenza del fenomeno.

L‟ipnosi è un fenomeno psicosomatico, uno stato modificato di coscienza

auto o etero indotto, una condizione psicofisica dinamica, un particolare modo

di essere dell‟organismo, un monoideismo plastico.

Non è pertanto sonno, magia, risultato di fluidi o poteri, succubanza,

forzatura della volontà, trucco, gioco di prestigio, siero della verità, suggestione,

Oltre che in psichiatria (nevrosi, disturbi somatoformi, dipendenze da

alcool, tabacco, droga,disturbi sessuali di origine psicogena, disturbi alimentari),

può trovare applicazione pratica in medicina generale (reazioni psicogene

gastrointestinali; cardiovascolari; genitourinarie; reazioni allergiche psicogene;

cefalee, disturbi della parola, dolori articolari e dolori muscolari psicogeni, cura

dell‟obesità), in pediatria (prevalentemente per le dermatiti e per i problemi

respiratori sfruttando il linguaggio simbolico delle favole), in geriatria

(soprattutto nel voler restituire sensazioni di vitalità e di entusiasmo), in

chirurgia e ginecologia (interventi ambulatoriali,), in ostetricia (preparazione

ed induzione del parto, interventi ambulatoriali, disturbi ginecologici

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psicosomatici), in oncologia (chiarificazione di credenze false, gestione delle

emozioni, realizzazione della calma, potenziamento del sistema immunitario,

incoraggiamento, controllo del dolore fisico), in dermatologia (come terapia

alternativa o complementare all‟ acne escoriato, all‟ alopecia areata, alla

dermatite atopica, all‟eritroderma, ai foruncoli, all‟ herpes simplex,

all‟iperidrosi, all‟ittiosi vulgaris, alla neurodermite, alla nevralgia posterpetica,

al prurito, alla psoriasi, alla rosacea, alla tricotillomania, all‟ orticaria, alla

verruca vulgaris, alla vitiligine), in anestesia (controllo del dolore, preparazione

agli interventi chirurgici, nel post operatorio), in odontoiatria (controllo delle

fobie, delle ansie, del dolore).

L‟uso di tecniche suggestive ha inoltre determinato attività quali

l’ipnosipedia (impiego dell‟ipnosi nell‟apprendimento), l’ipnosi per lo sport

(controllo dell‟ansia pre-agonistica; rilassamento muscolare e mentale con

conseguente miglioramento del controllo del tono muscolare e dello stato

emotivo; recupero della fatica fisica e mentale), l’ipnosi per scopi militari,

l’ipnosi per programmi spaziali, l’ipnosi da palcoscenico, l’ipnosi per lo

studio dei fenomeni paranormali, nonché le applicazioni dell’ipnosi per

finalità illecite.

L’ipnosi nel nostro ordinamento giuridico Per un migliore inquadramento dell‟ipnosi, tanto nelle previsioni del

Codice Penale che in quelle del Codice Civile, occorre richiamare brevemente

alcuni concetti di carattere generale.

L‟ipnosi è uno stato di coscienza che un soggetto assume passivamente e

per il quale la facoltà di percepire il mondo esterno è condizionata dagli ordini

dell‟ipnotizzatore.

L‟ipnosi si differenzia così dal sonno durante il quale ogni contatto con

l‟esterno, con le altre persone, è interrotto. A volte, inoltre, il sistema

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neurovegetativo può adeguarsi (reazioni vasomotorie, viscerali etc) agli stati

affettivi provocati dalle influenze suggestive dell‟ipnotista.

L‟ipnotizzato non “rinuncia” però totalmente alla propria volontà, non

“rinuncia” del tutto alla propria personalità per adeguarsi ai comandi

dell‟ipnotizzatore ma mantiene sempre una certa capacità di disporre di se

stesso, di respingere eventuali richieste contrarie alle sue regole di vita ed è in

grado di far cessare l‟ipnosi quando vuole.

Non è così assolutamente possibile ipnotizzare un soggetto senza la sua

collaborazione; è necessario un accordo implicito tra ipnotista e soggetto da

ipnotizzare per cui lo stato di trance è comunque, in parte, conseguente alla

volontà di quest‟ultimo; solo nell‟ipnosi d‟urgenza (tecniche rapide o istantanee)

il rapporto tra ipnotista ed ipnotizzato è “sbilanciato”.

Inoltre essendo basata l‟ipnosi su una serie di tecniche di persuasione,

non è possibile far rivivere automaticamente, alla persona ipnotizzata, ricordi

passati

Diversa dall‟ipnotizzabilità è la suggestionabilità.

Mentre l‟una è l‟accettazione critica dell‟idea dell‟altro e la capacità di

realizzare monoideismi plastici; l‟altra è la accettazione acritica dell‟idea

dell‟altro

La suggestione viene così ad essere uno stato di confusione mentale che

indebolisce la logica e può essere indotta con artifici o sostanze, con ottimi

risultati, su persone particolarmente influenzabili o dal carattere debole, che si

lascerebbero così guidare perdendo il controllo di ciò che fanno.

Dai resoconti di rapine e furti che, secondo i giornalisti che ne hanno

dato notizia, sarebbero stati effettuati “ipnotizzando le vittime” quello che in

realtà emerge è l‟abilità particolare dei malviventi, a creare confusione; in altri

termini gli autori dei reati non sono ipnotisti ma professionisti della suggestione

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Il Codice Penale cita l‟ipnosi in due articoli: all’art 613 (nell‟ambito dei

Delitti contro la libertà morale e all’art. 728 (tra le Contravvenzioni concernenti

l‟attività sanitaria).

Nel nostro ordinamento giuridico istanze garantistiche, epistemologiche

(mancanza di sicurezza sui risultati di strumenti probatori ritenuti non del tutto

affidabili) nonché la salvaguardia di valori etici fondamentali, escludono il

ricorso all‟ipnosi intesa come l‟induzione in un soggetto di un particolare stato

correlato a modificazioni psico-fisiologiche, indotte e mantenute da

monoideismo, che permette di influire sulle condizioni psichiche, somatiche e

viscerali del soggetto stesso per mezzo del rapporto creatosi fra questi e

l‟ipnotizzatore.

Per le stesse ragioni risulta altresì proscritto il ricorso alla Narcoanalisi

(somministrazione lenta per via endovenosa di barbiturici + amfetamine), al

Poligrafo (registrazione ed amplificazione delle variazioni di parametri

fisiologici quali la pressione arteriosa, il ritmo respiratorio, la frequenza

cardiaca, la sudorazione palmare), alla Functional Magnetic Resonance

Imaging ( studio del flusso e del volume sanguigno e quindi, indirettamente,

dell‟attività cerebrale nelle aree dell‟encefalo interessate dalle azioni che il

soggetto può compiere)

Neppure è consentito il ricorso ad altre metodologie basate su studi

sperimentali quali la Elettroencefalografia (la attenzione è concentrata su

un‟onda particolare, la P300, che varierebbe in ampiezza in presenza di stimoli

familiari rispetto a stimoli non famlari) la Rilevazione Termica Cutanea (il

mentire determinerebbe un maggiore afflusso di sangue, quindi un‟aumento

della temperatura, nelle zone periorbitarie), l’Analisi delle Caratteristtiche

Sonore della Voce (basata sulle caratteristiche diverse che avrebbe la voce

quando si mente)

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Risultano infine vietati interventi manipolatori dell‟auocontrollo

dell‟individuo attraverso metodologie scientifiche di tipo chirurgico o

farmacodinamico ovvero azioni più grossolane quali quelle basate sulla fame,

la sete,la luce abbagliante, il buio, le minacce, le esche (impunità o

riduzione di pena) escluso il baratto confessione-sconti di pena, nei termini

regolati dalle cd norme premiali (art 8 L 203/1991)

Il codice di rito esclude così qualunque intervento manipolante

attuabile con metodiche scientifiche, indipendentemente dal giudizio sulla

validità della tecnica medesima da parte della comunità scientifica (Prof.

Franco Cordero – Procedura Penale – Milano 2005, pag 616 ).

Le disposizioni generali sull‟assunzione della prova e in particolare sulla

libertà morale della persona nell‟assunzione della prova, prevedono all’Art. 188

dell’attuale Codice di Procedura Penale che “non possono essere utilizzati

neppure col consenso della persona interessata, metodi o tecniche idonei ad

influire sulla libertà di autodeterminazione ovvero ad alterare la capacità di

ricordare o valutare i fatti”. L’art 192 CPP, disciplina, a sua volta, i criteri di

valutazione della prova da parte del Giudice.

Inoltre, nelle regole generali per l‟interrogatorio dell‟imputato, l’art. 64,

secondo comma, del Codice di Procedura Penale, esancisce il divieto di

utilizzare “metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di

autodeterminazione o ad alterare la capacità di ricordare e valutare i fatti”.

A parte le previsioni normative, anche la dottrina prevalente è contraria

all‟uso dell‟Ipnosi, della Narcoanalisi, del Poligrafo della FMRI

nell‟interrogatorio tanto dei testimoni che dell‟imputato.

Degna infine di una particolare attenzione è la questione se, nel nostro

Ordinamento Giuridico, un accertamento peritale (perché tale risulterebbe l‟uso

dei suddetti accertamenti tecnico-scientifici) possa riguardare la sincerità di un

dichiarante, testimone od imputato che sia.

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Va sottolineato al riguardo che il qualificato parere tecnico scientifico

espresso da un perito sulla sincerità dell‟autore di una dichiarazione su un fatto,

è sempre un parere, una opinione che, come tale, non può incidere

sull‟accertamento di una situazione di fatto.

Peraltro su un tale accertamento incide anche sensibilmente l’art 24

della Costituzione dal quale scaturisce che se un imputato vuole difendersi

mentendo, ha il diritto di farlo.

Per accertare la verità processuale, nel sistema vigente, non è

assolutamente previsto l‟intervento di un perito che si pronunci sulla sincerità di

un dichiarante ma occorre rifarsi, in primis, al ruolo istituzionale del giudice

penale (potere-dovere di rendere una valutazione motivata sulla attendibilità di

chi effettua dichiarazioni) nonchè al principio del contraddittorio (cross

examination).

E‟ pacifico comunque che il perito, così come i consulenti tecnici,

attraverso la loro attività professionale e la successiva loro sottoposizione in

aula alla “cross examination”, contribuiscono al formarsi del libero

convincimento del giudice.

Dopo l‟entrata in vigore nel 1988 del Codice di Procedura Penale la

giurisprudenza si è occupata solo in rari casi dei problemi dell‟ipnosi: in un

caso, addirittura per stigmatizzare con un provvedimento disciplinare l‟uso

dell‟ipnosi da parte di un magistrato.

Altre vicende correlate sempre all‟ipnosi hanno riguardato pronunce di

varie Autorità Giudiziarie: un caso di perizia su un minore (Corte d‟ Assise

Caltanisetta), tre casi di violenza sessuale (Cass. Penale III sez), un caso di

rapina aggravata (Cass Pen II sez), maltrattamenti ed abuso di mezzi di

correzione (Cass Penale III sez), ipnosi di un venditore (Cass. Civile sez II)

plagio delle opere di ingegno (Corte Costituzionale) sentenze tutte riportate in

allegato

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Il Codice Civile, contrariamente al Codice Penale non ha specifiche

norme riguardanti l‟ipnosi che, analogamente al sonnambulismo, al delirio

febbrile, all‟ubriachezza accidentale è così da ricondurre alle previsioni dell‟art

428 C.C. con conseguente annullabilità degli atti giuridici compiuti in tale stato

di coscienza

La nullità degli atti giuridici comporta la totale inefficacia dell‟atto, del

contratto nullo; la nullità assoluta dello stesso; la imprescrittibilità dell‟azione;

la inammissibilità della convalida.

Di contro, nel caso di atti giuridici annullabili, gli effetti del contratto si

producono fin dall‟inizio; tali effetti vengono meno soltanto a seguito

dell‟azione di annullamento; legittimato ad agire è unicamente il soggetto nel

cui interesse è prevista dalla legge l‟annullabilità del contratto; l‟azione va

incontro a prescrizione; la convalida del contratto è ammissibile.

Pur in presenza di diverse opinioni la Dottrina prevalente è dell‟avviso,

in relazione alla possibilità di gradazione nel coinvolgimento di un soggetto

nell‟ipnosi, che lo stato di incapacità naturale che si determina in tale stato di

coscienza non è tale da determinare la nullità degli atti compiuti ma solo la loro

annullabilità ex art 428 CC

La giurisprudenza della Corte di Cassazione se da un lato riconduce

l‟ipnosi ad una delle “qualsiasi cause” previste dalla sopracitata norma,

dall‟altro presenta posizioni divergenti sul concetto di incapacità naturale

giungendo addirittura a sostenere una certa equiparazione tra l‟interdizione

legale ex art 414 CC e l‟incapacità naturale ex art 428 CC

Le due fattispecie presentano comunque una spiccata differenza

correlata alle cause che determinano l‟incapacità, alla sua natura ed alla sua

durata. L‟art 414 si riferisce infatti alle infermità di mente propriamente dette

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mentre l‟art 428 fa riferimento ad ogni stato emotivo abnorme, anche se

transitorio, purchè contestuale al compimento dell‟atto

La suggestione indotta dall‟ipnotista trova cittadinanza quindi, a pieno

titolo, nell‟art 428 CC per lo stato psichico che comporta e per la sua incidenza

sulla capacità di intendere e di volere del soggetto

Il consenso informato all’ipnosi I trattamenti sanitari volontari, nell‟ambito dei quali trova cittadinanza

l‟ipnosi, sono attuati con il consenso dell‟interessato, debitamente informato

(ovvero con il consenso informato di chi ha la legale rappresentanza del

paziente: esercenti la potestà genitoriale, tutore, curatore) e la regola di condotta

del terapeuta deve essere ispirata ai principi di correttezza e di bene operare

Nell‟ambito dell‟ipnosi, frutto di una scelta consensuale di due soggetti

(il paziente ed il curante), alla base della scelta di intraprendere un tale percorso

ci sono le modalità attraverso le quali il paziente ha ricevuto informazioni sulla

sua condizione, sulle possibilità di curarsi e sulle modalità di intervento che

verranno adottate

Dopo una accurata raccolta anamnestica ed una corretta informazione

sulle caratteristiche del problema presentato dal paziente, l‟ipnotista deve

prospettargli indicazioni e controindicazioni dei possibili tipi di trattamento e,

propostogli un programma terapeutico attraverso l‟ipnosi, deve ottenerne una

piena volontarietà nell‟adesione allo stesso.

Per il trattamento proposto dovrà dettagliatamente e preventivamente

informarlo inoltre sui rischi e benefici del programma terapeutico attraverso

l‟ipnosi, sui vantaggi, sugli svantaggi, sui possibili pericoli e sui rischi correlati

nonché sui possibili esiti di un tale tipo di intervento.

Per la validità del consenso il paziente oltre ad essere consapevole, in

grado pertanto di comprendere le informazioni che gli vengono fornite, deve

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risultare in grado di effettuare una scelta tra le diverse opzioni di cui dispone

nonché di poter riconoscere il contesto in cui si trova, la sua condizione, le

eventuali possibili conseguenze delle sue scelte terapeutiche

Si osserva che l‟assenza di una preventiva specifica informazione al

paziente, costituendo la lesione del fondamentale principio di tutela della libertà

individuale (impossibilità per un soggetto non edotto di effettuare “diverse”

scelte autonome), configura il delitto di violenza privata di cui all’art 610 CP.

Viste le delicate implicazioni che un trattamento psicoterapico attraverso

l‟ipnosi può comportare, è opportuno, comunque, filmare con telecamera ogni

seduta e conservare agli atti d‟archivio i CD relativi

Infine, laddove un soggetto presenti condizioni cliniche tali da rientrare

nella previsione dell’art. 54 del CP (Stato di necessità: non è punibile chi ha

commesso il fatto per esservi stato costretto necessità di salvare se od altri dal

pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolosa lui non

volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia

proporzionato al pericolo) è possibile prescindere dal suo consenso senza

violare la legge, essendo applicabile, in questi casi, una delle cause di esclusione

della punibilità previste dal legislatore penale.

Il caso è piuttosto frequente per interventi attraverso l‟ipnosi all‟interno

di strutture ospedaliere deputate all‟emergenza (Pronto Soccorso), ovvero sul

territorio (dopo catastrofi naturali terremoti, inondazioni, gravi incidenti

ferroviari, stradali, eventi bellici, atti terroristici, etc) con conseguenti reazioni

acute da stress nei soggetti coinvolti nell‟evento ad alta valenza

psicotraumatizzante, i quali possono trarre beneficio anche dagli effetti

analgesici che può provocare l‟ipnosi.

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I pericoli dell’ipnosi Il concetto di pericolo, secondo la più moderna dottrina, va inteso come

la probabilità di un evento temuto (antigiuridico, dannoso). Ha carattere

oggettivo e non è riconducibile ad emozioni, a timori del singolo individuo.

Tanto premesso si osserva come, nei soggetti sottoposti ad ipnosi, la

semplice reazione emotiva e le sequele più comuni quali cefalea, lacrimazione,

sudorazione, sono considerati problemi scarsamente significativi e tali da non

poter essere considerati espressione di un danno.

Al fine di evitare la possibilità che le tecniche poste in essere

dall‟ipnologo assurgano al ruolo di elemento scatenante, momento rivelatore di

patologie preesistenti, possano comunque essere fonte di danno per il paziente,

risulta di fondamentale importanza la raccolta di una circostanziata anamnesi

del soggetto e la conseguente diagnosi dei disturbi presentati, prima di

sottoporlo a qualsivoglia trattamento, ivi compresa l‟ipnoterapia.

Premesso che, possibile è un fatto che può accadere, mentre probabile è un

fatto, un evento che facilmente accadrà, i pericoli che possono derivare dall‟uso

dell‟Ipnosi sono così individuabili:

1. Pericoli per l’operatore (ipnotista)

2. Pericoli per la Medicina

3. Pericoli per l’Ipnosi stessa come metodo

4. Pericoli per il soggetto ipnotizzato

PERICOLI PER L’IPNOTISTA

Per quanto riguarda l’operatore preliminarmente e cautelativamente si

sottolinea che deve essere in possesso di:

Un‟età adeguata

Una esperienza adeguata

Una maturazione personale certa

Doti di empatia

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Educazione etica

Capacità di gestire il rapporto con il soggetto da ipnotizzare

Intenzione di curare

Conoscenza della patologia da curare

Fiducia nella guaribilità del soggetto

Disponibilità a coinvolgere anche altri esperti nella soluzione dei

problemi emergenti

I pericoli che possono caratterizzarne l‟attività sono

Il pericolo del sentimento di onnipotenza

Il pericolo del limitarsi alla sola tecnica ipnotica

Il pericolo che l‟intensa relazione che viene a costituirsi con il

paziente, possa far precipitare qualche disturbo psicopatologico già presente

nell‟operatore stesso

Il “pericolo” di commettere reati

I reati più comuni riconducibili all’attività dell’ipnotista sono:

La violenza privata.(artt. 610 e 611 C.P.)

Lo stato di incapacità procurato mediante violenza (art 613 C.P.)

Il trattamento idoneo a sopprimere la coscienza e la volontà altrui

(art. 728 C P; disposizione che non si applica se il fatto è commesso a scopo

scientifico o di cura, da chi esercita una professione sanitaria)

Le lesioni personali. (art. 582 C.P. e seguenti,; distinte in dolose;

colpose; che conseguono ad altri delitti; delle quali l‟operatore risponde a titolo

di responsabilità oggettiva).

La violenza sessuale. (le circostanze aggravanti sono previste

dall‟art 609 ter, del Codice Penale)

La circonvenzione di incapace disciplinata dall‟art. 643 C.P.

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L‟esercizio abusivo di una professione.( l‟art 348 CP mentre l‟art

2229 CC disciplina l‟Esercizio delle professioni intellettuali):.

L‟usurpazione di titoli. (art. 648 C.P.)

PERICOLI PER LA MEDICINA

Fallimento dell’Ipnoterapia, con conseguente discredito della psicoterapia

e ripercussioni negative sulle aspettative dell’utenza e dei medici che

avevano inviato il paziente all‟Ipnotista

PERICOLI PER L’IPNOSI COME METODO

Pericolo del cultismo, vero e proprio meccanismo di difesa degli

ipnotisti, come tale assolutamente deleterio

Rischio della derisione correlato alle resistenze delle singole

persone e della collettività

PERICOLI PER IL SOGGETTO IPNOTIZZATO

Occorre distinguere:

I pericoli sul versante giuridico (già trattati nel paragrafo

“L‟ipnosi nel nostro ordinamento giuridico”)

I pericoli sul versante clinico

Nei soggetti sottoposti ad ipnosi, le sequele più comuni, più probabili, tali

da non poter essere considerate espressione di un danno, perché problemi

scarsamente significativi, sono:

1. la semplice reazione emotiva

2. la cefalea

3. la lacrimazione

4. la sudorazione

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Altre possibili sequele, sono dettagliatamente descritte in letteratura

(Frank J Mac Hovec – Hypnosis complications) così come particolare

attenzione è riservata ai possibili effetti negativi di una trance ipnotica su

soggetti affetti da preesistenti disturbi organici e mentali tenuto conto che in

questi casi vi è la possibilità che le tecniche, le metodiche poste in essere

assurgano al ruolo di

elemento scatenante

momento rivelatore di patologie preesistenti

Rientrano tra i rischi correlati con le condizioni preesistenti:

• il rischio di scatenare un disturbo mentale;

• il rischio di peggiorare un disturbo in atto;

• il rischio di prolungare la durata di un disturbo;

• il rischio di un miglioramento superficiale

Una trance ipnotica può avvenire oltre che in un setting clinico, in un

setting non clinico.

IN UN SETTING CLINICO le possibili sequele correlate con la terapia

in ipnosi risultano più frequentemente l’ansia, la depressione, il

disorientamento cognitivo.

Possono scaturire dai tentativi del terapeuta di ottenere dei cambiamenti

permanenti nei sintomi presentati dal soggetto e prodotti dal suo inconscio. In

questi casi lo scatenarsi degli effetti avversi sarebbe determinato dalla minaccia

che avvertirebbe il soggetto per quella parte del suo inconscio che aveva trovato

una sorta di adattamento nel produrre i sintomi sgraditi.

Un‟altra possibile evenienza è Il fallimento della conclusione della

trance (deipnotizzazione) che può verificarsi per:

l‟adozione di inadeguate procedure conclusive da parte dell‟ipnotista;

l‟ assenza di qualunque procedura di deipnotizzazione;

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il disinteresse del soggetto al rientro in uno stato di coscienza ordinario

per poter continuare a restare nello stato di trance.

Altre possibili conseguenze possono determinarsi per la coercizione

ossia la capacità di costringere le persone ipnotizzate a commettere atti

pericolosi, criminali, immorali, autolesivi e lesivi e ad adottare in genere

comportamenti antisociali. Tale definizione è applicabile non solo a un soggetto

in stato ipnotico ma anche nella fase post ipnotica.

Può infine, in rari casi, determinarsi la dipendenza dall‟ipnotista

IN UN SETTING NON CLINICO, non esistono prove che l‟ipnosi

indotta, ad esempio, sul palcoscenico – in assenza di elementi terapeutici e

condizioni preesistenti – possa essere associata con qualunque effetto avverso

tale da costituire un danno perseguibile legalmente.

Una volta esclusi gli effetti negativi dovuti a condizioni preesistenti,

l‟unica fonte di pericolo nello spettacolo teatrale è il fallimento della

deipnotizzazione.

Le applicazioni dell’ipnosi in ambito forense in altri

ordinamenti giuridici Tenuto debito conto degli oggettivi limiti esistenti nel nostro

ordinamento giuridico, appare comunque opportuno approfondire quali siano le

possibilità e le applicazioni dell‟ipnosi in campo forense in altri ordinamenti

giuridici, in particolare negli Stati Uniti d’ America

Per inquadrare gli orientamenti della giurisprudenza nord-americana, in

ordine al possibile ricorso in ambito processuale all‟ipnosi, occorre partire da

due fondamentali pronunce, quella in c. Frye del 1923 e, nel 1993, in c.

Daubert, riguardanti il tema dell’ammissibilità di strumenti probatori

connessi all’utilizzo di metodiche scientifiche “nuove” o “controverse”.

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La sentenza Frye si basa sul principio della general acceptance

(principio incentrato sul richiamo all’opinione della maggioranza della

comunità scientifica) e, ha inteso chiarire quali siano i parametri da osservare

per poter accogliere “nuove” prove scientifiche.

Da tale sentenza, nel lontano anno 1923, scaturì l‟elaborazione dello

standard del cd. General Acceptance Test for Admissibility of Scientific

Evidence, basato sul requisito della “general acceptance of the principle or

technique in the scientific community”.

Fu poi affermato da parte della Circuit Court del Distretto della

Columbia che il Giudice, in presenza di situazioni controverse da un punto di

vista scientifico e in presenza di situazioni che non chiariscano se si tratta di

mere sperimentazioni o tesi verificate, deve, in primis, valutare la rilevanza

della prova con riferimento alla vicenda presa in esame, poi è tenuto a

verificare le posizioni della “scienza ufficiale” alla luce delle conoscenze

“generalmente accettate” da parte della comunità scientifica.

Dopo circa 70 anni, la Corte Suprema ha modificato l’orientamento

giurisprudenziale dei precedenti anni ed ha superato la pronuncia Frye,

(basata essenzialmente sulla necessità di un generale riconoscimento da parte

della comunità scientifica per l‟ammissibilità di una “prova scientifica”) con la

decisione in c. Daubert v. Merrel Dow Pharmaceuticals, Inc., attraverso la

quale ha ampliato il numero dei parametri di riferimento per il giudice,

evidenziando così numerosi criteri di affidabilità traducentisi in indici di

ammissibilità.

La sentenza Daubert ha finito con il sottolineare come nel giudizio di

ammissibilità siano almeno quattro gli aspetti da prendere in considerazione:

1) se la teoria avanzata o la tecnica che si intende utilizzare possano

essere testate o siano già state testate;

2) se esse abbiano costituito oggetto di pubblicazioni scientifiche;

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3) se sia noto il loro grado di potenziale errore;

4) se siano state generalmente accolte nel mondo scientifico.

Una tale sentenza ha collocato il giudice in una posizione assai più

incisiva rispetto a quella derivata dalla pronuncia Frye del 1923 , e dopo 70

anni gli ha attribuito un compito di effettivo controllo sulla possibilità di

dare ingresso nel processo ai dati conoscitivi ricavabili dalle conoscenze

esperte.

Va osservato che le modifiche alla precedente impostazione

antecedente al 1993 sono state poi ulteriormente rafforzate dal

riconoscimento dell’ipnosi come valida modalità terapeutica da parte

dell’American Medical Association e dell’America Psychological Association

Comunque, l’utilizzazione dell’ipnosi nelle vicende giudiziarie non

ha mai riguardato confessioni ma testimonianze di soggetti che avendo

assistito a vicende oggetto di giudizio necessitano di “ricordare meglio”

ovvero di “eliminare blocchi mentali” insorti a causa di fatti delittuosi.

In quest’ultimo caso, non sono mancati, comunque, contrasti

giurisprudenziali.

Alcune sentenze hanno ammesso le deposizioni sui fatti ricordati a

seguito del trattamento ipnotico, sempre che nella sottoposizione ad ipnosi siano

state osservate tutte le cautele volte a limitare il pericolo di interventi atti a

suggestionare tali soggetti.

Altre pronunce hanno ritenuto invece inammissibile la deposizione dopo

un trattamento ipnotico, tenuto conto della possibile inattendibilità di tali

deposizioni per quei fattori che possono influenzare la memoria post-ipnotica,

quali i condizionamenti intenzionali o non intenzionali durante l‟ipnosi ovvero il

rafforzamento ingiustificato del teste circa l‟esattezza dei suoi ricordi.

Considerazioni conclusive

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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Nel nostro ordinamento giuridico, allo stato attuale, non vi sono le

condizioni perché l‟ipnosi possa trovarvi cittadinanza.

È auspicabile che, con il trascorrere del tempo, analogamente a quanto

avvenuto in altri paesi, il Legislatore prenda sempre più atto della

scientificità della tecnica ipnotica e, disciplinate rigorosamente le necessarie

cautele da adottare, ne ammetta l’utilizzazione limitatamente a quei

testimoni per i quali risulti opportuno suscitare o migliorare i ricordi di

eventi passati.

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Norme di Pubblicazione per gli Autori

Chi vuole pubblicare lavori originali sulla “Rassegna di Psicoterapie. Ipnosi.

Medicina Psicosomatica. Psicopatologia Forense”, deve inviarli in triplice copia al

direttore responsabile: Prof. Vincenzo Mastronardi, Dipartimento di Neurologia e

Psichiatria Universitá “La Sapienza” P.zza A. Moro, 5 - 00185 Roma – e-mail:

[email protected] che li sottopone all‟esame di un Comitato di Lettura

che può accettarli, rifiutarli o accettarli con riserva. Il testo degli articoli dovrá

comprendere:

1. - il titolo completo del lavoro

2. - suo riassunto in italiano e “abstract” in inglese, contenenti le ragioni dello studio

compiuto, le principali osservazioni, e le conclusioni dell‟Autore;

3. - parole chiave in italiano e “key words” in inglese

4. - nome e cognome dell‟Autore (o Autori) in prima pagina in alto con astersco*

richiamato a piè di pagina con i suoi titoli e le qualifiche più rilevanti: qualora si

tratti di un lavoro di ricerca effettuato presso un istituto universitario o un reparto

ospedaliero o altro ente, indicarne la denominazione esatta, con la firma di

autorizzazione alla stampa del direttore, completo di numero di telefono e CAP;

5. - la bibliografia: le opere elencate vanno numerate progressivamente secondo

l‟ordine alfabetico. Di ognuna va indicato il cognome dell‟autore e le iniziali del

nome, il titolo del libro dell‟edizione originale con in parentesi: città e casa

editrice. Nel testo la bibliografia va richiamata con il numero corrispondente posto

fra parentesi; il nome dell‟autore citato va scritto in neretto, seguito dall‟anno di

pubblicazione (es.: Granone, 1989); se le pubblicazioni citate per uno stesso autore

sono più di una, aggiungere la lettera alfabetica che la contraddistingue.

Sono particolarmente graditi i testi dattiloscritti accompagnati da relativo

dischetto con l’indicazione del tipo di programma adottato. Si accettano anche volentieri, notiziari, notizie utili, interviste originali, recensioni,

condensazioni o traduzioni di articoli o riviste straniere di ipnosi, informazioni su

convegni e congressi.

Con l‟atto dell‟invio dei lavori originali, gli Autori si impegnano a non pubblicare lo

stesso lavoro in altra rivista, libro o in internet e cedono tutti i diritti alla Direzione della

Rivista. Per informazioni in proposito rivolgersi alla Direzione responsabile

[email protected] .

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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.

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Finito di stampare il

30 aprile 2010

presso

Lineart Studio

Via Ottavilla, 10 00152 Roma

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Volume 15 N° 1 - 2010

SOMMARIO

TESI VINCITRICI PREMIO GRANONE CIICS

(CENTRO ITALIANO DI IPNOSI CLINICA E SPERIMENTALE – TORINO)

- Alessandria Marco

STUDIO CLINICO SPERIMENTALE SULL’APPLICAZIONE

DELLE TECNICHE IPNOTICHE SU SOGGETTI

PRATICANTI IL TRIATHLON AD ALTO E MEDIO

LIVELLO ………………………………………………….pag. 7

- Panagiota Rempelou, Edoardo Casiglia, Giuseppe Regaldo,

Valérie Tikhonoff, Nunzia Giordano, Anna Bascelli, Enrico Facco

EFFETTI EMODINAMICI ED ELETTROFISIOLOGICI

DELL’IPNOSI CON E SENZA RILASSAMENTO

- STUDIO SPERIMENTALE IN 12 VOLONTARI …….pag. 27

- Remo Ceffa, Giuseppe Regaldo

MANO E IPNOSI RIFLESSIONI ED ESPERIENZA DI UN CHIRURGO DELLA

MANO ………………………………………………………..pag. 45

- Edoardo Casiglia, Sami Schiff, Enrico Facco, Amos Gabbana, Valérie

Tikhonoff, Laura Schiavon, Anna Bascelli, Marsel Avdia, Maria

Teresa Tosello, Augusto Mario Rossi, Hilda Haxhi Nasto, Federica

Guidotti, Margherita Giacomello, Piero Amodio

LL’’AALLEESSSSÌÌAA IINNDDOOTTTTAA IINN PPOOSSTT--IIPPNNOOTTIICCOO

ÈÈ UUNN FFEENNOOMMEENNOO RREEAALLEE EE MMIISSUURRAABBIILLEE --

STUDIO SPERIMENTALE CONTROLLATO CON

STROOPTEST IN 12 VOLONTARI SANI……………..pag. 67

- Nunzia Giordano, Edoardo Casiglia, Valérie Tikhonoff,

Maria T. Tosello

REGRESSIONE D’ETÀ, FENOMENO REALE E

MISURABILE. DIMOSTRAZIONE MEDIANTE TEST DI

RORSCHACH E MATRICI DI RAVEN IN VOLONTARI

SANI………………………………………………………..pag. 89

- Serena Masiero, Enrico Facco, Valérie Tikhonoff, Giovanni

Boschetti, Edoardo Casiglia

«HYPNOTIC FOCUSED ANALGESIA» NEL DOLORE

TRIGEMINALE DA STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLE

POLPA DENTARIA ……………………………………pag. 111 - Fabrizio Iecher

IPNOSI IN AMBITO GIURIDICO …………………...pag.131

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