Rassegna di Psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica ... · seduta di ipnosi. Per tutti si è...
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Rassegna di Psicoterapie.
Ipnosi. Medicina
Psicosomatica.
Psicopatologia Forense.
Periodico quadrimestrale a carattere scientifico
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA "SAPIENZA"
VOLUME 15 – N. 1
Gennaio –Aprile 2010
Volume 15 N° 1 - 2010
Periodico quadrimestrale a carattere scientifico di proprietà della UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA” Comitato Consultivo:
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L. ANCONA (Roma),
P. ARBARELLO (Roma)
D. AKSTEIN (Rio de Janeiro)Cattedra di Psicopatologia Forense
(Dipartimento di Neurologia e Psichiatria),
Universitá di Roma “La Sapienza” .
Direttore responsabile:
Vincenzo Mastronardi
Direzione Scientifica onoraria:
Franco Granone e Antonio Maria
Lapenta
Gli elaborati vanno inviati al Prof.
Vincenzo Mastronardi Dipartimento Neurologia e Psichiatria, Universitá “La
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Roma – Fax: 06/49912282
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M. Calderaro, A. Bormioli, F. Donvito,
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Papi, A. Pomilla, D. Pescina, G. Saladini,
G. Tirone
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J. K. ZEIG (Phoenix).
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Volume 15 N° 1 - 2010
SOMMARIO TESI VINCITRICI PREMIO GRANONE CIICS
(CENTRO ITALIANO DI IPNOSI CLINICA E SPERIMENTALE – TORINO)
- Alessandria Marco
STUDIO CLINICO SPERIMENTALE SULL’APPLICAZIONE
DELLE TECNICHE IPNOTICHE SU SOGGETTI
PRATICANTI IL TRIATHLON AD ALTO E MEDIO
LIVELLO ………………………………………………….…...pag. 7
- Panagiota Rempelou, Edoardo Casiglia, Giuseppe Regaldo,
Valérie Tikhonoff, Nunzia Giordano, Anna Bascelli, Enrico Facco
EFFETTI EMODINAMICI ED ELETTROFISIOLOGICI
DELL’IPNOSI CON E SENZA RILASSAMENTO
- STUDIO SPERIMENTALE IN 12 VOLONTARI ………..pag. 27
- Remo Ceffa, Giuseppe Regaldo
MANO E IPNOSI RIFLESSIONI ED ESPERIENZA DI UN CHIRURGO DELLA
MANO …………………………………………………………..pag. 45
- Edoardo Casiglia, Sami Schiff, Enrico Facco, Amos Gabbana, Valérie
Tikhonoff, Laura Schiavon, Anna Bascelli, Marsel Avdia, Maria
Teresa Tosello, Augusto Mario Rossi, Hilda Haxhi Nasto, Federica
Guidotti, Margherita Giacomello, Piero Amodio
L’ALESSÌA INDOTTA IN POST-IPNOTICO
È UN FENOMENO REALE E MISURABILE -
STUDIO SPERIMENTALE CONTROLLATO CON
STROOPTEST IN 12 VOLONTARI SANI……………..…..pag. 67
- Nunzia Giordano, Edoardo Casiglia, Valérie Tikhonoff,
Maria Tosello
REGRESSIONE D’ETÀ, FENOMENO REALE E
MISURABILE. DIMOSTRAZIONE MEDIANTE TEST DI
RORSCHACH E MATRICI DI RAVEN IN VOLONTARI
SANI………………………………………………………..…..pag. 89
- Serena Masiero, Enrico Facco, Valérie Tikhonoff, Giovanni Boschetti,
Edoardo Casiglia
«HYPNOTIC FOCUSED ANALGESIA» NEL DOLORE
TRIGEMINALE DA STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLE
POLPA DENTARIA ………………………………………..pag. 111 - Fabrizio Iecher
IPNOSI IN AMBITO GIURIDICO ……………………….pag.131
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ALESSANDRIA MARCO1
STUDIO CLINICO SPERIMENTALE SULL’APPLICAZIONE
DELLE TECNICHE IPNOTICHE SU SOGGETTI
PRATICANTI IL TRIATHLON AD ALTO E MEDIO
LIVELLO
ABSTRACT
Abstract: è ormai comunemente riconosciuto il ruolo importante della mente
sulle prestazioni sportive, ma pochi sono gli sforzi scientifici per oggettivare e
quantificare tale coinvolgimento negli atleti di qualsiasi livello sportivo.
Nello studio condotto si vuole verificare la possibilità di incrementare la
capacità di resistenza in atleti azzurri e di alto e medio livello nella classifica
nazionale praticanti il triathlon, con l‟utilizzo dell‟ipnosi.
Il test elettivo identificato per quantificare l‟incremento prestazionale è il test
Conconi, svolto su run race ed effettuato prima e dopo la somministrazione
delle sedute ipnotiche.
Key words: ipnosi, monoideismo plastico, comando post ipnotico, endurance,
soglia anaerobica, test Conconi, cardiofrequenzimetro, frequenza cardiaca
massima (F.C. max), punto di deflessione.
Protocollo di lavoro
Le motivazioni che hanno fatto scaturire la decisione di scegliere atleti di alto
livello come campione dello studio, è stata dettata dalla necessità di ridurre al
minimo le variabili da controllare, in modo da rendere le conclusioni più
oggettive possibili.
I triatleti di alto livello partono da un valore di base di soglia anaerobica e
frequenza cardiaca massima già molto alti e difficilmente incrementabile con la
sola programmazione fisica. Infatti, i loro allenamenti quotidiani hanno come
obiettivo il mantenimento di questi elevati parametri fisiologici. È chiaro
quindi, che la possibilità di evidenziare ulteriori aumenti di tali parametri,
attraverso i metodi valutativi della sperimentazione, non poteva essere causato
dalle tecniche di allenamento da loro utilizzate.
1 D.O.M.R.O.I.
Chinesiologo, Fisioterapista, Osteopata.
Cultore della Materia Medicina Fisica e Riabilitativa presso la Scuola
Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie (S.U.I.S.M.) di Torino.
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Si è così deciso di rivolgere l‟attenzione a quegli atleti che presentavano queste
caratteristiche e di stabilire un criterio di inclusione che prendesse in
considerazione triatleti facenti parte della Nazionale e di alto livello nel ranking
nazionale definiti Atleti ELITE.
Tali atleti vengono poi inseriti in un protocollo di lavoro che prevede:
1. esecuzione del test Conconi, prima delle sedute di ipnosi;
2. individuazione del comando post ipnotico, deciso dall‟atleta;
3. dalle 3 alle 5 sedute di ipnosi, a seconda delle capacità del soggetto di
realizzare i monoideismi plastici;
4. nuova esecuzione del test Conconi, dopo le sedute di ipnosi;
5. comparazione dei grafici e analisi dei dati (andamento della frequenza
cardiaca durante i test, soglia anaerobica, frequenza cardiaca massima,
velocità massima raggiunta durante i test, durata massima dei test,
pendenza del run race).
Il Test Conconi è un test da campo ad esaurimento per la valutazione della
soglia anaerobica. Consiste nel far correre l‟atleta su un run race ad una
velocità di partenza prefissata, la quale, verrà progressivamente aumentata ad
intervalli di distanza regolari, fino all‟esaurimento totale delle capacità di
resistenza. Con l‟utilizzo di un cardiofrequenzimetro è possibile registrare
l‟andamento della frequenza cardiaca durante il test.
La prova prevede la stesura di un grafico che mette in relazione la frequenza
cardiaca (in ordinate) con la velocità (in ascisse). La relazione tra queste due
variabili ha un andamento lineare fino ad un punto definito di deflessione,
punto in cui è possibile identificare la soglia anaerobica, che rappresenta il
livello di potenza più elevato che il soggetto è in grado di mantenere a lungo.
Tale parametro si attesta intorno all‟85% della F.C. max. Al di sotto di questo
valore di frequenza cardiaca la concentrazione di lattato ematico si aggira
intorno ai 2 – 3,5 mmol/L costanti e la prestazione può essere ancora protratta
nel tempo. Al di sopra del valore di soglia aerobica, invece, si verifica un
elevata produzione di lattato ematico, proporzionale all‟intensità di lavoro, che
può arrivare a 5 – 6 mmol/L. Questi elevati gradienti di lattato ematico portano
l‟atleta all‟esaurimento per l‟eccessivo aumento dei radicali acidi mentre la
frequenza cardiaca continua ad aumentare con una velocità minore rispetto
all‟andamento al di sotto della soglia. In tali condizioni la prova non può più
durare a lungo.
Il test viene effettuato su un run race per evitare che l‟atleta non mantenga
costante la velocità durante gli steps.
Per la sperimentazione sono stati fissati alcuni paramentri per l‟esecuzione del
test:
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1. pendenza costante al 4%: la scelta è stata obbligata a causa della velocità di
punta raggiunta dagli atleti durante le prove svolte nei loro allenamenti;
velocità che superava i 20 km/h.
Essendo la velocità max del run race pari a 20 km/h si è dovuta
incrementare la pendenza, in modo da aumentare la difficoltà ed ovviare
così al deficit della macchina;
2. velocità iniziale: 10 km/h;
3. incremento velocità: 0,5 km/h ogni 100 m. La scelta di avere degli
incrementi così ravvicinati è data dal fatto di poter ottenere dal grafico una
lettura più precisa della soglia aerobica.
Dopo l‟esecuzione del test l‟atleta viene sottoposto ad un colloquio preliminare
per l‟individuazione di un comando post ipnotico che possa servire da
ancoraggio per la realizzazione delle suggestioni suggerite durante la trance
ipnotica. Il comando è stato scelto dagli atleti come gesto semplice e comodo
da eseguire, per esempio: aggiustarsi il cappellino, unire il pollice e l‟indice
della mano dx, spostare il numero di gara, sfiorarsi la guancia con la mano.
Dopo questa prima fase si sono svolte le sedute di ipnosi, suggerendo agli atleti
suggestioni secondo varie tecniche, per la sviluppo del monoideismo plastico,
ovvero, la realizzazione concreta e reale di un‟idea rimasta nell‟inconscio per
un tempo sufficientemente lungo.
Per stabilire il numero di sedute da somministrare ad ogni soggetto sono state
eseguite prove di suggestionabilità e approfondimento della trance ipnotica
secondo le varie metodiche suggerite dalla letteratura (prove del barcollamento,
prove delle mani incrociate, levitazione, catalessi, analgesia…). Questo ci ha
permesso di comprendere quali sono le capacità del soggetto di produrre
un‟ipnosi più o meno profonda: si è così potuto stabilire che tutti i soggetti
potevano realizzare in maniera soddisfacente i monoideismi plastici da un
minimo di 3 sedute ad un massimo di 5.
La seconda prova del test Conconi viene eseguita in concomitanza dell‟ultima
seduta di ipnosi. Per tutti si è deciso di effettuare l‟induzione come già
descritto, deipnotizzare il soggetto, fare eseguire il riscaldamento prima del test
ed incominciare il test in ipnosi, dopo aver fatto una nuova induzione ipnotica
con tecniche rapide. Durante il test l‟atleta sceglie quando utilizzare il suo
comando post ipnotico.
L‟ultima parte della sperimentazione prosegue a tavolino con l‟analisi dei dati
raccolti e le relative conclusioni.
Materiali e strumenti utilizzati
I materiali e gli strumenti di misura utilizzati per la registrazione dei dati sono:
Cardiofrequenzimetro Polar S610: prodotto laser di Classe 1. Precisione del
calcolo della frequenza cardiaca ±1% o 1 batt/min in condizioni di
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frequenza cardiaca costante. Trasmettitore codificato Polar T61+ricevitore
da polso;
Run race ProForm 500 CX. Vel. Max: 20 km/h; Pend.max:
15%; Potenza motore: 3CV
Software per la stesura grafica dei dati raccolti.
Il setting sperimentale prevede la partecipazione di due operatori: il primo
responsabile della raccolta dei dati forniti dal cardiofrequenzimetro; il secondo
responsabile della gestione della velocità e della pendenza del run race durante
il test.
Non è possibile stabilire con precisione le tecniche utilizzate per le induzioni
ipnotiche poiché sono per necessità di efficacia ed efficienza, molto variabili e
fortemente dipendenti dallo stato psicofisico e dalle esigenze dell‟atleta.
Contributo sperimentale
Sono stati studiati 4 soggetti maschi praticanti il triathlon ad alto livello.
Verranno qui di seguito esposti i grafici delle prove e i relativi dati utili per la
comprensione dei risultati ottenuti.
1° Soggetto: atleta azzurro ELITE, anni 30.
Prima prova:
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Soglia: 181 batt/min
Vel. Soglia: 18 km/h
F.C.max: 187 batt/min
Vel. F.C. max: 19,5 km/h
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Dal grafico sopra esposto si evidenzia come sia di difficile interpretazione il
riconoscimento del punto di deflessione, quindi la soglia. Inoltre l‟atleta ha
interrotto il test ben oltre la velocità consentita dal run race (20 km/h)
costringendo gli operatori ad incrementare la pendenza fino al 7%. L‟atleta ha
riferito dopo il test di aver percepito poca fatica e di aver sudato in misura
minore rispetto alla prima prova.
Si evidenzia inoltre come tra i 13 e 14,5 km/h (velocità da gara sulle lunghe
distanze) la FC presenti un decremento rispetto alla prima prova, dato
maggiormente evidenziabile nel grafico comparativo sotto esposto.
Dal successivo grafico è inoltre possibile evidenziare come l‟andamento
generale della frequenza cardiaca sia inferiore nel secondo test (vedi linee di
dispersione).
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2° Soggetto: atleta azzurro ELITE, anni 39.
Prima prova:
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Soglia: 184 batt/min
Vel. Soglia: 15 km/h
F.C.max: 200 batt/min
Vel. F.C. max: 19 km/h
Seconda prova:
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Anche in questo caso è difficilmente identificabile il punto di deflessione nel
secondo grafico come per il 1° soggetto. Il test è stato nuovamente interrotto
con tre steps in più rispetto alla prima prova (interrotta a 19 km/h),
costringendo gli operatori ad aumentare di un punto percentuale la pendenza
(5%).
Se però analizziamo con attenzione il questo grafico, possiamo affermare che
esistono 2 punti alla velocità di 17,5 km/h e 18 km/h che si discostano
lievemente dalla retta e che potremmo identificare come nuova soglia
anaerobica. Questo vorrebbe dire che il valore soglia ha subito una variazione
passando da 184 batt/min alla velocità di 15 km/h a 191 batt/min alla velocità
di 17,5 km/h, evidenziando un notevole incremento.
Dal grafico comparativo è possibile, inoltre, notare come l‟andamento della
frequenza cardiaca del 2° test è decisamente più basso rispetto all‟andamento
del 1° test.
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3° Soggetto: atleta ELITE, 31° ranking nazionale, anni 25.
Prima prova:
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Soglia: 185 batt/min
Vel. Soglia: 17,5 km/h
F.C.max: 193 batt/min
Vel. F.C. max: 20 km/h
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Per l‟ennesima volta ci troviamo di fronte ad un caso in cui è di difficile
identificazione il valore soglia, essendo il punto di deflessione molto sfumato
rispetto alla prima prova.
Anche in questo caso l‟atleta ha incrementato di ben tre steps la durata della
prova, andando oltre la velocità consentita dal run race e costringendo gli
operatori ad incrementare la pendenza fino al 7%, punto di interruzione della
prova.
È inoltre interessante notare come la frequenza massima del test sia aumentata
di ben 8 batt/min.
Nel grafico comparativo, sotto riportato, non si evidenziano sostanziali
cambiamenti dell‟andamento della frequenza cardiaca tra le due prove, per cui
non si è reso necessario disegnare le rette di dispersione.
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4° Soggetto: atleta AGE, anni 52.
Prima prova:
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Soglia: 175 batt/min
Vel. Soglia: 14 km/h
F.C.max: 181 batt/min
Vel. F.C. max: 16 km/h
Seconda prova:
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Nell‟ultimo soggetto esaminato si mette in evidenza l‟incremento del valore
della soglia anaerobica da 175 batt/min alla velocità di 14 km/h a 183 batt/min
alla velocità di 15,5 km/h.
Tale valore si è spostato in prossimità della frequenza cardiaca massima e del
termine della prova.
Nel grafico comparativo è maggiormente visibile questo incremento insieme ad
un lieve miglioramento dell‟andamento della frequenza cardiaca nella seconda
prova.
Le impressioni generali degli atleti durante la seconda prova mettono in luce un
denominatore comune: nessuna sensazione di fatica agli arti inferiori, ed al
termine del test tutti affermano di poter ancora continuare la prova.
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Conclusioni
La sperimentazione condotta ha fatto emergere valori e dati meritevoli di
ulteriori approfondimenti scientifici.
Le ipotesi iniziali individuavano solo un miglioramento della soglia anaerobica,
ma durante il corso della sperimentazione ci siamo trovati di fronte alla
modificazione di altre variabili come:
1. la durata del test;
2. la variazione della FC max;
3. un notevole appiattimento del punto di deflessione dei grafici;
4. una generale diminuzione dell‟andamento della frequenza cardiaca durante
il test.;
5. la variazione della velocità di soglia.
In 3 atleti su 4 si è verificato un aumento della durata del test costringendo gli
operatori ad incrementare la pendenza del run race per l‟impossibilità della
macchina ad andare oltre i 20 km/h.
È doveroso far notare che, l‟aumento della pendenza in condizioni di intensa
fatica, è molto più stressante, dal punto di vista fisiologico, piuttosto che
aumentare la velocità come da protocollo. Questo ci fa dedurre che se avessimo
avuto a disposizione un run race con velocità massima maggiore, il test sarebbe
durato più a lungo rispetto a quanto osservato e la FC max sarebbe
ulteriormente cresciuta.
In termini fisiologici tutto ciò può essere spiegato prendendo in considerazione
le capacità condizionali utilizzate in entrambi i casi.
L‟aumento della pendenza, in un momento di intenso stress fisico, implica una
maggiore forza di spinta muscolare per mantenere costante la velocità,
coinvolgendo quella che viene definita resistenza alla forza.
Con la pendenza costante, invece, l‟aumento della velocità implica un maggiore
coinvolgimento nervoso legato all‟aumento della frequenza dei P.A.
responsabili dell‟aumento della frequenza delle contrazioni intra- ed
intermuscolari. In questo caso si parla di resistenza alla velocità.
Nel 1° caso si ha un coinvolgimento vascolare e metabolico locale ad
esaurimento più rapido; nel 2° caso si ha una fatica sinaptica causata
dall‟incapacità della sinapsi di ricaptare l‟ACTH scissa e risintetizzarla a causa
dell‟elevata frequenza dei P.A., con conseguente incoordinazione muscolare ed
incapacità nel mantenere elevata la frequenza di contrazione.
È possibile riassumere i miglioramenti delle principali variabili in questi
grafici:
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23
480
500
520
540
560
580
1° Test 2° Test
Dur. Test
13
14
15
16
17
18
1° Test 2° Test
Vel. soglia
1° soggetto: Δ% durata test (in sec.): 11,6%
2° soggetto: Δ% Vel. soglia: 16,7%
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24
170
172
174
176
178
180
182
184
1° Test 2° Test
FC soglia
188
190
192
194
196
198
200
202
1° Test 2° Test
FC max
3° soggetto: Δ% FC soglia: 4,1%
4° soggetto: Δ% FC soglia: 4,6%
Volume 15 N° 1- 2010
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In conclusione tutti gli atleti hanno visto migliorare una o più variabili
osservate.
Il basso numero della popolazione del campione studiato non consente di trarre
conclusioni definitive. Tuttavia è possibile formulare nuove e stimolanti ipotesi
per ulteriori studi ed approfondimenti come:
la possibilità di misurare il lattato ematico dal momento che al di sopra
della soglia aumenta notevolmente la sua concentrazione e dai grafici delle
seconde prove il punto di deflessione è molto sfumato;
la variazione del VO2 max, parametro dipendente dalla soglia anaerobica e
dall‟andamento della frequenza cardiaca.
Spero che l‟invito a chiarire in maniera più pragmatica e precisa gli effetti delle
dinamiche della mente, nelle prestazioni sportive, possa essere favorevolmente
accolto dagli ambienti scientifici ed universitari.
Mi auguro inoltre che la popolazione sportiva di tutti i livelli (dai dirigenti agli
atleti) possa maggiormente sensibilizzarsi per una ricerca sempre più obiettiva,
in grado di fornire loro ulteriori strumenti per il miglioramento delle
prestazioni. L‟indifferenza e la chiusura mentale contribuiscono a mantenere
basso il numero della popolazione dei campioni di studio e mantenere gli
esperti nell‟impossibilità di fornire e migliorare tali strumenti.
Agli atleti che hanno partecipato con entusiasmo alla sperimentazione rivolgo
l‟augurio di poter sfruttare quanto appreso per ulteriori risultati in ambito
nazionale, europeo, mondiale e l‟invito a continuare a coltivare le potenzialità
delle rappresentazioni mentali.
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27
2Panagiota Rempelou
1, Edoardo Casiglia
1,2, Giuseppe Regaldo
2,3, Valérie
Tikhonoff1,2
,
Nunzia Giordano1,2
, Anna Bascelli1, Enrico Facco
2,4
EFFETTI EMODINAMICI ED ELETTROFISIOLOGICI
DELL’IPNOSI CON E SENZA RILASSAMENTO
- STUDIO SPERIMENTALE IN 12 VOLONTARI
Riassunto
A 12 giovani volontari altamente ipnotizzabili di 25-34 anni, preliminarmente
sottoposti ad induzione rapida, l‟ipnosi è stata approfondita mediante
rilassamento o mediante frazionamento (senza rilassamento) in un protocollo
randomizzato a quadrato latino. L‟attività alfa è stata registrata mediante
elettroencefalogramma in sede occipitale, è stata eseguita una Low-Resolution
brain Electromegnetic TomograAphy (LORETA) e l‟emodinamica centrale
(gittata sistolica, frequenza cardiaca, portata cardiaca, pressione arteriose
media) e periferica (flusso arterioso e resistenze arteriolari all‟avambraccio) è
stata monitorata in condizioni basali e dopo approfondimento con o senza
rilassamento.
Dopo rilassamento, il flusso all‟avambraccio (-18%) e la pressione arteriosa
media (-4%) si riducevano, mentre le resistenze all‟avambraccio rimanevano
praticamente immodificate. Dopo frazionamento (senza rilassamento) si
osservava una riduzione del flusso all‟avambraccio paragonabile a quello
osservato con il rilasassamento, ma la pressione arteriosa rimaneva
immodificata, il che portava ad un aumento delle resistenze all‟avambraccio
2
1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di
Padova 2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino
3 Divisione di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale di Ciriè
4 Cattedra di Anestesia odontostomatologica, Università degli Studi di Padova
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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(+51%). L‟emodinamica centrale non si modificava né con il rilassamento né
con il frazionamento. L‟attività alfa aumentava solo dopo frazionamento, ove
LORETA metteva anche in evidenza un aumento della densità di corrente.
Sia il rilassamento che il frazionamento hanno quindi effetto vasocostrittore,
ma il secondo è anche in grado di aumentare significativamente le resistenze
periferiche.
Abstract
After rapid hypnotic induction, 12 highly-hypnotizable healthy volunteers aged
25-34 years underwent hypnotic deepening through relaxation or through
fractionation (without relaxation) in a random latin-square protocol.
Electroencephalographic occipital alpha activity was measured, LOw-
Resolution brain Electromagnetic TomogrAphy (LORETA) was performed,
and central haemodynamics (stroke volume, heart rate, cardiac output, mean
arterial blood pressure) and peripheral haemodynamics (foream arterial flow
and resistance) were monitored both in basal conditions and after deepening.
After relaxation, forearm flow (-18%) and blood pressure (-4%) decreased,
while forearm resistance remaining practically unchanged. After fractionation
(without relaxation), a forearm flow decrease comparable to that observed after
relaxation was found, but blood pressure remained unchanged, leading to
increase of forearm resistance (+51%). Central haemodynamics did not change
either after relaxation or fractionation. After fractionation only, alpha activity
increased and LORETA put in evidence an increase in current density in the
precuneus. Both relaxation and fractionation therefore have vasoconstrictor
effects, but fractionation particular in that is also associated to increase in
peripheral resistance.
Parole Chiave: Ipnosi - Sperimentale - Induzione - Approfondimento -
Elettroencefalogramma
Key Words: Hypnosis - Experimental - Induction - Deepening -
Electroencephalography.
Volume 15 N° 1- 2010
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Introduzione
Il Laboratorio di Ipnosi Sperimentale di Padova (sezione sperimentale del
Centro Italiano di Ipnosi Clinico-Sperimentale di Torino che agisce in
collaborazione con l‟Università di Padova) ha concepito e realizzato numerosi
studi finalizzati a chiarire il ruolo delle suggestioni ipnotiche e delle loro
conseguenze sul sistema cardiovascolare, proponendosi di valutare se i
monoideismi prodotti durante ipnosi siano anche accompagnati dalle
corrispondenti reazioni fisiche, indagate e misurate con apposita
strumentazione in esperimenti di fisiologia umana. Il primo modello
sperimentale realizzato è stato l‟allucinazione di salasso. Il salasso è un
interessante modello di fisiologia umana; lo scopo era chiarire se la risposta
emodinamica al salasso dipendesse direttamente dalla perdita di sangue o
piuttosto dal coinvolgimento emotivo che il soggetto sperimentava.
L'esperimento ha mostrato che l'aumento delle resistenze periferiche osservato
in soggetti sottoposti a salasso allucinato (senza alcuna perdita di sangue) era
del tutto paragonabile a quello di soggetti sottoposti a salasso vero e proprio
con perdita reale di 300 ml di sangue; si dimostrava così che la risposta
cardiovascolare al salasso era semplicemente dovuta al coinvolgimento
emotivo nella procedura e non alla perdita idraulica di sangue1,2
. Un altro
modello sperimentale ha riguardato l‟allucinazione termica con l‟obiettivo di
chiarire se la sensazione di calore da parte dei soggetti - assai facile a
realizzarsi in un contesto ipnotico - fosse reale e misurabile o una mera
esperienza soggettiva. L‟esperimento prevedeva di dare al soggetto l‟istruzione
di allucinare che il braccio e successivamente tutto il corpo fossero immersi in
una vasca di acqua tiepida per 30 minuti. Durante l‟allucinazione si verificava
una vasodilatazione termica paragonabile a quella osservabile durante un reale
riscaldamento passivo; la sensazione di calore che può essere allucinata in
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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seguito a suggestioni date dall‟ipnotista è perciò reale e misurabile ed è dovuta
a vera e propria vasodilatazione3. Altro campo di ricerca è stata l‟alessìa
ipnotica, una condizione nella quale un soggetto, attraverso specifiche e mirate
suggestioni, è reso incapace di leggere. In questo lavoro, è stato dimostrato che
l‟alessia ipnotica esiste, è in grado di inibire l'effetto Stroop in setting
sperimentale ed è misurabile proprio in base all‟entità della riduzione
del‟interferenza di Stroop4. L'efficacia dell'ipnosi nella modulazione del dolore
è ben documentata, ma la catena di eventi che portano a questo effetto è incerta.
In particolare, non è chiaro se l'analgesia ipnotica rappresenti un‟allucinazione
inibitoria/dissociativa o sia dovuta ad un vero e proprio blocco del dolore ad un
certo livello. Uno studio ha preso in esame proprio le modificazioni
cardiovascolari tipiche del dolore, cercando di chiarire ancora una volta se si
trattasse di mere allucinazioni (non accompagnate da modificazioni
cardiovascolari) o di un blocco degli stimoli algici (accompagnato da una
riduzione della risposta cardiovascolare simpatica al dolore). A questo scopo è
stata utilizzata l‟hypnotic focused analgesia (HFA). Il cold pressor test
(immersione della mano in una vasca contenente acqua ghiacciata) è stato
utilizzato per indurre dolore non trigeminale, mentre una serie di impulsi
elettrici di potenza crescente erogata al dente 44 è stata usata per indurre dolore
trigeminale. Entrambi gli esperimenti hanno dimostrato che l‟HFA è efficace
non solo nel bloccare la consapevolezza del dolore, ma anche nel bloccare
realmente gli stimoli algici; infatti le risposte cardiovascolari inconsce al dolore
(vasocostrizione reattiva per quello non trigeminale, vasodilatazione reattiva
per qualle trigeminale) erano inibite durante HFA, un fenomeno questo che
esula dagli ambiti della coscienza, essendo totalmente inconscio. Si è quindi
confermato che l‟HFA agisce attraverso un vero e proprio blocco degli stimoli
nocicettivi, probabilmente a livello del corno dorsale del midollo spinale come
supposto dalla teoria del gate control. I risultati erano invece in disaccordo con
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i modelli dissociativi, i quali sostengono che l'ipnosi agisce semplicemente
come strumento in grado di dissociare l‟esperienza dolorosa dalla
consapevolezza; se così fosse, in concomitanza allo stimolo doloroso si sarebbe
sviluppata una normale risposta cardiovascolare riflessa al dolore5,6
. Nonostante
gli studi di fisiologia realizzati in così vari ambiti, è ancora incerto se
l‟induzione ipnotica possa essere considerata un fenomeno rilassante, stressante
o neutro. L‟opinione corrente è che l‟ipnosi sia - almeno da un punto di vista
soggettivo - un fenomeno di per sé rilassante, ma vi è il dubbio sostanziale che
ciò derivi dal fatto che durante le fasi di induzione e di approfondimento
vengono pressoché costantemente impartiti comandi rilassanti. In alcuni degli
studi sopra descritti, il Laboratorio di Ipnosi Sperimentale di Padova ha
osservato che, benché un‟ipnosi neutra avesse un effetto rilassante in termini di
scarica simpatica, vi era un transitorio leggero aumento delle resistenze
periferiche durante l‟approfondimento, il che suggeriva un aumento piuttosto
che una diminuzione della scarica simpatica durante questa fase3. Tuttavia il
proposito di tali studi non era di valutare la fase di approfondimento. Si è
pertanto deciso, con lo studio-pilota qui presentato, di valutare esclusivamente
gli effetti dell‟approfondimento sul sistema cardiovascolare. A tal proposito è
stato ideato un modello sperimentale di induzione ipnotica con due metodiche
diverse, una che includeva e l‟altra che non includeva suggestioni di
rilassamento.
Metodi
Sono stati studiati 12 giovani volontari sani altamente ipnotizzabili7 (Tabella 1)
preventivamente dichiarati atti all‟ipnosi sulla base di un questionario
anamnestico, di un colloquio personale e ove necessario di un Minnesota
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Multiphasic Personality Inventory 2, con esclusione di coloro che presentassero
una personalità borderline e fossero quindi più inclini a manifestare effetti
indesiderati. Lo studio era diviso in due momenti, uno preliminare e l‟altro
sperimentale.
Tab 1. Caratteristiche generali dei soggetti studiati. Nessuna differenza
significativa fra i due gruppi.
Tutti
(n=12) Gruppo A
(n=6) Gruppo B
(n=6)
Uomini / donne 2 / 6 1 / 6 1 / 6
Età (anni) 26.2 ± 4.1 26.3 ± 4.0 26.1 ± 3.9
Harvard hypnotizability scale (score) 9 ± 1 9 ± 2 9 ± 1
Pressione arteriosa sistolica (mmHg) 124.7 ±
17.6
124.6 ±
16.8
124.8 ±
16.9
Pressione arteriosa diastolica (mmHg) 73.8 ± 6.5 73.6 ± 6.5 73.9 ± 6.6
Pressione arteriosa media (mmHg) 50.9 ± 12.7 50.8 ± 11.8 51.0 ± 12.1
Frequenza cardiaca (bm-1) 74.0 ± 15.8 74.1 ± 15.6 73.9 ± 16.1
Gittata sistolica (ml) 65.7 ± 35.1 65.7 ± 35.0 65.7 ± 35.1
Indice cardiaco (lmin-1m-2) 3.0 ± 1.8 2.9 ± 1.5 3.1 ± 1.9
Resistenze periferiche totali (mmHgminl-1) 21.8 ± 11.9 21.9 ± 12.0 21.7 ± 12.1
Flusso arterioso all‟ avambraccio (mlmin-
1dl-1)
5.3 ± 1.4 5.5 ± 1.5 5.4 ± 1.4
Resistenze all‟avambraccio
(mmHgmindlml-1)
23.5 ± 6.1 23.6 ± 6.0 23.1 ± 5.8
Nel setting preliminare ciascun partecipante era sottoposto individualmente ad
induzione ipnotica con comandi verbali. I soggetti erano poi de-ipnotizzati. Il
giorno successivo, gli stessi soggetti prendevano parte al setting sperimentale,
venendo assegnati in base ad una random list ad un gruppo A (soggetti numero
1, 3, 4, 5, 7 e 8) o B (soggetti numero 2, 6, 9, 10, 11 e 12).
Nel setting sperimentale ciascun partecipante, raggiunta in clinostatismo la
stabilità emodinamica, era rapidamente indotto grazie al condizionamento post-
ipnotico che gli era stato assegnato nella sessione precedente. Nei successivi tre
minuti la trance veniva approfondita con suggestioni di rilassamento nel gruppo
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A e con la tecnica del frazionamento (senza rilassamento) nel gruppo B.
Nell‟approfondimento con rilassamento venivano suggerite sensazioni di
benessere, di respiro regolare e di rilassamento muscolare, in base ad un
protocollo già sperimentato con successo in altri contesti nello stesso
laboratorio2-5
. Il frazionamento è una tecnica di approfondimento ipnotico senza
rilassamento - descritta per la prima volta da Hammond et al.8 e più
recentemente da Klein9 - che consiste nell‟aprire e chiudere gli occhi
ripetutamente, senza uscire dallo stato di ipnosi, con il comando di scivolare in
uno stato ipnotico via via più profondo ogni volta che si chiudono gli occhi. In
breve, dopo aver indotto il soggetto, l‟operatore contava alla rovescia partendo
da 10 e suggeriva allo stesso di aprire gli occhi allo zero; poi re-induceva
l‟ipnosi attraverso il comando post-ipnotico, ripetendo queste azioni per sei
volte in tre minuti. Il conteggio serviva come comando post-ipnotico per
indurre l‟ipnosi ed era rinforzato da un comando predeterminato. È infatti
difficile resistere al doppio stimolo (contare ed eseguire il comando) e in breve
tempo anche chi non accetta la propria predisposizione ad essere ipnotizzato si
convincere della sua ipnotizzabilità vedendo la propria risposta ai comandi che
egli stesso ha eseguito. È probabile che in questa condizione il soggetto
rimanga in uno stato di ipnosi tra un‟induzione e l‟altra, nonostante l‟apertura
degli occhi (la formula dubitativa è d‟obbligo dato che il frazionamento non è
ancora stato completamente analizzato e non vi sono studi sperimentali in
merito). Conclusa questa fase, i soggetti venivano de-ipnotizzati e lasciati in
clinostatismo fino al raggiungimento della stabilità emodinamica.
Successivamente i soggetti del gruppo A e del gruppo B erano invertiti e il
protocollo era ripetuto.
L‟elettroencefalogramma era digitalizzato a 0.05-20 Hz (Jasper 10958) con una
cuffia 10/20 a 19 elettrodi, amplificato in digitale (frequenza di campionamento
256 Hz) e registrato per l‟analisi off-line. La registrazione era effettuata usando
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il software Sistem Plus accoppiato a un BQ132S head a 31 canali. Gli artefatti
da movimento oculare erano registrati con 2 elettrodi posizionati 1 cm a sinistra
ed 1 cm sotto la rima palpebrale sinistra. L‟attività alfa in toto era ottenuta in
condizioni basali e dopo approfondimento sia con il rilassamento che con il
frazionamento. Per evitare interferenze dovute agli stimoli visivi, tutte le
misure erano registrate ad occhi chiusi.
La localizzazione delle sorgenti di attività cerebrale registrata sul cuoio
capelluto era effettuata con un metodo inverso basato sul software LORETA
(LOw-Resolution-brain-Electromagnetic-TomogrAphy)10
concepito per
ottenere soluzioni minime pesate allo scopo di minimizzare la trasformata di
Laplace mediante derivazioni di sorgenti reference-free. Dopo correzione per
coordinate normali di un atlante anatomico di neuroimaging standard11
, i dati
erano calcolati come griglia ordinata di 1152 punti localizzati in un emisfero.
Rispetto alle derivazioni bipolari, LORETA ha il vantaggio di individuare i
generatori di attività elettrica cerebrale senza prendere in considerazione alcuna
assunzione a priori sui numeri e la localizzazione delle sorgenti. Il calcolo della
riorganizzazione di tutti i parametri è stato eseguito con uno speciale algoritmo
derivando un riferimento medio comune.
La pressione arteriosa era misurata (in mmHg) con un Finometer PRO model-1
(Finapress Medical Systems, Amsterdam, Olanda), una metodica che registra la
pressione battito per battito12
. La pressione arteriosa media è stata calcolata (in
mmHg) dall‟area sotto la curva della registrazione pressoria continua. La
quantità di sangue espulsa dal ventricolo sinistro ad ogni sistole (gittata
sistolica, in ml) ed in un minuto (portata cardiaca, in l×min-1
) era misurata con
un cardiografo che utilizzava l‟analisi morfologica del segnale di bioimpedenza
(PhysioFlow TM-Lab-1, Manatec Biomedical, Ebersviller, France)13
. L‟indice
cardiaco (in l×min-1×min-2
) era calcolato indicizzando la portata cardiaca alla
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superficie corporea. Le resistenze periferiche totali erano calcolate dal rapporto
tra la pressione arteriosa media e l‟indice cardiaco.
Il flusso arterioso dell‟avambraccio era misurato in ml×min-1
×dl-1
tessuto con un
pletismografo strain-gauge indium-gallium-in-silicone ad occlusione venosa
automatica14
che è in grado di misurare automaticamente il tempo di
occlusione/sgonfiamento e pressione (Angiomed, Microlab, Padova, Italy). Le
resistenze periferiche dell‟avambraccio (in mmHg×min×ml-1
×dltessuto) erano
calcolate come rapporto tra pressione arteriosa media e flusso
dell‟avambraccio14,15
.
Il monitoraggio cerebrale, LORETA e tutti gli strumenti per il monitoraggio
emodinamico sono validati e sono stati precedentemente impiegati con
successo nello stesso laboratorio in molti contesti sperimentali2-6,13-22
.
Lo studio aderiva ai principi della dichiarazione di Helsinki. Tutti i partecipanti
fornivano il loro consenso informato. Il protocollo era approvato dal locale
Comitato Etico.
Risultati
Un‟induzione rapida (~10 secondi) era ottenuta in tutti i soggetti grazie al
condizionamento post-ipnotico precedentemente stabilito. Una volta conclusa
la procedura sperimentale e dopo la de-ipnotizzazione, tutti i soggetti,
indipendentemente dalla tecnica, riferivano di aver sperimentato una trance
piacevole con una sensazione di profondità soggettiva rispettivamente del
78±9% dopo frazionamento e del 76±8% dopo rilassamento (differenza non
significativa).
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Nell‟approfondimento con rilassamento non si rilevava alcuna differenza
nell‟attività alfa rispetto alla base (Figura 1). LORETA mostrava un lieve
incremento dell‟intensità corrente nell‟emisfero destro. Il flusso arterioso
dell‟avambraccio si riduceva del 18% già nel primo minuto; anche la pressione
arteriosa media diminuiva contestualmente e progressivamente, raggiungendo -
4% al terzo minuto. Come conseguenza della riduzione combinata di flusso e
pressione, le resistenze periferiche dell‟avambraccio si mantenevano intorno ai
valori basali (Figura 2).
Nell‟approfondimento con frazionamento l‟attività alfa aumentava del 33%
rispetto ai valori basali (Figura 1) e LORETA mostrava un aumento della
densità di corrente nelle aree occipitali e nel precuneo (Figura 3).
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Fig. 2. Variazione di flusso arterioso all‟avambraccio, pressione arteriosa media e
resistenze periferiche all‟avambraccio.
La riduzione del flusso arterioso all‟avambraccio era paragonabile a quella
osservata con il rilassamento, mentre la pressione arteriosa media si manteneva
sui valori basali; l‟effetto combinato era un progressivo aumento delle
resistenze periferiche dell‟avambraccio che raggiungeva +51% al terzo minuto
(Figura 2) .
Fig. 3. Densità di corrente (LORETA).
Discussione
L‟approfondimento, una fase cruciale dell‟induzione ipnotica, è solitamente
raggiunto con suggestioni di rilassamento che portano ad una profonda e
piacevole sensazione di benessere; si possono tuttavia impiegare anche tecniche
diverse, non rilassanti. Il frazionamento8,9
è una di queste ed è una delle più
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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potenti ed efficaci, in particolare quando l‟induzione è ottenuta attraverso una
metodica rapida o un condizionamento post-ipnotico9. Il meccanismo alla base
del frazionamento consiste in una rapida sequenza di
induzionerisoluzionereinduzione. La potenza del frazionamento si spiega
con il fatto che la trance ipnotica è sempre accompagnata a sua volta da iper-
ipnotizzabilità; quando un soggetto esce dalla trance ipnotica, rimane per pochi
minuti in uno speciale stato di coscienza modificato che comporta una
riduzione delle proprie capacità critiche. In tali condizioni è estremamente
semplice reindurre l‟ipnosi senza passare attraverso la sequenza del
rilassamento.
Ovviamente questa spiegazione operativa non dice molto riguardo la reale
successione di eventi che porta all‟approfondimento con frazionamento. Le
variazioni elettroencefalografiche e le registrazioni di elettroneuro-imaging
acquisite durante il presente esperimento indicano che il frazionamento è
accompagnato da uno spostamento dell‟attività elettrica cerebrale dalle aree
frontali dell‟emisfero destro alle aree occipitali bilaterali ed al precuneo,
(modificazioni già associate da altri autori ad una riduzione dello stato di veglia
ed a una distorsione temporanea nella rappresentazione del Sé)23,24
. Si è inoltre
osservato che l‟ipnosi neutra - ad esempio il semplice rilassamento - riduce
l‟attività del precuneo, mentre comandi ipnotici specifici la aumentano25
. Non è
tuttavia possibile stabilire se tali variazioni siano alla base
dell‟approfondimento con frazionamento o ne rappresentino un semplice
epifenomeno.
A parte il meccanismo elettrofisiologico che vi è implicato, il frazionamento è
un metodo potente e rapido per approfondre l‟ipnosi. I risultati hanno
evidenziato come entrambe le tecniche di approfondimento (rilassamento e
frazioamento) siano accompagnate da vasocostrizione con riduzione del flusso
arterioso periferico come indice di incremento della conduzione simpatica e
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possano essere pertanto definite stressogene. Tuttaia il frazionamento è
associato anche ad aumento delle resistenze periferiche, mentre in quello con
rilassamento le resistenze rimangono per lo più ai valori basali forse perché la
stimolazione simpatica delle arteriole dovuta all‟approfondimento è in un certo
modo limitata o mascherata dai concomitanti comandi di rilassamento che
portano ad una diminuzione della pressione arteriosa. L‟approfondimento con
rilassamento è pertanto meno stressogeno.
Al di fuori degli studi portati avanti da questo gruppo di ricerca, non vi è
documentazione circa la risposta cardiovascolare all‟approfondimento, essendo
state registrate soprattutto risposte molto semplici (frequenza cardiaca,
pressione arteriosa) durante l‟intera trance ipnotica piuttosto che all‟induzione o
all‟approfondimento di per sè26-35
. La risposta specifica delle resistenze
periferiche all‟approfondimento non è mai stata studiata in precedenza. Come
già dimostrato in precedenti esperienze dello stesso gruppo2-6
, l‟analisi delle
resistenze periferiche è necessaria quando si studia l‟ipnosi da un punto di vista
cardiovascolare. Ad esempio, nel presente lavoro la mera analisi del flusso
periferico non sarebbe bastata a mettere in evidenza le differenze
emodinamiche tra frazionamento e rilassamento. Infatti entrambe queste
tecniche portavano ad una caduta del flusso arterioso dell‟avambraccio e
differenze fra esse in termini di scarica simpatica si sono potute dimostrare
soltanto attraverso l‟analisi delle resistenze periferiche all‟avambraccio.
Infine, le due tecniche di approfondimento non hanno mostrato alcun effetto
sull‟emodinamica centrale, probabilmente perchè quest‟ultima cambia meno
rapidamente di quella periferica - essendo controbilanciata da meccanismi
riflessi - e lo studio non era concepito per valutare le variazioni emodinamiche
tardive.
In conclusione, sia il frazionamento che il rilassamento di breve durata sono
metodiche valide per approfondire l‟ipnosi. L‟effetto finale è la trance ipnotica
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completa in entrambi i casi. Entrambe sono stressogene, portano ad un aumento
del tono simpatico e dovrebbero quindi essere usate con cautela nei pazienti
coronaropatici. Il frazionamento ha un effetto aggiuntivo, quello di far
aumentare rapidamente ed in modo importante e significativo le resistenze
periferiche. Questa tecnica, pur utile nell‟emergenza per la sua potenza e la sua
rapidità, potrebbe perciò essere pericolosa negli anziani e nei soggetti ad un
aumentato rischio cardiovascolare (ipertesi, anziani, soggetti con ridotta riserva
coronarica) e dovrebbe essere limitata al setting sperimentale in soggetti
selezionati.
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Corrispondenza a:
Prof. E. Casiglia
Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale
Università degli Studi di Padova
Via Giustiniani, 2
35128 Padova
Tel 049-8212277, fax 049-8754179, e-mail [email protected]
Volume 15 N° 1- 2010
45
Remo Ceffa, Giuseppe Regaldo
MANO E IPNOSI RIFLESSIONI ED ESPERIENZA DI UN CHIRURGO DELLA MANO
Riassunto La mano, in quanto organo periferico, bene si presta ad utilizzare procedure di
analgesia ipnotica, anche se la sua complessità anatomica e molteplicità
tessutale rendono incerti i risultati. Su questo argomento molto poco è presente
in letteratura internazionale, così come nella pratica clinica italiana.
Scopi di questo lavoro sono stati quindi: la verifica in letteratura di dati
sull‟ipnosi nelle diverse branche della Chirurgia e in particolare nella Chirurgia
della Mano; la stesura di un protocollo di possibile effettivo inserimento
dell‟ipnosi all‟interno di una struttura di Chirurgia della Mano; la raccolta e la
presentazione dei primi dati relativi a tale esperienza estesa alle fasi di
riabilitazione post-chirurgica, con le riflessioni per possibili futuri sviluppi.
Parole chiave: ipnosi, chirurgia della mano
Abstract
The hand, as the peripheral organ, is well suited for use hypnotic analgesia
procedures, even if its anatomical complexity and multiplicity tissue make the
results uncertain. On this subject there is very little in the international
literature, as well as in clinical practice in Italy.
Aims of this study were the verification of data in the literature on hypnosis in
the various branches of Surgery and Hand Surgery in particular, the drafting of
a protocol to test if it is possible an effective integration of hypnosis within a
structure of hand surgery ; the collection and presentation of the first data about
an experience in the stages of rehabilitation following surgery, with reflections
on possible future developments.
Key words:: hypnosis, hand surgery
1 - MANO E IPNOSI
1.1 - La mano nell’induzione ipnotica La mano del paziente o quella dell‟ipnologo possono entrare in gioco in
tempi e modi diversi nell‟ambito di una seduta ipnotica. Tra le tecniche di
induzione ed i relativi “passi” ricordiamo la fissazione del dito oppure
l‟appoggio delle dita sulle palpebre oppure ancora le toccature su diverse parti
del corpo. Anche nel corso di una tecnica di rilassamento, le mani
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
46
dell‟operatore possono aiutare il paziente con sfioramenti o lievi massaggi, o
sostenere il capo aiutandolo a trovare la giusta postura.
La mano del paziente diventa soprattutto centro della nostra attenzione in
quanto sede preferenziale di “Risposte Evidenti”; cioè le sensazioni di peso o
leggerezza che virano in levitazione, catalessi, inibizione dei movimenti. Infine,
nella previsione di un trattamento chirurgico, è nella mano che si verifica più
comodamente il raggiungimento della sufficiente analgesia.
Questi ricordi sono sufficienti a far riflettere sull‟opportunità da parte
dell‟ipnologo di porre la giusta attenzione alla sua mano: essa, già strumento di
comunicazione nella vita quotidiana, può diventare anche strumento di
comunicazione ipnotica (1)
. Come l‟ipnologo cura che la sua voce sia adatta ed
efficace, così è bene che la sua mano sia tranquilla, sicura e consapevole degli
effetti che induce sul paziente.
Ognuno sicuramente ha un proprio modo di toccare e di percepire, al di là
delle conoscenze tecniche, ma è inevitabile che le mani siano i mezzi con cui ci
rapportiamo al mondo esterno e con cui esportiamo la nostra interiorità e lo
stato d‟animo del momento. Nel corso di una induzione ipnotica con le mani
possiamo trasmettere emozioni: calma, sicurezza, calore, ma anche nervosismo
o freddezza e distacco. Le mani sono lo specchio e la sede delle cose non dette,
del sentire con il tatto e del sentire con la mente; sono anche la sede della
percezione e dell‟intuizione dello stato corporeo altrui. Le nostre mani hanno la
capacità di comunicare in maniera vera e profonda: le mani sanno ascoltare la
verità corporea dell‟altro e parlano un linguaggio semplice e diretto; c‟è chi
afferma che nelle mani abbiamo occhi, orecchie e bocca, ma soprattutto che le
mani sono l‟estensione del cuore.
1.2 - APPLICAZIONI IN CHIRURGIA DELLA MANO
L’utilizzo di tecniche ipnotiche a sostegno della chirurgia o come
sostituto dell’anestesia percorre i tempi, dagli Egizi ai Greci fino ai giorni
nostri, con alterne fortune e diverso livello di “accettazione” da parte della
medicina tradizionale (2)
.
Allo stato attuale esistono evidenze sugli effetti e sui meccanismi
attraverso i quali l‟ipnosi induce fenomeni vantaggiosi in chirurgia.
Montgomery e Al.(3)
hanno eseguito una meta-analisi di 20 studi controllati e
pubblicati, rilevando l‟evidenza di un miglioramento dell‟89% dei risultati in
pazienti trattati con ipnosi in sala operatoria, rispetto ai gruppi di controllo; i
parametri studiati erano: effetti collaterali, grado di dolore, consumo di
antidolorifici, indicatori fisiologici, tempo di ricovero, tempo di guarigione.
Sono inoltre interessanti le ricerche di Kessler e Dane (4)
che documentano la
non correlazione tra “livello di ipnotizzabilità” ed effetti terapeutici, essendo
Volume 15 N° 1- 2010
47
questi influenzati da cofattori multipli: personalità, motivazione, aspettative,
credenza, rapporto terapeutico, ecc.
Gli effetti utili dell‟ipnosi possono essere così riassunti:
- controllo del dolore: dalla riduzione del dosaggio di farmaci anestetici o
analgesici, fino alla completa analgesia chirurgica;
- riduzione della nausea e del vomito dopo interventi in anestesia generale, in
pazienti trattati con auto-ipnosi o suggestioni post-ipnotiche preoperatorie;
- riduzione del sanguinamento intra-operatorio, verosimilmente per fenomeni
di vasocostrizione a livello cutaneo e sottocutaneo;
- guarigione delle ferite chirurgiche più rapida e con minori complicanze
(edema, arrossamento, essudazione);
- buona gestione dell‟ansia pre-operatoria e dell‟agitazione psicomotoria,
soprattutto nei bambini;
- riduzione dei costi generali di cura: Lang e Rosen (5)
hanno documentato una
riduzione del 50% dei costi per la sedazione in procedure di radiologia
interventistica (media di 300$ per caso) rispetto al gruppo di controllo
(media 638$).
Quanto sopra elencato è stato sperimentato, oltre che documentato con
studi randomizzati, in diverse discipline chirurgiche: chirurgia generale (tiroide,
mammella, ecc.), vascolare, maxillo-facciale e ginecologica, oltre che in
radiologia interventistica (6)
.
A ciò va aggiunto che la maggior parte delle esperienze cliniche pubblicate
minimizzano la principale obiezione all‟uso delle tecniche ipnotiche in
chirurgia, cioè la disponibilità di tempo: in effetti le induzioni utilizzate in
chirurgia sono di solito brevi (entro i 10 minuti) e supportate, nell‟esperienza
nordamericana, da uso di audiovisivi (videotape, audiocassette) per il rinforzo
auto-gestito dal paziente nei periodi pre e post-operatori.
Per quanto riguarda i meccanismi attraverso i quali l‟ipnosi ottiene
effetti di controllo del dolore, lo studio di neuroimaging con tecnica PET di
Rainville e Al., pubblicato sulla prestigiosa rivista Science nel 1997 (7)
, ha
dimostrato che manipolando, tramite suggestioni ipnotiche appropriate, il
grado di risonanza affettiva negativa (unpleasantness) evocata da una
stimolazione nocicettiva, si modificava parallelamente l‟attività di strutture
encefaliche (corteccia cingolata anteriore) deputate alla codificazione della
componente motivazionale-affettiva del dolore, mentre non risultava
modificata l‟attività della corteccia somatosensoriale primaria, deputata alla
componente sensoriale-discriminativa dello stimolo nocicettivo. Tale
stimolo era costituito dall‟immersione della mano (da parte dei volontari in
studio) in acqua molto calda; l‟esperienza era ripetuta dopo induzione
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
48
ipnotica con suggestione si assenza di dolore; in entrambe le situazioni
veniva eseguito lo studio PET.
La straordinaria selettività della suggestione ipnotica nel manipolare in
modo differenziato le due componenti principali dell‟esperienza dolorosa era
documentata da una precisa correlazione lineare tra intensità della risonanza
affettiva negativa, suggerita in ipnosi, e livello di attivazione della corteccia
cingolata anteriore. In sintesi si dimostrava che mentre il cervello continua a
registrare la sensazione di dolore, l‟ipnosi aiuta la persona a rimuovere da
tale esperienza l‟angoscia e la sofferenza.
Ricerche ulteriori hanno evidenziato come l‟ipnosi sia in grado di
modulare efficacemente non solo la componente motivazionale-affettiva, ma
anche quella sensoriale-discriminativa (anche se, probabilmente, in grado
minore) in modo dipendente dalla struttura e dalla formulazione della
suggestione ipnotica (8, 9)
.
Questi studi, sempre più, inducono ad “accettare la sfida” e
sperimentare nella propria pratica clinica l‟analgesia ipnotica, con la
consapevolezza che molti e buoni effetti sull‟intervento chirurgico e sul
decorso post-operatorio sono possibili, spesso anche al di là del livello di
abilità e di aspettative dell‟ipnologo.
Come già accennato nell‟introduzione, sono stranamente rare le
applicazioni note e documentate dell‟ipnosi in chirurgia della mano. In
letteratura è presente un unico lavoro (ripetutamente citato da altri autori) di
Maurer a Al. (10)
relativo all‟uso dell‟ipnosi nella chirurgia ortopedica della
mano, frequente causa di importante dolore post-operatorio legato alle
medicazioni delle ferite chirurgiche e alle spesso dolorose terapie riabilitative.
Nello studio citato, 60 pazienti sottoposti a chirurgia della mano furono trattati
tradizionalmente o con aggiunta di procedure ipnotiche; questo secondo gruppo
manifestò: significativa riduzione nella intensità del dolore percepito, minore
stato d‟ansia, più rapido progresso della guarigione fisica, minori complicanze
post-operatorie.
Purtroppo nessun dato in letteratura è disponibile su più fini aspetti
strettamente chirurgici, di evidente interesse pratico per chi decida di utilizzare
l‟ipnosi in chirurgia della mano. In particolare non è documentata l‟efficacia
analgesica dell‟ipnosi sui diversi organi e tessuti interessati dall‟aggressione
chirurgica nella mano: cute, sottocute, fasce, tendini, sinoviale, capsula,
legamenti, osso, nervo periferico.
Dati in questo senso deriveranno solo da ulteriori esperienze pratiche sul
campo.
Volume 15 N° 1- 2010
49
1.3 - APPLICAZIONI IN RIABILITAZIONE DELLA MANO
E’ noto quanto i traumi alla mano siano psicologicamente significanti;
ciò a causa del reale o solo temuto danno estetico e funzionale, in un
distretto corporeo così fortemente inserito nell’immagine di sé. Per quanto
riguarda la componente psicologica Grunert et al (11)
hanno dimostrato, in
una serie di studi, come i sintomi di stress post-traumatico (incubi, disturbi
del sonno, flashback, ansia e depressione, isolamento, rifiuto delle cure)
sono molto frequenti dopo traumi alla mano.
Parallelamente alle problematiche puramente psichiche, dopo gravi
traumatismi della mano, sono altresì frequenti complicanze di tipo organico
(iperalgesia, rigidità, contrattura, alterazioni trofiche, ecc.), tali da
compromettere gravemente la guarigione finale.
Paradigma di queste situazioni è la Sindrome algo-distrofica (CPRS:
Complex Regional Pain Syndrome), evenienza rara, ma di andamento e
gravità tale da condizionare in modo drammaticamente negativo il
trattamento dei traumi della mano; talora purtroppo la CPRS si manifesta
anche dopo interventi di elezione, in soggetti psicologicamente predisposti
o in modo del tutto inaspettato. Il trattamento in questi casi dovrebbe
essere multidisciplinare: fisiatrico, farmacologico, psicologico. In tale
ottica bene si collocano procedure ipnotiche centrate sul rilassamento
psicofisico e intergrate con riabilitazione mediante uso della
visualizzazione del movimento.
Un aspetto meno drammatico, ma molto più frequente, dopo il
trattamento di traumi della mano, è costituito dalla difficoltà di recupero
del movimento, compromesso dai danni tessutali legati al trauma e
all’intervento chirurgico, nonchè dalla immobilizzazione post-operatoria.
Da alcuni anni si diffondono pubblicazioni internazionali che riferiscono
dell’uso di tecniche di “Motor imagery”, cioè di visualizzazione del
movimento, come integrazione delle procedure riabilitative in ambito
neurologico (esiti di hictus) (12, 13)
e traumatologico (esiti di traumi agli arti)
(14) .
PRESUPPOSTI SCIENTIFICI ALL‟USO DELLA VISUALIZZAZIONE DEL MOVIMENTO
Il concetto di immagine mentale, e nello specifico di immagine motoria,
con i suoi potenziali effetti sul “sistema uomo”, ha radici nel campo della
ricerca ben precedenti lo sviluppo della “neuroimaging”; si vedano le ricerche
di Carpenter della fine del XIX secolo e le pionieristiche ricerche di Jacobson
(15) del 1930, dove si sostenne per la prima volta che durante una azione
solamente immaginata vi fosse un‟attivazione selettiva dei muscoli responsabili
di quello specifico movimento.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
50
Tra gli anni trenta e ottanta, con una particolare accelerazione
successivamente alla II Guerra Mondiale, numerosi studi che hanno avvalorato
la somiglianza tra azioni eseguite e immaginate, effettuati parallelamente in
campo neurofisiologico e psicologico, hanno trovato applicazione pratica in
campi non medici; eclatante ne è stata la diffusione in campo sportivo.
Lentamente si sta giungendo ad una “applicazione clinica” dove le nuove
possibilità di studio che ha offerto la scienza stessa, tra le PET e fRMN, hanno
permesso l‟ingresso nel mondo della medicina occidentale, che si fonda
sull‟esperienza empirica e sull‟evidenza scientifica, di concetti di non facile
comprensione e dimostrazione. Il filone di ricerca generale che ha accomunato
questi studi, con modalità e punti vista diversi, è quello della possibilità di
influenza dei processi mentali sul corpo.
I primi tentativi di applicazione pratica furono conseguenti a studi
effettuati da ricercatori sovietici che lavorarono sui sopravvissuti all‟olocausto;
questo erano persone che avevano sviluppato una particolare abilità
nell‟attingere alle loro riserve interiori per trovare la forza di sopravvivere. La
scoperta di un potenziale personale supplementare, suggerì l‟idea di esaminare
le caratteristiche mentali e fisiche anche di categorie di persone di successo, se
pure sottoposte a compiti particolarmente impegnativi: atleti, musicisti,
danzatori e artisti in generale. La caratteristica comune di queste persone era
una particolare abilità nell‟estendere le proprie facoltà di concentrazione molto
più in là della media delle persone normali. In realtà in un primo periodo il
campo di applicazione fu limitato al programma spaziale, con ingenti
investimenti negli anni ‟50-‟60, anche negli U.S.A.
Passarono circa vent‟anni prima che questi metodi venissero introdotti nei
programmi sportivi. Il training mentale venne largamente utilizzato con atleti
sovietici e della Germania dell‟est, per poi diffondersi a macchia d‟olio in tutto
il mondo e in tutte le discipline dando linfa al campo della psicologia sportiva.
Relativamente alle ricerca di base, tre criteri di prova convergenti
suggerivano che i movimenti immaginati erano controllati da specifiche reti
neurocognitive. Innanzitutto, studi comportamentali in individui normali
mostrarono che la velocità di esecuzione immaginata è altamente correlata alla
velocità di esecuzione reale, inoltre la velocità ed accuratezza di movimenti
figurati è soggette alle stesse costrizioni ambientali e fisiologiche a cui è
soggetta l‟esecuzione reale dei movimenti (16)
. In secondo luogo alcuni studi di
neuroimaging evidenziarono modelli di attivazione comuni, ma distinti, sia
relativamente alla simulazione mentale di esecuzione di movimenti che alla
generazione di movimenti motori manifesti. Infine altri studi effettuati su
soggetti con lesioni nelle aree motorie del lobo frontale e dei gangli della base o
cervelletto rilevarono che le anomalie dell‟immaginazione motoria erano
Volume 15 N° 1- 2010
51
qualitativamente e quantitativamente simili alle anomalie nell‟esecuzione di atti
motori reali (17)
.
Sono stati compiuti inoltre diversi esperimenti sia sui primati che
sull‟uomo, tesi a dimostrare che l‟attivazione di determinate aree cerebrali
durante compiti motori è sovrapponibile all‟attivazione che si rileva durante la
sola osservazione degli stessi compiti, condotta con l‟intento di imitare. Nel
1998 Rizzolati (18)
osservò nelle scimmie l‟esistenza di una classe di neuroni
definiti “mirror”, localizzati nella porzione rostrale della corteccia premotoria
inferiore, che si attiva prima e durante specifiche azioni messe in atto
dall‟animale ed anche mentre la scimmia osserva lo sperimentatore compiere la
stessa azione.
Tutti questi risultati confermano l‟idea di Jeannerod (19)
riguardo
l‟esistenza di un substrato neurologico comune, ma distinto, tra
pianificazione motoria ed immagine motoria. Considerare questi due
processi come collegati, ha portato a verificare come immaginare un
movimento possa influenzare la successiva performance reale.
Quanto sopra non può che confermare l‟interesse per l‟uso
dell‟immagine mentale in terapia. Esso può rivelarsi uno strumento incisivo
e raffinato proprio per la sua vicinanza alla fisiologia della pianificazione
motoria.
1.4 – RICERCHE PERSONALI
E‟ stata eseguita una ricerca relativa alle caratteristiche individuali delle
immagini mentali; esse possono essere indagate con numerosi test a scopo di
studio o per personalizzare un eventuale uso della visualizzazione con obiettivi
terapeutici. Tra i diversi test disponibili in letteratura ne sono stati selezionati
due, quindi somministrati in stato di ipnosi superficiale a 50 persone (amici,
parenti, pazienti), in piccoli gruppi; i dati sono stati elaborati in rapporto al
sesso, al tipo di attività abituale (lavoro/tempo libero) e all‟età.
Il primo test individua il canale sensoriale soggettivo prevalente tra quello
visivo e quello cenestesico nella visualizzazione del proprio movimento
corporeo (MIQ-R; Movement Imagery Questionnaire Revised; Hall e Coll.21
1983). E‟ composto da 8 voci suddivise in 2 sottoscale da 4 voci ciascuna,
rispettivamente progettate per valutare la componente cenestesica e la
componente visuale attraverso una scala a sette punti per entrambe; i punteggi
sono assegnati in modo che al crescere della vividezza corrisponda un
punteggio più alto; il punteggio massimo per entrambe le componenti è 28,
quello minimo è 4.
Il secondo test permette l‟autovalutazione della vividezza delle proprie
immagini mentali (VVIQ; Vividness of Visual Imagery Questionnaire; Marks
22, 1973). Lo strumento presenta 4 scene base e per ciascuna di esse 4 diverse
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
52
situazioni al cui riguardo il soggetto deve formarsi un'immagine mentale e
valutarne la vividezza su una scala a 5 punti; il punteggio totale va da un
minimo di 16 ad un massimo di 80 punti. L‟analisi individuale del risultato del
test permette di identificare anche più fini sottomodalità di visualizzazione:
visione larga o visione focalizzata, immagini statiche o in movimento, ecc.
Il sesso femminile ha dimostrato una migliore autovalutazione della
vividezza delle proprie Immagini Mentali (Grafico 1 e 2): questi risultati bene
si accordano con il dato anatomo-fisiologico di maggiori collegamenti tra
emisfero destro (maggiormente “visivo”) e sinistro (prevalentemente “verbale”)
nelle donne.
Hanno poi dimostrato migliore capacità di visualizzazione le persone che
nelle attività abituali (lavoro, sport, hobby, ecc.) intergrano attività di tipo
fisico/manuale e attività di tipo cognitivo/intellettuale (Grafico 3 e 4): ciò
sembrerebbe suggerire che con la maggiore varietà di interessi e occupazioni
quotidiane, cresca anche le capacità di attività mentale astratta, basata su
immagini e sensazioni di situazioni reali (visualizzazione di immagini
generiche o del proprio corpo in movimento).
Interessanti anche i punteggi rapportati all‟età (Grafico 5 e 6): la capacità
di rappresentazione cenestesica del movimento è stata più alta nell‟età
intermedia (30-50 anni), mentre la visualizzazione del movimento stesso e
soprattutto la vividezza delle immagini mentali sono risultate progressivamente
migliori con il crescere dell‟età; ciò a testimonianza di una migliore
integrazione tra le funzioni dei 2 emisferi con il passare degli anni di vita, come
teorizzato da Goldberg (23)
: egli infatti afferma che il cervello "maturo" è in
grado di meglio integrare pensiero ed esperienza; il cervello anziano usa meglio
l'emotività, l'empatia e l'intuizione. Quindi una mente attiva e adeguatamente
stimolata non deve temere l'invecchiamento.
23,3
21,7
22,6
21,2
4,
8,
12,0
16,0
20,0
24,0
28,0
63,6 61,4
16,0
24,0
32,0
40,0
48,0
56,0
64,0
72,0
80,0
VVIQ
MIQ-R vedere
MIQ-R sentire
FEMMINE
Maschi
Grafico 1 e 2: SESSO I punteggi medi del MIQ-R mostrano risultati migliori nel sesso
femminile, sia relativamente al movimento visualizzato che
sentito.
I punteggi medi del VVIQ mostrano risultati migliori nel sesso
femminile, relativamente alla vividezza delle immagini mentali.
Volume 15 N° 1- 2010
53
22,6
20,6
23,9
22,5 22,5 22,0
4,
8,
12,
16,
20,
24,
28, MIQ-R vedere MIQ-R sentire
60,2
65,7 64,0
16,
24,
32,
40,
48,
56,
64,
72,
80, VVIQ
LAVORO E SVAGO INTELLETTUALE
Lavoro e svago misto
Lavoro e svago fisico
Grafico 3 e 4: ATTIVITA’
I punteggi medi del MIQ-R (movimento del proprio corpo
visto o sentito), correlati alle attività prevalenti nel lavoro e nel
tempo libero, mostrano risultati migliori nei soggetti che
integrano attività di tipo intellettuale con attività di tipo
sportivo-manuale.
Anche i punteggi medi del VVIQ (vividezza delle immagini
mentali) mostrano risultati migliori nei soggetti che integrano
attività di tipo intellettuale con attività di tipo sportivo-manuale.
< 31 anni
31-40 anni
41-50 anni
> 50 anni
VVIQ
16,0
24,0
32,0
40,0
48,0
56,0
64,0
72,0
80,0
59,1
61,9 63,1 66,8
MIQ-R VEDERE MIQ-R sentire
4,0
8,0
12,0
16,0
20,0
24,0
28,0
22,2 22,4
23,3 24,3
20,3 21,3
22,5 21,0
Grafico 5 e 6: ETA’
I punteggi medi del MIQ-R mostrano risultati migliori
nell‟autovalutazione della componente visiva dell‟immagine motoria al
crescere dell‟età (MIQ-R vedere); è invece prevalente la componente
cenestesica nella fascia d‟età intermedia (MIQ-R sentire).
I punteggi medi del VVIQ, nell‟autovalutazione della vividezza delle
immagini mentali, mostrano risultati progressivamente migliori al
crescere dell‟età.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
54
2 - ESPERIENZA IN UNA STRUTTURA DI CHIRURGIA
DELLA MANO
2.1 - INSERIMENTO NELLA REALTÀ OSPEDALIERA
Al crescere delle mie conoscenze relative all‟applicazione clinica
dell‟ipnosi, ho progressivamente cercato di inserire tale procedura nella mia
professione di Chirurgo della mano: in particolare in occasione di alcuni
interventi effettuati in urgenza e soprattutto all‟interno dell‟attività
programmata della Struttura Semplice di Chirurgia della Mano della quale sono
Responsabile presso l‟U.O. di Ortopedia e Traumatologia dell‟Azienda
Ospedaliero Universitaria “Maggiore della Carità” di Novara.
In sintesi il progetto completo consiste nella progressiva messa in opera dei
contatti e delle procedure di seguito dettagliate.
Rapporti con Dirigenti e personale infermieristico:
- adeguata informazione al Direttore della Struttura Complessa di
appartenenza;
- adeguata informazione e autorizzazione da parte della Direzione
Sanitaria dell‟Azienda Ospedaliera;
- adeguata a dettagliata spiegazione al personale infermieristico del Day
Hospital e della Sala Operatoria relativamente al fenomeno ipnotico, alle
sue applicazioni in chirurgia e alle prospettive e modalità di utilizzo
nella nostra struttura;
- coinvolgimento di fisioterapisti per l‟integrazione delle procedure
ipnotiche con le procedure riabilitative tradizionali.
Prima visita presso Ambulatorio ospedaliero o privato:
- individuazione di pazienti e patologie idonei al trattamento con ipnosi e
proposta del trattamento stesso;
- oppure risposta alla eventuale richiesta di trattamento con ipnosi di
pazienti già informati di questa possibilità;
- iniziale e necessariamente concisa spiegazione di cosa è in realtà l‟ipnosi
e quali le sue applicazioni in chirurgia e riabilitazione;
- appuntamento per una seduta preliminare (di almeno 30 min) per una più
approfondita spiegazione e per la prima induzione; verifica delle risposte
individuali e delle possibili applicazioni successive.
In Sala Operatoria:
- trattamento chirurgico in Sala isolata da una porta rispetto alle altre sale
del Blocco Operatorio; cartello “Intervento in Ipnosi in Corso – Non
disturbare” sulla porta stessa;
- personale infermieristico di Sala informato e coinvolto;
- un anestesista presente, paziente monitorizzato;
Volume 15 N° 1- 2010
55
- al bisogno immediata disponibilità di procedure anestesiologiche
farmacologiche (siringa sterile con anestetico locale a disposizione del
chirurgo sul campo operatorio).
Intervento d‟urgenza in Pronto Soccorso:
- incontro e colloquio di presentazione, volto già a rassicurare e
coinvolgere il paziente in un rapporto di fiducia e accettazione; proposta
di applicazione di tecnica di rilassamento e di controllo del dolore;
- in ambiente il più possibile tranquillo a paziente supino su letto
chirurgico: induzione rapida e verifica diretta sul campo operatorio del
livello di analgesia.
Visite di controllo:
- valutazione clinica della parte anatomica sede dell‟intervento;
- raccolta di informazioni di ritorno soggettive da parte del paziente;
- consegna di ulteriori tecniche di auto-ipnosi per la fase riabilitativa.
2.2 - TECNICHE DI IPNOSI UTILIZZATE
Vengono descritti in sintesi i tre tipi di procedura ipnotica applicati nelle
diverse situazioni:
intervento d’urgenza in Pronto Soccorso:
- induzione rapida mediante fissazione dell‟indice, appoggio della mano
sulla fronte e palpebre come partenza del rilassamento progressivo e del
controllo della respirazione;
- verifica dello stato di rilassamento sollevando e lasciando cadere il
braccio sano; rinforzo verbale;
- induzione dell‟analgesia nella mano infortunata mediante richiamo di
sensazioni già provate: freddo, anestesia, ecc.;
- verifica sul campo operatorio del livello di analgesia; in caso questa sia
assente o insufficiente: integrazione con anestetico locale;
- durante l‟intervento visualizzazione, in parte guidata in parte spontanea,
di luogo tranquillo nel quale immaginarsi;
- al termine dell‟intervento: consegna di tecnica di auto-ipnosi (pollice e
indice della mano sana), comando post-ipnotico per successive induzioni
rapide (contatto della mano sulla fronte e sulla palpebre), suggestioni
post-ipnotiche di controllo del dolore, salute generale e guarigione rapida
della parte infortunata.
intervento chirurgico programmato:
- nella seduta preliminare dopo dettagliato colloquio informativo, in
posizione seduta, esecuzione del test di Sacerdote modificato Regaldo;
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
56
- in caso di risposta negativa: prosecuzione con rapido rilassamento, poi
riproponibile in sala operatoria; spiegata la non possibilità di analgesia
ipnotica;
- in caso di risposta positiva evidente: prosecuzione diretta della induzione
e dell‟approfondimento con rilassamento completo, visualizzazione
parzialmente guidata di un luogo tranquillo;
- consegna di tecnica di auto-ipnosi (pollice e indice della mano sana),
comando post-ipnotico per successive induzioni rapide (contatto della
mano sulla fronte e sulla palpebre);
- immediata reipnotizzazione in posizione supina (come al momento
dell‟intervento);
- al momento dell‟intervento chirurgico: induzione rapida con comando
post-ipnotico, induzione dell‟analgesia nella mano da operare mediante
richiamo di sensazioni già provate: freddo, anestesia, ecc.;
- verifica sul campo operatorio del livello di analgesia; in caso questa sia
assente o insufficiente integrazione con anestetico locale;
- durante l‟intervento visualizzazione, in parte guidata in parte spontanea,
di luogo tranquillo nel quale immaginarsi;
- al termine dell‟intervento: suggestioni post-ipnotiche di controllo del
dolore, salute generale e guarigione rapida della parte infortunata;
- ai controlli post-operatori, se occorre, rapida induzione, medicazione in
ipnosi e rinforzo delle suggestioni di guarigione; insegnamento di
tecnica di auto-ipnosi riabilitativa (vedi oltre).
Trattamento riabilitativo di rigidità post-traumatiche o sindromi algo-
distrofiche:
- In caso di paziente mai trattato con ipnosi si ripetono i tempi preliminari
illustrati per l‟intervento chirurgico programmato; particolare attenzione
va posta allo stato psicologico del paziente, spesso ansioso o depresso;
- la prima seduta è centrata sulla tecnica di rilassamento e di
apprendimento della auto-induzione dello stesso, da ripetere a domicilio
ogni giorno;
- sedute successive: colloquio (verifica dell‟uso dell‟auto-ipnosi
domiciliare giornaliera), induzione mediante comando post-ipnotico,
eventuale approfondimento guidato, verifica della Risposta Evidente,
tecnica di visualizzazione del movimento della mano in trattamento
(contatto piacevole con materiali diversi, richiamo di sensazioni tattili
diverse, movimenti elementari delle singole dita, attività pratiche della
vita quotidiana), suggestioni post-ipnotiche di benessere e funzionalità
recuperata), rinforzo dell‟auto-induzione e del comando post-ipnotico;
- in caso di difficoltà alla visualizzazione del movimento della mano
infortunata: alternare la visione diretta della mano sana che si muove,
Volume 15 N° 1- 2010
57
alla visualizzazione di quella malata (occhio aperti – occhi chiusi), come
rappresentato nella figura sottostante.
2.3 - ESPERIENZE CLINICHE IN CHIRURGIA DELLA MANO
Le mie prime esperienze pratiche di induzione ipnotica a scopo
anestetico sono relative al Pronto Soccorso, dove ho avuto modi di trattare
due pazienti, i cui casi sono di seguito descritti.
CASO T.C. - Uomo di 54 anni - Artigiano.
Perviene al Pronto Soccorso per ferita da sega circolare al dorso della mano
sinistra, con lesioni tendinee multiple; resta circa 2 ore in attesa del trattamento
(triage, prima visita, consulto specialistico, radiografia, indisponibilità della
Sala Operatoria).
Vengo chiamato come Specialista reperibile; quando giungo in Pronto
Soccorso il Sig. T.C. è seduto in una affollata sala d‟attesa, si tiene la mano
ferita fasciata e sanguinante, manifesta un giustificato stato di ansia e di
confusione. Modulo il mio approccio con lui in modo da trasmettere decisione e
serenità; lo accompagno in una saletta vuota e tranquilla dove esamino la sua
lesione e lo informo sui danni subiti e sulla possibilità di buon trattamento
immediato da parte mia, sottolineando di essere specializzato in Chirurgia della
ESECUZIONE DEL MOVIMENTO
CON L’ARTO SANO
PRODUZIONE DELL’IMMAGINE DEL MOVIMENTO DELL’ARTO
SANO
PRODUZIONE DELL’IMMAGINE DEL MOVIMENTO DELL’ARTO
MALATO
CONFRONTO E COMMENTO CON IL TERAPISTA
DESCRIZIONE E COMMENTO CON IL TERAPISTA
ESECUZIONE DEL MOVIMENTO CON L’ARTO OPERATO
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
58
Mano. Lo informo della possibilità di ridurre la sua paura e anche il dolore con
una procedura di “Ipnosi medica” alla quale lui stesso collaborerà e durante la
quale rimarrà “sveglio” e consapevole; il Sig. T.C. accetta dimostrando la sua
gratitudine per la mia disponibilità e la piena fiducia per “qualunque cosa” io
faccia per lui. Continuando a preparare tutto l‟occorrente per l‟intervento,
continuo a parlargli e spiegargli il senso dell‟ipnosi e i suoi vantaggi anche per
la guarigione futura.
A paziente supino utilizzo l‟induzione mediante fissazione dell‟indice,
inducendo (e subito verificando) uno stato di rilassamento profondo pressoché
istantaneo; guido una visualizzazione di immersione della mano infortunata
nella “cosa più fredda per lui”, cioè il secchiello per il ghiaccio, intanto spargo
il disinfettante (già normalmente percepito come freddo) e mi accorgo che non
lamenta il vivo dolore che il disinfettante stesso solitamente induce; realizzato
il campo sterile, pungo con la siringa dell‟anestesia la cute circostante la ferita e
ottengo conferma dell‟analgesia ottenuta; ancora meravigliato del risultato e per
“non rischiare oltre” spruzzo l‟anestetico (senza iniettarlo) sulla ferita aperta e
sui tendini esposti e lesionati. Invitando il paziente a visualizzare un luogo
tranquillo dove rimanere piacevolmente con sé stesso, eseguo il trattamento
chirurgico riparativo; nel corso della tenorrafia e così come della recentazione
della ferita lacera e sua sutura il paziente non mostra segni di dolore e resta
tranquillo, con respiro calmo ed evidenti movimenti oculari.
Terminato l‟intervento suggerisco suggestioni post-ipnotiche visive e
cenestesiche di assenza di dolore post-operatorio, di rapida guarigione della
ferita e di completo recupero funzionale della mano; consegno l‟aggancio per la
tecnica di auto-ipnosi e rinforzo il risultato raggiunto. Deipnotizzo il paziente,
commento il lavoro svolto, spiego l‟uso dell‟auto-ipnosi e degli esercizi di
visualizzazione della guarigione e del movimento delle dita infortunate, da
effettuarsi già nei primi giorni anche a mano immobilizzata. Lo invito a provare
subito l‟auto-ipnosi e lo guido in un rapido esercizio di visualizzazione, come
appena spiegato.
Dimetto il Sig. T.C. e lo controllo ogni settimana, sia medicando la mano
che verificando l‟uso dell‟auto-ipnosi; il decorso è ottimo e nonostante la
gravità della lesione iniziale la ferita guarisce bene e rapidamente, ma
soprattutto quasi immediato è il recupero della mobilità delle dita che si
completa in circa 20 giorni contro i 30-60 abituali in questi casi. Il commento
più significativo del Sig T.C. è stato: “Dottore, da quando l‟ho vista in Pronto
Soccorso, sono stato sicuro di guarire e non ho più sentito male. Perché non
usate l‟ipnosi con tutti?”
CASO C.E. - Donna di 35 anni - Casalinga.
Giunge al Pronto Soccorso per ferita da taglio (coltello da cucina) alla MF
del 3° dito della mano sinistra, con sezione del tendine estensore. La situazione
Volume 15 N° 1- 2010
59
ambientale e l‟andamento dell‟incontro medico-paziente sono sovrapponibili al
caso precedente, ma questa paziente manifesta un atteggiamento di forte
controllo, in presenza del marito e di una figlia piccola. Nella solitudine della
Saletta Operatoria, stabilito l‟accordo ipnotico, ricevute le informazioni sul
presente e sul futuro della sua patologia, affidato totalmente al medico la
gestione della situazione la Signora si rilassa e letteralmente “cade” in ipnosi ai
primi accenni di induzione.
Suggerita semplicemente una suggestione di assenza di sensibilità alla mano
sinistra, verifico con l‟ago della siringa per anestesia l‟assenza di dolore ed
eseguo l‟intervento, anche sul tendine, senza uso di anestetico, nemmeno
spruzzato. Concludo come per il caso precedente.
Al primo controllo la situazione clinica è buona e la paziente segue con
precisione e partecipazione le indicazioni per le tecniche di auto-ipnosi,
riferendo “uno stato piacevole e dimenticato di tranquillità interiore e nei
rapporti con le persone”.
Relativamente all‟esperienza in chirurgia d’elezione il mio approccio è
stato molto più prudente, limitando i primi casi a semplici e rapide procedure di
rilassamento. Ho inizialmente soprattutto curato la situazione ambientale: luci
meno intense, non rumori di disturbo, personale collaborativo.
Le prime esperienze non hanno dato esiti positivi in termini di effettiva
analgesia chirurgica, verosimilmente anche perché applicate su pazienti anziane
e con procedure poco efficaci. Va comunque segnalato l‟evidente
miglioramento del clima generale di lavoro, con risvolti positivi sia sul
personale che sui pazienti; il rilassamento poi, indotto in persone
particolarmente ansiose (talora veramente in stato di agitazione psico-motoria),
ha permesso l‟esecuzione delle procedure per l‟anestesia locale senza uso di
farmaci sedativi e con un vissuto personale di evidente maggiore serenità, tale
da rendere meno spiacevole l‟infissione dell‟ago e l‟introduzione locale
dell‟anestestico (procedure spesso mal sopportate e riferite come molto
dolorose a livello della mano).
Riferisco di un caso di effettiva analgesia chirurgica: si tratta di paziente
giovane e proveniente dall‟ambulatorio privato, quindi gestita con tempi e
modalità sicuramente migliori rispetto alla realtà ospedaliera.
CASO P.L. - Donna di 22 anni - Studentessa.
Viene a visita per gli esiti di un recente incidente stradale con ferita
lacerocontusa al dorso della mano e del polso sinistro, trattata in altra città.
Subito l‟esigenza è quella di effettuare le medicazioni con il minor dolore
possibile ed in seguito quella di effettuare un intervento di plastica estetica. Nel
mio ambulatorio (sempre in presenza di un genitore e dopo opportuna
informazione) eseguo la prima induzione utilizzando direttamente il test di
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
60
Sacerdote modificato Regaldo; verifico una viva risposta evidente di
levitazione nel braccio sano, quindi proseguo con suggestioni di freddo alla
mano da medicare (bagnando contemporaneamente la medicazione da
rimuovere con soluzione fisiologica, già di per sé fredda) ed eseguo
effettivamente la medicazione con solo lieve fastidio locale riferito. Termino la
seduta con la consegna della tecnica di auto-induzione e con il comando post-
ipnotico (entrambi sulla mano destra sana).
In tre successive sedute ripeto l‟induzione tramite comando post-ipnotico ed
eseguo le medicazioni e la rimozione dei punti, senza dolore; questi momenti
rinforzano la convinzione nella paziente (e nel sottoscritto) di eseguire
l‟intervento chirurgico in analgesia ipnotica. Ciò avviene dopo tre mesi di
attesa per la completa evoluzione della cicatrice cutanea: l‟induzione sul letto
operatorio è rapida (quasi spontanea) e l‟analgesia completa (verificata in
campo sterile, con ago da anestesia, senza iniezione di farmaco). L‟intervento,
che coinvolge il tessuto cutaneo e sottocutaneo, procede senza dolore e con
minimo sanguinamento.
Nel decorso post-operatorio la paziente prosegue l‟uso di auto-ipnosi con
suggestioni di salute e di guarigione locale. La paziente all‟ultima visita
afferma: “Se mai dovrò tornare in una sala operatoria, voglio che lei dottore
sia con me e mi ipnotizzi”.
2.4 - ESPERIENZE CLINICHE IN RIABILITAZIONE DELLA MANO
Ho elaborato e qui presento un semplice protocollo di intervento con
ipnosi, su casi di rigidità post-traumatica o si casi di sindromi algodistrofiche
subentrate dopo trauma e interventi alla mano. Tale protocollo, in
collaborazione con una Fisioterapista, è stato applicato a 5 pazienti: in 4 casi
c‟è stata una ottima accettazione da parte dei pazienti, con risultati fortemente
incoraggianti; in 1 caso il paziente, dopo la prima seduta, si è rifiutato di
eseguire qualunque tipo di riabilitazione, anche di tipo tradizionale. Viene
descritto in dettaglio uno dei casi ad andamento favorevole.
PROTOCOLLO
Seduta iniziale: colloquio (contratto ipnotico), test di Sacerdote modificato
Regaldo, induzione con rilassamento e passi, verifica della Risposta Evidente,
consegna dell‟aggancio per auto-induzione (unire pollice e indice della mano
sana), comando post-ipnotico (contatto dell‟indice sulla fronte) per velocizzare
le induzioni successive. Prosecuzione della seduta con interventi riabilitativi
tradizionali.
Sedute successive: colloquio (verifica dell‟uso dell‟auto-ipnosi domiciliare
giornaliera), induzione mediante comando post-ipnotico, eventuale
approfondimento guidato, verifica della Risposta Evidente, tecnica di
Volume 15 N° 1- 2010
61
visualizzazione del movimento della mano in trattamento (contatto piacevole
con materiali diversi, movimenti elementari, attività della vita quotidiana),
suggestioni post-ipnotiche di benessere e funzionalità recuperata), rinforzo
dell‟auto-induziopne e del comando post-ipnotico.
Ove possibile le sedute iniziano già nell‟immediato periodo post-
operatorio, anche con la mano immobilizzata.
CASO S.L. - Donna di 36 anni - Operaia.
Giunge a visita specialistica per esiti di traumatismo multiplo alla mano
destra (frattura della prima falange 4° e 5° dito, frattura esposta del 5°
metacarpale, lesione multipla tendini estensori, ferita lacera cutanea) trattato in
urgenza con osteosintesi percutanee, tenorrafie, sutura cutanea e
immobilizzazione in gesso per 40 giorni.
Evoluzione in rigidità articolare e sindrome algodistrofica: escara sul dorso
della mano con lembo adeso ai piani sottostanti, iponestesia a livello del lembo
cutaneo lacerato, articolarità solo accennata a livello di MF-IFP-IFD di tutte le
dita con rigidità e difficoltà e dolore vivo alla mobilizzazione passiva, 1° dito
con limitazione dei movimenti di abduzione; concomita grave edema dorsale,
iperpatia e iperestesia a tutta la mano. Viene inserita in un programma di
riabilitazione tradizionale: desensitizzazione per riduzione del dolore dorsale e
ripristino sensibilità tattile e propriocettiva; mobilizzazioni passive caute e
progressive; massoterapia dorsale dolce delle cicatrici; ultrasuoni in acqua,
ionoforesi, laserterapia; bendaggi compressivi per la riduzione edema; esercizi
attivi per il ripristino prese e delle pinze digitali; trattamento farmacologico
della distrofia ossea.
Applicazione del protocollo di riabilitazione con tecniche di ipnosi
precedentemente descritto; una seduta alla settimana di verifica e rinforzo per il
primo mese. Dopo 2 mesi di trattamento escara guarita, cicatrici in parte ancora
adese, edema in via di completa risoluzione. Pugno quasi completo, pinze 1°-
2°, 1°-3°, 1°-4° possibili e valide, pinza 1°-5° possibile ma ipovalida.
Ripristinata la funzionalità, diminuita la componente dolorosa e diminuita la
componente iperpatica al dorso della mano. La sensibilità è migliorata
nettamente e la mano viene usata per la gestione delle attività abituali. Permane
lieve irrigidimento al mattino.Prosegue il trattamento in corso.
Va sottolineato il facile apprendimento delle procedure di auto-ipnosi e di
motor-imagery e la conquista progressiva di una forte motivazione alla
guarigione, sostenuta dal passaggio dalla passività del periodo di
immobilizzazione alla partecipazione attiva alla propria guarigione, possibile
per molte settimane solo con tecniche mentali.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
62
2.5 - RACCOLTA DATI E SVILUPPI FUTURI
Su consiglio di chi da anni utilizza l‟ipnosi nella realtà ospedaliera, è
stato redatto ed utilizzato un semplice modulo di raccolta dei dati relativi
all‟applicazione di tecniche ipnotiche ai pazienti, sia in caso di trattamento
chirurgico (d‟urgenza o di elezione), sia relativamente al momento
riabilitativo.
In un prossimo futuro è ipotizzabile un miglioramento nelll‟utilizzo
delle tecniche di ipnosi su diversi fronti:
- elaborazione di un data base dedicato, sul quale trasferire i dati attualmente
solo cartacei, al fine di una migliore conservazione e gestione e confronto
degli stessi;
- registrazione video di tutti gli interventi, dalla prima induzione, al tempo
chirurgico, ai momenti del trattamento e del decorso post-operatorio;
- verifica, in soggetti adatti, della effettiva possibilità di intervento su strutture
anatomiche profonde della mano (capsula articolare, tessuto osseo, tessuto
sinoviale, nervo periferico, strutture vascolari);
- graduale e corretta informazione pubblica relativamente alla fattibilità e
disponibilità di procedure di ipnosi clinica all‟interno della Struttura di
Chirurgia della Mano della quale sono responsabile;
- coinvolgimento e trasmissione dell‟esperienza personale sia sul campo che
relativa alla formazione presso il C.I.I.C.S. di altro personale medico, in
particolare anestesisti; ciò allo scopo di poter mantenere la completa
attenzione al mio gesto chirurgico, spesso molto delicato, anche con paziente
sottoposto ad analgesia ipnotica;
- perfezionamento personale sulle tecniche di ipnosi rapida, per verificare la
possibilità di applicazione diretta in Sala Operatoria, anche in assenza di
sedute preliminari e anche in caso di interventi programmati (cioè al di fuori
della situazione “privilegiata” di Pronto Soccorso).
- 3 - CONCLUSIONI
Al termine di questa esperienza, se pure del tutto iniziale, di applicazione
delle tecniche di Ipnosi in Chirurgia della Mano, sono possibili alcune
riflessioni che devono essere ritenute assolutamente preliminari
L‟uso dell‟ipnosi è risultato sorprendentemente facile e la sua applicazione
immediata in alcune situazioni di urgenza, là dove molteplici fattori psicologici
entrano in gioco: l‟imminenza dell‟evento traumatico, il vissuto di gravità dello
stesso e delle possibili menomazioni future, la situazione ambientale
sfavorevole, ecc. Tali fattori rendono più facilmente “catturabile” il paziente
Volume 15 N° 1- 2010
63
che viene rapidamente condotto là dove verosimilmente egli stesso in realtà
vuole andare: in una dimensione “altra” di pace e tranquillità e di completa
delega al medico della gestione della situazione critica contingente.
L‟uso dell‟ipnosi in chirurgia d’elezione presenta, al contrario, difficoltà
di non facile e immediato superamento: prime fra tutte le problematiche
logistiche e organizzative, come la disponibilità di ambienti adatti e la scarsità
di tempo da dedicare al singolo paziente. Queste difficoltà sono più facilmente
superabili con pazienti gestiti nel periodo pre-operatorio con sedute preliminari
in ambulatori esterni all‟Ospedale, per poi usufruire di efficaci e sperimentati
comandi post-ipnotici al momento dell‟intervento chirurgico. Anche le
emergenti tecniche di Ipnosi rapida o istantanea, non possono e non devono
prescindere ad una adeguata e approfondita spiegazione nell‟ambito di un
colloquio preliminare che deve essere organizzato in momenti e ambienti
adeguati.
E‟ stata inoltre verificata già in questa inizialissima esperienza la effettiva
maggiore “resistenza” all‟induzione ipnotica in soggetti anziani; con queste
persone (che spesso spontaneamente si rifugiano in un loro mondo psichico
lontano dalla Sala Operatoria) sono comunque risultate proponibili semplici e
rapide procedure di rilassamento, che come ricordato migliorano il vissuto del
paziente, soprattutto se inserite in un ambiente ugualmente tranquillo e abitato
da persone serene e disponibili.
Resta aperto, in assenza di dati dalla letteratura o da esperienze pratiche
fino ad ora raccolte, la definizione della specifica “sensibilità tessutale” alla
analgesia ipnotica, nell‟ambito della complessità strutturale anatomica della
mano. Ulteriori ricerche ed esperienze pratiche sono indispensabili per
rispondere a questo interrogativo.
Per quanto riguarda l‟uso dell‟ipnosi in riabilitazione, sono al contrario
ben documentate in letteratura le procedure e gli effetti della visualizzazione
del movimento di parti del corpo immobilizzate da lesioni traumatiche o lesioni
neurologiche (Motor Imagery). Nell‟ambito delle possibilità terapeutiche
dell‟ipnosi vanno quindi ricordate le tecniche di rappresentazione mentale
visiva e/o cenestesica della propria mano nei movimenti elementari e nello
svolgimento delle attività abituali, le suggestioni di salute generale e di
guarigione della parte corporea operata, nonché le tecniche di rilassamento per
il controllo dell‟ansia e per il miglioramento della perfusione ematica locale.
Anche a causa di una spontanea e diffusa tendenza alla delega al medico
della propria guarigione (utile solo nella fase strettamente chirurgica), assume
valenza positiva il coinvolgimento attivo e in prima persona del paziente nelle
fasi post-operatorie; ciò si ottiene con efficacia consegnando al paziente stesso
“compiti” da svolgere quotidianamente al proprio domicilio, consistenti in
tecniche di auto-ipnosi con rilassamento, suggestioni di guarigione e benessere,
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
64
visualizzazioni del movimento delle parti del corpo temporaneamente
immobilizzate. Queste procedure, come ricordato, realizzano effettivi risultati
clinici e contemporaneamente migliorano il vissuto di guarigione del paziente.
Ciò è particolarmente vero e importante in persone giovani e attive nel lavoro
o nello sport, contrastando la frequente e deleteria depressione post-traumatica
e il “pensiero negativo” sulla propria salute e sul proprio futuro.
Da ultimo credo sia opportuno sottolineare come l‟uso dell‟ipnosi in
Chirurgia, a fronte di costi pressoché assenti nell‟ambito dell‟economia
ospedaliera, possa fornire una delle risposte alla crescente richiesta di
trattamenti naturali, alternativi o complementari alla medicina tradizionale.
Il risultato per il paziente consiste nel rendere più serena, consapevole e
partecipativa la propria esperienza di guarigione; per gli operatori sanitari c‟è
l‟opportunità di realizzare una più profonda umanizzazione del rapporto con il
paziente, nell‟ambito di rapporti personali e ambienti di lavoro più calorosi e
sereni.
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66
3Edoardo Casiglia1,2, Sami Schiff, Enrico Facco3, Amos Gabbana1, Valérie
Tikhonoff1, Laura Schiavon1, Anna Bascelli1, Marsel Avdia1, Maria Teresa
Tosello2, Augusto Mario Rossi2, Hilda Haxhi Nasto1, Federica Guidotti1,
Margherita Giacomello4, Piero Amodio1
3 1Dip. Clinical and Experimental Medicina Clinica e Sperimentale, Università
di Padova
2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino
3 Dip.di Specialità Medico-Chirurgiche, Università degli Studi di Padova
4Dip. Anaestesiologia, Università di Padova
Volume 15 N° 1- 2010
67
L’ALESSÌA INDOTTA IN POST-IPNOTICO
È UN FENOMENO REALE E MISURABILE -
STUDIO SPERIMENTALE CONTROLLATO CON
STROOPTEST IN 12 VOLONTARI SANI
Riassunto
Lo scopo di questo studio è di verificare se l‟induzione post-ipnotica di alessia
sia in grado di ridurre l‟effetto Stroop da interferenza colore/parola. 12
volontari (6 altamente ipnotizzabili e 6 scarsamente ipnotizzabili, secondo la
Stanford Hypnotic Susceptibility Scale Form C) sono stati sottoposti a test di
Stroop, consistente in misurazione del tempo di reazione (RT) alla comparsa su
uno schermo di una parola colorata indicante un colore, in condizioni basali e
dopo induzione di alessia post-ipnotica. In condizioni basali l‟RT era maggiore
in caso di incongruenza. Nei soggetti altamente ipnotizzabili l‟interferenza era
meno pronunciata durante l‟alessia post-ipnotica (-34%, p=0.03); l‟ampiezza
del potenziale tardivo era maggiore per le condizioni congruenti rispetto a
quelle incongruenti (p<0.03), fenomeno associato a una risposta
cardiovascolare allo stress meno pronunciata. Nei soggetti scarsamente
ipnotizzabili non si osservava una riduzione dell‟effetto Stroop durante
l‟alessia post-ipnotica. L‟alessia post-ipnotica è quindi un fenomeno reale e
misurabile, capace di ridurre l‟interferenza parola/colore e gli effetti
emodinamici del test di Stroop.
Parole chiave: ipnosi, alessia, condizionamento post-ipnotico, Test di Stroop,
interferenza, colore, parola, sperimentale.
Abstract
The aim of this study is to check whether hypnotically-induced alexia may
reduce the Stroop effect due to color/word interference. 12 volunteers (6 with
high and 6 with low hypnotizability according to Stanford Hypnotic
Susceptibility Scale Form C) underwent a Stroop test consisting of
measuringthe reaction times (RT) at appearance of a colored word indicating a
color, both in basal conditions and during post-hypnotic alexia. In basal
conditions, RT were greater in case of incongruence. In highly hypnotizable
participants, the interference was less pronounced during post-hypnotic alexia
(-34%, p = 0.03). During alexia, late positive complex amplitude was also
greater for congruent than incongruent conditions (p < 0.03), and
cardiovascular response to stress was less pronounced as well. In participants
showing low hypnotizability, no reduction of Stroop effect was detected during
post-hypnotic alexia. Posthypnotic alexia is therefore a real and measurable
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
68
phenomenon, capable of reducing the color-word interference and the
haemodynamic effects of the Stroop test.
Keywords: Hypnosis, alexia,post-hypnotic conditioning, Stroop test,
interference, color, word, experimental.
Introduzione
Negli anni recenti si è destato presso gli studiosi che si occupano di ipnosi un
interesse crescente circa il ruolo dell‟attenzione, una funzione attraverso la
quale è possibile regolare l‟attività dei processi cognitivi filtrando ed
organizzando le informazioni provenienti dall‟ambiente allo scopo di emettere
risposte comportamentali adeguate4. Sono stati anche proposti modelli
neuropsico-fisiologici nei quali la fenomenologia dell‟ipnosi viene
reinterpretata sulla base delle correnti neurali e funzionali che sottendono i
processi coinvolti nell‟attenzione. In breve, in un primo stadio dell‟induzione
ipnotica l‟attenzione verrebbe focalizzata e selettivamente orientata sulla voce
dell‟ipnotista; si verificherebbe poi una riduzione dell‟attenzione associata a
sospensione delle capacità di analisi critica della realtà cui conseguirebbe la
condizione di profondo rilassamento e coinvolgimento che è tipica della trance
ipnotica5-7.
I processi che sottendono l‟attenzione possono essere guidati da motivazioni
interne all‟organismo (fattori endogeni o top-down) e avere una stretta
relazione con la volontà e la coscienza, oppure essere sollecitati
automaticamente da informazioni provenienti dal mondo esterno (fattori
esogeni o bottom-up) svincolate dall‟azione diretta della coscienza: i primi
identificano le attività di controllo cerebrali, i secondi le elaborazioni
automatiche di selezione precoce delle informazioni utili.
Data la notevole quantità di informazioni costantemente veicolata dagli organi
di senso al cervello, le funzioni mentali vanno considerate nel loro insieme un
sistema a risorse limitate8. Una funzione fondamentale del sistema attentivo è il
mantenimento dello stato di allerta o vigilanza, volto a consentire adeguate
risposte all‟ambiente permettendo di utilizzare un‟efficace elaborazione delle
sole informazioni utili. Le moderne tecniche di visualizzazione delle attività
cerebrali quali la tomografia ad emissione di positroni (PET), la risonanza
magnetica funzionale (fMRI) e le diverse tecniche elettroencefalografiche
hanno permesso di evidenziare come il sistema attentivo sia separato dai
cosiddetti sistemi dell‟elaborazione sensoriale (che sono in grado di operare
Volume 15 N° 1- 2010
69
anche quando l‟attenzione è orientata altrove) e supportato da una rete di aree
cerebrali diverse con funzioni cognitive diverse.
Secondo Posner e Petersen9 si possono distinguere tre sistemi attentivi mediati
da strutture anatomiche in parte sovrapposte ma in larga misura indipendenti,
ciascuna con funzioni specifiche. Il sistema attentivo posteriore sarebbe
coinvolto nei meccanismi di orientamento automatico dell‟attenzione spaziale,
comprendente la corteccia parietale posteriore, i nuclei talamici connessi con il
pulvinar e il collicolo superiore. Il sistema attentivo anteriore sarebbe invece
coinvolto nelle funzioni di controllo, selezione, focalizzazione, monitoraggio e
regolazione del comportamento e comprenderebbe la corteccia prefrontale
dorsolaterale, la cingolata anteriore, la motoria supplementare e le loro
connessioni con i nuclei della base. Infine, il sistema reticolare ascendente,
che avrebbe come ruolo essenziale il mantenimento dello stato di veglia e
d‟allerta (arousal), è anatomicamente complesso e ancora mal definito e
comprende probabilmente proiezioni noradrenergiche che dal locus coeruleus
modulano le attività della corteccia cerebrale, in particolare dell‟emisfero
destro.
La scomposizione del concetto di attenzione in sottoprocessi - ciascuno dei
quali coinvolto in specifiche operazioni - e la formalizzazione del concetto di
sistema a risorse limitate hanno permesso lo studio di questi moduli funzionali
mediante specifici compiti in grado di produrre effetti sulla velocità di risposta
dei soggetti. L‟avvento delle tecniche di visualizzazione delle attività cerebrali
in vivo ha poi consentito di incorporare le scoperte della psicologia cognitiva in
quelle provenienti dalle neuroscienze.
Lo studio dei processi attentivi si basa principalmente sulle prove di doppio
compito e d'interferenza. Fra queste ultime, la più usata è lo Stroop test10-12
.
Nella versione più usata di questo test, i reattivi consistono in un insieme di
parole come ROSSO, VERDE, GIALLO, BLU che identificano un colore
oppure in una serie di lettere X. Le condizioni cui il soggetto è sottoposto sono
tre: congruente, quando il nome del colore e la parola che lo indica coincidono
(es: ROSSO o VERDE), neutra, quando viene presentata non una parola ma
una serie di X colorate (es.: XXXXX o XXXXX) e incongruente quando
colore e parola non coincidono (es.: ROSSO o VERDE). Districarsi i questa
situazione di congruenza/incongruenza costituisce il compito Stroop. La
performance del soggetto è valutata misurando i tempi di reazione e i potenziali
evocati evento-correlati.
L‟eventuale differenza in ms fra tali tempi misurati in condizioni congruenti e
non congruenti misura l‟effetto Stroop. Il riconoscimento di un colore nella
condizione incongruente è infatti più lento che nella condizione neutra; a loro
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
70
volta i tempi di reazione misurati nella condizione neutra sono più lenti che
nella condizione congruente. Nel compito Stroop si realizza infatti
un‟interferenza tra il colore dello sfondo e la parola scritta su di esso. Le ipotesi
elaborate per spiegare il fenomeno si rifanno alla velocità relativa di
elaborazione e all‟automatismo della lettura12-13
. Una prima ipotesi, presente già
nel lavoro originale di Stroop, sostiene che la parola venga letta più
velocemente di quanto il colore venga denominato: questa differenza diventa
particolarmente critica quando due risposte potenziali competono per l‟accesso
ai sistemi effettori di produzione, dando origine all‟interferenza14
. L‟effetto di
facilitazione nella condizione congruente invece è da attribuirsi alla
coincidenza delle risposte proposte dai due canali e, di conseguenza, l‟output
verbale si può basare sul processo che arriva primo al traguardo. Una seconda
ipotesi si rifà all‟automatismo, sostenendo che una delle dimensioni richieda
maggiori risorse attentive per la sua esecuzione rispetto all‟altra: nominare il
colore implica un maggiore sforzo di quanto ne richieda la lettura, essendo le
persone più allenate a leggere parole che a denominare colori. In definitiva il
processo di lettura si attiva automaticamente, mentre la denominazione del
colore richiede un maggiore sforzo cognitivo con consumo di libido. Le due
ipotesi hanno un'impostazione sequenziale, nel senso che i processi ad uno
stadio devono essere completati prima che quelli dello stadio successivo
possano avere inizio14
. In anni recenti, i modelli di spiegazione dell‟effetto
Stroop hanno smorzato l‟interesse verso l‟elaborazione seriale ed enfatizzato i
limiti computazionali del sistema in toto15
. Secondo MacLeod l‟interpretazione
corretta è legata alla forza relativa delle due vie che portano alla lettura della
parola e alla denominazione del colore12
. Il modello connessionista più
rappresentativo è quello proposto nel 1990 da Choen et al.12-13,16-17
, i quali
sostengono che il processamento avviene attraverso un sistema di moduli
interconnessi. Ciascuno di questi contiene unità che operano in modo
interattivo su input parziali provenienti da altri moduli, fornendo in tempo reale
i propri output. Le conoscenze del sistema sono rappresentate dai pattern
d‟attivazione sulle unità, che possono cambiare in modo continuo e non lineare
col passare del tempo. Se due vie sono attive contemporaneamente e producono
situazioni conflittuali nella loro intersezione, il risultato sarà l‟interferenza; se
producono attivazioni coincidenti, il risultato sarà una facilitazione. Un punto
interessante di questo modello è che riconosce un chiaro ruolo dell‟attenzione
nel processo elaborativo. L‟attenzione ha il compito di modulare le operazioni
delle unità computazionali. Questo modello, quindi, racchiude in sé sia il
concetto di velocità relativa d‟elaborazione sia quello dell‟automatismo,
quest‟ultimo non più visto come un polo all'interno di una dicotomia ma come
un estremo di un continuum tra processi più o meno controllati o più o meno
automatizzati12
.
Volume 15 N° 1- 2010
71
Quale che sia il meccanismo di produzione dell‟effetto Stroop, esso si comporta
anche di fatto come uno stressogeno ed è principalmente in tale veste che esso è
stato impiegato nel presente lavoro, volto a misurare l‟interferenza Stroop e le
sue conseguenze cardiovascolari.
Scopo dello studio era valutare se l‟effetto Stroop potesse essere modificato
inducendo mediante idonei comandi un deficit attentivo con alessìa post-
ipnotica e se tale deficit fosse in grado di modificare la risposta emodinamica
da stress prodotta dal compito Stroop. In altre parole, si è cercato di valutare se
in condizioni di alessìa ipnosi-indotta (tale da far apparire tutte le lettere come
delle successioni di X) la risposta al compio Stroop fosse ridotta. In caso
affermativo, sarebbe stata questa la dimostrazione sperimentale dell‟avvenuta
produzione di alessìa. L‟obiettivo finale era far transitare l‟alessìa dal campo
dei fenomeni meramente soggettivi a quello delle conferme galileiane.
Materiali, soggetti e metodi
Sono stati studiati 12 volontari sani, di cui 6 altamente ipnotizzabili18
e 6 ad
ipnotizzabilità medio-bassa, i cui dati antropometrici ed emodinamici sono
illustrati in Tab I. I soggetti sono stati selezionati sulla base di una accurata
anamnesi, di un incontro privato e - quando necessario - della somministrazione
del Multiphasic Minnesota Personality Inventory 2. Tale procedura era vota a
screenare i soggetti con personalità borderline, magiormente proni a palesare
effetti indesiderati durante dissociazione ipnotica. Il grado di ipnotizzabilità è
stato determinato per ogni soggetto mediante la scala di suscettibilità ipnotica
dell‟Harvard Group (v. oltre).
La ricerca è stata condotta in conformità con i principi della Dichiarazione di
Helsinki. Tutti i soggetti hanno dato assenso informato alla procedura. Ognuno
è stato dapprima informato personalmente sugli obiettivi, sui metodi e sui
possibili rischi e aveva l‟opportunità di chiedere qualsiasi spiegazione ritenesse
necessaria. Il locale Comitato di Bioetica ha approvato il protocollo in data
25/09/2005.
Seduta preliminare
Qualche giorno prima della procedura i soggetti erano sottoposti
individualmente ad induzione ipnotica mediante suggestioni verbali di
rilassamento e benessere. Attraverso la voce di un ipnotista esperto e
qualificato il soggetto veniva guidato a focalizzare l‟attenzione su una singola
idea, escludendo ogni altro stimolo interno o esterno. Veniva usata
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
72
un‟induzione tradizionale consistente in brevi enumerazioni, fissazione dello
sguardo, concentrazione su un‟immagine e suggestioni di benessere generale,
pesantezza alle palpebre e regolarità del respiro.
Tabella I. Dati antropometrici ed emodinamici dei soggetti studiati
Età (anni) 28.6 ± 3.8
Superficie corporea (m2) 1.7 ± 0.7
Indice di massa corporea (kgm-2
) 20.6 ± 3.6
Pressione arteriosa sistolica (mmHg) 120.4 ± 11.0
Pressione arteriosa diastolica (mmHg) 76.3 ± 13.5
Pressione arteriosa media (mmHg) 91.1 ± 11.3
Pressione differenziale (mmHg) 45.9 ± 10.7
Frequenza cardiaca (bpm) 85.8 ± 14.3
Gittata sistolica (ml) 60.7 ± 15.7
Indice cardiaco (lmin-1m
-2) 3.4 ± 1.3
Dopo la spontanea chiusura degli occhi, i soggetti erano invitati a concentrarsi
sul proprio corpo dalla testa ai piedi, suggerendo e ottenendo in breve tempo
una sensazione di pesantezza e di atonia muscolare. La verifica della trance
profonda era basata su segnali quali la chiusura degli occhi, la levitazione di un
braccio, il rilassamento dei tratti del volto, la caduta della mandibola, la dolce
apertura della bocca, la riduzione della frequenza del respiro, la catalessi e la
midriasi bilaterale. L‟analisi di questi segnali permetteva all„ipnotista di capire
se i soggetti erano realmente ipnotizzati consentendogli di mantenere o
modificare questa condizione con continue appropriate suggestioni. L‟obiettivo
di questa procedura preliminare era stabilire un valido rapporto interpersonale
tra l‟operatore ed il soggetto allo scopo di favorire un rapido e valido
monoideismo in occasione della successiva seduta sperimentale. Per ridurre il
tempo necessario all‟induzione, a tutti i soggetti veniva dato durante la seduta
preliminare un comando post-ipnotico. In questa fase venivano inoltre
somministrati i reattivi della Harvard Group Scale of Hypnotic Susceptibility
Form A19
allo scopo di accertare grado di l‟ipnotizzabilità di ogni singolo
Volume 15 N° 1- 2010
73
soggetto e quantificarne il grado di ipnotizzabilità. Tutti i soggetti con Harvard
score >9, sono stati identificati come soggetti altamente ipnotizzabili.
Seduta sperimentale
Ipnosi. Il giorno dell‟esame era effettuata la seduta di ipnosi sperimentale. La
suggestione specifica di alessìa post-ipnotica veniva indotta mediante
suggestioni volte a decurtare fino ad abolire la capacità di riconoscere la
metafora del linguaggio scritto: in tali condizioni il soggetto era in pratica
incapace di riconoscere il significato delle parole scritte, che gli apparivano
come righe o espressioni senza senso, come scritte in una lingua straniera del
tutto sconosciuta o come una serie di X20
.
Compito Stroop. Il compito veniva svolto in una stanza con luce soffusa. Il
soggetto veniva fatto sedere di fronte a un monitor VGA a colori da 15” a una
distanza di 87 cm. Il monitor sul quale venivano presentati gli stimoli era
collegato a un computer dal quale veniva gestito l‟ordine di presentazione degli
stimoli e sul quale erano registrati tempi di risposta e accuratezze mediante
software E-PRIME (Psychological Software Tools, Princeton, USA). Ogni
stimolo consisteva in una singola parola-colore (ROSSO, VERDE, GIALLO,
BLU) scritta in uno dei 4 colori (rosso, verde, giallo o blu) che apparivano una
alla volta al centro dello schermo. Il colore con cui venivano presentate le
parole poteva essere congruente (parola = colore), oppure incongruente (parola
colore). I soggetti erano istruiti a mantenere lo sguardo su una croce al centro
dello schermo per tutta la durata del l‟esperimento. Le parole venivano
presentate su uno sfondo nero e ciascuna parola-colore sottendeva un angolo di
campo visivo di circa 1.6° sull‟asse verticale e di circa 6° sull‟asse orizzontale.
La sessione sperimentale iniziava con un blocco di addestramento composto da
23 trials. I soggetti erano poi sottoposti a due sessioni di 7 blocchi di trials
ciascuna: una sessione in condizioni basali - cioè senza suggestione post-
ipnotica - ed una sessione in condizione di suggestione post-ipnotica nella quale
veniva abolito il significato del linguaggio scritto. L‟ordine delle due sessioni
era controbilanciato tra i soggetti: metà dei soggetti iniziava l‟esperimento in
condizione basale, l‟altra metà in condizione di suggestione post-ipnotica.
Ogni blocco consisteva in 72 trials (47 congruenti e 25 incongruenti). Il
compito era quello di premere il più velocemente possibile uno di quattro tasti,
ciascuno dei quali associato ad uno dei colori con cui venivano presentati gli
stimoli. Le risposte venivano acquisite mediante una Response Box
(Psychological Software Tools, Princeton, USA).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
74
Monitoraggio emodinamico. I seguenti parametri cardiovascolari erano
monitorati prima, durante e dopo il compito Stroop, sia in condizioni basali di
veglia che durante la suggestione ipnotica: volume sistolico (SV) (in ml) e la
gittata cardiaca (CO) (in Lmin-1
), mediante analisi morfologica del segnale di
bio-impedenza (Physio Flow TM-LAB-1, Manatec Biomedical, Ebersviller,
France); frequenza cardiaca (HR) (in battiti per minuto, bpm); intervallo RR21
;
resistenze periferiche totali (SVR) (in mmHgminL-1
), espresse come
rapporto tra pressione arteriosa media (MAP) e CO; indice cardiaco (CI) (in
l×min-1
×m-2
), espresso come rapporto CO/superficie corporea, estrapolata con
la formula di DuBois22
.
Registrazione dell’elettroencefalogramma ed analisi dei potenziali evento-
correlati (ERP). L‟elettroencefalogramma, digitalizzato a 512 Hz con banda
passante 0.05-20 Hz, è stato registrato servendosi di una cuffia precablata a 19
elettrodi posti seguendo il sistema internazionale 10/2026
. La registrazione è
stata condotta utilizzando il software System Plus associato a testina BQ132S
con 31 canali di registrazione. Gli artefatti da movimento oculare sono stati
monitorati mediante due elettrodi posizionati 1 cm a sinistra e 1 cm sotto la
rima dell‟occhio sinistro. Durante la registrazione tutti gli elettrodi sono stati
riferiti ad un elettrodo posto sulla punta del naso.
L‟analisi degli ERP è stata effettuata estraendo off-line le epoche associate alla
presentazione degli stimoli ed includendo nella media l‟attività tra i 100 msec
precedenti ed i 900 msec successivi la presentazione dello stimolo. Dopo
l‟estrazione degli ERP sono state ricavate mediante procedura automatica la
latenza e l‟ampiezza della componente P300 separatamente per congruenza e
sessione. La componente era identificata come picco di massima ampiezza tra
300 e 700 msec successivi la presentazione dello stimolo. I parametri della
P300 sono stati ricavati dagli elettrodi parietali, centrali e frontali (P3, Pz, P4,
C3, Cz, C4, F3, Fz ed F4). L‟ampiezza della P300 è stata analizzata usando
come fattore tra soggetti il grado di ipnotizzabilità e come fattori entro soggetti
il condizionamento post-ipnotico, la congruenza del compito Stroop,
l‟ampiezza e la topografia dei potenziali.
Le prove contaminate da artefatti da movimenti oculari (deflessione oltre ±100
μV) erano eliminate automaticamente prima del calcolo delle medie. Sono state
mediate solo le prove corrette e prive di vistosi artefatti e sono stati ottenuti gli
ERP nelle quattro seguenti condizioni: basale congruente, basale incongruente,
suggestione congruente e suggestione incongruente. Una volta estratti gli ERP
per ciascuna delle suddette condizioni, è stata eseguita la correzione della linea
di base sottraendo da ogni campione post-stimolo di ciascun elettrodo la media
del segnale ottenuta nel proprio intervallo pre-stimolo.
Volume 15 N° 1- 2010
75
Localizzazione delle sorgenti dell’attività cerebrale. Per localizzare le
presunte sorgenti dell‟attività elettrica cerebrale registrate sullo scalpo è stato
utilizzato un metodo inverso basato sul software LORETA (LOw-Resolution
Electromagnetic TomogrAphy)27-28
, un metodo realizzato per ottenere una
soluzione pesata minima normalizzata della distribuzione sulla superficie dello
scalpo allo scopo di minimizzare la trasformazione laplaciana per derivazione
della sorgente libera da referenze. La localizzazione delle sorgenti dell‟attività
elettrica cerebrale è stata ricavata in relazione alle tre coordinate X (per le
attività rilevate da sinistra a destra), Y (per le attività registrate nel verso
postero-anteriore) e Z (per quelle rilevate dalla profondità verso la superficie),
dopo averle corrette secondo le coordinate normalizzate dell‟atlante
neuroanatomico MNI29
. I dati sono stati calcolati all‟interno di una griglia
ordinata in 1152 punti localizzati all‟interno della metà superiore di una sfera.
Paragonata al metodo per la derivazione dei dipoli, il metodo LORETA
presenta il vantaggio di rilevare i generatori dell‟attività elettrica cerebrale
senza basarsi su una assunzione a priori circa il numero e la localizzazione delle
sorgenti. Il calcolo della riorganizzazione di tutti i parametri è stato effettuato
mediante l‟algoritmo per derivazione della referenza media comune.
Analisi spettrale della frequenza cardiaca. Le registrazioni elettro-
cardiografiche sono state ottenute mediante due derivazioni periferiche ai polsi.
I tracciati elettrocardiografici sono stati preliminarmente esaminati al fine di
rilevarne artefatti e saggiarne l‟affidabilità. È stata apportata correzione
manuale ai tracciati contenenti eccessivo rumore di fondo. L‟analisi spettrale è
stata ottenuta con software MicroMed (Mogliano Veneto, Italia) utilizzando
metodi di analisi non parametrici, in particolare la trasformata rapida di Fourier
non uniforme. La frequenza di campionamento è stata impostata a 256 Hz e il
filtro è stato posto per frequenze tra 4 e 40 Hz. Dall‟analisi spettrale si è
ottenuta la distribuzione della potenza totale dello spettro nelle tre componenti
VLF (0.003-0.04 Hz), LF (0.04-0.15 Hz), HF (0.15-0.4) (in ms²). Sono stati
inoltre calcolati il valore delle componenti LF e HF in unità normalizzate (n.u.),
il rapporto tra LF e HF e la media della distribuzione delle frequenze30
.
Analisi statistica. Una power analysis preliminare basata sulla precedente
esperienza dello stesso laboratorio31
ha indicato che 5 soggetti erano sufficienti
per mettere in evidenza significative differenze delle variazioni emodinamiche
evitando l‟errore 32
. I tempi di reazione sono stati analizzati usando come
fattore tra i soggetti il grado di ipnotizzabilità (alta vs. bassa), in accordo con la
Harvard Scale e come fattori entro i soggetti la sessione (basale vs. suggestione
post-ipnotica) e la congruenza del compito Stroop (congruente vs.
incongruente).
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
76
Le variabili continue erano espresse come media errore standard e
confrontate con l‟analisi della covarianza e il test post-hoc di Bonferroni; la
statistica è stata aggiustata per età, peso corporeo e valori di base. La within
analysis nell‟ambito di ogni curva tempo/risposta e la between analysis fra le
curve erano valutate con l‟analisi della covarianza (ANCOVA) per misure
ripetute. Le correlazioni erano valutate con il test del 2 di Pearson. L‟ipotesi
nulla è stata rigettata per una probabilità (p) <0.05.
Risultati
Lo studio è stato portato a termine in tutti i soggetti, suddivisi in due gruppi di 6
soggetti ciascuno, rispettivamente ad ipnotizzabilità alta (Harvard score >9) o
bassa (Harvard score ≤8).
L‟effetto Stroop è stato osservato in tutti i soggetti, con un tempo medio di
reazione nelle prove congruenti significativamente più breve rispetto a quelle
incongruenti (593.5 ± 72.2 vs. 699.8 ± 111.4 msec, p<0.001).
Nei soggetti altamente ipnotizzabili la suggestione post-ipnotica di alessìa ha
ridotto l‟interferenza Stroop da 122.0 ± 62.0 a 80.2 ± 33.2 ms (p<0.03) nei
soggetti altamente ipnotizzabili, con una riduzione media del 34%. In questi
stessi soggetti è stata altresì riscontrata un‟interazione tra suggestione,
congruenza e ipnotizzabilità (F=5.29, p<0.05). L‟effetto della congruenza era
significativo, con un‟ampiezza P300 risultata maggiore per le prove congruenti
che incongruenti (p<0.03). Parimenti significativo era il lato esplorato (p<0.03).
L‟interazione multipla tra sessione, congruenza, lato e ipnotizzabilità
raggiungeva valori prossimi a quelli di significatività (F=2.94; p=0.09).
Nei soggetti a bassa ipnotizzabilità non si è evidenziata in corso di alessìa post-
ipnotica alcuna riduzione dell‟effetto Stroop dovuto all‟incongruenza parola /
colore.
L‟analisi visiva della grand-average (Figura 1) ha evidenziato una modulazione
lenta negli elettrodi fronto-polari Fp1 e Fp2. Per tale motivo sono state ricavate
in queste derivazioni le ampiezze medie dei segmenti temporali a 500-600,
600-700, 700-800 e 800-900 ms dopo lo stimolo. Nei soggetti altamente
ipnotizzabili, il potenziale fronto-parietale tardivo rilevato in condizioni di
congruenza aumentava significativamente nel condizionamento post-ipnotico,
passando da -0.57 mV (LF -2.68-25.6) a 8.23 mv (1.19-15.27) (p<0.01, Figura
2), mentre in quelli a bassa ipnotizzabilità tale potenziale non si modificava
(Figura 3).
Volume 15 N° 1- 2010
77
Nella condizione basale, LORETA ha rilevato bilateralmente differenze di
attivazione tra le prove congruenti e incongruenti nel giro prefrontale medio
(area 8 di Brodmann, NMI X=-21, Y=21, Z=47), nel giro cingolato anteriore
(area 32, X=-10, Y=19, Z=43), nel giro del cingolo (area 24, X=7, Y=15,
Z=31) e nella corteccia parietale posteriore (area 7, X=-21, Y=62, Z=62).
Durante alessìa post-ipnotica, differenze di attivazione tra le prove congruenti e
incongruenti sono state invece rilevate soprattutto nell‟emisfero sinistro e in
particolare nel giro prefrontale medio (area 9, X=-31, Y=33, Z=40) e nella
corteccia parietale inferiore (area 40, X=-40, Y=-48, Z=48).
L‟analisi spettrale dell‟intervallo RR non ha evidenziato alcuna modificazione
post-ipnotica né differenze in relazione all‟ipnotizzabilità dei soggetti (Tabella
II)
In condizioni basali l‟esecuzione del compito Stroop provocava nei soggetti
altamente ipnotizzabili una repentina riduzione dell‟indice cardiaco (-20%,
p<0.01) come conseguenza dell‟aumento delle resistenze periferiche totali,
varizioni che si mantenevano per tutta la durata della prova (Figura 4); nella
fase post-ipnotica la riduzione del CI era invece minima e non significativa (-
3%).
Nei soggetti non ipnotizzabili, la suggestione post-ipnotica non modificava la
risposta emodinamica al compito Stroop.
L‟analisi spettrale dell‟intervallo RR non risultava significativamente
modificata né dalla sessione né dal compito stroop.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
78
19 of 20 electrode locations shown
Click on electrodes to toggle name/number
O2
Fp1 Fp2
F7 F3 Fz F4
F8
T3 C3 Cz C4 T4
T5 P3 Pz P4
T6
O1
Channel locations
0 200 400 600 800
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-5
0
5
10
Condizione congruente in corso di suggestione post-ipnotica.
Condizione incongruente in corso di suggestione post-ipnotica.
Condizione congruente in assenza di suggestione post-ipnotica.
Condizione incongruente in assenza di suggestione post-ipnotica.
Figura 1. Analisi dei potenziali evento-correlati.
Volume 15 N° 1- 2010
79
Tabella II. Analisi spettrale dell‟intervallo RR
Bassa ipnotizzabilità Alta ipnotizzabilità
Basale Alessìa
post-
ipnotica
Basale Alessìa
post-ipnotica LF (ms
2) 8.0 ± 8.6 9.9 ± 14.9 13.6 ± 20.7
11.5 ± 20.5
HF (ms2)
14.6 ± 20.7
19.8 ± 33.8 25.8 ± 37.4 23.8 ± 40.2
RATIO
(LF/HF)
1.1 ± 0.8 0.7 ± 0.2
0.6 ± 0.3 0.7 ± 0.1
Fp1 Fp2
Condizione Congruente in corso di suggestione post-ipnotica.
Condizione Incongruente in corso di suggestione post-ipnotica.
Condizione Congruente in assenza di suggestione post-ipnotica.
Condizione Incongruente in assenza di suggestione post-ipnotica.
Figura 2. Variazioni dei potenziali fronto-polari.
C3 Cz
0 200 400 600 800
-5
0
5
10
0 200
400
600
800
-5
0
5
10
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
80
Condizione Congruente in corso di suggestione post-ipnotica.
Condizione Incongruente in corso di suggestione post-ipnotica.
Condizione Congruente in assenza di suggestione post-ipnotica.
Condizione Incongruente in assenza di suggestione post-ipnotica.
Figura 3. Variazioni dei potenziali parietali.
0 200 400 600 800
-5
0
5
10
0 200 400 600 800
-5
0
5
10
Volume 15 N° 1- 2010
81
Figura 4. Variazioni dell‟indice cardiaco (IC) durante il compito Stroop nei
soggetti altamente ipnotizzabili in condizioni basali ed in comando post-
ipnotico di alessìa.
-1,6
-1,2
-0,8
-0,4
0,0
0,4
0,8
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Tempo di test (min)
Va
ria
zio
ne
di
IC (
%)
.
DCI Ipnotizzabili BASE
DCI Ipnotizzabili POST
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
82
Discussione
I processi cognitivi possono essere automatici o controllati33
. Alcuni sono
automatici fin dalla nascita, altri lo divengono con la pratica e l‟esercizio34.
Una
volta automatizzati, questi processi sono attivati in maniera involontaria e non
possono essere facilmente interrotti.
Le parole sono processate automaticamente35-36
e l‟inteferenza Stroop (data
dalla differenza tra i tempi di reazione allo stimolo congruente e quello
incongruente) è considerata il gold standard per la valutazione della
performance automatica37
. L‟interferenza Stroop è uno dei più fenomeni più
studiati nelle ricerche sull‟attenzione in psicologia cognitiva10
.
Il principio base postulato da Stroop nel 1935 è che la lettura della parola
interferisca con il colore con cui è scritta la parola stessa. L‟interferenza è
caratterizzata da una reattività rallentata e da una conseguente lentezza
nell‟identificare la parola scritta nel colore incongruente in confronto con lo
stimolo neutro (non investigato in questa tesi) o congruente.
A livello neurofisiologico l‟interferenza Stroop è caratterizzata da una
componente ERP di polarità negativa, con picco a circa 410 msec (il cui
generatore è la corteccia cingolata anteriore) seguita da un‟onda tardiva a
polarità positiva tra 500 e 800 msec (generata a livello della corteccia temporo-
parietale sinistra e aree frontali, sedi del processo di intepretazione della
parola)38
.
Il compito Stroop si comporta inoltre da fattore stressogeno, capace di
aumentare la scarica simpatica. Il presente studio ne fornisce una dimostrazione
in Figura 3, dove l‟applicazione ad un compito Stroop modifica l‟indice
cardiaco indicando un aumento delle resistenze totali. La risposta è analoga a
quella osservata con altri stressors come ad esempio il cold pressor test39
.
E‟ stato in precedenza dimostrato come l‟ipnosi renda possibile prevenire la
risposta cardiovascolare allo stress39-41
modificando diversi parametri
cardiovascolari come indice cardiaco, frequenza cardiaca e resistenze
periferiche: in particolare, in soggetti altamente ipnotizzabili questo stesso
laboratorio è stato in grado di indurre vasodilatazione sia distrettuale che
sistemica in assenza di variazioni di temperatura mediante suggestione di
calore40
e di inibire la vasocostrizione da freddo mediante distrazione
dell‟attenzione dallo stimolo doloroso con conseguente analgesia39
. Recenti
studi di neuromaging hanno suggerito che la suggestione agisca sulla regione
occipitale e sulla corteccia cingolata anteriore42-43
, un‟interpretazione che ha
Volume 15 N° 1- 2010
83
trovato conferma, nella presente ricerca, nelle variazioni registrate mediante
LORETA.
L‟idea alla base dello studio qui descritto era di somministrare un comando
post-ipnotico finalizzato a bloccare o rallentare la comprensione del linguaggio
scritto (alessìa), effetto questo agevolmente ottenibile in soggetti altamente
ipnotizzabili44-45
. Si tratta in realtà di un semplice condizionamento, che può
anche essere «rafforzato per insegnamento» con sedute ripetute e che persiste
per lunghi periodi fino a rimozione del comando46
. In precedenza, l‟interferenza
L‟esistenza di un‟alessìa post-ipnotica indica che i processi cognitivi
automatizzati attraverso la pratica e l‟esercizio (come la lettura) possono essere
de-automatizzati ricadendo sotto il controllo cognitivo. A conferma di tale dato,
nei soggetti altamente ipnotizzabili da noi studiati i tempi di reazione per gli
stimoli incongruenti si riducevano significativamente (-34%) con riduzione o
abolizione dell‟interferenza Stroop quando il compito veniva somministrato in
condizioni di alessìa (Figura 2).
L‟analisi topografica mediante LORETA ha confermato i risultati dello studio
di Kerns47
condotto con la fMRI: la corteccia cingolata anteriore risultava infatti
maggiormente attivata in condizioni basali quando l‟interferenza era maggiore
(condizione incongruente), mentre nel condizionamento post-ipnotico con
suggestione di alessìa quest‟area era ugualmente attiva nelle due situazioni di
congruenza. Al contrario, una maggiore attività nella condizione incongruente
era rilevabile per la corteccia prefrontale media. Dal punto di vista funzionale, a
questa area viene attribuito una ruolo di monitoraggio e rilevazione dei conflitti
tra le sorgenti di stimolo (nel caso specifico, il colore con cui sono presentati gli
stimoli e il significato della parola-colore)48-49
. Sembra quindi che la
suggestione post-ipnotica abbia un effetto di modulazione delle aree coinvolte
nel monitoraggio e nel controllo delle interferenze. Le diverse attività a livello
della corteccia parietale potrebbero essere invece legate all‟attivazione di
circuiti attenzionali di tipo volontario50,51
.
Nel nostro studio l‟esecuzione del compito Stroop provocava una repentina e
duratura vasocostrizione sistemica attestata dalla riduzione dell‟indice cardiaco
per tutta la durata della prova, mentre in presenza di deficit attentivo con
suggestione di alessìa tale riduzione era, nei soggetti altamente ipnotizzabili,
assai minore. In quelli scarsamente ipnotizzabili la suggestione di alessìa non
preveniva la risposta emodinamica al compito Stroop, a dimostrazione del fatto
che proprio il comando post-ipnotico era alla base della ridotta risposta
cardiovascolare all‟evento stressogeno.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
84
Conclusioni
In conclusione, l‟effetto Stroop è un fenomeno reale e misurabile, che si
comporta come un evento stressogeno accompagnato da risposte
cardiovascolari. La misurazione degli ERP e il sistema di imaging LORETA
forniscono utili informazioni sulla neurofisiologia dell‟ipnosi e sui fenomeni
conseguenti alla suggestione ipnotica, mentre l‟analisi spettrale dell‟intervallo
RR non sembra rilevare le modulazioni intercorrenti tra il sistema nervoso
simpatico e parasimpatico. L‟ipnosi può essere definita un fenomeno
fisiologico reale e misurabile, dimostrabile con parametri strumentali adeguati e
attivo sul piano clinico-sperimentale. Tali dati strumentali consentono di
acquisire preziose informazioni sulla neurofisiologia dell‟ipnosi e contribuire a
comprendere la natura di questa interessante facoltà della mente, ponendo le
basi per una sua definitiva inclusione nel campo delle scienze galileiane e delle
terapie validate52
.
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Casiglia E, Rossi AM, Lapenta AM, Tirone G & Tosello M eds., Editrice
Libraria Padovana, 2007, pp 163-167.
Corrispondenza a:
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
88
Prof. Enrico Facco
Cattedra di Anestesia Generale
e Speciale Odontostomatologica
Dip. di Specialità Medico-Chirurgiche
Sez. Clinica Odontoiatrica
Università di Padova
via Giustiniani 2
35128 PADOVA, Italy
Tel. +39 049 8212040
Fax. +39 049 8218229
4Nunzia Giordano
1,2, Edoardo Casiglia
1,2, Valérie Tikhonoff
1,2, Maria T.
Tosello2
4
Volume 15 N° 1- 2010
89
REGRESSIONE D’ETÀ, FENOMENO REALE E MISURABILE.
DIMOSTRAZIONE MEDIANTE TEST DI RORSCHACH E MATRICI
DI RAVEN IN VOLONTARI SANI
Riassunto
Durante trance ipnotica è facile indurre allucinazioni che hanno per il soggetto
ipnotizzato le caratteristiche e la concretezza della realtà e dare comandi che
devono essere eseguiti sia durante la trance stessa sia dopo la de-
ipnotizzazione. Un possibile comando allucinatorio è la regressione d‟età del
soggetto ad un periodo prestabilito dall‟ipnotista.
Il presente studio è stato eseguito allo scopo di indagare, mediante la
somministrazione di un test proiettivo e mediante un test d‟intelligenza sia in
condizioni basali di coscienza usuale che in trance ipnotica con regressione
d‟età, qual è l‟ampiezza delle abilità mentali dell‟individuo e a che età
appartengono, al fine di chiarire fino a che punto la regressione d‟età modifichi
la percezione del soggetto.
Sono stati studiati 10 volontari selezionati per la loro alta ipnotizzabilità. Ad
ogni soggetto i test sono stati somministrati tre volte, in tre distinte sessioni:
basale, in corso di regressione ipnotica e in ipnosi neutra. Durante tutte le
sessioni frequenza cardiaca, gittata sistolica, indice cardiaco e resistenze
periferiche totali erano monitorati.
I test d‟intelligenza usati erano le Matrici di Raven: le CPM erano
somministrate in fase di regressione ipnotica e seguite dalle SPM; le SPM
erano somministrate in stato di coscienza usuale come condizione di controllo.
Come prova oggettiva dell‟avvenuta regressione d‟età, ad ogni soggetto era
somministrato il test di Rorschach volto allo scopo di rivelare tratti di
infantilismo associati alla regressione.
In tutti i soggetti, il test di Rorschach eseguito in condizioni di regressione d‟età
evidenziava, quando paragonato alle condizioni di base pre-ipnosi, un aumento
significativo delle variabili tipiche di una visione infantile e una diminuzione
delle variabili tipiche di una visione adulta. Tale risultato confortava l‟ipotesi
sperimentale che i soggetti fossero realmente regrediti ad età infantile. Le
matrici di Raven evidenziavano un calo di rendimento nelle prestazione
1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università di Padova
2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
90
effettuate in regressione ipnotica d‟età rispetto a quelle eseguite a reale età
anagrafica (condizioni standard). Il monitoraggio emodinamico indicava inoltre
che l‟effetto stressogeno del test di Raven non si manifestava in regressione
ipnotica d‟età.
I risultati sopra descritti dimostrano che la regressione di età è un fenomeno
reale e dimostrabile, che in condizioni di regressione d‟età, al contrario di
quanto accade in ipnosi neutra, i soggetti presentano un comportamento
modificato che nell‟esecuzione dei test rivela un livello inferiore di maturità.
Parole chiave – Ipnosi. Raven. Rorshach. Intelligenza. Regressione.
Summary
During hypnotic trance, it is easy to drive subjects to hallucinations having
concrete form and features, and to give orders to be carried out both during and
after trance. A possible hallucinatory order is age regression to a previous
period of life.
The aim of the present study was to investigate through a test of Roschach and
a test of intelligence the wideness of mental abilities both in basal conditions
and in hypnotic trance with age regression. The purpose was to ascertain
whether age regression is a real phenomenon, and in what extent it is able to
modifies the perception of reality.
The study was conducted on 10 highly hypnotizable volunteers. Each subject
was tested three times, in three different sessions: basal, hypnotic regression of
age, and neutral hypnosis. During the test, heart rate, systolic blood pressure,
cardiac index and total peripheral resistance were constantly monitored. The
test of intelligence used were the CPM and SPM Raven matrices test. SPM
matrices were also given during ordinary consciousness, as a control condition.
As an evidence of age regression, each patient underwent a Rorschach test in
order to reveal features of infantilism associated with regression.
The Rorschach carried out during age regression showed in all subjects a sharp
increase in those variables that are typical of an infantile approach and a drop in
those that are typical of an adult approach. This result confirmed the
experimental hypothesis that patients were regressed to infantile age. The
Raven matrices revealed a decrease in efficiency during hypnotic age
regression in comparison to standard conditions (anagraphic age).
The results demonstate that age regression is real and measurable, and that in
age regression conditions - but not in neutral hypnosis - subjects show a
modified behavior revealing lower level of maturity.
Key words – Hypnosis. Raven. Rorshach. Intelligence. Regression.
Volume 15 N° 1- 2010
91
Introduzione
L‟ipnosi è una condizione psichica etero- o auto-indotta caratterizzata da uno
stato modificato di coscienza con aumento della suggestionabilità. Lo stato
tipico dell‟ipnosi è il monoideismo plastico, una condizione nella quale
l‟attenzione, guidata dall‟operatore a focalizzarsi su una sola idea, diviene
creativa (plastica). Nelle particolari condizioni di monoideismo plastico
realizzate in corso di ipnosi è possibile ottenere effetti fisici, allucinazioni e
rivivificazioni di età che hanno per il soggetto ipnotizzato tutti i caratteri della
realtà (anzi, sono reali a tutti gli effetti tranne che per la mancata fisicità). In tali
condizioni, il soggetto può essere tra l‟altro guidato non a ricordare, ma a
rivivere realmente un‟età precedente della propria vita. Un abile operatore può
altresì adoperarsi affinché la rivivificazione sia operativa non soltanto durante
la trance ipnotica, ma anche dopo la de-ipnotizzazione; egli si presenterà quindi
perfettamente lucido, vigile ed orientato, realizzerà un pieno contatto con il
mondo circostante, ma avrà la sensazione personale e il comportamento di una
persona più giovane. Tale ambiente allucinatorio viene in pratica ottenuto
mediante la somministrazione, durante la seduta di ipnosi, di un
condizionamento destinato a rendersi operativo dopo la de-ipnotizzazione.
Il soggetto in regressione post-ipnotica di età rappresenta un modello
sperimentale con caratteristiche uniche. Lo studio qui descritto si proponeva di
valutare se l‟intelligenza del soggetto in regressione fosse quella del bambino o
dell‟adulto e se le sue proiezioni fossero a loro volta quelle tipiche dell‟età
infantile o adulta. Scopo ultimo del lavoro era verificare se la regressione con
rivivificazione sia uno stato reale e riproducibile o nient‟altro che un
accomodamento alla suggestione data dall‟ipnotista sulla falsariga di un gioco
di ruolo. A tal fine si è anche valutata mediante misurazione di parametri
emodinamici la risposta simpatica ai test considerati come eventi stressogeni,
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
92
risposta che era da attendersi diversa in condizioni di coscienza usuale e di
regressione ipnotica e post-ipnotica
Soggetti, materiali e metodi
Soggetti studiati
Sono stati studiati 10 giovani volontari sani, definiti altamente ipnotizzabili in
un setting preliminare basato sulla Hypnotizability Harvard Scale1-2
e
considerati atti all‟ipnosi sulla base di un‟di accurata anamnesi, un incontro
privato con il personale di ricerca e quando necessario con la procedura del
Multiphasic Minnesota Personality Inventory 2. Ciò allo scopo di screenare i
soggetti con personalità borderline, più proni a palesare eventi indesiderati
durante dissociazione ipnotica.
Aspetti etici
La ricerca aderisce ai principi della Dichiarazione di Helsinki. Tutti i soggetti
hanno dato assenso informato alla procedura. Ognuno è stato dapprima
informato personalmente sugli obiettivi, sui metodi e sui possibili rischi e
aveva l‟opportunità di chiedere qualsiasi spiegazione ritenesse necessaria. Il
locale Comitato di Bioetica ha approvato il protocollo in data 25/9/2005.
Ipnosi
Seduta preliminare. Qualche giorno prima della procedura, ogni soggetto è
stato sottoposto individualmente ad induzione ipnotica mediante suggestioni
verbali di rilassamento e benessere. Attraverso la voce di un ipnotista esperto e
qualificato, il soggetto veniva guidato a focalizzare l‟attenzione su una singola
idea, escludendo ogni altro stimolo interno o esterno. Veniva impiegata
un‟induzione tradizionale consistente in brevi enumerazioni e in suggestioni di
Volume 15 N° 1- 2010
93
benessere generale, pesantezza alle palpebre, respiro regolare e sguardo fisso su
un punto. Dopo la spontanea chiusura degli occhi, i soggetti erano invitati a
concentrarsi sul proprio corpo dalla testa ai piedi, suggerendo e ottenendo in
breve tempo una sensazione di pesantezza e di atonia muscolare. La verifica
della trance profonda era basata su segnali quali la chiusura degli occhi, la
spontanea levitazione di una mano, il rilassamento dei tratti del volto, la caduta
della mandibola, la dolce apertura della bocca, la riduzione della frequenza del
respiro, la catalessi e la midriasi bilaterale. L‟analisi di questi segnali
permetteva all„ipnotista di capire se i soggetti erano realmente ipnotizzati, allo
scopo di mantenere o modificare questa condizione con continue, appropriate
suggestioni. Benché tecniche rapide e ultrarapide di induzione siano
disponibili3, la tecnica sopra descritta basata sul rilassamento progressivo è
nella nostra esperienza quella usualmente meglio accetta al soggetto4-5
.
L‟obiettivo di questa procedura preliminare era stabilire un valido rapporto
interpersonale tra l‟operatore ed il soggetto allo scopo di favorire un rapido e
valido monoideismo in occasione della successiva seduta sperimentale.
Per ridurre il tempo necessario all‟induzione, a tutti i soggetti veniva
somministrato durante la seduta preliminare un comando post-ipnotico
orientato all‟immediato raggiungimento del monoideismo. In pratica, si
lasciava il comando ineludibile di tornare immediatamente alla condizione di
trance ipnotica profonda ogniqualvolta l‟operatore (ed egli soltanto) avesse
pronunciato una parola-chiave compiendo nel contempo un gesto
predeterminato. Siffatti condizionamenti post-ipnotici hanno il carattere di
comandi neurologici inconsci, talché riceverli e obbedire è tutt‟uno senza
alcuna partecipazione della coscienza egoica.
In questa fase venivano inoltre somministrati i sopra citati reattivi della Harvard
Group Scale of Hypnotic Susceptibility Form, allo scopo di accertare grado di
ipnotizzabilità di ogni singolo soggetto. I soggetti con Harvard score >9 erano
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
94
identificati come altamente ipnotizzabili e ammessi allo studio. Nel contesto del
laboratorio di ipnosi clinico-sperimentale dell‟Università di Padova nel quale lo
studio è stato condotto, la frequenza di soggetti definibili a priori come
altamente ipnotizzabili è molto elevata.
Seduta sperimentale. Da 2 a 24 ore dopo la seduta preliminare, veniva
effettuata quella sperimentale vera e propria. Via condizionamento post-
ipnotico, ogni soggetto era rapidamente portato in ipnosi profonda, una
condizione nella quale è possibile sfruttare la ridotta capacità critica e
l‟aumentata suggestionabilità per indurre vissuti sperimentali aventi i caratteri
della realtà. Nello specifico del setting sperimentale qui descritto, veniva
somministrata la suggestione di sviluppare un‟allucinazione di età, portando
progressivamente il soggetto fino ad un vissuto corrispondente alla propria età
di 6 anni e mezzo. Tale età è stata prescelta in accordo con Staples et al.6.
Mediante opportune suggestioni di mantenimento, l‟operatore si assicurava che
il vissuto di età infantile non si accompagnasse a sentimento di paura o
smarrimento tipiche del bambino che si trova improvvisamente in ambiente
estraneo; a tal fine erano somministrate idee di tranquillità e allucinazioni di
ambiente familiare (aula scolastica in presenza dei genitori). Come sopra
accennato, tali allucinazioni (aventi i caratteri della più concreta realtà) sono
facili da ottenersi da parte di un operatore esperto in un setting sperimentale
coinvolgente soggetti altamente ipnotizzabili. È in tali condizioni di
rivivificazione che erano condotti i test più avanti descritti.
Al termine dei test veniva somministrata amnesia retrograda relativa ai test
stessi.
De-ipnotizzazione. Al termine della seduta post-ipnotica, il soggetto veniva
rapidamente riportato in trance profonda utilizzando l‟idoneo comando, la
Volume 15 N° 1- 2010
95
suggestione di rivivificazione d‟età7-9
era annullata e il soggetto era riportato
progressivamente alla sua reale età anagrafica. Si imponeva quindi al soggetto
l‟amnesia retrograda per tutti gli eventi, i vissuti, le azioni, le parole e le
informazioni estrinsecatesi fino a quel momento nel contesto sperimentale,
incluso il vissuto dei test diagnostici. Infine, il soggetto era de-ipnotizzato con
procedura classica10
, ricevendo suggestioni di benessere e tranquillità.
Reattivi mentali
Test di Rorschach. Il test di Rorschach è composto da 10 cartoncini bianchi
sui quali sono stampate macchie d‟inchiostro selezionate, bilateralmente
simmetriche. Cinque sono in bianco e nero, in due appare anche il colore rosso
vivo, le rimanenti tre sono policrome. La prova consiste nel dare
un‟interpretazione alle macchie sopra descritte. Rorschach ritiene che
s‟inneschi un processo di percezione distinto in tre momenti: sensazione,
ricordo e associazione11. In altre parole, le sensazioni suscitate dalle macchie
provocano il risveglio di vecchi insiemi di sensazioni sotto forma di immagini
ricordo. Ciò che dà valore d‟interpretazione alla percezione è l‟imperfezione
dell‟equivalenza fra il complesso di sensazioni prodotte dalle tavole e le
sensazioni stesse; di qui la possibilità di controllo e di scelta. Un altro aspetto
del lavoro interpretativo è il caos della macchia, atto a provocare disforia.
Dando una propria interpretazione, il soggetto mette ordine nel caos in quello
che si può ben definire un atto creativo. Trattandosi di test proiettivo, il modo
nel quale ogni singolo soggetto organizza o struttura le macchie nel processo
percettivo riflette gli aspetti fondamentali della sua dinamica psicologica12
.
Il compito Rorschach era proposto immediatamente prima di ogni compito
Raven, quindi tre volte (in regressione ipnotica di età, in ipnosi neutra all‟età
anagrafica reale del soggetto e dopo la de-ipnotizzazione). Il soggetto era
ospitato in una stanza ben illuminata, a temperatura controllata e gradevole. Le
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
96
tavole erano proposte in successione classica seguendo rigorosamente i
suggerimenti proposti nel manuale operativo12
. I risultati di ogni sessione erano
registrati per essere successivamente analizzati allo scopo di verificare che l‟età
regressiva fosse stata di fatto raggiunta durante la seduta ipnotica.
Nella siglatura delle risposte e nella successiva interpretazione dei risultati del
test, per rispetto nei confronti dei volontari, si è evitato di tracciare un profilo di
personalità pur essendone il test di Rorschach uno strumento valutativo a tale
proposito, dal momento che obiettivo di questa applicazione era semplicemente
quello di evidenziare eventuali marcatori di età infantile. Il criterio utilizzato
per la valutazione è stato quello di considerare unicamente le localizzazioni
delle risposte, tralasciando ulteriori variabili. In particolare, sono state
considerate le risposte globali e dettaglio. Si è arbitrariamente deciso che le
risposte siglate come «globali» denotano una visione organizzata e una buona
capacità di mettere in relazione tutti i dettagli per arrivare a un insieme
unificato e sensato, mentre le risposte «dettaglio» denotano una scarsa capacità
di porre in relazione le parti per giungere a dare un senso unificato alla figura.
Si è preventivato di considerare una visione «globale» come tipicamente adulta
e una visione prevalentemente «dettaglio» come tipica di un bambino, che si
ipotizza sia dotato di minore capacità organizzativa.
Matrici di Raven. Le matrici progressive di Raven sono state elaborate al fine
di esaminare la massima ampiezza delle abilità mentali e per poter essere
somministrate a persone di qualsiasi età, indipendentemente dal livello
culturale. Il compito è quello di scegliere fra 6 o 8 disegni quello che completa
il modello presentato. Le figure-modello comprendono motivi grafici che si
modificano da sinistra a destra secondo una certa logica e dall‟alto al basso
secondo un‟altra; il soggetto deve comprendere queste logiche e applicarle per
giungere alla soluzione. I tests richiedono dunque di analizzare, costruire ed
Volume 15 N° 1- 2010
97
integrare fra loro concetti diversi. Le Standard Progressive Matrices (SPM)
valutano l‟abilità di comprensione di figure che non hanno un significato
definito. Si compongono di 60 items divisi in 5 serie di 12 prove ciascuna,
ordinate per grado crescente di difficoltà. L‟ordine di presentazione delle prove
permette al soggetto di esercitarsi ad un sistema di lavoro e di addentrarsi alla
comprensione del metodo. Le Coloured Progressive Matrices (CPM) sono state
pensate per essere utilizzate con i bambini. Le 3 serie, di 12 problemi ciascuna,
che costituiscono le CPM, sono composte in modo da misurare i principali
processi cognitivi che sono patrimonio comune ai bambini minori di 11 anni;
esse forniscono al soggetto tre possibilità di sviluppare un tema di
ragionamento logico. La scala globale, comprendente, quindi, 36 problemi,
serve a misurare lo sviluppo delle funzioni cognitive presenti prima del
raggiungimento della maturità.
Il compito Raven veniva svolto nella stessa stanza, nella quale il soggetto era
posto seduto davanti ad una scrivania e invitato a mettersi a proprio agio. Gli
veniva chiesto di aprire gli occhi rimanendo tuttavia in trance ipnotica e di dare
la risposta che più ritenesse corretta per la soluzione del compito. Come sopra
accennato, tale compito consisteva nella scelta della figura più appropriata per
il completamento di una matrice di 6 o 8 immagini13
. Quando le prestazioni del
soggetto alle CPM risultavano palesemente positive, la somministrazione
proseguiva come da protocollo Raven con le SPM. Il compito era poi portato a
termine altre due volte: in trance ipnotica neutra senza regressione anagrafica e
dopo de-ipnotizzazione.
Monitoraggio emodinamico
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
98
Durante il compito Raven erano monitorati in continuo i seguenti parametri
emodinamici. La gittata sistolica (in ml) e la portata cardiaca (in lmin-1
) erano
misurati con un cardiografo indiretto basato sull‟analisi morfologica del segnale
di bio-impedenza (PhysioFlow TM-LAB-1, Manatec Biomedical, Ebersviller,
France). L‟indice cardiaco (in l×min-1
×m-2
) era calcolato dividendo la portata
cardiaca per la superficie corporea estrapolata con la formula di Du Bois46
. Tale
apparecchiatura registra altresì la frequenza cardiaca (in bpm) dalla lunghezza
(in ms) degli intervalli RR47
.
La pressione arteriosa (in mmHg) era misurata automaticamente con un
pressurometro (TM 2424, Takeda, Osaka, Japan) che non richiedeva l‟apporto
di alcun operatore. La pressione media era calcolata (in mmHg) dall‟algoritmo
{diastolica + 1/3 differenziale}.
Le resistenze periferiche totali (in mmHgminl-1
) erano calcolate dal rapporto
fra pressione arteriosa media e la portata cardiaca.
Tutti i metodi sopra descritti sono clinicamente validati14
e sono stati
ampiamente impiegati in diverse condizioni sperimentali portate a termine
anche con l‟impiego dell‟ipnosi dal gruppo di ricerca che con mezzi e personale
ha supportato il presente studio15-26
.
Risultati
Test di Rorschach. L‟analisi del comportamento dei soggetti ha consentito di
verificare il raggiungimento e il mantenimento della trance ipnotica durante
tutta la procedura. In particolare, l‟efficacia dell‟avvenuta regressione d‟età è
stata confermata sia dall‟osservazione diretta di un comportamento infantile dei
soggetti (con manifestazione di disorientamento, pianto, mimica facciale
appropriata ecc.), sia con l‟ausilio del test di Rorshach, che ha mostrato un
Volume 15 N° 1- 2010
99
aumento del 129% delle localizzazioni «dettaglio» in associazione ad una
riduzione del 24,3% delle localizzazioni «globali» (Figura 1).
Figura 1. Risultati del test
di Rorschach in condizioni
basali e durante regressione
di età in 10 soggetti.
Test di Raven. In condizioni basali di coscienza usuale alla reale età anagrafica
dei soggetti, lo score di Raven era in media 50,3 ± 4,27 (LF 47,1-53,6). Tale
valore non subiva alcuna modificazione in ipnosi neutra alle reale età
anagrafica, mentre aumentava del 12,5% in ipnosi regressiva all‟età soggettiva
di 6½ anni (Figura 2). Il tempo di esecuzione del test era 15.3 ± 3.9 min (limiti
fiduciali, LF, 12.4-18.3) in condizioni basali e non si modificava in ipnosi
neutra, mentre aumentava dell‟85,5% in regressione d‟età.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
100
Figura 2. Risultati del test
di Raven in condizioni
basali, in ipnosi neutra e in
regressione d‟età in 10
soggetti.
Effetto stressogeno del test. In condizioni di coscienza usuale, alle matrici di
Raven si accompagnava ad un aumento del 6,4% delle resistenze periferiche
(Figura 3) con consensuale riduzione (per aumento del post-carico) della
portata cardiaca (Figura 4) e dello stroke volume (Figura 5).
Volume 15 N° 1- 2010
101
Figura 3. Resistenze
periferiche indicizzate
alla superficie corporea
(RPI) in condizioni
basali, in ipnosi neutra e
in regressione d‟età in 10
soggetti. L‟effetto
stressogeno del test di
Raven non si manifesta in
regressione.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
102
Figura 4. Indice cardiaco
(CI) in condizioni basali, in
ipnosi neutra e in
regressione d‟età in 10
soggetti. L‟effetto
stressogeno del test di
Raven (riduzione dell‟IC
per aumentato post-carico)
non si manifesta in
regressione. Un andamento analogo si osservava quando il test era soministrato in ipnosi
neutra all‟età anagrafica dei soggetti (pannelli intermedi). Quando il test era
somministrato in ipnosi con regressione all‟età sperimentale percepita di 6½
Volume 15 N° 1- 2010
103
anni, non si osservava alcuna variazione degli indici cardiovascolari sopra
descritti.
Pressione arteriosa sistolica, diastolica e media e frequenza cardiaca (Tabella 1)
evidenziavano modeste variazioni non significative nel corso delle tre sedute .
Figura 5. Stroke volume (SV) in
condizioni basali, in ipnosi neutra e in
regressione d‟età in 10 soggetti.
L‟effetto stressogeno del test di Raven
(riduzione dello SV per aumentato post-
carico) non si manifesta in regressione.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
104
Tabella 1. Pressione arteriosa e frequenza cardiaca nelle diverse fasi dello studio.
Base (coscienza usuale,
reale età
anagrafica)
Ipnosi neutra (reale età
anagrafica)
Ipnosi
regressiva (età
soggettiva 6½ anni)
Sistolica (mmHg) 118,2 ± 8,3 120,0 ± 6,9 125,3 ± 5,8
Diastolica (mmHg) 76,9 ± 6,4 84,0 ± 14,9 86,3 ± 13,0
Media (mmHg) 90,7 ± 6,7 96,0 ± 11,6 99,3 ± 10,2
Frequenza cardiaca
(bpm)
79,0 ± 9,8 78,3 ± 15,2 85,7 ± 17,9
Discussione
La letteratura specialistica offre soltanto rari esempi di studi sulla regressione
ipnotica d‟età, in particolare se associati a test d‟intelligenza o proiettivi. Tali
casi mancano inoltre degli appropriati controlli. La ricerca qui presentata ha
carattere di studio-pilota, non esistendo in letteratura esempi di associazione di
regressione ipnotica d‟età a reattivi mentali come le matrici progressive di
Raven. I pochi studi che prevedono la somministrazione del test di Rorschach,
poi, hanno finalità differenti e – tranne pochi casi – trattano pazienti
psichiatrici27-36
. Tra quelli effettuati con soggetti non psichiatrici, va segnalato
lo studio di Staples e Wilensky6
del City College di New York che - sebbene
datato - propone interessanti risultati in soggetti altamente ipnotizzabili37
sottoposti al test di Rorschach in condizioni standard e in regressione d‟età a 6
anni. Questi Autori hanno messo in evidenza che le prestazioni ottenute in
regressione differivano effettivamente da quelle standard per un più basso
livello di sviluppo. Tale evidenza ci ha fornito la base per confermare mediante
lo strumento del test di Rorshach l‟avvenuto raggiungimento della regressione
ipnotica d‟età. Tale test evidenziava infatti nella fase regressiva, rispetto alla
Volume 15 N° 1- 2010
105
condizione di coscienza usuale alla reale età anagrafica, un‟interpretazione più
concreta con incremento delle variabili «dettaglio» e una riduzione di quelle
globali, un quadro questo che può considerarsi caratteristico dell‟età infantile.
I principali risultati dello studio qui descritto sono riassunti in Figura 3, che
evidenzia una riduzione biologicamente rilevante e statisticamente significativa
dello score di Raven durante regressione d‟età, associata al raddoppio del
tempo di esecuzione del test stesso. I volontari, durante la regressione, oltre a
manifestare un‟oggettiva riduzione dell‟ampiezza delle abilità mentali a valori
inferiori a quelli tipici dell‟adulto e più simili a quelli dell‟età infantile, ne
assumevano anche i comportamenti e la mimica tipici.
Va anche sottolineato che le matrici di Raven non si accompagnavano, durante
regressione d‟età, alla risposta emodinamica con vasocostrizione che
notoriamente consegue allo stress mentale16,38
e che anche nel corso del
presente studio era possibile evidenziare in condizioni basali e durante ipnosi
neutra. Va da sè, dall‟analisi della Figura 3, che non era la condizione di trance
ipnotica a ridurre tale risposta cardiovascolare, giacché essa si manifestava
interamente nell‟ipnosi condotta alla reale età anagrafica dei volontari senza
alcuna suggestione di regressione. È plausibile che una visione giocosa, tipica
dell‟età infantile, abbia privato – solo durante la regressione – il test di Raven
delle sue valenze stressogene, riducendone gli effetti sul drive simpatico
misurato in termini di resistenze periferiche, indice cardiaco e stroke volume.
Queste variazioni oggettive della riposta cardiovascolare al test - che com‟è
ovvio non possono in alcun modo essere né volontariamente né inconsciamente
simulate - conferiscono ulteriore veridicità all‟ipotesi che la regressione d‟età
ottenuta mediante suggestione in corso d‟ipnosi era un fenomeno reale e
misurabile.
In conclusione, l‟ipnosi è una metodica altamente efficace, i cui risultati sul
piano psicologico sono immediatamente evidenti e si manifestano agli occhi
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
106
dell‟operatore con grande potenza espressiva. E‟ probabile che proprio questa
palese efficacia abbia scoraggiato la programmazione di esperimenti
controllati; di fatto il panorama degli studi controllati con ipnosi è povero.
Viceversa, studi siffatti consentono di avvalorare ipotesi circa il meccanismo
d‟azione dell‟ipnosi, permetterebbero di chiarire se la trance ipnotica sia un
fenomeno di pertinenza dello psicologo sperimentale o del medico e aiutano a
traghettare l‟ipnotismo nell‟ambito della ricerca galileiana. In corso di ipnosi è
straordinariamente facile, in soggetti adatti che possono essere facilmente
selezionati, indurre allucinazioni e deliri che hanno per il soggetto i caratteri
della realtà (e che anzi possono apparire persino più reali e più particolareggiate
che non il mondo fisico). Precedenti studi dello stesso gruppo di ricerca hanno
messo in evidenza diverse conseguenze fisiche delle suggestioni ipnotiche9-11
.
Mentre finora la regressione ipnotica d‟età era stata affrontata soltanto su un
piano meramente soggettivo, lo studio qui descritto le conferisce sostanza
oggettiva, evidenziando sia una proiezione adeguata all‟età infantile e una
risposta cardiovascolare appropriata alle condizioni sopra descritte.
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Corrispondenza a:
Prof. Edoardo Casiglia
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale
Università di Padova
Via Giustiniani, 2
35128 Padova
Volume 15 N° 1- 2010
111
5Serena Masiero
1,2, Enrico Facco
2,3, Valérie Tikhonoff
1,2, Giovanni Boschetti
1,
Edoardo Casiglia1,2
«HYPNOTIC FOCUSED ANALGESIA» NEL DOLORE
TRIGEMINALE DA STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLA POLPA
DENTARIA
Riassunto
Scopo dello studio è verificare se sia possibile indurre mediante opportune
suggestioni una hypnotic focused analgesia (HFA) e se tale analgesia sia
misurabile e quantificabile mediante parametri numerici e sia in grado di
prevenire la risposta emodinamica riflessa al dolore. Venti volontari sani sono
stati indotti attraverso una classica tecnica verbale. Come stimolo algico si è
impiegato un treno di impulsi elettrici di potenza crescente erogati sul 1°
premolare superiore destro che veniva somministrato in condizioni basali, in
condizioni di HFA e in analgesia post-ipnotica. Durante tutta la procedura
l‟emodinamica centrale (gittata sistolica, frequenza cardiaca, portata cardiaca,
pressione arteriose media) e periferica (flusso arterioso e resistenze arteriolari
all‟avambraccio) era monitorata. Lo stimolo doloroso provocava una riduzione
media del 9% (p<0.05) delle resistenze periferiche totali, con uno speculare
aumento del 15% (p<0.05) della portata cardiaca dovuto ad aumento dello
stroke volume (13.4%, p<0.05). La frequenza cardiaca subiva un modesto e non
5
1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Università degli Studi di
Padova 2 Centro Italiano Ipnosi Clinico-Sperimentale, Torino
3 Dipartimento di Specialità Medico-Chirurgiche, Università degli Studi di
Padova
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
112
significativo aumento riflesso. Quando lo stimolo doloroso era ripetuto in
condizioni di HFA, non si osservava alcuna variazione degli indici
emodinamici sopra riportati. L‟aumento della soglia al dolore durante HFA
correlava direttamente con l‟aumento di portata cardiaca (r=0.08, p=0.022) e
dello stroke volume in risposta alla vasodilatazione (r=0.65, p=0.019), una
relazione che non si verificava durante analgesia post-ipnotica. In conclusione,
la HFA blocca effettivamente il dolore dentario e ne previene gli effetti
emodinamici.
Abstract
The aim of the study is to verify the feasibility of hypnotic focused analgesia
(HFA), whether HFA can be measured and quantified by numerical parameters,
and whether it is able to prevent hemodynamic response to pain. Twenty
healthy volunteers were induced by a verbal tecnique. A train of electrical
stimuli of increasing power delivered to the 1st right premolar tooth was used as
an algic stimulus at baseline, during HFA and during post-hypnotic
analgesia. Central haemodynamics (stroke volume, heart rate, cardiac output,
mean arterial pressure) and peripheral haemodynamics (forearm blood flow and
arteriolar resistance) were monitored. Pain caused 9% reduction of total
peripheral resistance (p<0.05) and a specular +15% increase of cardiac output
(p <0.05) due to increase in stroke volume (13.4%, p<0.05). Heart rate showed
a mild, nonsignificant increase. When the painful stimulus was repeated under
HFA, no haemodynamic change was observed. The increase of threshold pain
during HFA was directly related to increase of cardiac output (r=0.08, p=0.022)
and stroke volume (r=0.65, p=0.019) in response to vasodilation, a relationship
that was not observed during post-hypnotic analgesia. In conclusion, HFA
actually blocks dental pain and prevents its haemodynamic effects.
Volume 15 N° 1- 2010
113
Introduzione
L‟ipnosi è un utile strumento per indurre analgesia; essa, agendo sulle strutture
encefaliche deputate, è in grado di modulare entrambe le componenti
dolorifiche: quella sensoriale-discriminativa e quella motivazionale-affettiva.
Il paziente in ipnosi è in una condizione di coscienza modificata diversa
rispetto allo stato di coscienza abituale. Alla base dello stato ipnotico vi è il
monoideismo plastico1, cioè una focalizzazione dell‟attenzione verso una
particolare idea. Il monoideismo si verifica spontaneamente nella vita
quotidiana, ma quello più intenso e maggiormente sfruttabile agli scopi
medico-sanitari è volontariamente prodotto da un operatore esperto. L‟ipnosi
può essere sfruttata in campo medico per numerose applicazioni. Il principale
settore di ricerca è la modulazione del dolore. L‟effetto dell‟ipnosi sul dolore è
la miglior dimostrazione dell‟esistenza dell‟ipnosi, sempre difficilmente
obiettivabile in altro modo.
Durante il dolore acuto si innesca anche una risposta da stress2. Nel caso del
dolore non trigeminale questa risposta si manifesta con vasocostrizione3,
diaforesi, aumento della frequenza respiratoria, midriasi4 e aumento del
cortisolo plasmatico, mentre nel caso del dolore trigeminale si manifesta con
riduzione delle resistenze periferiche e bradicardia diretta mitigata in parte
dall‟aumento riflesso di frequenza sinusale che accompagna la vasodilatazione.
Tuttavia, i meccanismi che stanno alla base dell‟analgesia ipnotica non sono
ancora completamente chiari. Essa potrebbe essere semplicemente il risultato di
una dissociazione oppure il risultato di un vero e proprio blocco degli stimoli
dolorifici lungo le vie nervose. Se l‟ipnosi agisse semplicemente dissociando il
dolore dalla coscienza, le conseguenze cardiovascolari riflesse dovrebbero
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
114
essere pienamente mantenute, poiché i meccanismi che sottendono a tali
risposte simpatiche agiscono ad un livello più basso rispetto alla coscienza
soggettiva. Se invece fosse presente un reale blocco degli stimoli algici, la
variazione dei parametri cardiovascolari in risposta al dolore sarebbe attenuata.
I meccanismi neurologici alla base degli stati ipnotici e responsivi alle
suggestioni di analgesia rimangono ancora largamente sconosciuti, come non si
conosce il meccanismo di blocco degli stimoli algici ad un livello più basso di
quello rappresentato dalla coscienza soggettiva. Per spiegare tale fenomeno
sono stati suggeriti diversi modelli teorici.
La teoria del gate control rappresenta la più plausibile spiegazione
dell‟hypnotic focused analgesia (HFA); essa ipotizza l‟esistenza di un
meccanismo di blocco d‟entrata (gating) della trasmissione dei segnali
nocicettivi, localizzato a livello del corno dorsale del midollo spinale. Il
meccanismo di blocco risponde anche ad impulsi nervosi corticali discendenti,
suggerendo la possibilità che il controllo ipnotico del dolore possa influire sul
sistema nocicettivo, sul livello della coscienza e sulle vie corticali superiori,
condizionando direttamente l‟intero sistema che processa la nocicezione5,6
.
La più recente teoria della neuromatrice ipotizza l‟esistenza di rappresentazioni
centrali (neural networks) per le varie parti del corpo, indipendentemente dalla
loro stimolazione periferica; il soggetto potrebbe quindi avvertire o non
avvertire sensazioni dolorose anche in assenza della reale stimolazione. È stata
proposta anche la teoria dei livelli multipli, secondo la quale l‟ipnosi agirebbe
appunto a vari livelli. In accordo a questa teoria vi sarebbe una riduzione dei
riflessi spinali polisinaptici, correlata ai meccanismi di modulazione del dolore
a carico del midollo spinale, a cui si sommano da una parte un meccanismo
Volume 15 N° 1- 2010
115
cerebrale atto ad impedire la consapevolezza del dolore, dall‟altra una
reinterpretazione emozionale della sensazione dolorifica9. La teoria dei livelli
multipli implica quindi: una down regulation degli stimoli dolorifici attraverso
la stimolazione di fibre δ e C, a cui si associa una ridotta attivazione simpatica,
una riduzione dei riflessi a livello spinale e, infine, una modulazione corticale
della dimensione affettiva e percettiva del dolore. Questi sistemi multipli di
controllo del dolore, pur fornendo una possibile descrizione delle basi
neurobiologiche dell‟HFA, necessitano di conferme da parte di studi
neurofisiologici e di neuro-imaging. In letteratura si ritrovano poi numerose
teorie che si basano sulla semplice dissociazione. Secondo queste teorie, l‟HFA
è un processo attivo che coinvolge la corteccia frontale anteriore e modula
l‟attività talamo-corticale dissociando le esperienze di dolore dalla
consapevolezza di esse8-13
, il dolore sarebbe quindi registrato, ma dissociato
dalla coscienza e inaccessibile a questa a causa di una barriera amnesica14-16
(effettivamente durante HFA sono state registrate onde ad elevata frequenza
nell‟emisfero dominante, evidenziando un processo inibitorio a carico della
regione temporale anteriore22
). Se l‟ipnosi provocasse una semplice
dissociazione del dolore dalla coscienza, la normale risposta cardiovascolare
riflessa agli stimoli algici dovrebbe essere pienamente mantenuta, cosa che, in
base anche ai nostri studi, non avviene.
Infine, il modello non-intenzionale ipotizza l‟esistenza di sottosistemi di
controllo attivati dall‟ipnosi senza intervento dell‟intenzionalità o della
volizione.
Secondo la teoria socio-cognitiva, l‟analgesia ipnotica è dovuta a strategie
cognitive-comportamentali messe inconsciamente in atto dai soggetti
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
116
ipnotizzati allo scopo di ridurre la percezione soggettiva del dolore. L‟analgesia
che si ottiene dovrebbe essere, in base a questa teoria, analoga a quella che si
ottiene attraverso la distrazione dal dolore con fantasie mirate18
. Tuttavia,
anche in questi modelli non dovrebbe essere presente alcuna riduzione dei
riflessi cardiovascolari al dolore. La teoria costruttivistica sostiene che l‟HFA
sia il risultato di due meccanismi che operano tra di loro in modo sinergico. Il
primo meccanismo consiste in un‟ostruzione ipnotica, nella quale la
suggestione di analgesia porterebbe alla creazione di un nuovo schema,
caratterizzato da una rappresentazione elevata della coscienza e capace di
bloccare l‟emergenza di alcuni schemi normali. Un secondo meccanismo
consiste nella focused concentration, capace di indirizzare la plasticità in modo
da dare rilievo allo schema della focused analgesia. La coscienza, in ogni
momento, può riconoscere solo rappresentazioni della realtà19
, pertanto,
nell‟analgesia ipnotica vengono costruite alternative alla realtà, attraverso
potenti monoideismi che sono incompatibili con la consapevolezza del dolore.
Secondo questa formula, la suggestione analgesica viene considerata un tipo di
distrazione dell‟idea. Anche in questo caso si dovrebbe mantenere inalterata la
risposta cardiovascolare riflessa al dolore.
Lo studio qui descritto si propone di verificare se sia possibile indurre mediante
opportune suggestioni una HFA e se tale analgesia sia misurabile e
quantificabile mediante parametri numerici e sia in grado di prevenire la
risposta emodinamica riflessa al dolore.
Volume 15 N° 1- 2010
117
Materiali e metodi
Protocollo generale dello studio. Si è deciso di impiegare come stimolo algico
un treno di impulsi elettrici di potenza crescente erogati sul 1° premolare
superiore destro o dente 14. Tale protocollo è stato scelto in quanto la
stimolazione dentaria costituisce un setting sperimentale di dolore associato ad
ansia che ben si presta alla valutazione dell‟analgesia associata all‟ansiolisi che
caratterizza l‟HFA. Sono stati reclutati 20 volontari sani le cui caratteristiche
generali sono riassunte in Tabella I, preliminarmente definiti atti all‟ipnosi sulla
base di un‟accurata anamnesi e di un MMPI-II volto a screenare quelli
eventualmente più propensi a sviluppare effetti indesiderati durante lo studio
ipnotico e giudicati altamente ipnotizzabili sulla base della Harvard
Hypnotizability Scale. Pur essendo in realtà una scala di suggestionabilità,
questo score è tuttavia universalmente impiegato per definire il grado di
ipnotizzabilità.
Tabella I. Caratteristiche generali dei 20 soggetti studiati. RPT: resistenze periferiche totali.
Età (anni) 28.0 7.4
Indice di massa corporea (kgm-2) 21.9 2.8
Pressione arteriosa sistolica (mmHg) 121.3 11.9
Pressione arteriosa diastolica (mmHg) 70.8 7.7
Pressione arteriosa media (mmHg) 87.6 12.7
Pressione differenziale (mmHg) 50.5 10.8
Frequenza cardiaca (bpm) 74.6 13.8
Gittata sistolica (ml) 65.3 19.9
Indice cardiaco (lmin-1m-2) 3.2 1.3
RPT (mmHgl-1min) 49.5 19.7
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
118
La ricerca aderisce ai principi della Dichiarazione di Helsinki. Tutti i soggetti
hanno dato assenso informato alla procedura. Ognuno è stato dapprima
informato personalmente sugli obiettivi, sui metodi e sui possibili rischi e
aveva l‟opportunità di chiedere qualsiasi spiegazione ritenesse necessaria. Il
locale Comitato di Bioetica ha approvato il protocollo.
In una fase iniziale i soggetti erano sottoposti a colloquio allo scopo di
individuare e scartare quelli più propensi a presentare effetti collaterali e poi
preparati individualmente all‟ipnosi. Tutti i partecipanti erano singolarmente
indotti attraverso suggestioni verbali di rilassamento e di benessere. Attraverso
la voce di un esperto ipnotista, l‟attenzione dei soggetti è stata pilotata verso
una singola idea, escludendo qualsiasi stimolo interno o esterno. Scopo di
questa procedura preliminare era stabilire un valido rapporto interpersonale tra
l‟ipnotista e l‟ipnotizzato, permettendo così un rapido ed efficace monoideismo
in occasione della successiva sperimentazione. Per ridurre il tempo necessario
all‟induzione, ad ogni soggetto veniva dato un condizionamento post-ipnotico,
nel quale si suggeriva che il rilassamento ottenuto durante questa esperienza
poteva essere rapidamente ripristinato alla successiva induzione ipnotica.
In una seconda fase, ogni soggetto era individualmente sottoposto a
stimolazione dolorosa del 14° dente da parte di un anestesista odontoiatrico
mediante Digitest Serial D-22663 03/2005 (Parkell Inc, Edgewood, USA),
usualmente impiegato in odontoiatria per identificare i denti vitali attraverso
uno stimolo elettrico che aumenta gradualmente e automaticamente. La soglia
dolorifica varia da soggetto a soggetto in base all‟età, a patologie, ai traumi; un
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119
valore di soglia >64 mA viene abitualmente misurato nella pratica odontoiatrica
solo in caso di devitalizzazione dentale. Ai soggetti veniva chiesto di resistere il
più a lungo possibile alla stimolazione elettrica e di interrompere lo studio solo
nel momento in cui il dolore diveniva insopportabile. Il valore corrispondente
era registrato come «soglia». Le variazioni dei parametri cardiovascolari
indotte dal dolore erano continuativamente registrate durante la procedura. A
tal fine erano monitorate la frequenza cardiaca con metodica
elettrocardiografica, la pressione arteriosa mediante pressuro-metro automatico
Takeda 2430 (Takeda, Tokio, Japan), la gittata sistolica e l‟indice cardiaco
mediante impedenzometro automa-tico Physioflow (Medatec, Ebersvillier,
France). Le resistenze periferiche sono state calcolate dal rapporto fra pressione
arteriosa media e portata cardiaca e le resistenze indicizzate dal rapporto fra
pressione arteriosa media e indice cardiaco.
In una terza fase, ripristinata la stabilità emodinamica, un medico ipnotista
portava il soggetto in ipnosi con allucinazione di analgesia dell‟arcata dentaria.
Una volta indotta una valida ipnosi neutra, venivano somministrate le
suggestioni atte a produrre la focused analgesia. Ciò si ottiene verbalmente
attraverso la focalizzazione dell‟attenzione su una singola idea con suggestioni
di benessere generale ed esclusione degli stimoli esterni. Scopo di questa
procedura è quella di indurre analgesia focalizzando l‟attenzione sul dente
destinato a ricevere la stimolazione dolorosa e sulle strutture circonvicine. Una
volta ottenuta l‟analgesia, il test di stimolazione sopra descritto veniva ripetuto,
mentre i parametri cardiovascolari erano ancora una volta continuamente
monitorati.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
120
Infine, veniva dato al soggetto un comando di analgesia post-ipnotica, nel quale
era chiesto di mantenere la suggestione data per un tempo prestabilito dopo il
ritorno alla coscienza abituale e dopo l‟apertura degli occhi. In tale condizione,
il test di stimolazione sopra descritto veniva ripetuto, mentre i parametri
cardiovascolari erano ancora una volta continuamente monitorati.
Dopo la quarta fase, ogni soggetto era riportato in condizioni di ipnosi, il
comando post-ipnotico di analgesia veniva rimosso e infine il soggetto era
definitivamente de-ipnotizzato.
La tolleranza soggettiva al dolore è stata misurata nel corso dei tre test
sperimentali (in condizioni basali, in analgesia ipnotica e in analgesia post-
ipnotica) come entità del massimo stimolo doloroso tollerato.
La percezione oggettiva del dolore è stata determinata indirettamente sulla base
della risposta cardiovascolare riflessa e in particolare sulla base dell‟andamento
delle resistenze periferiche, della portata cardiaca, dello stroke volume e della
frequenza sinusale.
Una power analysis preliminare basata sulla precedente esperienza dello
stesso laboratorio20
ha indicato che 20 soggetti erano sufficienti per mettere
in evidenza le variazioni emodinamiche evitando l’errore 21
. Le variabili
continue erano espresse come media deviazione standard e confrontate
con l’analisi della covarianza e il test post-hoc di Bonferroni; la statistica
è stata aggiustata per età, peso corporeo e valori di base. I limiti fiduciali
al 95% (CI) erano indicati quando opportuno. Le correlazioni erano
valutate con il test del 2 di Pearson. L’ipotesi nulla è stata rigettata per
una probabilità (p) <0.05.
Volume 15 N° 1- 2010
121
Risultati
Le caratteristiche emodinamiche di base dei soggetti studiati sono riassunte in
Tabella I. Lo stimolo doloroso provocava una riduzione media del 9% (p<0.05)
delle resistenze periferiche totali (Figura 1), con uno speculare aumento del
15% (p<0.05) della portata cardiaca (Figura 2) dovuto ad aumento dello stroke
volume (13.4%, p<0.05; Figura 3). La frequenza cardiaca subiva un modesto e
non significativo aumento riflesso (Figura 4).
Quando lo stimolo doloroso era ripetuto in condizioni di HFA, non si osservava
alcuna variazione degli indici emodinamici. L‟aumento della soglia al dolore
Figura 1. Variazione delle resistenze
periferiche (RP) in condizioni basali, durante stimolazione dolorosa in assenza di ipnosi, durante hypnotic
focused analgesia e durante analgesia post-ipnotica in 20
soggetti.
Figura 1. Variazione
delle resistenze periferiche (RP) in
condizioni basali,
durante stimolazione dolorosa in assenza di
ipnosi, durante
hypnotic focused analgesia e durante
analgesia post-ipnotica
in 20 soggetti.
Figura 2. Variazione
della portata cardiaca (PC) in condizioni basali,
durante stimolazione
dolorosa in assenza di
ipnosi, durante hypnotic
focused analgesia e
durante analgesia post-ipnotica in 20 soggetti.
Figura 3. Variazione
dello stroke volume (SV) in condizioni
basali, durante
stimolazione dolorosa in assenza di ipnosi,
durante hypnotic
focused analgesia e durante analgesia post-
ipnotica in 20 soggetti.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
122
durante HFA correlava direttamente con il grado di vasodilatazione espresso
dall‟aumento di portata cardiaca (r=0.08, p=0.022) e con l‟aumento dello stroke
volume in risposta alla vasodilatazione (r=0.65, p=0.019) (Figure 4 e 6), una
relazione che non si verificava durante analgesia post-ipnotica.
In condizioni basali, i soggetti tolleravano una stimolazione dolorosa di 13.6
6.9 mA (L.F. 10.4-16.8).
Figura 4. Variazione della frequenza
cardiaca (FC) in
condizioni basali, durante stimolazione
dolorosa in assenza di
ipnosi, durante hypnotic focused
analgesia e durante
analgesia post-ipnotica
in 20 soggetti.
Figura 5. Correlazione fra Δ di soglia dolorifica e
variazione di Δ di stroke
volume (SV) attribuibili ad hypnotic focused
analgesia (HFA) in 20
soggetti.
Figura 6.
Correlazione fra Δ di
soglia dolorifica e variazione di Δ di
portata cardiaca (PC)
attribuibili ad hypnotic focused
analgesia (HFA) in 20
soggetti.
Volume 15 N° 1- 2010
123
Tale soglia aumentava in tutti i soggetti durante hypnotic focus analgesia
(Figura 7), con un incremento medio del 223% (p<0.0001). (Figura 8). Durante
analgesia post-ipnotica si osservava un aumento della tolleranza al dolore del
73% (p<0.004) (Figura 8).
Discussione
I dati qui descritti dimostrano che è possibile aumentare la tolleranza al dolore
mediante HFA. Non solo, dimostrano anche che il dolore non è esclusivamente
dissociato dalla coscienza, ma realmente meno avvertito dato che la risposta
emodinamica al dolore è anch‟essa ridotta. In precedenti esperienze condotte da
questo gruppo si era dimostrato che la HFA riduce la vasocostrizione indotta da
Figura 7. Tolleranza al dolore espressa come
soglia dolorifica alla
stimolazione della polpa dentaria in condizioni
basali e durante hypnotic
focused analgesia (HFA) in 20 soggetti.
Figura 8. Soglia dolorifica alla stimolazione dentaria in condi-zioni
basali, durante hypnotic focused
analgesia e durante analgesia post-ipnotica in 20 soggetti.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
124
dolore non trigeminale. L‟induzione dell‟ipnosi è una procedura altamente
efficace, i cui risultati si manifestano con immediatezza allo sperimentatore22
.
Proprio a causa di questa efficacia, molti esperimenti di controllo sono stati
scoraggiati, rendendo povero il panorama degli studi fisiologici con l‟ipnosi,
studi che avrebbero potuto contribuire alla spiegazione dei meccanismi
sottostanti la fenomenologia.
Durante la trance ipnotica è possibile indurre nella maggior parte dei soggetti
allucinazioni e deficit attentivi che hanno la concretezza della realtà. In
particolare, attraverso comandi ipnotici, è facile indurre analgesia in soggetti
suscettibili. Studi condotti negli ultimi decenni hanno dimostrato come l‟ipnosi
sia in grado di ridurre la percezione degli stimoli algici23
da caldo24
, da
freddo25
, da ischemia26,25
, da stimolazione elettrica27
, da parto28,29
, da interventi
chirurgici30
e da neoplasia31
. Purtroppo la quantificazione del dolore è per
definizione difficile, in quanto il dolore stesso è una sensazione soggettiva. In
questo protocollo abbiamo deciso di quantificare il dolore attraverso la
massima potenza tollerabile (in mA) erogata a carico della polpa dentaria.
Questa manovra dolorosa mediata da fibre trigeminali si accompagna a
riduzione delle resistenze periferiche. I risultati hanno dimostrato che l‟HFA è
stata effettivamente raggiunta mediante suggestioni ipnotiche, giacché la soglia
al dolore aumentava del 223% durante monoideismo plastico. Questo risultato è
in linea con un precedente esperimento del nostro stesso gruppo di ricerca32
, nel
quale la tolleranza al dolore da cold pressor test aumentava durante HFA del
240%. La spiegazione di questo effetto analgesico può essere solo oggetto di
speculazione, non esistendo accordo sui meccanismi che inducono l‟analgesia
ipnotica. Il dolore è infatti un‟esperienza multidimensionale che coinvolge
Volume 15 N° 1- 2010
125
fattori sensoriali, discriminativi, motivazionali, affettivi e cognitivi; ogni
dimensione dipende da vie neuro-anatomiche distinte ed è apparentemente
codificata a vari livelli e in varie sedi del sistema nervoso centrale. La
letteratura e la nostra stessa esperienza mostrano che l‟ipnosi può essere
efficace nella down-modulation delle sensazioni dolorose in acuto.
I nostri risultati sono in accordo con i modelli che coinvolgono una riduzione
della trasmissione dello stimolo nocicettivo a livello spinale. Infatti nel nostro
studio non solo la tolleranza al dolore era aumentata durante l‟analgesia
ipnotica - come dimostrato dall‟aumento della soglia al dolore - ma anche la
risposta cardiovascolare allo stimolo doloroso era ridotta, con una minore
riduzione delle resistenze periferiche32
e un minore aumento della portata
cardiaca e delle sue componenti emodinamiche in seguito a stimolazione
trigeminale. Non solo, ma l‟aumento della soglia al dolore correlava
direttamente con il grado di vasodilatazione (espresso come aumento di portata
cardiaca) e con l‟aumento di stroke volume, a dimostrazione di una verosimile
relazione causale fra i due eventi. Non correlava invece con la variazione di
frequenza sinusale, che era il risultato della riduzione diretta dovuta al dolore
trigeminale e di un aumento riflesso conseguente alla vasodilatazione. Una
marcata riduzione della frequenza cardiaca con ipotensione è stata
recentemente dimostrata da Prabhakar e coll.33
dopo incisione chirurgica in
territorio trigeminale e la stimolazione elettrica del ganglio del nervo trigemino
comporta un‟attivazione riflessa dei gangli autonomici coinvolti nella
vasodilatazione34
. I risultati qui descritti avvalorano l‟ipotesi - già sostenuta in
altre occasioni e in diverso setting sperimentale da questo stesso gruppo di
ricerca - che l‟analgesia ipnotica possa essere attribuita (o quanto meno si
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
126
accompagni) ad inibizione dei segnali nocicettivi a livello spinale7,35
,
avvalorando il modello del gate control o quello a livelli multipli. In tale ottica,
quindi, il dolore non sarebbe semplicemente dissociato dalla coscienza, ma
realmente bloccato a un qualche livello più basso.
Precedenti esperienze di questo gruppo di ricerca32
avevano dimostrato come
fosse possibile ridurre mediante HFA la percezione soggettiva del dolore non
trigeminale e le sue conseguenze emodinamiche. In questo esperimento si è
dimostrato che la stessa sequenza di eventi può essere evocata nel caso del
dolore trigeminale. Appare quindi evidente l‟utilità dell‟ipnosi nel controllo del
dolore e delle sue risposte riflesse cardiovascolari, utilità che potrebbe essere
sfruttata sia nell‟ambito chirurgico sia in quello odontoiatrico.
In conclusione, l‟analgesia ipnotica ottenuta mediante semplici ma appropriate
suggestioni verbali proposte da un esperto ipnotista è efficace nel ridurre la
percezione del dolore trigeminale da stimolazione elettrica. È inoltre possibile
misurare e quantificare mediante parametri numerici tale analgesia, che è altresì
in grado di prevenire la risposta emodinamica riflessa.
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Corrispondenza a:
Prof. E. Casiglia
Dip. di Medicina Clinica e Sperimentale
Università degli Studi di Padova
Via Giustiniani, 2
35128 Padova
Tel 049-8212277, fax 049-8754179, e-mail [email protected]
Volume 15 N° 1- 2010
131
Fabrizio Iecher
L’IPNOSI IN AMBITO GIURIDICO
Riassunto
Inizialmente sono trattati i temi della posizione dell‟ipnosi nel nostro
ordinamento giuridico e del consenso informato.
L‟attenzione viene poi rivolta ai pericoli che possono derivare dall‟ipnosi,
attraverso un‟approfondita analisi delle possibili modificazioni peggiorative del
modo di essere di un individuo (considerato come entità somato-psichica).
Vengono descritte inizialmente, nei soggetti sottoposti ad ipnosi, le sequele più
comuni, considerate comunque problemi scarsamente significativi e tali da non
poter essere ritenuti espressione di un danno.
Successivamente è affrontato il tema delle possibili complicanze, dei possibili
effetti negativi di una trance ipnotica su individui affetti da preesistenti disturbi
organici e mentali, per i quali le tecniche di induzione ipnotica possono
assurgere al ruolo di elemento scatenante ovvero di momento rivelatore di
patologie preesistenti.
Sono infine dettagliatamente descritti i possibili pericoli correlati alla semplice
ipnosi, alla fase post ipnotica, all‟ipnosi terapeutica, ai fallimenti della
deipnotizzazione, alla coercizione, alla dipendenza, all‟ipnosi da spettacolo.
Si passa quindi all‟esame di quelle situazioni che riguardano i pericoli
“giudiziari” ai quali può andare incontro un ipnologo nello svolgimento della
sua professione
Infine si esaminano le applicazioni dell‟ipnosi in ambito forense in altri
ordinamenti giuridici con particolare riguardo agli Stati Uniti d‟ America.
Summary
At the beginning, the dissertation deals with hypnosis in Italian legal order and
the “informed consent” to the hypnotherapy.
Then, the attention is turned to the hypnosis related dangers, through further
investigation on possible negative modifications of the hypnotized person‟s
lifestyle (considered as a somatopsychic entity).
Afterwards, the author describes, in people subject to hypnosis, the most
common consequences, which don‟t affect the state of health and don‟t cause
damages.
Then, the work analyzes the possible complications and the possible negative
effects of the hypnotic trance on people suffering from pre-existing organic and
mental illnesses. In this case, hypnotic suggestion can highlight or increase
such diseases.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
132
At last, the author approaches the possible dangers related to: simple hypnosis,
post-hypnotic phase, therapeutic hypnosis, de-hypnotization failures, moral
subjugation, dependence on the hypnotist, “theater hypnosis”.
Finally, the essay deals with judgments about hypnosis, both in Italy and
U.S.A.
Introduzione
Nell‟ambito della medicina, della psichiatria, della psicologia giuridica e
della psichiatria forense, l‟ipnosi, in Italia, è scarsamente considerata benché sia
impiegata scientificamente nella ricerca clinica ed in ambito terapeutico
Verosimilmente, alla base di tale scarsa considerazione c‟è una diffusa,
pressoché totale, assenza di conoscenza del fenomeno.
L‟ipnosi è un fenomeno psicosomatico, uno stato modificato di coscienza
auto o etero indotto, una condizione psicofisica dinamica, un particolare modo
di essere dell‟organismo, un monoideismo plastico.
Non è pertanto sonno, magia, risultato di fluidi o poteri, succubanza,
forzatura della volontà, trucco, gioco di prestigio, siero della verità, suggestione,
Oltre che in psichiatria (nevrosi, disturbi somatoformi, dipendenze da
alcool, tabacco, droga,disturbi sessuali di origine psicogena, disturbi alimentari),
può trovare applicazione pratica in medicina generale (reazioni psicogene
gastrointestinali; cardiovascolari; genitourinarie; reazioni allergiche psicogene;
cefalee, disturbi della parola, dolori articolari e dolori muscolari psicogeni, cura
dell‟obesità), in pediatria (prevalentemente per le dermatiti e per i problemi
respiratori sfruttando il linguaggio simbolico delle favole), in geriatria
(soprattutto nel voler restituire sensazioni di vitalità e di entusiasmo), in
chirurgia e ginecologia (interventi ambulatoriali,), in ostetricia (preparazione
ed induzione del parto, interventi ambulatoriali, disturbi ginecologici
Volume 15 N° 1- 2010
133
psicosomatici), in oncologia (chiarificazione di credenze false, gestione delle
emozioni, realizzazione della calma, potenziamento del sistema immunitario,
incoraggiamento, controllo del dolore fisico), in dermatologia (come terapia
alternativa o complementare all‟ acne escoriato, all‟ alopecia areata, alla
dermatite atopica, all‟eritroderma, ai foruncoli, all‟ herpes simplex,
all‟iperidrosi, all‟ittiosi vulgaris, alla neurodermite, alla nevralgia posterpetica,
al prurito, alla psoriasi, alla rosacea, alla tricotillomania, all‟ orticaria, alla
verruca vulgaris, alla vitiligine), in anestesia (controllo del dolore, preparazione
agli interventi chirurgici, nel post operatorio), in odontoiatria (controllo delle
fobie, delle ansie, del dolore).
L‟uso di tecniche suggestive ha inoltre determinato attività quali
l’ipnosipedia (impiego dell‟ipnosi nell‟apprendimento), l’ipnosi per lo sport
(controllo dell‟ansia pre-agonistica; rilassamento muscolare e mentale con
conseguente miglioramento del controllo del tono muscolare e dello stato
emotivo; recupero della fatica fisica e mentale), l’ipnosi per scopi militari,
l’ipnosi per programmi spaziali, l’ipnosi da palcoscenico, l’ipnosi per lo
studio dei fenomeni paranormali, nonché le applicazioni dell’ipnosi per
finalità illecite.
L’ipnosi nel nostro ordinamento giuridico Per un migliore inquadramento dell‟ipnosi, tanto nelle previsioni del
Codice Penale che in quelle del Codice Civile, occorre richiamare brevemente
alcuni concetti di carattere generale.
L‟ipnosi è uno stato di coscienza che un soggetto assume passivamente e
per il quale la facoltà di percepire il mondo esterno è condizionata dagli ordini
dell‟ipnotizzatore.
L‟ipnosi si differenzia così dal sonno durante il quale ogni contatto con
l‟esterno, con le altre persone, è interrotto. A volte, inoltre, il sistema
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
134
neurovegetativo può adeguarsi (reazioni vasomotorie, viscerali etc) agli stati
affettivi provocati dalle influenze suggestive dell‟ipnotista.
L‟ipnotizzato non “rinuncia” però totalmente alla propria volontà, non
“rinuncia” del tutto alla propria personalità per adeguarsi ai comandi
dell‟ipnotizzatore ma mantiene sempre una certa capacità di disporre di se
stesso, di respingere eventuali richieste contrarie alle sue regole di vita ed è in
grado di far cessare l‟ipnosi quando vuole.
Non è così assolutamente possibile ipnotizzare un soggetto senza la sua
collaborazione; è necessario un accordo implicito tra ipnotista e soggetto da
ipnotizzare per cui lo stato di trance è comunque, in parte, conseguente alla
volontà di quest‟ultimo; solo nell‟ipnosi d‟urgenza (tecniche rapide o istantanee)
il rapporto tra ipnotista ed ipnotizzato è “sbilanciato”.
Inoltre essendo basata l‟ipnosi su una serie di tecniche di persuasione,
non è possibile far rivivere automaticamente, alla persona ipnotizzata, ricordi
passati
Diversa dall‟ipnotizzabilità è la suggestionabilità.
Mentre l‟una è l‟accettazione critica dell‟idea dell‟altro e la capacità di
realizzare monoideismi plastici; l‟altra è la accettazione acritica dell‟idea
dell‟altro
La suggestione viene così ad essere uno stato di confusione mentale che
indebolisce la logica e può essere indotta con artifici o sostanze, con ottimi
risultati, su persone particolarmente influenzabili o dal carattere debole, che si
lascerebbero così guidare perdendo il controllo di ciò che fanno.
Dai resoconti di rapine e furti che, secondo i giornalisti che ne hanno
dato notizia, sarebbero stati effettuati “ipnotizzando le vittime” quello che in
realtà emerge è l‟abilità particolare dei malviventi, a creare confusione; in altri
termini gli autori dei reati non sono ipnotisti ma professionisti della suggestione
Volume 15 N° 1- 2010
135
Il Codice Penale cita l‟ipnosi in due articoli: all’art 613 (nell‟ambito dei
Delitti contro la libertà morale e all’art. 728 (tra le Contravvenzioni concernenti
l‟attività sanitaria).
Nel nostro ordinamento giuridico istanze garantistiche, epistemologiche
(mancanza di sicurezza sui risultati di strumenti probatori ritenuti non del tutto
affidabili) nonché la salvaguardia di valori etici fondamentali, escludono il
ricorso all‟ipnosi intesa come l‟induzione in un soggetto di un particolare stato
correlato a modificazioni psico-fisiologiche, indotte e mantenute da
monoideismo, che permette di influire sulle condizioni psichiche, somatiche e
viscerali del soggetto stesso per mezzo del rapporto creatosi fra questi e
l‟ipnotizzatore.
Per le stesse ragioni risulta altresì proscritto il ricorso alla Narcoanalisi
(somministrazione lenta per via endovenosa di barbiturici + amfetamine), al
Poligrafo (registrazione ed amplificazione delle variazioni di parametri
fisiologici quali la pressione arteriosa, il ritmo respiratorio, la frequenza
cardiaca, la sudorazione palmare), alla Functional Magnetic Resonance
Imaging ( studio del flusso e del volume sanguigno e quindi, indirettamente,
dell‟attività cerebrale nelle aree dell‟encefalo interessate dalle azioni che il
soggetto può compiere)
Neppure è consentito il ricorso ad altre metodologie basate su studi
sperimentali quali la Elettroencefalografia (la attenzione è concentrata su
un‟onda particolare, la P300, che varierebbe in ampiezza in presenza di stimoli
familiari rispetto a stimoli non famlari) la Rilevazione Termica Cutanea (il
mentire determinerebbe un maggiore afflusso di sangue, quindi un‟aumento
della temperatura, nelle zone periorbitarie), l’Analisi delle Caratteristtiche
Sonore della Voce (basata sulle caratteristiche diverse che avrebbe la voce
quando si mente)
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
136
Risultano infine vietati interventi manipolatori dell‟auocontrollo
dell‟individuo attraverso metodologie scientifiche di tipo chirurgico o
farmacodinamico ovvero azioni più grossolane quali quelle basate sulla fame,
la sete,la luce abbagliante, il buio, le minacce, le esche (impunità o
riduzione di pena) escluso il baratto confessione-sconti di pena, nei termini
regolati dalle cd norme premiali (art 8 L 203/1991)
Il codice di rito esclude così qualunque intervento manipolante
attuabile con metodiche scientifiche, indipendentemente dal giudizio sulla
validità della tecnica medesima da parte della comunità scientifica (Prof.
Franco Cordero – Procedura Penale – Milano 2005, pag 616 ).
Le disposizioni generali sull‟assunzione della prova e in particolare sulla
libertà morale della persona nell‟assunzione della prova, prevedono all’Art. 188
dell’attuale Codice di Procedura Penale che “non possono essere utilizzati
neppure col consenso della persona interessata, metodi o tecniche idonei ad
influire sulla libertà di autodeterminazione ovvero ad alterare la capacità di
ricordare o valutare i fatti”. L’art 192 CPP, disciplina, a sua volta, i criteri di
valutazione della prova da parte del Giudice.
Inoltre, nelle regole generali per l‟interrogatorio dell‟imputato, l’art. 64,
secondo comma, del Codice di Procedura Penale, esancisce il divieto di
utilizzare “metodi o tecniche idonei a influire sulla libertà di
autodeterminazione o ad alterare la capacità di ricordare e valutare i fatti”.
A parte le previsioni normative, anche la dottrina prevalente è contraria
all‟uso dell‟Ipnosi, della Narcoanalisi, del Poligrafo della FMRI
nell‟interrogatorio tanto dei testimoni che dell‟imputato.
Degna infine di una particolare attenzione è la questione se, nel nostro
Ordinamento Giuridico, un accertamento peritale (perché tale risulterebbe l‟uso
dei suddetti accertamenti tecnico-scientifici) possa riguardare la sincerità di un
dichiarante, testimone od imputato che sia.
Volume 15 N° 1- 2010
137
Va sottolineato al riguardo che il qualificato parere tecnico scientifico
espresso da un perito sulla sincerità dell‟autore di una dichiarazione su un fatto,
è sempre un parere, una opinione che, come tale, non può incidere
sull‟accertamento di una situazione di fatto.
Peraltro su un tale accertamento incide anche sensibilmente l’art 24
della Costituzione dal quale scaturisce che se un imputato vuole difendersi
mentendo, ha il diritto di farlo.
Per accertare la verità processuale, nel sistema vigente, non è
assolutamente previsto l‟intervento di un perito che si pronunci sulla sincerità di
un dichiarante ma occorre rifarsi, in primis, al ruolo istituzionale del giudice
penale (potere-dovere di rendere una valutazione motivata sulla attendibilità di
chi effettua dichiarazioni) nonchè al principio del contraddittorio (cross
examination).
E‟ pacifico comunque che il perito, così come i consulenti tecnici,
attraverso la loro attività professionale e la successiva loro sottoposizione in
aula alla “cross examination”, contribuiscono al formarsi del libero
convincimento del giudice.
Dopo l‟entrata in vigore nel 1988 del Codice di Procedura Penale la
giurisprudenza si è occupata solo in rari casi dei problemi dell‟ipnosi: in un
caso, addirittura per stigmatizzare con un provvedimento disciplinare l‟uso
dell‟ipnosi da parte di un magistrato.
Altre vicende correlate sempre all‟ipnosi hanno riguardato pronunce di
varie Autorità Giudiziarie: un caso di perizia su un minore (Corte d‟ Assise
Caltanisetta), tre casi di violenza sessuale (Cass. Penale III sez), un caso di
rapina aggravata (Cass Pen II sez), maltrattamenti ed abuso di mezzi di
correzione (Cass Penale III sez), ipnosi di un venditore (Cass. Civile sez II)
plagio delle opere di ingegno (Corte Costituzionale) sentenze tutte riportate in
allegato
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
138
Il Codice Civile, contrariamente al Codice Penale non ha specifiche
norme riguardanti l‟ipnosi che, analogamente al sonnambulismo, al delirio
febbrile, all‟ubriachezza accidentale è così da ricondurre alle previsioni dell‟art
428 C.C. con conseguente annullabilità degli atti giuridici compiuti in tale stato
di coscienza
La nullità degli atti giuridici comporta la totale inefficacia dell‟atto, del
contratto nullo; la nullità assoluta dello stesso; la imprescrittibilità dell‟azione;
la inammissibilità della convalida.
Di contro, nel caso di atti giuridici annullabili, gli effetti del contratto si
producono fin dall‟inizio; tali effetti vengono meno soltanto a seguito
dell‟azione di annullamento; legittimato ad agire è unicamente il soggetto nel
cui interesse è prevista dalla legge l‟annullabilità del contratto; l‟azione va
incontro a prescrizione; la convalida del contratto è ammissibile.
Pur in presenza di diverse opinioni la Dottrina prevalente è dell‟avviso,
in relazione alla possibilità di gradazione nel coinvolgimento di un soggetto
nell‟ipnosi, che lo stato di incapacità naturale che si determina in tale stato di
coscienza non è tale da determinare la nullità degli atti compiuti ma solo la loro
annullabilità ex art 428 CC
La giurisprudenza della Corte di Cassazione se da un lato riconduce
l‟ipnosi ad una delle “qualsiasi cause” previste dalla sopracitata norma,
dall‟altro presenta posizioni divergenti sul concetto di incapacità naturale
giungendo addirittura a sostenere una certa equiparazione tra l‟interdizione
legale ex art 414 CC e l‟incapacità naturale ex art 428 CC
Le due fattispecie presentano comunque una spiccata differenza
correlata alle cause che determinano l‟incapacità, alla sua natura ed alla sua
durata. L‟art 414 si riferisce infatti alle infermità di mente propriamente dette
Volume 15 N° 1- 2010
139
mentre l‟art 428 fa riferimento ad ogni stato emotivo abnorme, anche se
transitorio, purchè contestuale al compimento dell‟atto
La suggestione indotta dall‟ipnotista trova cittadinanza quindi, a pieno
titolo, nell‟art 428 CC per lo stato psichico che comporta e per la sua incidenza
sulla capacità di intendere e di volere del soggetto
Il consenso informato all’ipnosi I trattamenti sanitari volontari, nell‟ambito dei quali trova cittadinanza
l‟ipnosi, sono attuati con il consenso dell‟interessato, debitamente informato
(ovvero con il consenso informato di chi ha la legale rappresentanza del
paziente: esercenti la potestà genitoriale, tutore, curatore) e la regola di condotta
del terapeuta deve essere ispirata ai principi di correttezza e di bene operare
Nell‟ambito dell‟ipnosi, frutto di una scelta consensuale di due soggetti
(il paziente ed il curante), alla base della scelta di intraprendere un tale percorso
ci sono le modalità attraverso le quali il paziente ha ricevuto informazioni sulla
sua condizione, sulle possibilità di curarsi e sulle modalità di intervento che
verranno adottate
Dopo una accurata raccolta anamnestica ed una corretta informazione
sulle caratteristiche del problema presentato dal paziente, l‟ipnotista deve
prospettargli indicazioni e controindicazioni dei possibili tipi di trattamento e,
propostogli un programma terapeutico attraverso l‟ipnosi, deve ottenerne una
piena volontarietà nell‟adesione allo stesso.
Per il trattamento proposto dovrà dettagliatamente e preventivamente
informarlo inoltre sui rischi e benefici del programma terapeutico attraverso
l‟ipnosi, sui vantaggi, sugli svantaggi, sui possibili pericoli e sui rischi correlati
nonché sui possibili esiti di un tale tipo di intervento.
Per la validità del consenso il paziente oltre ad essere consapevole, in
grado pertanto di comprendere le informazioni che gli vengono fornite, deve
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
140
risultare in grado di effettuare una scelta tra le diverse opzioni di cui dispone
nonché di poter riconoscere il contesto in cui si trova, la sua condizione, le
eventuali possibili conseguenze delle sue scelte terapeutiche
Si osserva che l‟assenza di una preventiva specifica informazione al
paziente, costituendo la lesione del fondamentale principio di tutela della libertà
individuale (impossibilità per un soggetto non edotto di effettuare “diverse”
scelte autonome), configura il delitto di violenza privata di cui all’art 610 CP.
Viste le delicate implicazioni che un trattamento psicoterapico attraverso
l‟ipnosi può comportare, è opportuno, comunque, filmare con telecamera ogni
seduta e conservare agli atti d‟archivio i CD relativi
Infine, laddove un soggetto presenti condizioni cliniche tali da rientrare
nella previsione dell’art. 54 del CP (Stato di necessità: non è punibile chi ha
commesso il fatto per esservi stato costretto necessità di salvare se od altri dal
pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolosa lui non
volontariamente causato né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia
proporzionato al pericolo) è possibile prescindere dal suo consenso senza
violare la legge, essendo applicabile, in questi casi, una delle cause di esclusione
della punibilità previste dal legislatore penale.
Il caso è piuttosto frequente per interventi attraverso l‟ipnosi all‟interno
di strutture ospedaliere deputate all‟emergenza (Pronto Soccorso), ovvero sul
territorio (dopo catastrofi naturali terremoti, inondazioni, gravi incidenti
ferroviari, stradali, eventi bellici, atti terroristici, etc) con conseguenti reazioni
acute da stress nei soggetti coinvolti nell‟evento ad alta valenza
psicotraumatizzante, i quali possono trarre beneficio anche dagli effetti
analgesici che può provocare l‟ipnosi.
Volume 15 N° 1- 2010
141
I pericoli dell’ipnosi Il concetto di pericolo, secondo la più moderna dottrina, va inteso come
la probabilità di un evento temuto (antigiuridico, dannoso). Ha carattere
oggettivo e non è riconducibile ad emozioni, a timori del singolo individuo.
Tanto premesso si osserva come, nei soggetti sottoposti ad ipnosi, la
semplice reazione emotiva e le sequele più comuni quali cefalea, lacrimazione,
sudorazione, sono considerati problemi scarsamente significativi e tali da non
poter essere considerati espressione di un danno.
Al fine di evitare la possibilità che le tecniche poste in essere
dall‟ipnologo assurgano al ruolo di elemento scatenante, momento rivelatore di
patologie preesistenti, possano comunque essere fonte di danno per il paziente,
risulta di fondamentale importanza la raccolta di una circostanziata anamnesi
del soggetto e la conseguente diagnosi dei disturbi presentati, prima di
sottoporlo a qualsivoglia trattamento, ivi compresa l‟ipnoterapia.
Premesso che, possibile è un fatto che può accadere, mentre probabile è un
fatto, un evento che facilmente accadrà, i pericoli che possono derivare dall‟uso
dell‟Ipnosi sono così individuabili:
1. Pericoli per l’operatore (ipnotista)
2. Pericoli per la Medicina
3. Pericoli per l’Ipnosi stessa come metodo
4. Pericoli per il soggetto ipnotizzato
PERICOLI PER L’IPNOTISTA
Per quanto riguarda l’operatore preliminarmente e cautelativamente si
sottolinea che deve essere in possesso di:
Un‟età adeguata
Una esperienza adeguata
Una maturazione personale certa
Doti di empatia
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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Educazione etica
Capacità di gestire il rapporto con il soggetto da ipnotizzare
Intenzione di curare
Conoscenza della patologia da curare
Fiducia nella guaribilità del soggetto
Disponibilità a coinvolgere anche altri esperti nella soluzione dei
problemi emergenti
I pericoli che possono caratterizzarne l‟attività sono
Il pericolo del sentimento di onnipotenza
Il pericolo del limitarsi alla sola tecnica ipnotica
Il pericolo che l‟intensa relazione che viene a costituirsi con il
paziente, possa far precipitare qualche disturbo psicopatologico già presente
nell‟operatore stesso
Il “pericolo” di commettere reati
I reati più comuni riconducibili all’attività dell’ipnotista sono:
La violenza privata.(artt. 610 e 611 C.P.)
Lo stato di incapacità procurato mediante violenza (art 613 C.P.)
Il trattamento idoneo a sopprimere la coscienza e la volontà altrui
(art. 728 C P; disposizione che non si applica se il fatto è commesso a scopo
scientifico o di cura, da chi esercita una professione sanitaria)
Le lesioni personali. (art. 582 C.P. e seguenti,; distinte in dolose;
colpose; che conseguono ad altri delitti; delle quali l‟operatore risponde a titolo
di responsabilità oggettiva).
La violenza sessuale. (le circostanze aggravanti sono previste
dall‟art 609 ter, del Codice Penale)
La circonvenzione di incapace disciplinata dall‟art. 643 C.P.
Volume 15 N° 1- 2010
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L‟esercizio abusivo di una professione.( l‟art 348 CP mentre l‟art
2229 CC disciplina l‟Esercizio delle professioni intellettuali):.
L‟usurpazione di titoli. (art. 648 C.P.)
PERICOLI PER LA MEDICINA
Fallimento dell’Ipnoterapia, con conseguente discredito della psicoterapia
e ripercussioni negative sulle aspettative dell’utenza e dei medici che
avevano inviato il paziente all‟Ipnotista
PERICOLI PER L’IPNOSI COME METODO
Pericolo del cultismo, vero e proprio meccanismo di difesa degli
ipnotisti, come tale assolutamente deleterio
Rischio della derisione correlato alle resistenze delle singole
persone e della collettività
PERICOLI PER IL SOGGETTO IPNOTIZZATO
Occorre distinguere:
I pericoli sul versante giuridico (già trattati nel paragrafo
“L‟ipnosi nel nostro ordinamento giuridico”)
I pericoli sul versante clinico
Nei soggetti sottoposti ad ipnosi, le sequele più comuni, più probabili, tali
da non poter essere considerate espressione di un danno, perché problemi
scarsamente significativi, sono:
1. la semplice reazione emotiva
2. la cefalea
3. la lacrimazione
4. la sudorazione
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
144
Altre possibili sequele, sono dettagliatamente descritte in letteratura
(Frank J Mac Hovec – Hypnosis complications) così come particolare
attenzione è riservata ai possibili effetti negativi di una trance ipnotica su
soggetti affetti da preesistenti disturbi organici e mentali tenuto conto che in
questi casi vi è la possibilità che le tecniche, le metodiche poste in essere
assurgano al ruolo di
elemento scatenante
momento rivelatore di patologie preesistenti
Rientrano tra i rischi correlati con le condizioni preesistenti:
• il rischio di scatenare un disturbo mentale;
• il rischio di peggiorare un disturbo in atto;
• il rischio di prolungare la durata di un disturbo;
• il rischio di un miglioramento superficiale
Una trance ipnotica può avvenire oltre che in un setting clinico, in un
setting non clinico.
IN UN SETTING CLINICO le possibili sequele correlate con la terapia
in ipnosi risultano più frequentemente l’ansia, la depressione, il
disorientamento cognitivo.
Possono scaturire dai tentativi del terapeuta di ottenere dei cambiamenti
permanenti nei sintomi presentati dal soggetto e prodotti dal suo inconscio. In
questi casi lo scatenarsi degli effetti avversi sarebbe determinato dalla minaccia
che avvertirebbe il soggetto per quella parte del suo inconscio che aveva trovato
una sorta di adattamento nel produrre i sintomi sgraditi.
Un‟altra possibile evenienza è Il fallimento della conclusione della
trance (deipnotizzazione) che può verificarsi per:
l‟adozione di inadeguate procedure conclusive da parte dell‟ipnotista;
l‟ assenza di qualunque procedura di deipnotizzazione;
Volume 15 N° 1- 2010
145
il disinteresse del soggetto al rientro in uno stato di coscienza ordinario
per poter continuare a restare nello stato di trance.
Altre possibili conseguenze possono determinarsi per la coercizione
ossia la capacità di costringere le persone ipnotizzate a commettere atti
pericolosi, criminali, immorali, autolesivi e lesivi e ad adottare in genere
comportamenti antisociali. Tale definizione è applicabile non solo a un soggetto
in stato ipnotico ma anche nella fase post ipnotica.
Può infine, in rari casi, determinarsi la dipendenza dall‟ipnotista
IN UN SETTING NON CLINICO, non esistono prove che l‟ipnosi
indotta, ad esempio, sul palcoscenico – in assenza di elementi terapeutici e
condizioni preesistenti – possa essere associata con qualunque effetto avverso
tale da costituire un danno perseguibile legalmente.
Una volta esclusi gli effetti negativi dovuti a condizioni preesistenti,
l‟unica fonte di pericolo nello spettacolo teatrale è il fallimento della
deipnotizzazione.
Le applicazioni dell’ipnosi in ambito forense in altri
ordinamenti giuridici Tenuto debito conto degli oggettivi limiti esistenti nel nostro
ordinamento giuridico, appare comunque opportuno approfondire quali siano le
possibilità e le applicazioni dell‟ipnosi in campo forense in altri ordinamenti
giuridici, in particolare negli Stati Uniti d’ America
Per inquadrare gli orientamenti della giurisprudenza nord-americana, in
ordine al possibile ricorso in ambito processuale all‟ipnosi, occorre partire da
due fondamentali pronunce, quella in c. Frye del 1923 e, nel 1993, in c.
Daubert, riguardanti il tema dell’ammissibilità di strumenti probatori
connessi all’utilizzo di metodiche scientifiche “nuove” o “controverse”.
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
146
La sentenza Frye si basa sul principio della general acceptance
(principio incentrato sul richiamo all’opinione della maggioranza della
comunità scientifica) e, ha inteso chiarire quali siano i parametri da osservare
per poter accogliere “nuove” prove scientifiche.
Da tale sentenza, nel lontano anno 1923, scaturì l‟elaborazione dello
standard del cd. General Acceptance Test for Admissibility of Scientific
Evidence, basato sul requisito della “general acceptance of the principle or
technique in the scientific community”.
Fu poi affermato da parte della Circuit Court del Distretto della
Columbia che il Giudice, in presenza di situazioni controverse da un punto di
vista scientifico e in presenza di situazioni che non chiariscano se si tratta di
mere sperimentazioni o tesi verificate, deve, in primis, valutare la rilevanza
della prova con riferimento alla vicenda presa in esame, poi è tenuto a
verificare le posizioni della “scienza ufficiale” alla luce delle conoscenze
“generalmente accettate” da parte della comunità scientifica.
Dopo circa 70 anni, la Corte Suprema ha modificato l’orientamento
giurisprudenziale dei precedenti anni ed ha superato la pronuncia Frye,
(basata essenzialmente sulla necessità di un generale riconoscimento da parte
della comunità scientifica per l‟ammissibilità di una “prova scientifica”) con la
decisione in c. Daubert v. Merrel Dow Pharmaceuticals, Inc., attraverso la
quale ha ampliato il numero dei parametri di riferimento per il giudice,
evidenziando così numerosi criteri di affidabilità traducentisi in indici di
ammissibilità.
La sentenza Daubert ha finito con il sottolineare come nel giudizio di
ammissibilità siano almeno quattro gli aspetti da prendere in considerazione:
1) se la teoria avanzata o la tecnica che si intende utilizzare possano
essere testate o siano già state testate;
2) se esse abbiano costituito oggetto di pubblicazioni scientifiche;
Volume 15 N° 1- 2010
147
3) se sia noto il loro grado di potenziale errore;
4) se siano state generalmente accolte nel mondo scientifico.
Una tale sentenza ha collocato il giudice in una posizione assai più
incisiva rispetto a quella derivata dalla pronuncia Frye del 1923 , e dopo 70
anni gli ha attribuito un compito di effettivo controllo sulla possibilità di
dare ingresso nel processo ai dati conoscitivi ricavabili dalle conoscenze
esperte.
Va osservato che le modifiche alla precedente impostazione
antecedente al 1993 sono state poi ulteriormente rafforzate dal
riconoscimento dell’ipnosi come valida modalità terapeutica da parte
dell’American Medical Association e dell’America Psychological Association
Comunque, l’utilizzazione dell’ipnosi nelle vicende giudiziarie non
ha mai riguardato confessioni ma testimonianze di soggetti che avendo
assistito a vicende oggetto di giudizio necessitano di “ricordare meglio”
ovvero di “eliminare blocchi mentali” insorti a causa di fatti delittuosi.
In quest’ultimo caso, non sono mancati, comunque, contrasti
giurisprudenziali.
Alcune sentenze hanno ammesso le deposizioni sui fatti ricordati a
seguito del trattamento ipnotico, sempre che nella sottoposizione ad ipnosi siano
state osservate tutte le cautele volte a limitare il pericolo di interventi atti a
suggestionare tali soggetti.
Altre pronunce hanno ritenuto invece inammissibile la deposizione dopo
un trattamento ipnotico, tenuto conto della possibile inattendibilità di tali
deposizioni per quei fattori che possono influenzare la memoria post-ipnotica,
quali i condizionamenti intenzionali o non intenzionali durante l‟ipnosi ovvero il
rafforzamento ingiustificato del teste circa l‟esattezza dei suoi ricordi.
Considerazioni conclusive
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
148
Nel nostro ordinamento giuridico, allo stato attuale, non vi sono le
condizioni perché l‟ipnosi possa trovarvi cittadinanza.
È auspicabile che, con il trascorrere del tempo, analogamente a quanto
avvenuto in altri paesi, il Legislatore prenda sempre più atto della
scientificità della tecnica ipnotica e, disciplinate rigorosamente le necessarie
cautele da adottare, ne ammetta l’utilizzazione limitatamente a quei
testimoni per i quali risulti opportuno suscitare o migliorare i ricordi di
eventi passati.
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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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Volume 15 N° 1- 2010
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Medicina Psicosomatica. Psicopatologia Forense”, deve inviarli in triplice copia al
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Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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Finito di stampare il
30 aprile 2010
presso
Lineart Studio
Via Ottavilla, 10 00152 Roma
Volume 15 N° 1 - 2010
SOMMARIO
TESI VINCITRICI PREMIO GRANONE CIICS
(CENTRO ITALIANO DI IPNOSI CLINICA E SPERIMENTALE – TORINO)
- Alessandria Marco
STUDIO CLINICO SPERIMENTALE SULL’APPLICAZIONE
DELLE TECNICHE IPNOTICHE SU SOGGETTI
PRATICANTI IL TRIATHLON AD ALTO E MEDIO
LIVELLO ………………………………………………….pag. 7
- Panagiota Rempelou, Edoardo Casiglia, Giuseppe Regaldo,
Valérie Tikhonoff, Nunzia Giordano, Anna Bascelli, Enrico Facco
EFFETTI EMODINAMICI ED ELETTROFISIOLOGICI
DELL’IPNOSI CON E SENZA RILASSAMENTO
- STUDIO SPERIMENTALE IN 12 VOLONTARI …….pag. 27
- Remo Ceffa, Giuseppe Regaldo
MANO E IPNOSI RIFLESSIONI ED ESPERIENZA DI UN CHIRURGO DELLA
MANO ………………………………………………………..pag. 45
- Edoardo Casiglia, Sami Schiff, Enrico Facco, Amos Gabbana, Valérie
Tikhonoff, Laura Schiavon, Anna Bascelli, Marsel Avdia, Maria
Teresa Tosello, Augusto Mario Rossi, Hilda Haxhi Nasto, Federica
Guidotti, Margherita Giacomello, Piero Amodio
LL’’AALLEESSSSÌÌAA IINNDDOOTTTTAA IINN PPOOSSTT--IIPPNNOOTTIICCOO
ÈÈ UUNN FFEENNOOMMEENNOO RREEAALLEE EE MMIISSUURRAABBIILLEE --
STUDIO SPERIMENTALE CONTROLLATO CON
STROOPTEST IN 12 VOLONTARI SANI……………..pag. 67
- Nunzia Giordano, Edoardo Casiglia, Valérie Tikhonoff,
Maria T. Tosello
REGRESSIONE D’ETÀ, FENOMENO REALE E
MISURABILE. DIMOSTRAZIONE MEDIANTE TEST DI
RORSCHACH E MATRICI DI RAVEN IN VOLONTARI
SANI………………………………………………………..pag. 89
- Serena Masiero, Enrico Facco, Valérie Tikhonoff, Giovanni
Boschetti, Edoardo Casiglia
«HYPNOTIC FOCUSED ANALGESIA» NEL DOLORE
TRIGEMINALE DA STIMOLAZIONE ELETTRICA DELLE
POLPA DENTARIA ……………………………………pag. 111 - Fabrizio Iecher
IPNOSI IN AMBITO GIURIDICO …………………...pag.131
Rassegna di psicoterapie. Ipnosi. Medicina Psicosomatica. Psicopatologia forense.
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