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Ufficio stampa Rassegna stampa lunedì 11 febbraio 2013 Pagina 1 di 84

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Ufficio stampa

Rassegna stampalunedì 11 febbraio 2013

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Il Resto del Carlino Ravenna

Corriere Romagna Ravenna

La Voce di Romagna Ravenna

Corriere della Sera

INDICE

Prima pagina11/02/13 Prima pagina 5

Modificato regolamento per accedere ai fondi11/02/13 Economia e Territorio 6

«Autocostruttori, Comune distratto Deve risarcire»11/02/13 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 7

Il Pdl presenta i candidati E Sel parla delle mafie11/02/13 Politica 8

Ovazione per Mattia, è suo il 'Pavone d'oro?11/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 9

Prima pagina11/02/13 Prima pagina 10

«A Filetto Comune inadempiente»11/02/13 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 11

«Marinara, il sindaco riferisca in consiglio11/02/13 Cronaca 12

Una voce maschile per il Pavone d’oro 201311/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 13

Prima pagina11/02/13 Prima pagina 14

Ravenna Grazie a Cupweb è possibile prenotare on line le visite mediche11/02/13 Sanità e Politiche sociali 15

Sel sulle mafie, e il Pdl presenta i candidati11/02/13 Politica 16

Gli autocostruttori di Filetto denuncino in Comune11/02/13 Economia e Territorio, Edilizia e Infrastrutture 17

Pavone d’Oro Il trionfo Del Popolo11/02/13 Turismo, Cultura, Spettacoli 18

Le ansie dei piccoli nelle piazze di Grillo11/02/13 Economia Nazionale, Politica Nazionale 19

Bugie elettorali con le gambe corte11/02/13 Politica Nazionale 21

Monti, sfida finale ai rivali Non manterranno nulla11/02/13 Politica Nazionale 22

Con Bersani nessun partito Immorale aspettare il Colle Dovevo impegnarmi ora11/02/13 Politica Nazionale 23

Maroni accusa: c'è un incesto in corso Berlusconi: premier indecente su di me11/02/13 Politica Nazionale 24

Il Pd infastidito dalle condizioni di Monti11/02/13 Politica Nazionale 25

Imu più progressiva Deduzione degli utili e 30 liberalizzazioni11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 26

Il Nord si ferma per neve Tagliati i voli per Linate11/02/13 Trasporti, Ambiente 29

I Comuni e le spese, la scure degli standard antisprechi11/02/13 Pubblica Amministrazione 30

Il Paese immobile che trascura i giovani11/02/13 Politica Nazionale 32

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Il Resto del Carlino

Il Sole 24 Ore

Italia Oggi

La Repubblica

La Stampa

LA RIPRESA OLTRE LE URNE11/02/13 Economia Nazionale 33

Monti silura Silvio: «Compra voti» Poi allontana l’intesa con il Pd11/02/13 Politica Nazionale 35

«Il Prof è indecente, peggio di Fini» E Berlusconi blinda la prima casa11/02/13 Politica Nazionale 36

Gelo e neve, arriva la grande bufera. E l’Italia si blinda11/02/13 Trasporti, Ambiente 37

Sprechi e frodi, Italia da record Il «tesoretto» vale 300 milioni11/02/13 Economia Nazionale 38

«Abbiamo rischiato la vita nel terremoto Ma nessuno ci ha pagato gli straordinari»11/02/13 Lavoro 39

I tagli ai Comuni ignorano gli sprechi11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 41

Ancora una volta si puniscono i migliori11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 43

Misure cautelari sempre più limitate11/02/13 Pubblica Amministrazione 44

Ipoteche legali, riprende la corsa11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 45

EVENTI: Obiettivo e sforzi comuni per vivere meglio11/02/13 Economia Nazionale 47

NORME E TRIBUTI: Anche le verifiche della Pa entro il termine di 30 giorni11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 48

NORME E TRIBUTI: Al segretario anche il dovere di controllo preventivo11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 49

NORME E TRIBUTI: I piani anti-dissesto appesi a finanziamenti incerti11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 50

NORME E TRIBUTI: L’imposta di sbarco non si estende ai privati11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 51

NORME E TRIBUTI: La gestione associata deve produrre risparmi11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 52

NORME E TRIBUTI: Imu statale sulle imprese con «buco» normativo11/02/13 Pubblica Amministrazione, Economia Nazionale 53

Il Piano casa? Ora convince11/02/13 Pubblica Amministrazione 54

La politica alla larga dalla p.a.11/02/13 Pubblica Amministrazione 57

Lo strappo definitivo tra la Chiesa e il Pdl11/02/13 Politica Nazionale 60

Bersani: il mio piano per rifondare la scuola11/02/13 Istruzione, Politica Nazionale 62

DON RODRIGO E IL PROFESSORE11/02/13 Politica Nazionale 64

Volpi, lupi e cinghiali la giungla arriva in città11/02/13 Ambiente 66

Scoppia la rissa tra Monti e Berlusconi “Vuoi comprare i voti”. “Dici cazzate”11/02/13 Politica Nazionale 68

“Noi leali, dal premier meno demagogia”11/02/13 Politica Nazionale 69

Foibe, cerimonia senza le alte autorità11/02/13 Politica Nazionale 70

Truffe, ruberie e sprechi danni per 300 milioni l’anno11/02/13 Economia Nazionale 71

REGIONI, LA RIFORMA DIMENTICATA11/02/13 Pubblica Amministrazione 73

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Unità

Diecimila piazze ma l’ultimo venerdì mega-offensiva tv11/02/13 Politica Nazionale 75

Per dribblare Sanremo il Cavaliere ora punta sulla radio11/02/13 Politica Nazionale 76

Monti,nuovo affondo su Berlusconi11/02/13 Politica Nazionale 77

La prima volta fuori dal Palazzo senza stipendio e vitalizio11/02/13 Politica Nazionale 78

Riccometro,welfare a rischio per i redditi bassi con la casa11/02/13 Economia Nazionale 79

L’Italia delle frodi costa 293milioni11/02/13 Economia Nazionale 82

Scuole e strade chiuse La paura della neve paralizza l’Italia11/02/13 Ambiente 83

Servizi pubblici locali Affrontare i temi concreti11/02/13 Pubblica Amministrazione, Ambiente 84

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11/02/2013 press unE il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

Periodicità: Quotidiano Tiratura: n.d.

Diffusione: n.d.

Lunedì 11 febbraio 2013

Redazione: via Salare 'O, 48121 Ravenna - Tel. 0544 249611 Fax 0544 39019 n Pubblicità: S.P.E. - Ravenna Alberti, 60 - Tel. 0544 278065/ Fax 0544 270457

Servizi 69A pagina 3

OGGIwwwitrestodeturtinojtiravnu

OGALLERY E Guarda te foto L\ del carnevale

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e del suo coordinatore

SONDAG90 Giusto introdurre La tassa di soggiorno?

rdoglio in paese

A B eiricetto i funerali di Atos Capra 6: A pagina 6

Urbanistica

Laboratorio sulla Cervia del futuro 54 nataina 7

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Autocostruttori a Filetto

«Comune distratto, deve pagare i danni» ru A parrina 2

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Ricoverata docente di un istituto superiore a Faenza. Oggi incontro a scuola

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Pavone d'Oro, e\\ Mattia conquista , pubblico e giuria .6., A pagina 6

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CO TRWTi

Modificato regolamento per accedere

ai fondi IL CONSIGLIO comunale di Ravenna ha approvato all'unanimità alcune modifi-che al regolamento di acces-so all'Agenzia dell'affitto, con l'obiettivo di ampliare la platea delle persone che pos-sono fare domanda ed entra-re in graduatoria. Tra le prin-cipali modifiche introdotte, l'abbassamento dei limiti di reddito minimi: si passa da una Ise di 25/31 curo a una di 14.500 e da una Isee di 12.685 curo a una di 7.000. Per quanto riguarda i tetti massimi, la delibera prevede che siano 60.000 euro per il valore Ise e 45.000 per il valo-re Isee. Ciò consentirà di fa-vorire l'accesso a questo ser-vizio anche a famiglie con redditi più bassi, con alme-no un reddito da lavoro, ma al contempo servirà ad inter-cettare i bisogni di nuclei fa-miliari che, per reddito, non potrebbero accedere all'edili-zia popolare, o che risultano ad oggi nella fascia di deca-denza e ai quali viene quindi offerta una ulteriore opportu-nità di fuoriuscita dall'Erp.

11/02/2013 press une il Resto del Carlino

RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi

Periodicità: Quotidiano

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Cortione disti

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Periodicità: Quotidiano

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«Autocostrutiori, Comune distratto Deve risarcire»

Ancisi alza il tiro sul caso Filetto

IL CASO degli autocostruttori di Filetto potrebbe finire nelle aule di tribunale. E' lo scenario che ipotizza Alvaro Ancisi, capogrup-po di Lista per Ravenna, all'indo-mani della notizia della diffida del Comune che intima ai costrut-tori di riprendere i lavori, pena il

MA N CAT,•\ Y i L,,̀\ N ZA Nel protocollo del 2003 con Alisei iL Comune si impegnava a vigilare

ritiro della concessione e l'acqusi-zione dei beni. L'operazione, va ricordato, è partita nel 2004. A di-stanza di 9 anni il complesso che doveva accogliere 14 famiglie è an-cora allo stato grezzo. Di mezzo c'è stato, nel 2009, il fallimento della cooperativa Alisei, che ave-va la direzione dei lavori. Ora gli autocostruttori potrebbero essere liquidati con una compensazione di 700.000 da parte del Comune

che dovranno poi girare a Banca Etica: nei confronti dell'istituto, le famiglie sono esposte con un de-bito di 1,2 milioni di curo.

LO SCENARIO è quanto mai. confuso. Ma per Ancisi ci sono re-sponsabilità precise del Comune. «Da tempo sostengo che gli auto-costruttori, solo loro possono far-lo, rivendichino i loro diritti e la refusione dei danni ricevuti non

più solo per via politico-mediati-ca, ma giudiziaria. Solo in questo modo, a mio parere, possono riu-scire a 'smacchiare il giaguaro'. Il Comune si è sempre rifiutato di agire a loro sostegno, per via lega-le. Ritengo che ora debba essere chiamato in causa esso stesso, sul fronte penale e civile». A sostegno della sua tesi, il consigliere di op-posizione cita il protocollo del 2003 tra Comune e Alisei, in cui

Palazzo Merlato si impegnava 'a vigilare in tutte le fasi la corretta attuazione del progetto'. Vigilan-za che, secondo Ancisi, non è sta-ta esercitata in modo adeguato.

A QUESTO punto gli autoco- struttori dovrebbero chiedere il

ESORSO IL capogruppo della civica contrario alta Liquidazione dei 700mita euro

patrocinio di un legale, che tutta-via non possono pagare. «Credo che questa città — aggiunge Anci-si — dove esistono gli avvocati di strada o che si attivano per altre cause sociali sia in grado di mobi-litarsi». Ma potrebbero esserci ri-flessi anche sul piano della regola-rità contabile dell'operazione tra Comune e Banca Etica, «Se non ci saranno chiarimenti in tempi bre-vi presenterò un esposto alla Cor-te dei Conti».

UN CANTIERE IN ABBANDONO

10 MARZO

700.000 EURO

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E' la somma con cui il Comune dovrebbe Liquidare le famiglie delle due palazzine e che andrebbe poi girata a Banca Etica che vanta un credito d 2 milIoní

E' la data limite entro la quale dovrebbero essere ripresi i lavori, fermi da anni. In caso contrario scatterebbe la revoca della concessione seguita datrindennIzzo

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BERLUSCONIAN1 Ancarani e gli altri candidati al Parlamento

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VERSO LEZ1ON1 RIVOLUZIONE CM LE, BIS A FAENZA

Pdl presenta i candidati E Sei parla delle mafie

Giornata di presentazioni e convegni di tre schieramenti LE ELEZIONI del 24 e 25 febbra-io si avvicinano. Anche a Raven-na i partiti sono in fermento e gio-cano le proprie carte. Oggi alle 18 la sala Buzzi di via Berlinguer ospita un incontro pubblico dei candidati Pd1 della provincia di Ravenna. Alberto Ancarani, Pao-lo Stivali e Bianca Maria Caneta (candidati alla Camera), nonché Rodolfo Ridolfi e Massimo Maz-zolani (candidati al Senato), spie-gheranno ai presenti programma e ragioni della candidatura. Alle 20.30, nella sede dell'ex circo-scrizione prima di via Landoni, sarà la volta di Sei che presenterà le proposte elettorali in tema di

contrasto alla criminalità organiz-zata, discutendone con Gaetano Alessi e Massimo Manzoli, curato-ri dei dossier sulle mafie in regio-ne. Saranno presenti i candidati alla Camera, Giovanni Paglia, e al Senato, Elena Tagliani, che parle-ranno di un argomento quanto mai di attualità, dopo i recenti ar-resti nella bassa Romagna: «Cre-diamo sia fondamentale spiega-no che questi temi entrino nel-la campagna elettorale della no-stra regione, che troppo spesso si è pretesa immune da infiltrazio-ni».

SEMPRE oggi la prima di due

iniziative (l'altra giovedì) a soste-gno della lista Rivoluzione Civi-le — Ingroia che si svolgeranno a Faenza. Alle 17.45 incontro con i cittadini ed i lavoratori del Bio Marchè al centro commerciale Cappuccini in via Canal Grande: ospiti Angelo Bonelli, presidente dei Verdi-Ecocivici, e il candida-to faentino Michele Dotti. A se-guire alle 18.15, presso la limitro-fa sala dell'ex quartiere centro Sud, avrà luogo un incontro pub-blico moderato dal coordinatore del Lista Rivoluzione Civile per Faenza Davide Zagonara, con te-ma 'La Rivoluzione dell'agricoltu-ra biologica'.

APPUNTAMENTI

Atte 18, netta sala Buzzi di via Bertinguer, candidati del. Pdt

a Camera e Senato incontrano í cittadini

Atte 20.30, in via Landoni, Sei. presenta la proposta „ interna di contrasto atta cnalità organizzata in Emilia Romagna

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C, VaZil soc, il 'Pa■mne 'foto'

Roberta Bar-i Sveva Pia Laterza

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Ovazione per Mattia, è suo il 'Pavone d'oro

Sul palco per le premiazioni il sindaco e il vescovo

MATTIA Del Popolo si aggiudi-ca la 33esima edizione del Pavone d'Oro mentre Francesca Zaccarel-li è la vincitrice della categoria C. Con consenso unanime di pubbli-co e giuria Mattia Del Popolo sul podio della manifestazione cano-ra manfreda intitolata al suo idea-tore e fondatore don Italo Cava-gnini. Il giovane faentino si è pre-sentato sul palcoscenico del tea-tro Masini con il brano 'Avrai' di Claudio Baglioni riscuotendo un'ovazione. Al vincitore è anda-to il tradizionale piatto in cerami-ca realizzato quest'anno da Goffre-do Gaeta. Nelle altre categorie si sono imposte: Francesca Zaccarel-li (Categoria C) con 'Refiection', Sveva Pia Laterza (Categoria B) con 'Caruso' di Dalla e Matilde Zama (Categoria A) con 'Quello che mi aspetto da te', reduce dal successo registrato allo Zecchino D'oro. Sono stati consegnati inol-tre i premi: simpatia a Giulio Mar-chetti di soli quattro anni della ca-tegoria A, per avere interpretato con grinta e simpatia il brano 'Po-poff; premio della critica a Mari-na Violani della categoria B, per l'interpretazione del brano 'I look

to you' e quella fedeltà a Roberta Barchi della categoria C. Sono sta-ti premiati con una clip i 'Re-cycled brains' vincitori del 'Pavo-ne Rock' e Chiara Fetyacuti, Chia, trionfatrice del 'Pavone Ine-diti.'con 'La più bella età'.

A consegnare i premi ai vincitori, tra gli altri, il sindaco di Faenza, Giovanni Malpezzi e il vescovo, Mons. Claudio Stagni che ha inol-tre ricordato il grande lavoro svol-to da don Italo per i giovani. Cor-nice della manifestazione la sceno-

grafia multimediale realizzata dai Padri Cappuccini di Faenza in particolar modo di frate Lanfran-co Maria Galimberti che ha an-che curato il film d'animazione di 'Alice nel paese delle meraviglie' che ha aperto le quattro serate o!-

tre al videoclip di presentazione della nuova sede dell'associazione Pavone d'Oro inaugurata recente-mente nei locali della Parrocchia di Sant'Antonino.

CONDUTTORI della serata Sandro Bucci, Enrico Pelli e Sara Zannoni, vincitrice del Pavone D'oro dello scorso anno, con le in-cursioni di Maurizio Tramonti e Gabriele Andrini, che ha curato anche la preparazione e le prove dei giovani cantanti in gara. Tutti i brani sono stati eseguiti dal vivo dalle due band del Pavone dirette dal maestro Gabriele Bertozzi e formate da: Walter Ballardini (batteria), Nicola Dotti (chitarra elettrica e chitarra classica) e Mat-teo Martelli (basso) per le catego-rie B e C e Davide Montanari (chi-tarra), Andrea Integlia (batteria), Simone Cattani (pianolbrte) e Fe-derico Domenicali (basso) per la categoria A. Ad accompagnare i cantanti in gara i due cori della scuola media Europa composto da oltre 50 elementi e diretto da Pier Giacomo Zauli, e del Pavone d'oro (Valentina Gentilini, Gioia Gurioli e Daniela Peroni).

'AVRAI' Mattia Del Popolo primo classificato con il brano di Baglioni

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orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

da meningococco. La donna, 57 anni, il 2 febbraio scorso aveva accusato un forte dolore a un ginocchio e la febbre alta. Dopo

FAENZA. Allerta in un istitu-to superiore di Faenza dopo che un'insegnante è stata col-pita da un'infezione batterica

una prima visita al pronto soc- confermato che la donna aveva corso era stata dimessa. Non in atto una setticemia al ginoc-migliorando, è tornata all'o- chio provocata meningococco. spedale; l'esito delle analisi ha •SERVIZIO a pagina 51

\ \ • 11/02/2013

II I,IIII III orhere

del lunedì

Siamo a Rimini A...0 tono Faho RAM

c/o Palazzo Flamoro Tel. 0541-381799

euro 1,20 Anno XXI / N. 41

LUNEDÌ 11 FEBBRAIO 2013

REDAZIONE, AIDINIINISTRAZICU E PUBBLICITk. PIAllA TRE MARTIRI 4315 - RIEDNI -TEL 0541-354111 FAX: 0541-354199. SPEDIZIONE IN 352'03 ICONV. IN L. 271021041 ARI. 1 COMMA 1 - DOB FORO . ALTRE SE DI: RAVENNA (0544-2152624 E013L1 (0542355201. MENA 10547-6119001 1151,1 (0549-995147), IMOLA (0542-257301 E-MAIL: RIAINI@CORRIEREROMAGNAJT - 120 IN TANDEM CON LA STAMPA*

E il giorno dea per 11ft:turo del Cesella

40 Titahausa a Rimip

grazie al doppio

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FAENZA. La donna si era sentita male i12 febbraio al termine delle lezioni. E' fuori pericolo

Meningococco, scatta l'allerta Insegnante faentina colpita dal batterio, la diagnosi sette giorni dopo

LA FESTA, Il Carnevale riempie le piazze della Romagna, LE MASCHERE, Arlecchino e Pulcinella vanno in pen- grazie anche alla giornata soleggiata. Sfilate, bimbi in ma- sione. I costumi della tradizione hanno ormai perso tutto il schera e tanta allegria. A Imola lo spettacolo dei Fanta- loro fascino. veicoli.

Turismo, la ricetta

di Mario Monti • CA RICATO a pagina 3

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Concessioni Melucci: il Pdl "copia" il Pd

• SERVIZIO a pagina 7

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• SERVIZI nelle cronache

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Controlli delle Fiamme gialle

Ville e barche di lusso: in 90 sotto

la lente del Fisco RIMINI. Abitano in ville di lus-

so o usano barche di grosse di-mensioni. Novanta di loro sono sotto la lente del Fisco.

• SERVIZIO a pagina 3

Forfi, per il Campostrino scelto il progetto di recupero

FORLÌ. Il Comune ha indivi-duato il progetto vincitore del bando per il recupero dell'ex palestra Campostrino.

• PASINI a pagina 11

Cesena, al via studio sui giovani precari

CESENA. Giovani precari: Cesena è una delle tre città campione di studio regionale.

• MAZZA a pagina 15

Cesenatico, 39enne decora le case dei vip Usa

CESENATICO. Un 39enne ce-senaticense decora le case dei vip a Hollywood e dintorni, do-ve si è trasferito per amore.

• FUSCON I a pagina 49

L'area degradata di Pinarella tra quelle da riqualificare

CERVIA. Il centro commerciale in disuso di Pinarella è tra le aree da riqualificare inserite nel Psc.

• SERVIZIO a pagina 55

Faenza, il Pavone d'oro ha una voce maschile

FAENZA. Questa volta il Pavone d'oro lo ha vinto un ragazzo, il 16en-ne faentino Mattia Del Popolo.

• SERVIZIO a pagina 56

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orriere di Ravenna Faenza-Lupo e Imola

Direttore responsabile: Pietro Caricato

11/02/2013

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pressunE

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«A Filetto Comune inadempiente» Ancisi: «Non vigilò, gli autocostruttori facciano causa»

RAVENNA. Banca Eti-ca ha diffidato il Comu-ne di Ravenna il quale a sua volta ha fatto lo stes-so con gli autocostrutto-ri.

Ma per Alvaro Ancisi sarebbero proprio que-sti ultimi ad avere il di-ritto di agire in rivalsa nei confronti dell'Am-ministrazione.

Il caso è quello di Fi-letto dove alcune fami-glie, raggruppate nella cooperativa Mani Unite, avrebbero dovuto co-struire con le loro mani

alcune abitazioni a bas-so costo. Un sogno però rimasto per ora solo sul-la carta, con i lavori fer-mi da tempo.

A riaccendere i riflet-tori sulla vicenda è stata una denuncia del Movi-mento 5 stelle, che ha se-gnalato come il Comune sia pronto a ritirare la concessione se i lavori non ripartiranno entro il 10 marzo, atto dispo-sto in seguito ad un'al-tra diffida inviata a Pa-lazzo Merlato da Banca Etica, finanziatrice del

progetto. Sull'argomento è tor-

nata ora anche Lista per Ravenna. «Da tempo -commenta il capogrup-po Alvaro Ancisi - so-stengo che gli autoco-struttori debbano riven-dicare i loro diritti e la refusione dei danni pa-titi non più solo per via politico-mediatica, ma anche giudiziaria. Il Co-mune si è infatti sempre rifiutato di agire a loro sostegno per via legale e ritengo che ora debba essere l'Amministrazio-

ne ad essere chiamata in causa sia sul fronte penale che su quello ci-vile».

Ad avviso di Ancisi, gli autocostruttori do-vrebbero farlo sulla ba-se del protocollo d'inte-sa sottoscritto dal Co-mune nel 2003 in cui l'Amministrazione si impegnava «a sovrin-tendere, coordinare e vi-gilare in tutte le fasi la corretta attuazione del progetto. Impegni che, se esercitati tempestiva-mente, avrebbero evita-to la deriva e che non sono stati mantenuti». In caso di ritiro della concessione, l'Ammini-strazione dovrà corri-spondere agli autoco-struttori 1'80% del valo-re di quanto realizzato finora, ovvero 700mila euro, anche se resta l'i-potesi di uno spiraglio per giungere ad un ac-cordo che eviti una cau-sa tra Comune e Banca Etica.

Un'ipotesi, quella dell'esborso di tale som-ma, che Ancisi si rifiuta di prendere in conside-razione. «Se non ci sa-ranno chiarimenti - con-clude - presenterò un e-sposto alla Procura re-gionale della Corte dei Conti».

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Insegnantefaentinacolpitadameningococco

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picnic»

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.5i\ \ • 11/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lugo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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pressunE

«Marinara, il sindaco riferisca in consiglio» RAVENNA. Un consiglio comu-

nale urgente. E' la richiesta avan-zata dall'esponente di Lista per Ravenna Giulio Bazzocchi in me-rito alla vicenda di Marinara e in particolare al presunto mancato accatastamento di 1.300 posti bar-ca da parte di Seaser e del rela-tivo mancato versamento dell'I-ci-Imu. «Se le notizie dovessero trovare conferma - commenta Bazzocchi - il sindaco dovrà rife-rire in un consiglio comunale straordinario il perché di questa

situazione». Per il membro di opposizione, stessa co- sa dovrebbero fare «Autorità portuale, Cmr e Italia Navigando per quanto di propria competenza. E' una doverosa questione di trasparenza nei confronti dei cittadini. Non c'è più tempo per silenzi pubblici».

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Insegnantelentinacolpitaàameningococco

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Unavocemaschileper il Pavone d'oro 2013

Ri

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Mattia premiato dal vescovo e dal sindaco di Faenza

.5i\L \ • 11/02/2013

orriere Periodicità: Quotidiano

di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Tiratura: n.d.

Direttore responsabile: Pietro Caricato

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pressunE

n 1ESSE E ,LA N

Una voce maschile per Pavone d'oro 2013 E' quella del giovanissimo Mattia Del Popolo che ha sfidato cinque concorrenti, femmine

FAENZA. Mattia Del Popolo, 16 an-ni, studente di ragioneria all'Istituto Oriani, è il vincitore del Pavone d'o-ro 2013. Ha trionfato interpretando, in modo piacevolmente personale, "Avrai" di Claudio Baglioni. Alla proclamazione la standing ovation

degli spettatori ha rivelato la scelta azzeccata della giuria. Il sipario sul concorso canoro, ideato nel 1969 da don Italo Cavagnini, si è chiuso sa-bato sera in un teatro Masini gremi-to, presenti vescovo Claudio Stagni e sindaco Giovanni Malpezzi.

Nella storia del "Pavo-ne" Mattia Del Popolo è il nono uomo a conquista-re la vittoria. Ha dovuto vedersela con cinque con-correnti femminili, di cui quattro hanno cantato in inglese, piuttosto standar-dizzate nel timbro e nell'interpretazione, ten-dente a emulare i cantanti di cui portavano i brani. L'ultimo uomo a cui era riuscita l'impresa di scon-figgere un parterre sem-pre prevalente di candida-te femminili era stato Ma-nuel Dall'Osso nel 2009. «Sono super contento - ha commentato a caldo Del Popolo - mi piacerebbe fa-re il cantante, intanto pe-rò penso a finire gli studi. Il brano l'ho scelto insie-

me alla mia insegnante di canto, Anna Rosa Penni-si». La categoria "C" (dai 15 ai 18 anni) l'ha vinta Francesca Zaccarelli con "Reflection". Gli altri finalisti erano Elisa Vi-gnoli, Sara Tanzi, Euge-nia Stefani e Sara Valgi-migli. Nella categoria B (10-14 anni) ha nettamen-te prevalso Sveva Pia La-terza, un talento capace di trasmettere brividi nell'interpretare "Caru-so". Nel 2012 aveva vinto la sua categoria anche al Solarolo Festival. Tra i più piccoli (fino ai 9 anni) ha sbaragliato il campo Matilde Zama con "Quel-lo che mi aspetto da te", reduce dalla ribalta tele-visiva dello Zecchino d'O-

ro: giovane promessa del-la canzone faentina. Pre-mi satellite sono andati a Marina Violani (critica), Roberta Barchi (fedeltà) e Giulio Marchetti (sim-patia). «Il concorso - ha sottolineato il vescovo -dimostra la lungimiranza di don Italo perché così si incoraggiano i ragazzi ad esprimere il meglio di sé». Secondo il sindaco "quali-tà e genuinità sono la for-za del successo". Un suc-cesso costruito con pas-sione dallo staff del pa-tron don Marco Ferrini, composto dai presentato-ri Alessandro Bucci ed E-nrico Palli, spalleggiati da Sara Zannoni (vincitrice 2012), dai due fratelli Giorgio e Gabriele Andri-

ni (direzione artistica) dal direttore del coro dei ra-gazzi, Pier Giacomo Zauli, dalle coriste Valentina Gentilini, Daniela Peroni, Gioia Gurioli, dal valletto Maurizio Re, da padre

Lanfranco (supporto mul-timediale) e tanti altri. In-superabile l'ensamble di musicisti capitanata dal maestro Gabriele Bertoz-zi, che ha eseguito le can-zoni dal vivo. Proprio Ber-

tozzi ha dato saggio del suo estro creativo in un simpatico intermezzo do-ve ha proposto un "gospel romagnolo" da risentire e valorizzare.

Francesco Donati

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press unE ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO 8• IMOLA

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L'OPINIONE

A proposito di Giannino

Piccolo sondaggio tra i liceali neo maggiorenni della Rivie-ra. Quelli che non sono sconfitti dal nichilismo, quel-li che ancora hanno pruriti politici e si gasano con ecci-tanti utopie voteranno Oscar Giannino. Quello di"Fare per Fermare il Declino" ci sa fare, dicono. Anche mia moglie (che fa l'insegnante), a cena, anunette, «mi ha convinto, voterò Giannino, e il fusillo al ragù mi s'inceppa nel goz-zo. Mi domando se siano conquistati dal punto 9 del programma di Giannino, che promette “concorrenza fra i-stituzioni scolastiche e sele-zione meritocratica di do-centi e studenti,',. Diciamo che gli intellettuali non di-sfatasti (quelli pendono per Grillo) e liberi dalle manette del partito (quelli votano Pd), magari con una potuta di puzza sotto il naso, voteran-no Giannino. Magari lo vo-terò anch'io. Non per i pro-clami (più articolati della media, probabilmente, ma son sempre la stessa farina usata da altri per impastare lo stesso pane avariato), piuttosto, per i gilè shock, per il bastone e il muso da dandy, da Eugenio Onegin. Perché quando scrivevo su "Libero" lo vedevo coccolare i suoi fatali gatti. Ragioni più che sufficienti per una poli-tica che punta tutto sullo show.

Davide Brullo

Forlì Ispidi senza pace Ora anche gli hacker Non c'è pace per Pierino 'soldi, l'imprenditore di Bertinoro che proprio oggi sarà in tribunale per la prima udienza del caso della villa e del fisco. Gli hacker hanno creato un falso sito dileggiandolo. Baldoni a pag. 74

ALLARME METEO

La Protezione civile: "Due giorni di neve, vento e mareggiate" La Protezione civile dell'Emilia Romagna ha lanciato l'allarme meteo a partire da questa mattina e fino alle 19 di domani, Ne-ve, vento e mareggiate ovunque, Romagna compresa.

A pagina 8

IL VASUMETTO

dAndre.aVasrani

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LUNEDÌ

LA V

11. FEBBRAIO 2013 c GRANDE ROMAGNA

ANNO XVI

111111 1 411

Il caso in un istituto di Faenza. La docente non è grave. Avviatala profilassi per chi ha avuto contatti

Professoressa colpita da meningite ncora meningite. Una professoressa dell'i- stituto "Oriani" di aenza da qualche

giorno è ricoverala all'ospeda- le della stessa ci I ià perchc col- pita da meningite. I primi sin- tomi risalgono al 2 febbraio scorso, poi la decisione di ri- volgersi al gran cc soccorsoquindi il ricovero. -La docente non è grave. L'Ausl ovviarnem Le si è premunita subito av-viando la profilassi per tutti coloro che sono stati a diretto contano con la prof mentre per gli al tri (in particolare su-denti e genitori) è stata avviata una campagna informativa di prevenzione. La situazione, comunque, viene monitorata attentamente. Di recente in provincia di Ravenna si sono registrali Ire casi di meningile che hanno sia Ipiio due donne di Faenza e un uomo di Brisi-ghella. Più grave quanto suc-cesso in provi 'mia di Rimini dove nei giorni scorsi è venuto a mancare un bimbo di Saluedio di ap pena un an-no e mezzo.

A pagina 12

CONCORDATO IN DUBBIO SE I CREDITORI NON ACCETTANO SARA FALLIMENTO

Aeradria punta a restituire solo il 21% dei debiti, ma rischia grosso

eradria sta presentando diverse bozze di la euro circa. In altre parole, anche se Comune e concordato, l'ultima delle quali prevede Provincia concedessero li prestito di sopravviven- il pagamento dei debiti al "grosso" dei za sul quale rischiano il 20%, e i creditori accet- reditori (fornitori e banche, circa 37 mi- tassero a fine giugno le condizioni del concordato,

lioni di somme dovute) salo in misura de121%, in la società di gestione del "Fellini" continuerehbe quattro anni (2013-2016) e senza interessi. Entro a produrre perdite di bilancio. Ecco perché negli il 28 febbraio il piano deve arrivare in Tribunale enti locali d si inette le mani nei capelli e non si corredato di un programma industriale quadrien- nascondono più parole tabù, come "fallimento" nale, nel quale si prevedono circa 500mila pas- e - unica soluzione possibile - "privatizzazione". seggeri annui e altri deficit per un totale di 900mi- Facciotto a pagina 9

DALLE REDAZIONI

Ravenna Auto sfonda la rete e poi sparisce

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SI l" RAVENNA Un incidente quan- I r.; • tomeno anomalo a Ravenna , Un'auto è planata in un'area pri-vata in piena notte procurando danni per un migliaio di euro. Ma la mattina dopo, quando con la luce del giorno tutto sarebbe stato più semplice, del mezzo non c'era più traccia, Portata via con le tenebre, mentre di giorno visibile solo il danno

A pagina 12

Cesena Neanche il cioccolato placa la crisi economica CESENA "Siamo già contenti se andiamo a pareggio con le spese". Uno dei tanti com-menti catturati alla festa del cioccolato che si è tenuta a Cesena nell'ultimo weekend. Il bilancio non è rigoglioso. quindi, anche se di gente se n' è vista parecchia "Guarda tanto, ma compra poco", di-cono delusi i partecipanti.

Boninsegna a pag. 15

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ROMAGNA FUTURA

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SERVIZI E SANITÀ

Ravenna Grazie a Cupweb è possibile prenotare on line le visite mediche Ravenna, visite e prestazioni medi-che si prenotano on line. Nell'Azienda USL della città roma-gnola sono stati attivati nuovi ser-vizi per la prenotazione su Internet di alcune visite specialistiche e prestazioni diagnostiche I servizi sono disponibili accedendo al sito. Dalle sue pagine on line è possibi-le: prenotare prestazioni sanitarie; annullare o cambiare nonché vi-sualizzare uno o più appuntamenti, ma solo per le prestazioni prenota-bili tramite CUPWEB, mentre per le altre, che richiedono l'assistenza di un operatore professionista, sarà ancora necessario rivolgersi ai punti aziendali di prenotazione (punti cup aziendali, farmacup e cuptel); e pagare il ticket di una o più prestazioni. Al momento inol-tre, non si possono effettuare le prenotazioni per gli esami di labo-ratorio. Per poterne fruire dei servizi on li-ne già attivati occorre essere mag-giorenni ed effettuare una proce-dura di registrazione, dopo avere ottenuto le credenziali per farlo presso un punto CUP delle sedi di

Ravenna, Lugo o Faenza. La pre-notazione delle visite e degli esami può essere effettuata se si dispone di una prescrizione del medico su ricetta rossa, effettuata con il siste-ma SOLE (Sanità On LinE). Questo tipo di documento contiene infatti uno specifico Codice Elettronico indispensabile per accompagnare le successive fasi di prenotazione. Per informazioni: www.cupweb.it

Simona Caraceni

millerr~~ www.cupweb.it

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VERSO IL VOTO

Sel sulle mafie, e il Pdl presenta i candidati Oggi, alle 18 presso la sa-la Buzzi in via Berlinguer si terrà un incontro pub-blico con i candidati del Pdl della Provincia, Sa-ranno presenti Alberto Ancarani, Paolo Savelli e Bianca Maria Canepa can-didati alla Camera e Ro-dolfo Ridolfi e Massimo Mazzolani candidati al Senato. A presiedere l'in-contro il consigliere re-gionale PDL Gianguido Bazzoni. Alle 20.30, invece, alla sa-la b della circoscrizione prima di Via Landoni 2, il candidato di Sel alla Ca-mera, Giovanni Paglia, e al Senato, Elena Tagliani, presenteranno le propo-ste sul contrasto alla cri-minalità organizzata, di-scutendone con Gaetano Alessi e Massimo Manzoli, curatori dei dossier sulla mafie in Regione realizza-ti in collaborazione con l'università di Bologna.

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L'ultimat um prevede la fine della conces-sione il 10 marzo

ANCISI IL CONSIGLIERE DI LPRA ESORTA LE FAMIGLIE A INTRAPRENDERE CAUSE CIVILI E PENALI PER "NON AVER RISPETTATO GLI IMPEGNI ASSUNTI CON UN ATTO PUBBLICO"

"Gli autocostruttori di Filetto denuncino il Comune" "Autocostruttori di Filetto, denunciate il Comune". L'esortazione del consigliere di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi arriva quando ormai i tempi stringo-no, a un mese dallo scadere della concessione (il 10 marzo) e a diffida del Comune già inoltrata alla cooperativa Mani Unite, composta dalle famiglie che nel 2004 si aggiudicarono lo spazio concesso per l'esperimento dell'autocostruzione. Ma l'avver-timento, ricorda Ancisi, lo aveva dato già nel 2009: "Vi prenderanno per stanchezza". Ora che il Comune minaccia di riprendere il terreno e licenziare gli autocostrutto-ri con il versamento di 700mila euro ("che non ve-dranno neppure perché sa-ranno girati alla Banca Etica per sanare il debito maturato di 1.245.000 euro"), Ancisi in-siste: "Rivendichino i loro di-ritti e la refusione dei danni ricevuti non più solo per via politico-mediatica, ma giudi-ziaria". Questo perché, prose-gue il consigliere della lista civica "il Comune si è sempre rifiutato di agire a loro soste-gno - come io proposi già dall'ottobre 2010 - per via le-gale". La soluzione è dunque quella di fare causa a Palaz-zo Merlato, "sia sul fronte penale, che su quello ci-vile". Le responsabilità del Comune, secondo Ancisi, vengono a galla dalla deliberazione del consiglio comunale n. 69984/241 del 4 novembre 2003. "Ap-provando il protocollo d'intesa tra il Comune ed A-lisei per la realizzazione di progetti di autocostru-zione in aree comunali di edilizia popolare in di-verse località, tra cui Filetto, impegnava all'art.1 se

stesso 'a sovrintendere, coordinare e vigilare in tutte le fasi la corretta attuazione del progetto di auto- costruzione...a partecipare in qualità di presidente alla commissione da istituirsi per la selezione dei partecipanti al progetto di autocostruzione totale e alla formazione della conseguente graduatoria... a dare periodicamente informazione sull'anda- mento del progetto alla Commissione Consiliare di riferimento"'. Ecco quindi che per le famiglie selezionate all'epo- ca dalla commissione presieduta dal comune "non

potevano che fidarsi degli impegni assunti dal Comune attraverso un atto pubblico". Impegni, sostiene il civico, che "se esercitati tempestiva- mente, avrebbero evitato la deriva del progetto di Filetto". Certo è che per intraprendere una causa contro l'ente pub- blico sono necessarie altre fi- nanze per assoldare i legali; che però, suggerise Ancisi, sarebbero ammortizzabili ri- correndo agli avvocati di stra- da. D'altro canto, il capogruppo di LpRa ritiene non giusto che il Comune debba versare

700mila euro "miei come di tutti i cittadini di Ra- venna" a Banca Etica, "che potrebbe essa stessa non avere vigilato abbastanza sulla deriva finanziaria del progetto". Così, promette, "se non ci saranno chiarimenti in tempi brevi, presenterò un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti perché valuti se questi soldi debbano essere pagati non già dai cittadini, ma di che eventualmente porti la re- sponsabilità del danno erariale".

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RAVENNA

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Pavone d'Oro Il trionfo Del Popolo

Pavone d'Oro Il trionfo Del Popolo TEATRO GREMITO il faentino Mattia vince con la canzone 'Avrai' di Baglioni Podio per Sveva, Matilde e Francesca

1 133° Pavone d'Oro è del faentino Mattia Del Po-polo con la canzone "A-vrai" di Claudio Baglioni.

Verdetto unanime in un tea-tro Masini tutto esaurito nella serata clou. Il vincitore della kermesse intitolata a Don Ita-lo Cavagnini ha ricevuto il piatto in ceramica realizzato da Goffredo Gaeta.

La giuria di esperti e il pub-blico in sala hanno anche de-cretato la vittoria di Francesca Zaccarelli (categoria C) con "Reflection"; di Sveva Pia La-terza (categoria B) con "Caru-so" di Lucio Dalla; e della sim-patica Matilde Zama (catego-ria A) - reduce dallo Zecchino d'Oro - con "Quello che mi a-spetto da te". Premio Simpa-tia a Giulio Marchetti (4 anni, cat. A) per la spassosa inter-pretazione di "Popoff"; Pre-mio Fedeltà a Roberta Barchi (categoria C); e Premio Critica a Marina Violani (cat.B) con "I'look to you". Premiati con una clip i `Recycled brains' e Chiara 'Chia' Ferracuti, vinci-tori di Pavone Rock e di Pavo-ne Inediti.

Presentatori. A far da cor-nice la super tecnologica sce-nografia multimediale resa possibile grazie ai Padri Cap-

puccini di Faenza e all'alta professionalità di frate Lan-franco Maria Galimberti. Bra-vi i conduttori dello spettaco-lo, Sandro Bucci e Enrico Pal-li, coadiuvati dalla vincitrice del Pavone d'Oro 2012, Sara Zannoni, da Maurizio Tra-monti e da Gabriele Andrini.

Dal vivo. Tutti i brani sono stati egregiamente eseguiti dal vivo dalle band del Pavo-ne D'Oro - quest'anno sono diventate due come voleva Don Italo - capitanate dal M°Gabriele Bertozzi e com-poste da Walter Ballardini (batteria), Nicola Dotti (chi-tarra) e Matteo Martelli (bas-so) per le categorie B e C; da Davide Montanari (chitarra), Andrea Integlia (batteria), Si-mone Cattani (pianoforte) e Federico Domenicali (basso) per la categoria A.

I cori. Ad accompagnere i cantanti, i due cori della Scuola Media Europa (50 ele-menti diretti da Pier Giacomo Zauli) e del Pavone d'Oro: Va-lentina Gentilini, Gioia Gurio - li e Daniela Peroni.

Conclusioni. Il sindaco Giovanni Malpezzi ha ringra-ziato gli organizzatori sottoli-neando come "Il Pavone d'O-ro sia un vero patrimonio per

la città"; il Vescovo Mons. Claudio Stagni ha ricordato il grande lavoro svolto da Don Italo per i giovani. E anche Don Marco Ferrini, presiden-te dell'Associazione Pavone d'Oro, ha sottolineato l'im-portanza di dar continuità al lavoro iniziato dal compianto `Prete Rock'.

Giustissimo. Applausi. Ma.Riv.

Premi II vincitore Mattia Del Popolo premiato dal vescovo mons Stagni e dal sindaco Malpezzi; sotto da sx, Francesca Zaccarelli, Matilde Zama con Sveva Pia La Terza, e Giulio Marchetti; in haqqn Rnhptta Rarrhi P Marina Vinlani

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LE ANSIE DIA PICCOLI! NELLE PI AllI

DI GRILLO di D.ARIO DI VICO

e piazze piene di Vicenza e Treviso dei

giorni scorsi sono il segno inequivocabile che sta prendendo corpo un'Opa di Beppe Grillo sul mondo dei Piccoli. I primissimi segnali di uno sganciarnento degli artigiani dal Pdl e di un'attenzione verso il Movimento 5 Stelle risalgono a una ricerca sugli orientamenti politici e valoriali del ceto medio produttivo realizzata nel novembre 2011 da Roberto Weber e commissionatagli dal responsabile economico del Pd, Stefano Fassina. Da allora ilfeeling tra il mondo dei piccoli produttori e Grillo è stato una sorta di fiume carsico e il movimento non si è dato particolarmente da fare per aggiornare la propria piattaforma progTaminatica.

CONTINUA A PAGINA 26

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Le ansie dei piccoli prendito e

in quelle piazze piene di rabbia di DARIO Di VICO

SEGUE DALLA PRIMA

Tuttavia îl sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, al momento di formare la giunta comunale pensò bene di affidare l'assessorato alle Attività Produttive a Cristiano Casa, presidente di CentopercentoPini, una piccola organizzazione di rappresentanza degli artigiani. Ora però in prossimità dell'apertura delle urne siamo davanti a un'accelerazione e non a caso per parlare con gli artigiani in un albergo del Trevigiano si è scomodato sabato scorso persino Gianroberto Casaleggio, che in fondo è un piccolo imprenditore. Grillo da solo evidentemente non se l'è sentita e ha voluto che ci fosse vicino a sé qualcuno del mestiere. Come che sia, sta accadendo che una parte del consenso forza-leghista dei Piccoli si va dirigendo verso il Movimento 5 Stelle, che In questo momento sembra il contenitore più credibile per ospitare transitoriamente l'individualismo anti-statalista e un po' anarchico del popolo del Nord Est. Forse più di un vero feeling politico-culturale possiamo parlare di una continuità antropologica tra il celodurismo leghista e il raffa del comico genovese. Secondo un sondaggio effettuato dalla Confartigianato di Treviso tra i piccoli imprenditori locali Grillo vale il 22,5% e la coalizione di centrodestra 38%. Per capire la vastità dello smottamento occorre ricordare che solo qualche anno fa tra gli artigiani il forza-leghismo portava a casa l'8o% dei consensi. C'è un mondo nordestino, quindi, che è particolarmente veloce nel captare i mutamenti e assecondarli, è stato così nei contrastato passaggio di consegne tra Giancarlo Galan (Pdl) e Luca Zaia (Lega Nord) e appare con gli stessi termini oggi che Beppe Grillo riempie le piazze venete. Guai però a catalogare il tutto sotto il segno di un trasformismo localistico e trattarlo con la puzza sotto il naso. Dietro gli spostamenti elettorali c'è un mondo che si sente schiacciato verso il basso, che avversa la De e la gloixdizzazione, si fida

solo del suo commercialista e combina lo «stress da competizione» con un perdurante senso di Inadeguatezza personale. A determinare o meno îl successo di Grillo poco importa che i candidati del movimento siano relativamente in sintonia con i Piccoli, le loro parole d'ordine testimoniano di una cultura minimalista, alternativa per definizione ed ecologista, che si ibrida con il mondo dei Piccoli solo quando professa le virtù di un localismo a kilometro zero. Non certo quando celebra le virtù della decrescita o si oppone agli inceneritori. Una dimostrazione se vogliamo viene da Panna (anche se l contesto sociale è molto differente da Treviso) dove l'elettorato borghese di centrodestra aveva scelto alle Comunali del 2012 Pizzarotti e oggi assiste sbigottito alle sue piroette da dilettante allo sbaraglio. Se poi vogliamo c'è da sottolineare un altro paradosso in questa storia. Il Pd capisce (via Weber) pfima degli altri cosa sta succedendo nei mondo artigiano ma non riesce a giovarsene quasi per nulla. Il forza-leghismo cede nei suoi legami

popolari e un centrosinistra che fosse veramente laburista dovrebbe approfittarne a piene mani. E invece no. Scegliendo l'abbinamento con Nichi Vendola e Susanna Camusso il laburismo alla Passiva scinde il lavoro dall'impresa e questo segnale basta all'ex-elettorato dei centrodestra per decidere di schivare il Pd e rivolgersi a Grillo. La retorica del «bene comune» non abita qui e tantomeno suscita emozione l'idea di rilanciare l'Ri così in voga tra gli intellettuali vicini a Piearluiga Bersani, Non siamo più al tempo (2oo8) in cui il giornalista Marco Alfieri, con il suo libro, ammoniva i dirigenti del Pd che «il Nord era terra ostile» ma ancora. in questa campagna elettorale si vede a occhio nudo che al partito-lepre mancano i Chiamparino e i Cacciari, personaggi capaci di interpretare la questione settentrionale di prima mano e non per sentito dire. Certo, nel camper ci sarebbe Matteo Renzi ma, se continua a parlare sempre di :Firenze e delle sue magnifiche tradizioni, sopra il Po finirà per non servir a niente anche lui.

' #dariodivico

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L'atto d accusa d, Aloni]

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INTERPRETI 1)1 UNA -BiTTLA. cAMPAGN

BUGIE ELETTORALI CON LE GMIBE CORTE di GIOVANN] SALUMI

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'`;\ he brutte elezioni! Sino a fine mese la campagna elettora-

\,„,..,,' le diventerà rituale (in televisione) e i sondag-gi di Opinione dovranno es-sere clandestini. Poco ma-le. Per mio conto ho già vi-sto e sentito abbastanza. Per dirla alla Renzi, in par-tenza il «rottaman do» sem-brava che dovesse essere un Berlusconi che usciva di scena con il sorriso a tutti denti e docile come non mai. Invece no. E lestamen-te tornato in scena più in forma di sempre, e in cam-pagna elettorale è sicura-mente stato il più bravo di tutti.

Il secondo vincitore, si direbbe, è Grillo. Riempie le i)lazze, azzecca spesso le critiche che piacciono an-che per la loro volgarità, e risulta dai sondaggi che spedirà in Parlamento pa-recchie brave persone che però sono in grandissima parte digiune di tutto quel che occorre sapere per legi-ferare e governare. Monti, invece, non ha avuto suffi-ciente presa elettorale. Combattere una elezione cominciando dal discetta-re su «destra» e «sinistra» dimostra che quel mestie-re non gli è congeniale. Qeanto a Bersani, è perso-na solida che però non bril-la mai; e che per di pii3. (o per di peggio) si e voluto in-castrare In una alleanza di ferro con Mai Ve ndola, morbido nel dire ma fanati-co nel pensare; il che spo-sta il Pd a sinistra e ne spa-- vent a la componente e l'elettorato riformista.

Su queste premesse, e mettendo in conto una leg-ge elettorale che è davvero un pasticcio (oltre che una «porcata»), è probabile e anche sperabile che avre-mo un Parlamento breve, nato morto, Tutti, a parole, hanno detto che il Potrei-- mura andava cambiato; ma sotto sotto sia Berlusconi. che Bersani erano tentati dall'enorme (abnorme) pre-mio di maggioranza di

quella legge, e quindi han-no mano,,Tato, sotto sotto, per tenersela. Se così, ma-le; male certamente per uno di loro, ma anche pro-babilmente male per tutti.

Intanto è interessante ca-pire come è che il Cavaliere batte qualsiasi rivale nell'ar-te della «bugia continua», tale perché ogni volta vie-ne creduta. Il suo genio è stato di inventare un alibi perfetto: la favola che n no-stro capo del governo è ini- potente, che la Costituzio-ne non gli consente di fare nulla. Questo alibi è falso; ma come fa il grosso pub-blico a saperlo? Eppure nel-le cose che interessano lui e i suoi interessi il nostro Cavaliere non si è mai la-sciato fermare da nessuno. Ha persi no imposto alla sua maggioranza in Parla-mento di votare che lui rite-neva in buona fede che Ru-bi «rubacuori» fosse egizia-na, e anche nipote di Muba-rak! Impotente o strapoten-te? La verità è che se l'alibi di Berlusconi è fasullo, è anche vero, ad onor del ve-ro, che il grosso dei nostri costituzionalisti propone da tempo piccoli e facili ri-medi atti a rafforzare i pote-ri dei capo dei governo per quel tanto che sarebbe uti-le e anche necessario. Ma il Cavaliere non è interessa-to. Per dare credibilità al suo alibi ci racconta che è tutta la Costituzione che va rifatta. Proprio no. Anche io l'ho scritto e spiegato non so quante volte. Ma Cavaliere non legge, e il suo pubblico nemmeno. Per di più, il Cavaliere si è anche munito, per il futu-ro, di un secondo alibi: è l'Europa che gli lega le ma-ni, è la Germania che lo vuole fare fuori.

Ma se il suo potere è co-sì impotente, la domanda è: perché ci tiene tanto? Lui lo sa. Credo di sancii° anch'io. Ma è tempo che anche gli elettori io scopra-no. Sennò, peggio anche per loro.

.175 ,179,22.00.

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Oda finale ai 0111MIATra13110 11111.>

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Monti, sfida finale al rivali «Non manterranno nulla» Replica a Pd e Pd: infantile il giudizio sul vertice europeo

MILANO — Preferisce il Monti professore, l'economi-sta diventato premier «tecni-co» austero, autorevole, un po' severo. L'abito da «politico a tutti gli effetti» gli piace deci-samente meno, nel ruolo di ca-popolo non sì vede neppure lui, «Nel rush finale però cer-cherò dì essere sempre più me stesso», promette. Un ripensa-- mento, forse, della strategia ul-trapop in atto. Il tono indulge alla malinconia, eppure i ines-saggi, quelli, sono pesanti co-me macigni: «Berlusconi conti-nua a fare promesse cercando di comprare i voti degli italia-ni con i soldi degli italiani», randella a un certo punto il professore fattosi «politico».

Mario Monti incontra i gio-vani. La sala del teatro milane-se si riempie alla svelta, sul pal-co, mentre parla, gli fa da coro-na un gruppo di venti-trenten-M. Le promesse alle nuove ge-nerazioni, ecco il punto centra-le. li premier cita Alcide De Ga-speri e strappa l'applauso: «Le generazioni sono onde diver-se dello stesso mare». Per que-sto è «salito» in politica, rac-conta assecondando la vena in-timista: «Non posso permette-. re che i sacrifici fatti dagli ita-liani siano bruciati da un falò di promesse elettorali», Ap-plausi.

Riprende «All'estero mi chiedevano come mai non chiedessimo l'aiuto del fondo salva-Stati, ma gli italiani ce l'hanno fatta da soli». E poi l'at-tacco, questa volta bipartisan: «I miei avversari sanno fare be-ne il gioco della politica. Attac-chi giornalieri che attirano at-tenzione, slogan brevi e incisi-

vi e promesse che non verran-no mantenute, e nel caso ve-nissero mantenute creerebbe- ,

ro una situazione ancora più grave. Lascio che altri dicano ciò che le gente vuole sentirsi dire e continuerò a dire quello che penso. Forse per questo nessuno dei miei illustri anta-gonisti politici vuole un con-fronto tv con me». Solo un pa-io d'ore prima, a Tgcom24, aveva dedicato un altro affet-tuoso pensiero a Silvio Berlu-sconi: »t, verissimo che in Eu-ropa temono il suo ritorno per-

ché ne hanno avuto abbastan-za dì un'Italia che rischia, con la fragilità politica, l'incapaci-tà di decidere e la indisciplina finanziaria, di mettere ancora a rischio se stessa, l'Eurozona e l'Europa».

No alle facili promesse fisca-li, no ai condoni («Perché non si può incoraggiare gli italiani a evadere ancora di più»), e no secco anche a un Pd strategica-mente alleato con Sei (<dl se-gretario democratico è in una coalizione legata alla vecchia politica e piena di contraddi-zioni e risulta infantile quan-do mi attacca per i risultati sul vertice europeo)». Monti in-dulge nei ricordi e rivela come a un certo punto, prima della nuova discesa in campo del Ca-valiere, abbia anche accarezza-to l'idea di diventare il leader di un'area politica «riformatri-ce» che avrebbe tenuto insie-me Alfano. Casini e Letta.

Ma la tappa milanese dove-va servire soprattutto a stappa-re una volta per tutte i proposi-- ti di voto disgiunto che hanno preso a circolare in vasti setto-ri del suo schieramento. Nien-te pugno di ferro contro i «dis-sidenti», ci mancherebbe. Monti parla di scelte persona-li, dettate dall'esigenza. di fer-mare la Lega in Lombardia. Ma l'obiettivo, non consegna-re, appunto, la regione più im-portante del Paese nelle mani di Maroni (la sala applaude energicamente il passaggio an- ,

ti-Carroccio), può essere rag-giunto solo votando il candida-to indicato: «Ognuno ha la sua mente e la sua volontà, ma se mi chiedono chi devono vota-re i "montiani" in Lombardia

la risposta è netta Albertini. Di lui ho apprezzato il periodo da sindaco, il lavoro da parlamen-tare europeo e ho visto il suo coraggio quando ha resistito alle pressioni di Berlusconi perché si ritirasse». Quanto ad. Ambrosoli, «è persona rispet-tabilissima, ma è un po' meno

collaudato». L'Ohio ai barbari so-

gnanti padani? La replica di Bo-bo Maroni, via Twitter, è perfi-da: «Monti non mi vuole in Lombardia, ma mi voleva nel suo governo come ministro dell'Interno».

Dopo i giovani, le donne. Il modello è quello dei town hall meeting, gli incontri pubblici tra cittadini e amministratori, mutuati dall'esperienza ameri- cana, «Sono colpito dalla rap- presentazione della donna nei media italiani. Se fossi una donna non sarei né lieto né or- goglioso», rivela il premien Ad ascoltarlo, attentissima, an- che l'attrice Valentina Cortese.

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Dietro le quinte Le riflessioni del premier: gli attacchi di Tremanti? Meglio i rilievi di Brunetta

«Con Bersam nessun palo Immorale aspettare il Colle Dovevo impegnami ora»

«Sono felice di essermi aperto. Di averlo fatto con i giovani, E proprio qui, a Milano, nella mia città. E' stata un'emozione bellissima. Pensare che dicono che non mi emoziono mai, che sono senza cuore...». Mario Monti ha appena finito di parlare ai teatro Parenti e sta per affrontare í «town hall meeting» («è aperto concorso per trovare la giusta traduzione in italiano: diciamo conversazioni informali»). C'è il tempo per un caffè macchiato dietro il palco. con la moglie EI-sa: «Ormai mi sono abituata all'idea, e segno Ma-rio dappertutto. Peccato essere sempre di corsa: la gente vorrebbe stare dì più con lui, fare do-mande, capire meglio...»,

«Oggi però credo dì essermi fatto capire ---- di-ce Monti . Sentivo l'esigenza di far passare i motivi e il senso della mia scelta. Me lo chiedo-no tutti: "Chi te l'ha fatto fare?". Lo so anch'io che mi sarebbe convenuto rimanere fermo e non fare nulla. Ma sarebbe stato, quello sì, profonda-mente immorale aspettare che maturassero le condizioni per fare il presidente della Repubbli-ca, senza prendere un impegno, senza assumer-mi le mie responsabilità. Avere un ruolo politico mi pesa, ma era l'unico modo per non vanificare il lavoro fatto fin qui, per cambiare davvero le cose. In questo anno terribile ho dovuto chiede-re agli italiani molti sacrifici. Gli italiani hanno dato una risposta straordinaria, I capi di governo europei hanno dovuto riconoscerlo: li abbiamo sorpresi. E ce l'abbiamo fatta da soli, noi italiani. Senza prestiti che ci avrebbero umiliati, senza aiuti che avrebbero limitato la nostra sovranità. E senza condoni, che sarebbero stati disastrosi, perché avrebbero incoraggiato gli evasori».

Poco prima, il premier ha ribadito che in Lom-bardia voterà Albertini. Ora aggiunge: «Dovevo farlo, per chiarire un punto che mi sta molto a cuore. Non c'è nessun patto con :Bersani. Di più: non c'è nessuna conversazione con Bersani. Noi dobbiamo rivolgerci a tutti i cittadini. Raccoglie-re ìl consenso degli elettori delusi dalla "rivolu-zione liberale" mancata». Questo non significa che siano impossibili accordi dopo il voto, «ma a patto di poter esercitare un'influenza decisiva. Non ci faremo mai imporre un programma che non è il nostro, Berlusconi mi ha proposto di gui-dare i "moderati", è vero. Però io penso che l'ita-lia non abbia bisogno di moderazione, ma di ri-forme radicali. Neppure l'espressione "centro" mi convince: sono in politica per unire le forze riformatrici. Forse avrei potuto guidare uno schieramento senza Berlusconi, composto dalla parte recuperabile del suo partito, Anno per in-tenderci, dai centristi di Casini e dai riformisti di sinistra, rappresentati da Enrico Letta, Ma non avrei mai potuto accettare una guida che mi ve-nisse concessa da qualcuno. Posso accettare un compito che mi venga imposto dal presidente della Repubblica; com'è accaduto nel novembre

2011, quando a Palazzo Chigi non voleva andare nessuno, dopo che il mio predecessore aveva la-sciato il campo, e io stesso ero terrorizzato. Op-pure posso accettare un compito affidatomi da-gli elettori, Per questo sono qui. La priorità è par-lare di futuro e rilanciare la crescita. Altrimenti i giovani dovranno prendere la via dell'emigrazio-ne, e alla lunga ci saranno rischi per la stessa de-mocrazia».

In questi giorni Monti ha ricevuto gli attacchi più duri proprio sull'Europa. Tremanti l'ha defi-nito "gauleiter", capo di uno Stato fantoccio del-

saluto Mario Monti ieri con l'attrice Valentina Cortese (Ansa)

Nono fe:ik,_ ai essermi anello, Di averlo 2Go con giova3i, E prcprU) gai, a Anano, s,aui :;e1Kssiale. Peasere cte dklino che sono senza cuore

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decisiva, Noh ci fiu8o inipo,-,-e un pregrainnie che non e 11 ne..str3

la Germania. «Ho deciso di non rispondere. Tre-monti è un uomo intelligente ma ormai privo di credito. Meglio piuttosto i rilievi di Brunetta». Il presidente del Consiglio preferisce parlare in po-sitivo. mettere l'accento sulle potenzialità del Pa-ese. «La cosa più bella da capo del governo è sta-ta incontrare gli italiani all'estero, vedere il loro orgoglio per le radici, sentire il loro apprezza-mento, dopo anni in cui l'Italia non veniva presa sul serio. Siamo un Paese dalle straordinarie op-portunità, Tranne il petrolio, abbiamo tutto, In-telligenza e bellezza. Genialità e senso estetico, che nei secoli hanno prodotto le cose più belle che gli uomini abbiano mai saputo creare nella storia. Il bene più prezioso che possiamo esporta-re è la qualità della vita. Possiamo anche esercita-re un ruolo politico decisivo, perché rappresein - daino un punto di riferimento per tutti i Paesi del Mediterraneo, in particolare per il Medio Oriente. La decisione dì votare all'Orni per il rico-noscimento della Palestina nasce da lì. Non è sta-ta affatto una mossa estemporanea E' stata una scelta convinta, nata dal fatto che siamo tanto amici di Israele da non poter essere accusati di nulla».

Tra il discorso, la pausa, la conferenza stampa, i dialoghi con i giovani e con le donne, il pome-riggio milanese del premier dura più di quattro ore. E' la vera apertura della campagna elettora-le. Inutile continuare nel botta e risposta politi-co, controproducente partecipare alla gara delle promesse. Meglio il rapporto diretto con i cittadi-ni, Non c'è un solo politico di professione. La pri - ma fila è per Valentina Cortese, la padrona di ca-sa Andrée Ruth Shammah, qualche candidato della società civile: l'ex pm Danabruoso, Lidia Ro-ta Vender («parlo poco se no poi Crozza mi pren-de di nuovo in giro...»). I «town hall meeting» riscaldano l'ego degli interlocutori che si impos-sessano del microfono, chi ha scritto un libro, chi ha fatto sette figli, c'è anche la bambina pro-digio che chiede «supporti tecnologici per la scuola»; Monti propone di abbassare l'età per il voto a dieci mini, la platea ride.

La strategia è apparire equidistante tra Bersa-ni e :Berlusconi; «La riforma del lavoro doveva andare più in profondità ma la sinistra ce l'ha im-pedito; la legge contro la corruzione doveva an-dare più lontano ma la destra non ha voluto. So-no pronto a un confronto pubblico; loro però non vogliono». Ma è evidente che da una parte c'è un possibile interlocutore, per quanto condi-zionato da Vendola e dalla Cgil, e dall'altra un av-versario irriducibile, pronto a «comprare i voti degli italiani coni soldi degli italiani». Il Cavalie-re (che Monti ribadisce di aver votato nel '94) è indicato come «il mio predecessore e aspirante successore», quasi mai per nome, se non quan-do racconta di essere suo vicino a Lesa, sul Lago Maggiore; «Ma lui ha un villane, io una casetta». Quando poi prende la parola un ragazzo di Vare - se, il premier gli racconta un aneddoto: «Alla fi-ne del mio secondo mandato di commissario eu-ropeo, mi dissero che non sarei stato riconferma-to perché, pensate un po', l'Udc voleva il posto per Buttiglione. Magoni rilasciò questa dichiara-zione: "Sono per la riconferma di Monti perché è . di Varese", Lo chiamai. per ringraziarlo, ma an-che per chiedergli di arricchire il suo sostegno con qualche altro argomento. La settimana dopo rilasciò quesCaltra dichiarazione: "Sono per la - conferma dí Monti anche perché è di Varese"».

Aldo Cazzullo , , , ,,PR,D1,7101. RISERVAI,

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Lo scontro Continua la polemica tra Ingroia e il Pd

Marmi accusa: c'è un incesto in corso Berlusconi: premier indecente su di me L'ex capo del governo: su Mussolini non ho detto niente di sbagliato

ROMA — «Questo parago-ne con Lauro non sta in piedi ed. è indecente. Con la restitu-zione dell'Imu vogliamo com-piere un'opera di riavvicina-mento tra i cittadini e lo Stato, un atto riparatorio, una tredi-cesima che torna, nelle tasche dei cittadini e farà ripartire i consumi», dice Silvio Berlusco-ni intervistato a In Onda su La7, replicando all'accusa di Mario Monti di comprare il vo-to degli italiani con i soldi de-gli stessi italiani. Il Cavaliere non esita poi a definire «una cazzata» la preoccupazione ri-lanciata dal premier secondo cui l'Europa teme un suo ritor-no a Palazzo Chigi. »Monti — sostiene è la più grande de-lusione della mia vita, peggio di Fini e Casini. Non conosce la realtà economica e ha fatto degli errori incredibili». Berlu-sconi torna ad attaccare i pic-coli partiti che potrebbero at-trarre i delusi del Pdl. La sua vis polemica si indirizza verso Oscar Giannino: «Vestito in quel modo è già pronto a en-trare nell'arena di un circo, se qualcuno lo vota è perché lo trova simpatico. Le signore an-ziane talvolta votano per sim-patia e quei voti sono sottratti alla coalizione del centro& - stra». Annuncia che, se andrà al governo, «si farà il ponte sullo Stretto», e che i cittadini che hanno ricevuto la cartella «pagheranno soltanto le impo-ste e non le sanzioni» e garan-tisce che «non sarà possibile pignorare la prima casa». Chia-risce poi l'affermazione su Mussolini: «Non ho detto nien-te di sbagliato, stavo rispon-

derido senza neanche sapere che c'erano registrazioni va-rie. E una realtà storica, Musso - lini ha sbagliato tantissimo, la dittatura è qualcosa di inaccet-tabile». Io, aggiunge, «sono amico di Israele da sempre». Ribadisce inoltre la volontà di cambiare la legge sulla cittadi-nanza, introducendo il princi-pio dello 'ius soli per i giovani nati in Italia, che potranno co-sì diventare italiani al compi-mento del diciottesimo anno. E poi ammette che «con l'ac-quisto di Balotelli ho perso vo-ti. Ci sono tifosi di altre squa-dre che non sono stati conten-ti».

Anche Angelino Alfano criti-ca il premier: «Monti usa un linguaggio inaccettabile per

progetto II leader pdl rilancia

ponte sullo Stretto: «Se vinco si farà»

un senatore a vita. Sarà pagato per tutta la vita da tutti i citta-dini italiani ed è veramente inaccettabile che usi certi toni nei confronti dei suoi competi-tori politici».

Le riforme e irammuina Roberto Maroni non sem-

bra per nulla preoccupato dal-l'invito a dialogare sulle rifor-me avanzato da Berlusconi al leader del Pd, Pier Luigi Bersa-ni. «Le riforme obietta il candidato del centrodestra al-la presidenza della Lombardia

le fa il Parlamento che non

è stato capace di farle. Sono tutta un'arnmuina». Denuncia invece che «Monti e Bersani sono pronti all'incesto per mettere le mani sulla Lombar-dia».

Duello ingroia-Pd Intanto continua la polemi-

ca tra Antonio Ingroia e Bersa-ni. «E un funzionario di parti-to messo a capo di una struttu-ra erede della Prima e Seconda Repubblica», dice l'ex pm di Palermo. Il suo bersaglio resta il Pd e soprattutto Matteo :Ren-zi, che da giorni lo sia marcan-do stretto. Ingroia. lo critica, denunciandone il comporta-mento non lineare. «Aveva av-viato argomenta 'l'ex pm un tentativo di rinnovamento ed è stato battuto. Ha detto le cose peggiori sulla classe diri-gente del Pd e ora la sostiene. Non è un campione di coeren-za». Il sindaco di Firenze, pe-rò, non se ne cura e ribadisce il proprio «leale sostegno a Bersani nella prospettiva di un cambiamento radicale dell'Ita-lia». Per Renzi, infatti, «il voto per il presente deve essere un voto per i nostri figli. Sono convinto della vittoria di Ber-- sani nonostante tutti gli altri schieramenti sembrino avere l'obiettivo comune di non fare vincere il Pd piuttosto che pun-tare su una loro affermazio-ne». E per questo sostiene che i Democratici devono cercare di attrarre a sé quanti «in pas-sato hanno creduto alle pro-messe di Berlusconi».

Lorenzo Fuccaro @Lorenz0...1711=r°

O P:PRODUZIONE RISERVATA

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..› retroscena Le richieste «perentorie» del Professore in cambio ci un suo appoggio al centrosinistra

Il Pd infastidito dalle condizioni di Monti ROMA 11 «no» di Monti al voto di-

sgiunto in Lombardia era largamente at-teso nel Partito democratico. Nessuno si faceva illusioni a proposito. Così come tutti davano per scontata l'irritazione del premier di fronte al pressing del centrosi-nistra per convincere una fetta di mode-. rati ad abbandonare Gabriele Albertini per indicare Umberto Ambrosoli: «Que-sta è tutta un'operazione messa in atto dal Pd per tentare di dividerci», si è la-mentato il Professore con í suoi.

A Largo del Nazareno l'impennata di Monti era ampiamente preventivata, an-che perché i dirigenti del Partito demo-cratico sono convinti che «il vero ri-schio» del fronte moderato sia quello di «spappolarsi» all'approdo in Parlamen-to. L'eventualità che ognuno vada per conto suo viene data per altamente pro-babile. Come la prospettiva che basti po-co per agganciare qualche montiano e avere la maggioranza a prescindere da. Mario Monti e Pier Ferdinando Casini. Quindi per i dirigenti del Pd è normale che il premier reagisca così di fronte alla prospettiva di una divisione del suo schieramento addirittura prima delle ele-zioni.

Non è questo che ha infastidito i verti-ci del Partito democratico. A esasperare è stato l'atteggiamento ---- ritenuto «arro-gante» — con cui il presidente del Consi-glio ha dettato le sue condizioni per un appoggio al Pd nella legislatura che ver-rà. Dovrà proseguire la riforma del lavo-ro avviata dal governo Monti, è stata la richiesta, l'atta in termini perentori. Di qui le reazioni dure di due esponenti del Pd che tra loro hanno poco a che spartì-

re; il lenitine) Francesco Boccia e l'ex Cgil Cesare Damiano. Dice il primo: «Monti è ossessionato dalla nostra coalizione». E per questa ragione il premier conduce ,,attacchi scomposti» contro il Pd, che pe-rò «avvantaggiano solo il Peli, la Lega e il Movimento 5 Stelle». E Damiano rincara: «Monti si scordi che noi possiamo sotto- scrivere sui temi del lavo. ro le proposte

dì Ichino a cui abbiamo già detto di no. Il presidente del Consiglio non può porre condizioni».

E quest'ultima considerazione dell'ex ministro del governo Prodi è sottoscritta. da tutti (o quasi) nel Partito detnocrati-co. Perché, come spiega il responsabile economico Stefano Fassina ad alcuni col-leghi parlamentari del Pd, «gli elettori de-

ciderarmo quale sarà la piattaforma, e gli altri seguiranno». Ossia: sarà il partito Che otterrà più voti e vincerà le elezioni

ovvero il Pd — a stabilire il ruolino di marcia, anche nel caso in cui, per le im-perfezioni del Porcellum, al Senato non dovesse esserci una maggioranza ben de finita.

Sprezzante anche Anna Finocchiaro: «Monti fa solo demagogia a buon merca-to». La risposta di Nichi Vendola, come era ovvio, visto che il bersaglio del pre-mier è l'alleanza tra Partito democratico e Sel, è ancora più netta. li presidente del-la Regione Puglia si rivolge direttamente a. Monti e gli dice irridente: ,(F. vero, sei un grande esperto del lavoro. Con te ab-biamo mezzo milione di disoccupati».

Non bisogna però dimenticare che si tratta sempre di schermaglie da campa-gna elettorale. [i vero che Bersani non ne può più di quelle che definisce le «docce scozzesi» che il premier riserva al Pd. Co-me ne ha fin sopra i capelli della «storia che l'Europa vuole Monti e non noi»: «Non è vero», ripete fino alla nausea il segretario del Pd. Che poi ricorda al presi-dente del Consiglio un particolare: «Noi veniamo bersagliati per l'alleanza cori Vendokt, ma chissà perché poi lui non sì fa vedere in giro con Fini e Casini che non sono esattamente espressione del nuovo e della società civile».

Però la verità è che, «al di là di tutte le schermaglie elettorali», in un modo o nel-l'altro, nel Parlamento o nel governo, «l'unica opzione possibile è un'alleanza centrosinistra-Monti».

Maria Teresa Meli P15901:02101. RISERVAI,

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a r s)ondere nostre vs-,nti dorn a rì de Partito democratico

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di 1)ANILO TAINO

ubblichiamo qua sotto le risposte che il Partito democratico ha dato alle venti domande che il Corriere della Sera ha rivolto nell'ambito del-l'iniziativa .«Alla prova dei fatti» — alle coalizio-ni che partecipano alle elezioni del 24 e 25 feb-braio. Le risposte del partito seguono quelle già pubblicate del Pdl (24 gennaio), di Fare per fer-mare il declino (26 febbraio) e della lista Con Monti per l'Italia (7 febbraio). Le risposte al que-stionario (rintracciabile all'indirizzo web tp://goo.gM6o6) sono state viste a approvate da Silvio Berlusconi, Oscar Giannino, Mario

AUL PIÙ PROGRESSIVA DFDUZIONE DEGLI Unii E 30 i MERALIZZAZIONI» Monti, Pier Luigi Bersa.M.

A questo punto, sono state inviate alla società di analisi indipendente Oxford Economics che le introdurrà nel suo modello econometrico per stabilire quali effetti avranno i programmi dei partiti, nel corso dei cinque anni della prossima. legislatura, su Prodotto interno lordo, occupazio-ne, inflazione, reddito delle famiglie, deficit e de-bito pubblici. I risultati verranno pubblicati sul Corriere appena elaborati, tra alcuni giorni.

A differenza degli altri partecipanti alla campa-gna elettorale, il Pd ha preferito non mettere mi-meri se non alcuni nelle risposte. Ha scel-to, come si può notare sotto, di parlare soprattut-

to di politiche e di obiettivi generali. Le ragioni che ha addotto sono più d'una. Per un verso, ri-tiene di non avere a disposizione l'intera visione dell'andamento dei conti pubblici futuri: pro-mette di «fare chiarezza sull'andamento della. spesa» perché immagina che certe uscite siano destinate a essere superiori a quelle previste. Per un altro verso, sostiene che alcuni interventi, per esempio le cessioni di cespiti immobiliari pubblici, non possano essere previsti. In terzo luogo, non considerala riduzione del peso fisca-le su cittadini e imprese contemporanea a una riduzione delta spesa ma la vede come fase suc-cessiva: quindi non parte da questo obiettivo

(quantificabile) ma lo vincola ai risultati ottenu-ti in fatto di lotta all'evasione e di riduzione del-la spesa.

Con l'iniziativa «Alla prova dei fatti», al con-trario, l'intenzione del Corriere è stata quella di domandare a chi chiede voti di prendere impe-gni misurabili e precisi, tali da consentire di co-struire grazie a essi scenari macroeconomici per la legislatura in arrivo. Il modello seguito è quel-lo, famoso, dell'Olanda, dove un centro studi pubblico, il Centraal Planbureau, da decenni ana-lizza e misura in anticipo gli effetti delle piatta-forme di tutti i partiti: con grande impatto di at-tenzione.

Sul piano dei contenuti, il Pd sostiene di esse-re «il partito più europeista del Paese». Ragione per cui non ha intenzione di rinegoziare il Fiscal Compact europeo e si impegna a evitare che, nel-la prossima legislatura, sui mercati si deteriori la fiducia nell'Italia.

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s Prima fascia Irpef al 20% ma non subito

La prospettiva di medio periodo del Pd per quanto ri-guarda il peso dell'imposizione fiscale è quella di una sua. riduzione, prima per i redditi più bassi e per gli investi-- menti delle imprese e poi per i ceti medi. Ma il partito guidato da Pier Luigi Bersarti dice che questa riduzione non può essere fatta prima di «avviare concretamente una battaglia per il recupero strutturale e contabilizzabile ili bilancio dell'evasione fiscale». Solo dopo questa fase, un eventuale governo guidato dal Pd potrà «procedere a una revisione delle aliquote Irpef che abbassi il peso del prelievo fiscale sui più deboli e sui ceti medi». Dal recupe-ro dell'evasione dovrebbero arrivare risorse per portare «dal 23 al 20% la prima aliquota dell'Irpef». Successiva-mente, l'obiettivo è «limare anche la curva sul reddito dei ceti medi». Nel programma del partito, c'è il tentativo di non fare scattare l'aumento dell'Iva del punto percentuale già previsto per il prossimo luglio. Ma non è semplice, dice ii. Pd, dal momento che nel 2013 il prossimo governo dovrà garantire il pareggio strutturale del bilancio.

Deduzione forte o totale degli utili reinvestiti.

il Pd intende ridurre la tassazione sulle imprese, «in particolare su quelle che danno lavoro». Ma, anche in que-sto caso, «in futuro, quando ce ne sarà, la possibilità, do-po un percorso di risanamento e revisione del bilancio». Più a breve, però, il partito intende «fare uno sforzo» per introdurre «una forma di forte deduzione o addirittura di totale deduzione» degli utili che verranno reinvestiti nel-l'impresa.

Rimodulazione dellIniu a favore dei meno abbienti

Ii Pd non prevede di introdurre nel corso della legislatu-ra forme di tassazione patrimoniale sui beni mobiliari, «azioni, conti correnti, eccetera». Il partito ritiene che l'imposta sugli immobili Imu vada rimodulata e intende farlo a costo zero per lo Stato. L'obiettivo è favorire i pro-prietari di casa meno abbienti, «quelli che hanno finora pagato fino a 400-500 giuro di imposta». in parallelo, que-sta perdita di gettito fiscale dovrebbe essere compensata «con una graduale progressività aggiuntiva sulla fascia di patrimonio immobiliare che va da 1,5 milioni di valore catastale (di fatto circa tre milioni di curo di valore di mer-cato), in su».

i' Lavoro stabile meno oneroso v di quello precario

Sulla contribuzione sociale, il Pd parte dall'idea che la situazione italiana corrente, dove il lavoro precario co-sta meno del lavoro a tempo indeterminato, debba esse-re cambiata. È una situazione — dice — che incentiva le imprese a preferire forme di precariato. L'obiettivo del partito, una volta al governo, è di rovesciare la situazio-ne, lavorando «sulla quantità dei contributi». Quanto sa-rà ampio e profondo l'intervento, «dipenderà dalle risor-se disponibili». Inoltre, il Pd intende «aggiustare alcune storture provocate nel mondo del lavoro dalla riforma.

Fornero», in particolare quelle che riguardano i lavorato-ri a partita Iva.

Fare chiarezza sullo stato della spesa pubblica

Il Pd mostra un atteggiamento guardingo sullo stato reale e sull'andamento della spesa pubblica. Sostiene che «la spending review, affidata per targa parte alle stes-se professionalità che già prima non erano riuscite a evi-tare gli sprechi, non abbia colto gli obiettivi che il gover-no Monti si era prefissato». Ritiene che «vi siano poste probabilmente più positive del previsto per il 2013», in particolare sul fronte d.ei tassi d'interesse sul debito pub-blico. IVIa che ce ne siano anche di «largamente inferiori rispetto alla realtà»: in iSiidN''''''''C .- inortizzatori sociali e quelle i enut atti a ferini l'Amministrazione pubblica; e li potrebbero' giungersi gli effetti SUI bilancio d u rato della min a crescita del Pii rispetto al prev to «Se toccherà a governare prima di tutto farem érazione di dra.s ca trasparenza».

Detto questo, il Pd non ha in struttura della spesa pubblic a mantenere l'avanzo primario o prima di pagare o interessi su la dismissione di «parte del pa. tenendo per tale via il debito la progressiva riduzione». Su tiene che si possa ottenere la tiri zionali e quindi ridurre l'onere Pd pensa di intervenire sulla una politica industriale: in quel Prodotto interno lordo crescer' porto tra debito e Pii,

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«Modello Prodi» per la benzina

Sempre a costo zero per le entrate statali, il Pd vuole alleviare il peso del costo dei carburanti sul bilancio dei cittadini. Con «lo stesso meccanismo che fu approvato dal governo Prodi». Il problema è questo: in Italia è in funzione un meccanismo sulla base del quale si paga l'Iva sul prezzo industriale della benzina più l'accisa. Cioè si tassa anche una tassa. Il Pd intende sterilizzare la parte di Iva che grava sull'accisa: un meccanismo che consente, in caso di aumenti di prezzo, «di mantenere bloccato o più contenuto il prezzo finale alla pompa senza perdita di get-tito per lo Stato».

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Industrializzare l'Amministrazione pubblica

Rispetto alla spesa corrente dello Stato, una volta al go-verno iì Pd intende «avviare una spending review vera, un'operazione di industrializzazione, per così dire, della Pubblica amministrazione». Non solo per ridurre gli spre-chi ma per rendere la spesa corrente più efficiente, «gene-rando un cambiamento generale del sistema», Per dire, se la Giustizia funziona meglio, la competitività del Paese ne guadagnano. Così per la scuola e per la razionalizzazione delle società di servizio comunali. Il Pd sostiene che met-tere numeri su questa operazione «sarebbe come dare i numeri per giocare al Bingo». Le risorse così liberate, co-mungile, andranno diretrg.::W:#00.0hi più produttivi, «compresa se possibile Is riduzione delle imposte».

Pensioni e questione esodati

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regioni». Inoltre, nota il partito, sulla Sanità pesano «la riduzione delle risorse, l'incertezza, il timore di uno scivo-lamento graduale verso la privatizzazione del sistema». Quindi propone una riorganizzazione che salvaguardi il Fondo sanitario nazionale e avvii la «revisione del model-lo di governo della salute, con un ruolo più forte e unifi-cante del ministero della Salute». In particolare, pensa di mettere insicurezza le strutture ospedaliere finanziando-ne i costi anche con «la riduzione del bilancio della Difesa (P35)». Il «programma straordinario di messa in sicurez-za di ospedali, scuole e di bonifica del territorio» costereb-be, secondo il partito, «7,5 miliardi di curo in tre anni, da mettere a disposizione, per opere cantici -abili in sei mesi, di regioni, province e comuni».

i Investimenti, privatizzazioni e trenta liberalizzazioni

lI Pd dice che chiederà in sede europea, «assieme agli. altri partiti progressisti», di escludere alcune spese per in-vestimento (ricerca, infrastrutture, edilizia scolastica e sa-nitaria, bonifica e manutenzione del territorio, mobilità sostenibile) «dal computo delle spese sensibili ai fini de-gli obiettivi di finanza pubblica». Non prevede «progetti. faraonici» ma «numerose piccole opere di manutenzio-ne». Con «le risorse ci sono».

Pd pensa a dismissioni, in particolare del patrimonio immobiliare pubblico. «Ma non tiriamo fuori numeri a ca-so — dice — Li quantificheremo quando saremo riusciti a farlo». Per aumentare produttività e competitività, il Pd. intende riprendere e rilanciare il programma Industria 2X1 5, prevede sostegni a ricerca e innovazione, vuote rea-lizzare l'agenda digitale «compresa la digitalizzazione del-la Pubblica Amministrazione». Inoltre, sostiene di avere pronte «oltre 30 iniziative di liberalizzazione» per favori-re la concorrenza nell'economia. «Questi interventi saran-no i primi che prenderemo se toccherà a noi governare». Infine, il Pd reintrodurrà norme sul falso in bilancio, rifor-merà l'antitrust sulla comunicazione, introdurrà norme più stringenti sulla corruzione e sui conflitti di interesse, varerà norme contro riciclaggio e autoriciclaggio.

" Meno contante contro l'evasione

Per combatter l'evasione fiscale, il Pd ritiene che si deb-ba ridurre gradualmente l'uso del contante, per rendere tracciabili pagamenti e movimenti di denaro. Che si deb-ba rendere più efficace l'uso delle banche dati. Che si deb-ba dare «trasparenza sulle ricchezze». Infine, «pensiamo che alcune forme di elusione fiscale siano diventate vere e proprie forme di evasione e che debbano essere affronta-te in sede europea». Per quel che riguarda il mercato del lavoro, il Pd. non intende «rivedere la riforma dell'articolo i8» ma vuole fare in modo che «i cittadini siano tali an-che sul luogo di lavoro», cioè possano riconoscersi «nelle diverse forme di rappresentanza sindacale».

© RIPRODUZIDOE fr:SERVATA

Biennio unico per la scuola secondaria

il Pd sostiene che la scuola «ha bisogno di stabilità, fi-ducia e risorse». Quindi promuoverà una «fase costituen-te» attraverso una consultazione nazionale. Gli obiettivi di fondo sono: raggiungere il 33% di copertura dei posti negli asili nido; rivitalizzare tempo pieno e modulo a 30 ore con le compresenze nella scuola primaria; aprire an-che al pomeriggio le scuole medie; creare un biennio uni-co alle superiori, «così che la scelta a quale scuola iscriver-si non sia fatta in terza media ma maturi dopo i primi due anni della secondaria». Il programma rilancia inoltre l'istruzione tecnica superiore anche legata alle esigenze produttive e territoriali. «Ridare fiducia alla scuola signifi-ca tra l'altro garantire un organico funzionale (cioè una dotazione di personale) stabile per almeno un triennio, attraverso un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per stabilizzare i precari». Il Pd dice che occorre investire di più nella scuota: non mette cifre.

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Maltempo Due giorni di emergenza, Scuole chiuse a Genova, Pistoia, Livorno

Il Nord si ferma per neve Tagliati i voli per Linate Avviso della Protezione civile. imbiancata Capri

ROMA Saranno probabil- mente le 36 ore più bianche del-l'inverno. Tra oggi e domani gran parte del Nord, anche in pianura, sarà colpito da forti ne-vicate: inizialmente i fiocchi im-biancheranno Piemonte, Ligu-ria e Valle d'Aosta, per poi esten-dersi su Lombardia, Toscana ed Emilia-Romagna e successiva-mente sul Veneto, Friuli Vene-zia Giulia e provincia di Trento.

Viminale ha imposto lo stop della circolazione dei tir in i i regioni, quelle più a rischio.

Ma in generale, gelo e basse temperature stanno investendo tutta l'Italia, anche la Sicilia. Ie-ri i vigili del fuoco hanno dovu-to liberare decine di auto bloc-cate sulla strada statale Paler-mo -Sciacca, dove la neve ha re-so impossibile la circolazione senza catene. Seconda nevicata. in due giorni anche a Capri, ha-biancato il comune di Anaca-pri, nella parte alta dell'isola az-zurra. Sul settore adriatico e su quello tirrenico la neve si tra-sformerà in pioggia. La Prote-zione civile già sabato ha aller-

tato le sedi regionali, raccoinan-dando una puntuale comunica-zione per affrontare eventuali emergenze.

E proprio l'allerta ha spinto il ministero dell'istruzione a rin-viare il grande concorso per do-centi. Non si è voluto rischiare che gli oltre 90 mila candidati attesi venissero bloccati e non potessero raggiungere il luogo delle prove scritte. Saltate quel-le di oggi e domani. Resta im-mutato il calendario dei giorni successivi fino a nuove comuni-cazioni sul sito del ministero.

Del resto, in molti centri è stata decisa anche la chiusura delle scuote: studenti a casa a Pi-stoia, sulle colline intorno Li-vorno, a Genova, nel Vallo di Di-ano (Salerno), a Mormanno, il

Contromisure Nel capoluogo lombardo schierati da ieri sera 180 spazzaneve 11

paese calabrese colpito dal ter-remoto dell'ottobre scorso. Ali-talia ha ridotto del 30% per oggi i voli da e per Milano Linate, con prevedibili ripercussioni su altri scali del Nord Italia La Sea, la società che gestisce gli scali milanesi, suggerisce di controllare con la propria com-pagnia lo stato del volo prima di recarsi in aeroporto. in aller-ta Milano, Torino, Bologna e Fi-renze dove è atteso un accumu-lo di neve superiore a 25 centi-metri. Nel capoluogo lombar-do, dove oggi pomeriggio è at-tesa un'intensa nevicata, dal Co-mune e dalla Protezione civile parte t'invito a non usare l'auto privata per gli spostamenti. E da ieri sera sono stati posiziona-ti iSo mezzi antineve per tene-re pulite le strade. E scattato l'al-larme in Liguria, in Piemonte e nell'alta Toscana, Genova si pre-para a difendersi vietando la cir-colazione di moto e motorini e degli automezzi pesanti.

Il meteorologo di 3brne-teo,corn Edoardo Ferrara sinte-tizza così la situazione: «Una

perturbazione atlantica porta nevicate abbondanti in Liguria, Piemonte, Lombardia, Emilia, Veneto e Friuli Venezia Giulia». Il ciclone proviene dalla Fran-cia ed è stato ribattezzato Big Snow, caratterizzato da forti venti di libeccio e scirocco che batteranno i nostri mari.

Anche il portale ihneteo.it in-siste sulla speciale intensità di quest'ondata di maltempo, la più estesa dal punto di vista del-le regioni colpite. Per quanto ri-guarda accumuli di neve sono previsti 5o cm nelle aree inter-ne liguri, tino a 20 a Genova e Savona, oltre 30-40 cm in basso Piemonte, tino a 20-30 cm nel-le pianure lombarde. Pioggia su coste adriatiche, polesine, ferrarese e Romagna. Martedì il maltempo si estenderà al cen-trosud. Secondo Ferrara «qual-che fiocco non è escluso su Ro-ma». Temporali sul versante tir-renico della Sardegna. Poi toc-cherà al Sud, con un peggiora-mento più incisivo. A Venezia non dovrebbe nevicare ma l'ac-qua alta raggiungerà addirittu-ra quota 11.5 centimetri.

Secondo Coldiretti, gli an-nunci hanno spinto molti citta-dini, soprattutto anziani, a fare scorte di cibo: +io% nel weekend. E purtroppo l'ondata di maltempo ha già una vitti-ma: si tratta di un cinquanten-ne senza dimora morto per fred-do e denutrizione in un casola-re del Parmense.

Margherita De Bac ■ D RIPRODUZIONE RISERVATA

25 cm La neve attesa a Milano, Torino, Bologna e Firenze, tutte n allerta

È scattato l'allarme in Liguria, Piemonte e alta Toscana

145 cm L'acqua alta attesa a Venezia Secondo Coldiretti gli annunci del maltempo hanno fatto aumentare le vendite di cibo: +10% nel weekend

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Finanza locale I nuovi parametri per misurare le necessità dei servizi. Torino potrà raddoppiare gli investimenti, Napoli dovrà ridurli di un terzo

I Comuni. e le spese, la scure degli «standard anti.sprechi.» Molti sindaci costretti a fare economie importanti.

ROMA Oscurati dalla spending revievy del governo Monti e quasi dimenticati, riemergono i fabbisogni stan-dard del federalismo, e con i nuovi parametri sui quali cal-colare il riparto delle risorse, molti sindaci e presidenti di provincia ricominciano a tre-mare.

Come sì era già visto per i costi della polizia locale gesti-ta dai Comuni, e per i servizi alle imprese svolti dalle pro-vince, i fabbisogni standard. per l'amministrazione gene - rale appena calcolati dalla Commissione sul federali-smo fiscale, presieduta da Lu-ca Antonini, mostrano discre-panze clamorose. E molti sin-daci dovranno presto fare economie importanti, oppu-re imporre nuovi sacrifici ai propri cittadini, per poter

rientrare nei nuovi limiti di spesa.

A Napoli, per esempio, con il riparto delle risorse basato sulla spesa storica, l'ammini-strazione generale del comu-ne (quindi il personale, i ser-vizi tecnici, l'anagrafe, il ser-vizio elettorale, la gestione delle entrate fiscali) assorbe lo 0,39 per mille del volume complessivo delle risorse as-segnate ai comuni per svolge-re quel servizio. Ma sulla ba-se dei fabbisogni standard, calcolando cioè il costo ottì-

Le prlorità Quest'anno si passerà all'istruzione, poi alla viabilità, ai trasporti, all'ambiente

male del servizio, e non gli sprechi e le inefficienza incro-stati nella spesa storica, do-vrebbe ricevere appena lo 0,25 per mille. Quasi un terzo di meno di quanto riceve og-gi.

Torino, invece, potrà spen-dere quasi il doppio nei pros-simi anni: in base alla spesa storica il comune guidato da Piero Passino riceveva (dati di fine 2009) lo 0,1 i per mille del totale, mentre con i nuo-vi criteri potrà contare sullo 0,25% delle risorse, esatta-mente come il capoluogo campano.

Un bel taglio della spesa, per rientrare nei nuovi cano-ni, sarà necessario anche al Comune di Roma, che oggi assorbe per le funzioni di am-ministrazione lo 0,101% del totale, e dovrà scendere allo 0,93 per mille, così come a Fi-renze e a Bologna. A Bari la spesa potrebbe addirittura raddoppiare (dallo 0,004 allo 0,008%), mentre a Milano, che ha una spesa storica più

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bassa rispetto al costo stan-dard potrà crescere legger-mente. A Siena, invece, do-vrà di fatto essere dimezzata rispetto al livello attuale.

E non è che si stia parlan-do di operazioni virtuali. Nel giro di un paio d'anni tutta la

ROMA O›MLI

MILANO 0,035

n' 0,037

NAPOLI 0,039

fiàfi 0,025

TORINO 0,015

n' 0,025

spesa per le funzioni fonda-mentali dei comuni sarà para-metrata ai costi standard defi-niti per ogni singolo munici-pio.

Dopo la polizia locale (il de-creto è già in vigore) e l'am-ministrazione generale, que-

FIRENZE :::::::: 0,011

0,009

BOLOGNA ::::::: 0,010 fi 0,008

RARI 0,004

fi 0,008

0,0017 0,0009 lAiCO

st'anno si passerà all'istruzio-ne, poi alla viabilità, ai tra-sporti, alla gestione del terri-torio, all'ambiente. E dal 2015 sindaci e presidenti di provincia riceveranno per il finanziamento delle funzioni fondamentali delle loro am-ministrazioni solo quanto de-finito in base al costo stati - dard. Gli amministratori loca-li, in buona sostanza, hanno ancora tre anni di tempo per portare il costo dei servizi al livello "ottimale". Dopodi - ché, gli eventuali maggiori costi dovranno essere com-pensati con tagli su altre voci di spesa, o da nuove tasse lo-cali imposte ai contribuenti.

Il tutto, per giunta, dovrà avvenire in modo assoluta-mente trasparente, perché i costi standard calcolati dalla Sose per ciascun municipio dovranno essere pubblicati, insieme al valore della spesa storica, sul sito internet del Comune. Perché i cittadini possano misurare a prima vi - sta l'efficienza dei servizi of-

ferti, che, come abbiamo vi-sto anche per l'amministra-zione generale, è molto diver-sa da Comune a Comune.

Un discorso che natural-mente vale anche per la ge-stione delle entrate fiscali. ri - compresa nei costi generali considerati da quest'ultimo studio della Commissione, e che in prospettiva diventa an-cora. più importante, visto che da quest'anno il servizio di riscossione dei tributi, svolto finora da Equitalia, tor-nerà ai sindaci. Molti dei qua-li, letteralmente, "dormono" sulle cartelle esattoriali comu-nali, mentre altri si affanna-no alla ricerca degli evasori. La capacità di riscossione dei Comuni, pari a 71,4% nella media nazionale, sale fino al - l'86,4% tra i Comuni del Vene - to, ma crolla al 40% medio in quelli della Campania. Dove, a parità di tasse dovute, si ri-scuote la metà delle imposte rispetto al Veneto.

Mario Sensini RIPRODUZIONE RISERVA

Le spese ORIPARIC Spesa steìca FahNsogrip standad

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SCENARI

Il Paese i

°bile che trascuraigiovani di GIUSEPPE BEDESCHI

' \\?"' dati relativi alla crisi economica che ha investito da alcuni anni il mondo industriale occidentale si intrecciano in Italia con i dati relativi al declino che nel nostro Paese era iniziato già

da molto tempo. E si tratta di un intreccio impressionante, come ben mostra, con ric-chezza di documentazione, Alessandro lo-sina (professore di demografia e statistica sociale all'Università cattolica di Milano), nei suo saggio L'Italia che non cresce. Gli alibi di un Paese immobile (Laterza). Vedia-mo alcuni di questi dati.

In Italia il Pii (Prodotto interno lordo) è passato da una crescita media del 3,6% ne-gli anni Settanta, al 2,4% negli anni Ottanta, allì,6% negli anni Novanta, fino al modestis-simoi,1% negli anni pre-crisi del primo de-cennio di questo secolo. Tutto ciò è avventi-. to nel quadro di una forte crisi demografi-ca, unica in Europa per la sua gravità: siamo stati i primi al mondo a vedere gli over--65 superare gli under-15; e di questo passo en-tro il 2050 gli anziani raggiungeranno il pe-so di una persona su tre. Naturalmente que-sta crisi demografica ha uno stretto rappor-to con le bassissime risorse che l'Italia ha destinato alla famiglia, sicché molti servizi essenziali (a partire dagli. asili-nido) sono stati drammaticamente insufficienti. Basti pensare che, per quanto riguarda la spesa sociale, alla voce Famiglia, l'Italia destina li,3% del Pii: è il valore più basso dell'Euro-pa occidentale (la media europea è del 2,1%).

Un osservatore straniero, che venisse da noi da lontane contrade, potrèbbe attender-si che in una situazione di questo genere i nostri giovani, le cui schiere si sorto così as-sottigliate, abbiano molte strade aperte e

buone prospettive. Ma le cose, purtroppo, non stanno affatto così: anzi il nostro Paese è quello, in Europa, che più emargina i gio-vani. Tra il 2001 e il 2010 l'Italia ha perso cir-ca un milione e mezzo di occupati nella fa-scia d'età compresa fra i 15 e i 34 anni. È il peggior crollo di lavoro giovanile in Euro-pa.

In realtà, la questione giovanile è la que-stione più drammatica della situazione ita-liana, ed è il concentrato di tutte le sue stor-ture, il riassunto più eloquente di tutte le sue ingiustizie. Per intendere la gravità del-la condizione dei giovani bastano alcune ci-fre: tra il 2008 e il 2010 la crisi economica ha ridotto del 13% l'occupazione dei nostri giovani (mentre ha ridotto del 3% quella dei giovani tedeschi). L'Italia è anche uno dei Paesi con la percentuale più alta di un-der-3o che dipendono economicamente dai genitori. La cosa non può stupire se si tiene presente che su circa 7,8 milioni di giovani, quelli pienamente inseriti nel mer-cato del lavoro sono non più di 2,2 milioni (meno dei 3o%); se si tolgono gli studenti, si arriva a poco più del 40%. Ciò significa che la grande maggioranza dei giovani che hanno concluso gli studi. è esclusa o mal in-serita. Inoltre c'è non solo una forte instabi-lità nel lavoro dei giovani all'ingresso (la grande maggioranza dei contratti peri gio-vani è a breve scadenza: nel 2011 il numero dei cosiddetti precari si attestava intorno ai 3,3 :milioni), ma c'è anche una riduzione delle possibilità successive di stabilizzazio-ne. In questo quadro non può meravigliare il deterioramento delle condizioni retributi-ve del nostro mondo giovanile: i salari dei giovani italiani risultano mediamente più bassi rispetto a quelli dei coetanei europei.

All'origine di questa disastrata condizio-ne giovanile italiana ci sono anzitutto due fattori: la mancata crescita economica o una crescita irrisoria (che dura ormai. da più di un quindicennio), e il dualismo del mercato del lavoro. 11 dualismo si basa sul fatto che gli anziani occupati godono di tut-ti i diritti e di tutte le protezioni, mentre i giovani non hanno nessuno di quei diritti e nessuna di quelle protezioni. I giovani sono così colpiti dalla brevità dei loro contratti, dalla inferiorità dei loro salari, dalla atroce instabilità del loro lavoro (è infinitamente più facile non rinnovare il contratto di un giovane che licenziare un lavoratore matu-ro, anche quando il primo è più produttivo del secondo); per non parlare poi delle mi-sere prospettive delle pensioni future.

Per porre rimedio alla estrema gravità della situazione giovanile italiana occorre certamente aumentare (come dice Rosina) la spesa sociale a favore delle nuove genera-zioni, che da noi è la più bassa in Europa; occorre investire in formazione; occorre istituire un raccordo efficace fra scuola e mondo del lavoro (oggi molte imprese non riescono a soddisfare le loro necessità di manodopera tecnica), ecc. ecc. Ma occorre superare, prima di tutto, il dualismo del mercato dei lavoro, che punisce così grave-mente i nostri giovani. Così come occorre, naturalmente, riavviare la crescita, promuo-vendo quelle liberalizzazioni, quella rimo-zione di privilegi corporativi, quelle riduzio-ni della spesa pubblica in settori parassitari per abbassare le tasse e finanziare investi-menti produttivi, che fino ad oggi ci sono state promesse, ma che non sono mi state realizzate.

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il Resto del Carlino Periodicità: Quotidiano

11/02/2013

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pressunE

IL COMMENTO di GIUSEPPE TURANI

RPRESA OLTRE LE URNE

NCHE se risulta molto I difficile crederci, la

ripresa economica europea è davvero dietro l'angolo. Secondo alcuni recenti studi la produzione industriale dovrebbe essere diventata positiva già nel primo trimestre. ll Pii, invece, tornerà a crescere verso il terzo o il quarto trimestre. Ma potremmo avere anche un anticipo. Tutto dipende da come si piazzerà l'e tiro rispetto alle altre monete e da come gli Stati Uniti risolveranno il fiscal cliff Staremo a vedere. Rimane il fatto che la ripresa è ormai distante qualche mese e non qualche anno. E quindi diventa interessante chiederci che cosa può fare l'Italia per agganciare qnesta crescita. Le condizioni, al momento, mi sembrano tre. .1) Subito dopo le elezioni tagliare un po' le tasse in modo sensato (cioè avendo prima tagliato qualche spesa). _Van importa che l'importo del taglio sia altissimo. Basterà dare il segnale che ormai con le tasse s'i va in discesa e non in salita. -->> [Segue a pagina 51

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keelo NionL', rissa con Peli e PII

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LA RIPRESA OLTRF: LE I_ IN \

[SEGUE DALLA PRIMA] SAREBBE molto utile presentare un piano in base al quale la pressione fiscale scende di un punto percentuale l'anno . 2)Non scatenare una guerra di posizione in Europa. Cosa che avrebbe ['immediata conseguenza di rigettare l'euro nella bufera e quindi di mettere sulla difensiva ie banche. E anche di azzerare gli eventuali investimenti esteri. Insomma, Berlusconi, Brunetta e i loro amici siamo avvertiti: se continuano sulla strada che hanno imboccato rischiano di fare allontanare la ripresa in arrivo. Non vinceranno mai la battaglia contro l'Europa, ma in compenso rischiano di perdere quella per la ripresa economica. 3)Se invece di Berlusconi, dovesse vincere Bersani sarebbe comunque necessaria un po' di prudenza. Proclamare subito che si spenderanno soldi pubblici per rilanciare l'economia o toccare la riforma delle pensioni rischia di ,,fare un'impressione pessima e di seminare allarme nellafinanza internazionale. La sinistra. in sostanza, dovrà moderarsi. Una volta finita la campagna elettorale, bisognerà deporre le armi e cominciare a ragionare. Sulla base di un semplice fatto: la ripresa europea sta arrivando, ma alla fine toccherà solo a quelli che sapranno comportarsi saggiamente e che, soprattutto, daranno l'impressione al mercati di avere messo la testa a posto. Basta con le spese folli, basta con interventi sociali dispendiosi, basta con la demagogia: la stagione dei pasti gratis è finita.

iRofè iarkcere,n giodiiini E Berlbsconi balà la prima ""'

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Mani siine Silvh..,Cornpri Poi aPortana nrtem -on ii Pd

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Monti silura Silvio: «Compra voti» Poi allontana l'intesa con il Pd <Bersani si scordi l'appoggio se sul lavoro prevale la linea Vendola»

L'ACCUSA rivol- ta al segreta- rio del Pd e al leader del Pdi è chiara: Basta

fare un confronto con me». Monti chiede a gran voce un dibattito te-levisivo con gli altri leader e non risparmia critiche né a destra né a sinistra, anche al TgCorn.24: «Ber-sani vuole smacchiare il giaguaro Berlusconi? Berlusconi crede di essere un leone? Rendiamo traspa-renti i. camaleonti».

A TEATRO Il premier

uscente, Mario Monti,

ieri ha incontrato

giovani e donne al Parenti di Milano (Newpress)

Massimiliano Mingoi MILANO

VUOLE tornare a essere un po' più tecnico e fare un po' meno il politi-co, Mario Monti si presenta davan-ti alla platea milanese del teatro Franco Parenti circondato da una cinquantina di giovani e inizia con una «rivelazione, quasi una confessione». Eccola: «Prima la gente che incontravo mi diceva `vada avanti', ora sento reazioni di-verse. Molti mi dicono: «..A noi pia-ceva il Monti di prima, il presiden-te del Consiglio severo». Il pre-

mier ora leader della lista Scelta ci-vica alle Politiche del 24 e 25 feb-braio ha meditato sul messaggio degli elettori. Tanto che, durante fa kermesse di Ieri pomeriggio in Franco Parenti stipato in ogni or-dine di posto, annuncia nelle ulti-me due settimane di campagna elettorale che non vuoi più «fare il gioco» dei suoi principali avversa-ri, Pier Luigi Bersani e Silvio Ber-lusconi: «Lascio che gli altri dica-no ciò che la gente vuole sto- . - tirsi dire e continuerò a dire quello che penso. Forse è per questo che nessuno dei • miei antagonisti politici vuole

con il trasformismo della vecchia politica. Monti, non a caso, preci-sa: «lo non sono un politico come gli altri, se no non porterei alcun valore aggiunto». Il tecnico in lo-den è tornato e difendere a spada tratta l'operato dei suo Governo: «Non permetterò che tutti i sacrifi-ci siano bruciati nel falò di pro-inse non mantenute». Monti è durissimo contro Berlusconi. Pri-ma dice che l'Europa teme il ritor-no del Cavaliere («ne hanno avuto abbastanza di un'Italia che rischia di mettere ancora a rischio l'Euro-zona») poi ribadisce le sue critiche alla proposta del leader del Pdl sul-la restituzione dell'Imo agli italia-ni («il mio predecessore cerca di comperare i voti degli italiani con

i soldi degli italiani»), Non basta. Monti prende le distanze anche dal centrosinistra. Cita Vendola e Fassina e sottolinea che la coalizio-ne guidata da Bersani «può scor-darsi il sostegno a un governo se non prevarranno posizioni di ri-forma anche nel mercato del lavo-ro».

premier aggiunge che «Bersani è in una posizione difficile perché è a capo di una coalizione con ali troppo larghe che imbarca con-traddizioni». L'obiettivo politico di Monti resta quello di «disgrega- re i poli e cercare di unire le forzeriformiste». il premier chiude con un'altra ri-velazione, legata alla fase in cui Berlusconi gli propose di diventa-re il federatore dei moderati: «Io ho detto ti Cavaliere: «Se tu ti riti-ri, voglio federare la parte recupe-rabileT del Pdl, il centro di Casini e la parte più riformista del Pd gui-data da Letta». Un progetto che as-somiglia molto alla grande coali-zione riformist post-elettorale di cui ha parlato sabato il mondano Andrea Riceardi.

\4‘, IL CAMALEONTE .,\\\ DEL PROFESSORE

Mi sento diverso dagli altri candidati a Palazzo Chigi Dobbiamo rendere trasparenti i camaleonti

\. IL GIAGUARO DI PIER LUIGI

Devo battere Berlusconi un po' per me e un po' per i progressisti europei Vinceremo te elezioni, smacchieremo il giaguaro

IDIELLECANVEA LIERE L'idea di Bersani mi piace, ma Lo avviso che sotto Le macchie invece di un giaguaro troverà un Leone

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A TUTTO CAMPO Silvio Berlusconi ospite di Porro e Telese a 'In onda' su La7 (Ansa)

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«Il Prof è indecente, peggio di Fini» E Berlusconi blinda la p • a casa La nuova promessa dei Cavaliere: «Nessuno potrà pignorarla» Beattice BertucdoLì

ROMA

NO, a essere accostato ad Achille Lauro proprio non ci sta. «E un pa-ragone indecente, non sta in pie-di», replica stizzito Berlusconi alle parole di Mario Monti pronuncia-te nel pomeriggio. E una domeni-ca senza comizi per il Cavaliere. Ma dopo una giornata senza ester-nazioni, in serata è ospite del pro-gramma de La7, 'In onda', e lì non si risparmia. Come prima cosa ri-sponde deciso a Monti che l'aveva accusato, alludendo alla restituzio-ne dell'imu, di voler «comprare il voto degli italiani con i soldi degli italiani», come Lauro che in cam-pagna elettorale prometteva spa-ghetti o dava una scarpa per conse-gnare l'altra dopo le votazioni. Ber-lusconi bolla il paragone come in-decente e precisa: «L'Imxt è una tassa dissennata e noi con la resti-tuzione dell'imu vogliamo com-piere un'opera di riviaccinamento tra i cittadini e lo Stato». E ne ha ancora per Monti, che boc-cia come «la più grande delusione della mia vita, peggio di Fini e Ca-sini». In particolare, quando Mon-ti sostiene che l'Europa teme un suo ritorno, Berlusconi replica sor-ridente: «Sono un uomo potentis-simo, faccio paura all'Europa. Ma

ELOGIO A CROZZA

E bravissimo, attacca tutti e dice anche cose vere Io non temo lui, ma La disinformazione dei grandi giornali

andiamo, nemmeno per sogno». Allora non è vero quello che dice Monti, lo incalzano i giornalisti? «Dice una grande cazzata», sbotta, lasciandosi insolitamente scappa-re una parolaccia E come reagireb-bero i mercati alla restituzione dell'imu? «Non penso che i merca-ti possano reagire male, perché ca-pirebbero». Poi annuncia: «Nel nuovo contratto con gli italiani ci sarà anche l'impignorabilità della prima casa».

L'ALTRA sorpresa arriva con la lo-de a Cromi. «E bravissimo», lo elo-gia Berlusconi, sottol ineando parzialità del comico. «Attacca nit-ti e dice anche delle cose vere», ag-giunge il leader del .Pdl che dice di non temerne le imitazioni. «Io te-mo piuttosto la disinformazione dei grandi giornali — precisa —

che è drammaticamente efficace». Così, ad esempio, sarebbero state travisate le sue affermazioni su Mussolini e sul fascismo. «Su Mus-solini non ho detto niente di sba-gliato. Stavo rispondendo senza neanche sapere che c'erano regi-strazioni varie», spiega. E poi, co-me si :fa a dubitare delle sue con-vinzioni su questo. «E una realtà storica, Mussolini ha sbagliato tan-tissimo, la dittatura dice è qualcosa di inaccettabile. E andan-do a letto ci penso, e non riesco a capire come i tedeschi siano arriva-ti a CUI deltà del genere». Si dice fa-vorevole a una regolamentazione delle coppie di fatto, gay compresi, alla impignorabilità della prima ca-sa e assicura che se vincerà, si farà il ponte sullo stretto. Quanto alle promesse fatte in passato, nega di non averle mantenute. Anzi, una

LITE E PAROLONI SULL'EUROPA

Monti, dicendo che L'Europa teme il mio ritorno, dice una grande cazzata Luì è La più grande delusione delta mia vita

sola non l'ha mantenuta. «Una pro-messa l'ho mancata e ho Fina gran-de colpa. La promessa mancata di modernizzare il Paese e completa-re la rivoluzione liberale», affer-ma. Colpa del sistema che non affi-da al presidente del Consiglio suffi-cienti poteri, sostiene. «Andato a Palazzo Chigi spiega ---- mi so-no dovuto accorgere che, entrato nella stanza dei bottoni, quella stanza non li ha nemmeno' i botto-ni».

«Vendere ¼ gL ímirnobí «Non possiamo più permetterci sedi regionali a B uxeltes,immo " di

prie a deipartiti, bal pro parlamentari esteri

elevare ;

occorre t a qualità dPeel rcl laePtaorpomtiticr: l earid spese drapsrtokp

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ìm della cosa pubblica›>. Lo dichiara Pino P sicchio (Centro Democratico) che ha calcolato come gli addetti alla politica siano più di 455mita. «Bisogna tagliare il 30 per cento delle spese>›.

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Gelo e neve, va la grande bufera. E l'Italia si blinda' Oggi l'allena. Il Vitninale: stop ai tir. Scuole chiuse in molte città dì Liguria e Toscana, Milano sconsiglia l'auto

L STORIE Turista in salmo a Merano dopo aver passato la notte a Parma, barbone muore di: freddo

una situazione complessa. La Sea Ae-roporti Milano ha pregato i passegge-ri a i nfor marsi sull'operativiàdci vo,- li prima di raggiungere gli scafi: opportuno verificare anche la tà stradale e lo stato dei collegamentiferroviari per gli aeroporti». La perturbazione, proveniente 44u: Nord Atlantico, dovrebbe portayeW: neve anche sulle pianure del NO:i...é:tè:4 in maniera abbondante. Le città giormente a rischio sono Torino,Ge nova, Milano, Brescia, Verona, Udi-ne, Treviso, Bolzano, Trento. Possibi le qualche fiocco anche su Firenze. Invece a Bologna, Venezia e Ferrara, la neve diventerà pioggia.

COMUNI si sono preparati e in alcu ne città è stato deciso di tenere, oggi, le scuole chiuse. Genova, Savona e in provincia di La Spezia, per esempio, come nel Livornese (a Montenero) e Pistoia. Nel capoluogo ligure è stato anche diramato il divieto di circola-zione per le due ruote e per i camion su strade e autostrade della provincia. A Milano c'è solo un invito a non usa-re l'auto mentre si ripetono gli appel-li ai senza tetto perché accolgano l'ospitalità offerta dal Comune. Nevica già da ieri nelle Marche sia sulla costa che sull'entroterra. Il perì colo maggiore, per la circolazione, è la formazione di ghiaccio. The Big Snow fa paura, ma le temperature so-

no scese in picchiata già dalla vigilia. In Alto Adige, ad esempio, si è rag-giunto il picco di -28 gradi in Val Se-nales. Un uomo disperso da sabato è stato trovato in vita, ma con braccia e gambe congelate, nella zona di Mera-no 2000, nonostante il termometro sia sceso a -18.

NESSUN lieto fine, invece, per un cin-quantenne ritrovato senza vita in un casolare abbandonato alle porte di Parma. Sarebbe morto, un paio di

T RAS T Voti ridotti a Linate, disagi possibili in altri aeroporti La Polstrada consiglia: non mettetevi in viaggio

giorni fa, per freddo e malnutrizione. Neve a Capri e sulle colline attorno a Napoli mentre in Calabria restano chiuse le scuole a Mormanno, nel Pol-lino. Stato di attenzione anche in Ve-neto e in Emilia Romagna, soprattut-to nella parte occidentale della regio-ne. In allerta forze di polizia e volonta-ri della Protezione civile, come anche in Toscana dove le previsioni di condizio- ni avverse riguarda- no tutte le provin-x ... ce.

Savia Mastrantonìo

VENTO e neve, la tempesta :(perfetta» o the Big Snow, come è stata chiama-ta la perturbazione che, tra oggi e do-mani, imbiancherà tutto U Nord e gran parte del Centro. Sarà, dicono i meteorologi, la più grande nevicata dell'inverno. Così il Sud, che ieri ha registrato nevicate inconsuete e tem-perature polari, si vedrà affiancato dal resto del Paese. Gli allarmi sono estesi e la Protezione civile ha dirama-to diverse note. Il V iminale, peraltro, ha invitato le Prefetture delle 11 re-gioni interessate dal maltempo a vie-tare la circolazione dei tir a partire dalle 22 di ieri sera e fino alla fine dell'emergenza. Si tratta di Piemon-te, Valle d'Aosta, Liguria, Lombar-dia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Toscana, Emi-lia Romagna, Marche e Umbria, Mol-ti camionisti in viaggio quando anco-ra le precipitazioni non erano comin-date hanno protestato e un sindacato di categoria ha tuonato: «Non si può fermare così un intero settore, biso-gnerebbe decidere caso per caso». Sollecitazioni agli automobilisti a non mettersi in viaggio sono arrivate anche dalla Polstrada. E le Ferrovie dello Stato, annunciando il piano ail-ti neve e gelo, dicono che sono possi-bili alcune riduzioni parziali del servi-zio in Toscana e Liguria. Alitalia ha stabilito di ridurre voli da e per Mila-no: a Linate e a Malpensa si profila

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solo un In—od-o- pCYfarla qagruve! •

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Sprechi e frodi, Italia da record ' «tesoretto» vale 300 oni D ossier della Corte dei conti sui cavi piu rilevanti &l 2012

ROMA SPESE pazze, errori i gestione, vere e proprie frodi. E a pelle di leopardo la mappa d'Italia dei danni all'erario ricostruita dalla Procura generale della Corte dei conti, la punta di diamante della magistratura contabile, in un dos-sier diffuso in contemporanea con le cerimonie d'inaugurazione

dell'Anno Giudiziario. Le inchieste aperte o portate a termine nel. corso del 2012 dalle va-rie Procure regionali ri-guardano, come spiega la Corte, «fenomeni già noti di corruzione, nialasanità, conferimen-to di consulenze in viola-zione di norme» da par-te degli Enti locali e del-

le strutture periferiche della pub-blica amministrazione. Ma nella lunga lista della spesa compaiono anche le operazioni spericolate dei Comuni con i derivati, la pia-ga del momento che l'opinione pubblica ha cominciato a conosce-re da vicino attraverso le crona-che dello scandalo Mps.

DAGLI ABUSI e le omissioni più costose per le casse dello Stato ai

casi individuali di imperizia o condotta sleale che comportano comunque un danno d'immagi-ne: tirando le somme dell'attività d'indagine svolta nel 2012,Ia Cor-te scrive che tutto questo ha causa-to «un pregiudizio economico che, in base ad un calcolo necessa-riamente provvisorio, si valuta in oltre 293,632 milioni di curo». Ecco gli esempi più eclatanti e quelli semplicemente curiosi. A Venezia, i magistrati contabili

flOMEi'1iGRAVI A Firenze si ìpotìzza un danno netta gestione del personale comunale: premi a pìeggìa

hanno quantificato in 3,467 milio-ni di curo il danno all'erario causa-to da «comportamenti colpevoli del progettista e del direttore dei lavori» per il Ponte della Costitu-zione, sul quale sono «ruzzolati» tanti turisti. In Abruzzo, dove è ancora in corso l'istruttoria sui contributi pubblici ai lavori del dopo-terremoto, la Procura regio-nale ha puntato i riflettori anche sulla «mancata riscossione di con-travvenzioni al Codice della Stia-

da da parte di diversi Comuni», a causa di «amicizie» fra i multati e alcuni funzionari. A Firenze, la lente d'ingrandimento della Cor-te sul caso degli «incentivi» eroga-ti dal 2000 nella gestione del per-sonale del Comune ha rilevato un danno di 50 milioni. Che lo stesso Comune si è impegnato a riparare nella misura di 3 milioni all'anno. In Emilia, il «sovrapprezzo e so-vradimensionamen lo» nell'acqui-sto del palazzo destinato all'Uffi-cio Inail di Casalecchio di Reno (Bologna) secondo i giudici costa 3,3 milioni di curo.

SUI RISVOLTI contabili dell'irru-zione alla scuola «Diaz» di Geno-va, alla fine del G8 nel luglio 2001, la Corte dei conti del Lazio indaga sul «possibile danno eraria-le e all'immagine subito dalla Pub-blica Amministrazione» per il coinvolgimento del Viminale nei processi a carico di alti funzionari e dirigenti della Polizia di Stato. In Campania, è arrivata alla cita-zione in giudizio per un danno di circa 43 milioni di curo l'inchie-sta della Corte sul contratto per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti sul litorale Domizio-Flegreo e nell'Agro Aversano.

Bruno RuggIero

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<Abbi o rischiato la vita nel terremoto Ma nessuno ci ha pagato gli straordinari Modena, i vigili del uoco sulle barricale: «Gabrielli deve spiegare»

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Valentina Bettrarne MODENA

1501,D€ per pagare gli straordinari ai vigili del fuoco impegnati nell'emergenza terremoto in Emi-lia non ci sono. Lo Stato è a secco, la Protezione civile anche e i rim-borsi, se arriveranno, tarderanno parecchio. Il ministero dell'Inter-no ha infatti annunciato che dovrà ricorrere al fondo di solidatieta dell'Unione Europea. «Una doccia fredda per i pompieri», commenta Alessandro De Cato Zangoli, mem-bro della segreteria nazionale del sindacato Conapo, che nei giorni scorsi aveva chiesto ai ministro An-malaria Cancellieri quando i vigili del fuoco avrebbero ricevuto il de-naro.

E' vero che i vigili del fuoco che hanno lavorato in Emilio durante e dopo il terremoto non hanno ancora visto tiri euro?

«Sì, i vigili del fuoco, che hanno ri-schiato la vita, ad oggi non hanno avuto un euro di straordinario. An-zi, ci hanno rimesso perché c'è chi ha anticipato del denaro per spese personali. Non ci hanno rimborsa-to nulla, ne gli straordinari né l'in-dennità di missione. La notizia clic i soldi non ci sono è una vera bato-sta».

Quanti sono i vigili del fuoco che aspettano il pagamento degli straordinari?

«Migliaia in tutta Italia. Basta con-siderare che nei casi di calamita na turali vengono impiegate, nell'im-mediato, 3.200 unità solo nelle pri-me 4S ere. Lo State ci deve milioni di curo».

Che cosa chiedete? «Deve essere creato un fondo per le emergenze, una specie di tesoretto

pronto in caso di calamità, in modo che i vigili del fuoco possano essere retribuiti senza dover aspettare me-si e mesi per avere ciò che spetta lo-ro».

Com'è il clima tra i suoi colle-ghi?

«L'amarezza è tanta. Ad ogni cala-mità naturale, dalle alluvioni ai ter- remoti, lasciamo un uomo morto sul campo. E' successo anche nn Emilia, abbiamo perso un collega che ha avuto un malore per l'ecces-sivo stress. Stiamo lontani dalle no-

.200 UNITÀ OPERATIVE

E numero di unità operative dei pompieri impiegate nelle prime 48 , ore in caso dì calamita

sire famiglie, rischiamo la vita e non ci pagano nemmeno gli straor-dinari. Ci sentiamo un Corpo di se-rie B».

In che senso? «Il Corpo dei vigili del fuoco è quel-lo meno retribuito in assoluto. Il nostro cruccio è di essere equipara-ti, sia sotto l'aspetto dello stipendio sia sotto quello previdenziale, agli altri Corpi.

Lo Stato non ha neanche i sol- di per pagare gli straordinari relativi a precedenti emergen-

3 0 ORE EXTRA

in media un vigile del fuoco ha garantito 350 ore di straordinario per

ergariza terr emoto

A‘.

se, come le alluvio-ni in Liguria e To-scana e il naufra-gio della Costa Concordia... Perché a rimet-terci sono sem-pre i vigili del uoco? motivo è sem-.

plice. L'abnega-zione dei vigili del fuoco non ar-riverà mai a di-re asta, nessun pompiere si tire-rà mai indietro in caso di neces-sità. Approfitta-no del nostro seriso del dove-re., per noi e una lania a doppio ta-glio che ci si ritorce contro. Pretendiamo solo che i nosesi sacrifici siano ri-pagati e, visto il basso stipen-dio che percepiamo, credo che riconoscerci gli straordi-

i sia il minimo». E sindacato annuncia che nn lascerà nulla di intentato: che chiederà chiarimenti al

capo della protezione civile, • ,ranco Gabrielli.

DECISO Alessandro De Caro Cato Zangoli, sindacalista, fa i conti: «Siamo migliaia in tutta Italia ad aspettare il pagamento degli straordinari». A sinistra i pompieri sul fronte terremoto

I NUMERI

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\ ne'500 Ci in irga,o gli gra.rdinzi

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Il debito dello Stato sempre più tirchio vale 4200 euro per ogni pompiere

MODENA STANNO aspettando da mesi il paga-mento di almeno una parte delle ore di straordinario effettuate durante i gior-ni dell'emergenza sisma. Molti di loro stanno ancora lavorando tra le mace-rie dei paesi terremotati, nelle chiese pericolanti e nei capannoni da 'risone-vare'. Ma i vigili da fuoco non hanno ancora ricevuto un curo e il ministero dell'Interno ha appena annunciato che i tempi saranno biblici. La maggior parte dei pompieri ha la qualifica di vigile semplice o qualifica-to, e per questa figura è previsto il paga-mento di 12 curo per ogni ora di straor-dinario. Considerando che mediamen-te un vigile del fuoco in servizio nei co-

mandi provinciali coinvolti dal sisma (Modena, Ferrara e Bologna) ha fatto finora 350 ore di straordinari, lo Stato deve a ognuno 4.200 curo. E' questa la retribuzione media straordinaria (che comprende anche l'indennità di mis-sione) che i vigili del fuoco devono ave-re. Una bella cifra, che per chi ha lavorato duro, salvando vite e rischiando la pro-pria, rappresenta una boccata d'ossige-no soprattutto quando lo stipendio è il più basso tra quello dei vari Corpi da-lo Stato. Se il pompiere che ha fatto meno straordinari è comunque arriva-to a 100 ore, chi ha lavorato di più ha totalizzato anche 500 ore di straordina-ri, spesso lontano da casa.

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Brambilla (Pd1): «Rinviare la riscossione delle imposte»

MODENA 4 ,‹È assurdo che gemme ed imprese colpite duramente dal tet , - remoto debbano pagare le tasse come se niente fosse accaduto. Noi del Pdl c impegniamo per prevedere il rinvw del paga-mento delle imposte dovute quest'anno e la proroga della s-- sibilità di accedere al finanziamento agevolato». Così ieriMi-chela Vittoria Brambilla (netta foto), candidata alla Carne-a dei deputati e capolista del Pd/in Emilia-Romagna, dopo la visita a Cavezzo, il Comune della bassa modenese deva-stato dallo sciarne sismico della primavera scorsa e soptuttut-

to dalla forte scossa del 29 maggio. «Approvando la legge 122 e nei giorni scorsi l'emendamento che modifica i parametri quantitativi e percentuali di intervento sulla ricostruzione in Emilia --- ha sottolineato Bratnbilla Parlamento ha ji.ttto la sua parte. Governo e Regione non hanno più scuse: facciano finalmente arrivare alle pcolazioni terremotate i contributi per la ricostruzio-ne. Il vero nemico da battere, a questo punto, èla buro-crazia».

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pressunE

ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

I tagli ai Comuni ignorano gli sprechi Per i fabbisogni standard burocrazia più cara a Napoli e Roma, ma i sacrifici colpiscono altrove

Gianni Trovati

A detta del Governo, il Co-mune di Napoli concentra da so-lo il 38% degli sprechi registrati nella burocrazia municipale di tutti i capoluoghi di provincia. Le regole di finanza pubblica, re-alizzate dallo stesso Governo e ratificate in modo bipartisan dal Parlamento, se ne disinteressa-no e al capoluogo campano ri-servano poco più del 5% dei ta-gli, peraltro ampiamente coper-ti dall'anticipazione statale se il piano di riequilibrio plurienna-le studiato dalla Giunta di Palaz-zo San Giacomo per evitare il dissesto otterrà il via libera.

Quello napoletano è solo il paradosso più consistente fra le migliaia di bizzarrie che si in-contrano spulciando i numeri della fmanza locale. La geogra-fia degli sprechi comunali è quella elaborata negli scorsi me-si dalla Copaff, la Commissione per l'attuazione del federali-smo fiscale che sta lavorando sui "prezzi giusti" delle attività municipali per individuare i «fabbisogni standard» delle am-ministrazioni. I numeri in pagi-na arrivano dal dossier di fine di-cembre sui «servizi generali», rappresentati dall'ampio venta-glio degli uffici che si occupano di entrate, servizi tecnici, ana-grafe, stato civile, servizi eletto-rali, leva, statistica e del resto della burocrazia. Nel comples-so, si tratta di una spesa com-plessiva da 8,8 miliardi all'an-no, cioè il 27% delle uscite co-munali per le funzioni fonda-mentali. La commissione, con il supporto tecnico della Sose (la società del ministero dell'Eco-nomia e di Bankitalia che elabo-ra gli studi di settore) e il contri-buto dell'Istituto per la finanza e l'economia locale dell'Anci (Ifel), ha passato al setaccio le uscite di tutti i Comuni delle Re-gioni a statuto ordinario, para-metrandole alle caratteristiche del Comune e del territorio e al-la quantità di servizi effettiva-mente offerti, per individuare i

parametri di spesa ottimale. Co-me mostra la tabella qui a fian-co, Napoli dovrebbe dedicare alla burocrazia 226,1 milioni in-vece dei 344,6 spesi nella realtà, Roma spende 63 milioni di trop-po rispetto agli 827 «ottimali», a Firenze le uscite effettive (100,9 milioni) superano di 14 milioni il livello "giusto" e così via. Tra i Comuni che risparmia-no in fatto di burocrazia spicca Torino, che con 140,1 milioni rie-sce a garantire servizi generali per 222,1 milioni (lì a pesare sui conti è invece il debito e quindi gli oneri di ammortamento), in-sieme a Bari (dove si spendono 28,3 milioni in meno del livello standard) e Milano (17,4 milio-ni in meno).

IL DISALLINEARENTO

Il Governo ha rilevato il «prezzo giusto» di attività pari al 30% delle uscite totali ma la spending review non segue questi parametri

Il problema è che questo im-menso lavoro di raccolta e anali-si dei dati non è stato fatto per una curiosità statistica; i «fabbi-sogni standard» avrebbero do-vuto, secondo le regole del fede-ralismo, individuare il livello di finanziamento da garantire a ogni Comune, e anche l'ultima legge di stabilità li rilancia come strumento per diversificare il trattamento fra le amministra-zioni parche e quelle dilapidatri-ci di risorse pubbliche.

Fin qui le parole, perché la re-altà va in senso opposto.I131 gen-naio scorso è scaduto il tempo per trovare un accordo fra Go-verno e Comuni sulla ripartizio-ne dei 2,25 miliardi di tagli messi sul piatto per il 2013 dal decreto di luglio sulla revisione di spesa. Senzal'accordo, scatta il mecca-nismo automatico previsto dal-lo stesso decreto ed entro vener-dì il ministero dell'Interno do-

vrà distribuire per decreto i ta-gli misurandoli in base ai «con-sumi intermedi» registrati in ogni Comune nel 2011. In teoria i consumi intermedi sarebbero le spese di funzionamento, ma come mostrano i dati in tabella il sistema elaborato in estate dal Governo (di cui il Viminale è so-lo l'esecutore obbligato) è pie-no di difetti. Nei «consumi inter-medi» dei Comuni, prima di tut-to, entrano anche spese per ser-vizi come il trasporto pubblico e i rifiuti; inoltre il meccanismo rileva i flussi di cassa, cioè i paga-menti, per cui finisce per pre-miare indirettamente chi effet-tua meno pagamenti perché non onora i debiti e non perché spende poco.

A questo punto, basta incro-ciare i dati degli sprechi con quelli dei tagli calcolabili per il 2013 e il paradosso è servito. Na-poli, con il 37,8% degli sprechi totali dei capoluoghi di provin-cia, subisce il 5,1% dei tagli, men-tre Milano, che risparmia, ne su-bisce il 15,4%; a Torino, meda-glia d'oro dell'efficienza nella burocrazia secondo la Copaff, viene assestata una sforbiciata doppia rispetto a quella di Firen-ze, terza nella classifica delle spese in eccesso, e l'elenco po-trebbe continuare.

La stessa variabilità si incon-tra lontano dai capoluoghi di provincia, perché il meccani-smo è esattamente identico. Sempre secondo la Copaff, il Comune più "sprecone" in asso-luto, quello cioè in cui le uscite effettive sono più lontane dal li-vello ottimale, è Campione d'Italia, dove per la burocrazia si spende quasi il doppio di quanto sarebbe giusto secondo i parametri ministeriali: non a caso si tratta di uno dei Comuni che proprio in queste settima-ne stanno bussando alle porte del Viminale nel tentativo di ot-tenere l'aiuto anti-default.

twitter@giannitrovati

g iann i. trovati@ilsole24ore com

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Napoli Roma Firenze Alessandria Ascoli Piceno

Siena Padova Lecce Venezia Perugia Salerno Ancona Rimini Potenza Caserta Terni Massa Cosenza Mantova Imperia

Bologna

Livorno Foggia Pisa Reggio Calabria

Rieti Chieti Verbania Monza Vibo Valentia Lodi

Macerata Crotone Avellino

Catanzaro Sondrio Rovigo

38 Grosseto 39 Frosinone

40 Va rese Ravenna Vercelli

4

9

12

13 14

1. 16

17 18 19 20

21

22 23

25 26

27

29

30 31 32

3 Beil no

Tipi Isernia 45 Reggio Emilia

46 Novara 47 Viterbo 22 Benevento 49 Treviso

50 Fermo Si La Spezia 52 Brindisi

53 Biella 54 Campobasso 55 Arezzo 56 Como

57 Cuneo 52 Asti 59 Lecco 60 Teramo 66I Matera 62 Pesaro 63 Cremona 64 Ferrara 65 L'Aquila 68 Lucca

67 Savona 88 Pavia 29 Pistoia

Vicenza

71 Trani 72 Pescara

Brescia 7.% Barletta 75 Farli 76 Piacenza 77 Cesena 78 Bergamo 79 Parma

80 Modena 81 Latina 82 Andria 83 Prato

8 Verona

25 Genova 86 Milano 27 Bari 88 Torino

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Tra tagli e sprechi

Gli sprechi nella burocrazia* dei Comuni capoluogo nelle Regioni a Statuto ordinario, calcolati in base ai fabbisogni standard a confronto con i tagli previsti dalla spending review Valori in milioni di euro

Il calcolo degli "sprechi° tagli

Spesa' effettiva

Fabbisogno ', standard Diff %

Differenza in valoze assoluto

1‘sPrecht sul totale

dei capoluoghi Valore ssoLuto

% totale dei tagli

ai capoluoghi 344,6 226,1 52,4 37,8 5,1 890,4 827,0 7,7 63,4 20,2 227,6 26,6

100,9 86,8 16,2 14,0 4,5 17,2 2,0 24,6 15,3 60,3 2,9 0,4 14,4 15,4

7,3 8,4

96,5 82,8 7,

2,3 2,2

2,5 2,9

0,3 0,3

41,2 35,5 16,1 5,7 1,8 10,9 1,3 21,6 16,4 31,8 5,2 1,7 0,6 69,6 64,4 8,1 5,2 1,7 24,6 2,9 33,1 28,1 18,0 1,6 1 1,2 28,9 24,0 20,2 1,5 6,6 0,8 21,7 17,2 26,1 4,5 1,4 ,2 0,6 29,0 24,6 18,0 44 1,4 0,5 16,0 11,8 36,0 1,4 347 0,4 17,1 13,0 31,8 1,3 0,2

23,0 18,9 21,4 4,0 1,3 2,6 0,3 15,2 11,3 35,3 1,3 3,7 0,4 15,7 11,9 31,8 3,8' 1,2 1,6 0,2 10,7 7,0 51,4 6 1,2 0,3

9,6 6,1 57,7 3,5 1,1 1,6 0,2 91,0 87,5 3,9 3,4 1,1 18,6 2,2

28,3 26,5

25,1 23,3

13,0 13,9 ,2

1,0 1,0 5,0

0,7 0,6

17,9 15,2 17,5 2,7 0,8 4,6 0,5

32,5 29,9 8,7 6 0,8 4 0,5 9,7 7,2 35,8 2, 0,8 0,3

10,1 7,9 28,3 2 ,2 0,7 2,6 0,3

6,9 4,7 46,0 2,2 0,7 0,9 0,1 22,2 20,4 8,6 188' 0,6 6,2 0,7

6,3 5,1 23,9 1,2 0,4 0,9 0,1 7,7 6,6 18,0 0,4 0,3 7,1 6,2 14,4 0,9 0,3 16 0,2 9,9 9,1 9,2 0,8 0,3 0,2

8,6 7,9 9,1 07 0,2 0,2 15,7 15,2 3,3 0,2 0,4 3,9 3,4 14,3 0,2 ro 0,1 8,1 7,7 6,1 0,5 0,2 1,6 0,2

13,9 13,4 3,4 0,5 0,1 3,2 0,4

7,4 7,0 6,2 0,4 0,1 1,6 0,2 14,1 13,7 2,9 0,1 0,6 25,2 24,9 1,5 0,4 0,1 0,5 6» 6,9 -0,3I O,E3 0,0 1,9 0,2 5,3 5,4 -2j 0,0 1,0 0,1 3,2 3,3 -4,0 -0j 0,0 0,8 0,1

26,3 26,5 -0,9 -0 2 0,0 4,3 0,5 17,4 17,7 -2,1 -0,4 0,0 5,0 0,6 10,2 10,6 -3,5 4 0,0 3,1 0,4 10,2 10,6 -3,8 -0,4 0,0 2,5 0,3 12,9 13,5 -3» = -0,5 0,0 2,7 0,3 5,0 5,5 -10,2 -0,6 0,0 1,4 0,2

14,6 15,2 -3,8 0,0 2,9 0,3

13,6 14,3 -4,3 6 0,0 4,7 0,6

6,8 7,5 -8,7 -0,7 0,0 1,7 0,2 6,5 7,2 -9,3 0,0 2,0 0,2

16,1 13,1

16,8

13,8

-4,1

-5,6

-0,7 -0,8

0,0 0,0

2,2 4,4i

0,3

0,5 7,6 8,4 -9,6 -0,8 0,0 2,4i 0,3

11,9 12,8 -7,2 = -0,9 0,0 3,2 0,4 6,4 7,3 -12,81. -0,9 0,0 2,4 0,3 6,9 7,9 -12,7 0,0 2,0 0,2 8,1 9,3 -12,5 0,0 1,5 0,2

13,9 15,1 -7,7 ,2 0,0 3,1 0,4

10,5 11,8 -11,0 0,0 3,5 0,4 20,5 22,1 -7,1 -1,6 0,0 2,9 0,3 10,2 11,7 -13,5 1, 0,0 1 0 2,2

12,4 14,0 -11,4 = -1,6 0,0 3,6 0,4 8,6 10,2 -15,8 0,0 2 0,3

10,2 12,0 -15,1 -1,8 0,0 4,3 0,5 12,8 14,7 -13,2 1,9 0,0 2,6 0,3

17,5 19,5 -10,2 2,0 0,0 2,2 0,3 5,1 7,3 -30,3 -2,2 0,0 1,6 0,2

18,2 20,6 -12,0 -2,5 0,0 49 0,6 29,3 32,0 -8,4 0,0 12,5 1,5 11,1

15,6 14,3 18,8

-22,31 -17,3

3 0,0 0,0

2,9

3,4

0,3 0,4

13,9 17,3 -19,7 -3,4 0,0 3,9 0,5 12,0 15,5 -22,4 ,5 0,0 0,0 0,0 17,1 20,6 -17,01 3,5j 0,0 5,9 0,7

26,9 31,3 -13» -44 0,0 6,6 0,8 25,2 30,0 -16,2 9 0,0 9,6 1,1 14,5 19,5 -25,5 -5 ,0 0,0 0,6 8,8 15,4 -42» -6,6 0,0 0,0 0,0

20,8 29,7 -29» 9 0,0 5,7 0,7 49,7 58,9 -15,6 9,2' 0,0 13,8 1,6

132,1 142,7 -7,4 0,0 2,4 3,8 312,6 330,0 -5,3 7,4 0,0 929,7 15,2 42,3 70,6 -40,1 -28,3 0,0 171 2,0

140,1 222,1 * 36» -81,9 0 ,0 33 ,0 3,9 I calco • sono lifelit alle cFunnoni generali di annninistiadone, di gestione e di condono (u Ilei annate, uffici tecnici, anagrafe, stato civile, elettorale, leva, statistica

ealte erv i zi generali), e sono contenun nelle note metodologiche approvate dalla Copaff 1120 dice.. bre 2012 I dati di Taranto disponibili sono. fabbisogno standard 29,8,

valore ssoluto tagli10,0, % sul totale del tagli al capoluoghi 1,2 Fonte Elaborazione del Sole 29 Ore su dati Copaff e ministero dell'Economia (Slope) Pagina 42 di 84

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Ancora una volta si puniscono i migliori -T- I fallimento dell'intesa sul

criteriodeoei tagli ai

, Comuni, n l'esito sconcertante del ritorno ai "tagli automatici", è l'ennesimo tragico emblema del fallimento del federalismo all'italiana. La compagna elettorale si sta concentrando su temi marginali: sono impensabili sviluppo e riduzione delle tasse senza il riordino di un assetto istituzionale che si sta dimostrando una palude sempre più ingestibile, al punto che anche i traguardi faticosamente raggiunti, come quello dei fabbisogni standard, non riescono a diventare sistema. L'Ocse valuta i fabbisogni standard il modello di perequazione più evoluto; la Consulta con la sentenza 193/2012 ha acceso una bomba orologeria nei conti pubblici, dichiarando incostituzionali i tagli lineari 2011 oltre il 2014; alcuni Tar, infine, stanno massacrando i decreti dei tagli. Ma oggi a tutto questo si rimane indifferenti e si ritorna a distribuire una mannaia di oltre 2 miliardi nel modo più brutale possibile. In questo modo risulterà penalizzato un Comune che nei lo anni prima ha risparmiato, e solo accidentalmente ha speso di più nel 2011, così come quello che paga tempestivamente i fornitori. È un criterio balordo, come ha evidenziato il presidente dell'Anci Graziano Delrio con l'esempio della sua città, dove l'anno scorso è stata internalizzata l'assistenza a molti mezzi pubblici, con un notevole risparmio. Risultato: le spese

di manutenzione censite dal sistema si sono moltiplicate, ma solo perché prima erano esternalizzate (e molto maggiori) e quindi non rilevate. Una riorganizzazione efficiente viene considerata come uno spreco; questa è razionalizzazione? Il nuovo taglio fatto "al buio" potrebbe portare Comuni efficienti a chiudere asili nido o altri servizi. Ma intanto, attraverso il fondo introdotto a fine anno dal Dl174/2012, si sono bruciati due miliardi per salvare dal dissesto Napoli, dove gli autobus sono rimasti fermi per mancanza di gasolio (in Italia è dal dopoguerra che non succedeva una cosa del genere) e altri Comuni. Questa situazione è una polveriera destinata presto ad esplodere se la prossima legislatura non deciderà, in modo condiviso, di rimettere mano all'assetto per creare le condizioni di un'ordinata gestibilità del nostro assetto decentrato, come recentemente richiesto da Raffaele Bonanni e da altri firmatari di un pressante appello per una revisione della II parte della Costituzione. I fabbisogni standard dovrebbero diventare l'architrave della perequazione: in questo modo si colpirebbero gli sprechi e si garantirebbe la solidarietà sui servizi. Andrebbero insieme fissati i livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per permettere allo Stato un coordinamento efficace e responsabile del sistema. Ma, sebbene previsti da più dieci anni nella Costituzione, i Lep sono rimasti lettera morta. È chiaro che a livello di costituzione materiale non si è creduto in quello che in quella formale si scriveva. E' tempo di una vera, nuova decisione fondamentale a livello costituzionale per rimettere ordine nelle macerie del sistema.

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stagliai Comuni gli

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La narmafiva, Gli interventi dal 2010

Misure cautelari sempre più limitate Rosanna Acierno

Paletti sempre più alti per le ipoteche di Equitalia. Se si guardala storia degli ulti-mi anni, sono stati diversi gli interventi normativi adottati per limitare il ricorso alle mi-sure cautelari in presenza di debiti non elevati dei contri-buenti. Interventi che sono una conseguenza anche delle polemiche scaturite conto le «maniere forti» adottate dall'agente della riscossione in un periodo di crisi e, quin-di, di difficoltà a pagare le somme contestate dall'ammi-nistrazione finanziaria. Ma vediamo nel dettaglio.

Ne12010 è statala Cassazio-ne a tracciare la rotta. La sen-tenza 4077 a Sezioni unite ha messo fuorigioco le mini-ipo-teche sotto il limite degli 8mi-la euro. A quel punto, Gover-no e Parlamento sono corsi ai ripari e hanno dovuto fissare per legge il divieto su immobi-li di proprietà del contribuen-te debitore. Così dal 26 mag-gio 2010 (data di entrata in vi-gore della legge di conversio-ne del decreto incentivi di quell'anno), Equitalia non ha più potuto iscrivere ipoteche sugli immobili laddove il cre-dito vantato fosse stato com-plessivamente inferiore a 8mila euro.

Poco più di un anno dopo è arrivato un nuovo paletto. Dal 13 luglio 2011 (giorno in cui è entrata in vigore la con-versione del decreto svilup-po), è stato introdotto un limi-te ancora più alto per le abita-zioni principali: in questo ca-so niente ipoteche se la som-ma dovuta dal debitore era in-feriore a 20mila euro.

In sostanza dal 13 luglio 2011 e fino al i° marzo 2012

-ferma restando la possibilità di una misura cautelare su im-mobili non prima casa per crediti complessivamente su-

periori a 8mila euro - l'abita-zione principale del contri-buente non poteva essere ipotecata se, per esempio, la cartella di pagamento era sta-ta impugnata in Commissio-ne tributaria, anche se gli im-porti non erano stati versati nei termini, o se era ancora pendente il termine per ricor-rere per l'eventuale sospen-sione feriale dei termini. Ma non solo: l'agente della ri-scossione è stato chiamato ad avvisare il contribuente in-teressato almeno 3o giorni prima di procedere con l'iscrizione di ipoteca.

C'è stato poi un ulteriore in-tervento. Dal 2 marzo 2012, in-fatti, il limite di 20mila euro è stato "parificato" per tutti gli

LA SOLIA MDLIMA Dal 2 marzo 2012 vietato agire su qualunque immobile del debitore se l'importo da riscuotere è inferiore a 20mila euro

immobili di proprietà, a pre-scindere che si tratti o meno di abitazione principale.

Dal 29 aprile dello scorso anno, infine, la legge di con-versione del decreto sulle semplificazioni fiscali (Dl 16/2012) ha previsto il bocco delle iscrizioni di ipoteca in presenza di un'istanza di ra-teizzazione del debito in caso di stato di temporanea diffi-coltà finanziaria. Una volta presentata la domanda di dila-zione, Equitalia potrà proce-dere all'ipoteca esclusiva-mente nelle circostanze di mancato accoglimento della domanda o in caso di deca-denza dalbeneficio (per man-cato pagamento, per esem-pio, di due rate consecutive).

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Ipoteche legali, riprende la corsa Iscrizioni da parte della Pa in aumento del 400% nella seconda parte del 2012

Barbara Bisazza

Mancati versamenti dei con-tributi previdenziali, dell'Iva o dell'Irap, ma anche imposte co-munali non pagate. Sono alcuni dei casi nei quali - se il debito complessivo supera i 2omila eu-ro - può scattare, da parte della Pubblica amministrazione cen-trale o locale, l'iscrizione di un'ipoteca legale su un immobile di proprietà del debitore, impre-sa o persona fisica che sia.

Ebbene, dopo tre anni e mezzo di forte calo - conseguenza in gran parte di alcune novità nor-mative che hanno alzato la soglia minima di debito necessaria per poter procedere all'iscrizione di un'ipoteca (si veda l'articolo a fianco) - nel secondo semestre del 2012 Si è assistito, su base na-zionale, a una fortissima ripresa del numero di atti, aumentati del 413% rispetto al secondo seme-stre 2011 e cresciuti anche nei va-lori me di.La rilevazione, che pro-pone uno spaccato regionale mol-to articolato, è stata effettuata da Experian, società leader nei servi-zi informativi per la prevenzione dei rischi di credito e di frode, operativa in Italia dal 19 95, con at-tività concentrate soprattutto nei sistemi di informazione credi-tizia per banche e finanziarie, am-bito in cui ha dato vita alla joint venture Experian-Cerved, parte-cipata in minoranza da Cerved.

«Le riscossioni forzose scatta-no quando il debitore non è in gra-do di pagare - osserva il direttore generale di Experian Italia, Gi-glio del Borgo -. Anche i dati rile-vati per le ipoteche legali dicono che le famiglie stanno subendo la crisi. E ciò trova riscontro anche nel rallentamento delle dinami-che del credito, dai prestiti perso-nali ai mutui e al credito finalizza-to. Un fenomeno già evidenziato da Assofin e Banca d'Italia e del quale troviamo quotidiano ri-scontro nel nostro Sistema di in-formazioni creditizie».

Nell'elaborazione dei dati a li-

vello regionale sono stati consi-derati - per una maggiore affida-bilità dei dati, raccolti da tutte le conservatorie del Paese -, da una parte, i primi dieci mesi del 2012

e, dall'altra, l'arco temporale da maggio a ottobre. Il confronto tra i due periodi conferma, con pun-te molto elevate in alcune regio-ni, la ripresa delle iscrizioni di ipoteche legali immobiliari (non connesse ai mutui) nei tempi più recenti. Tra i territori che guida-no il trend (si ve da la tabella) svet-ta il Friuli-Venezia Giulia, segui-to da Molise, Toscana e Umbria.

«Stimiamo che circa il 20% de-gli atti sia in capo alle imprese e 1'8o% riguardi persone fisiche -rileva Federico di Miele, respon-sabile analisi business informa-tion di Experian Italia -. Assorbi-ta la novità sulle soglie, ci aspet-tiamo che l'impatto negativo sul-le imprese aumenti, perché an-che su altri indicatori, come ipote-che giudiziarie e pignoramenti, il trend è in crescita».

Dal Lazio, Unindustria rileva che «i correttivi legislativi, volti a delimitare i poteri di Equitalia e allo stesso tempo favorire i paga-menti dilazionati, hanno conte-

Ipoteca

L'ipoteca è un diritto reale di garanzia, costituito su beni iscritti nei pubblici registri. Funge da garanzia di un credito e può riguardare immobili o altri beni. L'ipoteca legale può essere iscritta nei casi previsti dalla legge; in particolare, può essere utilizzata dalla Pubblica amministrazione per avviare le procedure di recupero crediti.

nuto la dinamica di crescita delle ipoteche immobiliari fino all'ini-zio del 2012. Poi, l'acuirsi della cri-si, l'inasprirsi della pressione fi-scale e del credit crunch hanno invertito il trend, determinando un nuovo aumento delle esecu-zioni forzate». Preoccupazione, ma non stupore, esprimono le Cna territoriali di Lombardia, To-scana e Friuli-Venezia Giulia. «Gli imprenditori stanno esau-rendo la capacità di reggere alla crisi attingendo alle risorse per-sonali- racconta Saverio Cristia-no, responsabile Cna Lombardia per il rapporto banche-imprese -. Un imprenditore su due ha dif-ficoltà nel rispettare le scadenze Iva o nel pagare i contributi previ-denziali dei dipendenti. Molte imprese che vantano crediti con la Pubblica amministrazione non possono compensare i pro-pri debiti con la stessa Pa; scatta-no le ipoteche e quegli immobili non possono più essere usati co-me garanzia nei confronti delle banche. Purtroppo non si intrav-ve de ancora un'inversione di rot-ta rispetto a questa escalation ne-gativa». Analisi condivisa dal presidente di Cna Toscana, Val-ter Tamburini: «Si è arrivati al pa-radosso di sequestri di immobili aziendali da parte di Equitalia, che hanno reso ancora più diffici-le a quelle aziende saldare i debi-ti».I1presidente della Cna di Udi-ne, Nello Coppeto, conferma la preoccupazione per la crisi che attanaglia soprattutto le imprese più piccole: «Dal Governo non ci sono misure a sostegno delle im-prese e il 2013 si annuncia ancora di recessione».

A fine giugno Equitalia deca-drà definitivamente dai suoi compiti di riscossione dei tributi per conto degli enti locali. «Mol-ti Comuni si stanno organizzan-do per agire in proprio - com-menta Di Miele - e la discreziona-lità operativa potrà avere effetti diversi sul territorio».

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La radiografia sul territorio

L'andamento delle iscrizioni delle ipoteche legali immobiliari nel periodo maggio-ottobre 2012 e nel periodo gennaio-ottobre 2012. Variazioni percentuali sui corrispondenti periodi del 2011

sia-ottobre 2012 Gennalo -ot obre 2012

Totale importi (rnln €)

Totale importi (rnln €)

Va riaz. Variaz. Variaz. Numero atti

Numero atti Regione

Friuli-V. Giulia

Molise

85 „ 260 40,7 517,7 266 170,6

55,8

-53,4

44,9

63,7

-5,8

-28,3

-22,9

-54,0

-46,8

-76,3

-56,9

100,22 102,13

28,58 33,62 92 421,9 113

"m:263J: Toscana 610 253,91 726,8 628 268,88

Umbria 84,62 456,0 135,04 243 282

Trentino-A. Adige

Basilicata

1:128;0 61,26 337,4 75,46 114 142

33,79 162 24,7 42,59 131 180,2

95,4 Marche 295 297 139,36 139,04 24,2

A7J: Lombardia

Calabria

1.503 670,18 23,6 1.442,62 2.044

5, 746 232,27 13,7 855 280,48

Lazio

Liguria

Piemonte

574 597,10 173,3 650 714,11

79,38 296 87,29 281 -18,4

240,54 531 398 -18,1 394,91

Campania 725,18 270,2 1.246 826,95 890 -22,0

-49,8

-69,5

-64,7

-88,9

-29,6

Abruzzo 278 65,01 34,6 69,41 324

Puglia

Emilia-Romagna

Valle D'Aosta

Sicilia

-24,8 465,69 -78 2 504,60 1.303 -38,2 1.404

302 173,62 30,7 464 188,85 418

6", 6 7 1,64 12 -92,4 19 4,09

1.162 589,77 -25,5 1.946 1.159,46

65,6 Veneto

Sardegna

157 130,61 57,1 195,70 -57,6 201

366 98,12 -72,6 380 123,84 -81,8

Fonte: elaborazione del Sole 24 Ore su dati Experian

IN ITALIA

.2 2

Nel secondo semestre 2012 Gli atti nell'intero 2012 Nei primi sei mesi 2012 L'aumento in Italia delle iscrizioni Rispetto al 2011 il numero La prima parte dell'anno era stata di ipoteche legali immobiliari per il di ipoteche legali immobiliari caratterizzata da un forte calo degli recupero crediti da parte della Pa è diminuito del 59 per cento atti, poi l'inversione di tendenza

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Ipoteche legnliaiprende la co

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Obiettivo e aloni comuni per vivere meglio

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E SMART CITIES / Vicenza, firmato il piano per aderire al documento di "Strategia Energetica Nazionale"

Obiettivo e sforzi comuni per vivere meglio Gli specialisti del Nordest delle energie alternative, dell'efficienza energetica e della gestione delle reti presentano un documento condiviso

D idurre progressivamen-rkte il ricorso alle fonti di energia da idrocarburi. Tagliare i costi dell'energia. Rendere l'Italia più indipen-dente sulla produzione di energia. Sono questi gli obiet-tivi principali fissati nel do-cumento firmato lo scorso 10 gennaio a Vicenza, nella sede di Aim e inviate al ministero dello Sviluppo Economico. Le 11 pagine rispondono ai temi illustrati nella Strategia Energetica Nazionale" (Sen) elaborati dal ministero e gettano le basi per la pianifi-cazione sostenibile a livello nazionale che guarda al 2050. Il gruppo di lavoro, promos-so da greeNordEsT (si veda riquadro in questa pagina), ha coinvolto una ventina di responsabili di altrettante aziende del Veneto e mira a uno scopo preciso: assicurare più benessere sociale svilup-pando un sistema di smart cities, le città "pulite", a basso impatto ambientale e capaci di valorizzazione il paesaggio. Il tutto rispondendo alle esigenze di chi ogni giorno opera nel territorio e rendere

sempre più competitiva la fi-liera produttiva made in Italy. Rosanna Bonollo di gree-NordEsT, ha dichiarato: "Le associazioni di categoria, le aziende di servizi locali e le imprese private devono di-

ventare i protagonisti della nuova fase di sviluppo econo-mico e sociale del territorio. E questo tavolo di lavoro sulla Sen è nato dalla necessità di unire le forze e dare un con-tributo completo, sotto tutti i punti di vista, alla strategia da adottare da ora al 2050 nei progetti di efficienza energetica e, più in generale, di sviluppo sostenibile del-le comunità". Partendo dalla convinzione che l'approccio dev'essere quello di una "vi-sione al 2050", l'obiettivo è sviluppare un modello ener-getico che porti alla nascita delle cosiddette "smart city": città intelligenti, efficienti dal punto di vista energetico, ali-mentate da fonti rinnovabili e con soluzioni per il trasporto pubblico e la mobilità soste-nibile. Attente alla salvaguar-dia del territorio e alla pre-venzione dei disastri naturali. E con spazi per la socialità dei cittadini. Per riuscirci bisogna svilup-

pare le "smart grid", infra-strutture per la generazione diffusa del sistema elettrico - comprese le stazioni di rica-rica per veicoli elettrici - e del controllo dei carichi. Nel documento di greeNor-dEst, inoltre, arriva la ferma contrarietà allo "sviluppo della produzione nazionale di idrocarburi, con un ritorno ai livelli degli anni Novanta, anche se nel rispetto dei più elevati standard ambientali e di sicurezza internazionali. Per cui, è secco il no a trivel-lazioni e a nuova generazione da fonti fossili". "Però - come ha sottolineato

Otello Dalla Rosa, ammini-stratore unico di Aim Energy - è indispensabile una strate-gia energetica nazionale per far ripartire una crescita so-stenibile. Bisogna mettere insieme maggiore efficienza energe-tica, e quindi riduzione dei costi per imprese e famiglie, con investimenti in energia

rinnovabile e pulita, contri-buendo così alla riduzione dei gas serra e all'equilibrio ambientale". Per questo motivo, rispetto alle rinnovabili elettriche, se-condo il documento prodotto dal tavolo di lavoro veneto "è condivisibile il continuo sup-porto agli investimenti, an-che in presenza di riduzione

o assenza di incentivi diretti. In particolare nel fotovoltai-co è auspicabile il supporto alla generazione diffusa e l'ap-poggio alla ricerca della grid parity attraverso l'aumento della soglia per lo scambio sul posto e il chiarimento e la sta-bilizzazione della detrazione del 50% per l'installazione di impianti fotovoltaicr.

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9: I LE SCADENZE Dal primo gennaio con l'entrata in vigore del Dlgs 190/2012 le amministrazioni devono saldare i fornitori entro trenta giorni' dal certificat di pagamento (60 per la Sanità). Tempi diversi possono essere concordati tra le parti, fino a un massimo di 60 giorni ma vanno motivati

U2 LECONSEGUENZE Se nuovi termini vengono superati l'amministrazione deve riconoscere al debito

te gli interessi di mora in utomatico, senza diffid

03 I LE VERIFICHE Ilfunzionario responsabile del procedimento deve comunque effettuare i controlli sullo stato di avanzamento lavori fornito dall'impresa nel limite dei trenta giorni

i LE DIFFICOLTA Se l'amministrazione non riesce ad acquisire il Dure entro i trenta giorni, non può comunque procedere al pagamento. Ulteriori ritardi potrebbero essere causati dalla necessità per l'ente appaltante di ritardare i pagamenti per via del patto di stabilità

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PagamentL L'applicazione delle norme sui tempi e ritardi

Anche le verifiche della Pa entro il termine di 30 giorni Alberto Barbiero

Le amministrazioni pubbli-che devono pagare le imprese per gli appalti di forniture, servi-zi e lavori entro il termine stan-dard di 3o giorni, ma possono concordare con le stesse un ter-mine diverso, in ogni caso non superiore a sessanta giorni.

Dal i° gennaio sono entrate in vigore le modifiche alla disci-plina dei pagamenti per le tran-sazioni commerciali (contenu-ta nel Dlgs 231/2002), che sono interamente applicabili ai con-tratti pubblici, compresi quelli relativi alle opere, per espressa previsione della normativa (D1- gs n. 192/2012, che recepisce la direttiva comunitaria sui ritar-di nei pagamenti, la 2011/17).

I ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastruttu re hanno prodotto una nota in-terpretativa (protocollo 1293 del 23 gennaio 2013) che ha evi denziato come la normativa set toriale (contenuta nel Codice dei contratti e nel regolamento attuativo) sia in parte compati-bile con il quadro generale (con riferimento alla tempisti ca di 3o giorni per il saldo del certificato di pagamento), ma come presenti anche disposi-zioni (ad esempio quella relati-va al periodo intercorrente tra la maturazione dello stato avan zamento lavori e l'emissione del certificato) confliggenti con le norme comunitarie e, quindi, sia da disapplicare (si veda anche il Sole 24 Ore del 24 gennaio).

La nuova normativa non può peraltro impedire che l'ammini strazione effettui le verifiche, comprese quelle del responsa-bile del procedimento rispetto allo stato di avanzamento lavo-ri proposto dal direttore lavori prima di autorizzare l'emissio-ne della fattura o del certifica-to. Ma queste operazioni - co-munque doverose - non potran no superare il termine stan-dard di 3o giorni.

Anche negli appalti di lavori, quindi, si applicano i termini

previsti dall'articolo 4 dell'inno-vato decreto 231/2002. Ed è sui tempi che i fornitori devono fo-calizzare l'attenzione.

Il termine standard, infatti, è individuato in 3o giorni dal rice-vimento della fattura (o di altro titolo di pagamento idoneo) da parte dell'amministrazione ap-paltante, ma questa può concor-

I vincoli

dare con l'affidatario un termi-ne diverso, comunque non su-periore a sessanta giorni e che deve essere giustificato dall'og-getto del contratto o da partico-lari condizioni al momento del-la stipulazione.

Negli appalti con gli organi-smi del servizio sanitario (Asl, aziende ospedaliere, istituti di ricerca) il termine standard è già di sessanta giorni (articolo 4, comma 5), senza altra esten-sione. Questa tempistica ri-schia però di essere vanificata daivincoli posti dal patto di sta-bilità interno alla gestione dei flussi di spesa.

I problemi maggiori potreb-bero aversi per le spese per in-vestimenti (lavori pubblici), in considerazione della maggiore rigidità e minore frequenza dei flussi in entrata che vanno ad alimentare la cassa (aspetto in-vece meno rilevante per la spe-sa corrente, salvo che negli enti sanitari, dipendenti in gran par-te dai trasferimenti regionali).

Gli operatori economici pos-sono tuttavia controllare se i re-sponsabili di servizio che han-no impegnato le risorse per l'ap-palto abbiano verificato il ri-spetto della programmazione della spesa (articolo 9, comma 2 legge n.102/2009).

Un ulteriore problema po-trebbe aversi in relazione ai tempi per l'acquisizione del Durc (documento unico di re-golarità contributiva) da parte della stazione appaltante, qua-lora non coincidano conto stan-dard dei 3o giorni: la mancanza del Durc impedisce infatti di dar corso al pagamento.

In caso di ritardo, la corre-sponsione degli interessi di mora deve essere effettuata dalle amministrazioni automa-ticamente, senza diffida del-l'impresa. Inoltre devono esse-re rimborsati all'operatore economico i costi per il recu-pero dei crediti e deve essere corrisposto un indennizzo for-fettario di 4o euro.

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Lnn sratl sna2 unpn con «bue. norma rivo

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Responsbffità Obbligo presente anche dopo l'addio alle verifiche di legittimità

Al segretario anche il dovere di controllo preventivo Arturo Bianco

Le segnalazioni anonime che contengano elementi preci-si possono essere assunte come base per l'avvio del giudizio di responsabilità contabile. Il se-gretario ha il dovere di segnala-re le illegittimità che sono conte-nute nelle proposte di delibera-zione; lo stesso vincolo è posto in capo al vicesegretario. La col-pa grave non è data dalla sempli-ce violazione di una norma: si ri-chiede in aggiunta una grave ne-gligenza. Sono le principali indi-cazioni contenute nella senten-za della terza sezione di appello della Corte dei Conti 40/2013. La pronuncia conferma la con-danna di primo grado irrogata ad amministratori, segretario e vice segretario di un Comune che hanno reiterato incarichi professionali senza che l'ente ne avesse un vantaggio. L'im-portanza della sentenza è data

dall'ampliamento degli ambiti entro cui matura la colpa grave, delle possibilità di avviare pro-cedimenti sulla base di notizie anonime e dalla definizione del-le condizioni entro cui matura la responsabilità del segretario.

Viene detto espressamente che «il carattere anonimo di un esposto non è diper sé di ostaco-lo al legittimo avvio dell'istrut-toria tanto più se la segnalazio-ne .. configura una notizia di danno specifica e concreta». In questo modo si ribadisce l'am-pia discrezionalità che la procu-ra della Corte dei Conti ha nel

ft BASI Una segnalazione anonima

può essere sufficiente

per avviare un giudizio

se contiene elementi

«specifici e concreti»

selezionare le notizie sulla cui base avviare un procedimento di responsabilità contabile.

Altrettanto netta è l'individua-zione delle condizioni per la ma-turazione della responsabilità del segretario e, elemento per molti aspetti innovativo, del vi-cesgretario. Essi hanno il dovere di «esprimere pareri di legittimi-tà sulle delibere dell'ente loca-le» e la presenza nelle riunioni di Giunta e consiglio impone lo-ro di «evidenziare la non confor-mità a legge del provvedimen-to». Né questo dovere è venuto meno a seguito dell'abrogazio-ne del parere di legittimità da parte del segretario; essi hanno il «preciso obbligo giuridico di segnalare agli amministratori le illegittimità contenute negli ema-nandi provvedimenti, al fine di impedire atti e comportamenti il-legittimi forieri di danno eraria-le». E questo il tratto essenziale

del loro «ruolo di garanzia». Infine la sentenza chiarisce

che per configurare la presenza del fattore della colpa grave «non è sufficiente la semplice violazione della legge odi regole di buona amministrazione ma è necessario che questa violazio-ne sia connotata da inescusabile negligenza o dalla previsione dell'evento dannoso». Ovvero, occorre «un comportamento av-ventato e caratterizzato dalla as-senza di quel minimo di diligen-za che è lecito attendersi in rela-zione ai doveri di servizio propri o specifici dei pubblici dipen-denti». Occorre cioè una condot-ta caratterizzata dalla «prevedi-bilità delle conseguenze danno-se del comportamento». Un suo altro indice è costituito dall'ele-vato «grado di anomalia e di in-compatibilità dei comportamen-ti concreti rispetto agli schemi normativi astratti, ivi compreso il dovere di svolgere i propri compiti con il massimo di lealtà e diligenza». La presenza di que-sto componente deve essere ve-rificata con riferimento alla con-dotta concretamente seguita da amministratori e funzionari.

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T C n

I piani anti-dissesto appesi a finanziamenti incerti di Ettore J orlo

cco arrivato il primo pia- no di riequilibrio finan-

A„2 ziario pluriennale. È il consiglio comunale di Napoli ad averlo approvato il 28 gen-naio scorso. Toccherà ora al-la sottocommissione ministe-riale e alla sezione regionale di controllo, rispettivamente, istruirlo, esaminarlo ed even-tualmente approvarlo. In difet-to, ci sarà il dissesto.

A ben vedere, è iniziata la scalata al Fondo di rotazione di 2,008 miliardi di euro, dei quali 70 milioni destinati "ad en-tem" (50 alla Regione Campa-nia e 20 al Comune di Reggio Calabria perché sciolto per condizionamento mafioso) e 528 "consumati" in favore dei meglio informati. Di coloro che sapevano delle ricchezze disponibili per il 2012, in favore dei quali (40 Comuni prevalen-temente della Sicilia, Calabria e Campania) dovrebbero anda-re poco più di 200 euro pro ca-pite. Diversamente accadrà, in-vece, per quelli che dovranno dividersi le povertà del 2013, equivalente a una torta di soli 90 milioni. Ciò in quanto sarà difficile ricapitalizzare un qual-che "ritorno" di quanto elargi-to per il 2012. Insomma, «chi ul-timo arriva male alloggia». I nuovi avranno l'occasione di godere del primo riparto pro-

grammato per il prossimo 15 giugno. Il secondo ci sarà il suc-cessivo 15 novembre.

La metodologia di assegna-zione del finanziamento legit-tima qualche dubbio. Come è possibile pensare, a legislazio-ne vigente, a determinare una quota pro capite a cittadino e a procedere, di conseguenza, a definire il riparto del budget finanziario fissato sulla base delle semplici "istanze", ovve-

LINTERRCGATIVO Come può realizzarsi un progetto basato su un'anticipazione maggiore di quella che sarà erogata?

rosia prima della definizione (stimata per fine maggio 2013) delle valutazioni dei piani di riequilibrio da parte delle Cor-ti dei Conti regionali, che po-trebbero anche negarne l'ap-provazione?

E ancora, nel caso in cui si do-vesse pervenire alla verosimi-le rideterminazione di una quo-ta a cittadino al di sotto della so-glia massima di 30o euro, co-me si farebbe considerare cor-retta l'originaria formulazione della deliberazione consiliare approvata e, quindi, dei «piani di rientro» successivamente

perfezionati su finanziamenti non più corrispondenti alla quota pro capite ripartita defi-nitivamente?

Due interrogativi che sottin-tendono una non condivisio-ne delle procedure fino ad og-gi adottate, che appaiono quan-tomeno irragionevoli e poco trasparenti.

Veniamo all'evento napole-tano. Un consiglio comunale che lo licenzia, in una seduta af-follata di perplessità. Dunque, ecco il business plan per riequi-librare le finanze di Napoli, as-sediata dai fornitori e non solo. Un progetto di 3.163 milioni che nel caso migliore potrà tut-tavia contare su soli 200/240

circa a cittadino dalla quota fondo di rotazione. Ovviamen-te da restituire allo Stato.

È accaduto ciò che ci si aspet-tava. Ciò che era necessario che vi fosse per risanare lo scia-lacquio di risorse dei decenni trascorsi. Su tutto le aliquote al massimo: Imu (10,6 per mille); addizionale Irpef(0,8%); la Ta-res (rifiuti); la Cosap (occupa-zione dei suoli pubblici). Non solo. Diverranno molto più ca-ri gli asili nido, le mense scola-stiche, i trasporti pubblici e i bi-ghetti dei musei. Meno male che la capitale partenopea pos-siede un patrimonio immobi-liare su cui contare, dal quale ricavare 780 milioni.

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L'imposta di sbarco non si estende ai privati Giuseppe Debenedetto

L'imposta di sbarco sulle isole è dovuta solo se si viaggia con una compagnia di naviga-zione che fornisce collegamen-ti di linea. Lo ha stabilito il Tar Toscana con la sentenza 2058/2012, accogliendo il ricor-so del ministero dell'Econo-mia contro un regolamento co-munale che estendeva il prelie-vo agli «altri vettori pubblici e/o privati».

La legge 44/12 consente ai Co-muni delle isole minori di istitui-re un nuovo tributo in alternati-va all'imposta di soggiorno, da applicare fino a un massimo di 1,50 euro e riscosso dalle compa-gnie di navigazione con il prez-zo del biglietto. I proventi sono destinati a finanziare interventi in materia di turismo, di fruizio-ne e recupero dei beni culturali e ambientali e dei relativi servi-zi pubblici locali. La nuova tas-sa è stata introdotta dalle princi-pali isole turistiche, tra cui Ca-pri, La Maddalena, Capraia, Gi-glio, Tremiti, Ischia, Ponza.

La norma si riferisce alle sole compagnie di navigazione di li-nea, obbligate a riscuotere l'im-posta al momento del rilascio del biglietto di imbarco, da ver-sare poi nelle casse comunali se-condo le modalità previste dal-la legge 44/12 e dal regolamento locale. Il Comune di Capraia ha invece ritenuto di estendere l'applicazione del tributo a tutti i turisti che arrivano sull'isola, anche tramite imbarcazioni non di linea. Il Tar Firenze ha tuttavia censurato la scelta loca-le, poiché impone una prestazio-ne patrimoniale in violazione della riserva di legge sancita dall'articolo 23 della C ostituzio-ne.Un ulteriore profilo di illegit-timità è stato ravvisato nella par-te del regolamento comunale che rimette la soluzione delle controversie a «procedure di mediazione» anziché alle com-missioni tributarie, in contrasto con l'articolo 2 del Dlgs 546/92.

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Pasquale Monea Marco Mordenti

Il parere formalizzato con la deliberazione 513/2012 (diffu-sa nelle ultime settimane) del-la Corte dei conti sezione con-trollo Lombardia riafferma l'orientamento giurispruden-ziale secondo il quale le modali-tà di computo ai fini della disci-plina vincolistica in tema di spesa di personale incidono non solo sulla spesa del perso-nale alle dirette dipendenze dell'ente, ma vanno conteggia-te anche per il personale che svolge attività al di fuori del sin-golo Comune, per tutte le for-me di esternalizzazione o di as-sociazione intercomunale.

Secondo la Corte dei conti, le amministrazioni interessa-te a processi di convenziona-mento, per rendere corretta-mente le certificazioni e le at-testazioni relative al rispetto dei parametri di spesa per il personale, previsto dalla nor-mativa, dovranno conteggiare la quota parte di spesa diperso-nale in convenzione che sia ri-feribile al Comune. Allo scopo si dovranno reperire e adotta-re idonei criteri per determina-re la misura della spesa di per-sonale riferibile pro-quota al

Comune (Corte dei conti, se-zione autonomie 8/2011).

Ciò vale anche per la gestione in convenzione delle funzioni fondamentali. Il principio è già consolidato nell'ipotesi di unio-ne, per cui, in relazione alle fun-zioni attribuite, la spesa soste-nuta per il personale dell'unio-

LIEDICAZIOEE Peri vincoli alle uscite vanno conteggiati pro quota anche i dipendenti che svolgono la propria attività nelle funzioni «esternalizzate»

ne non può comportare, in sede di prima applicazione, il supera-mento della somma delle spese di personale sostenute prece-dentemente dai singoli Comu-ni partecipanti. Secondo la Cor-te, a regime, attraverso azioni di razionalizzazione organizza-tiva e di rigorosa programma-zione dei fabbisogni, sarà ne-cessario assicurare progressivi risparmi di spesa in materia di personale (si veda sul punto la deliberazione 426/2912/Par del-la sezione regionale di control-lo di Lombardia).

La gestione associata delle funzioni in forma convenziona-ta si deve svolgere in modo tale che non si superi la spesa aggre-gata complessiva in preceden-za destinata a tali funzioni dai singoli Comuni convenzionati.

Nel caso analizzato dalla se-zione Lombarda, il Comune che non aveva registrato la spe-sa di personale per l'assenza di personale interno di polizia lo-cale, sopporterà una spesa ag-giuntiva, da compensare con la minore spesa di personale rife-rita alle altre funzioni fonda-mentali da gestire in forma as-sociata. Il parere analizza quel-la che deve essere la concreta organizzazione di ciascuna fun-zione. L'unificazione degli uffi-ci, a seconda delle attività che in concreto caratterizzano la funzione, prevede la responsa-bilità del servizio in capo a un unico soggetto che disponga dei necessari poteri organizza-tivi e gestionali, nominato se-condo le indicazioni contenute nell'articolo 109 del Tuel (il te-sto unico degli enti locali, de-creto legislativo 267/2000). Pertanto, dovrà essere l'atto co-stitutivo dell'unione o della convenzione predisposta per la gestione associata dei servizi

a prevedere le modalità di no-mina dei responsabili dei servi-zi, previo adeguamento del re-golamento degli uffici e dei ser-vizi di ogni ente aderente.

La raccomandazione è che, nell'operare la riorganizzazio-ne, gli enti non devono eludere gli obiettivi di finanza pubbli-ca (articolo 14, commi 27 e se-guenti, del decreto legge 78/2010), ossia, adottare solu-zioni organizzative che di fatto nonportano a risparmio di spe-sa, perché nella sostanza, non modificano la precedente orga-nizzazione.L'esercizio unifica-to o associato della funzione, invece, implica che sia ripensa-ta e organizzata ciascuna attivi-tà, cosicché ciascun compito che caratterizza la funzione va considerato in modo unitario e non come sommatoria di più at-tività simili. Lo svolgimento unitario di ciascuna funzione non implica necessariamente che la stessa debba far capo a un unico ufficio in un solo Co-mune, mentre si può ritenere, in relazione ad alcune funzio-ni, che sia possibile mantenere più uffici in enti diversi. Ma an-che in questi casi l'unitarietà della funzione comporta che la stessa sia espressione di un di-segno unitario guidato e coor-dinato da un responsabile, sen-za che si possa escludere, in li-nea di principio, che specifici compiti e attività siano deman-dati ad altri dipendenti o anche agli organi di vertice dell'am-ministrazione comunale parte-cipante alla convenzione.

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Personale, Parere della Corte dei conti della Lombardia

La gestione associata deve produrre risparmi

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lant; stat1jsulle impnw con «buco. norma m°

11/02/2013

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pressunE

ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano

Tribu... La legge di stabilità ha abrogato il comma con la riserva per l'Erario

Imu statale sulle imprese con «buco» normativo

Il divieto di agevolazioni privo di base nelle regole

Pasquale Mirto

La risposta del ministero dell'Economia in merito al get-tito Imu 2013 dei fabbricati ru-rali, data alla manifestazione Telefisco 2013 (si veda Il Sole 24 Ore del l ° febbraio 2013), complica ancor di più l'incerto quadro normativo dell'impo-sta, aprendo la strada a possibi-lità interpretative ed applicati-ve che sarebbero pericolose per le entrate dello Stato.

La legge di stabilità ha modi-ficato per il 2013 le regole di ri-parto tra Stato e Comuni del gettito Imu. L'articolo 13, com-ma n del Dl 201/2011, che attri-buiva allo Stato la riserva di una quota dell'imposta pari al-la metà dell'importo dovuto ad aliquota di base di tutti gli immobili, ad eccezione dell'abitazione principale e delle pertinenze, oltre che dei fabbricati rurali ad uso stru-mentale, è stato soppresso.

Il gettito Imu verrà incassa-to tutto dai Comuni, fatta ec-cezione per i fabbricati di ca-tegoria D, per i quali è previ-sta la riserva allo Stato del gettito calcolato applicando l'aliquota standard dello 0,76 per cento. È lasciata co-munque la possibilità ai Co-muni di aumentare sino a o,3 punti percentuali l'aliquota,

riservandosene il gettito. Nel ridisegnare il nuovo ri-

parto tra Stato e Comuni il le-gislatore non è però interve-nuto con il bisturi ma con la mannaia, eliminando integral-mente il comma it dell'artico-lo 13, che prevedeva che il get-tito dell'Imu dovuta per i fab-bricati rurali strumentali fos-se interamente riservato ai Comuni. Con l'abrogazione della norma, il gettito relativo ai fabbricati strumentali clas-sificati in categoria D/io, es-sendo questi «fabbricati pro-duttivi di categoria D», do-vrebbe essere riservato, se-condo il Ministero dell'Econo-mia, allo Stato. La tesi ministe-riale, sebbene aderente al da-to letterale della norma, apre a parecchie incertezze.

Un primo profilo è rappre-sentato dalla circostanza che non tutti i fabbricati rurali stru-mentali sono accatastati in ca-tegoria D, potendosi accatasta-re, in base al decreto del mini-stero dell'Economia del 26 lu-glio 2012, anche in altra catego-ria, ad esempio C/2, ma con l'annotazione che si tratta di fabbricati rurali. Quindi, si avrebbero fabbricati strumen-tali, quelli con categoria D, il cuigettito sarebbe riservato al-lo Stato, e fabbricati strumenta-li, quelli iscritti nelle altre cate-gorie catastali con l'annotazio-ne di ruralità, il cui gettito sa-rebbe riservato ai Comuni. È difficile intravedere una razio-nalità fiscale in questa distin-zione, mentre è facile vedere un'inutile complicazione per gli agricoltori.

Inoltre, nell'Imu 2013 è previ-

sta la riserva allo Stato del getti-to dei fabbricati D con applica-zione dell'aliquota standard dello 0,76 per cento, ma la nor-mativa (articolo 13, comma 8) prevede ancora oggi per i fab-bricati rurali strumentali l'ap-plicazione della aliquota base dello 0,2 per cento, peraltro non aumentabile ma solo ridu-cibile sino allo 0,1 per cento. Se-condo il ministero dell'Econo-mia, si continuerebbe ad appli-care l'aliquota dello 0,2 per cen-to, facendo salva anche la possi-bilità per i Comuni di disporre l'eventuale riduzione.

Abenvedere, la tesiministe-riale, che autorizza il Comune a intervenire sulla quota stata-le, troverebbe un suo fonda-mento nella soppressione del-lo stesso comma n, che conte-neva anche il divieto per i Co-muni di deliberare riduzioni che potessero incidere sulla quota statale. Ma se si aderisce a tale tesi, si dovrà anche am-mettere che come il Comune può ridurre l'aliquota base dei fabbricati rurali così potrà ri-durre anche l'aliquota base dei fabbricati di categoria D.

È evidentemente impossibi-le lasciare ai Comuni la discre-zionalità di abbassare l'aliquo-ta standard, come conferma-to dal dipartimento Finanze che impone di rivedere le ali-quote ai Comuni che prevede-vano agevolazioni per questi immobili (si veda Il Sole 24 Ore del 6 febbraio). Per chiu-dere il cerchio, però, occorre che il legislatore intervenga nuovamente, ripristinando il comma 11 soppresso.

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rl Pli,P110 CAS,1

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Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi

11/02/2013

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quattro aun lui debutto, il purilo sulla legge che conse ristruttu (li edifici

Piano casa? Ora convince Proroghe e nuovi margini d'intervento in 18 regioni

Pagina a cura DL Duruo LuE

onostante ne al debutto da parte

\ degli ambientalisti, la bocciatura di molti

addetti ai lavori dopo i primi. mesi di applicazione e quella dalla Corte dei conti nell'ana-lisi sui risultati fino al termine del 2011, il Piano casa e vivo e vegeto. Nelle ultime setti-mane diverse regioni hanno legiferato ancora in materia, nella maggior parte dei casi con proroghe delle misure in scadenza a fMe 2012, Segno evidente che il mattone, capa-ce di sviluppare il 18% Ilei pii italiano, comprendendo anche l'indotto, è strategico per inter-cettare la ripresa.

Quallro anni di interven.- ti. II provvedimento indirizza-to a rilanciare l'edilizia abita-tiva si avvicina al. traguardo

dei quattro anni. Infatti, il via libera formale risale alla Con- fe.-ren za cata, stato-regioni del l' aprile 2009, durante la quale le regioni si sono impe-gnate ad approvare leggi volte a migliorare la qualità archi tettonica e/o energetica edifici entro il. limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-bi. fami-liari e a disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici a destinazione resi-denziale entro il limi te del 35% della volumetria esistente, con l'obiettivo di migliorare la qua-lità architettonica, l'efficien.za, energetica e l'utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e se-condo criteri di sostenibilita ambientale. Da allora sono se-guiti i provvedimenti delle re-gioni, di solito con scadenza al termine dell'anno solare, molti dei quali sono stati prorogati di

anno in anno, sino alle nuove scadenze fissate per fine 20.13, non sempre con modifiche so-stanzi ali.

In 18 confermano la mi-sura. Se si escludono la To-scana, l'Emilia -Romagna e la provincia di Trento, in tutte le altre regioni (e nella provincia autonoma di Bolzano) il Piano cari& è attivo anche nell'anno da poco iniziato. Una delle ul-time a intervenire è stata la. Campania: con l'approvazione della legge n. 40/2012 ha spo-stato di un anno la scadenza della legge regionale 19/2009, che nel tempo è stata modifi-cata, in particolare limitando l'incremento (massimo 20%) di volumetria agli edifici uni- hifamiliari fino a 1.500 metri cubi (contro i mille della legge iniziale), inoltre gli interventi sono consentiti nei piani fuori terra fino al terzo (uno in più_ della previsione iniziale). Per

la demolizione e ricostruzio-ne, il premio di volumetria è del 3r)%, ma rispetto alla. nor-mativa. iniziale non deve più euncentrarsi ii~ssariamen te

all'interno delle stesse uni-tà immobiliari catastali, ma all'interno delle aree entro le quali gli edifici sono ubicati.

Non ci sono modifiche so-stanziali, invece, nell'ultima finanziaria regionale dei Pie--monte (n, 12/201_2), ai di là della scadenza portata al 31 dicembre di quest'anno. a li ampliamenti sono resi. possibili nella misura massima del 20% nelle abitazioni uni-bifamilia-ri, ma a patto che vengano ac-compagnati da un incremento degli standard energetici, az condizione che la, nuova volo-incida dell'immobile non supe-ri i 1.200 metri cubi.

Non ha invece modificato la scadenza del provvedimento, già fissata per il. 17 dicembre

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prossimo, la legge della regio-. re Molise n, 27/2012, che tut-tavia estende la possibilità di edificare residenze ai fini del recupero urbanistico degli in-sediamenti abusivi.

Il quadro delle novità si completa con il Veneto, che ha messo a punto uno schema che attende il via libera dei Con-siglio regionale per diventare operativo. 11 nuovo testo preve-de bonus volumetrici. dei 50% e del 60% in presenza di Pila. Piani urbanistici attuativi e forti sconti sui contributi di costruzione per gli interventi di demolizione e ricostruzio-ne che migliorano l'efficienza energetica degli edifici. inoltre è consentita la demolizione e ricostruzione con ampliamen-to agli edifici non vincolati, o sottoposti a tutela, situati nei centri storici, che prima resta-vano esclusi dalle possibilità di riqu.alificazione.

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8.3 1.H.i

. . .... . .

Gli interventi per la demolizione e la ricostruzione narn r._)liarrierito del 35% di più edifici appai ,-tenenti a uno stesso proprietario e situati nel medesimo lotto possonf.1 essere accorpati

9Paff a t3::

. . Previsti la'frazionaf:nlita, cioe la possibilità di dividere gli interventi di ampliamento nel limite del 20% -per ogni unità imnlebiFlare - volume esistente all'atto del Prime lnterven. to, in modo da pc ter. agire in momenti diversi sulla propr unità inirnobiliare.

e to,à e. W Zati Mie0

to nar sconti sui contributi di costruzione per gli interventi di derrio-- lizione e ricostruzione che migliorarlo l'effioieriza energetica degli aditici. Inoltre è corisentita la demolizione e ric.ostr telo-

e cori ampliamento agli ef_1; fic i non vincolati, o sottoposti a tutela, situati nei centri storici, che prima restavano esclus: dalle possibilita di riqualificazione (provvedimento in attes di approvazione)

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È stata stralciata, in vista di una discussione a breve, la possibilità di interventi nei confronti di edifici a destinazione produttiva e per le situazioni che prevedono la demolizione

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1/ presidente _Bertolin spiega il programma della Cida inviato ai leader dei partiti

La politica alla larga dalla p.a. 1mministrazione a data a manager scelti per merito

,..;.\, ei. giorni scorsi , la \ Cida-manager e arte professionalità, per l'Italia ha inviato ai

principali leader politici il proprio programma, dal si-gnificativo titolo ,L'itaha che vogliamo». In esso sono con-tenute alcune idee forti, come quella di slegare indirizzo e gestione della cosa pubblica e q33.ello di voler attuare, come ;aria delle parti più impor-tanti della società civile, un controllo serrato .sull'operato del prossimo governo. Ne pas:- liamo con. Silvestre Bertolini, presidente Cida.

Domanda. Presidente, quali sono /e basi su cui si poggia L:Italia che vo-gliamo?

Risposta. Competenza e rinnovamento delle classi_ dirigenti, centralità del lavo-ro, della qualità e del merito, investimenti in capitale uma-no e intangibile per costruire

la società della conoscenza, rinnovamento dell'Italia e dell'Europa, per poter me-glio affrontare i mutamenti in atto. _Abbiamo individuato sei grandi aree sulle quali_ riteniamo urgente interveni-re: competitività aziendale; welfare; sanità.; fisco; rifor-ma della Repubblica e della p.a.; istruzione, universita e ricerca. In ognuno di questi ambiti, occorrono innanzhat-to più_ manager e più cultura manageriale.

D. Le idee che propone-te sono ambiziose,—

R. Si, il nostro programma contiene tante idee ambi-ziose, ma vi assicuro che è fattibile. I manager italiani vogliono impegnarsi per il bene comune, integrando la loro professionalità con la gestione della politica. Abbiamo fatto ia nostra parte con tasse e contribu-ti di solidarietà, quindi ora ci sembra giusto mettere in pratica anche le nostre idee. I soldi che servono per attuare le riforme che propo-Triarfl o possono essere reperiti dai tagli ai costi della politica, ;agli sprechi della spesa pub-blica, dalla lotta all'evasione. Non possiamo più rimandare dare _ta ripresa dell'economia e la

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crescita del nostro paese:

D. in merito al riordino delle pubbliche ammini-strazioni. cosa propone-te?

R. Pensiamo che delle pub-bliche amministrazioni gui-date da manager scelti per merito, valutati sui risultati e del tutto slegati dalla politica potrebbero dispiegare la forza di tanti bravi dipendenti. La prima riforma e rivoluzione che vogliamo è limitare l'in-fluenz,a e l'azione della poli-tica e. scegliere manager pub-blici per meriti e competenze valutandoli sui risultati per la collettività.

D. Per la competitività quali linee di intervento vorreste mettere. in atto?

R. Riassumo prospettan-dole tre azioni: l. Maggio-ri investimenti nella filiera dell'italianità, dal turismo alla cultura, dall'ambiente al benessere, dall'agroindustria glia green econorny. Ritenia-mo che questa sia una filiera decisiva anche per colmare il divario Nord-Sud del paese. 2, Riduzione del cuneo fiscale del lavoro dipendente e maggiore importanza alla componente variabile delle retribuzioni dei redditi da lavoro dipendente. 3. Abbattimento dell'eccesso di burocrazia che grava sulle imprese.

Se tutto questo fosse, af.:. fiancato anche da politiche industriali volte a superare la frammentazione delle azien-de, da un maggiore contatto, sul territorio fra enti, istitu-zioni di ricerca e aziende interessate e da maggiori risorse da destinare agli investimenti per soste-nere R&S e arginare il fenomeno del. brain drain, direi che l'Italia sarebbe pronta a ri-partire.

11 . In materia weitare che idee mettete sul piat-te?

R. L'Italia ha bisogno di un welfare, in grado di sostenere io sviluppo e con trastare ogni fat- tore di discriminazione e ingiu-stizia sociale; di un welfare che guardi in maniera dina-mica e attiva alla valorizza-zione di ogni persona come risorsa per sé e per la comu-nità, a prescin-dere dalla sua condizione. Per ripensare in questo modo il welfare, oc-corre concentrarsi sul supera-mento delle forme di sostegno episodiche a favore di percorsi di inclusione in progetti di svi-luppo e «occupabilita» perma-nente. Pensiamo a favorire il ricorso a. contratti di solidarie-tà, per contenere i costi del per-sonale dirigenziale ed evitare i licenzia menti, alla promozione di «patti intergenerazionali, di genere, allo sviluppo di pat-ti territoriali nel sociale che superino gli attuali piani di zona, Che abbiano la capacità di coinvolgere tutti i soggetti pubblici, privati e del privato sociale per la costruzione di un welfare plurale e attivo.

D. E per il settore sani-tà?

R. A nostro parere occorre innanzitutto

progressivo aumento

degli inve- stimenti dedicati all'as-sistenza continuati-

va. Va poi - - d i stinta. la figura

di medico (responsabile di

un'equipe medica con leader-. chip professionale) da quella di gestore delle risorse (re-sponsabile della struttura con competenze, tecniche specifi-Che). A partire da questo, pro-poniamo: 1. di modificare il

Titolo V della Costituzione, per dare al governo :a possibilità di definire auto-nomamente, i livelli essen-ziali di assi-stenza sani.-Caria (Lea); 2. di. definire un modello assistenzia-le ospedalie-ro omogeneo

su tutto il territorio naziona-le; 3. limitare l'attuale inge-renza politica nella gestione delle strutture sanitarie. Al-tra azione che proponiamo a favore della sanità è quella di prevedere fondi finalizzati alla long term care, capaci di stimolare la. concorrenza..

Ti E cosa mi dice rispet-to al peso dell'imposizione fiscale, da voi definita ele-vata e iniqua?

R. I dirigenti pubblici e privati rappresentano 11,5(,) dell'insieme dei contribuenti italiani eppure concorrono per circa 20% del gettito totale dell'irpef. Per lei è una situazione equa? E urgente realizzare una riforma del sistema tributario, altrimen- ti la crescita non ci sarà. Noi proponiamo la risoluzione del «conflitto di interesse fiscale», consentendo di. portare in de- duzione una parte del bene o servizio a.couistato, in modo da obbligare il venditore a es- ser-e in regola con gli adempi- men ti fiscali, proponiamo la riduzione e la progressività della curva delle aliquote Ir- pef che, gravando prevalente- mente sul reddito da lavoro dipendente, raggiungono velo- cemente le aliquote marginali pii elevate, promuoviamo il

reinserimento nel ddl di stabilità del riferimen-

to esplicito alla destinazio-

ne delle maggiori

entrate de- rivanti

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11/02/2013

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dalla lotta all'evasione alla riduzione del debito pubblico e successivamente del. carico fiscale su lavoratori, pensio-nati, famiglie e imprese. In-fine, proponiamo l'aumento e l'indicizzazione del limine del-la deducibili tà dei contributi versati ai Fondi di assistenza sanitaria, previdenziale e for-mativa integrativa.

D. In merito al settore dell'istruzione, dell'uni-versità e della ricerca, quali azioni vorreste at-tuare?

R. In Italia questi settori non godono di ',ottima salute» e necessitano di interventi ed azioni strutturali. Alcuni ten-tativi sono stati compio ti rn a non hanno prodotto i risultati attesi, Per ridare vigore ed ef-ficacia a questi settori occorre innanzitutto razionalizzare modalità di intervento e ac-crescere il volume dei finali-ziamenti. Occorre poi definire in. modo adeguato l'organico dei dirigenti, docenti direttori Sga e personale amministra-tivo (nelle scuole) e quello dei ricercatori (negli enti di ricerca). Le parole d'o•dine devono essere autonomia, flessibilità, valutazione, me-rito, competenze, apertura al mondo produttivo.

Il Come pensate, ope-rativamente, di offrire il vostro contributo?

R. Abbiamo messo in moto un serrato piano di incontri con le principali coalizioni e con. i singoli candidati su

tutto il territorio nazionale, Ad essi presenteremo le no-stre proposte, chiedendo in. cambio risposte chiare ed impegni precisi. Il. nostro pro-gramma politico sarà anche lo strumento su cui valutare l'operato di chi vincerà le ele-zioni 2013 e avrà il compito di mantenere le promesse nell'arco dell'intera legisla-tura. Ii controllo sarà molto stringente e serrato.

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Lo strappo definitivo tra la Chiesa e il Pdl CLAUDIO TITO

L 5 ULTIMO strappo tra i vertici della Chiesa ita-liana e il Pdl si è consu-

mato proprio in queste ore. Con uno sgarbo che Segreteria di Sta-to e presidenza della Cei consi-derano uoco digeribile.

PdlassentcaiPaCalenuleasi ultimostrappoconlaChicsa Metonc-BagraeslopaSilvie

la Repubblica Direttore Responsabile: Ezio Mauro

11/02/2013 pressunE

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Pdl assente ai Patti Lateranensi ultimo siappo con la Chiesa da Bertone-Ba asco stop a Silvio Ma Ruini e i conservatori: centrodestra male minore

(segue dalla prima pagina)

CLAUDIO TITO

IL SEGRETARIO del Pdl, Angelino Alfano, infatti, dopo aver diserta-to il concerto con il Papa, non

prenderà parte nemmeno al tradi-zionale ricevimento che celebra l'anniversario dei Patti Lateranensi. Ci saràMario Monti, in qualità di pre - sidente del consiglio, e il leader Udc, Pier Ferdinando Casini. Pierluigi Bersani, invece, presente al concerto con Benedetto XVI ha fatto sapere per tempo di non poter partecipare all'appuntamento.

Ameno di un cambio di program-ma dell'ultima ora da parte di Alfano (che comunque verrebb e considera-to tardivo dal punto di vista dei rap-porti "politici"), domani pomeriggio nella sede dell'Ambasciata italiana presso laSantaSede non ci saràquin-di nessuno dei "big" del Pdl. Non es-sendo previsto neanche Silvio Berlu-sconi. Non mancherà l'"ambascia-tore" del Cavaliere, Gianni Letta, ma si tratta comunque di una lesione nei contatti tra Chiesa e centrodestra mai così evidente. Anzi, la "fotogra-fia" nei saloni di Palazzo Borromeo dei cosiddetti "colloqui in piedi"

CZR-kno né r,MuscoM ~,enàz:,•mannz.: zz-d r~in%, -mo

donunn

senza una "presenza berlusconia-na" non ha di fatto precedenti dal 1994. Del resto l'allontanamento delle attuali gerarchie ecclesiastiche dai rappresentanti pidiellini negli ul-timi due anni è stato progressivo.

Eppure la "foto" di domani è an-che il frutto di un ultimo scontro che si sta consumando all'interno della Conferenza episcop ale italiana e con la Segreteria di Stato. Una battaglia che in questo caso vede alleati Tarci-sio Bertone, numero uno della Curia, il presidente della C eiAngelo Bagna-sco e l'Appartamento papale. Sull'al-tro fronte la "destra curiale" che sul versante dellaCeisib asa sull'asse co - srtuito da Ruini con il Patriarca diVe-nezia Moraglia e all'interno del Vati-cano sulla convergenza tra il prefet-to della Congregazione per il Clero Mauro Piacenza e monsignor Bale-strero.

L'ultimo affondo della "corrente" ruiniana, infatti, c'è stato in occasio-ne delle formazione delle liste eletto-rali. Secondo Don Camillo, il Cava-liere resta il «male minore» e lo stru-mento per conseguire un «risultato utile», al punto di benedire nel Lazio il p atto tra Francesco Storace e Euge-

nia Roccella. «Berlusconi — va ripe-tendo da s ettimane — ivoti ancora ce li ha». L'ipotesi di un'intes a tra il cen-trosinistra e la lista di Monti viene considerata «inappropriata». Non a caso, proprio i "bracci armati" di Rui-ni — a cominciare da Monsignor Fi-sichella—avevano chiesto a gennaio ai rappresentanti di Scelta Civica e al leader centrista Casini dimettersi al-la guida di un nuovo centrodestra cercando di replicare una sorta di "Operazione Sturzo". Con l'obietti-vo, appunto, di rendere impossibile la successiva alleanza con lo schiera-mento di Bersani in virtù dei «valori non negoziabili».

Una linea contestata dall'asse Bertone-Bagnasco. Entrambi, infat-ti, considerano la presenza del Cava-liere nella corsa elettorale un ostaco-

lo insormontabile sia a causa delle vi-cende Noemi e Ruby, sia per l'imma-gine internazionale dell'ex premier. Dopo letensionipiuttosto vistose dei mesi scorsi, quindi, tra Segreteria di Stato e Cei è stata siglata una sorta di «tregua operosa». Res aplasticamen-te visibile alla presentazione alcune settimane fa del libro "La porta stret-ta" che raccoglie le prolusioni del presidente della Cei. Un patto che, secondo gli uomini più vicini ai ver-tici episcopali e della Curia, si basa anche sui nuovi orientamenti dei credenti praticanti. L'attivismo " rui-niano", infatti, non sembra aver pre-so piede tra i cattolici di base se si considera il recente sondaggio pub-blicato dal mensile Jesus: Pd e Scelta Civica sono in cima alle loro prefe-renze e il centrodestra scivola sem-

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L'ULTIMA VOLTA Nell'immagine del 2011 l'ultima volta di Berlusconi al ricevimento per l'anniversario dei Patti Lateranensi stipulati nel 1929

ALFANO Il segretario del Pdl non sarà al tradizionale ricevimento per l'anniversario dei Patti Lateranensi

CASINI Il leader dell' Udc sarà invece presente al ricevimento in ambasciata. Parteciperà anche il premier Mario Monti

LETTA L'ex sottosegretario sarà al ricevimento, in quanto gentiluomo di sua Santità e non come rappresentante del Pdl

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PdlassentcaiPaCalenuleasi ultimostrappoconlaChicsa Metonc-BagraeslopaSilvie

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pre più dietro. Anzi, tra quelli che un tempo votavano per il Cavaliere emerge la tentazione-Grillo. Per di più i «valori non negoziabili» non vengono considerati un criterio fon-damentale per le scelte politiche. La disposizione verso il superamento del "rapporto esclusivo" con il cen-trodestra sta diventando quindi il perno di quella ricucitura di rappor-ti tra Bertone, Bagnasco e l'Apparta-mento papale. Basti pensare all'ap-pello lanciato pochi giorni fa proprio dà capo della Cei che tutti hanno in-terpretato come un ulteriore stop à Cavaliere: «Gli italiani hanno biso-gno della verità delle cose, senza sconti, senza tragedie ma anche sen-za illusioni. La gente non si fa più ab-bindolare da niente e da nessuno».

Ma questa scelta viene appunto criticata dalla componente "ruinia-na" e dai conservatori. Al punto di tentare un accordo con l'ala più con-servatrice della Chiesa. Non è un ca-so che direcente sia p artita un'offen-siva diplomatica con il Cardinale Piacenza (che aspirava alla succes-sione di Bertone in Segreteria di Sta-to), con Moraglia (Patriarca di Vene-zia), e con l'arcivescovo di Ferrara Luigi Negri (vicino a Cl) e monsignor Balestrero (Sottosegretario per i

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Rapporti con gli Stati). A loro è offer-ta una sponda per creare un nuovo rapporto di forze. Si tratta di uno scontro che dentro la Curia richiama alla memoria ilvecchio duello tra P a-pa Montini, Paolo VI, e l'arcivescovo Roberto Ronca, esponente della de-stra romana e della corrente più tra-dizionalista di Coetus Internationa-lis Patrum. Ma soprattutto ha aperto con un certo anticipo la scacchiera per il futuro Conclave.

Sta di fatto che in questa fase Ber-tone e Bagnasco non intendono ac-cettare l'idea di una nuova conces-sione a Berlusconi ne giustificare al-cune sue gaffe con il pricipio della "contestualizzazione". I vertici della Cei, prima di optare per l'addio defi-nitivo, avevano chiesto proprio ad Alfano — ottenendole — garanzie sulla necessità che Berlusconi non sarebb e ricandidato come guida. As-sicurazioni che poi sono state smen-tite. Le differenze tra il Segretario di Stato e il presidente della Cei riguar-deranno semmai la gestione delle scelte per il dopo voto. Ma al mo-mento c'è un anello che li unisce: guardare al dopo-Berlusconi.

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CONTRO IL CAVALIERE Per i cardinali Bertone e Bagnasco, rispettivamente Segretario di Stato e presidente della Conferenza episcopale italiana, è da considerare finita la vicinanza della Chiesa al Pdl con Berlusconi come leader

PER IL CAVALIERE I cardinali Camillo Ruini e Mauro Piacenza, rispettivamente ex presidente della Cei e attuale prefetto della Congregazione per il clero, sono invece favorevoli a sostenere ancora il Pdl

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risorse e più msepant, cossi il Pd cambierà la scuola"

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Zenexa "Più risorse e più insegnanti così il Pd cambierà la scuola"

Bersani: il mio piano per rifondare la scuola PIERLUIGI BERSANI

CARO Direttore, in questi giorni si parla molto di fisco ma troppo poco di lavoro,

sanità, scuola. Se saremo chiama-ti a governare, restituire all'istru-zione le risorse, la stabilità e la fi-ducia saràil cuore del programma.

PIERLUIGI BERSANI

(segue dalla prima pagina)

INSIEME, naturalmente, con occupazione e mora-lità. Dico questo nella con-

sapevolezza che le ricette eco-nomiche non bastano a uscire dalla crisi: per fermare il decli-no è necessario rilanciare la formazione. In Europa, il no-stro è uno dei Paesi con meno laureati, dove si legge di meno e si abbandona più precoce-mente la scuola. Questo incide nello sviluppo economico, so-ciale e culturale. Se dunque c'è un settore in favore del quale è giusto che altri ambiti della spesa statale rinuncino a qual-cosa, quello è la formazione dei giovani. Dovremo investi-re in istruzione e diritto allo studio larga parte delle risorse rese disponibili dalla lotta al-l'evasione fiscale e alla corru-zione, per riportare gradual-mente l'investimento al livello medio dell' Ocse.

Se toccherà a noi governare, ci impegniamo ad affrontare

tre emergenze. Anzitutto la sicurezza delle

scuole. Il 64 per cento degli edifici non rispetta le norme. Ricordiamo le tragedie di Ri-voli e di San Giuliano. Non possiamo permettere il ripe-tersi di simili disastri mentre i nostri figli e nipoti sono seduti in un banco. Per questo, come

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proponiamo da tempo, lance-remo un programma per la messa in sicurezza di ospedali e scuole, finanziato con la ri-duzione della spesa per arma-menti e con fondi strutturali europei. Occorre liberare ri-sorse allentando il patto di sta-bilità interno per gli enti locali che investono per dotarsi di ambienti di apprendimento innovativi ed ecosostenibili. Nello stesso tempo, vogliamo

approvare una nostra propo-sta, scritta con l'associazione Libera, perché i cittadini pos-sano destinare 1'8 x mille dello Stato all'edilizia scolastica.

In secondo luogo, è insieme con gli insegnanti che voglia-mo cambiare la scuola per combattere la dispersione scolastica. Per dimezzarla en-tro i12020, come chiede l'Euro-pa, servono interventi mirati. Il tasso di abbandono scolasti-co inItalia è al 18 per cento, con punte del 25-30 per cento nel Sud e nelle periferie delle gran-di città. La media europea è del 13 per cento e andrà ridotta al 10 per il 2020. Come sanno gli insegnanti, sono soprattutto i pre -adolescenti e gli adole-scenti che lasciano la scuola,

già alle medie o nei primi anni delle superiori, in particolare negli istituti tecnici e profes-sionali. Se ne vanno non per-ché siano meno bravi o intelli-genti, ma perché in quell'età una scelta immatura di indi-rizzo scolastico può essere fa-

tale. Molti non ce la fanno per-ché l'ambiente sociale e fami-liare di provenienza è disagia-to, con povertà materiali e cul-turali che rendono difficile l'inserimento scolastico. In questo modo la scuola rischia di essere lo specchio di una so-

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risorse e più msepant, cossi il Pd cambierà la scuola"

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cietà ingiusta, invece di un "ascensore sociale". Il giusto riconoscimento del merito de-ve essere accompagnato dalla valorizzazione delle opportu-nità che ciascuno ha di acce-dere alla formazione, altri-menti diventa solo la certifica-zione di un privilegio di nasci-ta o di censo.

Se toccherà a noi, ci impe-gneremo per affrontare que-sta situazione: formazione of-ferta ai docenti in servizio per innovare la didattica, nuove tecnologie, scuole aperte tutto il giorno, rilancio della forma-zione tecnica e professionale, necessaria anche per sostene-re il Made in Italy e contrastare la disoccupazione giovanile.

Infine serve un nuovo siste-

ma di formazione e recluta-mento degli insegnanti. Dagli anni Ottanta, sono state ap-provate continue riforme, con una stratificazione di diritti, spesso lesi, e sistemi ingarbu-gliati di punteggio che hanno alimentato sfruttamento e fru-strazione professionale, pre-carietà di vita degli insegnanti e precarietà dell'apprendere. Migliaia di studenti ogni anno salutano maestri e professori a giugno nella certezza di non ri-trovarli a settembre. Quello che serve è un nuovo piano pluriennale di esaurimento delle graduatorie per elimina-re la precarietà dalla scuola e offrire la continuità didattica agli studenti. Bisogna definire un sistema che leghi la forma-zione iniziale al reclutamento e sappia selezionare i migliori laureati per accedere alla pro-fessione di insegnante attra-verso numeri programmati per dare una dotazione di per-sonale stabile a ogni istituto.

In conclusione, vorrei che la scuola accompagnasse il cam-

biamento che ho in mente per l'Italia. Molti ricordano con af-fetto e riconoscenza almeno un insegnante che gli ha tra-smesso uno spunto per met-tersi in cammino col passo giusto. Nessun'altra figura in-cide così in profondità nel pa-trimonio morale di una nazio-

ne. Deve tenerlo presente chi coltiva ambizioni per il futuro italiano, perché non si riforma la scuola se non si ha un gran-de progetto di ricostruzione civica del Paese.

Non smarrirò questa consa-pevolezza se toccherà ai de-mocratici e ai progressisti go-vernare l'Italia.

l'autore è segretario del Partito democratico

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EDILIZIA SCOLASTICA

In Italia il 64% degli edifici non rispetta le norme sulla sicurezza. Serve un piano per la messa in sicurezza di ospedali e scuole

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DISPERSIONE SCOLASTICA Il tasso di abbandono scolastico nel nostro Paese e al 18%, con punte del 25-30 nel Sud e nelle periferie delle grandi città

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FORMAZIONE INSEGNANTI Sono 96mila gli aspiranti docenti per gli 11.542 posti messi a concorso dal ministero. Bisogna eliminare la precarietà

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"Noi leali, dal premier meno dernagoa" Ideumnd2covulia.M. Rom mste .

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DON RODRIGO E IL PROFESSORE DON RODRIGO

E IL PROFESSORE GAD LERNER

(segue dalla prima pagina)

mentre "esiste indubbiamente un pericolo Maroni in Lom-bardia". Si tratta di un picco-lo ma essenziale passo avan-

ti, in vista di una scelta che ieri su Repub-blica uno dei suoi principali collaborato-ri, Pietro Ichino, aveva già b en formulato: Arnbrosoli e Albertini "sono entrambi dalla parte giusta, che è quella legata alla strategia europea dell'Italia. L. Roberto Maroni che è dalla parte sbagliata, in-compatibile non solo con l'agenda Mon-ti, ma conia stessa Costituzione italiana" .

Con logica politica inoppugnabile, che Monti per ora elude ma che finirà speria-mo per ammettere, Ichino ha legittimato la possibilità di una scelta disgiunta fra il voto nazionale e quello regionale: "In Lombardia esistono, oggi, due opzioni sul piano regionale entrambe compati-bili con una scelta politica sul piano na-zionale per la Lista Monti".

Siamo di fronte a uno snodo cruciale per il futuro dell'Italia, e non solo per la definizione dei suoi futuri equilibri di go-verno: risulterebbe arduo qualsiasi tra-gitto politico di riformismo europeista nella disgraziata ipotesi che il cuore pro-duttivo del paese remasse contro, affida-to alla guida di una classe dirigente sepa-ratista e retrograda, portatrice di una vi-sione esasperata di individualismo pro-prietario, reduce da unventennio di affa-rismo e corruzione.

Nella sua disperata lotta per la soprav-vivenza B erlusconi ha rinunciato alla sal-vaguardia del suo stesso partito, finendo per candidare il leghista Maroni alla re-gione Lombardia e il fascista Storace alla regione Lazio. Cioè due espressioni di una destra italiana la cuivocazione estre-mista si manifesta nella sua stessa lea-

dership, riducendo all'irrilevanza le sue flebili voci moderate.

La fragilità strutturale della borghesia italiana ha finito per ridimensionare l'ambizioso tentativo di Monti, il quale confidava di isolare questa destra estre-mista sottraendole una quota significati-va dell'elettorato conservatore. Capisco che sia amaro prenderne atto— la destra che voleva normalizzare gli si rivolta con-tro più aggressiva che mai — ma il pre-mier è chiamato subito a una scelta di re-sponsabilità. Viste le circostanze, egli non può rinviare al dopo voto, per atten-dismo o per mere convenienze elettora-listiche, un chiarimento da cui dipende il futuro dell'Italia.

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Se Maroni è un pericolo, come dice Monti, allora non si può ignorare che un voto di pura testimonianza simb olica p er Alb ertini inLomb ardia—dove non è pre-visto il ballottaggio, e quindi governerà chi arriverà primo anche solo di un soffio — potrebbe determinare conseguenze dirompenti sull'intero Paese. La scelta del voto lombardo disgiunto non si con-figura quindi come un favore alla sinistra, la quale peraltro è già stata a sua volta co-stretta a compiere una cessione di sovra-nità in favore dell'avvocato Arnbrosoli: uomo nuovo, lontano dai suoi apparati, candidato alla guida di un patto civico per il ripristino della legalità anche per-ché pesa a sinistra il ricordo degli eccessi

GAD LERNER

S IA pure continuando a di- fendere, per lealtà, la candi-datura minoritaria di Ga-

briele Albertini in Regione Lom-bardia, ieri Mario Monti l'ha fi-nalmente riconosciuto: non è possibile,perunliberale europei-sta come lui, mantenersi equidi-stante nella sfida all'ultimo voto in corso fra un candidato civico di centrosinistra, Umberto Ambro-soli, e il segretario della "Lega Nord per l'indipendenza della Padania", Roberto Maroni. Dun-que per Monti l' avvocato Ambro-soli, espressione della società ci-vile lombarda, è "persona ap-prezzabile e apprezzata".

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di consociativismo simboleggiati dalla vicenda Penati.

Non a caso si esprimono perAmbroso - li personalità interne al progetto Monti come Ilaria Borletti Buitoni, Savino Pez-zotta, e domani forse lo stesso Ichino, che sottolineano la natura emergenziale di tale scelta: impedire che la locomotiva dell'economia italiana, la regione croce-via della modernità culturale aperta al-l'Europa, finisca nelle mani di un piccolo partito contrapposto agli interessi nazio - nati. E più in particolare che la regione Lombardia venga governata da un ex ministro dell' Interno sotto la cui gestio-ne hanno prosperato il malaffare, la cor-ruzione e la penetrazione della crimina-lità organizzata, senza che lui se ne ac-corgesse neppure quando coinvolgeva-no la dirigenza del suo stesso movimen-to.

La necessità di una riscossa civica in Lombardia passa attraverso una netta rottura di continuità con la classe diri-gente affondata negli scandali. Piace-rebbe che Monti spendesse una parola sulla ricandidatura nelle liste della de-stra lombarda dei Formigoni e dei Bossi, cioè dei protagonisti del forzaleghismo, anziché indugiare a tutela di piccole convenienze. Il blocco di potere dei vari Don Rodrigo che hanno scorrazzato im-punemente per le contrade lombarde è in via di disgregazione, ma spera di tro-vare in Maroni il suo nuovo uomo forte. Servirebbe una parola chiara per orien-tare l'elettorato a debellarlo. Uno stati-sta, un borghese lombardo di matrice manzoniana, dovrebbe riconoscersi anche da questa capacità di visione. Do-po il primo, timido riconoscimento di ie-ri, aspettiamo fiduciosi che la voce di Monti si levi più nettamente.

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Volpi, lupi e cinghiali la giungla arriva in città FABIO TONACCI

C 5 È QUALCOSA di an-cestrale in un cin-ghiale che ti grufolain

giardino. Evoca quella rivalità mai conclusa tra uomo e ani-male selvatico per il dominio degli spazi vitali. La fauna ora rivuole i suoi. Per la prima volta in Italia ci sono più di un milio -ne di cinghiali, i caprioli hanno quasi raggiunto il mezzo milio -ne, gli orsi da quasi estinti sono diventati un' ottantina.

Cinghiali, lupi e cervi cosi eli anhiali selvatici hwaaono lenostre città

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Cinghiali, lupi e cervi così gli animali selvatici invadono le nostre città Danni permilioni di euro e incidenti. E l'uomo ora corre ai ripari

(segue dalla prima pagina)

FABIO TONACCI

F POI i lupi. Erano cento al- la fine degli anni Sessan-

i

ta oggi sono più di mille. Buone notizie per la tutela del-la biodiversità, che però si ac-compagnano a quelle pessime di attacchi all'uomo, vigne e coltivazioni distrutte (50 milio-ni di euro di danni solo nel 2012), pecore sbranate, inci-denti stradali. Perché quando l'animale selvatico si avvicina alla città non sempre finisce bene.

In Toscana sono esasperati.

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Nella regione con la maggiore presenza di ungulati in Europ a, i 150 mila cinghiali e i 140 mila caprioli hanno causato 20 mi-lioni di euro di danni a colture e allevamenti dal 2005 al 2010, e ben 3.290 incidenti stradali. Il problema non sono solo loro. A Camporgiano in Garfagnana il 21 gennaio un pastore ha dovu-to assistere impotente alla car-neficina del suo gregge di p eco - re, attaccato da quattro lupi. Problemi anche in Emilia. Sui colli bolognesi, è notizia di po-chi giorni fa, un uomo di 62 an-ni è stato azzannato da un cin-ghiale. In Trentino una parte

dei cittadini non sopporta più la convivenza con i 45 orsi bru-ni reintrodotti col programma "Life ursus". E una lupa con due cuccioli, manco a farlo appo-sta, fu avvistata vicino Roma, nel parco dei Castelli, durante la nevicata dell'anno scorso.

L'emergenza fauna è scatta-ta in più di una metropoli in Eu-rop a. A Londra unavolpe ha ad-dirittura aggredito nella culla un neonato di quattro settima-ne. L'animale è riuscito a infi-larsi nella sua cameretta e lo ha azzannato ad una mano, prima che la mamma riuscisse a scac-ciarlo. È successo a Bromley, sud-est della capitale, non pro-

prio il cuore di una sperduta fo-resta. Eppure si stima che in città vivano 20 mila volpi. Lon-dra non è un caso isolato. AB er-lino un cinghiale di 120 chili a ottobre ha ferito quattro perso-ne nel quartiere di Charlotten-burg prima di essere ucciso a colpi di pistola da un poliziotto esterrefatto. Stessi problemi di convivenza nello stato di New York. «I cinghiali fanno i cin-ghiali, le volpi fanno le volpi —sintetizza il professor France-sco Petretti, zoologo dell'uni-versità di Camerino — non so-no peluche, è sbagliato dar loro da mangiare come se fossero cani. E l'uomo si deve attrezza-

re a convivere, costruendo re-cinti in cemento per protegge-re le greggi o mettendo l'auto-velox su una strada come la Barrea-Pescasseroli nel fondo-valle del parco d'Abruzzo, at-traversata ogni notte da mille animali. Altrimenti in futuro i conflitti aumenteranno». Ma a cosa si deve questa esplosione di fauna alle porte delle città?

Gli esperti della Guardia fo-restale sostengono che sia con-seguenza dell'aumento delle superfici boschive, dell'abban-dono delle campagne e dei pro - grammi di tutela della biodi-versità. Nel 1985 i boschi occu-pavano 10 milioni di ettari di territorio, oggi 12 milioni. Il re-sto l'ha fatto l'istinto animale. I

cinghiali si sono riprodotti in modo esponenziale, invaden-do il centro Italia. «I lupi— spie - ga Ettore Randi, capo diparti-mento all'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale—cibandosi anche di cinghiali si sono moltiplicati e, per trovare nuovi spazi, si so-no spostati dai parchi dell'A-bruzzo e del Pollino fin sulle Al-pi». Per caprioli e camosci sono stati utili i piani di reintrodu-zione, così come per gli orsi marsicani ha funzionato la tu-tela. «Ora sono diventati confi-denti — spiegano alla Foresta-le — si avvicinano ai paesi, non si spaventano al passaggio del-le automobili». Tanto che un orso un paio d'anni fa ha ripuli-to la cantina di una guardia fo-restale, mangiandosi 26 forme di caciocavallo. Quando si dice un eccesso di confidenza.

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Enrico Alleva, etologo all'Istituto superiore di sanità

"Ad attrarli sono i rifiuti commestibili ma non bisogna colpevolizzare i predatori" GREGORIO ROMEO

ROMA—Daunaparte, produciamo troppaimmon-dizia. D all' altra, conosciamo troppo poco le abitudi-ni degli animali selvatici che «se comprese, evitereb-bero molti incidenti». Parola di Enrico Alleva, etolo-go all'Istituto superiore di sanità e accademico dei Lincei, che prova a chiarire le ragioni degli incontri sempre più ravvicinati tra uomo e fauna selvatica.

Professore, lupi, cinghiali e volpi si avvicinano in città o aziende agricole. Perché?

«Una ragione è sicuramente la massiccia produ-zione di rifiuti da parte dell'uomo, che non può che attirare gli animali Poi c'è un motivo più profondo, direi di tipo antropologico».

Cioè?

«L' agricolturaitaliana è cambiata molto. In passa-to contadini e allevatori conoscevano meglio le abi-tudini dei predatori, costruivano un rapporto di ri-spetto con loro ed erano capaci di trovare le soluzio-ni più efficaci per interagire con l'habitat ed evitare danni. Del resto, gli animali selvatici continuano ad essere sentinelle di salubrità e non vanno "colpevo-lizzati"».

Insomma, le responsabilità sono più degli uomi-ni che degli animali?

«Si parla molto, e giustamente, di applicare la tec-nologia nel settore agricolo. Io credo, però, che sia anche ne cessaria unanuovaforma di e ducazione ru-rale: per la vita nei campi abbiamo anche bisogno delle competenze dei nostri bisnonni».

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Allarme animali selvatici

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Le regioni più colpite danni- in milioni di euro

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Le pecore uccise da lupi e candì ogni anno sull'arco appenninico, in Calabria e in Liguria

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5 febbraio 2013 un cinghiale arrivato in città attacca e ferisce, in modo non grave, un cacciatore che stava cercando di catturarlo

10 febbraio 2013 una volpe entra in casa e trascina un neonato di 4 mesi fuori dalla culla, ferendolo gravemente alla mano

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Le ultime segnalazioni

30 ottobre 2012 un cinghiale attacca e ferisce quattro persone nel quartiere di Charlottenburg a Berlino

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Scoppia la rissa tra Monti e Berlusconi "Vuoi comprare i voti". "Dici cazzate" E il Professore attacca Bersani: Ta lui critiche infantili "

FRANCESCO BEI

ROMA—Nel '94 Montivotò For-za Italia. Oggi il successore del Cavaliere si dice pentito, anzi prova «grande delusione» per Berlusconi, «che hamancato tut-ti gli appuntamenti e ha tradito la rivoluzione liberale». Nella pe-nultima domenica prima del vo-to (di fatto l'ultimavisto il grande buio in arrivo con Sanremo) è lo scontro tra Monti e Berlusconi a dominare su tutto. Con il Profes-sore che usa un linguaggio mai così esplicito. Berlusconi, il cor-ruttore: «Continua a fare pro-messe cercando di comprare i voti degli italiani con i soldi degli italiani. Questo può portare po-polarità, ma sarebbe una prova di un Paese sostanzialmente pri-vo di memoria, io non voglio pensare che gli italiani lo siano». Berlusconi, l'uomo nero dell'U-nione europea. «Èverissimo», af-ferma Monti a Tgcom24, che te-mono il suo ritorno, perché «ne hanno avuto abbastanza di un'I-talia che rischia, con la fragilità politica, l'incapacità di decidere e l'indisciplina finanziaria, di mettere ancora a rischio se stes-sa e l'eurozona».

Accuse che fanno perdere le staffe al Cavaliere. Nella trasmis-sione di Telese&Porro su La7 Berlusconi non si contiene. Ma quale pericolo per l'Europa? Monti ha detto «una grande caz-zata. Lui è la più grande delusio-ne della mia vita, peggio di Fini e Casini». Anche l'accusa di corru-zione politica, quel paragone conAchille Lauro «non sta in pie -

di ed è indecente». Male repliche alle parole del premier arrivano a

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tamburo da tutto il Pdl, a partire da Angelino Alfano: «Monti usa un linguaggio inaccettabile per un senatore a vita». È tanta la vis polemica di Berlusconi contro Monti che l' ex premier ammette l'errore nella gestione della crisi di governo del 2011: «Col senno dipoi, dopo le mie dimissioni an-drei alle elezioni, col rischio di un governo della sinistra: in questo modo non ci sarebbe stata la pa-rentesi di Monti che è stata non democratica».

Nell'intervista a In Onda il Ca-valiere anticipa anche l'ultimo asso nella manica. Dopo l'Imu il bersaglio è Equitalia. E la pro-messa è quella di una sanatoria che «non faccia pagare interessi e sanzioni a chi ha ricevuto una cartella esattoriale». Inoltre lo Stato «non potrà mai pignorare la casa» all'evasore, perché «la prima casa è sacra per debiti con lo stato». Berlusconi critica an-che la magistratura per le inchie-ste su Eni, Saipem e Finmeccani-ca. Di fatto giustificando la prati-ca delle tangenti ai governi stra-nieri: «Sono indagini che rovina-no queste aziende, che non dan-

no più loro la possibilità di parte-cipare ad aste pubbliche per grandi forniture. Queste aziende non potranno più ottenere lavo-ri perché non saranno aperte e disponibilipagare quel dazio che è una necessità per acquisire questo importante lavoro».

A quindici giorni dalvoto qual-

che scintilla c' è anche fraM onti e Bersani. Al premier infatti non è andata giù la critica ricevuta dal segretario Pd sulla gestione del negoziato in Europa. «È un po' infantile dire che siccome Came-ron è contento - risponde Monti - si tratta di una vittoria di Pirro». «I risultatiinEuropadello statista

Berlusconi li conosciamo», ag-giunge il Professore, «quelli di Bersani non ancora». C'è poi la polemica innescata da Bersani sull'incerta collazione dei mon-tiani fralevarie famiglie europee. Anche su questo il premier non lascia correre: «C'è una forte ri-chiesta del Ppe verso di noi, il Ppe

sta dimostrando notevole ap-prezzamento per noi e notevole insofferenza per Berlusconi, ma c'è stata anche una richiesta dal partito liberal democratico». Quanto ai giaguari da smacchia-re, per Monti meglio «rendere trasparenti i camaleonti».

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Più risorse e più insegnanti osi ilPdcambieràla scuola"

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oi leali, dal premier meno demagogia" I democratici replicano a Monti. Renzi: "Anche Grillo ha istanze giuste"

SILVIO BUZZANCA

ROMA—Pier Luigi Bersani è irritato da-gli attacchi di Mario Monti. Al segretario e al vertice del Pd quell'aggettivo "infan-tile" appiccicato alle critiche ai risultati del vertice europeo, non piacciono pro-prio. Come non piace la continua presa di distanza da Nichi Vendola. Il leader democratico però non replica, ma nel partito si dice che quello del Professore «è un gioco stantio».

Un gioco incomprensibile si dice al Pd, che prende di mirai democratici e la-scia sullo sfondo Silvio Berlusconi e il suo populismo sempre più debordante.

Simile a quello di Beppe Grillo. Un feno-meno con cui si misura però Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze ricorda al se-gretario che «bisogna anche saper co-gliere quello che di buono sostengono gli altri candidati» e Grillo spesso agita «temi anche nostri».

Ma al momento è Monti nel mirino del Pd. Anna Fino cchiaro , per esempio, batte sul tasto dell' equidistanza fra Pd e Pdl che ha assunto il Professore. «Ha le memoria corta - dice la Fino cchiaro - e vuole fare un po' troppa demagogia a buon mercato».

La senatrice ricorda l'appoggio leale dato al governo tecnico dal Pd e lo con-

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trappone al comportamento del Pdl. Al-lora, dice laFino cchiaro, «le dichiarazio-ni di equidistanza sono certo compren-sibili alla luce della propaganda eletto-rale ma sinceramente fuori luogo».

La senatrice, poi, rintuzza anche gli pttarrhi cn Vontìnla invita il Prnfoccnro

a «guardare ognuno le proprie coalizio-ni». E gli ricorda che sta in compagnia di Fini e Casini «che sono proprio espo-nenti di quella che lui chiama "vecchia politica"». Critico anche il vicesegreta-rio democratico Enrico Letta. Monti ha infatti detto che era disponibile a guida-re un gruppo "sano" di Pd e Pdl rappre-sentato da proprio da Letta e Alfano . «Il Pd è tutto sano», replica Letta.

Ovviamente il Professore è attaccato anche da Vendola che ricorda che lui e Monti sono come due treni che vanno in direzione opposte. E sui risultati del suo governo, ricorda scrive su Twitter: «Ca- rn Menti lei ì .r. un vern egnertn rli disoc-

cupazione. Mezzo milione di disoccu-pati in un solo anno: tutto merito suo».

Il Pd però deve guardarsi anche dagli attacchi che arrivano dalla sua sinistra e daRivoluzione civile.Antonio Ingroiari-lancia, infatti, le sue accuse a Bersani sulle offerte di seggi in cambio della de-sistenza in alcune regioni e lo accusa di essere «un funzionario di partito, messo a capo di una struttura di partito che ere-dita un vecchio modo di fare politica». E infine imputa alla Rai di censurare il suo movimento e annuncia che in Parla-mento si batterà «per cacciare i partiti dal Cda della Rai».

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"Noi leali, dalpremiermeno demagogia"

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Ricordo bipaitisan per la strage ma vertici istituzionali assenti a Basovizza. Lapidi distrutte a Torino e Genova, scritte oltraggiose aFirenze

Foibe, cerimonia senza le alte autorità ROMA— «Un crimine contro l'umanità». Le celebrazioni in memoria delle foibe e l'esodo giuliano-dalmata mettono d'ac-cordo per una volta tutti gli schieramenti politici, in una unanime condanna. Alla cerimonia alla foiba di Basovizza, però, per la prima volta dopo anni non è inter-venuta nessuna alta carica dello Stato mentre lapidi sono state distrutte a Tori-no e Genova e scritte oltraggiose sono ap -parse aFirenze. Oggi, invece, ilGiorno del ricordo sarà celebrato al Quirinale alla presenza del presidente della Repubbli-ca, Giorgio Napolitano. Non ci sarà però l'Unione degli istriani: un gesto di prote-sta — che si rinnova ogni anno — per

quanto avvenne nel 1969, quando l'allo-ra capo dello Stato Saragat concesse la massima onorificenza dello Stato al ma-resciallo Tito e a diversi suoi collaborato-ri, responsabili diretti, sottolinea l'asso-ciazione, «dei massacri compiuti a danni degli Istriani, dei Fiumani e dei Dalmati.

Nella giornata del ricordo tutti concor-di dunque i leader politici nel condanna-re le stragi. Al segretario del PdlAngelino Alfano, che dice «mai più pagine strappa-te, ma per sempre omaggio a chi pagò co-sì duramente l'amore per la patria italia-na» fa eco il leader del Pd, Pier Luigi Ber-sani, che parla di «dramma per troppo tempo negato» e determinato dall'»odio

etnico» e dal «furore ideologico». Rober-to Menia, coordinatore nazionale di Fli, rivendica con orgoglio la paternità della legge che ha istituito il Giorno del ricordo nel 2004 mentre il premier Mario Monti commenta: «La violenza contro gli italia-ni di Istria e Dalmazia e il lungo, colpevo-le, silenzio delle istituzioni che le seguì siano da monito per chi asseconda le de-rive p opuliste e o steggialaricerca di mag-giore coesione in Europa». Per il ministro Andrea Riccardi «gli italiani furono vitti-me di una pulizia etnica e politica da par-te dei comunisti titini e nulla può giustifi-care le foibe e i massacri, neanche i crimi-ni commessi in precedenza dai fascisti».

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NAPOLI L'affaire rifiuti sotto accusa. Una citazione per un danno di circa 43 milioni ha riguardato la gestione del contratto per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti nel litorale Domizio Flegreo

Truffe, ruberie e sprechi danni per 300 milioni 1' anno La Corte dei Conti: sotto accusa anche il ponte di Calatrava

piccolo impiegato marchigiano che si è messo volontariamente in tasca le merendine destinate ai bambini della materna o a quello sardo che ha favorito un appalto in cambio di lavori a casa sua. Ma soprattutto una selva di consu-lenti inutili e ben pagati, dipen-denti infedeli e corrotti, ammini-stratori smemorati capaci di ac-quistare immobili per poi non usarli o sovvenzionare con

600mila euro a Trieste un museo mai nato.

A foto grafare l'Italia degli spre-chi è un dossier della procura ge-nerale della Corte dei Conti basa-to sul lavoro dei procuratori re-gionali. Storie di malaffare quoti-diano, figlio di impiegati a dir po-co disattenti o corrotti. Come il parcheggio messo sotto seque-stro a Genova perché costruito in un sito sottoposto a vincolo stori-co-paesaggistico, o il giro di maz-zette nelle camere mortuarie de-gli ospedali milanesi. E ancora: le consulenze inutili della provincia di Napoli, l'erronea utilizzazione del tariffario da parte delle Asl ca-labresi per le prestazioni speciali-stiche e di laboratorio, operazioni spericolate con i derivati, abusi nella gestione del personale, omissioni nella riscossione dei tributi e multe in Abruzzo. Fino a casi di singoli travet o alti dirigen-ti che per frode o imperizia hanno causato danni alla pubblica am-ministrazione. Vedi Firenze dove il danno per gli errori nella gestio-ne del personale ammonta a 50 milioni di euro.

Uno dei casi più eclatante del 2012, anche se fatto in buona fede, è stato il Ponte della Costituzione, dell'archistar spagnolo Santiago Calatrava, detto ormai aVenezia il "ponte dei ruzzoloni". La Corte dei Conti ha riscontrato «com-portamenti colpevoli del proget-tista e del direttore dei lavori» che hanno causato tanti scivoloni ai turisti e un danno all'erario di 3,467 milioni di euro. Mentre co-me cifra ai primi posti c'è sicura-mente l' affaire rifiuti. Una cita-zione per un danno di 43 milioni di euro ha riguardato la gestione del contratto per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti nel litorale campano. Sul fronte immobiliare in Emilia spicca il caso dell'ufficio Inail che ha comperato palazzi poi rimasti inutilizzati provocan-do un danno di 3,3 milioni di euro.

CATERINA PASOLINI

ROMA—È l'Italia delle truffe e de-gli sprechi, segnata da ruberie e corruzione, frodi e distrazioni ma anche sbagli involontari che sono

costati nel 2012 quasi 300 milioni di euro allo Stato.

Autori vari: dai grandi architet-ti internazionali come Calatrava che per errore ha creato un ponte «troppo scivoloso» a Venezia, al

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FIRENZE Cinquanta milioni di euro sono il danno calcolato per errori nella gestione del personale tra premi a pioggia e salari accessori

GENOVA C'è un procedimento per accertare "l'ipotesi di possibile danno erariale e all'immagine" provocato dal G8 di Genova

VENEZIA Mal progettato, secondo la corte dei Conti il ponte di Calatrava ha provocato danni per oltre 3 milioni di euro

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TRIESTE Seicentomila euro di contributi sono stati versati ad una fondazione di fotografia per un museo poi mai realizzato

ANCONA Un impiegato ha rubato le merendine destinate ai bambini della materna, un altro ha favorito un appalto in cambio di lavori a casa

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Monti: "Berlusconi compra i voli"

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2 REGIONI,

LA RIFORMA DIMENTICATA

UGO DE SIERVO

Nella brutta cam-pagna elettorale in corso, caratte-rizzata da trop-pe acri polemi-

che, se non da incredibili sparate demagogiche, sem-bra che ci si sia quasi del tut-to dimenticati dei program-mi o - meglio - dei problemi della nostra società a cui cer-care di dare risposte pratica-bili e convincenti, anche se-condo quanto si era larga-mente promesso.

Fra questi problemi che sembrano improvvisamente scomparsi, salvo qualche im-plicita minaccia separatista, ci sono addirittura le Regio-ni, grandi ed autorevoli sog-getti rappresentativi, re-sponsabili di politiche e ser-vizi pubblici fra i più impor-tanti per i cittadini e per la stessa funzionalità comples-siva del nostro sistema isti-tuzionale: basti pensare che dal loro funzionamento di-pende in larga parte il nostro sistema sanitario e quello as-sistenziale, le scelte urbani-stiche, i trasporti locali (solo per fare pochi esempi). Tutti però concordano che, così come sono, le Regioni sono non poco in crisi, perché a vecchi elementi di disfunzio-nalità si sono venuti som-mando tutti i problemi del mancato decollo delle rifor-me costituzionali che fra il 1999 ed il 2001 hanno profon-damente modificato il Titolo V della Costituzione, che ap-punto disciplina l'ordina-mento regionale e locale.

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drasticamente la conflittualità!). In secondo luogo, occorre confi-

gurare seri meccanismi di bilancia-mento fra l'autonomia finanziaria regionale, i finanziamenti perequa-tivi ed i poteri di controllo statali, nonché procedure di effettivo con-trollo ed autocontrollo su quanto viene attribuito alla discrezionalità delle Regioni, al fine di tutelare pie-namente la piena legalità del loro operato.

In terzo luogo, infine, occorre far-si carico delle specialità e differen-ziazioni che siano motivatamente richieste dalle diverse comunità re-gionali, superando le arcaiche e dubbie normative attuali, che di-stinguono troppo rigidamente alcu-ne Regioni dalle altre.

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\ \ DINIEVFIC \T.

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er evidenti motivi poli- tici queste riforme co- stituzionali sono state abbandonate a se stes- se, mentre avrebbero

richiesto molteplici leggi statali specificative ed attuative; ci si è in sostanza limitati a progettare un complesso sistema di finanzia-mento «federale», che peraltro è restato largamente sulla carta, mentre troppo spesso lo Stato centrale ha preteso di operare co-me se le riforme costituzionali non fossero intervenute: da tutto ciò l'esplosione della conflittualità fra Regioni e Stato (nel 2012 le sen-tenze della Corte costituzionale relative ai conflitti Stato/Regioni sono state pari al doppio di tutte le altre sentenze, relative ai cittadini ed ai gruppi sociali).

Sembra evidente che il nostro sistema istituzionale non possa continuare a funzionare in una si-tuazione di permanente ed irrisol-ta conflittualità, se non di radicale incomprensione, fra istituzioni na-zionali e istituzioni locali: i poteri esercitati a livello regionale sono troppo ampi e rilevanti perché possano essere ancora sopportati gravi difetti e disfunzionalità che mettono seriamente in gioco il no-stro Stato sociale, se non la qualità della nostra democrazia. Occorre perciò uscire, una volta per tutte, dall'inconcludente ed ormai peri-colosa guerriglia fra autonomisti ed anti-autonomisti, fra sedicenti federalisti e centralisti fuori tem-po, ricercando precise prospettive da perseguire e l'effettiva piena organicità dei processi correttivi dell'esistente. Ciò anche ripensan-do alle stesse motivazioni di fondo di queste istituzioni, dal momento che enormi sono state le trasfor-mazioni sociali, economiche, tec-nologiche intervenute nelle realtà locali rispetto al momento in cui le Regioni sono state progettate.

Ma ciò senza farsi travolgere da critiche semplicistiche, che sono giunte perfino a proporre di sop-primere le Regioni, quasi che si potesse ipotizzare di attribuire a nuove burocrazie statali tutto ciò che si è in qualche misura finora dato loro e fosse anche concepibile eliminare la selezione da parte del corpo elettorale di rappresentanti a livello regionale. Le stesse criti-che che si fondano sui gravi episo-di di malcostume di parte delle classi politiche regionali, dovreb-bero considerare che purtroppo qualcosa di analogo è emerso in tante altre istituzioni pubbliche e private.

Occorre, invece, avere il co-raggio di una nuova configura-zione delle nostre istituzioni na-zionali e regionali, correggendo decisamente i maggiori difetti emersi, senza peraltro negare il superamento dello Stato buro-

REGIONI, LA RIFORMA

DIMI TICATA cratico accentrato. Mi permetto di indicare tre sole linee di fondo praticabili in questa direzione: in primo luogo, occorre adeguare l'assetto del nostro Parlamento (la cui composizione deve essere co-munque ridotta) alla presenza di forti autonomie territoriali, la-sciando alla Camera la natura di Camera politica e caratterizzando il Senato come Camera rappresen-tativa anche delle autonomie re-gionali e quindi essenzialmente destinata ad essere la sede autore-vole delle necessarie intese fra gli interessi nazionali e quelli eserci-tabili localmente (nessuna elenca-zione delle diverse competenze di Stato e Regioni, anche migliore di quella attuale, può da sola ridurre

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e ali si preparano al rush finale

Per dribblInSammo il Caullid, ora puntt sulla natio

ue, con

«Dinanzi a uno spartiacq il Professore sella prende Fassina e mette un veto

tra i democratici

on sta in piedi»

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Regioni in bilico e delusi, così P( 1 e Pdl si preparano al rush finale ll leader dei democratici sta tentando tutte le carte per passare al Senat o là dove il partito rischia. ll Cavaliere deve rimotivare i suoi, raffreddati dal tempo e dalle crisi

CARLO BERTINI ROMA

El'ultima cosa che potrebbe mai ammettere pubblica-mente ora, a quindici giorni dal voto e con tutto il parti-to mobilitato in centinaia,

se non migliaia (diecimila solo il pros-simo week end), di iniziative dai nomi più astrusi, «merende democratiche», «aperitivo col candidato», «porta a porta tra le vie di...». Ma in cuor suo, Pierluigi Bersani vive questa marato-na di passione collettiva (la Bindi batte palmo a palmo la Calabria, Letta le Marche e la Campania, D'Alema fa co-mizi pure nei paesini e tutti gli altri non sono da meno) sentendosi già la vittoria in tasca. Convinto che il voto ad ogni tornata segnali una tendenza, una fase insomma, così è stato nel 2008, così fu nel 2006 e a ritroso. E dunque «se il Pd vince, vuol dire che vince il centrosinistra». Certo le ulti-me uscite di Monti qualche punto in-terrogativo lo sollevano, e lo stato maggiore del Pd si sta chiedendo se il professore abbia cambiato idea o se in-tenda confermare la propria disponi-bilità a collaborare per il «dopo». Per-ché, è questo uno dei ragionamenti ve-nati di irritazione che risuonano tra Bersani e i suoi consiglieri, «davanti a questo spartiacque storico, davanti a questi rischi di derive populiste, con l'aria che tira tra Berlusconi e Grillo, Monti se la prende con Fassina e mette un veto su Vendola? Non sta in piedi».

E dunque se qualcosa non torna in queste continue bordate contro il Pd del professore, «a maggior ragione è necessaria una vittoria netta». E an-che se il vertice Pd è confortato dai

sondaggisti che danno il buon vantag-gio alla Camera di 6-7 punti destinato a reggere, provare a strappare una mag-gioranza sia pur risicata al Senato è importante: per questo Bersani insie-me a Renzi si spenderà nelle regioni più ballerine, chiudendo la sua campa-gna giovedì 21 a piazza Plebiscito a Na-poli, andando il giorno prima a Paler-mo insieme al «rottamatore» e il 17 a Milano sul palco in piazza Duomo con Vendola e Ambrosoli. Per la chiusura a Roma ancora non ha deciso, sembra accantonata l'idea troppo rischiosa di sfidare Grillo in una piazza non lonta-na da San Giovanni: forse farà un salu-to al comizio di chiusura della campa-gna di Zingaretti; di sicuro il venerdì della vigilia sarà impegnato in un vor-tice di comparsate televisive, da Uno Mattina alla Gruber, fino all'appello fi-nale sulla Rai in prima serata.

Il leader Pd poi si è premurato di far arrivare in questi giorni a undici milio-ni di capifamiglia in Piemonte, Lom-bardia, Veneto, Campania, Sicilia, una sua lettera - con il suo faccione e lo slo-gan L'Italia Giusta, che comincia così: «Cara elettrice, caro elettore, il nostro Paese sta vivendo il suo momento più difficile e incerto. Ad ogni angolo si ve-dono sofferenza, disagio, sfiducia. Ma tutto questo non riesce a nascondere le grandi energie e la straordinaria ca-pacità di riscossa che l'Italia ha sem-pre mostrato e che bisogna oggi risve-gliare... Mi rivolgo a Lei senza raccon-tare favole o promettere miracoli, ma con la certezza che, assieme, sapremo darci tempi migliori».

Ma al di là di tutto - della rimonta di Berlusconi, della concorrenza a sinistra di Ingroia, dell'incognita Grillo - per Ber-sani e i suoi l'esito sarà questo: «A meno

che non succeda chissà cosa, alla Ca-mera dovremmo finire sopra e al Se-nato, o con la maggioranza o legger-mente al di sotto».

Un sentimento di tranquillità dun-que che accomuna sia Bersani che Renzi: convinti entrambi che il bacino di indecisi sia ormai sceso al livello più

o meno fisiologico, che Berlusconi ab-bia già drenato quel che poteva, e che non siano da attendersi ulteriori smot-tamenti. E che sia possibile vincere in Sicilia e magari con un po' di fortuna strappare anche la Lombardia, per l'effetto combinato dei due fattori Gril-lo e Giannino.

Ma a dare una sferzata di ottimismo

al leader Pd hanno contribuito gli ultimi incontri avuti in questi giorni con espo-nenti del mondo economico, industriale, delle organizzazioni sociali, che a detta degli uomini di Bersani, lo hanno trattato già come premier in pectore. «Tutti a chiedergli dei prossimi provvedimenti sulla cultura, sul lavoro, sugli investimen-ti, sull'efficienza energetica. Nessuno chiede di Vendola e perciò quello che dice Monti sembra ancora più lontano dalla posta in gioco tra populismo e governabi-lità. Certo sono interessati al futuro di Monti, ma per capire cosa farà in chiave di collaborazione con Bersani...»

Il quale si gioca il rush finale dando in ogni sede lo stesso messaggio racchiuso nella lettera agli italiani, ripetuto pure nel milione di mail inviate al popolo delle pri-marie per mobilitarlo. «Siamo oggi la for-za fondamentale che porta sulle spalle l'al-ternativa alla destra e che può prendersi la responsabilità di portare il cambiamen-to nel governo del Paese». Un messaggio che si sposa con quello che verrà lanciato nell'ultima tornata di manifesti elettorali per un appello in forma garbata al voto utile: «Il tuo voto sarà importante e decisi-vo per far vincere l'Italia giusta».

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e Pcll si preparano al rush finale

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dei pendolari E i comizi? Inutile chie-dere al suo staff un programma delle prossime uscite. Risponderanno che lui non le ha ancora pianificate. In parte è proprio così: Berlusconi si tiene un cer-to margine di manovra per piombare nelle ultime ore della campagna là dove una presenza può far pendere il piatto della bilancia. L'orientamento, comun-que, è di tenere un discorso in teatro do-podomani a Bari, di volare nel fine setti-mana con Alfano in Sicilia, di fare una manifestazione lunedì 18 a Milano con gran finale venerdì 22 a Napoli: grande bagno di folla prima di ritornare di cor-sa col Frecciarossa a Roma per la con-ferenza stampa conclusiva delle ore 21 su RaiUno (sempre che il treno arrivi in orario...).Alto è il morale tra i colonnelli, specie tra coloro che non giudicavano possibile la rimonta.

Tutti sperano di rosicchiare altri 2-3 punti a Bersani, quanto basta per com-plicargli la vita all'indomani delle ele-zioni. Qualcuno, come la Santanché e la Gelmini, non esclude neppure un colpo di coda finale dal momento che Silvio «sa capire la gente. E questa campagna dimostra che ai berlusconiani mancava proprio lui: Berlusconi».

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Bleader 9d11 Silvio Berlusconi,

ex presidente del Consiglio

Uno MAGRI ROMA

il Cavaliere vuole riportare al-l'ovile le sue pecorelle smarrite. Nei 12 giorni residui di campa-gna, tenterà di restituire la fede ai tanti berlusconiani che l'han-

no persa. Il conto è presto fatto: tra i voti che il Pdl prese nel 2008, e quelli che gliene attribuiscono oggi i son-daggi, mancano all'appello '7 milioni di potenziali sostenitori. Per rivince-re a mani basse, ragionano dalle parti di Arcore, basterebbe convincerne la metà... Aspettiamoci dunque un «ru-sh finale» interamente focalizzato su quella fascia di delusi. Ogni mossa di Berlusconi sarà rivolta con chirurgi-ca precisione a chi già l'ha votato in passato. Per fare un esempio: l'an-nunciata lettera di Silvio agli elettori non ingorgherà le cassette postali dal nord al sud dello Stivale, come era ac-caduto ai tempi d'oro in cui l'uomo po-teva permettersi cifre astronomiche per il dépliant di 128 pagine «Una sto-ria italiana». No, stavolta il piatto piange. Dunque la missiva verrà spe-dita a 5-6 milioni di elettori, selezio-nati sulla base di certi elenchi messi insieme da Palmieri e da Verdini, gli «ingegneri» della campagna berlu-sconiana. Una propaganda molto mi-rata e tutta concentrata sulle regioni in bilico, o perlomeno quelle dove agli strateghi del centrodestra una vitto-ria appare plausibile: Lombardia e Si-cilia, più Puglia e Friuli, più Calabria e Campania (Berlusconi insiste per aggiungere pure il Lazio, sebbene tra i suoi non ci creda nessuno).

Stesso discorso per le «proposte-choc». Ce ne sono in serbo un altro paio, assicura chi (incominciando da Capezzone) è stato tra gli artefici del-le precedenti uscite sull'Imu e sui mi-lioni di posti di lavoro. Berlusconi estrarrà i nuovi conigli al momento opportuno, per cui fino all'ultimo le novità resteranno «top secret», salvo qualche spiffero ai giornali che dalle sue parti non manca mai. Ieri sera, ad esempio, in tv ha annunciato che nel nuovo contratto con gli italiani inseri-rà l'impignorabilità della prima casa, confermando poi che le sanzioni di Equitalia saranno ridotte e gli inte-ressi cancellati.

Purtuttavia lo sforzo più intenso, spiega chi è in sala comandi, consi-sterà nel meglio precisare certe sug-gestioni apparse poco credibili agli elettori in dubbio. I quali vorrebbero «abboccare», allettati dall'esca, ma non si fidano più della Vecchia Lenza Berlusconi. Il quale deve aggiungere dettagli concreti, se vuole apparire plausibile. E inoltre sottoporsi al va-glio di interlocutori aggressivi, nien-

modulazione di fre- quenza ha il suo bel perché. Siamo nella

settimana di Sanremo, e tutti i program- mi televisivi della sera verranno «oscura- ti» dal festival canoro. Inutile frequentarli. La contromossa berlusconiana consiste nel fare slalom con le canzonette, magari infilandosi tra quelle che verranno riascol- tate l'indomani mattina in auto dal popolo

atto: «Spara balle, ma perlomeno ci mette la faccia...». Bonaiuti, che dell'offen- siva mediatica è il regista, riporterà il Ca po dalla Gruber e ovunque gli si aprirà un varco nella «par conditio». E ancora con- sentita un'irruzione da Vespa, un'altra a «Quinta colonna» su Mediaset, e poi tan- ta, tantissima radio incominciando oggi con «Un giorno da pecora», programma adorato da Cossiga che ne era un habitué. Chi vorrà evitarlo, passerà il tempo a

cambiare se

canale ir

lper- ché lo sentiremo su

Altre due proposte choc Rtl, Radio Montecarlo, Radio Anch'io e

Un'idea ètentare di assicurare que verrà invitatdovun- o.

la non pignorabilità della Nulla è casuale, nel- le scelte mediatiche del prima casa. E tenterà Cavaliere; pure questo

di infilarsi tra le canzonette repentino amore per la

te affatto qualificabili come amici suoi, correndo i rischi del caso. Non è un caso che sia andato nelle tane di Santoro, di Floris, dell'Annunziata. Perfino un avversario come il sinda-calista Landini, dopo avere incrocia-to la spada con Berlusconi, prende

«Qu ak•Clvde» •

Arresto per Cesa ro» Bufera sul Pdl campano

Esiste un ordine di custodia in car-

cere per l'ex presidente della Provincia

di Napoli (e candidato pdl alla Camera) Luigi . Casaro? Dopo la notizia apparsa

ieri sul Fatto quotidiano, lui reagisce con una nota: «D na incivile quanto ille-

gale campagna di stampa, orchestrata per del eg itt . mare la mia scelta di sotto-

pormi al giudizio degli elettori, non ha esitato di impadronirsi di notizie segre-te relative a una asserita indagine a

mio carico di cui, peraltro, non ho rice-vuto informazione». Ma è polemica

con il Pd di Napoli: «Le rivelazioni apro-no uno scenario ancora più inquietan-

te sul Pdl campano, che continua a non

fare chiarezza sulle vicende che chia-mano in causa l'onorabilità dei suoi vertici», dicono in un comunicato con-

giunto Teresa Minato, Luisa Bossa e Salvatore Piccolo, parlamentari Pd nel-la Co mmissio ne Antimafia.

Sette milioni di sostenitori mancano all'appello

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Il Prof avvisa Bersani «Se resteranno i veti sulle riforme del lavoro non lo appoggeremo»

contando ciò che pensa e che spera su un palcoscenico (sarà un caso?) a sfondo grigio. Quinte «sobrie», tra le quali ovviamente non c'è spazio per l'avanspettacolo, ma dove Monti si concede qualche iro-nia sulla sua proverbiale fred-dezza e dove lascia persino trapelare il racconto delle emozioni di un governo «chia-mato per salvare l'Italia»: «È stato molto bello incontrare, durante le missioni, gli italiani all'estero. Ho sentito la loro gioia liberatoria».

La cosa notevole, in questa kermesse del professore, è che una volta tanto in un teatro strapieno come il Parenti, non si trovano le facce vecchie del-la politica milanese. Nessun residuo del pentapartito degli Anni 90 e nemmeno di ex ram-panti del bipolarismo. La Scel-ta Civica di Mario Monti pare davvero una novità anche nel-le parole della più giovane in-terlocutrice, Valentina, 10 an-ni, che se il professore, potes-se, candiderebbe subito. «I miei avversari - dice - sanno fare bene il gioco della politi-ca» composto «da attacchi giornalieri che attirano atten-zione, slogan brevi e incisivi, promesse accattivanti che non verranno mantenute e se ver-ranno mantenute, creeranno una situazione ancora più gra-ve. Mi sono sentito spesso a di-sagio in questo mese in un ruo-

11/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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Monti, nuovo affondo su Berlusconi L'accusa: "Compra i voti coi soldi degli italiani". Pieno sostegno ad Albertini: toglie consensi alla destra

PAOLO COLONNELLO MILANO

Sulla lavagna dei buoni e dei cattivi che un professore co-me Mario Monti porta ideal-mente sempre con sé, tra i peggiori si colloca certamente Silvio Berlusconi che «com-pra i voti con i soldi degli ita-liani» (accuse bollate come «indecenti» dal Cavaliere). Per non parlare dei condoni «tombali» e dell'evasione fi-scale: «Sappiamo tutti e dob-biamo convincercene sempre più che con l'evasione fiscale alcuni italiani mettono le mani nelle tasche di altri italiani». Tra gli immaturi invece (e dunque, recuperabili), ci met-te Pierluigi Bersani, che ha de-finito «una vittoria di Pirro» i quasi «5 miliardi ottenuti dal-l'Europa». «Puerile» ma, chia-risce, solo per questa uscita. Ben più grave trova l'alleanza del Pd con Sel di Nichi Vendo-la con il quale, dice, «non ho al-cuna affinità». Sebbene, alla fine, Bersani risulti persona «con cui ho ottimi rapporti»: non si sa mai che un giorno tocchi governare insieme allo smacchiatore di leopardi. Per la Lega infine, e la «sua visione dell'Europa, dell'Italia e della Lombardia non penso di do-ver spendere parole».

È un «Monti day» molto mi-lanese «media borghesia», quello che apre la «terza fase» della campagna elettorale del premier: oltre 4 ore di osten-sione di se stesso, in piedi o su uno sgabello ma privo di bar-riere, e confronto con il pubbli-co nella sede del teatro Paren-ti. Monti affronta i giornalisti, i giovani, le donne e persino i bambini raccontandosi e rac-

lo che non è mio. Cercherò di fa-re il rush finale cercando di es-sere sempre più me stesso». Al dunque. Monti tocca tutti i temi del suo programma: dalla sanità («incardinata sul pubblico con spazi per i privati») all'Imu («raddoppio delle detrazioni sulla prima casa a chi ha figli), dal lavoro («incentivi alle start up, deducibilità integrale alle aziende che aprono asili, incen-tivazione delle paternità per fa-vorire le donne») al web («ban-da larga veloce e digitalizzazio-ne per le scuole»). Si dichiara contro «il liberismo estremo dei Chicago boys» e a favore di una spinta «al bello» e al «saper vi-vere» dell'Italia. «Lascio che gli altri dicano ciò che la gente vuol sentirsi dire e continuerò a dire quello che penso. Forse per que-sto nessuno dei miei illustri an-tagonisti politici vuol fare un confronto con me».

Il nemico principale, comun-

Il Cavaliere replica agli attacchi «Queste accuse sono indecenti»

que, rimane la destra di Berlu-sconi che «ha tradito le promes-se di liberismo». Per questo, di-ce Monti, in Lombardia la Lista Civica continuerà ad appoggia-re Albertini, «perché credo ab-bia più possibilità di sottrarre voti alla destra che alla sini-stra». Ma non è un cedimento alla sinistra. «Non sono sicuro che tocchi a me convincere Ven-dola o Fassina. Ma quella coali-zione può scordarsi che noi pos-siamo dare un apporto a una maggioranza di governo se non prevarranno posizioni di rifor-ma anche nel mercato del lavo-ro». E infine confida che «le ur-ne possano regalarci sorprese positive».

Pagina 4 Monti, nuovo altbrirlo su Berlusconi

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La prima ■ Aia fuori dal i'alazzo senza stippudit, c vitalizio

11/02/2013 press LinE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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La prima volta fuori dal Palazzo senza stipendio e vitalizio

Sono 186 gli ex parlamentari che dovranno aspettare i 60 o 65 anni per la pensione

Cihiamarli esodati, anche se col paracadute, potrebbe suonare offensivo per gli esodati veri,

dunque il paragone è improprio pure se l'istituzione per la quale hanno pre-stato il loro impegno, cioè il Parla-mento, li ha lasciati senza stipendio e senza pensione in attesa di raggiunge-re i nuovi limiti di età. Ma attenzione: loro stessi l'anno scorso hanno votato questa riforma, ben sapendo che se cambiavano le regole per tutti gli ita-liani, stessa cosa doveva valere a mag-gior ragione per la cosiddetta Casta. Dunque c'è chi dovrà aspettare due anni, come Livia Turco o Veltroni, chi un anno come Rutelli e chi dieci, come Isabella Bertolini del Pdl.

E in ogni caso sono molti quelli che non avranno difficoltà a ricollocarsi, anche se costretti a tornare indietro nel tempo. Uno di questi e' l'Udc Ren-zo Lusetti, classe 1958: comincerà a ricevere la sua pensione nel 2018 e ora tornerà al lavoro nell'azienda dove si mise in aspettativa dal 1987.

Conta comunque 186 nomi questa schiera di onorevoli non ricandidati e rimasti pure senza pensione, grazie alla riforma che l'anno scorso cambiò i vitalizi: fissando a 60 anni l'età per poter riscuotere l'assegno, 65 anni per chi con una sola legislatura. «Non potevamo certo permettere che in Italia ci fossero 300 mila esodati veri e infuriati e che i politici potessero ri-scuotere il loro vitalizio a 50 anni», spiega infatti uno degli estensori della riforma. Uno dei volti noti incappati nelle maglie di questa riforma fu la Pi-vetti, oggi ricandidata alla Regione Lazio e quindi in predicato di rielezio-ne, che quest'anno avrebbe avuto di-ritto al vitalizio in base alle vecchie re-gole. Lei alla fine non presentò ricor-so, ma lo fecero una trentina di onore-voli intenzionati ad aver conto e ragio-ne dei cosiddetti diritti acquisiti. Che furono ripagati con una sonora boc-ciatura del loro ricorso da parte del consiglio di Giurisdizione della Came-ra, presieduto dal finiano Consolo.

E così dunque, scremate le liste, spuntate le varie ricandidature dei

945 parlamentari uscenti, grazie allo screenig fatto dall'istituto Hume si vede che in questa terra di mezzo resta un nutrito numero di deputati e senatori. Quasi sempre in grado di rientrare in gioco senza problemi, visto che la schie-ra di professionisti nei rami del parla-mento è alta: avvocati, notai, commer-cialisti, medici, giornalisti, ma anche molti docenti e lavoratori dipendenti. Ma ci sono i casi più disparati: due am-bientalisti come Della Seta e Ferrante, non ricandidati anche se dopo una legi-slatura provenienti dalle fila di Legam-biente, dovranno convertire il loro im-pegno politico in altre forme. Francesco Pionati, candidato nel Lazio, potrà inve-ce rientrare in Rai, mentre Andrea Sa-rubbi non essendo negli organici, perché lavorava a contratto, resta fuori.

Ma a parte tutto va detto che - come per chiunque lasci un posto di lavoro -ognuno di questi 186 non dovrà ripartire proprio da zero: tutti riceveranno un as-

segno di fine mandato (quello che in Germania e Francia viene chiamato sussidio di reinserimento lavorativo), pari a1180% dell'importo mensile lordo dell'indennità per ogni anno di man-dato effettivo: circa 46 mila euro per una legislatura, 140 mila per tre man-dati, importi ricavati dal monte di con-tributi versati ogni mese da ogni sin-golo deputato.

E in questa lista dei 186 figurano co-munque i nomi più disparati, da Franco Frattini a Massimo Calearo, dallo scrit-tore Gianrico Carofiglio a Marco Folli-ni, da docenti universitari come Gio-vanni Bachelet, Stefano Ceccanti o Sal-vatore Vassallo, all'ex capogruppo le-ghista Marco Reguzzoni, fino agli ex An, come Adolfo Urso e Andrea Ron-chi. E dai non ricandidati finiti nella ta-gliola delle liste pulite, come Papa, Co-sentino, Milanese del Pdl, Luongo o Pa-pania del Pd, fino a Luigi Lusi, l'ex teso-riere della Margherita.

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Riccomctro.vvrlfare aris chio per i redditi bassi conia casa

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11/02/2013 press unE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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1 nuovo riccometro creato per stanare i falsi poveri rischia di estromettere dal nostro welfare pensionati e dipendenti a basso

reddito ma proprietari di casa. Ad evidenziare il pericolo è uno studio del Servizio politiche fiscali della Uil elaborato per la Stampa, che mostra un'impennata per dipendenti e pen-sionati proprietari di casa del reddito Isee che, sotto determinate soglie, dà diritto a tutta una serie di prestazioni sociali. Il riccometro è invece più ge-neroso con chi è in locazione o ha il mutuo o ha più familiari a carico. Del decreto della presidenza del Consiglio già messo a punto se ne occuperà ora-mai il governo che verrà, quindi lo strumento è ancora da perfezionare prima dell'entrata in vigore. Ma Pd e centristi hanno già fatto sapere di puntare sul nuovo Isee per rendere più equo l'accesso alla prestazioni so-ciali e il decreto è un atto dovuto per-ché espressamente previsto dalla leg-ge "Salva-Italia". Per questo è bene valutarne gli effetti per capire se c'è qualcosa da ritarare.

Chi ci rimette Sicuramente i pensionati che vivono da soli e hanno la casa di proprietà. Un anziano con una modesta pensio-ne di 14mila euro lordi l'anno, che ha un conticino di 15mila euro in banca e una casetta di proprietà con rendita catastale di 600euro, che equivale a una abitazione non popolare di una ottantina di metri quadri in città, vede impennarsi il proprio reddito Isee di 6.606 euro, superando il tetto dei 23.700 euro. Che in quasi tutti i comu-ni d'Italia equivale a dire addio a ser-vizi sociali e agevolazioni. Va male an-che al lavoratore dipendente con mo-glie e un solo figlio ma con casa di proprietà dello stesso valore catasta-le di 600 euro e un reddito di 19.800 euro (quello me-dio nazionale),che vede impennarsi il suo nuovo Isee di 1.375 euro. Que-sto perché la casa è calcolata in base alle nuove rendite catastali, rivalu-tate del 60% dal-l'Imu. A rimetter-ci sono poi tutti gli attuali "portoghe-si del welfare", che dichiarano redditi irrisori ma possiedono beni di lusso o case di prestigio

Chi ci guadagna Chi è in affitto o ha una famiglia nu-merosa perché in entrambi i casi il nuovo Isee applica più generosi sconti sul reddito. Per esempio il pensionato

con un reddito sempre di 14 mila euro ma con un affitto da pagare di 400 euro mensili vede abbattersi il suo reddito di 1.358 euro.11 lavoratore dipendente, co-niugato e con tre figli di età superiore ai tre anni, che ha un reddito, già supe-riore alla media, di 38mila euro ma un affitto da pagare di 400 euro mensili vede scendere il reddito Isee di ben

3.108 euro, finendo sotto la soglia dei 12mila euro che in quasi tutti i comuni da diritto a buona parte dei servizi so-ciali agevolati.

Cosa si perde o si guadagna Prima di tutto le so-glie di reddito Isee che danno diritto

alle prestazioni sociali variano da co-mune a comune. Detto questo i pensio-nati che salgono oltre il reddito d'acces-so al welfare dovranno dire addio all'as-sistenza domiciliare, al pagamento del-le rette per case di riposo, alle riduzioni delle bollette telefoniche e delle tariffe per il trasporto locale, oltre che ai servi-zi gratuiti per i disabili, il telesoccorso,

gli assegni al nucleo e altri servizi ero-gati dai comuni. Ovviamente ci saranno invece pensionati senza casa, esclusi da tutto ciò con il vecchio Isee, che potran-no invece essere più protetti dal welfare qualora il riccometro finisca per abbas-sarne il reddito. Per le famiglie in gioco ci sono invece l'accesso agli asili comu-nali, il sostegno scolastico, gli assegni di maternità, i libri scolastici gratuiti, il di-ritto allo studio universitario e gli scon-ti sulle bollette. Pd e centristi hanno già anticipato che il nuovo Isee servirà an-che a stabilire la soglia che da diritto al-l'esenzione dai ticket sanitari.

Setaccio elettronico anti-furbi Fisco e Inps andranno a braccetto per stanare i furbetti del Welfare che pre-senteranno a comuni, asl, università e enti vari dichiarazioni sostitutive uni-che (Dsu) non veritiere. L'Ente, ricevuta la Dsu la trasmetterà per via telematica al sistema informativo Isee gestito dal-l'Inps. Tutta una serie di informazioni, come auto di lusso, conti correnti ban-cari, assegni di invalidità e altri indica-tori patrimoniali non saranno compilati dal contribuente ma verranno trasmes-se all'Inps direttamente dall'Agenzia delle Entrate. I falsi poveri sono avvisati.

Riccometro, welfare a rischio per i redditi bassi con la casa

Chi è proprietario di un appartamento potrebbe perdere le agevolazioni

CACCIA ,M POVEM

L'Isee entrerà in vigore col nuovo governo

e aiuterà a stanare gli evasori

I DIRITTI Gloco Asili, assegni di maternità,

libri scolastici gratuiti e sconti sulle bollette

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11/02/2013

LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

Scostamento ISEE ISEE 9 attuale 9 nuovo Le simulazioni ISEE

7.118,50 23.725,00 6.606,so 0.047,50 10.525,00 477,so

. ... 100 ... .. .. Nucleo con un solo componente titolare di 21000,00 euro di pensione, casa di abitazione con rendita 500,00 euro senza mutuo sull'immobile, conto corrente di euro 15.000,00

sr é: lima é.

Nucleo composto dai coniugi ed un figlio minore, casa di abitazione con rendita 600,00 euro con mutuo sull'immobile pari ad euro 50.000, conto corrente di euro 15.000,00 e reddito annuo di 19.800 euro

Nucleo con un solo componente titolare di 14000,00 euro di pensione, casa di abitazione con rendita 600,00 euro senza mutuo sull'immobile, conto corrente di euro 15.000,00

RiCliponat ................... ................... Nucleo con un solo componente titolare di 14000,00 euro di pensione, in locazione a 400,00 euro mensili, conto corrente di euro 15.000,00

22.347,50 28.491,67 6.144, 7 11.234,56 9.342,32 -1.892,24

r.■

Nucleo composto dai coniugi e tre figli minori con età non inferiore a tre anni, in locazione a 400,00 euro mensili, conto corrente di euro 15.000,00 e reddito annuo di 19.800 euro

Nucleo composto dai coniugi ed un figlio minore, casa di abitazione con rendita 600,00 euro con mutuo sull'immobile pari ad euro 50.000, conto corrente di euro 15.000,00 e reddito annuo di 19.800 euro e reddito annuo di 38.000 euro

11.946,49 8.838,46

,

Nucleo composto da coniugi e un figlio minore, casa di abitazione con rendita 500,00 euro senza mutuo sull'immobile, conto corrente di euro 15.000,00 e reddito annuo d'impresa di 33.000 euro

........

At+PR.g:MARM. Nucleo da un solo componente, in locazione a 400,00 euro conto corrente 2.000,00 e con reddito di 9.000 euro

Centimetri - LA STAMPA

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«Strumento da aggiustare ma valido» domande

a Domenico Proietti politiche fiscali Uil

evasori e colpire i furbetti del wel-fare è pienamente condivisibile, anche perché le risorse che ver-ranno recuperate devono essere reinvestite in prestazioni sociali, come espressamente previsto dal decreto salva-Italia. Quindi si to-glie a chi non ha diritto per dare di più a chi è in reali condizioni di di-sagio. Detto questo qualche aggiu-stamento va fatto».

Ad esempio a favore di pensionati e dipendenti con redditi bassi ma la casa di proprietà?

«Dalle nostre simulazioni il nuovo Isee in questi casi risulta essere troppo penalizzante, soprattutto per i pensionati. Ma più che modifi-care il decreto credo bisognerà la-vorare sulle soglie stabilite dai co-

muni per l'accesso alle prestazioni, alzandole dove si evidenziano esclusioni ingiuste».

Ma la casa non finisce per pesare un po' troppo?

«Si potrà rivedere qualcosa ma stiamo attenti a non svalutare trop-po il peso degli immobili nel nuovo indicatore, altrimenti rischiamo di favorire di nuovo i soliti furbi, che denunciano poco o niente al fisco e poi hanno case incompatibili con quei redditi».

Chi esce meglio dal nuovo Isee? «Chi le tasse le paga perché sia per i pensionati che per il lavoro dipen- dente sono state introdotte delle de- trazioni più sostanziose che pre- miano quei redditi che non sfuggo- no al fisco». [PA. RU.]

Domenico Proietti, se-gretario confederale Uil, respon-sabile poli-tiche fiscali. Questo nuovo Isee vi convince o no?

«L'obiettivo di stanare gli

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11/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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UNA LEGGE SI N1 i,', E. A QU ELLAF N a:2 S E

California, milionari in fuga per la supertassa sui ricchi

N La California rischia di scatenare una fuga dei rie-chi sul modello della Fran-cia, con i magnati di Los Angeles in fuga in stile co me Gerard Depardieu: la differenza è che invece di scappare all'estero ai milio-nari americani basterà tra-sferirsi in un altro stato de-gli Usa per risparmiare sul-la dichiarazione dei redditi.

Sono le probabili conse-guenze della nuova impo-sta locale che rialza di ben 3 punti (dal 10,3 al 13,3 per cento) l'aliquota sui redditi superiori al milione di dol-lari. Il ritocco è retroattivo al primo gennaio 2012 e porta il carico fiscale coma plessivo sui contribuenti più ricchi ben al di sopra del 50 per cento.

Pagina 9 I :Italia delle frodi costa 293 milioni

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11/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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L'Italia delle frodi costa 293 milioni La Corte dei Conti denuncia possibili danni all'Erario, dalla malasanità alle operazioni sui derivati

ROSARIA TALARI C O ROMA

È la mappa dell'Italia dei furbi. Una cartina che riassume frodi, corruzione e abusi equamente distribuiti nelle varie regioni. A disegnarla è la Corte dei conti che ha raccolto in un dossier i casi più eclatanti scovati dai procuratori regionali. Dalle Al-pi alle sponde del Mediterraneo il danno erariale causato da questi comportamenti non esattamente da cittadini mo-dello ammonta a oltre 293 mi-lioni di euro. E la Procura gene-rale della magistratura contabi-le parla di «un calcolo necessa-riamente provvisorio». E scor-rendo le pagine del documento si trova di tutto: dal parcheggio messo sotto sequestro a Geno-va perché realizzato in un'area sottoposta a vincolo storico-pa-esaggistico al giro di mazzette nelle camere mortuarie degli ospedali di Milano. Non sfuggo-no opere architettoniche famo-se come il ponte di Santiago Ca-latrava a Venezia (troppo scivo-loso) e anche eventi drammatici come il terremoto in Abruzzo: le vertenze in corso di istrutto-ria riguardano soprattutto i contributi per i lavori a seguito del sisma del 2009. L'Abruzzo si distingue anche per i casi di «mancata riscossione di con-travvenzioni al codice della strada da parte di diversi Co-muni» grazie ad amicizie tra multati e funzionari pubblici.

In Piemonte per il premio Grinzane Cavour, l'associazio-ne che lo gestisce potrebbe aver sottratto illecitamente i fondi della regione. Sempre nell'ambito della cultura, il museo Trieste costato 600 mia euro e mai realizzato. Il contri-buto era stato versato dalla re-gione Friuli Venezia Giulia «ad una nota fondazione di foto-grafie antiche» scrivono i ma-gistrati della Corte. Spostan-dosi a Sud le cose non miglio-rano. Non poteva mancare la Campania per quel che riguar-da la gestione dei rifiuti: un danno di circa 43 milioni di eu-ro ha riguardato il contratto

per la bonifica e lo stoccaggio dei rifiuti nel litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano.

In Sicilia a finire sotto la len-te della Corte è la Regione, per presunti illeciti nella nomina di consulenti, per danni legati a di-smissioni del patrimonio immo-biliare e per l'assunzione di sog-getti sprovvisti dei prescritti ti-toli professionali. Su un'altra isola, la Sardegna, troviamo il caso di un ente che ha prima ac-quistato delle imbarcazioni, poi rimaste ormeggiate «essendo carente il personale per la con-duzione dei mezzi». Mentre in un comune sardo un furbo tec-nico comunale affidava lavori a

un'impresa in cambio di opere per la propria abitazione.

Nel piccolo Molise, grande danno da 6 milioni di euro per il collegamento Termoli-Croazia: la società mista è irregolare e bisogna rifare tutto da capo. Sfogliando i faldoni si incontra-no «fenomeni già noti - come ri-levano i magistrati contabili - di corruzione, di malasanità, di conferimento di consulenze in violazione di norme». Ma an-che operazioni spericolate con i derivati, abusi nella gestione

A Genova il parcheggio

in aree vincolate A Firenze 50 milioni di premi non dovuti

del personale e omissioni nella riscossione dei tributi. Fino a casi di singoli travet che per imperizia o per frode hanno causato danni alla pubblica amministrazione. È il caso di Firenze dove la distribuzione (immotivata) di premi di pro-duzione al personale ha causa-to un danno di 50 milioni.

Tra le carte finisce anche il G8, che si svolse a Genova ma è nelle mani dei giudizi laziali il procedimento per accertare il «possibile danno erariale e al-l'immagine subito dall'ammini-strazione per gli Interni». Il dan-no d'immagine per l'Italia inve-ce è difficile da quantificare.

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In tilt i computerAlitalia, disagi e code per i passeggeri --g; Code e disagi per i passeggeri di Alitalia, in-

cappati ieri in un guasto al sistema informatico Ar-co che serve anche altri vettori (Jat, Royal Air Ma-roc e Tu nis Air). Il guasto, avvenuto alle 7, è stato

risolto solo dopo due ore. Le operazioni di check-in e accettazione bagagli, svolte a mano, hanno ri-preso regolarmente dopo le 11.30, ma questo ha creato ritardi nelle partenze e negli arrivi.

Scuole e strade chiuse Lapatuat della nese paralizza l'Italia

11/02/2013 pressunE LA STAMPA Direttore Responsabile: Mario Calabresi

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11/02/2013 press LinE 1 Unità Direttore Responsabile: Claudio Sardo

Periodicità: Quotidiano Tiratura: 97.468

Diffusione: 35.906

L'intervento

Servizi pubblici locali Affrontare i temi concreti

Alfredo De Glrola m Pr esIdente Cisr.)ei Tose&

NEI PROGRAMMI E NELLE «AGENDE» DI GOVERNO PER

LE ELEZIONI POLITICHE SI PARLERÀ ANCHE DI SERVIZI

PUBBLICI LOCALI. Un tema nel quale, secondo tradizione, potrà prevalere nelle forze politiche un atteggiamento elettoralistico, basato su aspetti simbolici e identitari: acqua pubblica, rifiuti zero, ripubblicizzazione dei ser-vizi da un lato; privatizzazioni e mercato sempre e co-munque, dall'altro. Questa volta speriamo di no. Io mi auguro che il nuovo governo affronti i problemi concre-ti del settore, che ne ha molti, irrisolti da tempo, per garantire servizi di qualità a cittadini e imprese e consi-derarlo una delle poche, possibili, leve per la crescita del Paese.

Gli ultimi governi hanno fatto poco dal momento che è prevalso il terreno dello scontro ideologico, nel quale spesso hanno avuto la peggio come è accaduto in occasione del referendum e delle sentenze della Corte Costituzionale. Anche il governo Monti, che pure era partito con le migliori intenzioni, alla fine ha potuto realizzare ben poco. La situazione attuale è caratteriz-zata da un'enorme quantità di leggi e regolamenti, di cui spesso si stenta a riconoscere il senso. Per il Pd e per Pier Luigi Bersani si pone dunque la grande opportuni-tà di inserire definitivamente il settore economico dei Servizi Pubblici locali in una dimensione europea.

Ecco quindi alcune proposte concrete per la prossi-ma agenda di governo:

1. Archiviare definitivamente la discussione sulle for- me di affidamento (gara, spa mista, in house) adeguan- doci al diritto comunitario, che garantisce la completa

«libertà di scelta» fra le diver- se modalità di gestione. Se si vuole ,<contenere» il fenome- no degli affidamenti in house è sufficiente il legame di que-

sti con il patto di stabilità. 2. Definire con chiarezza

un disegno di politica indu-striale per rafforzare un siste-ma di imprese forti, di dimen-sione regionale e sovraregio-nale. Se si vuole superare la frammentazione, basta prose-guire nella strada degli affida-

menti di ambito e incentivare le aggregazioni, come già aveva iniziato a fare il governo Monti, promuovendone la capitalizzazione e la quotazione in Borsa.

3. Completare la rete delle autorità nazionali di rego-lazione, rendendo operativa quella sui trasporti e intro-ducendo quella sui rifiuti. Solo così sarà possibile defini-re e completare il quadro di sistemi tariffari efficaci, capaci di promuovere gli investimenti e di tutelare i consumatori.

4. Approvare un robusto piano di sostegno agli inve-stimenti, finanziato dalle tariffe, ma anche da un deciso intervento pubblico (incentivi e risorse pubbliche a par-tire dai fondi europei 2014-2020, ma anche fondi dedi-c.ati e un forte ruolo di Cassa Depositi e Prestiti) per le

astrutture strategiche: acquedotti, invasi, depurato- impianti di riciclaggio e recupero energetico, tra-

sporto pubblico locale sostenibile, fonti rinnovabili ed efficienza energetica.

Un pacchetto di investimenti da realizzare entro il 2020, capace di generare crescita, occupazione e inno-vazione nella green e blue economy, con obiettivi am-bientali evidenti: aumentare il riciclaggio e il recupero di energia da rifiuti, usare l'acqua in modo sostenibile, promuovere fonti rinnovabili ed efficienza energetica, aumentare il trasporto pubblico locale a scapito della mobilità privata.

5. Varare un piano di semplificazione burocratica ve-ra, con una riforma delle competenze, oggi divise in decine di enti, tino snellimento delle procedure di auto-rizzazione e di via, la razionalizzazione dei controlli, il superamento di un quadro assurdo di vincoli (persona-le, acquisti etc.) stratificato in questi ultimi anni, tino sfoltimento generale delle norme generali e di settore, che compongono una giungla normativa assurda che scoraggia gli investitori.

Tutte cose fattibili, rapidamente, con un ridotto im-patto sulla spesa pubblica e un enorme ritorno in termi-ni di crescita, lavoro, ambiente. Ma occorre guardare il settore con gli occhiali del pragmatismo e della concre-tezza, e riporre quelli dell'ideologia e dei costi della poli-tica,

Il governo di eentrosínistra

inserisca questo settore ín una dimensione europea .

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