Rassegna 10 febbraio

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10 febbraio

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10 febbraio

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I n ogni sistema perfetto si ve-rifica, prima o poi, un acci-

dente, si mostra una smagliatu-ra. E il gioco salta. I granelli disabbia che hanno bloccato i benoliati ingranaggi del bunga-bun-ga si chiamano Marco Landolfie Luigi Ferrazzano. Due poli-ziotti del com-missariato di Mi-lano Monfor-te-Vittoria. Sonoloro che firmanouna relazione diservizio “sull’in -tervento effet-tuato in data 27maggio 2010”,quando “si èprovveduto adaccompa gnarepresso gli ufficidella locale que-stura tale El Ma-

rhoug Karima”. Ruby, insom-ma, la ragazza di origine maroc-china che viene segnalata perfurto in corso Buenos Aires, fer-mata e portata negli uffici di viaFatebenefratelli. Lì accade il fat-to che fa nascere il “caso Ruby”:le telefonate di Silvio Berlusco-

ni, le pressioni, l’affido a NicoleMinetti. Poteva andare tutto li-scio, restare tutto nell’o m b ra .Invece i due agenti firmano le lo-ro annotazioni di servizio, quel-la notte, e poi aggiungono unarelazione più lunga, datata 28 lu-glio 2010, in cui raccontano le

Da Tartaglia

a Don Verzé: gli incroci

pericolosi della Gip

O rdinò la custodia cautelare in carcere perMassimo Tartaglia, l’uomo che colpì conun souvenir del Duomo il premier il 13

dicembre del 2009. Poi ne dispose il trasferimento inuna struttura psichiatrica prima di essere assolto, da unaltro giudice, per incapacità di intendere e di volere.Non è dunque la prima volta che le strade (giudiziarie)di B. e Cristina Di Censo si incrociano. Nella vicenda

Ruby il magistrato non si esprimerà prima di lunedì omartedì. Cristina Di Censo ha 44 anni è nata aPiombino (Livorno), e ha un passato da magistrato aBusto Arsizio (Varese). L’estate scorsa, quando ilmagistrato già seguiva le indagini su Ruby in funzione digip, si era verificato un episodio “misterioso”: qualcunoera entrato di nascosto nel suo ufficio. Dalla stanza,però, non era stato portato via alcun atto relativo

all’inchiesta, perché le carte venissero già custoditecon misure speciali di sicurezza. Il gip Di Censo, nel1999, quando era pretore a Busto Arsizio, avevaassolto don Luigi Verzé dall’accusa di avere effettuatoprestazioni sanitarie in assenza di autorizzazione. La DiCenso, inoltre, è il magistrato che ha archiviato gliesposti presentati dai Radicali sulle irregolarità dellefirme presentate a sostegno della lista Formigoni.

LA PROVA DI RUBYIl bunga bunga e la minorenne:

la deposizione che inchioda il Caimanodi Gianni Barbacettoe Antonella Mascali

N elle 782 pagine che se-condo la procura di Mi-lano inchiodano SilvioBerlusconi ci sono an-

che i quattro verbali, ancorasegreti, di Ruby sentita daipm. Il primo, del 2 luglio2010, è quello non ancora in-quinato dalle offerte di dena-ro in cambio di silenzio. In es-so la ragazza marocchina Ka-rima El Marhoug rivela per laprima volta il bunga-bunga, ifestini di Arcore a base di ses-so. Non ammette di aver avu-to, lei, rapporti sessuali con ilpresidente del consiglio, maracconta delle ragazze nude edei tuffi in pi-scina. Ma poi,i n t e rc e t t a t a ,spiega: “Ioho detto tan-te cose, mane ho nasco-ste tantissi-m e . . .”.Quelle 782pagine con-tengono, se-condo la pro-cura di Mila-no, la “p rovae vidente”che il presi-dente delConsiglio abbia commesso ireati di concussione e prosti-tuzione minorile, e dunquevada subito processato congiudizio immediato, senza bi-sogno di celebrare l’udienzapreliminare. Ieri quelle pagi-ne sono state trasferite dalquarto al settimo piano del pa-lazzo di giustizia. Dalla procu-ra al giudice per le indaginipreliminari, Cristina Di Cen-so, che ora dovrà valutare, incinque giorni (che potrebbe-ro però almeno raddoppiare),se concedere oppure no il ritoimmediato.

I 4 VERBALIChe elementi nuovi ci sononelle richieste dei pm? Per sco-prirlo, basta fare una semplicesomma aritmetica: gli elemen-ti d’accusa che già conoscia-mo, perché contenuti nei dueinviti a comparire (a Silvio Ber-lusconi e a Nicole Minetti) in-viati alla Camera dei deputati,occupano 630 pagine. Dun-que le novità, ancora segrete,

sono contenute nelle restanti150 pagine. Che cosa conten-gono? Innanzitutto i quattroverbali Ruby, sentita dai magi-strati milanesi il 2, il 6 e il 22luglio e il 3 agosto 2010. Poi lerelazioni degli assistenti socia-li che si sono occupati della mi-norenne. Le annotazioni di ser-vizio degli agenti del commis-sariato Monforte che hannoportato in questura la ragazzail 27 maggio 2010. Infine glielementi raccolti dopo il 14gennaio 2011, giorno dell’in-

vito a comparire a Berlusconi edelle perquisizioni a Ruby e al-le ragazze di via Olgettina. Ma-teriale più che sufficiente perdisporre il giudizio immedia-to, sostiene il procuratore Ed-mondo Bruti Liberati, che citiene a sottolineare, con tonigarantisti, che “quando si diceche c’è l’evidenza della prova,s’intende dire che la prova èevidente per il rinvio a giudi-zio, non per la condanna”. Ilprocuratore ieri ha iniziato lesue comunicazioni ai giornali-sti con una battuta: “Questonon possiamo chiamarlo br ie-fi n g . . .”. Il riferimento era a unafrase intercettata di Minetti,che a una amica che stava in-vitando ad Arcore diceva: “Ti

devo br iffare... ne vedrai dio g n i . . .”. Poi Bruti è passato acitare una frase di John StuartMill, campione del pensiero li-berale, a proposito del percor-so mentale fatto dai pm per ar-rivare alla decisione di chiede-re il giudizio immediato perentrambi i reati contestati.“Non c’è stato alcun contrastotra di noi magistrati impegnatinell’indagine, ma io posso diredi essere entrato in profondocontrasto con me stesso: per-ché ho soppesato le diverse ra-gioni, come scrive Stuart Mill,fino ad arrivare alla decisio-ne”.

UN SOLO PROCESSOUn solo processo per i due rea-ti. Perché la prostituzione mi-norile, per la quale non è pre-visto il giudizio immediato, èattirata per connessione daldelitto più grave, la concussio-ne: poiché un reato (la concus-sione) è stato commesso pro-prio per occultarne un altro (laprostituzione minorile). SilvioBerlusconi ha fatto pressionisui funzionari della questura diMilano affinché liberasseroRuby (“È la nipote di Muba-ra k ”), per impedire alla ragaz-za, irrequieta e incontrollabi-le, di far emergere la sua par-

LA NOTTE DELLA QUESTURA La telefonata del presidente del Consiglio e le pressioni

Quegli agenti che impedirono l’i n s abb i a m e nt o

tecipazione a pagamento ai fe-stini di Arcore. La concussio-ne. Nelle carte, sostiene la pro-cura, ci sono tutti gli elementiper provare che il presidentedel Consiglio ha commesso ilreato di concussione, nellanotte tra il 27 e il 28 maggio2010. Quando ha telefonatopiù volte in questura, premen-do sul capo di gabinetto, Pie-tro Ostuni. Quella notte haabusato della sua “qualità” dipresidente del Consiglio, manon lo ha fatto nelle sue fun-zioni ministeriali (il capo delgoverno non ha responsabilitàdirette sulla polizia): dunque ilreato non è ministeriale e nonha senso, secondo i pm, affer-

mare la competenza del tribu-nale dei ministri. Dopo le con-citate telefonate di quella not-te, la minorenne Ruby fu affi-

La citazione di Stuart MillsBruti Liberati: “È stato scritto che

siamo stati in contrasto tra di noi”. Ecita il padre del liberalismo: “Se una

verità fondamentale non trovaoppositori è indispensabile inventarli”

Le rivelazioni di KarimaQuelle 4 volte davanti

agli inquirenti

L a verità - o le verità - di Ruby “Ru-bacuori”: per 4 volte la ragazza

marocchina è stata ascoltata dai magi-strati di Milano - il 2, il 6 e il 22 luglio eil 3 agosto 2010. Le notti di Arcore maanche la sua infanzia, la prostituzio-ne, la notte in questura del 27 maggiodel 2010, quando Berlusconi tentò dispacciarla per “nipote di Mubarak”.

Le 5 conversazioniBruti Liberati: irrilevanti

le telefonate di B.

L’ argomento: le ragazze e il ses-so. Ma queste 4 o 5 telefonate

di Berlusconi i magistrati hanno de-ciso di non inserirle nelle carte del-l’indagine: “Non le abbiamo utiliz-zate - ha detto ieri il procuratoremilanese Edmondo Bruti Liberati -sono irrilevanti e destinate alla di-struzione”.

782 pagineTutte le carte in mano

all’accusa

S ono le carte che l’accusa ha depo-sitato ieri per sostenere che B. de-

ve essere processato per l’affaire Ru-bacuori: oltre agli inviti a comparireper il premier e per la Minetti, sonoinclusi gli interrogatori della giovaneragazza marocchina, le relazioni sudi lei dei servizi sociali e le annota-zioni del commissariato Monforte.

Dal fermo dellagiovane allere l a z i o n idi servizio chehannosmascheratoil depistaggio

IL POTERE DELL’ORGIA

telefonate del presidente delConsiglio, la panzana della “ni -pote di Mubarak” e l’inter ventofinale di Nicole Minetti, “con -sigliere con incarico ministeria-le”. Lo scenario della (presunta)concussione.Altri granelli di sabbia li aggiun-geranno T.M., l’amica di liceoche Nicole Minetti incautamen-te invita ad Arcore, e Maria Ma-kdoum, che ad Arcore arriva in-gaggiata da Lele Mora, a ballarela danza del ventre. Entrambetornano a casa schifate. E poiracconteranno ai magistratiquello che hanno visto, confer-mando l’esistenza del bun-ga-bunga. “Sembra di stare al Ba-gaglino ma è peggio”, dice T.M.“Un puttanaio. Con Berlusconiche toccava i culi alle ragazze.Ora se quelle cose le fai in ca-mera da letto, sono affari tuoi,

ma così, davanti a tutti! Mi chie-do, il giorno dopo, come facciaa lavorare”. E Maria Makdoum:“Quando la cena è terminata, ilpresidente più o meno testual-mente disse: ‘E ora facciamo ilbunga-bunga’. Scendemmoquindi in una sala non moltogrande, che né più e né menorappresentava una piccola di-scoteca, in mezzo c’era il palodella lapdance... e le due gemel-le De Vivo, che erano in praticain mutande e reggiseno, hannocominciato a ballare in manierahard, avvicinandosi al presiden-te, che le toccava e le ragazzetoccavano il presidente nelleparti intime, e si avvicinavanoanche a Emilio Fede, che analo-gamente le toccava il seno, altreparti intime”. Così i granelli disabbia hanno inceppato il siste-ma del bunga-bunga.

La descrizionedelle festehard e dei ritisessuali nellavilla di Arcore,i soldi peril silenzio

La Procuradi Milano chiedeil processoper Berlusconi:p ro s t i t u z i o n eminorile econcussione

Sotto scacco Illustrazione di Emanuele Fucecchi

Giovedì 10 febbraio 2011

di Sara Nicoli

È una guerra totale, unacontroffensiva ad ampioraggio contro quella Pro-cura di Milano che ancora

una volta ieri lo ha chiamato allasbarra con rito immediato. Co-me prima risposta alla magistra-tura, il Caimano oggi sarebbevoluto salire al Quirinale per fa-re un’indebita quanto ferocepressione sul capo dello Stato,nella sua veste di presidente delCsm, per ottenere il via libera suun decreto di stampo golpistasulle intercettazioni in modo damettere un bavaglio definitivoai giudici di Milano e di Romadefiniti, con uno slogan degnodei tempi del terrorismo, “un’a-vanguardia politica rivoluziona-r ia”. Il Colle ha respinto il ten-tativo prima ancora che la ri-chiesta ufficiale fosse formulatadalla Presidenza del Consiglio,lasciando Berlusconi senza lapossibilità di compiere un col-

po di mano.Ma il Cavaliere è ben lontanodall’alzare bandiera bianca.Non è affatto detto, infatti, chel’ipotesi del decreto sulle inter-cettazioni non torni ad affac-ciarsi in un Consiglio dei mini-stri straordinario che potrebbeessere convocato a sorpresa,ma il messaggio del Colle non la-scia adito a dubbi: se anche do-vesse arrivare, Napolitano nonlo firmerebbe. Però lui ci prove-rà comunque, perché ormainon ha più nulla da perdere.

LA GUERRA ai giudici, co-munque, adesso è stata ufficial-mente dichiarata. In un consi-glio di guerra convocato di frettaieri dopo aver lanciato parole pe-santi contro i pm di Milano, clas-sificati “ever sivi”, colpevoli di in-dagini “vergognose, uno schi-fo ! ”, che incardinano processi“far sa” tali da far venire voglia di“denunciare lo Stato”, Silvio Ber-lusconi ha anche pensato di de-nunciare i giudici di Milano in ba-se all’articolo 289 del codice pe-nale per attentato agli organi co-stituzionali. E quando GianniLetta, tra le altre cose, gli ha fattonotare la gravità del gesto con an-nesse conseguenze, Silvio ha ge-lato tutti con una risposta secca:“Allora lo farò da privato cittadi-no; ci vogliono far cadere, dob-biamo reagire in ogni modo”.Il blocco alle intercettazioni, ilbavaglio alla magistratura, restadunque all’apice dei suoi pensie-ri. E il perché risiede tutto nel ter-rore di Berlusconi che le tante,ormai troppe, ex arcorine in li-bera uscita possano essere inter-cettate ancora dai giudici svelan-do quant’altro possibile sul suopr ivato.Ma soprattutto, a turbare i sonni

del Cavaliere ci sono quelle no-tizie che da giorni rimbalzanonei Palazzi della politica romanae che danno per imminente l’a-pertura di una nuova branca del-l’inchiesta da parte della Procuradi Roma relativa al periodo pri-mavera-estate 2010, l’estate ro-mana di Silvio, quando le mura diPalazzo Grazioli e i torrioni delcastello romano di Tor Crescen-za sono stati teatro di feste e cene

con ospiti amici di sempre delCavaliere, da Tarak Ben Ammaral direttore generale della RaiMasi passando per il direttoredel Tg1 Augusto Minzolini;un’indagine molto temuta nelPdl che con il tentato golpe deldecreto intercettazioni ha intesoin qualche modo prevenire nuo-vi e più pesanti disastri.Dal consiglio di guerra è uscitocomunque un documento poli-tico pesantissimo, dove i magi-strati vengono definiti appunto“avanguardia politica rivoluzio-naria in sfregio al popolo sovra-no e ai tanti magistrati che ognigiorno servono lo Stato”.A giudizio del Cavaliere e deisuoi più stretti sodali, la decisio-ne dei pm di Milano di chiedere ilgiudizio immediato denota di-sprezzo per il Parlamento e perle istituzioni democratiche”, favenir meno i “contrappesi deirapporti tra poteri dello Stato at-traverso l’applicazione arbitra-ria dell’azione penale” nel segnodi una “giurisprudenza creativache ha dilatato a dismisura l’au -tonomia della magistratura”.Giudici comunque consideratialla stregua di un potere real-mente eversivo, capace di “azio -ni spregiudicate” tali da metterea repentaglio i principi della“stessa democrazia”: ‘No a unnuovo '94’ è lo slogan finale deldelir io.

IL DELIRIO di B. è comunqueappena agli inizi. Nel conclavebellico di Palazzo Grazioli si è an-che pianificata la strategia persollevare il conflitto di attribu-zione tra poteri dello Stato da-vanti alla Corte costituzionalesuperando il muro dell’ufficio dipresidenza della Camera in cui ilPdl non ha la maggioranza e cherespingerebbe la richiesta. Gliavvocati del premier hanno pen-sato di far presentare alla giuntaper le elezioni il documento dirichiesta da sottoporre all’aula,in modo di arrivare a un voto po-sitivo entro una quindicina digiorni, anche tenendo conto del-l’eventuale – anzi più che certa –contrarietà del presidente dallaCamera e quindi di un necessa-rio passaggio della richiesta allagiunta per il regolamento. Unmeccanismo molto farraginosoche, comunque, investirebbe ra-pidamente la Corte della decisio-ne riguardo al conflitto e che, adetta degli uomini Pdl, servireb-be comunque a rallentare il pro-cesso. Ma non a fermarlo. Quelloche attende Berlusconi nelleprossime settimane, comunque,è un vero campo minato: il 28 ri-partirà il processo Mediaset, il 5marzo ci sarà una nuova udienzaper Mediatrade ma, soprattutto,l’11 marzo ripartirà il processoMills. E lui non ha più lo scudodel legittimo impedimento. Laguerra che lui stesso ha dichia-rato potrebbe vederlo presto vit-tima più che carnefice.

P otrebbe partire già ad aprile ilprocesso a Berlusconi perl’affaire Ruby. Ma dopo che

l’ombrello giudiziario del “legittimoimpedimento” ad premier è saltato per il nodella Consulta, per B. ricominciano leudienze. Si parte il 28 febbraio con ilprocesso Mediaset sui fondi neri dei diritti

cinematografici. Il 5 marzo – il sabatosuccessivo – sarà invece la volta dell’udienzapreliminare per la questione Mediatrade: ilpresidente del Consiglio in questa vicenda èaccusato di appropriazione indebita.Infine l’11 marzo è prevista la riapertura deldibattimento sulla corruzione in attigiudiziari per la vicenda David Mills.

OBIETTIVI PREVENTIVI

“LIBERO” GIÀ PRENDE LA MIRA CONTRO IL GIUDICE CHE GUARDA “REPORT ”di Stefano Caselli

D all’invocazione del giudice natu-rale, alla guerra preventiva con-

tro il giudice potenziale. Al celebrepranzo di Arcore del 17 gennaio, B.riunì tutte le punte di diamante del-l’informazione di famiglia, ma non“L i b e ro ”. Tuttavia, il quotidiano diFeltri e Belpietro è tornato in pista dibuona lena. Così, se “il Giornale” èimpegnato a menare il pm Ilda Bo-cassini a colpi di rivelazioni su amoridi appena trent’anni fa, “L i b e ro ”apre il fronte sul presidente del Tri-bunale: “Il giudice che processa Sil-vio scese in piazza contro di lui”, è iltitolo a tutta pagina apparso in edi-cola ieri. Nel giorno in cui il plenumdel Csm approva un documento atutela del pm Fabio De Pasquale(definito “fa m i ge ra t o ” da B.) nel mi-rino di “L i b e ro ” finisce Oscar Magi,presidente della IV sezione penale

del Tribunale di Milano che, secon-do Franco Bechis, sarebbe stato in-solitamente convocato il primo feb-braio dal presidente del TribunaleLivia Pomodoro nel bel mezzo diun’udienza. Motivo della convoca-zione, l’assegnazione a Oscar Magidell’imminente processo a SilvioBerlusconi sul caso Ruby.In realtà la destinazione dei proces-si alle varie sezioni avvienein maniera del tuttoautomatica e non èaffatto detto (perquanto non da esclu-dere) che B., se rin-viato a giudizio, deb-ba essere giudicatodalla IV penale. A Mi-lano, come del resto al-trove, esistono dei pro-getti tabellari che asse-gnano automaticamen-te i procedimenti secon-

do la natura dell’ipotesi di reato percui si procede e in base alla data deldibattimento. Tutto, quindi, dipen-derà della decisione del gip di ac-cogliere o meno la richiesta di giu-dizio immediato.Ma la sola eventualità che Magipossa essere il giudice di B. è motivo

Blitz intercettazionima Napolitano chiude la portaIL PREMIER: FARÒ CAUSA ALLO STATO, OGGI VADO

AL QUIRINALE. IL COLLE: NON PREVISTO

Dai fondi neri Mediaset

a Mills: il programma

delle udienze

IL POTERE DELL’ORGIA

sufficiente per spandere la tesi delcomplotto ordito della magistraturamilanese. Magi, infatti, il 25 aprile2006 marciò per le vie di Milano“per difendere la Costituzione”, evi-dentemente un segno di inimicizianei confronti del premier, visto il ti-tolo dell’editoriale di “L i b e ro ”. La

suoneria del suo telefonino poi – ro -ba da non credere – sarebbe la sigladi “Ballarò”, per non parlare di quel-la volta che ammise come prova inun processo “una serie di puntate di‘Repor t’ di Milena Gabanelli, segnoevidente di passione per la tv mili-tante”. E che dire delle motivazionidella sentenza sul caso Abu Omar,in cui Magi criticava l’opposizionedel segreto di Stato a favore dell’exnumero uno del Sismi Nicolò Polla-r i?L’obiettivo, probabilmente, è prepa-rare il terreno per un nuovo casoGandus, presidente della X Sezionepenale che giudicò David Mills, piùvolte ricusata (invano) dai legali delpremier. E se il gip accoglierà la ri-chiesta di giudizio immediato, non èdetto che il caso Ruby non torni pro-prio sulla scrivania di Nicoletta Gan-dus. In ogni caso sarà un computera decidere, non Livia Pomodoro.

data a Nicole Minetti, presen-tata da Berlusconi con l’inesi-stente qualifica di “c o n s i g l i e racon incarico ministeriale”,che la lasciò però subito nellemani di una prostituta, la bra-siliana Michelle CoincecaoSantos Oliveira.

IL CORPO DEL REATOBerlusconi quella sera ottienedue vantaggi, sostengono i ma-gistrati. Ha avuto “per sé e perla minore un indebito vantag-gio di carattere non patrimo-niale, consistito, per la mino-re, nella sua fuoriuscita dallasfera di controllo delle autoritàminorili e, per esso indagato,nell’evitare che Karima potes-se riferire del reato (di prosti-tuzione minorile, ndr) e co-munque della risalente fre-quentazione, nonché di altrireiterati episodi di prostituzio-ne verificatasi nella sua dimoraprivata in Arcore, fatti di rile-vanza penale non a lui ascrivi-bili, ma comunque suscettibilidi arrecare nocumento alla suaimmagine di uomo pubblico”.La prostituzione. La procura ècerta di avere “prove evidenti”anche per contestare a Berlu-sconi il reato di prostituzioneminorile. Ruby, ragazza con al-le spalle una storia difficile, siprostituiva, come raccontanoalcune sue compagne d’av ve n -ture e come confermano le in-tercettazioni. È stata certa-mente più volte ad Arcore, co-me provano le “celle” t e l e fo -niche. Ha avuto molti soldi daBerlusconi, come lei stessaammette. E il presidente delConsiglio sapeva che la ragaz-za era minorenne. È la stessaRuby a raccontare, nei suoiverbali, il bunga-bunga, le fe-

ste e i riti sessuali poi confer-mati da altre ospiti, tra cuiT.M., l’amica con due lauree diNicole Minetti, e Maria Ma-kdoum, danzatrice del ventre.Propone di fare sesso, in cam-bio della libertà, anche all’a-gente Ermes Cafaro che la fer-ma il 27 maggio: “Vengo con te afar l’amore, allora”. Cafaro: “No,te con me non vieni da nessunapar te”.“Ricordo che diceva di essere moltoamica del presidente del ConsiglioSilvio Berlusconi, con il quale, a suodire, è stata spesso a casa del pre-mier, dove ha cenato, ballato e fat-to sesso con lui, il quale le davamolto denaro”. Così raccontaCaterina Pasquino, che la ospi-ta a casa sua e poi la denunciaper furto.“Oggi sono uscita di nuovo su unaltro giornale importante che girain tutta Italia”, dice Ruby al pa-dre il 26 ottobre 2010, riferen-dosi evidentemente al Fa t t oquotidiano. Poi subito accennaai soldi pretesi per pagare ilsuo silenzio: “Sono con l’avvoca-to che stiamo parlando di questecose e dobbiamo trovare una so-luzione, mi ha detto... gli ha dettoSilvio: ‘Dille che la pagherò il prez-zo che lei vuole, l’importante è chelei chiuda la bocca, che neghi il tut-to e che dica che lei... che dica puredi essere pazza, ma l’importante èche lei mi tiri fuori da tutte questequestioni, che io non ho mai vistouna ragazza che ha 17 anni, o chenon è mai venuta a casa mia’ ”.Nelle carte dell’indagine ci so-no anche quattro o cinque te-lefonate di Berlusconi, ammet-te Bruti Liberati. Parlano di ra-gazze e di sesso. “Ma non le ab-biamo utilizzate: sono irrile-vanti e destinate alla distruzio-ne”.

Pm avanguardiarivoluzionaria

“I magistratimilanesiagiscono comeun partitocalibrando latempistica delleiniziative

Il decreto e il panicoper il “fronte romano”

“Allarme rossoper i festinidi PalazzoGrazioliIl Pdl si mobilita:siamo a un nuovo1994

Oscar Magip o t re b b eg i u d i c a re“Papi”Il Csm: sì allatutela del pmDe Pasquale

Giorgio Napolitano (FOTO EMBLEMA)

Ilda Boccassini e Bruti Liberati (FOTO ANSA)