Rassegna Stampa Febbraio 2014

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cartografia della bellezza inquieta Rassegna Stampa Febbraio 2014 Sacrario di Redipuglia 6 luglio 2014 Cividale del Friuli 19-27 luglio 2014

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Page 1: Rassegna Stampa Febbraio 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Rassegna StampaFebbraio 2014

Sacrario di Redipuglia6 luglio 2014

Cividale del Friuli19-27 luglio 2014

cartografi a della bellezzainquieta

Page 2: Rassegna Stampa Febbraio 2014

Data:

Pagina:2014

3 febbraio 2014

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Gianni Torrenti, assessore regionale alla cultura, ieri a Trieste. Al centro,“Pordenonelegge”. Qui sotto, il festival udinese “vicino/lontano”

«Rilancerò la culturacon i fondi del Turismo»La “Festa della cultura” di Trieste: Torrenti annuncia la sua rivoluzione«Le Attività Produttive finanzieranno gli eventi scelti dal mio assessorato»

LA CONVENTION AL SALONE DEGLI INCANTI

di ALBERTO GARLINI

Prima ci hanno convinto che vi-viamo nel sistema migliore, poiche era il meno peggio, oggi cistanno convincendo che nonc’è alternativa. Ogni diversapossibilità di concepire la vitaviene bollata come utopica. Sia-mo qui, siamo tristi ed è eviden-te, ma ci deve piacere. Anche senon ci piace per niente. La poe-sia del giovane poeta RobertoCescon, nella raccolta La dire-zione delle cose, da poco uscitoper Ladolfi editore, parte pro-prio da questa impossibilitàd’azione, che racconta con un

lungo elenco senza colori dellaroutine quotidiana nordestinatra famiglia, supermercati e i de-sideri minuti che ci possiamopermettere. Un cardiogrammadella provincia a cui manca ilbattito del cuore.

La poesia di Cescon è certo diopposizione, ma una opposizio-ne possibile, già digerita, percui ancora dentro l’ideologiadominante. Siamo qua, appun-to, e ci piace starci. Anche senon ci piace. E questo piacere ècosì volontaristico che spessoagghiaccia. A uno sguardo su-perficiale, ne nasce un auto ap-partarsi retorico dall’idea stessa

di vita, come se il buon sensoconsumasse la vita dall’interno,rendendola un guscio vuoto,quasi senza significato se nonun rammemorare alcuni episo-di più biologici che sociali co-me l’essere nati, la famiglia, farefigli. È la poltrona Poäng il no-do: / un angolo per leggere co-modo / nello studio, che invececredevo / di liberare per la ca-meretta. Ma la poesia di Cesconha qualcosa di più sofisticato,che sta proprio nella ossessionedello starci. Fare finta, in un mo-do che sembra vero, è manife-stare la propria critica in una in-visibile dissidenza. Una invisibi-

le dissidenza che diventa unasorta di bandiera, e viene porta-ta come orgoglio, quasi con lestimmate del sacrificio volonta-rio e palesemente inutile. Ed èproprio quando avviene questomiracolo, quando la dissidenzasi fa veramente invisibile edemerge come drammatica eli-sione che il libro si fa più inte-ressante, molto più interessan-te. Se è vero che l’opposizioneprimaria maschera l’opposizio-ne reale, è nei momenti di pacenon apparente, nel gesto nega-to, nel ridicolo ma tragico chi-narsi a ricevere applausi inesi-stenti, che emerge lo straziantevuoto delle prospettive, la vitali-tà ineludibile ma insignificantee un desiderio che non è solo unfare piazza pulita prima di rico-struire, ma è stranamente, e quista il proprio del dettato poeti-co di Cescon, un essere già nel-

lo sforzo dell’altrettanto invisi-bile costruzione. Un’altissimapila di piatti / schiantarli uno auno per terra, / questo vorrei,oppure con un coltello / squar-tare un lombo su un tavolaccio/ finché il sudore si mischia colsangue. L’urlo trattenuto, il ge-sto solo immaginato, e dettonon fino in fondo, trasforma ilquotidiano nella sua nemesi im-mobile. Nel realismo, c’è l’ideo-logia, la sua finta critica, e la suairreale realizzazione. Cescon ciparla di questo mondo, ci dicecosa siamo oggi, ci vuole mo-strare il grado zero, ma ci co-stringe a pensare che nulla è co-me dovrebbe essere, e che nonc’è gloria nel cadere. Dà nomealla nostra vertigine quotidia-na: stiamo sull’orlo, ci guardia-mo intorno e fingiamo che tut-to sia normale.

©RIPRODUZIONERISERVATA

di LUCIANO SANTIN

T anto fragorose e cruen-te le rivoluzioni che par-tono dal basso, tanto

minimaliste e felpate quelle at-tuate dai vertici. È così ancheper il radicale cambio di indi-rizzo annunciato ieri da GianniTorrenti, assessore regionalealla cultura. Un cambiamentoche richiederà anche una revi-sione normativa, con una leg-ge quadro, in particolare sul di-vieto di cumulo nei contributi.

Sbrigativamente lo si puòriassumere nella formula: l’as-sessorato alla Cultura fa il suomestiere, cioè valuta e selezio-na, quello alle Attività Produtti-ve individua i progetti che pos-sono avere ricadute turistiche,e mette i soldi. In primavera lagiunta sarà al lavoro per riscri-vere le regole. La linea, che nonpuò non piacere ai soggetti piùimportanti, scontenterà inve-ce inevitabilmente, il sottobo-sco di associazioni e iniziativeminori già coltivato per torna-conto territoriale. Altro puntochiave nel ragionamento diTorrenti è quello della pro-grammazione: se si punta allarilevanza nazionale o interna-zionale, si devono fare i conticon le manifestazioni italianeed europee, non con gli ambitiregionali.

Assessore, la Regione deci-de di decidere, finalmente.

«Sono venuto, qui alla Festadella cultura che si tiene a Trie-ste, perché ci sono i soggettiche abbiamo scelto quali inter-locutori privilegiati, sulla basedella certa e alta qualità strut-turale, della certa e alta qualifi-cazione delle manifestazionirealizzate, e anche della capaci-tà di muovere l’economia. Rap-presentano l’asse su cui si svi-lupperanno le prospettive cul-turali di spettacolo, cinema edeventi. Perché naturalmente cisono anche le biblioteche, imusei, eccetera».

La scelta è fatta, definitiva-mente?

«È stata fatta, anche sulla ba-se delle relazioni che questestrutture hanno già creato traloro. Il coordinamento tra le re-altà l’ho trovato già pronto,senza bisogno di imporre nul-la. È nato dal momento di vac-che sobrie, e anche dalla consa-pevolezza che una regione dal-le dimensioni così ridotte puòavere un’offerta solo se questaè coordinata, non solo in chia-ve locale».

Cioè?«I nostri eventi, se vogliono

avere rilevanza nazionale o in-

ternazionale, devono confron-tarsi con i migliori del loro set-tore. Mi spiego con un esem-pio: le Giornate del cinema mu-to si svolgono in una certa da-ta, perché a Venezia hanno ap-pena finito e a Locarno nonhanno ancora incominciato.Quindi i ragionamenti del tipo:per i cartelloni mettetevi d’ac-cordo tra voi, non hanno sen-so.

Veniamo al problema dei fi-nanziamenti “culturali” eroga-ti dal Turismo.

«Qui si cambierà passo. Nel2013 la giunta attuale non haavuto modo di scegliere. Per ledomande presentate quest’an-no è aperto un tavolo, tra Attivi-tà Produttive e Cultura, per de-cidere congiuntamente. A pri-mavera però interverremo sulfronte normativo».

In che modo?«Perché il Turismo finanzi at-

tività culturali scelte dall’asses-sorato alla Cultura. Identifiche-rà, all’interno della nostra stra-tegia, le manifestazioni chepossono avere ricadute turisti-che. La qualità la garantiscel’assessorato alla Cultura. Ilche è una novità vera. Dopodi-ché, come detto, occorrerà mo-dificare le leggi o i regolamenti,

ammettendo il cumulo deicontributi. In passato, per sod-disfare una platea elettoralepiù ampia, lo si era proibito.Questa strozzatura impediscedi declinare nella prassi la ri-cerca della qualità. Va da séche il vicepresidente Bolzonel-lo è d’accordo».

Ancora una cosa: il centena-rio della guerra, che ha scate-nato una gold rush. Cosa fare-

te?«Per prevenire delusioni: so-

lo poche manifestazioni, e suproposta di aree vaste, non sin-goli comuni, scegliendo inizia-tive mirate sui siti. Piuttostoche gli spettacoli sulla guerra,qualche decina di repliche direading di lettere dal fronte, dafarsi nelle trincee. Pensiamo acose che non siano a sé stanti,ma arricchiscano ciò che è il

centenario: una rievocazioneemozionale, la commemora-zione di un’immensa tragedia,non la celebrazione di un suc-cesso. Nei prossimi giorni, conla presidente, sarò a Lubiana adiscuterne. Poi andrò in Au-stria. E l’11 marzo, a Parigi, miincontrerò con i senatori cherappresentano Verdun e la zo-na della Marna».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

‘‘FAR EST FILM

SabrinaBaraccetti:

puntiamo sul cinemacinese: 800 film nel 2013 ‘‘

MITTELFEST

AntonioDevetag:

il Friuli VG valorizziil turismo culturale ‘‘

èstoria

AdrianoOssola: studiosi

dal mondo per ricordareil centenario del conflitto

� TRIESTE

Tre parole d’ordine definisco-no gli assi prospettici dell’attivi-tà culturale in Friuli VeneziaGiulia. Sistema, turismo, guer-ra. Ambiti e concetti che si ten-gono, perché il turismo bellicopuò oggi spalancare grandipossibilità al territorio in unquadro di sinergia con l’offertaculturale.

Queste, in sintesi estrema, lerisultanze della Festa della cul-tura, tenutasi ieri in coinciden-za con il finissage della mostraKounellis Trieste al Salone degliIncanti. All’incontro hannopartecipato i rappresentanti diuna trentina di associazioni eorganizzazioni, che hanno an-che fornito qualche anticipa-zione sui prossimi programmi.Antonio Devetag. Il direttore diMittelfest sottolinea l’importan-za del protocollo Festival dellaregione, firmato nel 2012 assie-me a vicino/lontano, èStoria,Pordenonelegge e Premio Lu-chetta. «A lungo si è sbagliatoprivilegiando autoreferenziali-tà e campanili. È stato un erro-re anche il puntare sul turismodi massa perché il Friuli Vene-zia Giulia ha spiccate potenzia-

lità di turismo culturale, qualeinterfaccia tra Est e Ovest», di-ce. «Nel 2012, le cinque associa-zioni avevano presentato a Tu-rismo FVG una domanda con-giunta di contributo, legandolaall’anniversario della GrandeGuerra. Speravamo in un se-gnale, ma non è arrivato». Nel2014 Mittelfest avrà quale focusl’Austria, e momenti chiave nel-la coorganizzazione del concer-to di Muti a Redipuglia e nell’al-lestimento di Danza di mortedi Strindberg, con Spoleto Festi-val.Adriano Ossola. In quanto aèStoria, svolgendosi nella cittàmartire del conflitto tra Italia eAustria, quest’anno durerà piùa lungo, dal 22 al 26 maggio, inconnessione con la Borsa Inter-nazionale del Turismo dellaGrande guerra e la Giornata na-zionale del libro. «Ci sarannomomenti di musica, spettacoli,reenactment, mostre, proiezio-ni, letture e il convegno Trin-cee, sul mito della guerra. Poiun evento editoriale pilota, dirilevanza nazionale, patrocina-to dalla Aie, su cui non posso di-re di più», spiega Ossola, pa-tron della manifestazione, cheha appena definito il comitato

scientifico. «Ci saranno studio-si tedeschi, austriaci e sloveni,francesi, inglesi, russi, turchi eamericani, oltre agli italiani Vir-gilio Ilari e Paolo Mieli».Gian Mario Villalta. «Ci aspettia-mo che la Regione ci dia lineeprogrammatiche su cui colla-borare e fare economie di sca-la. L’Ente dica ciò che vuole rea-lizzare e individui i soggetti ido-nei», propone dal canto suo Vil-lalta, responsabile di Pordeno-nelegge. Sottolineando, cometutti, la disponibilità alle siner-gie. «Anche con realtà extrare-gionali. Assieme a èStoria e a vi-cino/lontano siamo entrati nelcircuito delle Città del libro.Facciamo sistema, confidandonella governance regionale».Insiste poi sul rapporto che lacultura può dare al “turismod’esperienza”: «Manifestazionicome le nostre possono rinno-vare la vocazione turistica delFriuli Venezia Giulia, assicuran-dogli risorse». Per la guerra, es-sendo Pordenone lontana dal-la prima linea, pensa «a itinera-ri letterari, che si sposino allaconsistenza e alle offerte turisti-che delle varie zone».Alessandro Verona. Il presiden-te di vicino/lontano crede inve-

ce in una progettualità che na-sca dal basso: «Siamo noi a do-ver individuare le affinità su cuicostruire progetti, paritaria-mente. Il cambio di paradigmasta nel tener conto degli altri,nell’arricchimento reciprocodi modalità e di contenuti, purcon prospettive non coinciden-ti. E il problema delle minori ri-sorse va superato con la mobili-tazione delle intelligenze, vo-lando più alti del campanile».Per il 2014, annuncia che vici-no/lontano allungherà le gior-nate da quattro a dieci, facendoprecedere il clou della manife-stazione da appuntamenti pro-pedeutici a San Francesco. Laguerra verrà trattata dall’annosuccessivo, per la prossima edi-zione si parlerà del 1913, annod’oro prima del “suicidio d’Eu-ropa”.Sabrina Baraccetti. Il presiden-te del Cec illustra i programmidi Far East Film per il 2014: «Oc-chio di riguardo per il sistemacinema cinese, che sta esplo-dendo, con ottocento titoli pro-dotti nel 2013, e per la recentis-sima golden age filippina. E poiun’assoluta novità, la sezionedei documentari, e dei film ibri-di, settore in crescita all’Est, ma

in fondo anche da noi, se pen-siamo a TIR o a Sacro GRA. Pro-segue poi il progetto di coope-razione con il workshop chemette in contatto dieci produt-tori, cinque europei e cinqueasiatici, in due sessioni, a Udi-ne e a Busan, in Corea del Sud,dove ha luogo il più grande fe-stival asiatico».Giovanni Marzini. Dal premioMarco Luchetta si pone l’ac-cento sulla rilevanza interna-zionale: «Non siamo il premiet-to estivo che chiama sul palco ilpersonaggio del momento. Sce-gliamo i lavori: reportages, in-chieste, foto che ci arrivano dasoggetti qualificati, come BBCe France 2, in scia alle finalitàdella Fondazione, da cui siamorigorosamente divisi», dice ilpresidente Marzini. «Daquest’anno, pur con la scrupo-losa attenzione ai bilanci richie-sta dalla crisi, intendiamo orga-nizzare altri appuntamenti,esterni alla serata conclusiva,per arrivare a un minifestivaldel giornalismo su due giorna-te. Ci poniamo come l’eventodi Trieste, in piena sinergia i fe-stival delle altre tre province edel Cividalese». (lu.sa.)

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� LESTIZZA

Un “no” che costa. Costa la vitaper sé e per tutta la famiglia. Unno che pesa moltissimo perchésaper dire di no al male, checontamina e divora tutto, haun prezzo altissimo. Nella sera-ta d’esordio di In File 2014 sonostate raccontate due vicendeaccadute, emblematiche, ango-scianti, amare. La prima è lastoria di una famiglia ebrea chevive in Friuli e viene sterminataad Auschwitz, la seconda è ilfallito attentato a Mussolini del4 novembre 1925. La famigliaebrea sterminata per l’orgoglio

e la forza di una giovane ragaz-za, di nome Stella, che lavoravanell’ufficio comunale di SanDaniele e che ha manifestato ilsuo no al sistema, al clima, allapesantezza degli atteggiamen-ti. Il suo comportamento è sfo-ciato nella denuncia per ven-detta, di tutta la famiglia Szörényi che finisce ad Auschwitzil 16 luglio 1944. Dei nove com-ponenti della famiglia ne so-pravvivono solo due. Un “no”che costa per poter affermare ilproprio diritto etico all’esserepersona, che in quegli anni ve-niva negato, tanto che qualcu-no si poteva permettere anche

ciò che non sarebbe stato lecitoconsentire. La triste vicenda èstata raccontata prima in un li-bro del professor Luigi Raimon-di Cominesi e, a In File, conuna video intervista ad Arian-na, la più piccola della famigliasopravvissuta all’orrore, che almomento della deportazioneaveva 13 anni e ora ne ha 81.L’intervista è raccolta e curatadal Gruppo di ricerca “I destinidegli altri”, giovani appassiona-ti studenti dell’Istituto udinese“Caterina Percoto”, coordinatidalla professoressa NicolettaPicotti, nell’ambito di un pro-getto sulla memoria del Nove-

cento in Friuli. La seconda par-te della serata ha focalizzatol’attenzione sul complotto friu-lano per uccidere Mussolini,messo in atto da Tito Zaniboniche ha combattuto, durante laprima guerra mondiale, vesten-do l’uniforme dell’8˚Reggimen-to degli Alpini di stanza a Udi-ne, con i gradi di maggiore. Za-niboni vanta molti agganci econoscenze in Friuli, special-mente a Buia. Proprio in unaosteria di Urbignacco, locandagestita da Lucia Paoluzzi, Zani-boni assieme a Ferruccio Nico-loso, Luigi e Angelo Calligaro,Ugo Riva e Angelo Ursella, pro-getta l’attentato che fallisce acausa di errori e ingenuità. Il li-bro che racconta quei fatti è diDino Barattin, presente all’in-contro.

Silvano Bertossi©RIPRODUZIONERISERVATAIl gruppo di ricerca “I destini degli altri” del Percoto protagonisti a In File

“La festa dellacultura”tenutasi ieri aTrieste,al Salonedegli Incanti.Nella foto adestra, MarziniDevetag,Verona, Ossolae Villalta(Foto L.Santin)

I festival si attrezzano a fare sistemaLaGrandeGuerra focusdel 2014Gian Mario Villalta (Pordenonelegge): «Aperti a economie di scala, la Regione ci dia le linee»Alessandro Verona (vicino/lontano): «Mobilitiamo le intelligenze, volando più del campanile»

Roberto Cescon

Cescon, spuntaunnuovoCappelloIl giovane poeta pordenonese sorprende con “La direzione delle cose”

Il no ai soprusi pagato con la vita adAuschwitzA In File la sofferta testimonianza di Arianna Szörényi sulla famiglia ebrea di San Daniele deportata

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Gianni Torrenti, assessore regionale alla cultura, ieri a Trieste. Al centro,“Pordenonelegge”. Qui sotto, il festival udinese “vicino/lontano”

«Rilancerò la culturacon i fondi del Turismo»La “Festa della cultura” di Trieste: Torrenti annuncia la sua rivoluzione«Le Attività Produttive finanzieranno gli eventi scelti dal mio assessorato»

LA CONVENTION AL SALONE DEGLI INCANTI

di ALBERTO GARLINI

Prima ci hanno convinto che vi-viamo nel sistema migliore, poiche era il meno peggio, oggi cistanno convincendo che nonc’è alternativa. Ogni diversapossibilità di concepire la vitaviene bollata come utopica. Sia-mo qui, siamo tristi ed è eviden-te, ma ci deve piacere. Anche senon ci piace per niente. La poe-sia del giovane poeta RobertoCescon, nella raccolta La dire-zione delle cose, da poco uscitoper Ladolfi editore, parte pro-prio da questa impossibilitàd’azione, che racconta con un

lungo elenco senza colori dellaroutine quotidiana nordestinatra famiglia, supermercati e i de-sideri minuti che ci possiamopermettere. Un cardiogrammadella provincia a cui manca ilbattito del cuore.

La poesia di Cescon è certo diopposizione, ma una opposizio-ne possibile, già digerita, percui ancora dentro l’ideologiadominante. Siamo qua, appun-to, e ci piace starci. Anche senon ci piace. E questo piacere ècosì volontaristico che spessoagghiaccia. A uno sguardo su-perficiale, ne nasce un auto ap-partarsi retorico dall’idea stessa

di vita, come se il buon sensoconsumasse la vita dall’interno,rendendola un guscio vuoto,quasi senza significato se nonun rammemorare alcuni episo-di più biologici che sociali co-me l’essere nati, la famiglia, farefigli. È la poltrona Poäng il no-do: / un angolo per leggere co-modo / nello studio, che invececredevo / di liberare per la ca-meretta. Ma la poesia di Cesconha qualcosa di più sofisticato,che sta proprio nella ossessionedello starci. Fare finta, in un mo-do che sembra vero, è manife-stare la propria critica in una in-visibile dissidenza. Una invisibi-

le dissidenza che diventa unasorta di bandiera, e viene porta-ta come orgoglio, quasi con lestimmate del sacrificio volonta-rio e palesemente inutile. Ed èproprio quando avviene questomiracolo, quando la dissidenzasi fa veramente invisibile edemerge come drammatica eli-sione che il libro si fa più inte-ressante, molto più interessan-te. Se è vero che l’opposizioneprimaria maschera l’opposizio-ne reale, è nei momenti di pacenon apparente, nel gesto nega-to, nel ridicolo ma tragico chi-narsi a ricevere applausi inesi-stenti, che emerge lo straziantevuoto delle prospettive, la vitali-tà ineludibile ma insignificantee un desiderio che non è solo unfare piazza pulita prima di rico-struire, ma è stranamente, e quista il proprio del dettato poeti-co di Cescon, un essere già nel-

lo sforzo dell’altrettanto invisi-bile costruzione. Un’altissimapila di piatti / schiantarli uno auno per terra, / questo vorrei,oppure con un coltello / squar-tare un lombo su un tavolaccio/ finché il sudore si mischia colsangue. L’urlo trattenuto, il ge-sto solo immaginato, e dettonon fino in fondo, trasforma ilquotidiano nella sua nemesi im-mobile. Nel realismo, c’è l’ideo-logia, la sua finta critica, e la suairreale realizzazione. Cescon ciparla di questo mondo, ci dicecosa siamo oggi, ci vuole mo-strare il grado zero, ma ci co-stringe a pensare che nulla è co-me dovrebbe essere, e che nonc’è gloria nel cadere. Dà nomealla nostra vertigine quotidia-na: stiamo sull’orlo, ci guardia-mo intorno e fingiamo che tut-to sia normale.

©RIPRODUZIONERISERVATA

di LUCIANO SANTIN

T anto fragorose e cruen-te le rivoluzioni che par-tono dal basso, tanto

minimaliste e felpate quelle at-tuate dai vertici. È così ancheper il radicale cambio di indi-rizzo annunciato ieri da GianniTorrenti, assessore regionalealla cultura. Un cambiamentoche richiederà anche una revi-sione normativa, con una leg-ge quadro, in particolare sul di-vieto di cumulo nei contributi.

Sbrigativamente lo si puòriassumere nella formula: l’as-sessorato alla Cultura fa il suomestiere, cioè valuta e selezio-na, quello alle Attività Produtti-ve individua i progetti che pos-sono avere ricadute turistiche,e mette i soldi. In primavera lagiunta sarà al lavoro per riscri-vere le regole. La linea, che nonpuò non piacere ai soggetti piùimportanti, scontenterà inve-ce inevitabilmente, il sottobo-sco di associazioni e iniziativeminori già coltivato per torna-conto territoriale. Altro puntochiave nel ragionamento diTorrenti è quello della pro-grammazione: se si punta allarilevanza nazionale o interna-zionale, si devono fare i conticon le manifestazioni italianeed europee, non con gli ambitiregionali.

Assessore, la Regione deci-de di decidere, finalmente.

«Sono venuto, qui alla Festadella cultura che si tiene a Trie-ste, perché ci sono i soggettiche abbiamo scelto quali inter-locutori privilegiati, sulla basedella certa e alta qualità strut-turale, della certa e alta qualifi-cazione delle manifestazionirealizzate, e anche della capaci-tà di muovere l’economia. Rap-presentano l’asse su cui si svi-lupperanno le prospettive cul-turali di spettacolo, cinema edeventi. Perché naturalmente cisono anche le biblioteche, imusei, eccetera».

La scelta è fatta, definitiva-mente?

«È stata fatta, anche sulla ba-se delle relazioni che questestrutture hanno già creato traloro. Il coordinamento tra le re-altà l’ho trovato già pronto,senza bisogno di imporre nul-la. È nato dal momento di vac-che sobrie, e anche dalla consa-pevolezza che una regione dal-le dimensioni così ridotte puòavere un’offerta solo se questaè coordinata, non solo in chia-ve locale».

Cioè?«I nostri eventi, se vogliono

avere rilevanza nazionale o in-

ternazionale, devono confron-tarsi con i migliori del loro set-tore. Mi spiego con un esem-pio: le Giornate del cinema mu-to si svolgono in una certa da-ta, perché a Venezia hanno ap-pena finito e a Locarno nonhanno ancora incominciato.Quindi i ragionamenti del tipo:per i cartelloni mettetevi d’ac-cordo tra voi, non hanno sen-so.

Veniamo al problema dei fi-nanziamenti “culturali” eroga-ti dal Turismo.

«Qui si cambierà passo. Nel2013 la giunta attuale non haavuto modo di scegliere. Per ledomande presentate quest’an-no è aperto un tavolo, tra Attivi-tà Produttive e Cultura, per de-cidere congiuntamente. A pri-mavera però interverremo sulfronte normativo».

In che modo?«Perché il Turismo finanzi at-

tività culturali scelte dall’asses-sorato alla Cultura. Identifiche-rà, all’interno della nostra stra-tegia, le manifestazioni chepossono avere ricadute turisti-che. La qualità la garantiscel’assessorato alla Cultura. Ilche è una novità vera. Dopodi-ché, come detto, occorrerà mo-dificare le leggi o i regolamenti,

ammettendo il cumulo deicontributi. In passato, per sod-disfare una platea elettoralepiù ampia, lo si era proibito.Questa strozzatura impediscedi declinare nella prassi la ri-cerca della qualità. Va da séche il vicepresidente Bolzonel-lo è d’accordo».

Ancora una cosa: il centena-rio della guerra, che ha scate-nato una gold rush. Cosa fare-

te?«Per prevenire delusioni: so-

lo poche manifestazioni, e suproposta di aree vaste, non sin-goli comuni, scegliendo inizia-tive mirate sui siti. Piuttostoche gli spettacoli sulla guerra,qualche decina di repliche direading di lettere dal fronte, dafarsi nelle trincee. Pensiamo acose che non siano a sé stanti,ma arricchiscano ciò che è il

centenario: una rievocazioneemozionale, la commemora-zione di un’immensa tragedia,non la celebrazione di un suc-cesso. Nei prossimi giorni, conla presidente, sarò a Lubiana adiscuterne. Poi andrò in Au-stria. E l’11 marzo, a Parigi, miincontrerò con i senatori cherappresentano Verdun e la zo-na della Marna».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

‘‘FAR EST FILM

SabrinaBaraccetti:

puntiamo sul cinemacinese: 800 film nel 2013 ‘‘

MITTELFEST

AntonioDevetag:

il Friuli VG valorizziil turismo culturale ‘‘

èstoria

AdrianoOssola: studiosi

dal mondo per ricordareil centenario del conflitto

� TRIESTE

Tre parole d’ordine definisco-no gli assi prospettici dell’attivi-tà culturale in Friuli VeneziaGiulia. Sistema, turismo, guer-ra. Ambiti e concetti che si ten-gono, perché il turismo bellicopuò oggi spalancare grandipossibilità al territorio in unquadro di sinergia con l’offertaculturale.

Queste, in sintesi estrema, lerisultanze della Festa della cul-tura, tenutasi ieri in coinciden-za con il finissage della mostraKounellis Trieste al Salone degliIncanti. All’incontro hannopartecipato i rappresentanti diuna trentina di associazioni eorganizzazioni, che hanno an-che fornito qualche anticipa-zione sui prossimi programmi.Antonio Devetag. Il direttore diMittelfest sottolinea l’importan-za del protocollo Festival dellaregione, firmato nel 2012 assie-me a vicino/lontano, èStoria,Pordenonelegge e Premio Lu-chetta. «A lungo si è sbagliatoprivilegiando autoreferenziali-tà e campanili. È stato un erro-re anche il puntare sul turismodi massa perché il Friuli Vene-zia Giulia ha spiccate potenzia-

lità di turismo culturale, qualeinterfaccia tra Est e Ovest», di-ce. «Nel 2012, le cinque associa-zioni avevano presentato a Tu-rismo FVG una domanda con-giunta di contributo, legandolaall’anniversario della GrandeGuerra. Speravamo in un se-gnale, ma non è arrivato». Nel2014 Mittelfest avrà quale focusl’Austria, e momenti chiave nel-la coorganizzazione del concer-to di Muti a Redipuglia e nell’al-lestimento di Danza di mortedi Strindberg, con Spoleto Festi-val.Adriano Ossola. In quanto aèStoria, svolgendosi nella cittàmartire del conflitto tra Italia eAustria, quest’anno durerà piùa lungo, dal 22 al 26 maggio, inconnessione con la Borsa Inter-nazionale del Turismo dellaGrande guerra e la Giornata na-zionale del libro. «Ci sarannomomenti di musica, spettacoli,reenactment, mostre, proiezio-ni, letture e il convegno Trin-cee, sul mito della guerra. Poiun evento editoriale pilota, dirilevanza nazionale, patrocina-to dalla Aie, su cui non posso di-re di più», spiega Ossola, pa-tron della manifestazione, cheha appena definito il comitato

scientifico. «Ci saranno studio-si tedeschi, austriaci e sloveni,francesi, inglesi, russi, turchi eamericani, oltre agli italiani Vir-gilio Ilari e Paolo Mieli».Gian Mario Villalta. «Ci aspettia-mo che la Regione ci dia lineeprogrammatiche su cui colla-borare e fare economie di sca-la. L’Ente dica ciò che vuole rea-lizzare e individui i soggetti ido-nei», propone dal canto suo Vil-lalta, responsabile di Pordeno-nelegge. Sottolineando, cometutti, la disponibilità alle siner-gie. «Anche con realtà extrare-gionali. Assieme a èStoria e a vi-cino/lontano siamo entrati nelcircuito delle Città del libro.Facciamo sistema, confidandonella governance regionale».Insiste poi sul rapporto che lacultura può dare al “turismod’esperienza”: «Manifestazionicome le nostre possono rinno-vare la vocazione turistica delFriuli Venezia Giulia, assicuran-dogli risorse». Per la guerra, es-sendo Pordenone lontana dal-la prima linea, pensa «a itinera-ri letterari, che si sposino allaconsistenza e alle offerte turisti-che delle varie zone».Alessandro Verona. Il presiden-te di vicino/lontano crede inve-

ce in una progettualità che na-sca dal basso: «Siamo noi a do-ver individuare le affinità su cuicostruire progetti, paritaria-mente. Il cambio di paradigmasta nel tener conto degli altri,nell’arricchimento reciprocodi modalità e di contenuti, purcon prospettive non coinciden-ti. E il problema delle minori ri-sorse va superato con la mobili-tazione delle intelligenze, vo-lando più alti del campanile».Per il 2014, annuncia che vici-no/lontano allungherà le gior-nate da quattro a dieci, facendoprecedere il clou della manife-stazione da appuntamenti pro-pedeutici a San Francesco. Laguerra verrà trattata dall’annosuccessivo, per la prossima edi-zione si parlerà del 1913, annod’oro prima del “suicidio d’Eu-ropa”.Sabrina Baraccetti. Il presiden-te del Cec illustra i programmidi Far East Film per il 2014: «Oc-chio di riguardo per il sistemacinema cinese, che sta esplo-dendo, con ottocento titoli pro-dotti nel 2013, e per la recentis-sima golden age filippina. E poiun’assoluta novità, la sezionedei documentari, e dei film ibri-di, settore in crescita all’Est, ma

in fondo anche da noi, se pen-siamo a TIR o a Sacro GRA. Pro-segue poi il progetto di coope-razione con il workshop chemette in contatto dieci produt-tori, cinque europei e cinqueasiatici, in due sessioni, a Udi-ne e a Busan, in Corea del Sud,dove ha luogo il più grande fe-stival asiatico».Giovanni Marzini. Dal premioMarco Luchetta si pone l’ac-cento sulla rilevanza interna-zionale: «Non siamo il premiet-to estivo che chiama sul palco ilpersonaggio del momento. Sce-gliamo i lavori: reportages, in-chieste, foto che ci arrivano dasoggetti qualificati, come BBCe France 2, in scia alle finalitàdella Fondazione, da cui siamorigorosamente divisi», dice ilpresidente Marzini. «Daquest’anno, pur con la scrupo-losa attenzione ai bilanci richie-sta dalla crisi, intendiamo orga-nizzare altri appuntamenti,esterni alla serata conclusiva,per arrivare a un minifestivaldel giornalismo su due giorna-te. Ci poniamo come l’eventodi Trieste, in piena sinergia i fe-stival delle altre tre province edel Cividalese». (lu.sa.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

� LESTIZZA

Un “no” che costa. Costa la vitaper sé e per tutta la famiglia. Unno che pesa moltissimo perchésaper dire di no al male, checontamina e divora tutto, haun prezzo altissimo. Nella sera-ta d’esordio di In File 2014 sonostate raccontate due vicendeaccadute, emblematiche, ango-scianti, amare. La prima è lastoria di una famiglia ebrea chevive in Friuli e viene sterminataad Auschwitz, la seconda è ilfallito attentato a Mussolini del4 novembre 1925. La famigliaebrea sterminata per l’orgoglio

e la forza di una giovane ragaz-za, di nome Stella, che lavoravanell’ufficio comunale di SanDaniele e che ha manifestato ilsuo no al sistema, al clima, allapesantezza degli atteggiamen-ti. Il suo comportamento è sfo-ciato nella denuncia per ven-detta, di tutta la famiglia Szörényi che finisce ad Auschwitzil 16 luglio 1944. Dei nove com-ponenti della famiglia ne so-pravvivono solo due. Un “no”che costa per poter affermare ilproprio diritto etico all’esserepersona, che in quegli anni ve-niva negato, tanto che qualcu-no si poteva permettere anche

ciò che non sarebbe stato lecitoconsentire. La triste vicenda èstata raccontata prima in un li-bro del professor Luigi Raimon-di Cominesi e, a In File, conuna video intervista ad Arian-na, la più piccola della famigliasopravvissuta all’orrore, che almomento della deportazioneaveva 13 anni e ora ne ha 81.L’intervista è raccolta e curatadal Gruppo di ricerca “I destinidegli altri”, giovani appassiona-ti studenti dell’Istituto udinese“Caterina Percoto”, coordinatidalla professoressa NicolettaPicotti, nell’ambito di un pro-getto sulla memoria del Nove-

cento in Friuli. La seconda par-te della serata ha focalizzatol’attenzione sul complotto friu-lano per uccidere Mussolini,messo in atto da Tito Zaniboniche ha combattuto, durante laprima guerra mondiale, vesten-do l’uniforme dell’8˚Reggimen-to degli Alpini di stanza a Udi-ne, con i gradi di maggiore. Za-niboni vanta molti agganci econoscenze in Friuli, special-mente a Buia. Proprio in unaosteria di Urbignacco, locandagestita da Lucia Paoluzzi, Zani-boni assieme a Ferruccio Nico-loso, Luigi e Angelo Calligaro,Ugo Riva e Angelo Ursella, pro-getta l’attentato che fallisce acausa di errori e ingenuità. Il li-bro che racconta quei fatti è diDino Barattin, presente all’in-contro.

Silvano Bertossi©RIPRODUZIONERISERVATAIl gruppo di ricerca “I destini degli altri” del Percoto protagonisti a In File

“La festa dellacultura”tenutasi ieri aTrieste,al Salonedegli Incanti.Nella foto adestra, MarziniDevetag,Verona, Ossolae Villalta(Foto L.Santin)

I festival si attrezzano a fare sistemaLaGrandeGuerra focusdel 2014Gian Mario Villalta (Pordenonelegge): «Aperti a economie di scala, la Regione ci dia le linee»Alessandro Verona (vicino/lontano): «Mobilitiamo le intelligenze, volando più del campanile»

Roberto Cescon

Cescon, spuntaunnuovoCappelloIl giovane poeta pordenonese sorprende con “La direzione delle cose”

Il no ai soprusi pagato con la vita adAuschwitzA In File la sofferta testimonianza di Arianna Szörényi sulla famiglia ebrea di San Daniele deportata

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Page 3: Rassegna Stampa Febbraio 2014

Data:

Pagina:2014

3 febbraio 2014

29 (dettaglio)

Gianni Torrenti, assessore regionale alla cultura, ieri a Trieste. Al centro,“Pordenonelegge”. Qui sotto, il festival udinese “vicino/lontano”

«Rilancerò la culturacon i fondi del Turismo»La “Festa della cultura” di Trieste: Torrenti annuncia la sua rivoluzione«Le Attività Produttive finanzieranno gli eventi scelti dal mio assessorato»

LA CONVENTION AL SALONE DEGLI INCANTI

di ALBERTO GARLINI

Prima ci hanno convinto che vi-viamo nel sistema migliore, poiche era il meno peggio, oggi cistanno convincendo che nonc’è alternativa. Ogni diversapossibilità di concepire la vitaviene bollata come utopica. Sia-mo qui, siamo tristi ed è eviden-te, ma ci deve piacere. Anche senon ci piace per niente. La poe-sia del giovane poeta RobertoCescon, nella raccolta La dire-zione delle cose, da poco uscitoper Ladolfi editore, parte pro-prio da questa impossibilitàd’azione, che racconta con un

lungo elenco senza colori dellaroutine quotidiana nordestinatra famiglia, supermercati e i de-sideri minuti che ci possiamopermettere. Un cardiogrammadella provincia a cui manca ilbattito del cuore.

La poesia di Cescon è certo diopposizione, ma una opposizio-ne possibile, già digerita, percui ancora dentro l’ideologiadominante. Siamo qua, appun-to, e ci piace starci. Anche senon ci piace. E questo piacere ècosì volontaristico che spessoagghiaccia. A uno sguardo su-perficiale, ne nasce un auto ap-partarsi retorico dall’idea stessa

di vita, come se il buon sensoconsumasse la vita dall’interno,rendendola un guscio vuoto,quasi senza significato se nonun rammemorare alcuni episo-di più biologici che sociali co-me l’essere nati, la famiglia, farefigli. È la poltrona Poäng il no-do: / un angolo per leggere co-modo / nello studio, che invececredevo / di liberare per la ca-meretta. Ma la poesia di Cesconha qualcosa di più sofisticato,che sta proprio nella ossessionedello starci. Fare finta, in un mo-do che sembra vero, è manife-stare la propria critica in una in-visibile dissidenza. Una invisibi-

le dissidenza che diventa unasorta di bandiera, e viene porta-ta come orgoglio, quasi con lestimmate del sacrificio volonta-rio e palesemente inutile. Ed èproprio quando avviene questomiracolo, quando la dissidenzasi fa veramente invisibile edemerge come drammatica eli-sione che il libro si fa più inte-ressante, molto più interessan-te. Se è vero che l’opposizioneprimaria maschera l’opposizio-ne reale, è nei momenti di pacenon apparente, nel gesto nega-to, nel ridicolo ma tragico chi-narsi a ricevere applausi inesi-stenti, che emerge lo straziantevuoto delle prospettive, la vitali-tà ineludibile ma insignificantee un desiderio che non è solo unfare piazza pulita prima di rico-struire, ma è stranamente, e quista il proprio del dettato poeti-co di Cescon, un essere già nel-

lo sforzo dell’altrettanto invisi-bile costruzione. Un’altissimapila di piatti / schiantarli uno auno per terra, / questo vorrei,oppure con un coltello / squar-tare un lombo su un tavolaccio/ finché il sudore si mischia colsangue. L’urlo trattenuto, il ge-sto solo immaginato, e dettonon fino in fondo, trasforma ilquotidiano nella sua nemesi im-mobile. Nel realismo, c’è l’ideo-logia, la sua finta critica, e la suairreale realizzazione. Cescon ciparla di questo mondo, ci dicecosa siamo oggi, ci vuole mo-strare il grado zero, ma ci co-stringe a pensare che nulla è co-me dovrebbe essere, e che nonc’è gloria nel cadere. Dà nomealla nostra vertigine quotidia-na: stiamo sull’orlo, ci guardia-mo intorno e fingiamo che tut-to sia normale.

©RIPRODUZIONERISERVATA

di LUCIANO SANTIN

T anto fragorose e cruen-te le rivoluzioni che par-tono dal basso, tanto

minimaliste e felpate quelle at-tuate dai vertici. È così ancheper il radicale cambio di indi-rizzo annunciato ieri da GianniTorrenti, assessore regionalealla cultura. Un cambiamentoche richiederà anche una revi-sione normativa, con una leg-ge quadro, in particolare sul di-vieto di cumulo nei contributi.

Sbrigativamente lo si puòriassumere nella formula: l’as-sessorato alla Cultura fa il suomestiere, cioè valuta e selezio-na, quello alle Attività Produtti-ve individua i progetti che pos-sono avere ricadute turistiche,e mette i soldi. In primavera lagiunta sarà al lavoro per riscri-vere le regole. La linea, che nonpuò non piacere ai soggetti piùimportanti, scontenterà inve-ce inevitabilmente, il sottobo-sco di associazioni e iniziativeminori già coltivato per torna-conto territoriale. Altro puntochiave nel ragionamento diTorrenti è quello della pro-grammazione: se si punta allarilevanza nazionale o interna-zionale, si devono fare i conticon le manifestazioni italianeed europee, non con gli ambitiregionali.

Assessore, la Regione deci-de di decidere, finalmente.

«Sono venuto, qui alla Festadella cultura che si tiene a Trie-ste, perché ci sono i soggettiche abbiamo scelto quali inter-locutori privilegiati, sulla basedella certa e alta qualità strut-turale, della certa e alta qualifi-cazione delle manifestazionirealizzate, e anche della capaci-tà di muovere l’economia. Rap-presentano l’asse su cui si svi-lupperanno le prospettive cul-turali di spettacolo, cinema edeventi. Perché naturalmente cisono anche le biblioteche, imusei, eccetera».

La scelta è fatta, definitiva-mente?

«È stata fatta, anche sulla ba-se delle relazioni che questestrutture hanno già creato traloro. Il coordinamento tra le re-altà l’ho trovato già pronto,senza bisogno di imporre nul-la. È nato dal momento di vac-che sobrie, e anche dalla consa-pevolezza che una regione dal-le dimensioni così ridotte puòavere un’offerta solo se questaè coordinata, non solo in chia-ve locale».

Cioè?«I nostri eventi, se vogliono

avere rilevanza nazionale o in-

ternazionale, devono confron-tarsi con i migliori del loro set-tore. Mi spiego con un esem-pio: le Giornate del cinema mu-to si svolgono in una certa da-ta, perché a Venezia hanno ap-pena finito e a Locarno nonhanno ancora incominciato.Quindi i ragionamenti del tipo:per i cartelloni mettetevi d’ac-cordo tra voi, non hanno sen-so.

Veniamo al problema dei fi-nanziamenti “culturali” eroga-ti dal Turismo.

«Qui si cambierà passo. Nel2013 la giunta attuale non haavuto modo di scegliere. Per ledomande presentate quest’an-no è aperto un tavolo, tra Attivi-tà Produttive e Cultura, per de-cidere congiuntamente. A pri-mavera però interverremo sulfronte normativo».

In che modo?«Perché il Turismo finanzi at-

tività culturali scelte dall’asses-sorato alla Cultura. Identifiche-rà, all’interno della nostra stra-tegia, le manifestazioni chepossono avere ricadute turisti-che. La qualità la garantiscel’assessorato alla Cultura. Ilche è una novità vera. Dopodi-ché, come detto, occorrerà mo-dificare le leggi o i regolamenti,

ammettendo il cumulo deicontributi. In passato, per sod-disfare una platea elettoralepiù ampia, lo si era proibito.Questa strozzatura impediscedi declinare nella prassi la ri-cerca della qualità. Va da séche il vicepresidente Bolzonel-lo è d’accordo».

Ancora una cosa: il centena-rio della guerra, che ha scate-nato una gold rush. Cosa fare-

te?«Per prevenire delusioni: so-

lo poche manifestazioni, e suproposta di aree vaste, non sin-goli comuni, scegliendo inizia-tive mirate sui siti. Piuttostoche gli spettacoli sulla guerra,qualche decina di repliche direading di lettere dal fronte, dafarsi nelle trincee. Pensiamo acose che non siano a sé stanti,ma arricchiscano ciò che è il

centenario: una rievocazioneemozionale, la commemora-zione di un’immensa tragedia,non la celebrazione di un suc-cesso. Nei prossimi giorni, conla presidente, sarò a Lubiana adiscuterne. Poi andrò in Au-stria. E l’11 marzo, a Parigi, miincontrerò con i senatori cherappresentano Verdun e la zo-na della Marna».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

‘‘FAR EST FILM

SabrinaBaraccetti:

puntiamo sul cinemacinese: 800 film nel 2013 ‘‘

MITTELFEST

AntonioDevetag:

il Friuli VG valorizziil turismo culturale ‘‘

èstoria

AdrianoOssola: studiosi

dal mondo per ricordareil centenario del conflitto

� TRIESTE

Tre parole d’ordine definisco-no gli assi prospettici dell’attivi-tà culturale in Friuli VeneziaGiulia. Sistema, turismo, guer-ra. Ambiti e concetti che si ten-gono, perché il turismo bellicopuò oggi spalancare grandipossibilità al territorio in unquadro di sinergia con l’offertaculturale.

Queste, in sintesi estrema, lerisultanze della Festa della cul-tura, tenutasi ieri in coinciden-za con il finissage della mostraKounellis Trieste al Salone degliIncanti. All’incontro hannopartecipato i rappresentanti diuna trentina di associazioni eorganizzazioni, che hanno an-che fornito qualche anticipa-zione sui prossimi programmi.Antonio Devetag. Il direttore diMittelfest sottolinea l’importan-za del protocollo Festival dellaregione, firmato nel 2012 assie-me a vicino/lontano, èStoria,Pordenonelegge e Premio Lu-chetta. «A lungo si è sbagliatoprivilegiando autoreferenziali-tà e campanili. È stato un erro-re anche il puntare sul turismodi massa perché il Friuli Vene-zia Giulia ha spiccate potenzia-

lità di turismo culturale, qualeinterfaccia tra Est e Ovest», di-ce. «Nel 2012, le cinque associa-zioni avevano presentato a Tu-rismo FVG una domanda con-giunta di contributo, legandolaall’anniversario della GrandeGuerra. Speravamo in un se-gnale, ma non è arrivato». Nel2014 Mittelfest avrà quale focusl’Austria, e momenti chiave nel-la coorganizzazione del concer-to di Muti a Redipuglia e nell’al-lestimento di Danza di mortedi Strindberg, con Spoleto Festi-val.Adriano Ossola. In quanto aèStoria, svolgendosi nella cittàmartire del conflitto tra Italia eAustria, quest’anno durerà piùa lungo, dal 22 al 26 maggio, inconnessione con la Borsa Inter-nazionale del Turismo dellaGrande guerra e la Giornata na-zionale del libro. «Ci sarannomomenti di musica, spettacoli,reenactment, mostre, proiezio-ni, letture e il convegno Trin-cee, sul mito della guerra. Poiun evento editoriale pilota, dirilevanza nazionale, patrocina-to dalla Aie, su cui non posso di-re di più», spiega Ossola, pa-tron della manifestazione, cheha appena definito il comitato

scientifico. «Ci saranno studio-si tedeschi, austriaci e sloveni,francesi, inglesi, russi, turchi eamericani, oltre agli italiani Vir-gilio Ilari e Paolo Mieli».Gian Mario Villalta. «Ci aspettia-mo che la Regione ci dia lineeprogrammatiche su cui colla-borare e fare economie di sca-la. L’Ente dica ciò che vuole rea-lizzare e individui i soggetti ido-nei», propone dal canto suo Vil-lalta, responsabile di Pordeno-nelegge. Sottolineando, cometutti, la disponibilità alle siner-gie. «Anche con realtà extrare-gionali. Assieme a èStoria e a vi-cino/lontano siamo entrati nelcircuito delle Città del libro.Facciamo sistema, confidandonella governance regionale».Insiste poi sul rapporto che lacultura può dare al “turismod’esperienza”: «Manifestazionicome le nostre possono rinno-vare la vocazione turistica delFriuli Venezia Giulia, assicuran-dogli risorse». Per la guerra, es-sendo Pordenone lontana dal-la prima linea, pensa «a itinera-ri letterari, che si sposino allaconsistenza e alle offerte turisti-che delle varie zone».Alessandro Verona. Il presiden-te di vicino/lontano crede inve-

ce in una progettualità che na-sca dal basso: «Siamo noi a do-ver individuare le affinità su cuicostruire progetti, paritaria-mente. Il cambio di paradigmasta nel tener conto degli altri,nell’arricchimento reciprocodi modalità e di contenuti, purcon prospettive non coinciden-ti. E il problema delle minori ri-sorse va superato con la mobili-tazione delle intelligenze, vo-lando più alti del campanile».Per il 2014, annuncia che vici-no/lontano allungherà le gior-nate da quattro a dieci, facendoprecedere il clou della manife-stazione da appuntamenti pro-pedeutici a San Francesco. Laguerra verrà trattata dall’annosuccessivo, per la prossima edi-zione si parlerà del 1913, annod’oro prima del “suicidio d’Eu-ropa”.Sabrina Baraccetti. Il presiden-te del Cec illustra i programmidi Far East Film per il 2014: «Oc-chio di riguardo per il sistemacinema cinese, che sta esplo-dendo, con ottocento titoli pro-dotti nel 2013, e per la recentis-sima golden age filippina. E poiun’assoluta novità, la sezionedei documentari, e dei film ibri-di, settore in crescita all’Est, ma

in fondo anche da noi, se pen-siamo a TIR o a Sacro GRA. Pro-segue poi il progetto di coope-razione con il workshop chemette in contatto dieci produt-tori, cinque europei e cinqueasiatici, in due sessioni, a Udi-ne e a Busan, in Corea del Sud,dove ha luogo il più grande fe-stival asiatico».Giovanni Marzini. Dal premioMarco Luchetta si pone l’ac-cento sulla rilevanza interna-zionale: «Non siamo il premiet-to estivo che chiama sul palco ilpersonaggio del momento. Sce-gliamo i lavori: reportages, in-chieste, foto che ci arrivano dasoggetti qualificati, come BBCe France 2, in scia alle finalitàdella Fondazione, da cui siamorigorosamente divisi», dice ilpresidente Marzini. «Daquest’anno, pur con la scrupo-losa attenzione ai bilanci richie-sta dalla crisi, intendiamo orga-nizzare altri appuntamenti,esterni alla serata conclusiva,per arrivare a un minifestivaldel giornalismo su due giorna-te. Ci poniamo come l’eventodi Trieste, in piena sinergia i fe-stival delle altre tre province edel Cividalese». (lu.sa.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

� LESTIZZA

Un “no” che costa. Costa la vitaper sé e per tutta la famiglia. Unno che pesa moltissimo perchésaper dire di no al male, checontamina e divora tutto, haun prezzo altissimo. Nella sera-ta d’esordio di In File 2014 sonostate raccontate due vicendeaccadute, emblematiche, ango-scianti, amare. La prima è lastoria di una famiglia ebrea chevive in Friuli e viene sterminataad Auschwitz, la seconda è ilfallito attentato a Mussolini del4 novembre 1925. La famigliaebrea sterminata per l’orgoglio

e la forza di una giovane ragaz-za, di nome Stella, che lavoravanell’ufficio comunale di SanDaniele e che ha manifestato ilsuo no al sistema, al clima, allapesantezza degli atteggiamen-ti. Il suo comportamento è sfo-ciato nella denuncia per ven-detta, di tutta la famiglia Szörényi che finisce ad Auschwitzil 16 luglio 1944. Dei nove com-ponenti della famiglia ne so-pravvivono solo due. Un “no”che costa per poter affermare ilproprio diritto etico all’esserepersona, che in quegli anni ve-niva negato, tanto che qualcu-no si poteva permettere anche

ciò che non sarebbe stato lecitoconsentire. La triste vicenda èstata raccontata prima in un li-bro del professor Luigi Raimon-di Cominesi e, a In File, conuna video intervista ad Arian-na, la più piccola della famigliasopravvissuta all’orrore, che almomento della deportazioneaveva 13 anni e ora ne ha 81.L’intervista è raccolta e curatadal Gruppo di ricerca “I destinidegli altri”, giovani appassiona-ti studenti dell’Istituto udinese“Caterina Percoto”, coordinatidalla professoressa NicolettaPicotti, nell’ambito di un pro-getto sulla memoria del Nove-

cento in Friuli. La seconda par-te della serata ha focalizzatol’attenzione sul complotto friu-lano per uccidere Mussolini,messo in atto da Tito Zaniboniche ha combattuto, durante laprima guerra mondiale, vesten-do l’uniforme dell’8˚Reggimen-to degli Alpini di stanza a Udi-ne, con i gradi di maggiore. Za-niboni vanta molti agganci econoscenze in Friuli, special-mente a Buia. Proprio in unaosteria di Urbignacco, locandagestita da Lucia Paoluzzi, Zani-boni assieme a Ferruccio Nico-loso, Luigi e Angelo Calligaro,Ugo Riva e Angelo Ursella, pro-getta l’attentato che fallisce acausa di errori e ingenuità. Il li-bro che racconta quei fatti è diDino Barattin, presente all’in-contro.

Silvano Bertossi©RIPRODUZIONERISERVATAIl gruppo di ricerca “I destini degli altri” del Percoto protagonisti a In File

“La festa dellacultura”tenutasi ieri aTrieste,al Salonedegli Incanti.Nella foto adestra, MarziniDevetag,Verona, Ossolae Villalta(Foto L.Santin)

I festival si attrezzano a fare sistemaLaGrandeGuerra focusdel 2014Gian Mario Villalta (Pordenonelegge): «Aperti a economie di scala, la Regione ci dia le linee»Alessandro Verona (vicino/lontano): «Mobilitiamo le intelligenze, volando più del campanile»

Roberto Cescon

Cescon, spuntaunnuovoCappelloIl giovane poeta pordenonese sorprende con “La direzione delle cose”

Il no ai soprusi pagato con la vita adAuschwitzA In File la sofferta testimonianza di Arianna Szörényi sulla famiglia ebrea di San Daniele deportata

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Gianni Torrenti, assessore regionale alla cultura, ieri a Trieste. Al centro,“Pordenonelegge”. Qui sotto, il festival udinese “vicino/lontano”

«Rilancerò la culturacon i fondi del Turismo»La “Festa della cultura” di Trieste: Torrenti annuncia la sua rivoluzione«Le Attività Produttive finanzieranno gli eventi scelti dal mio assessorato»

LA CONVENTION AL SALONE DEGLI INCANTI

di ALBERTO GARLINI

Prima ci hanno convinto che vi-viamo nel sistema migliore, poiche era il meno peggio, oggi cistanno convincendo che nonc’è alternativa. Ogni diversapossibilità di concepire la vitaviene bollata come utopica. Sia-mo qui, siamo tristi ed è eviden-te, ma ci deve piacere. Anche senon ci piace per niente. La poe-sia del giovane poeta RobertoCescon, nella raccolta La dire-zione delle cose, da poco uscitoper Ladolfi editore, parte pro-prio da questa impossibilitàd’azione, che racconta con un

lungo elenco senza colori dellaroutine quotidiana nordestinatra famiglia, supermercati e i de-sideri minuti che ci possiamopermettere. Un cardiogrammadella provincia a cui manca ilbattito del cuore.

La poesia di Cescon è certo diopposizione, ma una opposizio-ne possibile, già digerita, percui ancora dentro l’ideologiadominante. Siamo qua, appun-to, e ci piace starci. Anche senon ci piace. E questo piacere ècosì volontaristico che spessoagghiaccia. A uno sguardo su-perficiale, ne nasce un auto ap-partarsi retorico dall’idea stessa

di vita, come se il buon sensoconsumasse la vita dall’interno,rendendola un guscio vuoto,quasi senza significato se nonun rammemorare alcuni episo-di più biologici che sociali co-me l’essere nati, la famiglia, farefigli. È la poltrona Poäng il no-do: / un angolo per leggere co-modo / nello studio, che invececredevo / di liberare per la ca-meretta. Ma la poesia di Cesconha qualcosa di più sofisticato,che sta proprio nella ossessionedello starci. Fare finta, in un mo-do che sembra vero, è manife-stare la propria critica in una in-visibile dissidenza. Una invisibi-

le dissidenza che diventa unasorta di bandiera, e viene porta-ta come orgoglio, quasi con lestimmate del sacrificio volonta-rio e palesemente inutile. Ed èproprio quando avviene questomiracolo, quando la dissidenzasi fa veramente invisibile edemerge come drammatica eli-sione che il libro si fa più inte-ressante, molto più interessan-te. Se è vero che l’opposizioneprimaria maschera l’opposizio-ne reale, è nei momenti di pacenon apparente, nel gesto nega-to, nel ridicolo ma tragico chi-narsi a ricevere applausi inesi-stenti, che emerge lo straziantevuoto delle prospettive, la vitali-tà ineludibile ma insignificantee un desiderio che non è solo unfare piazza pulita prima di rico-struire, ma è stranamente, e quista il proprio del dettato poeti-co di Cescon, un essere già nel-

lo sforzo dell’altrettanto invisi-bile costruzione. Un’altissimapila di piatti / schiantarli uno auno per terra, / questo vorrei,oppure con un coltello / squar-tare un lombo su un tavolaccio/ finché il sudore si mischia colsangue. L’urlo trattenuto, il ge-sto solo immaginato, e dettonon fino in fondo, trasforma ilquotidiano nella sua nemesi im-mobile. Nel realismo, c’è l’ideo-logia, la sua finta critica, e la suairreale realizzazione. Cescon ciparla di questo mondo, ci dicecosa siamo oggi, ci vuole mo-strare il grado zero, ma ci co-stringe a pensare che nulla è co-me dovrebbe essere, e che nonc’è gloria nel cadere. Dà nomealla nostra vertigine quotidia-na: stiamo sull’orlo, ci guardia-mo intorno e fingiamo che tut-to sia normale.

©RIPRODUZIONERISERVATA

di LUCIANO SANTIN

T anto fragorose e cruen-te le rivoluzioni che par-tono dal basso, tanto

minimaliste e felpate quelle at-tuate dai vertici. È così ancheper il radicale cambio di indi-rizzo annunciato ieri da GianniTorrenti, assessore regionalealla cultura. Un cambiamentoche richiederà anche una revi-sione normativa, con una leg-ge quadro, in particolare sul di-vieto di cumulo nei contributi.

Sbrigativamente lo si puòriassumere nella formula: l’as-sessorato alla Cultura fa il suomestiere, cioè valuta e selezio-na, quello alle Attività Produtti-ve individua i progetti che pos-sono avere ricadute turistiche,e mette i soldi. In primavera lagiunta sarà al lavoro per riscri-vere le regole. La linea, che nonpuò non piacere ai soggetti piùimportanti, scontenterà inve-ce inevitabilmente, il sottobo-sco di associazioni e iniziativeminori già coltivato per torna-conto territoriale. Altro puntochiave nel ragionamento diTorrenti è quello della pro-grammazione: se si punta allarilevanza nazionale o interna-zionale, si devono fare i conticon le manifestazioni italianeed europee, non con gli ambitiregionali.

Assessore, la Regione deci-de di decidere, finalmente.

«Sono venuto, qui alla Festadella cultura che si tiene a Trie-ste, perché ci sono i soggettiche abbiamo scelto quali inter-locutori privilegiati, sulla basedella certa e alta qualità strut-turale, della certa e alta qualifi-cazione delle manifestazionirealizzate, e anche della capaci-tà di muovere l’economia. Rap-presentano l’asse su cui si svi-lupperanno le prospettive cul-turali di spettacolo, cinema edeventi. Perché naturalmente cisono anche le biblioteche, imusei, eccetera».

La scelta è fatta, definitiva-mente?

«È stata fatta, anche sulla ba-se delle relazioni che questestrutture hanno già creato traloro. Il coordinamento tra le re-altà l’ho trovato già pronto,senza bisogno di imporre nul-la. È nato dal momento di vac-che sobrie, e anche dalla consa-pevolezza che una regione dal-le dimensioni così ridotte puòavere un’offerta solo se questaè coordinata, non solo in chia-ve locale».

Cioè?«I nostri eventi, se vogliono

avere rilevanza nazionale o in-

ternazionale, devono confron-tarsi con i migliori del loro set-tore. Mi spiego con un esem-pio: le Giornate del cinema mu-to si svolgono in una certa da-ta, perché a Venezia hanno ap-pena finito e a Locarno nonhanno ancora incominciato.Quindi i ragionamenti del tipo:per i cartelloni mettetevi d’ac-cordo tra voi, non hanno sen-so.

Veniamo al problema dei fi-nanziamenti “culturali” eroga-ti dal Turismo.

«Qui si cambierà passo. Nel2013 la giunta attuale non haavuto modo di scegliere. Per ledomande presentate quest’an-no è aperto un tavolo, tra Attivi-tà Produttive e Cultura, per de-cidere congiuntamente. A pri-mavera però interverremo sulfronte normativo».

In che modo?«Perché il Turismo finanzi at-

tività culturali scelte dall’asses-sorato alla Cultura. Identifiche-rà, all’interno della nostra stra-tegia, le manifestazioni chepossono avere ricadute turisti-che. La qualità la garantiscel’assessorato alla Cultura. Ilche è una novità vera. Dopodi-ché, come detto, occorrerà mo-dificare le leggi o i regolamenti,

ammettendo il cumulo deicontributi. In passato, per sod-disfare una platea elettoralepiù ampia, lo si era proibito.Questa strozzatura impediscedi declinare nella prassi la ri-cerca della qualità. Va da séche il vicepresidente Bolzonel-lo è d’accordo».

Ancora una cosa: il centena-rio della guerra, che ha scate-nato una gold rush. Cosa fare-

te?«Per prevenire delusioni: so-

lo poche manifestazioni, e suproposta di aree vaste, non sin-goli comuni, scegliendo inizia-tive mirate sui siti. Piuttostoche gli spettacoli sulla guerra,qualche decina di repliche direading di lettere dal fronte, dafarsi nelle trincee. Pensiamo acose che non siano a sé stanti,ma arricchiscano ciò che è il

centenario: una rievocazioneemozionale, la commemora-zione di un’immensa tragedia,non la celebrazione di un suc-cesso. Nei prossimi giorni, conla presidente, sarò a Lubiana adiscuterne. Poi andrò in Au-stria. E l’11 marzo, a Parigi, miincontrerò con i senatori cherappresentano Verdun e la zo-na della Marna».

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‘‘FAR EST FILM

SabrinaBaraccetti:

puntiamo sul cinemacinese: 800 film nel 2013 ‘‘

MITTELFEST

AntonioDevetag:

il Friuli VG valorizziil turismo culturale ‘‘

èstoria

AdrianoOssola: studiosi

dal mondo per ricordareil centenario del conflitto

� TRIESTE

Tre parole d’ordine definisco-no gli assi prospettici dell’attivi-tà culturale in Friuli VeneziaGiulia. Sistema, turismo, guer-ra. Ambiti e concetti che si ten-gono, perché il turismo bellicopuò oggi spalancare grandipossibilità al territorio in unquadro di sinergia con l’offertaculturale.

Queste, in sintesi estrema, lerisultanze della Festa della cul-tura, tenutasi ieri in coinciden-za con il finissage della mostraKounellis Trieste al Salone degliIncanti. All’incontro hannopartecipato i rappresentanti diuna trentina di associazioni eorganizzazioni, che hanno an-che fornito qualche anticipa-zione sui prossimi programmi.Antonio Devetag. Il direttore diMittelfest sottolinea l’importan-za del protocollo Festival dellaregione, firmato nel 2012 assie-me a vicino/lontano, èStoria,Pordenonelegge e Premio Lu-chetta. «A lungo si è sbagliatoprivilegiando autoreferenziali-tà e campanili. È stato un erro-re anche il puntare sul turismodi massa perché il Friuli Vene-zia Giulia ha spiccate potenzia-

lità di turismo culturale, qualeinterfaccia tra Est e Ovest», di-ce. «Nel 2012, le cinque associa-zioni avevano presentato a Tu-rismo FVG una domanda con-giunta di contributo, legandolaall’anniversario della GrandeGuerra. Speravamo in un se-gnale, ma non è arrivato». Nel2014 Mittelfest avrà quale focusl’Austria, e momenti chiave nel-la coorganizzazione del concer-to di Muti a Redipuglia e nell’al-lestimento di Danza di mortedi Strindberg, con Spoleto Festi-val.Adriano Ossola. In quanto aèStoria, svolgendosi nella cittàmartire del conflitto tra Italia eAustria, quest’anno durerà piùa lungo, dal 22 al 26 maggio, inconnessione con la Borsa Inter-nazionale del Turismo dellaGrande guerra e la Giornata na-zionale del libro. «Ci sarannomomenti di musica, spettacoli,reenactment, mostre, proiezio-ni, letture e il convegno Trin-cee, sul mito della guerra. Poiun evento editoriale pilota, dirilevanza nazionale, patrocina-to dalla Aie, su cui non posso di-re di più», spiega Ossola, pa-tron della manifestazione, cheha appena definito il comitato

scientifico. «Ci saranno studio-si tedeschi, austriaci e sloveni,francesi, inglesi, russi, turchi eamericani, oltre agli italiani Vir-gilio Ilari e Paolo Mieli».Gian Mario Villalta. «Ci aspettia-mo che la Regione ci dia lineeprogrammatiche su cui colla-borare e fare economie di sca-la. L’Ente dica ciò che vuole rea-lizzare e individui i soggetti ido-nei», propone dal canto suo Vil-lalta, responsabile di Pordeno-nelegge. Sottolineando, cometutti, la disponibilità alle siner-gie. «Anche con realtà extrare-gionali. Assieme a èStoria e a vi-cino/lontano siamo entrati nelcircuito delle Città del libro.Facciamo sistema, confidandonella governance regionale».Insiste poi sul rapporto che lacultura può dare al “turismod’esperienza”: «Manifestazionicome le nostre possono rinno-vare la vocazione turistica delFriuli Venezia Giulia, assicuran-dogli risorse». Per la guerra, es-sendo Pordenone lontana dal-la prima linea, pensa «a itinera-ri letterari, che si sposino allaconsistenza e alle offerte turisti-che delle varie zone».Alessandro Verona. Il presiden-te di vicino/lontano crede inve-

ce in una progettualità che na-sca dal basso: «Siamo noi a do-ver individuare le affinità su cuicostruire progetti, paritaria-mente. Il cambio di paradigmasta nel tener conto degli altri,nell’arricchimento reciprocodi modalità e di contenuti, purcon prospettive non coinciden-ti. E il problema delle minori ri-sorse va superato con la mobili-tazione delle intelligenze, vo-lando più alti del campanile».Per il 2014, annuncia che vici-no/lontano allungherà le gior-nate da quattro a dieci, facendoprecedere il clou della manife-stazione da appuntamenti pro-pedeutici a San Francesco. Laguerra verrà trattata dall’annosuccessivo, per la prossima edi-zione si parlerà del 1913, annod’oro prima del “suicidio d’Eu-ropa”.Sabrina Baraccetti. Il presiden-te del Cec illustra i programmidi Far East Film per il 2014: «Oc-chio di riguardo per il sistemacinema cinese, che sta esplo-dendo, con ottocento titoli pro-dotti nel 2013, e per la recentis-sima golden age filippina. E poiun’assoluta novità, la sezionedei documentari, e dei film ibri-di, settore in crescita all’Est, ma

in fondo anche da noi, se pen-siamo a TIR o a Sacro GRA. Pro-segue poi il progetto di coope-razione con il workshop chemette in contatto dieci produt-tori, cinque europei e cinqueasiatici, in due sessioni, a Udi-ne e a Busan, in Corea del Sud,dove ha luogo il più grande fe-stival asiatico».Giovanni Marzini. Dal premioMarco Luchetta si pone l’ac-cento sulla rilevanza interna-zionale: «Non siamo il premiet-to estivo che chiama sul palco ilpersonaggio del momento. Sce-gliamo i lavori: reportages, in-chieste, foto che ci arrivano dasoggetti qualificati, come BBCe France 2, in scia alle finalitàdella Fondazione, da cui siamorigorosamente divisi», dice ilpresidente Marzini. «Daquest’anno, pur con la scrupo-losa attenzione ai bilanci richie-sta dalla crisi, intendiamo orga-nizzare altri appuntamenti,esterni alla serata conclusiva,per arrivare a un minifestivaldel giornalismo su due giorna-te. Ci poniamo come l’eventodi Trieste, in piena sinergia i fe-stival delle altre tre province edel Cividalese». (lu.sa.)

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� LESTIZZA

Un “no” che costa. Costa la vitaper sé e per tutta la famiglia. Unno che pesa moltissimo perchésaper dire di no al male, checontamina e divora tutto, haun prezzo altissimo. Nella sera-ta d’esordio di In File 2014 sonostate raccontate due vicendeaccadute, emblematiche, ango-scianti, amare. La prima è lastoria di una famiglia ebrea chevive in Friuli e viene sterminataad Auschwitz, la seconda è ilfallito attentato a Mussolini del4 novembre 1925. La famigliaebrea sterminata per l’orgoglio

e la forza di una giovane ragaz-za, di nome Stella, che lavoravanell’ufficio comunale di SanDaniele e che ha manifestato ilsuo no al sistema, al clima, allapesantezza degli atteggiamen-ti. Il suo comportamento è sfo-ciato nella denuncia per ven-detta, di tutta la famiglia Szörényi che finisce ad Auschwitzil 16 luglio 1944. Dei nove com-ponenti della famiglia ne so-pravvivono solo due. Un “no”che costa per poter affermare ilproprio diritto etico all’esserepersona, che in quegli anni ve-niva negato, tanto che qualcu-no si poteva permettere anche

ciò che non sarebbe stato lecitoconsentire. La triste vicenda èstata raccontata prima in un li-bro del professor Luigi Raimon-di Cominesi e, a In File, conuna video intervista ad Arian-na, la più piccola della famigliasopravvissuta all’orrore, che almomento della deportazioneaveva 13 anni e ora ne ha 81.L’intervista è raccolta e curatadal Gruppo di ricerca “I destinidegli altri”, giovani appassiona-ti studenti dell’Istituto udinese“Caterina Percoto”, coordinatidalla professoressa NicolettaPicotti, nell’ambito di un pro-getto sulla memoria del Nove-

cento in Friuli. La seconda par-te della serata ha focalizzatol’attenzione sul complotto friu-lano per uccidere Mussolini,messo in atto da Tito Zaniboniche ha combattuto, durante laprima guerra mondiale, vesten-do l’uniforme dell’8˚Reggimen-to degli Alpini di stanza a Udi-ne, con i gradi di maggiore. Za-niboni vanta molti agganci econoscenze in Friuli, special-mente a Buia. Proprio in unaosteria di Urbignacco, locandagestita da Lucia Paoluzzi, Zani-boni assieme a Ferruccio Nico-loso, Luigi e Angelo Calligaro,Ugo Riva e Angelo Ursella, pro-getta l’attentato che fallisce acausa di errori e ingenuità. Il li-bro che racconta quei fatti è diDino Barattin, presente all’in-contro.

Silvano Bertossi©RIPRODUZIONERISERVATAIl gruppo di ricerca “I destini degli altri” del Percoto protagonisti a In File

“La festa dellacultura”tenutasi ieri aTrieste,al Salonedegli Incanti.Nella foto adestra, MarziniDevetag,Verona, Ossolae Villalta(Foto L.Santin)

I festival si attrezzano a fare sistemaLaGrandeGuerra focusdel 2014Gian Mario Villalta (Pordenonelegge): «Aperti a economie di scala, la Regione ci dia le linee»Alessandro Verona (vicino/lontano): «Mobilitiamo le intelligenze, volando più del campanile»

Roberto Cescon

Cescon, spuntaunnuovoCappelloIl giovane poeta pordenonese sorprende con “La direzione delle cose”

Il no ai soprusi pagato con la vita adAuschwitzA In File la sofferta testimonianza di Arianna Szörényi sulla famiglia ebrea di San Daniele deportata

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Page 4: Rassegna Stampa Febbraio 2014

2014

Data: 9 febbraio 2014

Pagina: 43

Nato il giorno in cui l’Austria sfidò la Serbia. Oltre un secolo dopoUn mese dopo l’assassiniodell’Arciduca FrancescoFerdinando e di sua moglie Sofia,compiuto a Sarajevo per mano delnazionalista serbo-bosniacoGavrilo Princip, l'Austria-Ungheria,al cui trono Francesco Ferdinandoera erede, il 28 luglio 1914 dichiaraguerra al Regno di Serbia. Sono i

fatti che generano il primo conflittomondiale.Il 28 luglio 1941 a Napoli è nato undirettore d’orchestra fra i piùillustri del nostro tempo. Ancorauna volta, con il Ravenna Festival,farà volare della grande musicaalto il messaggio: nello specificosarà quella del suo adorato Verdi. Il

lettore avrà capito chi è queldirettore d’orchestra. Qualora cosìnon fosse, a Redipuglia, il 6 luglio,potrà vederlo. Si tratta,ovviamente, di Riccardo Muti, chedopo la morte di Abbado resta,senza dubbio, il più grandedirettore d’orchestra italiano,apprezzato nel mondo.

Il 28 LUGLIO del 1941

MUSICA»L’EVENTO

‘‘Tra i solistiscelti per ilconcerto, che

rientra nel cartellonedella 23.a edizione diMittelfest, ci sarà anche ilmezzosoprano triestinoDaniela Barcellona

UnRequiemdiMutiper imorti in guerrain luglio aRedipugliaAdascoltare laMessadiVerdisarannoinvitatii presidenti di Italia, Slovenia, Croazia e Austria

‘‘Per la secondavolta le “Viedell’amicizia”

del grande direttored’orchestra fanno tappanel Friuli Venezia Giulia,dopo il concerto di Triestedel 13 luglio 2010

‘‘Nelprogramma delRavenna

Festival è stato inseritoanche un omaggio aClaudio Abbado, cheriporterà in scena la suaOrchestra Mozart

di Alex Pessotto

M ancava soltanto l’uffi-cialità. È giunta ieri.Riccardo Muti dirige-

rà domenica 6 luglio, alle 21, alSacrario di Redipuglia la Mes-sa da Requiem di GiuseppeVerdi. (In più, annuncia per il30 giugno un omaggio a Clau-dio Abbado, con la sua Orche-stra Mozart). Il concerto,“Requiem per le vittime di tut-te le guerre”, rappresental’evento principale della venti-cinquesima edizione del Ra-venna Festival, ieri annuncia-ta al teatro Alighieri del capo-luogo romagnolo, e fa partedelle Commemorazioni Nazio-nali per il Centenario dellaGrande guerra. Saranno invita-ti ad assistervi il presidente del-la Repubblica, Giorgio Napoli-tano, oltre ai presidenti di Au-stria, Slovenia, Croazia e aesponenti delle massime isti-tuzioni italiane e degli altri trePaesi. Rientra pure nella venti-treesima edizione di Mittelfestche, all’evento, afferma il so-vrintendente della Fondazio-ne Ravenna Manifestazioni,Antonio De Rosa «fornisce unapreziosa e gradita collabora-zione coproduttiva».

Nell’occasione, il maestroMuti dirigerà i giovani dell’or-chestra Luigi Cherubini, da luifondata, il coro del Friuli Vene-zia Giulia, oltre a musicisti ecoristi del teatro Verdi di Trie-ste e di prestigiose compaginiinternazionali appartenenti aPaesi che presero parte allaGrande Guerra. Al di fuori diquelli della Cherubini, che re-sterà col suo nome, gli altrimusicisti costituiranno la Eu-ropean Spirit of Youth Orche-stra. Le voci soliste sarannoquelle del soprano Tatiana Se-rjan, del mezzosoprano Danie-la Barcellona, del tenore Sai-mir Pirgu, del basso RiccardoZanellato. L’evento sarà tra-smesso, a pochi giorni dallasua realizzazione, da Rai1.

«Ulteriori dettagliate notizieriguardo il concerto - affermaancora Antonio De Rosa - ver-ranno comunicate in un in-contro stampa che avrà luogoin primavera a Roma, con datada definirsi. A tale incontroparteciperanno il maestro Ric-cardo Muti e i vertici del Ra-venna Festival, oltre, lo spero,al ministro dei Beni Culturali,Massimo Bray, al sottosegreta-rio alla Presidenza del Consi-glio Giovanni Legnini nonchéai rappresentanti di Rai, Mittel-fest e della Regione Friuli Ve-nezia Giulia, che, a tal proposi-to, nelle persone della sua pre-sidente, Debora Serracchianie dell’assessore alla Cultura,Gianni Torrenti, desidero rin-graziare per la preziosa colla-borazione che stanno prestan-do alla realizzazione dell’even-to».

Il Requiem di Verdi cui po-tremo assistere a Redipuglia il6 luglio sarà eseguito, con i me-desimi interpreti, il giorno pre-cedente, al palazzo Mauro DeAndrè del capoluogo roma-gnolo, secondo lo spirito de“Le vie dell’amicizia”, che,ogni anno, dal ’97, il RavennaFestival percorre: lo stessoconcerto viene eseguito al PalaDe Andrè, e, uno o al massimodue giorni dopo, ripetuto congli stessi protagonisti, nei luo-ghi dove la Storia ha assunto icaratteri della tragedia.

Tutto è nato nel ’97, con Sa-rajevo, dove il Ravenna Festi-val è tornato nel 2009. Ed è,quindi, la seconda volta che lesue ”Vie dell’amicizia” appro-

dano in una stessa regione: inmolti ancora ricorderanno ilconcerto del maestro Muti inpiazza Unità, a Trieste, il 13 lu-glio 2010, con, fra il pubblico, ipresidenti di Italia, Slovenia eCroazia. L’anno successivo,poi, Riccardo Muti di Triestedivenne cittadino onorario.

Tornando al festival 2014,edizione 25 come si diceva, iltitolo e tema è “1914: l’annoche ha cambiato il mondo”. È,al solito, ricco il suo calendariodi appuntamenti che avrannoluogo dal 5 giugno all’11 lu-glio. Del festival, quella di giu-gno-luglio è la parte più fittama ci sarà anche, come daqualche anno a questa parte,una coda nei mesi successivi,

che, nel 2014, si svolgerà dal 2all’8 ottobre al teatro Alighiericon protagonisti il balletto el’orchestra del teatro Marin-skij di San Pietroburgo impe-gnati nella “Trilogia d’autun-no”: “Giselle”, “Lago dei cigni”e “Trittico ‘900”.

Di fatto, il venticinquesimoRavenna Festival sarà inaugu-rato al pala De Andrè il 5 giu-gno con uno spettacolo inesclusiva per l’Italia: ci saran-no Svetlana Zakharova, conétoile del Teatro Bolshoi diMosca, e il violinista Vadim Re-pin, che, nell’occasione, dirige-rà anche l’orchestra Cherubi-ni.

Non mancheranno, sempreal Pala De Andrè, i concerti sin-fonici cui il Ravenna Festival ciha abituati nel tempo: avre-mo, il 7 giugno, l’orchestra fi-larmonica di San Pietroburgodiretta da Yuri Temirkanov (econ Repin questa volta “solo”violinista) e l’11, sempre di giu-gno, la Cherubini diretta daKent Nagano con Till Fellner alpiano, nonché, tre giorni do-po, Valerij Gergiev a dirigere laCzech Philharmonic Orche-stra (Yeol Eum Son, al piano);il 30 dello stesso mese, invece,a capo della Mozart e dellaCherubini ci sarà Muti in ricor-do di Abbado. Pianista: DavidFray.

Avremo poi (il 9, 10, 11 giu-gno, all’Alighieri), in prima eu-ropea e in esclusiva per l’Italia,“Chéri”, spettacolo liberamen-te tratto dai romanzi di Colet-te, concepito, diretto e coreo-grafato da Marta Clarke, conAlessandra Ferri, Herman Cor-nejo (American Ballet Thea-tre) e Amy Irving. Ancora al pa-la De Andrè, il 19 giugno ci sa-rà Ute Lemper (con la Cherubi-ni diretta da Tonino Battista) aproporre “Canzoni dal secolobreve” (1914-1991); due giornidopo, in esclusiva per l’Italia, ilBallet du Grand Théatre de Ge-nève; il 27 dello stesso meseun’altra prima italiana:“Souls” (ideazione e coreogra-fia di Olivier Dubois).

Esclusiva italiana è purequella del 3 luglio, sempre alpala De Andrè, con la TrishaBrown Dance Company. Main cartellone, troviamo anchealtri appuntamenti di spicco:Giovanni Sollima (in due spet-tacoli, uno con l’orchestra po-polare “La Notte della Taran-ta”), Vinicio Capossela (purelui in due spettacoli, uno con“La Banda della Posta”), un ri-cordo di Charlot nel suo cente-nario (centenario di Charlot,non di Chaplin!), la lectio ma-gistralis sulla Grande Guerradi Annette Becker, oltre a Ele-na Bucci, Ermanna Montana-ri, Micha van Hoeche, RobertoDe Simone, il Takku Ligey Thé-âter e a Claudio Bisio, impe-gnato il 25, 26 e 27 giugno,all’Alighieri, in “Foreveryoung” (da “Gli sdraiati”) diMichele Serra.

E ci sarà pure Moni Ovadiache il 16 giugno, al teatro Ali-ghieri, con Lucilla Galeazzi,presenterà “Doppio Fronte.Oratorio per la Grande Guer-ra” in quella che è una copro-duzione Ravenna Festival eMittelfest. Molta carne al fuo-co, insomma. Al punto che, sesi dovesse aver dimenticatoqualcosa, per dirla col Manzo-ni, “credete che non s’è fattoapposta”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PICCOLO DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014 43

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Page 5: Rassegna Stampa Febbraio 2014

2014

Data: 9 febbraio 2014

Pagina: 43 (dettaglio)

Nato il giorno in cui l’Austria sfidò la Serbia. Oltre un secolo dopoUn mese dopo l’assassiniodell’Arciduca FrancescoFerdinando e di sua moglie Sofia,compiuto a Sarajevo per mano delnazionalista serbo-bosniacoGavrilo Princip, l'Austria-Ungheria,al cui trono Francesco Ferdinandoera erede, il 28 luglio 1914 dichiaraguerra al Regno di Serbia. Sono i

fatti che generano il primo conflittomondiale.Il 28 luglio 1941 a Napoli è nato undirettore d’orchestra fra i piùillustri del nostro tempo. Ancorauna volta, con il Ravenna Festival,farà volare della grande musicaalto il messaggio: nello specificosarà quella del suo adorato Verdi. Il

lettore avrà capito chi è queldirettore d’orchestra. Qualora cosìnon fosse, a Redipuglia, il 6 luglio,potrà vederlo. Si tratta,ovviamente, di Riccardo Muti, chedopo la morte di Abbado resta,senza dubbio, il più grandedirettore d’orchestra italiano,apprezzato nel mondo.

Il 28 LUGLIO del 1941

MUSICA»L’EVENTO

‘‘Tra i solistiscelti per ilconcerto, che

rientra nel cartellonedella 23.a edizione diMittelfest, ci sarà anche ilmezzosoprano triestinoDaniela Barcellona

UnRequiemdiMutiper imorti in guerrain luglio aRedipugliaAdascoltare laMessadiVerdisarannoinvitatii presidenti di Italia, Slovenia, Croazia e Austria

‘‘Per la secondavolta le “Viedell’amicizia”

del grande direttored’orchestra fanno tappanel Friuli Venezia Giulia,dopo il concerto di Triestedel 13 luglio 2010

‘‘Nelprogramma delRavenna

Festival è stato inseritoanche un omaggio aClaudio Abbado, cheriporterà in scena la suaOrchestra Mozart

di Alex Pessotto

M ancava soltanto l’uffi-cialità. È giunta ieri.Riccardo Muti dirige-

rà domenica 6 luglio, alle 21, alSacrario di Redipuglia la Mes-sa da Requiem di GiuseppeVerdi. (In più, annuncia per il30 giugno un omaggio a Clau-dio Abbado, con la sua Orche-stra Mozart). Il concerto,“Requiem per le vittime di tut-te le guerre”, rappresental’evento principale della venti-cinquesima edizione del Ra-venna Festival, ieri annuncia-ta al teatro Alighieri del capo-luogo romagnolo, e fa partedelle Commemorazioni Nazio-nali per il Centenario dellaGrande guerra. Saranno invita-ti ad assistervi il presidente del-la Repubblica, Giorgio Napoli-tano, oltre ai presidenti di Au-stria, Slovenia, Croazia e aesponenti delle massime isti-tuzioni italiane e degli altri trePaesi. Rientra pure nella venti-treesima edizione di Mittelfestche, all’evento, afferma il so-vrintendente della Fondazio-ne Ravenna Manifestazioni,Antonio De Rosa «fornisce unapreziosa e gradita collabora-zione coproduttiva».

Nell’occasione, il maestroMuti dirigerà i giovani dell’or-chestra Luigi Cherubini, da luifondata, il coro del Friuli Vene-zia Giulia, oltre a musicisti ecoristi del teatro Verdi di Trie-ste e di prestigiose compaginiinternazionali appartenenti aPaesi che presero parte allaGrande Guerra. Al di fuori diquelli della Cherubini, che re-sterà col suo nome, gli altrimusicisti costituiranno la Eu-ropean Spirit of Youth Orche-stra. Le voci soliste sarannoquelle del soprano Tatiana Se-rjan, del mezzosoprano Danie-la Barcellona, del tenore Sai-mir Pirgu, del basso RiccardoZanellato. L’evento sarà tra-smesso, a pochi giorni dallasua realizzazione, da Rai1.

«Ulteriori dettagliate notizieriguardo il concerto - affermaancora Antonio De Rosa - ver-ranno comunicate in un in-contro stampa che avrà luogoin primavera a Roma, con datada definirsi. A tale incontroparteciperanno il maestro Ric-cardo Muti e i vertici del Ra-venna Festival, oltre, lo spero,al ministro dei Beni Culturali,Massimo Bray, al sottosegreta-rio alla Presidenza del Consi-glio Giovanni Legnini nonchéai rappresentanti di Rai, Mittel-fest e della Regione Friuli Ve-nezia Giulia, che, a tal proposi-to, nelle persone della sua pre-sidente, Debora Serracchianie dell’assessore alla Cultura,Gianni Torrenti, desidero rin-graziare per la preziosa colla-borazione che stanno prestan-do alla realizzazione dell’even-to».

Il Requiem di Verdi cui po-tremo assistere a Redipuglia il6 luglio sarà eseguito, con i me-desimi interpreti, il giorno pre-cedente, al palazzo Mauro DeAndrè del capoluogo roma-gnolo, secondo lo spirito de“Le vie dell’amicizia”, che,ogni anno, dal ’97, il RavennaFestival percorre: lo stessoconcerto viene eseguito al PalaDe Andrè, e, uno o al massimodue giorni dopo, ripetuto congli stessi protagonisti, nei luo-ghi dove la Storia ha assunto icaratteri della tragedia.

Tutto è nato nel ’97, con Sa-rajevo, dove il Ravenna Festi-val è tornato nel 2009. Ed è,quindi, la seconda volta che lesue ”Vie dell’amicizia” appro-

dano in una stessa regione: inmolti ancora ricorderanno ilconcerto del maestro Muti inpiazza Unità, a Trieste, il 13 lu-glio 2010, con, fra il pubblico, ipresidenti di Italia, Slovenia eCroazia. L’anno successivo,poi, Riccardo Muti di Triestedivenne cittadino onorario.

Tornando al festival 2014,edizione 25 come si diceva, iltitolo e tema è “1914: l’annoche ha cambiato il mondo”. È,al solito, ricco il suo calendariodi appuntamenti che avrannoluogo dal 5 giugno all’11 lu-glio. Del festival, quella di giu-gno-luglio è la parte più fittama ci sarà anche, come daqualche anno a questa parte,una coda nei mesi successivi,

che, nel 2014, si svolgerà dal 2all’8 ottobre al teatro Alighiericon protagonisti il balletto el’orchestra del teatro Marin-skij di San Pietroburgo impe-gnati nella “Trilogia d’autun-no”: “Giselle”, “Lago dei cigni”e “Trittico ‘900”.

Di fatto, il venticinquesimoRavenna Festival sarà inaugu-rato al pala De Andrè il 5 giu-gno con uno spettacolo inesclusiva per l’Italia: ci saran-no Svetlana Zakharova, conétoile del Teatro Bolshoi diMosca, e il violinista Vadim Re-pin, che, nell’occasione, dirige-rà anche l’orchestra Cherubi-ni.

Non mancheranno, sempreal Pala De Andrè, i concerti sin-fonici cui il Ravenna Festival ciha abituati nel tempo: avre-mo, il 7 giugno, l’orchestra fi-larmonica di San Pietroburgodiretta da Yuri Temirkanov (econ Repin questa volta “solo”violinista) e l’11, sempre di giu-gno, la Cherubini diretta daKent Nagano con Till Fellner alpiano, nonché, tre giorni do-po, Valerij Gergiev a dirigere laCzech Philharmonic Orche-stra (Yeol Eum Son, al piano);il 30 dello stesso mese, invece,a capo della Mozart e dellaCherubini ci sarà Muti in ricor-do di Abbado. Pianista: DavidFray.

Avremo poi (il 9, 10, 11 giu-gno, all’Alighieri), in prima eu-ropea e in esclusiva per l’Italia,“Chéri”, spettacolo liberamen-te tratto dai romanzi di Colet-te, concepito, diretto e coreo-grafato da Marta Clarke, conAlessandra Ferri, Herman Cor-nejo (American Ballet Thea-tre) e Amy Irving. Ancora al pa-la De Andrè, il 19 giugno ci sa-rà Ute Lemper (con la Cherubi-ni diretta da Tonino Battista) aproporre “Canzoni dal secolobreve” (1914-1991); due giornidopo, in esclusiva per l’Italia, ilBallet du Grand Théatre de Ge-nève; il 27 dello stesso meseun’altra prima italiana:“Souls” (ideazione e coreogra-fia di Olivier Dubois).

Esclusiva italiana è purequella del 3 luglio, sempre alpala De Andrè, con la TrishaBrown Dance Company. Main cartellone, troviamo anchealtri appuntamenti di spicco:Giovanni Sollima (in due spet-tacoli, uno con l’orchestra po-polare “La Notte della Taran-ta”), Vinicio Capossela (purelui in due spettacoli, uno con“La Banda della Posta”), un ri-cordo di Charlot nel suo cente-nario (centenario di Charlot,non di Chaplin!), la lectio ma-gistralis sulla Grande Guerradi Annette Becker, oltre a Ele-na Bucci, Ermanna Montana-ri, Micha van Hoeche, RobertoDe Simone, il Takku Ligey Thé-âter e a Claudio Bisio, impe-gnato il 25, 26 e 27 giugno,all’Alighieri, in “Foreveryoung” (da “Gli sdraiati”) diMichele Serra.

E ci sarà pure Moni Ovadiache il 16 giugno, al teatro Ali-ghieri, con Lucilla Galeazzi,presenterà “Doppio Fronte.Oratorio per la Grande Guer-ra” in quella che è una copro-duzione Ravenna Festival eMittelfest. Molta carne al fuo-co, insomma. Al punto che, sesi dovesse aver dimenticatoqualcosa, per dirla col Manzo-ni, “credete che non s’è fattoapposta”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PICCOLO DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014 43

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Nato il giorno in cui l’Austria sfidò la Serbia. Oltre un secolo dopoUn mese dopo l’assassiniodell’Arciduca FrancescoFerdinando e di sua moglie Sofia,compiuto a Sarajevo per mano delnazionalista serbo-bosniacoGavrilo Princip, l'Austria-Ungheria,al cui trono Francesco Ferdinandoera erede, il 28 luglio 1914 dichiaraguerra al Regno di Serbia. Sono i

fatti che generano il primo conflittomondiale.Il 28 luglio 1941 a Napoli è nato undirettore d’orchestra fra i piùillustri del nostro tempo. Ancorauna volta, con il Ravenna Festival,farà volare della grande musicaalto il messaggio: nello specificosarà quella del suo adorato Verdi. Il

lettore avrà capito chi è queldirettore d’orchestra. Qualora cosìnon fosse, a Redipuglia, il 6 luglio,potrà vederlo. Si tratta,ovviamente, di Riccardo Muti, chedopo la morte di Abbado resta,senza dubbio, il più grandedirettore d’orchestra italiano,apprezzato nel mondo.

Il 28 LUGLIO del 1941

MUSICA»L’EVENTO

‘‘Tra i solistiscelti per ilconcerto, che

rientra nel cartellonedella 23.a edizione diMittelfest, ci sarà anche ilmezzosoprano triestinoDaniela Barcellona

UnRequiemdiMutiper imorti in guerrain luglio aRedipugliaAdascoltare laMessadiVerdisarannoinvitatii presidenti di Italia, Slovenia, Croazia e Austria

‘‘Per la secondavolta le “Viedell’amicizia”

del grande direttored’orchestra fanno tappanel Friuli Venezia Giulia,dopo il concerto di Triestedel 13 luglio 2010

‘‘Nelprogramma delRavenna

Festival è stato inseritoanche un omaggio aClaudio Abbado, cheriporterà in scena la suaOrchestra Mozart

di Alex Pessotto

M ancava soltanto l’uffi-cialità. È giunta ieri.Riccardo Muti dirige-

rà domenica 6 luglio, alle 21, alSacrario di Redipuglia la Mes-sa da Requiem di GiuseppeVerdi. (In più, annuncia per il30 giugno un omaggio a Clau-dio Abbado, con la sua Orche-stra Mozart). Il concerto,“Requiem per le vittime di tut-te le guerre”, rappresental’evento principale della venti-cinquesima edizione del Ra-venna Festival, ieri annuncia-ta al teatro Alighieri del capo-luogo romagnolo, e fa partedelle Commemorazioni Nazio-nali per il Centenario dellaGrande guerra. Saranno invita-ti ad assistervi il presidente del-la Repubblica, Giorgio Napoli-tano, oltre ai presidenti di Au-stria, Slovenia, Croazia e aesponenti delle massime isti-tuzioni italiane e degli altri trePaesi. Rientra pure nella venti-treesima edizione di Mittelfestche, all’evento, afferma il so-vrintendente della Fondazio-ne Ravenna Manifestazioni,Antonio De Rosa «fornisce unapreziosa e gradita collabora-zione coproduttiva».

Nell’occasione, il maestroMuti dirigerà i giovani dell’or-chestra Luigi Cherubini, da luifondata, il coro del Friuli Vene-zia Giulia, oltre a musicisti ecoristi del teatro Verdi di Trie-ste e di prestigiose compaginiinternazionali appartenenti aPaesi che presero parte allaGrande Guerra. Al di fuori diquelli della Cherubini, che re-sterà col suo nome, gli altrimusicisti costituiranno la Eu-ropean Spirit of Youth Orche-stra. Le voci soliste sarannoquelle del soprano Tatiana Se-rjan, del mezzosoprano Danie-la Barcellona, del tenore Sai-mir Pirgu, del basso RiccardoZanellato. L’evento sarà tra-smesso, a pochi giorni dallasua realizzazione, da Rai1.

«Ulteriori dettagliate notizieriguardo il concerto - affermaancora Antonio De Rosa - ver-ranno comunicate in un in-contro stampa che avrà luogoin primavera a Roma, con datada definirsi. A tale incontroparteciperanno il maestro Ric-cardo Muti e i vertici del Ra-venna Festival, oltre, lo spero,al ministro dei Beni Culturali,Massimo Bray, al sottosegreta-rio alla Presidenza del Consi-glio Giovanni Legnini nonchéai rappresentanti di Rai, Mittel-fest e della Regione Friuli Ve-nezia Giulia, che, a tal proposi-to, nelle persone della sua pre-sidente, Debora Serracchianie dell’assessore alla Cultura,Gianni Torrenti, desidero rin-graziare per la preziosa colla-borazione che stanno prestan-do alla realizzazione dell’even-to».

Il Requiem di Verdi cui po-tremo assistere a Redipuglia il6 luglio sarà eseguito, con i me-desimi interpreti, il giorno pre-cedente, al palazzo Mauro DeAndrè del capoluogo roma-gnolo, secondo lo spirito de“Le vie dell’amicizia”, che,ogni anno, dal ’97, il RavennaFestival percorre: lo stessoconcerto viene eseguito al PalaDe Andrè, e, uno o al massimodue giorni dopo, ripetuto congli stessi protagonisti, nei luo-ghi dove la Storia ha assunto icaratteri della tragedia.

Tutto è nato nel ’97, con Sa-rajevo, dove il Ravenna Festi-val è tornato nel 2009. Ed è,quindi, la seconda volta che lesue ”Vie dell’amicizia” appro-

dano in una stessa regione: inmolti ancora ricorderanno ilconcerto del maestro Muti inpiazza Unità, a Trieste, il 13 lu-glio 2010, con, fra il pubblico, ipresidenti di Italia, Slovenia eCroazia. L’anno successivo,poi, Riccardo Muti di Triestedivenne cittadino onorario.

Tornando al festival 2014,edizione 25 come si diceva, iltitolo e tema è “1914: l’annoche ha cambiato il mondo”. È,al solito, ricco il suo calendariodi appuntamenti che avrannoluogo dal 5 giugno all’11 lu-glio. Del festival, quella di giu-gno-luglio è la parte più fittama ci sarà anche, come daqualche anno a questa parte,una coda nei mesi successivi,

che, nel 2014, si svolgerà dal 2all’8 ottobre al teatro Alighiericon protagonisti il balletto el’orchestra del teatro Marin-skij di San Pietroburgo impe-gnati nella “Trilogia d’autun-no”: “Giselle”, “Lago dei cigni”e “Trittico ‘900”.

Di fatto, il venticinquesimoRavenna Festival sarà inaugu-rato al pala De Andrè il 5 giu-gno con uno spettacolo inesclusiva per l’Italia: ci saran-no Svetlana Zakharova, conétoile del Teatro Bolshoi diMosca, e il violinista Vadim Re-pin, che, nell’occasione, dirige-rà anche l’orchestra Cherubi-ni.

Non mancheranno, sempreal Pala De Andrè, i concerti sin-fonici cui il Ravenna Festival ciha abituati nel tempo: avre-mo, il 7 giugno, l’orchestra fi-larmonica di San Pietroburgodiretta da Yuri Temirkanov (econ Repin questa volta “solo”violinista) e l’11, sempre di giu-gno, la Cherubini diretta daKent Nagano con Till Fellner alpiano, nonché, tre giorni do-po, Valerij Gergiev a dirigere laCzech Philharmonic Orche-stra (Yeol Eum Son, al piano);il 30 dello stesso mese, invece,a capo della Mozart e dellaCherubini ci sarà Muti in ricor-do di Abbado. Pianista: DavidFray.

Avremo poi (il 9, 10, 11 giu-gno, all’Alighieri), in prima eu-ropea e in esclusiva per l’Italia,“Chéri”, spettacolo liberamen-te tratto dai romanzi di Colet-te, concepito, diretto e coreo-grafato da Marta Clarke, conAlessandra Ferri, Herman Cor-nejo (American Ballet Thea-tre) e Amy Irving. Ancora al pa-la De Andrè, il 19 giugno ci sa-rà Ute Lemper (con la Cherubi-ni diretta da Tonino Battista) aproporre “Canzoni dal secolobreve” (1914-1991); due giornidopo, in esclusiva per l’Italia, ilBallet du Grand Théatre de Ge-nève; il 27 dello stesso meseun’altra prima italiana:“Souls” (ideazione e coreogra-fia di Olivier Dubois).

Esclusiva italiana è purequella del 3 luglio, sempre alpala De Andrè, con la TrishaBrown Dance Company. Main cartellone, troviamo anchealtri appuntamenti di spicco:Giovanni Sollima (in due spet-tacoli, uno con l’orchestra po-polare “La Notte della Taran-ta”), Vinicio Capossela (purelui in due spettacoli, uno con“La Banda della Posta”), un ri-cordo di Charlot nel suo cente-nario (centenario di Charlot,non di Chaplin!), la lectio ma-gistralis sulla Grande Guerradi Annette Becker, oltre a Ele-na Bucci, Ermanna Montana-ri, Micha van Hoeche, RobertoDe Simone, il Takku Ligey Thé-âter e a Claudio Bisio, impe-gnato il 25, 26 e 27 giugno,all’Alighieri, in “Foreveryoung” (da “Gli sdraiati”) diMichele Serra.

E ci sarà pure Moni Ovadiache il 16 giugno, al teatro Ali-ghieri, con Lucilla Galeazzi,presenterà “Doppio Fronte.Oratorio per la Grande Guer-ra” in quella che è una copro-duzione Ravenna Festival eMittelfest. Molta carne al fuo-co, insomma. Al punto che, sesi dovesse aver dimenticatoqualcosa, per dirla col Manzo-ni, “credete che non s’è fattoapposta”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PICCOLO DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014 43

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Nato il giorno in cui l’Austria sfidò la Serbia. Oltre un secolo dopoUn mese dopo l’assassiniodell’Arciduca FrancescoFerdinando e di sua moglie Sofia,compiuto a Sarajevo per mano delnazionalista serbo-bosniacoGavrilo Princip, l'Austria-Ungheria,al cui trono Francesco Ferdinandoera erede, il 28 luglio 1914 dichiaraguerra al Regno di Serbia. Sono i

fatti che generano il primo conflittomondiale.Il 28 luglio 1941 a Napoli è nato undirettore d’orchestra fra i piùillustri del nostro tempo. Ancorauna volta, con il Ravenna Festival,farà volare della grande musicaalto il messaggio: nello specificosarà quella del suo adorato Verdi. Il

lettore avrà capito chi è queldirettore d’orchestra. Qualora cosìnon fosse, a Redipuglia, il 6 luglio,potrà vederlo. Si tratta,ovviamente, di Riccardo Muti, chedopo la morte di Abbado resta,senza dubbio, il più grandedirettore d’orchestra italiano,apprezzato nel mondo.

Il 28 LUGLIO del 1941

MUSICA»L’EVENTO

‘‘Tra i solistiscelti per ilconcerto, che

rientra nel cartellonedella 23.a edizione diMittelfest, ci sarà anche ilmezzosoprano triestinoDaniela Barcellona

UnRequiemdiMutiper imorti in guerrain luglio aRedipugliaAdascoltare laMessadiVerdisarannoinvitatii presidenti di Italia, Slovenia, Croazia e Austria

‘‘Per la secondavolta le “Viedell’amicizia”

del grande direttored’orchestra fanno tappanel Friuli Venezia Giulia,dopo il concerto di Triestedel 13 luglio 2010

‘‘Nelprogramma delRavenna

Festival è stato inseritoanche un omaggio aClaudio Abbado, cheriporterà in scena la suaOrchestra Mozart

di Alex Pessotto

M ancava soltanto l’uffi-cialità. È giunta ieri.Riccardo Muti dirige-

rà domenica 6 luglio, alle 21, alSacrario di Redipuglia la Mes-sa da Requiem di GiuseppeVerdi. (In più, annuncia per il30 giugno un omaggio a Clau-dio Abbado, con la sua Orche-stra Mozart). Il concerto,“Requiem per le vittime di tut-te le guerre”, rappresental’evento principale della venti-cinquesima edizione del Ra-venna Festival, ieri annuncia-ta al teatro Alighieri del capo-luogo romagnolo, e fa partedelle Commemorazioni Nazio-nali per il Centenario dellaGrande guerra. Saranno invita-ti ad assistervi il presidente del-la Repubblica, Giorgio Napoli-tano, oltre ai presidenti di Au-stria, Slovenia, Croazia e aesponenti delle massime isti-tuzioni italiane e degli altri trePaesi. Rientra pure nella venti-treesima edizione di Mittelfestche, all’evento, afferma il so-vrintendente della Fondazio-ne Ravenna Manifestazioni,Antonio De Rosa «fornisce unapreziosa e gradita collabora-zione coproduttiva».

Nell’occasione, il maestroMuti dirigerà i giovani dell’or-chestra Luigi Cherubini, da luifondata, il coro del Friuli Vene-zia Giulia, oltre a musicisti ecoristi del teatro Verdi di Trie-ste e di prestigiose compaginiinternazionali appartenenti aPaesi che presero parte allaGrande Guerra. Al di fuori diquelli della Cherubini, che re-sterà col suo nome, gli altrimusicisti costituiranno la Eu-ropean Spirit of Youth Orche-stra. Le voci soliste sarannoquelle del soprano Tatiana Se-rjan, del mezzosoprano Danie-la Barcellona, del tenore Sai-mir Pirgu, del basso RiccardoZanellato. L’evento sarà tra-smesso, a pochi giorni dallasua realizzazione, da Rai1.

«Ulteriori dettagliate notizieriguardo il concerto - affermaancora Antonio De Rosa - ver-ranno comunicate in un in-contro stampa che avrà luogoin primavera a Roma, con datada definirsi. A tale incontroparteciperanno il maestro Ric-cardo Muti e i vertici del Ra-venna Festival, oltre, lo spero,al ministro dei Beni Culturali,Massimo Bray, al sottosegreta-rio alla Presidenza del Consi-glio Giovanni Legnini nonchéai rappresentanti di Rai, Mittel-fest e della Regione Friuli Ve-nezia Giulia, che, a tal proposi-to, nelle persone della sua pre-sidente, Debora Serracchianie dell’assessore alla Cultura,Gianni Torrenti, desidero rin-graziare per la preziosa colla-borazione che stanno prestan-do alla realizzazione dell’even-to».

Il Requiem di Verdi cui po-tremo assistere a Redipuglia il6 luglio sarà eseguito, con i me-desimi interpreti, il giorno pre-cedente, al palazzo Mauro DeAndrè del capoluogo roma-gnolo, secondo lo spirito de“Le vie dell’amicizia”, che,ogni anno, dal ’97, il RavennaFestival percorre: lo stessoconcerto viene eseguito al PalaDe Andrè, e, uno o al massimodue giorni dopo, ripetuto congli stessi protagonisti, nei luo-ghi dove la Storia ha assunto icaratteri della tragedia.

Tutto è nato nel ’97, con Sa-rajevo, dove il Ravenna Festi-val è tornato nel 2009. Ed è,quindi, la seconda volta che lesue ”Vie dell’amicizia” appro-

dano in una stessa regione: inmolti ancora ricorderanno ilconcerto del maestro Muti inpiazza Unità, a Trieste, il 13 lu-glio 2010, con, fra il pubblico, ipresidenti di Italia, Slovenia eCroazia. L’anno successivo,poi, Riccardo Muti di Triestedivenne cittadino onorario.

Tornando al festival 2014,edizione 25 come si diceva, iltitolo e tema è “1914: l’annoche ha cambiato il mondo”. È,al solito, ricco il suo calendariodi appuntamenti che avrannoluogo dal 5 giugno all’11 lu-glio. Del festival, quella di giu-gno-luglio è la parte più fittama ci sarà anche, come daqualche anno a questa parte,una coda nei mesi successivi,

che, nel 2014, si svolgerà dal 2all’8 ottobre al teatro Alighiericon protagonisti il balletto el’orchestra del teatro Marin-skij di San Pietroburgo impe-gnati nella “Trilogia d’autun-no”: “Giselle”, “Lago dei cigni”e “Trittico ‘900”.

Di fatto, il venticinquesimoRavenna Festival sarà inaugu-rato al pala De Andrè il 5 giu-gno con uno spettacolo inesclusiva per l’Italia: ci saran-no Svetlana Zakharova, conétoile del Teatro Bolshoi diMosca, e il violinista Vadim Re-pin, che, nell’occasione, dirige-rà anche l’orchestra Cherubi-ni.

Non mancheranno, sempreal Pala De Andrè, i concerti sin-fonici cui il Ravenna Festival ciha abituati nel tempo: avre-mo, il 7 giugno, l’orchestra fi-larmonica di San Pietroburgodiretta da Yuri Temirkanov (econ Repin questa volta “solo”violinista) e l’11, sempre di giu-gno, la Cherubini diretta daKent Nagano con Till Fellner alpiano, nonché, tre giorni do-po, Valerij Gergiev a dirigere laCzech Philharmonic Orche-stra (Yeol Eum Son, al piano);il 30 dello stesso mese, invece,a capo della Mozart e dellaCherubini ci sarà Muti in ricor-do di Abbado. Pianista: DavidFray.

Avremo poi (il 9, 10, 11 giu-gno, all’Alighieri), in prima eu-ropea e in esclusiva per l’Italia,“Chéri”, spettacolo liberamen-te tratto dai romanzi di Colet-te, concepito, diretto e coreo-grafato da Marta Clarke, conAlessandra Ferri, Herman Cor-nejo (American Ballet Thea-tre) e Amy Irving. Ancora al pa-la De Andrè, il 19 giugno ci sa-rà Ute Lemper (con la Cherubi-ni diretta da Tonino Battista) aproporre “Canzoni dal secolobreve” (1914-1991); due giornidopo, in esclusiva per l’Italia, ilBallet du Grand Théatre de Ge-nève; il 27 dello stesso meseun’altra prima italiana:“Souls” (ideazione e coreogra-fia di Olivier Dubois).

Esclusiva italiana è purequella del 3 luglio, sempre alpala De Andrè, con la TrishaBrown Dance Company. Main cartellone, troviamo anchealtri appuntamenti di spicco:Giovanni Sollima (in due spet-tacoli, uno con l’orchestra po-polare “La Notte della Taran-ta”), Vinicio Capossela (purelui in due spettacoli, uno con“La Banda della Posta”), un ri-cordo di Charlot nel suo cente-nario (centenario di Charlot,non di Chaplin!), la lectio ma-gistralis sulla Grande Guerradi Annette Becker, oltre a Ele-na Bucci, Ermanna Montana-ri, Micha van Hoeche, RobertoDe Simone, il Takku Ligey Thé-âter e a Claudio Bisio, impe-gnato il 25, 26 e 27 giugno,all’Alighieri, in “Foreveryoung” (da “Gli sdraiati”) diMichele Serra.

E ci sarà pure Moni Ovadiache il 16 giugno, al teatro Ali-ghieri, con Lucilla Galeazzi,presenterà “Doppio Fronte.Oratorio per la Grande Guer-ra” in quella che è una copro-duzione Ravenna Festival eMittelfest. Molta carne al fuo-co, insomma. Al punto che, sesi dovesse aver dimenticatoqualcosa, per dirla col Manzo-ni, “credete che non s’è fattoapposta”.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

IL PICCOLO DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014 43

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Nato il giorno in cui l’Austria sfidò la Serbia. Oltre un secolo dopoUn mese dopo l’assassiniodell’Arciduca FrancescoFerdinando e di sua moglie Sofia,compiuto a Sarajevo per mano delnazionalista serbo-bosniacoGavrilo Princip, l'Austria-Ungheria,al cui trono Francesco Ferdinandoera erede, il 28 luglio 1914 dichiaraguerra al Regno di Serbia. Sono i

fatti che generano il primo conflittomondiale.Il 28 luglio 1941 a Napoli è nato undirettore d’orchestra fra i piùillustri del nostro tempo. Ancorauna volta, con il Ravenna Festival,farà volare della grande musicaalto il messaggio: nello specificosarà quella del suo adorato Verdi. Il

lettore avrà capito chi è queldirettore d’orchestra. Qualora cosìnon fosse, a Redipuglia, il 6 luglio,potrà vederlo. Si tratta,ovviamente, di Riccardo Muti, chedopo la morte di Abbado resta,senza dubbio, il più grandedirettore d’orchestra italiano,apprezzato nel mondo.

Il 28 LUGLIO del 1941

MUSICA»L’EVENTO

‘‘Tra i solistiscelti per ilconcerto, che

rientra nel cartellonedella 23.a edizione diMittelfest, ci sarà anche ilmezzosoprano triestinoDaniela Barcellona

UnRequiemdiMutiper imorti in guerrain luglio aRedipugliaAdascoltare laMessadiVerdisarannoinvitatii presidenti di Italia, Slovenia, Croazia e Austria

‘‘Per la secondavolta le “Viedell’amicizia”

del grande direttored’orchestra fanno tappanel Friuli Venezia Giulia,dopo il concerto di Triestedel 13 luglio 2010

‘‘Nelprogramma delRavenna

Festival è stato inseritoanche un omaggio aClaudio Abbado, cheriporterà in scena la suaOrchestra Mozart

di Alex Pessotto

M ancava soltanto l’uffi-cialità. È giunta ieri.Riccardo Muti dirige-

rà domenica 6 luglio, alle 21, alSacrario di Redipuglia la Mes-sa da Requiem di GiuseppeVerdi. (In più, annuncia per il30 giugno un omaggio a Clau-dio Abbado, con la sua Orche-stra Mozart). Il concerto,“Requiem per le vittime di tut-te le guerre”, rappresental’evento principale della venti-cinquesima edizione del Ra-venna Festival, ieri annuncia-ta al teatro Alighieri del capo-luogo romagnolo, e fa partedelle Commemorazioni Nazio-nali per il Centenario dellaGrande guerra. Saranno invita-ti ad assistervi il presidente del-la Repubblica, Giorgio Napoli-tano, oltre ai presidenti di Au-stria, Slovenia, Croazia e aesponenti delle massime isti-tuzioni italiane e degli altri trePaesi. Rientra pure nella venti-treesima edizione di Mittelfestche, all’evento, afferma il so-vrintendente della Fondazio-ne Ravenna Manifestazioni,Antonio De Rosa «fornisce unapreziosa e gradita collabora-zione coproduttiva».

Nell’occasione, il maestroMuti dirigerà i giovani dell’or-chestra Luigi Cherubini, da luifondata, il coro del Friuli Vene-zia Giulia, oltre a musicisti ecoristi del teatro Verdi di Trie-ste e di prestigiose compaginiinternazionali appartenenti aPaesi che presero parte allaGrande Guerra. Al di fuori diquelli della Cherubini, che re-sterà col suo nome, gli altrimusicisti costituiranno la Eu-ropean Spirit of Youth Orche-stra. Le voci soliste sarannoquelle del soprano Tatiana Se-rjan, del mezzosoprano Danie-la Barcellona, del tenore Sai-mir Pirgu, del basso RiccardoZanellato. L’evento sarà tra-smesso, a pochi giorni dallasua realizzazione, da Rai1.

«Ulteriori dettagliate notizieriguardo il concerto - affermaancora Antonio De Rosa - ver-ranno comunicate in un in-contro stampa che avrà luogoin primavera a Roma, con datada definirsi. A tale incontroparteciperanno il maestro Ric-cardo Muti e i vertici del Ra-venna Festival, oltre, lo spero,al ministro dei Beni Culturali,Massimo Bray, al sottosegreta-rio alla Presidenza del Consi-glio Giovanni Legnini nonchéai rappresentanti di Rai, Mittel-fest e della Regione Friuli Ve-nezia Giulia, che, a tal proposi-to, nelle persone della sua pre-sidente, Debora Serracchianie dell’assessore alla Cultura,Gianni Torrenti, desidero rin-graziare per la preziosa colla-borazione che stanno prestan-do alla realizzazione dell’even-to».

Il Requiem di Verdi cui po-tremo assistere a Redipuglia il6 luglio sarà eseguito, con i me-desimi interpreti, il giorno pre-cedente, al palazzo Mauro DeAndrè del capoluogo roma-gnolo, secondo lo spirito de“Le vie dell’amicizia”, che,ogni anno, dal ’97, il RavennaFestival percorre: lo stessoconcerto viene eseguito al PalaDe Andrè, e, uno o al massimodue giorni dopo, ripetuto congli stessi protagonisti, nei luo-ghi dove la Storia ha assunto icaratteri della tragedia.

Tutto è nato nel ’97, con Sa-rajevo, dove il Ravenna Festi-val è tornato nel 2009. Ed è,quindi, la seconda volta che lesue ”Vie dell’amicizia” appro-

dano in una stessa regione: inmolti ancora ricorderanno ilconcerto del maestro Muti inpiazza Unità, a Trieste, il 13 lu-glio 2010, con, fra il pubblico, ipresidenti di Italia, Slovenia eCroazia. L’anno successivo,poi, Riccardo Muti di Triestedivenne cittadino onorario.

Tornando al festival 2014,edizione 25 come si diceva, iltitolo e tema è “1914: l’annoche ha cambiato il mondo”. È,al solito, ricco il suo calendariodi appuntamenti che avrannoluogo dal 5 giugno all’11 lu-glio. Del festival, quella di giu-gno-luglio è la parte più fittama ci sarà anche, come daqualche anno a questa parte,una coda nei mesi successivi,

che, nel 2014, si svolgerà dal 2all’8 ottobre al teatro Alighiericon protagonisti il balletto el’orchestra del teatro Marin-skij di San Pietroburgo impe-gnati nella “Trilogia d’autun-no”: “Giselle”, “Lago dei cigni”e “Trittico ‘900”.

Di fatto, il venticinquesimoRavenna Festival sarà inaugu-rato al pala De Andrè il 5 giu-gno con uno spettacolo inesclusiva per l’Italia: ci saran-no Svetlana Zakharova, conétoile del Teatro Bolshoi diMosca, e il violinista Vadim Re-pin, che, nell’occasione, dirige-rà anche l’orchestra Cherubi-ni.

Non mancheranno, sempreal Pala De Andrè, i concerti sin-fonici cui il Ravenna Festival ciha abituati nel tempo: avre-mo, il 7 giugno, l’orchestra fi-larmonica di San Pietroburgodiretta da Yuri Temirkanov (econ Repin questa volta “solo”violinista) e l’11, sempre di giu-gno, la Cherubini diretta daKent Nagano con Till Fellner alpiano, nonché, tre giorni do-po, Valerij Gergiev a dirigere laCzech Philharmonic Orche-stra (Yeol Eum Son, al piano);il 30 dello stesso mese, invece,a capo della Mozart e dellaCherubini ci sarà Muti in ricor-do di Abbado. Pianista: DavidFray.

Avremo poi (il 9, 10, 11 giu-gno, all’Alighieri), in prima eu-ropea e in esclusiva per l’Italia,“Chéri”, spettacolo liberamen-te tratto dai romanzi di Colet-te, concepito, diretto e coreo-grafato da Marta Clarke, conAlessandra Ferri, Herman Cor-nejo (American Ballet Thea-tre) e Amy Irving. Ancora al pa-la De Andrè, il 19 giugno ci sa-rà Ute Lemper (con la Cherubi-ni diretta da Tonino Battista) aproporre “Canzoni dal secolobreve” (1914-1991); due giornidopo, in esclusiva per l’Italia, ilBallet du Grand Théatre de Ge-nève; il 27 dello stesso meseun’altra prima italiana:“Souls” (ideazione e coreogra-fia di Olivier Dubois).

Esclusiva italiana è purequella del 3 luglio, sempre alpala De Andrè, con la TrishaBrown Dance Company. Main cartellone, troviamo anchealtri appuntamenti di spicco:Giovanni Sollima (in due spet-tacoli, uno con l’orchestra po-polare “La Notte della Taran-ta”), Vinicio Capossela (purelui in due spettacoli, uno con“La Banda della Posta”), un ri-cordo di Charlot nel suo cente-nario (centenario di Charlot,non di Chaplin!), la lectio ma-gistralis sulla Grande Guerradi Annette Becker, oltre a Ele-na Bucci, Ermanna Montana-ri, Micha van Hoeche, RobertoDe Simone, il Takku Ligey Thé-âter e a Claudio Bisio, impe-gnato il 25, 26 e 27 giugno,all’Alighieri, in “Foreveryoung” (da “Gli sdraiati”) diMichele Serra.

E ci sarà pure Moni Ovadiache il 16 giugno, al teatro Ali-ghieri, con Lucilla Galeazzi,presenterà “Doppio Fronte.Oratorio per la Grande Guer-ra” in quella che è una copro-duzione Ravenna Festival eMittelfest. Molta carne al fuo-co, insomma. Al punto che, sesi dovesse aver dimenticatoqualcosa, per dirla col Manzo-ni, “credete che non s’è fattoapposta”.

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IL PICCOLO DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014 43

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Page 6: Rassegna Stampa Febbraio 2014

2014

Data: 10 febbraio 2014

Pagina: 13

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Prezzi: Italia € 1,20, Slovenia €1,70, Croazia KN 13, gratuito in ab-binamento con «La Voce del Popo-lo» (La Voce del Popolo + Il Picco-lo: Slovenia € 0,90, Croazia KN 7)Il Piccolo del Lunedì -Tribunale di Triesten. 629 dell’ 1.3.1983

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PUBBLICITÀ:A.MANZONI&C. S.p.A.Trieste, via di Campo Marzio 10, tel.040/6728311, fax 040/366046.

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Quotidiani LocaliGruppo Espresso

Direttore Generale:MARCO MORONIDirettore Editoriale:LUIGI VICINANZA

La tiratura del 9 febbraio 2014è stata di 39.050 copie.Certificaton. 7459 del 10.12.2012Responsabile trattamento dati(D.LGS. 30-6-2003 N. 196)PAOLO POSSAMAI

fondato nel 1881Direttore responsabile: PAOLO POSSAMAI

Vicedirettore: ALBERTO BOLLISUfficio del caporedattore: MARCO PACINI (responsabile), ALESSIO RADOSSI; Attualità: ROBERTA GIANI;Cronaca di Trieste: MAURIZIO CATTARUZZA; Cronaca di Gorizia e Monfalcone: ROBERTO COVAZ;Cultura e spettacoli: ALESSANDRO MEZZENA LONA; Sport: ROBERTO DEGRASSI

BREVI

L’INCONTRO

SerracchianiospitedelLionsClub�� Oggi,alle21.30,all’hotelAstoriainpiazzaXXSettembreaUdine,lapresidentedellaRegioneemembrodellasegreterianazionaledelPdDeboraSerracchianisaràla“gueststar”dellaserataorganizzatadalLionsClubUdineHostpresiedutodaDavideRigonat.

lenomine

Selvarailcoordinamentoregionale�� L’assemblea di Sinistra Ecologia Libertàdel Friuli Venezia Giulia ha nominato il nuovocoordinamento regionale su proposta del neocoordinatore Marco Duriavig. Ne fanno parteotto componenti: Marino Sossi (referente perWelfare e sanità), Rita Auriemma (Istruzione,Università, Ricerca), Fabio Troiero (Ambiente eterritorio montano), Liliana Cormons (Cultura),Chezia Zanardini (Comunicazione), Andrea DeCesco (Agricoltrua), Giovanni Iacono (Diritti edinclusione), Paolo Del Ponte (Lavoro eresponsabile organizzazione). Mercoledì laprima riunione del coordinamento.

lapolemica

Battistabacchettaigrillini«anonimi»�� «Sidiceaiparlamentaridinonparlarecongiornalistiepoisi leggonosuigiornaliretroscenasegnalatida“anonimi”parlamentaripentastellaticheannuncianorepulistidellevocicritichedentroilMovimento».Lodichiara,inunanota, ilsenatoreM5SLorenzoBattista.Eaggiunge:«Chivuoleesprimereleproprieopinionisiaccomodipuremamettendoci lafaccia».

LECOMMISSIONI

APalazzoriflettoriaccesisullascuola�� L’istruzione è uno degli argomenti clou deilavori settimanali di Palazzo. Giovedì, infatti, laquarta commissione sentirà l’assessore LoredanaPanariti sul regolamento relativo agli assegni distudio per le scuole paritarie e sulla riscritturadella norma sul diritto allo studio universitario.Oggi, invece, la seconda commissione effettueràdue sopralluoghi ai distretti del coltello e delmobile. Domani, insieme alla prima, incontrerà ivertici dei Confidi mentre la quinta definirà lepriorità della Paritetica Stato-Regione. Mercoledì,ancora, i capigruppo fisseranno il menù dellaprossima seduta d’aula.

ILPIANO

Varatoilpacchettoanticorruzione�� IlConsiglioregionalesièdotatodelPianotriennaledellaprevenzioneallacorruzioneedelProgrammariferitoallatrasparenzaeall’integritàconunadeterminazioneunanimedell’Ufficiodipresidenza.Ilprimoprovvedimentointroducenell’ordinamentounampioecomplessosistemaorganicodiprevenzionedallacorruzione.

Un’anziana in una struttura assistenziale. La giunta ha predisposto l’attesa bozza che riclassifica le case di riposo del Friuli Venezia Giulia

‘‘IL futuroSISTEMA

Per gli anzianiautosufficientipreviste comunità familiarie residenze assistenzialiPer i dipendentiresidenze polifunzionali

L’iter per l’approvazione definitiva in giunta del futuroregolamento per le case di riposo, preparato dagli uffici regionali,può partire. Il documento è una proposta di base dell’esecutivo dasottoporre all’Anci Friuli Venezia Giulia, a Federsanità, alleorganizzazioni sindacali dei pensionati e ad altre associazionirappresentative del settore. Prima della presentazione in terzacommissione in Consiglio regionale, il lavoro dovrà passare anchel’esame della Conferenza socio-sanitaria permanente diCodroipo. «È un provvedimento molto importante, atteso datempo», commenta l’assessore regionale alla Salute MariaSandra Telesca. Un intervento, come ricorda lo stesso assessore,indicato pure nel programma elettorale della presidenteSerracchiani. «L’obiettivo – evidenzia Telesca – è individuare lestrategie necessarie a favorire il più possibile la domiciliarità. Egarantire che nelle case di riposo siano rispettati i livelli diqualità. Una volta attuato il regolamento – ribadisce l’assessorealla Sanità – partiranno le verifiche e le ricognizioni nellestrutture». (g.s.)

Telesca: «La qualità dell’offerta migliorer໑‘le dotazionistandard

Scatta l’obbligodi sistemi adeguatidi climatizzazionee riscaldamentoConcessi due anni di tempoper gli adeguamenti

La cultura scommette sui BalcaniTorrenti anticipa le priorità 2014. In menù mostre su Sarajevo e focus su Belgrado

di Gianpaolo Sarti� TRIESTE

Dopo anni di anticamera la Re-gione partorisce il tanto attesoregolamento per le case di ripo-so. Si tratta per il momento diuna bozza che la giunta Serrac-chiani ha preparato aggiornan-do quanto messo in cantierenella scorsa legislatura, mamai formulato definitivamen-te, tanto meno attuato. L’asses-sore alla Sanità Maria SandraTelesca ha rispolverato il mate-riale rivisitando gli standard as-sistenziali vigenti e ha ricalibra-to il minutaggio in cui è dovutala presenza di personale e in-fermieri, inserendo una classi-ficazione delle residenze. Che,peraltro, sono sollecitate adadeguarsi anche dal punto divista strutturale. Non nel nu-mero posti letto, già definiti,ma in altri accorgimenti come,ad esempio, gli impianti di ri-scaldamento e climatizzazio-ne delle singole stanze. Il prov-vedimento è destinato a diven-tare obbligatorio e le strutturesono chiamate ad adattarsi nelgiro di due anni. Chiuso l’iterscatteranno i controlli in tuttoil Friuli Venezia Giulia. «Dob-biamo conformare la situazio-ne in base ai bisogni esistenti –osserva Telesca – tenendo con-to delle nuove criticità. La qua-lità dell’offerta sul territorio mi-gliorerà».Le criticità In regione risultano194 strutture, con una disponi-bilità di 10.999 posti letto. L’at-tuale sistema residenziale,stando all’analisi degli uffici re-gionali, non è in grado di ga-rantire una risposta assisten-ziale adeguata all’intensità e al-la tipologia dei bisogni. Non as-sicura nemmeno equità di ac-cesso e trattamento nei diversicontesti territoriali. Questo acausa di due motivi: la diversadisponibilità di posti, sia per

numero che per tipologia, e illivello assistenziale offerto inrapporto alle rette. Risulta ca-rente pure la rete di servizi ter-ritoriali per gli anziani non au-tosufficienti. Le stesse rette, ol-tre che gli oneri sanitari, grava-no in modo differenziato a se-conda del contesto territorialee a prescindere dalla gravità de-gli ospiti.

Il nuovo sistema La classificazio-ne del regolamento indica unasuddivisione precisa. Le casedi riposo per gli anziani“autosufficienti” potranno es-sere di due tipi. La comunità ditipo familiare, innanzitutto, incui la presenza infermieristicae riabilitativa d’ora in avantiandrà garantita «in relazione aiprogrammi individualizzati».

Non sono previste figure pro-fessionali stabili addette all’as-sistenza di base, ma il servizioassicura in ogni caso la presen-za programmata di operatoriin relazione ai bisogni. Le resi-denze assistenziali alberghie-re, invece, devono tutelare l’as-sistenza di base in relazione aibisogni degli ospiti accolti e, inogni caso, rendere obbligato-ria la presenza di un operatoredi notte per una maggiore sicu-rezza degli anziani.I non autosufficienti Per i nonautosufficienti gli standard invigore individuano residenzepolifunzionali in cui l’assisten-za infermieristica è assicurata“al bisogno” dal Distretto, cosìla riabilitativa. Quella di baseinvece è coperta per 60 minutial giorno a persona, che passaa 75 per le residenze a “moduloA”. 75 minuti di assistenzacomplessiva, infine, per le resi-denze “a utenza diversificata eprotetta”. Nel nuovo regola-mento il termine “non autosuf-ficienti” è sostituito con la de-nominazione “dipendenti” eda quattro livelli di residenzain cui il minutaggio per la pre-senza infermieristica (da 4 a17’), riabilitativa (5’) o di base(dai 21’ ai 100’) varia a secondadella gravità.Gli impianti Il regolamento ag-giunge altri requisiti. Tutte lestrutture esistenti, sia per gliautosufficienti (comunità fami-liari e residenze alberghiere)che per i dipendenti (quattro li-velli di residenza), dovrannopremunirsi di sistemi di clima-tizzazione negli spazi dedicatialle sale da pranzo e in soggior-no. Le case di nuova costruzio-ne, invece, dovranno installareimpianti di riscaldamento o diclimatizzazione realizzati concaratteristiche tali da consenti-re in ogni momento la regola-zione della temperatura.

©RIPRODUZIONERISERVATA

Cambiano le regole sulle case di riposoLa giunta “partorisce” la bozza attesa da anni che riordina il settore prevedendo tre tipi di strutture e infermieri a tempo

� TRIESTE

Dalla lirica alla Grande Guer-ra, passando per Mittelfest e icorregionali all’estero. Le po-litiche culturali, nel 2014,avranno un respiro interna-zionale. L’assessore GianniTorrenti sta preparando unaserie di proposte «per il posi-zionamento del settore al difuori dei confini del Friuli Ve-nezia Giulia». Molto guarderàai Balcani. Sulla lirica, adesempio, la Regione ha inmente la Croazia, con il coin-volgimento della Regioneistriana e del governo nazio-

nale. Non mancherà, secon-do le intenzioni, «la valenzaturistica di quanto mettere-mo i campo».

Il primo impegno, tuttavia,investe le iniziative per il cen-tenario della Grande Guerra:nei prossimi mesi prenderan-no il via gli incontri con il mi-nistro della cultura serba; inquest’ambito rientra anche lavisita, di carattere prettamen-te economico, che la presi-dente Serracchiani ha previ-sto per la prossima primave-ra. L’evento, annuncia Tor-renti, «sarà accompagnato daprogetti culturali da entram-

bi i Paesi». «Riteniamo che ilcomparto possa essere consi-derato un volano capace diagevolare una rete di rapporticon gli altri Paesi», afferma.Così per Sarajevo: è fissataper il prossimo inverno, a no-vembre, una mostra dedicataall’intero periodo che va dal1914 al 1918. La rassegna siterrà a Trieste al Magazzinodelle idee, sulle Rive, in colla-borazione con la Provincia diTrento.

«La propensione ai Balcanie all’estero in genere – com-menta Torrenti – riguarderàanche iniziative di promozio-

ne di Villa Manin, oltre chetutto il fronte delle politicheper i corregionali». «Una re-cente delibera di giunta – ri-corda l’assessore – mira a fa-vorire i rapporti internaziona-li con i cittadini che hanno ra-dici in Friuli Venezia Giulia.In quest’ottica pensiamo dispostare gli investimenti, perlo più folkloristici, a qualcosadi più strutturato».

Mittelfest, infine, avrà co-me focus l’Austria, innanzi-tutto, con la presentazionedelle iniziative a Viennaall’Istituto italiano di cultura. (g.s.)

LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2014 IL PICCOLO Regione 13

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2014

Data: 10 febbraio 2014

12/7/2014 Il Coro del Friuli Venezia Giulia al “Requiem per le vittime di tutte le guerre” diretto da Riccardo Muti

http://www.ilfriuliveneziagiulia.it/index.php/spettacoli/spettacoli-notizie/musica/4265-il-coro-del-friuli-venezia-giulia-al-requiem-per-le-vittime-di-tutte-le-gu… 1/3

Dettagli Categoria: Musica Pubblicato Lunedì, 10 Febbraio 2014 21:55 Scritto daRedazione Ilfriuliveneziagiulia Visite: 458

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Il Coro del Friuli Venezia Giulia al “Requiem perle vittime di tutte le guerre” diretto da RiccardoMuti

Gorizia ­ Il 9 febbraio a Ravenna è stata presentata ufficialmente la 25ª edizione del Ravenna Festival, una dellepiù affermate e prestigiose manifestazioni artistiche europee.

Uno degli eventi di punta del ricco programma è il “Requiem per le vittime di tutte le guerre”, il solenne concertoinscritto nelle Commemorazioni nazionali della Prima Guerra Mondiale e inserito anche nel programma diMittelfest, in programma domenica 6 luglio alle ore 21 nel Sacrario di Redipuglia (GO).

Scelto dal Maestro Riccardo Muti che dirigerà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, il Coro del FriuliVenezia Giulia sarà uno dei grandi protagonisti confermandosi come una delle più importanti realtà musicali delpanorama nazionale conosciuta e apprezzata in tutta Europa.

Dopo il consueto appuntamento del Ravenna Festival al Pala De André, riservato al pubblico ravennate,quest’anno le Vie dell’Amicizia si ritrovano a Redipuglia per il Requiem per le vittime di tutte le guerre.

Riccardo Muti, sul podio dell’Orchestra Cherubini assieme all’European Spirit of Youth Orchestra ed al Coro delFriuli Venezia Giulia, (solisti il soprano Tatiana Serjan, il mezzosoprano Daniela Barcellona, il tenore SaimirPirgu ed il basso Riccardo Zanellato), compagini a cui si affiancheranno molti altri strumentisti e coristiprovenienti dai principali paesi che presero parte alla guerra, dirigerà la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi.

Un grande successo per il Coro del Friuli Venezia Giulia del Maestro Cristiano Dell’Oste, che si conferma comeuna delle più importanti realtà musicali del panorama nazionale e internazionale.

(foto di Simone di Luca)

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Data:

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Data: 14 febbraio 2014

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Kultura petek, 14. februarja [email protected]

FilmVaruhi zapuščineKinematografi po Sloveniji Od četrtka, 20. 2.

Z vojno dramo po resničnih do-godkih Varuhi zapuščine (The Mo-numents Men, 2013) se na režijski stolček vrača George Clooney, ki v filmu tudi odigra eno osrednjih vlog in sopodpisuje še scenarij. Zgodba se osredotoča na skupino, ki mora obvarovati pomembne evropske umetnine in objekte pred vojnim uničenjem. Izpostavi se v prvih vrstah fronte druge svetovne vojne, da bi iz rok naci-stičnih roparjev rešila svetovne umetnine in jih vrnila zakonitim lastnikom.

FilmBatlerKinematografi po Sloveniji Od četrtka, 20. 2.

Biografsko dramo Batler (The Butler, 2013) je režiser Lee Daniels posnel po scenariju Dannyja Stron-ga, ta pa je nastal po članku Wila Haygooda. Film prikazuje življenje temnopoltega Cecila (igra ga Forest Whitaker, na fotografiji), strežaja v ameriški predsedniški palači. Tam skrbi za predsednike Dwighta Eisenhowerja, Johna F. Kennedyja, Lyndona Johnsona, Richarda Nixo-na, Geralda Forda, Jamesa Carterja in Ronalda Reagana ter je v tem času, od petdesetih do sredine osemdesetih, priča številnim druž-benim gibanjem in dogodkom, ki so zaznamovali 20. stoletje.

GlasbaReijseger/Fraanje/Sylla TrioLjubljana, Cankarjev dom V torek, 18. 2., ob 20. uri

Violončelist in skladatelj Ernst Reijseger od sedemdesetih deluje na polju jazza, sodobne in filmske glasbe. Harmen Fraanje, pianist in skladatelj, je prav tako dejaven na stičišču klasične glasbe in jazza. Senegalski glasbenik Mola Sylla, ki od konca osemdesetih živi na Ni-zozemskem, je v družbi Reijseger-ja in sardinskih pevcev leta 2007 nastopil na festivalu Druga godba. Nizozemska naveza izkušenih glasbenikov se bo na Cankarjevih torkih predstavila s spojem jazza, afriške tradicije in klasike z albu-ma Down Deep (založba Winter & Winter, 2013).

FilmObraz ljubezniLjubljana, Kinodvor Od srede, 19. 2.

Michael Winterbottom, ki slovi kot eden najbolj drznih, tudi poli-tično angažiranih sodobnih reži-serjev, v najnovejšem filmu Obraz ljubezni (The Look of Love, 2013) upodobi življenje in delo kontro-verznega britanskega prvaka po-grošne zabave, založnika erotičnih revij in varietejskega veljaka Paula Raymonda (1925–2008). Znan tudi z vzdevkom »kralj Soha« je Raymond od zgodnjih šestdesetih poosebljal dekadenco londonske-ga Soha in tamkajšnjega nočnega življenja. Kljub uspehu v poslov-nem svetu je bilo njegovo zasebno življenje prepleteno s škandali.

GledališčeNaše mestoCelje, Slovensko ljudsko gledališče Celje Premiera v petek, 21. 2., ob 19.30

Drama Naše mesto (Our Town) ameriškega avtorja, Pulitzerjevega nagrajenca Thorntona Wilderja (1897–1975), velja za eno najpogo-steje uprizarjanih ameriških iger 20. stoletja in je doživela številne priredbe. Zgodba je postavljena v izmišljeno ameriško mestece Grover's Corner v prvo desetletje 20. stoletja, osredini pa se na do-gajanje med družinama doktorja Gibbsa in založnika ter novinarja Webba. Na odru SLG Celje bo Wilderjevo delo zaživelo v režiji Matjaža Zupančiča in z Brankom Završanom (na fotografiji) v glavni vlogi.

GledališčeGostovanje HNK ZagrebLjubljana, Cankarjev dom V sredo, 19. 2., in petek, 21. 2., ob 20. uri

Hrvaško narodno gledališče (HNK) iz Zagreba bo prihodnji teden gostovalo v Cankarjevem domu s kar dvema gledališkima produkcijama iz lanskega leta. V sredo, 19. februarja, bo nastopilo z dramsko predstavo Michelangelo (na fotografiji), avtorskim projek-tom Tomaža Pandurja po motivih drame Michelangelo Buonarroti velikega hrvaškega dramatika, romanopisca, pesnika in esejista Miroslava Krleže. Dva dni pozneje, 21. februarja, pa s komedijo Če-šnjev vrt Antona Pavloviča Čehova v režiji Vita Tauferja.Pripravila Stanka Glogovič

GlasbaKromatika 5Ljubljana, Cankarjev dom V četrtek, 20. 2., ob 19.30

Na petem abonamajskem koncer-tu Kromatike se bosta Simfonič-nemu orkestru RTV Slovenija pod taktirko šefa dirigenta En Shaa pridružila mlad klarinetist Blaž Šparovec (na fotografiji) – kot so-list bo nastopil v Koncertu za klari-net in orkester danskega skladatelja Carla Nielsena – in orkester SNG Opere in baleta Ljubljana. Prva bo na sporedu Passacaglia in koral, delo Slavka Osterca, za konec pa simfonična pesnitev Tako je govo-ril Zaratustra, v kateri je skladatelj Richard Strauss poskušal preliti v glasbeno govorico Nietzschejeva filozofska spoznanja.

Tedenski deloskop

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Pridne mravljice na delu

Jelka Šutej Adamič

Sneg je skoraj skopnel, a pred vho-dom v Slovenski etnografski muzej še stojijo tri lesene hišice z lopata-mi, ki opozarjajo na razstavo Pozor, delo!. Gre za delo Borisa Beje Brez naslova, v katerem obravnava delo in delavca, ki je ostal brez dela, svoj personificirani jaz, torej orodje, pa je umaknil v lopo in čaka na novo priložnost, da bi spet lahko poprijel za orodje in tako zagovarjal svojo identiteto in obstoj v kapitalistični družbi ... Delo je nastalo v sklo-pu rednega študijskega programa na ALUO pri predmetu Kiparstvo v sodelovanju z mentorjem prof. Jožetom Baršijem.

»Gradili smo večmedijsko raz-stavo, kar nam je tudi uspelo,

saj so predstavljene raznovrstne umetnine na temo dela – od gra-fik, stripov, instalacij, lutk, ready-madeov, videa, zvočno-prostorske postavitve ...,« je povedala Kate-rina Mirović, gonilna sila in idej-na vodja Stripburgerja. Razstava je nadaljevanje Stripburgerjeve mednarodne stripovske antologije Workburger in striparskemu jedru razstave se je pridružila še serija drugih del. Antologija je bogatejša, predvsem pa stripovska, v izbor za razstavo so lahko uvrstili tudi nekaj izvrstnih grafik in instalacij. Ta dela »z vsebinsko in oblikovno bravuroznostjo zaokrožajo njeno sporočilnost«.

Domiselne so tudi oblikoval-ske intervencije, denimo napis na vratih električne omarice – Pozor, visoka zadetost!. Obiskovalec se v muzejskem prostoru najprej sooči z vizualno-glasbeno postavitvijo Mateja Stupice in Andraža Magaj-ne Delovišča. To so predstavitve časovnih, prostorskih, estetskih in družbenih razsežnosti novo-dobnega dela, zaznamovanega z razmahom prevladujočega kapi-talističnega načina produkcije in odnosov. Delovišča podajajo svojo zvočno-vizualno tolmačenje neka-terih prizorišč materialne in kul-

turne reprodukcije tukaj in zdaj. V nekaterih tovarnah so jima bili bolj naklonjeni, drugje jima niso omogočili ogleda scenografije na deloviščih.

Andrej Štular je predstavljen z najštevilnejšo avtorsko produkcijo, saj sodeluje z readymadei, lutka-mi in stripom. Štular v prostorski postavitvi Orodja humorno in iro-nično razstavi ter ponovno sestavi vsakdanje predmete (dvojna lopa-ta, sod brez dna, vilice za juho …). S tem jim dodeli novo pomensko, likovno in uporabno vrednost.

Kritika in satiraZ lutkami sicer sodeluje več av-torjev, ki jih je navdihnil Muzej premogovništva v Velenju, kjer so gostovali z razstavo že konec prejšnjega leta. V muzeju, v tako imenovani črni garderobi, imajo namreč posebno instalacijo z oble-kami rudarjev, kar so avtorji nad-gradili z oblikovanjem različnih oblek različnih poklicev. Marko A. Kovačič je, denimo, prikazal same-ga sebe kot performerja in kiparja, Mina Fina pa je bila navdihnjena z delom snažilk. Kaja Avberšek je med ustvarjanjem razmišljala o svojem prijatelju Bolgaru na delu v Berlinu, zato gastarbajterju. Marko Kociper se je ugledal v obleki teh-nika, priročnega moškega, Matej Stupica je bil kritičen do Evrope, ki pritiska na delavca, zato je na modro obleko obesil rumeno po-barvane uteži. Domen Finžgar se je »spopadel« z monopolizmom vele-industrialcev z veliko dozo satire.

Z Mednarodnim grafičnim in likovnim centrom so se dogovorili za sodelovanje in pri njih natisnili enajst plakatov na temo dela, ki so jih naredili stripovski avtorji. »Med stripom in grafiko je tanka črta,« razmišlja Mirovićeva, saj je veliko sodelujočih avtorjev tudi grafičnih umetnikov. Večini je blizu tudi ani-macija, nekateri so se že lotili ani-miranega filma. Na koncu pogosto ostanejo pri stripu, saj so pri delu s svinčnikom in papirjem veliko

bolj neodvisni, poleg tega je takšna praksa bistveno cenejša ... Strip je sicer mogoče videti kot neke vrste »režijsko knjigo« (storyboard), če-prav je razlika med dojemanjem filma in risbe pomembna, komen-tira Mirovićeva. »Strip pušča več razmisleka, dober strip tudi mora puščati odprta vrata bralčevi domi-šljiji, medtem ko je animirani film bolj dokončna zgodba.«

Na ljubljanski razstavi so dodali stenčas s kolekcijo devetih sten-

skih prtov na temo dela. Delavnica je potekala pod vodstvom Marije Mojce Pungerčar v koprodukciji z RogLabom. Pungerčarjeva na raz-stavi sodeluje tudi z videom Brat-stvo in enotnost, saj se tematsko odlično vključuje v Stripburgerjev projekt. Film Bratstvo in enotnost je del istoimenskega projekta, zgodbe o dveh cestah in ljudeh, ki so ju zgradili. Projekt vključuje fotogra-fijo in dokumentarni film. Zgodba se dogaja v okolici Novega mesta,

kjer je leta 2006 potekala gradnja avtocestnega odseka Hrastje–Le-šnica. Odprt je bil 23. junija. Leta 1958 je na istem mestu potekala gradnja dolenjske magistrale, ceste bratstva in enotnosti, ki so jo gra-dile prostovoljne delovne brigade iz nekdanjih jugoslovanskih repu-blik. Gre za izjemno koincidenco dveh gradbišč na lokaciji, ki tako predstavlja realno in simbolno po-lje, na katerem se preteklost umika prihodnosti.

Na ogled so tematsko raznolika dela, prav raznolikost in izrazita avtorska specifika sta po mnenju Mirovićeve tudi značilnost evrop-skega avtorskega stripa. Zelo oseb-noizpovedna je s svojim stripom Portugalka Teresa Camara Pestana, inovativen Danijel Žeželj. Zagreb-ški avtor se bo letos predstavil tudi na samostojni razstavi v Kresiji, na razstavi Pozor, delo! pa sodeluje s serijo fotografij, ki jih je preslikal ter razstavil tiskane preslikave.

Pozor, delo! V spodnjih prostorih Slovenskega etnografskega muzeja je na ogled mednarodna multimedijska razstavaRazstava Pozor, delo! prinaša vizualno raziskavo posveče-ne dejavnosti, ki praviloma plemeniti in osmišlja sleher-no človeško bitje. Delo lahko pomeni tudi prezaposlenost, izčrpanost in stres. Na razstavi sodeluje petdeset domačih in tujih avtorjev, ki so se vsak po svoje lotili dela.

Matej Stupica je bil kritičen do Evrope, ki pritiska na delavca, zato je na modro obleko obesil rumeno pobarvane uteži. Foto Igor Zaplatil

Boris Beja: Brez naslova Foto Igor Zaplatil

Leto, ki je spremenilo svet

Marijan Zlobec

Koncerte prijateljstva že dve de-setletji prireja Ravena. V zadnjem času sta bila najbolj odmevna kon-certa v Trstu 13. julija 2010 na dan devetdesete obletnice požiga slo-venskega Narodnega doma in lani v Mirandoli Glasba za žrtve potresa (leto poprej).

Letos se je festival odločil za obu-ditev spomina na začetek in žrtve prve svetovne vojne leta 1914, kar je, žal, svetovni jubilej morije, v ka-teri je bilo milijon žrtev, med njimi kakih sto tisoč Slovencev, še več pa pod kasnejšim fašističnim nasiljem, ko se je s Primorskega izselilo (naj-več v Severno in Južno Ameriko) okrog 250.000 ljudi in je slovenski narod v manj kot dvajsetih letih utrpel pravi nacionalni holokavst,

oboje po italijanski in avstrijski krivdi.

Italijanski organizator, ki je leto-šnji koncert predstavil te dni, kajpa-da v Sredipolju pričakuje udeležbo vseh štirih predsednikov sosedskih držav, ki so hkrati bile najbolj pri-zadete; to je predsednike Italije, Avstrije, Hrvaške in Slovenije, kar pomeni, da bodo zbori in orkester izvajali državne himne vseh ude-leženih predsednikov, najprej v Raveni in potem v Sredipolju. To je namreč praksa na vseh koncer-tih prijateljstva. Spomnimo se na tržaški koncert, ko smo na Velikem trgu, kjer se je zbralo deset tisoč lju-di, poslušali vse tri himne (italijan-sko, hrvaško in slovensko).

Riccardo Muti je za letošnji kon-cert izbral Verdijev Requiem, kar je najbolj monumentalna italijanska koncertna kompozicija, največkrat izvajana in jo je sam Muti dirigi-ral več kot katerokoli skladbo ali celo katero izmed Verdijevih oper. Ravenski festival letos proslavlja petindvajsetletnico, s Koncertom prijateljstva pa poudarja, da je bilo leto 1914 z »veliko vojno«, kot jo imenujejo Italijani, leto, ki je spre-menilo svet. Festival v bistvu pou-darja, da bo ta koncert namenjen spominu na žrtve vseh vojn, a do-daja, da bo del uradnih državnih komemoracij.

Kdaj v Sloveniji?Ali je to hkrati tako rekoč pogojni slovenski delež pri njihovem obuja-nju spomina na prvo svetovno voj-no, je vprašanje, ki si ga bo morala zastaviti slovenska politika. Kon-certi prijateljstva so Slovenijo doslej obšli, kljub mnogim pogovorom in željam, ki jih je v zadnjih štirih, pe-

tih letih izrazila slovenska stran, na-mreč da bi bil tak koncert v Ljubljani ob obisku in udeležbi italijanskega predsednika in njegovem poklonu slovenskim žrtvam italijanskega fa-šizma, na primer s položitvijo venca ob spomeniku premnogim ustrelje-nim talcem v Gramozni jami, da ne omenjam italijanske okupacije Lju-

bljane in seveda celotne Primorske ter neizmernega gorja, kar se doslej še ni zgodilo.

Koncerti prijateljstva se v tem smislu ne dotikajo spomina izrec-nih žrtev predstavnikov slovenske-ga naroda in zgodovinsko krivič-nega ter hkrati zločinskega dejstva po krivdi Italije in njene politike,

izvajane za nas in nad nami z na-silnimi sredstvi.

Koncerti prijateljstva so se doslej, žal, dogajali tam in tako, da v re-snici ni bil dan poklon slovenskim žrtvam, ne posredno in še manj iz-recno. Skrivanje za »žrtvami vseh vojn« je tipično sprenevedanje, ki ga ima italijanska politika nadvse rada že od prvega formiranja komaj nastale države leta 1861, v kateri slavni skladatelj Giuseppe Verdi, ki je združitev sicer podpiral, ni hotel postati minister v prvi vladi nove Kraljevine Italije slavnega premiera Camilla Cavourja.

Za Slovence bo pravi koncert pri-jateljstva lahko le v Ljubljani, in to že prihodnje leto, ko bo obletnica konca druge svetovne vojne, v kate-ri je slovenski narod, spet po krivdi najprej tujih okupatorjev, posledič-no pa državljanske vojne in dejanj po njej, utrpel sto tisoč žrtev, ali ne-kje drugje na slovenskem ozemlju, za Hrvate pa naj o tem spregovorijo sami. Slovenski narod in slovenska politika ne moreta praznovati neče-sa tako, kot bodo ali bi si želeli Itali-jani, in to je treba jasno dati vedeti v Rimu tako predsedniku Giorgiu Napolitanu (ki je v Trstu 13. julija 2010 obiskal Narodni dom in polo-žil venec pod spominsko ploščo ter se vpisal v spominsko knjigo, da ne pozabimo) kot maestru Riccardu

Mutiju, ki je v Italiji zdaj aktiven zlasti v Rimski operi in ima gle-de teh koncertov najtesnejši stik s Kvirinalom.

Brez slovenskih solistovNa Koncertu prijateljstva v Sredipo-lju 6. julija bo Riccardo Muti dirigi-ral združenim orkestrom in zborom ter štirim solistom iz treh držav, med katerimi ne bo slovenskega so-lista ali solistke. Solisti bodo ruska sopranistka Tatjana Serjan, italijan-ska mezzosopranistka, sicer Trža-čanka, Daniela Barcellona, albanski tenorist Saimir Pirgu in italijanski basist Riccardo Zanellato.

Nastopili bodo še Pevski zbor Furlanije - Julijske krajine, zdru-žena mladinski orkester Luigi Cherubini in mladinski orkester European Spirit of Youth Orche-stra ter še orkestraši in pevci, ki pripadajo narodom, soudeleže-nim v prvi svetovni vojni, kdo na-tančno, še niso objavili (verjetno z glasbenih akademij v Ljubljani, Zagrebu in Avstriji). Dodajmo, da orkester European Spirit of Youth Orchestra vodi slovenski dirigent Igor Kuret. Pevski zbor vodi Cristi-ano Dell'Oste in v njem nastopajo mladi iz različnih krajev dežele, med njimi tudi slovenski pevci. Vse koncerte televizijsko snema in predvaja RAI.

Koncert prijateljstva v Sredipolju Slavni dirigent Riccardo Muti ga bo posvetil obletnici začetka prve svetovne vojneItalijanski dirigent Ric cardo Muti se je kot stalni sodela-vec mednarodnega glasbene-ga festivala v Raveni odločil, da bo letošnji tradicionalni Koncert prijateljstva v Sredi-polju (Redipuglia). Tam se na ogromni površini stopničasto vzpenja v breg največji spo-menik žrtvam prve svetovne vojne.

Sloviti dirigent Riccardo Muti v Trstu, na dan devetdesete obletnice požiga slovenskega Narodnega doma

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Page 9: Rassegna Stampa Febbraio 2014

Data:

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Data: 10 febbraio 2014

Pagina: 21

«Lamia ascensione al Sinaiesperienza dellemeraviglie»In un libro, firmato con il teologo Vito Mancuso, il racconto della scalata«Sacralità religiosa, bellezza del deserto, comunione spirituale con gli altri»

di Luciano Santin

L a conca di Tarvisio è in-golfata dalla neve. PerNives Meroi le strade

quasi impraticabili, l’erogazio-ne dell’energia elettrica a sin-ghiozzo e gli altri disagi, sonobanalità, in spedizione. Ma acasa la spiazzano un po’. Se-polta nel bianco a Fusine, co-sì, pensa a un anno fa. Al sole eai colori squillanti del deserto.E, guarda caso, proprio in que-sti giorni va in libreria il suo Si-nai, scritto assieme al teologoVito Mancuso, primo titolodella collana Wild di FabbriEditore. Non è il consueto li-bro dialogico che usa da unpo’: l’opera si divide in dueparti, la prima è un récitd’ascension molto particolareinframmezzato da ricordi del-le imprese passate, la secondaun approfondimento esegeti-co sulla Bibbia e sulla teofa-nia.

«L’idea è stata dell’editore, eho pensato che il mio trascor-so di montagna poteva essereusato come linguaggio e collo-cazione prospettica. Non si ètrattato di un’ascensione, madi un’esperienza», racconta.

Un’esperienza che ha riser-vato meraviglie, a partiredall’impensabile ressa. Si trat-ta di essere in cima all’alba,partendo dal tradizionale“campo base” del monasterodi Santa Caterina. «Levatac-cia: in piedi prima delle tre dinotte, e poi su nel “rumoresordo di una tribù che si mettein cammino”, come ho scritto.Lungo il percorso, che misuraqualche chilometro, ci siamodiradati, poi in vetta ci siamoritrovati in un numero incredi-bile: ad occhio direi cinque-cento persone, eterogenee,ma per la maggior parte giova-ni, stipati come a un concertorock».

La sensazione prima,nell’attesa? Quella del freddo,e l’ammissione suona stra-niante, venendo da una hima-laista, è come se un pesistabulgaro si lamentasse della va-ligia un po’ pesante. «In effettime ne sono meravigliata an-ch’io. A 2.200 metri c’era unpo’ di neve e di ghiaccio: forsemi ero vestita troppo leggera,o forse non ero preparata psi-cologicamente, venendo diret-tamente da Sharm el Sheik.Poi, con l’alba siamo stati so-

praffatti dalla magnificenzadei paesaggi. Romano e io neabbiamo visti di bei posti, mala vastità e le tinte accese deldeserto ci erano sconosciute».

Esperienza spirituale? «Que-sta c’è sempre, nel momentoin cui una persona è aperta avivere un’esperienza in modolibero, non parte sovraccaricadi aspettative o obblighi. Poiio ho l’idea che il camminarein montagna sia, in sé, unasorta di meditazione, e questodovunque. Il ritmo del passodetta e scandisce in qualchemodo anche lo sviluppo delpensiero. E c’è il confronto di-retto con la natura, la consape-volezza di farne parte, di acco-starci a una madre capace digenerare il sublime, ma anchedi guardarci con indifferenza.Camminando si possono os-servare i particolari, e non èuna cosa da poco, perché alla

fin fine la realtà vera, l’essenzadelle cose, si la si può coglieredavvero proprio dai dettagli».

Poi in discesa, la“direttissima”: una scalinatadi 3,750 passi, detta “via dellapenitenza”. E l’occhio dell’al-pinista, per un attimo, scoprepareti, diedri, fessure. «Quello

del Sinai e un granito splendi-do, che offre delle possibilità.Del resto ci è andato ancheEmilio Comici, e ha aperto del-le vie».

Che cosa rimane, della sali-ta? Un seme di speranza uma-na, forse anche perché lo Spiri-to soffia dove vuole, e l’affolla-

mento turistico ha cacciato lanuminosità. «Nel libro scrivoche non ho percepito la sacra-lità religiosa del posto, ma miha colpito il senso di comunio-ne di tanta gente. C’erano per-sone venute da ogni parte delmondo, di lingue e religioni di-verse, che si sono trovate in ci-ma, dopo aver fatto il percorsoinsieme. In montagna si capi-sce presto che la cordata vuoldire alleanza, condivisionedelle risorse psicofisiche, as-sunzione di responsabilità infunzione di sé e degli altri. Co-sì tutta questa gente che avevafatto un percorso comune, estava in vetta, magari spinto-nandosi un po’, nell’attesadell’illuminazione, mi ha fattopensare che, al di là delle lace-razioni vissute ogni giorno, e atutti i livelli, ci sia davvero unapossibilità di essere assieme».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

A REDIPUGLIA

IlCorodel FVGper la “Messada requiem”direttadaMuti

di Gian Paolo Polesini

È incredibile ‘sto uomo, sgu-scia fuori da un concetto, cor-redato da habitat idoneo, perinfilarsi dentro un altro, tiran-do a malapena il fiato. Fratto Xè una mini maratona con ilpasso energico del centometri-sta. Fanno sfracelli comici Rez-za (attore di fatica e d’ingegno)e Flavia Mastrella (donna d’ar-te e di creativa sostanza), unduo che agisce in anarchica re-lazione – ognuno inventa epondera a distanza – ma cheun miracolo scenico unisce.

Gli asmatici soffrono parec-

chio, non c’è pausa per inca-merare ossigeno. Il riso è am-pio, malinconico, esuberante,coinvolgente. Ah, scordateviuna trama. La odiano visceral-mente entrambi. Azioni slega-te, una sull’altra, c’è un giro diparole talmente vorticoso daobbligarti a indossare unasciarpa. Antonio - magrissimo,capello confusionario, facciadi gomma, agilità da giaguaro –tiene banco per un’ora e venti,il pubblico del Contatto (il Pa-lamostre era full) è assatanato.Lui, il Rezza, non è uno cheperde tempo. Appena compa-re sul proscenio già trasmette il

morbo. E contagia all’istante.Teli elasticizzati che all’occor-renza si tramutano nella neces-sità dell’attimo. Il luogo è acco-gliente e facilmente modifica-bile. Si narra di un Antonio as-siduo frequentatore del postoin solitudine. Flavia costruisce,lui se ne impossessa. E lo vivefino a spolparlo. E non serveun granché d’altro, se non laplastica collaborazione di IvanBellavista e il calore di una pla-tea/galleria da buco nell’ozo-no, tant’è bollente.

Ecco, per dire, no. Lui montauna specie di coso a pedali, ti-po triciclo. È Mario. Girovaga

per lo spazio scenico, Mario.Per chi se ne fosse già dimenti-cato, stiamo parlando di Ma-rio. Il tormento è questo, diuna semplicità disarmante. Ildifficile è trasmettervi il sensodell’azione. In realtà non c’èun senso, ma ti ribalti dal ride-re. Specialmente quando Ma-rio piglia la via delle quinte esparisce, lasciando il palcosce-nico sguarnito. Amiamo que-sta gente distante dal branco,per nulla dipendente daglieventi, capace di liberarsi del“solito” e volare altrove. Rita eRocco, altro caso esilarante,null’altro è che un abilissimo

palleggio d’identità con un pa-io di cappelli. Fine. L’arte pove-ra è straordinaria, se dietro c’èl’abile mastro burattinaio. In-somma, ragazzi, forse siamovecchi innamorati del teatrosemplice, poche cose e ben

piazzate. Idee, porca miseria,idee. Vi siete accorti quantostanno mancando in questomondo di cloni?

Evviva Rezza/Mastrella. Lun-ga vita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

contatto 32

IncredibileRezza, uncomicodi energiapuraPalamostre in visibilio. Un’ora e mezza di risate esuberanti, coinvolgenti e malinconiche

Nives Meroi conil maritoRomano Benet,una celebrecoppia d’altaquotaprotagonista ditante impresevittoriose

IL PERSONAGGIO»NIVES MEROI

Scalatori alla base del monte Sinai, una delle vette sacre a Dio

� UDINE

È ufficiale: sarà il Coro del Friu-li Venezia Giulia, scelto dal ma-estro Riccardo Muti, a cantarenel concerto solenne (inseritoanche nel cartellone di Mittel-fest) in programma domenica6 luglio, alle 21, al Sacrario diRedipuglia. È lì che, dopo ilconsueto appuntamento delRavenna Festival, giungeran-no quest’anno le Vie dell’ami-cizia: in programma, in memo-ria delle vittime di tutte le guer-re, e della Grande Guerra inspecie, in occasione del cente-nario, la Messa da requiem diGiuseppe Verdi, la pagina chemeglio si adatta alla ricorrenzae all’eccezionale scenario cari-co di tragiche memorie. Ric-cardo Muti sarà sul podio, allatesta dell’Orchestra Cherubi-ni, dell’European Spirit of You-th Orchestra e del Coro regio-nale, solisti il soprano TatianaSerjan, il mezzosoprano Da-niela Barcellona, il tenore Sai-mir Pirgu e il basso RiccardoZanellato: compagini cui si af-fiancheranno molti altri stru-mentisti e coristi provenientidai principali paesi che prese-ro parte al primo conflittomondiale. Per il Coro del FriuliVenezia Giulia diretto dal mae-stro Cristiano Dell’Oste, è unaltro successo: l’insieme siconferma come realtà musica-le tra le più apprezzate. Natonel 2001, il Coro del FVG, conall’attivo oltre 200 concerti, sicaratterizza per quella gestio-ne modulare dell’organico,composto da giovani di tuttala regione, che gli consente dipassare dal gruppo ristretto fi-no ad arrivare al grande corosinfonico.

Il Coro del Friuli Venezia Giulia

Ivan Bellavista e Antonio Rezza l’altra sera al Palamostre (Foto Saltarelli)

MESSAGGERO DEL LUNEDÍ 10 FEBBRAIO 2014 21

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

«Lamia ascensione al Sinaiesperienza dellemeraviglie»In un libro, firmato con il teologo Vito Mancuso, il racconto della scalata«Sacralità religiosa, bellezza del deserto, comunione spirituale con gli altri»

di Luciano Santin

L a conca di Tarvisio è in-golfata dalla neve. PerNives Meroi le strade

quasi impraticabili, l’erogazio-ne dell’energia elettrica a sin-ghiozzo e gli altri disagi, sonobanalità, in spedizione. Ma acasa la spiazzano un po’. Se-polta nel bianco a Fusine, co-sì, pensa a un anno fa. Al sole eai colori squillanti del deserto.E, guarda caso, proprio in que-sti giorni va in libreria il suo Si-nai, scritto assieme al teologoVito Mancuso, primo titolodella collana Wild di FabbriEditore. Non è il consueto li-bro dialogico che usa da unpo’: l’opera si divide in dueparti, la prima è un récitd’ascension molto particolareinframmezzato da ricordi del-le imprese passate, la secondaun approfondimento esegeti-co sulla Bibbia e sulla teofa-nia.

«L’idea è stata dell’editore, eho pensato che il mio trascor-so di montagna poteva essereusato come linguaggio e collo-cazione prospettica. Non si ètrattato di un’ascensione, madi un’esperienza», racconta.

Un’esperienza che ha riser-vato meraviglie, a partiredall’impensabile ressa. Si trat-ta di essere in cima all’alba,partendo dal tradizionale“campo base” del monasterodi Santa Caterina. «Levatac-cia: in piedi prima delle tre dinotte, e poi su nel “rumoresordo di una tribù che si mettein cammino”, come ho scritto.Lungo il percorso, che misuraqualche chilometro, ci siamodiradati, poi in vetta ci siamoritrovati in un numero incredi-bile: ad occhio direi cinque-cento persone, eterogenee,ma per la maggior parte giova-ni, stipati come a un concertorock».

La sensazione prima,nell’attesa? Quella del freddo,e l’ammissione suona stra-niante, venendo da una hima-laista, è come se un pesistabulgaro si lamentasse della va-ligia un po’ pesante. «In effettime ne sono meravigliata an-ch’io. A 2.200 metri c’era unpo’ di neve e di ghiaccio: forsemi ero vestita troppo leggera,o forse non ero preparata psi-cologicamente, venendo diret-tamente da Sharm el Sheik.Poi, con l’alba siamo stati so-

praffatti dalla magnificenzadei paesaggi. Romano e io neabbiamo visti di bei posti, mala vastità e le tinte accese deldeserto ci erano sconosciute».

Esperienza spirituale? «Que-sta c’è sempre, nel momentoin cui una persona è aperta avivere un’esperienza in modolibero, non parte sovraccaricadi aspettative o obblighi. Poiio ho l’idea che il camminarein montagna sia, in sé, unasorta di meditazione, e questodovunque. Il ritmo del passodetta e scandisce in qualchemodo anche lo sviluppo delpensiero. E c’è il confronto di-retto con la natura, la consape-volezza di farne parte, di acco-starci a una madre capace digenerare il sublime, ma anchedi guardarci con indifferenza.Camminando si possono os-servare i particolari, e non èuna cosa da poco, perché alla

fin fine la realtà vera, l’essenzadelle cose, si la si può coglieredavvero proprio dai dettagli».

Poi in discesa, la“direttissima”: una scalinatadi 3,750 passi, detta “via dellapenitenza”. E l’occhio dell’al-pinista, per un attimo, scoprepareti, diedri, fessure. «Quello

del Sinai e un granito splendi-do, che offre delle possibilità.Del resto ci è andato ancheEmilio Comici, e ha aperto del-le vie».

Che cosa rimane, della sali-ta? Un seme di speranza uma-na, forse anche perché lo Spiri-to soffia dove vuole, e l’affolla-

mento turistico ha cacciato lanuminosità. «Nel libro scrivoche non ho percepito la sacra-lità religiosa del posto, ma miha colpito il senso di comunio-ne di tanta gente. C’erano per-sone venute da ogni parte delmondo, di lingue e religioni di-verse, che si sono trovate in ci-ma, dopo aver fatto il percorsoinsieme. In montagna si capi-sce presto che la cordata vuoldire alleanza, condivisionedelle risorse psicofisiche, as-sunzione di responsabilità infunzione di sé e degli altri. Co-sì tutta questa gente che avevafatto un percorso comune, estava in vetta, magari spinto-nandosi un po’, nell’attesadell’illuminazione, mi ha fattopensare che, al di là delle lace-razioni vissute ogni giorno, e atutti i livelli, ci sia davvero unapossibilità di essere assieme».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

A REDIPUGLIA

IlCorodel FVGper la “Messada requiem”direttadaMuti

di Gian Paolo Polesini

È incredibile ‘sto uomo, sgu-scia fuori da un concetto, cor-redato da habitat idoneo, perinfilarsi dentro un altro, tiran-do a malapena il fiato. Fratto Xè una mini maratona con ilpasso energico del centometri-sta. Fanno sfracelli comici Rez-za (attore di fatica e d’ingegno)e Flavia Mastrella (donna d’ar-te e di creativa sostanza), unduo che agisce in anarchica re-lazione – ognuno inventa epondera a distanza – ma cheun miracolo scenico unisce.

Gli asmatici soffrono parec-

chio, non c’è pausa per inca-merare ossigeno. Il riso è am-pio, malinconico, esuberante,coinvolgente. Ah, scordateviuna trama. La odiano visceral-mente entrambi. Azioni slega-te, una sull’altra, c’è un giro diparole talmente vorticoso daobbligarti a indossare unasciarpa. Antonio - magrissimo,capello confusionario, facciadi gomma, agilità da giaguaro –tiene banco per un’ora e venti,il pubblico del Contatto (il Pa-lamostre era full) è assatanato.Lui, il Rezza, non è uno cheperde tempo. Appena compa-re sul proscenio già trasmette il

morbo. E contagia all’istante.Teli elasticizzati che all’occor-renza si tramutano nella neces-sità dell’attimo. Il luogo è acco-gliente e facilmente modifica-bile. Si narra di un Antonio as-siduo frequentatore del postoin solitudine. Flavia costruisce,lui se ne impossessa. E lo vivefino a spolparlo. E non serveun granché d’altro, se non laplastica collaborazione di IvanBellavista e il calore di una pla-tea/galleria da buco nell’ozo-no, tant’è bollente.

Ecco, per dire, no. Lui montauna specie di coso a pedali, ti-po triciclo. È Mario. Girovaga

per lo spazio scenico, Mario.Per chi se ne fosse già dimenti-cato, stiamo parlando di Ma-rio. Il tormento è questo, diuna semplicità disarmante. Ildifficile è trasmettervi il sensodell’azione. In realtà non c’èun senso, ma ti ribalti dal ride-re. Specialmente quando Ma-rio piglia la via delle quinte esparisce, lasciando il palcosce-nico sguarnito. Amiamo que-sta gente distante dal branco,per nulla dipendente daglieventi, capace di liberarsi del“solito” e volare altrove. Rita eRocco, altro caso esilarante,null’altro è che un abilissimo

palleggio d’identità con un pa-io di cappelli. Fine. L’arte pove-ra è straordinaria, se dietro c’èl’abile mastro burattinaio. In-somma, ragazzi, forse siamovecchi innamorati del teatrosemplice, poche cose e ben

piazzate. Idee, porca miseria,idee. Vi siete accorti quantostanno mancando in questomondo di cloni?

Evviva Rezza/Mastrella. Lun-ga vita.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

contatto 32

IncredibileRezza, uncomicodi energiapuraPalamostre in visibilio. Un’ora e mezza di risate esuberanti, coinvolgenti e malinconiche

Nives Meroi conil maritoRomano Benet,una celebrecoppia d’altaquotaprotagonista ditante impresevittoriose

IL PERSONAGGIO»NIVES MEROI

Scalatori alla base del monte Sinai, una delle vette sacre a Dio

� UDINE

È ufficiale: sarà il Coro del Friu-li Venezia Giulia, scelto dal ma-estro Riccardo Muti, a cantarenel concerto solenne (inseritoanche nel cartellone di Mittel-fest) in programma domenica6 luglio, alle 21, al Sacrario diRedipuglia. È lì che, dopo ilconsueto appuntamento delRavenna Festival, giungeran-no quest’anno le Vie dell’ami-cizia: in programma, in memo-ria delle vittime di tutte le guer-re, e della Grande Guerra inspecie, in occasione del cente-nario, la Messa da requiem diGiuseppe Verdi, la pagina chemeglio si adatta alla ricorrenzae all’eccezionale scenario cari-co di tragiche memorie. Ric-cardo Muti sarà sul podio, allatesta dell’Orchestra Cherubi-ni, dell’European Spirit of You-th Orchestra e del Coro regio-nale, solisti il soprano TatianaSerjan, il mezzosoprano Da-niela Barcellona, il tenore Sai-mir Pirgu e il basso RiccardoZanellato: compagini cui si af-fiancheranno molti altri stru-mentisti e coristi provenientidai principali paesi che prese-ro parte al primo conflittomondiale. Per il Coro del FriuliVenezia Giulia diretto dal mae-stro Cristiano Dell’Oste, è unaltro successo: l’insieme siconferma come realtà musica-le tra le più apprezzate. Natonel 2001, il Coro del FVG, conall’attivo oltre 200 concerti, sicaratterizza per quella gestio-ne modulare dell’organico,composto da giovani di tuttala regione, che gli consente dipassare dal gruppo ristretto fi-no ad arrivare al grande corosinfonico.

Il Coro del Friuli Venezia Giulia

Ivan Bellavista e Antonio Rezza l’altra sera al Palamostre (Foto Saltarelli)

MESSAGGERO DEL LUNEDÍ 10 FEBBRAIO 2014 21

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

Page 10: Rassegna Stampa Febbraio 2014

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Data: 17 febbraio 2014

Pagina: 22

di Mario Brandolin� PONTEBBA

Una rete sbilenca in prosce-nio, il trespolo del giudice a si-nistra e una panchina alla de-stra, squillanti di giallo canari-no, mentre il resto, pavimentoe fondale, è immerso nel ver-de. Verde brillante ma freddo.È la metà di un campo da ten-nis, quella in cui consuma lasua partita più importanteClaudio Moretti, il protagoni-sta (personaggio e interprete)de La solitudine del tennista,intenso copione di Paolo Pa-tui, calibrata regia di Alessan-dro Di Pauli e Tommaso Peci-le, la coppia di Felici ma fur-lans, l’altra sera a Pontebba emercoledì 19 a San Daniele.Una scena, firmata da TomasUolli Marcuzzi, che è astrattospazio mentale e insieme pan-cia ribollente per accogliereMoretti e il suo incalzante flus-so di coscienza, tra il raccontodi sé e l’invettiva contro unmondo che l’ha costretto a es-

sere quello che non voleva, trastanchezza e rabbia, tra scon-solatezza e voglia di rivalsa, trarivendicazioni e ricordi perso-nali dolorosi.

Operaio con la dannazionedel tennis, che considera «unosport del caz...», il nostro si tro-va ad affrontare l’antico avver-sario di una finale che gli è sta-to imposto di perdere. L’avver-sario, come trent’anni prima,è il figlio imbelle del padrone,quel padrone che ha impostoa Moretti il tennis (o impari agiocare per allietare i torneiaziendali o ti licenzio!) dive-nendo, suo malgrado, un otti-mo giocatore. E, cometrent’anni fa, il copione sem-bra destinato a ripetersi: il vin-citore non deve essere lui, altri-menti sono guai, lo minacciaqualcuno che evidentementeha investito grosse sommesull’esito di quella partita, fina-le del torneo “tennis e legali-tà”. A fronte dell’ennesima in-giustizia, dell’ennesimo sopru-so, qualcosa finalmente scatta

in questo piccolo antieroe: or-goglio, coscienza di classe, ri-trovata dignità o anche un de-siderio inconscio di farla finitama con la testa alta... A metter-si di traverso però ancora unavolta sarà il destino. Quel desti-no che l’ha inchiodato tutta lavita a una condizione di subal-

ternità, di fatica e di lavoro.È un perdente il Moretti di

Patui, ma la sua umanità è for-te e contagiosa. Grazie anchealla bella prova attorale delsuo interprete, Claudio Moret-ti, che in questo spettacolo sidestreggia con sicurezza e cre-dibilità nella variegata gammadi registri espressivi, negliestremi di comico e drammati-co, che il copione ha previstoper lui. E che trova in un usosapientemente meticciato diitaliano e friulano la sua con-vincente efficacia teatrale. Siabbandona alla marilenghe, ilMoretti, quando tocca cordeche coinvolgono il suo intimo,o quando deve dare sfogo aquello che gli brucia dentro;all’italiano invece, quandosbertula l’avversario, il Bene-detti che si è mangiato tutto ilpatrimonio e forse è inguaiatocon la mala, o attacca il giudi-ce, reo di un arbitraggio tuttosbilanciato sull’altro. Bravo,davvero.

©RIPRODUZIONERISERVATA

� PORDENONE

È sempre una grande occasio-ne, oltre che un privilegio,ospitare nel proprio cartellonei Momix, oggi il vertice mon-diale della danza contempora-nea che miscela sapientemen-te scenografie mozzafiato a co-reografie che sono a metà stra-da fra la danza, lo sport e l‘artecircense. L’inesauribile e sem-pre sorprendente Moses Pend-leton porterà al Teatro Verdi di

Pordenone domani, martedì18, mercoledì 19 e giovedì 20febbraio, alle 20.45, Alchemy,la sua ultima creazione per ilgruppo di ballerini-illusionistipiù famoso al mondo per labellezza e la fantasia dei suoispettacoli, assurti a veri e pro-prio cult. (E prima dello spetta-colo, alle 19.30, nel bar del Tea-tro, l’happy hour con il Risto-rante Moderno: costa 9 euro,prenotazioni entro le 12 delgiorno stesso allo 0434 29009)

Alchemy, l’arte dell’alchimiae l’alchimia dell’arte è un gran-de spettacolo multimediale re-alizzato dai superbi ballerinidi Pendleton, un lavoro riccodi fantasia, di ironia, di bellez-za, di mistero. Miscelando lesostanze base nei loro alam-bicchi e nelle loro fornaci, gliantichi alchimisti cercavanol’elisir di lunga vita o la formu-la dell’oro. Proprio così Pend-leton, come in Bothanica citrasportava in un viaggio surre-

ale attraverso le stagionidell’anno, in Alchemy ci svela isegreti dei quattro elementiprimordiali – terra, aria, fuoco,acqua – per creare uno spetta-colo che sprigiona arcane sug-gestioni e ci attira in una di-mensione surreale.

È inutile pensare che tuttosia già stato inventato, scritto,cantato e danzato, perché iMomix sono già dietro le quin-te, pronti a infrangere questaeventuale convinzione e a la-

sciarci a bocca aperta. Perchésuccede, che lo si voglia o no,romanticamente, empatica-mente o cinicamente. Ma suc-cede. Il segreto sta nel taglioche Pendleton dà allo spetta-colo: non viene rappresentatonulla di nuovo (in scena si nar-ra degli elementi primordiali edella loro evoluzione materi-ca, ndr) ma in una nuova pro-spettiva di analisi. Alchemy è l’incantesimo Momix al culmi-ne della magía, con MosesPendleton “mago dei maghi”…Gli alchimisti non lavorava-no da soli; evocavano gli spiri-ti, perché li aiutassero nei lororiti segreti.

� CIVIDALE

La corsa alla direzione artisti-ca del Mittelfest è sempre pre-ceduta e accompagnata dauna ridda di voci sul nome cer-to del pretendente, tra infinitiaspiranti e altrettante doloro-se bocciature. Questa volta, pe-rò, sembra davvero lanciato involata per la nomina RobertoCalabretto, 51 anni, professo-re associato di discipline musi-cali all’università di Udine, uo-mo di multimedialità, audiovi-sivi, cultura musicale dell’ierie del domani.

La sua candidatura sembraavere preso sempre piú consi-stenza in queste ultime ore. Ladata attesa è quella di giovedí20. Come ampiamente annun-ciato in quella data si terrà ilconsiglio di amministrazionedel Mittelfest. Vi presenzieràl’assessore regionale alla Cul-tura, Gianni Torrenti e saràproprio lui a indicare Calabret-to direttore artistico da affian-

care ad Antonio Devetag. Tor-renti, va ricordato, in una re-cente invervista aveva disegna-to per il direttore artistico unpreciso identikit che sembraattagliarsi a Calabretto: una fi-gura espressione del territorio,con provata esperienza incampo musicale, perché ilnuovo corso del festival civida-lese sarà, è stato detto, soprat-tutto musicale. «Non un nomedi richiamo - aveva spiegatoTorrenti nell’intervista –, chechiede un sacco di soldi; prefe-rirei valorizzare qualcuno conprovata esperienza, un cono-scitore del territorio, una per-sona seria, di qualità, in gradodi dialogare». E sempre nell’in-tervista rilasciata al nostrogiornale, rispondendo alle do-mande di Maura Delle Casel’assessore aveva detto che sidovrà rendere piú appetibile ilcartellone oltreconfine poten-ziando gli appuntamenti musi-cali in cartellone: «La parolacon gli stranieri rappresenta

un limite: musica di altissimaqualità, meno spettacoli, mamolta selezione, meno eventicollaterali e un paio di spetta-coli, da ospitare rispettivamen-te a Palmanova e a Udine, conun pubblico di massa». Rober-to Calabretto è professore as-sociato di discipline musicaliall’Università di Udine. Ha an-che svolto attività di ricerca sulNovecento italiano alla Fonda-zione Giorgio Cini di Venezia esulla musica friulana. È mem-bro del Collegio Ddcenti delDottorato di Ricerca in Teoria,tecnica e restauro del cinema,della musica e dell’audiovisivoe del Consiglio del Master inIdeazione, allestimento e con-servazione delle arti visive con-temporanee sempre a Udine.Calabretto fa anche parte delComitato scientifico di Cine-mazero di Pordenone e coordi-na il progetto Restauro dellecolonne sonore su disco in col-laborazione con la Cineteca diBologna.

Ancora Moretti in scena

Piccoli di Podrecca:una rinata magia

IMomixalVerdi danzano l’alchimiadell’illusionismo

I Momix (Foto Max Pucciariello)

DirezioneartisticaalMittelfest: spuntaRobertoCalabrettoIl musicologo pordenonese in pole position per la nominaFissato per questo giovedí il cda con l’assessore Torrenti

Cividale nei giorni del Mittelfest, e Roberto Calabretto direttore in pectore

DEBUTTO A PONTEBBA, MERCOLEDÌ A SAN DANIELE

Moretti tennista, unagranbellaprovad’attoreTesto intenso di Patui, calibrata regia di Di Pauli e Pecile, il duo di “Felici ma furlans”

Claudio Moretti ne “La solitudine del tennista” (Foto Giovanni Chiarot)

Non poteva esserci celebrazionepiù affettuosa di quella andata inscena l’altra sera al Ristori diCividale, per festeggiare i 100 annidalla nascita dei Piccoli diPodrecca, quell’esercito di “piccoleteste di legno” con le quali ilgeniale cividalese scrisse alcunedelle pagine più belle e innovativedel teatro novecentesco. “Dai 3 ai93. Una meraviglosa invenzione”,così il racconto che Barbara DellaPolla, Ennio Guerrato, CarloFurlan, Lorenza Muran e FionaSansone confezionano abilmenteper riproporre un grande del teatroitaliano e non solo. Un racconto incui narrazione, documenti filmati,ed esibizioni delle marionette dalvivo regalano agli spettatorimomenti di toccante suggestione,dove l’apparente ingenuità, inumeri musicali di quel “Varietà”che andò costruendoimpossessandosi delle tradizonifolcloriche o musicali dei tantipaesi da lui visitati, diventa purapoesia, o nostalgia di pura poesia,se se paragonata a tanta volgaritàche gronda copiosa dai luoghidell’intrattenimentocontemporaneo. La magia diPodrecca finisce così per essere ununicum prezioso, come prezioso èlo spettacolo di questi giovanimarionettisti e teatranti di casanostra, che sanno utilizzare almeglio il materiale di Podrecca. Unpeccato davvero se questa nuovaavventura dei Piccoli finisse con larecita per le scuole in programmastamane. (ma.bra)

A CIVIDALE

22 Cultura e Spettacoli MESSAGGERO DEL LUNEDÍ 17 FEBBRAIO 2014

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Page 11: Rassegna Stampa Febbraio 2014

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Data: 21 febbraio 2014

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di Gian Paolo Polesini

L a fanno facile i sedentaridella protesta, al calduc-cio a fendere l’aria con i

pugni serrati, protetti dallemura rassicuranti di casa. Ilcampo fangoso è tutta un’al-tra storia; ci metti il fegato,chiaro, ma senza rischiodov’è il gusto?

La spalla le duole ancora. «Ipoliziotti russi non hanno mo-di gentili, tutt’altro direi - rac-conta Vladimir Luxuria con ipiedi felicemente sul suolo na-tío - e il segno dell’ultimastrattonata me lo sono porta-to dietro, un ricordino di So-chi». L’ex parlamentare è fini-ta nei titoloni di testa giornifa, palleggiando la priorità dicronaca con le medaglied’oro olimpiche. Dissensoconcreto, il suo, consapevoleche quello lassú non è certoun Paese per gente democrati-ca. «Bisogna andarci e viverloper poi apprezzare l’Italia».

La sua prima uscita pubbli-ca dopo l’azione di protestacontro l’omofoba nazione diPutin, avverrà il 26 febbraioguarda caso a Udine, già pre-vista ospite del Nuovo di viaTrento (appuntamento alle17.30), quasi una testimonialdella rassegna A teatro i giova-ni indossano il classico, giroaccademico sulla prosa di sti-le che piglierà sostanza pro-prio dal Giulio Cesare scespi-riano diretto da Andrea Barac-co, in scena la stessa sera alle20.45.

A Vladi - accompagnata dalcritico Mario Brandolin - saràassegnata la missione possibi-le (è comodamente nelle suecorde) di sviscerare la temati-ca Verità e potere, terreno sci-voloso ben adatto a qualun-que tipo di tackle.- Sana e salva, Luxuria.

«Tra le svariate ipotesi, invaligia, avevo infilato purequesta: il non sapere come sa-rebbe finita se avessi alzato lavoce. La legge contro i gay èben codificata, quindi i margi-ni per far valere i propri o glialtrui diritti sono inesistenti.Se un omosessuale viene mal-menato e denuncia il fatto fi-nisce in galera per la violazio-ne di una norma. Punto e ba-sta. E non è l’unico luogo almondo che cancella lo statusdi un individuo. Ce ne sono,eccome se ce ne sono. In Nige-

ria, in Iran, cosí per dire le pri-me nazioni che mi rimbalza-no in testa».

- Quindi la sua impresa èstata meditata accuratamen-te.

«Di certo i Giochi non rap-presentavano una priorità vi-tale. Poi una partita a hockeysu ghiaccio l’avrei pure vistavolentieri se non mi avessero

cacciato. Ero anche munita dipass. Pensi, ci sono volutequattro ore per ottenerlo,un’agonia. Mi ha consolato ilpresidente italiano della spe-cialità Luca Di Mauro, offren-domi dei biglietti per una par-tita. Gentile davvero.

- Placcata come una delin-quente, abbiamo letto.

«Oddio, morbidi non lo so-no stati. Tolleranza zero suimiei gesti e sui miei colori, so-prattutto. E cosí via, spintadentro l’auto con destinazio-ne ignota. Scoperta subito,d’altronde. E rinchiusa in unastanza con un neon accecan-te. Fortunatamente l’azionediplomatica italiana è stataenergica: “Per stavolta vada,ma stia attenta a non farsi piz-zicare di nuovo”. Questi piú omeno i toni del loro commia-

to».- Che lei non ha per nulla

fatto suoi.«Mi pareva brutto mollare

cosí senza combattere anco-ra. Poliziotti un po’ piú ruvidiper il bis. D’altronde l’avverti-mento era limpido».

- Le va di parlare del GiulioCesare?

«Guardi, c’è ben poco di-

stanza fra Antonio e Putin. Ilmilitare romano, protagoni-sta in scena del celeberrimomonologo sul corpo di Cesa-re, è uno che dice e contraddi-ce al pari del presidente dellafederazione russa. C’è sinto-nia d’intenti fra i due. Pensil’ipocrisia putiniana: combat-te l’omossessualità al fine dievitare eventuali letali contagisui giovanissimi, confonden-do natura e pedofilia. Una fol-lia».

- Senta, e Renzi?«Una delusione. Lui che ha

sempre insistito sull’impor-tanza delle elezioni popolariper guadagnare palazzo Chi-gi, vi entrerà cosí, negando ilsuo stesso granitico credo.Non mi pare un inizio confor-tante».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

«Io contro l’omofobia di Putinhocorso rischi,ma lo rifarei»L’ex parlamentare il 26 a Udine come testimonial dei “Classici” al teatro Nuovo«Il presidente russo è come l’Antonio del Giulio Cesare: dice e si contraddice»

� CIVIDALE

Tutto come da indiscrezionidella vigilia: il ritorno al passatodella governance Mittelfest èormai nero su bianco, rispolve-rato capitolo dello statuto dell'Associazione che tiene le redinidel festival. Ieri sera il formale -e unanime - allineamento deisoci alla marcia indietro caldeg-giata dall’assessore regionalealla cultura Torrenti: riunitasidopo il consiglio d’indirizzo,l’assemblea ha approvato lamodifica statutaria che chiudela pagina dell’esperienza dire-zionale "plenipotenziaria" e

riapre quella di una gestione apiú anime (artistica, cioè, e or-ganizzativa). Per le nomine, pe-rò, si dovrà aspettare la prossi-ma settimana: la seduta è statainfatti aggiornata proprio perl’assolvimento di tale pratica,anche se ormai non sembranoesserci dubbi sulle designazio-ni. Il condizionale, certo, restad’obbligo ma il quadro pare de-finito: ai vertici del primo setto-re, quello artistico, verrà quasisicuramente collocato FrancoCalabretto, musicologo, già di-rettore e ora vicedirettore delConservatorio Tomadini diUdine; accanto a lui, con incari-

co logistico (e dunque in altraveste rispetto all'esperienzapregressa), Antonio Devetag, fi-no a oggi responsabile unicodella rassegna. Lo sdoppiamen-to delle mansioni, che riportain auge una struttura rodata,non è l’unica novità del“sistema” Mittelfest. Rinasce,infatti, il cda, che negli ultimianni era stato sostituito dal so-pra citato consiglio d’indirizzo.«I cambiamenti apportati allostatuto - conferma il sindaco diCividale, Stefano Balloch, com-ponente di diritto del nucleod’indirizzo - prevedono il ripri-stino del consiglio d’ammini-

strazione e la presenza di duedirettori, che si occuperanno didiversi comparti. L’assembleadei soci - rende noto quindi -ha anche proceduto, comun-que, ad adempimenti di carat-tere ordinario: sono stati appro-vati il bilancio consuntivo 2013e il preventivo 2014, ed è stataconfermata la quota associati-va annuale; espletati tali obbli-ghi, si è provveduto all’aggior-namento dei lavori alla settima-na ventura, appunto, per la no-mina degli organi sociali per iltriennio 2014/17». Nessuna ul-teriore anticipazione, rispettoa quelle (poche, peraltro) trat-

teggiate finora, sul program-ma. Quel che è sicuro, garanti-sce Balloch, «è che sarà di altolivello». Lo impone, fra l’altro,la solennità dei cent’anni dalloscoppio del primo conflittomondiale: sarà proprio Mittel-fest, in un’anteprima che per

scenario avrà la scalinata di Re-dipuglia, ad “accendere” le ce-lebrazioni nazionali. «Un gran-de evento. Attendiamo, perl’occasione - annuncia il sinda-co -, vari capi di Stato».

Lucia Aviani©RIPRODUZIONE RISERVATA

Vladimir Luxuria e le disavventure di Sochi: l’ex parlamentare è avvicinata e bloccata dalla polizia russa mentre manifesta in difesa dei diritti dei gay

‘‘tolleranzazero

La legge controi gay è ben codificata,quindi i margini per farvalere i propri o gli altruidiritti sono pressochéinesistenti

‘‘c’è tantaipocrisia

Con la scusa dievitare contagi letali suigiovanissimi, lassùconfondono natura epedofilia, una vera epropria follia

� PORDENONE

Massimiliano Santarossa, loscrittore della Destra Tagliamen-to che ha dato voce al disagio deigiovani delle periferie delNord-Est, torna da Baldini&Ca-stoldi con un contratto che loimpegnerà nella stesura di nuo-vi romanzi, di qui al 2017. E fadavvero notizia che uno scritto-re nostrano sigli un accordo cosíprestigioso in tempi difficili perl’editoria. «Quest’anno uscirà lariedizione di Hai mai fatto partedella nostra gioventú?, uscitocon Baldini&Castoldi nel 2010;poi proseguirò nel 2015 con ilnuovo romanzo, di taglio com-pletamente realista: Metropoli,per continuare nel 2017 conun’altra opera letteraria», haspiegato Santarossa. «L’idea ditornare al realismo letterario èvenuta, come spesso accade,dalla realtà che ci circonda ascol-tando in queste settimane moltiamici operai dell’Electrolux, laloro condizione difficilissima, laloro preoccupazione per il futu-ro». Metropoli Italia, anno Zero«narrerà il viaggio di un uomonell’Italia di un futuro prossimofuturo, ormai a noi vicinissimo.Una nazione chiamata Metropo-li, dove tutto ha avuto inizio, do-ve tutto ha trovato fine. Dagli oc-chi di un uomo, vivremo la quo-tidianità nelle viscere di una cit-tà-stato, la scoperta di nuove for-me di lavoro, di nuovi metodi diorganizzazione dei tempi di vita,di nuove schiavitù alle quali por-re strenua, silenziosa, resisten-za. Un romanzo realista e visio-nario, su ciò che potremmo di-ventare o che forse siamo già».

sul caso electrolux

MaxSantarossacon “Metropoli”tornadaBaldinieCastoldi

Un’immaginedel tavolo dilavoro del cdadel Mittelfestriunito ieri aCividale perpredisporre iprogrammi escegliere ilnuovo direttoreartistico

IL NUOVO CORSO DEL FESTIVAL

Mittelfest verso la doppia direzione conCalabrettoL’assessore regionale Torrenti ha riunito il cda. Statuto aggiornato, le nomine però slittano

PERSONAGGI»LUXURIA

MESSAGGERO VENETO VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2014 41

Copia di 4ebee60c52f76b6af5c82bb816fac991

di Enrico Galiano

D olomiti ancoraimbrattate conlo spray. A quan-

to pare, seguendo lefrecce, si finisce inun’osteria. Anche sen-za seguirle.

CONSTATAZIONEAMICHEVOLE

calcio serie d

Mateos piega il RipaIl Pordenone rimanesulla scia delMarano

salto in alto

Tricolori junior:titolo alla TrostLe basta un 1,90

pordenone

SACILE

ViaCanevon,il degradodal prefetto

cronache

SAN VITO

Nientemedici,salta oculisticaper i bambini

MANIAGO

Cambia prodotti e va alMoMALa storia di Andrea Girolami e della sua coltelleria

LACRISI ÈUNAGUERRAE LA STIAMOPERDENDO

lavoro

Il gol di Mateos che ha deciso la partita al Bottecchia � A PAGINA 30

Basta un 1,90 ad Alessia Trostper laurearsi campionessa ita-liana juniores di salto in alto.

� A PAGINA 50Alessia Trost è nuovamente campionessa italiana

Electrolux, l’ora delle scelteGlioperaidonanociboallaCaritas.OggiLandiniaPorcia � APAGINA5

�� Volevano portare aiuti in Africa, realizzare laboratori ottici, operare pazienti poveri affetti da patologie agli oc-chi, ma non hanno potuto. I volontari della Pentalux sono stati stoppati al momento della partenza per l’Algeria acausa dei disordini: la compagnia africana ha almeno rimborsato loro il biglietto, l’Alitalia no. � A PAGINA 9

Volontari in Africa prima stoppati e poi beffati da Alitalia � A PAGINA 15

� A PAGINA 16

CORDENONS

Isac, idrovoreper “salvare”la scuola

� A PAGINA 17

Andrea Girolami con le sue creazioni � A PAGINA 18

di FERDINANDO CAMON

S crivo quest’articolo in onore di un ami-co morto suicida per la crisi: nessunol’aveva previsto, e io meno di tutti. Ses’è ucciso un uomo come questo, che atutti dava un’impressione di sicurezza,

allora vuol dire che non siamo sicuri di nessuno:patiscono la crisi, fino al limite estremo. La crisiè una guerra. Purtroppo la stiamo perdendo.

� A PAGINA 4

Operai Ideal Standard in attesa della cassa in deroga

pordenone � A PAGINA 7

Cassa in derogaIdeal StandardVerdetto a Roma

NIVES MEROI » Inun libro il raccontodiun’ascensionepienadisignificatialSinai � A PAGINA 21

il caso ›› Il Tartini pensiona 10 pianoforti, andranno alle scuole medie n cognome a pag. 36

e 1,00*Anno 66 ~ numero 000n www.messaggeroveneto.it GIORNALE dEL fRIuLI POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003

(CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N.46 ART. 1, C.1) DCB UDINESEDE: 33100 UDINE, VIALE PALMANOVA, 290 - TEL. (CENTRALINO) 0432/5271, FAX 0432/523072-527218

MERCOLEDì 22 MARZO 2011

GIORNALE dEL fRIuLI

il caso ›› Il Tartini pensiona 10 pianoforti, andranno alle scuole medie n cognome a pag. 36

e 1,00*Anno 66 ~ numero 000n www.messaggeroveneto.it GIORNALE dI pORdENONE POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003

(CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N.46 ART. 1, C.1) DCB UDINESEDE: 33100 UDINE, VIALE PALMANOVA, 290 - TEL. (CENTRALINO) 0432/5271, FAX 0432/523072-527218

MERCOLEDì 22 MARZO 2011

GIORNALE dI pORdENONE

LUNEDÌ 10 FEBBRAIO 2014

POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003CONVERTITO IN LEGGE 27/02/2004 N. 46 ART. 1, C. 1) DCB UDINE

SEDE: 33170 PORDENONE, VIA COLONNA, 2 - TEL. 0434/238811, FAX 20210

€ 1,00ANNO 59 - NUMERO 6� www.messaggeroveneto.it y(7HB1C0*QKSOLO( +&!z!$!=!"

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