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FPA Data Insight #2 - aprile 2019 1 GREEN PA PRATICHE DI SOSTENIBILITÀ A LAVORO #2 APRILE 2019

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FPA Data Insight #2 - aprile 2019

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GREEN PA PRATICHE DI SOSTENIBILITÀ A LAVORO

#2APRILE 2019

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FPA DATA INSIGHT Green PA: pratiche di sostenibilità a lavoro

La sostenibilità a lavoro: da “strategia” della PA a “pratica” dei suoi dipendenti

Anche in campo di sostenibilità ambientale la PA italiana conferma la capacità di costruire un’ottima cornice normativa a cui segue, però, un’enorme fatica a generare il cambiamento e porta a casa, per il secondo anno, un “5 meno” nella pagella della sostenibilità da parte dei suoi dipendenti. A reputare inadeguate le politiche e le strategie delle proprie Amministrazioni oltre il 50% del Panel della seconda edizione di “Green PA: pratiche di consumo sostenibile”. Tab. 1 - Pensi che la tua Amministrazione abbia messo in campo strategie e politiche per la sostenibilità adeguate? 2019 Molto poco e poco 50,3 Abbastanza 35,2 Più che abbastanza e molto 14,5 100,0 Voto medio (da 1 a 10) 4,9

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 L’indagine di FPA, che tra il 2017 e il 2019 ha coinvolto circa 1200 persone, analizza le scelte di consumo di chi lavora nelle pubbliche amministrazioni e le legge alla luce dei principali dati sulla spesa, sui consumi e sugli investimenti legati al risparmio energetico e alla lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento. Da questa prospettiva i risultati dell’analisi al 2019 mettono in evidenza un’evoluzione della PA i cui passi in avanti verso la sostenibilità sono, da un lato, scanditi dagli obblighi assunti in Europa e dai traguardi fissati nell’ambito di accordi internazionali, e, dall’altro, spinti dall’accresciuta consapevolezza e il miglioramento dei comportamenti individuali dei suoi dipendenti. In riferimento al primo si rileva nell’ultimo biennio un consolidamento dei risultati ottenuti in riferimento al Green Public procurement, agli investimenti nella riqualificazione del patrimonio immobiliare e agli interventi plastic free. Crescono gli acquisti verdi: l’erogato green da Consip vale 13,5 miliardi ed in oltre il 34,6% delle PA in cui lavorano gli intervistati da FPA è stata avviata una politica GPP. Gli investimenti sull’adeguamento del patrimonio immobiliare pubblico – se consideriamo le sole risorse dei Programmi Prepac e il Conto Termico – ammontano a 234 milioni di euro (a cui si sommano gli oltre 400 del Pon Metro). Numeri significativi che hanno permesso di rispettare l’obbligo di riqualificazione del 3% annuo della superficie degli immobili della PA centrale. Anche in tema di plastica l’Italia risponde con un’adesione “virale” alla campagna lanciata dal Ministero dell’Ambiente, proprio quando l’Europa vota in via definitiva la direttiva che vieta l’impiego della plastica monouso. Per quel che riguarda, invece, il secondo aspetto, quello relativo ai comportamenti individuali, rispetto all’indagine del 2017, cresce la percentuale di chi, tra i dipendenti pubblici, percepisce il proprio stile di consumo a lavoro come più che sostenibile. Secondo il 36,9% (+5,5% rispetto al 2017)

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il proprio modo di comportarsi a lavoro è rispettoso dell’ambiente e, dovendosi dare un voto, si darebbero tra l’8 e il 10. La percentuale di chi ritiene i propri comportamenti sui luoghi di lavoro “abbastanza” sostenibili è comunque ancora la maggiore (43,1%); c’è poi un 20% di persone chi invece si percepisce come “insostenibile”. Tab. 2 - Quanto credi sia sostenibile per l’ambiente il tuo stile di consumo a lavoro? 2019 2017 Molto poco e poco 20,0 20,2 Abbastanza 43,1 47,4 Più che abbastanza e molto 36,9 32,4 100,0 100,0 Voto medio da 1 a 10 6,3 6,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 - 2017 La percezione dell’accresciuta cultura della sostenibilità viene effettivamente confermata analizzando l’evoluzione degli stili di consumo, individuali e quotidiani, legati all’utilizzo di apparecchiature elettriche, all’illuminazione, all’acqua e ai rifiuti plastici, alla climatizzazione degli ambienti, alla quantità di carta e inchiostro utilizzata, ma anche alle scelte relative alla mobilità. La percentuale di chi assume a lavoro modi di agire responsabili è genericamente cresciuta rispetto a tutti comportamenti analizzati. Tra i comportamenti oramai entrati nelle abitudini di chi lavora negli uffici pubblici senz’altro quella di spegnere le luci quando si va via la sera (93,6%), di stampare in fronte retro (94,5%) e riutilizzare la carta per stampare bozze e prendere appunti (88,3%). I dipendenti pubblici hanno anche smesso di stampare le mail, sono attenti a rileggere e fare correzioni ai documenti prima di stamparli. Tra il 60% e il 70% degli intervistati ha anche comportamenti attenti rispetto alla necessità di ridurre la produzione di rifiuti e riutilizzare buste, carta e scatole, ma anche a utilizzare luce naturale fin quando è possibile ed evitare di creare dispersioni di calore aprendo porte e finestre in locali climatizzati. Al contrario, una maggiore attenzione andrà posta nelle prassi più legate all’uso del PC: sono ancora la maggior parte i dipendenti che non adottano quotidianamente gli accorgimenti anti-spreco dai quali deriverebbe un risparmio significativo sia per le casse degli enti che per l’ambiente. Stesso ragionamento vale per il gesto semplice di spegnere il condizionatore nella pausa pranzo, prassi tanto semplice quanto ancora poco diffusa (44,5%). Anche sui consumi di carta molto c’è ancora da fare sia in termini di sensibilizzazione dei dipendenti, sia in termini di procedure di conservazione dei documenti. Nelle pagine che seguono vedremo uno ad uno i diversi ambiti di consumo, analizzando dettagliatamente la frequenza con la quale i dipendenti assumono o meno alcuni comportamenti e le potenzialità di riduzione dei consumi legati a ciascuno. Tab. 3 – Percentuale di dipendenti pubblici che assumono abitualmente comportamenti definibili come “sostenibili”

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2019 2017

Plastica Bevo l’acqua del rubinetto 42,4 41,0 Utilizzo piatti o porta pranzo lavabili e riutilizzabili 72,1 67,0

Carta

Durante le riunioni distribuiamo i documenti in formato elettronico e non cartaceo 44,1 43,0 Non stampo i documenti da leggere/studiare 43,1 39,0 Archivio i documenti elettronici e non cartacei 56,6 45,0 Non stampo le mail 86,6 82,0 Rileggo e faccio le correzioni dei documenti prima di stamparli 81,7 82,2 Stampo in modalità fronte/retro e/o più pagine per foglio 94,5 90,0 Riutilizzo i fogli stampati solo su un lato per stampare bozze o per prendere appunti 88,3 87,0 Recupero e riutilizzo buste e scatole usate 79,0 78,0

Climatizzazione

Spengo il condizionatore viene spento quando c’è la pausa pranzo 44,5 38,0 Teniamo chiuse le porte e le finestre per evitare la dispersione di calore 75,2 74,0

Illuminazione

Di giorno spegniamo le luci quando non servono, cercando di sfruttare al massimo l’illuminazione naturale 71,0 70,0 Siamo attenti a non lasciare le luci accese di notte 94,8 93,6

Apparecchi elettrici

Ho attivato la funzione "stand by" 77,5 77,0 Spengo il monitor del computer nella pausa pranzo e all’uscita dall’ufficio 69,9 58,0 Spengo il PC quando mi assento dall’ufficio per più di 20 minuti 32,5 30,0 Sono attenti a non lasciare inseriti nella presa il caricabatteria dei telefoni cellulari 77,2 82,2

Mobilità Scelte di mobilità 61,0 60,5 Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 - 2017

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What if I dipendenti pubblici sono oltre 3,2 milioni e il peso dei loro gesti quotidiani sul luogo di lavoro ha un impatto rilevante nella salvaguardia delle risorse naturali. A dimostrarlo non solo l’analisi degli impatti attuali dei comportamenti di chi lavora nella PA, ma anche la stima di ciò che accadrebbe se solo – con questi numeri – si facessero scelte di sostenibilità. Banalmente, se gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici andassero a lavoro con un collega invece che in auto da soli, consumassero una risma in meno per uno, bevessero da borracce o bicchieri di vetro o riempissero una caraffa con l’acqua del rubinetto, se spegnessero la luce e i pc quando non necessario, se tenessero la temperatura entro i limiti previsti dalla legge e dal buon senso, l’impatto sarebbe enorme: Consumo di carta Se ciascuno degli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici non consumasse 500 fogli in un anno potremmo ridurre il consumo complessivo di 8.142 tonnellate di carta. Il che vorrebbe dire anche:

- non abbattere 122 mila alberi; - risparmiare oltre 3 miliardi e mezzo di litri di acqua; - ridurre il consumo energetico nazionale di 62 milioni di KWh; - non emettere in atmosfera 19.491 tonnellate di CO2.

Mobilità soft Se solo chi oggi va in macchina da solo ogni mattina si mettesse d’accordo con un collega si avrebbero:

- 632 mila veicoli in meno ogni giorno sulle strade; - 370 mila tonnellate in meno di CO2 emesse ogni anno; - 720 milioni di litri di carburante in meno consumati.

Consumo di plastiche monouso Se chi beve acqua minerale (57,6%) evitasse di bere con bottigliette e bicchieri di plastica monouso si avrebbero:

- 410 milioni di bottigliette di plastica in meno gettate ogni anno; - oltre 27mila tonnellate in meno di CO2 emesse ogni anno.

Consumo energetico Se il totale dei dipendenti adottasse dei comportamenti attenti al consumo energetico (ricordandosi di spegnere PC, luci e climatizzatori, non sprecando carta, differenziando i nostri rifiuti, ecc.) potremmo:

- avere una riduzione di almeno il 5% sul consumo annuale della PA 4661 GWh (più di 1400 KWh per ogni dipendente;

- evitare di emettere in atmosfera oltre 70 mila tonnellate di CO2. Green Public procurement Se si arrivasse a spendere green il totale della spesa pubblica italiana per acquisti di servizi, prodotti e forniture (parliamo di oltre 160 miliardi di euro) l’impatto economico e ambientale del GPP assumerebbe livelli capaci realmente di dare avvio ad una economia e ad una crescita sostenibile, oltre a un risparmio di oltre 8 miliardi.

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Acquisti verdi Sono passati tre anni dall’introduzione nel nuovo codice degli appalti dell’approccio del Green Public Procurement (GPP) e dell’obbligatorietà dei CAM (Criteri Ambientali Minimi) nelle procedure di acquisto della Pubblica Amministrazione e delle centrali di acquisto e si iniziano ad intravedere i primi risultati. Secondo i dipendenti pubblici che hanno partecipato all’indagine di FPA (di cui il 15,5% lavora proprio nell’area acquisti) le PA stanno muovendo i primi passi verso la definizione di proprie politiche di GPP. Sono il 34,6% gli intervistati che dichiarano che nella propria PA “è stata avviata una politica degli acquisti attenta all'ambiente e alla sostenibilità”. Una percentuale che, rispetto al 2017, è cresciuta di 5,2 punti anche se - solo nel 23% dei casi - si tratta di una politica GPP formalizzata. Il 46% delle amministrazioni che hanno avviato una propria politica green ha effettivamente introdotto i CAM nelle proprie procedure d’acquisto e il 42% ha individuato i prodotti e servizi ai quali applicarli. Sono ancora molto poche, invece, le amministrazioni che si sono attrezzate per il monitoraggio degli acquisti (22%) e soprattutto quelle che hanno definito chiaramente gli obiettivi e i target da raggiungere (13%). Tab. 4 - Amministrazioni che hanno avviato una politica degli acquisti green e “step” avviati. (Val%) 2019 2017 Amministrazioni che hanno avviato una politica degli acquisti attenta all’ambiente e alla sostenibilità 34,6 29,4 Ha già provveduto a formalizzare la politica degli acquisti sostenibili 23,0 28,1 Ha individuato prodotti e servizi ai quali applicare i criteri del Green Procurement 42,0 37,1 Ha definito chiaramente gli obiettivi e i target per i propri acquisti verdi 13,0 20,5 Ha organizzato iniziative di informazione e formazione al personale su sostenibilità e/o acquisti verdi 36,0 27,7 Ha introdotto criteri di sostenibilità nelle procedure di acquisto 46,0 42,0 Provvede al monitoraggio degli acquisti verdi effettuati 22,0 22,8 Nessuno di questi 9,0 17,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2017-2019 Alcune riflessioni interessanti in fatto di GPP ci vengono dai dati ufficiali della Consip, secondo i quali “l’erogato green” nei quattro anni che vanno dal 2014 al 2017 ammonta complessivamente a 13,5 miliardi di euro. Nel 2017 le pubbliche amministrazioni che hanno fatto acquisti attraverso gli strumenti di e-procurement messi a disposizione dalla centrale acquisti nazionale hanno speso complessivamente 8,9 miliardi di euro, di questi il 38,2% (vale a dire 3,4 miliardi di euro) sono stati spesi per prodotti o servizi che prevedono criteri e requisiti ambientali.

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Graf. 1 - Il totale dell’erogato «green» su Consip per gli anni 2014-2017

Fonte: Consip, 2018 La stessa Consip stima che questo comportamento di consumo, nel solo 2017, ha prodotto un risparmio economico per la Pubblica Amministrazione di 380 milioni di euro e - in termini ambientali - ha permesso di risparmiare l’emissione di 1,9 milioni di tonnellate di CO2 sul ciclo di vita dei prodotti. Numeri che ci fanno immaginare che se si arrivasse a spendere green il totale della spesa pubblica italiana per acquisti di servizi, prodotti e forniture (parliamo di oltre 160 miliardi di euro) l’impatto economico e ambientale del GPP assumerebbe livelli capaci realmente di dare avvio ad una economia e ad una crescita sostenibile. È proprio questa – secondo il panel di FPA – la ragione per cui “una PA dovrebbe stabilire una propria strategia/obiettivi di Acquisti verdi” (58,3%). Nelle opinioni degli intervistati quella del GPP non è, infatti, un’occasione per risparmiare (3,6%), né solo uno strumento per diminuire l’impatto sull’ambiente dei consumi pubblici (34,4%). Tab. 5 - Perché una PA dovrebbe stabilire una propria strategia/obiettivi di Acquisti verdi? (val. %)

2019 2017

Risparmiare denaro 3,6 5,6 Diminuire l'impatto sull'ambiente 34,4 34,4 Dare impulso ad un’economia e ad una crescita sostenibile 58,3 56,8 Altro 3,6 3,3

Totale 100,

0 100,

0 Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2017-2019

€ -

€ 500,00

€ 1.000,00

€ 1.500,00

€ 2.000,00

€ 2.500,00

€ 3.000,00

€ 3.500,00

€ 4.000,00

€ 4.500,00

2014 2015 2016 2017

erogato (mln)

erogato (mln)

2.778,662.921,88

4.140,76

3.367,75

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È in questa logica che i dipendenti pubblici ritengono utile, oltre agli obblighi di legge, che le PPAA mettano in campo iniziative educative e di sensibilizzazione rispetto a tutto il personale (84,2%).

Tab. 6 - Secondo te un’Amministrazione Pubblica deve definire un programma di formazione e sensibilizzazione sui temi del Green Public procurement rivolto a: 2019 2017 Gli amministratori 9,7 11,5 Il personale coinvolto nel processo di acquisto 6,2 5,8 Tutto il personale dell’ente 84,1 82,7 Totale complessivo 100,0 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2017-2019

PA paperless La riduzione del consumo di carta è una battaglia antica che, sopra ogni cosa, necessiterebbe di un ripensamento organizzativo e procedurale radicale che, invece, fa una gran fatica ad arrivare. La burocrazia si nutre di carta e non ama la semplificazione e le norme che da quasi 20 anni spingono al digitale, da un lato, e alla fine degli sprechi di denaro e materie prime, dall’altro, ne sono riusciti appena a rallentare “gli appetiti” di cellulosa. I dati del MEF dell’ultimo biennio confermano la tendenza alla riduzione della spesa pubblica per carta, cancelleria e stampati: dai circa 96 milioni spesi nel 2017 da Ministeri e Presidenza del Consiglio, Comuni e loro Unioni, Città Metropolitane e Province, Regioni e Province autonome si è scesi a poco più di 87 milioni nel 2018.

Tab. 7 - Le spese per la carta, cancelleria e stampati nelle amministrazioni pubbliche (euro) – 2017 e 2018 2018 2017 Presidenza del Consiglio e Ministeri 4.464.694,81 5.261.499,34 Province, Comuni, Città Metropolitane e Unioni di Comuni 77.193.204,82 83.407.305,00 Regioni e Province autonome 904.612,81 604.276,26 Totale 87.271.619,20 95.872.888,85

Fonte: elaborazione FPA su dati SIOPE Una parte della contrazione della spesa deriva certamente anche dall’evoluzione della cultura green all’interno delle pubbliche amministrazioni. Dall’indagine FPA, infatti, i comportamenti individuali dei dipendenti pubblici legati al consumo di carta stanno evolvendo verso l’attenzione alla sostenibilità e alla responsabilità delle proprie azioni sui luoghi di lavoro. Stampare le mail, stampare le bozze dei documenti per correggerli, non avere accortezza nello stampare in fronte retro o più pagine per foglio sono abitudini oramai abbandonate da chi lavora nel pubblico. Tra i comportamenti sui quali c’è però ancora un decisivo margine di miglioramento, troviamo ad esempio quello di distribuire i documenti alle riunioni in formato elettronico e non cartaceo, cosa che dichiarano di non fare d’abitudine il 55,9% degli intervistati. Anche l’abitudine di stampare i documenti da leggere e da studiare è ancora troppo usuale: a farlo sempre o frequentemente è il 56,9% del panel; c’è poi un 43,4% di persone che ancora si trova a stampare per archiviare.

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Tab. 8 - Le abitudini di consumo legate alla carta Mai o

raramente Sempre o

frequentemente Totale

Stampare le mail 86,6 13,4 100,0 Rileggere e fare le correzioni dei documenti prima di stamparli

18,3 81,7 100,0

Stampare le copie in modalità fronte/retro e/o più pagine per foglio

5,5 94,5 100,0

Durante le riunioni distribuiamo i documenti in formato elettronico e non cartaceo

55,9 44,1 100,0

Stampare i documenti i documenti da leggere/studiare

43,1 56,9 100,0

Stampare i documenti di cui vuoi/devi tenere copia archiviata

56,6 43,4 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 Per quel che riguarda invece le pratiche di riutilizzo della carta e del cartone, circa 9 dipendenti su 10 riutilizzano “sempre o frequentemente” i fogli stampati da un solo lato per bozze di stampa o appunti e il 79% recupera d’abitudine anche buste e scatole.

Tab. 9 - Consumi individuali. Le pratiche di sostenibilità per lo spreco dei materiali cartacei (val%) Mai o

raramente Sempre o

frequentemente Totale

Riutilizzare i fogli stampati solo su un lato per stampare bozze o per prendere appunti

11,7 88,3 100,0

Recuperare e riutilizzare buste e scatole usate 21,0 79,0 100,0 Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019

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Plastic free Il countdown per le plastiche monouso è partito su impulso del Parlamento europeo che a fine marzo ha approvato in via definitiva la nuova direttiva che entro il 2021 impone agli Stati membri di vietare l'uso di una serie di articoli in plastica monouso come piatti, posate, cannucce e bastoncini cotonati. Gli uffici pubblici dovranno correre e i dipendenti dovranno rapidamente cambiare le proprie abitudini. Dall’indagine 2019, infatti, solo negli uffici del 16,2% dei dipendenti della PA coinvolti nel panel i distributori automatici utilizzano bicchieri in materiale riciclato e riciclabile. Tab. 10 - Nell’ufficio nel quale abitualmente lavori i distributori automatici utilizzano bicchieri in materiale riciclato e riciclabile? 2019 No 71,0 Non so 12,8 Sì 16,2 Totale complessivo 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 Anche in relazione ai consumi individuali negli ultimi due anni dall’indagine FPA risultano in lieve aumento le persone che abitualmente bevono acqua del rubinetto (42,4%) e che in pausa pranzo utilizzano piatti o porta pranzo lavabili o riutilizzabili (72,1%). Tab. 11 – I consumi di plastica 2019 2017 Bevo l’acqua del rubinetto 42,4 41,0 Utilizzo piatti o porta pranzo lavabili e riutilizzabili 72,1 67,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2017-2019 Se ipotizziamo che il 57,6% di chi risponde di non bere abitualmente acqua del rubinetto consumi in media almeno una bottiglietta o un bicchiere di plastica al giorno e moltiplichiamo per i giorni lavorativi in un anno, possiamo azzardare una stima di consumo annuale per i soli dipendenti PA in ufficio di oltre 410 milioni di bottigliette/bicchieri di plastica, vale a dire oltre 11 mila tonnellate di plastica, di cui una piccolissima parte viene recuperata. Considerando che per ogni tonnellata di plastica nuova prodotta, bisogna considerare 2,5 tonnellate di emissioni di CO2 legate ai soli processi industriali, ne deriva che stiamo parlando - per il solo consumo di acqua minerale in bicchieri e bottiglie monouso - di oltre 27 mila tonnellate di CO2 emessa in atmosfera ogni anno.

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C’è, però, da dire che iniziano ad essere numerose le amministrazioni pubbliche che spingono l’acceleratore e al grido “Plastic Free Challenge” – il nome della campagna lanciata a giugno 2018 dal Ministro del Ambiente – università, scuole, ministeri, regioni e soprattutto Comuni, liberano i propri uffici dalla Plastica, promuovono attività di sensibilizzazione e informazione e, in alcuni casi, preannunciato sanzioni agli esercizi commerciali o il diniego di patrocini a sagre e feste che non prevedano l’esclusione della plastica. L’associazione AMI, Ambiente Mare Italia, fornisce una mappa dinamica di alcune realtà virtuose in cui si contano oltre 300 realtà, ma è partito l’effetto domino che vede in prima fila i Comuni (Fig.1).

Energia Nel 2017, con la Strategia Energetica Nazionale (SEN), l’Italia definisce che il proprio obiettivo al 2030 è quello di raggiungere il 30% di risparmio energetico rispetto al livello di consumo tendenziale previsto a quella data (da tendenziali 118 a 108 Mtep). Nel Rapporto Enea 2018 si legge che il consumo energetico del settore non residenziale, in cui sono compresi gli edifici adibiti ai servizi, al commercio e alla Pubblica Amministrazione, è stato pari a 18 Mtep nel 2017, vale a dire circa il 15% del consumo nazionale.

Andando indietro negli anni e isolando i soli consumi della PA i dati Terna tracciano un andamento che, a fronte di una crescita costante che ha raggiunto il suo picco massimo nel 2012, va via via decrescendo a partire dal 2013, per tornare nel 2017 poco sopra ai valori di 10 anni fa (4.576,8 GWh) pari a circa 1400 kwh/anno per addetto.

Tab. 12 – I consumi di energia elettrica annuali nella PA (Gwh) 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 Italia 4321,4 4463,4 4532,6 4608,8 4701,6 4811,8 4661,9 4609,5 4643,1 4545,0 4576,8

Fonte: Terna spa

La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico

Per raggiungere il 30% di risparmio energetico rispetto al livello di consumo della Pubblica Amministrazione, uno dei fattori considerato maggiormente critico è quello edilizio per il quale è stato definito un percorso a lungo termine di riqualificazione del parco edifici il cui ritmo, obbligato

Fig. 1 – Mappa delle organizzazioni plastic free - Ambiente Mare Italia

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dalla direttiva 2012/27/EU (Direttiva Efficienza Energetica – EED), deve mantenere una percentuale di riqualificazione energetica del 3% della superficie degli immobili occupati dalla Pubblica Amministrazione Centrale.

Nel suo report annuale al 2018 l’Enea riferisce che nel quadriennio 2014-2017 risultano realizzati, in fase di realizzazione o programmati interventi su oltre 190 immobili, per una superficie utile complessiva di oltre 1.870.000 m2. Ad incidere su questo dato, in maniera preponderante, il programma PREPAC (Programma per il miglioramento della prestazione energetica degli immobili della PA Centrale), per il quale lo stanziamento totale per il periodo 2014/2020, previsto dal Decreto legislativo 102/2014, è pari a 355 milioni di euro. Nel periodo 2014-2017 le proposte progettuali presentate sono state 324 e, di queste, quelle ammissibili sono state il 41% (133 proposte), per un ammontare complessivo di risorse richieste pari a circa 172 milioni di euro.

Con la realizzazione dei programmi si otterrà la riqualificazione della superficie complessiva delle occupazioni della Pubblica Amministrazione Centrale che supera l’obbligo del 3% previsto dalla Direttiva 2012/27/EU (Direttiva Efficienza Energetica – EED).

Tab. 13 - I programmi PREPAC per il quadriennio 2014-2017 – progetti e risorse

Anno Progetti presentati

Progetti Ammissibili

Risorse richieste dai Progetti Ammissibili

Risorse disponibili

2014 30 22 10.769.620 10.769.620 2015 122 47 62.228.613 62.228.613 2016 89 32 60.207.917 60.207.917 2017 83 32 38.952.030 38.952.030

Totale 324 133

172.158.180,00

172.158.180,00 Fonte: elaborazione FPA su dati Enea e Mise, 2018

Dall’annual report Enea si evince come un'altra spinta significativa alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici sia rappresentata dal Conto termico 2.0. Il meccanismo che eroga incentivi gestito dal GSE mette a disposizione 200 milioni di euro l’anno per interventi di efficienza energetica e produzione di energia termica da fonti rinnovabili negli edifici pubblici. Secondo i dati riportati da Enea il Conto Termico nel 2017 ha mostrato una evidente accelerazione, registrando per questo solo anno volumi di richieste pari al 130% di tutte quelle pervenute nel periodo 2013-2016: oltre 43.000 (+189% rispetto al 2016), cui corrispondono incentivi pari a 183 milioni di euro (+168% rispetto al 2016). Si è inoltre osservato un rilevante aumento delle richieste per la modalità di accesso “a prenotazione” da parte della Pubblica Amministrazione (da 141 richieste del 2016 a 333 nel 2017), per quasi 62 milioni di euro.

Ad incrociare la sostenibilità “strutturale” della PA c’è anche il Pon Metro, il Programma Operativo Nazionale per lo sviluppo urbano sostenibile che con 143 progetti e oltre 400 milioni di euro investe nei contesti metropolitani nel settore dell’energia, ponendosi come priorità di investimento: l’efficienza energetica, la gestione intelligente dell’energia e l’uso di quella rinnovabile nelle infrastrutture pubbliche, compresi gli edifici pubblici, e nell’edilizia abitativa.

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Tab. 14 - Tabella progetti ed euro impegnati in efficienza energetica per ogni città Metropolitana

Città Numero Progetti

Euro impegnati (mln)

Città Numero Progetti

Euro impegnati (mln)

Torino 11 21,6 Napoli 10 52,9 Genova 9 17,7 Reggio Calabria 27 46,5 Milano 6 18,7 Cagliari 12 20,4 Bologna 5 15,2 Catania 15 29,4 Venezia 8 16,7 Messina 11 45,5 Firenze 8 17,2 Palermo 20 45,2 Roma 3 17,9 Bari 6 36,4 Totale 143 401,2

Fonte: elaborazione FPA su dati Enea, 2018

Gli impatti previsti nell’ambito dei finanziamenti Pon Metro sono - da un lato - la trasformazione di più di 92.000 punti di illuminazione in tecnologia led, per una riduzione dei consumi di 18 GWh/km2 di superficie comunale, equivalente a 1,9 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 – dall’altro – la riduzione del consumo annuo di energia primaria degli edifici pubblici (2,2 GWh/anno) tramite la ristrutturazione e la riconversione energetica di 38.000 m2.

Le bollette della PA

Agli alti consumi di energia della PA corrispondono alti costi. Secondo i dati più recenti, riportati da Consip, la spesa annua sostenuta dalla PA è pari a oltre 7,5 miliardi di euro, di cui un terzo per servizi energetici integrati (che includono fornitura dei vettori energetici, manutenzione degli impianti tecnologici e interventi di riqualificazione energetica) e i restanti due terzi per beni (combustibili, carburanti e energia elettrica).

I dati MEF su Siope relativi alle sole utenze e canoni per energia elettrica ci danno un quadro chiaro di quanto la spesa per utenze e canoni di energia elettrica pesino sui bilanci degli enti pubblici: circa 2 miliardi di euro l’anno per le sole utenze energetiche per Regioni, Province, Città Metropolitane, Comuni e Unioni e Amministrazione Centrale.

Tab. 15 - Le bollette della PA – Spesa annuale per Utenze e canoni di energia elettrica (2015-2018)

2018 2017 2016 2015 Presidenza del Cons. Ministri e Ministeri

36.935.450,90 30.569.169,28 41.135.293,89 52.929.995,19

Province, Comuni e Unioni e Città Metropolitane

1.789.633.819,03 1.801.499.870,93 1.997.919.922,77 2.031.958.216,39

Regioni e Province Autonome

116.233.500,81 113.245.815,07 138.833.193,90* 84.042.404,69*

Totale 1.942.802.770,74 1.945.314.855,28 2.177.888.410,56 2.168.930.616,27 *Il dato si riferisce a Utenze e canoni per energia elettrica, acqua e gas

Fonte: elaborazione FPA su dati Siope

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I comportamenti energetici individuali A pesare sui consumi elettrici totali di un ordinario ufficio della pubblica amministrazione e conseguentemente, sui costi delle bollette della PA sono i consumi legati all’illuminazione (circa il 10 -20 %), alla climatizzazione degli edifici pubblici (sopra il 30% nella maggior parte dei casi), agli apparecchi elettrici quali computer, monitor, stampanti, fotocopiatrici e fax, che pesano circa il 10-20%. Tre componenti per le quali - se tutti i dipendenti acquisissero dei comportamenti di consumo responsabile - si otterrebbe una riduzione che va dal 5 al 15% della spesa in bolletta e delle emissioni in atmosfera. Una parte significativa dei consumi energetici è dovuta, infatti, a fattori di spreco che per essere modificati non hanno bisogno di investimenti economici, ma di informazione e piccoli accorgimenti quotidiani. Ragione per cui dal 2017 FPA analizza la diffusione nei dipendenti pubblici di stili di consumo anti-spreco. Vediamoli di seguito. Illuminazione. Per avere una riduzione dei consumi energetici legati all’illuminazione negli uffici pubblici basterebbe sostituire o razionalizzare l’uso di lampade a incandescenza o alogene (piantane e lampade individuali) e evitare di lasciate accese a fine orario lavoro o quando la luce naturale è sufficiente. Dall’indagine FPA 2019 appare invariata rispetto al 2017 la percentuale dei dipendenti che ritiene che nel proprio ufficio siano sono state messe lampadine a basso consumo (36,3%), mentre diminuisce al 37,2% chi è certo che questo non sia avvenuto nella propria sede di lavoro, sale al 26,5% chi dice addirittura di non sapere se la sostituzione delle lampadine è avvenuta o meno, risposta che sembrerebbe sottendere al fatto che quasi 3 su 10 dei nostri intervistati non conosce la differenza tra lampadine a incandescenza e lampadine a basso consumo. Tab. 16 - Nell’ufficio nel quale abitualmente lavori le lampadine ad incandescenza sono state sostituite con lampadine a basso consumo? 2019 2017 Sì 36,3 36,3 No 37,2 40,4 Non so 26,5 23,3 Totale complessivo 100,0 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 Quali che siano le lampadine, circa 7 impiegati su 10 sono attenti a spegnerle quando non servono, cercando di sfruttare al massimo l’illuminazione naturale. Ma c’è comunque ancora qualche ufficio in cui (il 5,2%) le luci non si spengono neanche di notte. Tab. 17 - Abitudini di consumo dei dipendenti pubblici legate all’illuminazione (val. %)

Sempre e

frequentemente Mai o

raramente Totale Di giorno spegniamo le luci quando non servono, cercando di sfruttare al massimo l’illuminazione naturale 71,0 29,0 100,0 Ci capita di lasciare le luci accese di notte 5,2 94,8 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019

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Climatizzazione. Al netto delle differenze di consumo legate a fattori che prescindono dalle abitudini individuali (contesti climatici, caratteristiche tecniche degli impianti, “isolamento” delle pareti, infissi, ecc.), sono identificabili una serie di comportamenti che pesano in maniera significativa sui livelli di consumo derivanti dalla climatizzazione. Basti pensare che, da un punto di vista energetico, un grado in più o in meno di temperatura, corrisponde ad un aumento dei consumi stagionali di circa il 5%. Come è noto (non a tutti), la temperatura negli ambienti adibiti ad ufficio deve essere mantenuta intorno ai 19° (con una tolleranza in più o in meno di 2°), ma secondo i dati del Panel PA 2019 sono appena il 50% dei dipendenti pubblici interpellati si premura di non superare tale soglia quanto meno però il 75,2% del panel è attento “a tenere porte e finestre chiuse per evitare la dispersione di calore”. Nella versione estiva un comportamento “energicamente sostenibile” è quello di spegnere il condizionatore quando si esce per il pranzo. Un gesto semplice che il 55,5% degli intervistati non compiono mai o solo di rado; una percentuale molto alta soprattutto perché ci dice che, nell’oltre il 50% degli uffici, i climatizzatori restano accesi oltre 12 ore al giorno. Tab. 18 – Abitudini di consumo dei dipendenti pubblici legate alla climatizzazione (val.%)

Sempre e

frequentemente Mai o

raramente Totale Il condizionatore viene spento quando c’è la pausa pranzo 44,5 55,5 100,0 In inverno siamo attenti a mantenere la temperatura al di sotto dei 19-20° 50,0 50,0 100,0 Teniamo chiuse le porte e le finestre per evitare la dispersione di calore 75,2 24,8 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019 Apparecchi elettrici. Riguardo al livello di consumo energetico i dati dell’indagine FPA confermano ancora nel 2019 che molti dipendenti pubblici anno pensare che non tutti i nostri intervistati hanno consapevolezza di quanto, anche singolarmente, anche con attrezzature vecchie e energivore, possono contribuire tanto in termini di risparmio quanto in termini di salvaguardia dell’ambiente. Non in molti sanno che un PC da ufficio acceso per 9 ore al giorno arriva a consumare fino a 175 kWh in un anno. Impostando l’opzione di risparmio energetico il consumo scende del 37%, con un risparmio energetico di 63 kWh corrispondenti a 33 kg di anidride carbonica (CO2) emessa in atmosfera e a un risparmio di 12 euro. Il 77,5% dei dipendenti pubblici del panel ha attivato la funzione stand by del proprio PC mentre il 67,5% non ha l’abitudine di spegnerlo durante assenze dall’ufficio di oltre 20 minuti, dimostrando così di non sapere che il riavvio del PC è molto meno energivoro del suo stand by. Non sono molti neppure quelli informati del fatto che, se spegnessero il monitor del computer quando si assentano dall’ufficio, potrebbero determinare un risparmio che può arrivare a oltre 65 kWh in un anno per ciascuna postazione. Molto più di rado invece capita ai dipendenti PA di lasciare il proprio caricabatterie alla presa (22,8%), ma se sapessero che anche questo fa aumentare i consumi, potremmo forse aspirare a ridurre a zero i comportamenti inutilmente energivori.

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Tab. 19 - Le abitudini di consumo dei dipendenti pubblici riferite agli apparecchi elettrici (val%)

Sempre e

frequentemente Mai o

raramente Totale Ho attivato (o non l’ho inibita) la funzione "stand by" 77,5 22,5 100,0 Spengo il monitor del computer nella pausa pranzo e all’uscita dall’ufficio 69,9 30,1 100,0 Spengo il PC quando mi assento dall’ufficio per più di 20 minuti 32,5 67,5 100,0 Lasciare inseriti nella presa il caricabatteria dei telefoni cellulari 22,8 77,2 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019

Mobilità I dipendenti pubblici che amano spostarsi sulle 4 ruote, secondo i risultati dell’indagine FPA, sono il 44,2%, (qualche punto percentuale in meno rispetto all’indagine del 2017), tra questi, il 39% va normalmente in ufficio in macchina da solo e il 5,2% condivide l’auto con colleghi o amici. Diminuisce, rispetto al 2017, la percentuale di chi va in ufficio servendosi dei mezzi pubblici (27,6%) e cresce la percentuale di chi sceglie di recarsi a lavoro in bicicletta (9%) e a piedi (12,1%).

A scegliere la mobilità soft sono dunque 2 dipendenti su 10 nella maggior parte dei casi dietro questa scelta (o privilegio) di mobilità c’è il piacere di farsi una pedalata o una camminata (39,3%) ma c’è anche chi lo fa (36%) per un’attenzione all’ambiente. Al contrario chi va in macchina da solo lo fa perché nel 54% dei casi non ha alternative e nel 38,9% risparmia tempo.

Tab. 20 – Abitudini di mobilità dei dipendenti pubblici: come vai a lavoro? (val.%) 2019 2017 In auto da sola/o 39,0 39,5 In auto con altri colleghi 5,2 5,4 Carsharing 0,0 0,0 Mezzi pubblici 27,6 31,1 Bicicletta 9,0 7,6 Scooter o motocicletta 4,1 5,6 A piedi 12,1 7,6 Altro 3,1 3,2 Totale 100,0 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019-2017

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Tab. 21 - Perché hai scelto di andare al lavoro con questo mezzo? (val.%)

Chi va a piedi o in bicicletta

Chi va in auto da solo/a

Risparmio tempo 16,4 38,9 Risparmio soldi - 0,9 Mi piace 39,3 0,9 Sono attento ad adottare comportamenti non dannosi per l’ambiente 36,1 0,9 Non ho alternative 6,6 54,0 Altro 1,6 4,4 Totale complessivo 100,0 100,0

Fonte: Indagine FPA “pratiche di consumo sostenibile a lavoro”, 2019

I protagonisti della ricerca L’indagine “Pratiche di consumo sostenibile a lavoro 2019” è stata effettuata mediante una rilevazione on line su un campione non statisticamente rappresentativo. Il questionario ad accesso riservato è stato inviato a un indirizzario di operatori della PA e stakeholder istituzionali iscritti alla community di FPA. Il sondaggio è stato aperto il 13 marzo e chiuso l’11 aprile 2019. Hanno partecipato al Panel 360 persone. Di questi l’80,6% sono dipendenti pubblici. Le donne nel panel rappresentano il 61,9%. Pochi i giovani: appena il 6,7% i rispondenti che hanno meno di 35 anni. mentre rappresenta il 62,8 % chi ha tra i 36 e i 55 anni.