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Rapporto Finale del Workshop Tecnico MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE. CRITICITÀ E PROPOSTE PER IL SISTEMA DEL MICROCREDITO IN ITALIA Seminario MICROFINANZA E POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA Risorse e opportunità per la microimpresa e l’inclusione sociale. Il ruolo degli enti territoriali e locali Roma, Venerdì 24 febbraio 2012 Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Via IV Novembre n.149

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Rapporto Finale del Workshop Tecnico

MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE.

CRITICITÀ E PROPOSTE PER IL SISTEMA DEL MICROCREDITO IN ITALIA

Seminario

MICROFINANZA E POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA

Risorse e opportunità per la microimpresa e l’inclusione sociale.

Il ruolo degli enti territoriali e locali

Roma, Venerdì 24 febbraio 2012

Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, Via IV Novembre n.149

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2 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

PROGETTAZIONE E COORDINAMENTO

ENTE NAZIONALE PER IL MICROCREDITO

Presidenza - Via Vittoria Colonna, 1 - 00193 Roma Tel: (+39) 06 45541300 Sede Legale - Via di Villa Emiliani, 48 - 00197 Roma Tel: (+39) 06 83606132 @: info [at] microcreditoitalia.it www.microcreditoitalia.it

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3 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Sommario

RAPPORTO FINALE DEL WORKSHOP TECNICO SU “MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE. CRITICITÀ E PROPOSTE PER IL SISTEMA DEL MICROCREDITO IN ITALIA.” ................................................................................................................................ 4

Le domande per la discussione nel workshop tecnico ..................................................................... 7

1a Sessione: La proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali 2014-2020: attuazione degli strumenti di ingegneria finanziaria per l’inclusione sociale................................................... 9

1.1 Quali sono le criticità di cui siete a conoscenza sulla proposta di regolamenti dei fondi

strutturali? ..................................................................................................................................... 16

1.2 Che suggerimenti e idee avete per migliorare la proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali

per quanto concerne gli Strumenti Finanziari? ............................................................................. 18

2a Sessione: I programmi europei e la microfinanza: sviluppo e consolidamento nel sistema italiano .................................................................................................................. 21

2.1 Quali sono le criticità di cui siete a conoscenza, anche rispetto a quelle segnalate, in merito ai

programmi europei e la micro finanza applicati al sistema italiano? ............................................ 24

2.2 Che proposte e idee avete per migliorare, sviluppare e consolidare il sistema italiano del

microcredito e micro finanza attraverso i programmi europei? .................................................... 26

3a Sessione: La Capacity Building nella Pubblica Amministrazione a sostegno dei Programmi di sviluppo ....................................................................................................... 28

3.1 Quali sono le principali criticità da evidenziare rispetto alla capacity building della PA a

sostegno dello sviluppo dei programmi di microcredito e microfinanza? .................................... 32

3.2. Quali proposte avete per sviluppare e consolidare la capacity building della PA a sostegno

dello sviluppo dei programmi di microcredito e microfinanza? ................................................... 33

Restituzione dei risultati del workshop interattivo .............................................................. 35

Fondi strutturali 2014-2020 e microfinanza per l’inclusione sociale ........................................... 35

CRITICITA’ ................................................................................................................................................ 35

PROPOSTE ................................................................................................................................................ 35

Programmi europei dedicati alla microfinanza ............................................................................. 36

CRITICITA’ ................................................................................................................................................ 36

PROPOSTE ................................................................................................................................................ 36

Capacity Building ......................................................................................................................... 37

CRITICITA’ ................................................................................................................................................ 37

Consultazione pubblica: prime evidenze, proposte di policy e azioni……………………….38

ALLEGATI .......................................................................................................................... 48 Allegato A : Partecipanti .............................................................................................................. 48

Allegato B: Presentazioni delle sessioni del workshop tecnico .................................................... 55

Allegato C: Album fotografico del workshop tecnico .................................................................. 58

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4 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

RAPPORTO FINALE DEL WORKSHOP TECNICO SU “MICROIMPRESA E INCLUSIONE

SOCIALE. CRITICITÀ E PROPOSTE PER IL SISTEMA DEL MICROCREDITO IN ITALIA.”

L’Ente Nazionale per il Microcredito ha organizzato, in collaborazione con la Commissione

Europea, Rappresentanza in Italia, un seminario di una giornata intitolato "Microfinanza e

Politiche dell’Unione Europea: risorse e opportunità per la microimpresa e

l’inclusione sociale. Il ruolo degli enti territoriali e locali ". All’interno del seminario si è

svolto un workshop interattivo, a cui sono stati chiamati a partecipare 90 stakeholder

iscritti all’evento, su “Microimpresa e inclusione sociale. Criticità e proposte per il

sistema del Microcredito in Italia”.

L’iniziativa rappresenta un importante momento di riflessione, confronto e dibattito tra gli

operatori competenti, a vario titolo, in materia di microfinanza e microcredito. Hanno

partecipato enti territoriali e locali, banche ed intermediari finanziari, istituzioni di

microfinanza, il no-profit. L’evento è stato un momento di confronto basato sul contributo

paritario di tutti i partecipanti.

La giornata ha visto la partecipazione di oltre 180 persone (Allegato A) che hanno potuto

seguire con interesse le varie tavole rotonde proposte dal Programma. Circa la metà dei

partecipanti (90 iscritti, indicati dall’ENM) si è impegnata inoltre a lavorare intensamente

nel workshop, durante il quale, attraverso la guida di un facilitatore e di alcuni esperti

indicati dall’Ente, con l’applicazione di metodi e tecniche partecipative, si è stimolata la

discussione informale e lo scambio di esperienze per far emergere proposte concrete e

riflessioni condivise da parte dei presenti.

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Le indicazioni emerse dagli

operatori presenti alle tre ore di

workshop, sono state poi illustrate e

consegnate, nella sessione plenaria

finale, ai vertici dei dipartimenti dei

Ministeri competenti, delle Direzioni

Generali della Commissione

Europea, dei Rappresentanti delle

Regioni e degli EELL nonché di

altre importanti Istituzioni Italiane.

L’incontro è stato anche un'importante occasione per fare rete fra operatori nazionali ed

europei, elemento ritenuto fondamentale da parte di coloro che hanno partecipato, al fine

di poter incidere sulle politiche e le scelte future del settore.

Il workshop e i dibattiti tematici hanno raggiunto gli obiettivi che l’Ente si era proposto,

ossia di:

illustrare i programmi europei di microcredito e microfinanza con il contributo di alti funzionari della Commissione Europea;

aprire un confronto attorno alle best practice realizzate sul territorio;

individuare le criticità del settore della microfinanza e del microcredito e immaginare le possibili soluzioni;

dibattere in merito alla proposta dei Regolamenti dei Fondi Strutturali 2014-2020.

Il presente rapporto presenta i risultati del workshop interattivo durante il quale, dopo una

veloce introduzione sui metodi interattivi e sulle modalità di brainstorming digitale, è stato

introdotto il workshop tecnico al folto gruppo di partecipanti.

I lavori hanno previsto la discussione interattiva e contemporanea fra tutti i 90 partecipanti,

grazie alla facilitazione e al sistema di tecnologie denominato MODI’, sui seguenti temi

affrontati in altrettante sessioni consecutive:

I. La proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali 2014-2020: l’attuazione degli strumenti d’ingegneria finanziaria per l’inclusione sociale.

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II. Programmi europei e la micro finanza. Sviluppo e consolidamento nel sistema Italiano.

III. Capacity building della pubblica amministrazione a sostegno dello sviluppo.

I partecipanti hanno preso parte al workshop divisi in sei gruppi, raccolti intorno a sei

tavoli, guidati dal facilitatore e seguiti da referenti tecnici indicati dall’Ente nelle persone di

Nunzio Pagano, Paolo Rita, Alexander Andò, Stefano Battaggia, Tiziana Lang, Marco

Paoluzi e Alberta Capasso. Tre degli esperti, Lang, Capasso e Paoluzi hanno avuto inoltre

il compito di presentare, a turno, uno dei tre ambiti di discussione (Allegato B), sui quali

avevano predisposto i background paper inviati nei giorni immediatamente precedenti

l’evento ai partecipanti iscritti al workshop, quale GUIDA informativa sui tre temi, al fine di

favorire una riflessione nel merito e preparare la discussione pensando a criticità e

soluzioni da condividere nella discussione partecipata.

Nel workshop tecnico, attraverso il supporto tecnologico di un “mosaico digitale” è stato

possibile raccogliere in breve tempo sia indicazioni relative alle criticità, sia possibili

proposte specifiche su ciascun ambito trattato. I contributi dei partecipanti sono stati riletti

a tutti per condividere le informazioni raccolte e nel caso delle proposte si è anche chiesto

ai partecipanti di identificare temi emergenti che dessero una coerenza e delle chiavi di

lettura per azioni e iniziative future.

Nel pomeriggio, Giovanni Nicola

Pes, Capo della Segreteria di

Presidenza dell’Ente Nazionale per

il Microcredito, ha garantito, come

da programma, la restituzione e la

sintesi dei risultati del workshop

tecnico all’intera platea di

partecipanti al seminario, grazie a

una serie di slide riassuntive

elaborate immediatamente dopo il

workshop in collaborazione con gli

esperti individuati dall’Ente presenti

ai tavoli di lavoro del workshop.

Nelle pagine che seguono sono riprodotte le presentazioni degli esperti, le discussioni del

brainstorming digitale, la sintesi finale e le immagini che descrivono i lavori dei gruppi e le

tavole rotonde (Allegato C).

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7 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Le domande per la discussione nel workshop tecnico

Come accennato, il workshop ha previsto la discussione dei 90 partecipanti intorno a tre

ambiti e sei domande, due per argomento, su criticità e soluzioni per ogni sessione. Il folto

gruppo ha lavorato interattivamente facilitato dagli esperti e velocizzando le sintesi

attraverso il sistema del Mosaico

Digitale.

La giornata è stata suddivisa in tre

sessioni di lavoro, una per ogni ambito,

presentate dai referenti esperti di

progetto. Per ciascuna sessione, dopo

5 minuti di elevator pitch1 introduttivo,

sono state presentate e poste alla

platea due domande per definire

criticità e soluzioni. Le domande sono

state elaborate con il team di esperti e

convalidate dall’Ente Nazionale per il

Microcredito.

Riportiamo di seguito le risposte emerse attraverso il mosaico digitale, aggregate in base a

cluster e ambiti tematici.

1 L'elevator pitch (presentazione da ascensore) è un tipo di discorso ed una forma di

comunicazione con cui si presenta in pochissimo tempo un concetto o idea dando valore ad ogni singola parola. Bisogna quindi descrivere la propria attività sinteticamente, chiaramente ed efficacemente per informare e/o convincere chi ascolta, ma nei limiti di tempo imposti dalla corsa dell'ascensore (la letteratura specialistica al riguardo fissa tale limite a 5 minuti).,

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9 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

1a Sessione: La proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali 2014-2020: attuazione degli strumenti di ingegneria finanziaria per l’inclusione sociale

1. Premessa

Sin dalla loro istituzione i Fondi strutturali hanno avuto l’obiettivo di ristabilire condizioni di

equilibrio tra i diversi territori della Comunità europea, ora dell’Unione. I diversi ritmi di

sviluppo fra regioni appartenenti anche a uno stesso Paese hanno comportato la

necessità di accompagnare tali territori con politiche e fondi specificamente destinati a

interventi tesi al superamento dei gap esistenti. Tali interventi sono stati finanziati in ottica

propulsiva e inclusiva in quanto sono rivolti sia alle infrastrutture e ai contesti produttivi di

quelle zone sia alle persone prive di occupazione o inattive e ai sistemi sociali che ne

devono favorire l’inserimento sociale e lavorativo, anche attraverso la creazione di impresa

e lavoro autonomo.

Nella programmazione attuale (2007-2013) il Fondo sociale europeo può, ad esempio,

finanziare programmi di sostegno alla nuova imprenditorialità. Molta parte dei

finanziamenti dedicati all’imprenditorialità sono destinati alla promozione di spin off, alla

competitività delle imprese e al trasferimento tecnologico realizzati attraverso interventi

formativi, di mentoring e di aggiornamento degli imprenditori, da un lato, e incentivi

destinati all’avvio e al consolidamento d’impresa, dall’altro. Le Autorità di gestione del

FSE, inoltre, sono ricorse a strumenti specifici d’ingegneria finanziaria (tra i quali il

microcredito) per facilitare l’inserimento occupazionale di soggetti in condizione di

svantaggio nel mercato del lavoro (disoccupati di lunga durata, giovani inattivi, soggetti

non bancabili, donne escluse dal mercato del lavoro) attraverso forme di auto-impiego e

microimpresa.

Al contempo con le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale sono stati, e sono

tuttora, finanziati interventi diretti di sostegno alle imprese sia nella forma di programmi

d’investimento per l’innovazione di prodotto e di processo sia come risorse destinate ai

processi di aggregazione tra imprese.

Tra le forme di aiuto attivate rientrano: i contributi in conto impianti, i contributi in conto

interesse, il finanziamento agevolato e la concessione di garanzie. Le imprese che si sono

dimostrate maggiormente ricettive delle possibilità offerte dai Fondi strutturali sono quelle

di piccole dimensioni e le imprese artigiane che hanno risposto in misura maggiore ai

bandi “a sportello”. D’altronde i bandi di tipo più selettivo volti, ad esempio, all’innovazione

di processo e di prodotto attraggono imprese di dimensioni medie e grandi che possono

sostenere i costi interni di una riorganizzazione.

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10 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Ciò che più interessa, ai fini del dibattito su “microimpresa e inclusione sociale” nella

politica di coesione, è che a partire dalla programmazione 2007-2013 ci si è discostati

dall’approccio precedente basato sul sistema delle “sovvenzioni” e si è dato maggiore

impulso, come peraltro richiesto dalla Commissione, alle nuove tipologie di intervento

citate e alle forme di finanziamento degli investimenti che possono avere effetto

moltiplicatore delle risorse pubbliche, come nel caso degli strumenti di finanziamento

“rotativi”, che hanno attivato un effetto leva sulle risorse finanziarie disponibili, e nel lungo

periodo dovrebbero rendere più sostenibile il sistema dei finanziamenti alle imprese.

2. La politica di coesione, le proposte di Regolamenti 2014-2020 e le politiche a favore

dell’inclusione e dell’impresa

Nel mese di ottobre 2011, la Commissione europea

ha adottato la bozza di pacchetto legislativo che,

conclusa la fase negoziale, definirà le linee della

politica di coesione dell’UE per il periodo 2014-

2020. La politica di coesione, nel disegno proposto

dalla Commissione, risulta significativamente

modificata rispetto alla programmazione 2007-

2013.

Le novità introdotte mirano a superare alcune

criticità dell’attuale programmazione (eccessiva

frammentazione delle priorità e degli interventi,

attenzione focalizzata sulle azioni piuttosto che sui

risultati, scarsa integrazione tra Fondi, complessità

dei regolamenti finanziari e di gestione dei singoli Fondi, ecc.) e hanno l’obiettivo di

conformare la programmazione strategica del prossimo sessennio (Quadro Strategico

Comune a livello comunitario, Contratti di partenariato tra Commissione e Stati membri,

Programmi operativi di livello nazionale e regionale) ad alcuni principi cardine:

concentrazione sulle priorità della Strategia Europa 2020: crescita intelligente, sostenibile e inclusiva;

concessione di riconoscimenti in base ai risultati;

sostegno alla programmazione integrata;

attenzione focalizzata sui risultati;

rafforzamento della coesione territoriale;

semplificazione.

La proposta di quadro finanziario pluriennale, “un bilancio per l’attuazione della strategia

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Europa 2020” alloca 376 miliardi di euro per la politica di coesione del sessennio 2014-

2020.

Il fatto che la politica di coesione 2014-20202 si concentri sui tre obiettivi prioritari della

Strategia Europa 2020 indirizza le future attività anche nel senso del miglioramento del

livello di inclusività della società europea e delle politiche per lo sviluppo d’impresa

(compreso l’autoimpiego e la microimprenditorialità). Difatti:

la crescita intelligente della strategia EU2020 necessita di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione; un’innovazione che deve toccare anche le piccole e medie imprese (grazie, per es., al brevetto unico dell’UE, alla tutela della proprietà intellettuale, all’accesso agevolato al capitale e all’utilizzo integrale delle strategie incentrate sulla domanda, tramite gli appalti pubblici e la regolamentazione intelligente).

La crescita sostenibile può essere conseguita solo attraverso la promozione di un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva. In questo senso le piccole e medie imprese (PMI), ma anche le microimprese, possono partecipare allo sviluppo sostenibile, utilizzando in modo efficiente le risorse energetiche.

Infine, la crescita inclusiva sottende la realizzazione di un’economia che presenti un alto tasso di occupazione al fine di favorire la coesione economica, sociale e territoriale (attraverso azioni miranti al miglioramento delle politiche attive del lavoro, all’invecchiamento attivo, alla lotta alla povertà e all’esclusione sociale quali fenomeni strettamente correlati alla disoccupazione).

Il lavoro autonomo e d’impresa contribuiscono quindi ai tre obiettivi prioritari in quanto

sono creativi (nascono da un’idea di autonomia della persona), poiché si basano spesso

sull’innovazione tecnologica (anche per lo sfruttamento delle energie alternative) e perché

sono entrambi inclusivi creando in ogni caso nuova occupazione, sia in forma di

autoimpiego che come impresa datrice di lavoro. Il lavoro autonomo e imprenditoriale

favoriscono il conseguimento dei target della Strategia Europa 2020 in materia di

occupazione, di aumento del PIL, di miglioramento delle politiche sul clima/energia, di

diminuzione del tasso di abbandono scolastico e di riduzione della povertà, mediante la

creazione di nuova occupazione, l’investimento in ricerca e sviluppo (R&S) e la

registrazione di nuovi brevetti, l’utilizzo di nuove fonti energetiche nella produzione, la

diffusione dell’apprendistato e dei tirocini professionalizzanti per i giovani in impresa e

l’inserimento di soggetti a rischio di esclusione sociale in impresa e nei nuovi lavori del

sociale.

Nelle proposte di Regolamenti dei Fondi strutturali per la programmazione 2014-2020 il

Fesr sostiene gli investimenti a favore della crescita e dell’innovazione delle imprese in

determinate zone in ritardo di sviluppo, mentre il Fse investe nel miglioramento del

2 COM (2011) 500 def

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12 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

capitale umano, anche attraverso la creazione di lavoro autonomo e di impresa. Diversi

articoli dei Regolamenti sono dedicati agli strumenti finanziari con il fine tra l’altro di

diffondere il loro utilizzo negli Stati membri a sostegno del miglioramento del tessuto

imprenditoriale e dell’aumento dei livelli occupazionali nell’Unione.

Nello specifico:

a) il Titolo IV della Proposta di Regolamento generale dei fondi strutturali 2014-20203 è intitolato agli “Strumenti finanziari” e dedica 9 articoli (32-40) alla programmazione e ideazione di strumenti finanziari innovativi, alla loro attuazione nonché alla loro gestione e rendicontazione. L’art.33 prevede la possibilità per le autorità di gestione di contribuire finanziariamente a favore di strumenti finanziari istituiti a livello dell'Unione (e gestiti direttamente o indirettamente dalla Commissione) e/o strumenti finanziari istituiti a livello nazionale, regionale, transnazionale o transfrontaliero (gestiti dall'autorità di gestione o sotto la sua responsabilità).

b) Il Considerandum (17) della Proposta di Regolamento relativo al Fondo sociale europeo4 incoraggia gli Stati membri e le regioni a ricorrere al Fse attraverso strumenti finanziari al fine di sostenere i giovani, la creazione di posti di lavoro, la mobilità dei lavoratori, l'inclusione sociale e l'imprenditorialità sociale.

c) L’art.15 del medesimo Regolamento del Fse prevede il sostegno da parte del Fondo ad azioni e politiche che rientrano nel suo campo di applicazione attraverso strumenti finanziari appositamente costituiti, quali: i programmi di condivisione dei rischi, i capitali propri e i crediti, i fondi di garanzia, i fondi di partecipazione e i fondi di prestiti. Il Fondo sociale europeo può essere utilizzato per migliorare l'accesso al mercato dei capitali da parte degli enti pubblici e privati che attuano azioni e politiche rientranti nell'ambito d'applicazione del Fondo stesso e del relativo programma operativo, attraverso le "garanzie FSE di sostegno alle politiche", previa approvazione della Commissione (la CE valuta ciascuna domanda e approva ciascuna garanzia Fse di sostegno alle politiche, quando queste rientrano nel quadro di un PO del Fse), che esercita una “vigilanza” su tali strumenti affinché non si determini un indebitamento eccessivo degli enti pubblici.

3 COM (2011) 615 def

4 COM (2011) 607 def

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13 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Come si può notare gli articoli citati pongono l’accento sullo stretto legame tra strumenti

finanziari e politiche (che devono dettarne regole e obiettivi). A monte di uno strumento

finanziario dovrà pertanto esserci un’accurata programmazione che partendo dagli obiettivi

comunitari, discenda per le varie fasi programmatorie fino al singolo territorio e ai bisogni

di sviluppo, inclusione e innovazione rilevati.

È un processo che può essere letto in chiave top-down o bottom-up.

Top-down in quanto gli strumenti della programmazione 2014-2020 discendono dal livello

comunitario sino a quello locale (QSC, Contratto di partenariato, P.O.) nel rispetto di quelli

che sono gli obiettivi fissati dalla Strategia Europa 2020. E bottom-up in quanto ciascun

programma operativo dovrà “leggere” il territorio di riferimento e confrontarlo con gli

obiettivi posti dalla programmazione 2014-2020 a livello comunitario e nazionale (per es. il

target occupazionale che si propone di raggiungere EU2020 in tutta l’UE è pari al 75%,

l’Italia ha fissato al 68% il tasso di occupazione conseguibile nel Paese entro il 2020).

La stessa “valutazione ex ante” degli strumenti finanziari che si intendono finanziare con i

Fondi strutturali (art.32 del Regolamento generale dei Fondi strutturali) dovrebbe essere

svolta dalla Commissione ai fini dell’individuazione dell’adeguatezza di detti strumenti a

rispondere a determinate “priorità”, ossia ai bisogni di un territorio o di settori

economici/sociali, o stati di vita, di processi di sviluppo, ecc. dove sussistano condizioni di

investimento non ottimali o con necessità di supporto pubblico. Dunque, una volta

individuate le priorità di policy a livello locale sarà possibile costruire strumenti finanziari

adeguati in grado di superare il vaglio della valutazione ex ante, proprio perché

strettamente correlati ai fabbisogni espressi dal territorio.

In questo senso, l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati può trarre vantaggio dalle

opportunità offerte dai vari strumenti finanziari che potranno essere attivati a partire dal

2014, poiché saranno favorite le varie forme di auto-impiego e la creazione di strumenti

microfinanziari per la concessione di microcrediti finalizzati all’avvio di microimprese o al

consolidamento di microimprese già esistenti.

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14 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

3. Possibili temi di riflessione

Partendo dalla considerazione che le Proposte di Regolamenti dei nuovi Fondi Strutturali

sono attualmente oggetto di negoziato, è tuttavia possibile individuare alcuni spunti per la

riflessione su possibili ostacoli alla diffusione degli strumenti finanziari in favore

dell’inclusione sociale e del microcredito e, di conseguenza, allo sviluppo dei processi

inclusivi e di innovazione auspicati dalla Strategia Europa 2020 per la nostra società.

1. L’apparente discriminazione tra strumenti finanziari istituiti a livello di Unione, e gestiti

direttamente o indirettamente dalla Commissione europea, e quelli istituiti e gestiti dalle

autorità di gestione regionali. Per i primi (che fanno immediatamente “spesa”) il tasso di

cofinanziamento dei FS è pari anche al 100%, non sono soggetti a monitoraggio né ci

sono penalità in caso di mancato rispetto delle previsioni di spesa. Invece, gli strumenti

finanziari istituiti dalla AdG e gestiti a livello locale devono “fare spesa” nei primi due

anni dall’atto di costituzione e sono soggetti al monitoraggio annuale sugli importi

effettivamente utilizzati nei confronti del destinatari finali.

Tale sistema sembrerebbe incentivare il ricorso agli strumenti istituiti a livello

dell’Unione a discapito di quelli creati a livello locale. Sono pertanto da valutare le

possibili ripercussioni di eventuali scelte delle AdG sulla programmazione di attività

efficaci volte all’inclusione attiva di soggetti svantaggiati a livello locale.

Il vantaggio per gli strumenti finanziari istituiti dall’UE, così come sembra delinearsi

nell’attuale proposta di Regolamento, pur efficiente nel senso di assicurare il rispetto dei

crono-programmi di spesa, potrebbe sacrificarne l’efficacia. Probabilmente una

maggiore diversificazione in termini e condizioni nel rapporto con gli intermediari

finanziari potrebbe contribuire anche nel tempo, ad ottenere la massimizzazione degli

obiettivi di interesse pubblico.

2. La definizione del Contratto di Partenariato tra CE e SM (necessario per attuare la programmazione dei P.O.) individua obiettivi, budget e relativi indicatori di performance. Tuttavia, non si tiene apparentemente conto del potenziale contributo di possibili soggetti co-finanziatori degli strumenti finanziari (compresa la microfinanza) al confronto bottom-up dal quale possono scaturire gli strumenti finanziari più adatti alle esigenze dei territori. In questo scenario deve essere considerato il ruolo che possono svolgere il sistema

bancario “locale” e quello delle Istituzioni di micro-finanza: se “ultimo anello” di una

catena oppure stakeholder da affiancare e coinvolgere (secondo quali modalità?) nel

processo programmatorio di modalità innovative di sostegno all’avvio di impresa da

parte di soggetti svantaggiati.

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15 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Nonostante la sperimentazione di interventi di programmazione concertata tra soggetti

pubblici, privati e del privato sociale (non profit) nel nostro Paese sia ancora

insufficiente, sarebbe opportuno dare notizia delle pratiche innovative realizzate per

l’inclusione di soggetti svantaggiati e non bancabili attraverso strumenti finanziari

dedicati al microcredito.

3. Il Rapporto annuale del Dipartimento politiche di coesione 20105 riporta i dati (a giugno

2011) relativi alle risorse finanziarie conferite dalle AdG dei vari programmi nazionali e regionali agli interventi di ingegneria finanziaria, rivolti al sostegno alle imprese e allo sviluppo (compreso il ricorso degli strumenti JEREMIE1 e JESSICA2), che ammontano a circa 1.6 miliardi (di cui il 60% circa nell’area Convergenza e il 40% nell’area CRO). Tuttavia, l’effettiva piena operatività di tali strumenti è dimostrata solo per il 50% dei fondi sulla base delle operazioni effettivamente avviate (per es. avvenuta concessione di garanzie alle imprese). Nell’attuale programmazione dei Fondi

strutturali le scelte finanziarie effettuate

dalle Amministrazioni titolari dei programmi

non sembrano essere state dettate da

criteri oggettivi quali la valutazione della

domanda potenziale e l’effettiva capacità di

assorbimento delle risorse da parte delle imprese e dei singoli territori. È necessario far

si che le Amministrazioni riescano a quantificare le risorse necessarie agli strumenti

finanziari, valutando l’efficacia di una gestione degli stessi strumenti da parte di

partnership pubblico-privato.

Domande per il workshop:

1.1) Quali sono le criticità di cui siete a conoscenza sulla proposta di regolamenti dei fondi

strutturali?

1.2) Che suggerimenti e idee avete per migliorare la proposta di Regolamenti dei Fondi

Strutturali per quanto concerne gli Strumenti Finanziari?

5 Rapporto annuale 2010 sugli interventi nelle aree sottoutilizzate, DPS, 2011.

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16 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

1.1 Quali sono le criticità di cui siete a conoscenza sulla proposta di regolamenti dei fondi strutturali?

tempistica di negoziazione;

complessità degli strumenti inadeguatezza degli strumenti rispetto alla realtà locale;

scarsa cultura manageriale (che spesso manca) per poter sfruttare al meglio gli SF

(Strumenti Finanziari);

eccessiva burocrazia;

assenza di governance Regionale per attuare i programmi;

necessità di semplificazione delle procedure e della rendicontazione degli SF;

scarsa capacity bulding in generale;

scarsa attitudine da parte degli operatori pubblici e privati a progettare e gestire con

orientamento al risultato;

assenza di indicatori di risultato ex ante;

necessità di prevedere modalità attuative chiare sin dall’inizio;

non si tiene conto degli intermediari finanziari a monte

difficoltà nell’identificare gli intermediari finanziari per poter partecipare ai bandi

scarso coinvolgimento degli operatori finanziari nella fase di costruzione dei

regolamenti

considerare alto tasso di mortalità delle imprese nella previsione di SF;

eccessiva frammentazione delle azioni;

poco tempo tra approvazione dei regolamenti definitivi e programmazione

operativa;

comunicazione su che cosa è richiesto;

un gap di integrazione tra livello comunitario e livello locale;

scarsa integrazione tra i vari fondi sui sistemi e di ingegneria finanziari;

assenza di pagine illustrative in lingua italiana sugli strumenti finanziari sul sito della

CE destinate ai microimprenditori;

carenza di diffusione dell’informazione sui programmi di microfinanza e

microcredito;

scarsa attenzione alla comunicazione e all’informazione e alla consulenza di primo

livello verso gli operatori privati e pubblici;

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17 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

difficoltà per le PA di trovare co-finanzatori degli SF;

gli strumenti finanziari dovrebbero essere al

servizio della programmazione e non

viceversa;

il massimale definito dall’UE di 25000 euro

per il microcreduto è insufficiente secondo

gli operatori;

necessità del pagamento graduale dei

progetti;

vincolo di mantenere per dieci anni la

destinazione dei fondi: troppo lungo;

la rendicontazione dei costi di gestione deve

essere resa obbligatoria in tutte le Regioni;

occorre saper utilizzare al meglio gli

strumenti di ingegneria finanziaria;

costi di gestione esterna dei fondi;

eccessiva burocratizzazione dei processi

attuativi degli SF nelle Regioni;

gestione del prodotto standard e degli altri prodotti con differenti tempi di

certificazione;

scarsa attenzione alla specificità dei diversi Paesi membri;

maggiore semplificazione di rapporti nell’attuazione dei programmi tra i soggetti

profit e non profit coinvolti;

coesione gestione dei vari fondi;

spesso le garanzie richieste dalle banche per il microcredito sono eccessive;

mancata considerazione dell’apporto che le associazioni femminili possono dare

alle microimprese femminili.

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18 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

1.2 Che suggerimenti e idee avete per migliorare la proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali per quanto concerne gli Strumenti Finanziari?

coinvolgere le associazione di categoria soprattutto delle imprese;

coinvolgimento del settore non profit;

programmazione dal basso, bottom-up;

coinvolgere anche gli investitori privati, e concentrare le risorse per avere un

maggiore effetto leva;

avviare una consultazione pubblica prima della chiusura dei regolamenti;

maggiore coinvolgimento del partenariato economico e sociale finanziario nella

stesura di programmi operativi di fondi strutturali;

coinvolgimento attivo operatori di settore;

consolidare rapporto pubblico privato;

maggiore coinvolgimento enti pubblici privati in fase di programmazione;

prevedere squadra di lavoro banca impresa e professionista;

prevedere interventi di capacity building;

fondi per il mentoring;

destinare una parte dei fondi alla copertura dei costi di accompagnamento;

azione strutturata di capacity building dedicata ai decisori locali;

Prevedere risorse per l’accompagnamento;

creare dei forum permanenti a livello regionale;

raccogliere le buone pratiche delle varie regioni e riproporle a Bruxelles;

diffusione buone pratiche;

intervenire con modifiche al regolamento in direzione di maggiore flessibilità,

valorizzazione delle esperienze esistenti e certezza delle regole dall’inizio;

prevedere in ambito europeo una centralizzazione del monitoraggio per la

valutazione della performance;

coinvolgere e potenziare centri e le reti ufficiali informazione della UE nella fase di

preparazione e in quelle successive di monitoraggio e valutazione;

prevedere riferimento esplicito nei regolamenti;

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19 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

effettuare analisi sulla sopravvivenza delle neo microimprese;

accettare il rischio esplicitamente e non misurare il successo di SF solo con il

rimborso totale dei finanziamenti;

definire delle modalità comuni di rendicontazione dei fondi, cercare uniformità;

integrare l’erogazione finanziaria con assistenza e tutoraggio per i neo imprenditori;

prevedere il collegamento in rete per microimprese nate con microcredito;

istituire un tavolo permanente degli operatori per rafforzare il network;

miglioramento della anticipazione delle risorse per la realizzazione dei progetti e/o

degli investimenti;

prevedere premialità per le forme innovative di attuazione;

incentivare e favorire le amministrazioni che riescono a mobilitare risorse dai

soggetti privati con un meccanismo di premialità;

semplificazione applicata a tutti gli step del processo di programmazione e gestione

dei fondi strutturali con riferimento a SF;

semplificazione modalità di accesso e ampliamento dei beneficiari;

rafforzamento assistenza tecnica non finanziaria e sua remunerazione sui

programmi di microcredito;

modulare gli strumenti sul territorio;

maggiore trasparenza ai programmi di microcredito;

sistemi di controllo più efficaci, meno controlli ma più efficaci;

cumulo con altri strumenti agevolativi per massimizzare i risultati;

diffusione degli obiettivi dei programmi operativi;

aumento soglia comunitaria dei 25000;

rafforzare outreach;

il tavolo permanente dovrebbe anche misurare la congruità tra obiettivi e proposte;

intervento sussidiario del BEI-FE nel caso in cui le autorità di gestione non abbiano

regolamenti sugli strumenti finanziari;

maggiore integrazione tra i vari strumenti agevolativi;

strumenti di misurazione della qualità di risposta ai bisogni forniti dal programma;

assistenza a beneficiario finale nella partecipazione agli strumenti finanziari gestiti

direttamente dalla CE;

strumenti più flessibili, funzionali e rispondenti alle esigenze del mercato locale;

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20 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

ASPETTI EMERGENTI NELLA PRIMA SESSIONE: Progettazione partecipata,

assistenza tecnica, coinvolgimento investitori privati, best practice, capacity

building, semplificazione, informazione, creare reti, integrazione percorso tra

erogazione finanziaria, accompagnamento e monitoraggio, tempistica, certezza

della norma, misurazione risultati, incentivi e premialità, armonizzazione, per

imprese autoimpiego necessaria formazione e tutoraggio.

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21 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

2a Sessione: I programmi europei e la microfinanza: sviluppo e consolidamento nel sistema italiano

EPMF – European Progress Microfinance Facility

Lo strumento di microfinanziamento “PROGRESS” rende i microfinanziamenti più

disponibili a chi ha perso il lavoro e intende avviare una propria impresa o a chi vuole

sviluppare un'impresa esistente, ma non riesce ad ottenere finanziamenti dal settore

bancario tradizionale.

Pubblicato nel 2010, il bando è divenuto operativo nel 2011 a seguito della necessaria

operazione di divulgazione del nuovo strumento. In questo momento sono in corso accordi

tra il Fondo Europeo per gli Investimenti (FEI) ed istituti di microcredito in alcuni Paesi

dell'UE, che sono stati ritenuti validi interlocutori per l’erogazione dei microcrediti. A oggi

sono stati firmati 14 contratti (tra prestiti, garanzie e partecipazioni) in 9 nazioni.

In Italia al momento non è stato ancora firmato alcun contratto, benché il FEI sia già in

contatto con cinque potenziali candidati, tre dei quali sono istituzioni di micro finanza e uno

è una banca di piccole dimensioni. Si prevede che, entro il primo semestre del 2012,

almeno tre di questi cinque candidati firmeranno un contratto con il FEI per un ammontare

complessivo di EUR 15m, che grazie all’effetto di leva delle IMF genereranno microprestiti

per un totale di EUR 25m. Una delle tre Istituzioni di micro finanza con cui il FEI è in

contatto coinvolgerà nel suo progetto tra otto e dieci piccole Istituzioni di micro finanza in

differenti regioni, raggiungendo cosi gran parte del settore in Italia.

JASMINE – Joint Action to Support Microfinance Institutions in Europe

JASMINE (Azione comune a sostegno degli istituti di microfinanza in Europa) migliora la

capacità degli intermediari di microcredito e li aiuta a diventare operatori sostenibili e

redditizi sul mercato del credito.

L’invito a manifestare interesse per la selezione dei Beneficiari JASMINE 2012 è aperto

sul sito web del FEI, fino al 15 aprile 2012. Nel corso della selezione dei beneficiari, sarà

data priorità in ordine cronologico di presentazione delle domande dei beneficiari.

In Italia, due beneficiari sono già stati selezionati: PerMicro nel 2010 e Fondazione Risorsa

Donna nel 2011. L’Italia diventa, così, il quinto paese per numero di beneficiari di

JASMINE dopo la Romania (7), Bulgaria (4), Ungheria (3) e Regno Unito (3).

Nell’ambito dei servizi di supporto offerti da questo Programma, nel 2011 sono stati

organizzati sette workshop JASMINE in Europa, di cui uno a Milano il 25 ottobre 2011

(ospitato dalla Fondazione Giordano dell'Amore) sulla Governance delle istituzioni di

Microfinanza europee.

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22 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

JEREMIE - Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises

JEREMIE (Risorse europee congiunte per le micro, le piccole e le medie imprese)

permette ai paesi dell'UE di utilizzare i fondi strutturali europei a sostegno delle piccole e

microimprese. In alcuni paesi dell'UE, gli intermediari di microcredito beneficiano di

garanzie, prestiti e capitali.

Ad oggi, sono complessivamente 13 i Fondi di

partecipazione gestiti dal FEI a livello europeo, di cui 4

in Italia con le Autorità regionali di Campania, Calabria

e Sicilia (2 mandati).

La Regione Lombardia, ha affidato la gestione del

Fondo Jeremie, alla società regionale Finlombarda

Spa.

Tre dei cinque Fondi di Partecipazione italiani offrono

strumenti a supporto della micro finanza e della

finanza sociale di cui soltanto due sono rivolti

specificatamente al microcredito.

L’obiettivo è sostenere la crescita e la competitività del

sistema imprenditoriale regionale, con riferimento al

target della micro impresa, dell’impresa sociale in

senso lato, ovvero, sia attività imprenditoriali in settori

afferenti alle politiche sociali sia imprese poste in

essere da soggetti svantaggiati o a rischio di esclusione sociale.

Ad oggi il FEI ha pubblicato 4 manifestazioni di interesse per la selezione degli

intermediari finanziari, singoli o consorziati con organizzazioni o associazioni del terzo

settore, interessati a erogare microprestiti in Sicilia e in Campania. A fronte di 13

candidature ricevute, il FEI ha già pre-selezionato 6 IMF con cui sono in corso le

negoziazioni contrattuali.

Dal 1 dicembre 2011 Unicredit è già operativo in Sicilia per la concessione di micro -

prestiti fino a EUR 25.000, per complessivi EUR 16,2 m, a favore delle micro aziende

siciliane.

In Lombardia sono state selezionati in due diverse procedure: UBI Banca popolare di

Bergamo e Federazione Lombarda delle BCC JEREMIE nella prima e Banca Popolare di

Sondrio S.c.p.a; Banca Popolare Etica S.c.p.a; UBI Banca Popolare di Bergamo S.p.A.

Le risorse messe a bando ammontano complessivamente a EUR 31,5 m (a valere sia su

fondi FESR che FSE) con un obbligo minimo di co-finanziamento delle operazioni da parte

degli stessi intermediari che varia tra il 30% e 50%. Grazie all’effetto di leva gli intermediari

finanziari prescelti genereranno microprestiti per un totale di circa EUR 45m.

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23 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Temi di riflessione

L’analisi delle criticità/difficoltà segnalate dai diversi stakeholder coinvolti nei programmi

citati, non può prescindere dalle differenti prospettive con cui essi partecipano al processo

di attivazione dei Programmi. Diversità determinate per esempio dal ruolo che ciascuno di

essi ricopre, dalla propria missione o dagli obbiettivi sociali perseguiti.

Mentre il FEI, ha sottolineato il buon successo dei Programmi presi in considerazione, pur

riscontrando una effettiva difficoltà in merito alla partecipazione degli istituti di

microfinanza, questi ultimi, in effetti, percepiscono alcuni dei programmi come

scarsamente adeguati a rispondere alle esigenze del loro settore.

Nel caso di Jeremie, i requisiti richiesti nei bandi di selezione degli intermediari finanziari e

le dimensioni delle IMF nazionali, dal punto di vista tecnico, organizzativo e finanziario,

hanno favorito, almeno inizialmente, la selezione di istituti di credito bancari che vantano

un rating più elevato ed una maggiore distribuzione territoriale.

Il FEI riscontra un’eccessiva frammentazione del mondo microfinanziario italiano e

una particolare debolezza delle IMF nazionali. Particolare accento è stato posto,

inoltre, sulla necessità di dare attuazione all’ultima riforma del TUB del 19/09/2010,

che offre l’ingresso ad un maggior numero di IMF al settore dell’erogazione del

credito, condizione imprescindibile, quella dell’erogazione, per poter ricoprire il ruolo

di intermediario finanziario.

Le IMF ritengono sia il rating che le condizioni finanziarie richieste dai bandi

proposti fino ad ora, difficilmente sostenibili per le loro dimensioni. Il settore della

microfinanza in Italia, è ancora fortemente dipendente da fonti finanziarie esterne,

sia per quanto riguarda la copertura dei costi operativi e finanziari, che per

l’approvvigionamento finanziario. La quota massima del 4% prevista per le

commissioni di gestione, non sarebbe considerato dalle IMF sufficientemente

remunerativo a meno di non poter applicare un elevato tasso di interesse sui crediti

erogati, tasso che viene al contrario mantenuto basso o di poter ricevere sostegno

economico da parte pubblica sia essa comunitaria o nazionale.

Le autorità di gestione regionali riscontrano, una eccessiva burocraticità e di

conseguenza lentezza nell’attivazione di questo programma. Dalla sottoscrizione

dell’accordo generale alla prime pratiche di finanziamento possono trascorrere

anche 2 anni. Altra barriera è costituita dalla lentezza nelle decisioni. La

governance costituita per la gestione del Programma appare essere

eccessivamente burocratica e pertanto questo comporta un appesantimento nei

processi decisionali. Infine è da mettere in evidenza i costi di commissione

dell’intervento del FEI previsti nelle normative regolamentari. Essi appaiono elevati

in considerazione del ruolo e della tempistica cui si faceva riferimento.

Page 24: Rapporto Finale del Workshop Tecnico · 1.2 Che suggerimenti e idee avete per migliorare la proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali ... attraverso il supporto tecnologico di

24 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Analogo discorso può essere riferito anche a Progress Microfinance, almeno per quanto

riguarda le IMF ed il FEI, ma l’assenza di dati definitivi in merito alla selezione degli

intermediari finanziari, ancora in corso, rende più difficoltoso sviluppare un’analisi

approfondita. È certo che come per Jeremie, le ridotte dimensioni delle IMF e la loro

difficoltà all’erogazione del credito possono riprodurre la medesima barriera all’accesso.

Anche in questo caso, la competizione tra IMF e istituti di credito bancari rischia di

previlegiare questi ultimi o le loro branches di microfinanza che dispongono di una

maggiore capacità finanziaria e operativa nonché una più diffusa distribuzione geografica.

Il Programma Jasmine, ha realizzato in Italia, secondo il FEI, il suo maggior successo,

almeno se paragonato agli altri paesi europei. Certamente anche in questo caso una

maggiore strutturazione delle IMF nazionali, anche dal punto di vista dell’organizzazione

tecnica, potrebbe portare nella nuova programmazione risultati ancora più incoraggianti.

Alcuni operatori hanno segnalato la necessità di presentare la richiesta di partecipazione

in lingua inglese, come un potenziale impedimento.

Domande per il workshop:

2.1) Quali sono le criticità di cui siete a conoscenza, anche rispetto a quelle segnalate, in

merito ai programmi europei e la micro finanza applicati al sistema italiano?

2.2.) Che proposte e idee avete per migliorare, sviluppare e consolidare il sistema italiano

del microcredito e micro finanza attraverso i programmi europei?

2.1 Quali sono le criticità di cui siete a conoscenza, anche rispetto a quelle segnalate, in merito ai programmi europei e la micro finanza applicati al sistema italiano?

scarsa informazione;

sostenibilità come criterio di accesso di tipo bancario;

mancanza di un contact point nazionale di riferimento sui programmi di MF

comunitari;

scarsa informazione;

scarsa conoscenza dei programmi;

formare facilitatori locali;

migliorare l’informazione sulla esistenza dei bandi per i potenziali beneficiari finali;

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25 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

scarso coinvolgimento del credito locale e IMF locale;

difficoltà per il micro imprenditore di trovare operatori competenti informati;

scarsa conoscenza dei programmi di microfinanza comunitari a livello locale;

eccessiva frammentazione e debolezze delle IMF;

elevati ritardi dei decreti attuativi;

assenza di una legislazione unica;

difficoltà di accesso al fondo da parte dei potenziali beneficiari;

rallentamento dovuto alla esplicitazione tardiva di regole e modalità attuative;

difficoltà del sistema bancario di riconoscere l’importanza di queste iniziative per cui

rallentano l’istruttoria di concessione...diversi mesi;

eccessiva rigidità dei requisiti richiesti agli intermediari finanziari;

eccessiva burocrazia;

scarsa predisposizione degli istituti di credito a utilizzare Jeremie;

difficoltà per gli intermediari di rispondere ai bandi;

necessità di pervenire all più presto ad una regolamentazione sull’erogazione del

microcredito TUB (Testo Unico Bancario);

criteri di selezione degli intermediari troppo rigidi;

tasso per il microcredito non può essere 0%;

tassi di interesse troppo bassi per la sostenibilità delle IMF;

costi troppo alti per i beneficiari finali in relazione alle spese di gestione;

elevati costi di estinzione;

incapacità delle banche di fare microfinanza vera;

lontananza banche dal territorio;

difficoltà dell’intermediario finanziario a mantenere la compliance con le norme

comunitarie;

i volumi e la sostenibilità inadeguati alla realtà territoriale;

scarso coinvolgimento dei confidi;

sistemi del controllo inadeguati rispetto alla strumentazione attivata, ad esempio nel

FSE;

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26 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

2.2 Che proposte e idee avete per migliorare, sviluppare e consolidare il sistema italiano del microcredito e micro finanza attraverso i programmi europei?

costituire una rete di istituti di microfinanza per consolidare il sistema;

istituzionalizzare il networking es. un social network del microcredito,

creare reti di filiera tra le micro imprese per supporto peer to peer;

Integrazione dei programmi comunitari con programmi nazionali;

Un ruolo più incisivo dell’Ente nazionale nella diffusione delle migliori pratiche;

velocizzare i processi;

previsione di penali nei contratti per velocizzare l’erogazione crediti;

intervento sull’intermediario finanziario per velocizzare la gestione delle pratiche;

semplificare i criteri di selezione degli intermediari finanziari;

istituire una banca unica nazionale per il microcredito;

completare rapidamente il quadro normativo italiano;

migliorare la normativa per la gestione dei fondi di garanzia,

rafforzare la valutazione di efficacia degli interventi;

regolamentare l’erogazione;

introdurre degli indicatori che valutano le performance specifiche del microcredito

erogato dalle banche;

bandi aperti per periodi più lunghi e poi valutazioni ed erogazioni rapide;

coordinamento tra le normative fiscali amministrative e finanziarie;

ridurre gli oneri accessori richiesti dall’intermediario finanziario al beneficiario (es.

garanzie);

chiarire il concetto di microcredito e microfinanza a livello europeo e negli stati

membri

standardizzare le procedure di gestione della domanda

definire linee guida e protocolli di attuazione più omogenei sia a livello nazionale

che europeo;

criteri di sostenibilità diversi da quelli bancari adatti al microcredito sociale ed

impresa;

trasformare microcredito in strumento di sviluppo sostenibile;

informazione competente e diffusa a livello nazionale e locale a cui

microimprenditori possano accedere con facilità;;

ottimizzare la comunicazione

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27 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

utilizzo degli strumenti informatici interattivi es. comunità virtuale;

sdoganare la informazione dagli ambiti specialistici;

attivare momenti informativi e formativi all’interno delle università;

far conoscere la rete di operatori esistenti in Italia;

formare operatori;

rendere stabile l’accompagnamento nei

confronti dei soggetti che accedono al

credito,

istituire un albo di volontari ex bancari

disposti ad affiancare gratuitamente le

MFI;

recuperare e diffondere le buone

pratiche di microcredito nell’ambito dei

programmi UE;

dare maggiore fiducia in questo periodo

di recessione;

sviluppare prodotti finanziari innovativi, adeguati e adattabili ai contesti;

accompagnamento delle IMF (istituzioni di microfinanza);

differenziare forme di garanzie;

integrare con fondi regionali la assistenza ai beneficiari alla predisposizione della

domanda del bando;

migliorare la definizione dei target, in particolare nei casi di categorie svantaggiate;

adeguare monitoraggio e controllo e valutazione a strumenti attivabili con il

microcredito;

coinvolgere ABI nella attività di sensibilizzazione su MC;

ASPETTI EMERGENTI NELLA SECONDA SESSIONE: Informazione,

razionalizzazione, chiarezza nella regolamentazione, coinvolgimento università,

fare rete, formazione, standardizzazione processi, controllo monitoraggio

valutazione strumenti, integrazione con la programmazione regionale, riduzione

tempi, semplificazione, riduzione dei costi, comunicazione, albo volontari

microcredito, messa in rete e utilizzo reti operatori, esistenti, differenziare forme di

garanzia rispetto a quelle previste, adozione criteri sostenibilità diversi rispetto a

quelli delle banche.

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28 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

3a Sessione: La Capacity Building nella Pubblica Amministrazione a sostegno dei Programmi di sviluppo

Nonostante venga utilizzato sempre più frequentemente, il termine capacity building

difficilmente trova una definizione chiara.

Negli ultimi tre anni, i governi di tutta Europa hanno dovuto affrontare crescenti pressioni

sulle finanze pubbliche derivanti dalla necessità di stabilizzare il settore dei servizi

finanziari. Questo ha fatto si che si avviasse una riflessione sul modo in cui i servizi

pubblici vengono erogati, nonché sullo scopo e sulla natura dei servizi che devono essere

forniti dalle pubbliche amministrazioni. Si è inoltre evidenziata la necessità di stabilire degli

strumenti di misurazione precisi e orientati ai servizi in modo da garantire che le scarse

risorse attualmente disponibili per il settore pubblico, vengano utilizzate in modo efficace.

In questo contesto la capacity building è stata identificata come strumento di assistenza

alle istituzioni e alle organizzazioni finalizzato a migliorarne l’ affidabilità finanziaria e a

rafforzarne le capacità di intervento autonomo. Si fa dunque riferimento a forme di

assistenza offerte alle persone e alle organizzazioni, che hanno bisogno di sviluppare

certe abilità o competenze o, in generale, di far crescere le proprie prestazioni. Ciò

potrebbe indirizzare la riflessione a sottendere l’idea che la capacity building si

sovrapponga al concetto tradizionale di formazione. In realtà non si tratta solo di rafforzare

le competenze delle risorse umane per la programmazione e gestione dei Fondi, ma di

costruire strutture amministrative e organizzative in grado di garantire efficaci sistemi di

gestione e di partecipazione degli attori rilevanti nei diversi ambiti di policy.

Una delle differenze dunque tra i meccanismi di apprendimento denominati generalmente

“formazione” sta nel fatto che quest’ultima incide sulle competenze degli individui senza

tuttavia evidenziarne le potenzialità di agire .

Nel campo delle politiche di coesione ad esempio il fondo Sociale Europeo 2007-2013

prevede finanziamenti atti al rafforzamento della capacità istituzionale al fine di innalzare

la qualità della vita dei cittadini, migliorando la qualità dei servizi, le opportunità per le

imprese e la produttività del lavoro.

“I programmi di sviluppo hanno bisogno di organizzazioni pubbliche capaci di garantire la

competizione dei mercati, di realizzare reti di servizi ed infrastrutture, di assicurare

standard di qualità nei servizi pubblici, di valutare e selezionare le migliori idee progettuali,

di gestire e monitorare l’implementazione degli interventi. “(Barca 2000).

La capacity building influisce dunque sui contesti organizzativi e sui sistemi che

condizionano, appunto, l’azione. Di fatto si riscontra un crescente interesse da parte delle

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29 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

organizzazioni internazionali e locali ad elaborare strumenti complessi che permettano loro

di ottimizzare gli strumenti finanziari a loro disposizione per definire nuove strategie e

rafforzare la loro visione. La capacity bulding e lo sviluppo di nuovi sistemi di gestione

pubblica sono dunque fondamentali e necessari per rafforzare la capacità di generare

metodologie, strategie e azioni per assistere le organizzazioni del settore pubblico e

privato, le comunità e gli individui. Migliorare le prestazioni nella progettazione e nella

fornitura di una vasta gamma di programmi di

assistenza ha richiesto e richiederà in futuro una

leadership rafforzata da parte dei funzionari

pubblici, una maggiore responsabilizzazione dei

dirigenti ed una forte attenzione all’ integrità della

governance delle istituzioni economiche e sociali. I

recenti avvenimenti dimostrano chiaramente che lo

sviluppo della capacity building deve essere

basato su una più chiara consapevolezza della

complessità delle economie globali e sulla la

necessità di strategie coordinate con cura e di approcci innovativi che consentano di far

fronte alle nuove sfide . La capacity building ha guadagnato dunque un posto di rilievo

nelle politiche di coesione e sviluppo, come attesta la richiesta della Commissione

Europea agli Stati membri di elaborare proprie strategie nazionali, valutando

«sistematicamente in che misura una pubblica amministrazione più efficiente,

responsabile e trasparente possa contribuire a migliorare la produttività». Dalla definizione

emerge come la capacità riguardi quell’insieme di fattori e condizioni che permettono che i

governi elaborino ed effettuino i programmi con le prestazioni migliori.

E’ difficile stabilire una soglia quantitativa al di là della quale si possa concretizzare un

significativo processo di produzione di beni pubblici. Si può però tentare un’operazione

contraria e, cioè, provare a definire alcuni ostacoli che impediscono ad un sistema di

essere efficace. Ad esempio, l’inadeguatezza del capitale umano (in termini quantitativi e

qualitativi) è senza dubbio uno dei fattori più limitanti la capacità istituzionale,

organizzativa e competitiva, insieme alla scarsa propensione alla cooperazione e

all’inadeguatezza delle strutture. Questi gap strutturali, poi, producono a cascata un’altra

serie di limitazioni, ad esempio, della capacità progettuale, della capacità di monitorare gli

interventi e di valutarne gli effetti.

L'efficacia allora dipende dalla capacità dell'ente erogatore di rispondere alle esigenze dei

vari attori del sistema finanziario in modo collaborativo, evitando sovra-finanziamenti o

sovrapposizioni di qualsiasi tipo con altre iniziative. Ad ogni livello della Pubblica

Amministrazione, questo significa ottenere una mappatura completa delle realtà esistenti

per poter identificare e costruire solidi network all’interno dei quali punti di forza

complementari trovino la loro naturale sede.

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30 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Numerosi studi negli ultimi anni hanno identificato cinque elementi che contribuiscono a

definire l’efficacia di un organismo nell’applicare le buone pratiche alle operazioni di

microfinanza, consentendo in tal modo un impatto maggiore sui beneficiari. Da alcune

valutazioni inter pares è emerso che un livello minimo di prestazioni anche solo in uno dei

cinque elementi di efficacia può rivelarsi critico per il buon esito finale delle operazioni di

microcerdito. Gli elementi di cui sopra possono essere riassunti in cinque categorie:

Chiarezza strategica e coerenza: Tutti gli stakheolder implicati in progetti di microcredito devono stabilire con chiarezza la propria “mission” e in relazione ad essa conseguire risultati coerenti.

Capacità tecnica degli operatori: Esiste un legame diretto tra le amministrazioni e le organizzazioni i cui operatori possiedono una solida preparazione tecnica sulle tematiche relative al microcredito e la qualità dei servizi offerti in questo stesso ambito.

Responsabilità dei risultati: La mancata trasparenza circa i risultati dei programmi di microcredito può inficiare fortemente l’efficacia con cui le Amministrazioni e le organizzazioni operano. Può verificarsi, specialmente a livello centrale, che non si abbia una panoramica completa sugli investimenti fatti e sui risultati che si sono ottenuti. Ciò limita fortemente la capacità di prendere decisioni valide rispetto al continuare, ampliare, cessare, o replicare i programmi.

Conoscenze sulla gestione: Imparare dai propri errori e diffondere i successi ottenuti è in generale una buona pratica che le amministrazioni e le organizzazioni dovrebbero implementare anche al fine di facilitare le procedure di monitoraggio e valutazione.

Strumenti appropriati: molti programmi di microcredito mostrano risultati migliori se l'ente erogatore è in grado di lavorare direttamente con il settore privato attraverso una serie di strumenti diversi.

La conoscenza dei meccanismi per realizzare partnership efficaci tra il settore pubblico e

quello privato dovrebbe rappresentare una priorità all’interno delle diverse esigenze di

formazione di tutti gli stakeholder coinvolti.

Ad esempio, il processo decisionale decentrato, unito ad una solida competenza tecnica,

risulta fondamentale per le operazioni di microfinanza che richiedono un dialogo costante

tra gli attori istituzionali ad ogni livello coinvolti nei processi di decision making.

Temi di riflessione

Il Fondo Sociale Europeo attraverso i Piani Operativi Nazionali prevede, tra gli assi

prioritari d'intervento, azioni di supporto della capacity building volte al conseguimento

degli obiettivi europei. La Pubblica Amministrazione è chiamata dunque, a tutti i livelli, ad

elaborare piani di formazione che rispondano da un alto all'esigenza di aggiornamento e

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31 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

di innalzamento delle competenze individuali, dall' altro alla creazione di nuovi ambiti di

competenza.

Tra questi, la gestione di strumenti finanziari quali il Microcredito, strumento di ancora

giovane sviluppo nel Paese, implica che tutti gli attori coinvolti possano non solo

conoscere e condividere i risultati raggiunti ma allo stesso tempo pensare nuovi strumenti

che rispondano alle esigenze del territorio. Fornire formazione specifica in modo che il

personale impiegato su progetti di microfinanza sia aggiornato tanto sulla scenario

nazionale quanto su quello Europeo e possa servire da volano per la creazione di nuovi

servizi per i programmi di microcredito, rappresenta solo una parte di un progetto di più

ampio respiro all'interno del quale le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero poter

elaborare ed attuare strumenti propri.

Già durante il ciclo di programmazione 2000-2006 la Commissione europea aveva

intrapreso un’ intensa azione di promozione della cultura della valutazione dell’impatto dei

Fondi Strutturali.

Interventi di capacity building sono al centro della Dichiarazione di Parigi del 2005,

sull'effettività degli aiuti allo sviluppo che privilegia la ownership dei processi, in base alla

quale i paese beneficiari devono essere dotati di una propria strategia d'azione, gli

interventi devono essere allineati alle priorità da essi fissate e gli strumenti di valutazione

devono essere utilizzati in modo sistematico.

In Italia, la valutazione della performance, anche a seguito della Legge 15/2009, è ormai

prassi diffusa nelle Pubbliche Amministrazioni mentre i programmi di Microcredito, per la

loro giovane esperienza, risultano ancora un insieme eterogeneo.

Attente procedure di monitoraggio e valutazione permetterebbero una mappatura esatta

delle diverse realtà attive a livello locale e dei risultati conseguiti. Il rafforzato dialogo tra gli

stakeholder rappresenta una grande opportunità per la diffusione e la fruibilità del

microcredito in Italia oltre ad offrire la possibilità di una maggiore visibilità dei risultati.

Domande per il workshop:

3.1) Quali sono le principali criticità da evidenziare rispetto alla capacity building della PA

a sostegno dello sviluppo dei programmi di microcredito e microfinanza?

3.2) Quali proposte avete per sviluppare e consolidare la capacity building della PA a

sostegno dello sviluppo dei programmi di microcredito e microfinanza?

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32 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

3.1 Quali sono le principali criticità da evidenziare rispetto alla capacity building della PA a sostegno dello sviluppo dei programmi di microcredito e microfinanza?

scarsa analisi dei processi;

carente chiarezza negli obiettivi;

assenza di settori dedicati alla microfinanza dedicata alla PA;

definizione degli indicatori di valutazione;

utilizzo strumentale dello strumento rispetto alle finalità social;

mancanza di coordinamento tra programmi centralizzati europei e POR;

mancanza di norme specifiche;

contraddizioni tra politiche UE e vincoli posti dal patto interno di stabilità;

manca standardizzazione a livello regionale,

lentezza, burocrazia e contraddizione tra possibili livelli di competenza;

competenze disomogenee all’interno della PA;

mancanza di competenze;

scarsa sensibilità della PA a farsi carico di iniziative a supporto della capacity building;

le PA e soprattutto nelle regioni aumentare la formazione e garantirne la continuità;

deficit di competenze tecniche da parte della PA;

rafforzare competenze strategiche nella Regione lasciando le competenze operative al privato no profit;

Controllo e verifica del azione di capacity building;

difficoltà di attivare risorse private;

mancanza di governance di processo tra gli stakeholder;

mancanza di contatto tra le PA e gli operatori del microcredito;

scarsa capacita di networking;

Maggiore coinvolgimento degli stakeholder;

carenza di una cultura di programmazione pluriennale;

scarsa conoscenza;

scarsa comprensione del valore della microfinanza come strumento di welfare;

assenza di iniziative che favoriscano la capacità di gestire progetti di MC;

poca diffusione della conoscenza;

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33 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

3.2. Quali proposte avete per sviluppare e consolidare la capacity building della PA a sostegno dello sviluppo dei programmi di microcredito e microfinanza?

formazione, formazione, formazione;

centro di formazione per tutte le regioni;

creazione di esperti in mc;

formazione continua;

massiccio intervento di sviluppo di competenze per tutti gli operatori della filiera;

formazione sulla gestione finanziaria e controlli;

interventi di coaching per gli operatori;

Creazione di una task forse trasversale all’interno della PA;

dare continuità e garantire specializzazione all’azione della PA;

formare specifiche competenze all’interno degli URP;

help desk europeo gestito a livello nazionale a supporto delle PA;

diffusione delle best practice nelle regioni;

creazione di uffici regionale per mc;

cabina di regia nazionale e interregionale per condividere le best practice;

fare audit;

definizione dei processi e delle regole che sovraintendono l’erogazione del credito;

coinvolgimento delle imf nella progettazione regionale;

tavoli di confronto tra amministrazioni e soggetti economici finanziari e sociali locali

del territorio;

le PA potrebbero sostenere un social network tra imf;

creazioni di wiki di conoscenze;

adozione di metodiche di diffusione della conoscenza a livello di cittadinanza;

Incontri della PA con reti nazionali e locali;

valutazione in itinere e finale sulla base di specifici indicatori;

introduzione nella valutazione della performance della PA la conoscenza della

capacita istituzionale sulla MF;

analisi dei fabbisogni di crescita e sviluppo degli operatori;

introdurre la microfinanza come strumento di welfare;

rafforzare network tra PA banche e microimprenditori;

creare relazioni e legami tra assessorati regionali per valorizzare la micro finanza;

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34 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

creazione di banche dati informative sul microcredito coinvolgendo tutti gli operatori

del settore sia pubblici che privati;

evitare interventi a pioggia;

attivare una funzione specifica dedicata alla promozione di progetti di MC in ogni

amministrazione regionale;

strumenti per il risultato dell’impatto;

processi informativi e formativi multi livello top down;

obbligare le banche a destinare parte degli utili a supporto del microcredito;

organizzazione dell’informazione in maniera organica ed unitaria;

valorizzare il ruolo degli enti no profit specie per i progetti volti alla concessione del

credito sociale;

un portale di autoformazione sulla microfinanza rivolto alla PA;

strutture di coordinamento ed interfaccia tra PA e operatori MC;

implementazione degli strumenti informatici innovativi nella fase di gestione delle

attività;

cloud sulla microfinanza per la PA;

armonizzare i tempi di programmazione ai diversi livelli comunitari regionali

nazionali;

ASPETTI EMERGENTI NELLA TERZA SESSIONE: sviluppo delle competenze su

tutti i livelli della filiera, formazione e creazione di esperti su microcredito,

coordinamento tra PA, banche,

microimprenditori; creare wiki social

network e strumenti telematici; uso

URP; funzioni e uffici e assetti

organizzativi sul MC, raccordo con il

testo unico (definizioni nuova

normativa nazionale), cloud portale

di autoformazione per PA; estendere

informazione anche a tutti i soggetti

MC (Anche assoc cat..), banche dati,

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35 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Restituzione dei risultati del workshop interattivo Giovanni Nicola Pes - Ente Nazionale per il Microcredito

Fondi strutturali 2014-2020 e microfinanza per l’inclusione sociale La proposta di Regolamenti dei Fondi strutturali 2014-2020 mira al conseguimento dei tre obiettivi prioritari della Strategia EU 2020: crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Uno dei “Negotiations’ Block” attivati sulla proposta di Regolamenti è dedicato agli STRUMENTI FINANZIARI. In relazione alla priorità della CRESCITA INCLUSIVA il Regolamento del FSE prevede che il fondo possa finanziare STRUMENTI FINANZIARI caratterizzati dalla rotatività:

a sostegno dei propri obiettivi di inclusione attiva dei soggetti svantaggiati anche come forma di lotta alla povertà (risk sharing, capitali propri e crediti, fondi di garanzia, fondi partecipazione e fondi prestiti);

a sostegno dell’accesso degli Enti pubblici e privati al mercato di capitali per favorire l’attuazione di politiche e azioni del FSE (garanzie di sostegno alle politiche);

CRITICITA’

Carenza di coordinamento nella programmazione degli Strumenti finanziari;

Mancanza di sensibilità nelle proposte di Regolamenti sulle specificità nazionali;

Mancata previsione del coinvolgimento degli attori locali nella predisposizione della Programmazione 2014-2020 (con riferimento alla Microfinanza e strumenti finanziari in genere);

Scarsa consapevolezza nelle istituzioni che programmano strumenti finanziari della valenza inclusiva del microcredito;

PROPOSTE

Coinvolgimento ai vari livelli istituzionali degli attori interessati alla programmazione e attuazione degli strumenti finanziari (valorizzazione delle competenze eventualmente già presenti negli SM);

Avanzare nel Negotiation Block sugli Strumenti finanziari una richiesta di attenzione nei Regolamenti alle specificità dei settori della microfinanza nei diversi SM (es. Tassi di interesse, supporto al mentoring, caratteristiche delle IMF italiane, ecc.);

Creazione di tavoli a livello locale per la programmazione bottom up degli strumenti finanziari;

Creazione di reti tra istituzioni e operatori della microfinanza per favorire la consapevolezza delle potenzialità degli strumenti finanziari in chiave inclusiva e il loro importante contributo al miglioramento dell’efficienza ed efficacia delle politiche di welfare;

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36 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Programmi europei dedicati alla microfinanza A fronte di un’insufficiente offerta di microcredito rispetto ad una richiesta crescente, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di favorire lo sviluppo del settore per contribuire alla crescita economica e alla creazione di nuova occupazione. In quest’ottica sono nati diversi Programmi comunitari volti a sostenere da un lato il sistema dell’offerta (Jasmine) dall’altro il rafforzamento d’impresa (Jeremie) e, infine, l’occupazione di soggetti in particolari condizioni di svantaggio (Progress microfinance).

CRITICITA’

REQUISITI richiesti agli Intermediari Finanziari sono INSOSTENIBILI per le IMF

eccessiva frammentazione e debolezza delle IMF

tassi di interesse troppo bassi per la sostenibilità delle IMF vs carenza risorse per attività di sviluppo

ritardo dei decreti attuativi del T.U.B.

scarsa predisposizione degli istituti di credito a partecipare alla realizzazione di JEREMIE

scarsa informazione nei confronti dei beneficiari e delle IMF

PROPOSTE

Realizzare una federazione di istituti di microfinanza per consolidare il sistema

completare rapidamente il quadro normativo italiano

misurare la performance degli operatori e programmi attraverso appositi indicatori

rafforzare la diffusione delle migliori pratiche

trasformare microcredito quale strumento di sviluppo sostenibile e di welfare

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37 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Capacity Building La CAPACITY BUILDING è lo strumento di assistenza alle Pubbliche Amministrazioni e alle Istituzioni in generale, finalizzato a MIGLIORARE l’affidabilità finanziaria e a rafforzarne le capacità di intervento autonomo. È parte di un insieme complesso di strumenti volti a sviluppare abilità e competenze della PA e a migliorare la qualità dei servizi offerti. Il FSE sostiene attraverso i Piani Operativi Nazionali e delle Regioni dell’Obiettivo Convergenza AZIONI di SUPPORTO della CAPACITA’ ISTITUZIONALE delle PA volte al conseguimento degli OBIETTIVI EUROPEI di crescita, occupazione e inclusione sociale.

CRITICITA’

vincoli determinati dal patto di stabilità per le PA che intendono programmare SF a valere su risorse istituzionali;

manca standardizzazione a livello regionale(processi e modelli); competenze disomogenee all’interno della PA; eccessiva burocrazia e contraddizione tra livelli di competenza (governance degli

SF a livello locale); mancanza di una cultura della valutazione e del monitoraggio; scarsa capacità di networking tra PA;

PROPOSTE

Attivazione di funzioni dedicate nelle amministrazioni regionali (costituzione di centri di coordinamento tra assessorati);

Investimento nelle competenze del personale dedicato, per condividere il linguaggio tecnico,il know-how,armonizzare le competenze;

Investimento nelle competenze per creare reti (orizzontali e verticali); Formazione utilizzando le nuove tecnologie (es. Portale o Cloud della microfinanza

per le P.A.);

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38 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

CONSULTAZIONE PUBBLICA: PRIME EVIDENZE, PROPOSTE DI POLICY E AZIONI

Il presente capitolo sintetizza gli output del workshop “Microimpresa e inclusione sociale.

Criticità e proposte per il sistema del Microcredito in Italia”. Al workshop ha partecipato un

numero ristretto di 90 persone (operatori del settore, a livello dirigenziale, rappresentanti

delle Istituzioni europee, centrali e locali, delle banche, degli istituti di microfinanza, del no-

profit) che attraverso metodi partecipativi, facendo uso di strumenti tecnologici, sono state

chiamate a dibattere attorno ai tre temi riportati di seguito:

- La proposta di Regolamenti dei Fondi Strutturali 2014-2020: attuazione degli

strumenti di ingegneria finanziaria per l’inclusione sociale;

- I programmi europei e la microfinanza: sviluppo e consolidamento nel sistema

italiano;

- La Capacity Building nella Pubblica Amministrazione a sostegno dei Programmi di

sviluppo.

A seguito delle relazioni tecniche illustrate dagli esperti dell’Ente Nazionale per il

Microcredito, per ciascuno dei temi loro sottoposti, i partecipanti hanno evidenziato diverse

criticità e avanzato delle proposte tese a superare le stesse criticità.

I risultati della consultazione sono stati illustrati al termine della giornata seminariale.

Successivamente, gli uffici dell’Ente Nazionale per il Microcredito hanno approfondito

l’elaborazione di tali risultati, traendone delle proposte di policy. Tali proposte si esplicano

in precise azioni attraverso cui l’Ente Nazionale per il Microcredito, quale “Centro

nazionale di competenza in materia di microfinanza” è chiamato a creare un ambiente più

confacente allo sviluppo di una microfinanza italiana d’eccellenza. Alcune delle azioni

proposte potranno essere realizzate dall’Ente in via diretta, altre dovranno essere

promosse dall’Ente presso le istituzioni a cui spetta l’attuazione o con le quali si rende

necessaria una partnership finalizzata alla realizzazione delle stesse azioni.

Di seguito sono illustrate, per ciascuno dei tre temi trattati, delle brevi sintesi sulle

evidenze emerse, le relative proposte di policy e le azioni che dovranno essere realizzate.

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39 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

a. LA PROPOSTA DI REGOLAMENTI DEI FONDI STRUTTURALI 2014-2020:

ATTUAZIONE DEGLI STRUMENTI DI INGEGNERIA FINANZIARIA PER L’INCLUSIONE

SOCIALE

Prime evidenze

I tavoli di lavoro hanno risposto alle sollecitazioni del facilitatore proponendo le risposte (riportate

nel presente rapporto) ai due quesiti posti dal relatore tecnico. Dall’insieme delle risposte/proposte

è possibile ricavare alcune indicazioni per i decisori e gli operatori del settore, siano essi le

istituzioni nazionali, regionali e comunitarie oppure gli operatori sociali ed economici dei territori. Si

riscontra in generale un’ancora carente conoscenza delle proposte di Regolamenti comunitari per il

periodo di programmazione 2014-2020 almeno in relazione al tema specifico degli strumenti

finanziari.

Ciò nonostante alcuni suggerimenti vanno in direzione di un maggiore coordinamento tra i vari

livelli amministrativi coinvolti nel processo di negoziazione sul tema “Strumenti finanziari” affinché

si porti avanti nei “Negotiations’ Blocks” la richiesta di una maggiore attenzione nei Regolamenti e

nei programmi operativi alle specificità nazionali. Secondo i partecipanti al Workshop tecnico la

conoscenza del microcredito e della sua valenza inclusiva non è ancora sufficientemente diffusa

nelle istituzioni che programmano, e che programmeranno, l’uso di strumenti finanziari a valere sui

Fondi strutturali. Se nelle istituzioni pubbliche è ancora carente questa consapevolezza e

preparazione, le indicazioni dei partecipanti circa gli operatori tecnici del settore evidenziano

soprattutto lo scollamento esistente tra il settore del credito tradizionale, che non ha fatto propri in

generale gli obiettivi della microfinanza, e le istituzioni di microfinanza che al contrario possiedono

la conoscenza adeguata del sistema del microcredito e degli strumenti di accompagnamento che

devono essere messi in atto a sostegno di coloro che accedono a microcrediti, ma non possono a

tutt’oggi erogare direttamente crediti.

Per tutti gli attori citati, dalle risposte dei partecipanti al Workshop si delinea la richiesta di un

maggiore coinvolgimento nelle fasi di negoziazione relative ai Regolamenti comunitari dei Fondi

strutturali e, successivamente, nella predisposizione dei documenti di programmazione (programmi

operativi) e nella fase attuativa della programmazione 2014-2020. Tale coinvolgimento dovrebbe

essere garantito nella prima fase da tavoli di lavoro/Reti a livello locale che raccolti i suggerimenti a

livello locale li trasmettano ai soggetti deputati alla negoziazione (Amministrazioni centrali e

regionali), quindi, nella fase di elaborazione dei programmi operativi, è ipotizzato un

coinvolgimento di tipo consultivo affinché i programmi riflettano le necessità dei soggetti economici

e sociali che sarebbero interessati dall’attivazione di eventuali strumenti d’ingegneria finanziaria

(microfinanza e microcredito). Infine, nella fase di attuazione degli strumenti finanziari previsti dai

programmi operativi è previsto un ruolo attivo dei sistemi del credito tradizionale, delle istituzioni di

microfinanza nonché di tutto il partenariato economico e sociale preposto alla messa in atto dei

programmi rivolti all’inclusione sociale e lavorativa di coloro che sono ancora esclusi dalla vita

attiva in conseguenza della propria non bancabilità.

Il filo logico che sembra condurre tali suggerimenti è l’attenzione a una nuova visione di welfare

che si fondi sulle risposte date da decisori e amministratori alle esplicite richieste dei territori e

delle persone che in essi vivono. E per realizzare/consolidare questo modello è necessario che

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40 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

anche la programmazione dell’utilizzo delle risorse dei fondi strutturali preveda momenti di

confronto costruttivo con la base economica e sociale che dovrà poi promuovere e utilizzare gli

strumenti finanziari per gli obiettivi di welfare posti dalla programmazione.

Proposte di policy

Rispetto alla nuova programmazione, due esigenze tra loro strettamente correlate emergono in

modo evidente: maggiore coordinamento tra gli stakeholders coinvolti e (ii) maggiore attenzione

alle specificità nazionali. L’Ente Nazionale per il Microcredito può e deve svolgere un ruolo chiave

per dare una risposta alle esigenze che gli operatori presentano, agendo sulla base delle proprie

attribuzioni istituzionali presso le autorità e le sedi competenti. In particolare, quale Centro

nazionale di competenza in materia di microcredito e microfinanza, l’Ente dovrà operare in sede di

negoziato in modo da generare un ingresso nel partenariato, a livello centrale e locale, di tutta la

filiera di operatori pubblici, privati e del terzo settore coinvolti nel settore del microcredito.

La sede più opportuna in cui operare, rispetto alla programmazione 2014-2020, sono i tavoli di

negoziazione relativi ai Regolamenti dei Fondi Strutturali e successivamente i tavoli di

programmazione promossi dal Ministero dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei

Trasporti.

Resta fondamentale un’azione preventiva sul territorio volta a consultare gli attori economici e

sociali locali (pubblico, privato e terzo settore) e catalizzare delle precise informazioni in merito alle

necessità e alle specificità del settore. Un momento altamente costruttivo che dovrà concretizzarsi

attraverso dei tavoli di lavoro organizzati dall’Ente che dovrà poi trasferire gli input ricevuti in sede

di tavoli di programmazione o, se opportuno, di negoziato.

Azioni finalizzate ad incidere sui Regolamenti Fondi Strutturali e sulla

programmazione 2014-2020

Accreditamento dell’Ente presso i tavoli di programmazione 2014-2020. Quale

centro di competenza nazionale in materia di microfinanza, l’Ente dovrà

rappresentare priorità, esigenze e specificità del microcredito italiano al fine di

incidere su regolamenti e programmazione

Perfezionato l’accreditamento, sarà compito dell’Ente promuovere dei tavoli di

lavoro consultivi a livello locale, coinvolgendo gli operatori istituzionali economici e

sociali che operano sul territorio, affinché gli input raccolti possano essere trasferiti

in sede di programmazione.

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41 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

b. I PROGRAMMI EUROPEI E LA MICROFINANZA:

SVILUPPO E CONSOLIDAMENTO NEL SISTEMA ITALIANO

Prime evidenze

La II sessione del workshop, dedicata ai “programmi europei e la microfinanza” si è rivolta

specificatamente al rapporto della microfinanza italiana con i programmi Jeremie, Progress

microfinance e Jasmine.

Le sollecitazioni pervenute dai partecipanti ai lavori hanno, almeno nella sostanza, confermato

quanto era già emerso nei lavori preparatori della sessione, definendo quindi con sufficiente

chiarezza, quelle che possiamo considerare delle linee guida di possibili interventi di policy al fine

di migliorare l’accessibilità e la diffusione dei programmi della Commissione rivolti al microcredito.

Numerosi sono stati gli stimoli provenienti dal gruppo di lavoro costituito da un’eterogenea

rappresentanza del mondo della microfinanza. Le principali criticità sono di seguito evidenziate:

Impossibilità di erogare credito

Nelle more dei decreti attuativi dell’art. 111 TUB, l’impossibilità di erogare in via diretta

microcredito. Una forte aspettativa si è registrata rispetto all’impatto della riforma ed in

particolare all’art. 111, che consentirebbe anche alle IMF che non sono banche o

intermediari finanziari di erogare credito. La legge, infatti prevede che, oltre agli operatori di

microcredito ex comma 1 art. 111, anche le istituzioni del no-profit (ex comma 3 art. 111)

possano erogare direttamente microcrediti. L’applicazione di questa riforma potrebbe

agevolare il consolidamento ed il rafforzamento delle IMF italiane che non sono intermediari

finanziari o banche, rimaste fino ad oggi sottodimensionate e relegate ad attività collaterali

a quelle del credito. Tuttavia, ad oggi, non è dato sapere se l’art. 111 rimarrà invariato a

seguito del processo di revisione del dettato normativo non ancora concluso. Se le IMF no-

profit dovessero venire escluse dalla categoria degli intermediari abilitati ad erogare

microcredito, per loro l’unica alternativa di accesso all’attività microcreditizia sarebbe la

trasformazione in operatori vigilati previsti dall’art.111.

Debolezza, sottodimensionamento, frammentazione

Più volte segnalata, la debolezza, il sottodimensionamento (dovuti, per esempio, alla

necessità di rendere maggiormente professionale l’organico in forza alle Istituzioni di

microfinanza, spesso gestite in forma volontaristica, caratterizzate da un esiguo numero di

unità operative, con una scarsa conoscenza delle lingue di lavoro del FEI e della

Commissione europea) e la frammentazione delle IMF italiane da cui discenderebbe la

difficoltà di accesso ai programmi europei che in generale richiedono una struttura ed

un’organizzazione più sviluppate rispetto alla maggioranza degli operatori italiani.

Sostenibilità

Altro elemento di criticità su cui si è registrata una particolare convergenza, è la difficoltà

delle istituzioni di microfinanza di raggiungere una piena sostenibilità. La microfinanza

italiana opera in un contesto caratterizzato da una legge antiusura (108/96) che impone

precisi caps a tutto il settore del credito. Ciò determina il fatto che gli alti costi operativi

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42 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

(relativi alle attività di gestione e istruttoria e ai servizi di formazione, assistenza tecnica e

tutoraggio) non possano essere trasferiti ai beneficiari finali attraverso i tassi di interesse. A

ciò si aggiunge il fatto che la quota massima del 4% prevista per le commissioni di gestione

dei programmi non è considerata dalle IMF sufficientemente remunerativa tale da coprire i

costi operativi. A fronte di tale situazione, occorre rafforzare il sostegno alle Istituzioni di

microfinanza affinché i costi operativi siano finanziati da soggetti terzi, anche pubblici.

Procedure più snelle e veloci

La necessità di rendere le procedure più snelle e veloci è stata segnalata da tutte le

categorie di operatori presenti (a parte le banche), pur assumendo significati differenti per

ciascuna di esse: (i) le Autorità di Gestione evidenziano la necessità di una maggiore

rapidità delle procedure per l’attivazione dei programmi comunitari; (ii) le IMF lamentano

una eccessiva farraginosità dell’istruttoria delle richieste di finanziamento e la conseguente

lentezza nell’erogazione dei crediti, questione, quest’ultima, condivisa dai beneficiari finali.

Tutto ciò si traduce in una possibile canalizzazione del microcredito verso pochi soggetti ex art.

111 e in gran misura verso gli istituti bancari e degli intermediari finanziari che, a differenza della

gran parte delle IMF italiane, e pur non accostando all’erogazione dei finanziamenti la prestazione

di servizi ausiliari di assistenza: (i) possono erogare credito; (ii) dispongono di un’organizzazione

più strutturata; (iii) sono caratterizzate da una maggiore capillarità territoriale e (iv) facendo leva

sulle economie di scala operano già in un regime di sostenibilità.

Le proposte di policy

Rispetto alla capacità delle IMF di accedere ai programmi europei di microfinanza, la principale

criticità segnalata è l’incapacità di alcune di esse di erogare microcredito. Le altre criticità

segnalate sono la debolezza, il sottodimensionamento, la frammentazione delle IMF e la difficoltà

nel raggiungimento della piena sostenibilità finanziaria. Infine, tutti gli operatori coinvolti nella

filiera, in particolare le autorità di gestione e le IMF, manifestano la necessità di operare attraverso

procedure più snelle.

Riguardo all’abilitazione all’erogazione, l’Ente continuerà a promuovere e sostenere nei tavoli

tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze la necessità di definire in via prioritaria

regolamenti attuativi che prevedano l’erogazione diretta di microcredito da parte delle istituzioni no-

profit o, in caso tale alternativa non fosse possibile, che favoriscano l’upscaling delle IMF in ex

111. Risulta evidente la necessità di consolidare il sistema della microfinanza italiana anche

attraverso la costituzione di una Rete Nazionale che possa (i) rappresentare un centro di confronto

delle diverse esperienze e un luogo di crescita comune; (ii) fare massa critica nei confronti di

programmi come quelli europei che richiedono una strutturazione ed una specializzazione

difficilmente raggiungibile dalle singole Istituzioni. Può essere utile promuovere la realizzazione di

una rete di “operatori del microcredito”, costituita da volontari in pensione provenienti dal mondo

bancario, che dovranno essere opportunamente formati rispetto alle peculiarità del microcredito e

pertanto abilitati a fornire servizi di supporto e assistenza tecnica. Gli operatori potranno rendersi

disponibili nelle diverse fasi operative dei progetti, in particolare nelle attività di istruttoria. Ciò

consentirà di risparmiare sui costi di gestione dei progetti senza inficiare la qualità dei servizi

offerti; al contrario potranno essere valorizzate delle risorse umane con un know how specifico. La

questione della sostenibilità nel nostro Paese non può essere affrontata secondo un approccio

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43 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

business oriented, in cui i costi operativi sono fatti ricadere sui beneficiari finali. Al contempo, l’Ente

ha iniziato da tempo a promuovere un ruolo primario nel passaggio da un welfare assistenziale ad

un welfare delle responsabilità condivise, in cui tutti i soggetti, enti pubblici, privati e terzo settore

collaborano sinergicamente per attivare nuovi paradigmi di sviluppo sostenibile che promuovono il

passaggio dall’assistenza, dai soldi a fondo perduto, dalle liberalità, al credito e alla responsabilità

che la microfinanza comporta. Ciò può essere fatto dirottando parte delle risorse pubbliche

impiegate nel campo sociale per azioni di solidarietà passiva (azioni di stato sociale nella forma di

semplice sostegno del reddito delle persone in difficoltà economica) verso azioni di solidarietà

attiva, qual è il microcredito. In concreto, occorrerà implementare il modello di garanzia e sviluppo

dell’Ente Nazionale per il Microcredito nell’ambito dei progetti che saranno sviluppati sul territorio.

Ciò dovrà prevedere anche un’opportuna attività di sensibilizzazione delle istituzioni ed in

particolare delle autorità di gestione in merito alla necessità di sostenere l’operato delle Istituzioni

di microfinanza attraverso la messa a disposizione di fondi da destinare alle attività di gestione

operativa. Parallelamente, l’Ente dovrebbe promuovere un’azione tesa a dare un contributo anche

allo sviluppo della microfinanza europea. Due azioni si rendono pertanto opportune: (i) sostenere

l’adozione, da parte della Commissione, di una normativa che definisca compiutamente il

microcredito prevedendo, come nella legislazione italiana, l’obbligatorietà delle azioni di sviluppo

dell’impresa (formazione, assistenza tecnica, tutoraggio); (ii) promuove, nell’ambito dei tavoli di

programmazione 2014-2020 di cui sopra, l’adozione all’interno del Regolamento comunitario di un

articolo che renda obbligatorie le azioni di sviluppo dell’impresa. Successivamente, nella

programmazione nazionale italiana, a tale disposizione sarà data esecuzione prevedendo

all’interno dei programmi operativi (nazionali e regionali), come premesso, la messa a disposizione

di fondi da destinare alle attività di gestione operativa. Peraltro, ciò non impedirà a quei Paesi

europei che hanno scelto un modello di microcredito business oriented la possibilità di fare

ricadere in via prevalente sui beneficiari finali i costi delle azioni di sviluppo.

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44 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Azioni finalizzate a sviluppare la capacità delle IMF italiane di accedere

ai programmi microfinanziari dell’Unione europea

Erogazione del microcredito

L’Ente dovrà continuare ad operare presso i tavoli tecnici promossi dal Ministero

dell’Economia e delle Finanze al fine di consentire al no-profit l’erogazione diretta

di microcredito (ridefinizione della normativa primaria e regolamenti attuativi). In

caso tale alternativa non fosse possibile, occorrerà invece favorire l’upscaling delle

IMF in ex 111.

Scambio di pratiche e rafforzamento della capacità operativa delle IMF

L’Ente dovrà promuovere la costituzione di una Rete Nazionale che possa (i)

rappresentare un centro di confronto delle diverse esperienze e un luogo di

crescita comune; (ii) fare massa critica nei confronti di programmi come quelli

europei che richiedono una strutturazione ed una specializzazione difficilmente

raggiungibile dalle singole Istituzioni.

Sostenibilità

o Abbassamento dei costi operativi (assistenza tecnica e tutoraggio)

Al fine di contribuire alla sostenibilità delle IMF e del sistema

microfinanziario italiano senza inficiare la qualità dei servizi offerti, l’Ente

dovrà promuovere la realizzazione di una “Rete di operatori del

microcredito”. La Rete costituita da volontari in pensione provenienti dal

mondo bancario e abilitati, a seguito di un percorso di

formazione/aggiornamento ad hoc, a fornire servizi di primo livello di

supporto, assistenza tecnica e tutoraggio nell’ambito dei progetti promossi

dall’Ente e dalle altre istituzioni centrali e locali.

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45 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

o Finanziamento attività di sviluppo (formazione, assistenza tecnica e

tutoraggio)

Con specifico riguardo alla questione nazionale, in sede di tavoli di

programmazione 2014-2020, l’Ente dovrà prevedere all’interno dei

programmi operativi (nazionali e regionali) la messa a disposizione di fondi

da destinare alle attività di gestione operativa (azioni di sviluppo quali la

formazione, l’assistenza tecnica ed il tutoraggio).

o In riferimento alla microfinanza europea, l’Ente dovrà (i) sostenere

l’adozione, da parte della Commissione, di una normativa che includa nella

definizione di microcredito le azioni di sviluppo dell’impresa (formazione,

assistenza tecnica, tutoraggio); (ii) promuove, nell’ambito dei tavoli di

programmazione 2014-2020, l’adozione all’interno del Regolamento

comunitario di un articolo che renda obbligatorie le azioni di sviluppo.

c. LA CAPACITY BUILDING NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A SOSTEGNO DEI

PROGRAMMI DI SVILUPPO

Prime evidenze

I diversi attori coinvolti nei tavoli di lavoro hanno mostrato un forte interesse rispetto alla tematica

della capacity building all’interno delle Pubbliche Amministrazioni in relazione al mondo della

Microfinanza. Tra gli aspetti dominanti emersi dalla discussione dai working group, occupano una

posizione rilevante la formazione, l’informazione, il coordinamento, la creazione di reti.

La formazione, negli ultimi anni tenuta in forte considerazione dalle amministrazioni, viene

ulteriromente rivalutata e vista come strumento principe per mantenere ed accrescere il valore

delle risorse invisibili (intangible assets) nel rispetto delle finalità generali dell'organizzazione. I

partecipanti hanno evidenziato come la formazione, specialmente in ambito microfinanziario,

debba essere uno strumento di supporto ai processi di cambiamento. Agendo sull'intera filiera

delle pubbliche amministrazioni, a tutti i livelli, diviene una leva dello sviluppo organizzativo, un

modo per promuovere una costante tensione verso l’efficienza e l’efficacia della gestione. Per

risultare efficace, deve discendere direttamente dalle strategie, operare di concerto con i

meccanismi operativi, nell’ambito di strutture snelle e flessibili, orientate ai risultati, che prevedano

figure tecniche professionali dedicate ai temi dell’ingegneria finanziaria. Tali figure necessitano di

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46 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

percorsi formativi specifici e di istituzioni di riferimento che possano formarle e aggiornarle

costantemente. La richiesta dunque di un forte investimento nella formazione volta

all’accrescimento delle competenze del personale dedicato, sottende come non vi siano ancora un

linguaggio condiviso ed un know-how comune che permettano alle diverse amministrazioni di

dialogare tra di loro. La mancanza di un backgound di base unita poi all’eccessiva burocraticità di

alcune strutture administrative non consente l’armonizzazione delle competenze e ostacola la

creazione, soprattutto a livello locale, di funzioni dedicate. Gli strumenti per la formazione

individuati dai partecipanti al workshop tecnico vanno tutti nella direzione di un massiccio utilizzo

delle nuove tecnologie che siano gestite da una “cabina di regia” che sappia metterle al servizio di

tutti gli utenti.

L`accento è stato più volte posto sulle Regioni, sul loro ruolo e sulle loro competenze nella

gestione di programmi di microcredito ed è stato da piu`parti sollevato il bisogno di uffici dedicati e

di un coordinamento che riesca a rappresentarle nelle sedi preposte specialmente a livello

europeo.

L’ancora giovane presenza del microcredito nel paese infatti e l’insufficiente attenzione alle

politiche della UE determinano uno scarso accesso ai fondi comunitari. Gli uffici regionali di

rappresentanza a Bruxelles non hanno ad oggi ancora sufficienti strumenti riguardo alla

microfinanza per potersi relazionare e rappresentare le problematiche italiane sui tavoli preposti.

Nuovamente dunque risulta chiara l’esigenza di un coordinamento in grado di armonizzare le

diverse realtà e poterle rappresentare. Da più di un tavolo di lavoro è inoltre stata segnalata la

necessità di incoraggiare una cultura della valutazione e della diffusione delle buone pratiche

presenti sul territorio. La valutazione intesa non soltanto come fase di misurazione finale dei

risultati conseguiti o delle conoscenze acquisite, bensì un’attività sistematica di raccolta delle

informazioni necessarie in ciascun momento del processo, al fine di giocare d'anticipo ed

assicurare in ogni fase, a partire dall’analisi dei bisogni, la necessaria coerenza con gli obiettivi

dell’amministrazione. La valutazione deve quindi svolgersi come un'attività continua e connessa al

processo formativo: è un sistema di supporto alle decisioni in merito all'utilizzo ottimale delle

risorse disponibili, in linea alle priorità dell'amministrazione e deve potersi basare su specifici

indicatori. Altro elemento fortemente dibattuto nei tavoli di lavoro è stata la creazione di network e

tavoli di consultazione che coinvolgano le diverse realtà legate al microcredito. Le pubbliche

amministrazioni sono sempre più orientate verso strumenti partecipativi che andrebbero applicati

anche in questo ambito al fine di poter individuare tutti gli attori interessati e poter mettere in rete le

diverse competenze.

La propensione alla collaborazione e allo scambio nasce dalla condivisione di obiettivi e difficoltà,

dalla necessità di far fronte a richieste e aspettative crescenti dell’utenza con risorse limitate.

Svolgere insieme determinati servizi, integrare le modalità e le procedure, scambiare informazioni

e condividere strumenti di lavoro, infatti, può garantire maggiore efficacia ed efficienza

nell'erogazione del servizio e delle informazioni. La logica di rete presuppone, da un lato l’adesione

ad un’ottica incentrata sulle necessità dei cittadini e, dall’altro, il superamento della prospettiva

della singola competenza.

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47 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Proposte di policy

Rispetto al tema della capacity building per la PA, le principali criticità riscontrate riguardano (i) la

mancanza di un know how specifico in materia di microcredito e (ii) la mancanza di un adeguato

coordinamento tra i diversi centri e livelli di competenza. Il rafforzamento della PA deve pertanto

necessariamente passare dalla formazione di professionalità specifiche operanti ai diversi livelli di

governo, da quello centrale a quello locale. Ciò dovrà esplicarsi attraverso l’attivazione, ai diversi

livelli, di funzioni e centri di coordinamento dedicati. Inoltre, occorrerà investire nel personale

creando reti di conoscenze a livello orizzontale e verticale affinché possano essere armonizzate le

competenze e condiviso un linguaggio tecnico comune tra tutti coloro che all’interno della PA

partecipano ai processi di programmazione, progettazione e gestione di attività microfinanziarie.

Ciò consentirà alla PA di rafforzare la propria capacità di dialogo con gli operatori attivi sul territorio

(Istituti di microfinanza, banche, FEI, no-profit). Particolarmente utile risulta essere anche la

realizzazione di un portale web e di un Cloud dedicati. Al fine di raggiungere tali obiettivi, si rende

necessaria la predisposizione di un preciso progetto di capacity building istituzionale.

Azioni finalizzate a sviluppare la capacità della PA italiana di operare

in materia di microcredito

Rispetto al tema della capacity building per la PA, le principali criticità riscontrate

riguardano (i) la mancanza di un know how specifico in materia di microcredito e (ii) la

mancanza di un adeguato coordinamento tra i diversi centri e livelli di competenza.

L’Ente dovrà promuovere un progetto ad hoc dedicato alla PA, al fine di sviluppare

la capacità della PA di (i) progettare in materia di microcredito e (ii) rafforzare la

propria capacità di dialogo con gli operatori attivi sul territorio. Il progetto dovrà

prevedere:

o la formazione di professionalità specifiche operanti ai diversi livelli di

governo, da quello centrale a quello locale, creando reti di conoscenze a

livello orizzontale e verticale affinché possano essere armonizzate le

competenze e condiviso un linguaggio tecnico comune tra tutti coloro che

all’interno della PA partecipano ai processi di programmazione,

progettazione e gestione di attività microfinanziarie

o l’attivazione, ai diversi livelli, di funzioni e centri di coordinamento dedicati

o la realizzazione di un portale web e di un Cloud dedicati.

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48 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

ALLEGATI

Allegato A : Partecipanti

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Albanese Gemma Mag Verona Operatrice microcredito

Aloisio Francesca ENM

Alongi Piero Provincia di Palermo Vice Presidente

Andò Alexander Esperto Politiche Comunitarie

Antonioli Piera Comune di Pescara Funzionario

Avanti Giovanni Provincia di Palermo Presidente

Baccini Mario ENM Presidente

Balzano Barbara Consulente Esperto microcredito

Baresi Virgilio ISTITUTO NAZ. REVISORI LEGALI

Microcredito

Battaggia Stefano EIPA

Battistotti Lucio Commissione Europea Direttore della Rappresentanza in Italia

Benvegnù Chiara CONSORZIO ETIMOS s.c. (Etimos Foundation Onlus)

Responsabile Attività in Italia

Bevacqua Cristian Fondazione Un Raggio di Luce ONLUS

Microfinance Project Manager

Bonacci Leonardo Confartigianato Funzionario del servizio credito

Brizzolari Chiara Veneto Ricerche srl Socia

Brunelleschi David Ernst&Young Senior Consultant

Brunori Luisa Università di Bologna M.I.O. Full Professor

Bugno Claudia Ministero per lo Sviluppo Economico

Presidente del Comitato di Gestione del Fondo Centrale di Garanzia per le PMI

Caligiuri Mario Provincia di Cosenza Assessore alle attività produttive

Calleja Crespo

Daniel Commissione Europea Direttore Generale, DG Impresa e Industria

Calvetta Bruno Regione Calabria Dirigente Generale - AdG FSE

Capasso Alberta EIPA Esperto

Capuano Giuseppe Ministero per lo Sviluppo Economico

Relatore

Cardilli Vittoria Dipartimento Funzione Pubblica | Presidenza del Consiglio dei Ministri

Casillo Sara Tecnostruttura Manager

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49 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Cavola Lucia ENM

Ceccarelli Claudio Ministero dei Trasporti Funzionario

Chiarelli Leandro Fondazione Toscana Prevenzione Usura ONLUS

Avvocato

Ciarlaniello Daniele Regione Molise Assessorato Agricoltura

Ciavattella Valentina Comune di Pescara Trainee

Cioppa Salvatore Sviluppo Campania S.p.A Microcredito

Ciravegna Daniele Università di Torino - RETE ITALIANA DI MICROFINANZA - FONDAZIONE DON MARIO OPERTI TORINO

Ciuffi Filippo

Colato Francesco ATAS (Associazione Trentina Accoglienza Stranieri) ONLUS

Presidente

Colmelet Stefania Mag Verona Operatrice microcredito

Colombo Sacco

Ugo Ministero Affari Esteri

Concetta Collarile Presidenza del consiglio dei Ministri

Dipartimento per le pari opportunità, Ufficio per la Parità, le Pari Opportunità, gli Interventi Strategici e la Comunicazione

Coniglio Antonella Provincia di Firenze Assessore alle Politiche sociali, Sicurezza, Politiche della Legalità

Coppola Vito Comune di Caivano (NA) Dirigente

Costantini Maria Claudia Fondazione Risorsa Donna Project Manager

Cucunato Pietro Provincia di Roma Presidente Commissione Riforme Istituzionali

Cuomo Cosimo Regione Calabria DIRIGENTE

Daga Gonaria Assunta

Regione Autonoma della Sardegna

Ufficio Ispettivo - Assessorato Regionale Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale

Dal Piaz Andrea Micro Progress Onlus Presidente

De Bardi P. Invitalia

De Felice Teresa Regione Campania - Area Politiche Sociali

Staff Coordinatore Area

Del Grosso Anatolia

Delfino Francesco Caritas Diocesana di Andria - Progetto Barnaba

Progettista

D'Elia Francesca Parco Scientifico e Tecnologico di Salerno

Delvaux Philippe Commissione Europea Coordinatore Micro-credit and JASMINE

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50 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Di Lallo Antonio Gal Molise verso il 2000 Sviluppo locale

Di Martino Cesare Comune di Pescara Consulente

Dini Maria Letizia Free Lance Consultant teacher trainer

Evangelista Emma ENM Ufficio stampa

Falzone Dario Provincia di Palermo Assessore alle Attività Produttive

Fasoli Davide Comune di Nepi Assessore allo Sport

Fava Stefano KYOTO CLUB - Via Genova 23, 00184 Roma

International Cooperation Unit

Favia Nicola Presidenza del consiglio dei Ministri

Flamment Carlo Formez Presidente

Fleri Vincenzo ENM

Flora Alessandra FORMEZ PA member of the press office

Flore Vincenzo Regione Autonoma della Sardegna

Ufficio Ispettivo

Fornari Claudio Consulente

Frigeri Daniele CeSPI Centro Studi di Politica Internazionale

Responsabile Progetto Cittadinanza Economica dei M

Gabrielli Nazzareno Banca Popolare Etica s.c.p.a. RESPONSABILE AREA INNOVAZIONE

Galluzzo Arcangela Regione Lazio Direttore Regionale Formazione e Lavoro

Gambarotta Claudia Università Pontificia Gregoriana Phd. Student

Gargani Alessandro ANCI Vice Segretario Generale

Ghidinelli Ernesto Confcommercio - Imprese per l'Italia

Responsabile Settore Credito e Incentivi

Gianfranco Marino Provincia di Pordenone Direttore Settore Politiche del Lavoro e Politiche Sociali

Giordano Mario Provincia di Cosenza Consigliere e Presidente Commissione attività produttive

Giovannelli Gianluca Infratel Italia S.p.A. Resp. Rendicontazione

Giovannini G. Invitalia

Graziano Rita Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali

Dirigente della Div. III Volontariato, incaricata di seguire i fondi strutturali e la CSR.

Grosso Fabrizio Università degli studi di Messina Consulente

Gualerzi Livio Conferenza Episcopale

Iacomelli Elisa ENM

Iacomelli Mauro

Iorio Angelina Ministero del Lavoro Punto di riferimento per il progetto Start it up.

La Regina Andrea Caritas Italiana Ufficio micro progetti

La Torre Mario Università di Roma

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51 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Lang Tiziana Esperto di politiche del mercato del lavoro

Lanzoni Simona Fondazione Pangea onlus Project director

Lega Chiara Fondazione Comunità Supporto Project Leader

Leone Paola Università La Sapienza P.O.

Liguori Rosario Sistema Cilento scpa Consulente microcredito

Limone Andrea Permicro Spa Amministratore delegato

Lo Piccolo Ciro Microcredito onlus Palermo Segretario

Loi Marco Asso. Camera di Commercio Italo-Boliviana

Presidente

Loiaconi Nadia UPI Consigliere - Provincia di Torino

Loli Andrea ENM

Lolli Ghetti Luciana Ministero dell'Economia e delle Finanze

Ispettore - Dipartimento del tesoro ufficio ispettivo centrale

LONGO AURELIO AMEDEO

FINCALABRA SpA CONSULTANT/ADVISOR

Lopriore Marco EIPA Senior Lecturer on Structural Funds

Luciano Alessandro ENM

Magliano Giandomenico Ministero Affari Esteri Direttore Generale Mondializzazione

Malta Armando Con. Art. Roma

Mannarino Jeannine Provincia di Cosenza Funzionario

Marino Marco ABI Ufficio Crediti

Marrocolo Elisa Dipartimento per le politiche comunitarie

Martinez Paolo Mario Remo

FUTOUR Lead facilitator

Martinez Paolo FUTOUR Technical facilitator

Martini Giorgio Dipartimento Politiche Sviluppo Mise

Dirigente

Marzinotto Elisa Provincia di Pordenone Responsabile di P.O.

Matteoni Grazia SOS BRASIL Onlus - (Gruppo Matteoni)

PR

Mazzeo Rita Free Lance Project Manager

Messina Alessandro Federcasse Responsabile relazioni con le imprese

Micieli de Biase

Nikita Ministero Affari Esteri

Alessandra Modi FUTOUR Regia workshop e smart meeting

Moratti Letizia ENM Presidente Comitato Etico dei Garanti progetti Ente Microcredito

Nardella Gaspare Provincia di Roma Funzionario servizio imprese

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52 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Nardone Andrea Fondazione Risorsa Donna Secretary General

Negro Maria Cristina FONDAZIONE GIORDANO DELL'AMORE

Segretario Generale

Nicoletti Paolo ETIMOS sc + ETIMOS FOUNDATION

Presidente

Nicotra Giuseppe Antonio

WINDOW ON EUROPE President

Occhipinti Emanuele Banca Agricola Popolare di Ragusa

Responsabile Ufficio Crediti Speciali

Olivieri Pennesi

Stefano Ministero del Lavoro Dirigente

Onorati Aniello Sistema Cilento scpa Presidente

Orlandini Andrea Extrabanca Spa Presidente

Pagano Nunzio ENM

Palomba Andrea ENM

PANCOTTO THEA Self Company Business Intl. Consultant

Panfili Cristiano L4V Looking for Value Consultant IE MBA

Paoluzi Marco ENM

Parente Paola Federcasalinghe Consulente

Pasca di Magliano

Roberto UNIVERSITA' DI ROMA SAPIENZA

Professore ordinario

Patrizi Nicola Consulente Esperto microcredito

Pavone Nicola Regione Molise Dirigente Assessorato Agricoltura e Foreste. DIREZIONE AREA SECONDA Servizio Programmazione e Ricerca

Pellegrino Laura Maria

Perini Virginia Reuters

Pes Giovanni Nicola

ENM Capo Segreteria

Petroni Angelo Maria Aspen Institute Presidente Comitato Scientifico ENM

Picciolini Fabio ADCONSUM Segretario nazionale

Pinto Vito Sviluppo Basilicata SpA Area finanziamenti

Pisapia Claudio Provincia di Salerno Delegato UNESCO

Pizzo Giampietro Ritmi Vice Presidente

Puoti Giovanni ENM CdA Ente Nazionale per il Microcredito

Radicioni Alessia ENM

Rinaldi Raffaele ABI Ufficio Crediti

Rios Maria Cristina Abruzzo Sviluppo Impiegata Area Marketing Territoriale e Promozione

Rita Paolo ENM

Rocco Giulia FUTOUR Smart meeting assistant

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53 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Rosi Federica Finlombarda European Office

Rupini Chiara Camera di Commercio di Bolzano

Sviluppo d'impresa

Saba Eugenio Regione Sardegna Consuelente AT POR FSE

Saccà Pasquale

Salvatori Sebastiano ENM

Savelloni Marco Comitato di collegamento di Cattolici per una civiltà dell'Amore

Sostenuto progetti microcredito in Africa

Scerba Sheila Fondazione Microcredito e Sviluppo di Caltagirone

Direttore

Scialdone Antonello ISFOL

Scuderi Maria Alessandra

FEMI - Federazione Media Digitali Indipendenti

Vice Presidente

Servadei Luigi Public administration consultant (Ministry of Agriculture, Ministry of Environment

European funds & financial assistance to business

Siliani Simone Regione Toscana Gabinetto del Presidente della Regione

Simoncini Massimo Università La Sapienza

Sivo Lorenzo Architetto Progettazione

Spallina Filippo Provincia di Palermo

Taglialatela Giuliana Regione Campania Autorità di Gestione del POR FSE 2007-2013 - Unità per il monitoraggio e per il Coordinamento del sistema di gestione e controllo degli interventi

Tagliavini Giulio Banca Popolare Etica Consigliere di Amministrazione

Tajani Antonio Commissione Europea Vice Presidente

Tambuscio Paola Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - DG Terzo Settore

DG Terzo Settore e Formazioni Sociali - Divisione III Volontariato

Tattoli Maria Antonietta

ACRI Consulente Legale

Terone Alessandra ABI Servizi

Tiberio Maria Elena Abruzzo Sviluppo European Policies Office Manager

Tramontano Daniela Il Filo che Unisce - Moda Sostenibile

Responsabile

Tronti Leonello Dipartimento Funzione Pubblica Direttore Generale Ufficio Personale P.A. Funzione Pubblica

Tutino Franco Università La Sapienza

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54 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Cognome Nome Ente/Organizzazione Funzione

Valerio Teresa Assodonna Presidente

Veltri Andrea BNL Gruppo BNP Paribas Responsabile Finanziamenti e Bancassurance

Verzaro Cristiano L4V Looking for Value Avvocato

Verzaro Gianfranco ENM Presidente del Fondo Pensioni BNL e CdA dell’Ente Nazionale per il Microcredito

Vicari Alessandro Regione Lazio Consigliere e Vicepresidente Commissione Risorse umane, demanio, patrimonio, affari istituzionali, enti locali, tutela dei consumatori e semplificazione amministrativa

Lombardo Elisa FUTOUR Smart meeting assistant

Zaggia Paolo Finlombarda Chief of the European Office

Zaia Giulia Veneto Ricerche srl Socia

Zandra Zuega FUTOUR Smart Meeting Videomaking

Zannotti Annarita Comune Ceprano Sportello microcredito

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55 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Allegato B: Presentazioni delle sessioni del workshop tecnico

1aSESSIONE

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56 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

2a SESSIONE

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57 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

3aSESSIONE

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58 WORKSHOP TECNICO SI MICROIMPRESA E INCLUSIONE SOCIALE – ROMA, 24 FEBBRAIO 2012

Allegato C: Album fotografico del workshop tecnico

Il workshp tecnico e la tavola rotonda sono documentate su un album fotografico online

che documenta le principali fasi e attività del seminario:

http://tinyurl.com/6wzbzhs