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C ara Alessandria Calcio, ormai sei una vecchia signora: il 18 febbraio di anni ne hai compiuti ben 100. E nonostante tutto li porti ancora bene. Sei uno dei motivi di più grande orgoglio della nostra città, con la Tua storia, le Tue e le Nostre

soddisfazioni (non troppe negli ultimi 40 anni a dire il vero), le Tue gioie e i Tuoi (tanti) dolori. Ma non è il momento questo di pensare alle so erenze. Bisogna festeggiarTi, al di là dei risultati sul campo, perchè cara U.S. Alessandria Calcio, oggi è la Tua festa e quella dei Tuoi tifosi. Noi di Radio Alex abbiamo pensato, quindi, di dedicarTi un numero speciale del nostro magazine, passando in rassegna la storia, alcuni volti noti, celebrando la tifoseria e chi ha raccontato le Tue avventure. Mentre sfoglierai queste pagine, i Tuoi tifosi non potranno che augur arti...

Buon compleanno!!!

% Grigi!

Sommario5 Era il 18 febbraio 1912...

7 Un orso per l’Alessandria9 Le voci delle emozioni grigie

15 Radio Alex incontra... Ciccio Marescalco 16 Radio Alex incontra... Giancarlo Camolese 18 La squadra 2011-12 21 Buon compleanno Grigi! 23 DNA grigio 24 I Grigi su... Radio Alex 27 Passione grigia 29 Una curva, un inno... 31 Gianca c’è! 33 100 partite, un secolo con i Grigi 34 Due saluti speciali

Radio Alex MagazineNumero 6

Speciale Centenario Alessandria Calcio

Editore: Nuova Factory srlVia Marsala, 2015121 Alessandria

Supplemento alla testata giornalistica “Radio Alex News”Registrazione n° 637del 23/02/2010presso il Tribunale di Alessandria

Direttore ResponsabileAntonio [email protected]

Hanno collaborato: Matteo Serra, Alessandro Barberis, Simone Lazzaronee Franco Tasca

PubblicitàEraldo [email protected] [email protected] [email protected] Carlo [email protected] Progetto gra co:Matteo SchiesariImpaginazione: Sabrina Gatto

Stampa: Viscardi Snc (AL)

Tutti i diritti sono riservati.

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C on l’atto costitutivo rmato da Enrico Badò, Amilcare Savojardo e Alfredo Ratti (nominato primo “direttore”), nacque l’Alessandria Football Club, squadra che,

iscritta e vincente al campionato di Promozione, fu ammessa subito alla prima Divisione Nazionale. Nel 1926-27 il primo trionfo: all’Alessandria andò la Coppa Coni dopo aver battuto gli acerrimi rivali del Casale. Nella stagione successiva i grigi s orarono il titolo nazionale, andato poi al Torino. Nel 1929-30 l’Alessandria, ammessa al primo campionato di Serie A a girone unico, inaugurò lo “Stadio Littorio”, il futuro Moccagatta, con un 3-1 alla Roma.

Dopo altri discreti anni in serie A, nel 1936 la squadra raggiunse la nale di Coppa Italia, persa per 5-1 contro il Torino. L’anno successivo i grigi retrocedettero per la prima volta in serie B dove rimasero no al dopoguerra. Nel 1945-46 la compagine alessandrina vinse il campionato misto B-C e tornò in serie A, categoria nella quale rimase solo due anni. Nel 1949-50 la prima dolorosa retrocessione in serie C, dove i grigi restarono per tre anni. Tre salvezze tranquille in B, poi l’indimenticabile spareggio a Milano con il Brescia riportò l’Alessandria in serie A. Massima serie che durò tre stagioni, le ultime per i grigi. Le tre stagioni successive furono le ultime al vertice, durante le quali esplose il giovane Gianni Rivera.

Seguirono sette stagioni in serie B poi, nel 1966-67, il 19° posto signi cò retrocessione in serie C. Nel 1972-73 l’Alessandria vinse il suo secondo trofeo: la Coppa Italia Serie C, superando l’Avellino a Roma. Nella stagione successiva il ritorno in serie B, che durò solo un anno: fatale lo spareggio con la Reggiana, 1-2 sul neutro di San Siro. Quindi tre anni in serie C, la partecipazione al primo campionato di serie C1 e la retrocessione nel 1979-80 con immediata risalita l’anno successivo.

Nel 1984-85 la promozione venne persa dopo lo storico spareggio con il Prato, mentre nel 1986-87 sarebbe arrivata la prima retrocessione nei Dilettanti, cancellata dall’acquisizione del titolo del Montebelluna. Il saliscendi C1-C2 continuò tra l’88 e il ‘91. Nel 1993-94 la squadre scese in C2 ma venne ripescata per il fallimento del Mantova; nel 1995-96 sognò la serie B con Enzo Ferrari in panchina ma fu

Era il 18 febbraio 1912…

solo 7° posto; nel 1997-98 arrivò la retrocessione in serie C2 dopo i playout con la Pistoiese e dopo un anno di purgatorio, nel 1999-2000, arrivò una nuova promozione in serie C1, ancora contro il Prato al Giglio di Reggio Emilia, con cui i grigi prevalsero per 3-2.

La gioia durò poco, in C1 la squadra terminò all’ultimo posto. L’allora patron Boiardi, che aveva promesso la serie B in 5 anni, portò invece nel 2002-2003 prima la squadra alla retrocessione in serie D e poi, il 13 agosto 2003, al fallimento della società. Dopo lo stop nel 2003-2004 (tralasciando la Nuova Alessandria), i grigi ripartirono nel 2004-2005 con il marchio storico dall’Eccellenza piemontese, vincendo il campionato. Dopo due stagioni anonime in D, l’Alessandria è tornata tra i professionisti nel 2006-2007, stravincendo il campionato, e anche in C2 si è fatta valere: termina il campionato a pari punti con il Varese, perde i playo con il Como, ma la promozione arriva lo stesso grazie ai ripescaggi. Dopo l’8° posto del 2009-2010, siamo ai giorni nostri, con la fantastica cavalcata verso la serie B della scorsa stagione, rotta solo dalla Salernitana ai playo e da Scommessopoli, che riporta all’attuale Seconda Divisione Lega Pro.

La prima e ciente espressione del calcio alessandrino: “Forza e Coraggio”. Alessandria F.B.C.

In piedi da sinistra: Enrico Badò, Tosini, Ricci II, Viazzi, Ricci I; accosciati: Ratti, Savojardo, Migliardi;

seduti: Rossanigo, Ghezzi, Prato. (tratto da ‘I Grigi’ - Boccassi Zaino - Edizioni Amnesia)

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L' idea di accostare l’orso grigio alla squadra cittadina venne al geniale giornalista e caricaturista Carlo Bergoglio, detto Carlin.

Negli anni '30, all’interno dello storico giornale Guerin Sportivo, decise di abbinare ai suoi articoli caricature di animali alle squadre di calcio con commenti divertenti e azzeccatissimi.

Iniziò con l’abbinare all’Ambrosiana (Inter) il biscione, al Genoa il grifone e al Torino il Toro.Poi venne il momento di abbinare la Juventus alla zebra. I commenti erano mirati in base al risultato, uno degli esempi più famosi fu una vittoria dell’Inter sul Napoli con la vignetta ritraente un biscione e un asinello recante il commento: "il biscione stritola l’asinello".

L’abbinamento dell’Alessandria all’Orso è frutto di alcune libere interpretazioni.

In una di queste, in una bibliografia “Alessandria US 60 anni” di Enrico Dericci, Ugo Boccassi e Marcello Marcellini, si ipotizza il fatto che sia stato fatto riferimento al gioco sornione ma sempre

pericoloso dell’Orso grigio, capace di colpire l’avversario quando meno se lo

aspettava, capace anche di riuscire a giocare su un campo a volte infangato al punto di diventare un vero e proprio

“mare di fango”. La pericolosità degli undici giocatori in campo, abili nel vender cara la pelle, rendeva un'impresa andare

a vincere nella "tana dell'orso", tant’è vero che molte squadre

blasonate tornarono a casa sconfitte.

Segnaliamo inoltre una bella coincidenza: l’esordio del giornalista

in questione, Carlin, avvenne proprio nel 1912 e iniziò come caricaturista.

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Non male iniziare a San Siro...La proprietà dell’Alessandria aveva deciso di trasmettere la radiocronaca della partita, perché ovviamente non c’erano i mezzi per trasmettere in diretta tv.Erano stati posizionati gli altoparlanti in piazza della Libertà e avevo fatto la radiocronaca con un telefono color beige/nocciola. Era la mia prima radiocronaca, faceva un caldo da morire ed ero molto teso. Avevo tenuto la cornetta

così attaccata all’orecchio da farmi effetto ventosa: per alcuni secondi, durante l’intervallo, non sono riuscito a staccarla.

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Le voci delle emozioni grigieViaggio tra i ricordi delle vociche hanno raccontatol'Alessandria tra radio e tv.

GLI ALBORI DELLA RADIOCRONACA

MARCELLO MARCELLINI

Primo radiocronista in assoluto, classe 1946. Inizia negli anni ‘70 in tv, poi sbarca in radio nello spareggio dei grigi a San Siro del 1974. E sogna ancora di fare radio come una volta

Marcello, inizia a raccontarci qualcosa della tua carriera...Nella stagione ‘70-’71, l’allora presidente dell’Alessandria Calcio Remo Sacco comperò tutta l’attrezzatura per la ripresa televisiva delle partite e la successiva messa in onda. Il tecnico era Tito Vercelli mentre io ero il telecronista: la domenica Tito riprendeva la partita, poi, visto che era il titolare di Audiovox, aveva chiesto e ottenuto l’autorizzazione per riprodurre la partita a ciclo continuo in negozio già dalla serata. Davanti alla vetrina, quindi, si radunavano tantissimi tifosi per rivedere le immagini.


Cosa ricordi di divertente o curioso da raccontarci delle tue domeniche sui campi?Penso ad esempio a una gara di metà anni ‘80: l’Alessandria giocava a Civitavecchia, sono andato in tribuna dove non c’era nessun aggancio elettrico a cui collegare l’amplificatore con cui avrei dovuto trasmettere la partita. Nella disperazione ho chiesto informazioni agli addetti ai lavori, che mi hanno confermato la totale assenza di prese elettriche. Poi mi sono guardato intorno: dietro ad una delle porte del campo, dopo la pista di atletica, ho visto un palazzo. Sono andato a suonare e gli inquilini di un appartamento sono stati così gentili da farmi salire, così ho collegato l’amplificatore e ho fatto la radiocronaca dal balcone. Oppure penso a una gara al “Mirabello” di Reggio Emilia. Alla faccia delle norme di sicurezza che ci sono adesso, facemmo la ripresa televisiva con telecronaca sul tetto della tribuna.

Tanti anni in radio, poi hai smesso...Ho sempre fatto le radiocronache per Radio Cosmo. Ho smesso intorno all’inizio degli anni ‘90, dopo essere stato in Rai per quattro anni: poi ho fatto una scelta di vita e sono ritornato in Alessandria, dove ho lavorato come conduttore e telecronista per TeleCity. L’anno scorso vedevo la finalissima per la B non in campo a fare il team manager ma in tribuna a fare la radiocronaca. Dico la verità, mi manca già molto. Per assurdo, prima di morire, spero di fare ancora il radiocronista.

GLI ANNI '90

TINO PASTORINO

Prende il posto di Marcellini e diventa un’altra voce storica dei grigi, condotto dalla regia di

Franco Tasca. Con uno score di più di 500 partite commentate e tutti i biglietti delle partite a cui ha assistito.

Tino, abbiamo chiacchierato con Marcello Marcellini. Ci ha raccontato che spesso giocavate a calcio balilla e ti faceva una testa così inventandosi le radiocronache delle partite di calcetto. È vero?Sì, tutte le volte che andavamo a casa sua giocavamo a calcetto. Mi ubriacava inventandosi le radiocronache delle partite di calcio balilla. A inizio anni ‘90 mi contattò Mauro Falco, direttore commerciale di Radio Cosmo, spiegandomi che Marcello avrebbe lasciato. Gli feci una battuta: “Sono molto più bravo di Marcello”: il bello è che non avevo mai fatto una radiocronaca in vita mia. Venni buttato nella mischia in un’amichevole pre – campionato tra Alessandria e Valenzana. Entrai ufficialmente la sera in cui venne ufficializzato il ripescaggio dell’Alessandria in C2 dopo il Montebelluna, nel 1987.

Passiamo agli aneddoti...Ho cenato qualche volta con Enzo Ferrari, che

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quando è venuto ad Alessandria era l’unico allenatore a essere stato all’estero, in Spagna. Ha allenato Zico, Mauro, Collovati e parlare di calcio con questo signore mi lasciava a bocca aperta.Come dimenticare quanto mi sono arrabbiato con Corrado Orrico, a Cremona, che ha messo in campo Franco Lerda nonostante fosse stirato. Oppure la litigata con Edoardo Vitale al Bentegodi di Verona, a causa di un’esclamazione in radiocronaca su Didonè: qualcuno aveva telefonato allo stadio a Vitale.E le cene con Renzo Melani? Andavamo a casa di Gino Amisano, soprattutto quando c’era la bagna cauda, cene a cui partecipavo perché mi piaceva parlare di calcio con loro.

È vero che la tua voce non ti piace?Mi scappa sempre questa “R” alessandrina che non mi dispiace neanche tanto, anche se tutte le volte che mi riascolto sono infastidito dalla mia voce, la trovo odiosa.

L’ultima radiocronaca, prima di ricominciare qualche mese fa?L’ultima radiocronaca che ho fatto è quella di Alessandria-Prato vinta 3-2. Poi ho lasciato per dedicarmi al calcio dilettantistico: c’era un progetto importante sul Predosa, che in tre anni ha conquistato tre promozioni di fila, dalla terza categoria alla Promozione

E il Tino tifoso, cosa ricorda?Ho una collezione di biglietti delle partite gelosamente custodita, sia delle gare casalinghe che di quelle giocate fuori. Ricordo ancora un Alessandria-Parma con gol di Salvadori: c’era un bandierone enorme nella Nord, lo sventolavamo io e il mio compagno di banco.

LA D CON IACOLINO, IL SALTO FINO ALLA C1

MATTEO SERRAArriva l’epoca di Matteo Serra, radiocronista giovane che riesce a colmare l’inesperienza con l’entusiasmo. Con lui i tifosi hanno sofferto per più di 100 partite, tra delusioni iniziali e promozioni esaltanti.

Come sei entrato a far parte della schiera dei radiocronisti dell’Alessandria?È sempre stato il mio sogno. Tutto è nato quando Tanya Toffano, a quei tempi radiocronista, venne a lavorare in un giornale online dove collaboravo. Le spiegai che, in caso di bisogno, l’avrei aiutata molto volentieri. E così, all’inizio di marzo del 2007, mi disse che aveva bisogno di una sostituzione in radio nella partita tra Imperia e


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Alessandria: quindi iniziai da lì. Vincemmo 1-0 con gol di Della Morte su rigore.

La radiocronaca più bella e quella più brutta.Viene difficile giudicarmi da solo, in particolar modo per la mia giovane età. Ho fatto particolarmente fatica all’inizio, spesso mi “impappinavo”: diciamo che identifico nel periodo iniziale quello peggiore, mentre oggi, anche lavorando in radio, dove diversi colleghi mi criticano e aiutano, do più attenzione a certi dettagli. La passione per i Grigi mi gioca un brutto scherzo, perchè mi faccio prendere dall’entusiasmo.

La radiocronaca che ricordi con più piacere?Non potrò mai dimenticare la partita tra Alessandria e Olbia dei playoff di C2, vinta con il gol di Briano. Ma non posso scordare neanche la vittoria in serie D, nel 2008, con la Rivarolese, per 3-2, o quella di Montichiari, in C2, per 1-2. Mi riicordo che in quell’occasione mi chiesero cos’avessi combinato, visto che, quando segnammo il gol della vittoria, ero riuscito a mandare in saturazione il mixer della radio. E poi anche Alessandria-Sorrento 2-1, con gol di Artico al 91esimo della stagione 2009-2010. In più di un’occasione, mio zio mi telefonò perchè, ascoltandomi in macchina, pensava che uscissi dagli altoparlanti tanto esultavo ai gol dei Grigi.

Curiosità... in trasferta?Per la prima radiocronacaca, quella tra Imperia e Alessandria, decisi di partire con un’ora e mezza di anticipo ma, sbagliai ben due volte l’uscita dall’autostrada. Appena fuori, mi fermai a chiedere dove fossi finito ai Carabinieri sistemati in mezzo alla strada; attraversai una serie di paesi finchè, a intuito, riuscii ad arrivare allo stadio. Sbagliai pure a posteggiare la macchina per l’emozione, rigando una portiera mentre facevo manovra. Poi all’uscita, due personaggi alquanto “strani”, mi fermarono nel posteggio in modo intimidatorio, chiedendomi se fossi un poliziotto.Tutto questo prima del viaggio di ritorno: 4 ore di coda, da Albenga a Voltri.Oppure non dimentico il parapiglia che venne fuori prima in tribuna stampa e poi in sala stampa a Varese nel 2010, a causa di un gestaccio dello speaker dello stadio di Varese al gol della loro vittoria.

Poi la grande tavolata di panini posta dietro la tribuna stampa di Rivoli, eravamo in serie D. In quell’occasione, dopo che mi venne dato un risultato da studio, andò in onda pure una mia esclamazione un po’ troppo colorita, perchè non sapevo di essere in diretta... lo scoprii soltanto al mio ritorno in Alessandria.

SALERNITANA AI PLAYOFF, SCOMMESSOPOLI, L'ANNO DEL CENTENARIO

FAUSTO MAMBERTI

Appassionato di informatica e sport, da anni nel mondo del calcio, ha un esordio sfortunato ma indimenticabile con la Salernitana per la semifinale playoff. È lui il radiocronista ufficiale del centenario.

Quando hai iniziato a fare le radiocronache?Ho iniziato nell’85 a condurre trasmissioni da studio. Bob Accardo di Radio BBSI aveva preso i secondi diritti per trasmettere l’Inter (radiocronista Bruno Longhi) da Radio Montestella di Milano e, assieme a Silvio Ciavardini, commentavamo la serie A. Poi nel ‘91 a Radio Delta ho seguito per due anni, sempre da studio, le radiocronache dei Grigi di Enzo Pregnolato.La prima vera radiocronaca risale al ‘91, quando seguivo l’Acqui, la Valenzana e le amichevoli dei grigi. Nel ‘94 a Radio Cosmo, conducevo la trasmissione domenicale da studio, avendo il privilegio di mandare in onda prima Raimondo Bovone e poi Tino Pastorino come radiocronisti dell’Alessandria. Poi anche l’esperienza di alcune radiocronache della

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Belvedere Volley e lo spareggio Derthona-Oikos Alessandria per la B2, vinto dai mandrogni.

Cosa ti ha spinto a diventare radiocronista?È una cosa che hai nel sangue, fin da piccolo imitavo i conduttori dei telegiornali e i telecronisti come Martellini, Pizzul e Albertini della Televisione Svizzera Italiana. La notizia prima di tutto. Il 6 Novembre 1994 ci ho rimesso un’auto per tentare di raggiungere

Radio Cosmo e cercare di raccontare quello che stava succedendo. Tornassi indietro, non lo rifarei, non sono un fanatico, la vita è un privilegio che va al di là di qualunque passione anche la più travolgente. Devi pensare cheper seguire un istinto rischi di danneggiare anche i tuoi cari.

Il ricordo più bello?La trasferta di Salerno. In assoluto uno dei racconti più epici di una partita di calcio. Avevamo più fame di loro, ricordo ancora Camillucci, in 11 contro 8, come un kamikaze, buttarsi in attacco alla ricerca del 2-1.

Quello più brutto?Duole dirlo, ma il tentativo dei tifosi di sfondare la zona degli spogliatoi, dopo Alessandria-Lecco di quest’anno. In mezzo c’eravamo noi e solo per caso il mio collega Trisoglio non ha subito conseguenze fisiche più serie. Lo spavento è stato tanto, volevo smettere, poi ho capito che la rabbia ti fa agire in maniera irrazionale e ho capito, anche se non approvato, le ragioni di quella veemente protesta.

LE ALTRE VOCI DELL'ALESSANDRIA CALCIO

Raimondo Bovone Massimo Delfino

Francesco Gastaldi Enzo Pregnolato

Biagio Gandini Silvio Bolloli

Adelchi PuozzoMassimo Brusasco

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C iccio Marescalco: 36 gol in maglia grigia. Se ti dico centenario dell’Alessandria calcio, qual’è la prima cosa che ti viene in mente?

Mi vengono in mente gli alessandrini, che non vedo l’ora di riabbracciare in occasione della festa. Ho una gran voglia di festeggiare questo storico traguardo con i “mandrogni”.

Qual è il ricordo più bello della tua avventura grigia?Senza ombra di dubbio il gol contro il Venezia Mestre, sotto la curva Nord: lancio di Bisoli, io ho lasciato scorrere la palla e ho calciato di sinistro. C’erano quasi 15000 spettatori, indimenticabile!

Solitamente un legame tra giocatore e tifosi si solidifica dopo una lunga militanza, tu invece sei riuscito a crearlo pur non giocando per tanto tempo in Alessandria, come lo spieghi?Per un attaccante è importante fare gol, io in 2 anni ne ho fatti tanti ed è sicuramente questo.È difficile dimenticare uno che segna tanti gol, i tifosi che ora hanno una cinquantina d’anni si ricordano sicuramente di me. Ho voluto bene ai tifosi, i quali hanno contraccambiato: affetto che ricambiavo con i gol.

Devi descrivere Ciccio Marescalco ad un ragazzino, il quale non sa magari nemmeno chi sia, cosa gli racconti?Se un ragazzino non mi ha mai visto giocare è di cile spiegarglielo, gli consiglierei sicuramente di vedere qualche partita dell’epoca.

CICCIO MARESCALCO“I tifosi mi hanno sempre voluto bene,

io ricambiavo con i gol”

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D al 1982 al 1986 all’Alessandria.Che ricordi hai?Ho dei ricordi bellissimi, sono arrivato all’Alessandria quand’ero molto

giovane, è stata un’esperienza fondamentale per la mia carriera.

Lo spareggio di Modena?Tanta amarezza, anche perchè noi avevamo fatto una grande rimonta, siamo arrivati a quello spareggio con euforia ed in forma mentre eravamo consapevoli che gli avversari facevano un po’ di fatica. Purtroppo dopo il vantaggio del primo tempo il sogno si è infranto: la ripresa è stata per tutti una grande delusione.

Il momento più esaltante della tua avventura grigia?Non c’è un momento in particolare, ho giocato molto, ho addirittura segnato dei gol, cosa inusuale per me. Mi piaceva tantissimo giocare al Moccagatta, probabilmente

perchè mi ricordava il Filadel a, lo stadio dov’ero cresciuto come calciatore.

Quest’estate sei stato ad un passo dal diventare l’allenatore dell’Alessandria, nell’anno del centenario.Non è esatto, quest’estate ho avuto il piacere di conoscere i nuovi dirigenti con cui ho discusso,

insieme abbiamo capito che il mio arrivo avrebbe creato più problemi che bene ci. La società doveva ancora assestarsi, non sapeva nemmeno quale campionato sarebbe andata ad a rontare, insomma le incognite erano parecchie.

Se ti dico centenario dell’Alessandria, qual’è la prima cosa che ti viene in mente?La prima cosa che mi viene in mente è il Moccagatta, in quegli anni la serie C era seguitissima, ricordo partite con 10.000 persone, in media in casa avevamo 5.000/6000 spettatori.

Radio Alex incontra... GIANCARLO CAMOLESE

“Che emozione giocare al Moccagatta”

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Buon compleanno Grigi! 100 candeline sono state spente. Ecco il commento dei principali protagonisti della stagione del Centenario.

CESARE ROSSINI Presidente Onorario U.S. Alessandria CalcioÈ sicuramente un onore essere presidente nell’anno del centenario. Ho provato una grande emozione il 18 febbraio, quando mi sono svegliato e ho detto “Sono il presidente del centenario” della squadra più importante della nostra provincia.

GIGI CAPRA Consigliere delegato Settore Giovanile U.S. Alessandria Calcio In un calcio che tende a valorizzare sempre più i giocatori stranieri è importante investire nei giovani: devono farlo società come l’Alessandria, dove i ragazzi possono essere seguiti al meglio e valorizzati. Il sogno è di vederne qualcuno, un giorno, arrivare in prima squadra.

PAOLA DEBERNARDI Presidente U.S. Alessandria Calcio

Voglio ringraziare i tifosi per l’appoggio che hanno sempre dato alla squadra. Il girone di ritorno è partito in maniera diversa rispetto a

come si è concluso il girone di andata. Colgo l’occasione per invitarli ad essere sempre più calorosi e di sostegno nei confronti di questa maglia che hanno sempre amato, a maggior ragione nell’anno del

centenario.

GIULIANO SONZOGNIMister U.S. Alessandria Calcio

Sono contento che l’Alessandria sia giunta a compiere 100 anni. In questa società ha giocato Rivera, che purtroppo

i giovani non conoscono: oggi i ragazzi si esaltano per Cassano ma se avessero visto il “Golden Boy” non

parlerebbero più del talento barese.

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GIANNI RIVERANasce ad Alessandria il 18 agosto 1943 e tira i primi calci al pallone presso la “A.S.D. Don Bosco”, dove viene poi selezionato presso la squadra cittadina. Scoperto da Franco Pedroni, esordisce in serie A a sedici anni non ancora compiuti il 2 giugno 1959 in Alessandria-Inter 1-1. Il 25 ottobre dello stesso anno il primo gol contro la Sampdoria. La sua presenza non basta ad evitare la retrocessione, prima del suo passaggio al Milan e la grande carriera in Lombardia e in Nazionale.

ADOLFO BALONCIERINasce a Castelceriolo il 27 luglio 1897 ed è considerato uno dei più forti calciatori italiani di tutti i tempi: è tra i migliori interpreti del ruolo di regista classico del calcio anteguerra. Nell’Alessandria faceva coppia con Carlo Carcano, e con la maglia grigia ottenne la convocazione in Nazionale arrivando ad esordirvi il 13 maggio 1920 contro l’Olanda. Lascia Alessandria per continuare la carriera al Torino, ma vi ritorna da allenatore nel 1941.

ANTONIO COLOMBOÈ il recordman di presenze con la maglia grigia (399) collezionate nel periodo dal 1968 al 1983.Proveniente dal Legnano, disputa con i grigi ben 15 campionati, tra serie B, C, C1 e C2, vincendo la prima

edizione della Coppa Italia Semiprofessionisti nel 1972-73. Al termine della carriera è stato più di una volta allenatore delle giovanili e in seconda, guidando brevemente la prima squadra nel 1983-84 e 1989-90.

RENATO CATTANEOCentrocampista o ensivo, passa la maggior parte della sua carriera all’Alessandria. Esordisce in prima squadra nel 1923 e in maglia grigia passa dodici stagioni tra il campionato 1923-24 e il 1934-35, collezionando 319 presenze (secondo di tutti i tempi) e mettendo a segno 128 reti (miglior realizzatore della storia). Con lui l’Alessandria vince la Coppa CONI nel 1927 e s ora la vittoria dello scudetto 1927-28. Avendo realizzato 67 gol tra il 1929 e il 1935 è a tutt’oggi il maggior cannoniere grigio nella Serie A a girone unico.

FABIO ARTICOÈ il calciatore simbolo della storia recente dell’Alessandria. Arriva nel 2007-2008, in serie D, e trascina i grigi alla promozione con 21 gol.Continua a marcare il cartellino anche in C2, con 13 gol che portano al ripescaggio in Prima Divisione. Da qui diventa capitano della squadra e continua a segnare nonostante l’età avanzi e i minuti concessi dai vari mister diventino sempre meno: 13 gol ancora nel 2009-2010 e 7 l’anno scorso.

DNA grigioAbbiamo scelto alcuni dei giocatori più significativi che hanno lasciatoil segno nella storia centenaria dell'alessandria calcio, per trasmettere le stesse emozioni anche a chi non le ha vissute.

Si ringrazia Emanuele Bellingeri per parte del materiale fotogra co.

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Qui Alex a voi StadioÈ il programma sul calcio della provincia di Alessandria. Ogni domenica, con la regia di Franco Tasca, va in onda la radiocronaca integrale e in esclusiva delle partite dell’Alessandria Calcio con Fausto Mamberti e Alessandro Trisoglio. A seguire la redazione si collega con tutte le squadre della nostra provincia, dalla Lega Pro alla Terza Categoria, con risultati e commenti del dopo-partita insieme ai protagonisti della domenica calcistica.

I Grigi su... radio Alexradio alex è la radio ufficiale dell'alessandria calcio.ricordiamo ai veri tifosi grigigli appuntamenti sportivi dedicati al calcio del nostro territorio che trovate tutte le settimane sugli 89.9

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Mezz'Ora con... I Grigi

Ogni lunedì, alle 12 e in replica alle 20, Radio Alex intervista i protagonisti dell’U.S. Alessandria Calcio. Una chiacchierata di mezz’ora con un esponente di spicco della società o della compagine grigia!

Zona Mista

Il lunedì alle 21 c’è l’appuntamento con l’approfondimento sul match domenicale dell’U.S. Alessandria Calcio con ospiti selezionati tra giocatori, addetti ai lavori e giornalisti. Conduce Fausto Mamberti, con ospiti ssi Matteo Serra e Simone Lazzarone di TuonoNews.Durante la trasmissione vengono poste agli ospiti in studio le domande ricevute tramite i commenti sul portale TuonoNews.


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P er vedere i primi club organizzati di tifo in Alessandria bisogna risalire addirittura agli anni ‘40

del secolo scorso, precisamente al 1947, quando l’allenatore Kovacs fonda il “Gruppo Fedelissimi Grigi”.

A inizio anni ‘70 nasce il Club “Alè Grigi” presso il bar Oddone: i bar in quegli anni erano i veri punti di ritrovo dei tifosi grigi. Ma la storia del tifo alessandrino reca sul proprio petto un’unica, inconfondibile data: 1974. È questo l’anno nel quale i vari gruppi di tifosi, per volontà di tre ragazzi neanche maggiorenni, Mario Di Cianni, Fabrizio Fornari e Marco Marino si riuniscono sotto il nome “Ultras”, cercando di prendere l’esempio delle tifoserie della serie A, il tutto dopo un incontro dell’Alessandria al Moccagatta con la Fiorentina. Il primo ritrovo della parte più calda del tifo grigio avvenne in una stanza all’interno del bar Jolly.

La prima coreogra a fu organizzata nel derby con il Novara, una delle rivali storiche dell’Alessandria, il 17 novembre di quell’anno. Da allora una lunga striscia di calore e colore, che prosegue nel corso degli anni,

Passione grigiaScopriamo insieme le origini del nostro tifo organizzato, come e perchè a distanza di anni ci si ritrova la domenica tifare Alessandria.

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1928 - Tifosi grigi agli albori della storia dell’Alessandria

come testimoniano le varie fotogra e. All’epoca, i numeri delle presenze allo stadio erano ben diversi da quelli attuali. Non era raro vedere cifre a quattro zeri per il conteggio degli spettatori al Moccagatta. Per notarlo basta prendere qualche ritaglio di giornale dell’epoca: ad esempio Alessandria - Venezia Mestre del 1988 venne vista da 8.000 spettatori.Fino allo spareggio perso con la Pistoiese nel 1998, al Moccagatta si vedevano spesso delle vere e proprie piene, anche grazie all’apporto degli ultras, tra i quali non si può dimenticare Enrico Cislaghi, “Cisley”, noto anche alle cronache nazionali per essere stato il primo ultras di dato di tutta Italia (dopo una gara

a Mantova nel 1989).

Poi arriva la retrocessione in C2 del 1998, anno che coincide con un calo netto di presenze medie allo stadio nonchè con lo scioglimento degli Ultras Grigi 1974: da lì al 2003 non si possono dimenticare gli spareggi di Meda e Reggio Emilia contro il Prato.

Dagli anni ‘90, oltre ai Club, come il Grizzly, sono nati diversi gruppi ultras, come gli Head Out, i Supporters, i PMM, tanto per ricordarne alcuni. Di recente sono nati anche il Club Grigioneri Fraschetta - Materia

Si ringrazia Forzagrigi.itper il materiale fotogra co

Alessandria-Novara del 1974. La prima coreogra a della nostra Curva

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Grigia, il club Gino Armano di Oviglio e il club dei Fedelissimi di Cantalupo. Quindi, nel 2003 il fallimento, la Nuova Alessandria, boicottata dalla tifoseria, e l’acquisizione del marchio con la seguente vittoria del campionato di Eccellenza che fa risvegliare un entusiasmo sopito da anni.

Si sale in D e dopo due anni di medio-bassa classi ca, al Moccagatta ritornano calore e passione: 3.500 spettatori con la Biellese. La C2 successiva, un altro anno di soddisfazione, è piena di calore, coreogra e ed entusiasmo: seguire l’Alessandria torna una moda e al “Mokka” si vedono tantissimi ragazzini. A testimoniarlo sono quei 6.000 nell’ultima gara di campionato con l’Olbia, prima di a rontare proprio

l’Olbia stesso ai playo : in 250 in terra sarda prima, poi nella gara che manda i Grigi a Como con la sventola di Briano dal limite, gli spettatori sono più di 4.000, prima della nefasta nale persa sia al Sinigaglia. La C1 arriva lo stesso tramite ripescaggio ma la migrazione forzata a Ivrea a causa dell’indisponibilità del Moccagatta (nel quale viene demolita la vecchia curva Nord) e le nuove leggi per l’accesso agli stadi fanno crollare partecipazione e seguito ovunque e Alessandria non fa eccezione. Nella stagione 2009-2010 ricordiamo la splendida coreogra a nella gara interna persa 1-3 contro il Novara, per arrivare alla scorsa annata, dove segnaliamo una curiosità: con il Monza al Moccagatta,

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Coreogra a Alessandria-Novara 1990-1991per la promozione diretta in C1

Alessandria-Prato 2001-2002. S da diretta per la volata alla C1, in quei giorni si festeggiano 90 anni della società.

l’Alessandria è l’unica squadra a giocare nonostante la nevicata, grazie ai tifosi che hanno spalato le neve n dalla mattinata, mentre ad esempio gare di A come quella del Bologna saltano. Il Moccagatta torna poi a ribollire nella semi nale persa con la

Salernitana 1-3. Una giornata in stile anni ‘80, con oltre 5.600 spettatori u ciali (anche se ad occhio azzardarne 7.000 non è sbagliato). I cori e i tamburi della Nord si sentono no in via Milano, ma non

basteranno ad evitare la più dolorosa pagina della storia del post fallimento: ad agosto arriva la be a di Scommessopoli e Alessandria dopo aver fatto i playo per andare in B, si ritrova in Seconda Divisione. Il resto è cronaca dei giorni nostri e sulla stagione attuale l’unica

luce certa, dopo la splendida gara di Marassi persa 3-2 in Coppa Italia con la Sampdoria è questo centenario. Per ora...

Alessandria-Salernitana 2010-2011. Al Moccagattain 7.000 nel ritorno dei playo per la serie B (1-3).

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(M.S.)


“Grigi nel cuore”(Cristiano Macrì)

Grigio nero nero...Noi abbiamo i grigi nel cuoreGrigio-nero è il nostro colore...E portiamo nelle città una fedeche il tempo non cancelleràNoi abbiamo i grigi nel cuoreAlessandria unico amore...Quando il sacco sotto la nordsi gon a solenne per ogni tuo golForza Alessandria siamo con teDue cuori la stessa sorteForza Alessandria sempre con teQuando si vince o si perdeStretti nella gioia e nel dolorePerchè noi abbiamo i grigi nel cuore

Una curva, un inno!

“Questa canzone è stata scritta nel 1996 e poi riarrangiata nel 2008. Alla prima registrazione parteciparono tutti i grigi dell’epoca, ricordo Notaristefano, Fontana, Avallone… è stato molto divertente… Oggi si trova anche un video su internet di quella storica registrazione”.Cristiano Macrì, autore dell’inno dell’Alessandria e conduttore su Radio Alex.

Da sinistra Marcello Montobbio,Yassin Likane e Cristiano Macrì


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È stato per vent'anni il magazziniere dell'Alessandria, punto di riferimentodi atleti, dirigenza e tifosi. è giancarlo zanaboni e lo abbiamo incontrato.

Giancarlo, la tua carriera da dov’è cominciata?“Per due anni ho lavorato nel settore giovanile, cominciando nel 1989 quando c’era mio glio.2 anni di settore giovanile e 20 anni come magazziniere, dal 1991. Tutto è iniziato in lavanderia, dove sono rimasto per un paio di anni. Una sera mi ha chiamato Quirico, dicendomi che sarei partito con la squadra. Mi andava bene lavorare così: avevo modo di seguire mio glio, all’epoca ancora piccolo, che potevo vedere giocare nei grigi, e riuscivo a gestirmi bene con il lavoro”. Giancarlo inizialmente sostituiva un collega in lavanderia, ma prendendoci gusto ha deciso di rimanere in via de nitiva a lavorare come magazziniere.

I ricordi. Quello più intenso? “La vittoria di Reggio Emilia con il Prato. Pioveva, e tutti quei bambini li ho fatti diventare tifosi dei Grigi. Eravamo andati in ritiro per 3 giorni nei campi della Reggiana e venivano tutti i ragazzini di Reggio Emilia a vederci. A uno regalavo la maglietta, all’altro i pantaloncini... Quindi alla partita decisiva allo stadio tifavano per l’Alessandria. Anche in D abbiamo vinto il campionato, ma quando stravinci, cominci già a mettere nella testa la vittoria. Le retrocessioni, invece, preferisco dimenticarle.”

Non dimenticherai mai l’alluvione del 1994...“Sì. Mi ricordo Romairone, che mi ha portato una televisione. Ma soprattutto, Alessandro D’Amico:

voleva venire da me (Giancarlo è di San Michele NdR) e, non riuscendo ad attraversare Borgo Cittadella perché era franata la strada, ha fatto il giro da Valmadonna, andando in aperta campagna. Si è impantanato con la macchina ed ha chiamato il proprietario di un trattore, il quale ha tirato fuori l’auto, permettendogli così di arrivare a San Michele. È andato da Don Ivo, si è fatto indicare la via in cui abitavo e, quando è venuto a casa mia, ho sentito chiamare. Alla risposta, “D’Amico”, ho replicato “Se sei amico rispondi”. Mi ricordo che aveva portato vestiti a tutti, perché ha una boutique a Francavilla di Verona. Mi è rimasto nel cuore”.

Perché sei andato in pensione?“Ho un nipotino da seguire, e voglio dedicarmi un po’ a mia moglie. Mi hanno telefonano tanti giocatori, e dopo che ho lasciato, ho avuto tante proposte, tra cui una della primavera dell’Inter, per non parlare di tutte quelle delle squadre del circondario: nessuna conosceva le vere ragioni del mio abbandono”.

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Gianca c’è!

Giancarlo Zanaboni (a destra) con la presidentePaola Debernardi e il bomber Fabio Artico

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Ecco la lodevole iniziativa de Il Piccolo per celebrare i 100 anni dell'U.S. Alessandria Calcio.

U n approccio ‘inedito’ per un centenario: il racconto di un secolo di Alessandria Calcio

a dato ai protagonisti. E al calcio giocato: i numeri, ma soprattutto le voci e le immagini. In ‘GRIG100’ (scritto da Mimma Caligaris – edizioni Il Piccolo/Soged) la storia dei grigi narrata attraverso le partite che hanno segnato, a vario titolo, ogni campionato disputato dall’Us Alessandria calcio 1912 nei suoi cento anni di vita. Per ogni stagione è scelto un incontro, signi cativo per l’esito di quell’annata, per i giocatori in campo, per gli e etti sulle vicende anche societarie. Qualche esempio: tutti gli spareggi, soprattutto quello di San Siro, ultima serie A conquistata dall’Alessandria, ma anche un triangolare al termine dell’annata 1937 in cui i grigi mancarono di un nulla il ritorno nella massima serie. E, ancora, il debutto di Rivera in maglia grigia e in serie A, i 17mila al Moccagatta contro il Parma. Non solo vittorie, anche pagine più di cili, ma altrettanto cruciali: come il primo incontro della stagione 2002 – 2003, che si concluse con il fallimento e da una faticosa ripartenza

dall’Eccellenza. La peculiarità è che non c’è una fredda cronaca della gara scelta, ma il racconto è attraverso le parole di uno dei protagonisti: è Rivera a narrare il suo esordio, è Fabio Artico a far rivivere il

gol del raddoppio nella s da cruciale con la Biellese, l’inizio della fuga verso il trionfo in D e ritorno nel professionismo con un mese e mezzo di anticipo e 17 punti sulla seconda, sono spettatori allora ragazzi e oggi con i capelli grigi a riportarci sugli spalti di San Siro per quell’Alessandria – Brescia, 2-1, 23 giugno 1957, la promozione in A. Ci sono anche alcune gare extra: i due scudetti giovanili, la

prima Coppa Italia Semipro, il saluto al capo della tifoseria organizzata. E la squadra, tutta, giocatori, tecnici e dirigenti, della stagione del centenario. Là dove è stato impossibile trovare testimoni ancora in vita, ci si è a dati ad aneddoti: come quella gara del 1914 contro il Milan, l’arbitro che studiava la migliore via di fuga per sfuggire ai tifosi. Molte le immagini a corredo: per ognuna delle gare il tabellino e ogni racconto contiene anche l’esito nale della stagione. Gra camente anche un ‘banner’, a fondo pagina, dove collocare eventi salienti in quell’anno, in città e in provincia. Per collocare l’Alessandria dentro la storia del suo territorio.

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Piercarlo FabbioSindaco di Alessandria

I grigi sono una passione travolgente.Sono la storia popolare di una città nel Novecento, n dalle origini, da quando, cioè il calcio lo

conoscevano solo i pionieri, che lo avevano imparato dagli inglesi, magari storpiando i termini del foot-ball dei gli della “per da” Albione in un misto di italiano e di vernacolo, sul tipo di “albitro opsey!” per indicare un clamoroso fuorigioco oppure “uarda is centralf” per gridare all’allenatore che il centrale probabilmente aveva sbagliato o ancora “ciapa is fulbal e tirli là”. Miracoli della lingua e dell’anima grigia, che si mischiano in una maionese di sentimenti che fa storia e costruisce l’identità di una città che

continua a mettere all’ordine del giorno il calcio ad alto livello e inserire tra le speranze di comunità almeno la serie B. Che pareva solo lo scorso anno a portata di quelle maglie e che oggi ci vede ricacciati indietro... Pronti però a ritentare per riandare avanti.

Rita RossaVice Presidente Provinciadi Alessandria

Cento è un numero tondo, pieno, completo. Sta a signi care un traguardo raggiunto. Quello di aver abbracciato un periodo di tempo lungo, un passato non troppo remoto però, che, se ci si sforza un po’ si riesce ad abbracciare tutto e che si allunga no al presente ricordandoci che anche noi ne facciamo parte perché abbiamo contribuito a scriverne un pezzetto. Cento anni di emozioni, di vittorie, di so erenze, di scon tte. Cento anni che uniscono e che signi cano una storia d’amore tra Alessandria e la sua Squadra, l’Orso Grigio. Un secolo di Storia (due con itti mondiali, la ricostruzione, il boom economico, la crisi e i giorni nostri) e un secolo di storie (calciatori, allenatori, parenti, famiglie, sponsor, direttori sportivi, giornalisti). Il rito, quasi sacro, come diceva Pier Paolo Pasolini, della partita della domenica è ancora un collante che da solo tiene insieme un pezzetto di comunità accomunando le persone nella spensieratezza, nel sacri cio, nei momenti di esaltazione ed in quelli di sconforto. Per questo auguro Buon Compleanno al “cuore grigio” della nostra città, l’Alessandria Calcio insieme a tutti i tifosi che la amano da cento lunghi splendidi anni.

Nelle pagine precedenti abbiamo voluto festeggiare il Centenario attraverso i ricordi e le emozioni di protagonisti e tifosi. A questo coro si sommano gli auguri speciali di due rappresentanti della nostra città.

Due saluti speciali


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1volte grigi!


RADIO ALEX MAGAZINE - SPECIALE CENTENARIO

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