Francesco Petrarca (Alex)

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FRANCESCO PETRARCA

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FRANCESCO PETRARCA

Francesco Petrarca, figlio di Eletta Cangiani e del notaio ser Pietro di Parenzo di Garzo (detto ser

Petracco), entrambi fiorentini, nato ad Arezzo il 20 luglio 1304, è stato uno scrittore, poeta, considerato

per chiarezza e splendore dello stile, il primo artista italiano. Autore di lingua latina, svolse un ruolo

fondamentale per lo sviluppo della poesia volgare, considerato al pari di Dante, padre della lingua

italiana.

Vita

A causa dell’esilio paterno, dovuto alle lotte interne guelfi-ghibellini, il giovane Francesco trascorse

l’infanzia in Toscana, prima ad Arezzo, poi ad Incisa e a Pisa. Nel 1312 la famiglia si trasferì vicino ad

Avignone (Francia) dove il padre sperava di ottenere incarichi papali.

Dopo gli studi grammaticali sotto la guida di Convenevole da Prato, venne mandato prima a

Montpellier e dal 1320, insieme al fratello Gherardo a Bologna per studiare diritto civile. Morto il padre,

dopo il rientro in Provenza (1326), Petrarca incontrò il 6 aprile 1327, venerdì santo, nella chiesa di Santa

Chiara ad Avignone, Laura e se ne innamorò (amore non ricambiato in quanto sposata).

Attorno al 1330, consumato il modesto patrimonio paterno, Petrarca si diede alla carriera ecclesiastica,

abbracciando gli ordini minori. Fu assunto come cappellano di famiglia del cardinale Giovanni

Colonna. Appoggiato dalla potente famiglia dei Colonna, compì in quegli anni numerosi viaggi in

Europa: Parigi, Gand, Liegi, Aquisgrana, Colonia e Lione.

Al 1337 risale la prima visita a Roma, il trasferimento da Avignone a Valchiusa, dove aveva acquistato

casa e la nascita di un figlio, Giovanni, che morì in giovane età. A Valchiusa fece la conoscenza di

Cola di Rienzo, un popolano che a Roma era riuscito ad impadronirsi del potere e tentava di

instaurare un governo repubblicano sull’esempio dell’antica repubblica romana.

Nel 1348 era a Parma, quando il 19 maggio, lo raggiunse la notizia della morte di Laura, colpita dalla

peste come gli amici Sennuccio del Bene e Giovanni Colonna. Lasciata Parma, Petrarca riprese a

vagabondare per l’Italia fino al 1351 quando rientrò in Provenza, che lasciò definitivamente nel 1353 per

trasferirsi a Milano.

Nel 1370 si trasferì con i suoi libri ad Arquà, un tranquillo paese sui Colli Euganei, dove lo raggiunse la

figlia Francesca con il marito e, colpito da una sincope, morì nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1374,

mentre (secondo la leggenda) esaminava un testo di Virgilio. Le spoglie furono sepolte nella chiesa

parrocchiale, collocate poi dal genero in un’arca marmorea accanto alla chiesa.

OpereAfrica, opera latina in rima, scritta tra il 1339 ed il 1342 è un poema eroico incompleto che tratta della

seconda guerra punica e delle gesta di Scipione. Secretum, opera latina in prosa, scritta tra il 1347

ed il 1353 è un’opera articolata come un dialogo immaginario in tre libri tra il poeta e Sant’Agostino,

alla presenza di una donna muta che simboleggia la Verità. E’ un’autobiografia dove racconta la

tormentata storia della sua vita e confida ai lettori le preoccupazioni che affliggono il suo animo

inquieto.

Il Canzoniere, opera in volgare, è la storia poetica della vita interiore del Petrarca, raccolta di 366

componimenti. La maggior parte è di argomento amoroso, una trentina di argomento morale, religioso

o politico. Celebri le canzoni «Italia mia» e «Spirto gentil», nelle quali il concetto di patria si identifica con

la bellezza della terra natale. Ricordiamo anche «Chiare, fresche et dolci acque» ed il sonetto «Solo et

pensoso». Raccolta divisa in due parti, rime in vita e rime in morte di Madonna Laura. L’amore per Laura

è il centro intorno al quale ruota la vita spirituale, ricchissima ed originale del Petrarca.

I Trionfi, seconda opera importante in volgare, sono una serie di poemetti allegorici; uno è dedicato

alla morte (con riferimento a quella di Laura). Raccolte epistolari, molto importanti, sono le raccolte

delle lettere inviate da Petrarca, disposte in ordine cronologico, contribuiscono a costruire l’immagine

autobiografica che il poeta ha voluto offrire di sé ai posteri.

Il 26 aprile 1336, Petrarca, assieme al fratello Gherardo e altri due compagni, scalò il Mont Ventoux, in

Provenza (1912 m.). Data considerata «nascita dell’alpinismo» e Petrarca un precursore di questo sport.

«L’ascesa al monte Ventoso» non è il semplice resoconto di una scalata, bensì una lettera di forte valore

simbolico e ricca di elementi allegorici. Vista nella sua interezza l’ascensione rappresenta la vita di

Petrarca, le asperità del terreno sono le difficoltà della vita e la cima del monte la salvezza.

Petrarca amava molto i gatti ed in particolare aveva a cuore una gatta che si dice stesse sempre ai

suoi piedi mentre scriveva; questa dopo la morte fu imbalsamata ed è nella nicchia al pianterreno

della casa di Arquà. Alla fine del 2005, nella Biblioteca Statale di Danzica, fu rinvenuto un manoscritto

originale del Petrarca, la prima redazione delle «Invettive contro il medico».

FINEdi Alexandro