Racoon numero 1 dell' Anno Scolastico 2009-2010

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Primo numero del Periodico di informazione, cultura e curiosità dell’I.S.I.S.S “Marco Casagrande” di Pieve di Soligo Anno 7, numero 1, Dicembre 2009 www.isisspieve.it/racoon

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IL SOLITO, GRAZIE! Le nostre rubriche

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LA CORTINA DI FERRO A teatro con Marco Paolini, sul La 7

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8 1969: NASCEVA IL CASAGRANDE 40 anni della storia festeggiati lo scorso 28/11

13 COSA AVVIENE ALLO SPOGLIO? Vi spieghiamo il sistema elettorale scolastico

16 I MURI DI CASA NOSTRA Da Padova al Medioriente, i muri di tutti i giorni

28 BREVE GUIDA AI CELLULARI TOUCH Quando lo schermo sostituisce la tastiera

31 ROBERTO CAPUCCI Lo Stilista - Architetto

34 TELEVISIONI Le serie TV in chiaro

Su isisspieve.it/racoon

trovate un breve sondaggio:

quali sono secondo voi le dieci

regole del buon cittadino? Sul

prossimo numero, pubblichere-

mo il vostro “decalogo”!

Caporedattore: Domenico Bottega Redattori: Davide Amianti, Marta Amista-ni, Lucia Barazzuol, Luca Chinellato, Kayleigh Dall'Arche,Guido Donato, Paola Gallon, Matteo Manighetti, Teresa Manighetti, Angela Sava Layout: Samuele Ziero, Marta Amistani, Sabrina Chiesurin, Gianluca Spironelli, Caterina Melito Sito Internet: Matteo Manighetti Ringraziamo per la collaborazione: prof.Pierangelo Gobbato, prof.ssa Elisa Lazzari, prof.ssa Ivana Zambon Coordinatori: Prof. Claudio Vidotto, Prof.ssa Fiorina Viezzer Ringraziamo Caterina Zamai per aver realizzato le vignette della pubblicità dell’Easy Help

Chiuso in redazione il 9 dicembre 2009 - www.isisspieve.it/racoon

5 INBOX

6 FOTONEWS

22 PAGINE

25 ATOMI

28 BIT

38 IPSE DIXIT

39 GIOCHI

40 RACCONTI

24 TRAILER

3 EDITORIALE

34 TELEVISIONI

37 SPORT

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INBOX: C’E’ POSTA PER NOI!INBOX: C’E’ POSTA PER NOI!

Lo scorso 26 ottobre tutte le quinte del Liceo Scientifico si sono recate presso l’Università di Pordenone per assistere ad una lezione di astronomia tenuta da un professore dell’Università di Trieste in lingua in-glese. Durante il viaggio di ritorno, Caterina e Filippo hanno inviato un sms a Radio Padova, chiedendo ai conduttori del programma di mandare un appello in radio: la prof di astronomia può rinviare il compito? Il team della radio ha chiamato Caterina e Filippo che, in diretta, hanno fatto la loro richiesta! Un viaggio che difficilmente dimenticheranno!

Gli studenti del Casagrande si sono particolarmente distinti nel concorso Libernauta. Su un totale di 20 premi, ben 10 sono stati assegnati agli studenti del nostro Istituto! I nostri complimenti a Gianluca Bac-chietto, Morena Baldassar, Valentina Dorigo, Andrea Giolai, Sara Gusatto, Giulia Scarpol, Eleonora Va-lentini, Corinna Zago, Jessica Zambon e Mariateresa Zanchettin.

Pubblichiamo con molto piacere una e-mail di Massimiliano Pillon e lo ringraziamo per i compli-menti fatti a tutta la Redazione! Speriamo di riuscire a svolgere al meglio il noctro compito anche quest'anno!

C aro Domenico, ti scri-vo per ringraziarti per-

sonalmente del lavoro svolto du-rante l’anno scolastico appena trascorso per quanto riguarda il “nostro” (se posso ancora consi-derarmi un vostro compagno) giornalino di istituto. Il ringrazia-mento naturalmente è rivolto a tutta la redazione, ai collaboratori e naturalmente agli sponsor. Sen-za dubbio c’è stato un incremen-to della qualità non indifferente, pa r t endo da l l a be l l e z z a “concreta”, cioè dall’introduzione per esempio dei colori, che han-no permesso di offrire ai ragazzi d e l l e i m m a g i n i m o l t o più accattivanti e dettagliate, o della nuova grafica molto

più “vendibile”. Ma ciò che mi interessa sottolineare di più è lo spirito con cui avete operato. In ogni numero era possibile coglie-re la passione che tutta la reda-zione metteva nei suoi articoli, l’importanza data sia all’ambiente che ci stava più vicino, cioè la nostra scuola, sia ai temi che in qualche modo possono sembrar-ci lontani, come la politica o l’ambiente, sempre visti attraver-so un occhio oggettivo ma inte-ressato e critico e, soprattutto, con l’ostinato intento di “far co-noscere” e “far capire” a tutti le tematiche da voi proposte. Aven-do avuto la fortuna di essere stato vostro rappresentante per due ann i , vog l io r ingraz iarv i dell’articolo dedicato ai rappre-sentanti, non tanto perché grazie a questo mi sia sentito più im-portante, ma perché in questo modo si è data maggiore visibilità a una carica che ha delle respon-sabilità non poco rilevanti nei confronti dell’organizzazione sco-lastica. Solo procedendo in que-sta direzione, ovvero dando a

questo impegno la giusta rilevan-za, gli studenti potranno produr-re un’idea che abbia credibilità davanti alle altre componenti sco-lastiche, nonché affidare maggior responsabilità sulle spalle delle persone elette, in modo da non candidarsi solo perché è un’opportunità per godere di maggiore fascino davanti alle ra-gazze o perdere qualche ora di scuola, ma perché si crede in qualcosa. Dopo tutte queste con-siderazioni, non posso che con-cludere dicendo che, escluse tut-te le questioni “tecniche”, la cosa che più mi ha fatto piacere è stata vedere che nella mia scuola c’era e c'è qualcuno disposto a spende-re del tempo per fare qualcosa di utile per gli altri. Mi auguro che le persone che verranno dopo di voi manterranno la stessa umiltà e lo stesso impegno, per il bene della nostra scuola. Buon lavoro a tutti e…finché po-tete, continuate così! Un abbraccio da Trento,

Max

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Greenpeace, in collaborazione con tcktcktck.org, hanno ideato un’iniziativa tanto originale quanto provocatoria. Dal 7 al 18 dicembre sessantacin-que capi di Stato e Governo prenderanno parte al Summit sul Clima organizzato dall’Onu a Copenhagen. I viaggiatori che transiteranno per l’aeroporto della capitale danese verranno accolti da finti cartelloni pubblicitari con foto-montaggi delle facce invecchiate dei leader del mondo che chie-dono scusa per non essere stati capaci di affrontare i cambia-menti climatici: “Mi dispiace. Pote-vamo fermare gli effetti cata-strofici dei cambiamenti climati-ci...non l'abbiamo fatto". I cartel-loni mostrano Obama, Sarkozy Lula, Merkel, Brown... così come potrebbero apparire nel 2020. Lo slogan della campagna è "Act now: change the future."

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Il giorno 28 novembre 2009 l'Amministrazione Comunale di Pieve di Soligo ha voluto ricordare i quarant'anni dalla fondazione dell'Istituto “Marco Casagrande” e per l’occasione ha chiesto di unire alla manifestazione la ceri-monia di consegna diplomi agli studenti che hanno so-stenuto l'Esame di Stato lo scorso giugno e borse di stu-dio agli studenti che più si sono distinti nel passato anno scolastico che annualmente l’Istituto organizza ; Alla cerimonia, svoltasi in mattinata, erano presenti il no-stro Dirigente Scolastico prof. Paolo Rigo, la Dirigente dei Servizi Amministrativi, la signora Francesca Orelli, il Sinda-co di Pieve di Soligo, il dottor Fabio Sforza, l’Assessore all’Istruzione Rosalia Ceschi, l’Assessore alla Cultura, l’ avv. Nicola Stefani, il Revisore dei Conti, la dott.ssa Cristina Dall’Antonia, 5 ex-Dirigenti del Casagrande, il dirigente Franco Rebellato, il prof. Luigi Floriani, il Dirigente Silvio Toffolon, il prof. Giuliano Biasotto, la prof.ssa Maria Car-mela Capodieci, il presidente della Commissione d’Esame prof. Fausto Politino e il signor Luigi Zanin, a rappresenta-re la Banca Prealpi, da anni vicina agli studenti eccellenti del Casagrande con premi di studio, e che perciò ha vo-luto sostenere l'evento.

Come ha ricordato il nostro Dirigente, la scuola è “un’azienda strana, che deve aspettare molto tempo pri-ma di vedere i frutti del suo lavoro”. In accordo con que-sta idea, è l'impegno che l’Amministrazione sta mettendo in atto con numerosi progetti indirizzati ai giovani del Co-mune, che proprio in questi giorni diventano realtà, co-me il Centro Giovani, inaugurato domenica 29 novem-bre. E' seguita la consegna delle borse e degli assegni di studio per merito ed infine dei diplomi per mano dei "primi diplomati" del Casagrande.Il Maestro Sergio De Ste-fani ha ricordato quanto lui ed altri pievigini avessero so-stenuto la fondazione di questo Istituto, in modo che an-che i giovani della zona potessero beneficiare dell'istruzio-ne superiore. A conclusione della cerimonia, il Sinda-co ha consegnato una targa commemorativa al nostro Dirigente, con la quale si intende sottolineare il grande impegno che la scuola dimostra per i suoi studenti. Que-sta cerimonia, oltre che una commemorazione del qua-rantennio, è stata una dimostrazione dei grandi passi a-vanti che il Casagrande ha compiuto dal lontano 1969. Marta Amistani

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A lcune settimane fa, le classi 5e del Liceo Socio Psico-

Pedagogico e del Liceo delle Scienze Sociali hanno avuto l’opportunità di conoscere Silva-no Fiorot, presidente dell’associazione “Lotta Contro i Tumori Renzo e Pia Fiorot” on-lus, in occasione di un incontro organizzato nella nostra scuola ed inserito in un programma più ampio che prevede una serie d’incontri sul tema. A mio parere, è stato, un’esperienza davvero toccante che mi ha fatto conosce-re nuove realtà, ma, soprattutto, un nuovo modo di affrontare i problemi di ogni giorno.

“Ho lottato ogni istante… con il

lavoro e con i problemi!” così esordisce Silvano Fiorot nel rac-contarci la sua vita drammatica. A quattordici anni, nel teatro della seconda guerra mondiale, è staf-fetta partigiana e le esperienze vissute a stretto contatto con gli orrori e le crudeltà della guerra hanno fatto maturare in lui l’idea che la vita è un bene fondamenta-le e il desiderio di vivere in soli-darietà e unità con tutti. Dopo la maggiore età milita nei sindacati dei lavoratori, partecipando attiva-mente nelle lotte degli operai del dopoguerra.

Nel 1882 la malattia porta via Renzo, il primogenito di Silvano e Pia Fiorot. Quattro anni dopo un nuovo lutto si abbatte sulla sua vita: viene a mancare la moglie Corte Pia. Silvano scelse di tra-

sformare questo straziante abban-dono in una offerta di vita. Nasce l’idea dell’associazione.

L’associazione “Lotta Contro

i Tumori Renzo e Pia Fiorot” onlus ha lo scopo di promuovere iniziative sia nel campo della pre-venzione che nell’assistenza do-miciliare al malato oncologico. Da 25 anni è al fianco dei malati oncologici e dei loro familiari. Ciò che guida gli associati è la convinzione che tutti possano agire per far star meglio “l’altro” e che ognuno di noi possa, quindi, trasfigurare l’egoismo che è pro-prio della nostra società in qual-cosa di straordinario. Credono inoltre che la salute di colui che ci sta accanto sia qualcosa che si può condividere: un giorno po-tremmo trovarci noi nel ruolo del malato.

Numerose attività vengono

svolte quotidianamente per compiere la dovuta assistenza ai malati: accompagnamento pazienti a terapie e visite, assi-stenza domiciliare per pazienti oncologici, consultorio di pre-venzione oncologica, consulto-rio psicologico e molte altre. L’associazione da diversi anni svolge attività sociali di preven-zione attraverso interventi edu-cativi presso le scuole e pre-venzione a mezzo stampa con la pubblicazione del quadrime-strale “Prevenire Oggi”.

L’Associazione è basata

esclusivamente sul volontaria-to, di medici e assistenti sanita-

ri dei malati oncologici e collabo-ratori. Annualmente sono orga-nizzati dall’associazione stessa corsi di formazione per i Volonta-ri di Assistenza ed incontri con il cittadino al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica.

Fiorot lancia due importanti

messaggi a noi giovani studenti: il primo è quello della Prevenzione, tassello fondamentale per blocca-re sul nascere malattie che si ag-gravano nel tempo; il secondo è quello di essere consapevoli del bene immenso che possediamo e di cui non ci accorgiamo… la vita! “…Vogliamo per quanto possibi-le, che nessuno abbia a ripercor-rere quel tuo calvario, figlio, che ti vede vittima nella dolcezza dei tuoi 19 anni.” PIA e SILVANO FIOROT.

Davide Amianti

INCONTRO CON L’ASSOCIAZIONEINCONTRO CON L’ASSOCIAZIONE

“Lotta contro i Tumori Renzo e Pia Fiorot”“Lotta contro i Tumori Renzo e Pia Fiorot”

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A n c h e d u r a n t e quest’anno scolastico

è continuato il Progetto che da alcuni anni si occupa di costruire la Biblioteca scolastica. L’attività era iniziata con la catalo-gazione di tutto il patrimonio do-c u m e n t a l e i n d o t a z i o n e all’Istituto e con la costruzione del nuovo Catalogo informatico, che ha completamente sostituito quello cartaceo e il cui archivio consta ora di un patrimonio di oltre 4000 documenti. Di anno in anno, il patrimonio viene arricchito e aggiornato an-che grazie all’inserimento di nuo-vi acquisti su proposta dei vari dipartimenti disciplinari. Parallelamente alla catalogazione, si è pensato poi di aprire quanto prima l’archivio della biblioteca all’utenza, mediante l’attivazione del servizio di prestito; servizio che poi gradatamente è stato in-centivato ottenendo un notevole incremento, rispetto al punto di

partenza,fino ad attestare, nell’ultimo biennio, un movimen-to complessivo di alcune centi-naia di documenti. Oltre alle con-suete attività catalogazione e di prestito, durante gli scorsi anni scolastici si è svolto uno straordi-nario lavoro di selezione e di si-stemazione di una ingente quanti-tà di materiale documentario (contenuto in oltre 50 scatoloni), che era stato accumulato in bi-blioteca a seguito del trasloco del-la sede staccata alla sede centrale, dove è stato riunito e sistemato l’intero patrimonio della bibliote-ca. Ora la biblioteca mette a di-sposizione, in scaffali chiusi a ve-tro, libri di vario genere e discipli-na, assieme alle ultime novità; a materiale di specifico interesse sistemato in appositi scaffali te-matici, a numerose collezioni di riviste vecchie o nuove (Sono ol-tre trenta quelle attualmente in abbonamento attivo della Scuola, tra cui Art dossier, Amadeus, Rocca, Bell’Europa, Focus, Le Scienze, National Geographic,

Medioevo, Archeo, L’Arca, Casabella, Ottagono, Psicologia, Elettronica, Airone, Chips, Ar-chimede e molte altre ancora); al deposito dei quotidiani (come Avvenire, il Corriere della sera, il Sole 24ore) e ad altro materiale di pregio da consultazione, of-frendo all’utenza ampie possibili-tà di lettura o di ricerca aperte a qualsiasi tipo di esigenza. Le rac-colte sono disposte in modo vsi-bile sugli scaffali, dove i libri sono collezionati in modo ordinato per materia(es. letteratura, scienze, arte, storia, filosofia, ecc.). Personalmente, mi ritengo soddi-sfatta del lavoro svolto durante questi anni e di quei passi che la Biblioteca del Casagrande ha fat-to finora con l’obbiettivo di inte-grarsi in modo utile nel contesto dell’Istituto-Territorio. Spero che il Progetto Biblioteca

possa continuare anche nei pros-

simi anni lungo questo iter intra-

preso di maturazione, aggiorna-

mento e arricchimento (ricerca

innovazione sviluppo) e auspico

perciò alla collaborazione di tutti,

in particolare degli studenti, che

sono invitati, se lo desiderano, a

segnalare tutte le novità librarie

lette e ritenute interessanti o qual-

siasi altra esigenza connessa con

la promozione della lettura e del-

la ricerca.

Prof.ssa Ivana Zambon

LA NOSTRA BIBLIOTECA /1LA NOSTRA BIBLIOTECA /1 Breve cronologia dell attivita svoltaBreve cronologia dell attivita svolta

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A perta tutti i giorni. E' questa la novità più

rilevante da segnalare per la nostra biblioteca. Quest'anno una gentile e sorridente signora è a disposizione di lettori e curiosi in uno spazio rin-novato e accogliente. Vi si può an-dare per consultare il catalogo e chiedere un prestito, ma anche per spulciare tra gli scaffali, per sfogliare una rivista, per “assaggiare” i tanti nuovi libri che sono in corso di cata-logazione, per studiare in pace du-rante un'ora buca. Quanto ad Internet, per ora c'è una postazione soltanto, ma tra qualche mese con-tiamo di poterle aumentare. Insom-ma la nostra biblioteca può diventa-re un luogo da frequentare oltre che una fonte di suggerimenti librari. A proposito di suggerimenti, perio-

dicamente verranno consegnati alle classi gli elenchi dei libri di nuova catalogazione, in modo che tutti possano essere aggiornati sulle nuo-ve opportunità di lettura. In questi anni di attività, abbiamo visto con un certo piacere che non è affatto vero che i ragazzi dei nostri tempi non amino leggere. Magari all'inizio gli pare il contrario, gli pare che la lettura di un libro sia nient'al-tro che una pizza pazzesca, una noia mortale imposta con truce violenza

dalla brutalità della scuola. Poi, pe-rò, riescono quasi sempre a scoprire che ci si può pure divertire, che una bella storia fa sognare, muove dei sentimenti, spinge a discutere, stimo-la delle curiosità, apre delle finestre sul mondo, sugli altri, su di sé. L'im-portante, comunque, è che sia un divertimento, un piacere. E non un peso. E, a proposito di divertimento, stia-mo pensando ad un concorso a pre-mi rivolto agli allievi del Casagrande: raccontare in modo simpatico (ironico, comico, spiritoso, originale) uno dei libri della nostra biblioteca. In fondo perché non giocare e di-vertirsi facendo ridere su una storia in origine seria? E il prof. Ferracin con una sua clas-se sta sviluppando l'idea di un altro concorso: la più bella poesia origina-le in SMS.

Al momento sono solo idee ma speriamo di farle diventare presto opportunità per mettersi in gioco. Un ringraziamento sincero vogliamo rivolgerlo alle tante persone della nostra scuola (insegnanti, personale ATA, dirigenti, studenti, tecnici) che hanno contribuito operosamente al rinnovamento della biblioteca. Gra-zie. Prof.ssa Elisa Lazzari Prof. Pierangelo Gobbato

GIORNI ORARI:

Lunedì - Venerdì 8.30 - 12.00

Sabato 11.00 - 12.00

ORARI BIBLIOTECA

LA NOSTRA BIBLIOTECA /2LA NOSTRA BIBLIOTECA /2 Aperta tutti i giorni, per farci catturare dalla letturaAperta tutti i giorni, per farci catturare dalla lettura

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D omenica 11 Ottobre, si è svolto presso la

Locanda da Lino a Solighetto i festeggiamenti dell’ottantottesimo compleanno del nostro compaesa-no poeta Andrea Zanzotto. Ha deciso di celebrare così i suoi 50 anni di dedizione alla poesia, cir-condato da familiari e cari amici editori, attori, traduttori, poeti… Mi è stata data la straordinaria possibilità di parteciparvi, non so-lo come rappresentante della Re-dazione del Giornalino scolastico ma anche come quello di tutto l’Istituto. L’opportunità di invitare

il Poeta a venire qui a scuola è arrivata quando gli ho consegnato un piccolo presente. Dimostrando la propria volontà a fare il possibi-le, ha fatto capire che, come uno dei più importanti poeti contem-poranei, la sua agenda è ricca di impegni e tanti gli enti che ricerca-no la sua presenza. Noi continuia-mo a sperare che un posticino lo riesca a trovare anche per noi! In questa felice circostanza, inol-tre, Zanzotto ha annunciato di a-ver ultimato il suo ultimo libro: Sovrimpressioni. Il libro è un'ope-ra composita che si sviluppa e ra-mifica attorno a un tema centrale: quello della distruzione del pae-

saggio, della trasfor-mazione dell'ambien-te naturale e del con-cetto stesso di natura. Zanzotto coglie i segni dei mutamenti di un'epoca nella perdita di identità e nel degra-do della propria terra, nel senso di soffoca-mento che sempre più ci minaccia. Que-ste "Sovrimpressioni" si realizzano in territo-ri inquinati dove i ver-di prati sono un ricor-do sempre più sfuma-to sotto la luce lunare. Zanzotto è un testi-mone fiero e saldo di un mondo già inghiot-tito dal progresso, e ne trasfigura ciò che osserva nella fisicità

della sua poesia. Sovrimpressioni è rintracciabile ora in qualsiasi libreria (edito da Mondatori, € 11.00). In seguito è stata presentata una bozza di un antologia: verso la po-esia, Incontri con la grande poesia veneta. E’ piccolo libretto che rac-coglie le più importanti poesie (e schede esplicative) scritte nella nostra terra da poeti ormai dimen-ticati (Ernesto Calzavara, Luisa Zille, Diego Valeri, Patrizia Valdu-ga). Il libro ora è ancora in fase di progettazione ma verrà presto ulti-mato, grazie al patrocinio della Città di Venezia e al lavoro del team di critici e appassionati. Sicu-ramente, una volta stampato, sarà un bellissimo strumento per acco-starsi alla poesia da un punto di vista che non sia puramente acca-demico.

Amianti Davide

INCONTRO CONINCONTRO CON

ANDREA ZANZOTTOANDREA ZANZOTTO

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D a questa risposta spiazzante alla do-

manda sul perché avesse rischiato una vita, la sua, per salvarne molte, quelle di ebrei destinati allo stermi-nio, deriva il titolo, La banalità del bene.

Il libro racconta la storia di un uomo che, sorpreso dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, si ritrovò con estrema naturalezza nel ruolo dell'eroe.

Giorgio Perlasca, mercante pado-vano di bestiame, per cercare pro-tezione dalle S.S. si rifugiò a Buda-pest, nell'ambasciata spagnola, zona neutrale.

Qui ricevette una falsa cittadinan-za e l'incarico di salvaguardare le case dove gli ebrei trovavano rifu-gio dai rastrellamenti nazisti.

Perlasca cercò di salvare più vite

possibili: vestendo la sua falsa auto-rità di ambasciatore con il rischio di venire scoperto e fucilato dai soldati del Terzo Reich, abitual-mente sottraeva ebrei alle deporta-zioni verso i campi di sterminio per condurli nelle abitazioni protette che gestiva.

Qui ebbero rifugio e salvezza 25.000 persone di origine e-braica.

In queste sue operazioni si scontrava con alcuni tra i più alti vertici nazisti quali Gera, Eichmann e Goebbels. La sto-ria di Giorgio Perlasca venne alla luce solo mezzo secolo più tardi, nel 1989, grazie alla te-nace ricerca di alcuni soprav-vissuti che a lui dovevano la vita e nello stesso anno gli fu tributato un albero dei giusti a Gerusalemme.

Il libro è rivolto a tutti per la

semplicità lessicale, per la sua viva-cità e per i numerosi spunti di ri-flessione che offre, primo fra tutti quello sulla banalità del male ossia sull'indifferenza delle persone che, se non sono colpite in prima perso-na dalle azioni malvagie, lasciano che accadano, senza opporsi.

Elia Pederiva

BETRAYEDBETRAYED di P.C. e Kristin Castdi P.C. e Kristin Cast

LEI CHE COSA AVREBBE LEI CHE COSA AVREBBE

FATTO AL MIO POSTO?FATTO AL MIO POSTO?

N el secondo volume della saga “La casa della notte” la vampira novizia Zoey

deve destreggiarsi tra misteriose sparizioni,antichi de-moni Cherooke decisi a sterminare il genere umano e capitanati da un “angelo caduto” e insicurezze: il futu-ro, gli amici e soprattutto Neferet, la somma sacerdo-tessa nonché sua mentore.

Oltre a questi problemi si aggiungono: la morte del-la migliore amica, i genitori maniaci del controllo, lo strano triangolo amoroso in cui si è cacciata Erik–Heath-Zoey, rispettivamente vampiro-umano-vampiro) e la guida delle “figlie oscure”.

Tutto questo è aggravato dalla consapevolezza di essere la prescelta per salvare il mondo da un terribile destino.

Betrayed è un libro pieno di colpi di scena, tristezza e suspence, diverso dal primo in quanto più scorrevo-le nella narrazione. Ma è anche romantico e coinvol-gente.

Per chi si è appassionato alle avventure della novizia Zoey Redbird e vorrebbe saperne di più, non do-vrà aspettare molto in quanto dovrebbe uscire a gior-ni, oppure, se conosce l’inglese e non riesce a resiste-re, basta andare su Amazon e lì troverà i sei libri in lingua originale…

Kayleigh D.

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B oris, scienziato sessantenne in

pensione, dopo un mancato suicidio causato dalle difficoltà coniugali, vive alla giornata, considerando le altre persone come degli zotici senza cervel-

lo e il genere umano un falli-mento. A turbare la sua routi-ne ci penserà Melody, una ra-gazza scappata da casa per sfuggire ai genitori, che riuscirà con la sua semplicità ad entra-re nella vita del professore e a farsi amare. Ma nonostante il nuovo equilibrio creatosi, altre novità busseranno alla porta e altre storie si mescoleranno alla loro…

Una commedia divertente, che mette a nudo i risvolti del-la nostra società. E ci dice cosa crea le nostre vite: il caso. Per-

ché, dopotutto, non è impor-tante ciò che succede: basta che funzioni.

L a vita di Anna, 11 anni, è un susse-

guirsi di operazioni e trasfusio-ni, necessarie per mantenere in vita Kate, la sorella malata di leucemia. Ma Anna sa che è necessario, sa di essere stato concepita in vitro per essere perfettamente compatibile con

la sorella. Lei sa tutto questo, e accetta di aiutare Kate.

Fino a quando la madre non le impone di donare un rene alla sorella, e precludersi molte opportunità della sua vita futu-ra. Ma quella sarà la goccia che farà traboccare il vaso, che la spingerà a portare in tribunale i suoi genitori per riprendersi ciò che le hanno tolto: i diritti sul suo corpo.

Una triste storia, raccontata tramite flashback da parte dei membri della famiglia, che ci fa riflettere sulle difficoltà della vita e di avere un figlio con il cancro.

LA CUSTODE DI MIA SORELLALA CUSTODE DI MIA SORELLA

Merotto Andrea

BASTA CHE FUNZIONIBASTA CHE FUNZIONI

FORNITURA, POSA E MANUTENZIONE DI: BASCULANTI SEZIONALI SERRANDE PORTE CHIUSURE TAGLIAFUOCO

Via Sernaglia 76/12 Pieve di Soligo (TV) Tel. 0438/842082 Fax 0438/984063 [email protected]

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L a volontarietà delle azioni è più una percezione che un

fatto reale. Secondo uno studio pubblicato su Nature Neuroscien-ce, il cervello umano si attiva circa dieci secondi prima che sorga la consapevolezza di una scelta. Guardando le immagini del cer-vello in azione, registrate dalla risonanza magnetica funzionale, i ricercatori potevano prevedere con un'accuratezza del 60 per cen-to quale sarebbe stata le scelta del volontario, che doveva decidere se spingere un pulsante con un dito della mano destra o sinistra.

Un gruppo di astronomi della Nasa

ha individuato il più piccolo buco nero fino ad ora conosciuto: ha un diametro di 24 chilometri e una massa pari a 3,8 volte quella del Sole. Fa parte del sistema binario te J1650-500, composto anche da una stella ordinaria. Si pensa che il limite minimo di massa per un

buco nero sia 1,7-2,7 volte la massa del So-le. La scoperta è stata presentata al congres-so dell'American A-stronomical Society.

Alcuni batteri possono

nutrirsi di antibiotici, i preziosi farmaci che ci difendono dalle infe-zioni. Un'équipe di ricercatori di Harvard ha isolato centinaia di batteri del terreno capaci di usare gli antibiotici come unica fonte di carbonio. I diversi gruppi di batteri, alcuni dei quali vicini a patogeni umani e animali, rappresentano un pericoloso ser-batoio di microrganismi resistenti ai farmaci.

L'atollo di Bikini, distrutto dai test

nucleari statunitensi del 1954, o-spita oggi una fiorente fauna ac-quatica: sono state identificate 183 specie di coralli. E' stato ritrovato il 65 per cento delle specie pre-senti prima dell'esplosione, con livelli di radioattività normali. La vegetazione terrestre, invece, è ancora fortemente contaminata. Lo riporta uno studio pubblicato su Marine Pollution Bulletin.

Anche le scimmie ridono. Sono stati

analizzati i suoni emessi da scim-panzé, bonobo, gorilla e oranghi quando gli si fa il solletico, e sono stati confrontati con le risate dei bambini. La struttura sonora è risultata molto simile, conferman-do l’ipotesi dell’esistenza di una forma ancestrale di richiamo, che forse si è sviluppata in un antenato comune, tra 10 e 16 milioni di

anni fa, scrive Current Biology. La misteriosa esplosione del 1908 a

Tunguska, in Siberia, è stata cau-sata dalla caduta di una cometa e non da un meteorite, scrive la rivi-sta Geophysical Research Letters. Sembra che l’evento sia stato se-guito dalla formazione di nuvole notturne luminose. Lo stesso fe-nomeno si ripete a ogni lancio di shuttle ed è causato dalla disper-sione di vapore acqueo a circa 70 chilometri dalla superficie terre-stre. Il ghiaccio della cometa, tra-sformandosi in vapore, potrebbe aver creato le stesse nuvole.

Il tucano usa il becco per tenersi fre-

sco. Lungo un terzo del corpo, il becco di questo uccello è sempre stato un enigma per i ricercatori. Secondo uno studio pubblicato su “Science”, potrebbe funzionare come un radiatore per disperdere il calore, come le orecchie nell’elefante. Si è infatti scoperto che il becco può variare la sua temperatura a seconda di quella esterna, aiutando l’animale a raf-freddarsi.

A cura di Luce

ANCHE LE SCIMMIE ANCHE LE SCIMMIE

SOFFRONO IL SOLLETICO!SOFFRONO IL SOLLETICO!

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I RUBRICHE

L ’ambizioso progetto finanziato dall’ESA, Agenzia Spaziale Eu-

ropea, ha visto il coinvolgimento e la collaborazione di molteplici stati, tra cui emergono quello italiano e quello francese. L’obbiettivo primario della mis-sione consiste nel ricercare nuo-ve informazioni sull’origine e l’evoluzione dell’Universo. Il satellite Planck ci consentirà in-fatti di conoscere, con una pre-cisione mai raggiunta prima, i parametri cosmologici che de-te rminano le propr ie tà dell’Universo: la sua geometria e la presenza di materia ed ener-gia oscura. Planck è stato lanciato nello spa-zio il 14 maggio di quest’anno dalla base di Kourou, nella Gu-yana francese, una regione dell’America del Sud. La sua destinazione è un’orbita dalle

caratteristiche ottimali per le missioni di cosmologia, situata a 1,5 milioni di km dal nostro pia-neta, in direzione opposta al Sole, attorno ad un punto defi-nito dagli studiosi punto lagran-giano L2. Si tratta di un punto di equilibrio del campo gravita-zionale del sistema Terra-Sole, la cui peculiarità consiste nel godere di un ampio campo di vista che riduce al minimo l’interferenza delle emissioni solari, terrestri e lunari, garan-tendo una stabilità termica tale da non disturbare le misurazio-ni. Non appena Planck si è sgancia-to da Ariane 5, (che trasportava in contemporanea un altro satel-lite, Herschel), ha dato inizio alla manovra di inserimento in orbita, al termine della quale è cominciata l ’osservazione dell’Universo primordiale. L ’ idea s tessa d i poter

“osservare” l’Universo nei primi istanti dalla sua formazione sembra paradossale, eppure gra-zie all’analisi radiazione tutto questo è possibile. La radiazio-ne cosmica di fondo in questio-ne infatti è stata emessa circa 380.000 anni dopo il Big Bang, attraversa il nostro Universo fin dalle sue origini e proprio per questo motivo contiene tutte le informazioni inerenti a questa epoca ancora in gran parte oscu-ra. Potremmo semplicemente defi-nirla come un’istantanea dell’Universo all’epoca della ricombinazione, ovvero quando elettroni e protoni si legarono per la prima volta, formando atomi di idrogeno ed elio. Si tratta di una radiazione di fondo a microonde, in inglese C o s m i c M i c r o w a v e Background, meglio nota con la sigla CMB, scoperta nel 1964 dagli astronomi A.A. Penzias e R.W. Wilson e che valse ai due

IL LANCIO DEL SATELLITE PLANCKIL LANCIO DEL SATELLITE PLANCK

Una finestra sull alba dei tempiUna finestra sull alba dei tempi

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ricercatori il premio Nobel per a fisica nel 1978. Questo non fu l’unico Nobel assegnato per degli studi condot-ti sulla radiazione cosmica di fondo, infatti nel 2006, grazie alle osservazioni e alle informa-zioni ottenute dal satellite CO-BE, lanciato dalla NASA, altri due ricercatori J.C. Mather e G.F. Smoot ottennero l’ambito premio. La missione europea Planck ha dunque come scopo principale quello di studiare la CMB, che verrà attentamente osservata ed analizzata grazie all’ausilio di due s t rument i co l locat i all’interno di un telescopio. Il primo, chiamato LFI (Low Frequency Instrument, cioè strumento a bassa frequenza), è stato concepito, progettato e re-alizzato da un team tutto italia-no, guidato da Reno Mandolesi, direttore dell’Istituto di Astrofi-sica Spaziale e Fisica Cosmica di Bologna e finanziato per la par-te italiana dall’ASI e dall’INAF. Lo strumento opera a frequenze tra 30 GHz, corrispondente a 1 cm di lunghezza d’onda, e 70 GHz, 4,3 mm di lunghezza d’onda. Il secondo, HFI (High Fre-quency Instrument, strumento ad alta frequenza) è stato proget-tato sotto stretta supervisione del francese J.L. Pu-get e opera a fre-quenze maggiori, tra i 100 e gli 857 GHz, e quindi a lunghez-ze d’onda mino-

ri. LFI è costituito da un insieme di 11 antenne e 22 radiometri, che hanno il complesso compito di misurare le radiazioni, ed è stato posizionato nel piano focale del telescopio del satelli-te. L’attività di questo strumento cons i s t e p r inc ipa lmen te nell’amplificare e depurare dal rumore strumentale la debolissi-ma radiazione dell’Universo e nel trasformarla successivamen-te in un segnale elettrico, che sarà poi necessario per acquisi-re e decodificare le informazio-ni contenute dalla radiazione. La realizzazione di questo pro-getto ha visto la collaborazione di numerosi istituti di ricerca tra cui: Bologna, Milano, Trieste, Roma e Padova. Carlo Burigana, membro del team, nonché primo ricercatore all’IASF di Bologna e nominato “Planck Scientist” nel dicembre del 2005, ha partecipato il 12 agosto scorso ad un convegno tenutosi presso l’Istituto Com-prensivo A. Fogazzaro di Folli-na, convegno presieduto dal Professor Luigi Toffolatti, che si occupa attualmente di astrofisica presso il Dipartimento di Fisica

dell’Università di Oviedo (Spagna). Durante la serata, dedicata all’astronomia e al suo sviluppo nel corso dei secoli, da Galileo e Keplero ai giorni nostri, Carlo Burigana, ha illustrato breve-mente le caratteristiche della missione Planck e ha presentato Questions of Modern Cosmo-logy, libro che ha scritto con la collaborazione di Mauro D’Onofrio. L’esempio di questi studiosi è fondamentale. Esso ci dimostra quanto siano inutili tutte quelle proteste e discussioni riguardan-ti la cosiddetta “fuga dei cervel-li” e la carenza di fondi devoluti alla ricerca scientifica. Proble-matiche così rilevanti, fonda-mentali per lo sviluppo stesso del nostro Paese, non si risolvo-no con discorsi o paroloni ri-dondanti, bensì con i fatti, con l’impegno e la collaborazione di tutti.

Chiara Tonin

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L a laguna di Ve-nezia riveste da sempre un ruo-

lo fondamentale nei libri di storia dell’arte. E’ questa u-na delle motivazioni che spingono i grandi architetti contemporanei a volerci la-sciare un loro segno, per au-mentarne il valore e render-la così sempre più prestigio-sa.

Lo scorso 7 maggio, a Je-solo, c’è stata l’inaugurazione della torre Aquileia, definita “una fine-stra tra mare e laguna” e di-venuta ormai il simbolo stes-so della città. Il progetto, che prevedeva la riqualifica-zione di Piazza Internazio-nale, via Aleardi e Piazza Mazzini, gode di una firma rinomata come quella di Carlos Ferrater, noto archi-tetto spagnolo al quale si ri-conosce, fra i suoi innume-revoli progetti, il merito del giardino botanico di Barcel-lona. Al lavoro hanno colla-borato anche Xavi Marti, anche lui architetto spagno-lo, Eleonora Mantese e Gu-stavo Carabajal, entrambi architetti e docenti dello Iuav (istituto universitario

architettura Venezia).Torre Aquileia prevedeva la realiz-zazione di 84 appartamenti, disposti su 22 piani. L’edificio si sviluppa in pianta poligonale simmetri-ca; questa forma innovativa consente di avere da diffe-renti angolazioni molteplici viste del panorama lagunare e marino.

Nonostante le dimensio-ni piuttosto considerevoli, la torre risulta snella grazie all’accortezza usata nei ma-teriali costruttivi; in partico-lar modo il piano terra, reso trasparente dalle imponenti vetrate che sostituiscono le tradizionali murature. Sono proprio questi elementi a rendere tor-re Aquileia un edificio ricercato e moder-no.Ad un primo impat-to, con questo suo a-spetto, l’edificio po-trebbe risultare del tut-to sconnesso dall’architettura tradi-zionale della laguna ve-neziana.

In realtà il suo con-

cludersi con delle “vele” metalliche, la forma apparentemente irregolare, il basamento

leggero e il grigio delle sue finiture che brillano come accarezzate dal sole fanno risultare il perfetto legame fra antico e moderno: in am-biente lagunare la linea d’orizzonte stesa fra cielo ed acqua è punteggiata dalle fi-gure snelle dei campanili che si consegnano al cielo in leg-gere ed eleganti architetture.

Questa particolarità la si ritrova anche in questa torre, elemento che si eleva solo nell’orizzontalità del suo am-biente. Sembra voler cercare un dialogo con la vicina Ve-nezia, i suoi campanili e la

sua tradizione. Paola Gallon

TORRE AQUILEIA: TORRE AQUILEIA: Quando modernità e tradizione si incontranoQuando modernità e tradizione si incontrano

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Per queste prerogative Capucci appartiene, al pari di Cristobal Balenciaga e pochi altri, alla categoria dei grandi sarti architetti. Come scriveva Cecil Beaton a proposito di Balenciaga, Capucci: «non fa parte di nessuna cricca, non fa il gioco di nessuno, ma solo il proprio; rifiuta energicamente di commercializzare se stesso e il suo talento, concede poca attenzione ai mutamenti stagionali della moda, e persegue una creazione solitaria di valori che gli hanno meritato il rispetto, l'ammirazione e la protezione di coloro che sono in grado di apprezzare la sua non comune genialità». Caparbiamente fedele alla sua formazione, avvenuta prima al liceo artistico e poi all'Accademia di belle arti di Roma, dove fu allievo di Mazzacurati, Avenali e De Libero, Capucci concepisce

il suo lavoro come una ricerca su for-me e volumi, senza «essere ingabbia-to - spiega - dall'ossessione del cor-po, dal diktat di una moda che deve sottolineare o nascondere. Ho tenta-to di dare al vestito la sua indipen-denza rispetto al corpo. Il che non significa andare contro il corpo. Si-gnifica non limitare la femminilità alla forma del corpo».

Probabilmente tutti avrete sentito nominare Armani, D&G, Chanel, Al-viero Martini … noi ci spingiamo ad indagare nella vera creatività, nella genialità di un nostro artista contemporaneo: Roberto Capucci, il sarto-artista italiano che ha reso le forme atemporali, estranee ai revival e alle voghe, il filo conduttore di una produzione, incantevole e stupefacente, fatta di sperimentazione e volumi scultorei.

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Nato a Roma nel 1930, Roberto Capucci è una sorta di enfant prodige della moda italiana. Nel 1950, a soli vent'anni aprì nella Città Eterna, grazie all'aiuto della giornalista Maria Foschini, il suo primo atelier. Maria Foschini - racconta - mi aiutò a uscire allo sco-perto e mi spronava, perchè io avevo davvero tutti contro; non avevo ancora vent'anni, lei almeno ses-santadue. Mia madre diceva "ma cosa fai con quella vecchia signora?" e il marito di lei "e tu con quel ra-gazzino?"». Il debutto internazionale avvenne nel 1951 quando, anche se non ufficialmente, partecipò alla prima edizione delle sfilate collettive di moda ita-liana organizzate a Firenze da Giovanni Battista Gior-gini. Di quei tempi ha ricordato: «La mia giovane età, avevo appena 21 anni, fu un impedimento alla par-tecipazione ufficiale alla manifestazione. Ciò nono-stante Giorgini, in virtù della sua stima per me, mi chiese di vestire per l'occasione, sua moglie e le sue figlie. Fu una bomba. Giornalisti e compratori rima-sero incantati dalla loro eleganza e così ciò che a-vrebbe dovuto passare in sordina si risolse in un cla-more e questa "non-partecipazione" si trasformò, ne-anche a farlo apposta, nel mio primo grande succes-so, cui seguirono articoli entusiasti e sterminati ordini di abiti». Da allora prosegue «dentro o fuori dal coro la moda non l'ho mai lasciata perché vestire per me è un rito, una magia». La sua prima partecipazione ufficiale alle sfilate fiorentine, tra gli stucchi dorati e i tintinnanti lampadari di vetro di Murano, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, avvenne nel 1952.

Fin dagli esordi, emergono dalle sue creazioni uno spiccato interesse per la sperimentazione, per le geometrie e per i volumi, tutti elementi che avrebbero continuato a definire il suo peculiarissi-mo stile che attinge ispirazione, di volta in volta, dall'osservazione di un'opera d'arte, dall'ascolto di una musica, ma soprattutto dalla natura in ogni sua espressione, sia essa una foglia, un fiore, un uccello in volo, un mare in tempesta. Si pensi all'abito Nove gonne che, creato nel 1956 per una "bellezza al bagno" come Esther Williams e ispirato ai cerchi concentrici prodotti da un sasso lanciato in acqua, si è presto trasformato in un classico, al punto da venir scelto per la pubblicità della Cadillac ed essere immortalato, nel 1957, in un fumetto sulle pagine del The Dallas Morning News, indosso a una sensuale e burrosa Marilyn Monroe. Nel 1958 fu la volta della Linea a scatola che, in netta antitesi con il gusto di allora, ancora sotto l'influsso del romantico e vezzoso new look di Christian Dior, scolpiva lo spazio con forme ge-ometriche e astratte e gli valse l'Oscar della moda da parte del grande magazzino Filene's di Bo-ston. Al principio degli anni Sessanta, ormai no-tissimo, incoraggiato da Eugenia Sheppard, una delle maggiori firme del giornalismo di moda a-mericano, aprì un secondo atelier a Parigi. «A quell'epoca - ha ricordato - abitavo al Ritz, lo stes-so albergo dove viveva la mitica mademoiselle Chanel. Io avevo una piccola suite, lei un grande appartamento.

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La incontravo la mattina, piatta nei suoi agili tailleur, la sigaretta perennemente in bocca, grondante di gioielli. Aveva una classe, uno stile indescrivibili». Risalgono a quegli anni i suoi esperimenti con fibre high-tech e mate-riali insoliti come la plastica, il plexiglass, il me-tallo. Si trattava di opere, in qualche modo ri-conducibili alle coeve creazioni di stilisti come Cardin, Courregès e Paco Rabanne, anche se, come ha osservato lo storico d'arte Patrik Mau-riès «mentre in questi ultimi la geometria delle forme, la semplicità dei volumi, la rigidità dei materiali pretendono soprattutto di essere se-gni di modernità, con lui (Capucci) ci si sposta in un universo puramente formale (...) in un gioco dinamico di rapporti le cui forme sem-brano scaturire da se stesse». Conclusa l'espe-rienza parigina, nel 1968, fece ritorno in Italia. Allora iniziò una nuova fase, anche stilistica, cominciò la sperimentazione con materiali na-turali come la paglia, la rafia e i sassi accostati a sontuosissimi tessuti. In quello stesso periodo Pier Paolo Pasolini si rivolse a Capucci per la realizzazione dei costumi di Teorema (1968). «Quando seppi - mi ha raccontato Capucci - che la protagonista era Silvana Mangano, ac-cettai entusiasta, ma impaurito. Mi metteva soggezione. Ma Pasolini mi disse: "rompa il ghiaccio e scoprirà una donna straordinaria". Così fu. Era riservata, fiera, di un'eleganza in-nata. Aveva una pelle divina, come di magno-lia, un profilo magnifico con quel suo naso leggermente aquilino. Quando indossava i miei abiti, anche i più impegnativi, lo faceva con una tale naturalezza che sembrava indos-sasse un golf. Se arrivava in atelier con un semplice tubino beige sembrava avere una tiara imperiale. La Mangano aveva la facoltà straordinaria di rendere sublime tutto ciò che indossava».

Al principio degli anni Ottanta, la necessità di una maggiore autonomia lo sollecitò a distac-carsi dalle strutture istituzionali della moda. Decise allora di dedicarsi a tempo pieno alla ricerca artistica abbandonandosi completa-mente a forme fantastiche fatte di sovrapposi-zioni, di ventagli, di petali, di trionfi barocchi. Le sue "sculture da abitare", sempre più oniri-che, sono divenute protagoniste di importanti mostre internazionali come la Biennale di Ve-nezia che, nel 1995, in occasione del suo cen-tenario, lo invitò a partecipare con le sue ope-re. E sono da ricordare, infine, altri importanti eventi che hanno reso Capucci protagonista, come ad esempio quest’ultima “Rose. Purezza e passione nell’arte dal quattrocento a oggi”, che si concluderà il 25 ottobre di quest’anno a Cuneo. Le città che sono state pronte ad ac-coglierlo, come dice egli stesso, hanno nomi importanti, tra cui Tokyo, New York, Berlino, Vienna, Graz, Monaco di Baviera, Roma, Firen-ze … e tutt’oggi Capucci vuole raccontare il suo percorso a tutti i giovani che come lui so-gnano di diventare grandi stilisti, e lo fa grazie all’aiuto della Fondazione Capucci, che ha il compito di stimolare la genesi di idee innovati-ve, individuare nuovi creativi e sostenere la loro crescita nel mondo del lavoro, e di svilup-pare il settore delle arti applicate agli oggetti dove forma, materia e manualità sono l’essenza. Un dono speciale che Roberto Ca-pucci offre a tutti coloro che amano la moda, fenomeno senza confini. 

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E lvis is dead, long live the Beatles.

American Dreams è una serie televisiva ambientata nei mitici e rivoluzionari anni '60 e descrive

gli avvenimenti principali dell'A-merica di quel tempo: l'assassinio del presidente Kennedy, la guer-ra in Vietnam, i movimenti per i diritti civili, il femminismo. Tutto è raccontato dal punto di vista di una comune famiglia americana con i suoi sogni.

Jack, padre di famiglia, ha un negozio di televisioni dove sta a contatto con la gente ed i suoi problemi. Helen, la moglie, è una donna semplice ma che ri-nuncia ad iscriversi ad un corso letterario, un suo piccolo deside-rio. J.J. è il figlio maggiore, gioca a football e ambisce un posto

all'Università Notre Dame. Mag, amante della musica, impegna i suoi pomeriggi nel programma televisivo American Bandstand dove balla, mentre Patty preferi-sce studiare e partecipare a gare scolastiche come quella di

spelling; è una ragazza che non riesce a tenere la bocca chiusa, all'apparenza è antipatica ma la-scia trapelare anche i sentimenti

più dolci e tipici della sua età. Will è il più piccolo e dà un toc-co di ingenuità e tenerezza al quadro familiare con domande curiose ed ingenue. E' un telefilm a cui ci si appassiona e che riesce a trasmettere tutta la libertà di quegli anni mettendo allegria ai nostri. In America sono uscite 3 serie, in Italia la prima è stata tra-smessa quest'estate dalla Rai mentre la seconda sta andando in onda su Mya nel digitale terre-stre. Speriamo trasmettano le puntate rimanenti anche in chia-ro, per chi è rimasto alla tv analo-gica come me!

Teresa Menighetti.

IL SOGNO AMERICANO NEGLI ANNI ‘60IL SOGNO AMERICANO NEGLI ANNI ‘60

Una serie tv ce lo racconta (in) chiaroUna serie tv ce lo racconta (in) chiaro

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I «S ono Gossip Girl, la vostra

sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell'élite di Manhattan».

Gossip Girl, il più celebre

telefilm del momento, l’appuntamento imperdibile dopo una lunga giornata di scuola. Ma perché piace così tanto? Semplice: amore, soldi, segreti, scandali questi gli in-gredienti che lo rendono un piatto davvero eccezionale.

I protagonisti di tutto ciò? Ragazzi ricchi e viziati pronti a fare qualsi- asi cosa pur di ottenere ciò che vo-gliono. E la telecronista? La nostra amata Gossip Girl, gio-vane blogger dall’ identità sco-nosciuta che pubblica sul suo blog tutte la ultime news ri-guardanti le vite dei nostri ado-rati protagonisti.

Ragazze, chi di voi non ha

mai ceduto davanti a uno di quegli sguardi penetranti e mozzafiato di Chuck Bass(Ed Westwick)? Chi non ha mai fatto un pensierino sul dolce e incantevole Nath Archibald

(Chace Crawford)?? E voi maschietti, non avete

mai fatto qualche strana fanta-sia sulla bella Blair Waldorf (Leighton Meester),o sulla ir-resistibile Serena Van Der Woodsen(Blake Lively)?

Sicuramente ognuno di noi

qualche pensierino su qualcu-no di loro l’avrà fatto, anche perché come sfuggire alle sto-rie e agli intrighi di questi quat-tro ragazzi?

Oltre a loro però si fanno

spazio altri due personaggi che daranno del filo da torcere ai ragazzi dell’Upper East Side di Manhattan.

Dan(Penn Badgley) e Jenny

Humphrey(Taylor Mom-sen),due ragazzi provenienti da Brooklyn ma frequentanti la stessa scuola del nostro amato quartetto, sapranno infatti ca-varsela alla grande di fronte agli intrighi e hai mille segreti che l’Upper East Side cela.

« Kiss Kiss, Gossip Girl » Francesca Miotello

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“M e n t a l i s t , sos tant i -vo: perso-na che

ricorre all’acutezza mentale, ip-nosi e/o suggestione. Colui che padroneggia la manipolazione del pensiero e del comportamen-to”.

Ecco come si definisce Patrick Jane, consulente del CBI( Cali-fornia Bureau of Investigation). Fa parte di una squadra investiga-tiva e i suoi compagni sono Tere-sa Lisbon( il capo), Kimball Cho, Wayne Rigsby e Grace Van Pelt.

Jane usa il suo talento brillan-temente e spesso è di fondamen-tale aiuto ai suoi colleghi nel ri-solvere i casi che il CBI affronta. Ma non sempre questa dote è stata portatrice di successo: in passato, infatti, ha causato una tragedia che ha segnato e segna tutt’ora la sua vita. Tempo addie-tro, difatti, Patrick sfruttava con spavalderia la sua acutezza men-tale fingendosi sensitivo, parteci-

pando a programmi televisivi e ingannando la gente. Ma purtrop-po per lui, durante uno show, ha provocato l’ira di un misterioso serial killer, tale John il Rosso, il quale per vendicarsi gli ha ucciso moglie e figlioletta. Da allora il senso di colpa e il desiderio di vendetta lo tormentano, a tal punto che ha preso la decisione di entrare nel CBI per poter ap-punto seguire più da vicino le indagini su questo famoso crimi-nale.

Ok, lo ammetto: ho iniziato a guardare questo telefilm perché il sorriso e il fascino del personag-gio principale, Simon Baker (Patrick Jane nello schermo), mi hanno così stregato che mi è stato quasi impossibile non cedere alla tentazione di accendere la tv e godermi un po’ di tempo “in loro compagnia”. Ho scoperto poi, però, che non solo questa seria televisiva è particolarmente inno-vativa e fresca, ma è anche molto appassionante, a tal punto che adesso mi diventa difficile perde-re anche un solo episodio. La

novità rispetto agli altri telefilm polizieschi sta principalmente nel diverso tipo di lavoro investi-gativo: mentre in serie televisive come C.S.I la scienza e la tec-nologia svolgono un ruolo neces-sario e indispen-sabile, in “the

Mentalist” sono fattori secondari alla logica e all’intuito, molto svi-luppati nel personaggio principa-le, ma anche nei suoi colleghi.

Un’altra diversità, a mio pare-re, è rappresentata da Patrick Jane: non si tratta del solito supe-ruomo che combatte contro il crimine, spinto da un forte senso del dovere, ma un uomo in cerca di una vendetta personale, che per placare il senso di colpa si mette a disposizione della polizia e del quale emerge, in alcuni mo-menti, il lato oscuro. Ovviamen-te, questa caratteristica mi ha spinto ulteriormente a seguire la serie, perché appunto è il passato di Jane a rendere la storia ancora più intrigante e misteriosa.

E per chi come me volesse per-dersi in indagini entusiasmanti, colpi di scena e momenti d’ironia, ne consiglio un’attenta e dedita visione!

Luce

THE MENTALISTTHE MENTALIST

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Campionato italiano Come la maggior parte di voi saprà lo scorso campionato è stato vinto dal “Monte Paschi di Siena” che è tuttora tra le squadre favorite. Ha avuto anche un buon avvio di stagione la “Benetton Basket” con l’arrivo del nuovo play-maker D. Hacket proveniente da un college americano nel quale si è fatto una buona reputazione. E ora con l’aiuto di J. Wallace e G. Neal stanno rinnovando il prestigio dei migliori anni della giovane Benetton chiamata così perchè la nuova rosa della squadra è composta da giocatori gio-vani infatti si contano solo cinque giocatori della squadra del 2008. Nonostante questo i nuovi giocatori stanno avendo un buon legame e una buona intesa coi veterani. Oltre a queste due squadre ci sono altre squadre come “Armani Jeans” che stanno giocando un buon campionato con i loro nuovi acquisti. Campionato NBA

Prenderà il via a fine ottobre la stagione 2009/2010 del campionato di basket più famoso e seguito del pianeta. L'NBA ha riaperto i battenti il giorno 28 con il primo appuntamento dell'opening night che vedrà opposti Lakers e Clippers in un derby che si preannuncia infuocato.

Chicago Bulls I Bulls iniziano la stagione con una squadra sicuramente più forte di quella dell’anno scorso ma più debole di quella che ha dato filo da torcere a Boston nei playoff. Ora con tutte le buone intenzioni, però non è mica facile rimpiazzare il miglior marcatore di una squadra (Been Gordon) La crisi c’è per tutti, è vero, Chicago ha scelto di mollare Gordon e tagliare Tim Thomas per risparmiare un po' di contanti.

Cleveland Cavaliers L’arrivo di Shaq uno dei compagni di Lebron è Ilgauskas che partirà per forza di cose dalla panchina, non credo che a Lebron non farebbe piacere vincere un titolo e proprio per questo è arrivato Shaq. Per trascinare i suoi

compagni al titolo NBA.

Milwaukee BuchersDa una parte Skiles, allenatore dal pugno di ferro che urla come un matto, ma anche ex playmaker che detiene il record del maggior numero di assist in una partita. Dall’altra Brandon Jennings playmaker giovane, talentuoso con un gioco un po’ troppo da playground.

IL BASKETIL BASKET...in giro per il mondo...in giro per il mondo

Duccio Santin e Luca Chinellato

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Prof.: Se mi giro e vedo qualcuno che parla...tipo te P.! Alunno: Ma prof! Io stavo ridendo!! Prof.: Cosa state facendo? State giocando?? Alunno: Io mi stavo grattando... Prof.: Perché credi di aver fatto bene questo eserci-zio? Alunno: Perchè ho l' x factor! Prof. (parlando dei precari): Io sono un ologramma, voi adesso mi vedete ma potrei sparire da un mo-mento all'altro! Alunno: Mi è entrato qualcosa nell'occhio. Prof.: Fallo accomodare. Alunno: Ma tipo mattiamo che uno voppia... Alunno: Someone = Simeone Alunno: Ma la barriera corallina è una specie di ci-mitero? Alunno: Chi sta urlando? Prof: Io! Alunno1: Cos'è un delitto? Alunno2: Una cosa che ci spetta Alunno1: un delitto, non diritto! Prof.: Comunque questa cosa c'è scritta nel libro. Alunno: No prof, non c'è... Prof.: Ma che libro sfigato avete?! Prof.: I tuoi commenti possono essere considerati un'interruzione indebita. Alunno: Beh prof mi sa tanto che in-debita non pre-vede che porterà al debito!

Alunno: Prof, ma in quinta si fa astronomia tutto l'anno? Prof: No, si fa anche geologia. Alunno: Ma no prof facciamo solo astronomia...del resto la geologia a cosa serve? Prof.: sono geologa. Alunno (tra sé, nel delirio generale): ops. Prof: ...anzi no, cancellate tutto quello che ho detto. Beh, non tutto tutto! Prof.: Fate silenzio mentre scendete Alunni: Ma tanto non ci sente nessuno Prof.: Allora urlate pure!

A cura di Teresa Manighetti

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