1° numero Anno scolastico 2014/2015

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The DAYALOT Le JOURNALOT El HYORNALOTO IL GIORNALOTTO DIESLOTTUS Dedicato al Preside Giordano Liceo Volta _ Mese anno Anno 15_ Numero 0 _ € 0,00 in Italia (€ 500,99 all’estero) Facebook page: Il Giornalotto - [email protected] IL GIORNALOTTO LOGO LOGO 5 LAMA UBRIAChi RUBAno una PERSONa DA UNA CASA E La PORTAno IN GIRO CON UN TRAM Fonte: http://www.corriere.it/esteri/13_novembre_04/bordeaux-cinque-ragazzi-rubano-la- ma-portano-fare-giro-tram-d9dbea4c-4548-11e3-9115-48b024bd67ed.shtml Il furto si è verificato a Bordeaux, dove il gruppo di adole- scen ha sorao l’animale a un circo franco italiano. Ser- ge, questo il nome del lama, pover’uomo, un esemplare di vencinque anni, si è trovato improvvisamente libero. E i suoi benefaori hanno deciso di portarlo a fare una pas- seggiata in tram. Quando i conducen se ne sono accor hanno immediatamente chiamato la polizia. E nella confu- sione generale i lama ne hanno approfiato per svignarse- la. Non conten, però, i cinque hanno postato molte foto e un video su Spubook e su Bleaer Risultato: la polizia li ha intercea e li ha traenu in centrale per alcune ore. Poi li ha rilascia con l’accusa di furto. I cinque, dunque, andranno a breve a processo. l’uomo Serge, invece, è stato restuito al proprietario ed è tornato a casa sano e salvo. Uno dei lama si confessa: “La noia fa fare cose terribili, terribili. Ragazzi, non seguite il mio esempio, perchè oggi era solo uno stupido umano, ma pensate cosa sarebbe succes- so se ci fosse stato un koala. Ragazzi, i koala sono così stupidi che se stacchi le foglie di eucalipto dai rami della pianta non le riconoscono e muoiono di fame. QUALCUNO PENSI AI KOALA!”

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Primo numero dell'anno scolastico 2014/2015

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The DAYALOTLe JOURNALOT

El HYORNALOTOIL GIORNALOTTO

DIESLOTTUS

Dedicato al Preside GiordanoLiceo Volta _ Mese anno

Anno 15_ Numero 0 _ € 0,00 in Italia (€ 500,99 all’estero)Facebook page: Il Giornalotto - [email protected]

IL GIORNALOTTO

LOGO LOGO

5 LAMA UBRIAChi RUBAno una PERSONa DA UNA CASA E La PORTAno IN GIRO CON UN TRAM

Fonte: http://www.corriere.it/esteri/13_novembre_04/bordeaux-cinque-ragazzi-rubano-la-ma-portano-fare-giro-tram-d9dbea4c-4548-11e3-9115-48b024bd67ed.shtml

Il furto si è verificato a Bordeaux, dove il gruppo di adole-scenti ha sottratto l’animale a un circo franco italiano. Ser-ge, questo il nome del lama, pover’uomo, un esemplare di venticinque anni, si è trovato improvvisamente libero. E i suoi benefattori hanno deciso di portarlo a fare una pas-seggiata in tram. Quando i conducenti se ne sono accorti hanno immediatamente chiamato la polizia. E nella confu-sione generale i lama ne hanno approfittato per svignarse-la. Non contenti, però, i cinque hanno postato molte foto e un video su Sputibook e su Bleatter Risultato: la polizia li ha intercettati e li ha trattenuti in centrale per alcune ore. Poi li ha rilasciati con l’accusa di furto. I cinque, dunque, andranno a breve a processo. l’uomo Serge, invece, è stato restituito al proprietario ed è tornato a casa sano e salvo.

Uno dei lama si confessa:“La noia fa fare cose terribili, terribili. Ragazzi, non seguite il mio esempio, perchè oggi era solo uno stupido umano, ma pensate cosa sarebbe succes-so se ci fosse stato un koala. Ragazzi, i koala sono così stupidi che se stacchi le foglie di eucalipto dai rami della pianta non le riconoscono e muoiono di fame. QUALCUNO PENSI AI KOALA!”

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

Al di là del grande e del piccolo

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Qualche giorno fa, nella sezione del movimento a cui sono affiliato (che, si badi bene, non comprende alcun tipo di ente astronomico), vi era un dibattito su un tema a cui sono interessato. Per tutta una serie di motivi non sono riuscito ad andarci e la cosa mi addolora molto. Punto nodale della questione è che tutti quei motivi era-no di stampo scolastico.Non è un problema solo del periodo, della quinta, del consiglio di classe, ma si tratta di un problema strutturale della scuola stessa!La scuola odierna fa fatica a conciliare il suo ruolo di edu-catrice di studenti con quello di educatrice di cittadini. Spesso, il problema che sorge è che le attività che si svol-gono all’esterno della scuola formano il cittadino ben più di una formula matematica o di una versione di latino. Parlo di persone che sacrificano tre volte al mese le loro notti come volontari in ambulanza, di persone che lot-tano per concetti di legalità in grandi e piccole cose, per carità anche di persone che fanno attività politica!Non illudiamoci, i crediti scolastici (oltre a essere una ricompensa magra, tre punti su cento alla maturità, e nemmeno sempre, sono una presa per i fondelli) non centrano nemmeno il punto della questione. Il vero pro-

blema è quando lo studente si trova di fronte alla scel-ta fra voti e attività extrascolastica, soprattutto se l’in-segnante non è una figura amica ma un muro con cui è difficile rapportarsi.Insegnanti, la mia è una piccola richiesta che viene dal cuore, venite incontro agli studenti attivi fuori da scuo-la, non smettete di cercare soluzioni pratiche a questo problema, dimostrate di capire i problemi di chi si trova dall’altra parte della cattedra e, vi prego, mostrate di con-dividere (per non dire, alle volte, di capire) che uno stu-dente che smette di impegnarsi per la società per motivi scolastici, qualunque cosa esso faccia, è una sconfitta di tutto il mondo dell’insegnamento, non una vittoria per il suo libretto dei voti.Ovvio che il discorso non finisce qui. Peggio degli inse-gnanti-muro siete voi che ve ne disinteressate completa-mente. Che decidete di vivere una vita in cui il cazzeggio viene prima di tutto. Che, pavidi, rinunciate di migliorare un minimo questo mondo per avere un pomeriggio libe-ro in più.Non ci vuole molto per riscattarsi da quella brutta si-tuazione in cui vi siete cacciati. Uscite e fatevi una pas-seggiata. Leggete dei giornali. Fate attenzione a ciò che

avete intorno. Fatevi colpire dai pic-coli dettagli della città. Intorno a voi esistono tantissimi stimoli e tantis-simi problemi, grandi o piccoli, che aspettano, non dico una soluzione, ma un minimo di cura.Se seguirete i miei consigli farete del bene. Del bene per il nostro sistema scolastico, che sta perdendo la sua battaglia per la formazione dei cit-tadini. Del bene per la società, che ha bisogno di continue cure. Del bene per voi stessi, che lotterete (o aiuterete qualcuno a lottare) per ri-mettere a posto qualche torto, al di là del grande e del piccolo.

Il paladino Nasi mentre sventola trionfante sulle macerie della scuola che insulta in questo articolo

Il direttore, Alberto Nasi 5H

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IL GIORNALOTTO

Breaking NewsEnrico Lawendel 4B

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TENSIONI E POLEMICHE TRA LA MULINO BIANCO E LA AIDAA

Tempo fa, l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente, aveva sollevato critiche sulle condizioni di stress a cui venivano esposte le galline utilizzate per le pubblicità del Mulino Bianco, che hanno come prota-gonista il divo Antonio Banderas e la sua gallina Rosita. “Le loro zampe sono legate, i loro movimenti sono in-naturali e vengono sottoposte a trattamenti per sem-brare più belle” criticano sul blog dell’Associazione. Il polverone si è posato dopo la dichiarazione del mar-chio Barilla: “La gallina è in realtà un robot”.

SMOKE WEED EVERY DAY

Se vi dico “weed” a cosa pensate? Beh, voi giovinastri traducete con erba, ganja, maria, fumo... gli abitanti di Weed, California, pensano a casa. Casa che, da qual-che mese, non esiste più, a causa del terribile incendio che ha devastato la cittadina e i boschi circostanti. Se-condo i vigili del fuoco, la scintilla è scoppiata proprio in una fabbrica produttrice di carta. Sembra quasi che i “Weeders” se la siano cercata.

“I MEDICI ADORANO L’EBOLA” MA LA BUFALA VIENE DA INTERNET

Come sappiamo, il flagello che tormenta i paesi dell’A-frica Centrale, l’Ebola, viene purtroppo favorito dall’at-teggiamento delle popolazioni locali, che addirittura nascondono i parenti ammalati per “salvarli” dalle cure mediche. A quanto pare alcuni giornali hanno dif-

fuso la convinzione che i medici volontari giunti dall’e-stero addirittura “adorino” il virus, e che lo vogliano onorare seviziando i pazienti. Ma la diceria proviene dai macabri scherzi di alcuni utenti di 4chan, sito di condivisione immagini frequentato da troll, che negli ultimi tempi si è reso colpevole tra le altre cose della diffusioni di foto hard di svariate celebrità.

ORGIA PER ANZIANI IN BELGIO, SETTE RICOVERATI

Doveva essere una serata particolare per gli arzilli vec-chini di Charleroi, Belgio. Non si sa esattamente cosa sia successo dietro i portoni della villa dell’organizzato-re (e nemmeno si vuole scoprirlo), ma durante la not-te le sirene delle ambulanze hanno coperto altri ge-neri di urla, portando all’ospedale 7 over65, ricoverati d’urgenza per principi di infarto o embolie polmonari. Nessun decesso, per fortuna, ma sicuramente molte emozioni.

NOVEMBRE 2014

“Informazione quasi sempre vera per un giornaletto quasi sempre falso”.

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

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LA PETA PROPONE DIETA VEGANA PER ASSASSINI CANNIBALI

Qualche mese fa Joseph Oberhansley, residen-te in una cittadina dell’Indiana, è stato arresta-to e giudicato colpevole di aver ucciso la vidan-zata, e di averne divorato il cadavere. Alla inevitabile attenzione attirata dal macabro fatto si è aggiunta quella della People for Ethical Treatment of Animals, che, a detta del marshall Brian Meyer, ha pro-posto ufficialmente di somministra-re al condannato una dieta vegana durante la sua permanenza forzata nelle patrie galere. Kenneth Mon-tville, rappresentante della PETA, ha dichiarato di voler “ridurre la violenza nel mondo dando un esempio chiaro a tutti”.

I PARIGINI CONTRO UN PARTICOLARE

ALBERO DI NATALE.

Gli artisti, si sa, sono sempre avanti con i tempi. Per questo moti- vo lo scultore contemporaneo Paul McCarthy ha installato, ovvia-mente con il consenso delle autorità locali, un gigantesco albero natalizio gonfiabi-le nella meravigliosa Place Vendòme, nel centro della capitale Francese. Lo statunitense non ha però ottenu-to il successo aspettato; gli abitanti della zona si sono accaniti verso l’opera, sia con atti di vandalismo sia su internet, definendola “une plug anal géant”, ovvero, secondo una traduzione spicciola, un “dildo gigante”, gridando all’umiliazione della piazza, amata da turisti e parigini. Anonimi hanno già provveduto ad elimina-re l’installazione a colpi di taglierino, per difendere il buongusto dell’arredo urbano.

QUELLA CENA CON BUSH E OSAMA

A settembre, la nota cantante Loredana Bertè avreb-be dichiarato al programma “Un giorno da pecora” di Radio2 di aver partecipato, anni addietro, ad una cena alla Casa Bianca, dove la lista degli invitati da Geor-

ge W. Bush annoverava l’ex boss di Al-Qaeda Osama Bin Laden con il figlio, insieme ad

altre celebrità come l’ex tennista svedese Bjorn Borg. “Servono alla CIA”, le avreb-

be confidato il Presidente. Non si sa se le scioccanti rivelazioni siano veritiere, ma la cantante è

già nota per uscite simili. “Sono sempre stata di sinistra, ho persino convinto Fidel Castro ad acqui-stare 5000 azioni del Manifesto” aveva raccontato al Fatto Quoti-diano mesi fa.

ZOO IN GIAPPONE TEN-TA DI FAR RIPRODUR-

RE DUE IENE PER 4 ANNI: ERANO DUE MASCHI.

I ricercatori dello zoo Maruya-ma, a Sapporo, hanno avuto una

brutta sorpresa dopo aver analiz-zato le iene Kami e Kamutori, in cattività dal 2010. I due animali,

che avevano tentato di far riprodur-re, sono in realtà due maschi. Per ben quattro

anni lo Zoo ha creduto che Kamutori fosse una fem-mina; dopo i continui insuccessi, sono state fatte delle analisi sulla fertilità della iena, che hanno avuto un esi-to decisamente imbarazzante. “I genitali delle iene d’altron-de variano poco da sesso a sesso”, ha dichiarato lo zoo in un comunicato.

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IL GIORNALOTTO

Wolta GateEnrico Lawendel 4B

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Non sapete quanto mi senta veterano in questo momento; per la quarta Volta (ah, ho fatto il battutone!) nella mia carriera scolastica, ho visto avvenire la strana tradizione delle elezioni per i rappresentanti studenteschi. Strana, per quanto fantastica; un primo approccio alla democrazia e al dialogo, persino alla politica. Strana, perché 50 anni fa era un sogno, e prima ancora un’eresia. Strana, perché sono da quattro anni che ancora si litiga sulle stesse pro-messe a vuoto. Il pane e Nutella in cortile, le magliette o anche i panini di Giorgio, i grandi outsider di questa edi-zione. Persino la macchinetta dei preservativi, autentico unicorno voltiano; tutti ne parlano, ma nessuno l’ha mai vista. Ogni anno arrivano due liste di fresconi che riesu-ma queste vecchie questioni, che vengono puntualmente risepolte poco dopo. Ma andiamo con ordine. Ogni anno, possiamo trovare due tipi di liste (a volte ce n’è una terza, ma nessuno la considera mai). La prima è quella dei clas-sici “popolari”, ragazzi che contano su simpatia e diverse conoscenze fra i corridoi per ottenere gli ambiti seggi. Per loro, il programma è solo un optional, ed è stato ideato il giorno prima fra una pizza da King e una torneino a Fifa. Anche la seconda lista è composta da persone molto cono-sciute, che, coscenti però di non poter comunque compe-tere in popolarità con gli avversari, si pongono obbiettivi ambiziosi e accattivanti. Questi obbiettivi sono stati pre-parati addirittura sette giorni prima dell’assemblea, e sono stati persino discussi con alcuni prof, il cui annoiato annu-ire ha fomentato i giovani candidati. Probabilmente i prof in questione stavano solo pregustando il meritato caffè,

ma lasciamo perdere.Avete tutti capito di che lista sto parlando in entrambi i casi, vero? Bravi, così non mi metto nei guai. Lasciati a casa gli esclusi, fra cui citiamo Paghera, candidato dalla Cista solo perchè sembrava brutto schierare quattro persone di 4B, e Mari e Spinetto, paladine dell’insalata e protettrici delle carotine, presentiamo un po’ i quattro dell’apocalisse che difenderanno gli studenti nel Consiglio studentesco. Da un lato abbiamo Mazzola e Fatone, che hanno la sfortuna di conoscermi da tempo. Mi hanno pregato di essere gentile, e mi impegno solennemente a non mantenere la promes-sa. Fatone è un vero politico, una macchina da consensi. Il caro vecchio trucco dei “Quattro giorni di autogestione” procura sempre sostenitori fra i più fancazzisti, ma ormai non ci crede più nessuno. Ci tengo a fare una menzione speciale a riguardo della sua magistrale abilità nel gestire le slide della presentazione in PowerPoint, dimostrando di poter fallire nel compito che potrebbe aver svolto persino una bertuccia o un primino. E poi c’è Mazzola. Solo ieri era il ragazzino con il monociglio il primo giorno di scuola media, e ora eccolo li, sul palco, a spacciare le solite feste della scuola in discoteca come “balli scolastici all’ameri-cana”... Dall’altro lato abbiamo i due di VV, che conosco meno dal punto di vista personale, ma che almeno non sembrano strafatti come nel loro meraviglioso volantino a colori, che probabilmente ha comprato il voto di parecchi elettori. Si comincia con Bossi, dal cognome infelice come il suo programma; come l’omonimo “senatùr” infiammava Pontida al grido di “Padania libera!”, Gabriele ha innalza-to gli applausi dell’aula magna con l’antico miraggio della Nutella a scuola, vista due volte in quattro anni ma sempre sulla cresta dell’onda. Ultimo ma non ultimo c’è Paolaz-zi, eterno secondo; non solo ha preso meno voti di Bossi all’interno della sua lista, ma ha anche perso la gara di “mi-metismo con lo sfondo” con Rodriguez, per aver almeno tentato di fare qualche discorso all’assemblea.Ora che abbiamo finito con l’umorismo spicciolo, partirò con i disclaimer. Ricordatevi che il rappresentante stu-dentesco non ha una bacchetta magica che farà apparire assorbenti ovunque (oddio come suona male). Il rappre-sentante ha il compito doveroso di fare valere la nostra opinione con forza e chiarezza in consiglio, perché questa scuola non è un ente statale, ma è casa nostra.

NOVEMBRE 2014

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

La Primina CommedìaDavide Sgrò 1G, Mercedes Vitali 1F, Elena Gado 1C, Lorenzo Balzan 1H,

Giulia Maineri 1H Margherita Marenghi 1D, Adelaide Bozzoli 1F, Isabella Daino 1F, Raoul Braghieri 1C, Emma Colombo 1F

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Primo giorno di prima, o meglio, secondo primo giorno di prima, dopo il discorso tutte le persone comuni pensano se il proprio nuovo compagno spacci farina per cocaina o sia una persona “perbene”(di quelle che non pacca), io invece stavo pensando a che cazzate combinare quell’anno.Per pensare meglio, anzi, cazzeggiare meglio, con la scusa di andare in bagno vado alle macchinette per mangiucchia-re qualcosa e riflettere sul da farsi. Con pochi spiccioli posso prendermi solo dei taralli ma amen, sono le particole del Volta quindi ben vengano. Scelgo, inserisco i soldi e, indovi-nate un po’? non scendono nè cibo né soldi. Sì, la sfiga è la mia migliore amica. Ma aspetta, mi chiedo, perche’ la macchinetta si illumina? Da dove viene tutta ‘sta tecnologia? Non faccio in tempo a formulare la domanda che mi ritrovo risucchiato in un vor-tice grigiastro. Quando riapro gli occhi mi trovo in un posto candido tutto bianco. Ed ecco che una voce argentina parla: “Ecco a te il Voltadiso, per tutti gli studenti con la media del 9 e con 10 in condotta. Speriamo tu sia uno di quelli, altri-menti andrai al Voltatorio a studiare. Per l’eternita’”. Ed eccomi qua ad imprecare.Dopo questa breve illuminazione torno nel mondo reale. Ora ho un nuovo obiettivo, adesso so quale sarà il traguar-do della mia vita! Sono pronto, devo riuscire a avere quel 9/10, ma... torno subito alla realtà.NON HO I MIEI TARALLI!!!“Vabbe’, penso, sgraffignero’ qualcosa ai miei compagni durante l’intervallo”. Sto per tornare in classe, quando un ragazzo forte e robusto e due ragazze entrambe con una sigaretta in mano, mi vengono incontro con un sorriso bef-fardo disegnato sul volto. Nel mio cervello, per un momen-to, sosta la paura di venire sconfitto in uno scontro corpo a corpo.Cerco di farmi da parte, quei tipi mi guardano: “Ah, guar-date un primino! Ora ci divertiamo un po’!” una ragazza dice:”Essendo ormai ripetenti da parecchi anni, è nostro compito (molto divertente, ma sempre un dovere) infor-

marti delle scelte che hai a tua disposizione: il Voltadiso, il Voltatorio e il Voltaferno. Del Voltadiso e il Voltatorio hai già sentito parlare, è ora di conoscere il Voltaferno!”. Mi inti-mano di seguirli e arriviamo in cortile, sul muro c’era scritto: “Lasciate ogni speranza voi ch’ entrate!”.Arrivati in cortile, non rimase neanche l’ombra dei miei ac-compagnatori, quindi mi ritrovai circondata da ragazzi di quinta (sì, proprio quelli là, quella specie che intimorisce anche i più impavidi di noi).“Oh cacchio” penso, mentre uno di loro si dirige verso di me, abbasso lo sguardo, mi giro ma lui continua a cammi-nare nella mia direzione, ormai è vicinissimo. “Ciao! Prima volta in cortile? Ti sei perso? Vuoi una mano?”. Mi giro con i brividi a fior di pelle e gli occhi sgranati. Il mio timore del Voltaferno lo percepirebbero anche i muri. Il tipo mi guarda speranzoso, in attesa di un qualunque segno di vita da parte mia. È molto alto e ha i capelli scuri, occhi chiari e un sorriso brillante che quasi mi acceca: il classico tizio di cui tua madre si fida ma tu no. Cerco di balbettare un “Oddio, si, grazie. Mi sono ritrovato qui non so come e non ho mai desiderato così tanto una bussola dato che qui è un vero labirinto” ma dato che la frase è troppo articolata e il mio cervello in questo momento non sa se pensare al Volta dantesco o allo stomaco che borbotta, l’unica frase che riesco a formulare è “sai per caso dov’è il bagno?” . Appena accenna a un’indicazione scatto in avanti e inizio a correre: su per le scale, davanti alle macchinette, per i corridoi. Passo davanti a qualche classe che è in orario di verifica e vedo delle povere anime in pena supplicare con lo sguardo qualsiasi essere vivente che potrebbe prestargli soccorso. Per un attimo sento la paura che sta dilaniando tra i banchi dei malcapitati e un senso di compassione mi pervade. Ma ecco che in fondo al corridoio scorgo un picco-lo cartello plastificato. Su di esso troneggia la scritta “bagno ragazzi”. Ecco. Ci siamo. Un po’ di tranquillità.Veramente non so bene perchè sono andato nel, tutt’altro che tranquillizante, bagno maschile. Dev’essere stato per lo

Al fin del cammin per la nostra scuolaUn primino arriva spaesato

Dopo aver lasciato le lenzuola.In soccorso del nuovo arrivato,Atterrito dalla grigia facciata,

Ciro il bidello viene inviato.

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IL GIORNALOTTO

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shock degli ultmi 5 minuti nei quali ho sviluppato: il potere di dialogare con macchinette ladruncole, il teletrasporto, la possibilità di non notare il rapimento di 3 persone, cam-biare sesso, fobia indiscriminata di chi va al quinto anno, stato confusionale accompagnato da problemi esplicativi, udire la Paura che dilania alunni che tentano invano di ripa-rarsi tra i banchi, e la Supervista. Si pensa che il caffè sia il calmante migliore per qualsiasi tipo di preoccupazione che affligge anime irrequiete, e visto che i taralli non sono stati di certo la mia più grande vittoria, decisi di rinvigorire l’ani-mo con un po’ di salutare (probabilmente non così salutare) caffeina.“Ma guarda, fanno pure il caffè al ginseng, che cosa esoti-ca!” Inutile dire che dovetti fare un altro giretto in bagno dopo che il mio animo da fashion blogger mi aveva spinto a pro-vare una bevanda che sembrava composta da tutta la pol-vere sotto i caloriferi del secondo settala sciolta in acqua stagnante.Spalancai la porta (con un po’ di difficoltà, diciamo che per-mettere la sua apertura solo verso l’esterno considerando l’interminabile agglomerato di affamati che si trova alle macchinette ogni intervallo non è proprio un’idea da No-bel) e respirai a pieni polmoni, “Non è una tragedia, se mi calmo e lavoro sodo posso farcel..” il rumore assordante (o estremamente lieve, a seconda della posizione della classe nella scuola) della campanella mi diede qualche millisecon-do per rendermi conto del pericolo al quale stavo andando incontro.Venivano caratterizzati dalla ferocia della quinta ora e l’i-stinto omicida che veniva placato solo dal bottino che li avrebbe riempiti una volta arrivati a casa (o appena svol-tato l’angolo di Via Benedetto Marcello): VIVERI (o scarti di viveri, 4 euro e 30 per un cheeseburger ripieno all’ebola grande come una polpettina sono un oltraggio). Vagamen-te somiglianti a gorilla in crisi di astinenza da…. qualcosa, deambulano per i corridoi: neanche lontanamente toccati dalle urla che animano la scuola, calpestano persone e get-

tano nell’Ade vite gagliarde. Vidi come un film la mia vita passarmi davanti, quasi certo di star vivendo l’ultimo primo giorno di scuola, quando una figura non ben distinta mi tra-scinò “in salvo” all’interno di una classe: “L’hai rubato tu il pennarello?”, la donna con il grembiule blu non sembrava tanto felice di vedermi, né di avermi salvato la vita.“Come scusi?”“Senti ragazzino, la media matemática degli alunni che chiedono un pennarello funzionante a noi bidelle è di venti all’ora, prima ho notato che giravi con una faccia da pesce lesso per i corridoi quindi francamente mi trovo a giungere a conclusioni affrettate siccome sei l’unico sospettato.. hai rubato tu il pennarello di questa classe?”“N-no, glielo posso giurare, io non saprei che farne..”“Aspetta, ma sei un primino?” Annuii sfoggiando la faccia più tenera che avessi mai cer-cato di fare per impietosire qualcuno, pensando che quella donna doveva proprio essere la regina del Voltaferno.“Ah, beh in questo caso.. tranquillo ragazzino, non c’è alcun problema, qui al Volta siamo una famiglia, tutti si aiutano e cercano soluzioni insieme, ti va del ginseng?”Persi il controllo degli arti inferiori e incominciai a correre verso l’uscita (parlo al singolare ma per ogni piano la media di combinazioni date da scale e porte varie sono ventino-ve), in poco tempo raggiunsi l’atrio e mi sedetti su uno dei gradoni, di fianco alle macchinette.

***qui inizia una parte rilessiva e molto tri-ste/rivelatoria/quelcavolochevipare, quindi immaginarsela a rallenty con una canzone triste e ritmata in sottofondo rende tutto molto più figo***

È incredibile come le persone cambiavano lì dentro e come le sfaccettature delle molteplici espressioni impresse sui visi degli studenti si alternavano.Riconoscevo gli occhi tristi ed eccessivamente provati degli abitanti del Voltaferno, che si trascinavano fino all’uscita, con lo zaino pieno e l’anima vuota.Individuavo gli spensierati residenti del Voltadiso grazie al loro andamento ondeggiante, fiero e soddifatto.La verità è che, però, se una settimana dopo mi fossi messo nello stesso posto, guardando con gli stessi occhi le mede-sime facce, avrei notato i saltellanti studenti del Voltadiso mutati in straziati “Voltafernesi”, e viceversa. Tutti voi avete già visitato sia il Voltaferno che il Voltadiso, ma l’unico vero e perenne stato dello studente è quello del Voltatorio, nel quale studia imaginandosi un certo futuro, o non lo fa, te-mendo proprio quest’ultimo.Bene, ora tocca a noi sorridere nel Voltadiso o piangere nel Voltaferno, spaccarsi la schiena nel Voltatorio, sperando di svegliarsi ogni giorno con la consapevolezza che tutto que-sto ne valga la pena.

Buon Volta a tutti noi pavidi primini.

NOVEMBRE 2014

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ANNO 15- 1 IL GIORNALOTTO

SUL(LA) LAMA DEL RASOIO

Taj Rossi IV C

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Hey everybody! Sì, parlo proprio a te che sei tra i miei 4/5 lettori; torna il Giornalotto e torna lo spazio de-dicato alla politica! Giusto un piccolo cambiamento: ora dico la mia.Ma, procediamo con ordine; fresca nella memoria è la manifestazione della Lega a Milano. Ben organizzati con pullman e treni hanno raccolto migliaia di perso-ne (40.000?) in piazza Duomo. Mai vista un’accozza-glia simile. Era un po’ come andare ad un concerto di Tupac e incontrarci Mozart che balla scatenato. Stri-scioni contro l’Italia, a favore dell’Italia ma contro gli immigrati, contro l’Europa, cartelloni contro i neri e sindaci neri contro i clandestini sul palco. Insomma, alla fine sono riusciti ad essere con tutti ma contro di tutti.Questo è sostanzialmente quel che accade a destra, considerato il fatto che ormai di Berlusconi se ne par-la solo quando viene nominato da altri politici, Alfano è considerato un traditore alleatosi con Renzi e tutti gli altri sono confluiti dentro l’accozzaglia già citata.Nel frattempo dalle parti dei 5 stelle tira aria di pole-mica. Tra Grillo che non si accorge di essere in camera e fa figuracce, dissidenti cacciati perché chiedevano “illegittimamente” chi comanda nel movimento e Ca-saleggio che risulta sempre più inquietante con quel suo berretto da baseball calato sugli occhi (che glie-lo abbia regalato il suo eroe come nei “migliori” film americani?), non si capisce più bene dove stia cer-cando di andare a parare il M5S. Notare anche che nel frattempo è finita la collaborazione con Farage e gli euroscettici e la palla del “NOEURO!” è passata al team Salvini.Ma ora è il momento dell’uomo di cui tutti parlano, Matteo Renzi. Uomo impegnatissimo, così impegnato che tra pomeriggi con la D’Urso e un incontri galanti in giro per l’Italia e un paio di post su Facebook non potrebbe mai trovare un attimo per parlare con chi chiede colloquio come, così giusto per esempio, gli

operai che in giro per l’Italia protestano da tempo per le decine di fabbriche che chiudono i battenti. Ma non devo preoccuparmi: con il jobs act tutti i lavoratori sa-ranno salvi. Nel senso che tutti quelli che un lavoro lo avranno ancora si salveranno? Perché secondo me togliere le tutele sui licenziamenti qualche posto di lavoro lo farà volatilizzare. Beh, almeno restano gli 80€. Sempre che ce ne siano abbastanza, con tutta la gente a cui Renzi promette di darli.Animo compagni, tornano i sindacati! Tra manifesta-zioni e discorsi in piazza tornano a farsi sentire Landini e Camusso. o almeno lo possono fare a meno di lanci di lacrimogeni da parte di poliziotti un poco troppo su di giri (basta vedere che è successo alla manifesta-zione a Torino contro il vertice dei ministri europei lo scorso 17 ottobre). Essi si dichiarano dunque strenui difensori dei lavoratori e quindi protestano contro un jobs act che promette sempre meno e svela pian pia-no le sue varie pecche. Ma cosa effettivamente pos-sono fare oggi i sindacati contro il treno del governo che viaggia inesorabile e veloce? Che aspettare il sud-detto treno in quel punto in cui le rotaie finiscono e questo rischia di deragliare, sia un piano plausibile e praticabile?

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IL GIORNALOTTO NOVEMBRE 2014

Liberi nella rete?Davide Mercanti 4E

Uno degli elementi che si potrebbero usare per valuta-re il grado di evoluzione di una società1 è la possibilità che hanno (o non hanno) i suoi membri di ottenere informazioni e di interagire tra loro a distanza. Sotto questo punto di vista, la nostra società occidentale parrebbe piuttosto evoluta.Tuttavia, tanto le possibilità di comunicazione quanto quelle di reperimento sono percepite dai più come un indice della propria libertà di pensiero e di opinione; dal che si potrebbe dedurre che un parametro valu-tativo dell’ evoluzione di una società sia proprio la li-bertà di cui godono gli individui che la compongono, o meglio, essendo il concetto di libertà suscettibile di interpretazioni differenti, la libertà di cui sentono di godere.Quanto dunque ci sentiamo liberi?E quanto questa sensazione deriva dal nostro modo di vivere e quanto invece ci è indotta, attraverso ine-luttabili assiomi, per interessi altrui? Torniamo ad analizzare, per dare una risposta a queste domande di fondamentale importanza, la prima delle libertà che abbiamo citato: quella di ottenere informazioni.

Poter essere a conoscenza di fatti genera libertà per-ché genera indipendenza: una persona informata può formarsi una personale opinione sul mondo e agire di conseguenza, in altri termini agire liberamente. Ma se le informazioni che ci sono pervenute fossero fal-se, dolosamente inesatte, potremmo ancora definire libere le scelte che ne derivano? Certamente no. Purtroppo, il problema della falsificazione di notizie trova terreno fertile sulla rete, per una serie di con-cause. Per esempio, falsificare è tecnicamente sem-plice e l’autore non è facilmente rintracciabile ma ha, allo stesso tempo, un enorme potere, in virtù della capillarità con cui è già diffuso e con cui si diffonde il web. Naturalmente, a parte la falsificazione deli-berata, è ancora più frequente trovare notizie e dati sbagliati per leggerezza, perché “tanto cosa me ne frega”, per negligenza. Ma con l’avvento di Internet si presentano anche altri problemi, forse più insidiosi e sottovalutati del precedente. Quello che si perce-pisce utilizzando un motore di ricerca (Google, uno qualsiasi) è di poter accedere ad ogni tipo di notizia o questione attuale, raccontate da ogni punto di vista ci

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interessi, da tutte le parti in causa. Ma in realtà Internet, tal-volta, ci mostra solo quello che ci deve essere mostrato. In questo sta tutta la sua potenza: per manipolare non ha bisogno di adultera-re, ma solo di mette-re od omettere. Un cibo corrotto ci sarà evidentemente rico-noscibile come tale, uno edulcorato non lo sarà quasi mai e anzi ci sembrerà “più

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

non sono limitate a quanto detto. Un altro proble-ma scottante è la privacy: tutti i dati che forniamo, più o meno consapevolmente, navigando nel mondo virtuale riguardano, oltre ai nostri problemi, ai nostri gusti e alle nostre idee politiche, anche informazioni più pratiche, ma che non necessariamente avremmo piacere di condividere.Illustriamo con un esempio. Uscite con i vostri amici, con il vostro I-phone in tasca, come fate spesso. Dopo aver cercato su internet quali mezzi pubblici usare e aver constatato l’estrema lentezza degli stessi, deci-dete di raggiungere la pizzeria, l’agognata meta, a pie-di. Durante la serata accedete a Facebook un paio di volte, vi scattate un selfie... Ebbene, ecco alcune cu-riosità che il famigerato software Prism, che ha acces-so ai database di Facebook, WhatsApp, Apple etc.5, potrebbe rivelare di voi: vi chiamate Tizio, risiedete in via Sempronio, conoscete Caio; avete mangiato la pizza margherita, ch’è la vostra preferita, dopo esser-vi incontrati con Ernesto, Asdrubale, Anassimandro e tre sconosciuti alla pizzeria di Eligio; andate a scuola lì, uscite ogni martedì per andare colà; il giorno x siete andati ad una festa con y e z; avete idee politiche di sinistra; usate, per comunicare, la parola “torta” del 127 percento più della vostra compagna di classe Im-macolata... Bisogna dunque considerare, quando si ha

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vero”. A proposito di ciò, sempre riferendosi al notis-simo colosso californiano, è ormai risaputo che per voi, sostenitori di Tizio, i risultati della ricerca “Tizio” sono ben diversi da quelli che riceverà il sostenitore del buon Caio;cioè alcuni collegamenti verranno semplicemente messi in secondo piano per mostrarti ciò con cui sei già d’accordo2. Come e perché accade questo?Per ciascun utilizzatore, Google (ma non è il solo) crea una sorta di profilo cui associare le ricerche ef-fettuate, le pagine visitate, i like apposti etc., venen-do così a conoscere gusti, problemi e idee politiche dello spesso ignaro fruitore. Tali dati possono essere poi venduti, o usati dalla stessa azienda, per pubblici-tà mirate, per ricerche di marketing etc. (forse capite ora perché vi tormenta quella pubblicità, espressio-ne della più becera fallocrazia, con ragazze poco ve-stite...). Esempi lampanti di manipolazione od omis-sione sono le varie forme di censura applicate nel mondo. Dove la censura è forte e palese, i siti mag-giormente bloccati sono Youtube, Facebook, Twitter, Wikipedia, Google (ricerca)3 e molti blog; ovvero tutti quegli indirizzi difficili da controllare che permettono interazione tra persone e/o c e sono un’ inesauribile fonte di notizie estere e antigovernative. Tra i paesi più censorî spicca la Cina, che estende continuamen-te il suo “Great Firewall”4. Naturalmente i metodi per

aggirare le censure esisto-no e sono tanto numerosi quanto lo sono i metodi di censura, ma poiché per applicarli sono necessarie ottime conoscenze tecni-che e considerando che la restrizione riguarda, come è ovvio, anche gli stessi metodi di censura, non in tanti riescono a bypassarla o vogliono farlo. La censu-ra si configura perciò come un valido strumento di an-nientamento della libertà di informazione, espres-sione etc. Le implicazioni di un uso massiccio e qua-si globale dei dispositivi basati sulla rete, tuttavia,

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IL GIORNALOTTO NOVEMBRE 2014

una qualsiasi interazione cólla rete, che se siamo in-teressati a mantenere qualcosa privato, non abbiamo modo di proteggerci: il “grande fratello” del terzo mil-lennio è sempre ricettivo e riceve; il che non significa che il web vada demonizzato né ignorato, ma usato di meno e più consapevolmente. Su Internet, inoltre, nessuno ha il diritto all’oblio6: tutto rimane registra-to a tempo indeterminato. Il programma Prism (la cui esistenza sarebbe stata ipotizzabile, teoricamente, anche prima delle rivelazione del “traditore” Snow-den) non è, però, l’unica minaccia all’incolumità dei nostri dati personali, pur rappresentandone l’apogeo. Per prima cosa, non si può escludere (ma neppure averne la certezza) che la stessa operazione della NSA non venga svolta anche da altri, come per esempio i fornitori dei servizi internet e telefonici (providers): costoro avrebbero anche l’enorme vantaggio di po-ter filtrare l’assoluta totalità del traffico proveniente da un computer/smartphone, essendo il tramite tra satellite e terminale. In secondo luogo, dati sensibili potrebbero esserci rubati, su scalaimmensamente ridotta, per esempio quando sfruttia-mo una rete wi-fi insicura (e sono molte): lo “sniffing”, cioè l’intercettazione illegale dei dati di una rete, è una pratica piuttosto diffusa e alla portata di chiunque abbia una certa intraprendenza, per via dell’esistenza di programmi specifici facilmente reperibili. Qualcu-no comunque potrebbe obiettare: “Perché l’indiscri-minata attività di profiling, anche se mi riguardasse, dovrebbe in qualche modo preoccuparmi? Cosa m’in-teressa dei dati che raccolgono su di me?” Seppure le risposte possano essere molte, una di esse risponde anche, in parte, alle domande sulla libertà che ci era-vamo posti all’inizio. L’essere “schedati” e sorvegliati, infatti, sembra essere funzionale ad una precisa esi-genza di controllo, che fa percepire ai controllati diessere liberi, quando invece essi non sono altro che profili, il cui comportamento è analizzabile e dunque prevedibile e indirizzabile, verso l’annichilimento del non ordinario e verso l’omologazione alla massa o ai fini del mercato. In conclusione, la tecnologia può farci sentire estremamente liberi, colmi di possibilità, ma quando vi ci si approccia è sempre bene porsi le consuete domande: “Perché?”; “A chi conviene?”; “Cosaimplica?”. Facendo ciò si metterebbe a nudo il mon-do assai complicato che si cela dietro al velodella co-modità e si potrebbe anche scoprire che non ci piace affatto.

Note

1. Intendendo per evoluzione lo sviluppo positivo dei diritti degli individui e del loro benessere, indipen-dentemente dallo sviluppo economico e tecnologico.

2. Si provi a cercare Egitto, Berlusconi, Cambiamento climatico, Guns... su diversi computer.

3. In Cina per esempio, alcuni motori di ricerca come Google e DuckDuckGo (che usa una ricerca anonima) sono bloccati, mentre altri, come Bing e Yahoo, non lo sono, ma ne vengono fortemente filtrate le ricerche. Quando si tenta di raggiungere un motore bloccato, si è rimandati a servizi analoghi rigorosamente locali o viene restituita una pagina bianca.

4. La censura in Cina è una delle più importanti nel mondo ed è ampiamente studiata; interessante ed esaustiva sia dal punto di vista tecnico che storico e culturale la pagina di Wikipedia sull’argomento: “ht-tps://en.wikipedia.org/wiki/Internet_censorship_in_China”. Vedi anche “Science” il 22 Agosto 2014.

5. [Greenwald – MacAskill, The Guardian il 7.6.2013] E anche: [Rushe, theguardian.com il 20.2.2014]

6. Il cosiddetto “Diritto all’oblio” è particolarmen-te difficile da applicare sul web, essenzialmente per due questioni: come stabilire quanto tempo debba passare prima di poter esercitare tale diritto e con quale criterio vadano scelti i dati da rimuovere o meno. Una sentenza della corte europea del maggio di quest’anno ha stabilito questo diritto per i cittadini che intendano rimuovere contenuti online diventati obsoleti. Google ha risposto positivamente predispo-nendo un modulo per le richieste e accettando però solo la metà (circa) di quelle pervenute. Attualmente è in corso una collaborazione tra l’azienda e le Auto-rità dei garanti per la privacy di Bruxelles per stabilire come trattare le richieste.

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei

a.k.a. 8 segni grafici per capire quanto ti conosci

Greta Bindi 3D

ad accettare.

2) Pressione: quanto sei emotivo?

La pressione della penna indica la capacità di gestire le energie. Se calchi nei tratti discendenti (segno Intoz-zata) provi piacere nell’affrontare gli ostacoli, usando l’attrito della carta come metafora. Manchi di emoti-vità, ma non necessariamente perchè sei insensibile. Al contario, Filiforme mostra la tendenza alla fragilità e vulnerabilità.

3) Proporzioni: quanto sei intelligente?

Con il Largo di lettera, il Largo tra lettere e il Largo tra parole puoi studiare la tua tendenza alla compren-sione, al giudizio e al ragionamento. Il Largo di lette-ra (quando le lettere somigliano a dei cerchi) indica una grande apertura mentale e capacità di vedere le situazioni nel loro insieme. Se hai invece lo Stretto di lettera tendi alla diffidenza e sei geloso di quello che hai. Largo tra parole misura invece la capacità di ra-gionare (puoi dire di avere questo segno grafico se tra una parola e l’altra c’è spazio per più di quatto o). Un eccessivo Largo tra parole suggerisce la tendenza alla ipercriticità, mentre un eccessivo Stretto tra parole in-dica l’incapacità di giudicare e dubitare. L’ultimo segno della triplice larghezza è il Largo tra lettere, che rappresenta lo spazio che l’Io dà all’altro. Maggiore è lo spazio tra una lettera e l’altra maggiore è l’importanza che dai al prossimo.

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La tua calligrafia svela di te molto più di quanto vorre-sti. Già dal 1875 l’abate Michon (pace all’anima sua) aveva capito che per conoscere davvero una persona è necessario studiarne la scrittura. Decise così di coniare in un tiepido pomeriggio estivo il termine grapholo-gie. Si mise allora a studiare la relazione che collega la personalità di un individuo e il suo modo di scrivere, inventò decine di segni grafici e confrontò la calligrafia di centinaia di persone, tutto questo per arricchire con le sue conoscenze l’umanità, o più verosimilmente per spiare i suoi colleghi in monastero. In questo manuale riassumerò brevemente in 8 regole più di un secolo di grafologia, così da regalare anche a te le conoscenze necessarie per conoscerti nel profondo, o più verosi-milmente per spiare i tuoi compagni di scuola.

1) Accuratezza grafica: quanto sei sincero?

Da quanto ti impegni a rendere la tua scrittura com-prensibile puoi capire la tua predisposizione ad aprir-ti agli altri. Se la tua grafia presenta il segno Sciatta, probabilmente la tua personalità è trasandata e non hai cura di te e degli altri. Se il segno è causato da una scrittura rapida, il significato cambia: la rapidità indi-ca la tenenza a voler fare tutto subito e un pensiero rapido e disordinato. Al contrario, l’ordine grafico è sinonimo di ordine mentale, gentilezza, educazione e tendenza a prendersi cura degli altri. Se l’accuratezza è portata all’esasperazione, il segno Accurata studio indica l’inclinazione a nascondere i tuoi errori: proba-bilmente hai qualcosa da nascondere o che non riesci

….....................….....................................................................................................(scrivi una frase a penna e in corsivo)

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

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4) Curvilineità ed angolosità: altruista o egoista?

Il segno Curva è uno dei più utili per decifrare il ca-rattere di una persona. Curva suggerisce una alta ten-denza ad adattarsi, ma anche la capacità di compatire e di lasciarsi trasportare dalle situazioni. Il segno An-golosa è complemen-tare a Curva: l’energia che usi nel cambiare bruscamente dire-zione mentre scrivi è la stessa che utilizzi nell’opporti fortemente a qualcosa. Angolosa è tipica di coloro che “punzecchiano” gli altri perchè provano piacere nel contraddire.

5) Dimensione: come ti valuti?

Ti sopravvalutarti? Hai troppa fiducia in te? Un applau-so, hai il Calibro alto. La tua tendenza a pavoneggiar-ti risulta antipatica al 99,9% della popolazione, ma ti permette anche di prenderti dei rischi che ti porteran-no più facilmente ad avere successo. Al contrario con Calibro piccolo (lettere inferiori ai 3mm) sei più intel-ligente e bril-lante, ma esso indica una mancanza di autostima che paradossalmente ti farà avere meno probabilità di suc-cesso del tuo complementare.

6) Pendenza: tu e gli altri

Pendente (verso destra), Dritta e Rovesciata (verso si-nistra) sono tutti segni che regolano il rapporto che hai con gli altri. Se scrivi con una alta pendenza hai proba-bilmente una alta propensione a prenderti cura degli altri e sei interessato in ciò che è diverso da te. Con Rovesciata invece è ri-corrente l’a-ver subito una delusione affettiva, dato che è sinonimo di cautela e vigilanza. Dritta annulla il bisogno degli altri, se hai questo segno sei indipendente, ma con una punta di insensibilità: meglio soli che mal accompagnati.

7) Continuità grafica: quanto sei logico?

Funziona così: considera su un’intera frase quante let-tere sono collegate tra di loro senza staccare la penna dal foglio ed esprimi il risultato in decimi. Se 8 lettere

su 10 sono conti-nue, avrai 8/10 di Attaccata. Se hai una alta tenden-za ad “attaccare” le lettere, paralle-

lamente collegherai con facilità i concetti e avrai grandi capacità logiche e tendenza a procedere. Staccare la penna dal foglio impone una disposizione all’analisi e alla lentezza tipiche delle persone che pensano troppo senza concludere molto.

8) I tagli delle t: volontà

La t è una lettera fondamentale nella grafologia, per-chè per apporre il taglio alla t bisogna interrompersi ed esercitare un atto di volontà. Tagli arretrati o avanzati ri-spetto al gambo della t significano rispettivamente esi-tazione e slancio. Queste due caratteristiche dipendo-

no molto dal c o n t e s t o , c a m b i a n o cioè in base

alle opinioni di chi scrive riguardo all’argomento di cui scrive. I tagli arretrati o avanzati corrispondono a quelli corti o lunghi, che hanno significati analoghi. In sostanza è raro che dei tagli arretrati siano lunghi e che dei tagli avanzati siano corti.

Pulver diceva che “la scrittura è disegno inconscio, di-segno di sé autoritratto”. Studiare la calligrafia di qual-cuno ci permette di scoprire molto di più che con una conversazione verbale; bisogna però essere abili nell’in-

terpretazio-ne e ricor-darsi che la grafologia non è una

scienza esatta, ma approssimativa. Dai almeno su qualche cosa ci ho azzeccato?

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

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Fumettando Quest’anno, il giornalotto è orgoglioso (?) di inaugurare la sezione FUMETTI! Tanto lo sappiamo che prende-te il giornallotto solo per questo, quindi siamo buoni e vi facilitiamo persino il compito: sono nelle due pagine centrali. Ciancio alle bande, ecco a voi nel loro splendore queste strisce.

(la redazione non si assume nessuna responsabilità per qualsivoglia reazione che il lettore avrà)

Stefano Carioli 1H

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IL GIORNALOTTO NOVEMBRE 2014

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Davide Azzolari 5E

Stefano Carioli 1H

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IL GIORNALOTTO DICEMBRE 2013

I fallimenti del G8ovvero

Tutto quello che il Giornalotto avrebbe voluto pubblicare, ma non ha mai avuto il coraggio di farlo

Francesco Monti 5A

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Sesso Sicuro con il Giornalotto:

Bisognava fare di necessità virtù. Le due pagine centrali erano sguarnite e non veniva un’idea per riempirle. Sem-brava impossibile, ma ce l’abbiamo fatta. L’amaro monte-negro accese le sinapsi dei redattori con un’idea geniale e socialmente impegnata: il Preservativo del GiornalottoTM, da ritagliare e usare, pratico, comodo, sempre con te. Idea con utilità suprema, che avrebbe aiutato a combattere brutte malattie, migliorare i rapporti delle coppie del Volta e prevenire gravidanze indesiderate. Mentre l’ex direttore ora maturato cercava inutilmente di attirare l’attenzione della redazione sul sondaggio riguardante l’omosessualità al Volta, un manipolo di eroici redattori cercava di creare una struttura tridimensionale di un preservativo usando la carta. Si era riusciti a realizzare il corpo, ma purtroppo il progetto è naufragato in seguito al tentativo, non riuscito, di costruire una cupola, necessaria per ragioni fisiologiche.

Droni di consegna

L’anno scorso ci venne impedito di consegnare Giornalotti durante l’orario didattico. La nostra mente è molto vendi-cativa, ma altresì fine. Avremmo potuto istituire delle “ra-diose giornate di fine ottobre”, ma poiché quello che scrive meglio qui non si chiama D’Annunzio (per fortuna), non cre-do che avremmo avuto molto sostegno popolare nel nostro

dibattito ideologico. La tecnologia ci è venuta d’aiuto, e si era vagliata la possibilità di comprare un drone comanda-to da terra per consegne aeree attraverso le finestre, che ovviamente avrebbero disturbato il quintuplo. Gesto estre-mo di sfida affondato da un piccolo inconveniente di natura economica.

Giornalotto Autoreggente

Il disegno che avevamo in testa era una foto di redazione. Solo con i maschi. A braccia incrociate. Nudi. Tranne un Giornalotto che coprisse le pudenda. Un rimasuglio di pu-dore e dignità, che non so da dove sia uscito, ha ostacolato questo progetto.

Sondaggio sull’Ammmore

Cosa ottenete se unite una mente nerd e psicolabile, a tan-to tempo libero, a Scrubs e a una ragazza (tanto la persona in questione è uscita l’anno scorso, quindi posso calunniarla senza troppi problemi. Spero)? Tralasciando numerose fra-si diabetiche da baci perugina come «***, io ti amo più di Turk», ciò che avrete come risultato sarà un sondaggio dal titolo «Ha senso dire “ti amo” alla nostra età?». Sarebbe stato anche molto interessante onestamente, ma il nostro professore responsabile non ha apprezzato pienamente il fatto di non essere stato informato di questa iniziativa. IN TUO ONORE, QUES’ANNO LO RIPROPORREMO (ok, l’ho detto, l’ho detto, ora puoi abbassare quella pistola signor Bond?).

Caccia al Tesoro per il Volta

Cosa può esserci di più stupido di voler organizzare una caccia al tesoro al Volta? Ve lo dico io: aver pensato che potesse anche funzionare come idea. Pensateci... turbe di studenti in giro per il Volta volte a disturbare l’ordine psichi-co dei bidelli, tesori nascosti, premi misteriosi, cadaveri di primini dispersi per l’edificio... E oltre a questo, parliamoci onestamente... chi avrebbe mai perso più di cinque minuti per fare una caccia al tesoro organizzata da NOI?

Negli anni, la Redazione del Giornalotto ha da sempre avuto una quantità abnorme di idee geniali (?). Tuttavia, a causa di problemi tecnici, mancanza di voglia, accuse di manipolazione delle merendine nelle macchinette, disturbi maniaco-com-pulsivi, questi magnifici (?) progetti non sono mai stati realizzati. Ma se c’è una cosa che una grande figura della letteratura mi ha insegnato, è che sono i nostri fallimenti quelle cose di cui bisogna essere più fieri, perché fallire vuol dire averci provato. E noi ci abbiamo provato. Sempre. Grazie Topolino per questi insegnamenti.

Solo per portarla a

letto23%

Almeno vorrebbe dire

che ho una ragazza

26%TI AMO, VIENI

QUI12%

Per me è la cipolla

39%

Ha senso dire ti amo alla nostra età?

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NOVEMBRE 2014 IL GIORNALOTTO

Christus Tag

Andrea Piazza 4F 7.30 – Buongiorno mondo! Be', buono non tanto, vista l'o-

ra. Maledetto convegno di cristiani (o quel che è) a cui mi

trascina la mia ospite tedesca. Va be', da come me ne ha

parlato non sembra tanto terribile. E poi c'è la ragazza cari-

na!

7.43 – Colazione. Capperi, è sempre più difficile rifiutare le

strane marmellate che cercano di propinarmi. Avrei dovuto

dire subito che sono allergico e farla finire lì. Perché non ci

ho pensato prima?

8.16 – Arriviamo al ritrovo. Che bello, c'è già la ragazza cari-

na! Non ci fosse stata non avrei mai accettato di venire a

questo convegno.

8.18 – Chissà chi è quel signore dall'aria allegra. Dal porta-

mento direi che potrebbe essere il don locale o l'equivalen-

te versione tedesca. Ecco che mi viene incontro per acco-

gliermi: sarà sicuramente il capo. Un momento, mi sta por-

gendo un braccialetto rosso che ha l'aspetto di quelli che

danno a Lucca: quei cosi possono rimanerti al braccio per

anni e questi sono di manifattura tedesca, per cui almeno

10 volte più di qualità di quelli italiani! Sono fritto, non po-

trò mai più liberarmene. Accetto con un finto sorriso il

braccialetto: non voglio causare un incidente diplomatico

di prima mattina in una lingua che parlo a malapena!

8.20 – Iniziamo a salire in auto. Chissà, magari riesco a viag-

giare con la ragazza carina! Ah no, lei sta salendo su un fur-

goncino con dei vecchietti, mentre la mia ospite mi spinge

in un'altra auto. Va be', poco male: la rivedrò in stazione.

8.24 – Insieme al braccialetto mi hanno consegnato un fa-

scicolo azzurro: probabilmente si tratta del programma.

Leggo con orrore il titolo in prima pagina: “Christus Tag” (il

giorno di Cristo). Dannazione, dove sono andato a cacciar-

mi? Da quello che mi era stato detto sembrava una cele-

brazione innocente!

8.25 – Nessuno deve sapere di questa giornata, o la mia

nomea di ateo anti-religioso ne risentirà irrimediabilmente.

E che cazzo, ho una reputazione da difendere!

8.26 – Realizzo che la situazione è troppo divertente per

non essere diffusa. Ok, appena torno a casa mando tutto al

Giornalotto.

8.30 – Perché mi sono portato dietro un libro che parla di

eresie e voluta ribellione a dei dogmi di un sistema potente

esistente da secoli e, soprattutto, perché è il mio libro pre-

ferito? Maledizione, se lo scoprono è la fine!

8.39 – Decido di sfogliare con attenzione il programma,

sforzandomi di tradurre. Scopro che il tutto dura fino alle 5

e che c'è anche un programma per bambini: è ancora peg-

gio di quel che pensavo. Ti prego, tizio adorato da queste

persone, non farmi lavorare con i bambini o, ancora peg-

gio, non farmi badare a loro!

8.43 – Arrivo in stazione. La ragazza carina non si è ancora

fatta vedere, eppure il treno per Stoccarda arriva tra un

paio di minuti! Spero che arrivi in tempo…

8.47 – Il treno parte senza che la ragazza carina sia arrivata.

Maledizione, questa non ci voleva. E ora che faccio?

8.54 – Ad una fermata entra un tizio che indossa una ma-

glietta con su scritto: “There is no rock like our God”. Inizio

ad avere paura.

9.05 – Arrivo a Stoccarda.

9.13 – Prendiamo la metro per arrivare allo stadio, dove si

terrà l'evento. Ancora nessuna traccia della ragazza carina.

9.17 – Ho il timore che i cristiani che mi circondano possa-

no in qualche modo captare i miei pensieri: decido di can-

ticchiare canzoni a sfondo religioso cercando così di mime-

tizzarmi.

9.26 – Il repertorio si sta esaurendo (troppo poche tre can-

zoni). Per la prima volta nella vita rimpiango di non ricorda-

re le canzoni dell'oratorio.

9.39 – Arrivo allo stadio. 'Orco boia, c'è un botto di gente.

Ma che mi aspettavo, per un evento organizzato in uno

stadio?

9.43 – Una tizia dell'organizzazione si sbraccia e urla a

squarciagola e a quelli col braccialetto verde di andare da

una parte e a quelli col braccialetto rosso o giallo di andare

dall'altra. Dal tono con cui urla “Grün!” sembra che li predi-

liga di gran lunga rispetto agli altri.

9.48 – Iniziamo a cercare posto tra gli spalti. Una signora

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IL GIORNALOTTO ANNO 15 - NUMERO 1 NOVEMBRE 2014

grassa e lenta si infila di slancio tra gli altri e me, distanzian-

domi notevolmente dagli altri. Maledizione, spostati stupi-

da signora 'ché se no mi perdo gli altri, rimango solo nella

folla in un paese straniero e poi devo ingegnarmi per trova-

re il modo di tornare al paesino dove mi ospitano! 9.50 –

Incredibilmente riesco a raggiungere gli altri e a sedermici

accanto. Dopo essermi sistemato scruto tra le varie perso-

ne che si aggirano tra le gradinate, sperando di scorgere la

dolce figura della ragazza carina, invano. Nel frattempo

noto il palco in mezzo allo stadio, il centinaio e passa di

sedie sistemate davanti, la quasi totalità di metà stadio già

presidiata e un'intera curva laterale occupata da una sorta

di orchestra. Deve essere veramente una roba grossa, acci-

denti.

10.00 – Pare che l'evento sia iniziato viste le voci che esco-

no dagli amplificatori, anche se capisco poco o nulla di

quello che dicono.

10.04 – Parte una canzone che, a quanto ho capito, è il

motto della giornata. Ho la brutta sensazione che non sarà

l'unica volta che la sentirò....

10.30 – Sembra che ci sia un secondo saluto al pubblico,

come una sorta di inizio vero e proprio. Mi chiedo che biso-

gno ce ne fosse.

10.38 – Sale sul palco quella che capisco essere un'anima-

trice. Maledizione, è una cosa da oratorio. E io odio gli ora-

tori!

10.39 – L'animatrice, preso un programma in mano, ci mo-

stra alcune pagine colorate con cui dobbiamo partecipare

ad una sorta di sondaggio dagli spalti. Lei ci fa delle doman-

de a risposta multipla e in base alla nostra risposta mostria-

mo un diverso colore. Capperi, non ero psicologicamente

preparato ad una cosa del genere!

10.45 – Iniziano le canzoni in cui si mette a cantare anche il

pubblico: perché mi tocca avere un vicino stonato?

11.00 – Maledizione, le gradinate sono troppo scomode:

non riuscirò mai a dormire!

11.01 – Zzz.... zzz.... zzz…

11.02 – Vengo svegliato da due gomitate, una per fianco.

Pare che stessi russando come dieci segherie messe assie-

me.

11.20 – Sul palco è possibile assistere al disperato tentativo

di comprensione sugli attacchi tra un interprete ed un pro-

fessore nord coreano. Non c'è una volta che l'interprete

abbia finito di tradurre le precedenti parole del professore

che questo lo interrompe riprendendo a parlare. Lo stesso

dicasi per l'interprete che ogni tanto si ritrova ad interrom-

perlo, come a volersi vendicare. Tra l'altro la strana pro-

nuncia del professore mentre parla in inglese scatena un

sacco di risa tra il pubblico.

12.30 – Quando dovrebbe essere già iniziata la pausa per il

pranzo, vedo passare per il pubblico quello che sembra

l'occorrente per la messa. Arrivato in mano anche a me, lo

passo deciso alla mia ospite, che mi guarda con furia omici-

da. Ma resto irremovibile: non ho intenzione di prendere

parte alle loro cose!

13.03 – Inizia la pausa, finalmente.

13.05 – Usciti, incontriamo un idiota amico della mia ospite

con famiglia al seguito, che si unisce a noi. Maledizione!

13.08 – O gioia, o gaudio: è arrivata la ragazza carina! Con

lei ci sono anche delle altre persone. Un paio le conosco

già, ma le altre mi sono sconosciute.

13.10 – Fantastico, la ragazza carina mi rivolge la parola!!!

E riesco pure a risponderle!

13.11 – Ci avviamo verso la coda per il pranzo.

13.22 – Mentre siamo in coda chiedo alla mia ospite di pas-

sarmi la bottiglia dell'acqua. Con tutta la mia attenzione

concentrata nel cercare di conversare con la ragazza carina

apro la bottiglia, che in un attimo mi esplode in mano, ren-

dendomi ridicolo di fronte a lei. Maledizione, ora mi ricor-

derà per sempre come quello che non sa aprire le bottiglie!

Dev'essere sicuramente la vendetta della mia ospite. Alme-

no l'idiota non ha assistito alla scena…

13.57 – Dopo aver preso da mangiare un tizio del gruppo,

insieme all'idiota, mi propone di andare in qualche posto,

dicendomi che posso tranquillamente aspettare di aver

finito di mangiare. Accetto, pensando che sia una richiesta

innocua.

14.02 – Dalla mia ospite scopro che il tizio è il fratello della

ragazza carina. Ommioddio, allora non era una richiesta

innocente: ha scoperto che ho messo gli occhi su sua sorel-

la e vuole uccidermi con l'aiuto dell'idiota, che sicuramente

non vede l'ora di dargli una mano! E perché vuole aspetta-

re che finisca di mangiare? Crede sia il mio ultimo deside-

rio? Aiuto!

14.03/14.14 – PANICO

14.15 – Finito di mangiare (non) sono pronto a consegnar-

mi. Cerco di capire come poter sfuggire al linciaggio, ma

fortunatamente scopro che mi avevano invitato a parteci-

pare ad uno stand in cui si fanno due tiri in una porta e si

misura la velocità del tiro. Non che mi vada granché, ma

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NOVEMBRE 2014 IL GIORNALOTTO

dopo la prospettiva di essere linciato è sicuramente un

sollievo. Magari tiro bene e riesco ad impressionare positi-

vamente la ragazza carina!

14.22 – Esaurita la fila sono pronto a tirare.

14.23 – Porco boia, mi sono fatto malissimo all'alluce! Ma-

ledette scarpe morbide e poco spesse unite alle unghie che

mi sono dimenticato di tagliare! Sono sicuro di essermene

rotta una! Per fortuna riesco a dissimulare il dolore: non

posso far pensare alla ragazza carina che ho i piedi delicati,

soprattutto dopo che uno prima di me, senza scarpa, ha

tirato a 101 km/h, 30 in più dei miei due tiri!

14.27 – Ritorno sugli spalti con la ragazza carina, mentre la

mia ospite e l'idiota aspettano una loro amica. Lei si siede

un paio di posti sopra a dov'ero seduto nel primo tempo e

io sono tentato di sederle accanto, ma il dolore al piede è

troppo forte e decido che devo vedere bene come sta, lon-

tano da lei, sedendomi così al mio posto.

14.28 – Controllo l'entità del danno: l'unghia dell'alluce è

effettivamente rotta, ma almeno non sanguino.

14.30 – Arrivano la mia ospite con l'idiota e l'amica. Intra-

vedo un barlume di speranza con la presenza dell'idiota: lui

vorrà sedersi accanto alla mia ospite, così io posso cedergli

il posto per andare a sedermi accanto alla ragazza carina!

14.31 – Propongo la cosa (senza dire esattamente dove

voglio sedermi) alla mia ospite. Purtroppo lo stonato che

avevo accanto si è spostato davanti per poter stare accanto

alla moglie, arrivata durante la pausa così la mia ospite mi

costringe a scalare senza però farmi spostare di fila .

14.32 – Odio. Nel frattempo è ricominciato il programma.

Prevedo di addormentarmi facilmente.

14.57 – Molto prossimo al rispettare la mia previsione, dal

palco ci intimano di alzarci per la prima volta dalla riparten-

za. Accidenti a loro! Alzarmi e stare in piedi oltretutto mi

costa dolore a causa del piede. Ora che mi risiedo ne passe-

rà di tempo prima che il dolore sia abbastanza sopportabile

da permettermi di dormire…

15.32 – Nuovamente prossimo al dormire un applauso

scrosciante per un religioso pseudo-politico (o per un politi-

co pseudo-religioso) mi sveglia, quando ormai avevo quasi

calato le saracinesche. Ora devo ricominciare dall'inizio!

15.58 – Dopo un'ora e mezza che non mi si filava di pezza,

troppo presa dall'idiota, la mia ospite mi chiede se mi sto

annoiando, proprio nel momento in cui mi sarei addormen-

tato. Con un tono dissimulatore le rispondo che non era

assolutamente così. Argh.

16.22 – Parte per la quarta, quinta o sesta volta (ormai ho

perso il conto) il motto della giornata. Maledizione, mi sta

entrando in testa.

16.34 – Torna l'animatrice. Stavolta vuole farci ballare

(sulle gradinate!). Acconsento di malavoglia ad alzarmi, ma

mi rifiuto categoricamente di muovermi. Incredibilmente

do l'esempio al tizio accanto a me che, dopo aver visto la

mia faccia sdegnata, aver riso e aver fatto due movimenti,

si impunta con me nel non voler ballare. La cosa mi rincuo-

ra e mi fa sentire meno solo in quest'inferno.

16.40 – Arriva un giovane teologo e, dall'ovazione che rice-

ve dal pubblico, capisco che è un trascinatore di masse. In

effetti la mia ospite mi aveva detto che parlava molto bene.

Purtroppo non riesco ad averne la conferma personale,

visto che parla stramaledettamente veloce.

16.47 – Incredibilmente capto un frammento del discorso,

in cui cita gli italiani. Il pubblico è in delirio per le risa. Mi

giro verso la mia ospite, la quale mi spiega che sta dicendo

che gli italiani non riescono a non gesticolare mentre parla-

no e, se non lo fanno, non riescono a capirsi. Iniziando a

sbraitare più con le mani che con la voce gli urlo: “Ma che

cazzo dici?!”, ma sfortunatamente le acclamazioni del pub-

blico coprono i miei insulti.

16.55 – Se ne va il trascinatore di masse. Dai che mancano

solo 5 minuti!

17.00 – Nessun accenno della fine, temo il peggio.

17.10 – Che sta succedendo? Perché questa roba non fini-

sce? Perché non capisco quello che dicono? Perché? Per-

ché?

17.20 – Inizio a sentirmi male, ma la mia ospite non mi da

ascolto. Maledizione, quanto ancora dovrà durare questa

tortura?

17.36 – Finalmente danno il via libera! E' finita, E' FINI-

TA!!!!!

17.37 – In questo delirio di noia stranamente non ho pen-

sato alla ragazza carina. Forse è stato un bene: sarei stato

più depresso. Comunque, ora le posso parlare!

17.38 – Non faccio in tempo a girarmi nella sua direzione

che la mia ospite mi arpiona il braccio e mi trascina via.

Perché, perché?

17.43 – Usciamo dallo stadio. Nonostante il non aver potu-

to parlare con la ragazza carina mi sento leggero, liberato,

come mai in vita mia. Che bella sensazione!

17.44 – Un momento, cos'è questa musichetta che mi gira

per la testa? Oh no, è il motto della giornata. Questo vuol

dire che sto per diventare uno di loro! Addio mondo, sappi

che ho combattuto strenuamente.

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

Zerbino FuriosoMatteo Calcaterra 5A

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Le donne, i cavalier, l’arme, l’amore Le ciance, il diretto superior scrivo

Per cui messer Zerbino, pien d’ardore, Per non esser calpestato era schivo

Scriber cotal storia per me é un onore Ma anche urge poiché l’Ariosto ne é privo

O’ Musa dona ch’io non peni tanto Da giungere ai livelli di “Io canto”

D’infanzia era diverso di nomea, All’anagrafe Peppino Manfredi. Ai pié della porta il letto ponea,

Sicché gl’entranti l’pestavan coi piedi E con costanza, come la marea,

Se l’spostavan tornava ‘n quelle sedi. Di lí proviene il soprannom Zerbino Che gli piacque e sostituí Peppino Durante il tempo dell’adolescenza

Dentro di sé ebbe solidi valori Ma purtroppo per altrui prepotenza

Non fu capace di esprimerli fuori. Fino ai ventiquattro ci fu carenza D’eroismo a causa dei suoi timori. Leggendo grandi avventure di eroi

Volle emularli e se ne andó dai suoi.

O almeno questo fu il suo desiderio La madre sua, Enneaspra chiamata, Si espresse in un diniego perentorio.

Egli replicó con voce arrabbiata E si chiuse dentro il suo dormitorio.

Segno di ribellione intransigente Uscí dopo un po’ in cambio d’un presente.

Era appena stato rimesso in riga, Che arrivó da lui l’amica Laúra

La qual, notando all’esterno una biga, Lo convince alla scappata sicura.

Con foga alla fuga seguendo l’amiga Per cui aveva una cotta perdura.

Coraggio dalla mamma dileguarsi N’aveva, peró non di dichiararsi.

Aggiungere un po’ di sugo all’Ariosto

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IL GIORNALOTTO

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NOVEMBRE 2014

Laúra, d’origini milanesi, Avea sempre fretta di fare cose

Per farn’ altre. Di scapoli contesi Rifiutava di continuo le rose: L’amor é roba per altri paesi;

Tale affermazion Zerbino corrose, A lui bastava rimanerle a fianco

Non arrabbiarla, tormentarla manco.

Non fu un bel mattin per messer Guidone, La figlia adorata non era nel letto Era di certo con quel mascalzone

Prole del peggior nemico in corpetto: Enneaspra con la sua ditta di gonne, Nel suo campo concorrente diretto.

Lui guida la corporazion tessile, Lei, fuori, fa piú affari per lo stile.

Precipitevolissimevolmente Alla loro dimora si diresse.

E i pantaloni, sfortunatamente, Causa l’eccessiva fretta, non messe. Maledisse piú volte la sua mente.

Sopportó lo scherno di quelle fesse, Quando capí che ammorbidir le scorze

Era l’unica via per unir le forze.

Laùra mostra la sua femminilità

Dopo ch’ebbe spiegato l’accaduto, Enneaspra salí a controllar di corsa,

Senz’altro non gl’avrebbe mai creduto. Vide che il figlio non portó la borsa

Cosí il suo capo diventó canuto. Povero figlio in balía di quell’orsa!

Si scaglió contro il padre mezzo nudo Con faccia e obiettivo da barracudo.

Mettendo in atto anni di matrimonio, Messer Guidon riuscí a tranquillizzare Colei che prima era un vero dimonio.

Condiviser le sensazioni amare. Prima idea ai figli dar l’antimonio.

Ma ebber pietà e pregarono alle are. Il progetto era di scovarli, assieme,

Prima di un bambino, questo gli preme.Pochi sono gli zerbini amati dal nostro eroe; questo è sicuramente uno di essi

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CE L'HAI COMECOMPAGNO DI BANCO?

Emma Colombo, Isabella Daino,Adelaide Bozzoli e Mercedes Vitali 1F

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● Il feudatarioTutto esaltato per il tuo primo giorno di scuola, ti ritrovi di fianco un maniaco possessivo che, con estrema tranquillità, minaccia te e la tua famiglia di spedirvi in Burundi con una sola lattina di chinotto da 30cl per tempo ancora da defi-nirsi, se solo osassi superare anche di pochi micrometri il confine del suo banco con il tuo (non consigliato per farsi prestare le penne).● La tumblr girl“Leggere è la mia vita”, e la sua espansione mentale si limi-ta alle citazioni evidenziate in “Colpa delle Stelle” e “Uno splendido Disastro”, scrive post sull’inutilità dell’esistenza e la maggior parte delle volte sostiene di essere fatta per il 60% di mare in tempesta, quindi di speciale ha solo il sale.● Nido di pusDiversi scienziati sostengono che alcuni esemplari di “botton-cini dell’amore” possano illumi-narsi al buio. Molti adolescen-ti discriminano questa nuova specie di ragazzi che chiamano “brufolosi” o “Brufolo Bill”, tanto per divertirsi. La maggior parte di queste vittime ha però alcu-ne parti di cervello in più, sparse per tutti i foruncoli, disseminati sulla faccia o sulla schiena (dedi-cati studiosi sono sulla via della scoperta di esemplari con pus sulle chiappe).● La fangirlParla 24/7 della sua esperienza di amore platonico con membri di boyband, assillandoti con una pratica che si avvi-cina pericolosamente all’incoraggiamento al suicidio.Postilla: Ma esistono veramente persone che comprano i diari degli One Direction per venire al liceo? Ma volete es-sere picchiate il primo giorno?● Il bello (non sempre bello) addormentatoApprofitta del posto in ultima fila per lanciarsi nelle braccia di Morfeo alla prima o all’ultima ora, definito “bastardo” da tutti i poveri sopravvissuti al primo banco.● L’organo

Avete presente gli assoli di basso di Ron McGovney dei Metallica?Il suono si impossessa dell’aula mentre il malcapitato, alla quarta ora, non riesce a placare le irrefrenabili manie di protagonismo del suo stomaco, che usa il plumcake di Ban-deras sgranocchiato all’intervallo come pretesto per emet-tere suoni che oserei definire “apocalittici”.● Lo sgommatolo vedi destreggiarsi tra i corridoi, mentre gira tra le mac-chinette alla disperata ricerca di una dose considerevole di testosterone, che aiuterebbe la peluria sotto il naso a cre-scere. Il soggetto è caratterizzato da quattro arbusti in viso: troppi per non essere considerati, troppo pochi per essere definiti “baffetti”, la piaga dell’adolescenza maschile (dopo

gli snapback degli Yankees).● Lo zarroLa maglia a V è un must insie-me alla catenella d’oro, spesso affiancata dal rosario (piccola nota: la media di bestemmie al minuto è 5). Cugino uscito male di Lil Wayne, l’Enzo Miccio dei poveri.● La statua di ceraPiù chili di fondotinta che vestiti, certe volte si può ammirare la lu-centezza della maschera quando si espone al sole. Il suo più gran-de incubo? La pioggia. Potrebbe sublimare tutto!

● Il lecca-deretano“Prof, la sua pettinatura oggi è particolarmente folgorante, quanta bellezza!” (nell’80% dei casi l’insegnante in questio-ne è pelato)“Prof, questa camicia le dona particolarmente, ma è di chif-fon?” (nell’80% dei casi indossa una tshirt)“Prof, ma il colore della sua nuova montatura lo ha scelto per gusto, oppure è al corrente del fattoche l’arancione sia il colore dell’anno? Che gusto!” (nell’80% dei casi gli occhiali non li ha ancoratirati fuori).Se sposti la lingua riesco a passare.

IL GIORNALOTTOANNO 15- NUMERO 1

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IL GIORNALOTTO

SU GARDENDALLA CINA CON FURORe

Marcelo Carnica 1C

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Ricorda, siamo quel che mangiamo!

Ogni volta che penso a un ristorante cinese mi vengono in mente due cose:1- Perché nel menù puoi trovare di tutto, dalla paella cata-lana (vedere per credere) al risotto alla milanese, ma mai nessun piatto tipico della cucina dell’Estremo Oriente?2- Ma dovrò usare le bacchette?Con queste preoccupazioni, quin-di, mi diressi, sotto consiglio di certo megalomane, al “Su Gar-den Asian Cuisine”. Subito pensai: “Whao, un ristorante avente il nome in tre lingue, sono onora-to...”. Manco Cracco ragazzi! Al-tro che Forchette Michelin, qui ci vogliono le bacchette di bambù! Che comunque erano comprese nel menù, ma ne parlerò più avanti.Oltrepassando piazza Cincinnato, andando in fondo a via San Gregorio, facendo una svolta a sinistra troviamo pri-ma un albergo a mezza stella (mezza perchè ormai non si vede più) e poi un ristorante contrassegnato da dei graffiti, fatti probabilmente da uno del Volta, visto lo stile identico alla facciata a tutti noi nota. Questo ristorante a prima vista sembra un’agenzia immobiliare tanto è piccola, ma entran-do trovai un ambiente molto accogliente; mi sentii come se il Tibet fosse un giardinetto sul quale fare una passeggiata, iniziai a immaginare l’Himalaya, i monasteri, il Dalai Lama (il monaco, non la nostra mascotte). Tutti pensieri provoca-ti dall’atmosfera del posto, o più probabilmente dal profu-mo di Tan Kung che proveniva dalla cucina. Non c’era molta clientela per essere sabato, quindi ebbi la fortuna di seder-mi vicino alla toilette (giusto per sicurezza). Mi sembrò ba-nale l’idea di ordinare un piatto alla carta.Perché spendere 25 euro per del Wan-Tan con Riso alla Can-tonese quando per 30 puoi avere il menù intero? Già imma-gino la blasfemia di quelli che con 6 euro vanno dal MC a comprarsi un “Double Cheese Burger with Bacon and Onion rings, maddafakka”...Per una volta sono contento che qualcosa sia “Made in Chi-na”: l’antipasto, un Siu-Mai, cioè dei raviolini di gamberi, era squisito, semplicemente i gamberi facevano festa nelle mie papille gustative. Quindi, improvvisandomi un Edoar-do Raspelli dei poveri, continuai la mia recensione (leggasi: improvvisazione) culinaria con la zuppa di funghi e tofu. La

zuppa, dannatamente squisita, veniva risaltata dai funghi. Io, i funghi, li detesto. Mi stressa il fatto che non siano né piante né animali. Ma erano molto saporiti, questi funghi.Ovviamente non si può non mangiare un piatto a base di riso ad un ristorante cinese.Troppo scontato il riso alla Cantonese. Optai per del riso sal-tato ai gamberetti. Il riso era un po’ brucciachiato, cercai di farlo capire al Bruce Lee di turno, che mi disse che avreb-be parlato con lo chef. Mi portò un secondo piatto, e con il tono più raccapricciante e angosciante del mondo mi disse: “Buon appetito”. Mi feci coraggio e mangiai il piatto. Era ot-timo, lo ammetto.Così come lo era anche il dessert: dei dolci thailandesi che assomigliavano a delle sfoglie. L’aspetto era invitante, ma grande fu la sorpresa quando all’assaporarle mi resi conto che non erano proprio dolci. Era un mix tra gamberi (da cui la conclusione: per rendere cinese un piatto qualsiasi basta metterci sopra dei gamberi) e tamarindo. Bizzarro, insolito, ma efficace. Un po’ come un gelato al cocco e mango con sopra gamberi.Ringraziai Bruce Lee e gli dissi di dare le mie congratulazioni allo chef. In quel momento mi resi conto di due cose: Lee si chiamava veramente Lee. E che il conto era di 40 €.Chiesi come fosse possibile. Lee mi rispose che “avevo con-sumato troppi gamberi”.Gli dissi che in tutti i dannati piatti i gamberi c’erano e che quindi il loro prezzo era incluso.Mi fece vedere il menù: avevo ordinato sì il menù di 30 euro, ma la versione “speciale” di tutti i piatti, e che quindi i gam-beri erano stati aggiunti.Maledissi Lee e pagai il conto. Per fortuna avevo l’abbona-mento ATM altrimenti sarei dovuto tornare a Sesto a piedi. Perchè nel mio portafoglio non c’era più un centesimo, solo delle lenticchie che erano lì dal Capodanno scorso...Quindi, a stomaco pieno ma a portafoglio vuoto, uscii dal ristorante e tornai a casa.Ecco dunque le mie conclusioni:● Ai cinesi non piace che tu faccia domande.● Guai se citi la Manciuria.● Il bambù fa bene alle vene.I cinesi hanno ploblema con “L”di Loma (capitale d’Italia).Quindi, se volete mangiare bene, a un prezzo moderato e soprattutto siete assatanati per i gamberi, vi consiglio vi-vamente di andare al Su Garden Asian Restaurant, ove la quotazione gamberi/euro è di circa 0.065. Buon appetito e felice digestione!

NOVEMBRE 2014

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ANNO 15- NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

GASTROSCOPIAATTORNO AL VOLTA

Renzo Averia 5B

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Okay, ora che ho attirato la vostra attenzione con un tito-lo strano posso parlare di cose serie. No, scherzo, niente cose serie. In questo articolo non vi diremo come farvi fare una gastroscopia vicino a scuola, ma il contrario! Vi diciamo come non farvi prendere per il culo da ristoranti costosi e poco salutari, ma bensì, farvi prendere per il culo soltanto da ristoranti poco salutari.Dopo cinque o sei ore di lezione finalmente lo studente medio del Volta può tornare a casa.Ma soltanto lo studente medio rimane a scuola! Altri ri-mangono nei pressi dell’Istituto!Molti ragazzi, infatti, vanno ai gruppi extracomunitari (o extracurricolari? Boh, Salvini mi sta confondendo le idee) pomeridiani che la nostra scuola offre...Ma sorge un problema... Dove cavolo mangiano?Alcuni, come il sottoscritto, hanno la fortuna di abitare nei pressi della scuola e mangiare a casuccia. Altri, invece, abi-tano in posti lontani o fittizi, a Precotto, a Sesto, nella Pa-dania o nel Molise ed è difficile rincasare per il pranzo ed essere a scuola in meno di un’ora!Come fanno questi poveri ragazzi a nutrirsi prima delle at-tività?Beh, ve lo diciamo noi!Siamo andati in giro per voi ad assaggiare le pietanze che la zona offre ed ecco i nostri risultati!I risultati qui proposti non tengono conto di tutti i ristoranti della zona, ma quelli più accessibili e vicini (ehh ragazzi, non possiamo mica spendere 10 euro al giorno. Non abbiamo mica i Big Money come Nasi).Inizio a parlare di loro, di Giorgio e di Pizzeria Maria:Gli uomini in questione sono rivali da sempre e faranno di tutto per rubare la clientela all’altro.Vi chiameranno con i nomi più improbabili, dal “CIAU BILI-SIMO!” (Giorgio) al “UGO/SCIUSAN!” (Maria).I prezzi sono davvero accessibili e con meno di cinque euro potete riempirvi con lo stomaco con un bel panino perso-nalizzato o una pizza.Fatevi dare un solo consiglio, non salutate uno in presenza dell’altro, che poi vi sputano nel cibo.

Insomma, se volete ordinare oltre al pranzo anche un sacco di complimenti loro due fanno al caso vostro.Ora vi parlerò invece della Pizzeria King. No dai, in realtà non so bene cosa dire, quindi lascerò al lettore uno spazio bianco dove potrà scrivere la sua recensione.

E per penultimo recensiamo un caro amico di tutto il Volta. La nostra recensione non sarà per nulla di parte e non scri-veremo affatto cose positive e belle su di lui soltanto per farci offrire il pranzo!Ecco qui la recensione scritta dal nostro inviato Franco Sani:

“In via Plinio 5, a due passi dal Volta, ecco a voi il Paradiso della focaccia. Gestito dallo showman Gigi insieme al tut-tofare Andrea, le Focaccerie Genovesi vendono le focacce con il miglior rapporto qualità-prezzo di tutta Milano e, no-nostante sia un piccolo locale, è il luogo più animato di Via Plinio. Qui, infatti, anche i nuovi clienti fin da subito discu-tono e scherzano: c’è chi balla e canta con il Gigi, chi parla di politica, chi viene con gli amici, chi viene con la tipa, chi vie-ne per cercarla, chi viene per la prima volta e chi è sempre lì tutti i giorni, alla stessa ora. Per divertirsi, dopo 4-5 ore di scuola, e fare un pranzo rapido, saporito pagando poco.Aperto fino alle 19.30 chiuso alla domenica”Franco Siani 2I

Vabbè, lui ha scritto parecchie righe per dire quello che io avrei detto in poche parole:PORCO LAMA È STRABUONA LA FOCACCIA DA GIGI!Con meno di tre euro vi portate una cosa che al palato farà piacere, vi farà provare parecchie emozioni, facendovi tor-nare in mente le elementari, quando la nonna vi faceva tro-vare dopo scuola la merenda calda!L’ultima recensione la dedico a Nara, un ristorante italo-giapponese gestito da cinesi. O forse sono giapponesi veri? Non li ho mai distinti!

Al momento della pubblicazione di que-sto’articolo Pizzeria Maria ha chiuso i

battenti... Cazzo, porto sfiga

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IL GIORNALOTTO

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Comunque sia, nei pressi della piscina Cozzi troviamo que-sto ristorante che per 12 euro (a pranzo) vi offre il classico It-oll-iu-chen (scritto così fa molto più asiatico) composto da pesce crudo e riso.In alternativa se i vostri amici ordinano giapponese ma voi siete intolleranti al pesce o semplicemente non vi piace, po-tete ordinare il menù Italiano, che serve le solite cose che mangereste a casa! (Ma sono buone eh!)E dopo il pranzo ovviamente non può mancare il dolce!E dove trovare il dolce giusto spendendo poco poco vicino al Volta?La risposta è... da nessuna parte! Ci sono poche pasticcerie in zona (o forse ce ne sono troppe)!Noi della redazione abbiamo assaggiato il cannolo di Duo-mo in piazza Cincinnato.E personalmente dico che è buonissimo. Capisco, non sarà esattamente identico a quello che il ragazzo borghese di Mi-lano medio mangia ogni estate a Palermo, ma sicuramente vale la pena assaggiarlo. (Dopotutto 100 metri a piedi sono molto meglio che 1118 km in automobile!)Ecco la recensione della nostra inviata Francesca Girelli:

“E se dopo il pranzo, o dopo le attività pomeridiane, ti viene quella voglia di dolce che rimane in testa e non ti lascia con-centrare? (e rischia di rovinarti la verifica di Fisica il giorno dopo?). Falla semplice, fatti un cannolo! Solo se siciliano, però! Dalla nostra scuola non c’è neanche bisogno di accendere Google Maps, salvatore dei primini di fuori Milano dalle

grinfie dei vicoli sconosciuti attorno al centro, per arrivare a ‘Duomo’, una gelateria e pasticceria siciliana (ci siete ca-scati, eh?) che abbiamo provato per voi e dove troverete gelato, brioche e… ovviamente cannoli!Penso non ci sia bisogno di descriverli, tutti li avranno più o meno intravisti da lontano almeno una volta (se proprio per voi è così sconosciuto, correte subito a provarne uno, marsch!).Ma ora passiamo al vero e più o meno serio scopo dell’arti-colo, ovvero una recensione su questi cannoli siciliani: devo dire che a me sono piaciuti molto perché:●Sono riempiti al momento secondo la tradizione, quindi la cialda rimane croccante (cosa che personalmente adoro)● Sono dolci al punto giusto e non ti lasciano la sensazione di aver mangiato zucchero pari alla massa di un elefante ● Infine, ottima notizia per il portafoglio degli studenti, ov-vero quel sottoinsieme della specie umana sempre a corto di pecunia (dollari, talleri o euro che siano), il rapporto qua-lità/prezzo è molto buono, per essere al Nord(e).Quindi, il mio giudizio è: andatelo a provare, ne vale la pena! Se poi la verifica di Fisica va male… almeno vi sie-te pappati un bel cannolo, e magari in buona compagnia!” Francesca Girelli 1C

Mangiare i cannoli di Duomo è molto meglio che giocare a FIFA 15(Studente ciccione medio del Volta con una media bassa)

Ho recensito solo questi. E no, non ne recensirò altri! Che il celiaco di turno non mi dica “Ei Renzo, potevi aggiun-gere anche la PizzeriaNoGlutine!” tanto non lo farò, perché sono un cat-tivo ragazzo che mangia sempre negli stessi posti.E come diceva Steve Carioli di 1H, Siate affamati, siate folli!

NOVEMBRE 2014

I separatisti filorussi posso anche perdonarli. Ma quelli che mangiano le croccantelle no!

Eccheccazzo, porta l’ebola quella merda! Bombardiamoli (Barack Olama)

Disegno di Anna Fontana 1H

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ANNO 15 - NUMERO 1 IL GIORNALOTTO

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llamachecaLa bacheca è sparita. Non questa, quella che state leggendo, ma quella che era appesa nell’atrio. E’ a dir poco pleonastico, lapalissiano e ovvio dire che non sappiamo chi sia stato a prenderla (non ancora, almeno), ma è sempre bene ricordarlo. Le nostre spie sono già al lavoro e presto scopriremo la tua identità, o empio ladro che ridi per le tue malefatte leggendo quest’invettiva mentre sguazzi nella tua superbia. Troppo a lungo abbiamo fermato la nostra mano. Non più. Troppo a

lungo abbiamo esitato nell’aprire la caccia. Non più. Quasi sicuramente è stato il secondo meno glorioso della nostra storia millenaria. Sguinzaglieremo i cani, i cani che sparano api dalla bocca, i Dalek che sparano cani che sparano api dalla bocca,

i draghi che che sganciano Dalek che sparano cani che sparano api dalla bocca. Potremmo continuare all’infinito, ma crediamo che tu abbia capito (nonostante l’idiozia nell’averci sfidato). Sei ancora in tempo per consegnarti e costituirti, o

misero, e forse mostreremo pietà: invece di bruciare le case della tua intera famiglia (ramificazioni comprese) per le prossi-me sei generazioni potremmo fermarci alla quarta. Ma se credi di essere così superiore a noi da non poter essere scoperto sappi che la nostra vendetta sarà epocale e fungerà da esempio da adesso fino alla fine dei tempi a chiunque potrà anche

solo pensare di sfidarci. E a voi, “amici” del condannato, diciamo che il tradimento non è un peccato da condannare quan-do è compiuto per una causa suprema come la nostra. E’ invece ampiamente ricompensabile con denaro, privilegi e svariati beni materiali (merendine incluse). Detto ciò, ti facciamo un ultimo appello, o codardo: pentiti! Pentiti, se ti è rimasto un

briciolo di razionalità dopo averci sbeffeggiato in un modo così vile. Se dovessi decidere di perseverare nel tuo crimine preparati ad ingozzarti con la nostra ira (assaggiarla non basta) e ricorda: l’Inquisizione non perdona e non erra mai.

Andrea Piazza 4F a nome della Santa Inquisizione del Giornalotto

è tornata! era ora

Tutta la notte coca e Lotte

- Il giovane Wertherma che cazzo dici

Do

bbia

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Lentini:” quanto è un MegaHeartz?”

P.:”Mille Hertz...no no no no, cento!” Lentini:” e un ettoHertz allora quant’è?

cento Hertz di quello buono?”

i paralleli sono paralleli.

i meridiani non sono paralleli

“è un ‘mi hanno’

impersonale, prof”

“Renzi, moderi tu domani l’assem-

blea?” -Cit. Nasi ad un redattore

del Giornalotto

Stud

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“Q! Fingi di seguire la lezione!”- ProF. lentini

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IL GIORNALOTTO NOVEMBRE 2014

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“Se fossi un genio del mon-

taggio ti monterei volentie-

ri”

- Cit. T.Paci sui montaggi

Verdamini :”R

! Hai dorm

ito

fino ad adesso? Continua!”

“L’anno zero è stato l’anno Luciano”

Luciano e la modestia

“Vi porto in gita solo se

viene anche Cozzi”

-Cit. Albera

Lama in meditazione mistica, stabilo 88 tarocco della Lidl su carta, Giulia Gotti 4H, 3/10/2014 ora di arte, Collezione Giornalotto

“Voglio trovare un

senso alla versione

anche se la versione

un senso non ce l’ha”

L. durante la versio-

ne

“IL

TER

ZO P

IANO

SETTAL

A?! m

a non lo

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he il terz

o pia

no e’ p

roibito?

Romanò: “siete sem-

pre lì a guardarvi in

mezzo alle gambe...”

è severamente vietato appendersi alla LIM per fare il pendolo

Lanucara: ”e tu sei?” Stud: ”io sono Coso”

Lanucara : ”Ah, e vi ho anche portato l’Inferno”L

entini

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[432

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S:”il simbolo di integrale è una lettera?” Lentini:”no, è il simbolo di integrale”

IL GIORNALOTTO E'

UNA SETTA NASA

LE

“Non è mica un riferimento sessuale. Mica sono il Cozzi”- Cit. Prof Albera

GASTRONOMIA OPERAIACANNIBALIZZAZIONECOLTELLO FORCHETTAMANGIAMOCI IL PADRONE

lo spettro del passato

“- Gesù, + Maria”

visione religiosa di uno studente

#VOTABOSSI!”-un chiaro messaggio ecologico

“Inso

mm

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evan

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he i

russ

i

ce l’a

veva

no p

iccol

o... il

cerv

ello”

- Cit.

Cat

alano

“La correzione di questo

compito mi è costata un in-

tero vasetto di marmellata”

- R. Bruzzone

Dopo questo assaggio di

California Dream Man...

- Pocchetto su Monti

che si denuda toglien-

dosi la felpa“Guarda me B., ti

prego, non

l’orologio. Ho bisogno dei tuoi

sguardi per sentirm

i viva”

- Pocchetto

Page 28: 1° numero Anno scolastico 2014/2015

Calvizie Il professore responsabile

Mauro Albera

ComunismoTaj Rossi 4C

Mal di testa da gelatoRoberto Mazza 4D

vaYO

LO

Dario

Font

ana 4

B

\b\Enrico Lawendel 4B

Naso che colaAlberto Nasi 5H

Sindrome da cookiemonster

Stefano Carioli 1H

LebolasAnna Valsecchi 4H

BronysmoRenzo Averia 5B

Estremismo Religioso Alessandro Caldani 3B

Narcolessia Davide Azzolari 5E

AutismoCiclostile

Focacciam

ania

Franco Sani 2I

Dipendenza da tinture per capelliLorenza Cavalla 3A

BrigantaggioAndrea Brigante 4I

SherlockianismGaia Galimberti 3H

Anemia falceemartelliforme Davide Sgrò 1G

Sindrome da pesce rossoElena Viganò 1B

Dipendenza dall’Unico Anello

Alberto Luzzara 1D

Clinomania Pietro Augeri 1D

Sindrome di TouretteRaoul Braghieri 1C

MangialumacheLorenzo Fuso 1B

1 d4 danni da acido

Francesco Monti 5A

Allergia al natale (nota come grinchismo)Camilla Puglisi 1H

Gravidanza da Alien

Marcelo Carnica 1C

Ferite da esplosione di CannoloFrancesca Girelli 1C

Debolezza da sc

ii Kim

ici

Anna Fontana 1H

Millennium Bug

Christian Ozorco 1C

berse

rkga

ngr c

onge

nito

(qua

lsias

i cos

a vog

lia di

re)

Mar

gher

ita M

aren

ghi 1

D

PokérusAndrea Piazza 4F

Disfunzioni graficheGreta Bindi 3D

Allergia alle autoSofia Pasolini 1C

Intossicazione da croccantelleGiulia Gotti 4H

Intolleranza agli urtiGiulia Granata 2I

Sindrome del Piom

bo Ambrato

Isabella Daino 1F

Sprzn dll vcl

Zanubia de Pasquale 1C

Imm

ortalità

Elena Gado 1C

GerontofobiaGiulia Maineri 1H

PessanoconBornagosia

Michela Mazzini 3H

Sanguinare VampirisLorenzo Balzan 1H

Bozzi qua e làLaura Venturini 3H

Volkswagen

Mercedes Vitali 1F

MorteRaffaella Salma 1H

Sind

rom

e di

Cot

arM

anue

l Rec

ine

1B

Nomologia

Maddalena Perron Cabus

Sindrome della testa che esplodeElisa Percalli 3A

MALATTIE

Sindrome del ASDFGHJKLEmma Colombo 1F