racconti di andrea

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Personaggio: introverso, che ha perso le speranze, nostalgico, cinico, solitario. Evento Divertente: (si volta verso l’interlocutore) Ah guardi me ne è capitata una l’altra sera che non le dico. Io sono un tipo tranquillo sa, che ama la sua privacy e che non va in giro la sera, che a me piace stare a casa, per i fatti miei. Ma quella sera dovevo proprio andare, che era la cena di lavoro con tutti i colleghi e anche Il mio capo, per cui, cosa vuole, uno a queste cose deve andare, altrimenti ci fa la figura dell’asociale. Per cui vado. E’ raro che debba vestirmi elegante. Ho solo quel vestito nero che ho comperato parecchi anni fa per le occasioni. E con il passare degli anni i pantaloni mi sono diventati stretti. Ovvio. Che faccio ne compero uno paio nuovo? Per usarli una volta ogni morte di papa? (fa segno con la mano) No. Uso quelli, tanto non devo mica ballare io! (sorride) Insomma, alla cena mi cade il tovagliolo e mi dimentico dei pantaloni stretti. Faccio un movimento un po’ brusco, che non volevo dare nell’occhio mentre mi raccoglievo il tovagliolo che mi era caduto, neanche fossi così sbadato, che delle volte in ufficio mi prendono in giro, e traaaak. Sento sto rumore e i pantaloni diventano subito comodi. Uno sbrego…. Non oso neanche passarci sopra con la mano che poi si vede e la situazione diventa ancora più imbarazzante. Rimango seduto tutta la sera sulla sedia signora. Tutta la sera. E mi scappava che dovevo andarla a fare in bagno. Non so se mi capisce. Quelle urgenze sono tremende. E mi offrivano acqua e io no no non posso bere e vino stessa cosa. E mi dicevano ma cosa c’è Fanelli? Non si diverte questa sera. Dai Fanelli si lasci andare un po’! (gesti con la mano e con le sopracciglia) E a me scappava e non potevo neanche alzarmi!! (agita le due mani). Ho dovuto aspettare che tutti andassero via. Poi con il tovagliolo che mi copriva a malapena quello sbrego

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Alcune note per racconti futuri

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Page 1: racconti di andrea

Personaggio: introverso, che ha perso le speranze, nostalgico, cinico, solitario.

Evento Divertente:

(si volta verso l’interlocutore) Ah guardi me ne è capitata una l’altra sera che non le dico. Io sono un tipo tranquillo sa, che ama la sua privacy e che non va in giro la sera, che a me piace stare a casa, per i fatti miei. Ma quella sera dovevo proprio andare, che era la cena di lavoro con tutti i colleghi e anche Il mio capo, per cui, cosa vuole, uno a queste cose deve andare, altrimenti ci fa la figura dell’asociale. Per cui vado. E’ raro che debba vestirmi elegante. Ho solo quel vestito nero che ho comperato parecchi anni fa per le occasioni. E con il passare degli anni i pantaloni mi sono diventati stretti. Ovvio. Che faccio ne compero uno paio nuovo? Per usarli una volta ogni morte di papa? (fa segno con la mano) No. Uso quelli, tanto non devo mica ballare io! (sorride) Insomma, alla cena mi cade il tovagliolo e mi dimentico dei pantaloni stretti. Faccio un movimento un po’ brusco, che non volevo dare nell’occhio mentre mi raccoglievo il tovagliolo che mi era caduto, neanche fossi così sbadato, che delle volte in ufficio mi prendono in giro, e traaaak. Sento sto rumore e i pantaloni diventano subito comodi. Uno sbrego…. Non oso neanche passarci sopra con la mano che poi si vede e la situazione diventa ancora più imbarazzante. Rimango seduto tutta la sera sulla sedia signora. Tutta la sera. E mi scappava che dovevo andarla a fare in bagno. Non so se mi capisce. Quelle urgenze sono tremende. E mi offrivano acqua e io no no non posso bere e vino stessa cosa. E mi dicevano ma cosa c’è Fanelli? Non si diverte questa sera. Dai Fanelli si lasci andare un po’! (gesti con la mano e con le sopracciglia) E a me scappava e non potevo neanche alzarmi!! (agita le due mani). Ho dovuto aspettare che tutti andassero via. Poi con il tovagliolo che mi copriva a malapena quello sbrego enorme sono corso in bagno e lì finalmente, da solo, è stata la liberazione e la pace.

Evento Surreale

Per i miei quaranta ho ben deciso di farmi un regalo. E questa vacanza in nave era un pò che la guardavo lì all’ufficio viaggi, vicino al supermercato. La signorina era anche molto carina e quando sono andato per prenotare ho messo il maglione quello che mi piace di più, quello blu e la camicia che io non metto mai. Insomma prenoto. E da lì mi faccio il film di come sarà questa vacanza. Magari incontro anche qualcuno, che dicono che queste vacanze in nave sono fatte anche per questo. Mi attrezzo bene. Compero anche un piccolo kit di salvataggio, che tanto la nave è grande ma non si sa mai. Insomma una sera eravamo in navigazione e io stavo parlando con una anche lei sui quaranta, che era troppo annoiata della vita e che stava facendo annoiare anche me, quando d’improvviso la nave si ferma. Si ferma proprio. Cosi in pochi metri sa? I tavoli vibrano. Delle bottiglie cadono la gente si agita e io penso a Titanic e alla signora annoiata che ha una buona occasione adesso. Magari si butta giù e la serata si anima un pò. Dico per scherzo…. Insomma la nave si ferma proprio e io penso che ho fatto

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bene a comperare il kit di salvataggio che lo tenevo in tasca. D’improvviso il cielo si illumina di luci colorate. Non sono fuochi d’artificio. Non sono luci come quelle degli spettacoli perché erano troppo forti troppo colorate e troppo alte nel cielo. Le luci si muovono veloci veloci e sono forti, che ti rimane la traccia mentre le guardi. E cosi avanti per qualche minuto. L’annoiata si appende al mio braccio e penso che la paura fa davvero strani scherzetti alla gente e penso anche che anche se annoiata non era male ed era pure bionda come piacciono a me e quindi acconsento all’abbraccio e anzi lo incoraggio, mettendoci del mio. Magari lo hanno fatto a posta, questa cosa delle luci, così le annoiate si possono appendere a quelli come me e tutti stanno meglio dopo la paura che si sono presi.Le luci spariscono di colpo. Lei lascia il mio braccio e a me dispiace. Nessuno sa cosa sia successo. La nave riparte. L’agitazione piano piano si riduce e la tipa ritorna annoiata come prima. Le dico, una situazione surreale così non mi era mai capitata, che pensavo di essermela sognata. E quando ci ritorno con il pensiero, rivedo le luci negli occhi e sento la stretta sul braccio che a me è piaciuta davvero e non capita quasi mai.

Evento Drammatico

Questa mattina sono stato dal dottore. Ho fatto le analisi qualche giorno fa e oggi ha voluto vedermi. Ci credo che ha voluto vedermi: come fai a dire certe cose per telefono. Sono I ragazzini possono dirle su Facebook o con gli SMS che non sanno nemmeno cosa è il cuore quelli. Insomma, Ho il cancro capisce? A me non fa male niente solo questo pensiero adesso che mi spezza in due che mi rimangono solo sei mesi. Solo sei si rende conto che a me gli anni sono passati sotto gli occhi che se uno lo sa che ne ha solo alcuni contati ci fa più attenzione. Ho procrastinato la vita e adesso che mi rimane contata … smanio. Solo sei mesi, neanche un anno. Io faccio una vita semplice, niente di che, la solita routine: ufficio casa cena e poi la tele e qualche volta un film. Non leggo molto. Insomma che c’entra il cancro con me? Mi dico? Io sono uno tranquillo, niente eccessi ed eccomi qui a morire fra quasi poco. Non me ne capacito. Non riesco proprio. Devo pensare a questi giorni che rimangono. A vivere tutta la vita che mi sono lasciato dietro. Lei …. (guardandola con occhi piu’ attenti) lei … cosa fa questa sera? La posso invitare a cena? Mi piacerebbe sa? Sa davvero ascoltare la gente …