Racconti beffardi

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Racconti Beffardi di Nino Grasso

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Racconti Beffardi

di Nino Grasso

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Fonti di ispirazione

- Tradizione iconoclasta- Il libro di Qohélet o

Ecclesiaste- Dialoghi degli Dei

(Luciano di Samòsata)- Operette morali

(Giacomo Leopardi)- Passione per gli

scacchi

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• Nino Grasso è nato ad Avellino il 29 maggio 1972

• Laureato in giurisprudenza, avvocato, è attualmente Segretario Comunale

• Collabora alla rivista “Nuovo Meridionalismo”

• Ha vinto premi letterari in Campania e Piemonte

• Racconti Beffardi è la sua prima opera narrativa pubblicata in volume

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Contenuto del libro

• Dieci racconti divertenti che provocano nel lettore lo stupore e la consapevolezza che ciò che sfugge alla mente, è di gran lunga superiore di quello che può essere programmato “dal migliore stratega di questo mondo”. Le vicende narrate sono alcune verosimili e altre fantastiche. L’autore in questi racconti “si rivela un vero maestro del sospetto, entrando a far parte a pieno titolo della schiera giustamente orgogliosa degli iconoclasti”.

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1° Racconto: Il Gambetto Evans• Il Gambetto Evans ricalca nel titolo una famosa apertura, cioè una prima

sequenza di mosse dei due colori, del gioco degli scacchi. Un gambetto, cioè un sacrificio di pedone da parte del Bianco, per creare  un gioco di attacco affilato e combinativo.

E’ la storia di un anziano signore si avvia ad un Memorial di scacchi dedicato al grande campione Ivan Palmas, sparito 40 anni fa dopo aver giocato la sua ultima partita in quello stesso luogo. Osservando le numerose scacchiere e in particolare gli scacchi, un bambino vispo e vivace gli si avvicina, proponendogli di giocare una partita e lui, titubante, accetta. L’anziano, osservando il piccolo, ritorna con la mente ai vecchi tempi. Nel frattempo, il padre del bambino si avvicina ai due e, iniziando a parlare, descrive l’ultima partita del grande campione Palmas. Egli dice di essere rimasto colpito dalla titubanza del campione dinanzi ad un piccolo avversario che eseguì una semplice mossa di apertura. In realtà il gran campione è proprio l’anziano signore scioccato per quella semplice mossa fatta dal piccolo giocatore, poiché era la sua preferita dell’infanzia: “il gambetto Evans”. Da piccolo egli giocava per passione ma, con il passare tempo, varie esperienze fecero cambiare il suo modo di gioco che divenne puro e solo scopo di vittoria. In quell’occasione Palmas si rese conto così che il suo nuovo essere, non gli piaceva e decise che, se doveva giocare a scacchi solo per vincere e non più per passione, era meglio lasciar perdere tutto.

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2° Racconto: la verità del prof. Carterson

La verità del professor Carterson ci proietta nell’ambito filosofico del problema di che cosa sia la verità e se questa verità può essere in qualche modo distorta o completamente cambiata. Il professore in questione, una celebrità nel campo della letteratura inglese e americana, viene chiamato dal magnate Randolph Kane per sostenere una tesi tutta particolare: Sherlock Holmes e John Warson erano personaggi realmente esistiti e Arthur Conan Doyle  l’amico e agente letterario di Watson.Morale della favola: “Alla gente si può far credere ciò che si vuole, purché se ne abbiano i mezzi, la passione, il coraggio, e purché essa sia già ben disposta dentro di sé, a crederci.” E pare che vada a pennello anche per i giorni nostri.

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Altri racconti

• Gli altri racconti affrontano diversi temi più o meno filosofici e morali: uno sguardo all’aldilà con cavillo, il sogno e la dura realtà, una novella sulla impossibile onestà dell’uomo, la morte come liberazione, il problema della perfezione dell’uomo (meglio se non è perfetto) e c’è di mezzo pure la solita eredità con “fregatura” ecc…Momenti e situazioni che fanno riflettere insieme a qualche spunto scontato, a qualche percorso del racconto facilmente intuibile. Prosa che scivola via pulita, dialoghi efficaci ben costruiti, una scia di ironia e di sarcasmo che si insinua nel filo della trama.

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CONFRONTO CON L’AUTORE DALLA LETTURA DEL TESTO EMERGE CHE MOLTE PERSONE SONO DISPOSTE A CAMBIARE LA PROPRIA PERSONALITA’ PER RAGGIUNGERE IL SUCCESSO, RISCHIANDO DI PERDERE LA COSA PIU’ IMPORTANTE E CIOE’ L’ENTUSIASMO PER IL PROPRIO LAVORO.

LA MORTE VIENE AFFRONTATA CON IRONIA E TEMUTA DA TUTTI, MA COMUNQUE RITENUTA PARTE INDISPENSABILE DELLA VITA .

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TEMATICHE

L’AUTORE AFFRONTA IL RAPPORTO CHE L’UOMO HA CON LA MORTE. LA RAGIONE NON È PIÙ UN OSTACOLO ALL'INFELICITÀ, MA L'UNICO STRUMENTO UMANO PER SFUGGIRE ALLA DISPERAZIONE. MOLTO CARO E’ PER L’AUTORE IL CONFRONTO TRA I VALORI DEL PASSATO E LA SITUAZIONE DEGENERATA DEL PRESENTE, LA POTENZA DELLE ILLUSIONI, LA GLORIA E LA NOIA.

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Grazie per l’attenzione

GLI ALUNNI DEL PROGETTO“Leggiamoci fuori scuola”