R&A n.1/2 Gennaio-Febbraio 2008

116
1 / 2 GENNAIO FEBBRAIO 2008 Anno IX 7,00 Free Service Edizioni - Falconara M. (AN) - Rivista Mensile di Informazione e Aggiornamento di Cultura Ambientale - Poste Italiane s.p.a. - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Ancona

description

rivista di informazione e ambiente

Transcript of R&A n.1/2 Gennaio-Febbraio 2008

n°1/2GENNAIO

FEBBRAIO2008

Anno IX

€7,00

Free

serv

ice

Ediz

ioni

Free

Ser

vice

Ed

izio

ni

- Fa

lcon

ara

M. (A

N)

- R

ivis

ta M

ensi

le d

i In

form

azi

one

e A

ggio

rna

men

to d

i C

ultu

ra A

mbi

enta

le -

Pos

te I

tali

an

e s.

p.a

. -

sped

izio

ne

in a

bbon

am

ento

pos

tale

- D

.L. 3

53

/20

03

(co

nv.

in

L. 2

7/0

2/2

00

4 n

. 4

6)

art

. 1

, co

mm

a 1

, D

CB

An

con

a

n°1/

2 G

enna

io-F

ebbr

aio

2008

Ann

o IX

ciano magenta giallo nero

ciano magenta giallo nero

Rivista mensile di informazionee aggiornamento di cultura ambientale

La Redazione di REGIONI & AMBIENTEsi riserva il diritto di modifi care, rifi utare o sospendere

un articolo a proprio insindacabile giudizio.

L’Editore non assume responsabilità per eventuali errori di stampa.

Gli articoli fi rmati impegnano solo i loro autori.

È vietata la riproduzione totale o parziale di testi, disegni e foto.

Manoscritti, disegni e foto,anche se non pubblicati, non vengono restituiti.

Tutti i diritti sono riservati.

Edizioni:Free Service s.r.l.

Sede amministrativa,Direzione, Redazione, Grafi ca:

Via del Consorzio, 3460015 Falconara M. / AN

tel. 071 9161916 - fax 071 9162289www.onon.it

[email protected] [email protected]

Aut.Trib. di Ancona n. 1/2000 del 4/1/2000

Direttore Responsabile:Andrea Massaro

Direttore Artistico:Vinicio Ruggiero

Responsabile Marketing:Fabio Bastianelli

Stampa: BIEFFE s.r.l. via Zona Industriale P.I.P.

62019 Recanati (MC)

Una copia: €7,00 Arretrati: €14,00Abbonamento annuale: €58,00

Versamento su C/C postale n° 17270604intestato a Free Service s.r.l. Via del Consorzio, 34

60015 Falconara M. (AN)Sped. in abb. postale - Pubbl. inf. al 45%

Aut. Dir. Prov.le P.T. Ancona

S SOM

MA

RIO

In copertina: Frammento dell’Iceberg B 15-A (Foto di Lucia Simiondal volume “Antartide. Il cuore bianco della Terra” di Giunti Editore)

8 CAMBIAMENTI CLIMATICI

XIII Conferenza ONU sui Cambiamenti ClimaticiBali: “avanti con giudizio”Tracciata la road map per Copenhagen (2009)

14 MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

Venezia, 23 novembre 2007La città da rottamareDal dismesso al dismettibile nella città del dopoguerra

18Bologna, 18 gennaio 2008Coordinamento Agende 21 Locali ItalianeL’incontro di Bologna

di Donatella Mancini

20Montichiari (BS) 9-12 aprile 2008METEF: Energia Ambiente RicicloUn’area dedicata alle tecnologie perproduzione di energia e riciclo dei metalli

di Roberta Bordiga

14

20n°

1/2

Gen

naio

-Feb

brai

o 20

08 a

nno

IX

8

22Ferrara, 21-23 Maggio 2008ACCADUEOManifestazione leader del settore idricoIn contemporanea CIACCAQUATTRO il Salone del Gas

di Marino Capelli

25 APAT

Presentato l’Annuario dei Dati Ambientali 2007Trasporti: la maggior criticitàInquinamento, consumi energetici e rifiuti le altre sofferenze.Positiva la situazione per acqua e biodiversità

di Micaela Conterio

28 SPECIALE FINANZIARIA 2008 PER L’AMBIENTE

Alcune “buone” notizie per l’ambiente,permangono comunque quelle “cattive”Perplessità anche dal “Mille proroghe”

MATERIALE IN INSERTO

Principali norme in materia ambientalecontenute nella Finanziaria 2008(L. n. 244/2007, pubblicata nella G. U. n. 300 del 28.12.2007)Ulteriori proroghe ambientali nel Decreto “Mille proroghe”(D.L. 248/2007 G. U. n. 302 del 31/12/2007)

40 INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

Pubblicato uno studio dell’Agenzia Europea dell’AmbienteIl miglioramento della gestionedei RU ridurrà le emissioni di gas serraI rifiuti aumenteranno del 25% nel 2020

42Rapporto sui Rifiuti prodotti in ItaliaTroppi, costosi e continuiamo a gettarli in discarica

di Lorena Cecchini e Cristina Pacciani

46 SERVIZI AMBIENTALI

Di Gennaro spal’importanza di diffondere la cultura ambientale

a cura di Donatella Mancini

48 QUALITÀ E AMBIENTE

EMAS: 10 anni di applicazione in italiadi Paolo Molinas, Silvia Ubaldini e Mariangela Soraci

25

22

4844

52Ancora a proposito dell’emergenza rifiuti in Campania“Vite di scarto”Si concretizza la provocazione di Bauman?

55 BIODIVERSITÀ E CONSERVAZIONE

Tutti i risvolti della CCD: cos’è, come si manifesta e cosa comportaScomparsa di api: perdita di biodiversità e danni economiciAllarmanti i dati dell’APAT: 2007 anno critico

di Micaela Conterio

58“Un Continente per la Terra”Si moltiplicano le iniziative per preservare l’ambiente dell’Antartide

62 AGENDA 21

Conferenza Europea sul Clima - Rovigo, 2-4 aprile 2008Protezione del clima ed energia rinnovabile:i piccoli e medi comuni affrontano la sfida

a cura di Antonio Kaulard

64 €CO-FINANZIAMENTI

66 I QUESITI DEL LETTORE

66 AGENDA - Eventi e Fiere

AMBIENTE ABRUZZO NEWS

52

58

62

55

8

BALI: “AVANTI CON GIUDIZIO”

Bali (Indonesia) le due foto sono state scattate il 9 dicembre presso la spiaggia di Kuta, vicino al luogo dove si è svolta la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico. L’immagine formata da centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo e coordinati da “11th HOURACTION.com” blog ambientalista affi liato a Green Cross International dà vita alla rappresentazione del planisfero terrestre.

Nel XIII capitolo de “I Promessi Sposi”, il Cancelliere Antonio Ferrer si dirige in carrozza verso la casa del Vicario di provvigione che è assediato in casa da una moltitudine inferocita che lo considera responsabile dell’aumento del prezzo del pane, con lo scopo di sottrarlo all’ira della folla. Sa bene che anche un piccolo incidente potrebbe scatenare una reazione scomposta, con il rischio di compromettere il buon esito della missione, perciò invita continuamente il cocchiere a procedere con molta circospezione: “Pedro, adelante con juicio”.

Proprio l’aforisma manzoniano “Avanti con giudizio” ben si adatta a riassume-re le conclusioni della XIII Conferenza dei Paesi firmatari (COP13) della Con-venzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC)

che si è svolta a Bali (Indonesia) dal 3 al 15 dicembre 2007, con un giorno in più rispetto al programma che fissava la fine dei lavori al 14 dicembre, per poter raggiungere un qualche accordo che fino a quel momento era risultato impossibile.Con “giudizio” gli organizzatori han-no evitato scontri e irrigidimenti, che avessero potuto compromettere la pos-sibilità che anche gli USA firmassero il documento finale, omettendo perfino ogni obbligo numerico di riduzione delle emissioni, come avrebbe voluto, viceversa, l’Unione Europea. Si è per-venuti, quindi, alla definizione di un percorso che dovrà condurre ad un nuovo Protocollo di Kyoto che sarà firmato a Copenhagen nel 2009, nel corso della COP15, con effetto a partire dalla fine del 2012.Andando a rivedere le varie dichiara-

zioni rese dai responsabili delle Nazioni Unite alla vigilia di Bali, ci si accorge-rebbe che questo obiettivo era stato indicato come essenziale per poter dare una valutazione positiva all’esito della Conferenza.Certo si sperava in impegni più deci-sivi da parte dei paesi industrializzati (qualche osservatore scientifico è piut-tosto scettico che l’obiettivo di ridurre di 2 °C il riscaldamento globale alla fine del secolo possa riuscire ad im-pedire di raggiungere il punto di non ritorno!), bisogna, però, riconoscere che non ci sono stati passi indietro e che, soprattutto, tutti i partecipanti hanno finalmente riconosciuto che il cambiamento climatico è in corso e le conseguenze cominciano a farsi sentire pesantemente, tant’è che il Documento finale, il Rapporto di Sintesi dell’IPCC, è il documento-base con la citazione di

CAMBIAMENTI CLIMATICI

Tracciata la road map per Copenhagen (2009)

XIII Conferenza ONU sui Cambiamenti Climatici

9

alcune pagine, dove vengono indicati i futuri scenari per l’aumento dei gas serra e il conseguente innalzamento delle temperature e i range di riduzio-ne necessari.

Nel mese di novembre la UNFCCC aveva predisposto una guida “Uniting on Climate” con lo scopo di “offrire un quadro generale della Convenzione - come ha scritto il Segretario esecutivo Yvo de Boer nella breve introduzio-ne - e lo stato evolutivo del Protocollo di Kyoto che dalla Convenzione stessa deriva, fornendo una panoramica degli impegni che i vari Paesi hanno assun-to finora. Vi si delineano, inoltre, dei blocchi tematici in grado di far com-prendere come sia necessario, al fine di raggiungere l’ambizioso accordo del post-Kyoto, un quadro internazionale capace di portare ad una riduzione dei gas serra, in linea con quanto richie-sto dalla scienza e con la necessità di creare essenziali e significative fonti di finanziamento per l’adattamento”.

Nello stesso mese la Commissione UE aveva predisposto un piano per rag-giungere un accordo a Bali, articolato in 8 punti:1) Limitazione del surriscaldamento a

2 °C al di sopra della temperatura

dell’era pre-industriale. Per rispet-tare tale limite le emissioni globali dovranno stabilizzarsi entro i pros-simi 10-15 anni, per poi dimezzarsi rispetto ai valori del 1990 entro il 2050 .

2) Riduzioni delle emissioni vincolanti e più consistenti in termini assoluti per i paesi industrializzati. L’UE propone che i paesi industrializzati riducano collettivamente le loro emissioni del 30% entro il 2020 e del 60-80% entro 2050, rispetto ai livelli del 1990. In attesa di giungere ad un accordo su questo punto, l’UE si è autonomamente impegnata ad abbattere le proprie emissioni di almeno il 20% entro il 2020. A tal fine la Commissione presenterà un pacchetto di misure legislative all’inizio del 2008.

3) Contributi equi ed efficaci da parte di altri paesi. I paesi ad economia emergente e in rapida crescita do-vrebbero essere chiamati a garantire una crescita economica a minore intensità di emissioni.

4) Potenziamento ed ampliamento del mercato globale del carbonio. Rafforzare i meccanismi flessibili e innovativi, visto che il sistema UE di scambio delle quote di emissione (ETS) ha dimostrato che il mercato

del carbonio rappresenta una solu-zione efficace.

5) Rafforzamento della cooperazio-ne per la ricerca lo sviluppo e la diffusione delle tecnologie pulite necessarie per abbattere le emis-sioni.

6) Maggior impegno a favore del-l’adattamento ai cambiamenti climatici. In questo contesto è ne-cessario rafforzare la cooperazione per affrontare gli effetti inevitabili dei cambiamenti climatici, in parti-colare per aiutare i paesi più poveri e più vulnerabili al fenomeno.

7) Emissioni del settore aereo e del settore marittimo internazionali. L’UE sta già discutendo la proposta volta inserire il trasporto aereo nel sistema UE di scambio delle quote di emissione.

8) Abbattimento delle emissioni conse-guenti alla deforestazione, attività che contribuisce fino al 20% delle emissioni planetarie di CO

2.

Alla fine di novembre, il Gruppo di Alto Livello per la Competitività, l’Energia e l’Ambiente dell’UE, riunitosi a Bruxelles e culminato con la Conferenza “Verso un’economia a bassa emissione di car-bonio”, redigeva un documento per Bali in cui si sottolineavano le conclusioni a

Bali (Indonesia) la spiaggia di Kuta, paradiso dei surfi sti, viene sommersa dalla marea che sale e anche le parti continentali rappresentate dai giovani vengono via via inondate. La scritta vuol sottolineare la necessità di un’azione immediata per constratare il riscaldamento globale

10

cui era pervenuto:- il cambiamento climatico è questione

globale;- il coinvolgimento del mondo degli

affari nella ricerca di soluzioni è vitale;

- l’azione collaborativa è indispensa-bile;

- c’è l’urgenza di agire ora;- gli accordi settoriali del settore in-

dustriale internazionale offrono una soluzione avanzata;

- il mondo degli affari e le ONG sono favorevoli ad agire.

Il Vice-presidente della Commissione UE, Gunther Verheugen ha dichia-rato che “Affrontare il problema del cambiamento climatico richiede un variegato approccio integrato, che affronti il triplice obiettivo di compe-titività, energia e ambiente. I leader europei hanno chiaramente espresso la volontà di approntare un piano globale di un’economia a bassa emissione di carbonio. L’opportunità per l’Europa è quella di divenire leader tecnologico, pertanto fornitrice di tecnologia per il futuro. Agire adesso consente di offrire alle imprese un vantaggio rispetto ad altri, nella fabbricazione di prodotti puliti e sicuri che il mondo attende”.

Il 27 novembre 2007 l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) pubblicava un Rapporto dal titolo “Tendenze e Proie-zioni delle emissioni di gas ad effetto serra in Europa nel 2007” che contiene un’analisi dei dati delle emissioni tra il 1990 e il 2005 degli Stati membri (UE-15), valuta le loro proiezioni relative alle loro future emissioni e offre delle indicazioni sui progressi da compiere per raggiungere gli obiettivi di Kyoto, che per l’UE-15 è di una riduzione dell’8% nel periodo 2008-2012 rispetto all’anno di riferimento; non c’è invece un obiettivo collettivo analogo per l’UE-25 o l’UE-27. Per lo stesso periodo gran parte degli Stati membri dell’UE-12 ha obiettivi nazionali di riduzione del 6% o dell’8% rispetto ai valori dell’anno di riferimento, mentre Cipro e Malta non hanno alcun impegno da onorare. In sintesi si evidenzia per l’UE-15:- tra il 2004 e il 2005 le emissioni sono

diminuite dello 0,8%;- nel 2005 le emissioni sono state

inferiori del 2% rispetto ai livelli dell’anno di riferimento;

- le proiezioni mostrano che le politiche e le misure esistenti (cioè quelle già in atto) dovrebbero permettere di abbattere le emissioni dell’UE-15 del 4% entro il 2010, l’anno intermedio nel periodo 2008-2012, anche grazie

all’utilizzo dei meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto (ETS, CDM e JI);

- dalle proiezioni si deduce che gli obiettivi fissati dal Consiglio di primavera di ridurre del 20% le emissioni nell’UE potranno essere raggiunti se verranno messe in atto in maniera efficace e tempestiva le misure e le politiche definite nel pacchetto “Energia e Clima” che sa-ranno proposte a fine gennaio dalla Commissione.

Senza questi atteggiamenti e risultati dell’UE che ha mostrato di essere un in-terlocutore coeso e coerente, con ogni probabilità non sarebbe stata possibile alcuna conclusione. In particolare la disponibilità dell’UE ad un’espansione del mercato globale del carbonio e a strumenti, come il Fondo Globale per l’Efficienza Energetica e le Energie Rin-novabili (GEEREF), a favore dei Paesi emergenti (i Paesi più piccoli non sono comunque d’accordo che il Fondo sia gestito dalla Banca Mondiale che accu-sano di scarsa trasparenza e di elargire i finanziamenti con difficoltà) ha fatto sì che Cina, India, Brasile e Sud Africa assumessero atteggiamenti costruttivi. La Cina, ad esempio, che era presente a Bali con una numerosa e qualificata

Fonte UNFCCC

11

Rio de Janeiro, spiaggia di CapocabanaIl banner-righello di 131 piedi (400 m. circa), posto da attivisti di Greenpeace, indica che l’innalzamento previsto del livello dell’oceano minaccerà direttamente la celebre spiaggia. La scritta “Ainda há tempo!” (C’è ancora tempo!) vuol sottolineare che è possibile limitare l’erosione costiera se si intraprendono azioni non più procrastinabili (Foto© Greenpeace)

delegazione si è sentita rassicurata dalla costituzione del Fondo a cui potranno attingere i Paesi in via di sviluppo per lo sviluppo di tecnologie più pulite. Zhang Halbin, un esperto di accordi sui cambiamenti climatici dell’Universi-tà di Pechino, usando una similitudine, come è caratteristicamente tipico della loro proverbiale saggezza, ha dichiarato che : “Il punto cruciale è che noi non vogliamo comperare il pesce. Vogliamo imparare a pescarlo. Ma se tieni elevati i prezzi sul come poter prendere il pe-sce, allora vuol dire che non mi vuoi insegnare” (Reuteurs, 05/12/2007).

Così gli USA che avevano già “perduto” il loro principale alleato, l’Australia che qualche giorno prima aveva fatto sape-re che avrebbe sottoscritto il Protocollo di Kyoto, come promesso durante la campagna elettorale che aveva visto prevalere il laburista Rudd sul premier uscente, il conservatore Howard, hanno rivisto le proprie iniziali decisioni. La lo-ro impostazione di non prendere alcun impegno, sostenuti (non fino in fondo) in questo proposito da Russia, Canada e Giappone, che avevano sottoscritto il Protocollo di Kyoto, ma chiedevano un coinvolgimento pieno dei paesi in via di sviluppo che avevano avuto in questi anni una forte crescita, è stata quindi abbandonata, non tanto per le dure parole a loro rivolte da Kevin Conrad, rappresentante all’ONU di Papua Nuo-va Guinea, che hanno fatto il giro del mondo dei media: “Se non volete essere da guida e non volete venirci dietro, al-lora levatevi dai piedi”; quanto perché la posizione della delegazione americana era stata messa in discussione in patria, con l’approvazione in quei giorni da parte del Senato dell’America’s Climate Security Act un sistema di taglio delle emissioni di gas serra per i settori della produzione di energia, dell’industria e dei trasporti, pari al 70%, attraverso una ripartizione delle quote dal 2012 al 2050.I ministri europei, inoltre, avevano minacciato che non sarebbero andati al vertice dei G8, allargato all’UE ed ai Paesi emergenti, che gli USA avevano indetto a Honolulu (Hawaii) per fine gennaio 2008, per discutere di economia e di energia, qualora quello di Bali non avesse raggiunto alcun risultato.Non bisogna dimenticare, poi, che al prossimo appuntamento per la sottoscrizione del post-Kyoto, la Casa Bianca avrà un altro inquilino che, de-

mocratico o repubblicano che sia, avrà dovuto prendere posizioni e impegni durante la campagna elettorale sui temi ambientali, che non potrà disattendere allorché sarà stato eletto.

Un altro contributo a trovare una solu-zione da tutti accettata, è stato offerto dall’intervento di Al Gore.Pur parlando a nome personale, nel suo applauditissimo discorso ai rappresentanti dei 187 Paesi, riuniti in Assemblea plenaria presso il Bali International Convention Center, il Nobel per Pace 2007 ha esposto le sue note posizioni sul riscaldamento globale, sottolineando come non sia possibile indugiare ulteriormente e proponendo di anticipare al 2010 i termini per un accordo più vincolante e restrittivo, sulle emissioni di gas. A dar maggior peso alle sue proposte, ha sollecitato un testo comune anche sen-za gli USA, il principale responsabile, a suo dire, della situazione di stallo e di ogni accordo, perché alludendo alla generazione che aveva combattuto in varie parti del mondo contro il nazifa-scismo “la lotta contro il riscaldamento globale presuppone la stessa urgenza e determinazione che in passato si è vista un’altra sola volta quando le nazioni si mobilitarono per la guerra” (Reuteurs, 10/12/2007).

Problema spinoso collegato alla ridu-zione delle emissioni di CO

2 è stata la

deforestazione.Proprio per sensibilizzare i 10.000 delegati intervenuti sulla necessità di difendere le foreste, a nome di tutte le popolazioni indigene del Pianeta, gli indonesiani con i loro variopinti abiti hanno dato vita a spettacolari manifestazioni e balli all’insegna del messaggio: “Salvare le nostre foreste”. La deforestazione è responsabile, se-condo alcune ricerche, di circa il 20% del totale delle emissioni di CO

2, perciò

la conservazione del patrimonio fore-stale dell’Amazzonia, del Congo, del Sud-est asiatico insulare e peninsulare, diventa un aspetto fondamentale della lotta al cambiamento climatico. Si pen-sa che un nuovo accordo post-Kyoto potrebbe opportunamente prevedere un meccanismo di ricompense a favore dei paesi in via di sviluppo, chiamato “Reduced Emissions from Deforestation in Developing Countries (REDD)”, per la conservazione delle foreste pluviali tropicali, attraverso il mercato delle emissioni di carbonio.“Credo che vedremo la deforestazione nell’agenda delle future negoziazio-ni - ha dichiarato il Segretario della UNFCCC, Yvo de Boer - poiché è una delle questioni che un nutrito numero di Paesi vuole introdurre”. Anche per-

12

ché l’India che avrebbe voluto parlare di “conservazione” delle foreste e non solo di riduzione della deforestazione, non essendovi riuscita in questa occa-sione, tornerà presto alla carica.

Di misure per l’Adattamento ha fatto riferimento Wangari Maathai, l’am-bientalista keniota Premio Nobel per la Pace 2004, famosa per le sue bat-taglie contro la deforestazione illegale nel suo paese. Dopo aver osservato che gli effetti più pesanti del riscaldamento globale si riverberano sui paesi che ne sono meno responsabili, si è doman-data: “Vogliamo stare a guardare la distruzione dell’ambiente terrestre e quel che accadrà alla popolazione su scala inimmaginabile? O vogliamo cambiare direzione e lavorare insieme per mitigare gli effetti del riscaldamento globale?“I maggiori inquinatori, i paesi indu-strializzati - ha continuato - hanno la responsabilità morale di assistere l’Africa e il resto delle economie in via di sviluppo nel condividere la tec-nologia in grado di ridurre la nostra vulnerabilità ed incrementare la nostra capacità di adattamento” (Reuteurs, 14/12/2007).

Il Segretario dell’ONU, Ban Ki-moon ha speso tutta la sua diplomazia e la sua capacità costruttiva: “Io non vo-glio fare l’allarmista - ha dichiarato all’“Herald Tribune”- ma credo che ci stiamo avvicinando al punto di non ritorno”.È stato lui ad illustrare all’Assemblea il documento di Sintesi che i dele-gati dell’IPCC avevano concordato e redatto alla Conferenza sul Clima di Valencia nello scorso novembre, che ha riassunto ed assemblato i tre Rap-porti pubblicati nel corso del 2007 (cfr.: “Non c’è più tempo per le esitazioni”, in Regioni&Ambiente, n.12 dicembre 2007, pag. 8 e segg.).

Nel corso della Conferenza sono stati presentati numerosi rapporti e studi, elaborati da vari Organismi e Istitu-zioni internazionali e da Associazioni Ambientaliste.La World Meteorological Organi-zation (WMO) ha offerto uno studio dal titolo “Contributo per migliorare le misure da prendere per l’adattamento climatico”, in cui ha incluso tutti i più rilevanti fenomeni climatici osservati:- il decennio 1998-2007 è stato il più

caldo mai registrato;- la riduzione record della banchisa

artica che ha aperto per la prima volta nella storia il “Passaggio a nord-ovest”;

- il “buco dell’ozono” sopra l’Antartide, relativamente poco esteso;

- lo sviluppo del fenomeno della Nina nel Pacifico equatoriale centro-orien-tale;

- l’intensificarsi della siccità;- le inondazioni e tempeste devastanti.Per il Segretario generale della WMO, Michel Jarraud “l’impatto del cambia-mento climatico porrà importanti sfide per la variazione dei sistemi naturali e umani per lo sviluppo sostenibile. Adattamento e attenuazione saranno insieme due pilastri essenziali e comple-mentari per far fronte a tali sfide”.

Anche il WWF ha voluto porre l’accento sull’impatto dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi. Con “Breaking Records in 2007-Climate Change” ha voluto ri-cordare gli eventi estremi verificatisi nel corso del 2007: la fusione dei ghiacci in Artico; le prolungate siccità in Au-stralia, Africa ed Europa meridionale; i disastrosi incendi in Grecia e California; le spaventose inondazione che hanno sconvolto grandi città in Europa, Africa occidentale e soprattutto in Asia, dove l’Indonesia che ospita il Summit è stato il paese più colpito ..Il Rapporto “Pinguini e Cambiamenti Climatici” conferma l’allarme che il riscaldamento del clima sta riducendo gli areali per la nidificazione e il cibo (costituito per lo più da minuscoli gam-beretti che prendono il nome di krill) dell’animale simbolo dell’Antartide: il pinguino; in particolare il pinguino imperatore, il pinguino di Adelia, il pinguino dell’Antartide e il pinguino papua.

La Banca Mondiale ha presentato uno studio, “Country stakes in climate change negotiations: two dimensions of vulnerability”, dove i Paesi vengono analizzati in base alla loro capacità di adattamento alle politiche internazionali di regolazione delle emissioni, secondo 2 criteri di vulnerabilità:- alla fonte, che prendendo in consi-

derazione l’accesso ai combustibili fossili e alle energie rinnovabili, va-luta le tensioni sull’occupazione o i guadagni che seguono all’introdu-zione di una qualche forma di tassa sull’emissione di carbonio;

- agli impatti del cambiamento del clima e dell’innalzamento del livello del mare.

Si suggerisce, quindi, di introdurre meccanismi perequativi per convincere i paesi ad adottare politiche e strategie di adattamento, in considerazione che sono soprattutto i paesi in via di svi-luppo a presentare i maggiori livelli di vulnerabilità umana: Asia Meridionale e di Sud-est (Bangladesh, Vietnam); Nord Africa (Egitto, Tunisia, Mauritania, Benin); America Centrale e Meridionale (Bahamas, Suriname, Guyana).

“Città vivibili: i vantaggi della pianifi-cazione ambientale urbana” è il titolo dello studio curato da UNEP, Cities Alliance e ICLEI-Local Governments for Sustainability, ha mostrato come sia possibile rendere più vivibili le città, rilanciando gli investimenti aiu-tando a fronteggiare il cambiamento climatico, tramite 12 esempi di città di tutto il mondo e le opzioni da loro scelte: dall’uso di carrozze a cavalli per risolvere la carenza di mezzi pubblici a Bayamo (Cuba), all’introduzione di un sistema di scambio delle emissioni per migliorare la qualità dell’aria di Taiyuan (Cina), città industriale in un distretto carbonifero.

REN21 (Rete Mondiale delle Energie Rinnovabili) che ha per scopo il sup-porto alla rapida espansione dell’uso delle energie rinnovabili in paesi indu-strializzati e in paesi in via di sviluppo, ha anticipato a Bali il suo Rapporto 2007 sulla “Situazione Globale delle Rinnovabili”.Lo studio ha messo in evidenza come le energie rinnovabili nell’ultimo de-cennio, dopo l’adozione del Protocollo di Kyoto, siano cresciute in maniera rilevante, diventando un’importante opzione energetica per mitigare le emissioni di carbonio. L’eolico, tra tut-te le tecnologie rinnovabili, è quello che ha raccolto i maggiori investimen-ti, anche più dell’idroelettrico, con una potenza installata a fine 2007 di 93.000 MW; in termini di percentuale il fotovoltaico connesso alla rete è cre-sciuto ancora di più (50-60%); il solare termico cresce ad un tasso annuo del 15-20%; complessivamente sono oltre 50 milioni le abitazioni che nel mondo usufruiscono di tali sistemi.“Quello di cui c’è bisogno ora - ha di-chiarato il capo della rete, Mohamed El Ashry - sono obiettivi vincolanti in

13

un accordo internazionale che stabi-lisca politiche che possono accelerare rapidamente l’applicazione su vasta scala delle energie rinnovabili al posto dei combustibili fossili”.

Infine merita una segnalazione il Rap-porto “Climate Change Performance Index (CCPI) - 2008”, non fosse altro perché evidenzia come il nostro Paese sia sempre pronto a sottoscrivere an-che impegnativi trattati, salvo poi non ottemperarvi, con tutte le conseguenze economiche e d’immagine che ne deri-vano. Giunto alla terza edizione, è stato elaborato da Germanwatch e CAN-Europe sulla base di dati entro il 2005, e prende in considerazione 56 paesi, responsabili del 90% delle emissioni di CO

2, e i loro sforzi di cambiamento,

attraverso un indice complessivo a cui concorrono tre diversi parametri:- gli attuali livelli di emissione (30%

del peso complessivo);- i trend di emissione (50%);- le politiche climatiche (20%). Pertanto, la struttura dell’indice è tale che la graduatoria che ne deriva pre-mia soprattutto i paesi che dimostrano l’effettiva volontà di cambiamento. Da questo punto di vista, l’Italia ne esce piuttosto male: al 10° posto tra i paesi più grandi inquinatori mondiali (la Germania è il 6° e la Gran Bretagna è l’8°) in una classifica in cui USA e Cina emettono il 40% delle emissioni globali. Ma mentre Germania e Gran Bretagna, stante l’indice si impegnano molto, tan-to che risultano rispettivamente al 2° e al 7° posto della classifica complessiva, guidata dalla Svezia e chiusa dall’Arabia Saudita, l’Italia viene collocata al 41° posto, perdendo 6 posizioni rispetto all’anno prima ed avendo dietro di sé in Europa, solo Grecia, Irlanda, Cipro e Lussemburgo.Non c’è da stupirsi: abbiamo aumentato del 13,1% le emissioni rispetto al 1990, anziché ridurle del 6,5% , e non abbia-mo implementato le politiche coerenti in grado di contenerle! Adesso che dal 1° gennaio sono iniziati i conteggi delle emissioni, non vorrem-mo che l’Italia prendesse la scorciatoia, visto che la strada si presenta in salita, di conseguire l’obiettivo grazie soltan-to all’impiego dei meccanismi flessibili, vale a dire tramite l’acquisto di crediti di carbonio fuori dai propri confini, anziché attraverso scelte di politiche energetiche e dei trasporti. Oltretutto, come riportava il titolo dell’articolo di

Andrea Marroni sul Portale di QualE-nergia il 13 dicembre “Nei progetti per Kyoto l’Italia non c’è”, nel senso che il nostro Paese non ha sviluppato le capacità imprenditoriali, industriali e finanziarie in grado di inserirsi in questo fenomeno dalle notevoli po-tenzialità o di trovarsi paradossalmente nella situazione di imprese italiane che sviluppano progetti eleggibili per i meccanismi flessibili previsti dal Protocollo di Kyoto, senza averne la consapevolezza.

Il prossimo appuntamento sul cam-biamento climatico sarà “Addressing

Fonte UNFCCC

Climate Change”, la 62° sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, dedicata al tema, che si svolgerà l’11 e 12 febbraio a New York; mentre in Dicembre (1-12) a Poznan (Polonia) avrà luogo la COP 14, che costituirà un appuntamento preparatorio per il successivo di Copenhagen (30 no-vembre-11 dicembre 2009) in cui si dovrebbe stipulare l’eventuale nuovo accordo post-Kyoto.Il clima “culturale” è ormai cambiato e non pensiamo che possano interve-nire incidenti di percorso in grado di compromettere un accordo, non più rinviabile... agendo con giudizio.

1414

MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

LA CITTÀ DA ROTTAMAREDal dismesso al dismettibile nella città del dopoguerra

Demolizione con esplosivo di un palazzo nel Comune di Torino (foto di Michele D’Ottavio)

Venezia, 23 novembre 2007

L’Associazione Aree Urbane Dismesse (AUDIS) lavora da dieci an-ni ai temi della dismissione urbana con il duplice obiettivo di:- aprire un dialogo continuo tra pubblico e privato sui temi

concreti dei progetti di intervento;- costruire una rete dinamica tra le città italiane che han-

no affrontato e affrontano programmi di ristrutturazione urbana.

Dialogo e scambio di buone pratiche sono il cuore delle attività di AUDIS; un metodo dal quale emergono i nodi di punta dei programmi/progetti di riqualificazione urbana e sociale, spesso con qualche anticipo sul dibattito urbanistico nazionale.Partita dalle drammatiche emergenze della dismissione indu-striale degli anni ’80 e ’90, AUDIS ha via via aggiunto temi e soggetti al suo calendario di incontri. La ristrutturazione del sistema produttivo ha accompagnato una più vasta riorganizza-zione fisica e sociale delle città che tocca oggi diversi ambiti (la distribuzione delle merci, i servizi, il terziario, i beni demaniali, le aree agricole, ecc.); ma se il fenomeno della dismissione urbana continua ad espandersi, le sue conseguenze fanno meno paura di dieci anni fa. L’esperienza ha dimostrato che i “vuoti urbani” non sono solo problemi molto complessi da risolvere, ma anche occasioni preziose per recuperare ritardi organizzativi del tessuto urbano e rispondere alle domande proprie della nuova vita economica e sociale delle città.

In occasione di UrbanPromo 2007, l’evento di marketing urbano promosso da alcuni anni da URBIT (Urbanistica Italiana srl) che si è tenuto a Venezia (21-24 novembre 2007), AUDIS ha proposto un incontro tra urbanisti ed economisti che ha sviluppato, anche attraverso la presentazione del caso internazionale di Berlino, il dibattito aperto in occasione del Convegno nazionale di Roma (1° dicembre 2006) su “La Città da Rottamare” con cui AUDIS ha inteso compiere un ulteriore passo di approfondimento dei temi legati alla rigenerazione urbana mettendo al centro del dibattito una questione non nuova, ma poco affrontata in Italia: il bilancio della città costruita nel dopoguerra.

Proprio la presentazione del volume che ha raccolto gli atti di quel Convegno (“La Città da Rottamare” a cura di Marina Dragotto e Giusi India - Cicero Editore - Venezia - ottobre 2007) ha costituito l’evento di apertura dell’incontro. Proprio le riflessioni che ne scaturiscono hanno offerto l’occasione di confronto su alcuni punti nodali che, attraverso l’intro-duzione di seguito riportata, si ripropone.

Il primo tema riguarda il rapporto tra la dimensione del patrimonio edilizio, in particolare residenziale, e la qualità architettonica e urbanistica della città costruita negli ultimi cinquant’anni.

1515

Demolizione con ganasce di un palazzo nel Comune di Torino (foto di Michele D’Ottavio)

A questo proposito i dati presentati dal CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il territorio) a quel Convegno hanno costituito un ottimo materiale di riflessione e le fonti documentali che si possono portare a supporto dei numeri sono ampie. Tanto la letteratura esistente quanto i molti e diversi materiali audiovisivi raccolti per quella occasione da Archiworld.tv1, testimoniano l’ampiezza e il radicamento del problema percepito fin dai primi anni del boom economico2.Del rapporto problematico tra quantità e qualità si parla da sempre e le denunce sui disagi sociali ed economici prodotti da (e in) una parte di città costruita sull’onda dell’emergenza e, in molti casi, della speculazione, non sono mai mancati. Oggi molti nodi sono venuti al pettine e non è più rinviabile la soluzione di situazioni che si rivelano drammatiche sia sul piano della deca-denza fisica di interi settori urbani che hanno raggiunto la soglia tecnologica dei 40 anni, sia sul piano dell’emergenza sociale che in questi luoghi raggiunge punti di conflitto di difficile gestione. Quartieri in cui si scaricano le tensioni e le contraddizioni di una società ricca, in cui non mancano importanti sacche di emargi-nazione, nuove povertà, problemi di integrazione, ecc.Di fronte alla complessità della situazione, il dibattito disciplinare sembra essere bloccato sul dilemma tra la correzione/aggiustamento degli errori prodotti, attraverso una ristrutturazione del costruito, e una loro decisa cancellazione, ricorrendo ad operazioni di demolizione e ricostruzione.Grazie al recupero dei centri storici, la cultura della conserva-zione della città residenziale si è molto sviluppata in Italia a partire dagli anni ’60-’70 e fa ormai parte dei nostri riferimenti, ma rischia di confondere i pesi reali mettendo sullo stesso piano i centri storici, frutto di una lunga storia di cancellazione e rico-struzione, e la città contemporanea troppo giovane per essere sottratta alla possibilità di errore, anche in considerazione del peso che alcuni ideali disciplinari hanno avuto nell’impostazio-ne di importanti progetti urbani rapidamente decaduti/falliti (lo

Zen di Palermo, le Vele di Napoli, San Polo a Brescia, Rozzol Melara a Trieste, il Corviale a Roma, ecc.).

Il secondo tema, direttamente legato al primo, riguarda la capaci-tà di sviluppo socio-economico degli organismi urbani.I comuni centrali che compongono le aree urbane italiane (siamo tutti ormai metropolitani) continuano a perdere popolazione a vantaggio dei comuni di prima e seconda cintura. L’eccezionale sviluppo del mercato immobiliare ha spinto in particolare il ceto medio a trovare risposte alla do-manda di qualità della residenza in aree sempre più esterne, economicamente accessibili. Questo fenomeno, non nuovo, si è prodotto in tutta Europa con punte drammatiche nei decenni passati. Nelle principali città di alcuni paesi (Olanda, Inghilterra, ...), si è conosciuta una fase di abbandono dei centri urbani da parte del ceto medio; “resistevano” solo le fasce più ricche della popolazione, collocate negli edifici più pregiati dei centri storici, e le fasce più povere, costituite spesso da immigrati di prima generazione, disposte a vivere nelle residenze obsolete e dequalificate dei quartieri operai e popolari costruiti tra otto e novecento. Per contrastare il declino delle città, questi paesi hanno prodotto potenti politiche per la casa mirate e riattirare nei centri urbani la classe media capace di far ripartire il motore dello sviluppo, di pagare le tasse per mantenere i servizi e di far calare il consumo di territorio e di energie legate agli spostamenti continui tra casa e lavoro/studio.La struttura urbana e quella produttiva italiana, assai meno verticistiche e centralizzate, e la distribuzione della proprietà immobiliare a favore delle famiglie, non hanno condotto a fenomeni così acuti, ma certo serve aprire anche da noi una riflessione in questo senso e considerare la necessità di riat-tivare politiche per la casa che, riqualificando le aree centrali dei sistemi urbani, fermino l’emorragia di popolazione.

16

Demolizione a Marghera (foto Studio ORCH/Orsenigo)

Il terzo tema riguarda il presente e il futuro.Siamo sicuri di agire oggi con logiche progettuali e impren-ditoriali diverse da quelle che hanno generato la città del dopoguerra?Possiamo affermare che i nuovi quartieri abbiano i requisiti di qualità necessari a non subire un rapido ciclo di declino e una nuova rottamazione in poco tempo?La crescente complessità della nostra struttura sociale ed eco-nomica e le positive innovazioni introdotte nelle procedure urbanistiche (programmi complessi, project financing, ecc.) han-no ridefinito il ruolo degli attori pubblici e privati che agiscono sul tessuto urbano, in un processo che richiede strumenti sempre più raffinati di gestione e valutazione delle trasformazioni.A garanzia degli interessi di tutte le parti, la giusta apertura a processi complessi di collaborazione pubblico-privata deve essere accompagnata da punti di riferimento chiari nella programmazione e nell’attuazione delle politiche pubbli-che di rigenerazione urbana. Un obiettivo ambizioso che si ottiene, sul fronte pubblico, con la collaborazione tra scelte politiche aperte e lungimiranti e capacità tecniche aggiornate e valorizzate all’interno delle amministrazioni e sul fronte privato con l’azione positiva degli imprenditori riorganizzati anche in Italia in developer o operatori spe-cializzati capaci di affrontare e gestire operazioni tecniche e finanziarie complesse.Pur nella crescente capacità di coniugare tutti questi aspetti, non sempre le grandi operazioni di trasformazione urbana realizzate in questi anni sembrano giunte a risultati qualitativi brillanti e, tenuto conto della prevalente destinazione resi-denziale delle nuove cubature, la cosa appare allarmante.

Per avviare la discussione su questi temi il programma del Con-vegno era stato suddiviso in tre parti che il volume ripropone.Dopo una breve introduzione di Roberto D’Agostino, Pre-

sidente di AUDIS, seguono due approfondimenti tematici che inquadrano il problema in termini “scientifici”:- la dimensione calcolabile del patrimonio residenziale teori-

camente dismettibile/rottamabile sul totale delle abitazioni esistenti, curata da Federico Della Puppa (CRESME);

- le relazioni della trasformazione urbana con la dimen-sione sociale, curata da Enzo Nocifora (Università La Sapienza).

Secondo i dati raccolti da Federico della Puppa in base al Censimento ISTAT del 2001, il 37% del nostro patrimonio residenziale è stato costruito tra il 1946 e il 1971 e vi risiede il 38,8% della popolazione. Sul totale degli edifici costruiti in questo periodo (3.627.786) 836.000 sono considerati in mediocre o pessimo stato di conservazione. Ciò significa che il 10% della popolazione italiana vive in aree di disagio abitativo sulle quali è urgente intervenire.Ma quali sono le complessità sociali che generano il pro-blema del degrado e quali gli elementi portanti sui quali costruire le soluzioni di volta in volta più adatte per attuare la rigenerazione?Partendo dalla constatazione della fluidità sociale delle nostre città, nelle quali le attribuzioni identitarie scorrono rapidamente nel tempo (si pensi alle trasformazioni sociali dei centri storici delle città d’arte), la riflessione di Enzo Nocifora costruisce un’interessante relazione di causa/effetto tra fattori sociali e strutture economico-finanziarie nel determinare le situazioni di degrado urbano: lo sfruttamento intensivo indotto dalle logiche del mercato della proprietà, i filoni di investimento pubblico, troppo concentrati sulle infrastrutture, la scarsa disponibilità di credito per finanziare opere di manutenzione edilizia e dello spazio pubblico. Agli elementi economici Nocifora affianca una interessante variabile puramente sociologica identificando nel “tempo di appropriazione sociale dello spazio residenziale” il punto di riferimento sul quale costruire strategie di attivazione

17

dell’identità sociale e partecipazione al progetto e al rischio da parte dei futuri residenti.

Le riflessioni emerse dalle due relazioni, insieme agli spunti tratti dai filmati raccolti e presentati da Archiworld.tv, sono state riproposte ad alcuni protagonisti della scena urbanistica italiana chiamati ad intervenire in una tavola rotonda. Ad ognuno di loro è stato chiesto di rispondere alle domande della coordinatrice (la giornalista Alessandra Comazzi), interpretando il ruolo che erano chiamati a rappresentare (l’amministratore, l’architetto, l’urbanista, l’economista, il giurista, l’imprenditore privato) con riferimento alle parti di città da rottamare, al fine di comprendere quali siano le criticità e le opportunità legate alle diverse competenze e responsabilità in gioco.Dalla discussione è emersa l’esistenza di una consapevolezza concettuale e di una strumentazione ricca, ma, al contempo la non esistenza di un compiuto luogo di ricaduta di questo patrimonio di conoscenze e azioni, nonché l’assenza di uno spazio di coordinamento per affrontare tutte le tematiche.

Per verificare lo stato dell’arte dei programmi di riqualifica-zione residenziale in Italia, sono stati scelti cinque casi studio molto diversi tra loro, per origine e soluzioni adottate.Giustiniano Imperatore a Roma costituisce un interessante e complesso programma di rigenerazione di un quartiere costruito a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 che vede la parteci-pazione attiva dei piccoli proprietari, coinvolti dalla pubblica amministrazione in un’operazione di interesse pubblico, (l’arresto del degrado) nell’ambito di una proprietà privata estremamente frazionata. Le soluzioni adottate dal program-ma sono perciò assolutamente innovative nel panorama italiano e i loro risultati meritano di essere monitorati nel tempo per valutarne l’efficacia funzionale e qualitativa.Pieve Emanuele, piccolo comune dell’area sud della provin-cia di Milano, rappresenta un interessante caso di intervento pubblico in una grande area ereditata dalle politiche immo-biliari degli anni ’80, era del famoso terziario avanzato. E proprio di terziario avanzato si tratta: sei torri di nove piani mai utilizzati ai quali si aggiungono sei massicci caseggiati di edilizia popolare. Una grande azienda pubblica nata dalla riorganizzazione degli ex Iacp, l’Aler di Milano (Azienda lombarda di edilizia residenziale), promuove un’operazione che, per tipologia di intervento e impegno finanziario, si potrebbe definire come tipica di un operatore privato attra-verso una società di scopo di sua intera proprietà.Il caso di Via Anelli a Padova è un perfetto esempio del degrado indotto dagli “errori” del mercato immobiliare di cui parla Nocifora. Costruito negli anni ’70 con destinazio-ne quasi esclusivamente residenziale e in area centrale, il quartiere si compone di 276 miniappartamenti (28 m2 circa) adatti ad investimenti modesti ma di sicura rendita, grazie al bacino degli studenti universitari. In breve tempo agli studenti si sostituiscono gli immigrati che, a fronte di affitti sostenuti, sono costretti ad un uso intensivo dei lo-cali con problemi di sovraffollamento e degrado. Dal 2003 le amministrazioni comunali che si sono succedute sono impegnate nella promozione di strumenti di intervento di riqualificazione ostacolati da una incredibile serie di intop-pi amministrativi, spesso avviati dai privati proprietari. Più volte assurto alle cronache nazionali, il caso di Via Anelli non ha ancora trovato definitiva soluzione ed evidenzia la

necessità di individuare procedure urbanistiche innovative per affrontare problemi inediti e complessi destinati, pur-troppo, ad aumentare.Via Artom a Torino rappresenta un caso ideale di interven-to pubblico in una quartiere di edilizia popolare pubblica costruita a metà anni ’60 per accogliere la massa di immigrati attratti dallo sviluppo della grande industria. Il Programma di Riqualificazione Urbana promosso dal Comune di Torino, abbinato ad un Piano di Accompagnamento Sociale, prevede il coinvolgimento di diversi soggetti pubblici, del Comitato inquilini e di una Associazione temporanea di imprese. Con l’applicazione di un programma complesso, il Comune di Torino ha sperimentato una serie di azioni amministrative centrate sul coinvolgimento attivo di tutti gli attori in campo con uno sforzo di coordinamento e ascolto che ha permesso di attuare un programma coraggioso, minimizzando gli ine-vitabili traumi sociali derivanti dalla demolizione e ridisegno di quartieri densamente abitati.Lido Adriano a Ravenna completa il quadro delle tipologie di intervento analizzate. Nato negli anni ’60 come località turistica ad alta intensità edilizia (diecimila alloggi costruiti in pochissimi anni) costituisce un altro caso di distorsione del mercato immobiliare. Anche in questo caso la forte di-sponibilità di alloggi non destinati alla residenza permanente trasformano rapidamente il quartiere in una valvola di sfogo dell’emergenza abitativa dove trovano alloggio inizialmente una parte degli immigrati provenienti dal sud Italia poi l’im-migrazione extracomunitaria. Per superare i molti problemi di un quartiere pensato per la residenza temporanea, privo di servizi di base (dalla scuola alla chiesa), diventato il più popoloso del comune (circa seimila abitanti permanenti che diventano cinquantamila in estate) l’Amministrazione ha avviato, dal 1994, una serie di azioni per accompagnare la nascita e la crescita di una comunità multietnica e mul-ticulturale: dalla costruzione delle scuole all’attivazione di programmi di integrazione, dall’apertura dei servizi di base alla promozione di progetti per la nascita di un’identità positiva tra residenti, quartiere e territorio.

Il volume chiude con una riflessione del Direttore di Archiworld.tv, Giorgio Scianca, attraverso la quale, per la prima volta, AUDIS ha sperimentato nuove formule di comunicazione e approfondimento multimediale dei temi trattati.L’attività di ricerca svolta durante la fase organizzativa del Convegno ha riguardato la realizzazione di interviste, l’ana-lisi di film, reportages, testimonianze, documentari, punti di vista, che parlassero a trecentosessantagradi della città da rottamare. Questo lavoro ha prodotto due puntate su Archiworld.tv, nonché un video di sintesi della prima puntata proiettato il primo dicembre a Valle Giulia in occasione del convegno. La prima puntata, “preparatoria”, ha preceduto il convegno ed è andata in onda il venti novembre 2006, la seconda “di commento, sistematizzazione e raccolta delle impressioni” è andata in onda subito dopo il Convegno3.

Note1 La televisione via web dedicata all’architettura, alla città, al pae-saggio www.archiworld.tv.2 Tutti i materiali sono visibili sul sito di AUDIS www.audis.it.3 Entrambe visibili anche su sito di AUDIS www.audis.it.

1818

Il Coordinamento di Agende 21 locali italiane ha organizza-to, il 18 Gennaio u.s. a Bologna presso la sede della Regione Emilia-Romagna, tre workshop tematici paralleli, ai quali è seguita una conferenza programmatica.I 3 tavoli di lavoro si sono svolte durante il corso della mattinata, mentre nel pomeriggio i rispettivi coordinatori portavoce hanno relazionato sulle proposte nate il seno ai workshop.L’incontro aveva lo scopo di focalizzare quali siano i punti strategici di azione di Agende 21, lo stato di salute del Coordinamento e, infine, i temi più attuali di carattere ambientale.Il Tavolo sui “Temi prioritari - Riflessioni e proposte nell’at-tuazione dei processi di Agende 21 Locali” era coordinato da Alessandro Bratti, Direttore ARPA Emilia-Romagna, che ha presentato la sintesi della discussione del suo gruppo.“Dai nostri scambi di informazioni ed esperienze - ha det-to - è emersa la necessità di dotarci di un Piano d’azione. Abbiamo fatto un’analisi delle criticità dalla quale è emersa, ad esempio, la presenza di molti tecnici e pochi politici in Agenda 21. Il cittadino è poco coinvolto dalle nostre atti-vità a causa della scarsa visibilità dell’Associazione per la mancanza di un progetto di comunicazione. Manca una rendicontazione delle attività, mancano le risorse. Agenda

21 non è sufficientemente vicina ai reali problemi ambien-tali perché trova delle difficoltà nel passare dal progetto al processo.“Dalla riunione di questa mattina - ha concluso - è emersa la proposta di allargare la partecipazione ad Agenda 21, in particolare agli Enti, per rendere più efficace il processo di sostenibilità”.A seguire ha parlato Sergio Golinelli per il gruppo “Or-ganizzazione - Riflessioni e proposte sull’organizzazione dell’Associazione”.“L’ultimo rapporto ONU - ha dichiarato - sostiene che ai cambiamenti climatici sono legati anche cambiamenti so-ciali, ma, in realtà, non siamo stati capaci di adeguarci a queste trasformazioni. Agenda 21 ha difficoltà a misurarsi con i problemi reali, come ad esempio l’emergenza rifiuti in Campania, è poco autorevole e presenta una struttura non dinamica. A volte, i gruppi non funzionano, i coordi-namenti regionali non dispongono di risorse. Positivo è il fatto che il numero delle Regioni coinvolte è aumentato, ma ancora non è stato dato loro un ruolo adeguato. Dobbiamo fare in modo che le scelte coraggiose diventino pratiche am-ministrative, come i certificati verdi; dobbiamo dotarci di un’organizzazione non gerarchia dove ci sia un riequilibrio dei poteri con i gruppi di lavoro, magari meno numerosi,

MANIFESTAZIONI E CONVEGNI

COORDINAMENTO AGENDE 21 LOCALI ITALIANEL’incontro di Bologna

di Donatella Mancini

Bologna, 18 gennaio 2008

Da sinistra: Alessandro Bratti, Francesco Bicciato, Sergio Golinelli e Maria Berrini

1919

ma più strutturati”.“Il gruppo, di cui sono portavoce, indica - ha concluso - le seguenti proposte:• il Coordinamento regionale deve diventare il livello inter-

medio tra socio ed Associazione;• i gruppi devono relazionare sulle loro attività all’Assemblea; • il forum di Agenda 21 deve essere costituito dai rappre-

sentanti delle Regioni e dai rappresentanti dei Gruppi di lavoro;

• creazione di una Giunta composta di 5, massimo 10, membri che affianchi il Presidente;

• costituzione di un Comitato Scientifico che dia più auto-revolezza all’Associazione;

• stabilizzazione e potenziamento della segreteria tecnica.Per il tavolo dei soci sostenitori, ha preso la parola Maria Berrini dell’Istituto di Ricerche “Ambiente Italia”, i cui at-tuali 42 soci sostenitori sono costituiti da soggetti pubblici, (tra cui APAT e 6 ARPA) e privati.“Nella fase iniziale - ha detto - è prevalsa la competizione, ma ora abbiamo capito la necessità di fare squadra. Inol-tre le nostre proposte a volte sono risultate estemporanee, scoordinate tra loro e non sempre prioritarie rispetto agli effettivi bisogni dei soci e del Coordinamento Agenda 21. Ora il nostro obiettivo è di lavorare sulle diversità dei soci,

valorizzando la complementarietà. È necessario mettere in atto iniziative coordinate, ma anche iniziative singole, pur-ché inserite in un contesto. Si può creare una community in rete dentro la quale far circolare informazioni e proposte, nonchè un coordinamento di attivatori con un portavoce a rotazione”. “Si potrà costituire un Albo dei soci sostenitori - ha conclu-so - e naturalmente proseguire e implementare gli incontri, come quello odierno”.Era presente all’incontro anche Luca Dall’Orto, Consigliere scientifico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Ter-ritorio e del Mare, che, dopo aver ricordato l’appuntamento dell’Assemblea nazionale di Agende 21 a Rimini il prossimo Aprile, ha fornito alcuni dati della Finanziaria 2008 inerenti alle tematiche ambientali.“La Finanziaria 2008 - ha informato - ha stanziato 150 milioni di Euro per la forestazione, 140 milioni di Euro per la qualità dell’aria, 180 milioni di Euro per la mobilità sostenibile e 10 milioni di Euro per una piattaforma ad idrogeno. Nel 2009 sarà obbligatoria la certificazione per i nuovi edifici e sono previsti sgravi ICI per quelli che utiliz-zano fonti rinnovabili”.Dopo un dibattito scaturito tra i presenti in sala, l’incontro è stato concluso dall’intervento del Presidente Agende 21 Locali, l’Arch. Emilio D’Alessio che ha parlato di un anno complicato per l’Associazione, ma cruciale, in cui cambia-menti repentini hanno richiesto una velocità negli interventi, che non sempre c’è stata, come nel caso dell’emergenza rifiuti della Campania.“È stata una giornata molto proficua - ha dichiarato - in cui sono state esposte idee molto interessanti. Non mi trovo molto d’accordo con l’idea di creare un forum composto dai rappresentanti di 20 regioni e di 20 gruppi, perché si rischia di fare 20 piccoli vertici, ma sicuramente è necessario dare alle regioni coinvolte (attualmente 12) un ruolo di rilievo nel Coordinamento. L’attuale Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ci sta offrendo delle oppor-tunità che col precedente non avremmo neanche sognato. La Conferenza di Bali è stata un grande successo perché finalmente tutti i Paesi hanno riconosciuto la necessità di ridurre il livello di CO

2,, anche se la strada da percorrere per

raggiungere i risultati auspicati sarà molto dura e imporrà dei cambiamenti nelle abitudini quotidiane, fino ad arrivare alla riduzione delle libertà personali”. “Noi di Agenda 21 - ha concluso - dobbiamo fare prose-litismo, ricercare la collaborazione dei privati, essere più competitivi e meno petulanti, fare dell’innovazione, della velocità e della preparazione la nostra bandiera”.

Emilio D’Alessio, Presidente Agende 21 Locali

20

Metef-Foundeq è l’evento interna-zionale di riferimento per l’industria dell’alluminio e dei metalli tecnologici che si svolgerà dal 9 al 12 aprile 2008 presso il Centro Fiera del Garda di Montichiari. L’edizione 2008 allarga la propria at-tenzione alle fondamentali questioni ambientali, ospitando al proprio interno uno specifico spazio espositivo AREA METALRICICLO - Energia Ambiente Riciclo dedicato alle tecnologie per il recupero e riciclo dei metalli ferrosi e non ferrosi. L’iniziativa nasce dalla in-tegrazione sviluppata tra Metef 2008 e la Fiera Metalriciclo, sulla scia del suc-cesso che la 2a edizione di quest’ultima ha raccolto lo scorso settembre.

La scarsità di energia che affligge il no-stro Paese e il costo sempre più elevato di quella disponibile rendono indi-spensabile l’individuazione di fonti di energia alternative che possano trovare impiego a livello industriale. Tanto più rapido sarà tale processo, tanto prima si fornirà alle nostre imprese un ulteriore strumento di competitività.

Tale problematica è molto sentita a livello nazionale, ma per la Provin-cia di Brescia è questione urgente da risolvere. Nel bresciano, infatti, si concentra il maggior numero di im-prese di produzione e trasformazione

di alluminio e di produzione di acciaio da rottame, le più grandi in termini di capacità produttiva.

Metef, attento conoscitore del compar-to e sensibile alle esigenze di volta in volta manifestate dall’industria anche locale dei metalli, ha deciso di dare il proprio contributo alla questione, mettendo in mostra a partire dall’edi-zione 2008 le più attuali tecnologie per la produzione di energia da fonti alternative utilizzabili oggi dall’industria metallurgica.

Ancora di più quindi Brescia ed il Cen-tro Fiera del Garda saranno il punto di riferimento del sistema metallurgico globale, perché accanto ai temi specifici della manifestazione internazionale Me-tef-Foundeq - attrezzature e prodotti per l’alluminio e i metalli tecnologici, dall’estrusione alla fonderia, alle lavorazioni complementari ed alle applicazioni - avremo una edizione speciale di Metalriciclo.Anche gli eventi convegnistici e cul-turali saranno finalizzati a mettere in rilievo e a dare la massima visibilità agli aspetti socio-economici, normativi, legislativi ed ambientali del recupero e riciclo dei metalli.

Una scelta che ha trovato il pronto sostegno di istituzioni e aziende che

con Metef condividono l’attenzione ad un comparto che costituisce una delle colonne portanti dell’economia non solo locale. La Provincia di Brescia, recentemente protagonista e finanzia-trice di un importante progetto per lo sviluppo di pannelli fotovoltaici a film sottile, è da sempre sostenitrice della manifestazione e saluta con sod-disfazione la creazione, all’interno di Metef, di un’area dedicata all’Energia, così come ASMEA (Gruppo A2A, nato recentemente dalla fusione tra AEM ed ASM), che esporrà a Metef 2008.Il Gruppo A2A è proprietario del ter-movalorizzatore di Brescia, premiato nel 2006 come migliore al mondo dal Consiglio per la Ricerca e la Tecnologia della Termovalorizzazione del “Hearth Center” della Columbia University di New York.

La stessa Ubi-Banco di Brescia, sponsor storico della Fiera Metef-Foundeq, ha scelto di essere presente con un pro-prio stand all’interno dell’area Energia, ritenendola strategica per l’industria metallurgica.

L’inserimento eccezionale di un’area dedicata a recupero e riciclo dei metalli all’interno di Metef-Foundeq 2008, oltre a fare da ponte alla terza edizione della Manifestazione Metalri-ciclo, quella tradizionale e completa in programma dal 2 al 4 aprile 2009, con-ferma la strategia di Edimet spa, tesa a rappresentare la filiera metallurgica in forma sempre più completa e globale, evidenziando al massimo il tema del riciclo, una delle questioni che oggi catalizzano maggiormente l’attenzione degli operatori del sistema dei metalli, ma anche delle istituzioni, degli enti e delle associazioni.

Trasformo rifiuti e ottengo… com-bustibile sinteticoUna tecnologia rivoluzionaria presentata in prima assoluta a Metef-Foundeq 2008

È firmata dalla Vuzeta di Brescia

METEF: ENERGIA AMBIENTE RICICLOUn’area dedicata alle tecnologie per produzione di energia e riciclo dei metalli

Montichiari (BS) 9-12 aprile 2008

di Roberta BordigaUffi cio stampa Metef

21

(www.vuzeta.com) quella che si preannuncia essere l’invenzione del-le invenzioni in campo energetico. Alimentata con tutto quanto è classifi-cabile come rifiuto - plastica, car fluff, residui urbani, liquami, fanghi dei de-puratori, oli esausti e, comunque, tutti i prodotti che contengono carbonio ed idrogeno - attraverso il procedimento tecnico della ristrutturazione moleco-lare produce un combustibile sintetico, molto simile al gasolio, utilizzabile per il riscaldamento, per produrre energia o da usare come carburante per l’au-totrazione.

Il funzionamento è - almeno in sin-tesi - piuttosto semplice: i materiali di alimentazione vengono tritati fine-mente in particelle di meno di mezzo millimetro per aumentare al massimo la superficie del materiale, che poi passa in una sorta di centrifuga nella

Per informazioni: Edimet spavia Brescia, 117 - 25018 Montichiari (BS)Tel. +39 030 9981045 - fax +39 030 9981055www.metef.com - www.foundeq.com

quale viene aggiunto un catalizzatore industriale, che varia a seconda del rifiuto trattato.Portato il materiale a 350 °C di tempe-ratura, vari gas (carbonio, idrogeno, ossigeno, azoto e altri elementi) comin-ciano a separarsi ed a riorganizzarsi in uno schema tipico degli idrocarburi.Infine, attraverso una sorta di “colonna di rettifica” vengono selezionati i vari tipi di oli combustibili sintetici con potere calorifico fino a 10.500 Kcal inferiori.

Con una resa che varia a seconda del materiale di alimentazione (80-85% nel caso della plastica), la macchina pro-dotta dalla Vuzeta è oggi l’orgoglio di coraggiosi investitori bresciani che han-no scelto come presidente il Prof. Carlo Pelanda (www.carlopelanda.com) Docente di Politica ed Economia in-ternazionale all’Università della Georgia

(USA), specialista in strategie e scenari internazionali e autore di numerosi libri e pubblicazioni.L’ambizioso obiettivo di Vuzeta è infatti l’installazione nel 2008 di 6-7 macchi-nari di questo tipo in diversi settori, in modo da completare la fase di “espe-rienza sul campo”, per poi avviare nel 2009 la fase di produzione industriale vera e propria.

Il processo di funzionamento della macchina sarà in mostra a Metef-Foun-deq, dove la Vuzeta esporrà con un proprio stand nell’area Metalriciclo-Energia Ambiente e Riciclo.

“A Brescia - ha dichiarato infatti Carlo Pelanda - ho scoperto eccellenze tec-nologiche non comuni. E proprio qui potrebbe nascere, nel prossimo futuro, un polo dell’industria energetica di portata globale”.

Prof. Carlo Pelanda

22

ACCADUEO, Mostra internazionale de-dicata alle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque reflue, organiz-zata da Bologna Fiere, in collaborazione con Ferrara Fiere Congressi, si svolgerà dal 21 al 23 Maggio 2008 presso il Quartiere Fieristico di Ferrara.Alla sua IX edizione, ACCADUEO si conferma quale appuntamento internazionale irrinunciabile, sia per la rilevanza degli argomenti trattati - l’acqua è oggi il bene più prezioso dell’umanità e le tecnologie ad essa legate assumono un rilievo senza precedenti - sia per l’ampio panorama espositivo offerto dalle aziende presen-ti, fra le più importanti del mercato.

ACCADUEO 2008 è l’evento leader del settore per:• Unicità dell’offerta espositivaGrazie alla partecipazione delle più im-portanti aziende italiane ed estere, Enti ed Associazioni con una ricca proposta di novità espositive. L’appuntamento, unico nel panorama italiano, è in grado di offrire agli espositori e ai visitatori importanti occasioni di business e di garantire l’aggiornamento professionale agli operatori del settore acqua e gas.• Promozione del confronto co-mercialeUn ricco programma di promozione delle missioni commerciali straniere - realizzato in collaborazione con il Ministero delle At-tività Produttive e l’Istituto Nazionale per il Commercio Estero - favorisce il confronto delle aziende espositrici con rappresentanti di diversi governi internazionali e realtà commerciali operanti nelle aree geografi-che strategiche per il settore: l’Est europeo e il bacino del Mediterraneo. Libia, Libano, Tunisia, Algeria, Marocco, Egitto, Turchia, Siria, Giordania ed Emirati Arabi Uniti sono i paesi selezionati per un’analisi più ap-profondita delle opportunità di business, fornita agli espositori, attraverso pubblica-zioni e report specifici.• Convegni e seminari tecniciOrganizzati e proposti dalle principali istituzioni nazionali e associazioni di ca-

tegoria, gli appuntamenti di ACCADUEO consentono un confronto ed un proficuo scambio di opinioni funzionale alle esi-genze di informazione e aggiornamento professionale degli operatori del settore.

Partner strategico della Manifestazio-ne è Federutility, la Federazione che rappresenta e tutela gli interessi delle oltre 550 aziende di servizi pubblici locali dei settori idrico ed energetico a livello nazionale.La collaborazione di Federutility favo-risce il coinvolgimento dei grandi e piccoli gestori di reti che rappresentano i principali clienti dei prodotti e delle tec-nologie esposte ad ACCADUEO 2008.

Qual è il ruolo delle imprese aderenti a Federutility, che anche in quest’edi-zione figura tra i promotori della

manifestazione?A questa domanda ha risposto Mauro D’Ascenzi, Presidente aggiunto di Federutility: “I gestori dei servizi idri-ci svolgono un ruolo attivo in quanto operatori sul territorio e sulle infrastrut-ture a servizio di questo ed in quanto mediatori della domanda idrica dei cittadini/utenti, sui quali possono influi-re con l’educazione al consumo, con le tariffe, con l’applicazione delle norme per l’utilizzo della risorsa, ecc.”.

ACCADUEO: i numeriPochi numeri sono sufficienti a riassu-mere il successo della manifestazione che nel 2008 sta registrando oltre 250 Espositori e 7.300 mq. netti di su-perficie espositiva occupata.Nel 2006 la Manifestazione è stata visita-ta da 6.652 visitatori professionali.

MANIFESTAZIONE LEADER DEL SETTORE IDRICO

Ferrara, 21-23 Maggio 2008

ACCADUEOIn contemporanea CIACCAQUATTRO il Salone del Gas

di Marino CapelliResponsabile Fiere Area Costruzioni-Industria - BolognaFiere

23

ACCADUEO 2008 è oggi la Manifestazio-ne leader nel settore idrico e del gas in Italia, un evento che ricopre un sempre maggiore respiro internazionale e che presenta a espositori e visitatori professio-nali una vetrina unica delle novità, delle tecnologie e innovazioni del settore.

Le principali tematiche dei convegni:- Evoluzione del mercato e regolazione

dei servizi idrici- Aggiornamento su normativa di

settore e codice ambientale- Attuazione della Direttiva Quadro

sulle Acque (WFD)- Clima, siccità e risparmio della risorsa- Piani regionali, territoriali e di ambito- Cultura dell’acqua e comunicazione- Gestione delle Risorse idriche: acque-

dotti, fognature e depuratori- L’innovazione tecnologica- Dinamica degli investimenti- Regolazione tariffaria- Gestione dei fanghi- Perdite di rete

Il mercato e le opportunità nel settore idricoIl settore dei servizi idrici è stato inte-ressato, negli ultimi dieci anni, da una radicale ristrutturazione che interessa gli

Obiettivo investimento Motivazioni

A Criticità Ambientali e di Qualità della Risorsa Tutela dell’Ambiente e Salvaguardia della Salute

B Criticità della Qualità del Servizio Soddisfacimento dei bisogni dell’Utenza in termini quantitativi (estensione del servizio, dotazioni idriche, ecc.) e qualitativi (ad es. interruzioni del servizio)

C Criticità Gestionali Pianifi cazioni degli Approvvigionamenti e conseguimento obiettivi di effi cienza ed effi cacia

Per maggiori informazioni:Bologna FiereSegreteria organizzativa:P.zza Costituzione, 6 - 40128 BolognaTel. +39 051 282111 - fax +39 051 [email protected]

assetti di regolazione delle competenze e la gestione operativa dei servizi.Le opportunità di mercato sono legate alla necessità di un profondo ammoder-namento delle reti e degli impianti nel mutato quadro degli standard ambien-tali e del grado d’incertezza determinato dalle variazioni climatiche.Una fotografia aggiornata sui dati 2006 del servizio idrico in Italia è contenuta nella recente indagine svolta dal CRS-Proaqua nel “Blue Book”, attraverso l’analisi approfondita e dettagliata dei contenuti di 96 Piani d’Ambito che in-teressano circa 50 milioni di abitanti, distribuiti in circa 6.700 Comuni.Gli investimenti complessivi per i servizi (acquedotto, fognatura e depurazione) ammontano a 42 miliardi di euro, con un’estensione del dato a livello nazio-nale di oltre 61 miliardi di euro. Questo dato fornisce, indirettamente, il fabbi-sogno finanziario necessario al sistema industriale idrico per i prossimi trenta anni pianificato dagli Enti di Ambito ed è riferito all’intera filiera produttiva del servizio ovvero: approvvigionamento, potabilizzazione e distribuzione della risorsa e successiva raccolta e tratta-mento delle acque reflue.Gli investimenti sono generalmente riconducibili a tre macro-aree:

CIACCAQUATTROLa rassegna di riferimento del gasAnche nell’edizione 2008 di ACCADUEO, si terrà contemporaneamente CIAC-CAQUATTRO, il Salone del trasporto e della distribuzione del Gas, che costitui-sce un’opportunità per gli operatori del settore di allargare l’orizzonte all’intero panorama delle reti per il trasporto e la distribuzione dei fluidi.Un terzo dell’energia consumata in Italia è fornita dal gas naturale (in Europa l’in-cidenza è del 25% - dati 2004). Si tratta quindi di una delle fonti di energia più importanti con impieghi differenziati, tra cui la generazione di energia elet-trica, il riscaldamento degli ambienti e il carburante nell’autotrazione. L’elevata dipendenza dall’estero (nel 2004, pari all’84% del totale) impone a livello na-

zionale un dibattito sia a livello di grandi temi (ad esempio la liquefazione per il trasporto via mare) ma anche, a livello territoriale, delle tematiche connesse all’incentivazione della produzione di biogas. Ospitata nel quartiere fieristico di Ferrara, in contemporanea alla mani-festazione dedicata alle tecnologie per il trattamento e la distribuzione dell’acqua potabile e il trattamento delle acque re-flue, mette in vetrina le tecnologie delle reti di trasporto e distribuzione di gas.La rassegna punta a confermare e migliorare l’interesse suscitato nella precedente edizione.CIACCAQUATTRO dedica inoltre al gas un programma di incontri tecnici dedica-ti all’analisi delle problematiche tecniche e gestionali connesse all’esercizio di un sistema efficiente di reti canalizzate.

Settori Merceologici di ACCADUEO e CIACCAQUATTROTecnologie e ProdottiProgettazione Reti e ImpiantiImpianti antinquinamentoOpere di bonificaSchemi idriciTrattamento acque di scaricoImpianti, accessori e strumenti per misurazioni ed analisiImpianti di bonifica

Attrezzature per sistemi informatici e telematiciStudi di pianificazione territoriale e tutela ambientale.

25

AGENZIA PER LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE E PER I SERVIZI TECNICI

Inquinamento, consumi energetici e rifiuti le altre sofferenze.Positiva la situazione per acqua e biodiversità

di Micaela Conteriofoto di Paolo Moretti

Presentato l’Annuario dei Dati Ambientali 2007

TRASPORTI: LA MAGGIOR CRITICITÀ

Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio

Argomento scottante ormai da tempo, la questione della mobilità sostenibile vive di nuova notorietà, in seguito al-la luce dei riflettori puntati dall’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Am-biente e per i servizi Tecnici) nei giorni scorsi.L’occasione è stata fornita dalla pre-sentazione dell’Annuario dei Dati Ambientali 2007 il 18 dicembre scorso a Roma. L’elemento che emerge è scon-certante: l’Italia è seconda solo agli Stati Uniti in termini di numero di veicoli (autovetture e motocicli) pro-capite e detiene il record negativo di essere fra le prime anche in Europa per il tasso di motorizzazione.Il trasporto stradale privato è, infatti, aumentato del 29% dal 1990 al 2006, fissandosi sulla quota dell’81,2%; analogamente quello delle merci è aumentato del 30% dal 1990 al 2005. Il trasporto su strada sembra conti-nuare a rappresentare la modalità di trasporto merci preferita: ancora poco sfruttati sono il trasporto aereo (0,4%) quello via mare (16,1%) e quello su rotaie (9,9%).“È un dato che deve essere ridotto - ha affermato il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Alfonso Pecoraro Scanio - portando al tempo stesso in circolazione macchi-ne più efficienti. Per questo il governo ha già sostenuto sistemi come il car sharing e il car pooling, ma l’inten-zione è di aumentare anche le risorse destinate ai treni dei pendolari e alle ferrovie in generale, oltre che alle me-tropolitane”.Inconfutabili sono le ingenti ripercus-sioni di questo fattore in termini di sostenibilità ambientale, attestandosi come causa preminente delle emis-sioni in atmosfera, al punto che viene spontaneo domandarsi se, come e quando riusciremo a raggiungere gli obiettivi di Kyoto.“Dalle analisi effettuate - ha dichiarato il Commissario Straordinario dell’APAT, Giancarlo Viglione - emerge un Paese in cui non solo la qualità dell’aria non

migliora, ma i trasporti, fonte primaria di PM

10, continuano ad aumentare.

La seconda posizione, dopo gli USA, guadagnata dall’Italia nella classifi-ca mondiale dei Paesi con il numero più alto di veicoli per abitante, oltre a spiegare il perché della presenza di dati sull’aria così allarmanti, ci porta a riflettere. Da un’indagine voluta dal Ministro dell’Ambiente, è stato inoltre rilevato dall’Unione Petrolifera che nei 4 giorni di blocco dei tir, sono state ven-dute 230 mila tonnellate di combustibile liquido in meno con una diminuzione di 700 mila tonnellate di CO

2”.

“È facilmente intuibile - ha continuato Viglione - la necessità di proseguire, laddove necessario incentivare, gli in-terventi nel settore. L’APAT, infatti, ha stimato che riducendo il traffico dal 25 al 40% si avrebbe un abbattimento delle emissioni tra lo 0,6 e lo 0,9 milioni di tonnellate di Co

2”.

Il trasporto, pertanto, si conferma es-sere la causa primaria di inquinamento di PM

10, concorrendo con l’apporto del

43%, di cui il 27% provocato dal tra-sporto stradale. Qualcosa in tal senso è stato fatto: si sono, infatti, rincorsi dal 2003 al 2005, soprattutto al Nord, i provvedimenti in termini di mobilità sostenibile (16%), adozione di mezzi di trasporto a basso impatto ambien-tale privato (15%) e pubblico (14%) e limitazione del traffico (14%).Ma questo evidentemente non è suffi-ciente, soprattutto in termini di qualità dell’aria.Intervenire rapidamente e prontamente deve essere un obbligo morale e un impegno politico, anche perché, stime alla mano, il limite di giorni/anno fissati secondo legge per il PM

10 (50 µg/m3

per non più di 35 giorni/anno) viene ancora oltrepassato, nonostante i reite-rati moniti. Nel 2006, infatti, in alcune città - la situazione si presenta partico-larmente critica nel Nord - già entro la prima metà di Febbraio il limite era già oltrepassato. Cambiando inquinante la situazione non è migliorata: durante il periodo estivo 2007, il 93% delle stazio-

26

Il Ministro Alfonso Pecoraro Scanio premia la Presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso

ni di monitoraggio dell’ozono hanno superato l’obiettivo a lungo termine. Il Nord Italia conferma il suo negativo palmarès.I dati dell’APAT ribadiscono, infatti, che dal 1990 al 2005 le emissioni non solo non sono diminuite, bensì sono aumentate complessivamente di 62,70 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (Mt CO

2eq.), pari al 12,1%,

oltrepassando il limite fissato a Kyoto di circa 96 milioni di tonnellate, classificando l’Italia al 9° posto nella graduatoria dei Paesi con i maggiori livelli di emissioni.Nel 2006 però il trend ha subìto una lieve inversione: seppur ancora prov-visorio il dato riscontrato segnala una riduzione pari all’1,5%. Ma, come se la situazione non fosse già sufficientemen-te grave, in termini di inquinamento atmosferico, i trasporti incidono no-tevolmente anche su quello acustico, dovuto al traffico stradale, ferroviario e aereo. La responsabilità maggiore per il rumore spetta alle attività commerciali e di servizio (38%), seguono poi le atti-

vità produttive (26%), i cantieri (11%) e le infrastrutture stradali (10%).Negativa anche la situazione dei rifiu-ti: dal 1997 al 2004, la produzione è cresciuta del 60%, passando da 87,5 mi-lioni di tonnellate a circa 140 milioni di tonnellate, con un incremento del tasso medio annuo del 7%. Il picco è stato raggiunto tra il 2003 e il 2005 con l’in-cremento del 5,5%, per una produzione totale di circa 31,7 milioni di tonnellate, marcatamente superiore a quello del triennio 2001-2003 (+2,1%).È il Centro Italia che, in questo caso, si aggiudica il non invidiabile primato (quasi +9%), seguito dal Nord (+4,6%) e dal Sud (circa +4,4%).Deludente la raccolta differenziata, che non solo non è riuscita a centrare l’obiettivo fissato per il 2003 del 35%, ma anche si arresta al 24,3% della produzione totale dei rifiuti urbani nel 2005. Il Nord questa volta centra l’obiettivo (con un tasso del 38,1%) che rimane decisamente lontano per il Centro (19,4%) e il Sud (8,7%).

I dati ambientali che si riferiscono ai consumi energetici non sono di alcun conforto: anche in questo caso si è verificato un aumento tra il 2002 e il 2006 (+0,7%) nei settori terziario e residenziale, attestandosi, dopo un andamento alterno, su consumo finale di 44,4 Mtep.In base alle stime (2004), la regione che consuma di più è la Lombardia con il 19,3%, seguita da Emilia Romagna, Pie-monte, Veneto, Lazio, Puglia, Toscana, Sicilia e Campania con valori compresi fra il 5% e il 10%. Da sole queste 9 regioni consumano, quindi, circa l’80% del totale nazionale.Continuando a parlare di consumi, quelli dell’acqua sono stati stazio-nari: agricoltura (48%) e industria (19%) hanno rappresentato i settori di maggior impiego, mentre invariato è risultato il consumo domestico nel 2006 (+0,1%), toccando i 69,4 m3/a per abitante, dato decisamente infe-riore a quello del 2000 (75,3 m3/a). La diminuzione dei consumi deve essere ricercata anche in una serie di azioni di tutela delle acque, quali i Programmi di miglioramento per il recupero dei siti non idonei alla balneazione o l’ade-guamento delle reti fognarie e degli impianti di trattamento.Per quanto riguarda la qualità delle acque la situazione rilevata lascia ben sperare: in particolare nel 2006, lo stato ecologico dei nostri corsi d’acqua nel 43% dei siti osservati è stato classifica-to fra “buono” (38%) e “ottimo” (5%), quello dei nostri laghi nel 74% dei casi monitorati in 14 regioni, è stato valu-tato da “sufficiente” a “ottimo”, con un miglioramento del 4% rispetto al 2005. Sempre nel 2006 è stato riscontrato che in 9 regioni e una provincia autonoma l’esame dello Stato Chimico delle Ac-que Sotterranee (SCAS) si è rivelato nel 48% dei siti di prelievo generalmente buono.Quindi, se è vero che la situazione dei trasporti, della qualità dell’aria, dei rifiuti e dei consumi vede l’Italia protagonista in negativo, dobbiamo

27

rilevare che le acque e, soprattutto, la biodiversità forniscono un’occasione di riscatto. Non solo. Il nostro territorio ha la peculiarità di ospitare la metà delle specie vegetali presenti in Europa e un terzo di quelle animali (pari a ben 57.000 specie differenti), connotandoci fra i Paesi più ricchi a livello europeo. In particolare il coefficiente di boscosità presenta un trend in crescita, grazie alle attività di forestazione e di espan-sione naturale del bosco (6.858.979 ettari nel 2005). Purtroppo a macchiare questa performance sono intervenuti gli incendi boschivi, che solo nel 2007 hanno mandato in fumo 110 mila ettari di territorio di cui circa 54.000 bosca-ti. Ulteriore contributo è dato dalle aree agricole, che interessano il 44% del territorio nazionale, di cui il 21% offre un ampio patrimonio, in termini di biodiversità e connessione tra gli spazi naturali, che rischia, comunque, una riduzione. È il caso dei Vertebrati (dal 47,5% al 68,4% delle specie), dei Pesci d’acqua dolce, degli Anfibi e dei Rettili, ma anche delle piante superio-ri (15%) e di quelle inferiori (40%), a seguito dell’impatto antropico e della crescente richiesta di risorse naturali e di servizi ecosistemici.Questa è la fotografia dell’Italia ad oggi, quale emerge dall’Annuario.Quest’anno, per la prima volta, è stato assegnato un premio per la Regione che ha attuato politiche e azioni mag-giormente rispettose dell’ambiente.Per il 2007 le buone pratiche vertevano sulla qualità dell’aria.Elementi preferenziali sono stati: l’attivazione e l’implementazione di provvedimenti per risanare la qualità dell’aria; nonché, la tempestiva trasmis-sione dei dati all’Agenzia Europea; gli adempimenti legislativi relativi al-l’ozono; l’adozione dello strumento volontario Ozonoweb; la trasmissione all’APAT dei questionari sulla qualità dell’aria 2005 e 2006.La Regione vincitrice è risultata il Piemonte.“Le regole stabilite dalla Regione Pie-

monte - ha dichiarato la Presidente della Regione, Mercedes Bresso - hanno consentito un’ingente riduzione delle emissioni: tra le altre la rottamazione senza sostituzione delle automobili di vecchio modello, con incentivi econo-mici che evitano la crescita del parco auto, favoriscono l’allargamento delle ZTL (Zone a Traffico Limitato) e il rinnovo dei mezzi pubblici, con la con-segna imminente di 63 nuovi autobus a gas, nonché gli sconti del 33% degli abbonamenti per lavoratori e studenti universitari”.“Nonostante questi risultati - ha conclu-so la Presidente - bisogna fare molto di più per raggiungere gli obiettivi di Kyoto e Bali, che ad oggi per l’Italia sono ancora un mito, e avvicinarsi concretamente ai risultati da essi previsti”.La Regione Piemonte, quindi, in col-laborazione con APAT, ICR (Istituto Centrale del Restauro) e ARPA Pie-

monte, coordinerà un’analisi volta al controllo dell’inquinamento atmosferico sul patrimonio storico-architettonico di Torino.Alla conculsione della presentazione dell’Annuario il Commissario straor-dinario Viglione ha dichiarato che l’attenzione maggiore dell’Agenzia sarà rivolta all’attività di controllo: “I controlli sono fondamentali. Questi ultimi, insieme alla comunicazione ambientale, rappresentano una delle missioni fondamentali dell’APAT e proprio recentemente è stato firmato il decreto che istituisce gli “Ispettori Ambientali”, figura che permetterà al-l’Agenzia di entrare nel vivo delle sue competenze”.L’Annuario con la sua nuova configu-razione (la versione completa verrà realizzata con cadenza annuale solo nel formato elettronico, diversamente dalla cartacea con cadenza triennale) è stato presentato attraverso un agile volume dal titolo “Tematiche in primo piano” e un Vademecum tascabile.Tale scelta (la produzione di diversi formati e pubblicazioni concernenti i medesimi dati) nasce per rispondere all’esigenza di sempre maggiori e crescenti condivisione, divulgazione e fruizione dei dati ambientali.Erano presenti, tra gli altri, Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati e Tommaso Sodano, Presidente della Commissione Ambiente del Senato.

Il Commissario Straordinario dell’APAT Giancarlo Viglione

2828

Sul sito del Governo italiano, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha così sintetizzato i provvedimenti di carattere ambientale previsti dalla Finanzia-ria 2008: “Ambiente, 10 buone notizie”. Segue, poi, l’elenco in dettaglio delle misure:

1) Applicazione del Protocollo di Kyoto La Finanziaria 2008 rinnova l’impegno del Governo

sul versante ambientale confermando lo stanziamento di 600 milioni di euro.

2) Interventi pubblici sottoposti a vincoli di compati-bilità ambientale

La finanziaria prevede che gli interventi pubblici futuri (edilizia, trasporti, ecc.), almeno nella misura del 40%, debbano essere accompagnati da una certificazione relativa alla riduzione delle emissioni di gas serra.

3) 1.000 nuove aree verdi nelle città La Finanziaria contrasta la produzione di CO

2 in modo

nuovo. Grazie alla creazione del Fondo per nuovi parchi urbani, cui andranno 150 milioni di euro nei prossimi tre anni, nasceranno 1000 nuove aree verdi nelle città. Si tratta di veri e propri polmoni verdi in grado di assor-bire 16.000 t di CO

2, pareggiando di fatto le emissioni

di 10.000 auto.

4) Oltre 100 milioni di euro per le riserve naturali del nostro Paese

La Finanziaria provvede allo sblocco dei fondi per le aree protette fermi presso il Ministero dell’Economia: un beneficio di oltre 100 milioni di euro per il patrimonio ambientale e paesaggistico del nostro Paese.

5) Contributo straordinario di 20 milioni di euro per la difesa del mare

La difesa del mare è un capitolo importante degli inve-stimenti di tutela ambientale. La finanziaria del 2008 stanzia a questo proposito un contributo straordinario di 20 milioni di euro.

6) Lo stanziamento annuale per il Comando Carabi-nieri Tutela Ambientale viene incrementato di 3 milioni di euro

7) 530 milioni di euro per combattere il dissesto idro-geologico

Il governo si impegna combattere il dissesto idrogeologico attraverso la predisposizione di un piano articolato di prevenzione, controllo e intervento. Lo stanziamento previsto è di 530 milioni di euro.

8) Le fonti rinnovabili godranno di un capitolo spe-cifico di nuove azioni

9) Viene confermata, intanto, la detrazione del 55% per chi sceglie di ristrutturare le abitazioni secondo criteri di ecoefficienza

Per tutelare l’ambiente, per consentire ai cittadini di conseguire risparmi tangibili in bolletta e allo stesso tem-po di pagare meno tasse, sono previsti sgravi del 55% fino a un massimo di 60.000 euro sulle spese sostenute per cambiare gli infissi e isolare le pareti (allo scopo di ridurre le dispersioni termiche) e per installare pannelli solari (allo scopo di riscaldare l’acqua).

10) Forti investimenti per la mobilità sostenibile con una previsione di ben 1.000 nuovi treni pendolari

La Finanziaria 2008 prevede nel complesso l’investimento di 665 milioni di euro per i pendolari e la realizzazione di 1.000 nuovi treni. Dei fondi a disposizione, 220 mi-lioni di euro saranno gestiti direttamente dalle Regioni, mentre € 280 milioni saranno impiegati per l’acquisto di nuovi autobus o per il miglioramento delle metro. Inoltre, gli abbonati al servizio di trasporto pendolare (autobus treni, metropolitane) potranno detrarre dalle tasse il costo degli abbonamenti nella misura del 19% della spesa. I restanti 65 milioni di euro andranno a sostegno delle ferrovie locali del Mezzogiorno.

(Gli investimenti per i 1.000 treni per i pendolari sembrano esser stati sottratti, all’ultimo momento, per dare sussidi agli autotrasportatori che stavano mettendo in grosse difficoltà l’Italia intera, con il blocco dei rifornimenti alla vigilia delle festività).Si tratta nel complesso di misure che, seppur positive, non incidono come sarebbe necessario per far fronte alle emer-genze ambientali che si prospettano nei prossimi decenni e, soprattutto, agli impegni che ci derivano dall’appartenenza all’Unione Europea e dalla sottoscrizione del Protocollo di Kyoto. Per rendersi conto di come lo stanziamento di 200 milioni di euro l’anno per l’applicazione del Protocollo di Kyoto sia del tutto inadeguato per lo scopo, è sufficiente collegarsi al sito internet del Kyoto Club. Qui è possibile visualizzare in tempo reale, tramite il calcolatore presente nella home page, il debito che l’Italia sta accumulando per aver sottovalutato quel che gli derivava dagli impegni sot-toscritti. Con gli attuali trend di oltre 5 milioni di euro al giorno alla fine del 2008 si raggiungeranno i 2 miliardi di euro, cifra non molto inferiore a quella inserita nel DPEF che ha quantificato in 12,5 miliardi i costi per il periodo 2008-2012 dovuti al mancato raggiungimento degli obiettivi se nel frattempo non vengono intraprese adeguate misure.Non potranno assolvere a questo compito, anche se me-

ALCUNE “BUONE” NOTIZIE PER L’AMBIENTE,PERMANGONO COMUNQUE QUELLE “CATTIVE”

SPECIALE FINANZIARIA 2008 PER L’AMBIENTE

Perplessità anche dal “Mille proroghe”

2929

ritori sul piano della sensibilizzazione e comunicazione, provvedimenti quali la creazione delle “aree verdi” nelle città dove è peggiore la qualità dell’aria o la costituzione del Fondo “Un centesimo per il Clima”, con il versamento volontario di 1 cent. di euro per ogni litro di carburante acquistato alla pompa e per ogni 6 kW/h di energia elettri-ca consumata. Mancano, cioè, provvedimenti strutturali e lungimiranti strategie “ambientalmente sostenibili”, come si dichiara con termini abusati, che poi vengono sostituite da improrogabili e contingenti situazioni emergenziali. Certo, la scelta di approntare una Finanziaria “leggera” non permet-teva di andare oltre la riproposizione di alcuni interventi, già contenuti nella Finanziaria 2007, che in qualche caso, meritoriamente, sono stati rafforzati (efficienza energetica in edilizia, pacchetto fonti rinnovabili, ecc.).Si lamenta, viceversa, che sono rimaste (magari nel cosid-detto Decreto “Mille Proroghe” di minor impatto mediatico, ma di forte impatto ambientale) tutte quelle misure che, introdotte o prorogate nelle precedenti Finanziarie e nei conseguenti “Mille proroghe”, costituiscono di fatto “Cattive Notizie per l’Ambiente”.Ne abbiamo prescelte 10, tante quante sono quelle “buone”:1) Utilizzazione da parte dei Comuni degli oneri di

urbanizzazione per le spese correnti Questa possibilità introdotta nel 2001 (prima erano vin-

colati) sta producendo effetti devastanti sul territorio che l’ISTAT ha attestato in un consumo annuo di 244 mila ettari di suolo all’anno, i 2/3 dei quali SAU (Superficie Agricola Utile). I Comuni con le casse esangui hanno colto questa opportunità e hanno lasciato campo ad una proliferazione edilizia i cui ritmi hanno superato quelli della ricostruzione degli anni ’50-’60, e gli atti pianifica-tori degli Enti sono orientati verso una ulteriore acritica espansione dell’edificato. Quando la “bolla immobilia-re” si sgonfierà, potremmo “improvvisamente” scoprire di aver consumato, colpevolmente, oltre gli “interessi”, anche il “capitale” naturale.

2) Investimenti per le infrastrutture Sono di circa 4 miliardi di euro (il 25% in più rispetto

al 2007) le somme impegnate per grandi opere, passanti e autostrade. Si continua a privilegiare il trasporto su gomma, nonostante il primato europeo (Lussemburgo escluso) e il 2° posto a livello mondiale (dopo gli USA) che l’Italia detiene per numero di autoveicoli rispetto alla popolazione. Ad ogni anno che passa le nostre città sforano sempre prima il limite di 35 giorni consentiti di superamento del livello di PM10 e la qualità dell’aria che respiriamo continua a peggiorare.

3) Conferimento in discarica di rifiuti indifferenziati Avevamo già recepito con grave ritardo (D. Lgs. 13 gen-

naio 2003, n. 36) l’attuazione della Direttiva europea 1999/31/CE relativa alle discariche nelle quali non po-tevano esser più conferiti rifiuti se non precedentemente trattati, tanto che la Commissione UE aveva intrapreso procedure di infrazione. Comunque si era stabilito che le discariche avrebbero potuto continuare a ricevere ri-fiuti per le quali erano state autorizzate fino al 16 luglio 2005. Poi, di Finanziaria in Finanziaria, il termine si è allungato all’attuale 31 dicembre 2008.

4) Mantenimento della TARSU (Tassa sui Rifiuti Solidi Ur-bani) in luogo della TIA (Tariffa Igiene Ambientale)

Il passaggio dalla TARSU alla TIA doveva avvenire, inizialmente per alcuni Comuni e via via per tutti gli altri, in base a certi parametri, dal 1° gennaio 1999, in ossequio al principio europeo “pay as you throw”. Anche qui, di Finanziaria in Finanziaria, è stato permesso ai Comuni di non introdurre una tariffazione puntuale. Ma come è pensabile di poter raggiungere gli obiettivi prefissati di raccolta differenziata senza un coinvolgi-mento interessato dei cittadini che vedono incentivate le buone pratiche attraverso meccanismi premiali sulla “bolletta” dei rifiuti? Non è casuale che i Consorzi e i Comuni che hanno raggiunto i più alti indici di raccolta differenziata sono quelli nei quali è stato introdotta una tariffa che tiene conto dei quantitativi di RSU conferiti dai cittadini.

5) Possibilità di usufruire degli incentivi ad impianti che producono energia da fonti non rinnovabili

Dopo le controversie insorte sulla questione lo scorso anno si pensava che ci sarebbe stata finalmente chiarezza. Così non è. Se un comma (ma non era stata stigmatizzata da alte cariche istituzionali questa prassi di legiferare per commi più che per articoli?) prevede che gli incentivi, i certificati verdi per intenderci, previsti per la produzione di energie rinnovabili, siano concessi agli impianti rea-lizzati ed operativi, il Ministero dello Sviluppo Economico, in deroga, potrà riconoscere il diritto agli incentivi a quelli autorizzati, ma non ancora in esercizio. Ma tra i vari commi, un altro consente l’incentivazione, seppur parziale, ad impianti che utilizzino altre fonti. Il Mini-stero dello Sviluppo Economico, di concerto con quello dell’Ambiente, stabilirà l’entità della quota di energia rinnovabile. Secondo certe modalità verrà concesso l’incentivo anche agli impianti che utilizzano CDR?

6) Incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni e rottamazione di veicoli usati

Quando sembrava che questa misura non sarebbe stata riproposta, in considerazione degli scarsi risultati con-seguiti sul fronte dell’inquinamento atmosferico, i dati relativi alle vendite di auto nell’ultimo trimestre sono stati sufficienti a far cambiare opinione. Se favorire il cambio di auto con una meno inquinante è senza dubbio misura da incentivare, quando l’operazione si riduce a mera sollecitazione a cambiare l’auto per mantenere elevata la vendita, difficilmente i dichia-rati obiettivi saranno raggiunti. Se si tengono conto, poi, delle emissioni prodotte per la costruzione di una nuova auto, il bilancio energetico e di inquinamento atmosferico sarebbe certamente negativo. In circola-zione ci sono sempre più auto di grossa cilindrata che non quelle di medio-piccole dimensioni. La Francia si è mossa diversamente: con la cosiddetta “ecopastille” è aumentata di molto la tassazione fiscale per le auto di grossa cilindrata ed è diminuita notevolmente quella per le piccole cilindrate. Siamo poi sicuri che queste operazioni permettono una circolazione ridotta di au-to inquinanti o quando saranno concluse le indagini sull’operazione “Circe”, relativa all’esportazione illecita di auto rottamate, scopriremo che le stesse continuano

30

a circolare sulle strade europee con targhe bulgare e romene?

7) Gestione RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche

ed Elettroniche) Si pensava che finalmente, seppur forzosamente (il Decreto

che istituisce il Registro Nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei RAEE è sta-to pubblicato sulla G.U. del 5 novembre 2007 e la fase transitoria è stata fatta iniziare dal 1° settembre), anche in Italia, ultima in Europa (le Direttive al riguardo sono del 2002 e 2003), potesse aver inizio la gestione delle ap-parecchiature elettriche ed elettroniche. Invece, il “Mille Proroghe” fa slittare al 31.12.2008 l’obbligo di ritiro da parte dei distributori e di finanziamento delle operazioni di recupero degli AEE in commercio dopo il 13 agosto 2005 da parte dei produttori. Le modalità di raccolta e trasporto dei RAEE ritirati nei Centri di raccolta saranno definite previo Decreto del Ministero dell’Ambiente da emanarsi entro il mese di febbraio 2008. Insomma, continueremo a vedere ancora per qualche mese le carcasse di frigoriferi, televisori, computer gettati nelle scarpate o abbandonati accanto ai cassonetti dei rifiuti?

8) Proroga della Commissione di studio sulla subsi-denza

Il D. L. 29 marzo 1995, n. 96 aveva previsto che il Mi-nistero dell’Ambiente, di intesa con la Regione Veneto, sottoponesse ad una specifi ca valutazione di contabili-tà ambientale i progetti e le attività di coltivazione dei giacimenti di idrocarburi liquidi e gassosi nel sottosuolo del tratto di mare compreso tra il parallelo passante per la foce del Tagliamento e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fi ume Po, al fi ne di valutare l’incidenza di tali attività sui fenomeni di subsidenza.

Una Commissione di Esperti è stata preposta per valutare se lo sfruttamento in mare degli idrocarburi fosse priva di conseguenze sul territorio veneto- polesano, vista anche la fragilità idraulica di quell’area che aveva già subito gli effetti delle estrazioni metanifere nel delta del Po.

Seppure la Commissione non sia stata in grado di defi -nire con certezza l’assenza di conseguenze negative, le sue conclusioni hanno, tuttavia, impedito al Progetto di coltivazione dell’Alto Adriatico di prendere corpo.

Come interpretare allora questa proroga fi no al 30 set-tembre 2008?

Deve essere intesa come un ultimatum alla Commissione affi nché si esprima in maniera categorica entro quella data o come un via libera, dopo quel termine, alle tri-vellazioni?

9) Proroga dei termini per la copertura dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti in Campania

Il D. L. n. 61/2007 (uno dei tanti decreti emergenziali) imponeva ai Comuni campani di provvedere immedia-tamente all’adozione di iniziative urgenti per assicurare che, a decorrere dal 1° gennaio 2008 e per un periodo di 5 anni la tassa rifiuti coprisse i costi del servizio, pena lo scioglimento dei Consigli Comunali. Se si è giunti al differimento del 31 dicembre 2008 o quella norma non è attuabile o non si vuole sciogliere i consigli. Non c’è bi-

sogno di commentare i disastri ambientali che provocano questi continui differimenti, visto lo spazio che i media hanno dato alla gestione dei rifiuti in Campania.

10) Proroga emissioni impianti Le norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione

delle emissioni in atmosfera, la Direttiva 96/61/CE, aveva stabilito che un impianto nuovo o uno con modifiche sostanziali non potesse funzionare senza Autorizzazione, per ottenere la quale erano necessarie prescrizioni e limiti per l’emissione, mentre per quelli già esistenti era previsto un riesame al momento del rinnovo dell’autorizzazione. Tale Direttiva è stata recepita integralmente con grave ritardo dal D. Lgs n. 59/2005, con il quale si fissava al 30 ottobre 2007 il termine entro il quale le Autorità com-petenti (Stato-Ministero e Regioni-Province autonome, secondo le tipologie degli impianti) avrebbero dovuto rila-sciare le Autorizzazioni con le relative prescrizioni. Alla data fatidica, non risultava esser stato concluso alcun procedimento pendente (20% di competenza ministeriale, 80% regionale). Così, il 30 ottobre 2007 viene emanato il Decreto Legge n. 180 con cui si spostava al 31 marzo 2008 il termine entro il quale doveva essere esperito il procedimento autorizzatorio, cosicché gli impianti pos-sano continuare a funzionare senza interruzioni fino a quella data ed eventuali ulteriore richieste possano essere formulate dai gestori entro il 31 gennaio 2008. La Legge n. 243/2007 di conversione del decreto, ha modificato, poi, l’Art. 281, comma 2° del D. Lgs. n. 152/2006, che per gli impianti in esercizio alla data di entrata in vigore del decreto stesso, la domanda di autorizzazione avreb-be dovuto essere inoltrata almeno 18 mesi prima della scadenza del termine di adeguamento (entro tre anni dalla data di entrata in vigore del decreto), spostando la data a soli 6 mesi. Poi, dopo 10 giorni, il Decreto “Mille Proroghe” ha provveduto a fissare tale scadenza entro cinque anni dall’entrata in vigore del D. Lgs. n. 152.

C’è da osservare, inoltre, che il procedimento di Autoriz-zazione Integrata Ambientale rientra tra i casi in cui la Direttiva 2003/35/CE sull’Informazione Ambientale, che recepisce la Convenzione di Aarhus, prevede la parteci-pazione e le eventuali osservazioni del pubblico.

Ci scusiamo se abbiamo omesso qualche passaggio di que-sto complicata vicenda che sembra esser stata congegnata per renderla inestricabile, ma concedeteci di formulare una domanda: è così manifestatamente incapace la pub-blica amministrazione ad assolvere le proprie incombenze o sono i gestori degli impianti a far pressione per allungare i tempi perché insicuri di poter ottemperare, senza inve-stimenti per gli adeguamenti, alle eventuali prescrizioni ovvero che i cittadini non debbano conoscere le quantità e le caratteristiche delle emissioni?

Passiamo, quindi, all’analisi sintetica di quelle parti di carat-tere ambientale della Finanziaria 2008, proposte nell’Inserto, seppur non esaustive, alcune delle quali (Class action, Conto Energia, Fonti rinnovabili, Risparmio ed efficienza energeti-ca) meritano attenzione per le novità che introducono.

Acque e difesa suoloPiano irriguo nazionaleAnche per il 2008 vengono stanziati € 5 milioni per il piano

31

irriguo nazionale già previsto dalla Legge Finanziaria del 2007.Piani strategici nazionali per la mitigazione del rischio idrogeologicoIl Ministero dell’Ambiente adotta piani strategici per la mi-tigazione del rischio idrogeologico e per favorire forme di adattamento dei territori, da attuare d’intesa con le Autorità di bacino territorialmente competenti, con le Regioni e a con gli Enti locali interessati, tenuto conto dei Piani di bacino.Monitoraggio del rischio sismico Sono stanziati € 1,5 milioni per ciascun anno del trien-nio 2008-2010 per le attività di monitoraggio del rischio sismico.Riqualificazione della Regione fluviale del PoViene autorizzata per 3 anni la spesa di € 500.000 per gli interventi finalizzati all’aumento della sicurezza idraulica ed idrogeologica, alla riqualificazione ambientale e alla esten-sione delle reti ecologiche, alla tutela delle risorse idriche, al recupero ed alla tutela dei beni culturali, architettonici ed archeologici. Gli interventi dovranno essere programmati dall’Autorità di bacino distrettuale.Piano di difesaIl Ministro dell’Ambiente definisce e attiva un programma di interventi di difesa del suolo nei piccoli comuni e nelle co-munità montane e di manutenzione del reticolato idrografico minore, privilegiando la realizzazione di opere tradizionali e a basso impatto ambientale.A decorrere dal 2008 viene istituito il Fondo per la ristruttu-razione e l’ammodernamento della rete idrica sul territorio nazionale, le cui modalità di funzionamento e di erogazione delle risorse saranno determinate con successivo Decreto ministeriale. La dotazione prevista per il 2008 è di € 30 milioni.

Agricoltura e foresteProduzione bieticola-saccariferaÈ finanziato, per l’importo di € 50 milioni, il Fondo per la razionalizzazione e la riconversione della produzione di bieticola-saccarifera. Al medesimo fondo andranno riasse-gnate, nel corso del 2008, le disponibilità già destinate al Fondo per le crisi del mercato agricolo.ApicolturaSono stanziati € 2 milioni.Osservatorio prezzi agro-alimentariL’osservatorio del Ministero delle politiche agricole, alimen-tari e forestali verifica la trasparenza dei prezzi dei prodotti alimentari con particolare attenzione a quelli al dettaglio.I dati aggregati sono quindi resi pubblici sul sito Internet del Ministero e attraverso la stipula di convenzioni gratuite con testate giornalistiche, emittenti radiotelevisive e gestori del servizio di telefonia.L’eventuale andamento anomalo dei prezzi, così rivelati, darà luogo all’intervento dell’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari del Mi-nistero politiche agricole, alimentari e forestali. Il Ministro riferisce quindi al Presidente del Consiglio degli esiti di tale intervento, suggerendo le misure correttive dei fenomeni di andamento anomalo nelle filiere agroalimentari.È prevista infine localizzazione di panieri di prodotti alimen-tari di generale e largo consumo, con l’attivazione di forme di comunicazione al pubblico degli esercizi commerciali ove tali panieri sono disponibili, e con l’indicazione degli

esercizi meritevoli in ragione dei prezzi praticatiOrganismi Geneticamente ModificatiÈ istituito il Fondo per la promozione di azioni positive in favore di filiere attive e esenti da contaminazioni da OGM, con una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro per il 2008, finalizzato alla diffusione, a livello internazionale, del modello italiano di partecipazione informata del pubblico ai processi decisionali sull’emissione deliberata di OGM, nonché all’avvio di azioni strutturali che favoriscano le filiere produttive agricole e esenti da contaminazioni OGM.Gruppi di acquisto solidaleNon vengono considerate commerciali le attività svolte dai G.A.S. definiti come soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con finalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità ambientale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita.Fondo per la riforestazione delle aree verdiViene istituito presso il Ministero dell’ambiente un Fondo di 50 milioni all’anno per tre anni per la forestazione e la riforestazione al fine di ridurre i livelli di anidride carbonica e per la realizzazione di aree verdi urbane e periurbane.

APAT e ARPAL’APAT è autorizzata a bandire concorsi, per titoli ed esami, e a procedere all’assunzione di personale a tempo indeter-minato nei limiti della dotazione organica di cui al decreto del direttore generale n. 122 del 2005.Fino al 31 dicembre del 2008, continua ad avvalersi del per-sonale assunto alla data del 28 settembre 2007, con contratto a tempo determinato o con contratti di collaborazione.

Le Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente, a decorrere dal 1° gennaio 2008 potranno procedere, nei limiti dei posti disponibili in organico, alla stabilizzazione del personale non dirigenziale in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 1 comma 519 della Finanziaria 2007 (dipendenti a tempo determinato in servizio da almeno tre anni, assunti tramite procedure selettive di natura concorsuale).

Aree protette e parchi.Istituzione nuove aree marine protettePer il 2008 vengono stanziati 5 milioni di euro.Incremento organici Enti parcoGli Enti parco nazionale che hanno provveduto alla ride-terminazione della propria dotazione organica dotazione organica ai sensi dell’articolo 1 comma 93 della Legge Finan-ziaria 2005, possono incrementare le piante organiche entro il limite massimo di 120 unità (limite riferito il complesso degli enti parco).Composizione Commissioni di riserva marinaViene ridotta da 11 a 7 la composizione della Commissione di riserva marina di cui all’articolo 28 comma 3 della Legge 979/1982 (il cui compito è quello di affiancare la Capitaneria e l’Ente delegato della gestione riserva marina, formulando proposte e suggerimenti per tutto quanto attiene al funzio-namento della riserva medesima).Gestione aree naturaliIl Ministero delle politiche agricole viene autorizzato ad uti-lizzare risorse del Fondo per le crisi di mercato, nei limiti di

32

2 milioni di euro, per la gestione delle aree naturali protette attraverso l’impiego del personale operaio forestale assunto a tempo determinato.

Beni culturaliRestauro di immobiliSono stanziati € 10 milioni all’anno a partire dal 2008 per la stipula di contratti in favore dei titolari di edifici situati nei centri storici di comuni con popolazione inferiore a 100.000 abitanti per il restauro e il ripristino funzionale e per con-tratti di mutuo in favore degli enti locali per il recupero e la conservazione dei edifici riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.Salvaguardia di VeneziaViene stanziato un contributo di € 4 milioni per 5 anni, avente la finalità di cui alla legge 139/1992, recante “Inter-venti per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna”.Interventi del Ministero per i beni e le attività culturaliGli interventi relativi ai programmi approvati dal Ministero per i beni e attività culturali per i quali non risultino avviate le procedure di gara ovvero definiti gli affidamenti entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione, sono riprogrammati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali.Patrimonio storico della prima guerra mondialeA decorrere dal 2008 per le iniziative di tutela del patrimo-nio storico della prima guerra mondiale viene stabilito un incremento di € 100.000.Siti archeologici UNESCO in SiciliaViene assegnato uno stanziamento di un milione di euro all’anno per il piano triennale di manutenzione straordinaria dei parchi archeologici siciliani inseriti nella lista del patri-monio mondiale dell’UNESCO che dovrà essere predisposto dalla Regione siciliana entro tre mesi dall’entrata in vigore della Finanziaria.Demolizione di immobili e infrastrutture che determinano dan-no al paesaggio in siti UNESCO Vengono stanziati € 15 milioni all’anno per 3 per la demolizione di immobili e infrastrutture la cui realizzazione ha prodotto un danno al paesaggio in aree di particolare valenza culturale, paesaggistica e naturale, incluse in siti italiani UNESCO, nonché per il risanamento e ripristino dei luoghi. Le regioni possono concorrere con risorse proprie al finanziamento degli stessi interventi.

BonificheAmiantoViene istituito un Fondo per le vittime dell’amianto il cui finanziamento è per 1/4 a carico delle imprese (addizionale sui premi assicurativi relativi ai settori delle attività lavorative comportanti esposizione all’amianto) e per 3/4 a carico del bilancio dello Stato.Il Fondo è finalizzato alla erogazione una prestazione eco-nomica in favore delle vittime che hanno contratto patologie asbesto-correlate per esposizione all’amianto e alla fiberfrax, nonché in favore degli eredi nel caso di premorte.Fondo nazionale per il risanamento degli edifici pubbliciViene istituito un Fondo finalizzato al finanziamento degli inter-venti per eliminare i rischi per la salute pubblica derivanti dalla presenza di amianto negli uffici pubblici, e prioritariamente negli uffici scolastici ed universitari, nelle strutture ospedaliere, nelle caserme e negli edifici aperti al pubblico.Le procedure di rimozione o inertizzazione dovranno atte-

nersi alle prescrizioni di cui ai decreti ministeriali 14 maggio 1996 e 20 agosto 1999.

Class actionViene nel codice del consumo l’articolo 140 bis che disci-plina l’azione collettiva risarcitoria (class action).L’azione collettiva può essere incardinata dalle associazioni di consumatori, nonché dalle associazioni e comitati rappre-sentativi degli interessi diffusi, per l’accertamento del diritto al risarcimento del danno e la restituzione delle somme spettanti ai singoli consumatori o utenti nell’ambito dei rapporti contrattuali conclusi a mezzo formulari, ovvero in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche com-merciali scorrette o di comportamenti anticoncorrenziali.

I consumatori o utenti che intendono avvalersi della tutela offerta dall’azione collettiva devono aderire per iscritto: l’adesione può essere data, anche il giudizio d’appello, sino all’udienza di precisazione delle conclusioni. In via preliminare, durante la prima udienza, il giudice pronuncia sull’ammissibilità della domanda, a seguito della quale l’associazione cura la pubblicità dell’azione ai fini dell’adesione degli eventuali consumatori interessati. Se accoglie la domanda, il giudice determina i criteri in base ai quali liquidare la somma da corrispondere o da restituire ai singoli consumatori utenti che hanno aderito all’azione collettiva o che sono intervenuti nel giudizio. Nei 60 giorni successivi alla notificazione della sentenza, l’impresa propone il pagamento di una somma, con atto sottoscritto, comunicato a ciascun avente diritto e depositato in cancelleria. Se l’impresa non comunica la proposta o in mancanza di accettazione, il presidente del tribunale costitui-sce un’unica camera di conciliazione per la determinazione delle somme da corrispondere o da restituire ai consumatori o utenti che hanno aderito all’azione collettiva. In alternativa, è possibile far ricorso agli organismi di conciliazione di cui alla normativa di riforma del diritto societario.Le norme in questione diventano efficace a decorrere dal 180° giorno successivo all’entrata in vigore della Finan-ziaria.

Controlli e prevenzione dei reati ambientaliCorpo Forestale dello StatoSono stanziati € 1 milioni per l’anno 2008, 8 milioni per il 2009 e 16 milioni annui a decorrere dal 2010 per l’assunzio-ne di personale, anche di qualifica dirigenziale, nel Corpo Forestale dello Stato.Nucleo operativo del Corpo Forestale dello Stato di tutela ambientaleCon decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri sarà istituito il Nucleo Operativo del Corpo Forestale dello Stato di tutela ambientale, dipendente funzionalmente dal Ministro dell’ambiente.Il nucleo concorre nell’attività di prevenzione e repressione dei reati ambientali e in materia di maltrattamento degli ani-mali nelle aree naturali protette nazionali e internazionali.Controlli in marePer il 2008 sono destinati 20 milioni di euro al Fondo per le esigenze di funzionamento del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia costiera,, con particolare riferimento al-l’esercizio dei compiti di vigilanza e controllo operativo in materia di sicurezza delle navi e strutture portuali.

33

Ulteriori 5 milioni di euro per il 2008, 10 milioni per il 2009 e 20 milioni per ciascuno degli anni 2010 e 2011 sono stanziati per lo sviluppo e l’adeguamento della componente aeronavale e dei sistemi di comunicazione.AntincendioSono stanziati € 100 milioni per l’anno 2008 per il potenzia-mento della dotazione di mezzi aerei antincendio.Vigilanza in ambiente marino e costieroPer le attività di vigilanza e controllo in materia di ambiente marino costiero, il Ministero dell’ambiente può avvalersi delle strutture specialistiche del Reparto ambientale marino del Corpo delle Capitanerie di porto - Guardia costiera.Emergenze in mareViene stanziata la somma di € 10 milioni per prevenire situazioni di emergenza ambientale con particolare riferi-mento al mare e per assicurare il funzionamento dell’Istituto Centrale per la Ricerca scientifica e tecnologica Applicata al Mare (ICRAM).TelerilevamentoViene incentivata, con uno stanziamento di € 10 milioni per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, l’estensione del Piano straordinario di Telerilevamento, attraverso accordi di program-ma tra il Ministero dell’ambiente e le altre amministrazioni.Si vuole consentire così l’accesso alle cartografie e alle in-formazione ambientali detenute da altre amministrazioni, nell’ambito dell’azione di verifica e monitoraggio delle aree ad elevato rischio idrogeologico.

Edilizia ed efficienza energeticaAgevolazioniI Comuni potranno applicare un’aliquota agevolata ICI inferiore al 4 per mille in favore degli immobili nei quali si provveda all’installazione di impianti a fonte rinnovabile per la produzione di energia elettrica o termica ad uso domestico, con decorrenza dal 2009 e con durata massima di tre anni per gli impianti termici solari e cinque anni per tutte le altre tipologie di fonti rinnovabili.Le modalità per il riconoscimento dell’agevolazione saranno determinate con regolamento attuativo.Ristrutturazioni e recuperoSolo prorogate per il triennio 2008-2010 le agevolazioni tributarie, per una quota pari al 36% delle spese sostenute e nei limiti di € 48.000, a condizione che il costo della ma-nodopera sia evidenziato in fattura, relative ad interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione, comprese le prestazioni professionali connesse, la messa norma e gli interventi di bonifica dall’amianto, anche effettuati da imprese di costru-zioni e cooperative edilizie che provvedono alla successiva alienazione o assegnazione entro il 30 giugno 2010.Viene prorogata, altresì, la riduzione dell’IVA al 10% per interventi fatturati dal 1° gennaio 2008.Risparmio energeticoSono prorogate fino al 31 dicembre 2010 le detrazioni d’im-posta di cui all’articolo 1, commi 344- 347, 353, 358 e 359 della Finanziaria 2007. Pertanto potranno essere detratti, in numero di quote annue non inferiori a tre e non superiore a 10, a scelta del contribuente:a) il 55% degli importi a carico del contribuente, a fino al valore massimo di € 100.000, per gli interventi di riquali-ficazione energetica degli edifici esistenti che conseguono un valore limite di fabbisogno di energia primaria annuo

per la climatizzazione invernale inferiore di almeno il 20% rispetto ai valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo che saranno definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico;b) il 55% degli importi rimasti a carico del contribuente, sino al valore massimo di € 60.000, per gli interventi su edifici esistenti, parti di edifici esistenti o unità immobiliari, riguar-danti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali (coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi, a condizione che siano rispettati i requisiti dì trasmittenza termica che saranno definiti con decreto del Ministro dello sviluppo economico. Per tali interventi, limitatamente alla sostituzione di finestre comprensive di infissi in singole unità immobiliari, non è richiesta l’asseverazione di un tec-nico abilitato, né la qualificazione energetica dell’edificio o l’attestato energetico, ove la qualificazione energetica non sia stata ancora introdotta, di cui all’articolo 1, comma 348 della finanziaria 2008. Con decorrenza dal 1° gennaio 2007, inoltre, alla Tabella 3 allegata alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, recante i requisiti di trasmittanza termica U, sono ridefiniti secondo le modifiche apportate dall’articolo 1, comma 17 della Finanziaria 2008;c) il 55% delle imposte rimaste a carico del contribuente, fino a un valore massimo di € 60.000 per gli interventi di installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali e per la copertura del fabbisogno di acqua calda in piscine, strutture sportive, case di ricovero e cura, istituti scolastici e università. Per tali interventi non è richiesta l’asseverazione di un tecni-co abilitato, né la qualificazione energetica dell’edificio o l’attestato energetico ove la qualificazione energetica non sia stata introdotta, di cui all’articolo 1, comma 348 della Finanziaria 2007;d) il 55% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino a un valore massimo della detrazione di € 30.000 per interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione in-vernale con impianti dotati di caldaie a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione. Dette disposizioni si applicano anche alle spese per la sostituzione intera o parziale di impianti di climatizzazione invernale non a condensazione, sostenute entro il 31 dicembre 2009. Ai sensi dell’articolo 1, comma 286 della Finanziaria 2008, inoltre, le stesse disposizioni trovano applicazione anche con riguardo alle spese relative alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con pompe di calore ad alta efficienza e con impianti già termici a bassa entalpia;e) il 20% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino ad un valore massimo di € 200 per ciascun apparecchio, per le spese sostenute per la sostituzione di frigoriferi, congelatori e loro combinazione con analoghi apparecchi di classe energetica non inferiore a A+;f) il 20% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino al valore massimo della detrazione di € 1.500 a motore per l’installazione di motori ad elevata efficienza di potenza elettrica, compresa tra 5 e 90 kW;g) il 20% degli importi rimasti a carico del contribuente, fino ad un valore massimo della detrazione di € 1.500 ad intervento, per l’acquisto e l’installazione di variatori di ve-locità (inverter) su impianti con potenza elettrica compresa tra i 7,5 e 90 kW.

(continua a pag. 35)

I

Nell’impossibilità di riportare per esteso la Legge del 24 dicembre 2007 “Disposizioni per la forma-zione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge Finanziaria 2008)”, abbiamo ritenuto, in linea con la politica editoriale della rivista, di sele-zionare le principali norme, contenute nei numerosi commi in cui si ripartiscono i 3 articoli della Legge (Art. 1: 387 commi; Art. 2: 642 commi; Art.3: 164 com-mi), che attengono all’Ambiente, nella speranza di risultare esaustivi sulla materia e scusandoci per eventuali, involontarie omissioni.Inoltre, per rendere più selettiva e pratica la lettura, abbiamo raggruppato per tematiche i relativi commi.Poiché il cosiddetto Decreto Legge “Mille proroghe” ha introdotto proroghe in tema ambientale, oltre a quelle già inserite nel testo della Finanziaria, rite-niamo opportuno riportare anche tali norme, con l’avvertenza che trattandosi di un Decreto Legge potrebbe subire modifi che nel corso della conver-sione in Legge.

(ndr: si avverte che il testo di legge inserito in queste pagi-ne non riveste carattere di uffi cialità e non è sostitutivo in alcun modo della pubblicazione uffi ciale cartacea)

Acque e difesa suoloArt. 2 - Finanziamento piano irriguo - comma 133. Per le attività di progettazione delle opere previste nell’ambito del Piano irriguo nazionale di cui all’articolo 1, comma 1058, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a valere sull’autorizzazione prevista dallo stesso comma 1058 per i medesimi anni ed è altresì autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2010 a valere sull’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 1060, lettera c), della stessa legge.È inoltre autorizzato, per la prosecuzione del suddetto Piano, l’ulteriore contributo di 100 milioni di euro per la durata di quindici anni a decorrere dall’anno 2011, cui si provvede mediante riduzione dei contributi annuali previsti dalle autorizzazioni di spesa di cui all’articolo 4, comma 31, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e all’articolo 1, comma 78, lettera b), della legge 23 dicembre 2005, n. 266, che conseguentemente vengono soppresse.321. Per le fi nalità della difesa del suolo e della pianifi cazio-ne di bacino nonché per la realizzazione degli interventi nelle aree a rischio idrogeologico di cui al decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 3 agosto 1998, n. 267, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare adotta piani strategici nazionali e di intervento per la mitigazione del rischio idro-

PRINCIPALI NORME IN MATERIA AMBIENTALECONTENUTE NELLA FINANZIARIA 2008(L. n. 244/2007, pubblicata nella G. U. n. 300 del 28.12.2007)Ulteriori proroghe ambientali nel Decreto “Mille proroghe”(D.L. 248/2007 G. U. n. 302 del 31/12/2007) IN

SER

TO

Reg

ion

i&A

mbi

ente

1/2

Gen

na

io-F

ebbr

aio

2008

geologico e per favorire forme di adattamento dei territori, da attuare d’intesa con le autorità di bacino territorialmente competenti, con le regioni e con gli enti locali interessati, tenuto conto dei piani di bacino. A tal fi ne sono utilizzate le risorse iscritte sulle autorizzazioni di spesa di cui alla legge 18 maggio 1989, n. 183, e al decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 398, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 4 dicembre 1993, n. 493, come determinate dalla Tabella F della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Per l’attuazione delle disposizioni di cui al presente comma nonché delle disposizioni di cui ai commi 322, 323, 325, 326, 331 e 332 è autorizzata la spesa di euro 265 milioni per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a valere sulle risorse di cui alla legge 18 maggio 1989, n. 183.Monitoragggio rischio sismico - comma 329. Allo scopo di garantire la prosecuzione delle attività di monitoraggio del rischio sismico attraverso l’utilizzo di tecnologie scientifi che innovative integrate dei fattori di rischio nelle diverse aree del territorio, ai sensi dell’articolo 1, comma 247, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, è autorizzata la spesa di 1,5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.Fiume Po - 330. Ai fi ni della riqualifi cazione e valorizza-zione economica del territorio della regione fl uviale del fi ume Po e della crescita del turismo, le regioni interessate attuano interventi fi nalizzati all’aumento della sicurezza idraulica ed idrogeologica, alla riqualifi cazione ambientale e alla estensione delle reti ecologiche, alla tutela delle risorse idriche, al recupero e alla tutela dei beni cultu-rali, architettonici ed archeologici. Tali interventi sono programmati dalla Autorità di bacino di cui all’articolo 63 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, anche su proposta delle regioni ed in coerenza con la pianifi ca-zione vigente. Per l’attuazione degli interventi di cui al presente comma è autorizzata la spesa di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.Piano di difesa - 331. Il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare defi nisce e attiva un programma di interventi di difesa del suolo nei piccoli comuni il cui territorio presenta signifi cativi fenomeni di dissesto e che risultano caratterizzati da estrema periferi-cità rispetto ai centri abitati di maggiori dimensioni.Per l’attuazione del presente comma è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2008 a valere sulle risorse di cui al comma 321.332. Per le fi nalità di mitigazione del rischio idrogeologi-co, di tutela e di riqualifi cazione dell’assetto del territorio e di incentivazione alla permanenza delle popolazioni nelle aree di montagna e di collina, il Ministro dell’am-biente e della tutela del territorio e del mare defi nisce e attiva, sulla base delle richieste dei comuni e delle comunità montane, un programma di interventi di ma-nutenzione del reticolo idrografi co minore e dei versanti,

II

privilegiando la realizzazione di opere tradizionali e a basso impatto ambientale.Per l’attuazione del presente comma è previsto l’utilizzo del 10% delle risorse destinate, per l’anno 2008, alla difesa del suolo ai sensi del comma 321.333. A decorrere dall’anno 2008, è istituito presso il Mini-stero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare il Fondo per la ristrutturazione e l’ammodernamento della rete idrica sul territorio nazionale, con una dotazione di 30 milioni di euro per l’anno 2008 e di 20 milioni di euro a decorrere dall’anno 2009. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Mi-nistro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro delle infrastrutture, sentito il parere delle competenti Commissioni parlamentari e della Conferenza unifi cata di cui all’articolo 8 del decreto legi-slativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modifi cazioni, sono stabilite le modalità di funzionamento e di erogazione delle risorse del Fondo medesimo.

Agricoltura e foresteArt. 2 - Produzione bieticola-saccarifera - comma 123. Le disponibilità già destinate al fondo per le crisi di mercato agricolo, di cui all’articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono versate all’entrata del bilancio dello Stato, nel limite di 30 milioni di euro, per essere direttamente riassegnate, per l’anno 2008, ad integrazione della dotazione del fondo di cui al comma 122.124. All’articolo 1, comma 1112, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è aggiunta la seguente lettera:“f-bis) pratiche di gestione forestale sostenibile attuate at-traverso interventi diretti a ridurre il depauperamento dello stock di carbonio nei suoli forestali e nelle foreste”.Apicoltura - comma 125. Per l’attuazione degli interventi di cui all’articolo 5 della legge 24 dicembre 2004, n. 313, è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008 e 2009 a valere sulle disponibilità di cui all’articolo 1, comma 1084, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.Osservatorio prezzi agroalimentari - comma 127. Allo sco-po di assicurare condizioni di trasparenza del mercato e di contrastare l’andamento anomalo dei prezzi nelle fi liere agroalimentari in funzione della tutela del consumatore, della leale concorrenza tra gli operatori e della difesa del made in Italy, l’Osservatorio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali verifi ca la trasparenza dei prezzi dei prodotti alimentari integrando le rilevazioni effettuate ai sensi dell’articolo 127, comma 3, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, con particolare riferimento a quelli al dettaglio.128. I dati aggregati rilevati sono resi pubblici, almeno con cadenza settimanale, mediante la pubblicazione sul sito internet del Ministero delle politiche agricole alimen-tari e forestali e la stipula di convenzioni gratuite con testate giornalistiche, emittenti radiotelevisive e gestori del servizio di telefonia.129. L’Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nell’ambito dei programmi di cui all’ar-ticolo 2, comma 1, lettera b), del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 11 novembre 2005, n. 231, effettua i controlli nelle fi liere agroa-limentari in cui si sono manifestati, o sono in atto, andamenti anomali dei prezzi rilevati ai sensi del comma 127.130. Il Ministro delle politiche agricole alimentari e fo-

restali riferisce sugli esiti delle attività di controllo di cui al comma 129 al Presidente del Consiglio dei ministri, formulando le proposte per l’adozione da parte del Governo di adeguate misure correttive dei fenomeni di andamento anomalo nelle fi liere agroalimentari.131. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, di intesa con gli enti locali, promuove l’orga-nizzazione di panieri di prodotti alimentari di generale e largo consumo, nonché l’attivazione di forme di comuni-cazione al pubblico, anche attraverso strumenti telematici, degli elenchi degli esercizi commerciali presso i quali sono disponibili, in tutto o in parte, tali panieri e di quelli meritevoli, in ragione dei prezzi praticati.132. Per le fi nalità di cui ai commi da 127 a 131 è autorizzata la spesa di 100.000 euro a decorrere dall’anno 2008. Al rela-tivo onere si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1° ottobre 2005, n. 202, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244.Organismi Geneticamente Modifi cati - comma 177. A decorrere dall’anno 2008, al fi ne di promuovere a livello internazionale il modello italiano di partecipazione infor-mata del pubblico ai processi decisionali sull’emissione deliberata di organismi geneticamente modifi cati (OGM) e allo scopo di intraprendere azioni strutturali che favo-riscano le fi liere produttive nella dotazione di materia prima agricola esente da contaminazioni da OGM, in coerenza con le richieste dei consumatori, è istituito un apposito fondo, denominato “Fondo per la promozione di azioni positive in favore di fi liere produttive agricole esenti da contaminazioni da organismi geneticamente modifi cati”, presso il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, autorità nazionale competente in materia. Il Fondo può essere gestito anche in conven-zione con fondazioni e associazioni.Gruppi di acquisto solidale - comma 266. Sono defi niti “gruppi di acquisto solidale” i soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fi ne di svolgere attività di acqui-sto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi, senza applicazione di alcun ricarico, esclusivamente agli aderenti, con fi nalità etiche, di solidarietà sociale e di sostenibilità am-bientale, in diretta attuazione degli scopi istituzionali e con esclusione di attività di somministrazione e di vendita.267. Le attività svolte dai soggetti di cui al comma 266, limitatamente a quelle rivolte verso gli aderenti, non si considerano commerciali ai fi ni dell’applicazione del regime di imposta di cui al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 4, settimo comma, del me-desimo decreto, e ai fi ni dell’applicazione del regime di imposta del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917.268. All’onere derivante dalle disposizioni di cui ai commi 266 e 267, valutato in 200.000 euro annui a decorrere dal-l’anno 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 5, comma 3-ter, del decreto-legge 1° ottobre 2005, n. 202, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 30 novembre 2005, n. 244.Fondo per la riforestazione e per le aree verdi - com-ma 335. È istituito presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un fondo di 50 mi-lioni di euro annui per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 per la forestazione e la riforestazione al fi ne di

III

ridurre le emissioni di anidride carbonica, per la realiz-zazione di aree verdi in zone urbane e periurbane al fi ne di migliorare la qualità dell’aria nei comuni a maggiore crisi ambientale, e di tutelare la biodiversità.336. Al fi ne di sostenere le azioni e le politiche fi nalizzate all’attuazione del Protocollo di Kyoto, ratifi cato ai sensi della legge 1° giugno 2002, n. 120, nonché ai fi ni di cui alla delibera CIPE n. 123 del 19 dicembre 2002, la somma di 2 milioni di euro annui a valere sul fondo di cui al comma 335 è destinata all’istituzione e alla gestione del Registro nazionale dei serbatoi di carbonio e alla gestione dell’Inventario nazionale delle foreste di carbonio.

APAT e ARPAArt. 1 - comma 347. L’Agenzia per la protezione del-l’ambiente e per i servizi tecnici (APAT), per far fronte ai propri compiti istituzionali ed alle esigenze connesse con la protezione civile, anche ai fi ni della stabilizzazione è autorizzata a bandire concorsi, per titoli ed esami, e a procedere all’assunzione di personale a tempo indeter-minato nel limite della dotazione organica approvata con decreto del direttore generale n. 122 del 2005.Art. 3 - comma 99. L’Agenzia per la protezione dell’am-biente e per i servizi tecnici (APAT), per sopperire alle carenze di organico e per far fronte ai propri compiti istituzionali ed alle esigenze connesse alla protezione civile, fi no al 31 dicembre 2008 continua ad avvalersi del personale in servizio, con contratto a tempo determinato o con contratti di collaborazione, alla data del 28 settem-bre 2007, nel limite massimo di spesa complessivamente stanziata nell’anno 2007 per lo stesso personale della predetta Agenzia. I relativi oneri continuano a far carico sul bilancio della stessa Agenzia.113. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli enti di cui all’articolo 1, comma 557, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nonché le Agenzie regionali per l’ambiente (ARPA), fermo restando il rispetto delle regole del patto di stabilità interno, possono procedere, nei limiti dei posti disponibili in organico, alla stabilizzazione del personale non dirigenziale in possesso dei requisiti previsti dall’articolo 1, comma 519, della medesima legge n. 296 del 2006 selezionato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ai sensi dell’articolo 118, comma 14, della legge 23 dicembre 2000, n. 388, e presso gli stessi funzionalmente utilizzato per supportare l’attuazione del Progetto operativo “Ambiente” e del Progetto operativo “Difesa del suolo”, nell’ambito del Programma operativo nazionale di assistenza tecnica e azioni di sistema (PON ATAS) per il Quadro comunitario di sostegno 2000-2006.

Aree protette e parchiArt. 2 - Aree marine protette - comma 328. Per l’istituzione e il fi nanziamento di nuove aree marine protette, è auto-rizzata la spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2008.Incremento organici Enti parco - comma 337. Gli Enti par-co nazionali che hanno provveduto alla rideterminazione della propria dotazione organica in attuazione dell’articolo 1, comma 93, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, pos-sono incrementare le proprie piante organiche entro il limite massimo complessivo di 120 unità di personale, da ripartire tra tutti gli Enti parco, nell’ambito del contributo dello Stato ai sensi dell’articolo 32, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, delle ulteriori risorse attribuite ai

sensi del comma 338 e delle altre entrate di cui all’articolo 16 della legge 6 dicembre 1991, n. 394. Per le fi nalità di cui al presente comma, a decorrere dall’anno 2008 gli Enti parco nazionali sono autorizzati a effettuare assunzioni di personale anche in deroga alla normativa vigente, previo esperimento delle procedure di mobilità.338. Per le fi nalità di cui al comma 337 è autorizzato un contributo straordinario dello Stato di 2 milioni di euro a decorrere dall’anno 2008. Al riparto del contributo tra gli Enti parco nazionali di cui al comma 337 si provvede con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, da adottare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.Composizione commissioni di riserva marina - comma 339. La commissione di riserva di cui all’articolo 28, terzo comma, della legge 31 dicembre 1982, n. 979, e successive modifi ca-zioni, nominata dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e istituita presso l’ente cui è delegata la gestione dell’area marina protetta, è composta: da un rappre-sentante designato dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con funzioni di presidente; da un esperto designato dalla regione territorialmente interessata, con funzioni di vice presidente; da un esperto designato d’intesa tra i comuni rivieraschi territorialmente interessati; da un esperto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare; da un rappresentante della Capitane-ria di porto nominato su proposta del reparto ambientale marino presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare; da un esperto designato dall’Istituto centrale per la ricerca scientifi ca e tecnologica applicata al mare (ICRAM); da un esperto designato dalle associazioni naturalistiche maggiormente rappresentative riconosciute dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. In attuazione di quanto disposto dal presente comma, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare procede alla ricostituzione di tutte le commissioni di riserva delle aree marine protette entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.Art. 3 - Gestione - comma 111. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è autorizzato a utilizzare le disponibilità del Fondo per le crisi di mercato, di cui all’articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, nel limite della somma di 2 milioni di euro per l’anno 2008, per assicurare la regolare gestione delle aree naturali protette attraverso l’impiego del personale di cui alla legge 5 aprile 1985, n. 124, non rientrante nelle proce-dure di stabilizzazione di cui all’articolo 1, commi da 247 a 251, della legge 23 dicembre 2005, n. 266. La predetta somma di 2 milioni di euro è versata, nell’anno 2008, all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnata al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali per le fi nalità di cui al presente comma. Il Ministro del-l’economia e delle fi nanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Beni culturaliArt. 1 - comma 322. Le banche appositamente convenzio-nate con il Ministero dell’economia e delle fi nanze sono autorizzate alla stipula di contratti di mutuo ventennale fi no a 300.000 euro con i titolari di edifi ci situati nei centri storici dei comuni con popolazione inferiore a 100.000 abitanti, per il restauro e per il ripristino funzionale degli immobili, o di porzioni di essi, ponendo il totale costo

IV

degli interessi a carico del bilancio dello Stato.323. Gli enti locali sono autorizzati a contrarre mutui con la Cassa depositi e prestiti Spa, con onere per interessi a carico del bilancio dello Stato, per il recupero e la con-servazione degli edifi ci riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità o appartenenti al patrimonio culturale vincolato ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modifi cazioni.324. Entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dell’economia e delle fi nanze, con proprio decreto, di concerto con il Ministro per i beni e le attività culturali, defi nisce modalità e criteri per l’erogazione del contributo in conto interessi di cui ai commi 322 e 323, al fi ne di garantire che all’attuazione dei medesimi commi si provveda nel limite di 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2008.Art. 2 - comma 291. Per le fi nalità di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 139, e successive modifi cazioni, è autorizzato un contributo quindicennale di 4 milioni di euro a decorrere dal 2008.386. Il quarto ed il quinto periodo del comma 8 dell’arti-colo 3 del decreto-legge 25 marzo 1997, n. 67, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 23 maggio 1997, n. 135, introdotti dall’articolo 1, comma 1143, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono sostituiti dai seguenti: “Gli interventi relativi a programmi approvati dal Ministro per i beni e le attività culturali per i quali non risultino avviate le procedure di gara ovvero defi niti gli affi damenti diretti entro il termine del 31 dicembre dell’anno successivo a quello di approvazione sono riprogrammati con decreto del Ministro per i beni e le attività culturali nell’ambito dell’aggiornamento del piano e dell’assegnazione dei fondi di cui al penultimo periodo del comma 1 dell’articolo 7 del decreto legge 20 maggio 1993, n. 149, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 19 luglio 1993, n. 237. Le risorse fi nanziarie relative agli interventi riprogrammati possono essere trasferite, con le modalità di cui alla legge 3 marzo 1960, n. 169, da una contabilità speciale ad un’altra ai fi ni dell’attuazione dei nuovi interventi individuati con la riprogrammazione, ove possibile, nell’ambito della stessa regione. Entro e non oltre il 31 gennaio di ciascun anno i capi degli Istituti centrali e periferici del Ministero per i beni e le attività culturali, titolari delle predette contabilità speciali, sono tenuti a comunicare alla Direzione generale centrale competente gli interventi per i quali non siano state avviate le procedure di gara ovvero defi niti gli affi da-menti diretti ai fi ni della riprogrammazione degli stessi”.387. Allo scopo di sostenere le iniziative di intervento fi nanziate ai sensi della legge 7 marzo 2001, n. 78, recante tutela del patrimonio storico della Prima guerra mondia-le, l’autorizzazione di spesa di cui all’articolo, comma 1, della citata legge n. 78 del 2001 è incrementata di 200.000 euro a decorrere dal 2008. Al fi ne di proseguire la realizzazione di interventi fi nanziati ai sensi dei com-mi 3 e 4 dell’articolo 11 della medesima legge 7 marzo 2001, n. 78, è autorizzata la concessione di un contributo quindicennale di 400.000 euro a decorrere da ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.388. Per la valorizzazione, fi nalizzata alla fruizione, dei par-chi archeologici siciliani inseriti nella “Lista del patrimonio mondiale” dell’UNESCO è autorizzata la spesa di 1 milione di euro annui per un piano triennale di manutenzione

straordinaria. La Regione siciliana, a cui sono trasferite le risorse di cui al presente comma, predispone entro tre mesi il predetto piano di manutenzione straordinaria.404. Al fi ne di consentire interventi di demolizione di immobili e infrastrutture, la cui realizzazione ha prodotto un danno al paesaggio in aree di particolare valenza culturale, paesaggistica e naturale incluse nel perimetro di riconoscimento dei siti italiani UNESCO, di cui alla legge 20 febbraio 2006, n. 77, è istituito nello stato di previsione del Ministero per i beni e le attività culturali il “Fondo per il ripristino del paesaggio”, con una dota-zione di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, fi nalizzato alla demolizione di immobili e infrastrutture, al risanamento e ripristino dei luoghi nonché a provvedere a eventuali azioni risarcitorie per l’acquisizione di immobili da demolire.405. Con decreto del Ministro per i beni e le attività cultu-rali, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono individuati gli interventi e le modalità attuative delle disposizioni di cui al comma 404.406. Le regioni possono concorrere con risorse proprie al fi nanziamento degli interventi ai quali sono destinati i contributi a valere sul Fondo di cui ai commi da 404 al presente comma.

Bonifi cheArt. 1 - Amianto - comma 241. È istituito presso l’Istitu-to nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), con contabilità autonoma e separata, un Fondo per le vittime dell’amianto, in favore di tutte le vittime che hanno contratto patologie asbesto-correlate per esposizione all’amianto e alla fi bra “fi berfrax”, e in caso di premorte in favore degli eredi.242. Le prestazioni del Fondo di cui al comma 241 non escludono e si cumulano ai diritti di cui alle norme ge-nerali e speciali dell’ordinamento.243. Il Fondo di cui al comma 241 eroga, nel rispetto della propria dotazione fi nanziaria, una prestazione economica, aggiuntiva alla rendita, diretta o in favore di superstiti, liquidata ai sensi del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 1965, n. 1124, o dell’articolo 13, comma 7, della legge 27 marzo 1992, n. 257, e successive modifi cazioni, fi ssata in una misura percentuale della rendita stessa defi nita dall’INAIL.244. Il fi nanziamento del Fondo di cui al comma 241 è a carico, per un quarto, delle imprese e, per tre quarti, del bilancio dello Stato. L’onere a carico dello Stato è determinato in 30 milioni di euro per gli anni 2008 e 2009 e in 22 milioni di euro a decorrere dall’anno 2010. Agli oneri a carico delle imprese si provvede con una addizionale sui premi assicurativi relativi ai settori delle attività lavorative comportanti esposizione all’amianto.245. Per la gestione del Fondo di cui al comma 241 è istituito, senza maggiori oneri a carico della fi nanza pub-blica, un comitato amministratore la cui composizione, la cui durata in carica e i cui compiti sono determinati con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi nanze, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.246. L’organizzazione e il fi nanziamento del Fondo di cui al comma 241, nonché le procedure e le modalità di erogazione delle prestazioni, sono disciplinati con

V

regolamento adottato con decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi nanze, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.Fondo per il risanamento degli edifi ci pubblici - comma 440. Per l’anno 2008 presso il Ministero dell’economia e delle fi -nanze è istituito un fondo, denominato “Fondo nazionale per il risanamento degli edifi ci pubblici”, per il fi nanziamento degli interventi fi nalizzati ad eliminare i rischi per la salute pubblica derivanti dalla presenza di amianto negli edifi ci pubblici.441. I procedimenti di rimozione o inertizzazione relativi agli interventi di cui al comma 440 avvengono secondo le procedure individuate con i decreti del Ministro della sanità 14 maggio 1996, pubblicato nel supplemento or-dinario alla Gazzetta Uffi ciale n. 178 del 25 ottobre 1996, e 20 agosto 1999, pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale n. 249 del 22 ottobre 1999.442. Con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle fi nanze, da emanare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province auto-nome di Trento e di Bolzano, è approvato un programma decennale per il risanamento di cui ai commi da 440 a 443, prevedendo prioritariamente la messa in sicurezza degli edifi ci scolastici ed universitari, delle strutture ospe-daliere, delle caserme, degli uffi ci aperti al pubblico. Con il medesimo decreto sono ripartite le risorse fi nanziarie a favore di interventi di competenza dello Stato e per il cofi nanziamento degli interventi di competenza delle regioni in relazione ai programmi delle regioni.443. Per le fi nalità di cui ai commi da 440 al presente comma, il Fondo di cui al comma 440 è dotato di risorse fi nanziarie pari a 5 milioni di euro per l’anno 2008.Art. 2 - comma 80. La dotazione del Fondo istituito all’articolo 1, comma 898, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è determinata in 10 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2008-2010.

Class actionArt. 2 - comma 445. Le disposizioni di cui ai commi da 446 a 449 istituiscono e disciplinano l’azione collettiva ri-sarcitoria a tutela dei consumatori, quale nuovo strumento generale di tutela nel quadro delle misure nazionali volte alla disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti, conformemente ai princìpi stabiliti dalla normativa comu-nitaria volti ad innalzare i livelli di tutela.446. Dopo l’articolo 140 del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, è inserito il seguente: “Art. 140-bis. - (Azione collettiva risarcitoria). - 1. Le associazioni di cui al comma 1 dell’articolo 139 e gli altri soggetti di cui al comma 2 del presente articolo sono legittimati ad agire a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti richiedendo al tribunale del luogo in cui ha sede l’impresa l’accertamento del diritto al risarcimento del danno e alla restituzione delle somme spettanti ai singoli consumatori o utenti nell’ambito di rapporti giuridici relativi a contratti stipulati ai sensi del-l’articolo 1342 del codice civile, ovvero in conseguenza di atti illeciti extracontrattuali, di pratiche commerciali scor-rette o di comportamenti anticoncorrenziali, quando sono lesi i diritti di una pluralità di consumatori o di utenti.2. Sono legittimati ad agire ai sensi del comma 1 anche asso-

ciazioni e comitati che sono adeguatamente rappresentativi degli interessi collettivi fatti valere. I consumatori o utenti che intendono avvalersi della tutela prevista dal presente articolo devono comunicare per iscritto al proponente la propria adesione all’azione collettiva. L’adesione può essere comunicata, anche nel giudizio di appello, fi no all’udienza di precisazione delle conclusioni. Nel giudizio promosso ai sensi del comma 1 è sempre ammesso l’intervento dei singoli consumatori o utenti per proporre domande aventi il medesimo oggetto. L’esercizio dell’azione collettiva di cui al comma 1 o, se successiva, l’adesione all’azione collettiva, produce gli effetti interruttivi della prescrizione ai sensi dell’articolo 2945 del codice civile.3. Alla prima udienza il tribunale, sentite le parti, e assunte quando occorre sommarie informazioni, pro-nuncia sull’ammissibilità della domanda, con ordinanza reclamabile davanti alla corte di appello, che pronuncia in camera di consiglio. La domanda è dichiarata inam-missibile quando è manifestamente infondata, quando sussiste un confl itto di interessi, ovvero quando il giudice non ravvisa l’esistenza di un interesse collettivo suscet-tibile di adeguata tutela ai sensi del presente articolo. Il giudice può differire la pronuncia sull’ammissibilità della domanda quando sul medesimo oggetto è in cor-so un’istruttoria davanti ad un’autorità indipendente. Se ritiene ammissibile la domanda il giudice dispone, a cura di chi ha proposto l’azione collettiva, che venga data idonea pubblicità dei contenuti dell’azione proposta e dà i provvedimenti per la prosecuzione del giudizio.4. Se accoglie la domanda, il giudice determina i criteri in base ai quali liquidare la somma da corrispondere o da restituire ai singoli consumatori o utenti che hanno aderito all’azione collettiva o che sono intervenuti nel giudizio. Se possibile allo stato degli atti, il giudice determina la somma minima da corrispondere a ciascun consumatore o utente. Nei sessanta giorni successivi alla notifi cazione della senten-za, l’impresa propone il pagamento di una somma, con atto sottoscritto, comunicato a ciascun avente diritto e depositato in cancelleria. La proposta in qualsiasi forma accettata dal consumatore o utente costituisce titolo esecutivo.5. La sentenza che defi nisce il giudizio promosso ai sensi del comma 1 fa stato anche nei confronti dei consumatori e utenti che hanno aderito all’azione collettiva. È fatta salva l’azione individuale dei consumatori o utenti che non aderiscono all’azione collettiva, o non intervengono nel giudizio promosso ai sensi del comma 1.6. Se l’impresa non comunica la proposta entro il termine di cui al comma 4 o non vi è stata accettazione nel termi-ne di sessanta giorni dalla comunicazione della stessa, il presidente del tribunale competente ai sensi del comma 1 costituisce un’unica camera di conciliazione per la deter-minazione delle somme da corrispondere o da restituire ai consumatori o utenti che hanno aderito all’azione collettiva o sono intervenuti ai sensi del comma 2 e che ne fanno domanda. La camera di conciliazione è composta da un avvocato indicato dai soggetti che hanno proposto l’azione collettiva e da un avvocato indicato dall’impresa convenuta ed è presieduta da un avvocato nominato dal presidente del tribunale tra gli iscritti all’albo speciale per le giurisdizioni superiori. La camera di conciliazione quantifi ca, con verbale sottoscritto dal presidente, i modi, i termini e l’ammontare da corrispondere ai singoli consumatori o utenti. Il verbale di conciliazione costituisce titolo esecutivo. In alternativa,

VI

su concorde richiesta del promotore dell’azione collettiva e dell’impresa convenuta, il presidente del tribunale dispone che la composizione non contenziosa abbia luogo presso uno degli organismi di conciliazione di cui all’articolo 38 del decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5, e successive modifi cazioni, operante presso il comune in cui ha sede il tribunale. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni degli articoli 39 e 40 del citato decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 5, e successive modifi cazioni”.447. Le disposizioni di cui ai commi da 445 a 449 di-ventano effi caci decorsi centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.448. All’articolo 50-bis, primo comma, del codice di procedura civile, dopo il numero 7) è aggiunto il seguente: “7-bis) nelle cause di cui all’articolo 140- bis del codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206”.449. Al codice del consumo, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, la rubrica del titolo II della parte V è sostituita dalla seguente: “Accesso alla giustizia”.

Controlli e prevenzione reati ambientaliArt. 1 - Corpo forestale dello Stato - comma 346. Anche in deroga a i limiti stabiliti dalle disposizioni vigenti e al fi ne di potenziare le attività di accertamento, ispettive e di contrasto alle frodi, di soccorso pubblico, di ispettorato e di controllo di altre amministrazioni statali, nonché al fi ne di ridurre gli oneri derivanti dall’applicazione della legge 24 marzo 2001, n. 89, a valere sulle maggiori entrate derivanti dalle disposizioni dei commi da 345 a 357 nonché della presente legge, è autorizzata la spesa per assunzioni di personale, anche di qualifi ca dirigenziale:a) (...)b) (...)c) nel Corpo forestale dello Stato, per 1 milione di euro per l’anno 2008, 8 milioni di euro per l’anno 2009 e 16 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2010, anche nei ruoli iniziali nel limite delle vacanze dei ruoli superiori e con successivo riassorbimento al passaggio a tali ruoli, con possibilità di utilizzare le graduatorie di idonei dei concorsi già banditi o conclusi, nonché per compensare gli effetti fi nanziari dell’eventuale deroga all’articolo 5, comma 5, ultimo periodo, della legge 6 febbraio 2004, n. 36.Art. 2 - Nucleo operativo CFS - comma 75. Al fi ne di raf-forzare la sicurezza e la tutela dell’ambiente, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è istituito presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare il Nucleo operativo del Corpo forestale dello Stato di tutela ambientale. Il Nucleo dipende funzionalmente dal Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e concorre nell’attività di prevenzione e repressione dei reati ambientali e in materia di maltrattamento degli animali nelle aree naturali protette nazionali e internazionali. Nello svolgimento di tali compiti, il Nucleo può effettuare accessi e ispezioni amministrative avvalendosi dei poteri previsti dalle norme vigenti per l’esercizio delle attività istituzionali del Corpo. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, è determinato il relativo contingente di personale. Restano, in ogni caso, ferme le competenze previste per il Comando

dei carabinieri per la tutela dell’ambiente.76. All’istituzione del Nucleo di cui al comma 75 si provvede con le risorse umane, strumentali e fi nanzia-rie disponibili a legislazione vigente. Dalle disposizioni di cui al medesimo comma non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato.77. Gli arruolamenti autorizzati per l’anno 2007 dall’articolo 1, comma 574, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, pos-sono essere effettuati anche nel 2008.Controlli in mare - comma 98. Per l’anno 2008 è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro da iscrivere nel Fondo di cui all’articolo 1, comma 1331, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, da ripartire, per le esigenze di funzionamento e per l’esercizio dei compiti di vigilanza e controllo operativi in materia di sicurezza delle navi e delle strutture portuali svolti dal Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera, con decreto del Ministro dei trasporti, da comunicare, anche con evidenze informatiche, al Ministero dell’economia e delle fi nanze, tramite l’Uffi cio centrale del bilancio.99. Al fi ne di sviluppare e adeguare la componente aeronava-le e dei sistemi di comunicazione del Corpo delle capitanerie di porto - Guardia costiera è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro per l’anno 2008, 10 milioni di euro per l’anno 2009 e 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010 e 2011.Antincendio - comma 112. Allo scopo di potenziare la dotazio-ne dei mezzi aerei di soccorso civile nelle azioni di contrasto e di spegnimento degli incendi boschivi, è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l’anno 2008 per l’acquisizione, a cura della Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della protezione civile, di velivoli antincendio.comma 122. L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 1063, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è rifi nanziata per l’im-porto di 50 milioni di euro per l’anno 2008, quale dotazione del fondo per la razionalizzazione e la riconversione della produzione bieticolo-saccarifera in Italia per il terzo anno del quinquennio previsto dalla normativa comunitaria.Emergenze ambientali in mare - comma 325. Al fi ne di potenziare le attività di vigilanza e controllo in materia di ambiente marino e costiero, anche attraverso azioni di sicu-rezza operativa e di informazione, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare è autorizzato ad avvalersi di strutture specialistiche del Reparto ambientale marino del Corpo delle capitanerie di porto-Guardia costiera. Sono a carico del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare gli oneri connessi all’acquisto dei beni strumentali necessari per lo svolgimento delle attività di cui al presente comma. A tal fi ne è autorizzata la spesa di 5 milioni di euro a valere sulle risorse di cui al comma 321.326. Al fi ne di prevenire situazioni di emergenza ambientale con particolare riferimento al mare nonché di assicurare il funzionamento ordinario dell’Istituto centrale per la ricerca scientifi ca e tecnologica applicata al mare (ICRAM) è asse-gnata, per ciascuno degli anni 2008 e 2009, la somma di 10 milioni di euro a valere sulle risorse di cui al comma 321.Telerilevamento - comma 327. Per consentire la verifi ca ed il monitoraggio delle aree ad elevato rischio idrogeologico e la raccolta dei dati ambientali, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare è autorizzato alla stipula di accordi di programma con altre amministrazioni centrali e periferiche per l’estensione del Piano straordi-nario di telerilevamento, già previsto dall’articolo 27 della legge 31 luglio 2002, n. 179, al fi ne di renderlo punto di riferimento e di accesso per le cartografi e e le informazioni

VII

ambientali di altre amministrazioni centrali e periferiche.Per l’attuazione del presente comma è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.All’onere derivante dall’attuazione del presente comma, determinato nella misura massima di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010, si provvede mediante corrispondente riduzione dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n. 58.

Edilizia ed effi cienza energeticaArt. 1 - comma 6. All’articolo 6 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504, e successive modifi cazioni, sono apportate le seguenti modifi cazioni:a) dopo il comma 2 è inserito il seguente: “2-bis. La deliberazione di cui al comma 1 può fi ssare, a decorrere dall’anno di imposta 2009, un’aliquota agevolata dell’im-posta comunale sugli immobili inferiore al 4 per mille per i soggetti passivi che installino impianti a fonte rin-novabile per la produzione di energia elettrica o termica per uso domestico, limitatamente alle unità immobiliari oggetto di detti interventi e per la durata massima di tre anni per gli impianti termici solari e di cinque anni per tutte le altre tipologie di fonti rinnovabili. Le modalità per il riconoscimento dell’agevolazione di cui al presente comma sono disciplinate con regolamento adottato ai sensi dell’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, e successive modifi cazioni”;b) dopo il comma 3 è inserito il seguente: “3-bis. Il sogget-to passivo che, a seguito di provvedimento di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effet-ti civili del matrimonio, non risulta assegnatario della casa coniugale, determina l’imposta dovuta applicando l’aliquo-ta deliberata dal comune per l’abitazione principale e le detrazioni di cui all’articolo 8, commi 2 e 2-bis, calcolate in proporzione alla quota posseduta. Le disposizioni del presente comma si applicano a condizione che il soggetto passivo non sia titolare del diritto di proprietà o di altro diritto reale su un immobile destinato ad abitazione situato nello stesso comune ove è ubicata la casa coniugale.Ristrutturazioni - comma 17. Sono prorogate per gli anni 2008, 2009 e 2010, per una quota pari al 36% delle spese sostenute, nei limiti di 48.000 euro per unità immobiliare, ferme restando le altre condizioni ivi previste, le agevolazioni tributarie in materia di recupero del patrimonio edilizio relative:a) agli interventi di cui all’articolo 2, comma 5, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, e successive modifi ca-zioni, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010;b) agli interventi di cui all’articolo 9, comma 2, della legge 28 dicembre 2001, n. 448, nel testo vigente al 31 dicembre 2003, eseguiti dal 1° gennaio 2008 al 31 dicembre 2010 dai soggetti ivi indicati che provvedano alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile entro il 30 giugno 2011.18. È prorogata per gli anni 2008, 2009 e 2010, nella misura e alle condizioni ivi previste, l’agevolazione tributaria in materia di recupero del patrimonio edilizio relativa alle pre-stazioni di cui all’articolo 7, comma 1, lettera b), della legge 23 dicembre 1999, n. 488, fatturate dal 1° gennaio 2008.19. Le agevolazioni fi scali di cui al comma 17 spettano

a condizione che il costo della relativa manodopera sia evidenziato in fattura.Risparmio energetico - comma 20. Le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 344 a 347, 353, 358 e 359, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano, nella misura e alle condizioni ivi previste, anche alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2010. Le disposizioni di cui al citato comma 347 si applicano anche alle spese per la sostituzione intera o parziale di impianti di climatizzazione invernale non a condensazione, sostenute entro il 31 dicembre 2009.La predetta agevolazione è riconosciuta entro il limite massimo di spesa di cui al comma 21.21. Per le fi nalità di cui al secondo periodo del comma 20 è autorizzata la spesa di 2 milioni di euro annui. Con decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze sono stabilite le modalità per il riconoscimento dei benefi ci di cui al medesimo periodo del comma 20.22. Le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 344 a 347, nonché commi 353, 358 e 359, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono applicate secondo quanto disposto dal decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze 19 febbraio 2007, pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale n. 47 del 26 febbraio 2007, recante disposizioni in materia di detrazioni per le spese di riqualifi cazione energetica del patrimonio edilizio esistente. Sono corrispondentemente ridotte le assegnazioni per il 2007 disposte dal CIPE a favore degli interventi di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, con-vertito, con modifi cazioni, dalla legge 19 dicembre 1992, n. 488, a valere sul Fondo per le aree sottoutilizzate di cui all’articolo 61 della legge 27 dicembre 2002, n. 289. Il Ministro dell’economia e delle fi nanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.23. La tabella 3 allegata alla legge 27 dicembre 2006, n. 296, è sostituita, con effi cacia dal 1° gennaio 2007, dalla seguente:“Tabella 3 (Art. 1, comma 345)

Zonaclimatica

Struttureopacheverticali

Strutture opache orizzontali Finestrecomprensivedi infi ssiCoperture Pavimenti

A 0,72 0,42 0,74 5,0

B 0,54 0,42 0,55 3,6

C 0,46 0,42 0,49 3,0

D 0,40 0,35 0,41 2,8

E 0,37 0,32 0,38 2,5

F 0,35 0,31 0,36 2,2”

24. Ai fi ni di quanto disposto al comma 20:a) i valori limite di fabbisogno di energia primaria annuo per la climatizzazione in invernale ai fi ni dell’applicazione del comma 344 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e i valori di trasmittanza termica ai fi ni dell’applicazione del comma 345 del medesimo articolo 1 sono defi niti con decreto del Ministro dello sviluppo economico entro il 28 febbraio 2008;b) per tutti gli interventi la detrazione può essere ripartita in un numero di quote annuali di pari importo non infe-riore a tre e non superiore a dieci, a scelta irrevocabile del contribuente, operata all’atto della prima detrazione;c) per gli interventi di cui al comma 345 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, limitatamente alla sostituzione di fi nestre comprensive di infi ssi in singole

VIII

unità immobiliari, e al comma 346 del medesimo articolo 1, non è richiesta la documentazione di cui all’articolo 1, comma 348, lettera b), della medesima legge 27 dicem-bre 2006, n. 296.286. Le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 347, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, si applicano, nella misura e alle condizioni previste, anche alle spese relative alla sostituzione di impianti di climatiz-zazione invernale con pompe di calore ad alta effi cienza e con impianti geotermici a bassa entalpia.288. A decorrere dall’anno 2009, in attesa dell’emanazione dei provvedimenti attuativi di cui all’articolo 4 comma 1 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, il rilascio del permesso di costruire è subordinato alla certifi cazione energetica dell’edifi cio, così come previsto dall’articolo 6 del citato decreto legislativo n. 192 del 2005, nonché delle caratteristiche strutturali dell’immobile fi nalizzate al rispar-mio idrico e al reimpiego delle acque meteoriche.289. All’articolo 4 del testo unico delle disposizioni legi-slative e regolamentari in materiaedilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modifi cazioni, il comma 1-bis è sostituito dal seguente: “1-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2009, nel rego-lamento di cui al comma 1, ai fi ni del rilascio del permesso di costruire, deve essere prevista, per gli edifi ci di nuova costruzione, l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realiz-zabilità tecnica dell’intervento. Per i fabbricati industriali, di estensione superfi ciale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW”.Art. 2 - comma 259. Ai fi ni dell’attuazione di interventi fi nalizzati alla realizzazione di edilizia residenziale sociale, di rinnovo urbanistico ed edilizio, di riqualifi cazione e miglioramento della qualità ambientale degli insediamenti, il comune può, nell’ambito delle previsioni degli strumenti urbanistici, consentire un aumento di volumetria premiale nei limiti di incremento massimi della capacità edifi catoria prevista per gli ambiti di cui al comma 258.282. Per le nuove costruzioni che rientrano fra gli edifi ci di cui al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, e suc-cessive modifi cazioni, il rilascio del certifi cato di agibilità al permesso di costruire è subordinato alla presentazione della certifi cazione energetica dell’edifi cio.Certifi cazione energetica - comma 288. A decorrere dall’anno 2009, in attesa dell’emanazione dei provvedi-menti attuativi di cui all’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, il rilascio del permesso di costruire è subordinato alla certifi cazione energetica dell’edifi cio, così come previsto dall’articolo 6 del citato decreto legislativo n. 192 del 2005, nonché delle carat-teristiche strutturali dell’immobile fi nalizzate al risparmio idrico e al reimpiego delle acque meteoriche.289. All’articolo 4 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Pre-sidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modifi cazioni, il comma 1-bis è sostituito dal seguente: “1-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2009, nel regolamento di cui al comma 1, ai fi ni del rilascio del permesso di costruire, deve essere prevista, per gli edifi ci di nuova costruzione, l’instal-lazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa,

compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell’intervento.Per i fabbricati industriali, di estensione superfi ciale non inferiore a 100 metri quadrati, la produzione energetica minima è di 5 kW”.340. Al fi ne di potenziare le attività di sorveglianza e di tutela del territorio e di disincentivare l’esecuzione di lavori senza titolo o in difformità dalle norme e dagli strumenti urbanistici, nonché di sostenere gli oneri a ca-rico dei comuni per l’immediata demolizione delle opere abusive, il Fondo per le demolizioni delle opere abusive, di cui all’articolo 32, comma 12, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, è incrementato di ulteriori 10 milioni di euro per l’anno 2008.341. All’articolo 27, comma 3, del testo unico delle dispo-sizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, è aggiunto, in fi ne, il seguente periodo: “Entro i successivi quindici giorni dalla notifi ca il dirigente o il responsabile dell’uffi cio, su ordinanza del sindaco, può procedere al sequestro del cantiere”.

Energia e carburantiArt. 1 - comma 290. A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai fi ni della tutela del cittadino consumatore, con decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, le misure delle aliquote di accisa sui prodotti energetici usati come carburanti ovvero come combustibili per riscaldamento per usi civili, stabilite dal testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e am-ministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modifi cazioni, sono diminuite al fi ne di compensare le maggiori entrate dell’imposta sul valore aggiunto derivanti dalle variazioni del prezzo internazio-nale, espresso in euro, del petrolio greggio.291. Il decreto di cui al comma 290 può essere adottato, con cadenza trimestrale, se il prezzo di cui al medesimo comma aumentain misura pari o superiore, sulla media del periodo, a due punti percentuali rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nel Documento di programma-zione economico-fi nanziaria; il medesimo decreto non può essere adottato ove, nella media del semestre precedente, si verifi chi una diminuzione del prezzo, determinato ai sensi del comma 290, rispetto a quello indicato nel Documento di programmazione economico- fi nanziaria. Il decreto di cui al comma 290 può essere adottato al fi ne di variare le aliquote di accisa, qualora il prezzo di cui al comma 290 abbia una diminuzione rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nel Documento di programma-zione economico-fi nanziaria.292. Il decreto di cui al comma 290, da cui non devono in ogni caso derivare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, assicura che le eventuali variazioni di aliquote siano effettuate nel rispetto della normativa comunitaria in materia di livelli minimi delle accise.293. In sede di prima applicazione, il decreto di cui al comma 290 è adottato qualora le condizioni di cui al comma 291 ricorrano entro il 28 febbraio 2008.294. Nel caso in cui la diminuzione della misura delle ali-quote di accisa di cui al comma 290 determini economie sulle autorizzazioni di spesa relative alle agevolazioni vigenti

IX

in favore dei soggetti di cui all’articolo 5, commi 1 e 2, del decreto-legge 28 dicembre 2001, n. 452, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 27 febbraio 2002, n. 16, le som-me corrispondenti a tali economie, accertate annualmente con decreto del Ministero dell’economia e delle fi nanze, sono prelevate dalla contabilità speciale di tesoreria n. 1778 “Agenzia delle Entrate - Fondi di bilancio” e versate all’entra-ta del bilancio dello Stato per essere destinate, a decorrere dal 2008, agli interventi previsti dall’articolo 2, comma 3, del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 451, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 26 febbraio 1999, n. 40, come prorogati dall’articolo 45, comma 1, lettera c), della legge 23 dicembre 1999, n. 488. Il Ministro dell’economia e delle fi nanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.Art. 2 - comma 136. Ai fi ni della piena attuazione della direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Con-siglio, del 27 settembre 2001, con particolare riferimento all’articolo 2 della direttiva medesima, i fi nanziamenti e gli incentivi di cui al secondo periodo del comma 1117 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono concessi ai soli impianti realizzati ed operativi.137. La procedura del riconoscimento in deroga del diritto agli incentivi di cui al comma 1118 dell’articolo 1 della citata legge n. 296 del 2006, per gli impianti autorizzati e non ancora in esercizio, e, in via prioritaria, per quelli in costruzione, è completata dal Ministro dello sviluppo economico, sentite le Commissioni parlamentari com-petenti, inderogabilmente entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge.138. L’articolo 8, comma 10, lettera f), della legge 23 dicembre 1998, n. 448, e successive modifi cazioni, si in-terpreta nel senso che la disciplina ivi prevista si applica anche alla fattispecie in cui la persona giuridica gestore della rete di teleriscaldamento alimentata con biomassa o ad energia geotermica coincida con la persona giuri-dica utilizzatore dell’energia. Tale persona giuridica può utilizzare in compensazione il credito.139. Per l’anno 2009, la quota minima di cui all’articolo 2-quater, comma 1, del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 2, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 11 marzo 2006, n. 81, come sostituito dall’articolo 1, comma 368, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è fi ssata, senza oneri aggiuntivi a carico dello Stato, nella misura del 3% di tutto il carburante, benzina e gasolio, immesso in consumo nell’anno solare precedente, calcolata sulla base del tenore energetico.140. Ai fi ni del conseguimento degli obiettivi indicativi nazionali, per gli anni successivi al 2009, la quota di cui al comma 139 può essere incrementata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, con il Ministro dell’economia e delle fi nanze e con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.141. Ai sensi dell’articolo 3, comma 7, della legge 14 novembre 1995, n. 481, a far data dal 1° gennaio 2007, il valore medio del prezzo del metano ai fi ni dell’aggior-namento del costo evitato di combustibile di cui al titolo II, punto 7, lettera b), del provvedimento del Comitato interministeriale dei prezzi 29 aprile 1992, n. 6, pubbli-cato nella Gazzetta Uffi ciale n. 109 del 12 maggio 1992, e successive modifi cazioni, è determinato dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, tenendo conto dell’effettiva struttura dei costi nel mercato del gas naturale.

142. All’articolo 11-bis, comma 1, del decreto- legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 14 maggio 2005, n. 80, le parole da: “iniziative a vantaggio dei consumatori” fi no alla fi ne del comma sono sostituite dalle seguenti: “progetti a vantaggio dei consumatori di energia elettrica e gas, approvati dal Ministro dello sviluppo economico su proposta dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Tali progetti possono benefi ciare del sostegno di altre istituzioni pubbliche nazionali e comunitarie”.143. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati da fonti energetiche rinnovabili, entrati in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2007, a seguito di nuova costruzione, rifacimento o potenziamento, è incentivata con i meccanismi di cui ai commi da 144 a 154. Con le medesime modalità è incentivata la sola quota di produzione di energia elettrica imputabile alle fonti energetiche rinnovabili, realiz-zata in impianti che impiegano anche altre fonti energetiche non rinnovabili. Le modalità di calcolo di tale quota sono defi nite, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.144. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti di cui alla tabella 2 allegata alla presen-te legge e di potenza nominale media annua superiore a 1 megawatt (MW), è incentivata mediante il rilascio di certifi cati verdi, per un periodo di quindici anni, tenuto conto dell’ar-ticolo 1, comma 382, della legge 27 dicembre 2006,n. 296. I predetti certifi cati sono utilizzabili per assolvere all’obbligo della quota minima di cui all’articolo 11 del decreto legisla-tivo 16 marzo 1999, n. 79. L’immissione dell’energia elettrica prodotta nel sistema elettrico è regolata sulla base dell’articolo 13 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.145. La produzione di energia elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti di cui alla tabella 3 allegata alla presente legge e di potenza nominale media annua non superiore a 1 MW, immessa nel sistema elettrico, ha diritto, in alternativa ai certifi cati verdi di cui al comma 144 e su richiesta del produt-tore, a una tariffa fi ssa onnicomprensiva di entità variabile a seconda della fonte utilizzata, come determinata dalla predetta tabella 3, per un periodo di quindici anni, fermo restando quanto disposto a legislazione vigente in materia di biomasse agricole, da allevamento e forestali ottenute nell’ambito di intese di fi liera o contratti quadro oppure di fi liere corte. Al termine di tale periodo, l’energia elettrica è remunerata, con le medesime modalità, alle condizioni economiche previste dall’articolo 13 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387. La tariffa onnicomprensiva di cui al presente comma può essere variata, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, assicurando la congruità della remunerazione ai fi ni dell’incentivazione dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.146. All’articolo 4, comma 1, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, le parole da: “Il Ministro delle at-tività produttive” fi no alla fi ne del comma sono sostituite dalle seguenti: “Per il periodo 2007-2012 la medesima quota è incrementata annualmente di 0,75 punti percen-tuali. Con decreti del Ministro dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza unifi cata, sono stabiliti gli ulteriori incrementi della stessa quota per gli anni successivi al 2012”.147. A partire dal 2008, i certifi cati verdi, ai fi ni del sod-

X

disfacimento della quota d’obbligo di cui all’articolo 11, comma 1, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, hanno un valore unitario pari a 1 MWh e vengono emessi dal Gestore dei servizi elettrici (GSE) per ciascun impianto a produzione incentivata di cui al comma 143, in numero pari al prodotto della produzione netta di energia elettrica da fonti rinnovabili moltiplicata per il coeffi ciente, riferito alla tipologia della fonte, di cui alla tabella 2 allegata alla presente legge, fermo restando quanto disposto a legislazione vigente in materia di biomasse agricole, da allevamento e forestali ottenute nell’ambito di intese di fi liera o contratti quadro oppure di fi liere corte.148. A partire dal 2008, i certifi cati verdi emessi dal GSE ai sensi dell’articolo 11, comma 3, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, sono collocati sul mercato a un prezzo, riferito al MWh elettrico, pari alla differenza tra il valore di riferimento, fi ssato in sede di prima applicazione in 180 euro per MWh, e il valore medio annuo del prezzo di cessione dell’energia elettrica defi nito dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas in attuazione dell’articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, registrato nell’anno precedente e comunicato dalla stessa Autorità entro il 31 gennaio di ogni anno a decorrere dal 2008.Il valore di riferimento e i coeffi cienti, indicati alla tabella 2 per le diverse fonti energetiche rinnovabili, possono essere aggiornati, ogni tre anni, con decreto del Ministro dello sviluppo economico, assicurando la congruità della remunerazione ai fi ni dell’incentivazione dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.149. A partire dal 2008 e fi no al raggiungimento dell’obiet-tivo minimo della copertura del 25% del consumo interno di energia elettrica con fonti rinnovabili e dei successivi ag-giornamenti derivanti dalla normativa dell’Unione europea, il GSE, su richiesta del produttore, ritira i certifi cati verdi, in scadenza nell’anno, ulteriori rispetto a quelli necessari per assolvere all’obbligo della quota minima dell’anno precedente di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, a un prezzo pari al prezzo medio rico-nosciuto ai certifi cati verdi registrato nell’anno precedente dal Gestore del mercato elettrico (GME) e trasmesso al GSE entro il 31 gennaio di ogni anno.150. Con decreti del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sono stabilite le direttive per l’attuazione di quanto disposto dai commi da 143 a 149. Con tali decreti, che per le lettere b) e c) del presente comma sono adottati di concerto con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, inoltre:a) sono stabilite le modalità per assicurare la transizione dal precedente meccanismo di incentivazione ai meccanismi di cui ai commi da 143 a 157 nonché le modalità per l’esten-sione dello scambio sul posto a tutti gli impianti alimentati con fonti rinnovabili di potenza nominale media annua non superiore a 200 kW, fatti salvi i diritti di offi cina elettrica;b) sono stabiliti i criteri per la destinazione delle biomasse combustibili, di cui all’allegato X alla parte quinta, parte II, sezione 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, a scopi alimentari, industriali ed energetici;c) sono stabilite le modalità con le quali gli operatori della fi liera di produzione e distribuzione di biomasse sono tenuti a garantire la provenienza, la tracciabilità e la rintracciabilità della fi liera, anche ai fi ni dell’applicazione dei coeffi cienti e delle tariffe di cui alle tabelle 2 e 3;

d) sono aggiornate le direttive di cui all’articolo 11, com-ma 5, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79. Nelle more trovano applicazione, per quanto compatibili, gli aggiornamenti emanati in attuazione dell’articolo 20, com-ma 8, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387.151. Il prolungamento del periodo di diritto ai certifi cati verdi, di cui all’articolo 267, comma 4, lettera d), del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, si applica ai soli impianti alimentati da fonti rinnovabili entrati in esercizio dopo il 1° aprile 1999 fi no al 31 dicembre 2007.152. La produzione di energia elettrica da impianti ali-mentati da fonti rinnovabili, entrati in esercizio in data successiva al 31 dicembre 2008, ha diritto di accesso agli incentivi di cui ai commi da 143 a 157 a condizione che i medesimi impianti non benefi cino di altri incentivi pub-blici di natura nazionale, regionale, locale o comunitaria in conto energia, in conto capitale o in conto interessi con capitalizzazione anticipata.153. L’Autorità per l’energia elettrica e il gas defi nisce:a) le modalità di erogazione delle tariffe di cui al com-ma 145;b) le modalità con le quali le risorse per l’erogazione delle tariffe di cui al comma 145, nonché per il ritiro dei certifi cati verdi di cui al comma 149, trovano copertura nel gettito della componente tariffaria A3 delle tariffe dell’energia elettrica.154. A decorrere dal 1° gennaio 2008 sono abrogati:a) il comma 6 dell’articolo 20 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387;b) il comma 383 e il primo periodo del comma 1118 dell’articolo 1 della legge 27 dicembre 2006, n. 296.155. Allo scopo di assicurare il funzionamento unitario del meccanismo dei certifi cati verdi, gli impianti diversi da quelli di cui al comma 143, aventi diritto ai certifi cati verdi, continuano a benefi ciare dei medesimi certifi cati, fermo restando il valore unitario dei certifi cati verdi di 1 MWh, di cui al comma 147. I predetti certifi cati sono utilizzabili per assolvere all’obbligo della quota minima di cui all’articolo 11 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, unitamente ai certifi cati di cui al comma 144.156. Agli impianti aventi diritto ai certifi cati verdi e diversi da quelli di cui al comma 143 continuano ad attribuirsi i predetti certifi cati verdi in misura corrispondente alla produzione netta di energia elettrica.157. Il periodo di diritto ai certifi cati verdi di cui all’ar-ticolo 14 del decreto legislativo 8 febbraio 2007, n. 20, resta fermo in otto anni.158. All’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sono apportate le seguenti modifi cazioni:a) al comma 3, le parole: “o altro soggetto istituzionale delegato” sono sostituite dalle seguenti: “o dalle province delegate”;b) al comma 3, dopo le parole: “del patrimonio storico-artistico” sono inserite le seguenti: “, che costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico”;c) al comma 3, è aggiunto, in fi ne, il seguente periodo: “Per gli impianti offshore l’autorizzazione è rilasciata dal Ministero dei trasporti, sentiti il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con le modalità di cui al comma 4 e previa concessione d’uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima”;d) dopo il primo periodo del comma 4 è inserito il seguen-

XI

te: “In caso di dissenso, purché non sia quello espresso da una amministrazione statale preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, o del patrimonio storico-artistico, la decisione, ove non diversamente e specifi camente disciplina-to dalle regioni, è rimessa alla Giunta regionale ovvero alle Giunte delle province autonome di Trento e di Bolzano”;e) al secondo periodo del comma 4, le parole: “, in ogni caso,” sono soppresse e, dopo le parole: “a seguito della dismissione dell’impianto” sono aggiunte le seguenti: “o, per gli impianti idroelettrici, l’obbligo alla esecuzione di misure di reinserimento e recupero ambientale”;f) al comma 5, le parole: “di cui all’articolo 2, comma 2, lettere b) e c)” sono sostituite dalle seguenti: “di cui all’articolo 2, comma 1, lettere b) e c)”;g) al comma 5, sono aggiunti, in fi ne, i seguenti periodi: “Ai medesimi impianti, quando la capacità di generazione sia inferiore alle soglie individuate dalla tabella A allegata al presente decreto, con riferimento alla specifi ca fonte, si applica la disciplina della denuncia di inizio attività di cui agli articoli 22 e 23 del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e successive modifi cazioni. Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, d’intesa con la Conferenza unifi cata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e succes-sive modifi cazioni, possono essere individuate maggiori soglie di capacità di generazione e caratteristiche dei siti di installazione per i quali si procede con la medesima disciplina della denuncia di inizio attività”;h) al comma 10 sono aggiunti, in fi ne, i seguenti periodi: “Le regioni adeguano le rispettive discipline entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore delle linee guida. In caso di mancato adeguamento entro il predetto termine, si applicano le linee guida nazionali”.159. Per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili la dimo-strazione di avere concretamente avviato la realizzazione dell’iniziativa ai fi ni del rispetto del termine di inizio dei lavori è fornita anche con la prova di avere svolto le attività previste dal terzo periodo del comma 1 dell’articolo 15 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, introdotto dall’ar-ticolo 1, comma 75, della legge 23 agosto 2004, n. 239.160. Quando la domanda di autorizzazione unica per le opere di cui all’articolo 12 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, e successive modifi cazioni, sia presentata da una amministrazione aggiudicatrice, ai sensi del comma 25 dell’articolo 3 del codice dei contratti pub-blici di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, le conseguenti attività sono soggette alla disciplina del medesimo decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163.161. Al decreto legislativo n. 387 del 2003 è allegata la seguente tabella:“Tabella A (Articolo 12)

Fonte Soglie

1. Eolica 60 kW

2. Solare fotovoltaica 20 kW

3. Idraulica 100 kW

4. Biomasse 200 kW

5. Gas di discarica, gas residuati daiprocessi di depurazione e biogas

250 kW”.

Fondo per il risparmio energetico - comma 162. Al fi ne di incentivare il risparmio e l’effi cienza energetica è istituito, a decorrere dall’anno 2008, nello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle fi nanze, il Fondo per il risparmio e l’effi -cienza energetica con una dotazione di 1 milione di euro.Il Fondo è fi nalizzato al fi nanziamento di campagne informa-tive sulle misure che consentono la riduzione dei consumi energetici per migliorare l’effi cienza energetica, con partico-lare riguardo all’avvio di una campagna per la progressiva e totale sostituzione delle lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo, per l’avvio di misure atte al miglio-ramento dell’effi cienza della pubblica illuminazione e per sensibilizzare gli utenti a spegnere gli elettrodomestici dotati di funzione stand-by quando non sono utilizzati.A decorrere dal 1° gennaio 2010 è vietata la commercializza-zione di elettrodomestici appartenenti alle classi energetiche inferiori rispetto alla classe A, nonché di motori elettrici appar-tenenti alla classe 3 anche all’interno di apparati. Il Ministro dell’economia e delle fi nanze, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e con il Ministro dello sviluppo economico, stabilisce, con proprio decreto, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, i princìpi e i criteri a cui si devono informare le campagne informative di cui al presente comma.Lampade a bulbo - comma 163. A decorrere dal 1° gennaio 2011 sono vietate in tutto il territorio nazionale l’importazione, la distribuzione e la vendita delle lampadine a incandescenza, nonché l’importazione, la distribuzione e la vendita degli elettrodomestici privi di un dispositivo per interrompere completamente il collegamento alla rete elettrica.164. Il gestore di rete connette senza indugio e priori-tariamente alla rete gli impianti che generano energia elettrica da fonti rinnovabili che ne facciano richiesta, nel rispetto delle direttive impartite dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas.165. Al comma 2 dell’articolo 14 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, sono aggiunte le seguenti lettere:“f-bis) sottopongono a termini perentori le attività poste a carico dei gestori di rete, individuando sanzioni e pro-cedure sostitutive in caso di inerzia;f-ter) prevedono, ai sensi del paragrafo 5 dell’articolo 23 della direttiva 2003/54/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 giugno 2003, e dell’articolo 2, comma 24, lettera b), della legge 14 novembre 1995, n. 481, procedure di risoluzione delle controversie insorte fra produttori e gestori di rete con decisioni, adottate dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas, vincolanti fra le parti;f-quater) prevedono l’obbligo di connessione prioritaria alla rete degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, anche nel caso in cui la rete non sia tecnicamente in grado di ricevere l’energia prodotta ma possano essere adottati interventi di adeguamento congrui;f-quinquies) prevedono che gli interventi obbligatori di adeguamento della rete di cui alla lettera f-quater) includano tutte le infrastrutture tecniche necessarie per il funzionamento della rete e tutte le installazioni di con-nessione, anche per gli impianti per autoproduzione, con parziale cessione alla rete dell’energia elettrica prodotta;f-sexies) prevedono che i costi associati alla connessione siano ripartiti con le modalità di cui alla lettera f) e che i costi associati allo sviluppo della rete siano a carico del gestore della rete;

XII

f-septies) prevedono le condizioni tecnico- economiche per favorire la diffusione, presso i siti di consumo, della generazione distribuita e della piccola cogenerazione mediante impianti eserciti tramite società terze, operanti nel settore dei servizi energetici, comprese le imprese artigiane e le loro forme consortili”.166. Il Ministro dello sviluppo economico è autorizzato ad emanare, con proprio decreto, misure e linee di in-dirizzo tese a promuovere e realizzare gli adeguamenti della rete elettrica ulteriori che risultino necessari per la connessione ed il dispacciamento dell’energia elettrica generata con impianti alimentati da fonti rinnovabili.167. Il Ministro dello sviluppo economico, d’intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regio-ni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce con proprio decreto la ripartizione fra le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano della quota minima di incremento dell’energia elettrica prodotta con fonti rinnovabili necessaria per raggiungere l’obiettivo del 25% del consumo interno lordo entro il 2012, e dei successivi aggiornamenti proposti dall’Unione europea.168. Entro i successivi novanta giorni, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano adeguano i propri piani o programmi in materia di promozione delle fonti rinnovabili e dell’effi cienza energetica negli usi fi nali o, in assenza di tali piani o programmi, provvedono a defi nirli, e adottano le iniziative di propria competenza per concorrere al raggiungimento dell’obiettivo minimo fi ssato di cui al comma 167.169. Ogni due anni, dopo l’entrata in vigore delle dispo-sizioni di cui ai commi da 167 a 172, il Ministro dello sviluppo economico verifi ca per ogni regione le misure adottate, gli interventi in corso, quelli autorizzati, quelli proposti, i risultati ottenuti al fi ne del raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 167, e ne dà comunica-zione con relazione al Parlamento.170. Nel caso di inadempienza dell’impegno delle regioni relativamente a quanto previsto al comma 168, ovvero nel caso di provvedimenti delle medesime regioni osta-tivi al raggiungimento dell’obiettivo di pertinenza di cui al comma 167, il Governo invia un motivato richiamo a provvedere e quindi, in caso di ulteriore inadempienza nei sei mesi successivi all’invio del richiamo, provvede entro gli ulteriori sei mesi con le modalità di cui all’arti-colo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131.172. Con accordi di programma, il Ministero dello svi-luppo economico o altri Ministeri interessati e le regioni promuovono lo sviluppo delle imprese e delle attività per la produzione di impianti, ed apparecchi, e interventi per le fonti rinnovabili e l’effi cienza energetica, con particola-re attenzione alle piccole e medie imprese, avvalendosi in particolare delle risorse del Quadro strategico nazionale per il periodo 2007-2013.173. Nell’ambito delle disponibilita` di cui all’articolo 12 del decreto del Ministro dello sviluppo economico 19 febbraio 2007, pubblicato nella Gazzetta Uffi ciale n. 45 del 23 febbraio 2007, e ai fi ni dell’applicazione dell’arti-colo 6 del medesimo decreto, gli impianti fotovoltaici i cui soggetti responsabili sono enti locali sono considerati rientranti nella tipologia dell’impianto, di cui all’articolo 2, comma 1, lettera b3), del medesimo decreto.174. L’autorizzazione di cui al comma 3 dell’articolo 12

del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n. 387, per la costituzione e l’esercizio degli impianti fotovoltaici i cui soggetti responsabili sono enti locali, ove necessaria ai sensi della legislazione nazionale o regionale vigente e in relazione alle caratteristiche e alla ubicazione dell’im-pianto, è rilasciata a seguito di un procedimento unico svolto ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 12 per il complesso degli impianti.175. All’articolo 46-bis del decreto-legge 1° ottobre 2007, n. 159, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 29 novembre 2007, n. 222, sono apportate le seguenti modifi cazioni:a) il comma 3 è sostituito dal seguente: “3. Al fi ne di incen-tivare le operazioni di aggregazione di cui al comma 2, la gara per l’affi damento del servizio di distribuzione di gas è bandita per ciascun bacino ottimale di utenza entro due anni dall’individuazione del relativo ambito territoriale, che deve avvenire entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”;b) al comma 4, le parole: “nuove scadenze” sono sostitui-te dalle seguenti: “nuove gare” e le parole: “limitatamente al periodo di proroga” sono sostituite dalle seguenti: “fi no al nuovo affi damento”;c) è aggiunto, in fi ne, il seguente comma: 24-bis. A decorrere dal 1° gennaio 2008, alle gare di cui al comma 1 del presente articolo si applicano, oltre alle disposizioni di cui all’articolo 15, comma 10, del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, anche le disposizioni di cui all’articolo 113, comma 15-quater, del testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, che si intendono estese a tutti i servizi pubblici locali a rete”.176. Al fi ne di garantire lo sviluppo e la continuità della ricerca italiana sull’idrogeno e sulle tecnologie ad esso collegate, come le celle a combustibile, quali componenti ideali di un sistema energetico sostenibile, in grado di soddisfare la domanda crescente di energia riducendo gli effetti dannosi per l’ambiente, a livello locale e globale, è istituito, presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Fondo per la Piattaforma italiana per lo sviluppo dell’idrogeno e delle celle a combustibile, con una dotazione di 10 milioni di euro per l’anno 2008. Il Fondo incentiva lo sviluppo delle diverse fasi della fi liera che consente cicli energetici chiusi, ossia basati sull’idrogeno prodotto con l’impiego di fonti energetiche nuove e rinnovabili, il suo accumulo e trasporto e la sua utilizzazione. Sono favorite le applicazioni trasportistiche dell’idrogeno prodotto con le modalità di cui al presente comma, da utilizzare in motori a combustione interna mo-difi cati, alimentati a idrogeno o a miscele metano/idrogeno, ovvero in celle a combustibile per l’autotrazione.210. A decorrere dal 1° gennaio 2008, è istituito, presso il Ministero dei trasporti, un fondo destinato a interventi volti a migliorare l’effi cienza energetica e ridurre le emissioni in atmosfera delle navi passeggeri in navigazione e in porto oltre quanto previsto dalla normativa vigente. La dotazione iniziale di tale fondo è pari a 1 milione di euro per l’anno 2008 ed a 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009 e 2010.211. Il fondo di cui al comma 210 ha la funzione di provve-dere all’erogazione di un contributo per attività di ricerca e defi nizione degli opportuni standard di effi cienza energetica e ambientale alla luce delle tecnologie innovative dispo-nibili, per l’individuazione degli impedimenti burocratici, logistici e organizzativi che riducono l’effi cienza energetica e incrementano le emissioni del trasporto marittimo, per

XIII

campagne informative sul trasporto marittimo sostenibile, sulle opportunità tecnologiche praticabili e sulle migliori pratiche riguardanti soluzioni già attuate, nonché per favo-rire gli investimenti e compensare i maggiori oneri operativi derivanti da interventi strutturali e impiantistici, componenti e sistemi, ivi inclusi i sistemi di gestione e controllo, i tratta-menti autoleviganti e antivegetativi di carena che consentono una maggior effi cienza energetica della nave in rapporto alla sua capacità di trasporto o la riduzione delle emissioni in atmosfera, in navigazione e in porto, oltre quanto previsto dalla vigente normativa internazionale e comunitaria.212. Il Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, stabilisce, con proprio decreto, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, gli indici e gli standard energetici e ambientali necessari per conseguire le fi nalità di cui ai commi 210 e 211, ivi incluse le modalità di verifi ca e certifi cazione da parte dell’ente tecnico, da defi nire in coerenza con la normativa internazionale e comunitaria, graduando la decorrenza del benefi cio e l’entità del medesimo in funzione dei mi-glioramenti di effi cienza energetica e ambientale ottenuti con gli interventi adottati.213. Il Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro del-l’economia e delle fi nanze, determina, con proprio decreto, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della pre-sente legge, in conformità con la normativa comunitaria in materia, i criteri di attribuzione dei benefìci di cui ai commi da 210 a 212, nei limiti delle disponibilità di cui al comma 210. Il contributo non può superare il 30% degli investimenti ammissibili per il raggiungimento degli standard ambientali ed il 40% degli investimenti ammissibili per il raggiungimento degli standard energetici, con l’eccezione delle attività per studi, ricerche e campagne informative, nonché per gli impianti terranave dedicati alla fornitura e all’utilizzo della corrente di terra, per le quali viene riconosciuto fi no al 100% dei costi di investimento e dei costi operativi.214. L’effi cacia dei decreti previsti dai commi 212 e 213 è subordinata, ai sensi dell’articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, alla preventiva autorizzazione della Commissione europea.215. Il Ministero dei trasporti promuove la realizzazione di accordi con le autorità portuali e i fornitori di energia elettrica per l’approvvigionamento di elettricità alle navi a prezzi convenzionati e compatibili con le attuali modalità di approvvigionamento in porto.Promozione energie rinnovabili - comma 322. È istituito nello stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un fondo per la promozione delle energie rinnovabili e dell’effi cienza energetica attra-verso il controllo e la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, nonché per la promozione della produzione di energia elettrica da solare termodinamico.A decorrere dall’anno 2008 sono destinate al fondo di cui al presente comma risorse per un importo annuale di 40 milioni di euro a valere sulle risorse di cui al comma 321. Entro cin-que mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto, individua le modalità di utilizzazione del fondo, anche prevedendo iniziative di cofi nanziamento con regioni ed enti locali o con altri soggetti, pubblici o privati, nonché mediante l’attivazione di fondi di rotazione.558. A decorrere dal 1° gennaio 2008, i soggetti titolari,

ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo 23 maggio 2000, n. 164, di concessioni per l’attività di stoccaggio del gas naturale in giacimenti o unità geologiche profonde, o comunque autorizzati all’installazione e all’esercizio di nuovi stabilimenti di stoccaggio di gas naturale, cor-rispondono alle regioni nelle quali hanno sede i relativi stabilimenti di stoccaggio, a titolo di contributo com-pensativo per il mancato uso alternativo del territorio, un importo annuo pari all’1% del valore della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio di gas naturale.559. La regione sede degli stabilimenti di cui al comma 558 provvede alla ripartizione del contributo compen-sativo ivi previsto tra i seguenti soggetti:a) il comune nel quale hanno sede gli stabilimenti, per un importo non inferiore al 60% del totale;b) i comuni contermini, in misura proporzionale per il 50% all’estensione del confi ne e per il 50% alla popo-lazione, per un importo non inferiore al 40% del totale.

MobilitàArt. 1 - comma 247. Per il fi nanziamento di investimenti per il potenziamento della rete infrastrutturale e dei servizi nei porti e nei collegamenti stradali e ferroviari nei porti, con priorità per i collegamenti tra i porti e la viabilità stradale e ferroviaria di connessione, è attribuito alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano l’incremento delle riscossioni dell’imposta sul valore aggiunto e delle accise relative alle operazioni nei porti e negli interporti.248. La quota spettante ai sensi del comma 247 alle re-gioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano è computata, a decorrere dall’anno 2008, a condizione che il gettito complessivo derivante dall’imposta sul valore aggiunto e dalle accise sia stato almeno pari a quanto previsto nella Relazione previsionale e programmatica, con riferimento all’incremento delle riscossioni nei porti e negli interporti rispetto all’ammontare dei medesimi tributi risultante dal consuntivo dell’anno precedente.249. A tal fi ne è istituito, nello stato di previsione del Mi-nistero dei trasporti, a decorrere dal 2008, un fondo per il fi nanziamento di interventi e di servizi nei porti e nei collegamenti stradali e ferroviari per i porti. Il fondo è ali-mentato dalle somme determinate ai sensi del comma 247 al netto di quanto attribuito allo specifi co fondo dal decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e con il Ministro dell’economia e delle fi nan-ze, di attuazione dell’articolo 1, comma 990, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Il fondo è ripartito con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’eco-nomia e delle fi nanze e con il Ministro delle infrastrutture, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, al netto della quota di gettito eventualmente già spettante alla regione o provincia autonoma a norma dei rispettivi statuti. A ciascuna regione spetta comunque l’80% dell’incremento delle riscossioni nei porti nel territorio regionale.295. Al fi ne di promuovere lo sviluppo dei servizi del trasporto pubblico locale, di attuare il processo di rifor-ma del settore e di garantire le risorse necessarie per il mantenimento dell’attuale livello dei servizi, incluso il recupero dell’infl azione degli anni precedenti, alle regioni a statuto ordinario è riconosciuta la compartecipazione al gettito dell’accisa sul gasolio per autotrazione.296. La compartecipazione di cui al comma 295 è attribuita

XIV

mensilmente a ciascuna regione, per gli anni 2008-2010, nella misura complessiva indicata nella tabella 1 allegata alla presente legge. A decorrere dall’anno 2011 le quote di compartecipazione di ciascuna regione a statuto ordinario restano determinate nella misura stabilita per lo stesso anno 2011 con decreto del Ministro dell’economia e delle fi nanze, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, in modo tale che le stesse, applicate ai volumi di gasolio impiegato come carburante per autotrazione erogati nell’an-no 2010 in ciascuna regione, consentano di corrispondere l’importo complessivo come determinato nella citata tabella 1 allegata alla presente legge e quello individuato, a decorrere dall’anno 2011, in base al comma 302. Con lo stesso decreto sono individuate le modalità di trasferimento delle somme spettanti alle singole regioni. Nelle more dell’emanazione del decreto continuano ad essere attribuite a ciascuna regione, a titolo di acconto, le quote mensili determinate ai sensi del primo periodo del presente comma.297. La compartecipazione di cui al comma 296 sostituisce e, a decorrere dall’anno 2011, integra le seguenti risorse:a) compensazione della minore entrata registrata relativa-mente alla compartecipazione dell’accisa sul gasolio di cui all’articolo 3, comma 12-bis, della legge 28 dicembre 1995, n. 549, per un importo annuo pari a 254,9 milioni di euro;b) trasferimenti di cui agli articoli 8 e 20 del decreto legisla-tivo 19 novembre 1997, n. 422, e successive modifi cazioni, per un importo annuo pari a 670,5 milioni di euro;c) compensazione della riduzione dell’accisa sulla benzina non compensata dal maggior gettito delle tasse automo-bilistiche di cui all’articolo 1, comma 58, della legge 30 dicembre 2004, n. 311, e successive modifi cazioni, per un importo annuo pari a 342,5 milioni di euro;d) trasferimenti per i rinnovi dei contratti di lavoro relativi al settore del trasporto pubblico locale di cui all’articolo 23 del decreto-legge 24 dicembre 2003, n. 355, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 27 febbraio 2004, n. 47, all’articolo 1, comma 2, del decreto-legge 21 febbraio 2005, n. 16, con-vertito, con modifi cazioni, dalla legge 22 aprile 2005, n. 58, e all’articolo 1, comma 1230, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per un importo annuo pari a 480,2 milioni di euro.309. Ai fi ni dell’imposta sul reddito delle persone fi siche, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2008 per l’acquisto degli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale spetta una detrazione dall’imposta lorda, fi no alla concorrenza del suo ammontare, nella misura del 19% per un importo delle spese stesse non superiore a 250 euro. La detrazione spetta sempreché le spese stesse non siano deducibili nella determinazione dei singoli redditi che concorrono a formare il reddito complessivo. La detra-zione spetta anche se la spesa è stata sostenuta nell’interesse delle persone indicate nell’articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, e successive modifi -cazioni, che si trovino nelle condizioni indicate nel comma 2 del medesimo articolo 12.321. Per favorire i processi di mobilità alternativa nei centri storici di città di particolare rilievo urbanistico e culturale già riconosciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità, è istituito un fondo nello stato di previsione del Ministero dei trasporti pari a 4 milioni di euro annui, per gli anni 2008, 2009 e 2010.Art. 2 - comma 225. Per gli interventi previsti dall’articolo

2, comma 3, del decreto-legge 28 dicembre 1998, n. 451, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 26 febbraio 1999, n. 40, come prorogati dall’articolo 45, comma 1, lettera c), della legge 23 dicembre 1999, n. 488, relativi all’anno 2007, è autorizzata un’ulteriore spesa di 30 mi-lioni di euro per l’anno 2008.250. Al fi ne di contribuire alla realizzazione degli obiettivi di risparmio energetico e di riduzione delle emissioni inqui-nanti è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l’anno 2009 e di 10 milioni di euro per l’anno 2010, in favore di Trenitalia s.p.a. e di società del gruppo, per l’avvio di un programma fi nalizzato alla realizzazione di interventi volti alla rimotorizzazione, in conformità alla direttiva 2004/26/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 aprile 2004, delle automotrici con motori diesel ancora utilizzate per il trasporto regionale su linee non elettrifi cate, in modo da conseguire, a regime, un risparmio energetico netto quan-tifi cabile in 233 milioni di euro, nonché una riduzione delle emissioni inquinanti di oltre 40.000 tonnellate.

Rifi utiArt.1 - comma 166. All’articolo 1, comma 184, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono apportate le seguenti modifi cazioni:TARSUa) alla lettera a), dopo le parole: “anno 2007” sono ag-giunte le seguenti: “e per l’anno 2008”;Ammissibilità in discaricab) alla lettera c), le parole: “31 dicembre 2007” sono sostituite dalle seguenti: “31 dicembre 2008”.Art. 2 - comma 28. Ai fi ni della semplifi cazione della varietà e della diversità delle forme associative comunali e del pro-cesso di riorganizzazione sovracomunale dei servizi, delle funzioni e delle strutture, ad ogni amministrazione comunale è consentita l’adesione ad una unica forma associativa per ciascuna di quelle previste dagli articoli 31, 32 e 33 del citato testo unico di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, fatte salve le disposizioni di legge in materia di organizzazione e gestione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifi uti. Dopo il 1º aprile 2008, se permane l’adesione multipla ogni atto adottato dall’associazione tra comuni è nullo ed è, altresì, nullo ogni atto attinente all’adesione o allo svolgimento di essa da parte dell’amministrazione comunale interessata. Il presente comma non si applica per l’adesione delle amministrazioni comunali ai consorzi istituiti o resi ob-bligatori da leggi nazionali e regionali.38. Per le fi nalità di cui al comma 33, le regioni, nell’eser-cizio delle rispettive prerogative costituzionali in materia di organizzazione e gestione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione integrata dei rifi uti, fatte salve le competenze del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, in ottemperanza agli obblighi comunitari, procedono entro il 1° luglio 2008, fatti salvi gli affi damenti e le convenzioni in essere, alla rideterminazione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei medesimi servizi secondo i princìpi dell’effi cienza e della riduzione della spesa nel rispetto dei seguenti criteri generali, quali indirizzi di coordinamento della fi nanza pubblica:a) in sede di delimitazione degli ambiti secondo i criteri e i princìpi di cui agli articoli 147 e 200 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, valutazione prioritaria dei territori provinciali quali ambiti territoriali ottimali ai fi ni dell’attri-

XV

buzione delle funzioni in materia di rifi uti alle province e delle funzioni in materia di servizio idrico integrato di norma alla provincia corrispondente ovvero, in caso di bacini di dimensioni più ampie del territorio provinciale, alle regioni o alle province interessate, sulla base di appositi accordi; in alternativa, attribuzione delle medesime funzioni ad una delle forme associative tra comuni di cui agli articoli 30 e seguenti del testo unico di cui al decreto legislativo 18 ago-sto 2000, n. 267, composte da sindaci o loro delegati che vi partecipano senza percepire alcun compenso;b) destinazione delle economie a carattere permanente derivanti dall’attuazione del presente comma, come accer-tate da ciascuna regione con provvedimento comunicato al Ministro dell’economia e delle fi nanze, al potenziamen-to degli interventi di miglioria e manutenzione ordinaria e straordinaria delle reti e delle infrastrutture di supporto nei rispettivi ambiti territoriali, nonché al contenimento delle tariffe per gli utenti domestici fi nali.323. È istituito nello stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare un fondo per la promozione di interventi di riduzione e prevenzione della produzione di rifi uti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio, con dotazione di 20 milioni di euro per anno a decorrere dal 2008, a valere sulle risorse di cui al comma 321. Il fondo è fi nalizza-to alla sottoscrizione di accordi di programma e alla formulazione di bandi pubblici da parte del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare per la promozione degli interventi di cui al primo periodo.Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del terri-torio e del mare, da adottare nel termine di cinque mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono defi nite le modalità di utilizzo del fondo di cui al presente comma.324. Per il potenziamento della ricerca e lo studio sulle inte-razioni tra i fattori ambientali e la salute, sugli effetti che gli agenti inquinanti hanno sugli organismi viventi, e in special modo sull’uomo, e al fi ne di accrescere le conoscenze scien-tifi che in materia e di favorire lo studio di progetti volti ad un’effi cace riduzione e al controllo delle emissioni inquinanti, è istituito un fondo, presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con una dotazione di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.

Salute e inquinamentoArt. 2 - comma 324. Per il potenziamento della ricerca e lo studio sulle interazioni tra i fattori ambientali e la salute, sugli effetti che gli agenti inquinanti hanno sugli organismi viventi, e in special modo sull’uomo, e al fi ne di accrescere le conoscenze scientifi che in materia e di favorire lo studio di progetti volti ad un’effi cace riduzione e al controllo delle emissioni inquinanti, è istituito un fondo, presso il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con una dotazione di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.Registro serbatoi di carbonio - comma 336. Al fi ne di sostenere le azioni e le politiche fi nalizzate all’attuazione del Protocollo di Kyoto, ratifi cato ai sensi della L. 1° giugno 2002 n. 120, nonché ai fi ni di cui alla Delibera CIPE n. 123 del 19 dicembre 2002, la somma di 2 milioni di euro annui a valere sul fondo di cui al comma 335 è destinata all’istituzione e alla gestione del Registro nazionale dei serbatoi di carbonio e alla gestione dell’Inventario nazionale delle foreste di carbonio.344. È istituito, presso il Ministero dell’ambiente e della tutela

del territorio e del mare, il Fondo denominato “un centesimo per il clima” nel quale affl uiscono le entrate derivanti dalla contribuzione volontaria di un centesimo di euro per ogni litro di carburante acquistato alla pompa per l’autotrazione, nonché per ogni 6 kW/h di energia elettrica consumata.345. A decorrere dal 1° gennaio 2008, per ogni litro di car-burante acquistato e per ogni 6 kW/h di energia elettrica erogati per i quali sia stata effettuata la contribuzione volon-taria è previsto un corrispondente contributo aggiuntivo di un centesimo di euro da parte delle società di distribuzione di carburante e di energia elettrica. Il Fondo di cui al com-ma 344 è fi nalizzato al fi nanziamento delle politiche della mobilità sostenibile, delle fonti energetiche rinnovabili per ridurre le emissioni di anidride carbonica e al sostegno delle politiche di contrasto ai cambiamenti climatici.346. Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, con proprio decreto, sentite le or-ganizzazioni rappresentative di categoria, le associazioni ambientaliste di cui all’articolo 13 della legge 8 luglio 1986, n. 349, e successive modifi cazioni, e le associazioni dei consumatori, defi nisce le modalità di attuazione della con-tribuzione volontaria di cui al comma 344 e del contributo di cui al comma 345 nonché le modalità di gestione del Fondo. Con il medesimo decreto è istituito un comitato di esperti che ha il compito di verifi care l’attuazione delle fi nalità del Fondo di cui al comma 344. Le spese di funzionamento del comitato di cui al periodo precedente sono poste a carico delle dotazioni del Fondo “un centesimo per il clima”.347. Per l’anno 2008, al Fondo di cui al comma 344 è asse-gnata una dotazione di 1 milione di euro ai fi ni dell’avvio della campagna di comunicazione del medesimo Fondo.385. All’articolo 17, comma 29, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, le parole: “nella misura di lire 103.000 per tonnellata/anno di anidride solforosa e di lire 203.000” sono sostituite dalle seguenti: “nella misura di euro 106 per tonnellata/anno di anidride solforosa e di euro 209”.

Proroghe di termini in materia ambientale del D. L. 248/2007 “MILLE PROROGHE”... omissis...Art. 29. Incentivi per l’acquisto di veicoli a ridotta emis-sione con contestuale rottamazione di veicoli usati1. Fermo restando il contributo previsto dall’articolo 1, com-mi 228 e 229, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per il periodo dal 3 ottobre 2006 al 31 marzo 2010 per l’acquisto di autovetture e di veicoli di cui al comma 227 della stessa legge, nuovi ed omologati dal costruttore per la circolazione mediante alimentazione, esclusiva o doppia, del motore con gas metano e GPL, nonché mediante alimentazione elettrica ovvero ad idrogeno, le disposizioni di cui all’articolo 1, commi 224 e 225, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, e dell’articolo 13, commi 8-quater e 8-quinquies, del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40, sono prorogate fi no al 31 dicembre 2008 ed estese alla rottamazione di autovetture ed autoveicoli per il trasporto promiscuo, di categoria “eu-ro 2”, immatricolati prima del 1° gennaio 1999. Il rimborso dell’abbonamento al trasporto pubblico locale è concesso per tre annualità e il contributo per la rottamazione di cui al citato comma 224 è incrementato a 150 euro, secondo modalità stabilite con decreto del Ministro dell’ambiente

XVI

e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dell’economia e delle fi nanze e dello sviluppo economico. Coloro che effettuano la rottamazione dei veicoli di cui al primo periodo del presente comma senza sostituzione, qualora non risultino intestatari di veicoli già registrati, possono richiedere in alternativa al contributo di cui all’articolo 1, comma 225, della legge 27 dicem-bre 2006, n. 296, un contributo di euro 800, nei limiti di euro 2 milioni, per aderire alla fruizione del servizio di condivisione degli autoveicoli (car sharing), secondo modalità defi nite con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dell’economia e delle fi nanze e dello sviluppo economico.2. Le disposizioni di cui all’articolo 1, comma 236, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, sono prorogate fi no al 31 dicembre 2008.3. In attuazione del principio di salvaguardia ambientale ed al fi ne di incentivare la sostituzione, realizzata attraverso la demolizione di autovetture ed autoveicoli per il trasporto promiscuo di categoria “euro 0”, “euro 1” o “euro 2”, immatricolati prima del 1° gennaio 1997, con autovetture nuove di categoria “euro 4” o “euro 5”, che emettono non oltre 140 grammi di CO

2 per chilometro oppure non

oltre 130 grammi di CO2 per chilometro se alimentati a

diesel, è concesso un contributo di euro 700 e l’esenzio-ne dal pagamento delle tasse automobilistiche per una annualità, estesa per ulteriori due annualità se il veicolo rottamato appartiene alla categoria “euro 0”. Il contributo di cui al periodo precedente è aumentato di euro 100 in caso di acquisto di autovetture nuove di categoria “euro 4” o “euro 5”, che emettono non oltre 120 grammi di CO

2

per chilometro. Il contributo di cui ai periodi precedenti è aumentato di euro 500 nel caso di demolizione di due autoveicoli di proprietà di persone appartenenti allo stesso nucleo familiare, secondo quanto attestato dal relativo stato di famiglia, purché conviventi.4. Per la sostituzione, realizzata attraverso la demolizio-ne, di veicoli di cui all’articolo 54, comma 1, lettere c), d), f), g), ed m), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, di massa massima fi no a 3.500 chilogrammi, di categoria “euro 0” o “euro 1” immatricolati prima del 1° gennaio 1999, con veicoli nuovi, di categoria “euro 4”, della medesima tipologia ed entro il medesimo limite di massa, è concesso un contributo:a) di euro 1.500, se il veicolo è di massa massima infe-riore a 3000 chilogrammi;b) di euro 2.500, se lo stesso ha massa massima da 3000 e fi no a 3500 chilogrammi.5. Le disposizioni di cui ai commi 2, 3 e 4 hanno validita’ per i veicoli nuovi acquistati con contratto stipulato tra venditore e acquirente a decorrere dal 1° gennaio 2008 e fi no al 31 dicembre 2008 ed immatricolati non oltre il 31 marzo 2009.6. Per l’applicazione dei commi precedenti valgono le norme di cui al primo periodo del comma 229 e dei commi dal 230 al 234 dell’articolo 1 della legge 27 di-cembre 2006, n. 296.7. Ai contributi previsti o prorogati dal presente articolo non si applica il limite annuale previsto dal comma 53 dell’articolo 1 della legge 24 dicembre 2007, n. 244.8. L’autorizzazione di spesa di cui al comma 59 dell’artico-lo 2 del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286,

è incrementata di 50 milioni di euro per l’anno 2009.9. La misura dell’incentivo è determinata nella misura di euro 350 per le istallazioni degli impianti a GPL e di euro 500 per l’istallazione degli impianti a metano.10. Nel terzo periodo del comma 2 dell’articolo 1 del decreto-legge 25 settembre 1997, n. 324, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 25 novembre 1997, n. 403, sono soppresse le parole da: “effettuata entro” fi no alla fi ne del periodo.11. La dotazione del fondo per la competitivita’ e per lo sviluppo di cui all’articolo 1, comma 841, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, è ridotta, per l’anno 2008, di 90,5 milioni di euro; la predetta dotazione è incrementata per l’anno 2009 di 90,5 milioni di euro.Art. 30. Proroga dei termini di cui al decreto legisla-tivo 25 luglio 2005, n. 151, in materia di rifi uti da apparecchiature elettriche ed elettroniche.1. All’articolo 6 del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151, dopo il comma 1 è inserito il seguente: “1-bis. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico e della salute, da adottarsi entro il 28 febbraio 2008, sentita la Conferenza unifi cata, sono individuate, nel rispetto delle disposizioni comunitarie e anche in deroga alle disposizioni di cui alla parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, specifi che modalità semplifi cate per la raccolta e il trasporto presso i centri di cui al comma 1, lettere a) e c), dei RAEE ritirati da parte dei distributori ai sensi del comma 1, lettera b). L’obbligo di ritiro di cui al comma 1, lettera b), decorre dal trentesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore di tale decreto”.2. All’articolo 20, comma 4, del decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151, le parole: “entro e non oltre il 31 dicembre 2007” sono sostituite dalle seguenti: “entro e non oltre il 31 dicembre 2008” e, in fi ne, sono aggiunte le seguenti: “e il fi nanziamento delle operazioni di cui all’articolo 12, comma 1, viene assolto dai produttori con le modalità stabilite all’articolo 12, comma 2”.Art. 31. Proroga della Commissione di studio sulla subsidenza1. L’attività della Commissione di esperti sulla subsidenza, istituita per le fi nalità di cui all’articolo 2-bis del decreto-legge 29 marzo 1995, n. 96, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 31 maggio 1995, n. 206, è prorogata fi no al 30 settembre 2008. Fino alla stessa data permangono le limitazioni di cui al comma 2 dell’articolo 26 della legge 31 luglio 2002, n. 179, purché la valutazione di compa-tibilità ambientale di cui al citato articolo non escluda fenomeni di subsidenza.Art. 32. Proroga per emissioni da impianti1. All’articolo 281, comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, le parole: “entro tre anni” sono so-stituite dalle seguenti: “entro cinque anni”.Art. 33. Disposizione in materia di rifi uti1. Il termine di cui all’articolo 7 del decreto-legge 11 mag-gio 2007, n. 61, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 5 luglio 2007, n. 97, è prorogato al 31 dicembre 2008.

35

(prosegue da pag. 33)

Certificazione energeticaIl rilascio del certificato di agibilità per gli edifici di nuova costruzione e per gli edifici oggetto di ristrutturazione, nei limiti di cui all’articolo 3 del D. Lgs. 192/2005 è subordinato alla presentazione della certificazione energetica. Dal 2009, inoltre, il rilascio del permesso di costruire sarà subordinato alla presentazione della certificazione energetica dell’edifi-cio, secondo le disposizioni di cui all’articolo 6 del decreto sopra richiamato, nonché all’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili non inferiori a, 1 kW per ciascuna unità abitativa e a 5 kW per i fabbricati industriali di estensione non inferiore a 100 m².Abusivismo edilizioIl Fondo per le demolizioni delle opere abusive è incremen-tato di € 10 milioni per il 2008, destinati al potenziamento delle attività di sorveglianza e tutela del territorio.È prevista, inoltre, la possibilità per il dirigente o responsa-bile dell’ufficio, di procedere, su ordinanza del Sindaco, al sequestro del cantiere nell’ipotesi di inosservanza dell’ordine di sospensione dei lavori di cui all’articolo 27, comma 3 del DPR. 380/2001

Energia e carburantiRiduzione accise su carburanti e combustibiliIl Ministro dell’economia e delle finanze può adottare, con cadenza trimestrale, un decreto per la di diminuzione delle accise sui prodotti energetici usati come carburanti ovvero come combustibile per riscaldamento per usi civili, che compensi le maggiori entrate dell’imposta sul valore ag-giunto derivante dalle variazioni del prezzo internazionale del petrolio greggio.Impianti alimentati con fonti assimilate alle rinnovabili

I finanziamenti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili, riferiti agli impianti alimentati con fonti assimilate, che ne avevano diritto in ragione del-la normativa previgente possono essere concessi solo agli impianti realizzati operativi e non a quelli autorizzati di cui fosse stata solo avviata la realizzazione: le procedure per la definizione di tali finanziamenti dovrà essere completata dal Ministro dello sviluppo economico entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della finanziaria 2008.Interpretazione autentica dell’articolo 8, comma 10, lettera f) della Legge 448/1998La norma di cui all’articolo 8, comma 10 della legge 448/1998, nella parte relativa agli incentivi per la gestione di reti di teleriscaldamento alimentato con biomassa o ad energia geotermica, si applica anche alle ipotesi di coincidenza tra la persona giuridica gestore della rete e la persona giuridica utilizzatore dell’energia, che potrà utilizzare il credito in compensazione.Biocarburanti Per l’anno 2009, la quota minima obbligatoria di biocarbu-rante di origine agricola da immettere in consumo è pari al 3% di tutto il carburante, benzina e gasolio, immesso in consumo nell’anno solare precedente.Per gli anni successivi al 2009, la quota può essere incremen-tata con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.Costo evitato di combustibile (CEC)Dal 1° gennaio 2007 il costo evitato di combustibile (uno de-gli elementi di riferimento per la determinazione del prezzo di ritiro dell’energia ceduta-CIP6) è determinato dall’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, tenendo conto dell’effettiva struttura dei costi del mercato del gas naturale.L’Autorità farà, altresì, confluire l’ammontare proveniente

36

dal pagamento delle sanzioni irrogate dalla stessa al Fondo destinato a progetti a vantaggio dei consumatori di energia elettrica e gas, approvati dal Ministro dello sviluppo eco-nomico, su proposta della medesima Autorità (nel testo previgente era genericamente destinato a iniziative a van-taggio dei consumatori).Incentivi per fonti rinnovabiliLa produzione elettrica mediante impianti alimentati dalle fonti energetiche rinnovabili di cui allaTabella 2 allegata alla Finanziaria (eolica, geotermica, moto ondoso e maremotrice, idraulica, rifiuti biodegradabili e bio-masse, biogas, gas di discarica e gas residuanti dai processi di depurazione), di potenza nominale media annua superiore a 1 MW, è incentivata mediante il rilascio di Certificati Verdi per un periodo di 15 anni; analogo incentivo è previsto per gli impianti alimentati dalle fonti rinnovabili di cui alla tabella 3, di potenza nominale media annua non superiore a 1 MW, i quali possono però optare per una tariffa fissa onnicomprensiva di entità variabile, a seconda della fonte utilizzata, che sarà fissata dall’Autorità per energia elettrica e gas, la quale determinerà altresì le modalità di copertura delle erogazioni.Gli impianti entrati in esercizio prima del 1° gennaio 2008, che hanno diritto a certificati verdi, continuano a benefi-ciarne, in misura corrispondente alla produzione netta di energia elettrica: il periodo di diritto dei certificati verdi, in tal caso rimane di 8 anni.Certificati VerdiLa quota minima di energia prodotta da impianti alimen-tati da fonti rinnovabili, da immettere nel sistema elettrico nazionale, per il periodo 2007-2012 è incrementato annual-mente di 0,75% (nel sistema previgente, l’incremento era demandato a decreti del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell’ambiente.A partire dal 2008 i Certificati Verdi hanno un valore unita-rio pari a 1 MWh e vengono emessi dal Gestore dei Servizi Elettrici (GSE), in numero pari al prodotto della produzione netta di energia elettrica da fonti rinnovabili moltiplicata per il coefficiente, di cui alla Tabella 2 della Finanziaria, fermo restando quanto disposto dalla legislazione vigente in materia di biomasse agricole, forestali e da allevamento, ottenute nell’ambito di intese di filiera o contratti quadro ovvero di filiere corte.A partire dal 2008, il prezzo dei Certificati Verdi emessi dal GSE è pari alla differenza tra il valore di riferimento, fissato in sede, negazione in € 180 per MWh, e il valore medio an-nuo del prezzo di cessione dell’energia definito dall’Autorità dell’energia elettrica e il gas. Valore e coefficienti per le fonti energetiche rinnovabili possono essere aggiornati ogni 3 anni dal Ministro dello sviluppo economico al fine di assicurare la congruità della remunerazione e l’incentivazione dello sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.Al fine di incentivare lo sviluppo delle fonti energetiche rin-novabili, è stabilito che, fino al raggiungimento dell’obiettivo minimo di copertura del 25% del consumo interno di energia elettrica con fonti rinnovabili, il GSE ritira i Certificati Verdi ulteriori rispetto a quelli necessari per assolvere all’obbligo della quota minima dell’anno precedente, a un prezzo pari al prezzo medio riconosciuto ai Certificati Verdi registrato nell’anno precedente dalla Gestore del Mercato Elettrico e trasmesso al GSE entro il 31 gennaio di ogni anno.Con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di con-

certo con il Ministro dell’ambiente, saranno dettate azione attuative dei meccanismi di incentivazione e saranno indicati i criteri per la destinazione delle biomasse combustibili e saranno individuate le modalità attraverso cui dovrà essere garantita provenienza, tracciabilità e rintracciabilità della filiera delle biomasse.Infine, per assicurare che l’incentivo sia destinato ai soli impianti alimentati da fonti rinnovabili, è precisato che la disposizione che estende a 12 anni il periodo di validità dei Certificati Verdi si applica solo agli impianti alimentati da fonti rinnovabili entrati in esercizio dopo il 1° aprile 1999 fino al 31 dicembre del 2007.Procedure autorizzative per impianti energetici alimentati da fonti rinnovabiliVengono apportate modificazioni al Decreto legislativo 387/2003 relativo a “Razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative”. L’autorizzazione unica per gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, che costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico, è rilasciata dalla Regione e dalle Pro-vince delegate dalla Regione stessa, mentre in precedenza si faceva riferimento genericamente ad un altro soggetto istituzionale delegato.Per gli impianti eolici off-shore, invece l’autorizzazione rilasciata dal Ministero dei trasporti, sentiti il Ministro dello sviluppo economico e il Ministero dell’ambiente, previa concessione d’uso del demanio marittimo da parte della competente autorità marittima.L’autorizzazione rilasciata a seguito di procedimento unico, a cui partecipano tutte le amministrazioni interessate, co-me previsto d dal Decreto legislativo sopra richiamato. La Finanziaria 2008 prevede l’ipotesi di dissenso manifestato da amministrazioni diverse da quelle preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale o del patrimonio sto-rico-artistico. In tal caso la decisione è rimessa alla Giunta regionale, salvo diverse previsioni normative regionali.I progetti per la realizzazione di impianti idroelettrici devono contenere, in caso di dismissione, l’obbligo all’esecuzione di misure di reinserimento e recupero ambientale.Con riferimento agli impianti alimentati dalle biomasse e dalle fonti idrauliche, quando la capacità di generazione sia inferiore alle soglie individuate dalla Tabella A (riportata all’articolo 2 comma 161 della Finanziaria 2008), si applica un la disciplina della denuncia di inizio attività (DIA) prevista dal DPR 380/2001, il cosiddetto Testo Unico dell’Edilizia.In merito alle Linee guida, è richiesto l’adeguamento da parte delle Regioni, in mancanza del quale troveranno ap-plicazione le Linee guida nazionali.Inoltre, è previsto che gli impianti alimentati da fonti rin-novabili possano dimostrare il rispetto del termine di inizio dei lavori sulla scorta dei criteri di cui dall’articolo 15 del D. Lgs. 79/1999.Quando la domanda di autorizzazione unica per le opere dell’articolo 12 del D. Lgs. 387/2003 sia presentata da un’am-ministrazione aggiudicatrice, si applicheranno le disposizioni del Codice dei Contratti Pubblici.Fondo per il risparmio e l’efficienza energetica Viene stanziato un milione di euro per l’istituzione del Fondo per il risparmio e l’efficienza energetica, finalizzato al finanziamento di campagne informative per la riduzione dei consumi energetici.Elettrodomestici di classe inferiore alla A

37

Dal 1° gennaio 2010 non potranno più essere commercia-lizzati elettrodomestici appartenenti a categorie inferiori alla A o motori elettrici appartenenti alla classe 3.Lampadine a bulboA decorrere dal 1° gennaio 2011 sono vietate l’importazione, la distribuzione e la vendita delle lampadine a incandescenza e degli elettrodomestici privi di dispositivo che consenta di interrompere del tutto il collegamento alla rete elettrica.Autorità per l’Energia elettrica e il GasSono assegnate ulteriori finalità all’Autorità che potrà emana-re direttive in ordine alle condizioni tecniche ed economiche per l’erogazione del servizio di connessione di impianti alimentati da fonti rinnovabili.Incremento dell’energia elettrica prodotta da fonti rinno-vabiliCon decreto del Ministro dello sviluppo economico, saran-no ripartite tra le Regioni e le Province autonome le quote minime di incremento dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili.Le Regioni adeguano i propri piani e programmi o, in loro assenza, provvedono a definirli, per il perseguimento di tali quote, coinvolgendo gli enti locali.Ogni due anni, il Ministro dello sviluppo economico veri-fica le misure adottate dalle Regioni e i risultati conseguiti, dandone comunicazione al Parlamento.Qualora le Regioni siano inadempienti, il Governo invia un motivato richiamo a provvedere, attivando i poteri so-stitutivi di cui all’articolo 8 della Legge 131/2003 nel caso di ulteriore inerzia.Produzione di impianti e apparecchi per le fonti rinnovabiliI Ministeri interessati e le Regioni promuovono lo sviluppo delle imprese e delle attività per la produzione di impianti per le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.Impianti fotovoltaici degli enti localiGli impianti fotovoltaici i cui soggetti responsabili sono enti locali sono considerati impianti con integrazione architet-tonica, alla fine dell’applicazione delle tariffe incentivanti previste dal D. M. del 19/02/2007.Per tali impianti, ove richiesta, è rilasciata l’Autorizzazio-ne unica ai sensi dell’articolo 12 del Decreto legislativo 387/2003.Concessioni gasSono state introdotte modifiche al testo del D.L. 159/2007 in ordine agli interventi per garantire la concorrenza nel settore della distribuzione del gas, in particolare i termini per la gara di affidamento sono stabiliti in 2 anni dall’individuazione dell’ambito territoriale che deve avvenire entro un anno dall’entrata in vigore del decreto legge sopra richiamato.Fondo per lo sviluppo dell’idrogeno e delle celle a combu-stibileViene istituito, presso il Ministero dell’ambiente, il Fondo per la piattaforma italiana per lo sviluppo dell’idrogeno e delle celle a combustibile, con una dotazione di 10 milioni per il 2008.Riduzione delle emissioni del trasporto marittimoÈ istituito presso il Ministero dei trasporti un Fondo destinato a interventi volti a migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni in atmosfera delle navi in navigazione nei porti.Con decreto del Ministro dei trasporti, di concerto con il Ministro dell’ambiente, saranno individuati gli standard energetici e ambientali da perseguire ai sensi delle dispo-sizione istitutive del Fondo, nonché i criteri di attribuzione

dei benefici economici per gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica ambientale.Fondo per la promozione delle energie rinnovabili e del solare termodinamicoNello stato di previsione del Ministero dell’ambiente si istituisce un Fondo per la promozione delle energie rin-novabili e dell’efficienza energetica tramite il controllo e la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti, nonché per la promozione della produzione di energia elettrica da solare termodinamico.Stoccaggio di gas naturaleA partire dal 1° gennaio 2008, i titolari di concessioni per l’attività di stoccaggio di gas naturale, corrispondono alle Regioni nelle quali hanno sede i relativi stabilimenti di stoccaggio, a titolo di contributo compensativo per il mancato uso alternativo del territorio, l’importo annuo pari all’1% del valore della capacità complessiva autorizzata di stoccaggio.La Regione ripartisce il contributo tra il Comune in cui hanno sede gli stabilimenti e i Comuni contermini.

MobilitàRete infrastrutturale e servizi nei portiPer il finanziamento di investimenti per il potenziamento della rete infrastrutturale e dei servizi nei porti e nei col-legamenti stradali e ferroviari nei porti, con priorità per i collegamenti tra le porte della viabilità stradale e ferroviaria di connessione, è attribuito alle Regioni e alle Province autonome l’incremento delle riscossione dell’imposta sul valore aggiunto e delle accise relative alle operazioni nei porti e negli interporti.Trasporto pubblico localeAlle Regioni a statuto ordinario è riconosciuta la comparte-cipazione al gettito dell’accisa sul gasolio per autotrazione, al fine di promuovere lo sviluppo dei servizi di trasporto pubblico locale.Abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale È possibile detrarre dall’IRPEF le spese sostenute entro il 31 dicembre 2008 per l’acquisto di 20 di abbonamenti al servizio di trasporto locale, regionale e interregionale, nella misura del 19% sul limite previsto di € 250. La detrazione è applicabile anche alle spese sostenute per il coniuge o i figli a carico.Mobilità nei centri storiciÈ istituito un fondo di € 4 milioni per gli anni 2008, 2009 e 2010, volto a favorire i processi di mobilità alternativa nei centri storici di città di rilievo urbanistico e morale ricono-sciuti dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.Protezione ambientale e sicurezza della circolazioneViene autorizzata la spesa di € 30 milioni per l’anno 2008 per la protezione ambientale e la sicurezza della circola-zione.Risparmio energetico e riduzione delle emissioni nei colle-gamenti ferroviariViene avviato un programma finalizzato alla realizzazione di interventi volti alla rimotorizzazione delle automotrici con motori diesel, ancora utilizzate per il trasporto regionale su linee non elettrificate.

A queste misure debbono essere aggiunte quelle contenu-te nel D. L. 248 approvato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 28 dicembre 2007, meglio noto come “Mille

38

Proroghe”, dove trovano solitamente inserimento quel che non era entrato nella Finanziaria. In particolare, l’articolo 29 prevede, come per il 2007, con qualche novità, Incentivi per l’acquisto di veicoli a ridotta emissione con con-testuale rottamazione di veicoli usati.AutoveicoliSconti ed incentivi vengono estesi anche per la rottamazione di auto Euro 2 immatricolate prima di gennaio 1997.Per chi rottama senza acquistare un’altra auto, viene con-cesso un contributo di 150 euro e tre anni di abbonamento gratis sui mezzi pubblici; in alternativa si garantiscono 800 per il servizio di car-sharing.Se si rottamano due auto per acquistarne una sola, il contri-buto si incrementa di altri 500 euro (1.200 euro in totale).Viene offerto un incentivo di 700 euro e un anno di bollo gratis (tre se l’auto da rottamare è una Euro 0) se si acquista una nuova auto Euro 4 o 5 con emissioni di CO

2 inferiori a

140 grammi per chilometro, se l’auto è a benzina; inferiori a 130 grammi, se l’auto è diesel. Qualora l’auto acquistata emetta meno di 120 grammi, l’incentivo sale a 800 euro.Sono confermati gli incentivi di 1500 euro per coloro che acquistano autoveicoli alimentati, esclusivamente o dop-piamente, a metano, gpl, elettricità e ad idrogeno, che si incrementano di ulteriori 500 euro se il nuovo mezzo acqui-stato emette meno di 120 grammi di CO

2 a chilometro.

Per chi trasforma la propria auto da benzina a metano, c’è l’incentivo di 500 euro e si decurtano a 350 euro se si passa all’alimentazione a gpl.Autocarri, Autoveicoli adibiti per usi o trasporti speciali, AutocaravanAnche tali categorie di veicoli usufruiscono di contributo per la loro sostituzione con contemporanea demolizione.I veicoli di categoria Euro 0 e Euro 1, immatricolati prima del 1° gennaio 1999, qualora vengano sostituiti con veicoli nuovi di categoria Euro 4 viene concesso un contributo di 1.500 euro, se di massa inferiore a 3.000 Kg. e di 2.500 euro se di massa superiore, ma fino a 3.500 Kg.Moto e MotoriniSono confermati gli incentivi per la rottamazione di moto e motorini Euro 0, con contestuale acquisto di motocicli appartenenti alla categoria Euro 3, pari a cinque anni di esenzione del bollo e i costi della rottamazione, nei limiti di 80 euro, anticipati dal venditore.

RifiutiTARSU/TIAViene prorogato il regime di prelievo relativo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti adottato in ciascun comune per l’anno 2006.In materia di assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, continuano ad applicarsi le disposizioni del D. Lgs n. 22/ 1997 (il cosiddetto decreto Ronchi).Il termine previsto dal D. Lgs n. 36/2003, relativo all’entra-ta in vigore del sistema discariche, viene prorogato al 31 dicembre 2008.Divieto di adesione a più forme associativeAgli Enti locali è fatto divieto di aderire a più di una forma associativa per ciascuna di quelle previste dagli artt. 31, 32 e 33 (Consorzi, Unioni di Comuni, Esercizio associato di funzioni e servizi) del D. Lgs n. 267/2000, fatte salve le di-sposizioni di legge in materia di organizzazione del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti. Questo

divieto non si applica per l’adesione delle amministrazioni comunali ai Consorzi istituiti o resi obbligatori da leggi nazionali e regionali.Rideterminazione degli ambiti territoriali ottimali (ATO)Le Regioni procedono, entro il 1° luglio 2008, alla rideter-minazione degli ambiti territoriali ottimali per la gestione del servizio idrico integrato e della gestione integrata dei rifiuti, secondo i principi di efficienza e riduzione delle spese. I nuovi ambiti, se non già coincidenti con i confini provinciali, dovranno tener conto del criterio della valuta-zione prioritaria dei territori provinciali, al fine di attribuire alle Province le relative funzioni.Nel caso di ambiti di dimensioni più ampie, sono previsti appositi accordi tra le Province interessate e la Regione; in alternativa le medesime funzioni sono attribuite alle forme associative di comuni di cui al D. Lgs. 267/2000.Sono in ogni caso fatti salvi gli affidamenti e le convenzioni in essere.I risparmi di spesa dovevano essere destinate al con-tenimento delle tariffe, agli interventi di migliorìa e manutenzione delle reti.Interventi di riduzione e prevenzione della produzione dei rifiutiViene istituito il Fondo per la promozione di interventi di riduzione e prevenzione della produzione dei rifiuti e per lo sviluppo di nuove tecnologie di riciclaggio, con dotazione di 20 milioni di euro per anno a decorrere dal 2008.

Salute e inquinamentoAgenti inquinantiViene istituito un Fondo con una dotazione di 500.000 euro per ciascuno degli anni 2008, 2009, 2010 per il poten-ziamento della ricerca sugli effetti degli agenti inquinanti sugli organismi viventi e dello studio di progetti volti alla riduzione e al controllo delle emissioni inquinanti.Registro nazionale dei serbatoi di carbonioViene stanziata la somma di 2 milioni di euro all’anno per l’istituzione del Registro nazionale dei serbatoi di carbonio e per la gestione dell’Inventario nazionale delle foreste di carbonio, al fine di sostenere le politiche di attuazione del Protocollo di Kyoto.“Un centesimo per il clima”A decorrere dal 1° gennaio 2008 è istituito il Fondo de-nominato “Un centesimo per il clima”, cui confluiscono i proventi della contribuzione volontaria, da parte del-l’acquirente, di un centesimo per ogni litro di carburante acquistato alla pompa per l’autotrazione e per ogni 6 kW/h erogati, con un contributo aggiuntivo di un centesimo di eu-ro da parte della società di distribuzione del carburante.Tassa per le emissioni di anidride solforosa e ossidi di azotoL’importo della tassa sulle emissioni di anidride solfo-rosa e di ossidi di azoto, prevista dall’Art 17, c. 29 della L. n. 449/ 1997 a carico dei grandi impianti di combustione, passa da £ 103.000 a 106 euro per tonnellata/annua di SO

2

e da £ 203.000 a 209 euro per tonnellata annua di NOX.

4040

Il 31 gennaio è stato pubblicato lo studio condotto dall’EEA (European Environment Agency) e dal Centro tematico europeo per la gestione dei rifiuti e delle risorse (EIONET), in cui per la prima volta si affrontano gli effetti della gestione dei rifiuti urbani sulla rete delle emissioni di GHGs in tutta Europa. L’analisi si è basata su un modello economico integrato che combina analisi di riciclaggio, incenerimento, discariche e proiezioni dei volumi di rifiuti, per calcolare le emissioni di gas serra al 2020 (data che l’UE si è data per la riduzione del 20% delle emissioni), al fine di fornire utili informazioni sui trend ed in vista della revisione in corso della Direttiva Quadro sui Rifiuti (cfr.: “Una Direttiva Quadro sui Rifiuti che non permette frain-tendimenti”, in Regioni&Ambiente, n. 12 dicembre 2007, pag. 16 e segg.).Se ne propone la breve Sintesi.

Rifiuti in crescitaNel 1995 ogni cittadino europeo ha prodotto in media 460 kg di rifiuti urbani. Questa quantità è aumentata fino a 520 kg pro capite nel 2004 ed entro il 2020 si prevede un’ul-teriore accrescimento fino a 680 kg pro capite. In totale questo corrisponde a un aumento di quasi il 50% in 25 anni. Questa previsione di crescita continua del volume di rifiuti è principalmente dovuta ad un presunto aumento sostenuto dei consumi privati finali (ossia ad una crescita media annua entro il 2020 del 2% nell’UE-15 (Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussem-burgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia) e

del 4% nell’UE-12 (Bulgaria, Repubblica ceca, Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovacchia, Slo-venia, Ungheria) e al proseguimento delle tendenze attuali dei modelli consumo.Tuttavia, esistono notevoli differenze fra gli Stati membri dell’UE-15 e quelli dell’UE-12: mentre un cittadino dell’UE-15 ha generato in media nel 2004, 570 kg di rifiuti, un cittadino dell’UE-12 ne ha prodotti soltanto 335 kg (Fig.1). Ciononostante, poiché nell’UE-12 le economie sono in pieno sviluppo e i modelli di consumo sono in fase di evoluzione, i volumi di rifiuti subiranno probabilmente un aumento dei prossimi 15 anni, raggiungendo i livelli attuali dell’UE-15. Guardando al futuro, entro il 2020 si prevede una crescita dei volumi di rifiuti urbani del 22% nell’UE-15 e del 50% nell’UE-12. Nell’intero periodo, oltre l’80% dei rifiuti urbani totali verrà prodotto nell’UE-15.Se volessimo spargere sul suolo tutti i rifiuti urbani dell’UE prodotti nel 2020 (ossia circa 340 milioni di tonnellate), questi ricoprirebbero un’area equivalente alla superficie del Lussemburgo con uno spessore di 30 cm oppure di Malta con uno spessore di 2,5 m!Questi risultati suggeriscono che gli sforzi tesi a prevenire la produzione di rifiuti dovrebbero essere notevolmente intensificati, specialmente se si vuole raggiungere l’obiettivo del VI Programma di Azione Ambientale, di ridurre sensi-bilmente il volume dei rifiuti prodotti.

Diminuzione del conferimento in discaricaStoricamente lo smaltimento dei rifiuti attraverso la messa in

INFORMAZIONE E AGGIORNAMENTO

I rif iuti aumenteranno del 25% nel 2020

Pubblicato uno studio dell’Agenzia Europea dell’AmbienteIL MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE DEIRU RIDURRÀ LE EMISSIONI DI GAS SERRA

4141

discarica è stato il metodo di trattamento dei rifiuti urbani più diffuso, tuttavia, negli ultimi due decenni si è osservato un ricorso notevolmente inferiore a tale metodo nel 2004 è stato messo a discarica il 47% di rifiuti urbani (vedi figura 1), percentuale questa destinata a calare ulteriormente entro il 2020 a circa il 35%. Si prevede che il riciclaggio e altre operazioni di riciclo dei materiali aumenteranno entro il 2020, dall’attuale 36%, a circa il 42%. Infine, l’incenerimen-to è stato utilizzato nel 2004 per il 17% dei rifiuti urbani e dentro il 1020 subirà un probabile aumento raggiungendo il 25% circa.Le tendenze passate e quelle previste per il futuro sono in parte il risultato di politiche dedicate, mirate ad accrescere il riciclaggio e il recupero dei rifiuti da imballaggio, e portando l’accumulo di rifiuti urbani biodegradabili nelle discariche. Nel complesso si stima un ulteriore calo della quantità di rifiuti urbani messi in discarica, che riflette i comportamenti a livello nazionale e europeo per raggiungere, tra l’altro, gli obiettivi fissati dal sesto programma di azione ambientale.

Calo delle emissioni prodotte dalla gestione dei rifiuti urbaniNel 2005 le emissioni di gas ad effetto serra, derivanti dalla gestione dei rifiuti, costituivano il 2% delle emissioni totali dell’Unione Europea.Le emissioni di gas metano, uno dei 6 gas ad effetto serra controllati dal Protocollo di Kyoto, sono legate in particolare all’agricoltura (specialmente bestiame) e alle operazioni di smaltimento dei rifiuti. La Direttiva UE relativa alle discariche può pertanto aiutare a raggiungere gli obiettivi fissati dall’UE, riguardanti la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, ad esempio attraverso il recupero del metano e il dirottamento di rifiuti urbani biodegradabili dalle discariche.Un’ulteriore interfaccia tra gestione dei rifiuti e politiche sul cambiamento climatico è il consumo energetico che genere emissioni di gas a effetto serra nella raccolta, nel trattamento e nell’utilizzo dei rifiuti per la fabbricazione di prodotti.

Secondo le proiezioni, le emissioni nette di gas serra derivanti dalla gestione dei rifiuti urbani dovrebbero scendere dal livello massimo di circa 55 milioni di tonn/eq/anno, della fine degli anni ’80, a 10 milioni di tonn/eq/a entro il 2020.Questo è dovuto a due distinti sviluppi.Da un lato la quantità di rifiuti conferiti alle strutture di gestione continuerà a crescere, secondo le proiezioni, con l’aumento della produzione pro capite di rifiuti e l’ulteriore miglioramento della loro raccolta. Questo determinerà un aumento delle emissioni dirette di gas serra generate dal settore della gestione dei rifiuti. La messa in discarica co-stiuirà il 60% del totale nel 2020, mentre il riciclaggio e l’incenerimento rappresenteranno circa il 20%.Dall’altro lato, il riciclaggio e l’incenerimento aumenteranno.

Questi rappresenteranno un risparmio (o emissioni di gas serra evitate) che andrà a controbilanciare le emissioni dirette. Entro il 2020 il 75% delle emissioni evitate totali sarà dovuto al riciclaggio e quasi il 25% all’incenerimento.Pertanto, le proiezioni suggeriscono nel complesso che una migliore gestione dei rifiuti urbani ridurrà le emissioni di gas a effetto serra in Europa, rendendo le pressioni ambientali indipendenti dalla crescita economica, come richiesto dal VI Programma di Azione Ambientale. Inoltre, grazie all’at-teso ulteriore sviluppo del riciclaggio e al maggior utilizzo dei rifiuti come risorse, le proiezioni sembrano indicare il raggiungimento dell’obiettivo a lungo termine di evoluzione verso una società di riciclaggio, come si prefigge la strategia tematica di prevenzione e riciclo dei rifiuti.Le proiezioni utilizzate nello studio sottintendono una cresci-ta della capacità di gestione dei rifiuti adeguata la domanda. Tuttavia, se gli investimenti in una nuova e migliorata ca-pacità di gestione non riusciranno a tenere il passo con le crescenti quantità di rifiuti, le emissioni nette di gas serra potrebbero continuare ad essere superiori a causa di una gestione inefficiente.

Benefici della limitazione di crescita dei volumi di rifiutiAnche se le proiezioni indicano che le emissioni nette di gas serra diminuiranno, nonostante la crescita dei volumi di rifiuti, le azioni volte a limitare o ad evitare la crescita prevista nella quantità dei rifiuti contribuiranno a ridurre ulteriormente le emissioni nette di gas serra prodotte dal settore della gestione dei rifiuti. Si stima che la raccolta e il trasporto di rifiuti, i quali sono strettamente legati ai loro volumi, rappresenteranno meno del 5% delle emissioni dirette di gas serra nel settore dei rifiuti, principalmente per via delle brevi distanze che il trasporto dei rifiuti urbani normalmente richiede. Tuttavia, questa cifra rappresenta il 40% delle emissioni nette nel 2020.Il contenimento della quantità di rifiuti prodotti apporterà anche altri benefici, quali una riduzione dei costi della gestione dei rifiuti, nonché un minor inquinamento atmosferico (pol-veri e ossidi d’azoto) e un minor inquinamento acustico legato alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. In caso contrario i costi di gestione dei rifiuti potrebbero aumentare considerevolmente con l’aumento dei volumi. Il costo della raccolta e del tratta-mento dei rifiuti è particolarmente elevato e la produzione di rifiuti è per definizione una perdita di risorse.

Concludendo, l’Europa non può adagiarsi di fronte alla continua crescita di rifiuti, la quale riflette i nostri attuali modelli di consumo e di produzione insostenibili, perché questo potrebbe compromettere nel lungo termine i pro-gressi compiuti nel settore della gestione dei rifiuti.

42

Una montagna di rifiutiSono troppi, sono in aumento con una percentuale del +2,7% rispetto al 2005, i rifiuti urbani prodotti in Italia, che

RAPPORTO SUI RIFIUTIPRODOTTI IN ITALIATroppi, costosi e continuiamo a gettarli in discarica

di Lorena Cecchinifoto di Paolo Moretti

hanno raggiunto nel 2006 quota 32,5 milioni di tonnnellate.Capofila la Toscana con 704 kg di ri-fiuti per abitanti (ndr.: l’UE per il 2020

teme un aumento medio europeo fino a 680 kg). Grosse cifre che contrastano con le esigue cifre della raccolta dif-ferenziata, anche se l’APAT (Agenzia Nazionale per la Protezione Ambientale e per i servizi Tecnici) nel Rapporto Ri-fiuti 2007, che contiene sostanzialmente dati aggiornati al 2006, presentato il 6 febbraio scorso, definisce “nel comples-so positiva la diffusione della raccolta differenziata”, pur dichiarando lontano l’obiettivo del 40% già previsto per il 31 dicembre 2007, basando l’ottimismo su una percentuale del 25,8% a fronte di un 24,2% rilevato nel 2005.Dunque ci accontentiamo di appena 700 mila tonnellate in più, alle quali non tutte le città italiane hanno di fatto contribuito in egual misura.Partendo dall’alto dello Stivale, è il Trentino-Alto Adige a regalarci una per-centuale (49,1%) di raccolta differenziata, stando alle consuetudini, di tutto rispetto, seguita dal Veneto (48,7%), Lombardia (43,6%) e Piemonte (40,8%).

Fonte APAT

Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Alfonso Pecoraro Scanio

43

NON SOLO CAMPANIA:L’ALLARME DELLE ISTITUZIONILa differenziata da sola non basta: occorrono infrastrutture più sicure e utilizzate al meglio

di Cristina Pacciani

“La crescita della produzione di spazzatura in Italia è il dato che ci allarma di più”; così Giancarlo Viglione, Presidente APAT, ha puntato il dito contro questo che sembra essere il dato più si-gnifi cativo emerso dalla presentazione del Rapporto Rifi uti APAT 2007, insieme a quello relativo al mancato decollo della raccolta differenziata, seppur in lieve aumento. Il Presidente dell’Agenzia ha ribadito l’importanza di diffondere dati ambientali di questo tipo, a supporto delle Istituzioni nell’adozione di politiche che possano ridurre il divario tra l’Italia e il resto d’Europa, soprattutto in virtù del fatto che siamo ad oggi il Paese che produce più rifi uti, benchè quello con i dati più aggiornati nel settore.A ribadirlo, il Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio: “La discussione sui rifi uti, in Italia è falsata dalla disinformazione” - ha affermato. Ciò che occorre al nostro Paese è un progetto organico che segua il rifi uto sin dalla sua raccolta e per questo non si esau-risce soltanto con l’adozione di inceneritori, che sono a suo avviso sottoutilizzati e mai sfruttati pienamente. Uno sguardo, quello del Ministro, rivolto anche all’emergenza in Campania: “Il dramma della Campania è stato determinato dall’assurda scelta di affi dare l’intero

ciclo dei rifi uti ad un’unica azienda, scelta che non a caso oggi è al centro di un’inchiesta e che noi abbiamo sempre denunciato”.

Per Roberto Barbieri, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifi uti e sulle attività illecite ad esso connesse, decisivo è l’utilizzo degli impianti che in Italia sono insuffi cienti a garantire un servizio adeguato e non solo in Campania; “La raccolta differenziata è importante, ma da sola non basta: servono tecnologie migliori e, tra queste, i termovalorizzatori, dei quali va valutato l’im-patto ambientale complessivo”. Secondo Barbieri, questi impianti aumentano le emissioni, ma attenuano altre fonti inquinanti, risultando, complessivamente, una infrastruttura positiva. Prova ne è il fatto che alcune città europee di grande sensibilità ambientale li abbiano adottati in pieno centro abitato. Una critica è andata alla scarsa attenzione dello Stato verso i reati ambientali, in particolare legati ai rifi uti, verso i quali si sta orientando sempre più la criminalità organizzata e dai quali trae una ingente fonte di guadagno illecito.

Il collasso rifi uti rischia di investire anche altre Regioni che non sono messe benissimo in quanto a produzione e riciclaggio dei rifi uti: Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera, ha affermato che per mettere in atto strategie adeguate, la po-litica dovrebbe commissariare tutti i comuni che non adottano la differenziata, non solo in Campania ma in tutto il Paese. “È necessario un confronto tra i grandi risultati raggiunti nel settore del riciclaggio - che ha portato a un risparmio di 4 milioni e 300 mila tonnellate di petrolio, l’equivalente di quello che potrebbero produrre tre centrali nucleari - e quelli inesistenti delle clientele che avrebbero dovuto fare la differenziata in Campania”.Rispetto alla raccolta differenziata, ha proseguito Realacci, serve più fi ducia nell’amministrazione pubblica, fi ducia che al momento non si riscontra. La sue scelte sarebbero comprese meglio dai cittadini se questi ultimi si fi dassero di più di chi li amministra.

Più incisiva la posizione di Tommaso Sodano, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, secondo il quale bisognerebbero sciogliere i consigli comunali che non optano per la differenziata e che creano, di conseguenza, danni economici: “O avremo il coraggio di fare delle scelte drastiche o non usciremo dalle emergenze”; la Campania è solo la punta di un iceberg che rischia di provocare altre situazioni disastrose, dal Lazio alla Calabria. I dati forniti dall’APAT devono costituire la base per rileggere l’attuale sistema di gestione dei rifi uti in Italia.

L’eco dei censimenti diffusi dall’APAT non ha mancato di suscitare commenti da parte di Associazioni o Istituzioni direttamente coinvolte dal problema rifi uti. Legambiente concorda con l’esigenza di ridurne drasticamente la produzione, che rischia di vanifi care ogni progresso prodotto con la raccolta differenziata, così come il loro conferimento in discarica.“Solo un giovane su 4, pari al 26% del totale intervistato, si impegna nel differenziare i rifi uti”, ha commentato Coldiretti diffondendo i risultati di un’indagine sul tema energia nella vita dei giovani; emerge quindi un preoccupante dato relativo alla sensibilità dei giovani verso il problema, giovani che dovrebbero, più di chiunque altro, avvertirlo come proprio.

Un coro ben sintonizzato, quello delle Istituzioni, sull’allarme di veder riempito il nostro Paese di tonnellate e tonnellate di spazzatura, senza capire esattamente come trattarla e soprattutto dove gettarla. Fondamentale, per poter agire, sapere esattamente contro chi - soprattutto contro quanto - combattere la sfi da; censimenti come quello dell’APAT ci mettono con le spalle al muro: noi cittadini, nell’adottare la differenziata e nel cercare di ridurre al minimo i quantitativi; loro Istituzioni, per adottare politiche mirate e per non vedere una seconda Campania.

Da destra: moderatore Maurizio Mannoni, Giancarlo Viglione, Alfonso Pecoraro Scanio

44

Il primato cittadino va invece a Reg-gio Emilia (46,8%), non male Padova (38,9%) e Torino, Brescia e Ravenna, intorno al 35-36% circa.Ma la tranche dei virtuosi finisce qui, scendendo verso Sud le cifre lasciano molto perplessi: con il Lazio che “sfog-gia” un misero 11%, superato di 0.3 punti

percentuali dalla Campania, regione che presenta comunque sfaccettature variega-te nei dati relativi alle diverse province come ad esempio Salerno e Avellino che registrano percentuali intorno al 20%, in contrasto con appena l’8% di Napoli.Merita, invece, considerazione lo sforzo della Sardegna che, grazie ad iniziative

Fonte APAT

capillari di sistemi di raccolta, ha rim-piazzato l’8.9% del 2005 con un 19,8% ottenuto nell 2006.Misere invece risultano le performance di alcune città del Sud, come Messina, Catania e Taranto, contrassegnate rispet-tivamente dall’1,9%, dal 6.3% e 6,6%.Per passare ai “numeretti”, ecco i dati del ricorso allo smaltimento in discarica, ridotto nel 2006 dello 0,7% rispetto al 2005. Il sacchetto di immondizia ete-rogenea che inesorabilmente finisce in discarica, rimane la modalità di gestione dei rifiuti più amata dagli italiani. Nel Centro Italia guadagna addirittura più attenzione crescendo del 6,3%, rimanen-do, per fortuna, stabile nelle altre aree geografiche, nonostante una dimunuzio-ne degli esercizi di smaltimento di 37 unità nel 2006 rispetto all’anno prima. Ma anche per le discariche la tendenza disuguale delle diverse aree italiane in coincidenza con Nord, Centro e Sud, è ormai nota e rimane tale e quale agli anni precedenti. Dobbiamo additare an-cora una volta Sicilia, Molise e Puglia quali responsabili maggiori del divario con il Nord, colpevoli di un altissimo ricorso allo smaltimento in discarica.

Il Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci

45

Salendo la penisola, incontriamo il La-zio con una percentuale di smaltimento pari all’ 85,5%, dato che non occorre commentare. Dei 2 milioni di tonnellate smaltite nell’intera provincia di Roma 1,5 milioni di tonnellate riguardano la Capitale. Bene invece la Sardegna con il suo 12.7%.Compostaggio, incenerimento e trat-tamento meccanico biologico non registrano modifiche rilevanti.Più tranquillizzante appare la situazio-ne degli imballaggi avviati a recupero che sembrerebbe aver raggiunto gli 8 milioni di tonnellate, con segnali forti di aumento tendenziale tra il 2005 e il 2006 per: legno +5,9%, allumi-nio +5,3%, plastica +6,5%, frazione quest’ultima maggiormente avviata a recupero energetico.

Definiti “speciali”, ma soprattutto pericolosi.Si ritrovano nei comunicati stampa delle operazioni condotte dal NOE, ma molto spesso, in generale, manca-no defininitivamente all’appello. Sono i cosiddetti rifiuti speciali che secondo l’APAT risultano pericolosamente in crescita.Il dato fornito dal Rapporto Rifiuti riguar-da il 2005 e attesta una produzione pari a 55,6 milioni di tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi, 5,9 milioni pericolosi e 46

Fonte APAT

milioni derivati da attività di costruzione e demolizione, in totale 107 milioni, ma da quelli gestiti mancano circa 6 milio-ni di tonnellate, un’assenza ingiustificata che pesa in diversi modi in termini di sicurezza per il nostro Paese.

Un po di conti…In conclusione la gestione dei rifiuti fa penare tutti, dai cittadini alle istitu-zioni, per non parlare dei monito da parte dell’UE, ma pesa anche in termini economici con alti costi di gestione del

Il Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano

servizio di igiene urbana. Nel 2005 si registra un costo medio annuo pro capite di 123,12 euro, tanto vale la gestione dei rifiuti indifferenziati (48,8%) e della raccolta differenziata, spazzamento e lavaggio strade (16,8%), una cifra abbastanza elevata che non a tutti sembra giustificata o almeno non dovunque è oggettivamente motivata da un corrispondente efficiente servi-zio… chissà perché quando si parla di rifiuti c’è sempre qualche inspiegabile mistero!

46

Di Gennaro spa opera da molti anni nel settore del recupero dei materiali con un complesso industriale, ubicato nella zona industriale ASI di Caiva-no (NA), esteso su una superficie di 40.000 mq. L’impianto rappresenta una vera e propria piattaforma CONAI, in quanto costituisce il principale riferimento del-la regione Campania per i consorzi di filiera COMIECO, COREPLA, RILEGNO, CIAL e CNA.L’attività svolta dall’azienda è la na-turale evoluzione di una vocazione

consolidata a coniugare l’attenzione per l’ambiente con le più attuali tec-nologie, per rispondere all’esigenza di aumentare la capacità produttiva am-pliando nello stesso tempo la gamma dei prodotti trattati.La cultura aziendale di Di Gennaro spa si pone al servizio di una crescita della

L’IMPORTANZA DI DIFFONDERELA CULTURA AMBIENTALE

a cura di Donatella Mancini

Raccolta differenziata, anche affiancan-do a livello locale i consorzi di filiera nella loro funzione di informazione e sensibilizzazione dei cittadini.Il recupero totale dei materiali riciclabili è lo scopo dell’Azienda, in linea con una vocazione ecologica consolidata da 4 generazioni.

Entrando nello specifi-co, l’Azienda si occupa della valorizzazione di carta da macero, im-ballaggi in plastica, alluminio, materiali ferrosi e non ferrosi, materiali non perico-losi. Questo passaggio è fondamentale per il successivo riciclo, poiché questa mani-polazione di frazioni nobili del rifiuto co-stituisce l’azione che trasforma un rifiuto in una risorsa per il sistema industriale.I materiali provenienti dalla Raccolta Dif-ferenziata vengono condotti all’impianto, conferiti da terzi, e, una volta pesati, a seconda della tipolo-gia, vengono smistati ad aree diverse per

effettuare lo scarico e successivamen-te, attraverso mezzi meccanici, spinti all’interno di tramogge ed avviati alle diverse fasi di trattamento. Di Gennaro spa svolge la sua attività di recupero rifiuti in una realtà che pre-senta mille difficoltà, come è emerso dalle recenti vicende di emergenza rifiuti in Campania. Nonostante l’as-senza di una cultura locale in materia di gestione dei rifiuti, che spesso si traduce in una totale renitenza da parte della popolazione nel voler affrontare la questione, Di Gennaro spa, oltre a svolgere con zelo la propria attività, mira a diffondere una cultura del recupero del materiale riciclabile, av-

SERVIZI AMBIENTALI

47

valendosi di strategie di comunicazione per formare una coscienza ecologica soprattutto tra i giovani, anche con il supporto di associazioni ambientaliste, come Legambiente. A questo scopo, l’azienda promuove visite guidate di scolaresche, studenti universitari e rap-presentanti di grandi realtà aziendali, che possono verificare in modo diretto e tangibile le fasi del riciclo.Novità del 2008, sempre nel campo della comunicazione aziendale, è stata la produzione di un calendario (nelle foto) sul tema dei rifiuti, reso più gradevole dalla presenza di belle modelle. Il calendario, le cui immagini sono state scattate presso l’impianto della Di Gennaro spa, è stato realizzato in collaborazione con la Municipalizzata del Comune di Napoli, A.S.I.A. (Azien-da Servizi Igiene Ambientale). L’idea è nata in occasione della IV edizione di EDUCAMBIENTE, svoltosi nel Maggio 2007, manifestazione che si propone di diffondere la cultura della Raccolta Differenziata negli Istituti scolastici partenopei.

Il calendario, che è stato distribuito tra clienti, fornitori ed Enti pubblici, costituisce un originale e valido stru-mento per la comunicazione dei valori di sostenibilità. Tra le iniziative in agenda, Di Gennaro

Di Gennaro spaS.S. 87 SanniticaZona ASI Località Pascarola80023 Caivano (NA)

spa si propone anche di sponsorizzare, nel settore di pertinenza ambientale, la pubblicazione di testi per ragazzi, di collaborare con Associazioni onlus alla realizzazioni di eventi e di organizzare incontri e convegni.

Tel. 081 8808311fax 081 [email protected]

48

PremessaSono trascorsi 10 anni dalla data della prima registrazione in Italia ai sensi del Regolamento EMAS. Il 18 dicembre 1997 la ST Microelectronics otteneva la registrazione del proprio sito di Catania a cui seguiva, subito dopo, quella degli stabilimenti produttivi di Agrate Brianza e di Cornaredo della stessa azienda. È l’occasione giusta per tentare ora di fare un bilancio di questi 10 anni e riflettere sull’applicazione di EMAS in Italia.Si rammenta che il Regolamento CE n. 761/01 del 19 marzo 2001, sull’ade-sione volontaria delle organizzazioni ad un sistema comunitario di eco-gestione ed audit (EMAS), si pone come obietti-vo principale il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali delle orga-nizzazioni che vi aderiscono mediante, fra l’altro, l’informazione sulle prestazioni ambientali e un dialogo aperto con il pubblico ed altri soggetti interessati.Il sistema adottato dallo Stato italiano (D.M. 413/95) prevede che al Comitato Ecolabel Ecoaudit sia assegnata la funzione di Organismo Competente e Organismo di Accreditamento e, all’APAT, la funzione di supporto al Comitato per le attività tecniche finalizzate alla registrazione e all’accredita-mento dei Verificatori ambientali.Numerose sono state in questi oltre 10 anni le iniziative di diffusione del Rego-lamento, le partecipazioni a convegni, seminari, manifestazioni varie nonché l’organizzazione di particolari eventi finalizzati a promuovere lo schema da parte del Comitato e dell’APAT. I risultati finora ottenuti, come vedre-mo nel seguito di questo articolo, appaiono come un buon successo se confrontatati a livello europeo. L’analisi attenta dei dati nazionali ci consente oggi di trarre utili spunti di riflessione sui punti di forza e di debolezza del sistema Italiano e indicazioni per future politiche di rafforzamento dello schema che possano portare ad una maggiore diffusione dello stesso soprattutto fra gli operatori del settore industriale.

Analisi dei dati e valutazione dei risultatiI verificatori AmbientaliAd oggi sono accreditati ad operare in Italia 16 verificatori ambientali dei quali 14 sono enti di certificazione che operano anche in ambito ISO (qualità, ambiente, ecc.) e due sono singoli pro-fessionisti. Attualmente sono in corso le attività per la concessione di ulteriori due accreditamenti, uno ad una organiz-zazione ed uno a titolo individuale.

La domanda di accreditamento ha seguito, negli anni, la richiesta prove-niente dal mercato relativa al numero di adesioni ad EMAS. Dall’iniziale pru-denza, da parte dei verificatori nel richiedere l’accreditamento (figura 1), si è assistito ad un forte aumento del numero degli stessi in conseguenza del rapido crescere, a partire dal 2001, delle registrazioni. Si è passati così da 4 verificatori accreditati nel 2002 a 7 nel 2003 (+75% in un solo anno).

EMAS:10 ANNI DI APPLICAZIONE IN ITALIA

di Paolo Molinas, Silvia Ubaldini e Mariangela SoraciAgenzia per la Protezione dell’Ambiente e per i Servizi tecnici

Figura 1

Figura 2

QUALITÀ E AMBIENTE

49

La crescita è poi continuata in modo sostanzialmente graduale negli anni successivi.In generale, si riscontra una ecceden-za della portata dell’accreditamento rispetto alle reali attività svolte dal verificatore1. Ciò può essere spiegato se si considera che, al momento di richiedere l’accreditamento, i verifi-catori ambientali tendono a proporre quei settori che comunque, storicamen-te, si sono rivelati sensibili anche alla certificazione ISO 14001 e 9000 e che rappresentano un potenziale di svilup-po verso EMAS. Infine, il basso costo dell’accreditamento in Italia e l’assenza di quote fisse legate al numero di codici NACE2 concessi (politica del Comitato per favorire la crescita del sistema) con-tribuisce certamente ad un eccesso di richiesta di accreditamento rispetto alle reali condizioni di mercato.Infatti, analizzando i dati relativi ai settori di attività nei quali i verificatori hanno finora operato, si evince che in molti di questi non si è ancora avuta alcuna verifica e convalida risultando evidente la sovrastima delle potenzialità di crescita di quei settori. A titolo di esempio si possono citare i settori della silvicoltura, dell’Industria del tabacco, della fabbricazione di macchine elettri-che, del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli e motocicli, della vendita al dettaglio di carbu-ranti per autotrazione, dei trasporti marittimi ed aerei, delle assicurazioni e fondi pensione e delle attività del-l’intermediazione finanziaria e delle assicurazioni.I dati e i trend delle registrazioniL’approvazione del citato D. M. 413 nel

1995 (ricordiamo che la prima edizione del Regolamento è del 1993) e la diffe-rita nomina dei membri del Comitato Ecolabel Ecoaudit, avvenuta solo agli inizi del 1997, ha comportato ritardi nell’approvazione delle procedure nazionali per il funzionamento dello schema rispetto al resto d’Europa.Mentre in alcuni Paesi, quali il Regno Unito, la Germania e l’Austria sono stati registrati i primi siti già a partire dall’esta-te 1995, in Italia si è dovuto attendere la fine del 1997 per consentire alla ST Microelectronics di registrare il proprio sito di Catania avvalendosi, tra l’altro, di un verificatore estero non essendoci a quel tempo alcuna disponibilità di tali figure sul mercato nazionale.Tuttavia fin da subito si è riscontrato un deciso trend di crescita che, nel giro di poco tempo, non solo ha col-mato il gap con il resto d’Europa, ma

ci ha portato ben presto a superare numericamente quegli Stati Membri che all’inizio avevano avuto un avvio decisamente promettente (figura 2). Oggi infatti vantiamo il terzo posto per numero di registrazioni dopo la Germania (dati non riportati in fig. 2 perché fuori scala con oltre 2000 siti registrati) e la Spagna e con una curva di crescita molto promettente.Allo stato attuale (dati dicembre 2007) risultano nel registro nazionale 740 or-ganizzazioni delle quali 55 sono del tipo multisito ed un totale quindi di 1031 siti registrati (figura 3).Finora le registrazioni concesse sono sta-te 804; la differenza fra il numero delle concessioni ed il numero delle organiz-zazioni che oggi partecipano allo schema è dovuto in parte all’accorpamento di più siti registrati individualmente e poi riuniti in un unico numero a seguito di una scelta strategica aziendale (21 orga-nizzazioni) e in parte alla cancellazione per perdita della rispondenza ai requisiti del regolamento (8) o per richieste di cancellazione o mancato rinnovo alla scadenza (33 pari a circa il 4% del tota-le). Tale percentuale rientra tra le perdite fisiologiche ed appare sostanzialmente costante e di modesta entità.Tra le motivazioni addotte per tali rinunce troviamo:- costi di mantenimento ritenuti elevati;- assenza di reali incentivi e ricono-

scimenti;- sostanziale disinteresse dei propri

clienti;- mancata visibilità pubblica dello

schema a causa della scarsa diffu-sione e conoscenza del logo e del suo significato.

Figura 3

Figura 4

50

La situazione italiana relativa al numero delle registrazioni rilasciate evidenzia che solo una piccolissima percentuale delle aziende che compongono la com-pagine produttiva italiana è stata attratta dallo schema EMAS. Questo dato co-munque riflette la generale tendenza che si manifesta in tutta la UE dovuta sia alla complessità del processo di adesione e di mantenimento della re-gistrazione (solo i migliori raggiungono questo risultato) sia alla contemporanea presenza nel mercato mondiale di altri schemi di certificazione analoghi. Gli standard della ISO infatti rappresentano una finestra sul mondo, vista la loro applicabilità globale, mentre EMAS è attualmente dedicato alla sola realtà Europea e questo ne limita fortemente la diffusione. L’adesione ad EMAS, inoltre, non risulta distribuita uniformemente sul territorio italiano, infatti il 53% delle registrazioni si concentra nel nord Italia, il 27% nel centro, il 13% nel sud e il 7% nelle isole maggiori (figura 4).Lo sviluppo è disomogeneo sul terri-torio e risente di livelli di sensibilità e/o di incentivi diversi tra regione e regione, amministrazioni locali, settori produttivi, associazioni di categoria. Dall’analisi dei dati disponibili si evin-ce che la politica degli incentivi e delle misure adottate in Italia ha in parte coinciso con un aumento delle registrazioni. In particolare, il numero di registrazioni relativo alla piccola im-presa è cresciuto soprattutto grazie agli incentivi finalizzati a sostenere i costi di implementazione del sistema.In linea generale i successi di EMAS sono legati alla politica ambientale e di

sostegno da parte di regioni e provin-ce, alle facilitazioni amministrative, ai benefici fiscali concessi ed a specifiche realtà economiche che hanno deciso in modo indipendente di conseguire la registrazione (es. settore elettrico e chimico).Inoltre appare evidente (figura 5) che non è stata riscontrata la stessa pene-trazione dello schema nei vari settori produttivi; alcuni di essi, seppure di grande rilievo nell’economia italiana, risultano assenti dal Registro italiano EMAS (vedi settore automobilistico e trasporto aereo).Analizzando gli indicatori di crescita inoltre si osserva che l’adesione da parte dei settori industriali non è in calo, come accade invece nella media europea, bensì conserva ancora un leggero trend positivo pur se i numeri rimangono ancora piccoli rispetto al

potenziale di crescita. Questo dato in controtendenza trae origine molto pro-babilmente dalla legislazione Italiana in materia ambientale che ha anticipato i tempi rispetto al resto della UE nel definire provvedimenti di semplifica-zione e facilitazione amministrativa per le aziende registrate EMAS3. È evidente che il settore industriale è quello mag-giormente interessato a questo tipo di provvedimenti essendo quello soggetto ad un maggior numero di adempimenti di legge in campo ambientale.In netta ascesa invece vi è il settore dei servizi e della Pubblica Amministrazio-ne in particolare per quanto riguarda Comuni e Province. Questo dato è congruente con la media europea, an-che se occorre una certa prudenza nell’analisi dei dati in quanto è difficile attribuire una identità omogenea a que-sta macro area all’interno dell’UE. Nel grafico di figura 6 sono stati considerati appartenenti al settore, oltre a Comuni e Province, anche i Parchi, le Comu-nità montane, le Scuole pubbliche, gli Ospedali e, in definitiva, tutti quei soggetti che sono gestiti nell’ambito di finanziamenti pubblici e con strutture gestite da personale appartenente alla pubblica amministrazione.La crescita nel settore pubblico ci deve indurre ad una riflessione. Da un lato si assiste ad un progressivo incremento di sensibilità da parte di soggetti pub-blici e della classe politica locale che vede in EMAS non solo uno strumento di governance ambientale, ma anche una vetrina elettorale favorevole nel caso di ottenimento di risultati utili ai cittadini ed alla loro qualità della vita. Dall’altro lato, tuttavia, la mo-

Figura 5

Figura 6

51

derata adesione da parte del mondo delle imprese sembra ridurre gli effetti voluti dal legislatore in termini di com-plessivo miglioramento dell’ambiente in tutto il territorio della UE. La vera sfida per la pubblica amministrazione nel futuro di EMAS, dunque, consisterà nel tradurre in azioni di promozione e coinvolgimento esterno massiccio tutti gli sforzi che oggi sono principalmente dedicati al miglioramento della gestione del “palazzo”.La media-grande impresa è cresciuta in maniera costante fino al 2005, per poi subire un periodo di flessione (2005-2006). Nell’ultimo semestre si è assistito ad una nuova inversione di tendenza probabilmente da imputare alle pos-sibilità offerte da nuove facilitazioni introdotte, ad esempio, dallo sconto sull’aliquota I.R.A.P.4 e dalla riduzione delle garanzie finanziarie.A livello regionale, il numero più elevato delle registrazioni si riscontra in quelle che si sono dimostrate più attente alle politiche di diffusione del-lo schema EMAS e che hanno attivato agevolazioni finanziarie/fiscali. Ne sono un esempio l’Emilia Romagna (progetti pilota relativi all’area dell’Appennino parmense, l’Accordo di programma EMASAgendo nei comparti agroalimen-tari della Provincia di Parma, il Piano di Azione Ambientale per un Futuro Sostenibile), la Lombardia (Accordo tra Assolombarda ed Assoreca con fi-nanziamento agevolato Sanpaolo IMI, il dimezzamento delle garanzie finan-ziarie per chi opera nel trattamento dei rifiuti), la Toscana (sgravi fiscali relativi allo sconto I.R.A.P. e progetti pilota co-me ad esempio l’Accordo “PRODIGA” o il Progetto “Cordata”).Tali esempi dimostrano che, laddove tutte le amministrazioni pubbliche coin-volte collaborano e cooperano per il raggiungimento di un fine comune (l’adesione al Regolamento EMAS), l’obiettivo viene centrato.

ConclusioniLa crescita delle registrazioni EMAS in Italia non può ancora definirsi strut-turale. Gli incentivi pubblici a livello nazionale e locale nonché gli sforzi del Comitato e dell’APAT in termini di informazione, diffusione e promozione hanno finora giocato un ruolo deter-minate per l’avvio e la rapida ascesa del sistema nel nostro Paese. Le orga-nizzazioni registrate costituiscono un patrimonio nazionale da valorizzare e

da indicare quale punto di eccellenza in ogni occasione da parte delle pubbliche istituzioni per fa sì che i cittadini possa-no essere sempre più consapevoli che gli appartenenti a questo club stanno contribuendo in modo sostanziale e diretto al miglioramento della qualità dell’ambiente. I consumatori devono essere informati che, accanto a imprese che cercano il solo profitto, coesistono soggetti che hanno inserito nelle proprie politiche d’impresa anche i principi di sostenibilità e di protezione dell’am-biente recependo lo schema Europeo che rappresenta l’eccellenza ambientale ma anche quello che richiede maggiori sforzi ed impegno continuo.EMAS è prevenzione, pianificazione, attuazione e concreto miglioramento delle prestazioni ambientali. La di-mostrazione del risultato con l’uso di indicatori chiari, definiti per setto-re, confrontabili in tutta la UE, che consentano di effettuare un preciso benchmarking e misurare realmente il miglioramento ottenuto, è infatti una delle principali innovazioni che saran-no introdotte nella prossima revisione del Regolamento (EMAS III).È da constatare che una gran parte delle organizzazioni registrate non ha saputo valorizzare il risultato raggiunto utilizzando appieno le opportunità di comunicazione previste in EMAS. Ac-canto ad una sostanziale inerzia nella ricerca di strumenti snelli di diffusione delle informazioni su programmi, obiet-tivi e traguardi ambientali (rappresentati, ad esempio, da brochures e pubblicità) si è visto che non è stata colta l’opportu-nità offerta dal logo. Infatti la diffusione e l’utilizzo del logo costituisce la pre-messa per la penetrazione nel mercato ed uno dei principali fattori di traino per le imprese nell’aderire ad EMAS. Il cliente finale (consumatore) può, se opportunamente informato, giocare un ruolo fondamentale nella scelta dei prodotti e/o dei servizi di quelle orga-nizzazioni che dimostrano di attuare i principi dello sviluppo sostenibile e della prevenzione dell’inquinamento in accordo alla politica ambientale dell’Unione Europea.Il trend nazionale è ancora in crescita, pertanto occorre moltiplicare gli sfor-zi perché questa spinta propulsiva, generata da due lustri di attività di informazione e convincimento del Co-mitato e dell’APAT, non si esaurisca nel breve periodo. Per fare questo, lo Stato italiano dovrebbe rafforzare le politiche

di incentivazione finora adottate, dare risalto e visibilità alle organizzazioni registrate in modo da indirizzare verso EMAS anche quei soggetti e quei settori della vita economica nazionale che an-cora stanno alla finestra.L’auspicio è che in Italia non si debba assistere ad una sostanziale flessione nelle adesioni ad EMAS dovuta ad un progressivo calo di interesse e della spinta propulsiva che ha caratterizzato invece la situazione del primo decen-nio di applicazione di EMAS nel nostro Paese. L’esperienza Europea ci dovreb-be mettere in guardia per non cadere nello stesso errore di quei Paesi che già nel 1997 avevano raggiunto grandi risultati e che progressivamente invece hanno visto una drammatica disaffezio-ne al sistema da parte dei più rilevanti attori economici e produttivi.

Note1 La portata dell’accreditamento rappresenta l’ambito dei settori nei quali il verificatore può operare. Per ognuno di questi, contrad-distinto nella codifica Europea NACE (Vedi nota n. 2), il verificatore deve dimostrare di possedere i requisiti necessari per l’ac-creditamento.2 Regolamento CE 1893/06 che sostituisce il precedente Regolamento CE 29/2002 sulla classificazione statistica selle attività nelle Comunità Europee.3 Ad esempio: la legge 93/01 (all’art. 18) prevede la semplificazione delle procedu-re amministrative con autocertificazione per il rinnovo delle autorizzazioni relative alle emissioni atmosferiche, allo scarico, l’auto-rizzazione ambientale integrata (IPPC), la reiscrizione all’albo dei gestori di rifiuti.Il D. Lgs. n. 59/2005 di recepimento della Direttiva 96/61/CE (IPPC) consente alle organizzazioni EMAS il rinnovo dell’Auto-rizzazione Integrata Ambientale (AIA) ogni 8 anziché 5 anni.4 Sconto IRAP per aziende certificate EMAS dal 4,25% al 3,50% (Toscana - L. R. n. 71/2004 del 20/12/2004, Veneto - L. R. n. 27 del 21/12/2006, Marche - L. R. n. 35 del 19/12/2001).

5252

“I rifiuti sono il segreto oscuro e vergognoso di ogni produ-zione (…) sarebbe preferibile che restasse un segreto”.Così Zygmunt Bauman , filosofo e sociologo dei nostri tem-pi, individua la condizione umana “nella civiltà dell’eccesso, dell’esubero, dello scarto e dello smaltimento dei rifiuti”.In un “mondo liquido”, secondo la metafora da lui coniata e analizzata in una serie di celebri saggi (“Modernità liquida”, “Modus Vivendi. Inferno e Utopia del mondo liquido”,”Amore liquido”) dove descrive l’attuale situazione dell’uomo che vive e spera solo per il presente, dopo essere passato dalle garanzie esistenziali della modernità alle radicate incertezze della post-modernità, il “rifiuto”, sia quello merceologico che umano, diviene il simbolo di quello che vogliamo rimuovere e dimenticare, senza renderci conto che “siamo tutti nel e sul mercato, al tempo stesso, o in modo intercambiabile, clienti e merci” ( “Vite di scarto”, Laterza, Bari, 2005, pag.153).

Questa riflessione di Bauman è riaffiorata allorché, durante una delle tante cronache televisive di queste settimane sulla situazione rifiuti nel napoletano, abbiamo udito la frase “Sia-mo trattati come monnezza”, pronunciata da una signora di Pianura che esprimeva la sua rabbia impotente accanto ai cumuli di spazzatura, accatastati ai bordi della strada.Anche il Cardinale Crescenzio Sepe nell’“Incontro di pre-ghiera per la città” del 25 gennaio 2007, dopo aver citato le parole dell’Ecclesiastico: “Abbi compassione della città” (Sir. 36,12), indicava che “I rifiuti non sono la corteccia da mettere via alla società del benessere, ma rappresentano sempre più il simbolo della sua escrescenza, un tumore maligno che aggredisce e devasta. Devasta, a Napoli un corpo già malato, fiaccato da troppi mali, ma ancor più da un cumulo di diagnosi sbagliate”.Proprio la presa di coscienza, indotta da tali parole e riflessioni, che in Campania, oltre l’ambiente, “abituato” a subire ferite ed oltraggi, è la dignità umana ad essere calpestata, ci inducono a ritornare sull’argomento.

Eravamo intervenuti sulla vicenda, infatti, l’anno scorso (cfr. “Ultima... proroga!” in Regioni&Ambiente n. 6, giugno 2007, pag. 30 e segg.) e avevamo già sottolineato alcune criticità che erano ben evidenti e note:- i rischi sulla salute (lo Studio commissionato dalla Prote-

zione Civile e presentato a Napoli il 12 aprile 2007);- la negativa immagine internazionale che ne derivava (i

titoli che nel mese di maggio che i più importanti quoti-diani stranieri avevano dedicato alla vicenda);

- i reiterati sprechi economici (le conclusioni dell’Allegato alla Deliberazione n. 5/2007 della Corte dei Conti, che mettevano in evidenza l’intreccio difficilmente giustifica-bile tra interessi pubblici e privati);

- le improvvide scelte dei siti per le nuove discariche (gli studi che si erano susseguiti per l’individuazione delle zone geo-

“VITE DI SCARTO”

logicamente e paesaggisticamente idonee ad accoglierle);- le proroghe emergenziali e di commissariamento che si

protraevano da oltre tredici anni (i numerosi Decreti e le reiterate Ordinanze per lo stato di emergenza, commissaria-menti e relative proroghe che avevano costellato le Gazzette Ufficiali di questi anni, tanto che avevamo ironicamente formulato l’analogia tra l’“ultima proroga” e l’“ultima sigaret-ta”, proposito mai mantenuto, quest’ultimo, dal personaggio de “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo).

Se la quantità di rifiuti che veniva raccolta era inferiore a quella prodotta, una volta che le discariche fossero colme ed altre non fossero state approntate, non era difficile im-maginare che la situazione sarebbe divenuta “tragica”!Eppure i media hanno riempito in queste settimane schermi e pagine di spazzatura, dando ampio risalto alle responsabilità, gravi e piccole che fossero, ai vari politici e commissari che, ovviamente, si sono affrettati a rigettare le colpe sui prede-cessori o su coloro che sono subentrati (tutti colpevoli…tutti innocenti!). Quando i mezzi di informazione si sono soffermati sulla gente, ne sortiva un’immagine di massa indistinta, priva di ogni forma di convivenza, senza più rapporti sociali se non quelli di far moltitudine per contrapporsi alle istituzioni.Fortunatamente, giornali e televisioni hanno trovato anche la risoluzione a tante preoccupazioni: gli inceneritori o, come eufemisticamente vengono ribattezzati, i termovalorizzatori!Non siamo aprioristicamente contrari a smaltire in impianti di combustione con recupero energetico la parte finale del ciclo dei rifiuti: anche le normative europee ne prevedono l’utilizzo, quale ultima opzione.Temiamo, viceversa, che questo battage propagandistico a favore dei termovalorizzatori nasconda l’incapacità o l’impos-sibilità di sciogliere i veri nodi della questione, che le Direttive europee ci impongono e a cui non riusciamo ad ottemperare: la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata.Dagli indici socio-economici risulta che in Italia negli ultimi dieci anni solo l’incremento del numero di extracomunitari è stato su-periore a quello della produzione di rifiuti; mentre non è casuale che in Campania la raccolta differenziata non raggiunga il 10%.È doveroso sottolineare, tuttavia, che non tutta la regione è infelix, poiché vi sono realtà virtuose dove i cittadini si impegnano quotidianamente a separare carta, vetro, plastica, metalli, raggiungendo percentuali di raccolta differenziata ben superiori alla media nazionale e, in qualche caso, avvicinando le performance dei “comuni ricicloni” dell’Italia settentrionale, dimostrando che dei termovalorizzatori si può fare a meno.Si deve osservare, inoltre, che qualora entrasse in funzione il termovalorizzatore di Acerra, quei 7 milioni di ecoballe, disseminati in vari siti di stoccaggio della Campania, non potrebbero esservi bruciati perché non corrispondono alle caratteristiche previste per l’incenerimento.Sulla querelle relativa alla sicurezza di questi impianti per

Si concretizza la provocazione di Bauman?

Ancora a proposito dell’emergenza rifiuti in Campania

5353

la salute umana, non siamo in grado di esprimerci, visto che eminenti scienziati e medici non hanno trovato una posizione comune. Ci limitiamo a riportare che in Francia, dove è in corso un acceso dibattito sull’argomento tanto che è stata momentaneamente bloccata la costruzione di nuovi inceneritori in attesa di una decisione, il “Consiglio Nazio-nale dell’Ordine dei Medici” ne ha chiesto la sospensione: “L’incenerimento produce centinaia di sostanze tossiche che si liberano nell’aria - ha dichiarato il Professor Dominique Belpomme, cancerologo presso l’Ospedale “Georges Pom-pidou” di Parigi - Il corpo medico non mollerà il boccone (…) non sarà ripetuto l’errore dell’amianto”.

Purtroppo, in Italia si sono create delle distorsioni tra le politiche energetiche e quelle dei rifiuti, con ricadute econo-miche non indifferenti, tanto che agli impianti Cip 6 (quelli che producono energia elettrica da fonti “assimilate” alle rinnovabili e che i cittadini finanziano attraverso le bollette elettriche) sono andati in dieci anni 30 miliardi di euro!Neppure con l’ultima Finanziaria, come osserviamo in altro articolo di questo stesso numero della rivista, sembra esser stata fatta chiarezza sull’uso appropriato di questi incentivi (cfr. “Alcune buone notizie per l’ambiente, permangono comunque quelle cattive”, pag. 32 e segg.)Dal momento che la Campania è solo la punta dell’iceberg, sotto del quale sono momentaneamente sommerse altre realtà territoriali in cui la crisi latente nella gestione dei rifiuti po-trebbe improvvisamente venire in superficie, c’è il rischio che molte Regioni, affette dalla “sindrome Campania”, cerchino di tranquillizzarsi rispetto ad un’evenienza del genere, cedendo alle pressioni di chi si muove con logiche di profitto, piuttosto che di difesa dell’ambiente. Sarebbe veramente deprecabile ritrovarsi con il territorio insediato di più termovalorizzatori di quanti ne sarebbero necessari per chiudere il ciclo, se si ottemperasse alle disposizioni sulla raccolta differenziata e sul riciclaggio, concedendo pure gli incentivi non dovuti. Una volta costruiti debbono poi essere alimentati!Come affermato sopra, rischiano di trovarsi nella situazione della Campania anche altre regioni, come denunciano le Ordinanze di emergenza di questi anni.Non trascorre giorno che i bollettini del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri o il Nucleo Investigativo del Cor-po Forestale dello Stato non riportino notizie di scoperte e sequestri di discariche abusive di rifiuti, anche tossici

e pericolosi, in varie parti d’Italia. I reati ambientali che vengono commessi sul territorio campano sono di numero superiore a quelli delle altre regioni, tant’è che dal Dossier “Rifiuti S.p.A.” che Legambiente ha diffuso a metà gennaio, la Campania, con l’11.5% sul totale dei reati legati al ciclo dei rifiuti commessi a livello nazionale, si colloca al 1° posto, ma altre regioni non si trovano molto distanti.“Quanto emerge in maniera chiara - vi si legge - è l’esistenza di una vera e propria holding criminale composta da uomini legati ai clan della camorra, da pseudo- imprenditori, da politici e fun-zionari pubblici corrotti, un universo variopinto accomunato dallo stesso obiettivo: fare della Campania la grande pattumiera d’Italia, il territorio preferito per trasformare la mondezza in oro”.Se il ruolo delle ecomafie nella gestione dei rifiuti non può essere sottaciuto, oltre al mancato controllo e la conniven-za delle istituzioni, è il silenzio “assordante”, per usare un ossìmoro un po’ abusato ma di rara efficacia, di coloro che vedevano e tacevano: “Fu distrazione, negligenza, abitudi-ne, abulia, parassitismo - si è chiesto lo scrittore napoletano Raffaele La Capria dalle colonne de “Il Corriere della Sera” dell’8 gennaio 2008 - o fu mancanza di senso civico, di spirito d’iniziativa, di classe dirigente, di coraggio intellettuale, di orgoglio, di cultura, di cuore infine. O di che altro?”.

Nel frattempo, Giovanni De Gennaro, l’ultimo Commissario nominato, ha avuto un mandato di 120 giorni (scadenza 6 maggio 2008) entro i quali le sue “eccezionali” prerogative dovranno raggiungerei risultati tangibili; mentre con il DPCM del 28 dicembre del 2007 lo stato di emergenza nella regione in Campania relativo alla gestione dei rifiuti urbani è stato prorogato fino al 30 novembre 2008.L’ex-Capo della Polizia ha presentato un Piano che prevede la riapertura di 4 discariche e 4 siti provvisori di stoccaggio, ma gli aggiornamenti sono continui, precisando che saranno riaperte le discariche e prenderanno avvio le operazioni per le nuove solo “se i controlli confermeranno l’esistenza di tutte le condizioni di sicurezza. Allora e solo allora, si andrà avanti. In caso contrario si cercheranno soluzioni alternative”.Non c’è dubbio che la discarica è attualmente l’unico ragione-vole strumento, doloroso e necessario, per collocare il milione di tonnellate di rifiuti accumulati, anche per poter convincere le altre Regioni ad accogliere i rifiuti campani, ma si rimane sempre all’interno di interventi contingenti e provvisori, senza che si delinei una “strategia”. Soprattutto si deve superare

54

l’ostilità delle popolazioni locali che, tradite nella fiducia riposta e nelle promesse non mantenute per tanti anni, non sono più disponibili a dar credito alle Istituzioni, senza tutte le necessarie garanzie, visto che coloro che in qualche modo sono responsabili del disastro rimangono ai loro posti.Quando i cittadini hanno potuto esprimere le loro ragioni e obiezioni, hanno dimostrato di avere conoscenze e capacità di analisi superiori a quelle dei loro interlocutori, politici o amministratori che fossero. Si deve, poi, alle loro iniziative giudiziarie e ai controlli effettuati, anche a proprie spese, se ha preso avvio l’inchiesta che dovrà stabilire eventuali nessi di causalità tra malattie e la situazione di inquinamento della discarica di Pianura che, riaperta e utilizzata già per due volte, rimane comunque strategica nel “Piano De Gennaro”.

Neppure le Istituzioni europee sembrano essere in grado di dare una risposta efficace ai cittadini campani.A conclusione del dibattito sull’emergenza rifiuti in Cam-pania, che si è tenuto in Seduta Plenaria al Parlamento di Strasburgo nel mese di gennaio, nel corso del quale sono intervenuti esclusivamente deputati italiani, sia a nome dei vari Gruppi politici sia a titolo personale, riproponendo a livello europeo le polemiche nazionali, il Commissario UE all’Ambiente Stavros Dimas ha chiarito che la responsabilità per l’applicazione della normativa incombe agli Stati membri e che la Commissione non può sostituirsi a loro nella presa di decisione riguardo la gestione dei rifiuti, per la quale ha auspicato che in Campania si possa giungere quanto prima a uno rete di trattamento, raccolta e riciclaggio, mentre l’opzione della discarica “è quella meno auspicabile”. Può solo, ha insistito, intraprendere le procedure di infrazione, già avviate, compreso il ricorso alle ammende.Ci sorge una domanda: visto che sono stati spesi senza alcun

risultato di efficienza 8 miliardi di euro, la Commissione non avrebbe dovuto esercitare il controllo su come venivano utilizzati i fondi regionali assegnati alla Campania?Anche riguardo alle procedure di infrazione (messa in mora, parere motivato, deferimento alla Corte europea di Giustizia e successive, eventuali, sanzioni pecuniarie), si deve osservare che sono troppo laboriose e presuppongono tempi tali che le multe arrivano quando la classe politica responsabile delle inadempienze o inosservanze ha già passato la mano a nuovi governanti, avvalorando la riflessione, pur sarcastica, dell’ex-premier britannico Tony Blair che “esiste un divario di tempo tra l’impatto ambientale e quello elettorale”.C’è, poi, il rischio che le infrazioni divengano routine, essendo tante e ricorrenti quelle che vengono comminate all’Italia, così che l’eccezionalità viene percepita come nor-malità, senza che si riesca ad uscire da una prassi di governo, basata, in modo bipartisan, su deroghe e proroghe.

I napoletani hanno sopportato, nel corso della storia, sventure (carestie, colera, eruzioni del Vesuvio) e sopraffazioni (francesi, spagnoli, austriaci), che hanno formato il loro “spirito collettivo”, per mutuare l’espressione di Benedetto Croce, intriso di fatali-smo e disperazione, di superstizione e religiosità, quasi a voler esercitare la propria soggettività sul corso degli eventi, magari tentando di anticiparne gli esiti. Non casualmente, Napoli è stato un florido centro di studi astrologici fin dal Rinascimento e Tom-maso Campanella, seppur napoletano non fosse ma a Napoli ha vissuto, oltre ad aver trascorso 27 nelle carceri partenopee, ne è un insigne rappresentante. Dubitiamo, pur tuttavia, che oggi i napoletani vogliano affidarsi alle stelle per scongiurare i nefasti influssi ambientali, alla luce dell’antico ammonimento: “Astra pendent, non movent” (Le stelle influenzano, ma non sono re-sponsabili degli avvenimenti).

Tavola pubblicata nell’Astronomicum Caesareum (1540) di Petrus Apianus

55

BIODIVERSITÀ E CONSERVAZIONE

Che le api producano il miele e la pappa reale è noto a tutti; che le api corrano il rischio di scomparire è pro-babilmente meno risaputo.Allarmanti i dati forniti dall’APAT (Agenzia per la Protezione dell’Am-biente e per i servizi Tecnici) durante il workshop “Sindrome dello spopola-mento degli alveari in Italia: approccio multidisciplinare alla individuazione delle cause e delle strategie di conteni-mento”, svoltosi a Roma il 29 gennaio scorso.Solo nell’ultimo anno, infatti, si è ri-scontrata una morìa di api tra il 30% e il 50% del patrimonio apistico italiano ed europeo e tra il 60% e il 70% di quello statunitense. Diverse le cause della strage - inquinamento, cambiamenti climatici e malattie - riconducibili tutte all’interno del fenomeno CCD (Colony Collapse Disorder).Ma nel dettaglio di cosa si tratta?La sindrome del collasso della colonia, o CCD, si presenta come un fenome-no diversificato che si manifesta in

termini di mortalità, disorientamento e spopolamento degli alveari, risultanti da numerose variabili. “La sindrome da spopolamento degli alveari - ha spiegato Raffaele Cirone Presidente FAI (Federazione Apicoltori Italiani) - non è una nuova malattia delle api ma un mosaico di fattori che, sommati tra loro, porta al collasso delle famiglie ormai indebolite sotto il profilo immu-nitario, alla conseguente scomparsa delle api che vanno a morire altrove portandosi dietro la causa del problema e alla successiva e inesorabile morte, nell’ambiente circostante, della gran parte delle api operaie di un alveare”.Comparso già nel 1975 in Australia e in Messico, il fenomeno, a partire dalla seconda metà degli anni ’90 si è verificato sempre più diffusamente, finché si è imposto come emergenza dal 2002 in Europa e negli Stati Uniti, quando la stima della riduzione degli alveari è stata calcolata fra il 20% e il 50% per anno. Il problema risiede nella multifattorialità della cause, che

possono essere ricondotte a stress lega-to all’effetto negativo dei cambiamenti climatici, allo scarso valore proteico dell’alimentazione, all’insorgenza di nuovi agenti patogeni particolarmente virulenti (Nosema ceranae) e alla re-crudescenza di malattie già conosciute come la varroasi. E ancora all’impiego indistinto di pesticidi, alla scarsa dispo-nibilità di raccolto, alla minor presenza di nettare nelle coltivazioni OGM ri-spetto alle tradizionali, alla ridotta temperatura di allevamento della prole con valori inferiori a quelli ottimali e l’elevata tossicità e pericolosità degli agrofarmaci. Le cause del fenomeno debbono probabilmente essere ricerca-te, ancora una volta, nella gestione del territorio da parte dell’uomo, che ha parzialmente compromesso gli equilibri dell’ecosistema alveare. La moderna e intensiva conduzione apistica ne è un tipico esempio.Ma come si manifesta?“I sintomi comprendono - ha spiegato Franco Mutinelli del Centro di refe-

Allarmanti i dati dell’APAT: 2007 anno critico

Tutti i risvolti della CCD: cos’è, come si manifesta e cosa comporta

SCOMPARSA DI API: PERDITA DIBIODIVERSITÀ E DANNI ECONOMICI

di Micaela Conterio

Raffaele Cirone Presidente FAI, Federazione Apicoltori Italiani(foto: Paolo Moretti)

Claudio Porrini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroa-limentari dell’Università di Bologna (foto: P. M.)

Franco Mutinelli, Centro di referenza nazionale apicoltura, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (foto: P. M.)

56

renza nazionale per l’apicoltura, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Ve-nezie - l’improvvisa scomparsa della api adulte dalla colonia e la scarsa presen-za di un numero ridotto di api rimaste in prossimità dell’alveare, la presenza di molti favi con covata limitatamente infestata da varroa a denotare che le colonie erano relativamente forti prima di esser colpite da CCD. In aggiunta scorte alimentari abbondanti non oggetto di saccheggio, nonostante la vicinanza con altre colonie attive a indicare il comportamento delle altre api che evitano le colonie morte. E infine - ha concluso - la presenza di una regina che depone circondata da un gruppo piccolo composto da giovani nutrici”.Ma al di là dell’enorme danno in termini di perdita della biodiversità, che non è assolutamente da sottovalutare, questo fenomeno presenta ingenti ripercussio-ni anche a livello economico. Oltre 60 milioni di alveari, appartenenti a circa 6,5 milioni di apicoltori si trovano sul

nostro Pianeta. In base ai dati della Commissione Europea, circa 15 milioni di alveari condotti da 700.000 apicoltori sono presenti sul territorio dell’Unione. Il contributo dell’Italia è costituito da un patrimonio di 1.100.000 alveari di proprietà di un numero di apicoltori compreso fra i 55 e i 75.000.È stato stimato che in Italia l’apporto economico annuale proveniente al-l’agricoltura da tale attività è di circa 1.600 milioni di Euro (pari a 1.240 Euro per alveare). Nel solo 2007 so-no scomparsi circa 200.000 alveari, procurando un danno economico di circa 250 milioni di Euro per mancata impollinazione.“Le segnalazioni degli apicoltori sulle epoche, le zone e la consistenza dei danni alle api - ha dichiarato Claudio Porrini, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Uni-versità di Bologna - evidenziano che nel nostro Paese sono essenzialmente tre i momenti a rischio: gennaio/feb-braio alla ripresa dell’attività apistica;

marzo/aprile durante la semina delle colture primaverili e i trattamenti ai fruttiferi; metà giugno per i trattamenti sulla vite contro Scaphoideus titanus (Flavescenza dorata). Mentre le morta-lità nel secondo e nel terzo periodo sono da attribuire, quasi esclusivamente, ai trattamenti fitosanitari, gli spopolamen-ti di inizio anno si configurano come spopolamento da CCD”.In termine di perdite economiche globali si parla di 1 miliardo circa di Euro/anno, di cui:- 20 milioni/Euro/anno negli Stati Uniti

d’America;- 70 milioni/Euro/anno in Cina;- 500 milioni/Euro/anno in Europa;- 40 milioni/Euro/anno in Italia.Per arginare il fenomeno è indispensa-bile conoscerne la diffusione creando una rete di monitoraggio e avviare celermente le azioni idonee al conte-nimento dei danni alle api.“Per quanto riguarda il settore agrico-lo - ha concluso Claudio Porrini, - è essenziale aumentare la variabilità

57

colturale del territorio introducendo la rotazione e abbandonando la mo-nocoltura. Inoltre limitare l’impiego degli agrofarmaci (inclusi i prodotti concianti) alle reali necessità, evitan-do la contaminazione delle api con lo sfalcio preventivo delle fioriture spon-tanee e l’esecuzione dei trattamenti in assenza di vento e verso sera. E infine aggiornare ed informare continua-mente gli agricoltori per un impiego più corretto dei prodotti fitosanitari, in particolare per i neonicotinoidi, i regolatori di crescita (IGR) e i micro incapsulati”.Fondamentali risultano, quindi, le azio-ni intraprese in questa direzione dalla comunità apistica e da quella scientifica internazionale. Si è costituito un gruppo di lavoro interdisciplinare, denominato

COLLOSS (Colonies e Loss - scomparsa delle famiglie): 61 Paesi, di cui 23 eu-ropei, tra cui l’Italia, insieme a Porto Rico, Egitto, Cina e Stati Uniti d’Ameri-ca hanno già aderito a questa unità di crisi. Le unità di ricerca in seno al COL-LOSS sono 4: Monitoraggio e diagnosi; Agenti patogeni; Ambiente, Nutrizione, Intossicazione e Conduzione apistica; Allevamento e biologia delle api.Obiettivo primario del gruppo di lavoro è la prevenzione della morìa di api su larga scala, sia individuandone e accer-tandone le concause e le variabili, sia potenziando e ottimizzando le misure di emergenza e le strategie di gestione sostenibile degli alveari. Per ottenere risultati tangibili in tempi relativamen-te brevi la conditio sine qua non è l’orchestrazione di una cooperazione

tra tutte le parti costitutive del mondo apistico. Chiaramente con l’intento di stabilire ed esaminare le criticità della sindrome e di selezionare e impiegare le modifiche più idonee.“In particolare - ha concluso Raffaele Cirone - appare urgente uno studio preliminare sul ruolo della varroasi nella trasmissione dei virus e sugli effetti dei pesticidi nella diminuzione della difesa immunitaria delle api. Senza trascurare la raccolta di dati certi sulla consistenza e sulle cause delle morìe, sulla individuazione di una scala di fattori maggiori e minori che concorrono allo scatenarsi della sindrome: api, ambiente, apicoltori e patogeni sono il campo d’azione di que-sta opera complessa di coordinamento della ricerca”.

58

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite nel mese di novembre è andato a visitare la Sejong Research Center, in Antartide, per rendersi conto per-sonalmente delle conseguenze che il riscaldamento globale sta provocando al settimo Continente. Così si è fatto trasportare in volo sopra la calotta polare, per constatare la condizione degli ghiacciai, in particolare del Col-lins Gracier, uno dei più spettacolari, ma anche uno di quelli che evidenzia-no maggiormente le modificazioni in atto a seguito del cambiamento clima-tico. Per molti anni si è creduto che i ghiacciai dell’Antartico fossero immuni dallo scioglimento, poiché le vecchie foto satellitari non riuscivano a cogliere

le modificazioni per effetto della ricri-stallizzazione del ghiaccio liquefatto; di recente, tramite la lettura delle onde di ritorno degli impulsi radar inviati dal satellite QuikScat, gli scienziati del laboratorio NASA di Pasadena (Califor-nia) hanno rilevato che molte aree, pur distanti dal mare e ad alte latitudini, si sono liquefatte.“Tutto quello che abbiamo visto - ha dichiarato Ban Ki-moon - è stato impressionante e bello, straordina-riamente bello, ma allo stesso tempo sconcertante. Abbiamo visto i ghiacciai sciogliersi”.“Questa è una emergenza e per una situazione di emergenza servono azioni di emergenza - ha sottolineato il Se-

gretario - abbiamo risorse, abbiamo tecnologie e finanziamenti. Quel che ci manca è la volontà politica”.Nel corso del 2007 il Segretario ONU ha affermato in più occasioni che il riscaldamento globale potrebbe “compromettere la pace e la sicurezza internazionale”, tanto da dedicare al problema una seduta del Consiglio di Sicurezza.

La scelta dell’Antartide, per ribadire l’attenzione che l’ONU dedica al global warming, è stata quanto mai oppor-tuna, poiché Artide ed Antartide non solo svolgono un ruolo fondamentale nel bilancio climatico del Pianeta, ma rischiano di diventare luoghi di tensio-

“UN CONTINENTE PER LA TERRA”Si moltiplicano le iniziative per preservare l’ambiente dell’Antartide

Qui sopra: la base italo-francese Dome C. con i due edifici della stazione Concordia sullo sfondo. In primo piano il Twin Otter che collega le basi scientifiche della costa (l’italiana “Mario Zucchelli” e la francese “Dumont d’Urville” nella terra di Adelia) e Dome C. La calotta di ghiaccio su cui poggia la stazione Concordia ha uno spessore di 3.300 m. Foto di Lucia Simion tratta dal volume “Antartide. Il cuore bianco della Terra” di Giunti Editore

59

ne tra nazioni che rivendicano diritti territoriali su terre che, sgombre dal gelo, potrebbero costituire importanti punti-base sia per la navigazione, sia per lo sfruttamento delle considerevoli risorse del sottosuolo.In effetti il viaggio è avvenuto a segui-to dell’invito rivoltogli dalla Presidente cilena Michelle Bachelet di prendere visione della condizione degli ghiac-ciai dell’emisfero australe, ma Cile e Argentina sono allarmati anche per l’intenzione della Gran Bretagna di rivendicare, proprio di fronte all’ONU, la sovranità su oltre un milione di Kmq di superficie di fondale marino, tra l’arcipelago delle Falkland (Malvine), la Georgia del Sud e il continente Antartico.La notizia era apparsa qualche settima-na prima su “The Guardian”, anche se la portavoce del Ministero degli Esteri britannico si era premurata di assicura-re che si tratta di una “salvaguardia per il futuro in quanto il Trattato Antartico, firmato anche dalla Gran Bretagna, non permette lo sfruttamento minerario dell’area”.È difficile, tuttavia, non pensare che dietro questa mossa ci sia la volontà di appropriarsi dei diritti sui giacimenti di fonti energetiche e di minerali del-l’Antartide, qualora intervenissero cambiamenti nel diritto internazionale e le condizioni climatico-ambientali rendessero sfruttabili tali risorse.

L’Antartide ha una superficie di 14 milioni di Kmq, ma solo 280.000 Kmq sono sgombri (nunatak) da ghiacciai e nevi perenni: la restante parte è occu-pata dai ghiacciai e banchisa (pack).Nel sottosuolo e sui fondali si stima che giacciano 40 miliardi di barili di petro-lio, oltre ad ingenti riserve di carbone, ferro, nichel, manganese, uranio.Il Trattato Antartico (1959), firmato a Washington ed entrato in vigore nel 1961, venne stipulato da 12 paesi e, successivamente, ratificato da altri 33, con lo scopo di congelare le pretese che vari Stati avevano avanzato nel corso degli anni: “riconoscendo che giova all’interesse di tutta l’umanità che l’Antartide sia riservato per sem-pre soltanto ad attività pacifiche e non divenga né il teatro né il motivo di vertenze internazionali”. Fino al 2011, pertanto, l’Antartico godrà di una condizione giuridica di “patrimo-nio dell’umanità”.Aveva iniziato proprio la Gran Bretagna

nel 1908 ad avanzare rivendicazioni (British Antarctic Territory), allorché la British Imperial Antarctic Expedition aveva raggiunto il Polo Sud magnetico (88° 23’ Lat. S), a circa 155 Km dal Polo Sud geografico che venne raggiunto per primo dall’esploratore norvegese Roald Amundsen. Furono poi le ultime rivendicazioni, quelle di Cile (1940) e Argentina (1943), che si sovrappone-vano a quelle britanniche, a spingere per una sospensione.Inoltre, non è direttamente dal Trattato che discende il divieto di sfruttamen-to minerario dell’Antartide, bensì dal Protocollo sulla Protezione Ambien-tale dell’Antartico (1991), annesso al Trattato, che, firmato a Madrid ed entrato in vigore nel 1998, fa espres-so “divieto di attività minerarie” ed introduce “la valutazione di impatto ambientale per ridurre al minimo gli effetti sugli ecosistemi”. Una precedente Convenzione sullo sfruttamento delle risorse minerarie, firmata a Wellin-gton (Nuova Zelanda) nel 1988, non

era mai entrata in vigore per il man-cato raggiungimento del necessario numero di ratifiche, proprio perché presupponeva di sciogliere il nodo giuridico-politico delle rivendicazioni territoriali e delle sue risorse.Ma Londra basa la sua richiesta sulla Convenzione ONU sul Diritto Marino (1982) che consente ai paesi che si affacciano sugli oceani di avanzare ad un’apposita Commissione, secondo le modalità di mappatura geologica di cui all’Allegato II, eventuali rivendicazioni per estendere le acque territoriali alla piattaforma continentale fino a 350 mi-glia (Parte VI - Piattaforma Continentale - Art. 76), diritto che deve essere eser-citato entro maggio 2009.

Oltre i cambiamenti climatici e la corsa sfrenata alle fonti energetiche, a mettere a rischio i fragili equilibri dell’ecosistema Antartico ora c’è pure il turismo che, secondo un Rapporto sull’Ecoturismo, pubblicato di recente dall’UNEP (Pro-gramma Ambiente delle Nazioni Unite),

60

Questo enorme iceberg tabulare è un frammento del B 15-A, a sua volta frammento del più grande iceberg osservato negli ultimi 50 anni: il B 15, staccatosi dalla piattaforma glaciale di Ross nell’anno 2000. B 15 misurava 300 Km di lunghezza per 40 Km di larghezza, e si è subito spezzato in vari iceberg di dimensioni inferiori. Quello fotografato (alla deriva nelle correnti del Mare di Ross) misurava 40 Km di lunghezza. La nave nella banchisa a sinistra dell’Isola di ghiaccio è lunga 120 m. Foto di Lucia Simion tratta dal volume “Antartide. Il cuore bianco della Terra” di Giunti Editore

forte di buone risorse finanziarie e di appropriate tecnologie, sta conoscendo un incremento (in Antartide, secondo l’UNEP il numero di turisti su navi da crociera è aumentato negli ultimi 14 an-ni del 400% e quello dei turisti terrestri più del 700% negli ultimi 10), tale da mettere in guardia sulla necessità “di adottare buone pratiche per approcciarsi alle differenti situazioni predominanti in Antartide”.Il 23 novembre 2007, è colata a picco dopo una collisione (fortunatamente i 100 turisti e 54 membri dell’equipaggio sono stati tratti in salvo) con un iceberg presso l’isola King George, la principa-le delle Shetland Australi, nel Mar di Weddel al largo della Terra di Graham, la MN Explorer della compagnia Gap Adventures, specializzata in crociere di lusso nelle acque dell’Antartico, con terminale il porto argentino di Ushuaia. Proprio presso questo porto nel mese di febbraio attraccano in attesa di intra-prendere la navigazione lungo la costa antartica, sontuosi yacht, come “Octo-pus” del miliardario americano Paul

Allen, co-fondatore di Microsoft (Agence France Press, 15 febbraio 2007).

Anche la costruzione della pista per convogli cingolati (traverse), ini-ziata nel 2003 con il finanziamento della Fondazione Nazionale delle Scienze USA, è stata contestata dagli ambientalisti. Questa “Ice Highway”, come è stata ribattezzata, raggiunge dalla costa durante il periodo estivo e lungo un percorso di 1.632 Km, la stazione statunitense Amundsen-Scott al Polo Sud, per rifornirla di equipag-giamenti, materiali, combustibili, ecc., anziché far affidamento sul trasporto aereo soggetto alle incerte e mutevoli condizioni meteorologiche.Le obiezioni sono di carattere ambien-tale, tanto che l’ASOC (The Antarctic and Southern Ocean Coalition), che raggruppa 230 associazioni ambienta-liste di 49 paesi, ha elencato una serie di richieste per la redazione della valu-tazione di impatto ambientale.La pista, secondo l’ASOC “pone grossi problemi relativamente alla protezione

della salvaguardia della natura incon-taminata antartica”.Alan Hemmings, ambientalista au-straliano, professore all’Antarctica Gateway dell’Università di Canterbury (Nuova Zelanda), delegato per i perio-dici incontri sullo stato di attuazione del Trattato Antartico e consigliere anziano dell’ASOC ebbe a dichiarare all’Associated Press che i tour opera-tor “potrebbero usufruire di questo tracciato, senza che gli USA possano opporvisi... Il cammino potrebbe at-trarre altre attività, agevolate da un più facile accesso”.Tra i contrari al progetto deve essere ricordato Sir Edmund Hillary, il leg-gendario esploratore recentemente scomparso (11 gennaio 2008), che, oltre ad essere stato il primo uomo a scalare il monte Everest, fu anche il primo a guidare un convoglio fino al Polo Sud, raggiunto dopo 81 giorni, il 4 gennaio 1958.Hillary dichiarò che l’Ice Highway “è una cosa orrenda... a cui sono forte-mente contrario”.

61

L’Antartide in questi anni ha costituito un esempio unico di cooperazione internazionale e immenso archivio di informazioni scientifiche. Alle tre basi permanenti iniziali (americana, russa e italo-francese) se ne sono via via aggiunte altre (attualmente sono 53, di cui 37 permanenti e 16 stagionali) che stanno conducendo una serie di ricerche e raccogliendo dati impor-tanti per conoscere lo stato di salute del “Continente Bianco”. Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica e i decisori politici sull’importanza che le regioni polari rivestono per l’equilibrio dell’ecosistema globale, l’International Council of Science (ICSU) e la World Meteorological Organization hanno dichiarato l’Anno Internazionale per i Poli (IPY) che ha preso il via a marzo 2007 e si concluderà a marzo 2009. Durante questo periodo “migliaia di scienziati provenienti da oltre 60 paesi saranno coinvolti in più di 220 progetti disciplinari per osservazioni ad ampio raggio di tipo ambientale, biologico e sociale”, ma soprattutto per implemen-tare, con le innovative tecnologie di cui si può disporre, i risultati conseguiti in occasione delle tre precedenti edizioni dell’IPY, in merito all’evoluzione del clima sulla Terra e alla messa a pun-to di modelli di previsione climatica (cfr: Regioni&Ambiente, n. 6 giugno 2007, “Campagne Polari per migliorare i modelli climatici” di Nico Cimini).

Nonostante la ricerca in Antartide co-stituisca un elemento strategico per le scelte di politiche energetico-ambientali dei prossimi decenni, la partecipazione italiana ai programmi di attività scien-tifica presso la base “Mario Zucchelli” (ex Baia Terra Nova) e la stazione “Concordia”, rischia di essere annul-lata o drasticamente ridimensionata, dopo 22 anni, a causa di mancati o insufficienti finanziamenti, anche se un’apposita legge dello Stato preveda uno stanziamento di 28 milioni di Euro annuo per il “Programma Nazionale di Ricerca in Antartide”.

Numerose sono le iniziative divulgative che cercano di sensibilizzare sulla necessità di preservare questo “patrimonio dell’umanità”, evitando di intraprendervi azioni che possano comprometterne l’equilibrio. Oltre alle attività di varie ONG, anche la cinematografi a (tra vari fi lm citiamo il documentario “La Marcia dei Pinguini” di Luc Jacquet, che racconta la vita, anche drammatica per certi aspetti dei Pinguini Imperatore) e l’editoria stanno svolgendo una pregevole opera divulgativa, grazie soprattutto alla passione e all’amore di esploratori, scienziati, fotografi , giornalisti, che hanno trascorso mesi in situazioni ambientali diffi cilissime, pur di poter tra-smettere il messaggio che l’Antartide deve rimanere così, qual è. Tra questi merita segnalazione il volume “Antartide. Il cuore bianco della Terra”, curato da Lucia Sala Simion ed appena uscito per conto di Giunti editore, collana Atlanti illustrati grandi. Dopo la prefazione di Jean-Louis Étienne, medico ed esploratore polare che nel 1989 ha attraversato l’Antartide per 6.300 Km, il racconto di Lucia Sala Simion, che ha abbandonato la carriera medica per dedicarsi esclusivamente alla fotografi a e alla divulgazione scientifi ca, si sviluppa attraverso una serie di imma-gini spettacolari dei più noti fotografi , da Yann Arthus-Bertrand a Frans Lanting, da Norbert Wu a Gorge Steinmetz e si arricchisce delle interviste a ricercatori, tecnici ed esploratori che hanno abitato questa terra. Un libro eguale ad un viaggio, che attraversa e svela una terra di pace, scienza e collaborazione internazionale e che rappresenta un messaggio unico di pace perché “L’Antartide non è un continente per gli Uomini, è un continente per la Terra” (J. L. Étienne)

La fotografia della copertina è stata scattata nella colonia di pinguini imperatore di Cape Washington, a 15 miglia dalla stazione italiana “Mario Zucchelli” a Baia Terra Nova, nel Mare di Ross. Questa è una delle più grandi colonie di pinguini imperatore del continente antartico: 20.000 uccelli.Foto di Lucia Simion tratta dal volume “Antartide. Il cuore bianco della Terra” di Giunti Editore

Numerose sono le iniziative divulgative che cercano di sensibilizzare sulla necessitàdi preservare questo “patrimonio dell’umanità”, evitando di intraprendervi azioniche possano comprometterne l’equilibrio. Oltre alle attività di varie ONG, anche lacinematografi a (tra vari fi lm citiamo il documentario “La Marcia dei Pinguini” diiiLuc Jacquet, che racconta la vita, anche drammatica per certi aspetti dei PinguiniImperatore) e l’editoria stanno svolgendo una pregevole opera divulgativa, graziesoprattutto alla passione e all’amore di esploratori, scienziati, fotografi , giornalisti,che hanno trascorso mesi in situazioni ambientali diffi cilissime, pur di poter tra-smettere il messaggio che l’Antartide deve rimanere così, qual è. Tra questi meritasegnalazione il volume “Antartide. Il cuore bianco della Terra”, curato da Lucia Sala Simion ed appena uscito per conto din Giunti editore, collana Atlanti illustratigrandi. Dopo la prefazione di Jean-Louis Étienne, medico ed esploratore polareche nel 1989 ha attraversato l’Antartide per 6.300 Km, il racconto di Lucia SalaSimion, che ha abbandonato la carriera medica per dedicarsi esclusivamente allafotografi a e alla divulgazione scientifi ca, si sviluppa attraverso una serie di imma-gini spettacolari dei più noti fotografi , da Yann Arthus-Bertrand ad Frans Lanting, daNorbert Wu a u Gorge Steinmetz e si arricchisce delle interviste a ricercatori, tecnicized esploratori che hanno abitato questa terra. Un libro eguale ad un viaggio, cheattraversa e svela una terra di pace, scienza e collaborazione internazionale e cherappresenta un messaggio unico di pace perché “L’Antartide non è un continente per gli Uomini, è un continente per la Terra” (J. L. Étienne)

6262

Prosegue la mobilitazione degli Enti Locali sui temi del cam-biamento climatico avviata con la conferenza “Un Futuro con Zero Emissioni di CO

2” svoltasi a Stoccolma nel maggio 2006.

L’impulso di Stoccolma, l’appello ad intraprendere azioni ambiziose ed efficaci in materia di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, lanciato dai sindaci e amministratori di diverse, grandi città europee, sarà infatti ripreso a Rovigo e diffuso ad un numero più ampio di comuni di tutte le dimensioni in ogni parte d’Europa.A Stoccolma nel 2006 il focus era sui target da raggiungere per una efficace azione di contrasto al cambiamento clima-tico e alcune delle realtà più avanzate in Europa avevano presentato le iniziative avviate.A Salerno, poi, nel giugno 2007, nell’ambito della Conferenza “I cambiamenti climatici, le politiche energetiche ed il ruolo di Regioni ed Enti Locali”, organizzata dal Coordinamento Agende 21 Locali, si ribadiva che “l’azione congiunta delle città può contribuire al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO

2” e veniva adottato un

Documento di Impegni delle Agende 21 Locali per Kyoto (scaricabile dal sito www.a21italy.it).

È diffusa quindi la convinzione che gli Enti Locali debbano giocare un ruolo centrale nella politica di adattamento e mitigazione dei cambiamenti climatici.Le responsabilità e le potenzialità delle autorità locali si riflettono non solo nelle scelte amministrative, ma anche nella condizione di interlocutore diretto dei cittadini, in grado quindi di orientarne le scelte e i comportamenti. Gli Enti Locali operano scelte in set-tori cruciali come il governo del territorio, la produzione edilizia, la mobilità e la gestione dei rifiuti. Politiche innovative possono ridurre drasticamente le emissioni locali e contribuire ad orientare verso strategie di sostenibilità i comportamenti delle aziende e delle famiglie. La partecipazione attiva e la condivisione delle scelte contribuiscono a prevenire e ridurre i conflitti e diffondono, al contempo, comportamenti virtuosi nelle comunità.Alla tre giorni di Rovigo sarà presente una nutrita pattuglia di “apri pista”, Enti Locali che hanno già avviato con successo politiche virtuose, ottenendo risultati di rilievo, al fine di socializzare le loro esperienze, mettendo in evidenza le mo-dalità con cui hanno ottenuto questi risultati di eccellenza. L’attenzione sarà quindi focalizzata sul processo, per aiutare ad accrescere la capacità d’azione dei decisori politici, dei

AGENDA 21

PROTEZIONE DEL CLIMA ED ENERGIA RINNOVABILE:I PICCOLI E MEDI COMUNI AFFRONTANO LA SFIDA

Conferenza Europea sul Clima - Rovigo, 2-4 aprile 2008

a cura di Antonio KaulardSegreteria Coordinamento Agende 21 Locali Italiane

foto di Provincia di Rovigo, Uffi cio del Turismo, Federico Meneghetti

6363

LE TEMATICHE DELLA CONFERENZA DI ROVIGO

• Protezione del clima: piani di azione locale ed obiettivi - come svilupparli e renderli effettivi

• Risparmio ed efficienza energetica: strategie, procedure, strumenti, norme e regolamenti locali mirati ad un utilizzo più efficiente delle risorse locali

• Energia rinnovabile: in particolare energia solare e biomasse - condizioni locali per la promozione e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile per elettricità, riscaldamento e raffreddamento

• Pianificazione urbana e del territorio: particolare attenzione agli strumenti e alle politiche per sostenere i processi di pia-nificazione sul cambiamento climatico e la produzione locale di energia

• Coinvolgimento di cittadini e stakeholders: come motivarli verso la transizione ad un’energia più sostenibile

• Adattamento al cambiamento climatico: strategie per migliorare la resilienza locale e la capacità dei comuni di adattarsi

funzionari degli enti locali e degli altri rilevanti stakeholder che è necessario coinvolgere nell’azione della comunità per la protezione del clima.Invitate a prendere parte alla Conferenza di Rovigo sono in particolare le realtà di piccole e medie dimensioni che stanno avviando ora il loro percorso o che sono interessate ad ap-profondire uno specifico settore, beneficiando della preziosa collaborazione di chi ha già fatto importanti esperienze.Al centro dei lavori della Conferenza saranno quindi le buone pratiche che si sono rivelate efficaci per la protezione del clima e nel diffondere l’impiego di energie sostenibili. Ampio spazio verrà dato ad analisi e discussioni sulle varia-bili principali che ne hanno determinato il successo e che possono essere replicate in altri contesti.Un altro tema che verrà estesamente trattato è quello del come accrescere la condivisione di scelte consapevoli per influenzare gli stili di vita e i comportamenti dei cittadini, in particolare con riferimento a un uso più sostenibile di energia nella vita di tutti i giorni.

Per iscriversi alla Conferenza e scaricare il pro-gramma completo: www.iclei.org/rovigo2008

LE SEZIONI DELLA CONFERENZA

- Sessioni plenarie: plenaria di benvenuto con rappresentanti del governo nazionale, della Provincia di Rovigo e dell’Unione Europea; plenarie per trattare aspetti strategici, tesi scientifiche e l’azione condotta dagli Enti Locali

- Seminari e dibattiti: presentazioni più dettagliate di buone pratiche con brevi introduzioni su argomenti molto specifici; analisi e dibattiti facilitati in gruppi più piccoli

- Area espositiva: in prossimità dell’area dedicata ai coffee-break dove è data la possibilità di esibire materiali, video, poster per facilitare la comunicazione e la conoscenza

- Supporto specifico a raggruppamenti di piccole città limitrofe (distretti) e ai loro partner che intendono impegnarsi per azioni per il contrasto ai cambiamenti climatici

foto di Provincia di Rovigo, Uffi cio del Turismo, Federico Meneghetti

6464

La rubrica €CO-FINANZIAMENTI continua a segnalare le opportunità economiche in campo ambientale cercando di differenziarle per localizzazione geografica (nord, centro e sud Italia) e per ente territoriale erogatore del contributo (UE, Stato, Regioni, Province, Comuni, ecc.). La selezione viene effettuata tenendo conto anche del carattere innovativo della misura proposta, allo scopo di sensibilizzare gli enti stessi nella ricerca delle modalità più efficaci per incentivare azioni e buone pratiche ambientali.Apriamo il 2008 segnalando un’agevolazione di carattere regionale ed una comunale. La Regione Umbria ha recen-temente emanato un bando per la concessione di contributi per la realizzazione di alloggi in bioarchitettura.Il Comune di Bolzano si rivolge alle Associazioni ambientali concedendo contributi per le loro iniziative.

Obiettivi e descrizione della misuraIl bando è finalizzato alla realizzazione di interventi di edi-lizia residenziale in cui siano applicati i principi e i criteri costruttivi propri della bioarchitettura, al fine di soddisfare le esigenze di comfort e salubrità abitative e al tempo stesso di contenimento dei consumi energetici e di utilizzo di risorse di energia rinnovabili.Tipologia degli interventiGli interventi devono presentare le seguenti caratteristi-che:- riguardare esclusivamente la tipologia della nuova co-

struzione;- tendere al raggiungimento degli obiettivi generali indicati

nell’allegato 1 del bando;- prevedere la realizzazione di un numero di almeno 12

alloggi;- prevedere, di norma, la realizzazione di non oltre 24

alloggi; tuttavia la Regione, in sede di assegnazione del contributo, si riserva la facoltà di finanziare interventi di dimensioni superiori qualora ciò sia compatibile con le risorse disponibili;

- avere una superficie utile residenziale per ogni alloggio

non superiore a 95 m2;- avere, ai fini della determinazione del costo convenzionale

dell’intervento e del conseguente contributo concedibile, la superficie non residenziale complessiva e la superficie per parcheggi non superiore ciascuna al 45% della superficie utile complessiva; le eventuali superfici eccedenti tali limiti non vengono computate;

- avere l’attestazione di immediata cantierabilità;- non essere iniziati alla data di pubblicazione del bando

(12 dicembre 2007).Nell’allegato 1 del bando sono elencati i criteri per la va-lutazione delle proposte. Ai fini di soddisfare i requisiti sperimentali del bando, l’intervento deve prevedere e rea-lizzare tutte le soluzioni e gli accorgimenti utili a perseguire i seguenti obiettivi generali:1. perseguimento di elevati standard di comfort e salubrità

dell’ambiente abitativo;2. sostenibilità del processo edificatorio e dell’organismo

edilizio nel corso del suo ciclo di vita rispetto alle pro-blematiche di tutela dell’ambiente e salvaguardia delle risorse naturali;

3. realizzazione di soluzioni integrate per il risparmio ener-getico e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili;

4. qualità architettonica del progetto.Per la specificazione dei quattro criteri elencati si rinvia all’allegato.La selezione delle proposte viene effettuata da una Com-missione Tecnica istituita dalla Giunta Regionale.L’attuazione degli interventi viene disciplinata da apposita convenzione tra l’operatore e il Comune.Gli alloggi realizzati da imprese di costruzione e cooperative di abitazione devono essere destinati rispettivamente alla vendita o all’assegnazione in proprietà.I lavori degli interventi devono iniziare entro 6 mesi dalla data della comunicazione di ammissione al finanziamento e devono concludersi entro 24 mesi dal loro inizio.Gli acquirenti/assegnatari sono obbligati a risiedere negli alloggi per non meno di 5 anni dalla data di acquisto/assegnazione. Per lo stesso periodo ne è vietata la vendita e la locazione.Tipologia del contributoLe risorse a disposizione sono pari a 3 milioni di Euro. Il contributo in conto capitale viene calcolato, in sede di programmazione, moltiplicando il numero di alloggi per il contributo massimo ad alloggio (pari a 30.000,00 Euro). In sede di assegnazione definitiva, il contributo per ogni alloggio sarà invece calcolato in percentuale al costo convenzionale dell’alloggio stesso graduato in base alla fascia di reddito di appartenenza del nucleo familia-re dell’acquirente/assegnatario, fermo restando l’importo complessivo assegnato in sede di programmazione, come indicato in tabella.

REGIONE UMBRIABando per la concessione di contributi per la realiz-zazione di interventi innovativi tesi a sperimentare soluzioni avanzate e riproducibili nel campo della bioarchitettura e del risparmio energeticoDeliberazione della Giunta regionale n. 1796 del 12 novembre 2007 (BUR Umbria n. 54 del 12 dicembre 2007 - serie generale - supplemento ordinario n. 1)

6565

Reddito % max del costo convenzionale

Contributo max ad alloggio

fino a 22.000,00 Euro 30%

Euro 30.000,00da 22.000,01 a 28.000,00 Euro 25%

da 28.000,01 a 34.000,00 Euro 20%

All’importo viene aggiunto un contributo ulteriore, fino a un massimo di Euro 8.000,00 per ogni alloggio, per la sperimentazione, indipendentemente dalla fascia di reddito di appartenenza del nucleo familiare dell’acquirente/assegnatario. Tale contributo viene quantificato dalla Re-gione. A tal fine il proponente allega alla domanda una relazione con la descrizione delle soluzioni tecniche innova-tive che migliorano le caratteristiche prestazionali rispetto ai criteri di cui all’allegato 1 o che prevedono la realizzazione di particolari accorgimenti in campo energetico, ambientale, ecc. anche non contemplati nell’allegato 1.BeneficiariPossono presentare proposte di intervento le imprese di costruzione e loro consorzi, nonché le cooperative edilizie di abitazione. I beneficiari del contributo sono gli acquirenti/assegnatari degli alloggi. Localizzazione geograficaGli interventi devono essere localizzati esclusivamente nei comuni classificati ad “alta tensione abitativa” ai sensi della DGR n. 588 del 7 maggio 2003 e precisamente: Amelia, Città di Castello, Corciano, Foligno, Gubbio, Narni, Orvieto, Perugia, Spoleto, Terni, Todi, Umbertide.Al fine di garantire un’equa distribuzione territoriale, viene ammesso a finanziamento non più di un intervento per ciascun comune.Presentazione domande e scadenzaLe imprese di costruzione e le cooperative di abitazione devono presentare alla Regione domanda in bollo redatta secondo il modello previsto dal bando e corredata dalla documentazione richiesta. Le domande devono essere spe-dite a mezzo raccomandata postale o consegnate a mano a: Regione Umbria - Direzione regionale ambiente, territorio e infrastrutture - Servizio politica per la casa e riqualificazione urbana - piazza Partigiani, 1 - Perugia.La scadenza per la presentazione delle domande è il 10 aprile 2008.

Per scaricare il bando si rinvia al sito internet della Regione Umbria www.regione.umbria.it nella sezione BUR.

Obiettivi e descrizione della misuraIl Comune di Bolzano riconosce alla tutela dell’ambiente un’im-portanza strategica nella pianificazione del futuro della città e nella prevenzione dei rischi per i cittadini conseguenti alle diverse forme di inquinamento ambientale. In questo settore il Comune riconosce alle Associazioni ambientali un ruolo fon-damentale nell’informazione e sensibilizzazione dei cittadini. Pertanto l’Assessorato all’Ambiente sostiene le loro iniziative.

Tipologia degli interventiGli interventi per i quali il Comune concede i contributi devono riferirsi ad eventi, manifestazioni o iniziative spe-cifiche e circoscritte nel tempo. Non è finanziabile l’attività annuale ordinaria dell’associazione. Sono quindi escluse le spese del personale, di segreteria, cancelleria, ecc., se non relative alla singola iniziativa straordinaria.Tutte le iniziative fi nanziate devono obbligatoriamente indicare che la manifestazione o l’evento avviene in colla-borazione o con il contributo dell’Assessorato all’Ambiente della Città di Bolzano.Le domande vengono sottoposte al parere della Commis-sione Consiliare all’Ambiente che stabilisce anche l’importo del contributo. Successivamente la richiesta è sottoposta alla Giunta Municipale per il benestare fi nale.I contributi vengono concessi in base alle disponibilità di bilancio dell’Assessorato all’ambiente, tenuto conto della data di presentazione.Tipologia del contributoI contributi possono fi nanziare fi no a un massimo del 90% della spesa complessiva prevista. Solo nel caso di attività riconosciute di particolare interesse dell’Amministrazione, il contributo può raggiungere il 100% della spesa.Benefi ciariPossono ricevere i contributi le Associazioni la cui attività principale rientra negli ambiti della tutela ambientale e che non abbiano scopo di lucro. Le Associazioni devono inoltre essere iscritte nell’apposito Albo comunale. Nel caso in cui un’associazione non sia inscritta, la Giunta Comunale può, rilevata la validità dell’iniziativa, decidere di concedere ugualmente il contributo, previo parere favorevole della Commissione Consiliare all’Ambiente.Localizzazione geografi caLe Associazioni devono avere sede nel comune di Bolzano ed essere operanti sul territorio comunale o con prevalente attività nell’interesse della città.Presentazione domande e scadenzaLe domande vanno presentate almeno un mese prima dell’iniziativa all’Uffi cio Tutela dell’Ambiente e del Terri-torio. Non essendo previsto un termine per la presentazione delle domande, le richieste possono essere presentate in qualsiasi momento dell’anno.

Per maggiori informazioni si rinvia al sito internet del Co-mune di Bolzano www.comune.bolzano.it nella sezione “Servizi - Contributi”, dove è possibile scaricare anche il regolamento per la concessione dei contributi e le modalità per l’iscrizione dell’Associazione all’Albo comunale.

COMUNE DI BOLZANOContributi ad enti e associazioni operanti nel set-tore ambientale

66

Genova, 6-8 marzo 2008ENERGETHICA - 3° Salone dell’Energia rinnovabile e sostenibileSede: Genova FiereOrganizzazione: emtrad srlVia Duccio Galimberti, 7 - Alba (CN)Tel-fax: +39 0173 280093Informazioni: www.energethica.it - [email protected]

Bologna, 12-15 marzo 2008PROGETTI E PAESAGGI - COSTRUIRE VERDE all’interno di SAIE SPRINGProdotti, Materiali e Servizi per l’in-out doorSede: Quartiere fieristico di Bologna

agenda Eventi e Fiere

Informazioni: Bologna Fiere spa - Tel. +39 051 [email protected] - [email protected] - www.costruireverde.com

Cesena, 28-30 marzo 2008AGROFER - Salone delle Agroenergie, del Risparmio energetico e della BioediliziaSede: Quartiere fieristicoVia Dismano, 3845 - 47023 Pieve Sistina di CesenaInformazioni: Cesena Fiera spaTel. 0547 317435 - fax 0547 [email protected] - www.cesenafiera.com

Nel caso in cui determinati rifi uti non siano stati an-notati dal produttore nel registro di carico e scarico, è possibile ricostruire le informazioni mancanti tramite il formulario di identifi cazione che accompagna gli stessi rifi uti verso l’impresa che li recupera?No. Il formulario di identifi cazione previsto dall’art. 193 del D. Lgs. n. 152/2006 e disciplinato nel dettaglio dal D.M. 1° aprile 1998 n. 145, non consente di risalire all’epoca in cui i rifi uti sono stati prodotti.Tale informazione, in sé certamente rilevante, anche perché permette di verifi care il rispetto delle condizioni previste per la confi gurabilità di un deposito temporaneo, può essere desunta esclusivamente dal registro di carico e scarico. In-fatti, in base all’art. 190, comma 1 del D. Lgs. n. 152/2006, il produttore dei rifi uti deve annotarli sul proprio registro entro 10 giorni lavorativi dalla produzione del rifi uto.La Suprema Corte, con sentenza n. 20324 del 27/09/2007 emessa dalla Prima Sezione Civile, ha confermato la pro-nuncia n. 405/02 del Tribunale di Ferrara, facendo proprio il suddetto orientamento.

Può un sindaco emanare un’ordinanza con cui vieta l’esercizio venatorio su tutto il territorio comunale o su parte di esso?Il potere di ordinanza del sindaco è regolamentato, in gene-rale, dagli articoli 50 e 54 del D. Lgs. n. 267/2000 (Testo

Unico degli Enti Locali). In partico-lare, l’art. 50, comma 5 stabilisce che “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica

a carattere esclusivamente locale le ordinanze con-

tingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante

della comunità lo-

i quesiti dei lettori: L’ESPERTO RISPONDE

cale”, mentre l’art. 54, comma 2 prevede che “il sindaco, quale uffi ciale del Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili e urgenti al fi ne di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini”.L’eventuale legittimità di un’ordinanza sindacale che vieti l’esercizio della caccia su tutto il territorio comunale o su parte di esso, dunque, deve essere valutata in relazione alle richiamate disposizioni o ad altre normative di settore che contemplino un espresso potere d’ordinanza.In un caso specifi co, il giudice amministrativo (T.A.R. Umbria, sentenza 5 giugno 2007, n. 498) ha dichiarato l’il-legittimità di un’ordinanza sindacale con la quale era stato disposto il divieto, a tempo indeterminato, dell’esercizio dell’attività venatoria in una porzione di territorio comunale di circa 48 ettari. In particolare, il tribunale amministrativo ha ritenuto che lo strumento dell’ordinanza non potesse essere utilizzato in relazione ad un pericolo generico e non attuale, in quanto venivano meno i presupposti tipici del provvedimento contingibile ed urgente, di natura residua-le, costituiti dalla presenza di un pericolo determinato ed immediato altrimenti non fronteggiabile. Inoltre, lo stesso tribunale ha affermato che l’ampiezza del divieto, la sua natura permanente, la sostanziale assenza di collegamento con un pericolo specifi co ed attuale, faceva sì che il potere esercitato si connotasse in realtà come un’usurpazione delle competenze regionali e provinciali in materia di gestione del territorio ai fi ni venatori. Infi ne, il collegio giudicante ha giudicato macroscopicamente irrazionale l’ordinanza sin-dacale anche per il fatto che il pericolo cui essa intendeva ovviare è quello generale cui sono esposti tutti gli individui presenti nello Stato in relazione all’attività venatoria (pericolo che il Legislatore statale ha ritenuto di poter adeguatamente scongiurare imponendo il rispetto di determinate distanze di sicurezza).

INDICE

In copertina: Majella (foto di Fernando Di Fabrizio)In retro copertina: Orsogna (foto di Alessandro Di Federico)

IstituzioniRegione AbruzzoRiduzione rifiuti e raccolta differenziatadi Alberto Piastrellini p. 4

La Regione Abruzzo verso l’autosufficienza energeticaDalle fonti fossili alle rinnovabilidi Alberto Piastrellini p. 8

Acquisti Verdi, Agenda 21, CEA: le prioritàdel Servizio Politiche per lo Sviluppo Sostenibiledi Alberto Piastrellini p. 10

Convegni e ManifestazioniRiciclaAbruzzodi Donatella Mancini p. 14

Energiochia cura di Donatella Mancini p. 16

Gruppo MaioGruppo MAIO ad ECOMONDO 2007Responsabilità sociale e business ethic p. 18

ACIAM spaAvezzano: al via la raccolta del rifiuto organicodi Germano Contestabile p. 20

Teramo Ambiente spaObiettivo raggiunto!di Pierangelo Stirpe e Rita Di Ferdinando p. 22

ECO-FINANZIAMENTIProduzione di energia dafonti rinnovabili e risparmio energeticodi Alberto Piastrellini p. 24

ECO-NEWSRaccolta differenziata: dalla regioneun nuovo slancio per l’implementazionedi Alberto Piastrellini p. 27

44

All’inizio di un nuovo anno è buona norma stilare un promemoria degli im-pegni da mettere in agenda, soprattutto quando ci si confronta che le tematiche ambientali che, nella loro declinazione di emergenza, non possono aspettare i tempi e della politica.Le tragiche cronache sull’emergenza-ri-fiuti della Campania (ma a ben guardare nelle pagine di cronaca, anche altre re-gioni ne sono coinvolte!), sottolineano come un Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, costituisca strumento indispen-sabile, del quale la regione Abruzzo si è dotata, finalmente, con l’approvazione del suo alla fine del 2007.Dalle politiche dei rifiuti a quelle ener-getiche, con eventuali relative storture, il passo è molto breve.In Abruzzo, invece, senza cavalcare l’onda di facili entusiasmi che rischia-no poi di lasciare il segno, almeno in fase di elaborazione si è pensato ad un Piano Energetico Regionale che puntas-se soprattutto sulle risorse rinnovabili. Il dibattito è tuttora aperto e, quasi sicu-ramente, impegnerà in tutte le sue fasi i diversi stakeholders per i prossimi mesi.Sul fronte della tutela del territorio, risultano in itinere le pratiche per l’approvazione dei diversi Piani dei Parchi, mentre si attende con interesse

l’approvazione definitiva della nuova Legge Urbanistica Regionale.A ben guardare, di “carne al fuoco” ce n’è tanta…In occasione della prima uscita dell’an-no, la Redazione di Ambiente Abruzzo News ha voluto dedicare il primo articolo dell’annata, alle risultanze e indicazio-ni che sono scaturite nel corso di una “chiacchierata” intercorsa con l’Assesso-re all’Ambiente della Regione Abruzzo, Ing. Franco Caramanico che, nell’arco di mezz’ora è riuscito a stilare un vero e proprio “piano d’azione” del suo As-sessorato per il nuovo anno.

Assessore Caramanico, come si apre, da un punto di vista ambien-tale, questo nuovo anno?Con i rifiuti, purtroppo...!È chiaro che il problema dei rifiuti è quello più discusso sia a livello locale che nazionale. Mi riferisco ovviamente alle note vicende della Regione Cam-pania.Proprio a partire dalle reazioni che queste notizie stanno provocando, la Regione, ha cercato di aprire un confronto diretto con il territorio, an-che al fine di far conoscere il Piano Regionale dei Rifiuti che è stato de-finitivamente approvato dal Consiglio con Legge Regionale n. 45 dello scorso dicembre.In Abruzzo, per quanto riguarda questa materia specifica, si è aperta una nuova fase operativa, infatti il PRGR di per sé non è certamente un punto di arrivo, ma di partenza.Si tratta ora di centrare gli obiettivi di quel Piano, che ricordo essere: riduzio-ne dei rifiuti, raccolta differenziata, recupero energetico, cercando di dare “ali” a questo strumento perché possa adeguatamente “volare”.Non nascondo che la nostra regione vive ancora, sotto alcuni aspetti della tematica in oggetto, una situazione di carenza e sofferenza (soprattutto nelle Province di Teramo e L’Aquila), per cui ci sarà molto da lavorare nel prossimo futuro.

Intanto stiamo già programmando sul territorio degli incontri specifici volti alla costituzione degli ATO.Ricordo che il PRGR prevede il pas-saggio da 14 Consorzi a 4 ATO con altrettanti Consigli di Amministrazione da istituire, pertanto il passaggio non sarà una cosa così facile da realizzare.Per quanto concerne l’implementazione della raccolta differenziata, ci siamo da tempo attivati con un apposito Bando riservato agli Enti Locali che prevede un investimento di circa 4.000.000 di Euro (ndr: per maggiori informazioni si veda l’articolo pubblicato a pag. 27 e segg.).Contemporaneamente stiamo attivando adeguati investimenti per la realizzazio-ne del sistema impiantistico vocato al riuso e al riciclo dei materiali.Insomma, cerchiamo di accelerare tutti gli step che permetteranno al Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, di essere una realtà concreta e operativa sul territorio. Nel contempo, al fine di dare il giusto spessore alle diverse filiere dei rifiuti, stiamo incentivando le varie attività imprenditoriali attraverso convenzio-ni studiate ad hoc tra e con i diversi Consorzi Nazionali di recupero e smaltimento.

Anche l’approvigionamento ed il risparmio energetico sono due op-zioni di intervento che vedono in nostro Paese in coda alla classifica europea. Cosa si sta muovendo in Abruzzo? Un altro traguardo che dovremo rag-giungere durante l’anno, è quello che riguarda l’approvazione del nuovo Piano Energetico Regionale. Allo stato attuale il documento è pronto e a breve inizierà il suo percorso per la formale approvazione in Giunta Regionale. A quel punto, come già avvenuto per il PRGR, per il quale ci si è attenuti alle procedure previste dalla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), grazie alle indicazioni pervenuteci dai citta-dini stessi e da quelle emerse durante

ISTITUZIONI

di Alberto Piastrellini

RIDUZIONE RIFIUTI ERACCOLTA DIFFERENZIATA

Regione Abruzzo

per ridurre emissioni e spreco di risorse

Franco Caramanico, Assessore all’Ambiente della Regione Abruzzo

5

i tanti Tavoli di Concertazione attivati sul territorio, si addiverrà alla stesura e all’approvazione definitiva.Certamente, il Piano Energetico Regionale oggi rappresenta un passo fondamentale per la tutela ambientale che deriva dal risparmio energetico e dal rispetto degli accordi del Protocollo di Kyoto.

Come sarà strutturato questo docu-mento e verso quali obiettivi sarà orientato?Il nostro Piano è costruito per conse-guire due obiettivi fondamentali:• Il rispetto del limite previsto da Kyoto

entro il 2010• Il raggiungimento, entro il 2015,

del 51% di energia prodotta per il fabbisogno energetico regionale, da fonti rinnovabili.

Sicuramente non è un traguardo sem-plice, anche se la nostra regione parte già da un buon 24% di energia prodotta attraverso impianti idroelettrici e quindi si tratta di fare solo un ulteriore picco-lo salto di qualità (peraltro anticipato dalla Comunità Europea che chiede il raggiungimento del 20% al 2020), per arrivare al 51%. Ovviamente per raggiungere tali

traguardi abbiamo bisogno di utiliz-zare tutti i canali e i vettori energetici disponibili, sia l’eolico, per il quale abbiamo già approvato delle apposite Linee Guida, sia l’idroelettrico, per il quale attualmente abbiamo sospeso le concessioni, in attesa di rivedere tutto il sistema (un’azione che si è resa ne-cessaria dal momento che le richieste pervenute erano talmente numerose da mettere a rischio la tutela del pa-trimonio idrogeologico e naturalistico regionale).Inoltre, le biomasse, per le quali stiamo ragionando sulla possibilità di attivare una strategia di “filiera corta”, evitando di importare biomasse da fuori regione o, peggio ancora, dall’estero. È vero che dovremo confrontarci con le norme di settore che regolano il discorso a livello comunitario, tuttavia riteniamo più giusto creare dei distretti agro-energetici di piccole dimensioni.In questo senso, anche la nuova Finanziaria 2008 riporta una dimen-sione lineare di appena 70 Km, che permette di impostare una filiera locale, creando la giusta integrazione con le imprenditorialità del settore agricolo, che produrranno coltivazioni dedicate,

recuperando altresì terreni abbando-nati.Non è nascosta la doppia valenza di questa strategia: da un lato si produce “energia verde”, dall’altro si riporta a nuova vita terreni finora improduttivi, creando indotto e permettendo una miglior stabilizzazione della CO

2.

Per quanto concerne l’utilizzo del fotovoltaico la nostra regione parte tutt’altro che svantaggiata.Inoltre, a seguito di un accordo tra Centro Ricerche FIAT ed ENI, stiamo cercando di implementare l’utilizzo del-la miscela metano/idrogeno nell’area metropolitana Chieti/Pescara, grazie alla costruzione di apposite stazioni di approvvigionamento.

Un altro settore di intervento per la tutela del territorio è quello rivolto alla gestione dei Parchi. Come si proporrà, in questo senso, la “Regione Verde d’Europa”? Sul fronte della tutela del territorio da un punto di vista strettamente gestio-nale, stiamo lavorando per arrivare all’approvazione dei vari Piano dei Parchi, in particolare modo quello relativo al Parco della Majella che è

66

gia stato oggetto della fase di pubbli-cazione ed osservazione.Lo stesso vale per il Parco del Gran Sasso, il cui Piano è tuttora oggetto di osservazione.Cercheremo di accelerare le fasi per l’approvazione del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, mentre siamo nella fase di affidamento del-l’incarico di redazione del Piano del Parco Naturale Regionale Sirente Velino.Licenziare un Piano del Parco significa innanzitutto adempiere ad un preciso obbligo di legge cui la nostra Regione si accinge con un notevole ritardo se si pensa che la Legge 394 risale al 1991 e l’istituzione dei Parchi Gran Sasso e Majella risale al ‘95 mentre i due Piani relativi sono stati redatti nel biennio 1999-2000.È evidente che, almeno su alcuni aspet-ti, questi documenti appaiono superati alla luce delle normative vigenti. Si vedano, a titolo di esempio, le modifiche apportate alla L. 394 dalla L. 426 del 1998.Ma, trattando il Piano del Parco, non solo le azioni volte alla salvaguardia e alla tutela dell’ambiente, bensì anche quelle strategie atte alla valorizzazio-ne del territorio in cui agisce il parco stesso e allo sviluppo delle comunità antropiche presenti, è altrettanto evi-dente che, allorquando si ingenerano ritardi e lungaggini, non si fa un bel servizio né all’ambiente, che si vorreb-be tutelare, e al territorio del quale si vorrebbe perseguire lo sviluppo.Infatti, troppo spesso si è pensato al Parco come ad una riserva integrale; non è così!Il Parco è un ambiente vissuto e la stes-sa Legge 394 prevede la zonizzazione della “Zona A” come riserva integrale e la “Zona B” che è quella dove so-no consentite tutte le attività a basso impatto, compatibili con la presenza dell’uomo: attività artigianali, recupero dei centri storici, produzioni tipiche non industriali. Tutte queste attività, di cui spesso molti amministratori si riempiono

la bocca, di fatto, in mancanza di un adeguato strumento di programmazione come il Piano del Parco, non potrebbero tradursi in azioni concrete. Non solo. L’approvazione del Piano di un Parco è anche un momento molto importante per stabilire un contatto dia-lettico con la popolazione che insiste su quel territorio, per capirne le necessità, le perplessità e le riserve e magari fornire le adeguate delucidazioni e soluzioni.

Eppure, non sempre il Parco è una presenza accettata e vissuta con positività da parte delle comunità umane che vivono e lavorano entro i suoi confini. È cambiato qualcosa nell’approccio comune all’entità Parco?Devo ammettere, con un certa soddi-sfazione, che in questi ultimi anni sono stati molto più i Comuni che hanno chiesto di essere inseriti in un Parco, piuttosto che quelli che hanno chiesto di esserne esclusi: segno questo che la “politica del parco” paga!In più, c’è da dire che nell’ottica di una “rete”, ogni Parco, anche il più piccolo, può essere significativo nel contrasto alle grandi emergenze ambientali del pianeta.Dico questo perché la Regione Abruz-zo, che si fregia del titolo di “Regione Verde d’Europa” per l’ampia percentua-le di territorio tutelato (circa il 34%) e l’alto numero di Parchi e Riserve, già da tempo ha sposato il Progetto Euro-peo APE (Appennino Parco d’Europa), che a sua volta è inserito in quello più ampio volto alla tutela delle Montagne del Mediterraneo…Ecco come da piccoli interventi locali, il discorso ambientale si può allargare oltre i confini nazionali e spingersi ancora più avanti. Non solo. Sempre più si deve pensare al Parco e alla riserva come risorsa di sviluppo per un dato territorio. Nella nostra regione, dove a tutt’oggi si assiste ad una dinamica migratoria dal-l’entroterra rurale (ma ambientalmente più vivibile) verso la fascia costiera indu-

strializzata e sovraffollata (con ben più gravi problemi di inquinamento), ecco che la possibilità di sviluppo economico e sociale offerta da un Parco che fun-zioni bene può costituire la strategia in grado di invertire la tendenza all’esodo e, allo stesso tempo, la risposta giusta per quanti intendono affermarsi profes-sionalmente nel luogo d’origine.

Veniamo ad un altro aspetto della tutela e buona gestione del territo-rio: la Legge Urbanistica Regionale. A che punto siamo con l’iter di ap-provazione?Mi auguro che nel breve periodo si giunga all’approvazione definitiva della LUR, anche perché, proprio su quest’ultimo aspetto devo sottolineare, con rammarico, un certo ritardo.La Legge è stata approvata un anno e mezzo fa dalla Giunta Regionale, poi, a causa di varie vicende, il testo è rimasto all’esame delle Commissioni.È chiaro che questa legge è molto “delicata” e su questo testo si gioca il futuro della nostra regione, perché costituisce l’impronta del modello di sviluppo che intendiamo perseguire come amministratori. Nel ritardo che si è accumulato durante l’analisi del testo, sicuramente hanno pesato stratificazioni e retaggi cultura-li sedimentati negli ultimi 25 anni, da quando, cioè è stata varata, nel 1983 l’attuale Legge Urbanistica n. 18.È giocoforza che il modello di sviluppo sia mutato da allora, e mutato è anche il metodo col quale tale modello vie-ne misurato. Allora ci si basava sulle volumetrie realizzate, quindi sull’espan-sione di strutture ed infrastrutture, oggi l’imperativo per una legge di governo del territorio è quello del risparmio del territorio stesso. Ovvero, quanto suolo si risparmia, quanta energia in meno si consuma, quante risorse sono conservate, quante emissioni in meno si immettono nell’atmosfera… Insom-ma, tutti quei parametri che fanno la differenza fra uno sviluppo tout court e lo sviluppo sostenibile.

7

Quindi, per passare da una logica di espansione e cementificazione brutale, ad una logica di recupero e riduzione dei consumi e del territorio, ci vuole un considerevole salto di qualità e tra gli atti mirati all’evoluzione c’è il re-cepimento di normative nazionali ed internazionali, come la VAS e la VIA, la riforma del Titolo V della Costitu-zione e la sua applicazione su Piani e Programmi. C’è poi tutta la questione della fiscalità urbanistica e del coin-volgimento del settore privato negli interessi pubblici.Non da ultimo, bisogna ragionare per conoscenze e competenze specifiche. La proposta di Legge Urbanistica Regiona-le prevede, all’uopo la redazione della Carta dell’uso del suolo e del territorio, un documento che “fotografa” lo stato del territorio regionale e che permette le suc-cessive valutazioni e programmazioni.Fra le novità introdotte nel testo c’è poi il concetto, fortemente perseguito

dal mio assessorato, di compensazione territoriale. Questo concetto sarà alla base delle programmazioni future tese a migliorare la qualità ambientale delle zone costiere (quelle più industrializ-zate e pertanto sofferenti da un punto di vista ambientale) e allo stesso tem-po improntate a migliorare la qualità economica delle zone dell’entroterra, quelle più interessate dalla tutela delle zone a Parco.Ciò significa che se c’è un territorio vincolato a cui si riconosce una valenza pubblica, allora quel territorio deve essere in qualche maniera compensato. Non è possibile che i benefici siano di tutti e i limiti vengano distribuiti su pochi. Altra novità introdotta dal testo in esame è quella che riguarda il moni-toraggio continuo dello sviluppo del territorio, monitoraggio da effettuarsi facendo riferimento ai Bilanci urbani-stici e ai Bilanci ambientali.

Assessore Caramanico, che cosa si aspetta, infine, da questo nuovo anno di lavoro che si preannuncia già denso di impegni e di questioni da risolvere?Per concludere, tutto quello di cui ho parlato finora costituisce le linee di intervento di questa amministrazione che crede fortemente nel cammino in-trapreso e che, giunta a metà del suo mandato, può già raccogliere qualche frutto del gran lavoro compiuto.Mi auguro di completare la mia espe-rienza legislativa lasciando un Regione dove ci siano più certezze per quanto riguarda la gestione del territorio; e, soprattutto, spero che con il nostro lavoro si sia dato un contribuito ad un generale cambio di mentalità per quanto riguarda le problematiche am-bientali e lo sviluppo sostenibile.

88

Mentre dall’UE continuano a pervenire moniti ed indirizzi di intervento mirati alla diffusione delle fonti energetiche rinnovabili, al risparmio energetico e al conseguente abbattimento delle emis-sioni climalteranti, la “Regione Verde d’Europa”, attraverso il lavoro degli uf-fici competenti, già da diverso tempo si sta attivando per aumentare la propria incisività nel settore energetico.Sostegno alla diffusione delle biomas-se, implementazione di politiche volte alla creazione di apposite filiere corte dedicate, realizzazione di campi eo-lici e maggior espansione del ricorso all’istallazione di celle fotovoltaiche e pannelli per la produzione di calore,

Intervento del Dirigente del Servizio Politica Energetica, Iris Flaccodi Alberto Piastrellini

sono le principali linee di intervento che la Regione intende perseguire per raggiungere gli obiettivi di Kyoto e una auspicabile indipendenza energetica.Tanto più quando il crescente fab-bisogno di energia e l’esigenza di abbattimento dei costi, spinge la base produttiva della regione a promuovere all’interno del suo stesso microcosmo, scelte consapevoli e competitive.Per saperne di più, ed avere un quadro preciso dello stato dell’arte relativamen-te alle politiche energetiche regionali, abbiamo intervistato la Dott.ssa Iris Flacco, Responsabile Ufficio Attività Tecnico-ecologiche del Servizio Politica Energetica della Regione Abruzzo -

Assessorato Regionale all’Ambiente, Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia.

Dott.ssa Flacco, può farci un quadro della situazione energetica della Re-gione Abruzzo all’inizio del 2008?In questo momento siamo ancora in una situazione di debito energetico in quanto non è entrato ancora in funzione l’impianto di produzione di Gissi (CH) che dovrebbe partire a bre-ve e che dovrebbe produrre 800 MW utilizzando gas.Per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili, posso affer-mare che sta sensibilmente crescendo.

La Regione Abruzzo verso l’autosuffi cienza energetica

DALLE FONTI FOSSILI ALLE RINNOVABILI

9

Quali saranno gli obiettivi della politica energetica che questa am-ministrazione intende perseguire per l’anno in corso? Per il 2008 abbiamo impostato uno svi-luppo importante dell’energia prodotta da biomasse, abbiamo già attivato il programma e, contemporaneamente, l’avvio della produzione energetica a partire dall’eolico, per il quale abbiamo depositato numerose domande.A tutto questo si aggiunge il consolidar-si del ricorso al fotovoltaico e al solare termico che, nella nostra regione, si stanno incrementando.

Per quanto riguarda il Piano Ener-getico Regionale, quando si prevede l’approvazione?Questo è certamente l’aspetto più inte-ressante in quanto abbiamo già definito le linee principali e gli obiettivi che prevedono l’inversione della produzio-ne energetica con il passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili.I tempi per l’approvazione dovreb-bero essere piuttosto stretti al punto che si potrebbe arrivare alla fine della procedura entro la fine del mese di febbraio.Sulla proposta di Piano è già stata effettuata la procedura di Valutazione Ambientale Strategica e siamo pronti all’approvazione dalla delibera di Giunta.

Dott.ssa Flacco, qual è, secondo il suo punto di vista, l’interesse della popolazione abruzzese nei confron-ti delle problematiche ambientali in generale e di quelle energetiche in particolare?Personalmente valuto un senso di crescente attenzione e sensibilità. C’è un forte coinvolgimento per quanto ri-guarda l’applicazione del D. Lgs. 192, quello relativo al risparmio energetico negli edifici, al punto che consulenti ed ordini professionali coinvolti sono già pronti per l’attuazione di queste nuove normative.Anche agli stessi utenti sono abba-

stanza note queste nuove opportunità sul risparmio energetico. Infatti, come Regione, abbiamo redatto e promosso dei Bandi specifici (ndr: si veda, a questo proposito la Rubrica Ecofinan-ziamenti) e abbiamo ottenuto una serie di risposte tali da far ritenere che la popolazione sia sufficientemente informata.

Poc’anzi è stato citato il ricorso alla tecnologia dell’eolico.Tenuto conto che circa il 34% del territorio abruzzese è posto sotto la tutela di Parchi e Riserve, qual è stata la risposta delle comunità in-teressate dall’istallazione prevista o effettiva di torri eoliche nel proprio territorio?Intanto premetto che abbiamo adot-tato il regolamento in conformità con la Legge che attribuisce alle Regioni la potestà di poter individuare le aree precluse a questo tipo di intervento. Per quanto riguarda le aree particolar-mente tutelate, abbiamo effettuato degli studi preventivi prima di escluderle da questo tipo di pianificazione.Certamente, la popolazione in cui ricadono gli interventi più significativi ha vissuto la cosa come una sorta di privazione/depauperazione del pro-prio territorio nel quale si andava ad insistere.Tuttavia, come amministrazione re-gionale, abbiamo approvato un legge di compensazione ambientale che dovrebbe favorire la distribuzione sul territorio di questi ritorni economici per gli impatti subiti.

Come stanno reagendo le imprese abruzzesi alla crescente domanda di energia e alla consapevolezza, nel contempo, di dover risparmiare e attingere ad altre fonti energe-tiche?Trovo ci sia una forte attenzione da parte dei soggetti produttori, natu-ralmente stimolata dagli elevati costi dell’approvigionamento energetico sui singoli budget aziendali.

In questo momento diversi soggetti si stanno attrezzando verso l’autopro-duzione; analogamente, altri stanno attivando delle vere e proprie joint venture tra Consorzi per utilizzare in rete il calore residuo delle singole produzioni o per, a costi più accessibili, approvvigionarsi da aziende limitrofe, come attualmente avviene nel polo industriale di San Salvo (CH), dove più aziende usufruiscono dello stesso impianto di co-generazione. Insomma, dato il crescente costo dell’energia, è chiaro che le aziende siano i soggetti più interessati a tutte le dinamiche volte al risparmio e all’ab-battimento dei costi. Proprio per questo, si stanno attivando processi di collaborazione fra soggetti e sempre più si guarda con interesse agli appositi fondi promossi dall’UE.

Tenuto conto che proprio dal settore energetico si determina il quantitativo maggiore di emissioni climalteranti, come reagirà la Regio-ne Abruzzo alle continue richieste dell’Europa in questo senso?Come già detto, ciò avverrà attraverso l’implementazione e lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.Con le biomasse stiamo approntando un processo poderoso, spingendo oltremodo sullo sviluppo delle filiere corte, quindi la diffusione di colture dedicate, il ricorso alla valorizzazione degli scarti di produzione agricola e non, anche attraverso la certificazione della tracciabilità delle biomasse stesse verso la quale ci stiamo attivando pro-movendo Accordi di Programma con il Ministero competente. Inoltre, anche grazie ai contributi che pervengono dall’UE sotto forma di DOCUP e altro, stiamo cercando di implementare lo sviluppo della rete elettrica locale in accordo con il Ge-store, affinché sia sempre più diffusa la vendita dell’energia prodotta localmen-te attraverso fonti rinnovabili.

101

L’esigenza di tradurre in azioni pratiche e comportamenti effettivi tutte le sfumature sottese al concetto di Sviluppo Sostenibile, obbliga tutti i soggetti della società ad un generale salto di qualità nell’assumere responsabilmente comportamenti virtuosi.Le Pubbliche Amministrazioni, in questo senso, hanno un doppio dovere: pianificare e proporre interventi, da un lato; vigilare, affinché gli stessi vengano applicati, dall’altro.Non solo, è proprio alle Pubbliche Amministrazioni che i cittadini e gli impren-ditori guardano quando si tratta di verificare lo stato di applicazione di quelle regole che apparentemente sembrano imposte dall’alto e non vengono percepite dalla collettività come proposte per il bene comune.In questo scenario l’imple-mentazione dell’applicazione della Direttiva europea sul Green Public Procurement, la spinta alla partecipazione di tutti gli stakeholders alla pianificazione ambientale, l’esigenza di informare e formare i cittadini di oggi e di domani, sono direttrici da percorrere per raggiun-gere l’obiettivo dello sviluppo sostenibile.Per approfondire l’argo-mento e calarlo nella realtà abruzzese, abbiamo inter-vistato la Dott.ssa Franca Chiola, Dirigente del Servi-zio Politiche Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile.

Dott.ssa Chiola, dal suo privilegiato punto di osservazione, quali sono le prin-cipali emergenze ambientali della Regione Abruzzo a cui si dovrà mettere mano da subito?La struttura di cui sono dirigente ha diverse competenze, per cui posso affermare che il mio lavoro si muove in un ambito piuttosto ampio che va dagli interventi a tutela del-l’ambiente e della sua conservazione, a quelli migliorativi della performance ambientale. Per quanto concerne gli interventi a tutela dell’ambiente la mia priorità è quella di portare a realizzazione e al conseguente avvio, tutta una

serie di impianti e strutture che ci consentirà di realizzare ed implementare la raccolta differenziata. Si tratta, quindi di fare il possibile perché tutti gli interventi programmati siano realizzati entro l’anno in corso. Specifico che, quando parlo di impianti, mi riferisco a impianti di compostaggio e impianti di bioessiccazione; mentre in un discorso più ampio che mira alla realizzazione di quanto pianificato, ricordo tutte le attività di sostegno agli Enti Locali nella loro

opera di avvio del porta a porta (sensibilizzazione ed informazione dei cittadini, acquisto di forniture, ecc.). Ecco, quindi che ritorno a dire che per la nostra regio-ne l’emergenza ambientale più urgente è quella relativa ai rifiuti. È vero che questo aspetto riguarda specifica-tamente il Servizio Gestione Rifiuti, ma anche il Servizio che dirigo, occupandosi di aspetti finanziari, non può non tenere conto, nell’at-tività programmatoria, di quanto si sta muovendo nella nostra regione attor-no alla problematica dei rifiuti.Accanto alle attività di cui sopra, altri obiettivi che intendo realizzare sono quelli relativi alla più ampia sensibilizzazione ambienta-le tramite la diffusione di “buone pratiche” all’interno delle Pubbliche Amministra-zioni, che sostanzialmente interessano l’implementa-zione degli Acquisti Verdi e rafforzamento del circuito di Agenda 21.

La Direttiva europea che disciplina il Green Public Procurement stenta a trovare, in Italia, una larga ap-plicazione, per tutta una serie di motivi che, tra l’altro, ci vedono nella triste posizione del “fanalino di coda” nella classifica europea. Cosa sta facendo la Regione Abruzzo da questo punto di vista?Intanto la nostra Amministrazione regionale, con apposito Atto di Giunta, ha approvato il Manuale degli Acquisti

ACQUISTI VERDI, AGENDA 21, CEA:LE PRIORITÀ DEL SERVIZIO POLITICHE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

di Alberto Piastrellini

Intervista al Dirigente del Servizio Politiche Ambientali per lo Sviluppo Sostenibile, Franca Chiola

11

Verdi, lo strumento che contiene le procedure da attivare per introdurre, all’interno dei protocolli per i propri acquisti, quei capitoli di spesa per acquisizione di materiali a basso impatto ambientale provenienti dal riciclo. A seguito dell’approvazione del Manuale, redatto in collaborazione con Federparchi, si è proceduto ad una sperimentazione che ha compreso appositi finanziamenti per incoraggiare lo start-up di queste nuove procedure di acquisto. Contemporaneamente abbiamo compiuto una ri-cognizione all’interno di tutte le Pubbliche Amministrazioni locali per verificare la loro adesione alla normativa vigente che implica l’acquisto di almeno il 30% di materiale riciclato nel totale di prodotti acquistati. In questo senso, all’inter-no del Piano Triennale, abbiamo previsto un intervento mirato a sostenere gli Enti Locali nell’implementazione degli Acquisti Verdi. L’intervento è strutturato in due step: sensibilizzazione iniziale e, a seguire, un Bando finalizzato alla tipologia di acquisti.Per il prossimo 6 marzo, poi, abbiamo in programma una giornata seminariale, in cui è prevista la presenza di un funzionario del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, che avrà l’obiettivo di illustrare il Piano di Azione Nazionale (la cui approvazione è in corso) e le conseguenti ricadute in termini di iniziative regionali. La giornata di studio sarà aperta a tutti gli Enti Locali che avranno, non solo la possibilità di confrontarsi con i rappre-sentanti del Ministero e conoscerne gli input, ma potranno relazionarsi sulle singole difficoltà e prendere conoscenza del Manuale redatto.

Secondo lei, qual è la sensibilità dimostrata da-gli Enti Locali abruzzesi nei confronti di questa problematica?Lo scorso anno abbiamo effettuato una ricognizione a tappeto di oltre 400 Enti fra Comuni, Province, Enti Parco, ecc., per verificare non solo lo stato di attuazione della Direttiva “Acquisti Verdi”, ma anche lo stato dell’arte di iniziative quali Agenda 21 e Certificazione Ambientale. Ebbene, gli esiti non sono stati molto confortanti. Innanzi tutto ci sono pervenute poche risposte rispetto alla quantità dei questionari inviati, in più dall’indagine è emersa una scarsa considerazione di questi aspetti quali priorità verso la sostenibilità ambientale. Sono molto pochi gli Enti che hanno attivato questo tipo di iniziative, tutti gli altri hanno addotto problemi economici e di tipo organizzativo. A discolpa dell’immagine della “Regione Verde d’Europa” va detto che nel nostro territo-rio si verifica una sorta di polverizzazione amministrativa derivante dal fatto che sono tantissimi i piccoli Comuni all’interno dei quali è molto difficile già fare i conti con la normale amministrazione.

Si impone, a questo punto, un salto di qualità perché solo dai comportamenti virtuosi di tutti si ottengono i benefici più duraturi nel tempo.

Per quanto riguarda i processi di Agenda 21, invece, qual è lo stato di attuazione?Già nel 2003 avevamo fatto un Accordo di Programma con le quattro Province per implementare questi processi di democrazia “dal basso” Gli incontri che si sono attivati su tutto il territorio regionale e la promozione dei forum si sono dimostrati uno strumento vincente per favorire la partecipazione, la condivisione e l’acquisizione di pareri e contributi dalla comunità per quanto riguarda la redazione di Piani e Programmi. L’Accordo di Programma, scaduto nel 2006, è stato rinnovato nel 2007 con la variante, in termini di implementazione, relativa ad alcune azioni e tematiche prioritarie, come quelle dell’approvigionamento e del risparmio energetico, della mobilità sostenibile e dei cambiamenti climatici. Queste discussioni sono rientrate negli step di redazione dei vari Piani di Azione delle Province, alcuni dei quali, attualmente, sono all’esame della Regione. Insomma, la possibilità rappresentata da Agenda 21 si è dimostrata valida anche per la maggiore diffusione di informazioni e dati conoscitivi circa iniziative pratiche che stiamo finanziando. Faccio un esempio: all’interno del Piano Triennale ci sono degli appositi finanziamenti previsti per i Piani Provinciali per la Mobilità Sostenibile e Piani Urbani Comunali.Agenda 21 è stata inserita all’interno del percorso nella formazione di questi strumenti, proprio per consentire la maggior partecipazione e il miglior confronto possibile.

Su quali risorse finanziarie potrà contare la Regione Abruzzo, per quanto riguarda le azioni volte al per-seguimento dello Sviluppo Sostenibile in tutte le sue direzioni?Contiamo di partecipare al Riparto del Fondo Nazionale per la Sostenibilità per quanto riguarda l’educazione ambientale e la somma prevista dovrebbe attestarsi sui 400.000 Euro, circa. Abbiamo poi una quota, di circa un milione di Euro, delle risorse regionali destinate alle iniziative di sensibilizza-zione e supporto negli ambiti della raccolta differenziata, il sostegno all’attività dei Centri di Educazione Ambientale (CEA), ecc. Inoltre abbiamo ancora una disponibilità di circa 15 milioni di Euro, che potrebbero crescere ulte-riormente, per rafforzare gli interventi previsti dal Piano Triennale per la Tutela Ambientale.Trovandoci in una particolare fase di ristrettezza per quanto riguarda il bilancio regionale, non sono previste ulteriori risorse per Agenda 21, ritenendo che siano sufficienti quelle ripartite nel 2007, circa 300.000 Euro, in grado di coprire i

121

costi delle iniziative previste per il 2008.Per gli Acquisti Verdi, le risorse sono già definite all’in-terno del Piano Triennale. Può darsi che nel corso della ri-programmazione che effettueremo, si rendano disponibili ulteriori finanziamenti. Al momento il sostegno alle Pubbli-che Amministrazioni per l’implementazione degli Acquisti Verdi è superiore al milione di Euro.

Un’ultima domanda, dottoressa. Cosa sta facendo la Regione Abruzzo per la formazione dei “cittadini di domani”?Intanto premetto che l’attenzione che la Regione porta al problema della formazione non è riservata solo ai cittadini di domani ma anche a quelli di oggi.Ebbene, a dicembre è stato presentato il nuovo Program-ma Triennale di Educazione Ambientale, da cui, a breve,

ricaveremo il programma operativo per l’anno in corso. Abbiamo individuato una serie di direttrici lungo le quali muoversi nel prossimo triennio, prevedendo il rafforza-mento dei vari CEA in base a precisi indici di qualità che sono stati calcolati. Essendo i CEA la manifestazione diretta della volontà operativa regionale, intendiamo procedere ad una minuziosa formazione dei vari soggetti preposti ai Centri, al fine di fornire ai cittadini di oggi e di domani, il miglior servizio possibile. Contemporaneamente, come amministrazione regionale, vogliamo implementare la formazione/informazione diretta dei cittadini veicolando messaggi ad hoc sui comportamenti virtuosi da sviluppare nell’ambito ambientale. Anche in questo caso ci interessa far circuitare informazioni circa la necessità di implementare la raccolta differenziata e il compostaggio domestico.

Campo Imperatore (foto di Fernando Di Fabrizio)

141

Si è svolto a Pescara il 13 Dicembre scorso, presso l’Audi-torium “Leonardo Petruzzi”, RICICLABRUZZO, Workshop formativo sulle raccolte differenziate, che hanno rappresen-tato uno dei punti cardini del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, approvato dal Consiglio della Regione Abruzzo, due giorni prima (11 Dicembre 2007). Il Workshop è stato introdotto da Franco Gerardini, Dirigente Servizio Gestione Rifiuti - Regione Abruzzo, che a detta dell’Assessore all’Ambiente della Regione Abruzzo Caramanico è stato il grande artefice del gioco di squadra condotto con passione e competenza per la realizzazione del Piano. “Questo incontro - ha dichiarato il Dirigente - rappresenta una nuova finestra di lavoro per gli interlocutori preparati sull’argomento rifiuti che abbiano voglia di sperimentare nuove esperienze sul territorio”.

RICICLABRUZZOWorkshop formativo sulle raccolte differenziate

di Donatella Mancini

Di seguito ha preso la parola, l’Assessore Franco Cara-manico. “Per l’Abruzzo - ha detto - uscire dall’emergenza rifiuti significa raggiungere percentuali di RD più in linea con quelle nazionali. Nella regione, a fronte di un aumento della percentuale di produzione rifiuti, le percentuali di RD sono rimaste basse, inoltre la chiusura degli impianti di smaltimento nel teramano, hanno aggravato la situazione. La media regionale si attesta al 17%, ma ci sono Comuni rici-cloni che raggiungono oltre il 70%. Il Piano, che rappresenta un punto di partenza è fondamentale per dare certezze, ma poi saranno gli enti e i cittadini a renderlo attuabile, perché un piano non va solo concertato, ma anche condiviso. Per chiudere il ciclo dei rifiuti non si può prescindere dal recu-pero energetico, utilizzando le migliori tecnologie”. “Questa rivoluzione - ha concluso - arriva dopo 7 anni dall’ultimo Piano approvato”.

CONVEGNI E MANIFESTAZIONI

Da destra: Franco Caramanico, Franco Gerardini, Daniele Fortini

15

Gerardini ha poi illustrato le attuali criticità del Sistema di Gestione Rifiuti della Regione che si possono così rias-sumere:• basse performance ambientali;• insufficiente livello tecnologico ed impiantistico;• frammentazione del sistema;• squilibri territoriali e gestionali;• sistema di regolazione dei costi;• assenze di specifiche strategie di filiera;• insufficiente attività di informazione, educazione e for-

mazione.

“Su 305 Comuni - ha detto - solo 30 fanno la raccolta Porta a Porta; l’obiettivo è quello di estenderla a 125 Comuni per-ché il Piano prevede l’obbligo di raggiungere la percentuale del 41%. Per quanto riguarda, invece, il compostaggio dome-stico che comunque viene già effettuato da 23 Comuni, dovrà essere ulteriormente incentivato. Sarà necessario, inoltre, realizzare piattaforme e stazioni per lo smaltimento; passare dalla tassa rifiuti alla tariffa. Già la Regione ha avviato politiche di filiera attraverso accordi con il CONAI, per gli imballaggi, e con il CIC, per il compost. La legge regionale 22/2007 prevede finanziamenti per imprenditori agricoli e Comuni che acquistano compost di qualità”. “È importante - ha concluso - premiare chi attiva le buone pratiche e, di contro, penalizzare i Comuni inadempienti: applicare, in una parola, l’ecofiscalità”.Francesca Perotti del CONAI ha presentato l’andamento e le prospettive della Regione Abruzzo in relazione alla gestione dei rifiuti.“La Raccolta Differenziata - ha informato - presenta una situazione disarticolata, alcuni piccoli Comuni abruzzesi sono molto virtuosi, mentre i capoluoghi di provincia rag-giungono percentuali molto basse: • L’Aquila 11,37%; • Teramo 18,30%; • Pescara 7,87%; • Chieti 11,39%”.

“Solamente 21 Comuni - ha proseguito - hanno attivato le sei convenzioni previste dall’Accordo Quadro con il CONAI; 67 ne hanno attivata soltanto 1, ma la maggioranza dei Comuni non ha convenzioni. Il problema più grave è la frammentazione dei servizi, la presenza di troppi gestori. Inoltre, ancora il 27% degli imballaggi ed il 39% della fra-zione organica finiscono in discarica”. A seguire l’intervento di Daniele Fortini, Presidente FE-DERAMBIENTE, Associazione che riunisce tutti i gestori ambientali. “Gli obiettivi dettati dall’UE - ha commentato - di arrivare al 65% di RD entro il 2012, non sono realistici. L’UE dice inoltre che il riciclaggio dovrà raggiungere entro il 2020 il

50%, senza considerare che se è vero che alcuni Paesi hanno già superato questa percentuale è altrettanto vero che dentro quella quota ci sono anche i materiali inerti. Considerando che attualmente la media italiana di RD è al 25%, dovremo fare un sforzo enorme per raggiungere l’obiettivo. La regione più virtuosa è la Lombardia che supera il 40% di RD con il maggior numero di termovalorizzatori e la più bassa per-centuale di discariche. Dove sono le aziende pubbliche ad occuparsi di rifiuti, la gestione è trasparente, legale e, quasi sempre, efficiente. Purtroppo in buona parte d’Italia questa sicurezza circa la gestione dei rifiuti è assente. Il 34% dei Comuni italiani, soprattutto nel Sud, hanno affidato i servizi di gestione rifiuti ai privati col risultato che la RD è a quota 7,7%. Nonostante questi pessimi risultati, le regioni dove la tassa rifiuti è più alta sono proprio quelle del Sud. Sono disponibili risorse economiche per la RD, soprattutto c’è la volontà dei cittadini, ma a volte quello che viene a mancare è la disponibilità da parte delle Amministrazioni comunali. I rifiuti vanno recuperati a livello energetico: le discariche, dove il gas metano viene recuperato solo al massimo del 20%, sono più inquinanti dei termovalorizzatori”. David Newman, Direttore CIC, ha annunciato la Confe-renza Internazionale sul compost che si terrà nel mese di Maggio a Perugia. “Nel 2007 - ha detto - è stato fatto il compostaggio su 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti organici con il vantaggio di ridurre la produzione di emissioni di CO

2 . In Italia sono

presenti sul territorio oltre 200 impianti di compostaggio tra sistema industriale pubblico e privato. L’Abruzzo poten-zialmente potrebbe produrre 220.000 tonnellate di compost all’anno, ma gli impianti vanno ristrutturati”.

161

È scaduta il 31 Gennaio u.s. la do-manda di partecipazione alla seconda edizione del concorso “Energiochi”, rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie di 1° grado della Regione Abruzzo e che, quest’anno, prevede anche il coinvolgimento delle scuole materne.Il concorso, interamente finanziato dalla Regione Abruzzo, con la colla-borazione del Ministero dell’Istruzione, Ufficio Scolastico Regionale e dell’Uni-versità dell’Aquila - Facoltà di Scienze della Formazione, intende promuove-re i temi del risparmio energetico ed accrescere la consapevolezza tra i più giovani sull’importanza delle tematiche ambientali. Nel concorso 2008 sono previsti premi in denaro per le scuole vincitrici che

potranno rappresentare un valido sup-porto alle loro attività didattiche.La partecipazione al concorso prevede la realizzazione di una poesia, di una fiaba o favola, di un racconto o com-ponimento libero sul tema energetico, elaborati alla fine di un percorso didat-tico, che dovranno pervenire entro le ore 13.00 del 16 Aprile 2008.Gli elaborati, individuali, di gruppo, di classe o di interclasse, saranno pubbli-cati su una pagina web, ospitata nel sito dell’ARAEN (Agenzia Regionale per l’Energia) che fungerà sia da vetrina, sia da forum per scambiare commenti e valutazioni ovvero come mezzo per la votazione on-line.Regione Abruzzo, ARAEN ed Università hanno messo a disposizione risorse e strumenti per aiutare i partecipanti

al concorso a realizzare il proprio elaborato:• il personale tecnico dell’ARAEN ed

i tutor dell’Università disponibili ad approfondire, su richiesta, le te-matiche in oggetto presso le singole scuole;

• organizzazione, sempre su richie-sta, di visite guidate agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili, ubicate sul territorio abruzzese e selezionati dal progetto europeo “Enerwood - Road of Ener-gy”;

• materiale didattico con bibliografie e riferimenti web.

Gli elaborati saranno valutati da una commissione composta dairappresentanti dei vari soggetti coinvol-

“ENERGIOCHI” I bambini apprendono il risparmio energetico

L’Assessore Caramanico al centro del gruppo alla Premiazione di “Energiochi” della passata edizione

a cura di Donatella Mancini

17

ti. In totale saranno assegnati 36 premi in denaro, divisi tra le 4 province per le rispettive scuole dell’infanzia, pri-marie e secondarie di 1° grado, così ripartiti:• 1° premio 1.000 Euro;• 2° premio 900 Euro;• 3° premio 800 Euro.

Alle classi o gruppi non rientranti tra i vincitori, ma che avranno presentato lavori particolarmente originali, verrà assegnato un premio da 500 Euro. Presso le scuole dei vincitori del concorso, inoltre, verranno realizzati impianti mini-eolici o fotovoltaici, qualora la struttura dell’edificio e l’ubi-cazione dello stesso ne consenta l’allestimento. Durante le premiazioni che si svol-

geranno a Maggio 2008, i vincitori saranno invitati a recitare o narrare il testo del loro lavoro, davanti ad un pubblico pagante. I proventi raccolti con la vendita dei biglietti contribuiranno alla realizza-zione di un tetto fotovoltaico, già in parte finanziato dalla Regione Abruzzo, nell’ambito degli aiuti umanitari ad un Ospedale della Somalia.La prima edizione 2005-2006 ha re-gistrato la partecipazione di 3.500 bambini e di 80 insegnanti, mentre all’edizione 2007-2008 hanno aderito 5.200 alunni e 200 insegnanti.La cerimonia di premiazione dello scorso anno, svoltasi nei giorni del 29 e 30 Maggio, ha visto la presen-za di tutti i bambini partecipanti e dei loro docenti. Ad ogni alunno è

stata consegnata una medaglia quale riconoscimento al contributo dato alla diffusione e conoscenza dei temi legati all’energia. I vincitori hanno ricevuto targhe, coppe ed encomi, in un clima di grande festa. “L’iniziativa ideata dall’ARAEN - ha detto l’Assessore regionale Parchi, Ter-ritorio, Ambiente ed Energia, Franco Caramanico - ha certamente avuto il merito di divulgare tra i ragazzi l’importanza delle fonti di energia rinnovabile e delle loro potenzialità”. “Ritengo inoltre - ha concluso - che un traguardo importante sia rappresentato dal fatto che abbiamo avuto l’occasione di dimostrare che non esistono barriere cognitive tali da impedire ai bambini l’approccio a tematiche ritenute per con-suetudine di difficile comprensione”.

Il pubblico presente alla Manifestazione della passata edizione

181

Il Gruppo MAIO persegue da sempre una politica di respon-sabilità sociale e di business ethic, in particolare attraverso i brand della BLEU S.p.A. e della MAIO GUGLIELMO S.r.l., aziende leader del Gruppo, che sta progressivamente im-plementando con una serie di attività specifiche nel campo della divulgazione, della formazione e della ricerca e nella sponsorizzazione di attività educative e culturali che abbiano una sicura ed efficace valenza ambientale.Tra queste, indubbiamente, occupa un posto di rilievo la condivisione delle informazioni, a tutti i livelli: giuridico, scientifico, tecnico e tecnologico.Viviamo sempre più in un contesto globale e globalizzante in cui la comunicazione aziendale sta progressivamente assorbendo e supplendo il ruolo e le funzioni dell’informazione, svincolata da impostazioni e da interessi, pur legittimi, di parte.Il Gruppo MAIO intende fornire, invece, un contributo di segno contrario, muovendosi proprio con l’obiettivo della condivisione delle informazioni, al fine non solo di veicolare e trasmettere valori e programmi aziendali, ma anche fornire un contributo di qualità al dibattito scientifico e culturale che investe quotidianamente il proprio campo d’azione.Concretamente, proprio nel settore dell’informazione giuridica sono stati programmati appuntamenti che vogliono essere altret-tante occasioni di incontro, di confronto pubblico, senza filtri, su alcuni dei temi più delicati e controversi che segnano in modo rilevante il dibattito sociale e politico contemporaneo.Il primo di questi incontri si è svolto, il 10 Novembre scorso a Rimini, in occasione della XI edizione di ECOMONDO - Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Svi-luppo Sostenibile, con un seminario dal titolo “Le responsabilità penali nella filiera dello smaltimento dei rifiuti”.

Al seminario sono intervenuti: l’Avv. Lazzaro Di Trani (Consigliere d’Amministrazione BLEU S.p.A.); l’Avv. Stefania Giampietro (Esperto in diritto penale ambientale); l’Avv. Michele Laforgia (Esperto in diritto penale ambientale); il Dr. Marco Calderazzo (Presidente di ASSORECUPERI - Associazione Nazionale degli Operatori del Recupero del Rifiuto e dei Servizi Ambientali). L’Avv. Lazzaro Di Trani, nel corso del suo intervento, ha inteso rispondere alla domanda fondamentale “sussiste la re-sponsabilità del produttore-detentore nell’assicurare la corretta destinazione dei rifiuti?”. In sintesi, sottolineando in più pas-saggi la farraginosità e la difficoltà di applicazione della norma vigente (D.Lgs. 152/2006), poiché “allo stato attuale coesistono una serie di norme immediatamente applicabili e una serie di norme non applicabili, perché in attesa di provvedimenti amministrativi attuativi”, […] l’Avv. Di Trani ha affermato che “secondo la normativa europea e anche secondo la normativa nazionale, il produttore dei rifiuti conserva in via esclusiva e personale l’onere del corretto smaltimento degli stessi fino alla destinazione finale, senza possibilità di delegare ad alcuno tale sua specifica responsabilità.“L’avvio dei rifiuti a una destinazione illegale (recupero o smaltimento) è sanzionato penalmente ed essendo la respon-sabilità penale una responsabilità personale è impensabile che nel nostro ordinamento giuridico possa essere trasferita ad altri, con la semplice consegna del rifiuto”. […] Inoltre, “la tesi circa la inderogabilità della responsabilità è supportata dall’art. 188 del nuovo Codice dell’Ambiente che prevede la consegna al produttore, dopo che l’impianto di recupero o smaltimento finale ha accettato il rifiuto, della quarta co-pia del formulario (FIR - Formulario di Identificazione del

Gruppo MAIO ad ECOMONDO 2007

RESPONSABILITÀ SOCIALE E BUSINESS ETHIC

GRUPPO MAIO

19

Rifiuto) proprio a certificare la reale e legale destinazione del rifiuto stesso. Si aggiunga che l’art. n193 del nuovo Co-dice stabilisce che qualora il rifiuto venga smaltito oltre alla quarta copia del formulario il produttore deve avere anche il certificato di avvenuto smaltimento”.A sua volta, l’Avv. Stefania Giampietro ha affermato che “nella filiera dello smaltimento dei rifiuti l’anello di congiun-zione tra il produttore e il destinatario finale è costituito dal trasportatore dei rifiuti”.“È fondamentale - ha proseguito - rilevare l’importanza e la delicatezza dell’attività di trasporto poiché è proprio in quella fase che si possono verificare fenomeni di illegalità noti come “giro bolla”, “viaggi virtuali”, miscelamenti e smaltimenti illeciti. […] Gli obblighi specifici del trasportatore sono fissati nel nuovo testo unico D. Lgs. 152/2006, dall’Art. 193 dove è previsto l’obbligo della compilazione del FIR (Formulario di Identificazione del Rifiuto) che consente d’individuare immediatamente l’origine, la tipologia, la quantità del ri-fiuto trasportato, la destinazione finale e lo stato fisico del rifiuto. […] Tutti questi obblighi codificati dal Legislatore sono arricchiti da una certa giurisprudenza e dottrina con altri, ulteriori, che non sono obblighi “scritti” (sanciti dalla norma) ma elaborati sui principi di corresponsabilità e cooperazione nella filiera dello smaltimento del rifiuto che vede tutti i prota-gonisti della filiera del rifiuto uniti nella responsabilizzazione di una corretta gestione del rifiuto. […] Il problema è proprio quello di verificare entro quali limiti questa corresponsabilità è attribuibile al trasportatore”.“[…] Queste elaborazioni giurisprudenziali hanno portato la dottrina a dividersi su due teorie: una un po’ più rigida, secondo la quale il trasportatore incorrerebbe in responsa-bilità se non svolgesse un controllo sostanziale sull’operato degli altri due soggetti (produttore/detentore e smaltitore); tale controllo sostanziale si spinge sino a un controllo effettivo, a un’analisi etc. (con modalità e termini non meglio definiti). Una seconda teoria, più “morbida”, per cui il trasportatore per essere esente da responsabilità sarebbe tenuto a un semplice controllo formale della regolarità della documen-tazione che accompagna il rifiuto e delle autorizzazioni in possesso sia del produttore-detentore sia dello smaltitore. Il primo tipo di corresponsabilità (secondo la prima teoria) è poco condivisibile poiché prevede delle conoscenze tecniche e delle competenze che il trasportatore non possiede (né gli si potrebbero chiedere), né si potrebbe ipotizzare un cam-pionamento sistematico su qualsiasi rifiuto trasportato dal produttore al destinatario”.“È invece corretto chiedere al trasportatore un controllo formale visivo del rifiuto e della documentazione che lo accompagna, una verifica dello stato autorizzativo del produttore e del de-stinatario del rifiuto, accertando - ha concluso - che vi sia conformità tra i rifiuti trasportati e i rifiuti che la discarica, per esempio, è autorizzata a smaltire; rimane comunque un controllo limitato, formale, non analitico”.Di carattere più generale è stato l’intervento dell’Avv. Mi-chele Laforgia, focalizzato sul “traffico illecito dei rifiuti”, che ha sottolineato con decisione come sia “in uso una mentalità distorta per cui la gestione dei rifiuti rappresenta un danno; da questa visione discende un modo di pensare per cui nessuno vuole gestire i propri rifiuti in casa”.“La cosa peggiore che si possa fare - ha detto - e che costituisce l’archetipo dell’eterogenesi dei fini è pensare di regolamentare questa materia dal punto di vista penale, che è esattamente quello che sistematicamente accade. Ciò non vuol dire che i

problemi legati all’inquinamento e la questione della tutela dell’ambiente non debbano prevedere una repressione anche di tipo penale; questo è assolutamente ovvio. Il punto è che lo strumento di sanzione penale non può diventare anche strumento dell’affermazione di principi che poi si piegano a esigenze concrete molto spesso poco nobili e tutt’altro che in linea con la tutela dell’ambiente, con l’ecologia e con la repressione dell’inquinamento, perché il risultato finale è tut-t’altro che apprezzabile e basta controllare le statistiche: dei provvedimenti elencati (inchieste, denunce, misure cautelari, misure personali) quanti si traducono in condanne?”.“Nella mia esperienza personale (non limitatissima, vivendo ed esercitando la professione in Puglia che è uno dei posti dove tali strumenti sono stati maggiormente utilizzati) la risposta è: nessuno. Anzi, in molti casi si è tradotto - ha concluso - già in assoluzione più o meno definitiva”.Ha chiuso la serie degli interventi ufficiali, che hanno prece-duto un lungo e animato dibattito, il Dr. Marco Calderazzo che ha tracciato un quadro di sintesi dello stato di applica-zione della normativa europea in Italia. “Nel fare il nostro mestiere di operatori nel settore dei rifiuti - ha osservato - sappiamo di svolgere un’attività esposta a rischi maggiori e diversi rispetto a quelli legati al semplice rischio d’impresa; in Italia, siamo esposti a rischi enormemente più grandi di quelli cui si espone un nostro collega francese o tedesco. Questi rischi derivano dall’avere adottato in Italia una norma che finisce col favorire nella pratica proprio le attività illecite dell’ecomafia che pure si vorrebbe contrastare nello spirito della norma”.“La norma attuale - ha continuato - non determina certezza di operatività né determina una reale tutela dell’ambiente e della salute di tutti, non garantendo una precisa applicabilità nella pratica quotidiana. […] Tutto quello che riguarda la normativa ambientale discende, per preciso trasferimento delle competenze dal Legislatore nazionale al Legislatore europeo, da norme europee che risultano essere sistematica-mente più chiare e applicabili delle norme che ne registrano il recepimento in Italia”.“Allargando l’esame della questione anche ad aspetti non esclu-sivamente penali, si può citare l’esempio della Spagna che, nella grande maggioranza dei casi recepisce la Direttiva europea limitandosi - ha concluso - ad accoglierne integralmente il testo, con la semplice, eventuale, aggiunta di poche righe di “personalizzazione” e adattamento al contesto nazionale”.

Chi volesse leggere gli interventi integrali può connettersi ai seguenti siti:http://bleu.gruppomaio.comhttp://maioguglielmo.gruppomaio.com

Gruppo MAIOCentro Direzionale: Zona Industriale snc 66034 Lanciano (CH)Tel. +39 0872 72251 - [email protected] - www.gruppomaio.com

202

Non capita tutti i giorni che una confe-renza stampa venga convocata in una scuola elementare, così come è inusuale vedere giovanissimi studenti che interro-gano per due ore i rappresentanti delle istituzioni mentre docenti e giornalisti partecipano incuriositi dall’insolito ribal-tamento dei ruoli.È una delle diverse iniziative che, da più di due mesi, A.C.I.A.M. S.p.A. porta avanti in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Avez-zano nell’ambito del nuovo servizio di raccolta del rifiuto organico.Si tratta di un progetto pilota che mira a coinvolgere, in una prima fase, 7000 famiglie (quasi metà della popolazione cittadina) con l’obiettivo di incremen-tare la raccolta differenziata per il raggiungimento delle percentuali sta-bilite dalla legge (35-40%) superando la soglia del 35% entro un anno.Il piano prende spunto dagli indirizzi nazionali e regionali che impongono una riduzione importante della frazione organica del rifiuto.Il servizio, attivato nel mese di Novembre 2007, coinvolge le utenze della zona più popolosa di Avezzano, a nord della città, prevedendo altresì una raccolta mirata presso alcune categorie di utenze com-merciali (ristoranti, mense aziendali, vivai, ortofrutta, mercati cittadini, ecc.). L’idea di fondo è quella di coinvolgere direttamente il cittadino rendendolo partecipe e responsabile nel percorso di incremento della raccolta differenziata.Le percentuali della stessa nella città di Avezzano si attestano col vecchio sistema attorno al 8-10 %, in linea con quanto accade, in Abruzzo, nelle citta-dine più popolose.È necessario allora una sforzo che riesca non solo a sollecitare nuove tipologie di comportamento ma anche a mantenerle costanti nel tempo.Per questo motivo l’Azienda Consorziale di Igiene Ambientale Marsicana ha pre-visto una serie di azioni di educazione e sensibilizzazione ambientale ed una campagna di comunicazione che pro-cede parallelamente alla consegna del materiale presso l’utenza.

L’iniziativaIl servizio prevede la raccolta delle matrici organiche del rifiuto urbano provenienti dalle attività domestiche di preparazione dei cibi quali: pasta, fondi del caffè, gusci di uova, residui di pulizia delle verdure, avanzi di cibo e scarti di cucina in generale.Ciascuna famiglia è stata raggiunta da addetti Aciam per la consegna di una bio-pattumiera di 10 litri e sacchetti biode-gradabili, da conferire, una volta riempiti, nei bidoncini stradali dedicati.Alle famiglie viene altresì consegnato materiale informativo riguardante tutte le operazioni di raccolta differenziata attivate nel territorio comunale e ven-gono date preziose indicazioni circa le modalità della selezione domestica, gli orari di conferimento e la destinazione del materiale riciclato.Contemporaneamente alla raccolta del rifiuto organico, è stato attivato, per le utenze dotate di giardino o zone verdi private, e per le aziende florovivaistiche e di manutenzione del verde pubblico, un servizio denominato “Giro verde”.Si tratta di una raccolta porta a porta di rifiuti di giardinaggio, foglie, sfalci d’er-ba e potature effettuata presso le utenze civili attraverso l’utilizzo di sacchi in iu-ta di grandi dimensioni da depositare a cadenza settimanale in prossimità delle abitazioni servite, per il successivo riti-ro ed avvio a compostaggio. Modalità diverse in base alle specifiche necessità sono riservate alle utenze aziendali di manutenzione del verde.

La campagna di comunicazione.Al fine di supportare la popolazione coinvolta in questo importante cam-biamento delle abitudini quotidiane, Aciam S.p.A. ha elaborato un progetto di comunicazione ambientale per la diffusione del riciclaggio nella città di Avezzano che si propone alcuni obiettivi fondamentali:• far conoscere nel dettaglio finalità

e modalità di attuazione del nuovo sistema di raccolta dell’organico;

• diffondere le regole basilari che carat-terizzano le operazioni di riciclaggio e mantenere nel tempo una cultura di contrasto ai comportamenti lesivi della salute umana e dell’ambiente;

• creare un clima di consapevolezza diffusa nelle giovani generazioni anche con riferimento alla tematica del compostaggio.

La fase preliminare rispetto alla at-tivazione della raccolta dell’umido ha visto un utilizzo prevalente della cartellonistica (manifesti 6 m x 3 m, 70 cm x 100 cm), della informazione a mezzo stampa e televisioni, delle radio con alcune interviste su emittenti locali e della distribuzione di depliant informativi.Si è voluto poi instaurare un “contatto diretto” con la cittadinanza. A tal fine sono stati predisposti infopoint nelle piazze dei quartieri coinvolti nella sperimentazione ed è stata dedicata particolare attenzione alla formazione del personale preposto alla consegna del materiale.

ACIAM SPA

AVEZZANO: AL VIA LARACCOLTA DEL RIFIUTO ORGANICO

Progetto pilota della raccolta del rifi uto organico nel Comune di Avezzano

Famiglie interessate 7.000 circa

Utenze non domestiche interessate 48

Bidoncini in strada 350

Frequenza passaggi settimanali 2-inverno3-estate

Raccolte annue organico 121

Raccolte annue “Giro verde” 52

Frequenza lavaggi dei bidoncini 1/mese-inverno1/settimana-estate

Info-point (chiese, supermercati, mercato cittadino) ogni sabato

Interventi formativi nelle scuole 20- elementari20- medie

di Germano ContestabileResponsabile comunicazione ACIAM

21

Sono stati inoltre previsti e programmati incontri con i comitati di quartiere e le associazioni di categoria.Nella fase di sviluppo dell’ iniziativa si è mirato a richiamare l’ attenzione della cittadinanza con una presenza costante sui principali mezzi di comunicazione locali fornendo dati, notizie e informa-zioni anche sulla base del feedback che arriva dai cittadini tramite il numero verde attivato.La conferenza stampa tenutasi ad inizio d’anno nella scuola elementare della zo-na nord della città ha dato la possibilità al Presidente Aciam Avv. Luigi Ciaccia e al Sindaco di Avezzano Dott. Antonio Floris di presentare il programma di in-terventi scolatici ma anche di poter fare un primo bilancio dell’ iniziativa.Il progetto, riservato agli alunni del secondo ciclo delle scuole elementari (III, IV, V) e alle classi di scuola media, è costituito da 4 momenti di incontro dedicati alle seguenti tematiche:1. Ciclo di vita del prodotto/rifiuto

(acquisto, consumo, riuso, riciclo, recupero)

2. Raccolta differenziata (il sistema in essere, approfondimento: la raccolta dell’organico)

3. Verifica dei contenuti esposti e proiezione di video e filmati

4. Visita in impianti di recupero/smaltimento

La finalità è quindi quella di illustrare il ciclo di vita dei rifiuti, educare a rico-noscere e separare le diverse tipologie

e indicare le modalità di raccolta e avvio al recupero. Il tutto nell’ambito di un approccio pratico che non si li-miti alla teoria ma faccia sperimentare concretamente ai ragazzi l’importanza di comportamenti attenti alle esigenze dell’ambiente.

I primi risultatiCome da previsione, dalle prime verifi-che risulta che il quantitativo di matrice organica intercettato dal nuovo servizio è pari a circa il 20% del totale rifiuti pro-dotto nella zona interessata. Un ulteriore sviluppo dell’iniziativa sarà promosso dal coinvolgimento delle cosiddette Grandi Utenze da cui si prevede di pre-levare elevate quantità di rifiuto urbano putrescibile che andrà a migliorare ulte-riormente i dati di raccolta. Ciò significa che con il completamento dell’attività di distribuzione del materiale e la messa a regime del sistema nell’intera città si otterrà una triplicazione delle quantità attualmente avviate a riciclo, passando dall’attuale 8% di raccolta differenziata ad un augurabile 30%.Per completare l’insieme di nuovi servizi di raccolta differenziata che la Città di Avezzano sta implementando sul territo-rio, al fine di raggiungere gli ambiziosi obiettivi indicati dal nuovo piano re-gionale rifiuti, sono stati progettati da Aciam ed in fase di attivazione, raccolte domiciliari di imballaggi a base cellu-losica e di imballaggi in vetro/metallo presso le utenze commerciali ed azien-dali cittadine (Supermercati, centri

commerciali, negozi di abbigliamento, bar, ristoranti, aziende, ecc).A metà Gennaio il numero delle uten-ze domestiche coinvolte ha superato le 3.000 unità ed è da registrare un approccio in molti casi particolarmente collaborativo da parte della popolazio-ne, le cui sollecitazioni e indicazioni saranno considerate quale elemento fondamentale, per arrivare, a regime, ad una soluzione che sia la più vicina pos-sibile alle esigenze della collettività.

Il compostL’iniziativa aveva già registrato un certo interesse nell’ambito della Fiera ECOMONDO di Rimini. La numerosa e attenta partecipazione di amministratori e semplici cittadini provenienti da tutta Italia allo stand organizzato da Aciam nell’Area Abruzzo ed al Convegno sul-l’impianto di recupero della sostanza organica di Aielli, sono state una an-ticipazione dell’interesse suscitato dal nuovo servizio ad Avezzano.Nel convegno sopra citato l’Ammini-stratore Delegato di Aciam S.p.A. dott. Alberto Torelli ha illustrato e descrit-to il ciclo di trattamento della sostanza organica per la produzione di compost di qualità e le possibilità di utilizzo del prodotto finito. In particolare si è soffermata l’attenzione sull’impianto di compostaggio di Aielli (AQ), in fase di realizzazione, come sistema industriale di trattamento dei rifiuti finalizzato a in-crementare la quantità di rifiuti portati a riutilizzo e ridurre il quantitativo da destinare alla discarica. Tale impianto opererà su due linee di lavorazione: compostaggio di scarti organici differen-ziati di origine domestica e/o aziendale, per produrre compost verde o di quali-tà (humus) e separazione meccanica e stabilizzazione della frazione organica del rifiuto indifferenziato. L’attivazione di tale struttura e la presenza sul territo-rio dell’impianto Eco-Compost Marsica di Borgo Incile, frazione di Avezzano, permetteranno di ottenere un importan-te beneficio ambientale per il territorio del Fucino.

L’Amministratore Delegato Torelli e l’Assessore Caramanico ad ECOMONDO

Azienda ConsorzialeIgiene Ambientale MarsicanaVia Oslavia 6 67051 Avezzano (AQ)Tel 0863 441345 - 444261 Fax 0863 440651Numero Verde: 800 220403

macpro
Timbro

222

L’obiettivo fissato dalla Teramo Ambiente e da raggiun-gere assolutamente entro Natale era il 35% di raccolta differenziata. L’obiettivo non solo è stato brillantemente raggiunto, ma superato, con margini incoraggianti di mi-glioramento che fanno ben sperare per il 2008. Non solo a vantaggio della qualità del-l’ambiente (più differenziata significa meno rifiuti in discari-ca), ma anche e soprattutto per le tasche dei cittadini, che non pagheranno più l’ecotassa regio-nale e spenderanno meno per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani in discarica.

OBIETTIVO RAGGIUNTO!

TERAMO AMBIENTE SPA

di Pierangelo Stirpe Direttore dei Servizi di Teramo Ambiente spa eRita Di Ferdinando Responsabile della Comunicazione di Teramo Ambiente spa

23

Te.Am. Teramo Ambiente spa64100 TeramoSede legale: C.so San Giorgio, 135Tel. 0861 43961 - fax 0861 211346Servizio Clienti: 800 253230www.teramoambiente.it

“Secondo i dati ufficiali, aggiornati al 31 dicembre del 2007, la percentuale di raccolta differenziata a Teramo è del 35,60%, con una media annuale del 22%, cioè del 5% in più in un solo anno”.Parole del Direttore dei Servizi della TeAm, l’ingegner Pie-rangelo Stirpe, che oltre all’ultimo risultato di dicembre snocciola altri dati importanti per comprendere la rivoluzione messa in campo dalla Teramo Ambiente in collaborazione con l’Assessorato all’Ambiente del Comune di Teramo e so-prattutto con i teramani: “Il 2006 si è chiuso con il risultato del 17% di differenziata, una percentuale leggermente mi-gliorata nel corso del 2007 sino al momento in cui la TeAm ha messo in campo la sua rivoluzione”. Da ottobre 2007 in maniera sperimentale, da novembre a pieno regime e nel corso del tempo sempre perfezionata e affinata, è scattata l’operazione della differenziata “personalizzata”: “Si tratta di una serie di servizi specifici applicati in diversi campi della raccolta, un sistema che ha portato all’aumento dei risultati in maniera lampante e immediata - spiega l’inge-gner Stirpe - Attraverso innovazioni nell’organizzazione abbiamo attivato la raccolta differenziata multimateriale (vetro, plastica e alluminio) presso bar ed esercizi commer-ciali, per un totale di circa 15 quintali al giorno di rifiuti sottratti alla discarica; discorso assai simile per la raccolta della frazione organica nei ristoranti, bar e mense, che sottrae altri 20 quintali giornalieri”.Novità anche per carta e cartone, “con la raccolta diffe-renziata negli uffici comunali e negli Enti e Istituzioni di Teramo (l’iniziativa Ecoufficio) attraverso lo speciale cassonetto bianco, lo stesso sistemato davanti le scuole - spiega Stirpe - Oltre a questi servizi porta a porta abbiamo rivoluzionato la raccolta stradale per le utenze private: il numero di cassonetti è rimasto sostanzialmente lo stesso, ma sono aumentati i cassonetti della differenziata per l’or-ganico (120 elementi rispetto ai primi 100 preventivati e già posizionati), quelli per la carta e il cartone (altri 90), e quelli per il multimateriale (ancora 90). Il tutto senza stravolgere le abitudini dei teramani, che stanno assimilando la novità con un comportamento virtuoso e con senso civico”.La riduzione dei cassonetti verdi si traduce in meno rifiuti in discarica: “Ma non è tutto. Presso i grandi supermercati e il centro commerciale di Piano d’Accio abbiamo organizzato la raccolta dei rifiuti seguendo le esigenze specifiche degli esercizi. Con interventi a chiamata o tramite container e cassonetti riusciamo ad intercettare una grossa quantità di rifiuti già pre-selezionati dall’utenza”.Discorso simile per il Nucleo Industriale, dove dopo un’at-tenta ricognizione, sono arrivati servizi specifici per ogni ditta: “Abbiamo eliminato tutti i cassonetti stradali per sostituirli con contenitori appositi per ogni ditta: contai-ner, cassoni e cassonetti: ogni azienda ha la sua raccolta differenziata specifica, tarata sugli scarti di produzione per

tipologia e quantità di rifiuti. Inoltre in questo modo abbia-mo eliminato la situazione delle microdiscariche diffuse nel Nucleo Industriale”.Oltre al porta a porta per le utenze non private e alla rac-colta stradale con i nuovi cassonetti, a Contrada Carapollo è stata inaugurata una novità: “Lo chiamiamo Ecocentro: ogni cittadino teramano il martedì e giovedì, dalle 14 alle 17,30 può liberamente conferire i propri rifiuti in maniera gra-tuita. Il personale TeAm lo aiuterà a smaltire ingombranti o grosse quantità di materiale già differenziato. Si tratta di un servizio aggiuntivo rispetto alla raccolta a chiamata tramite il Numero Verde TeAm 800.253.230, anch’esso gratuito, che permette di liberarsi dei rifiuti su appuntamento”.Da non trascurare, infine, la distribuzione delle compo-stiere domestiche, che permettono di generare fertilizzante attraverso i rifiuti organici: “L’iniziativa dell’Assessore all’Am-biente Raimondo Micheli ha trasformato le abitudini di 300 famiglie teramane, che con le compostiere contribuiscono alla differenziata dell’organico tra le mura di casa in ma-niera del tutto autonoma”.All’ingegner Pierangelo Stirpe chiediamo quali siano le previsioni per il 2008 della differenziata TeAm: “Negli ulti-mi mesi del 2007 è entrata a regime una nuova fase dello smaltimento dei rifiuti teramani. L’obiettivo del 2008 resta la media del 35% per tutto l’anno, anche se contiamo di in-nalzare la percentuale al 40%. I successi nella differenziata di questi ultimi mesi, oltre alla riorganizzazione decisa da TeAm e accolta con entusiasmo dai teramani, sono frutto dell’impegno di chi in azienda segue da vicino le evoluzioni della differenziata. Da una parte il responsabile tecnico della produzione Claudio Battaglia e sull’altro fronte Rita Di Ferdinando responsabile del Numero Verde Servizio Clienti: una coppia impareggiabile che assieme a tutta la Teramo Ambiente ci permette di guardare con ottimismo all’importante sfida che TeAm ha lanciato nei servizi della raccolta differenziata”.

242

L’implementazione di processi tec-nologici ed azioni concrete vòlti al risparmio ed alla produzione energetica sostenibile, è azione eticamente e poli-ticamente obbligatoria, stante i continui richiami che Scienza e Ricerca fanno a livello internazionale e nazionale, per far fronte alla riconosciuta minaccia de-gli effetti globali del surriscaldamento del pianeta.In un quadro europeo che vede il no-stro Paese come fanalino di coda per la riduzione delle emissioni climalteranti, ogni specifica azione nella direzione del miglioramento va salutata con favo-re, nella convinzione che, in mancanza di un Piano Energetico nazionale, la sommatoria dei singoli interventi può fare la differenza tra l’inazione e la vo-lontà di cambiare lo status quo.In questo senso va riconosciuto alla Regione Abruzzo una precisa volontà di essere incisiva nei confronti delle problematiche ambientali.Nello specifico del settore energia, in-fatti, mentre si appresta a concludere il processo amministrativo verso l’ap-provazione del nuovo Piano Energetico Regionale (che dovrà dettare indirizzi condivisi ed obiettivi futuri), ecco che, sin dall’inizio dell’anno, ha varato due Bandi rivolti a soggetti privati, per la diffusione di azioni mirate al risparmio e alla produzione energetica.Di seguito diamo conto, in sintesi, dei documenti pubblicati sul B.U.R.A. n. 3 del 9 gennaio 2008, rimandando alla pubblicazione ufficiale per una lettura completa dei testi e dei relativi allegati e schede tecniche.

“CONCESSIONE DI AIUTI A FAVO-RE DI INVESTIMENTI FINALIZZATI ALL’UTILIZZO ED ALLA REALIZ-ZAZIONE DI IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA BIO-MASSE DI ORIGINE AGRICOLA”

Soggetti beneficiariIl Bando, che per il finanziamento delle domande relative prevede una

dotazione finanziaria complessiva di 893.207,56 Euro, è rivolto agli im-prenditori agricoli professionali, singoli o associati (I.A.P.) - ai sensi del D. Lgs. n. 99 del 29 marzo 2004 e successive modifiche - che intendono utilizza-re a scopo energetico la biomassa prodotta in azienda (residui deri-vanti da potature di impianti arborei aziendali, prodotti legnosi provenienti da utilizzazioni forestali, da colture dedicate alla produzione di energia) e derivata dalle attività agro-industriali di trasformazione (sanse, nocciolino, ecc.) secondo un modello di sviluppo attento non solo alle logiche produttive ma anche alle tematiche ambientali ed energetiche per una agricoltura sempre più sostenibile. Per poter accedere al Bando, i richie-denti devono essere titolari di Partita IVA e iscritti alla Camera di Commer-cio presso il Registro delle Imprese, Sezione Speciale Imprenditori Agricoli o Sezione Coltivatori Diretti, in regola con gli obblighi previdenziali ed assi-stenziali.

Tipologie di intervento finanzia-biliDati i riferimenti normativi di cui sopra, il Bando prevede tre tipologie di inter-vento ammessi al finanziamento:

1. Meccanizzazione delle operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento, conservazione delle biomasse prodotte e trasformate in azienda e utilizzazione delle stesse con l’acquisto e l’installazio-ne di generatori di calore ad alto

rendimento idonei alla combustione di biomasse vegetali (legna da arde-re, fascine di potature, nocciolino, sanse, cippato) per il riscaldamento di strutture agricole inserite nel ciclo produttivo aziendale (essiccatoi, strutture di trasformazione, strutture destinate all’agriturismo, serre, ecc.).

2. Meccanizzazione delle operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento delle biomasse pro-dotte e trasformate in azienda.

3. Installazione di generatori di calo-re ad alto rendimento idonei alla combustione di biomasse vegetali (legna da ardere, fascine di potatu-re, nocciolino, sanse, cippato) per il riscaldamento di strutture agricole inserite nel ciclo produttivo aziendale (essiccatoi, strutture di trasformazio-ne, strutture destinate all’agriturismo, serre, ecc.).

Entità dell’aiuto e della spesa am-missibileIl contributo, concedibile in conto ca-pitale, é fissato nella misura massima del 50% dell’investimento ammissibile a finanziamento.L’investimento riconoscibile a contribu-to è articolato diversamente in funzione delle diverse tipologie di intervento come da seguente Tabella:

Si specifica che il Bando prevede di soddisfare prioritariamente prima tutte le richieste della Tipologia 1 per poi procedere al finanziamento di quelle della Tipologia 2 ed infine quelle della Tipologia 3

Tipologia Investimento massimo ammissibile

Contributo pubblico massimo concedibile 50%

Quota carico del benefi ciario 50%

Meccanizzazione delle operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento, conservazione e utilizzazione delle biomasse

E. 150.000 E. 75.000 E. 75.000

Meccanizzazione delle operazioni di raccolta, trasporto, stoccaggio, trattamento e conservazione delle biomasse

E. 120.000 E. 60.000 E. 60.000

Installazione di generatori di calore ad alto rendimento E. 20.000 E. 10.000 E. 10.000

ECO-FINANZIAMENTI

PRODUZIONE DI ENERGIA DA FONTIRINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO

di Alberto Piastrellini

Importanti opportunità, offerte ai cittadini abruzzesi, per contenere gli sprechi nel settore energetico

25

SOLARE TERMICO 2008 Con il presente Bando la Regione Abruzzo intende promuovere l’in-centivazione all’acquisto e alla installazione di impianti solari per la produzione di acqua calda sanitaria e per la contribuzione al riscaldamento degli ambienti, in attuazione degli impegni assunti con l’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto e per il soddisfacimento degli obiettivi di sviluppo e diffusione delle fonti di energia rinnovabili; in linea con quanto disposto dalla L. R.. n. 89/98: “Norme per la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia e del risparmio energetico”. Il Bando disciplina le procedure per la richiesta di concessione e per l’erogazio-ne del contributo pubblico, nella misura massima del 30% del costo d’investimen-to ammesso (nel quale non è computata l’IVA) per la realizzazione di interventi di installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria, riscaldamento degli ambienti con siste-mi radianti a bassa temperatura sia nel caso di nuova edificazione che in caso di ristrutturazione di immobili. Soggetti beneficiari e requisiti soggettiviI soggetti ammessi al contributo pubbli-co sono i privati che al momento della presentazione della domanda siano in possesso dei requisiti sotto indicati: • che siano proprietari dell’unità abita-

tiva oggetto dell’intervento ricadente fra una delle seguenti categorie cata-stali (A/2, A/3, A/4, A/5, A/6, A/7);

• che la stessa unità abitativa sia ubicata nel territorio della Regione Abruzzo;

• che siano ivi residenti.

Dal Bando sono esclusi gli Enti Pub-blici e le Società a partecipazione pubblica.Per una stessa utenza non può esse-re presentata più di una richiesta di contributo.

Requisiti oggettiviSaranno ammessi al contributo solo gli in-terventi di installazione di impianti solari termici la cui realizzazione risulti successiva alla data di pubblicazione sul BURA del Bando, pena la non ammissione ad istruttoria della domanda.I collettori solari potranno essere ubicati esclusivamente su un immobile o su una struttura fissa che abbia una funzionalità propria. In ogni caso sono esclusi gli im-

pianti posizionati al suolo.Per quanto riguarda l’orientamento dei collettori non sono ammessi orien-tamenti verso il quadrante Nord, Nord-Est e Nord-Ovest.Sono ammessi, invece, orientamenti ad Est e ad Ovest, solo se non esisto-no altre opzioni di orientamento dei collettori verso il quadrante Sud.Gli impianti dovranno, in generale, ri-spettare le prescrizione delle norme EN 12975-1, EN 12976-1, EN12977-1 e, in generale, il calcolo dell’irraggiamento e la resa termica dovranno essere ef-fettuati secondo quanto stabilito dalle norme UNI 8477, UNI 10349 e EN 12976-2, o mediante programmi infor-matici di simulazione coerenti con le medesime norme.Gli impianti solari termici devono avere una superficie captante lorda inferiore o uguale a:• 6 m2 per unità abitativa servita, se

l’impianto solare termico è destinato esclusivamente alla preparazione di acqua calda sanitaria;

• 15 m2 per unità abitativa servita, in caso di impianti solari combinati (ac-qua calda sanitaria e riscaldamento ambienti).

I collettori solari termici e i boilers devono essere garantiti dal produttore per almeno 5 anni. L’intero impianto e le relative prestazioni di funzionamento devono essere garantite per almeno 2 anni dalla data di messa in esercizio dell’impianto, mentre il periodo di vita media dell’impianto deve essere pari a 10 anni.

Entità del contributoIl costo massimo unitario d’investimen-to riconosciuto per la realizzazione degli impianti, non potrà superare i seguenti valori:

Gli interventi potranno essere finanziati con un contributo pari al 30% del co-sto d’investimento concesso che non

potrà superare, in ogni caso, quello calcolato applicando i costi unitari massimi riconosciuti come dalla tabel-la precedente.

Costi ammissibiliLe spese ammissibili costituenti il costo d’investimento, in base al quale verrà calcolato il contributo pubblico nei limiti sopra citati, sono riferibili esclu-sivamente alle seguenti voci:

a) componenti dell’impianto• Pannelli solari comprensivi di

eventuali supporti ed ancoraggi• Serbatoio di accumulo compren-

sivo di scambiatore di calore• Tubazioni di raccordo fino al

serbatoio di accumulo• Gruppi di circolazione• Centralina di controllo• Miscelatore termostatico• Vaso di espansione• Liquido antigelo

b) installazione e posa in opera dei componenti dell’impianto di cui sopra

c) progettazione (non superiore al 10% del costo dell’investimento complessivo).

Risultano esclusi dal novero delle spese ammissibili:• sistemi di riscaldamento, di inte-

grazione e circuiti di distribuzione del calore a valle del serbatoio di accumulo;

• direzione lavori e collaudo;• IVA sulle fatture.

Per ulteriori informazioni circa le mo-dalità procedurali e i tempi di scadenza per la presentazione delle domande, nonché per la consultazione integrale dei documenti, Allegati compresi, si ri-manda al Sito della Regione Abruzzo: www.regione.abruzzo.itTecnologia installata

(compresa installazione) Costo unitario max

Circolazione naturale – monoblocco Cu = 1000 Euro/m2

Circolazione forzata con collettori solari piani vetrati Cu = 1100 Euro m2

Circolazione forzata con collettori solari sottovuoto Cu = 1300 Euro/m2

Circolazione forzata con collettori solari non vetrati Cu = 350 euro/m2

27

ECO-NEWS

La regione Abruzzo, già da tempo ha iniziato il cammino volto alla promozione di politiche ambientali virtuose nella gestione del ciclo dei rifiuti, basate cioè sulla diffusione della “buone pratiche” a partire dalle azioni dei singoli utenti e degli operatori del settore, ovverosia privilegiare in via prioritaria la raccolta differenziata dei materiali recuperabili e le attività di riciclo degli stessi. A poco più di un paio di mesi dall’approvazione del Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti, divenuto oramai Legge Regionale, ecco realizzarsi un primo passo concreto verso la riorganizzazione dei servizi locali nel settore di riferimento, grazie all’individuazione degli interventi ammessi ed appro-vazione alla graduatoria del Bando per il finanziamento di progetti per la diffusione delle raccolte differenziate domiciliari ed il riciclaggio dei rifiuti urbani.Detto provvedimento, concernente: “Assegnazione di incen-tivi a favore di Comuni, singoli o associati, per la diffusione delle raccolte differenziate domiciliari ed il riciclaggio dei rifiuti urbani”, intende concedere incentivi in conto capitale per la realizzazione di progetti finalizzati alla diffusione di buone pratiche per la riduzione dei rifiuti urbani e delle raccolte domiciliari “integrate”, al recupero di materia e/o riciclaggio dei rifiuti stessi, ai sensi della L. R. 52/2000 e s.m.i. laddove per raccolta domiciliare integrata si inten-de il sistema che prevede la raccolta domiciliare presso le utenze domestiche e non delle frazioni: organico, carta, rifiuto residuo indifferenziato, e preferibilmente, anche delle frazioni: vetro e plastica.(ndr: per una maggior chiarezza delle modalità organiz-zative di raccolta differenziata si rimanda il lettore alla tavola sinottica 1)

Il tutto in considerazione che analoghi sistemi di intervento a monte della raccolta dei rifiuti, già messi in atto da altri comuni italiani, hanno dimostrato da tempo che è possibi-le raggiungere alti livelli di raccolta differenziata dei RSU a costi sostenibili per la comunità ed ingenerando altresì un considerevole beneficio ambientale derivante, in primo luogo, dal riciclo di materia; in seconda battuta, dal minor ricorso al deposito in discarica.Secondo il Bando, il sistema di raccolta differenziata propo-sto dal soggetto dichiarante avrebbe dovuto prevedere:• un circuito di raccolta domiciliarizzato per il recupero

degli scarti umidi dalle utenze domestiche e non;• l’attivazione di un servizio domiciliarizzato per la frazione

secca residua dalle utenze domestiche e non;• l’adozione di un circuito domiciliarizzato di raccolta

della carta dalle utenze domestiche ed enti/uffici e di raccolta del cartone dalle utenze non domestiche assimi-late, caratterizzate da un’alta produzione di imballaggi cellulosici.

RACCOLTA DIFFERENZIATA:DALLA REGIONE UN NUOVOSLANCIO PER L’IMPLEMENTAZIONE3.960.000 Euro destinati alla realizzazione di buone pratiche per la gestione dei rifiuti negli enti locali

di Alberto Piastrellini

Non solo, fra i requisiti tecnici relativi ai singoli progetti, il Bando prevede tutta una serie di azioni mirate alla miglior comunicazione a sostegno dell’iniziativa di raccolta diffe-renziata: direct marketing, direct relation, comunicazione tabellare sugli organi di stampa e radiotelevisivi, press con-ferences, eventi pubblici e comunicazione interna tra i vari uffici dell’ente proponente.Ora, con Determinazione DN3/12 del 18 gennaio, 2008, il Dirigente del Servizio Gestione Rifiuti, Direzione Parchi Territorio Ambiente Energia della Regione Abruzzo, Dott. Franco Gerardini, preso atto che l’onere complessivo per il finanziamento dei sistemi di raccolta differenziata risulta pari a 3.960.000 Euro, preso atto che l’elenco delle istan-ze presentate è risultato essere di 69 soggetti e preso atto, altresì, che sono rimaste escluse a titolo diverso dai benefici del bando, 18 istanze relative ad altrettanti soggetti, ha ri-tenuto di dover approvare, per l’importo sopra indicato, la graduatoria completa e provvisoria (sia in relazione all’entità del contributo erogato che alla completezza della eventuale documentazione carente), ripartita nelle tre sottograduatorie omogenee per classe di ampiezza demografica.

282

29

Comuni con popolazione servita minore di 5.000 abitanti

Ente Protocollo Data di arrivo Punteggio Contributo richiesto Contributo ammissibile Finanziamento

Comune di Caramanico Terme (PE) prot. 1111 del 5.2.07 Data arrivo 2.2.07 87 € 38.130,00 € 30.937,50 € 30.937,50

Comune di Torre de’ Passeri (PE) prot 2611del 28.02.07 Data arrivo 27.02.07 86 € 59.415,30 € 58.335,30 € 58.335,30

Comune di Pretoro (CH) prot. 2781 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 69 € 33.746,00 € 33.746,00 € 33.746,00

Comune di Giuliano Teatino (CH) prot. 2746 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 69 € 39.693,16 € 39.693,16 € 39.693,16

Comune di Torrevecchia Teatina (CH) prot. 2752 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 63 € 22.816,76 € 22.816,76 € 22.816,76

Comune di Picciano (PE) prot. 1307 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 63 € 32.288,22 € 32.288,22 € 32.288,22

Comune di Bolognano (PE) prot. 2848 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 63 € 25.057,47 € 25.057,47 € 25.057,47

Comune di San Valentino in A.C. (PE) prot. 2756 de 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 63 € 57.229,58 € 57.229,58 € 57.229,58

Comune di Raiano (AQ) prot. 2743 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 62 € 123.041,88 € 123.041,88 € 123.041,88

Comune di Canzano (TE) prot. 2792 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 62 € 12.502,50 € 12.502,50 € 12.502,50

Comune di Scafa (PE) prot. 2753 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 59 € 126.502,00 € 126.502,00 € 126.502,00

Comune di Pettorano sul Gizio (AQ) prot. 2759 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 59 € 39.504,35 € 39.504,35 € 39.504,35

Comune di Abbateggio (PE) prot. 2854 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 59 € 10.328,10 € 10.328,10 € 10.328,10

Comune di Civitella Messer Raimondo (CH)

prot. 1075 del 2.2.07 Data arrivo 1.2.0755 € 11.460,00 € 11.460,00 € 11.460,00

Comune di Palena (CH) prot. 2754 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 52 € 11.460,00 € 11.460,00 € 11.460,00

Comune di Poggio Picenze (AQ) prot. 3024 del 2.3.07 Data uff. post. 27.2.07 51 € 8.369,03 € 5.976,29 € 5.976,29

Comune di Altino (CH) prot. 2763 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 47 € 29.898,00 € 23.685,00 € 23.685,00

Comune di Monteodorisio (CH) prot 2609 del 28.2.07 Data arrivo 27.02.07 47 € 58.020,00 € 58.020,00 € 58.020,00

Comune di Catignano (PE) prot 2610 del 28.2.07 Data arrivo 27.02.07 44 € 20.400,00 € 9.000,00 € 9.000,00

Comune di Isola del Gran Sasso (TE) prot. 3021 del 5.3.07 Data uff. post. 28.2.07 44 € 86.872,40 € 6.690,00 € 6.690,00

Comune di Tornimparte (AQ) prot. 2762 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 40 € 8.479,79 € 7.003,11 € 7.003,11

Comune di Nocciano (PE) prot. 2317 del 22.02.07 Data arrivo 22.02.07 39 € 10.200,00 € 10.200,00 € 10.200,00

Comune di Lucoli (AQ) prot. 2786 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 35 € 7.268,03 € 6.266,54 € 6.266,54

Comune di Cappelle sul Tavo (PE) prot. 2740 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 34 € 43.566,00 € 31.566,00 € 31.566,00

Comune di Pescasseroli (AQ) prot. 1110 del 5.2.07 Data arrivo 2.2.07 33 € 445.452,04 € 136.576,50 € 136.576,50

Comune di Fraine (CH) prot. 923 del 31.1.07 Data arrivo 30.01.07 32 € 9.000,00 € 9.000,00 € 9.000,00

Comune S. Demetrio ne’ Vestini (AQ) -S EUSANIO- VILLA S.ANGELO

prot. 2217 del 21.2.07 Data arrivo 21.02.0732 € 66.000,00 € 53.400,00 € 53.400,00

Comune di Orsogna (CH) prot. 2760 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 24 € 22.176,00 € 17.100,00 € 17.100,00

Comune di Casalincontrada (CH) prot. 2758 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 18 € 16.260,00 € 16.260,00 € 16.260,00

€ 1.025.646,26

303

Comuni con popolazione servita compresa tra 5.001 e 20.000 abitanti

Ente Protocollo Data di arrivo Punteggio Contributo richiesto Contributo ammissibile fi naziamento

Comune di Silvi (TE) prot. 2801 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 82 € 87.540,00 € 87.540,00 € 87.540,00

Comune di Loreto Aprutino (PE) prot.2840 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 78 € 60.857,58 € 60.857,58 € 60.857,58

Comune di Casoli (CH) prot. 2738 del 1.3.07 Data arrivo 27.02.07 60 € 20.537,43 € 20.537,43 € 20.537,43

Comune di Castellalto (TE) prot. 2321 del 22.02.07 Data arrivo 22.02.07 59 € 54.453,00 € 54.453,00 € 54.453,00

Comune di Pratola Peligna (AQ) prot. 2771 del 1.3.0 Data arrivo 28.02.07 55 € 375.067,89 € 375.067,89 € 375.067,89

Comune di San Salvo (CH) prot. 2822 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 51 € 101.160,00 € 101.160,00 € 101.160,00

Comune di Montorio al Vomano (TE) prot. 3023 del 5.3.07 Data uff. post. 28.2.07 46 € 7.990,00 € 7.050,00 € 7.050,00

Comune di Città S. Angelo (PE) prot. 2788 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 30 € 515.481,00 € 288.333,01 € 99.760,04

€ 806.425,94

Comuni e consorzi con popolazione servita compresa superiore a 20.000 abitanti

Ente Protocollo Data di arrivo Punteggio Contributo richiesto Contributo ammissibile fi naziamento

Comune di Sulmona (AQ) prot. 1064 del 2.2.07 Data arrivo 30.01.07 90 € 175.010,22 € 173.810,22 € 173.810,22

Comune di Vasto (CH) prot. 2784 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 67 € 86.460,00 € 86.460,00 € 86.460,00

Consorzio del Chietino Fara F. Petri (CH) prot. 2806 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 63 € 1.079.874,00 € 570.156,00 € 570.156,00

Comune di Lanciano (CH) prot. 2608 del 28.2.07 Data arrivo 27.02.07 59 € 222.000,00 € 138.000,00 € 138.000,00

Unione Comuni Val Vibrata (TE) prot. 2774 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 59 € 161.250,00 € 161.250,00 € 161.250,00

Comune di Chieti (CH) prot. 2737del 1.3.07 Data arrivo 27.02.07 53 € 233.804,89 € 206.264,58 € 206.264,58

Segen Civitella Roveto (AQ) prot. 2755 del 1.3.07 Data arrivo 28.02.07 53 € 1.912.833,60 € 435.174,00 € 435.174,00

Aciam s.p.a. Avezzano (AQ) prot. 3025 del 2.3.07 Data uff. post. 28.2.07 47 € 332.013,00 € 288.813,00 € 288.813,00

ASM - Ing. Cerolini L’Aquila (AQ) prot. 798 del 29.1.07 Data arrivo 29.01.07 37 € 68.400,00 € 68.000,00 € 68.000,00

€ 2.127.927,80

ciano magenta giallo nero

n°1/2GENNAIO

FEB BRAIO2008

Anno IX

€7,00

Free

serv

ice

Ediz

ioni

Free

Ser

vice

Ed

izio

ni

- Fa

lcon

ara

M. (A

N)

- R

ivis

ta M

ensi

le d

i In

form

azi

one

e A

ggio

rna

men

to d

i C

ultu

ra A

mbi

enta

le -

Pos

te I

tali

an

e s.

p.a

. -

sped

izio

ne

in a

bbon

am

ento

pos

tale

- D

.L. 3

53

/20

03

(co

nv.

in

L. 2

7/0

2/2

00

4 n

. 4

6)

art

. 1

, co

mm

a 1

, D

CB

An

con

a

n°1/

2 G

enna

io-F

ebbr

aio

2008

Ann

o IX

ciano magenta giallo nero