BLOGmag Febbraio 2008

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Cover by Luca Genovese

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who & where

L’uomo divorzia dalla natura

Questo numero è stato creato grazieall’indispensabile supportodella Consulta Studentesca Provinciale.

direttore responsabileChiara CalicetiideatoreMarco Mazzonirelazioni esterneLorenzo Ferraioliresponsabile contenutiMarco Cantelli

coordinamento di redazioneAndrea GarreffaSalvatore ZeolaMaria Giulia MoraraGiuseppe Cirasino

in redazioneLorenzo Bovini, Pier Paolo Vecchi, Dario Oddenino, Giacomo Dondi, Carlo Armeni, Niko Scagliarini, Giovanni De Girolamo.

hanno collaborato:Flaminia Festuccia, Marta Mangiarotti, Chiara Ricci, Davide Vaccaro, Gianfranco Manco, Antonella Capalbi, Leonardo Madio, Roberto Pisano, Tommaso Tani, Marco Rossi, Selene Pozzer, Federico De Felice, Chiara Panzeri, Valerio Gironi, Stefano Andreoli, Fabio Giatti, Federica Aggio, Valentino Campisi, Edoardo Baldaro, Matteo Fallica, Martina Masi, Giulia Mongardi, Elena Merli, Mariasole Motori, Chiara Galli, Claudia Mastroroberto, Elisa Bozza, Alessandro Rossi, Silvio Rizzo, Giulia Cerè, Enrico Rosetti, Michele Maisto.

progetto graficoFabiana Ielacqua, M3, TLAillustrazioni di copertinaLuca Genovese

un ringraziamento inoltre a:Chiara Scodro, Massimo Coppola, ...a Toys Orchestra, La Crus, Alessandra (LBC), dott. Andrea Sassoli, dott.ssa Sofia Gallo, dott. Stefano Mari, Federica Cicognani, Andrea Tintino, Maria Giovanna Menabue, Federica De Zottis, Eleonora Boscolo, Sara Bovoli, Virna Gioiellieri, Stefania Santacroce, Manuela Zuzolo, Zeno Pezzoli, Paolo Insolera, Beppe Maniglia, le braghe corte, Marco Carrelli, Eleonora Lorenzi, Michela Quattrociocche, Raoul Bova, Franca Giusti, Giacomo Parmigiani, Unmani.

Questo numero è stato distribuito nelle scuole delle province di:Agrigento, Alessandria, Arezzo, Asti, Avellino, Benevento, Brindisi, Bologna, Cagliari, Chieti, Como, Cuneo, Firenze, Foggia, Genova, L’Aquila, Macerata, Mantova, Matera, Milano, Napoli, Parma, Pesaro- Urbino, Pescara, Pistoia, Roma, Vicenza.

BLOGmag è stato stampato c/o Rotopress International srl- via Brecce 60025 Loreto (AN) - interamente su carta riciclata ecologica con certificazione europea ECOlabel.Aut.ne Tribunale di Bo. n. 7623 - 19/01/2006

I testi pubblicati sulla presente rivista sono stati ceduti dagli autori senza alcun diritto. Per gli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare e per non volute omissioni nelle citazioni delle foto riprodotte l’Editore è a disposizione per eventuali diritti d’autore.

Lo afferma Oliver Pergams, docente di Scienze Biologiche dell’University of Illinois a Chicago, che ha condotto uno studio secondo cui le visite ai parchi naturali e più in generale il tempo pas-sato fuori le quattro mura domestiche sono calati del 25% negli ultimi 20 anni. Più e meno giovani preferiscono infatti trascorrere il proprio tempo libero online o seduti sulla poltrona di casa a guarda-re un film e a giocare ad appassionanti videogame. Che si tratti di Pro Evolution Soccer o dell’ultimo capitolo di GTA non importa, ciò che importa è che sono in continuo aumento i malati di “videofilia”, la malattia del terzo millennio che lotta incontrastata contro madre natura

utilizzando armi ultrapotenti del calibro di Sky, My Space e, più potente tra tutte, Msn. Ma attenzione, perché la passione per lo schermo di tv e PC si è già rivelata alleata di obesità e di altri disturbi della personalità quali mancanza di socializ-zazione, calo dell’attenzione e scarse performance scolastiche: tutti disturbi che sarebbe meglio evitare. Come? Basta alzare il fondoschiena dalla poltrona, spegnere pc, tv e trascorrere ore ed ore a passeggiare o fare sport nei parchi, in bicicletta o, per i più grintosi, a buttarsi dai ponti con un elastico attaccato alla vita o ad arrampicarsi… senza tralasciare lo studio, è ovvio!

GiodeG

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Francesco

agrigentoAlessandro

alessandria

Tommaso

l’aquilaMirco

astiGiovanni

avellinoGianfranco

beneventoAndrea

bologna

Paolo

brindisiMichele

cagliariFrancesco

comoNakai

cuneoGiacomo

firenzeLeonardo

foggiaMarta

genovaAlessandro

macerata

Antonella

materaCarlo

milanoDavide

napoliMarco

chietiChiara

pistoiaMarco

pesaro u.Carolina

romaMarco

vicenza

fiducia nelle istituzioni

L’istituzione nella quale ho più fiducia è la Chiesa: l’unica sempre coerente coi propri valori.

Diciamo che se la giocano i puffi e la mia banca. Perché? Beh, per esclusione…

Dal momento che le istituzioni politiche sono spesso ballerine la mia fiducia va alla Chiesa cattolica.

La scuola è l’istituzione nella quale mi piacerebbe avere più fiducia perché è la base delle società future.

Tutte le istituzioni dovrebbero fare di più per poter essere più credibili.

Non ho più fiducia in nessuna istituzione. Ormai hanno tutte perso di credibilità e in Italia sono solo delle poltrone.

Sono troppo pessimista se dico che ora come ora non ho fiducia in nessuna istituzione?

La mia fiducia va alla Magistratura nella speranza che possano attenersi ad un comportamento serio e giusto.

Sicuramente il Parlamento: è l’unica vera istituzione che rispecchia il principio di rappresentanza democratica.

La mia fiducia è riposta nelle Forze dell’Ordine perché tutelano i cittadini e le altre istituzioni.

Purtroppo guardandomi intorno non posso che essere un po’ sfiduciato in generale!

La mia fiducia nelle istituzioni è generalmente molto bassa. Se dovessi sceglierne una in cui credere direi la Polizia.

Direi che l’istituzione che gode maggiormente della mia fiducia è la scuola… ma solo perché c’ho passato metà della mia vita!

Ho fiducia nelle Forze dell’Ordine per la loro incorruttibilità, ma anche nel Governo.

Ho fiducia in tutte le istituzioni e in nessuna: i corrotti ci sono ovunque. Forse ho più speranza nella Magistratura.

Ormai non ci si può più fidare di nessuno. Nemmeno delle istituzioni.

Penso che oggi le istituzioni non siano gestite come dovrebbero essere gestite.

La mia fiducia va al Presidente della Repubblica che, come dimostra la Storia, è sempre stata la parte buona della politica.

I Presidenti della Repubbli-ca hanno sempre dimostra-to diplomazia: sono una garanzia per la Costituzione e la democrazia.

Credo che la Chiesa catto-lica sia l’istituzione ancora oggi più vicina alla gente.

La fiducia è poca. Forse credo più nella scuola: l’unico vero cantiere di formazione per le future generazioni.

Direi che la mia fiducia è minima un po’ per tutte le istituzioni fatta eccezione, forse, per la magistratura.

Le opinioni dei responsabili di tutte le redazioni locali di BLOGmag sull’argomento di copertina La mia fiducia è rivolta

maggiormente alle ass. di volontariato perché almeno loro agiscono senza scopi di lucro.

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Photo: LSD

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qualcuno in cui credere

ragazzi e istituzioni sono sempre più distanti

“Ciò che è reale è razionale; e ciò che è razionale è reale”. Questo il motto che l’idealista Hegel adottava per spiegare ogni possibile realtà. Il sillogismo del filosofo tenta di spiegare la struttura decisamente logica del mondo; in altre parole: ogni popolazione è rappresentata dalle istituzioni che merita (chi la fa l’aspetti, insomma…!). Eppure accanto alla filosofia giustificatrice di Hegel, ci sono i dati di un recente sondaggio condotto dall’Eurispes secondo cui la fiducia nelle istituzioni, che siano esse di ordine sociale, religioso e politico, sembra fare bungee jumping più delle azioni della borsa di Wall Street nel ’29. Prescindendo dai dati specifici, che salvano solo il Capo dello Stato e un altare ingiallito dall’ombra della sfiducia di circa la metà degli italiani, l’occhio cade inevitabilmente su due dati: Il 75,3% degli intervistati dichiara di avere poca o nessuna fiducia nel Parlamento; arretra moltissimo anche la fiducia nella scuola, che si attesta al 33% contro il 47,1% del 2007.Il cancro della sfiducia nelle istituzioni colora di nero i banchi di scuola e le poltrone rosse di Montecitorio. Provare a sciogliere il problema nella semplice dicotomia tra popolazione disinteressata e classe dirigente inadempiente potrebbe sembrare banale. Eppure esistono reali argomentazioni a favore dell’una o dell’altra tesi. Spesso quella popolazione sfiduciata sembra essere pigra nel voler cogliere i meccanismi che regolano la vita politica; in pochissimi conoscono la reale differenza tra i vari organi costituzionali, tra i tre poteri e tra i diversi organi che li amministrano. Ma è anche vero che il mondo dell’informazione ci bombarda di immagini di politici che nello svolgimento dei loro incarichi

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Mostre: Gianni De Luca, Christophe Blain, “Cartoline da…”, Ernest,Luca Genovese, Gabriella Giandelli, Paul Hornschemeier, KevinHuizenga, “Ich/I/Je/Io”, Louis Joos, Chihoi Lee, Marijpol, ChristopherNielsen, Anders Nilsen, “18 fumettisti per Nosferatu”, “Paura delnero” con Lorenzo Mattotti, Stefano Ricci, Luca Salvagno, OlivierSchrauwen, Hok Tak Yeung, “30 minuti in 2000 pixel”

COMUNE DI BOLOGNAPROVINCIA DI BOLOGNAAssessorato alla Cultura

main sponsorpromosso da

Assessorato alla Cultura

sponsor:coop adriatica, librerie coop, igd, legacoop bologna, arci bologna, emil banca, di giansante hotels

con il contributo di:igp decaux, pan distribuzione, tipografia negri, aeroporto di bologna

media partner:blogmag, Città del Capo Radio Metropolitana, edizioni zero, Flashfumetto, Il giornalino, Internazionale, Lo Straniero, Scuola di Fumetto

Festivalinternazionale

di fumettoBOLOGNA

5-9 MARZO 2008

A cura di Hamelin 051 233401

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il sondaggioEurispes

Associazioni volontariato

(2007: 78%)

71%

Chiesa e altre ist. religiose

(2007: 60%)

49%

Magistratura(2007: 39%)

42%

Parlamento(2007: 30%)

24%

Partiti politici

(2007: 12%)

14%

Pres. della Repubblica

(2007: 63%)

58%

Scuola(2007: 47%)

33%

MassimoCoppola: sedicennial voto

Quanta fiducia ripone la popolazione italiana nelle seguenti istituzioni?

foto Ansa

il mondo adulto non sia come se lo immaginano: dovrebbero aspettarselo… Proprio per questo non rimane che agire, incazzandosi e partendo dalle proprie scelte, dandogli maggior importanza. Molte volte, chi si lamenta è poi parte del pubblico di programmi come Amici di Maria De Filippi: credo sia questa l’immagine del disastro delle istituzioni; spesso, i ragazzi, le istituzioni non riescono a sentirle veramente.Se dovessi incolpare qualcuno/qualcosa di aver fatto in modo di creare questo clima generale di sfiducia, chi o cosa sceglieresti?È vero che per il nostro Paese è un momento molto grigio; ma sfido chiunque a trovare una generazione, dagli anni Sessanta ad oggi, che si sia

dichiarata soddisfatta della propria classe dirigente… Tutte le volte sembra che il peggio sia già avvenuto. A mio parere, doveva esserci un rinnovamento della classe dirigente a partire dal post Tangentopoli, a metà anni Novanta: concretamente era possibile effettuarlo, ma con l’ingresso in politica di personaggi già visti questo non è potuto

Massimo Coppola è forse il più adatto per parlarci di fiducia nelle istituzioni da parte dei più giovani. Il conduttore e regista di Mtv, infatti, è stato autore di un format di successo come Avere Vent’Anni (una serie di documentari molto apprezzata) e del film (in uscita a Marzo in dvd) Politica Zero che, con un’indagine assolutamente sopra le parti, ha seguito nella campagna elettorale del 2006 quattro trentenni candidati per le elezioni politiche. Lo abbiamo raggiunto a Buenos Aires, dove si trova per la post-produzione di un nuovo film.

Con il documentario Politica Zero hai seguito la campagna elettorale di alcuni tra i più giovani politici italiani… Alla soglia di una nuova tornata elettorale, credi che questi ragazzi possano rappresentare una svolta per far recuperare al mondo politico la fiducia della popolazione? Saranno, questa volta, in grado di trascinare i ragazzi alle urne?Temo che purtroppo sia rimasto tutto uguale rispetto alle precedenti elezioni, sono molto pessimista. C’è un unico possibile elemento di novità, rappresentato dalla attualmente remota ipotesi di allargare la base elettorale, comprendendo tutti i ragazzi dai sedici anni in su e gli immigrati regolarizzati. Può sembrare una provocazione, ma credo che, vista l’impossibilità odierna di cambiare la classe dirigente e politica, non si possa fare altro per smuovere qualcosa.Cosa dovrebbe fare un ragazzo per non deprimersi, pur essendo circondato da istituzioni che non lo rappresentano?È una domanda che i ragazzi mi pongono spesso, e non riesco proprio a capirla. Non apprezzo il fatto che i più giovani siano sorpresi dal fatto che

accadere.Il sistema scolastico attuale (una delle istituzioni che ha riscosso meno fiducia) è per te funzionante? Rispetto a come funziona la scuola nel mondo, quale credi che sia il punto debole della scuola italiana, e quale il punto di forza?Non voglio giudicare troppo

approfonditamente questa cosa, dato che non sono informatissimo. È però vero che un tempo i laureati che provenivano dalle Università italiane erano molto più formati degli altri. Con provvedimenti come la laurea breve anche questi lati positivi sono venuti a mancare.

costituzionali scambiano animate conversazioni, nel migliore dei casi con il vicino di poltrona, nel peggiore, con un ignoto interlocutore telefonico, sempre che non stiano banchettando con i colleghi. Nodo cruciale: tra il castello e la piazza esiste un muro dalle fondamenta ormai solide e non si sa a chi attribuire l’appalto di questa costruzione. Se il

nodo fosse da marinaio, lo si potrebbe sciogliere facilmente attribuendo la colpa alla solita sfiducia verso una politica inaffidabile, utilizzando la recente crisi di governo come mattone a sostegno di questo muro. Ma il nodo è ben stretto e con l’acqua salata non c’entra niente, perché imbrigliata in questo cordone intricato c’è anche la scuola.

In un saggio sui più giovani Umberto Galimberti parla della scuola come di un’industria di erudizione, non di cultura, nella quale ciò che conta è solo il profitto, termine non a caso strappato al mondo dell’economia, che destabilizza gli studenti e apre la strada al nichilismo che secondo Nietzsche prende piede quando “i valori supremi perdono ogni valore”. Sfiducia nelle istituzioni, caduta

dei valori, nichilismo hanno uno stesso denominatore comune ed è difficile trovare vincitori o vinti. Quando in una democrazia la distanza tra popolo e rappresentanti è così alta, quando in una scuola svecchiata dalle ondate rivoluzionarie del ’68 esiste ancora una così grande barriera tra chi è davanti e chi è dietro la cattedra, sembra esserci un’unica matrice comune: la

mancanza di comunicazione. In un mondo a portata di mouse, fatto di schermi e parole digitate, il ritorno a una comunicazione reale sembra essere la ginestra leopardiana nell’arido deserto del crollo della fiducia e delle istituzioni.

Antonella Capalbi

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Le associazioni di volontariatosono in cima alla classificadei più apprezzati

FedericaLiceo Leonardo Da Vinci, BO18 anni

CarloPresidenteCPS Milano18 anni

EleonoraLiceo classicoColombo, GE16 anni

CarloFidanzaVicepres. Azione Giovani

GiulioPieriniAssessore. prov. BO, PD

i più fidati

FabriziaLiceo Colletta, AVPresidente CPS18 anni

GiorgiaLiceo Umberto I, NARappr. CPS17 anni

In questi anni di crescente sfiducia nelle istituzioni, intese come espressione dello Stato, dei governi, o comunque dei “poteri forti”, è interessante riscoprire la funzione di istituzioni “buone”, che operano per nobili scopi e mirano con la loro azione solo al miglioramento della vita dell’uomo. Si tratta di asso-ciazioni governative e non, la maggior parte delle quali basano la loro azione principalmente sul volontariato e sulle sottoscrizioni di privati. Lotta alla fame nel mondo (FAO), ricerca sulle malattie genetiche (Telethon), lotta per i diritti umani (Amnesty International), difesa del patrimonio artistico e naturalistico (FAI): sono solo alcuni degli obiettivi che si prefiggono le migliaia di associa-zioni presenti in Italia e nel mondo. Va detto che le associazioni di volon-tariato più note sono quelle a carattere internazionale, e le più istituzionalizzate sono quelle legate all’ONU. Tra queste merita un grado di attenzione maggiore l’UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per

l’Infanzia), la principale organizzazione mondiale per la tutela dei diritti e delle condizioni di vita dell’infanzia e dell’ado-lescenza. Fondato nel 1946, opera at-tualmente in 156 Paesi in via di sviluppo attraverso 126 uffici permanenti sul cam-po nei quali lavorano 7000 persone in

tutto il mondo. La missione dell’UNICEF è di “mobilitare in tutto il mondo risorse, consenso e impegno al fine di contri-buire al soddisfacimento dei bisogni di base e delle opportunità di vita di ogni bambino, ragazzo e adolescente”. A livel-lo nazionale siamo abituati a conoscere,

sembra interessata a dare il suo contri-buto concreto per migliorare il mondo, o almeno provarci. L’idea di associarsi in nome di una singola battaglia sociale, anziché in formazioni più durature e con molteplici scopi come i partiti politici, prende piede a partire dalla fine del ‘700, specialmente nel mondo anglo-sassone, e si sviluppa nell’800 negli USA. Leghe monotematiche, associazioni, movimenti: concentrati tutti per una sola causa, per uno scopo ben preciso da raggiungere, senza dar vita a burocrazie e apparati di potere. Questo progetto utopico non si è mai veramente realiz-zato; ma ha gettato qualche seme dietro di sé. Alla fine del 1999, in Italia erano attive ben 221mila associazioni noprofit (38 ogni 10.000 abitanti) per oltre 3,2 milioni di volontari, soprattutto ragazzi e studenti. Sarebbe il caso di presentare questi dati a chi definisce i ragazzi ita-liani dei “bamboccioni”. Chissà che non cambi idea… Carlo Armeni

anche grazie ad iniziative di grande im-patto sia in televisione che sul territorio, le associazioni che si occupano di ricerca medica. Si tratta di un tema che anche nei Paesi ricchi tocca da vicino la popola-zione. È il caso dell’Associazione Italia-na per la Ricerca sul Cancro. Fondata nel 1965 a Milano, è cresciuta grazie a sottoscrizioni private fino a contare oggi quasi 2.000.000 di soci. L’AIRC raccoglie ed eroga fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e nel diffondere al pubblico una corretta informazione in materia. L’apporto di questa associazione è stato determinante sullo sviluppo della ricerca italiana: dalla sua fondazione ha distribuito oltre 442 mln € per progetti di ricerca condotti in laboratori di Istituti, Università e Enti Ospedalieri in tutta Italia. Una cifra considerevole a fronte degli scarsi fondi pubblici che lo Stato italiano investe in ricerca. Questi esempi danno solo una vaga idea della galassia del volontariato e del noprofit. Se è vero che diversi indizi ci suggeriscono una profonda disaffezione nelle istituzioni, soprattutto da parte dei più giovani, il moltiplicarsi di queste associazioni ci da un’indicazione in controtendenza. Si av-verte una crescente voglia di partecipare, di farsi motore del cambiamento; se la gente mostra di identificarsi meno di prima con le istituzioni classiche, adesso

Da quale istituzione ti senti più rappresentato e perché?Vorrei sentirmi rappresentata da tutte le istituzioni statali. In questo momento però, senza indugiare su tesi qualunquistiche, ho fiducia solo nel Presidente della Repubblica Napolitano. Il Parlamento in questo momento non risponde alle esigenze della popolazione. Vorrei aggiungere la Banca di Italia, perchè Fazio a parte, non penso che stia lavorando male.Pensi che il pessimismo della popolazione italiana sia giustificato?Rispetto agli ultimi avvenimenti politici, il pessimismo è largamente diffuso e non fa che acuirsi perchè non c’è chiarezza in quello che accade. La popolazione è molto confusa... ma il cielo è sempre più blu! Quanto tempo servirà alle istituzioni per recuperare la fiducia della gente?Adesso come adesso io non riesco a vedere una risoluzione. Il bipolarismo necessario non funziona e servirebbe maggiore chiarezza da parte dei partiti e del Senato.

Da quale istituzione ti senti più rappresentato e perché? Dalla Chiesa, perché per me non è un’istituzione dal valore autoritario, ma ha un valore magistrale perché indica una forma di vita più bella e interessante per te. Non detta gli ordini dall’alto, ma richiama a un bene comune.Pensi che il pessimismo della popolazione italiana sia giustificato?Secondo me si. Quello che manca è che le istituzioni non richiamano più a degli interessi comuni ma c’è una lotta tra fazioni e basta. Alla fine la gente si stufa.Quanto tempo servirà alle istituzioni per recuperare la fiducia della gente?Questo è difficile da determinare. Vedo in questi spiragli di dialogo tra i partiti più grandi una possibilità di convergere a un bene comune. Si stanno aprendo dei dibattiti interessanti sulla ragione e sulla vita, per cui anche nei prossimi mesi potrebbero aprirsi prospettive interessanti.

Cosa possono fare gli esponenti politici della tua generazione per recuperare la fiducia della gente?E’ fondamentale operare lasciando da parte quelli che sono i vecchi schemi e impostazioni e anche i vecchi modi di pensare la propria attività e la propria idea politica. Parlo sulla base di quella che è un’idea di futuro, anche se poi il problema è avercela, quest’idea di futuro. E’necessario non fare nulla per interesse e posizionamenti, ma agire con un’idea precisa per il bene del Paese. Il vero salto di qualità sarebbe abbandonare uno schema predefinito per cui si deve qualcosa a qualcuno. Bisogna fare le cose in maniera libera, superando anche la stretta morsa dell’ appartenenza ideologica. Tutti quelli che lavorano nel campo della politica purtroppo seguono la logica dei campi dei rapporti di potere, che fra l’altro hanno interesse pubblico, motivo per cui non vince mai il merito o il contenuto, ma vince il posizionamento. Questo tipo di visione va secondo me combattuta.

Cosa possono fare gli esponenti politici della tua generazione per recuperare la fiducia della gente? C’è bisogno di riavvicinare la politica ai bisogni veri dei cittadini, di riaffermarla come passione e servizio per la comunita. C’è voglia di facce nuove, di gente che abbia coraggio.E’ necessario ricostruire un tessuto morale impoverito, così come sarebbe opportuno un ricambio generazionale nella politica e nella società: basta con la gerontocrazia, con una democrazia decadente in cui se non hai 50 anni o 30 anni di carriera alle spalle, pur coltivando le migliori idee di questo mondo, nessuno investirà su di te.I giovani in politica falliscono questa missione se cadono in due errori: da un lato se si limitano a parlare dei problemi delle nuove generazioni, mentre la carica esplosiva di un giovane viene percepita paradossalmente da chi non lo è più. Dall’altro se cercano di scimmiottare gli anziani. Diffidate di chi si comporta così: il fuoco dentro di lui si è già spento.

Da quale istituzione ti senti più rappresentato?Uno Stato che sembra saturo d’illegalità e dove sembra, per molti aspetti, regnare l’anarchia non può essere considerato istituzione. È proprio dagli ultimi episodi politici che si intuisce il degrado di un Paese ormai privo di etica dove la perversione e la cultura dell’ego sono le fondamenta.Pensi che il pessimismo della popolazione italiana sia giustificato?Il pessimismo non è nient’altro che l’eco dell’oppressione del proprio volere; il crogiolarsi su se stessi senza cercare di reagire... ed è proprio così che il popolo italiano si comporta: si lascia manovrare, si lamenta... ma non reagisce!Quanto tempo servirà alle istituzioni per recuperare la fiducia della gente?Arrivati a questo punto l’unica forma di recupero è la riformazione, che deve partire dall’abolizione della gerontocrazia e dal riconoscimento del diritto alla vita. Ma in fondo c’è chi preferisce strozzarsi pur di togliere cibo agli altri.

Da quale istituzione ti senti più rappresentato?Non mi sento rappresentata da nessuna istituzione. Credo siano i politici a non avvicinarsi ai giovani e infatti sono in pochi i ragazzi attivi politicamente. Non mi sento rappresentata nemmeno dalla scuola perché il sistema scolastico svilisce la cultura. La sua struttura attacca la dignità della persona che deve essere libera di apprendere con tranquillità, non con l’ansia dei compiti.Pensi che il pessimismo della popolazione italiana sia giustificato?Si dovrebbe parlare di avvilimento più che pessimismo, perché il politico dovrebbe fare l’interesse della sua città, e non il proprio... Quanto tempo servirà alle istituzioni per recuperare la fiducia della gente?Non credo si tratti di limiti cronologici, ma anche un piccolo gesto può far rinascere nelle persone la voglia dI partecipare attivamente alla vita della propria città... secondo me dobbiamo essere noi ragazzi a cercare un cambiamento.

Da quale istituzione ti senti più rappresentato?Da nessuna. Il Parlamento così come la maggior parte delle Istituzioni è distante dai più giovani.Pensi che il pessimismo della popolazione italiana sia giustificato?Non bisogna essere pessimisti, non serve. Ci vuole impegno. Questo manca perché c’è disinteresse da parte dei ragazzi: mancano i grandi ideali che hanno mosso all’attivismo in passato. E i “vecchi” non sanno più fare una politica al passo coi tempi.Quanto tempo servirà alle istituzioni per recuperare la fiducia della gente?Innanzitutto bisogna vedere se riescono a recuperarla: dipende dalle risposte che daranno alle crisi che ci sono di questi tempi. Se si troverà una soluzione per i rifiuti a Napoli è possibile che la gente possa riacquistare fiducia. In ogni caso perché avvenga questo processo, è necessario un netto rinnovo, lontano da egoismi, e con Istituzioni più giovani.

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allarmi pre-invasionee statue misteriose

cronachemarziane

glossarioalieno

Area 51: sezione del poligono nucleare ed aeronautico di Nellis, una vasta zona militare non segnalata sulla cartina geografica che inizia circa 150 km a nord-nord-ovest della città di Las Vegas. La sua esistenza, che doveva essere segretissima, fece in realtà il giro del mondo negli anni ’80, quando un radiotecnico del poligono nucleare, di nome Mike Hunt, testimoniò di avere appreso che un UFO sarebbe stato trasportato all’interno della base per motivi di studio. Dopo questa testimonianza si sparse la voce che all’interno della base vi fossero addirittura dei corpi di alieni.Men in black: a fianco della tesi sul complotto governativo si è sviluppata la leggenda dei cosiddetti “men in black”, dalla quale prende spunto, in maniera molto fantasiosa, l’omonimo film con Will Smith. All’indomani di ogni “avvistamento sospetto”, nell’intero territorio degli Stati Uniti, si presenterebbero davanti alla porta dello sventurato testimone due agenti governativi (vestiti rigorosamente in nero) che, con metodi molto persuasivi, metterebbero tutto a tacere.Caso Roswell: caso più celebre di falso ritrovamento di alieni. Nel 1947 la caduta di una oggetto ovale venne interpretato come uno schianto di un UFO. In seguito fu appurato che si trattava dello schianto di un pallone sonda USA appartenente ad un progetto segreto della Difesa. Inoltre, nel 1991, Ray Santilli affermò di essere entrato in possesso di alcune bobine di pellicola cinematografica che ritraevano uno degli alieni precipitati a Roswell nel 1947. Gli esperti classificarono il filmato come “un falso colossale”. Nasa: nel 1979 Maurice Chatelain, responsabile del sistema di comunicazione della NASA dichiara: “Gli incontri ravvicinati sono eventi ben conosciuti alla NASA, ma nessuno ne vuol parlare. Tutti i voli Gemini, Apollo sono stati seguiti a distanza, a volte anche a distanza ravvicinata, da veicoli spaziali di natura extraterrestre, ogni volta che ciò si è verificato, gli astronauti hanno informato la torre di controllo che ha sempre ordinato il più assoluto silenzio”. Seti: significa “programma per la ricerca di vita extraterrestre intelligente”. Gli scienziati sondano con i loro potenti radiotelescopi i più lontani angoli dell’universo alla ricerca di un “segno” proveniente da una qualche avanzatissima civiltà aliena.

cinematografici? E se esistono, cosa vogliono? Ci si chiede poi se sono già venuti in contatto direttamente con degli esseri umani e quale sarebbe la reazione dell’opinione pubblica mondiale alla notizia ufficiale dell’esistenza di forme di vita extraterrestri (che magari ci stanno cautamente osservando da tempo).È però molto difficile, oggigiorno, dare una risposta a queste domande. Una cosa certa è che nell’universo ci sono milioni di galassie e miliardi di pianeti tanto lontani che non possiamo neanche immaginare e che esistono da miliardi di anni (non si conosce l’età esatta del nostro universo, ma pare che si aggiri attorno ai 13-15 miliardi di anni). Partendo dal fatto che la vita sulla Terra ci ha messo 3,5 miliardi di anni per svilupparsi all’incirca, pensare che noi siamo l’unica forma di vita fino ad ora esistita appare molto improbabile, in compenso però molto rassicurante. Il pensiero che l’uomo sia la sola creatura esistente è un ottimo meccanismo per mettersi al riparo da ogni possibile sventura che potrebbe derivare dal contatto con altre forme di vita intelligenti. Non è un caso infatti che quasi in ogni film di fantascienza (ad eccezione di E.T.) l’umanità entri in conflitto con gli alieni (e guarda caso vinca sempre, nonostante la netta superiorità tecnologica e militare degli

«Il governo può solo offrire risposte stereotipate a questa domanda – ma, personalmente, credo definitivamente che gli Ufo esistano. Non dovrei aggiungere altro, ma vorrei veramente che queste domande venissero poste con più frequenza. Non c’è nessun motivo per negare ulteriormente che oggetti non identificati (Ufo) esistano, e che questi vengano controllati da un’altra forma di vita. Verificherò se l’esercito del Giappone sia in grado di affrontare un attacco alieno. Non si capisce come mai la nostra legislazione (giapponese) non dispone ancora di alcuna direttiva nel caso di un’invasione extraterrestre»

Queste frasi, signore e signori, non sono tratte da “Indipendence Day” o da un qualsiasi altro filmone hollywoodiano, ma sono le dichiarazione del capo di gabinetto nipponico e del ministro della difesa giapponese durante una conferenza stampa ufficiale, a seguito dei continui strani avvistamenti nei cieli giapponesi.Come non sono dei fotomontaggi (almeno fino a prova contraria) le foto pervenute da Marte grazie al rover NASA “opportunity”, rappresentanti una strana figura in mezzo alle rocce del deserto. Di certo non si tratta di una forma di vita extraterrestre, anche perché solamente un alieno ubriaco si metterebbe da solo nel bel mezzo del deserto in ginocchio (sembra quasi che stia pregando); ma che possa trattarsi di un manufatto, ovvero un oggetto creato artificialmente da qualche forma di vita intelligente, non lo possiamo escludere. È vero che il vento e in generale le forze corrosive di un pianeta come Marte, dove l’escursione termica giornaliera è di circa 60 gradi, sono in grado di plasmare e levigare nel corso degli anni ogni tipo roccia, ma le foto della presunta statua marziana lasciano proprio seri dubbi.Sembra quindi che negli ultimi tempi sia proprio tornato di moda il dibattito sugli extraterrestri. Esistono o sono solo una creazione dei produttori

alieni). E’ un modo come un altro per esorcizzare le paure più recondite che vivono e crescono nelle nostre menti. Sono molte le persone che sostengono che forme di vita aliena siano già venute in contatto con l’umanità. Sono numerosi infatti i “complottisti”, cioè coloro che sostengo che il governo degli Stati Uniti, pur essendo a conoscenza di tutto, sia in un rigoroso silenzio e cerchi in ogni modo di non fare trapelare alcuna notizia. I sostenitori di questo “complotto governativo”, volti a mantenere il silenzio sugli

extraterrestri, tengono in osservazione ormai da parecchio tempo la cosiddetta AREA 51, un’area militare dove si sospetta che vengano studiati corpi e velivoli alieni.In più gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati ormai non si contano più in tutto il mondo, assieme alle numerose testimonianze di persone che affermano di avere visto extraterrestri. Celebri sono diventati ormai “i cerchi nel grano”, ovvero queste strane figure che derivano dall’appiattimento del grano

straordinariamente precise e visibili solo dall’alto. Luoghi d’atterraggio di enormi astronavi aliene per alcuni, enormi bravate per molti altri. Chi ha ragione?Non esistono ad oggi prove incontrovertibili di questi contatti. Spesso si tratta di fotomontaggi, errori umani, o di false testimonianze da parte di cacciatori d’articoli di giornale o di scandali. Resta però un’incognita: e se solamente uno di questi avvistamenti o contatti non fosse un falso? Mistero.

Fabio Giatti

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emergenza rifiuti

Napul’èna carta

sporcae nisciuno

se n’importaNon solo Napoli è una carta sporca.Tutta la regione Campania lo è… e non si parla di un’inconsistente carta, bensì di tonnellate e tonnellate di rifiuti solidi e non solidi, organici e non organici, ed il problema più grande è che, causa scarsa familiarità con la raccolta differenziata, tutti questi bei rifiuti sono uno accanto all’altro, mescolati dentro le stesse buste e posteggiati, a volte ai margini dei bidoni, a volte in mezzo alle strade o, nella “migliore” delle ipotesi, sopra i marciapiedi. Rifiuti che diventano nocivi soprattutto dopo la decomposizione batterica, in seguito a reazioni chimiche oppure quando lo stato d’aggregazione della materia muta da solido o liquido a quello di vapore di sostanze organiche (volatilizzazione), producendo una serie di sostanze dotate di tossicità sia acuta che cronica, molto nocive non solo per l’uomo, ma per l’intera biosfera.

(segue)

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A sostegno di Libera, l’associazione che combatte tutte le mafie con la forza dell’impegno sociale e culturale, Unipol Assicurazioni destina un euro per ogni nuova polizza sottoscritta in convenzione.Nel 2006 ben 130mila nostri assicurati hanno così contribuito a finanziare Libera e i progetti delle cooperative di giovani che coltivano le terre confiscate alla mafia.

L’iniziativa si rinnova anche per il 2007.Partecipa anche Tu.

dai nostri assicurati un contributo alla legalità

Un impegno concretocontro le mafie.

Un impegno concretocontro le mafie.

130mila!

ASSOCIAZIONI, NOMI E NUMERICONTRO LE MAFIE

Associazione Agenti Unipol - Fondazione Cesarcon la collaborazione delle Organizzazioni Convenzionate

Cgil - Cisl - Uil, Cia, Cna, Legacoop, Confesercenti, Arci, Sunia

Cliv

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nc -

Bolo

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bimbo libera 20X28,5 24-04-2007 11:43 Pagina 1

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© Francesca Fasolino

GianniLiceo scientificoLabriola, NA18 anni

ChiaraLiceo scientificoCaro, NA14 anni

Non rassegnarsi all’avvelenamento:voglia di aria migliore!

come muore la mia terra

La tragedia della Campania va ben oltre le vergognose immagini di strade invase da migliaia di sacchetti della spazzatura. E’ qualcosa di nascosto nelle viscere, è la rassegnazione all’avvelenamento, considerare straordinari i diritti più semplici, come respirare un’aria non putrida o vivere con speranze di vita degne di un paese europeo. Un morbo silenzioso, ma i dati dell’O.M.S. sono a dir poco incredibili: nei territori delle discariche si registra un’incidenza del 25% in più di tumori. Ad inquinare i terreni campani contribuiscono abbondantemente i rifiuti tossici, chimici, ospedalieri, fatti smaltire illegalmente da imprese, prevalentemente del nord-est, ai clan, pur di risparmiare. Sezionati e lasciati marcire senza scrupolo in campagne e discariche, veleno puro proveniente da ogni parte d’Italia interrato massacrando animali e alterando pesantemente l’equilibrio ambientale. Le autorità si

ostinano a considerare l’80% in più di malformazioni fetali rispetto alla media nazionale un dato normale, a non vedere niente di agghiacciante nei reparti pieni di chemioterapizzati, a lasciar marcire queste terre martoriate. Milioni di quintali di sostanze tossiche proibite seppellite per quattro soldi, senza dare nell’occhio con le popolazioni che poi “rompono le palle”. Che seccatura tutti questi che prima di essere avvelenati insorgono, invece di crepare stecchiti come le pecore (a questo proposito illuminante è il recente documentario Biùtiful Cauntri). Mercurio, arsenico, amianto, cobalto: la gente continua a morire (in certe zone si parla di un caso a famiglia), la malavita continua a lucrare, lo Stato non si sa se c’è e da che parte sta. Se avessimo tutti la dignità di reagire, di rinunciare quotidianamente al compromesso, se ci fosse il buon senso di non considerarlo un problema prettamente meridionale, cambierebbe tutto. Perché nessuno di noi vuole rassegnarsi a dire “ecco come muore la mia terra”.

Roberto Pisano

Le tanto citate “diossine” ad esempio sono incluse tra i composti che si liberano per la combustione di materiale vario. Proprio l’abbondanza di questi materiali tossici ha portato la regione non solo in uno stato di emergenza rifiuti, ma soprattutto in una grave emergenza ambientale, che si sta trasformando in emergenza sanitaria.L’istituto Superiore di Sanità infatti ha segnalato che la mortalità per cancro in Campania, nelle città dei grandi smaltimenti di rifiuti tossici, è aumentata negli ultimi anni del 21%.“Bronchi che marciscono, trachee che iniziano ad arrossarsi e poi la TAC in ospedale, e le macchie nere che denunciano il tumore. Chiedendo il luogo di provenienza dei malati campani spesso viene fuori l’intero percorso dei rifiuti tossici”.Così Roberto Saviano nel suo libro “Gomorra” descrive le conseguenze di quest’emergenza, attribuendo le cause per lo più agli illeciti della camorra e dei cosiddetti criminali dal colletto bianco: amministratori, chimici analisti e impiegati.“Il Sud è il capolinea di tutti gli scarti tossici[…]Se i rifiuti sfuggiti al controllo ufficiale – secondo una stima di Legambiente – fossero accorpati in un’unica soluzione, nel loro complesso diverrebbero una catena montuosa da 14 milioni di tonnellate: praticamente come una montagna di 14.600 metri con una base di tre ettari. Il Monte Bianco è alto 4.810 metri, l’Everest 8.844. Questa grande montagna di rifiuti, sfuggiti ai registri ufficiali, sarebbe la più grande montagna esistente sulla terra”.Montagne su montagne di immondizia talmente alte da ricoprire i cassonetti della spazzatura di spazzatura stessa.Da pochi mesi a questa parte è questo il tragico scenario, non solo di Napoli, ma di tutto il territorio campano.

Ci sono stati dei disagi nella zona in cui abiti?Esattamente sotto casa mia no, però nel rione ci sono stati roghi e proteste di poca importanza. Comunque la mia, nonostante la scarsa raccolta, è stata una delle zone meno colpite.A chi attribuisci la causa di questa situazione?La “colpa”, se di colpa si può parlare, è da attribuirsi solo ed esclusivamente alla cittadinanza che è incapace di conservare e curare ciò che ha.Cosa faresti per rimediare a questo problema?Sensibilizzare la gente sulla raccolta differenziata. Anche perchè quelli nuovi non hanno fatto altro che ereditare lo schifo che hanno lasciato quelli prima di loro. Inoltre in questa città la furbizia dei pochi si mischia all’ignoranza della massa, per cui non è raro assistere ad atti quali bambini che bucano le ruote delle macchine parcheggiate, mentre i genitori pensano a dar fuoco ai cumuli di immondizia alle loro spalle.

Ci sono stati dei disagi nella zona in cui abiti?Si, assolutamente. Per molti giorni la mia scuola e i negozi vicino casa sono rimasti chiusi a causa di montagne di immondizia pericolose per la salute.A chi attribuisci la causa di questa situazione?Principalmente a noi cittadini, che usiamo impropiamente i nostri rifiuti. Naturalmente la colpa è anche della malavita organizzata (che trova nella “monnezza” un ricco business) e del malgoverno.Cosa faresti per rimediare a questo problema?Per prima cosa dovremmo pensare a eleggere al nostro governo persone intenzionate realmente a risolvere il problema con serietà e non solo per attrarre voti. Dovremmo, poi, attrezzarci meglio per riutilizzare i nostri rifiuti con la raccolta differenziata e responsabilizzare i consumatori a limitare gli inutili sprechi. Oppure potremmo sfruttare l’immondizia per ricavarne energia e riscaldamenti.

Anche se Napoli è l’epicentro dell’emergenza rifiuti, proprio come le onde di un terremoto che si propagano concentricamente, la crisi in breve tempo si è diffusa in tutte le province limitrofe il capoluogo di regione, rendendo la Campania la più degradata regione d’Italia. Sono più di 250.000 le tonnellate di rifiuti che sostano a tempo indeterminato sulle strade della Campania. Una cifra impressionante se si considera che la città di Napoli ne produce 1.400 al giorno e altre 3.200 i comuni della provincia.E se in un giorno in tutta la Campania sono quasi 9.000 le tonnellate di immondizia prodotte, si può capire come la situazione sia drammatica. I militari, armati di camion e pale meccaniche sono giunti nei giorni scorsi a dar man forte per ripulire le strade ma finora tutti i rifiuti che hanno tirato su senza la raccolta differenziata possono solo finire in discarica.Il dilemma è: quale?C’era una volta il piano per uscire in breve tempo dall’emergenza.Era stato presentato il 18 gennaio scorso a Roma da Gianni De Gennaro, il supercommissario per l’emergenza rifiuti, e prevedeva la riattivazione di tre discariche nei pressi di Ariano Irpino (AV), Villaricca (NA) e Montesarchio (BN), e di tre siti di stoccaggio a Marigliano (Na), Pianura (Na) e località Ferrendelle (Ce); Il tutto finalizzato all’individuazione di una “megapattumiera” di circa un milione di tonnellate che in cento giorni avrebbe dovuto consentire lo smaltimento dei rifiuti accumulatisi e di quelli che quotidianamente si producono.“Nessun sito di smaltimento – ha detto il ministro della salute Livia Turco – sarà aperto senza il nulla osta sanitario del ministero”.E purtroppo dagli accertamenti effettuati sono pervenuti elementi inquinanti

ritenuti fattori ostativi all’utilizzazione di cinque sulle sei discariche in questione che sono rimaste in stand-by; di conseguenza, non sapendo come gestire l’emergenza, si è ritenuto opportuno far “traslocare” la spazzatura dalla regione Campania alle regioni Sardegna e Sicilia.Ancora aperta è inoltre l’ipotesi di una soluzione all’estero per lo smaltimento delle 250.000 tonnellate di rifiuti ancora giacenti sulle strade della Campania.Questa situazione ai limiti della realtà inevitabilmente ha scatenato il ribrezzo e lo schifo dei cittadini che, nel napoletano e nel casertano, è sfociato in diversi episodi di violenza e vandalismo che vanno dai cassonetti incendiati a scontri tra cittadini e forze dell’ordine, ma anche manifestazioni con tanto di cortei e slogan contro le amministrazioni locali e non che in più di 10 anni non sono state in grado di adempiere all’incarico affidatogli gestendo l’emergenza prima che diventasse tale.L’emergenza infatti è degenerata a tal punto da attirare l’attenzione della Commissione Europea che il 15 febbraio

effettuerà uno specifico sopralluogo in Campania per fare il punto sulla crisi.“Vedi Napoli e poi muori”.Un tempo significava che dopo aver visitato il magnifico capoluogo campano si poteva anche morire felici in quanto tutte le meraviglie possibili e immaginabili erano racchiuse tra i confini di quella splendida cittadina: non c’era bisogno di vedere altro.Ora tutto ciò che si riesce a vedere sono i sacchetti della spazzatura, delinquenti che li incendiano, altri che sfidano le autorità, un’amministrazione incapace di gestire l’emergenza... e tanti illeciti.Insomma, prospettive positive non si intravedono e non si vedranno fino a quando non ci sarà un impegno serio, responsabile e costante da parte sia delle amministrazioni locali che dei cittadini.Solo così la regione Campania potrà superare definitivamente quest’emergenza e tornare ad essere la splendida regione che è sempre stata.

Giovanni de Girolamo

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Gli scontriChiesa - scienzail caso

La SapienzaNiente visitaalla facoltà romanaper Benedetto XVIdopo la protesta di alcunidocenti. Ma non tutti la pensano così.

Sacre Scritture e teoria eliocentricaCopernico elaborò per primo tale teoria all’inizio del ‘500, ma, temendo le reazioni della Chiesa, pubblicò i suoi studi solo poco prima di morire. Nel 1616 la Chiesa mise all’indice le sue opere, e intimò Galileo Galilei di sottolinearne il carattere ipotetico. Cosa che non fece, e che gli costò il processo per eresia: ritrattò le sue tesi davanti alla minaccia della tortura, ma fu comunque condannato a prigionia e le sue opere messe all’indice.

Santa Inquisizione e Giordano BrunoTempo di cambiamenti: dopo la riforma luterana, la Chiesa riafferma con forza la sua ortodossia con la Controriforma. Ma questo frate domenicano molto poco ortodosso sostenne fermamente le tesi copernicane e la filosofia neoplatonica, che afferma che l’Universo è un’unica entità. Fu condannato al rogo per eresia nel 1600, senza essersi mai pentito o ricreduto.

Chiesa e aborto, contraccezione e procreazione assistitaNiente più inquisitori: ora, negli ultimi anni, largo ai dibattiti. Secondo la religione cattolica l’embrione non è solo un insieme di cellule, ma una persona a tutti gli effetti, perciò eliminarlo (anche attraverso la pillola del giorno dopo) equivale ad un omicidio. E’ considerato immorale l’uso di embrioni estranei alla coppia e un oltraggio alla vita l’impiantarne un numero consistente per aumentare le possibilità della gravidanza. Similmente è criticata anche la ricerca scientifica sugli embrioni stessi. Tutti questi principi sono raccolti nella legge 40/2004, sottoposta nel 2005 a un fallimentare referendum abrogativo (ha votato solo il 25,9%).

Niko Scagliarini

in seguito all’invito, il papa ha dunque deciso di non presentarsi all’università. Alla soddisfazione degli studenti laici si è contrapposta la contro-protesta degli studenti cattolici, che hanno firmato una petizione che chiede le dimissioni dei docenti che hanno richiesto di annullare la lectio magistralis; inoltre, questi studenti si sono presentati imbavagliati alla lettura dell’allocuzione del papa letta in sua vece dal professor Piero Maretti. Anche molti esponenti politici si sono interrogati sulla questione: diversi si sono schierati dalla parte dei 67 docenti; molti di più, probabilmente, si sono schierati dalla parte di chi voleva che l’incontro avvenisse nonostante le proteste.Molti personaggi pubblici e tantissimi cittadini si sono chiesti da che parte stesse la ragione. Alcuni pensano che gli studenti e i professori abbiano le loro

ragioni: tutto questo probabilmente non sarebbe successo se Ratzinger fosse stato invitato a tenere un dibattito, anziché un monologo senza possibilità di replica; tuttavia va sottolineato che organizzare un confronto tra una figura così importante e degli studenti appare complesso: è difficile vedere, per esempio, un confronto tra ragazzi e un capo di stato. Va inoltre ricordato che anche Papa Giovanni Paolo II tenne, nel 2003, una lectio magistralis proprio alla Sapienza, e allora non ci furono tali proteste.In ogni caso, che si sia d’accordo o meno con i laici o con i cattolici, una cosa è innegabile: il fatto che Ratzinger abbia deciso di non partecipare all’inaugurazione non rappresenta una vittoria della laicità, bensì una sconfitta della libertà di parola.

Selene Pozzer

Le opinioni sono più che contrastanti su quest’argomento: chi parla di giusta rivolta ai dogmatismi della Chiesa cattolica e alle imposizioni del pontefice, chi invece obietta che la libertà di parola è assolutamente necessaria e che chiudere la bocca a Joseph Ratzinger, attuale papa e grande teologo, sia stata un’azione completamente antidemocratica. Ma proviamo a fare un po’ di luce sulla vicenda che ha occupato i telegiornali per settimane, senza entrare nel merito di chi ha torto o di chi ha ragione: cominciamo dai fatti.Tutto è iniziato quando il rettore dell’università La Sapienza di Roma, nei primi giorni di Novembre, ha invitato papa Benedetto XVI all’inaugurazione del anno accademico 2007-08, affinché tenesse una lectio magistralis (cioè una lezione che non prevede

contraddittorio, né un dibattito con gli studenti). Il primo ad essersi opposto è stato il professor Marcello Cini, docente di Scienze Matematiche e Fisica naturale proprio alla Sapienza, che, in una lettera pubblicata da “Il Manifesto”, si è detto sconcertato da quest’invito all’uomo che, durante una lectio magistralis tenutasi a Ratisbona, sottopose la scienza alla teologia. Nel giro di pochissimi giorni, 67 docenti (tra cui i più importanti fisici dell’ateneo) hanno firmato un appello in favore del professor Cini, affinché quell’“invito sconcertante” (così l’hanno definito) venisse revocato: secondo la loro opinione, infatti, un’università laica, nota per le sue facoltà scientifiche, non dovrebbe ascoltare una lectio magistralis tenuta da un papa che, durante un discorso da cardinale, nel 1990, riprese le parole di Feyerabend (“All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”). Anche molti studenti, in seguito, si sono dichiarati pronti a protestare contro Ratzinger e sono state organizzate molte iniziative contro il massimo rappresentante vaticano: anche proteste non strettamente connesse a ciò che il Papa avrebbe detto durante il proprio discorso, come una “processione per i diritti degli omosessuali”.A causa di tutto il movimento creatosi

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sicurezza. (fonte Bmj 16 nov 2007).Altri stati come la Germania o l’Albania regolano l’aborto anche in caso di semplice richiesta, adducendo motivazioni personali. In Italia questo avviene solo durante il primo trimestre dal concepimento. (http://www.pregnantpause.org/lex/world02.htm)

legge 194si riaccende ladiscussione

instant expert

Al trentesimo anniversariodella legge che regola l’aborto,dopo una proposta diGiuliano Ferrara,è ripreso il dibattito,tra scienza ed etica

La legge 194, entrata in vigore in Italia nel 1978, nasce dalla necessità di legalizzare e regolamentare una procedura estrema quale l’aborto, garantendo la possibilità di scegliere in sicurezza ad una donna che si trovi dinnanzi ad una gravidanza indesiderata.I primi in Europa ad avere una legge

sull’aborto sono stati gli svedesi: nel 1938 passa il primo atto sull’aborto rivisto nel 1946, nel 1974 e nel 1975. In Portogallo tuttora l’aborto è previsto solo in casi molto gravi e ristretti, ma si sta lavorando per una riforma. In Irlanda l’aborto non è legale se non nel caso in cui sia a rischio la vita della madre. Attualmente in tutto il mondo sono circa cinque gli Stati che non prevedono alcuna legge che determini la possibilità

di abortire in sicurezza in strutture ospedaliere. Tra questi la Città del Vaticano e il Cile. In realtà ci sono moltissimi stati che legalizzano l’aborto solo in caso in cui esso sia indispensabile per salvare la vita della madre. Tra questi ci sono Chad, Mauritania, Monaco, Yemen.Certamente non sempre il percorso di accesso è semplice e garantito e le ragazze incontrano diverse

difficoltà a livello pratico e sociale. Per esempio in Brasile, solo il 35 % dei medici lo approva e si dichiara disposto a compiere una interruzione di gravidanza. In ogni caso è prevista una regolamentazione, anche per evitare che l’aborto avvenga in strutture inadeguate. Anche se non sempre le strutture ospedaliere lo sono: si calcolano circa 66.500 morti, di cui il 54% in Africa dove non sono rispettati gli standard di

La provocazione di Giuliano Ferrara, direttore del quotidiano Il Foglio, circa una moratoria sull’aborto, ha scosso il mondo politico, facendo scaturire un acceso dibattito sulla famigerata legge 194, legge che riguarda l’IVG, ovvero l’interruzione volontaria di gravidanza.La legge prevede che le strutture sanitarie provvedano dapprima a informare completamente la donna sulle procedure ed è previsto un sostegno psicologico. L’IVG è legale fino a 90 giorni dal concepimento, su richiesta. Dopo il primo trimestre, l’aborto è legale solo in casi eccezionali, per esempio qualora la gravidanza o il parto comportino pericolo per la vita della madre, come sancito dall’articolo 6. Le donne che decidessero di abortire devono rivolgersi a un consultorio o al medico di fiducia e, come previsto dalla legge, sono seguite sia dal punto di vista fisico (analisi), sia da quello psicologico, ricercando anche soluzioni alternative.Abbiamo interpellato la Dottoressa Mercedes Bo, direttrice del consultorio AIED di Genova per saperne di più.

Le situazioni delle ragazze che si rivolgono ai consultori sono le più diverse. Esistono dei sondaggi anonimi

per cercare di capire le motivazioni che spingono una donna ad abortire. Più frequentemente sono motivi economici. In questi casi si cerca una soluzione alternativa, ma spesso la decisione non cambia, essendo il risultato - in realtà - di un insieme di scelte.Gruppi di sostegno cattolici, quali il CAV (Centro Ambrosiano Aiuti alla Vita), che promuovono la cultura della vita e la difendono la vita dal concepimento alla morte naturale, ritengono invece che, tramite programmi mirati, si possano aiutare le ragazze a non abortire. Ci sono progetti di sostegno di ogni tipo: il CAV, ad esempio, sta anche lavorando per aiutare le madri che ne abbiano necessità con alloggi o sovvenzioni.La possibilità di introdurre questi gruppi all’interno dei consultori o negli ospedali non è sempre ben vista: “Le donne si rivolgono a figure professionali e non è detto che abbiano piacere a confrontarsi con figure estranee - ricorda la Dottoressa -; inoltre ammettere dissuasori è offensivo nei confronti del personale medico, tutti noi lavoriamo cercando di sostenere psicologicamente le donne e cercando di trovare altre vie all’aborto, senza colpevolizzare le donne che vogliano, nei termini di legge,

portare avanti questa scelta. Sarebbero necessarie politiche per la famiglia migliori, con assegni e strutture per la prima infanzia in grado di aiutare davvero le donne che scegliessero di portare avanti una gravidanza”: spesso, invece, sono lasciate sole, e questo non favorisce un clima ottimale per la crescita del neonato.Il personale medico può scegliere se partecipare o meno alle procedure di aborto. L’articolo 9 della 194 prevede l’obiezione di coscienza. Gli obiettori di coscienza sono in crescita, si conta che circa il 57,8% dei ginecologi, il 45% degli anestesisti e il 38,1% del personale paramedico sia obiettore. A volte l’obiezione non è soltanto una questione di etica, ma il problema di un non obiettore è di rischiare di occuparsi solo di aborti non potendo eseguire operazioni di altro tipo di interesse scientifico e per la ricerca, per esempio.L’organizzazione dovrebbe essere rivista per evitare questioni di questo tipo: la legge infatti prevede “mobilità del personale” e gli ospedali sono tenuti

ad effettuare gli interventi, sarebbe dunque un concreto bisogno quello di inserire una quota fissa di non obiettori all’interno degli ospedali. Questa è una modifica che la dottoressa Bo penserebbe “molto utile ai fini pratici dell’applicazione della legge”.I sostenitori della moratoria sull’aborto sostengono, invece, che l’aborto sia ancora un motivo di controversia sociale e politica, e assolutamente non sia una conquista

della civiltà ormai assodato. Di conseguenza la loro proposta di moratoria contro la pena di aborto risulta una vera lotta a livello mondiale.Giuliano Ferrara, in realtà, ha posto un problema reale: esiste il rischio di feti vivi.La 194 prevede aborti terapeutici solo finché i feti non hanno possibilità di sopravvivenza autonoma, ma essendo previsti aborti alla venticinquesima settimana [n.d.r., non in Italia] con

le nuove tecniche è possibile che sopravvivano. Ovviamente questo senza scendere nell’accanimento terapeutico. In Gran Bretagna gli antiabortisti stanno lavorando proprio sul termine consentito per interrompere la gravidanza: dalle attuali 24 settimane a 12 settimane, come in Italia. In realtà la percentuale di donne che abortisce in quel periodo è molto bassa: solitamente avviene solo se è stato necessario rifare gli esami di diagnostica.La richiesta di riconoscere la soggettività giuridica dal concepimento, sino ad ora accordata al concepito solo dalla discussa Legge 40, sarebbe uno stravolgimento del sistema giuridico. Si limiterebbe, secondo alcuni, la libertà di scelta delle donne, che diventerebbero solo corpo ospitante. A prescindere dalla strumentalizzazione politica della moratoria, il problema scende nel campo della scelta etica personale: la questione di quando cominci la vita è un problema ancora non risolto che vede scontrarsi i campi dell’etica e della scienza.In effetti sembra che dal terzo mese il feto, ormai formato, incominci ad essere reattivo. Per la religione cattolica il momento del concepimento è il momento di nascita della vita. In ogni caso, ognuno può scegliere liberamente. La legge 194 tutela semplicemente il diritto delle donne di poter procedere in maniera confacente alle norme igenico-sanitarie in una procedura altrimenti molto pericolosa.

Marta Mangiarotti

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esame dimaturità 2008 la novità della dote

L’ultima montagnadi compiti chetravolgerà quellidi quinta: poche novitàe tutto (quasi)come previstoin seconda prova

Il governo, dopo l’ultimo consiglio dei ministri del 2007, ha assunto un provvedimento che l’ormai ex ministro dell’istruzione - Giuseppe Fioroni - ha definito “di svolta”. Di cosa si tratterà mai? In poche parole: per evitare furbizie durante i test di ammissione alle principali facoltà a numero chiuso (come Medicina, Odontoiatria, Veterinaria e Professioni sanitarie), saranno premiati gli studenti che hanno sgobbato di più durante le scuole superiori. Infatti, ai test di ammissione all’università saranno attribuiti 80 punti (invece che 105), mentre i restanti 25 punti, dipenderanno dal curriculum scolastico degli ultimi tre

anni di scuola superiore e, ovviamente, dal voto della maturità. Ci si porterà quindi appresso una sorta di “dote” che potrà essere definita da vari fattori, ad esempio dalla media complessiva (non inferiore a sette decimi) dei voti ottenuti negli scrutini finali di ciascuno degli ultimi tre anni, dall’eventuale lode ottenuta alla maturità, oppure anche dai voti (uguali o superiori ad otto decimi) che riguardano materie con una particolare attinenza al corso di laurea scelto. Speriamo che almeno in questo modo ci sia più giustizia; anche se, a dirla tutta, c’è già chi si sente molto penalizzato.

Come ogni anno, puntuale, si ripresenta l’incubo di ogni studente che frequenti l’ultimo anno di scuola superiore: l’esame di maturità. Ma non c’è nulla di cui spaventarsi, o perlomeno così dicono quelli che ormai l’hanno già passato, in forte contrasto con quelli che quest’anno, per un motivo o per l’altro, sono costretti a ritentare. Niente paura (lo dice anche il Liga, d’altronde!). In effetti un po’ di paura è lecita, visto che quest’anno è tornato, minaccioso più che mai, l’incubo dei debiti formativi. Se un ragazzo non supera tutti i debiti formativi sarà bocciato, oppure non ammesso all’esame di maturità (ciò non vale per i maturandi di quest’anno); c’è

chi ritiene questa nuova riforma molto utile, c’è invece chi ritiene davvero sciocco che un ragazzo possa essere bocciato perché non va bene anche in solo una delle materie.A differenza dell’anno scorso, già da inizio Gennaio sono state rese note le varie materie e i vari, temutissimi, commissari esterni, che da due anni spargono di nuovo il terrore nelle varie commissioni. Il comunicato stampa del ministero, per quanto riguarda i licei, recita così: “Greco al Liceo classico, matematica al Liceo scientifico, lingua straniera al Liceo linguistico, pedagogia al Liceo pedagogico, elementi di architettura al Liceo artistico”… a dire il vero, queste materie hanno spiazzato un po’ tutti: in fondo, chi si aspettava una lingua straniera ad un Liceo linguistico, o addirittura pedagogia al liceo pedagogico? Davvero sorprendenti!Per quanto riguarda invece gli istituti tecnici sono state scelte materie che caratterizzano i vari indirizzi di studio e le quali prove potranno essere svolte in forma scritta o grafica o scritto-grafica o scritto-pratica, utilizzando anche i laboratori dell’istituto, qualora

ovviamente ce ne siano e siano effettivamente laboratori. Per quanto riguarda invece il settore artistico (licei e istituti d’arte), il ministero ha definito che “la materia di seconda prova conserva il suo carattere progettuale e laboratoriale (architettura, ceramica, mosaico, marmo, oreficeria ecc.) e si svolgerà in tre giorni”.Arriva poi il momento dei commissari esterni, questi sconosciuti. Dalle voci che girano, sembra che siano selezionati apposta per infierire particolarmente sugli studenti dall’altra parte della cattedra. Ma non è sempre così, in mezzo al marcio c’è sempre qualcosa di buono, forse. Tutti gli indirizzi di studio avranno come materia affidata ad un membro esterno italiano e matematica, fuorché i licei scientifici, che avranno invece italiano e scienze, poiché matematica era già materia della seconda prova scritta. La terza materia, invece, quella che completerà il tribunale dell’inquisizione scolastico, sarà la materia che più caratterizza ogni indirizzo di studio. Ad esempio: topografia nel settore architettonico-costruttivo, informatica ed elettronica in molti indirizzi degli istituti tecnici e

professionali, scienze nei licei e così via. Da qualche anno a questa parte poi, bisogna ammettere che una fonte di infinite informazioni che riguardano il nuovo esame di maturità è senza dubbio il carissimo web. Sono centinaia i siti che offrono appunti, tesine svolte, spunti di riflessione, ricerche, guide e altro materiale didattico per l’esame di stato. Ci sono addirittura siti internet che danno la possibilità di “schedare” il proprio professore - o anche più di uno - cosicché un altro studente potrà consultare, tranquillamente seduto davanti al proprio pc, la scheda del prof “ricercato” e sapere in anticipo chi si troverà davanti, magari proprio durante la prova scritta o quella orale, all’esame. Non bisogna senza dubbio dimenticare i vari stratagemmi organizzati dai furbi studenti per raggirare l’occhio indiscreto del professore e, con molta nonchalance, attingere informazioni provenienti da qualsiasi parte del corpo… detto in poche parole, copiare: c’è chi si mette due felpe, nonostante il caldo soffocante di fine giugno, ovviamente con una lampo per poter incollare bigliettini ovunque ed estrarli con facilità, oppure con una capiente tasca davanti, dove i bigliettini possono essere estratti e consultati con facilità. Ci sono anche quelli che si tatuano intere pagine o formule sulle braccia; da non tralasciare poi i geni che incollano fotocopie rimpicciolite sulle varie pagine del vocabolario di italiano, magari rendendo illeggibile proprio il termine che gli serviva, oppure sfogliando il piccolissimo opuscolo dei temi svolti usando, con

grande abilità, due sole dita e perdendo qualche decimo di vista alla fine del lavoro.A proposito del tema di italiano, è proprio di quest’ultimo che quasi tutti gli studenti sono curiosi di sapere più cose possibili. Alcuni siti internet hanno già pubblicato delle previsioni per i temi che potrebbero essere sottoposti alla prima prova: titoli da prendere con le pinze, ma non si sa mai. Ad esempio, per l’analisi del testo e il saggio breve si ipotizza usciranno Pirandello e Verga (molto attuali), Foscolo e Svevo. Per quanto riguarda invece gli argomenti di attualità e d’indirizzo storico si prevede possa uscire la Costituzione Italiana

(quest’anno ricorre il 60° anniversario), l’azione dell’Unione europea contro la pena di morte, l’antisemitismo e la discriminazione razziale (70 anni dall’approvazione delle leggi razziali), i rapporti tra Stato Popolazione e Chiesa ieri e oggi, il problema della salvaguardia dell’ambiente (problemi di Napoli e del surriscaldamento globale del pianeta).Non ci resta che aspettare e sperare. Soprattutto sperare che qualche previsione sia azzeccata o che il ministero e i professori non si accaniscano più di tanto; ma visto come vanno di solito le cose, è meglio confidare nella prima!

Matteo Fallica

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Russiatra VladimirPutin ei suoi successori Dimitrj

MedvedevUn passato scomodo per molti, da rivalutare invece per altri. Nella Russia di oggi, a 17 anni dalla disgregazione di quella che fu l’Unione Sovietica, la patria del socialismo reale, si parla ancora del passato e delle figure che lo hanno caratterizzato. E, da quel passato proviene Vladimir Putin, che ha portato nuovamente la Russia fra le maggiori potenze economiche, con una crescita annuale del Prodotto Interno Lordo (Pil) stimata del 6.5%. La figura controversa di Putin, tra luci ed ombre, ha caratterizzato la storia recente della Russia e non è, quindi, destinata a scomparire. E questo lo si evince dal modo in cui lo stesso Putin si è posto di fronte alle nuove elezioni politiche e presidenziali. Assodata l’impossibilità di ricandidarsi alla Presidenza, per i due mandati già svolti, lo Zar di Russia ha lanciato la candidatura di Dimitrj Medvedev, nel quale ripone grande fiducia, conscio dell’impossibilità dello stesso di sganciarsi e silurare il presidente (come, eventualmente, avrebbe potuto fare l’altro possibile candidato, Serghej Ivanov) e si è fatto incoronare prossimo Premier. Uno scambio fra padre e figlio tuonano i giornali. I più spiegano che

l’intento di Putin è quello di modificare la costituzione, rendendo più potente il Premier e depotenziando, di fatto, il Presidente. Chiacchiere da bar? Forse, ma la potenza del partito Russia Unita si sente, e la maggioranza per un tale provvedimento c’è. Ma in cosa si è distinto Vladimir Putin? E si può parlare in Russia di democrazia? Sicuramente a Putin va il merito di aver dato stabilità, ricchezza, e rilievo internazionale ad una nazione allo sbando, frutto delle politiche comuniste del passato ed ultraliberiste dell’era eltsiniana. E la popolazione ama il presidente per questo. Ma per il resto? Analizziamo alcuni punti.

Stabilità, crescita, sviluppoDal 1999, anno di insediamento alla Presidenza (le elezioni presidenziali si sono svolte nel 2000, ma dal 1999 Putin governava in sostituzione del defunto Eltsin), dopo una breve esperienza di primo ministro ed un passato come capo dell’FSB, i servizi segreti che hanno sostituito il KGB, Vladimir Putin ha portato avanti importanti riforme sul piano economico, con la definizione di nuovi istituti di mercato, la promulgazione di leggi sull’insolvenza e sulla bancarotta, la costituzione di organismi di controllo come l’antitrust. Provvedimenti che hanno permesso alla Russia una prima ripresa grazie all’aumento, consequenziale, della fiducia delle imprese e degli investitori. Da allora la Russia ha iniziato una

crescita abnorme, ed insieme ad India e Cina è fra le maggiori potenze emergenti.

Oligarchi e repressioneNei primi anni Novanta, sotto la presidenza Eltsin, legata al Fondo Monetario Internazionale, le privatizzazioni effettuate avevano portato ingenti pezzi dell’economia russa nelle mani di pochi oligarchi, a scapito di una larghissima parte della popolazione costretta a vivere in condizioni di estrema povertà (la disoccupazione aumentava, cosi come l’inflazione. Basti pensare che il cambio con il dollaro era giunto a 5700 rubli per dollaro). Questi miliardari, consci delle enormi potenzialità energetiche russe, ne assunsero il controllo con inganni, corruzione e assassinii, coperti, tuttavia, dalla figura del presidente Eltsin, che ne sfruttava i mezzi di informazione, monopolizzati dagli stessi. Con l’era Putin il sistema cambiò. Dopo una “pax putiniana” il Presidente decise di utilizzare la magistratura per strappare il potere agli stessi ed incamerarne le ricchezze. Si pensi, per non essere vaghi, a Michail Khodorkovsky, patron di Yukos, importante multinazionale del petrolio e fra i maggiori oppositori di Putin, arrestato il 25 ottobre del 2003 per evasione fiscale, frode e peculato, i cui beni vennero congelati e venduti prima

della sentenza definitiva. “Un prigioniero politico” a detta del comitato spontaneo che lo sostiene. Oppure a Boris Berezovsky, oligarca in odore di mafia, proprietario di una delle più importanti TV russe, acerrimo nemico di Putin, finito sotto inchiesta e scappato, poi, a Londra, lasciando che la propria tv, ORT, passasse sotto il controllo dello stato. Per Klebnikov, accusatore di Berezovksy, poi ucciso misteriosamente, ha avuto inizio “una guerra fra cattivi e cattivi”. Ed il tutto si intreccia, misteriosamente, in una intrigante spy story, in cui lo stesso Berezovsky figura fra gli amici più intimi di Litvienko, l’ex Kgb avvelenato da contaminazione radioattiva. O ancora Vladimir Gusinsky, altro magnate televisivo costretto a lasciare il paese e la propria TV.Scene da film? No, la verità. La stessa verità raccontata da Anna Politovskaja, giornalista della Novaja Gazeta diventata l’emblema della libertà di stampa, assassinata nell’ascensore del suo palazzo il 7 ottobre 2006, a quanto pare per le sue inchieste che svelavano i crimini commessi nella guerra cecena.

La CeceniaLuogo di misteri, fonte di accuse ma anche di grande consenso. E di fatto la Cecenia, stando alle ultime elezioni parlamentari, è fra i maggiori bacini elettorali di Russia Unita, il partito di Putin, con il 99.5% delle preferenze. Plebiscito o brogli? I dubbi sono legittimi. Ma la Cecenia è anche la terra dei disastri umanitari, dell’antica voglia di autonomia. Autonomia costata ben 2 guerre, per la quale si è passati, in molte zone, al fondamentalismo islamico ed all’estremismo. Ed è la terra in cui il 91% della popolazione vive in condizione di povertà. E mentre la Cecenia piange, cosi come piangono le madri dei 176 bambini uccisi dalle forze speciali russe nel tentativo di recuperare gli ostaggi dei fondamentalisti islamici che ne avevano occupata la scuola, la Russia di Putin cresce, cresce. Acquista potenza e “multivettorializza” le alleanze, relazionandosi anche con quegli stati definiti “canaglia” dagli USA. Si pone a difesa della proliferazione nucleare iraniana e ammicca alla Corea del Nord. Dalla guerra all’Iraq, fortemente osteggiata, all’attuale situazione kosovara, la Russia pone veti e riacquista potenza. E se dobbiamo prepararci ad una nuova guerra fredda è presto per dirlo. Alcuni atteggiamenti del passato, tuttavia, sembrano riemergere. Putin come Stalin è stato nominato “Uomo dell’anno” dal Times e, considerati i precedenti, la situazione pare non esser confortante.

Leonardo Madio

E’ Dimitrj Medvedev il prossimo successore di Putin alla guida del Cremlino. Ad un mese dalle elezioni presidenziali, che si terranno il prossimo 2 marzo, è ormai scontata la vittoria del delfino dello “Zar di Russia”. Medvedev, nella corsa che lo verrà posto di fronte ad una opposizione distrutta e frammentata, ha dalla propria parte, oltre all’appoggio del presidente uscente, impossibilitato a ricandidarsi, il monopolio televisivo, pian piano sottratto agli oligarchi da Putin, ed un passato importante alla guida, nonostante la giovane età (42 anni), del gigante Gazprom, non compromesso con l’Unione Sovietica e con i servizi segreti. E proprio quest’ultimo fattore è alla base della scelta di Putin di sostenerne la candidatura, sbarrando di fatto la strada all’altro aspirante presidente, Serghej Ivanov, vice primo ministro come Medvedev, ex Ministro della Difesa ed esponente di spicco del blocco dei siloviki, i burocrati dotati di ampio potere all’interno dei servizi segreti. Nella corsa, ormai vinta, di Medvedev è da evidenziare la scelta di copiare il nostrano Silvio Berlusconi nello slogan elettorale. “Forza Russia” è infatti lo slogan scelto per battere Zirinovsky (ultranazionalista del Partito Liberaldemocratico), Ghennadi Zjuganov (leader comunista del KPRF ed eterno candidato, sconfitto, alle presidenziali) e l’imprenditore Bogdanov (del partito democratico russo).

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Kosovo

la missione

Alla caccia dell’indipendenza

dalla Serbia, la provincia autonoma albanese

cerca di risollevare se stessae la sua agricoltura

La missione internazionale guidata dalla NATO in Kosovo iniziata nel 1999 è anc-ora in corso. Ad essa partecipa anche un contingente italiano rinnovato appena il 24 gennaio scorso, con l’invio di oltre 500 soldati per supportare le forze della NATO in questo momento così delicato. Tuttavia oggi l’ONU non sembra in condizione di rinnovare il suo impegno

in Kosovo a causa del veto posto dalla Russia. In mancanza di un accordo fra le parti, dopo la difficile riunione del Con-siglio di Sicurezza del 19 dicembre 2007, sono gli Stati Uniti e l’UE ad assumersi la responsabilità di traghettare il Kosovo verso l’indipendenza. Dopo otto anni la missione Onu in Kosovo (che prende il nome di UNMIK) verrà sostituita da una missione civile dell’Unione Europea. I 16mila soldati della Nato rimarranno a presidiare la provincia ribelle, ma

arriveranno altri 1800 uomini con la bandiera europea, compreso personale italiano. Soprattutto poliziotti, ma anche doganieri e magistrati che prenderanno in mano la sicurezza e la giustizia, oggi sotto mandato dell’Onu in collaborazi-one con i kosovari. La missione della NATO è già prevalentemente europea: la regione contesa è suddivisa in settori presidiati da un contingente italiano, britannico, francese, tedesco e infine da un contingente americano.

Sulla carta geografica il Kosovo non è che un angolino nel territorio serbo, che tuttavia oggi risveglia l’attenzione dei media, sopita per anni sulle sue sorti. Le elezioni per il rinnovo del parlamento dello scorso 17 novembre, insieme con le presidenziali di questi giorni, si intrecciano con il destino dello status politico di questa regione: il dibattito “indipendenza sì - indipendenza no” implica grandi interessi internazionali e pertanto diventa la patata bollente di tutta l’Europa. Il Kosovo è, istituzionalmente, una re-gione della Serbia a netta maggioranza albanese, di fatto provincia autonoma, che dal 1999 è posta sotto il protettorato della NATO da una risoluzione ONU emessa all’indomani della guerra. Oggi lo status di provincia autonoma sembra non bastare più ai kosovari, che pertanto sono in procinto di dichiarare unilat-eralmente la propria indipendenza: cioè senza il beneplacito dello stato a cui tuttora formalmente rispondono. Pristina è il capoluogo del Kosovo. D’inverno

la neve non dà tregua a questa città già stremata dalla difficile convivenza tra serbi ed albanesi. L’aria che vi si respira a un passo dalla dichiarazione d’indipendenza è carica di tensione, così come alla fine dello scorso conflitto, quando persino il solo parlare in serbo era pericoloso. La tensione nasce dai diversi interessi in gioco: la maggioranza albanese vede con favore la possibilità dell’indipendenza, al contrario della minoranza serba che teme per la propria incolumità al punto che molti hanno già le valigie pronte per andarsene. Ciò lascia intuire che la memoria della repressione serba nei confronti dei koso-vari albanesi, alla quale solo l’intervento NATO del ‘99 pose fine, sembra essere ancora vivida presso entrambi i gruppi etnici. In questo frangente, il governo di Belgrado esercita pressioni sulla mino-ranza serba, puntando sullo spaurac-chio dell’impossibile convivenza con gli albanesi; nonostante ciò, il contingente ONU non sta facendo niente per ras-sicurare la popolazione dei villaggi serbi,

dicendo per esempio alla gente che non accadrà loro nulla di male. Nonostante la tensione sia palpabile, prevale ancora la calma; ma è una calma degna di un limbo, simile a quella che precede una tempesta. Perciò, alla domanda se sia veramente indispensabile e opportuna questa indipendenza, sia i leader dei partiti al governo che il rappresentante delle Nazioni Unite in Kosovo rispon-dono che i kosovari desiderano inten-

samente l’indipendenza e rimandarla porterebbe solo allo scoppio di nuove tensioni. Inoltre, ciò che è avvenuto nel ‘99 ha minato irrimediabilmente la possibilità di un rapporto di fidu-cia tra il governo serbo e gli abitanti del Kosovo: per loro il governo, che è stato l’ingiustificabile responsabile di oppressioni e di inaudite violenze, ha perso ogni diritto, non è più accet-tabile. Hashim Thaci è il primo ministro

uscito dalle elezioni parlamentari di novembre 2007, è un ex guerrigliero e incarna per il suo popolo il braccio armato dell’ideale indipendentista. Thaci afferma la necessità di andare oltre la mera questione dell’indipendenza: il Kosovo deve uscire dal “limbo politico ed economico e diventare un paese produt-tivo”, dopo che per anni è vissuto grazie agli aiuti economici dei paesi occiden-tali e la situazione politica sospesa ha impedito la concretizzazione di qualsiasi progetto positivo. Così dicendo, il leader ricorda che esiste un Kosovo al di là dell’immagine piatta che restituiscono i media che continuano a parlare delle elezioni, un Kosovo fatto di persone che ogni giorno vivono realtà che i gior-nali non colgono, ma non per questo sono meno drammatiche: come la crisi dell’agricoltura. Il settore agricolo è la principale attività economica del Kosovo. Nonostante costituisca anche la principale fonte di occupazione per una terra dove dilaga la povertà e la disoccupazione, raggiunge in alcune aree punte del 70 per cento; il budget destinato dal governo a sostegno dell’agricoltura è da sempre irrisorio, totalmente inadeguato a rispondere alle reali esigenze di una popolazione in maggioranza agricola e di una terra che potrebbe vedere nell’agricoltura il suo punto di forza. Come biasimare, quindi, chi abbandona la campagna incolta per dedicarsi ad altro, visto che dopo incessanti e inutili richieste di maggior sostegno all’agricoltura costa meno comprare prodotti dall’estero che pro-durre localmente. La classe politica ha maldestramente scelto per il Kosovo una via di sviluppo che passa da forti capi-tali stranieri piuttosto che dallo sfrut-

tamento delle potenzialità della terra e dal rispetto delle sue secolari tradizioni: il risultato è un devasto che non sfugge a chi guarda con occhio critico le strut-ture alberghiere che si moltiplicano selvaggiamente, sottraendo per sempre terra all’agricoltura, i campi da calcio e le stazioni di benzina ovunque. Si è compreso in ritardo che, proseguendo lungo questo cammino di sviluppo, il Kosovo avrebbe presto perso la capacità di provvedere da solo al proprio fab-bisogno agroalimentare e sarebbe stato condannato a una penosa dipendenza. Per intervenire sono state messe a punto leggi ad hoc in difesa dei terreni agricoli ed è stato elaborata una valida e corposa strategia che l’agricoltura dovrà intraprendere nei prossimi anni: peccato solo che questo ambizioso progetto, per essere messo in atto, necessiti di 200 milioni di euro. A Pristina, dove manca persino la luce elettrica, figurarsi i soldi per potenziare l’agroalimentare, che sembrano un’utopia. C’è un ponte a Mitravica sul fiume Ibar, che è emblema dei conflitti che con-tinuano a lacerare la regione: teatro di numerosi scontri, il ponte separa la parte sud della città, a maggioranza albanese, dalla parte nord a maggioranza serba. L’indipendenza del Kosovo è ad oggi merce di scambio per la Serbia: in cam-bio di essa, l’Unione Europea promette alla Serbia un percorso preferenziale per entrare a far parte della rosa degli stati membri. Aspettando i risultati delle trattative internazionali, possiamo solo sperare che la primavera che arriverà sciolga la neve sul ponte di Mitravica in un panorama di pace.

Chiara Ricci

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Le età deiprotagonisti

della politicala stagione dei sempreverdi

Quando nel restodel Continenteimpazzano politici giovani e latin lover, in Italia abbiamo ancora i governanti più attempati

FrancoMarini

Ultimo presidentedel Senato

74 anni

RomanoProdi

Ultimo PrimoMinistro italiano

68 anni

SilvioBerlusconi

Leaderdell’opposizione in Italia

71 anni

AngelaMerkel

Cancelliere dellaRep. Federale Tedesca

53 anni

Gordon Brown

Primo Ministro del Regno Unito

56 anni

NicolasSarkozyPresidente della

Repubblica Francese53 anni

Josè LuisZapatero

Presidente delGoverno Spagnolo

47 anni

impossibili – dal fuso orario al Monopoli revolucionario – dall’alto dei suoi 54 anni, scopre una fiamma (corrisposta?) con la ex-modella-improvvisata-giornalista Naomi Campbell, che comunque porta egregiamente i suoi 34 anni. Ma finalmente andiamo ad analizzare l’uomo del 2008, il protagonista delle cronache rosa di mezza Europa da ormai qualche mese. Un grande attore? No. Un cantante?Neanche. Un grande campione sportivo? Naaa… Parliamo di Nicolas Paul Stéphane Sarkozy de Nagy-Bocsa (per gli amici Sarko), il nuovo presidente della repubblica francese. 53enne di bell’aspetto, si è fatto conoscere battendo, con il suo nuovo concetto di destra, la carismatica Ségolène Royal (sempre sulla cinquatina...). Il nostro Nicolas, però, inizia a far parlare di sé quando decide di divorziare da Cecilià – già seconda moglie – e inizia

le sue apparizioni con Carla Bruni, la cantante e modella italo-francese che forse ricorderete per la divertentissima imitazione di Fiorello e per i dischi da cantautrice affermata. Nel frattempo, il Don Giovanni francese convola a felici quanto segrete nozze il 2 febbraio 2008 con la appena 40enne Carla, riempiendo le cronache rosa dell’Europa con la loro storia d’amore che tenta di tenere abbastanza sul riservato. Inoltre, una famosa compagnia aerea è riuscita addirittura ad usare una loro foto per una campagna promozionale. Chiediamocelo: è meglio un politico discusso per le sue avventure amorose familiari, consentite dalla sua tenera età, oppure politici sui quali affari privati, spesso, ad indagare non è altro che la magistratura?

Tommaso Tani

Vi siete appassionati al mondo politico solo in tempi recenti? Niente paura, non vi siete persi proprio niente. E’ infatti da ormai quasi quindici anni che il panorama politico italiano rimane pressoché immutato: dopo lo scandalo di Tangentopoli e Mani Pulite, che hanno tolto di mezzo gli storici partiti italiani, fanno capolino alcuni personaggi che, nel bene o nel male, ci siamo portati avanti fino ad oggi. Ma non viene il sospetto che costoro meritino un bel pensionamento? E allora andiamo a frugare tra le carte anagrafiche dei politicanti: Silvio Berlusconi, in Parlamento dal 1994, si porta sulle spalle il peso di quasi 72 anni: metodo preferito per nasconderli, trapianto di capelli. Così riuscito che quasi quasi lo ha consigliato agli amici, Ronaldo compreso. Romano Prodi è invece un ragazzino, che quest’anno compirà 69 anni. La prima comparsa,

però, la fa come ministro nel 1978. Anche lui ha un rimedio preferito: la bicicletta, che ogni mattina lo accompagna per le campagne emiliane. Nonostante bici e sci, l’appellativo di mortadella nessuno è riuscito a levarglielo. Non possiamo non accennare al volo altri tre personaggi che in questa ultima crisi di governo hanno giocato il loro ruolo: in primis, Giorgio Napolitano, presidente della Repubblica, compleanni festeggiati 83; a seguire Franco Marini, ex Presidente del Senato di anni 75. Meno male che a mettere in crisi il Governo, così come la media dell’anzianità, ci pensa Clemente Mastella, che con i suoi 61 anni porta una ventata di giovinezza alla politica italiana, soprattutto se si parla di politiche giovanili.Ma è vero che, in tutto il mondo, politica è sinonimo di anzianità?Infuriano le primarie per le elezioni del candidato democratico statunitense e allora spulciamo anche lì: Barack Obama, a parte il nome non troppo promettente, in confronto al Bel Paese, con i suoi 47 anni è ancora un teenager. Più attempata la sfidante, ex-first lady, Hillary Clinton, che è coetanea del nostro Mastella; anche se in sincerità, 61 anni non li dimostra... Inoltre, i candidati democratici a Presidente degli Stati Uniti sono un “ragazzo” di colore ed una donna, roba da far impallidire qualsiasi vecchio conservatore. Evidentemente il rinnovamento della classe politica da loro esiste veramente. Scendiamo nell’America Latina e atterriamo in Venezuela, dove ci accoglie Hugo Rafael Chávez Frías, il “Presidente” più controverso degli ultimi tempi che tra sogni di una nuova Cuba e riforme

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diffusione di internet

Italia sotto la media europea

we wants Yahoo!

è collocato al diciottesimo posto nella classifica dei 27 membri dell’UE, dietro a paesi con economie ben meno svilup-pate della nostra come la Lituania (44%), la Slovacchia (46%), Lettonia ed Estonia (51% e 53%) e molto lontani da Olanda e Svezia, con percentuali di diffusione prossime all’80%. La sensibilità degli italiani per le nuove tecnologie non è certo aiutata dai provider, infatti è diffu-sissimo il cosiddetto “digital divide”, un forte divario digitale che si riscontra tra i servizi erogati dai gestori delle connes-sioni nelle aree metropolitane e i servizi con cui sono allacciate alla rete le città di provincia. Basti pensare alla banda larga, chimera della cui pubblicità siamo bombardati pressoché quotidianamente in televisione, ma che poi, concretamen-te, è disponibile per pochissimi. E inoltre

non va dimenticato che, confrontando il servizio di connessione a banda larga offerto dagli operatori italiani con quelli disponibili negli altri paesi europei, si, riscontra che l’adsl nello stivale è in me-dia più cara del 30 - 40 % e con velocità spesso ben inferiori.Ma fortunatamente esistono alternati-ve all’adsl: le reti wireless. Finalmente a fine gennaio, dopo continui rinvii e ritardi, è partita anche in Italia la gara pubblica per l’assegnazione delle bande di frequenza dei 3,5 GHz, occupate fino allo scorso anno dal ministero della difesa per scopi militari, ma che tra poco verranno sfruttate dal WiMax, tecnologia che consente l’accesso a reti di teleco-municazioni a banda larga e senza fili, in grado di coprire vasti territori con spese molto esigue. E’ una soluzione

Microsoft, uno dei pochi marchi al mon-do a non aver bisogno di presentazione, ha lanciato a inizio febbraio una mega offerta per l’acquisizione del famosissi-mo portale di ricerca e di servizi (mail, giochi, notizie sono solo alcuni esempi) Yahoo!. La cifra, quasi 45 miliardi di

dollari, ha creato scompiglio sia nelle borse di tutto il mondo che nel piane-ta internet: gli utenti della community stessa e dei vari portali di proprietà di Yahoo! (un esempio su tutti: Flickr, la popolare community dove tutti posso-no caricare le loro fotografie) si sono dichiarati molto scontenti del fatto che Microsoft abbia presentato un’offerta. Si ha il timore infatti che servizi di suc-cesso come Flickr e Yahoo! Answers

possano venire inseriti nel pacchetto di servizi Live! (il nuovo portale made in Microsoft), che già aveva provato ad imitarli con scarsi risultati.

Si pensa infatti che queste idee di suc-cesso possano venire in parte rovinate nell’annessione dalla scarsa accessibilità che paiono avere, ora come ora, diversi prodotti del “catalogo” Live!. Può anche però sembrare il tentativo

La diffusione di internet in Italia, se-condo l’Istat nel 2007 si è attestata al 43% delle famiglie: molto meno del 54% della media europea, e se teniamo presente che per questa indagine sono stati intervistati solo nuclei familiari con almeno un componente di età compresa tra i 16 e i 64 anni, beh, si può compren-dere come il dato sia stato raggiunto escludendo nonni ed anziani in generale, ossia i meno avvezzi alle nuove tecnolo-gie. Quindi si prospetta un quadro non proprio positivo...Infatti il nostro Paese, oltre ad essere molto più in basso rispetto alla media,

ormai ad un vicino orizzonte, che potrà certamente dare un forte impulso allo sviluppo e alla diffusione di internet e finalmente abbattere il digital divide, ma che nell’immediato non è fruibile.Al contrario il Wi-fi, altra tecnologia senza-fili certamente più modesta, ma con altrettanto ottime potenzialità, seb-bene si stia sviluppando non è sfruttata appieno. Attualmente è diffusa solo in qualche ateneo, cafè o bar e molto spesso non gratuitamente; senza contare che nel territorio, tranne qualche raro esempio come i centri storici di Reggio Emilia e Parma, è pressoché assente. A Milano, a fine autunno del 2007, è par-tita una sperimentazione per consentire l’accesso tramite Wi-fi da uno dei parchi più centrali e importanti della città: il Sempione. Dalle molte panchine si potrà quindi accedere con il proprio notebook ad una connesione gratuita per navigare ininterrottamente. Certamente un tenta-tivo apprezzabile di unire tecnologia e spazi verdi, che nella prossima prima-vera e in estate si rivelerà sicuramente molto gettonato. Ma l’ambito in cui, almeno all’estero, il Wi-fi è molto diffuso e segna gli incre-menti di sviluppo maggiori è quello dei trasporti. Sono infatti tantissime le tratte ferroviarie estere coperte; ad esempio, dallo scorso anno, in Francia, è dispo-

re all’avanguardia avrebbe permesso di attrarre qualche passeggero in più...Tornando alle statistiche Istat, per concludere, l’unico indice confortante dell’indagine riguarda ovviamente i naviganti più giovani; unici in linea con i coetanei degli altri paesi europei sono gli studenti e universitari, che registrano il massimo utilizzo della rete con oltre il 68% di essi. Questo trend, confrontato con l’innalzarsi dell’età crolla letteral-mente, e forse da qui, rapportando sen-za troppa malignità anche l’età, media dei nostri legislatori, si può trovare una spiegazione per il disinteresse istituzio-nale e per la lentezza e i pochi incentivi con cui lo Stato mette a disposizione dei cittadini i servizi per accedere alla rete.

Stefano Andreoli

nibile sui TGV, in Germania sugli ICE. Attualmente sugli Eurostar Italiani non è disponibile alcun tipo di wireless e anche l’ultimo nato di casa FS, il T-Biz, un treno ad alta velocità che unisce Milano a Roma in sole 4h, non ne è stato dotato... L’aspetto più curioso è che, se in Italia il Wi-fi ferroviario è totalmente assente, negli Stati Uniti son proprio le imprese italiane a diffondere questa tecnologia. Sono infatti italiani i router che equipag-geranno di una connessione wireless gratuita tutti i treni del Massachussetts usati per congiungere Worcester a Boston. Anche per il trasporto aereo si sta assi-stendo a qualcosa di simile a quanto è accaduto sui treni, con JetBlue e Virgin Air Lines che dallo scorso anno spe-rimentano una connessione gratuita cosicché i passeggeri dotati di computer portatile o di Blackberry potranno in volo collegarsi, tramite un servizio senza fili Wi-fi, ad internet, inviare e ricevere in tempo reale e-mail e instant-message. A regime il servizio è già previsto, divente-rà a pagamento con un costo approssi-mativo di circa 10 € per 3 ore, una cifra comunque relativamente contenuta... Ovviamente la nostrana Alitalia, con tutti i problemi che ha, non ha pensato di fare sperimentazioni ed innovazioni in questo senso, ma forse cavalcare l’onda e resta-

per creare un’accoppiata di successo tra la potenza (squisitamente economi-ca) di Microsoft e la creatività di Yahoo! (assieme alla forza delle sue community, molto più unite, a detta degli esperti, di Live! Space della casa di Bill Gates).

Il credibile sito da geek Wired.com ha commentato: “Due perdenti [Microsoft e Yahoo! sono rispettivamente seconda e terza nella classifica dei fornitori di servi-

zi on-line, dietro – ovviamente – a Google] possono fare un vincitore?” Chissà.

Il matrimonio, però, sembra che per ora non si debba fare: oltre alle evidente-mente scontente opinioni degli utenti del web, ci si è messa anche Yahoo! stessa che chiede alla società di Redmond più soldi per azione: 45 miliardi non bastano, per comprare il famoso portale e tutto ciò che vi è annesso, ne servono 57. Noi,

sinceramente, come la maggior parte di quelli che si sono informati a riguardo, crediamo sia solo questione di tempo: quando un’azienda “big” come Microsoft vuole qualcosa, è difficile provare ad impedirglielo. Ma se ci si mettessero gli utenti di mezzo, forse, si potrà evitare la scomparsa di marchi che tanto ci hanno fatto innamorare.

TLA

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J.K. RowlingH.P. e i doni della morte

editoreSalanipagine701prezzo23 euro voto

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Scarlett ThomasChe fine ha fatto mr. Y

editoreEinaudipagine

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voto

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editoreNewton & Com.pagine379prezzo12,90 euro voto

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editoreFeltrinelli

pagine180

prezzo12 euro

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Umberto GalimbertiL’ospite inquietante…

Mariolina VeneziaMille anni che sto qui

Giudizio UniversaledirettoreRemo Bassettiperiodicitàmensileprezzo5 euro voto

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64: un numero, un destinoLo scacco mattoal campione di sempre:Bobby Fischer lascia il mondoda re assoluto degli scacchi

dategli la sedia

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Al giornalista ingenuo che chiese a Fischer cosa significassero gli scacchi per lui, rispose: “Tutto”.

Bobby aveva imparato a giocare a scacchi a sei anni. Sviluppò le sue abilità da autodidatta e a soli 15 anni diventò campione degli USA, entrando nella categoria dei Grandi Maestri. Era estremamente pignolo nella scelta

della scacchiera, dell’illuminazione, del posizionamento delle telecamere. La sfida per il titolo mondiale del 1972 slittò di qualche giorno per la richiesta di Bobby di giocare sulla sua sedia di pelle nera che si trovava negli Stati Uniti. Le sedie islandesi non erano di suo gradimento. Il campione potè avere la sua sedia… e la sfida potè avere inizio.

Dopo la morte del suo grande mentore, Albus Silente, preside della scuola di Hogwarts, Harry Potter si ritrova smarrito e colmo di terrore, braccato dal nemico di sempre, “Colui-che-non-può-essere-nominato”, Lord Voldemort. Prima di morire l’amico e guida del celebre maghetto, Silente, aveva intimato Harry a distruggere ciò che rimaneva degli Horcrux di Voldemort, per riuscire una volta per tutte a sconfiggerlo. Il protagonista inizia così la sua nuova ed ennesima avventura, accompagnato dagli amici di sempre. Un’avventura che lo porta attraverso grandi battaglie, ma che lo costringe ad immergersi anche in profonde introspezioni e riflessioni. Splendide le ultime 200 pagine. Un consiglio: evitate di prendere visione del libro se vi siete astenuti dai capitoli precedenti…

“Uno dei romanzi più eccitanti che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni”, sostiene Jonathan Coe, illustre scrittore inglese. E la trama presenta infatti tutte le premesse necessarie per indurre il lettore ad appassionarsi alle pagine. Ariel Manto, studentessa della British University, in seguito al crollo di un edificio universitario, si imbatte in un vecchio manoscritto che ricercava da una vita: “Che fine ha fatto Mr. Y”, il titolo. Sul manoscritto grava una misteriosa maledizione e le pagine celano il sistema per viaggiare nella Troposfera, il mondo della mente. Inizia un thriller appassionante, più appassionante ancora, probabilmente, per chi è in grado di capire a fondo le varie speculazioni filosofiche, scientifiche, logiche, etiche e religiose che si intrecciano alla storia.

Il celebre filosofo apre una finestra di osservazione critica e profonda sul mondo giovanile di oggi, affetto da uno strano senso di apatia e di incertezza. La nuova generazione è costretta a osservare la propria esistenza che scorre, come guardando un film al cinema, senza reali prospettive, senza sentimento, senza pathos. Fa fatica a tessere una reale rete di rapporti interpersonali, mostra una tendenza preoccupante a vivere ogni cosa come viene, soprattutto come viene ogni giorno. L’analisi di Galimberti porta a una serie di conclusioni inquietanti, che vedono culminare questo profondo disagio giovanile nella rete della crudeltà, come dimostrano gli episodi di bullismo, di violenza negli stadi e altro ancora. Per tornare a sognare e respirare è necessario liberarsi dell’”ospite inquietante”.

Per gli amanti dei fitti alberi genealogici, “Mille anni che sto qui” è l’esordio letterario di Mariolina Venezia, autrice di origine lucana. E proprio Grottole, paese in provincia di Matera, fa da sfondo alle vicende della nobile famiglia Falcone, fra amori, tradimenti e miracoli. Attrice non protagonista è inoltre la Storia, che osserva e a volte tocca con mano le peripezie della famiglia, dall’Unità d’Italia alla caduta del muro di Berlino. La trama è intessuta dei caratteri patriarcali dei protagonisti maschili, mentre le donne si stagliano con eleganza nell’ecosistema contorto di una grande famiglia di un piccolo paese dimenticato. Fino a sfociare nell’intolleranza dell’ultima discendente dei Falcone, Gioia, che tenta di abbandonare la realtà di Grottole fuggendo a Parigi…

“Nomen omen” recita la locuzione latina, “il nome è un presagio”. E infatti cos’altro può fare una rivista chiamata “Giudizio Universale”, se non giudicare ogni cosa? Si prestano dunque alla critica 100 pagine che recensiscono ogni cosa, dal cibo ai dischi, dai libri alle mostre d’arte e che si sposta anche verso argomenti più atipici, come leggi, crimini, processi, slogan, dizionari, etc… Il mensile si avvale della firma di nomi importanti, come quello di Michele Serra, che apre ogni mese la rivista esprimendo un commento sulla scelta della copertina, quello di Massimo Fini (nella foto), che chiude la rivista con la rubrica “Elogi e stroncature”, commento a proposito della celebrità del mese. La peculiarità delle recensioni consiste nelle tre parti di cui sono composte: un articolo, una scheda e un giudizio finale espresso grazie a una particolare legenda (soli e ombrelli a testare il gradimento). Del tutto atipici sono anche i titoli delle rubriche: “Volere/Violare”, “Guadagnare/Spendere”, “Godere/Gustare”…Il tutto viene fatto con estrema ironia ed equilibrato senso critico.

Maria Giulia Morara

17 gennaio 2007, muore Bobby Fischer, famoso giocatore di scacchi, unico statunitense nella storia capace di conquistare il titolo di campione del mondo. Aveva 64 anni e il decesso è avvenuto per insufficienza renale in un ospedale di Reykjavik, Islanda.Nel 1972, proprio a Reykjavik, l’americano conquistò il titolo di campione del mondo, sconfiggendo il colosso russo Boris Spasskij in quello che venne definito “l’incontro del secolo”. Questa vittoria portava con sé molti più significati di quelli legati a un semplice successo sportivo. Era l’epoca della Guerra Fredda e il trionfo di Fischer venne interpretato come una vittoria propagandistica degli Stati Uniti contro i Sovietici, che detenevano il titolo di campioni fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Negli Stati Uniti e nel mondo intero impazzò la mania degli scacchi.Nel 1975, Fischer perse il titolo di campione del mondo, rifiutandosi di difenderlo per via del rifiuto della FIDE (Federazione Internazionale degli Scacchi) di accettare modifiche al regolamento da lui proposte. Da allora il fuoriclasse americano sparì, senza giocare una partita di scacchi in pubblico per quasi vent’anni.L’isolamento venne meno nel 1992, quando emerse la notizia della “rivincita del XX secolo”: Fischer sfidò nuovamente Spassky, trionfando un’altra volta. Attorno a quest’incontro ruotarono polemiche infinite. L’incontro si disputò infatti in Jugoslavia, che

all’epoca era sotto embargo dell’ONU, il quale prevedeva sanzioni anche per chi prendeva parte a eventi sportivi. Bobby non avrebbe potuto disputare l’incontro, ma lui lo fece ugualmente. Fischer venne incriminato e venne emesso un mandato di cattura. Il campione però sparì nuovamente, senza più tornare negli Stati Uniti.Nel 2004 l’americano venne arrestato per conto degli Stati Uniti all’aeroporto di Tokyo. Motivazione ufficiale: passaporto irregolare, ma è opinione diffusa che gli Stati Uniti non avessero mai perdonato la trasgressione delle norme imposte nel 1992.Storica la lettera che Spasskij inviò al presidente USA, che in un passo recitava: “Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti,

mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera”. In seguito al rilascio del campione, questo si ritirò in Islanda assillato dalla paranoia di essere perseguitato dallo stato americano.Bobby Fischer non era solo un giocatore. Col tempo e coi suoi successi divenne una leggenda, un personaggio mitico, capace di portare gli scacchi alla ribalta del mondo dei media. Il mondo intero, non appena si accorse della singolarità del personaggio, poté rendersi conto che, anche quando si parlava di scacchi, non si parlava di un semplice gioco.Il destino del campione è stato coerente fino alla fine. Sessantaquattro sono le caselle di una scacchiera. A 64 anni Bobby ha salutato il suo pubblico.

A.G.

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Page 19: BLOGmag Febbraio 2008

Mosca

Sognando l’estate maldiviana… tuffiamoci nel pieno dell’inverno. Questo mese voliamo a Mosca, capitale della Russia, famosa per la Piazza Rossa, il Cremlino e il freddo! Recandovisi a Marzo, che inaugura la stagione primaverile, la temperatura può raggiungere tranquillamente i -10 °C e le nevicate sono garantite! Farsi spaventare da questo e rinunciare a un viaggio del genere però non si addice ai lettori di BLOGmag, che dovrebbero essere invece stimolati all’idea di compiere un atterraggio all’aeroporto di Mosca. Le piste sono più lunghe del normale per consentire ai velivoli spazi di frenata maggiori in caso di fondo ghiacciato!

Una volta in aeroporto, occhio alla sistema di sicurezza russo: gli addetti alla dogana hanno atteggiamenti molto severi e non gradiscono che si rompa il silenzio durante i controlli, altrimenti si indispongono e rischiamo di creare mille problemi. Se siete riusciti a mettere piede fuori dall’aeroporto, beh… divertitevi. I cartelli sono tutti in cirillico quindi vige la regola tanto famosa quanto insindacabile: “o lo sai o ti arrangi!”. Non provate poi ad attraversare una strada senza esservi accertati di essere sulle strisce pedonali. Le strade sono immense e per attraversarle da un lato all’altro si fa in tempo a leggersi Anna Karenina. Non immergetevi però troppo nella lettura perché le macchine vanno a manetta e il rischio di rimanere arrotati si fa elevato.

Come muoversi a Mosca? Le strade e la metro sono congestionate dal traffico. Un metodo alternativo ci sarebbe. Tutti sanno che c’è, ma nessuno l’ha mai vista.

Si chiama Metro-2. La metropolitana segreta del Cremlino. L’ultimo mistero del regime sovietico. La volle Stalin per evacuare la nomenklatura (il gruppo di persone che occupava le posizioni di maggior rilievo) in caso di emergenza. Fu usata nel 1941, quando il regime era in serio pericolo. Oltre ai tunnel della metro segreta, i sotterranei ospitano numerosi bunker, che erano riservati ai membri del Politburo, organo esecutivo del partito comunista. Più che di bunker, si trattava di veri e propri sontuosi appartamenti.

In qualunque modo abbiate deciso di muovervi per la città, non potete perdervi la Piazza Rossa, centro di Mosca e, si ritiene, dell’intera Russia. Da questo centro nevralgico si dipartono tutte le strade della città, che poi si trasformano in autostrade. Il nome “Piazza Rossa” non è legato in nessun modo all’ideologia del Partito Comunista, né al colore rosso delle costruzioni che vi sorgono attorno. Deriva invece dalla parola russa красная (krasnaja), che significa “bello”. Sulla piazza si affacciano il lato orientale del Cremlino e la Cattedrale di San Basilio, famosa in tutto il mondo e icona russa per eccellenza.

Quando sarete al centro della piazza alzate gli occhi al cielo. Sarà un modo per fare un tuffo nel passato, quando nel 1987, in piena Guerra Fredda, Mathias Rust, aviatore tedesco, allora diciannovenne, atterrò in segno di pace col suo Cessna proprio nel luogo dove vi trovate.

MAMG

A marzo voli a/r da Roma da 240 euro, da Milano a partire da 203 euro. Offerta vantaggiosa all’aeroporto di Bologna: volo a partire da € 105,00 a/r (da controllare sul sito di Euro Fly o Meridiana a seconda della data di partenza).

dove dormireCi sono almeno 25 ostelli con prezzi a partire da 20€ in su, oltre ad una infinità di alberghi di ogni sorta. Trovare un tetto sotto cui ripararsi dalla neve a prezzi modici non sarà difficile.

cosa mangiareLa Russia è famosa per le sue zuppe. Tappa obbligatoria per il vostro palato la zuppa Borsh, un mischione fatto di brodo di pollo e molti ortaggi: patate, cavolo, peperoni, barbabietola, carote, cipolla e pomodoro.

cosa vederePiazza Rossa, cattedrale di San Basilio, museo del Cremlino e la GUM (la galleria dei mercanti). Purtroppo il mausoleo di Lenin è stato rimosso e non è più possibile visitarlo.

viaggio

quando la primavera trae in inganno

BLOGmag 34 35 BLOGmag

C M Y CM MY CY CMY K

Ascolta Ecoradio in direttaIn live streaming sul sito www.ecoradio.it

In FM a Roma 88,3 Mhz, a Napoli e Caserta 92,1 Mhz,in Calabria 104,9 Mhz

Su satellite Hotbird, Frequenza 12149, Polarizzazione Verticale,Symbol Rate 27.500, Fec: 3/4

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HaydenChristensen

Il ventisettennecanadese, dopo aver

interpretato un giovane cavaliere Jedi, sta per

trasformarsi in un hero. L’abbiamo incontrato

per parlare dell’arrivo di Jumper

Ce lo ricordiamo tutti come Anakin Sky-walker, giovane cavaliere Jedi che passa al lato oscuro della Forza assumendo, dopo un terribile incidente le minacciose sembianze di Dart Vader. Ora Hayden Christensen è di nuovo alle prese con un ragazzo dotato di poteri fuori dalla norma: David Rice, che scopre di potersi teletrasportare in qualsiasi parte del mondo. Abbandonato dalla madre all’età di cinque anni cresce in una famiglia infelice, finché non scopre il suo potere e inizia ad usarlo per fuggire dal suo passato. A vent’anni, ricco e con una vita decisamente entusiasmante – fare surf alle Fiji, uno spuntino in cima alle pira-midi e la sera per locali a Londra – sente che gli mancano le relazioni umane, e riallaccia i rapporti con la ragazza di cui era innamorato al liceo. Contemporane-amente capisce che un’organizzazione ultracattolica, i Paladini – con a capo Roland, interpretato da Samuel L. Jack-son – è sulle sue tracce per eliminare lui e tutti quelli che possiedono lo stesso potere. Abbiamo incontrato Hayden Christensen in occasione dell’anteprima romana del film. Jeans, blazer e t-shirt, occhi azzurrissimi e timidi, ci ha parlato di sogni, gossip e carriera.

Tutti i supereroi che conosciamo desiderano la normalità. È così anche per David?L’idea di Jumper è diversa dai film che siamo abituati a vedere. David ha dei superpoteri, si può teletrasportare, ma sfrutta la sua abilità solo per se stesso. Possiamo dire che si adagia nel suo superpotere, ma senza esserne troppo

consapevole. Solo ad un certo punto si accorge che gli mancano i rapporti uma-ni, e in questo si avvicina ai supereroi che conosciamo, sognando la normalità.Tu invece che cosa sogni?Io sogno continuamente ad occhi aperti, sogno di tutto. Ad esempio, mi capita spesso, nella mia azienda agricola poco fuori Toronto, di sedermi su una collina e lasciar vagare lo sguardo sulle mie pro-prietà. E allora mi metto a fantasticare sul raccolto, sui miei progetti. In questo periodo, poi, sto prendendo il brevetto da pilota e il mio sogno ricorrente è di volare.Il tuo personaggio si teletrasporta. Ma in fondo il tuo lavoro di attore ti dà un potere simile. Durante le riprese e in fase di promozione voi attori sembrate davvero ovunque nello stes-so momento.È vero, mi piace molto questa cosa perché amo viaggiare. Si può dire che da quando ho 18 anni ho la valigia pronta per partire. Però devo dire, restando in tema di sogni, che mi piacerebbe dav-vero tanto essere teletrasportato. Perché amo tanto l’idea di arrivare a destina-zione quanto non sopporto le file, gli spostamenti, il fatto di stare tante ore seduto in un aereo come passeggero. Ma devo ammettere che non mi posso lamentare: pochissimi lavori permetto-no di girare il mondo così. Per fare un esempio, ieri ero al Cairo, oggi sono a Roma e domani vado a Londra.Star Wars, Jumper e presto Virgin Territory, un film ispirato al Decame-rone. C’è un disegno preciso della tua carriera futura nei film che scegli di interpretare?Non ho un’idea chiara di cosa sia la carriera, e non posso dire di aver scelto i miei film con questo criterio. Il motivo per cui recito è decisamente egoista: fac-cio quello che amo, cercando esperienze da cui possa ricavare qualcosa in termini di esperienza.Sia Anakin sia David sono due giovani dotati di un potere più grande di loro, alle prese in qualche modo con un “lato oscuro”. Pensi che si assomigli-no?Non credo, li trovo molto diversi. Anakin è dotato di una grande ambizione, che lo spinge a considerare le sue possibilità anche più grandi di quello che non siano effettivamente. David invece è molto ti-mido, è come se mantenesse le distanze da questa cosa, questo potere che gli è come piombato addosso. Lo usa ma ne è meno consapevole, come se non ne volesse sapere niente.A David in fondo va tutto bene finchè è solo. È la sua relazione con la ragaz-za che complica tutto?È vero, la relazione sentimentale rap-presenta un problema per lui, ma non perché ha i superpoteri. Penso che molti

uomini possano identificarsi con questa situazione. Si è liberi e spensierati, apparentemente senza problemi, finchè non si trova qualcuno a cui si tiene veramente, una persona di cui prendersi cura. David apparentemente ha tutto, ma soffre l’isolamento. L’incontro con Mille gli fa capire che è arrivato il momento di crescere.Tu passi per un gran dongiovanni. Che rapporto hai con quello che i tabloid dicono di te?Non ci devo convivere poi tanto, sono cose che saltano fuori solo in occasioni come questa, con le interviste e tutto il resto. Sono una persona timida, evito di esporre la mia vita privata al pubblico, non voglio che la gente la interpreti, ci ricami su. Cerco di non farci caso, ma non posso ignorare il fato che il gossip esiste, e devo comunque prendere una posizione, venirci a patti.All’inizio abbiamo parlato di sogni. Tu ne hai riguardo alla tua professione? Con chi ti piacerebbe lavorare?Vorrei recitare con Javier Bardem, sono suo fan da quando l’ho visto in “Prima che sia notte”, film di Julian Schnabel ambientato a Cuba, in cui lui interpre-ta il poeta castrista Reinaldo Arenas. E sarebbe bellissimo girare un film diretto proprio da Schnabel, una persona che mi affascina moltissimo, un artista prima che un regista. Ho avuto l’opportunità di passare un’intera giornata con lui nel suo appartamento di New York. E poi, certo, Doig Liman: dopo “Jumper” tornerei si-curamente a lavorare con lui non appena me lo chiedesse.

Flaminia Festuccia

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© Ducati Motor Holding

CaseyStoner

Ritorna anche quest’anno più indiavolato che mai (ma anche con

più certezze) il pilota australiano della Ducati.

MotoGp in pugno?

BIO

Nascita: 16 ottobre 1985 a Southport (Australia) Stato civile: Sposato con Adriana Altezza: 1.70 m Peso: 58 kg

Carriera2007: 1° - Campionato del Mondo MotoGP (Ducati Desmosedici) 2006: 8° - Campionato del Mondo MotoGP (Honda) 2005: 2° - Campionato del Mondo 250cc (Aprilia) 2004: 5° - Campionato del Mondo 125cc (KTM) 2003: 8° - Campionato del Mondo 125cc (Aprilia) 2002: 12° - Campionato del Mondo 250cc (Aprilia) 2001: 2° - Campionato Inglese 125cc (Honda)2001: 2° - Campionato Spagnolo 125cc (Honda) 2000: Aprilia Challenge UK Champion (Aprilia) 1989-99: Vincitore di 41 titoli dirt track e long track australiano

Fin dall’età di tre anni Casey ha avuto a che fare con le due ruote. Appena compiuti 14 anni lui e la sua famiglia si sono trasferiti in Inghilterra, dove ha dato avvio alla sua carriera in pista. In Australia non gli sarebbe stato consentito fino a 16 anni. Casey riconosce che è stata una decisione difficile… ma sappiamo tutti che ne è valsa la pena.

Dall’8 all’11 gennaio a Madonna di Campiglio si è tenuto il Wrooom - MotoGP Press Ski Meeting 2008. Si tratta di un appuntamento annuale dedicato ai giornalisti di tutto il mondo per incontrare i piloti e il management del Ducati Marlboro Team.Naturalmente erano presenti alla conferenza l’8 gennaio Casey Stoner e il suo nuovo compagno di squadra Marco Melandri, da quest’anno in scuderia Ducati. I due corridori hanno mostrato la nuova livrea della Ducati Desmosedici GP8, spezzando assieme la scultura di ghiaccio che la nascondeva. Stoner ha dichiarato di essere in fase di recupero dopo l’infortunio dovuto alla caduta a Jerez che, tra l’altro, gli ha impedito di essere presente al raduno della Ducati tenutosi a Bologna il 2 Dicembre. Ha detto di sentirsi bene e ha avuto modo di dimostrarlo di recente, quando l’1 Febbraio ha abbattuto il record della pista di casa a Philip Island (Australia), girando in 1’28’’777.Il 9 gennaio ha tenuto la conferenza

stampa l’Amministratore Delegato di Ducati Corse e Direttore Generale Prodotto Ducati Motor Holding, Claudio Domenicali, che ha annunciato le novità tecniche della GP8 dichiarando: “Nel 2008 ci presentiamo con una moto che è un’evoluzione di quella del 2007, una scelta scontata dato che i punti di debolezza erano pochi”.Tra un test e l’altro, siamo incredibilmente riusciti a contattare Casey Stoner, che si trovava in Australia, e a farci rilasciare un’intervista. Ecco cosa ci ha risposto!

L’8 Gennaio in conferenza stampa hai detto che vincere il mondiale ha voluto dire toglierti un peso legato ai sacrifici dei tuoi genitori e alle difficoltà del passato.Puoi descriverci qualche difficoltà che credevi insormontabile e che invece hai superato? Beh, le difficoltà affrontate sono solo un aspetto del percorso, non vorrei che si pensasse che non ci sono stati anche momenti belli, anzi entusiasmanti, e comunque sempre accompagnati dal piacere di fare quello che amo di più fare: andare in moto. Diciamo che è stato particolarmente pesante lasciare il mio paese a quindici anni e anche la responsabilità di sapere che tutta la mia famiglia si è dedicata alla mia carriera. Aver vinto il mondiale ha reso onore a tutti gli sforzi fatti ed in questo senso mi ha tolto un peso. Non ho mai creduto che ci fossero difficoltà insormontabili, ma momenti difficili sì. Per esempio, nella seconda parte del mio primo anno in MotoGP, prima di passare in Ducati, le cose non sono state facili, ma io non ho mai smesso di credere in me stesso; ed ha funzionato, evidentemente.Hai mai avuto paura di risalire in moto dopo un incidente? Non particolarmente…Ti piace andare in moto anche quando non gareggi o preferisci usare altri

mezzi? In realtà non ho molto tempo al di fuori delle gare per andare in giro in moto per divertimento. Quando sono in Europa, ovvero per la maggior parte del tempo, per spostarmi uso la macchina, mentre quando sono a casa in Australia preferisco stare in mezzo alla natura e andare in bicicletta piuttosto. Hai mai fatto un incidente stradale? Assolutamente no!Quale pensi che sia la vittoria più bella della tua carriera?Non ho una vittoria preferita in assoluto, ma ce ne sono diverse che hanno avuto un significato particolare. La vittoria in Turchia l’anno scorso è una delle mie gare favorite, perché penso di aver guidato bene e fatto pochi errori. Anche quella di Laguna Seca è stata così. Quella che mi ha dato le sensazioni più forti nel corso di tutto il week-end è stata quella della vittoria del mondiale, in Giappone, mentre quella che veramente ho vissuto con gioia e con animo sereno è stata quella successiva alla vittoria del titolo, il GP di casa, in Australia. Ecco, lì sul podio, davanti alla mia gente, ho sentito davvero una grande felicità. Qual è la peggiore delusione della tua vita (sportiva e non) fino ad oggi? I giudizi affrettati di certe persone, ma penso che sia una cosa che si trovano

ad affrontare tutti prima o poi nel corso della vita. Quello che conta è non farsi abbattere e continuare a seguire le proprie scelte e principi!Che consiglio daresti a un giovane aspirante pilota che volesse seguire le tue orme? Cominciare presto, allenarsi molto ed essere determinati verso l’obiettivo.

A cura di Andrea Garreffa

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Astralwerks - Dfavoto

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etichetta

Hot ChipMade In The Dark

Ritornano i nerd più tamarri della musica

elettronica: oltre a farci ballare, hanno

anche un cuore d’oro!

Hot Chip

Non toccategli gli occhiali

L’aspetto da secchioncelli primi della classe o da maschietti amanti della tec-nologia in tutte le sue forme non è certo un impedimento per fare della buona musica. Proprio per questo abbiamo selezionato un po’ di artisti da tutto il mondo che magari non ci scommetter-esti; ma fanno i musicisti.

Kings Of ConvenienceSi fa presto a parlare del figaccione (Eirik Glambek Bøe) di questo conosciutissimo duo norvegese. Indie (pop) per cui, noi vi parleremo dell’altra figura del gruppo: Erlend Øye è un vero e proprio sfigato di successo. Sguardo perso nel nulla, occhiale alla Mike Bongiorno e fronte spaziosa… Erlend certo non è il divo più amato dalle groupies. Ma ha stile ed è pure bravo. Oltre ai successi ottenuti col gruppo norvegese (ci ricordiamo tutti brani come Misread e I’d rather dance with you), ha cantato anche con una altra band simbolo della Norvegia (i Roeyksopp) e ha creato una band senza line up che sta ottenendo un discreto successo: i Whitest Boy Alive.

My Awesome MixtapeDalla Norvegia torniamo nella nostra penisola (più precisamente a Bologna) per conoscere i My Awesome Mixtape, un gruppo indie con attitudine dance-floor che ama definirsi “Bologna Geek Dancers”. Il soprannome direbbe già tutto, noi aggiungiamo qualche altra loro caratteristica: sono giovanissimi per davvero, si vestono come dei veri nerds con un cuore di pezza attaccato ai vestiti (la spilla è un vero gadget da collezionisti, in versione rossa o gialla) e hanno venduto 1000 copie del loro disco in un solo mese (un vero successo per un gruppo indie). Ah, nei prossimi due mesi suoneranno in tutt’Europa: Fran-cia, Germania, Polonia, Lussemburgo… complimentoni!

Lightspeed ChampionÈ ora il momento invece del power pop un po’ folk di Lightspeed Champion, buffo personaggio di colore proveniente dal Regno Unito che prima faceva parte del gruppo post-hardcore Test Icicle. Anche lui non può ovviamente sepa-rarsi dalla montatura più che antica dei suoi occhiali da vista, mentre il nome di questo progetto (il cantante in realtà si chiama Devonte Hynes) si dice venga dal nome del protagonista dei fumetti che lo stesso Hynes disegnava sul suo libro di matematica ai tempi della scuola. Di sicuro la foto dove posa insieme alla chitarra e a un cerbiatto (?) finto vestito in pantaloncini corti e camicia scozzese lo dipinge veramente come il più sfigato dei nerd…!

1. Out At The Pictures. 2. Shake A Fist. 3. Ready For The Floor. 4. Bendable Poseable. 5. We’re Looking For A Lot Of Love. 6. Touch Too Much. 7. Made In The Dark. 8. One Pure Thought. 9. Hold On. 10. Wrestlers. 11. Don’t Dance. 12. Whistle For Will. 13. In The Privacy Of Our Love.

un po’ la propria ragione di vita). Dopo una selezione da loro mixata, la fantas-tica DJKicks, è arrivato il momento del terzo lavoro degli Hot Chip, quello che speriamo possa rappresentare per loro la consacrazione quantomeno per quanto riguarda il passaggio dei loro brani nei club di tutto il mondo.

Un buio luminosissimoL’album si intitola Made in the dark. Viene da chiedersi il perché di questo titolo, ma una cosa è sicura: dopo il buio viene sempre la luce e, se il disco è stato “prodotto nell’oscurità”, tutte le canzoni di questo lavoro sembrano luminosissime. Touch too much ha tutte le potenzialità necessarie per essere uno dei dischi dell’estate 2008, perché è pop, perché è incalzante, perché è allegra e perché è un brano di una forza impres-sionante che non fa altro che crescere. L’inizio in serie, invece, è uno di quelli che ti fa cantare e ballare. Tutti corrono sul dancefloor quando il dj suona brani come la rock Out At The Pictures e la più techno Shake A Fist. Quando si svia sull’elettronica di Ready For The Floor, poi, tutti sono contenti e vanno a nanna col sorriso. E ascoltando il lentissimo finale di In the privacy of our love, very LCD Soundsystem style.

Marco Cantelli

Ready for the floorNel caso degli Hot Chip, il talento nas-costo è ovviamente quello della musica. Niente pop tranquillo o rock per persone clonate in serie: questi cinque ragazzi di Londra si scatenano, e fanno scatenare chi li ascolta, sulle note di un’elettronica divertente e giocattolosa, inquinata da sonorità hip-hop disperse qua e là e da un ritmo dance punk incalzante che non smette di farci muovere la testa. I più in-formati di voi conosceranno sicuramente l’album precedente di questi strani soggetti: il secondo disco del gruppo (The Warning) ha sfornato due must come Over and Over e Boy from school, due pezzi amati da un pubblico enorme e ballati ai concerti dai più sfegatati rocchettari ai più tamarri del gruppo (passando per l’alternativetto super ag-giornato che fa di gruppi come questo

Guardateli in faccia. Sono proprio i più nerd della classe: occhiali con mon-tature giganti, sguardo da smanettoni dell’informatica e vestiti larghi o fuori moda (dedichiamo un minuto di silenzio per la camicina bianca a righe azzurre). Ma se la nostra mamma è stata brava, la prima cosa che nella vita abbiamo impa-rato è: mai fermarsi alle apparenze. E se quindi abbiamo capito che la pro-fessoressa esternamente tutta carina e buonina in realtà è la persona più cattiva e vendicativa del mondo, avremo anche le capacità per capire quali incredibili ca-pacità si celano dietro il secchione-tutto-informatica apparentemente interessato solo al suo mondo.

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La Crusalbum e tour per dare l’addio ai fan

La Casa AzulPop giapponese...dalla Spagna!

HugaflameThe Ting TingsR.E.M.

Sono tre ragazzi di provincia che grazie a Internet, senza alcun contratto discografico, hanno raggiunto il successo con il loro album Facce da Huga, scaricato gratuitamente da più di 30.000 fan sopratutto adolescenti. Così il terzo lavoro della band, dopo pochi giorni, diviene il disco indipendente più scaricato in Italia. “Quello che volevamo era far circolare in maniera libera e indipendente la nostra musica” dicono gli Hugaflame. Nel frattempo la band sta già impostando un tour per il 2008. Sul loro sito www.hugaflame.com è possibile scaricare gratuitamente l’album.

I R.E.M. hanno finalmente reso noto il nome del loro 14° album: Accelerate, che uscirà il prossimo 28 Marzo in tutta Europa e il 1° Aprile raggiungerà anche gli Stati Uniti (sotto etichetta Warner Bros Records). Accelerate è il primo album in studio della band dopo Around The Sun (2004) ed è già inziato il conto alla rovescia per l’uscita del disco sul sito internet www.ninetynights.com. Nel frattempo i R.E.M. hanno pubblicato il primo singolo estratto dall’album in uscita, Supernatural Superserious, e a febbraio saranno headliners al Langerado Music Festival in Florida.

Dopo quasi quindici anni di carriera i La Crus (Mauro Ermanno Giovanardi e Cesare Malfatti) hanno deciso di sciogliersi, e per salutare i loro fan hanno pubblicato un nuovo album: “Io non credevo che questa sera”. Il disco è anche affiancato da un tour in tutta Italia. Chiacchierando con Mauro, voce del gruppo, gli abbiamo rivolto qualche domanda.

Come mai spesso avete scelto di collaborare con grandi musicisti e cantautori?I La Crus sono sempre stati un progetto più che una band vera e propria, per questo abbiamo sempre concepito i pezzi in studio, non ci siamo mai trovati in una sala prove a suonare. Così i musicisti che collaboravano iniziavano a suonare quando il disco era già finito e suonare con altri artisti ci piaceva perché era un modo per scambiarci idee.Già dai primi dischi abbiamo visto la presenza costante di Cristina Donà: cosa vi lega a lei?Proviamo per Cristina un’ammirazione e una stima molto profonde, oltre al fatto che a lei ci lega una grandissima amicizia di lunga data. Abbiamo iniziato a cantare assieme e abbiamo scoperto che molti pezzi si sposavano bene con i nostri timbri di voce, così è iniziato tutto.L’ultimo album è una raccolta di vecchi successi live e qualche inedito: questi ultimi come sono nati e di cosa

parlano?Beh, l’unico riferimento fondamentale è l’autobiografia: che cosa resta dei La Crus. Ci siamo ritrovati dopo tanto tempo e abbiamo registrato sette pezzi. Di questi sette ne abbiamo scelti tre, quelli che ci sembravano dessero una maggiore compattezza al disco. Ad esempio Mentimi è molto raffinato, con particolari sonorità, è un pezzo molto più intimo e pure il testo ci piaceva particolarmente.Come mai avete scelto un album e un tour per dire addio ai vostri fan?Mi sarebbe dispiaciuto lasciare questa parte della mia vita incompiuta, come se sfumasse all’infinito. Così con questo disco, molto “onesto” da un punto di vista intellettuale, abbiamo deciso di chiudere, piuttosto che andare avanti

senza una meta definita… è come un amore che finisce: non ha senso continuare facendosi le corna.Il tuo album da solista, o i progetti di Cesare, potevano essere visti come un preambolo del vostro scioglimento?Un po’ si. Per me è stato molto importante realizzare quel disco perché non ho mai avuto questa opportunità. In questo modo ho fatto cose che non ero mai riuscito a fare.Adesso come proseguirà la vostra vita, musicalmente parlando?Ognuno porterà avanti i propri progetti. Io personalmente sto già lavorando ad un nuovo disco e ho già alcuni pezzi in cantiere. Anche perché cantare è l’unica cosa che so fare (ride).

Matteo Fallica

Una delle cose più interessanti che provengono dalla Spagna tra 2007 e 2008 di iberico sembra avere ben poco. I La Casa Azul sono sì di Barcellona, cantano sì in spagnolo, ma le influenze sono ben più ampie, e si spostano tra la musica pop e easy listening degli anni Settanta e le sonorità eurodance Settanta o Novanta. Senza dimenticare quei rumori giocosi mooolto giapponesi che si sentono durante tutta la durata del disco: i più tecnici parlano di Shibuya-kei, un genere di musica pop giapponese nato proprio nel famoso quartiere di Tokyo (Shibuya). Quello che tutti notano è sicuramente l’estetica molto retro del gruppo, a cominciare dal video de La Revoluciòn Sexual, brano che dà il titolo al quarto lavoro della band, assolutamente da non perdere e divertentissimo (cercatevelo su YouTube!). I La Casa Azul sono un’idea del famoso produttore e dj spagnolo Guille Milkyway, già creatore della famosa campagna pubblicitaria di Mtv

Spagna “Amo a Laura” (un successone mondiale, se vi ricordate) e autore di parecchi apprezzati djset di pop indipendente tra Spagna e Giappone (nonchè delle sigle di programmi tv per bambini, Club Disney sempre nello stato dei chorizos). E’ lui, in realtà, il gruppo: David, Clara, Sergio, Óscar e Virginia sono solo “musicisti di facciata”.In ogni caso l’esperienza che dà il disco è abbastanza allegra e videogiocosa; addirittura delle volte lo è così tanto che viene da pensare che con tutta questa allegria e questi testi stupidelli e ridaioli non si riesca ad arrivare alla fine del

disco. La Revoluciòn Sexual, è il singolo perfetto, uno di quelli che fa ancora vendere i dischi, molto robotico (“are you ready to go?”) e ballabile. Tutto il resto sono pezzi allegri che molto spesso ricordano gli storici Pizzicato Five (Una cosa o dos), testi dolciastri resi spiazzanti dalle musichine che li accompagnano (El momento más feliz, una delle cose che funzionano di più di tutto il disco: El momento más feliz es cuando un martes / Hay Champions Y Deco se sale / Y aplasta a Mourinho en la semifinal e canzoni combat-pop (Prefiero No... ma esisterà il combat-pop?).

TLA

Il loro ultimo singolo, Great DJ, è suonato dalle più importanti radio del Regno Unito e loro, i Ting Tings, sono sui più famosi giornali di musica, fra cui NME. Sono nati quasi per caso, così come le loro canzoni piene di energia che spesso sono frutto degli errori di Katie White (voce e chitarra del duo) e Juled De Martino (batteria). Il loro obbiettivo è quello di creare il Perfetto Album Pop, cancellando ogni canzone che, dopo un’ora di registrazioni, non è ancora riuscita bene. E forse ce la stanno facendo, visto il loro enorme successo raggiunto in poco più di un anno. Per saperne di più e ascoltare qualche loro pezzo: www.myspace.com/thetingtings

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A cura di monsieuranonyme, deFe, BoH, M. Fallica

Coppia assodata

musicboxI’m just a mum!

Crazy Band

Echovoto

***

etichettaautoprodotto

voto

*****

etichetta

Bodogvoto

****

etichetta

RadioheadIn Rainbows

Wu-Tang Clan8 Diagrams

MorcheebaDive Deep

Ad essere in Guy [n.d.r.: Ritchie, produt-tore, regista e fidanzato di Madonna], non saremmo tanto contenti: la sua mogliettina, infatti, sembra sempre essere più presa (speriamo solo artisti-camente parlando) da Eugene Hutz, il frontman dei Gogol Bordello che tempo addietro proprio lui le fece conoscere. Dopo qualche concerto assieme, arriva la comparsata sul red carpet della berlinale. Proprio al Festival del Cinema di Ber-lino, infatti, la cantante presenterà il suo primo lavoro da regista (Fith & Wisdom), che vedrà protagonista proprio lo sden-tato cantante, il cui gruppo ha prodotto anche diversi brani della colonna sonora. E se pensate che Hutz debba tutto al suo talento più che al suo fascino vi sbagliate di grosso: i boss di Gucci l’hanno adorato per il suo gipsy style durante la presentazione della collezione autunno inverno 2008/2009. I Gogol saranno in concerto in Italia ad aprile.

Piccoli fan dei Blur, ci speravate eh? Invece il quartetto londinese rimane fermo. Damon Albarn, Graham Coxon, Alex James e Dave Rowntree si erano sì incontrati a cena, ma così, per fare due chiacchiere. Nessun disco all’orizzonte, nessuna tournee in vista, nessun ritorno di Coxon tra i membri della band. E quindi dobbiamo accontentarci di tutti i progettini vari, Gorillaz, buoni, cattivi e regine. Ma nessuno ha smentito un futuro ritorno… Potrebbero volerci anni quindi, come ha detto lo stesso Coxon, ma prima o poi i creatori di Song2 pare possano tornare assieme!

Della gravidanza della popstar in declino J.Lo si parla da tempo… Prima della nascita dei pargoletti abbiamo saputo (oltre al peso very latin della nostra amata) i nomi dei due gemelli (Max ed Emme) e che verranno alla luce in un lussuoso ospedale newyorchese. Ora però possiamo parlare di un nuovo bebè! Ad essere di nuovo incinta è, dopo neanche due anni dopo il primo parto, la cara Gwen, che pare debba rimandare il ritorno sulle scene con i reggae-rock No Doubt. Un altro ritorno che pare saltare, per ora, un’altra mazzata per tutti gli amanti dei gruppi storici!

Ci sono voluti sei anni, ma finalmente il Wu-Tang Clan, uno dei collettivi più prolifici e ispirati di tutta la storia hip-hop, è tornato a regalarci qualche sporca perla hardcore. Passiamo dal downtempo di Take It Back, al sound “pulp” e cinematografico di Rushing Elephants e Sunlight. Ma gli otto newyorchesi non si dimenticano del soul e sfornano Life Changes, che sembra essere già storia. Il singolo The Heart Gently Weeps, con Erykah Badu, fa un po’ intenerire. (http://www.myspace.com/wutang)

I Morcheeba tornano alle origini abbandonando il sentiero pop per tornare alla calma che li aveva contraddistinti alle origini. Dopo l’abbandono della cantante Skye, il gruppo ha dovuto ricorrere a un collettivo di cantanti. Questa situazione e il suono dell’album li avvicina molto ai Massive Attack. Il disco in se è un ottimo lavoro, anche se pecca un po’ di mancanza di originalità. (http://www.myspace.com/morcheeba)

Neanche i più abili impressionisti sarebbero stati capaci di dipingere arcobaleni così stupendi. In Rainbows sembra davvero un quadro che continuamente abbozza emozioni ed ambienti, sensazioni e colori. 15 Step e Weird Fishes/Arpeggi rievocano corse infinite, addolcite da chitarre malinconiche. Le amniotiche All I Need e House Of Cards percorrono lenti sentieri, riscaldati dalla voce di Yorke. Se alla fine non vi viene da piangere, beh, allora non avete il cuore.(www.myspace.com/radiohead)

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© Gianluca Moro

© TLA

last.fm chartsI cinque brani ed i cinque artisti

più ascoltati (per numero di ascoltatori)nella piattaforma di social music

più grande al mondo.

BaustelleAmen

…a Toys OrchestraDolcezza e sogni nei dischi e grande carica sul palco: ecco un’orchestrapiena d’inventiva

14th floorvoto

**

etichetta

FinkDistance And Time

The WombatsProudly Present…

Music Busvoto

****

etichetta

brani

artisti

Interscopevoto

***

etichetta

Geffenvoto

***

etichettaNinja Tunevoto

*****

etichetta

The HivesThe Black And White...

Mary J BligeGrowing Pains

Facto DelaféLa Luz De La Mañana

voto

genere

etichetta

Pop

Warner

****

Dubsteptutta da ballare da un anonimo londinese

Burial

Francesco Bianconi e Rachele Bastrenghi (in compagnia di Claudio Brasini) continuano, nel loro quarto disco, a mischiare, con una destrezza impressionante, testi difficili e impegnati all’ironia retro che da sempre li contraddistingue.Il pop d’autore che guarda al passato ma che include il presente (un presente fighetto di sushi e borse Dior) e che si slancia verso il futuro come ci piace a noi, in sostanza. È pertanto inutile raccontarvi un disco che assumerà sfaccettature diverse nell’intimo di ciascuno di voi…Qualcuno ne coglierà gli aspetti poetici, altri quelli sarcastici, altri ancora i lati più politici, sociali. A noi sono piaciute tantissimo Antropophagus, cinica, moderna e pop; la recitata canzone country contro il Panico!; tutte le citazioni di Baudelaire (“Vivere per sempre. Ci vuole coraggio. Datti al giardinaggio dei fiori del male” è sublime). Dopo l’elenco delle canzoni migliori, eccovi l’ultima banalità: è il disco più bello dei Baustelle.

Mary J Blige torna dopo tre anni con un nuovo album e nulla sembra cambiato rispetto a prima. Il disco racconta una storia d’amore sfortunata. Si inizia con ritmi quasi funk di pezzi come Just Fine, si evolve con canzoni strappalacrime come Fade Away per poi ritrovare la pace in Come To Me nel finale. Un album come questo rasenta la perfezione e dovrebbe essere l’obiettivo di tutte le cantanti del genere.(http://www.myspace.com/maryjblige)

Un artista anonimo che crea brani dubstep tutti da ballare. Trattasi del progetto Burial, proveniente direttamente da Londra…L’anonimato e la provenienza (nonché le grafiche associate ai suoi dischi) ci ricordano un po’ i Gorillaz, ma le somiglianze si fermano qui. Per capirlo basta ascoltare il primo Burial e la recente uscita Untrue (negli storse dalla fine dello scorso anno): trattasi di continua evoluzione dubstep (un mix di suoni dub-reggae, garage e drum’n’bass) infarcita di richiami house e soul. Ne nasce un disco veramente alternativo rispetto ai classici suoni da ballare, un qualcosa che serve sia a scatenarsi (magari in un posto a scelta tra un locale molto fighetto e uno molto alternativo!) che per rilassarsi, specie se nel bel mezzo di un lungo viaggio automobilistico effettuato di notte. Untrue è un disco ambient di grandissimo effetto, tanto che in molti hanno scomodato il paragone con i Massive Attack di dieci anni fa.Magari è una cosa un po’ azzardata, ma se è vero che ogni periodo ha l’eroe che si merita, beh, questo Burial ha davvero tutte le carte in regola per sfondare.

Il 19 Gennaio scorso a Bologna si sono esibiti gli …a Toys Orchestra (gruppo indie rock italiano) per presentare il loro terzo album Technicolor Dreams, album assai ricco di melodie frizzanti assieme a malinconici accordi di piano fusi a creare un disco che, come dice il nome, è pieno di sogni. Prima del concerto abbiamo fatto quattro chiacchiere con il gruppo…Come mai il nome …a Toys Orchestra?All’inizio pensavamo fosse suggestivo come nome: ognuno di noi suonava un po’ di tutto e nessuno in maniera accademica, quindi Orchestra ci sembrava un nome adatto… però un po’ più “giocattolo”, così abbiamo aggiunto il resto!I vostri testi sono in inglese, a cosa è dovuta questa scelta?Abbiamo iniziato a suonare dieci anni quando eravamo dei ragazzini. Per cui siamo partiti dalle cover in inglese dei gruppi che ci piacevano per poi continuare con pezzi nostri in inglese… e paradossalmente abbiamo raggiunto un punto di non ritorno, perché non

saremmo capaci di fare qualcosa in italiano.I vostri video sono sempre molto originali e stravaganti, a chi vengono le idee?Le idee sono del nostro regista, Fabio Longo. Lui sa interpretare quello che noi siamo, creando un feeling perfetto tra video e musica. Nell’ultimo album sono molto più presenti le parti di pianoforte. È una cosa voluta?No. Già per il primo disco (Job), avevamo iniziato a scrivere la maggior parte dei pezzi al pianoforte, ed è rimasto più o meno quello lo strumento con il quale riusciamo a comporre meglio, almeno fino ad ora. Nel disco ci sono comunque un sacco di altri strumenti.Preferite essere un gruppo da concerti o da disco?Di sicuro c’è momento per fare il disco, e un momento per suonare; Il momento in cui vuoi creare è il momento giusto per fare il disco, perché sei stimolato a pensare all’evoluzione che possono avere le canzoni, quindi sei calato al massimo in quella parte. Adesso invece dobbiamo fare sì che le canzoni dal vivo escano nella maniera più umana e calorosa possibile.

Avete già suonato in altri Paesi oltre all’Italia?A febbraio uscirà il disco in tutta Europa dato che abbiamo avuto la distribuzione europea e già da Aprile dovremmo uscire dall’Italia. L’estero sotto questo profilo finalmente si è sbloccato, anche se già prima avevamo partecipato alla colonna sonora di un film americano grazie a Dustin, il nostro produttore.Come mai avete scelto I Am The Walrus come brano per la compilation tributo ai Beatles? Per quella compilation ci avevano proposto due pezzi, ma noi eravamo molto impegnati a lavorare al nostro secondo album. Poi, abbiamo scelto I Am The Walrus. In due giorni ci siamo riuniti e abbiamo fatto tutto, velocemente e artigianalmente. E la resa è stata molto bella, spontanea. E forse era proprio così che doveva essere.

1. Bodysnatchers – Radiohead (24,956)2. Nude – Radiohead (24,167)3. All I Need – Radiohead (23,819)4. Jigsaw Falling… - Radiohead (23,668)5. 15 Step – Radiohead (23,525)

1. Radiohead (102,151)2. The Beatles (80,529)3. Red Hot Chili Peppers (69,498)4. Muse (61,513)5. Coldplay (59,033)(dati relativi al periodo 14 – 20 Gen)

Gita scolastica a Barcellona? Non prendetevi la paella: è surgelata (per quella c’è Valencia). Compratevi il cd dei locali Facto Delafé y las flores azules, un trio indie che merita davvero. Il loro secondo lavoro è un mix di trip-hop, sonorità pop-come-va-tanto-di-moda e il meglio dell’hip-hop anni Novanta. Rime tanto dolci e giocoleresche (cercateli su YouTube) che poi ascolti cose come Muertos, Desde el este e El indio e cosa succede? Che sei felice.(myspace.com/factodelafeylasfloresazules)

Che soddisfazione! Un gruppo rock non fighetto che ti fa venir voglia di muovere la testa velocissima e di scuotere tutti i tuoi lunghissimi capelli! Tre anni dopo Tyrannosaurus Hives, gli svedesi riescono ancora a migliorarsi: e sono punk, mooolto punk. Tick Tick Boom è il sottofondo ideale per una pubblicità di un festival (provate anche voi a pronunciare con la voce impostata una dozzina di nomi di gruppi mentre ascoltate questa canzone: vi divertirete non poco). (myspace.com/thehives)

Di cosa ci eravamo dimenticati? Del secondo lavoro di Fink (Brighton, UK), che viene dopo quel primo disco dal titolo Biscuits for breakfast di cui forse vi ricorderete la spelendida Pills in my pocket. Ecco, memorizzate quel brano bellissimo e moltiplicatelo per nove. Perchè se amate la musica acustica non vi resta che spegnere la luce, chiudere gli occhi e respirare. E aspettare la neve, se volete. Perchè brani come Trouble’s What You’re In, This Is The Thing e If Only ne hanno davvero bisogno.(www.myspace.com/finkmusic)

I Wombats sono quel genere di gruppo che se diventano mediamente famosi (Franz Ferdinand?), lo fanno attraversando due fasi. Uno: la critica musicale scomoda paragoni esagerati e/o imbarazzanti nei loro confronti. Due: i club pseudo/alternativi passano i loro pezzi in maniera continuativa. A guide to love, loss and desperation è banale come la figura di Vissani che taglia la carne col machete ad Uno Mattina. Come immagine non è male, diverte. Ma te l’aspetti.(myspace.com/thewombatsuk)

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Afternoon Sea

Se ti siedi ti cancello

Alcol test portatile

Un pc dinamico

Suonatori d’aria

What’s hot...or not?piccolo spazio tra l’utile e l’inutile

A cura di Niko Scagliarini e Lorenzo Bovini

Un gruppo di designer inglesi stava pensando a come fare un mobile da ufficio originale ed è arrivata l’idea: usiamo le matite! Ovviamente ci si dovrà sedere dalla parte delle gomme e non della punta. Il risultato è decisamente insolito e coloratissimo. Rimane un dubbio: la comodità? Questo divanetto potrà essere vostro per la modica cifra di 1200 £.(www.boex.co.uk)

Nel nostro mondo dominato dal grigio capitalismo ormai tutto deve essere griffato e certificato, indipendentemente dal nostro stile. E questo vale anche per metallari, rockettari, rockabilly e mimi di tutto il mondo. E’ per questo la celeberrima air guitar è stata impacchettata e messa a disposizione di tutti gli amanti degli assoli.Per sole £ 2,95.(www.gadgetsshop.com)

Dopo l’invasione delle famosissime 30mila paperelle di gomma naufragate nel 1992, che hanno portato un contributo non indifferente ai nuovi studi sulle correnti marine, oltre ad essere diventate oggetto di collezione dal valore inestimabile (ben 100 dollari a pennuto), approdano il 31 gennaio sulle spiagge britanniche migliaia di pacchetti dei popolarissimi biscotti McVitie’s Digestive. I buonissimi biscottini, in tutte le loro varianti, sono finiti sulle spiagge del Lancashire, a seguito dell’incidente occorso al traghetto Riverdance, incagliatosi sugli scogli al largo di Blackpool un giovedì di fine gennaio.I biscotti in questione risultano essere l’unica debolezza di Michael Essien, centrocampista del Chelsea, che proprio non riesce a vivere senza i suoi McVitie’s Chocolate Digestive, tanto che se li fece addirittura spedire dalla ex fidanzata Cassie Summer durante gli ultimi mondiali di calcio perché in Germania non li trovava.Chissà se le scatole si sono bagnate e se i biscottini sono ancora buoni da mangiare, magari accompagnati da una calda tazza di tè delle cinque, che fa molto british. Bagnati o no, l’importante è che la tragica notizia non arrivi alle orecchie del bomber del Chelsea impegnato negli scorsi giorni per far trionfare la sua nazionale nell’Africa Cup of Nations in Ghana… potrebbe non prenderla tanto bene!

GiodeG

Se siete sovrappeso, giocare a calcio sul pc non vi farà dimagrire… A meno che non usiate questo. Si tratta di una scrivania con un tapis roulant al posto della sedia: così potrete fare esercizi anche mentre usate il vostro computer! Ha velocità regolabile, anche se è consigliabile marciare. Questa scrivania d’acciaio può essere vostra per soli (!) 6500$.(www.engadget.com)

Alla faccia dei posti di blocco, dell’amico depresso perché non può bere e delle prodezze di quello che ha-bevuto-ma-si-sente-figo-quindi-guida-lui-e-si-stampa-alla-prima-curva. Pratico, tascabile, tranquillizzamamme e anche salvachiappette, uno splendido etilometro tascabile non può mancare nel cruscotto di nessuno. Per £7,95. (www.gadgetsshop.com)

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l’esercito del couch-surfingUn modo economicoper girare il mondo:arrivanoi “saltatori di divani”!

A Milano, tutti gli sport street sem-brano aver trovato finalmente casa. Il 19 gennaio 2008, in via Cevedale 5 (ci si arriva in un attimo con la metropolitana, fermata Maciacchini), è stato inaugurato il TIMtribù village, luogo che vuole es-sere il teatro ospitante per eccellenza di tutto ciò che significa cultura urbana.Nato dentro (ed attorno) al Trinity Skatepark (oltre 2000 associati), questo enorme spazio di oltre 3000 metri quad-rati ospita, oltre al già citato skatepark, una pista da break, un campo da basket acrobatico (con trampolini annessi!), aree parkour, artistica e teatro, uno studio di registrazione e un palco per concerti (oltre al successo dell’evento di apertura, con contest di skate e di freestyle, sono già stati fissati diversi eventi per il mese di febbraio e marzo, tutti visionabili sul sito www.timtribuvillage.it).Aperto tutti i giorni, lunedì escluso, fino alle 24, il villaggio ha anche un mini-ho-tel capace di ospitare diversi mini-gruppi di ragazzi... una buona occasione, per chi non vive a Milano, per coniugare la visita della città (proprio qui vicino si trova anche la nuova sede della Triennale) alla pratica dei propri sport preferiti, che, spesso, nelle città di tutt’Italia non possono essere praticati per carenza di spazi, in particolare per quanto riguarda skate e parkour.L’ingresso al villaggio è ovviamente gratuito; per tutti quelli poi che hanno bisogno di materiale tecnico per lanciarsi nel proprio sport preferito c’è anche un area shop con tutto il necessario.

Per accedere al magico mondo del surf-da-divano basta registrarsi al sito, effettuando la compilazione di alcuni dati personali per elaborare un minimo di presentazione del soggetto. E qui arriviamo alla domanda scontata, ma tutto sommato legittima: quanto può essere affidabile un sistema del genere?Va bene avventurieri, ma resta pur sempre un salto nel buio; si arriva in qualche contrada sperduta (che poi magari è Milano, ma vabbè) con lo zainetto in spalla e si bussa alla porta nella vaga speranza che il divano esista davvero e non ti ridano in faccia quando esordisci con: “Ehi! Io sono quello del Couch Surfing! Come va?!”. Couch che?O invece no. Scenari evangelici in cui si accoglie a braccia aperte lo straniero, più o meno derelitto dopo trentasei ore di traghetto e otto di treno, e ci si scambiano doni e dolci tipici dei rispettivi paesi d’origine. E’ arduo rimanere seri quando ci sono

in ballo divani e zainetti, ma i numeri sono chiari e attualmente i couchsurfers sono la bellezza di 400.000: anche i più diffidenti, dunque, dovranno arrendersi all’idea che il progetto funziona, e come tale offre delle garanzie. Per la sicurezza degli utenti è stato elaborato un regolamento estremamente preciso, che prevede ad esempio la maggiore età per accedere al servizio. O ancora, al termine di questi “soggiorni” sia l’ospite che il padrone di casa scrivono una sorta di “resoconto”, che permette ai membri della community di farsi un’idea su entrambi. Mi casa es tu casa e siamo tutti una grande famiglia insomma, una volta di più ritorna la sensazione che il mondo sia davvero sempre più piccolo. Eppure resta ancora molto da vedere e da capire, e 400.000 couchsurfers sono in viaggio proprio per questo.

Chiara Panzeri

In principio furono gli ostelli. Baluardo classico del viaggio low-cost, sono stati i tipici luoghi di sosta per generazioni di ragazzi, esausti e stremati dopo lunghi, mirabolanti itinerari. L’ostello come crocevia di ragazzi da tutti i paesi e, come tale il fulcro di nuove esperienze, conoscenze, amicizie… amori!? E se questi angoli di mondo, che accolgono genti in nomadismo provvisorio, fossero ormai fuori moda? La pratica del viaggio “alternativo” si apre a nuove frontiere e si ripropone in versione casalingo-digitale: date il benvenuto al Couch Surfing, un nuovo modo di alloggiare durante le vostre peregrinazioni.Il termine significa letteralmente “saltare da un divano all’altro” (abbiamo detto divano, e comunque non c’è nessun sottinteso scabroso) e si lega ad un progetto nato nel 2003 ad opera di

Casey Fenton, l’enfant prodige di due hippies del New Hampshire. Casey è un programmatore appassionato di viaggi e ha sfruttato la sua abilità informatica per creare una risorsa a disposizione di chi, come lui, ha voglia di sperimentare e di guardarsi attorno. Trattasi di una community presente in Internet (www.couchsurfing.com), con cui persone di diversi paesi possono mettersi in contatto tra loro, creando così una multietnica società virtuale. E fin qui, non si tratta di chissà quale innovazione dirompente. La novità è per l’appunto il couch: i membri della comunità mettono a disposizione il proprio divano per altri utenti della stessa, qualora si trovassero in viaggio dalle loro parti. Il tutto, naturalmente, senza alcun compenso in denaro. Per questo motivo il Couch Surfing è stato esaltato come un’alternativa preziosa per tutti coloro che desiderano girare il mondo, ma non dispongono di un patrimonio illimitato. In realtà, i promotori di questo progetto ribadiscono che si va oltre il lato economicamente vantaggioso della cosa, e che c’è sotto un valore molto più umano. Si concentrano in particolare sul fatto di offrire ospitalità a qualcuno che è sostanzialmente uno sconosciuto, di mettersi in gioco di fronte all’altro, e anche sulla possibilità di stringere dei rapporti tra persone lontane, ma che condividono interessi comuni. C’è anche da dire che entrare nelle case della gente è un modo di conoscere culture differenti molto più efficace e diretto di qualsiasi guida turistica in merito.

TIMtribù village:cultura street

a Milano

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point of view

dark ladies,enchantée!

vademecumper una vita spericolata

BLOGzapping

Spesso si crede che alcuni movimenti, come quello dark, siano un mondo lontano anni luce dalla nostra vita. In realtà le cose stanno diversamente e anche l’universo dark è lentamente diventato di massa. Il termine cultura dark, che in Italia viene erroneamente usato per indicare chi fa parte del movimento gotico, trae le sue radici dall’Inghilterra degli anni 70-80 ispirandosi alla letteratura del XIX secolo,

all’esoterismo e al tetro. Allungando lo sguardo al di fuori della nostra finestra domestica ci si rende conto che i goth non sono poi così lontani da noi: basti pensare ai dettagli androgini dei capi delle vetrine, al trucco e allo smalto nero delle ragazze o alle acconciature a cresta dei ragazzi. Anche la musica con i recenti Tokio Hotel e il loro ambiguo stile sono ormai un must negli iPod di tutti noi. In materia di cinema non si può

poi non citare Tim Burton che è riuscito a rivisitare questo genere con i successi di The Nightmare Before Xmas e Edward mani di forbice; per non parlare di altri capolavori quali Il Corvo e The Rocky Horror Picture Show. Cercando di non rimanere in superficie, allora, ci si rende conto che non esistono ghettizzazioni bensì diffidenza e spesso ignoranza.

Si può resistere ad un pericolo che attrae? Forse sì, ma se il pericolo in questione ha un volto (e un corpo) da reato allora anche il più sano dei propositi avrà la stessa probabilità di riuscita dei matrimoni di Jennifer Lopez. Già, perché le Dark Ladies del pericolo hanno fatto della seduzione un mestiere e la propria firma. Sono belle, dannate, spietate e disilluse. Spedendo in soffitta Biancaneve e Cenerentola, con buona pace di Lorena Bianchetti, si sono abbandonate ad ogni sorta di vizio e perdizione. Come? Ecco un breve vademecum per cercare di rubare loro lo

scettro… pardon, il forcone!

Nascere nella famiglia giusta: Asia ArgentoÈ indubbio. Dark Lady non lo si diventa. Lo si nasce. E se esistesse una qualsiasi lotteria genetica a tal proposito Asia Argento (all’anagrafe Asia Aria Anna Maria Vittoria Rossa Argento) non avrebbe rivali. Figlia del regista horror Dario Argento, Asia ha passato l’infanzia con mosche di velluto grigio, fantasmi dell’Opera, sindromi di Stendhal e gatti a nove code come compagni di giochi. Insomma, gli ingredienti (e l’habitat)

fortunato XXX, prostituta d’alto borgo promossa a prima cortigiana nel Marie Antoinette di Sofia Coppola. Il suo cognome sarà pure Argento, ma in fatto di inquietudine l’oro è assicurato!

Sposare una rockstar dannata: Courtney LoveNon si è una vera dark lady senza una rock star (d’annata e dannata) al proprio fianco.Courtney Love lo sa bene; ma lei il titolo se lo è sudato sin dall’infanzia con così tante sfighe che a confronto Candy Candy e Georgie erano delle principianti; nell’ordine: il violento divorzio dei genitori, i riformatori, le case di correzione e l’adolescenza nei rihab. A 15 anni passa da spogliarellista a leader delle Sugar Baby Doll. Ma è la sua tormentata vita sentimentale a farle conquistare il titolo di bella e dannata del rock: prima sposa Falling James Moreland, leader travestito del gruppo punk Leaving Trains poi Kurt Cobain (per i pivelli che non lo sapessero ancora: leader e anima dei Nirvana). Il loro matrimonio, come da vera tradizione mariana è tutto sesso, droga e rock‘n roll. Ma quando Cobain viene trovato morto Courtney si ritrova con una figlia a carico e una ricchissima eredità. Il cocktail è micidiale: la Love precipita nel baratro della tossicodipendenza. Così dopo qualche flop discografico e piccole

c’erano tutti. Sul ruolo della ragazza introversa e complicata Asia ha costruito una carriera e, con molta probabilità, nell’arco dei prossimi 270 anni nessuno riuscirà a strapparle il titolo di dark lady italiana per definizione. Del resto non si può certo negare che il titolo se lo sia conquistato sul campo. Di lei, infatti, dicono nell’ordine: che abbia fatto sesso sul set sotto la telecamera imperturbabile di papà Dario, che abbia baciato con passione il muso di un rottweiler nel film di Abel Ferrara Go Go Tales, che sia riuscita a sedurre (e abbandonare) il figlio ribelle di Hollywood Michel Pitt, che il suo portentoso rutto alla tavola della regina Maria Antonietta alias Kristen Dunst a Versailles sia stato uno dei più fragorosi che la storia del cinema ricordi e (giusto per non farsi mancare nulla) che nell’anno 2007 nessuno dei suoi sei pretendenti sia riuscito a terminare con successo la propria performance sessuale. Très chic. Insomma, Asia Argento, come una sorta di Milingo della cinematografia, non ha mai smesso di far parlare di sé. Il suo curriculum parla chiaro: figlia succube di un padre incestuoso nel 1992, paraplegica irrequieta in Perdiamoci di Vista, rapinatrice maliziosa in Viola Bacia tutti, squillo doppiogiochista con Abel Ferrara, seduttrice assassina per Vin Diesel nel

comparsate cinematografiche (una su tutte la moglie eroinomane di Larry Flint) la carriera di Courtney sembra essere a terra. Tuttavia la sua priorità ora resta la sopravvivenza minata da una forte sete di autodistruzione e dolore. Noi facciamo il tifo per lei.

Flirtare con i peggiori: Rose McGowanSul podio della nostra classifica un po’ dark e un po’ pink non poteva che esserci la musa e il vanto di Robert Rodriguez: Rose McGowan. Se è dark lady che volete diventare è lei che dovete imitare. La sua carriera inizia con due black comedy: era la scolaretta che in Amiche Cattive cercava di nascondere l’assassinio di una collega. Poi a consacrarla arriva un altro ruolo esoterico: nel 2001 i produttori di Streghe, stanchi dei capricci e del caratteraccio di un’altra bella e dannata di Hollywood, Shannen Doherty (era Brenda nel telefilm cult Beverly Hills, ma fu cacciata anche da lì) cercavano una sostituta. Rose era la persona giusta e la sua relazione da prima pagina con il satanico Marilyn Manson ne faceva la candidata ideale. Dopo la relazione con Manson, finita per “stili di vita differenti”, è un altro uomo a farne la fortuna: il regista Robert Rodriguez che, complice Tarantino, le regala un ruolo di primo piano nello schizofrenico GrindHouse con una protesi bellica che ha fatto la gioia di tutti i disabili e gli invalidi del Mondo. Ma una vera dark lady può questo ed altro: si vocifera, infatti, che il legame tra la McGowan e Rodriguez sul set sia stato più che strettamente professionale. D’altronde le avranno pure amputato una gamba (sul set) ma quando si tratta di portafoglio la testa le rimane sempre ben ancorata al collo!

Salvatore Zeola

Febbraio è sempre stato il mese del Carnevale. Lo sa bene la tv italiana che in questo periodo si prepara a trainare il carro (pesante e floreale) di San Remo. Il festival dei pensionati e della canzone italiana quest’anno ha una parola d’ordine: svecchiamento. E le novità sono parecchie, a cominciare dalla conduzione: Pippo Baudo. Anche la formula sarà innovativa con l’originale presenza di due vallette: una bionda e una mora. La lista dei big in gara, poi, è ricca di giovani promesse del panorama musicale italiano: Little Tony, Toto Cotugno, Michele Zarrillo, Amedeo Minghi…Insomma, speriamo che gli organizzatori abbiano una buona scorta di bombolette d’ossigeno terapia dietro le quinte! Grande assente della kermesse sembra essere Mike Buongiorno. Il suo ufficio stampa ci informa che era troppo impegnato a dare la caccia alle marmotte del Cervino per partecipare. Ma siamo sicuri che la Rai saprà riproporcelo presto in altre nuovissime trasmissioni per non farcene sentire troppo la mancanza. Per fortuna ben altre novità arrivano su Mtv: torna MTV The Most tutti i lunedì in prima serata alle 21.00. Protagonisti di questa serie saranno 8 grandi icone musicali: Madonna, Justin Timberlake, Spice Girls, Britney Spears, Take That, J.Lo, Micheal Jackson e Kyile Minogue. A condurre il tutto l’irriverenza di Francesco Mandelli, al secolo “Nongio”. In tema di irriverenza continua l’imperdibile appuntamento con la black family più pazza d’America: su E!Etertainment ogni sabato alle 22.30 i nuovi episodi di Snoop Dogg rap in famiglia!

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Musical/ThrillerTim Burton

Johnny Depp, Helena Bonham-Carter, Alan Rickman, Sacha B. Cohen

22 febbraio117 minuti

*****

Genere:Regia: Cast:

Uscita:Durata:Voto:

Sweeney Toddnon dimentica e non perdona

Data di nascita:

serial thriller

Luogo di nascita: 14/11/1979

Berdyansk, Ucraina

Particolare da non sottovalutare: questo film è un musical

dalla Russia con amore

Questa bella fanciulla non solo ha graziato le passerelle con la sua bellezza ma numerose copertine di giornali e varie campagne pubblicitarie, una fra tutte quella della “Yamamay”. Ucraina di nascita, vive a Parigi e progetta di trasferirsi a New York con suo marito. Cinematograficamente parlando, si è appena affacciata nel business e un bel visino come il suo non viene ignorato a lungo: oltre ad aver recitato in un paio di pellicole prodotte per la televisione, ha collaborato all’ambizioso progetto Paris, je t’aime e ha finalmente visto un successo più ampio recitando in Hitman. Pare che ora le venga concessa una rara opportunità, quella cioè di diventare una Bond girl nel prossimo - esatto, lo avete indovinato - film di James Bond. Inutile dire quali orizzonti le si potranno schiudere con un trampolino come questo, anche se non pare sia dotata di un’eccellente capacità di recitazione, o almeno, non sufficiente a corrispondere al suo aspetto. Tutto lascia supporre che non nutra una vera passione per il cinema, e che lei sia soltanto destinata l’ennesima meteora. Certo ci auguriamo di essere nel torto, ma non sarebbe la prima volta. Ammiriamola finché può lei e possiamo noi, quindi.

Patti chiari fin dal principio: i produttori sono stati scaltri a pubblicizzare questo film come “l’ultimo di Johnny Depp” o “l’ultimo di Tim Burton”. Cose ovviamente vere, ma costoro omettono il non trascurabile particolare che questa pellicola è un musical. Cantato. I personaggi cantano dall’inizio alla fine, e solo ogni tanto parlano. E dato che questo non è l’unico fattore che può scoraggiare qualcuno dal vederlo, è meglio che sia chiaro. Se apprezzate il musical o almeno lo sopportate, passiamo al prossimo fattore discriminante: Broadway. Questo è

un film tratto da una delle migliori opere mai inscenate da un maestro del genere, Stephen Sondheim, e le tre ore di spettacolo sono diventate poco più di una nella pellicola. Ultimo scoglio: violenza. Ci sono carrettate di sangue, scene macabre e morti atroci. Raus ai deboli di cuore e fuori i sensibili alla vista di dita mozze. Se avete il gusto e lo stomaco, procediamo… Questo benedetto Sweeney Todd non è altro che un’opera gotica sulla vendetta, carica di misantropia, di quelle che servono a Burton come valvola di sfogo

per liberarsi dal buonismo che permea e costringe lui e il cinema moderno. Qui non cadono delle teste come in Sleepy Hollow; a precipitare in un angusto condotto fino a un tragico destino sono, pensate, corpi interi. La storia, degna nella modalità e nei temi delle più auliche delle opere, tratta la vita di Benjamin Barker, un innocuo barbiere della Londra vittoriana che dopo essere stato sbattuto in Australia ai lavori forzati per quindici anni torna a casa per scoprire che il perfido giudice che lo aveva condannato ha inventato tutte le accuse per prendersi sua

moglie, e in seguito sua figlia. Il povero barbiere assetato di vendetta adotta lo pseudonimo di Sweeney Todd e riapre la sua bottega sopra il pulcioso negozio della signora Lovett, una pasticciera in declino. Tra i due nascerà un’orrenda alleanza e non ci saranno sedicenti rivali italiani o vili tutori dell’ordine capaci di fermarli. Basteranno loro stessi, come ironicamente recita la morale, e non mancheranno nemmeno i colpi di scena nel durante. Le canzoni sono superbe e per la prima volta Johnny Depp canta con la sua propria ugola: stupisce tutti

con una puzzola morta nei capelli in “uno dei ruoli più impegnativi di tutta Broadway”. Imperdibile Sacha Baron Cohen, che come sempre ruba la scena, Alan Rickman, anche lui impareggiabile, e ovviamente, un Tim Burton al massimo della sua forma storica che ha valso a questo film ben tre nomination all’Oscar. Che sono anche poche. Gustatevi dunque questa come un pasticcio di carne, assaporandone attentamente il ripieno. Sempre che sia di vostro gusto.

Gd00

Quando non c’è solo il tempo da ammazzare, talvolta il cinema ricorre ai serial killer. Poveri psicopatici dall’infanzia travagliata che liberano la società da un notevole numero di membri per sbarcare il lunario o per soddisfare qualche bisogno. Questi figuri prediligono armi di distruzione (possibilmente da taglio) per lasciare un segno nella storia del cinema, o più probabilmente nel corpicino degli sbarbatelli di turno che in branchi affollano questi film, per poi uscire decimati o non uscire del tutto. Tra le armi storiche ricordiamo il guanto con le lame al posto delle dita, il machete, il tipico coltellaccio da cucina, un gancio da macellaio, il bisturi, i rasoi da barbiere e infine la fin troppo stereotipata motosega. Ci sono assassini più raffinati, che magari uccidono per trasmettere

una lezione di vita e ci sono i grandoni che uccidono perché… Beh, uccidono e basta. E perché è così interessante vedere gente squartata dall’energumeno di turno? La risposta saccentona è che è un modo per attuare una catarsi scaturita dal mezzo filmico. Una sfumatura più volgarotta sarebbe “perché spacca vedere la gente morta e ti auguri magari che possa capitare al professore bastardo o al compagno di classe odioso”. Il filone dei serial killer è bene o male uno dei capisaldi del cinema, facile a diventare cult, e un po’ come i suoi più affezionati protagonisti, nonostante i critici lo massacrino puntualmente, spesso ritorna a mietere vittime nei nostri cinema con rinnovato ardore. Perché i serial killer sono sempre con noi, magari nascosti dietro la porta che avete appena chiuso.

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Ugly Betty

Tin-tin indaga anche in sala

Le vhs vivono ancora

Il giovane Fidel

sci-fivoto

*****

genere

dramedyvoto

****

genere

Planet Terror

John RamboS. Stallone

Azione

voto

***

genere

durata93 minuti

Regia:

Regia: Rob. Rodriguez

Regia: Silvio HortaNon è un paese...

commediavoto

****

generefantscienza

voto

***

genere

drammaticovoto

*****

genere

JumperPersepolisRegia: Paronnaud & Satrapi Regia: Doug LymanRegia: Joel & Ethan Cohen

cinebox

Uno dei miti di sempre è tornato per dire al mondo che da qualche parte, esistono ancora gli eroi dei film d’azione di un tempo. Nello specifico, il povero John Rambo se ne stava tutto pacioso pacioso nel suo ritiro a Bangkok quando si sente in dovere di salvare un gruppo di volontari catturati dalla milizia Burmese per i quali si sente responsabile. La trama fondamentalmente è tutta qui, senza ulteriori complicazioni se non magari di carattere morale. Un film sempre in linea con la saga di Rambo, brusco e carico di azione spicciola come tutti i fan del genere si aspettano. Stallone è sempre in forma fisicamente (anche se i suoi 61 anni li vediamo tutti) e fa una discreta figura nel dirigere quello che sarà molto probabilmente l’ultimo film del forzuto veterano. Imbarcatevi in un divertimento nostalgico senza troppe pretese, salutando una figura in tramonto che aveva tanto significato e che ora torna per salutare con cameratesco affetto i suoi fan di un tempo.

Gd00

Trama delle più classiche e un tripudio di tutto ciò che rende l’America uno schifo: armi batteriologiche, reduci di guerra, zombie antropofagi e fanciulle discinte, qualcuna pure tendente al saffismo (effettivamente l’ultima parte non è poi così male, ed è ancora meglio quando schizzano litri e litri di sangue yankee). In una calda notte texana i suddetti reduci liberano le suddette armi nell’aria, trasformando le persone in purulenti esseri antropofagi in rapida decomposizione. Si salvano in pochi, ma chiaramente i migliori: El Wray, il più cazzuto dei guerriglieri paramilitari, che cavalca una minimoto col fucile a tracolla senza perdere credibilità (anche se è un tappo con la pancia alcolica e tatuaggi da galeotto), e Cherry, ballerina gogo dai numerosi e numerati talenti sprecati con un kalashnikov incorporato. In due contro il mondo e alla guida dei pochi superstiti verso una presunta cura e una presunta salvezza. Gli ottimi interpreti sono pescati ad hoc dal magico mondo delle serie, e sono accompagnati da una colonna sonora ripetitiva ma irresistibile. Inutile poi anticipare lo psycho-cameo di Mr. Tarantino. Come dire, un magistrale delirio di “sesso & carnazza” accompagnato alla migliore tradizione di citazioni e humour del duo “Grindhouse”. Assolutamente consigliato anche ai cinefighetti che guardano solo film di spessore. Magari è la volta buona che si divertono anche loro. O forse no.

Niko Scagliarini

Fidel Castro non si è né clonato né ringiovanito. Questa foto è dell’attore Demián Bichir, che avrà l’arduo compito di interpretarlo nel film “Guerrilla”, scritto e diretto da Steven Soderbergh, assieme a Benicio Del Toro nella parte di Ernesto “Che” Guevara. Se avete presente il volto di Del Toro, sapete che bastano un paio di baffetti e poco altro per entrare nel personaggio. Il film racconterà il viaggio a New York del celeberrimo rivoluzionario con il basco per tenere il suo storico discorso alle Nazioni Unite. Si prospetta un film estremamente interessante su un argomento mai approfondito al cinema.

A causa di un buffo incidente, tutte le videocassette del piccolo negozio di due amici vengono smagnetizzate, lasciando i clienti a bocca asciutta.Ma questo insignificante contrattempo non ferma certo i due baldi giovani (Jack Black e Mos Def) i quali, con poveri mezzi, decidono di rigirare di sana pianta film come “Ritorno al futuro”,”Ghostbusters”, “A spasso con Daisy”, “Robocop” e altri. La sorpresa è quando scopriranno che i loro film riscuotono addirittura maggior successo che le videocassette originali. Scritto e diretto da Michel Gondry (“Se mi lasci ti cancello”, “L’arte dei sogni”).

Apriamo il nuovo angolo sulla serie tv del mese in cofanetto (un titolo così lungo da mettere ansia) con uno dei successi 2007: Ugly Betty (prima stagione). Può esistere un giornale di moda che non sia infarcito dal perbenismo de Il diavolo veste Prada? Claro que sì, si chiama Mode e ha appena assunto la bruttina ma diligente Betty Suárez. Daniel Meade, il belloccio mangiamodelle appena promosso alla direzione del magazine, non è subito entusiasta (Betty è la prima assistente

Chi di voi si ricorda di un personaggio chiamato Tin-tin?Protagonista di un fumetto belga, sempre accompagnato dal suo fido cagnolino e da uno scorbutico capitano, andava incontro a svariate avventure piene di intrighi e di misteri. Da questi fumetti sono stati tratti innumerevoli film animati e due serie televisive. Un successivo salto di qualità è imminente. Pare infatti che la Weta digital, la casa di produzione di effetti speciali nota per la saga de “Il signore degli anelli” e “King Kong”, per dirne solo due, abbia iniziato i lavori di preproduzione a ben tre – diconsi tre - lungometraggi animati (una prima volta assoluta per questa società) sfruttando ovviamente tutte le più moderne tecnologie di performance capture per le quali è famosa: già si vocifera che Andy Serkis (Gollum e lo scimmione arrampica palazzi) sia a bordo con un ruolo primario, forse il capitan Haddock. Questo progetto sarà patrocinato nientemeno che da Spielberg e Peter Jackson, che cureranno la regia dei film assieme ad un altro ancora ignoto collaboratore. La Weta ha molto da fare quindi, perché oltre che a questo sta lavorando anche a “Avatar” di James Cameron e prossimamente a “Lo Hobbit”.

sulla quale non porrà… le mani); poi si ricrede (e per fortuna). Segreti, malvagità, morti misteriose, rinascite (!) sorprendenti e quel tocco di Queens (Hilda, sorella maggiore di Betty, è tremila volte più tamarra di J. Lo, mentre suo figlio Justin è il più stiloso bambino della storia) che non fa mai male: umorismo, drama e noir si mischiano e il risultato è più che soddisfacente! (tla)

Superbo lavoro degli infallibili fratelli Cohen, il film tratta di una caccia all’uomo per una questione di soldi, dei vari personaggi che vi sono coinvolti e delle faccende in sospeso fra loro. Dialoghi magistralmente scritti e un’interpretazione meritevole dell’Oscar da parte di Javier Bardem (un cacciatore di taglie che uccide con una pistola ad aria compressa) sono gli indiscussi punti di forza di questa pellicola.

Un lungometraggio animato di cui molto si è sentito parlare negli ultimi tempi, basato su un fumetto di grande impatto narrativo, il quale a sua volta è il rendiconto della vita dell’autrice. La protagonista sarà testimone di vari eventi storici iraniani e delle conseguenze che questi avranno su di lei e sulla sua famiglia. Film potente e carico d’innocenza, fa riflettere e affascina anche con il suo stile grafico.

Cosa succede quando un anomalia genetica permette alle persone di potersi teletrasportare da una parte all’altra del globo? Si ottiene un film frenetico, capace di sfruttare in gran parte il mezzo cinematografico. Si assisterà alla lotta tra questi “saltatori” e coloro che li vogliono morti. E, come si può immaginare, è una lotta senza confini, con largo impiego di effetti speciali. L’autore di “Mr. e Mrs. Smith” alla regia per un gradevole action movie.

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Page 31: BLOGmag Febbraio 2008

The Mars Volta

Mercoledì 27 Febbraio

quanto costa

dove

29 euro

Alcatraz, MI

Ambra Iovinelli, RMquanto costa

25 euro ca.

dove

Ubu Re d’Italiadal 4 al 20 Marzo

Flaminio, RMquanto costa

dove

Rugby - Italia - ScoziaSabato 15 Marzo

dateboxLa Linea, BOquanto costanulla

dove

Ernest, Venerdì 7 Marzo

Music Drome, MIquanto costa16 euro

dove

Nada SurfMercoledì 5 Marzo

da 22 euro

Direttamente dagli States approdano a Milano i The Mars Volta con l’unica data italiana, il 27 febbraio all’Alcatraz. L’even-to è accompagnato dall’uscita dell’ul-timo album “The Bedlam in Goliath” disponibile dal 28 gennaio. Per chi non li conoscesse già, il gruppo nasce nel 2001 negli U.S.A. da Omar A, Rodriguez-Lopez, Cedric Bixler Zavala, dopo lo scioglimento degli “At The Drive-in”. Tra i fondatori c’è anche Jeremy Michael Ward che muore a Los Angeles nel 2003. Il gruppo è particolare proprio per la di-versa provenienza dei componenti (Stati Uniti, Messico, Porto Rico e Haiti…). La varietà e la multietnicità animano anche lo stile musicale della band che spazia tra i generi con influssi rock, salsa, punk, fusion, dub… Anche la loro formazione è variegata. Si ispirano, infatti, a Bjork o Mahavishnu Orchestra come a Led Zeppelin, Pink Floyd, Santana ed Hen-drix, artisti, questi ultimi, dei quali è ben evidente l’influenza rock anni ’70 in pezzi come Amputechture. Il gruppo dichiara anche di essere influenzato da tutti i campi dell’arte come il cinema, la lette-ratura e la pittura di cui amano Fellini e Jodorowsky, Pasolini, Max Ernst. Libertà stilistica e sperimentazione sono quindi gli aspetti che caratterizzano i “The Mars Volta” dei quali però la massima resa è nei live, famosi per le loro jam session che li rendono sempre diversi l’uno dall’altro. Anche per questo il concerto milanese è degno di nota; e per tutte le notizie che ancora mancano è sempre possibile andare sul sito ufficiale della band (www.themarsvolta.com)!

Claudia Mastroroberto

Come l’anno scorso, si rinnova la collaborazione tra il Festival Internazionale del Fumetto BilBolBul, giunto alla sua 2a edizione, e BLOGmag. L’appuntamento di quest’anno è un

incontro-aperitivo, alle 18.30 alla Linea di Piazza Re Enzo, che vedrà protagonisti i ragazzi di Ernest, (ndr, la virgola è compresa nel nome!), un gruppo di tre giovani fumettisti indipendenti. Si definiscono “come una festa in giardino a fine maggio con i palloncini colorati sugli alberi, i segnaposto scritti a mano e gli amici che arrivano con torte salate e dolci fatti in casa; “ernest,” produce albi a fumetti, libri, cd e riviste sui tramezzini e su altri argomenti bizzarri”(http://ernestvirgola.blogspot.com/).

Sedici anni di carriera e non sentirli: tra i gruppi di rock alternativo che vengono dagli States, i Nada Surf (un trio che proviente direttamente dalla Grande Mela) sono sicuramente tra i

più allegrotti (e sono molto teen...!). In questa serata presenteranno i brani del loro quinto album in studio (Lucky), uscito proprio in questo mese. E magari qualche successo del precedente The Weight Is A Gift, come l’incalzante Concrete Bed e la struggente, malinconica e bellissima Always Love (che abbiamo ascoltato anche nella tracklist del film Disturbia).

Come ci ha abituato nei suoi precedenti spettacoli e nel programma Che tempo che fa condotto da Fabio Fazio su Raitre, l’attore friulano Paolo Rossi confronta la situazione attuale del nostro Paese con i testi classici del teatro. Questa volta è la volta di una rilettura dell’Ubu Roi di Alfred Jarry, un testo di grandi potenzialità simboliche rappresentato da tantissime generazioni di attori in tutto il mondo. Sarà dunque Padre Ubu, maschera grottesca e arrogante del

potere, a denunciare il vuoto culturale e politico della nostra società, senza lasciare da parte anche la stupidità di certe convenzioni sociali.

Come ogni anno, si ripropone, nel nostro stadio del rugby (e sulle frequenze de La7) una delle sfide clou del Sei Nazioni di rugby. Una delle partite per le quali l’Italia non parte con gli sfavori del pronostico (la nazionale azzurra è infatti ancora troppo distante - sulla carta - dalle blasonatissime Francia e Inghilterra), dove c’è la possibilità di regalare ai tantissimi tifosi italiani una vittoria casalinga contro una squadra con, comunque, una grande storia.

Parisse e compagni lotteranno con grinta e classe, come già avvenuto nei precedenti scontri, per portare a casa un prezioso successo.

BLOGmag 58BLOGmag 58 59 BLOGmagNumero Verde 800 261580 www.avis.it ASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANI SANGUE

SE NELLA VITA SEI UN TIPONEGATIVO O POSITIVOA NOI NON IMPORTA.

Paola deve la sua vita a Maisha, donatrice di sangue AVIS da 6 anni. Paola ha un nuovo compleanno da festeggiare, un fidanzato da abbracciare, un futuro nuovo, anche grazie ad AVIS.

CHI DICE CHE I LEGAMI DI SANGUE NON CONTANO, SI SBAGLIA.

AB-

A-GRAZIE

PREGO

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Questo potrebbe essere il mese delle grandi occasioni. Nessuno potrà fermare il vostro umore da prima di Broadway!

Il vostri ormoni taurini mandano segnali di fumo… Tranquilli, qualcuno li leggerà e verrà in vostro soccorso!

Il piacere e i vizi costano soldi cari Gemelli, e voi in questo periodo di ma-gra proprio non potete concedervelo!

L’ozio è un lusso che non potete permet-tervi, specialmente in un momento così delicato per la vostra pagella.

La vostra pelliccia ha bisogno di una per-manente. E’ vero che l’orizzonte è buio, ma mai dire mai!

Questo mese sarete più devastanti di un alluvione. Portate con voi il salvagente per non andare a fondo!

Errare è umano. Perseverare è diabolico. State giocando un po’ troppo con il fuoco. Ma il rischio vi piace tanto…

E’ vero che lo Scorpione ama gli habitat aridi e secchi, ma il deserto sociale che avete creato attorno a voi è il Sahara!

Arco e frecce non vi serviranno a nulla. Questo mese la sfortuna sarà implaca-bile! Azz…

I primi frutti di un anno che per voi sarà strepitoso si cominciano a raccogliere proprio ora! Venere è nel vostro segno.

Potete finalmente dire addio alle avver-sità di Saturno Contro. Ma è ancora presto per brindare! Meglio rimboccarsi le maniche.

Un acquario, anzi un oceano di egocen-trismo colpirà la vostra indole assetata di successo. Dissetatevi, dissetatevi sempre di più!

sandbox BLOroscopoa cura di Paul Pox

gemelli

cancro

leone

vergine

bilancia

scorpione

sagittario

capricorno

pesci

acquario

BLOG cùl in àriaa cura di Valerio Gironi

nerd alla riscossaa cura di Salvatore Zeola

profili leggere al contrario!

ariete

toro

RISPOSTE:1) A = 2; B = 1; C = 3 2) A = 1; B = 2; C = 3 3) A = 2; B = 3; C = 1 4) A = 3; B = 1; C = 2 5) A = 1; B = 3; C = 2

Da 15 a 12 punti: Santo subito!Complimenti. Nemmeno Marcello Lippi con la Nazionale avrebbe saputo fare di meglio ai Mondiali. Trasformare un anatroccolo in un cigno è impresa riuscita fino ad ora solo alla Fata di Cenerentola e al dietologo di Geri Halliwell. E non sono esempi da sottovalutare.

Da 11 a 8 punti: Talent Scout.Ti impegni e hai buona volontà. Certo la missione non è sicuramente facile, ma sei sulla buona strada per far salire il tuo amico nerd agli onori della cronaca

Ognuno di noi ha in classe un compagno secchione pluriaccessoriato di monociglio e brufoli, oppure un’amica cozza convinta ancora che il silk epil sia il nome di

1. Il motto di ogni nerd è “essere e non apparire”. Ma per essere popolari a scuola la filosofia è out e il look è essenziale. Da dove inizi il suo restauro?a) Parti dalla globalizzazione, che nel 2008 non è solo Internet ma anche parrucchieri, creme antibrufoli e solarium.b) Il guardaroba: via maglie della salute alla Mr Bean; sì a jeans e RayBan alla Beckham.c) Sostituisci dal suo planning settimanale le ore di microbiologia con party e dinner. La mattina avrà argomentazioni molto più interessanti dei microbi anaerobici.2. Ogni nerd che si rispetti è ossessionato dal sesso, ha una cotta per la sua vicina di banco e non si è mai dichiarato. Come fare?a) Deve entrare nel giro di amicizie di lei; magari facendo colpo proprio sulla sua amica cozza. b) Passaparola docet. Metti in giro la voce che l’altra sera lui ha sedotto tre amiche universitarie di tuo fratello.

Appena la scuola lo verrà a sapere sarà lei a farsi avanti.c) Lo costringi a proporsi in maniera delicata con una scusa qualsiasi: “Ti aiuto a ripassare?”.3. Ogni secchione spera un giorno di diventare rappresentante d’istituto. Sogno sempre infranto da candidati più belli e simpatici. Come puoi impedire che i manifesti della lista nerd siano usati come aeroplani da tutta la scuola?a) Fai fuori i manifesti degli altri candidati prima che loro possano strappare via i suoi.b) Inventi uno slogan autoironico. Ridere di se stessi è l’arma migliore.c) Vai dalla preside e denunci una campagna con tali colpi bassi.4. E’ risaputo che le pagelle dei secchioni sono infangate da un neo: il 6 in ginnastica. Cosa fare?a) La pratica porta alla perfezione. Costringi tutti a fare i cambi durante le partite. Così anche lui potrà essere promosso dal centro-panchina al centrocampo.

b) Corrompi la tua prof. di educazione fisica.c) Durante i compiti pomeridiani lo costringi a fare dieci flessioni ogni volta che azzecca la risposta giusta (cioè sempre).5. Pur amando la tecnologia la rubrica telefonica di ogni nerd è così misera che a confronto Leopardi potrebbe essere un pr del Pineta. Come rimedi?a) Scrivi il suo cellulare sui muri dei bagni.b) Informi la scuola che inviando le domande dei compiti a questo numero riceveranno la risposta esatta in 3 secondi.c) Spargi la voce che il tuo amico lavora come pr nella discoteca più fica della zona.

scolastica. Quello che ti occorre è solo un po’ più di convinzione, un pizzico di fiducia, un paio di strisce depilatorie e un barattolo di Topexan.

Meno di 7 punti: Missionario in Libano.Non ci siamo proprio. Ti stai lanciando su un campo minato senza protezioni! Il tuo compagno nerd ha già toccato il fondo! Non occorre che tu lo aiuti a scavare ancora più in basso. La missione è fallita; speriamo almeno che se lo sforzo non è valso per far ottenere 10 in educazione fisica al tuo amico sia almeno servito a te per una sufficienza in matematica.

Anche questo mese altre due ricette semplici da fare e adatte per tutti i party casalinghi… provare per credere!

TORTA SALATA DI ZUCCHINEE PANCETTAIngredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia, 500 grammi di ricotta fresca mista, 2 zucchine grandi (mezza tagliata a rondelle, le altre tritate), 250 grammi di pancetta dolce a cubetti, 1 tuorlo, 1 cucchiaino di sale, 1 macinata di pepe, 1

spicchio d’aglio.

ProcedimentoUna volta lavati e tritati i ¾ delle zucchine fatele soffriggere insieme alla pancetta con un filo d’olio e l’aglio. Legate quindi in una bowl il vostro soffritto con la ricotta, aggiungete il tuorlo e il pepe e amalgamate bene. Foderate con la pasta sfoglia una teglia e farcite la vostra torta con il composto. Infine cuocete in forno a 180 gradi

ventilati per 40/50 minuti e il gioco è fatto… non resta che addentare! MOUSSE CLASSICA AL CIOCCOLATOIngredienti: 250 grammi di cioccolato

fondente, 150 grammi burro, 8 uova intere, 1 albume d’uovo.

ProcedimentoSciogliere a bagnomaria il cioccolato e il

burro. Lasciare raffreddare e incorporare uno per volta, sempre mescolando, gli 8 tuorli. Montare in parte a neve ben ferma i nove albumi e incorporarli lentamente al composto con movimenti dall’alto verso il basso per evitare che smontino. Mettere il tutto in frigo per una notte e il giorno dopo potrete armarvi di cucchiaini e gustare la vostra opera!

uno sciroppo per la gola. Sono i nerd. Sapresti aiutare il tuo compagno sfigato a diventare il ragazzo più popolare della scuola? Scoprilo con il test del mese!

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Page 33: BLOGmag Febbraio 2008

…delizioso!

Zack & Wiki: il tesoro…

Wii, X360

***PS3

*****Wiivoto

****

piattaforma

Devil May Cry 4Bully: Scholarship Ed.Genere: Azione AzioneGenere: Platform

voto

piattaforma

voto

piattaformaGenere:

La vostra lista di preferiti non è mai stata così dolce: parliamo di del.icio.us, il principale network di social bookmarking

navigo su internet da un altro computer o uso un altro browser? Nasce così il primo sito di social bookmarking (la condivisione di preferiti). Il concetto di base è appunto una lista di preferiti a cui l’utente può accedere da qualunque parte del mondo via web. Una volta che si registra un sito su Delicious è possibile taggarlo (ossia descrivere la pagina con alcune parole chiave e permettere agli altri di trovarla usando un motore di ricerca interno). Questo è l’aspetto che lo rende un social network: è possibile cercare all’interno di Delicious una parola chiave e potrete accedere ai siti taggati dagli altri utenti. In questo modo potrete trovare i risultati migliori secondo gli altri fruitori del sito. Delicious stessa invita a condividere le migliori scoperte degli utenti in qualunque campo per favorire un maggiore scambio delle informazioni. La cosa ha funzionato: la community degli utenti ha salvato una cosa come 100 milioni di preferiti. Potrete capire di cosa si parla sul web guardando la lista delle tag più usate del giorno, per restare sempre aggiornati sulle nuove correnti dell’oceano internet. Questo progetto non è stato ideato però per rivaleggiare con i motori di ricerca. Viene visto dai suoi ideatori più come

un loro completamento, anche perché senza Google un sito del genere non potrebbe esistere. Delicious è nato come del.icio.us nel 2003, creato da Joshua Schachter e nel 2005 è stato acquistato (come Flickr) da Yahoo (di recente, al centro di un’offerta d’acquisto da parte di Microsoft). Da sito quasi amatoriale è entrato così nel business dei social network, visto che i suoi creatori hanno incassato dalla vendita una cifra compresa tra i 15 e i 30 milioni di dollari.

Lorenzo Bovini

Il progetto Delicious (http://del.icio.us) nasce per risolvere un problema abbastanza comune: come fare per guardare la mia lista dei preferiti se

Zack & Wiki, titolo di Capcom creato in esclusiva per Wii, è un rpg in puro stile Monkey Island. Come nel classico di LucasArts ci troviamo alle prese con una maledizione di un pirata che ha colpito il custode di un immenso tesoro. Per ottenere quel tesoro dovremo guidare il pirata Zack e la scimmia Wiki attraverso livelli che ci faranno spremere le meningi, coloratissimi e, cosa più importante, molto divertenti.

Non è una novità. Il gioco era uscito per PS2 come Cave Canem Edit. Dovrete impersonare uno studente della Bullworth Accademy e destreggiarvi tra gruppi di teppisti e le lezioni. La Rockstar afferma di aver dato una ventata d’aria fresca al titolo aggiungendo nuove missioni e oggetti con cui è possibile interagire. Certamente l’hardware della consolle Nintendo estende le potenzialità del gioco verso nuovi orizzonti.

Devil May Cry è uno tra i titoli che hanno fatto la fortuna della PS2 e probabilmente la farà dell’ultima nata di Sony. La trama è simile a quella dei titoli del passato: il protagonista Nero dovrà combattere a colpi di revolver e spada contro orde di demoni. A dire il vero DMC4 non è propriamente innovativo come gioco, l’esperienza di gioco è classica; comunque è spettacolare e molto coinvolgente.

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Sta arrivandoSta arrivando

m/h/Km/m/hhKmKm/hmmmil 1° videogiococoogiococoocooogioccioogi cococco occoooog cocccococcooco ooococoocccooo oooo oocoo oocooccococoooo ooocoocogocooevogvv°iliiiillil° v videoglll ogiocodeooogogellll 1il 1l 1l vv v°vveliii edieiiil diigiddede oiigoocgggdoooioiiiidgd o ggvvllll oggoodeddviviiviivi og° videog °°l 1 dv oi eil 1 viil 1 vividooide11li iggoigedvideovid iiv govi oidevidev odvideoogdedd oi ii ie ie igo ii ogdeee ggideogiiiigiioodeogddd gggooogiideoogogii oode ggeevvvl 1l 1l 11ii

che ti mette al volantee ti insegna la stradail 1° videogioco

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giochini...

Per i giochi si ringraziano:

parole crociate

gamebox

ORIZZONTALI1. Importante composizione in versi. 5. Lo fa ingelosire Aci. 12. Scomuniche religiose. 17. La Fitzgerald che cantava. 18. Luogo riservato dagli Ebrei al culto. 20. Precede Giovanni sul calendario. 21. Gli furono imposte dodici mitiche fatiche. 23. Capace di tener duro. 28. Porta... nel pavi-mento. 31. Sostanze capaci di formare sali con gli acidi. 32. Iniziali di Benelli. 34. Delicato... come l’amore. 35. Volteggiare al maneggio. 39. Così firmava Tofano come disegnatore. 40. E’ opposto al catodo. 41. Ha ispirato un balletto di Prokofiev. 42. Si stende sui pavimenti con la lucida-trice. 43. Costituivano una fazione politica ai tempi di Dante. 44. Appena abbozzato. 45. Cadde sotto i colpi di Carlotta Corday. 46. Un filamento del micelio. 47. Scegliere, separando il buono dal meno buono. 48. Ascoltano la messa. 49. Le hanno galli e tacchini. 50. Creature fantastiche. 51. Specchi d’acqua litoranei. 52. I “maestri” scultori e architetti del sec. XII. 57. Si porta ad esempio di lentezza. 59. Si trasformò in “oui”. 60. Alto titolo nobiliare. 63. Parti del chilo. 65. Elegante costruzione. 66. Parte dell’arto posteriore del cavallo. 67. Orsacchiotto australiano.

VERTICALI1. Tra occhio e occhio. 2. Oltre all’inizio. 3. Quella d’Arborea promulgò la “Carta de logu”. 4. Un giorno feriale. 5. L’invenzione di Volta. 6. Uno per Jim e John. 7. La sesta nota. 8. Fu sostituita dall’Iva. 9. Dario, premio Nobel per la letteratura nel 1997. 10. Egregio sulla busta. 11. La West attrice del passato. 13. Fu la vittima del primo omicidio. 14. Triplicato è un vino. 15. Spira da nord-ovest. 16. Contrario di “out”. 18. Così vive l’eremita. 19. Compresse medicinali. 22. Un insieme di voci. 24. Eseguire un balzo. 25. Possono affaticare chi le sale. 26. E’ bene farla alle af-fermazioni dello spaccone. 27. La fine dei sogni. 28. Azione che reca ad altri un vantaggio. 29. Lo... scolorimento dei capelli. 30. Costume tahitiano. 33. Rumori spaventosi. 34. Nome russo di donna. 35. Camilla scrittrice. 36. Fanno leva nell’acqua. 37. Gesto d’intesa. 38. Offesa infamante. 39. E’ celebre quella di Schubert. 41. Ha i ministri... ma non i sottosegretari. 42. La verga alata di Mercurio. 44. Ridati, restituiti. 45. Prefisso per grande. 47. Opposto di sotto. 48. Passa... masticando. 50. Il quadruplo di D. 51. E’ simile al cane. 53. Si ode spesso al Car. 54. E’ diversa dalla Srl. 55. Irregolare in tre lettere. 56. Di fronte a SSO. 57. Il letto... a Paris. 58. Si segue camminando. 59. In mezzo alla foce. 61. Colpire senza colpe. 62. Commissario Tecnico. 64. Pari in stile.

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