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R2 RELAZIONE SPECIALISTICA IMPIANTI ANTINCENDIO Dott. Ing. BILARDELLO ANTONINO n.1176 Sez. Albo A N P Data: 20 Giugno 2017 Titolo elaborato: CITTA' DI MARSALA Livello di progettazione: ESECUTIVO Disegnato da: Verificato da: Validato da: RevN° Descrizione Data 0 Prima emissione Scala: Progettazione: Ing. Antonino Bilardello VISTI Il Responsabile del Procedimento PROGETTO ESECUTIVO DEI LAVORI NECESSARI PER L'ADEGUAMENTO DEGLI ARCHIVI GENERALI DEL NUOVO PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MARSALA AL D. LGS 81/08 STUDIO TECNICO D'INGEGNERIA Ing. A. Bilardello via Isolato Egadi 12/B - 91025 Marsala (TP) tel./fax 0923-711 727 - cell. 338-1427790 [email protected] WWW.IBDPROGETTI.IT Dott. Ing. Francesco Pellegrino

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R2 RELAZIONE SPECIALISTICAIMPIANTI ANTINCENDIO

Dott. Ing.BILARDELLO

ANTONINOn.1176

Sez. Albo A

N

P

Data: 20 Giugno 2017

Titolo elaborato:

CITTA' DI MARSALA

Livello di progettazione: ESECUTIVO

Disegnato da: Verificato da: Validato da:

RevN° Descrizione Data0 Prima emissione

Scala:

Progettazione:

Ing. Antonino Bilardello

VISTIIl Responsabile del Procedimento

PROGETTO ESECUTIVO DEI LAVORI NECESSARI PER L'ADEGUAMENTO DEGLIARCHIVI GENERALI DEL NUOVO PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MARSALA AL D. LGS 81/08

STUDIO TECNICO D'INGEGNERIA

Ing. A. Bilardello

via Isolato Egadi 12/B - 91025 Marsala (TP)tel./fax 0923-711 727 - cell. [email protected]

Dott. Ing. Francesco Pellegrino

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Città di Marsala

PROGETTO ESECUTIVO DEI LAVORI NECESSARI PERL'ADEGUAMENTO DEGLI ARCHIVI GENERALI DEL

NUOVO PALAZZO DI GIUSTIZIA DI MARSALAAL D. LGS 81/08

RELAZIONE SPECIALISTICA ANTINCENDIO

IL PROGETTISTA

Ing. Antonino Bilardello

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 1

Sommario

1. PREMESSA............................................................................................................................................. 3

2. CLASSIFICAZIONE AI FINI ANTINCENDIO ................................................................................. 4

3. NORMATIVA ......................................................................................................................................... 5

4. ADEGUAMENTO ARCHIVI CON CARICO INCENDIO SUPERIORE A 60 KG/MQ ............... 8

4.1 Premessa...................................................................................................................................8

4.2 Progettazione impianto spegnimento Argon-fire .....................................................................8

Tipologia di impianto ...........................................................................................................................8

La terminologia ....................................................................................................................................8

Utilizzo e limitazioni..........................................................................................................................10

Proprietà chimico fisiche....................................................................................................................11

Applicazioni .......................................................................................................................................12

Sicurezza Uso Impianto .....................................................................................................................13

4.3 Dimensionamento dell’impianto automatico antincendio Argon-fire....................................15

Premessa.............................................................................................................................................15

Concentrazione di progetto ................................................................................................................16

Rete di distribuzione ..........................................................................................................................19

Serrande di sovrappressione..............................................................................................................24

Centrale Sistema Antincendio ...........................................................................................................25

Sistema di attivazione degli impianti di spegnimento automatico antincendi ad argon...................27

4.4 Impianti esistenti da adeguare ................................................................................................28

Sistemi di segnalazione ......................................................................................................................28

Attuatori elettrici per la chiusura automatica degli infissi a finestra degli ambienti con impianto diestinzione automatica a gas...............................................................................................................29

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 2

4.5 Filtri a prova di fumo .............................................................................................................30

5. REALIZZAZIONE NUOVI ARCHIVI CANTINATO..................................................................... 31

5.1 Premessa.................................................................................................................................31

5.2 Impianti rilevazione fumi .......................................................................................................33

Descrizione impianti...........................................................................................................................33

Quantificazione e posizionamento dei rilevatori ...............................................................................35

1 CONCLUSIONI.................................................................................................................................... 37

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 3

1. Premessa

La presente relazione ha come oggetto l’adeguamento antincendio dei locali del

nuovo Palazzo di Giustizia di Marsala, ubicato tra il Corso Gramsci e la Via del Fante,

adibiti e da adibire ad archivi.

In particolare, la presente relazione mira a descrivere i requisiti ed i dispositivi

antincendio che devono essere previsti per render conforme i suddetti locali alle esigenze

del Tribunale e della Procura di Marsala nel rispetto delle normative antincendio.

Formano parte integrante ed inscindibile del presente progetto gli schemi e gli

elaborati riportati in allegato.

Inoltre, il presente documento costituisce la relazione per il dimensionamento degli

impianti antincendio automatici del tipo a gas inerte (IG-01) previsti per l’adeguamento

di alcuni archivi esistenti, e degli impianti di rilevazione antincendio previsti per nuovi

locali da adibire ad archivio, di pertinenza del Nuovo Palazzo di Giustizia di Marsala.

In particolare, il progetto per l’installazione di impianti automatici antincendio del

tipo a gas presso alcuni degli archivi del Palazzo di Giustizia, già esistenti, ma non

adeguati per poter contenere un carico incendio superiore a 60 kg/mq, si riferisce ai locali

archivio così di seguito identificati:

Archivio 5 PIANO TERRA PROCURA

Archivio 6 PIANO TERRA PROCURA

Archivio 7 PIANO PRIMO PROCURA

Archivio 8 PIANO PRIMO PROCURA

Archivio 9 PIANO PRIMO PROCURA

Archivio 10 PIANO TERRA TRIBUNALE - SALA CORPI DI REATO

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 4

Mentre, il progetto per l’installazione degli impianti di rilevazione antincendio

previsti per nuovi locali da trasformare ed adeguare ad archivi, si riferisce ai locali così di

seguito identificati:

Archivio 1 PIANO CANTINATO CORPO “B” TRIBUNALE

Archivio 2 PIANO CANTINATO CORPO “B” TRIBUNALE

Archivio 3 PIANO CANTINATO CORPO “B” PROCURA

Archivio 4 PIANO CANTINATO CORPO “B” PROCURA

Archivio 11 PIANO CANTINATO CORPO “B” TRIBUNALE

Si precisa che il presente progetto non va a modificare la struttura portante dell’edificio né

tantomeno va a variare la presenza del personale ospitante ed i percorsi delle vie di esodo.

La presente progettazione esecutiva non ha variato le disposizioni tecniche indicate nella

fase di progettazione definitiva che ha trovato parere favorevole da parte degli Enti preposti,

così come riportato nel verbale di approvazione in sede di conferenza dei servizi del

27/04/2017(Parere favorevole A.S.P. e VV.FF).

Le uniche modifiche apportate nella fase esecutiva riguardano la variazione di alcuni

dettagli e la scelta di alcuni materiali al fine di rendere più funzionale le soluzioni di progetto.

2. Classificazione ai fini antincendio

Il Nuovo Palazzo di Giustizia rientra tra le attività soggette a controllo dei Vigili del

Fuoco in quanto parte della categoria “ uffici con oltre 800 persone presenti è cioè attività n°

71.3.C del D.P.R. 151/2011”.

Oltretutto presenta al suo interno altre attività soggette ai controlli di prevenzione incendi

quali:

49.2.B) – Gruppi di produzione energia elettrica ( compresa tra 350 kW e 700 kW);

75.1.A) – Autorimessa con superficie compresa tra 300 mq e 1000 mq.

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Ai fini dell’inquadramento normativo della struttura in oggetto alle norme antincendio si

fa riferimento al D.M. 22 Febbraio 2006 relativo all’Approvazione della regola tecnica di

prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali

destinati ad uffici.

In relazione al numero di presenze ipotizzate, la struttura, nel suo complesso, rientra negli

uffici di tipo 4 (da 501 fino a 1000 presenze), secondo quanto indicato al “Titolo II- Uffici di

nuova costruzione con oltre cinquecento presenze” di cui al DM 22.02.2006. Tuttavia gli

uffici del Tribunale e gli uffici della Procura sono fisicamente separati e potrebbero essere

inseriti in una tipologia inferiore (tipo 3 – da 301 fino a 500 presenze).

Dunque, ai fini del dimensionamento dell’impianto di rivelazione incendi è stata assunta

come dato di ingresso un rischio di incendio “Medio.

3. Normativa

UNI 11280:2008 Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di estinzione incendi

ad estinguenti gassosi

UNI EN 12094-1:2004 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Requisiti e metodi di prova per dispositivi elettrici automatici di

comando e gestione spegnimento e di ritardo

UNI EN 12094-2:2004 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici automatici di

comando e gestione spegnimento e di ritardo

UNI EN 12094-3:2004 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Requisiti e metodi di prova per dispositivi manuali di azionamento e

di bloccaggio

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UNI EN 12094-4:2004 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Parte 4: Requisiti e metodi di prova per complesso valvola di scarica

e rispettivi attuatori

UNI EN 12094-5:2006 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Parte 5: Requisiti e metodi di prova per valvole direzionali e loro

attuatori in alta e bassa pressione

UNI EN 12094-6:2006 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Parte 6: Requisiti e metodi di prova per dispositivi non elettrici di

messa fuori servizio

UNI EN 12094-8:2006 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di impianti

di estinzione a gas - Parte 8: Requisiti e metodi di prova per raccordi

UNI EN 12094-10:2004 Sistemi fissi di lotta contro l'incendio - Componenti di

impianti di estinzione a gas - Requisiti e metodi di prova per manometri e pressostati

UNI EN 15004-1:2008 Installazioni fisse antincendio - Sistemi a estinguenti gassosi -

Parte 1: Progettazione, installazione e manutenzione

D.M. 22/02/2006 – “Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la

progettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici” e s.m.i.

D.M. 16/2/2007 – “Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi

costruttivi di opere da costruzione;

D.M. 09/3/2007 – “Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività

soggette al controllo del Corpo dei Vigili del fuoco”.

D.P.R. 01/08/2011 n.151 – “Schema di regolamento per la disciplina dei procedimenti

relativi alla prevenzione incendi”.

D.Lgs. n. 37/2008 e s.m.i. - Regolamento concernente l'attuazione dell'articolo 11-

quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante

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riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all'interno

degli edifici.

UNI ISO 10877–1 e 12 (ediz. 2000) (sigla IG-01)

UNI ISO 14520–1 e 12 (ediz. 2006) (sigla IG-01)

UNI EN 15004-1 e 7 (ediz. 2008) (sigla IG-01)

D.lgs 81/08 - Testo Unico sulla Sicurezza

DPR 462/01 - Verifiche obbligatorie sugli impianti elettrici

Norma CEI 64-8 parte 4 - Prescrizioni per la sicurezza

Norma CEI 64-8 parte 5 - Scelta ed installazione dei componenti elettrici

Norma CEI 64-8 parte 7 - Impianti elettrici utilizzatori ambienti con applicazioni

particolari

Norme CEI 64-50 - Guida per l’integrazione nell’edificio degli impianti elettrici

utilizzatori, ausiliari e similari

Norme UNI 9795 (Ed. 2013) Sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione

manuale d’incendio

Norme UNI EN54 - Componenti dei sistemi di rivelazione automatica di incendio

CIRC.M.I. N° 24 DEL 26 GENNAIO 1993. - Impianti di protezione attiva antincendi.

D.M. 30/11/1983 - Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione

incendi.

PED - Pressure Equipment Directives - 97/23/EC

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4. Adeguamento archivi con carico incendio superiore a 60 kg/mq

4.1 Premessa

L’oggetto della presente è mirata in particolare alla trasformazione di alcuni archivi

esistenti aventi un carico incendio minore di 60 kg/mq in modo tale poter contenere un

carico incendio superiore a 60 kg/mq. Tale adeguamento si riferisce ai locali identificati

come : Archivio 5 e Archivio 6, posti al piano terra dei locali di pertinenza della Procura,

Archivio 7, Archivio 8 e Archivio 9, posti al piano primo dei locali di pertinenza della

Procura, e Archivio 10, Sala corpi di reato, posta al piano terra dei locali di pertinenza del

Tribunale.

L’adeguamento dei suddetti locali prevede fondamentalmente l’installazione di un

impianto di spegnimento automatico del tipo a gas inerte e l’accesso ai suddetti locali

attraverso filtro a prova di fumo.

4.2 Progettazione impianto spegnimento Argon-fire

Tipologia di impiantoL’adeguamento dei suddetti archivi prevede l’istallazione di un impianto di spegnimento

a gas inerte. In particolare, questa sezione della relazione specialistica contiene

specifiche informazioni e requisiti per la progettazione e l’installazione di sistemi

antincendio ad agente estinguente Argon (IG-01), incluse informazioni sulle proprietà

chimico fisiche del gas, le specifiche tecniche e gli aspetti della sicurezza legati alla

progettazione. A tal fine si riporta di seguito un elenco dettagliato della terminologia

utilizzata oltre ad una descrizione del tipo di gas, delle sue applicazioni e limitazioni.

La terminologia

Interruttore automatico/manuale: dispositivo per convertire il sistema dall’azionamento

automatico a quello manuale, che può assumere la forma di un interruttore manuale sul

quadro di comando o su altre unità, o di un dispositivo di comando collegato alla porta di

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accesso del personale. In ogni caso, esso cambia il modo di azionamento del sistema da

automatico e manuale a solo manuale, o viceversa.

Sostanza estinguente: sostanza estinguente gassosa elettricamente non conduttiva che non

lascia residui.

Concentrazione di progetto: concentrazione della sostanza estinguente, compreso un

fattore di sicurezza, necessaria per spegnere un incendio di un particolare combustibile.

Concentrazione massima: concentrazione ottenuta dall’effettiva quantità di sostanza

estinguente alla massima temperatura ambiente.

Classificazione degli incendi: la classificazione degli incendi è conforme alla ISO 3941

nella quale gli incendi sono identificati secondo le seguenti classi:

Classe A: incendi da materiali solidi come carta, legno, carbone, materiali polimerici.

Classe B: incendi di liquidi infiammabili quali alcoli, oli minerali, grassi.

Classe C: incendi di gas infiammabili quali idrogeno e metano.

Classe D: incendi di sostanze chimiche spontaneamente combustibili in presenza

di aria o reattive con acqua con possibilità di esplosione.

Classe E: incendi di apparecchiature elettriche anche sottotensione.

Quantità di saturazione: massa o volume di sostanza estinguente necessaria per

raggiungere la concentrazione di progetto all’interno del volume protetto nel tempo di

scarico specificato.

Volume netto: volume totale dell’ambiente da proteggere, meno il volume di eventuali

elementi impermeabili permanenti presenti all’interno del volume protetto.

Concentrazione di spegnimento: concentrazione minima di sostanza estinguente

necessaria per spegnere la fiamma di un particolare combustibile in condizioni

sperimentali definite, con l’esclusione di qualunque fattore di sicurezza.

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Tempo di permanenza: periodo di tempo durante il quale una concentrazione di sostanza

estinguente, maggiore della concentrazione di spegnimento, permane nel volume protetto.

Livello minimo di effetti avversi osservati (LOAEL): concentrazione minima a cui sia

stato osservato un effetto avverso tossicologico o fisiologico.

Livello di assenza di effetti avversi osservati (NOAEL): concentrazione massima a cui

non siano stati osservati effetti avversi tossicologici o fisiologici.

Pressione massima di esercizio: pressione di equilibrio all’interno di un cilindro alla

temperatura massima di esercizio.

Gas non liquefatto: gas o miscela di gas, che è generalmente un gas inerte, e che è sempre

presente in forma gassosa alla pressione e alla temperatura di utilizzo ammissibile.

Zona normalmente non occupata: zona non occupata da persone durante l’orario di

lavoro, ma in cui si può entrare occasionalmente per brevi periodi.

Valvola di smistamento: valvola, installata a valle dei contenitori, che consente di

indirizzare la scarica di agente estinguente all’opportuno volume protetto.

Sistema a saturazione totale: sistema antincendio predisposto per scaricare sostanza

estinguente in un volume protetto e per raggiungere l’adeguata concentrazione di

progetto.

Simboli e unità: le unità metriche di misura sono conformi al sistema metrico attuale noto

come Sistema Internazionale delle Unità (SI). Due unità (litro e bar), esterne al SI, ma

riconosciute da quest’ultimo, sono generalmente usate nella protezione antincendio

internazionale.

Utilizzo e limitazioni

La progettazione, l’installazione, l’assistenza e la manutenzione dei sistemi antincendio

ad agente estinguente Argon (IG-01) devono essere eseguite da persone competenti nella

tecnologia dei sistemi di spegnimento.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 11

I sistemi di spegnimento a saturazione totale sono usati principalmente per proteggere

rischi situati all’interno di volumi atti a contenere la sostanza estinguente. Alcuni rischi

tipici che possono essere protetti con tale tipologia di impianto comprendono quanto

segue:

a) Rischi elettrici ed elettronici.

b) Impianti di telecomunicazioni.

c) Liquidi, gas infiammabili e combustibili.

d) Altri beni immobili di valore elevato.

Proprietà chimico fisiche

L’ Argon (IG-01) è un gas non conduttivo, inodore, ed incolore; quando viene a contatto

con le fiamme non da luogo alla produzione di sostanze di decomposizione dannose e

non subisce alcun tipo di reazione, pertanto ritorna nel circuito naturale dell’atmosfera

senza danneggiare l’ambiente. L’ Argon (IG-01) consente un’ottima visibilità durante la

scarica, non stratifica e non produce shock termici. L’ Argon (IG-01) non danneggia i

materiali più delicati, è pulito, ha impatto ambientale nullo(GWP=0) e non lede lo strato

di ozono (ODP=0).

La tabella seguente illustra le sue proprietà fisiche.

Proprietà Unità di misura Valori

Peso molecolare - 39,9

Punto di ebollizione a 1,013 bar (assoluti) °C - 185,9

Punto di solidificazione °C - 189,4

Temperatura critica °C - 122,3

Pressione critica bar (assoluti) 49,0

Volume critico cc/mole -

Densità critica kg/m3 536

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Tensione di vapore a 20 °C bar (assoluti) -

Densità del liquido a 20 °C kg/m3 -

Densità del vapore saturo a 20 °C kg/m3 -

Volume specifico del vapore surriscaldato a 1,013 bar e

a 20 °C

m3/kg 0,602

Formula chimica Ar -

Nome chimico Argon -

Applicazioni

Oltre il 90% dei prodotti combustibili smette di bruciare quando l’ossigeno scende,

nell’aria, al di sotto del 15%. Questo perché, riducendo l’ossigeno disponibile per la

reazione di combustione, si aumenta la distanza tra le molecole che sono in condizione di

ossidarsi (legame combustibile- comburente) e aumenta quindi la difficoltà che l’energia

prodotta da una molecola che si ossida possa raggiungere una vicina molecola per

innescarne la reazione. In pratica, se il raggio di azione dell’irraggiamento di una

particella che brucia è inferiore alla distanza dalla particella più vicina in condizione di

bruciare, l’incendio ha termine.

Molti prodotti non sono in grado di alimentare la combustione già a partire da circa il

17% di ossigeno: tra questi il carburante Diesel, la Benzina, il Metano, l’Acetone.

Analogo discorso per la carta e la maggior parte dei prodotti di usuale impiego negli

impianti elettrici.

Pertanto, se l’ossigeno presente in aria viene diluito al di sotto del 15%, con l’iniezione di

Argon in ambiente, si arriva a garantire un tempestivo spegnimento dell’incendio.

Nello specifico l’agente estinguente Argon (IG-01) è utilizzabile per le seguenti

applicazioni.

Archivi storici

Banche

Librerie

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 13

Depositi di libri rari

Centri comunicazioni

Stoccaggio di liquidi infiammabili

Centri elaborazione dati

Centrali telefoniche

Cabine elettriche

La sostanza estinguente Argon (IG-01) non deve essere utilizzata per l’estinzione di

incendi che coinvolgano i seguenti materiali:

a) Sostanze chimiche contenenti la propria alimentazione di ossigeno, come nitrato di

cellulosa.

b) Miscele contenenti materiali ossidanti, come il clorato di sodio o il nitrato di sodio.

c) Sostanze chimiche soggette a decomposizione autotermica, come alcuni perossidi

organici.

d) Metalli reattivi (come sodio, potassio, magnesio, titanio e zirconio), idruri

reattivi o amidi metallici, alcuni dei quali possono reagire violentemente con alcune

sostanze estinguenti gassose.

Sicurezza Uso Impianto

Effetti sulle personeL’ Argon (IG-01) è un gas fisiologicamente inerte. L’EPA (Environmental Protection

Agency) e la norma UNI EN 15004:2008 ha determinato che l’ Argon (IG-01) può

essere usato con concentrazioni fino al 43% in volume senza restrizioni in aree

normalmente occupate riducendo il tenore di ossigeno al 12% in volume (limite che

convenzionalmente corrisponde al NOAEL degli agenti estinguenti alogenati). L’analogo

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 14

del LOAEL è una concentrazione del 52% che corrisponde ad un tenore di ossigeno

residuo del 10%.

Per aree normalmente occupate, con concentrazioni di Argon (IG-01) comprese tra 43% e

52% devono essere prese precauzioni minime di sicurezza .

Altri effetti dell’ Argon (IG-01) durante la scarica possono essere:

La scarica del sistema può creare rumore abbastanza forte da spaventare ma

insufficiente a provocare traumi.

L’alta velocità di uscita del gas può essere sufficiente per spostare anche ad alta

velocità oggetti se posti nelle vicinanze degli ugelli; può muovere inoltre fogli o oggetti

leggeri nell’ambiente.

Precauzioni minime di sicurezzaNelle zone protette da sistemi estinguenti ad Argon (IG-01) che possono essere occupate

da persone si devono verificare i seguenti aspetti di sicurezza:

a) Ritardi temporali.

1. Per applicazioni in cui un ritardo nella scarica non aumenta in maniera significativa la

minaccia rappresentata da un incendio per la vita o le proprietà, i sistemi di spegnimento

devono essere dotati di un allarme di pre-scarica con un ritardo temporale sufficiente a

consentire l’evacuazione del personale prima della scarica, solitamente compreso tra i 30

e 45 secondi.

2. I ritardi temporali devono essere usati soltanto per l’evacuazione del personale o per

preparare alla scarica il volume protetto.

b) Vie di uscita, che devono essere tenute libere in ogni momento, nonché illuminazione

di emergenza ed adeguate segnalazioni direzionali per ridurre al minimo le distanze

da percorrere.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 15

c) Porte auto-chiudenti ruotanti verso l’esterno che possano essere aperte dall’interno,

anche quando siano chiuse a chiave dall’esterno.

d) Allarmi visivi ed acustici continui agli ingressi “Scarica in Corso – Vietato Entrare” ed

alle uscite “Allarme Incendio – Abbandonare il Locale” designate che funzionino fino a

quando la zona protetta sia stata messa in sicurezza.

e) Segnali di avvertimento e istruzioni appropriate “Attenzione questa zona è protetta con

impianto a gas inerte Argon (IG-01)”.

f) Mezzi di pronta ventilazione per queste zone dopo ogni scarica di sostanza estinguente

per il lavaggio del locale. Spesso sarà necessaria una corrente di aria forzata. Si deve fare

attenzione a dissipare completamente le atmosfere pericolose e non semplicemente a

spostarle in altri luoghi, dato che la maggior parte delle sostanze estinguenti è più pesante

dell’aria.

g) Istruzioni ed esercitazioni di tutto il personale all’interno o nelle vicinanze delle zone

protette, compreso il personale addetto alla manutenzione che potrebbe trovarsi nella

zona, per essere sicuri che si comporti correttamente quando il sistema è in funzione.

h) Respiratore autonomo e personale addestrato ad usarlo.

i) Le persone non dovrebbero rientrare nel volume protetto fino a che non sia stata

verificata la sicurezza.

4.3 Dimensionamento dell’impianto automatico antincendio Argon-fire

PremessaPer una corretta progettazione del sistema Argon (IG-01) è necessario effettuare

un’adeguata “Analisi del rischio” rivolta alla determinazione della relativa

concentrazione di progetto e relativa quantità da stoccare.

La concentrazione di spegnimento viene definita come la concentrazione minima di

sostanza estinguente necessaria per spegnere la fiamma di un particolare combustibile in

condizioni sperimentali definite, con l’esclusione di qualunque fattore di sicurezza.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 16

Nella situazione di progetto, abbiamo a che fare con uno scenario reale di incendio di

classe A ,catasta di legna, a cui corrisponde una concentrazione minime di spegnimento

“c” pari al 41,9%.

Concentrazione di progettoL’esatta determinazione delle concentrazioni di progetto per determinati tipi di rischi e di

combustibili risulta essere molto importante nelle prime fasi della progettazione.

I valori delle concentrazioni minime di estinzione in sede di calcolo del quantitativo di

Argon (IG-01) necessario allo spegnimento vengono aumentati con l’ausilio di un

coefficiente minimo di sicurezza uguale a 1,20. Il valore che si ottiene dal prodotto fra

la concentrazione minima di estinzione e il coefficiente di sicurezza definisce la

concentrazione minima di progetto.

Nella situazione di progetto la concentrazione minima di estinzione sarà pari a 50,28%.

Definita la minima concentrazione di progetto si va a determinare il valore del

quantitativo di Argon (IG-01) per metro cubo di volume da proteggere.

Per fare ciò occorre andare a definire il valore esatto del termine summenzionato con la

seguente equazione:

Dove Vgas/Vsp rappresenta la quantità di gas richiesta (in m3) per unità di volume di

spazio da proteggere e c è la concentrazione minima di progetto.

Una volta ottenuto il valore di Vgas/Vsp, lo si moltiplica prima per la densità

dell’estinguente a 20°C (1,6603 kg/m3) quindi per il volume del locale da proteggere

ottenendo la quantità in kg da scaricare in 60 secondi.

Vgas è il Volume del locale da proteggere, in cui è installato il sistema di spegnimento a

gas. Tale volume sarà ridotto del 20% per tenere conto dei volumi d’ingombro degli

apparati contenuti nel locale.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 17

Definita la quantità di progetto in kg occorre definire la quantità di stoccaggio (numero di

bombole). Per ottenere la quantità di stoccaggio si deve maggiorare la quantità di

progetto attraverso un coefficiente che può assumere valori che vanno da 1,15 a 1,20,

questo perchè il gas possa essere scaricato nel locale nel tempo massimo di 60 secondi.

Infine per ottenere il numero di bombole da stoccare si divide la quantità di stoccaggio,

posto alla temperatura ambiente di 15 °C ed alla pressione di 300 bar, rispettivamente per

70,48 e 90,62, valore del peso di gas stoccato nei contenitori da 140 e 180 litri,

considerando che esso possiede un volume specifico di 0,001986 m3/kg e densità pari a

503,375 kg/m3.

L’applicazione della suddetta procedura di calcolo ai locali di progetto consente di avere il

risultato riassunto nella tabella seguente.

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ID. ARCHIVIO

POSIZIONE

SUPERFICIE IN MQ

CARICO INCENDIO

IMPIANTO DI SPEGNIMENTO AUTOMATICO

Cubatura del locale da proteggere avente H. 3,50 Mt -in mc

Temperatura in gradi C

c - Concentrazione minima di progetto in % perincendi in Classe A

c - Concentrazione minima di progetto maggiorata diun coeff. di sicurezza 1,20

Vgas/Vsp (Vol Gas/Vol. Spazio da proteggere)

Vgas in mc di progetto per il locale da proteggere

Vgas ridotto del 20% per ingombri interni al locale inmc

Densità IG-01 a 20°C pari a 1,6603 kg/mc

Peso del Gas in Kg per l'intero locale da proteggere

Maggiorazione della quantità di gas per tener conto delfatto che il gas deve essere erogato entro il locale entro

60 secondi (Magg. Del 15%)

Quantità di bombole da 140 lt alla temperatura di 15°Ced alla pressione di 300 bar

Quantità di bombole da 180 lt alla temperatura di 15°Ced alla pressione di 300 bar

Quantità di ugelli per locale da proteggere - 1*25mq

Dimensione ugelli

Dimensione tubazione alimentazione

Serrande di sovrappressione in mq

5P

IAN

OT

ER

RA

PR

OC

UR

A78,8

>60

KG

/MQ

IMP

IAN

TO

AU

TO

MA

TI

CO

AR

GO

NO

G-01

275,80020

41,90050,280

0,699192,719

154,1751,660

255,977294,373

43

4,001"

1"1/2 - 2"0,162

6P

IAN

OT

ER

RA

PR

OC

UR

A56,15

>60

KG

/MQ

IMP

IAN

TO

AU

TO

MA

TI

CO

AR

GO

NO

G-01

196,52520

41,90050,280

0,699137,324

109,8601,660

182,400209,760

32

3,001"

1"1/2 - 2"0,116

7P

IAN

OP

RIM

OP

RO

CU

RA

39,7>

60K

G/M

Q

IMP

IAN

TO

AU

TO

MA

TI

CO

AR

GO

NO

G-01

138,95020

41,90050,280

0,69997,093

77,6741,660

128,963148,307

22

2,001"

1"1/2 - 2"0,082

8P

IAN

OP

RIM

OP

RO

CU

RA

35,5>

60K

G/M

Q

IMP

IAN

TO

AU

TO

MA

TI

CO

AR

GO

NO

G-01

124,25020

41,90050,280

0,69986,821

69,4571,660

115,320132,617

21

2,001"

1"1/2 - 2"0,073

9P

IAN

OP

RIM

OP

RO

CU

RA

56,15>

60K

G/M

Q

IMP

IAN

TO

AU

TO

MA

TI

CO

AR

GO

NO

G-01

196,52520

41,90050,280

0,699137,324

109,8601,660

182,400209,760

32

3,001"

1"1/2 - 2"0,116

PIA

NO

TE

RR

AS

AL

AC

OR

PI D

I3,00

1"0,151

143,0231,660

237,461273,080

31"1/2 - 2"

320

41,90050,280

0,699178,778

1073,1

>60

KG

/MQ

IMP

IAN

TO

AU

TO

MA

TI

CO

AR

GO

NO

G-01

255,850

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 19

Rete di distribuzione

Sistemazione dei contenitori(bombole)L’ubicazione dei contenitori nonché dei gruppi valvole e degli accessori saranno tali da

renderli accessibili per ispezione, prove e altra manutenzione quando necessario. I

contenitori saranno situati il più vicino possibile al volume che proteggono, al fine ridurre

al minimo le lunghezze delle tubazioni di alimentazione.

In particolare, sono state identificate due aree in cui posizionare i gruppo di bombole: una

in un atrio di piano terra areato naturalmente ma nello stesso tempo coperto da una tettoia

ed uno su lastrico solare in cui sarà prevista una idonea copertura contro i raggi solari.

Entrambe le posizioni consentiranno una agevole manutenzione e controllo periodico.

I contenitori saranno adeguatamente montati e sostenuti in maniera idonea secondo il

manuale di installazione dei sistemi in modo da consentire un’adeguata manutenzione del

singolo contenitore e del suo contenuto.

Il progetto prevede la realizzazione di quattro impianti, dotati o meno da valvole

direzionali, a servizio dei seguenti locali:

1) Archivio 5 e 6 con valvole direzionali;

2) Archivio 7 e 8 con valvole direzionali;

3) Archivio 9;

4) Archivio 10.

La scelta di impianti con valvole direzionali e di bombole di capacità diversa ha

consentito un risparmio notevole nei costi di realizzazione. Infatti, una bombola di

dimensioni più grande consente di ridurre la quantità di bombole riducendo anche il

numero di dispositivi di sicurezza previsti. Tutte le bombole di ciascun impianto di

spegnimento vengono collegate prevedendo dei sistemi automatici di sicurezza, come

valvole di ritegno, per evitare la perdita di sostanza estinguente, se il sistema viene

azionato quando uno o più contenitori siano stati tolti per essere sottoposti a

manutenzione.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 20

I contenitori collegati al collettore comune del sistema avranno la stessa forma e capacità

nominali, saranno riempiti con la stessa massa nominale di sostanza estinguente e saranno

pressurizzati alla stessa pressione nominale di esercizio.

DistribuzioneLe tubazioni e i raccordi saranno conformi alle norme nazionali appropriate, essere

non combustibili e in grado di sopportare senza danni le pressioni e le temperature

previste.

Prima del montaggio finale, i tubi e i raccordi devono essere ispezionati a vista per

assicurarsi che siano puliti e privi di sbavature, residui di saldatura o ruggine, e che

all’interno non vi siano corpi estranei e il diametro interno sia completamente libero.

Dopo il montaggio, il sistema deve essere accuratamente insufflato con aria secca o altro

gas compresso.

Nelle sezioni in cui la disposizione delle valvole determina sezioni di tubazioni chiuse,

queste sezioni devono essere dotate di dispositivi che permettano di:

a) Indicare la presenza di agente estinguente intrappolato nella tubazione.

b) Sfiatare manualmente il sistema in sicurezza.

c) Limitare automaticamente la sovrappressione, se necessario.

Questo dispositivo deve essere progettato per operare ad una pressione non maggiore

della pressione di prova della tubazione, o come richiesto dalle specifiche norme

nazionali.

I collettori verso il contenitore e il gruppo valvole devono essere sottoposti a prove

idrauliche da parte del fabbricante a una pressione minima pari a 1,5 volte la pressione

massima di esercizio.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 21

Si deve fornire adeguata protezione a tubi, raccordi o staffe di sostegno e strutture di

acciaio suscettibili di subire corrosione. In atmosfere corrosive si devono usare materiali

o rivestimenti speciali resistenti alla corrosione.

TubazioniLe tubazioni saranno di materiale non combustibile avente caratteristiche fisiche e

chimiche tali da poterne assicurare l’integrità in maniera affidabile se sottoposte a

sollecitazioni. Lo spessore della parete del tubo è stato calcolato in conformità alla

relativa norma nazionale. La pressione per questo calcolo deve essere la pressione

sviluppata a una temperatura massima di stoccaggio non minore di 50 °C. Nell’eseguire

questo calcolo, si deve tenere conto di tutti i fattori di giunzione e delle tolleranze di

filettatura, bordatura o saldatura.

Ove si usi un dispositivo di riduzione della pressione statica in un sistema con gas non

liquefatti, nel calcolo si deve usare la pressione massima di esercizio nelle tubazioni di

distribuzione a valle del dispositivo.

Non si devono usare tubi in ghisa o tubi non metallici.

RaccordiI raccordi devono avere una pressione minima nominale di esercizio uguale o maggiore

della pressione massima nel contenitore a 50 °C, o alla temperatura specificata nella

norma nazionale, quando sia riempito alla massima densità di riempimento ammissibile

per la sostanza estinguente che viene utilizzata. Per sistemi che utilizzino un dispositivo

per la riduzione della pressione nelle tubazioni di distribuzione, i raccordi a valle del

dispositivo devono avere una pressione minima nominale di esercizio uguale o maggiore

della pressione massima prevista nelle tubazioni a valle.

Non si devono usare raccordi di ghisa.

Le leghe per saldatura e per brasatura devono avere un punto di fusione maggiore di 500

°C. La saldatura deve essere eseguita in conformità alle relative norme nazionali.

Le specifiche relative alle tubazioni e alla raccorderia sono le seguenti:

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 22

Tubazione Tubo Schedula Diametro Spessore Materiale FilettaturaCollettore API 5L

GR.B

XXS 2” 11,07 NPT

Posta prima

ell’orifizio calibrato

con valvole di

smistamento

API 5L

GR.B

160 2”

2.1/2”

3”

8,74

9,52

11,13

ASTM A-106

zincato senza

saldature

NPT

Posta dopo

l’orifizio calibrato

senza valvole di

smistamentoAPI 5L

GR.B

40

1/2”

3/4”

1”

1.1/4”

1.1/2”

2”

2.1/2”

3”

4”

2,77

2,87

3,38

3,56

3,68

3,91

5,16

5,49

6,02

ASTM A-106

zincato senza

saldature NPT

Raccorderia Tipo Materiale Filettatura

Posta prima dell’orifizio

calibrato con valvole di

smistamento

ASA 6000 ASTM A-105 zincato NPT

Posta dopo l’orifizio

calibrato senza valvole di

smistamento

ASA 3000 ASTM A-105 zincato NPT

Supporti per tubi e valvoleI supporti per tubi e valvole saranno idonei per la temperatura prevista ed essere in grado

di sopportare le forze dinamiche e statiche coinvolte. Si deve prevedere una debita

tolleranza per le sollecitazioni indotte nelle tubazioni dalle variazioni di temperatura. Ai

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 23

supporti e alle strutture di acciaio associate deve essere fornita adeguata protezione

ambientale.

La distanza fra i supporti dei tubi deve essere quella indicata nella tabella sottostante:

Si deve prevedere un adeguato supporto per gli ugelli e per le loro forze reattive in modo

che in nessun caso la distanza dall’ultimo supporto sia maggiore di quanto segue:

a) Tubo ≤ 25 mm: ≤ 0,1 m.

b) Tubo > 25 mm: ≤ 0,25 m.

ValvoleValvole, guarnizioni, anelli di tenuta, materiali di tenuta e altri componenti delle valvole

devono tutti essere costruiti in materiali compatibili con la sostanza estinguente e devono

essere idonei alle pressioni e alle temperature previste.

Le valvole devono essere protette contro i danni meccanici, chimici o di altra natura.

In atmosfere altamente corrosive si devono usare materiali o rivestimenti speciali

resistenti alla corrosione.

UgelliGli ugelli, compresi gli ugelli direttamente attaccati ai contenitori, devono essere

approvati e devono essere posizionati tenendo conto della geometria del volume protetto.

Il tipo, il numero e la collocazione degli ugelli devono essere tali per cui:

a) Si raggiunga la concentrazione di progetto in tutte le parti del volume protetto.

b) La scarica non causi la fuoriuscita indebita di liquidi infiammabili o non crei nubi di

polvere che potrebbero propagare l’incendio, creare un’esplosione o incidere

negativamente in altro modo sugli occupanti.

c) La velocità della scarica non incida negativamente sul volume protetto o sul suo

contenuto.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 24

Gli ugelli di scarico devono essere dotati di dischi frangibili o di tappi che saltano dove

c’è la possibilità che materiali estranei creino intasamenti. Questi dispositivi devono

fornire un’apertura non ostruita all’atto del funzionamento del sistema e devono essere

disposti in modo da non risultare pericolosi per il personale all’atto della scarica.

Gli ugelli devono essere adatti all’uso cui sono destinati e devono essere approvati per le

caratteristiche di scarica, comprese la copertura della superficie e le limitazioni di altezza.

Gli ugelli devono avere resistenza adeguata per essere usati alle pressioni di esercizio

previste, essere in grado di resistere all’usura meccanica nominale ed essere costruiti per

sopportare le temperature previste senza deformarsi.

Gli inserti degli ugelli su cui sono ricavati gli orifizi di scarica devono essere di materiale

resistente alla corrosione.

Al fine di ridurre al minimo la possibilità di sollevare o di spostare gli elementi del

controsoffitto, che sono leggeri, si devono prendere precauzioni per ancorare saldamente

gli elementi del controsoffitto per una distanza minima di 1,5 m da ciascun ugello di

scarico.

Il numero di ugelli per ciascun archivio è riportato nella tabella per il dimensionamento

dell’impianto.

Serrande di sovrappressioneLa scarica dell’estinguente nel volume protetto determina una sovrappressione che

può essere bilanciata utilizzando serrande di sovrapressione. Il volume protetto deve

comunque avere sufficiente resistenza strutturale per sopportare la sovrappressione

determinata dalla scarica dell’estinguente.

Una relazione indicativa tra il volume dell’ambiente ed i m² di serrande di

sovrapressione necessari è la seguente:

m2SERRANDE = NBOMBOLE * 0.05

Dove 0,05 è un coefficiente ricavato dallo stato dell’arte.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 25

Si riporta in tabella le superfici delle serrande di sovrappressione da prevedere per

ciascun locale da proteggere:

Centrale Sistema AntincendioCiascun impianto di spegnimento dovrà essere dotato di una centrale di gestione e

controllo.

La centrale del sistema antincendio dovrà raggruppare, all’interno di un unico involucro, i

circuiti di gestione dei segnali in ingresso e in uscita, le schede di interconnessione tra i

dispositivi e le unità di alimentazione sia ordinaria che supplementare (costituita da

batterie ricaricate automaticamente).

ID. A

RC

HIV

IO

PO

SIZ

ION

E

SUP

ER

FIC

IE I

N

MQ

Serr

ande

di

sovr

appr

essi

one

in

mq

5 PIANO

TERRA

PROCURA

78,8 0,3655

6 PIANO

TERRA

PROCURA

56,15 0,260442

7 PIANO

PRIMO

PROCURA

39,7 0,184141

8 PIANO

PRIMO

PROCURA

35,50 0,193186

9 PIANO

PRIMO

PROCURA

56,15 0,260442

10 PIANO

TERRA

TRIBUNALE

73,1 0,339061

SALA

CORPI DI

REATO

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 26

Dovrà essere idonea alla gestione dell’intero impianto di rivelazione e comandare tutti i

dispositivi costituenti l’impianto automatico di rilevamento e spegnimento a gas inerte e

permettere l’analisi, la gestione locale e/o remota, di tutti i dati provenienti da rivelatori e

attuatori presenti nel sistema.

Nel situazione di progetto, il Nuovo Palazzo di Giustizia presenta tre centraline a cui sono

collegati tutti i rilevatori. Tali centraline gestiranno i nuovi rilevatori di fumo previsti per

gli archivi 1 – 2 – 3 – 4 – 11 mentre invieranno i segnali di attivazione, provenienti dai

rilevatori di fumo esistenti, ai vari impianti di spegnimento automatico ad argon OG-01

previsti per gli archivi 5 – 6 – 7 – 8 – 9 - 10.

Gli impianti saranno realizzati in conformità alla norma UNI 9795 per la parte

rivelazione e UNI 14520-12 per la parte spegnimento a Gas inerte Argon IG-01.

La Centrale esistente è dotata di alimentazione di sicurezza ad interruzione breve (<

0,5 sec.) mediante dispositivi ad accumulatori a ricarica completa entro 12 ore, atti a

garantire una autonomia minima di 24 ore e il funzionamento contemporaneo di tutti i

segnalatori di allarme per almeno 30’ a partire dall’emissione degli allarmi, che comanda

inoltre, per ogni singola zona protetta dei singoli piani:

1) la chiusura automatica di tutte le porte (dotate di blocco a elettro-magneti) e finestre

(mediante dispositivi elettro-meccanici) poste negli ambienti protetti da estinguenti a gas

inerte;

2) la chiusura di tutte le porte taglia-fuoco che devono rimanere ordinariamente aperte dei

vari piani interessati;

3) l’apertura automatica degli infissi (mediante dispositivi elettro-meccanici) posti nelle

scale a prova di fumo protette, per garantire l’esodo sicuro delle persone in emergenza;

4) la disattivazione elettrica degli impianti di ventilazione/condizionamento se presenti;

5) chiusura delle serrande taglia-fuoco poste entro le canalizzazioni degli impianti di

ventilazione/condizionamento interessati e se presenti;

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6) l’attivazione dell’allarme sonoro e ottico (univocamente riconoscibili) e delle luci di

emergenza nei percorsi di esodo;

7) la trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme, secondo le indicazioni stabilite

dal Piano di Emergenza;

8) gli attuatori dell’impianto automatico di estinzione incendio con estinguente a gas

inerte a saturazione totale, realizzati secondo UNI 14520-12 e posti, rispettivamente, in

ciascuno degli ambienti da proteggere.

Alla centrale dovranno essere connessi almeno i punti di rivelazione automatica e i punti

di segnalazione manuale (pulsanti) presenti in tutti gli ambienti da proteggere.

Ogni singolo archivio dovrà poter essere attivato o disattivato tramite intervento sul

pannello frontale della centrale unica solamente da parte di persone autorizzate. Per

evitare manomissioni da parte di persone non autorizzate la centrale risulta già dotata di

selettore a chiave che limiti le funzioni.

In caso di anomalia sulle linee di rilevazione la centrale dovrà essere in grado di attivare

le rispettive uscite per la segnalazione della condizione di guasto.

Sistema di attivazione degli impianti di spegnimento automaticoantincendi ad argon

Il sistema di spegnimento ad argon sarà provvisto di diversi sistemi di attivazione:

• Attuazione automatica, che avviene attraverso il sistema di rilevazione già presente nei

singoli locali ed eventualmente integrati, che individuando un rischio, attraverso la

centrale di spegnimento, attiva le solenoidi posizionate sulle bombole pilota che a loro

volta attivano le bombole di argon pilotate. L’attivazione elettro/manuale permette ad un

operatore di intervenire direttamente attivando la sequenza di spegnimento sopra descritta

agendo su un pulsante di scarica o direttamente sulla centrale di spegnimento.

• In caso di emergenza il sistema ad argon deve essere dotato di attivazione manuale.

Infatti come prescritto dalle norme di progettazione dei sistemi di spegnimento

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l’attivazione deve essere possibile anche in caso di disattivazione dell’energia elettrica di

rete e di emergenza.

4.4 Impianti esistenti da adeguare

Sistemi di segnalazione

L’attivazione dell’impianto di spegnimento automatico a gas inerte deve essere dotato di

dispositivi attivi ad attivare e/o segnalare lo stato di emergenza. A tal proposito,

l’impianto di progetto, per ciascun ambiente da proteggere, deve essere munito di:

Pulsante a riarmo manuale

Questo tipo di pulsante, adatto per il montaggio a parete, dovrà poter essere attivato in

caso di allarme esercitando una leggera pressione sulla parte centrale del vetro fino a

spostarlo verso l’interno. Per il ripristino dovrà essere riarmato con l’ausilio di

un’apposita chiavetta fornita in dotazione. Dovrà essere dotato di Led di segnalazione di

avvenuto azionamento. Dovrà essere presente un led di colore rosso per indicare lo stato

di allarme.

Lampada ottico - acustica autoalimentata (230Vca)

Il dispositivo dovrà essere utilizzato per segnalare in modo ottico e acustico la condizione

di emergenza in caso di incendio e dovrà disporre di 2 modalità di funzionamento:

- COMANDO INVERSO A SICUREZZA POSITIVA: applicando una tensione sui

morsetti di comando, il dispositivo rimane spento; al mancare della tensione il dispositivo

si accende permettendo in questo modo di monitorare anche eventuali avarie del segnale

di comando (interruzioni, cortocircuiti, etc).

- COMANDO CONCORDE: applicando una tensione sui morsetti di comando, il

dispositivo si accende, mentre si spegne al mancare della tensione.

La segnalazione acustica di allarme dovrà essere assicurata dalla presenza di un buzzer

interno o dalla possibilità di collegamento di un segnalatore acustico esterno.

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Il dispositivo dovrà essere in grado di indicare lo stato di funzionamento/anomalia

tramite segnalazione ottica/acustica (led e buzzer):

L’involucro dovrà essere realizzato in tecnopolimero autoestinguente in modo da

consentirne l’installazione anche su superfici combustibili.

Dovranno essere disponibili le seguenti segnalazioni:

- ALLARME INCENDIO

- ABBANDONARE IL LOCALE (da installarsi all’interno di ogni ambiente protetto)

- VIETATO ENTRARE SCARICA IN CORSO (da installarsi all’esterno di ogni

ambiente protetto)

Attuatori elettrici per la chiusura automatica degli infissi a finestradegli ambienti con impianto di estinzione automatica a gasGli infissi a finestra degli ambienti da proteggere, dotati di impianto di estinzione

automatica a gas devono essere tutti dotati di attuatori elettrici per la chiusura automatica

e sincronizzata delle ante a finestra, al fine di garantire la massima efficienza dell’azione

estinguente esercitata dalla sostanza gassosa in dispersione nell’ambiente.

Detti dispositivi devono pertanto essere connessi, mediante collegamento elettrico, alla

centralina ed essere dotati di sistema di alimentazione di emergenza mediante dispositivi

ad accumulatori a ricarica completa entro 12 ore, atti a garantire una autonomia minima

di 24 ore.

Dalla centralina, a scarica avvenuta e ad estinzione completata, devono attivarsi

manualmente i dispositivi elettromeccanici per la successiva apertura degli infissi onde

permettere l’evacuazione dei gas inerti e dei prodotti di combustione distintamente di

ogni ambiente interessato.

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4.5 Filtri a prova di fumo

L’accesso ad ogni singolo archivio avverrà attraverso un filtro a prova di fumo in accordo

a quanto riportato al Titolo II- “Uffici di nuova costruzione con oltre cinquecento

presenze” di cui al DM 22.02.2006, visto che trattasi di depositi con carico di incendio

superiore a 60 kg/m2 .

Ciascun filtro sarà dotato di aperture del tipo REI 120 e sarà dotato di adeguato sistema di

pressurizzazione in modo tale da mantenere al suo interno sempre un’atmosfera in

sovrappressione.

Il sistema di pressurizzazione, adeguatamente progettato secondo UNI EN 12101-

6:2005, dovrà essere del tipo a flusso variabile in modo da potersi adeguare a filtri di

volume diverso senza che vengano meno le caratteristiche essenziali e quindi soddisfare

in ogni circostanza la completa conformità al DM 30-11-83 . L’elettroventola dovrà

essere in grado di pressurizzare a 0,30 mbar un filtro di circa 10 mc in un tempo non

superiore ad 1 secondo.

Verrà posizionato presso il disimpegno centrale di ciascun filtro. Il sistema di

pressurizzazione dovrà essere composto da:

• Unità di pressurizzazione con elettroventola di grande potenza fornita inserita in

portabocchetta da incasso 40x40 cm, provvista di griglia ad alette variabili. L’imbocco

deve consentire l’innesto di tubazione di diametro fino a 300 mm, e mediante apposite

riduzioni, consentire l’impiego di canali anche di soli 120 mm di diametro.

• Unità di alimentazione e controllo comprendente le batterie di accumulatori che

consentono all'elettroventola di mantenere nel filtro una differenza di pressione superiore

a 0,30 mbar in assenza di corrente di rete per circa 180 minuti.

• Dispositivo di sicurezza che arresta l'elettroventola qualora la pressione interna al

filtro dovesse raggiungere un valore eccessivo, facendola ripartire appena il valore della

pressione scende di soli 20 Pa sotto il valore di massima pressione impostato.

• Circuito elettronico su scheda inserito nella stessa unità di alimentazione, tiene sotto

controllo lo stato del sistema segnalando mediante LED di colore diverso i seguenti stati:

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presenza rete (LED verde), tensione di uscita corretta (LED verde), tensione bassa (LED

giallo), tensione troppo alta (LED rosso).

• Scambio relè libero da tensione per l’invio di un allarme di anomalia a

postazione di controllo remota.

• condotta di aspirazione certificata REI 120 opportunamente dimensionata,

connessa fra l’unità di pressurizzazione e la zona sicura a cielo libero o vano tecnico

presente all’interno del Palazzo di Giustizia. Il tutto comunque, come indicato negli

elaborati grafici di progetto.

Il sistema di pressurizzazione deve attivarsi mediante comando proveniente dalla

centrale unica dell’impianto di spegnimento automatico.

Il sistema deve avere il circuito di comando a logica positiva, in caso di interruzione del

cavo l’elettroventola si deve attivare e, se già funzionante, non deve arrestarsi.

L’interconnessione tra le varie apparecchiature dovrà essere realizzata con conduttori di

idonea sezione con guaina resistente alla fiamma ed a bassa emissione di fumi tossici

rispondenti alle norme CEI 20-22, 20-36 e 20-37.

5. Realizzazione nuovi archivi cantinato

5.1 Premessa

Come premesso, l’intervento previsto da progetto scaturisce dal fatto che gli spazi

attualmente destinati ad archivio risultano insufficienti rispetto alle reali esigenze del

Nuovo Palazzo di Giustizia ed è stato dunque necessario modificare le destinazioni d’uso

di alcuni spazi/locali tecnici, attualmente non rifiniti, trasformandoli in archivi. Tali spazi

si trovano al piano seminterrato dell’area di pertinenza del Tribunale ed in quella di

pertinenza della Procura.

Nell’area di pertinenza della Procura, il presente progetto prevede la realizzazione di due

nuovi archivi di superficie inferiore a 200 mq, identificati con il numero 3 e 4, ricavati

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all’interno di uno spazio tecnico, attualmente chiuso e non dotato di finestrature verso

l’esterno, posto tra l’autorimessa e l’archivio di piano cantinato. Entrambi i nuovi archivi

saranno accessibili attraverso il filtro a prova di fumo esistente, che separa l’autorimessa

dal vano scala per l’accesso al piano superiore, che verrà comunque ampliato per

consentire l’apertura delle due nuove porte. La scelta progettuale di realizzare due archivi

anzichè uno di dimensioni maggiori è scaturita dalla opportunità di evitare l’installazione

di ulteriori impianti di spegnimento automatico eludendo così l’impiego di ingenti

somme sia in fase di costruzione che in fase di gestione. Ciò risulta fattibile a condizione

che il carico incendio venga mantenuto al di sotto di 60 kg/mq e quindi solo installando

all’interno degli scaffali compattabili in grado di ridurre il carico incendio quasi a zero.

Tale soluzione progettuale risulta concorde con quanto riportato nel “Titolo II- Uffici di

nuova costruzione con oltre cinquecento presenze” di cui al DM 22.02.2006.

Anche nell’area di pertinenza del Tribunale il presente progetto prevede la realizzazione

di tre nuovi archivi, identificati con i numeri 1, 2, e 11, aventi superficie inferiore a

200mq e con un carico incendio inferiore a 60kg/mq. Anch’essi risultano compatibili con

l’installazione di un sistema di archivi compattabili aventi complessivamente un carico

incendio pressochè nullo. Questi tre nuovi archivi verranno ricavati in uno spazio tecnico

attualmente privo di aperture verso l’esterno e lasciato grezzo.

In tutti questi spazi il presente progetto prevede la realizzazione di muri di separazione,

che a differenza di quanto previsto in fase di progettazione definitiva, saranno realizzati

mediante pannelli in cemento alleggerito fibrorinforzato con classe antincendio

A1(montate su doppia struttura metallica), anziché in muratura, al fine di agevolare le

opere di montaggio in un ambienti posti nel cantinato. Inoltre sarà prevista la

realizzazione di adeguate aperture verso l’esterno, aventi una superficie superiore al

minimo previsto dalle norme antincendio (Sup. finestrata maggiore di 1/40 della sup utile

calpestabile), grazie anche alla predisposizione di bocche di lupo, necessarie visto che si

collocano in un’area pedonale all’interno del Palazzo di Giustizia. Saranno istallate porte

REI 120 visto che tutti i suddetti archivi sono accessibili esclusivamente attraverso delle

zone filtro esistenti.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 33

La zona filtro dei nuovi tre archivi del Tribunale, verrà ampliata e verrà predisposta una

nuova finestra di aerazione dirette verso l’esterno in grado di garantire una superficie di

aerazione maggiore di 1/40 della superficie del locale filtro. Tale finestra verrà realizzata

in prossimità dell’uscita verso l’esterno.

Al fine di rendere adeguati tali nuovi ambienti ad uso archivi, con carico incendio

massimo pari a 60 kg/mq, verrà installato un impianto di rilevazione incendi all’interno di

ciascun locale. Diversamente dal progetto definitivo, non saranno previsti controsoffitti

pendenti ma solamente del tipo in aderenza per garantire una resistenza del solaio

EI120/180. Dunque, non sarà necessario prevedere rilevatori nel controsoffitto.

Il controsoffitto in aderenza verrà realizzato con pannelli antincendio realizzate in lastre

di silicati di calcio dello spessore di 15mm.

Di seguito si riporta il dimensionamento e la descrizione dettagliata dei suddetti impianti.

5.2 Impianti rilevazione fumi

Descrizione impiantiL’impianto di rivelazione incendio sarà inoltre costituito dai seguenti apparati:

- Centralina rivelazione allarmi;

- Rivelatori ottici di fumo;

- Segnalatori manuali;

- Segnalatori ottici e acustici;

- Moduli di uscita

Centralina rivelazione allarmiPer la gestione dell’intero impianto dovrà essere impiegata una centrale di rivelazione

idonea anche al comando dello spegnimento. In particolare, l’impianto di progetto

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utilizzerà le centraline esistenti. Tali centraline, infatti, sono Certificate EN 12094-1 ed

hanno le seguenti caratteristiche:

linee di rivelazione programmabili a singolo, doppio o triplo consenso di zona;

canale di spegnimento totalmente controllato;

Programmazione delle funzioni tramite menù su display;

Selezione del canale di spegnimento in automatico-manuale o solo manuale

Pulsante di comando manuale dello spegnimento incorporato nella centrale;

Ingresso per pulsanti remoti di spegnimento;

Ingressi per eventuale impianto di spegnimento automatico;

Rivelatori automatici d’incendioI rivelatori dovranno essere sensibili ai vari tipi di fumo per consentire

l’impiego del rivelatore in ambienti dove sono presenti carichi d'incendio costituiti da

materiali diversi.

Il trasduttore ottico dovrà basare il suo

funzionamento sull'effetto Tyndall ed avere una

sensibilità di oscuramento per metro inferiore al

3%.

La localizzazione dei rivelatori

intervenuti dovrà essere resa immediata

dall'accensione di almeno 2 spie luminosa a luce

fissa poste a 180 gradi sul rivelatore medesimo.

Questo per consentire una visibilità a 360 gradi. In

stand-by la spia luminosa (LED) dovrà invece

essere lampeggiante.

Tutti i circuiti elettronici dovranno essere residenti sul corpo del rivelatore

rendendo quindi la base esente da guasti.

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Relazione specialistica Impianti antincendio Pag. 35

La base deve essere provvista di serie di uscita per ripetitore LED di allarme

remoto.

Il rivelatore dovrà essere costruito in accordo con le norme UNI EN54 parte 7 e 9.

Pulsanti per attivazione manuale dell’allarme incendioAll’interno di ciascun locale interessato saranno

installati n° 2 pulsanti per l’attivazione manuale

dell’allarme incendio provvisti di certificazione

EN54.

I pulsanti saranno installati ad un’altezza di circa

1.4m da terra.

Segnalatori di allarmeAll’interno del locale interessato saranno

installati pannelli di allarme incendio,

abbandonare il locale. Detti pannelli acustico-luminosi dovranno essere provvisti di

certificazione EN54-3.

Tali segnalatori dovranno avere

le seguenti caratteristiche:

Retroilluminazione a LED ad

alta luminosità;

Segnalatore acustico

intermittente certificato EN54-3;

Alimentazione 24 Vcc.

Collegamento a due fili.

Quantificazione e posizionamento dei rilevatoriLa quantità ed il posizionamento dei rilevatori è stato calcolato in conformità a quanto

prescritto dalle Norme UNI 9795.

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Il raggio di copertura dei rivelatori puntiformi di fumo su tetto piano, è definito in

6.5metri.

I rivelatori sono stati previsti in zone marginali del locale, garantendo comunque la

distanza di 0.5m dalle pareti, al fine di essere meno invasivi possibili.

L’installazione garantirà comunque l’installazione minima di un rivelatore per ogni locale

supervisionato.

I rivelatori saranno installati ad una distanza dal soffitto da 3 a 20cm

Non sono richiesti moduli isolatori o lo chiusura del loop in quanto non superiamo il

limite di rivelatori installabili secondo la norma UNI 9795. È invece previsto un

condensatore di finelinea.

Il collegamento dei rilevatori e dei pulsanti manuali sarà effettuato in serie ad anello, con

cavo twistato e schermato 2x1 mm2+S 450/750V non propagante l’incendio a norma

CEI 20-22, con percorso dedicato, resistente al fuoco per 30 minuti e a bassa emissione

di fumo e zero alogeni.

La posa dei cavi 3G1.5 FG10OM1 (RF31-22), utilizzati per l’alimentazione dei pannelli

allarme incendio, sarà effettuata, dove possibile, utilizzando le canaline già previste per

gli impianti del progetto elettrico o in nuove canalinette.

Le derivazioni dalla canalina saranno realizzate con tubazioni in PVC posate sul

controsoffitto a vista. Sono da evitare giunzioni su cavi tipo RF31-22 da impiegarsi per le

alimentazioni parte in altro compartimento.

Nelle zone dove non sono previste canaline, si prevede un impianto a vista con tubazioni

in PVC dedicate ai cavi dell’impianto antincendio.

Il cavo Twistato per il collegamento dei rilevatori, dei pulsanti e dei moduli di uscita,

saranno posati in tubazioni in PVC dedicate o su passerelle con separatore dai circuiti

energia. Non è ammessa la posa ravvicinata di due tratti del loop se non limitatamente per

il collegamento del rivelatore.

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Le centraline a cui saranno collegate i vari rilevatori di fumo sono installata in locali

presidiati e comunque in locali in cui sono presenti gli impianti tecnologici del corpo di

fabbrica di appartenenza. È possibile portare alla centrale di allarme un contatto di

allarmo o guasto generale, in modo che possa comunicare via GPS.

E’ prevista il collegamento dei rilevatori alle centraline esistenti nel Palazzo di Giustizia,

visto che da un’indagine risultano in grado di sopportare i nuovi segnali in ingresso ed in

uscita.

Si riporta di seguito il numero di rilevatori per ciascun nuovo archivio che saranno

collegate alle centraline esistenti:

Archivio 1 – N°5 Rilevatori interni

Archivio 2 – N°5 Rilevatori interni

Archivio 11 – N°5 Rilevatori interni

Archivio 3 – N°6 Rilevatori interni

Archivio 4 – N°7 Rilevatori interni

Per quanto riguarda il lay-out dei rilevatori si rimanda agli elaborati grafici di progetto.

1 CONCLUSIONI

Il Progetto esecutivo per adeguamento degli archivi generali del Nuovo

Palazzo di Giustizia di Marsala al D. Lgs 81/08 prevede un miglioramento degli aspetti

legati alla sicurezza antincendio dei luoghi di lavoro con particolare attenzione ai locali in

cui si concentrano i carichi incendio più rilevanti. Le modifiche interne apportate ai vani

oggetto d’intervento non comportano alcun aggravio di rischio né variazione delle

caratteristiche antincendio e di sicurezza già previste nel progetto originario.

MARSALA, 20/06/2017

Il Progettista

Ing. Antonino Bilardello