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PROVVEDITORATO REGIONALE ALLE OO.PP. DEL LAZIO
INTERVENTO DI RIFUNZIONALIZZAZIONE DEI
FABBRICATI DEMANIALI COSTITUENTI LA
CASERMA L. MANARA SITA IN ROMA
PROGETTO ESECUTIVO
IMPIANTI ELETTRICI E SPECIALI
RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA
SOMMARIO
1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA .......................................................................... 1
1.1 CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI INTERNI .............................................1
1.1.1 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DA REALIZZARE ...................................................................... 3 1.1.2 DESCRIZIONE IMPIANTI DI SERVIZIO AGLI EDIFICI ....................................................................... 4 1.1.3 MODALITÀ DI DEFINIZIONE DEGLI IMPIANTI .................................................................................. 6 1.1.4 CONSIDERAZIONI DIMENSIONALI ....................................................................................................... 7
1.2 CARATTERISTICHE DELLE OPERE ELETTRICHE....................................................................10
1.2.1 SISTEMA DI POTENZA ........................................................................................................................... 10 1.2.2 GRUPPI ELETTROGENI .......................................................................................................................... 11 1.2.3 DISTRIBUZIONE DELL’ENERGIA ELETTRICA ................................................................................. 12 1.2.4 SISTEMA DI ILLUMINAZIONE ............................................................................................................. 15 1.2.5 IMPIANTO DI F.M. ................................................................................................................................... 16 1.2.6 IMPIANTO DI MESSA A TERRA PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE ....... 17 1.2.7 SISTEMA DI SUPERVISIONE CENTRALIZZATO/RILEVAZIONE INCENDI .................................. 18 1.2.8 IMPIANTO TELEFONICO, INTERCOMUNICANTE E TRASMISSIONE DATI ................................ 20 1.2.9 SISTEMA ANTINTRUSIONE .................................................................................................................. 21 1.2.10 SISTEMA ANTINTRUSIONE ESTERNO ............................................................................................... 21 1.2.11 SISTEMA ANTINTRUSIONE INTERNO ................................................................................................ 21 1.2.12 SISTEMA DI CONTROLLO ACCESSI .................................................................................................... 22 1.2.13 SISTEMA DI DIFFUSIONE SONORA E ANNUNCI DI EMERGENZA ............................................... 22
2. FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO - EFFICIENTAMENTO
ENERGETICO............................................................................................................................ 24
2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI ...........................................................................................................24
3. DISPONIBILITA’ AREE ED IMMOBILI ........................................................ 25
4. VERIFICHE PROGETTUALI ........................................................................... 25
4.1 DATI GENERALI DI PROGETTAZIONE IMPIANTI ELETTRICI ...............................................26
4.1.1 CARATTERISTICHE DELL’ENERGIA .................................................................................................. 26 4.1.2 CLASSIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE ............................................................. 26 4.1.3 DIMENSIONAMENTO DEI GENERATORI DI ENERGIA ................................................................... 26 4.1.4 COEFFICIENTI DI CONTEMPORANEITÀ ............................................................................................ 27 4.1.5 COEFFICIENTI DI UTILIZZAZIONE ..................................................................................................... 27 4.1.6 IMPIANTO DI ILLUMINAZIONE INTERNA ......................................................................................... 28 4.1.7 DIMENSIONAMENTO DEI CIRCUITI ................................................................................................... 28 4.1.8 UTENZE DA ALIMENTARE CON TENSIONE DI RETE ..................................................................... 29 4.1.9 UTENZE DA ALIMENTARE SOTTO GRUPPO ELETTROGENO ....................................................... 29 4.1.10 CARATTERISTICHE IMPIANTO DI FONIA DATI ............................................................................... 29
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1. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
La presente relazione specialistica illustra le caratteristiche tecnico-funzionali delle
opere, forniture e prestazioni degli impianti elettrici e speciali, necessari per la
rifunzionalizzazione mediante ristrutturazione dei fabbricati demaniali costituenti la
caserma L. Manara sita in Roma nel quadrilatero compreso fra le vie Damiata, Giulio
Cesare, Carlo Alberto Dalla Chiesa e delle Milizie.
Il complesso edilizio risulta costituito da quattro corpi di fabbrica identificati in base
alle vie a cui sono prospicienti:
- Edificio A, affacciantesi all’esterno sulla via Carlo Alberto dalla Chiesa;
- Edificio B, affacciantesi all’esterno sul viale delle Milizie;
- Edificio C, affacciantesi all’esterno sulla via Damiata;
- Edificio D, affacciantesi all’esterno sul viale Giulio Cesare;
I fabbricati della caserma saranno progressivamente ristrutturati e adibiti ad altra
destinazione, specificatamente a uffici giudiziari rivolti al diritto del lavoro.
1.1 CARATTERISTICHE DEGLI IMPIANTI TECNOLOGICI
INTERNI
PREMESSE
La progettazione di un Complesso Giudiziario rappresenta un tema progettuale di
difficile interpretazione architettonica per le particolari esigenze tecnico-funzionali
che ne definiscono inderogabilmente geometria, dimensioni, tecnologie.
La peculiarità di tale tipologia edilizia è rappresentata dalla necessità di articolare le
diverse funzioni, secondo specifiche esigenze di spazi e di organizzazione connesse
ad attività soggette all'affluenza di pubblico ed in continua evoluzione e
trasformazione così come lo sono le norme finalizzate al diritto del lavoro.
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La definizione delle componenti impiantistiche elettriche è attuata considerando, oltre
alle esigenze proprie ed alle destinazioni architettoniche, anche quelle generali di:
─ Realizzazione progressiva e per stralci funzionali degli interventi;
─ Mantenimento in funzione, nelle attuali condizioni, delle parti di edificio e
degli interi corpi di fabbrica non interessati al primo stralcio di lavori.
ORGANIZZAZIONE
La struttura organizzativa di questa sede del Tribunale di Roma è una struttura
costituita da quattro macro gruppi composti da sottogruppi che possiamo sintetizzare
in:
A. Edificio A
1. Piano Seminterrato, Archivi depositi, Connettivo.
2. Piano Terra, 14 Stanze polifunzionali A, Connettivo
3. Piano Primo, 27 Stanze polifunzionali B, Archivi correnti, Connettivo
4. Piano Secondo, 24 Stanze polifunzionali B, Archivi correnti, Connettivo
5. Piano Copertura, Sottotetto, Terrazza.
B. Edificio B
1) Piano Seminterrato, Archivi depositi, Connettivo.
2) Piano Terra, 14 Stanze polifunzionali A, Connettivo
3) Piano Primo, 28 Stanze polifunzionali B, Archivi correnti, Connettivo
4) Piano Secondo, 28 Stanze polifunzionali B, Archivi correnti, Connettivo
5) Piano Copertura, Sottotetto, Terrazza.
C. Edificio C
1) Piano Terra, Atrio , 2 stanze da 400 m², Connettivo
2) Piano Primo, non oggetto di intervento
3) Piano Secondo, Copertura non oggetto di intervento
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D. Edificio D
1) Piano Seminterrato, Archivi depositi, Connettivo.
2) Piano Terra, Atrio, 6 Stanze polifunzionali B, Connettivo
3) Piano Primo, 20 Stanze polifunzionali C, Connettivo
4) Piano Secondo, 20 Stanze polifunzionali C, Connettivo
5) Piano Copertura, Sottotetto, Terrazza.
Dove sotto il profilo impiantistico le Stanze Polifunzionali sono classificate in A, B e
C in relazione alle superfici (25, 45, 70 m²) ed alle destinazioni che potranno essere
indifferentemente di aula giudiziaria, cancelleria od uffici senza necessità di
interventi sulle infrastrutture impiantistiche.
Il complesso edilizio così ristrutturato prevede inoltre alcuni servizi comuni quali:
E. Aree tecniche
F. Ristoro
G. Parcheggi mezzi di servizio
H. Parcheggi
Formano oggetto della presente tornata di lavori quelli necessari alla
ristrutturazione alle nuove destinazioni dell’edificio “A” (intero) e di rilevante
parte dell’edificio “D”, nonché di una piccola porzione dell’edificio “B”.
1.1.1 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO DA REALIZZARE
La componente impiantistica dell’intervento sarà costituita dalla rimozione e
smaltimento degli antefatti impianti esistenti e dalla nuova realizzazione degli
impianti tecnologici a servizio degli edifici oggetto delle opere edili;
Anche ai fini dell’articolazione impiantistica il complesso immobiliare è suddiviso
nei medesimi corpi di fabbrica:
1) Edificio A
2) Edificio B
3) Edificio C
4) Edificio D
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Le opere impiantistiche da realizzare saranno di nuova installazione per tutti gli
edifici, previa rimozione degli impianti esistenti non più utilizzabili.
L’edificio sarà dotato di pavimento galleggiante su tutti i piani fuori terra
dell’edificio “A” nonché al piano terra dell’edifcio “D” e in alcuni locali tecnici al
piano seminterrato sempre dell’edificio “D”. I controsoffitti ispezionabili saranno
invece presenti nei servizi igienici, in alcuni sbarchi ascensore e nei corridoi del
primo e del secondo piano dell’edificio “D”.
Ai piani sono presenti diversi locali tecnici, ubicati solitamente dietro i nuclei
ascensori, e all’interno di questi sono presenti dei locali segregati ove ubicare
apparecchiature sensibili o da proteggere (rack dati, rack Evac).
1.1.2 DESCRIZIONE IMPIANTI DI SERVIZIO AGLI EDIFICI
Gli impianti elettrici e speciali interni ed esterni dell'intero complesso edilizio sono a
servizio dei vari corpi di fabbrica e così articolati:
Impianti elettrici, collegamenti al punto di consegna del distributore
pubblico con linee di alimentazione MT fino alla cabina di ricezione.
Impianti elettrici, cabine di trasformazione MT/BT e smistamento BT, del
tipo a radiale doppia su sbarra unica, con alimentazioni e distribuzione in media
tensione, sezione di trasformazione media/bassa con ridondanza del 100%,
quadro generale di bassa tensione, e servizi di cabina.
Impianti elettrici, stazioni di autoproduzione di energia, a intervento rapido,
suddivisi per necessità di spazio in due gruppi a copertura del 50% del carico,
attestati su quadro di parallelo e poi su propria sezione del QGBT per
alimentare in caso di mancanza di rete le utenze short break del complesso.
Impianti elettrici, produzione di energia in continuità, delocalizzata sui vari
piani o sulle singole utenze (nei rack della trasmissione dati, per i sistemi Evac,
per il Ced), attestantesi su propria sezione no-break di ogni quadro elettrico, per
ogni zona elettrica servita. Nel 2° stralcio del 1° lotto non saranno messi in
appalto gli UPS ai piani (la sezione continuità verrà alimentata da quella
privilegiata) e verrà previsto un solo UPS a servizio del CED rispetto ai due
previsti nel progetto.
Impianti elettrici, quadro elettrico generale di fabbricato A, del tipo in forma
1, costituito dal contenitore e dagli apparecchiati di segnalazione protezione e
comando di tutti i quadri, di tutti gli UPS di piano e delle utenze elettriche del
piano cui è collocato;
Impianti elettrici, quadro elettrico generale di fabbricato D, del tipo in forma
1, costituito dal contenitore e dagli apparecchiati di segnalazione protezione e
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comando di tutti i quadri, di tutti gli UPS di piano e delle utenze elettriche del
piano cui è collocato;
Impianti elettrici, rifasamento automatico, del tipo idoneo per alto contenuto
di armoniche a servizio di ogni quadro elettrico generale di fabbricato;
Impianti elettrici, linee di distribuzione principale, del tipo in barre ed in
cavo, costituite dalle condutture di alimentazione dalla cabina MT/BT al
QGBT e da questi ai generatori di riserva.
Impianti elettrici, linee elettriche secondarie, di collegamento fra i quadri
elettrici generali di edificio (QE.GEN.A, QE.GEN.D) ed i quadri secondari di
piano e di zona di ogni fabbricato, saranno realizzate con condotti sbarre e con
conduttori unipolare isolato in gomma, non propagante l'incendio tipo
FG7OM1, alloggiati in canali metallici e/o tubazioni metalliche, disposte in
vista e/o sotto traccia a seconda dei casi. Nelle centrali tecnologiche la tipologia
della distribuzione è analoga alla precedente, estesa alle prese di utenza;
Impianti elettrici, quadri elettrici secondari, del tipo da esterno e da incasso,
di protezione e comando dei circuiti secondari di alimentazione delle singole
utenze, a servizio delle singole zone degli edifici.
Impianti elettrici, impianto di illuminazione interna, del tipo ordinario,
costituito dai corpi illuminanti posti generalmente a parete o sospesi a soffitto,
con illuminazione di tipo diretta/indiretta;
Impianti elettrici, impianto di illuminazione interna, di sicurezza, costituito
dai corpi illuminanti posti generalmente a parete, di tipo autoalimentato con
autonomia non inferiore alle 2 ore (e con tempo di ricarica di 12 ore), asserviti
a sistema di controllo centralizzato;
Impianti elettrici, impianto prese e FM, di distribuzione puntuale dell’energia,
realizzato mediante condutture costituite da passerelle metalliche a filo,
tubazioni in resina e cavi, poste in vista nei controsoffitti e nei falsi pavimenti o
sotto traccia a pavimento e a parete, pervenenti a terminali e prese a norma.
Impianti elettrici, impianti elettrici a servizio degli impianti tecnologici, le
apparecchiature installate nelle centrali tecnologiche saranno alimentate e
gestite ciascuna da un quadro elettrico ad esse dedicati.
Impianti elettrici, impianto di terra, unico in tutto il complesso attestantesi
nella sala QGBT di ogni cabina dove verrà installato un piatto di rame con
funzioni di nodo equipotenziale primario.
Impianti elettrici, impianto protezione scariche atmosferiche, realizzato con
un LPS esterno costituto con sistema a maglie (Gabbia di Faraday) in tondino
di rame e con LPS interni costituiti da scaricatori di tensione/corrente a
protezione dei quadri elettrici, e in altri sistemi di equipotenzializzazione.
Impianti speciali, impianto telefonia-dati, del tipo a cablaggio strutturato, che
avrà inizio in corrispondenza del collegamento con le reti esterne (Reti
Ministeriali o dei concessionari) analogiche e digitali, e termine con le singole
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prese di utenza posizionate nei locali del complesso edilizio, eseguito con
canalizzazioni distinte dagli altri impianti.
Impianti speciali, impianto dati Tribunale del tipo a cablaggio strutturato, a
servizio della Sezione Lavoro, articolato su LAN indipendente che avrà inizio
in corrispondenza della Sala Telecomunicazioni TRSL e termine con le singole
prese di utenza posizionate nei locali del complesso edilizio, eseguito con
canalizzazioni distinte dagli altri impianti; saranno predisposti i soli apparati
passivi.
Impianti speciali, impianto diffusione sonora per allarme, del tipo digitale
modulare, idoneo anche a messaggistica ordinaria, comandata dall'impianto di
rivelazione incendi, completo di condutture, diffusori in ambiente e centrali di
controllo e di amplificazione (il tutto certificato secondo le pertinenti norme
UNI EN della serie 54), con connessione all’impianto di rivelazione incendi.
Impianti speciali, impianto di ricezione WI-FI, del tipo per trasmissioni
digitali, a servizio degli access point posizionati nei locali del complesso
edilizio, completo di apparecchiature di captazione ed amplificazione,
condutture, prese di utenza, connesso alla rete LAN di c.s..
Impianti speciali, impianto rivelazione incendio, del tipo costituto da rilevatori
analogici di fumo e di temperatura o lineari ad indirizzamento individuale in
relazione alla tipologia dei locali da proteggere, completo di targhe luminose ed
eventualmente acustiche in tutti i locali, pulsanti di allarme e centrali
elettroniche slave di edificio, centrale master posta in locale presidiato;
Impianti speciali, impianto controllo accessi, costituto da lettori di badge,
elettroserrature, sensori magnetici, unità di controllo e concentrazione,
alimentatori relativi, per l’accesso controllato agli ambienti strategici del
complesso.
Impianti speciali, impianto antintrusione del tipo a sensori volumetrici a
doppio effetto e contati sugli infissi per le zone interne degli edifici.
Impianti speciali, impianto di videosorveglianza del tipo a telecamere
installate negli atrii, nell’ingresso agli ambienti strategici e sul perimetro
esterno, completo di centrale di monitoraggio e sistema di gestione con remoto
installato nella portineria.
1.1.3 MODALITÀ DI DEFINIZIONE DEGLI IMPIANTI
Nello sviluppo della progettazione preliminare e definitiva, per l’impostazione delle
tipologie di impianti da adottare è stata effettuata una analisi delle richieste
esigenziali ed energetiche utilizzando, quando necessario, come parametri di
raffronto i valori a m² e m³ di edifici similari del settore terziario.
Le intervenute o intervententi interlocuzioni su tali progetti non hanno apportato
prescrizioni e richieste di modifiche sostanziali allo stesso, il successivo sviluppo
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della progettazione esecutiva ha, pertanto, approfondito la definizione delle
impostazioni – meglio descritte nel prosieguo – non alterando le considerazioni
progettuali in essere.
1.1.4 CONSIDERAZIONI DIMENSIONALI
Le esigenze impiantistiche dell’insieme degli edifici da realizzare sono state
analizzate mediante raffronti parametrici con tipologie edilizie similari e ricorrendo a
valori ricavati dalla recente realizzazioni di medesimi edifici, tali considerazioni sono
riepilogate nelle seguenti tabelle, utilizzanti la seguente simbologia:
Amb. N° di Ambienti
Occ. N° di persone presenti
Energia Ordinaria Fabbisogno di energia elettrica di tipo short-break [W]
Energia di sicurezza Fabbisogno di energia elettrica di tipo no-break [W]
Energia Meccanici Fabbisogno di energia elettrica a servizio degli impianti meccanici [W]
Carico Totale Fabbisogno globale massimo di energia elettrica [W]
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Avendo suddiviso gli edifici in tre zone:
- Edificio A (compreso un modulo dell’edificio B);
- Edificio D, oggetto parziale di intervento, ma studiato nella sua interezza.
Dall’analisi dei carichi deriva una necessità di potenza globale per gli impianti
elettrici di:
- Poco meno di 1 MW elettrico massimo contemporaneo, da ripartire su
due centri di carico, il primo relativo all’edificio A ed il secondo
relativo al fabbricato D (comprendendo anche la parte oggetto del 2°
lotto di interventi)
- di cui circa 0,25 MW elettrici di energia in continuità con ridondanza
100, dislocati nelle varie zone del complesso.
- tenere la quasi totalità del carico elettrico sotto energia di riserva,
mediante gruppi elettrogeni, escludendo gli impianti di climatizzazione
salvo quelli a servizio dei lcoali tecnici.
Per implementare le caratteristiche di continuità e selettività del servizio richieste agli
impianti meccanici, si prevede di suddividerli su più centrali autonome di piano e di
zona, alimentate cadauna da sola energia elettrica.
Le centrali saranno di tipo termodinamico, escludendo il ricorso a sorgenti a
combustibile fossile.
Per garantire il corretto funzionamento dei locali tecnici TD ed elettrici di piano e di
zona si prevedere il mantenimento di condizioni termiche interne prefissate per i
seguenti locali tecnici, a fronte dei rispettivi carichi dissipati:
Edificio Locale Potenza installata Carico da dissipare
kW kW
D Sala BT GEN 10 3
Sala BT T 20 6
Sala BT 1 30 9
Sala BT 2 30 9
A Sala BT T 20 6
Sala BT 1 30 9
Sala BT 2 30 9
Cabine MT/BT Sala Quadri GBT 1 1600 6
Sala MT 1 2x1600 kVA 2 x 8 kW
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In considerazione delle esigenze di ridondanza dei sistemi, i sistemi di raffrescamento
avranno la seguente articolazione: Edificio Locale Sistema 1 Sistema 2
D Sala BT GEN Split da 3 kW Assente
Sala BT T Split da 6 kW Assente
Sala BT 1 Split da 9 kW Assente
Sala BT 2 Split da 9 kW Assente
A Sala BT T Split da 6 kW Assente
Sala BT 1 Split da 9 kW Assente
Sala BT 2 Split da 9 kW Assente
Cabine MT/BT Sala Quadri GBT 1 Split da 6 kW Assente
Sala MT 1 Ventilazione da 4000
m³/h cad.
Classamento
trasformatori
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1.2 CARATTERISTICHE DELLE OPERE ELETTRICHE
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Gli impianti elettrici dovranno essere finalizzati all’ottenimento dei seguenti requisiti
funzionali:
- sicurezza elettrica;
- continuità di servizio;
- sicurezza al rischio d’incendio;
- flessibilità di esercizio;
- contenimento energetico;
- semplicità di controllo;
- affidabilità e ridotta manutenzione.
1.2.1 Sistema di Potenza
All’affidabilità del sistema costruttivo delle cabine di trasformazione prefabbricate,
consolidatosi negli anni, si è aggiunta recentemente l’evoluzione dei sistemi di
controllo che ne migliorano il livello di sicurezza e ne facilitano la gestione.
L’impianto per le cabine di trasformazione MT/BT del presente progetto, dovrà
avvalersi perciò di questa tecnologia migliorativa, tenuto conto anche dei requisiti di
sicurezza richiesti dalle condizioni di installazione.
Tipologia di impianto
La cabina di ricezione energia elettrica sarà alimentata con semplice utenza dalla rete
del distributore (ACEA Distribuzione SpA), e sarà ubicata in apposito locale, ubicato
nel fabbricato D al piano interrato, in discontinuità alla cabina esistente già in uso
all'ACEA, in prossimità dell’accesso generale all’area dalla strada esterna Via
DAMIATA, rimasta nella disponibilità di altro usuario dell’edificio.
Tale scelta trascende dalla necessità di utilizzare una alimentazione alla tensione
normalizzata di 20 kV, obbligatoria per le nuove cabine/installazioni e differenziata
dalla tensione di rete presente nella cabina esistente già menzionata.
Sarà quindi predisposto un locale da dare in servitù al Distributore, con accesso ad
esso riservato anche dall’interno del fabbricato; sarà poi realizzato un locale per
ospitare le apparecchiature di misura, di accesso sia ACEA che utente.
In adiacenza alla cabina di ricezione sarà ubicata una cabina di ricezione e
smistamento, idonea a servire anche una seconda cabina di trasformazione
La futura ristrutturazione degli edifici B e C usufruirà infatti di propria cabina di
trasformazione (esclusa dal presente appalto) ubicata nel progetto preliminare in
vicinanza dell'angolo contrapposto del cortile interno.
La sezione MT della cabina, farà capo a un quadro in esecuzione a tenuta d’arco per
interno, con isolamento in SF6.
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Le linee di arrivo al quadro dovranno essere suddivise su più linee protette da
interruttori del tipo in esafluoruro di zolfo ad autogenerazione di pressione che
alimenteranno due trasformatori isolati in resina, ognuno dei quali in grado di
sopperire al massimo carico contemporaneo.
Il fabbisogno energetico del complesso di carico elettrico, dovrà essere sostenuto in
condizioni ordinarie dai due trasformatori, articolati in modalità radiale doppia.
Completerà la cabina una centrale di autoproduzione articolata su due gruppi
elettrogeni di ri-alimentazione della distribuzione elettrica in caso di avaria della rete
generale.
I possibili guasti in circuiti diversi non dovranno, in nessun modo, influenzare le linee
di alimentazione in continuità. Ciò sarà ottenuto adottando un sistema elettrico di
distribuzione in BT prevalentemente selettivo.
Il “fuori servizio” (programmato od accidentale) di un trasformatore o un
(improbabile) sovraccarico dovrà essere sostenuto dall’altro trasformatore.
Un “fuori servizio” generale dovrà essere sostenuto dall’intervento automatico dei
gruppi elettrogeni che alimenteranno tutti i servizi sottesi del complesso edilizio.
Per evitare correnti di spunto troppo elevate all’inserzione del carico sui gruppi
elettrogeni, si utilizzeranno le potenzialità offerte dal sistema di supervisione degli
impianti meccanici che in caso di black-out preordineranno il riaccendersi degli
impianti con una sequenza programmata e cadenzata per minimizzare dette correnti.
L’impianto di ogni cabina dovrà essere completamente gestibile a distanza.
Ogni scomparto e ogni cella del quadro in MT dovranno essere monitorati da
un’unità centrale integrata che dovrà presiedere a tutte le funzioni (protezione,
sezionamento, controllo, interblocco, misura, diagnostica, memorizzazione) e dovrà
comunicare con il supervisore dedicato al sistema elettrico.
Il quadro generale di BT dovrà essere in forma 4b, dotato di scomparti con
segregazione completa delle sbarre, delle connessioni e delle uscite di ogni singolo
interruttore, previsti di tipo estraibile.
Questa forma costruttiva dovrà consentire un agevole e sicuro accesso alla cella cavi
di ogni singolo interruttore con tutti gli altri interruttori in servizio.
Anch’esso dovrà avere la possibilità di essere completamente gestito da un punto di
controllo remoto.
Un doppio sistema di soccorritori dotati di batterie dovrà assicurare la continuità di
funzionamento dei comandi anche in caso di mancanza temporanea di alimentazione
dalla rete pubblica. Per aumentare il grado di affidabilità nei locali MT/BT di centrale
è prevista per gli stessi una tensione degli ausiliari a 48 V c.c.
1.2.2 Gruppi elettrogeni
L’impianto di generazione per servizio autonomo e di emergenza sarà articolato su 2
gruppi elettrogeni ad intervento automatico [G.E.I.A.] da 550 kVA in emergenza
accoppiati mediante quadro elettrico di parallelo gruppo/gruppo, e dovrà essere
caratterizzato dai seguenti requisiti funzionali:
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- rumorosità minima;
- affidabilità di funzionamento;
- ridotta manutenzione;
- consumi ridotti.
Ogni gruppo elettrogeno dovrà essere ubicato in un apposito container/vano tecnico
insonorizzante con ventilazione naturale diretta verso l’esterno, separato dalla
viciniore centrali tecnologiche e cabine MT/BT.
Il sistema dei gruppi dovrà essere dimensionato per garantire il funzionamento anche
in emergenza di tutta la sezione luce generale, luce di emergenza e di tutte le linee
preferenziali, e sarà sommariamente costituito da:
- Motore diesel a 1500 g/min con raffreddamento ad acqua in circuito
chiuso;
- Alternatore trifase con eccitazione forzata e autoregolato.
Gli impianti di aspirazione dell’aria esterna e di evacuazione dell’aria di
raffreddamento, dovrà essere realizzato attraverso condotte e griglie munite di setti
insonorizzanti e filtri.
Ogni gruppo elettrogeno stesso dovrà essere predisposto con proprio cofano
insonorizzato.
Ogni sistema di scarico (marmitta catalitica, silenziatore, ecc.), dovrà essere
concepito per smaltire in maniera veloce e silenziosa i prodotti di combustione,
minimizzando la contropressione dei gas di scarico.
Ogni sistema di alimentazione del combustibile dovrà essere costituito da un
serbatoio giornaliero montato a bordo macchina, in grado di sostenere almeno un
giorno di autonomia a carico reale; sarà predisposto un sistema di rifornimento di tipo
fisso, attestantesi all’esterno.
Ogni gruppo elettrogeno dovrà essere concepito per contenere le vibrazioni generate
(supporti elastici, tronchetti flessibili, ecc.). Il quadro elettrico di comando e controllo
dovrà essere concepito per essere totalmente controllato dal sistema di supervisione a
cui è collegato.
1.2.3 Distribuzione dell’energia elettrica
Gli impianti tecnologici del complesso edilizio devono rispondere alle esigenze di
comfort ambientali (condizionamento, ventilazione, ecc.), e ai sistemi di automazione
della gestione sempre più all’avanguardia (sistemi di sicurezza, sistemi di
comunicazione, ecc.).
Il fabbisogno energetico quindi viene incrementato non solo quantitativamente, ma
anche qualitativamente. Quest’ultima esigenza si traduce con l’adozione di sistemi
atti a garantire le caratteristiche di continuità dell’energia e di compatibilità
elettromagnetica anche in seguito ai disturbi provenienti dalla rete elettrica a monte
del punto di consegna dell’ente distributore o provenienti da fenomeni atmosferici.
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Il sistema di distribuzione dell’energia elettrica del complesso, dovrà essere del tipo
TN-S. La distribuzione dell’energia in partenza dalla cabina MT/BT dovrà essere
effettuata a Vn = 400V.
Dovranno essere alimentati:
- Gli impianti tecnologici (gruppi VRV/VRF, impianti di movimentazione
meccanica, centrali trattamento aria, terminali in ambiente);
- Le distribuzioni principali dal quadro BT ai quadri di smistamento;
- Le distribuzioni secondarie dai quadri di smistamento ai quadri di zona
dei diversi piani;
- Le distribuzioni finali dai quadri di zona alle utenze.
Dovrà essere inoltre inquadrata la contemporaneità temporale tra i carichi per allocare
in maniera oculata le risorse di potenza disponibili. Nel funzionamento ordinario, la
potenza disponibile come alimentazione di emergenza dovrà essere erogabile
prioritariamente per l’illuminazione e per i servizi essenziali oltre che nei servizi di
sicurezza. Nel periodo di inattività degli uffici, il baricentro elettrico si sposta
sostanzialmente nei servizi di sicurezza.
Il funzionamento del congiuntore generale di ogni QGBT, sarà assicurato con logiche
rigorose che consentiranno l’intervento del solo personale per l’attivazione della
semisbarra in funzione di riserva, l'azionamento, pertanto, sarà ad inserimento solo
manuale.
Parallelamente, in caso di mancanza di rete, anche la potenza dai gruppi elettrogeni,
dovrà venir travasata con commutazione automatica del congiuntore eventualmente
inserito, e successiva riattivazione in caso di avaria di uno dei gruppi previo controllo
dei carichi presenti.
Tra i sistemi che appartengono alla sezione privilegiata, vi saranno:
- L’impianto di rilevazione incendi,
- L’impianto di spegnimento automatico,
- I gruppi di pompaggio,
- I sistemi di telecomunicazioni e il CED,
- Il sistema di controllo accessi,
- Il sistema di supervisione,
- L’impianto di raffreddamento della cabina MT/BT.
Tali sistemi saranno derivati direttamente dai quadri dei gruppi elettrogeni.
La centrale di telecontrollo dovrà essere inoltre servita da un proprio gruppo statico di
continuità.
Lo sviluppo planimetrico delle linee di alimentazione delle sezioni normale/
privilegiata ed in continuità, dovrà avvenire seguendo percorsi entro tubazioni e/o
canaline il più possibile separati e, dove richiesto e/o possibile, all’interno di
compartimenti antincendio distinti.
Ogni linea dovrà essere protetta da cortocircuito e sovraccarico e dai contatti diretti e
indiretti a monte (a meno di quelle di alimentazione dei servizi antincendio), e dovrà
essere posata e cablata in modo tale da evitare possibili riscaldamenti locali.
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Cavi, tubi protettivi e canalizzazioni dovranno essere del tipo non propagante
l’incendio (cavi FG7 per le linee principali e secondarie, N07G9-K unipolari per linee
secondarie, FTG10 o isolamento minerale per le linee luce di sicurezza sotto
soccorritore).
Il sistema di distribuzione dell’energia elettrica dovrà essere contraddistinto da un
livello di selettività totale tra le apparecchiature di protezione entro i quadri di
alimentazione.
La sicurezza delle persone contro il rischio elettrico dovrà essere realizzata con la
protezione da contatti diretti e indiretti.
Dovrà essere assicurata la protezione totale contro i contatti diretti (mediante
isolamento principale, involucri e barriere), in particolare per quanto riguarda le prese
a spina, installate a livello pavimento.
Le misure di protezione che dovranno essere adottate contro i contatti indiretti sono
di seguito elencate:
- Isolamento doppio o rinforzato;
- Sistemi a bassissima tensione: SELV;
- Interruzione automatica del circuito mediante sganciatori differenziali
e/o magnetotermici coordinati con l’impianto generale di messa a terra.
Il complesso edilizio dovrà essere inoltre, suddiviso in zone all’interno delle quali
dovranno essere raggruppati i circuiti di alimentazione delle apparecchiature
elettriche.
La segnalazione di eventuali guasti dovrà essere riportata in centrale di telecontrollo.
Verrà così agevolato l’intervento di manutenzione e bloccata tempestivamente una
possibile causa d’incendio.
Dovranno essere presi tutti i provvedimenti impiantistici atti a ridurre gli effetti
negativi di eventuali interazioni elettromagnetiche.
Tra le principali cause di disturbi elettromagnetici (soprattutto per la magnitudo del
fenomeno stesso), vi sono le fulminazioni (dirette e/o indirette).
I loro effetti dovranno essere controllati mediante un sistema di limitatori
adeguatamente coordinato e dalla schermatura di tutti i sistemi di telecomunicazioni e
antincendio (rivelazione ed Evac).
Fluttuazioni di tensione dovuti a guasti, manovre e commutazioni in rete, dovranno
essere controllate con l’adozione di gruppi statici di continuità, stabilizzatori e/o filtri
ove necessario. Disturbi derivanti da sistemi di telecomunicazioni interferenti con gli
impianti del complesso e tra gli impianti stessi dovranno essere limitati adottando
apparecchiature con marchio ce e installando i cavi entro idonee canalizzazioni con
percorsi distinti ove necessario (cavi di potenza e cavi di segnale).
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1.2.4 Sistema di illuminazione
Il sistema di illuminazione si suddivide in quattro impianti distinti ma complementari
che sono:
Impianto di illuminazione interna generale;
Impianto di illuminazione esterna;
Impianto di illuminazione interna;
Impianto luci di sicurezza.
Impianto di illuminazione generale
La funzione essenziale che dovrà essere svolta dall’impianto di illuminazione
generale interno del complesso edilizio, è quella di assicurato un idoneo livello di
illuminamento e un’alta qualità delle fonti luminose in tutte gli ambienti ove il
compito visivo è legato ad esigenze produttive e di controllo.
Questi traguardi devono essere raggiunti limitando l’impatto visivo dei corpi
illuminanti.
Il progetto illuminotecnico dell’edificio è diversificato per aree funzionali. Si
individuano perciò le seguenti aree:
1. Sale Riunioni;
2. Hall ed atrii;
3. Aree uffici, connettivi;
4. Aree servizi, centrali;
5. Archivi.
Il sistema di illuminazione generale dovrà essere completamente gestibile e
monitorabile da una centrale localizzata nella sala controllo.
In particolare, l’accensione, lo spegnimento e la regolazione continua del flusso
luminoso, dovranno essere centralizzate mediante idonee linee di controllo.
Impianto di illuminazione interna
La funzione essenziale che dovrà essere svolta dall’impianto di illuminazione interna,
è quella di assicurare un idoneo livello di illuminamento sui soli tavoli degli operatori
e sui percorsi.
Questi traguardi devono essere raggiunti limitando l’impatto visivo e quello riflesso
dai vetri dei corpi illuminanti.
Il progetto prevede l’utilizzo standardizzato di un corpo illuminante composto da
plurime aggregazioni di mini LED, in forma e numero differenziati rispetto alle
esigenze, con possibilità di illuminazione diretta ed indiretta, con lo scopo di
uniformare sia le installazioni inziali che le dotazioni dei ricambi e di fornire per tutto
il complesso edilizio una immagine costante di tutte le sorgenti di luce.
L’illuminazione degli ambienti costituenti attività soggetta alla prevenzione incendi,
(centrali, archivi, etc.) sarà effettuata con apparecchi incombustibili con corpo in
acciaio e schermo in vetro temperato.
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L’illuminazione degli uffici e delle aule sarà soggetta a controllo di presenza e di
luminosità mediante interfaccia DALI sui corpi illuminanti interessati ed appositi
sensori di ambiente posizionati sui sostegni/supporti di un apparecchio
rappresentativo dell’ambiente.
L’illuminazione dei servizi e degli archivi sarà soggetta a controllo di presenza
mediante sensori di ambiente di inibizione.
In generale le esigenze di “restauro conservativo” del complesso determinano il
contenimento degli spazi controsoffittati, per la volontà di rendere visibile i soffitti a
volta, ove presenti; l’illuminazione di questi ambienti è effettuata con lampade
ubicate o a parete, con luce esclusivamente indiretta o sospese alle volte e con
illuminazione diretta e indiretta a seconda della peculiarità degli ambienti e delle
decorazioni (presenti in alcuni lcoali al piano terra dell’edificio “A”).
Impianto di illuminazione di sicurezza
La funzione essenziale svolta dall’impianto di illuminazione di sicurezza interno del
complesso edilizio, è quella di garantire un livello minimo di illuminamento anche in
condizioni di caduta della tensione di rete e di contemporanea avaria dei sistemi di
alimentazione di emergenza, in caso di esodo del complesso.
Il sistema di illuminazione di sicurezza sarà costituito dall’impianto di illuminazione
di emergenza destinato alle vie ed ai percorsi di esodo e dall’impianto antipanico
destinato a garantire il citato minimo livello di illuminamento in tutti gli ambienti
occupati.
L’impianto antipanico, ove presente, utilizzerà i medesimi corpi illuminanti dedicati
all’illuminazione generale, dotando gli stessi di appositi “kit inverter + batteria”,
collegati comunque alla centrale di controllo dell’impianto di illuminazione di
emergenza di cui in appresso.
L’impianto di illuminazione di sicurezza delle vie d’esodo sarà costituito da
apparecchi autonomi, differenziati dalle tipologie già presenti per l’illuminazione
generale, dotati di proprie sorgenti autonome di energia in continuità e corredati di
un’interfaccia digitale e collegamento con una apposita centrale di controllo.
La centrale di controllo è ubicata nella sala controllo al piano terra del corpo “A”.
1.2.5 Impianto di F.M.
La funzione essenziale che dovrà essere svolta dall’impianto di F.M. è quella di
alimentare attraverso prese a spina le utenze distribuite negli ambienti del complesso
edilizio.
Il progetto F.M. dell’edificio dovrà essere diversificato per aree funzionali.
Si individuano perciò le seguenti aree:
- Aree Uffici;
- Aree Servizi e Connettivi;
- Aree Archivi;
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- Aree Hall e Ristoro;
- Aree Centrali tecnologiche.
Per ogni zona dovranno essere previste delle prese congrue con il servizio che
dovranno soddisfare.
1.2.6 Impianto di messa a terra protezione contro le scariche atmosferiche
Il sistema di protezione del complesso edilizio presenta diversi aspetti caratterizzati
da problematiche specifiche. Il terreno su cui poggia la struttura è infatti composto da
argilla limosa in ambiente scarsamente corrosivo.
Vanno perciò individuati particolari accorgimenti per la realizzazione dell’impianto
di messa a terra.
Inoltre, l’esigenza di realizzare un’efficace protezione contro le scariche
atmosferiche, deve sposarsi adeguatamente con l’estetica dell’edificio.
L’impianto generale di messa a terra dovrà avere lo scopo di limitare eventuali
tensioni verso terra, di quelle parti di impianto elettrico, normalmente non in
tensione, ma che potrebbero andarvi a causa di guasti. Esso dovrà essere
dimensionato per assicurare protezione sufficiente sia per quanto concerne la sezione
MT di ogni cabina che per la relativa sezione BT.
La resistenza totale di terra dell’impianto disperdente deve essere di valore tale che,
in relazione al coordinamento con le protezioni e i dispositivi di intervento per guasto
verso massa o verso terra, la tensione totale di terra sia contenuta entro i valori
normativi
Rt = Vt /Ig
nel tempo.
A questo scopo si prevedere un impianto disperdente composto da elementi singoli in
rame interconnessi mediante corda di rame.
Tali elementi, distanziati tra di loro e comunque in corrispondenza a ogni calata
dell’impianto di protezione contro le scariche atmosferiche, dovranno essere costituiti
da picchetti in profilato e da piastre. Ove possibile, verranno connessi eventuali
dispersori naturali all’impianto base.
Si dovrà aver cura di neutralizzare i potenziali di guasto portati all’esterno mediante
isolamento o distanziamento.
In corrispondenza della cabina MT/BT, la distanza tra elementi disperdenti singoli,
viene dimezzata e viene interrato un ulteriore anello più in profondità rispetto al
precedente, al fine di contenere le tensioni di passo e di contatto.
Il calcolo effettuato della rete così configurata porta a una resistenza di valore
inferiore a 1 Ohm.
Il sistema di distribuzione dell’energia elettrica richiede inoltre
l’equipotenzializzazione delle masse estranee e il collegamento a terra di tutte le
masse (CEI 64-8).
La verifica LPS [cfr. elaborato Calcoli Esecutivi Elettrici] impone, infine, la
realizzazione di una gabbia di protezione dalle scariche atmosferiche di 3° livello
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(interdistanza calate massimo ogni 20m) e l’utilizzo di cavi schermati per tutti le reti
a corrente debole, fonia/dati, rivelazione incendi, antintrusione, etc.
1.2.7 Sistema di supervisione centralizzato/rilevazione incendi
Al fine di soddisfare le esigenze di gestione del complesso edilizio è necessario
sviluppare un modello di integrazione di tutti i servizi e gli strumenti in esso
contenute.
Dovrà essere quindi possibile supervisionare la totalità degli impianti da un unico
ambiente al quale accederà solo personale autorizzato che dovrà essere in posizione
ottimale rispetto alla zona produzione e ai relativi percorsi, nonché centro del sistema
di sicurezza e pronto intervento.
La gestione di ogni impianto dovrà rimanere comunque specifica, in relazione
all’area funzionale di appartenenza:
- Sistema strutturale (impianti elettrici, termoidraulici...);
- Sistema di controllo e sicurezza (antincendio, illuminazione
d’emergenza, controllo accessi, tvcc...);
- Sistema di comunicazione (voce, dati, immagini, segnalazioni).
In particolare, alcuni sistemi di controllo, dovranno essere dotati di mezzi di
trasmissione a sé stanti. Ciò consente di offrire un'importante garanzia di sicurezza.
Architettura del sistema
La configurazione dell’impianto di supervisione del complesso edilizio dovrà essere
caratterizzata da un sistema a piramide che raccoglierà le informazioni da più livelli.
L’integrazione verrà realizzata partendo dalle funzioni e dagli apparecchi di ciascun
impianto per passare poi attraverso l’integrazione tra i diversi impianti e giungere
infine all’integrazione globale di tutte le funzioni di gestione del complesso edilizio.
Parallelamente al metodo di integrazione sopraesposto, dovrà avvenire l’interfaccia
tra l’unità centrale e quei sistemi di sicurezza e strutturali che necessitano di una
gestione fisicamente separata.
Infatti, dovrà essere necessario, ai fini di affidabilità e sicurezza, che sia demandato a
unità specifiche, il controllo e il comando dei seguenti impianti:
- Impianto antincendio;
- Impianto di climatizzazione;
- Impianto di illuminazione di sicurezza;
- Impianto elettrico (cabina MT/BT, gruppi elettrogeni, gruppi di
continuità, sistema di distribuzione);
- Impianto di illuminazione generale;
- Impianto di controllo accessi, tvcc.
Per consentire la visione degli impianti da un altro punto interno e da un qualsiasi
punto esterno al complesso edilizio, si dovranno individuare due ulteriori stazioni
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informatiche.
Il sistema di supervisione integra i seguenti impianti:
Impianto tecnologico, il controllo dell’impianto tecnologico dovrà essere
affidato alle sottostazioni digitali, nelle quali risiederanno i programmi
software di controllo, regolazione, orari, ecc. Queste sottostazioni
dovranno essere del tipo stand-alone, cioè atte a funzionare senza l’ausilio
esterno. Attraverso una linea dati dovranno dialogare con l’unità centrale
dalla quale dovrà essere possibile variare i parametri di regolazione, orari
di funzionamento, leggere i valori istantanei delle sonde, ecc.
Impianto elettrico, (cabine MT/BT, gruppi elettrogeni, gruppi di
continuità, sistema di distribuzione), il controllo dei quadri di
smistamento e di zona, il comando dei teleruttori di cabina, la prova dei
gruppi elettrogeni con riporto di eventuali anomalie, ecc., dovrà essere
affidato a una stazione a sé stante e comunicante con l’unità centrale.
Impianto antincendio, il controllo dovrà essere affidato a una stazione a
sé stante e comunicante con l’unità centrale.
Impianto di illuminazione generale, il controllo dovrà essere affidato a
una stazione a sé stante e comunicante con l’unità centrale.
Impianto di illuminazione di emergenza, il controllo dovrà essere
affidato a una stazione a sé stante e comunicante con l’unità centrale.
Controllo accessi, il controllo dovrà essere affidato a una stazione a se
stante e comunicante con l’unità centrale. L’unità centrale costituisce
l’interfaccia tra l’operatore e i sistemi periferici intelligenti ove risiedono i
programmi applicativi relativi al funzionamento degli impianti.
L’interfaccia operatore dovrà essere di tipo grafico e sarà basata su una
tecnica a finestre, consentendo comunque di utilizzare oltre al mouse,
anche i tasti funzione. L’archiviazione dei dati dovrà avvenire su memorie
di massa non volatili, al fine di poter archiviare, rielaborare e consuntivare
gli stessi ai fini statistici. L’unità dovrà consentire la completa gestione di
tutte le unità e sottoinsiemi periferici, coordinando le funzioni e le priorità
mediante il gateway. La struttura del sistema nel suo insieme, dovrà
essere del tipo a intelligenza altamente distribuita, consentendo di
realizzare una rete locale di elaborazione, in sostituzione di una
architettura con elaborazione verticalizzata. Il sistema dovrà essere
composto da più elementi interconnessi fra loro ed è caratterizzato
principalmente su tre livelli:
o il primo livello dovrà essere costituito dagli elementi in campo, che
rappresentano l’interfaccia tra il sistema e i componenti degli
impianti controllati;
o il secondo livello dovrà essere costituito da unità periferiche che
svolgono indifferentemente funzioni ddc (Controllo Digitale
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Diretto) e plc (Controllo a Logica Programmata) e trasmettono i
dati all’unità di livello superiore;
o terzo livello dovrà essere costituito dall’unità centrale, composta
tipicamente da una parte che governa il flusso di informazioni da e
per le sottostazioni (gateway) e da una parte che costituisce
l’interfaccia principale con il personale addetto alla gestione.
Impianti speciali, gli impianti speciali rivestono una funzione essenziale nella
gestione delle specifiche attività del complesso edilizio.
I sistemi elencati di seguito, appartengono alle due aree distinte di comunicazione e
di sicurezza. In alcuni casi, esse interagiscono e vengono integrate dal sistema di
supervisione generale.
a) Impianto telefonico, intercomunicante, trasmissione dati.
b) Impianto ricerca-persone.
c) Sistema di controllo accessi.
d) Sistema di diffusione sonora e annunci di emergenza.
1.2.8 Impianto telefonico, intercomunicante e trasmissione dati
Il fulcro dell’impianto dovrà essere la centrale telefonica ubicata in idoneo locale
tecnico.
Il nuovo complesso dovrà essere dotato di proprie centraline dedicate allo
svolgimento delle rispettive attività.
Il numero di utenze telefoniche dovrà essere calcolato in base alle esigenze stimate di
telefonia, la necessità di equipaggiare gli uffici e altri interni (uffici, cancellerie, corte
di appello, aule, ecc.) con apparecchi telefonici multifunzione e prevedendo a ogni
piano, apparecchi in grado di selezionare, in caso di emergenza, risorse interne o
esterne (vigili del fuoco od altro), mediante il semplice sgancio.
La centrale proposta, necessiterà di linee di derivazione a più fili, sia per apparecchi
standard che multifunzione, rendendo versatile e semplice la gestione della rete.
Sarà predisposto un locale per l’arrivo delle fibre da parte del CED del Ministero e
per eventuali connessioni con i distributori pubblici.
Dovrà essere così possibile, oltre a una migliore fonia, avere accesso a una serie di
servizi e prestazioni innovativi, quali trasmissioni dati ad alta velocità, fax di gruppo
4, videotelefonia/videoconferenza, ecc.
La rete telefonica, per il collegamento, potrà essere realizzata in collegamento stellato
con cavi multicoppia cat. 6, di tipo similare a quella servizio della rete di trasmissione
dati consentite dalla centrale, con una rete primaria in cavo multicoppia e rete
secondaria in cavetto a 4 fili. In questo caso, le applicazioni di rete locale (LAN)
saranno indipendenti e basate sul mezzo fisico prescelto. Il sistema sarà di tipo
schermato.
In aggiunta, si prevede un sistema di cablaggio strutturato, per le sale apparati e per le
ulteriori eventuali utenze da definirsi in fase di progettazione esecutiva.
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Uno degli obiettivi primari, dovrà essere quello di definire due architetture di reti che
rispondano a caratteristiche di trasparenza, modularità, flessibilità ed efficienza e che
siano proiettate verso il futuro, in termini di tecnologia e standard.
Altro obiettivo, non meno importante, sarà quello di verificare l’architettura proposta
alla luce di quanto attualmente si conosce degli standard in via di sviluppo e la sua
integrazione in un ambiente informatizzato e attento ai mutamenti tecnologici, al fine
di fornire sempre il miglior servizio. L’architettura della rete dovrà essere articolata
in due livelli, diversificati per topologia, supporto fisico e tipo di funzionalità
espletata.
Il primo livello, identificato come distribuzione verticale, o nel caso specifico rete
primaria, potrà avere una topologia a stella e utilizzerà come mezzo trasmissivo, la
fibra ottica nella versione multimodale o il cavo categoria 6, sia nella versione 4
coppie che multicoppia.
Il secondo livello, identificato come distribuzione orizzontale o rete di utente, dovrà
avere una topologia a stella, adottare tutti i protocolli trasmissivi come il primo
livello, utilizzare preferibilmente il cavo in rame, ma prevedere anche supporti diversi
in circostanze particolari.
Dovrà essere garantita la piena rispondenza alle ultime raccomandazioni in termini di
standardizzazione.
1.2.9 Sistema antintrusione
Il sistema di gestione antintrusione, dovrà esser costituito in principio dalle
apparecchiature necessarie alla gestione allarme tv (motion detector) dai monitor,
dalla centrale antintrusione e dalle apparecchiature per la videoregistrazione digitale
su personal computer, dell’evento che ha scatenato l’allarme.
Tale sistema, ha configurazione diversa a seconda che sia presidiato 24 ore su 24,
oppure solo parzialmente o addirittura non presidiato con un sito di controllo remoto.
1.2.10 Sistema antintrusione esterno
Il sistema dovrà essere fondamentalmente costituito da telecamere fisse in custodia
per esterno, interfacciate a una centrale antintrusione/centrale video tramite una unità
motion detector.
1.2.11 Sistema antintrusione interno
Anche all’interno del complesso edilizio, il sistema antintrusione dovrà essere di tipo
misto. In parte dovrà sfruttare le telecamere del sistema tvcc attraverso il motion
detector e in parte attraverso sensori che in linea di principio sono a rottura vetro e a
sensori volumetrici.
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Il sistema dovrà essere fondamentalmente costituito da telecamere interfacciate a una
centrale antintrusione/centrale video, tramite una unità motion detector e da sensori
volumetrici con relativa centrale.
1.2.12 Sistema di controllo accessi
Il sistema di controllo accessi dovrà essere realizzato mediante sistemi basati su
tastiera.
I lettori dovranno essere ubicati in posizione opportuna e saranno tra loro connessi
mediante una linea bus che fa capo a un’unità centrale asservita al controllo accessi.
Un canale di commutazione funzionante a impulso, dovrà permettere di comandare,
attraverso il bus di comunicazione, ogni attuatore (serrature elettriche, ...). Mediante
una tabella di password, dovranno essere gestiti fino a 10 livelli di priorità o gruppi di
accesso.
Ciascun livello dovrà poter gestire l’accesso in fasce orarie programmabili.
L’orologio locale dovrà essere sincronizzato periodicamente tramite bus, con
l’orologio centrale. Eventuali malfunzionamenti saranno monitorati grazie alle
funzioni di autodiagnostica.
I dati risultanti dalla lettura dell’azionamento del tastierino, dovranno essere inviati
sul bus di comunicazione e registrati e/o contabilizzati dall’unità centrale posizionata
nella sala controllo. La stessa unità centrale dovrà fungere da supporto per la
configurazione in ambiente “windows®” dei lettori di scheda (mediante
programmatore), in relazione alle disposizioni della direzione.
1.2.13 Sistema di diffusione sonora e annunci di emergenza
Dovrà essere previsto l’impianto di annunci, messaggi di emergenza e musica di
sottofondo nelle aree frequentate da pubblico e dagli addetti ai lavori. L’impianto sarà
basato sulla recente norma UNI ISO 7240, usando il metodo prescrittivo.
Avendo eseguito alcuni calcoli acustici previsionali, si è concordato con il gruppo di
progettazione architettonica l’utilizzo di intonaco fonoassorbente per limitare il
tempo di riverberazione nel connettivo e nelle stanze.
Questo sistema dovrà essere in grado di gestire fino a sei postazioni microfoniche
indipendenti e consentire di inviare messaggi a voce sintetizzata, allarmi e musica di
sottofondo, verso un massimo di 36 linee distinte di altoparlanti.
I segnali aventi una priorità più alta, potranno interrompere ed escludere i segnali
meno importanti. Poiché una funzione fondamentale, per quanto riguarda la
sicurezza, è l’evacuazione di emergenza, il sistema dovrà essere collegato a una
alimentazione di energia di riserva (da 48Vcc, ovvero altra tensione a scelta) e quindi,
nella eventualità di una caduta della rete elettrica, le funzionalità di chiamata e di
diffusione del segnale di allarme, dovranno essere garantite.
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Per garantire il funzionamento continuo del sistema, dovrà venir applicata una unità
di monitoraggio/sorveglianza degli amplificatori con inserzione automatica di un
amplificatore di riserva in caso di guasto dell’amplificatore attivo.
La centrale dovrà poter ricevere in ingresso, contatti di allarme provenienti ad
esempio dall’impianto antincendio, la centrale audio dovrà poter essere programmata
in modo tale che alla chiusura di uno di questi contatti, un messaggio preregistrato
venga indirizzato automaticamente verso la zona da cui proviene l’allarme, oppure su
tutte le zone.
La stazione di chiamata dovrà consentire all’operatore di inviare un messaggio per
mezzo del microfono e di controllare l’instradamento delle chiamate e della musica.
Una tastiera numerica consentirà di scegliere fra diverse zone di altoparlanti. Nelle
varie aree da sonorizzare, dovranno essere installati altoparlanti di tipologia diversa
sia per quanto riguarda le caratteristiche elettriche che quelle estetiche. La divisione
dell’edificio in zone è suggerita dal fatto che non tutti i locali o le aree comuni hanno
le stesse esigenze, infatti, fermo restando che i messaggi di emergenza debbono
essere trasmessi in tutto l’edificio, è opportuno che ad esempio nel complesso edilizio
durante una manifestazione non venga interrotto l’evento in corso per un semplice
annuncio di ricerca persone. Per questa realizzazione, si dovrà configurare l’impianto
consentendo la parzializzazione delle chiamate almeno sulle seguenti zone:
- Una zona per piano, suddivisa tra uffici e connettivo;
- Una zona per ogni scala di emergenza;
- Una zona “centrali tecnologiche”.
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2. FATTIBILITA’ DELL’INTERVENTO - EFFICIENTAMENTO
ENERGETICO
L’intervento impiantistico presenta nel suo complesso le seguenti eventuali
problematicità di esecuzione:
1- Effettiva disponibilità delle alimentazioni dai servizi di rete esterne.
2- Limite di 3 MW per alimentazione a metano o di 1 MW per alimentazione a
gasolio della potenza di ogni gruppo elettrogeno, imposto dal D.P.R. 25.07.1991.
come apparecchiatura ad inquinamento atmosferico poco significativo; cfr.
allegati 1 art. 26.
3- Limite di 2,0 MW per alimentazione elettrica su più trasformatori, imposto dalla
CEI 0-21.
4- Rispondenza alle norme cogenti.
L’effettiva disponibilità delle alimentazioni è testimoniata dall’esistente utilizzo della
struttura.
Il limite del DPR 25/07/1991 sull’inquinamento non è raggiunto dal tipo di
intervento proposto e pertanto non sarà necessaria la richiesta di autorizzazioni
precipue.
Gli altri aspetti ed in particolare quelli relativi al risparmio energetico sono trattati
nella relazione specialistica degli impianti meccanici a cui si rimanda per maggiori
dettagli.
2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI
L'impianto oggetto dell'Appalto ed i suoi componenti dovranno essere conformi in
tutto alle prescrizioni delle leggi o dei regolamenti in vigore, o che siano emanati in
corso d'opera, in particolare:
Norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano)
D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81, TESTO UNICO SULLA
SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO
Legge n. 186 del 01/03/1968 Disposizioni concernenti
la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari,
installazioni e impianti elettrici ed elettronici
Legge n. 46 del 05/03/1990 Norme per la sicurezza
degli impianti.
Prescrizioni INAIL (ex ISPESL)
Prescrizioni, Indicazioni ed Istruzioni Tecniche ENEL
Prescrizioni, Indicazioni ed Istruzioni Tecniche Telecom
Disposizioni del locale comando dei Vigili del Fuoco.
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- Norme UNI ed UNEL per quanto riguarda i materiali già unificati, gli impianti
ed i loro componenti, i criteri di progetto, le modalità di costruzione e di
esecuzione, le modalità di collaudo ecc.
La conformità alle norme e alle prescrizioni e' da intendersi estesa a tutti i
componenti. Essa sarà verificata in sede di collaudo direttamente o per mezzo di
certificati di prove che l’impresa realizzatrice (nel seguito indicata come Impresa)
esibirà con la esplicita garanzia che i materiali forniti sono uguali ai prototipi
sottoposti alle prove.
3. DISPONIBILITA’ AREE ED IMMOBILI
Le aree e gli immobili in cui si installeranno gli impianti in oggetto risultano, al
momento dell’appalto nella piena disponibilità dell’ente committente, che ne prevede
la destinazione contemplata nel presente progetto.
4. VERIFICHE PROGETTUALI
La presente fase progettuale ha sviluppato le indicazioni fornite dal progetto
preliminare/definitivo e verificato ed ottimizzato la futura realizzazione secondo i
disposti del D.P.R. 207/2010 e s.m.i., in particolare attraverso le seguenti modalità.
1- Individuazione della componentistica necessaria a realizzare il sistema di
illuminazione interna delle aule e degli ambienti di rappresentanza.
2- Monitoraggio ed acquisizione dei dati di consistenza dei carichi elettrici in
continuità dell’esistente impianto.
3- Analisi di dettaglio dei carichi elettrici da sottendere alle nuove cabine MT/BT
con ripartizione in tipologie (illuminazione LED, ad incandescenza,
fluorescente, con reattori elettronici, carichi non lineari, ecc) tali da ottimizzare
il dimensionamento dei gruppi elettrogeni e dei relativi alternatori.
4- Analisi delle esigenze impiantistiche del CED e loro implementazione alle
centrali di sistema.
5- Analisi di dettaglio della composizione della fornitura dell'energia elettrica in
media tensione, con individuazione delle stazioni differenziate di
alimentazione e con dichiarazione di fornitura dell’ente metropolitano.
6- Verifica secondo le norme CEI EN 62305/1-4 delle caratteristiche degli LPS da
installare nel complesso edilizio.
7- Analisi costi-benefici delle possibilità di collegamento elettrico fra le utenze
separate dalle centrali (G. Elettrogeni, G. Refrigeratori) e le centrali stesse.
8- Verifica secondo il D. M. Int. 22/02/2006 e le altre regole tecniche vigenti,
delle misure di prevenzione incendi da adottare.
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Sono riportate nel seguito le grandezze principali messe a base della presente fase
progettuale, sul cui rispetto e sulla cui conformità sono definite le prestazioni che la
progettazione di cantiere, la realizzazione e gli impianti in oggetto dovranno fornire e
che l'impresa aggiudicataria si impegnerà ad assicurare con la sottoscrizione del
contratto.
4.1 DATI GENERALI DI PROGETTAZIONE IMPIANTI
ELETTRICI
4.1.1 Caratteristiche dell’energia
Per il dimensionamento esecutivo saranno assunti i seguenti dati generali.
Energia di rete
L'energia elettrica sarà prelevata dalla rete pubblica in media tensione alla tensione
nominale di 20kV con doppia connessione, distribuita in MT e trasformata
localmente in bassa tensione alla tensione nominale di 400/230 V.
Energia di emergenza
L'energia di emergenza sarà autoprodotta alla tensione di 400/230 Volt, trifase più
neutro, a cos ø 0,8 per essere immessa nell’impianto di BT dell’edificio.
Le utenze poste sotto rete di emergenza sono alimentabili nella loro globalità anche
dai gruppi elettrogeni.
Energia di sicurezza
L'energia di sicurezza ha carattere di continuità e viene prodotta alla tensione di
230/400 Volt, mediante sistemi autonomi.
Per l’individuazione delle uscite di sicurezza e l’illuminazione delle vie di fuga
(illuminazione di sicurezza) sono previsti, inoltre, sorgenti autonome aggiunte o
direttamente incorporate negli specifici corpi illuminanti.
4.1.2 Classificazione degli impianti di distribuzione
L'impianto di energia di rete in bassa tensione, essendo collegato ad una propria
cabina di trasformazione, rappresenta un sistema di II categoria, secondo le norme
CEI, del tipo TN-S, trifase con neutro distribuito alla tensione nominale di 400/230
Volt.
L'impianto di energia di emergenza e quello di sicurezza hanno caratteristiche
similari all'impianto di energia di rete e, pertanto, il centro stella dei generatori è
collegato alla stessa presa di terra dei trasformatori.
4.1.3 Dimensionamento dei generatori di energia
Il dimensionamento dei gruppi elettrogeni è effettuato considerando la sommatoria
dei carichi elettrici dei trasformatori ad essi sottesi.
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Il dimensionamento dei gruppi statici di continuità, sarà effettuato considerando la
sommatoria dei carichi elettrici netti, utilizzando la contemporaneità relativa sul
quadro elettrico afferente, in caso di utenze considerate strategiche (CED) il gruppo
di continuità è ridondato.
4.1.4 Coefficienti di contemporaneità
I coefficienti di contemporaneità applicati sono indicati nella successiva tabella; sono
differenziati in coefficienti secondari (di linea Kcl applicati sui circuiti terminali, di
sezione Kcqs applicato sulle singole sezioni dei quadri) e in coefficienti primari,
applicati sul quadro generale Kcg, e dimensionati in relazione al numero di utenze
sottese ed al loro “peso” in termini di potenza e di importanza.
COEFFICIENTI DI CONTEMPORANEITÀ
UTENZE
LUCE
Kcl
UTENZE
ENERGIA
Kcl
SEZIONE
LUCE
Kcq
SEZIONE
ENERGIA
Kcq
GENERALE
QGBT.
Kcg
ENERGIA DI RETE 1.00 0.3-0.6 1.00 0.8-1 0.85
ENERGIA DI
EMERGENZA
1.00 0.4-0.67 1.00 0.8-1 0.9
4.1.5 Coefficienti di utilizzazione
I coefficienti di utilizzazione adottati nei calcoli relativi alle potenze effettivamente
impiegate sono qui di seguito enunciati:
Corpi illuminanti: Ku = 1, da applicarsi sulle potenze nominali del corpo illuminante
comprensivo della potenza assorbita dagli eventuali reattori o trasformatori;
Prese 2x10/16A+T 230V Per uffici: Ku = 0.12, per una potenza utilizzata per ogni
punto di:
230x16x0,12 = 441 VA (per contemporaneità)
Prese 2x10/16A+T 230V per Servizi di piano: Ku = 0.2, per una potenza utilizzata
per ogni punto di:
230x16x0,2 = 704 VA (per contemporaneità)
Prese 2x10A+T 230V per punto luce: Ku = 0.16, per una potenza utilizzata per ogni
punto di:
230x10x0,16 = 350 VA (per contemporaneità)
Prese 2x16A+T 230V tipo UNEL: Ku = 0.15, per una potenza utilizzata per ogni
presa di:
230x16x0,30 = 550 VA
Allacci per unità terminali dell’impianto di climatizzazione (ventilconvettori, unità
per lame d’aria, etc.):
80 VA
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Allacci per asciugamani elettrici:
1200 VA
4.1.6 Impianto di illuminazione interna
Per il dimensionamento esecutivo sono assunti coefficienti di riflessione non inferiore
ai valori di seguito elencati:
- soffitto 0.70
- pareti 0.50
- piano di lavoro 0.20
- pavimento 0.20
il flusso luminoso prodotto artificialmente dai sistemi di illuminamento interni
previsti nella progettazione esecutiva (sul compito visivo) non sono inferiori a quelli
riportati in tabella.
Nella medesima la classe di qualità è quella determinata dalla norma europea EN
12464-1, relativamente alla classificazione di qualità dell’illuminazione per la
limitazione dell’abbagliamento.
LIVELLI DI ILLUMINAMENTO MEDIO
Destinazione degli ambienti Lux sul
compito visivo
Classe di
qualità Resa Colore
Ambienti presenti in genere
Corridoi 150 D 60<Ra>80
Uffici 500 B 80<Ra>90
Locali Tecnici 250 D 60<Ra>80
Bagni 150 B 60<Ra>80
Spogliatoi 200 B 60<Ra>80
Scale 150 D 60<Ra>80
Porticato esterno 150 D 60<Ra>80
Archivi e magazzini 200 D 60<Ra>80
Aule Udienze 0-350 B 80<Ra>90
Sala Conferenze 0-350 B 80<Ra>90
Sale Apparati 300 B 80<Ra>90
Atrio 300 B 80<Ra>90
4.1.7 Dimensionamento dei circuiti
I circuiti di alimentazione delle linee luce, energia e F.M. uscenti dai quadri secondari
di zona o di piano sonno dimensionati così come di seguito prescritto:
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- Il carico per ogni circuito luce al quale sarà stato applicato il coefficiente di
contemporaneità come da tabella, non potrà essere superiore a 2000 VA.
- Il carico per ogni circuito F.M. al quale sarà stato applicato il coefficiente di
contemporaneità come da tabella, non potrà essere superiore a 3600 VA.
- Per carichi superiori ai 3600 VA e per le linee che alimentano utenze specifiche
saranno previsti degli circuiti appositi.
Per contenere la caduta di tensione massima totale all'utilizzatore, per tener conto di
eventuali implementazioni, nei seguenti limiti:
Forza motrice 4.0%
Luce 4.0%
si adotteranno i seguenti criteri di dimensionamento delle linee:
QGBT → Q. terminale <1%
Q. terminale → Utenza <1.5%
avendo ipotizzato una caduta dell’uno percento (1%) nei tratti a monte fino ai
trasformatori.
4.1.8 Utenze da alimentare con tensione di rete
Le utenze in bassa tensione dislocate nell’edificio sono alimentate localmente da una
serie di quadri secondari di zona ubicati come indicato negli elaborati grafici e
connessi direttamente con le diverse sezione del quadro generale di ogni edificio
(QE.GEN.A e QE.GEN.D), posti al piano terra.
4.1.9 Utenze da alimentare sotto gruppo elettrogeno
L’energia di riserva, prodotta da stazioni di gruppi elettrogeni trifase, verrà destinata
a tutte le utenze elettriche del complesso, con l’eccezione di alcuni sistemi di
climatizzazione e di alcuni gruppi ascensori, nonché di utenze
4.1.10 Caratteristiche impianto di fonia dati
Tutti i componenti dell’impianto dalle prese fino ai pannelli di permutazione saranno
di categoria 6 secondo lo standard TIA/EIA 568-B.2-1.
La distribuzione delle condutture di utenza sarà del tipo stellato fino ai box/pannelli
di zona e di piano.
I box/pannelli di zona e piano saranno del tipo con bretelle di permutazione.
Il sistema sarà realizzato in accordo con gli standard TIA/EIA 568B ed ISO/IEC
11801 con cablaggio di distribuzione orizzontale limitato a 90 metri di distanza
terminale/pannello e distanza massima delle bretelle di permutazione limitata a 10 m.
Ogni singola presa di utente e conduttura di collegamento dovrà essere verificata
strumentalmente e certificata secondo gli standard richiamati.