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NUOTOUn giovane atleta di Locri conquista il record regionale nel 100 m stile liberoDomenica 17 febbraio 2019, presso la piscinadell’Hotel Apan di Reggio Calabria si sono svoltele gare di nuoto riservate alle categorieGiovanissimi ed Esordienti “C” della FinaleRegionale Invernale - “Trofeo Propaganda” - delcircuito ASI Calabria, che si concluderannodomenica 24 presso il Parco Caserta di ReggioCalabria, con le gare riservate a tutte le altre cate-gorie.Oltre 500 atleti, appartenenti a 14 diverse societàsportive, si contendono il primato provinciale el’accesso alle fasi regionali e nazionali.Il piccolo Davide Luigi Brugnano, di Locri, diappena otto anni, con una progressione inarresta-bile, ha dapprima conseguito il terzo posto nei 25m stile libero con il tempo di 20”00, si è classifica-to al primo posto nei 50 m stile libero con il tempodi 41”10, ed ha poi letteralmente infiammato glianimi dei numerosissimi spettatori compiendo

una vera impresa nella gara dei 100 m stile libero:percorrendo le classiche 4 vasche con il tempo di1’30”10, che non solo gli è valso il primo postoassoluto ma anche la conquista del record regio-nale, tanto da staccare di ben 5 secondi il secondoarrivato.Il piccolo delfino Davide Luigi Brugnano, che giàlo scorso 16 giugno ha conquistato a Roma il tito-lo di campione italiano di nuoto 50 m. stile libero,categoria esordienti C”, con il tempo di 40”58,contribuisce, così, a dare lustro alla societàSporting Club di Ardore e soprattutto al suo alle-natore prof. Giuseppe Zappia che guida un grup-po sportivo di bravi nuotatori che tanto nelle cate-gorie maschili che femminili conquistano, ad ognigara, numerosi podi.Il caloroso e sereno ambiente sportivo della pisci-na di Ardore è comunque il vero elemento dinovità, in grado di trasformare uno sport pretta-

mente individualistico come il nuoto in un appas-sionante gioco di squadra, nel quale i ragazzi, edu-cati alle singole discipline sportive ed ai sani valoridello sport e dell’amicizia, sono riusciti a costituireun gruppo affiatato che coinvolge anche i genitorie nel quale, le spiccate individualità di campionicome Davide, F. Albanese, M. Alecce, N.Fiorenza, A. Fontana, M. Fontana H. Franco, S.Gregò, M. Grillo, M.G. Iermanò, G. Luscrì, S.Luscrì, A. Maria, G. Maria, S. Maria, J.Muscatello, G. Nicita, L. Nicita, M. Nicita, B.Novella, F. Palumbo, S. Perrotta, G. Politanò, L.Romano, L. Romeo, A. Sacco, V. Strangio, F.Totino, M. Vigilante, J. Xiang, D. Zappia, accomu-nati dal tifo e dal sostegno dell’intero gruppo,affermano l’importanza della squadra nella suainterezza.

Il calabresePasqualeTridicoverso lapresidenzaINPS

Locri - Bari: una partita da primapagina a causa di una caduta

Il consigliere di Luigi Di Maio,Pasquale Tridico, 44 anni, di ScalaCoeli, nel Cosentino, sarebbe ilnome su cui Lega e Movimento 5Stelle stanno per convergere per lapresidenza dell’INPS. M5S e Legaavrebbero trovato l’accordo riservan-do al Carroccio la vicepresidenza.Ancora però nulla trapela sul nomeche farebbe capo al partito di Salvini.Un’intesa raggiunta martedì, in occa-sione di un incontro tenutosi aPalazzo Chigi. Professore diEconomia all’università di Roma Tre,Pasquale Tridico è considerato ilpadre del reddito di cittadinanza;era, inoltre, stato indicato comepotenziale responsabile del Welfarenell’elenco dei ministri inviato da DiMaio a Mattarella prima dell’accor-do con la Lega del giugno scorso.

La partita Locri - Bari svoltasi la scorsa settima-na presso lo stadio comunale del paese ammi-nistrato da Giovanni Calabrese sarà sicuramen-te ricordata per moltissimo tempo. E non tantoper la tenacia con cui gli amaranto hanno dife-so la propria porta nel primo tempo, o per le tretravolgenti reti con cui i pugliesi hanno consoli-dato la propria posizione in classifica di LegaPro. Il motivo di tanto parlare è stata la cadutain diretta streaming, in occasione della primarete dalla squadra ospite, di un tifoso del Bariche, nella foga dell’esultanza è rovinosamentecapitombolato oltre il parapetto della tribunaospiti finendo sulla passatoia sottostante.Fortunatamente il tifoso in questione potràricordare la caduta solo come una brutta avven-tura che, comunque, gli è costata la frattura diuna vertebra cervicale e una visita negli ospeda-li di Locri e Reggio Calabria. Un bilancio serioma non grave che, siamo sicuri, farà rifletteremolto a lungo sulle metodologie di esultanza losfortunato tifoso in occasione del prossimo goldella sua squadra del cuore.

L’EDITORIALE DEL DIRETTOREGiustizialisti e

garantisti, è unagiostra che va...

MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

La gente è parecchio strana. Nel giro di ventiquattr'ore c'è chi èpassato dal proclamarsi fermamente garantista al dimostrarsimiseramente giustizialista e chi, al contrario, andando fiero delproprio giustizialismo si è poi scoperto sorprendentementegarantista.È successo lunedì scorso. Chi difendeva Matteo Salvini "dal"processo, ritenendo giusto sottrarlo alle "grinfie" dei magistrati,perchè il vicepremier avrebbe agito per "un preminente interes-se pubblico" (che però non è dato sapere quale sia), tutt'a untratto esultava nell'apprendere la notizia dell'arresto dei genito-ri di Matteo Renzi. Chi, invece, sosteneva che Salvini avrebbedovuto difendersi "nel" processo, sperando di vederlo azzoppa-re per via giudiziaria, ha dato addosso alla magistratura unavolta appresa la notizia da Firenze, una notizia definita "a oro-logeria", lasciando intendere che la magistratura si presti a certigiochetti politici.Come definire costoro, giustirantisti o garanstizialisti? Non si decide cosa si è e in cosa si crede in base agli interessi checi sono in ballo. Così il nostro Paese rischia una brutta indige-stione provocata da parole costantemente rimangiate. L'unicacoerenza sta diventando quella di mostrarci puntualmenteincoerenti.Per fortuna in Calabria, invece, diamo prova di alta coerenza:qui si è scelto di essere giustizialisti a prescindere. Sabato 16 feb-braio viene diffusa la notizia che Giuseppe Scopelliti ha ottenu-to la semilibertà e svolgerà, per alcune ore al giorno, attività divolontariato. Questi alcuni commenti sui social: "Mandatelo apulire i cessi", "Ai lavori forzati", "Nella fogna con i topi","Dategli merda da spalare", "Se ti becco ai servizi sociali del car-cere, ti faccio polvere". Non va meglio al sindaco metropolitanoGiuseppe Falcomatà. Lunedì scorso il gup di Reggio Calabria loha rinviato a giudizio insieme ad alcuni assessori e dirigenticomunali, coinvolti nell'inchiesta sul caso Miramare. Ecco comeè stata accolta la notizia dai social: "E vaiii!", "Avete affondatoReggio, porci bastardi", "Questa sarebbe la svolta?", "Che stra-no, loro sono diversi!", "Ladri", "Corrotti". I social hanno smesso di dividere il mondo tra buoni e cattivi,oggi ci sono solo cattivi e peggiori. Ma dare tutta la colpa aisocial non è onesto. Soprattutto considerando l'esempio deinostri rappresentanti, uno tra tutto il senatore pentastellatoMichele Giarrusso. Martedì scorso la giunta per le immunitàdel Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procede-re del tribunale di Catania contro il ministro Matteo Salvini peril caso della nave Diciotti. A seguito della decisione, di fronte aiparlamentari dem che protestavano in cortile, il senatoreGiarrusso ha fatto il gesto delle manette in segno di sberleffoper l'arresto dei genitori di Matteo Renzi.Il gesto di Giarrusso spiazza per almeno quattro ragioni. Intantoil senatore aveva appena votato contro l'autorizzazione a proce-dere nei confronti di Salvini, e qui torniamo al giustirantismo ogaranstizialismo di cui dicevamo sopra: nel giro di un nanosecondo, ha lasciato intuire Giarrusso, «sta mano po esse fero epo esse piuma» come disse "er Principe" (Mario Brega) in"Bianco, rosso e Verdone" dopo aver fatto un'iniezione alla SoraLella. Secondo punto: a finire ai domiciliari sono i genitori del-l'ex leader del PD, e se vale la regola che le colpe dei padri nondevono ricadere sui figli, figuriamoci se devono ricadere sugliamici dei figli. Terzo punto: Giarrusso è un rappresentante delpopolo e se un rappresentante del popolo inneggia alle manet-te è politicamente, oltre che umanamente, riprovevole. Quartopunto: oltre a essere un senatore della Repubblica, Giarrusso èun avvocato e un avvocato manettaro è come uno chef che pre-dica il digiuno e un architetto che esalta il nomadismo.Di questo passo la lista dei colpevolisti che invocano la galeraper i nemici e che assolvono, senza esitare, gli amici è destinataa crescere. Ma in fondo si va avanti così da Tangentopoli, quan-do inizialmente Antonio Di Pietro stava simpatico a tutti, destrae sinistra, ma non appena ci si accorse che al tappetto ci finiva-no anche gli amici, con la stessa rapidità con qui conquistò glielogi, il manganellatore della Prima Repubblica attirò le criti-che. È ora di mettere un freno a questa giostra di innocentisti e col-pevolisti a corrente alternata, di iniziare a guardare alla giustiziacon occhi diversi. Analizzando, facendo i dovuti distinguo,imparando al leggere le carte processuali, che vanno semprestudiate prima di schierarsi, sempre. Questo vale soprattuttoper chi ci rappresenta, vale per i giornalisti, ma vale anche un po'per tutti, dal momento che tutti ci sentiamo autorizzati a decre-tare con astio bilioso la nostra affrettata sentenza in questaimmensa sputacchiera che sono diventati i social.

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Locomotiva di Cosenza-Vaglio Lise:demolito un pezzo di storia della CalabriaLa considerazione dell’ex parlamentare Franco Laratta su un caso che dimostra quale sia il rispetto che abbiamo per la nostra storia

La storica locomotiva a vapore 981006, in stato di abbandono presso lastazione di Cosenza-Vaglio Lise, èstata demolita.Benché ferma da anni, si presentavain discrete condizioni strutturali tali dapoter essere ristrutturata per esserecollocata in un museo. Era una testi-monianza della storica linea ferrovia-ria Paola - Cosenza, nel vecchio com-plicatissimo tracciato a cremagliera.La locomotiva, una locotender avapore delle Ferrovie dello Stato ita-liane, era prettamente calabrese,costruita appositamente per laCosenza-Paola.Un vero peccato averla distrutta.Non insegna niente quanto successoper le ex Ferrovie calabro-lucane chehanno recuperato e rimesso in servi-zio una storica locomotiva a vaporedel primi anni ‘20. Oggi la tratta silanaè divenuta di grande interesse turisti-co.

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Il Polifunzionale di Siderno da centroaggregativo a simbolo del degrado

Federica Roccisano cerca di ridestare le coscienze della LocrideCon la presentazione

del movimento “Ètempo di reagire”,

l’ex assessoreregionale chiama a

raccolta lacittadinanza per

illustrare, attraversole parole di un

gruppo di esperti,che cosa il

regionalismodifferenziato

comporterebbe perla Calabria e per

stimolare la nascitadi una cittadinanzaconsapevole che sifaccia supervisoreattento della classe

dirigente.

Porto di Gioia Tauro:destra e sinistra uniteal fianco dei lavoratori

Vi sono dei dati inconfutabili che chiunquepuò verificare, relativi al finanziamento diinfrastrutture strategiche per aree geograficheitaliane concessi dal Cipe. Il Cipe è il ComitatoInterministeriale per la ProgrammazioneEconomia del Ministero delle Finanze chenegli anni 2015, 2016 e 2017 distribuito risorsee quindi soldi per investimenti sui vari territoriitaliani. Questi dati, che sono del tutto pubbli-ci, ci dicono che su un totale finanziato di21.487,00 milioni di euro sono stati concessicontributi: all’Area Nord per 20.368,00 milionidi euro pari al 94,78 %; all’Area Centro per403,00 milioni di euro pari al 1,88 %; all’AreaSud per 716,00 milioni di euro pari al 3,34 %.Andate a controllare, basta consultare leDeliberazioni del Comitato (Cipe). E allora sequalcuno fino ad ora ha rubato, trafugato oscippato non è certo l’Italia del Meridione. Chepoi ci siano testate giornalistiche nazionali chescrivono in prima pagina che il Sud ha avutopiù soldi del nord è la solita propaganda, laquale si nutre sfacciatamente di luoghi comunie pregiudizi di un certo nordismo leghista cheè stata la fortuna di un movimento politico cheè nato e rimane secessionista e contro l’unitàdel popolo italiano. Favole che si raccontano apiccoli e creduloni, fino a quando non sono inmalafede.

Raffaele Papa

«Non dobbiamo ripartire, ma reagi-re».È questa la considerazione con laquale mercoledì sera, presso laBiblioteca di Siderno, FedericaRoccisano ha aperto l’incontro“Nord - Sud: cittadinanze diseguali”,prima iniziativa del movimento “Ètempo di reagire” con il quale l’exassessore regionale vuole coinvolge-re società civile, ex amministratori egiovani appassionati di politica percostruire assieme un futuro miglioreper la Calabria.Al tavolo dei relatori, coordinatidalla collega Maria TeresaD’Agostino, il professore di PoliticaEconomica dell’Università diCatanzaro Vittorio Daniele, il diret-tore dell’Associazione per loSviluppo dell'industria nelMezzogiorno Luca Bianchi, il segre-tario regionale della CGIL AngeloSposato, il giornalista MimmoNunnari e lo scrittore GioacchinoCriaco, chiamati a confrontarsi sullaspinosa questione del Regionalismodifferenziato e a spiegarne le ragionie gli svantaggi che la sua approvazio-ne comporterà alle nostre latitudini.Nell’ambito dell’incontro, che haripercorso la storia del Regionalismodifferenziato dalla prima propostadel 1990 a oggi, entrando nel detta-glio tecnico di che cosa la pretesa ditrattenere IRPEF e IVA per sé daparte di Lombardia e Veneto com-porterebbe per l’intera Italia, la rea-

zione invocata dalla Roccisano nonassume certo i connotati di un fallodi stampo calcistico, ma è piuttostola preghiera che una comunità infor-mata, consapevole e sensibile ai pro-blemi di questa terra più di quantosia mai stata in passato, possa final-mente prendere le redini del propriofuturo facendosi supervisore attentodella classe dirigente regionale. Soloattraverso il confronto e l’avanza-mento di istanze da parte della citta-dinanza attiva, infatti, si potrà cerca-re di limitare i danni di una leggeche, se subita supinamente, allar-gherà inevitabilmente la forbicedelle differenze tra settentrione emeridione, rendendo maggiormenteprivilegiata l’inefficiente classe diri-gente e ancora più claudicante una

popolazione già vessata dalle diffi-coltà socio-economiche impostedalla crisi.Al termine di questo primo incontroancora non è chiaro quale direzionepossa prendere l’iniziativa lanciatada Federica, che pare nascondereuna progetto politico che in un futu-ro non troppo remoto possa propor-si come alternativa valida ai partiticlassici. Ma il consenso raccolto daquesta prima riunione lascia intende-re che l’impegno sempre prodigatoper il proprio territorio da parte del-l’ex assessore regionale sia statoancora una volta apprezzato e che ilmovimento da lei fondato possa tro-vare il favore di una parte consisten-te della cittadinanza locridea.

Jacopo Giuca

Il mancato rinnovo della gestione del Polifunzionale di Siderno a una cooperativa ha gettato la struttura nel più totale stato di abbandono.Nonostante l’impianto di via Macrì sia infatti rimasto aperto fino a non molti mesi fa in qualità di vero e proprio fiore all’occhiello per la societàcivile sidernese, un breve periodo di chiusura ha ridotto la struttura davvero ai minimi termini, con evidenti danni dovuti a umidità e infiltrazio-ni che richiederebbero oggi interventi radicali di ristrutturazione. Lo stato di abbandono del centro di aggregazione si trasforma dunque in ulte-riore simbolo del degrado ormai padrone di vaste aree della nostra città e renderebbe urgente l’indizione di un bando che permetta di recupera-re una struttura dalle grandi potenzialità prima che il gioco del recupero non valga più la spesa per la candela…

La favola che il Sudprende più soldi del Nord

Destra e sinistra si sono uniti questa settimananella lotta al fianco dei lavoratori del Porto diGioia Tauro. I sindaci della Piana hanno infat-ti promesso di restare al fianco degli operai cherischiano di rimanere senza lavoro a costo direalizzare un sit-in permanente nei pressi delPorto. Aspramente criticata l’assenza dei par-lamentari calabresi e invocato più volte l’inter-vento del Ministro dell’Interno Matteo Salvinicon l’intento di tenere accesi i riflettori sullavicenda. Enorme la sfiducia espressa nei con-fronti dei sindacalisti, ai quali si denuncia inol-tre il mancato funzionamento degli ammortiz-zatori sociali.

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Don. Quant’è bella la Locride di ieri

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ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

È tarda mattinata, mi trovo in ufficio, di solitoverso le 11 è pieno di gente, confusione totale.Oggi, invece, sono solo, la calma e il silenzioregnano. Ricevo un messaggio, riesco a sentirela notifica, solitamente con quella confusione loavrei visto nel pomeriggio. Lo leggo. Mi scriveSalvatore Ferraro, che non sento da tempo, midice: Ciao Rosario, ti invio il video di una miacanzone dedicata a Pino Muscatello ex-compagnodi Liceo. Nel video compaiono pure Peppe Antico,Dino Polverari, Giampiero Catalano, PeppeGatto, Peppe Racco e Davide De Leo ... mi faisapere che ne pensi? Ciao. Salvatore. Penso subi-to a Pino, grande amico che da qualche annonon c’è più. Ero legato a lui, come sono legato atutti i protagonisti del video. Abbiamo trascorsola nostra gioventù negli stessi luoghi, io ero piùpiccolo di loro, sono della classe del 1966.Quante serate passate insieme, quanti film,quante bottiglie di vino, quante canzoni, quantesigarette. Pino era un ragazzo di un’educazioneunica, nello stesso periodo delle scuole lo vede-vo a Locri, a Siderno e pure a Roccella perchéabitava vicino casa di Paola, ricordo anche il fra-tello Fabio che oggi vive al nord. Finite le scuo-le, Pino si era sposato a Locri con Daniela, eogni tanto ci vedevamo anche sotto il mio uffi-cio. Lui era un frequentatore della libreriaGentile, ricorderò sempre il suo volto mentresfogliava un libro e io lo vedevo attraverso ilvetro, alzava gli occhi e apriva il suo sorriso sin-cero. Così con tutti questi pensieri che mi girano intesta, mi immergo nella visione. La canzoneparte bene, narra di alcuni amici che si ritrova-no per ricordare uno di loro che non c’è più, lescene si dividono tra il presente con i veri excompagni di scuola che si sono ritrovati per l’oc-casione, e il passato con degli attori che ricorda-no le scene di scuola di questi compagni di clas-

se. L’emozione di questo video è struggente, per-ché apre un mondo di ricordi, la canzone èmeravigliosa, perché Salvatore in questo è vera-mente bravo, la sua naturalezza nel creare emo-zioni è arte viva. Finito il video che dura un paiodi minuti, scrivo a Salvatore: Minchia!!! Sasa, hovisto subito. Sono emozionato, ero preso tra millecose, una conferenza da organizzare oggi pomerig-gio, due articoli da finire, ho messo pausa alla miavita, non so per quale motivo, forse l’affetto che hoper voi, il ricordo per Pino, ho fatto bene. Il telefo-no squilla ma voglio dirti che hai fatto una cosagrande, molto grande, sei sprecato per questaTerra. Ora torno alla mia vita, volevo condividerel’emozione che mi hai dato e forse il significato diquesto video era proprio questo, ogni tanto fermar-si e pensare a ieri. Vorrei aggiungere molte cose mail telefono squilla di nuovo. Grande Sa. P.s. maDon era riferito a Fandango?Il messaggio è chiaro, la vita non ci dà il tempodi dare importanza nemmeno alla perdita di unapersona cara con cui abbiamo condiviso imomenti più belli della nostra vita, il fiore dellanostra gioventù, gli anni della spensieratezza,degli innamoramenti, dello studio e dell’amici-zia pura. Però, mentre passa il tempo ci accor-giamo che quella ferita non si rimargina, quan-do ci capita di pensare al nostro passato quellaferita è lì, sanguinante, aspetta che noi capiamoche la vita sta passando e che il domani avrà unvuoto che non possiamo colmare da soli. Lasoluzione pensata da Salvatore è quella dell’af-frontare la verità, prendere di petto la situazio-ne insieme a quelli che hanno addosso la tuastessa sofferenza, bere insieme e dedicare all’a-mico che non c’è più quelle parole che ci sonorimaste in gola. Alcune scene sono vicine al filmcult della nostra adolescenza “Fandango” conKevin Costner: un gruppo di amici torna nelposto in cui aveva seppellito una bottiglia diDom Perignon, e brinda a uno di loro che nonc’è più, il tutto attraversando due diverse

Americhe divise da un paio di anni. Allo stessomodo nel video viene fatto il brindisi di ricordoche è il simbolo della consapevolezza della per-dita. Forse Salvatore voleva dire altro con que-sto video, lui è molto più geniale di me, ma io hovoluto scrivere le mie sensazioni perché tuttiguardino questo video che racconta di molti,oltre che dei protagonisti, e anche per dare uninput ad altri a scrivere su questo video, perchéritengo che riesca a esprimere il meglio di noi, ilmeglio di chi ha vissuto una generazione chepensava di andare via da qui, ma nello stessotempo si stava innamorando di questa terra, eoggi rappresenta una qualità di uomini chepenso, forse con presunzione, pochi luoghi rie-scono a esprimere. Questo vorrei che rimanessedel mio articolo, un grazie a tutti i protagonistiper aver dimostrato ancora una volta quantosiamo belli.Per questo sono orgoglioso di voi, sono orgo-glioso di Salvatore Ferraro, che conosco daquando eravamo piccoli, e che ha dovuto soffri-re molto in vita sua, forse molto di più di quelloche una persona può subire. Sofferenza che oggigli permette di poter comprendere meglio levere necessità della vita, e trasferirle a chi nonpuò vedere così lontano. Sono orgoglioso ditutti i compagni di scuola di Pino, che sono tuttiin vari modi e tempi anche miei grandi amici,quasi tutti hanno lasciato parte della loro giovi-nezza nella cantina di casa mia, tra di loro cisono chi ha condiviso con me parte dell’espe-rienza universitaria, chi ha avuto altre esperien-ze. Sono orgoglioso dei giovani attori che hannointerpretato molto bene, dei ragazzi che hannogirato e confezionato il video, super.Forse hai ragione Salvatore, ci siamo persi, persiper cosa, per andare dove? Non lo so, so soloche ti devo una bella bottiglia di Dom, perché inquei pochi minuti sei riuscito a far capire a mema spero a tutti, molto di noi, della nostra gene-razione e della nostra terra.

VORREI CHE TUTTI GUARDASSERO IL VIDEO CHE RICORDA PINO MUSCATELLO E UNA GENERAZIONE DI GIOVANI

Ho voluto scrivere le mie sensazioni perché tutti guardinoun video che racconta di molti, oltre che dei protagonisti, eanche per dare un input ad altri a scrivere su questa bella

iniziativa, perché ritengo che riesca a esprimere il meglio dinoi, il meglio di chi ha vissuto una generazione che

pensava di andare via da qui ma nello stesso tempo sistava innamorando di questa terra, e oggi rappresenta unaqualità di uomini che penso, forse con presunzione, pochi

luoghi riescano a esprimere.

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INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE NICOLA IRTO

“La secessione del Nord creerà nelMezzogiorno nuovi spazi per le mafie”ILARIO AMMENDOLIA

Nei giorni scorsi il consiglio regionaledella Calabria ha trattato il problemadelle “autonomie regionali” che in moltidefiniscono la secessione mascheratadelle Regioni ricche. Abbiamo intervi-stato il Presidente Nicola Irto per com-prendere più da vicino cosa sta succe-dendo.Presidente Irto, ci può dire lo spiritodella discussione, il livello del dibattito esoprattutto quali sono state le conclusio-ni a cui si è giunti?È stata una discussione molto matura.Ho apprezzato l’elevato senso di respon-sabilità istituzionale di tutti i gruppi con-siliari. I colleghi hanno colto appieno lapericolosità del momento che le istitu-zioni democratiche stanno vivendo, congravissimi rischi per la stessa tenuta del-l’ordinamento nazionale. Abbiamoapprovato una risoluzione unanime,nata dalla sintesi delle posizioni di tutti igruppi rappresentanti nel Parlamentoregionale, con cui abbiamo chiesto for-malmente al Governo una moratoria suquesta materia, subordinando l’autono-mia alla definizione dei livelli essenzialidelle prestazioni. Siamo stati gli “apripi-sta” di una serie di iniziative politiche eistituzionali che hanno coinvolto altreregioni meridionali, tra le quali laCampania, il cui Consiglio regionale,dopo la nostra risoluzione, ne ha appro-vata una analoga.A nessuno sfugge il fatto che l’iniziativa“autonomistica” sia saldamente nellemani dei governatori di Lombardia eVeneto e, in misura minore, di EmiliaRomagna. Altre Regioni del Nord sonodecisamente favorevoli alla “autono-mia” mentre le Regioni del Sud sembra-no procedere in maniera confusa, con-traddittoria, impacciata. Un “non fron-te” destinato, ancora una volta a soc-combere: perché siamo giunti a questopunto della china?Non dobbiamo cedere alla tentazionesemplicistica di disegnare questa vicendacome la sfida tra due blocchi contrappo-sti, quello del Nord efficiente ed econo-micamente florido e quello del Suddisorganizzato e povero, che ha paura diperdere le rendite di posizione assisten-zialistiche cristallizzate dai tempi dellaCassa per il Mezzogiorno. La sfida è piùarticolata, più complessa. Ci sono regio-ni come la Sicilia che guardano condistacco a questa partita perché giàgodono delle condizioni di particolareautonomia che derivano dallo Statutospeciale. Mi sembra invece che le altre

regioni del Mezzogiorno siano forte-mente critiche verso questo percorsoche, pur essendo pienamente legittimo edotato di copertura costituzionale,rischia nella sostanza di creare italiani diserie A e italiani di serie B. Per non elu-dere la domanda, le rispondo che siamoarrivati a questo punto della china per-ché c’è stata una colpevole sottovaluta-zione non solo della politica ma delleintere classi dirigenti del Sud.Lombardia e Veneto hanno alle spalle ilrisultato del referendum sulla “autono-mia” del 22 ottobre 2017 e che oggi spen-dono sul “mercato politico” come mone-ta forte. Perché, due anni fa, le Regionidel Sud hanno rinunciato a combatterela battaglia per l’Unità d’Italia e di sal-vaguardia della Costituzione? Inoltre,Lei, oltre a essere Presidente delConsiglio Regionale è un esponente delPD. Non ritiene ci sia una responsabilitàgrave del Suo partito, in tutte le sue com-ponenti, per come ha gestito e gestisce lavicenda?La richiesta di autonomia è prevista dal-l’articolo 116 comma 3 dellaCostituzione. Il cuore della vicenda nonè questo. È, semmai, il dovere delloStato di garantire eguali diritti in sanità,istruzione, lavoro a tutti i cittadini italia-

ni, sia che vivano a Montebelluna, sia cherisiedano nella Locride o a Reggio osulla Piana. La questione è, dunque,squisitamente politica. Non dico che ilPD sia immune da responsabilità. Dicoperò che la genesi di tutto questo affon-da le radici in un passato più lontano,fino alla riforma del Titolo V dellaCostituzione del 2001 che personalmen-te considero ormai da molto tempoprofondamente sbagliata. È da anni, benprima che la questione del regionalismorafforzato divenisse una drammaticaemergenza istituzionale e democratica,che chiedo di tornare alla centralizzazio-ne in capo allo Stato di alcune materiedelicate come la sanità. Il modello diregionalismo del nuovo millennio ha fal-lito.Qualora il processo autonomistico, cosìcom’è, dovesse giungere in porto, loStato nel Sud (e in Calabria più chealtrove), scindendosi dalla Costituzione,perderà la propria legittimità democra-tica. Teme una conseguente legittimazio-ne delle mafie?Dove c’è uno Stato debole, le mafie pro-liferano e assurgono ad anti-Stato. È unpericolo gravissimo. E da cittadino tren-tenne, prima ancora che da presidentedel Consiglio regionale, provo sentimen-

ti che non posso che definire di rabbia,rispetto alla mancata soluzione della piùgrave delle questioni dell’Italia post uni-taria: la questione meridionale. Se nelgoverno nazionale prevarranno gli egoi-smi e le logiche della Lega, con la gravis-sima complicità del Movimento 5 Stelleche su questa vicenda sta facendo“ammuina” pur avendo incassato tantis-simi voti al Sud, finiremo per avere unadevastante deriva nelle regioni delMezzogiorno. Andremo verso maggiorepovertà, desertificazione socio-economi-ca e nuovi spazi disponibili per le mafie.Dobbiamo difendere l’articolo 5 dellaCostituzione che stabilisce che laRepubblica è una e indivisibile. È unabattaglia decisiva per le sorti del Paese eper il nostro futuro.La ndrangheta è rapina del territorio,della storia, delle risorse, dell’identità edel futuro di un popolo. Comprendo labrutalità della domanda ma non è que-sto che sta facendo lo “Stato” inCalabria e che si appresta a fare conmaggiore vigore qualora fosse approva-ta la secessione delle Regioni ricche?Lo Stato sta facendo pienamente la suaparte. Penso ai magistrati della Procuradistrettuale antimafia, penso alle forzedell’ordine, penso ai docenti dei nostriragazzi, penso ai tanti amministratoriche si trovano in trincea e che ogni gior-no combattono due battaglie, una per farsopravvivere Comuni ormai allo stremo,l’altra contro le intimidazioni e le pres-sioni mafiose. Cosa deve fare lo Stato incaso di secessione? Le rispondo dicen-dole che lo Stato siamo noi: ciascuno dinoi, ciascun cittadino. Non possiamodelegare ad altri il nostro futuro.Dobbiamo smetterla di piangerci addos-so.“Hic Rhodus hic salta”. Al punto in cuisiamo giunti cosa pensa di fare concre-tamente il Consiglio Regionale dellaCalabria per fronteggiare la grave situa-zione che si potrebbe creare già sin daiprossimi mesi?Lavoreremo d’intesa con la Conferenzadei Presidenti delle Assemblee legislati-ve regionali e delle Province autonomeper portare avanti iniziative politicheforti. Qualora fosse approvata inParlamento la legge che conferisce imaggiori poteri richiesti, se prima nonverranno definiti in maniera puntuale ilivelli essenziali delle prestazioni in osse-quio al principio di uguaglianza sancitodall’articolo 3 della Carta, ci rivolgeremoalla Corte costituzionale.

LA LEGGE SULLE AUTONOMIE REGIONALI RISCHIA DICONDURRE IL SUD VERSO MAGGIORE POVERTÀ EDESERTIFICAZIONE SOCIO-ECONOMICA. E LÌ DOVEC'È UNO STATO DEBOLE, LE MAFIE PROLIFERANO E

ASSURGONO AD ANTI-STATO.

“DOBBIAMODIFENDERE

L'ARTICOLO 5DELLA

COSTITUZIONECHE STABILISCE

CHE LAREPUBBLICA È

UNA EINDIVISIBILE. È

UNA BATTAGLIADECISIVA PER LESORTI DEL PAESEE PER IL NOSTRO

FUTURO”.

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www.larivieraonline.com RPartito Democratico

“attualità24

FEB

BRAI

O- 0

8

x

Stando aisondaggi la Lega

si accinge adavere un grande

risultato alleRegionali del

novembreprossimo, in

Calabria più chealtrove. Maaffidarsi al

“Salvato” avràgli stessi effetti di

quando ci siaffida al

“Salvatore”, chestavolta, miracoli

dell’ItalicaPolitica e delle

sue magichecontorsioni, sonoimpersonificate

dallo stessosoggetto?

I sondaggi, certamente pompati dai Mediaper mettere nell’angolo il Movimento5Stelle, che però non si fa mancare nulla daquesto punto di vista, rischiando quotidia-namente di vanificare ciò che di buono statentando di fare, ci dicono che al Sud – inCalabria più che altrove – la Lega si accin-ge ad avere un grande risultato alleRegionali del novembre prossimo.L’Abruzzo ci dice che quei sondaggi, però,non sono campati in aria. Ecco noiCalabresi, come ci capita spesso, non votia-mo né di pacia, né di cuore, né di testa.Votiamo di rabbia o di convenienza spiccio-la. E posso anche capire. Ma affidarsi al“Salvato” avrà gli stessi effetti di quando cisi affida al “Salvatore”, che stavolta, mira-coli dell’Italica Politica e delle sue magichecontorsioni, sono impersonificate dallostesso soggetto. Ma tutto ciò non risolverànulla, anzi, aggraverà il quadro generale. AlNord si stava bene anche prima che la Leganascesse. Nata, infatti, per difendere inte-ressi di pochi tra ampolle riempite allafonte del Dio Po e lauree acquistate inAlbania, soldi che sparivano come cioccola-tini consumati di nascosto quando si è adieta e populismi secessionisti impiantati alsicuro nei palazzi del Sistema centrale. IlSistema peggiore, forse, che l’ItaliaRepubblicana abbia mai conosciuto.Mentre al Sud, invece, si sta peggio nono-stante il ventennio che ha visto i leghisti neiministeri chiave, in politiche improntate sulclientelismo, bastoni camuffati da carote ein promesse atte a mantenere lo StatusQuo di un assistenzialismo che, di fatto, hasempre rappresentato un tappo per lo svi-luppo. Assistenzialismo come oppio di unpopolo che dorme rabbiosamente. Credoche l’emblema di tutto ciò che dico possaessere rappresentato da un fotogrammadove un certo Alemanno imbocca “ilSenatur” con rigatoni all’amatriciana.Un’Italia spolpata che adesso boccheggia eun Sud in agonia senza più trasporti néSanità degna di un Paese Occidentale svi-luppato. Solo le tasse sono “al passo coitempi”, il resto nulla assoluto. Come hosempre detto, noi abbiamo pagato un prez-zo altissimo al progresso senza mai raggiun-gerlo. Un prezzo Sociale in termini di per-dita di identità, quella positiva, e di fosforo,di materia grigia sparsa per ogni dove a farela fortuna degli altri, Padania in primis. Ora

si vuol punire coloro che si è portati al pote-re perché promettevano scorciatoie e nonstrade e ferrovie decenti affidandosi a chi ciusa come bacino elettorale, che si fa canto-re di un disagio per il quale mai si ricordi unatto concreto e specifico per il Sud e laCalabria. E sembra avere buon giuoco inquesta crociata. E mentre vuole estendereil bacino elettorale, si rintana in secessioni-smi ammantati di Costituzionalismo, aiuta-ti clamorosamente da quella Sinistra insi-piente che si era impegnata, in EpocaVeltroniana, a togliere istanze alla Destra,finendo per metter mano all’Art. 5 dellanostra Costituzione. Inserendo una melamarcia tra quelle buone e completando l’o-pera con quello che io reputo, a tutti glieffetti, l’esecutore materiale, l’Erede delVeltronismo e cioè Paolo Gentiloni e il suoGoverno; fotocopia del Governo renziano.Fotocopia, peraltro, venuta peggio dell’ori-ginale, come inesorabilmente capita.Insomma, un Patriottismo senzaCostituzione. Un Sovranismo senza con-trappesi tra poteri dello Stato. UnSovranismo che espropria la Sovranità stes-

sa, cioè la Sovranità Costituzionale, smon-tandola laddove pone argini insormontabi-li. Disegno al quale noi Calabresi non dob-biamo cedere e renderci complici in quantosolo la Costituzione, il riappropriarci dellanostra Sovranità Costituzionale potràridarci la dignità che ci è stata strappata eche, in molti casi, ci ha visti già complici fin-tamente inconsapevoli. Liberiamoci dallafobia dell’invasione, non tanto perché nonesista il problema in prospettiva futura maperché non abbiamo più nulla da farcirubare. Non diamo fiato ai tromboni, aquelli ai quali interessa l’immigrazione per-ché ci sono i pomodori da raccogliere, né,tantomeno, a chi fomenta invasioni atte amacchiare la purezza della razza. Niente ditutto ciò. Non sono questi i problemi dellaCalabria. Ad oggi l’unica misura chepotrebbe dare una boccata di ossigeno aldisagio sociale, sperando che funzioni, è ilReddito di Cittadinanza. E l’unica cosa giu-sta fatta dalla Lega è quota 100, che nonavrà spazzato via la Fornero ma certamen-te resta lodevole il coraggio, completamen-te assente tra gli eredi del Veltronismo, di

metterla quantomeno in discussione e discalfirne la sacralità pretesa e mai meritata.Salvini, adesso, faccia ciò che ha promesso,cioè chiudere entro l’anno la baraccopoli diSan Ferdinando, vera e propria vergognadell’umanità. Soprattutto per gli ipocritiche si fregiano dello slogan “restiamoumani”. Ma lo faccia dando dignità e unasistemazione a quei ragazzi. Non importase poi andranno a raccogliere pomodoripiuttosto che arance o cocomeri, lo abbia-mo fatto anche noi ovunque in giro per ilmondo, in epoche neppure lontanissimenel tempo. Importa e necessita soprattuttodare dignità a quei ragazzi e liberarli dallaschiavitù. La destra, per chiudere, non usi ilSud e non approfitti della rabbia sociale dif-fusa. Ma la mia cara Sinistra, o ciò che di leirimane, si riappropri delle sue istanze etorni ai vecchi dogmi della difesa dei dirittidei lavoratori e degli emarginati. E laCalabria, fanciulla bella e irrequieta, lasciperdere il suo infantilismo congenito e diaun segnale di maturità. Va bene, va benissi-mo, non importa di che colore sia il gattobasta che catturi il topo. E occhio a nonvoler essere, però, sempre il topo. Che ballaallegramente quando il gatto non c’è e poifinisce per fidarsi del peggior gatto che esi-sta che gli promette di non mangiarlo ma dilimitarsi a tenerlo in gabbia. Per quanto miriguarda, affiancherò chiunque metterà alprimo punto del programma la Sanità cala-brese, il dissesto idrogeologico, la questioneimmigrazione senza fare né gli struzzi eneppure pensare che si risolva tutto con laferocia cianciando di invasioni varie. Lamobilità, la questione occupazionale. Speroche il gatto che vorrà prendere il topo sia dicolor rosso e spero di poterlo fare attraver-so un nuovo concetto di Patria che si richia-ma interamente alla Costituzione più belladel mondo. Nessun sovranismo o rossobru-nismo, ma un riappropriarsi della propriaCarta Costituzionale che garantisce tutti, secorrettamente applicata, per strapparla alvuoto burocratismo dell’Unione Monetariache pretende di inculcare a ognuno il mer-cantilismo tedesco e che vuole ad ognicosto l’egemonia della grande finanza enon l’egemonia della buona Politica chetorna a occuparsi dei problemi sociali delnostro tempo. E dunque, Patria eCostituzione sia.

Pietro Sergi

Se campiamo, ci vediamo alle Regionali!Ogni tanto anche osservatori navigati hanno una rappresentazio-ne un po' ingenua della politica: ne parlano come se a confrontar-si fossero schemi e programmi elaborati separatamente dallevarie forze e portati sul libero mercato delle urne come prodottigià finiti e impacchettati, da mettere alla prova del gradimentodegli elettori ed eventualmente in pratica dopo le consultazioni.In realtà le cose stanno in tutt'altro modo: tutti ricorderete chealle scorse elezioni regionali del 2014, il PD, facendosi inseguito-re del rinnovamento imposto dalla crescita grillina a livello localecome già aveva fatto a livello nazionale, ritirò alcune candidaturedi vecchi maggiorenti e si presentò con una lista di partito fatta ingran parte di nomi nuovi, con una ristretta rappresentanza di vec-chie glorie. Questo maquillage, insieme al raggiungimento delpicco massimo del fenomeno renziano, fruttarono un risultatoassolutamente lusinghiero. Purtroppo però il rinnovamento si è

rivelato come il coraggio del celebre adagio manzoniano: uno nonse lo può dare da solo. Infatti questo rinnovamento di facciata,costruito artificialmente, subìto per arginare l'attrazione dell'elet-torato verso i 5 Stelle, ha dimostrato ben presto tutti i propri limi-ti: non solo era chiaramente sbugiardato dalla candidatura a pre-sidente di Oliverio, uomo della vecchissima guardia, e dall'inciu-cio, dissimulato a fatica, tra la coalizione di centro-sinistra ed ilraggruppamento di centro guidato da Nico D'Ascola, ma è statoanche contraddetto da una buona parte degli eletti, che si sonosubito buttati a capofitto in una prassi politica old fashion: sup-porto agli amici (veri o presunti), calci agli avversari (non scrivia-mo "nemici" per educazione) e poca (o nulla) inventiva in materiadi prospettive di sviluppo per la nostra povera regione. Lo scarsofeeling tra Oliverio e i vertici nazionali del suo partito, al governofino alla scorsa estate, ha fatto il resto: niente fine del commissa-

riamento della sanità, niente sforzi straordinari per l'economialocale, per i trasporti, per il territorio dissestato. Diciamo che si èamministrata la decadenza.E adesso? Certamente lo schieramento di centro-sinistra conti-nuerà a navigare a vista fino alle europee e alla celebrazione delcongresso del PD, ma sarebbe triste se non si fosse imparata lalezione del passato recente. Se tramontasse la ricandidatura diOliverio, possiamo sperare che a questo giro il rinnovamento nonsia fittizio? Possiamo cioè sperare che abbia una base politica(fatta di idee, di programmi e soprattutto di segnali dirompenti) enon si tratti solo di riciclaggio anagrafico di vecchie insopportabi-li abitudini? Oppure, dopo aver perso il passato, si riuscirà a man-care anche l'appuntamento con il futuro (nel senso che si sarà riu-sciti a scomparire prima)?

Gog&Magog

Il Salvato Salvatore

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Teste Felici: il trattamentoinnovativo contro i parassitiapproda nella LocrideTeste Felici è il 1º centro in Italia che risolve definitivamente il pro-blema della pediiculosiNato da un’idea di Patrizia Solemetite, è l’unico in Italia a utilizzaresistema unico e innovativo che, senza l’ausilio di prodotti chimici epesticidi, e con un solo trattamento, riesce a eliminare le uova e ipidocchi.Questo trattamento, chiamato Air-Hair, viene condotto attraversol’uso di un macchinario, consigliato dai 4 anni in poi, che soffia ariacalda stabilizzata sulla cute del paziente, disidratando così le lendinidei pidocchi e facendole cadere. Con il solo utilizzo di questo inno-vativo macchinario si avrà la certezza che il 98,5% delle uova sianostate debellate, una percentuale che arriva al 100% con la successivaapplicazione di un unguento che eliminerà per sempre il problemadei pidocchi. Grazie a questa speciale procedura, Teste Felici garan-tisce a tutte le persone che il problema dei pidocchi possa esseredebellato con una sola seduta della durata compresa tra l’ora e l’orae mezzo, e alla quale si potranno sottoporre tutti i bambini e non

solo senza alcuna controindicazione.Il successo di Teste Felici, che ha già trattato oltre 420mila individuisoddisfatti, sta rendendo la concorrenza sempre più serrata. La pub-blicazione di nuovi studi, infatti, sta finalmente facendo tramontarel’idea che il problema dei pidocchi sia legato alla scarsa igiene per-sonale, ma cancellare una volta per tutte questo luogo comunerichiede duro lavoro e una corretta informazione. Proprio per que-sta ragione, mai come oggi, Teste Felici sta intensificando la propriaattività con l’apertura di nuovi centri per il trattamento della pedii-culosi, ma anche per la protezione e la cura dei capelli.È così che nasce l’idea di aprire una sede a Locri che, dopo quelle diRoma e San Nicola La Strada, aspira a diventare polo di riferimen-to per l’intero sud Italia, portando anche al meridione un trattamen-to al quale, fino ad oggi, avreste potuto sottoporvi solo dopo unlungo viaggio.

Via Giacomo Matteotti 398, Locriinfo 3779733048

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segnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci fotodegli scorci del tuo paese o

video se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di rispondertipubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visibil-

ità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

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Quando vengo a Roma passo sempredalla sede del PD. Lì ci sono compagnie compagne con i quali ho lavorato pertanti anni, prima a Botteghe Oscurepoi al botteghino, come ribattezzai viaPalermo, con un giornalista.Il mio ultimo atto da tesoriere fu pro-prio la firma del contratto d'affitto diquesto immobile, nel quale i DS siaccasarono dopo il peregrinare di siglee simboli iniziato nel 1991.Una triste litania, PCI, PDS, Ds. Poil'approdo al PD. Ma a quest'ultimoviaggio rinunciai.I miei scatoloni rimasero in viaPalermo. Custoditi, guarda il caso, dalcompianto Zucconelli.Al PD, infatti, non mi sono mai iscrit-to. Non mi convinceva l'operazionepolitica. Ma l'ho sempre sostenuto evotato. Criticato e difeso.Cercai la mia strada fuori dalla politi-ca attiva.Mai contro la politica che, parafrasan-do direi, delle arti è (?) la più nobile.La politica è passione, sentimenti, ideae pratica di vita. Come accade inamore spesso avviene una separazio-ne. Può essere conflittuale o consen-suale. È sempre una lacerazione chelascia il segno. Riemerge come tutte lemanifestazioni ricorrenti.Per fortuna, in questo caso, non si gua-

risce.Giovani antidoti, diversivi che si rin-corrono in più ambiti, per cercaremomentanei palliativi.Ma Lei, la passione politica e per lapolitica, riemerge prepotente. Haivoglia di ironizzare, di espungerla,niente è lì felicemente ingombrante.All' ingresso di via del Nazzareno nontrovo più i compagni delle mitica vigi-

lanza. Non più sorrisi, pacche sullespalle, ma un cortese chi è, dove va? Cimanca che dicano: un Fiorino.Poi finalmente salgo in un palazzo chenon è più casa mia, spesso mi perdonello scendere per mezzo piano e risa-lire un altro mezzo.Poi finalmente ritrovo i sorrisi, i volti,le battute dei miei compagni di untempo. E per un attimo quel tempo sicristallizza negli inevitabili ricordi. Ierili ho visti, felici di vedermi certo, matesi. Il Congresso è all'ultima curva, sidiscute nelle segrete stanze di liste elistini, di gazebo e di quanto serve algran finale del voto.Si discute di tutto. Non di Loro. Non sidiscute di tanti validissimicompagni/lavoratori, da tempo incassa integrazione, e il cui destino lavo-rativo e di vita sembra accompagnarel'incerta parabola del partito al quale,pur nel rincorrersi di sigle, hanno datoil meglio della loro passione e profes-sionalità. Di ristrutturazioni ne abbia-mo fatte tante. Ma mai ignorandocomprensione, dialogo sostegno.E questo non è tollerabile in un parti-to di centro-sinistra. Anzi non è tolle-rabile in assoluto.Se ci pensate non si tratta soltanto dicasi personali, importantissimi, è piut-tosto in gioco la firma Partito, l'orga-

nizzazione, il finanziamento. Non spet-ta a me esprimere giudizi su questoaspetto, del più recente passato. Dauomo di sinistra lo ritengo indispensa-bile. Politicamente e umanamente.Leggerò i documenti, un tempo sichiamavano mozioni, valuterò gliimpegni dei candidati, su questo tema,come ovviamente sulla politica conparticolare riferimento alla secessioneche si profila fra Nord e Sud in relazio-ne ai residui fiscali. Poi deciderò. Forseritornerò a scrivere su ciò.Oggi sento solo il bisogno di esprime-re, col cuore che Loro conoscono, soli-darietà ai compagni dell'apparato. Euso volutamente questo termine sulquale si è ironizzato e spesso è statoutilizzato con dileggio. Lo dovevamoimpedire.La sinistra è alla costante ricerca di unubi consistam, di una identità.La mia e quella di tanti compagni èracchiusa ancora nel nome di EnricoBerlinguer.E non ho voglia di andare a cercarealtre.Alla prossima visita. Sperando di ritro-vavi tutti lì.Vigilanza compresa.Perché non ho un Fiorino...

Ciccio Riccio

Non sono patriottardo né sovranistaperò vedo a colpo d’occhio l’immensatristezza di Michele Bello.La si vede guardando il suo bustomarmoreo sempre più freddo e smor-to.E malinconici almeno quanto Luisaranno i suoi compagni di sventurafucilati sui venti anni per l’Italia e perla Costituzione.Ammazzati con “sentenza” dei giudi-ci, fulminati dai fucili di uomini indivisa tra l’immenso “gaudio” e l’ap-provazione delle nostre classi dirigen-ti che sono sempre per la “legge” e perl’ “ordine” o meglio... sempre compli-ci e sottomessi al potere dominante!E ora che l’Italia sta per essere sfascia-ta e la Costituzione ridotta a un inuti-le Carta quel Busto suona come unoscherzo beffardo del destino.

E le "nostre" classi dirigenti continue-ranno a dire che tutto va bene e cosìcome da “borbonici” son diventate“savoiarde” oggi si trasformeranno inleghisti e sfascisti.Ordine e legge. Servilismo e viltà!Oggi come due secoli fa.Non ha mille ragioni di sentirsi triste esolo Michele Bello?Non staranno piangendo a dirottoSalvatori, Verduci, Mazzoni e Ruffo.E noi che ci possiamo fare?La vera commemorazione sarebbel’impegno che non c’è! E allora met-tiamoci d’accordo e in silenzio, senzamusica né fanfare portiamo almenouna rosa…Anzi: Una, cento, mille rose rosse perMichele Bello e i suoi sfortunati com-pagni.

Ilario Ammendolia

Il tempo passa inesorabile nel secondo annodella tua scomparsa i tuoi cari ti ricordano contanto affetto e Amore

Ricordando Giuseppe Fimognari

Per me la sinistra è racchiusain un nome: Enrico Berlinguer

Non ha mille ragioni di sentirsitriste e solo Michele Bello?

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#StavoltavotoEU un percorso di cittadinanza attiva con gli studenti della Locride e non solo….

A Locri il 15 Marzo presso il Liceo“Zaleuco” I giovani e la Settimana dell’amministrazione aperta – #SAA2019

SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde:SERVIZIO DI INFORMAZIONE PER I CITTADINI, numero verde: 800 678 910 11800 678 910 11

INDIRIZZO INDIRIZZO Tutti i bandi sono disponibili sul sito dell’Unione Europea e della Commissione

Europea Rappresentanza in Italia: www.europa.eu.int - www.europa.eu.in/italia - Per maggiori informazioni è possibile contattare i

nostri uffici: Centro di informazione dell’UE - Europe Direct “Calabria&Europa”

info: Palazzo Ameduri, piazza dei Martiri 89046 Gioiosa IonicaTel: 00 39 0964 412400 - fax 0964 342022

email associazioneeurokom@tiscali. itwww.eurokomonline.eu

“ CALABRIA & Europa”“ CALABRIA & Europa”

Si è aperta oramai da oltre tre mesi per l’EdicCalabria&Europa di Gioiosa Jonica la campa-gna di comunicazione collegata alle elezioniEuropee del prossimo maggio per il rinnovodell’Europarlamento. #StavoltavotoEU è l’astagcollegato, in centinaia sono stati nella Locride igiovani raggiunti tramite incontri di dialogo eapprofondimenti dedicati a first voters. Il primodialogo si è tenuto a Locri il 17 novembre del2018 per aprire con tutte le scuole e le istituzionil’argomento della partecipazione civica al rinno-vo dell’assemblea più rappresentativa dellanostra democrazia. Quindi il ciclo degli eventi “La parola dei giova-ni” e “Scopriamo come l’Europa decide” tenuti-si a Locri il 18 gennaio presso i Licei Mazzini,guidati dal dirigente Francesco Sacco, con la par-tecipazione di oltre 300 studenti interessati a sco-prire come agiscono le istituzioni europee e qualisono i principali programmi dedicati ai giovanicome l’Erasmus Plus. A seguire i giovani firstvoters di Marina di Gioiosa frequentanti l’IIS“Zanotti Bianco”, si sono cimentati come prota-gonisti della tappa dedicata a “Scopriamo comel’Europa decide” lo scorso 16 febbraio. Guidatidal Dirigente Antonino Morfea e dalla prof.ssaAntonietta Nicita gli studenti hanno realizzatoloro stessi l’esempio tipico di un dialogo parteci-pato aperto dalle loro esigenze e con l’enuclea-zione delle loro più approfondite conoscenze.

L’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica hainteragito con i propri esperti sulle tematichescelte dai ragazzi, che hanno presentato il loropunto di vista sull’Europa e sui processi che dallafondazione della Comunità Economica Europeahanno condotto ai giorni nostri, dalla riforma deiTrattati all’istituzione dell’Unione Europea. Untragitto non semplice, che ha visto i giovani ana-lizzare le programmazioni comunitarie, gli allar-gamenti degli anni 2000, i difficili percorsi istitu-zionali spesso conclusi con piccoli passi avanti ele conquiste comuni, sino alla nuova program-mazione delle politiche di coesione. Una carrel-lata di ricerche ed approfondimenti seguiti daoltre un centinaio di studenti, abili sino adapprofondire i vari volti dell’Europa e le politi-

che comunitarie, dalla convergenza per la coe-sione sino alle politiche ambientali legateall’Agenda dell’ONU 2030. Una lezione capovolta, introdotta dai saluti diRaffella Rinaldis presidente di Eurokom, che hapermesso all’EDIC di Gioiosa Jonica di dialoga-re a tutto tondo con i first voters e di impostareuna disamina del futuro dell’Europa alla vigiliadelle elezioni di maggio 2019. Non sono mancatigli approfondimenti legati all’Erasmus Plus e alcorpo Europeo di Solidarietà cosi come alleopportunità offerte alle scuole da e-twinning edagli scambi multiculturali. A tenere banco sututto la campagna di comunicazione dellaCommissione Europea This Time, I’m Votingdettagliata da Alessandra Tuzza responsabile

dell’ EDIC Calabria&Europa di Gioiosa Jonica.Quindi il funzionamento delle istituzioni euro-pee - Ruoli e compiti approfondito da LoredanaPanetta dell’EDIC Calabria&Europa di GioiosaJonica e infine il Ground Game spiegato daNicolò Palermo. A chiudere il messaggio a piùvoci registrato dagli studenti dell’istituto, chehanno confezionato il loro appello ai cittadiniper la partecipazione all’elezione del ParlamentoEuropeo il prossimo 26 maggio. È dello scorsomartedì, 19 febbraio, l’evento più recente con igiovani degli istituti superiori di Taurianova, chehanno dialogato con il responsabile dell’EDICAlessandra Tuzza su l’Unione Europea ed i gio-vani. Un dialogo tenutosi presso il centro agroa-limentare della cittadina della Piana di Gioia conoltre 80 studenti preparati ed interessati a capirequale sarà il futuro dell’Unione Europea.Un’Unione, quella vista dai nostri giovani, che liintende protagonisti di progetti, di viaggi, diricerche ed interessati testimoni di nuove scom-messe di sviluppo, non ultime le start up d’impre-sa, sempre più intese come vere politiche di inse-rimento lavorativo e sviluppo dal basso del pro-prio territorio. Non sono statisti i giovani cala-bresi ma lo possiamo dire con forza sono prepa-rati, europeisti e conviti che solo insieme e supe-rando i populismi si potrà costruire un’Europadel futuro sempre più vicina ai territori ed alleesigenze dei giovani e dei cittadini.

Anche quest’anno tutto pronto per lasettimana della Amministrazione apertae degli open data. Un percorso alla sco-perta dei dati statistici ma soprattutto deidati aperti e dei meta dati che parlano dipolitiche di coesione e loro uso sui terri-tori. Un appuntamento che vedrà nel-l’ambito di #Asoc1819 le scuole ancorauna volta protagoniste di studio, analisi,monitoraggio, ricerca e comunicazionesulla spesa dei fondi pubblici legati allepolitiche di coesione ed ai fondi di inve-stimento dell’EU per la crescita delleregioni. Asoc lo ricordiamo, promuoveprincipi di cittadinanza attiva e consape-vole realizzando attività di ricerca emonitoraggio civico dei finanziamentipubblici attraverso l’impiego di innovati-ve tecnologie di informazione, comuni-cazione e Data Journalism, lo sviluppo dicompetenze digitali e l’uso dei dati in for-mato aperto (Open Data), per aiutare glistudenti a conoscere e comunicare, conl’ausilio di tecniche informatiche, statisti-che e giornalistiche, come le politichepubbliche, e in particolare le politiche dicoesione, intervengono nei luoghi dovevivono. Il progetto nasce nell’ambito del-l’iniziativa OpenCoesione e si avvale delsostegno finanziario dei Programmi perla Governance gestiti dall’Agenzia per laCoesione Territoriale; serve a capire escoprire Come vengono spesi i fondipubblici sul nostro territorio? Che tipo diprogetti vengono finanziati? Come agi-scono davvero per migliorarlo? A Scuola di OpenCoesione[ASOC] èinfatti una sfida didattica e civica rivolta astudenti e docenti di istituti secondari disecondo grado. Partendo dall’analisi diinformazioni e dati in formato apertopubblicati sul portale OpenCoesione,abilita gli studenti a scoprire come i fondipubblici vengono spesi sul proprio terri-torio e a coinvolgere la cittadinanza nellaverifica e nella discussione della loro effi-cacia.Il progetto ASOC è citato nel Piano

Nazionale Scuola Digitale del MIURcome buon esempio di progetto di moni-toraggio civico e data-journalism ingrado di implementare l’uso attivo delledinamiche tecnologiche e online.L’iniziativa, inoltre, ha ricevuto ampiorisalto come best practice internazionaleper l’utilizzo degli open data in ambitodidattico nel volume “Open Data asOpen Educational Resources”, pubbli-cato online da Open KnowledgeFoundation (OKFN), la fondazioneinternazionale non profit che promuovel’accesso libero alla conoscenza attraver-so l’apertura dei dati e delle informazio-ni.A Scuola di OpenCoesione è anche alcentro di due importanti ricerche: unacondotta dall’Università Cattolica diMilano nell’ambito del Laboratorio sullavalutazione delle politiche IMPACT efinalizzata a misurare la civicness deglistudenti come insieme di competenzeutili all’esercizio della cittadinanza attiva,e una promossa da Open GovernmentPartnership e realizzata da ParliamentWatch Italia, dedicata a OpenCoesione ealle iniziative correlate A Scuola diOpenCoesione e Monithon.A Locri la settimana si apre con l’incon-tro delle presso l’aula magna del LiceoScientifico Zaleuco con i team“Archeoclick” del LICEO SCIENTIFI-CO ZALEUCO di LOCRI ed“OrgoglioSud” dell’ITIS CONTEMILANO di POLISTENA, coinvolti nelpercorso a scuola di open coesione2018/19. Saranno loro a presentare alledelegazioni delle scuole locridee e alleistituzioni lo stato di fatto delle loro ricer-che sui progetti monitorati in ASOC. Adaprire la giornata, coordinata dal respon-sabile dell’EDIC “Calabria&Europa”Alessandra Tuzza, i saluti istituzionali diGiovanni Calabrese - Sindaco di Locri,Michele Tripodi - Sindaco di Polistena eMaria Teresa Fragomeni - AssessoreRegionale al Bilancio. Quindi i Dirigenti

scolastici Giuseppe Fazzolari eFrancesco Mileto per entrare nel vivo delpercorso svolto dagli istituti di Asoc e lapresentazione di Loredana Panetta –dell’ Associazione Eurokom con Il per-corso degli Open data nelle scuole. Ilpunto sulle politiche di trasparenza saràaffidato all’esperta di PA e trasparenzaMarina Galluzzo - Responsabile comu-nicazione del Comune di Udine. L’azionespecifica sulla statistica e l’uso dei datiaperti sarà di competenza dell’espertodesignato dall’Ufficio Istat per laCalabria. Quindi lo stato di fatto dellaspesa dei fondi strutturali e del PORCalabria sarà svolta a cura di YvonneSpadafora – capostruttura DipartimentoProgrammazione Regione Calabria. Ilpercorso è chiaramente in divenire evedrà a maggio come al solito la designa-zione dei vincitori del concorso chepotranno godere della visita alle istituzio-ni europee e della visita al Senato dellaRepubblica in Italia nonché della pre-miazione durante il forum della PA aRoma. Le scuole che partecipano al per-corso di A Scuola di OpenCoesione sonoaffiancate sui territori dai Centri diInformazione Europe Direct – EDIC edai Centri di Documentazione Europea– CDE (grazie a uno specifico accordocon la Rappresentanza in Italia dellaCommissione Europea), daOrganizzazioni e Associazioni volontariee dai referenti territoriali Istat, che, assie-me a docenti e studenti selezionati, sonoformati sui temi del monitoraggio civicoe delle politiche di coesione. Uno degliobiettivi principali di ASOC, infatti, ècoinvolgere la cittadinanza nella verificadella spesa pubblica, in Calabria ha inol-tre siglato il partenariato di Asoc laRegione Calabria, che segue il percorsocon il Dipartimento per laProgrammazione comunitaria.

Alessandra Tuzza

Programmi Europei in scadenza Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza: Invito a pre-sentare proposte per prevenire e combattere il razzismo, laxenofobia, l'omofobia e altre forme di intolleranza.Scadrà il 24 Aprile 2019 l'Invito a presentare proposte per pre-venire e combattere il razzismo, la xenofobia, l'omofobia e altreforme di intolleranza e monitorare, prevenire e contrastare l'inci-tamento all'odio online, reso pubblico nell'ambito del ProgrammaDiritti, Uguaglianza e Cittadinanza.Attraverso lo stesso di vogliono sostenere progetti incentrati sullaprevenzione e la lotta al razzismo, alla xenofobia e ad altreforme di intolleranza.Per saperne di più: www.eurokomonline.euLink:https://ec.europa.eu/info/funding-tenders/opportunities/por-tal/screen/opportunities/topic-details/rec-rrac-raci-ag-2019;freeTextSearchKeyword=;typeCodes=1;statusCodes=31094501

Programma Erasmus+:"Invitospecifico a presentare proposte‘Carta Erasmus per l’IstruzioneSuperiore’ Scadrà il 29 Marzo 2019 l’Invito specifico a presentare proposteper la ‘Carta Erasmus per l’Istruzione Superiore 2014-2020’, resopubblico nell'ambito del Programma europeo Erasmus+.L’attribuzione di una ‘Carta Erasmus per l’Istruzione Superiore’ èuna condizione preliminare affinché le IIS site in uno dei Paesi diseguito elencati possano candidarsi a partecipare a iniziative dimobilità per l’apprendimento dei singoli e/o alla cooperazione perl’innovazione e le buone pratiche nell’ambito del Programma. Perle IIS site in altri Stati la CEIS non è richiesta e il quadro qualita-tivo è definito tramite accordi inter istituzionali tra le IIS. La Cartaè assegnata per l’intera durata del Programma Erasmus+.L’implementazione della carta è soggetta a monitoraggio e leeventuali violazioni dei suoi principi e impegni può portare alritiro della Carta da parte dell’Esecutivo comunitario.Per saperne di più: www.eurokomonline.eu Link:https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=uriservhttps://eacea.ec.europa.eu/erasmus-plus/funding/erasmus-charter-for-higher-education-2014-2020-selection-2020_enhttp://ec.europa.eu/erasmus-plus

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Quando il fine è alto, quando le forzesi uniscono, la democrazia può otte-nere ragione. Questo penso sia ilsignificato primo che si coglie dall'a-zione che ha condotto la Casa delleDonne di FìmminaTv, un percorso diunione tra forze singole che prima lot-tavano isolate e che ora hanno unavoce che diventa più forte, tanto danon poterla ignorare. L’Ufficio di pre-sidenza del Consiglio regionale dellaCalabria ha avviato l’iter dei comunidi Catanzaro, Bovalino, Ricadi,Verzino che hanno proceduto adaccogliere il progetto della Casa delleDonne di FìmminaTv di una nuovaproposta di legge regionale sulla dop-pia preferenza di genere anche inCalabria, in previsione delle prossimeelezioni regionali e in ottemperanzaalla ormai nota legge 20 del 2016.L’Ufficio di presidenza, con ilPresidente Nicola Irto, Enzo Ciconte

e Domenico Tallini ha quindi dato ilvia al percorso che prevede, entro 90giorni, di portare in Consiglio regio-nale la nuova proposta. “La notizia dell’avvio formale del per-corso ci fa ben sperare - dichiaraRaffaella Rinaldis, direttora dellaCasa, - lo scorso ottobre abbiamo lan-ciato la proposta a Catanzaro che,immediatamente, ha accolto la nostraidea, quella cioè di voler prendere inmano una situazione che stagnava inConsiglio regionale. Abbiamo chiestoal Presidente Irto di voler dare prio-rità al percorso della proposta, per-mettendo che uno dei più alti stru-menti di democrazia abbia ragione sulgioco di quella che viene chiamatapolitica ma che in realtà è solo unequilibrio tra espressioni di potere,dove a farne le spese sono i diritti rico-nosciuti. Siamo certe che il Presidentenon deluderà la nostra richiesta aven-

do fin qui mantenuto fede al suoimpegno.”I comuni hanno quindi preso in manola situazione quando la Casa ne haproposto il lancio lo scorso ottobre;infatti, a Catanzaro, presente a soste-nere il progetto la consigliera regiona-le di parità Tonia Stumpo, i due consi-glieri Costanzo e Battaglia, che quel-lo stesso giorno hanno proposto inconsiglio comunale l’immediata pro-grammazione, il comune di Bovalino,che ha dedicato una giornata di lavoriconsiliari, e, ancora, i comuni diRicadi e Verzino, lungimiranti edeterminati a far valere un diritto sulquale non c’è nemmeno da discutere,essendo norma nazionale. Unanorma nazionale che in Consiglio,però, non aveva trovato spazio, situa-zione paradossale che questa iniziati-va intende superare. Altri comunihanno deliberato e stanno deliberan-

do, nonostante l’iter formale non lorichieda, ma lo si fa come scelta politi-ca e di giustizia sociale.Se il presidente Irto darà priorità all’i-ter, la norma potrebbe arrivare intempi brevi in aula, scontrandosi peròcon la precedente proposta adottatanel 2015 ma che gli stessi sostenitorihanno chiesto di rinviare senza piùformalmente richiederla in aula. Unaproposta quella del 2015 che venivasanata dal novellato normativo con lemozioni di settembre a firma, tra glialtri, di Arturo Bova, presente anchelui a Catanzaro all’evento della Casa.La proposta della Casa, dunque, hagià in sé gli adeguamenti normativi. Aoperare la stesura della propostaAlessia Bausone, che ha redatto untesto completo e senza necessità diadeguamento. Tutto è pronto, dun-que, per far trovare finalmente postoa una norma di giustizia paritaria.

Questo è il secondo articolo che scrivo in merito alladiscussione in atto tra alcune regioni del Nord, a partireda Veneto e Lombardia - a cui si � aggiunta l’EmiliaRomagna e si stanno aggiungendo altre - e lo Stato intermini di trasferimento di competenze su sanità, lavo-ro, assistenza, salute, ambiente, istruzione.Da anni si assiste da parte di molti politici e personaggi,che io definisco “barbari ignoranti”, a una politica diattacco alla scuola, nata dalla riforma della scuola mediadegli anni 60 e dalle lotte dei lavoratori e studenteschedegli anni settanta.A livello internazionale, molti organismi di tipo econo-mico, come l’OCSE, in questi anni si sono assunti ilruolo di definire le strategie scolastiche, secondo il verboneoliberista dominante.In Italia un ruolo importantissimo, se non fondamenta-le, lo ha assunto la Fondazione per la Scuola dellaCompagnia di San Paolo, con programmi che tendonoa circoscrivere l’educazione come sem-plice supportoall’economia, o meglio alla sua dipendenza dalle esigen-ze industriali, viste come unico aspetto della funzionedella scuola, sia le superiori che l’Università (scuola-azienda).Forse un lavoratore o cittadino, preparato, critico emolto intelligente non è supino a restare al suo posto insilenzio.Prova ne è che le scuole, in tutto il mondo sono sempreil focolaio di protesta e di critica contro tutti i governi, inparticolare in Italia dal ‘68 in poi vi è stato un susseguir-si di proteste contro ogni tenta-tivo di “ripristinare” unascuola che divide in base al censo.Possiamo dire che i padri di queste storture sono molti,ultimi i ministri Moratti e Gelmini, sotto i governiBerlusconi, e il governo Renzi, e hanno trovato forteopposizione da parte dei docenti della scuola e dei lorosindacati.Ma la storia di autonomia di ogni singola scuola è una

scelta voluta dal Ministro Berlinguer, con il DPR 8marzo 1999, n. 275, il regolamento recante norme inmateria di autonomia delle istituzioni scolastiche, chealtro non e� che il Decreto applicativo dell’articolo 21della Legge 15 marzo 1997, n. 59, la legge Bassanini sul-l’autonomia negli enti statali.Anche la legge 107/2015, sotto il governo Renzi interve-niva per dare “piena autonomia”, vedi il comma 1, eaccentuando i poteri di indirizzo e direzione delDirigente Scolastico.Già l’onorevole di Forza Italia, Valentina Aprea, D.S.,con la proposta di legge 953 del 12 maggio 2008, oltre amodifiche sugli organi collegiali, finanziamento allescuole private e scuola fortemente legata al territorio,prevedeva la possibilità di fare concorsi a livello di singo-lo istituto e una contrat-tazione a livello regionale.In fatto di retribuzione, i lavoratori della province auto-nome di Trento e Bolzano prendono di più dei docentiitaliani in quanto hanno una voce retributiva specifica,l’indennità provinciale.Navigando in rete si possono trovare delle notizie deiprimi tentativi di modifica delle competenze regionalisulla scuola.Nel dicembre 2016, a Venezia il Consiglio regionaleveneto ha votato una proposta di legge per il riconosci-mento del popolo veneto come «minoranza nazionale»;a ottobre 2018 è stato firmato il protocollo di intesa trail governatore del Veneto Luca Zaia e il ministro dellaPubblica istruzione Marco Bussetti per lo studio dellastoria e della cultura veneta nelle scuole. A marzo 2018, in una scuola del Veneto, si è svolto uncorso in lingua e da dicembre 2018 è stato attivato uncorso in una scuola di Arzignano (VI).La scuola in questi anni, come dicevo precedentemen-te, ha svolto una funzione fondamentale per difendere ipropri diritti, ultimo lo sciopero contro la “riforma” ren-ziana, detta “Buona scuola”, che non ha portato molto

fortuna a chi si è schierato, testardamente, contro tutti ilavoratori della scuola, dopo un anno di sit-in, contesta-zioni, scioperi nazionali, approvandola con un voto difiducia.Con l’accordo Stato-Regioni in discussione si fa unpasso ulteriore nella direzione della differenzia-zione diruoli, stipendi e competenze, si creeranno 20 scuolediverse e potrebbero sorgere problemi anche per la vali-dità del riconoscimento dei titoli acquisiti in un’altraregione.Pur potendo conservare ruoli statali (probabilmentemeno soldi, per cui tanti cambieranno ruolo) gli inse-gnanti già assunti dovranno rispettare la disciplina regio-nale. I nuovi assunti avranno ruoli regionali, come pure i diri-genti scolastici e il personale ausiliario e amministrativo. Tutto sarà competenza regionale: finalità e programma-zione dell’offerta formativa, anche in funzione del terri-torio, la valutazione (si parla di nuovi indicatori regiona-li), l’alternanza scuola-lavoro, i rapporti con le scuoleparitarie, che così potranno essere finanziate ancora dipiù. I sindacati scuola si stanno preparando a organizzarsiper contrastare questo ennesimo attacco di stampo“classista” tra regioni ricche e regioni povere e hannopreparato un documento per invitare i lavoratori allaprotesa.“Vengono meno principi supremi della Costituzioneracchiusi nei valori inderogabili e non nego-ziabili con-tenuti nella prima parte della Carta costituzionale, cheimpegnano lo Stato ad assicurare un pari livello di for-mazione scolastica e di istruzione a tutti, con particolareattenzione alle aree territoriali con minori risorse dispo-nibili e alle persone in condizioni di svantaggio econo-mico so-ciale.La scuola non è un semplice servizio, ma una funzioneprimaria garantita dallo Stato a tutti i citta-dini italiani,

quali che siano la regione in cui risiedono, il loro reddi-to, la loro identità culturale e religiosa. L’unitarietà culturale e politica del sistema di istruzionee ricerca è condizione irrinunciabile per garantire ugua-glianza di opportunità alle nuove generazioni nell’acces-so alla cultura, all’istruzione e alla formazione fino aisuoi più alti livelli.”(Dal documento dei sindacati scuolae delle associazioni)Articolo 33 della Costituzione italiana:“L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegna-mento.La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione eistituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istitutidi educazione, senza oneri per lo Stato”.Per quanto riguarda l’Università, che ha un suo statutoautonomo, l’accordo tra lo Stato e la regione Venetoprevede che: “...la Regione ha la competenza di pro-grammare, d’intesa con la prima, percorsi universitariintegrativi atti a favorire lo sviluppo tecnologico, econo-mico e sociale del territorio, nel rispetto dei requisiti disostenibilità dei corsi di studio universitari e della disci-plina giuridica sui docenti universitari. (…)La regione, a tal fine può costituire un Fondo integrati-vo pluriennale Regionale per la Didattica”.Anche in questo caso si potranno differenziare i corsi trale regioni e dare più soldi ai docenti delle Università pre-senti nelle regioni più ricche.Tutti sappiamo che, se l’Italia è uno dei Paesi più indu-strializzati del mondo, lo si deve al lavoro dei lavoratoridel Sud, migrati al Nord. Nord che ora decide di tenersi per sé la ricchezza pro-dotta in un secolo e mezzo di storia unitaria, di crearepiù disuguaglianze e meno diritti per tutti (salute, lavo-ro, istruzione).

Francesco Martino

www.larivieraonline.com Rrubriche

24 F

EBBR

AIO

- 14

Nel 1861, il 13 febbraio, cadde il Regno delle Due Sicilie e ini-ziò il declino del Sud.Si metteva fine, "manu armata", al Regno Borbonico; comin-ciava l’Italia unita e la colonizzazione del Sud. Iniziava quelgiorno, una lotta di resistenza etichettata "brigantaggio", cheinsanguinò, per quasi un decennio, gran parte del Sud Italia.Il Sud, più avanzato e più ricco del Nord, fu un bottino su cuimettere le mani. Il Regno non era una landa desolata, arre-trata, da civilizzare, ma una nazione tra le più industrializza-te d'Europa, dove non esisteva la disoccupazione. Dopo l'u-nità, sicuramente tutto è cambiato, ma in peggio.Disoccupazione, emigrazione, povertà, sono i mali nel Sudattuale.“L’Unità d’Italia – sostenne Antonio Gramsci - non è avve-nuta su basi di uguaglianza, ma come egemonia del Nord sulMezzogiorno, nel rapporto territoriale città-campagna. Cioè,il Nord concretamente era una “piovra” che si è arricchita aspese del SUD e il suo incremento economico-industriale èstato in rapporto diretto con l’impoverimento dell’economiae dell’agricoltura meridionale. L’Italia Settentrionale ha sog-giogato l’Italia meridionale e le isole, riducendole a coloniedi sfruttamento”. Da meridionale mi rattrista aver studiato sui libri scolastici,altre "storie", che dipingevano la nostra, con altri colori. Moltistorici meridionali, soprattutto quelli di sinistra, che purconoscevano bene il pensiero di Gramsci e di altri pensatorimeridionalisti, tra tutti Francesco Saverio Nitti, hanno sicura-mente sottaciuto volontariamente su quei tristi e oscuri fatti,che hanno penalizzato fortemente il Meridione. Gli stessi,hanno snobbato e ghettizzato le poche voci che andavanocontrocorrente, tra tutti Nicola Zitara. Nella loro scalata inambito accademico, hanno preferito seguire la storia "ufficia-le", nascondendo una verità scomoda, che per fortuna staemergendo con forza e che renderà giustizia postuma a unPopolo, reso dagli eventi succube dei suoi stessi "fratellid'Italia".

Danilo Franco

La veritàsul Sud sta finalmente

emergendo

Un consiglio regionale più rosa,presto in Calabria una legge grazieanche alla Casa delle Donne

“Ignoranza”, diritti alla conoscenzae secessione mascherata

Page 15: R  · R attualità  24 F EBBRAIO - 04 o o e e È, e a a r o n, l o o r r a a i e e.: e i Vi sono dei dati inconfutabili che chiunque può verificare, relativi al finanziamento di

GIUDIZIARIA

Nell’ambito della recente indagine“Pollino” gli agenti della SquadraMobile di Reggio Calabria ha svolto

indagini anche attraverso intercettazioni telefo-niche ed ambientali finalizzate a svelare unaattività relativa all’impiego di proventi derivan-ti dal traffico internazionale di sostanze stupe-facenti posta in essere da soggetti appartamen-ti alla criminalità organizzata calabrese, in par-ticolare alle cosche di ‘ndrangheta GIORGIalias “Ciceri” di San Luca (RC), IETTO-CUA-PIPICELLA di Natile di Careri (RC), PELLE-VOTTARI di San Luca (RC), ROMEO alias“Stacchi” di San Luca (RC) e URSINI diGioiosa Jonica (RC). Tale delega traeva spunto da informazioni par-tecipate dai collaterali organi investigativi olan-desi nell’ambito di una task force italo-olande-se, istituita con un apposito protocollo d’intesafirmato presso il Dipartimento della PubblicaSicurezza del Ministero dell’Interno.Nel febbraio del 2016, inoltre, la stessa A.G.,nell’ambito di un’attività di cooperazione con laProcura Nazionale di Zwolle (Olanda), delega-va il Nucleo Speciale della Guardia di Finanzadi Reggio Calabria ad effettuare specifici accer-tamenti ed indagini sulla scorta di una rogato-ria internazionale formalizzata da parte dellasuddetta Autorità Giudiziaria Olandese. Le due indagini erano state quindi inglobate inun’unica attività investigativa nell’ambito delprocedimento penale in oggetto indicato, taleattività, inizialmente denominata “Brodo” esuccessivamente “Pollino”, veniva svolta unita-mente ai collaterali organi investigativi olande-si . In particolare, le attività di indagine tese adocumentare le sopra citate attività di riciclag-gio si concretizzavano in investimenti nel setto-re della ristorazione sia in Olanda che inGermania, così come emerso anche sul versan-te dell’attività di indagine Olandese condottadal FIOD e dalla Polizia Giudiziaria NazionaleOlandese.Già da diversi anni, interessi in numerosi risto-ranti/pizzerie ubicati all’estero (in modo parti-colare in Olanda e Germania) i quali hannofatto ritenere che le modalità di approvvigiona-mento delle provviste finanziarie necessariealla loro acquisizione e gestione fossero di ori-gine criminosa.I rapporti con la ‘ndrangheta negli affari relati-vi agli investimenti nei ristoranti risultavanoconsolidati persino formalmente, così comeampiamente dimostrato dagli investigatoriolandesi.Di seguito uno dei numerosi dialoghi intercet-tati nel corso delle indagini.F: La Germania come è Mi? Sono messi megliodi noi oppure è tutto fumo? J : un poco dicrisi c’è pure là ma sono messi assai meglio dinoi… avoglia, ci sono paesani nostri (bestem-mia) che hanno lira di Dio di locali… F.:Veramente? J.: uh, calabresi.. F.: (impreca)J: locali che fanno spavento (voci sovrap-poste) milioni di euro… F.: Dome’ maascolta…. ma tu non hai visto se si poteva apri-re qualche locale…qualcosa là? J: Eh avogliase si può aprire, uno volendo… F: - i n c o m -prensibile- capisci… J: eh… F: Pronto? J:..puoi affittare locali con tre quattro mila euroal mese ma locali che tirano.. F: Eh appun-to ti voglio dire J:E si si si tutti gliitaliani hanno i locali lì F: ah braviper fare uno spaghetto-house….

Si terrà domani, lunedì 25 febbraio, aSannicandro di Bari l’annuale appunta-mento con Radici Wines Experience.A partire dalle ore 18:00 nelle scuderie

del Castello Normanno Svevo diSannicandro di Bari sarà presentata la

App Radici Guides 2019, la guida ai Vinidel Sud, alle Pizzerie e ai Ristoranti dellaPuglia e dintorni. All’evento parteciperan-no esperti di cucina, alimentazione e salu-te, oltre che i più rinomati chef e pizzaio-li. Si affronteranno temi relativi alla cor-retta alimentazione, alla cultura della

salute a tavola e alle materie prime utiliz-zate in cucina.

La serata si concluderà con la degustazio-ne delle 70 etichette dei vini premiati

nella edizione del 2018 di Radici del Sude di alcune preparazioni degli chef e dei

maestri pizzaioli.I vini calabresi vincitori di "Radici del Sud2018" che saranno in degustazione all’e-

vento sono:

SPUMANTIROSÈ DA

UVE AUTOC-TONE

Giuria WineWritersPrimo

ClassificatoCentocamereRosè, 2016,BaroneMacrì

Giuria WineBuyersSecondo

ClassificatoDovi Rosè, 2015,

Ferrocinto

GRECOGiuria Wine WritersSecondo ClassificatoGreco, 2017, Statti

GRUPPO MISTO VINIROSSI DA VITIGNI

AUTOCTONIGiuria Wine BuyersPrimo Classificato

Lamezia, 2017, Statti

SoniaCogliandro

FRUTTI DIMENTICATI

...e sto anche con i pastori. Ma sto anche con le mucche, con i polli, con legalline, con i maiali, con i tori. Sto con i disoccupati, con chi è o sarà costret-to a spostarsi di svariati chilometri da casa per campare la famiglia. Sto congli studenti che non imparano nulla di davvero importante a scuola, e sto

anche con i professori che non possono insegnare come e cosa vorrebbero. Sto coni buonisti e anche con gli arrabbiati. Facciamo tutti parte dello stesso sistema,siamo figli del papà capitalismo e della mamma globalizzazione. Pure i politicisono vittime del sistema, solo che, essendo ben pagati, gli importa di meno.Purtroppo però a pagare saranno i loro figli, e noi, i poveretti, all’ultimo postodella piramide di chi conta. Infatti stiamo pagando in termini di incertezze, distress, di ulcere e gastriti, di depressioni, di ansie. E quindi svuotiamo il latte perstrada, per protesta. Oppure molliamo e ce ne andiamo. O ci suicidiamo. E vacil-

liamo, siamo in bilico. Non sappiamo cosa fare. Non siamo la Francia che fa leproteste per strada, ma nemmeno la Francia che ancora continua palesemente asfruttare le colonie africane. Non possiamo intraprendere carriere a nostro gustonel nostro paese, ma nemmeno lavorare essendo sfruttati 12 ore al giorno. E cosìinsozziamo le strade di latte, che al più lascerà puzza nell’aria per qualche giorno,e nulla più. Oppure ci arrabbiamo con chi cerca di arrivare in questa triste terraper sfuggire a un destino ancora più triste. Alla fine ce la prendiamo sempre coideboli. Anche se eliminassimo tutti i politici che non ci piacciono, sarebbero rim-piazzati in 5 minuti con altri più congeniali , ma non a noi: a chi ha in mano le redi-ni del sistema. Alle capre non frega nulla di quanti soldi ricaviate con il loro latte,e nemmeno alle mucche, perchè loro sentono solo che non hanno potuto allattarei loro piccoli per dare il loro latte a noi. Non sanno che abbiamo cosparso le stra-de di sofferenza e lacrime al fine di dare una lezione. Ma a chi? Le stradesono già state pulite, ed il latte è stato versato invano, perchè i poteri fannociò che vogliono, e noi abbiamo avuto solo il nostro contentino per starebuoni. Ma non siamo liberi. Non lo siamo finchè a pagare sarà qualcuno che contameno, perchè ancora una volta ci arroghiamo il diritto di valere di più di altri.

Brigantessa Serena Iannopollo

Gli investimentiall’estero delle’ndrine

CONVERSANDO

Un vinodellaLocride tra ivincitori di"Radici delSud 2018"

PIRUS COMMUNIS L.FAMIGLIA ROSACEE

Talvolta, anche senza volerlo, ci siimbatte in una varietà di pianta da frutto o di altro dicui non si conosceva l’esistenza, rara e vicino all’e-stinzione e allora scatta improvvisa la volontà di sal-varla dalla morte certa. Per poterlo fare concreta-mente però mancano sia le risorse che il luogo fisico,in quanto si avrebbe bisogno di un enorme campoben protetto dove collocare le piante a rischio d’e-stinzione e questa iniziativa non basterebbe in quan-to le piante prosperano in posti diversi dal punto divista altimetrico e di conseguenza ciò che va bene perle viti e i peri non è adatto ai meli e ai ciliegi, chehanno bisogno per prosperare di campi ad altitudinedi rilievo, mentre viceversa i fichi certamente nonamano la montagna dove stenterebbero a sopravvi-vere o morirebberoDi conseguenza solo le istituzioni pubbliche del set-tore potrebbero farlo, ma esse sono in permanentecrisi finanziaria e talvolta non riescono neppure apagare i dipendenti in quanto con la ricerca non sipossono realizzare profitti.Basti pensare alla Banca dei semi di Bari, la secondaper importanza in Europa che non ottiene adeguatifinanziamenti pubblici e sta rischiando il fallimento,nonostante la sua funzione fondamentale.Infatti essa conserva i semi di migliaia di varietà,anche di grani ad esempio, spariti dalla circolazioneperché sconsigliati dalla CEE che pagava i premi diproduzione solo per determinati grani ricchi di gluti-ne e dannosi alla salute, come il Creso e il Patrizio.Con questa politica di favore alle multinazionali deisemi, come la Monsanto e la Dupont si era estintopersino il grano Senatore Cappelli, ma un’impresaagricola pugliese chiese alla banca dei semi di Bariun po' di semi per riprodurlo e gli furono accordatialcune centinaia di grammi e tale varietà di grano haricominciato ad essere coltivato perché riprodottocon tanti sacrifici, ma grazie alla Banca dei semi diBari che non riceve fondi dello stato per pagare nep-pure le bollette della luce per mantenere in vita isemi collocati nei frigoriferi in quanto il freddo limantiene germinabili.Alcuni anni addietro dei fantastici divulgatori agrico-li, dell’Arsac Calabria, di cui cito solo i primi due del-l’elenco, Maurizio Angotti e Giuseppina Bianco,portarono avanti un lavoro certosino sui fruttiferiricercando con tanti sacrifici in tante parti dellaregione, pubblicando “Varietà locali di fruttiferi inCalabria-Atlante della Biodiversità”, presentando le

piante dalla fioritura alla fruttificazione.Il loro lavoro di ricerca non fu completato sul campoin quanto mancarono i finanziamenti per farlo e lepiante da frutto evidenziate, talvolta uniche ed isola-te, rischiano moltissimo.Di conseguenza mancando la possibilità di salvare incampi protetti e istituzionali le piante rare in genere,a breve tantissime varietà di meli, di peri, di agrumi,di ulivi, ma anche di piante a ciclo annuale continue-ranno a estinguersi.L’anno scorso un mio compaesano ed amico,Fortunato Fazzari di Ferruzzano, andò alla disperataricerca del pero Muscatello tipico del nostro territo-rio, diverso da quello di Gerace, di Motticella e dialtre comunità, ricercandolo in tante contrade, manon riuscì a trovarlo. Estese la sua ricerca nei comu-ni vicini, ma senza successo.Egli aveva ben due piante in due campi diversi eapparivano prospere e sane, ma all’improvviso nel-l’estate del 2017 seccarono ed egli proprio in prima-vera aveva avuto l’idea di innestarli su dei perastriche aveva a portata di mano, ma poi trascurando,non lo fece, con le conseguenze che ne derivarono.Producevano delle pere di media pezzatura, roton-deggianti, quasi schiacciati ai poli, con la parte piùesposta al sole, pervasa di un rosso tenue, profuma-tissime e dalla polpa fine e succosa.Il pero che sto presentando, di cui ho fotografato ilfrutto in un campo della mia famiglia corre lo stessorischio, in quanto era presente in due esemplari, mauno sta seccando in quanto è sovrastato da una gio-vane quercia che non ho il coraggio di tagliare, men-tre l’altro apparentemente sta bene, ma vista l’espe-rienza di Fortunato è preferibile riprodurlo altroveanche in un campo altrui, dato che ormai si regge suun solo esemplare.Esso infatti porta lo stesso nome dell’Imperiale tipi-ca del territorio, ma è completamente diversa daessa, ritenuta più classica.Infatti, la sua pezzatura è medio piccola, con unaforma diversa e mentre la precedente è quasi schiac-ciata ai poli, questa è molto regolare, diversa ancheper il periodo di maturazione.Infatti matura a luglio e a maturazione appare perbuona parte giallastra con la parte più colpita dalsole rossiccia, mentre la polpa è fine ed offre unsapore gradevole, con una punta leggera di aspro.È raramente attaccata dalla mosca della frutta, percui è apprezzabile anche da questo punto di vista.

Orlando Sculli

Imperiale piccola di Ferruzzano

I BRIGANTI

#iostoconlecapre

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Nella Locride dovrebbero essere ben sedici i comunicoinvolti nelle Amministrative del prossimo 24 maggio,un condizionale reso obbligatorio dalla presenza di trecentri in regime commissariale e dalle frequenti incogni-te relative all’effettiva presenza di candidati in diversi altrinostri paesi.Ad arrivare, più o meno illesi, alla naturale scadenza delmandato saranno i comuni di Agnana, Benestare,Marina di Gioiosa Ionica, Martone, Monasterace,Palizzi, Riace, Roccella Ionica, San Giovanni di Gerace,Sant’Ilario dello Ionio e Stignano, cui si aggiunge l’ormaicerto termine del regime commissariale di Canolo. Lachiamata alle urne, inoltre, riguarderà anche i centri diArdore, Bivongi e Grotteria, i cui consigli sono stati sciol-ti rispettivamente per le dimissioni per problemi di salu-te del primo cittadino Giuseppe Grenci, per la prematu-ra scomparsa del compianto sindaco Felice Valenti e perla mancata approvazione del rendiconto finanziario daparte della giunta Loiero. Ultimo, ma non certo perimportanza, è l’ormai onnipresente San Luca.Dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose avvenutonel 2015, infatti, il paese di Corrado Alvaro è stato chia-mato ad ogni tornata elettorale a presentare almeno unalista che garantisse il ritorno di un’amministrazionedemocraticamente eletta alla sua guida, un’evenienzache non si è mai verificata a causa della perdita di fiducianello Stato da parte dei residenti e dell’ottima gestionedel paese da parte del commissario prefettizio SalvatoreGullì. Proprio a San Luca, tuttavia, le cose potrebberofinalmente cambiare grazie al focus, non sempre graditoin verità, che il massmediologo Klaus Davi ha effettuatonell’ultimo anno e che lo ha convinto ad autoproclamar-si candidato a sindaco per le prossime amministrative. Lamossa, dal valore certamente più mediatico che sociale, èriuscita comunque a ridestare le coscienze di “Calabresiin Movimento”, realtà politico-culturale guidata da

Francesco Anoldo, pronto a raccogliere la sfida primave-rile del noto personaggio televisivo pur non essendonemmeno lui originario del posto. A tale proposito, inve-ce, l’eventuale conferma della vociferata candidatura diBruno Bartolo, sanluchese DOC, lo renderebbe il candi-dato più credibile espresso in ambito locale e una vera epropria speranza per la società sanluchese.Meno mainstream dovrebbe invece essere la contesa peril ruolo di sindaco di Agnana, in cui la naturale scadenzadel mandato di Caterina Furfaro non impedirà alla primacittadina uscente di ripresentarsi per un secondo manda-to, anche se ancora non è dato sapere chi sarà il suoavversario. Visti i trascorsi, recenti e non, ci aspettiamoche questo nome possa essere quello dell’ex vicesindacoLupis…Ad Ardore le consultazioni pre-elettorali sono partiteproprio questa settimana, con un incontro della maggio-ranza uscente, guidata dall’ex vicesindaco GiovanniTeotino che ha raccolto attorno a sé giovani ed esponen-ti del mondo dell’associazionismo per decidere insiemeuna linea d’azione in vista delle elezioni. Accanto a que-sto movimento sembra inoltre sicura la candidatura del-l’ex sindaco Giuseppe Campisi e voci sempre più insi-stenti parlano dell’arrivo di Roberto Marando in qualitàdi terzo incomodo.A Benstare il sindaco Rosario Rocca, reduce dal suodoppio mandato cominciato nel remoto giugno del 2009,avrebbe invece espresso la volontà di lasciare spazioall’attuale vicesindaco Domenico Mantegna cui si con-trapporrà sicuramente l’ex sindaco Enzo Rocca.Il vuoto lasciato da Felice Valenti a Bivongi, invece, staportando a un’intensa riflessione tra diversi schieramentipolitico-culturali che si stanno consultando al fine di tro-vare un candidato di alto profilo per dare una garanzia digovernabilità al paese.A Canolo ha invece espresso la volontà di riportare la

democrazia il candidato siderenese al senato nellePolitiche del 4 marzo 2018 Antonio “Carobonella”Ferreri, la cui volontà non avrebbe però incontrato ilfavore di tutti i residenti. Voci di corridoio indicano in unnoto volto femminile una possibile avversaria.A Grotteria, poi, nonostante la delusione della mancataapprovazione del bilancio che ha comportato lo sciogli-mento del consiglio comunale, il sindaco uscenteVincenzo Loiero sarebbe pronto a ricandidarsi con la suasquadra al completo. Un’evenienza che riproporrebbedunque l’eterna lotta con l’avversario Raffaele Lupis.Particolarissimo il caso di Marina di Gioiosa Ionica: dopoaver vinto venerdì mattina il ricorso al TAR del Laziorelativo allo scioglimento per infiltrazioni mafiose subitoalla fine del 2017, Domenico Vestito è tornato infatti arivestire il proprio incarico di primo cittadino, che rico-prirà fino alla prima tornata elettorale utile per il rinno-vo dell’Amministrazione, ovvero proprio quella del pros-simo 24 maggio. I tempi per formare le liste stringono…Il mandato decennale di Giorgio Imperitura a Martone,invece, non ha assuefatto la voglia di ricoprire l’incaricodi sindaco da parte del primo cittadino uscente, chedovrà affrontare con ogni probabilità l’eterno avversarioNicola Limoncino. In questa contesa, inoltre, potrebbeinserirsi anche l’ex consigliere di maggioranza MarcoAmeduri e voci sempre più insistenti parlano di un ritor-no in grande stile del locale PD, il cui militante CiccioIentile sarebbe pronto a proporre il nome di una donnadi cui ancora non conosciamo le generalità. Potrebbe nonessere della partita il dentista Giorgio Calvi, probabil-mente più interessato a una candidatura alle Europee.Più definita dovrebbe invece essere la situazione diMonasterace, in cui a contendersi la poltrona lasciatavacante dal sindaco uscente Cesare De Leo, che parenon volersi ricandidare per un secondo mandato,dovrebbero essere una coalizione di ampio respiro costi-

Venerdì mattina il Tar del Lazio ha accolto il ricorsoavanzato lo scorso 30 gennaio da parte dell’ex sindacoDomenico Vestito, in seguito alla disposizione delConsiglio dei Ministri dello scioglimento per mafia delconsiglio comunale di Marina di Gioiosa. Con la deci-sione del Tar viene riabilitata l’amministrazione scioltaper infiltrazioni mafiose e, quindi, Domenico Vestito etutta la sua Giunta potranno riprendersi lo scrannoperduto il 22 novembre 2017. "Giustizia e Verità sono state ristabilite dal TAR Lazio,che ha travolto il teorema accusatorio a base dello scio-glimento del Comune di Marina di Gioiosa Ionica – cidichiara Domenico Vestito. – È un giorno bello pernoi, che abbiamo vissuto questo calvario e per tuttaMarina di Gioiosa Ionica, che ha prova di essere stataguidata da un’Amministrazione di persone oneste, perbene e che hanno agito solo per il Bene Comune.Questa sentenza, frutto del lavoro intenso e competen-te portato avanti dal nostro legale, l'avv. FrancescoMacrì, cancella mesi di amarezze e sofferenze. Oratorneremo, per quel poco di tempo che ci rimane, pertentare di completare il lavoro iniziato e brutalmenteinterrotto. Questa decisione accenda l'attenzione suuna radicale revisione di questa norma iniqua".Dopo due anni di fango, dopo l’ennesima “asinata”,

basterà un “dietrofront” della giustizia a riabilitareMarina di Gioiosa, a riscattarne l’onore? Chi pagheràper aver infangato una comunità con estrema e insop-portabile disinvoltura, per averla cestinata insieme atutte le sue buone intenzioni? Fuoco freddo cadutoaddosso all’amministrazione di Marina di Gioiosa maanche a tutti i suoi cittadini. Una prassi ormai consoli-data alle nostre latitudini.Questa terra va salvata, va salvata da coloro che pre-tendono di arricchire il proprio curriculum sulla pelledi chi da anni sopporta pregiudizi, capricci, sbandatecolleriche, trappole e narcisismo che hanno fatto piùstragi della lupara. Ci sono regole che non vanno accet-tate e consentite e sono quelle della criminalità; maoltre queste, alla nostra terra è stato assegnato il man-dala della criminalizzazione, un labirinto le cui formu-le non servono che a perdersi. La giunta Vestito haavuto il coraggio, dopo aver spolpato, masticato e dige-rito l’ingiustizia, di opporsi alle regole della criminaliz-zazione, perché si è resa pienamente conto che lì dovefinisce il nostro orgoglio inizia il nostro castigo. E ilcastigo che serpeggia con contorni sempre più nitidi einquietanti è quello di una viscida “stanchezza demo-cratica”.

mgc

R24 FEBBRAIO- 16 politicawww.larivieraonline.com

AmministrativeElezioni

16Con la primavera finalmente alle porte torna anche la febbre elettorale. Oltre al tanto importantequanto poco considerato appuntamento delle Europee, infatti, moltissimi saranno i comuni chiamatial voto per il rinnovo dei consigli comunali che dovranno, soprattutto alle nostre latitudini, prepararsia una sfida di rinnovo e innovazione che possa determinare anche un riscatto morale e sociale.

Ad arrivare, più o meno illesi,alla naturale scadenza del

mandato saranno i comuni diAgnana, Benestare, Marinadi Gioiosa Ionica, Martone,Monasterace, Palizzi, Riace,

Roccella Ionica, SanGiovanni di Gerace,

Sant’Ilario dello Ionio eStignano, cui si aggiungel’ormai certo termine delregime commissariale diCanolo. La chiamata alleurne riguarderà anche glisciolti Ardore, Bivongi,Grotteria e San Luca.

la Locride è pronta a rinnovareconsigli comunali

ScioglimentopoliÈ stato

annullato loscioglimentodel comune di

Marina diGioiosa.

Giustizia eVerità sono

state ristabilitedal TAR del

Lazio.

Page 17: R  · R attualità  24 F EBBRAIO - 04 o o e e È, e a a r o n, l o o r r a a i e e.: e i Vi sono dei dati inconfutabili che chiunque può verificare, relativi al finanziamento di

Agnana

Grotteria

Riace

Stignano

Canolo

Ardore

Benestare

Palizzi

tuita da un gruppo sostenuto da Teodoro Bucchino e davari professionisti locali con candidato a sindaco l’asses-sore Nicola Gara, l’attuale vicesindaco AlessandroZannino, che ha invece espresso la volontà di correre dasolo, e il terzo incomodo Mario Candido, cui sarebbe giàstato assicurato l’appoggio delle locali espressioni dellaLega.A Palizzi ci sono ancora incognite relativamente al ruoloche potrà assumere il sindaco uscente Walter Scerbodopo la vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto la scorsaestate, che pare comunque non abbia intaccato la suavoglia di ricoprire l’incarico. Qualora Scerbo si ricandi-dasse, comunque, dovrà passare dalla tagliola di unasfida all’ultimo voto con Maria Lucia Bevilacqua.Chi sicuramente non potrà ripresentarsi all’imminentetornata elettorale, poi, sarà il sindaco sospeso di RiaceDomenico Lucano, del quale possiamo solo immaginare(vista la mancanza dell’ufficialità) che sarà l’attuale vice-sindaco Giuseppe Gervasi a raccogliere l’eredità. Perpotersi insediare in qualità di sindaco del paese dei bron-zi, tuttavia, anche lui dovrà vedersela con l’agguerritaconcorrenza del collega del consiglio comunaleFrancesco Salerno e di Giulio Velonà.A Roccella Ionica, dunque, l’amministrazione guidata daGiuseppe Certomà consegnerà la propria eredità mora-le all’attuale vicesindaco Vittorio Zito, cui si contrap-porrà la lista “Roccella Futura” guidata da Bebo Alvaro,con la quale già negli scorsi mesi sono cominciate leprime schermaglie elettorali e, stando al rincorrersi dellespeculazioni paesane, a una lista espressione della localefrangia del Movimento 5 Stelle.Molto in bilico pare poi essere il destino di San Giovannidi Gerace: l’insediamento di una commissione d’accessoalcuni mesi or sono, infatti, rende più che probabile chela tornata elettorale lasci il posto a uno scioglimento perinfiltrazioni mafiose proprio a poche settimane dalladata prevista per le amministrative, una beffa alla quale icittadini paiono essere da diverso tempo preparati.Dopo gli innumerevoli dubbi sulla legittimità della pro-pria elezione, dunque, anche a Sant’Ilario dello Ioniorestano riserve in merito alla possibile ricandidatura delsindaco uscente Pasquale Brizzi, mentre è più sicura lapresentazione dell’attuale vicesindaco GiuseppeMonteleone, che potrebbe vedersela con Bruno Martellio, sostengono alcuni, Giuseppe Palmisano.A Stignano, infine, assistiamo a una situazione assai simi-le a quella di Martone, considerato che lo scadere delsecondo mandato non fa perdere la voglia di fare il sin-daco a Franco Candia. A differenza della lotta a tre chedovrà affrontare il collega Imperitura, tuttavia, l’assenzadi concorrenti potrebbe rendere più semplice la corsaallo scranno di primo cittadino per il presidente dell’as-semblea dei sindaci della Locride.Insomma, un panorama variegato e ancora in via di defi-nizione, che potrebbe riservare non poche sorprese alnostro comprensorio.

Jacopo Giuca

CATERINA FURFAROGIUSEPPE LUPIS

DOMENICO MANTEGNAENZO ROCCA

VITTORIO LOIERORAFFAELE LUPIS WALTER SCERBO

MARIA LUCIA BEVILACQUA

GIUSEPPE GERVASIFRANCESCO SALERNO

Roccella Ionica

VITTORIO ZITOGIUSEPPE CERTOMÀ

CONSULTAZIONI ANCORAAPERTE DOPO LA SCOMPARSADI FELICE VALENTI, CHEVOGLIAMO RICORDARE CONQUESTA FOTO.

ANTONIO FERRERI

FRANCO CANDIA

San Giovanni di Gerace

GIUSEPPE VUMBACA

GIOVANNI TEOTINO, GIUSEPPE CAMPISI,ROBERTO MARANDO

Sant’Ilario GIUSEPPE MONTELEONE, BRUNO MARTELLI EGIUSEPPE PALMISANO

Martone GIORGIO IMPERITURA, NICOLA LIMONCINO EMARCO AMEDURI

Monasterace NICOLA GARA, ALESSANDRO ZANNINO E MARIOCANDIDO

San Luca KLAUS DAVI, FRANCESCO ANOLDO E BRUNOBARTOLO

Buvongi

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www.larivieraonline.com Rcultura

24 F

EBBR

AIO

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Caro direttore,con un po' di ritardo, magari, mi vorreispiegare e sfogare sulle colonne del suogiornale.Ho qui, solo ora, sotto gli occhi dei foglicalabresi di cui mi era stato dato un vagoallarme: E su cui sono oggetto di unaprofonda indignazione. Ho fatto come lostruzzo: non ho voluto saperne di più. Maadesso quei giornali mi sono capitati fisica-mente davanti: e ho dovuto tirar fuori dallasabbia la testa. Niente di grave, ne ho pas-sate di ben peggiori, in quest'annata lette-raria. Ancora una volta sono dichiaratonemico della patria: stavolta perché hodato dei «banditi» ai calabresi.Veramente, le cose stanno così: ho fattoquest'estate un giro per le spiagge italiane,da Ventimiglia a Trieste, per incarico dellarivista Successo, e qui, in tre puntate, hopubblicato le mie impressioni. Un piccolis-simo, stenografo reisebilder: in cui sonoandato non oltre la prima cute. Tra le altrespiagge ho visto quelle calabresi: stupendenel versante tirrenico, specie fino aMaratea (e l’ho scritto: stupende); incanta-te nella parte occidentale dello Jonio (eanche questo l'ho scritto); tremende nellazona di Cutro. Tremende non in quantospiagge, ma in quanto luoghi appartenentia una fra le più depresse delle aree depres-se italiane. Non ho potuto affrontare inuna sede come quella di Successo la cosa intermini sociologici, e nemmeno veramenteletterari: e così ho un po' scherzato, lingui-sticamente, come in tutto il resto del mioservizio.Dicendo che la zona di Cutro è quella chemi ha più impressionato in tutto il mioviaggio, ho detto la verità: chiamandola poi

zona di «banditi», ho usato la parola: 1) nelsuo etimo; 2) nel significato che essa ha neifilm westerns, ossia il significato puramen-te coloristico; 3) con profonda simpatia.Fin da bambino, ho sempre tenuto per ibanditi contro i poliziotti: figurarsi questocaso.Ora, purtroppo, alcune persone hannofinto di essersi offese per queste mie inno-centi parole: non so perché l'abbiano finto:per ragioni di tattica elettorale, suppongo.Avranno avuto bisogno di aureolarsi, neigiorni in cui i Russi vanno sulla luna, dellaluce di difensori della patria e della tradi-zione. Il primo a alzare il vessillo dell'indi-gnazione sacra, è stato un onorevoledemocristiano (un La Russa): subito altrepersone, forse in buona fede, si sono coin-dignate.È così che si creano i pretesti, le specula-zioni politiche, i rancori teologici, e magarisi armano le mani, oltre che le bocche.Un'ondata di indignazione contro di me,ha percorso la pubblicistica calabra. Inprima pagina, su tre colonne, magaricolonnette, le vestali del luogo hanno lan-ciato insulti neoclassici contro la mia neo-realistica persona. Se la prendono controla mia aggettivazione: per esempio, controla terna di aggettivi che nel mio pensoaccompagna lo Jonio: «nemico, straniero eseducente». Ammetto che i tre aggettivinon sono stilisticamente gran cosa, chesono tolti un po’ dal ron ron rondista (erail primo materiale linguistico che mi capi-tava sottomano per esprimermi nella a meinsolita maniera giornalistica): ammettotutto. Ma che, mutilati di un corno («sedu-cente») e ridotti al moncone «nemico estraniero», mi vengano gettati addosso con

Salvatore Ga Locri in giro a fotografare

Nei giorni scorsi ha seguito passopasso le riprese del film "Respira"di Lele Nucera. Ma oltre afotografare i backstage,Salvatore, 23 anni, ha la passioneper la natura e le grandi città chetrasforma abilmente inprotagonisti dei suoi scatti.

"Per me la macchinafotografica è comeun'estensione del miocorpo. Anche quando nonce l'ho dietro, guardo lamaggior parte delle cosecome se le stessiosservando attraverso unalente, scattando fotografieimmaginarie di ciò chevedo"

Pasolini, nato a Bologna nel 1922 e morto a Ostia nel 1975, com-pirebbe 97 anni. Ma come accade alle grandi figure dello scenarioculturale, la sua figura e le sue opere si consolidano anche nei tor-menti della attualità.Intelligenza multiforme, mi piace ricordarlo autore di “scritti cor-sari” e come inventore di due metafore pregnanti e note: le luccio-le e il Palazzo.Le lucciole simbolo della civiltà contadina, un mondo dissolto e invia di estinzione a causa di quel mancato rispetto della natura cheoggi è diventata tormentata ossessione sui destini del nostro piane-ta, Pasolini per il ritorno di una sola lucciola avrebbe regalato l’in-tera Montedison.E nessuno, in tempi non sospetti come Pasolini, seppe denunciare,con coraggio e veemenza, il Palazzo della Politica per porgereriscatto alla dimensione degli umili travolti dalla civiltà urbana etecnologica.Gli sono state rivolte molte critiche perché parlava non il linguag-gio organico del cittadino organizzato nelle strutture istituzionali,ma il linguaggio del poeta tutore di una mitica cultura alimentatada poetica virgiliana.Per questo la sua presenza, al di là delle misere strumentalizzazio-ni, continua a essere richiamo a riflessioni forti e suggestive, incal-zate dalla sua disperata vitalità. In questo articolo del lontano 1959mette a nudo la pochezza intellettuale e strategica delle forze poli-tiche dominanti che preoccupate di conservare lo stato di arretra-tezza della Calabria si vestivano di retorica tradizionale senza solu-zione e prospettive. Pasolini si dichiara e si conferma tutore del

“popolo” sia esso calabrese o friulano, animato dalla tensione dimigliorare le miserie di queste persone “poveri muti”.Pasolini è stato un intellettuale che ha messo a nudo i guasti pro-vocati dalle classi dirigenti e dei governi e le disastrose conseguen-ze derivate. Una persona uccisa in modo tragico che insieme adaltri (Aldo Moro per esempio) ha segnato gli anni settanta e lacoscienza collettiva.Si era pronunciato contro l’aborto, non contro la legge, SostenevaPasolini “Si faccia la legge ,ma il problema della sessualità e la fru-strazione sessuale e la violenza contro le donne restano e non saràuna legge sull’aborto ad abolirle, perché le donne sono sempreconsiderate cittadini inferiori”.Era stato Pasolini a difendere sempre le cause degli ultimi, fosserogli omosessuali o magari i poliziotti aggrediti a Valle Giulia daglistudenti universitari. I poliziotti proletari picchiati dai privilegiatifigli della borghesia. Le belle parole scritte in ricordo della suicidaMarilyn Monroe evocata come “sorellina”.Aveva aperto le pagine della storia di Italia negli anni del boomeconomico e voleva mostrare gli scheletri che contenevano.Mi piace pensare a questa sua profonda poetica visione del mondonella quale non vive lo schema maggioranza-opposizione, ma solouna alterità del modo di ragionare. Per questo Pasolini resta irri-ducibile ad ogni etichetta. Hanno provato a rivendicarne l’ereditàa posteriori sia da destra sia da sinistra, con scarso successo. Tuttoquesto è l’intelligenza della sua forza e del suo genio.

Matteo Lo Presti

Pasolini: il tenace difensoredelle cause degli ultimi

Nell’estate del 1957, quando l’Italia mollava gli ormeggi dalle macerie della guerra per navigare verso il miracolo econom-ico, Pier Paolo Pasolini realizzò un reportage per la rivista Successo viaggiando su una Fiat Millecento lungo le coste ital-iane, al fine di raccontare mutamenti, differenze, contrasti.Giunto nella Calabria ionica descrisse Cutro con parole terribili e drammatiche, che ancora oggi bruciano nel cuore deicutresi (almeno degli anziani che vissero quella vicenda).Pasolini definì Cutro “paese di banditi”, dove “si sente di essere fuori dalla legge”. Tuttavia intendeva la parola “banditi”non come malfattori, bensì come scacciati, oppressi dal potere. Non era da lui mettere all’indice un intero popolo, e cercòanche di spiegare il senso delle sue parole. Nondimeno scoppiò un putiferio, un incendio d’indignazione difficile, se nonimpossibile, da estinguere.Successivamente Pasolini, forse sollecitato dall’editore, cercò di rimediare spiegando il senso del suo scritto con una let-tera dalla Calabria, in grado di dimostrare il grande amore che il poeta, scrittore e regista aveva per gli oppressi e per leloro cause.Dopo quella lettera, la querela del sindaco di Cutro finì con un non luogo a a procedere. Due anni dopo, nel 1959 Pasolinifu proclamato vincitore del premio letterario Crotone. Una giuria di mostri sacri come Giorgio Bassani, Carlo EmilioGadda, Alberto Moravia, Giuseppe Ungaretti e il Leonida Repaci fondatore del Viareggio gli assegnarono il premio perUna vita violenta. Esplosero comunque feroci polemiche: il caso Cutro bruciava ancora.Anche se oggi quell’episodio è dimenticato, o meglio, rimosso, rievocarlo può essere utile per comprendere le ragioni lon-tane della sensibilità della comunità cutrese (e più in generale Calabrese) sui temi della propria identità, perché ancoraoggi le notizie e le affermazioni con qualche sfondo critico vengano bollate come razzismo. E perché, anche quando siparla di ‘ndrangheta e operazioni contro la criminalità c’è sempre qualcuno che deve mettere in guardia, anche fuoriluogo, dal linciaggio mediatico, dalle generalizzazioni, dal marchio d’infamia.

Quando Pasolini definì Cutro “paese dei banditi”Estratto di un articolo di Pierluigi Ghiggini

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l'accusa di non sentire la grandezza della MagnaGrecia, è troppo.Ma cerchiamo di vedere più dentro. In questa pole-michetta, i dirigenti democristiani calabresi confer-mano tutto il male che si può dire di loro. Per ragionidiverse: 1) con cattiveria degna del peggior giornali-sta dello Specchio, creano, falsificando, un pretesto;2) fingono di provare reale valore indignazione con-tro questo falso oggetto, che invece non è altro che unatto di fredda tattica politica; 3) adottano come piùefficace argomento oratorio l'appello alla tradizione,ha una tradizione morta e sepolta, puramentearcheologica, esattamente come facevano i fascisticon l'antica Roma (vorrei aggiungere, al proposito,che proprio in questi giorni comincia la traduzionedell’Orestiade, che Gassman reciterà nei teatri grecidel Sud: in cantiere da tempo la traduzionedell’Eneide: mi si venga dunque a dire che non amola classicità…); 4) eludono i problemi veri, deviandol'interesse pubblico verso delle sciocchezze folcloristi-che, sfruttando ipocritamente la ingenua passione deicalabresi semplici; 5) non voglio ammettere che inrealtà in Calabria i «banditi» ci sono. E precisiamoquesta storia dei «banditi».Anzitutto, a Cutro, sia ben chiaro, prima di ogni ulte-riore considerazione, il quaranta per cento dellapopolazione è stata privata del diritto di voto perchécondannata per furto: questo frutto consiste, poi, nel-

l’aver fatto legna nei boschi della tenuta del baroneLuigi Barracco. Ora vorrei sapere che cos'altro è que-sta povera gente se non «bandita» dalla società italia-na, che dalla parte del barone dei suoi servi politici.Certo, il punto di vista storico dei cattolici e scorag-giante: guardando le cose sub specie aeternitatis, èchiaro che la Magna Grecia il governo Segni sonopressappoco degli stessi anni. Ogni prevaricazionestorica è possibile, di fronte alla metastoria. Non so seil La Russa si renda almeno conto di questi problemiminimi di metodo. Comunque è certo che, nonché dipietà cristiana, egli manca totalmente di quel sensostoricistico senza cui è impossibile vivere da uominicivili. Se lo possedesse, saprebbe che la storia dellasua Calabria implica necessariamente il banditismo:se due millenni essa è una terra dominata, sottogovernata, depressa. Paternalismo e tirannia, daiBizantini agli Spagnoli, dai Borboni ai fascisti, checos'altro potevano produrre se non una popolazionenei cui caratteri sociali si mescolano una dolorosaarretratezza e un fiero spirito di rivolta? E appuntoper questo non si può non amarla, non essere tuttidalla sua parte, non avversare con tutta la forza delcuore della ragione chi vuol perpetuare questo statodi cose, ignorandole, mettendole a tacere, mistifican-dole.Proprio in questi giorni ricorre l’anniversario - il deci-mo - dei fatti di Melissa: opera del popolo.

Là c'erano i germi per la rinascita della Calabria delSud: i La Russa hanno contribuito, servilmente, allaazione, per fortuna vana, che mirava a disseccarli. Eadesso si indignano se qualcuno dice la verità: inCalabria c'è miseria, dolore, rabbia: si vive a un altrolivello culturale: l’ho scritto e lo ripeto. E tutto questoè colpa delle classi dominanti che si sono succedute atorturare questa povera terra: e a cui si aggiunge lanuova borghesia democristiana conformista e ipocri-ta.Quanto a me, di tutto mi si può accusare fuori che dinon essere dalla parte del popolo: il mio primoromanzo, inedito, del 1949, è sui braccianti friulani eil Lodo De Gasperi: da allora non ho scritto altro chedi problemi che riguardano le classi povere, proleta-rie sottoproletarie. Se dovessi dire qual è la poesiache mi è più cara del mio volume Le ceneri diGramsci, oltre a quella che dà il titolo al libro direisenz'altro La Terra di Lavoro, che riguarda proprio ilSud e le sue misere e abbandonate popolazioni.Del resto, fin dal 1949, in un gruppo di poesie incom-plete inedite, che si dovevano intitolare I cantari diGermani Bruno (un giovane diffusore dell'Unità friu-lano) scrivevo, appunto a proposito di Melissa, questiversi (che non considero buoni, ma certo significativiper quanto riguarda le mie opinioni e la mia posizio-ne politica). A costo di parere presuntuoso, carodirettore, vorrei qui di seguito riportarli:

«C'è una poesia, su questa Unità - tante parole in rigacome erbe in una zolla: - ragazzi, quel poeta dovevaessere così felice - quando piangeva - per i braccianticalabresi. - Come noi nell’uccellanda, - tranquilli cheaspettiamo gli uccellini - e poi ridendo gli schiaccia-mo il capo, - quel poeta doveva essere tanto tranquil-lo, - un giovane tranquillo come un vecchio, - e parla-va come parlando a buoni spiriti - a ragazzi e vecchimezzi addormentati, - parlava come se avesse unabocca nel cielo - e una bocca su questa terra, - le sueparole dicevano… - che il contadino “aveva deposto- la rabbia in fondo al mare” che il - “suo sorriso eracome un paesaggio - che scivolava sulle labbra fango-se”… - Poveri morti della Calabria, ah maledetto - chivi ha massacrati - perché anche noi, ragazzi nelVeneto, - non abbiamo, forse, “membra di diamante”- e “malinconia selvaggia”? Non siamo - “solcati dalampi e intrisi d’azzurro”? - Gli dici “Riposa”,“Dormi”, perché - ah che dolore, compagni!, perché- quei morti vanno per i campi pieni di sole, - dentronell’avvenire, - nell'alba che non sa più suonarel’Ave… - Gli dici, poeta, che tu non vuoi - nasconder-ti dietro gli occhi chiusi, - guarda, guarda bene, - noisiamo quei morti ancora vivi - quando avevano anco-ra quindici anni - e la miseria spinge anche noi, ilnostro - canto, come quello di quei poveri muti, lag-giù…»

Pier Paolo Pasolini

Una lettera sulla Calabria

alluzzo, da per il mondo

e la natura

ORIGINARIAMENTE PUBBLICATA SU PAESE SERA DI MARTEDÌ 27 OTTOBRE 1959

IMMAGINIDA SINISTRA1.PIER PAOLO PASOLINI INSIEME AD UN GRUP-PO DI GIOVANI A CUTRO 2. PIER PAOLO PASOLINI DURANTEUNA INTERVISTA NEL MUNICIPIO DI CROTONE 3. ROSARIOVILLARI, GIORGIO BASSANI, E PIER PAOLO PASOLINI

Ha 23 anni, ma ha già girato mezzo mondo con al collo la suainseparabile macchina fotografica, catturando gli scenari piùemozionanti delle grandi città ma anche le immagini più sug-gestive che la natura regala a ogni latitudine. SalvatoreGalluzzo, in arte Save Rock, vive a Locri e nei giorni scorsi siaggirava tra gli attori e i cameramen del film “Respira” di LeleNucera, girato a Siderno.Cosa ci facevi all’interno di questo singolare set cinematografi-co in cui è stata trasformata Siderno?Ho fotografato l’intero backstage di “Respira”. Non è la primavolta che collaboro con Lele: l’ho infatti seguito anche nelbackstage di “Maramandra” e “9x21”. Oltre la fotografia, ho lapassione per la recitazione. Lavorando al fianco di Lele riescoa combinare le due cose: sono nell’ambiente cinematograficoe cerco di imparare nuovi segreti per inserirmi nel settore dellafotografia di scena. Al di là della fotografia connessa al cinema, cosa ti piacefotografare?La mia passione è la fotografia naturalistica e di viaggio: amoviaggiare e raccontare attraverso i miei scatti i luoghi che visitoe che mi hanno lasciato un segno.Ci sono dei messaggi che vuoi lanciare attraverso i tuoi scattio credi principalmente nella fotografia creata per un puroestetismo? No, non è puro estetismo. Attraverso la fotografia cerco di con-dividere il mio punto di vista su quanto fotografo. Cerco didare una mia interpretazione, di valorizzare la natura, gli ani-mali...Tre ingredienti che secondo te sono fondamentali in uno scat-to fotografico?La luce, prima di tutto; in secondo luogo l’occhio, e poi la sto-ria e il carattere di chi scatta la foto, due elementi che induconoa immortalare un determinato momento piuttosto che unaltro.La macchina fotografica ti dà un senso di potere o di pro-tezione?Per me la macchina fotografica è come un’estensione del miocorpo, ma non mi dà né potere né protezione. È soltanto un“canale” attraverso cui guardo ciò che mi circonda. Anchequando non ho la macchina fotografica con me, guardo lamaggior parte delle cose come se le stessi osservando attraver-so una lente, scattando fotografie immaginarie di ciò che vedo.Al giorno d’oggi la fotografia è un mezzo che si è esteso prati-camente a tutti. Questa mercificazione la trovi deleteria per laprofessione del fotografo oppure credi che la fotografia debbaessere un mezzo alla portata di tutti?È giusto che la fotografia sia per tutti, il problema sono i clien-ti che spesso non sono in grado di capire quando c’è davveroun professionista dietro l’obiettivo. Chi ha studiato e vuole faredella fotografia il proprio mestiere viene penalizzato da chi siimprovvisa fotografo.In passato la fotografia è stata fortemente influenzata dallastoria dell’arte. Che ne pensi dell’estetica post-internet, sem-pre più invasiva?L’estetica post-internet ha influenzato fortemente la fotografiae la visione che i giovani di oggi, me compreso, hanno a riguar-do, alterando in un certo senso anche i canoni di “bellezza”,“arte” e “moda” in voga nel periodo predigitale.

Maria Giovanna Cogliandro

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando

Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo,Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca,Franco Martino, Franco Crinò, Antonio Scordino,

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“Questa settimana ho immaginato di scrivere una lettera a MiaMartini. Il film sulla sua vita, trasmesso qualche settimana fa,ha riacceso i miei ricordi su quella che è stata la mia cantantepreferita. Avevo 12 anni quando è morta, il giorno dopo, sonoandata a scuola tristissima, non facevo altro che dire ai miei

compagni: “È morta Mia Martini”. Sono orgogliosa che lei siacalabrese, sono orgogliosa che la mia Terra possa vantare di

aver dato i natali a una donna meravigliosa sia come cantanteche come persona profonda e sensibile.

Lettera a Mia MartiniCara Mimi,il film sulla tua vita è stato un successo… Tutti sinto-nizzati su Raiuno, la sera del 12 febbraio. SerenaRossi è riuscita a interpretarti con una delicatezzaincredibile. Ripercorrere la tua vita, i tuoi successi, lecattiverie che hai subito, i tuoi tormenti, i conflitti contuo padre è stato come fare un’immersione nella tuaanima, nuotando negli abissi del tuo cuore immenso.Da bambina quando ti esibivi, davanti allo specchiodella tua camera, potevi immaginare che sarestidiventata una delle voci più belle e graffianti del pano-rama italiano e internazionale? Sicuramente gli anni’70 sono stati i tuoi anni: con “Piccolo uomo” e“Minuetto”, hai fatto cantare tutta Italia. Ma comespesso accade, il successo è un’arma a doppio taglio,in quanto attira molta invidia, ed è stata proprio l’in-vidia unita a tanta cattiveria a far diffondere quellevoci su di te, secondo le quali tu portavi sfortuna. Tu,animo gentile e per nulla malizioso all’inizio ci ridevisu, fino a quando sono diventate insistenti, allora haipreferito ritirarti, penso che il tuo animo troppobuono non potesse tollerare tanta malvagità. Così èiniziato il lungo periodo di ritiro dalle scene. Anni diesilio forzato e di depressione, all’inizio attaccavichiunque, con grande coraggio e ti facevi strada anchetra le maldicenze, poi non ce l’hai fatta più e hai deci-so di smettere di cantare. Ma la tua voce non poteva

rimanere in silenzio troppo a lungo, finché la tua grin-ta ha prevalso, del resto noi calabresi siamo famosiper il carattere forte. Per te, è sempre stato un vantoessere calabrese. Infatti eri solita dire: “Io sono laCalabria” e dei calabresi dicevi: “Noi calabresi siamodelle rocce, siamo decisi, abbiamo una grande dignità,una grande voglia di lavorare e di vivere. Certo abbia-mo i nostri problemi, come tutti gli altri, ma penso chela cosa più importante sia la forza di volontà e la sag-gezza”. Amavi, in particolare, la città, dove sei nata,Bagnara Calabra, dalla quale dicevi: “Ho sempre nelcuore il rione Marinella di Bagnara, il sapore delmare, la visione meravigliosa dello Stretto, l’immagi-ne della pesca notturna con le lampare, l’incredibilecaccia al pescespada”. Alla tua Terra hai dedicato ilbrano “Lucy”, cantato in tipico dialetto reggino; men-tre Bagnara, in tuo onore, ha eretto un monumentonel giardino di fronte al lungomare, con una targa cheritrae alcune delle tue immagini dipinte dal maestroCorrado Gaetano. Così, da calabrese grintosa qualesei sempre stata, nel 1989, ti sei presentata al Festivaldi Sanremo col brano “Almeno tu nell’universo”. Unautentico capolavoro scritto da Bruno Lauzi eMaurizio Fabrizio nel 1972 e tenuto nel cassetto perdiciassette anni, perché il contenuto fu ritenuto nonadatto per quel determinato periodo storico e ancheperché per diversi anni, nessun autore prima dell’arri-

vo di Lauzi, era riuscito a scrivere un testo adatto aquella stupenda melodia. La tua voce, quella sera, èstata bella e potente come non mai, era quasi certa latua vittoria, lo stesso Baudo ne era convinto, ma egliraccontò che qualcuno dalla giuria sussurrò che seavesse vinto Mia Martini sarebbe stata una rovina pertutti, e la vittoria svanì. Le orrende meschinità, nono-stante il passare degli anni, non accennavano a smet-tere e probabilmente chi non ha voluto la tua vittoriaquella sera, erano gli stessi che ti hanno voluto dedi-care il premio della critica del Festival della CanzoneItaliana, l’anno successivo alla tua morte. Nel 1992, seiriuscita ancora una volta a emozionare tutti con “Gliuomini non cambiano”, brano con cui sei arrivataseconda al Festival di Sanremo. Ma arriviamo almomento più triste, quello della tua morte, era il 12maggio 1995, quando ti hanno trovata nella tua casa,riversa sul letto, con in testa le cuffie del walkman. Aituoi funerali, svoltisi il 16 maggio nella chiesa di SanGiuseppe a Busto Arsizio, presero parte circa quat-tromila persone. La tua bara era coperta da una ban-diera del Napoli, la squadra di calcio per cui facevi iltifo. Mi hanno colpito le parole scritte da AdrianoCelentano, sulle pagine del Corriere della Sera, seigiorni dopo la tua morte: “Finalmente si è capito chisono quelli che portano jella: quelli del mondo dellospettacolo. Certo non tutti, ma una gran parte di que-

sto mondo pieno di ipocrisia, deve avere qualcherimorso, in fin dei conti hanno contribuito non poco arendere più breve la vita di Mia Martini. E non parlosolo dei colleghi cantanti, ma dei fonici, dei musicisti,microfonisti, editori e arrangiatori che quando lavedevano si toccavano dando corso al barbarico ritodegli scongiuri, mentre lei (una delle migliori interpre-ti d’Europa) l’unica cosa che chiedeva, ai falsi dellospettacolo, era solo un po’ d’affetto. Ora gli stessi che,per anni le hanno somministrato il micidiale veleno,costringendola all’isolamento totale, fingono di com-piangerla esaltandone le qualità”. Mai parole sonostate più sincere e veritiere.Mimì, la perfidia e l’ignoranza della gente ti hannospenta lentamente, ma tu hai comunque vinto, perchédopo 24 anni dalla tua scomparsa la gente ancora tiama, i giovani ascoltano la tua musica, i tuoi branisono ritornati in classifica, l’Italia, quella vera, non hamai smesso di amarti. Purtroppo questo mondo è abi-tato da uomini che si rendono conto di aver fatto delmale solo quando ormai è troppo tardi e solo perpulirsi la coscienza. Continua a brillare Mimì, comebrillavi sulla Terra, ma da lassù lo farai senza malinco-nia, tristezza e amarezza, brilla felice e volteggia tra lenuvole, senza smettere mai di cantare.

Rosalba Topini

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L’OROSCOPOArieteDa venerdì Venere tornerà dalla tua parte! Iproblemi di coppia dell’ultimo periodo final-mente troveranno una soluzione. Sul lavoro legiornate più fortunate saranno quelle di mar-tedì e mercoledì, quando avrai la luna dallatua parte. Week-end nervoso.

ToroVenere ti volterà le spalle. Nel fine setti-mana potrebbero nascere tensioni colpartner, dovute a modi diversi di vederele cose. Il dialogo sarà l’unica soluzionepossibile! Attenzione in particolare allagiornata di domenica, in cui si prevedo-no litigi.

GemelliMercurio smetterà di esserti favorevole epotresti incontrare difficoltà in ambito lavorati-vo e relazionale. Martedì e mercoledì in parti-colare saranno due giornate in cui sembreràproprio andare tutto storto… Avrai modo direcuperare nel week-end.

CancroA partire dalla giornata di venerdì,Venere smetterà di essere in opposizio-ne al tuo segno e finalmente riuscirai aritrovare un po’ di serenità in ambito sen-timentale. Anche dal punto di vista lavo-rativo, potrai contare su un bel Mercuriofavorevole.

LeoneDa venerdì Venere entrerà in opposizio-ne al tuo segno: col partner potrebberonascere incomprensioni profonde che,in certi casi, porteranno alla rottura.Domenica sarà una giornata di grandetensione ma prendi questo periodocome un’opportunità.

VergineA partire già dalla giornata di lunedì Mercurioentrerà in opposizione. Questo significa chenelle prossime settimane sarà più difficile perte ottenere il successo e i riscontri che meritinell’ambito del lavoro: potrebbero presentar-si degli ostacoli.

BilanciaDa venerdì Venere smetterà di farti pena-re in amore e comincerà a regalarti bellesoddisfazioni! Se stai vivendo un momen-to di difficoltà col partner, nel fine settima-na ti risulterà già tutto più chiaro e sempli-ce da gestire. Domenica davvero serena.

ScorpioneA partire dalla giornata di lunedì potraicontare su di un ottimo Mercurio favore-vole, che ti regalerà successo e nuoveopportunità, soprattutto nell’ambito dellavoro. La cattiva notizia è che a partireda venerdì Venere creerà problemi nellerelazioni.

SagittarioSe sei in attesa di una risposta o di unaconferma, difficilmente arriverà a brevetermine, ma di sicuro a lungo sì! Intanto,però, potrai goderti tutta la magia dell’a-more e della passione che ti regaleràuna splendida Venere favorevole davenerdì.

CapricornoA partire da venerdì, il pianeta dell’amo-re non sarà più nel tuo segno! Nientepaura, però: la serenità e l’equilibrioconquistati nella tua relazione nell’ultimoperiodo non ti abbandoneranno ancoraper parecchio tempo. Sul lavoro bellenotizie e novità.

AcquarioDa venerdì il pianeta Venere entrerànel tuo segno: si prospettano settima-ne tutte all’insegna dell’amore e dellapassione! Venere ti renderà particolar-mente irresistibile e le single farannoincontri emozionanti. Domenica dav-vero indimenticabile.

PesciMercurio entra nel tuo segno! Dalunedì, questo pianeta ti aiuterà aottenere ottimi risultati in ambito lavo-rativo, soprattutto se svolgi una pro-fessione che ti porta in contatto congli altri. Lunedì, giovedì e venerdìgiornate molto fortunate!

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EBBRAIO- 22

Politica da bancoFrancesco Carnovale, ex candidato a sindaco diBivongi, si ritrova con il leader indiscusso delcentrodestra nazionale Raffaele Fitto dinanzi aun buon caffè. Non sappiamo di cosa abbianoparlato, ma l’ambiente era perfetto per rag-giungere buoni accordi di politica.

Un cicerone d’eccezioneNell’ambito del progetto “Ponti di Cultura” il

comico Luca Bizzarri e la direttrice del PalazzoDucale di Genova Serena Bertolucci hanno visi-tato la nostra terra non perdendo l’occasione di

fare visita ai Bronzi di Riace accompagnati daCarmelo Malacrino.

Tifosi hollywoodianiL’attore e produttore

cinematografico ameri-cano Andy Garcia,

venuto a trovare il diret-tore del teatro

Politeama di CatanzaroGianvito Casadonte,

omaggia la nostra terrafacendosi ritrarre men-tre impugna con orgo-

glio una sciarpa delCatanzaro.

Gemelli diversiIl sindaco di Bianco AldoCanturi, a termine di unincontro istituzionale,non perde occasione difarsi fotografare con lacollega di Ciminà GiusyCaruso evidentementeconvinto che la solida-rietà tra enti locali, avolte, possa passareanche da un sempliceabbraccio.

Il sostegno che (non) ti aspettiCarmine Bruno siede al fianco di Walter Melcore, durante

un convegno svoltosi negli scorsi giorni nel nostro belcomprensorio. Accomunati dalla militanza nella destraroccellese, i due ci hanno rivelato nell’occasione di aver

deciso di sostenere la candidatura di Vittorio Zito a sinda-co alle prossime amministrative…

Solidarietàagrumicola

Antonella Fiorenza,della ditta Capogreco,ha portato in segno disolidarietà dei cesti di

arance alle suoredell’Ospedale di Locri.

Un gesto semplice cheha tuttavia avuto unavalenza straordinaria.

Un padreorgoglioso“CongratulazioniCristina… papà tiaugura di raggiungeretutti gli obiettivi cheponderatamente tipone nel viaggio dellavita… ad maiora sem-pre figlia mia…”

Alla voltadel SenatoPino Vumbaca eGiorgio Imperituracelebrano con que-sto selfie il breveviaggio istituzionaleche venerdì mattinahanno intrapreso allavolta del Senato dellaRepubblica, che siincasella nel loroviaggio per l’Italia arappresentare laLocride.

Rievocazioni televisive

Per pubblicizzare laprossima serata del

TOP è stata ideataquesta locandina rie-vocativa di una notarivista televisiva che

ritrae il nostroCarmelo Scarfò incompagnia Alba

Parietti, BrigitteNielsen e Milly

Carlucci.

Servizio d’asportoServizio d’asportoa pranzo e cenaa pranzo e cena

La nostra bontàLa nostra bontàa casa tua a casa tua

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