QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO La Fiat all’ultimo miglio Tutti in questo business...

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it La Fiat all’ultimo miglio Tutti in questo business planetario si giocano tutto. Per Marchionne la fusione-ipo è la partita della vita. Chi ci guadagna e chi ci perde Sergio Marchionne è stato chiaro: a) la fusione Fiat-Chrysler è inevitabile e avverrà nel 2014; b) Fiat Auto ha i quattrini per acquistare il 41,5% di Ch- rysler, oggi del fondo pensione Veba; c) Fiat attende il giudizio del Tribunale del Delaware sull’interpretazione di una clausola-formula di calcolo del contratto Chrysler: il 3,3% di Chry- sler vale 140 milioni di dollari come dice Marchionne o 342 come sostiene Veba? Finalmente si parla di business, di partecipazioni, di valutazioni delle due aziende. Il caso Chrysler Fiat Auto ha imboccato l’ultimo miglio. Ruggeri alle pagine 7-8 SONDAGGIO LORIEN Aumenta la voglia di votare. Pd 32,8%, Pdl 17,5%, Monti 10,8%, Lega 5,9%, Sel 3,7% Adriano a pag. 3 Numeri record per il vide- oforum di ItaliaOggi su fisco e lavoro. Ieri le sedi erano già arrivate vicino alla soglia simbolica di 200, ma l’afflusso delle adesioni non si era anco- ra fermato, ed è facile che alla fine questa cifra sarà supera- ta. Si parte giovedì mattina alle 9,30 in punto, grazie al collegamento televisivo con Class/Cnbc (canale 507 di Sky). Chi non riuscirà a re- carsi in una delle tante sedi rese disponibili soprattutto dagli ordini locali di dottori commercialisti o consulen- ti del lavoro, potrà seguire l’evento sui siti di ItaliaOg- gi e di Ipsoa. Il programma e l’elenco provvisorio delle sedi collegate sono pubblicati a pag. 22. Domani 200 sedi collegate in tutta Italia per il videoforum 2013 su fisco e lavoro • Nuova serie - Anno 22 - Numero 13 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 16 Gennaio 2013 & MpO PARTNERS MERGER & ACQUISITION 54/+ ')()1) +, 34/ 234(+/ 01/*)22+/.&,)$ 2'/01+ '/-) '/. ,& '/.24,).6& (+ -0/!0&13.)12 A:B C7A:B?: 9< A<F# EEE">A@A7BD?:BC"8@> G >7<=# <?;@%>A@A7BD?:BC"8@> $ !(&#"))$&%$)*$ '"( $ !(&#"))$&%$)*$ * con «L’Atlante delle 1000 banche leader» a € 1,40 in più; con «L’Atlante delle 350 assicurazioni leader» a € 1,40 in più; con guida «L’Iva per cassa» a € 6,00 in più; con guida «Il decreto crescita 2.0» a € 6,00 in più; con guida «Le mie tasse» a € 2,00 in più; con guida «La legge di stabilità» a € 6,00 in più; con guida «Le 6 manovre del 2012» a € 6,00 in più la e qu ry Fi de un co sl di Ve di du ha v 90 secondi La rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20) Agricoltura- Olio, la Ue tira le orecchie al ministro Catania Grimelli a pag. 30 Riforma foren- se - Venerdì la legge in G.U. Ec- co cosa cambia Ventura a pag. 21 Fisco- Con i nuovi softwa- re contabilità familiare a misura di redditometro Bartelli a pag. 25 Anagrafi- I cambi di resi- denza mettono in crisi gli uffici delle p.a. Cerisano a pag. 26 su www.italiaoggi.it Documenti/1 - Interessi ultralegali, la sentenza della Cassazione Documenti/2 - Privacy ed elezioni, il provvedimento del Garante Documenti/3 - La legge di riforma forense Cass D P i d Doc R s l c Ve IL Giornale dei professionisti * * * * compreso il prezzo del quotidiano GENTLEMAN IN EDICOLA a soli 3,50* È arrivato, per le Feste, un mq di cioccolato. Siccome non ci sono più i vecchietti degli ospizi ai quali regalarlo (sono stati messi a dieta anche loro) il bendidio è stato srotolato su un tavolo. I giornalisti si sono avventati come dei bruchi sulle foglie di gelso. L’insieme è stato divorato per metà da giovanotti ma anche da giovanotte. Que- ste ultime, anziché abbuffarsi in una volta sola, tornavano più volte (e con lo stesso effetto fina- le). Il cioccolato è poi andato via lentamente. Fino a rimanere in- divorato a un quarto. Ora, nes- suno allunga più la mano. L’oc- chio, guardandolo, è svagato. Si suppongono intasamenti. DIRITTO & ROVESCIO Nella seconda metà del 2012 costituite oltre 4 mila società, soprattutto da giovani imprenditori C’è il boom delle srl a un euro Boom delle srl «a un euro»: nella seconda metà dello scorso anno, infatti, sono state costituite in Italia 2.941 società a responsabilità limitata semplificate e 1.221 a capitale ridotto, per un totale di 4.162 realtà. E l’opportunità è stata colta soprattutto in quattro regioni, ossia Lazio (631), Campania (598), Lombardia (506) e Sicilia (347). È il risultato di un monitoraggio Notariato-Infocamere. D’Alessio a pagina 27 PER LEGGE Mediaset può fare un quotidiano online Secchi a pag. 17 av fo di m st in vo le le di su ch su INTESA SANPAOLO La rivoluzione degli sportelli aperti fino alle 20 Cervini a pag. 15 e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURA da pag. 30 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

La Fiat all’ultimo miglioTutti in questo business planetario si giocano tutto. Per Marchionnela fusione-ipo è la partita della vita. Chi ci guadagna e chi ci perde

Sergio Marchionne è stato chiaro: a) la fusione Fiat-Chrysler è inevitabile e avverrà nel 2014; b) Fiat Auto ha i quattrini per acquistare il 41,5% di Ch-rysler, oggi del fondo pensione Veba; c) Fiat attende il giudizio del Tribunale del Delaware sull’interpretazione di una clausola-formula di calcolo del contratto Chrysler: il 3,3% di Chry-sler vale 140 milioni di dollari come dice Marchionne o 342 come sostiene Veba? Finalmente si parla di business, di partecipazioni, di valutazioni delle due aziende. Il caso Chrysler Fiat Auto ha imboccato l’ultimo miglio.

Ruggeri alle pagine 7-8

SONDAGGIO LORIEN

Aumenta la voglia di votare. Pd 32,8%, Pdl 17,5%, Monti 10,8%, Lega 5,9%, Sel 3,7%

Adriano a pag. 3

Numeri record per il vide-oforum di ItaliaOggi su fi sco e lavoro. Ieri le sedi erano già arrivate vicino alla soglia simbolica di 200, ma l’affl usso delle adesioni non si era anco-ra fermato, ed è facile che alla fi ne questa cifra sarà supera-ta. Si parte giovedì mattina alle 9,30 in punto, grazie al collegamento televisivo con Class/Cnbc (canale 507 di Sky). Chi non riuscirà a re-carsi in una delle tante sedi rese disponibili soprattutto dagli ordini locali di dottori commercialisti o consulen-ti del lavoro, potrà seguire l’evento sui siti di ItaliaOg-gi e di Ipsoa. Il programma e l’elenco provvisorio delle sedi collegate sono pubblicati a pag. 22.

Domani 200 sedi collegate in tutta Italia per il videoforum 2013 su fi sco e lavoro

• Nuova serie - Anno 22 - Numero 13 - € 1,20* - Spedizione in a.p. art. 1, c. 1, legge 46/04 - DCB Milano - Mercoledì 16 Gennaio 2013 •

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* con «L’Atlante delle 1000 banche leader» a € 1,40 in più; con «L’Atlante delle 350 assicurazioni leader» a € 1,40 in più; con guida «L’Iva per cassa» a € 6,00 in più;con guida «Il decreto crescita 2.0» a € 6,00 in più; con guida «Le mie tasse» a € 2,00 in più; con guida «La legge di stabilità» a € 6,00 in più; con guida «Le 6 manovre del 2012» a € 6,00 in più

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90 secondiLa rubrica di Pierluigi Magnaschi a Punto e a capo (Class tv Msnbc, canale 27, ore 20)

Agricoltura- Olio, la Ue tira le orecchie al ministro Catania

Grimelli a pag. 30

Riforma foren-se - Venerdì la legge in G.U. Ec-co cosa cambia

Ventura a pag. 21

Fisco- Con i nuovi softwa-re contabilità familiare a misura di redditometro

Bartelli a pag. 25

Anagrafi- I cambi di resi-denza mettono in crisi gli uffici delle p.a.

Cerisano a pag. 26

su www.italiaoggi.itDocumenti/1 - Interessi ultralegali, la sentenza della

Cassazione

Documenti/2 - Privacy ed elezioni, il provvedimento del Garante

Documenti/3 - La legge di riforma forense

Cass

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IL Giornale dei

professionisti* * *

* compreso il prezzo del quotidiano

GENTLEMAN IN EDICOLAa soli € 3,50*

È arrivato, per le Feste, un mq di cioccolato. Siccome non ci sono più i vecchietti degli ospizi ai quali regalarlo (sono stati messi a dieta anche loro) il bendidio è stato srotolato su un tavolo. I giornalisti si sono avventati come dei bruchi sulle foglie di gelso. L’insieme è stato divorato per metà da giovanotti ma anche da giovanotte. Que-ste ultime, anziché abbuffarsi in una volta sola, tornavano più volte (e con lo stesso effetto fi na-le). Il cioccolato è poi andato via lentamente. Fino a rimanere in-divorato a un quarto. Ora, nes-suno allunga più la mano. L’oc-chio, guardandolo, è svagato. Si suppongono intasamenti.

DIRITTO & ROVESCIO

Nella seconda metà del 2012 costituite oltre 4 mila società, soprattutto da giovani imprenditori

C’è il boom delle srl a un euro Boom delle srl «a un euro»: nella seconda metà dello scorso

anno, infatti, sono state costituite in Italia 2.941 società a responsabilità limitata semplifi cate e 1.221 a capitale ridotto, per un totale di 4.162 realtà. E l’opportunità è stata colta soprattutto in quattro regioni, ossia Lazio (631), Campania (598), Lombardia (506) e Sicilia (347). È il risultato di un monitoraggio Notariato-Infocamere.

D’Alessio a pagina 27

PER LEGGE

Mediaset può fare

un quotidiano online

Secchi a pag. 17

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INTESA SANPAOLO

La rivoluzione degli sportelli

aperti fino alle 20

Cervini a pag. 15

e in più IL SETTIMANALE DEGLI OPERATORI DELL’AGRICOLTURAdapag.30

098105098108105111103114

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2 Mercoledì 16 Gennaio 2013 I C O M M E N T I

Modesti spo-stamenti delle pre-visioni di voto, che han-

no ridotto il vantaggio attribuito alla coalizione per Pierluigi Bersani nei confronti di quella di centrodestra, stanno provocando reazioni un po’ scomposte da parte del centrosini-stra. Nichi Vendola propone di fatto un allargamento della coalizione ai giustizialisti, e parallelamente nega ogni possibilità di un peso determi-nante delle liste legate a Mario Monti dopo le elezioni, mentre Bersani so-stiene, su tutti e due i fronti, l’esatto contrario.

La reazione, che mette in primo piano le divergenze interne a una coalizione che avrebbe bisogno di dimostrare coesione per attirare il consen-so degli incerti che dubitano della sua capacità di assi-curare un governo stabile, rischia di peggiorare un dato, quello del restrin-gimento della forbice nelle aspetta-tive di voto, che era assolutamente prevedibile. Quando si è cominciato a testare le intenzioni di voto il Parti-to democratico godeva del vantaggio che si era guadagnato con il successo delle consultazioni interne, mentre il centrodestra non aveva ancora stabi-lizzato un minimo sistema di allean-ze, che peraltro non appare ancora

del tutto definito. Intanto è entrato in campo un candidato

giustizialista con forti connessioni nell’estrema sinistra, che può erodere consensi al partito di Vendola e quin-di alla coalizione di centrosinistra. Inoltre i centristi sanno che la loro area di espansione potenziale è più verso il Pd che verso il centrodestra, che potranno esercitare un ruolo non puramente subalterno nella prossi-ma legislatura solo se impediranno a Bersani di ottenere la maggioranza assoluta al Senato. Parlano malissi-mo di Silvio Berlusconi, ma sanno che in realtà, ormai che i centristi

sono fuori dalla lotta per i primi due posti, la loro funzione futu-ra (e quella di tutte le formazioni minori) è indirettamente pro-porzionale alla di-stanza tra i primi. Se

queste sono le condizioni oggettive, è evidente che Bersani non può aspet-tarsi nessun aiuto da formazioni mi-nori, nelle competizioni per l’attribu-zione dei seggi senatoriali. Invece di prendersela con gli altri che fanno il loro interesse anche se coincide og-gettivamente con un vantaggio per il concorrente centrista, l’armata di centrosinistra dovrebbe rispondere in modo più convincente ai dubbi sul-la sua capacità di governare.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

L’armata di centrosinistra comincia a scomporsi

DI SERGIO SOAVE

È bastato un calo

dei consensi

L’ipotesi che il presidente della Banca centrale europea (Bce), Ma-

rio Draghi, possa essere ingolosito dal diventare presidente della repubblica italiana e quindi lasci, a fronte di que-sta offerta, l’ente che oggi sta guidando, stava girando con insistenza nel mondo politico romano senza per questo essere mai uscita dal chiacchie-riccio pre-elettorale. Silvio Berlusconi, di-cendosi entusiasta di questa proposta, ha fatto esplodere il pro-blema e quindi ha im-pedito, probabilmente in modo involontario, che questa strumenta-lizzazione proseguisse.

L’idea di candidare Draghi alla presidenza della repubblica era nata infatti nell’ambito del Pd come mossa per punire Mario Monti (che alla pre-sidenza della repubblica ambisce come poc’altri, oggi in Italia) per l’infedeltà che avrebbe commesso nei confronti del partito di Bersani, mettendosi alla testa della lista dei centristi, anziché sostare ubbidiente in panchina in at-tesa di eventi a lui propizi.

Ma Draghi, non appena è stata sollevata da Berlusconi la palla del-la sua candidatura al Quirinale, l’ha schiacciata immediatamente, dicen-do che non ha alcuna intenzione di

interrompere la sua attività all’Eurotower di Francoforte che lo

vede impegnato fi no al 2019. Draghi si è dimostrato, anche in questa occa-sione, una personalità seria oltre che di assoluto livello internazionale. E meno male, per l’Europa e non solo per l’Italia, che Draghi abbia detto che lui

vuole restare alla guida della Bce e non intende quindi farsi distrarre da nessun’altra incom-benza. Se la costruzio-ne dell’euro sembra adesso stabilizzata (ma un anno fa erano mol-ti che scommettevano che sarebbe andata in frantumi) e se, di con-seguenza, per quanto ci

riguarda, lo spread fra il titoli italiani e quelli tedeschi si è ridotto con una velocità e un’entità che hanno del mi-racoloso, questi fatti non hanno a che vedere con il governo Monti (stupisce che l’ex rettore della Bocconi, che que-ste cose le conosce, se ne arroghi il me-rito), ma con l’impegno espresso pub-blicamente da Draghi di essere pronto a difendere con ogni mezzo l’euro. Un impegno di questo genere è il frutto del grande prestigio internazionale di Draghi che gli ha permesso di avere la meglio sulle resistenze che sembra-vano insuperabili, fi no a pochi giorni prima, di Angela Merkel e soprattutto della Bundesbank.

DI PIERLUIGI MAGNASCHI

L’ANALISI

Draghi, per fortuna,sta bene dove si trova

DI ANTONIO CALITRI

La squadra che ha scel-to Leoluca Orlando per rilanciare Palermo non ci sta a comunicare con i telefonini scelti dalla Con-sip, considerati di scarsa qualità. Con i 10 assesso-ri del capoluogo siciliano che hanno preteso il più potente gioiellino della Apple, l’iPhone 5 da 64 Giga anziché il Samsung Galaxy S Advanced. E il comune, con una deter-mina, ha messo sul piatto 9.500 euro per l’acquisto, salvo accorgersi ieri sera che gli assessori, scoperta la spesa che avrebbero fatto sostenere alle casse pubbliche, hanno restitui-to anche gli iPhone comu-nali e ne hanno acquista-to altri di tasca propria. Ieri è scoppiata la pole-mica per una determina comunale che impegnava a spendere quasi 10 mila euro per i nuovi telefonini degli assessori. Con il caso che si stava allargando a vista d’occhio e dalla regione il capogruppo

grillino Giancarlo Can-celleri aveva attaccato di-cendo che si tratta di «uno schiaffo ai siciliani». Men-tre il consigliere comuna-le Francesco Scarpinato

diceva che «gli assessori a mio avviso dovrebbero pensare più ai palermita-ni e meno alle proprie do-tazioni lavorative…». Con la crisi economica e sotto elezioni, una scivolata

del genere avrebbe potu-to fare un danno proprio in Sicilia alla rivoluzione civile di Antonio Ingroia sulla quale Orlando sta puntando. Così è interve-nuto il sindaco in persona a sbrogliare la matassa e a denunciare una situa-zione che ha del kafkia-no. Con una nota del co-mune ha spiegato che la notizia del «presunto ac-quisto da parte dell’Am-ministrazione comunale di alcuni telefonini per un costo complessivo di quasi 10.000 euro è, anche se tecnicamente corretta, frutto di un malinteso che si chiarito solo in queste ore». E che «gli Assessori interessati hanno, già da settimane, restituito i telefoni di servizio acqui-stando a proprie spese altri telefoni». In pratica gli assessori accortisi di quanto sarebbe costato il loro gadget lo hanno preso e poi restituito. Gli uffi ci però non l’hanno saputo e stavano procedendo col perfezionare l’acquisto.

© Riproduzione riservata

IL CASO DEL GIORNO

A Palermo l’iPhone agli assessoriscatena un putiferio in comune

DI MARCO BERTONCINI

Le critiche a Silvio Berlu-sconi possono essere perfi -no smisurate, però nessuno può negargli una capacità d’impegno elettorale, un fi uto per la propaganda, un gusto per la conquista (o riconquista, come nel caso presente) di voti che non hanno eguali.

Finora è lui il protago-nista della campagna elet-torale. Protagonista non nel senso comune, cioè di un at-tore, bensì in quello etimo-logico, del protos, il primo, il dominatore della scena. È un primo dietro cui gli al-tri arrancano. Le continue doglianze sul suo presen-zialismo televisivo rivelano la rabbia per la capacità di colloquio con i telespettatori da lui confermata. I temi sui quali si stanno incentrando i concorrenti, da Bersani a Monti, dai democratici mi-nori ai centristi tutti, sono esattamente quelli imposti dal Cav.

Berlusconi punta sul fi -sco, sull’Imu, sul carico fi -

scale, sulla patrimoniale? Ecco Monti che compie una giravolta per assicurare che le tasse scenderanno e la patrimoniale non sarà in-trodotta, aggiungendovi dei ma, se, però, forse, attenzio-ne, che confondono la gente. Bersani compìta con la sua oratoria provinciale la paro-la patrimoniale, per negare di averci mai pensato.

Berlusconi dice di es-sere lui il federatore dei moderati, il solo avversario della sinistra, l’unico in gra-do di vincere Bersani? Ecco che i democratici avverto-no che è lui il nemico da battere. Berlusconi indica nell’alleanza Bersani-Monti lo sbocco gradito a sinistra e centro dopo le urne? Ecco che Bersani e Monti alter-nano contrapposizioni a minuetti, per affermare il prossimo dialogo, che altro non è se non l’intesa per una maggioranza.

Si giri come si vuole, fi no a oggi il bandolo della pro-paganda l’ha tenuto Berlu-sconi.

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Ormai sono tuttiall’inseguimento

Leoluca Orlando

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3Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 GennaiP R I M O P I A N O

SONDAGGIO LORIEN/Pd 32,8%, Pdl 17,5%, Lega 5,9%, Sel 3,7%, Monti 10,8%

Si sta riducendo l’astensionismoI partitoni stanno erodendo i partitini loro alleati

DI FRANCO ADRIANO

L’intenzione dichiarata di voler partecipa-re al voto è in forte crescita al 79% (an-

che se più del 35% ha ancora in sospeso la scelta fra due o più soggetti). Ma il fenomeno più interessante è la polariz-zazione cannibale all’interno delle singole coalizioni che in taluni casi stanno provocando addirittura un’erosione di con-sensi. Si prenda per esempio il Pdl che cresce dal 15,8% al 17,5% mentre la coalizione di Silvio Berlusconi passa dal 27,3% al 27. Oppure il Pd, che è aumentato al 32,8%, mentre la coalizione di Pier Luigi Ber-sani (che sarà vincitrice per il 45% degli italiani) è scesa dal 37% al 36,5. La spiegazione è da ricercare proprio tra i princi-pali alleati dei partiti maggiori: la Lega Nord e Sel, ma anche Fratelli d’Italia e la Destra che perdono per strada moltissimi sostenitori. E lo stesso vale per l’Udc e il Fli danneggiati dal-la lista Monti. Il dato emerge dall’ultimo Osservatorio politi-co elettorale di Lorien consul-ting, pubblicato in esclusiva da ItaliaOggi, sulla base della rilevazione condotta il 12 e 13 gennaio, dopo una settimana segnata dalla performance mediatico-televisiva di Berlu-sconi ospite di Michele Santo-ro; dalla chiusura delle liste di molti partiti; dalla defi nizione delle alleanze, delle coalizioni e dalla presentazione uffi ciale dei simboli.

In Lombardia è pari,in Veneto avanti Bersani

Nello stesso periodo Lorien ha monitorato anche due delle regioni chiave per il consegui-mento del premio di maggio-ranza al Senato. In Lombardia il centro-destra e il centro-sini-stra sembrano giocarsela sul fi lo di lana del 31,5%. In Ve-neto è avanti il centro-sinistra (al 35%) sul centro-destra (al 24,5%).

Gli show di Berlusconi sono i più visti, ma sono già visti

«Una settimana di confronto ad elevata confl ittualità», spie-ga il direttore di Lorien Anto-nio Valente, «che ha prodotto la rimobilizzazione di tanti elettori e una polarizzazione all’interno delle singole aree con i due principali partiti che hanno continuato ad aumen-tare, il Pdl erodendo la Lega e il Pd erodendo Sel». In parti-colare, il 45% degli italiani ha dichiarato di aver visto o senti-to qualche evento della campa-gna elettorale. Domina su tutti Berlusconi con il 35%, seguito da Bersani (21,5%) e Mario Monti (19,6%). E per ora pre-vale il palcoscenico televisivo: il 40% ha assistito a dibattiti tv,

l’11,5% ha notato manifesti e affi ssioni, l’11% sui quotidiani, il 7% sulla rete internet, l’1% la radio. Sul frenetico avvio della campagna di Berlusconi è la partecipazione da Santoro ad aver smosso le acque: «Nove milioni di cittadini lo hanno se-guito in diretta», spiega Valen-te, «ma il 65% ne ha parlato e fra gli elettori di centro-destra questo evento è suonato come una carica». Tuttavia, Berlu-sconi «ripropone uno schema e una sceneggiatura di un fi lm già visto» in uno scenario «si-curamente diverso dal 2008 ed ancora di più dal 2006».

La percentuale di Grillo scende se crescono i votanti

«Seppure quasi del tutto oscurata del confronto sui me-dia tradizionali», sottolinea l’Osservatorio riguardo M5S di Beppe Grillo, «riesce a te-nere la base numerica dei suoi potenziali elettori (circa quat-tro milioni)». Chiaro, però, che a parità di numero di elettori ormai ampiamente fi delizzati, la percentuale fi nale tenderà a decrescere con l’aumentare del-la base votanti e a crescere con l’aumentare dell’astensione.

Monti sale un altro gradino: adesso è al 15,6%

Il fenomeno della canniba-lizzazione interna alle singole coalizioni riguarda anche la Lista civica per Monti che ha fatto segnare un lusinghiero 10,8% (con un aumento di qual-che punto percentuale rispetto all’ultima rilevazione) ai dan-ni degli alleati Udc e Fli. Con una differenza sostanziale fra i due. Se il Fli di Gianfranco Fini sembra ormai «quasi to-talmente fagocitato», l’Udc di Pier Ferdinando Casini può ancora lottare per raggiungere il suo livello fi siologico di tenu-ta e sopravvivenza del 4%. Oggi è di un paio di decimali sotto questa soglia.

Ingroia fa il rivoluzionario, Giannino può crescere

La coalizione di Antonio Ingroia (il suo movimento si chiama Rivoluzione civile) ha superato il 5% e sembra non essere fi nita qui. «La sinistra radicale, seppure ad oggi pos-sa contare su una proposta di sintesi», spiega Valente, «non sembra poter ancora sfrutta-re tutto il potenziale d’area». Bisognerà vedere che effetto farà la scelta dei candidati ri-voluzionari come il medico di Piergiorgio Welby e l’operaio simbolo delle lotte sindacali nel Sulcis. Oscar Giannino con le liste Fare, conferma con-ferma la quota interessante di intenzione di voto (2%) e un po-tenziale elettorato in crescita (circa 6,7%).

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Parteciperanno in sala:

Loris Centola, Co-Responsabile Ricerca e Strategia, UBS Wealth Management

Fabio Innocenzi, Amministratore Delegato, UBS Italia

Edward Luttwak, Senior Associate CSIS, Washington, consulente di governi e di numerose aziende multinazionali

Renato Mannheimer, Presidente, ISPO Ricerche

Collegamenti da Wall Street e Hong Kong con:

Yonghao Pu, Responsabile Ricerca e Strategia sull'APAC, UBS Wealth Management

Maria Bartiromo, Giornalista finanziaria e conduttrice CNBC

Modera:

Andrea Cabrini Direttore, Class CNBC

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In collaborazione con

Il 2012 ha modificato le coordinate dell'economia mondiale. Eventi politici, grandi crisi finanziarie, nuove opportunità e tumultuose crescite: tutto questo ha determinato una nuova geografia degli equilibri economici e dei mercati finanziari. Ma cosa riserva il 2013?Quali direzioni prendere per non perdersi le opportunità che si presenteranno? E come evitare le potenziali criticità? Affronteremo queste tematiche insieme a economisti, opinionisti e sociologi di rilievo internazionalee con loro cercheremo le risposte.

Evento con partecipazione esclusivamente su invito.

ORIENTAMENTO AL VOTO: I PARTITI+0 /6=0::0 =6;-90 6112 709 30 796::240 030>2652 *)(','$&%! 8<-30 7-9;2;6"46=2405;6 =6;090..0#

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4 Mercoledì 16 Gennaio 2013 P R I M O P I A N O

Appello contro B. di Bersani all’ex magistrato di Rivoluzione civile che apre: parliamone

In Lombardia decide IngroiaBocciati i simboli civetta. Fiat chiede la Cig a Melfi

DI FRANCO ADRIANO

Decisivo per la scon-fitta di Silvio Ber-lusconi nella corsa al premio di mag-

gioranza al Senato in Lom-bardia potrebbe essere l’ex magistrato di Palermo, An-tonio Ingroia, oggi leader di Rivoluzione civile, cui ieri il Cavaliere (negli studi di La7) ha mostrato i polsi incrociati per evocare le manette. Ne è convinto Pier Luigi Bersa-ni che ieri, dopo alcune indi-screzioni sulla proposta Pd di una desistenza al Senato (Ingroia non dovrebbe pre-sentare candidati alternativi al centro-sinistra), ha rivolto un appello pubblico. «Chi non sostiene il Pd, soprattutto al Senato e in alcune regioni, fa un favore a Berlusconi», ha detto Bersani consapevole di una sostanziale parità nei consensi tra centro-destra e centro-sinistra, mentre In-groia con la sua coalizione volerebbe ormai sulla soglia del 6%. «Non facciamo nessun patto con posizioni politiche che vanno in diverse direzioni dalla nostra», ha sottolineato il segretario Pd. Ma la sfida in Lombardia è a destra, a Berlusconi e alla Lega «que-sto è l’oggetto della campagna elettorale. C’è bisogno di una riflessione e ciascuno deve prendersi le sue responsabi-lità. Qualcun altro può dire che da solo batte Berlusconi? Solo noi».

Rivoluzione civile serve al Pd

I termini del possibile ac-cordo ideale li ha precisati più tardi Dario Franceschini: «Non ci sarà nessuna desi-stenza uffi ciale. Però chi toglie voti al campo dei progressisti rischia, anche involontaria-mente, di far vincere la de-stra. A questo punto è la lista di Ingroia che deve scegliere se fare un atto di responsa-bilità nei confronti del Paese. Desistenza significa patti, scambi, non c’è niente di tut-to questo», Una richiesta che potrebbe riaprire il gioco delle alleanze. Sì, perché, Ingroia è contento di essere necessario a Bersani per battere Berlu-sconi in Lombardia: «Parlia-mone», è il messaggio dell’ex magistrato aggiungendo: «Si potrebbe anche rovesciare il ragionamento: chi non si ac-corda con noi al Senato aiuta Berlusconi». Ingroia sarebbe disponibile a partecipare ad un governo di centrosinistra purché senza Mario Monti.

La Consulta boccia l’ex pm

Ingroia è lo stesso magi-strato che ha dato fortissimi grattacapi anche al presiden-te della repubblica Giorgio Napolitano, in qualità di re-

sponsabile dell’inchiesta del-la procura di palermo sui rap-porti Stato-mafi a e titolare di alcune intercettazioni al capo dello Stato. Sulla vicenda ieri la Consulta lo ha duramen-te bacchettato sancendo «la riservatezza assoluta delle proprie comunicazioni». Ma l’ex pm, entrato in politica, continua a giocare pesante: «La sentenza della Consulta sul confl itto tra il capo dello Stato e i pm di Palermo apre ad un ampliamento delle pre-rogative del capo dello Stato, mettendo così a rischio l’equi-

librio dei poteri dello Stato», ha attaccato.

Bocciati i simboli civetta

Il Viminale ha bocciato tutti i simboli civetta facen-do salvi il Movimento 5 Stel-le di Beppe Grillo, Scelta civica’di Monti, Rivoluzione civile di Ingroia, Grande sud di Pippo Fallica. Ricusati anche due simboli della co-alizione di Berlusconi: Lega Nord e Liberi da Equitalia. Entrambi hanno gia’ annun-ciato che provvederanno a

correggere il proprio logo nel-le prossime ore. Per il Car-roccio il problema scaturisce dalla decisione di scrivere il nome TreMonti con la M ma-iuscola. Roberto Calderoli afferma comunque che «il problema è già risolto».

Berlusconi, tre smentite in poco più di 24 ore

Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri gli ha fatto sapere che può tenere comizi se vuole es-sedno in grado di garantire la sua sicurezza personale. Il tribunale di Milano gli ha comunicato che che i giudici che non hanno dato lo stop al processo Ruby per la campa-gna elettorale non lo hanno fatto per motivi politici. Il portavoce della Bce ha bloc-cato la sua idea di candidare Mario Draghi al Quirinale: «Il mandato del presidente Draghi dura fi no all’ottobre 2019 e lo assolverà fino al termine». Tre smentite di peso in poco più di un giorno non sono molte vista la foga che Berlusconi sta mettendo in questo avvio di campagna elettorale: «Il centrino di Monti non vale più del 10%, quindi è fuori gioco».

Cassa integrazione per 5mila in Fiat

La Fiat ha chiesto l’av-vio della procedura di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione per lo stabilimento di Melfi dove il Lingotto produrrà, a partire dalla primavera del 2014, due nuovi modelli. L’azienda ha sottolineato che, a Melfi , i periodi di cassa integrazione ordinaria e lavoro saranno equamente distribuiti tra i dipendenti. Infatti, durante i lavori di adeguamento di una linea destinata alla 500 X e alla Mini Jeep, l’altra resterà comunque in funzione e con-tinuerà a produrre la Grande Punto. La forza lavoro che re-sterà attiva nello stabilimen-to dipenderà dalla domanda dell’utilitaria. Sulla questio-ne è intervenuto dal salone dell’auto di Detroit anche l’ad Sergio Marchionne: «in Italia non saranno chiusi altri impianti». La Fiat «vuol far tornare a lavorare rego-larmente, tutti i lavoratori». Ma potrà avvenire con inizio della produzione dei due mo-delli. Il primo previsto nel ter-zo trimestre e il secondo nel quarto trimestre 2014.

© Riproduzione riservata

DI CESARE MAFFI

La designazione di Francesco Storace come rappresentante del centro-destra nella corsa (in partenza, ampiamente persa)

per la presidenza della regione Lazio è l’ennesima conferma della predisposizio-ne favorevole di Silvio Berlusconi nei confronti dell’antico suo ministro della Salute. La candidatura segna inoltre una forte visibilità per la Destra, in cer-ta misura pure oltre i confini regionali. C’è da chiedersi perché non siano state predisposte liste uniche composte dalla formazione di Storace e da quei pidielli-ni che, seguendo la coppia Ignazio La Russa-Giorgia Meloni, si sono staccati dal Cav, beninteso con la benedizione di palazzo Grazioli.

Indubbiamente, il gruppo dei Fratelli d’Italia ha messo insieme altresì perso-naggi, partendo da Guido Crosetto, che non provengono dall’antico Msi o da An. Però l’amalgama stesso fra i tre esponen-ti del Pdl pronti alla (pilotata) scissione è giunto in un secondo tempo. Ragionando a posteriori e guardando i pur provvi-sori sondaggi, ci sarebbe da dar ragione a Berlusconi, quando preconizzava un parziale spacchettamento del Pdl, da attuarsi soprattutto da chi era stato in An, per costruire una specie di nuova An fondendosi con la Destra.

Così non è stato e oggi agli elettori del centro-destra giungono due distin-

te offerte sul versante più qualificato a destra. In sé, la moltiplicazione delle proposte elettorali è un vantaggio e non un danno. Tuttavia i due partiti hanno difficoltà nella fase anteriore al deposito delle liste, a causa delle firme che en-trambi devono raccogliere, e soprattutto potrebbero averne al momento dello spo-glio delle schede.

Infatti, i sondaggi non sono generosi, al presente, nei confronti delle due for-mazioni. Per entrare alla Camera devo-no superare il 2 per cento, livello di cui non sempre la Destra è accreditata e che finora Fratelli d’Italia non sembra rag-giungere (lo riconosce nemmeno a denti stretti lo stesso La Russa, parlando di dati micragnosi).

Sotto il 2 per cento, però, soltanto una lista fra quelle coalizzate potrà ottenere deputati. Quanto al Senato, occorrerà (sempre trattandosi di liste coalizzate) spuntare almeno il 3 per cento a livello regionale: è chiaro, però, che qualche seg-gio sarebbe più facilmente raggiungibile con una sola lista, anche perché, in mol-te circoscrizioni, un senatore si spunta a quote ben più rilevanti di peso elettora-le. Ad avere utilità dalla frantumazione sarà il partito maggiore della coalizione, cioè il Pdl, che sfrutterà i voti delle liste minori potendone assorbire i seggi qualo-ra non raggiungano nazionalmente (alla Camera) o regionalmente (al Senato) la percentuale minima.

© Riproduzione riservata

B. VOLEVA STACCARE DAL PDL L’EX AN. ORA CI SONO DUE DESTRE

Spacchettamento eccessivoI partiti troppo piccoli portano acqua al più grande

Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

Elezioni,bocciati i simboli civetta.

Ammessi solo i gufi .

* * *

Bondi: «Albertiniha rivelato un volto che non conoscevo».

Parla del lato A.

* * *

Consulta: distruggerei nastri del Quirinale.

Niente piùinaugurazioni.

* * *

Grillo: «È statoBerlusconia ospitare Santoro».

Infatti il recorddi ascolti è meritodel Cavaliere.

* * *

Fornero: «A giorniil decretosulla detassazionedei salari».

Bisognava aspettarela fi ne del governo?

PILLOLE

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5Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 GennaiP R I M O P I A N O

Da quando il pm palermitano ha cominciato a portargli via gli espulsi 5stelle come Favia

Ingroia e Grillo, una vera rissaI due infatti pescano nello stesso bacino elettorale

DI GIORGIO PONZIANO

La tregua si è rotta. An-tonio Ingroia e Bep-pe Grillo sono ai ferri corti. Colpa della cam-

pagna acquisti del magistra-to tra i 5stelle ma anche dei sondaggi che indicano come le due parti peschino nello stesso bacino, tra i giovani movimentisti, i delusi dalla politica, chi non si riconosce nei partiti tradizionali. Ave-vano incominciato in punta di fioretto. «Il suo movimen-to- aveva detto Beppe Grillo- Ingroia ce l’aveva già. Doveva essere il nostro candidato, se mi avesse chiesto di aprirgli la porta, l’avrei fatto. Ora mi preoccupa la gente che si sta riparando dietro di lui. Ma se ci sono delle battaglie da fare, come per esempio quella sull’inceneritore, ci potremo anche alleare». E di rimando, Ingroia: «Grillo ha fatto buo-ne cose, ma non vuole gover-nare e questo è il limite del suo movimento».

Poi è arrivata la sberla che ha fatto traballare e arrabbiare Grillo: la can-didatura del reprobo Gio-vanni Favia, espulso dal comico e posto da Ingroia al secondo posto (dopo di lui) nella lista della circoscrizio-ne dell’Emilia-Romagna. E con Favia altri ex-grillini si sono accasati in Rivoluzione civile. A Roma se n’è andato l’unico consigliere comunale 5stelle, Marco Giustini, con le stesse motivazioni («man-canza di democrazia inter-na») che posero Favia in di-sgrazia. Mentre in Piemonte è stato espulso il consigliere regionale Fabrizio Biolé: ha ricevuto il benservito con una lettera fi rmata dall’avvocato di Beppe Grillo.

Uno scisma che ha rischiato di diventare un esodo di mas-sa quando Grillo s’è messo a fl irtare con quelli dell’ultra-destra di CasaPound. Tanto che il guru, per non rimane-re soffocato dalla valanga di critiche sul web e per non ri-trovarsi isolato in campagna elettorale, dopo avere in un primo momento difeso le sue avances (alla ricerca di voti) a CasaPound («l’antifasci-smo non ci compete e non è un requisito per essere eletti nel nostro movimento») ha fatto poi retromarcia e ha annunciato che il 2 febbraio sarà a Bologna (ieri è partito il suo giro elettorale, chiama-to Tsunami Tour, da Pistoia, oggi sarà a Perugia e Foligno) per tamponare le falle, rivita-lizzare il movimento, spiega-re che non c’è più feeling con l’estrema destra. E soprat-tutto convincere i suoi a non lasciare le stelle per Ingroia (e Favia): «Stimo Ingroia ma non si è accorto che i parti-

ti cercano persone perbene perchè gli facciano da foglia di fi co».

Le sue parole su Ca-saPound hanno scosso i 5stelle, come conferma Lo-renzo Paluan, consigliere comunale grillino a Carpi, che s’è dimesso per protesta: «Un movimento che nasce per chiedere più democrazia non può essere non antifascista. Comunque sui valori fonda-mentali non transigo».

Ingroia ha aperto le porte ai grillini dissidenti e sta man-dando i suoi supporter all’at-tacco. Vincenzo Tradardi, il rappresentante di Rivolu-zione civile a Parma, lancia un pesante j’accuse contro il sindaco grillino, Federico Pizzarotti: «La sua giunta si sta sempre più connotan-do nel segno della continuità con le giunte precedenti e del-la subalternità nei confronti dei poteri forti, fi nanziari e imprenditoriali. L’appanna-mento, se non il fallimento della giunta grillina, rischia di alimentare ulteriormente il distacco dalla politica e di orientare l’elettorato, so-prattutto quello giovanile, verso l’assenteismo. Peg-gio ancora può alimenta-

re un viaggio della protesta nella destra estrema. Il fatto è che la giunta non sta por-tando avanti le battaglie del movimento, sul debito del Comune per esempio sembra sposare l’Agenda Monti».

Ma il leader cinquestelli-no non ci sta, difende il suo sindaco e tenta di ridicolizza-re Giovanni Favia, che potreb-be rappresentare il cavallo di Troia di Ingroia nel suo territorio: ha postato un video in cui lo ridicolizza, presen-tandolo come Cet-to Laqualunque, il personaggio di Antonio Alba-nese, e riportan-do un’intervista di Favia in cui cri-ticava l’Idv,

il partito con cui ora convive, dopo il divorzio da Grillo. «In-coerenza e voglia di poltrone», tuona il comico. «Sono libero e non più vessato dai tuoi blog», replica il neo-ingroiano. Men-tre l’uffi cio stampa di Rivolu-zione civile maliziosamente mostra un sondaggio in cui Ingroia sale e Grillo scende.

Favia, poi, interviene su Raitre e spiega: «Sono stato per anni il loro vanto, quello

che loro chiamavano ‘la punta di dia-

mante’, e adesso divento il nemico da battere. Non

me ne sono andato via, sono stato cac-ciato. Ingroia rappresenta il rinnova-mento, con

credibilità. Non e’ solamente un uomo di comunicazione come può essere Grillo, ma un uomo di azione, di concretez-za, i valori e i punti program-matici sono praticamente gli stessi».

Insomma lasciate Gril-lo e venite con me. Una minaccia che si palesa come una spada di Damocle sul duo Grillo-Casaleggio, criticato in rete anche per avere a suo tempo auspicato Antonio di Pietro (ora nemico) al Qui-rinale: «Si è fi dato troppo di persone a lui vicine- scrisse Grillo nel suo blog- di signor nessuno che ne hanno sfrut-tato la popolarità assecondan-do in modo acritico ogni sua richiesta. Ha allevato, forse consapevolmente, piranha e squali che pensava di tenere a bada e che ora mostrano le loro fauci. Però tra il Pdl e il Pdmenoelle, senza di lui, in Parlamento si sarebbe spenta anche l’unica fl ebile luce ri-masta accesa».

Pure Di Pietro è ora nel registro dei cinque cattivi antagonisti elettorali. Come Ingroia, De Magistris, Orlan-do, Favia. Cinque, lo stesso numero delle stelle grilline.

© Riproduzione riservata

DI ALESSANDRA RICCIARDI

È partita l’offensiva del Pd per il voto utile. Il bersaglio è Antonio Ingroia, il leader di Rivoluzione civile, che con le sue liste rischia

di far perdere ai democratici le regioni chiave che danno la maggioranza anche al senato. L’invito di Pier Luigi Bersa-ni di ieri è chiaro: meglio che Rivoluzione civile non si presenti, fa il gioco di Ber-lusconi. «C’è un pressing continuo su di noi in queste ore, ma la proposta del Pd è irricevibile», chiarisce Angelo Bonelli, leader dei Verdi, ex presidente alla camera del relativo gruppo durante l’avventura dell’ultimo governo Prodi, ora nella varie-gata compagine guidata da Ingroia («non

so ancora se e dove sarò candidato»). Domanda. Presentandovi da soli

aiutate Berlusconi e non il centrosi-nistra a vincere. É una questione di numeri, dice Bersani, il voto dato a voi non è utile.

Risposta. Bersani dice una cosa ridi-cola e ingannevole. L’unico voto utile che gli italiani possono dare è a Rivoluzione civile perché così impediscono che ci sia di nuovo Monti al governo.

D. Perché è così ferocemente anti-montiano?

R. Chi gira come me l’Italia, chi usa i mezzi pubblici e non le auto blu sente il disagio che c’è nel paese, la disoccupazio-ne giovanile che cresce, sa che il presunto risanamento dei conti di Monti è stato

pagato dai semplici cittadini con i tagli ai servizi pubblici, alla sanità, alle politiche sociali, con la riduzione del potere d’acqui-sto di salari e pensioni. Ci sono migliaia di lavoratori che sono andati a dormire sapendo che dal giorno dopo erano in pensione e invece quando si sono sveglia-ti hanno scoperto che devono aspettare ancora anni.

D. Bersani dice che la sua politica di governo sarà attenta all’equità sociale, è alleato con Vendola che fa dell’equità la sua bandiera. Non si fi da?

R. Se esistesse in politica un garante, come esiste per la concorrenza, Bersani dovrebbe essere san-zionato per pubblici-tà ingannevole. Non dice ai suoi elettori che l’alleanza per andare al governo non è solo con Sel ma anche con Monti, e questa è una scelta che affossa il paese.

D. Anche il centrodestra vi at-tacca.

R. Perché Ingroia è una persona scomo-da, prende voti nella società, trasversal-mente ai partiti, in nome della lotta alla corruzione e per riportare la normalità nei palazzi del potere.

D. In quali regioni puntate a fare

il risultato?R. Lazio, Piemonte, Puglia, Sicilia,

Campania. D. Ma dal Pd c’è stata l’offerta di un

patto di desistenza? R. Sì che c’è stata, un pressing che con-

tinua ancora per farci cambiare idea... Però la politica ha bisogno di chiarezza,

loro hanno scelto la linea Monti, e que-sta scelta non può essere da noi con-divisa.

D. Antonio Di Pietro ha propo-sto un patto di governo al Pd.

R. Capisco Di Pietro, ma il Pd do-vrebbe rinunciare, per esempio, alle politiche energeti-che che ha appog-giato. Se cambiano il

programma, certo un accordo può esserci. Ma io sono realista, il Pd è il partito che ha approvato il decreto che sospende la giustizia per l’Ilva di Taranto.

D. Tornerà in parlamento? Si par-la di lei come candidato della lista Ingroia alla presidenza del Lazio, al comune di Taranto...

R. Non so dove e se sarò candidato, certo continuerò la mia battaglia per l’ambiente e per Taranto.

© Riproduzione riservata

IL LEADER DEI VERDI BONELLI: IL VOTO UTILE È ALLA LISTA INGROIA

Il Pd fa solo pubblicità ingannevoleBersani non dice che oltre a Sel si è già alleato pure con Monti

Antonio Ingroia

Angelo Bonelli

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6 Mercoledì 16 Gennaio 2013 P R I M O P I A N O

Queste sono le due regioni dove il Pdl può riuscire a stoppare la maggioranza al Senato

Decisive Lombardia e SiciliaNella prima, cruciali i pensionati. Nella seconda, Ingroia

DI MARCO BERTONCINI

Lombardia e Sicilia sono oggi le regioni più seguite dagli ana-listi per i possibili esi-

ti elettorali. Il motivo è noto: ritenuta scontata da tutti (con l’eccezione dei tifosi del Cav, oggettivamente in rimonta e quindi speranzosi che l’ascesa non si fermi) la vittoria bersaniana a Monte-citorio, si guarda alle singole lotte regione per regione a palazzo Madama.

L’attenzione, naturalmen-te, non si pone in Toscana o in Umbria, insomma dove la vittoria del Pd è matematica (ma sarebbe invece opportu-no saggiare se la coalizione guidata da Pier Luigi Ber-sani non possa arraffare perfi no seggi in più rispetto al premio di maggioranza, come riuscì al centro-destra nel 2008 in Lombardia). Ci si rivolge alle circoscrizioni considerate in bilico, esat-tamente come nelle elezioni per la Casa Bianca si guar-da a quegli stati (Florida, Ohio…) ove minime diffe-renze possono determinare la maggioranza dei seggi locali (negli Stati Uniti, la totalità) e quindi infl uire in

maniera decisiva sull’esito nazionale del voto.

Sarà quindi opportuno avanzare qualche rifl es-sione sulle prospettive elet-torali nelle due regioni. In Lombardia bisognerà guar-

dare a due effetti. Il primo concerne il trascinamento che le elezioni regionali (se-gnatamente la candidatura centrista di Gabriele Alber-tini) potrebbe determinare sull’esito del voto al Senato. Il secondo tocca il possibile seguito di liste minori inglo-bate nel centro-destra. Ci si può riferire ai pensionati, schierati a sinistra nelle regionali del 2005 (115mi-la voti) e del 2010 (70mila),

oltre che nelle politiche del 2006 (108mila voti), mentre nelle ultime politiche inglo-barono propri candidati nel Pdl. Rappresentano poco, trattandosi dell’uno virgola qualche decimale per cento; ma quel poco al centro-de-stra serve, eccome.

In Sicilia, invece, bi-sognerà attendere gli assestamenti di non po-chi esponenti politici locali. Movimenti si sono già avu-ti: nell’Assemblea siciliana vari deputati regionali han-no cambiato gruppo e collo-cazione. Altri spostamenti sono annunciati in questi giorni. Però, pur con perdi-te (da segnalare il senatore Giuseppe Pistorio, capo del gruppo misto a palazzo Madama, passato all’Udc), il movimento di Raffaele Lombardo, dopo l’accordo con un centro-destra ricom-pattato (il Pdl di Angeli-no Alfano, Grande Sud di Gianfranco Miccichè, i popolari di Francesco Sa-verio Romano, e la Destra, qui capitanata da Nello Musumeci), potrebbe con-tribuire a mettere all’angolo il Pd, anche se rinforzato dal presidente regionale Rosa-rio Crocetta.

Sia in Lombardia sia, e soprattutto, in Sicilia bisognerà verifi care il ruolo dei giustizialisti seguaci di Antonio Ingroia: potreb-bero sottrarre voti a Sel (in Sicilia, anche attraverso il sindaco di Palermo Leoluca

Orlando Cascio) e quindi alla coalizione di centro-sinistra. Le previsioni indi-viduano proprio nella Sicilia la regione di teorica maggior espansione della lista Rivo-luzione civile.

© Riproduzione riservata

DI ROBERTO MILIACCA

L’accoppiata Ingroia-Di Pietro miete le prime vit-time. Nella stesura delle candidature di Rivoluzio-ne civile-Idv i 2 pm (tre, se si conta anche De Ma-gistris, dietro le quinte) stanno dettando le loro regole. Ingroia, per esem-pio, aveva annuncia tola candidatura di Antonel-lo Zappadu, il fotografo diventato famoso per gli scatti rubati nella villa sarda di Berlusconi. Via Facebook però, lui ha fatto sapere di rinuncia-re per motivi famigliari, anche se pare che sul suo nome, sponsorizzato dal segretario regionale Idv, il 76enne Federico Palom-ba e dall’europarlamen-tare Giommaria Uggias (rinviato a giudizio per peculato), molti abbiano storto il naso. In lista, al secondo posto per la Ca-mera in Sardegna, entre-rà un Cislino, Antonello Pirotto, cassintegrato dell’Eurallumina di Porto Vesme, che Di Pietro ha conosciuto al congresso di Vasto. A rischio invece la candidatura della teso-riera Silvana Mura.

Zappaduscuote l’Idv

DI DIEGO GABUTTI

Oscar Giannino, col suo movimento «Fare per fer-mare il declino», forse non andrà lontano, visto che gli

elettori, da noi, non brillano per libe-ralismo né per istinto di conservazione: no-vanta interminabili anni di fascismo, di democrazia cristia-na, di compromesso storico, di berlusco-nismo e infine anche di bocconismo (sa-lute a noi) ci hanno ridotti come Vittorio Gassman nella parte di Artemio Altidori, il pugile suonato dei Mostri di Dino Risi.

C o m e q u a l c u n o ricorderà, il povero boxeur, mentre sul ring piovevano i cazzotti, invocava l’arbitro, cercando scampo dalle botte. Idem gli elettori italiani, che non la smettono d’invo-care lo stato affinché dia loro scam-po dalla crisi, dal Pil che scende e dallo Spread che sale, dalla disoccu-pazione, dalla malasorte. Per ingra-ziarselo, gli elettori sono disposti a tutto, anche a prendere sul serio i le-ghisti, Nichi Vendola, il Divorziato e Beppe Grillo, per non parlare di Bersani e del Caro Leader. Come certe tribù primitive, che per arruf-

fianarsi gli dèi praticano l’automu-tilazione rituale, oltre a sacrificare le vergini e i giovani guerrieri, gli italiani sono disposti anche a pagare tasse inverosimili, da Mille e una notte: l’Uccello Roc e il Tappeto Vo-lante del sistema fiscale planetario.

Per spiegare l’habitat politico degl’italiani, ai quali Giannino s’appella senza farsi (immagino) troppe illusioni, non si deve più studiare Il prin-cipe di Machiavelli ma Il ramo d’oro di Frazer o Tristi tro-pici di Claude Lévi-Strauss.

Forse non andrà lontano, come dice-vamo più sopra, ma «Fare per fermare il declino», un nome a

sua volta un po’ inverosimile, spez-za l’incantesimo statalista e fiscali-sta che imbambola, da decenni, gli elettori e i contribuenti italiani: per la prima volta si presenta alle ele-zioni una lista liberale e liberista, dichiaratamente ostile ai demago-ghi che campano (e bene) diffonden-do la favola dello stato etico, delle ideologie salvifiche, dei nemici da abbattere, dei sacrifici che fanno piangere le ministre del lavoro e che non di meno sono da consumare fino in fondo, senza deroghe, col fiato di

Equitalia sul collo. «Fare per ferma-re il declino» quasi certamente non raggiungerà il quorum. Anzi, non lo raggiungerà di sicuro. Giannino, oltretutto, si è tenuto fuori dal gio-co delle alleanze e degli apparen-tamenti (un po’ per scelta e un po’ perché nessun politico o tecnico o imprenditore prestato alla politica vuole avere a che fare con un peri-coloso anarchico come lui).

Pertanto gli unici liberali che siederanno nel futuro parlamento saranno (come al solito) i liberali tarocchi. Risale la stella del Fidan-zato, del resto, e di conseguenza de-clina quella del buon senso, del buon gusto e della buona politica. Vince-rà il partito della spesa pubblica e della patrimoniale e in parlamento bivaccheranno i manipoli urlanti di Beppe Grillo. Questo, ahinoi, non è un paese per vecchi liberali.

Ma intanto c’è qualcosa di rivolu-zionario nel fatto che un’«agenda» politica di segno liberale abbia per una volta alzato la testa e chiamato «ladro» lo stato. Nel paese di Anto-nio Ingroia, di Stefano Fassina, di Renato Brunetta, di Mario Monti e Pierferdinando Casini suona un po’ come uno scandalo sur-realista: Giannino e i suoi, per co-minciare, hanno disegnato un paio di baffi sopra l’enigmatico sorriso della Gioconda statalista. Faranno meglio un’altra volta.

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DOPO 90 ANNI DI FASCISMO, DC, COMPROMESSO STORICO, BERLUSCONISMO E ORA DI BOCCONISMO

Ridotti come Artemio Altidori, il pugile suonato dei Mostri

Stefania Craxi, che si presenta alle elezioni con una lista chiamata Riformisti italiani, corre «da sola». Senza «appa-rentarsi» con nessuno, proclama (anche se è proprio sulla sua «parentela» con Bettino Craxi, di cui era la figlia pre-diletta, che fonda la sua pretesa, altrimenti del tutto infon-data, di chiedere il voto agli elettori.) Si legge sui giornali, inoltre, che il capolista dei Craxi di seconda generazione in Piemonte è nientemeno che Luciano Moggi, l’ex capo della Stasi juventina. In Piemonte c’è anche Gianduia, col suo codino e il suo bel cappello a tricorno. Perché non offrire una candidatura anche a questo testimonial dei gianduiotti? Papà andava famoso, tra i compagni di partito, per il suo fan club di nani e ballerine, un parterre che il Divorziato avrebbe trasformato, con gli anni e la faccia di tolla, in un mirabolante patchwork di candidati da dimenticare. Ma se il leader del partito di plastica, trasformando i nani e le ballerine del Cinghialone in igieniste dentali e brutti ceffi, ha battuto Bettino, Stefania batte il Fidanzato dieci a uno candidando l’aggiustapartite.

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IL CORSIVO

Anche Gianduiafarebbe la sua figura

Rosario Crocetta

Oscar Giannino

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7Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 GennaiP R I M O P I A N O

Quello cioè in cui tutti gli attori di questo business planetario si giocheranno tutto

Chrysler-Fiat all’ultimo miglioPer Marchionne la Fusione-Ipo è la partita della vita

DI RICCARDO RUGGERI

Sergio Marchionne è stato chiaro nella sua intervista di qualche tempo fa al WSJ e

ancora ieri da Detroit: a) la fusione Fiat-Chrysler è ine-vitabile e avverrà nel 2014 (tecnicamente è fattibile an-che nel 2013); b) Fiat Auto ha i quattrini per acquista-re il 41,5% di Chrysler, oggi del fondo pensione Veba; c) Fiat attende il giudizio del Tribunale del Delaware sull’interpretazione di una clausola-formula di calcolo del contratto Chrysler: il 3,3% di Chrysler vale 140 milioni di dollari come dice Mar-chionne o 342 come sostiene Veba? Finalmente si parla di business, di partecipazioni, di valutazioni delle due azien-de, in modo che gli investitori possano capire la situazione, la qualità del management nella gestione delle attività, il loro destino finale.

Un passo indietro. Fiat nacque con uno slogan affa-scinante «Terra, Mare, Cielo». Nel corso degli anni, perse il Mare, perse il Cielo, la Terra si identifi cò con le Ruote, di dimensioni e caratteristiche diverse: automobili, veico-li industriali-militari-bus, trattori-macchine movimento terra. Tutti, analisti compre-si, costantemente confusero Fiat con Fiat Auto. Con il licenziamento di Vittorio Ghidella nel 1988 iniziò il declino (irreversibile) di Fiat Auto, mentre il management di Iveco e New Holland (poi CNH) poté operare con gran-de autonomia, entrambe furo-no ristrutturate e riposiziona-te strategicamente, divennero aziende di successo di livello internazionale.

Invece Fiat Auto, sempre gestita in doppia guida Pro-prietà-Management, mai fu correttamente riposizionata strategicamente, continuò ad essere una fornace di cassa, per salvarla furono venduti i gioielli di famiglia (primo fra tutti Toro Assicurazioni), senza costrutto alcuno. Solo qualche anno fa Iveco e CNH, grazie a Marchionne, furono staccate dal corpaccione ma-lato di Fiat Auto ed ebbero i riconoscimenti che merita-vano, un grande trentennale equivoco fu sanato.

Quando gli analisti scrivono «all’arrivo di Marchionne nel 2004 Fiat era fallita» dicono il falso: Iveco e CNH erano red-ditizie e ben gestite fi n dagli anni ’90, Fiat Auto (con meno del 50% del fatturato aveva oltre il 90% delle perdite) era tecnicamente fallita fi n dal ’90 e tale era nel 2004, e tale è oggi (al netto di Chrysler).

Questo per rispetto della verità, situazione da noi in-vestitori perfettamente cono-sciuta. In Italia, su Fiat Auto si persero energie e tempo per discutere, anziché dell’agen-da «riposizionamento stra-tegico», di problemi norma-tivo-sindacali circa Fabbrica Italia. Un esempio per tutti. Uno dei tanti accordi cosid-detti dirimenti fu quello sulla postura dell’operaio di linea e le «pause». Dopo 18 mesi, Marchionne cambia strate-gia di prodotto-mercato, non più auto dei segmenti medio-bassi ma auto di gamma alta, Fabbrica Italia è seppellita. Con lei sono seppellite pure le logiche della postura e delle pause che trovavano una loro logica con operazio-ni elementari al di sotto del minuto (auto piccole-medie), irrilevanti se si producono vetture di gamma alta, ove le operazioni elementari sono oltre i tre minuti. Que-sto aspetto, banale per chi sa come si costruisce un’auto, mai emerse negli infi niti di-battiti sui massimi sistemi di politica industriale.

Dopo la ultime dichia-razioni di Marchionne al WSJ e a Detroit, ora la strategia Fiat Auto è chia-ra: «Fusione e Ipo», al limite prima l’una poi l’altra (stra-tegia obbligata: è da anni che lo scrivo). Finalmente si può ragionare seriamente. Da ora in avanti, la fi gura di Sergio Marchionne nel processo che ne seguirà diventerà ancora più strategica, con problemi che farebbero tremare i pol-si a qualsiasi supermanager. Esistono più Marchionne, ve-diamoli. Sergio pronunciato all’americana dagli operai Chrysler che lo stimano e lo amano, al quale devono tutto. Forse non hanno colto che se oggi hanno i «prodotti» ,lo de-vono ai tedeschi della Daim-ler che, oltre a «buttare» nella fornace Chrysler 60 miliardi di dollari, l’hanno dotata di un management tecnico di prim’ordine: i modelli ora in uscita hanno l’imprinting tecnico-tecnologico tedesco. Mr. Marchionne pro-nunciato all’americana dai gestori del fondo pensionistico Veba, non disponibili a fare sconti sul prezzo del-le azioni Chrysler in loro possesso, vo-gliono il cash per investire i loro capitali pensioni-stici su altri bu-siness (corretto ma curioso, no?). Sergio pronun-ciato con infl essioni piemontesi dagli Agnelli-Elkann che vorrebbero man-tenere il ruolo di azionisti

di riferimento della nuova Chrysler Fiat senza tirare fuori quattrini, quindi con un acconcio rapporto di con-cambio. Dottor Marchionne pronunciato con rispetto dal governo italiano, terrorizzato che in questa grande partita fi nanziaria si verifi chi l’op-zione peggiore (sottovoce si chiedono: il nuovo piano Fiat del «lusso» fi nirà mica come Fabbrica Italia?), e loro deb-bano farsi carico delle casse integrazione in deroga. Quel Marchionne pronunciato con tono astioso dalla Sini-stra italiana, certa che fi nirà male per i dipendenti per la fuoruscita di Fiat Auto. Ser-gio Marchionne pronun-ciato senza accenti dagli in-vestitori storici che vogliono massimizzare l’investimento, indifferenti al resto, lo stesso sarà per gli investitori che sottoscriveranno l’Ipo, indi-vidui abituati a giudicare in base ai risultati e solo in se-conda battuta in base ai pia-ni. Caro Sergio come penso si rivolga a se stesso, consape-vole di giocarsi in 12-18 mesi l’immagine di una vita: dopo l’Ipo, il giudizio su di lui sarà defi nitivo. In teoria, come Ceo, dovrebbe fare gli interessi di tutti gli attori coinvolti, e lo sta facendo, ma col «giochino» che si ritrova fra le mani mi pare oggettivamente impos-sibile: una scelta credo si im-porrà, per alcuni degli attori il futuro sarà malinconico.

Il caso Chrysler Fiat Auto ha imboccato l’ultimo miglio, quello in cui tutti gli attori si giocheranno tutto, ove non c’è spazio per le chiacchere o peggio per le ideologie: conta-no solo i numeri, i quattrini

per liqui-d a r e

Veba, la necessità che non vi sia assorbimento di cassa, avere idee, determinazione, credibilità personale. Vedia-mo come.

Secondo contratto, Fiat può comprare il 3,3% di Chrysler dalla fi ne del 2012, e può ripe-tere identica operazione ogni 6 mesi fi no a raggiungere il 16,5%. In questo modo, la quota Fiat raggiungerebbe il 75%. Sul valore del 3,3% c’è un contenzioso in atto al tribunale del Delaware: Fiat sostiene che il valore del 3,3% è pari a 140 milioni di dollari, mentre VEGA sostiene che il valore è 340 milioni, in quan-to i valori fi ssati nel 2009 sono oggi completamente diversi, a favore di Chrysler. Inoltre Marchionne sostiene che c’è stato un clerical mistake nella stesura dell’accordo (cioè si è sbagliato), dove è scritto Fiat North America, lui intende-va Fiat S.p.A. La differenza di valore, a seconda delle inter-pretazioni, vale 200 milioni di dollari, ma la decisione del Tribunale, o un accordo fra le parti, può valere per tutto il 16,5% che Fiat vuole compra-re; nell’ipotesi più sfavorevole (Fiat perde la causa in essere) il 16,5% costerebbe 1 miliar-do di dollari. Ciò signifi ca: a) Fiat deve trovare un accordo in tempi brevi se vuole fare il consolidamento Fiat-Chry-sler e poi l’Ipo; b) Veba vuole massimizzare il valore della sua quota, ma l’alternativa di chiedere una Ipo immediata (che gli sarebbe concessa) pare quantomeno azzarda-ta: Veba è in minoranza e il mercato la considererebbe una Ipo anomala.

Vediamo come si con-figurano interessi-pro-spettive dei diversi attori coinvolti.

Per i lavoratori Chry-sler non dovrebbero esserci problemi, anzi è possibile che alcuni modelli Fiat Auto vengano costruiti o assembla-ti negli Usa per il completa-

mento gamma, inoltre altri modelli potrebbero essere

solo commercializzati, con grande soddisfa-zione della rete com-merciale. Su questo versante Marchionne non solo non avrà pro-blemi, ma aiuti.

Veba ha già dichia-rato il suo disimpe-gno, vuole solo cash per investire altrove, approfittando del momento favorevole. Questo può indurre Veba a cercare un compromesso sul valore. Il valore del 3,3% e del 16,5% costituisce comun-que un riferimento importante per l’Ipo

specie se fosse Veba a chieder-lo. È noto che i mercati non amano le Ipo forzate dalle minoranze. Nessuna minac-cia su questo versante per Marchionne, se non il perico-lo di pagare a caro prezzo la quota Vega. Ha cassa a suf-fi cienza?

Per Sergio Marchionne la Fusione-Ipo è la partita della vita, non è solo una questione di bonus, ma di successo-insuccesso perso-nale. Credo che Marchionne, in quest’ultimo miglio, darà il meglio di se stesso: questa è una fase ove non conta es-sere un grande manager, ma avere le skill tipiche del Ceo di una banca d’affari. Senza offesa verso Goldman come investitore nella fase Fusio-ne-Ipo preferisco Marchionne a Blankfein. Se tutto andrà come si ipotizza, a Fusione-IPO conclusa, Chrysler-Fiat avrà sì degli azionisti, ma un padrone, lui. Chapeau. Il con-solidamento Fiat-Chrysler, e successiva Ipo, salva Fiat Auto da un degrado irreversi-bile, sposta le operazioni della newco a livello mondo, dà pro-spettive di espansione, sinergie e management internazionale. L’po, anche con una Fiat Auto stremata, potrebbe essere un buon successo, non solo per il cash in arrivo dall’Ipo, ma anche sul piano strategico-operativo. Con una massa critica decisamente superiore, con nuovi azionisti, potrà fare nuovi accordi o acquisizioni in altri mercati. Tutto bene, ma ci vuole cassa.

Gli attuali azionisti Fiat non dovrebbero soffrirne, vi-sta la drammatica situazione di Fiat Auto; molto dipenderà dal concambio che verrà stabi-lito in fase di consolidamento, dal prezzo delle nuove azioni e comunque dal giudizio del mercato in fase di Ipo. Altret-tanto vale per gli azionisti di riferimento, Famiglie Agnelli Elkann, che sono più infl uen-zati dalle modalità e dalla tempistiche con cui avviene la fusione (prima o in contempo-ranea all’Ipo? quando avverrà la diluizione?). Ma ormai sono consci che l’epoca della «rile-vanza» in Italia era già passa-ta con Gianni Agnelli regnan-te, fi guriamoci con un domani come questo. Tecnicamente non vedo criticità: il merca-to e gli analisti al momento dell’Ipo giudicheranno i track records delle società consoli-date per prodotto e mercato, (interessante capire come sarà valorizzato in prospetti-va il Brasile, dopo la decisio-ne di VW di investirvi oltre 3 miliardi), e l’affi dabilità dei piani pluriennali presentato nel prospetto. Marchionne sa che i piani verranno analizza-ti «sliced and diced»...

Sergio Marchionne continua a pag. 8

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8 Mercoledì 16 Gennaio 2013 P R I M O P I A N O

Adottando lo Statuto che pone il limite delle due legislature, Tosi elimina i bossiani veneti

Leghisti anziani senza scontiPulizia immediata nella Lega non concedendo deroghe

DI GOFFREDO PISTELLI

Una dopo l’altra, cadono le teste di bossiani del Veneto. Flavio Tosi, sindaco di Verona,

nella sua veste di segreta-rio regionale del partito, non sembra voler sentire ragioni nella compilazione delle liste leghiste per Camera e Senato. E non deve nemmeno inven-tarsi chissà quali strumenti persecutori: usa le regole che il Carroccio s’è dato e, per quel che riguarda il parlamentari, applica senza colpo ferire il limite dei due mandati. Chi ha fatto due legislature, fan-no sapere preventivamente i suoi, non ci provi neppure. Pa-zienza se, nel passato, questo termine era un po’ più lasco e poteva capitare che chi fosse nelle grazie del Capo, Umber-to Bossi, o del Cerchio magico dei suoi intimi, potesse avere la deroga che, ovviamente, era sempre per meriti politici: dal livello di rappresentanza of-ferta ai territori, al lavoro in commissione su questo o quel tema, al consenso della base. E dunque non ci provi neppure, a chiedere il via libera, il suo vecchio allievo Federico Bri-colo, veronese come lui, ma entrato nelle grazie del Sena-

tur , divenuto capo dei senato-ri lumbard e, inevitabilmente, suo acerrimo nemico interno. E così tutto il resto della com-pagnia cantante bossiana ve-neta, da Francesca Martini, altra veronese che non l’ha mai avuto in simpatia, alla pa-dovana Paola Goisis che non gliene ha mai risparmiate una, al tempo dello scontro col Fon-datore, per fi nire ai trevigiani Giampaolo Dozzo e Guido Dussin che avevano avuto anche l’improntitu-dine di rican-didarsi facen-do arrabbiare la base.

Ovviamen-te Tosi non si permetterebbe di rinfacciare a nessuno mai i suoi ec-

cessi fi lo-bossiani. Non è tipo che si permetterebbe di tirar fuori i lanci di agenzia che spesso accompagnavano le sue posizioni che prendevano le distanza dalla Lega old st-yle, quella dei secessionismi e dei celodurismi, per disegnar-ne, nei fatti una nuova. Quelle agenzie erano piene di condan-ne senza appello, talvolta di contumelie e, in più d’un caso, di perentorie richieste di met-

terlo alla porta.Ma non era impulsivo

quando era nell’occhio del ciclone allora, Tosi, e liqui-dava tutto con un risoli-no disarmante, fi gurarsi ora che ha il bastone del comando.

D’altra parte, i po-sti scarseggeranno. I

sondaggi dicono tutti che la Lega

del 2010, quella che elesse trionfalmente Luca Zaia a governatore, quella che sem-brava far rivivere i fasti della ex-Liga Veneta, non c’è più e che la rappresentanza parla-mentare padano-veneta si do-vrebbe limitare a sette posti alla Camera e un quattro al Senato, anche si spera molto nel premio del Porcellum.

E se le chance sono ridotte, anche qualcun altro dei parla-mentari con una sola legisla-tura potrebbero dover stare a casa. Magari Alessandro Montagnoli, deputato di Oppeano (Verona), altro suo fi glioccio politico che gli si è rivoltato contro. O magari la vicentina Manuela Dal Lago, già triumvira del dopo Bossi che però, col Senatur re-gnante, faceva l’eco alle dure dichiarazioni del segretario veneto d’allora, Gian Paolo Gobbo, contro Tosi.

L’unico che invece il rigore di Tosi potrebbe risparmiare, secondo voci riportate dal Cor-riere Veneto, potrebbe essere paradossalmente Massimo Bitonci, l’ex-sindaco di Cit-tadella (Padova), famoso per le sue mille ordinanze con-tro i borsoni dei vu’ cumpra, il kebab, i giornalini porno. Malgrado molti maronia-

ni lo tirino per la giacca per far fuori anche il deputato uscente, Tosi esita: nel giugno scorso, Bitonci fu il suo fi ero sfi dante al congresso padano e si trova in uno dei pochi ter-ritori, assieme al Veneziano, dove i nostalgici bossiani sono ancora vitali. Non solo, quella di Padova è la federazione in cui Tosi è intervenuto per la prima volta da neosegretario, cercando di commissariare la segretaria cittadina del bos-siano Roberto Marcato, e solo i pompieri di Via Bellerio a Milano, sede nazionale del partito, avevano evitato una soluzione shock come l’espul-sione. Tagliare la testa di Bi-tonci, avrebbe spiegato il sin-daco di Verona agli incattiviti «barbari sognanti» maroniani, potrebbe signifi care l’inizio di una guerra interna senza ri-torno.

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... altro che i nostri ridicoli «tavoli go-vernativi-sindacali», così le due diligence saranno feroci, solo allora si capirà quale sarà il destino degli stabilimenti italiani. Gli azionisti americani (Veba) non ci sa-ranno più, ma rimarranno, determinanti, le Banche e gli altri Finanziatori ame-ricani che giocheranno un ruolo rilevante e che di certo porranno barriere operative ai fl ussi di cassa interni alla Newco. Se gli accordi presi nel 2009 non verranno messi in discussione, il governo Obama non farà assolutamente nulla.

Come in ogni operazione di Fusione-Ipo, restano dei problemi cosiddetti di risulta, questi purtroppo riguardano l’Italia. Lo scenario è noto, con l’ulti-ma mossa di Melfi (cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione, da subito a fi ne 2014), l’appuntamento del Caso Fiat-Italia (chiamiamolo così) con la Fusione-Ipo Chrysler Fiat Auto si è completato: tutti gli stabilimenti sono ora a scartamento ridotto. Negli anni passati ne ho parlato fi n troppo, e con scarso successo, ora preferisco tacere, lo faranno i tavoli o qualche talk show: un professore, un sindacalista embedded, uno non embedded, un economista, un politico, sarebbe il parterre giusto. Io non saprei cosa rispondere alla domanda: «Quali le logiche industriali e di business nel fare in Italia, in vecchi stabilimenti, con vecchi operai prosciugati da anni di cassa integrazione, auto americane desti-nate al mercato americano»? Comunque in questo grande disegno strategico qual-che stabilimento italiano da chiudere mi pare un problema secondario.

Riccardo [email protected]

SEGUE DA PAGINA 7

Flavio Tosi

DI GIANNI DE FELICE

I giovani, a sentirne parlare, stanno in cima ai nostri pensieri. Ma non in cima alle clas-sifiche di ascolti e box office. Recente il trion-fo all’Arena di Verona d’un giovanotto di 75

anni, Adriano Celentano. Il disco del momento è la Guantanamera cubana, motivo popolare di fine Ottocento, lanciata come ballabile negli anni Ses-santa, rilanciata ora con un bellissimo arrangia-mento da Zucchero, 58 anni, un ragazzino. Mi pare che sia uscito da poco un disco di Mina, 73 anni, coetanea di un altro acquistatissimo venera-bile, Guccini. Sono vigo-rosamente sulla breccia, osannati dalle ragazzine che ondeggiano langui-damente le braccia: Mo-randi 69 anni, Venditti 64, Baglioni 62, tutti più stagionatelli del Ragazzo del Rock Vasco Rossi, 61 anni appena.

Immortalità artistica anche sulla scena inter-nazionale. Chi nacque col successo degli Abba, ora è un ultraquarantenne padre di famiglia. Vende ancora vagonate di cd Elton John, 66 anni, continua a spopolare Springsteen a 64 anni, ricama le sue struggenti melodie il sessantaduenne Sting. Anche il cinema rende longevi: Clint Eastwood diveggia a 83 anni. Il successo di «Mamma mia» (residuato

archeologico degli Abba) è decretato dai ragazzi: nonostante ne sia protagonista la ultrasessantenne Meryl Streep. Dove sono oggi i West Side Story e gli Hair, Oh Calcutta, Jesus Christ Superstar? Dove sono i film destinati a fare epoca? Dove sono i Bu-kowsky e i Bellow e le Sagan di oggi? Gli ultimi veri best sellers della letteratura italiana portavano la firma di una più che matura Oriana Fallaci.

In televisione, Benigni zompetta, allenatissimo, a 61 e i quarantanovenni Fabio & Littizzetto sem-brano bambini dell’asilo. Il mio punto di osserva-zione non è solo la tivù: sono i giornali che non vendono, le librerie che chiudono, le gallerie d’arte che continuano a stravendersi fra di loro le opere di maestri scom-parsi. Se Cattelan è il nuovo talento, ridatemi Moore e Calder e Man Ray e Wahrol, per favore. L’innegabile successo di

Philippe Daverio, 64 anni, un signore lento, con gli occhialini tondi e il panciotto, che sembra andare a passeggio con Poiret, è dovuto - secondo me - all’in-conscio desiderio collettivo di tuffarci in un passato che riempia gli spazi vuoti del presente.

I giovani? Sono nei nostri discorsi: ci stanno così bene. E quasi sempre ci restano. Qualcuno ha il coraggio di riconoscere che forse il talento si è fermato?

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DI GIOVANI SI PARLA TANTO. MA NON SI TROVANO IN NESSUNA DELLE HIT PARADE

Vuoi vedere che di talento non se ne trova più in giro?

Per disegnare le ma-glie del Giro d’Italia la Gazzetta si è rivolta a Paul Smith. È come far disegnare a un italiano divise da croquet.

Gianni Macheda

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Fabio Fazio e Luciana Littizzetto

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9Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 GennaiP R I M O P I A N O

Controversia nata sulla ristrutturazione dell’ambasciata a Roma. Acquistata da Carlyle

Kazakistan, pignorati i contiBloccate somme per 4,4 mln presso Bnl e Unicredit

DI STEFANO SANSONETTI

Fino a non molto tempo fa era ridotta in uno sta-to di totale degrado. Al punto che al suo interno

si tenevano messe nere e fio-rivano misteri di ogni genere, compresi fantasmi e presenze inquietanti. Poi sono arrivati i kazaki, che l’hanno rimessa a nuovo e vi hanno stabilito la sede della loro ambasciata in Italia. Benvenuti nella roma-na villa Manzoni, dal nome del conte Gaetano Manzoni che intorno al 1925 ne affidò la progettazione all’architet-to Armando Brasini. Il tutto su un’area piena zeppa di re-perti archeologici romani. Da allora tanta acqua è passata sotto i ponti, ma i misteri e le anomalie hanno continuato a dominare la scena, stavolta con protagonisti i nuovi proprieta-ri kazaki. Già, perché qualche tempo fa, come è in grado di rivelare ItaliaOggi, è addirit-tura scattato il pignoramento dei conti correnti dell’amba-sciata kazaka, per un importo di 4 milioni e 399 mila euro. È appena il caso di ricordare che il Kazakistan, presieduto da Nursultan Nazarbayev, non è per l’Italia uno stato qualsiasi. L’Eni, che vi è pre-sente dal 1992, ha enormi in-teressi in quel paese, se solo si considera il coinvolgimento del Cane a sei zampe nei giaci-menti petroliferi di Kashagan e Karachaganak.

Ad ogni modo a innescare la procedura che ha condot-to al pignoramento è stata un’impresa di costruzioni che dal 2005 al 2008 ha eseguito i lavori di ristrutturazione di villa Manzoni. Come spesso accade in questo tipo di ap-palti, durante la conduzione

dei lavori si aggiungono costi originariamente non previsti e il conto finale è destinato a salire. Morale della favola: l’ambasciata paga 11 milioni di euro, ma l’impresa ne chie-de circa 3 di più. A quel punto i kazaki si trincerano dietro il silenzio. Il 9 agosto del 2011 arriva il decreto ingiuntivo del tribunale di Roma. Il 19 gennaio del 2012 lo stesso tri-bunale formalizza il cosiddet-to «comandiamo», di fatto la messa in esecuzione del titolo. Infi ne arriva l’atto di precetto, notifi cato in via diplomatica in data 7 febbraio-20 marzo 2012, con cui si intima all’am-basciata kazaka di pagare 2,9 milioni di euro, oltre agli in-teressi. A quel punto, dopo il silenzio dei kazaki, è inevita-bile arrivare al pignoramen-to. E così, fi no al concorrere di una cifra aumentata della metà rispetto a quella richie-sta, scatta il blocco di 4 milioni e 399 mila euro sui conti cor-renti dell’ambasciata kazaka presso Bnl e Unicredit, con in-timazione alle banche di non disporre della cifra pignorata. Solo in quel momento, e arri-viamo alla fi ne, l’ambasciata kazaka decide di opporsi al pignoramento. E sulla que-stione, adesso, dovrà decidere il giudice.

Su villa Manzoni, nel frat-tempo, dagli archivi del par-lamento spunta fuori un’in-terrogazione parlamentare presentata l’11 novembre del 2010 al ministero dei beni cul-turali dall’allora senatore del Pdl Achille Totaro, oggi pas-sato a Fratelli d’Italia. L’atto, che non ha mai avuto risposta, è interessante perché alza il velo sui passaggi di proprietà di villa Manzoni. Da esso, per esempio, si apprende che in oc-

casione delle cartolarizzazioni immobiliari di tremontiana memoria, l’immobile e l’area circostante, «sito archeologico di inestimabile valore storico-architettonico», vennero ceduti da Scip (e quindi dallo stato) a un gruppo statunitense. Non se ne fa il nome, ma a quanto è stato possibile ricostruire si tratta di Carlyle, storicamen-te vicino alla famiglia Bush. Nel 2004, poi, lo stesso gruppo americano ha ceduto all’amba-sciata del Kazakistan, raccon-ta l’interrogazione, «senza che lo stato italiano e/o il comune

di Roma avessero esercitato il diritto di prelazione». La no-tifi ca di prelazione, aggiunge l’atto, «è stata comunicata per l’intero compendio immobilia-re, mentre in realtà la proprie-tà è stata ceduta frazionata: all’ambasciata è stata venduta la villa e la quasi totalità del parco come da atto del notaio Cinotti; all’Istituto regionale immobiliare srl le ex scuderie e parte del parco per soli 50 mila euro». Pertanto, ne desu-me l’interrogazione, la vendita frazionata non avrebbe ottem-perato alla norma di legge e si

chiede «se debba considerarsi nullo l’atto di compravendita per tale vizio». In più, prosegue l’atto, in base a un protocollo di amicizia siglato nel 2004 tra l’ambasciata e il comune, comprensivo della rinuncia del comune a esercitare il diritto di prelazione, i kazaki avrebbero dovuto concedere l’accesso ai cittadini, dando la possibilità di visitare le bellezze archeo-logiche del parco. Allo stato at-tuale, osserva però l’interroga-zione, «tutti varchi di accesso al parco risultano chiusi».

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DI ISHMAEL

Come a sinistra, secondo il fondatore di Repubblica, non ci sono differenze apprezzabili tra il partito né caldo né freddo di Pierluigi Bersani, i goscisti

pugliesi di Nichi Vendola e i tifosi eleganti e blasé dell’«agenda Monti», anche a destra tutto fa brodo. Sempre più le elezioni italiane, cioè le elezioni dell’unico paese al mondo in cui la lista d’un Comico Urlante e Mortalmente Serioso abbia sfiorato il venti per cento dei voti, sono un capitolo della storia universale del cabaret. Ci sono i Fratelli d’Italia di Guido Crosetto, Giorgia Meloni e Ignazio la Russa; c’è la li-sta del Merito e quella AntiEquitalia; c’è Potere ai cittadini; ci sono i Pensionati e c’è la Destra di Francesco Storace; ci sono Intesa popola-re, il Mir, il Grande sud, l’Mpa-Pds di Raffaele Lombardo, Noi consumatori, Rinascimento italia. Ci sono infine le liste come Forza evasori, Io amo l’Italia, Forza Lazio, Forza Roma e Ba-sta tasse che, al pari dei Riformisti italiani di Stefania Craxi, corrono da sole (sempre che abbia capito bene, e che non siano «imparen-tate» anche loro con qualche partito grande,

grosso e di bocca buona). Ai politici italiani (e agli aspiranti politici italiani, che sognano uno stipendio da parlamentare come gli sfigati, in coda dal tabaccaio, sognano una vincita al to-tocalcio) non difetta la fantasia demagogica. Niente di male, naturalmente. Anzi tanto di cappello a chi insegue le sue chimere anche quando non c’è speranza di realizzarle. Ma il fatto è che la semplice contemplazione di questi freaks politici, altrettanti fenomeni da baraccone ideologico, un passo oltre qualsiasi teatrino della politica, equivale ad affacciarsi nell’abisso evocato da Nietzche: occhio perché, scrutato troppo a lungo, l’abisso finisce per ri-cambiare lo sguardo e scrutare te. C’è infatti qualcosa d’inquietante in questo elenco di sigle elettorali, ciascuna delle quali incarna un’idea fissa (e sciocca) che somiglia, neppure tanto alla lontana, a qualcosa che ci portiamo den-tro, come un parassita alieno da film di fanta-scienza. Sconsiglio dunque di fissare troppo a lungo la scheda elettorale nel giorno del voto: Pensionati, Fratelli d’Italia e Riformisti italiani potrebbero ricambiare lo sguardo, come i clown assassini nelle storie di Stephen King.

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NON A CASO IN ITALIA UN COMICO URLANTE PRENDE IL 20% DEI VOTI

Da noi le elezioni sono un capitolodella storia universale del cabaret

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10 Mercoledì 16 Gennaio 2013 P R I M O P I A N O

I bersaniani in consiglio comunale a Firenze, lo hanno punzecchiato ma se ne sono pentiti

Renzi, provocato, ora rispondeVolevano bloccare 8 licenziamenti concordati al Maggio

DI GOFFREDO PISTELLI

Ci voleva la vicenda del Maggio musicale fio-rentino e dei 10 licen-ziamenti (poi scesi a

8) firmati da lui come presi-dente della Fondazione a far ribattere un colpo a Matteo Renzi. Inebriati dalla vitto-ria alle primarie di coalizione ed esaltati dal pranzo roma-no fra Pierluigi Bersani e lo stesso Rottamatore, letto come una resa praticamen-te incondizionata di Renzi, i bersaniani fiorentini hanno pensato di cominciare a far pagare al loro ingombrante sindaco il fio di tante durezze. L’altro ieri, la nutrita pattu-glia di fedelissimi del segreta-rio nazionale, gli stessi che in mezzo alla campagna per le primarie avevano ragionato di bocciare l’aggiustamento di bilancio del Comune, poi limitandosi ad astenersi, i consiglieri bersaniani, dice-vamo, hanno firmato con l’op-posizione un ordine del giorno in cui si chiedeva a Renzi di revocare i licenziamenti che aveva firmato.

Mossa che ha avuto l’ef-fetto di far uscire il Rottama-tore da questo basso profi lo in cui s’era cacciato, per estrema coerenza rispetto alle dichia-razioni delle primarie: «Se perdo torno a fare il sindaco». Vedere i piddini far comunel-la strategica col Pdl, gli ha fatto salire, come si dice da quelle parti, «il sangue al cer-vello». Per cui ha idealmente riarrotolato le maniche della camicia come quando girava l’Italia in camper e ha avu-to parole di fuoco per i suoi compagni di partito. Mezz’ora di intervento in cui ha difeso

senza nominarla l’operato di Francesca Colombo, la so-vrintendente milanese com-pagna del fi nanziere France-sco Micheli, ha ricordato che le magagna dell’ente musicale erano cominciate nel 2008, coi tagli crescenti al Fondo unico per lo spettacolo-Fus, ma ha anche rievocato l’allegria con cui, negli precedenti al suo arrivo, si era assunto.

Un intervento accalora-to, quello di Renzi sotto il soffi tto a cassettoni del salone di Dugento di palazzo Vecchio, sede del consiglio fi orentino, come non se ne sentivano da un po’. Ne aveva ben donde, il sindaco, visto che, come ha ricordato lui stesso, i provve-dimenti che gli si chiedeva di revocare erano frutto di un accordo firmato dai sinda-cati e approvato da comune, regione e provincia. E speci-fi catamente rivolto ai suoi av-versari interni, Renzi ha detto, a brutto muso, che giocavano «sul-la pelle di 300 per-sone», vale a dire i lavoratori da sal-vare, e li ha sfi dati a sfi duciarlo. Poi, a quanto riferiscono le cronache cittadi-ne, è uscito dall’aula per chiamare Vasco Errani, che ormai a Largo Nazareno, sede nazionale del Pd a Roma è sempre più il braccio destro di Bersani. Col pre-sidente emiliano, Renzi avrebbe fatto fuoco e fi am-me per l’atteggia-mento della pat-tuglia bersaniana in consiglio e, non

contento, si sarebbe messo a messaggiare con piglio ri-sentito allo stesso segretario nazionale parole di sdegno sui «giochini per strappa-re applausi facili». Secondo alcuni habitué del comune fi orentino, dove ora Renzi è tornato in grande stile e dove sta preparando il rimpasto per l’imminente uscita verso la Camera del vicesindaco e una assessora, il Rottamatore che si sentiva alzare la voce nell’iPhone è quello di un tempo: volitivo, lucido e indi-sponente quanto basta.

Dopo la lealtà dimo-strata nel post-primarie, accettando di non proseguire lo scontro sulle consultazioni per i candidati, di non alzare la posta per la sua quota di deputati nel listino di Bersani e persino di ingoiare l’ostra-cismo a Roberto Reggi, suo coordinatore, tenuto fuori per ripicca dai vertici bersaniani,

Renzi non avrebbe tollerato di do-ver misurarsi con l’ennesima coda di scontro interno. «Cia-scuno valuterà quanto sia in-telligente porre una questione polit ica del

genere, a un mese dalle ele-zioni» ha detto in consiglio. Oltrettutto, fra i suoi, c’era il fondato sospetto che la gaz-zarra sul Maggio fosse stata orchestrata perché, nello stesso giorno, Renzi aveva radunato in città, all’hotel Excelsior, i 45 candidati alle prossime politiche, dal presi-dente del consiglio regionale emiliano Matteo Richetti al milanese Roberto Co-ciancich, che si richiamano a lui, «un incontro motivazio-nale», hanno fatto sapere i suoi, secondo quanto riferito dal Corriere Fiorentino. Con l’effetto di risvegliare anche i bersaniani locali per i quali, evidentemente, le primarie non sono mai fi nite.

E l’arrabbiatura del sindaco deve essere sta-ta vibrante se, a sera, il proconsole di Bersani in To-scana, Andrea Manciulli, segretario regionale e can-didato sicuro alle prossime politiche, ha tirato le orec-chie ai suoi, diramando una nota con l’invito «a chiudere questa stagione di contrap-posizione, nell’interesse del Pd e di questa città». La notizia del «Renzi ridesta-to» sta però facendo il giro d’Italia dove ancora le centi-naia di comitati non hanno smobilitato affatto (quelli di Torino, si sono riuniti sa-bato) e preparano l’appun-tamento congressuale. «Il Rottamatore è tornato», ha postato qualcuno sui

social network, «il bello deve ancora venire». Basterà per arrestare l’emmorragia di voti da quell’area verso la Lista Monti e Fermare il declino?

© Riproduzione riservataMatteo Renzi

DI

Sede: Via Eremo Pietrastorta, 28 Reggio Calabria - Info: 0965.818778 - www.aifi tec.it - info@aifi tec.it

Un colpo alla piazza, uno a Piazza Affari. A Roma statalista, a London rigorista. Il Fassina-pensiero rie-dita l’ambiguità di To-gliatti. In 2.0

Luigi Chiarello

TWEET

Come decideròper chi votare

Questo è il proces-so logico al quale mi atterrò per sceglie-re come votare, non avendo ideolog ie (quindi mai delusio-ni) ma avendo a cuo-re solo gli interessi dei miei nipotini (io ormai sono al di là del bene e del male): 1. Chi rappresenta la minaccia? 2. Chi sono gli avversari del mio nemico, chi fra questi il più cat-tivo? Troppo banale? Certo, ma per un cit-tadino comune il voto è la sintesi estrema della vita pubblica, l’unico momento di totale libertà (una testa, un voto). Gli eurocrati che non amano né le elezioni a suffragio universa-le, né i referendum (amo la Svizzera so-prattutto per questo) perché credi si op-pongano a tutto ciò che è «popolare»?

Carlo Marini,Milano

LETTERA

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11Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 GennaiP R I M O P I A N O

L’ex sindaco di Napoli deluso: «Gli amici non mi hanno più sostenuto, neppure il Pd»

È finito il potere di BassolinoPer mancanza di soldi ha chiuso Fondazione Sudd

DI EMILIO GIOVENTÙ

Il 15 gennaio si è spento il bassolinismo. A darne l’annuncio, involontaria-mente, lo stesso titolare,

Antonio Bassolino: «Non abbiamo più soldi». In prati-ca, dopo poco più di due anni è costretta a chiudere Fonda-zione Sudd, pensatoio, ultimo rifugio, dei cosiddetti bassoli-niani. A decretarne la fine è stato ieri il Cda della fondazio-ne che ha deciso la chiusura per «uno squilibrio strutturale tra entrate ed uscite». In un comunicato è stato dichiara-to che «la Fondazione non ha usufruito di alcun contributo pubblico, e gli stessi contributi degli amici sostenitori si sono ridotti. Non abbiamo dunque le risorse necessarie per continuare ad essere, come abbiamo cercato di fare in questi anni, un punto di incontro e di confronto per diverse forze cultu-rali e politiche. Si è così deciso di avvia-re le procedure per la chiusura delle attivi-tà». Stop, fine attività. «Abbiamo preferito fer-marci adesso che il debito è ancora contenuto visto che ammonta a circa 20mila euro», spiega Bassolino a Italia Oggi. Ma non sono i conti a bruciare all’ex sindaco ed ex governatore. «Anche oggi (ieri per chi legge, ndr) avrebbero potuto

esserci segnali da parte di amici e sostenitori della fon-dazione», riflette amaro Bas-solino, “impegnati nelle istitu-zioni o che stanno per andarci in queste istituzioni anche con le prossime elezioni». Basso-lino sull’aiuto degli amici sembrava contarci, ma all’ap-pello non ha risposto nessuno, neppure «il Pd dal quale avrei voluto un sostegno per questo spazio culturale. Peccato chiu-de una voce importante per il Mezzogiorno». La Fondazione non ce l’ha fatta, «pur avendo ridotto al minimo i costi», ave-va spiegato nei giorni scorsi il direttore Stefano Riccio al sito Parallelo41.net «Tenerla aperta oggi, costerebbe 5.000 euro al mese». E così chiude «casa Bassolino». Nacque nel

2010 forte di un comitato scientifico di spesso-

re. In questi due anni la fondazio-ne ha promosso dibattiti, incon-tri, presentato libri. Il tutto ovviamente a

costi diventati in tempo di crisi

insostenibili. Questa la

notizia. Ma in fondo ce ne sa-rebbe un’altra: Bassolino non fa più presa. Se don Antonio in persona non è riuscito più a convincere gli amici di sempre a sostenere economi-camente il suo progetto, vuol dire che dietro la chiusura di Fondazione Sudd c’è soprat-tutto la fi ne di un epoca, del potere politico esercitato da Bassolino. «Ma no, non si è chiusa un’epoca e non vivo la chiusura della fonda-zione come una sconfit-

ta», ha ribattuto Bassolino. Adesso «mi ritirerò a legge-re, studiare, rifl ettere, il tut-to in modo molto dignitoso», lontano dalla politica attiva, perché «non ho di fare nulla, me ne sto ai margini». Voglia o non voglia, il bassolinismo sembra comunque tramon-tato. Vent’anni è durato: 5 dicembre 1993 – 15 gennaio 2013. Ovvero dalla elezione a sindaco di Napoli all’abban-dono dell’ultimo fortino, con tanto di fuga, dei bassolinia-

ni. Vent’anni trascorsi tra pe-donalizzazione di una piazza simbolo della città di Napoli e la gestione al limite dell’oli-garchia del potere locale tra comune e regione. Un patri-monio politico al quale Bas-solino aveva pensato di dare un rifugio. Ma evidentemente ha fatto male i conti.

Comunque: la chiusura del-la Fondazione non farà perde-re posti di lavoro, perché tutti volontari.

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DI GIUSEPPE STAIANO*

È di queste ore la notizia che la Consulta ha reso note le motivazioni della sentenza con cui ha accolto il ricorso

del presidente Napolitano contro la procura di Palermo, in merito all’or-mai famosa querelle relativa alle intercettazioni che hanno coinvolto il capo dello Stato, nell’ambito dell’in-chiesta giudiziaria sulla presunta «trattativa» Stato-mafia. E come avevamo immaginato, scrivendone già sulle colonne di questo giornale, la decisione di accogliere il ricorso del presidente Napolitano si fonda sulla constatazione che le prerogative degli organi costituzionali, in quanto dero-gano al principio di eguaglianza dei cittadini innanzi alla legge, debbono trovare indubbiamente «fondamento nel dettato costituzionale». Esigenza, questa, che è però soddisfatta «anche quando quel fondamento, pur nell’as-senza di un’enunciazione formale ed espressa, emerga in modo univoco dal sistema costituzionale». Fermo, dunque, il divieto, in tale

materia, di utilizzare «sia l’interpre-tazione estensiva che quella analo-gica», resta tuttavia possibile, «anzi necessaria», quella «sistematica, che consente una ricostruzione coerente dell’ordinamento costituzionale». Or-bene, spiega la Corte, poiché la «discrezione, e quindi la riserva-tezza, delle comunicazioni del presidente della Repubblica» sono «coessenziali al suo ruolo nell’ordinamento costituzionale», è su tale piano che va ricercato, pur in mancanza di una norma espressa, il divieto di captare, anche in modo fortuito, ogni suo colloquio con terzi.Ma, al di là dei tecnicismi giuridici, la pronuncia della Corte stimola un interrogativo. Chiediamoci, infatti, senza ipo-crisie: cambia qualcosa in que-sta, per vero già aspra, campagna elettorale? L’interrogativo non paia malizioso. Quando la Corte, infatti, stigmatizza l’utilizzazione (da parte dei magistrati della Procura paler-mitana) del «metodo primitivo» con-sistente nell’interpretazione letterale

delle norme costituzionali, quando se-gnala che «già la semplice rivelazione ai mezzi di informazione», effettuata da uno di essi, «dell’esistenza delle registrazioni» che riproducevano i colloqui del Presidente integra «un

vulnus» delle sue prerogative costi-tuzionali che doveva «essere evitato», quando ipotizza che, con la divulga-zione dei contenuti di quei colloqui in sede giudiziale, la tutela che la Costituzione assegna al Capo dello Stato sarebbe stata «irrimediabil-

mente e totalmente compromessa», essa sconfessa totalmente l’operato di quei pubblici ministeri. E, dunque, anche del loro «alfie-re», quell’Antonio Ingroia che oggi si presenta al giudizio dei cittadi-

ni, proponendo il suo progetto di «rivoluzione civile». Abbiamo già segnalato, sempre dalle pagine di ItaliaOggi, l’anomalia dell’iniziati-va assunta da Ingroia che si è tra-sformato in leader politico senza, però, rinunciare alla toga.Spiace doverlo ribadire (perché, si sa, è sempre ingrato e di poca sod-disfazione il ruolo di «grillo parlan-te»), ma, sulla scorta di quanto oggi afferma la Corte, è ancor più neces-sario che l’opinione pubblica non smetta di interrogarsi su tale ano-malia. E ciò specialmente di fronte ai balbettii del Csm e all’inerzia dei

due titolari (ministro della Giustizia e Procuratore generale della Corte di Cassazione) dell’azione disciplinare nei confronti dei magistrati.

Avvocato [email protected]

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LA CORTE COSTITUZIONALE HA PUBBLICATO LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA SULLE INTERCETTAZIONI

No all’intrusione nel privato del presidente della repubblica

DI ANDREA GIACOBINO

Il mattone costa caro a Silvio Berlusco-ni che vara la sua personale «spending review». Nei giorni scorsi, infatti, a Mi-lano davanti al notaio Chiara Clerici,

Giuseppino Scabini, l’uomo fidato dell’ex presidente del consiglio nella gestione dei bu-siness di mattone ed ex «ufficiale pagatore» delle Olgettine, ha presieduto un assemblea straordinaria della Dolcedrago (posseduta direttamente nella quasi totalità da Ber-lusconi con due quote distribuite fra i figli Marina e Piersilvio) che ha deliberato una importante modifica dell’oggetto sociale.

All’assemblea dei soci, alla quale erano presenti lo stesso Cavaliere e i due eredi, Sca-bini ha spiegato che «per motivi di raziona-lizzazione dei costi, si intendono accentrare i servizi generali e amministrativi nella so-cietà capogruppo e pertanto propone di mo-difi care l’oggetto sociale al fi ne di prevedere che la società possa svolgere anche l’attività di prestazione di servizi quali quelli, in via esemplifi cativa, ma non esaustiva, ammini-

strativi, informatici, legali, fi scali, societari, tecnici in ambito immobiliare, di gestione e amministrazione del personale, di revisione interna, logistici e per gli acquisti».

In Dolcedrago ci sono attivi per 340,7 milioni costituiti da partecipazioni per 171,7 milioni, fra cui le controllate Immobiliare Idra (che detiene le residenze di Berlusconi, da Arcore a Macherio fi no a villa Certosa) e Videodue, oltre alla collegata Immobiliare Dueville (40%) e al 22% del Consorzio Elicot-teri Fininvest. Finora tutti i servizi svolti da queste società venivano svolti autonomamen-te sia dalle controllate sia dalle collegate, con una inevitabile moltiplicazione dei costi e an-che per questo Dolcedrago ha chiuso il 2011 in rosso per 466mila euro in controtendenza rispetto ai 2,8 milioni di profi tto dell’esercizio precedente. Con la modifi ca statutaria i costi si contrarranno perché Dolcedrago diventerà anche erogatore di servizi e potrà fatturare alle partecipate, alle quali fra l’altro ha ero-gato crediti per 166 milioni senza ricevere alcun dividendo.

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L’IMMOBILIARE DOLCEDRAGO POTRÀ FARE ATTIVITÀ DI SERVIZI

Spending review in casa Berlusconi

Antonio Bassolino

Vignetta di Claudio Cadei

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12 Mercoledì 16 Gennaio 2013 P R I M O P I A N O

Fassino per le elezioni revoca il blocco della circolazione

Sì al voto in autoA Torino circoleranno le Euro3

DI ANTONIO CALITRI

Le elezioni si avvicinano e a Torino cade il blocco della circolazione delle vecchie automobili diesel Euro3,

dopo appena una settimana dall’entrata in vigore. Il cavallo di battaglia del piano antismog della giunta di Piero Fassino e da molti considerato anche un possibile aiuto alla Fiat, è stato bocciato all’unanimità dall’inte-ro consiglio comunale che sem-bra non voler andare alle urne con una parte degli automobili-sti arrabbiati. I 170 mila auto-mobilisti coinvolti nel divieto di circolare con la propria auto in centro, fanno paura alla vigilia delle elezioni così importanti e possono cambiare addirittura l’esito del voto anche in una roccaforte della sinistra come Torino. E così, se il centrodestra ha pensato di strizzare l’occhio-lino ai possessori di vecchie auto che si sono ritrovati a non poter più andare in centro fi no alle ore 17, la preoccupazione nei giorni scorsi aveva attraversa-to anche il centrosinistra per la paura che la sperimentazio-ne di quel blocco, tanto voluto dalla giunta per combattere l’inquinamento e abbassare le emissioni inquinanti, potesse far perdere voti. Quando ven-

ne approvato questo piano, lo scorso novembre nel pieno della crisi Fiat, si alzarono voci sulla possibilità che bloccando ben 150-170 mila automobili-sti e circa 50 mila possessori di veicoli commerciali (autocarri, furgoni, ecc..) si poteva in qual-che modo favorire il ricambio di auto a vantaggio del Lingotto e senza metter un euro di incen-tivi da parte delle prosciugate casse del comune. Un’idea che avrebbe potuto avere anche del vero e soprattutto funzionare sia sul piano ambientale che per l’economia della città e del-la più grande fabbrica italiana se non si fosse incrociata con la peggiore crisi economica dal dopoguerra e quella del merca-to automobilistico dagli ultimi 33 anni. Adesso però mentre il blocco è appena entrato in vi-gore (lo scorso 7 gennaio), tanti automobilisti sono arrabbiati per i disagi. E con l’avvicinarsi delle elezioni, questo malcon-tento potrebbe ritorcersi contro il palazzo. Fassino e l’assessore che ha il piano, Enzo Lavolta non potevano fare marcia indie-tro. Ci ha pensato il consiglio a togliere le castagne dal fuoco in quello che per alcuni osser-vatori è sembrato un gioco delle parti che alla fi ne calmerà gli automobilisti almeno fi no alle

urne. I consiglieri del Pd Dome-nico Mangone e Giovanni Ventura hanno proposto una mozione per sospendere il bloc-co dei diesel Euro3. La giunta con Fassino e Lavolta si è op-posta a quell’azione spiegando l’importanza di tagliare i gas nocivi alla salute; in sala Rossa però i 29 consiglieri presenti, 5 della maggioranza e 24 dell’op-posizione l’hanno approvata all’unanimità. E adesso la giun-ta anche se non è d’accordo, en-tro 40 giorni dovrò dare seguito a quell’indicazione del massimo organo comunale. Certo adesso i toni sono caldissimi con Fassino dato per arrabbiatissimo per la bocciatura del paino che aveva benedetto e l’opposizione galva-nizzata con il capogruppo della Lega Nord Fabrizio Ricca, che ieri ha chiesto che «dopo il sonoro schiaffo ricevuto dal con-siglio comunale il sindaco revo-chi immediatamente le deleghe all’assessore Lavolta, capace di dimostrare sinora solo la pro-pria inadeguatezza». Di fatto, al di là delle schermaglie politiche e delle rivendicazioni del merito sulla vicenda, l’operazione do-vrebbe portare almeno a una sospensione; giusto in tempo per far sbollire dli automobilisti prima delle elezioni politiche.

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DI PAOLO SIEPI

Il maestro Amiconi chiamò il bidello. «Vada a dire a mia moglie di prepararmi come primo la pastina senza formaggio...». «Podi-nò» rispose il bidello che se ne stava tranquillamente seduto a leggere il giornale, senza alzare gli occhi. Lucio Mastronardi, Il maestro di Vigevano. Einaudi. 1962.

L’aspetto criminale dei fondatori dell’euro è che tutto questo che è accaduto loro lo sapevano, e non solo non hanno fatto nulla, ma anzi l’hanno fatto apposta: la crisi dell’euro di oggi era inevitabile. Luigi Zingales. L’Espresso.

Nel Pd di Bersani rischiano di prevalere gli istinti della vec-chia sinistra. Andrea Romano, direttore di Italia Futura. Sette.

In questo quadro di cialtroni, Fiorito non si emenda, ma recita da re Pastore. Grosso e monu-mentale, razzia il gregge pubblico. Ruba e sparti-sce le pecore, tenendo, com’è ovvio, le migliori per sé. Antonio Pennacchi, scrittore. Il Fatto.

Ho compagni di scuola che, in poco tempo, hanno mutato fac-cia e voce, per essere diventati comunisti. Incontro per strada gente che pure senza distintivi, senza bisogno che mi dica nulla, si manifesta per comunista, esattamente come a un prete trave-stito può accadere di tradire la sua vera condizione. Qui si parla, s’intende, dei comunisti di professione, dei funzionari. Vittorio Gorresio, I moribondi di Montecitorio. Longanesi. 1947.

Sanremo sembra una recita di fi ne anno in un asilo di suore. Invece è una delle più importanti feste nazionali. Dagli adulti che imitano i bambini a Sanremo, ai bambini che scimmiottano gli adulti allo «Zecchino d’oro» dei frati antoniani di Bologna, il passo è breve. L’orgia canora ha conquistato e sconvolto l’Italia. Sergio Saviane, Video malandrino. SufarCo. 1977.

Che cos’è la felicità se non star meglio di quanto ci si sarebbe aspettato? Piera Graffer, Fammi volare. Sarabande.

A Milano Italia duello televisivo fra Achil-le Occhetto e Fini. Baffo di ferro è una pena: troppo amichevole, quasi cerimonioso. Fanno la conta su chi ne ha ammazzati di più; se Stalin o Mussolini. Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli.

Mescolarsi con un corpo caro, una sera di pioggia, al buio; scambiarsi il piacere all’uniso-no; addormentarsi insieme, svegliarsi insieme ridendo, col sole a chiazze sopra le lenzuola... Sembra facile, ma novantanove su cento, una cosa o l’altra va storta. Gesualdo Bufalino, Bluff di parole. Bompiani.

Nell’aprile del 1925 dopo la sprovveduta re-volverata di Violet Gibson, Mussolini con il naso incerottato e l’immancabile bombetta grida alla folla delirante: «Se avanzo seguitemi, se indie-treggio uccidetemi, se muoio vendicatemi»; la frase è melodrammatica ma non è sua. Franco Monicelli, Il tempo dei buoni amici. Bompiani.

La balera aveva due ingressi. Su una delle porte stava scritto. «Uomini» e sopra l’altra «Donne» perché il prezzo d’ingresso per gli uomini era superiore a quello delle donne. Le quali ultime erano divise in due categorie: «Donne» e «Vecchie». Le Vecchie ac-compagnavano al ballo le ragazze e non pagavano l’ingresso. Per esse erano predisposte, all’interno del Festival, delle panchette lungo le staccionate laterali. Beppe Gualazzini, Guareschi. Editoriale Nuova.

La nebbia si è rapidamente diradata, le eliche scattano con successione rapida in tutti i punti del campo facendo vibrare la terra, sussultare i bidoni e le cassette attrezzi. In pochi minuti abbiamo decollato: le squadriglie si cercano e si allontanano ver-so Alamein in formazione compatta. Siamo in volo con quaranta apparecchi, più o meno effi cienti, spavaldi e andiamo a punire il nemico nel suo stesso covo, in un cielo oscurato da sciami di cac-cia velocissimi e superarmati, con i nostri biplani anacronistici e ormai modestissimi. Dei nostri biplani, un uffi ciale inglese ha scritto in un diario poi reperito in un accampamento abbando-nato: «Vedo passare sul mio capo, bassissima, una formazione di biplani italiani Fiat. Non so se ridere di scherno o piangere di commozione». Paolo Caccia Dominioni, Alamein 1933-1962. Longanesi.

In Italia la piccola impresa deve tirare un carro che ha le ruote quadrate. Franco M. Scaldaferro, Aritmie del sentimento. Supernova.

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PERISCOPIO

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ani.

DI PUCCIO D’ANIELLO

È candidato per la lista Monti, il ma-gistrato Stefano Dambruoso. È in campagna elettorale, e qualcuno non ha apprezzato la serata che l’altro giorno è stata dedicata alla vicenda di Cice-ruacchio, all’Auditorium, dove proprio Dambruoso è stato un applaudito prota-gonista. Dopotutto, lo spet-tacolo rievocativo era stato programmato da mesi, e non si faceva più in tempo ad annullarlo «causa elezio-ni». Ma le polemiche all’Au-ditorium sono destinate a continuare: domani, giove-dì, al festival delle Scienze andrà in scena un dialogo tra Ezio Mauro e Gustavo Zagrebelsky su “Felicità e democrazia”. Grande assen-te, al Parco della Musica, la destra.

***

Anteprima affollatissima nel cinema Barberini di Roma, ieri pomeriggio, per il film “Lin-coln” di Steven Spielberg. Il racconto è lungo, e offre la visione di un presiden-te che rischia di somigliare sia a Mino Martinazzoli che a Aldo Moro, per il portamento e per la voce. Straordinarie le scene dedicate alla compravendita dei deputati, personaggi che si accontenta-vano magari di una semplice poltrona di direttore delle poste nel loro stato. Tra i vip che assistevano alla proiezione, vedendo come Lincoln si muoveva nei bassifondi della politica per far votare il suo tredicesimo emendamento, si è

sentito un nitido “e poi parlano male di Berlusconi”.

***

Il 22 gennaio arriverà a Roma Benh Zeitlin, regista che ha appena ricevu-to quattro candidature agli Oscar per il suo “Re della terra selvaggia” (Beasts of the Southern Wild), film rivelazione

dell’anno, in uscita in Ita-lia il 7 febbraio. È stato selezionato da Robert Redford per il suo pre-stigioso Sundance Film Festival, dove ha vinto il gran premio della giuria, oltre al premio per la mi-gliore fotografia. Walter Veltroni è avvisato.

***

Mercedes extralusso con targa Scv, ieri pomerig-gio, a due passi da Fon-tana di Trevi, nel centro storico della capitale. All’Accademia nazionale di San Luca veniva pre-

sentato un libro dedicato a quello che viene definito “adeguamento liturgico” delle chiese, scritto da monsignor Tizia-no Ghirelli. In pratica, come ben sin-tetizza il fogliante Camillo Langone, sono parole che indicano la sostituzione dei banchi, l’eliminazione degli inginoc-chiatoi, la rimozione degli altari, e tutte quelle cose che sconcertano gli autenti-ci fedeli, che vorrebbero entrare in una chiesa e non in uno show-room. Come dicono i religiosi veri, “non bisogna di-menticare che la chiesa dura da duemila anni, nonostante i preti”.

INDISCREZIONARIO

Stefano Dambruoso

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13Mercoledì 16 Gennaio 2013MESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

Mentre in Italia tutto tace, all’estero è scoppiato un vero allarme sanitario

La nuova pillola è molto peggioQuelle di 3ª e 4ª generazione sono pericolosissime

DI SIMONETTA SCARANE

Nessuno osava parlar-ne, ma la denuncia di Marion Larat ha dato la stura. E in Francia è

scoppiato lo scandalo sulla pe-ricolosità della pillola di 3ª e 4ª generazione a basso dosaggio di estrogeni, e per questo non fa ingrassare e né aumenta la ritenzione idrica. Raddoppia, però, i rischi di trombosi ve-nose e provoca embolie, anche mortali. Marion, 25 anni, inva-lida al 65%, ha denunciato, un mese fa, la Bayer e l’Agenzia nazionale della sicurezza del farmaco per «attentato involon-tario all’integrità della persona umana». L’ accusa, come ha ri-portato le Nouvel Observateur, è di non aver sottolineato suffi-cientemente gli effetti collate-rali del contraccettivo orale e di non aver raccomandato tutti gli esami necessari prima di som-ministrare la pillola a donne con problemi di coagulazione. I medici dovrebbero prescriverla soltanto in casi particolari, a chi non tollera quella di seconda generazione, e solo dopo aver

sottoposto le pazienti ad accer-tamenti preventivi per scoprire l’esistenza di eventuali patolo-gie vascolari e circolatorie che ne vietano l’utilizzo. La giovane Marion studiava con successo fino a quando l’ictus l’ha resa incapace di parlare e di cam-minare in maniera normale. A provocarlo è stata Meliane, la pillola anticontraccettiva di terza generazione, come certi-ficato dalla Commissione per l’indennizzo delle vittime dei farmaci, con sede a Bordeaux. La ragazza non avrebbe mai dovuto prendere questa pillola a causa dell’anomalia genetica di coagulazione che non sape-va di avere, ma che ha scoper-to soltanto dopo l’infortunio. La battaglia legale di Marion Larat ha acceso un faro sulla pericolosità delle pillole anti-concezionali di terza e quarta generazione e sulle conseguen-ze, anche mortali, che possono provocare. In Francia lo scan-dalo della «nuova pillola» tie-ne banco sui media, mentre in altri paesi tutto tace. Le Monde ha realizzato un’inchiesta rac-contando, con nomi e cognomi,

storie di malattie e di morti dovute ai nuovi contraccettivi orali. Pierre Markarian, presi-dente dell’Associazione vittime delle embolie polmonari, ha rac-contato di aver perso la figlia Theodora, 17 anni, nel 2007, proprio per embolia polmonare provocata dall’assunzione, per due mesi, di Mercilon, pillola di terza generazione. L’inchiesta di Le Monde ha scoperchiato il vaso di Pandora. E lo scandalo ha sollevato un gran polvero-ne, tanto da far intervenire il

ministro per la salute. Marisol Touraine ha chiesto alla Ue misure per limitare diffusione e prescrizioni della pillola di 3ª generazione in Francia. Inoltre, ha annunciato che chiederà all’Agenzia europea del farma-co (Ema) la revisione, in senso restrittivo, delle autorizzazio-ni alla commercializzazione di questi contraccettivi orali. Una scommessa perché proprio l’Ema ha fatto sapere di non avere elementi sulla sicurezza della nuova pillola tali da fargli

cambiare la posizione iniziale. Tuttavia il raddoppio dei rischi di trombosi venose provocate dall’assunzione, per più di cin-que anni, di questi contraccet-tivi di nuova generazione erano noti da tempo, secondo il mini-stro Touraine. A più riprese, dal 1995, il quotidiano Le Figaro, aveva denunciato il paradosso di questi contraccettivi più cari e più prescritti, quando, inve-ce, dovrebbero essere utilizza-ti soltanto in casi particolari. L’Alta Autorità francese della salute (Has) ha declassato, a settembre, la pillola di 3ª e 4ª generazione a un livello insuf-fi ciente che potrebbe indurre il ministro Touraine a eliminar-la dai farmaci rimborsabili dal servizio sanitario pubblico dove le aveva inserite il suo prede-cessore, Roselyne Bachelot, nel 2009, in alternativa per chi non tollerava la pillola di 2ª gene-razione, in commercio. E che dovrebbe continuare a essere prescritta in prima battuta, se-condo l’ex ministro Bachelot. E questo, ora, pare, stia diventan-do un pensiero condiviso.

© Riproduzione riservata

DI ETTORE BIANCHI

Finalmente i cubani potranno viag-giare con più facilità all’estero. Il regime comunista si appresta ad ammorbidire le

leggi in materia, che sono in vigore da mezzo secolo sull’isola. Da pochi giorni è stata eliminata la doman-da di permesso di espatrio, così come la lettera di in-vito compilata da uno stra-niero, indispensabile finora per varcare la frontiera. Basterà avere in mano un passaporto e un visto con-segnato dal paese di desti-nazione. Si potrà lasciare Cuba per un periodo di due anni rinnovabili invece de-gli attuali undici mesi, con-servando la residenza nel proprio paese.

Non mancano, ovviamen-te, i potenziali turisti pron-ti a imbarcarsi su un aereo. Mentre i giovani mostrano entusiasmo per la novità, chi ha qualche anno in più appare prudente. Meglio, dicono alcuni, aspettare e vedere chi sarà autorizzato a partire e in che modo. La moneta locale non vale nulla oltreconfi ne. Inoltre vi sono poche agenzie di viaggio e il prezzo di un volo per gli Stati Uniti corrisponde a due anni di stipendio di un ingegnere. E se i giovani acquisterebbero volentieri un biglietto di sola andata per

cambiare vita, molti adulti tornerebbe vo-lentieri a casa. Dal governo si fa capire che i tempi sono cambiati e che non sarà richiesto alcun certifi cato di buona condotta. È vero che per molto tempo gli emigranti erano

considerati traditori del-la patria, ma si è passati dall’emigrazione degli in-dividui per motivi politici a un fenomeno nuovo, le-gato alle condizioni eco-nomiche. In realtà questo cambiamento poggia su basi realistiche, perché l’invio di soldi dall’este-ro rappresenta, insieme al turismo, la principa-le fonte di entrate per Cuba. Un’emigrazione consistente non farebbe che incrementare questi ricavi.

In ogni caso, se le par-tenze dovessero raggiun-gere livelli eccessivi, le autorità potrebbero sem-pre rifi utare i passaporti per ragioni politiche. E saranno mantenute le

misure che impediscono la fuga dei cervelli oltre frontiera, così da salva-

guardare il capitale umano dell’isola. Niente partenze indiscriminate, insomma, che po-trebbero compromettere lo sviluppo di Cuba proprio nel momento in cui sta partendo la nuova politica economica di apertura voluta da Raul Castro.

© Riproduzione riservata

Il regime punta a incrementare l’invio di soldi dall’estero

Cuba, passaporto facile per chi vuole espatriare

Windows 8, il nuo-vo sistema ope-rativo lanciato da Microsoft a

fine ottobre, ha venduto fi-nora 60 milioni di licenze a livello mondiale. Un risul-tato considerato deludente dalla stes-sa azienda americana. Come ha sottoline-ato Tami R e l l e r , d i r e t t o r e finanziario e marke-ting della divisione Windows, si trat-ta della stessa performance toccata dalla versione prece-dente, la numero sette.

La partenza era stata ra-pida e fruttuosa, con 40 mi-lioni di licenze raggiunte a fi ne novembre, ma il mese successivo si era registrato un notevole rallentamento: le copie erano dimezzate a quota 20 milioni. E questo proprio nel periodo ritenuto il più incoraggiante dell’an-no, in concomitanza con gli acquisti natalizi. Il segnale è preoccupante perché Win-dows genera margini molto elevati per Microsoft, con un utile operativo di 11,9

miliardi di dollari (8,9 mld euro) su un fatturato di 18,9 mld di dollari (14,2 mld euro) nell’esercizio 2012.

Per la società di studi Npd il sistema operativo ha vissuto una falsa partenza nel giorno del Black Friday

americano, quello che dà il via al periodo de-gli sconti. La nuova versione ha contribuito poco al ri-lancio delle fi acche ven-

dite di computer portatili, che hanno perso l’11% in un anno, nonostante le speran-ze riposte nell’ultimo arriva-to. L’obiettivo della casa di Redmond è arrivare a conse-gnare 400 milioni di licenze all’anno, che corrispondono a una media di 33,3 milioni al mese. Al ritmo attuale, però, il traguardo non sarà tagliato.

© Riproduzione riservata

Le vendite non danno i risultati sperati

Falsa partenza per Windows 8

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Le due pagine di «Estero - Le notizie mai lette in Italia» sono a cura di Sabina Rodi

Sarà più facile ottenereil passaporto per l’espatrio

Marisol Touraine

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14 Mercoledì 16 Gennaio 2013 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA

In Germania persino i politici chiedono soldi per rilasciare delle dichiarazioni

Interviste soltanto a pagamentoIl candidato ps Peer Steinbrück è criticato perché esoso

da Berlino ROBERTO GIARDINA

Il miglior uomo nella squa-dra della Merkel è il suo avversario, il socialdemo-cratico Peer Steinbrück,

come scrive Der Spiegel. So-stiene di dire quel che pensa, gli elettori apprezzano la since-rità, ma non approvano le sue idee. Sostiene che il Cancelliere guadagna poco, Frau Angela gli ribatte che «non è un mestiere ma un dovere»; Peer insiste affermando che lei, nei suoi confronti, sfrutta «il bonus di essere donna». Le sue esterna-zioni hanno fatto precipitare il partito al 26%, un minimo storico: se si votasse domenica prossima la Merkel avrebbe già vinto, quasi da sola. Ma quel che i tedeschi soprattutto non perdonano a Peer è di guada-gnare troppo, facendosi pagare per parlare e per concedere in-terviste (almeno 1,3 milioni di euro negli ultimi tre anni).

Che colpa ho se mi pagano pur di sentirmi?, ribatte Stein-brück. In effetti tutti, in Ger-mania, si fanno pagare le in-

terviste. Sarà una questione di misura. In fondo chi risponde alle domande perde il suo tem-po e, da quando è diventato di moda mandare le domande per email, chiedendo una risposta scritta, si fi nisce per lavorare al posto dell’intervistatore. Io in-tervistai Günter Grass gratis, ma, dopo che ha vinto il Nobel, la sua tariffa è di 10 mila euro. Heinrich Böll, anche lui No-bel, mi offrì una birra. Markus Wolf, che era stato il capo del controspionaggio della Ddr e che ispirò a Le Carré La spia che venne dal freddo, ormai in pensione, si faceva pagare le interviste, ma non da me. Lo invitavo a cena e mi costava di più, perché non osavo presenta-re il conto al mio giornale. Lui era un buongustaio, amava i vini italiani e le pappardelle ai tartufi .

I giornali italiani, almeno i miei, non pagano le intervi-ste. Però paga la nostra tv, e accettai di collaborare a due trasmissioni per avere il modo di intervistare personaggi altrimenti irraggiungibili. In-tervistai Karl Dönitz, l’ammi-

raglio che fu il successore per pochi giorni di Adolf Hitler, e gli consegnai la busta con la modesta cifra desiderata, 400 Deutsche Mark. Lui l’aprì per controllare il contante. Non do-vevo avere una faccia che ispi-rava fi ducia al Grossadmiral. Stranamente fu la stessa cifra desiderata da Egon Krentz, che era capo della Ddr quando cadde il muro. Però lui non con-trollò e si scuso: «Sa», mi disse, «sono il primo disoccupato della

Germania comunista». Oggi si affiderebbe a una

delle agenzie che in Germania gestiscono le interviste e le conferenze dei vip. Steinbrück è in buona compagnia: Hans-Dietrich Genscher, per anni ministro degli esteri, arriva a 30 mila euro, ma Gerhard Schröder non si muove per meno di 50 mila. Molto? Bill Clinton chiede almeno tre vol-te tanto, più volo in prima clas-se e albergo a cinque stelle per sé e le guardie del corpo. Gli ex cancellieri Helmut Schmidt e Helmut Kohl, anche se si con-cedono di rado per motivi di sa-lute, si accontentano di 10 mila euro, se non hanno aumentato le tariffe negli ultimi tempi.

Dopo le polemiche suscitate da Peer, i politici al momento si mostrano più discreti, ma l’agente Ulrike Ramsauer trova che tutto questo chias-so sia fuori luogo: pagare per noleggiare un oratore è perfet-tamente normale. Le agenzie hanno liste con centinaia di nomi e i clienti possono cerca-re l’oratore preferito secondo il tema: sport, economia, euro,

borsa, e così via. La mediazio-ne dell’agenzia è necessaria per evitare imbarazzo al cliente, che spesso non ha le idee chia-re, e al vip a cui si risparmia la fatica di dover richiedere l’onorario. Non di rado l’even-to viene annullato, e in questo caso si risparmiano recrimi-nazioni da entrambe le parti. Come per i biglietti aerei, se si annulla all’ultimo momento si paga pegno. Il cliente è costret-to a saldare l’onorario in tutto o in parte. Se è il vip a cambiare idea, se la cava con delle scuse. E l’agenzia pensa a un sostitu-to. Frau Ulrike per sé mette in conto una percentuale del 20%: «Per entrare nella mia squadra non bisogna essere famosi. Io ho in lista oratori che nessuno conosce, ma che sono sempre molto richiesti. L’importante è essere brillanti, divertenti e bene informati. Chiedono cifre abbordabili, ma hanno pochi giorni liberi. E guadagnano mica male». C’è un futuro per chi resterà fuori alle elezioni italiane di febbraio, purché parli almeno l’inglese.

© Riproduzione riservata

DI ETTORE BIANCHI

L’aspartame non è un elemento pe-ricoloso per la salute. Il parere viene dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa),

che ha pubblicato la versione preliminare della valutazione richiesta da Bruxelles.

Si tratta di una questione nodale, perché l’aspartame è molto impiegato nell’industria agroalimentare come additivo dolcificante. Negli ultimi anni sono stati effettuati diversi studi, che denunciavano il pericolo di cancro per i con-sumatori di questa sostanza. Tre, in particolare, sono stati condotti tra il 2006 e il 2010 in Italia dall’Istituto Ramaz-zini di Bologna, in prima li-nea nella prevenzione e nella cura delle patologie tumorali. Ora, però, l’Authority europea sostiene che i metodi di inda-gine rendevano poco credibili i risultati. In particolare, al-cuni tumori non erano stati diagnosticati correttamente. Inoltre, come era stato evidenziato dall’Agenzia ameri-cana per la protezione ambientale, alcuni degli effetti rilevati dalla ricerca italiana potevano essere dovuti a un’infezione di animali. Ancora, per l’autorità Ue, ulteriori indagini, effettuate su altre specie animali, non hanno fotografato alcun rischio.

L’Efsa ha concluso che i dati non giusti-ficano il ritiro di questa sostanza, che è

presente in una notevole quantità di bevan-de, merendine e quant’altro. Non è neppure necessario modificare la dose quotidiana ammessa, attualmente pari a 40 milligram-mi per ogni chilo di peso corporeo.

Da anni su susseguono forti polemiche sull’aspartame. Sospetti di errori, o addirittura di im-brogli, negli studi condotti dal settore industriale negli anni 1970 si sono accompa-gnati a quelli riguardanti le indagini in base alle quali l’utilizzo del dolcificante venne per la prima volta au-torizzato negli Stati Uniti.

Lo studio italiano non era l’unico a paventare pericoli per la salute.

In Danimarca una ricerca condotta su 90 mila donne incinte ha mostrato un in-cremento notevole (rispet-tivamente del 78% e del 29%) del rischio di parto prematuro per le donne che consumavano più di quattro bevande, gassate e non gas-sate, contenenti edulcoranti.

La stessa Efsa, però, cita un altro studio realizzato in Norvegia l’anno scorso, che suggerisce un’associazione molto più debo-le tra questi elementi. L’agenzia europea, comunque, ammette un pericolo per le don-ne incinte colpite da fenilchetonuria, una malattia rara che consiste nell’incapacità di distruggere la fenilalanina derivante dall’aspartame.

© Riproduzione riservata

L’Authority Ue assolve il dolcificante per bibite e merendine

L’aspartame non mette in pericolo la salute

DI MASSIMO GALLI

I ratti confermano la pe-ricolosità dell’alcol per l’essere umano. Nell’am-bito del progetto europeo

AlcoBinge, che studia le con-seguenze a lungo termine de-gli alcolici sulla popolazione giovanile, i ricercatori dell’In-serm (Istituto nazionale fran-cese della ricerca medica) si sono avvalsi di ratti adole-scenti. Così, fra 30 e 40 gior-ni dopo la loro nascita, que-sti piccoli roditori sono stati sottoposti a dosi massicce e regolari di alcool.

Per constatare i danni di questo trattamento si è at-teso che i ratti diventassero adulti. È emerso che, più l’alcolismo era precoce in età giovanile, più si svilup-pavano dipendenze incon-trollabili. Messi in condizio-ne di scegliere liberamente, alcuni ratti raggiungevano livelli di consumo quotidia-no che andavano da 4 a 5 grammi di alcool puro per chilogrammo.

Ripetute intossicazioni in età adolescenziale, nel mo-mento in cui il cervello non ha ancora terminato la sua maturazione, comportano una perdita di controllo nel consumo da adulti e sono

all’origine di cambiamenti neurologici a lungo termi-ne. E questo avviene proprio mentre tra i più giovani si diffondono nuove mode di consumo sfrenato. Una di esse prende il nome di bin-ge drinking e viene dai paesi anglosassoni e scandinavi. Consiste nel bere molto, in breve tempo, per arrivare subito all’ebbrezza. Un com-portamento che, oltre a de-terminare il rischio di coma etilico, danneggia irrimedia-bilmente il cervello.

© Riproduzione riservata

Devastanti effetti sugli esemplari adulti

Alcol, i guasti sui giovani topi

L’aspartame è utilizzato come dolcii cante

in molte bibite

Peer Steinbrück

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21Mercoledì 16 Gennaio 2013

ETÀ

con

LA LEGGEDI STABILIT

in edicola cDiritto

conin edicola c

& Fisco

Il ministro Severino ha controi rmato la legge che sarà pubblicata venerdì in G.U.

Riforma forense, ora si parteRaffi ca di novità. Ma serviranno molte norme attuative

DI GABRIELE VENTURA

La riforma forense è pron-ta ad approdare sulla Gazzetta Uffi ciale. Con diverse novità, tra cui

la riserva per l’attività di assi-stenza legale stragiudiziale e il tirocinio professionale a 18 mesi. Il ministro della giusti-zia Paola Severino, nella tarda serata di lunedì scorso, ha con-trofi rmato la legge già fi rmata dal presidente della repubblica Giorgio Na-politano, che dunque adesso è pronta per la pubblicazione, che avverrà venerdì. La legge era sta-ta approvata proprio sotto Natale in via defi nitiva dal Senato, che aveva così messo la parola fi ne a un iter durato quattro anni e mezzo. Tanto è passato, infatti, dal maggio 2008, quando la legge, scritta e voluta fortemente dall’avvo-catura, è approdata a Palazzo Madama in prima lettura, per poi impantanarsi più volte sia al Senato sia alla Camera. A distanza di 80 anni dalla ema-

nazione della legge che ha re-golamentato fi no a oggi l’ordi-namento forense, gli avvocati hanno quindi il loro nuovo statuto, anche se (si veda la ta-bella in pagina) sono numerose le deleghe da attuare per dare piena attuazione alla legge. In sintesi, la legge si compone di 67 articoli. Si parte dalla disci-plina dell’ordinamento forense e della professione di avvocato, dove si prevede, tra l’altro, la riserva per l’attività di assi-

stenza legale stragiudizia-le. Discipli-nate poi le associazioni tra avvocati, che potranno essere anche multidiscipli-nari, mentre al governo spetterà il

compito di emanare un dlgs che regolamenti le società tra avvocati. Dalle quali, però, sono esclusi i soci di puro capitale. Gli avvocati, inoltre, potranno acquisire il titolo di specialista, ma servirà un percorso forma-tivo di due anni. È libera, poi, la pubblicità informativa, a patto che sia veritiera e non comparativa. L’avvocato dovrà

dotarsi di copertura assicura-tiva, sia per la responsabilità civile, sia per gli infortuni. Il preventivo scritto, invece, è obbligatorio solo su richiesta del cliente, mentre i parametri saranno indicati dal ministe-ro della giustizia con decreto su proposta del Cnf, ogni due anni. Per quanto riguarda il tirocinio professionale, esso dura 18 mesi, come previsto dal dl liberalizzazioni. Non determina l’instaurazione di rapporto di lavoro subor-dinato anche occasionale. Al praticante, è sempre dovuto il rimborso-spese, e, decorso il primo semestre di pratica, possono essere riconosciuti al tirocinante, con apposito contratto, un’indennità o un compenso per l’attività svol-ta. Il tirocinio consiste anche nella frequenza obbligatoria, per un periodo non inferiore a 18 mesi, di corsi di formazione di indirizzo professionale te-nuti da ordini e associazioni forensi.

©Riproduzione riservata

Circa il 60% dei detenuti è plurirecidivo; 28.459 de-tenuti, ovvero poco meno del 50% della popolazione detenuta, ha tra una e quattro carcerazioni precedenti a quella per cui è attualmente in galera. La metà circa di queste carcerazioni è il frutto di condanne defi ni-tive; 6.890 detenuti hanno tra 5 e 9 carcerazioni già scontate in passato, 1.394 addirittura tra 10 e 14. Ben 350 detenuti hanno più di 15 carcerazioni sulle spal-le; 28.608 detenuti sono quelli invece alla prima car-cerazione. La recidiva è il grande tema irrisolto della questione penale in Italia. Sono questi alcuni dei dati forniti dall’amministrazione penitenziaria sui detenuti al 1° gennaio 2013. Essi sono 65.701. Il 4,27% della popolazione reclusa è femminile. La capienza regola-mentare è oggi cresciuta sino a 47.040 posti. Questo dato è però poco chiaro. Infatti i posti letto erano 44 mila qualche mese fa e le carceri da allora sono sempre le stesse 206, anzi vari reparti sono stati nel frattempo chiusi in considerazione delle drammatiche condizioni di degrado. In ogni caso il dato raccolto il 31 dicembre è necessariamente un dato approssimato per difetto rispetto ai numeri reali della detenzione in Italia in quanto sono molti i detenuti che durante il periodo na-talizio usufruiscono di permessi premio e che pertanto non sono conteggiati tra quelli presenti. Circa 15 mila hanno meno di 30 anni. Una popolazione, quindi, molto giovane. 587 detenuti hanno invece più di 70 anni. Oltre il 40% della popolazione ristretta è celibe o nubile. I laureati sono 604, di cui 176 stranieri, ovvero meno dell’1% del totale. Sono fi nanche in numero inferiore agli analfabeti totali. La rilevazione per gli stranieri è spesso non attendibile in quanto molti di essi hanno percorsi anomali di studio. Meno di un terzo del totale sono i detenuti che dichiarano di avere un lavoro fuori. Circa 1.800 sono quelli che si defi niscono imprenditori o liberi professionisti. Il 19% dei detenuti è in attesa del primo giudizio, ovvero non ha subito neanche la condanna in primo grado. Circa il 20% è in attesa della decisione della Corte d’appello o della sentenza defi -nitiva della Corte di cassazione dopo avere subito una condanna iniziale. La percentuale degli stranieri in cu-stodia cautelare sfi ora il 50% del totale degli stranieri reclusi, un 10% superiore rispetto al dato corrispon-dente degli italiani. L’1,93% sta scontando una misura di sicurezza detentiva. Poco più di 10 mila persone sono state condannate a pena inferiore ai 3 anni. Diventano 24 mila se si considerano tutti coloro che hanno una pena residua da scontare inferiore ai 3 anni. Eppure molti di costoro non accedono ugualmente alle misure alternative o alla detenzione domiciliare a causa degli ostacoli normativi o delle ritrosie della magistratura di sorveglianza. Gli ergastolani sono 1.581. Gli stra-nieri sono 24.179. La nazionalità più rappresentata è quella marocchina con 4.480 detenuti. Una buona par-te degli stranieri è reclusa in Lombardia, Piemonte e Lazio. Guardando alla regione di nascita degli italiani, al primo posto c’è la Campania con 11.831 detenuti, seguita dalla Sicilia con 7.915. Al terzo posto di que-sta non lusinghiera classifi ca vi è la Puglia con 4.557 detenuti. Al quarto la Calabria e al quinto, prima tra le regioni non meridionali, vi è la Lombardia con 3.287 detenuti. Sono solo 18 i detenuti valdostani. A partire dal dicembre del 2010, mese della sua entrata in vigore, sono circa 9 mila i detenuti usciti con la legge defi nita enfaticamente prima svuota e poi salva carceri.

Patrizio Gonnella

Il 60% dei detenuti è plurirecidivo

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Gli avvocati potran-no acquisire il titolo di specialista, dopo un percorso formati-vo di due anni. Libe-

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DI GABRIELE VENTURA nazione della legge che ha re dotarsi di copertura assicura

ASSOCIAZIONI E SOCIETÀ TRA AVVOCATI: sarà compito del ministro della giustizia individuare, tramite regolamento, le categorie professionali i cui iscritti potranno partecipare alle associazioni. Mentre per le società tra avvocati la delega spetta al governo che, entro sei mesi dall’entrata in vigore della riforma forense, dovrà adottare un dlgs per disciplinare le società tra avvocati.

SPECIALIZZAZIONI E PARAMETRI: i parametri per i compensi degli avvocati vengono indicati ogni due anni dal ministro della giustizia tramite decreto, su pro-posta del Cnf. Sulle specializzazioni forensi, il regolamento dovrà essere adottato entro due anni dal ministro della giustizia, previo parere del Cnf, è dovrà stabilire le modalità per ottenere e indicare il titolo di specialista.

TIROCINIO ED ESAME DI STATO: spetterà al ministro della giustizia, sentito il Cnf, adottare con proprio decreto il regolamento che disciplina tra l’altro le modalità di svolgimento del tirocinio e le relative procedure di controllo da parte del competente consiglio dell’ordine. Sempre il ministro della giustizia, sentito il Cnf, è chiamato a regolamentare la formazione obbligatoria dei tirocinanti.

ALTRE DELEGHE: nella riforma forense sono contenute le deleghe al ministro della giustizia per regolamentare, entro un anno, l’attività di praticantato presso gli ufi ci giudiziari. Il governo è inoltre chiamato ad adottare, entro due anni, un dlgs per il riordino della disciplina della difesa d’ufi cio. Mentre il Cnf dovrà disciplinare la scuola superiore dell’avvocatura e, entro un anno, è chiamato a redigere il nuovo codice deontologico, sentiti gli ordini forensi circondariali e la Cassa di previdenza e assistenza forense in relazione alle materie di interesse.

ASSOCIAZIONI E SOCIETÀ TRA AVVOCATI à it d l i i t d ll

LE DELEGHE DA ATTUARE

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Per informazioni: 02.58219.811; invia i tuoi quesiti a: [email protected]

VIDEO forum 2013

CONSULENTI DEL LAVOROAGRIGENTO Sede Cpo - Via Lombardia 24/A - Villaggio MosèANCONA Sede Cpo Via Orefici 2AREZZO Sede Cpo - Via Madonna del Prato 77AOSTA Sede Cpo - Via Torino 25ASCOLI PICENO Hotel Best Western Villa Pigna - Via Assisi, 33 - FolignanoAVELLINO Viva Hotel -Via Tuoro Cappuccini 97/AAVELLINO (Ariano Irpino) Sala Convegni Castello Normanno - Villa ComunaleBARI Hotel Majesty - Via gentile 97/BBAT Il Brigantino 2 - V.le Regina Elena - Litoranea di LevanteBERGAMO Centro Congressi Giovanni XXIII - V.le Papa Giovanni 106BOLOGNA Sede Cpo - Via Fratelli Cairoli 7 BRESCIA Sede Cpo - Via Salgari 43/bBRINDISI Sede da comunicareCAGLIARI T Hotel - Via Dei Giudicati 66CALTANISSETTA Sede Cpo - Via Cimabue s.n.c.CAMPOBASSO Sede Cpo - Via Tiberio 92/ACASERTA Sede Cpo - Via M. Forgione 12CATANIA (Acitrezza) Marina Palace Hotel - Strada Provinciale n° 1CATANZARO T Hotel- Loc. Garrubbe SS280 Lamezia TermeCHIETI Sede Cpo Via Spezioli 16COMO Sede Cpo - Via Giulini 10COSENZA Hotel Jolly - C.so Garibaldi 93 - CastrovillariCOSENZA (Rende) Il Muso del Presente - P.le J. Fitzgerald Kennedy (Centro Comm.le Metropolis)CREMONA Sede Cpo - Via Palestro 66 CROTONE Sala del “Lido degli scogli” - Via Magna Grecia 49CUNEO Sede Cpo Via Roma 14ENNA Sede Cpo - P.zza Ing. Panvini 12FERMO Hotel David Palace - Via Gaspari Spontini 1 - Porto San GiorgioFERRARA Sala Convegni dell’Hotel Carlton - Via Garibaldi 93FIRENZE Hotel Albani - Via fiume 12FOGGIA Sede Cpo - Via della Rocca 38FROSINONE Sala convegni Sacro Cuore di Gesù - P.zza D. FerranteFROSINONE Sede Cpo - Via F. Fellini 4FROSINONE Sala “Il Facocchio” - Via Rotondi - VeroliGENOVA Sede Ordine degli Avvocati, Via XXII Ottobre 3IMPERIA Tribunale di Imperia - Via XXV Aprile 67ISERNIA Sede Cpo - Via XXIV Maggio 95LATINA Club Nautico di Gaeta - P.zza Carlo III - GaetaLATINA Hotel Excelsior di Latina - P.le Lelia Caetani snc - Latina ScaloLECCO Sede Cpo - Via Parini 29LIVORNO Sede Cpo - P.zza Attias 37LODI Sede da comunicareMACERATA Aula Magna - Istituto Tecnico Comm.le A. Gentili - Via F.lli CiociMANTOVA Sala convegni Banca Popolare di Mantova - Via P. Amedeo 2MASSA CARRARA Sede da comunicareMESSINA Via Sicilia 14 98124MILANO Via Aurispa, 7NAPOLI Ramada Hotel Naples - Via G. Ferraris 40NAPOLI Studi di produzione QUARTO CANALE FLEGREO - Via Paisiello 3/5 - QuartoNAPOLI Hotel Al Mulino - Via La Fabbrica 9 - AnacapriNAPOLI Hotel delle Terme di Re Ferdinando - Via A. De Luca 70 - IschiaNAPOLI (Pompei) Sala Consiliare del Comune di Pompei - P.zza Bartolo Longo 36 NAPOLI (Sant’Agnello) Conservatorio dei Sette Dolori - Via Iommella Grande 99NOVARA Hotel La Bussola - Via Boggiani 54NUORO Sede Cpo - Via Dessanay 121ORISTANO Sede Cpo - Viali Diaz 87/cPADOVA Centro Congressi Hotel Piroga - Via Euganea 48 - Selvazzano DentroPALERMO Sede da comunicarePERUGIA Sede Cpo - Via Sicilia SC. F, 27PESARO-URBINO Cruiser Congress Hotel - Viale Trieste 281

PESCARA Sala Conferenze “A. Taraborrelli” Cassa Edile di Pescara - Via Prati 29PIACENZA Sede Cpo - C.so Vittorio Emanuele 243PISA Sede Cpo - Piazza Vittorio Emanuele II 2PISTOIA Seminario Vescovile di Pistoia - Via Puccini 36POTENZA Sede Cpo - Via del Gallitello 56RAGUSA Sede Cpo - Via Ponchielli 7 RAVENNA SALA DELLA CENTURIA ex Polo Ceramico-Via Granarolo,62-FaenzaREGGIO CALABRIA E’ Hotel - Via Giunchi 6RIETI Via G. Pannesi, 11RIMINI Sala convegni della Banca di Credito Coperativo Valmarecchia - Via Marecchiese 27ROMA Sala Scuola Alta Formazione Fondazione Studi - Via C. Colombo 456 sc. B 10 p.SASSARI Sede CpoSAVONA Sede Cpo - Via Paleocapa 18/28SIENA Sede CPO - Via Curtatone 12SIRACUSA sede da comunicareSONDRIO Sala “E. Vitali” della Banca Credito Valtellinese - Via delle Pergole 10TARANTO Università LUMSA - P.zza S. Rita - Via Ancona 91TERAMO Sede Cpo - Via Trento e Trieste, 24TERNI Hotel Valentino - Via Plinio il Giovane 3/5TORINO LIRA Team System - Via Trecate 34/8TRENTO Sede Cpo - via Maccani 211TREVISO Hotel BHR - Via Postumia Castellana 2UDINE Sede da comunicareVARESE Sede Cpo - Via Bernascone 14VENEZIA Sala Conferenze del Novotel Venezia Mestre Castellana - Via A. Ceccherini 21VERONA Sala Convegni Hotel San Marco - Via Longhena 42VICENZA Sede Cpo - Corso Santi Felice e Fortunato 62VITERBO Sede Cpo - Via Genova 17DOTTORI COMMERCIALISTIAGRIGENTO Via Mazzini n. 205 (92100) ASCOLI PICENO Hotel “VILLA PICENA” Via Salaria 66 Colli del TrontoAVELLINO Viva Hotel -Via Tuoro Cappuccini 97/AAVELLINO (Ariano Irpino) Sala Convegni Castello Normanno - Villa ComunaleAVEZZANO Via C. Corradini 222, 67051BASSANO DEL GRAPPA Sede ODCEC - Largo Parolini 131/BBARI Hotel Majesty - via Gentile 97/BBELLUNO Centro Congressi Giovanni XXIII (Sala Luciani) - Piazza Piloni 11BOLOGNA P.zza De’ Calderini 2BRINDISI Sede ODCEC - Via Cramine 44CAGLIARI Hotel Caesar’s - Via Darwin 2/4 - Sala “Monica”CALTAGIRONE Viale Autonomia 27CALTANISSETTA Via Filippo Paladini 18CASSINO ODCEC di Cassino - Aula Magna della Facoltà di Ingegneria - V. G. Di Basio, 23CATANIA Aga Hotel - Viale Ruggero di Lauria n. 43CHIAVARI Sede ODCEC - via Bontà 71/1CHIETI Sede ODCEC - Via C. De LollisCOMO Sede ODCEC - via Volta 3 COSENZA (Rende) Museo del Presente C/o Centro Commerciale MetropolisCOSENZA (Rossano) Sede ODCEC - Viale Sant’Angelo COSENZA (Paola) ODCEC di Paola - Via S. Agata (Centro Comm.le Le Muse)CROTONE Sala del “Lido degli scogli” - Via Magna Grecia 49CUNEO Sede ODCEC - C.so Nizza 36 ENNA Auditorium istituto Tecnico Commerciale Duca D’Aosta - Via S. Mazza 3/4FERMO Sala Convegni ODCEC - Corso Cefalonia 69FOGGIA Auditorium Scuola Agraria–C.so Scuola Agraria–71042 CerignolaFROSINONE Sede ODCEC - Via Valle Fioretta (Angolo Mascagni Pal. S.I.F. scala B 8°piano)IMPERIA Tribunale di Imperia - Via XXV Aprile 67LA SPEZIA Sede ODCEC - Piazzale Kennedy 27LANCIANO Sala conferenze presso il Patto Territoriale Sangro Aventino - Santa Maria Imbaro (CH)LARINO Via Incoronata 157/BLATINA Hotel Excelsior di Latina - P.le Lelia Caetani snc - Latina Scalo

MACERATA Aula Magna - Istituto Tecnico Comm.le A. Gentili - Via F.lli CiociMANTOVA Sala Convegni ODCEC - Via Ilaria Alpi 4MESSINA (Barcellona P.G.) Sala “OASI” – Piazza San SebastianoMESSINA Via Santa Maria Alemanna 25MILANO Sala Convegni ODCEC - Corso Europa 11MONZA - BRIANZA Sala Convegni ODCEC - Via Lario 15 (Monza)NAPOLI Ramada Hotel Naples - Via G. Ferraris, 40 - NapoliNAPOLI Hotel delle Terme di Re Ferdinando - Via A. De Luca 70 - IschiaNAPOLI Studi di produzione QUARTO CANALE FLEGREO - Via Paisiello 3/5 - QuartoNAPOLI Hotel Al Mulino - Via La Fabbrica, 9 - AnacapriNAPOLI (Torre Annunziata) SEDE DA COMUNICARE NOLA via Anfiteatro Laterizio 220 - 80035 (NA).NOVARA Hotel La Bussola - Via Boggiani 54OGLIASTRA (Tortolì) Hotel Rurale Abba e Murta - SS 125, km 134 - Sala ConferenzeORISTANO Sala Convegni ODCEC - Viale Diaz 87/C PALERMO Palazzo Branciforte, Via Bara all’Olivella n. 2PAVIA Sede ODCEC Palazzo Demetrio - Strada Nuova 86PAVIA (Voghera) Piazza San Bovo 37PERUGIA Sede dell’Ordine – Via G.B. Pontani 3BPERUGIA (Gubbio) Business Point – Viale Europa, 97 - Loc. Cipolleto PERUGIA (Città di Castello) Scuola I.P.S.S.A.R.C.T. “Felice Cavallotti” – Viale Aldo Bologni 86 PERUGIA (Foligno) Sala convegni CONFARTIGIANATO IMPRESE – Via A. da San Gallo, 17/BPERUGIA (Norcia) “Studio Sistema Impresa” - Via XX Settembre, 2C PERUGIA (Castiglione del Lago) Palazzo Municipale – Piazza Gramsci 1PERUGIA (Spoleto) Sala riunioni “Studio Burini” - centro comm. “Il Ducato” – Via dei Filosofi 59 PERUGIA (Todi) Scuola I.T.C.G. “Luigi Einaudi” – Via Menecali Abdon 1 PISA Sede Cpo - Piazza Vittorio Emanuele II 2PORDENONE Sala Convegni CCIAA - Corso Vittorio Emanuele II 47POTENZA Sala Convegni ODCEC - Via della Chimica, 61PRATO Sede ODCEC - Via Pugliesi, 26REGGIO CALABRIA (Palmi) Via S. Pugliese, 119, 89013, Gioia TauroREGGIO CALABRIA (Locri) Sede ODCEC - G.Matteotti 356REGGIO EMILIA Sala convegni ODCEC - Via R. Livatino 3RIETI Sala dei Cordari - Via Arco dei Ciechi 22ROMA (Tivoli Terme) Grand Hotel Duca D’Este - Via Tiburtina Valeria, 330SALERNO Sede ODCEC - Via Roma 39SALERNO (Sala Consilina) Sala Convegni ODCECSALERNO (Vallo della Lucania) Via Croce n. 25SAVONA Sala Convegni ODCEC - Via Paleocapa 18SIENA Auditorim Banca MPS - Viale Mazzini 23SIRACUSA Sala Convegni ODCEC - Viale Santa Panagia 141 Scala E SONDRIO SEDE DA COMUNICARE TRAPANI Sede ODCEC - Via Eurialo, 7TRAPANI (Marsala) Sede ODCEC - Via Mazzini 111 ATRIESTE Sede ODCEC - Via Roma 17VASTO Via Incoronata 157/B (CH)VERBANIA via S. Bernardino, 27VICENZA (Bassano del Grappa) Sede ODCEC - Largo Pariolini, 6VITERBO Sala Conferenze del Centro Congressuale Domus - Via Fiume 12 (La Quercia)ALTREBARLETTA-ANDRIA-TRANI Società Cooperativa Formazione Comunicazione e Marketing - Via dell’Aia 6, TrinitapoliBOLOGNA Federazione Banche Credito Cooperativo Emilia Romagna - Via Trattati Comunitari 17COSENZA (Mirto Crosia) CLAAI - Sala ASSIMPRESA CALABRIA CLAAI - Via Nazionale 121MILANO Unione Fiduciaria - Via Amedei 4ROMA Unione Fiduciaria - Via Piemonte 39TARANTO (Massafra) Sede ASSPEC - Palazzo della Cultura Via Caduti della Nave RomaUDINE LAPET - Executive Meeting Center - via Tellini 1VITERBO Sede LAPET C/O Sala Obiettivo Impresa Srl-Via Ippolito Nievo 25 B

in diretta su:

canale 507 di Sky www.italiaoggi.it www.ipsoa.it

ELENCO DI TUTTE LE SEDI COLLEGATE AL VIDEOforum2013

PROGRAMMA

Interventi: Marina Calderone, Presidente CUP e Paolo Pennesi, Direttore Generale del Ministero del Lavoro

Modera: Marino Longoni, Condirettore ItaliaOggi

I TEMI E GLI ESPERTI:

Il redditometro Andrea Bongi L’Iva per cassa Norberto Villa Le novità in materia di accertamento Fabrizio Giovanni Poggiani La riforma del lavoro Giuseppe Buscema I beni ai soci Duilio Liburdi La responsabilità solidale negli appalti Enrico Zanetti Fatturazione e territorialità IVA Paolo Centore Le sentenze su fisco e lavoro Debora Alberici

RISPOSTE AI QUESITI DA PARTE DEI DIRIGENTI DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE E DEL MINISTERO DEL LAVORO

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23Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16I M P O S T E E TA S S E

Il garante per la protezione dei dati personali detta le regole per la campagna 2013

Elezioni, sms con il consensoPropaganda elettorale ma senza violare la privacy

DI ANTONIO CICCIA

Propaganda elettorale telefonica o con sms o mail solo con il con-senso dell’interessato.

Con il provvedimento n. 1 del 10 gennaio 2013, pubblicato sulla G.U. n.11 del 14 gennaio

2013, il garante della privacy ha dettato il vademecum per le prossime elezioni politiche e regionali. Tra l’altro non ci vuole il consenso per i dati tratti dalle liste elettorali e non ci vuole l’informati-va per l’invio dei cosiddetti «santini».

Ma vediamo il dettaglio del provvedimento con le istru-zioni per partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candi-dati.

Quando non ci vuole il consenso. Non è necessario il consenso per dati contenuti nelle liste elettorali detenute dai comuni, e per i dati perso-nali di iscritti e aderenti. Lo stesso vale anche per altri elenchi e registri in materia di elettorato passivo e attivo (come l’elenco degli elettori italiani residenti all’estero) e altre fonti documentali dete-nute da soggetti pubblici ac-cessibili a chiunque. Si posso-no utilizzare dati raccolti nel corso di relazioni interperso-nali avute con cittadini.

Quando ci vuole il con-senso. Il consenso è ne-cessario per l’invio di sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax. Ci vuole il consenso anche per i dati raccolti automaticamente su internet o ricavati da forum o newsgroup, liste di abbonati a un provider, dati presenti sul web per altre fi nalità.

Lo stesso vale per poter usare i dati degli abbonati presenti negli elenchi telefo-nici, i quali dovranno quindi preventivamente manifestare la loro disponibilità a ricevere questo tipo di telefonate. Sono utilizzabili, ma solo previo consenso, anche i dati relativi

a simpatizzanti o altre perso-ne già contattate per singole iniziative o che vi hanno par-tecipato (per esempio per re-ferendum, proposte di legge, raccolte di fi rme).

Dati non utilizzabili. Al-

cuni dati sono off limits. Si tratta degli archivi dello stato civile, dell’anagrafe dei resi-denti, degli indirizzi raccolti per svolgere attività e com-piti istituzionali dei soggetti pubblici o per prestazioni di

servizi, anche di cura; delle liste elettorali di sezione già utilizzate nei seggi; dei dati annotati privatamente nei seggi da scrutatori e rappre-sentanti di lista durante ope-razioni elettorali.

Informative. I cittadini devono essere sempre infor-mati sull’uso che si fa dei loro dati. Se i dati non sono raccolti direttamente presso l’interessato, l’informativa va data all’atto della registra-zione dei dati o al momento del primo contatto. Peraltro il garante ha previsto due deroghe provvisorie per l’ob-bligo di informativa: 1) i dati siano raccolti direttamente da pubblici registri, elenchi, atti o altri documenti conoscibili da chiunque senza contattare i medesimi interessati; 2) il materiale propagandistico di dimensioni ridotte tali che, a differenza di una lettera o di un messaggio di posta elettro-nica, non sia possibile inserire un’idonea informativa anche sintetica. La deroga vale fi no al 30 aprile 2013. Oltre quella data i dati possono essere con-servati e utilizzati, ma solo per esclusive fi nalità di selezione di candidati alle elezioni, di propaganda elettorale e di con-nessa comunicazione politica, e solo se si manderà agli inte-ressati entro il 30 giugno 2013, una apposita informativa. Sen-za l’informativa, i dati devono essere cancellati o distrutti.

© Riproduzione riservata

Le spese anticipate dalle amministra-zioni comunali per l’organizzazione tecnica e l’attuazione delle prossime consultazioni elettorali politiche, sa-ranno rimborsate dallo stato solo a seguito di presentazione di apposito

rendiconto da presentarsi entro il termine perentorio di sei mesi dal-la data delle consultazioni, ovvero entro il 24 agosto 2013. Per quanto riguarda, invece la Lombardia, Mo-lise e Lazio, interessate anche dalle

elezioni regionali, gli oneri sostenu-ti dai comuni saranno rimborsati in due terzi da parte dello stato e un terzo dalla regione. È quanto si evin-ce dalla circolare n. 1/2013 con cui il dipartimento della fi nanza locale del Mininterno ha fatto luce sulle regime delle spese per le elezioni politiche e regionali che si svolgeranno, come noto, il 24 e 25 febbraio prossimi.Sono i comuni, pertanto, che devono sopportare il maggior onere per far sì che la macchina elettorale funzioni a dovere. Questi, infatti, devono cor-rispondere ai componenti del seggio elettorale (1 presidente, 4 scrutatori e 1 segretario), i rispettivi onorari. In questa tornata elettorale (tranne nelle regioni dove non si vota per il presidente e il consiglio regionale), al presidente di seggio spetteranno 187 euro, mentre a scrutatori e se-gretari andranno 145 euro. Le ammi-nistrazioni comunali potranno anche pianifi care turnazioni di lavoro stra-ordinario del personale in organico, necessario al corretto svolgimento delle elezioni. A tal fi ne, potranno es-sere rimborsati dallo stato prestazio-ni di lavoro straordi-nario (il cosiddetto periodo elettorale) svolte dal 24 dicem-bre scorso sino al 26 marzo prossimo. Ma

vi è di più. Qualora l’ente non riesca a fronteggiare con il proprio persona-le le esigenze correlate alle elezioni, potrà stipulare contratti individuali di lavoro a tempo determinato, per il periodo che intercorre tra la data di pubblicazione del decreto di con-vocazione dei comizi e il 30° giorno successivo alla stessa consultazione. Le spese per l’assunzione di tale per-sonale, considerato che le rimborsa il Viminale, non gravano sul bilancio comunale e quindi non soggiacciono ai limiti vigenti in materia di spesa per il personale (ex. art. 9, comma 28 dl n. 78/2010). In ogni caso, qualun-que sia la natura e l’ammontare delle spese sostenute, i comuni dovranno redigere apposita rendicontazione delle stesse da trasmettere alle pre-fetture entro il 24.8.2013, a pena di decadenza.Per quanto riguarda le regioni inte-ressate anche dalla consultazione elettorale regionale, il riparto del-le spese si intende nella misura di due terzi a carico dello stato e di un terzo a carico della regione. In queste regioni, ai presidenti di seg-

gio andranno 224 euro, mentre 177 euro sono previsti per scrutatori e segretari.

Antonio G. Paladino© Riproduzione riservata

Rimborsi ai comuni entro il 24 agosto 2013

DI STEFANO MANZELLI

Sarà una partenza in salita per la pa-tente europea che potrebbe entrare in vigore sabato prossimo ancora senza una completa identità. Manca infat-

ti all’appello il decreto correttivo che nella stesura sottoposta al vaglio del Consiglio dei ministri del 22 dicembre introduce aggiusta-menti dilazionati nel tempo anche in materia di sanzioni. Il rischio è quello di paralizzare l’attività sanzionatoria della polizia stradale in materia di licenze di guida. O almeno di complicarla ulteriormente. A quanto risulta ad ItaliaOggi il capo dello stato ha ricevu-to il provvedimento correttivo solo giovedì scorso e dovrebbe quindi siglare la novella nelle prossime ore. Una volta completato l’iter al Quirinale il provvedimento potrebbe sbarcare in Gazzetta a ridosso dell’entrata in vigore della riforma ma con possibili sor-prese di diritto transitorio. L’unica certezza sulla riforma della patente europea quindi, al momento, è che il 19 gennaio entreranno in vigore le disposizioni del testo del dlgs

59/2011. Ma nulla ancora si sa ancora di certo sul dlgs correttivo che potrebbe anche essere pubblicato in tempo mantenendo però l’impostazione letterale dell’art. 24 della boz-za ovvero un’immediata vigenza di alcune regole burocratiche e il rinvio degli aggiu-stamenti sanzionatori.

Il rischio, dunque, è che si crei una grave discrasia, che produrrebbe conseguenze ne-gative sull’applicazione delle nuove norme in materia di patente di guida. La questione è di grande rilevanza considerando che il decreto correttivo, oltre a modifi care alcune imperfezioni letterali del dlgs 59/2011, mo-difi ca anche l’impianto sanzionatorio strada-le, spesso aggravandolo o rettifi candolo. È il caso per esempio della guida senza patente di macchine agricole che potrebbe rimanere non penale ancora per qualche settimana. Mentre per chi circolerà con patenti di sotto-categoria diversa (al momento solo la patente A1) il rischio è quello di incorrere in sanzioni penali fi no alla messa a regime delle nuove regole.

© Riproduzione riservata

Senza il decreto attuativo decollo al buio sulle sanzioni

Patente europea, la partenza è in salita

Il testo del vademecumsul sito www.italia-oggi.it/documenti

La circolaresul sito www.italia-oggi.it/documenti

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24 Mercoledì 16 Gennaio 2013 D I R I T T O E F I S C O

CASSAZIONE/ Sentenza sulla ripetizione dell’indebito nei confronti delle banche

Ultrainteressi, recupero osticoPrima di chiedere i soldi va dimostrato il pagamento

DI DARIO FERRARA

Il correntista deve dimo-strare di aver effettiva-mente pagato gli interessi non dovuti per poter riave-

re i soldi dalla banca: non basta, da sola, l’il-legittimità della clau-sola che dispone tassi ultralegali e commis-sione di massimo sco-perto non pattuiti in modo valido. Insomma: affi nché l’azione di ri-petizione dell’indebito possa trovare ingresso, è necessario che l’isti-tuto alla chiusura del conto abbia preteso la restituzione del saldo fi nale nel cui computo risultano compresi gli interessi non dovuti. Per il cliente è inu-tile prendersela con il debito «sostenuto come illegale». È quanto emerge dalla sentenza 798/12, pubblicata il 15 gennaio dalla terza sezione civile della Cassazione.

Fatti concludentiBocciato il ricorso del corren-

tista che pure evidenzia l’appli-cazione di interessi e commis-sioni «fuorilegge». L’annotazione in conto corrente di una posta di interessi non dovuta compor-

ta un incremento del debito del correntista oppure una riduzio-ne dei credito di cui il cliente ancora dispone, ma in nessun modo può risolversi in un pa-gamento a favore della banca,

nel senso che non vi corrispon-de alcuna attività solutoria in favore dell’istituto di credito. Le conseguenze sono tutt’altro che trascurabili: il correntista può soltanto agire per far dichiarare la nullità del titolo su cui è fon-dato l’addebito non dovuto, in modo da poter recuperare una maggiore disponibilità di cre-dito nei limiti del fi do che gli è stato accordatogli. Deve invece essere escluso che possa agire la ripetizione di un pagamento che, in quanto tale, da parte sua non ha ancora avuto luogo. Di

pagamento, in una situazione del genere, si potrà dunque parlare soltanto dopo che si è concluso il rapporto di apertu-ra di credito in conto corrente, quando la banca ha preteso dal correntista la restituzione del saldo fi nale che comprende gli interessi non dovuti e perciò da restituire se corrisposti dal cliente all’atto della chiusura del conto.

È appena il caso di eviden-ziare che, mentre ancora pen-de l’apertura di credito, non c’è stato alcun pagamento da parte del correntista che non si è avvalso della facoltà di effettuare versamenti, alme-no prima del momento in cui, chiuso il rapporto con l’istitu-to di credito, egli provvede a

restituire alla banca il denaro in concreto utilizzato. Ecco perché, insomma, deve essere confermata la decisione di me-rito contraria a una ditta in-dividuale che sottolinea come il correntista sia venuto meno all’onere di provare la corre-sponsione degli interessi.

©Riproduzione riservata

Iva all’importazione dovuta anche per i beni provenienti dalla Svizzera. Infatti, è responsabile penalmente l’impren-ditore che non paga il tributo sui beni provenienti dalla Confederazione elvetica. L’imposta non va confusa con i dazi doganali che non sono più dovuti. È quanto affermato dalla Cassazione che, con la sentenza n. 1863 del 15 gennaio 2013, ha accolto il ricorso della procura di Lucca annullando con rinvio l’assoluzione dell’imprenditore. Dunque, la terza sezio-ne penale ha riaperto il caso e la possibilità della condanna per il titolare di una società svizzera, proprietaria di un aero-mobile in uso a un’associazione di Lucca (era stato stipulato un contratto di locazione), che aveva di fatto importato il bene senza pagare l’Iva. La Cassazione, tracciando il confi ne fra dazi e Iva ha messo nero su bianco che il reato contestato è quello di evasione dell’Iva all’importazione, prevista nell’art. 70 del dpr 633/72, il quale rinvia, solo quanto alla sanzione, agli art. 292 e ss. del dpr 43/73 in materia di contrabbando, che puniscono l’evasione dei dazi doganali, senza che vi sia alcuna assimilazione tra la fattispecie di evasione dell’Iva e quella di evasione dei dazi doganali, le quali restano distinte. Insomma, «l’Iva all’importazione è dovuta, in linea generale, anche nelle importazioni dalla Svizzera». Questo perché, in base all’art. 4 dell’accordo del 19 dicembre 1992 tra la Cee e la Svizzera, sono stati aboliti i dazi doganali in senso proprio e le tasse a effetto equivalente, categorie alle quali non appar-tiene l’Iva, che ha natura di tributo interno, comunque dovuto, a meno che la merce introdotta non possa ottenere in Italia il riconoscimento di un’imposta già pagata all’esportazione. Di più: negli scambi tra la Svizzera e l’Ue, la merce non subisce alcuna tassazione all’atto dell’esportazione, e ciò evita quel fenomeno di doppia imposizione.

Debora Alberici

Iva all’import dovuta anche per i beni svizzeri

Standard comunitari più moderni per sostenere la crescita sostenibile dell’Europa entro il 2020. Dalla mi-surazione dell’impatto ambientale delle aziende alle telecomunicazio-ni, passando per il miglioramento dell’accessibilità per i disabili ai bi-nari ferroviari unici in tutti i paesi Ue. Dal 1° gennaio 2013 è in vigore il regolamento Ue n. 1025/2012, che detta la nuova disciplina della stan-dardizzazione europea. Bruxelles do-vrà monitorare i primi risultati entro il 31 dicembre 2015. A ripercorrere tutta la materia e le novità legislati-ve e non che sono intervenute negli ultimi due anni è stata Assonime con lo studio n. 1 del 14 gennaio 2013. Gli standard (o norme) sono docu-menti che stabiliscono un insieme di caratteristiche tecniche o qualitative alle quali prodotti, processi di produ-zione, sistemi di gestione e servizi possono conformarsi. Gli obiettivi sono quelli di conseguire economie di scala, abbattendo quindi i costi di produzione, ma allo stesso tempo di facilitare le operazioni cross-border, trasferire il know-how tra gli stati membri e tutelare la sicurezza e la salute dei consumatori. La nuova disciplina ritocca principalmente la cooperazione tra gli organismi di standardizzazione nazionali e co-munitari. Ognuno avrà il compito di approvare un programma di lavoro annuale, che dovrà essere reso dispo-nibile sul proprio sito web e notificato alla Commissione Ue. Il regolamen-

to n. 1025/2012 dà anche spazio alle pmi, finora sostanzialmente escluse dai processi di standardizzazione: la loro partecipazione a livello europeo avverrà attraverso delegazioni na-zionali «sufficientemente rappresen-tative delle pmi e delle organizza-zioni che r a p p r e -sentano le pmi a li-vello na-zionale». Per evita-re conte-s t a z i o n i ex post da parte degli stati mem-bri in rela-zione agli standard adottati, prev is ta pure la partecipazione delle istitu-zioni pubbliche, incluse «ove appro-priato, le autorità di vigilanza del mercato». Confermato il supporto finanziario dell’Ue agli organi-smi europei di standardizzazione, estendibile anche a quelli nazionali. Fino al 31 dicembre 2013 sostegno finanziario assicurato alle rappre-sentanze delle pmi (ma il termine sarà prorogato anche oltre).

Valerio Stroppa©Riproduzione riservata

STUDIO ASSONIME SULLE NOVITÀ IN VIGORE

Standard, restyling partitoDichiarazioni dei redditi 2011 entro il prossimo 30 aprile per i contribuenti colpiti dal sisma del maggio 2012. È questo il termine per effettuare gli adempimenti tri-butari, diversi dai versamenti, non

eseguiti per effet-to della s o s p e n -sione pre-vista dal governo tra il 20 maggio e il 30 no-v e m b r e 2012. A stabilirlo è il de-creto Mef 21 dicem-bre 2012, pubblica-to sulla Gazzetta

Ufficiale n. 12 di ieri. Per effetto del sisma che ha danneggiato l’Emilia e alcune zone della Lombardia e del Veneto, infatti, il dm 1° giu-gno 2012 ha sospeso i termini dei versamenti e degli adempimenti fiscali fino al 30 settembre 2012. Stop poi prorogato ulteriormente al 30 novembre dal dm del 24 agosto 2012. Il dl n. 174/2012 ha quindi previsto la restituzione entro il 16 dicembre 2012 delle tasse e dei contributi non versati per effetto

dell’interruzione, senza applica-zione di interessi e sanzioni. Per tutti gli altri adempimenti fiscali, a cominciare dalle dichiarazioni, modalità e scadenze sono invece state ufficializzate ieri, fissandole a fine aprile. I modelli che dovran-no essere compilati e inviati in via telematica al fisco sono quelli or-dinari (esempio 730/2012 o Unico 2012). Nelle dichiarazioni riferite al periodo d’imposta 2011, però, i contribuenti dovranno valorizzare la casella «Eventi eccezionali» con il codice «4». Ma non è tutto. Sulla G.U. di ieri ha visto la luce anche un altro decre-to Mef, datato 28 novembre 2012, che concede la garanzia statale sui mutui erogati per la ricostruzione a favore dei soggetti terremotati. In particolare, vengono garantiti i finanziamenti accordati dalla Cas-sa depositi e prestiti e dalle banche ai sensi del dl n. 174/2012. Possono richiedere il contributo i titolari di reddito d’impresa, ma anche, al ri-correre dei requisiti fissati dal dl n. 194/2012, lavoratori autonomi ed esercenti attività agricole. Ac-cesso possibile pure ai dipendenti proprietari di una prima casa clas-sificata nelle categorie B, C, D, E e F della classificazione di agibilità prevista dalla scheda Aedes (vale a dire tutte le abitazioni principali qualificate come non agibili).

Valerio Stroppa©Riproduzione riservata

DICHIARAZIONI REDDITI 2011 ENTRO IL 30 APRILE

Sisma, più tempo dal fisco

Le sentenzesul sito www.italia-oggi.it/documenti

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25Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16I M P O S T E E TA S S E

Nelle prossime settimane arriveranno i primi prodotti per verii care la compliance

Redditometro, pronti i softwareStrumenti di contabilità familiare come vuole Sogei

DI CRISTINA BARTELLI

Una contabilità familia-re a misura di reddito-metro e viceversa, un redditometro a misu-

ra di contabilità familiare. Un software su cui memorizzare le informazioni per giustificare le spese più rilevanti, con delle fi-nestre che mettano in evidenza le variabili di calcolo rilevate anche dall’Istat. Un software che nelle versioni definitive sarà quanto più possibile vi-cino allo strumento utilizzato dall’Agenzia delle entrate e abbandonerà i parametri del redditest. Sono queste alcune delle novità in arrivo nel gestio-nale che le case produttrici di software stanno predisponen-do e offriranno entro fine mese agli intermediari fiscali (com-mercialisti, Caf, centri di assi-stenza fiscale e associazioni di categoria). «Le elaborazioni ne-cessarie a evidenziare i dati di calcolo», rassicura a ItaliaOggi Bonfiglio Mariotti, presidente di Assosoftware, l’associazione che rappresenta le software house, «verranno effettuate nel rispetto della compliance con il software Sogei».

Dalle considerazioni degli esperti informatici, sul nuovo applicativo, emergono i distin-guo tra Redditest, software di autodiagnostica messo a dispo-sizione sul sito dall’Agenzia delle entrate, e il vero e proprio redditometro. L’attuale calcolo

del Redditest si avvicina, in pri-ma approssimazione, al calcolo del redditometro come previsto dal decreto del 24 dicembre 2012 ma, spiega a ItaliaOggi Bonfi glio Mariotti, «non è esat-tamente la stessa cosa per due aspetti fondamentali: il Reddi-test esamina l’intero nucleo fa-miliare e alla fi ne l’indicazione di coerenza è sul reddito del nu-cleo, il redditometro verifi ca la singola persona fi sica e accerta le spese del singolo arrivando al reddito presunto dello stesso; in secondo luogo il Redditest ef-fettua sempre una regressione statistica sulle singole variabili di spesa assegnando a ciascu-na un coefficiente di peso, il redditometro invece somma le singole spese effettive come ri-sultano in Anagrafe tributaria e solo per alcune considera il valore medio risultante dalle tabelle Istat».

Alcune software house rila-sceranno le prime procedure già entro gennaio o ai primi di febbraio utilizzando il motore reso a disponibile a novembre, il Redditest. Successivamen-te verranno fatti i necessari adeguamenti al nuovo motore griffato Sogei e se la tempisti-ca sarà rispettata anche questo arriverà entro gennaio.

«Il Redditest è predispo-sto solo per l’annualità 2011 (come peraltro l’applicazione di Sogei)», per gli anni prece-denti spiega Mariotti, «siamo in attesa di ricevere istruzioni».

Le metodologie, comunque, non dovrebbero cambiare in base all’annualità, ma fanno notare da Assosoftware: «Il problema semmai riguarda i contribuenti che riusciranno a reperire le informazioni non presenti sui sistemi informativi con più diffi coltà».

Per quanto riguarda i beni della lista Istat solo i prodotti software più avanzati terran-no conto delle variabili di cal-colo. L’informazione sarà espo-sta a video e nelle stampe di controllo. Intanto anche se la struttura dello strumento, così come spiegata, ricorda i pro-dotti degli studi di settore, al

momento è priva di una nota metodologica. Gli ultimi passi informatici scioglieranno infi -ne i dubbi se aggregare le voci di spesa in maniera più anali-tica o al contrario mantenere il lavoro come attualmente è per masse. Inoltre «il sistema di interfacciamento», spiega il presidente di Assosoftware, «con il motore di calcolo pre-vede variabili di ritorno sul valore del reddito congruo che non sono valorizzate dal moto-re stesso. Sarà da capire se», continua Mariotti, «la nuova versione valorizzerà o meno tali variabili che potrebbero essere utili alla valutazione

del risultato, attualmente limitato alla segnalazione di coerenza o di non coerenza». Sull’utilità dello strumento Mariotti non sembra nutri-re dubbi ed è anzi una voce fuori dal coro delle polemiche di queste settimane, eviden-ziando la trasparenza del meccanismo: «Possiamo dire che, dal punto di vista della trasparenza, la normativa del nuovo redditometro ap-provata nel 2010 dal governo Berlusconi e i comportamenti di Sose e dell’Agenzia delle en-trate sono molto collaborativi e chiari, con tutti gli strumen-ti messi a disposizione degli intermediari e delle software house che stanno realizzando i nuovi programmi che con-sentiranno ai contribuenti di capire in anticipo e decidere se e come aderire al patto con il fi sco.

D’altra parte», aggiunge Mariotti, «nei paesi più avan-zati e più democratici la trac-ciabilità delle spese personali oltre che aziendali è realtà da tempo ed è ovviamente lega-ta agli strumenti informatici. I rapporti telematici con il sistema bancario e quelli con la Pubblica amministrazione ormai obbligatori, come invo-cati da tutti, sono realtà, così come la necessità di avere un fascicolo personale e familiare sarà uno stimolo importante al controllo dei costi».

© Riproduzione riservata

Le metodologie comunque non momento è priva di una nota

Incassi da redditometro affi dati alla compliance. Con l’applicazione del redditometro, l’Erario dovrebbe in-cassare quasi 815 milioni di euro: 100 milioni grazie all’attività accertativa e altri 715 circa per mezzo della dissuasione che provocherà nei confronti dei contri-buenti. I dati, riferiti al 2013, li ha «recuperati» la Cgia di Mestre da un’attenta lettura della «Relazione Tec-nica» al dl 78/2010 del 31 maggio 2010, provvedimento che ha dato origine al nuovo redditometro. Premesso che l’entità del gettito è di diffi cile individuazione, nella «Relazione Tecnica» si legge che, in ragione della propria valenza dissuasiva, lo strumento - che favorirà un aumento dei redditi dichiarati e, conseguentemen-te, delle imposte pagate - consentirà di incassare un gettito di circa 715 milioni di euro. Altri 100 milioni saranno recuperati, invece, attraverso l’attività accer-tativa svolta sul territorio.

Gli incassi puntanoall’effetto compliance

Dopo Berna è arrivato il mo-mento di Vaduz. Nel corso di una recente visita a Vienna, il primo ministro del Liechtenstein, Klaus Tschütscher, ha fatto sapere di aver dato il via ai colloqui preliminari per arrivare a un accordo fi scale con l’Austria nel giro di poco tempo (entro la fi ne del mese di gennaio). L’intesa mira a risolvere la questio-ne aperta dei cittadini austriaci in possesso di conti correnti segreti nelle banche del principato. In base alle prime informazioni, sem-brerebbe che i termini dell’accordo dovrebbero rispecchiare quanto concordato alla fi ne dello scorso anno tra il governo di Berna e quello di Vienna.

La Commissione Ue ha accolto con favore l’adozione da parte del Parlamento greco della nuo-va riforma fi scale. «Ora il board dell’Efsf dovrà decidere se ap-provare l’esborso della prossima tranche di aiuti», ha sottolineato il portavoce del commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn. L’ok alla riforma fi scale era una delle precondizioni che l’Eurogruppo aveva fi ssato a dicembre per il versamento di 2 miliardi di aiuti per il fabbisogno statale nel mese di gennaio.

Dati poco entusiasmanti sulla «Tassa di uscita» sono stati presen-tati all’Assemblea nazionale fran-cese dal presidente del Comitato Finanze, Gilles Carrez. Nel corso del 2011 le autorità hanno ricevuto 128 dichiarazioni fi scali di uscita da persone che hanno deciso di trasferire la propria residenza fi scale al di fuori della Francia. I dati raccolti hanno rivelato che il totale del reddito sottratto all’Erario da parte di questi 128 individui ammonta a circa 1,4 miliardi di euro, pari in media a 10 milioni di euro per ogni dichiara-zione. Come contrappeso, la tassa d’uscita versata da questi soggetti consentirà di portare 53 milioni di euro nelle tasse dello Stato per l’esercizio fi scale 2012. Quota che dovrebbe salire a 62 milioni di euro nel 2013. L’imposta, adottata dal precedente governo nel luglio 2011, si applica a tutti i soggetti che intendono trasferire il proprio domicilio fi scale al di fuori della Francia con decorrenza a partire dal 3 marzo 2011. L’imposta, che si applica, sul totale dei beni impo-nibili del nucleo familiare, prevede un’aliquota del 19%.

Tancredi Cerne

© Riproduzione riservata

FISCO DEGLI ALTRI

Undici uffi ci dell’Agenzia delle entrate in pensione. Dopo le prime chiusu-re di agosto 2012 (si veda italiaOggi del 8/8/2012) l’Agenzia, guidata da Attilio Befera, continua con il suo piano di razionalizzazione degli assetti organizzativi, nel solco tracciato dal decreto legge 95/2012 (spending review). Ora è il turno di uffi ci territoriali del Piemonte e del Veneto che, da febbraio a maggio, chiuderanno i battenti. Si parte con Castelfranco Veneto, l’11 febbraio 2013, in provincia di Treviso, seguirà, sempre nel territorio di Treviso, l’uffi cio di Vittorio Veneto, il 18 febbraio mentre il 25 febbraio sarà il turno di Arzignano, in provincia di Vicenza. Si riparte dal 4 marzo quando chiuderanno gli uffi ci di Domodossola, di Santhià, rispet-tivamente in Piemonte e di Badia Polesine in provincia di Rovigo. Pieve di Cadore, invece, saluterà gli utenti l’11 marzo 2013. Ad aprile, l’otto e il 15, sono previste le chiusure di Chieri. Cossato e Bra, tutti in Piemonte. Questo secondo round si completa con la chiusura di Nizza Monferrato, in provincia di Asti, il 13 maggio. Per l’Agenzia delle entrate la decisione, che è stata comunicata alle sigle sindacali dei lavoratori, consentirà un ulteriore consistente risparmio annuo sui costi di gestione. Il criterio di scelta utilizzato è quello di uffi ci territoriali di livello non dirigenziale con carichi di lavoro molto esigui. Per quelli, dunque, per cui è stata decisa la chiusura il parametro determinante è stato avere carichi di lavoro molto esigui; anche se la preoccupazione dei rappresentanti sindacali è rivolta all’utenza che in tal modo dovrà recarsi in uffi ci abbastanza lontani. Una soluzione però, già scritta nella precedente informativa, per l’Agenzia delle entrate potrebbe essere individuata in accordo con i comuni. Nel documento, in cui si uffi cializza la chiusura, si legge infatti che «tenendo conto delle esigenze locali e della disponibilità delle amministrazioni co-munali a condividere i relativi oneri, verrà valutata anche in questo caso la possibilità di attivare dei punti di assistenza fi scale dedicati all’eroga-zione di specifi ci servizi di front offi ce con orario di apertura e numero di postazioni calibrati sulla effettiva richiesta di servizi da parte dell’utenza». In altre parole l’Agenzia potrebbe aprire degli spazi messi a disposizione dei comuni, garantendo così una presenza sul territorio.

Cristina Bartelli© Riproduzione riservata

Agenzia delle entrate leggeraSaranno chiusi altri 11 uffi ci

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26 Mercoledì 16 Gennaio 2013 PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Anagrafe nazionale dal 2015. Intanto sono dolori

La p.a. che non vaCambi indirizzo? Uffici in tilt

DI FRANCESCO CERISANO

«Perché gli uomini invece di stare fermi se ne van-no da un posto

all’altro?». La circolarità ana-grafica, ossia lo scambio di informazioni tra le p.a., conti-nua a essere un miraggio. E basta cambiare indirizzo per mandare in crisi i data base di uffi ci anagrafi , uffi ci tribu-ti, Asl, motorizzazioni civili, Agenzia delle entrate e Inps. Ecco allora che l’interrogativo di Bruce Chatwin potrebbe es-sere tranquillamente lo slogan della pubblica amministrazio-ne italiana, sempre più in cri-si, nel 2013, ogniqualvolta un cittadino decida di cambiare residenza.

Nonostante i tentativi di modernizzazione di Renato Brunetta prima e del suo suc-cessore alla funzione pubblica Filippo Patroni Griffi , poco o nulla è cambiato. Alla faccia delle riforme sbandierate nel-la sfi lza di decreti (semplifi ca-zione, crescita, crescita 2.0) del governo Monti.

Le anagrafi comunali, infat-ti, continuano a non dialogare con le altre banche dati, inter-ne e esterne all’ente. L’uffi cio tributi, per esempio, non cono-sce in tempo reale le risultanze anagrafi che e lo stesso accade al data base dell’Agenzia delle entrate a cui attinge il Servizio sanitario nazionale per l’invio delle Tessere sanitarie e anche l’Inps per le prestazioni previ-denziali e assistenziali. E così basta trasferirsi dall’altra par-te della strada per innescare una reazione a catena di di-sguidi difficilmente sanabili anche dopo lunghe code negli uffi ci. Eppure, almeno a pa-role, la circolarità anagrafi ca esiste dagli anni 90, da quan-

do è stato istituito l’Ina (Indice nazionale delle anagrafi ) a cui i comuni accedono attraverso il Saia (Sistema di accesso e di interscambio anagrafi co). Il si-stema Ina-Saia avrebbe dovuto ridurre gli adempimenti a ca-rico dei cittadini mediante l’in-vio di un’unica comunicazione di variazione anagrafi ca a tut-ti gli enti connessi al sistema. Ma a giudicare dai risultati è stato un fallimento. Tanto che il governo Monti ha deciso di pensionarlo sostituendolo con l’Anagrafe nazionale della po-polazione residente (Anpr), il nuovo mega data base in cui confl uiranno dal 2015 le ana-grafi comunali. Nel frattempo però i disguidi sono all’ordine del giorno. Domande di trasfe-rimento a parte, infatti, tutti gli altri eventi rilevanti nella vita di un individuo continua-no a essere trasmessi alle al-tre banche dati con colpevole ritardo. Stiamo parlando del-le certifi cazioni di nascita, ma anche di quelle di decesso. A Milano fi no a qualche anno fa c’erano 11 mila pazienti dece-duti che continuavano a esse-re iscritti nelle liste dei medici di base (si veda ItaliaOggi del 21/6/2011). E non per incu-ranza o, peggio ancora, dolo da parte dei camici bianchi, ma semplicemente perché le Asl non potevano cancellare queste persone dagli elenchi dei medici senza prima aver ricevuto una comunicazione dall’anagrafe del comune, l’unica legittimata a comuni-care il decesso. Il risultato è stato che la regione Lombar-dia per anni ha continuato a pagare i medici di famiglia per assistiti ormai trapassati: 3 euro al mese a paziente che moltiplicato per 11 mila fa 418 mila euro l’anno. Fino a quan-do poi il Pirellone se ne è ac-

corto e ha iniziato piano piano a recuperare le somme dagli stipendi dei camici bianchi.

L’Anagrafe nazionale, isti-tuita dal «decreto crescita 2.0» (dl 179/2012), dovrebbe evitare il ripetersi di simili parados-si. Le comunicazioni di nasci-ta dovranno essere inviate in tempo reale per via telematica e lo stesso dovrà accadere per i certifi cati di morte. Almeno questo è l’auspicio della Bica-merale di vigilanza sull’ana-grafe tributaria (si veda Italia-Oggi di ieri) che nel frattempo però registra «ancora criticità nella trasmissione e nell’ac-quisizione dei dati nelle altre pubbliche amministrazioni».

Le cose sembrano andare meglio all’Inps che nel 2009 doveva attendere 37,5 giorni per ricevere le notizie sui de-cessi da parte dei comuni (con la conseguenza che almeno un assegno mensile di pensione veniva indebitamente percepi-to dagli eredi e recuperato in seguito). Nel 2012, stando agli ultimi dati resi noti dall’isti-tuto, i tempi di attesa si sono ridotti a 10 giorni. Ed è una buona notizia perché di questi tempi le casse dello stato non possono certo permettersi di pagare pensioni non dovute. La stessa celerità i comuni non sembrano però averla quando si tratta di comunicare all’In-ps le variazioni di residenza. In questo caso, a distanza di anni, si può scoprire che per l’istituto guidato da Antonio Mastrapasqua la residenza è rimasta quella di dieci anni fa. E questo anche se nelle banche dati delle Entrate e della Asl sono presenti le informazioni corrette.

A volte però i problemi sor-gono anche se non ci si sposta. Può capitare infatti di non ri-cevere più la tessera sanita-

ria perché le Entrate hanno smarrito il numero civico del cittadino. E quindi l’Asl che attinge al data base dell’Agen-zia non sa dove recapitare la tessera. Ma guai a pensare, per questo, di essere al riparo dalle comunicazioni del Fisco e di Equitalia. In questo caso, com’è ovvio, tutto arriva a de-stinazione correttamente. Ep-pure tutto sarebbe più facile se le p.a. applicassero due norme disapplicate da anni. E tanto chiare da non avere bisogno di interpretazione.

La prima è l’art. 18 della leg-ge sul procedimento ammini-strativo (n. 241/1990) secondo cui «i documenti attestanti atti, fatti, qualità e stati sog-gettivi» sono «acquisiti d’uffi -cio» quando «sono in possesso dell’amministrazione proce-dente, ovvero sono detenuti, istituzionalmente, da altre pubbliche amministrazioni».

L’altra è l’art. 43 del dpr 445/2000 (Testo unico sulla documentazione ammini-strativa) che recita: «Le am-ministrazioni pubbliche e i gestori di pubblici servizi non possono richiedere atti o cer-tifi cati concernenti stati, qua-lità personali e fatti che siano attestati in documenti già in loro possesso o che comun-que esse stesse siano tenute a certifi care». E prosegue: «In luogo di tali atti», le p.a. sono tenute «ad acquisire d’uffi cio le relative informazioni, ovvero ad accettare la dichiarazione sostitutiva prodotta dall’in-teressato». Eppure gli uffici pubblici non le applicano mai. Costringendo il cittadino a fi le interminabili e disagi.

DI GIOVANNI GALLI

L’obiettivo del pareggio di bilancio coinvolgerà tutte le amministrazioni pubbliche. Con partenza scaglionata tra il 2014 e il 2016. Lo prevede la legge 243 del 24 dicembre 2012, pubblicata sulla G.U. n. 12 di ieri, avente a oggetto «Disposizioni per l’attua-zione del principio del pa-reggio di bilancio ai sensi dell’articolo 81, sesto comma, della Costituzio-ne«. A eccezione del capo IV, concernente l’equili-brio dei bilanci delle re-gioni e degli enti locali, e della nuova disciplina in materia di contenuto del-la legge di bilancio, di cui si prevede l’applicazione a decorrere dal 1° genna-io 2016, le disposizioni della proposta di legge si applicano a decorrere dal 1°gennaio 2014. La legge ribadisce l’obbligo per le amministrazioni pubbli-che di concorrere ad as-sicurare l’equilibrio dei bilanci, specifi cando che tale equilibrio corrispon-de all’obiettivo di medio termine, ossia al valore del saldo strutturale in-dividuato sulla base dei criteri stabiliti dall’or-dinamento dell’Unione europea, che per l’Italia è attualmente il pareggio di bilancio calcolato in termini strutturali, os-sia corretto per tenere conto degli effetti del ci-clo economico e al netto delle misure una tantum. La legge ribadisce altre-sì l’obbligo per le am-ministrazioni pubbliche di concorrere ad assicu-rare la sostenibilità del debito pubblico, specifi -cando che qualora il rap-porto debito/pil superi il valore di riferimento defi nito dall’ordinamen-to dell’Unione europea (60% del pil), in sede di defi nizione degli obietti-vi si debba tenere conto, come spiega una scheda messa a punto dalla ca-mera dei deputati, della necessità di garantire una riduzione dell’eccedenza rispetto a tale valore in coerenza con il criterio e la disciplina in materia di fattori rilevanti previsti dal medesimo ordinamen-to, ai sensi del quale gli stati il cui debito supera il 60% del pil dovranno adottare interventi per ridurlo con un ritmo ade-guato, assumendo come riferimento una diminu-zione dell’eccedenza di debito al ritmo di un ven-tesimo all’anno in media negli ultimi tre anni.

LEGGE IN G.U.

Pareggio di bilancio a scaglioni

Il cambio di residenza in tempo reale previsto dall’art. 5 del decreto legge semplifi ca Italia non è affatto un bluff, come, in modo fuorviante, afferma il titolo di un articolo pubblicato ieri su ItaliaOggi. Infatti la procedura, per quanto riguarda il diritto dei citta-dini, è operante su tutto il territorio nazionale, e non potrebbe essere di-versamente, visto che si tratta di una legge dello stato cui non è possibile derogare. L’articolo in questione, in realtà, si è limitato a riportare le la-gnanze di una associazione degli uffi -ciali di stato civile legate all’aggravio di lavoro connesso alla effettuazione dei controlli di competenza dei comuni entro termini stringenti.Nel riportare acriticamente questa po-sizione, fra l’altro, l’articolista è incor-so in un evidente errore che si sarebbe potuto evitare facilmente con un sem-plice controllo: non è infatti vero che non è stato ancora emanato il regola-

mento attuativo dell’articolo 5. Questo regolamento è pubblicato da più di sei mesi (dpr 30 luglio 2012, n. 154: Re-golamento di attuazione dell’articolo 5 del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, in materia di variazioni anagrafi che) e disciplina, attraverso l’introduzione di un artico-lo 18-bis nel regolamento anagrafi co, anche l’ipotesi di ripristino della posi-zione anagrafi ca precedente a seguito dei controlli che abbiano avuto esito negativo.

Per quanto riguarda le dichiarazio-ni mendaci, l’obbligo di segnalazione all’autorità di P.S., è stato introdotto espressamente dal comma 4 dell’arti-colo 5 del semplifi ca Italia. In materia non è previsto, perché non necessario, alcun provvedimento applicativo.

Infi ne, quanto al cosiddetto «turismo elettorale», è suffi ciente fare riferi-mento alla disciplina di cui al comma

5-bis dell’articolo 5, che è stato intro-dotto in sede di conversione del decre-to legge, anche su segnalazione degli stessi uffi ciali di stato civile, proprio al fi ne di scongiurare tale rischio.

Fabrizio dell’Orefi ce portavoce del ministro

per la pubblica amministrazione e la semplifi cazione

Bene fa il ministro a rimarcare l’ap-provazione del regolamento attuativo in materia di dichiarazioni anagrafi -che mendaci. Ma nulla dice sul fatto che almeno Milano e Roma, ossia le due più grandi città italiane, abbiano fi no a questo momento frenato la com-pleta implementazione del sistema per inadeguatezza del sistema informati-co. Quanto all’obbligo di segnalazione delle dichiarazioni mendaci ci risulta che le autorità di pubblica sicurezza stiano da mesi aspettando una circo-lare esplicativa in merito.

LETTERA

Già in vigore il regolamento sulle variazioni

IN EDICOLA€ 2,50 Lunedì 14 Gennaio 2013

DI MARINO LONGONI [email protected]

Il codice civile di Napoleone, del 1804, era composto da poco più di 100 mila parole. Le sei manovre economiche approvate dal governo

Monti nel 2012 arrivano a 300 mila. Il primo è passato alla storia come esem-pio di chiarezza normativa. La legisla-zione del governo tecnico segna invece il punto più basso nella qualità delle leggi: norme scritte in modo incomprensibile, che vengono modificate pochi giorni dopo essere approva-te, piene zeppe di strafal-cioni. Un esempio, l’ultimo comma della legge di sta-bilità: nel testo pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, in 10 righe si possono contare cinque refusi. E che dire della chiarezza di questo comma: «Per il comune di cui al comma 3.1 non è dovuta la quo-ta di imposta riservata allo Stato sugli immo-bili di proprietà dei comuni di cui all’ar-ticolo 13, comma 11, secondo periodo, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 di-cembre 2011, n. 214, così come m o d i f i c a t o dall’articolo 4, comma 5, lette-ra g), del de-creto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modifica-zioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44, e non si applica il comma 17, del medesimo articolo».

Non è questione di fare i puristi

del diritto. Una legislazione caotica, ridondante, contraddittoria ha una sua funzione inconfessata. Si possono sbandierare le riforme che attirano il consenso, senza applicarle. E vicever-sa. Ed infatti: le norme fiscali sono ap-plicate in modo tutto sommato rigoro-so. Grazie all’azione di manutenzione dall’Agenzia delle entrate con le sue circolari, risoluzioni, interpretazioni ecc. oltre che all’accertamento delle in-frazioni tributarie. Le norme sui tagli alle spese pubbliche, o quelle che pre-

vedono pesanti adempimenti in ca-rico alle pubbliche amministra-

zioni, finiscono nove volte su dieci per essere dimentica-

te in qualche cassetto: m a n c h e r à un decreto a t t u a t i v o , interverrà

una senten-za della Cas-sazione a dire che quel taglio è illegittimo, op-pure ci penserà i l legislatore, con una norma incomprensibi-le, a disporre una proroga o cancellare il comma inde-siderato.

Qualche e s e m p i o . La spen-ding re-

v i e w aveva p r e -v i s t o

c h e e n t r o

i l 31 /12 sarebbe sta-

t o e m a n a t o il Dpcm che avrebbe dovu-

to fissare la «giusta percentuale» di dotazioni organiche in rapporto alla popolazione per gli enti locali. Ovvia-mente il Dpcm non è stato emanato e a quanto risulta se ne sono perse le tracce. La stessa legge aveva previsto 500 milioni di tagli ai comuni per il 2012 sotto forma di tagli ai consumi intermedi. Ma alla fine il taglio è stato sterilizzato. Si prevedeva anche l’ob-bligo per i comuni di far compilare al Ministero dell’economia le buste paga dei dipendenti pubblici. I comuni che hanno aderito sono stati in un anno 67. Su 8.100. E chi non si ricorda del taglio delle province? Se ne è discusso per un anno e poi il parlamento ha affossato tutto. E la riduzione degli stipendi dei parlamentari? Ancora: il decreto cre-scita obbliga le p.a. a pubblicare sul proprio sito tutte le erogazioni (sti-pendi, consulenze, contributi ecc.) di importo superiore a 1.000 euro. Fino-

ra gli enti hanno fatto orecchie da mercante. E il provvedimento

sui costi standard della sa-nità, il cuore del federa-

lismo? Non pervenuto. La razionalizzazione della spesa sanita-ria può aspettare. Insomma, è sempre più evidente che si è creata una distin-zione tra norme di serie A, destinate a entrare in vigore e a produrre effetto, e norme di serie B, approvate per farle salire sul-la passerella e scendere subito dopo, come una modella. © Riproduzio-

ne riservata

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sazione sul giudicato esterno

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Gemmologo, geografo o erborista: incalzano le nuove professioni

da pag. 43 da pag. 29

Tagli di spesa apparenti

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27Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 DIRITTO E IMPRESA

Dati di Infocamere e Notariato, che ha presentato la piattaforma web per le start-up

Il boom delle srl a un euroNel 2012 sono state costituite oltre 4 mila realtà

DI SIMONA D’ALESSIO

Boom delle srl «a un euro»: nella seconda metà dello scorso anno, infatti, sono

state costituite in Italia 2 mila e 941 società a responsabilità limitata semplifi cate e 1.221 a capitale ridotto, per un totale di 4 mila 162 realtà. E l’opportu-nità, destinata in parte soltanto agli imprendi-tori con meno di 35 anni, è stata colta so-prattutto in quattro regioni, ossia Lazio (631), Campania (598), Lombardia (506) e Sicilia (347). È il risul-tato del monitoraggio effet-tuato dal Consiglio nazionale del notariato e da Infocamere (l’azienda informatica delle ca-mere di commercio), da cui si desume come la chance, offer-ta dai decreti liberalizzazioni e sviluppo del governo Monti (convertiti nelle leggi 27/2012 e 134/2012), di realizzare model-li societari «soft» per mettersi in proprio stia facendo presa nelle giovani generazioni; i dati sono stati diffusi ieri, a Roma,

nel corso della conferenza di presentazione della piatta-forma web www.larancia.org, una sorta di prontuario mul-timediale interattivo, dedicato ai ragazzi che sono interessati a trasformare un’idea in un lavoro. Le grandi città della penisola e un’area del Meridio-

ne, la Campania, fanno la parte del leone,

poiché il mag-gior numero di società (sia nella formu-la con capi-tale minimo di un euro e massimo di 10 mila,

sia nell’altra tipologia, che

prevede egual-mente la possibilità

di dotarsi di un capitale iniziale di un euro, ma apre alla partecipazione in quali-tà di soci anche agli over 35) è stato avviato a Roma (nel complesso 466), a seguire c’è Napoli (253), poi Milano (213), Salerno (128) e Caserta (125); a livello regionale, le cifre indi-cano come in Campania siano state create più srl semplifi -cate (483), subito si attestano il Lazio (462), la Lombardia (343) e la Sicilia (273), mentre

per quelle a capitale ridotto il podio spetta al Lazio (169), sul secondo gradino c’è la Lombar-dia (163), di seguito l’Emilia-Romagna (119) e ancora la Campania (115).

La crisi finanziaria e oc-cupazionale, dunque, spinge prevalentemente i giovani del Centro-Sud a tentare la carta dell’attività autonoma, servendosi di un modello so-cietario esente da diritti di bollo e di segreteria e, anche se l’atto va depositato dal nota-io, non bisogna corrispondere un onorario. E i professionisti, insieme all’università Luiss, scelgono di fare un passo ul-teriore («senza alcuna autore-ferenzialità, ma promuovendo la nostra funzione sociale», dichiara Gabriele Noto, con-sigliere del Cnn) grazie a una community caratterizzata da una forte presenza sui social network, Facebook, Twitter e su YouTube, per sostenere i futuri imprenditori attraverso documenti affi dabili, aggiorna-ti, immediatamente disponi-bili online, e consentendo agli utenti di dialogare in rete con un gruppo di notai per scio-gliere qualunque dubbio sulla strada della realizzazione di un piano aziendale.

© Riproduzione riservata

Bando straordinario di Servizio civile nazionale: arrivano 350 giovani per il dopo sisma in Emilia Romagna. Fino a mer-coledì 30 gennaio (ore 14,30), i giovani in età compresa tra i 18 e i 28 anni (29 non compiuti) potranno presentare do-manda per il progetto «Per Daniele straordina-rio come voi» previsto dal bando straordinario di Servizio civile nazionale a favore delle popolazioni dell ’Emilia Romagna, colpite dal sisma del maggio 2012. Lo rende noto il ministero per la cooperazione internazio-nale e l’integrazione.

Domani alle 17.30, all’Odcec di Milano, in corso Europa 11, si darà l’avvio, con il patroci-nio dell’Ordine, all’anno formativo della Scuo-la per la preparazione all ’esame di stato di dot tore commercial i -sta ed esperto contabile della Fondazione dei

dottori commercialisti di Milano. I corsi, di cui sono ancora aperte le iscrizioni, inizieranno il 19 gennaio e saranno tenuti da docenti univer-sitari e commercialisti, avvocati, magistrati e notai.

Il ministero dell’eco-nomia e delle finanze taglia le auto. Dal 1° gennaio di quest’anno, le auto adibite ai ser-vizi istituzionali, che comprende il trasporto di persone, passeranno dalle attuali 38 unità a non più di 20, prose-guendo così l’azione di riduzione avviata negli scorsi anni. Il dl 6 luglio 2012, art. 5, c. 2, prevede infatti che, a decorrere dal 2013, le pubbliche amministrazioni non possano effettuare spese per un importo superiore al 50% di quello sostenu-to nel 2011 per l’acquisto, il noleggio, la gestione e la manutenzione delle auto-vetture di servizio.

BREVI

DI ANDREA MASCOLINI

Ammesso l’accesso agli atti sull’offerta tecnica dell’aggiu-dicatario di un appalto anche per chi non ha partecipato alla

gara; prevale la legge sul procedimento amministrativo rispetto al Codice dei contratti pubblici. È questo l’interes-sante principio affermato dal Consiglio di stato, sezione sesta, con la pronun-cia dell’11 gennaio 2013 n. 110. Nella fattispecie esaminata, una società non partecipante a una gara di appalto aveva instaurato un giudizio tendente a contestare gli atti di gara chiedendo l’annullamento della procedura di gara e riservandosi la facoltà di presentare motivi aggiunti una volta esaminati i documenti richiesti (offerta dell’aggiu-dicatario provvisorio). In primo grado il Tar Lazio (sentenza n. 4081/2011) aveva rigettato (con silenzio-rifi uto) la domanda di accesso sostenendo, fra le altre cose, che la disciplina del codice dei contratti pubblici (articolo 13) , pur rinviando alla legge 241/90, ammette l’accesso soltanto al concorrente che lo chieda in vista della difesa in giudizio dei propri interessi, mentre la società non aveva assunto un ruolo da parte-cipante. Il Consiglio di stato ribalta la sentenza di primo grado e ritiene che l’articolo 13, comma 6 del Codice con-

tenga specifi che previsioni in materia di accesso ai documenti di gara che, però, non possono essere tali da impedire la tutela generalizzata sul buon esito del procedimento garantita dalla legge sul procedimento amministrativo. In parti-colare, secondo i giudici, lo stesso artico-lo 13, nel richiamare la legge 241, rende applicabile alla disciplina degli appalti pubblici anche l’articolo 24 della nor-mativa del 1990, per il quale spetta ai richiedenti l’accesso ai documenti la cui conoscenza sia necessaria per curare o difendere i propri interessi giuridici. E, al di là di quanto disciplinato dal Codice dei contratti pubblici, dice la sentenza, non può non riconoscersi che «con la tu-tela del diritto di accesso il legislatore ha voluto assicurare all’amministrato la trasparenza dell’attività della pubblica amministrazione, indipendentemente dall’effettiva lesione di una determi-nata situazione di diritto soggettivo o di interesse legittimo». In altre parole, quindi, prevale l’interesse generale sta-bilito dalle disciplina della legge 241 in quanto è il complessivo interesse alla trasparenza dell’azione amministra-tiva a dovere prevalere sugli specifi ci interessi soggettivi. Ancorché discipli-na «speciale», quella del Codice, deve ritenersi quindi recessiva rispetto a quella generale.

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APPALTI/1 Il principio del Consiglio di stato

Accessibili a tutti le carte delle gare

DI MARCO SOLAIA

Per le gare di progettazione e servizi tecnici il 2012 è sta-to il peggiore dal 1999, ma l’ultimo trimestre mostra

una ripresa rispetto al 2011 (+ 48% in valore), grazie alla crescita del valore dei bandi di dicembre 2012 (+ 41,2%). È quanto si ricava dalla lettura dell’osservatorio Oice-Infor-matel sui bandi di progettazione di dicembre 2012 che ha visto emesse 334 gare (di cui 33 sopra soglia), per 68,3 milioni di euro (58,8 sopra soglia). Rispetto a dicembre 2011 il numero delle gare cresce del 19,3% (+26,9% sopra soglia e +18,4% sot-to soglia) e il loro valore aumenta del 41,2% (+56,6% sopra soglia e -12,4% sotto soglia). Nonostante il risultato di dicembre si conferma negativo il confronto con il 2011: in tutto il 2012 risultano bandite 3.729 gare per un importo comples-sivo di 513,6 milioni di euro che, rispetto al 2011, calano del 2,6% nel numero (-29,5% sopra soglia e +0,8% sotto soglia) e dell’8,3% nel valore (-9,6% sopra soglia e -4,3% sotto soglia). Sono sempre molto alti i ribassi medi: nel 2011 il dato è al 39,2%, per quelle indette nel 2012 è al 35,2%. «Si chiude l’anno

peggiore dall’inizio della crisi», ha affermato Luigi Iperti, vicepresi-dente vicario Oice, «nel mercato rimangono solo poco più di 510 milioni all’anno, troppo pochi per un grande paese come l’Italia. Gli unici dati che potrebbero ridare un minimo di ottimismo per il futuro sono quelli sul valore dell’ultimo trimestre 2012 (+49% sull’analo-go periodo del 2011) e del mese di dicembre (+41%) che testimoniano come le stazioni appaltanti, soprat-tutto i concessionari e i grandi enti, abbiano emesso entro l’anno gare per importanti interventi; rimane il dubbio se siano stati svuotati i cas-setti e se adesso non vi sia più nulla da affidare nel 2013. In generale occorre al più presto mettere risor-se per gli interventi in infrastrut-ture, l’unico settore che può fare da leva per una ripresa economica e occupazionale. Però occorrerà anche che il governo dimissionario porti a compimento i provvedimenti ancora in itinere e, fra tutti, il regolamento per i parametri da applicare per gli importi a base di gara per gli affi-damenti di servizi di ingegneria e architettura, unico strumento per uscire dalle anomalie che si regi-strano in questi ultimi mesi».

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APPALTI/2 La lettura dell’Osservatorio Oice

Progettazioni, 2012 con finale ottimista

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28 Mercoledì 16 Gennaio 2013 LAVORO E PREVIDENZA

Una nota della Funzione pubblica sui periodi di assistenza ai disabili

Il congedo non va in pagaI periodi di permesso inutili per gli scatti

DI DANIELE CIRIOLI

Stipendio stabile per l’impiegato pubblico che prende il congedo straordinario. Infatti,

i periodi di permesso fruiti per l’assistenza a un familia-re con handicap sono validi ai fi ni pensionistici ma non ai fi ni della progressione economica. Lo precisa la funzione pubblica nella nota protocollo n. 2285 di ieri, rispondendo al ministero dell’istruzione che aveva ap-punto chiesto chiarimenti sugli effetti che le assenze a tale tito-lo producono sulla maturazio-ne dell’anzianità di servizio.

Congedo straordinario. Il congedo in esame è quello co-siddetto straordinario, previsto all’articolo 42 del T.u. materni-tà (dlgs n. 151/2001), che spetta al coniuge di soggetto con han-dicap grave ovvero, nell’ordine, al padre o alla madre anche adottivi, a uno dei fi gli convi-venti oppure a uno dei fratelli o sorelle conviventi, nelle ipo-tesi di mancanza, decesso o invalidità del soggetto avente diritto più prossimo al disabile

(nell’ordine indicato). Durante la fruizione del congedo il la-voratore ha diritto a percepire un’indennità pari all’ultima retribuzione, con riferimento alle voci fi sse e continuative, e il periodo è coperto da contri-buzione fi gurativa. Indennità e contribuzione fi gurativa spet-tano fi no a 46.836 euro annui per il congedo di durata annua-le (importo valido per l’anno 2013, rivalutato annualmente in base all’Istat).

I chiarimenti. La funzio-ne pubblica, prima di tutto, fa presente che già con circolare n. 1/2012 aveva spiegato che i «periodi di congedo straordina-rio non sono computati ai fi ni della maturazione di tredicesi-

ma, ferie, trattamento di fi ne rapporto e trattamenti di fi ne servizio, ma, essendo coperti da contribuzione, sono validi ai fi ni del calcolo dell’anzianità». Ciò sta a signifi care, precisa ora, che il periodo di congedo deve essere riconosciuto utile sia ai fi ni dell’anzianità di ser-vizio valevole per raggiungere il diritto a pensione che per la misura stessa della pensione. Tuttavia, poiché si tratta di diritti scaturenti dall’istituto della contribuzione figurati-va, praticamente trovano va-lidità soltanto per i lavoratori del settore privato, atteso che per i pubblici dipendenti la contribuzione è connessa alla retribuzione effettivamente

versata dal datore di lavoro. Lo stesso congedo, invece, è previsto che non sia computa-bile nell’anzianità di servizio, laddove per anzianità di servi-zio non si intende quella ai fi ni previdenziali. In conclusione, i periodi di fruizione del congedo straordinario sono validi ai fi ni pensionistici, ma non ai fini della progressione economica. Tale conclusione, aggiunge la Funzione pubblica, è conferma-ta dalla considerazione che, di regola, i periodi rilevanti ai fi ni delle progressioni economiche presuppongono un’attività la-vorativa effettivamente svolta, situazione che non ricorre nel momento in cui il dipendente usufruisce del congedo.

Arriva dalla Covip il nuovo Manuale delle se-gnalazioni statistiche e di vigilanza, a cui dovranno adeguarsi tutte le forme pensionistiche comple-mentari per comunicare all’Autorità del settore le informazioni utili per una migliore conoscenza del sistema e una più effi cace attività di controllo per quanto riguarda il profi lo economico, patrimoniale e finanziario del fondo, la gestione degli investi-menti e le caratteristiche socio-demografi che degli iscritti. Il Manuale, si legge in una nota, è frut-to del lavoro di un tavolo tecnico con le associazio-ni di settore, e sostituisce l’attuale assetto delle se-gnalazioni con un sistema strutturato e stabile nel tempo. Il nuovo sistema entrerà a regime dal 1° gennaio 2014 e il testo del Manuale è disponibile nel sito della Covip.

MANUALE COVIP

Fondi, segnalazioni

mirate

A dicembre il coeffi-ciente di rivaluta-zione del trattamen-to di fi ne rapporto è

3,302885 (vedi colonna incr.mese). L’indice dei prezzi al consumo calcolato dall’Isti-tuto nazionale di statistica, con esclusione del prezzo dei tabacchi lavorati, è al valore di 106,5.

Tramite i dati resi noti ieri dall’Istituto di statistica è possibile calcolare il dato del trattamento di fi ne rap-porto, introdotto dalla legge n. 297/82.

Il calcolo viene fornito mensilmente per permet-tere di rivalutare le somme accantonate al 31 dicembre dell’anno precedente, nel caso di cessazione di rappor-ti di lavoro e/o conteggi in sede di bilanci infrannuali.

Secondo quanto stabilito dal codice civile (art. 2120) il trattamento di fi ne rap-porto accantonato al termi-ne di ogni anno deve esse-re rivalutato mensilmente sommando due elementi: il 75% dell’aumento del costo della vita rispetto al mese di dicembre dell’anno prece-dente (colonna rival. 75%) e l’1,50 % annuo, frazionato su base mensile (colonna rival 1,5%).

Esempio di calcolo tfr.Un dipendente ha cessa-

to il rapporto di lavoro il 31 dicembre 2012. La sua situa-zione è:

• tfr maturato al 31.12.11 euro 25.000

• imponibile previdenziale anno 2012 euro 21.500

• tfr maturato nel 2012 euro 1.592,59

Pertanto la sua liquidazione, al lordo delle imposte sarà:

• tfr al 31.12.11 euro 25.000+

• rivalutazione (3,302885% di 25.000) euro 825,72+

• tfr maturato nel 2012 euro 1.592,59+

• ritenuta previdenziale (0,50% su 21.500) euro 107,50-

• totale euro 27.310,81

a cura di

Bruno Toniolatti, Studio Associato Paoli

Aggiornamento in base ai dati Istat

Tfr di dicembrea quota 3,30%

Tutti gli indici dal 1984 a oggiAnno Mese Indice Incr. Rival. 75%

Rival. 1,5%

incr. MeseMontante ind.

Dirig.Montante base

comp.

Anno 1984 dicembre 181,8 14,7 6,597846 1,5 8,097846 1,08097848 1,30133598

Anno 1985 dicembre 197,4 15,6 6,435644 1,5 7,935644 1,07935644 1,40460535

Anno 1986(1985 = 100,0)

dicembre 108,0 4,5 3,260870 1,5 4,760870 1,04760870 1,46147678

Anno 1987 dicembre 113,5 5,5 3,819444 1,5 5,319444 1,05319444 1,54975116

Anno 1988 dicembre 119,7 6,2 4,096916 1,5 5,596916 1,05596916 1,63648943

Anno 1989 dicembre 127,5 7,8 4,887218 1,5 6,387218 1,06372180 1,74101558

Anno 1990(1989 = 100,0)

dicembre 109,2 6,5 4,746835 1,5 6,246895 1,06246835 1,96198674

Anno 1991 dicembre 115,8 6,6 4,532967 1,5 6,032967 1,6032967 1,96137020

L'indice di dicembre 1991, depurato dal mese di febbraio dall'incidenza relativa ai tabacchi lavorati, si modifi ca in 115,69587

Anno 1992 dicembre 121,2 5,5 3,568060 1,500 5,068060 1,05068060 2,06077361

Anno 1993 (1992 = 100,0)

dicembre 106,0 4,1 2,9913350 1,500 4,491335 1,04491335 2,15400883

Anno 1994 dicembre 110,3 4,3 3,0424528 1,5 4,542452 1,0454245 2,25185373

Anno 1995 dicembre 116,7 6,4 4,3517679 1,5 5,851767 1,0585176 2,38362700

Anno 1996(1995 = 100,0)

dicembre 104,9 2,6 1,9221744 1,5 3,422174 1,0342217 2,46519887

Anno 1997 dicembre 106,5 1,6 1,1439466 1,5 2,643946 1,0264394 2,53037754

Anno 1998 dicembre 108,1 1,6 1,1267605 1,5 2,626760 1,0262676 2,59684394

Anno 1999 dicembre 110,4 2,3 1,5957447 1,5 3,095745 1,0309574 2,67723463

Anno 2000 dicembre 113,4 3 2,0380435 1,5 3,538043 1,0353804 2,11195570

Anno 2001 dicembre 116,0 2,6 1,7195767 1,5 3,219577 1,0321958 2,86120094

Anno 2002 dicembre 119,1 3,1 2,0043103 1,5 3,504310 1,0350431 2,96146630

Anno 2003 dicembre 121,8 2,7 1,7002519 1,5 3,200252 1,0320052 3,05624608

Anno 2004 dicembre 123,9 2,1 1,2931034 1,5 2,793103 1,0279310 3,14160464

Anno 2005 dicembre 126,3 2,4 1,4527845 1,5 2,952785 1,0295278 3,23436945

Anno 2006 dicembre 128,4 2,1 1,2470309 1,5 2,747031 1,0274703 3,32321858

Anno 2007 dicembre 131,8 3,4 1,9859813 1,5 3,485981 1,0348598 3,42520567

Anno 2008 dicembre 134,5 2,7 1,5364188 1,500 3,036419 1,0303642 3,54349239

Anno 2009 dicembre 135,8 1,3 0,724907 1,500 2,224907 1,0222491 3,62233180

Anno 2010 dicembre 138,4 2,6 1,435935 1,500 2,935935 1,0293594 3,72868111

2011

luglio 102,9 2,2 1,561615 0,875 2,436615 1,02443662 3,81953472

agosto 103,2 2,5 1,784827 1,000 2,784827 1,0278483 3,83251842

settembre 103,2 2,5 1,784827 1,125 2,909827 1,0290983 3,83717927

ottobre 103,6 2,9 2,082442 1,250 3,332442 1,0333244 3,85293726

novembre 103,7 3,0 2,156846 1,375 3,531846 1,0353185 3,86037240

dicembre 104,0 3,3 2,380058 1,500 3,880058 1,0388006 3,87335610

Anno 2012

gennaio 104,4 0,4 0,288462 0,125 0,413462 1,0041346 3,88937094

febbraio 104,8 0,8 0,576923 0,250 0,826923 1,0082692 3,90538578

marzo 105,2 1,2 0,865385 0,375 1,240385 1,0124038 3,92140061

aprile 105,7 1,7 1,225962 0,500 1,725962 1,0172596 3,94020874

maggio 105,6 1,6 1,153846 0,625 1,778846 1,0177885 3,94225715

giugno 105,8 1,8 1,298077 0,750 2,048077 1,0024808 3,95268541

luglio 105,9 1,9 1,370192 0,875 2,245192 1,0224519 3,96032039

agosto 106,4 2,4 1,730769 1,000 2,730769 1,0273077 3,97912852

settembre 106,4 2,4 1,730769 1,125 2,855769 1,0285577 3,98397021

ottobre 106,4 2,4 1,730769 1,250 2,980769 1,0298077 3,98881191

novembre 106,20 2,2 1,586538 1,375 2,961538 1,0296154 3,98806703

dicembre 106,5 2,5 1,802885 1,500 3,302885 1,0330288 4,00128858

I CHIARIMENTI

Il congedo è utileai fi ni della pensione

I periodi di assenza per congedo sono utili ai fini pensionistici, ossia nel calcolo dell’anzianità contributiva

Il congedo non è utile ai fi ni dello stipendio

I periodi di assenza per congedo non sono utili ai i ni del calcolo dell’anzianità di servizio per la progressione economica

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29Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 GennaiP R O F E S S I O N I

Appello al governo sulle società tra professionisti

Sostegno alle StpLe tecniche: si attui la riforma

Oltre 650 mila profes-sionisti chiedono di attuare le Stp. L’ap-pello all’Esecutivo è

fi rmato dai consigli nazionali di architetti, chimici, dottori agronomi e dottori forestali, geologi, geometri, ingegne-ri, periti agrari, periti indu-striali, tecnolo-gi alimentari. I quali scrivono: «Il governo tenga fede all’impegno di rendere possi-bili le società tra professionisti , senza rimanda-re al prossimo esecutivo l’onere della loro rego-lamentazione. Ai professionisti italiani sono indi-spensabili, subito, strumenti che permettano l’aggrega-zione, l’interdisciplinarità, la sinergia per affrontare un mercato sempre più diffi cile e complesso: sarebbe una beffa che proprio questo governo, tanto impegnato a moderniz-zare la struttura del paese, li-

mitasse l’impegno dei profes-sionisti italiani a innovare il loro modo di operare». Appello che arriva all’indomani della pubblicazione su ItaliaOggi (si veda IO del 12/1/13) della notizia che il ministro della giustizia avrebbe mandato in soffi tta il regolamento at-

tuativo della legge delega (n. 183/2011) sulla riforma delle professioni. «Per quasi 650 mila professionisti, conside-rata la condizione di pesante crisi del mercato, l’istituzione delle società tra professioni-sti è uno strumento urgente e indispensabile. Tra tutti

i provvedimenti di riforma delle professioni», spiegano i presidenti fi rmatari, «questo è l’unico che può avere una reale, positiva incidenza sul lavoro, non solo perché li to-glie da una condizione di in-feriorità rispetto ai colleghi europei che da anni hanno

la possibilità di costituire società professionali, ma anche perché è in linea con altri provvedimenti che il governo ha adot-tato per favorire i giovani e le nuove attività, come le start up e le “so-cietà a 1 euro”. Non vorremmo», concludono, «che, come troppo spes-

so nel passato, anche questa riforma rimanga nel guado. Occorre invece, al contrario, che la regolamentazione sul-le società tra professionisti venga deliberata dal governo con la massima urgenza e co-munque prima delle prossime elezioni politiche generali».

Ore decisive per la presentazione dei candidati alle ele-zioni del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili. A meno di una settimana dalla chiusura degli elenchi che andranno depositati al ministe-ro della giustizia il 21 gennaio, infatti, non esiste ancora una linea uffi ciale né condivisa su chi si presenterà al voto previsto per il 20 febbraio. Anche la giornata di ieri quindi ha deluso le attese. Intanto il tempo stringe e come ha detto Gerardo Longobardi candidato presidente alla lista Insieme per la professione, «non è certo dalla nostra parte». In ogni caso, dalle dichiarazioni strappate ai due candidati, emerge una volontà condivisa di comporre una lista uni-taria: «È un confronto tra gentiluomini quelli che stiamo portando avanti ogni giorno», ha chiuso Longobardi. Anche se, ha ammesso con una certa amarezza Massimo Miani candidato alla lista Vivere la professione, «per il momento non siamo riusciti nell’intento di un unico schieramento. Da parte mia posso affermare, però, una precisa volontà di andare verso quella direzione. Perché sarebbe quella che più auspico per la categoria». Ma sul perché non si riesca a trovare una corretta quadratura del cerchio cala un silenzio uffi cialmente condiviso. Certo non bastano i passi indietro di due personaggi chiave di questa vicenda elettorale, Claudio Siciliotti (candidato presidente della lista Vivere la professione, ora sostituito appunto da Mia-ni) e Giorgio Sganga (candidato alla lista Insieme per la professione) perché per comporre un listone unico fatto di 14 posti in consiglio per i dottori e 7 per la componente ra-gionieri, altrettanti rappresentanti di categoria dovrebbero fare un passo indietro. A complicare poi il quadro c’è un ulteriore elemento relativo soprattutto alla rappresentan-za dei ragionieri. Quella cioè che si sente maggiormente parte lesa in questa vicenda e che, sin dalle complicazioni postelettorali di ottobre, aveva sollecitato di optare verso una lista unitaria. C’è chi ipotizza che la componente ra-gionieri potrebbe riuscire nell’intento di presentarsi con un solo schieramento più facilmente dei dottori.

Benedetta Pacelli

Elezioni al Cndcec,la trattativa è lunga

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strumenti tuativo della legge delega (n.

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so nel passat

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

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Professionisti senza sociIl ministro della Giustizia, dopo un balletto di sei mesi, manda in soffitta il regolamento sulle società professionali. Categorie divise

In soffi tta il regolamento sulle socie-tà tra professionisti. Dopo un balletto durato oltre sei mesi (la delega è sca-duta a luglio scorso), il ministro della Giustizia Paola Severino ha deciso di mettere la parola fi ne alle attese di chi confi dava l’emanazione di un provve-dimento per disciplinare tutti quei passaggi per costituire le Stp, lasciati scoperti dalla legge primaria (legge 183/11 e poi modifi cata con la legge 27/12). Dunque, la possibilità di costi-tuire le società tra professionisti sulla carta esiste, manca però l’articolazione successiva. Divise le categorie.

Pacelli a pagina 32

Scossone nelle diffusioni di novembre: i quotidiani tor-nano a crescere. ItaliaOggi è l’unico che ha avuto un rialzo a due cifre (+12,2%) mentre Il Giorno è salito del 9,8%. Il Corriere della Sera è cresciu-to del 5,4% fi no alle 426.107 copie, mentre Repubblica è avanzata dell’1,3% a 393.830 copie, ma rafforza il primato in edicola Bene anche Avve

Diffusioni quotidiani, ItaliaOggi +12%, Giorno +10 Corsera +5, Repubblica +1

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Lunedì 14 Gennaio 2013

DI MARINO LONGONI

[email protected]

Il codice civile di Napoleone, del

1804, era composto da poco più di

100 mila parole. Le sei manovre

economiche approvate dal governo

Monti nel 2012 arrivano a 300 mila. Il

primo è passato alla storia come esem-

pio di chiarezza normativa. La legisla-

zione del governo tecnico segna invece il

punto più basso nella qualità delle leggi:

norme scritte in modo incomprensibile,

che vengono modificate pochi

giorni dopo essere approva-

te, piene zeppe di strafal-

cioni. Un esempio, l’ultimo

comma della legge di sta-

bilità: nel testo pubblicato

sulla Gazzetta Ufficiale,

in 10 righe si possono

contare cinque refusi. E

che dire della chiarezza

di questo comma: «Per il

comune di cui al comma

3.1 non è dovuta la quo-

ta di imposta riservata

allo Stato sugli immo-

bili di proprietà dei

comuni di cui all’ar-

ticolo 13, comma 11,

secondo periodo,

del decreto-legge

6 dicembre 2011,

n. 201, convertito,

con modificazioni,

dalla legge 22 di-

cembre 2011, n.

214, così come

m o d i f i c a t o

dall’articolo 4,

comma 5, lette-

ra g), del de-

creto-legge

2 marzo

del diritto. Una legislazione caotica,

ridondante, contraddittoria ha una

sua funzione inconfessata. Si possono

sbandierare le riforme che attirano il

consenso, senza applicarle. E vicever-

sa. Ed infatti: le norme fiscali sono ap-

plicate in modo tutto sommato rigoro-

so. Grazie all’azione di manutenzione

dall’Agenzia delle entrate con le sue

circolari, risoluzioni, interpretazioni

ecc. oltre che all’accertamento delle in-

frazioni tributarie. Le norme sui tagli

alle spese pubbliche, o quelle che pre-

vedono pesanti adempimenti in ca-

rico alle pubbliche amministra-

zioni, finiscono nove volte su

dieci per essere dimentica-

te in qualche cassetto:

m a n c h e r à

un decreto

a t t u a t i v o ,

interverrà

una senten-

za della Cas-

sazione a dire

che quel taglio

è illegittimo, op-

pure ci penserà

i l legislatore,

con una norma

incomprensibi-

le, a disporre

una proroga o

cancellare il

comma inde-

siderato.

Qualche

e s e m p i o .

La spen-

ding re-

v i e w

aveva

p r e -

v i s t o

c h e

to fissare la «giusta percentuale» di

dotazioni organiche in rapporto alla

popolazione per gli enti locali. Ovvia-

mente il Dpcm non è stato emanato e

a quanto risulta se ne sono perse le

tracce. La stessa legge aveva previsto

500 milioni di tagli ai comuni per il

2012 sotto forma di tagli ai consumi

intermedi. Ma alla fine il taglio è stato

sterilizzato. Si prevedeva anche l’ob-

bligo per i comuni di far compilare al

Ministero dell’economia le buste paga

dei dipendenti pubblici. I comuni che

hanno aderito sono stati in un anno 67.

Su 8.100. E chi non si ricorda del taglio

delle province? Se ne è discusso per un

anno e poi il parlamento ha affossato

tutto. E la riduzione degli stipendi dei

parlamentari? Ancora: il decreto cre-

scita obbliga le p.a. a pubblicare sul

proprio sito tutte le erogazioni (sti-

pendi, consulenze, contributi ecc.) di

importo superiore a 1.000 euro. Fino-

ra gli enti hanno fatto orecchie da

mercante. E il provvedimento

sui costi standard della sa-

nità, il cuore del federa-

lismo? Non pervenuto.

La razionalizzazione

della spesa sanita-

ria può aspettare.

Insomma, è sempre

più evidente che si

è creata una distin-

zione tra norme di

serie A, destinate a

entrare in vigore e

a produrre effetto,

e norme di serie

B, approvate per

farle salire sul-

la passerella e

scendere subito

dopo, come una

modella.

© Riproduzio-

ne riservata

IN EVIDENZA

* * *

Incognita pa-trimoniale - Sul

futuro della pa-

trimoniale i poli-

tici non scoprono

le carte. Ma intanto è stretta

su conti, titoli e azioni

Oltre la crisi - Pmi alle pre-

se con ridimensionamenti,

stagnazione e un rapporto

difficile con i giovani

Fisco - Redditometro ad

assetto variabile: ecco come

muoversi in difesa davanti

al Fisco

Impresa - Il dl crescita

2.0 dà più appeal alle age-

volazioni per le start up

innovative. Pronta la guida

per iscriversi al Registro

imprese

Documenti/1 - La sen-

tenza della Cassazione

sull’opposizione ai i i

tenz

Tagli di spesa apparenti

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IL PRIMO GIORNALE PER PROFESSIONISTI E IMPRESE

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30 Mercoledì 16 Gennaio 2013

IL PRIMO GIORNALE DEGLI IMPRENDITORI, DEGLI OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

TO2.0

con

IL DECRETCRESCITA

in edicolaAgricoltura

OPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIAOPERATORI E DEI PROFESSIONISTI DELLA TERRA E DELL’AGROINDUSTRIA

conin edicola

Oggi

Tirata d’orecchie della Commissione al ministro. L’Italia duplica le regole

Catania scivola sull’olioLe norme sulla qualità cozzano con regole Ue

DI ALBERTO GRIMELLI

Fuoco made in Italy su Mario Catania in piena campagna elet-torale. A seguito di due

denunce mosse da operatori oleari italiani Bruxelles chie-de spiegazioni all’Italia su due norme contenute nel decreto sviluppo, n. 83 del 22 giugno 2012, convertito in legge lo scorso agosto. Sotto la lente della Commissione europea vi sarebbero l’articolo 43, comma 1-bis, che fi ssa il limite di al-chil esteri per l’olio italiano a 30 mg/kg e l’articolo 43, comma 1-ter, che, invece, stabilisce che il panel test sia probatorio in sede di giudizio. La lettera di richiesta di spiegazioni, giunta al Mipaaf la settimana scorsa, evidenzia come entrambe le tematiche siano già oggetto di regolamentazione europea. In particolare il regolamento Ue 61/2011 fi ssa il limite degli al-chil esteri a 75 mg/kg per gli oli extra vergini d’oliva, men-tre per il panel test le norme di riferimento comunitarie sono il regolamento 2568/91 modi-fi cato dal successivo 640/2008 che descriverebbero, nel detta-glio, procedure e metodiche per l’analisi organolettica dell’olio d’oliva. Tra le righe, nella co-municazione di Bruxelles, la possibilità che i due articoli

incriminati possano limitare o danneggia-re il libero scambio di merci all’interno dei confi ni comunitari, vio-lando i trattati e quin-di dando luogo a una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia. Tale interpretazione era stata sostenuta, nel corso della discussione parlamentare, da parte di Confagricoltura, Assitol e Federolio. A spingere la Commis-sione Ue a chiedere spiegazioni al Mipaaf vi sarebbero le variegate interpretazioni del testo normativo succedutesi nel corso delle settima-ne seguenti la sua ap-provazione defi nitiva. Una polemica chiu-sa il 20 novembre scorso con l’in-terpretazione autentica della norma data dall’Ispetto-rato repres-sione frodi del Mipaaf. Che recita: «In merito all’attua-zione delle previ-sioni di cui all’art. 43, comma 1-bis, del dl n. 82/2012, si fa presente che la norma in

questione rende obbligatoria la predisposizione di un “piano straordinario di sorveglianza” nei confronti delle imprese che

hanno commercializzato le partite di olio extra vergine di oliva riscontrate alle analisi con valore alchil esteri superiore ai 30 mg/kg. Dall’esito del predet-to piano dipenderanno eventuali, ulteriori deter-minazioni nei confronti

delle imprese interessa-te». Nel corso di successive

riunioni con gli operatori, l’Ispettorato repressione frodi ha ulteriormente chiarito che il piano di sorveglianza avrà

durata di 12 mesi dalla data di riscon-tro del superamento del limite. Durante tale periodo l’azienda sarà sottoposta a ve-rifi che riguardo alla tracciabilità, la con-gruità delle giacenze e delle attività com-merciali, la rispon-denza dei campioni prelevati alle carat-teristiche chimiche e organolettiche. A quanto risulta a Italia Oggi da fonti del Mipaaf, questa interpretazione della legge italiana non contrasterebbe

col dettato comunitario, per-ché rappresenterebbe solo una procedura nazionale di sorveglianza della fi lie-ra olio d’oliva, senza alcun automatismo sanzionato-rio a carico delle imprese soggette a controllo. Allo stesso modo la norma sul pa-nel test sarebbe solo un «raffor-zativo» di quanto disposto dai regolamenti Ue in vigore. Va ri-cordato che per il ministro alle politiche agricole, Mario Cata-nia: «quelle della Commissione sono solo osservazioni e richie-ste di chiarimento a cui l’Italia risponderà puntualmente e celermente».

PRIMA GRANA PER AGRINSIEME, il sodalizio sindacale tra Confagricol-tura e Alleanza delle cooperative nato il 10 gennaio scorso (i cui capi-saldi sono stati anticipati da Italia-Oggi il 9/1/2012). Un Agrinsieme esiste già. E si chiama Agrinsieme or-ganizzazione produttori scarl Ha sede legale in via Pontina km. 47.400 ad Aprilia (Lt), Cciaa Lt Rea n. 158807, ha un proprio sito internet e un domi-nio registrato dal 10 novembre 2010.

FIERA MILANO, dopo l’accordo stipula-to con Aidepi, per l’organizzazione di Dolce Italia insieme a Tuttofood, ha siglato un accordo di partnership stra-tegica con Assica, l’associazione confi n-dustriale carni e salumi per promuove-re la produzione nazionale a un vasto pubblico internazionale. Il contratto è in esclusiva e fi no al 2021. Assica e le altre aziende disporranno di un padiglione di 20 mila mq.

BAYER CROPSCIENCE conta di chiudere

nelle prossime settimane l’acquisizione di Prophyta, società tedesca specia-lizzata nella produzione di soluzioni biologiche, basate su microrganismi fungini naturali, utili per controllare malattie causate dalla sclerotinia e dai nematodi. Quest’acquisizione segue quelle della Atenix Corp. e di Agraquest. A febbraio prossimo Bayer inaugurerà presso la sua sede centrale nel Research triangle park nella Ca-rolina del Nord (Usa) un centro per la protezione delle api

SAME DEUTZ-FAHR costituirà insieme al distributore russo Jsc Kirovsky Za-vod la società in joint venture paritetica Same Deutz-Fahr Kirovests. La newco assemblerà trattori e mietitrebbie con tecnologia Sdf nello stabilimento di San Pietroburgo del partner russo che li distribuirà tramite la sue rete di vendita.

BAYER HEALTHCARE ha ottenuto l’ok dell’Anti-

trust Usa per l’acquisizione per 145 mln $ della fi liale Usa della società farmaceutica israeliana Teva Phar-maceutical Industries sprecializza-ta in farmaci veterinari.

NELL’AZIENDA AGRICOLA DI UBAJARA (stato di Cearà, nel Nordest del Brasile) di Nutrilite do Brasil è stata avviata la coltivazione di una nuova cultivar di acerola, la Brs 366-Jaburu, messa a punto in collaborazione con Empraba agroindústria tropical, controllata dell’omonimo centro statale di ricerca agricola. Si tratta di una cultivar particolarmente produttiva: 57 tons/ha all’anno, da cui si potrà ottenere più vitamina C.

TOTAL PRODUCE (2,5 mld euro di fat-turato), multinazionale irlandese, ha

siglato un accordo per l’acquisizione in due tappe da qui al 2017 del 65% della canadese Grandview Ventures

Ltd per un controvalore stimato di 32 mln di euro. L’operazione consentirà a Total produce di espandere le sue attività sul mercato nordamericano dove l’azienda canadese sviluppa oggi vendite per 410 mln di euro.

IL CEIGRAM (centro studi per la gestione rischi agricoli e ambientali) dell’Uni-versità politecnica di Madrid sarà l’istituto coordinatore del progetto Ulysses fi nanziato dal 7° programma quadro della Commissione Ue e inteso a comprendere e gestire la volatilità nei mercati alimentari per promuovere una maggiore stabilità in Europa e nel mondo. Gli altri enti coinvolti nel progetto sono Fao, Joint research center della Commissione Ue e le università di Gottingen, Wageningen e Unwe di Sofi a.

CAMBIO AL VERTICE di Coldiretti Pu-glia. Il nuovo presidente è il salentino Gianni Cantele, che prende il posto di Pietro Salcuni.

RISIKO AGRICOLO

Supplemento a cura di LUIGI CHIARELLO

[email protected]

La letterasul sito www.italia-oggi.it/documenti

L’olio Dante diventa «digitale». Digitando m.oliodante.com sul proprio t e l e fon ino, sarà possi-bile installa-re una App sull’i-Phone, in modo da avere Olio Dante a por-tata di click. Con la ver-sione mobile, gli Oleifici Mataluni in-tendono ideare una vera e propria community che integra social network e mondo dei food blog.

«Civiltà rurale e svi-luppo» è uno dei partiti che ha depositato il pro-prio contrassegno al mi-nistero dell’interno per la partecipazione alle elezio-

ni amministrati-ve e legislative

del 23 e 24 febbraio. Il program-ma elet -torale del

mov imen-to costituito

e presieduto dall’avvocato bresciano Enzo Bosio è scaricabile su www.bighunter.it

CHICCHE

one rende obblig t i

ddtrdtasritrgemdpteeAItdindn

variegate ni del testo ccedutesi settima-sua ap-

finitiva.a chiu-mbre’in-nea

n a-revi-l’art. 43,

del dl n 82/2012

questiola predistraordnei conf

hannopartidi aneskgtoevm

dete».

riuniol’Ispettoha ulte

questio

La lettera della Commissione Ue

bbe-

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delfebprmto

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31Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16 Gennaio 20AT T U A L I TÀRafi ca di emendamenti di compromesso sul testo. Mentre c’è il rischio di forti tagli al budget

Una Pac flessibile sul greeningL’Europarlamento cerca di alleggerire il peso sulle aziende

da Bruxelles ANGELO DI MAMBRO

L’Europarlamento punta a una rifor-ma della Pac più flessibile per stati e aziende agricole, in particolare sul greening. È quanto emerge dall’esame

degli emendamenti di compromesso ai rappor-ti sulla riforma, che portano la fi rma di Louis Capoluas Santos (pagamenti diretti e sviluppo rurale), Michel Dantin (misure di mercato) e Giovanni La Via (fi nanziamento). Si tratta di poco più di un centinaio di modifi che, condensate di circa 8 mila richieste, che saranno votate il 23 e 24 gennaio dalla Commissione agricoltura. Gli eurodeputati si esprimeranno solo sugli emen-damenti in attesa di conoscere il budget 2014-2020, su cui i capi di stato dell’Ue cercheranno di trovare un accordo il 7 e 8 febbraio. Tagli sostan-ziali sul bilancio agricolo metterebbero tutto in discussione. Su capitoli come il capping agli aiuti per le grandi aziende o i settori cui destinare l’aiuto accoppiato il compromesso non c’è, ma ne-gli emendamenti ce n’è abbastanza per vedere la posizione parlamentare sulla riforma. Novità assolu-ta è la possibilità per gli stati di introdurre un aiuto diretto com-plementare per et-taro per i primi 50 ettari. Inedite an-che le tre opzioni sulla convergenza interna (adozione del criterio per et-taro per la distribuzio-ne degli aiuti): piena entro il 2020, come previsto dalla bozza della Commissione Ue; moderata, con una riduzione del pagamento per azienda non superiore al 30% nel periodo 2014-19; oppure l’applicazione dello stesso metodo della convergenza esterna. Su quest’ul-tima (redistribuzione di

risorse tra gli stati), si conferma l’ipotesi di Capoulas Santos di allineamento dei paesi alla media dei pagamenti diretti Ue e non al 90% della media, come vorrebbe la Commissione. Il greening inciderà per il 30% dei pagamenti di-retti, come proposto dall’Esecutivo, ma il Parla-mento amplia la platea delle aziende «verdi per defi nizione» e introduce regimi di certifi cazione nazionali e regionali, in modo sostenere altre pratiche agronomiche eco-friendly oltre alle tre proposte dalla Commissione. Diversifi cazione colturale e dalla creazione di aree di interesse ecologico saranno applicate con gradualità, con esenzione per le aziende più piccole di 10 ettari: tra 10 e 30 ettari si potrà diversifi care con due colture, con più di 30 ettari si dovrà con tre; la percentuale di area eleggibile per le aree ecologi-che sarà del 3% con progressione secondo criteri temporali (5% dal 2016, 7% dal 2018) e territo-riali (opportunità di aggregare aree adiacenti). L’inadempienza sul greening, come proposto da La Via nel suo rapporto su fi nanziamento, ge-stione e monitoraggio, implicherà una sanzione

solo sul 30% dell’aiuto diretto e non sulla sua integralità. Negli emenda-

menti al regolamento sullo sviluppo rurale si prevede,

tra l’altro, un program-ma dedicato alle donne in agricoltura e l’inclu-sione delle assicurazio-ni tra gli strumenti di gestione del rischio. Per quanto riguarda le mi-sure di mercato, le mo-

difi che del rapporto Dan-tin mirano a rafforzare la posizione degli agricoltori nella fi liera, attraverso in-centivi all’organizzazione e il mantenimento delle quote, fatta eccezione di quelle per il latte, setto-re per il quale si prevede però un regime contrat-tuale specifico, legato al «pacchetto latte» del 2011.

Formalmente scaduto il 30 settembre scorso, il Farm Bill versione 2008 resterà in vigore almeno fi no al pros-simo settembre. La decisione, che fa parte del pacchetto sul «fi scal cliff» varato dal Congresso Usa, evita il pa-ventato picco dei prezzi del latte, il «dairy cliff», come lo hanno defi nito alcuni commentatori d’Oltreoceano. La proroga del vecchio Farm Bill si è resa necessaria perché mentre la maggior parte dei programmi contenuti nella legge agricola americana scadevano a primavera 2013, quelli a protezione del settore lattiero-caseario avevano come termine il 31 dicembre 2012. Il rischio era lascia-re il settore senza misure aggiornate di regolazione del mercato, con i prezzi del latte che, secondo le previsioni avrebbero potuto raggiungere anche i 5-6 dollari il gal-lone (3,78 litri), il doppio della quotazione attuale. Ora repubblicani e democratici hanno nove mesi di tempo per trovare un’intesa su un nuovo Farm Bill, partendo quasi da zero. Il senato e la commissione agricoltura della ca-mera dei rappresentanti avevano approvato l’estate scorsa due versioni differenti della legge, che vede come punto qualifi cante la fi ne del sistema dei pagamenti diretti e il rafforzamento delle assicurazioni sul raccolto. L’iter di approvazione si era però fermato prima del voto nella plenaria della camera, prima a causa delle presidenziali americane, quindi in ragione della procedura d’urgenza adottata per l’approvazione del pacchetto legislativo sul «baratro fi scale».

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L’agenda digitale agricoltura e pesca è il nuovo strumento at-traverso il quale l’assessorato alle risorse agricole e alimen-

tari della Sicilia intende rendere più trasparenti, semplici e snelli i rappor-ti fra i propri funzionari e i cittadini. Imprenditori agricoli e della pesca in primis. E supportarli concretamente, semplifi cando loro la vita e interfac-ciandosi con loro.

A promuovere con decisione la scelta della digitalizzazione è il neoassessore all’agricoltura dell’isola, Dario Car-tabellotta. «Nell’arco dei prossimi sei mesi», anticipa a ItaliaOggi Cartabel-lotta, «l’agenda digitale prevista dalla legge regionale n. 5 del 5 aprile 2011, sarà realtà per il mio assessorato. Tre persone stanno coordinando le attività di migrazione dal cartaceo al digitale. In particolare tengo ad attivare il dia-logo con i cittadini e con le imprese, per far sì che i riscontri e i giudizi che costoro daranno sul servizio fornito loro dall’assessorato possa essere di

stimolo per tutti i funzionari a lavo-rare meglio». Ambiziosi e articolati gli obiettivi dell’agenda digi-tale agricoltura e pesca. Questa, infatti, non si limita a perseguire la trasparenza median-te la pubblicazione di tutti gli atti am-ministrativi sul sito web dell’assessorato. Ma mira anche alla digitalizzazione e semplifi cazione delle pratiche amministra-tive. «Sul sito», precisa

Cartabellotta, «non dovranno essere descritte solo le procedure, ma do-vranno essere disponibili anche le so-

luzioni telematiche per espletarle. Il passaggio al digitale sarà inol-

tre l’occasione per rendere più snelle le procedure. L’agenda coinvolgerà infatti sia il perso-nale di maggior esperienza nel trovare i modi per semplifi care le pratiche sia il personale più giovane e con maggiori compe-tenze informatiche a supportare il cambiamento».

L’agenda digitale impegna inoltre l’assessorato a orientare la

formazione all’alfabetizzazione digi-tale degli agricoltori, pescatori,

imprese e cittadini; a svi-luppare tutte le colla-

borazioni possibili con Comuni, enti, associazioni e so-cietà terze per favorire capillar-mente l’accesso

digitale dei cittadini; e a utilizzare sof-tware open source così da contenere i costi sia per la pa che per i cittadini.

L’agenda digitale agricoltura e pesca vuole insomma essere uno strumento d’innovazione e di stimolo dei funzio-nari dell’assessorato a fi nalizzare il loro lavoro al reale sostegno delle forze produttive del territorio.

Un approccio non del tutto nuovo in regione se si considera che già un anno fa l’Istituto regionale vini e oli di Sicilia aveva siglato un accordo di promozione con la compagnia aerea Ryanair, per sviluppare un progetto di promozione turistica e legare itinerari turistici a itinerari enogastronomici ed eccellenze locali. Accordo che assume-rà ulteriore visibilità, considerato che la compagnia ha da poco incrementato i voli che collegano Trapani, cuore della produzione vinicola siciliana, con città straniere: da 17 sono salite a 23. E a queste s’aggiungono 13 destinazioni nazionali.

Luisa Contri

PALAZZO D’ORLEANS HA AVVIATO LA MIGRAZIONE DEI DOSSIER DEGLI AGRICOLTORI DALLA CARTA AL WEB

La Sicilia verso la digitalizzazione di agricoltura e pescaIl neoassessore, Dario Cartabellotta, vara l’agenda hi-tech. Operativa entro sei mesi

Dario Cartabellotta

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32 Mercoledì 16 Gennaio 2013 P O LT R O N E I N E R B A

HORTICULTURAL KNOWLEDGE, start up bolognese attiva nella ricerca per una frutticoltura di precisione, ha ottenuto un fi nanziamento europeo per lo svi-luppo di un innovativo calibro digitale per la frutta in grado di velocizzare la formulazione dell’analisi di crescita e le diagnosi di sviluppo dei frutti.

CAMPARI WINES ha sottoscritto un accordo di distribuzione in esclusiva a livello mondiale dei vini della Volpe Pasini, cantina friulana fra le più antiche (la cui produzione vini-cola risale al XVII secolo) con 52 ha vitati, con una produzione di 400 mila bottiglie di vini di alta qualità.

«BACARDI LIMITED, il mag-gior produttore privato di alcolici del mondo, ha acqui-sito St-Germain, il liquore al sambuco super-premium». Ma «i termini della transa-zione «non sono disponibili poiché trattasi di aziende di proprietà privata». E ancora: «Robert Cooper, il creatore del liquore St-Germain, con-tinuerà a custodire l’identità e i valori del marchio e ne sarà il portavoce. Così recita un comunicato diffuso ieri

DI QUI AL 2014 GRANAROLO acquisire il controllo del gruppo caseario francese CIPF Codipal, produttore e distributore di formaggi fre-

schi e stagionati che realizza oltre la metà dei suoi ricavi (105 mln euro) grazie alla distribuzione di formaggi italiani. Granarolo si rafforza così sul mercato francese e nel canale retail ed entra nel mercato dei formaggi tipici francesi.

IL GRUPPO VITIVINICOLO siciliano Duca di Salaparuta ha stretto un accordo con la Maison Lanson di Reims per la distribuzione in Italia del prestigioso marchio di champagne

e per affi ancare il partner francese nelle attività di marketing e di comunicazione nel nostro paese.

IL GRUPPO DISTRIBUTIVO SISA (3,3 mln euro di fatturato nel 2012 sviluppati da 1.730 pun-ti vendita) entra a far parte di Federdistribuzione, l’organizzazione che coordina e rappresenta la distribu-zione moderna. Diventa così membro di Ada, l’associazio-ne distributori associati che rappresenta la distribuzione organizzata nella federazione.

IN ALBANIA è stato lanciato il progetto Ue IPARD LIKE inteso a sostenere le aziende agricole e l’industria agro-alimentare in questo paese attraverso l’incremento della concorrenza, l’avvicinamento agli standard europei e la costituzione d’apposite strut-ture per l’implementazione del

programma IPARD nel futuro. Ha un budget di 8,27 mln euro.

LA COMMISSIONE UE ha avviato il negoziato per un accordo di libero commercio col Giappone, paese verso il quale i paesi Ue hanno esportato oltre 19 mila tons di prodotti ortofrutticoli. Ciò dopo che l’impero del Sol levante s’è impegnato a rimuovere in tutti i settori merceologici gli ostacoli diversi dai dazi attualmente in essere.

LA COMMISSIONE UE ha approvato l’acquisizione da parte del leader della distribuzione svizzera Migros Zurigo del 100% delle attività com-merciali della catena di negozi tedesca Tegut presente con circa 300 fi liali nei Länder dell’Assia, della Turingia e del nord della Baviera con un giro d’affari di oltre 1 mld euro.

LA MULTINAZIONALE dell’alimenta-zione animale Lallemand Animal Nutrition ha acquisito la britannica Microbial Developments, produt-trice di Aviguard, linea di prodotti per normalizzare la fl ora batterica degli avicoli. L’operazione migliorerà l’accesso ai mercati di questa linea di prodotti.

CONCENTRAZIONE NEL MERCATO olan-dese della frutta di IV gamma. Fruity Pack ha acquisito le attività relative alla produzione di macedonia di frutta di Fruity Line e ha avviato la costruzione di un nuovo impianto per la produzione di macedonie dotato

delle più moderne tecnologie nelle immediate vicinanze del centro orto-frutticolo di Barendrecht.

CEDARLINE GREENHOUSES, impresa agricola canadese specializzata nella produzione di peperoni in serre idro-poniche, ha stretto un accordo con Greenfi eld’s Ethanol per la realiz-zazione nei prossimi dieci anni nelle immediate vicinanze dell’impianto di produzione d’etanolo di 90 acri di serre per pomodori che saranno ri-scaldate con l’energia termica residua d’impianto.

IL CENTRO SPAGNOLO per lo sviluppo di nuove varietà d’uve da tavola Itum ha siglato un accordo con l’associazione cilena Andes new Varieties in base al quale quest’ultima acquisisce i diritti per la riproduzione in esclusiva di nuove cultivar di uve sul mercati del Cile, Perù, Argentina e Brasile.

LA MULTINAZIONALE NORVEGESE dei fertilizzanti Yara (oltre 11 mld euro di fatturato) ha siglato un accordo con l’americana Bunge per acquisire per un controvalore di 750 mln $ le attività di quest’ultima in Brasile. Le due multinazionali si sono accordate per collaborare a lungo termine nella commercializzazione di fertilizzanti. In base a questo secondo accordo Bun-ge continuerà a fornire fertilizzanti agli agricoltori cui già vende sementi e a gestire un centro logistico nel porto di Santos nello stato di San Paolo.

Luisa Contri

RISIKO AGRICOLO

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33Mercoledì 16 Gennaio 2013MercoledìP O LT R O N E I N E R B A

DI GIUSY PASCUCCI

Partiranno il prossimo 29 gennaio le audizioni da parte del Consiglio generale del Wto dei nove candidati proposti dagli Stati per prendere il po-sto di Pascal Lamy al Wto. Il mandato dell’at-tuale direttore dell’orga-nizzazione mondiale del commercio è in scadenza e la decisione finale sul suo successore sarà uffi -cializzata il 31 maggio 2013. Roberto Azeve-do, inviato all’Omc, è il candidato proposto dal Brasile mentre il Messico ha nominato Herminio Blanco Mendoza, eco-nomista ed ex ministro del commercio che gestì

i negoziati per gli accor-di di libero scambio tra Stati Uniti e Canada tra il 1990 e il 1993. Il Costa Rica ha proposto il pro-prio ministro al commer-cio estero Anabel Gon-zalez così come Corea del Sud e Nuova Zelan-da hanno rispettivamente nominato i propri mini-stri al commercio Taeho Bark e Tim Groser. L’ex ministro Ahmad Hinda-wi è il candidato della Giordania, Mari Pange-stu, attuale ministro del turismo ed ex ministro del commercio è quello dell’In-donesia. In lista anche l’ex ministro al commercio del Ghana Alan John Kye-rematen e l’ambasciatore del Kenya al Wto Amina Mohamed.

LE CANDIDATURE

Wto, corsa per il postodi direttore

ANTINORI, dopo la cantina rinnova anche l’organizzazione della società. Per avere certezza nelle successioni, per almeno 90 anni in una famiglia che

produce vino da 26 generazioni, e avere stabilità azionaria e societaria, a dicembre 2012 è nato il trust fa-miliare «Trust Piero Antinori». I trustees a cui è stata affi data la

gestione sono Ferruccio Ferragamo (nella foto), Nicola De Renzis e Laura Bartoli. A controllare le loro decisioni saranno i protectores, Albiera, Allegra, Alessia e Piero Antinori, e l’ad del gruppo Renzo Cotarella.

SERGIO CURCI è stato nominato presidente di Arca Fruit, realtà ap-pena riconosciuta dalla Regione Puglia come Op. Il cda si completa con i vice-presidenti Donato Fanelli e Sergio De Cillis e con i consiglieri Vincenzo Patrono e Piero Preziosa.

NOSTROMO (GRUPPO CALVO), forte del buon andamento nel 2012, ha chiuso l’esercizio con 121 mln euro, il 5,2% in più rispetto all’anno precedente, ha deciso di potenziare la sua forza vendita inserendo otto nuovi local account. Sono Andrea Bellis, Stefano Camusi, Nicola Cappel-lina, Antonio D’Alessandro, Fabio Fiore, Anna Giannattasio, Francesca Solofra e Desirée Magagnali.

PAOLA FLORIS (nella foto) è stata nominata country manager di Chep Italia, specialista nelle soluzioni di pooling per pallet e con-tainer. In azienda del 2001 ha ricoperto ruoli di crescente responsa-bilità: da key account manager fi no a retailer director (dal 2009). In precedenza ha lavorato in InterFila e Silvani Antincendi. Floris sostituisce Luca Rossi promosso al ruolo di vicepresidente Chep Automotive & Industrial Solutions Emea.

NUOVO INCARICO per il nutrizio-nista e microbiologo nonché giornalista pubblicista Giorgio Calabrese (nella

foto). È stato nominato commissario straor-dinario dell’Istituto regionale vini e oli della Regione Sicilia. Docente d’alimentazio-ne e nutrizione presso diverse università ita-

liane, dietologo uffi ciale della Juventus, presidente dell’Onav e consulente della Rai, è stato membro del comitato diret-tivo dell’Esfa dal 2002 al 2008.

GARVIN BROWN IV, presidente della Brown–Forman Corp, una delle princi-pali case vinicole statunitensi presente in 135 paesi al mondo è stato nominato presidente dell’International Wine & Spirits Competition per il 2013. Suc-cede a Mauricio González–Gordon della casa vinicola produttrice di cherry González Byass di Jerez (Cadice). [email protected]

L’ASSEMBLEA AZIONISTI di Hexagro, consorzio francese di gros-sisti di prodotti ortofrutticoli e ittici di Rungis (440 mln euro di fatturato), ha rinnovato il consiglio direttivo. I nuovi eletti in rappresentanza della aziende consorziate sono Eric Ginard, Rémy Moreau, Michel Seray, Yves Guimard, Jérôme Lavaire (da poche settimana presidente del consorzio) e Jean-Charles Pons. [email protected]

CARLOS CRUZAT (nella foto) è stato no-minato presidente del Comitato cileno del kiwi, ente che cui aderi-scono 47 imprese espor-tatrici e 650 produttori di kiwi aderenti ad Asoex e Federfruta e che rappresenta oltre l’80% dell’esportazioni del paese. [email protected]

PAOLO LASAGNI, 33 anni, è il nuovo direttore generale di Casa Girelli, l’azien-da del gruppo La Vis per la commercia-lizzazione dei vini e con un fatturato di 54 milioni. Lasagni subentra a Cesare Andermacher. Nato a Reggio Emilia, Lasagni, si è laureato alla Bocconi.

ALESSANDRO CHIARELLI è stato confermato presidente della Coldiretti Palermo. Ha 53 anni e la famiglia ha un’azienda agricolo-ricettiva Fattoria Manostalla Balestrate a Partinico (Pa). È anche presidente regionale membro di giunta di Terra Nostra nazionale.

PATRIZIA CAVAGNIN è la nuova re-sponsabile provinciale del coordinamen-to Coldiretti Donne Impresa Pordenone. Subentra a Patrizia Bomben. La Ca-vagnin conduce a Maniago un’azienda agricola a indirizzo frutticolo e vitivini-colo con annesso agriturismo.

FRANCA CASTELLANI, frutticol-trice veronese, è stata riconfermata alla guida di Donne Impresa Veneto. È anche responsabile di Donne Impresa Verona e del consorzio Verona Natura.

ALESSANDRO FOLLI è stato confer-mato presidente dell’Est Ticino Villoresi, il Consorzio di Bonifi ca che si occupa della rete irrigua del canale Villoresi lunga 4 mila chilometri. Folli, 68 anni di Magenta (Mi), in carica dal 2006 aveva concluso il suo primo mandato lo scorso dicembre.

PIERGIORGIO QUARTO riconfer-mato presidente della Coldiretti Basi-licata. Quarto, 43 anni, imprenditore agricolo di Matera, sposato, una fi glia, conduce un’azienda a indirizzo cere-alicolo e olivicolo. Sarà affi ancato dai vicepresidenti Vincenzina Di Corleto e Giuseppe Abbatepaolo.

GIOVANNI PAPPALARDO, 27 anni, è stato eletto presidente di Coldiretti Catania. Laureato in Giurisprudenza Pappalardo si occupa dell’azienda di famiglia, oltre 30 ettari coltivati ad agru-meto e grano distribuiti fra Catania e Paternò. Succede a Ignazio Belfi ore.

ALLA GUIDA COLDIRETTI Gio-vani Impresa di Siena è stato eletto Francesco Mulinari, un giovane produttore di Brunello di Montalcino titolare di una azienda creata ex novo proprio dallo stesso Mulinari, appena ventenne. Mulinari succede a Christian Vagnoni.

LUCIA SALVATRICE RUSSO, lau-reata in Scienze agrarie, è stata eletta presidente della Coldiretti di Enna. Ha un’azienda di 20 ettari dove, oltre alla coltivazione del grano ha sommato quel-la di piante aromatiche tra cui zafferano, origano, salvia, timo.

PIO DE FILPO, giovane imprenditore agricolo di Viggianello, è il nuovo presi-dente dell’Associazione Agrimercato di Potenza. Riceve il testimone da Rosa Angelo Raffaele. Pio De Filpo guida un’azienda zootecnica nel cuore del Parco Nazionale del Pollino.

GENNARO MASIELLO è stato ricon-fermato presidente della Coldiretti Bene-vento. Sposato con Annamaria e padre di due bimbi, Masiello gestisce l’azienda di famiglia dove coltiva tabacco e grano duro. Riconferma anche per il vicepresi-dente, Antonio Ciabrelli, imprenditore vitivinicolo di Castelvenere.

ROBERTA GIUNTINI è stata confermata presidente di Terranostra Pistoia. È titolare dell’azienda familiare Il Calesse, di Montorio nel Comune di Quarrata. Confermato anche il segreta-rio provinciale di Terranostra, Antonio Baccari.

MARIA CRISTINA ROCCHI con-fermata alla guida del movimento Donne Impresa Coldiretti della Toscana. Confermata anche come responsabile di Donne Impresa Siena. Guida un’azienda multifunzionale, che produce cereali, vino e olio e che fa agriturismo a Torrita di Siena.

GIACOMO PIANTONI (nella foto) è il nuovo direttore risorse umane del Grup-

po Nestlé in Italia (impiega circa 5.600 persone in 18 stabili-menti più la sede mi-lanese). Bresciano, 46 anni, Piantoni opera nel gruppo da 20 anni e dal 2004 ricopriva

l’incarico di direttore fi nanziario di Sanpellegrino. Riporterà direttamente al ceo per l’Italia Leo Wencel. [email protected]

NUOVE RESPONSABILITÀ per Alessandro Giannuolo in Bsc Group (macchine agricole Bsc, Ferrari, Pa-squali e Mosa). All’incarico di direttore amministrativo, fi nanziario e delle ri-sorse umane s’è aggiunto anche quello di direttore generale. Giannuolo, 49 anni, aveva iniziato a collaborare col gruppo nel 1994 in qualità di direttore ammi-nistrativo di Mosa, società assorbita dal gruppo Bsc. Prima d’approdare in Bsc Giannuolo è stato revisore contabile presso la Arthur Andersen. [email protected]

TULIO MARCELLI è stato confer-mato alla guida della Coldiretti Tosca-na dall’assemblea elettiva regionale. Marcelli, 41 anni, titolare dell’azienda agrituristica «Relais La Torre» (Chiassa Superiore), è attualmente anche presi-dente nazionale di Terranostra, dopo essere stato presidente regionale della stessa sigla degli agriturismi. Nell’as-semblea sono entrati a far parte il nuovo presidente provinciale di Pistoia Mario Carlesi, subentrato al posto di Riccar-do Andreini, nominato alla presidenza del consorzio agrario di Pistoia. Entra anche il nuovo presidente provinciale di Lucca Cristiano Genovali.

GIANNALBERTO LUZI è stato ri-confermato presidente della Coldiretti Marche. Già presidente dal 2001, ha ricoperto dal 2005 al 2009 anche la ca-rica di presidente di Coldiretti di Pesaro-Urbino. Attualmente è anche membro del consiglio di presidenza del Cnel.

ALDO RAFFAELE DE SARIO è il nuovo direttore della Coldiretti di Ta-ranto. De Sario, che ricoprirà l’incarico ad interim anche a Brindisi, sostituisce Francesco Carbone, che lascia la Puglia per dirigere la federazione provinciale di Potenza.

Luisa Contri, Andrea Settefonti e Giusy Pascucci

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34 Mercoledì 16 Gennaio 2013 TECNOLOGIA & INNOVAZIONEIl gruppo premiato per capacità di innovazione e presenza sui mercati Ue ed extra Ue

Merlo da primato. Tutta hi-techDue mezzi, Turbofarmer e Multifarmer, sollevano le vendite

DI STEFANO CATELLANI

A Milano nelle sale di Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Ita-liana, a fi ne 2012 durante la cerimonia di assegnazione dei

riconoscimenti della 16ª edizione del premio Ernst & Young l’Imprenditore dell’Anno, nella categoria Industrial Products è stato premiato Amilca-re Merlo, fondatore e presidente del gruppo omonimo. La giuria del premio, presieduta da Emma Marcegaglia, ha premiato Merlo «per aver innescato un piano di espansione internazionale che ha portato Merlo a presidiare mercati europei e extraeuropei grazie a politi-che commerciali innovative, un ammo-dernamento degli impianti produttivi e una continua evoluzione tecnologica dei suoi prodotti».

I frutti di questa politica sono nei risultati commerciali e nei nuovi pro-dotti, il Turbofarmer P50.8 e il Mul-tifarmer 40.9, appena presentati con successo all’Eima di Bologna.

New entry del segmento «Heavy Duty» il Turbofarmer P50.8 ha una capacità di sollevamen-to pari a 5 tonnellate fino ad un’altezza di 10 metri. È stato ingrandito e irrobustito il cor-po macchina mantenendo il rapporto massa macchina/peso massimo sollevato sot-to il valore indice di 2. Più precisamente tale valore corrisponde a 1,77 ovvero 5

tonnellate di capacità di carico per un peso macchina di 8.800 chili. Una Pdp da 540/1.000 rpm è presente poste-riormente, a questa si aggiun-gono la barra di traino ed il gancio regolabile in altezza che abbinato all’impianto di frenatura pneumatico o idraulico consente il traino di rimorchi fino alle 20 tonnellate.

Nuova la cabina dotata di parabrez-za curvo «Merlo SKY-View», pan-nello strumenti digitale con display 8.5’’ d e d i c a t o

all’MCDC, bracciolo multifunzionale, tecnologia bluetooth per l’utilizzo dei

telefoni in vivavoce e sospensioni. Premiato come novità tecnica

durante la fi era bologne-se, il TurboFarmer

50.8 deve l’ono-reficenza a

due siste-mi inno-vativi, il controllo

d inamico del carico

Merlo o MCDC e il cambio a varia-

zione continua Merlo o MCVTronic.Andando a soddisfare tutti i requisiti

di sicurezza imposti dalle più recenti normative in vigore, il sistema MCDC impedisce il ribaltamento del mezzo informando l’operatore in tempo reale sulla sua condizione di stabilità. Il si-stema riconosce automaticamente an-che l’attrezzo andando a settare tutti i parametri di funzionamento così da non «sovraccaricare» le attrezzature. Completano l’MCDC la telecamera

posteriore e il sistema di rileva-mento del carico che, registrando

in modalità automatica o ma-nuale le quantità movimen-tate nel tempo, permette di mappare a livello statistico la produttività del mezzo. L’interfaccia con l’opera-tore è gestita tramite un

selettore il cui principio è

simile a quello dei «manettini» dell’auto motive. Si può scegliere tra tre imposta-zioni di funzionamento: Transport&Tow fi nalizzato al raggiungimento o al man-tenimento della velocità desiderata col minimo consumo, Heavy Load per la-vorazioni particolari come scavo o ri-mozione neve dando massima coppia alle ruote col minimo consumo e, infi ne, Inching per movimenti precisi. Una vol-ta selezionata la modalità di utilizzo, il pedale dell’acceleratore invia alla centralina elettronica del MCVTronic una richiesta di velocità o di coppia che il sistema gestisce su parametri di eco-nomicità e prestazioni, disgiungendolo dai giri motore.

Dal canto suo la trasmissione MCVTronic, dotata di due motori idro-statici alimentati da una pompa calet-tata al motore che lavorano in coppia o singolarmente a seconda delle situa-zioni operative, si occupa di erogare la coppia in maniera continua permet-tendo di passare dalle basse alle alte velocità anche sotto carico. Ma non è tutto. Declinato nei modelli 40.7 e 40.9, questo nuovo MultiFarmer è diretta-mente derivato dal Turbofarmer 50.8 ma si pone come un trattore di media potenza con un braccio telescopico he-avy duty imponendosi così anche nelle lavorazioni del mondo agricolo. Dotato di una Pdp 540/1.000 rpm, di un attacco a tre punti di categoria III e di un sol-levatore idraulico, può eseguire anche operazioni che richiedono attrezzature di tipo portato.

SPAGNA-OLANDA-NORVE-GIA/Uno studio del Cita aragonese e delle università di Wageningen e Umb suggerisce di rivedere i metodi di valutazione della carbon footprint de-gli allevamenti ovini e giunge alla con-clusione che i più sostenibili sono gli allevamenti che prevedono il pascolo. Il calcolo delle emissioni di gas serra dovrebbe tener conto oltre che della me-ra produzione di carne anche benefi ci per l’ecosistema come la conservazione del paesaggio, della biodiversità e la prevenzione d’incendi.

SPAGNA 1/Ventidue istituti di ricerca e 26 produttori vitivinicoli spagnoli hanno studiato quali effetti può avere sulle viti e sui vini il cambio climatico e come neutralizzare tali effetti. L’innalzamento delle tempe-rature potrebbe causare un aumento della gradazione alcolica, un abbas-samento dell’acidità e un’evoluzione aromatica incompleta che si tradur-rebbe in vini amari, più alcolici e di minor qualità.

SPAGNA 2/L’assessorato all’agri-coltura della Regione di Valencia sta mettendo a punto, insieme al consorzio del caco Dop della Ribera del Xúquer, un sistema per allungare la stagio-nalità di questo frutto, anticipandone la maturazione mediante l’impiego a basso dosaggio d’etefon, un fi torego-latore di sintesi che dopo essere stato assorbito dalla pianta libera etilene.

SPAGNA 3/L’Interprofessionale degli allevatori d’ovini e capre da car-

ne ha presentato all’Agenzia spagnola per la sicurezza alimentare (Aesan) una ricerca realizzata dall’Irta dalla quale risulta che è suffi ciente una scossa da 0,3 ampere per stordire agnelli e capretti da latte. Obiettivo dell’interprofessionale far modifi care il regolamento Ce 1099/2009.

FRANCIA/Uno studio dell’Isti-tuto nazionale francese di ricerca agronomica Inra ha evidenziato che la qualità nutrizionale della carne ovina migliora quando gli animali si nutrono d’erba di pascoli da agricol-tura ecologica (vs quella convenzio-nale che fa ricorso a fertilizzati) e, in particolare, quando quest’erba è alta e non bassa.

OLANDA 1/Ricercatori dell’uni-versità di Wageningen hanno dimo-strato che la cisgenesi è la tecnica di breeding ideale per ottenere in tempi rapidi nuove cultivar di mele resistenti a malattie. Una volta individuato in una varietà di mele il gene responsa-bile della resistenza questo può essere inserito nel Dna di in una cultivar non resistente.

OLANDA 2/Uno studio condot-to dall’Istituto di ricerca agraria dell’università di Wageningen per conto dell’Euwep, l’associazione che raggruppa i produttori e distributori d’ovoprodotti dell’Ue, evidenzia come i dazi sulle importazioni da paesi terzi sono effi caci nel proteggere le aziende europee dalla concorrenza di quelle di paesi extra Ue come Usa, Argentina e

India, che hanno costi di produzione più bassi in particolare nelle uova in polvere.

UE/Scienziati di 22 centri di ricerca europei, fra i quali sei italiani, che partecipano al progetto europeo WAT-BIO (9 mln euro di budget) stanno lavorando alla caratterizzazione delle variazioni del Dna di colture come il pioppo, il miscanthus e l’arundo donax per sviluppare nuove varietà di queste piante con una maggiore tolleranza alla siccità.

USA 1/Ricercatori del Baylor College of Medicine di Huston hanno scoperto che il sulforafano, composto presente nei broccoli e nei cavoli, è effi cace nel ridurre il numero di cel-lule tumorali nei pazienti affetti da leucemia infoblastica acuta, tumore che colpisce in prevalenza giovani e bambini.

USA 2/Ricercatore della Columbia University hanno studiato gli effetti dell’inquinamento da ozono nell’at-mosfera sulla resa delle colture e sono giunti alla conclusione che un’eccesso di 10 parti per mld d’ozono nell’aria causa un calo produttivo del 5,5%.

CILE /Due centri di ricerca agricola cileni: il Fia e l’Inia Carrilanca punta-no a incrementare la resa dei noccioleti rendendo più effi cace l’impollinazione. Ciò attraverso lo sviluppo di un pro-dotto a base polline, il PolleNut Inia, da applicare con tecniche d’impollina-zione assistita a basso costo.

COSTA RICA/Ricardo Radulovic, professore di acquicoltura dell’univer-sità del Costa Rica sta conducendo esperimenti di coltivazione d’orticole su zattere galleggianti sistemate sugli specchi lacustri, così da sfruttare in modo più effi ciente l’acqua. Di questa tecnica colturale potrebbero benefi cia-re paesi sottosviluppati, fra cui quelli africani, ricchi di grandi laghi.

COREA /Ricercatori dell’Istituto di scienze mediche dell’università di Jeju hanno valutato che gli asparagi, per i loro contenuti di sali minerali e aminoacidi (per altro più alto nelle foglie che nei germogli) sono indicati per contrastare i malesseri successivi all’assunzione di bevande alcoliche.

SINGAPORE /Scienziati dell’uni-versità nazionale di Singapore han-no scoperto che i carotenoidi, contenuti nei frutti e nelle verdure con pigmento arancione e giallo, possono ridurre la probabilità di fratture ossee anche fra gli uomini anziani di corporatura magra, il gruppo a maggior rischio fratture. L’effetto protettivo non sareb-be invece signifi cativo nelle donne.

AUSTRALIA /Il ricercatore dell’università di Melbourn Gra-ham Brodie ha sviluppato un metodo di diserbo naturale. S’avvale di micro-onde a bassa intensità. Generatori di queste onde elettromagnetiche mon-tati su appositi rimorchi per trattori indirizzano le microonde verso il suolo e fanno appassire le infestanti.

Luisa Contri

RICERCANDO

Il Turbofarmer

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35Mercoledì 16 Gennaio 2013

Boom di richieste per l’asta Btp a 15 anni: offerta di 6 mld, richieste per oltre 11

Milano ancora in maglia rosaFtse Mib +0,44. Ma spread su con timori fi scal cliff Usa

La chiusura positiva di piazza Affari, ieri, non deve trarre in inganno: il Ftse Mib ha chiuso

con un +0,44%a 17.467 pun-ti, ma dopo continue oscil-lazioni. Il Ftse All share ha chiuso a +0,46%, il Ftse Mid cap a +0,49% e il Ftse Star a +0,14%. Ma quasi tutti i principali indici europei sono stati negativi, con il Dax a -0,69%, il Cac-40 a -0,29%, l’Ibex-35 a -0,36% e il Ftse 100 a +0,15%. Non è andata meglio ai listini Usa. A metà seduta, il Dow Jones segnava -0,05%, l’S&P 500 -0,12%, il Nasdaq Composite -0,34%.

Queste incertezze sono scaturite soprattutto dai nuovi timori sul fi scal cliff americano, se il Congres-so non alzerà, come chiesto ieri dal presidente Obama, il tetto del debito. Non ha aiutato neppure il pur otti-mo dato tedesco sull’attivo di bilancio 2012 (+0,2% del pil, prima volta dal 2007). Sul fronte americano, le vendi-te al dettaglio di dicembre sono salite dello 0,5% men-sile, più dell’atteso +0,2%. I prezzi alla produzione hanno frenato dello 0,2% mensile a dicembre, a fronte di un at-teso -0,1% e sono saliti, su base annua, dell’1,3%. In-fine, l’indice Empire state manufacturing si è attestato a gennaio a -7,78 punti, ri-spetto ai -7,30 di dicembre.In salita lo spread Btp decen-nale-Bund. Ieri ha chiuso a 271 punti dai 267 iniziali e dopo un minimo di 260 pb e ciò nonostante i buoni ri-sultati dell’asta spagnola di

Letras a 12 e 18 mesi per 5,8 miliardi di euro.

Non hanno infl uito, perché giunte a borse chiuse, le no-tizie sulla domanda elevatis-sima per il nuovo Btp bench-mark a 15 anni al 4,805%.

L’emissione ha ottenuto or-dini da 11 mld euro, contro l’offerta di 6. Gli osservatori sono stati colti di sorpresa di fronte alla forte doman-da per il nuovo benchmark. A Milano, il titolo migliore del Ftse Mib è stato Salvatore Ferragamo (+3,39%). Snam ha chiuso a +2,71%, Ubi

banca a +2,66% a 3,94 euro, dopo l’ingresso di BlackRock, la più grande società di in-vestimento al mondo, con il 5,006%. Banca Mps +2,66%, Intesa Sanpaolo +1,56%, Po-polare Milano +0,78%, Bper +0,67%, Unicredit +0,61% .

Quanto all’euro, ha chiuso a 1,3342 dollari. In recupero lo yen, salito a 118,37 sull’eu-ro e a 88,70 sul dollaro.

Infi ne il petrolio, con il Wti, a metà seduta a New York, a 93,98 dollari al barile, contro i 111,44 del Brent a Londra.

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L’infl azione a dicembre ha registrato una frenata, ma nell’intero 2012 si è attestata ai massimi dal 2008. Secon-do l’Istat, i prezzi al consumo hanno registrato un +0,2% rispetto a ottobre e un +2,3% su dicembre 2011, con una decelerazione dello 0,2% rispetto a novembre 2012 (+2,5%). Un freno è venuto anche al carrello della spesa: i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza sono aumentati dello 0,1% su base mensile e del 3,1% su base annua con un netto rallentamento dal 3,5% di novembre.

Il rallentamento del tasso di infl azione (il terzo consecu-tivo) è dovuto principalmente all’ulteriore frenata dei prez-zi dei beni energetici non regolamentati, scesi dello 0,7%. L’infl azione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, è salita all’1,6% (era +1,5% in novembre). Rispetto a dicembre 2011, il tasso di crescita dei prezzi dei beni è sceso al 2,7%, dal 2,9% di novembre e quel-lo dei prezzi dei servizi è salito al 2% (era +1,9% a no-vembre). Il differenziale inflazionistico si è dunque ridotto di tre decimi di punto rispetto a novembre.Per quanto riguarda il 2012, il tasso d’infl azione medio annuo è stato del 3% (2,8% nel 2011). È il valore medio annuo più alto dal 2008.

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Infl azione 2012 +3%,ai massimi dal 2008

È stata la contrazione dei consumi di famiglie e imprese la maggiore causa della recessione economica in Italia nel terzo trimestre, laddove in generale tra i paesi dell’area Ocse proprio i consumi sono stati il principale motore della crescita. Il dato emerge dall’analisi periodica delle com-ponenti del pil pubblicata ieri dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Sul periodo luglio-settembre, per la media Ocse, il pil ha segnato un +0,3%, sul quale i consumi privati hanno appor-tato un contributo positivo di 0,2 punti, mentre i consumi della p.a. hanno contributo per 0,1 punti, le esportazioni hanno avuto un contributo nullo e gli investimenti hanno avuto un contributo negativo di 0,1 punti. La variazione delle scorte ha dato un contributo positivo di 0,1 punti.

In Italia, invece, nel terzo trimestre si è registrato un calo del pil dello 0,2%: sono stati i consumi privati ad avere il maggior impatto negativo, sottraendo 0,6 punti alla crescita. Sempre in Italia, secondo l’Ocse, i consumi della p.a. hanno tolto altri 0,1 punti alla crescita e gli

investimenti hanno tolto 0,3 punti. Gli unici contributi positivi sono venuti dall’ex-port, pari a 0,6 punti, e dalle scorte con 0,2 punti.

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Ocse: recessione Italiaper crollo dei consumi

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Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Tassi EuroE.O.N.I.A. E.O.N.I.A. Scadenza Scadenza

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

EuriborEuribor Euribor Scadenza Scad. Euro $ Usa Sterl. Fr. sviz. Yen

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera

Il primo quotidianoi nanziario italiano

Corona Ceca 25,613 25,613 - 19,2189

Corona Danese 7,4625 7,4626 -0,0001 5,5995

Corona Norvegese 7,3995 7,3625 0,0370 5,5523

Corona Svedese 8,6338 8,6178 0,0160 6,4784

Dollaro Australiano 1,2653 1,2632 0,0021 0,9494

Dollaro Canadese 1,3142 1,3158 -0,0016 0,9861

Dollaro N Zelanda 1,5886 1,586 0,0026 1,1920

Dollaro USA 1,3327 1,3341 -0,0014 -

Fiorino Ungherese 294,72 297,08 -2,3600 221,1450

Franco Svizzero 1,2358 1,2243 0,0115 0,9273

Rand Sudafricano 11,687 11,6094 0,0776 8,7694

Sterlina GB 0,83025 0,8312 -0,0010 0,6230

Yen Giapponese 118,04 119,1 -1,0600 88,5721

Zloty Polacco 4,12 4,12 - 3,0915

Tasso uffi ciale di riferimento 0,75 1,00 -0,25

Rendistato Bankitalia(lordi) 3,20 - -

Tasso Infl azione ITA 2,30 2,50 -0,20

Tasso Infl azione EU 2,10 2,40 -0,30

Indice HICP EU-12 119,30 118,90 0,40

HICP area EURO ex tobacco 115,97 116,21 -0,24

Tasso annuo crescita PIL ITA -2,40 -2,30 -0,10

Tasso di disoccupazione ITA 9,76 10,50 -0,74

1 sett 0,067

1 mese 0,076

2 mesi 0,085

3 mesi 0,092

4 mesi 0,096

5 mesi 0,100

6 mesi 0,104

7 mesi 0,108

8 mesi 0,111

9 mesi 0,116

10 mesi 0,120

12 mesi 0,131

Preziosi ($ per oncia)Oro 1684,08 1684,73Argento 31,42 31,44Palladio 712,6 715,9Platino 1686,5 1690,5Metalli ($ per tonn.)Alluminio 2002 2003Rame 7944 7945Piombo 2257 2258Nichel 17180 17190

Stagno 24780 24785Zinco 1990 1997Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c.) 290,25 336,13Sterlina (n.c.) 300,58 340,87Sterlina (post 74) 300,58 340,87Marengo Italiano 231,37 261,65Marengo Svizzero 227,53 258,67Marengo Francese 226,05 256,02Marengo Belga 226,05 256,01

1 Sett. 0,081

2 Sett. 0,088

3 Sett. 0,099

1 M 0,112

2 M 0,163

3 M 0,202

4 M 0,250

5 M 0,299

6 M 0,341

7 M 0,382

8 M 0,421

9 M 0,457

10 M 0,497

11 M 0,536

12 M 0,570

1 sett 0,014 0,160 0,479 0,000 0,089

1 sett 0,024 0,181 0,484 0,000 0,101

2 sett 0,034 0,192 0,491 0,000 0,113

1 mese 0,054 0,206 0,494 0,000 0,128

2 mesi 0,098 0,250 0,500 0,008 0,146

3 mesi 0,137 0,303 0,511 0,018 0,170

4 mesi 0,167 0,354 0,550 0,033 0,201

5 mesi 0,206 0,424 0,621 0,053 0,245

6 mesi 0,238 0,490 0,663 0,072 0,279

7 mesi 0,270 0,559 0,714 0,094 0,325

8 mesi 0,311 0,611 0,779 0,120 0,366

9 mesi 0,347 0,663 0,829 0,148 0,396

10 mesi 0,379 0,711 0,879 0,177 0,426

11 mesi 0,419 0,759 0,942 0,215 0,454

12 mesi 0,458 0,814 1,002 0,258 0,478

1 anno 0,388 0,428

2 anni 0,493 0,533

3 anni 0,616 0,656

4 anni 0,770 0,810

5 anni 0,947 0,987

6 anni 1,128 1,168

7 anni 1,301 1,341

8 anni 1,462 1,502

9 anni 1,607 1,647

10 anni 1,735 1,775

12 anni 1,952 1,992

15 anni 2,174 2,214

20 anni 2,325 2,365

25 anni 2,376 2,416

30 anni 2,392 2,432

Fonte: Icap

TA S S I E VA L U T E

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36 Mercoledì 16 Gennaio 2013 MERCATI E FINANZAIl gruppo punta a crescere all’estero. Ma la borsa vende: titolo -1,94%

L’anno d’oro di AzimutNel 2012 raccolta a 1,6 mld e masse a 19,6

Azimut holding chiude-rà un 2012 da record. Il gruppo del rispar-mio gestito, in dicem-

bre, ha registrato una raccol-ta netta positiva per 180 mln euro, mentre nel 2012 ha rag-giunto 1,6 mld, sopra le stime preliminari interne comprese tra 1 e 1,5 mld.

Mentre prosegue il piano di internazionalizzazione, il gruppo guidato da Pietro Giuliani intende proseguire con una crescita annuale del-le masse gestite pari a 4 mld di euro con l’obiettivo di raggiungere i 27 mld di masse a fi ne 2014. A oggi, il totale delle masse, comprensivo del risparmio ammi-nistrato, si attesta a 19,6 mld, di cui 17,5 mld di masse gesti-te.

Per quanto ri-guarda il 2012, il top manager si è li-mitato a riportare il consenso degli analisti (range dell’utile tra 137

e 154 milioni, range dei ricavi tra 406 e 424 milioni), ma ha confermato che per il 2013 il target di raccolta totale sarà tra 1 e 1,5 mld, come nel 2012.Sulla cedola, Giuliani si è det-

to fi ducioso di poter con-f e r m a r e un monte dividen-di intor-no ai 50 mln. Nel

2013, potrebbe essere possibi-le un aumento del dividendo.Il gruppo prosegue spedito an-che sul fronte internazionale. Mentre la società si appresta ad aumentare di almeno il 5% la partecipazione nella joint venture turca per la distribu-zione di prodotti finanziari, proseguono i lavori per l’av-vio della jv in Sud America. Il presidente e a.d. ha inoltre confermato che la società è aperta «ad altre potenziali acquisizioni, se rappresente-

ranno buone opportunità. Insieme al Brasile, guar-diamo altri posti, sicura-mente il Sud America, ma ci sono contatti anche in

Sud Africa e nell’Est Europa, in particolare in Russia».

Infi ne Giuliani ha voluto sottolinea-re come Azimut, dal giorno del-la quotazione, sia cresciuta a piazza Af-fari del 207%, molto più dei

competitor e

in maniera diametralmente opposta alla borsa, calata del 39%, oltretutto in un contesto in cui l’industria è fortemen-te in crisi. «Dopo il 2008», ha precisato Giuliani, «abbiamo cambiato completamente l’azienda e ci stiamo inter-nazionalizzando. Non si può rimanere ad aspettare, come fa gran parte dell’industria italiana. Molte aziende ra-gionano sempre nella vecchia maniera e aspettano che la crisi fi nisca o che altri risol-vano problemi che sono solo loro. Noi no e se siamo stati il migliore titolo del listino nel 2012, ci sarà un motivo. Tutto il management ha cambiato approccio, lavoriamo sulla strada».

La borsa, tuttavia, pur apprezzando i numeri e le prospettive della società, ha preferito vendere: il titolo, infatti, è rimasto a lungo in negativo e ha chiuso a 12,11 euro, -1,94%. Secondo un esperto, il titolo ha pagato il fatto di essere salito molto nelle scorse settimane.

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Il titolo Snam (+2,71%) ha reagito bene alla notizia che Eni (+0,78%) ha avvia-to un’offerta di bond con-vertibili in azioni ordinarie Snam per 1,25 mld euro.Il bond ha una scadenza a 3 anni con una cedola tra 0,125% e 0,625% all’anno, pagabile annualmente in via posticipata. I bond saranno convertibili in azioni ordinarie di Snam a un prezzo di conversione di 4,33 euro per azione. Il prezzo di conversione im-plica un premio di circa il 20% rispetto al prezzo di riferimento dell’azione, pari a 3,6113 euro.

In seguito al pricing, Eni intende impegnarsi a non collocare sul mercato ulte-riori azioni Snam per un periodo a partire da ieri e fi no a 90 giorni dalla con-clusione dell’offerta bond.

Barclays, Deutsche bank, Mediobanca e Mor-gan Stanley sono i joint bookrunner dell’offerta.

Gli esperti di Cheuvreux stimano che le azioni le-gate al bond equivalga-no all’8% del capitale di Snam (sul totale del 20% in mano a Eni) e notano che tale mossa rappresen-ta un modo per rimuove-re il rischio di overhang e per tornare ai buoni fondamentali dell’azien-da. Rating outperform e target price di 4,1 euro.Positivo anche il giudizio di Kepler, secondo cui la mossa è coerente con la strategia di Eni di libe-rare risorse da investire nelle attività E&P, men-tre dal punto di vista di Snam la decisione riduce il rischio di overhang nel breve, ma crea una sorta di tetto (cap) alla perfor-mance del titolo nel medio termine.

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EMESSO DA ENI

Bene bond

di Snam

DI MIRKO MOLTENI

Partirà tra una setti-mana, a piazza Affari, un nuovo segmento di Idem, Agrex, dedica-

to alle commodities agricole. Agrex tratterà futures sul mer-cato del grano duro a tutela dei prezzi sul lato della domanda e dell’offerta. È un’esigenza sentita, date le recenti fluttua-zioni di una coltura già di per sé «difficile» come il frumento. L’offerta di Agrex prevede un volume minimo di 50 tonnella-te per partita, con movimento minimo di prezzo di 0,25 euro alla tonnellata. Permetterà a produttori e acquirenti di fissare un prezzo su raccolti non ancora maturi e darà agli agricoltori tranquillità anche in caso di imprevisti, mentre i compratori, specie le industrie, potranno meglio prevedere i costi e i margini.

Spiega Ennio Arlandi, re-sponsabile commodities di Borsa italiana: «Diamo liqui-dità e trasparenza a un mer-cato in cui fi nora sono sempre circolate scarse informazioni. Avremo una rete di silos presso cui i produttori consegneran-no il frumento. Il primo è già pronto a Foggia, da 240 mila tonnellate con possibilità di separare le partite. I futures

avranno cinque scadenze ne-goziate, per le prime quattro con spread massimo di 8 euro, per la quinta di 10 euro».

Plaude anzitutto Paolo Ca-brini, della Italmopa, l’asso-ciazione dei mugnai italiani: «Proprio nel grano si sentiva la mancanza di un simile rimedio alla volatilità dei prezzi». L’ini-ziativa è fl essibile, per venire incontro alle necessità dei con-tadini. I mesi di consegna del grano saranno marzo, maggio, settembre e dicembre, mentre l’accesso alle negoziazioni, che si svolgeranno dalle 14,30 alle 17,40, potrà avvenire sia tra-mite un intermediario fi nan-ziario, sia per adesione al mer-cato di società quotate. Tutto sarà garantito dalla Cassa di compensazione, con un suo comparto apposito per commo-dities agricole. L’accoglienza è stata ottima tra gli operatori del settore. Per Barilla, il re-sponsabile acquisti Emilio Ferrari osserva: «Saremo ope-ratori diretti senza voler con-dizionare il mercato». Soddi-sfatto anche Vincenzo Divella, della storica azienda, che pure ammette: «Un’ottima cosa, ma dobbiamo convincere le coope-rative, soprattutto quelle del Sud, che spesso ragionano in maniera diversa».

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Atteso da produttori e trasformatori

Sull’Idem partemercato grano

Fiat ha chiesto due anni di cassa integrazio-ne straordinaria per lo stabilimento Sata

di Melfi. La cigs partirà l’11 febbraio e durerà fino al 31 di-cembre 2014. La ristruttura-zione del sito lucano era stata annunciata il 20 dicembre da Sergio Marchionne.

Il piano prevede investi-menti per oltre un miliardo di euro per riorganizzare l’impianto e prepararlo in particolare alla produzione di nuovi modelli sulla base del-la piattaforma «Small wide».«All’impianto di Melfi ver-ranno destinati due modelli totalmente nuovi, la cui pro-duzione inizierà nel 2014, quando avremo completa-to i lavori di adeguamento dell’impianto», aveva affer-mato a dicembre Marchionne, confermando la produzione di un utility vehicle del marchio Jeep e della nuova Fiat 500X.«Una volta ultimati gli inter-venti di ammodernamento, l’impianto avrà una fl essibili-tà enorme» perché «sarà pre-disposto per costruire fino a quattro modelli diversi sulla stessa linea», aveva aggiunto il top-manager.

Secondo il reggente della Fim Cisl Basilicata e coordi-natore nazionale del gruppo

Fiat, Leonardo Burmo, «la fase che si apre vedrà sicuramente un 2013 molto complicato per il mercato dell’auto, ma l’avvio della ristrutturazione offre allo stabilimento di Melfi prospet-tive future molto concrete».La Fiom, a dispetto degli inve-stimenti, continua invece il suo atteggiamento ostile nei con-fronti del Lingotto, esprimendo «forte preoccupazione perché, a oggi, ancora non si conoscono i dettagli degli investimenti».

La produzione, in questi 24 mesi, non sarà però sospesa: a Melfi , dove ci sono due linee di produzione, gli operai saranno in cigs a rotazione.

Intanto ieri, da Detroit, l’a.d., Sergio Marchionne, ha ribadi-to che non saranno chiusi altri impianti in Italia. In replica agli allarmi occupazionali del-la Fiom, ha poi affermato che per l’impianto di Melfi «è stata presentata una richiesta di cig standard per coprire le persone impattate dalla ristrutturazio-ne». L’obiettivo resta però quel-lo di fare entrare le vetture in produzione entro il 2014».

Nell’attesa, Fiat ha sigla-to un accordo con la cinese Guangzhou automobile group per ampliare la collaborazione nella produzione e vendita di autovetture in Cina.

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Marchionne annuncia intesa in Cina

Nuovi impianti:Melfi in cig

Sirti si è aggiudicate una commessa da 33 mln euro per una linea aerea di trasporto ener-gia a 300 kV in Svezia. Essa segue di pochi mesi l’aggiudicazione della gara per la realiz-zazione di un elettrodot-to in Finlandia. Inoltre rappresenta il secondo passo dell’ espansione nel mercato nordeuro-peo e un tassello im-portante nella strate-gia di diversifi cazione e internazionalizzazione. L’opera sarà lunga 64 chilometri.

Sirti vain Svezia

Pietro Giuliani

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37Mercoledì 16 Gennaio 2013Mercoledì 16MERCATI E FINANZA

Pirelli. Il patto di sin-dacato è stato rinnovato, con scadenza al 15 aprile 2014. Tutte le società che ne fanno parte hanno manifestato la volontà di rinnovarlo. I partecipanti hanno concordato che la durata sia annuale an-ziché triennale. Restano invariate tutte le parte-cipazioni, che comples-sivamente aggregano il 45,52% delle azioni ordi-narie.

Marco Tronchetti Provera sapa. Dopo la trasformazione della Marco Tronchetti Prove-ra & c. sapa in società per azioni (Mtp spa), è stato perfezionato ieri l’ingresso di Rottapharm e Sigieri Diaz della Vittoria Pal-lavicini in Mtp spa attra-verso un aumento di capi-tale per 40 milioni. Ora i nuovi soci possiedono una partecipazione del 28%, di cui il 25% di Rottapharm e il rimanente 3% di Si-gieri Diaz della Vittoria Pallavicini.

Maserati, brand emi-liano del gruppo Fiat, ha chiuso il 2012 con 6.307 automobili ven-dute in tutto il mondo e una crescita del 2,2%.Fra tutti i modelli, la GranTurismo ha regi-strato il miglior risultato, con 3.176 unità vendute. Il primo mercato è il Nord America (Usa e Canada) con 2.892 auto (46% del totale), seguito dalla Cina con 930 vetture (15%) e dal Giappone con 294 vetture (5%).

Sogefi (gruppo Cir) ha sottoscritto due con-tratti di finanziamento a medio-lungo termine per 215 milioni di euro. Il primo è una linea di credito quinquennale da 200 milioni siglata con Banca Imi, Bnp Paribas, Ing bank e Mediobanca. Il secondo è un finan-ziamento quadriennale di 15 milioni sottoscrit-to con Banco do Brasil.

AgustaWestland. L’agenzia governativa su-dcoreana per gli approv-vigionamenti militari ha assegnato alla AgustaWe-stland del gruppo Finmec-canica una commessa per la fornitura di 8 elicotteri AW159 Lynx Wildcat. La commessa ha un valore di 560 milioni di dollari.

Selex. Le marche com-merciali del gruppo della gdo hanno segnato una crescita del 16% nel 2012 e un incremento della quo-ta di mercato in tutti i re-parti, con tassi di sviluppo superiori alla media nelle aree dei freschi, delle be-vande e del dolciario, per un fatturato di oltre 600 milioni di euro.

BREVI

POLAR CAPITAL FUNDS

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Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 13,32 11/01/2013 GBP 11,02 11/01/2013 USD 17,77 11/01/2013

Healthcare Opportunities EUR 9,82 14/01/2013 GBP 8,17 14/01/2013 USD 10,88 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 18,43 15/01/2013 GBP 11,48 15/01/2013 JPY 1628,86 15/01/2013

UK Absolute Return EUR 12,11 15/01/2013 GBP 10,07 15/01/2013 USD 16,16 15/01/2013 EUR 12,35 15/01/2013 GBP 10,27 15/01/2013 USD 16,49 15/01/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

Valori al 15/01/2013

Ivy Asset Strategy A1 EUR 1169,60

Valori al 14/01/2013

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Reyl (Lux) Global SicavElite France-Europe B EUR 98,09Em Mkts Eq B($) USD 155,60Em Mkts Eq F($) USD 153,82Em Mkts Eq J(Chf) CHF 135,30Em Mkts Eq L EUR 152,26Em Mkts Eq O EUR 154,30European Equities B EUR 242,17European Equities C(Chf) CHF 219,95European Equities D($) USD 240,84European Equities F EUR 235,46European Equities H EUR 228,59Long/Short Em.Mkts Eq B ($) USD 106,24Long/Short Em.Mkts Eq E EUR 105,61Long/Short European Eq B EUR 103,47Long/Short European Eq D ($) USD 103,86North American Eq. B($) USD 171,17North American Eq. E EUR 161,16North American Eq. F($) USD 167,55North American Eq. G EUR 156,59North American Eq. H($) USD 157,77

Reyl (Lux) Tactical AllocationsDiv Income D USD 125,67Div Income E EUR 127,64Div Income F EUR 125,97Div Income H USD 124,28Quality Bond Fund D USD 134,23Quality Bond Fund E EUR 135,18Quality Bond Fund F EUR 132,15Quality Bond Fund H USD 131,33

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UNIDESIO 760071 11,821 04/01/2013

UNIDESIO 760072 10,776 04/01/2013

UNIDESIO 760073 10,788 04/01/2013

UNIDESIO760074 11,228 04/01/2013

UNIDESIO 760075 12,486 04/01/2013

UNIDESIO 760077 11,082 04/01/2013

UNIDESIO 760078 10,692 04/01/2013

UNIDESIO 760079 10,959 04/01/2013

UNIDESIO 760080 10,796 04/01/2013

UNIDESIO 760082 10,112 04/01/2013

UNIDESIO 760085 10,618 04/01/2013

UNIDESIO 760087 12,009 04/01/2013

UNIDESIO 760088 10,435 04/01/2013

UNIDESIO 760091 11,212 04/01/2013

UNIDESIO 760092 11,176 04/01/2013

UNIDESIO 760095 10,453 04/01/2013

UNIDESIO 760096 10,585 04/01/2013

UNIDESIO 760097 11,303 04/01/2013

UNIDESIO 760098 11,498 04/01/2013

UNIDESIO 760099 11,192 04/01/2013

UNIDESIO 760100 10,937 04/01/2013

UNIDESIO 760101 10,917 04/01/2013

UNIDESIO 760102 10,881 04/01/2013

UNIDESIO 760104 10,411 04/01/2013

UNIDESIO 760105 10,720 04/01/2013

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,2380 04/01/2013

AZZOAGLIO DINAMICO 4,6590 04/01/2013

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 5,8510 04/01/2013

UNIDESIO PRUDENTE 11,1220 04/01/2013

UNIDESIO MODERATO 10,6300 04/01/2013

UNIDESIO ATTIVO 10,2160 04/01/2013

UNIDESIO VIVACE 9,3840 04/01/2013

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,2110 04/01/2013

AZIONARIO EURO 7,7140 04/01/2013

AZIONARIO GLOBALE 9,2150 04/01/2013

E.W.MEMORY INDEX 102,5100 27/12/2012 A/S&P

INDEX TOP 22 104,8200 27/12/2012 A+/S&P

THREE 2009 104,3000 27/12/2012 AA-/S&P

INDEX SIX 2009 99,6500 27/12/2012 AA-/S&P

FTSE MIB 95,0330 09/01/2013

FTSE MIB 2010 93,3790 09/01/2013

EUROSTOXX 50 - 2010 93,7290 09/01/2013

INDEX TRENTA 2011 96,0370 09/01/2013

INDEX FOUR E 50 - 2011 97,5370 09/01/2013

INDEX STOXX EUROPE - 2011 97,7780 09/01/2013

EUROSTOXX 50 - 2012 93,7670 09/01/2013

PREVIMISURATO 12,6310 03/01/2013

PREVIBRIOSO 10,6090 03/01/2013

PREVIDINAMICO 12,0690 03/01/2013

LINEA 1 11,9850 31/12/2012

LINEA 1 - FASCIA A 12,3530 31/12/2012

LINEA 1 - FASCIA B 12,0340 31/12/2012

LINEA 2 11,6440 31/12/2012

LINEA 2 - FASCIA A 11,8550 31/12/2012

LINEA 2 - FASCIA B 11,8810 31/12/2012

LINEA 3 11,2870 31/12/2012

LINEA 3 - FASCIA A 11,4050 31/12/2012

LINEA 3 - FASCIA B 12,1920 31/12/2012

UNIDESIO 760106 10,994 04/01/2013

UNIDESIO 760109 11,010 04/01/2013

UNIDESIO 760110 10,743 04/01/2013

UNIDESIO 760124 11,555 04/01/2013

UNIDESIO 760125 11,142 04/01/2013

UNIDESIO 760129 11,696 04/01/2013

UNIDESIO 760130 10,776 04/01/2013

UNIDESIO 760133 10,924 04/01/2013

UNIDESIO 760137 10,622 04/01/2013

UNIDESIO 760138 10,956 04/01/2013

UNIDESIO 760139 11,560 04/01/2013

UNIDESIO 760140 11,507 04/01/2013

UNIDESIO 760141 10,277 04/01/2013

UNIDESIO 760145 10,981 04/01/2013

UNIDESIO 760147 11,173 04/01/2013

UNIDESIO 760149 11,155 04/01/2013

UNIDESIO 760150 11,222 04/01/2013

UNIDESIO 760156 10,165 04/01/2013

UNIDESIO 760157 11,204 04/01/2013

UNIDESIO 760158 10,185 04/01/2013

UNIDESIO 760159 10,880 04/01/2013

UNIDESIO 760160 10,591 04/01/2013

UNIDESIO 760163 10,169 04/01/2013

UNIDESIO 760167 10,700 04/01/2013

UNIDESIO 760169 11,180 04/01/2013

UNIDESIO 760170 10,834 04/01/2013

UNIDESIO 760173 10,614 04/01/2013

UNIDESIO 760174 10,825 04/01/2013

UNIDESIO 760179 10,557 04/01/2013

UNIDESIO 760180 10,698 04/01/2013

UNIDESIO 760181 10,604 04/01/2013

UNIDESIO 760182 10,169 04/01/2013

UNIDESIO 760183 10,774 04/01/2013

UNIDESIO 760184 10,753 04/01/2013

UNIDESIO 760185 10,761 04/01/2013

UNIDESIO 760186 10,684 04/01/2013

UNIDESIO 760187 10,760 04/01/2013

UNIDESIO 760188 10,649 04/01/2013

UNIDESIO 760189 10,780 04/01/2013

UNIDESIO 760191 10,302 04/01/2013

UNIDESIO 760192 10,826 04/01/2013

UNIDESIO 760193 10,802 04/01/2013

UNIDESIO 760198 9,779 04/01/2013

UNIDESIO 760201 10,707 04/01/2013

UNIDESIO 760202 10,754 04/01/2013

UNIDESIO 760203 11,212 04/01/2013

UNIDESIO 760205 10,459 04/01/2013

UNIDESIO 760206 10,476 04/01/2013

UNIDESIO 760207 10,526 04/01/2013

UNIDESIO 760210 10,150 04/01/2013

BILANCIATO 10,0700 04/01/2013

CONSERVATIVE 10,3040 04/01/2013

BOND MIX 10,4010 04/01/2013

BALANCED 10,6400 04/01/2013

GLOBAL EQUITY 11,3550 04/01/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,2270 04/01/2013

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 10,7160 04/01/2013

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 9,2300 04/01/2013

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 10,8240 04/01/2013

HI EUROCHINA 100,00 15/10/2012 A+/S&P

5,5Y CHINA KOREA&SWISS GRO. NOTE 100,02 31/12/2012 A+/S&P

S&BRIC 8-40 106,27 31/12/2012 A2/S&P

S&BRIC LOOK BACK 8 - 40 122,25 31/12/2012 A2/S&P

IES - ITALIAN EQUITY SELECTION 103,00 17/12/2012 A+/S&P

HELVETIA 4-30 95,88 09/01/2013

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 9,9800 08/01/2013

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 9,9800 08/01/2013

HELVETIA WORLD EQUITY 110,7600 08/01/2013

HELVETIA EUROPE BALANCED 184,5600 08/01/2013

HELVETIA WORLD BOND 219,2900 08/01/2013

HELVETIA GLOBAL BALANCED 149,6500 08/01/2013

HELVETIA GLOBAL EQUITY 95,4300 08/01/2013

LINEA GARANTITA 11,4990 03/01/2013

LINEA BILANCIATO 11,9360 03/01/2013

LINEA OBBLIGAZIONARIO 11,9750 03/01/2013

LINEA AZIONARIO 7,9320 03/01/2013

HELVETIA QUATTRO.10 -

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Sede secondaria di Milano: via Russoli 5 - 20143Sede legale: L 2453 Luxembourg . Goldbell 1 - Rue Eugène Ruppert, 5

APF-Linea bilanciata 14/01/2013 EUR 49,08

APF-Linea europea 14/01/2013 EUR 86,69

APF-Linea mondiale 14/01/2013 EUR 49,79

APF-Linea nord america 14/01/2013 EUR 84,61

Seven Stars Invest 14/01/2013 EUR 112,55

098105098108105111103114

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* Rating della Società Incorporante Banco Popolare Scarl ** Rating della Società Incorporante Madre Unicredit S.p.A.

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 31/12/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 31/12/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

Index Linked Bull Dividend 99,400 BARCLAYS BANK PLC A3 | A | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

SoloFrutti serie I 155,000 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie II 154,000 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie III 153,000 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie IV 152,000 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

SoloFrutti serie V 154,150 SOLUZIONE FUTURO S.r.l. - | - | AA CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

PROSPETTO DEI POLIZZE INDEX

Adesso Index Aprile ‘07 99,230 MERRILL LYNCH & CO. INC. Baa2 | A- | A BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Adesso Index Febbraio ‘07 99,954 B.CA POPOLARE DI VERONA NOVARA Scarl Baa3 | BBB- | BBB * BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg altiplano marzo 07 99,941 CREDITO BERGAMASCO S.p.A. - | BBB- | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Altiplano Aprile ‘07 99,160 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Creberg Polar Aprile ‘07 99,060 BANCA ITALEASE S.p.A. Ba1 | - | BBB BANCA ALETTI & C. S.p.A. - | BBB- | BBB

Index Up 1-2008 96,260 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Scelgo Index 14 99,906 CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA S.p.A. Ba3 | - | - JP MORGAN CHASE BANK A2 | A | A+

CARISMI Più Certezza 8 97,190 UNICREDIT S.p.A. Baa2 | BBB+ | A- ** SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Carismi Più Certezza 9 96,500 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

SEMPREINDIPENDENTE

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PRODOTTO INDEX VALORE AL EMITTENTE TITOLO MOODY EMITTENTE OPZIONE MOODY 31/12/2012 OBBLIGAZIONARIO S&P | FITCH S&P | FITCH

CRESCITA SICURA SERIE I 2007 100,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

CRESCITA SICURA SERIE II 2007 99,350 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Crescita Sicura Serie III 2007 99,240 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

Crescita Sicura Serie IV 2007 99,000 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | BBB | BBB+

EUROSTOXX 4% SERIE I GENNAIO 2007 100,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

EUROSTOXX 4,20% SERIE III FEBBRAIO 2007 99,350 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Global Alternative Energy & Water Serie XIII Settembre 2007 98,100 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

INDEX “DJ EUROSTOXX 6Y” BSG 2007/2013 SERIE V 99,350 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

INDEX “EUROSTOXX50 - SWING 6Y” BSG-2007/2013 SERIE II 100,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VI 99,240 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

Index “DJ Eurostoxx 6Y” BSG 2007/2013 Serie VII 99,000 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | BBB | BBB+

Lombarda vita 6&6 102,790 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Lombarda vita 6&6 New 102,520 MORGAN STANLEY Baa1 | A- | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

Lombarda Vita Best of Euro-USA 2008-2014 108,080 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+ SOCIETÉ GENERALE A2 | A | A+

Lombarda Vita BRIC 40 “5 + 5” 101,740 NIBC Bank NV - | (1) | - CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

LOMBARDA VITA BRIC 40 “5,10 + 5,10” 101,269 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Classic Markets 101,362 CREDIT SUISSE INTERNATIONAL A1 | A+ | A

Lombarda Vita Classic Markets New 102,240 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - BANCO BILBAO SA Baa3 | BBB- | BBB+

Lombarda Vita Euro Sector 102,610 MEDIOBANCA S.p.A. - | BBB+ | - FORTIS BANK SA A2 | A+ | A+

Lombarda Vita Euro Sector New 101,670 BANCA IMI S.p.A. A3 | BBB+ | A- BNP PARIBAS A2 | A+ | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie II 2007 100,320 ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie V 2007 99,350 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A COMMERZBANK AG A3 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie VI 2007 99,240 C.SSE CENTR.DU CREDIT IMM. DE FRANCE Baa2 | - | A ABN AMRO BANK NV A2 | A | A+

Swing DJ Eurostoxx50 Serie X 2007 99,000 BANK AUSTRIA CREDITANSTALT AG A3 | A | A BANCO SANTANDER S.A. Baa2 | BBB | BBB+

(1) La Compagnia assume integralmente il rischio di controparte

VALORI CORRENTI DELLE LINKED DATA ULTIMA QUOTAZIONE AL 31 DICEMBRE 2012

PENSIONELA

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Previsioni nelle città d’Italia

min max M G V

PIEMONTE Alessandria -2 3 Asti -2 3 Cuneo -2 4 Novara -3 4 Torino -3 3 Verbania -3 3 Vercelli -3 4 VALLE D’AOSTA

Aosta -12 -4 LOMBARDIA

Bergamo -5 2 Brescia -5 2 Como -2 3 Cremona -3 3 Lecco -3 3 Lodi -3 3 Mantova -3 3 Milano -2 3 Pavia -3 2 Sondrio -3 3 Varese -3 2 TRENTINO-ALTO ADIGE

Bolzano -6 2 Trento 2 6 VENETO

Belluno -1 4 Padova -2 3 Rovigo 0 3 Treviso 1 6 Venezia 0 6 Verona -3 3 Vicenza -2 5 FRIULI-VENEZIA GIULIA

Gorizia 3 7 Pordenone -1 4 Trieste 2 4 Udine 2 6 LIGURIA

Genova 3 8 Imperia 2 8 La Spezia 0 5 Savona 0 8 EMILIA-ROMAGNA

Bologna -3 2 Ferrara -2 2 Forlì -3 2 Modena -2 3 Parma -1 3 Piacenza -4 2 Ravenna -3 2 Reggio Emilia -1 4 Rimini -2 3 TOSCANA

Arezzo -3 3 Firenze -2 4 Grosseto 1 8 Livorno -1 6 Lucca 0 6 Massa Carrara 0 6 Pisa -1 7 Pistoia 0 6 Prato -1 6

min max M G V

Siena -2 4 UMBRIA

Perugia -2 3 Terni 4 7 MARCHE

Ancona -2 7 Ascoli Piceno 1 6 Macerata -1 5 Pesaro -2 3 Urbino -3 2 LAZIO

Frosinone 2 7 Latina 3 8 Rieti 3 6 Roma 3 8 Viterbo 1 5 ABRUZZO

Chieti 1 8 L’Aquila -2 3 Pescara 1 12 Teramo 1 7 MOLISE

Campobasso 2 4 Isernia 1 5 CAMPANIA

Avellino 5 7 Benevento 6 8 Caserta 7 9 Napoli 7 9 Salerno 7 9 PUGLIA

Bari 4 12 Brindisi 7 11 Foggia 5 8 Lecce 7 11 Taranto 6 11 BASILICATA

Matera 3 8 Potenza 1 4 CALABRIA

Catanzaro 7 9 Cosenza 7 9 Crotone 7 9 Lamezia Terme 8 10 Reggio Calabria 9 11 Vibo Valentia 5 7 SICILIA

Agrigento 10 11 Caltanissetta 8 9 Catania 7 13 Enna 5 6 Messina 9 11 Palermo 11 12 Ragusa 7 8 Siracusa 9 13 Trapani 11 12 SARDEGNA

Cagliari 8 13 Nuoro 4 8 Olbia 4 11 Oristano 8 12 Sassari 6 9

• Aosta

• Torino • Milano

• Trieste

• Venezia

• Genova

• Bologna

• Firenze

• Ancona

• Perugia

• ROMA

• L’Aquila

• Campobasso

• Napoli

• Bari

• Potenza

• Catanzaro

Palermo•

• Cagliari

• Trento

AGLI ESTREMI

Catania +13Aosta -12

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