QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7...

42
Con guida «La riforma del no proit» a € 6,00 in più; con guida «L’Irap di professionisti e lavoratori autonomi» a € 5,00 in più; con guida «Il mio mutuo» a € 5,00 in più Nuova serie - Anno 25 - Numero 171 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano Martedì 19 Luglio 2016 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50 di Pierluigi Magnaschi Tutti i commentatori e i media internazionali hanno tirato un sospiro di sollievo quando l’Isis ha fatto sapere che il pluriassassino con il camion di Nizza era uno dei «loro combattenti». Sulla base di molti indizi disponibili, io invece credo che Mohamed Lahouaiej Bouhlel sia uno squilibrato che, alla fine di un lungo e ininterrotto percorso di fallimenti sociali e per- sonali, si è aggrappato, all’ultimo momento, al vistoso e arrembante convoglio dell’islamismo sangui- nario per riuscire a compiere un gesto (a suo vedere, eroico) che, sempre ai suoi occhi farneticanti, Se lo stragista di Nizza non fosse uno dell’Isis (come credo) sarebbe peggio Il fisco sbarca su Facebook L’Agenzia delle entrate carica video, post e contenuti multimediali. E promette un dialogo a tu per tu con i contribuenti via Messenger, con risposte entro 24 ore Il fisco sbarca su Facebook. Dopo YouTube e Twitter, da ieri l’Agenzia delle entrate è presente anche sul social network più popolare del mondo. L’obiettivo è duplice: da un lato fornire informazioni alla gene- ralità degli utenti attraverso video, post e contenuti multimediali sulla pagina pubblica, dall’altro assicura- re un dialogo a tu per tu con il con- tribuente tramite Messenger. Con risposte entro 24 ore. Stroppa a pag. 27 continua a pag. 8 L’impiegato comunale che (per poter arbitrariamente firmare il cartellino a nome dei suoi colleghi che preferi- scono dormire) si mette una scatola di cartone in testa, al fine di rendersi in- visibile alla telecamera di sorveglian- za, ha fatto il giro del mondo, contri- buendo ad accrescere l’immagine di cialtronismo che già incombe, spesso immeritatamente, sul nostro paese. La polizia ha accertato che in quel comune i renitenti al lavoro erano il 30% degli impiegati. Non si trattava quindi di lazzaroni ma di un’epide- mia cronica di lazzaronite. Che ha sinora dilagato perché nessuno (né amministratori, né dirigenti) aveva mai detto bau. Per fortuna, Renzi ha fatto approvare una legge che prevede il licenziamento di questi indegni che sporcano l’immagine dei molti che, anche nella p.a., fanno il loro me- stiere. I sindacati che proteggono i lazzaroni lavorano contro quelli che fanno il loro dovere. Purtroppo (è facile prevederlo) la legge sul licen- ziamento dei lazzaroni accertati sarà annullata dai vari Tar e dai molti sindacalisti. Amen. DIRITTO & ROVESCIO l r p p r t r SU WWW.ITALIAOGGI.IT Fisco - La risoluzio- ne sulla tassazione dell’energia da fonti agroforestali Depistaggio e fro- de processuale - La legge che mo- difica il codice penale Riciclaggio - La sentenza della Corte di cassazione le d p R La DECRETO AUTONOMIE Niente assunzioni negli enti senza bilanci. Soldi per chiudere i mutui Cerisano-Chiarello a pag. 32 DLGS SUI CONDOMINI Manca contatore di calore? Dal 2017 multe fino a 2.500 euro De Stefanis a pag. 33 u Il f You del soc mo A MILANO Avvocati fuori dall’albo se non in regola con i crediti formativi Ventura a pag. 34 DOPO L’EMILIA ROMAGNA La diaspora dei 5 stelle si estende anche al Nord-Est Porrisini a pag. 9 IN EDICOLA IL NUOVO NUMERO DI CLASS QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO www.italiaoggi.it Il nuovo editore del Corriere, Urbano Cairo, ha detto che si è convertito alla carta stampata leggendo ItaliaOggi Claudio Plazzotta a pag. 19 * Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80) €2,00* 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

Transcript of QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7...

Page 1: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

Con guida «La riforma del no proi t» a € 6,00 in più; con guida «L’Irap di professionisti e lavoratori autonomi» a € 5,00 in più; con guida «Il mio mutuo» a € 5,00 in più

Nuova serie - Anno 25 - Numero 171 - Spedizione in A.P. art. 1 c.1 L. 46/04, DCB Milano

Martedì 19 Luglio 2016 Uk £ 1,40 - Ch fr. 3,50 Francia € 2,50

di Pierluigi Magnaschi

Tutti i commentatori e i media internazionali hanno tirato un sospiro di sollievo quando l’Isis ha fatto sapere che il pluriassassino con il camion di Nizza era uno dei «loro combattenti». Sulla base di molti indizi disponibili, io invece credo che Mohamed Lahouaiej Bouhlel sia uno squilibrato che, alla fine di un lungo e ininterrotto percorso di fallimenti sociali e per-sonali, si è aggrappato, all’ultimo momento, al vistoso e arrembante convoglio dell’islamismo sangui-nario per riuscire a compiere un gesto (a suo vedere, eroico) che, sempre ai suoi occhi farneticanti,

Se lo stragista di Nizza non fosse uno dell’Isis (come credo) sarebbe peggio

Il fisco sbarca su Facebook L’Agenzia delle entrate carica video, post e contenuti multimediali. E promette

un dialogo a tu per tu con i contribuenti via Messenger, con risposte entro 24 oreIl fisco sbarca su Facebook. Dopo YouTube e Twitter, da ieri l’Agenzia delle entrate è presente anche sul social network più popolare del mondo. L’obiettivo è duplice: da un lato fornire informazioni alla gene-ralità degli utenti attraverso video, post e contenuti multimediali sulla pagina pubblica, dall’altro assicura-re un dialogo a tu per tu con il con-tribuente tramite Messenger. Con risposte entro 24 ore.

Stroppa a pag. 27

continua a pag. 8

L’impiegato comunale che (per poter arbitrariamente fi rmare il cartellino a nome dei suoi colleghi che preferi-scono dormire) si mette una scatola di cartone in testa, al fi ne di rendersi in-visibile alla telecamera di sorveglian-za, ha fatto il giro del mondo, contri-buendo ad accrescere l’immagine di cialtronismo che già incombe, spesso immeritatamente, sul nostro paese. La polizia ha accertato che in quel comune i renitenti al lavoro erano il 30% degli impiegati. Non si trattava quindi di lazzaroni ma di un’epide-mia cronica di lazzaronite. Che ha sinora dilagato perché nessuno (né amministratori, né dirigenti) aveva mai detto bau. Per fortuna, Renzi ha fatto approvare una legge che prevede il licenziamento di questi indegni che sporcano l’immagine dei molti che, anche nella p.a., fanno il loro me-stiere. I sindacati che proteggono i lazzaroni lavorano contro quelli che fanno il loro dovere. Purtroppo (è facile prevederlo) la legge sul licen-ziamento dei lazzaroni accertati sarà annullata dai vari Tar e dai molti sindacalisti. Amen.

DIRITTO & ROVESCIO

lrpprtr

SU WWW.ITALIAOGGI.IT

Fisco - La risoluzio-ne sulla tassazione dell’energia da fonti agroforestaliDepistaggio e fro-de processuale - La

legge che mo-difica il codice penaleRiciclaggio -

La sentenza della Corte di cassazione

ledpR

La

DECRETO AUTONOMIE

Niente assunzioni negli enti senza

bilanci. Soldi per chiudere i mutui

Cerisano-Chiarello a pag. 32

DLGS SUI CONDOMINI

Manca contatore di calore? Dal

2017 multe fino a 2.500 euro

De Stefanis a pag. 33

uIl fYoudelsocmo

A MILANO

Avvocati fuori dall’albo se non in regola con i

crediti formativi Ventura a pag. 34

DOPO L’EMILIA ROMAGNA

La diaspora

dei 5 stelle si estende anche

al Nord-EstPorrisini a pag. 9

IN EDICOLA

IL NUOVO NUMERO DI CLASS

QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO

www.italiaoggi.it

Il nuovo editore del Corriere, Urbano Cairo, ha detto che si è convertito alla carta stampata leggendo ItaliaOggi

Claudio Plazzotta a pag. 19

* Offerta indivisibile con Marketing Oggi (ItaliaOggi € 1,20 + Marketing Oggi € 0,80)

€2,00*

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 2: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

2 Martedì 19 Luglio 2016 I C O M M E N T I

Urbano Cai-ro ha vinto a sorpresa la gara per il controllo del

Corriere della Sera. Un po’ come a Torino, dove Chiara Appendino ha conquistato il Comune. Contro la giovane sindaco 5Stelle c’era Pie-ro Fassino, politico di lungo corso. Contro Cairo c’era Mediobanca (oltre a Pirelli, UnipolSai, Della Valle) la più blasonata istituzione finanziaria italiana. Gli outsider vincono, in po-litica e in economia, perché c’è voglia di cambiare. La proposta di Cairo, al di là degli immediati aspetti remu-nerativi, è parsa più innovativa, più dinamica e addirittu-ra più fantasiosa. Chi vi ha dato credito ha bocciato lo status quo, la continuità, la per-petuazione dei poteri forti (o ritenuti tali).

Intendiamoci, in questa vicen-da, come in politica, non ci sono solo zone bianche e nere. Uno dei grandi elettori di Cairo è stato Giovanni Bazoli, presidente onorario di Intesa e banchiere atavico, che probabilmen-te diventerà presidente di Rcs. Ma an-che Matteo Renzi, che ha rottamato Massimo D’Alema, deve ora appog-giarsi a Denis Verdini per salvare il suo governo. Bazoli è per Cairo quello che Verdini è per Renzi. Gli assicura una copertura essenziale soprattutto in vista degli snodi non facili che do-

vrà affrontare.Al di là degli ov-

vii compromessi, l’ingresso di Cairo nel salotto buono dell’editoria italiana è un fatto di si-curo rilievo e una novità destinata a ringiovanire gli equilibri. Intanto si tratta del primo caso in Italia di reale sinergia tra stampa e tv, anche da un punto di vista pubblicitario. È inoltre la risposta di Cairo a Sky e Discovery che, incominciando a trasmettere free su canali allettanti (8 e 9), stavano mettendo nell’angolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la sinergia col Corriere

della Sera, La7 rientra in gioco alla grande.

Lo stesso si può dire del Corriere rispetto all’acquisizione della Stampa da parte di Repubblica. Un’opera-

zione che ha rafforzato il quotidiano edito da Carlo De Benedetti, che però ora si ritrova ad avere il diretto concorrente dotato di una tv e quindi passato al contrattacco. L’avventura di Cairo è appena incominciata. Ma la sua strategia di intrecciare il primo quotidiano col terzo attore televisivo sembra dare la possibilità a entrambi di uscire dal cul de sac e di crescere. Una scommessa che c’è da augurar-si sia contagiosa per un capitalismo italiano che pare oggi spesso più im-mobile della politica.

DI CARLO VALENTINI

L’ANALISI

Gli outsider vincono,c’è voglia di cambiare

DI EDOARDO NARDUZZI

I prezzi al consumo non accennano alcun rialzo. Nonostante la massa monetaria ag-

giuntiva stampata dalle banche centrali con i tanti quantitative easing, l’in-flazione non solo non cre-sce ma decresce. Siamo in deflazione, non ovunque, ma in molti mercati avan-zati tra i quali l’Italia. Per chi pensa che la deflazione possa essere un fenomeno transitorio del capitalismo contemporaneo forse è bene sottolineare qualche aspet-to originale del mondo nel quale viviamo.

Oggi il principale dri-ver della defl azione non è tanto l’innovazione tecno-logica legata all’hardware, quanto l’emersione dei big data. La legge di Moore, dal nome dell’ingegne-re co-fondatore di Intel, parlava di un raddoppio della capacità processiva ogni 18 mesi innescata dai processori di silicio. Una legge che ha retto empiri-camente per anni prima di

essere scavalcata dall’av-vento degli smartphone e dei tablet. Oggi la capacità elaborativa di questi stru-menti, dei veri e propri computer da tutti i punti di vista, raddoppia ben più rapidamente.

Ma sono i big data il fenomeno emergente più importante da analizzare per provare a capire la logi-ca del mondo defl attivo col quale dobbiamo preparar-ci a convivere. I big data, cioè la possibilità di poter gestire e utilizzare a basso costo un numero stermina-to di dati, offrono a imprese e consumatori una occasio-ne forse attesa da sempre: poter avere quasi gratis o comunque low cost qual-siasi tipo di informazione complessa desiderino. Ogni correlazione, ogni analisi o

statistica diventa a portata di portafoglio. La materia prima più preziosa dell’eco-nomia di mercato, l’infor-mazione, è così producibile senza praticamente alcun costo. È la defl azione che entra in maniera stabile e permanente nel motore della produzione e lascia capire perchè la stagione dei tassi di interesse ne-gativi è destinata ad an-dare avanti a lungo.

Per le banche com-merciali la stagione dei

big data non signifi ca sol-tanto che potranno utiliz-zarli per profi lare meglio i clienti, ma, soprattutto, vuole dire che devono im-parare a convivere con un contesto strutturalmente defl attivo nel quale i mar-gini di interesse da inter-mediazione tradizionale sono destinati a restare modesti. Con la tecnologia hanno vinto i consumatori e perso gli intermediari e un capitalismo con meno o senza intermediari è, per defi nizione, low cost e de-fl attivo.

© Riproduzione riservata

IL PUNTO

Il big data produce la del azionerendendo trasparente il mercato

La tecnologiaha battuto

l’intermediazione

Urbano Cairo surprisingly won the battle for the Cor-riere della Sera. A bit like in Turin, where Chiara

Appendino conquered the City. Against the M5S young mayor there was Piero Fassino, a longtime poli-tician. Against Cairo there was Me-diobanca (as well as Pirelli, UnipolSai, Della Valle), Italy’s most aristocratic fi nancial institution. Outsiders win, in politics and in economics, because there is a desire to change. Cairo’s proposal, beyond the immediate re-munerative aspects, seemed more innovative, more dynamic and even more fanciful. Those who gave credit to him rejected the sta-tus quo, continuity, the perpetuation of strong powers (or considered as such).

Let’s be clear, in this affair, as in poli-tics, there aren’t only black and white zones. One of Cairo’s main supporters was Giovanni Bazoli, Intesa’s Hon-orary President and atavistic banker, who will probably become president of RCS. However, Matteo Renzi, who «demolished» Massimo D’Alema, must now rely on Denis Verdini to save his government. Bazoli is for Cairo what Verdini is for Renzi. He grants him an essential coverage es-pecially in view of the challenges that lay before him.

Beyond the obvious compro-

mises, Cairo’s entry into the Italian publishing élite is certainly an impor-tant event and a change destined to regenerate the balances. Meanwhile, this is the fi rst case in Italy of a real synergy between press and television, also from an advertising point of view. It is also Cairo’s answer to Sky and Discovery that, as they begin to broad-cast for free on enticing channels (8 and 9), were putting La7 rightly in the shade (Maurizio Crozza leaving La7 to join Discovery was emblem-atic). Through the synergy with the Corriere della Sera, La7 came back into play in a big way.

The same can be said of the Cor-riere della Stampa as far as the acquisition of La Stampa by Re-pubblica is concerned. An operation that strengthened the daily newspaper published

by Carlo De Benedetti, whose di-rect competitor now has, however, a television and therefore gone on the counter-attack. Cairo’s adventure has just begun. Nevertheless, his strategy of interweaving the fi rst newspaper with the third television player seems to give both the opportunity to get out of the cul de sac and grow. We hope that this bet is contagious for an Ital-ian capitalism that now often seems more static than politics.

© Riproduzione riservata

Traduzione di Silvia De Prisco

IMPROVE YOUR ENGLISH

Outsiders win, there isa desire for change

Cairo conquista Rcscosì come Appendinocol comune di Torino

Cairo conquers Rcsjust as Appendino

with the city of Turin

DI MARCO BERTONCINI

La presentazione odier-na del progetto di riforma elettorale da parte di mino-ranze nel Pd diffi cilmente otterrà in tempi brevi un esito qualsiasi. Le posizio-ni uffi ciali possono anche essere di apertura alla trattativa; la realtà, però, è diversa: quasi tutti inten-dono aspettare l’esito del referendum. Matteo Renzi ha dato, e fatto dare, di-sponibilità a rivedere l’ita-licum, con l’ammonimento sulla necessità di una mag-gioranza parlamentare specifica. In tal modo dà l’impressione di superare il proprio arroccamento sulla riforma elettorale, ma ovviamente il richiamo al bisogno di trovare i voti nelle due Camere mette in primo piano l’attuale e con-sistente divisione sui pun-ti da riformare. Fra l’altro il nuovo progetto, targato sinistra Pd e battezzato bersanellum, è ben distan-te dal semplice (si fa per dire) abbandono del premio alla lista che, almeno fi no

a pochi giorni fa, sembra-va mettere d’accordo un po’ tutti: destra, centro e sinistra.

Intanto, va tenuta presente la totale, con-clamata e ripetuta avver-sione del M5s a qualsiasi riscrittura dell’italicum. Tanto per farsi intendere, i grillini hanno già chiarito che non intendono sedersi intorno a qualsiasi tavolo o tavolino per discutere. Ai centristi, senza distinzione di cespuglio, sembra invece importare essenzialmente proprio il premio alla coali-zione. Fi, che in ogni modo non intende discutere pri-ma del referendum, pare invece annusare positiva-mente qualche aspetto del bersanellum.

Conclusione: per ora, non c’è alcun accordo nem-meno sui tempi per trattare. Sui contenuti, buio assoluto. Se ne ricava che, forzatamen-te per alcuni, volutamente per altri, pregiudiziale sarà l’esito della riforma costitu-zionale (che molti sperano veda trionfare il no).

© Riproduzione riservata

LA NOTA POLITICA

Legge elettorale, una riforma in alto mare

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 3: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

3Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N ODopo il fallito golpe migliaia di arresti in Turchia. Monito dell’Europa contro la pena di morte

Tutti contro le purghe di ErdoganNizza, Valls fi schiato durante l’omaggio alle vittime

DI FRANCO ADRIANO

Dopo essersi schierato con Recep Tayyip Erdogan a poche ore dal fallito colpo

di Stato di venerdì scorso in Turchia, il mondo politico oc-cidentale nel breve volgere di un mattino ha cambiato posi-zione: il sospetto che «il sul-tano» stia approfittando del golpe, che egli stesso avrebbe definito «un dono di Dio», per un regolamento di conti inter-no contro i propri avversari politici, è più che evidente. Le sue parole, poi: «Il popolo chiede la pena di morte per i colpevoli del fallito golpe e noi non possiamo ignorare questa richiesta», annunciate dopo i funerali delle vittime, han-no fatto ghiacciare il sangue nelle vene dei principali lea-der che lo hanno sostenuto, ultima in ordine di tempo la cancelliera Angela Merkel. Da qui la generale presa di distanza dalle purghe tur-che: in manette sono finiti 6mila soldati, 103 tra gene-rali e ammiragli e numerosi magistrati. Mano dura anche sulla polizia: sono stati licen-ziati quasi 9mila funzionari. In Turchia si sono verifi cati «episodi rivoltanti di giustizia arbitraria e di vendetta» nei confronti di soldati sospettati di aver partecipato al tenta-to golpe, ha denunciato il go-verno tedesco. «Abbiamo visto nelle prime ore dopo il falli-mento del golpe delle scene raccapriccianti di arbitrio e di vendetta contro i soldati in mezzo alla strada», ha riferito Steffen Seibert, il portavoce di Merkel, aggiungendo: «Un simile fatto è inaccettabile». «Nessun paese può diventare Stato membro dell’Ue se in-troduce la pena di morte nel proprio ordinamento, e questo è chiaro», ha infi ne messo il sigillo sull’uffi cialità della po-sizione europea l’Alto Rappre-sentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell’Ue, Federica Mogherini. «Nelle ore diffi cili» del tentato golpe, ha concluso l’esponente poli-tico italiano, «noi siamo stati i primi a sottolineare che le istituzioni legittime in Tur-chia dovevano essere protette, ma questo non deve costituire una scusa per portare il Paese fuori dallo stato di diritto e dai diritti fondamentali, e su questo saremo estremamen-te vigili, non nell’interesse dell’Ue o dei negoziati con la Turchia, ma per il bene della Turchia stessa e del popolo turco». «Speriamo che tutto si calmi senza un’accelerazione delle rappresaglie, e senza che si approfi tti della situa-zione per trarne vantaggi», ha sottolineato abbracciando la medesima interpretazio-ne il ministro degli Esteri statunitense, John Kerry.

«Naturalmente ci sono i gol-pisti, che dovranno risponde-re di ciò che hanno fatto e ne risponderanno», ha aggiunto, «ma siamo tutti preoccupati che si alimenti una repres-sione che vada ben oltre i re-sponsabili del golpe. I turchi

devono, al contrario, consoli-dare la democrazia, e cogliere questo momento per unire la nazione». Kerry ha garantito che «la Nato vigilerà sul com-portamento democratico della Turchia». Sull’evoluzione del-la vicenda turca, i principali

leader italiani hanno taciuto ieri: dal presidente del consi-glio Matteo Renzi che pure fra i primi si era congratula-to per lo sventato golpe, all’ex premier Silvio Berlusconi, amico personale di Erdogan («Ero al telefono con il mio

grande amico Tayyip», si era giustificato ad un vertice Nato per aver voltato le spal-le a Merkel). Silenti anche Matteo Salvini e Beppe Grillo.

continua a pag. 4

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 4: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

4 Martedì 19 Luglio 2016 P R I M O P I A N OEra già molto forte. Dopo il mancato golpe, diventerà il padrone assoluto della Turchia

Erdogan decapiterà l’opposizioneNon arresta solo i militari ma migliaia di magistrati

da WashingtonALBERTO PASOLINI ZANELLI

Una delle parole d’ordi-ne che hanno preso a circolare non appena è apparso chiaro che il

golpe contro Erdogan era mi-seramente fallito è stata «sol-lievo». L’hanno pronunciata, con poche variazioni, un paio di primi ministri, riferendosi evidentemente alla geografi a politica della Turchia che vede, da una parte, un primo mini-stro che controlla il Parlamento e la maggior parte delle altre strutture dello Stato, inclusa – lo si è visto – la polizia, la maggioranza delle forze arma-te e il potere islamico. A questa interpretazione «sicura» perché superfi ciale, si è attenuto anche il presidente americano Oba-ma, in base al principio che, in una democrazia, chi è eletto ha sempre ragione.

Peccato che fra Ankara e Istanbul le cose vadano da tempo diversamente. Erdogan è stato eletto dal Parlamento in cui il suo partito è riuscito a conservare la maggioranza pur perdendo molti voti nelle ulti-me elezioni, espressione di una protesta contro il suo disegno di trasformare la Costituzione in senso presidenziale, cioè di

acquisire un potere totale. Il golpe miseramente fallito è sta-to motivato con la «difesa della democrazia», espressione che in Turchia ha plurimi signifi cati e include la difesa di quel che resta dello Stato laico. Le forze armate ne sono state il presi-dio, in difesa dell’eredità di Ata-turk che per lunghi decenni ha sospinto il Paese verso modelli il più possibile simili a quelli europei. Fu uno dei paradossi dei lunghi decenni di trattative fra Ankara e l’Europa.

I governi turchi ci tene-vano ad entrare, a venire fra noi con l’opposizione della tradizione islamica che tenta-va invece di riportare il Paese a Est e indietro. L’equilibrio era difeso dai militari, ma i governi europei si attaccarono a questo per giustifi care i propri ripetu-ti «no» alla Turchia. Si arrivò a porre condizioni ultimative: la Turchia sarebbe rimasta fuori dalla porta fi nché non avesse abbattuto le barriere contro il ritorno di fi amma islamico. Questo disegno è riuscito tra-mite il partito di Erdogan e le sue iniziative per delaicizzare le forze armate; ma la Turchia è rimasta fuori anche se le trat-tative con l’Europa continuano. Ma con l’Europa di oggi ridot-ta alla gestione di un’economia

in crisi e in ribasso mentre la Turchia in questo senso ha pro-gredito.

Al tavolo noi dunque sia-mo diventati più deboli ed Erdogan più forte. Ciò che è soprattutto evidente nel campo del controllo dell’immigrazione dagli altri Paesi islamici, come ben sa soprattutto la signo-ra Merkel. Uno sviluppo che con ogni probabilità conoscerà un’ulteriore accelerazione in conseguenza del fallimento del golpe. Il primo ministro assu-merà anche uffi cialmente i po-teri del presidente, l’opposizio-ne in Parlamento ha già fatto sapere che non lo ostacolerà più tanto, in nome della democra-zia, le forze armate escono tre-mendamente indebolite da una sconfi tta di cui non conosciamo ancora le trame, ma l’esito ca-tastrofi co.

Le strade attorno all’aero-porto di Istanbul (intitolato ad Ataturk) erano diventate all’alba di quella notte un de-posito di uniformi e di armi abbandonate, di soldati sdra-iati per terra in segno di resa. Quelli vivi perché era comincia-to il linciaggio dei vinti, spesso condotto con la decapitazione, sinistro richiamo a certe abitu-dini in comune con i tagliagola dell’Isis. Forse casi isolati, ma

contemporanei alla «partenza» uffi ciale di una repressione che Erdogan ha preannunciato usando il termine «vendetta» e che sta colpendo non solo il personale delle forze armate ma anche il Parlamento e so-prattutto il potere giudiziario. Migliaia di giudici sono stati arrestati, inclusi i membri del-la Corte Suprema. Non solo annunci che giustifi chino l’uso del termine «sollievo» per defi -nire quello che sta accadendo in Turchia.

Un altro indizio è che il tentativo di golpe è stato condotto quasi esclusivamen-te dall’aviazione, che è l’arma delle forze armate turche più «integrata» nell’Alleanza Atlan-tica. Un altro segnale: Erdogan ingiunge agli Stati Uniti di con-segnargli il leader dell’opposi-zione che da tempo si è rifugiato in America. Egli esibisce così la propria forza che quella notte ha ingigantito. È facile immagina-re un ulteriore indebolimento o addirittura la cancellazione del ruolo di garanzia laica espleta-to per più di mezzo secolo dalle forze armate. Questo in un mo-mento in cui proprio Erdogan sta conducendo trattative con alcuni suoi nemici esterni, dai curdi ad alcune fazioni siriane, a Putin, cui egli pare disposto

perfi no a chiedere scusa perfi no per l’abbattimento di un aereo militare russo.

Adesso egli non può non sentirsi più forte, soprattutto perché l’opposizione interna è tanto indebolita. Molti fra noi hanno seguito in televisione i drammatici sviluppi del golpe della notte. Personalmente ho potuto confrontarlo con l’ulti-mo, condotto con successo dalle forze armate turche. Ero sul po-sto e ricordo grandi vie e piaz-ze vuote, presidiate da qualche carro armato. Non ci fu allora la «reazione popolare» che l’«uo-mo forte» ha saputo confrontare questa volta. Uno dei motivi è certamente che allora l’esercito (compatto) aveva dichiarato di agire «contro il caos» e quasi tutti lo seguirono. Questa volta si voleva colpire il Potere, l’«or-dine» anche arbitrario. E i con-sensi sono stati tanto più rari. Come del resto i segnali degli autori del golpe. Nel settembre 1980 parlò alla televisione il ge-nerale Evren. Lo ascoltai sen-za capire una parola di turco. Ma subito dopo dai teleschermi e dalle radio uscì la Quinta di Beethoven. Parlava all’Europa. L’Europa capì.

[email protected]© Riproduzione riservata

Contestato il premier Valls a NizzaAl suo arrivo sulla Promenade des An-glais a Nizza, teatro della strage del 14 luglio, il primo ministro francese Ma-nuel Valls è stato fischiato dai parte-cipanti al minuto di silenzio in omaggio alle vittime. «Provo odio e collera» nei confronti del governo, ha detto una donna scampata alla strage. Applausi e acclamazioni sono stati invece tribu-tati ai vigili del fuoco e al personale dei servizi di soccorso. Tutti hanno poi in-tonato in coro la Marsiglie-se. Secondo il primo ministro francese, quelli a Nizza sono stati fischi «indegni» e non spontanei opera di una «mi-noranza». Una folla enorme ha reso omaggio alle 84 vit-time della strage di Nizza. Valls, è stato contestato in due occasioni: al suo arri-vo e alla fine del minuto di silenzio, quando ha deposto una corona di fiori davanti al Monument du centenai-re tra le urla «dimettiti!». Il presidente François Hol-lande ha scelto di osserva-re il minuto di silenzio tra le forze dell’ordine nel mini-stero degli Interni a Parigi. Quello ad opera del tunisi-no Mohamed Lahouaiej-Bouhlel, al volante di un camion, è il terzo grande attentato in Francia in 18 mesi. Una sequenza che ha provocato le forti critiche in particolare dell’op-posizione di destra e di estrema destra nei confronti dell’esecutivo, accusato di non aver condotto una lotta efficace al terrorismo

Il Senato voterà la cacciata dell’ex direttore del Tg1 MinzoliniLa Giunta delle elezioni del Senato hadeliberato a maggioranza di proporre all’Aula la decadenza dal mandato par-lamentare per il senatore di Forza Italia Augusto Minzolini. Prima della riunio-ne Minzolini ha annunciato che indif-ferentemente dall’esito della votazione lascerà palazzo Madama. «Sono convinto che la battaglia intrapresa vada al di là della mia persona»ha spiegato interve-

nendo di fronte alla Giunta del Senato. «Sono convinto» che certi paradossi che emergono servono a fare il punto della condizione della giustizia e della demo-crazia nel Paese», ma queste battaglie «devono essere sterilizzate da interessi personali», ha sottolineato e ha quindi annunciato: «qualunque sia l’epilogo,

qualunque sia il vostro verdetto il gior-no dopo rassegnerò le mie dimissioni da senatore». Il giorno dopo perché, ha spie-gato il senatore di Forza Italia, il Senato si possa esprimere su questa vicenda, «kafkiana» di «cui credo di essere vitti-ma». «Ancora una volta il tema è quello di una giustizia iniqua, i cui tempi e modi sono troppo spesso scanditi e infl uenzati da quelli della politica», ha attaccato la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco, ex Forza Italia oggi capogruppo dei Con-

servatori e Riformisti. «Nel collegio che lo ha giudicato subentrò un personaggio che in precedenza aveva fatto po-litica e che si sarebbe dovuto astenere ma non lo ha fatto perché si è sempre compor-tato con callida faziosità», ha aggiunto l’ex forzista Fabri-zio Cicchitto, oggi deputato di Ncd. Il riferimento è al giu-dice d’appello, Gianluca Si-nisi, che nella sua memoria difensiva di Minzolini è stato indicato come «sottosegreta-rio durante il primo governo Prodi e il primo D’Alema e poi al Senato con l’Ulivo. «Minzolini condannato alla decadenza da senatore per avere applicato scrupolosa-mente un contratto stipulato

con la Rai (la vicenda è relativa all’uti-lizzo di una carta di credito ndr), con un comportamento giudicato del tutto rego-lare dal tribunale del lavoro, dalla corte dei conti e dal tribunale penale in primo grado», ha affermato Lucio Malan, se-natore di Forza Italia.

© Riproduzione riservata

SEGUE DA PAG. 3

Vignetta di Claudio Cadei

di Pierre de Nolac

Campidoglio, pronto il piano Raggi.

Piano, molto piano.

* * *

Roma, lottaall’evasionedella tassa di soggiorno.

Anche sotto i ponti?

* * *

Mibact: “Le aree archeologiche devono essere rispettate”.

Palmira è lontana.

* * *

È l’anno nazionale dei cammini.

Sempre meglio dei mezzi pubblici.

* * *

Papa Francesco celebra un matrimonio.

Per gli sposi, vietato divorziare.

PILLOLE

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 5: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

5Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N OIn Turchia, Erdogan e i militari dicono che si scontrano per affermare la loro democrazia

Non è uno scontro fra democraziePerché nelle Terre dell’Islam la religione domina lo stato

DI GIANFRANCO MORRA

All’inizio della moder-nità Francesco I e Carlo V erano com-pletamente d’accor-

do: «Vogliamo la stessa cosa: conquistare Milano». Perciò si fecero guerra: perse il francese e vinse lo spagnolo. Anche in Turchia Recep Tayyip Er-dogan e i militari vogliono la stessa cosa: «Difendere la democrazia». Per-ciò è scattato il gol-pe subito fallito, di modo che ora Erdo-gan ha la via facile per eliminare quel po’ di democrazia che c’era.

La cosa non deve stupire. La Turchia è un pa-ese islamico e le ragioni del rifi uto o della mancanza della democrazia non sono po-litiche, ma religiose. Atatürk trasformò l’Impero Ottomano in una Repubblica laicizzata e modernizzata, ma la società civile, i valori e i costumi sono rimasti quelli islamici. Che si sono molto accentuati negli ul-timi decenni, soprattutto dopo la svolta politica di Erdogan. Eletto presidente democrati-camente dal voto diretto del popolo turco.

Che al 98 % è islamico, accetta volentieri quei pro-

gressi che Erdogan è riuscito ad ottenere (industrializza-zione, infrastrutture, reddito nazionale, turismo), ma ap-prezza ancor più il suo revival religioso islamico. In Turchia sono le donne anziane che non amano indossare il velo, quelle giovani gareggiano a

portarlo, da quando Erdogan ha cancellato il divieto. È vero che il “Sultano” ha represso duramente dei moti giovanili, volti ad ottenere maggiori spa-zi di democrazia, soprattutto nell’europea Istanbul. Eppure, nel momento in cui stava per perdere tutto, è stata la popo-lazione a sventare il golpe, ac-cogliendo il suo invito a scen-dere in piazza per difendere la «democrazia». Quella stessa che i militari volevano imporre con i carri armati contro il suo

fondamentalismo islamico. Due “democrazie”, l’una

contro l’altra armate? Non proprio. Ciò che il fallimento di un golpe improvvisato e grossolano ha mostrato è che in Turchia non solo non ci sono due democrazie, ma non ce n’è neppure una. È una conferma

della legge enunciata dai più acuti isla-mologi, anche se negata da teste deboli come Obama o Mogherini: che in nessun paese musul-mano ci può essere demo-crazia, perché questo regime politico ripu-gna ai valori profondi del credo islami-co, l’origine divina del po-

tere politico e la sua identità con quello religioso.

Papa Ratzinger ebbe il coraggio di dirlo, nel suo discorso del 2006 all’Univer-sità di Ratisbona: «Per l’Islam la volontà di Dio non è legata a nessuna delle nostre cate-gorie, fosse anche quella della ragionevolezza; l’Europa in-vece è nata dall’incontro della ragione greca e della fede cri-stiana». Divenne il bersaglio di dure polemiche, ma aveva solo detto una cosa ovvia.

Nel cristianesimo (inse-gnò Gesù) Dio e Cesare, cioè la religione e lo Stato, sono distinti. Nell’Islamismo tutto deriva dal Corano: non esisto-no i diritti naturali dell’uomo, quelli che i greci avevano sco-perto e diverranno nella civiltà cristiana il fondamento della libertà individuale. Diritti che l’uomo possiede non per rivela-zione, ma per creazione, per il semplice fatto che è un uomo. In Islamlandia c’è solo la leg-ge divina, che produce una morale (sharìah) e una comu-nità politica (ummah). Fede e politica sono una sola cosa (qui non c’entra la distinzione tra islamici moderati, che cer-to ci sono, e terroristi, perché gli uni e gli altri condividono questo integralismo).

Lo Stato non è un fatto territoriale o etnico, ma re-ligioso, il cittadino non è tale per il diritto del sangue o del luogo, ma solo perché mu-slim («sottomesso a Dio»). Ciò non toglie che i paesi islami-ci possano accogliere alcune tecniche della democrazia, come parlamento, elezioni e referendum. Ma l’anima mu-sulmana è ad essi estranea. La democrazia è qualcosa di «infedele» («fuori della fede»). Quanto è accaduto in questi giorni in Turchia è una con-ferma di fatto della conclu-sione di Bernard Lewis nel suo libro su La crisi dell’Islam (2004): «L’esperienza della Repubblica turca negli ultimi

cinquant’anni ha dimostrato due cose: primo, è veramente molto diffi cile creare una de-mocrazia dentro una società islamica; secondo, è diffi cile ma non impossibile. E’ possi-bile farvi nascere istituzioni democratiche, ma non neces-sariamente nel senso che noi occidentali diamo a questo abusato termine, ma in un senso che derivi dalla loro storia e dalla loro cultura» (Mondadori, p. 148).

La Turchia è stato il paese islamico che più ha cercato di modernizzarsi, da quando nel 1922 Mustafa Kemal fece la rivoluzione laica. E la fece non solo nelle tecnologie, ma anche in non pochi ambiti culturali e socia-li (parità dei sessi, suffragio universale, domenica giorno festivo, alfabeto latino, ca-lendario gregoriano, sistema metrico decimale, divieto del velo e del fez).

Ma parlare della Turchia come di un paese democra-tico ed europeo appare una forzatura. Il kemalismo non raggiunse mai la stragrande maggioranza della popolazio-ne E già oggi e più ancora do-mani il revival di un regime religioso-autoritario sta fa-cendo grandi passi avanti. E lo Stato di diritto, la divisione dei poteri, il «pesi e contrap-pesi» tipici della democrazia si stanno allontanando. Insie-me con l’Europa.

© Riproduzione riservata

n sono po- portarlo, da quando Erdogan

depmstcocpmecqpgpccd

tere politico e la

Nel cristianesimo (insegnò Gesù), Dio e Cesare, cioè la religione e lo Stato, sono distinti. Nell’Isla-mismo invece tutto deriva dal Corano: non esistono i diritti naturali dell’uomo, quelli che i greci ave-vano scoperto e diverranno nella civiltà cristiana il fondamento della libertà individuale. Diritti che l’uomo possiede, non per rivelazione, ma per crea-

zione, per il semplice fatto che è un uomo. In Islamlandia c’è solo la legge divina, che produce una morale (sharìah) e una comunità politica (um-mah). Fede e politica sono una sola cosa (qui non

c’entra la distinzione tra islamici moderati, che certo ci sono; e terroristi, perché gli uni e gli altri condividono questo integralismo)

DI PINO NICOTRI

Che interesse ha la Turchia a restare nella Nato dopo il tentativo di colpo di Stato contro l’attuale presidente

Erdogan, dopo i ritardi dei Paesi eu-ropei nel condanare il golpe come fos-sero in attesa di vedere chi vinceva e dopo la protezione evidentemente ac-cordata dagli Usa all’imam Fatullah Gülen, nemico giurato di Erdogan e del suo partito nonché molto probabile ispiratore del tentativo di putch? La risposta suggerita dalla logica è che ormai la Turchia ha scarso se non nullo interesse a restare nella Nato, anche perché il gigante sovietico con il quale confinava e contro il quale è stata creata la Nato non esiste più da un quarto di secolo e invasori alle porte è francamente difficile immagi-narli. Perciò dopo il referendum che vuole l’Inghilterra fuori dall’Europa la seconda brutta notizia è che la Turchia ha ora qualche motivo per uscire dalla Nato e voltare le spalle all’Unione Europa, accelerandone così la dissoluzione.

Che il continuo traccheggiare

con riserve di vario tipo sulla candi-datura turca all’ingresso nella Ue fos-se un errore era già chiaro, così come era un altro chiaro errore l’imposizio-ne alla Turchia di esami che non fi ni-scono mai per (fi ngere di) poterla pri-ma o poi accettare nell’Unione. Dopo avere assistito passivamente all’elimi-nazione dell’islam europeizzato della Bosnia, l’Europa ha rifi utato con scu-se varie l’ingresso della musulmana Turchia, rinunciando così a due ponti verso il mondo islamico, che assomma pur sempre a un miliardo e mezzo di esseri umani. Nel contempo però la stessa Europa aumenta i rapporti con l’Arabia Saudita, il Qatar e altri Pa-esi musulmani wahabiti, cioè appar-tenenti alla versione più retrograda dell’islam nonché sospettati non senza qualche ragione di fi nanziare l’Isis.

Ora lo scenario appare radi-calmente cambiato ed è probabile che sia la Turchia a non volerne più sapere di entrare nella UE e perfi -no di restare nella Nato. A furia di umiliare un interlocutore si corre il rischio di poterlo prima o poi perde-re. Qualcosa di simile è avvenuto con l’Iran per responsabilità di George Bush fi glio quando, a partire dal 2002

lo inserì, assieme a Iraq e Corea del Nord, nella terna dell’Asse del Male, espressione coniata a bella posta per sostituire quella dei più numerosi Stati Canaglia coniata a suo tempo dal presidente Reagan. Fu così che, per inevitabile reazione dell’orgoglio nazionale, gli iraniani nel 2005 fecero perdere le elezioni al riformista Kha-tami, aperto all’Occidente, e le fecero invece vincere al conservatore an-tioccidentale Ahmadinejad, con tutti i problemi che ne sono nati e che si sono trascinati per la durata delle sue due presidenze.

Ma chi è l’imam Fatullah Gülen? Nato a Erzerum, nella Turchia orien-tale, ha iniziato un dialogo col Vati-cano e con organizzazioni ebraiche e ha posto il problema dell’Islam e della Turchia islamica nel mondo moder-no. Ha promosso un Islam tollerante con enfasi sull’altruismo, sul lavoro, sull’impegno sociale e sull’educazio-ne intesa come formazione. Gülen, di fatto, è l’equivalente musulmano di don Giussani, infatti l’organizza-zione Hizmet (in italiano Servizio) da lui creata ricorda molto Comunione e Liberazione, in particolare nel suo rivolgersi ai giovani e soprattutto agli

studenti, in buona parte atlantisti e fi loisraeliani senza riserve. Tant’è che Erdogan gli addebita la lunga rivolta studentesca di piazza Taksim, che nel 2013 pose completamente fi ne a ogni appoggio di Gülen a Erdogan. Gülen però è ritenuto il capo o l’ispiratore della cosiddetta Gülenist Terror Or-ganisation, e come tale sul suo capo pende un mandato di cattura che lo ha spinto a rifugiarsi negli Usa, in Pennsylvania.

Il recente golpe è fallito per-ché nei suoi ranghi c’erano di fatto solo giovani, infatti vi hanno aderito molti colonnelli ma nessun generale e comunque nessun nome di spicco consolidato. La massiccia epurazione di migliaia di magistrati ordinata da Erdogan, in apparenza incomprensibile, si spiega proprio col fatto che molti dei giovani güle-nisti, formatisi nell’Hizmet, hanno scelto la carriera giudiziaria. Ve-dremo se il futuro ci riserva l’addio turco all’Europa e alla Nato, con le non belle conseguenze, o se l’Europa dopo la doccia fredda inglese penserà di evitare di perdere anche il bagno turco.

© Riproduzione riservata

DOPO IL BREXIT SAREBBE UN ALTRO DURO COLPO. PER ANKARA, LA RUSSIA NON È PIÙ UNA MINACCIA

Il golpe farlocco, miseramente fallito, potrebbe adessoindurre Erdogan a far uscire la Turchia dalla Nato

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 6: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

6 Martedì 19 Luglio 2016 P R I M O P I A N ODovrebbero dissociarsi apertamente dal terrorismo islamistico ma preferiscono stare zitti

I musulmani moderati dove sono?I br furono sconfitti quando la sinistra si dissociò

DI FRANCESCO STAMMATI

Dopo Nizza, per l’enne-sima volta, la solita schermaglia dialettica percorre l’Europa: c’è

chi chiede una dissociazione pubblica da parte delle comu-nità islamiche dal terrorismo marca Isis e chi dice che questa presa di distanza c’è già stata o, addirittura, che non è legittimo chiederla. Il vicedirettore de La Stampa, Massimo Gramelli-ni, per aver reiterato l’invito a una condanna degli attentato-ri, domenica sul suo giornale, in un suo Buongiorno dal titolo «Caro musulmano i tuoi fratelli ora siamo noi», anziché, come di solito accade, essere bacchetta-to dai i più progressivi dell’altra scuola di pensiero, è stato preso a scudisciate verbali da una gio-vane giornalista italo-pachista-na Sabika Shah Povia che ha replicato dalle colonne del Post Internazionale (www.tpi.i).

Con un articolo dal titolo «Gramellini, tu non sei mio fra-tello», Povia ha rimproverato al giornalista torinese la logica del «noi e loro» e, en passant, gli ha spiegato che «gli attentatori non sono mai ragazzi religiosi, non frequentano quasi mai le moschee e io non ho mai a che fare con loro. Proprio come te. Sono ragazzi disturbati», ha proseguito, «che provengono dalle periferie dimenticate del-le grandi città; sono degli emar-ginati con precedenti penali, e

non c’entrano niente con me».In effetti Povia, classe

1986, si è laureata in giorna-lismo al London College of Com-munication e non vuole essere associata coi lupi più o meno solitari che fanno macelli in un teatro o schiacciano la gente sulla promenade. Ma almeno la giornalista la sua l’ha detta, aggiungendo, en passant, che l’Italia «non l’ha accolta e non le ha dato nulla», sui siti delle maggiori organizzazioni islami-che d’Italia, i segnali di dissocia-zione sono timide o inesistenti.

Sul sito del Coordinamento delle associazioni islamiche milanesi, cai-milano.it, tutto è fermo alla vigilia del voto am-ministrativo di maggio (e così la pagina Facebook): vi si possono leggere citazioni antileghiste di Pietrangelo Buttafuoco, mu-sulmano sciita, comunicati sul governo che impugna la legge antimoschee della Lombardia, intervista a islamologi. Niente su quello che è successo dopo a Istambul, Dacca o Nizza.

Ora, è pur vero che in mezzo c’è stato il Ramadan, che però è fi nito ai primi di luglio e il tem-po per scrivere una nota la doz-zina di associazioni musulmane che sono riunite, forse potevano trovarlo.

Tutto tace anche all’indirizzo web del Coreis, ossia la Comu-nità religiosa islamica italia-na, quella fondata presieduta dall’italiano convertito, Shay-kh Abd al-Wahid Pallavicini,

90enne, che s’è è sempre distin-to per moderazione e presa di distanza dai radicalismi, come riportano anche le notizie di congressi di questo tenore, come quello di Sousse, in Ma-rocco, svoltosi nell’aprile scorso. Note sui fatti recenti, però, non se trovano.

Sul sito dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia,

Ucoii, un comunicato, già la sera della strage nizzarda, parla di «un camion si è scagliato sulla folla, raggruppata per vedere i fuochi d’artifi cio» e aggiunge che «condanna con fermezza questo attentato e si appella all’unità in questa dura prova che colpisce ancora una volta la comunità nazionale francese».

Introvabili i riferimenti all’Isis nello specifi co, che però in passato l’Ucoii non aveva esitato a fare, esaltando «la più grande manifestazione contro il terrorismo e l’Isis in parti-colare si è svolta in Germania dove più di 7mila musulmani della comunità locale sono scesi in piazza per dissociar-si dagli orrori politici di uno

stato che si è autoproclamato islamico».

Ucoii che, col suo pre-sidente, l’imam Izzeddin Elzir, fi orentino di adozione, era stata protagonista, nelle settimane scorse, di un scontro dialettico con l’ex-magistrato Ubaldo Nannucci, già pro-curatore capo del capoluogo

toscano, e oggi presidente dell’Anpi-Associazione nazio-nale partigiani d’Italia di Fi-renze. Nannucci, dopo la stra-ge di Dacca, aveva dichiarato all’emittente Controradio, che «la distinzione fra Islam mode-rato e radicale è un espediente per non ammettere che non si ha il coraggio di pretendere da coloro che seguono quella dottrina una chiara e forma-le dissociazione di condanna di ogni forma di violenza e di ogni discriminazione, cui subordinare il godimento dei diritti civili che riconosciamo giustamente a tutti gli stranie-ri». Parole dure, che avevano portato al paradosso dell’Anpi fi orentina che, prontamente, si era dissociata dal presidente il quale aveva richiesto la dis-sociazione dei musulmani dal terrorismo. E a Nannucci aveva replicato proprio il presidente dell’Ucoi, Elzir, contestandogli che «60 milioni di italiani mai avevano detto di no alla mafi a». Gilles Kepel, grande esperto francese di islam politico e del mondo arabo, sul Corsera di ieri, ha detto: «Come i brigati-sti italiani, negli anni Ottanta, vennero fermati anche dalla sinistra italiana, che iniziò a chiamarli terroristi e non più compagni che sbagliano, così oggi occorre che le società mu-sulmane, da noi, denuncino e fermino i potenziali terroristi che sono tra i loro».

© Riproduzione riservata

DI MARINA CORRADI

Per quanti era stata una not-te lungamente attesa: «La sera del 14 luglio andiamo a vedere i fuochi d’artificio

sulla Promenade des Anglais», era la promessa fatta dai genitori a tanti bambini. Ed era stata un incanto davvero, l’altra notte, davanti al mare rischiarato dalle luci di Nizza; sotto al cielo in cui, nel fragore dei botti, si anda-vano allargan-do come grandi fiori vermigli e d’oro i fuochi. Splendenti per un istante, e poi subito inceneriti in una pioggia chiara, e incalza-ti da altre nuove fulgide corolle che si spalanca-vano nel buio.

Quante migliaia di bambini l’altra notte a Nizza, in braccio alla madre o al padre, o dai loro passeggini, hanno guardato estasia-ti lo spettacolo della festa nazionale francese, lo sguardo al cielo, la bocca spalancata in un sospiro di meravi-glia? E sempre più alti quei fi ori di fuoco, sempre più stupefacenti. Agli

occhi di un bambino, fi no alle dieci e mezza il cielo sulla Promenade des Anglais deve essere parso bello come il paradiso.

Poi, appena cessati i botti, al-tri colpi, più secchi. E urla, d’im-provviso, e gente che scappava, in un panico travolgente. Ma come scappa chi ha due bambini per mano, op-pure spinge un passeggino? Rimane indietro, viene travolto dalla folla cieca di paura, perde i suoi cari nella

bolgia. È anche per questo che a Nizza dieci morti e mol-ti feriti sono stati bambini: perchè erano i più indifesi, i più lenti, con i loro genitori, mentre il Tir piombava sul-la folla.

Il Tir. Come dal fondo della notte oscura, non appena si sono spenti i fuochi, è uscito da una via laterale quel be-stione. Bianco, anonimo, qualunque. Dapprima, avvicinandosi, andava a un’andatura moderata, per non destare sospetti; poi, di colpo, si è avventato come un predatore sulla gente inerme della Promenade. E al-

lora sono state diciotto tonnellate di acciaio scagliate su chi fuggiva, sulle madri, sui padri con le carrozzine; e zigzagava, il camion inferocito, i fari accesi come occhi a cercare le prede. Il ruggito del motore impennato, i fari gialli e tondi, vicinissimi, l’urto atroce, il nulla. Poi, attorno, il sangue che si allargava, e le urla intollerabili dei vivi.

O, come ha raccontato un te-stimone, la disperazione straziata di un uomo che sull’asfalto, chino, muto, accarezzava il corpo esanime del suo bambino. L’inferno allora sulla Promenade des Anglais, dieci minuti dopo il paradiso, si è materializzato in quegli occhi, in quelle voci acute, nella immobilità di teneri tiepidi corpi; nel-le bambole abbandonate come relitti di un naufragio, nei passeggini vuoti e capovolti. Così piccoli, con le loro ruote da nulla - i più fragili, di fronte alla mole spaventevole del Tir.

La fuga, la calca, le urla. Una donna incinta, condotta dal pani-co nel travaglio, in un locale della Promenade ha dato alla luce il suo bambino. Unica nota lieta in una notte fosca, piccola storia audace: nel cuore della morte, un bambino che nasce. Per tanti altri, pure scampati, sono state invece ore della più nera angoscia: non si trovava un bebè di otto mesi e la madre come impazzita

lo cercava con appelli su Facebook; e altri fi gli, più grandicelli, persi nella ressa, sono stati affannosamente cer-cati, nella interminabile notte. Molti, come il piccolo di otto mesi, trovati infi ne, e stretti in un abbraccio in-fi nito. Alcuni, no: feriti e ricoverati in ospedale, oppure introvabili an-che nelle corsie affollate - e allora davanti alla stanza di una morgue per qualche padre e madre davvero l’inferno è calato, cieco, in una notte d’estate.

Più atroce ancora perchè così folle, incomprensibile. Come avrà potuto, un padre di tre fi gli, avven-tarsi su una folla in cui tanti strin-gevano fra le braccia fagotti teneri e indifesi, come lo sono i fi gli suoi? Quale odio lo ha avvinto e divorato? Il mistero del male grava, come una cappa di piombo, sulla notte del 14 luglio a Nizza, quella che era sem-brata una festa, una danza di luci governate e armoniose, un paradiso. E forse per quei bambini morti o mo-ribondi in ospedale l’ultima immagi-ne negli occhi sono stati i grandi fi ori d’oro nel cielo della Promenade des Anglais. Poi, non hanno visto la bestia d’acciaio, o, troppo piccoli, non hanno capito. Un urto tremendo, il dolore, il sangue, il buio; e subito un altro, più immenso, infi nito abbraccio.

Avvenire

FILO DI NOTA

Il camion si è avventato come un predatore su della gente inerme

bpamtspi i i mpla

Per quei bambini morti o moribondi in ospedale l’ulti-

ma immagine negli occhi sono stati i grandi fi ori d’oro nel cielo della Promenade des Anglais. Poi, non hanno visto la bestia

d’acciaio, o, troppo piccoli, non hanno capito. Un urto tremendo,

il dolore, il sangue, il buio

Vignetta di Claudio Cadei

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 7: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

7Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N ONon sono infatti riusciti a raccogliere le 500 mila i rme per il i nanziamento pubblico

Una panciata per quelli del NoUn buco nell’acqua anche per ottenere lo spacchettamento

DI MARCO BERTONCINI

Il referendum costitu-zionale si svolgerà. Ad-dirittura sono cinque le richieste pervenute alla

Cassazione: due provenien-ti da deputati e senatori di maggioranza, due da depu-tati e senatori delle oppo-sizioni, una d’iniziativa po-polare, sottoscritta da quasi seicentomila elettori (tale la cifra comunicata dagli organizzatori). Ci sono poi le raccolte fallite.

Poiché la seconda lettura della riforma Renzi-Bo-schi non aveva ottenuto i due terzi nelle Camere, si era aperta la possibilità di chiedere il referendum co-stituzionale.

Per rimarcare la volontà di avere la vidimazione po-polare, la maggioranza ha raccolto le firme: un quin-to dei deputati e un quinto dei senatori. Tanto, se non l’avesse fatto, sarebbero state sufficienti le analoghe richieste arrivate da parla-mentari delle opposizioni.

Però Matteo Renzi ha voluto aggiungervi la raccolta delle firme popola-ri, con due scopi: mobilitare il partito (impresa riuscita solo in parte) e ottenere il finanziamento pubblico (impresa invece andata a buon fine, una volta che la Cassazione avrà riscontrato che si sia superato il mez-zo milione di sottoscrizioni regolari).

Anche i comitati per il no hanno tentato di raggiun-gere l’identico obiettivo, ma si sono fermati ben distanti dal numero costituzionale

di firme. Ovviamente il referen-

dum ci sarà egualmente, ma, oltre la figuraccia ri-mediata per l’insufficien-za di sostegno popolare, i sostenitori del no non por-teranno a casa un centesi-mo, mentre hanno dovuto affrontare le spese per la fallita campagna.

Pure fallite sono sta-te le raccolte di firme, stavolta fra deputati e senatori, per spacchetta-re il referendum in tre o più referendum, omogenei per oggetti. I proponenti, guidati come tecnico dal costituzionalista Fulco Lanchester e animati so-prattutto dai radicali, sono stati definiti comitato per il ni, nel senso di assegna-re loro una posizione non precostituita rispetto alle tante disposizioni costitu-zionali innovate (nuovo Se-nato, bicameralismo diffe-renziato, disposizioni per il referendum, soppressione del Cnel, rapporti Stato-regioni, enti locali).

Avrebbero preferito che si potesse votare per par-ti separate: se avessero raggiunto il minimo di parlamentari a favore, la Cassazione avrebbe potuto accogliere la loro proposta. Se non l’avesse fatto, avreb-bero fatto ricorso alla Corte costituzionale, cui sarebbe spettato decidere.

È finita molto male. Fra gli scarsi parlamentari tardivamente impegnatisi nella raccolta di firme fi-gura Adriana Galgano, di Scelta civica (rimasta nel gruppo dopo la scissio-

ne operata da Zanetti), la quale ha così mascherato il risultato negativo: «La rac-colta è arrivata a un passo dal quorum al Senato dove mancavano solo 25 firme.

Alla Camera, invece, han-

no firmato solo un quinto dei deputati che sarebbe-ro serviti per presentare richieste». Bene, a palazzo Madama servivano 65 fir-me: se ne sono mancate 25, vuol dire che ne sono state

raccolte appena 40. Quan-do a Montecitorio, ove c’era bisogno di 106 deputati, avrebbero sottoscritto la richiesta una ventina di deputati.

© Riproduzione riservata

DI FRANCO ADRIANO

I «contadini» di Renzi contro i «cittadini» di Grillo? Forse, ma prima la sfida è nel Pd. Lo scenario del congresso è sullo sfondo delle 100mila firme raccolte dalla

Coldiretti che hanno permesso al comitato per il Sì al referendum costituzionale di evitare l’imbarazzo per l’obiettivo manca-to provato da quello per il No. Dapprima il sostegno di Confindustria e Cisl e, oggi, la scelta di un’aperta militanza dei coltivatori di-retti, tratteggiano un qua-dro politico sorprendente. Un sodalizio in cui non c’è posto per la minoranza Pd, che peraltro ha già sancito la frattura definitiva con Renzi e deve «solo» escogitare un modo efficace per cacciarlo o sopravvivergli. Non trova spazio nemme-no il centrodestra nella formula conosciuta con Berlusconi, che non ha voce sotto la spinta euroscettica e anti mi-gratoria. In quelle firme dei coltivatori diretti riecheggia l’«Io voto democratico» dei vecchi contadini che omettevano per rispetto l’ag-gettivo «cristiano affermando così la propria appartenenza. Solida piattaforma di tante carriere, talvolta essenziale nella coltivazione del potere (si pensi soltanto a Giulio Andre-

otti). Sì, perché, l’esercizio della democrazia può cambiare, passando dal tesseramento ai gazebo delle primarie, ma alla fine occorre pur sempre contarsi. A tal proposito, che farà la Cgil? Assu-merà definitivamente il ruolo antagonista indicato da D’Alema oppure Camusso manterrà la stessa cautela che ha fatto fal-lire la raccolta di firme del comitato del No?

E, in Forza Italia, prevarrà il «non disturbate il mano-vratore» di Confalonieri o la contesa lancia in resta di Gasparri e Brunetta? La sfida finale, dunque, sarà tra i «contadini» di Renzi e i «cittadini» di Gril-lo nella misura in cui il Pd riuscirà a tracciare il solco dell’appartenenza popolare a una forza responsabile di governo opposta all’indirizzo di una politica senza appar-tenenze se non agli umori dell’opinione pubblica.

Una sfida possibile a meno che Boccia, Fur-lan e Moncalvo non pensino solo alla con-servazione: pro partecipate, salva privilegi, slow food e no ogm, ossia a quelle belle idee controproducenti, se non per pochi. Allora, chi si affacceràall’orizzonte e saprà annusa-re meglio degli altri l’aria che tira avrà già vinto.

© Riproduzione riservata

NEL COMITATO PER IL SÌ AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Renzi aiutato dai ColdirettiMa cosa farà adesso la Cgil?

Roberto Moncalvo

DI FILIPPO MERLI

La Costituzione aperta sull’ar-ticolo 29. «La Repubblica rico-nosce i diritti della famiglia come società naturale fonda-

ta sul matrimonio». S’è presentato così il Popolo della famiglia che, lo scorso sabato, s’è ritrovato a Torino per pro-testare contro il sindaco M5s, Chiara Appendino. La giunta grillina, con l’assessore alle Pari opportunità ed ex presidente dell’Arcigay, Marco Ales-sandro Giusta, ha trasformato l’as-sessorato alla Famiglia in assessorato alle Famiglie. Una piccola rivoluzione grammaticale, quella della declinazio-ne al plurale, che ha spinto il Popolo della famiglia a scendere in piazza per ribadire che «la famiglia è una sola». I manifestanti si sono radunati fuori da Palazzo Civico, sede del comune. Avevano la Costituzione tra le mani e il bavaglio sulla bocca.

Secondo Repubblica Torino, però, il sit-in è stato un fl op. Sotto al municipio, infatti, si sono presentati in meno di 200. Pochi. Soprattutto se si considera che i seguaci di Mario Adi-nolfi , leader del Popolo della famiglia, sono arrivati anche da Milano e dalle altre città del Piemonte. I partecipanti hanno parlato di «arbitraria manomis-sione della realtà e del linguaggio» e di «nuova dittatura ideologica a cinque stelle», prima di chiedere ad Appen-dino di «cancellare una dicitura non vera, illegittima, non costituzionale». Alla manifestazione era presente an-che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone. «Propor-rò un referendum cittadino su questa scelta unilaterale di Appendino», ha annunciato. «Non saranno i grillini a temere una consultazione popolare, vero?».

«Siamo contro gli attacchi ide-ologici portati dal centrosinistra au-

tore della legge Cirinnà e dal M5s, che arriva a parifi care alla famiglia le unioni omosessuali modificando simbolicamente in famiglie la deno-minazione della delega assessorile», ha proseguito l’esponente del partito di Giorgia Meloni. Pochi giorni fa, durante il Gay pride di Torino, al quale hanno partecipato più di 120mila per-sone, secondo quanto pubblicato a suo tempo da La Stampa, Appendino ha ribadito che «c’è chi ha osteggiato que-sta scelta, ma dire famiglie invece di famiglia signifi ca smettere di lavorare per un concetto astratto, la famiglia, e cominciare a farlo per quelle concre-te, le famiglie». Concetto rafforzato dall’assessore Giusta. «Questa giunta, e io in prima persona, riteniamo che sia il momento di smettere di lottare contro alcuni tipi di famiglia, di con-trapporre quelle diverse, da includere o tollerare, a quelle tradizionali».

La giunta M5s ha incassato il so-

stegno dell’assessore regionale alle Pari opportunità, Monica Cerutti, che è intervenuta nel dibattito tra Appen-dino e l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia. Il quale ha sottolineato che, alla famiglia, non ci sono alternative. «Ha ragione Appendino, perché si deve comunque e necessariamente parlare di famiglie», ha detto l’assessore Ce-rutti all’edizione locale della Stampa. «Non sono per le contrapposizioni ideologiche», ha aggiunto l’esponente della giunta piemontese presieduta da Sergio Chiamparino (Pd). «Sono, però, per politiche che tengano conto di quella che è l’evoluzione naturale dei nuclei famigliari che vede ormai fami-glie, diciamo, diversamente composte. È giusto e corretto, quindi, parlare di famiglie e non solo di famiglia». Sia per Appendino, sia per il Popolo della famiglia, è molto più di una semplice questione grammaticale.

© Riproduzione riservata

IN MENO DI 200 AL SIT-IN CONTRO L’ASSESSORATO ALLE FAMIGLIE DELLA GIUNTA APPENDINO (M5S)

Clamoroso flop del Popolo della famigliaA Torino ha radunato 200 persone contro le 120 mila (fonte La Stampa) del Gay pride

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 8: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

8 Martedì 19 Luglio 2016 P R I M O P I A N OHa sostituito, con la medesima animosità e lo stesso livore, l’antiberlusconismo di un tempo

L’antiverdinismo va alla grandeLa minoranza dem lo sta usando come un capro espiatorio

DI CESARE MAFFI

Se l’antiberlusconismo si è alquanto avvizzi-to, l’antiverdinismo ne è divenuto un

succedaneo. Ogni occasione è buona per dare addosso a Denis Verdini: non fa par-te della maggioranza, i suoi voti non devono servire, va tenuto lontano dal governo. L’ultima circostanza che ha dato la stura a un grumo di esagitati interventi è l’in-felice tentativo di Enrico Zanetti di assorbire i ver-diniani.

Dell’operazione si par-lava non da qualche giorno, bensì da mesi. In prospet-tiva, avrebbe comportato la fusione dei residui de-putati di Scelta civica con i verdiniani. Al Senato non è rimasto un solo montiano, posto che lo stesso Mario Monti se l’è filata nel grup-po misto, ma Verdini conta su ben 18 senatori, che nelle previsioni di Zanetti gli avrebbero consentito di avere di nuovo una propria rappresentanza a palazzo Madama.

È necessario ricordare che il regolamento di Monte-citorio prevede, per costitui-re un gruppo parlamentare, un minimo di 20 deputati. L’ufficio di presidenza può autorizzare anche gruppi con meno, purché rappre-sentino partiti organizza-ti nel Paese che abbiano presentato, col medesimo contrassegno in almeno 20 collegi, proprie liste di can-didati, le quali abbiano otte-nuto almeno un quoziente in un collegio e più di 300mila voti. In passato, si sono au-torizzati micro gruppi, fino ai casi limite del ’76 (per i 4 radicali, i 5 liberali, i 6 demoproletari).

In questa legislatura, sono gruppi sotto il mini-mo (chiamati in gergo «di grazia», mentre quelli con almeno 20 sono «di giusti-zia») Democrazia solidale-Centro democratico (ades-so 13 deputati ), Fd’It (10), Lega (18). Chi non appar-tenga a un gruppo di grazia o di giustizia, confluisce nel misto. I deputati iscritti al misto possono chiedere al presidente della Camera di formare componenti politi-che, a condizione che con-tino almeno 10 deputati, o addirittura solo 3, ma a determinate condizioni (per esempio, appartenenti a in-dividuate minoranze lingui-stiche).

Fino a venerdì scorso il gruppo di Sc era formato da 20 deputati. Ne restano 16: gli altri 4, capeggiati da Zanetti, sono passati al mi-sto. Trascorso il primo mo-mento di euforiche dichia-

razioni sulla nascita di un nuovo gruppo, che avrebbe messo insieme i quattro ci-vici zanettiani, otto verdi-niani e un seguace di Fare! (il movimento del sindaco di Verona Flavio Tosi), lo stesso Zanetti si è fatto più prudente. Molto prudente, anzi. La decisione, infatti, compete all’ufficio di pre-sidenza: non è chiaro che cosa deciderà e non ci sono rimedi giuridici in caso di decisione sgradita.

Possiamo ritenere con un certo fondamento che i 16 rimasti nel gruppo di Sc

chiederanno di costituire un gruppo di grazia, essendosi presentati alle elezioni in tot collegi con proprie liste, avendo spuntato tanti voti ecc.

La stessa richiesta avan-zerà Zanetti, sempre in nome di Sc, essendosi il suo partito presentato in tot collegi con proprie liste, avendo ottenuto voti ecc. Lo stesso Zanetti, come segre-tario di Sc, segnala al pre-sidente della Camera che i 16 rimasti nel gruppo ori-ginario non rappresentano il partito. Dopo di che, se la

vedrà l’ufficio di presiden-za, fermo restando che qua-si unanime è la previsione che non potrà concedere due autorizzazioni a due gruppi con la stessa denominazio-ne.

Zanetti, dismesso l’ini-ziale trionfalismo, è cauto: auspica che i deputati rima-sti nel gruppo originario ab-biano «il buon gusto di cam-biare il nome del gruppo». Il buon gusto notoriamente ha parca cittadinanza in politica.

Se, oltre ai 4 civici, agli 8 verdiniani e al tosiano da

Zanetti annunciati come aderenti, altri si aggregas-sero fino a raggiungere il fatidico livello di 20, non ci sarebbe più alcun problema regolamentare: si costitui-rebbe un gruppo di giusti-zia. Resterebbe sempre la questione politica. Zanetti intende svolgere il con-gresso in autunno, mutare nome (Cittadini per l’Italia) aggregando Verdini e altri (quali? non certo Udc e Ncd) e poi sostenere Renzi. Spe-rando, beninteso, nel cam-bio della legge elettorale.

© Riproduzione riservata

lo avrebbe riscattato da una sua quo-tidianità completamente fallita su tutti i fronti.

Ci sono volute ben 36 ore perché l’Isis rivendicasse l’attentato di Nizza, definendo Bouhlel come «un soldato del Califfato» e precisando, in modo anonimo e sbrigativo, che «è uno dei nostri». Perché l’Isis, che di solito è molto più sollecito a dif-fondere le sue rivendicazioni nel caso di tutti gli attentati che hanno la massima rilevanza internaziona-le come quello di Nizza, questa vol-ta ha aspettato così a lungo? Perché, evidentemente, questo attentato non era stato realizzato d’intesa con l’Isis (che altri-menti avrebbe avuto modo di preparare, oltre alla logi-stica, anche un comunicato). In poche parole, l’Isis è stato p r e s o i n c o n t r o p i e d e dall’operazione sulla Prome-nade des Anglais di cui non sapeva nulla.

In secondo luogo, proprio perché si era trattato di un attentato non program-mato dal centro, l’Isis, che non è certo un’organizzazio-ne di marginali, di impulsivi o di sprovveduti, aveva bisogno di valutare la con-venienza di attribuirsene la respon-sabilità, soppesando attentamente i pro e i contro, visto che questa valutazione non l’aveva potuta fare, prima che gli assassinii venissero compiuti.

Mahaamed Lahouaiej Bouhel (d’ora innanzi MLB) aveva più il profilo di uno squilibrato violento e sbruffone che quello di un jihadista. Era, in sostanza, un piccolo delin-quente recidivo. Picchiava ripetuta-mente la moglie che, non solo otten-ne il divorzio ma venne anche pro-tetta da una sentenza emessa dalla magistratura francese che vietava a MLB di avvicinarsi all’abitazione dell’ex consorte. MLB inoltre non frequentava la moschea. Beveva alcolici gagliardamente e pubblica-mente, senz’alcun ritegno. Faceva bodybuilding al fine di accrescere il

suo appeal nei confronti delle donne anche senza trovare, dice chi lo conosce, riscontri visibili alle sue ambizioni.

Inoltre era sprovvisto di armi. L’unica arma a sua disposizione era un camion, cosa per lui non difficile da trovare perché era anche lo stru-mento del suo lavoro. Invece, per procurarsi una pistola (non un mitra), MLB, che evidentemente non aveva altri punti locali di rife-rimento, si è dovuto rivolgere alla malavita tunisina che, a sua volta, per questo genere di operazioni da due soldi, si appoggia, di solito, alla

delinquenza bosniaca presente sul-la Costa Azzurra.

Insomma se MLB era «un solda-to del Califfato» era piuttosto tra-scurato dal Califfato che non gli ha dato neanche una mano. I media, che in questa vicenda, pur essendo rappresentati da una imponente mandria di cronisti, hanno trovato ben poche notizie sul terreno come facevano un tempo i cronisti di nera che si muovevano come dei segugi. Per rendere verosimile l’apparte-nenza all’Isis di questo sbandato hanno inventato la sua inverosimile «marcia a marce forzate verso l’Isis». Il suo percorso di maturazione jiha-dista, ammettono tutti, sarebbe durato meno di due settimane. Come San Paolo che, cadendo da un caval-lo imbizzarrito, vide nel cielo il dar-do luminoso di Dio e si convertì

all’istante.

Lo storytelling mediatico è pate-tico: racconta che l’8 luglio (sei giorni prima della strage di Nizza) MLB si liberò dell’ultima bottiglia di vino che, in dispregio ai precetti del Corano, aveva ancora nel suo appartamento e la regalò alla sua vicina di casa che, ovviamente, è rimasta senza nome.Tutta questa descrizione è stata fat-ta per poter dimostrare che MLB è uno dell’Isis. Come se questa sua appartenenza riducesse il terrore spri-gionato dal suo attentato. Sennonché è proprio se MLB è un cane sciolto (come

io credo sia, in base ai molti indizi che ha rapidamente esposto) che il suo gesto diven-ta spaventoso. Vuole infatti dire che l’Isis, in Europa, può agire, non solo con i suoi quadri sui-cidi ben allenati a fare stragi ma anche con dilettanti raccat-tati strada facendo, e privi di speciale indottrinamento o allenamento, ma tuttavia ido-nei a fare stragi imponenti e terribili.

Questo vuol dire che il mito del vendicatore isla-mico può essere una motiva-zione valida per compiere delitti anche da parte di

islamisti dilettanti, della domenica. Fermare i militanti gallonati dell’Isis è un’impresa difficilissima. Ma prevenire tutti i giovani sradi-cati del mondo musulmano, che vivono il loro insuccesso esistenzia-le come una colpa dell’Occidente che non li vuole integrare (anzi, che vuole annientarli), è del tutto impos-sibile perché non lasciano tracce, non suscitano allarmi. Nessuna polizia o servizio antiterroristico è in grado in intercettare uno come MLB che diventa terrorista nel giro di 15 giorni. Ecco perché ci sarebbe da augurarsi che MLB sia un mili-tante dell’Isis. Purtroppo non lo è, anche se ha fatto più vittime di quante un solo terrorista regolare dell’Isis sia mai riuscito a fare sino-ra in Europa.

Pierluigi Magnaschi© Riproduzione riservata

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA - PIERLUIGI MAGNASCHI

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 9: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

9Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N ORischio espulsioni per i dissidenti: così la diaspora dall’Emilia arriva nel Nord Est

Veneto, tensioni tra i 5 StelleI consiglieri regionali non vogliono rimettere il mandato

DI RAFFAELE PORRISINI

Con qualche anno di ritardo, l’endemica tendenza alla dia-spora interna che

ammorba il Movimento 5 Stelle laddove è nato, ossia in Emilia-Romagna, potreb-be aver contagiato anche il c o n f i n a n t e Veneto.

Non è una nov i tà che d e i c i n q u e c o n s i g l i e r i regionali elet-ti nel maggio 2015, quando i grillini arri-varono terzi davanti per un soffi o ai to-siani, la pole-sana Patrizia Bartelle sia ritenuta dai vertici alla stregua di una vera e propria dissidente. Le sue prese di distanza da certe indicazioni del gruppo sono sempre più frequenti, così come le vota-zioni in aula più volte diffor-mi da quelle dei colleghi.

A riportare a galla una tensione che cova sotto trac-cia da tempo è stata la recen-

te riunione organizzata da alcuni attivisti a Pedavena, nel Bellunese, e disertata da tutti i consiglieri regionali tranne che dalla stessa Bar-telle.

Il neo capogruppo Simo-ne Scarabel, che ha preso il posto dell’ex candidato governatore Jacopo Berti,

dalle pagine del Gazzetti-no ha liqui-dato l’evento c o m e u n a reunion di un fantomatico Bartelle Fan Club, cercan-do così di de-legittimare l’iniziativa e ridurla a una ininfluente adunata di qualche fede-lissimo della consigliera di

Rovigo.Nel frattempo, con-

tinuano ad emergere i punti di dissonanza tra le due anime del Movimento in Veneto. Un esempio? Il cosiddetto recall, ovvero la procedura che agli albori dell’esperienza pentastella-ta era stata pensata affi nché

gli amministratori eletti ri-mettessero ogni sei mesi o un anno il mandato nelle mani degli attivisti locali, chiamati a giudicare se i loro portavoce avessero le carte in regola per continuare a rappresentarli nelle istitu-zioni pubbliche oppure se, dopo una votazione a mag-gioranza, dovessero cedere il passo.

Il Meet Up di Este, comune in provincia di Padova appe-na conquistato dal centrode-stra al ballottaggio contro il Pd, ha avviato una raccolta firme per chiedere l’avvio della procedura di recall nei confronti dei cinque con-siglieri regionali veneti, ma Scarabel ha già fatto sapere che non si farà anche perché lo stesso vicepresidente del-la Camera Luigi Di Maio avrebbe esonerato gli eletti in Regione da questa proce-dura.

Secondo argomento di discussione, anche in que-sto caso sventolato uffi cial-mente dal Meet Up di Este: la restituzione di parte del-le indennità dei consiglieri regionali, altro cavallo di battaglia del Movimento co-stato l’espulsione a diversi attivisti in giro per l’Italia

accusati di intascarsi troppi soldi. In ballo ci sono oltre 52mila euro messi da parte nell’ultimo anno dai cinque eletti in Regione e promessi alle famiglie e alle imprese danneggiate dal violento tornado abbattutosi sulla Riviera del Brenta nel lu-glio 2015.

Un anno dopo, e nono-stante l’annuncio in pompa magna con tanto di foto del mega-assegno fatto dai con-siglieri pentastellati a ridos-so del Natale scorso, di quei soldi non c’è ancora traccia.

Scarabel si giustifi ca addu-cendo problemi burocratici e spiegando che una volta avu-te le perizie, i 52mila euro saranno elargiti alle vittime individuate nei tre Comuni devastati dal tornado.

Ma il Meet Up di Este non gli crede: «I soldi restituiti e mai restituiti sono tuttora presenti nel conto persona-le del consigliere Scarabel per suo uso e consumo». Con questi toni, l’aria tra i 5 Stelle veneti si fa sempre più irre-spirabile.

© Riproduzione riservata

DI GAETANO COSTA

Al M5s non piace perdere tempo. Soprattutto quando si tratta di prendere provvedimenti. Nel giro di un paio di settimane, il

sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, ha licenziato la direttrice generale del comune, Sandra Maltinti, rea di aver attaccato l’operato dell’amministrazio-ne grillina con gravi accuse. «Irrepa-rabile lesione del rapporto fiduciario»: la delibera approvata dalla giunta No-garin parla chiaro. La direttrice, scelta dallo stesso primo cittadino nel 2014, deve lasciare il suo ufficio.

Il rapporto tra Nogarin e Maltini è sempre stato complicato. Secondo il Tirreno, la direttrice, all’inizio di giu-gno, aveva diffi dato il sindaco dall’uti-lizzare una presunta lettera di dimis-sioni in bianco che lei sosteneva d’aver fi rmato subito dopo l’insediamento in municipio. Nogarin aveva smentito tutto e aveva querelato Maltinti per diffamazione.

Un mese più tardi, la direttrice comunale, dopo aver presentato un esposto in procura, ha attaccato la mac-china amministrativa del M5s in com-missione consiliare. La sua relazione, otto pagine in tutto, parlava di «gravi ingerenze della politica» e denunciava un clima di «terrore» in comune.

«Il sindaco, gli assessori e anche alcu-ni membri del consiglio comunale mo-

strano di non aver capito la distinzione prevista dal Tuel», ovvero il Testo unico degli enti locali, «tra indirizzo politico e gestione amministrativa» e «tendo-no a prendere decisioni operative e a pretendere che i dirigenti appongano a valle delle loro scelte il loro parere, sovrapponendosi, di fatto, all’azione dirigenziale. Que-sto è contrario alla legge», aveva accu-sato Maltinti.

«L’improvvi-sazione regna sovrana. Alcuni assessori e consi-glieri, per realiz-zare le loro per-sonali iniziative, pongono in essere indebite ingeren-ze, rivolgendosi direttamente agli impiegati più ac-condiscendenti», aveva incalzato la direttrice comuna-le prima di parlare di «clima lavorati-vo spesso impron-tato al timore» e di «terrore anche a esprimere le pro-prie opinioni».

Di fronte ai con-

siglieri, Maltinti aveva raccontato un episodio in particolare. «Come il caso di un’addetta alle pulizie allontanata dal primo piano perché sentita al su-permercato a parlare male dell’am-ministrazione. Ne era stato chiesto il licenziamento in tronco, come del resto

per altri dipendenti». Dopo le parole di Maltinti, Cgil, Cisl e Uil avevano co-municato che avrebbero seguito con attenzione il caso, «perché non c’è in gioco solo la dignità di un dirigente, che sembrerebbe vittima di un cam-biamento di umori del sindaco e della

sua maggioranza».Nel giro di qualche ora, No-

garin aveva spedito una let-tera a Maltinti per annunciare che «il comportamento tenuto dal direttore rappresenta un fatto di una gravità tanto rilevante da giustifi care la revoca dell’incarico e il recesso dell’amministrazione dal contratto di lavoro». «Durante l’audizione in commissione», ave-va spiegato Nogarin, «Maltinti ha sciorinato un monologo fuori luogo, preconfezionato ad arte, nel quale ha lanciato accuse gravissime nei confronti dell’amministrazione, accusando me, la giunta e pure i consiglieri di gravi ingerenze nei confronti della macchina ammi-nistrativa».

Due settimane dopo, la giunta Nogarin, con un atto datato 15 luglio, ha deliberato la «revoca con effetto immediato, senza concessione del preavvi-so» dell’incarico di Maltinti, che ha già annunciato azioni legali a sua difesa. Anche lei, come il M5s, non ha perso tempo.

LIVORNO, LA GIUNTA DEL SINDACO NOGARIN HA SOLLEVATO DALL’INCARICO LA DIRETTRICE DEL COMUNE

Gravi accuse al Movimento 5 Stelle: licenziataAveva denunciato da direttrice del Comune un clima di terrore tra i dipendenti

SCOVATI NELLA RETE

Istanbul, ambasciate straniere avvertite dai militari mezz’ora prima del golpe. Quella belga, due ore pri-ma.

* * *

E adesso la lunga vendetta di Erdogan. I golpe dei padri ricadono sui figli.

* * *

Quindi mi confermate che l’ultimo golpe uffi cialmente riuscito è stato quello contro Berlusconi?

* * *

L’attentatore di Nizza aveva armi fi nte. Il golpe in Turchia sarebbe fi nto. Comincio a rivalutare Il Gran-de Fratello.

GIANNI MACHEDA’S TURNAROUND

Patrizia Bartelle

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 10: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

10 Martedì 19 Luglio 2016 P R I M O P I A N OSe gli incidenti capitano per questo motivo, per loro possono scattare le porte del carcere

I sindaci rischiano sulle bucheIl nuovo codice della strada non ammette alcuna eccezione

DI CARLO VALENTINI

La rivolta dei sindaci. Colpiti dagli avvisi di garanzia firmati a pro-fusione dai Pm per svi-

ste burocratiche (le mazzette e i favoritismi sono tutt’altra cosa) ora rischiano di venire travolti dalle buche nelle strade. La leg-ge da poco approva-ta dal parlamento sul reato di omicidio stradale prevede il carcere per il sindaco se l’incidente è provo-cato o favorito da un difetto della strada.

I primi cittadi-ni, esasperati per questa nuova tego-la sulle loro teste, chiedono che la leg-ge appena entrata in vigore venga subito cambiata e la mobi-litazione è assolu-tamente bipartisan perché c’è davvero il rischio che si aprano le celle. Perciò hanno sollevato anche una intricata questione giuridico-politica: segnaleranno ai presidenti delle Regioni e ai ministri le opere da realizzare chiedendo il relativo fi nanziamento.

Se i soldi non arriveranno i sindaci scaricheranno le responsabilità su chi non ha accolto le loro richieste. Non sarà facile, perché la legge prevede espressamente la responsabilità dei sindaci ma essi sostengono che la chiamata di correo è una le-gittima difesa e soprattutto un modo per fare pressione affi nché il parlamento inter-venga.

Dice il sindaco di Ferra-ra, Tiziano Tagliani (Pd): «Chiedere ai sindaci di fare gratis i presidenti delle nuove Province, non dare loro i soldi per i bilanci e poi affi bbiare loro reati da 18 anni di reclu-sione, signifi ca cadere nel ridi-colo o nel drammatico. Vorrà dire che faremo una chiamata di correo nei confronti del mi-nistro Pier Carlo Padoan. Prima di parlare di respon-sabilità bisognerebbe almeno mettere totalmente fuori dal patto di stabilità la manuten-zione delle strade. A Ferrara si spenderanno quest’anno 900mila euro di manutenzio-ne ma non riusciremo mai a riasfaltare tutti i nostri 800 chilometri».

La protesta accomuna gran-di e piccole città. Aggiunge Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave (Trevi-so): «Il reato di omicidio stra-dale è giusto concettualmente ma si rischiano pene maggio-ri di un omicidio normale e si mettono in concorrenza di re-sponsabilità gli amministra-tori comunali, penalmente responsabili di persona e non come ente».

L’introduzione del reato di omicidio stradale era sta-to salutato con unanime soddi-sfazione e con i proclami delle associazioni dei consumatori. Ma era sfuggita ai più quella parte della norma che manda in prigione i sindaci. A farli uscire dal torpore è stata una

circolare del ministero dell’In-terno che ha specifi cato come «non solo chi causa l’incidente mortale alla guida di un vei-colo ma anche chi non abbia garantito la sicurezza delle strade potrà essere accusato di omicidio stradale». Sindaci, assessori, manager e tecnici delle aziende incaricate sono avvisati, con l’ aggravante che essendo l’omicidio un reato ascrivibile solo alle persone e non agli enti genericamente preposti sono loro che perso-

nalmente saranno chiamati sul banco degli imputati. Il reato, prosegue la circolare: «ricorre in tutti i casi di omi-cidio che si sono consumati sulle strade (…) anche se il responsabile non è un condu-cente di veicolo e questo per-ché le norme del Codice della

strada disciplinano anche i comportamen-ti posti a tutela della sicurezza stradale re-lativi alla manutenzio-ne e costruzione delle strade».

L e a s s o -ciazioni dei consumato -ri ritengono sia giusto che a pagare siano anche gli ammi-nistratori locali e quindi sono favorevoli alla norma e non condividono la

rivolta dei sindaci. Dice Fabio Galli, presiden-te del Codacons: «Era ora che venissero rico-nosciute le responsabi-lità degli enti locali in tutti quei casi in cui il pessimo stato dell’asfalto determina in-cidenti e provoca morti, d’ora in poi se un automobilista o un motociclista muore a seguito di un incidente provocato da una buca sull’asfalto, il gesto-re risponderà personalmente del reato e la regola vale per

sindaci, amministratori e per gli stessi ingegneri responsa-bili dei lavori che rischiano di fi nire in carcere se non garan-tiranno un adeguato livello di sicurezza».

Dalla Puglia gli rispon-dono due sindaci foggiani, Gianfi lippo Mignogna (Bic-cari) e Guerino De Luca (Ca-stelnuovo della Daunia) che hanno fi rmato un documento: «Legge alla mano, per evitare incriminazioni penali tutti i soggetti investiti dall’obbligo

di manutenere le strade do-vrebbero intensifi care lavori, interventi e riparazioni. An-che perché, nella dinamica processuale, nel gioco di legali e periti, in un attimo si potreb-be passare dalla responsabi-lità del conducente incauto, ubriaco o distratto a quella,

quantomeno concorrente, del povero (in tutti i sensi) sinda-co di turno. Ma è stato consi-derato che le Amministrazioni comunali non hanno un euro per colpa, principalmente dei tagli dei trasferimenti statali? Qualcuno ha ricordato ai legi-slatori seduti sulle loro como-dissime poltrone rosse che le strade non si riparano senza soldi in bilancio?».

C’è anche chi minaccia di chiudere le strade, come il sin-daco di Parabita (Lecce ), Al-

fredo Cacciapaglia. In Emilia-Romagna è addirittura il partito di Matteo Renzi ad avere presentato una risoluzione in consiglio regionale in cui si chie-de al presidente della giunta, il pidiessino Stefano Bonaccini di «agire, insieme al ministero dell’Inter-no, per ridefinire la responsabilità degli amministratori loca-li nei casi di omicidio stradale».

Infi ne anche l’Anci, su sollecitazione dei

sindaci ha preso uffi cialmen-te posizione. ve l’immaginate Beppe Sala oppure Luigi De Magistris o Virginia Raggi in manette perché un automobilista ha sbandato per una buca?

Twitter: @cavalent© Riproduzione riservata

perché circolare del ministero dell’In-

satislans

ccrsaanefanc

rivolta d

Dice il sindaco di Ferrara, Tiziano Ta-gliani (Pd): «Chiedere ai sindaci di fare gratis i presidenti delle nuove Province, non dare loro i soldi per i bilanci e poi

affi bbiare loro reati da 18 anni di reclu-sione, signifi ca cadere nel ridicolo o nel drammatico. Vorrà dire che faremo una

chiamata di correo nei confronti del ministro Pier Carlo Padoan. Prima

di parlare di responsabilità bisognereb-be almeno mettere totalmente fuori

dal patto di stabilità la manutenzione delle strade»

simo di manutenere le strade do-

fIadarrdgSdmnrals

ssindaci

Le associazioni dei consumatori ritengono invece che sia giusto che a pagare siano anche gli amministratori

locali e quindi sono favorevoli alla norma e non condividono la rivolta dei sindaci. Dice Fabio Galli, presi-

dente del Codacons: «Era ora che ve-nissero riconosciute le responsabilità

degli enti locali in tutti quei casi in cui il pessimo stato dell’asfalto determina incidenti e provoca morti, d’ora in poi se un automobilista muore il gestore risponderà personalmente del reato»

DI FRANCO OPPEDISANO

È un bel periodo per Fca. Le ven-dite in Europa non sono mai an-date meglio, in Italia il mercato continua a tirare come un treno

e il lancio della nuova Giulia apre il cuore alla speranza per il futuro. A giugno nel Vecchio continente Fiat Chrysler ha regi-strato una crescita delle immatricolazioni del 12,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno arrivando a vendere 98.680 veicoli con un aumento della quota di mercato dal 6,2% al 6,5%.

I motivi del buon andamento di Fca sono sostanzialmente tre: Alfa Romeo, Jeep e il marchio Fiat. Non c’è nessun mistero sul buon andamento dei primi due perché il lancio della Giulia ha dato slancio a delle vendite che erano arrivate al lumicino e Jeep da molti mesi sale le classifi che con l’aiuto di nuovi mo-delli dopo essere quasi sparita del tutto dal mercato europeo. Anche dal punto di vista della quantità, le 800 Giulia vendute in giugno e le quasi 10 mila Jeep vendute in Europa a giugno contano poco rispetto alle oltre 75 mila Fiat piazzate nell’ulti-mo mese nel continente. Sul mercato è arrivata la nuova Tipo e la 124 cabrio che hanno dato il proprio contributo, ma

il grosso (e l’aumento) delle vendite arriva ancora (quasi inspiegabilmente) dalle 500 e dalla Panda che hanno già qualche anno sulle spalle, ma continuano a piacere in Italia e all’estero.

Il segreto di Fiat ha un nome e un cognome: quello di Olivier François, il responsabile del marchio Fiat e della comunicazione del Gruppo. Era uno dei cosiddetti quattro cavalieri di Sergio Marchionne, i responsabili degli allo-ra quattro marchi del gruppo che una dozzina di anni fa usciva a fatica da un possibile fallimento. Allora François era responsabile della Lancia, un marchio che per una decina di anni ha potuto contare solo su un prodotto: la vecchia Ypsilon. La fece bicolore, l’associò alla moda, la rese del tutto un prodotto femminile e ri-uscì ad aumentare le vendite di un’auto vecchia, non ai vertici della sicurezza e di gran lunga inferiore a prodotti simili della concorrenza.

Un mago del marketing. Che oggi ne ha inventata un’altra: l’aumento telefonato. I rincari dei listini di tutti i costruttori di auto sono all’ordine del giorno perché il settore va bene ed è un buon momento per aumentare i margini di guadagno. Ma Francois ha comprato delle pagine dei giornali e spazi televisivi

per annunciare che i prezzi delle auto del gruppo aumenteranno dall’inizio d’agosto. Chi deve comprarla è avvisato, ci pensa più in fretta. Un’operazione di trasparen-za che ha come obiettivo svuotare i garage dei concessionari. Che si svuoteranno, o meglio continueranno a svuotarsi. Ne siamo certi.

Per la cronaca, le vendite del grup-po sono state sostenute dalle vendite di Jeep cresciute del 16,2%, da quelle di Fiat aumentate del 13,9% e di quelle di Alfa Romeo che, grazie alla nuova Giulia, hanno cominciato a risalire dopo aver toc-cato il fondo del baratro (+22,4%). Le im-matricolazioni di Fca vanno bene un po’ dappertutto e dappertutto l’azienda riesce a far meglio dell’andamento del mercato locale: in Italia le vendite crescono del 13,5% mentre il mercato sale dell’11,9%, in Germania del 15,3% contro l’11,9%, in Francia del 7% contro lo 0,8%, in Spagna del 27,5% contro un 11,2% e nel Regno Unito del 7,6% contro una discesa del mercato dello 0,8%. Nei primi sei mesi dell’anno Fca ha venduto in Europa oltre mezzo milione di auto con un aumento del 16,8% e si è piazzata al quinto posto in classifi ca dopo il gruppo Volkswagen, Renault, Peugeot-Citroen e Opel.

IlSussidiario.net

IN GIUGNO LE IMMATRICOLAZIONI UE DI AUTO FCA CRESCONO DEL 12,9% RISPETTO A GIUGNO ‘15

Fca vola, fa meglio del mercatoLe ragioni: nuovi modelli e soprattutto nuovo marketing

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 11: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

11Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N OCairo, dopo Rcs, dispone di carta e tv mentre l’altro, De Benedetti, possiede solo la carta

Scontro fra i due big nei mediaMentre è sempre più agitato anche il settore televisivo

DI GIANNI CREDIT

A Rcs finisce un’epoca (quella del co-dominio trentennale fra la fa-miglia Agnelli e Me-

diobanca) e inizia l’era di Ur-bano Cairo, sponsorizzato da Intesa Sanpaolo. È certamente la notizia più rilevante (per la media industry italiana) di un mese che si concluderà con la formalizzazione della fusio-ne fra Espresso-Repubblica e Stampa. L’avvento nella pro-prietà del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport di un imprenditore editoriale già a capo di un polo televisivo na-zionale come La7 appare il dato più signifi cativo: come evolverà il confronto fra i due nuovi cam-pioni nazionali, uno dotato di tv, l’altro no? Quale sarà l’impatto sull’ormai logoro tripolio televi-sivo, Rai-Mediaset-Sky? Quali i sommovimenti più larghi sullo scacchiere della banda larga, teatro del duello fra Telecom francese ed Enel italiana?

Ma i segnali di un’accele-razione, peraltro attesa, della ristrutturazione dell’editoria giornalistica nazionale sono disparati. Il Sole 24 Ore ha deciso di rinviare a settembre l’approvazione del consuntivo semestrale. L’assestamento dei conti sarà abbinato a un nuovo piano strategico cui sta già lavo-rando il nuovo ad Gabriele del Torchio, chiamato a invertire la rotta del gruppo dopo 6 bilan-ci in rosso (a bruciare quasi l’in-tero incasso dell’Ipo del 2006) e 5 anni di sussidi pubblici a un contratto di solidarietà. Del Tor-chio per il Sole ha prospettato una parabola stand alone, lon-tano dalle aggregazioni.

Ma possono essere escluse ricapitalizzazioni strategi-che? In ipotesi successive: con l’ingresso di un gruppo editoria-le estero; con il rilancio degli in-vestitori «perdenti» in Rcs; con lo studio di combinazioni siner-giche con altri editori confi ndu-striali (Caltagirone, Poligrafi ci, Athesis, ecc.). Entro l’autunno, in ogni caso, l’Ads ha preannun-ciato il varo di nuove regole per il calcolo corretto delle cosiddet-te «copie digitali multiple» nelle statistiche diffusionali mensili: proprio Il Sole 24 Ore ha visto tagliata di oltre 100mila copie la sua diffusione, dopo che il cda di Ads ha sospeso l’inclusione delle digitali multiple in seguito a un contenzioso italiano fra i gruppi Condé Nast e Hearst. Lo scontro ha riguardato l’uso controverso di grandi acquirenti (rivendito-ri o grandi gruppi industriali o fi nanziari) per alimentare la diffusione uffi ciale a quindi l’ap-petibilità pubblicitaria. Il Sole 24 Ore ha preannunciato batta-glia, ma, per ora, il gruppo oggi presieduto da Giorgio Squinzi non ha strappato la corda: né in Ads, né in Fieg.

Qui Il Gruppo 24 Ore avrebbe potuto battere le

orme fresche della clamorosa rottura maturata fra il gruppo Caltagirone e la Federazione degli editori italiani di giornali. Rottura su un terreno struttu-rale: la riorganizzazione hard di una parte dei processi produttivi, con la sostanziale adozione della «formula Pomigliano» (trasferi-mento di fasi produttive e per-sonale a nuove società e relativa gestione esuberi). La Fieg, gui-data dall’attuale presidente di Rcs, Maurizio Costa (ex Mon-dadori), ha tentato invano di fre-nare le mosse di Caltagirone, chiaramente orientato a portare la logica della ristrutturazione pesante nell’ambito del lavoro giornalistico. Laddove, tuttavia, la stessa Fieg sembra tutt’altro che morbida, al tavolo del rin-novo del contratto nazionale di lavoro, dopo formale disdetta da parte degli editori.

Non sorprende che pro-prio in questi giorni una sigla sindacale della Fnsi abbia dato pubblicità a una «bozza di con-tratto nazionale». In quest’ulti-ma spiccano tre ipotesi di svolta per il lavoro giornalistico. La pri-ma è un maggior spazio effetti-vo alla fl essibilità organizzativa: l’emergere più netto dei profi li di collaboratore e corrisponden-te sembra rispondere in modo poco equivocabile alle volontà-

necessità da parte degli editori di esternalizzare una parte più importante della produzione di contenuti, con il fi ne tendenziale di asciugare le strutture reda-zionali composte da giornalisti dipendenti full time.

Una seconda ipotesi di la-voro è la profi lazione defi nita di figure professionali legate al web. Naturalmente è anco-ra presto per capire quale sarà l’esito fi nale di questa dinamica contrattuale. Ma è evidente la dialettica sostanziale fra il sin-dacato dei giornalisti e gli edito-ri. Il primo punta a contrattua-lizzare e sindacalizzare (anche in Casagit e Inpgi) le migliaia di «nuovi invisibili» del giornalismo web. Gli editori, dal canto loro, guardano con potenziale favore all’emergere contrattuale dei giornalisti web in chiave di ab-bassamento del costo del lavoro: di pressione per allineare i trat-tamenti retributivi al «mercato» (cioè ai compensi presso testate e portali web, molto inferiori ai pacchetti dei giornalisti delle testate tradizionali).

Terzo e non ultimo: un’ipo-tesi di emendamento al contrat-to nazionale prevede, nei fatti, la possibilità di trasformare i rapporti di lavoro in essere da «art. 1» ad «art. 2». In concreto è evidente l’intento (anzitutto

degli editori, ma forse in parte anche del sindacato) di gestire il problema drammatico dei gior-nalisti «over 50»: i veri esuberi del settore (sempre più costosi e soprattutto inamovibili). Il pas-saggio da un ambito consolidato all’altro del rapporto di lavoro a tempo indeterminato appare in effetti il percorso elementare per imporre agli «over 50» un abbas-samento strutturale del costo of-frendo in cambio il mantenimen-to delle tutele. Ciò consentirebbe fra l’altro la riattivazione dei fl ussi d’ingresso nella professio-ne giornalistica, naturalmente a condizioni d’accesso diverse, allineate con il Jobs Act.

Un trend di allineamento è quello che si disegna anche per l’uscita dei giornalisti «pensio-nandi». Anche su questo versan-te non è passata inosservata - in questo luglio 2016 - una presa di posizione di Ernesto Auci: oggi editore di FirstOnline, un lungo passato di giornalista e manager (fra l’altro direttore e poi ad del Sole 24 Ore). Auci ha lanciato l’allarme sulla stabilità dell’Inpgi e ha chiesto una ma-novra drastica: una vera riforma pensionistica «in stile Fornero» (peraltro sollecitata all’Inpgi anche dal ministero del Lavo-ro), ma anche la cessazione dei sempre più estesi interventi a

carico dell’Inpgi in campo assi-stenziale.

In pratica, Auci ha prospet-tato l’abolizione della pensioni giornalistiche di anzianità (fra 57 a 62 anni con penalizzazio-ni) e l’allineamento dell’Inpgi ai «requisiti Fornero» di età e con-tribuzione per le pensioni Inps, con gli eventuali correttivi di fl essibilità in uscita tuttora allo studio da parte del governo (se accostiamo la «bozza di contratto nazionale» all’»ipotesi Auci», per un giornalista 55enne si prospet-ta una decurtazione immediata di trattamento retributivo e l’ac-cesso alla pensione solo dopo una decina d’anni, oppure in anticipo ma con penalizzazione). Natu-ralmente, in queste settimane per molti versi accaldate, sem-bra accelerare in Parlamento l’iter di un «decreto editoria» da sempre intestato a Luca Lot-ti, braccio sinistro del premier Renzi. È un provvedimento che dovrebbe iniettare provvidenze pubbliche nell’editoria gionali-stica nazionale: anzitutto quelle destinate a prepensionare centi-naia di giornalisti in esubero un po’ ovunque. Sarà curioso vedere quanti e quali sussidi arriveran-no, a chi e soprattutto quando: cioè prima o dopo il «referendum Renzi». Oppure anche mai.

IlSussidiario.net

DI PAOLO ANNONI

Nell’offerta pubblica di scambio Urbano Cairo ha raggiunto il 48,8% del capitale mentre la cordata di Bonomi il 37,7%. La

battaglia è stata particolarmente inattesa considerando che il premio fi nale è il con-trollo della società editrice del Corriere del-la Sera. Solo una breve scorsa alla cronaca degli ultimi anni ci aiuterebbe a ricordare i nomi di chi ,investendo sul Corriere ha perso tanti o tantissimi milioni o si è do-vuto ritirare, molto malamente, di fronte a sbarramenti di ogni ordine e grado. Non solo. La società su cui si è scatenata questa rarissima battaglia a colpi di opa e contro opa, rilanci e controrilanci e persino «pub-blicità comparative» sui giornali languiva fi no a pochi mesi fa ai minimi dei minimi di sempre anche per ricorrenti rumours sulla necessità di un altro aumento di capitale per sistemare i bilanci fragili. Negli ultimi cinque anni la società ha perso più di un miliardo di euro mentre il mercato ha do-vuto ricapitalizzare per 400 milioni di euro; nonostante questo, le offerte su Rcs hanno fatto più che raddoppiare l’azione negli ul-timi mesi. Una performance di questo tipo è anomala anche considerando la normale differenza tra le valutazioni giornaliere degli investitori, con il loro orizzonte tem-porale limitato, e quelle di chi si impegna in un’acquisizione e prende in considerazione il lungo termine e i risvolti strategici.

Le due offerte erano profondamente diverse. L’offerta di Bonomi dava a tutti gli

azionisti la possibilità di prendere un euro in cassa subito mentre quella di Cairo solo 25 centesimi più 0,18 azioni Cairo per ogni Rcs. Senza entrare in dettagli fi nanziari, l’offerta di Cairo dava la possibilità agli azionisti di prendere parte a una possibile creazione di valore industriale lasciando il titolo quotato e dando vita a una fusione tra le due società, Rcs e Cairo. Immaginiamo di essere un investitore istituzionale con in mano un pacchetto robusto di azioni Rcs.

Nel primo caso, consegnando a Bo-nomi si poteva incassare 1 euro tondo per azione, il titolo stava a 40 centesimi tre mesi fa e 80 due settimane fa, e ci si pote-va dimenticare per sempre dei risultati e dei bilanci di Rcs. Nel secondo caso si pren-dono 25 centesimi ma si rimane investiti nella società; si scommette sulla capacità di Cairo di creare valore, sostanzialmente credendo che nel medio periodo si avrà più dell’euro offerto oggi. Per questa seconda scommessa siamo stati obbligati a crede-re che: la società Rcs attualmente non sia gestita bene o sia gestita molto male; che Cairo sia molto bravo a tirare fuori tutto il valore del gruppo (Gazzetta e eventi sporti-vi inclusi) e a ottenere sinergie; e infi ne che l’economia italiana sopravviva più o meno bene anche nei prossimi anni.

Sono tutte considerazioni che nella prima offerta non saremmo stati tenuti a fare. Questo lungo e sfi dante elenco di do-mande che dovremmo farci, sempre essen-do nei panni dell’investitore, ci dice anche quanto l’offerta per cassa di Bonomi, che non avrebbe sinergie e che, in teoria, non avreb-

be una reputazione nella gestione di società media, sia stata «coraggiosa». È chiaro ovvia-mente che il Corriere e Rcs non sono solo la somma dei suoi bilanci o dei suoi ricavi per il prestigio che il suo possesso regala.

Nemmeno l’uffi cialità dei risultati po-trebbe però mettere fi ne a questa saga della primavera/estate della borsa di Milano. La Consob infatti non ha ancora chiarito cosa succederà nel caso in cui tutte e due le offerte siano valide, come infatti è accaduto avendo raggiunta la soglia minima, e in particolare come ci si comporterà nei confronti dell’of-ferta vincente. Le regole del gioco verranno svelate solo alla fi ne lasciando quel pizzico di suspense che non può fare mai bene al mer-cato e che può diventare terreno fertile per i male intenzionati. Ci si trova ora in una si-tuazione in cui entrambi i contendenti hanno due partecipazioni molto signifi cative e due idee molto diverse sulla gestione della socie-tà; in questo caso la confl ittualità potrebbe continuare e sarebbe sicuramente un male per la società e per chi fosse investito in Rcs. Ancora prima di sapere i risultati fi nali ave-vamo imparato quanto sia speciale il Corriere e quanto valga se nemmeno un mld di perdite in 5 anni ha fatto desistere i pretendenti. Fi-nita la puntata fi nanziaria si dovrebbe aprire quella industriale; non è però ancora certo che i risultati di venerdì siano la parola fi ne sulla saga primavera estate 2017 di Rcs.

IlSussidiario.net

SCEGLIENDO LA SUA OFFERTA, L’INVESTITORE HA RITENUTO CHE SIA IN GRADO DI CREARE NUOVO VALORE

Per il mercato, Urbano Cairo è più abileSe no avrebbe preso un euro ad azione e sarebbe uscito

Altri servizi a pagina 19

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 12: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

12 Martedì 19 Luglio 2016 P R I M O P I A N OMario Deaglio: avendo in pancia enormi quantità di derivati è ora indebolita dalla Brexit

È la DB che adesso è nel mirinoC’è chi, inventando dei dati, ha voluto colpire l’Italia

DI PIETRO VERNIZZI

«Dopo l’uscita del-la Gran Breta-gna dall’Unione europea i fl ussi

internazionali si sono mossi improvvisamente, e quindi Deutsche Bank e altre ban-che straniere sono entrate subito nel mirino. Le voci che si rincorrono sui pro-blemi delle banche italiane fanno comodo a molti perché c o n s e n t o n o di prestare minore a t -tenzione ai guai di quelle tedesche». Lo r i l eva Ma-rio Deaglio, professore di Economia in-ternazionale all’Università degli Studi di Torino.

Domanda. Professore, che cosa ne pensa dell’ipotesi di un intervento pubblico per risolvere le sofferenze delle banche italiane?

Risposta. La prima do-manda che ci si pone è dove possa prendere i soldi il governo italiano, visto che siamo sempre lì a dire che il nostro defi cit tende a essere troppo alto.

D. Quindi è un proble-ma insolubile?

R. Non so se sia insolubile, ma con i dati attuali è diffi -cile risolverlo.

D. Quanto rischiamo per la situazione delle banche italiane?

R. In primo luogo tutte le risposte che si possono dare valgono per il momento pre-ciso in cui sono formulate, in quanto la situazione dei fl ussi fi nanziari e monetari è sempre in divenire.

Al momento attuale co-munque le banche italiane non rischiano molto, anzi non rischiano quasi nulla come sistema. Per ora la situazione è assolutamente gestibile, non ci sono caren-ze gravi che non siano già venute fuori. Ci sono situa-zioni locali di una certa im-portanza che devono essere risolte, ma il sistema come tale continua a mantenere la sua sostanziale solidità.A fi ne mese dovrebbero arriva-re gli esiti degli stress test… Li aspettiamo tutti con mol-ta attenzione, e qualcuno anche con qualcosa di più che attenzione.

D. In che senso?R. Nel senso che a livello

europeo ci sono molte banche non italiane che potrebbero avere situazioni di debolez-za strutturale delle quali normalmente non si parla.

D. A quali situazioni si riferisce?

R. Il nostro punto di debo-lezza sono i prestiti che non sono pagati alla scadenza. In altri Paesi il punto di debolezza riguarda invece l’esposizione delle banche a investimenti complessi, come i derivati, che in que-ste settimane anche grazie a Brexit hanno subito delle oscillazioni negative met-

tendo in luce una generale ritirata degli operatori da questi tito-li. Chi oggi ha in mano questi titoli si trova con dei valori un po’ inferiori a quelli di qualche set-timana fa, e quindi la sua situazione di fronte a uno stress test può essersi

modifi cata sensibilmente in peggio.

D. È quanto sta avve-nendo anche in Italia?

R. No, in Italia tutto non succede, perché noi abbiamo una situazione di debiti con-

solidati, ma non siamo molto esposti sul mercato dei de-rivati: per noi quindi vale la situazione precedente a Brexit.

D. L’Ue si sta mostran-do più conciliante perché ha capito che i problemi non sono solo delle ban-che italiane, ma anche di Deutsche Bank?

R. Assolutamente sì . Deutsche Bank è la banca più grande del sistema, ha delle situazioni di debolez-za diverse dalle nostre. Dopo l’uscita della Gran Breta-gna i fl ussi internazionali si sono mossi improvvisa-mente, e quindi Deustche Bank e altre banche stra-niere sono entrate subito nel mirino.

D. Se il vero problema sono le grandi banche centroeuropee, perché i rifl ettori sembrano pun-tati sulle banche italia-ne?

R. Si è creato uno di quei movimenti tali per cui è dif-fi cile dire se siano pilotati o meno. A cominciare è stato il network Bloomberg, che all’indomani della Brexit ha detto che gli italiani aveva-no chiesto un contributo di 150 miliardi di euro per sal-vare le banche, cosa che era

completamente errata. A quel punto le autorità

italiane hanno effettivamen-te reso noto qual è l’ordine di grandezza delle sofferen-ze. La notizia è stata subito molto distorta e ha avuto molto seguito, anche perché faceva comodo.

D. Quindi le banche italiane fanno comodo a chi vuole dimenticarsi dei problemi di quelle tedesche?

R. Sì, l’attenzione che è stata dedicata alle diffi col-

tà delle banche italiane ha fatto sì che altre banche in diffi coltà ricevessero minore attenzione.

Non ho nessun elemento per dire che ci sia stato un rapporto di causa ed effetto, e la mia esperienza dei mer-cati fi nanziari è che una con-giura chiara e netta c’è po-chissime volte. Mentre molto più spesso ci sono delle voci che si autoalimentano per-ché a qualcuno fa comodo crederci.

IlSussidiario.net

DI MARIO SECHI

Titoli. Tre poliziotti am-mazzati a Baton Rouge, in Lousiana, riaprono una storia che non si era chiusa

con i titoli dei giornali: la divisione tra neri e bianchi in America, il fi nale triste dell’era di Barack Obama alla Casa Bianca e una campagna presi-denziale alla nitroglicerina con la sfi da tra Hillary Clinton e Donald Trump in un paese prigioniero della sua distopia. Oggi si apre la Conven-tion repubblicana a Cleveland e gli inviati dei giornali italiani hanno deciso di scrivere tutti lo stesso pez-zo. Hanno scoperto che negli Stati Uniti si può girare armati e un «ty-coon di destra» sta per assicurarsi la nomination. È una grande festa del giornalismo collettivo. Maria Lau-ra Rodotà sul Corriere della Sera ha la penna puntata su Trumpland e ci spiega che «Steve Loomis, ha chiesto inutilmente al governatore John Kasich un bando temporaneo delle armi per tutta la settimana». L’inviata con un fremito sottolinea che «è vietato portare palle da tennis, bombolette spray, corde e zaini. Ma si può passeggiare con un mitra». Fe-derico Rampini su Repubblica non si fa fregare cita anch’egli Loomis e ci dà dentro con grande originalità: «La polizia locale ha potuto vietare du-rante la convention «armi improprie» come «le pistole ad acqua e le palle da tennis» (sic); ma rimane perfetta-mente legale girare con un kalashni-kov». Wow. Paolo Mastrolilli sulla

Stampa (come la Rodotà sul Corriere e Rampini su Repubblica) cita Steve Loomis, il presidente del sindacato di polizia di Cleveland che ha chiesto il bando delle armi durante la conven-tion. Toh, compare il nome di Nixon, non può mancare in una Convention di «un tycoon di destra». Massimo Gaggi sul Corriere della Sera – come Rampini su Repubblica e Mastrolil-li sulla Stampa – spiega che Trump dopo la strage di poliziotti a Cleve-land «in un tweet piange le vittime di Baton Rouge e si chiede «quanti altri difensori della nostra sicurezza dovranno essere uccisi a causa della mancanza di leadership nel nostro Paese: noi chiediamo legge e ordine»: «Law and Order», come nel noto se-rial televisivo». Il serial in realtà è sulle pagine dei giornali italiani. Va in onda sempre la stessa puntata. A reti unifi cate. Quando mai avremo il piacere di leggere un pezzo originale e controvento?

Mark Mazzetti e Eric Schmitt sulla prima pagina del NYT si pongono una domanda: «Quali at-tentatori sono terroristi?». L’articolo spiega come il messaggio di Isis – moltiplicato attraverso i social me-dia – abbia colto nel segno: allarga-re la base dei combattenti a chi non vede l’ora di abbracciare una causa che dia soddisfazione al suo disagio mentale. In questa chiave, la defi -nizione di «terrorista» cambia. È la fi ne del racconto del «gesto isolato di un folle». Anche perché il cosiddetto «gesto» in realtà è una sequenza di stragi tutte ispirate dal messaggio

sanguinario dello Stato islamico. E proprio per questo Isis continuerà ad essere una minaccia all’estero, nono-stante il terreno perso in Siria e in Iraq, conta su un’arma sulla quale per ora si è fatto poco: la propaganda online. La guerra è sempre un mix di fucili e parole.

A Nizza, nel frattempo, il «gesto isolato di un folle» è diventato qual-cosa di più, com’era logico attender-si osservando a freddo l’esecuzione della strage. Carlo Bonini su Re-pubblica arriva al punto, non c’è solitudine, non c’è martirio, c’è un piano che ha «un prima, un durante e un dopo». E ci sono complici, altre persone: «Lo dimostrerebbe del resto un ultimo sms inviato dal cellulare del tunisino a uno dei suoi interlocu-tori di quella notte (si tratta di uno dei 7 uomini attualmente fermati e di cui il quotidiano El Pais indica il cognome in tale Choukri). «Manda altre armi», scrive. E lo scrive cin-que minuti prima di forzare il bloc-co che immetterà il tir bianco sulla Promenade. Dunque, quelle «altre armi» vanno «mandate» in un punto di consegna che non può essere certo il camion già in movimento». Otti-mo. Se mettete insieme il pezzo di Mazzetti e Schmitt sul New York Times con quello di Bonini su Re-pubblica, il «gesto isolato di un folle» sparisce ed emerge la nuova figura del terrorista. Potrebbe essere quel tipo sconnesso ma sempre connesso in rete della porta accanto. Buona giornata.

Il Foglio. List.it

ON THE ROAD, NOTE DI VIAGGIO FRA I MEDIA DI MARIO SECHI

SCOVATI NELLA RETE

Mario Deaglio

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 13: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

13Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N OViene presentato come «il gioco tabù» e anche come «il gioco che non tutti i niscono!»

Suicidium è un gioco delle carteLa carta vincente è una lametta che gocciola di sangue

DI STEFANO LORENZETTO

Ho passato l’infanzia a contemplare le due immagini speculari del Palazzo Ducale di

Venezia che comparivano sul retro delle carte da gioco tre-visane prodotte da Teodomi-ro Dal Negro. Non avendolo all’epoca mai visto dal vivo, po-tevo solo fantasticare su quello scorcio con tanto di gondola. Ac-cadeva ogni domenica, quando andavo a trovare i miei nonni materni in campagna, e duran-te l’estate, quando ero ospite da loro per le vacanze. Anno dopo anno il panorama lagunare si stingeva, ricoprendosi di una patina oleo-sa, a causa delle intermi-nabili partite a briscola e a tressette.

C h i s s à quale ef-fetto sorti-ranno, su un fanciullo del 2016 che le trova per casa, le carte di Suicidium, passatempo che adesso va per la maggiore, presentato come «il gioco tabù» e anche come «il gioco che non tutti fi niscono!». Il loro rovescio è nero, punteggiato da 132 la-mette da barba, sopra le quali ne spicca una più grande color rosa shocking. Niente asso di spade: la carta vincente è rap-presentata da un’ennesima lametta che gocciola sangue. A produrre Suicidium è l’Offi ci-na Meningi, ma si direbbe che i titolari non se le siano spremu-te molto. Valentino Sergi, 31 anni, di Pordenone, e Michela Coletto, 32, di Ponte di Piave, hanno pure chiesto una do-nazione di 10 mila euro per il loro «gioco di carte accatti-vante, macabro e divertente» e l’aspetto sorprendente è che ne hanno raccolti di più, 10.170, a riprova della teoria enunciata da Albert Einstein, ferma-mente convinto che solo due cose siano infi nite: l’universo e la stupidità umana.

I fervidi zuzzurelloni hanno arruolato come dise-gnatore il pordenonese Marco Tonus, già collaboratore del Vernacoliere, settimanale sa-tirico livornese che ha uno dei suoi punti di forza nella rubri-ca Mondodimerda, nonché di Emme, defunto supplemento dell’Unità che dichiarava il suo ingrediente principale fi n dalla testata. Hanno anche prodotto un fi lmato in cui due pupazzi (una bambina e un or-sacchiotto) cercano di togliere per sempre il disturbo: la pri-ma avvelenandosi e gettandosi dalla fi nestra; il secondo impic-candosi, annegandosi dentro la lavatrice e sparandosi alla tempia. Infi ne, essendo l’imbe-

cillità dura a morire, facendosi esplodere entrambi la testa.

Dal regolamento di Sui-cidium apprendo che i due mazzi si distinguono in 97 «carte azione» e in 13 «carte oggetto», così suddivise: «4 per lametta, 4 per cappio, 4 per ve-leno, 1 per cabina suicidi». Due le modalità di gioco: «Survive, dove il vostro obiettivo è rima-nere l’ultimo in gioco, evitando di suicidarvi (ma spingendo gli avversari a farlo)» e «De-pression, dove il vostro obiet-tivo è suicidarvi per primi (e, di conseguenza, impedire agli avversari di farla finita)». E poi di cretini non ne rimase nessuno, secondo lo schema di

Agatha Christie.Forse i due improvvi-

sati piazzisti della Gillette ignorano quale genere di ma-teria stanno disinvoltamente maneggiando per ricavarci quattro soldi e un briciolo di notorietà. Voglio aiutarli. Una mia parente, insegnante, mi ha raccontato che nel consiglio dell’istituto comprensivo in cui lavora i docenti sono stati costretti ad affrontare, poco prima della pausa estiva, il caso di una ragazzina che si tagliuzzava siste-maticamente con la lametta da bar-ba, ora diventata il logo di Suicidium. Un artigiano che ha eseguito alcuni lavori in casa mia mi ha confidato, non sapendo con chi altro sfogarsi, che la figlia dodi-cenne si è ridotta nelle stesse condi-zioni: ricoperta di sfregi. Non potrò mai dimenticare il suo sguardo, smarrito e disperato, nel nar-rarmi questo dramma senza apparente via d’uscita.

La moda folle si chiama cutting ed è diventata un fenomeno sociale allarmante, epidemico. Si calcola che in Ita-lia almeno 200 mila adolescenti siano dediti a questa forma di autolesionismo, che consiste appunto nel ferirsi braccia e gambe con lamette, forbicine, coltelli, cocci di vetro, chiodi. Nel 90 per cento dei casi si trat-ta di ragazze fra i 13 e i 16 anni. Il 30 per cento lo fa per emula-zione, dopo aver visto sui social

network le coetanee che si feriscono. Lo psichiatra Gu-stavo Pietropolli Char-met ritiene che tagliarsi sia un rito ipnotico e catartico: la lama che scava nella pel-le, la vista del sangue, il ba-tuffolo di cotone che si tinge di rosso, la ferita che diventerà un trofeo da esibire.

All’origine dello squilibrio possono esservi varie cause: i litigi in famiglia, il

divorzio dei genitori, la rabbia per un’ingiusti-zia subita, il bullismo a scuola, una delusione amorosa, un insuccesso negli studi. Ma il ma-stice che tiene insieme questi comportamenti è di tipo informatico: l’eb-brezza principale consiste infat-ti nello spedire agli amici le foto delle ferite con lo smartphone o nel postarle su Facebook e sulle chat, per dimostrare agli altri d’aver superato una prova del

fuoco. Le mutilazioni diventano il segno di appartenenza a una medesima tribù. Non a caso la scarifi cazione rituale e le cica-trici che ne derivano sancisco-no l’ingresso nell’età adulta fra i karamojong dell’Uganda. Che tuttavia non mi sentirei di ele-vare a modelli di vita, se non al-tro perché, come documentò sul campo il comboniano veronese padre Bruno Novelli, grande studioso di questa etnia mor-to nel 2003, essi bevono latte, sangue e urina dei bovini che allevano.

Fra i teenager spesso il passo successivo è il taglio

in profondità, con la lametta che recide le vene dei polsi. Da questo punto di vista gli scia-gurati inventori di Suicidium hanno scelto per le loro carte la simbologia più appropria-ta. Purtroppo, come dimostra il gioco stesso, esistono molti

modi per togliersi la vita. Tut-ti ricorderanno la tragica fi ne della tredicenne veronese che lo scorso autunno s’è impicca-ta alla ringhiera del balcone di casa nel giorno del compleanno.

Sul suo diario solo una frase: «Morirò con il sorriso sulle labbra».

Mi risulta, da fonti attendibili, che la ragazzina frequentasse sul Web siti e forum riguardanti l’auto-lesionismo e il disa-gio giovanile. Alcuni fogli ritrovati dopo il dramma, scritti di suo pugno, con-fermano che aveva

estrapolato dalla Rete frasi inneggianti al suicidio. In par-ticolare si era informata in In-ternet su come va fatto il «nodo dell’impiccato». Incredibile a dirsi: su faidatemania.piane-tadonna.it, che appartiene a Banzai media, società appena rilevata dalla Arnoldo Mon-dadori editore, il titolo «Come realizzare un nodo scorsoio», accompagnato da dettaglia-tissime spiegazioni tecniche, è riportato nella stessa pagina che rimanda alla sezione di cu-cito e alle istruzioni su «Come creare un braccialetto all’unci-netto con perline». Un’avver-

tenza segnala che «i contenuti pubblicati vengono pagati con tariffe diverse a seconda del-la categoria editoriale e della loro qualità». Avete letto bene: l’istigazione a impratichirsi nel «nodo dell’impiccato» è addirit-tura retribuita. Si comincia per scherzo e poi, una volta che si è preso confi denza con la mate-ria, si passa alle vie di fatto.

Siamo alla catastrofe eti-ca. Eppure c’è gente che trova questa situazione divertente, al punto da imbastirci un gioco da tavolo o da caricare su Youtu-be i fi lmati che illustrano i vari passaggi dell’arte cimiterial-marinaresca necessaria per riuscire a stringere la gassa fatale.

Rammento ancora che cosa mi disse il professor Luigi Pa-van, ordinario all’Università di Padova, fondatore dell’Associa-zione italiana per lo studio e la prevenzione del suicidio, che da 40 anni guidava la clinica psichiatrica dell’ospedale di Pa-

dova e dirigeva una rivista da pelle d’oca, il Giornale ita-liano di suici-dologia: «Non che rimpianga i tempi di Mus-solini, di Hit-ler e di Stalin, quando questo gesto estremo era uffi cialmen-te sparito non solo dalle pagi-ne dei quotidia-

ni, ma persino dalle diagnosi di morte, in quanto incompatibile con un’immagine di razza forte o perché espressione d’infelici-tà in una società ove per defi -nizione il popolo doveva essere allegro. Però lei non ha idea di quali disastri possono provo-care i mezzi di comunicazione trattando questo argomento. Lo dico per esperienza, ahimè». E mi dettò le regole per scongiu-rare nuovi drammi: «Evitare di presentare il suicida come una vittima o come un eroe romantico. Evitare di descri-vere nei dettagli le modalità di esecuzione, che l’aspirante suicida potrebbe interpretare come sicure. Evitare d’indicare motivi precisi o responsabili di-retti: quasi mai ve ne sono, nel senso che se ne contano sempre più d’uno. Evitare di consulta-re i cosiddetti esperti: le loro risposte possono confermare opinioni errate». Chissà che effetto gli farebbe, oggi, essere costretto ad aggiungere: evita-re di riderci su.

Il suicidio è la seconda causa di morte fra gli adolescenti. Se i signori di Suicidium pensano davvero che giocare a scopa con le vite degli altri sia spassoso, gli lasciamo volentieri carte, ori, primiera e settebello. E che vadano pure al diavolo.

www.stefanolorenzetto.itL’Arena

nfsmulltddd

sei

La moda folle si chiama cutting ed è diventa-ta un fenomeno sociale allarmante, epidemi-co. Si calcola che in Italia almeno 200 mila

adolescenti siano dediti a questa forma di autolesionismo, che consiste appunto nel ferirsi braccia e gambe con lamette, forbici-ne, coltelli, cocci di vetro, chiodi. Nel 90

per cento dei casi si tratta di ragazze fra i 13 e i 16 anni. Il 30 per cento lo fa per emulazione, dopo aver visto sui social

network le coetanee che si feriscono

dupGldcislqgetsn

All’origine dello squilibrio possono esservi varie cause: i litigi in famiglia, il divorzio dei genitori, la rabbia per un’ingiustizia subita, il bullismo a scuola, una delusione amorosa, un insuccesso negli studi. Ma il mastice che tiene insieme questi comportamenti è di tipo infor-matico: l’ebbrezza principale consiste infatti

nello spedire agli amici le foto delle ferite con lo smartphone o su Facebook, per dimostrare

d’aver superato una prova del fuoco

d f L til i i di t

Sucl

fcfWrlgfidf

t l t

Incredibile a dirsi: su faidatemania.piane-tadonna.it, che appartiene a Banzai me-

dia, società appena rilevata dalla Arnoldo Mondadori editore, il titolo «Come realizzare un nodo scorsoio», accompagnato da detta-gliatissime spiegazioni tecniche, è riportato nella stessa pagina che rimanda alla sezione di cucito e alle istruzioni su «Come creare un braccialetto all’uncinetto con perline».

Si comincia per scherzo e poi, presa confi den-za, si passa alle vie di fatto

Una lametta insanguinata reclamizza il gioco Suicidium

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 14: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

14 Martedì 19 Luglio 2016 ESTERO LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Ryad è stata messa in ginocchio economicamente dall’improvviso crollo del prezzo del petrolio

Il prossimo scossone in ArabiaUn paese arretrato dov’è in corso il cambio generazionale

DI STEFANO CINGOLANI

L’attentato a Nizza, la ritirata del Ca-liffo, la pubblicazio-ne delle pagine top

secret del rapporto sull’11 settembre, le tensioni anche recenti tra Erdogan e Oba-ma, il fallito golpe in Turchia. C’è un filo che collega questi eventi che si sono succeduti nello spazio di pochi giorni? Pur stando attenti a non ca-dere nella tentazione di piani e strategie globali, bisogna di rispondere sì, c’è e ha a che fare con il giro di vite contro l’islamismo e la liquidazione del Califfato, dei suoi alleati e dei suoi protettori.

Gli Stati Uniti e i paesi europei (meglio non parlare di Unione europea in questo caso) nella lotta contro il ter-rorismo islamico hanno due spine nel fianco: la prima di più lunga data è l’Arabia Saudita, la seconda la Tur-chia di Erdogan. Il problema è che sono esattamente i due paesi islamici che un tempo erano alleati di ferro degli americani. I sauditi fin dal patto stipulato tra F.D. Ro-osevelt e Ibn Saud, i turchi

perché membri della Nato e guardiani del suo fi anco sud-orientale.

Con l’affermarsi negli anni 90 di un islamismo politi-camente e ideologicamente radicale, i due paesi hanno cominciato a vacillare. Nella famiglia reale saudita che controlla tutto il potere, la storica alleanza con i musul-mani wahabiti è arrivata al punto di creare una vera e propria fazione sostenitrice del fondamentalismo fi no ad appoggiare la sua sfi da all’Oc-cidente. Questa deriva appa-re chiara nel rapporto sull’11 settembre. In Turchia è anda-to al potere il partito guidato da Erdogan che, in una pri-ma fase, aveva fatto pensare a una felice combinazione tra islamismo e liberal-democra-zia, fi nché ogni illusione delle anime belle e ottimiste è sta-ta smentita dai fatti.

Trasformatosi in una fi -gura autocratica, una sorta di nuovo Sultano populista, il presidente turco ha ripla-smato il paese spingendosi fi no al limite di una revisio-ne costituzionale ispirata alla sharia come denunciato dal presidente della Corte di

cassazione. Ma il principale cambiamento che probabil-mente ha innescato il fallito golpe riguarda l’esercito il quale da un secolo, dai tempi di Kemal e dei suoi giovani turchi, è stato il guardiano, spesso non democratico, del-la laicizzazione del paese e della sua occidentalizzazione. Erdogan ha costruito attorno a sé un nucleo di pretoriani formato dalla polizia, ha de-capitato i servizi segreti, ha rovesciato le gerarchie milita-ri. I risultati si sono visti. Da una parte quella componente ancora kemalista dell’eserci-to che non digerisce la svol-ta islamista è stata spinta a ribellarsi, dall’altra non ha trovato il sostegno suffi ciente per vincere. Il risultato sarà disastroso, perché adesso ar-riverà un giro di vite e una pulizia dell’esercito che fi ni-rà per rafforzare il Sultano il quale, come si è visto, può contare sul sostegno popolare a Istanbul, la città in appa-renza più occidentale, quella dove è stato a lungo sindaco.

Qual è l’impatto sulla lotta all’Isis? Sappiamo che Erdogan ha giocato su più ta-voli, ha sostenuto più o meno

apertamente il Califfato e poi ha dovuto accettare che i cieli turchi fossero solcati dagli ae-rei americani che bombarda-vano i macellai di Abu Bakr al Baghdadi. Gli americani, di lui, non si fi dano e proprio adesso che la guerra all’Isis si avvia verso la svolta fi nale e il territorio occupato dagli uomini neri viene strappato pezzo per pezzo dagli alleati degli americani in Iraq e dal-le truppe sostenute dai russi in Siria, ci sarebbe bisogno di una Turchia in grado di fare da sostegno e punto di equilibrio, per bilanciare l’infl uenza di Putin da una parte e dall’altra tagliare la strada alla ritirata dell’Isis. Tuttavia, dopo l’Egitto, diffi -cilmente gli Stati Uniti avreb-bero potuto accettare un altro regime militare come baluar-do alla islamizzazione, spiega al Financial Times l’ammira-glio William Fallon che ha a lungo guidato le operazioni in Medio Oriente.

Il golpe con la scia che avrebbe lasciato dietro, dunque, poteva introdurre un serio elemento di instabi-lità. Il suo fallimento peggio-ra la situazione. Washington

e Berlino, alla fine, hanno appoggiato il governo legit-timamente eletto, può darsi che siano stati costretti a far-lo e forse non lo hanno fatto gratis. Vedremo quel che ha concesso Erdogan per salva-re il suo potere. E ciò che ha ottenuto. Una cosa è certa: la repressione in Turchia sarà durissima. Il putsch militare è fallito, ma non per questo ha vinto la democrazia. La lezione da trarne riguarda in qualche modo anche l’Arabia Saudita dove non c’è sentore di golpe, ma dove il cambia-mento al vertice e l’arrivo al potere di una generazione più giovane potrebbe aprire nuo-ve prospettive. Anche perché la crisi petrolifera spinge la monarchia saudita a intro-durre cambiamenti tali da rendere il paese meno dipen-dente dal barile di greggio. L’esito non è scontato e c’è da stare in allerta. Tuttavia ogni scorciatoia, sia essa affi data ai militari o a gruppi all’in-terno della classe dominante, è destinata a fallire. Meglio non provarci nemmeno e ri-partire dal basso, un percorso più lungo, ma forse più dura-turo.

© Riproduzione riservata

DI SIMONETTA SCARANE

Dopo la pronuncia, a giugno, dell’Organizzazione mon-diale della sanità (Oms), adesso è la volta del Cdc,

il centro americano di controllo e prevenzione delle malattie, a emettere il verdetto sul rischio di diffusione del virus Zika durante i Giochi Olimpici di Rio che verran-no inaugurati il 4 agosto. Le pro-babilità sono molto basse, secondo le autorità sanitarie americane: i 350-500 mila visitatori attesi sono soltanto l’1% di tutti i viaggiatori internazionali che si recano nelle zone del mondo dove c’è il virus Zika. Il parere del Cdc arriva dopo che, in primavera, 150 esperti della sanità avevano scritto alla diret-trice dell’Oms, Margaret Chan, sostenendo che mantenendo l’impe-gno delle Olimpiadi a Rio si sareb-be esposto inutilmente all’incirca mezzo milione di turisti al rischio di contrarre il virus che agisce in un modo che la scienza non ha mai vi-sto in precedenza. Con la possibili-tà che l’epidemia diventi endemica. Ora, il direttore del Cdc, Tom Fri-edman, intervistato da Le Figaro, sostiene che non c’è nessun motivo di sanità pubblica per ritardare o cambiare i Giochi, che comunque, ha ricordato, in Brasile si svolgono nella stagione invernale, la meno

favorevole per le zanzare. L’unica cosa, se si vuole, è sconsigliare alle donne incinte di andarci.

Il virus Zika, la cui contami-

nazione è diffi cile da contenere, vie-ne trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti. L’ultimo numero della rivi-sta Science pubblica il risultato dello studio di una équipe di ricercatori dell’Imperial College di Londra che sostiene che «se i paesi non sanno contenere la diffusione del virus e non sanno lottare contro la zanzara che lo diffonde sappiano che l’epide-mia è destinata a scomparire di qui a due o tre anni. E questo perché, è il risultato della loro ricerca, una persona non può essere infettata due volte. E per questo gli scienziati par-lano di immunità collettiva.

In base al modello da loro elaborato sostengono che una

nuova epidemia potrà verifi carsi soltanto fra una decina d’anni con l’arrivo di nuove generazioni che non sono mai state precedentemente in-fettate. Un lasso di tempo congruo per riuscire a metter a punto un vaccino, ha dichiarato a Le Figaro Neil Ferguson, principale autore dello studio. Tuttavia, restano anco-ra diverse questioni aperte intorno a questo virus e alla sua trasmissione e spingono gli scienziati a potenziare le ricerche perché non è da esclude-re, nello scenario peggiore, che l’epi-demia Zika possa diventare endemi-ca in America Latina con focolai di infezione di minore importanza ma più frequenti.

© Riproduzione riservata

GLI SCIENZIATI RITENGONO CHE LA PROSSIMA POTRÀ SOPRAGGIUNGERE TRA UN DECENNIO, MA CI SARÀ IL VACCINO

L’epidemia di Zika è destinata a cessare fra due o tre anni perché una persona non può essere infettata due volte

Questo robot è capace di cammi-nare, di salire e persino di nuota-re sott’acqua. È stato costruito da ricercatori dell’École polytechni-que fédérale di Losanna imitan-do il sistema di locomozione della salamandra (che ha 40 vertebre mentre il robot ne ha solo 11). Lo scheletro, scolpito in 3D, è ani-mato da 27 motori. L’obiettivo è quello di meglio conoscere la lo-comozione dei vertebrati.

COSTRUITO DAI RICERCATORI DELL’ÉCOLE POLYTECNIQUE FÉDÉRALE DI LOSANNA

Un robot che cammina, scala e nuota sott’acqua

Il virus Zika viene trasmesso dalla zanzara Aedes aegypti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 15: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

15Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 LugliP R I M O P I A N O

Delirio a Central Park per trovare un Pokémon raro: era un elettore del Pd.

Filippo Merli

Il putsch dei militari turchi. Un autogolpe.Claudio Cadei

Forse Erdogan sta esagerando

Trecento morti, 3mila militari golpisti arrestati, 53 giudi-ci in manette, 9mila funzionari licenziati, un duro scontro diplomatico con gli Stati Uniti. Mi chiedo: per consolidare la posizione di Erdogan, non sarebbe bastato un semplice referendum costituzionale?

Mario Pagano

Chi non vive a Istambul non può sapere

Chi non vive in Istanbul, non può sapere che il venerdì, per attraversare il ponte sul Bosforo, devi partire tre ore prima per fare cinque chilometri. Tutti i luoghi di perdi-zione e divertimento sono nella parte Europea. Quindi tutti coloro che abitano nella parte Asiatica, affrontano questo viaggio epocale per andare a divertirsi. Chi non vive in Istanbul, non può sapere che tutta la zona centrale della città è abitata solo da professionisti e benestanti. Per intenderci, nessuno ha barbe lunghe che arrivano ai capezzoli o indossa tuniche bianche e papalina. Chi non vive in Istanbul non può sapere che questi con le barbe lunghe e le tuniche bianche e papalina che sono saliti sui carrarmati sul ponte del Bosforo, abitano nella periferia della città (per la cronaca, Istanbul è lunga 175 e larga 60 km, quindi periferia significa anche 45 km dal centro, per iniziare a vedere le persone che sono salite sui carrarmati). Chi non vive in Istanbul non può sapere che questi con le barbe lunghe e le tuniche bianche e papalina che sono saliti sui carrarmati, hanno uno stile di vita molto pacato, chiusi nei locali sotto casa a giocare a backgammon e bere thè e non guardano quasi mai la televisione. Chi non vive in Istanbul non può sapere che dopo che il presidente ha chiesto di scendere in strada alla sua gente, dopo 20 minuti, questi con le barbe lunghe e la tonaca bianca e papalina, con ponte bloccato dai carrarmati, erano già sui carrarmati sventando un golpe. Chi non vive in Istanbul fa bene. Soprattutto di questi giorni.

Paolo De Santis

Un deterrente muscolare

Sui siti web delle principali testate italiane appaiono le foto di centinaia di uomini mezzi nudi legati e accatastati in delle pa-lestre, che sarebbero i soldati colpevoli del fallito golpe militare in Turchia. Non amo il premier Erdogan, e non ho mai apprez-zato in questi anni i suoi modi di fare nè la ri-secolarizzazione del potere turco. Men che meno apprezzo ora la repressione senza se e senza ma che sta facendo e che vede coinvolti milita-ri, giudici, giornalisti e tutti coloro che, anche potenzialmente, sono contrari alle sue idee. Ma se quelle foto, in qualche modo, funzionassero da deterrente? Hai visto mai....

Carlo Olivi

L’etichetta degli attentati

A leggere i giornali e i siti di sinistra sembra che la strage di Nizza, ma lo stesso si potrebbe dire per molte altre stra-gi fatte in precedenza, non abbia nulla a che fare con l’Isis e con il fanatismo mussulmano. Si mettono sotto traccia gli elementi di contiguità con gli ambienti più oltranzisti e si evidenziano a dismisura gli aspetti della personalità di Mohamed Bohulel che sono difficilmente compatibili con un autentico seguace di Allah. Queste testate sembrano obbedire ad un riflesso condizionato per cui i musulmani sono sempre le vittime (dell’imperialismo, del capitalismo ecc) e mai i carnefici. Non sarebbe ora di aprire gli occhi e rendersi conto che il mondo è diverso da come (secondo loro) dovrebbe essere?

Vitale Longo

Riforme ma, sempre, non del tutto

Con l’abolizione delle Province è stata attuata la rivoluzio-ne nell’assetto territoriale del Paese auspicata già dal varo della nostra povera Costituzione. Gli effetti di una riforma raffazzonata cominciano a mostrarsi in tutta la loro dram-maticità. E pensare che sarebbe bastato un semplicissimo articolo di legge. Del tipo: «Il numero dei deputati e dei senatori è ridotto della metà. Il compenso, per entrambi, è tagliato del 50%. Al Senato, la competenza su salute e difesa. Alla Camera, tutto il resto». Non dimentichiamo che, quella di parlamentare, è una carica, non un mestiere. Ecco la spending review: risparmio previsto di 170 milioni all’anno (e, intanto, ecco anche il bicameralismo...).

Leonardo Bruno

INTERVENTI

DI PAOLO SIEPI

I buoni sentimenti sono sem-pre un po’ ridicoli. Ma non è una ragione per averne vergogna. Gabriel Matzneff, Le sabre de Didi. La Table ronde, 1986.

È più una scommessa con se stessi quella di Pierferdinando Casini, Rocco Buttiglione e Lorenzo Cesa, i tre fondatori dell’Udc. Vogliono vedere quanto ancora possono durare sulla sce-na politica nonostante la loro insignifi canza. Da oltre vent’anni galleggiano su zattere di fortuna che s’inventano di volta in volta: Ccd, Cdu, Udc, Unione di centro, Scelta civica ecc. Nessuno, tranne loro, si raccapezza e l’unico punto fermo è che i tre sono lì: inamovibili, immarcescibili, inevitabili. Giancarlo Perna. Libero.

Se io vendessi lacci da scarpe andrebbero di moda i mocassini. Bruno Tinti. Il Fatto.

Se anche tu cominci a credere a ciò che c’è nei giornali, mi disse, allora le cose si mettono male. Pascal Sevran, Tous les bonheurs sont provisoires. J’ai lu.

L’Europa che da dinosauro si trasforma in Leviatano. Che, più si fa grande, più si fa debo-le; più cresce e si estende in dimensione fi sica, più perde forza politica». Giulio Tremonti. (Daniele Manca). Corsera.

Raul Gardini non apprezzava Craxi ma a me era molto vicino. Un giorno eravamo a pranzo, ac-canto alla Scala. Lui, a un certo punto, mi gela: «Ma lei che vuole da me?». E io: «Lo vede quello, è Palazzo Ma-rino, la sede del Comune di Milano. Guardi in che condizioni è». Il giorno dopo, Gardini mi mandò gli operai per rifare la facciata. Paolo Pillitteri, ex sindaco di Milano, socialista. Il Fatto.

Piercamillo Davigo non è più lui. Da presi-dente dell’Anm è stato investito da così tante bufere che ogni sua uscita pubblica ora suona imbarrocchita da distinguo e premesse: sabato ha parlato a un convegno dei Cattolici democra-tici (sarà per questo: era pieno di democristiani) e ogni volta premetteva: «Non penso che tutti i politici rubano, rubano in molti. Non credo sia-no tutti mascalzoni». Filippo Facci. Libero.

Solo l’infelicità è degli uo-mini. La disperazione è di Dio. Gesualdo Bufalino, Diceria dell’untore. Sellerio, 1981.

Autentica. Un padre ha davanti a sé i due fi gli piccoli, seduti al tavolino di un bar. Arriva il cameriere. Il padre verifi ca che cosa ordinare. Indicando, di volta in volta, prima i fi gli e poi se stesso, dice: «Un gelati, due gelati, tre gela-ti. Mi porti tre gelato». Alessandro Bersani. Diario.

Quando ero all’università, prima degli aya-tollah, ogni cosa era bella, felice, in Iran. Ovvia-mente nella mia valutazione bisogna metterci che ero giovane... Ma, in quegli anni, l’Iran era anche un Paese in cui c’era un sistema di wel-fare. E c’era tanto lavoro: chi si laureava sape-va che entro due, massimo tre mesi, avrebbe trovato un buon lavoro. Tutti gli studenti che andavano magari a studiare in un’università straniera tornavano subito dopo la laurea: gli stipendi, per i neo-assunti, erano molto più alti che altrove. Shirin Ebadi, 68 anni, iraniana, in esilio perché perseguitata dal regime, Noble 2003. (Edoardo Vigna). Sette.

Da anni la sinistra mondiale si è occupata unicamente e ossessivamente di dare la caccia a ogni forma di razzismo e di una ridicola ri-cerca di purezza in tutte le questioni di natura etnica. La loro ricerca di una purezza assurda e disumana ha comportato una radicale confu-sione su quel che è un essere umano. Non siamo carini. Non siamo puri. Anche i migliori di noi

hanno degli angoli bui che non devono vedere la luce. Ignorare quelle piccole tenebre signifi ca cercare un impossibile robot. Robert McLiam Wilson, scrittore irlandese. Corsera.

Gli agenti, da Caschetto a Presta, hanno troppo potere in Rai? Il potere degli agenti è sempre legato alla debolezza dei dirigenti, se non alla connivenza. Gli agenti fanno il loro mestiere: «Se vuoi lui, devi prendere pure que-sto e quest’altro…». Ma il coltello dalla parte del manico ce l’ha sempre l’emittente. Anto-nio Ricci, inventore di Striscia la notizia. (Aldo Cazzullo). Corsera.

Al mio editore Angelucci, il fi glio, dissi que-sto, chiaro e tondo: «Non vengo a Libero a fare il maggiordomo di Belpietro. Già è diffi cile scrivere su il Giornale che Berlusconi fa delle sciocchezze (per così dire) fi gurarsi se mi devo far condizionare da un altro direttore. Vittorio Feltri (Salvatore Merlo), il Foglio.

Il calcio a Milano. In mano all’Estremo Oriente. Il fatto vero è che ormai anche l’Europa è piccola, in sé, non c’è mica da scandalizzarsi. Ma la storia di Thohir è interessante. A veder-

lo in tribuna mi pare che stia facendo grandi rifl essioni: forse si era fatto un fi lm un po’ di-verso, sedotto dalla fama del calcio italiano, allora arriva e spinge soldi dentro. E dopo un po’ scopre che il Sassuolo è un problema. Me li immagino ai consigli d’amministrazione in Indonesia: cusa l’è il Sassuolo? Non dicono così ma il senso è quello, Thohir lo vedo perplesso, ma prima o poi si abitua anche lui. Giovanni Trapattoni (Antonio Dipollina). la Repub-blica.

Per celebrare il 160° compleanno di Freud, Google ha creato una bella immagine: il pro-fi lo dello psicoanalista viennese che galleggia sull’acqua come fosse la punta di un iceberg. Il più bel regalo che il disegnatore Kevin Lau-ghlin poteva fare a Freud era proprio quello di rubargli la metafora dell’apparato psichico come iceberg, per ricordarci che ciò che sta sott’acqua è molto più di quello che affi ora. Vittorio Lingiardi. Il venerdì.

Cosa avrebbe detto don Lo-renzo Milani della mia Santa Rita da Cascia interrotta dalla celere nella seconda metà dei 60 a Milano? Mah. Erano interve-nuti i poliziotti di Scelba. Tutti piccoli. Me-ridionali. Poveri. Che a Valle Giulia fossero loro i disgraziati, ebbe il coraggio di dirlo solo Pasolini. Paolo Poli, attore (Malcom Pa-gani). Il Fatto.

La mia canzone preferita è La torre di Fran-co Battiato. Ricordi? «... Si salverà chi non ha voglia di far niente e non sa fare niente». En-rico Pellegrini, avvocato d’affari a NY e romanziere, autore di Ai nostri desideri. Marsilio. (Vittorio Zincone). Sette.

Lo spagnolo di Spagna è una lingua grave e maestosa nella quale abbonda la vocale «a», una lingua intensa, acerba spesso, lin-gua di un uomo che parla a Dio o alla pro-pria anima; e al tempo stesso capacissima di parlare di erotismo con una grazia unica, mai volgare, spessissimo divertente. È una lingua ingegnosa, rude quando vuol esserlo, quasi mai rococò poco disposta a civetterie o leziosaggini. Calo Coccioli, Tutta la veri-tà. Rusconi, 1995.

Passato lui, la piazza rimase vuota; solo le rondini seguitavano a percorrerla volando. Eugenio Corti, Il cavallo rosso. Edizioni Ares.

Ho di me una tale stima che, quando mi lodo, nemmeno ar-rossisco. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

© Riproduzione riservata

PERISCOPIO

alveè scTh

lo in tribuna mifl i i f

Palazzo Ma-no. Guardi in

poli InmmTbl

mGde

Autentica. Ufigli piccoli, sed

quroM

prraGD

È più una scd f d

piccoli. Me-iulia fossero

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 16: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

16 Martedì 19 Luglio 2016 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Opera d’arte distrutta da una 91 enne tedesca che ha riempito una tela dal titolo «Riempila»

Cruciverba diventato intoccabilePulita, per sbaglio, una macchia sul muro di un museo

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Un c r u c i v e r b a è un ’opera d ’arte? Una dentista di 91 anni ha scatenato in

Germania un’antica polemi-ca sull’arte, danneggiando involontariamente un’ope-ra esposta in un museo di Norimberga. Non, come qualcuno sospetta, a causa dell’età «non ci sta più con la testa». Al contrario, per-ché è ancora in piena salu-te. Giorni fa, Hannelore K., accompagnata da una giova-ne amica di 72 anni, Sonja Aschlener, è andata a vi-sitare al Neuen Museum la mostra «Flexus», dedicata al movimento degli Anni Ses-santa per cui le idee in arte contano più dell’arte stessa, o sono un alibi di chi ha idee ma non sa dipingere.

Frau Hannelore giunge davanti all’opera di Arthur Köpke, un grande cruciver-ba lasciato incompiuto, legge il titolo «Fill it!», tira fuori una biro e comincia a riempi-re le caselle bianche. Il Muro di Berlino in inglese? Quat-tro lettere, e lei scrive «Wall». Esatto. Sonja non pensa di fermarla, anzi dirà poi, era ammirata dalla freschezza di Hannelore, e del suo in-glese. Come si sa, le parole

crociate vengono consigliate per tener fresca la mente. E quella della dentista è fre-schissima.

I custodi sono interve-nuti in tempo ad evitare che la visitatrice vandali-ca andasse avanti. Doktor Eva-Christina Kraus, di-rettrice del museo, è fuori di sé, e chiede 80 mila euro per i danni. Hannelore pro-testa: si entra al museo con lo sconto per anziani, e se ne esce in manette, ho ob-bedito all’invito dell’artista.

I lettori del quotidiano loca-le scrivono in sua difesa. La vandala ha paura di dover vendere la sua casa, ma un restauratore ha già cancel-lato le quattro lettere dello scandalo. Molto rumore per nulla? E in Germania i cri-tici tornano a discutere su cosa sia arte.

L’incidente non è il primo. Nel novembre del 2011, al museo Ostwall di Dortmund una donna del-le pulizie ha provocato un danno di 800 mila euro, di-

struggendo in modo irrepa-rabile un’opera di Martin Kippenberger, intitolata «Quando dal soffi tto comin-cia a gocciolare». La donna vede sul pavimento una secchio sporco, e si affretta a pulirlo. Nessun restauro possibile. Il proprietario dell’opera, creata nel 1987, prestata al museo, chiede i danni, l’assicurazione de-nuncia il servizio di sorve-glianza. Il velo di sporcizia era l’opera d’arte. Credo che se ne discuta ancora.

Analogo incidente alla Kunstakademie di Düs-seldorf. Il portiere vede una macchia d’unto su una parete e si affretta a pulir-la. Era l’opera di Joseph Beuys «Fettecke», l’angolo unto in una goffa traduzio-ne. Nel 1982 l’artista aveva scaraventato cinque chili di burro sulla parete dell’Acca-demia, creando la sua opera. La regione della Nord Rena-nia Wetsfalia fu condannata a risarcire il danno con 40 mila deutsche mark, 20 mila euro.

È andata male inve-ce alla vedova dell’artista, scomparso nel 1986, Eva Beuys. Il museo di Kassel, dedicato a suo marito, decise di restaurare un’opera, una cascata di pietre. Le fotogra-

fò e le numerò una per una, per rimetterle al loro posto. Frau Eva protestò, chiedendo i danni: l’opera non era più quella originale, con le pietre disposte dalle mani di Jose-ph. Un po’ esagerata.

Sottile la vendetta di un’altra vedova, Lee Kra-sner, anche lei pittrice e moglie di Jackson Pollock. Nell’agosto del ’56, Jackson muore in un incidente d’auto, e Lee trova tra le sue carte una foto con lui sorridente che tiene in braccio la giova-ne amante, una bruna formo-sa, in costume da bagno, se-duto su una sua opera d’arte, un cumulo di rocce disposto nel giardino della loro casa a Long Island. Lee pianta fi o-ri e cespugli su cumulo, che scompare sotto una coltre verde. Alla morte della ve-dova, la curatrice del lascito rintracciò la scultura sotto i fi ori e le erbacce, e riportò i massi alle luce dopo oltre trent’anni. Mancava una del-le rocce, Lee l’aveva asportata e usata come pietra tombale per Jackson. Non era possi-bile ricomporre l’opera d’arte nella sua completezza senza violare la tomba. Un’estrema prova d’amore o un dispetto estremo. Storie che potreb-bero servire all’avvocato di Frau Hannelore.

© Riproduzione riservata

DI ANGELICA RATTI

Lentamente, ma inesorabil-mente, l’Africa sta diventato un mercato molto interessan-te per la pubblicità. Numero-

si nuovi marchi stanno emergendo e i giganti della comunicazione ne sono alla caccia. In ballo ci sono budget di circa 20-25 milioni di dollari (18-22,5 milioni di euro). Le cifre parlano chiaro: l’Africa ha dalla sua il boom demografico, e oggi è popolata da 1,1 miliardi di abitanti: nel 2050 conterà un quarto della popolazione mondia-le. Inoltre, i paesi all’infuori di quelli dell’Africa del Nord (Marocco, Alge-ria, Tunisia, Egitto) e dell’Africa del Sud dove la pubblicità è già massic-ciamente presente, gli altri, appun-to, stanno aprendo. Gli investimenti pubblicitari sono ancora modesti: 4 dollari (3,6 euro) l’anno per ciascun abitante in Nigeria, 15 (13,5 euro) in Kenya contro i 65 dollari (58,6 euro) in Sudafrica o i 185 in Francia (167 euro). L’Africa del Sud da questo punto di vista viene considerata un mercato simile a quelli d’Europa o dell’America del Nord, ed è la prima acquirente di spazi pubblicitari nei media in Africa (3,7 miliardi di dolla-ri, pari a 3,3 miliardi di euro, circa nel 2016), secondo quanto riportato da Le Figaro, davanti all’Egitto (2,3 mi-

liardi di dollari, circa 2 miliardi di euro). Figu-ra all’ottavo posto nella classifica mondiale. Le grandi reti internazio-nali, principalmente quelle anglosassoni, si organizzano. La bri-tannica Wpp ha fatto la sua prima operazio-ne di grande portata nel 2009. Le insegne come Fcb (Interpublic), Ogilvy o Young & Rubicam sono leader quanto a ricavi. Pu-blicis ha recuperato il ritardo nel 2014-2015 acquisendo The creative counsel group (Tcc) prima rete di marketing operativo del paese con 1.500 dipendenti.

Il mercato del Sudafrica vie-ne spesso percepito dai media come un modello. Con due emuli in particolare: la Nigeria (187 milioni di abitanti) e il Kenya (47 mln) che supereranno ciascuno il miliardo di dollari per gli acquisti di spazi pubblicitari nel 2019 (900 milioni di euro). In Nigeria la televisione è diventata il primo mezzo per la pub-blicità (50% del mercato) davanti

alle affissioni e le street marketing (all’incirca 30%), la radio e i giornali si spartiscono la quota restante degli investimenti pubblicitari. In Kenya è la radio che è predominante con all’incirca il 50% del mercato. Al gruppo presto si aggiungeranno la Tanzania e la Repubblica Democra-tica del Congo, il Cameroun, la Costa d’Avorio, il Senegal. Inoltre, l’urba-nizzazione comincia a massificare i modi di consumo intorno ai mall, i grandi centri commerciali. I grossi gruppi di media, da Vivendi a La-

gardère, sono interessati a en-trare in questo mercato nei pa-

esi francofoni. Havas ha scommesso sulla connes-sione in Africa del gruppo Bollorè che la controlla. La pubblicità arriva dai marchi di alimentari o di telefonia: i giganti come Coca-Cola, Orange o Procter & Gamble co-minciano a comunicare in maniera massiccia. Il gruppo Havas Media Africa ha aperto nel 2009 la sua prima agenzia par-tendo da zero e adesso è ramificata in una ventina di paesi.

I budget sono ancora modesti se confrontati con quelli gestiti dalla società nei paesi occidentali. Qui 150 mila euro è considerato un grosso budget.

Un fattore chiave per la pub-blicità è quella di formare pro-fessionisti del settore. All’inizio dell’anno Wpp, come ha già fatto in Cina e India, ha aperto un’Accade-mia in Africa tra Johannesburg e Nairobi con l’intenzione di formare 600 studenti quest’anno. Havas si è dotato di una Università in Africa che forma ogni anno, in sei mesi, cin-que o sei futuri manager di agenzia in Africa.

È IL SOLO MERCATO CHE CRESCE A ROTTA DI COLLO

I giganti della pubblicità hanno scoperto l’Africa

L’opera di Arthur Köpke che rafi gura un grande cruciverba incompiuto. Si intitola «Fill it» («Riempilo»)cosa che ha fatto la visitatrice Hannelore K., di 91 anni,

che è stata arrestata per vandalismo

La Nigeria supererà il miliardo di dollari per gli acquisti di spazi pubblicitari nel 2019 (900 milioni di euro)

Le pagine di Esterisono a cura di Sabina Rodi

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 17: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

22 Martedì 19 Luglio 2016

Il colosso giapponese hi-tech offre 32,2 mld $ (29,1 mld euro) per la società britannica

Softbank entra decisa su ArmÈ la prima grande proposta d’acquisto nel dopo-Brexit

DI MASSIMO GALLI

Se andrà in porto, sarà la prima grande ac-quisizione avvenuta Oltremanica dopo il

referendum sulla Brexit: il co-losso giapponese Softbank ha messo sul piatto 32,2 miliardi di dollari (29,1 mld euro) per rilevare Arm Holdings, una delle realtà di maggior peso del mondo high-tech britanni-co, specializzata nella proget-tazione di microprocessori per smartphone. Il gruppo nippo-nico pagherà ai soci Arm 1.700 pence per azione (20,24 euro), confermando la distribuzione di un dividendo di 3,78 pence. Softbank ha promesso non solo di mantenere la sede a Cam-bridge, ma anche di raddop-piare i dipendenti nei prossimi cinque anni e di aumentare la forza lavoro all’estero.

L’offerta è stata accettata e raccomandata ai soci da parte del cda di Arm. «È opinione del consiglio che sia un’offerta in-teressante per gli azionisti di Arm perché garantisce già oggi il futuro valore dell’azienda e lo fa in contanti», ha affermato il presidente Stuart Chambers. «Arm è una società fantastica, con un track record di crescita eccezionale. Il consiglio di am-ministrazione ritiene che, tra-mite l’accesso a tutte le risorse che SoftBank offre, Arm sarà capace di accelerare ulterior-mente l’uso delle sue tecnologie nel mondo dell’informatica».

Gli ha fatto eco Masayoshi Son, presidente e a.d. di Soft-bank: «Abbiamo a lungo am-mirato Arm come una società tecnologica di fama mondiale e

molto rispettata, che è leader di mercato nel suo settore. Questa è una delle acquisizioni più im-portanti che abbiamo mai fatto, e mi aspetto che Arm sia un pi-lastro fondamentale della stra-tegia di crescita di SoftBank in futuro».

La transazione, che non è soggetta ad alcuna condizione antitrust o regolatoria, rappre-senta il nuovo corso impresso a Softbank da Son, che ha ri-assunto tutte le deleghe sugli investimenti strategici dopo le dimissioni del suo vice e candi-dato alla successione, Nikesh Arora. Il conglomerato giap-ponese, noto come operatore telefonico ma ora molto attivo anche in investimenti in start-

up, ha raccolto negli ultimi mesi enormi risorse fi nanziarie attraverso alcune dismissioni, con l’obiettivo di proseguire la campagna di espansione e ridurre l’indebitamento. Po-che settimane fa aveva ceduto

azioni Alibaba per un valore di circa 10 miliardi di dollari (9 mld euro) e aveva raggiunto un accordo per la cessione dell’in-tera partecipazione detenuta nel capitale della finlandese Supercell a Tencent, da cui in-

casserà più di 7 miliardi.Arm domina il segmento

dei microprocessori per smart-phone, a partire da quelli degli iPhone di Apple, e conta su un ampio portafoglio di brevetti per sistemi e soluzioni per la connessione di dispositivi elet-tronici.

La borsa ha accolto con en-tusiasmo l’annuncio dell’opera-zione: a Londra Arm Holdings ha messo a segno un balzo del 40,87% a 1.680 pence dopo ave-

re raggiunto un massimo di se-duta a 1.752. Poco mossa invece Softbank (+0,23% a 6.007 yen). Nick James, analista di Numis Securities, attribuisce l’anda-mento alle attese degli inve-stitori per una possibile con-trofferta, magari da operatori del settore dei semiconduttori come Intel e Qualcomm. Ipotesi comunque improbabile, a causa degli insormontabili problemi antitrust.

© Riproduzione riservata

Il referendum sulla Brexit ha fatto crol-lare il valore della sterlina, rendendo le aziende britanniche più interessanti per gli acquirenti stranieri. Eppure, ha assi-curato l’a.d. di Softbank, l’uscita di Lon-dra dalla Ue «non ha infl uenzato la mia decisione di puntare su Arm» e il deprez-zamento della valuta «non ci ha portato alcun sconto».

Il governo d’Oltremanica ha accolto con favore l’operazione che, secondo il cancel-liere dello scacchiere Philip Hammond, rappresenta un’indicazione di quanto il Regno Unito sia aperto al business dopo il voto del 23 giugno: «L’operazione dimo-stra che la Gran Bretagna non ha perso nulla del suo fascino per gli investitori internazionali. La decisione di SoftBank

conferma che la Gran Bre-tagna rima-ne una delle destinazioni

più attraenti a livello globale per gli in-vestitori per creare posti di lavoro e ric-chezza».

A caldo, invece, il neoministro delle fi -nanze Philip Hammond aveva affermato che il governo «non starà fermo a guar-dare mentre le compagnie britanniche vengono spogliate da predatori stranieri». Poi la precisazione: nessuna contrarietà al progetto dopo le rassicurazioni fornite dal gruppo giapponese su investimenti e occupazione.

Meno trionfalistici i toni di Hermann Hauser, fondatore di Arm Holdings, se-condo il quale l’acquisizione è «una con-seguenza non voluta della Brexit. Arm è stata la più grande impresa della mia vita ed è il maggior operatore britannico nel settore tecnologico. Il suo futuro», ha ag-giunto, «avrebbe potuto essere determina-to da un management britannico: invece sarà deciso in Giappone».

© Riproduzione riservata

Londra approva: rimaniamo appetibili

$)37,9,0 +3&56,50 (, %655, , 13)99, (, &9,0/,! *0/(,! 4,'&7! .&5)3,)

13,.) 4, 10440/0 -)++)3) +3&56,5&.)/5) .)/53)4, *03.&/0 46 888",5&-,&0++,",5#.)3'&5, '-,''&/(0

46- 3,26&(30 & ()453& Quotazioni Realtime

TA S S I E VA L U T ECambi

Divisa Valuta/ U.i.c. Var. Cross Euro prec. ass. su $

Quotazioni indicative rilevate dalle banche centrali

LEGENDA TASSI Prime rate. Il prime rate Abi è la media dei tassi ai migliori clienti rilevati tra gli istituti bancari. È rilevato ogni quindici giorni, all’inizio e alla metà del mese. Pil. I tassi di crescita del prodotto interno lordo riportati nella tabella sopra sono rilevati con periodicità trimestrale. Infl azione. È la variazione dell’indice dei prezzi al consumo rilevato ogni mese dall’Istat.

Tassi e dati macro Ultima Prece- Variaz. rilevazione dente assoluta

Preziosi e metalli Den. Let. Den. Let.

Il primo quotidiano

i nanziario italiano

Corona Ceca 27,024 27,04 -0,0160 24,4495

Corona Danese 7,4387 7,4375 0,0012 6,7300

Corona Norvegese 9,3627 9,3183 0,0444 8,4707

Corona Svedese 9,4679 9,4556 0,0123 8,5659

Dollaro Australiano 1,4557 1,4538 0,0019 1,3170

Dollaro Canadese 1,4315 1,4317 -0,0002 1,2951

Dollaro N Zelanda 1,5555 1,5534 0,0021 1,4073

Dollaro USA 1,1053 1,1128 -0,0075 -

Fiorino Ungherese 315,01 314,95 0,0600 284,9995

Franco Svizzero 1,0869 1,0899 -0,0030 0,9834

Rand Sudafricano 15,7685 15,9668 -0,1983 14,2663

Sterlina GB 0,83372 0,83275 0,0010 0,7543

Yen Giapponese 116,82 117,63 -0,8100 105,6908

Zloty Polacco 4,3805 4,4099 -0,0294 3,9632

Tasso uffi ciale di riferimento 0,00 0,15 0,10

Rendistato Bankitalia(lordi) 0,72 0,75 -0,03

Tasso Infl azione ITA -0,40 -0,30 -0,10

Tasso Infl azione EU 0,00 -0,20 0,20

Indice HICP EU-12 100,80 100,60 0,20

HICP area EURO ex tobacco 100,63 100,47 0,16

Tasso annuo crescita PIL ITA 0,95 1,07 -0,12

Tasso di disoccupazione ITA 12,11 11,92 0,19

Tassi DepositiDEPOSITIScadenza Bid Ask

Tassi FraFraScadenza Bid Ask

1 sett -0,45 -0,35

1 mese -0,43 -0,33

2 mesi -0,39 -0,29

3 mesi -0,36 -0,26

4 mesi -0,32 -0,22

5 mesi -0,30 -0,20

6 mesi -0,30 -0,15

7 mesi -0,27 -0,12

8 mesi -0,25 -0,10

9 mesi -0,22 -0,07

10 mesi -0,20 -0,05

11 mesi -0,15 -0,15

12 mesi -0,12 0,03

1X4 -0,327 -0,277

3X6 -0,349 -0,299

6X9 -0,375 -0,325

9X12 -0,390 -0,340

1X7 -0,220 -0,170

3X9 -0,237 -0,187

6X12 -0,257 -0,207

12X18 -0,269 -0,219

12x24 -0,117 -0,067

Preziosi ($ per oncia)Oro 1328,1 1329,1Argento 20,01 20,06Palladio 641,25 647,25Platino 1090,25 1100,25Metalli ($ per tonn.)Aluminium 1659 1658Rame 4939 4938Piombo 1854 1853Nickel 10550 10545

Stagno 17925 17920Zinco 2218,5 2218Monete e Preziosi (quote in €)Sterlina (v.c) 262,41 300,58Sterlina (n.c) 265,51 302,16Sterlina (post 74) 265,51 302,16Marengo Italiano 217,43 242,73Marengo Svizzero 215,11 241,91Marengo Francese 214,05 233,56Marengo Belga 214,05 233,56

BtpBtpScadenza Rendimento

2Yr BTP -0,060

3Yr BTP 0,003

5Yr BTP 0,326

10Yr BTP 1,251

30Yr BTP 2,296

IrsInt. Rate Swap (Euro) Scad. Denaro Lettera Scad. Denaro Lettera

1 anno -0,235 -0,1952 anni -0,250 -0,2103 anni -0,243 -0,2034 anni -0,215 -0,1755 anni -0,161 -0,1216 anni -0,083 -0,0437 anni 0,011 0,0518 anni 0,113 0,153

9 anni 0,214 0,25410 anni 0,307 0,34712 anni 0,466 0,50615 anni 0,631 0,67120 anni 0,755 0,79525 anni 0,787 0,82730 anni 0,789 0,829

Fra: forward rate agreement

con

E

OMI

P

g

in edicola c

DI PROFESSIONISTI

LAVORATORI AUTONOMercati& Finanza

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 18: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

23Martedì 19 Luglio 2016Martedì MERCATI E FINANZAListini europei contrastati. Milano +0,08%. Occhi puntati sulla Bce

Giornata debole in borsaEuro poco mosso a 1,1065 $. Sterlina su

Le borse europee hanno chiuso deboli e contra-state una seduta carat-terizzata dal clima di

attesa per le comunicazioni della Bce attese giovedì. Non sono previsti annunci, anche se gli operatori cercheranno di cogliere eventuali indizi per capire le prossime mosse dell’istituto centrale: gli anali-sti di Bank of America - Merrill Lynch si aspettano novità nel mese di settembre.

A Milano il Ftse Mib è termi-nato in progresso dello 0,08% a 16.762 punti. In Europa po-sitiva Londra (+0,39%), men-tre Parigi ha perso lo 0,34% e Francoforte lo 0,04%. A New York il Dow Jones e il Nasdaq avanzavano rispettivamente dello 0,06% e dello 0,52%. Lo spread fra Btp decennali e Bund tedeschi ha chiuso sta-bile a 133.

L’agenda macroeconomica è stata scarna: l’indice Nahb sull’andamento del mercato immobiliare americano di lu-glio si è attestato a 59 punti, in lieve fl essione rispetto ai 60 di giugno.

A piazza Affari sopra la pari-tà le banche: Unicredit ha gua-dagnato l’1,83%, Mediobanca l’1,71%, B. Popolare l’1,52%, B.P.E. Romagna lo 0,59%, Ubi B. lo 0,36%, Intesa Sanpaolo lo 0,21%, B.P. Milano lo 0,05%. In controtendenza B. Mps (-1,82%). A detta di Davide Marchesin, gestore del team azionario non direzionale di Gam, gli stress test eviden-zieranno una situazione so-lida dal punto di vista della capitalizzazione per le ban-che europee.

In luce Telecom Italia

(+3,2% a 0,694 euro): Medio-banca Securities ha conferma-to la propria visione positiva (outperform, prezzo obiettivo a 1,27 euro) facendo diven-tare l’azione la best pick del settore Tmt italiano. Per gli analisti il titolo è sceso trop-po. Su di giri anche Azimut H. (+2,91%) e Stm (+2,13%). Acquisti su Fca (+1,97% a 6,2 euro): Icbpi ha confermato la visione positiva sul titolo (buy, target price a 11,3 euro) in attesa dei risultati trime-strali che dovrebbero vede-re un netto miglioramento

dell’utile adjusted.Debole il comparto del

lusso: Luxottica ha ceduto l’1,42%, YNap lo 0,87%, Tod’S lo 0,29% e Moncler lo 0,07%. Un analista ha spiegato che l’attentato di Nizza e il ten-tato colpo di stato in Turchia sono alla base della debolezza, che rende più incerti i fl ussi turistici e quindi la spesa nei beni di lusso.

Nel resto del listino in calo Cementir (-1,83% a 3,762 euro): Mediobanca Securities ha evidenziato che la Turchia è storicamente un mercato chiave e rappresenta più del 20% dell’ebitda del gruppo.

Nei cambi, l’euro ha chiu-so poco mosso a 1,1065 dol-lari e 117,13 yen. Sterlina in rialzo a 1,3280 sul biglietto verde.

Per le materie prime, quo-tazioni petrolifere in ribasso: a Londra il Brent cedeva 66 centesimi a 46,96 dollari e a New York il Wti era scambia-to a 45,28 dollari (-68 cent). Vendite sull’oro, che perdeva 2 dollari a 1.328 dollari.

© Riproduzione riservata

Avvio di settimana in picchiata alla borsa di Istanbul dopo il tentativo di golpe verifi catosi vener-dì notte. L’indice Bist 100, arrivato a sfi orare il -9%, a fi ne seduta ha lasciato sul terreno il 7,08%. Se-condo alcuni analisti, dal punto di vista fi nanziario i problemi dovrebbero ri-entrare rapidamente, an-che se non sono chiari il quadro politico e le effet-tive dinamiche alla base dei fatti.

Intanto la lira turca ha tentato il recupero dallo scivolone di venerdì: le notizie del golpe aveva-no innescato il peggior calo dal 2008 sul dollaro. Il biglietto verde ieri era scambiato a 2,9667 lire, mentre venerdì il dollaro era schizzato sopra 3,05. Il vicepremier Mehmet Simsek ha tuttavia esclu-so interventi sul mercato dei cambi. Serhan Go, esperto di Ubs, citato dall’agenzia Dow Jones, ha spiegato che il qua-dro dei mercati turchi dovrebbe stabilizzarsi ra-pidamente e l’epurazione che il governo ha imme-diatamente lanciato, non solo nelle forze armate ma anche nella magistra-tura, potrebbe rafforzare il potere del presidente Erdogan.

Per gli economisti di Intesa Sanpaolo gli ef-fetti finanziari di breve termine del colpo di sta-to dovrebbero essere cir-coscritti, anche alla luce del fatto che la banca centrale ha annunciato di essere pronta ad agire con misure straordinarie per garantire la stabilità finanziaria. «Garantire-mo liquidità sufficiente alle banche senza limiti», ha sottolineato l’istituto. In particolare, il tasso di commissione bancaria sul-la liquidità intraday sarà portato a zero e verranno monitorati attentamente il mercato e i movimenti dei prezzi.

Gli analisti di Rabo-bank si aspettano che la lira rimanga volatile nei prossimi giorni e che ab-bia un andamento infe-riore rispetto alle valute degli altri paesi dell’Eu-ropa centro-orientale, del Medio Oriente e dell’Afri-ca. Nel medio e lungo ter-mine, invece, se venissero meno lo stato di diritto e le garanzie democratiche, ciò porterebbe a un defl us-so di capitali e il cambio dollaro-lira potrebbe chiu-dere l’anno sui massimi storici.

© Riproduzione riservata

FINO A -9%

Il listino turco

affonda

Le conseguenze del re-ferendum sulla Brexit resteranno limitate per l’economia tede-

sca, che continua a crescere: lo scrive la Bundesbank nel bol-lettino mensile, dove si legge che la Germania «continuerà a espandersi fortemente» nel terzo trimestre. Dopo il rallen-tamento accusato fra aprile e giugno, il trend rimane dunque favorevole: i principali fattori della ripresa (mercato del lavo-ro, retribuzioni e politica fisca-le espansiva) «restano intatti». Inoltre il persistente sentimen-to positivo tra le imprese e i consumatori indica che il ral-lentamento del secondo trime-stre è solo temporaneo. Il pil te-desco è cresciuto dello 0,7% nel primo trimestre e per il secon-do è atteso un rallentamento. Quanto all’intero 2016, le stime della banca centrale parlano di una crescita dell’1,7%.

Intanto l’istituto ha reso noti i dettagli di una proposta di ri-forma della governance dell’Eu-rozona, al fi ne di aumentare la stabilità fi nanziaria. Si preve-de che i costi di future crisi del debito nell’Eurozona ricadano sui governi in diffi coltà e sui loro creditori piuttosto che sui risparmiatori degli altri paesi membri. In particolare, si pro-pone di dare nuovi poteri al

Meccanismo europeo di stabi-lità (Esm), che ha un fondo di salvataggio di 500 miliardi di euro, cambiando i termini dei contratti per i bond governa-tivi.

La Bundesbank teme che gli accordi ad hoc stipulati per combattere le crisi del debito non siano suffi cienti a sradicare i rischi per la stabilità fi nanzia-ria. Ecco perché va rafforzata l’abilità dell’Eurozona nell’af-frontare futuri shock, anche in assenza di un accordo che si muova verso l’unione fi scale e politica completa. All’Esm van-no assegnati nuovi poteri per accelerare qualunque ristrut-turazione del debito, rendendo il processo più trasparente. Do-vrebbe inoltre sovrintendere ai budget governativi e rafforzare le regole fi scali: compiti che at-tualmente ricadono sulla Com-missione Ue.

Viene poi riproposta la clau-sola per la quale, nel caso in cui un paese richieda aiuti all’Esm, i contratti sui bond governati-vi estendano automaticamente la propria maturità di tre anni. Questo aumenterebbe la poten-za di fuoco del meccanismo, poiché posticiperebbe il paga-mento degli obbligazionisti e gli investitori sosterrebbero la maggior parte dei costi.

© Riproduzione riservata

Buba: la Brexit ha un impatto limitato

La Germania cresce ancora

SECONDO FITCH

Tokyo valuta nuovi stimoli fiscali

È possibile che il Giappone metta in campo ulteriori mi-sure di stimolo dopo la vittoria del partito del premier Shinzo Abe: lo dicono gli analisti di Fitch, secondo i quali, sebbene sia improbabile che l’adozione di queste riforme implichi una modifi ca del merito di credito di Tokyo, ricorrere a nuove misure potrebbe minare le fi -nanze pubbliche. Se il gover-no e la sua coalizione hanno rafforzato il loro mandato, non è chiaro in quale modo l’ese-cutivo sfrutterà il suo nuovo incarico politico e legislativo.

La prospettiva di un conso-lidamento fi scale più veloce sembra comunque remota. Prima del voto, il governo del Sol levante aveva annunciato che avrebbe ritardato il rialzo dell’Iva dal 2017 al 2019 men-tre, secondo i media, l’esecuti-vo ha già elaborato un piano di stimoli fi scali. In ogni caso è improbabile che una misura una tantum abbia un effetto significativamente negativo sul rating del Giappone.

Sul fronte monetario gli analisti si aspettano un ulte-riore taglio dei tassi quest’an-no, ma resta incerto in che misura un simile intervento riuscirà a sostenere la crescita e a far salire l’infl azione.

© Riproduzione riservata

PIL A +6,6%

S&P alza le stime sulla Cina

Standard & Poor’s ha alzato le stime di crescita della Cina per quest’an-no e per il 2017 dopo il rialzo del pil, più forte delle attese, avvenuto nel secondo trimestre (+6,7% rispetto al +6,6% del consenso). Ora l’agen-zia di rating prevede una crescita del prodotto in-terno lordo di Pechino del 6,6% quest’anno e del 6,3% il prossimo: con un incremento, in entrambi i casi, di 0,25 punti per-centuali. La stima per il 2018 è invece stabile a +6%.

«Le nostre previsioni più alte non significano, però, che riteniamo che lo stato di salute dell’eco-nomia cinese sia miglio-rato», puntualizza Paul Gruenwald, capo econo-mista per l’Asia-Pacifico di Standard & Poor’s. «Anche se riteniamo che la probabilità di una cor-rezione nel breve termi-ne sia bassa, tale rischio continuerà ad aumentare nel tempo se il modello di crescita del pil basata sul credito non verrà corret-to».

© Riproduzione riservata

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 19: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

24 Martedì 19 Luglio 2016 MERCATI E FINANZA

Exxon Mobil ha presentato un’offerta per acquisire InterOil superiore alla proposta avanzata da Oil Search: lo ha annunciato quest’ultima, preci-sando che la major americana ha avanzato una proposta integralmente in azioni da 45 dollari per ogni titolo InterOil, con l’opzione di effettuare un pagamento in contanti in caso di successo nelle attività di esplorazione del giacimento Elk-Antelope.

Grecia. L’Unione europea e Atene raggiungeranno un accordo sul debito entro la fi ne dell’anno: lo ha detto il commissario Ue agli affari economici, Pierre Moscovici.

Popolare Bari. Il cda ha deliberato all’unanimità la fusione per incor-porazione di Banca Tercas e Banca Caripe. L’effi cacia giuridica decorreva da ieri.

Atlantia. Il Telepass arriva in Polo-nia: dal 20 luglio l’apparato Telepass

Eu, già interoperabile in Francia, Spa-gna, Portogallo, Italia e Belgio, sarà compatibile con il sistema di pedaggio dell’autostrada Cracovia-Katowice.

Hapag-Lloyd ha tagliato le linee gui-da per l’esercizio 2016, a causa del calo dei noli e dei costi legati alla fusione con Uasc. L’operatore tedesco prevede un «calo chiaro» dell’ebitda e dell’utile operativo nel secondo trimestre e un successivo recupero nel mese di luglio «insuffi ciente e non sostenibile». Il taglio è stato determinato anche dai costi una tantum legati all’operazione di fusione con United Arab Shipping di Dubai.

Arabia Saudita. La compagnia nazionale di trasporto e l’Arab Pe-troleum Investments Corp. (Apicorp) hanno lanciato un fondo comune da 1,5 miliardi di dollari per acquistare 15 grandi petroliere. L’operazione av-verrà in tre fasi e la durata del fondo sarà decennale. Apicorp contribuirà

per l’85% al fondo e la compagnia nazionale il restante 15%. Fondata nel 1978, la compagnia nazionale di trasporto possiede 83 navi, fra cui 36 Very Large Crude Carriers.

Hasbro ha registrato nel secondo trimestre un utile netto di 52,1 milio-ni di dollari, contro i 41,8 mln di un anno prima. L’utile per azione è salito da 33 a 41 centesimi, 2 in più rispetto alle stime del consenso. I ricavi sono cresciuti del 10% a 878,9 milioni.

Wacker Chemie, società chimica tedesca, prevede per il secondo tri-mestre un ebitda adjusted superiore alle attese del mercato a 295 milioni di euro.

Charles Schwab ha registrato nel secondo trimestre un utile netto di 452 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 353 mln dello stesso periodo del 2015. I profi tti per azione sono saliti da 25 a 30 centesimi.

BREVI

Telefono 02/58219.1 - e-mail: [email protected]

I fatti separatidalle opinioni

Direttore ed editore:

Paolo Panerai (02-58219209)

Direttore ed editore associato:

Pierluigi Magnaschi (02-58219207)

Condirettore: Marino Longoni (02-58219207)

Vicedirettore: Sabina Rodi (02-58219339)

Capo della redazione romana: Roberto Miliacca (06-6976028); Caporedattore: Gianni Macheda (02-58219220).Impaginazione e grafica: Alessandra Superti (responsabile)ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Litosud via Aldo Moro 2, Pessano con Bernago (Mi) - Roma, Litosud srl, via Carlo Pesenti 130 - Catania, Società Tipografica Siciliana Spa, Catania, Strada 5ª n. 35 Concessionaria esclusiva per la pubblicità:

Class Pubblicità SpADirezione Generale: Milano, via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522Sede legale e amministrativa: Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1Class Roma: Roma, Via C. Colombo 456 - tel. 06 69760887 P r e s i d e n t e : A n g e l o S a j e v a . Vicepresidente: Gianalberto Zapponini. Vicedirettore Generale New Business Iniziative & Eventi Speciali: Francesco Rossi. Vicedirettore Generale Stampa e Web Business & Luxury: Stefano Maggini; Vicedirettore Generale TV Indoor & Moving TVConsumer: Giovanni RussoPer informazioni commerciali: [email protected]: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 58219283.Tariffe abbonamenti ItaliaOggi: Euro 320,00 annuale, estero euro 900 annuale: Abbonamento estero via aerea.ItaliaOggi - Registrazione del tribunale di Milano n. 602 del 31-7-91 - Direttore responsabile: Paolo Panerai.Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250.

Accertamento Diffusione Stampacertifi cato n. 8163 del 06/04/2016

A.S.M. VOGHERA S.p.A. AVVISO DI RETTIFICA

OGGETTO : SERV IZ IO D I RACCOLTA DIFFERENZIATA CON MODALITÀ PORTA A PORTA DEI RIFIUTI DI CARTA E CARTONE - CODICE CER 20.01.01. DELIBERA N. 26/01 DEL 15/03/2016.! Il termine per il ricevimento delle richieste

di documenti o per l’accesso ai documenti scadrà alle ore 12.00 del giorno 30/08/2016 anziché il 13/07/2016.

! Il termine per il ricevimento delle offerte o delle domande di partecipazione scadrà alle ore 10.00 del giorno 06/09/2016 anziché il 20/07/2016.

! L’apertura delle offerte sarà alle ore 10.15 del 06/09/2016 anziché il 20/07/2016.

Tutta la documentazione è scaricabile dal sito www.asmvoghera.it

Il Direttore Generale Ing. Stefano Bina

AZIENDA TRASPORTI VERONA SRL (ATV SRL)AVVISO DI OFFERTA AL PUBBLICO

ATV (Azienda Trasporti Verona) SRL, Lungadige Galtarossa n. 5, 37133 Verona, tel. 045.8057811, fax 045.8057800 rende noto che intende indire una procedura concorsuale per l’affidamento della fornitura di dispositivi elettronici atti al rinnovo e controllo di titoli di viaggio (biglietti e abbonamenti, entrambi contact-less), alla vendita di titoli di viaggio (contact-less e cartacei), unitamente al servizio di assistenza all’installazione e manutenzione quinquennale.Valore indicativo del contratto di fornitura e manutenzione accessoria: euro 250.000,00.Per eventuali informazioni, è possibile rivolgersi all’Ufficio Acquisti - tel.: 045.8057859.Gli operatori economici interessati, che abbiano già esperienza nella fornitura di terminali di bigliettazione elettronica, devono far pervenire la propria manifestazione di interesse, in forma libera, tramite PEC all’indirizzo [email protected] entro le ore 13,00 del 5 agosto 2016.IL DIRETTORE GENERALE DI ATV SRL (dott. Stefano Zaninelli)

1BB8?< 48 71>1 5?=5>8@1AN NRKSVQF HMJ PF LFVF QJINFRXJ TVSHJIYVFFTJVXF VJPFXNZF FPP`FKKNIFQJRXS IJP WJVZN¥NSIN HSRKJVNQJRXS IJN VNKNYXN 68@ *.)*)/' 6:9//2*/*)5-)% IN HYN FP GFRIS TYGGPNHFXSFPPF 9C@: R_ .. NR IFXF */&).&+)*/% ] WXFXFFLLNYINHFXF NR IFXF +-')/'+)*/'4LLNYINHFXFVNS3 A8@CA= A>4 IN DJVIJVNS:RKJVNSVJ ";6# TJV YR NQTSVXS TVJWYRXS INWJVZN¥NS IN a *1/'-0.%)) $ :D4'

:; 7:@8BB=@8 98<8@4;88OK% 1OTPOMP 3FQPXXF

BMF 3FRFVFKKMP )-&F)'/*) 4ISMP ":2#

@IN% '*-))),( JFW '*-)+/)0''

759?81 1:285;@5?>9

?YJWXS 8RXJ NRINHJ LFVF% QJINFRXJTVSHJIYVF FTJVXF HSR FLLNYINHF¥NSRJ FKFZSVJ IJP TVJ¥¥S TJV P!FKKNIFQJRXS IJPWJVZN¥NS IN WSQQNRNWXVF¥NSRJ IN PFZSVSXJQTSVFRJS' 7YVFXF WJVZN¥NS3 QJWN *1':QTSVXS HSQTPJWWNZS IJPP!FTTFPXS3a 1))')))%)) SPXVJ :D4' BJVQNRJ VNHJ¥NSRJSKKJV XJ3 *+')1'+)*/ SVJ *+'))'7SHYQJRXF¥NSRJ NRXJLVFPJ INWTSRNGNPJ WY[[['PNRIFWTF'NX'

;!FQQNRNWXVFXSVJ YRNHS7UMHP 91 @<>>5

1BB8?< 48 71>1 Z 387 C-.)-''(.02D

@IN% '/,0,'(.0 $ 6FW '/,0,'-/*/

98;41 ?%=%1%38@@Y ?1;@!1;759<

?YJWXS 8RXJ NRINHJ LFVF% QJINFRXJ TVSHJIYVFFTJVXF HSR FLLNYINHF¥NSRJ F KFZSVJ IJPP!SKKJVXFJHSRSQNHFQJRXJ TN^ ZFRXFLLNSWF TJVP!FKKNIFQJRXS IJP WJVZN¥NS IN GVSOJVFLLNSFWWNHYVFXNZS TJV P`CRNSRJ BVJWNRFVS AJHHMNF JTJV N 6SQYRN IN 5FNWS% 6FWFPLVFRIJ% @YGNJVF%AHFRINFRS J DNFRS' ;`NQTSVXS HSQTPJWWNZS%RSR WSLLJXXS F VNGFWWS% ] TFVN a +20'1,)%2-HSQTVJRWNZS IJPPF JZJRXYFPJ VNTJXN¥NSRJ IJNWJVZN¥N FRFPSLMN TJV YPXJVNSVN FRRN , J UYNRINHSR WHFIJR¥F ,)()2(++' BJVQNRJ VNHJ¥NSRJSKKJVXJ3 *)')1'*/ SVJ *+' 7SHYQJRXF¥NSRJNRXJLVFPJ INWTSRNGNPJ WY [[['XVJWNRFVSWJHHMNF'NX

@JWT' IJPPF 6JRXVFPJ CRNHF IN 6SQQNXXJR¥F4PTT%SSF ;FHMF >UJJMOM

1BB8?< 48 71>1387 C--/*,,+**4D

*,.,-0/0 "&## ('%$&' ! )+1 "&## ('%$&(

AOMPOI @RISMOFRP?IGGLMF Z 3%A%3%

ASUR MARCHE – AREA VASTA 1 ESTRATTO BANDO DI GARA – FORNITURE

Ente Appaltante: Azienda Sanitaria Unica Regionale - Via Oberdan 2 - I-60122 Ancona Italia. UOC Patrimonio, Nuove Opere e Attività Tecniche dell’Area Vasta 1 tel. 0721.193.2704 /2855-2622, fax 0721.193.2346. Oggetto della gara: procedura aperta per la fornitura di n. 12 ambulanze di tipo “A” soccorso avanzato per le esigenze operative del Dipartimento Emergenza /Urgenza – Centrale Operativa 118 dell’Area Vasta 1 CIG 674954900A; Quantitativo o entità totale: l’importo complessivo è pari ad € 1.260.000,00 Iva esclusa. Verranno escluse offerte superiori agli importi fissati a base d’asta, come meglio specificato nel disciplinare di gara. Criteri di aggiudicazione: il prezzo non è solo criterio di aggiudicazione e tutti i criteri sono indicati solo nei documenti di gara. Si procederà all’aggiudicazione anche in caso di un’unica offerta valida. Termine e luogo presentazione offerte: entro e non oltre le ore 13:00 del 25/08/2016 al Protocollo dell’Area Vasta 1 Via S. Ceccarini, 38 – 61032 Fano, pena l’esclusione. Per quanto non previsto dal presente estratto si rinvia al bando integrale di gara e alla documentazione di gara disponibile sul sito www.asur.marche.it Data spedizione del bando integrale di gara alla G.U.U.E: 08/07/2016. Il Responsabile Unico del Procedimento è: ing. Rodolfo Cascioli.Fano, lì 08/07/2016.

Società BRIANZACQUE SrlMonza (MB)

AVVISO APPALTO AGGIUDICATO

* * * * *1. Ente appaltante: Brianzacque Srl – Viale

E. Fermi n. 105 – 20900 MONZA (MB) - telefono n. 039/262301 – telefax n. 039/2140074 – sito www.brianzacque.it;

2. Procedura di aggiudicazione: Procedura aperta ai sensi dell’art. 3, c. 37 e art. 55, c. 5, del D.Lgs n. 163/2006;

3. Oggetto del servizio: Affidamento del servizio assicurativo per “perdite idriche occulte”;

4. Codice identificativo gara (CIG) n. 666174268AE5. Data di aggiudicazione def ini t iva

dell’appalto: 13 maggio 2016;6. Criteri di aggiudicazione dell’appalto: Offerta

al prezzo più basso, ai sensi dell’art. 82 del D.Lgs 163/2006;

7. Numero di offerte ricevute: 2 (due); 8. Società ammesse: 1 (uno);9. Nome ed indirizzo dell’aggiudicatario: GENERALI

ITALIA S.p.a., con sede in Mogliano Veneto (TV), via Marocchesa n. 14 – Agenzia di Mazara del Vallo;

10. Ribasso offerto: 25,00%;11. Importo di aggiudicazione: €. 900.000,00

imposte governative incluse;12. Durata dell’appalto: Per mesi 36 (trentasei)

con possibilità di proroga per pari periodo alle medesime condizioni;

13. Data di spedizione del presente avviso alla GUCE: 5 luglio 2016;

14. Responsabile del procedimento: Pietro Faragò.Il PresidenteEnrico Boerci

ESITO DI GARA - ESTRATTO

A seguito di esperimento di procedura aperta ex art. 55 c. 1 del D.Lgs. 163/06, con ricorso al criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/06, la Centrale di Committenza Unione del Cusio e del Mottarone, con verbale PROT. n. 658 del 24/06/2016, ha aggiudicato definitivamente l’appalto per la progettazione ed esecuzione dei lavori di “Realizzazione di nuovo asilo nido comunale previa demolizione di fabbricato esistente” per il Comune di Gravellona Toce alla ditta GRUPPO TECNOIMPRESE Srl - Sede Legale in Via Guicciardini, 3 – 10121 TORINO, C.F. e P.IVA 02295610014, che ha offerto il ribasso percentuale offerto del 22,47%, corrispondente all’importo di aggiudicazione di € 1.122.210,63 (di cui € 1.082.431,09 per lavori, € 24.421,95 per oneri da progettazione ed € 15.357,59 per oneri per la sicurezza), oltre IVA e oneri di legge.L’avviso integrale dell’esito di gara è pubblicato sulla GURI ed è disponibile sul sito www.cmduelaghimottaronestrona.it

Omegna, 30/06/2016

IL FUNZIONARIO INCARICATO DELL’UNIONEF.to Arch. Domingo Tommasato

Azienda Speciale Multiservizi “Chieti Solidale”Via G. M. Mazzetti n. 18

66100 CHIETI

Avviso di concorso pubblico per titoli ed esami

per l’assunzione del Direttore L’Azienda Speciale Multiservizi Chieti Solidale ha indetto un pubblico concorso per titoli ed esami per l’assunzione del Direttore dell’Azienda, qualifica di Dirigente inquadrato con Contratto Nazionale Dirigenti Confservizi - Federmanager sottoscritto il 18/12/2015 e successive integrazioni. Le modalità di partecipazione e la documentazione da produrre sono indicate nel bando integrale affisso all’albo pretorio del Comune di Chieti, sul sito web dell’Azienda www.chietisolidale.it e sul sito del Comune di Chieti www.comune.chieti.gov.it . La domanda con la documentazione da produrre dovrà pervenire entro le ore 13.00 del trentesimo giorno successivo a quello della data di pubblicazione del presente bando sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana – IV Serie Speciale. Qualora in trentesimo giorno ricada di festivo intendendosi tale anche il sabato, il termine sarà fissato al primo giorno lavorativo successivo. Per ulteriori informazioni rivolgersi all’Amministrazione dell’Azienda Speciale Multiservizi “Chieti Solidale”, via G.M. Mazzetti n. 18 – 66100 Chieti – telefono 0871-349388.

Il Direttore dell’Azienda f.f.(Dr. Angelo Romano)

)<7<8:?=9@0?;;?@67!=>8:=/::/=?@?@0?<@4=>819=:<5=933?0<:9=>:9@67:?==?*<97>;?@1?=@;?@22(55(@1?=@;>@%>"1>7<>+@<;@)9;<8?+@;>@5/*;<>@?@;>@&>8<;< >:>Vd[deMd`^_c]de[be>cYa]beVZBZOZe[beMc¥d_^ceCeVUDeVZBZOZeHe6bceMd¥c_de*c^^b¥^be`ZeWLe(eGWWTTeMc¥d_^c

7d]ZeTGNH+FFGHNWeYdX8eaaYYZXc¥d_^c)YdXZKb^ZRaPZb^eCedKcb]8eYd_¥a`c]dZ`aXd)Kb^ZRaPZb^V7O!@A>4eB>@MOeOEEO-7O>74

4`^de[d]dRc^ae[c]]<OQbd`[ceA¥Yd[c]bd_ce[beMc¥d_^ceVc`^<O``cedeVc`eVdDc¥^bc`aMa`Pd`Qba`deVZBZOZe`ZeHHLe[d]eTIZTIZNTWI

'-4,.442 @'- 642 @$ 6 @#.,.

Vbe_d`[de`a^aSeb`ea^^dKYd_c`Qcece2Uc`^ae[b¥Ya¥^ae[c]]=c_^ZeLLSeXaKKceIede;Se[d]e:Ze-R¥Ze`ZeWLH+NTTLede¥ZKZbZSeX3d2Ud¥^aeE_aPPd[b^a_c^ae@`^d__dRba`c]deYd_e]deAAZEEZeYd_e]ceMcKYc`bcSeb]e0a]b¥dSe]ceEUR]bcede]ce*c¥b]bXc^cSeVd[deMd`^_c]d[be>cYa]bSeVZBZOZe[beMc¥d_^cSe3ced¥Yd_b^aeY_aXd[U_cecYd_^ceb`e[c^ceWGZWNZNTWIede¥UXXd¥¥bPde¥d[U^deYd_e]=cJJb[cKd`^a[d]e1Vd_PbQbae[beYU]bQbcede¥c`bJbXcQba`de[d]]dec_ddea¥Yd[c]bd_dede¥d_PbQbeb`^dR_c^beYd_e]de¥^_U^^U_de[d]]<OQbd`[ceA¥YdC[c]bd_ce[beMc¥d_^ce1VZeO``cedeVZeVdDc¥^bc`aeYd_e]ce[U_c^ce[bec``beWe/U`a.,eCeeM@58eLH;F?N?I:FeMa`e:dX_d^aeE_aPCPd[b^a_bc]de`ZeNTH?Ne[d]eWHZTLZNTWLee'ee¥^c^ce[bX3bc_c^ce]=cRRbU[bXcQba`de[dJb`b^bPceXa`eedJJbXcXbce[d]]=cJJb[cKd`^a[d]e1Vd_PbQbae[beYU]bQbcede¥c`bJbXcQba`de[d]]dec_ddea¥Yd[c]bd_dede¥d_PbQbeb`^dR_c^beYd_e]de¥^_U^^U_de[d]]<OQbd`[ceA¥YdC[c]bd_ce[beMc¥d_^ceVZeO``cedeVZeVdDc¥^bc`aeYd_e]ce[U_c^ce[bec``beW/U`a.,eCeM@58eLH;F?N?I:Fec]]ceVaXbd^%e:U¥¥Kc``Vd_PbXdeVZ_Z]ZSeXa`e¥d[de]dRc]deb`e0b]c`aec]]ce6bceVc`e5_dRa_bae`ZeIISeMZ"ZedeEZ@6OeTTWNFWFTNWWSeYd_eU`ebKYa_^aXaKY]d¥¥bPae[be9ZeNZTWWZIWNSGFSe[beXUbe9ZeWW;Z;ITS?LeYd_eb]eXa¥^aec``Uae[d]e¥d_PbQbaec]e`d^^ae[d]e_bDc¥¥aeaJJd_^a[d]]<GLSTN Se9ZeWHZLTTSTTeYd_ea`d_be[be¥bXU_dQQce`a`e¥aRRd^^bece_bDc¥¥aed[e9ZeWZGGTZWLWSGGeYd_eb]eXa¥^ae[d]eYd_¥a`c]d`a`e¥aRRd^^aece_bDc¥¥aZe5]beb`^d_d¥¥c^beYa¥¥a`aeY_d`[d_dePb¥ba`de[dbe6d_Dc]be[beRc_ceY_d¥¥ae]=BJJbXbaeRc_de[be2Ud¥^ceV^cQba`deB`bXceOYYc]^c`^dZ

6;@5=933?0<:9=?@ 0//*2"(&*2$1//0.102#-)1'-.+-2!,+,.1%0

)<7<8:?=9@0?;;?@67!=>8:=/::/=?@?@0?<@4=>819=:<5=933?0<:9=>:9@67:?==?*<97>;?@1?=@;?@22(55(@1?=@;>@%>"1>7<>+@<;@)9;<8?+@;>@5/*;<>@?@;>@&>8<;< >:>Vg^ghTg`cafbgh^ehBf¥dbehV_F_Q_h^ehTf]gacfh@hVZ=hV_F_Q_hRhhhhh9efhTg]fagh1fcce]ceh`_hWNh!hDWWYYhTf]gacfh>gb_hYDIR4JJDRIWh

¥g[:hdd¥¥_[f]gacf,¥g[_Sec_XdP_ech@hgSfeb:h¥ga]d`fbg_`d[g,Sec_XdP_ecV>Q%H<B0hFBHTQhQGGQC>QB>0

0`cgh^gbgXfcdh^fbbEQ_V_C_h^ehTf]gacfhTd`Pg`Med`ghV_F_Q_h`_hILYh^gbhWJ_YW_IYWK'-4,.442@'-642@$6@#.,.

Vehag`^gh dcdUhe`hdccgS¥gaf`Mfhfh.Zf`cdh e]¥d]cdh fbb6fac_hNNUh[dSSfhKhghLUh gbh+_hCX]_h _hWNR4IYYNhgh]_S_e_Uh[Agh.Zg]cdhGadP@Pg^ecdafcdhH`cgaagXed`fbgh¥gahbgh<<_GG_h¥gahbfhTfS¥f`efUhebh&dbe]gUhbfhGZXbefhghbfh1f]ebe[fcfUhVg^ghTg`cafbgh^ehBf¥dbeUhV_F_Q_^ehTf]gacfUhAfhg]¥gaecdh¥ad[g^Zafhf¥gacfhe`h^fcfhWI_YW_IYWNhgh]Z[[g]]ePgh]g^Zcgh¥gahbEfOOe^fSg`cdh^gbh7VgaPeMedh^ehXg]ced`ghgSf`Zcg`Med`ghda^e`faefhgh]cafda^e`faefhce¥dh7?Zbbh/e])8h^gbbghf¥¥fag[[AefcZaghgbgccadSg^e[fbeh^gbbEQ_V_C_h^ehTf]gacf8h¥gahbf^Zafcfh^ehf``ehWh3Z`d2h@hTH5:hNRJNLKY?TK_hTd`h+g[agcdhGadPPg^ecdaefbgh`_hIRLYKh^gbhWW_YL_IYWNh$h]cfcfh^e[Aefafcfhb6fXXeZ@^e[fMed`gh^gOe`ecePfh[d`hhgOOe[f[efh^gbb6fOOe^fSg`cdh^gbh7VgaPeMedh^ehXg]ced`ghghSf`Zcg`Med`ghda^e`faefhgh]cafda^e`faefhce¥d7?Zbbh/e])8h^gbbghf¥¥fag[[AefcZaghgbgccadSg^e[fbeh^gbbEQ_V_C_h^ehTf]gacf8h¥gahbfh^Zafcfh^ehf``ehWh3Z`d2h@hTH5:hNRJNLKY?TKfbbfhVd[egc(h*_T_h*<VGH>QChT<BVFC>HB5hV_¥_Q_Uh[d`h]g^ghbgXfbghe`h1fX`dhfh/e¥dbeh3?H2hfbbfh9efhV[dbPeX`gh`_hNY4WUhT_?_ghG_H9QhYRYWYRDYJDLUh¥gahZ`heS¥dacdh[dS¥bg]]ePdh^eh-_hW_RDL_K;RURNUh^eh[Zeh-_hW_RDL_K;RURNh¥gahebh]gaPeMedh¥d]cdhfh=f]gh^eXfafhfbh`gccdh^gbhae=f]]dhdOOgacdh^gbhRIUK; hg^h-_hJY_YYYUYYh¥gahd`gaeh¥gahbEfccZfMed`gh^geh¥ef`eh^eh]e[ZagMMfh`d`h]dXXgccehfae=f]]d_hH`h¥face[dbfagUhbfh¥ag^gccfhVd[egc(hAfh[d`]gXZecdhebh¥Z`cgXXedhcdcfbgh^eh;WUYYh¥Z`ceh]ZhWYYUh][fcZag`ceh^fbbfh]dSSfh^gb¥Z`cgXXedh eh[ZehfbbEdOOgacfhcg[`e[fhJJh¥Z`ceh]ZhWYYhgh gbh¥Z`cgXXedh eh[ZehfbbEdOOgacfhg[d`dSe[fhJLh¥Z`ceh]ZhWYY_h5behe`cgag]]fceh¥d]]d`dh¥ag`^gaghPe]ed`gh^geh9ga=fbeh^ehXfafh¥ag]]dhb6FOOe[edhXfagh^eh.Zg]cfhVcfMed`ghF`e[fhQ¥¥fbcf`cg_

6;@5=933?0<:9=?@ 0//*2"(&*2$1//0.102#-)1'-.+-2!,+,.1%0

(<7<8:?=9@0?;;?@67*=>8:=/::/=?@?@0?<@4=>819=:<5=933?0<:9=>:9@67:?==?)<97>;?@1?=@;[email protected].@1?=@;>@$>!1>7<>'@<;@(9;<8?'@;>@5/);<>@?@;>@%>8<;< >:>

Pd¥deNd]a_c^de¥beAcY`^beeeeeeePZDZKZe¥beNc[d_ace<ePW>ePZDZKZeM:bceNd[c_de)caab[abe]ZeTJe&eGTTVVeNc[d_ace;d^ZeVGLM.99GMLT

YdX7e``YYZXc[d_ac(YdXZRbaZU`QZbaeedRcb^7eYd_[`]c^dZ]`Xd(RbaZU`QZbaP;K!E3A+eDAENKeKFFK8;KA;+

&829;6959!724;6755+,:.:%:;60;-7"9 27;;;;;;-48#98*0489;.:$:,:;8:;/'3;695;1):31:/31(&,4+-442 @&, 642 @# 6 @"-+-

Pbe_d]¥de]`a`Seb]e`aadRYd_c]Hcece5Wc]a`e¥b[Y`[a`e¥c^^?c_aZeJJSeX`RRceIedeCSe¥d^e*Ze8U[Ze]ZeTJM.LVVJede[ZRZbZSeXBd5Wd[a`eF_`QQd¥ba`_ca`eE]ad__dUb`]c^deYd_e de33ZFFZeYd_e ceNcRYc]bcSeb^e,`^b[dSe ceFWU^bcede ce)c[b^bXcacSePd¥deNd]<a_c^de¥beAcY`^bSePZDZKZe¥beNc[d_acSeBced[Yd_ba`eY_`Xd¥W_cecYd_aceb]e¥caceLIZV=ZLVTIede[WXXd[[bQde[d¥WadeYd_e^?cOOb<¥cRd]a`e¥d^e-Pd_QbHb`e¥beUd[ab`]de¥dU^bec_XBbQbecRRb]b[a_cabQbede[c]bac_be¥d^^@KHbd]¥cePc]bac_bce8`Xc^de¥beNc[d_ac0Yd_e^ce¥W_cace¥bec]]beMZeNE47eJMTGGTIMTGeN`]e*dX_da`eF_`QQd¥ba`_bc^de]Ze9Le¥d^eL=ZVJZLVTJe$ee[acace¥bXBbc_cac^?cUUbW¥bXcHb`]de¥dOb]babQceX`]eedOObXcXbce¥d^^?cOOb¥cRd]a`e¥d^e-Pd_QbHb`e¥beUd[ab`]de¥dU^bec_XBbQbecRRb]b[a_cabQbed[c]bac_be¥d^^@KHbd]¥cePc]bac_bce8`Xc^de¥beNc[d_ac0eYd_e^ce¥W_cace¥bec]]beMZeNE47eJMTGGTIMTGec^^ceP`Xbda2eNPKe[ZXZce_Z^ZSeX`]e[d¥de dUc^deb]e'`Rcec^^ce:bce¥d^^ce,b]d_Qce]ZeTSeNZ%ZedeFZE:KeV=VJIGLTVVLSeYd_eW]ebRY`_a`eX`RY^d[[bQ`¥be6ZeTZJTLZ9=ISIVSe¥beXWbe6ZeTZICMZIMMSVCeYd_eb^e[d_QbHb`eY`[a`ece>c[de¥beUc_cec^e]daa`e¥d^e_b>c[[`e OOd_a`e¥d^eITSMC d¥e6ZeTIZVVVSVVeYd_e`]d_beYd_e^@caaWcHb`]de¥dbeYbc]be¥be[bXW_dHHce]`]e[`UUdaabece_b>c[[`ZeE]eYc_abX`^c_dSe^ceY_d¥daacP`Xbda2eBceX`][dUWba`eb^eYW]adUUb`ea`ac^de¥be=LSCLeYW]abe[WeTVVSe[XcaW_d]abe¥c^^ce[`RRce¥d^eYW]adUUb`e¥beXWbec^^@`O<Od_aceadX]bXceJVeYW]abe[WeTVVede¥d^eYW]adUUb`e¥beXWbec^^@`OOd_acedX`]`RbXceMLSCLeYW]abe[WeTVVZe4^beb]ad_d[[cabeY`[[`]`eY_d]¥d_deQb[b`]de¥dbe:d_>c^be¥beUc_ceY_d[[`e^?DOObXb`eUc_de¥be5Wd[acePacHb`]deD]bXceKYYc^ac]adZ

*.:9@6;@5=933?0<:9=?@ 0//*2"(&*2$1//0.102#-)1'-.+-2!,+,.1%0

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 20: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

25Martedì 19 Luglio 2016Martedì MERCATI E FINANZAL’utile per azione, sceso a 36 cent, è superiore ai 33 attesi dal mercato

Pure BofA oltre le stimeBene i ricavi da trading: reddito fi sso +27%

Dalla stagione delle trimestrali banca-rie negli Stati Uniti continuano ad arri-

vare risultati superiori alle attese di Wall Street. Bank of America ha registrato nel secondo trimestre profitti in calo, sempre per le con-seguenze dei bassi tassi di interesse, ma è riuscita a battere le stime del merca-to come già accaduto a JP-Morgan, Citigroup e Wells Fargo.

Il secondo istituto di cre-dito americano per attivi di bilancio ha visto l’utile net-to attestarsi a 4,23 miliardi di dollari (3,82 mld euro) contro i 5,13 mld dello stes-so periodo del 2015. L’utile per azione è calato da 45 a 36 centesimi, inclusivo di 6 cent per azione di oneri le-gati a operazioni di mercato. Quest’ultima voce è comun-que risultata superiore alle stime del consenso degli analisti fi ssate a 33 centesi-mi. I ricavi sono inoltre scesi da 21,96 a 20,4 miliardi di dollari (18,4 mld euro), in

linea con i 20,41 mld delle previsioni.

A sostenere il conto econo-mico, a dispetto dell’enorme volatilità e dell’incertezza dei mercati finanziari, sono state proprie le attività di negoziazione di titoli e stru-menti di debito. I ricavi da negoziazione sui mercati globali sono saliti del 14%, con il reddito fisso balzato del 27% e l’azionario, in-vece, in discesa dell’8%. Il margine di interesse netto, a dimostrazione delle riper-

cussioni dei bassi tassi di interesse, è calato del 12% a 9,21 miliardi, mentre le spese operative sono scese del 3,3% a 13,49 miliardi, di riflesso ai continui tagli operati sulla forza lavoro e sulla rete di sportelli.

Soddisfazione è stata espressa dell’amministra-tore delegato Brian Moy-nihan, che ha parlato di «una strategia di crescita responsabile» e di migliora-menti delle performance in tutte le aree di attività. «Ci

avviciniamo agli obiettivi di più lungo termine», ha proseguito il capoazienda. «Abbiamo continuato a in-vestire nelle aree di crescita core e a gestire le spese, che sono calate del 3% su base annua e a livelli che non si vedevano dal 2008». I costi sono calati a 13,49 miliardi di dollari dai 13,96 mld pre-cedenti. A Wall Street il tito-lo Bank of America viaggia-va in progresso dell’1,72% a 13,89 dollari.

© Riproduzione riservata

Fiat Chrysler è oggetto di un’inchiesta del Dipartimen-to Usa di Giustizia: lo ha ri-portato l’agenzia Bloomberg, secondo cui gli inquirenti stanno cercando di capire se il gruppo automobilistico ha violato leggi fi nanziarie. Fca ha poi confermato di avere «prestato la propria colla-borazione in un’inchiesta della Securities Exchange Commission in merito ai dati relativi alle vendite da concessionari a clienti fi nali negli Stati Uniti».

Il gruppo italo-americano ha aggiunto che nelle sue re-lazioni fi nanziarie annuali e trimestrali «riporta i ricavi sulla base delle sue spedizio-ni a concessionari e clienti e non sulla base delle unità riportate come vendute a clienti fi nali dai concessio-nari. Richieste in merito a questioni simili sono state recentemente formulate dal Department of Justice statu-nitense. Fca presterà piena collaborazione a queste in-dagini».

© Riproduzione riservata

VENDITE

Inchiesta su Fca

negli Usa

I vertici della fi liale americana di Volkswagen hanno pro-messo di svelare a breve un programma di risarcimenti per le centinaia di concessionari danneggiati dal Dieselgate: lo han-no riferito alcuni concessionari dopo un incontro a Newark tra i vertici locali della casa tedesca e quasi 150 titolari di mandati negli stati del Nordest. È stato il primo di una serie di meeting organizzati dal costruttore negli Usa per informa-re i concessionari delle modalità di sviluppo dell’accordo da 15 miliardi di dollari (13,5 mld euro) raggiunto il mese scorso per chiudere una parte delle controversie legali.

È prevista una serie di opzioni per la clientela, come la rivendita dei veicoli ai concessionari o la scelta delle solu-zioni tecniche concordate con le agenzie governative. Il pro-gramma riguarda più di 480 mila auto diesel in circolazione e altri 12 mila veicoli che i concessionari non possono più commercializzare e che, quindi, devono mantenere nei loro magazzini.

Durante il meeting Mark McNabb, direttore operativo di Volkswagen of America, ha rivelato la presenza di «pesanti discussioni» all’interno della casa tedesca su possibili risarci-menti per i concessionari. Una decisione in merito dovrebbe essere presa entro la fi ne di agosto.

© Riproduzione riservata

Dieselgate, Vw risarcirà i concessionari americani

IRAN THE PLACE TO BE

Come entrare oggi nel mercato di domani

MARTEDÌ 20 SETTEMBRE 2016 ORE 9.00-13.30Centro Svizzero | Piazza Cavour, 2 | Milano

LA PARTECIPAZIONE È GRATUITA PREVIA REGISTRAZIONE ONLINE

www.mfconference.it

L’Iran è diventata la destinazione di migliaia di aziende in cerca di nuovi territori in cui espandersi, un mercato al centro di un’area strategica del mondo, animato da una popolazione giovane e preparata, dotato di un sistema industriale con grandi tradizioni che chiede, con urgenza, di essere aiutato a rinnovarsi e reso più concorrenziale.

In questa grande competizione internazionale che ruolo può giocare l’Italia?

Come può sfruttare il pregiudizio positivo di cui gode in Iran?

Qual è il valore aggiunto che il made in Italy può garantire?

Con quali strumenti? Per quali aziende?

Partecipano:

SACE, DENTONS, DANIELI, FS, MAIRE TECNIMONT, CONDOTTE e molti altri…

%!'# &$# "!&#

Per informazioni: Via Marco Burigozzo, 520122 Milano - Tel. 02.58219879Fax 02.58219452 - e-mail: [email protected]

CREDEMHOLDING SpAVia Emilia S.Pietro, 4 – 42121 Reggio EmiliaCapitale Sociale versato Euro 49.436.553Reg. Imp. di Reggio Emilia e C.F. 00168990356 - P. IVA 00134250356www.credem.it - [email protected]

!'

%'&

#$!

"

Bilancio consolidato e

bilancio di esercizio al 31.12.2015

Si rende noto che in data odierna è stato depositato presso il Registrodelle Imprese di Reggio Emilia il bilancio consolidato e il bilanciodi esercizio al 31.12.2015 approvato dall’Assemblea degli Azionistidel 23.06.2016.Copia dei predetti documenti, comprensivi delle relazionicontenenti il giudizio della società di revisione, sono a disposizionedel pubblico presso la Sede sociale della Società e sul sito internetwww.credem.it, sezione “Chi siamo – Assemblee – Credemholding”.

Reggio Emilia, 19.07.2016

L’a.d. Brian Moynihan

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 21: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

26 Martedì 19 Luglio 2016 MERCATI E FINANZA

Valori al 18/07/2016

Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1459,19

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 24,82 15/07/2016 GBP 20,7700 15/07/2016 USD 27,4800 15/07/2016

Healthcare Opportunities EUR 22,38 15/07/2016 GBP 18,7200 15/07/2016 USD 24,7700 15/07/2016

Polar Japan Fund USD 19,15 15/07/2016 GBP 14,3300 15/07/2016 JPY 2028,2300 15/07/2016

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

Class AClass AClass AClass IClass IClass I

www.metlife.it

MetLife Europe Limited

Rappresentanza Generale per l’Italia

Via Andrea Vesalio n. 6

00161 Roma

Valorizzazione al:

MetLife Protezione in Crescita 70% 1,276

MetLife Protezione in Crescita 80% 1,187

Alico Monet. Protetto 15/07/16 1,107

Alico Prot.Trim. Eur 15/07/16 1,083

Alico Prot.Trim. Usa 15/07/16 1,089

Alico Gest.Bilanc.Glob 15/07/16 1,361

Alico Gest.Azion.Glob 15/07/16 1,372

Alico Gest.Bilanc.Eur 15/07/16 1,358

Alico Gest.Azion. Eur 15/07/16 1,307

Alico Aper.Indiciz.Eur 15/07/16 0,976

Alico Aper.Indiciz.Usa 15/07/16 1,799

Alico Aper.Indiciz.Glo 15/07/16 1,395

Alico Aper.Indiciz.Ita 15/07/16 0,703

Alico Liquidita’ 15/07/16 1,050

Alico R. Prudente 15/07/16 1,198

Alico R. Crescita 15/07/16 1,089

Alico R. Multi Comm. 15/07/16 0,407

Alico Multi Comm. 15/07/16 0,429

Alico Sec. Acc. 2017 15/07/16 1,100

Alico Long Investment 15/07/16 0,822

Alico Agriculture 15/07/16 0,422

Alico Metals 15/07/16 0,450

07/07/16

Il resto,scopritelo da voi.

+ VELOCE DA USARE

+ MODERNO DA LEGGERE

+ BELLO DA CONDIVIDERE

+ RICCO NEI CONTENUTI

+ FACILE DA NAVIGARE

NEW

EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma

Tel. 06 474821

UNIT in EURO DATA PREZZO

www.eurovita.it

UNIT LINKED

Quality 13/07/2016 7,589

Progress 13/07/2016 6,7480

Maximum 13/07/2016 5,2820

Global Equity 13/07/2016 5,8210

Global 100 13/07/2016 5,3840

Flex Equity 100 13/07/2016 10,994

Opportunità Reddito 13/07/2016 4,933

Opportunità Reddito Plus 13/07/2016 4,629

Opportunità Crescita 13/07/2016 4,941

Opportunità Crescita Plus 13/07/2016 4,636

Consultinvest Crescita 13/07/2016 5,003

Privilege 13/07/2016 5,044

Eurovita Dynamic Allocation 13/07/2016 5,147

Eurovita Conservative Allocation 13/07/2016 5,162

Low Volatility Plus 13/07/2016 5,011

Platinum 1 13/07/2016 5,127

Syncro Bilanciato 13/07/2016 5,045

Syncro Flessibile 13/07/2016 5,021

CNP Alpenbank Aggressive 101,87 13/07/2016

CNP Alpenbank Balanced 98,27 13/07/2016

CNP Alpenbank Balanced 2 101,54 13/07/2016

CNP Alpenbank Dynamic 125,47 13/07/2016

CNP Alpenbank Substance 109,15 13/07/2016

CNP CIIS Aggressivo 93,28 13/07/2016

CNP CIIS Dinamico 94,86 13/07/2016

CNP CIIS Equilibrato 95,56 13/07/2016

CNP CIIS Moderato 98,06 13/07/2016

CNP CIIS Prudente 99,89 13/07/2016

CNP CIIS Total Return 98,77 13/07/2016

CNP CIIS Essential 76,52 13/07/2016

CNP CIIS Advanced 81,78 13/07/2016

CNP Crescita 94,90 13/07/2016

CNP Dynamic Structured Opp 100,00 20/01/2016

CNP Equilibrato 95,75 13/07/2016

CNP Fondo Interno Certius IV 81,22 13/07/2016

CNP Fondo Interno Certius V 52,68 13/07/2016

CNP Linea Aggressiva -

CNP Linea Conservativa 96,03 13/07/2016

CNP Dinamico 94,45 13/07/2016

CNP Moderato 98,40 13/07/2016

CNP Protezione 98,99 13/07/2016

CNP Prudente 100,05 13/07/2016

CNP Reddito 99,69 13/07/2016

CNP Sviluppo 96,22 13/07/2016

CNP WB Alternative 99,77 30/04/2016

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,083

NATIONALE SUISSE VITA Gruppo HELVETIA

FONDI PENSIONE APERTI Valori in Euro

Valori al 30/06/2016

PREVISUISSE-Crescita-MAIN 15,54PREVISUISSE-Dinamica-MAIN 14,23PREVISUISSE-Garanzia-MAIN 16,43

UNIT LINKED

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

UNIT LINKED - FONDI INTERNI

FPA - LINEE

INDEX LINKED

PIP - FONDI INTERNI

PIP - FONDI INTERNI

ATTIVO SPECIFICO

www.helvetia.it

Helvetia Vita S.p.A. Compagnia Italo Svizzera di Assicurazioni sulla Vita S.p.A.Sede Legale e Operativa Via G. B. Cassinis, 21 – 20139 Milano - Tel. 02 53.51.1 -Fax 02 53.72.89 E-mail PEC: [email protected] - www.helvetia.it - CapitaleSociale € 47.594.000 i.v. Num. Iscriz. del Reg. delle Imprese di Milano, C.F. e P.I.03215010962 - R.E.A. n. 1882793 - Iscriz. Albo Imprese di Ass. n. 1.00142 - IscrizioneAlbo Gruppi Assicurativi. n. d'ordine 031 - Società soggetta alla Direzione ed alCoordinamento della Helvetia Compagnia Svizzera d’Assicurazioni SA, RappresentanzaGenerale e Direzione per l'Italia - Società con unico Socio - Imp. Autor. all'eser. delle ass.sulla Vita con Provv. ISVAP n. 1979 del 4 dicembre 2001 (G.U. del 12/12/2001 n. 288)

INDEX LINKED

CANALE AGENTI E BROKER

BANCASSICURAZIONE

UNIDESIO 760071 12,179 08/07/2016

UNIDESIO 760072 12,360 08/07/2016

UNIDESIO 760073 12,371 08/07/2016

UNIDESIO 760075 13,135 08/07/2016

UNIDESIO 760078 11,5910 08/07/2016

UNIDESIO 760080 11,8190 08/07/2016

UNIDESIO 760082 11,4330 08/07/2016

UNIDESIO 760085 10,829 08/07/2016

UNIDESIO 760088 12,2280 08/07/2016

UNIDESIO 760091 12,4310 08/07/2016

UNIDESIO 760095 10,584 08/07/2016

UNIDESIO 760096 11,1070 22/04/2016

UNIDESIO 760098 12,469 08/07/2016

UNIDESIO 760099 11,761 08/07/2016

UNIDESIO 760102 11,357 08/07/2016

UNIDESIO 760104 11,0200 08/07/2016

UNIDESIO 760105 10,6550 08/07/2016

UNIDESIO 760106 11,8960 08/07/2016

UNIDESIO 760109 11,5680 08/07/2016

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 6,795 08/07/2016

AZZOAGLIO DINAMICO 5,762 08/07/2016

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 6,960 08/07/2016

UNIDESIO PRUDENTE 11,801 08/07/2016

UNIDESIO MODERATO 12,133 08/07/2016

UNIDESIO ATTIVO 12,554 08/07/2016

UNIDESIO VIVACE 12,515 08/07/2016

OBBLIGAZIONARIO MISTO 10,617 08/07/2016

AZIONARIO EURO 8,569 08/07/2016

AZIONARIO GLOBALE 12,217 08/07/2016

BILANCIATO 12,066 08/07/2016

CONSERVATIVE 10,383 08/07/2016

BOND MIX 10,799 08/07/2016

BALANCED 11,935 08/07/2016

GLOBAL EQUITY 14,427 08/07/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,300 08/07/2016

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,193 08/07/2016

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 11,247 08/07/2016

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 15,393 08/07/2016

OBBIETTIVO 03/2021 9,703 08/07/2016

OBBIETTIVO 05/2021 10,320 08/07/2016

HIGH DIVIDEND 9,077 08/07/2016

MEGATREND 8,302 08/07/2016

PREVIMISURATO 13,821 07/07/2016

PREVIBRIOSO 13,729 07/07/2016

PREVIDINAMICO 14,225 07/07/2016

LINEA 1 12,196 30/06/2016

LINEA 1 - FASCIA A 12,661 30/06/2016

LINEA 1 - FASCIA B 12,404 30/06/2016

LINEA 2 13,464 30/06/2016

LINEA 2 - FASCIA A 13,778 30/06/2016

LINEA 2 - FASCIA B 13,923 30/06/2016

LINEA 3 13,360 30/06/2016

LINEA 3 - FASCIA A 13,593 30/06/2016

LINEA 3 - FASCIA B 14,695 30/06/2016

UNIDESIO 760125 12,134 08/07/2016

UNIDESIO 760129 12,247 08/07/2016

UNIDESIO 760130 10,8640 08/07/2016

UNIDESIO 760139 11,997 08/07/2016

UNIDESIO 760140 12,0690 08/07/2016

UNIDESIO 760147 12,0490 08/07/2016

UNIDESIO 760149 11,9560 08/07/2016

UNIDESIO 760150 12,028 08/07/2016

UNIDESIO 760156 10,198 08/07/2016

UNIDESIO 760157 12,5770 08/07/2016

UNIDESIO 760159 11,9350 08/07/2016

UNIDESIO 760160 11,597 04/03/2016

UNIDESIO 760163 10,0110 08/07/2016

UNIDESIO 760169 13,238 08/07/2016

UNIDESIO 760170 12,284 08/07/2016

UNIDESIO 760174 12,3250 08/07/2016

UNIDESIO 760179 11,721 08/07/2016

UNIDESIO 760180 11,8810 08/07/2016

UNIDESIO 760183 11,551 08/07/2016

UNIDESIO 760185 11,5190 08/07/2016

UNIDESIO 760186 11,4720 08/07/2016

UNIDESIO 760187 11,9900 08/07/2016

UNIDESIO 760189 12,0610 08/07/2016

UNIDESIO 760191 10,476 08/07/2016

UNIDESIO 760192 11,9200 08/07/2016

UNIDESIO 760193 12,2150 08/07/2016

UNIDESIO 760201 11,586 08/07/2016

UNIDESIO 760202 12,275 08/07/2016

UNIDESIO 760203 13,2720 08/07/2016

UNIDESIO 760205 10,7120 08/07/2016

UNIDESIO 760206 10,9480 08/07/2016

UNIDESIO 760210 12,442 08/07/2016

UNIDESIO 760216 11,141 08/07/2016

UNIDESIO 760229 11,332 08/07/2016

UNIDESIO 760234 10,151 08/07/2016

UNIDESIO 760235 10,137 08/07/2016

UNIDESIO 760243 9,953 08/07/2016

DUAL INDEX - 2012 101,611 13/07/2016

DUAL INDEX - 2013 101,085 13/07/2016

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 104,678 13/07/2016

INDEX EuroCrescita 2014 99,647 13/07/2016

INDEX TOP DIVIDEND 2013 106,491 13/07/2016

EUROSTOXX 50 - 2012 106,770 13/07/2016

HELVETIA EUROCRESCITA 95,415 13/07/2016

LINEA GARANTITA 12,469 30/06/2016

LINEA BILANCIATO 13,706 30/06/2016

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,491 30/06/2016

LINEA AZIONARIO 9,937 30/06/2016

HELVETIA WORLD EQUITY 160,690 12/07/2016

HELVETIA EUROPE BALANCED 219,590 12/07/2016

HELVETIA WORLD BOND 251,540 12/07/2016

HELVETIA GLOBAL BALANCED 175,620 12/07/2016

HELVETIA GLOBAL EQUITY 130,760 12/07/2016

FONDO CONSERVATIVO 9,999 08/07/2016

FONDO SVILUPPO 9,934 08/07/2016

FONDO OPPORTUNITA 9,956 08/07/2016

PICK 25 9,997 08/07/2016

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 12,500 12/07/2016

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 13,110 12/07/2016

HELVETIA QUATTRO.10 100,583 13/07/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 106,907 13/07/2016

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 97,826 13/07/2016

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 22: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

27Martedì 19 Luglio 2016

con

(&

)$in edicola c

$% "#!'#(

Diritto& Fisco

L’Agenzia delle entrate dopo YouTube e Twitter sbarca sul più popolare social network

Il fisco risponde via MessengerPagina Facebook per post, video e dialogo con l’utenza

DI VALERIO STROPPA

Il fisco sbarca su Face-book. Dopo i canali di assistenza tradizionali, la webmail, gli sms, il

canale YouTube e l’account Twitter, a partire da ieri l’Agenzia delle entrate è presente anche sul social network più popolare del mondo. L’obiettivo è du-plice: da un lato fornire informazioni alla genera-lità degli utenti attraver-so video, post e contenuti multimediali sulla pagina pubblica, dall’altro assicu-rare un dialogo a tu per tu con il contribuente tramite Facebook Messenger. Grazie all’applicazione i cittadini potranno rivolgere domande all’amministrazione finan-ziaria in privato. Quesiti che troveranno un riscon-tro, spiega l’Agenzia diret-ta da Rossella Orlandi, in una nota, di norma entro 24 ore. Qualora il tema richie-da un approfondimento, la risposta potrà pervenire entro cinque giorni dalla richiesta.

Inizialmente si parlerà del canone Rai nella bol-letta elettrica, ma gradual-mente l’assistenza abbrac-cerà anche i temi fiscali più comuni.

«Qui troverete info e ag-giornamenti su novità fi-scali e iniziative di servi-zio dell’Agenzia», scrivono le Entrate nel messaggio inaugurale della pagina Fa-cebook, «ma non è tutto: in-sieme alla pagina apriamo uno sportello social di prima informazione sul canone tv, attraverso Messenger. Una

nuova finestra di dialogo con la quale ci mettiamo in gioco per essere sempre di più dalla parte dei cittadini. Se avete dubbi sul canone tv, non esitate a scriverci un messaggio privato».

Nelle prime ore dalla mes-sa online del profilo sono state diverse decine i con-tribuenti che hanno mani-

festato i propri dubbi sulle modalità e sulle tempistiche di versamento del canone Rai: dall’efficacia dell’auto-dichiarazione sostitutiva di esonero ai casi di esclusione soggettiva per gli over 75, senza dimenticare i casi di non coincidenza tra intesta-zione dell’utenza elettrica e nominativo dell’abbonato alla tv di stato.

Tutte fattispecie sulle quali il personale social dell’Agenzia invitava gli utenti a confrontarsi in privato tramite Messenger. Mentre chi invia domande su fattispecie diverse dal canone tv viene invitato, per il momento, a utilizza-re i canali tradizionali di assistenza (call center o uf-ficio locale, con l’avvertenza che, per non fare la coda, è possibile scaricare l’app e prenotare un appuntamen-to online).

I dialoghi personali in chat saranno svolti nel pie-no rispetto della normativa sulla privacy. Gli operatori dell’Agenzia, sottolinea Via Cristoforo Colombo, «non richiederanno alcun dato personale, ma si limiteran-no a rispondere a dubbi e aiutare i contribuenti ad adempiere correttamente gli obblighi fiscali». Mentre

per il trattamento dei dati degli utenti continueran-no a rispondere alle policy utilizzate da Facebook, con l’impegno dell’Agenzia a ri-muovere ogni riferimento personale o dato sensibile eventualmente pubblicato sulla pagina.

Nessun rischio per i con-tribuenti di «insospettire» i verificatori fornendo loro dati astrattamente utili a innescare verifiche fisca-li, in quanto, chiosano le Entrate, «le informazioni scambiate non saranno uti-lizzate per altri scopi, ma serviranno solo per aiutare e indirizzare i contribuen-ti nella soluzione dei loro quesiti».

«L’attivazione di una pagina Facebook da parte dell’Agenzia delle entrate rappresenta un’iniziativa importante per il miglio-ramento del rapporto con i contribuenti», commenta il presidente della commis-sione finanze della camera, Maurizio Bernardo (Ap), «credo che questa opera-zione sia molto utile per avvicinare il fisco a citta-dini e imprese e ridurre i tempi di attesa, nella più generale ottica di sempli-ficazione».

© Riproduzione riservata

Tassazione «forfetaria» della cessione di energia da fonti agroforestali su-periore a 2.400.000 kWh l’anno, ma soltanto se vengono rispettati i crite-ri di connessione all’attività agricola principale ovvero il noto principio della «prevalenza».Così l’Agenzia delle entrate che, con la risoluzione n. 54/E di ieri, è in-tervenuta sul tema con riferimento alle disposizioni introdotte dal com-ma 910, dell’art. 1, legge 208/2015 (Stabilità 2016), che hanno messo a regime la tassazione forfetizzata della produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali.In effetti, il comma 1-bis, dell’art. 22, dl 66/2014 ha introdotto un regime «transitorio» (anni 2014 e 2015) at-traverso il quale, il reddito derivante dalla cessione di energia da fonti fo-tovoltaiche, nell’ambito delle attività connesse agricole, doveva determina-to in misura forfetizzata, applicando un coefficiente di redditività pari al

25% all’ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registra-zione ai fini Iva.A partire dal 2016, la produzione e la cessione di energia elettrica da fonti rinnovabili agroforestali effettuate dagli imprenditori agricoli costitui-scono attività connesse, ai sensi del comma 3, dell’art. 2135 c.c., ma non dovevano più rientrare nel reddito agrario, con la conseguenza che il reddito doveva essere determinato forfetariamente, come appena indi-cato.La legge di Stabilità 2016 ha modi-ficato l’impianto normativo, con la conseguenza che, sulla base dell’at-tuale comma 423, dell’art. 1, legge 266/2005, la produzione e la cessio-ne di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali, entro la soglia di 2.400.000 kWh anno, e fotovoltaiche, entro 260.000 kWh anno, costituiscono attività connes-se (ris. 86/E/2015) a quella agricola

principale (coltivazione del fondo, al-levamento di animali e silvicoltura) e, quindi, sono tassate sulla base del reddito fondiario (agrario).La tassazione forfetizzata, pertanto, riguarda esclusivamente la cessione di energia fotovoltaica superiore alla soglia di 260.000 kWh annuo, ma nel rispetto dei principi di connes-sione già stabiliti dal ministero del-le politiche agricole e forestali (nota 3896/2008), indicati dall’Agenzia delle entrate in altro documento di prassi (circ. 32/E/2013).Con riferimento alla cessione di energia calorica da fonti rinnovabili, la tassazione catastale resta applica-bile sino alla produzione di 2.400.000 kWh, ma sempre se viene rispettato il principio della «prevalenza», di cui al citato comma 3, dell’art. 2135 c.c. ovvero quando i prodotti utilizzati nelle dette attività connesse sono ottenuti direttamente dall’attività agricola per una quantità (o valore,

in presenza di beni non omogenei) prevalente, rispetto a quelli acqui-stati da terzi (per esempio, beni pro-dotti 1.010, beni acquistati 1.000).In presenza di prodotti per i quali è impossibile procedere nel confronto, come avviene con i residui zootecnici, la prevalenza deve essere verifica-ta a «valle» del processo produttivo, comparando l’energia prodotta dai beni propri rispetto a quella prodotta con i beni acquistati da terzi.Pertanto, la produzione di energia da fonti rinnovabili agroforestali è assorbita dal reddito agrario sino a 2.400.000 kWh, oltre tale soglia può essere tassata in maniera forfetaria (coefficiente di redditività pari al 25%) ma, in assenza del rispetto del-la prevalenza, si deve procedere con la tassazione ordinaria, applicando le regole ordinarie di determinazione del reddito d’impresa.

Fabrizio G. Poggiani© Riproduzione riservata

RISOLUZIONE CHIARISCE LA TASSAZIONE DELLA PRODUZIONE DA FONTI RINNOVABILI

Energia da fonti agroforestali, forfait se c’è prevalenza

fmdRdessnzea

qdupMscprafcpptLa pagina Facebook dell’Agenzia delle entrate

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 23: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

28 Martedì 19 Luglio 2016 GIUSTIZIA E SOCIETÀIeri in Gazzetta Ufi ciale la legge approvata in via dei nitiva il 5 luglio scorso

Depistaggio nel codice penaleAl debutto dal 2 agosto anche la frode processuale

DI GIOVANNI GALLI

Frode processuale e de-pistaggio fanno ingres-so ufficialmente nel codice penale. La legge,

approvata il 5 luglio scorso dal-la Camera dei deputati (si veda ItaliaOggi del 6 luglio scorso), è approdata ieri sulla Gazzetta Uffi ciale n. 166 (legge 11 luglio 2016, n. 133, «Introduzione nel codice penale del reato di frode in processo penale e depistag-gio»). L’articolo 1 della legge, in vigore dal 2 agosto prossimo, sostituisce l’art. 375 del codice penale (attualmente relativo alle circostanze aggravanti dei delitti di falsità processuale) per punire con la reclusione da tre a otto anni il pubblico uffi -ciale o l’incaricato di pubblico servizio che compia una delle seguenti azioni, fi nalizzata a impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo pe-nale: mutare artifi ciosamente il corpo del reato, lo stato dei luoghi o delle cose o delle perso-ne connessi al reato; affermare il falso o negare il vero ovvero tacere in tutto o in parte ciò

che sa intorno ai fatti sui qua-li viene sentito, ove richiesto dall’autorità giudiziaria o dal-la polizia giudiziaria di fornire informazioni in un procedi-mento penale. La norma, spie-ga una sintesi messa a punto dai tecnici di Montecitorio, ha carattere sussidiario, essendo applicabile solo quando il fatto non presenti gli estremi di un più grave reato. Il nuovo reato è aggravato quando: il fatto è commesso mediante distruzio-ne, soppressione, occultamento, danneggiamento, in tutto o in parte, ovvero formazione o ar-tifi ciosa alterazione, in tutto o in parte, di un documento o di un oggetto da impiegare come elemento di prova o comunque utile alla scoperta del reato o al suo accertamento (la pena da applicare è aumentata da un terzo alla metà); il fatto è commesso in relazione a proce-dimenti penali relativi ad alcun specifi ci gravi reati (si applica la pena della reclusione da 6 a 12 anni). La pena è diminuita dalla metà a due terzi se l’au-tore del fatto si adopera per: ri-pristinare lo stato originario dei

luoghi, delle cose, delle persone o delle prove; evitare che l’atti-vità delittuosa venga portata a conseguenze ulteriori; aiutare concretamente l’autorità di poli-zia o l’autorità giudiziaria nella ricostruzione del fatto oggetto di inquinamento processuale e depistaggio e nell’individuazio-ne degli autori. Alla condanna per il delitto di frode in processo penale e depistaggio consegue, in caso di reclusione superiore a 3 anni, la pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffi ci. I termini di pre-scrizione per il delitto di frode in processo penale e depistag-gio aggravato sono raddoppiati. L’articolo 3 modifi ca l’art. 376 c.p. per affermare, anche in relazione al nuovo delitto di frode in processo penale e de-pistaggio, la non punibilità del colpevole che entro la chiusura del dibattimento ritratti il falso e manifesti il vero.

Il Consiglio di stato in-forma che da ieri tutti i provvedimenti dei giudici e dei Tribunali amministrati-vi regionali saranno fi rmati digitalmente. Si tratta di un altro passo verso la piena attuazione del processo am-ministrativo telematico che, ai sensi del dl n. 117 del 2016, entrerà in vigore il 1° gennaio prossimo, spiega una nota.

A seguito di quanto previsto dal decreto Interministeriale 25 marzo 2016 (pubblicato sulla Gazzetta Uffi ciale del 14 maggio 2016), relativo alla tassazione agevolata dei premi di produttività e delle somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili di impresa, il ministero del Lavoro ha reso disponibile la procedura per il deposito tele-matico dei contratti aziendali e territoriali. Il 15 luglio 2016 era il termine per effettuare l’invio dei modelli relativi agli accordi sottoscritti nel

2015. Alla data del 15 luglio 2016, informa una nota, sono state compilate 13.543 dichiarazioni di conformità, redatte secondo l’articolo 5 del decreto, di cui 10.547 si riferiscono a contratti sotto-scritti nel 2015.

Il 2015 ha segnato un momento importante per lo spettacolo in Italia. La crisi economica ha allentato la morsa e i segnali di ripresa del settore sono sistematici e consistenti. È quanto emerge dai dati che Siae, la Società italiana degli autori ed edito-ri, pubblica nel suo Annuario dello Spettacolo. Tutte le variazioni percentuali degli indicatori dello spettacolo sono precedute dal segno positivo, con incrementi tal-volta anche di rilievo. Nel 2015 è aumentata l’offerta di spettacoli (+2,86%); gli ingressi (biglietti e abbo-namenti) sono cresciuti del 4,89%; le presenze hanno fatto registrare un +1,96%. In forte aumento gli indi-catori economici: spesa al botteghino +8,63%, spesa del pubblico +10,80% e volume d’affari +10,20%.

Presentare la missione negli Stati Uniti promossa dal Consiglio nazionale dei commercialisti (e aperta a tutti i membri della ca-tegoria), i cui partecipanti «potranno incontrare espo-nenti delle rappresentanze diplomatiche italiane, di primari organismi fi nanzia-ri e del mondo professionale americano». È l’obiettivo del tradizionale appuntamento internazionale promosso mensilmente dall’Ordine dei commercialisti di Torino: il 26 luglio, alle 18:30, nella sede di Via Carlo Alberto, 59, si terrà l’incontro, nel quale verrà illustrata la trasferta a New York dal 16 al 20 ottobre. A seguire, fa sapere l’Ordine del capoluogo piemontese, gli iscritti verranno aggiornati sul branch exemption, ossia sulla «recente normativa che esenta da tassazione il reddito prodotto all’estero dalle stabili organizzazioni di imprese italiane».

Il presidente della Repub-blica, Sergio Mattarella, ha ricevuto ieri pomeriggio al Quirinale una delegazione del Consiglio nazionale del notariato guidata dal presi-dente Salvatore Lombardo e composta dal vice presi-dente Albino Farina, dal segretario Vito Guglielmi e dai componenti Edoardo Bernini, Pierluisa Cabid-du e Michele Nastri.

BREVI

L’autorità antitrust italiana ha espresso l’11 luglio scorso all’autorità anticorruzione le proprie consi-derazioni sulle «linee guida operative e clausole tipo per l’affi damento di servizi assicurativi», in particolare sulle «informazioni per la gestione del rischio assicura-tivo» e sulle «Polizze claims made». In queste ultime il sinistro si «attiva» dal momento di richiesta di risarci-mento, quindi le garanzie operano dal momento in cui tale richiesta è ricevuta. La differenza tra una polizza claims made e una in regime «Loss occurrence» (ovvero a insorgenza del danno, es: circolazione stradale), è netta nel caso della responsabilità professionale, poi-ché tra il momento in cui il professionista commette l’errore professionale e il momento in cui il cliente ne ha percezione può passare molto tempo.In tema di informazioni utili per lo svolgimento delle gare assicurative occorre distinguere tre diversi fl ussi informativi tra le imprese e le Stazioni Appaltanti: (i) informazioni nella esclusiva disponibilità delle Sta-zioni Appaltanti e che possono incidere sul corretto apprezzamento del rischio (ad esempio: attività svolta, misure adottate per prevenire gli eventi da assicura-re o ridurne l’impatto economico); (ii) informazioni, scambiate tra la Stazione Appaltante e l’assicuratore aggiudicatario, ad es. sui costi dei sinistri; (iii) infor-mazioni, acquisite dai precedenti fornitori, trasmesse dalla Stazione Appaltante alle imprese partecipanti alla gara affi nché queste ultime possano effettuare una corretta quotazione del rischio.Le informazioni da richiedere nei bandi di gara di cui ai precedenti due punti, non generano criticità concor-renziali. Invece, con riferimento al sub (iii), l’Autorità «auspica che la valutazione in merito alle informazio-ni da trasmettere alle imprese partecipanti sia svolta caso per caso, tenuto conto delle specifi che esigenze di gara e sia circoscritta alle sole informazioni necessarie alla formulazione dell’offerta sulla base di un corret-to apprezzamento dei rischi assicurativi oggetto della gara». Infi ne, con riguardo alle «Polizze claims made», l’Autorità sostiene che «gli atti di gara e il successivo contratto defi niscano con estrema chiarezza l’ambito di applicazione della copertura assicurativa e gli even-tuali periodi di postuma e/o retroattività».

Lorenzo Allegrucci

Affi damento delle polizze, valutazioni caso per caso p

p

A

Niente infrazioni se l’autovelox non è a norma. La so-spensione della patente e il pagamento della sanzione per eccesso di velocità sono annullati se i misuratori degli autovelox non vengono calibrati, come stabili-to venerdì scorso dalla seconda sezione civile della Cassazione con sentenza 14543/2016, che ha accolto il ricorso di un automobilista romano per le presunte infrazioni commesse a Vigevano, nella provincia di Pa-via. La vicenda risale al 2012 quando il Tribunale della cittadina pavese respinse il ricorso dell’automobilista Gianmario Anghillemi, che riteneva malfunzionanti le apparecchiature di rilevamento della velocità ed ec-cessivo il chilometraggio orario rilevato. Ma i giudi-ci di piazza Cavour, come riferito da Studio Cataldi, hanno ritenuti illegittimi sia il verbale notifi cato che la sospensione della patente perché gli autovelox non sono stati periodicamente calibrati. Con questa deci-sione la Consulta ha ricordato la sentenza 113/2015, in cui dichiarava illegittimo l’articolo 45 del Codice della strada che prevede l’omologazione o il certifi cato di conformità per attestare il corretto funzionamen-to dell’autovelox, escludendo quindi la sua taratura periodica. «Con il motivo in esame viene in sostanza riproposta», spiegano i giudici, «la nota questione della necessaria e obbligatoria taratura cui devono essere sottoposti tutti gli strumenti di misurazione e accerta-mento della velocità». La mancata calibratura periodica degli autovelox, spiegano gli Ermellini, porterebbe ad un risultato paradossale in cui «una qualunque bilancia di un mercato rionale è soggetta a periodica verifi ca della taratura, nel mentre non lo è una complessa ap-parecchiatura, come quella per la verifi ca della velo-cità, che svolge un accertamento irrepetibile e fonte di gravi conseguenze per il cittadino proprietario e/o conducente di veicolo». In conclusione i porporati hanno aggiunto che «deve ritenersi affermato il principio che tut-te le apparecchiature di misurazione della velocità devono essere periodicamente tarate e verifi cate nel loro corret-

to funzionamento, che non può essere dimostrato o at-testato con altri mezzi quali le certifi cazioni di omologa-zione e conformità».

Francesco Barresi

Autovelox non tarato, le sanzioni in soffi tta

La legge sul sito www.italiaoggi.it/documenti

La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 24: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

29Martedì 19 Luglio 2016Martedì 1I M P O S T E E TA S S EÈ quanto si evince dall’applicazione incrociata con le regole sulla trasparenza

Niente tasse in capo ai sociÈ l’effetto dell’assegnazione agevolata dei beni

DI SANDRO CERATO

Per i soci di società di persone l’assegnazio-ne agevolata dei beni non comporta alcuna

tassazione in capo agli stessi. È quanto dovrebbe concludersi applicando le regole sulla tra-sparenza fi scale e quelle sulla determinazione del costo fi sca-le della partecipazione dei soci. Ma andiamo con ordine, poiché i chiarimenti forniti dall’Agen-zia delle entrate con la circ. n. 26/E del 1° giugno scorso pon-gono alcuni dubbi e perplessità in merito alla possibilità che anche in capo ai soci di socie-tà di persone assegnatari dei beni immobili della società si possa determinare il cosiddet-to «sottozero» tassabile quale reddito di partecipazione in capo agli stessi. Il documento di prassi conferma innanzitutto che l ’applicazione delle ordinarie regole sulla tra-sparenza fi scale determina che fi no a concorren-za dell’importo su cui la società ha pagato l’im-posta sostitutiva sull’assegnazio-ne non si realiz-za alcuna tas-sazione in capo ai soci poiché l’imposta assolta dalla società rende defi nitiva e liberatoria anche la tassa-zione in capo ai soci assegna-tari. Si ricorda che la società, ai sensi del c. 116 della legge n. 208/2015, assolve l’imposta sostitutiva dell’8% (o del 10,5% se di «comodo») sulla differen-za tra valore normale del bene (che può coincidere con il va-lore catastale) e costo fi scale dello stesso, e tale differenza incrementa il costo fi scale del-la partecipazione dei soci. Tale costo fi scale è successivamente ridotto in capo al socio assegna-tario in misura pari al valore normale del bene assegnato, per la cui determinazione si assume il medesimo valore che la società ha posto a base del-la determinazione dell’imposta

sostitutiva. Al fi ne di chiarire meglio gli effetti che l’assegna-zione comporta sul costo fi scale della partecipazione, l’Agenzia delle entrate illustra un esem-pio in cui il costo fi scale dopo l’assegnazione si azzera, pre-cisando tuttavia che «poiché il valore catastale del bene as-segnato è pari al nuovo costo fi scalmente riconosciuto della partecipazione, non emerge una differenza da assoggettare a tassazione in capo al socio as-segnatario». Da ciò deriva che l’Agenzia non sembra esclu-dere in ogni caso la tassazione in capo al socio assegnatario, che si realizzerebbe laddove il costo fi scale che si determina successivamente all’assegna-zione fosse inferiore allo zero. Tuttavia, l’Agenzia oltre a non affermare esplicitamente

l’esistenza di un «sottozero» in capo al socio di società di perso-ne, non fornisce alcun appiglio normativo per dare sostanza a tale ipotesi, ragion per cui si ri-tiene che la tassazione in capo al socio assegnatario non sia ipotizzabile e l’eventuale im-posta sostitutiva pagata dalla società «libera» anche il socio. In primo luogo l’art. 68, c. 6, del Tuir regola il rifl esso che il meccanismo di trasparen-za fi scale di tassazione delle società personali ha sul costo fiscale della partecipazione, precisando che quest’ultimo è rispettivamente:

- incrementato dei reddito imputati per trasparenza (o decrementato delle perdite);

- ridotto degli utili distribu-

iti, tuttavia fi no a concorrenza dei redditi imputati.

Da ciò deriva che, fatta salva l’imputazione delle perdite, il meccanismo della trasparenza non può mai portare il costo fi -scale della partecipazione «sot-tozero» poiché la distribuzione delle riserve, che in precedenza hanno incrementato il costo fiscale della partecipazione all’atto dell’imputazione del reddito, è sempre neutra in capo al socio anche nella ridu-zione del costo fi scale (che non può andare al di sotto dello zero). In secondo luogo, deve essere evidenziato che laddove il legislatore abbia inteso tas-sare il socio di società di per-sone al di fuori dell’ordinario meccanismo della trasparenza lo ha disciplinato in modo espli-cito. Ci si riferisce al disposto

dell’art. 20-bis del Tuir secondo cui (ri-chiamando l’art. 17, lett. l, del Tuir e l’art. 47, c. 7, dello stesso Tuir) costituisce red-dito di partecipazio-ne in capo al socio la somma percepita o il valore normale dei beni ricevuti in oc-casione del recesso, esclusione o liquida-zione della società. Pertanto, è possibi-le sostenere che se l’assegnazione non avviene in occasione di una delle tre fatti-specie indicate, non

può in alcun modo realizzarsi tassazione in capo al socio, compresa l’ipotesi dell’asse-gnazione agevolata. Restano poi ferme le diffi coltà operative per la determinazione del costo fi scale del socio prima dell’as-segnazione agevolata, soprat-tutto per le società che adotta-no la contabilità semplifi cata e che pertanto non memorizzano i fl ussi fi nanziari relativi alla distribuzione degli utili.

© Riproduzione riservata

L’assegnazione e la cessione dei beni ai soci può essere eseguita in forma agevolata secondo le disposizioni della legge di stabilità 2016 solo nei confronti di co-loro che sono soci alla data del 30 settembre 2015. È quanto confermato dalla circ. n. 26/E dell’Agenzia delle entrate con cui sono stati forniti i chiarimenti per le operazioni di assegnazione e cessione agevolata e tra-sformazione in società semplice, ai sensi dell’art. 1, c. da 115 a 120, della legge di stabilità 2016, da eseguire entro il prossimo 30 settembre 2016. In particolare, il c. 115 stabilisce che tutti i soci devono risultare «iscritti nel libro dei soci, ove prescritto, alla data del 30 settembre 2015, ovvero che vengano iscritti entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della pre-sente legge, in forza di titolo di trasferimento avente data certa anteriore al 1 ottobre 2015». Tralasciando l’ipotesi delle annotazioni effettuate entro il 30 genna-io 2016 (30 giorni dal 1° gennaio 2016 data di entrata in vigore della legge di stabilità 2016) dei trasferi-menti avvenuti con atto avente data certa anteriore al 1° ottobre 2015, la prima precisazione dell’Agenzia riguarda la circostanza che la percentuale cui fare rife-rimento per l’assegnazione è quella risultante alla data in cui si effettua l’assegnazione stessa e che non ricorre la necessità dell’ininterrotto possesso dalla data del 30 settembre 2015 a quella in cui si esegue l’assegnazione. Tenendo conto dei chiarimenti dell’Agenzia, emerge che l’assegnazione o la cessione è agevolata anche nelle se-guenti ipotesi:- i soci alla data dell’assegnazione sono i medesimi ma con quote di partecipazione diverse rispetto a quelle esisten-ti al 30 settembre 2015 (per esempio, soci Tizio e Caio al 50% ciascuno al 30 settembre 2015, mentre alla data dell’assegnazione Tizio detiene il 70% e Caio il 30%). Tale ipotesi non è infrequente poiché la modifi ca delle quote partecipative è funzionale a equilibrare i valori dei beni da assegnare ai soci;- il numero dei soci alla data di assegnazione si è ridotto rispetto a quelli esistenti al 30 settembre 2015 (per esem-pio, i soci Tizio Caio e Sempronio ciascuno con 1/3 del capitale sociale al 30 settembre 2015, mentre alla data dell’assegnazione risultano soci solamente Tizio e Caio al 50% ciascuno). Anche in questo caso non vi sono osta-coli all’assegnazione agevolata poiché i soci assegnatari risultavano tali anche alla data del 30 settembre 2015 sia pure con percentuali di partecipazione diverse.Diversamente, la presenza di un nuovo socio entrato nella compagine sociale successivamente al 30 settembre 2015 impedisce l’assegnazione agevolata ma limitatamente ai beni assegnati a quest’ultimo, fermo restando che le as-segnazioni avvenute a favore dei «vecchi» soci (quelli che lo erano già al 30 settembre 2015) rimangono agevolate. La norma infatti non impedisce assegnazioni «miste» (e quindi anche a favore di soci assegnatari non agevolati) ma limita le agevolazioni fi scali previste in favore di colo-ro che erano soci anche alla data del 30 settembre 2015. A differenti conclusioni si deve pervenire nell’ipotesi di trasformazione in società semplice, poiché trattandosi di un’operazione che riguarda l’intero patrimonio sociale è richiesto che i soci alla data della trasformazione del-la società siano i medesimi esistenti al 30 settembre 2015. Correttamente l’Agenzia delle entrate precisa che risulta ininfl uente la percentuale di partecipazio-ne detenuta dai singoli soci in quanto ciò che rileva è la circostanza che i soci siano gli stessi in termini di «teste». Pertanto, al contrario di ciò che si è detto per l’assegnazione o la cessione agevolata, nella trasforma-zione l’eventuale entrata di un nuovo socio successiva-mente al 30 settembre 2015 vanifi cherebbe per intero l’operazione di trasformazione in società semplice che come tale verrebbe tassata nei modi ordinari anche nei confronti dei soci che erano tali al 30 settembre 2015. Va ricordato infi ne che la cm n. 26/E deroga alle regole sinora descritte nell’ipotesi di subentro degli eredi al socio successivamente alla data del 30 settembre 2015, poiché si tratta di un’ipotesi di cessione non volontaria della partecipazione, estendendo quindi le agevolazioni in capo agli eredi del de cuius.

Sandro Cerato

La data spartiacque è il 30 settembre 2015

Se il cittadino italiano si trasferisce in un altro stato europeo può reimmatrico-lare il proprio veicolo, previa radiazione dal pubblico registro automobilistico na-zionale. Ma fuori dai confi ni comunita-ri le cose si complicano ed è necessario presentare al Pra la prova dell’avvenuta uscita del mezzo dal territorio dell’Ue. Lo ha chiarito l’Aci con la circolare del 6 luglio 2016. L’ultima legge di Stabilità ha modifi cato l’art. 103 del codice stradale per limitare i fenomeni di radiazione fi t-tizia dei veicoli per esportazione. D’ora in poi l’interessato deve documentare

tempestivamente al Pra l’effettiva uscita del mezzo dal territorio nazionale, per la sua successiva reimmatricolazione. Ver-so la comunità europea le formalità sono più semplici. Basterà radiare il veicolo e restituire documenti e targhe. E questa pratica sarà necessaria anche nel caso in cui il cittadino italiano si trasferisca all’estero portando il proprio mezzo. Per gli altri paesi sarà necessario documen-tare l’avvenuta uscita del veicolo dal ter-ritorio europeo.

Stefano Manzelli© Riproduzione riservata

Auto all’estero, carte da regolarizzare

La circolare n. 26sul sito www.italiaoggi.it/docu-menti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 25: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

30 Martedì 19 Luglio 2016 I M P O S T E E TA S S ELa legge europea 2016 recepisce le modii che alla direttiva del 2003

Madri-figlie, stesse tassePer gli utili l’esenzione della società principale

DI FRANCESCO BUNGARO E MARIO TENORE

Gli utili distribuiti da una società residen-te in un paese Ue potranno continuare

a beneficiare dell’esenzione nel paese Ue della società madre che detiene almeno il 10% di partecipazione, nella misura in cui gli stessi non siano deducibili nel paese Ue del pagante. La legge europea 2016 (n. 122/2016) ha recepito nell’ordinamento italiano la modifica alla direttiva Madre-Figlia (direttiva 2003/123/Ec) adottata nel 2014 sotto presi-denza italiana del Consiglio Ue (direttiva 2014/86/Ue). Il riferimento è alla modifica dell’art. 4, comma 1, lett. a) della direttiva nel quale è stata prevista una disposi-zione anti-ibridi. La norma opera allorquando lo stato della residenza della società madre elimina la doppia im-posizione con il meccanismo dell’esenzione. In presenza di una distribuzione di utili deducibile in capo alla società

fi glia nello stato della fonte, si pone ora in capo allo stato di residenza della società madre l’obbligo di negare l’esenzio-ne e al tempo stesso di tas-sare la distribuzione. In caso di deduzione parziale degli utili distribuiti, l’obbligo di tassazione nello stato di re-sidenza scatterà solo per gli utili effettivamente dedotti. L’art. 4, comma 1, lett. a) del-la direttiva come modifi cata prevede infatti che «lo stato membro della società madre e lo stato della sua stabile or-ganizzazione: a) si astengono dal sottoporre tali utili a im-posizione nella misura in cui essi non sono deducibili per la società figlia e sottopon-gono tali utili a imposizione nella misura in cui essi sono deducibili per la società fi glia; (...)». Con le modifi che in pa-rola l’Ue è stata precursore rispetto ai lavori dell’Ocse condotti nell’ambito dell’azio-ne 2 del Progetto Beps fi na-lizzata al raggiungimento di un effettivo coordinamento delle cosiddette «reazioni uni-laterali» adottate dagli stati

per contrastare i fenomeni elusivi fondati sull’utilizzo di strumenti ibridi. L’ambito d’intervento della direttiva 2014/86/Ue è tuttavia più limitato rispetto alle racco-mandazioni Beps in quanto la modifi ca comunitaria pre-vede unicamente l’introduzio-ne della regola difensiva che opera a livello della società madre. Prima della legge eu-ropea in parola il combinato disposto dell’art. 44, comma 2, lett. a), e dell’art. 89, comma 3 del Tuir prevedeva in ipote-si di dividendo parzialmente deducibile nello stato estero l’integrale assoggettamento a tassazione in capo alla so-cietà percettrice italiana. Per questa ragione la legge comu-nitaria ha modifi cato l’art. 89, prevedendo l’inserimento del comma 3-ter let. a) con cui si prevede che per i sogget-ti aventi i requisiti previsti dalla direttiva Madre-Figlia l’esenzione Ires si applica «limitatamente al 95% della quota di esse [ndr, remunera-zioni delle partecipazioni al capitale o al patrimonio e a

quelle dei titoli e degli stru-menti fi nanziari di cui all’ar-ticolo 44 Tuir] non deducibile nella determinazione del red-dito del soggetto erogante». In maniera speculare, la legge europea ha introdotto all’art. 27-bis del decreto del dpr 60 /1973 il comma 1-bis con cui si prevede che l’esenzione da ritenuta alla fonte si applichi solo alla quota di dividendo non deducibile nella determi-nazione del reddito della so-cietà fi glia. Si osserva che in assenza di un livello minimo di tassazione nello stato di re-sidenza della società madre, peraltro richiesto a gran voce da molti stati membri proprio con riferimento alle direttive in materia di fi scalità societa-ria (cfr. Com(2015) 302 fi nal), l’applicazione della dispo-sizione anti-ibridi potrebbe risultare poco effi cace.

© Riproduzione riservata

DI GIOVAMBATTISTA PALUMBO

La normativa comunitaria tende ad agevolare l’atti-vità dei Geie (Gruppo eu-ropeo di interesse eco-nomico), con lo scopo di favorire anche il trasfe-rimento di proprietà di beni immobili, o costitu-zione, o trasferimento di godimento degli stessi. Gli atti di trasferimento di proprietà di beni im-mobili, o costituzione, o trasferimento di diritti reali immobiliari sugli stessi, di cui alla lettera g) dell’art. 4 della tarif-fa, parte prima, del dpr 131/86, scontano dunque l’imposta ipotecaria di trascrizione e l’imposta catastale in misura fi ssa. Così si è espressa la Ctp di Firenze con la senten-za n. 855/1/16. Nel caso di specie il ricorrente vendeva a un Geie un fabbricato al corrispet-tivo di 1.280.000,00, su cui il notaio applicava le imposte di registro, ipotecaria e catastale in misura fi ssa, in base alla disciplina degli atti propri del Geie, di cui agli artt. 4 lettera G della tariffa parte prima del dpr 131/86 e 12, com-ma 3, dlgs 240/91. L’uffi -cio recuperava invece le dette imposte in misura proporzionale, in quanto gli atti di compravendita non rientravano a suo av-viso nella nozione di atti propri del Geie. L’Agen-zia delle entrate afferma-va infatti che sono atti propri del Geie, ai sensi dell’art. 4, lettera G, gli stessi atti che la norma delinea nelle lettere da «a» ad «e», con riferimen-to a società e altri enti associativi, elencazione che non prevede gli atti di compravendita. In via subordinata l’Ufficio riteneva poi che, anche qualora si fosse voluto dare un’interpretazione più ampia alla norma, questa doveva essere comunque limitata solo alle imposte ipotecarie e catastali e non anche alle imposte di registro. La Ctp, come detto, ac-coglieva il ricorso. Ade-rendo a quanto deciso dalla Ctr Bologna, con la sentenza n. 1129/2015, la Ctp di Firenze rite-neva infatti che gli atti di compravendita potes-sero essere ricompresi tra quelli del Geie e che quindi a essi spettassero le specifi che agevolazioni fi scali.

© Riproduzione riservata

CTP FIRENZE

Sui Geie ipocatastali

fisse

Per i medici di famiglia l’Irap è un lontano ricordo. La medicina di gruppo, svolta in convenzione con il Servizio sanitario nazionale, non è equiparabile all’attività degli studi professionali associati né tanto meno ad alcuna for-ma societaria, sfuggendo in questo modo all’applicazione del tributo. Sempre che non vi siano beni strumentali o apporto di lavoro di terzi di entità superiore a quel «minimo indispensabile» per l’esercizio dell’attività pro-fessionale. A riaffermarlo è la 6ª sezione civile della Cas-sazione che, dopo il recente intervento delle sezioni uni-te, con tre diverse sentenze dei giorni scorsi ha bocciato la pretesa erariale sull’Irap dei medici. Le pronunce nn. 14408, 14409 e 14412 del 2016, depositate il 14 luglio, si rifanno tutte alla sentenza n. 7291/16 delle sezioni unite (si veda ItaliaOggi del 14 aprile scorso). Le quali, ri-solvendo un contenzioso aperto da anni, hanno stabilito che gli studi medici convenzionati con il Ssn non pagano Irap, in quanto non assimilabili alle associazioni senza personalità giuridica previste dall’articolo 5 del Tuir (per esempio, studi associati di avvocati o commercialisti, che invece pagano sempre). Le tre decisioni, allineandosi al principio espresso dalle sezioni unite, evidenziano che la medicina di gruppo «è un organismo promosso dal Ssn, sicché la relativa attività integra il presupposto impositivo non per la forma associativa del suo eserci-zio, ma solo per l’eventuale sussistenza di un’autonoma organizzazione». Per il verifi carsi di quest’ultima, però, «è insuffi ciente l’erogazione della quota di spesa del per-sonale di segreteria o infermieristico comune, giacché essa costituisce il minimo indispensabile per l’esercizio dell’attività professionale». La sentenza n. 14496/16 del 15 luglio, resa dalla sezione tributaria, è andata anch’es-sa a favore del contribuente, ma su una fattispecie di-versa. In questo caso l’Agenzia delle entrate contestava il mancato versamento dell’Irap dichiarata. Una volta impugnata la cartella, il medico sosteneva di non dover pagare il tributo, in quanto privo di autonoma orga-nizzazione. Tesi condivisa dagli ermellini, secondo cui la dichiarazione Irap «avendo natura di dichiarazione

di scienza, è ritrattabile in ragione della acquisizione di nuovi elementi di cono-scenza o di valutazione».

Valerio Stroppa

Per i medici di famiglia l’Irap lontano ricordo

Stop alle banconote di grosso taglio per giocare alle Videolotteries, le «super-slot» che consentono vin-cite fino a mezzo milione di euro. C’è anche una stretta antiriciclaggio tra le proposte presentate

agli enti locali dal ministero dell’economia, in vista del riordino dei giochi che si discute giovedì alla Conferenza unificata. Come aveva già messo in evidenza la commis-sione parlamentare antimafia, nel documento approvato pochi giorni fa, il settore delle Vlt resta ad alto rischio, a causa dell’elevata opportunità di ripulire denaro. Il gover-no propone ora di eliminare la «possibilità di utilizzare banconote di valore superiore a X euro (la cifra sarà stabi-lita in seguito, ora si può utilizzare perfino una banconota da 500 euro, ndr) nelle vlt» e di ridurre «la vincita massima mediante slot machine (adesso 100 euro, ndr)». Inoltre, per contrastare il gioco patologico, il Mef suggerisce di elimi-nare dalla rete di vendita alberghi, esercizi commerciali, edicole, ristoranti, stabilimenti balneari e rifugi alpini. Anche la tecnologia supporterà il «taglio» ai giochi: grazie alla nuova generazione di apparecchi, saranno introdotti strumenti di autolimitazione «in termini di tempo e di spesa» e messaggi automatici durante la sessione di gioco «che evidenziano la durata delle partite». Il governo pro-pone agli enti locali anche di adottare regole e incentivi per la rottamazione delle slot che saranno dismesse in seguito alla riduzione del 30% del parco macchine e alla sostituzione con la nuova generazione di Awp da remoto. Inoltre, sarà necessario tagliare il numero delle slot in bar e tabacchi, ora rispettivamente a quota 177 mila e 39 mila unità, e introdurre «una certificazione di doppio livello (classe A e B)» per i punti vendita, oltre a un rigoroso sistema di controlli per le sale. Una manovra imponente, per contenuti e complessità, che l’Esecutivo spiega con la volontà di ridurre l’esposizione dello stato in un settore che, se da un lato «garantisce importanti entrate erariali (8,7 miliardi nel 2015, riporta Agipro), dall’altro comporta conseguenze sociali che non possono più essere trascurate, come invece si è fatto negli anni scorsi». Infine, insieme a Viminale ed enti locali, l’Esecutivo intende rivedere le regole sui casinò.

Nicola Tani

IL GOVERNO SUL RIORDINO GIOCHI

Slot, stop a banconote di grosso taglio

Le sentenze sul sito www.italiaoggi.it/documenti

La legge sul sito www.italiaoggi.it/documenti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 26: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

31Martedì 19 Luglio 2016Martedì 1I M P O S T E E TA S S ELa Suprema corte di cassazione accoglie il ricorso presentato da un usuraio

Soldi sporchi, meno pericoliSi risponde di provenienza illecita e non di riciclaggio

DI DEBORA ALBERICI

Risponde di impiego di denaro di provenienza illecita e non di rici-claggio chi utilizza di-

rettamente i soldi sporchi nelle attività economiche, senza alcu-na sostituzione delle risorse con altre utilità. Senza, cioè, farle prima fruttare in altro modo. È quanto affermato dalla Supre-ma corte che, con la sentenza numero 30429 del 18 luglio 2016, ha accolto il ricorso di un presunto usuraio condannato per riciclaggio. Il caso prende le mosse da un’inchiesta che vedeva l’uomo accusato di aver fi nanziato abusivamente e a un tasso superiore di quello legale alcuni imprenditori. Era stato inoltre accusato di aver ripulito il denaro per impiegarlo in altre attività. Ad avviso della difesa, che espone chiaramente nel ri-corso la sua tesi volta a smon-tare l’impianto accusatorio, non era stato ricostruito con chia-rezza se l’imputato aveva sosti-tuito il denaro sporco con altre utilità, prima del reimpiego. La tesi è stata accolta con succes-

so dagli Ermellini che hanno quindi chiarito che i reati di cui agli artt. 648 e 648 bis cod. pen. prevalgono solo nel caso di suc-cessive azioni distinte, le prime di ricettazione o riciclaggio, le seconde di impiego, mentre va riconosciuto solo il delitto di cui all’art. 648 ter cod. pen. nel caso di una serie di condotte realiz-zate in un contesto univoco, sin dall’inizio fi nalizzato all’impie-go. In tale contesto, la soluzione ermeneutica, idonea a risolvere il problema del rapporto della fattispecie in questione con i delitti di ricettazione e/o di rici-claggio, è stata fondata sulla di-stinzione tra unicità o pluralità di comportamenti e determina-zioni volitive: sono esclusi dalla punibilità ex art. 648 ter coloro che abbiano già commesso il delitto di riciclaggio (o di ricet-tazione) e che, successivamente, con determinazione autonoma (al di fuori, cioè, della iniziale ricezione o sostituzione del de-naro) abbiano poi impiegato ciò che era frutto già di delitto a loro addebitato; sono, invece, punibili coloro che, con unicità di determinazione teleologia

originaria, hanno sostituito (o ricevuto) denaro per impiegarlo in attività economiche o fi nan-ziarie. Il discrimine passa, dun-que, attraverso il criterio della pluralità ovvero della unicità di azioni, e delle determinazio-ni volitive a esse sottese. Nel primo caso il soggetto risponde di riciclaggio con esclusione del 648 ter, nel secondo soltanto di quest’ultimo, risultando in esso assorbita la precedente attività di sostituzione o di ricezione. In altri termini, se taluno sostituisce denaro di provenienza illecita con altro denaro o altre utilità e, poi, impiega i proventi deri-vanti da tale opera di ripu-litura in attività economiche o fi nanziarie, risponderà del solo reato di cui all’art. 648 bis cod. pen. proprio in forza della clausola «fuori dei casi previsti dagli artt. 648 e 648 bis cod. pen.».

Cinque miliardi di euro. A tanto potrebbe arrivare la multa che le autorità tributarie francesi potrebbero comminare al colosso bancario svizzero Ubs. La notizia, anticipata dal quotidiano Le Monde, rappresenta una stima basata sul valore ipotizzato dalla magistratura transalpina relativa agli importi frodati al Fisco francese da parte dei clienti di Ubs tra il 2004 e il 2012. La legislazione francese pre-vede infatti che le sanzioni fi nanziarie, in base alle circostanze, possono raggiungere la metà della som-ma nascosta all’Erario. Secondo fonti giudiziarie «il procedimento sarebbe in fase di istruttoria». Sotto esame sono fi nite due società ricollegabili al colosso fi nanziario svizzero ovvero Ubs Ag e Ubs France. «Scaduti gli ultimi termini di ricorso, alla fi ne di luglio, i giudici potranno emanare un’ordinanza di chiusura dell’inchiesta, con un non luogo a proce-dere o con un rinvio in tribunale», hanno spiegato gli esperti legali interpellati da Le Monde. Il pro-cesso, in questo ultimo caso, potrebbe cominciare nel primo trimestre del 2017. Ubs è sospettata di aver messo in atto un meccanismo volto a incitare facoltosi clienti francesi ad aprire conti in Svizzera all’insaputa del Fisco del loro Paese. La banca alla fi ne del 2014 aveva già dovuto versare una cauzione di 1,1 miliardi di euro.

Tancredi Cerne

Multa di 5 miliardi di euro per Ubs bank

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com

IN EDICOLA

Disponibile anche sul sito www.classabbonamenti.com

IN EDICOLA CON

Cosa cambia dopo il decreto legge 59 e il dlgs 72

$% "#!(#)' &*)*$COME OTTENERE CREDITO GARANTITO DA BENI MOBILI O IMMOBILI

Con tutte le norme di riferimento commentate articolo per articolo

In collaborazione con

La sentenza sul sito www.italiaog-gi.it/documenti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 27: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

32 Martedì 19 Luglio 2016 ENTI LOCALI E STATODL ENTI/ Organici congelati per chi non approva preventivo, rendiconto e consolidato

Niente assunzioni senza bilanciStanziati 110 milioni per pagare le penali dei mutui

DI FRANCESCO CERISANOE LUIGI CHIARELLO

Niente assunzioni sen-za bilanci. E arriva un fondo per il pagamento delle penali per l’estin-

zione anticipata dei mutui dei comuni. Regioni, province, cit-tà metropolitane e municipi che non rispettano i termini previsti per l’approvazione del preventivo, del rendicon-to e del bilancio consolidato, o che non inviano nei termini tali documenti alla Banca dati delle pubbliche amministra-zioni, non potranno effettuare assunzioni a qualsiasi titolo e con qualsiasi tipologia con-trattuale, compresi i rapporti di co.co.co. e di somministra-zione. Anche i procedimenti di stabilizzazione in atto saranno congelati e non sarà possibile neppure stipulare contratti di servizio con privati per elude-re la sanzione del blocco. Lo prevede un emendamento del governo depositato ieri in com-missione bilancio della came-ra dove sono proseguiti fi no a tarda notte i lavori sul decreto enti locali (dl 113/2016). I de-putati hanno dato il via libera alla costituzione di un fondo per il pagamento delle penali per l’estinzione anticipata dei mutui degli enti locali (si veda ItaliaOggi del 16/7). Il Fondo avrà una dotazione di 14 mln per quest’anno e di 48 milioni per ciascuno degli anni 2017 e 2018.

Disco verde anche all’emen-damento ponte sulle concessio-ni balneari, a rischio dopo la bacchettata della Corte di giu-stizia Ue che ha stigmatizzato l’assenza di gare per la sele-zione dei candidati. L’emenda-mento presentato dal relatore al decreto legge, Antonio Mi-siani (Pd) prevede che le auto-rizzazioni per lo svolgimento di attività turistico-ricettive sulle coste, assegnate fi no al 31 di-cembre 2020, restino in vigore fi no al riordino della materia da parte del governo. Riordino che dovrebbe essere portato sotto forma di ddl delega in uno dei prossimi consigli dei ministri. «E’ il primo passo ver-so la revisione organica della disciplina, che terrà conto della professionalità, dell’esperienza e dei sacrifi ci di chi da anni si dedica ad attività di impresa nell’ambito del turismo balnea-re», ha commentato il ministro per gli affari regionali, Enrico Costa.

Province. Con un ulterio-re emendamento del governo vengono ripartiti gli importi dei sacrifi ci che province e città metropolitane devono garanti-re per concorrere agli obiettivi di fi nanza pubblica. Il totale resta invariato (2 miliardi per il 2016), ma viene così suddivi-so: 1,295 miliardi a carico delle province, 504 milioni a carico delle città metropolitane e 200

milioni a carico delle province di Sicilia e Sardegna. Come pre-cisato nella relazione illustrati-va, il riparto è stato effettuato secondo una metodologia che tiene conto della divergenza tra spesa storica e spesa stan-dard per le funzioni fondamen-tali, nonché dei principi sanciti

dalla Corte costituzionale che con la sentenza n.65/2016 ha sottolineato la necessità che i tagli siano «sostenibili» e che le risorse assegnate alle provin-ce non scendano al di sotto di una certa soglia oltre la quale «la spesa non sarebbe ulterior-mente comprimibile».

Ripartito anche l’ammonta-re complessivo dei 495 milioni destinati dalla legge di stabi-lità 2016 (legge n.208/2015) al fi nanziamento delle spese per viabilità e edilizia scolastica. Alle province andranno 245 milioni di euro, mentre alle cit-tà metropolitane 250 milioni.

Ripartito anche il fondo di 39,6 milioni fi nalizzato al manteni-mento della situazione fi nan-ziaria corrente per il 2016.

Rateazioni fiscali. Come anticipato su ItaliaOggi del 16/7 l’emendamento di An-tonio Castricone e Rocco Palese sulle rateazioni fi scali rischia di essere spacchettato. La prima parte, sulla riapertu-ra delle rateazioni con Equita-lia, non incontrando ostacoli né nel concessionario unico della riscossione né nel governo, si avvia verso una sicura appro-vazione. Discorso diverso per la seconda parte che riguarda la possibilità di rateizzare fi no a 72 rate (più ulteriori 72) i paga-menti delle «ingiunzioni fi sca-li». Sul punto ci sarà da supe-rare le resistenze dell’Agenzia delle entrate e del Mef per il momento orientati a esprime-re parere negativo su questo aspetto dell’emendamento.

Aiuti alle imprese cerea-licole. Un emendamento del governo aiuta le imprese cerea-licole in crisi, colpite da un crollo dei prezzi del grano e dei cereali in genere (quotazioni mai così giù dal 2010, pari alla metà di quelle di fi ne 2014, con 300 mila imprese a rischio chiusu-ra). Le imprese che producono frumento e affi ni, destinati ad alimentare capi di bestiame, il cui latte è utilizzato per la produzione lattiero casearia, avranno a disposizione un fon-do ad hoc. Il nuovo strumento è dichiaratamente orientato a reintrodurre i cereali nei man-gimi, col fi ne di aumentare la qualità dei latticini. Il budget ammonta a 3 mln di euro per il 2016 e 7 mln per il 2017. Gli interventi fi nanziati dovranno sottostare al regime de minimis; cioè al massimo saranno erogati 200 mila euro a impresa agrico-la nel triennio.

Le giunte degli enti locali potranno pre-sentare ai consigli il bilancio di previsio-ne ed il Dup anche se non corredati dalla relazione dei revisori. È quanto prevede uno degli emendamenti al dl 113/2016 approvato la scorsa settimana alla ca-mera (si veda ItaliaOggi del 16/7/2016). Il correttivo punta a semplifi care l’iter dei documenti contabili e a risolvere la querelle fra Arconet e Cndcec sul ruolo dei controllori esterni, ma rischia di non essere risolutivo.

L’emendamento approvato a Monteci-torio incide sul primo comma dell’art. 174 del Testo unico degli enti locali, che nel testo oggi vigente recita «Lo schema di bilancio di previsione fi nanziario e il Documento unico di programmazione sono predisposti dall’organo esecutivo e da questo presentati all’organo con-siliare unitamente agli allegati e alla relazione dell’organo di revisione en-tro il 15 novembre di ogni anno». Nella nuova versione, invece, l’inciso «e alla relazione dell’organo di revisione» verrà soppresso.

Per comprendere il senso di tale nor-ma e della relativa modifi ca, occorre ri-cordare che, in linea generale, i revisori agiscono a supporto dei consigli e non delle giunte, per cui non si comprendeva a che titolo fosse necessario acquisire il loro parere sugli schemi di bilancio e di Dup.

La questione è stata affrontata più volte dal Consiglio nazionale dei com-mercialisti ed esperti contabili rispetto al Dup, con diverse circolari che hanno anche evidenziato come non sia possibi-le esprimere un parere di congruità sul

documento se esso non risulta accom-pagnato dallo schema di bilancio. Il che accade molto spesso, visto che il Dup deve essere presentato entro il 31 luglio, mentre la scadenza del 15 novembre (ri-chiamata dall’art. 174) si riferisce in re-altà alla relativa nota di aggiornamento che accompagna (questa sì) la bozza di preventivo.

Sul tema è intervenuta anche la com-missione Arconet, la quale, nella faq n. 10, ha affermato che sulla delibera di giunta relativa al Dup è necessario il parere dell’organo di revisione a sup-porto della proposta di deliberazione del Consiglio, secondo le modalità previste dal regolamento dell’ente. Un’indicazio-ne tutt’altro che univoca, rispetto alla quale la prassi ha fatto registrare non pochi casi in cui i revisori, in mancanza dei «numeri» del bilancio, hanno rifi uta-to di dare il parere.

A chiarire il quadro ci prova ora il legi-slatore, ma il risultato pare decisamente modesto. La modifi ca, infatti, non tocca il vero nodo critico, rappresentato dall’ob-bligo di presentare il Dup entro fi ne lu-glio, quando la quasi totalità delle am-ministrazioni non ha ancora neppure una vaga idea di cosa scriverà nei preventivi. Non a casa, il testo iniziale dell’emenda-mento prevedeva anche lo slittamento della scadenza al 30 settembre.

La mancata approvazione di tale pre-visione rende monco il correttivo, anche perché in ogni caso il parere de revisori dovrà comunque essere acquisito in tutti i casi in cui il Dup verrà approvato prima del bilancio.

Matteo Barbero

Dup in consiglio senza relazione dei revisori

In attesa della piena operatività del nuovo regolamento sulla misurazione e valutazione della performance delle pubbliche amministrazioni, per i com-ponenti degli Organismi indipendenti di valutazione (Oiv) oggi in scadenza, si può prorogare il mandato fi no all’en-trata in vigore del decreto ministeria-le con cui saranno defi niti i requisiti per l’iscrizione al nuovo elenco Oiv. In seconda battuta, è altresì possibile procedere ad una nuova nomina, con le modalità fi nora seguite, ma con una durata non superiore a quella prevista dalla disciplina previgente.

E’ quanto precisa il dipartimento della funzione pubblica, con la nota n.37249/2016, con la quale si fa chia-rezza sulle novità introdotte in ma-teria dal dpr n.105/2016, fornendo un’interpretazione delle disposizioni contenute all’articolo 6, comma 5 di tale dpr, che regola la nomina degli Oiv. Come noto, con il regolamento sopra citato, pubblicato sulla Gaz-zetta Uffi ciale del 17 giugno scorso

ed emanato in attuazione dell’arti-colo 19, comma 10 del decreto legge n.90/2014, si è dato avvio al processo di riordino delle funzioni in materia di misurazione e valutazione della performance delle p.a. L’articolo 6, in dettaglio, reca nuove disposizioni in materia di organizzazione e funziona-mento degli Oiv, prevedendo l’istitu-zione di un apposito elenco nazionale, tenuto dal Dipartimento della funzio-ne pubblica. Tuttavia, precisa la nota di palazzo Vidoni, l’elenco degli Oiv non sarà immediatamente operativo, in quanto occorrerà attendere (entro centoventi giorni dall’entrata in vigo-re del citato dpr n.105/2016, ovvero il 30 ottobre 2016) un apposito decreto del ministero della semplifi cazione. Decreto nel quale saranno messi nero su bianco i requisiti di competenza, esperienza ed integrità che devono possedere gli iscritti all’elenco nazio-nale degli Oiv. Fermo restando che le nuove disposizioni si intendono appli-cate a partire dai rinnovi degli orga-

nismi successivi all’entrata in vigore del predetto dm e che i componenti degli organismi già nominati restino in carica fi no alla naturale scadenza del loro mandato.

Si pone, pertanto, il problema della disciplina dei componenti Oiv in caso di scadenza nella fase transitoria che precede l’emanazione del dm sempli-fi cazione. Sul punto, palazzo Vidoni ha precisato, in risposta a numerosi quesiti pervenuti dalle amministrazio-ni, che in caso di scadenza dell’Oiv e, in attesa della piena operatività del-la nuova disciplina, è demandato alla singola amministrazione la corretta procedura da seguire. In ogni caso, la stessa funzione pubblica suggerisce di prorogare i componenti uscenti fi no all’entrata in vigore del citato decreto ministeriale, oppure di procedere alla nomina dei nuovi componenti secondo le modalità sino ad oggi eseguite, ma con una durata non superiore a quella prevista dalla disciplina previgente.

Antonio G. Paladino

Valutazione, prorogati i componenti degli Oiv

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 28: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

33Martedì 19 Luglio 2016Martedì 1DIRITTO E IMPRESALa stretta in un dlgs varato dal Consiglio dei ministri. Niente obbligo se non c’è benei cio

Niente contatori di calore? MultaDal 2017 il condomino non in regola paga fi no a 2.500 €

DI CINZIA DE STEFANIS

Entro il 31 dicembre 2016 in ogni condomi-nio si dovrà verifi care se sussista l’obbligo di

introdurre sistemi di termore-golazione e contabilizzazione del calore e, in caso positivo, di modifi care in tal senso gli impianti di riscaldamento esistenti. Pena l’applicazione, per chi non rispetta l’obbligo di installare i contabilizzatori, di multe, che andranno da 500 fi no a 2.500 euro a condomino. Salvo che non dimostrino l’im-possibilità tecnica d’installazio-ne degli stessi o la loro ineffi -cacia economica attestata da una relazione tecnica a cura di un progettista o di un tecnico abilitato. Queste le più impor-tanti novità contenute nel dlgs correttivo del dlgs n. 102/204 di recepimento della direttiva 2012/27/Ue sull’effi cienza ener-getica, approvato in via defi ni-tiva dal Consiglio dei ministri del 14 luglio scorso.

Nei condomini allacciati ad una rete di teleriscalda-mento o in cui l’impianto di

riscaldamento è centraliz-zato è necessario installare, entro il 31 dicembre 2016, dei contatori di calore sui termo-sifoni che ripartiscano le spese in base al reale consumo della singola utenza. La norma pre-scrive che l’importo complessi-vo deve essere suddiviso tra gli utenti fi nali, in base alla norma tecnica Uni 10200. Alla prescri-zione sulla suddivisione delle spese, è però possibile derogare, se si provano, tramite apposita relazione tecnica asseverata, differenze di fabbisogno termi-co tra le unità immobiliari del condominio superiori al 50%. In questo caso, sarà possibile dividere l’importo complessivo tra gli utenti fi nali attribuen-do una quota di almeno il 70% agli effettivi prelievi volontari di energia termica e suddivi-dendo gli importi rimanenti secondo altri metodi (millesi-mi, metri quadri, metri cubi o altro). L’obbligo di installa-zione dei contabilizzatori di calore non si applica quando l’installazione dello stessi non è tecnicamente possibile, non è effi ciente in termini di costi o

non è proporzionata rispetto ai risparmi energetici potenziali. Tale impossibilità o ineffi cienza dovrà, però, essere dimostrata attraverso una relazione tecni-ca a cura di un progettista o di un tecnico abilitato.

Proprietario immobile. Il proprietario di un’unità im-mobiliare, che non provvede a installare sistemi di termo-regolazione e contabilizzazio-ne del calore individuale, per misurare il consumo di calore in corrispondenza di ciascun corpo scaldante posto all’in-terno dell’unità immobiliare, è soggetto alla sanzione ammi-nistrativa pecuniaria che va da 500 euro a 2.500 euro per ciascuna unità immobiliare. Tali sanzioni pecuniarie non si applicano nel caso in cui un tec-nico abilitato o un progettista attestino che l’installazione di questi sistemi non è effi ciente in termini di costi.

DA BRUXELLES ANGELO DI MAMBRO

Dopo mesi di attesa, la Commissione Ue ha presentato ieri al Consiglio agricoltura tenuto a Bruxelles un piano da 500 mln di euro in aiuti straordinari per gli allevatori alle prese con la crisi dei prezzi. Una parte del pacchetto, 150 mln, è specifi catamente destinata ai produttori di latte che scelgano di ridurre la produzione. La seconda tranche, da 350 mln, sarà distribuita ai paesi membri, con l’Italia che ottiene quasi 21 mln. Dopo anni di richieste da parte dei grandi paesi pro-duttori, tra cui il nostro, ieri la Commissione ha annunciato di essere pronta a incrementare il prezzo di ritiro dal mercato dei prodotti ortofrutticoli in caso di crisi.

Fondi per la riduzione della produzione. La prima tranche da 150 milioni si tradurrà in un incentivo per i produttori di latte per raggiungere l’obiettivo di diminuire l’offerta dell’Ue di 1,4 mln di tonnellate. Si tratta di uno strumento nuovo, la cui validità è da sperimentare, ma che risponde alle richieste di paesi come l’Italia, dell’Europar-lamento e della maggioranza delle organizzazioni agricole europee sulla necessità di un’azione coordinata a livello Ue per incidere sulla sovrapproduzione di latte. «La misura», si legge in una nota del Mipaaf, «sarà attiva da settembre».

I pacchetti nazionali. La porzione più sostanziosa dei fondi, 350 milioni di euro, è destinata ai paesi Ue, che po-tranno utilizzarli per rinforzare misure a sostegno del lat-te e di altri settori dell’allevamento, da concordare con la Commissione nelle prossime settimane. Le capitali europee potranno aggiungere risorse proprie fi no a raddoppiare la

dotazione Ue. «Per l’Italia si-gnifi ca circa 21 mln di euro», ha spiegato il ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina, «che utilizzeremo anche per un supporto alla crisi del latte ovino».

Ortofrutta. Il commissa-rio Ue all’agricoltura, Phil Hogan, ha annunciato il prossimo aumento delle compensazioni per il ritiro per l’ortofrutta. «È un passo importante, anche se voglia-mo informazioni chiare per capire bene quando questo aumento partirà», ha detto Martina, «ma è un’altra ri-chiesta di parte italiana che viene assecondata». «Secondo il metodo di calcolo attuale», spiega il segretario generale del Copa & Cogeca Pekka Pesonen, «la compensazio-ne è solo il 10% del prezzo medio negli ultimi 5 anni, che diventa 30% in caso di distribuzione gratuita. Cre-diamo si dovrebbe arrivare al 50% per tutte e due le for-me di compensazione».

Altri elementi del pac-chetto sono: la possibilità di offrire il sostegno accop-piato al lattiero caseario - che spesso si eroga per capo - con deroga all’obbligo di mantenere la dimensione delle mandrie; l’anticipo dal 16 ottobre fi no al 70% dei pagamenti diretti e fi no all’85% di alcuni pagamenti dello sviluppo rurale senza necessità di completare i con-trolli in loco; l’estensione del periodo dell’intervento pub-blico e dell’ammasso privato di latte in polvere scremato oltre la fi ne del mese di set-tembre.

Allevatori in crisi, pianodi aiuti Ue da 500 milioni

Arrivano le regole opera-tivo per gli incentivi per accedere ai meccanismi d’incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnovabili diversi dal fotovoltaico (dm 23 giugno 2016). La doman-da di accesso agli incen-tivi può essere presentata solo a seguito dell’entrata in esercizio dell’impianto e deve essere trasmessa esclusivamente per via telematica. Il 20 agosto partono le procedure d’asta gestite dal Gse per accesso agli incenti-vi. Tutto questo lo preve-de la guida del Gse sulle procedure operative per l’applicazione degli in-centivi per la produzione di energia elettrica da impianti a fonti rinnova-bili diversi dai fotovoltai-ci. L’incentivazione sarà calcolata fra la produ-zione netta e l’energia ef-fettivamente immessa in rete. In particolare sono previste due tipologie di incentivi una tariffa in-centivante omnicompren-siva e un incentivo (calco-lato come differenza tra un valore fi ssato (ricavo complessivo) e il prezzo zonale orario dell’energia (riferito alla zona in cui è immessa in rete l’ener-gia elettrica prodotta dall’impianto).

Rinnovabili,aste al 20/8

Migliora lo scenario dei pagamenti delle imprese italiane. Nel secondo tri-mestre del 2016, infatti, continuano a diminuire i ritardi gravi nei paga-menti, uno dei principali indicatori dello stato di salute delle imprese. At-tualmente la percentuale di ritardi gravi è infatti pari al 13,1%, un calo ri-spetto allo stesso periodo del 2015 del 14,4%. Un buon segnale per il no-stro sistema imprendito-riale italiano, che eviden-zia una minor diffi coltà delle imprese nel saldare le fatture ai fornitori. Il 35,4% delle imprese, dati aggiornati a fi ne giugno 2016, invece paga alla scadenza, il 51,5% entro il mese di ritardo. Una situazione, quella dei pagamenti, in fase di miglioramento, anche se rispetto al 2010 i ritardi oltre il mese di ritardo segnano un +138,2%, mentre i pagamenti alla scadenza sono diminuiti del 5,6%. A diffondere i dati è lo studio paga-menti, aggiornato a fi ne giugno 2016, realizzato da Cribis d&b, la socie-tà del Gruppo Crif spe-cializzata nelle business information, che ha stu-diato i comportamenti di pagamento delle imprese italiane.

Pagamenti,giù i ritardi

Ok all’autocertifi cazione antimafi a per la verifi ca dei re-quisiti di onorabilità per l’imprenditore che avvia attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande assoggettabili a Scia e silenzio-assenso. Un soggetto che in-tende inserire la categoria merceologica «giornali e riviste» in negozi della grande distribuzione ubicati in più comu-ni deve inviare tante Scia quanti sono i comuni nei quali intende operare. L’istituto dell’affi do di reparto è consentito negli esercizi commerciali organizzati in più reparti, previa sottoscrizione di un contratto di affi do sulla base del codice civile, attraverso i principi dell’autonomia contrattuale delle parti. Sono le più importanti novità contenute negli ultimi pareri emessi dal ministero dello sviluppo economico, guidato da Carlo Calenda in materia di commercio.

Scia per pasti e rinfreschi. L’attività di fornitura per gli ospiti di una residenza protetta si confi gura come attività di somministrazione di alimenti e bevande non al pubblico indistinto, ma a particolari soggetti; per l’avvio il titolare della ditta deve presentare Scia al Suap del Comune com-petente per territorio. Il principio è espresso dai tecnici Mise con risoluzione del 17 maggio 2016 n. 136574. Il titolare della ditta che prende in carico la gestione di tale attività, ossia la preparazione in loco di pasti caldi per gli ospiti della residenza protetta, è tenuto comunque a presentare segna-lazione certifi cata d’inizio di attività al Comune competente per territorio.

Affi do reparto. L’istituto è consentito negli esercizi com-merciali organizzati in più reparti, previa sottoscrizione di un contratto di affi do sulla base del codice civile, attraverso i principi dell’autonomia contrattuale delle parti. La gestione del reparto è una gestione aziendale in proprio, regolata da un accordo contrattuale tra le parti, non sussistendo tra ge-store e affi datario rapporto di dipendenza. È quanto si legge nella risoluzione Mise del 3 maggio 2016 n. 122063. Il titolare dell’esercizio commerciale è tenuto a comunicare al Comune l’eventuale affi do di reparto ad altro soggetto; quest’ultimo, inoltre, è tenuto, in quanto esercente in proprio l’attività azien-

dale, a iscriversi al Registro imprese, oltre a dover risul-tare in possesso dei requisiti morali e professionali previ-sti dall’articolo 71 del dlgs 26 marzo 2010, n. 59.

Marco Ottaviano

Bollo antimafi a da chi aprebar, negozi e ristoranti

Il dlgs sul sito www.italiaoggi.it/documenti

Le risoluzio-ni Mise sul sito www.italiaoggi.it/documenti

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 29: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

34 Martedì 19 Luglio 2016 P R O F E S S I O N IL’Ordine degli avvocati di Milano sugli adempimenti 2014-2016

Legali a caccia di creditiCancellazione dall’albo se manca il quantum

DI GABRIELE VENTURA

Gli ordini forensi strin-gono le maglie sulla formazione continua degli avvocati. Il nuo-

vo regolamento prevede, in-fatti, la cancellazione dall’albo per i legali che non assolvono l’obbligo, e la prima occasione di attuazione della norma sa-ranno le verifiche sul triennio 2014-2016, che avverranno in occasione della revisione degli albi prevista nel 2019. Lo ha comunicato l’Ordine degli av-vocati di Milano agli iscritti, tramite circolare del 13 luglio 2016, che contiene una serie di regole per l’attuazione del rego-lamento Cnf n. 6/2014 in mate-ria di formazione continua e la gestione degli eventi formativi organizzati dall’Ordine. Il pre-sidente, Remo Danovi, ricor-da agli iscritti l’obbligo di con-seguire 60 crediti nel triennio 2014-2016, di cui nove in ma-teria obbligatoria. Gli avvocati che non avessero ancora prov-veduto, sono invitati a caricare nella propria area personale gli attestati di partecipazione a eventi formativi accreditati da altri Ordini o dal Cnf, le de-libere Cnf per pubblicazioni, le attestazioni di docenze univer-sitarie e quant’altro previsto dalla normativa, entro il 10 settembre 2016. In generale, il caricamento di questi docu-menti deve avvenire entro 90 giorni dallo svolgimento dell’at-tività formativa attestata. Per ogni anno del triennio forma-tivo viene effettuata, in modo automatico e solo tra annualità consecutive, la compensazione dei crediti formativi nella mi-sura massima di cinque per anno, con esclusione di quelli maturati per la materia di de-ontologia ed etica professionale. Per quanto riguarda l’effettiva partecipazione agli eventi, la circolare prevede inoltre che gli iscritti all’evento formativo attraverso la piattaforma web dedicata, abbiano la priorità nell’accesso all’aula. Se impos-sibilitato a partecipare, però, l’avvocato è tenuto a cancel-lare la propria iscrizione al-meno 24 ore prima del giorno di svolgimento dell’evento. Se, per tre volte nel corso dell’anno, l’iscritto non si presenta senza essersi cancellato, scatta la sanzione con il blocco della pos-sibilità di iscriversi ad eventi gratuiti per la restante parte dell’anno formativo. Infine, la circolare prevede che, ai i gio-vani avvocati e ai praticanti con meno di 35 anni di età, è riservata l’iscrizione agli aven-ti gratuiti dell’Ordine fino a un numero massimo di 150 posti, sono riservati ogni anno due eventi formativi gratuiti in ma-teria obbligatoria, è ridotta la quota di iscrizione agli eventi organizzati da Fondazione fo-rense Milano o Ordine avvocati Milano.

DI SIMONA D’ALESSIO

Lavoro e welfare «attivo» (non soltanto una «sum-ma» di prestazioni assi-stenziali) sono «due facce della stessa medaglia». È partendo da questo assun-to che l’Enpab (Ente pre-videnziale dei biologi) ha scelto di dotarsi di appo-site linee guida, per dare vita ad interventi con cui incoraggiare l’attività pro-fessionale degli iscritti. E lo ha fatto, ha spiegato la presidente della Cas-sa pensionistica Tiziana Stallone a ItaliaOggi, ri-spondendo concretamente all’appello del ministro del lavoro Giuliano Poletti, che «ha connotato con la legge 99/2013 un nuovo ramo di welfare», permet-tendo di attuare «piani di sostegno per il libero professionista in tutti gli stadi della sua attività», dalla fase di start-up al consolidamento della propria carriera. Ma quali sono i campi che l’Enpab desidera coltivare? Si va dall’azione di promozio-ne e sviluppo dell’attività professionale dei biologi all’aggiornamento conti-nuo della categoria, dalla «formazione sul campo e tirocini pratici per l’ac-quisizione di nuove com-petenze che promuovano i contatti con il mondo del lavoro» fi no alla crescita della «educazione previ-denziale» e al contrasto all’evasione contributiva, senza tralasciare l’asse-gnazione di borse di stu-dio a sostegno del reddito ed altre iniziative, fina-lizzate a «incrementare l’interdisciplinarità della professione». L’applica-zione delle linee guida sarà affi ancata dall’avvio di «un’accurata indagine interna, che tenga conto della percezione che i sin-goli iscritti, che hanno be-nefi ciato» delle misure di welfare proposte, hanno avuto, riguardo alla vali-dità dell’offerta didattica e alle ripercussioni sulla vita lavorativa; l’ente ne valuterà, poi, gli esiti, nel frattempo, Stallone ha sottolineato come la for-mazione erogata, «teori-ca e pratica», punterà alla «valorizzazione del pro-fessionista», conferendo-gli una adeguata, preziosa visibilità anche presso «le aziende alle quali il bio-logo si rivolge». Una via «attiva», dunque, che «fa da contraltare», ha con-cluso la numero uno della Cassa, al welfare passivo «più strettamente assi-stenziale».

CASSA BIOLOGI

Sostegno all’attivitàprofessionale

Avvocati soddisfatti del decreto sulla compensazione crediti-debiti in materia di gratuito patrocinio. Dalla categoria è arrivato infatti il plauso al ministro della giustizia, Andrea Orlando, per l’emana-zione del provvedimento che disciplina le modalità di compensazione dei crediti vantati dagli avvocati per l’attività svol-ta a seguito di ammissione al patrocinio a spese dello stato, con quanto da essi dovuto per ogni imposta o tassa (si veda ItaliaOggi del 16 luglio scorso). Secondo il Consiglio nazionale forense, «si trat-ta certamente di uno strumento utile e di aiuto per i legali, in particolare per i giovani e per tutti gli avvocati che opera-no in un ambito di grande rilievo sociale come quello della difesa dei non abbien-ti». Soddisfatta anche Cassa forense che, tramite il presidente Nunzio Luciano, ha sottolineato come «Cassa forense si è fat-ta promotrice per prima e fi n da subito presso il ministero della giustizia della necessità di procedere ad una compen-sazione fra crediti e debiti. Bisogna dare atto a Orlando di essere stato sensibile alle nostre richieste e di aver mantenuto la promessa fattaci, individuando la so-luzione della compensazione per i crediti

relativi alle spese sostenute, per i diritti e gli onorari maturati e non ancora sal-dati e per i quali non sia stata proposta opposizione». Anche l’Organismo unitario dell’avvocatura ha espresso soddisfazione per il decreto, sottolineando l’impegno dell’Oua rispetto all’iniziativa, «sotto il forte impulso della Commissione pa-trocinio a spese dello stato, coordinata da Alberto Vigani. Una proposta che ha avuto una grande attenzione dal ministro Orlando, che chiaramente ringraziamo per aver risposto concretamente a una richiesta che non solo tutela gli avvocati che esercitano questo servizio, ma che valorizza lo stesso patrocinio a spese dello stato, uno degli snodi fondamentali del servizio giustizia per i cittadini con maggiori diffi coltà economiche», afferma la presidente, Mirella Casiello. «Avanti così», continua Casiello, «sono ancora molti i problemi da affrontare, diversi i ddl avanzati dall’Oua, tra questi solo per citarne alcuni, quelli che nei giorni scorsi sono state presentati alla Came-ra sull’equo compenso e per l’estensio-ne sempre del patrocinio senza limiti di reddito ai minori e ai disabili».

Gabriele Ventura

Decreto compensazioni, esulta l’avvocatura

All’appello mancano almeno 47 mila infermieri. E quel-li attualmente in servizio non godono di ottima salute. Tra retribuzioni ridotte e turni massacranti a essere a rischio è l’effi cienza dei servizi. Questo l’sos lanciato, ieri, dall’Ipasvi (Federazione nazionale dei collegi degli infermieri) guidata da Barbara Mangiacavalli contestual-mente alla presentazione dell’Analisi regione per regione sulla situazione dei professionisti del settore. L’indagine condotta, alla vigilia della nuova stagione contrattuale, mostra come l’età media dei professionisti stia aumen-tando a causa del mancato ricambio generazionale, «con una percentuale di infermieri over 50, quindi meno adatti a turni pesanti e a manovre rischiose per se stessi e i pa-zienti, in costante aumento». Uno scenario a cui è legata la necessità di un’assistenza capillare sul territorio, dove i cittadini over 60 sfi orano ormai il 30% e dove i pazienti non autosuffi cienti, cronici e comunque fragili che hanno bisogno di assistenza h 24 sono oltre 16 milioni. «Per questi», ha calcolato l’Ipasvi, «servono almeno 30 mila infermieri dedicati che non possono essere davvero né i più anziani, né i meno esperti». Un quadro generale a cui devono essere aggiunte anche le diffi coltà che rischiano di coinvolgere i cittadini. «Studi internazionali indicano», ha sottolineato l’Ipasvi, «che se i pazienti per infermiere scendono numericamente da 10 a 6, la mortalità si riduce del 20%: in Italia la proporzione media nazionale è di 12 pazienti per infermiere e se alcune regioni ce la fanno a scendere anche se di poco sotto i 10, ce ne sono altre, ancora tra quelle in piano di rientro che di più scontano il blocco del turnover e la carenza di personale, dove si arriva anche a 18 pazienti per infermiere». Un vero e proprio richiamo al legislatore, quindi, quello che è arri-vato dalla Federazione. «Alla vigilia della nuova stagione contrattuale», ha spiegato la Mangiacavalli, «questi dati dovrebbero far ragionare sia il legislatore sia le regioni ed essere utili come base di trattativa per i sindacati. La carenza è evidente, così come lo è la situazione diffi cile a livello generale, ma sicuramente a rischio nelle regioni in piano di rientro che rappresentano ormai a livello di popolazione oltre il 47% dei cittadini italiani. Il nostro compito è di tutela della professione perché mantenga la sua dignità e soprattutto dei pazienti che si affi dano a noi: sapere con cosa abbiamo a che fare è un buon inizio».

Sos Ipasvi, mancano47 mila infermieri. Almeno

CCIAA NAPOLI

Consultaprofessioni, eletto MorettaVincenzo Moretta alla gui-da della Consulta delle pro-fessioni presso la Camera di commercio di Napoli. Ieri, infatti, il numero uno dell’Ordine dei dottori com-mercialisti e degli esperti contabili di Napoli, è stato eletto all’unanimità e per acclamazione presidente della Consulta delle pro-fessioni presso la Camera di commercio, alla presenza

del commissario straordina-rio, Girolamo Pettrone e del segretario generale, Mario Esti. «I professionisti hanno un ruolo di importanza sem-pre maggiore nella nostra società», ha sottolineato Moretta, «ricoprendo com-piti nelle istituzioni e facen-do da tramite tra queste e il tessuto produttivo».

Vincenzo Moretta

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 30: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

35Martedì 19 Luglio 2016Martedì 19 Luglio 201G E O M E T R IIl progetto che modifica l’accesso alla professione, prove tecniche sul territorio

Orientati alla laurea triennaleSavoncelli: colti gli elementi più innovativi della proposta

Non è raro che le di-namiche del cambia-mento siano recepite con maggiore velocità

dalla società rispetto alle isti-tuzioni, fisiologicamente sog-gette ai tempi delle fasi istrut-torie e parlamentari. È quanto sembra stia accadendo anche per il progetto di riforma del percorso di accesso alla pro-fessione proposto dal Consiglio nazionale geometri e geometri laureati: in attesa di essere in-canalato dagli organi preposti verso la fase di emanazione dei provvedimenti, sul territorio è già (in parte) realtà. Nell’anno accademico 2016/2017 debut-teranno in Emilia Romagna, Toscana e Lombardia tre per-corsi didattici ispirati ai con-tenuti del progetto della Cate-goria: un corso postsecondario a valenza di laurea triennale denominato «Gestione edilizia e del territorio», sul quale è in-tervenuto a più riprese Mauri-zio Savoncelli, presidente del Consiglio nazionale geometri e geometri laureati. Il primo nasce dalla collaborazione tra il Collegio geometri e geometri laureati di Rimini, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, il supporto logistico dell’università degli studi di San Marino, e gli istituti tec-nici indirizzo Cat provinciali; il secondo è il risultato della convenzione stipulata tra il Collegio geometri e geometri laureati di Siena, l’Universi-tà telematica internazionale UniNettuno e gli istituti tec-nici indirizzo Cat provinciali; il terzo coinvolge il Collegio geometri e geometri laureati di Lodi, il locale istituto tecni-co «A. Bassi» e l’Università di San Marino. Sempre in Lom-bardia iniziative analoghe a Brescia e Lecco, e ancora in Friuli Venezia Giulia (Udine), Puglia (Foggia, Lecce), Sarde-gna (Oristano).

Domanda. Presidente Savoncelli, qual è la valen-za di queste iniziative che nascono sul territorio?

Risposta. In via prelimi-nare, occorre chiarire che non è ancora possibile parlare di sperimentazione in senso stretto: i corsi in via di atti-vazione appartengono alla classe L-7 Ingegneria Civile e Ambientale previsti dal dpr 328/2001. Ci sono, però, ele-menti di novità: riferendosi a una normativa già vigen-te, introducono modalità di accesso diretto all’esame di abilitazione perché già com-prensivi di tirocinio e, soprat-tutto, avvicinano gli studenti a una visione del percorso universitario sovrapponibile al progetto di riforma voluto dal Consiglio nazionale, con particolare riferimento alle variabili più innovative.

D. Entrando nel detta-glio?

R. In primo luogo, un pia-

no di studi focalizzato su materie che caratterizza-no in maniera univoca la professione di geometra, distinguendola da profili limitrofi come l’architetto o l’ingegnere: un percorso altamente professiona-lizzante e per questo im-mediatamente spendibile nel mercato del lavoro. In secondo luogo, il coinvolgi-mento diretto degli istituti tecnici che, di fatto, assu-mono una doppia respon-sabilità: da un lato, quella di indicare con chiarezza il futuro percorso di carriera degli studenti, allineando aspettative e richieste del mercato; dall’altra di inten-sifi care i rapporti tra scuola e professioni, con l’obiettivo di soddisfare la richiesta di

tecnici di primo livello. In ultimo, la collaborazione con atenei tradizionali e telema-tici, nell’ottica della comple-

mentarità didattica.D. In relazione a questo

ultimo punto, i progetti coordinati dai collegi pro-

vinciali di Rimini, Siena e Lodi possono essere consi-derati pilota?

R. Indubbiamente forni-ranno indicazioni importanti a chi verrà dopo di loro: in scia vi sono Brescia, Lecco, Udine e molto si muove an-che nelle sedi del centro e del sud Italia. La partecipazione dell’Università di Modena e Reggio Emilia, grazie alla sua articolazione a «rete di sedi» e al supporto logistico dell’Uni-versità di San Marino, è ga-ranzia di una diffusa presenza sul territorio; le convenzioni siglate con l’ateneo telema-tico UniNettuno introducono un modello d’insegnamento e apprendimento a distanza innovativo, riconosciuto dalla comunità scientifi ca interna-zionale e che lo stesso Consi-glio nazionale ha valorizzato mediante la convenzione stipulata con l’ateneo (nella persona del rettore, professo-ressa Maria Amata Garito) che prevede il riconoscimento dei crediti formativi per gli iscrit-ti che intendono frequentare specifi ci corsi di laurea. Senza dimenticare che entrambi i mo-delli, tradizionale e telematico, contribuiscono ad assicurare un alto livello di scolarità anche a ragazzi altrimenti impossibi-litati a proseguire gli studi universitari fuori sede.

Il Consiglio nazionale ha stipulato una convenzione con l’università telemati-ca UniNettuno al fi ne di consentire ai geometri già iscritti all’Albo professio-nale di frequentare gli insegnamenti previsti dal corso di laurea triennale in Ingegneria Civile e Ambientale (clas-se L-7) con una modalità privilegiata: potranno iscriversi a ciascun singolo insegnamento (sostenendo il relativo esame) e non all’intero anno accade-mico, maturando contestualmente Cfu ai fi ni della carriera universitaria e Cfp ai fi ni dell’assolvimento degli obblighi riferiti alla formazione professionale continua. «La collaborazione con il Con-siglio nazionale dei geometri», spiega

il rettore di UniNettuno, professoressa Maria Amata Garito, «dà l’opportunità ai geometri di poter accedere a un cor-so di laurea collegato al loro percorso formativo. In particolare, i programmi di studio consentono di far acquisire i fondamen-ti culturali e le basi teoriche su cui si costruiscono le loro specifi che compe-tenze professionali. Solo così credo si possa formare un lavoratore capace di inserirsi in modo critico e consapevole nel mondo produttivo di oggi, sempre più globalizzato e interconnesso». La convenzione è pubblicata integralmen-te nell’apposita sezione del sito www.geometrinrete.it.

Riconosciuti i Cfu e i Cfp per gli iscritti

A Rimini un percorso di studi specifico per il geometra laureato. Inserito in classe L-7 Ingegneria civile e ambientale, il corso di laurea in «Costruzioni e Gestione del Ter-ritorio» prenderà l’avvio con l’a.a. 2016/2017. Organizzato dal Cgegl di Rimini in collaborazione con gli istituti tecnici Cat del territorio, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e il supporto lo-gistico dell’Università degli studi di San Marino, affonda le radici in un progetto di alta formazione nato nel 2006 su iniziativa del comitato tecnico-scientifico costi-tuitosi in seno alla Fondazione. Massimo Giorgetti, presidente Cgegl di Rimini Stefano Do-meniconi, presidente Fgi di Rimini

A Siena il Collegio è già polo uni-versitario. L’obiettivo è farsi trovare pronti quando la riforma del per-corso di accesso alla professione proposta dal Consiglio nazionale sarà pienamente operativa. Il primo passo in questa dire-zione è l’attivazione in classe L-7 Ingegneria civile e ambientale del primo corso di lau-rea triennale dedicato

alla fi gura del geometra: partirà a settembre con l’avvio dell’a.a. 2016/2017. Il progetto nasce grazie alla collaborazione virtuosa tra il Cgegl di Siena, gli istituti Cat del territorio e l’ateneo telematico UniNettuno. Il Collegio, un polo universitario a tutti gli effetti, è attrezzato per la didattica frontale e online; a fronte di una richiesta particolarmente elevata di domande d’iscrizione provenienti da neodi-plomati Cat e professionisti iscritti all’albo, è stata avviata l’interlo-cuzione con l’Università di Siena. Massimiliano Pettorali, Presi-dente Cgegl Provincia di Siena

A Lodi corso in «Costruzioni e gestione del territorio». In seguito a un accordo tra il Cgegl di Lodi, l’Università di San Marino e l’isti-tuto tecnico «A. Bassi», a partire dall’a.a. 2016/2017 sarà attivo il corso di laurea triennale in «Co-struzioni e gestione del territorio» specifi co per la fi gura del geometra laureato. Un risultato ottenuto

anche grazie all’apporto qualifi-cato di Corrado Sancilio, preside dell’istituto superiore cittadino. Renato Piolini, Presidente Cgegl della Provincia di Lodi

Anche a Brescia e Udine si è pronti a partire. Partirà a breve anche a Brescia il corso di laurea triennale per geometra e sarà attivato all’in-terno del dipartimento di Ingegneria civile dell’ateneo statale cittadino: un percorso formativo di alta specia-lizzazione, con un curriculum fi ssato a livello nazionale e già inserito nei programmi accademici; ne hanno discusso il Presidente del Cgegl di Brescia Giovanni Platto, il direttore del dipartimento di ingegneria civile dell’Università di Brescia Giovanni Plizzari, i docenti e responsabili degli istituti tecnici Cat del territorio. Ana-logo fermento a Udine: nella regione Friuli Venezia Giulia si muovono i primi passi per rendere operativo un percorso di studi universitario per il titolo di geometra laureato, in collabo-razione con l’Università degli Studi di

Udine, la rete territoriale degli istituti tecnici Cat, i referenti locali della Categoria coordinati da Elio Miani, presidente del Collegio provinciale.

I PERCORSI DIDATTICI SPERIMENTALI CHE ANTICIPANO LA RIFORMA DELLA CATEGORIA

Pagina a curaDEL CONSIGLIO NAZIONALE

GEOMETRI E GEOMETRI LAUREATI

Maurizio Savoncelli

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 31: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

36 Martedì 19 Luglio 2016 F O R M A Z I E N DAIl direttore di Formazienda Rossella Spada illustra le opportunità di i nanziamento

Ecco il nuovo avviso a sportelloFra le peculiarità, procedure più snelle e criteri selettivi

Con l’avviso a sportello 2016 il fondo Forma-zienda finanzia la realizzazione di piani

formativi aziendali, intera-ziendali, territoriali e settoria-li finalizzati all’innalzamento delle competenze e delle cono-scenze dei lavoratori delle im-prese che aderiscono al fondo. Il direttore Rossella Spada ce ne illustra caratteristiche e specifiche tecniche.

Domanda: Il fondo ha emanato un nuovo avviso a sportello. Qual è l’obiet-tivo?

Risposta: L’obiettivo dell’avviso a sportello, edizione 2016, è fi nanziare piani forma-tivi che prevedano di colmare i bisogni di aggiornamento, adeguamento, qualifi cazione e riqualifi cazione delle com-petenze possedute dai lavo-ratori. Parlo, ovviamente, dei dipendenti delle imprese che aderiscono al nostro fondo. L’avviso a sportello è, per noi, il principale strumento di fi nan-ziamento di piani formativi. E questo risulta chiaro se si pen-sa che la precedente edizione tenutasi nel 2014 si è conclusa con oltre 2.000 piani formativi approvati per complessivi 27 milioni di euro stanziati. Sulla scorta di questo straordinario

risultato, che ha consentito a oltre 8 mila imprese di pia-nifi care percorsi formativi in azienda, il fondo ha ritenuto opportuno offrire ancora una volta uno strumento che si è rivelato così effi cace, anche perché tagliato «su misura» delle imprese aderenti al fondo. La candidatura dei piani prevede, infatti, che le aziende benefi ciarie del finanziamento e i relativi fabbisogni formativi sia-no individuati già in modo chiaro e puntuale nel piano formativo candidato. A que-sta puntuale progettazione degli interventi formativi segue una tempestiva valu-tazione da parte del fondo, che si manifesta tramite la possibilità di fare candida-ture mensili dei piani, così da realizzare in brevissimo tempo le attività formative ipotizzate.

D. Che tipo di azioni pos-sono essere fi nanziate?

R. Le iniziative oggetto di fi nanziamento possono essere relative a varie tipologie, in par-ticolare la formazione di base o trasversale, fondamentale nel fornire conoscenze e compe-tenze di carattere generale; la formazione professionalizzante di mestiere, essenziale all’ade-

guamento delle qualifiche; l’evoluzione delle professioni e dei contenuti delle mansioni volta a trasferire conoscenze e competenze spendibili in dif-ferenti contesti produttivi; la formazione di qualificazione professionale, indispensabile per il conseguimento di un attestato di qualifi ca profes-sionale che consenta di svol-gere un ruolo corrispondente a un determinato profi lo; l’alta formazione per dirigenti d’im-

presa. In concreto, l’azienda viene messa nella condizione di formare verticalmente il proprio personale in modo che la crescita risulti omo-genea e coerente.

D. Quali sono le tipolo-gie dei piani formativi?

R. I piani formativi pos-sono essere aziendali e in-teraziendali in risposta ai fabbisogni formativi di una singola impresa. Ma possono essere anche settoriali o di fi liera, per imprese appar-tenenti allo stesso settore produttivo. Oppure possono essere territoriali, quindi rivolti a imprese di settori produttivi diversi che però operano nell’ambito di uno stesso territorio o nello stes-so ambito geografi co.

D. Quali sono, invece, le tematiche d’intervento?

R. I piani formativi candi-dati debbono vertere su abilità personali, gestione aziendale, qualità, informatica, tecniche di produzione, impatto am-bientale, sicurezza sul luogo di lavoro, marketing e vendi-te, lavoro di ufficio, lingue e contabilità.

D. Ci dica ora i termini e le modalità di presenta-zione con cui candidare al fondo i propri piani forma-

tivi?R. I piani possono essere

presentati in qualsiasi mo-mento dell’anno. Sul nostro sito internet sono indicate in home page le date di scadenza per l’invio delle candidature per ciascun mese del 2016.

D. L’avviso a sportello fi -nanzia la formazione delle imprese aderenti al fondo. Come può un’impresa ade-rire a Formazienda?

R. Aderire a Formazienda è semplice e non comporta alcun costo per l’impresa. È suffi cien-te inserire il codice Form nella denuncia contributiva e retri-butiva mensile (modello Unie-mens). L’adesione, ricordiamo, può essere espressa anche da parte delle aziende agricole (modello Dmag). Il fondo For-mazienda accoglie il contributo versato dalle imprese sia per i dipendenti sia per le fi gure dirigenziali. Per ulteriori in-formazioni circa le modalità di adesione si può visitare il nostro sito e prendere contatti con i nostri uffi ci.

Abbiamo chiesto a Marco Paolo Nigi, segretario generale Confsal, di illu-strarci i benefici per i lavoratori of-ferti dall’avviso a sportello 2016 del fondo Formazienda.Domanda: Quali sono in concreto questi vantaggi?Risposta: L’avviso a sportello è uno strumento efficace per la gestione dello 0,30% che le imprese versano mensilmente all’Inps e che a esse ritorna come formazione continua dei lavoratori. Da parte nostra è un modo di sostenere le strategie delle imprese aderenti al fondo offrendo loro l’opportunità di programmare in modo sistematico e tempestivo l’aggiornamento permanen-te dei lavoratori. In sostan-za, a costoro vengono offerti dei percorsi stabili tramite cui aggiornare in continuità le proprie competenze pro-fessionali. La loro crescita personale risulta così finalizzata allo sviluppo delle imprese interessate a investire sul proprio capitale umano. Lo sportello è anche un ottimo dispo-sitivo di programmazione aziendale che trova in uno scadenziario fles-sibile il giusto meccanismo per pre-sentare e ottenere il finanziamento di progetti rispondenti ai reali fabbi-sogni formativi. Consente, infatti, di calendarizzare le giornate formative e le tempistiche di erogazione dei cor-si di formazione attagliando date e

orari alla disponibilità dei lavoratori e alle esigenze dello specifico contesto produttivo e organizzativo.D. La tipologia organizzativa degli avvisi comporta maggiori oneri finanziari per l’impresa?R. No, anche se va detto che l’avviso a sportello, mutando i ritmi di gestio-ne della formazione continua, esige delle risorse umane dedicate alla valutazione continua dei progetti e

un’intensa attività per l’approvazione delle pro-poste. Ma è un sacrifi-cio che non costa nulla alle imprese aderenti in quanto è a totale cari-co del fondo. In cambio, alle imprese chiediamo di ottimizzare i processi di analisi dei fabbisogni aziendali legati a quelli formativi dei lavoratori. In particolare, la Confsal in quanto parte sinda-cale del fondo chiede di

considerare motivazioni e predispo-sizione dei singoli lavoratori affin-ché la formazione diventi una leva determinante per il miglioramento delle singole prestazioni. Da non tra-scurare la possibilità di utilizzare la formazione continua come mezzo per accrescere il livello produttivo, e con esso soddisfare il miglioramento eco-nomico dei lavoratori, le prospettive di avanzamento di carriera e, laddove sia possibile, quelle di partecipazione alla vita sociale dell’impresa.

CONFSAL

Un sostegno alle impreseCon l’avviso a sportello del 2014, Formazienda ha approvato oltre 2 mila piani formativi per 27 milioni di euro stanziati. In questo modo, oltre 8 mila imprese hanno potuto piani-ficare percorsi formativi in azienda. Da questi risultati a quelli attesi per il nuovo avviso a sportello 2016, si evince una logica progettuale da parte della confederazione Sistema Impresa di cui ci parla il presidente Berlino Tazza.Domanda: Che cosa rappresentano questi risultati per voi?Risposta: Si tratta di un dato importante che tra-guarda il nostro obiettivo di sostenere la competi-tività delle imprese at-traverso la formazione del personale. L’intento è reso possibile da uno strumento agile, come l’avviso a sportello 2016 che, anche sulla scorta del successo dell’edizio-ne precedente, conferma quanto le imprese investano in formazione. Per essere più competitive, infatti, hanno spesso la necessità di colma-re le lacune delle risorse umane. Rivolgendosi a un fondo interpro-fessionale, l’impresa sa che potrà veder realizzati i propri obiettivi in tempi rapidi, senza costi aggiuntivi, attraverso uno strumento efficace e su misura.D. Perché ritiene che l’avviso a

sportello sia uno strumento così efficace?R. La vera forza dell’avviso a spor-tello sta nella capacità del fondo Formazienda di instaurare un dia-logo con le imprese tramite le par-ti sociali. Di anno in anno, infatti, l’avviso si perfeziona e si arricchisce proprio grazie all’interazione con i propri stakeholder. Inoltre, va ri-cordato che in questi tempi difficili

per le Pmi, la formazio-ne continua gratuita per le imprese resta l’unico strumento per soddisfare le esigenze organizzative aziendali. D. Quanto è importan-te questo dialogo?R. Trovare oggi un inter-locutore in grado di ascol-tare le richieste, le esigen-ze e i problemi delle Pmi non è semplice. Assodato questo, per Formazienda il dialogo rimane l’unica strada che consenta di

dare alle imprese i mezzi concre-ti con cui operare e gli strumenti, anche organizzativi, per le loro re-ali esigenze. L’avviso a sportello è un efficace esempio di vicinanza al tessuto economico italiano, di cui le micro e le piccole imprese, che più di frequente richiedono le azioni for-mative, rappresentano più del 90%. Solo attraverso questo dialogo l’inte-ro sistema paese può progredire nel comparto economico.

SISTEMA IMPRESA

Al lavoro per la competitività

Pagina a cura diFONDO FORMAZIENDA

TEL. 0373 [email protected]

Rossella Spada, direttore del Fondo Formazienda

Marco Paolo Nigi, segretario generale

Confsal

Berlino Tazza, presidente

della confederazione Sistema Impresa

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 32: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

37Martedì 19 Luglio 2016ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI ED ESPERTI CONTABILI DI MILANO

La nuova versione del Taccuino del Commercialista dedicato alle novità del settore

Il lavoro è a portata di mano Le principali novità del settore in un volume ad hoc

Ad affiancare l’ormai consolidato Taccuino del Commercialista, per la prima volta,

viene pubblicato il Taccuino del Commercialista Lavoro. Grazie alla sensibilità dell’Ordine dei dottori commercialisti ed esper-ti contabili di Milano e di Datev Koinos che hanno fortemente voluto e creduto nel progetto, è oggi disponibile un volume che raccoglie le principali temati-che del mondo del lavoro con una accurata, seppur sintetica, esposizione delle norme princi-pali strutturate per una facile e veloce consultazione. In questi ultimi due anni, grazie alla for-za dirompente di una profonda riforma del lavoro, meglio nota come Jobs Act, i cambiamenti intervenuti hanno reso neces-sario, se non indispensabile, rimettere mano alle nostre conoscenze della materia. Si consideri, infatti, l’impatto del contratto a tutele crescenti che ha soppiantato, per le nuove as-sunzioni effettuate da marzo 2015, l’art. 18 dello Statuto dei lavoratori datato 1970 e che ha perfezionato la procedura dei licenziamenti, riforma già ini-ziata con la legge Fornero del 2012. Innovativa, poi, la proce-dura dell’offerta conciliativa, in sede protetta, che permette al datore di lavoro di prevenire il contenzioso con il lavoratore licenziato mettendo a disposi-zione di quest’ultimo, in cambio della rinuncia all’azione giudi-ziaria, una somma variabile in relazione all’anzianità del lavoratore con un minimo di due e un massimo di 18 men-silità per aziende con oltre 15 dipendenti, somma che non co-stituisce reddito imponibile né ai fi ni fi scali né previdenziali. Fondamentale nel processo di semplifi cazione, il Testo Unico (dlgs 81/2015) delle tipologie contrattuali che ha riordinato i diversi rapporti di lavoro racco-gliendoli in un unico testo evi-tando la frammentazione nor-mativa che non pochi problemi creava agli operatori del setto-re. Si va dai contratti a tempo determinato defi nitivamente divenuti «acasuali», cioè senza obbligo di motivazione, e con la possibilità ricorrere fi no a cin-que proroghe nell’ambito della durata massima di trentasei mesi, ai part time normando le clausole fl essibili ed elasti-che, fi no a decretare la fi ne dei contratti a progetto voluti dalla dlgs 276/2003 (Legge Biagi) che hanno signifi cativamente im-pattato nel mondo del lavoro. Non da ultimo l’apprendistato, già oggetto di una precedente riforma (Legge 78/2014), con-

tratto individuato dal legisla-tore per favorire l’inserimento al lavoro dei giovani. Anche le istituzioni sono state oggetto di revisione e ammodernamento con la nascita dell’Ispettorato nazionale del lavoro che accen-trerà la materia ispettiva al fi ne di evitare onerose e quanto meno spiacevoli «assalti accer-tatori». Particolare attenzione, poi, è stata posta dal legislato-re agli ammortizzatori sociali sia in costanza di rapporto che alla cessazione dello stes-so, quando cioè il lavoratore necessita di un supporto con-creto e non solo economico per far fronte alla disoccupazione e al reperimento di una nuo-va opportunità lavorativa. E il legislatore ha voluto agevolare lo sviluppo delle politiche attive istituendo l’Agenzia nazionale per le politiche attive (Anpal) che supporterà chi è privo di occupazione alla ricerca di una nuova attività lavorativa, così che le indennità di disoccupa-zione (Naspi) non siano forme vuote di assistenzialismo ma uno strumento per favorire la ricollocazione. Non da ultimo, va rammentato l’intervento sulla conciliazione delle esigen-

ze di cura, di vita e di lavoro con norme volte a favorire, in particolare, la vita di famiglia estendendo la fruizione dei con-gedi parentali fi no a 12 anni di vita dei fi gli, consentendo il ri-corso alla maternità facoltativa ad ore, introducendo il diritto, per le donne vittime di violen-za di genere, a un congedo fi no a tre mesi. Come non parlare poi delle agevolazioni. Nella prospettiva di una ripresa eco-nomica che tutti auspicano e che sicuramente non può né potrà prescindere dalla risor-se umane, nel Taccuino Lavoro vengono tracciate le principali risorse a disposizione dei datori di lavoro per far sì che i nuovi investimenti nel capitale uma-no possano essere competitivi e possano promuovere stabilità nell’occupazione. Il Taccuino è una sintesi che va dagli incen-tivi per le assunzioni a tempo indeterminato previsti per il 2015 e, con rapporti sicuramen-te meno stimolanti, anche per il 2016, all’assunzione di lavo-ratori cassa integrati o fruitori della Naspi, alle agevolazioni per l’occupazione di lavoratori «over» e al rientro dei «cervelli». A tutte le novità di questo bien-

nio, si affi ancano le disposizio-ne consolidate che hanno fatto la storia del diritto del lavoro, concetti come classificazione dei lavoratori, retribuzione, orario di lavoro, ferie e assenze, malattie e infortuni, materni-tà e congedi, trattamento di fine rapporto e previdenza

complementare, lavoro acces-sorio, tirocinio e praticantato, vengono attentamente analiz-zati e raccontati nella loro sin-tesi, sintesi che è la caratteri-stica del Taccuino. Un grande lavoro in un formato tascabile per quel mondo del lavoro, che quasi quotidianamente muta. Per questo il Taccuino Lavoro, fatto dai commercialisti spe-cializzati in questo particolare settore, è uno strumento in-dispensabile per supportare tutti i colleghi nella gestio-ne quotidiana delle risorse umane e nell’affiancamento alle aziende. Ed è proprio per poter affi ancare in modo professionale e competitivo le aziende che al commercialista è richiesto un aggiornamento costante e quotidiano e il Tac-cuino Lavoro è uno strumen-to che consente di avere una visione d’insieme delle norme che oggi regolano il mondo del lavoro. Oltre alla edizio-ne tascabile che trova spazio su ogni scrivania, è possibile reperire anche la versione online che da settembre ver-rà aggiornata da coloro che si sono spesi per la realizzazione di questa prima, si auspica di una lunga serie, versione del Taccuino Lavoro.

E se questo è uno stru-mento indispensabile per i molti Commercialisti che si occupano di lavoro (oltre 20 mila da fonti Inps), lo è e lo deve diventare anche per i commercialisti che non se ne occupano direttamente. La no-stra professione, infatti, si sta evolvendo insieme al mercato che è indubbiamente cambia-to negli ultimi anni.

Le aziende hanno la neces-sità di una assistenza globa-le che tenga conto anche, e soprattutto, del ruolo che le risorse umane hanno in ogni attività economica. Anche sul fronte lavoro, il commerciali-sta è, e da sempre, in prima linea e il Taccuino Lavoro ne è l’espressione e il risultato.

Nuovo, pratico, utile. Gratuito, tascabile, digitale. Questi aggettivi sintetizzano la fi -nalità per cui è stata realizzata l’edizione Lavoro del Taccuino del Commercialista e le modalità di distribuzione al pubblico del volume. Quindi, al compendio della norma-tiva in ambito fi scale e societario, il Taccu-ino del Commercialista originale, che nel 2016 è stato pubblicato da Datev Koinos e dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano per il 13° anno consecutivo, si è oggi aggiunto un te-sto monografi co dedicato alla riforma del lavoro. L’obiettivo è identico per entrambe le pubblicazioni: fornire al professionista una guida di rapida consultazione che possa fornire un orientamento nella complessa legislazione italiana. I modi in cui si può accedere alle informazioni e nozioni di ca-rattere tributario o giuslavoristico posso-no essere tradizionali o più moderni: sia l’edizione fi scale che quella sul lavoro sono infatti disponibili su carta, in un formato tascabile molto pratico, oppure in digita-le come eBook. Questa iniziativa intende supportare in modo fattivo il crescente nu-mero di iscritti che hanno compreso come le problematiche afferenti all’amministra-zione del personale dei propri clienti, siano un’importante opportunità di servizio per l’ampliamento ed il rafforzamento del rap-porto professionale in essere. L’edizione Lavoro del Taccuino del Commercialista impreziosisce la già ricca dotazione di pub-blicazioni eBook che l’Odcec Milano rende disponibili ai propri iscritti e, grazie alla piattaforma Concerto, ad oltre 90 Ordini professionali. A tal riguardo, particolare menzione merita la collana dei Quaderni della Scuola di Alta Formazione intitolata a Luigi Martino. Dal 2011, infatti, un’ampia selezione degli scritti elaborati dalle com-missioni di studio, piuttosto che i titoli di autori noti o particolarmente esperti in determinate materie, oltre alla pubblica-

zione cartacea di volumi editi dall’Ordine, ha dato origine a un catalogo online di libri digitali. Non si tratta soltanto della versio-ne Pdf del testo ma anche del fi le ePub, ovvero il formato compatibile con i lettori eReader, i tablet e gli smartphone, che si adatta in modo automatico alle dimensio-ni dei vari schermi. Continuo e assiduo il supporto tecnologico di Datev Koinos: software house di categoria storicamente vicina all’Ordine, che ha sempre coniugato supporto alla categoria con innovazione tecnologica. Oggi gli eBook che si possono scaricare gratuitamente online sono oltre 30, ai quali si aggiungono più di 20 new-sletter curate dalle commissioni di studio dell’Ordine di Milano. I numeri dei downlo-ad sono passati dalle centinaia di qualche anno addietro alle migliaia: dopo i pionieri sono ormai arrivati agli eBook anche i ritar-datari. La modalità eBook permetterà, ed è già oggetto di valutazione, la possibilità di tenere aggiornata anche l’edizione 2016 del Taccuino del Commercialista - Lavoro con l’aggiunta o modifi ca di contenuti che, in corso d’anno, si rendessero disponibili e che, in virtù della loro rilevanza, si rite-nesse opportuno recepire: in sintesi, uno strumento digitale, moderno e, soprattutto, sempre aggiornato. Indispensabile ausilio all’attività di studio e alla professione. Chi, malgrado i benefi ci dell’edizione eBook, preferisse il piacere tattile di sfogliare la carta, potrà consultare il compatto volume cartaceo del Taccuino del Commercialista - Lavoro richiedendone una copia gratuita a Datev Koinos oppure ritirarla in occasione dei convegni sulla materia. Chi invece tro-va più comodo scorrerne le pagine su un tablet, un eReader o anche un computer ha a disposizione i fi le Pdf ed ePub. Per scari-care gratuitamente l’edizione Lavoro del Taccuino del Commercialista è suffi ciente collegarsi all’indirizzo www.datevkoinos.it/taccuino.

Una guida rapida per il professionista

Pagina a cura

DELL’ORDINE DOTTORI COMMERCIALISTI

E DEGLI ESPERTI CONTABILI DI MILANO

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 33: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

38 Martedì 19 Luglio 2016 F I S M I C C O N F S A LIl commento del segretario Fismic ai dati Inps sull’occupazione

Jobs act, valido additivoOra serve agganciare stabilmente la ripresa

DI SARA RINAUDO

Dopo l’entrata in vigo-re dei primi decreti attuativi pubblicati, i giornali presenta-

vano i seguenti titoli: «Fiat promette 1.500 assunzioni a Melfi »; «Telecom 4 mila nuovi contratti in due anni»; «Pre-occupati i sindacati che temo-no licenziamenti a catena». A differenza degli altri sindacati la Fismic Confsal ha sempre avuto un approccio molto posi-tivo alla riforma del Jobs act e ha sempre auspicato i benefi -ci sul mercato del lavoro della riforma.

Di questa riforma la Fismic Confsal ha voluto essere pro-tagonista, a dicembre 2015 annunciava: «In Sofi m stabi-lizzati 79 interinali, grazie al Jobs act prosegue il trend posi-tivo del gruppo Fca e Cnhi, da Melfi a Foggia, che lascia ben sperare per il 2016». I risulta-ti che si registrano in questo momento hanno confermato le previsioni del segretario gene-rale Fismic Confsal, Roberto Di Maulo, che all’inizio di gennaio di quest’anno dichia-rava: «I benefi ci della riforma del governo si possono notare dai dati Istat che confermano l’aumento dei contratti a tem-po indeterminato sui contratti a termine. La crescita dell’oc-cupazione è stata determinata dalla componente femminile e dall’aumento dei dipenden-ti a tempo indeterminato, mentre calano i dipendenti a termine». Il numero uno del-la Fismic Confsal prevedeva «il 2016 un anno chiave per il cambiamento in Italia, inno-vazione intrapresa nel 2015 e che il governo dovrà portare avanti per far sì che si riesca ad agganciare stabilmente la ripresa economica e raggiun-gere un’economia salda; per questo la Fismic auspica che la politica di riforme strutturali avviata dal governo Renzi si dispieghi con maggiore effi ca-cia e produttività nell’anno».

È certo che il Jobs act, de-terminando un quadro di riferimento del tutto nuovo, esige una nuova cultura delle relazioni industriali capace di coinvolgere sia le imprese che le organizzazioni sindaca-li in un equilibrato modello di convivenze e di relazioni sia dentro che fuori il lavoro.

Con la relazione annuale 2015, presentata alla camera dei deputati dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, sono i numeri a parlare degli effetti positivi e negativi avuti dai provvedimenti di riforma del Jobs act. «Si temeva che il su-peramento della cosiddetta

reintegra avrebbe aumentato i licenziamenti. Non sembra essere stato così». Lo afferma il presidente dell’Inps, Tito Boeri alla relazione annuale, in cui nota che «l’incidenza dei licenziamenti nel 2015 è dimi-nuita del 12% rispetto all’anno precedente, molto più di quan-to ci si sarebbe potuto aspetta-re alla luce del miglioramento del quadro congiunturale».

Secondo Boeri, «il contratto a tutele crescenti non è fatto per licenziare, ma per stabi-lizzare l’impiego, incentivan-do investimenti in capitale umano. Ci vorrà comunque del tempo», sottolinea, «per compiere una valutazione approfondita della riforma». Analizzando gli effetti di Jobs act e Youth act, Boeri osserva che «non vi è dubbio che l’eso-nero contributivo triennale abbia giocato un ruolo cruciale nel cambiare la natura delle assunzioni».

I beneficiari principali

del Jobs act sono i giova-ni. Le norme sui contratti a tutele crescenti e gli incentivi contributivi hanno inciso sul-le stabilizzazioni dei contratti nelle imprese soprattutto tra i 15 e i 19 dipendenti: nel 2015 i contratti a tempo indeter-minato sono cresciuti di oltre mezzo milione rispetto all’an-no precedente ma sono desti-nati nel 2016 a stabilizzarsi su questo livello. Tra i giovani di 15-24 anni si è registrano l’in-cremento maggiore di assun-zioni stabili. Sono raddoppiate le chiamate dei laureati ed è avvenuto un boom di travaso da autonomi a dipendenti per-manenti.

Uno studio della Fondazio-ne Studi dei Consulenti del lavoro, presentato in occasio-ne del Festival del lavoro, ha registrato una crescita degli occupati vicina alle 300 mila unità. La Fondazione ha rile-vato appunto che tra i giovani tra 15 e 24 anni c’è stato un

incremento dell’occupazione maggiore (+86.9%) che per ogni altra fascia d’età, se-guono i 25-34 anni a seguire (+63,8%).

Importante è anche il dato femminile. Il dato positivo della ripresa dell’economia nel nostro Paese è proprio il dato femminile (+0,4%), un altro elemento a favore della politica attiva che il nostro governo sta portando avanti nella legge di stabilità.

In termini di politiche del lavoro il Jobs act rappresenta una vera e propria rivoluzio-ne copernicana i cui effetti si valutano e misurano, nel tempo, anche sul piano di ciò che produrrà nei rapporti fra le organizzazioni sindacali e fra questi e le organizzazioni datoriali.

«Dovremmo preoccuparci», afferma Boeri, «se, dopo que-sta impennata, la riduzione delle assunzioni (o l’aumento delle cessazioni) fosse tale da riportarci al numero di con-tratti a tempo indeterminato precedente il 2015. Così non è, per fortuna. Al netto del calo fisiologico di inizio 2016, il numero di contratti a tempo indeterminato è aumentato di più di mezzo milione nel 2015. Inoltre, a partire da marzo 2016 il saldo mese per mese di assunzioni e cessazioni in questi contratti sta ricalcando le dinamiche degli anni pre-cedenti al 2015. I contratti a tempo indeterminato sembra-no, perciò, destinati nel 2016 a stabilizzarsi su questi livelli più alti. Diffi cile che, dopo il grande balzo del 2015, pos-sano crescere ulteriormente quest’anno tenendo conto del-la lenta ripresa della nostra economia».

Le assunzioni aumentano

e la volontà di combattere il precariato a quanto pare c’è, le aziende difatti decidono di assumere, stando alle proie-zioni Uniemens dei lavoratori dipendenti privati (compreso i lavoratori degli enti pubblici economici), e contestualmente decrescono del 2,1% anche le

cessazioni dei rapporti di la-voro: nel 2015 sono stati risol-ti 3.806.278 contratti di lavo-ro dopo un aumento nel 2014 rispetto all’anno prima.

Il Job act è solo un primo passo, anche se complesso e articolato, di un processo di trasformazione della legisla-zione del lavoro italiana che ha bisogno di comportamenti coerenti e conseguenti delle parti sociali e del governo. Il segretario generale Roberto Di Maulo: «Il governo sta de-cisa mente prendendo la stra-da giusta ma non si dovranno presentare cedimenti nelle politiche attive del lavoro per far sì che la ripresa dell’eco-nomia italiana sia duratura nel tempo».

«Purtroppo servirebbe ben altro ma, come dice spesso il presidente del consiglio Mat-teo Renzi in attesa che arrivi quel ben altro che sarebbe necessario, il Jobs act rappre-senta un importante segnale in controtendenza: 700 mila occupati in più rispetto al 2014, discesa dei disoccupa-ti e aumento degli occupati. Questi sono dati Istat inoppu-gnabili e incontrovertibili. La Fismic Confsal aveva previsto tutto questo sin dalla fi ne del 2014, nello stesso momento in cui Uil, Cgil e Ugl scioperava-no contro.»

«Servirebbe ben altro», pro-segue Di Maulo, «una ripresa dell’economia e uno sviluppo superiore al momento di sto-rica recessione che continu-iamo purtroppo a vivere. In attesa di quel ben altro, è fuori dubbio che il Jobs act, con tutti i suoi decreti attua-tivi, rappresenti un valido additivo per combattere la disoccupazione dilagante e per accompagnare per quella via un percorso di riforme in grado di portare il paese fuo-ri dalla quasi decennale crisi economica».

© Riproduzione riservata

Si è svolto, l’8 luglio scorso, presso lo stabilimento Leonardo Finmeccanica di Foggia il tanto atteso incontro tra sin-dacati e la direzione della Divisione ae-rostrutture, con la presenza di Alessio Facondo e Antonio Liotti, responsabile delle risorse umane.«Le notizie che giungono circa l’anda-mento presente e futuro dello stabili-mento di Foggia», fa sapere la segreteria territoriale Fismic Confsal, «non sono del tutto rassicuranti: per il prossimo anno, infatti, è previsto un calo di circa 150 mila ore di lavoro, a causa di una flessione generale della produzione, che in parte verrà colmata attraverso l’insourcing di alcune attività affi date negli anni passati a società terze e, dato l’incremento del Boeing 767, anche le attività precedentemente esternalizzate legate a questo programma torneranno nel sito foggiano».Conseguenza più grave della fl essione delle ore lavorative è che 47 lavoratori assunti tramite agenzia interinale sono diretti verso altri siti, dove vi sono cari-chi di lavoro più ampi: già da luglio, 22

fabbricatori saranno diretti a Cameri e, da ottobre, 25 montatori a Grottaglie, anche se l’azienda ha dichiarato che «nessuno sarà lasciato indietro».Subirà una leggera flessione la pro-duzione di stabilizzatori Atr e Boeing 787-8, ma ci sarà un incremento so-stanziale dei programmi Boeing 787-9 e Bombardier. Anche la produzione di frames del 787 avrà un incremento e la linea di attrezzi sull’F35 verrà duplicata per poter aumentare i rates produttivi, poiché la fabbricazione di alcune parti, attualmente realizzata in Israele, sarà spostata a Foggia. Stesso discorso per la fabbricazione del rudder e degli ele-vatori Bombardier e del rudder Atr, che tornerà fi nalmente a casa. Intanto a Foggia, per ora, bisognerà ac-contentarsi dei carichi di lavoro affi dati per il 2017, senza purtroppo alcuna nuo-va commessa all’orizzonte. Nel frattem-po l’Atr andrà in pensione nei prossimi anni e se non vi sarà alcun nuovo proget-to su cui poter lavorare, l’intera fi liera aeronautica meridionale è destinata a pagarne le spese.

Alenia Foggia, segnali poco rassicuranti

Matteo Renzi

Fismicvia delle Case Rosse 23

00131 ROMATel: 06/71588847 - Fax: 06/71584893

www.fismic.it

Roberto Di Maulo

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 34: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

39Martedì 19 Luglio 2016MGRUPPO ASSOCIAZIONI CNAILa fotografia scattata dal Cnai sull’imprenditoria italiana

Pmi colonna portanteCresce l’occupazione delle piccole realtà

DI MANOLA DI RENZO E MATTEO SCIOCCHETTI

La crisi ha cambiato non solo le nostre abitudini, ma anche il nostro modo di vedere il mondo del

lavoro. «Ormai ci troviamo di fronte

a una situazione congiuntura-le che, sebbene lievemente depotenziata, rappresenta ancora un’elevata criticità per il nostro sistema industriale, nonché, trasversalmente, per ogni settore della vita dei cit-tadini», afferma il presidente Cnai, Orazio Di Renzo.

Sicuramente l’Italia, per questioni strutturali, politiche e speculative ha subito (e con-tinua a subire) in maniera più importante gli effetti del perio-do di crisi; ma a fronte di ciò, anzi forse proprio grazie alla sfi da dei tempi, ha visto nella propria colonna vertebrale, ov-vero le Piccole e medie Impre-se, un barlume di ripresa.

«Non dimentichiamoci che oltre il 50% degli occupati nel Nostro Paese prestano la loro attività lavorativa in aziende con organici inferiori alle 50 unità, e, addirittura, un terzo (sempre del totale) proprio in imprese con meno di 10 dipen-denti», ricorda il presidente Di Renzo. Ora proprio le realtà numericamente minori, con pochi addetti e con un’essen-ziale gestione degli organici, hanno offerto le migliori capa-cità di resistenza al mordere della recessione; ma non solo: «Sono le uniche realtà, lo dice l’Istat, che dal 2008 hanno incrementato i propri livelli occupazionali, confermando e in qualche caso superando le cifre persino del periodo pre-crisi», sottolinea il presidente Di Renzo.

La forza delle piccole, ma anche piccolissime, aziende ha permesso un parziale as-sorbimento delle fuoriuscite occupazionali provenienti da altri centri aziendali (spesso di grandi dimensioni), ed è forse questa la più grande ricchez-za della micro-imprenditoria nostrana.

Ma le cifre dell’Ente di ri-levazione, oltre a sottolineare ancora una volta la disomo-geneità del territorio italiano, sempre diviso in almeno due aree ormai fisiologicamente differenti, dicono anche che a godere maggiormente della curva espansiva delle Pmi, è stato principalmente il set-tore femminile: «Finalmente, diciamo noi. La crescita della componente di donne in tali

frangenti è aumentata di quasi tre punti percentuali passan-do dal 42,7 al 45% rispetto ai dati disponibili prima del 2008. Un incremento che è prima di tutto fi glio della compensazio-ne naturale contrapposta alla forte crisi di settori a, tradi-zionale, componente maschile, come quelli della manifattura e dell’edilizia. Ma la nota lieta di una maggiore occupazione delle donne nel nostro Paese non può però che mettere in evidenza una criticità italia-na, ovvero la mancanza di una robusta organizzazione di welfare», sottolinea il presiden-te Di Renzo, «le diffi coltà che possono essere incontrate dal-le lavoratrici nell’armonizzare vita privata e attività lavora-tiva, sono del tutto evidenti e, pertanto, necessiterebbero di un maggiore supporto da par-te di appositi provvedimenti di welfare. Ora, sappiamo che le microimprese non sono il bacino di interessi dei sinda-cati confederati, i quali si sono sempre dimostrati, eufemisti-camente, tiepidi nel perorare le esigenze di tali realtà, ma noi vogliamo porre un faro su un ambito necessariamente migliorabile come quello con-cernente lo stato sociale».

I dati resi disponibili raccon-tano anche un’ulteriore verità: quella dell’età dei lavoratori. Qui le note si fanno stridenti perché se da un lato è da en-comiare la crescita occupazio-nale delle Pmi, dall’altro non possiamo dimenticare l’elevato tasso di disoccupazione giova-nile. «Non possiamo nascon-derci dietro un dito: a godere maggiormente della capacità attrattiva sono soprattutto la-voratori e lavoratrici 50enni,

ovvero individui già ampia-mente educati al lavoro. Ma questo non è un limite, tutt’al-tro. Bisogna infatti riconosce-re quale persistente ricchezza siano le categorie più mature di lavoratori e, per questo, come Cnai, abbiamo sposato

appieno la Campagna europea 2016/17 ‘‘Ambienti di lavoro sani e sicuri a ogni età’’ per il lavoro sostenibile e per l’invec-chiamento in buona salute, co-ordinata dall’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA)». Ancora il presidente Di Renzo: «L’età pensionabile sta crescendo e le vite lavorative, come dimo-strano i dati Istat, si allunga-no, senza dimenticare anche le improvvide costrizioni conse-guenti dalla Legge Fornero. Bi-sogna essere lungimiranti: la persistenza di lavoratori ma-turi all’interno del mercato del lavoro è un elemento che carat-terizzerà con sempre maggiore forza i livelli economici (da un lato si ritarda la possibilità di godere della propria pensione e dall’altro si continuano a ver-sare i contributi previdenziali), nonché gli stessi meccanismi sociali. Per questo bisogna che sia prestata la massima attenzione affi nché i luoghi di lavoro e i lavori siano adattati in funzione dell’invecchiamen-to (attivo) dei lavoratori.» Per far questo è imprescindibile la

promozione prima di tutto del lavoro sostenibile e dell’invec-chiamento in buona salute fi n dall’inizio della vita lavorativa, come anche la prevenzione di problemi di salute nel corso dell’intera vita lavorativa.

La longevità attiva non è più una questione demanda-bile alle sole realtà aziendali di grandi dimensioni e perciò, affinché si raggiungano gli obiettivi appena descritti, è bene procedere con un’ampia visione programmatica, an-che all’interno delle piccole realtà imprenditoriali: «Certo, per caratteristiche (bisogno di elevata qualità professionale) e risorse (mancanza di fondi e tempo da impiegare nella formazione iniziale e conti-nua di un eventuale giovane lavoratore) le Piccole e medie imprese prediligono lavoratori già formati, ma tale ricchezza professionale deve essere sa-puta gestire attraverso precise politiche e scelte aziendali che come testimoni della Campa-gna EU-OSHA, ci facciamo promotori», conclude il presi-dente Di Renzo.

Orazio Di Renzo

Pagina a cura di Cnai - Coordinamento nazionale associazioni imprenditori

Sede Nazionale Viale Abruzzo 225 - 66013 - CHIETITel. 0871.540093 - Fax 0871.571538

Web: www.cnai.it E-mail: [email protected]

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 35: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

VUOI SAPERE IN POCHI SECONDI

COSA SANNO LE BANCHE

DELLA TUA AZIENDA?

www.mfcentralerisk.it

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 36: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

41Martedì 19 Luglio 2016

ScuolaAzienda

IL GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELL’ISTRUZIONE

Fallito il tavolo sindacale, recuperati gli spazi di l essibilità della riforma. Oggi le Linee guida

Chiamata diretta, decide il presideDa 3 a 6 i requisiti per i candidati, possibile il colloquioDI ALESSANDRA RICCIARDI

Presidi protagonisti della chiamata di-retta dei docenti. Dopo il fallimento

della trattativa per un ac-cordo con i sindacati sui criteri di scelta dei docenti dagli ambiti, il ministero dell’istruzione ha deciso di recuperare gli spazi di fles-sibilità previsti dalla Buo-na scuola. Flessibilità che si traduce in una maggiore discrezionalità dei dirigenti scolastici nella selezione dei docenti rispetto ai paletti che la sequenza contrattua-le, arrivata a un passo dalla firma, fissava. Il ministro dell’istruzione, Stefania Giannini, firmerà in que-ste ore le Linee guida con le quali saranno impartite le indicazioni ai presidi e ai docenti, circa 100mila i prof di ruolo interessati, con la tempistica di una procedu-ra che si presenta complessa anche dal punto di vista dei flussi informatici.

Il preside nei bandi di prossima pubblicazione per la chiamata dei docenti potrà prevedere dai tre ai sei requisiti scelti nel calde-rone di un elenco nazionale diviso per esperienza, titoli e attività formative: erano quattro secondo la bozza di accordo. Restano tra i titoli valutabili, una trentina, an-che i ruoli di coordinamento di attività e dipartimento, che avevano fatto infuria-re i sindacati. Il dirigente potrà anche graduare i vari requisiti, stabilendo delle priorità che invece l’accordo evitava. Così come, a parità di situazione tra due o più candidati, potrà fare ricor-so al colloquio, che l’intesa non prevedeva a favore del-la prevalenza del punteggio in graduatoria.

Fino a ieri sera era an-che in ballo la possibilità per i presidi di chiamare do-centi che non avessero pre-sentato espressa candidatu-ra all’istituto. Una facoltà che era stata eliminata al tavolo con i sindacati e che potrebbe alla fi ne essere sa-crifi cata solo per le diffi coltà tecniche: il dirigente dovreb-be avere accesso al database di tutti i curriculum degli insegnanti dell’ambito di

appartenenza. Ed è proprio la capacità del sistema di reggere al flusso dei dati una delle preoccupazioni che serpeggia al dicastero di viale Trastevere.

Stretti i tempi dell’in-tera procedura: i docenti che hanno ottenuto la tito-larità su ambito territoriale in seguito alle procedure di mobilità dovranno vedersi assegnata la scuola entro il 31 di agosto, vale invece la scadenza del 15 settembre per i neo immessi in ruolo dall’ultimo concorso e dalle graduatorie.

Gli interessati dovran-no caricare il proprio cur-riculum, secondo un nuovo modello che sarà diffuso dall’amministrazione (an-che se non è da escludere la possibilità di utilizzare i profi li professionali già a disposizione degli uffi ci) sul sito Sidi. La pubblicazione degli avvisi sui siti delle sin-gole scuole dovrebbe essere possibile già dalla prossima settimana.

Entro il 27 luglio do-vranno essere inviate le candidature per la scuola dell’infanzia e la primaria, entro il 2 agosto per la su-periore di primo grado e il 12 agosto per il II grado. Poi scatteranno le selezioni.

Per i sindacati resta netta la contrarietà all’impianto. «Il Miur aveva presentato ai sindacati una pletora di requisiti nazionali molti dei quali non avevano alcun ri-ferimento alla concreta at-tività didattica, culturale e pedagogica dei docenti», dice Mimmo Pantaleo, se-gretario Flc-Cgil, in merito alla rottura delle trattati-ve. «Impossibile accettare che la scuola diventi un mercato dei titoli, ci hanno presentato un album di fi gu-rine», rincara la dose Pino Turi, numero uno della Uil scuola, «di questa scelta il ministro porta per intero la responsabilità». Rimar-ca Lena Gissi, segretario Cisl scuola: «È necessario garantire trasparenza ed oggettività della scelta, se le indiscrezioni sulle linee guida saranno confermate invece si inasprirà il con-tenzioso a livello locale e individuale».

©Riproduzione riservata

DI SANDRA CARDI E MARCO NOBILIO

Docenti neoimmessi in ruolo e già in esubero. Sono circa 2.200, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, i do-centi assunti a tempo indetermi-

nato nelle fasi B e C del piano straordinario di assunzioni disposto con la legge 107/2015, la cosiddetta Buona scuola, che non trove-ranno posto nella fase dell’assegnazione agli ambiti. Il motivo è semplice, i loro posti sono stati utilizzati per riassorbire i docenti in esubero già in ruolo nel 2014/2015. A questi si aggiungono altri 1000 esuberi strutturali a vario titolo che residuano dalla mobili-tà. Ieri si è parlato di questo a viale Tra-stevere, in una riunione alla quale hanno partecipato i vertici dell’amministrazione centrale e i direttori regionali. Obiettivo: provare a modificare gli organici per evitare la soprannumerarietà. La gestione di questi esuberi, questione già sollevata al ministe-ro dalla Cisl scuola la scorsa settimana, è infatti assai problema-tica visto che derivano dall’assorbimento dei docenti della ex Dop (dotazione organica provinciale) e da situazioni strutturali a vario titolo. E risultano difficilmente ricol-locabili perché appartengono in gran parte a classi di concorso di nicchia, infungibili per loro natura, che sono presenti solo in alcuni istituti. Come per esempio la classe A017 (economia aziendale) e la A019 (discipline economiche e giuridiche).

Per comprendere come sia potuto succedere, che siano state disposte immis-sioni in ruolo in classi di concorso gravate da esuberi strutturali, occorre risalire alla questione del contenzioso seriale sull’abuso dei contratti a termine. Da più di 10 anni, infatti, un numero sempre crescente di do-centi precari si rivolge ai giudici del lavoro intentando azioni risarcitorie, lamentando l’abuso di contratti di supplenza da parte dell’amministrazione. E nella fase di merito l’amministrazione risulta sistematicamente soccombente. Nella fase di legittimità, però, la situazione sembrava essersi capovolta. La Cassazione, infatti, aveva statuito che la rei-terazione dei contratti a termine sarebbe da considerarsi legittima. Alcuni docenti preca-ri, però, non si sono dati per vinti, e hanno adito il giudice del lavoro sollevando, in via incidentale, una questione di legittimità

costituzionale sulla normativa che consen-te la reiterazione. E la questione è stata dichiarata non manifestamente infondata dal giudice del lavoro, che ha trasmesso gli atti alla Consulta.

Infi ne, il 12 luglio scorso, la Corte costituzionale, dopo una pronuncia chia-rifi catrice da parte della Corte di giustizia europea, ha dichiarato incostituzionale la norma che consente la reiterazione del-le supplenze annuali perché non prevede sanzioni.

Nel frattempo il governo non è rima-sto a guardare e, prevedendo una senten-za sfavorevole, ha promosso l’approvazione di una legge fi nalizzata a svuotare le gra-duatorie a esaurimento, tramite l’immis-sione in ruolo di oltre 60mila docenti, in aggiunta alle immissioni in ruolo ordina-

rie. Lo svuotamento, però, c’è stato solo in parte. Perché 18mila docenti sono rimasti nelle graduatorie. E le immissioni in ruolo aggiuntive non sono state disposte su cattedre vacanti in organico di diritto, ma su cattedre costi-tuite su misura per i diretti interessati: le cosiddette cattedre di potenziamento.

Questa operazione ha avuto come ef-fetto l’immissione in ruolo di docenti ap-partenenti a classi di concorso in esubero. Perché nelle classi di concorso in esubero le graduatorie erano più pingui. Di qui l’in-sorgenza di nuovi esuberi, proprio perché le cattedre di potenziamento costituite ex novo sono state in gran parte occupate, nel-la fase dei trasferimenti, dai docenti già in ruolo nell’anno 2014/2015 già in esubero da anni. Insomma, una specie di reazione a catena che renderà particolarmente dif-fi cile il riassorbimento dei nuovi esuberi. E vincolerà le scelte degli uffi ci scolastici in sede di autorizzazione delle cattedre di potenziamento.

D’altra parte, non sono rari i casi in cui, già da quest’anno, le scuole abbiano chiesto cattedre di una specifi ca classe di concorso e si siano viste assegnare uno o più docenti appartenenti a classe di con-corso del tutto diverse. Questo fenomeno, peraltro, è destinato a continuare e ad ag-gravarsi nei prossimi anni. Perché le esi-genze di bilancio non consentono all’am-ministrazione di ampliare ulteriormente l’organico.

© Riproduzione riservata

CIRCA 2200 NEOIMMESSI IN RUOLO SU POSTI INESISTENTI

La beffa della Buona scuolaAppena assunti e già in esubero

ioni strutturali a

rppdnErssimtdcp

Questa operazione

I docenti in esubero sono dif-fi cilmente ricollocabili perché appartengono in gran parte a classi di concorso di nicchia, infungibili per loro natura, che sono presenti solo in al-cuni istituti. Come per esem-pio la classe A017 (economia aziendale) e la A019 (discipli-ne economiche e giuridiche)

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 37: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

42 Martedì 19 Luglio 2016 A Z I E N DA S C U O L ALa Corte costituzionale ha dato lo stop alla reiterazione dei contratti i no al 31 agosto

Tetto di 36 mesi alle supplenze Circa 18mila prof ora potrebbero chiedere il risarcimento

DI ANTIMO DI GERONIMO

No alla reiterazione delle supplenze an-nuali oltre i 36 mesi. Il monito viene dalla

Corte costituzionale che, il 12 luglio scorso, si è fi nalmente pronunciata dichiarando c o s t i t u z i o -n a l m e n t e illegittimi i commi 1 e 11, dell’articolo 4 della legge 124/99. Il giu-dizio pendeva davantialla Consulta da 4 anni, per effetto di al-meno 4 or-dinanze di r imessione. Le più datate sono la 143 e la 144, entram-be emesse dal Tribunale di Roma, che risalgono al 2 mag-gio 2012. Seguono a ruota due ordinanze emesse dal Tribu-nale di Lamezia Terme il 30 maggio, sempre del 2012. Va detto subito che la questione non riguardava la legittimità della reiterazione dei contrat-ti in senso lato.

L’oggetto del giudizio riguardava la mera reite-razione dei contratti a termi-ne (sempre oltre i 36 mesi e comunque senza limite) sui posti e le cattedre vacan-ti e disponibili. Vale a dire:

sull’abuso delle cosiddette supplenze annuali con termi-ne al 31 agosto. La Consulta non ha ancora reso note le motivazioni della sentenza, limitandosi ad uno scarno co-municato. Che si limita a dare notizia della illegittimità co-stituzionale della normativa

che disciplina le supplenze del persona-le docente e del personale amministra-tivo, tecnico e ausiliario (art. 4, com-mi 1 e 11 della legge 3 maggio 1999, n. 124) nella parte in cui autorizza, in v i o l a z i o n e

della normativa comunitaria, il rinnovo potenzialmente il-limitato di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, senza che ragioni obiettive lo giu-stifi chino.

Si tratta, dunque, di una sentenza additiva, che lascia intatto l’impianto giuridico del reclutamento, limitandosi a dire che in una norma manca qualcosa. Nel caso specifi co, mancherebbe il limite massimo temporale

oltre il quale non si dovrebbe più consentire la reiterazio-ne dei contratti a termine e la relativa sanzione. Ma solo ed esclusivamente nel caso delle supplenze annuali. Nel comu-nicato la Consulta spiega che gli effetti della sentenza do-vrebbero essere comunque li-mitati. Perché la legge 107 ha previsto un massiccio piano di assunzioni a tempo inde-terminato, per effetto del qua-le sarebbero state effettuate circa 60mila assunzioni di docenti. Assunzioni che sono state disposte proprio a van-taggio di coloro che, poten-zialmente, avrebbero potuto giovarsi della sentenza della Consulta. E in ogni caso, per il personale Ata, la reite-razione senza limite, sempre secondo quan-to previsto dalla legge 107, darebbe c o m u n q u e luogo all’ap-plicazione di una sanzione a carico dell’amministrazio-ne, pari all’importo di circa 12 mensilità di retribuzione.

Resta il fatto, però, che sono circa 18mila i docenti precari che, volontariamente, non hanno usufruito del piano straordinario di assunzioni di-

sposto dalle legge 107. E ognu-no di loro potrebbe essere un potenziale ricorrente interes-sato ad avvalersi degli effetti della sentenza della Corte co-stituzionale. Che però va letta tenendo presente il consolida-to orientamento della Corte di cassazione, secondo il quale la reiterazione senza limite dei contratti a termine sarebbe legittima perché prevista da norme speciali (sezione lavoro, sentenza 20/06/2012 n.10127). Dalla lettura combinata delle due sentenze emerge la risar-cibilità dell’abuso di contratti di supplenza annuale se ec-cedente un periodo massimo

di 36 mesi. Anche se per-mane un vuo-to normativo relativo alla sanzione ap-plicabile. La legge 107, in-fatti, non ha fi ssato alcuna sanzione e la g i u r i s p r u -denza di le-gittimità, allo stato attuale, non ha con-

fermato il prevalente orienta-mento della giurisprudenza di merito, incline a ritenere che la sanzione debba essere fi s-sata in una somma di importo pari a quello che sarebbe spet-tato al docente-ricorrente se fosse stato immesso in ruolo.

Finora, infatti, le pronunce che prevedono la cosiddetta stabilizzazione sono rimaste casi isolati. Per lo più spazzate via dalle relative corti d’appel-lo, salvo casi, assolutamente residuali, di stabilizzazioni derivanti da sentenze di pri-mo grado divenute defi nitive (più propriamente: passate in giudicato) per omessa impu-gnazione da parte dell’ammi-nistrazione.

Resta da vedere se il legislatore si limiterà a prendere atto della sentenza oppure provvederà a recepire l’indirizzo della Consulta con un provvedimento legislativo che fi ssi una sanzione in caso di reiterazione abusiva. Tra le due ipotesi, la più probabile è la prima. La legge 107/2015, infatti, prevede espressamen-te il divieto di reiterazione dei contratti di supplenza su po-sti vacanti e disponibili oltre i 36 mesi e dispone anche uno stanziamento di risorse per coprire le spese del con-tenzioso. In pratica, sembre-rebbe che il legislatore abbia già considerato l’ipotesi di una sentenza sfavorevole e che non sarebbe stato conve-niente invogliare nuovi ricor-si, prevedendo espressamente una sanzione collegata alla reiterazione abusiva dei con-tratti di supplenza annuale, fatto salvo il divieto assoluto per il futuro.

© Riproduzione riservata

144, entram-

cldldate(mdmnpav

della normativa c

La legge 107 ha pre-visto un piano straor-dinario di assunzioni a copertura di tutti i posti vacanti e dispo-nibili e a vantaggio

proprio di coloro che potevano avvantag-giarsi massicciamen-

te della sentenza

mministrazio-

dAmtrsplffi sgdgsn

fermato il prevale

Il legislatore, con la legge 107, pare abbia già conside-rato l’ipotesi di una

sentenza sfavorevole, prevedendo espressa-mente una sanzione collegata alla reite-razione abusiva dei contratti di supplen-

za annuale

DI NICOLA MONDELLI

È destinata, di sicuro per il prossimo anno scolastico, a rimanere tra le buone intenzioni la possibilità di

istituire negli istituti scolastici di ogni ordine e grado la figura del mobility manager scolasti-co, come prevedeva espressa-mente l’art. 5, comma 6, della legge 28 dicembre 2015, n.221. La legge, che reca disposizio-ni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimen-to dell’uso eccessivo di risorse naturali, è entrata in vigore il 2 febbraio 2016.

Per favorire l’istituzione in tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell’ambito della loro autonomia amministrati-va e organizzativa, della fi gura del mobility manager scolastico - scelto su base volontaria e senza riduzione del carico didattico, in coerenza con il piano dell’offerta formativa, con l’ordinamento scolastico e tenuto conto dell’organizzazione didattica

esistente - il ministro dell’istruzio-ne, dell’università e della ricerca avrebbe dovuto adottare, sentiti per i profi li di competenza i ministri delle infrastrutture e dei trasporti e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, entro sessan-ta giorni dalla data di entrata in

vigore della legge, e quindi entro il 2 aprile 2016, specifi che linee guida.

Poiché a tutt’oggi non solo non si ha notizia di alcuna inizia-tiva in tal senso, neppure in itinere, da parte ministeriale, ma addirittu-ra la fi gura del mobility manager scolastico non viene neanche citato nello schema del decreto ministe-

riale previsto dall’art. 5 della legge 221/2015, decreto che ha ottenuto nei giorni scorsi il parere favorevole delle commissioni parlamentari, ap-pare legittimo il sospetto che anche tra gli stessi dirigenti del dicastero di viale Trastevere sussistano ri-serve e perplessità sulla decisione

del legislatore di istituire nelle scuole, nell’ambito delle più ge-nerali misure di green economy, questa nuova fi gura di mana-ger.

Figura che nella scuola avrebbe rappresentato un novità assoluta e certamente positiva se nella legge non fos-sero presenti limiti e paletti in-compatibili con l’organizzazione scolastica, con l’esercizio della funzione docente e con le dispo-nibilità economiche.

Il sospetto sarebbe infatti più che legittimo se appunto si consi-dera che dall’istituzione della nuo-va fi gura non solo non dovrebbero derivare nuovi o maggiori oneri a carico delle fi nanza pubblica, ma al docente che volontariamente doves-se accettare l’incarico non potreb-be venire ridotto il carico didattico.

Una pretesa quest’ultima da parte del legislatore del tutto incompren-sibile se si tiene conto che compito della nuova fi gura dovrebbe essere, tra gli altri, quello di organizzare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale scolastico e degli alunni; mantenere i colle-gamenti con le strutture comunali e le aziende di trasporto; coordinarsi con gli altri istituti scolastici pre-senti nel medesimo comune; verifi -care soluzioni, con il supporto delle aziende che gestiscono i servizi di trasporto locale, su gomma e su fer-ro; garantire l’intermodalità e l’in-terscambio; favorire l’utilizzo della bicicletta e di servizi di noleggio di veicoli elettrici o a basso impatto ambientale, segnalare all’ufficio scolastico regionale eventuali pro-blemi legati al trasporto dei disa-bili.

Il tutto a costo zero e affi dato alla volontarietà del docenti che, se-condo il legislatore, dovrebbe torna-re ad essere il tuttologo. Allo stato una previsione: se non cambiano le carte in tavola non se ne farà nulla, né domani né mai.

© Riproduzione riservata

PREVALGONO LE PERPLESSITÀ IN MERITO ALLA NUOVA FIGURA PREVISTA TRA LE MISURE DELLA GREEN ECONOMY

Il mobility manager scolastico resta sulla cartaViale Trastevere si dimentica del decreto attuativo

bito vigore della legge e quindi entro il 2

dsnqg

anpscsfn

Il

Tra i compiti del manager, organiz-zare e coordinare gli spostamenti casa-scuola-casa del personale

scolastico e degli alunni; mantene-re i collegamenti con le strutture

comunali e le aziende di trasporto e gli altri istituti scolastici; favorire l’utilizzo della bicicletta e di servizi

di noleggio di veicoli elettrici

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 38: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

43Martedì 19 Luglio 2016Martedì 1A Z I E N DA S C U O L ASiglato l’accordo sui comparti del pubblico impiego, ora è possibile il rinnovo delle intese

Scuola e università, un contrattoNuovi assetti sindacali, terremoto per le piccole sigle

DI CARLO FORTE

La scuola si fonde con l’università e la ricerca in un unico comparto di contrattazione. È l’effetto

del contratto quadro sui nuovi comparti ed aree di contrat-tazione del pubblico impiego siglato dai rappresentanti dell’Aran e delle confederazio-ni sindacali il 13 luglio scorso. Che nelle intenzioni del gover-no dovrebbe servire a dare il via alle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro fermo ormai dal 2009. L’accordo dà attuazio-ne alle nuove disposizioni sulla contrattazione nel pubblico im-piego, contenute nell’articolo 40, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001. Che prevede, la riduzione dei comparti da 11 a 4 e delle aree dirigenziali da 8 a 4. E consentirà di ridurre il numero dei contratti collettivi nella pubblica amministrazione dagli attuali 38 ad 8 in tutto per ogni triennio contrattuale.

I nuovi ambiti di riferi-mento della contrattazione nella pubblica amministrazio-ne derivano dall’accorpamento delle strutture preesistenti. Nel neocostituito comparto delle funzioni centrali confl uiscono comparti ministeri, agenzie fi scali, enti pubblici non econo-mici ed altri enti e comprende circa 247.000 lavoratori. Il comparto regioni e autonomie locali mantiene la sua attuale conformazione e i suoi 457.000 addetti, ma cambia nome in funzioni locali. Il compar-to scuola si fonde con quello dell’Afam (alta formazione ar-tistica e musicale: accademie e conservatori), l’università (che non comprende i docenti universitari il cui rapporto di lavoro è ancora in regime di di-ritto pubblico) e la ricerca, per complessivi 1.111.000 lavorato-ri di cui, circa un milione solo

nella scuola. Infi ne la sanità, che rimane più o meno identico con 531mila addetti.

I nuovi assetti rischiano di provocare un terremoto all’interno delle organizzazioni sindacali. L’accorpamento dei comparti, infatti, costringerà i sindacati a rivedere l’impianto delle dirigenze centrali e peri-feriche. E per i sindacati più piccoli sarà molto più diffi cile mantenere la rappresentati-vità, sia per quanto riguarda le federazioni di comparto che le confederazioni. La posta in gioco è la partecipazione alla contrattazione collettiva na-zionale e integrativa e l’accesso alle altre prerogative sindacali: distacchi, aspettative, permes-si.

La soglia da superare per la sopravvivenza è il 5% calcolato facendo la media tra il dato associativo e il dato elettorale ai fi ni del conteggio finale (art. 43, comma 1 del decreto legislativo 165/2001). In buona sostanza, dunque, il 50% del risultato fi nale è dato dal rapporto tra il numero degli iscritti al sindacato e la somma di tutti gli iscritti ai sindacati. E il rimanente 50% viene calcola-to facendo il rapporto tra il nu-mero dei voti riportati alle ele-zioni delle Rsu dal sindacato e la somma di tutti i voti riportati dai sindacati nella stessa con-sultazione elettorale. Se dalla somma delle due percentuali il sindacato raggiunge almeno il 5% del totale, la rappresentati-vità è salva. Se invece l’organiz-zazione sindacale si colloca al di sotto di questa soglia, non può accedere né ai tavoli negoziali, né alle altre prerogative. Quan-to alle confederazioni, la legge prevede che una confederazio-ne per essere rappresentativa deve comprendere almeno due federazioni rappresentative in altrettanti comparti.

Dal calcolo della rap-presentatività effettuato dall’Aran, tenendo conto dei nuovi megacomparti e delle ultime elezioni delle rsu che si sono tenute dal 3 al 5 marzo 2015, nella scuola rimangono rappresentativi 5 sindacati: Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda-Unams. E risultano rappresen-tative anche le confederazioni di cui fanno parte, rispettiva-mente: Cgil, Cisl, Uil, Confsal e Cgs. Il nuovo contratto qua-dro prevede, però, che i sinda-cati dei neocostituiti 4 comparti possono scegliere di fondersi e possono anche ridefi nire la com-posizione delle confederazioni. Pertanto, i sindacati che sono rimasti fuori, se decidessero di fondersi e raggiungessero così il fatidico 5% di rappresentati-vità tra deleghe in busta paga e voti alle Rsu, potrebbero esse-re ammessi alla fruizione delle

prerogative sindacali anche tardivamente. Idem per le con-federazioni. L’operazione, però, è tutt’altro che facile, perché comporta l’unificazione della delega in busta paga e, conse-guentemente, anche l’unifi ca-zione di strutture e patrimoni.

L’Aran ha diffuso anche gli esiti delle elezioni delle Rsu, a distanza di ben 16 mesi dal-le elezioni, sebbene aggregati sulla base dei nuovi comparti. A guidare la classifi ca è la Cgil con 140.694 deleghe pari al 23,39% della rappresentativi-tà e 259.858 voti con il 30,34% di rappresentatività pari al 26,81% di rappresentatività fi -nale. Segue la Cisl, con 153.505 deleghe che danno luogo ad una rappresentatività parziale più elevata rispetto a quella della Cgil, con un tasso del 25,41%. Che però scende 22,64% se si fa riferimento al dato elettorale,

pari a 193,926 voti e che danno luogo ad una rappresentativi-tà fi nale del 24.02%. In terza posizione lo Snals con una rap-presentatività del 14,24%, de-rivante dalla media tra 96.771 deleghe (16,02%) e 106.820 voti (12,47%). Segue di misura la Uil, con il 14,04% di rappresen-tatività fi nale, pari alla media tra 79.320 deleghe (13,13 %) e 128.002 voti (14,94 %). Infi ne, ultimo tra i sindacati rappre-sentativi, la Gilda-Unams, con l’8,07% di rappresentatività fi -nale, che è il risultato della me-dia tra 54.300 deleghe (8,99%) e 61.185 voti alle elezioni delle Rsu (7,14 %).

Supplemento a cura di ALESSANDRA RICCIARDI

[email protected]

DI FRANCO BASTIANINI

Nel sistema nazionale educati-vo di istruzione va introdotto, nelle attività didattiche, l’in-segnamento dell’educazione

di genere. È quanto propongono ben nove proposte di legge presentate da parlamentari appartenenti al PD, SEL, M5S, Scelta Civica, FI-Pdl. La prima delle nove proposte di legge d’iniziati-va di deputati del PD, prima firmataria Veronica Tentori, risale addirittura al 19 giugno 2013, le altre sono state presentate nel 2014 e 2016. La nona è quella presentata appena alcuni giorni fa da Elena Centemero ( FI-Pdl).

Obiettivo comune alle nove pro-poste è quello di affrontare il proble-ma delle discriminazioni contro ogni diversità, in particolare quella di ge-

nere, e di combattere ogni forma di vio-lenza nei confronti dei soggetti che più ne sono esposti, con provvedimenti che incidano profondamente nella cultura delle nuove generazioni, attraverso un’azione positiva volta a sviluppare nella formazione degli studenti il ri-spetto dei principi di parità e di non discriminazione. Il tutto in attuazione dei principi di pari dignità e non discri-minazione di cui agli articoli 3,4,29,37 e 51 della Costituzione, nonché di quanto previsto dal diritto europeo, che proibisce la discriminazione per ragioni connesse a genere, religione, convinzioni personali, handicap, età, orientamento sessuale o politico e, per ultimo, anche dalla legge 107/2015 (la cosiddetta Buona Scuola). Quest’ulti-ma in particolare all’articolo 1, comma 7, lett. d) prevede tra gli obiettivi for-

mativi lo sviluppo delle competenze di cittadinanza attiva e democratica, il so-stegno all’assunzione di responsabilità e l’educazione alla solidarietà, alla cura dei beni comuni e alla consapevolezza dei diritti e dei doveri. Nel comma 16 si specifi ca invece che il piano triennale dell’offerta formativa deve assicurare l’attuazione dei principi delle pari op-portunità, promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni.

Non mancano invece le differen-ze che attengono principalmente agli insegnamenti di cui si prevede l’intro-duzione, agli ordini e gradi di scuole considerate e alla previsione dell’inse-gnamento come parte integrante delle attività didattiche già previste, ovvero come materia aggiuntiva. L’esame del-

le proposte è iniziato in sede referente nella Commissione cultura della Ca-mera lo scorso 27 giugno ed è prosegui-to nelle sedute del 5 e 12 luglio. Nel cor-so di quest’ultima seduta, il presidente Flavia Piccoli Nardella (PD), dopo avere che nell’ultima riunione dell’Uf-fi cio di presidenza della Commissione era stato convenuto di svolgere un ci-clo di audizioni informali tra i soggetti proposti dai gruppi parlamentari, ha proposto la costituzione di un comitato ristretto incaricato di redigere un testo unifi cato delle proposte. L’accoglimento della proposta del presidente da parte della Commissione comporterà inevi-tabilmente lo slittamento dell’esame della proposta unificata alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa estiva.

© Riproduzione riservata

NOVE LE PROPOSTE DI LEGGE, DAL PD A FORZA ITALIA. ISTIUITO IL COMITATO RISTRETTO ALLA CAMERA

Educazione di genere da studiare, è pressing parlamentare

DI ANGELA IULIANO

Record di prof bocciati, primi fra tutti quelli di sostegno. Si chiude così la prima fase del concor-so docenti della Buona Scuola in base ai risulta-ti provvisori della prova scritta pubblicati dagli usr. Mentre si cerca di capire le cause di una strage di docenti abilitati. Perché il concorsone non permette di conseguire l’abilitazione, ma è riservato ai soli insegnati già abilitati, spesso super selezionati dalle forche Caudine dei vari Tfa e Pas. Tra i candidati salernitani solo 1 su 3 la spunta. In Emilia Romagna bocciato il 63% allo scritto di matematica e il 68% a quello di fisica. In Lombardia, su 51 posti a bando, solo 7 candidati superano la prova per laboratorio di scienze e tecnologie chimiche e microbiolo-giche. In Calabria sosteranno l’orare per gli 86 posti disponibili di tecnologia alle medie solo 28 docenti. Una vera Caporetto quella alle prove di sostegno. Alle medie in Sardegna ad essere am-

messo alla prova orale è un solo candidato, sui 4 partecipanti per 18 posti disponibili. Per la primaria in Piemonte, su 378 posti a disposizio-ne, passano all’orale 130 su 333 candidati. Alle superiori nel Lazio appena in 70 hanno supera-to lo scritto per 149 posti banditi. Una debacle che non ha risparmiato gli insegnanti abilitatisi al sostegno dopo un corso di specializzazione universitaria, superato con ottime valutazioni. È il caso del Trentino, come denuncia Dario Ianes, docente di pedagogia speciale e didat-tica speciale alla Libera università di Bolzano. Preoccupati i direttori dei corsi di specializza-zione per le attività di sostegno all’integrazio-ne scolastica degli studenti con disabilità, che con il coordinatore Luigi d’Alonzo, docente di pedagogia speciale all’Università Cattolica di Milano, hanno chiesto di «avere dati aggiorna-ti sugli esiti delle prove concorsuali nei vari ordini di scuola, onde realizzare un accurato e doveroso monitoraggio dei risultati conseguiti dai nostri abilitati».

I CANDIDATI: COLPA DELLE MODALITÀ. LE UNIVERSITÀ CHIEDONO I DATI

Concorso, strage di docenti abilitati

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 39: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

44 Martedì 19 Luglio 2016 A Z I E N DA S C U O L AReport sui controlli fatti dai Nas. Tribunale di Torino: ok al panino portato da casa

Mense, una su 4 è irregolareProdotti da discount al posto dei km zero, scarsa igiene

DI EMANUELA MICUCCI

Prodotti che devono essere a fi liera corta e, invece, provengo da discount. Olio d’oliva

che dovrebbe essere extra-vergine e non lo è. Ma anche muffe sulle pareti, piani cot-tura sporchi. Queste le mag-giori irregolarità scoperte dai controlli a tappetto nelle mense scolastiche effettuati dai Nas durante l’anno sco-lastico appena concluso, in seguito all’indagine avvia-ta dal ministro della salute Beatrice Lorenzin, che an-nuncia: «Continueremo con quest’azione di task force, non preavvertendo dei controlli ma effettuandoli a sorpresa, perché uno dei temi che ci sta più a cuore è la salute dei no-stri bambini». Tuttavia, seb-bene i controlli dei Nas nelle mense scolastiche siano più che triplicati in 3 anni, le ir-regolarità riscontrate sono in aumento.

Ogni 4 controlli, infatti, i carabinieri del comando per la tutela della salute hanno registrato un’irregolarità. Il generale dei Nas Claudio Vincelli le snocciola tutte. Su 2.678 controlli sono state evidenziate 678 irregolarità

in tutto il territorio nazionale, che hanno portato al seque-stro di 4.264 chili di alimenti, alla chiusura di 27 strutture, a sanzioni per 491.496 euro. Segnalate 588 persone, di cui 101 all’autorità giudiziaria. E poi, 764 sanzioni amministra-tive alle normative nazionali e comunitarie e 164 penali.

Il 48% delle violazio-ni penali riguarda frodi in pubbliche fornite, il 19% il commercio di alimenti noci-vi, l’8% cibo in cattivo stato di conservazione. Quelle ammi-nistrative riguardano tutte, il 96%, carenze igienico struttu-rali come mancata attuazione del piano di controllo, incro-stazioni, muffe, cucine sudice. Ma ci sono stati anche 21 casi di mancata tracciabilità e ir-regolarità nell’etichettatura degli alimenti. Come ad Anco-ra, dove sono stati sequestra-ti 3.700 kg di prodotti carnei privi di indicazioni utili alla loro rintraccibilità, conservati in celle frigorifere dopo che il titolare riconfezionava e rieti-chettava con una nuova data di scadenza alimenti prossimi alla scadenza e li congelava per fornirli alle mense come freschi. Delle 37 strutture di cui è stato disposta la sospen-sione dell’attività o il seque-

stro per carenze sanitarie o strutturali il valore immo-biliare stimato è di circa 13 milioni di euro. «Non sono dati allarmanti», precisa Lo-renzin, ma occorre trovare in fretta una soluzione.

Da tutelare nelle scuole il 35% dei ragazzi tra i 6 e i 10 anni per un totale di un milio-ne solo in questa fascia di età, osserva Coldiretti rivelando i

risultati di una propria inda-gine secondo cui il 20% degli italiani valuta negativamen-te al qualità dei pasti serviti nelle mense scolastiche, men-tre il 42% la ritiene appena suffi ciente.

Intanto, una sentenza della Corte d’appello del Tribunale di Torino ha appena stabili-to che, durante l’orario della mensa a scuola, gli alunni

hanno diritto di mangiare il panino portato da casa e deve essere garantita la presenza di personale educativo senza costi aggiuntivi per le fami-glie.

Una decisione contro cui il Miur annuncia ricorso in Cassazione per i problemi che potrebbero nascere nell’orga-nizzazione del servizio.

©Riproduzione riservata

Laboratori sulla biodiversità, giochi a tema dieta mediterranea. Poi, attività integrate di educazione alimentare e motoria. Oltre alla formazione ed aggior-namento ad hoc dei docenti. E ancora, distribuzione di frutta e ortofrutta tra-sformata nella ristorazione scolastica e installazione di distributori automatici di frutta e latte all’interno degli istituti scolastici. In una parola, un vero Piano nazionale sperimentale di «Educazione al valore del cibo» adottato dal Miur per le scuole primarie. E’ l’obiettivo del di-segno di legge n.2042, prima fi rmataria la senatrice Leana Pignedoli (Pd), che da gennaio aspetta di essere discusso in Commissione Istruzione del Senato. Un solo articolo che modifi ca quanto pre-visto dalla legge sulla Buona Scuola per sviluppare le conoscenze degli studenti sul valore del cibo e dell’alimentazione

attraverso l’introduzione di un Piano nazionale sperimentale del Miur «a de-correre dall’anno scolastico 2016/17», si stabiliva. Utilizzando 15 milioni di euro delle risorse già destinate nel 2015 sul Fondo per il funzionamento delle scuole. «Un approccio integrato tra alimentazio-ne e ambiente», si legge nel Ddl, «di rea-lizzazione di attività integrate di educa-zione alimentare e motorie per favorire wellness, sani stili di vita e il contrasto all’obesità e ai disturbi legati alla cattiva alimentazione». Il Ddl si propone anche di formare e aggiornare i docenti proprio con lo scopo di «agevolare un approccio integrato tra alimentazione e ambiente» e un «approfondimento nel campo delle scienze alimentari e nella pedagogia ali-mentare».

Angela Iuliano© Riproduzione riservata

Un piano nazionale per educare al cibo

Le Olimpiadi, premio Agnelliper la cultura dello sportUn premio dedicato alle medaglie olimpiche e paralimpiche italiane per promuovere la cultura e i valori dello sport nelle scuole italiane: il Premio Fondazione Agnelli. I tre atleti o squadre di discipli-ne olimpiche e paralimpiche che vinceranno una medaglia ai Giochi di Rio 2016 riceveranno un corrispettivo in denaro aggiuntivo rispetto ai premi del CONI. L’iniziativa benefica, promossa dalla Fondazione Agnelli in occasione del suo 50° anniver-sario (1966-2016), sarà realizzata in collaborazione con il CONI e La Gazzetta dello Sport. La presenta-zione è avvenuta a Roma presso la Casa delle Armi del Foro Italico e vi hanno partecipato il vicepresi-dente della Fondazione Agnelli, John Elkann, il presidente del CONI, Giovanni Malagò, il presidente del CIP-Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, e la presidente della FISIP-Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici, Tiziana Nasi. A scegliere i vincitori sarà una giuria popolare formata dai lettori del sito Gazzetta.it che, conclusi i giochi, avranno tre giorni per esprimere il proprio voto. Nel corso dell’anno scolastico 2016-2017 gli atleti vincitori si impegneranno a portare la loro testimonianza sul tema dell’impegno e dei valori dello sport nelle scuole italiane. La Fondazione Agnelli ha deciso di stanziare oltre al premio di 550.000 euro, un ulteriore fondo di 60.000 euro per agevolare la preparazione degli atleti della FISIP che parteciperanno ai giochi paralimpici invernali di Pyeongchang 2018.Info: www.fga.it

Michela Dei© Riproduzione riservata

SCUOLE&AUTONOMIA

I progetti possono essere segnalati all’indirizzo: [email protected]

DI EMANUELA MICUCCI

Due mesi di tempo per le scuo-le superiori per comunicare al Miur le esperienze di alternanza scuola-lavoro avviate nelle clas-

si terze, quarte e quinte. E’ partito il 15 luglio e proseguirà fino a l 15 settembre il monitoraggio sul ministero dell’istru-zione sui percorsi intrapresi e il loro an-damento attraverso l’acquisizione di dati completi da parte del-le scuole. Con un’ap-posita funzione sul portale Sidi nell’area A l u n n i - G e s t i o n e alunni-Alternanza scuola lavoro. «Il mo-nitoraggio», spiega il capo dipartimento del Miur Sabrina Bono, «avviato già dallo scorso anno scolasti-co, ha funzione cono-scitiva ed è volto a verificare lo stato di realizzazione dei percorsi di alternanza resi obbligatori dalla legge per tutti gli studenti delle classi terze. Naturalmente le scuole sono tenute a trasmettere i dati anche per le classi quarte e quinte nel caso di percorsi già attivati negli anni precedenti».

Dalla descrizione del percorso alla sua durata, dalle ore in aula a quelle

presso la struttura ospitante, fino alla tipologia dei fonti di finanziamento, alle strutture presso cui si sono erogati i per-corsi di alternanza con tutte le informa-zioni aziendali, le convenzioni stipulate, passando per associare i percorsi al sin-golo alunno o a gruppi di alunni della classe. Questi di dati richiesti dal Miur. «Come lo scorso anno», aggiunge Bono, «è, inoltre, prevista la comunicazione de-gli alunni ai quali è stata rilasciata la

certificazione (in-termedia/finale) delle competenze acquisite». Una c o m u n i c a z i o n e che avviene dal 29 luglio entro il 15 settembre at-traverso un’altra funzione, quel-la Gestione del-le certificazioni, presente nell’area Gestione Alunni-Alternanza scuola

lavoro-Percorsi alternanza scuola lavoro. A supporto delle scuole per entrambe le comunicazioni il Miur mette a disposizio-ne una Guida operativa nell’area Proce-dimenti amministrativi. Mentre per ul-teriori chiarimenti è possibile contattate l’Ufficio statistica e studi del ministero e per assistenza tecnica il numero verde 800903080.

© Riproduzione riservata

ENTRO IL 15 SETTEMBRE LE SCUOLE DEVONO TRASMETTERE I DATI

Alternanza scuola-lavoro, sotto la lentedurata dei percorsi e certificazioni

ificare lo stato di

ctdacc21trfulalepGA

lavoro-Percorsi alternan

È prevista la comunicazione degli alunni ai quali è stata

rilasciata la certifi cazione delle competenze acquisite, la dura-ta del percorso, le ore in aula e

quelle esterne, fi no alla tipologia dei fonti di fi nanziamento e le strutture presso cui si sono ero-gati i percorsi di alternanza con tutte le informazioni aziendali

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 40: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

45Martedì 19 Luglio 2016Martedì 1A Z I E N DA S C U O L A

L’ESPERTO RISPONDE/Il caso di una collaboratrice scolastica divenuta mamma

Il congedo parentale al 30% non fa maturare le ferie pieneÈ l’interpretazione delle norme contrattuali fornita dall’Aran

Permessi per la sicurezza,modalità da concordare

Il lavoratore che fruisce di un permesso RLS, orario o intera giornata, deve presen-tare giustifi ca al dirigente?

lettera firmata

Per il combinato disposto dell’art. 50 del decreto legi-slativo 9/4/2008 n. 81, come modifi cato dall’art. 1, comma 1, lett. a) del decreto legislati-vo 15/2/2016, n. 39, e dell’art. 73, comma 8, del CCNL scuola del 29/11/2007, per l’espletamento dei compiti di cui al predetto art. 50, i rappresentanti dei lavora-tori per la sicurezza, oltre

ai permessi previsti per le rappresentanze sindacali, utilizzano appositi permes-si retribuiti orari pari a 40 ore annue. Il predetto mon-te ore e l’attività svolta sono considerati tempo di lavoro. Modalità e termini di con-trollo da parte del dirigente scolastico vanno definiti nel contesto della contrattazione d’istituto.

Franco Bastianini

Nata nel 1953, in pensione con 42 anni

Sono applicata di segrete-ria in un istituto compren-sivo statale, nata il 3 ago-

sto 1953. Chiedo di sapere quando potrò andare in pen-sione. Ho prestato servizio con nomina a tempo inde-terminato dal 15 novembre 1976 al 4 settembre 1978. Nominata in ruolo dal 5 set-tembre 1978 senza nessuna interruzione fino ad oggi. Ho anche ricongiunto con la legge 29, 1 anno, 3 mesi e 7 giorni. Quando potrò fare richiesta per andare in pen-sione?

lettera firmata

Potendo fare valere al 31 agosto 2017 oltre 42 anni di contribuzione utile a pensione, lei ha diritto ad

accedere al trattamento pensionistico anticipato già dal 1° settembre 2017. A tal fine dovrà presenta-re, con istanze on line, e nei tempi che saranno stabiliti dal ministro dell’istruzione, presumibilmente entro di-cembre, apposita domanda di cessazione dal servizio all’amministrazione scola-stica e domanda di pensio-ne all’Inps ex gestione In-pdap. Per la presentazione di entrambe le domande si consiglia di farsi assistere da un patronato sindacale di categoria.

Nicola Mondelli

Assegnazione dei docenti alle classi

Desideravo porre il se-guente quesito: all’esito dei movimenti, qual è la procedura corretta per l’as-segnazione dei docenti ai posti comuni (cattedre in senso stretto) e di potenzia-mento dell’organico dell’au-tonomia? È prerogativa del dirigente scolastico senza il coinvolgimento degli OO.CC. oppure si procede come per l’assegnazione dei docenti alle classi secondo quanto prevedono gli artt. 7, 10 e

396 del D.Lgs. 297/94?Angelo S. Costarella

Novara

La normativa contenuta nel testo unico dell’istruzione (decreto legislativo 297/94) è tuttora in vigore. Pertanto, il dirigente scolastico, al quale compete l’assegnazione dei docenti alle classi ai sensi del combinato disposto di cui all’articolo 25 del decreto legi-slativo 165/2001 e dell’artico-lo 396 del decreto legislativo 297/94, deve assegnare i do-centi alle classi sulla base dei criteri indicati dal consiglio di istituto, avuto riguardo al parere emesso in tale materia dal collegio dei docenti. L’ap-plicazione della disciplina appena descritta comporta, in via residuale, anche l’as-segnazione del docente alla cattedra di potenziamento, in osservanza della priorità applicata a vantaggio del do-cente o dei docenti assegnati alle ore cosiddette frontali in organico di diritto, proprio per effetto dell’applicazione dei criteri dettati dal consi-glio di istituto e sulla base del parere emesso dal collegio dei docenti.

Carlo Forte© Riproduzione riservata

I quesiti, con nome, cognome e città, non devono superare le 20 righe e vanno inviati all’indirizzo:

[email protected]

Il costo dell’abbonamento è interamente deducibile dal reddito professionale e d’impresa, a norma degli articoli 54 e 56 del tuir.

OFFERTA VALIDA FINO AL 31/12/2016, SOLO PER L’ITALIA

MODALITÀ DI PAGAMENTO" Bollettino di conto corrente postale che mi invierete" Bonifico bancario intestato a: Italia Oggi Editori Erinne Srl, Banca Popolare di Sondrio,

codice IBAN IT80V0569601600000008868X74 (specifi care causale di pagamento)" Addebito sulla mia Carta di Credito " CartaSi/Visa " Diners " CartaSi/Visa/Eurocard/MasterCard " American Express " BankAmericard

Scad.N.

Data Firma

Sì, desidero sottoscrivere l’abbonamento annuale a ItaliaOggi del martedì (52 numeri) a € 43,00 anziché € 104,00, con lo sconto del 59%

I1500156

E-MAILSpedisca una e-mail con la richiesta a:[email protected]

POSTASpedisca il coupon in busta chiusa a:ItaliaOggi, Via M. Burigozzo, 5 - 20122 Milano

FAXInvii il coupon al numero verde800-822 196Tutti i Martedì su ItaliaOggi

il settimanale del martedì al servizio dei professionisti dell’istruzione: operatori didattici, presidi e insegnanti. Inoltre l’inserto Marketing Oggi.

per lei a meno di 1€ a settimana

Azienda Scuola

WWW.CLASSABBONAMENTI.COM !

Ben € 61,00 di RISPARMIO

Ben 30 numeri GRATIS

Sconto del 59%

Nome

Cognome

Professione

Indirizzo N.

Cap Città Prov.

Telefono / Cell.

E-mail

Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. Informativa ex art. 13 d.lgs 196/03. I dati personali che la riguardano verranno trattati per dare esecuzione all’abbonamento a Italia Oggi da Lei richiesto e, in caso di suo consenso, per fi nalità di marketing di prodotti/servizi di Italia Oggi Editori-Erinne Srl e/o di società collegate e/o controllate e/o controllanti nonché di terzi. Il conferimento dei dati è necessario per dare seguito all’abbonamento e/o al servizio e/o all’invio del prodotto. Lei potrà esercitare in ogni momento i diritti di cui all’art. 7 d.lgs 196/03 rivolgendosi a Italia Oggi Editori-Erinne Srl. I dati non verranno diffusi e verranno trattati nell’ambito dell’organizzazione del/i Titolare/i da soggetti qualifi cati come incaricati. Titolare/i del trattamento è Italia Oggi Editori-Erinne Srl, Via M. Burigozzo 5, Milano.

Consento all’attività di marketing inerente ai prodotti/servizi del Titolare. SI NO Consento all’attività di marketing di prodotti/servizi di terzi e/o di società collegate e/o controllanti e/o controllate della Casa Editrice Class Editori. SI NO

CON L’ABBONAMENTO, AVRÀ LA POSSIBILITÀ DI LEGGERE SUL SITO WWW.ITALIAOGGI.IT I SINGOLI ARTICOLI DEL GIORNO!

€ 43,00 anziché € 104,00

UN ANNO A SOLI

Permessi per la sicurezza, ai permessi previsti per le sto 1953 Chiedo di sapere

Mia moglie, collaboratrice scolasti-ca di ruolo, ha chiesto ed ottenu-

to di fruire del congedo parentale dal 7 gennaio al 6 luglio compreso (nostro fi glio è nato il 5 ottobre 2015). Nei gior-ni scorsi ha chiesto alla segretaria di fruire dei trentadue giorni di ferie. Le sono stati concessi invece solo 18 gior-ni perché, ad avviso della segretaria i cinque mesi di congedo parentale re-tribuito al 30 per cento non sono utili ai fi ni della maturazione delle ferie. Il sindacato a cui è iscritta sostiene il contrario. Chi ha ragione?

Giacomo FerragutiBenevento

Stando a quanto si legge nella raccolta sistematica degli orientamenti Aran relati-vamente alle norme del contratto scuola in tema di ferie, avrebbe ragione la segreta-ria. Ad avviso dell’Aran, che a tal fi ne cita

l’art. 34, comma 5 del decreto legislativo 151/2001, solo i periodi di congedo paren-tale retribuiti al 100 per cento (il primo mese di congedo) sono utili ai fi ni della maturazione delle ferie. La tesi contraria sostenuta dal sindacato nasce probabil-mente da una interpretazione,peraltro non condivisa da molti, della disposizione contenuta nell’art. 13, comma 14, del con-tratto scuola 2007 secondo cui il periodo di ferie non è riducibile per malattia o per assenze parzialmente retribuiti. Le as-senze per malattia parzialmente retribu-ite sono esclusivamente quelle eccedenti i primi nove mesi dei diciotto mesi spettanti nel triennio. In materia di interpretazio-ne delle norme è sempre possibile incap-pare in qualche infortunio. Non sembra comunque esserlo quello in cui, ad avviso di quel dirigente sindacale, sarebbe incap-pato l’Aran.

Franco Bastianini

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 41: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

46 Martedì 19 Luglio 2016 A Z I E N DA S C U O L ASe la vertenza riguarda due istituti, salta l’obbligo del ricorso all’Avvocatura dello stato

La scuola si sceglie la difesaÈ possibile servirsi di un avvocato del libero foro

DI GIUSEPPE MANTICA

La scuola può essere difesa da un avvocato di libero foro. Il Tribunale Ammi-nistrativo Regionale di

Napoli conferma il principio che, nel caso di vertenze am-ministrative insorte tra istituti scolastici, e che coinvolgano il Ministero dell’Istruzione si re-alizzano condizioni di confl itto d’interesse per il patrocinio dell’Av-vocatura di Stato: questo consente alla scuola di evi-tare l’obbligatoria difesa erariale. La decisione è conte-nuta nella senten-za n. 2141 della quarta sezione del Tar Campania. Il principio si pone confermativo dell’orientamento dei giudici perché si allinea ad un’altra sentenza, della stessa sezione, emessa nell’anno 2013 con il n.1518.

Nel caso più recente, un li-ceo scientifi co di Maddaloni ha proposto ricorso contro una de-libera della Regione in materia

di dimensionamento della rete scolastica; nel confl itto restava-no coinvolti anche la Provincia di Caserta, un Comune vicino ed il Miur. La situazione pertanto si presentava, fi n dall’origine, composta da situazioni antite-tiche perché il liceo, da un lato, così come la Regione, il Miur e la seconda scuola, dall’altro, devo-no essere rappresentate in giu-dizio per legge dall’Avvocatura

distrettuale di Stato ai sensi del Regio Decreto n. 1611/1933 del 30 ottobre 1933; la norma per le istituzioni scolastiche è stata confermata dal dpr n. 275/1999 e dal dprn. 152/2001.

Ai fi ni del decidere è stato posto sotto osservazione l’arti-colo 5 del R.D. nella parte in cui

dispone che nessuna ammini-strazione dello Stato può chie-dere l’assistenza di avvocati del libero foro, se non per ragioni ec-cezionali e riferisce la necessità del parere dell’Avvocatura di Stato. Nel confronto con il caso reale, il collegio ha appunto ri-levato la presenza di una situa-zione eccezionale come quella ipoteticamente e genericamen-te indicata dalla norma tale da

consentire la deroga alla stessa. È di tutta evidenza l’insorto confl itto di inte-ressi che ha contrappo-sto due istituti scolastici (tra gli altri) che avrebbe reso altresì inopportuno e sconveniente che fossero entrambi difesi dalla stes-sa Avvocatura distrettua-le. Il Tar ha così consentito al liceo scientifi co di avva-lersi del libero patrocinio

ed ha inoltre accolto le ragioni di merito rilevate. Infatti, le linee guida per il dimensionamento scolastico (delibera Giunta Re-gione Campania n. 512/2015) prevedono il previo parere delle commissioni di àmbito, compo-ste anche dai sindaci dei comuni del distretto formativo; il Comu-

ne di Maddaloni, che, con affer-mazione incontestata, è parte del distretto formativo interes-sato, non era stato chiamato a partecipare alle riunioni svolte presso la Provincia per discute-re della materia controversa; ed in secondo luogo, nel corso di tali riunioni sono emersi pareri di-scordanti tra gli enti intervenuti e non è stato acquisito il rilevan-te parere dell’Uffi cio Scolastico Regionale.

Il decreto, dà atto, invece, dell’unanime condivisione, fra l’altro, dell’attribuzione dell’in-dirizzo di studi, senza dar conto delle specifi che ragioni che han-no indotto il superamento delle osservazioni svolte in senso contrario nella fase istruttoria. Le circostanze, così descritte, integrano a parere dei giudici il difetto istruttorio e la carenza motivazionale, da intendersi quali tipici indici della sussi-stenza del vizio di eccesso di potere. La sentenza ha accolto il ricorso del liceo annullando gli atti impugnati, pur avvisan-do che resta possibile per gli uf-fi ci interessati la rinnovazione dell’istruttoria.

© Riproduzione riservata

Iscrizione agli Its, gli istituti tecnici superio-ri post-diploma, con-sentita anche ai giovani e agli adulti in possesso di diploma professiona-le conseguito in un per-corso quadriennale di istruzione e formazione professionale (IeFp) in-tegrato da un percorso di istruzione e forma-zione tecnica superiore (Ifts) di durata annuale. Lo prevede il comma 46 della Buona Scuola, che ora viene applicato con la recente pubblicazione in Gazzetta uffi ciale del decreto che defi nisce la struttura e il contenuto del percorso annuale Ifts per l’accesso ai percorsi degli Its, recependo l’ac-cordo sottoscritto il 20 gennaio scorso in Confe-renza Stato regioni.

Emanuela Micucci

Its, al viale iscrizioni

ntamento distrettuale di Stato ai sensi del

csl’rs(trsesleale

ed ha in

La situazione si presentava, fi n dall’origine, composta da situazio-ni antitetiche perché il liceo, da un lato, così come la Regione, il Miur

e la seconda scuola, dall’altro, dovevano essere rappresentate in giudizio per legge dall’Avvocatura

distrettuale di Stato

IL MENSILE PER GLI UOMINI CHE AMANO LA VITA

Dal 23 luglio in edicola solo con

2001-2016SPECIAL ISSUE15 YEARS

U N N U M E R O D A C O L L E Z I O N E

Gli altri giorni in edicola solo Gentleman

PROTAGONISTIDIEGO DELLA VALLE

GIORGIO ARMANI

ELON MUSK, BRUNELLO

CUCINELLI, RENZO ROSSO

NERIO ALESSANDRI

MASSIMO BOTTURA.. .

STILIMODA, ACCESSORI,

DESIGN, PROFUMI,

BESPOKE, WELLNESS,

E-COMMERCE,

ARCHITETTURA, REAL

ESTATE, NEW LUXURY

ESPERIENZE

FILANTROPIA, GREEN

ECONOMY, iCLOUD

STAR CHEF, MECENATI

SLOW LIFE, MADE

IN ITALY, BIOTECH,

HÔTELLERIE

NEO-ARTIGIANATO

PASSIONI BARCHE, OROLOGI

LIBRI, AUTO, ARTE

VIAGGI, HI-TECH

FOOD&WINE

SPORT, MUSICA

SIGARI&SPIRITI

CULTURA

ESCLUSIVO284

pagine

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it

Page 42: QUOTIDIANO ECONOMICO, GIURIDICO E POLITICO IL NUOVO … · mettendo nellangolo proprio La7 (emblematico è stato il passaggio di Maurizio Crozza da La7 a Discove-ry). Attraverso la

47

"$ #$!'%*$#$ )!$&('"$

In base al più recente studio dell’International Renewable Energy Agency, nel complesso a livello mondiale il macro settore delle energie rinnovabili ha favorito la creazione di 8,1 milioni di posti di lavoro. Di questi, 1,081 milioni riguar-

dano il comparto eolico per una percentuale quindi pari al 13,35. Lo scorso anno, in particolare, si è registrato un re-cord di installazioni in Cina, Stati Uniti e Germania e con aumento occupazionale globale del 5%. Nel dettaglio, la Cina è al primo posto in termini di numero di addetti segui-ta dalla Germania, dagli Usa, dal Brasile e dall’India. In questo scenario l’Italia, secondo i calcoli dell’Anev, l’Asso-ciazione nazionale Energia del Vento, con oltre 9.000 mW di potenza installata produce attualmente energia elettrica per 14,6 tWh, pari a circa il 6% della domanda totale di elettrici-tà nazionale. Un quantitativo che permette di risparmiare 21 milioni di barili di petrolio. Ancora troppo poco però conside-rando gli obiettivi adottati in sede comunitaria e internazionale in termini di contenimento del surriscaldamento globale e di riduzione della CO2: entro il 2020 il target stabilito è di 12,68 gW, per il 2030 l’energia eolica dovrà soddisfare almeno il 10% della richiesta nazionale complessiva di energia elettrica (16,8 gW stando alle stime) ed entro il 2050 questa cifra dovrà esse-re raddoppiata, creando circa 80.000 posti di lavoro suddivisi in un terzo di lavoratori diretti e due terzi di lavoratori indiretti. E per raggiungere questi obiettivi occorre effettuare il cosiddetto

«repowering» delle centrali eoliche, ossia un ammodernamen-to degli impianti, considerata l’anzianità parco esistente, dove circa 2.000 mW hanno superato i dieci anni di vita, secondo quanto riportato nella «Carta del rinnovamento eolico soste-nibile», firmata da E2ienergie speciali, Enel Green Power, Erg Renew, Falck Renewables, Ivpc, Anci e Legambiente. Semplice a dirsi (considerando volontà delle aziende), ma difficile a far-si, almeno in Italia. A differenza di quanto già avvenuto in altri Paesi del Nord Europa, nel Bel Paese infatti la possibilità di so-stituire le pale ormai obsolete è infatti vincolata al fatto di dover rifare l’intero iter per le autorizzazioni. Con costi e lungaggi-ni burocratiche che frenano il necessario ammodernamento. Certo, il governo ha varato il nuovo decreto per le aste. Ma i big del comparto e le associazioni del settore controbattono che riguarda solo 800 megaWatt ed è limitato al 2016. Dal 2017 in poi non è dato a sapersi come Roma intenda agire a riguardo. (riproduzione riservata)

Dal 2018 circa 20 milioni di utenti ita-liani dovranno scegliere il proprio

fornitore di energia elettrica. Nel detta-glio, con l’entrata in vigore della direttiva europea sull’efficienza energetica, sarà superata l’attuale struttura che comporta un costo unitario del kWh crescente per scaglioni di utilizzo, mentre ogni utente

pagherà solo per i servizi che effetti-vamente utilizza. Un’occasione per far leva sull’offerta di energia «green» co-me strumento di marketing efficace per acquisire clienti? La risposta è «no», se-condo Axpo Italia (società fondata nel 2000 con l’avvio del mercato liberaliz-zato e consociata del gruppo svizzero Axpo). «L’offerta di energia verde, ov-vero la certii cazione della copertura dei propri consumi con energia da fon-ti rinnovabili», spiega Simone Demarchi, amministratore delegato di Axpo Italia, «era già disponibile dall’apertura del mercato alle utenze domestiche nel 2007. Quindi non rappresenta una no-vità e incide per una quota rilevante ma non maggioritaria dell’energia venduta sul mercato libero. Per noi poco sopra al 20% dei volumi venduti complessivi, ma solo meno del 2% per le utenze dome-stiche. L’offerta, per quanto promossa e pubblicizzata, ha trovato infatti riscontro solo su una nicchia della popolazione

particolarmente sensibile alle tematiche ambientali che ha accettato di pagare un sovrapprezzo per la certii cazione. Non riteniamo quindi che la fornitura di energia certii cata verde possa rap-presentare un driver nella scelta del passaggio al mercato libero quando, nel 2018, terminerà il regime di maggior tutela a cui sono ancora legate oltre 20 milioni di utenze». A incidere, secondo Demarchi, saranno invece aspetti eco-nomici e di servizio: «Per questo stiamo proponendo soluzioni innovative che, associando differenti servizi alla clas-sica fornitura, possano offrire concrete opportunità di risparmio per le famiglie. Come, per esempio, la Medical Card: una tessera che abilita il titolare a frui-re di sconti e convenzioni su oltre 2.700 studi medici e dentistici in tutta Italia. Il cliente potrà poi sempre attivare in ag-giunta l’opzione verde e così ottenere la certii cazione da fonte rinnovabile per l’energia prelevata».

Nella scelta del gestore il green conta ancora poco

Inserto a cura di Gian Marco GiuraEnergia Alternativa

In Italia la burocrazia sta rallentando il repowering eolicoL’ammodernamento, fra le altre cose, è ostacolato dalla necessità di ripercorrere l’iter autorizzativo, con costi e tempi poco compatibili con gli obiettivi internazionali di produzione verde

Courtesy: inhabitat.com

Courtesy: cleantechies.com

Courtesy: mygreenhomeblog

098105098108105111103114

http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

http://w

ww

.mila

nofinanza.it -

questa

copia

è c

oncessa in lic

enza e

sclu

siv

a a

ll'ute

nte

'bib

liogr' -

http://w

ww

.ita

liaoggi.it