Questioni Primarie n° 3

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[1] C&LS - candidateandleaderselection.eu 7 Novembre 2012 Sinfonia dal nuovo mondo..……………………………………………..p. 1 A che punto siamo con le primarie..…………………………………….p. 2 I grandi assenti: donne lavoro e immigrazione ..…………………p. 3 Primarie (liquidamente) chiuse a 5 Stelle ………..…………………….p. 5 Sinfonia dal nuovo mondo Cosa cè allorizzonte Fulvio Venturino, Università di Cagliari e coordinatore di C&LS Nel prossimo mese di maggio avremo un sistema politico molto rinnovato rispetto all’attuale. Per certo, un altro Presidente della Repubblica avrà sostituito Giorgio Napolitano. Sui banchi di Montecitorio non siederanno più alcuni parlamentari di lungo corso, fra cui Walter Veltroni e tutti quelli che avranno seguito il suo esempio preferendo non ricandidarsi. In compenso, faranno il loro esordio alcune decine di deputati e senatori grillini, che produrranno un ricambio (in bene o in male, vedremo) paragonabile a quello generato delle truppe berlusconiane all’indomani delle elezioni del 1994. A Palazzo Chigi non ci sarà più il governo dei tecnici. Meno chiaro è se a Palazzo Chigi ci sarà (già) qualcun altro. Certamente sì, se nel frattempo avremo votato con un sistema elettorale che, come si usa dire, consentirà di individuare il vincitore la sera stessa delle elezioni. Probabilmente no, se una tardiva riforma elettorale dovesse reintrodurre un sistema altamente proporzionale con il suo portato di consultazioni e mandati esplorativi. E poi avremo profondi cambiamenti nei partiti. Ma quali cambiamenti? Alcuni sedicenti partiti che sono in realtà mal combinati gruppuscoli parlamentari Fli, Api, responsabili di varia natura - scompariranno per insussistenza organizzativa, e i loro leader salteranno su nuove scialuppe di salvataggio. Altri partiti la maggioranza - procederanno ad un limitato restyling cambiando sigla. Qualcuno toglierà dal proprio simbolo il nome del capo, come atto di denuncia contro la deriva plebiscitaria della Seconda Repubblica. Altri, magari, il nome del capo ce lo metteranno per la prima volta in modo da sfruttarne al meglio la popolarità. Oltre alla cosmesi ci saranno piccoli ma tangibili terremoti, che davvero muteranno il panorama politico con la nascita di partiti nuovi, come il Movimento 5 Stelle, e con la scomparsa di partiti pre-esistenti. L’Italia dei Valori sembra al momento il principale indiziato. È possibile, in questo marasma, individuare qualche punto fermo nella turbolenta politica che ci aspetta da qui a poco? Due aspetti si scorgono già. In primo luogo, non sembra esserci più spazio per il professionismo politico come lo abbiamo conosciuto nel secolo scorso. Nato per cause nobilissime - consentire di fare politica ai rappresentanti delle classi meno abbienti - ma poi degenerato grazie ad un male assestato finanziamento pubblico, e oramai inviso a quasi tutti i cittadini di ogni credo e tendenza politica. In secondo luogo, tutti i partiti ad eccezione dell’Udc stanno puntando sulle elezioni primarie come meccanismo per la selezione dei candidati alle cariche interne e alle cariche pubbliche. La tendenza alla democratizzazione interna come risposta alla crisi dei partiti è generalizzata, e non stupisce che trovi terreno fertile anche in Italia. Ma che i cittadini lombardi siano coinvolti a metà dicembre in un tourbillon di primarie regionali e nazionali promosse da partiti di tutte le tendenze in effetti colpisce. E mentre sono in corso le primarie per la selezione del candidato premier del centrosinistra l’annuncio della mancata ricandidatura di Bersani alla segretaria del PD introduce già le nuove competizioni del 2013. È possibile che l’adozione sistematica delle primarie generi in futuro problemi ora non visibili, per esempio nel campo minato dei costi della politica. Per adesso, le primarie promettono di essere il ponte che ci porta - a noi, e ai partiti - al di là del fiume. E in verità promettono abbastanza bene. Qualcuno toglierà dal proprio simbolo il nome del capo, come atto di denuncia contro la deriva plebiscitaria della Seconda Repubblica. Altri, magari, il nome del capo ce lo metteranno per la prima volta in modo da sfruttarne al meglio la popolarità

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"Questioni Primarie" è un osservatorio sulle primarie 2012 del centrosinistra. È un progetto di Candidate & Leader Selection, realizzato grazie alla collaborazione con l'edizione online della rivista "il Mulino" e il coinvolgimento dell'Osservatorio sulla Comunicazione Politica dell'Università di Torino. L'obiettivo è offrire uno spazio di analisi, approfondimento e discussione aperto a diversi orientamenti e approcci, ma ancorato a due riferimenti irrinunciabili: l’impiego di conoscenze di tipo empirico e il ricorso a una terminologia appropriata.

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[1] C&LS - candidateandleaderselection.eu

7 Novembre 2012

Sinfonia dal nuovo mondo…..……………………………………………..p. 1 A che punto siamo con le primarie..…………………………………….…p. 2 I grandi assenti: donne lavoro e immigrazione ..…………………p. 3 Primarie (liquidamente) chiuse a 5 Stelle ………..…………………….p. 5

Sinfonia dal nuovo mondo

Cosa c’è all’orizzonte

Fulvio Venturino, Università di Cagliari e coordinatore di C&LS

Nel prossimo mese di maggio avremo un sistema politico molto rinnovato rispetto all’attuale. Per certo, un altro Presidente della Repubblica avrà sostituito Giorgio Napolitano. Sui banchi di Montecitorio non siederanno più alcuni parlamentari di lungo corso, fra cui Walter Veltroni e tutti quelli che avranno seguito il suo esempio preferendo non ricandidarsi. In compenso, faranno il loro esordio alcune decine di deputati e senatori grillini, che produrranno un ricambio (in bene o in male, vedremo) paragonabile a quello generato delle truppe berlusconiane all’indomani delle elezioni del 1994. A Palazzo Chigi non ci sarà più il governo dei tecnici. Meno chiaro è se a Palazzo Chigi ci sarà (già) qualcun altro. Certamente sì, se nel frattempo avremo votato con un sistema elettorale che, come si usa dire, consentirà di individuare il vincitore la sera stessa delle elezioni. Probabilmente no, se una tardiva riforma elettorale dovesse reintrodurre un sistema altamente proporzionale con il suo portato di consultazioni e mandati esplorativi.

E poi avremo profondi cambiamenti nei partiti. Ma quali cambiamenti? Alcuni sedicenti partiti che sono in realtà mal combinati gruppuscoli parlamentari Fli, Api, responsabili di varia natura - scompariranno per insussistenza organizzativa, e i loro leader salteranno su nuove scialuppe di salvataggio. Altri partiti la maggioranza - procederanno ad un limitato restyling

cambiando sigla. Qualcuno toglierà dal proprio simbolo il nome del capo, come atto di denuncia contro la deriva plebiscitaria della Seconda Repubblica. Altri, magari, il nome del capo ce lo metteranno per la prima volta in modo da sfruttarne al meglio la popolarità. Oltre alla cosmesi ci saranno piccoli ma tangibili terremoti, che davvero muteranno il panorama politico con la nascita di partiti nuovi, come il Movimento 5 Stelle, e con la scomparsa di partiti pre-esistenti. L’Italia dei Valori sembra al momento il principale indiziato.

È possibile, in questo marasma, individuare qualche punto fermo nella turbolenta politica che ci aspetta da qui a poco? Due aspetti si scorgono già. In primo luogo, non sembra esserci più spazio per il professionismo politico come lo abbiamo conosciuto nel secolo scorso. Nato per cause nobilissime - consentire di fare politica ai rappresentanti delle classi meno abbienti - ma poi degenerato grazie ad un male assestato finanziamento pubblico, e oramai inviso a quasi tutti i cittadini di ogni credo e tendenza politica. In secondo luogo, tutti i partiti ad eccezione dell’Udc stanno puntando sulle elezioni primarie come meccanismo per la selezione dei candidati alle cariche interne e alle cariche pubbliche. La tendenza alla democratizzazione interna come risposta alla crisi dei partiti è generalizzata, e non stupisce che trovi terreno fertile anche in Italia. Ma che i cittadini lombardi siano coinvolti a metà dicembre in un tourbillon di primarie regionali e nazionali promosse da partiti di tutte le tendenze in effetti colpisce. E mentre sono in corso le primarie per la selezione del candidato premier del centrosinistra l’annuncio della mancata ricandidatura di Bersani alla segretaria del PD introduce già le nuove competizioni del 2013.

È possibile che l’adozione sistematica delle primarie generi in futuro problemi ora non visibili, per esempio nel campo minato dei costi della politica. Per adesso, le primarie promettono di essere il ponte che ci porta - a noi, e ai partiti - al di là del fiume. E in verità promettono abbastanza bene.

Qualcuno toglierà dal proprio simbolo il nome del capo, come atto di denuncia contro la deriva plebiscitaria

della Seconda Repubblica. Altri, magari, il nome del

capo ce lo metteranno per la prima volta in modo da sfruttarne al meglio la

popolarità

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A che punto siamo con le primarie

Sondaggi, pronostici, incertezze

Paolo Natale, Università di Milano

Il duello delle primarie del centro-sinistra è dunque alle porte, e lo scontro pronto per essere consumato. Bersani e Renzi, secondo gli ultimi sondaggi, sembrano ormai gli unici a potersi contendere l’ambita poltrona di leader del centro-sinistra. La classifica “provvisoria” vede Bersani in testa, con poco più del 40% dei votanti che lo scelgono; Renzi in seconda posizione, staccato di 6-7 punti, intorno al 35%; Vendola buon competitor, ma con una quota di scelte comunque inferiore al 20% di chi è intenzionato a recarsi alle urne. Puppato intorno al 5% e Tabacci buon ultimo, come peraltro c’era da aspettarsi, e una quota di indecisi decisamente bassa.

Gli elettori delle primarie sembrano insomma avere le idee chiare. I fedeli storici del Pd, dalla sua nascita, stanno in netta maggioranza con l’attuale segretario, mentre i fedeli “comunisti” (di Sel o Rifondazione) scelgono per la maggior parte Vendola e, in seconda battuta, Bersani, lasciando a Renzi solo qualche spicciolo.

Come raccontano tutti i manuali di strategia di comunicazione, il vero nodo della campagna elettorale per le primarie riposa dunque nella conquista dei nuovi elettori. Tra i “fedeli di area” non c’è competizione: chi è da sempre vicino al Pd sceglie il suo attuale capo, chi è comunista predilige Vendola. Renzi sembra essere al contrario molto gradito a coloro che non hanno forti appartenenze acquisite, ai più giovani (fino ai 45 anni), a quelli con un livello culturale più elevato (simile in questo a Vendola), ai residenti nei centri più abitati, alle donne. Bersani raccoglie i maggiori consensi tra le fasce di popolazione più adulte (dai 45 in su), tra coloro che possiedono un titolo di studio medio-basso e che risiedono nel settentrione del paese. Vendola, come ci si aspettava, ottiene ottimi consensi al sud, tra i laureati e tra i trentenni.

Sui risultati conclusivi della competizione, i dubbi su chi sarà il vincitore sembrano pochi: la vittoria di Bersani viene data infatti come la più probabile, anche da coloro che non pensano di votarlo. Che sia una battaglia che potrà mietere vittime è però un dato importante da sottolineare, perché le scelte di uno o dell’altro dei contendenti portano con sé anche una notevole dose di (parziale) disistima per l’avversario diretto. Tra coloro cui piace Bersani, Renzi viene infatti visto in maniera non particolarmente positiva, e viceversa. Lo stesso

capita con Vendola nei confronti degli altri competitor. E questo accade in un momento in cui lo scontro non è ancora entrato nel suo momento topico. Cosa accadrà nei giorni immediatamente precedenti le primarie?

Insomma, ne emerge un bel quadro dell’attuale elettorato di centrosinistra, che pare essere attraversato da molte opinioni differenti, e da una sotterranea corrente di distinguo, che probabilmente porta con sé peculiari rappresentazioni del mondo e del modo di fare politica. Opzioni e sentimenti del popolo delle primarie che saranno comunque un problema non facile da gestire nel futuro, per ricompattare queste diversità, qualunque sarà alla fine il vincitore delle primarie, qualunque sarà il candidato premier.

Ma Renzi può vincere? E’ la domanda che si pongono tutti, da quando il sindaco di Firenze ha lanciato la sua sfida. Se il suo risultato al primo turno fosse buono, con un distacco cioè inferiore ai 5-6 punti, il sindaco di Firenze godrebbe di un evidente sprone per il ballottaggio, simile a quanto successe per il M5s nelle recenti amministrative. Capace quindi di un possibile boom di consensi, simboleggiando agli occhi degli elettori più tiepidi, magari meno interessati, “il nuovo” che avanza.

Quel che è certo è che, forse per la prima volta, la funzione delle odierne primarie non sarà più quello della mobilitazione di un popolo, di una festa democratica, come era accaduto soprattutto per Prodi e Veltroni e, in parte, anche per Bersani tre anni fa. Allora, il vincitore era sostanzialmente già noto prima della consultazione. Questa volta, è l’incertezza quella che la fa da padrone. E sarà una competizione vera.

Come raccontano tutti i manuali di strategia di comunicazione, il vero nodo della campagna

elettorale per le primarie riposa dunque nella conquista dei nuovi

elettori

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I grandi assenti: donne lavoro e immigrazione

Un’analisi della campagna on line

Luigi Gariglio, Università di Torino

Come noto, negli ultimi anni le campagne elettorali, sia politiche che amministrative, hanno visto la presenza massiccia delle immagini dei volti dei leader. Pur giocando un ruolo da protagonisti, la loro immagine non era però l’unico mezzo iconico utilizzato per la costruzione e la proposta di significati e immaginari ai pubblici a cui si indirizzavano. Al contrario, le facce dei politici si inserivano in discorsi visuali complessi che mettevano a tema, di volta in volta, alcuni punti del programma dei singoli attori politici o dei partiti dando vita ad una serie di annunci distinti ma coordinati, che i pubblicitari normalmente definiscono: una campagna multisoggetto.

Osservando con attenzione i siti dei candidati alle primarie e confrontandoli con la comunicazione politica che ha caratterizzato le ultime campagne elettorali, si possono fare almeno due considerazioni: in questi siti le rappresentazioni visuali sono meno articolate e più “ingenue”. Si nota, inoltre, una marcata distanza tra le rappresentazioni visive proposte e i temi che, con maggiore o minore enfasi, caratterizzano la loro proposta politica.

Due aspetti significativi caratterizzano dal punto di vista visuale i cinque candidati on line. Primo, quattro di essi “incorporano” una comunicazione visuale costruita con un uso massiccio di immagini fotografiche e video; mentre solo quello di Vendola si caratterizza come un sito di testi quasi del tutto privo di immagini fotografiche e video (sono presenti solo nella sezione chiamata media) in cui tuttavia l’aspetto visuale – font, dimensione e

colore dei caratteri da un lato e colore degli sfondi dall’altro – è scelto con molta cura e diventa un tratto distintivo. Secondo, il grado di innovazione che caratterizza i cinque siti è molto variabile. Ad un estremo del continum si incontra ancora il sito di Vendola che ha una struttura grafica (un web design) ed uno stile comunicativo davvero innovativi per la comunicazione politica; dall’altro quello di Laura Puppato che, al contrario, appare come un “work in progress” di carattere amatoriale in cui diverse pagine risultano “not found”.

Come si sa, in Italia ci sono ormai più di 5 milioni di donne e uomini stranieri regolarmente residenti, tutti con diritto di voto alle primarie del centrosinistra. Il primo dato che emerge dall’analisi visuale dei siti oggetto del nostro discorso, è davvero significativo: non appare neanche un’immagine in cui siano ritratti straniere e stranieri che risultano invece invisibili, sia come protagonisti delle immagini, che come semplici “comparse”. Unica eccezione è l’appello contro il bavaglio dei media – di pannelliana memoria – della candidata Laura Puppato in cui trova spazio – seppur marginale – la raffigurazione di una donna con il burqua.

Figura 1. La candidata donna e il burqa mediatico (disegno © Anarkikka) http://www.laurapuppato.it/appello/ (visitato il 2 novembre 2012)

Anche il tema del genere (gender) non è stato tenuto in debito conto nelle rappresentazioni visuali on line. Persino Puppato, unica donna candidato, che pone il genere al centro della propria campagna, non sembra mostrare alcuna

Il primo dato che emerge dall’analisi visuale dei siti

oggetto del nostro discorso, è davvero significativo: non

appare neanche un’immagine in cui siano ritratti straniere e stranieri che risultano invece

invisibili, sia come protagonisti delle immagini, che come

semplici “comparse”

[4] C&LS - candidateandleaderselection.eu

attenzione nella scelta delle immagini. Nella testata della sua home page, infatti, compare sempre da sola, o accanto ad un uomo, e non c’è nessuna traccia di immagini delle sue simpatizzanti (anche se una delle sei immagini della testata comprende lo slogan: “Laura Puppato. Quando le donne sono primarie”). Matteo Renzi usa un’altra retorica visuale, ben più sensibile al genere. Infatti, nelle immagini della testata del sindaco di Firenze, così come in altre sezioni della home page, il protagonista è quasi sempre il pubblico. Tra queste foto di simpatizzanti molte sono composte da donne e uomini, altre da sole donne. Anche Nichi Vendola, che pubblica solo due piccole immagini sulla home del suo sito (nella sezione media) sembra piuttosto accorto sulle questioni di genere. L’immagine di sinistra è normalmente una fotografia (o un frame di un video) del candidato, quella di destra, un ritratto di un gruppo o una coppia di simpatizzanti dove vi è sempre (o quasi) un equilibrio di genere.

Fig. 2 Home page sito http://www.matteorenzi.it/ (foto e sviluppatori del sito senza crediti) (visitato il 4 novembre 2012)

Fig. 3 collage nella galleria foto del sito http://www.nichivendola.it/media/(foto e sviluppatori del sito senza crediti) (visitato il 2 novembre 2012)

Bruno Tabacci e Pier Luigi Bersani, infine, sono i candidati che presentano la minor attenzione alle questioni di genere: il loro sembra un mondo popolato solo da uomini.

Il segretario PD, però, pur non prestando nessuna attenzione né agli stranieri né alle donne, è l’unico candidato che usa le immagini per comunicare con forza (lo fa in due immagini nella testata) la sua attenzione a un tema centrale del suo programma: il lavoro. In una di queste immagini si fa ritrarre tra un gruppo di operai in fabbrica. Lì si legge: “ripartire dal lavoro, dalla realtà delle cose”.

Fig. 4 Home page sito http://www.bersani2013.it/default.aspx?ph=off#.UJbRT652pnc (foto e sviluppatori del sito senza crediti) (visitato il 4 novembre 2012)

Bruno Tabacci, invece, è il protagonista unico e assoluto del suo sito in cui gli stranieri le donne e il lavoro sono del tutto assenti. Lui invece è lì, presente, per ben 13 volte.

Per concludere, parafrasando Nanni Moretti, verrebbe da gridare: candidati, mostrateci qualcosa di sinistra!

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Primarie (liquidamente) chiuse a 5 Stelle

La sfida ai partiti

Marta Regalia, Università di BolognaLiquido. Il MoVimento Cinque Stelle (M5S) possiede di certo la capacità, propria dei liquidi, di adattarsi al recipiente che lo contiene, ma, proprio come i liquidi, al venir meno (o al deteriorarsi) del recipiente, tutto il contenuto si disperde. Il contenitore, nel nostro caso, altro non è che l’indispensabile pacchetto di regole di cui il M5S ha il disperato bisogno di dotarsi, da un lato, per non disperdersi, dall’altro, per evitare infiltrazioni inquinanti. Quali sono, dunque, le regole adottate dal M5S per selezionare i propri candidati? Purtroppo, non esiste una risposta univoca.

In Sicilia, i candidati sono stati selezionati tramite un mix di votazioni online e assemblee locali e regionali. Per prima cosa i grillini (ops, gli attivisti) siciliani hanno stabilito, tramite discussione sulla piattaforma del meetup regionale, i requisiti per l’elettorato passivo. Oltre alle regole canoniche del M5S (essere incensurati, non avere tessere di partito, non essersi candidati nelle due precedenti tornate elettorali, non ricoprire cariche elettive), agli aspiranti parlamentari siciliani era richiesto di: essere attivisti del movimento da almeno tre mesi, presentare il proprio CV, non essere mai stati candidati, non avere pendenze in corso, accettare uno stipendio massimo di 5.000€ lordi mensili, sottoporsi a verifica del mandato ogni sei mesi, impegnarsi a mantenere i contatti con le realtà

locali. Gli aspiranti candidati sono stati poi presentati, rigorosamente online. I meetup “di provenienza” (qualcosa di abbastanza simile ad una sezione di partito) avevano il compito di verificare i requisiti dei candidati locali. A questo punto, a fronte di un centinaio di temerarie proposte, ogni meetup ha stabilito, in piena autonomia, quali e quante candidature sostenere. Ogni iscritto al movimento ha quindi potuto esprimere, tramite il proprio meetup, online oppure in riunioni ad hoc, la propria preferenza per uno o più candidati indipendentemente dalla provincia di appartenenza. Questo sistema (alquanto bizzarro, occorre ammetterlo) ha portato alla selezione di 76 candidati tramite l’espressione di 2220 voti. Alcuni attivisti-delegati dei meetup sparsi sul territorio hanno infine portato le preferenze espresse a livello locale alla riunione regionale tenutasi a Caltanissetta il 4 agosto 2012, durante la quale sono state definite le liste.

In Lombardia si è da poco attivata la macchina per le primarie in occasione delle prossime, non ancora indette, elezioni regionali. Il Movimento si è già

riunito due volte in una sorta di assemblea regionale. L’unica certezza, per ora, pare essere il fatto che ogni provincia sceglierà in autonomia i propri candidati. Diversamente dalla Sicilia, infatti, i lombardi hanno optato per un selettorato

suddiviso in circoscrizioni. Sugli altri aspetti, per ora, sono state avanzate solo delle proposte che verranno votate nei prossimi giorni. Non sono infatti ancora stati chiariti in modo definitivo quali saranno i requisiti di candidabilità. Gli aspiranti candidati alle elezioni dovranno, con ogni probabilità, presentare un CV, registrare un video di presentazione, rispondere ad un questionario.

Tutto il materiale sarà disponibile online per permettere a tutti gli iscritti al movimento di conoscere meglio i candidati. Sulle modalità di esercizio ed espressione del voto ci sono ancora dei dubbi. In primo luogo, il movimento è in attesa della disponibilità, ventilata dallo staff di Grillo, di rendere disponibile una piattaforma sul sito ufficiale del movimento. Se ciò non avverrà, sembra prevalente l’idea di utilizzare un sistema di votazione online che dia le stesse garanzie di riconoscibilità dell’elettore e di trasparenza delle votazioni.

Pare che a tutti sia ben chiaro un punto: gli eletti saranno solo dei “terminali”, dei “portavoce” della base del movimento. No a personalismi e personalizzazioni, sì alla rottura del meccanismo di delega (e, quindi, di accountability), con il dichiarato scopo, in una prima fase, di trasformare il mandato elettivo in imperativo, per poi promuovere forme di democrazia diretta che, nelle intenzioni del M5S e del suo fondatore, potranno soppiantare i partiti in tutte le loro funzioni.

Pare che a tutti sia ben chiaro un punto: gli eletti saranno

solo dei “terminali”, dei “portavoce” della base del

movimento. No a personalismi e

personalizzazioni, sì alla rottura del meccanismo di

delega (e, quindi, di accountability)

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