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78 AUDIOREVIEW n. 312 giugno 2010 Questione di fase Lorecchio di Dionisio Parlare, occuparsi di accessori, messa a punto, tweak, per un audiofilo può essere un’arte, una mania, una condanna… Trattare tali argomenti è uno degli obiettivi di questa rubrica il cui nome in questo senso non è per nulla casuale… Si legge su Wikipedia: L’Orecchio di Dionisio è una grotta artificiale che si trova nell’antica cava di pietra detta latomia del Paradiso, poco lontano dal Teatro Greco di Siracusa. Scavata nel calcare la grotta è alta circa 23 m e larga dai 5 agli 11 m, e si sviluppa in profondità per 65 m, con un andamento ad “S”. La sua particolare forma ad orecchio d’asino fece coniare al pittore Caravaggio, recatosi nella città aretusea nel 1608 in compagnia dello storico siracusano Vincenzo Mirabella, l’espressione “Orecchio di Dionisio”. Secondo la tradizione infatti il tiranno Dionigi fece costruire la grotta dove rinchiudeva i prigionieri, e appostandosi all’interno di una cavità superiore ascoltava i loro discorsi. Grazie alla sua forma, l’Orecchio di Dionisio possiede caratteristiche acustiche tali da amplificare i suoni fino a 16 volte. Secondo alcuni la presenza della cavità, posta sotto la cavea del Teatro Greco, favorisce l'acustica del teatro.” N el numero di maggio di Stereophile l’editoriale di Jon Iverson, contribu- ting editor della rivista, è dedicato alla “Santissima Trinità” del Pantheon Au- diofilo costituita da AMORE, DESIDERIO e NECESSITÀ che si declinano rispettiva- mente in MUSICA, QUALITÀ DELLA RI- PRODUZIONE e FACILITÀ DI ACCES- SO AI CONTENUTI. È un’analisi molto intrigante nel momento in cui pone l’accento su come le percentuali variabili di questi tre fattori possano rita- gliare con precisione le mutevoli caratteri- stiche degli audiofili, ora più devoti all’una o all’altra delle componenti ineludibili della Trimurti. Anche se è indubbio che solo un sano equi- librio può rendere l’audiofilo felice, è altret- tanto vero che questa rubrica non possa non essere letta come un luogo di raccolta per gli adoratori della QUALITÀ DELLA RI- PRODUZIONE, visto che occupandomi spesso di accessori e complementi di una catena hifi finisco inevitabilmente per at- trarre questa tipologia di appassionati, ov- vero gli adoratori del setup. Va detto che in realtà la mia visione non è troppo tecnicistica, io amo la semplicità e tutto sommato il nostro hobby è semplice: possiamo giocarci quanto vogliamo ma un cavo resta un cavo, un appoggio antivibra- zioni resta un appoggio, un liquido di puli- zia lo stesso… Certo, facciamo caso all’effet- to, ma tutto sommato un moderno impian- to hifi è facile da mettere insieme, semmai è difficile da far suonare bene, e questo è l’obiettivo che mi pongo con i miei scritti. Tutta questa premessa come introduzione all’odierna prova di uno “strano” accessorio che solo dopo lunghissimi tentennamenti È il “cuore” dell’apparecchio, la scatoletta in plastica che contiene l’elettronica di rilevazione della corrente di dispersione. I due cavetti che fuoriescono dalla scatola servono a connettere il manometro a LED ai cavi che vengono collegati alle terminazioni RCA o XLR e alla presa di rete dell’apparecchio testato.

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78 AUDIOREVIEW n. 312 giugno 2010

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Parlare, occuparsi di accessori,messa a punto, tweak, per unaudiofilo può essere un’arte, unamania, una condanna… Trattare taliargomenti è uno degli obiettivi diquesta rubrica il cui nome in questosenso non è per nulla casuale…Si legge su Wikipedia:“L’Orecchio di Dionisio è una grottaartificiale che si trova nell’antica cavadi pietra detta latomia del Paradiso,poco lontano dal Teatro Greco diSiracusa. Scavata nel calcare la grotta èalta circa 23 m e larga dai 5 agli 11 m,e si sviluppa in profondità per 65 m,con un andamento ad “S”. La suaparticolare forma ad orecchio d’asinofece coniare al pittore Caravaggio,recatosi nella città aretusea nel 1608 incompagnia dello storico siracusanoVincenzo Mirabella, l’espressione“Orecchio di Dionisio”. Secondo latradizione infatti il tiranno Dionigi fececostruire la grotta dove rinchiudeva iprigionieri, e appostandosi all’internodi una cavità superiore ascoltava i lorodiscorsi. Grazie alla sua forma,l’Orecchio di Dionisio possiedecaratteristiche acustiche tali daamplificare i suoni fino a 16 volte.Secondo alcuni la presenza della cavità,posta sotto la cavea del Teatro Greco,favorisce l'acustica del teatro.”

N el numero di maggio di Stereophilel’editoriale di Jon Iverson, contribu-ting editor della rivista, è dedicato

alla “Santissima Trinità” del Pantheon Au-diofilo costituita da AMORE, DESIDERIOe NECESSITÀ che si declinano rispettiva-mente in MUSICA, QUALITÀ DELLA RI-PRODUZIONE e FACILITÀ DI ACCES-SO AI CONTENUTI.È un’analisi molto intrigante nel momentoin cui pone l’accento su come le percentualivariabili di questi tre fattori possano rita-gliare con precisione le mutevoli caratteri-stiche degli audiofili, ora più devoti all’unao all’altra delle componenti ineludibili dellaTrimurti.Anche se è indubbio che solo un sano equi-librio può rendere l’audiofilo felice, è altret-tanto vero che questa rubrica non possa nonessere letta come un luogo di raccolta pergli adoratori della QUALITÀ DELLA RI-PRODUZIONE, visto che occupandomispesso di accessori e complementi di unacatena hifi finisco inevitabilmente per at-trarre questa tipologia di appassionati, ov-vero gli adoratori del setup.Va detto che in realtà la mia visione non è

troppo tecnicistica, io amo la semplicità etutto sommato il nostro hobby è semplice:possiamo giocarci quanto vogliamo ma uncavo resta un cavo, un appoggio antivibra-zioni resta un appoggio, un liquido di puli-zia lo stesso… Certo, facciamo caso all’effet-to, ma tutto sommato un moderno impian-to hifi è facile da mettere insieme, semmai èdifficile da far suonare bene, e questo èl’obiettivo che mi pongo con i miei scritti.Tutta questa premessa come introduzioneall’odierna prova di uno “strano” accessorioche solo dopo lunghissimi tentennamenti

È il “cuore” dell’apparecchio, la scatoletta in plastica che contiene l’elettronica di rilevazione della correntedi dispersione. I due cavetti che fuoriescono dalla scatola servono a connettere il manometro a LED ai cavi

che vengono collegati alle terminazioni RCA o XLR e alla presa di rete dell’apparecchio testato.

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ho deciso di presentarvi: il Phaseasy dellaSystems and Magic del mio amico RobertoAmato, che da tempo immemorabile spin-ge perché mi decida a provare e racconta-re questo suo prodotto.Debbo essere sincero: odio i manuali diistruzione per gli apparecchi che uso; loso, sbaglio, occorrerebbe sempre leggeretutto con attenzione e quando l’ho fattonon mi sono mai pentito, eppure è così,inutile negarlo, e siccome il Phaseasy nonè oggetto “intuitivo”, l’ho lasciato per mesinella sua scatola proprio a causa dell’ob-bligo di una prioritaria lettura del manua-letto di istruzioni che era mandatario sor-birsi prima del suo uso.Un pregiudizio che credo freni moltidall’approcciarsi a “soluzioni” un po’ fuo-ri dall’usuale o da “imparare” al di fuoridegli schemi usuali… Io ho resistito parec-chio ma alla fine ho capitolato e debboammettere che le difficoltà erano più neimiei pregiudizi che nella realtà. Capite po-che semplici norme, tutto risulta facile e la“curva di apprendimento” è davvero lungaun soffio… Faccio ammenda e riconosco lamia prevenzione.Procediamo quindi con ordine: cosa è ilPhaseasy? Come dice la parola stessa èuno strumento che consente la messa infase ottimale di una catena audio non limi-tandosi al “rapporto di fase” tra correntedi casa e apparecchio ma pure, e questomi pare l’elemento più significativo, “met-tendo in fase” gli apparecchi tra loro.Lo scopo del Phaseasy è di misurare lacorrente di dispersione (l’energia reale, nonquella potenziale rappresentata dal voltaggio)che scorre sia tra la massa di ogni apparec-chio e la terra di sicurezza dell’impiantoelettrico, sia tra un’elettronica ed un’altra(attraverso il collegamento di massa dei ri-spettivi cavi di segnale).Cosa contiene la scatola del Phaseasy? Ol-tre al manuale troviamo alcune buste dicellofan contenenti: l’apparecchio vero eproprio, il Phaseasy appunto; uno scatoli-no in plastica trasparente da cui dipartonoi fili per i collegamenti, di cui parlerò do-po; una serie di terminazioni necessarieper le misurazioni da fare con l’aggeggio,ognuna contenuta nella sua bustina.Come si usa il Phaseasy? Più che prepara-zione da fisico del CERN di Ginevra oc-corre un po’ di pazienza, e tutto fila liscio.Le istruzioni sono molto chiare e seguen-

QUESTIONE DI FASEQUESTIONE DI FASE

dole si ottengono i risultati previsti: perprima cosa vanno scollegati TUTTI GLIAPPARECCHI della catena audio oggettodel controllo, e non solo a livello di colle-gamenti AC ma anche a livello di cavi divaria natura per interconnessione (RCA,XLR, Jack, SCART HDMI, POTENZE, etc.etc.); vanno poi scollegati se presenti nellastanza i telefoni e i computer. I cavi nonvanno lasciati penzoloni da un capo maproprio staccati del tutto. Fatto questo, emesso un po’ di ordine nella cavetteria di-sconnessa, si procede alla MISURAZIO-NE STANDARD ovvero alla messa in fa-se di ogni singolo componente rispettoalla linea AC di casa.Si procede ad apparecchio spento: usandouna delle terminazioni in dotazione alPhaseasy si collega un’entrata o un’uscitadell’apparecchio oggetto del controllo (èindifferente), poi s’interpone al cavo di re-te il corrispondente componente del Pha-seasy collegando poi il cavo AC alla cor-rente. Si collegano quindi le due presefemmina del Phaseasy alle terminazioniusate per la presa di segnale e AC. A que-sto punto si accende l’apparecchio. I LEDdel Phaseasy lampeggiano e danno un“punteggio” che va memorizzato. Si spe-gne l’apparecchio e si ruota la spina ACnella presa a muro, si riaccende l’elettroni-ca e si verifica il nuovo “punteggio” cheNON SARÀ MAI UGUALE AL PRECE-DENTE.La posizione giusta per la messa in fasedell’apparecchio controllato è quella incui si accendono MENO LED, in quantotestimoniano un minore flusso di corren-te dispersa, e pertanto sarà questa la po-sizione in cui tenere come “orientamen-to” la spina di rete.Ovviamente si deve procedere nel control-lo di ogni singolo componente della cate-na, ma anche arrivati a questo punto, pur-troppo, il lavoro non è ancora finito… In-fatti occorre, seguendo le stesse norme in-dicate all’inizio, procedere al controllodella dispersione di massa tra due compo-nenti della catena normalmente intercon-nessi tra loro (sorgenti e pre e pre e finali,per intenderci).

L’apparecchio infunzione. Non necessitadi alimentazione. I LEDsi accendono in funzionedella maggiore o minorepresenza di corrente didispersione tra la presa amuro AC e l’elettronicao tra due elettroniche.Tanto minori saranno iled tanto migliore sarà ilverso del collegamentoelettrico. Va notato chela differenza tra le duesituazioni è spessomarcata a dimostrazionedella quantità a volteelevata di corrente didispersione che scorretra le masse.

Terminazione RCA con pinza di collegamento acoccodrillo.

A differenza della misurazione standard,in questo caso i cavi AC vanno lasciati alloro posto mentre le terminazioni del Pha-seasy vanno collegate alle prese degli ap-parecchi e a loro volta al misuratore aLED.Si accendono ora entrambi gli apparecchie si rilevano i LED accesi, si ruota la presaAC a muro di una delle elettroniche e, co-me nel caso precedente, la posizione giu-sta sarà quella che dà meno dispersione equindi meno LED accesi.Si ripete per la seconda elettronica, e inquesta maniera otterremo la messa in fasedegli apparecchi tra loro.Occorre fare una precisazione sostanziale:dopo aver messo “messo a posto” pre e fi-nale, facendo il controllo del CDP non an-drà più ruotata la presa AC del pre ma so-lo quella del lettore, in modo da arrivaread una messa in fase ottimale dell’interacatena.Si procede in questo modo per tutte leelettroniche fino a che non si arriverà a unimpianto perfettamente in fase.Sull’importanza di questa operazione hochiesto un parere “terzo” a Gregorio Giustdi Gregitek, dall’alto della sua quaranten-nale esperienza in campo elettrico, ed eccola sua risposta:“Innanzitutto dobbiamo chiarire cos’è la fase,in un impianto elettrico monofase, cioè quelloche abbiamo in casa. All’interno delle canalinedell’impianto domestico corrono tre fili, uno difase, uno neutro e il filo di terra; quello che in-teressa a noi, in questo momento, sono solo duedei tre fili, cioè quello di fase e quello neutro.Questi due fili devono seguire delle regole dicollegamento molto precise: quando parliamodi collegamenti relativamente al nostro im-pianto Hi Fi, la fase (codificata con il coloremarrone) deve essere collegata con la fasedell’apparecchiatura che andremo a collegare, edi conseguenza il neutro (codificato con il colo-re celeste) deve essere collegato con il neutrodell’apparecchio. Questo vale per tutte le appa-recchiature del nostro impianto; se così nonfosse, cioè un apparecchio viene collegato con lafase che va a collegarsi col neutro e il neutrocon la fase, si dice che quell’apparecchio è colle-gato in controfase. È probabile che all’interno

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di un apparecchio collegato in controfase sicreino dei loop con ritorni di tensione che an-drebbero a degenerare il segnale audio, “spor-candone” in qualche modo la qualità. Di solito,sia sui cavi di alimentazione che nelle vaschetteIEC, la fase viene indicata dal costruttore,quindi basta fare attenzione alle indicazioni ecollegare la fase con la fase e il neutro con ilneutro (alcune volte mi è capitato di trovaredelle apparecchiature con all’interno il collega-mento invertito, e sinceramente non riesco aspiegarmi le motivazioni). È indispensabile chei vari apparecchi dell’impianto siano collegatitutti allo stesso modo, questo per evitare deiloop di tensione che in qualche modo vadano apeggiorare il segnale audio; il risultato a livellosonoro che si andrà ad ottenere sarà di unamaggior fluidità del suono, l’aumento del nero,in poche parole un maggior senso di pulizia ge-nerale”.Se dunque dal punto di vista, diciamo co-sì, scientifico l’uso del Phaseasy non fauna grinza, ciò che a noi interessa è il ri-sultato in termini sonori nell’economia delsuono della nostra catena audio.Le prime considerazioni riguardano l’uso:a parte la necessità di scollegare tutto, co-me detto, l’apparecchio è molto intuitivo,e le misurazioni si fanno in poco tempo:avendo usato come catena di test il mio se-condo impianto - formato al momento dapreamplificatore Graaf 13.5B, due finaliSanders Magtech e un CDP Denon 3650modificato da Aurion Audio che fannocantare le Chario Sovran in biamplificazio-ne passiva -, ho impiegato circa una mez-zora tra smontaggio dei collegamenti, pro-va e ricollocazione di tutto in situ. Accetta-bile, direi...

seasy rappresenta un utile se non indi-spensabile strumento di messa a puntodell’impianto, e credo che ogni installatoreprofessionale dovrebbe averlo con sé eogni negozio di hifi attento alla soddisfa-zione dei suoi clienti dovrebbe possederneuno per offrirlo ai compratori quale servi-zio postvendita, visto l’effetto positivo as-soluto che ha sulla resa del suono di unacatena, che “accorda” elettricamente permetterla in condizioni di offrire il megliodi sé. Un oggetto che può rappresentareun utile acquisto “di gruppo” di amici au-diofili, che non dovrebbe mancare in casadi chi come me cambia spesso componentidella catena audio, per lavoro, per curio-sità, per mania… Il prezzo di 160 euro mipare poi assolutamente proporzionato alrisultato e all’intelligenza con cui il Pha-seasy è stato ingegnerizzato per permette-re un rapido e professionale risultato.Sull’altare della Trimurti del Pantheon au-diofilo ci sono certamente elettroniche digrande pregio e apparecchi di raffinatissi-ma eleganza circuitale, magici compagnidei nostri sogni a volte irraggiungibili diadoratori del buon suono, ma credo cheun posto lo meritino anche gli accessori,specie se sono intelligenti e utili davvero ea buon prezzo come questo Phaseasy, or-gogliosamente made in Italy!!!

Francesco Bollorino

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QUESTIONE DI FASEQUESTIONE DI FASE

SCHEDE PRODOTTO

Il Phaseasy è prodotto e distribuito on li-ne da:SYSTEMS & MAGIC di Roberto AmatoVia Raffaele Piria 17, 00156 RomaTel.: 06 40500329Web: http://www.systemsandmagic.comSKYPE: systemsandmagic_labe-mail: [email protected]

Terminazione RCA.

Terminazione XLR.

Cavo di interposizione tra la vaschetta IEC dell’elettronica e il cavo dicollegamento alla corrente AC.

Entrando nel dettaglio dei risultati “fasici”,per così dire, è venuto fuori che i due finalierano in fase con l’impianto di casa cosìcome il CDP, mentre ho dovuto invertire ilsenso della presa del pre. Il successivocontrollo in accoppiata tra CDP e pream-plificatore e tra pre e finali non ha cambia-to la situazione. Piccola modifica, diretevoi… ma dal punto di vista del suono, co-sa è accaduto?Dal punto di vista della timbrica nulla, mada quello della ricostruzione della scenaacustica virtuale un vero miracolo che sistenterebbe a credere prodotto alla fin fineda un mirato rivoltamento di spina, eppu-re... il soundstage si è fatto più profondo esi è allargato ben oltre il limite fisico delleSovran, e anche l’altezza della scena acu-stica è aumentata, anche se in misura me-no evidente degli altri parametri: un effet-to rimarchevole che è tornato disco dopodisco in incisioni ben conosciute e con ri-sultati inequivocabili.Dal punto di vista della risposta in fre-quenza ho notato un aumento del bassoche sembra, ora, scendere di più e con unmaggior controllo delle ottave più graviche i sub delle Chario sono in grado di ri-produrre con notevole autorevolezza epresenza senza che ciò vada a scalfire le al-tre frequenze in termini di equilibrio tota-le, una delle caratteristiche più piacevoli diquesta catena audio.Credo di poter confermare quanto affer-mato da Gregorio Giust: l’effetto di unaperfetta messa in fase è una maggiore pu-lizia del suono, una maggiore definizionedei contorni della scena acustica e un mag-gior “silenzio” di fondo che “libera” il suo-no consentendo alla catena di dare il me-glio di sé.Credo quindi che la messa in fase accuratadi un impianto sia un must per un audiofi-lo accorto e faccia bene alle elettroniche siaelettricamente che sonicamente. Ora, con ilPhaseasy è possibile farlo abbastanza facil-mente e senza essere un ingegnere dellaNASA; come dire che ciò che si proponevaRoberto Amato con questo aggeggio è sta-to ottenuto: missione compiuta!!!In conclusione si può affermare che il Pha-

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