Quanti problemi! L’Eucaristia ci fa vivere in comunione...

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo Gargiuli Direzione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0761.826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982 Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected] Anno XXIX (XLVII) - N°9 - SETTEMBRE 2015 - Via S. Lucia Filippini n° 25 - Tel. 0761.826050 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo” Cari fratelli e sorelle, buongiorno! In queste domeniche la Liturgia ci sta proponendo, dal Vangelo di Giovanni, il discorso di Gesù sul Pane della vita, che è Lui stesso e che è anche il sacramen- to dell’Eucaristia. Il brano di oggi (Gv 6,51-58) presenta l’ultima parte di tale discorso, e riferisce di alcuni tra la gente che si scandalizzano perché Gesù ha detto: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risu- sciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6, 54). Lo stupore degli ascoltatori è comprensibi- le; Gesù infatti usa lo stile tipico dei pro- feti per provocare nella gente - e anche in noi - delle domande e, alla fine, provo- care una decisione. Anzitutto delle domande: che signifi- ca “mangiare la carne e bere il san- gue” di Gesù?, è solo un’immagine, un modo di dire, un simbolo, o indica qualcosa di reale? Per rispondere, bisogna intuire che cosa accade nel cuore di Gesù mentre spezza i pani per la folla affamata. Sapendo che dovrà morire in croce per noi, Gesù si identifica con quel pane spezzato e condiviso, ed esso diventa per Lui il “segno” del Sacrificio che lo attende. Questo processo ha il suo culmine nell’Ultima Cena, dove il pane e il vino diventano realmente il suo Corpo e il suo Sangue. È l’Eucaristia, che Gesù ci lascia con uno scopo preciso: che noi possiamo diven- tare una cosa sola con Lui. Infatti dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui” (v. 56). Quel “rimanere”: Gesù in noi e noi in Gesù. La comunione è assimila- zione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro “sì”, la nostra adesione di fede. A volte si sente, riguardo alla santa Messa, questa obiezione: Ma a cosa serve la Messa? Io vado in chiesa quando me la sento, o prego meglio in solitudine”. Ma l’Eucaristia non è una preghiera privata o una bella esperienza spirituale, non è una semplice commemorazione, di ciò che Gesù ha fatto nell’Ultima Cena. Noi diciamo, per capire bene, che l’Eucaristia è “memoria- le”, ossia un gesto che attualizza e rende presente l’evento della morte e risurrezione di Gesù: il pane è realmente il suo Corpo donato per noi, il vino è realmente il suo Sangue versato per noi. L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi. Nutrirci di Lui e dimorare in Lui mediante la Comunione eucaristica, se lo facciamo con fede, trasforma la nostra vita, la trasfor- ma in un dono a Dio e ai fratelli. Nutrirci di quel “Pane di vita” significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale. Le stesse cose che Gesù ha fatto. Gesù conclude il suo discorso con queste parole: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6, 58). Sì, vivere in comunione reale con Gesù su questa terra ci fa già passare dalla morte alla vita. Il Cielo incomincia proprio in questa comunione con Gesù. E in Cielo ci aspetta già Maria nostra Madre - abbiamo celebrato ieri questo mistero. Lei ci ottenga la grazia di nutrirci sempre con fede di Gesù, Pane della vita. da “L’Osservatore Romano”, giovedì 20 agosto L’Eucaristia ci fa vivere in comunione reale con Gesù Angelus 16 agosto Quanti problemi! Stiamo attraversando un periodo vera- mente difficile. Troppi sono gli italiani che stentano ad arrivare a fine mese; le tasse ci piovono addosso da tutte le parti, il lavoro scar- seggia e molti ragazzi, anche non più tanto giovani, debbono essere mantenuti dai propri genitori. L’economia stenta ancora a decollare ed i soldi mancano. Oltre a questa situazio- ne, a dir poco pesante, c’è l’arrivo irrefre- nabile degli emigranti tra i quali moltissi- mi sono clandestini che, una volta arrivati in Italia, non forniscono alcun documento della loro identità e pretendono di tutto e di più. Invadono città, paesi e campagne, sono ospitati un po’ qua e un po’ là, Spesso protestano. Da nord a sud il nostro Paese è ormai invaso e gli sbarchi conti- nuano inesorabilmente giorno dopo gior- no. Gli altri stati europei non sono dispo- sti ad accogliere questa gente, tant’è che molti immigrati e clandestini, arrivati alle frontiere dell’Austria e della Svizzera sono stati respinti indietro. Non è più possibile però seguitare ad agire in questo modo, perché non si rie- sce a combinare niente di buono, anzi si causano malcontento e rabbia. A tanti nostri connazionali sta cambiando la vita; non si fidano più ad uscire di casa, a passeggiare per i viali, ad andare per i negozi ed il fenomeno sembra acuirsi sempre di più. Certamente non è possibile ospitare e mantenere tutta que- sta gente. Ci aiuterà qualcuno? Speriamo. Ma intanto solo noi e la Grecia ci trovia- mo nei guai. Che altro ci potrà capitare? Non è possibile che un problema così drammatico sia affrontato con pochi mezzi, scarsa organizzazione, mancanza di aiuti. Si deciderà prima o poi l’Unione Europea a stabilire qualcosa ed ad intervenire nel merito? Certamente ce lo auguriamo. A.L.

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«La Voce» - Mensile di Montefiascone - Direttore Agostino Ballarotto e-mail: [email protected] - Responsabile Angelo GargiuliDirezione, redazione: 01027 Montefiascone, Via S.L. Filippini, 25 - Tel. 0761.826050 - Autorizz. Tribunale di Viterbo n° 272 del 4-12-1982

Tipo-Lito «Silvio Pellico» di Marroni e C. s.n.c. - Via Paternocchio, 35 - Montefiascone - Tel. e Fax: 0761.826297 - e-mail: [email protected]

Anno XXIX (XLVII) - N°9 - SETTEMBRE 2015 - Via S. Lucia Filippini n° 25 - Tel. 0761.826050 - Montefiascone (VT) - “Poste Italiane SpA - Sped. in A.P. - Art. 1 Comma 2 D.L. 353 del 24/12/2003 - DCB Centro Viterbo”

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!In queste domeniche la Liturgia ci sta

proponendo, dal Vangelo di Giovanni, ildiscorso di Gesù sul Pane della vita, cheè Lui stesso e che è anche il sacramen-to dell’Eucaristia. Il brano di oggi (Gv6,51-58) presenta l’ultima parte di talediscorso, e riferisce di alcuni tra la genteche si scandalizzano perché Gesù hadetto: “Chi mangia la mia carne e beve ilmio sangue ha la vita eterna e io lo risu-sciterò nell’ultimo giorno” (Gv 6, 54). Lostupore degli ascoltatori è comprensibi-le; Gesù infatti usa lo stile tipico dei pro-feti per provocare nella gente - e anchein noi - delle domande e, alla fine, provo-care una decisione.

Anzitutto delle domande: che signifi-ca “mangiare la carne e bere il san-gue” di Gesù?, è solo un’immagine, un modo di dire, un simbolo, o indica qualcosa di reale? Perrispondere, bisogna intuire che cosa accade nel cuore di Gesù mentre spezza i pani per la follaaffamata. Sapendo che dovrà morire in croce per noi, Gesù si identifica con quel pane spezzatoe condiviso, ed esso diventa per Lui il “segno” del Sacrificio che lo attende. Questo processoha il suo culmine nell’Ultima Cena, dove il pane e il vino diventano realmente il suo Corpo e il suoSangue. È l’Eucaristia, che Gesù ci lascia con uno scopo preciso: che noi possiamo diven-tare una cosa sola con Lui. Infatti dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimanein me e io in lui” (v. 56). Quel “rimanere”: Gesù in noi e noi in Gesù. La comunione è assimila-zione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro “sì”, la nostra adesionedi fede.

A volte si sente, riguardo alla santa Messa, questa obiezione: “Ma a cosa serve la Messa?Io vado in chiesa quando me la sento, o prego meglio in solitudine”. Ma l’Eucaristia non è unapreghiera privata o una bella esperienza spirituale, non è una semplice commemorazione, di ciòche Gesù ha fatto nell’Ultima Cena. Noi diciamo, per capire bene, che l’Eucaristia è “memoria-le”, ossia un gesto che attualizza e rende presente l’evento della morte e risurrezione di Gesù: ilpane è realmente il suo Corpo donato per noi, il vino è realmente il suo Sangue versatoper noi.

L’Eucaristia è Gesù stesso che si dona interamente a noi. Nutrirci di Lui e dimorare in Luimediante la Comunione eucaristica, se lo facciamo con fede, trasforma la nostra vita, la trasfor-ma in un dono a Dio e ai fratelli. Nutrirci di quel “Pane di vita” significa entrare in sintonia con ilcuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare inun dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, dicondivisione solidale. Le stesse cose che Gesù ha fatto.

Gesù conclude il suo discorso con queste parole: “Chi mangia questo pane vivrà in eterno”(Gv 6, 58). Sì, vivere in comunione reale con Gesù su questa terra ci fa già passare dalla mortealla vita. Il Cielo incomincia proprio in questa comunione con Gesù.

E in Cielo ci aspetta già Maria nostra Madre - abbiamo celebrato ieri questo mistero. Lei ciottenga la grazia di nutrirci sempre con fede di Gesù, Pane della vita.

da “L’Osservatore Romano”, giovedì 20 agosto

L’Eucaristia ci fa vivere in comunione reale con Gesù

Angelus 16 agosto Quanti problemi!Stiamo attraversando un periodo vera-mente difficile.Troppi sono gli italiani che stentano adarrivare a fine mese; le tasse ci piovonoaddosso da tutte le parti, il lavoro scar-seggia e molti ragazzi, anche non piùtanto giovani, debbono essere mantenutidai propri genitori.L’economia stenta ancora a decollare edi soldi mancano. Oltre a questa situazio-ne, a dir poco pesante, c’è l’arrivo irrefre-nabile degli emigranti tra i quali moltissi-mi sono clandestini che, una volta arrivatiin Italia, non forniscono alcun documentodella loro identità e pretendono di tutto edi più.Invadono città, paesi e campagne, sonoospitati un po’ qua e un po’ là, Spessoprotestano. Da nord a sud il nostroPaese è ormai invaso e gli sbarchi conti-nuano inesorabilmente giorno dopo gior-no. Gli altri stati europei non sono dispo-sti ad accogliere questa gente, tant’è chemolti immigrati e clandestini, arrivati allefrontiere dell’Austria e della Svizzerasono stati respinti indietro.Non è più possibile però seguitare adagire in questo modo, perché non si rie-sce a combinare niente di buono, anzi sicausano malcontento e rabbia.A tanti nostri connazionali sta cambiandola vita; non si fidano più ad uscire dicasa, a passeggiare per i viali, ad andareper i negozi ed il fenomeno sembraacuirsi sempre di più. Certamente non èpossibile ospitare e mantenere tutta que-sta gente. Ci aiuterà qualcuno?Speriamo.Ma intanto solo noi e la Grecia ci trovia-mo nei guai. Che altro ci potrà capitare?Non è possibile che un problema cosìdrammatico sia affrontato con pochimezzi, scarsa organizzazione, mancanzadi aiuti. Si deciderà prima o poi l’Unione Europeaa stabilire qualcosa ed ad intervenire nelmerito? Certamente ce lo auguriamo.

A.L.

ORARIO FESTIVO EEEESSSSTTTTIIIIVVVVOOOOSANTE MESSE Corpus Domini - Le Coste

S. Giuseppe - Le MosseS. Maria del Giglio - Zepponami

S. Flaviano (ultima del mese e ultimosabato del mese: Battesimi)

S. Flaviano

S. Francesco

7,30

8,00

9,00

9,30

10,00

11,00

MESSA VESPERTINA FESTIVA DEL SABATO16,30

18,00

Divino Amore

S. Maria delle GrazieCorpus Domini - Le CosteS. Pietro - BenedettineVilla S. Margherita

S. FrancescoS. Maria del Riposo (Fiordini)Villa S. Margherita

Corpus Domini - Le CosteS. Maria del Giglio - Zepponami

S. FlavianoS. Giuseppe - Le MosseS. Maria della Vittoria (P. Cappuccini)Villa S. Margherita

S. Margherita (ogni 1ª domenicaSantuario S. Lucia - Battesimi)

11,30

12,00

18,00

19,00

MONTEFIASCONE

S. Maria del Giglio - Zepponami

S. Margherita (ogni 1° sabatoSantuario S. Lucia - Battesimi)

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 2

ORARIO FERIALE

ore 7,30:ore 9,00:ore 9,00:

ore 18,00:

BenedettineSanta MargheritaSan Flaviano(sabatoMadonna delle GrazieChiesa del Divino Amore

Il Papa: “Ogni figlio è unico, come le dita di una mano”Così il Papa si è espresso nell’u-dienza generale di mercoledì 11 feb-braio 2015:

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Dopo averriflettuto sulle figure della madre e del padre,in questa catechesi sulla famiglia vorrei parlaredel figlio o, meglio, dei figli. Prendo spunto dauna bella immagine di Isaia. Scrive il profeta: “Ituoi figli si sono radunati, vengono a te. I tuoi figlivengono da lontano, le tue figlie sono portate inbraccio. Allora guarderai e sarai raggiante, palpi-terà e si dilaterà il tuo cuore” (60,4-5a). È unasplendida immagine, un’immagine della felicitàche si realizza nel ricongiungimento tra i genitorie i figli, che camminano insieme verso un futurodi libertà e di pace, dopo un lungo tempo di priva-zioni e di separazione, quando il popolo ebraico sitrovava lontano dalla patria.

In effetti, c’è uno stretto legame fra la spe-ranza di un popolo e l’armonia fra le genera-zioni. Questo dobbiamo pensarlo bene. C’è unlegame stretto fra la speranza di un popolo e l’ar-monia fra le generazioni. La gioia dei figli fa pal-pitare i cuori dei genitori e riapre il futuro. Ifigli sono la gioia della famiglia e della società.Non sono un problema di biologia riproduttiva, néuno dei tanti modi di realizzarsi. E tanto menosono un possesso dei genitori... No. I figli sonoun dono, sono un regalo: capito? I figli sono undono. Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempostesso inconfondibilmente legato alle sue radici.Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno diDio, significa portare in sé la memoria e la spe-ranza di un amore che ha realizzato se stessoproprio accendendo la vita di un altro essereumano, originale e nuovo.

E per i genitori ogni figlio è se stesso, èdifferente, è divero. Permettetemi un ricordo difamiglia. Io ricordo mia mamma, diceva di noi -eravamo cinque -: “Ma io ho cinque figli”. Quandole chiedevano: “Qual è il tuo preferito”, lei rispon-deva: “Io ho cinque figli, come cinque dita.[Mostra le dita della mano]. Se mi picchiano que-sto mi fa male; se mi picchiano quest’altro, mi famale. Mi fanno male tutti e cinque. Tutti sonofigli miei, ma tutti differenti come le dita di unamano”. E così è la famiglia! I figli sono differenti,ma tutti figli.

Un figlio lo si ama perché è figlio: non perchéè bello, o perché è così o cosà; no, perché èfiglio! Non perchè la pensa come me, o incarna imiei desideri. Un figlio è un figlio: una vita genera-ta da noi ma destinata a lui, al suo bene, al benedella famiglia, della società, dell’umanità intera.

Di qui viene anche la profondità dell’esperien-za umana dell’essere figlio e figlia, che ci permet-te di scoprire la dimensione più gratuita dell’amo-re, che non finisce mai di stupirci. È la bellezza di

essere amati prima: i figli sono amati prima chearrivino. Quante volte trovo le mamme in piazzache mi fanno vedere la pancia e mi chiedono labenedizione... questi bimbi sono amati prima divenire al mondo. E questa è gratuità, questo èamore; sono amati prima della nascita, come l’a-more di Dio che ci ama sempre prima. Sonoamati prima di aver fatto qualsiasi cosa per meri-tarselo, prima di saper parlare o pensare, addirit-tura prima di venire al mondo! Essere figli è lacondizione fondamentale per conoscere l’amoredi Dio, che è la fonte ultima di questo autenticomiracolo. Nell’anima di ogni figlio, per quanto vul-nerabile, Dio pone il sigillo di questo amore, che èalla base della sua dignità personale, una dignitàche niente e nessuno potrà distruggere.

Oggi sembra più difficile per i figli immaginareil loro futuro. I padri - lo accennavo nelle prece-denti catechesi - hanno forse fatto un passo indie-tro e i figli sono diventati più incerti nel fare i loropassi avanti. Possiamo imparare il buon rapportofra le generazioni dal nostro Padre celeste, chelascia libero ciascuno di noi ma non ci lascia maisoli. E se sbagliamo, Lui continua a seguirci conpazienza senza diminuire il suo amore per noi. IlPadre celeste non fa passi indietro nel suo amoreper noi, mai! Va sempre avanti e se non puòandare avanti ci aspetta, ma non va mai indietro;vuole che i suoi figli siano coraggiosi e facciano iloro passi avanti.

I figli, da parte loro, non devono aver pauradell’impegno di costruire un mondo nuovo: è giu-sto per loro desiderare che sia migliore di quelloche hanno ricevuto! Ma questo va fatto senzaarroganza, senza presunzione. Dei figli bisognasaper riconoscere il valore, e ai genitori si deve

sempre rendere onore.Il quarto comandamento chiede ai figli - e

tutti lo siamo! - di onorare il padre e la madre(cfr. Es 20,12). Questo comandamento vienesubito dopo quelli che riguardano Dio stesso.Infatti contiene qualcosa di sacro, qualcosa didivino, qualcosa che sta alla radice di ogni altrogenere di rispetto fra gli uomini. E nella formula-zione biblica del quarto comandamento si aggiun-ge: “perché si prolunghino i tuoi giorni nel paeseche il Signore tuo Dio ti dà”. Il legame virtuoso trale generazioni è garanzia di futuro, ed è garanziadi una storia davvero umana. Una società di figliche non onorano i genitori è una societàsenza onore; quando non si onorano i genitorisi perde il proprio onore! È una società destina-ta a riempirsi di giovani aridi e avidi. Però, ancheuna società avara di generazione, che non amacircondarsi di figli, che li considera soprattutto unapreoccupazione, un peso, un rischio, è unasocietà depressa. Pensiamo a tante società checonosciamo qui in Europa: sono società depres-se, perché non vogliono i figli, non hanno i figli, illivello di nascita non arriva all’uno per cento.Perché? Ognuno di noi pensi e risponda. Se unafamiglia generosa di figli viene guardata come sefosse un peso, c’è qualcosa che non va! La gene-razione dei figli dev’essere responsabile, comeinsegna anche l’enciclica Humanae vitae delbeato papa Paolo VI, ma avere più figli non puòdiventare automaticamente una scelta irre-sponsabile. Non avere figli è una scelta egoi-stica. La vita ringiovanisce e acquista energiemoltiplicandosi: si arricchisce, non si impoverisce!I figli imparano a farsi carico della loro famiglia,maturano nella condivisione dei suoi sacrifici, cre-scono nell ’apprezzamento dei suoi doni.L’esperienza lieta della fraternità anima il rispettoe la cura dei genitori, ai quali è dovuta la nostrariconoscenza. Tanti di voi qui presenti hanno figlie tutti siamo figli. Facciamo una cosa, un minutodi silenzio. Ognuno di noi pensi nel suo cuore aipropri figli - se ne ha -; pensi in silenzio. E tutti noipensiamo ai nostri genitori e ringraziamo Dio peril dono della vita. In silenzio, quelli che hanno figlipensino a loro, e tutti pensiamo ai nostri genitori.(Silenzio). Il Signore benedica i nostri genitorie benedica i vostri figli.

Gesù, il Figlio eterno, reso figlio nel tempo, ciaiuti a trovare la strada di una nuova irradiazionedi questa esperienza umana così semplice e cosìgrande che è l’essere figli. Nel moltiplicarsi dellagenerazione c’è un mistero di arricchimento dellavita di tutti, che viene da Dio stesso. Dobbiamoriscoprirlo, sfidando il pregiudizio; e viverlo, nellafede, in perfetta letizia. E vi dico: quanto è belloquando io passo in mezzo a voi e vedo i papàe le mamme che alzano i loro figli per esserebenedetti; questo è un gesto quasi divino.Grazie perchè lo fate!

pag. 3LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015

VECCHIE FOTO

Castrum Montis Flasconisdi GIANCARLO BRECCOLA

2 ottobre 1930: Frati domenicani slavi, invacanza presso il santuario di Santa Mariadella Quercia a Viterbo, alla stazione diMontefiascone in attesa del treno.

(foto fornita da Massimiliano Marzetti).

Non propriamente tranquilli, nei confrontidel rettore e del papa, restavano i conti diBisenzo, in quanto mal si rassegnavanoalla perdita delle due isole. E inoltre, l’as-sidua vigilanza che Guiscardo, dall’altodella rocca di Montefiascone, esercitavasulle terre del Patrimonio costituiva perloro motivo di irritazione e insofferenza.L’occasione opportuna per la vendetta sipresentò all’inizio del febbraio 1264, quan-do i Bisenzi vennero a sapere che il retto-re Guiscardo si era mosso versoValentano con una esigua scorta, offrendoquindi il fianco a un’imboscata. Così, il 4febbraio1, mentre il gruppetto si muovevasulla strada del ritorno, giunto in prossi-mità del castello di Bisenzo, venne attac-cato da alcuni uomini guidati dai fratelliGiacomo, Tancredi e Nicola.I pochi accompagnatori di Guiscardo,disorientati dall ’ inatteso agguato, sidispersero e il Rettore si trovò solo adaffrontare i nemici2. Con il coraggio delladisperazione riuscì a colpire Nicola, feren-dolo mortalmente. Ma la lotta era impari eGuiscardo dovette soccombere alla furiadi Giacomo che, rabbioso per la fine del fratello, lo finì strappandogli la linguadalla bocca, il cuore dal petto e decapitandolo3. Alcune lievi varianti compaiononella ricostruzione dell’episodio proposta da DANIEL WALEY alla voce Niccolò diBisenzio del DBI.

“Quando seppe che Guiscardo di Pietrasanta avrebbe attraversato le sueterre nel compiere un viaggio da Montefiascone a Canino, credette giunto ilmomento d’agire. Tesagli un’imboscata, con l’aiuto ed il concorso dei suoifratelli, egli assalì il rettore che, nonostante la resistenza opposta dai suoi,venne sopraffatto e ucciso: il suo cadavere, mutilato, fu abbandonato sulterreno (4 febbraio 1264). Tuttavia il Bisenzi non poté godere del successoottenuto: ferito gravemente nello scontro, moriva infatti pochi giorni dopo ilsuo avversario”4.

Piuttosto imprecisa invece la versione degli sviluppi della vicenda che ci offre lostorico locale Luigi Pieri Buti5.

“Alla triste novella di tanto delitto, Urbano che risiedeva in Orvieto, ordinòs’istruisse un processo a carico del Bisenzo: il risultato ne fu la condanna alui di morte, che venne tosto eseguita con l’essere stato impeso per la golaa’ merli di questa Rocca6, e la distruzione del suo castello. Da tale giudica-to (an. 1263) s’ intese commosso a sdegno Tancredi fratello del condanna-to Giacomo”.

Ma a parte le incongruenze dei cronisti e degli storici, l’uccisione di Guiscardocostituì per la Chiesa un intollerabile oltraggio, perpetrato, per giunta, nel cuoredei propri territori.Urbano IV, sdegnato per l’affronto, il 6 febbraio si rivolse ai viterbesi con dureparole: “Exurgite, igitur, o vos, qui estis precipui Ecclesie filii robusti pugiles etpropugnatores electi” e con altrettanto risentimento ai magistrati di Orvieto, di cuii signori di Bisenzo erano sudditi: “Levatemeli questi scellerati, levatemeli dallafaccia della Chiesa questi vostri cavalieri”7.I viterbesi, che pure risposero all’appello del Papa, nulla poterono contro iBisenzi in quanto gli stessi, temendo l’inevitabile e severa rappresaglia, si eranotempestivamente rifugiati in Toscana sotto la protezione del conte Paladino.Dopo averne chiesto inutilmente l’estradizione, Urbano sollecitò gli orvietani acondannare i Bisenzi e a intervenire sui loro beni. Il 3 marzo 1264, il capitano delPopolo di Orvieto emanò una sentenza di morte in contumacia contro Giacomo eTancredi, decretando inoltre la confisca di tutti i loro beni, la decadenza dai feudidi Capodimonte e Bisenzo, e la distruzione di quest’ultimo castello.

Gli orvietani, a causa delle tensioniesistenti tra le opposte fazioni, nonfurono però solleciti nel mettere in attoquanto decretato; tanto che Urbano,esasperato dei continui indugi, decisedi occupare Bisenzo con le proprietruppe, sottraendolo quindi al potere diOrvieto.L’azione suscitò il risentimento degliorvietani, e i capi della città di parteghibellina trovarono il pretesto per farrientrare Giacomo e Tancredi dallalatitanza, fornendogli anche le armi, gliuomini e i soldi necessari alla riconqui-sta del feudo perduto. Ai Bisenzi si unìPietro de Vico, altro storico nemico delpapa, con i suoi soldati e con armatitedeschi. Le milizie papali, di conse-guenza, ebbero la peggio e dovetterorestituire il castello di Bisenzo alleforze ghibelline.A quel punto, il clima politico di Orvietonon si confaceva più a papa Urbano,anche perché, nello stesso periodo,Manfredi, figlio di Federico II e capo indiscusso della fazione ghibellina, avevaorganizzato un piano per occupare Roma e la stessa Orvieto. L’impresa era riu-scita parzialmente in quanto Percivalle Doria, vicario generale di Manfredi, men-tre marciava su Orvieto era annegato nelle acque del fiume Nera, e Pietro diVico, giunto alle porte di Roma con i suoi mercenari tedeschi, era stato respintodalle truppe guelfe. Per contro nella marca d’Ancona due capitani delle miliziepontificie, il conte d’Anguillara e il vescovo di Verona, erano stati sconfitti e fattiprigionieri.Il Papa, che comunque aveva corso un serio pericolo di cadere in mano alletruppe sveve, il 9 settembre del 1264 lasciò Orvieto per trasferirsi a Perugia, cittàritenuta più sicura. Purtroppo il 2 ottobre, dopo essere transitato per Todi eAssisi, morì. Le vere cause del decesso, probabilmente avvenuto a Deruta, nonsono note, anche se Luca Manenti, nella sua cronaca, ci racconta che la colpa fudi “certi fichi”: et detto tempo il papa andò a Tode con la corte, fu atosicato concerti fichi che li furo presentati, dovi mori a Diruta e fu portato in Peroscia, sep-pellito8. Urbano, quindi, fu poi seppellito a Perugia nella cattedrale di SanLorenzo.

(segue-21)

1 Altri autori datano il fatto al 2 o al 3 febbraio; così gli Annales Urbevetani in MURATORI,LUDOVICO ANTONIO, Rerum Italicarum Scriptores, tomo XV, parte V, v. 1, Appendice, p. 155:“Jacobus, Nicolaus et Tancredus, filii domini Guicti de Bisentio, die secunda februarii occi-derunt dominum Viscardum de Petrasancta, capitaneum Patrimonii, in cuius vindictameadem hora fuit decapitatus Nicolaus predictus per potestatem Urbisveteris”. La bolla uffi-ciale di Urbano IV, relativa all’episodio, lo riporta invece al primo lunedì di febbraio che inquell’anno cadeva il 4: “Noveritis igitur quod die lune proximo preterito, a cum dictusGuiscardus, per terras eorumdem transitum faceret proditorum…”2 SCALABRELLA 1964, p.113.3 MURATORI, LUDOVICO ANTONIO, Rerum Italicarum Scriptores, tomo III, pars altera, col. 415;“Non solum scelere Jacobus sceleratior omni his contenctus erat, nec scelerata cohors,sed per inhumanam rabiem devulsit ab ore linguam, visceribus cor, scapulisque caput.Non impune tamen fugerunt; sed Nicolaus frater lethali vulnere tactus obit”.4 Negli Annali Urbevetani (vedi nota supra) l’uccisione di Nicola è attribuita al podestà diOrvieto; ibidem p. 129, “Nicolò di Bisenzo era stato già giustiziato quando il comune diOrvieto ai 3 marzo 1264 condannava anche i fratelli di lui”.5 PIERI BUTI 1870, p. 101.6 Scalabrella, aggiungendo un’ulteriore imprecisione, ritiene che la rocca sia quella diMontefiascone; SCALABRELLA 1964, p.117.7 FUMI, LUIGI, Orvieto note storiche e biografiche, Città di Castello 1891, p. 908 Annales Urbevetani, p. 309.

Lo stemma parlante di Guiscardo daPietrasanta composto da una pietra

(la colonna) e da un’ostia consacrata (santa).

Lo stemma della famiglia Bisenzi: partitod’oro e d’azzurro alla pergola troncata

dell’uno e dell’altro.

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 4

La visita di una delegazione di Markt Ergoldsbach a MontefiasconeVenerdì 7 agosto il sindaco Luciano Cimarello, insie-

me ad altri rappresentanti dell’amministrazione, haaccolto nella cittadina l’arrivo di una delegazione diMarkt Ergoldsbach, paese tedesco gemellato conMontefiascone per festeggiare tutti insieme il nono anni-versario della sottoscrizione, datata 30 luglio 2006.L’evento si è tenuto nella sala consiliare insieme allaCorale Santa Margherita e la “Montefiascone Chor” diErgoldsbach, che hanno cantato il Bayernhymne e l’Innod’Ital ia. Il sindaco Cimarello, insieme al viceFumagalli e all’assessore Cacalloro, ha ricevuto ilprimo sindaco della città tedesca, Ludwig Robold, i con-siglieri comunali Franziska Gruber-Schmid, MaximilianWittmann e Michael Forster insieme ai cantori del“Montefiascone Chor” e ai loro accompagnatori.

Luciano Cimarello ha salutato gli ospiti con questeparole: “A nome mio e di tutta l’amministrazione salutotutto il gruppo di cittadini di Markt Ergoldsbach che sonovenuti a farci visita. Un saluto particolare va al primo sin-daco Ludwig Robold che per la prima volta visitaMontefiascone da quando è in carica la presente ammi-nistrazione comunale. Sono altrettanto grato - haaggiunto il sindaco - al neo Presidente dell’Associazionedi Gemellaggio ‘Ergoldsbach - Montefiascone’,Franziska Gruber-Schmid, al direttore del‘Montefiascone Chor’ di Ergoldsbach, Hans Fischalecke al Presidente della Corale Santa Margherita, AnnaLisa Ugolini, che hanno contribuito profondamente arendere vivo il sentimento di fraternità tra i cittadini delledue città gemellate. Infine un ulteriore ringraziamento vaalla famiglia Ziegler, dalla cui idea è nato il gemellaggionel 2006. Auguro a tutti voi di approfittare di questi gior-ni di permanenza per conoscere meglio Montefiasconee le bellezza della Tuscia”. Il primo sindaco di Markt

Ergoldsbach, Ludwig Robold, ha poi avuto parole di apprezzamento perMontefiascone e per l’accoglienza riservata al gruppo di cittadini tedeschi, nonsolo in questa occasione, ma anche nelle visite precedenti degli anni passati.Inoltre ha invitato l’amministrazione comunale di Montefiascone a recarsi ilprossimo anno in visita nella cittadina tedesca, per festeggiare un’occasionemolto particolare: il decennale del gemellaggio. Infatti la sottoscrizione avven-ne il 30 luglio 2006 e da quel giorno lo scambio interculturale tra le due città èsempre stato molto attivo: si ricordano i numerosi concerti delle due corali, lavisita nel 2011 degli amministratori di Montefiascone nella città tedesca e larecente visita di istruzione degli studenti della Mittelschule accompagnati aMontefiascone dal Prof. Josef Wargitsch nel mese di aprile 2015 per l’incontroamichevole di calcio con i ragazzi dell’Asd Montefiacone Calcio. Il sindacoLuciano Cimarello ha accolto con molta gratitudine questo importante invito, anome suo, dell’amministrazione comunale e di tutta la cittadinanza diMontefiascone garantendo la visita nella città tedesca. Un gemellaggio semprepiù importante e ricco di valori tra Montefiascone e Markt Ergoldsbach chel’anno prossimo compirà il suo primo decennale.

Il Comune di Montefiascone ha stipulato con la CooperativaIntegra di cui è presidente il Dott. Giovanni Tassoni, una convenzione,su progetto del signor Pantaleo De Marco, per il reinserimento lavora-tivo dei disagiati psichici. Il progetto denominato “David” prevede la col-laborazione tra la Cooperativa ed il Comune che si traduce nella puliziaa giorni alterni, del tratto di litorale di competenza dell’amministrazionee della pulizia, due volte alla settimana, della via Francigena nel trattocomunale.

Il progetto è praticamente a costo zero per l’amministrazione comu-

nale che ha provveduto a rifornire i partecipanti di pettorine catarifran-genti e degli attrezzi necessari per la pulizia delle strade. Inoltre laViterbo Ambiente provvede allo smaltimento dei rifiuti derivanti dallaraccolta. Recentemente con la collaborazione indispensabiledell’As.Vo.M. (Associazione Volontari Montefiascone) la Cooperativaha provveduto alla pulizia integrale del tratto di strada di competenzadella Provincia che va dalla cittadina al litorale dove l’inciviltà di cittadi-ni e turisti aveva accumulato decine di quintali di rifiuti. Questa collabo-razione proseguirà fino alla fine del mese di giugno 2016, dopodichéconsiderando che il Giubileo Straordinario finirà nel dicembre 2016,l’amministrazione si attiverà con la Regione Lazio ed altri eventualisponsor, per una proroga della convenzione fino alla fine dell’evento.

Il valore del volontariato

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 5

NOTA DI AGRICOLTURA a cura di GIMBERTO

Un consorzio di tutela e difesa per il nostro vino a D.O.C. Est! Est!! Est!!!Non vi è dubbio che nel nostro territorio la vite ed

il vino fanno parte della nostra tradizione e cultura.Altrettanto non vi è dubbio che fin dai tempi più anti-chi il vino è sempre stato oggetto di frode e la frodepiù comune, grezza e primitiva è da sempre l’annac-quamento. La Francia, avendo da secoli un’ottimaproduzione di vino che gli ha sempre favorito un fio-rente commercio, a metà dell’ottocento prese i primiprovvedimenti a difesa e tutela dei propri vini. Nel1855 Napoleone III° emanò il primo decreto relativo alBordeaux. Nel 1907 sempre in Francia venne appro-vato il primo disciplinare a difesa della produzionedello champagne portandolo al primato di livello quali-tativo nel mondo. Una vecchia legge del 1925 regola-va in Italia la produzione vinicola, per cui era neces-sario aggiornare ed integrare moltissime disposizionied inquadrarle in un contesto razionale ed esauriente.

Per la tutela delle denominazioni di origine, inItalia si è arrivati ad uno specifico disciplinare attra-verso una legge delegata e precisamente del D.P.R.12 luglio 1963 n. 930. Il provvedimento era da lungotempo atteso da tutte le categorie vitivinicole italiane.Si sentiva infatti la necessità di dare al nostro Paeseuna legge organica intesa, da una parte, a difendere idiritti dei consumatori e, dall’altra, a tutelare quelli deiproduttori e commercianti contro eventuali abusi didenominazione non corrispondenti all’effettiva originedei prodotti. Circa quarant’anni fa il titolare di unacantina di Montefiascone ritenne che la legge sopradescritta fosse determinante per la tutela e difesa delnostro vino D.O.C. Est! Est!! Est!!! di Montefiascone esenz’altro avrebbero incrementato la commercializza-zione soprattutto dal punto di vista qualitativo.Convinto di aver fatto validi ragionamenti, il nostrotitolare di cantina si recò a Roma presso il “COMITA-TO NAZIONALE PER LA TUTELA DELLA DENOMI-NAZIONE DI ORIGINE DEI VINI”. Ebbe incoraggianticolloqui con i funzionari dell’Ufficio che gli consegna-rono anche molta documentazione cartacea. Il nostroeroe ritornò a Montefiascone ed approfittando dellapresenza di tutte le cantine presso la Pro-Loco, inoccasione dell’organizzazione della Fiera del Vino,

propose in quella sede a tutte le cantine quello che gliera stato riferito a Roma, mostrando anche la docu-mentazione che gli era stata consegnata. Tutte lecantine in coro aggredirono verbalmente e con moltafoga il malcapitato messaggero, anch’esso titolare diuna cantina, letteralmente urlandogli in faccia che isti-tuendo un consorzio di tutela e difesa del nostro vinoD.O.C. si sarebbero creati ostacoli insormontabili perla vendita dell’Est! Est!! Est!!! di Montefiascone.L’inconveniente, come sopra riportato ed accaduto alvolenteroso messaggero ed anche titolare di una can-tina, è ben comprensibile riflettendo un pochino suquanto è scritto qui appresso:

Il protagonista del film “Morte a Venezia” sta man-giando pesce al Ristorante Les Bains. Arriva il som-melier con una bottiglia coricata nel cestino e versalentamente un bel vino rosso, limpido, color rubino.Sia gli esperti di critica che il pubblico delle sale cine-matografiche hanno male incassato l’abbinamento delvino rosso al pesce. E pensare che in un territorio avocazione vitivinicola come è l’Italia dovremmo esse-re tutti esperti di vino se non sommelier “in pectore”.

Sta di fatto che in Francia non si sarebbe maicommesso un “errore enoico” così evidente. Perfinogli americani, noti consumatori di coca-cola, ci dannolezione: tutti ricordiamo i films di James Bond; inognuno si esaltava un gran “cru” francesce accoppia-to alle vivande servite in una determinata circostanza.Un’altra cantonata, ma oggettivamente diversa daquella che ho descritto qui sopra, si è verificata il gior-no nove agosto ultimo scorso, giornata dedica aDefuk, che purtroppo è stata descritta con orrore“Defuk Day”. Di inglesismi abbiamo le tasche piene.Defuk è un personaggio del profondo Medioevoessendo vissuto tra l’XI° ed il XII° secolo; per indicareuna giornata a lui dedicata è d’obbligo ricorrere allanobile lingua latina che al riguardo è anche ricca divocaboli.

Quest’anno, anno di grazia 2015, finalmente dopoquarantanove anni dall’approvazione del DisciplinareD.O.C. del Vino Est! Est!! Est!!! di Montefiascone(anno di approvazione 1966), è stato costituito il

“Consorzio Volontario di Tutela del Vino Est! Est!!Est!!! di Montefiascone D.O.C.”, con tanto diencomio all’iniziativa di un emerito cittadino mon-tefiasconese Mario Trapè, direttore della CantinaSociale di Montefiascone, che si è accollato anche igravosi oneri burocratici facendo da tramite colMIPAF per ottenere l’ambito, agognato e necessarionullaosta alla realizzazione dello Statuto, oltre allameritoria gratificazione per l’abilità di aver contempo-raneamente raggiunto un accordo di partecipazionecome enologo della Cantina i l Dott. RiccardoCotarella. La realizzazione dello Statuto ha implicatola partecipazione di tutte le Cantine cointeressate:Cantina Sociale, Cantina Leonardi, Cantina Falesco,Cantina Vittorio Puri, Cantina Stefanoni, CantinaMazziotti, Cantina Bigi. Tutti i titolari delle suddetteCantine sono consiglieri del neo istituito Consorzio edin sede di assemblea dei Soci consortili è stato elettoil Presidente nella persona di Ugo Leonardi. Dopoaver svolto tutte le formalità burocratiche di rito, com-presa la firma alla presenza del Notaio, il giorno 11agosto scorso, presso il maestoso salone principaledella Rocca dei Papi è stato presentato ufficialmentelo Statuto Volontario di Tutela del Vino Est! Est!! Est!!!di Montefiascone D.O.C. con la partecipazione e brin-disi finale di tutte le Cantine essendo lo statuto “ergaomnes” ed alla presenza di un folto pubblico che haapplaudito entusiasta.

9° Est Film Festival 25 luglio / 1 agosto 2015 - MontefiasconeChi sono i vincitori della nona edizione di Est Film Festival

1 agosto 2015. Ed eccoci qui, anche quest’anno siamo arrivati all’ultima gior-nata dell’Est Film Festival. Dopo 8 giorni intensi concedeteci di cominciare piùtardi, anche se alcuni di noi hanno fatto le 6:00 lavorando e questa mattina sonogià in giro a preparare ogni cosa perché tutto in questa fantastica giornata siaperfetto, come merita il pubblico che da nove anni ci segue e che in questa edi-zione ha riempito ogni giorno le proiezioni; poco importa che fossero in sala o inpiazza. Tirando le somme di questo nono Est Film Festival, siamo felici di esserecresciuti insieme: insieme ai nostri ragazzi dello staff di sala e dello staff tecnico,ragazze e ragazzi che s’impegnano 24 ore su 24 perché il pubblico possa godersiogni giorno EFF; insieme ai nostri tecnici luci, video e audio che professionalmen-te preparano gli eventi e fanno tardi insieme a noi perchè ogni proiezione, ogniincontro siano impeccabili; insieme al nostro chef e ai suoi ragazzi del cateringche tutte le sere preparano le cene più buone che abbiamo mai assaggiato; insie-me ai nostri sponsor e partner che, anche nei momenti di difficoltà, credono in noie fanno sì che ogni evento di Est Film Festival sia totalmente gratuito.

Arrivare alla nona edizione con la stessa voglia, con la stessa grinta ma conpiù esperienza negli occhi è stato un traguardo alle volte difficile da raggiungere.Ma se ce l’abbiamo fatta è anche grazie a tutte queste persone e, non ultimo, ilpubblico che ci fa riempire di orgoglio ogni qual volta vediamo la Rocca dei Papi epiazzale Frigo pieni: questo ci ripaga di tutti gli sforzi fatti, di tutte le difficoltàsuperate e, soprattutto, di tutte le ore di sonno perse. Grazie di cuore.

Ma ora basta essere sentimentali, perché è arrivato il momento di scoprire ivincitori di Est Film Festival 2015.

Rocca dei Papi, esterno giorno:Sono le 18:00 in punto e il sole comincia a scendere lento portandosi con sé

il caldo di questo primo giorno di agosto. La città ai piedi è in pieno fermento: oggii due più importanti eventi di Montefiascone si uniranno come l’alba ed il tramon-to: Est Film Festival sta per concludersi aprendo le danze per la 57ª Fiera delVino. Persone, turisti e curiosi passano tra le strade del paese facendole risuona-re di un eco che lo accompagnerà per altri 16 giorni.

La scena si sposta dentro Una panoramica dall’alto dalle luci della postazionedi regia ci porta verso il palco ancora vuoto. Si sente il brusio del pubblico sedutoche già comincia a sventolarsi nonostante i tanti ventilatori accesi in sala e ilvento che vortica di tanto in tanto tra le finestre e l’ingresso.

La sala accanto è semi deserta: la porta grande che dà sulla Torre del pelle-grino è aperta e ci sono delle persone che parlano mentre i ragazzi della SubwayWeb Radio, che ci accompagnano da tutta la settimana, sono pronti per unanuova diretta. Vicino all’ingresso i cinque premi di questa edizione. Con una car-rellata leggiamo le etichette poste sul lucido piedistallo: Arco d’Oro Miglior lun-gometraggio Premio Banca Cattolica; Arco d’Argento Premio del Pubblicoal Miglior Lungometraggio Premio Cantina di Montefiascone, Arcod’Argento Miglior Documentario Premio Unicoop Tirreno, Arco d’ArgentoMiglior Cortometraggio Premio Università della Tuscia, JazzUo AwardMiglior colonna sonora originale della sezione Lungometraggi. Mentre unamano femminile ne alza uno per togliere l’impronta di un dito, vediamo il marchiodi fabbrica dei Fratelli Marmo. Qualcuno entra correndo mentre il suo badge bludondola ad ogni passo e avverte: “Siamo pronti per cominciare”. Le luci nella salaInnocenzo III si abbassano. Le persone diventano mute per un attimo. E quandoVaniel Maestosi e Glauco Almonte salgono sul palco, parte l’applauso. “Primadi cominciare, vorremmo fare dei ringraziamenti. La vostra risposta come pubbli-co è stata incredibile: avere la piazza piena con un personaggio famoso è moltofacile, ma riempirla per tutti i film che abbiamo avuto in concorso vuol dire che ilpubblico capisce l’importanza culturale del cinema. Quella di quest’anno è stataun’avventura importante, anche perché alla fine di questa edizione inaugureremoanche la 57esima Fiera del Vino insieme al sindaco Luciano Cimarello e al pre-sidente della regione Lazio Luca Zingaretti. Ringraziamo tutti gli sponsor: i nostrimain sponsor Banca Cattolica Gruppo Creval e Italiana Assicuazioni, glisponsor istituzionali come la Regione Lazio, la Provincia di Viterbo, il Comunedi Montefiascone, Unindustria, l’Università della Tuscia, la FondazioneCarivit, la Camera di Commercio di Viterbo e CNA di Viterbo e Civitavecchia,gli sponsor privati che scelgono Montefiascone ed Est Film Festival: PosteItaliane, Kia Autopremium, Unicoop Tirreno, Cantina di Montefiascone, IDRisk Manager Partner, Aem, Fratelli Marmo, Ergonet, Manzi Petroli, CaffèFida, Nardini Arredamenti, Time Bike, il Muretto, Nuova Estetica Silvia.

La conclusione dell’articolo e i nomi di tutti i responsabili del 9° Est FilmFestival saranno pubblicati nel prossimo numero.

continua

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 6

Lo Psicologo risponde...Taccuino economico e tributario

Potete scrivere a:Dott.ssa Monia Cosimi, Via Zepponami n. 6/F - 01027 Montefiascone (VT)

Email: [email protected] - 3394151301 - 0761831212

Cara dott.ssa Cosimi,nell’ultimo numero de “La Voce” ha parlato del nervosismo e dello stress. Hotrovato la cosa interessante in quanto non avevo mai pensato che ci fosse unacorrelazione tra questi aspetti. Io faccio una vita molto stressante e mi rendoconto che sono sempre molto teso, nervoso e basta un niente per scattarecome una molla. Naturalmente ho difficoltà ad addormentarmi e a rilassarmi.Come se ne esce?Grazie.

Caro lettore, definiamo innanzi tutto lo stress per chiarezza.Lo stress è la risposta psicofisica ad una quantità di compiti emotivi, cognitivi osociali percepiti dalla persona come eccessivi.La durata dell’evento stressante porta a distinguere lo stress in due categorie:lo stress acuto, si verifica una sola volta e in un lasso di tempo limitato, e lostress cronico, cioè quando lo stimolo è di lunga durata. Gli stress cronici pos-sono essere ulteriormente distinti in stress cronici intermittenti e stress cronicipropriamente detti. I primi si presentano ad intervalli regolari, hanno una duratalimitata, e sono quindi più o meno prevedibili. I secondi sono invece rappresen-tati da situazioni di lunga durata che investono l’esistenza di una persona e chediventano stressanti nel momento in cui rappresentano un ostacolo costante alperseguimento dei propri obiettivi. Oltre alla durata, è importante anche la natu-ra dello stressor. Possiamo aver stressor benefici, detti eustress, che dannotono e vitalità all’organismo e stressor nocivi, detti distress, che possono porta-re ad un abbassamento delle difede immunitarie.Nello stato nervoso, si può assistere a risposte eccessive come ad esempioattacchi di rabbia, sudorazione o tremore eccessivo, crisi di pianto improvviso,risate eccessive o immotivate. Molto spesso, chi soffre di nervosismo tentainvano di tenere nascosto il proprio stato, soprattutto in situazioni sociali: que-sto, senza dubbio, non ne facilita la risoluzione, ma al contrario tende adaumentare la tensione emotiva e ad accentuare quelli che sono i sintomi giàpresenti (tremore alle mani, movimenti goffi e innaturali) rendendo così semprepiù difficile condurre una vita sociale normale e andando secondariamente aconfermare alla persona che il proprio nervosismo non troverà mai una soluzio-ne.Purtroppo oggi siamo continuamente bersagliati da nervosismo, tensione estress. L’ansia purtroppo è innata e fa parte della natura umana. È la normalerisposta del nostro organismo che si prepara ad affrontare ciò che avvertecome un pericolo. Abbiamo la sensazione di essere vulnerabili, anche se avolte non capiamo con certezza il perché. Quando i nostri antenati si trovavanodi fronte alla minaccia di animali feroci o popoli ostili, i cambiamenti che avveni-vano nel loro corpo li preparavano alla lotta o alla fuga. Al giorno d’oggi i peri-coli sono di tutt’altra natura, ma di fronte ad una situazione che ci mette paura,o che percepiamo come minacciosa, in noi si verificano gli stessi cambiamentidi allora. Quando l’ansia è moderata può risultare utile, perché ci mette in aller-ta di fronte a una situazione difficile permettendoci di reagire tempestivamente.Può diventare un problema reale quando è eccessiva rispetto alla situazioneche ci troviamo a fronteggiare o dura troppo a lungo, al punto che fare la cosapiù semplice può diventare uno sforzo enorme (parlare in pubblico, sostenereun esame, andare ad un appuntamento o ad una festa...).La tecnica per gestire questa tendenza c’è. Essa ha un obiettivo duplice: dirige-re la propria attenzione sul momento presente intenzionalmente e con accetta-zione e distanziarsi dai pensieri catastrofici riguardanti possibili eventi negatividel futuro, preoccupanti o incontrollabili. Tutte le volte infatti che vogliamo con-trollare il futuro, prevedere una possibile catastrofe o semplicemente prepararciad essere efficaci in un mondo che temiamo, già abbiamo spianato la stradaall’ansia, al nervosismo e allo stress.Esistono percorsi, anche di pochi incontri, dove attraverso la presa di consape-volezza di alcuni meccanismi psicologici, l’apprendimento di una pratica cal-mante e rigenerante, manovre pratiche sul corpo, un piano alimentare corretto,potranno essere un bagaglio utile e indispensabile per il nervoso, l’ansia e lostress.Nell’ultima settimana di settembre si terrà un incontro gratuito, presso il CentroMIND, per spiegare e illustrare questi aspetti. La invito a potervi partecipare perpoter così scoprire una libertà nuova.

Dott.ssa Monia Cosimi (Psicologo, Consulente Familiare, Psicoterapeuta cognitivo comportamentale)

Come sempre il mese di agosto dal punto di vista fiscale portapochissime novità; vediamo nel dettaglio alcune di esse, riguar-danti il congedo parentale a ore, le detrazioni fiscali per gli animalidomestici e la nuova tassa che il nostro Governo intende applica-re sui prelievi Bancomat effettuati dal popolo delle partite IVA.Congedo parentale a ore: con la pubblicazione della circolare152 dell’Inps, avvenuta il 18 agosto 2015, viene data attuazionead uno dei decreti del Job Act (D.L.: 80/2015) e cioè la possibilitàdi usufruire del congedo parentale a ore da parte dei genitori per ipropri figli. Esso era già stato previsto, in aggiunta a quello subase giornaliera o mensile, dalla legge di stabilità 2013, mademandando la relativa regolamentazione alla contrattazione col-lettiva; la norma, però, stabilisce che in tal caso la fruizione subase oraria è consentita in misura pari alla metà dell’orario mediogiornaliero; mentre se il congedo è regolato dalla contrattazionecollettiva, potrà essere anche di durata inferiore. I genitori interes-sati dovranno utilizzare un modello specifico nel quale specifiche-ranno se utilizzare la contrattazione collettiva o la disciplina delJob Act; pertanto occorre dichiarare sia il numero di giornate dafruire in modalità oraria, sia il periodo all’interno del quale tali gior-nate di congedo saranno fruite. Le richieste dovranno essere pre-sentate in relazione al singolo mese solare, pertanto se si intendefruire della nuova modalità per due mesi si dovranno presentaredue distinte domande; il modulo dovrà essere inoltrato all’istitutodi previdenza prima dell’inizio del congedo, al limite anche lostesso giorno di inizio fruizione. Si rammenta che, salvi i casi dioggettiva impossibilità, il genitore è tenuto a preavvisare il datoredi lavoro secondo le modalità e i criteri definiti dai contratti colletti-vi di lavoro e comunque, con un termine di preavviso non inferiorea 5 giorni, in caso di richiesta di congedo mensile o giornaliero, enon inferiore a 2 giorni nel caso di congedo orario. L’invio puòessere effettuato utilizzando tre canali: il sito internet Inps, utiliz-zando il codice Pin personale, oppure il call center dell’istituto diprevidenza o i patronati.Detrazioni fiscali animali domestici: la legge prevede la possi-bilità di scontare il 19 per cento delle spese sostenute per le cureveterinarie prestate a cani, gatti e altri animali domestici (pescirossi, pappagalli, criceti, etc.); la detrazione compete entro unlimite di spesa di euro 387,34 e con una franchigia di euro129,11: il limite è complessivo, a prescindere dal numero di ani-mali posseduti, e comprende sia le prestazioni professionali delmedico veterinario che la spesa per i medicinali (sia veterinari, siaquelli ad uso umano). Lo sconto massimo ottenibile è pertanto di49,06 euro, cioè il 19 per cento di 258,23; in pratica chi spende129,11 euro, non recupera nulla mentre ad esempio chi spende330 euro può detrarre il 19 per cento di 200,89, mentre invece chieffettua una spesa da 387,34 euro in su può portare in detrazionesempre e comunque il 19 per cento di 258,23 euro. La detrazionespetta per le spese relative agli animali detenuti legalmente ascopo di compagnia o per la pratica sportiva (es. cani, gatti, vola-tili in gabbia, cavalli da corsa ecc.) e non invece per quelli desti-nati all’allevamento o al consumo alimentare (es. galline, polli,ecc.) e quelli detenuti in casa illegalmente (es. animali esotici nonautorizzati) oppure utilizzati per attività illecite (es. animali dacombattimento).Tassa sui prelievi bancomat: nonostante il rincorrersi di voci,smentite e rassicurazioni varie, non ci sarà alcun ripensamentoda parte del Governo su quella che è stata battezzata come“tassa sui bancomat”, ossia l’ormai famigerato comma 7 bis delladelega fiscale che va a sanzionare i prelievi non giustificati allosportello bancomat. Tale norma autorizzerà il fisco a verificarel’uso del contante prelevato dai contribuenti; essa si applicheràagli imprenditori e indiscriminatamente a tutti i possessori di parti-ta IVA, ad esclusione dei professionisti. Rispetto al passato, nonsarà prevista la sanzione in via automatica, cioè consistente nelconsiderare come ricavi occulti le somme prelevate dal conto cor-rente che non trovino giustificazione in contabilità, ma ci sarà unasanzione che sarà proporzionata dal 10 al 50 per cento in relazio-ne all’importo prelevato, di cui sia ignoto il beneficiario e che nonrisulti dalle scritture contabili. Per milioni di partite IVA il sempliceritiro di denaro contante al bancomat potrebbe dunque, a breve,diventare un’operazione quanto mai sospetta per il nostro Fisco.

a cura del Dott. Luca Radicatie della Dott.ssa Paola Ciripicchio Tante le forme di stress

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 7

Giovedì pomeriggio 20 agosto, fuori del monastero delle Benedettine, c’era uninsolito via vai di gente che sostava presso la porta della chiesetta. Non entravano per-ché il rito che si stava svolgendo era già troppo affollato!

In tanti erano venuti per la consacrazione monastica e i voti perpetui di sr. M.Teresa, dall’Ecuador sua terra natale, ma anche dalla nostra cittadina o da altre partid’Italia.

Il rito è suggestivo perchè tenta di unire visibilmente nei segni cielo e terra, mentrela fede confessa che Colui che, restando Signore del mondo, è disceso nel mistero tranoi, può chiamare a sé qualcuno per il bene di tutta la Chiesa. La sposa è infatti laChiesa, che il Cristo Gesù ha unito a sé per salvare gli uomini; e in essa ogni monaca,a Lui consacrata, è il cuore. Sr. Maria Teresa ora è quel cuore, per grazia e miseri-cordia unita al Suo Cuore.

L’Eucaristia solenne, concelebrata da circa 23 sacerdoti e vari seminaristi del V.I.,in primis i nostri don Agostino, Cappellano della Comunità, don Luciano, don Marco,don Eustachio, è stata presieduta dal p. abate don Ildebrando Scicolone del mona-stero benedettino di Nicolosi (CT), per tanti anni docente di liturgia al PontificioAteneo S. Anselmo, a Roma. Tra i sacerdoti c’era anche il parroco dell’Ecuador: il sale-siano Giulio Scarparo, che ha avuto l’onore di leggere il Vangelo della Santa Messa.

La sua parola, ad un tempo tanto umana ed evangelica, aiutava efficacemente ipresenti ad entrare nell’universo simbolico del rito che, dopo il canto della litanie deisanti, ha visto la lettura della formula di professione e la sua firma sull’altare, ilcanto dell’Accoglimi, Signore, secondo la tua parola e vivrò, la ricezione dell’abito edel velo nero, dell’anello e della corona, del libro della preghiera liturgica, stru-mento dell’impegno quotidiano.

Nei giorni precedenti il padre abate aveva animato la preparazione comunitaria,spiegando la storia e lo spessore teologico del rito, aiutando tutte le monache, dalla piùanziana quasi centenaria alla giovane appena arrivata, ad entrare nell’evento di graziache si profilava.

Durante il sacro rito alla comunità benedettina erano unite consorelle di due mona-steri federati, di Tarquinia e di Roma, mentre altre religiose di Montefiascone presentiper l’occasione nel coro monastico, si rallegravano per la vitalità delle monache di S.Pietro. La festa esterna è stata accuratissima, a consolazione anche degli anziani geni-tori di sr. Maria Teresa che hanno sfidato la fatica del lunghissimo viaggio. Ma il prodi-gio della grazia quello non è misurabile, eppur realissimo: e di per questo a Dio sia glo-ria nei secoli.

Sr. Maria Valli professabenedettina dal 2 febbraio 1987

Sarà tuo sposo il tuo Creatore Seduta serale di preparazione

Presenti tutti i protagonisti in particolare l’aspirante benedettina, i suoi genitori venuti dall’Ecuador, il padre abate Ildebrando Scicolone, il cappellano D. Agostino e le Monache con la Madre Priora Sr. Maria

Inizia la S. Messa

Presenti: il padre e la madre, il fratello e la cognata, la madre priora, il rappresentante del governo dell’Ecuador. E molto pubblico.

Il Padre sta inserendo al dito della monaca l’anello perché ora è sposa di Cristo:“Ricevi questo anello, è il segno della tua unione nuziale con Cristo”.

Al termine della S. Messa e del rito, la benedettina Maria Teresa al centro dellaChiesa S. Pietro posa con i suoi genitori, con suo fratello e sposa e i due figli e nipoti

e insieme al padre che ha celebrato e che è stato sostituito dal cappellano d. Agostino

Richiesta giurata della neo-monaca di essere consacrata benedettina

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 8

Prima di ricevere la consacrazione monastica Sr. Maria Teresa si prostra braccia aperte sul pavimento ricoperta d’un drappo bianco, mentre il sacerdote e il pubblico presente cantano le litanie dei Santi.Alla sua destra la madre Priora Maria Casulli e vicino a lei, in piedi,

la madre Rita, Priora di Tarquinia

Sr. Maria Teresa è molto stimata dalla popolazione falisca essendo buona contutti e molto accogliente.Il Signore la benedica, la Vergine Maria la assista

e faccia tutto a nome della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Così ha pregato per lei Padre Ildebrando ScicoloneTi supplichiamo umilmente, o Padre:manda lo Spirito Santo su questa tua figlia, perché alimenti la fiamma del proposito che haiacceso nel suo cuore. Risplenda in lei il candore del Battesimo e l’innocenza della vita.Aderisca a te con fervore di carità, fortificata dal santo vincolo della professione.Custodisca fedelmente l’unione a Cristo, unico Sposo, con generoso amore ami la Chiesanostra Madre e nella carità di Cristo abbracci tutti i fratelli, testimoniando la beata speranza deicanti celesti.

Signore, Padre santo, nella tua misericordia guida i passi di questa tua figlia, proteggila nelsuo cammino, perché, davanti al tribunale dell’eterno Re, non tema le parole del Giudice, mariconosca la voce dello Sposo, che la invita alla gioia delle nozze eterne. Per Cristo nostroSignore.

Tutti: Amen.

L'aria dolce della primavera invitava a spalancare le finestre. Le donnecominciavano le grandi manovre delle pulizie prepasquali, cioè prima chepassasse il prete a benedire le case.

Era allora un rito importante per la famiglia, un po' fede, un po' tradizio-ne, un po' voglia “di celeste protezione”.

Dalle finestre aperte, lo “sbam, sbam” del battipanni che si abbatteva acolpi cadenzati sui materassi, si mescolava col canto delle massaie, sullenote di canzoni provenienti dalla radio di coloro che la possedevano.

Probabilmente fu allora che nacque il “karaoke”...Le strade, in quel tempo, erano piuttosto silenziose, persino la Cassia

così come le vie più interne del nostro paese. Il silenzio è oggi una condi-zione a noi sconosciuta. Anche chi non possedeva la radio, cantava canzo-ni facilmente orecchiabili con testi a volte ingenui a volte sciocchi, ma facilida ricordare. Le faccende domestiche quindi, erano scandite da una varietàdi canzoni, poiché una donna, nel corso della mattinata, ne cantava diver-se. Eppure, a pensarci bene, c'era ben poco da cantare. La guerra era finitada poco, l'eco dell'ultima cannonata era svanita, ma non nella memoriadella gente. Fortunatamente la voglia di vivere non si spegne mai, così igiovani, tra i venti e i trent'anni, mettevano su famiglia confidando forse dipiù nella Provvidenza e nella speranza di migliorare le proprie condizioni divita, che sull'effettiva possibilità di sbarcare decentemente il lunario. Allaradio si alternavano, ad orario stabilito, alcune orchestre dirette da maestriconosciuti e validi come: Riz Ortolani, Gianni Ferrio, Cinico (sic!) Angelini,Pippo Barzizza, Armando Fragna ed altri che ho lasciato involontariamente.Non posso però lasciare innominato il Maestro Semprini, ottimo pianista,che mi faceva sognare. Le canzoni d'allora parlavano di chiesette in mezzoai fior, di papaveri e papere, di colombe e vecchi scarponi, tutto un generepopolar-melodico-appiccicoso, ma che faceva tremendamente leva sui sen-timenti non troppo emancipati dei giovani dell'epoca. Non parliamo poi delle

canzoni dedicate all'eterno tema delle mamme, alle “mogliettine”, all'ederaabbarbicata ovunque! Però erano soprattutto queste che le donne cantava-no in casa andando quasi sempre “fuori tempo”, ma per loro non avevaalcuna importanza. A volte, tra un canto e l'altro, si potevano sentire frasicome questa: “Rose', guarda 'l fijo e bada che nun casca! Si ha fame, met-teje 'n po' de faciole lesse su la sedia che almeno le spizzica e sta bono”!

Credetemi, è vero, ma forse ve ne parlerò un'altra volta.Personalmente, amavo sopra le altre, una bellissima canzone di Charlie

Chaplin tratta dal film: “Luci della ribalta”, tradotta in italiano: Eternamente.Poi, tra Villa, Tajoli, Togliani, Pizzi, Boni ecc., si ascoltavano anche

Natalino Otto e Rabagliati che avevano uno “swing” più consono ai mieigusti, oltre quella splendida interprete che era Jula de Palma che aveva untemperamento “jazzistico” notevole. Col 1958 le cose cominciarono a cam-biare ed invece di “Vola colomba” si cantava “Volare” oppure canzoni diBuscaglione, Carosone, Van Wood e Peppino Di Capri.

Poi è passato il tempo, sono cambiate musiche e parole, il chiasso hasostituito le radio con le orchestre ad orari regolari come le medicine. Ledonne non sbattono più i materassi col battipanni, sostituito dall'onnipresen-te Folletto, non stanno più in casa a consumar la vita senza nemmenoavere una giusta retribuzione.

Oggi quasi tutte le donne lavorano, le finestre le aprono la mattina pre-sto perchè poi, al posto dell'aria pulita entrerebbero solo gas di scarico epolveri inquinanti.

La radio è stata soppiantata dalla tv o dal pc e le corse e le preoccupa-zioni impediscono a chiunque di cantare, anche perchè, se proprio lavogliamo dire tutta, provate un po', se siete capaci, a cantare qualcosa cheè in gran parte più rumore che musica...!

M.P.

C'era una volta...

QUANDO LE DONNE CANTAVANO...

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 9

Divorziati risposati, no alle porte chiuseChi vive una nuova unione dopo il matrimonio fallito non è scomunicato

Al centro della catechesi settima-nale l’invito del Pontefice allacomunità cristiana di prendersicura delle famiglie ferite, lanecessità di una fraterna e atten-ta accoglienza, fatta nell’amoree nella verità, verso i battezzatiche dopo il fallimento del matri-monio sacramentale hanno sta-bilito una nuova convivenza.Fanno sempre par te dellaChiesa.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Con questa catechesi riprendiamo la nostra riflessione sulla famiglia. Dopo aver par-

lato, l’ultima volta, delle famiglie ferite a causa della incomprensione dei coniugi, oggi vorrei fer-mare la nostra attenzione su un’altra realtà: come prenderci cura di coloro che, in seguitoall’irreversibile fallimento del loro legame matrimoniale, hanno intrapreso una nuovaunione.

La Chiesa sa bene che una tale situazione contraddice il Sacramento cristiano. Tuttavia ilsuo sguardo di maestra attinge sempre da un cuore di madre; un cuore che, animato dalloSpirito Santo, cerca sempre il bene e la salvezza delle persone. Ecco perché sente il dovere,«per amore della verità», di «ben discernere le situazioni». Così si esprimeva san GiovanniPaolo II, nell’Esortazione apostolica Familiaris consortio (n. 84), portando ad esempio la diffe-renza tra chi ha subito la separazione rispetto a chi l’ha provocata. Si deve fare questo discer-nimento.

Se poi guardiamo anche questi nuovi legami con gli occhi dei figli piccoli - e i piccoli guarda-no -, con gli occhi dei bambini, vediamo ancora di più l’urgenza di sviluppare nelle nostrecomunità un’accoglienza reale verso le persone che vivono tali situazioni. Per questo èimportante che lo stile della comunità, il suo linguaggio, i suoi atteggiamenti, siano sempreattenti alle persone, a partire dai piccoli. Loro sono quelli che soffrono di più, in queste situazio-ni. Del resto, come potremmo raccomandare a questi genitori di fare di tutto per educare i figlialla vita cristiana, dando loro l’esempio di una fede convinta e praticata, se li tenessimo adistanza dalla vita della comunità, come se fossero scomunicati? Si deve fare in modo di nonaggiungere altri pesi oltre a quelli che i figli, in queste situazioni, già si trovano a dover portare!Purtroppo, il numero di questi bambini e ragazzi è davvero grande. E’ importante che essi sen-tano la Chiesa come madre attenta a tutti, sempre disposta all’ascolto e all’incontro.

In questi decenni, in verità, la Chiesa non è stata né insensibile né pigra. Grazie all’ap-profondimento compiuto dai Pastori, guidato e confermato dai miei Predecessori, è molto cre-sciuta la consapevolezza che è necessaria una fraterna e attenta accoglienza, nell’amore enella verità, verso i battezzati che hanno stabilito una nuova convivenza dopo il fallimento delmatrimonio sacramentale; in effetti, queste persone non sono affatto scomunicate: non sonoscomunicate!, e non vanno assolutamente trattate come tali: esse fanno sempre parte dellaChiesa.

Papa Benedetto XVI è intervenuto su tale questione, sollecitando un attento discernimentoe un sapiente accompagnamento pastorale, sapendo che non esistono «semplici ricette»(Discorso al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, Milano, 2 giugno 2012, risposta n. 5).

Di qui il ripetuto invito dei Pastori a manifestare apertamente e coerentemente la disponibi-lità della comunità ad accoglierli e a incoraggiarli, perché vivano e sviluppino sempre più la loroappartenenza a Cristo e alla Chiesa con la preghiera, con l’ascolto della Parola di Dio, con lafrequenza alla liturgia, con l’educazione cristiana dei figli, con la carità e il servizio ai poveri,con l’impegno per la giustizia e la pace.

L’icona biblica del Buon Pastore (Gv 10,11-18) riassume la missione che Gesù ha ricevutodal Padre: quella di dare la vita per le pecore. Tale atteggiamento è un modello anche per laChiesa, che accoglie i suoi figli come una madre che dona la sua vita per loro. «La Chiesa èchiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre […]» - Niente porte chiuse! Niente portechiuse! - «Tutti possono partecipare in qualche modo alla vita ecclesiale, tutti possono far partedella comunità. La Chiesa […] è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vitafaticosa» (Esort. ap. Evangelii gaudium, n. 47).

Allo stesso modo tutti i cristiani sono chiamati a imitare il Buon Pastore. Soprattuttole famiglie cristiane possono collaborare con Lui prendendosi cura delle famiglie ferite,accompagnandole nella vita di fede della comunità. Ciascuno faccia la sua parte nell’as-sumere l’atteggiamento del Buon Pastore, il quale conosce ognuna delle sue pecore enessuna esclude dal suo infinito amore!

Francesco

5 agosto 2015

Cooperativa Integrae il Comune

Il Comune di Montefiascone ha stipula-

to con la Cooperativa Integra di cui è presi-

dente il Dott. Giovanni Tassoni, una con-

venzione, su progetto del signor Pantaleo

De Marco, per il reinserimento lavorativo

dei disagiati psichici.

Il progetto denominato “David” prevede

la collaborazione tra la Cooperativa ed il

Comune che si traduce nella pulizia a gior-

ni alterni, del tratto di litorale di competen-

za dell’amministrazione e della pulizia, due

volte alla settimana, della via Francigena

nel tratto comunale. Il progetto è pratica-

mente a costo zero per l’amministrazione

comunale che ha provveduto a rifornire i

partecipanti di pettorine catarifrangenti e

degli attrezzi necessari per la pulizia delle

strade. Inoltre la Viterbo Ambiente provve-

de allo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla

raccolta.

Recentemente con la collaborazione

indispensabile dell’As.Vo.M. (Associazione

Volontari Montefiascone) la Cooperativa ha

provveduto alla pulizia integrale del tratto

di strada di competenza della Provincia

che va dalla cittadina al litorale dove l’inci-

viltà di cittadini e turisti aveva accumulato

decine di quintali di rifiuti.

Questa collaborazione proseguirà fino

alla fine del mese di giugno 2016, dopodi-

ché considerando che i l Giubileo

Straordinario finirà nel dicembre 2016,

l ’amministrazione si att iverà con la

Regione Lazio ed altri eventuali sponsor,

per una proroga della convenzione fino alla

fine dell’evento.

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 10

57ª Fiera del Vino: un evento di tutLa 57esima Fiera del Vino, dal 1 al 16 agosto, è stata

una edizione ricca di novità ma anche di assodate tradi-zioni. In questi 16 giorni ci sono stati eventi di tutti e pertutti.

Un primissimo plauso per l’ottima riuscita e gestionedella manifestazione va alla “neo nata Pro Loco”, a cuiquest’anno è stata affidata l’organizzazione. Il lavorodella nuova squadra è iniziato a febbraio, con un unicoobiettivo: quello di unificare, compattare e valorizzaretutte le ricchezze del nostro territorio. Quasi 80 leAssociazioni contattate per raccogliere proposte, piùquelle pervenute spontaneamente da privati cittadini, chehanno voluto partecipare e contribuire alla realizzazionedell’evento storico di Montefiascone. A tutte loro va il mioringraziamento, a nome dell’amministrazione comunale.

La Fiera, inaugurata alla presenza del presidentedella Regione Nicola Zingaretti, ha avuto un calendariodi quasi 100 eventi distribuiti in diverse location nel cen-tro e nel lungolago della cittadina.

Particolarmente apprezzato è stato il tradizionaleCircuito Enoico “In Cantina con Defuk”, che quest’an-no è stato riser-vato solamentealle cinque casevinicole diMontefiascone(Cantina diMontefiascone,Antica CantinaL e o n a r d i ,C a n t i n aS t e f a n o n i ,Cantina Falescoe Cantina Pianadell’Orso) e divi-so in percorsobianco e percor-so rosso. Per gliamanti dei viniD.O.C. invece,nel week endcentrale dellaFiera (6, 7 ed 8agosto) è statocreato nei giar-dini della Roccadei Papi i lVillaggio Enoico, ideato da Carlo Zucchetti, dove i visitatori hannopotuto degustare i vini delle prime 5 D.O.C. d’Italia (Brunello diMontalcino, Vernaccia di San Gimignano, Frascati, Ischia eMontefiascone), seduti ad un tavolo ed ascoltando musica dal vivo.

Sono state inoltre realizzate tre Arene, ciascuna riservata a uno deitre istituti bancari (Banca Cattolica - Gruppo Creval, Banca di CreditoCooperativo di Roma, Banca di Viterbo) e alla Fondazione Carivit, spon-sor e partner della manifestazione, che hanno ospitato una grandevarietà di eventi.

L’Arena Banca Cattolica (Piazzale Roma) ogni sera la Piazza hasempre accolto un gran numero di spettatori: le esibizioni delle tre Scuoledi Ballo, delle tre Compagnie teatrali di Montefiascone, concerti, seratededicate al Corteo Storico di Montefiascone (Palio delle botti, Gara dellaPigiatura e sfilata narrata in occasione del Defuk Day) e serate di solida-rietà, come la gara podistica “una Corsa per la Vita” promossadall’Associazione Avis di Montefiascone.

Nell’Arena Banca di Viterbo (Piazzale Frigo) ogni sera si è potutoascoltare un concerto, tutti di band con musicisti di Montefiascone, da

studenti delle scuole di musica o del conservatorio, ad insegnanti e pro-fessionisti, che ogni sera hanno regalato spettacoli di alta qualità e riem-pito la Piazza sia di persone arrivate proprio per ascoltarli, sia di chi pas-sando è stato attirato dalla musica ed ha deciso di trascorrere lì la serata.Concerti di musica classica, conferenze, presentazioni di libri sono statitutti concentrati nella piccola e suggestiva Arena Fondazione Carivit aLargo San Pietro: serate sempre con un pubblico numeroso ed attento.

La Rocca dei Papi è stata il “Castello del Vino”, nell’Arena Banca diCredito Cooperativo di Roma hanno avuto luogo non solo le degusta-zioni guidate delle 5 Cantine di Montefiascone ma anche la conferenza“Montefiascone e il suo Vino” tenuta da Giancarlo Breccola nella sera diSan Lorenzo e, soprattutto, un evento esclusivo e prestigioso: laConferenza di Presentazione Ufficiale del Consorzio per la tutela delMarchio Est! Est!! Est!!!

Associazioni sportive e motoristiche hanno avuto il loro spazio inun’Arena interamente dedicata a loro: L’Arena Pro Loco, presso ilLungolago. Esibizioni di Fitness, torneo di Beach Volley, Mostra statica diFiat 500, Vespe e Saltapicchie, che ha raccontato la loro storia e la loroevoluzione, ed anche qui uno spazio dedicato ai giochi all’aria aperta peri più piccoli: I Giochi di Bacco, ideati e promossi dalle 4 Società Sportivedi Montefiascone: ASD Libertas, Montefiascone Baseball e Softball,Montefiascone Calcio e ASD Ruli Taekwondo.

La mostra “Arte Libera Tutti”, dal 2 agosto, ha proposto ogni sera un

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 11

tti e per tutti, tra novità e tradizionecoinvolgente percorso artistico in una location altrettantosuggestiva: le ex Carceri Papaline. Una parte del percor-so è stata dedicata all'esposizione dei lavori prodotti nel-l'ambito del workshop "Ali e radici" curato da MarcellaBrancaforte e Sabine Meyer con un gruppo di richiedentiasilo in Ital ia, realizzato in collaborazione conLibrimmaginari/Arci Viterbo/Arci SolidarietàViterbo/Estasiarci nell'ambito del progetto SPRAR -Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Per i bambini dai 3 ai 10 anni tutte le sere è statoriservato uno spazio sicuro ed esclusivo, grazie alla col-laborazione con la Ludoteca Comunale TataFrancesca iniziata quest'anno. Inoltre Nei giorni 6, 7, 8,12, 13 e 14 Agosto i bambini hanno giocato ed imparato,con laboratori creativi che hanno riscosso successo edentusiasmo tra i piccoli ed i genitori, curati dalleAssociazioni Estrosidee e La Metaphora.

Gli eventi che hanno catalizzato le maggiori attenzionidei visitatori, riempiendo piazze e strade sono stati moltie distribuiti in varie serate: quella dedicata al CorteoStorico, evento che ogni anno cattura ed emoziona turi-sti e montefiasconesi, con una sfilata narrata ed una rap-presentazione interamente riscritta dallo scrittore MarioLozzi ed interpretata dagli stessi figuranti; l’incontro con iDear Jack, in cui i giovani musicisti si sono raccontati esi sono offerti per foto ed autografi con le loro fans: unaserata completamente a costo zero per la Pro Loco, cheha voluto, nonostante la Band non potesse esibirsi in unconcerto per motivi di immagine dettati dalla CasaDiscografica, comunque averli sul palco, proprio nell’otti-ca di promuovere le eccellenze del Territorio.

Molto pubblico anche al Concerto di Chiusura del16 Agosto, di Morgan & Megahertz che ha esordito conuna reinterpretazione della Toccata e Fuga in Re minoredi Bach ed ha regalato al pubblico un repertorio originale,composto di brani propri e presi in prestito dal cantauto-rato italiano (Domenico Modugno, Giorgio Gaber e tantialtri) completamente riarrangiato in chiave elettronica,con strumenti quali tastiere, sintetizzatori, chitarra elettri-ca, basso, theramin, tromba e fagotto.

Nella serata di ferragosto si è ballato fino a tardanotte: dalle 22 il concerto di musiche popolari come pizzi-ca, taranta e tamurriata della band Mamma Li Turchi hafatto ballare e coinvolto una grande quantità di pubblico a Piazzale Roma(Arena Banca Cattolica), dalla mezzanotte in poi, la discoteca ad impattoacustico zero Silent Wine Disco, evento ideato da Le Piccole Pesti, hafatto ballare giovani, giovanissimi e meno giovani, con musica in cuffiamixata da 3 deejay’s di Montefiascone, per le vie del centro storico.

Un mio ringraziamento va anche allo staff della Fiera, composto daoltre 60 ragazzi, in età compresa tra i 20 ed i 35 anni, che hanno avuto la

possibilità di lavorare all’interno delle cantine, nei punti informazione evendita, nell’allestimento delle Arene tramite un apposito bando.

Il Sindaco del Comune di MontefiasconeLuciano Cimarello

Foto Breccola - Grazie per avercele fornite!

Il Cantinone alla sua 31ª edizione

Quest’anno ho potuto viverla da vicino, questa bella e mangereccia iniziativa che da 31 anni rallegra, unisce, e dove si intrecciano incontrie dialoghi in una atmosfera festosa e conviviale.

Per una settimana, Via Trento diventa un ristorante a cielo aperto, dove si consumano cibi genuini e piatti tipici locali, dei quali, in questonostro tempo convulso, se ne è perduto il sapore e la bontà.

Anche il Centro Storico riprende vita; si animano i vicoli e le case, l’una accanto all’altra come in un abbraccio, riaccendono i ricordi e rac-contano la loro storia, una storia di sacrificio ma permeato di fede e di saggezza. Ho visto impegnati tanti giovani che aiutavano per la disposi-zione dei tavoli e accessori vari, sono lezioni di solidarietà che gli serviranno per il futuro.

Che dire poi dei veterani e dei bravissimi cuochi del Cantinone? Come ogni anno si prodigano con entusiasmo, anche per scopi umanitari,per il successo di questa iniziativa che richiama centinaia di persone, e che si inserisce perfettamente nella ormai celeberrima Fiera del Vino diMontefiascone.

Laura Benedetti Esposito

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 12

CAVALIERI: Perandria Romeo, Minciotti Guido e Mery, Pappagallo Ilda,Ricca Filippo, Ranucci Benito, Stefanoni Armando, Di Canosa Marsia,Di Tommaso prof. Viviana, Solazi Maria Teresa, Melis Walter e Lucia.BENEMERITI: moglie e marito strada del lago, i parenti di MargheritaPascucci, Torri Patrizia, Cicoria Mirella, Scarino Pierino, BenedettiLaura, Anselmi Nando, Stefanoni Elide e Paoletti, Ballarotto Roberto,Morano Gino e Anna, Ricci Armando, D’Annibale Cecilia, Franco Carlo. AMICI: Giraldo Everalda, Gatti Bruno, Governatori Ettore, SeveriniVincenzo, Catalisano Gerlando, Moisè Giovannino.

“LA VOCE” E’ GRATA AI SUOI

Anagrafe cittadinaNATI: Angeloni Flavio di Carlo e Biancalana Cristina (13/8), CentiMartina di Federico e Ricci Elena (6/8), Fidati Giulia di Daniele e GuerraSilvia (8/8), Manzi Greta di Paolo Domenico e Rodriguez Ojeda GimenaGissela (8/8)

MATRIMONI: Amato Luca e Mancini Ilaria, Bartoleschi Eugenio ePiazzoli Elisa, Morichetti Michel e Ceccarelli Azzurra, Porroni Olivieroe Chuica Rosas Carmen Victoria, Picchiarelli Giuseppe e CimarelloPaola, Dottarelli Michele e Pagliaccia Chiara, Pasquarelli Michael eGentile Silvia, Mambelli Riccardo e Leonardi Silvia, PezzatoAlessandro e Moscetti Ilaria.

MORTI: Capulli Pasquale (n.3/8/47 m.27/7), Castellani Olindo (n.16/12/32m.30/7), Cevolo Angelo (n.4/2/30 m.24/8), De Felici Giovan Battista(n.7/3/42 m.6/8), Fiorucci Cesare (n.8/1/44 m.20/8), Galetti Egisto(n.16/7/36 m.18/8), Nicolai Elsa (n.18/12/35 m.7/8), Paoletti Adriana(n.20/12/55 m.28/7), Rosetto Angioletta (n.26/5/45 m.13/8), Sensi Antonio(n.19/1/32 m.17/8).

Sante Ranucci e Livio Trapè, i due campioni del ciclismo diMontefiascone, sono stati festeggiati sabato 22 agosto nel “giorno deglianniversari” delle vittorie dell’Iride, dell’Oro e dell’Argento olimpico e delTricolore. Oltre 60 cicloamatori della città ma anche provenienti dai paesilimitrofi, come Bolsena e San Lorenzo Nuovo, e persino dalla regioneToscana, hanno omaggiato i due ciclisti, alla presenza del sindacoLuciano Cimarello, del vice Nando Fumagalli, dell’assessore GiorgioCacalloro e del consigliere Renato Trapè.

L’evento è stato voluto ed organizzato dall’associazione culturaleEstrosidee con la collaborazione del Comitato Festeggiamenti SanBartolomeo, della scuola Mountain Bike, degli “Amici della Billa”, del G.C.Falisco, di Timebike, dell’Asvom di protezione civile e con il patrocinio delComune di Montefiascone. Il raduno è stato fissato alle ore 17 presso ilpiazzale Roma e da lì, a bordo di una stupenda auto storica, di proprietàdel famoso pilota Massimo Vezzosi, il sindaco ed i due campioni, celebratida un lungo corteo di ciclisti, hanno risalito il corso Cavour per poi arrivarea piazza Vittorio Emanuele. Poi si sono diretti nella sala consiliare delcomune di Montefiascone. Qui il sindaco Luciano Cimarello ha ringra-ziato tutti i presenti ed ha sottolineato il rapporto magico tra Montefiasconeed il ciclismo con il transito del Giro d’Italia nella cittadina già alla suaseconda edizione nel lontano 1910 e poi nel 1983 con la sede di tappa del66° Giro d’Italia.

Cimarello ha ricordato anche tutti i campioni locali da GiuseppeCaprio ad Asia Ranucci, l’ultima promessa femminile del ciclismo italianoper poi ripercorrere e focalizzare le gesta di Sante Ranucci e Livio Trapè.Il primo vinse nel 1955 a Frascati il campionato del mondo dilettanti e

Il giorno degli anniversari

partecipò a diversi Giri d’Italia, arrivando nell’edizione del 1958, in 12ª posizione a15’46’’ ma la cosa più sorprendente fu che senza le tappe a cronometro sarebbe statoil vincitore assoluto. Il secondo vinse nel 1960 la medaglia d’oro alle olimpiadi nellacronometro a squadre e l’argento nell’individuale ed ha partecipato a tre Giri d’Italia perpoi avere la carriera compromessa a causa di un infortunio.

Sono stati quindi proiettati alcuni filmati d’epoca dei vari ciclisti di Montefiascone acui è seguita la consegna dei riconoscimenti ai due grandi campioni. Infine il gruppo diciclisti, Ranucci e Trapè e le autorità hanno visitato la Mostra “MontefiasconeRitrovata” nelle ex carcere organizzata dall’associazione culturale Estrosidee, il cuipresidente è Marcello Mari, dove in due celle si sono fatte rivivere le gesta dei duecampioni attraverso un’infinità di immagini decisamente accattivanti e commoventi.

“GENIUS LOCI”Quando i luoghi avevano un’anima

di Mario Brizi

D. Mario Brizi,conosciuto qui alcentro della nostracittadina per esserevenuto come aiutoal Parroco di S.Margherita, quandoancora era sempli-ce diacono, e poicome sacerdote peranimare il gruppodei giovani e deiragazzi, ed eserci-tare il suo sacerdo-zio nella basilica cit-tadina di S.Margherita.

Abitava con isuoi genitori, nellacasa di S. Andrea.Specialmente i gio-vani ancora lo ricor-dano, tanto è veroche quando - ognianno - organizzanouna cenetta D.Mario è sempreinvitato.

Ebbene - sivede che ha tempoe gli piace scriveree scrive bene -tanto che sonodiversi i suoi libri. Li riportiamo brevemente: 1990 - “A fulgure et tempestate”, 1995 -“S. Agnese da Montepulciano”, 2000 - “Il SS. Crocifisso di Castro: storia e devozione”,2006 - “Castrum Proceni: paese di frontiera”, 2011 - “La Chiesa di S. Maria Nuova e iltrittico del SS. Salvatore”.

In questo suo ultimo scritto dal titolo “Genius Loci - quando i luoghi avevano un’a-nima” racconta la storia d’un paese (il suo Proceno?!) con i vari aspetti e luoghi. Lacucina e il focolare, il forno, il lavatoio pubblico, la cantina, il podere, la chiesa, ecc. ealla fine presenta la fiera. L’arrotino, lo stracciarolo, lo spazza camino, il banditore etermina con il frate cercatore.

È veramente piacevole leggerlo, anche perché sono tutte cose che, nel recentepassato sono state vissute da tutti noi, erano presenti e vivacizzavano le nostre comu-nità prevalentemente agricole.

Grazie, Mario, per avermi passato questo tuo ultimo lavoro, veramente interessan-te, anche perché oltre ad essere il vissuto di Proceno era anche il vissuto di tutta lazona nostra, dell’Alto Lazio.

N.B. Il volume, pp. 100 - Euro 13,00, è disponibile presso la libreria NOVAREA, inCorso Cavour 48 a Montefiascone.

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 13

Arriva un momento della vita in cui ciascuno di noi, noto o meno noto, decide di darealla penna o al nastro di un registratore (forse roba d’altri tempi), le proprie memorieautobiografiche.

Sorpresi dagli anni, lo sguardo, per dirla col Leopardi del Sabato del Villaggio, siperde là dove s’incontra il giorno ed allora si ha voglia di rinovellare il tempo andatoquando nei giorni di festa ci si ornava e si solea danzar con i compagni dell’età più bella.

L’autore di queste memorie ha però conosciuto altre danze ed altro destino. È luistesso a confessarlo nell’incipit del volume: “All’inizio volevo essere un pilota, ma servo-no troppi soldi per quello sport. E poi ci volevano le attitudini. E le mie attitudini mi porta-vano altrove, fra due pali. Quello sarà il mio destino”.

Il mancato pilota è Dino Zoff, uomo, padre, oggi nonno che per tanti anni ha deli-ziato gli sportivi italiani e non, restando ben saldo fra i pali di una porta per ben 42 anni.È l’uomo dei mondiali vinti meritatamente nel 1982, è l’uomo del sogno europeo svanitodi un soffio nella notte di Bruxelles, quando ct della nazionale, perse immeritatamente lafinale contro la Francia per un golden goal di Trezeguet.

Ma questi appena accennati sono soltanto alcuni dei ricordi che si leggeranno nellibro di Dino, “Dura solo un attimo la gloria”, dove il campione più amato dagli italianie... si, diciamolo pure, più detestato da certa stampa più avvezza al pettegolezzo ed allaservitù verso i potenti, piuttosto che far emergere e diffondere le doti schiette di unuomo, di un campione, di un allenatore che badava solo al sodo, perché il chiacchieric-cio nello sport conta poco, si diverte a raccontare fatti e aneddoti di una vita al serviziodel calcio.

Già, perché per quanto possa sembrare strano, quella di Dino Zoff è stata una vitacontrassegnata dal suo amore schietto per uno sport che ha sempre vissuto innanzituttocome servizio, come dovere morale verso la società e la maglia che indossava, per poicon dispiacere condividere le tristi sorti sotto i colpi inferti da Calciopoli e da altri scanda-li veri o presunti: “Ho sempre considerato il calcio un insieme di valori indiscutibili: l’edu-cazione, la crescita della persona come individuo singolo o come parte di una squadra,la lealtà e la correttezza, l’autodisciplina, la capacità di riconoscere i propri limiti e lavoglia e la fatica di provare a superarli, l’affannosa ricerca dell’equilibrio tra uomo edatleta”.

Dino è il ragazzino che con la sorella Ameris era nato nella casa di campagna doveil papà Mario e la mamma Anna, lavoravano sodo la terra, fatiche di cui Dino condivide-va le sorti in cambio di 10 centesimi (la paghetta domenicale) con i quali gustare il gela-to. Crescendo Dino, conoscerà l’apprendistato come motorista, per poi approdare por-tiere nella squadra del paese e poi all’Udinese, al Mantova, fino alle magnifiche sorti chetutti conosciamo ed abbiamo ammirato nel tempo. Sempre con serietà e fatica, fra gioiee delusioni, ed amicizie più strette, come quella nata tra Dino con l’indimenticabileGaetano Scirea.

Ma Dino è anche il genitore affettuoso che condivide il suo matrimonio con la moglieAnna, che vedrà nascere e crescere il figlio Marco, fino alla laurea in Ingegneria, è ilnonno che oggi coccola i suoi due nipotini, Pietro e Clara, l’amico del trombettista piùfamoso d’Italia, Nini Rosso e del famoso grecista Vittorio Sermonti. Sì, Dino Zoff, in sin-tesi è stato ed è tutto questo. È l’uomo che fiero del proprio ruolo di ct. della Nazionale edi uomo che allo sport aveva dedicato tutto se stesso, seppe mettere in riga il cav.Berlusconi, laddove la dignità umana e professionale valgono molto di più di tanti con-tratti miliardari e dei relativi sponsor. Certo, pagò caro il fio di questa sua... “sfrontatez-za”. Ma in fondo è proprio dalla vita adamantina di quest’uomo, marito, padre, calciatoreper 42 anni ed oggi nonno affettuoso, che i ragazzi che si avvicinano al calcio avrannomolto da imparare. La sua vita, o meglio parte di essa, la più conosciuta è, per l’appuntoun libro aperto che aspetta solo di esser letto e, soprattutto, a mio avviso, meditato.Perché come confessa Dino stesso alla fine delle sue memorie: “Lo sappiamo entrambitroppo bene: niente al mondo come lo sport riesce a dare sensazioni così forti e, insie-me, così fugaci. Dura solo un attimo, la gloria. E allora bisogna saperlo conservare nelcuore, quell’attimo, consapevoli della sua fragilità e del suo valore, per renderlo eterno”.Buona lettura.

Giuseppe Bracchi

Dino Zoff: “Dura solo un attimo la gloria”

E venne il giorno dell’esordio! La Compagniateatrale “I Burloni” di Montefiascone, ha aperto lasua stagione teatrale 2015 a Vallerano, martedìprossimo 27 luglio con inizio alle ore 21,30 conl’allestimento in scena della pièce teatrale diFausto Galassi “Tutta colpa delle pillole”.

Un anno di prove intessuto da tante fatiche eda tanti sacrifici, troverà ora il suo naturale e,speriamo applaudito coronamento sui palcosce-nici della Tuscia e della vicina Umbria, all’inse-gna dell’ilarità e dell’allegria. E d’altronde quandoci sono di mezzo l’arguzia e la trama intrigante,fatta di veri e propri colpi di scena, del comme-diografo perugino Fausto Galassi, il divertimentoè assicurato.

Il povero Ignazio (alias Giuseppe Bracchi),normale, metodico e pedissequo bidello pressola scuola media Giovanni Pascoli, è trascurato intutti i sensi dalla propria moglie Nunzia (alias l’in-faticabile attrice e regista della Compagnia,Gianna Scoponi), tanto che per riconquistare la

propria felicità coniugale e sessuale non trova dimeglio che affidarsi alla geniale trovata dell’ami-co Annibale (alias Davide Guerrini), il quale glipropina, per la modica cifra di 300 euro, l’acqui-sto di due scatole di pillole, il cui nome è già tuttoun programma: Sex-moment.

Da quel momento, la famiglia del poveroIgnazio si troverà coinvolta in un vero e proprio...terremoto. A cominciare dal focoso bidello perfinire all’amico Annibale, si creeranno tutta unaserie di gag esilaranti, che coinvolgeranno, loromalgrado una serie di incolpevoli e simpatici per-sonaggi: dal preside della scuola media,Terenzio Simonetti (alias Giuseppe Nunziati),all’amica della moglie di Ignazio, Claretta (aliasSabrina Eusepi), dal figlio di Ignazio, Luca (aliasLuca Grazzini), alla di lui fidanzata, Cristina (aliasSara Capotosto), dall’amico Annibale, anche luiinguaribile... pappagallo, per finire con Claretta(alias Monica Saraca) spasimante non corrispo-sta di Annibale, classica figura di inguaribile, itali-

co don Giovanni. Nel bel mezzo delle varie gustose scenette

dal sapore tutto nostrano, ci sarà posto ancheper la sparizione di un quadro di inestimabilevalore, un’opera impressionistica del Monnet,custodita in casa di Ignazio e della cui esistenza,peraltro, è del tutto ignorante ed inconsapevole,confuso e preso come è dalle sue smanie amoro-se.

Come finirà? Beh... adesso non chiedetecitroppo. Appuntamento a Vallerano martedì pros-simo. E per i ritardatari, ci saranno a disposizionealtre date: il 2 agosto a Porano, il 12 agosto aMarta, il 13 agosto a Montefiascone, nell’ambitodella 57ª Fiera del Vino ed il 14 agosto, vigiliadella notte delle stelle cadenti e degli annessidesideri, in quel di San Lorenzo Nuovo.

I Burloni vi aspettiamo numerosi, con tantavoglia di... divertirsi e di divertirvi. Mentre un par-ticolare in bocca al lupo va ai tre giovani esor-dienti della Compagnia: Davide Guerrini, LucaGrazzini e Sara Capotosto.

G.B.

Grazie, Papa Francesco per l’Enciclica “Laudato si’”.Tutti ti ringraziamo, così pure l’intero creato lo fa, e non per

ultima, la nostra Madre Terra.Il ringraziamento vale per le parole espresse, per gli accorati

accenti ed inviti destinati ai vari Governi, con particolare riguardoa quelli delle “Grandi Potenze”. È un ulteriore sprone per dareinizio ad una nuova era, in cui non ci sia più l’attuale, abissaledifferenza tra l’occidente e le altre culture. I Popoli maggiormentesviluppati non potranno dimenticare quelli che non sono allostesso livello ed anzi, costituirà un sacro dovere farlo, miglioran-do il tenore di vita di tantissimi nostri fratelli spesso così basso,che mangiano, quando possono e non sempre, una volta al gior-no... Sarebbe una vera lotta contro il denutrimento di molti popo-li, un sollievo per loro il constatare l’interessamento sempre piùevidente, non solo con altisonanti parole, ma fattivo dei popoli,cosidetti “ricchi”, nei confronti degli altri.

Da ciò scaturiscono molteplici problemi che devono essereaffrontati tutti uniti perché questa sperequazione tra le genti, siattenui fino a cessare. È dovere delle Nazioni evolute tutelareeprodurre cibi, nelle stesse terre dove ci sono persone indigenti e,comunque, in condizioni di bisogno. Si deve contribuire a limitarela deforestazione che sta riducendo di molto i “polmoni verdi” dacui attingere l’ossigeno necessario per vivere nel nostro mondocosì inquinato. Ecco allora che scaturisce il problema di cercaredi eliminarlo il più possibile attenuando, mediante i dovuti mezzi,l’eccessiva produzione di anidride carbonica, responsabile siadei cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo che dello“smog” che appesta il pianeta, ricadendo poi, con le precipitazio-ni meteoriche, sulla terra inquinandola e, con ciò, avvelenandogli stessi cibi di cui ci nutriamo. Se poi a questo si aggiungono ifitofarmaci che vengono usati a dismisura, e non contenti, anchedei più volte citati, additivi chimici degli alimenti, cosa ne puòvenir fuori se non un terribile cocktail che spesso, purtroppo,dobbiamo mangiare per nutrirci con conseguenze anche assaigravi per la salute di tutti.

È un dovere delle autorità competenti, vigilare sul buon usodi tali prodotti, che si adoperano indiscriminatamente pur di ven-dere.

Se stiamo, parlo di noi consumatori, bene, se la nostra salutenon viene intaccata dai vari prodotti chimici che ci costringono, inpratica, ad ingerire, noncuranti delle gravi conseguenze megliocosì, ma bisogna migliorare soprattutto i cibi che ingeriamo.

Tutti possiamo dare un valido aiuto alla realizzazione della“LAUDATO SI’”... Dovere per ognuno è andare ben oltre delleGrandi Potenze perché sarebbe altrimenti inutile lamentarsi deighiacci polari che si stanno sciogliendo, dei ghiacciai alpini ormairidotti a pochissimi, dell’aria che si fa sempre più irrespirabile senon si forma una comune, e ritorno con ciò all’Enciclica in ogget-to. Bisogna partire da questa solida base e costruire una ciclopi-ca, ideale, casa comune, da cui nessuno venga escluso e ci sisenta davvero fratelli, collaborando assiduamente l’uno per l’altroe tutti per un nuovo “pianeta vivibile”.

Tutt’è ad iniziare bene. Ed è con una buona partenza che sisuperano le difficoltà ma... necessita darsi da fare molto!

Paparello Gianluigi

Grazie, Papa Francescoper la “Laudato si’”

TUTTA COLPA DELLE PILLOLE

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 14

E’ giunto il momento di sciogliere le vele (2 Tm. 4,6)

Loffredo Antonio19.3.30 - 24.06.15

Pascucci MargheritaVed. Taddeo

16.2.36 - 21.07.15È il voltosorridente diA n t o n i oLoffredo che daalcuni annirisiedeva aMontefiasconeinsieme allamoglie Lidia.

Ha dedicatotutta la sua vitaal lavoro e allasua famiglia,alla quale hatrasmesso i lsenso del dove-re, della lealtà,onestà e del rispetto del prossimo.

In questi ultimi tempi dedicava gran parte dellasua giornata alla preghiera, specialmente dopo lamorte del figlio Raffaele, avvenuta alcuni anni fa.

Ora dal cielo, insieme a Raffaele, proteggerà lamoglie Lidia, i figli Angelo e Mary e le adorate nipotiChiara, Francesca e Raffaela.

Rimane per sempre nel cuore dei suoi cari.

Dopo 69 anni di vita trascorsa insieme allatua sposa Annita e nonostante l ’amorecostante delle tue figlie che ti hanno assistitoassiduamente e amorevolmente fino alla finedei tuoi giorni, l’hai voluta raggiungere per riu-nirti insieme a lei, lasciandoci un vuoto incol-mabile.

Sei e sarai sempre vivo nei nostri cuori.

Le tue amatissime figlie Margherita e M. Antonietta

BevilacquaFabrizio

17.2.70 - 29.09.14

Il suo ricordo di donna semplice ed onesta

rimanga vivo nel rimpianto della sua famiglia

e di quanti la conobbero e l’amarono.

Consolatevi con me voi tutti che mi eravatatanto cari. Io lascio un mondo di dolori per unregno di pace. (S. Caterina da Siena)

I tuoi fratelli e sorella

Ciao Frabrizio,tu che sei stato, sei e sarai sempre il

nostro riferimento più valido, la nostraforza, il nostro amore, stacci vicino.

Aiutaci a capire ed a sopportare la tuascomparsa così improvvisa e tanto prema-tura, aiutaci a vivere.

Tutti i tuoi cari

L’onestà fu il suo idealeil lavoro la sua vita

la famiglia il suo affetto.I suoi cari ne serbano nel cuore

la memoria.I familiari

Una volta si cantava in latino. Oggi non si reci-ta più neppure in italiano.

1. Giorno dell’ira quel giorno,quando il mondo diverrà cenere,come annunziarono Davide e la Sibilla.

2. Quale spaventoall’apparire del Giudice,che su tutto farà un esame severo.

3. Una tromba, con un suono inauditotra i sepolcri delle nazionitutti sospingerà davanti al trono.

4. Stupefatte saranno Morte e Naturaquando ogni creatura risorgeràper rispondere a colui che giudica.

5. Sarà portato un libro scrittoin cui tutto è annotatoper giudicare il mondo.

6. Quando il giudice si sarà assisotutto ciò che era nascosto apparirà e nulla resterà impunito.

7. Che dirò allora io, misero?a quale avvocato mi appelleròse a mala pena il giusto è sicuro?

8. Re di tremenda maestàche salvi per la tua grazia,salvami, o fonte di misericordia.

9. Ricordati, o pio Gesùche io sono la cagione del tuo cammino:fa’ ch’io non mi perda quel giorno.

10. Cercandomi, ti sedesti stancoe mi redimesti, soffrendo sulla croce:tanto dolore non sia vano!

11. Giusto giudice vendicatore,concedimi la grazia della remissioneprima del giorno della sentenza.

12. In quanto reo mi lamento,il mio volto arrossisce per la colpa:risparmia chi ti supplica, o Dio.

DIES IRAE

Bacchiarri Aldo18.11.20 - 28.06.15

Ranucci Benito

Clementi Angelo15.12.28 - 25.06.15

C’è giunta la notizia della morte di BenitoRanucci, ma senza l’anno di nascita e l’anno dimorte, né qualche cosa riguardante la sua vita.

Pubblichiamo lo stesso ma per dirvi di fornircialmeno le cose essenziali d’una persona.

Preghiamo per lui come per tutti i nostrimorti.

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 15

Presentato il progetto di telesoccorsoÈ stato presentato mercoledÏ 22 luglio presso la sala consiliare del

Comune di Montefiascone, il progetto di telesoccorso e teleassistenzache prenderà avvio nel comprensorio del distretto Vt/1. A presentare ilservizio l’assessore ai servizi sociali del Comune di MontefiasconeGiulia Moscetti, i rappresentanti della Regione Lazio dottor Cianchi edottor Onofri ed il dirigente del V settore del Comune AlessandroSciuga.

A prendere la parola è stata l’assessore Giulia Moscetti, che dopoaver ringraziato i presenti ha aggiunto: “Il progetto di telesoccorso e diteleassistenza, h 24, che presentiamo è stato finanziato dalla regioneLazio ed è rivolto alle persone sole che hanno bisogno di aiuto e disostegno. Attraverso un semplice modulo di domanda che può esserereperito presso gli Uffici del V Settore del Comune di Montefiascone oin tutti nei Comuni del Distretto Vt/1 o presso l’attuale gestore VillaSerena srl oppure scaricandolo dal sito del comune, si potrà richiedere

gratuitamente un apparecchio che verrà installato a casa senza alcuncosto e tramite questo si potrà richiedere solo premendo un pulsanteaiuto in caso di necessità. Il progetto, per un ottimo avvio, ha bisognodell’aiuto di tutti dai comuni, alle associazioni e ai medici di base; l’ap-palto per la gestione della sala operativa è stato vinto dalla società VillaSerena srl che sicuramente effettuerà un servizio efficace, efficiente eprofessionale”.

I rappresentanti regionali Cianchi ed Onofri hannoillustrato l’iter del progetto ricordando che Montefiasconeha sfruttato l’opportunità dei fondi del Psr e del Pit (PianoIntegrato territoriale) riferito al periodo 2007-2013 otte-nendo un finanziamento di 308mila euro. AlessandroSciuga, responsabile del V settore del Comune diMontefiascone, ha spiegato la valenza del progetto sof-fermandosi su alcuni punti particolari: “Il progetto è infase di attuazione, e sarà nostra cura far diventare que-sto servizio, nei suoi primi 18 mesi, da utile a necessario.Per la prima volta il nostro territorio ha un servizio di que-sto tipo che avrà ripercussioni positive sia in termini assi-stenziali che occupazionali. Infatti la tendenza attuale,per quanto concerne gli anziani, non è più l’ospedalizza-zione ma il mantenimento a domicilio. Per quanto riguar-da l’avvio del servizio,Villa Serena è una garanzia e unapporto fondamentale sarà quello della Asl, ma anche deimedici di base e dell’associazionismo”. Infine è intervenu-to il presidente del consiglio d’amministrazione diVilla Serena, Maurizio Paradiso: “Il servizio ha unanotevole utilità. Villa Serena, in quanto società partecipa-ta al 51% dal Comune di Montefiascone e per il 49% da

privati, ha partecipato al bando che poi ha vinto presentando la miglioreproposta. La struttura ha 140 posti in casa di riposo e 80 in rsa e stia-mo cercando di ragionare per migliorare i servizi per creare eccellenzeper la cura delle patologie degli anziani. Ci impegneremo a fornite unservizi efficace. Siamo già operativi, la sala operativa è a posto, ed inquesta prima fase iniziale il servizio verrà avviato dal personale dellastruttura di Villa Serena, e poi in base alla risposta dell’utenza, avviere-mo le assunzioni, tutto in perfetta trasparenza e nella legalità”.

Si è svolto domenica 2 agosto il 2° trofeoEst! Est!! Est!!! Città di Montefiascone patroci-nato dal Comune presso il MiniautodromoFontanelle riservato ad automodelli elettrici.Alle gare, sempre molto entusiasmanti, hannoaderito ben trentadue concorrenti provenientida Roma, Civitavecchia e naturalmente dallaprovincia di Viterbo. Due le categorie in gara:touring e formula. La competizione ha avutoinizio la mattina con le batterie di qualifica, pro-seguendo poi dal primo pomeriggio con le fasifinali. Nella categoria touring, che ha visto alvia venti concorrenti, si è imposto il giovane

viterbese De Cesare dopouna lotta serrata con i lromano Cola che é giuntosecondo. Terzo classificatoFabiani sempre di Roma.Nella categoria formulaha vinto Manciocchi diRoma seguito da Morgagni,sempre di Roma e daCassarino di Faleri.

Alla fine della splendidagiornata di modell ismo,dove ha fatto da padrone il

divertimento oltre che il caldo, il vice sindacoFernando Fumagalli ha presenziato alla pre-miazione con la consegna dei trofei ai primiclassificati e per tutti l’immancabile Est! Est!!Est!!!

Fernando Fumagalli aggiunge: “Rivolgo imiei più vivi complimenti all’a.s.d. Rce ModelTuscia per la perfetta organizzazione di questegare e per la nutrita partecipazione di piloti e dipubblico al fine anche di promuovere l’immagi-ne di Montefiascone. Ormai da oltre un anno,presso il miniautodromo di Montefiascone l’as-sociazione presieduta da Carlo Silvestri orga-nizza bellissime manifestazioni di ambito moto-ristico per tutto l’arco dell’anno. Anche in que-sto modo si valorizza la città di Montefiascone.Un grazie di cuore anche a tutti i partecipantiche in ogni gara regalano sempre grandissimeemozioni al pubblico presente”.

2° Trofeo Est! Est!! Est!!! Città di Montefiascone

pag. 16 LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015

SALITA E LOCANDA QUINTARELLI / 1ª partedi Normando Onofri

Nel 1824 Vincenzo Quintarelli, figlio di Bonaventura, si trasferì daBagnorea a Montefiascone dove intendeva costruire e gestire una nuovalocanda. Per realizzare questo desiderio, al suo arrivo in città chiese allaComunità che gli fosse concesso in enfiteusi “un terreno situato sullastrada corriera nel sito detto la Strada Croce, poco lungi dalla porta diquesta Città”, della grandezza di circa due “misurelle”, contro il paga-mento di un canone annuo, allo scopo “di fabbricarvi un locale ad usoOsteria e scuderia”. Considerati i vantaggi che da tale nuova attivitàpotevano derivare alla popolazione, la Delegazione Apostolica, in data23 maggio 1824, confermò l’assenso municipale. L’impegno di costruire una nuova osteria fu regolato tra il Gonfalonieredi Montefiascone Paolo Battiloro ed il Quintarelli con atto pubblico del7 dicembre 1824. Il contratto stabiliva la concessione da parte delComune di un terreno in enfiteusi perpetua per discendenza “maschinae femminina” al fine di fabbricarvi una locanda ad uso osteria dietro lacorrisposta di un canone annuo di uno scudo, restando a carico dell’enfi-teuta tutte le imposizioni presenti e future, sia sul fondo, sia sulla nuovacostruzione. Il Quintarelli, oltre ai citati aspetti burocratici, doveva ancheconcedere, nella parte di terreno che prendeva in enfiteusi e che eraconfinante con altro della Mensa Vescovile, denominata laPossessione, una strada di passaggio “di larghezza non minore dipalmi quattordici”. Il terreno concesso per la costruzione dell’osteria si trovava, come detto,lungo la Strada Croce, nei pressi della Città. Circa duecento anni fa,con quel nome s’indicava una strada che dai pressi dell ’areaBorgonicchio/Verentana si dirigeva verso la fonte del Castagno, per ter-minare nella parte finale dell’odierna Via G. Contadini, al crocevia perStazione/Riposo/Commenda.

Dov’era ubicata esattamente la locanda Quintarelli? Sappiamo che ilpercorso per raggiungerla era in forte pendenza sotto l’area del BorgoMinore (Borgonicchio) / Via S. Lucia (Verentana) tanto che la stradaprese facilmente il nome di “Salita (o discesa) Quintarelli” e con quelnome fu conosciuta per lungo tempo.A risolvere il dilemma aiutano due diverse mappe, entrambe datate1829, riconducibili ad un’unica certezza. Si conosce che la parte inizialedella “discesa Quintarelli” si trovava esattamente dove ancora adesso èsituato l’innesto tra il Borgonicchio con Via Verentana. Lì dove ancheoggi insiste un piccolo passo pedonale, all’epoca c’era uno spazio dalquale si dipartivano due strade opposte che consentivano di scendere adestra, direzione S. Francesco, oppure verso sinistra, direzione dellaStrada Cassia. Per quanto sopra, si può desumere che la locandaQuintarelli fosse ubicata verosimilmente nell’area dell’attuale ViaOdoardo Golfarelli e, dunque, che la salita (o discesa) Quintarelli era lastrada che, come riportato in mappa, dalla Verentana scendeva versosinistra.Come da contratto, il Comune concesse il terreno e, in esecuzione agliaccordi, l’osteria fu costruita ed ebbe annessa la relativa scuderia. Inpoco tempo la nuova “Locanda Quintarelli” divenne molto famosa efrequentata. Fu apprezzata soprattutto per gli spazi disponibili, per laprossimità alla fonte del Castagno, la vicinanza alla città e la possibilitàdi ospitare anche con breve preavviso le truppe di passaggio. Gli ufficia-

li, invece, pre-f e r i v a n oessere ospi-tati al centrocittà presso leabitazioni dii m p o r t a n t ifamiglie chenon disde-gnavano queltipo di acco-glienza. N e l l ’ a n n o1833 l’Ufficiodel Catastolamentò chel’immobile delc a p o s t i p i t eQ u i n t a r e l l iV i n c e n z o“sulla stradanova”, fosseancora a suonome nono-stante la suamorte e nonintestato allav e d o v aQ u i n t a r e l l iRosa, legitti-ma usufrut-t u a r i a 1 .L’attività del-l’osteria pro-s e g u i v acomunque molto attivamente tanto che nel 1840 risulta essere divenutaaggiudicataria dell’appalto comunale per la concessione di alloggio sta-bile alle truppe. In aggiunta all’appalto, accadeva sempre più spesso chela locanda alloggiasse truppe di passaggio o in soprannumero e quindigli affari andavano benissimo. L’attività della locanda, inoltre, non si limitava alla sola ristorazione,mescita di vino, acquartieramento di truppa, letti e paglia. L’eredeAntonio Quintarelli svolgeva anche numerose mansioni di carrettieresempre al servizio dei reggimenti in transito (trasporto vettovaglie, arma-menti, soldati feriti, ecc.) che egli si prestava ad effettuare con costi acarico del Comune. Pur di guadagnare, ad esempio, il locandiere diede ilproprio assenso (1867) ad attrezzare e utilizzare un locale della sualocanda per ospitare e disinfettare tutte le persone isolate provenienti dafuori città, sospette di essere portatrici di “morbo asiatico”2.Non sempre le cose andarono bene poiché, ad esempio, l’11 settembre1870, quando le truppe papaline fuggirono frettolosamente daMontefiascone per il previsto arrivo dei piemontesi guidati da Nino Bixio,furono confiscati molti carri e bestie per portar via quanto più possibile ead Antonio Quintarelli furono requisiti quattro cavalli. Nella conduzione della sua locanda, l’oste Antonio Quintarelli dimostròdi essere un valido e intraprendente imprenditore poiché fu tra i primi avoler istituire un servizio di trasporto fisso tra Montefiascone e Viterbo.Con richiesta dell’ottobre 1873 egli chiese al Comune di poter effettuareun servizio stabile di andata e ritorno per Viterbo e viceversa, da effet-tuarsi il lunedì, giovedì e sabato, al costo di £ 1,25 per singola tratta e £2,25 per “gita e ritorno”. L’accettazione di quella proposta gli avrebbecomportato una grossa spesa per formare un legno (carrozza) decorosocon buoni cavalli ed i viaggiatori avrebbero avuto un risparmio di £ 0,75sui prezzi correnti. Il servizio, che sarebbe diventato pubblico con orariregolati dal Comune, avrebbe consentito il disbrigo degli affari correnti esarebbe stato anche un “onore per il paese”. L’inizio dei trasporti eraprevisto il primo gennaio 1874 ed avrebbe gravato sull’erario comunaleper £ 20/25 mensili, ma il Consiglio, esaminata la proposta, deliberò dirinviare l’accettazione a tempi più opportuni considerata la ristrettezzafinanziaria del Municipio.

(segue)[email protected]

1 Catastini anno 1833. ASCM2 ASCM - Cart. 887/P.

Riproduz. Mappa anno 1829, catasto gregoriano. La strada che scende a sinistra prosegue quasi direttamente per incrociarsi

con la Cassia e s’intravede l’inizio della Verentana. Cortesia di G. Breccola.

Riproduz. Mappa anno 1829 Roma. Molto evidente è il semicerchio di fronte alla Porta di S. Luciaper scendere alla locanda Quintarelli. Cortesia di G. Breccola.

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 17

“Est Film Festival: primo assoluto nella graduatoria del Bando contributi della Regione Lazio”

A comunicare questa importante notizia è il sindaco di MontefiasconeLuciano Cimarello che aggiunge: “In attuazione della legge regionale n.2 del 13 aprile 2012, la Regione Lazio con D.G.R. 424/2015 ha approva-to la graduatoria regionale degli interventi da realizzare nell’anno 2015,nell’ambito del settore audiovisivo, nella quale risultano 33 progettiammissibili a contributo. Questa graduatoria vede Est Film Festival aprimo posto in solitaria, con un punteggio di 40/40, il massimo previstodal Bando, e con il relativo contributo economico assegnato di 30.000Euro. La grande fiducia che la Regione Lazio ha nei confronti delFestival di Montefiascone, rinforza e nobilita tutto il lavoro svolto fin qui estimola intensamente l’organizzazione e l’intera città di Montefiascone,pronta nel 2016 ad ospitare una decima edizione di Est Film Festivaldavvero indimenticabile. Questa notizia mi ha riempito di gioia e di orgo-glio, soprattutto perché l’amministrazione che io rappresento ha fin dall’i-nizio creduto nelle potenzialità di questa manifestazione sostenendola,proteggendola ed incentivandola in tutti i modi”.

“L’Est Film Festival è iniziato nel 2007 - spiega il primo cittadinoCimarello - fin dalla prima edizione la Regione Lazio ha creduto forte-mente in questo progetto culturale, assegnando da subito un contributoimportante, come previsto dal Bando della legge regionale n. 2 del 13aprile 2012, che ogni anno assegna un contributo ai Festival cinemato-grafici dopo aver stilato una graduatoria di merito, basata su punteggi ecriteri estremamente precisi e qualitativi. Per nove anni consecutivi, lasocietà Arcopublic s.r.l., produttrice ed organizzatrice dell’Est Film

Festival, ha partecipato e vinto il Bando della Regione Lazio, ottenendopiazzamenti importanti, sempre tra le prime 10 manifestazioni del Lazio,e quindi ottimi punteggi nella relativa graduatoria. Il Bando regionaleogni anno sostiene le iniziative per la promozione e la valorizzazione delpatrimonio audiovisivo, con particolare attenzione a quelle realtà culturaliimpegnate nella realizzazione di grandi e piccoli eventi, laboratori e pub-blicazioni destinati allo sviluppo di una conoscenza critica nelle nuovegenerazioni sulla evoluzione del linguaggio cinematografico ed audiovisi-vo; di iniziative che prevedono l’uso del cinema e degli audiovisivi comemomento di prevenzione del disagio sociale e della marginalizzazione; diiniziative riguardanti festival e rassegne di cinema italiano, europeo einternazionale di qualità; di iniziative di promozione e diffusione di video,cortometraggi e documentari, realizzati considerando i nuovi linguaggiespressivi e la possibilità di produzione e distribuzione a basso costoofferte dalle nuove tecnologie e dai supporti digitali”.

“Un grande plauso per i traguardi fin qui raggiunti - conclude il sinda-co - va agli organizzatori, in primis al direttore esecutivo VanielMaestosi e al direttore artistico Glauco Almonte, e allo staff che ognianno lavorano in perfetta sinergia ed in maniera egregia per la perfettariuscita della manifestazione che dà lustro alla città di Montefiascone”

Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.estfilmfesti-val.it.

Il mese diagosto appe-na trascorsoè stato unmese “ricco”per l ’avislocale; riccoperché cisono state

tante donazioni di sangue e agli eventi organizzati c’èstata una grandissima partecipazione. Ma andiamo perordine. Nelle quattro giornate dedicate alle donazioni disangue, i Montefiasconesi hanno risposto alla grande,infatti sono state fatte 91 donazioni di sangue intero e 4di plasma.

Alla CORSA PER LA VITA hanno partecipato circa190 atleti provenienti da varie regioni, corsa “arricchita”dalla partecipazione del Campione del Mondo dei 100 km,inoltre c’è stata una nutritissima partecipazione di pubbli-co. I biglietti della LOTTERIA AVIS sono stati tutti venduti,un sentito ringraziamento a chi li ha acquistati.

Domenica 23 abbiamo celebrato la 34ª FESTA DELDONATORE, iniziata con le donazioni di sangue a cuihanno fatto seguito la Santa Messa, presso la Chiesa diSan Bartolomeo, officiata dal Vescovo S.E. MonsignorLino FUMAGALLI. Dopo la Santa Messa, in corteo, cisiamo recati presso il Monumento ai Caduti per la deposi-zione di una corona d’alloro in onore di quanti hanno ver-sato il proprio sangue, per la Libertà, la Giustizia, ilDovere, il Servizio, il Lavoro e per atti Eroici. Dopodichéc’è stato l’incontro conviviale presso il Ristorante Isola Blual lago. Alla festa hanno partecipato le autorità cittadine esvariate Associazioni e Comitati del territorio, inoltreabbiamo avuto la presenza di 68 consorelle provenientidalla nostra provincia, dalle province di Rieti, Roma,Latina e Frosinone; dalla Regione Veneto, Liguria, EmiliaRomagna, Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Molise,Puglia e Campania.

In serata, a piazza Frigo, si è tenuto il Concerto dellaFANFARA DELLA POLIZIA DI STATO, esibizione fanta-stica, con la presenza di un nutritissimo e attento pubbli-co. Un sentito ringraziamento a quanti hanno collaborato,a vario titolo, con l’avis comunale di Montefiascone.

In questo mese di settembre le giornate dedicate alledonazioni sono tre: lunedì 7, lunedì 21 e sabato 26; il 21 sipotrà donare anche il plasma.

Per l’avis comunale MontefiasconeCarlo GIANVINCENZI

Inform Gratitudine sincera per un ricordo paternoGentile signor Sindaco,desidero ringraziarla pubblicamente per aver ricordato, in occasione della comme-moriazione ai defunti di tutte le guerre che si è tenuta il 28 giugno nella chiesa diMontedoro, anche la morte di mio padre Salvatore Paoletti.Era il 6 giugno 1944 quando io stessa l’ho trovato morto, ucciso dai tedeschi all’etàdi trentasette anni. Mia madre allora aveva trenta anni e io ne avevo undici, secondadi quattro figli fra cui il più piccolo di sette. La nostra vita da allora è cambiata persempre.Porto con me il ricordo confuso di quei giorni quando sentivo parlare di come fareper salvare il ponte sulla Cassia minato dai tedeschi: il ponte si è salvato, mio padreno. L’amore per la patria lo aveva reso partigiano, ma non credo che in questo modoavrebbe potuto lasciarci per sempre. Come può immaginare la memoria di quel cheaccadde è rimasta indelebile dentro di me e, a distanza di tanti anni, sono orgogliosadi aver avuto un padre eroico, ma porto anche il rimpianto di averlo perduto così pre-sto. Oggi in qualche modo mi consola sentirlo ancora ricordato.Con gratitudine

Fabiola Paoletti

Il giorno 27 agosto D.Luciano ha compiuto anni70 di vita (1945-2015).

Attualmente è DecanoParroco della Basilica di S.Margherita e continua adessere parroco della par-rocchia più popolosa diMontefiascone, S. Flaviano,aiutato dal giovane collabo-ratore D. Marco. D. Marcoera suo chierichetto quandoera parroco nella parroc-chia di S. Barbara aViterbo, quindi è cresciutocon lui giungendo al servizio. Che belli vederli sempre insieme come due anime gemelle,portando avanti l’attività delle due comunità: S. Margherita e S. Flaviano.

Complimenti D. Luciano! Chi te li darebbe gli anni che hai? Con il tuo “fiocchetto bian-co” in testa sei sempre giovanile e scattante. Ti facciamo gli auguri più belli per i tuoi 70anni, portati così bene! da “giovincello”!

L’impresario di “gola” ormai in pensione, il sig. Enzo Bronzetti insieme alla sposaRita, ha voluto invitare D. Luciano, D. Marco e l’emerito D. Agostino ad un lauto ban-chetto nel rinomato ristorante “L’incontro”, in località “Le Guardie”, gestito da un suo figliosig. Vincenzo, mentre l’altro figlio più giovane sta portando avanti il ristorante “Da Rita”alle Grazie.

Chi glieli darebbe?

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 18

Cari Ministranti, buonasera!Vi ringrazio per la vostra numerosa presenza,

che ha sfidato il sole romano d’agosto. Ringrazio ilVescovo Nemet, vostro Presidente, per le parolecon cui ha introdotto questo incontro. Vi siete postiin cammino da diversi Paesi per il vostro pellegri-naggio verso Roma, luogo del martirio degliApostoli Pietro e Paolo. È significativo vedere chela prossimità e familiarità con Gesù Eucaristia nelservire all’altare, diventa anche l’occasione peraprirsi agli altri, per camminare insieme, per sce-gliere mete impegnative e trovare le forze per rag-giungerle. È fonte di autentica gioia riconoscersipiccoli e deboli ma sapere che, con l’aiuto di Gesù,possiamo essere rivestiti di forza e intraprendereun grande viaggio nella vita in sua compagnia.

Anche il profeta Isaia scopre questa verità, valea dire che Dio purifica le sue intenzioni, perdona isuoi peccati, risana il suo cuore e lo rende idoneo asvolgere un compito importante, quello di portare alpopolo la parola di Dio, divenendo strumento dellapresenza e della misericordia divina. Isaia scopreche, ponendosi con fiducia nelle mani del Signore,tutta la sua esistenza ne viene trasformata.

Il brano biblico che abbiamo ascoltato ci parlaproprio di questo. Isaia ha una visione, che gli fapercepire la maestà del Signore, ma, al tempostesso, gli rivela quanto Egli, pur rivelandosi, riman-ga distante. Isaia scopre con stupore che è Dio afare la prima mossa - non dimenticatevi questo:sempre è Dio a fare la prima mossa nella nostravita - scopre che è Dio ad avvicinarsi per primo;egli si accorge che l’azione divina non viene impe-dita dalle sue imperfezioni, che è unicamente labenevolenza divina a renderlo idoneo alla missio-

ne, trasformandolo in una persona del tutto nuovae quindi capace di rispondere alla sua chiamata edire: “Eccomi, manda me” (Is 6,8).

Voi oggi siete più fortunati del Profeta Isaia.Nell’Eucaristia e negli altri sacramenti sperimentatel’intima vicinanza di Gesù, la dolcezza ed efficaciadella sua presenza. Non incontrate Gesù postosu un irraggiungibile trono alto ed elevato, manel pane e nel vino eucaristico, e la sua Parolanon fa brirare gli stipiti delle porte ma le cordedel cuore. Come Isaia, anche ciascuno di voi sco-pre che Dio, pur facendosi in Gesù vicino e chinan-dosi con amore verso di voi, rimane sempreimmensamente più grande ed oltre le nostre capa-cità di comprenderne l’intima essenza. Come Isaia,

anche voi fate l’esperienza che l’iniziativa è sempredi Dio, poiché è Lui che vi ha creati e voluti. È Luiche, nel battesimo, vi ha resi nuove creature ed èsempre Lui ad attendere con pazienza la rispostaalla sua iniziativa e ad offrire perdono a chiunqueglielo chiede con umiltà.

Se non opponiamo resistenza alla sua azioneEgli toccherà le nostre labbra con la fiamma delsuo amore misericordioso, come fece con il profetaIsaia e questo ci renderà idonei ad accoglierlo e aportarlo ai nostri fratelli. Come Isaia, anche noisiamo invitati a non rimanere chiusi in noi stessi,custodendo la nostra fede in un deposito sotterra-neo nel quale ritirarci nei momenti difficili. Siamoinvece chiamati a condividere la gioia di riconoscer-si scelti e salvati dalla misericordia di Dio, ad esse-re testimoni che la fede è capace di dare nuovadirezione ai nostri passi, che essa ci rende liberi eforti per essere disponibili e idonei alla missione.Com’è bello scoprire che la fede ci fa uscire da noistessi, dal nostro isolamento e, proprio perchéricolmi della gioia di essere amici di Cristo Signore,ci fa muovere verso gli altri, rendendoci natural-mente missionari! Ministranti missionari: così vivuole Gesù!

Voi cari ministranti, più sarete vicini all’altare,più vi ricorderete di dialogare con Gesù nella pre-ghiera quotidiana, più vi ciberete della Parola e delCorpo del Signore e maggiormente sarete in gradodi andare verso il prossimo portandogli in dono ciòche avete ricevuto, donando a vostra volta conentusiasmo la gioia che vi è stata donata.

Grazie per la vostra disponibilità a servire all’al-tare del Signore, facendo di questo servizio unapalestra di educazione alla fede e alla carità versoil prossimo. Grazie di aver anche voi iniziato arispondere al Signore, come il Profeta Isaia:“Eccomi, manda me” (Is 6, 8).

Il Papa invita i chierichetti ad essere missionari per rispondere all’iniziativa di Dio

Chi fa la prima mossaP.zza S. Pietro, martedì pomeriggio4 agosto

Dopo i l successodella manifestazione “Leauto d’epoca incontranola moda e la poesia”,l’Associazione Perled’Autore con il patroci-nio del Comune diMontefiascone, dellaProvincia di Viterbo,dell’ Avis e dell’asso-ciazione SolidarietàFalisca Montefiasconetorna a deliziarci con unaltro evento in cui la poe-sia continua a farsi filoconduttore e parola-lega-me di un evento dalcarattere multiforme, trapoesia pittura moda foto-grafia danza e musica.Un altro imperdibileappuntamento per dome-nica 6 Settembre, alleore 17.30, nel meravi-glioso scenario dellarocca dei Papi aMontefiascone un varie-gato team avrà l’occasio-ne di presentare una serata ricchissima di spunti e occasioni dense di rifles-sione e divertimento, con ampio spazio alla poesia insieme al nuovo libro diPatrizia Torri dal titolo “Pagine di vita attraverso il tempo”, un connubioperfetto legato all’emozione, in cui la bellezza delle varie arti troverà un’ar-moniosa fusione… Un appuntamento davvero imperdibile, deliziosa espe-rienza da condividere a cui non si può davvero mancare. A seguire saràpossibile degustare un delizioso buffet offerto dalla Pizzeria “Casti” e dalRistorante “La Commenda”.

Vi aspettiamo numerosissimi.Il Direttivo dell’Associazione Perle d’Autore

Pagine di vita attraverso il tempo

Il 25 aprile 2015 presso “La tenuta di Campolongo” in Bagnoregio,gestita da Francesca Porroni, si è svolta l’Assemblea dei soci dellaSociatà di Mutuo Soccorso di Montefiascone. Dopo la lettura dei bilan-ci annuali e le linee guida da adottare per il presente ed il futuro inmerito alla beneficenza, che è lo scopo della società, si è procedutoalla votazione per il rinnovo delle cariche sociali, dove sono stati ricon-fermati:Pierluigi Salmistraro - Presidente, Alberto Marchetti - VicePresidente, Mario Fetoni - Comitato Direttivo, Gianfranco Vittori -Cassiere.

Al termine tutti i convenuti si sono ritrovati ai tavoli del ristorante“La Tenuta” dove hanno apprezzato un lauto pranzo, in grande alle-gria e socialità. Sicuramente una giornata da ricordare, con la speran-za di un futuro migliore per tutti.

Il Comitato

Assemblea delMutuo Soccorso

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015 pag. 19

Amartya Sen premio Nobel Economia, per i suoistudi sulla scelta sociale, il welfare, l’approccio dellecapability, è una delle più autorevoli voci guida nelleimportanti questioni che riguardano povertà e inegua-glianze, nel suo libro “Povertà e Carestia” nel 1981 trat-tando di carestia e deprivazioni ha offerto la possibilità diguardare in maniera diversa alla questione della fameidentificandola chiaramente come un “problema econo-mico” e non solo come un problema di “mancanza dicibo”.

Sen in occasione di una conferenza a Milano durantela sua visita a Expò Milano 2015 ha sottolineato comepapa Francesco aiuti le persone a comprendere e discu-tere sui problemi e ad avere consapevolezza di moltequestioni sociali attuali. Sen ha detto che papaFrancesco “è l’unica persona in una posizione di autoritàriconosciuta e che aiuta le persone a ragionare su que-stioni che riguardano l’umanità”. “Non è solo il capo dellaChiesa cattolica, ma è anche il capo che parla per l’uma-nità”. Papa Francesco e Amartya Sen hanno portatoall’attenzione “l’idea del diritt al cibo” e di come apre laporta a ambiti di osservazione e aree che devono trovarespazio per azioni e soluzioni. Anche quest’anno AmartyaSen, uno dei più grandieconomisti del nostrotempo, professore allaHarvard University e desti-natario dei più importantiriconoscimenti internazio-nali, ha visitato il nostroPaese. A Milano ha parte-cipato a conferenze dovesono stati affrontati i tempidella sostenibilità e dellecrisi, della sicurezza delcibo, della “Nuova Agendaper lo Sviluppo”, di unaagricoltura sostenibile,della fame e delle carestie.

Sen ha cercato di spie-gare i l fenomeno dellecarestie attraverso il con-cetto del - diritto al cibo -tale concetto ha permesso di comprendere e spiegare leragioni o le fasi antecedenti, le caratteristiche alla basedelle carestie. Tale concetto chiama in causa il temadelle disponibilità di beni in generale e della disponibilitàdi cibo in particolare.

L’idea di base del diritto al cibo è estremamente sem-plice ed elementare. Poiché il cibo e gli altri beni o merci- non sono distribuiti gratuitamente, il loro consumo ingenerale, e l’abilità di consumare cibo in particolare,dipendono dal paniere di beni e servizi che le personerispettivamente sono in grado di procurarsi o comperare.In una economia di mercato la variabilità cruciale è laquantità di cibo che una persona può comprare sul mer-cato o possedere producendone la quantità autonoma-mente nel proprio appezzamento di terra. Ciò che si ha lapossibilità di comperare dipende dal livello di reddito, oda quello che possiamo vendere o dai servizi che possia-mo offrire e ottenerne un salario e così via, dipende dalnostro status e dalla nostra situazione occupazionale.

Dunque la fame e la mancanza di cibo è determinatadal fatto che le singole persone non hanno cibo a suffi-cienza - e non dalla mancanza di cibo in quantità suffi-ciente a sfamare popolazioni di un determinato paese oregione. La variabile cruciale da tener presente sono leattribuzioni, le capacità di acquisire e di disporre di panie-ri alternativi di beni. La fame e la denutrizione sonoessenzialmente il risultato della mancanza di un efficien-te sistema di attribuzioni, a cui si aggiungono carenza einadeguatezza delle infrastrutture sanitarie con tuttoquello che ne consegue in termini di gravi problemi allasalute, e i livelli di istruzione per il ruolo che il livello d’i-struzione riveste nell’ottenere un lavoro e dunque un red-dito. Gravi carenze nelle infrastrutture sanitarie pubblichee nel sistema della pubblica istruzione provocano nume-rosi danni e la diffusione della malnutrizione è uno diquesti.

A questo proposito ci sono le parole di papa

Francesco riproposte in occasione dell’udienza nella“Sala Clementina” con i partecipanti al la 39.maConferenza della Fao, l’Organizzazione delle NazioniUnite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. “In questa pro-spettiva spero che, nella formulazione di tali impegni, gliStati s’ispirino alla convinzione che il diritto all’alimenta-zione sarà garantito solo se ci preoccupiamo del suosoggetto reale, vale a dire la persona che patisce glieffetti della fame e della denutrizione. Il soggetto reale!”.

Il 2015, certo, potrebbe essere un anno particolar-mente significativo proprio per il convergere di tre grandiappuntamenti internazionali quali l’“Anno europeo per losviluppo”, l’Esposizione univerale di Milano e la definizio-ne dei nuovi obiettivi di sviluppo sostenibile. Il diritto alcibo dovrebbe essere uno dei punti fondamentali dellanuova “Agenda per lo sviluppo” con cui l’Onu definirà inuovi obiettivi del millennio, questo il tema fondamentale- rispondere all’imperativo di un accesso al cibo diritto ditutti.

Francesco ripete ancora come la povertà sia un pro-blema sociale a cui sia possibile dare soluzioni, e anchecome in altri contesti sia una questione strutturale doveoltre alle politiche sociali per fronteggiarla è necessario

che nelle relazioni interna-zionali la solidarietà vengatrasportata dal vocabolarioalle scelte della politica:“La politica dell’altro”.

Sen ha espresso,ancora, come sia necessa-rio comprendere in manie-ra più ampia come sianocollegate le varie causa, leimplicazioni per poter con-trollare e alla fine eliminareil flagello della fame nelmondo. Si tratta di collega-re una varietà di elementi“senza fermarsi agli slo-gan”, dice Sen, al contrariocomprendere come lequestioni economiche, larete di protezione medica,

e sociale, l’importanza delle scelte politiche abbiano rile-vanza nei fenomeni di fame endemica o carestie periodi-che nel mondo contemporaneo. E ancora la politica, lad-dove c’è una democrazia funzionante e processi demo-cratici, un governo è decisamente sotto scrutinio e criticaed è possibile far sì che processi sbagliati non vadanoavanti e causare sviluppo delle carestie, i cittadini posso-no indurre la politica ad attivarsi con politiche di redditocapaci di contrastare le situazioni a rischio. Ecco che l’i-dea del diritto al cibo apre di fatto la porta a considerazio-ni più complesse e interconnesse tra loro. Alla domanda,dunque, facendo un parallelo con le problematiche cheincontriamo oggi nel mondo occidentale, su quali sianogli strumenti che i cittadini hanno a disposizione perrichiedere e dunque generare maggior livello di attenzio-ne e azione politica sulle tematiche della responsibilità edella sostenibilità, delle crescenti diseguaglianze,Amartya Sen risponde che un modo per farlo è sicura-mente “quello di parlarne”, e “far sentire la propria voce”in quanto non c’è altro modo per farsi sentire che “richie-dere l’attenzione”. “Solo se le persone, i cittadini insiemerichiedono attenzione ecco che l’attenzione verrà, edecco perché il ragionamento e la mobilizzazione pubblicapuò essere importante”. “Quindi non vi è una soluzionediversa dal parlare, dal far sentire la propria voce, se si èfortunati di trovarsi in posizione autorevole sicuramente ilrisultato verrà più facilmente altrimenti bisognerà coaliz-zarsi, unirsi per far sentire la propria voce”.

E questa è la voce di Amartya Sen.

Per leggere l’articolo completo pubblicato su Vaticainsider:http://vaticaninsider.lastampa.it/documenti/dettaglio-arti-colo/articolo/francesco-francisco-francis-sen-41813/

http://vaticaninsider.lastampa.it/document/dettaglio-arti-colo/articolo/42485/

Francesco e Sen, la porta cheapre l’idea del diritto al cibo

di Carla Francini

(LA PRESSE) Carestia in Somalia

RoscioliniAzzolini Lucia12.12.07 - 03.08.15

Il prossimo dicembre 2015 il giorno12 avrebbe compiuto il suo 108° com-pleanno, un record difficilmente imitabi-le.

Eppure madre di 4 figli, nonna ebisnonna di un battaglione di nipoti,non si può dire che la vita se l’è presacomoda. Partita dalla sua città natale,Montefiascone, ha lavorato, ha portatoavanti una famiglia numerosa, ha siste-mato tutti i suoi figli e una delle sueultime pro nipoti la vediamo in fotogra-fia con lei mentre la guarda e, se anco-ra non può parlare, sta dicendole:brava nonna, bisnonna Lucia. Tiricorderemo sempre, perché anche ame hai permesso di nascere e sicura-mente vuoi che cresca bene fisicamen-te e con quei principi sani che hannoguidato la tua lunga esistenza.Salutami anche tuo marito e miobisnonno, che non ho potuto conosce-re, con il quale ora stai insieme goden-do il paradiso.

Non ci dimenticare, continua abenedirci come facevi su questa terra.

La campagna è troppo bellaper non essere ammiratamolto spesso si modellaper mostrarsi sempre grata.

I suoi prati verdeggiantile sue piante ornamentalivanno al pascolo gli armentianche con i temporali.

Con il sole e con la luna giorno e notte illuminatase c’è qualche nuvolonalei si sente un po’ turbata.

Nella notte silenziosaconfortata dalle stellementre il popolo riposasono accese le fiammelle.

Questa terra un po’ snobbatanon è sempre una cuccagnaè sempre bella lavoratasia in pianura che in montagna.

Che sia bella o che sia bruttala campagna da la frutta.

Vincenzo Severini

La campagna

LA VOCE - n° 9 - Settembre 2015pag. 20

Potete versare:--o

o

sul c.c. n° 1853/76 Banca Cattolica - Gruppo bancario Credito Valtellinesesul c.c. n° 537 Banca di Credito Cooperativo di Roma - Agenzia 176 - Via Card. Salotti, 21 - Montefiascone inviare tramite conto corrente postale n. 12158010 intestato Parrocchia S. Margherita - 01027Montefiasconeconsegnare ad Angelo Menghini presso il negozio in Via S. Lucia Filippini preoccupandovi di mettere il vostronome per essere inseriti nella rubrica “La Voce è grata ai suoi”.

PER COMODITÀ DEI LETTORI DE “LA VOCE”

Li riconoscete???Sono Franco

Cacalloro e MirellaCicoria.

I l 14 giugno 2015presso la chiesa di S.Maria in Montedorohanno voluto ricordare illoro 50° Anniversario dimatrimonio insieme allefiglie Tiziana e Laura con irispettivi mariti Paolo eMarco, i nipoti Simone eGioia, accompagnati datutta la famiglia Cacalloro,il fratello di Mirella, Igino ei numerosi amici.

Auguri cari Sposi e complimenti per il vostro traguardo di vita insieme!

Il giorno 17 luglio all’Ospedale diGrosseto è venuta alla luce AliceNocciolini. Sei arrivata come un rag-gio di sole, come una ventata di ariafresca, pulita. Sei un angelo scesodal cielo: un’immensa gioia permamma Federica Silvestri e papàFabio Nocciolini, i nonni Clara,Fabrizio, Gilberto, Luigina, tutti gli ziiin particolare le tre bisnonne Adriana,Gioconda e Livia.

Tutti insieme ti facciamo unmondo di auguri per una vita felice eserena.

Nuova coppia estiva!

Il 2 luglio a S. Margherita hanno feli-cemente coronato il loro sogno d’amoreDaniela Panichi e Montana LampoSimone con immensa gioia del lorogenitori Maria e Luigi, Giusi e Andrea.

Che meraviglia!

Convegno EcclesialeDiocesano

Reverendi e cari Presbiteri, Diaconi, Consacrati e Consacrate,nel pomeriggio dei giorni 9 - 10 - 11 Settembre p.v. ci ritroveremo

insieme a tutti i fedeli laici per il Convegno Ecclesiale Diocesano.È un evento di grazia in cui faremo esperienza di essere Chiesa-

Popolo di Dio tutta coinvolta nell’ascolto del Signore e del suo Spirito eprotesa in un rinnovato annuncio della persona di Cristo e del suoVangelo.

Notiamo in noi e nei nostri fedeli un senso di stanchezza e di smarri-mento di fronte al mutato clima spirituale e pastorale e alle sfide che civengono poste.

Papa Francesco ci ricorda che “la proposta cristiana non invecchiamai, Gesù Cristo può anche rompere gli schemi noiosi nei quali preten-diamo di imprigionarlo e ci sorprende con la sua costante creatività divi-na” (EG, 11); e che “in qualunque forma di evangelizzazione il primato èsempre di Dio che ha voluto chiamarci a collaborare con Lui, stimolan-doci con la forza del suo Spirito” (ib., 12).

Il Convegno ci aiuterà a sentire lo stimolo dello Spirito verso unapastorale missionaria che abbracci tutti i fedeli a noi affidati.

È il Signore che per primo ha preso l’iniziativa, l’ha preceduta nell’a-more, e ci aiuta a impegnarci senza paura “ad andare incontro, cercarei lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi.Osiamo un po’ di più di prendere l’iniziativa!” (EG, 24).

Chiedo a tutti di essere presenti al Convegno, con i fedeli laici,soprattutto quelli impegnati nella pastorale.

La Madonna della Quercia ci accompagni e ci sostenga con la suaprotezione.

Viterbo, 21 agosto 2015Memoria di S. Pio X

Lino FumagalliVescovo

PROGRAMMAMercoledì 9 settembre

15,30:Arrivi e iscrizioni16,00:Preghiera iniziale16,30:Relazione “LA CHIESA IN USCITA: DA UNA PASTORALE

ORDINARIA AD UNA PASTORALE MISSIONARIA”S.E. Mons. Romano Rossi - Vescovo di Civita Castellana

17,30:Break18,00:Dibattito19,00:Conclusione

Giovedì 10 settembre

16,00:Preghiera iniziale16,30:Sintesi della relazione di S.E. Mons. Romano Rossi

don Flavio Valeri17,00:Gruppi di approfondimento per le cinque Zone Pastorali19,00:Conclusione

Venerdì 11 settembre

16,00:Preghiera iniziale16,30:Sintesi dei Gruppi di approfondimento17,00:Relazione conclusiva di S.E. Mons. Lino Fumagalli18,30:Celebrazione del Vespro e mandato agli Operatori

Pastorali