Quando la mediazione aiuta a crescere: il metodo Feuerstein

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scuola e adozione Quando la mediazione aiuta a crescere: il metodo Feuerstein “Prima del cosa imparare, un bambino ha bisogno di capire per chi imparare”. Questa fu la frase detta anni fa a me, allora edu- catrice di comunità per minori a rischio, dall’inse- gnante di A., bambina con alle spalle una terribile storia di abusi, che ogni fine settimana versava la- crime infinite davanti alla classica poesia da impara- re a memoria. Quella frase mi colpì molto e diede una chiave di lettura per com- prendere il bisogno di A. e per poterla sostenere nel suo percorso che l’avrebbe poi portata dalla comuni- tà alla famiglia adottiva. Quando diversi anni dopo, attraverso l’Associazione Insieme Intelligenti, in- contrai il Metodo Feuer- stein quella frase mi risuo- nò con un significato anco- ra più profondo e chiaro. Reuven Feuerstein, infat- ti, sostiene che la persona- lità è come una medaglia trasparente: un lato co- gnitivo e un lato emotivo- affettivo. Se la persona ha problemi cognitivi anche la sua sfera emotiva mo- stra fragilità, mentre un’e- motività squilibrata può compromettere l’intero processo cognitivo. Ho riletto così la storia del- la piccola A. e l’esperienza vissuta a fianco di bambini allontanati dalla famiglia di origine in quel passag- gio doloroso che avrebbe condotto la maggior parte di loro verso nuove fami- glie adottive. La grande difficoltà a mantenere lun- ghi tempi di attenzione, la fatica a trattenere le infor- mazioni apprese, le povere esperienze di vita pregres- sa che portano a uno scar- so bisogno di conoscenza e a una incapacità a creare relazioni tra cose ed even- ti, una profonda insicurez- za personale e un senso di scuola e adozione 1 Reuven Feuerstein, Raphael S. Feuerstein, Louis Falik, Yaacov Rand, Il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche, Trento, Edizioni Erickson, 2008, p. 107.

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Di Lorenza Del Vento, Adozione e dintorni - GSD Informa gennaio 2013

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Quando la mediazione aiuta a crescere: il metodo Feuerstein

“Prima del cosa imparare, un bambino ha bisogno di capire per chi imparare”. Questa fu la frase detta anni fa a me, allora edu-catrice di comunità per minori a rischio, dall’inse-gnante di A., bambina con alle spalle una terribile storia di abusi, che ogni fine settimana versava la-crime infinite davanti alla classica poesia da impara-re a memoria. Quella frase mi colpì molto e diede una chiave di lettura per com-prendere il bisogno di A. e per poterla sostenere nel suo percorso che l’avrebbe poi portata dalla comuni-tà alla famiglia adottiva. Quando diversi anni dopo, attraverso l’Associazione Insieme Intelligenti, in-contrai il Metodo Feuer-stein quella frase mi risuo-nò con un significato anco-ra più profondo e chiaro.Reuven Feuerstein, infat-ti, sostiene che la persona-

lità è come una medaglia trasparente: un lato co-gnitivo e un lato emotivo-affettivo. Se la persona ha problemi cognitivi anche la sua sfera emotiva mo-stra fragilità, mentre un’e-motività squilibrata può compromettere l’intero processo cognitivo. Ho riletto così la storia del-la piccola A. e l’esperienza vissuta a fianco di bambini allontanati dalla famiglia di origine in quel passag-gio doloroso che avrebbe condotto la maggior parte di loro verso nuove fami-glie adottive. La grande difficoltà a mantenere lun-ghi tempi di attenzione, la fatica a trattenere le infor-mazioni apprese, le povere esperienze di vita pregres-sa che portano a uno scar-so bisogno di conoscenza e a una incapacità a creare relazioni tra cose ed even-ti, una profonda insicurez-za personale e un senso di

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1 Reuven Feuerstein, Raphael S. Feuerstein, Louis Falik, Yaacov Rand, Il Programma di Arricchimento Strumentale di Feuerstein. Fondamenti teorici e applicazioni pratiche, Trento,

Edizioni Erickson, 2008, p. 107.

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competenza tutto da rico-struire che spesso sfocia in atteggiamenti di sfida e di opposizione: in questi bisogni, su cui spesso come Mediatrice Feuerstein mi trovo a lavorare, riconosco molti dei bisogni dei “miei” bambini della comunità di allora.Come avrebbe potuto aiu-tarli il Metodo Feuerstein? In primo luogo Feuerstein fornisce una visione peda-gogica profondamente otti-mista e rispettosa del va-lore della persona umana, della sua unicità e ricchez-za irripetibile. In partico-lare, propone un’attitu-dine attiva-modificante in opposizione a una pas-sivo-accettante: vale a dire chiede, in particolare ai genitori, primi mediatori naturali di esperienze e significati, di non accetta-re i propri figli per quello che sono, ma piuttosto di stimolarne le competenze senza abbassare le aspet-tative e senza rinunciare o eliminare le sfide. Se mi ami, aiutami a cambiare: questo titolo di un impor-tante libro di Feuerstein è esemplificativo. È quel-la che Feuerstein chiama Esperienza di Appren-dimento Mediato (EAM) a consentire alla persona questo cambiamento e la piena attivazione di capa-cità cognitive ed emotive. Il bambino non è solo nel

suo apprendimento della realtà ma è accompagnato, guidato da un Mediatore che seleziona e organizza gli stimoli presenti nella realtà secondo particolari criteri, detti appunto Cri-teri di Mediazione.Il Mediatore è l’adulto, in primis il genitore, che de-cide intenzionalmente di entrare in relazione con il bambino, mettendosi lui stesso in gioco in un’e-sperienza in cui adulto e bambino si trovano insie-me di fronte alla realtà che il mediatore desidera far sperimentare al bambino. L’EAM non è un passivo passaggio di conoscenza dall’adulto al bambino ma va pensata come un circui-to ad anello “in cui gli sti-moli, il soggetto mediato e il mediatore subiscono del-le trasformazioni e le tra-sformazioni sono tradotte in azioni attraverso questa esperienza di reciprocità”1. Intenzionalità e recipro-cità sono, infatti, i primi Criteri di Mediazione im-prescindibili dell’EAM. Devo avere l’intenzione di portare il bambino all’in-terno di questa esperienza ma non posso prescindere dalla creazione di una re-ciprocità, che è la risposta di attenzione e consapevo-lezza del bambino. Senza questo “stile interattivo” non si trasforma il pensie-ro, né la sfera emotiva e

motivazionale e il bambi-no rimane chiuso davanti al mondo che sperimenta perché non ne è consape-vole. Accanto a ciò si pone la mediazione di trascen-denza, che rimanda a una visione un po’ filosofica. Noi non viviamo solo nel “qui e ora” ma siamo ca-lati in una realtà con una prospettiva ben più ampia e con un significato più profondo, in una dimensio-ne di tempo e spazio che vanno “oltre”. Questo per un bambino adottato può risultare difficile, a volte spaventoso, perché lo pone dentro una storia, dentro esperienze che farà ma anche dentro esperienze già fatte. La trascenden-za crea apertura mentale, flessibilità nel trovare re-lazioni tra cose ed eventi, rende la persona modifi-cabile. Ma come aiutare un bambino adottato, con esperienze fatte che fanno ancora male, a superare il rassicurante “qui e ora”? Ci viene in aiuto l’ultimo elemento che non può mai mancare in EAM: la me-diazione di significato. È un criterio legato alla dimensione affettiva del-la mediazione che richia-ma la frase che mi disse quell’insegnante di tanti anni fa. Mediare il signifi-cato vuol dire rispondere a domande come “perché?”,

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“per che cosa?”. Parte in-nanzitutto dal significato affettivo che noi mediatori attribuiamo alle cose e agli eventi per riflettersi nel si-gnificato che le medesime cose ed eventi possono as-sumere per il bambino. La

mediazione di significato genera ottimismo, energia e questa forza propulsiva è ciò che serve per cambia-re: per cambiare un modo di pensare, una modalità di affrontare i problemi, per cambiare una storia di

vita orientandoci insieme, adulto e bambino, verso la ricerca di significati nuovi che facciano sperimentare a bambini feriti nuovi mo-delli di amore e fiducia ne-gli altri ma soprattutto in se stessi.

Lorenza Del Vento

Laureata in Filosofia con indirizzo in Scienze Umane presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, perfezionata in “Relazioni famigliari: interventi clinici e sociali”, consulente famigliare e Mediatrice Feuerstein dal 2008, ha iniziato la sua esperienza professionale come educatrice presso un Istituto per minori a rischio. Dopo varie esperienze nell’ambito dell’editoria multimediale ritorna all’impegno professionale in campo sociale e nella formazione di volontari. Nel 2001 inizia la sua collaborazione con l’Associazione Insieme Intelligenti prima nell’ambito della progettazione sociale e, dal 2008, come Mediatrice Feuerstein e coordinatrice dei progetti di potenziamento e dello Spazio di Ascolto

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Insieme Intelligenti è un’associazione di

volontariato nata il 26 ottobre 1999 in occasione

della laurea honoris causa in Scienze

dell’educazione che il prof. Reuven Feuerstein

ha ricevuto all’Università di Torino.

È un’organizzazione di volontariato onlus

che si occupa di difficoltà di apprendimento

e del recupero delle disabilità cognitive secondo

i principi della Pedagogia della mediazione

del prof. Feuerstein.

Chi è Reuven FeuersteinIl professor Reuven Feuer-stein, ebreo nato in Roma-nia nel 1921 e scampato ai campi di concentramento nazisti, incontra Jean Pia-get e approfondisce le sue teorie sullo sviluppo cogni-tivo e sulla modificabilità cognitiva dell’essere uma-no. Con lui si laurea a Gi-nevra nel 1970, ottiene il dottorato presso l’Universi-tà della Sorbona di Parigi. Docente di psicologia all’università Bar Ilan di Tel Aviv e professore associato alla Vanderbilt University di Nashville, nel 1999 l’Univer-sità di Torino gli conferisce la laurea Honoris Causa in Scienza della Formazione. Dal 1992 esiste l’ICELP (In-ternational Center for the Enhancement of Learning Potential) ora chiamato Feuerstein Institute a Geru-salemme. Il centro si occu-pa di formazione, ricerca e riabilitazione per ciò che riguarda la modificabilità cognitiva. Viene raggiunto da famiglie di tutto il mon-do che desiderano segui-re la Metodologia Feuer-stein per far emergere il potenziale cognitivo dei loro figli.

Siti utilihttp://en.feuerstein-global.org/http://feuerstein-founda-tion.org www.insiemeintelligenti.it

Bibliografia- Come insegnare l’intel-

ligenza ai vostri bambi-ni - Nessia Laniado - Ed. Red

- Come stimolare l’intelli-genza dei vostri bambi-ni - Nessia Laniado - Ed. Red

- La disabilità non è un li-mite - R. Feuerstein, Y. Rand, R. Feuerstein - Ed. Libri Liberi

- L’apprendimento me-diato - J. Kopciowsky Camerini - Ed. La Scuo-la

- Potenziare la mente? Una scommessa possi-bile - P. Vanini - Ed. Vannini

- Migliorare se stessi per ottenere di più. Rifles-sioni teoriche e propo-ste operative secondo il pensiero di Reuven Feuerstein - J. Kopciow-sky - Ed. Koinè

- Il programma di Arric-chimento Strumentale di Feuerstein - R. Feuer-stein, R.S. Feuerstein, L. Falik, Y. Rand, Ed. Erickson

- Migliorare i processi di apprendimento. Il me-todo Feuerstein: dagli aspetti teorici alla vita quotidiana - M. Minu-to, R. Ravizza, Ed. Erickson

via Ciriè, 9 - 20162 Milano

tel.-fax 02 36535987

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