quando il rock mette gli occhiali

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66 For Magazine For 67 For Magazine For MAGAZINE The Who al The Marquee Club, Londra, 1967. Foto di Ray Stevenson. che li hanno seguiti sopra e dietro il palcoscenico: il per - corso dedica sei fotografie ad ogni decennio, rappresen- tative di alcuni dei più grandi e famosi protagonisti della storia della musica passata e contemporanea che hanno indossato i celebri occhiali nei vari modelli. Il rock’n’roll è una storia di ribellione, dolore, libertà e auto- affermazione. È una rivoluzione sonora che ha attraversato cinque decenni, cambiando il volto della nostra società. Una forma di cultura musicale che pone le radici nel blues elettrico nato negli Stati Uniti ed esportato in Gran Breta- gna, trasformandosi in un grido di battaglia per la gioven- tù del Secondo Dopoguerra. Era il 1965 quando gli Who raggiunsero un successo planetario con l’album My Ge- neration, il cui brano omonimo è diventato il primo inno generazionale. Qualche anno prima era toccato ai Beatles di I Want to Hold your Hand fotografati da Terry Spencer, i Rolling Stones di Satisfaction ripresi da Philip Townsend, e Bob Dylan che stringe gli occhiali sulla copertina di Hi- ghway 61 Revisited. Infine, nel 1969, lo scatto “made in UK” di Ray Stevenson immortalava il Duca con gli occhi di diverso colore, David Bowie, che si preparava per tra- sformarsi nell’extra-galattico Ziggy Stardust. Il decennio successivo si apre con i divi hollywoodiani Jack Nichol- son e Robert Redford, che lanciarono il modello Wayfa- rer, primo dell’era delle montature in plastica, dal design rivoluzionario rispetto all’occhiale metallico del passato, destinato a diventare insieme agli Aviator, il modello più venduto nella storia dei sunglasses. Erano gli anni dei Sex LEGGENDE di Marco Gastoldi Ray-Ban e musica, Ray-Ban e Hollywood: tutte le star, prima o poi, si sono fatte fotografare indossandoli. Nati settantacinque anni fa, non passano mai di moda e meglio di qualunque altra cosa rappresentano il sogno americano (anche se adesso sono targati Italia) Quando il rock mette gli occhiali Rochester, capoluogo della Contea di Monroe, stato di New York. John Arthur MacCready, luogotenente ap- passionato di viaggi in pallone aero- statico, è di ritorno da una traversata dell’Atlantico che gli causa danni alla vista per l’assenza di un’adegua- ta protezione agli occhi. Bausch & Lomb, azienda d’ottica americana nata nel 1853, riceve l’incarico per realizzare un paio di occhiali alta- mente protettivi, eleganti e panora- mici, adatti agli aviatori: il 7 maggio 1937, dopo un anno di progettazione, il brevetto viene finalmente deposita- to. Gli occhiali erano costituiti da una montatura leggerissima di soli 150 grammi in lega placcata d’oro e da due lenti verdi in vetro minerale per filtrare i raggi infrarossi e ultravioletti. Da allora, il design a goccia creato per seguire perfettamente l’incavo dell’occhio che “bandisce i raggi” – da “Bannish Rays” – può vantare 75 anni di forme, dimensioni, colori e modelli che hanno segnato la storia dell’ottica e non solo: anche quella del rock. A ricordare lo stretto lega- me fra Ray-Ban e mondo della musi- ca ci ha pensato la raccolta di foto- grafie della mostra Never Hide Noise. An History Of Rock’n’Roll, inaugurata lo scorso 23 maggio alla Carrozzeria di via Tortona 32, per opera di Pho- tographia, la prima galleria milanese specializzata in fotografia d’autore sul mondo del rock, jazz, pop e cine- ma. L’iniziativa celebra il 75° anniver - sario del marchio divenuto italiano stato acquistato nel 1999 da Luxotti- ca) ed è un omaggio alle grandi ico- ne del rock’n’roll e ai celebri fotografi Da sinistra, Tom Cruise, Jennifer Aniston e Michael Jackson.

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i ray-ban e le star

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The Who al The Marquee Club, Londra, 1967. Foto di Ray Stevenson.

che li hanno seguiti sopra e dietro il palcoscenico: il per-corso dedica sei fotografie ad ogni decennio, rappresen-tative di alcuni dei più grandi e famosi protagonisti della storia della musica passata e contemporanea che hanno indossato i celebri occhiali nei vari modelli.Il rock’n’roll è una storia di ribellione, dolore, libertà e auto-affermazione. È una rivoluzione sonora che ha attraversato cinque decenni, cambiando il volto della nostra società. Una forma di cultura musicale che pone le radici nel blues elettrico nato negli Stati Uniti ed esportato in Gran Breta-gna, trasformandosi in un grido di battaglia per la gioven-tù del Secondo Dopoguerra. Era il 1965 quando gli Who raggiunsero un successo planetario con l’album My Ge-neration, il cui brano omonimo è diventato il primo inno

generazionale. Qualche anno prima era toccato ai Beatles di I Want to Hold your Hand fotografati da Terry Spencer, i Rolling Stones di Satisfaction ripresi da Philip Townsend, e Bob Dylan che stringe gli occhiali sulla copertina di Hi-ghway 61 Revisited. Infine, nel 1969, lo scatto “made in UK” di Ray Stevenson immortalava il Duca con gli occhi di diverso colore, David Bowie, che si preparava per tra-sformarsi nell’extra-galattico Ziggy Stardust. Il decennio successivo si apre con i divi hollywoodiani Jack Nichol-son e Robert Redford, che lanciarono il modello Wayfa-rer, primo dell’era delle montature in plastica, dal design rivoluzionario rispetto all’occhiale metallico del passato, destinato a diventare insieme agli Aviator, il modello più venduto nella storia dei sunglasses. Erano gli anni dei Sex

LEGGENDEdi Marco Gastoldi

Ray-Ban e musica, Ray-Ban e Hollywood: tutte le star, prima o poi, si sono fatte fotografare indossandoli. Nati settantacinque anni fa, non passano mai di moda e meglio di qualunque altra cosa rappresentano il sogno americano (anche se adesso sono targati Italia)

Quando il rock mette gli occhiali

Rochester, capoluogo della Contea di Monroe, stato di New York. John Arthur MacCready, luogotenente ap-passionato di viaggi in pallone aero-statico, è di ritorno da una traversata dell’Atlantico che gli causa danni alla vista per l’assenza di un’adegua-ta protezione agli occhi. Bausch & Lomb, azienda d’ottica americana nata nel 1853, riceve l’incarico per realizzare un paio di occhiali alta-mente protettivi, eleganti e panora-mici, adatti agli aviatori: il 7 maggio 1937, dopo un anno di progettazione,

il brevetto viene finalmente deposita-to. Gli occhiali erano costituiti da una montatura leggerissima di soli 150 grammi in lega placcata d’oro e da due lenti verdi in vetro minerale per filtrare i raggi infrarossi e ultravioletti. Da allora, il design a goccia creato per seguire perfettamente l’incavo dell’occhio che “bandisce i raggi” – da “Bannish Rays” – può vantare 75 anni di forme, dimensioni, colori e modelli che hanno segnato la storia dell’ottica e non solo: anche quella del rock. A ricordare lo stretto lega-

me fra Ray-Ban e mondo della musi-ca ci ha pensato la raccolta di foto-grafie della mostra Never Hide Noise. An History Of Rock’n’Roll, inaugurata lo scorso 23 maggio alla Carrozzeria di via Tortona 32, per opera di Pho-tographia, la prima galleria milanese specializzata in fotografia d’autore sul mondo del rock, jazz, pop e cine-ma. L’iniziativa celebra il 75° anniver-sario del marchio divenuto italiano (è stato acquistato nel 1999 da Luxotti-ca) ed è un omaggio alle grandi ico-ne del rock’n’roll e ai celebri fotografi

Da sinistra, Tom Cruise, Jennifer Aniston e Michael Jackson.

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Pistols, icone della prima ondata punk il cui singolo del 1977 God Save the Queen, pubblicato durante il giubileo d’argento della regina d’Inghilterra, venne considerato una presa di posizione contro la monarchia e il nazionalismo inglesi. Erano gli anni dei Pink Floyd che nel 1973 pubbli-cavano il capolavoro The Dark Side of the Moon, il terzo album più venduto di tutti i tempi con circa 45 milioni di copie in tutto il mondo e rimasto nella classifica Billboard 200 – dall’omonima rivista musicale americana – per circa quattordici anni, immortalati nello stesso anno da Storm Thorgerson. Che siano scatti di strepitose esibizioni sul palco o di momenti di relax, ogni fotografia trasmette ca-rica ed impeto, come la suadente Debbie Harry (Blondie) fotografata a New York da Allan Ballard nel 1978. Qual-che anno più tardi tocca a Joe Strummer dei Clash non separarsi mai dai Ray-Ban Wayfarer durante le esibizioni. Il successo per quella band arrivò all’inizio degli anni ’80 con l’album London Calling, una pietra miliare attraverso canzoni come Train in Vain, Spanish Bombs, Clampdown

Rolling Stone. Foto di Philip Townsend.

David Bowie, Londra, 1969. Foto di Ray Stevenson.

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Sex Pistols, Londra, 1976. Foto di Ray Stevenson.

Pink Floyd, Londra, 1973. Foto di Storm Thorgerson.

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The Clash (Joe Strummer), Vigorelli, Milano, 1981. Foto di Janette Backman. A destra, Bruce Springseeng, Meadowlands Arena, New Jersey, 1984, fotografato da Steve Repport.

Nirvana (Kurt Kobain), al Festival di Reading, Gran Bretagna, 1991. Foto di Ed Sirrs.

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e Revolution Rock. Negli stessi anni Bruce Springsteen si godeva il successo dell’album Born in the U.S.A., scritto come esplorazione del lato più oscuro del sogno america-no e percepito invece come un vigoroso inno patriottico, la cui copertina a stelle e strisce rimane fra le più celebri degli anni Ottanta. Il 1990 si apre con una fotografia dei Nirvana scattata da Ed Sirrs durante il Festival di Reading in Inghilterra. Il gruppo statunitense raggiungeva il grande successo nel 1991 con l’album Nevermind, che, attraverso il singolo Smells Like Teen Spirit trasmesso frequentemen-te su Mtv, vendeva 400.000 copie alla settimana solo ne-gli Stati Uniti. Nel frattempo il gruppo musicale pop-punk formatosi a Berkeley chiamato Green Day raggiungeva la notorietà con l’album Dookie, che nel 1995 riceveva un Grammy Award come “Miglior album alternativo”. Più vici-ni ai giorni nostri, i Green Day ci riportano agli anni Duemila con il successo planetario di American Idiot, qualche anno prima dell’uscita di Back To Black, secondo album non-ché disco di debutto internazionale della sfortunata Amy Winehouse. Ma i Ray-Ban li possiedono proprio tutti e li ha indossati davvero chiunque. L’occhiale più famoso del mondo rimane l’espressione del sogno americano, un so-gno per tutti, non solo per le rockstar e i divi hollywoodiani.

Green Day, al Madison Square Garden, New York, 1994. Foto di Catherine McGann.

Amy Winehouse, Londra, 2006. Foto di Jill Furmanovsky.