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Quale futuro per le caserme romane? Strategie, scenari progettuali, tipologie di intervento 102|12 51 I l cambiamento politico, subito dal nostro paese nel passato re- cente, ha fatto sì che la questione della dismissione del patrimo- nio pubblico tornasse a essere affrontata secondo logiche legate alla valorizzazione del patrimonio oltre che al suo utilizzo per eco- nomie immediate. La messa disposizione degli immobili dello Sta- to per lo sviluppo di attività economiche coerenti con le strategie di programmazione economica nazionale pone, con rinnovata urgen- za, il tema della razionalizzazione e valorizzazione del patrimonio pubblico secondo criteri, che pur rispondendo all’immediato biso- gno economico dello Stato, garantiscano ricadute positive in ter- mini socio economici anche nel lungo periodo. Significativo è il caso della città di Roma, che ha un vasto patrimo- nio militare, per il quale con la nota “Variante delle Caserme” sono state avviate le attività necessarie per la sua alienazione e valorizza- zione. Per i contesti in cui sono collocati e per il loro valore posizio- nale i beni militari costituiscono per la città rilevanti occasioni di ri- qualificazione a scala locale e urbana, tuttavia il processo di ricon- versione stenta a decollare. Nelle pagine che seguono viene proposto lo stato d’avanzamento delle pratiche di valorizzazione poste in essere dall’amministrazio- ne capitolina, anche alla luce dei recenti aggiornamenti del quadro normativo, e viene sviluppata una riflessione sulle opportunità di rinnovo urbano insite nel processo di trasformazione con lo scopo di alimentare il dibattito e descrivere i possibili contributi dell’uni- versità e degli architetti romani per attivare una rigenerazione mi- surata della città. DOSSIER VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE

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Quale futuro per lecaserme romane?Strategie, scenariprogettuali, tipologiedi intervento

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Il cambiamento politico, subito dal nostro paese nel passato re-cente, ha fatto sì che la questione della dismissione del patrimo-nio pubblico tornasse a essere affrontata secondo logiche legate

alla valorizzazione del patrimonio oltre che al suo utilizzo per eco-nomie immediate. La messa disposizione degli immobili dello Sta-to per lo sviluppo di attività economiche coerenti con le strategie diprogrammazione economica nazionale pone, con rinnovata urgen-za, il tema della razionalizzazione e valorizzazione del patrimoniopubblico secondo criteri, che pur rispondendo all’immediato biso-gno economico dello Stato, garantiscano ricadute positive in ter-mini socio economici anche nel lungo periodo. Significativo è il caso della città di Roma, che ha un vasto patrimo-nio militare, per il quale con la nota “Variante delle Caserme” sonostate avviate le attività necessarie per la sua alienazione e valorizza-zione. Per i contesti in cui sono collocati e per il loro valore posizio-nale i beni militari costituiscono per la città rilevanti occasioni di ri-qualificazione a scala locale e urbana, tuttavia il processo di ricon-versione stenta a decollare. Nelle pagine che seguono viene proposto lo stato d’avanzamentodelle pratiche di valorizzazione poste in essere dall’amministrazio-ne capitolina, anche alla luce dei recenti aggiornamenti del quadronormativo, e viene sviluppata una riflessione sulle opportunità dirinnovo urbano insite nel processo di trasformazione con lo scopodi alimentare il dibattito e descrivere i possibili contributi dell’uni-versità e degli architetti romani per attivare una rigenerazione mi-surata della città. �

DOSSIERVA L O R I Z Z A Z I O N E D E L PAT R I M O N I O M I L I TA R E

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Lo statodell’arte a RomaMAURIZIO GEUSA*

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precisare le singole scelte di destinazione.Le prime esplorazioni condotte su questi te-mi si sono esaurite per le resistenze diffuseche hanno di gran lunga superato gli scarsiimpulsi propositivi (Geusa M, in corso)2.L’aspetto critico che più interessa in questasede è certamente quello progettuale. In-fatti, già l’ampia flessibilità di destinazioned’uso individuata in sede di Variante pari al50% indicava l’apertura lasciata alle futureevoluzioni del mercato. La peculiare critici-tà del quadro economico ha fatto veniremeno quelle nuove destinazioni d’uso cheavrebbero attivato e motivato la successivapianificazione urbanistica esecutiva.Perdurando ancora tale quadro economicocaratterizzato dalla scarsa affluenza di risor-se finanziarie è necessario sopperire con unmaggiore contributo in termini di fantasia edi creatività. Infatti, occorre intercettare do-mande e funzioni inespresse o latenti chepossano essere elemento generatore dinuove configurazioni urbane. I termini delproblema sono veramente essenziali grandispazi centrali richiedono grandi funzioni.Queste grandi funzioni urbane che fino a ie-ri erano quelle essenzialmente pubblichedevono essere sostituite con nuove funzio-ni urbane in grado di generare reddito. Lenuove opportunità di reddito devono riguar-dare non tanto i termini monetari quanto

grandi settori urbani lo stesso PRG indivi-dua più specifici “Ambiti di valorizzazionedella Città storica” (art. 43) riguardantiluoghi caratterizzati dalla presenza di edifi-ci e manufatti non più utilizzati e riconver-tibili a nuovi usi, che costituiscono rilevan-ti occasioni di riqualificazione urbana.In questo quadro di riferimento urbanisti-co si inserisce la cosiddetta Variante delleCaserme o meglio il “Piano delle alienazio-ni e valorizzazioni degli immobili militaridella Città di Roma” approvato con la Deli-berazione dell’Assemblea Capitolina n. 8del 28/29 ottobre 2010. Gli elementi strut-turanti della Variante sono: ricondurre leCaserme alla disciplina generale già previ-sta dal PRG classificando gli immobili co-me “Ambiti di Valorizzazione”; prevederein tali ambiti una ampia flessibilità di desti-nazione d’uso pari al 50% dell’intera SULrealizzabile; infine riservare una quota si-gnificativa pari al 20% della SUL realizzabi-le a disposizione dell’Amministrazione Co-munale (Corrado R, 2011 e 2012)1.Il processo di riconversione funzionale chela Variante avrebbe dovuto avviare non si èancora realizzato per una serie di criticitàesogene alla stessa Variante. Infatti, la disci-plina introdotta nello strumento urbanisticogenerale avrebbe dovuto innescare una se-rie di strumenti urbanistici esecutivi dove

Il tema della riconversione funzionale deigrandi contenitori pubblici e privati oc-cupa un ruolo di primo piano nel dibatti-

to dell’urbanistica e dell’architettura da di-versi decenni. Anche il PRG del 2008 nonpoteva rimanere indifferente rispetto alleaspettative di riconversione che coinvol-gono ampi settori urbani della nostra città.Nel PRG del 2008 lo stesso termine “valo-rizzazione” ricorre per 124 volte su 113 ar-ticoli delle Norme Tecniche di Attuazione.Come si comprende, rappresenta un obiet-tivo generale esplicitato fin dall’art. 1 dovesi dichiara che il “Piano persegue gli obiet-tivi della riqualificazione e valorizzazionedel territorio”.Per quanto riguarda gli strumenti normativiindividuati per raggiungere questo obiettivo,il principale, nell’ambito della più generalepolitica di perequazione urbanistica, è rap-presentato dagli “Incentivi per il rinnovo edi-lizio” (art. 21) consistenti nella maggiorazio-ne della SUL esistente in casi di interventi didemolizione o ristrutturazione edilizia. Per quanto riguarda, invece, la classifica-zione del territorio il Piano individua gran-di settori urbani come “Ambiti di program-mazione strategica” (art. 64), compren-denti tutte quelle parti della città essenzialiper valorizzare le grandi tracce della mor-fologia urbana. Infine, all’interno di tali

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so una prospettiva del tutto nuova che me-rita di essere esplorata.Infatti, l’ampio riferimento alla genericitàdei soggetti privati e al Codice dei contrattiapre anche per gli architetti una interes-sante opportunità professionale. In questosenso il ruolo dei tecnici da osservatoripassivi diviene elemento attivo del proces-so che contribuisce alla formazione delprogetto. Chi possiede idee potrà farsi par-te attiva nel processo di riconversione fun-zionale degli immobili pubblici. Ritornacentrale la figura dell’architetto fra doman-da economica e interesse pubblico, nelformulare quelle “proposte di valorizzazio-ne” che ancora non hanno trovato soluzio-ne. Inutile ripetere, anche in questo caso,che il progetto debba risolvere i problemianziché crearne di nuovi. �

* Dirigente dell’U.O. Pianificazione e Riqualificazione delle Aree di Interesse Pubblico del Comune di Roma

della Difesa non più funzionali a fini istitu-zionali, confluiscono all’Agenzia del Dema-nio che ne cura la dismissione sempre at-traverso fondi immobiliari. Inoltre, e que-sta è una sensibile novità, le risorse rive-nienti dalla cessione delle quote dei fondisono assegnate nella misura massima del25% agli Enti territoriali interessati. In que-sto caso sembra essere venuta meno lapossibilità pure presente nel DL “Salva Ita-lia” di corrispondere tale quota, anche co-me quota parte dei beni oggetto del pro-cesso di valorizzazione. Opportunità tesa asalvaguardare proprio le maggiori aspetta-tive di ristoro del territorio.Infine lo stesso DL 87/2012 precisa megliola norma già introdotta dal DL di luglio20114 con cui anche “soggetti privati”“possono presentare proposte di valoriz-zazione … secondo le modalità di cui aldecreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163”.La nuova formulazione del testo avvia ver-

piuttosto i termini di generazione di nuoverisorse economiche con particolare atten-zione alla creazione di nuovi posti di lavoro.In questo quadro appare determinante ilcontributo dell’Università per la propriaspecifica funzione di ricerca e scambio conesperienze diverse. I contributi presentati inquesto numero della rivista entrano nel me-rito delle questioni, apportano significativeindicazioni progettuali, meritano di usciredalle aule per completare il ciclo delle verifi-che. Come per ogni prototipo si deve avvia-re una fase di collaudo sul campo in cui ve-rificare le idee progettuali.In questa di ricerca dell’innovazione sem-bra muoversi anche il più recente aggior-namento del quadro normativo. Infatti ilpiù recente DL 87/2012 3 aggiorna tutta lamateria ad iniziare dall’abbandono dei fon-di immobiliari del Ministero della Difesache avrebbero dovuto sviluppare la valo-rizzazione delle caserme. I beni immobili

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1 Corrado Rossana “I beni pubblici: finanza o ter-ritorio?”, in AR, n. 98, 2011, p. 40-42; - “La va-lorizzazione dei beni militari di Roma Capitale”,in AR, n. 99, 2012, p. 58-61 [ISSN 0392-2014].2 Geusa Maurizio “Aree militari dismesse e tra-sformazioni urbane: l’esperienza di Roma“, inTerritorio, Vol. 62 numero monografico “Immo-bili militari e trasformazioni urbane” a cura di

Davide Ponzini (Diap, Politecnico di Milano) eMarco Vani (IUAV Venezia), Franco Angeli, Mila-no, in corso di stampa.3 Decreto Legge 27 giugno 2012, n. 87 “Misureurgenti in materia di efficientamento, valorizza-zione e dismissione del patrimonio pubblico, dirazionalizzazione dell’amministrazione econo-mico-finanziaria, nonchè misure di rafforza-

mento del patrimonio delle imprese del settorebancario.” (12G0110)4 Articolo 33, comma 2, terzo periodo, DecretoLegge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con mo-dificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111“Disposizioni urgenti per la stabilizzazione fi-nanziaria”.

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Le strategieELIANA CANGELLI

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metodologico per la definizione di specifi-che azioni di trasformazione edilizia tese arestituire i beni militari al tessuto territoria-le con nuove funzioni e significati che ga-rantiscano un equilibrio delle convenienzedegli attori pubblici e privati coinvolti nelprocesso di valorizzazione. Lo studio ha organizzato il quadro teoricodi riferimento sulla tematica, definito mo-delli e procedure da applicare a operazionidi valorizzazione del patrimonio pubblico agaranzia della sostenibilità ambientale, so-ciale, tecnologica ed economica degli in-terventi; e proceduto alla validazione deimodelli stessi attraverso la loro applicazio-ne sperimentale a tre aree ricomprese nel

stione delle relazioni tra tecnologie e beniculturali, paesaggio e ambiente secondoun approccio sistemico finalizzato alla so-stenibilità ambientale, economica e socia-le del processo di valorizzazione.La Variante Caserme del Comune di Romadifatti, che ha il merito di prevedere grandeflessibilità nella determinazione delle de-stinazioni d’uso, è stata assunta come ba-se per lo sviluppo di studi di prefattibilitàmirati a delineare possibili scenari proget-tuali valutandone costi e benefici. Tali stu-di, che affrontano il tema dell’uso eco effi-ciente degli spazi urbani secondo un’otticatesa al miglioramento della qualità della vi-ta dei cittadini, propongono un percorso

La valorizzazione del Patrimonio Milita-re della città di Roma può costituireun’opportunità di crescita e sviluppo

del territorio Capitolino, promuovendol’avvio di processi virtuosi di riqualificazio-ne, rinnovo e rigenerazione delle aree urba-ne con positive ricadute in termini socio-economici e occupazionali nel lungo perio-do. Perché questo accada, il progetto di va-lorizzazione deve riuscire a produrre visio-ni di sviluppo dell’ambito urbano entro cuisi inserisce, valutando le strategie alternati-ve in relazione ai caratteri identitari del con-testo e a obiettivi di sostenibilità tecnica,economica, ambientale ed energetica delletrasformazioni. Si tratta di un progetto,quindi, inevitabilmente multidisciplinareche attivando sinergie tra i diversi attori -politici, privati, tecnici e cittadini – determi-ni la forma fisica delle trasformazioni conl’obiettivo di restituire alla cittadinanza, emettere a reddito, beni patrimoniali consi-stenti in termini di volumetria e superficie,localizzati in aree centrali e di pregio e in al-cuni casi di valore storico e artistico.Il Piano delle Alienazioni e Valorizzazionidegli Immobili Militari della Città di Romaha avviato da tempo un processo che va inquesta direzione, rallentato in parte dallafisiologica dialettica tra volontà politica einteressi locali, le cui potenzialità non de-vono essere perdute mantenendo alto li-vello di attenzione su un tema in cui il con-fronto con l’Università può costituire im-pulso per il dibattito consentendo, al con-tempo, il necessario dialogo tra enti pub-blici e il riscontro operativo delle attività diricerca e sperimentazione. In coerenza con questo auspicio si collocail lavoro sviluppato dall’Università1, illu-strato in queste pagine, con l’obiettivo didare un contributo metodologico alla ge-

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- paesaggistico individuando le possibiliinterazioni degli scenari progettuali con ilpaesaggio urbano entro cui si inseriscono; sociale descrivendo in termini qualitativi equantitativi lo stato attuale e le prospettivedi evoluzione della domanda di servizipubblici locali anche in relazione alla do-manda abitativa; - economico di massima valutando i prin-cipali costi diretti e indiretti sottesi alla rea-lizzazione dei diversi scenari di trasforma-zione ammissibili.Il processo così strutturato ha permesso diintegrare, con consapevolezza, gli obiettiviforniti dal Comune con ulteriori obiettivispecifici, consentendo così di costruire vi-sioni progettuali che definiscono la formafisica dei diversi scenari di valorizzazione eallocano nelle aree il mix di destinazionid’uso definite al fine di attivare ricadute po-sitive in termini economici per i privati e disviluppo urbano e sociale per l’ammini-strazione. Le soluzioni proposte si configu-rano come un sistema di intervento apertoe flessibile nel tempo, che consente l’adat-tabilità alle diverse influenze esterne delmercato, riducendo quanto possibile irischi economici che le ipotesi di trasfor-mazione sottintendono sia per il privatoche per la pubblica amministrazione.L’applicazione ai diversi casi di studio ro-mani ha portato a individuare le potenziali-tà specifiche delle tre tipologie d’interven-to per la valorizzazione. Così ad esempionel caso della Caserma Guido Reni, già og-getto di innumerevoli studi e ipotesi pro-gettuali, si conferma la vocazione dell’am-bito a rendere più efficiente il funziona-mento e la gestione di opere edilizie e areeurbane, attraverso l’incremento e la capil-lare distribuzione dei servizi pubblici e pri-vati. Nel caso del Forte Tiburtino, il restau-ro conservativo e la riconversione funzio-nale ad attività sociali e culturali del manu-fatto militare, congiunte ad un operazionedi ridensificazione edilizia e ricostituzionedel tessuto urbano, favoriscono la riquali-ficazione del quartiere e offrono soluzionipossibili alla domanda abitativa concor-rendo alla riduzione dei costi determinatida un consumo di suolo non controllato.Infine l’intervento al Porto Fluviale può co-stituire un caso esemplare di sostituzioneedilizia e sostenere così l’affermarsi di unacultura della demolizione e ricostruzionealla microscala che, se gestita in modo si-stemico, può permettere di superare la lo-gica di capitalizzazione delle risorse immo-

Su ognuno di questi ambiti di valorizzazio-ne è stata sviluppata una simulazione tesaa definire e valutare ipotesi di trasforma-zione sotto il profilo: - urbanistico analizzando e valutando lacoerenza e l’integrazione delle ipotesi di ri-conversione con gli strumenti di pianifica-zione locale e con le visioni strategiche disviluppo urbano e territoriale;- tecnico approfondendo le caratteristichetecnologiche, dimensionali e progettualidegli interventi fisici di recupero ipotizzati;- ambientale analizzando e verificando lecondizioni di sostenibilità ambientale delleipotesi progettuali e delle misure di mitiga-zione di eventuali impatti negativi;

Piano delle Alienazioni e Valorizzazioni deiBeni Immobili Militari di Roma Capitale.Le tre aree sono state selezionate prenden-do a riferimento le ricorrenti tipologie di in-tervento previste dall’amministrazione ca-pitolina ovvero il Restauro Conservativo, laSostituzione Edilizia e la Riqualificazione -basata su un mix delle due tipologie prece-denti. Nello specifico per la Riqualificazio-ne, tra recupero e sostituzione edilizia, si èlavorato sullo Stabilimento militare mate-riali elettrici di precisione in via Guido Re-ni, per il Restauro Conservativo sul ForteTiburtino - ex Caserma Ruffo, e per la So-stituzione edilizia sull’Ex Direzione Magaz-zini Commissariato al Porto Fluviale2.

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE DOSSIER

In queste pagine:Tavola Alienazionie ValorizzazioneImmobili militariRoma Capitale

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ReferencesBaiani S., Cangelli E. (2011), Valorizzazione esviluppo sostenibile dei sistemi locali, in TECHNE,Journal of SITdA, 03|11, University Press, Firenze.Manzo R. (2005), “Gli strumenti per la valoriz-zazione dei beni pubblici nel quadro del governo delterritorio”, in (Id. et al.) Il patrimonio immobiliarepubblico. Nuovi Orizzonti, Il Sole 24 ore, Milano. Nigris E. (2004), “Tra progetto e pratiche della fat-tibilità”, in (Id. et al.), La trasformazione delleCaserme storiche, INU Edizioni, Roma.

1 Questo articolo, e gli articoli che seguono, di F.Tucci, A. Battisti, S. Baiani, sintetizzano gli esiti

del seminario di ricerca “Valorizzazione del patri-monio militare: studio di pre-fattibilità delle tra-sformazioni edilizie in chiave tecnologico-am-bientale - i casi pilota di Roma Capitale”, svilup-pato nell’ambito del Dottorato in ProgettazioneAmbientale del Dipartimento DATA di Sapienza incollaborazione con l’U.O. Pianificazione e Riquali-ficazione delle Aree di Interesse Pubblico di RomaCapitale. Il Gruppo di ricerca operativo è stato co-stituito dai 15 dottorandi del XXVII ciclo affiancatidal Collegio dei Docenti del Dottorato nell’indiriz-zo delle attività (E. Cangelli, L. Cupelloni, A. Batti-sti, F. Di Carlo, G. Imbrighi, S. Baiani, F. Tucci, D.D’Olimpio). Nell’ambito del seminario sono state

incontrate figure di riferimento operative e istitu-zionali impegnate sui temi della Valorizzazione delpatrimonio pubblico tra cui R. Manzo – Agenziadel Demanio ed E. Nigris. 2 Ambito di Valorizzazione E1 - Stabilimento milita-re materiali elettrici di precisione in via Guido Reni.Gruppo di Ricerca: F. Calcerano, A. Aminian, M.B.Andreucci, M. Fiorentino, S. Radovic Jelovac.3 Ambito di Valorizzazione E8 – Caserma Ruffo.Gruppo di Ricerca: D. Ventura, E. Behnam Kia, M.Crespi, S. Persiani, G. Tosato.4 Ambito di Valorizzazione E3 - Ex Direzione Magaz-zini Commissariato. Gruppo di Ricerca: F. Antinori,V. Albino, M. Conteduca, D. Pllumbi, J. Veleshnja.

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gliere le istanze della cittadinanza, ancheattraverso l’inclusione di pratiche di parte-cipazione durante tutto il processo. Gli scenari progettuali sviluppati sulle trearee mirano a creare sinergie positive tra idiversi attori del processo di valorizzazio-ne determinando la forma fisica e fornendodi un senso intrinseco le trasformazioni,che si auspica possano divenire progettourbano, essendo correlate al più ampioscenario di riqualificazione, crescita e svi-luppo della città. �

statali e comunali. L’obiettivo del lavoro èdefinire e calibrare strumenti per la verificadella coerenza delle ipotesi di trasforma-zione con le strategie politiche e urbanisti-che comunali, che permettano il controllodelle soluzioni proposte dai privati - in ognifase del processo di progettazione esecuti-va, realizzazione e gestione dell’intervento- ottimizzando le risorse già investite negliultimi cinquant’anni dagli interventi pub-blici (opere di urbanizzazione, patrimonioedilizio esistente, spazi pubblici) e consen-tendo, al contempo, di dialogare e acco-

biliari, sollecitando attività di trasformazio-ne e rinnovo urbano.Lo studio, attraverso le analisi di prefattibi-lità sviluppate, mira a sostenere l’ente lo-cale che si trova a dover conciliare l’urgen-za di mettere a reddito il patrimonio cedutodallo Stato e le attese della cittadinanza chevive i luoghi che saranno interessati dalprocesso di trasformazione e che, in ragio-ne di una profonda conoscenza dei caratte-ri locali, in termini di potenzialità e carenze,costruisce visioni possibili della valorizza-zione spesso non in linea con le previsioni

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITAREDOSSIER

Da sinistra:> E1 - Caserma

Guido Reni> E3 - Ex Direzione

MagazziniCommissariatoal Porto fluviale

> E8 - Caserma Ruffo

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Tipologie d’intervento:riqualificazione

Le immagini di questoarticolo si riferisconoallo studio di fattibilitàper la valorizzazioneedilizio-funzionale e lariqualificazioneenergetico-ambientaledell’area dellecaserme di via GuidoReni a Roma,condotta per RomaCapitale dalDipartimento DATA,nell’ambito delDottorato di Ricerca inProgettazioneAmbientale. Referenteper Roma Capitale:Arch. Geusa; Referentiscientifici per ilDipartimento DATA:Proff. S.Baiani, A.Battisti, E. Cangelli, F.Tucci; Coordinatoredei dottorandi: Arch. F.Calcerano

FABRIZIO TUCCI

A fianco:> Immaginid’insieme e analisitipologico-ediliziadell’area dellecaserme di viaGuido Reni

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territorio sia l’identità storico-culturale del-le aree urbane da trasformare sia – non ul-timi – i cittadini che le abitano, che spinge aprediligere atteggiamenti progettuali piùprudenti volti a concentrare i propri sforzisu di un’attenta, a volte delicatissima, atti-vità di restauro conservativo. I progetti di recupero e valorizzazione inquesto senso sono piuttosto complessi e

verse “anime” e due apparentemente diver-genti filosofie d’approccio progettuale: dauna parte la volontà di dare risposta alle ne-cessità imposte dalle scelte urbanistiche,sociali ed economiche, che spesso impon-gono cambiamenti funzionali e spingono aconcepire ed operare vere e proprie sosti-tuzioni di parti edilizie degli oggetti degli in-terventi, dall’altra l’esigenza di tutelare sia il

La valorizzazione del patrimonio milita-re in via di dismissione oggetto delpresente contributo, e più in generale

la riqualificazione delle aree urbane di-smesse che costituisce uno dei temi cen-trali del dibattito architettonico contempo-raneo, richiede oggi più che mai una seriedi interventi coordinati tra loro che integri-no nella maniera migliore possibile due di-

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Il caso delle Caserme di via Guido Reni

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Da sinistra:> Una dellesimulazioni

sviluppate perl’analisi bioclimatica

deifattori di

ventilazione eumidità dell’area di

studio> Una dellesimulazioni

sviluppate perl’analisi bioclimatica

deifattori di

soleggiamento/ombreggiamentodell’area di studio

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prestazionale di tali limiti per esercitare ilruolo che tali interventi sul patrimoniopubblico militare dovrebbero sempre im-porsi: quello di essere da esempio di ciòche si può fare di meglio e da volàno diquanto si dovrà fare in futuro sul resto delpatrimonio edilizio, anche privato.

Il caso di studio della valorizzazione delleCaserme di via Guido Reni, quale risultatodella ricerca operata di concerto tra il Co-mune di Roma e il Dipartimento DATA dellaSapienza è esemplificativo di un tentativo di“fare recupero” con un approccio integratocapace di utilizzare puntualmente sia la de-molizione/sostituzione che la riqualificazio-ne con restauro conservativo per operareun miglioramento sostanziale della qualitàdella vita degli abitanti su scala locale e deiservizi su scala urbana, che tenti di metterea sistema e di far interagire fra di loro diffe-renti posizioni sul piano degli obiettivi fun-zionali/esigenziali e insieme di quelli am-bientali ed energetico/bioclimatici.Obiettivi generali di Roma Capitale su viaGuido Reni sono il rafforzamento con ade-guato mix funzionale della direttrice dellegrandi attrezzature urbane trasversale a

processi osmotici tra società e ambiente,secondo un concetto globale, suggeriscel’intervento con metodiche interdisciplina-ri ed attraverso ottiche, opportunamentemirate, in grado di cogliere la complessitàche il carattere differenziato delle intera-zioni tra natura e artificio, tra qualità di vitae ambiente costruito, comportano. Rinunciando al ricorso a posizioni pregiu-diziali, occorre oggi avere la capacità pro-gettuale di muoversi tra i due termini, ap-parentemente antitetici, della sostituzioneedilizia e del recupero conservativo, facen-doli convivere ed interagire non tanto innome di logiche astratte, ma anche e so-prattutto nella ricerca di un effettivo conse-guimento degli aspetti di efficienza ener-getica e di efficacia ecologica, di riduzionedei consumi e di integrato impiego dellerinnovabili, di aumento del comfort ter-moigrometrico e di ottimizzazione dellecondizioni bioclimatiche, di implementa-zione dei fattori bioecologici e di mitigazio-ne dei complessivi impatti ambientali, di ri-spetto di quanto richiesto dagli ormaicomplessi e stratificati apparati normativiin campo energetico-ambientale ma an-che, quando possibile, di superamento

le procedure amministrative che caratte-rizzano la programmazione di tali interven-ti derivano da fonti normative diverse, in-generando il rischio di confusione e di dif-ficoltà interpretative. Gli obiettivi che sipongono a riferimento del conseguimentodel giusto equilibrio tra le diverse “anime”che potenzialmente possono concorrere acaratterizzare gli interventi hanno dunquel’imperativo etico di fare chiarezza da unaparte sulle procedure urbanistiche in esse-re, passando in rassegna tutte le fasi di cuisi compone un progetto di riqualificazionein quelle determinate aree, dall’altra di af-frontare con correttezza e consapevolezzacritica i temi ambientali che oggi così forte-mente e trasversalmente sono chiamati adessere rispettati e valorizzati.Nell’ambito delle linee di studio in chiaveambientale, relative al settore del recuperoe valorizzazione con particolare riferimen-to all’intervento sul vastissimo patrimoniomilitare in via di dismissione, quello riferi-to alle generali problematiche della “soste-nibilità ambientale“ – così legato ormai alconcetto stesso di qualità urbana - rappre-senta un campo per molti versi ancora invia di sistematizzazione. L’attivazione di

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> Quadro delleprincipali azionid’interventoprefigurate dallostudio di fattibilità

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drastica riduzione del fabbisogno energe-tico dei beni in oggetto.In conclusione, la scelta di mediare fra la ri-qualificazione/restauro e la demolizione/so-stituzione preservando con interventi di re-trofit gli elementi con valore storico e demo-lendo/ricostituendo le porzioni di bene privedi particolare valore in funzione di nuoveedificazioni energeticamente e funzional-mente più performanti, è in grado di pro-durre tre serie di risultati: ridurre il consumodi suolo anche a fronte di un aumento di cu-batura, ottimizzare il comportamento bio-climatico-ambientale dell’intera area, e rige-nerare il tessuto urbano, offrendo ancheampi margini per coinvolgere i residentinelle auspicabili procedure partecipative. �

ReferencesBATTISTI, A. Strategie sostenibili per il retrofittingdegli edifici storici. Antincendio, Gruppo EPC.Vol.2, 2011.PINTO, M. R. Il riuso edilizio. Procedure, metodied esperienze. UTET, Torino 2004.ROBERTS, P., SKYES, H. Urban Regeneration, ahand book, Sage Publications Ltd, London 2008.TUCCI, F. Efficienza ecologica ed energetica in ar-chitettura. Alinea Editrice, Firenze 2011.VALITUTTI, A. Tecnologie di riconversione del-l’ambiente costruito. Alinea Editrice, Firenze 2009.

locali), ottimizzando il disegno morfologi-co in funzione del comfort ambientale e delrisparmio energetico.Emergono così le necessità di migliorare ilrapporto fra architettura contemporanea etessuto storico novecentesco, da cui sca-turisce l’esigenza di individuare e conser-vare gli elementi con valore storico docu-mentale (parte dei capannoni disposti pa-rallelamente a via Guido Reni), ma anchedi procedere ad una parziale demolizione esostituzione dei corpi edilizi di minor valo-re. Sul piano ambientale il quadro delleprincipali strategie d’intervento mira a otti-mizzare l’orientamento dei nuovi edifici inrelazione alla questione del soleggiamen-to, a riprogettare gli spazi aperti per offrireal sito un nuovo sistema di barriere verdiper l’acustica e di filari vegetazionali per in-canalare la ventilazione naturale, ad opera-re interventi di retrofit sull’esistente per unsuo complessivo efficientamento energe-tico, ad inserire fonti energetiche rinnova-bili e ad utilizzare tecnologie passive sia sulnuovo sostituito che sull’esistente riquali-ficato per un aumento del comfort termoi-grometrico, per un incremento delle com-plessive qualità bioclimatiche e per una

via Flaminia, la riunificazione del percorsoVilla Glori-Monte Mario col nodo di PiazzaApollodoro, e la permeabilità pedonaleNord-Sud convergente sulla nuova ferma-ta della Metro C Vignola. Problematiche rilevanti sono i dati sull’in-quinamento dell’aria superiori alla mediaurbana, una serie di zone critiche per l’in-quinamento acustico in prossimità deigrandi poli culturali urbani e della viabilitàprincipale, la dotazione di verde nell’areapressoché assente e mal collegata al restodella rete ecologica, la carenza di accessi edi permeabilità, e una serie di “debolezzebioclimatiche” dell’attuale assetto morfo-logico del sito soprattutto nei confrontidella ventilazione estiva, del soleggiamen-to invernale e della permeabilità del suolo. Il processo di ricerca, nell’inquadrare unpiano di fattibilità ed un possibile approc-cio progettuale consapevole della necessi-tà di interagire tra tali problematiche, pun-ta ad integrare gli obiettivi forniti dal Co-mune con gli ulteriori obiettivi specifici ca-paci di mediare fra le varie esigenze am-bientali, sociali e funzionali e le loro rispet-tive scale (principalmente quella dei servi-zi a scala urbana con quella dei residenti

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE DOSSIER

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Il concetto di restauro e risanamentoconservativo che investe la valorizzazio-ne e la rifunzionalizzazione del patrimo-

nio militare dismesso e/o in dismissionese da un lato è connesso con la conserva-zione dell’organismo edilizio preesistenteassicurandone la funzionalità, nel rispettodegli elementi tipologici, formali e struttu-rali, dall’altro coinvolge requisiti ed esi-genze architettoniche, tecnologiche e disostenibilità ambientale e sociale da tenerein giusta considerazione all’interno degliinterventi e tali da interessare svariatiaspetti dell’abitare che vanno dall’impiegorazionale delle risorse energetiche e deimateriali alla mobilità sostenibile. Si tratta, infatti, nella maggior parte dei casidi opere architettoniche tutelate che con-sentono destinazioni d’uso compatibili allafunzione originaria, senza che possano es-sere mutati la qualificazione tipologica delmanufatto preesistente, ovvero i caratteriarchitettonici e funzionali che ne permetto-no la qualificazione in base alle tipologieedilizie, gli elementi formali che configura-no l’immagine caratteristica dello stessoedificio e gli elementi strutturali, che mate-rialmente compongono la struttura dell’or-ganismo edilizio, ma al tempo stesso non èpossibile confinare la risposta di questi in-terventi di riqualificazione al solo recuperoarchitettonico e rifunzionalizzazione del-l’edificio militare, spesso infatti la valorizza-zione del manufatto coinvolge tutto l’intor-no urbano acquistando senso e valore pro-prio nel processo di integrazione e riqualifi-cazione dell’ambito urbano su cui insiste.Da un lato, infatti, siamo in presenza di untradizionale intervento di recupero, cheimplica il riassetto degli immobili militariper raggiungere gli standard architettoniciattuali mediante opere di adeguamento al-

le norme di sicurezza e di accessibilità, l’in-serimento di nuovi elementi tecnici funzio-nali in termini di impianti e collegamentiverticali e orizzontali, dall’altro lato, però,all’interno di questo processo di trasfor-mazione giocano un ruolo importante icontributi di approcci esogeni all’architet-tura convenzionale, in altre parole l’ap-proccio bioclimatico e quello partecipativoche prevedono la verifica delle condizionidi benessere termo-igrometrico, psicolo-gico e acustico, il controllo dei consumienergetici e della sostenibilità ambientale esociale del progetto, nonché la garanzia dieconomicità gestionale futura.Se del resto l’abbandono dei siti militari hagenerato nel tempo un forte e profondo im-patto sulle parti di città interessate dal feno-meno, producendo delle aree che da chiusee recintate ma piene di vita, si sono trasfor-mate in veri e propri vuoti urbani degradati,d’altra parte costituiscono una straordina-ria opportunità su cui focalizzare il riasset-to della qualità architettonica, ambientale esociale della città offrendo un’inattesa ri-sorsa di aree e immobili dentro la città stes-sa, spesso in zone strategiche per la loroconnessione urbana e al tempo stesso dielevato valore immobiliare e fondiario.La consapevolezza di questa dimensionestrategica dei siti militari, classificati comeda valorizzare attraverso un intervento con-servativo, mette in relazione aree ampienella maggior parte dei casi verdi, che sitrovano allocate in un intorno organizzato edotato di infrastrutture, con parti della cittàconsolidate, e mette in campo nel processodi riqualificazione attori non tradizionali,prevedendo la partecipazione delle ammi-nistrazioni locali, di esperti e attori localinon pubblici e l’apporto di numerose com-petenze interdisciplinari che vanno dagli

architetti agli ingegneri strutturisti ed im-piantisti, agli urbanisti, geologi, paesaggi-sti, fino alle imprese specializzate, tratteg-giando nuove prospettive di intervento e diricerca in grado di definire regole innovati-ve di rimodulazione del rigido spazio dellestrutture militari a livello urbano.Tale operazione di valorizzazione conser-vativa del patrimonio militare è in atto inmolti altri contesti europei tra cui Spagna,Inghilterra, Austria, Germania e Francia,paesi che hanno affrontato il tema delle di-smissioni nel corso degli ultimi trenta annie non è un caso che tra gli interventi di ri-qualificazione realizzati i più interessantisiano proprio quelli che investono nel pro-cesso di riqualificazione la dimensione ur-bana del progetto. Le esperienze realizzate all’estero infatti so-no una testimonianza tangibile di come il re-cupero degli ex siti militari viene quasi sem-pre promosso dalle amministrazioni locali,interessate alla valorizzazione del proprioterritorio, in minor misura da privati o me-diante iniziative integrate pubblico-privato.Gli esempi di ristrutturazione realizzati al-l’estero prevedono nella maggior parte deicasi un uso collettivo (principalmente servi-zi), manutenzione edilizia e urbana organiz-zata localmente, ma anche recupero e riap-propriazione degli spazi di risulta semipri-vati, come nelle iniziative che vedono la rea-lizzazione di orti o giardini urbani all’internoe all’esterno delle ex strutture militari.La dismissione e la valorizzazione del-l’esempio illustrato nelle immagini a corre-do del presente articolo, relative al lavoro direstauro conservativo condotto sul ForteTiburtino ex Caserma Ruffo in coerenzacon le indicazioni dell’amministrazioni lo-cale, ha offerto lo spunto all’interno di unacittà come Roma per una riflessione politi-

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DOSSIER VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE

Tipologie d’intervento: restauro conservativo

Le immagini diquesto articolo si

riferiscono allo studiodi fattibilità per

la valorizzazioneedilizio-funzionale e

la riqualificazioneenergetico-

ambientale dell’areadell’ex caserma

Ruffo/Forte Tiburtino,condotta per Roma

Capitaledal Dipartimento

DATA, nell’ambito delDottorato di Ricerca

in ProgettazioneAmbientale.

Referente per RomaCapitale: Arch.

Geusa; Referentiscientifici per il

Dipartimento DATA:Proff. S.Baiani, A.

Battisti, E. Cangelli,F. Tucci;

Coordinatore deidottorandi: Arch. D.

Ventura

ALESSANDRA BATTISTI

Il caso del Forte Tiburtino

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DOSSIERVALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE

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che, pur nella loro singolarità, si facesseroportatrici nel loro intorno urbano di quellariqualificazione e rivitalizzazione propriedegli obiettivi alti di questa sperimentazio-ne, costituendo il segnale della crisi delvecchio intervento di valorizzazione con-servativa focalizzato solo sull’edificio e, nelcontempo rappresentando il seme di unatendenza di restauro conservativo operatoai fini di una rifunzionalizzazione urbana ingrado di diffondere pratiche e alternativepolitiche di interventi socialmente ed am-bientalmente sostenibili che si adattano inmaniera adattiva ed appropriata ai contestilocali in cui sono inseriti. �

un lato si è focalizzata sugli aspetti tecnicidel progetto quali i programmi d’uso e fun-zionali, le quantità volumetriche su cui in-tervenire, le tecnologie di efficientazioneenergetica implementabili e le operazionidi adeguamento normativo dettate dall’im-missione delle nuove funzioni; dall’altro cisi è concentrati sullo sviluppo di praticheprocedurali e di ricerca di forme necessa-riamente collaborative e partecipate di pia-nificazione che possano aprire la strada al-la realizzabilità di tali interventi. In questaprospettiva la ricerca progettuale posta inessere è servita per selezionare e valutarediverse ipotesi di scenario di cambiamentopuntuale all’interno della struttura urbana

co-amministrativa sia sul piano della stra-tegie urbane relative agli assetti e gli scena-ri di sviluppo economico futuro della città,sia sulle procedure e gli strumenti più adat-ti alla co-azione tra differenti attori e alla ge-nerazione di valore aggiunto nel mercatoimmobiliare esistente, ed in particolare pergli aspetti più propriamente legati alla effi-cientazione energetica ed ambientale.Quest’area rappresenta una riserva fondia-ria strategica, capace di accogliere nuoveedificazioni, l’ampiezza delle aree all’intor-no, infatti, rende praticabili molteplici de-stinazioni d’uso – sociali, residenziali, turi-stiche e culturali, servizi e infrastrutture,commerci e produzione. L’attenzione da

> Lavoro diricerca condotto

all’interno delDottorato in

ProgettazioneAmbientalerelativo alla

valorizzazionerestauro

conservativodell’ex caserma

Ruffo (ForteTiburtino)

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DOSSIER VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE

ReferencesBattisti, A. (2011), Strategie sostenibili per il re-trofitting degli edifici storici. La riprogettazionedei sistemi impiantistico tecnologici, volti alconseguimento del benessere fisico e ambienta-le, al contenimento dei consumi energetici e al-

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sostituzione dell’esistente e di completa-mento dei tessuti con tipologie coerenti dalpunto di vista tipomorfologico. Le azioni sull’esistente sono completate,nell’ottica dell’integrazione urbana, daun’attenzione alla dotazione (o al migliora-mento) di verde e servizi pubblici di livellolocale, anche attraverso il ripristino am-bientale finalizzate al recupero di fasce di

Le azioni previste per gli edifici si muovonodal grado zero della conservazione degli ele-menti caratterizzanti l’impianto architettoni-co originario, attraverso azioni di restauroconservativo con inserimento di nuove fun-zioni compatibili, fino ad interventi di riuso(per abitazioni e servizi) e riqualificazione alfine della migliore utilizzazione dei tessutistorici. All’opposto, sono previste azioni di

La valorizzazione del patrimonio milita-re, nell’ambito del Piano di Alienazio-ne e Valorizzazione degli immobili mi-

litari di Roma Capitale, persegue obiettiviorientati ad azioni che si muovono tra lecondizioni opposte della conservazione edella sostituzione dei beni, con interventiintermedi di recupero e riqualificazione deisiti dismessi.

VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE DOSSIER

Tipologie d’intervento:sostituzione edilizia SERENA BAIANI

Le immagini diquesto articolo siriferiscono allostudio di fattibilitàper la valorizzazioneedilizio-funzionale ela riqualificazioneenergetico-ambientale dell’areadella DirezioneMagazziniCommissariato divia del PortoFluviale a Roma,condotta per RomaCapitale dalDipartimento DATA,nell’ambito delDottorato di Ricercain ProgettazioneAmbientale.Referente per RomaCapitale: Arch.Geusa; Referentiscientifici per ilDipartimento DATA:Proff. S.Baiani, A.Battisti, E. Cangelli,F. Tucci;Coordinatore deidottorandi: Arch. F. Antinori

> Quadro d’insiemedegli indirizzi edelle principaliazioni di interventomessi a punto dallostudio di fattibilità

Il caso del Porto Fluviale

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rispetto per l’organizzazione di aree a par-co. Accessibilità, permeabità fisico-visualedelle aree a diversa funzionalità, riqualifi-cazione ambientale degli spazi aperti com-pletano gli interventi di rigenerazione e rin-novo dei siti dismessi. I siti militari dismessi assumono, pertanto,nell’ambito del contesto economico e so-ciale di riferimento, il ruolo di elemento diattrazione per lo sviluppo locale, coerente-mente gli indirizzi di sostenibilità urbana,per la localizzazione di funzioni di interessesociale, culturale, sportivo, ricreativo, perl’istruzione, la promozione delle attività disolidarietà e per il sostegno alle politichesociali. La sostenibilità degli interventi è, dal pun-to di vista urbano, orientata al migliora-mento della mixitè fonctionnelle con l’inte-grazione di funzioni residenziali - anchespeciali (residenze per studenti, housingsociale, cohousing…) - ricettive e servizi,in prossimità di grandi attrezzature urba-ne; dal punto di vista sociale, al manteni-

mento ed alla integrazione delle funzioni disolidarietà consolidate. L’ambito E3, Direzione Magazzini Com-missariato in Via del Porto Fluviale, indivi-duato dal PRG come Centralità metropoli-tana e urbana a pianificazione definita(Progetto Urbano Ostiense – Marconi),nella variante del Piano di Alienazione e Va-lorizzazione, costituisce una delle due areein cui è possibile operare la trasformazionedell’esistente attraverso azioni di sostitu-zione finalizzate alla realizzazione di un edi-ficio integrato al contesto locale con l’inse-rimento di funzioni connesse al residenzia-le sociale e speciale ed ai servizi locali.Il tema della sostituzione edilizia, all’internodella dicotomia tra conservazione e innova-zione, assegna alla trasformazione un ruo-lo importante in relazione al rapporto isti-tuito con le preesistenze, rapporto connes-so al valore che queste assumono nel nuo-vo significato di cui il progetto è portatore:l’obiettivo è, quindi, la modificazione criticadel manufatto e dell’intorno e non la sosti-

tuzione di un volume con un altro, attraver-so la messa in opera di interventi misuratiche producano effetti di qualità architetto-nica piuttosto che di quantità edilizia, all’in-terno di un equilibrio tra le istanze socio-economiche, le condizioni fisico-ambienta-li e l’integrazione di tecnologie sostenibili. L’ambito E3 ricade nel più ampio “Ambitodi Programmazione strategica Cintura fer-roviaria” poiché gli ex Magazzini Militarioccupano gran parte dell’area compresatra la linea ferroviaria Roma – Pisa, l’assestorico di Via Ostiense, Via del Porto Flu-viale e Via delle Conce. Il sito, in posizionestrategica all’interno del quadrante Ostien-se-Marconi, è caratterizzato dalla presenzadella caserma del 1918, occupata da circa300 “inquilini” tra italiani e stranieri, e dadepositi in abbandono, eccetto un piccolomagazzino che ospita la comunità di S.Egi-dio con il mercato solidale. Il PAV definiscecome obiettivi generali, finalizzati alla valo-rizzazione dell’ambito, la sostituzione del-l’esistente con una nuova edificazione, ti-

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DOSSIER VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE

> Quadro d’insiemedegli indirizzi e delle

principali azioni diintervento messi a

punto dallo studio difattibilità

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pologicamente integrata ai tessuti circo-stanti, con il miglioramento del mix funzio-nale attraverso la realizzazione di residen-ze speciali e la dotazione di nuovi servizi dilivello locale; il recupero della fascia di ri-spetto ferroviario con un parco pubblico;l’integrazione, infine, delle attuali funzionidi solidarietà sociali presenti.La ricerca ha articolato, sulla base dei ri-sultati delle analisi tematiche effettuate pervalutare la coerenza degli indirizzi istituzio-nali con le istanze dettate dal territorio,specifiche strategie di intervento finalizza-te ad agire sull’efficienza energetica del-l’edilizia e sul comfort degli spazi aperti econfinati, tutelando la memoria storicadell’esistente, integrando le azioni di inter-vento con le trasformazioni urbane in attoda 20 anni, tentando di fornire una rispostacoerente con le esigenze abitative del quar-tiere e degli attuali occupanti.La sperimentazione ha definito due possibi-li scenari di intervento, coerenti con i limitiimposti dal vincolo infrastutturale, di cuiuno caratterizzato dalla sostituzione ediliziacompleta; l’altro finalizzato al recupero dellacaserma ed al completamento dell’isolatocon nuova edificazione. In entrambi il mixfunzionale più coerente con il contesto as-segna la condizione prioritaria all’HousingSociale, con il mantenimento dei servizi disolidarietà sociale e l’inserimento di nuovefunzioni di piccolo commercio e servizi.

La sostituzione edilizia mira alla ricostruzio-ne della continuità dei tessuti con un assettocoerente con le condizioni del sito, finalizza-to a ricostruire i fronti urbani, integrandospazi verdi attrezzati con la fascia verde tam-pone, a ridosso della ferrovia: l’impianto,studiato in relazione alle componenti fisichee microclimatiche, permette di controllareda un lato il comfort degli spazi aperti, ga-rantendo un buon livello di soleggiamento euna fascia di verde con essenze specifichecome barriera acustica; dall’altro, imple-menta la qualità ambientale degli spazi in-terni, con l’inserimento di dispositivi bio-climatici ed impianti integrati con fonti rin-novabili e con l’adozione di materiali bio-compatibili.Il secondo scenario è caratterizzato dalmantenimento quasi integrale della exstruttura militare - ad eccezione della mi-crodemolizione di una parte e di un magaz-zino nei pressi del rilevato ferroviario - conil completamento dell’isolato per definireun nuovo fronte su via Ostiense. La memoria storica viene mantenuta, an-che collocando nel piano terra della caser-ma le funzioni di solidarietà sociale; nuovispazi commerciali completano il livello ter-ra del nuovo edificio, mentre in entrambi ivolumi sono collocate le residenze sociali.L’attenzione al rapporto tra pieni e vuoti inrapporto alle analisi ambientali, conferiscequalità all’intero assetto, definendo spazi

aperti funzionali al miglioramento del con-fort termoigrometrico e alla mitigazione deidisagi dovuti all’inquinamento. Analoga-mente al primo scenario, sono stati definitiindirizzi prescrittivi di dettaglio sulla tra-sformazione del costruito, con l’attenzioneparticolare all’intervento di retrofitting fun-zionale ed energetico sull’ex caserma.La costruzione della matrice multicriterialein cui sono pesate, per i due scenari, le dif-ferenti azioni in modo da ottenere un giudi-zio di valore in relazione alla coerenza congli obiettivi definiti nella fase valutativo-operativa, evidenzia per il secondo, con ilrecupero della caserma ed il completa-mento edilizio, un carattere più integrato erispondente alle necessità del territorioemerse in riferimento alle aspettative degliattori coinvolti (associazioni di solidarietàsociale, futuri utenti e cittadini di quartiere,investitore privato, Roma Capitale).La rigenerazione urbana, quindi, si muoveall’interno di strategie equilibrate che inte-grino il recupero, la riconversione ed il riu-so dell’esistente con la microdemolizionee ricostruzione per la sostituzione di parti ecomponenti dei tessuti non più funzionali,coerentemente con la riduzione del consu-mo dei suoli urbani, realizzando nuovi epiù coerenti mix funzionali, efficienti dalpunto di vista ecologico ed energetico, in-tegrati con i differenti contesti sociali edeconomicamente sostenibili. �

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DOSSIERVALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO MILITARE

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