Qualche esempio di tableaux pp. 29-30. Esercizio n. 2 Si parte dalla formula ( x(U(x) M(x)) U(s))...
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Qualche esempio di tableaux
pp. 29-30
Esercizio n. 2
• Si parte dalla formula
(x(U(x) M(x)) U(s)) M(s)
• La si nega (cioè: si scrive la formula per intero tra due parentesi e davanti si pone la negazione):
¬((x(U(x) M(x)) U(s)) M(s))
È in fnn(forma normale negativa)?
NO, perché
contiene il simbolo dell’implicazione e
Il simbolo di negazione non compare sempre “attaccato” ad un simbolo di predicato.
ALLORA
Dobbiamo applicare le regole di riscrittura
(di p. 25, cui è utile aggiungere, per snellire i conti, anche quella relativa alla negazione dell’implicazione – che riportiamo qua per prima)
Regole di riscrittura
1) ¬(CD) ~~> (C ¬D)
2) (CD) ~~> (¬C D)
3) ¬¬C ~~> C
4) ¬(C D) ~~> (¬C ¬D)
5) ¬(C D) ~~> (¬C ¬D)
6) ¬xC ~~> x ¬C
7) ¬xC ~~> x ¬C
La nostra formula
• è del tipo ¬(CD), dove
• “C” è x(U(x) M(x)) U(s)
e
• “D” è M(s)
Dunque applichiamo la regola 1)
• Ottenendo:
• C ¬D.
cioè
• (x(U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s).
Ora applichiamo la regola 2)
DENTRO la formula precedente:(x(U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)aU(x) M(x)E otteniamo¬ C D
Cioè(x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s).
(x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)è in fnn
Dunque ora si può partire a costruire l’albero di refutazione (=il tableau)
applicando le regole di espansione di p. 28
CB
CB
,,
,
CB
CB
,,
,
Regole di espansione
))/(,
,
xcB
xB
xBxtB
xB
),/(,
,
In quale ordine applicare le regole?
Quello in cui sono state presentate:
Congiunzione, disgiunzione, quantificatore esistenziale, quantificatore universale
ATTENZIONE
• Quando si applicano le regole di riscrittura sé può (anzi, si deve) guardare dentro le parentesi (per scoprire qual è il connettivo principale e applicare le regola opportuna).
• INVECE, quando si applicano le regole di espansione E’ ASSOLUTAMENTE VIETATO GUARDARE DENTRO LE PARENTESI per applicare le regole ai connettivi principali che vi stanno dentro.
Esempi
x(P(x) Qx) è una formula del tipo:xB.
Cioè occorre applicare ad essa la regole di espansione per il quantificatore universale e NON quella per la disgiunzione (che non siamo autorizzati a ‘vedere’ in quanto è chiusa tra parentesi)
x(Px) Q(x) è una formula del tipo: xB.
Cioè occorre applicare ad essa la regole di espansione per il quantificatore esistenziale e NON quella per la congiunzione (che non siamo autorizzati a ‘vedere’ in quanto è chiusa tra parentesi)
Che cosa significano le singole regole di espansione?
• Nella riga più in alto viene espressa la situazione del tableau al momento in cui andiamo ad operare. La formula contenente il connettivo o il quantificatore su cui si vuole operare è isolata tramite una virgola dal resto dell’espressione, che viene simboleggiato con Γ.
Esempio
• Per esempio, se troviamo scritto
Γ, P QSignifica che noi adesso stiamo per lavorare
sulla formula P Q, che ci compare eventualmente assieme ad altre formule Γ, separata da esse da una virgola.
• Nella seconda riga, in basso, è segnato il funzionamento della regola, cioè quello che noi andremo effettivamente a scrivere applicando quella regola.
In particolare
• Se abbiamo:
Γ, P Q__________
• Γ, P , Q
significherà
• che, se vogliamo lavorare su una congiunzione,
• Semplicemente alla riga successiva scriveremo tutto il resto dell’espressione (cioè Γ) e poi i due congiunti separati da una virgola.
disgiunzione
• Se abbiamo
• Γ, P Q• ---------------
• Γ, P |Γ, Q
significa
• che, se vogliamo lavorare su una disgiunzione,• alla riga successiva opereremo una biforcazione
della nostra diramazione e su un ramo scriveremo tutto il resto dell’espressione (senza la disgiunzione,cioè Γ) con uno dei disgiunti (P, separato da una virgola); sull’altro ramo scriveremo di nuovo tutto il resto dell’espressione (senza la disgiunzione,cioè Γ) e poi l’altro disgiunto (Q, separato da una virgola).
Quantificatore esistenziale
• Γ, xB
• ----------
• Γ, B(c/x)
significa
• che, se vogliamo lavorare su un quantificatore esistenziale,
• alla riga successiva trascriveremo il resto dell’espressione (cioè Γ) e poi, separata da una virgola, l’esemplificazione del quantificatore, cioè non si scrive x, ma solo quanto viene dopo, sostituendo in esso la x con un simbolo di costante NUOVO
Per esempio
• Γ, x(P(x) Q(x))
• Diventa
• Γ, P(c) Q(c)
• Purché c non sia mai stata usata prima
Quantificatore universale
• Γ, xB
• ----------
• Γ, xB ,B(t/x)
significa
• che, se vogliamo lavorare su un quantificatore universale,
• alla riga successiva trascriveremo tutta l’espressione (cioè sia Γ sia xB) e poi, separata da una virgola, IN AGGIUNTA, l’esemplificazione del quantificatore, cioè non si scrive (un’altra volta!) x, ma solo quanto viene dopo, sostituendo in esso la x con un simbolo di costante possibilmente VECCHIO.
Per esempio
• Γ, x(P(x) Q(x))
• diventa
• Γ, x(P(x) Q(x)), P(a) Q(a)
• Dove ‘a’ è una costante già presente nella dimostrazione (possibilmente, per ragioni di economicità, cioè per rendere più breve la dimostrazione).
Torniamo alla formula che stavamo considerando
Cioè a
(x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)
Applichiamo la regola per la congiunzione una prima volta
Su
(x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)
ottenendo:x (¬U(x) M(x)) U(s) , ¬M(s)
Una precisazione sulle parentesi
• Quando siamo passati da(x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)
ax (¬U(x) M(x)) U(s) , ¬M(s)
abbiamo tolto le parentesi qui segnate in verde, perché esse servivano solo a chiarire che l’espressione che contenevano formava un tutto unico (che si aggiungeva a ¬M(s) ) ed era una congiunzione di x (¬U(x) M(x)) e U(s).
Quando ¬M(s) compare preceduto da una virgola, non c’è più bisogno di precisare che è separato da ciò che sta prima di esso, che è un’unica formula (cioè x (¬U(x) M(x)) U(s) ) per suo conto.
E una seconda
• Su
x (¬U(x) M(x)) U(s), ¬M(s)
• Ottenendo
x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s)
Applichiamo la regola per il quantificatore universale
E otteniamo:
x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s),
¬U(s) M(s).
Applichiamo la regola per la disgiunzione
• in x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s), ¬U(s) M(s).
e otteniamo la biforcazione:x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s), ¬U(s) e x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s), M(s)
• In
x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s), ¬U(s)
notiamo la contraddizione in rosso e, dunque, chiudiamo il ramo.
In
x (¬U(x) M(x)), U(s), ¬M(s), M(s)
notiamo la contraddizione in rosso e, dunque, chiudiamo il ramo.
ATTENZIONE
• C’è contraddizione solo quando si hanno due formule di cui una sia atomica e l’altra la sua negazione SEPARATE DA UNA VIRGOLA.
Per esempio
• C’è contraddizione se ho le due contraddittorie:
• P(x), ¬ P(x)
• Non c’è contraddizione se ho:
• P(x), ¬ P(x) Q(x)
perché ¬ P(x) appare dentro una congiunzione, non è tra due virgole.
Osserviamo
• Che entrambi i nodi finali dell’albero “chiudono”, cioè terminano con una contraddizione e, dunque, dichiariamo insoddisfacibile l’enunciato:
(x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)
che costituiva la fnn di
¬(x(U(x) M(x)) U(s)) M(s))
Se questo è insoddisfacibile, allora risulta essere logicamente valido
l’enunciato di partenza:
x (¬U(x) M(x)) U(s)) ¬M(s)
Nuovo esempio di tableau3)
Si parte da
(x(P(x)Q(x)) (xP(x) xQ(x))
Lo si nega
• Ottenendo:
¬((x(P(x)Q(x))) (xP(x) xQ(x))).
È in fnn(forma normale negativa)?
NO, perché
contiene il simbolo dell’implicazione e
Il simbolo di negazione non compare sempre “attaccato” ad un simbolo di predicato.
ALLORA
• Dobbiamo applicare le regole di riscrittura
La nostra formula
È del tipo ¬(CD), dove
“C” è x(P(x)Q(x))
e
“D” è xP(x) xQ(x)
Dunque applichiamo la regola 1)
e otteniamo:
C ¬D
cioè
x(P(x)Q(x)) ¬ (xP(x) xQ(x))
Applichiamo la regola 5)
A
x(P(x)Q(x)) ¬ (xP(x) xQ(x))
sul secondo membro della formula (evidenziato in blu),
Ottenendo
x(P(x)Q(x)) (¬xP(x) ¬xQ(x)).
Applichiamo la regola 6)
A
x(P(x)Q(x)) (¬xP(x) ¬xQ(x)).
alle sottoformule evidenziate in blu
ottenendo:
x(P(x)Q(x)) (x¬P(x) x¬Q(x)).
x(P(x)Q(x)) (x¬P(x) x¬Q(x))è in fnn
Dunque ora si può partire a costruire l’albero di refutazione (=il tableau)
applicando le regole di espansione di p. 28
applichiamo la regola per la congiunzione
Su
x(P(x)Q(x)) (x¬P(x) x¬Q(x))
e otteniamox(P(x)Q(x)), x¬P(x) x¬Q(x)
Poi applichiamo la regola per la disgiunzione
a
x¬P(x) x¬Q(x)
Ottenendo la biforcazione:
1) x(P(x)Q(x)), x¬P(x)
2) x(P(x)Q(x)), x¬Q(x)
Cominciamo ad occuparci del ramo che contiene la 1)
applichiamo ad essa la regola per l’esistenziale
Da
x(P(x)Q(x)), x¬P(x)
otteniamo
x(P(x)Q(x)), ¬P(a).
Applichiamo ora la regola per il quantificatore universale
• Da
x(P(x)Q(x)), ¬P(a).
Otteniamox(P(x)Q(x)), P(a) Q(a) , ¬P(a) .
Applichiamo ora la regola per la congiunzione
• Su
• P(a) Q(a)
• In x(P(x)Q(x)), P(a) Q(a) , ¬P(a) .
• Ottenendox(P(x)Q(x)), P(a) , Q(a) , ¬P(a)
Questo nodo
• Contiene una contraddizione (P(a) e ¬P(a)).
• Dunque chiude
Passiamo ad occuparci del ramo
che contiene la 2)
applichiamo ad essa la regola per l’esistenziale
Da
x(P(x)Q(x)), x¬Q(x)
otteniamo
x(P(x)Q(x)), ¬Q(a).
Applichiamo ora la regola per il quantificatore universale
• Da
x(P(x)Q(x)), ¬Q(a).
Otteniamox(P(x)Q(x)), P(a) Q(a) , ¬Q(a) .
Applichiamo ora la regola per la congiunzione
• Su
• P(a) Q(a)
• In x(P(x)Q(x)), P(a) Q(a) , ¬Q(a) .
• Ottenendox(P(x)Q(x)), P(a) , Q(a) , ¬Q(a).
Anche questo nodo
• Contiene una contraddizione (P(a) e ¬P(a)).
• Dunque chiude
Osserviamo
• Che entrambi i nodi finali dell’albero “chiudono”, cioè terminano con una contraddizione e, dunque, dichiariamo insoddisfacibile l’enunciato:
x(P(x)Q(x)) (x¬P(x) x¬Q(x))che costituiva la fnn di:
¬((x(P(x)Q(x))) (xP(x) xQ(x))).
• Se questo è insoddisfacibile, allora
Risulta logicamente valido l’enunciato:
(x(P(x)Q(x))) (xP(x) xQ(x)).
Esempio 4
• Si parte dalla formula x(yP(y) P(x)).
• La si nega ottenendo:
¬(x(yP(y) P(x)))
Che si può semplicemente scrivere come
¬x(yP(y) P(x))
Perché non esiste un’altra possibilità di lettura.
È in fnn(forma normale negativa)?
NO, perché
contiene il simbolo dell’implicazione e
Il simbolo di negazione non compare sempre “attaccato” ad un simbolo di predicato.
La nostra formula
È del tipo
¬xC,
Dove
C
è
yP(y) P(x))
Applichiamo dunque la regola di riscrittura 7)
• DA• ¬x(yP(y) P(x))
• OTTENIAMOx¬(yP(y) P(x))
Applichiamo la regola di riscrittura 1
• Alla sottoformula
¬(yP(y) P(x))
Inx¬(yP(y) P(x)) ,
dove
• C sarà yP(y) e D sarà P(x)
ottenendo:
x(C ¬D)
cioè
x(yP(y) ¬P(x))
Questa è in fnn
Dunque ora si può partire a costruire l’albero di refutazione
applicando le regole di espansione
Applichiamo la regola di espansione del
quantificatore universale
• Ax(yP(y) ¬P(x))
• Ottenendox(yP(y) ¬P(x)), yP(y) ¬P(c).
Applichiamo la regola di espansione della congiunzione
inx(yP(y) ¬P(x)), yP(y) ¬P(c).
ottenendo:x(yP(y) ¬P(x)), yP(y), ¬P(c).
Ora applichiamo la regola di espansione del
quantificatore esistenziale
• Inx(yP(y) ¬P(x)), yP(y), ¬P(c).
• Ottenendox(yP(y) ¬P(x)), P(a), ¬P(c).
Riapplichiamo la regola di espansione del
quantificatore universale
in
x(yP(y) ¬P(x)), P(a), ¬P(c).
Ottenendo
x(yP(y) ¬P(x)), yP(y) ¬P(a), P(a), ¬P(c).
[la prima volta avevamo esemplificato il quantificatore universale con la costante “c”; ora l’abbiamo esemplificato con la costante “a” che era stata introdotta nel frattempo]
Applichiamo la regola della congiunzione
• In
x(yP(y) ¬P(x)), yP(y) ¬P(a), P(a), ¬P(c)
Ottenendo
x(yP(y) ¬P(x)), yP(y) , ¬P(a), P(a), ¬P(c)
Qui abbiamo la contraddizione P(a) e ¬ P(a),
Dunque il nodo chiude.
Dunque
dichiariamo insoddisfacibile l’enunciato:
x(yP(y) ¬P(x))
che costituiva la fnn di
¬x(yP(y) P(x))
• Se questo è insoddisfacibile, allora
risulta logicamente valido l’enunciato iniziale:
x(yP(y) P(x))