Qualche appunto sulle trasformazioni affini. - 4g Liceo Volta · * Conserverà l’appartenenza di...

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1 Qualche appunto sulle trasformazioni affini. Due definizioni di affinità. Def.1 – si dice affinità una corrispondenza biunivoca tra punti del piano ! ! " : A che ha come invarianti l’allineamento dei punti e il parallelismo. Osservazioni – * Ad una affinità si chiede di trasformare rette in rette e rette parallele in rette parallele. * Conserverà l’appartenenza di un punto ad una retta e dunque anche il punto d’intersezione tra rette. * Conserverà il punto medio di un segmento. Esempio – di trasformazioni affini sono le ombre proiettate la raggi di luce paralleli, come ad esempio quelle del Sole, o la proiezione parallela di un piano su di un altro. Vedi figura 1. Controesempi: 1. le ombre proiettate da una lampada (cioè da una sorgente posta a distanza finita) che mantengono l’allineamento, ma non il parallelismo (vedi figura 2.) 2. le immagini formate in uno specchio concavo che non mantengono neppure l’allineamento. Figura 1. Figura 2.

Transcript of Qualche appunto sulle trasformazioni affini. - 4g Liceo Volta · * Conserverà l’appartenenza di...

1

Qualche appunto sulle trasformazioni affini.

Due definizioni di affinità.

Def.1 – si dice affinità una corrispondenza biunivoca tra punti del piano !! ":A che ha

come invarianti l’allineamento dei punti e il parallelismo.

Osservazioni –

* Ad una affinità si chiede di trasformare rette in

rette e rette parallele in rette parallele.

* Conserverà l’appartenenza di un punto ad una

retta e dunque anche il punto d’intersezione tra

rette.

* Conserverà il punto medio di un segmento.

Esempio – di trasformazioni affini sono le ombre proiettate la raggi di luce paralleli, come

ad esempio quelle del Sole, o la proiezione parallela di un piano su di un altro. Vedi figura 1.

Controesempi:

1. le ombre proiettate da una lampada (cioè

da una sorgente posta a distanza finita) che

mantengono l’allineamento, ma non il

parallelismo (vedi figura 2.)

2. le immagini formate in uno specchio

concavo che non mantengono neppure

l’allineamento.

Figura 1.

Figura 2.

2

Def.2 – si dice affinità tra il piano p e il piano p’ la corrispondenza biunivoca ': !! "A

che ad ogni punto P del piano p di coordinate (x,y) fa corrispondere il punto P’ del piano

p’ anch’esso di coordinate (x,y).

Interpretazione geometrica – Si considera il

piano p dotato di un riferimento ),,( 21 eeO e p’

di un sistema )',',( 21 eeO ai quali sono riferite le

coordinate di P e P’ rispettivamente. Vedi figura

3.

Esercizio – rappresentare nei due piani i punti

corrispondenti A e A’ di coordinate (1, 2) , i

punti B e B’ di coordinate (-1, 3) e C’ e C’ (3, 3).

Quale punto corrisponde a O(0,0) ? e a E1 (1,0) ?

e a E2(0, 1) ?

Tracciare le rette passanti perA,B; disegnare il triangolo ABC e il corrispondente A’B’C’.

Cosa si osserva?

Figura 3. ….. e confronto tra le due definizioni. La prima definizione può essere così sintetizzata:

1e

2e

O

O’ '1e

'2e

Si trasforma la figura sul piano ),,( 21 eeO

3

La seconda definizione può essere illustrata dal seguente schema:

Equazioni delle affinità.

Rivediamo le equazioni delle trasformazioni che conosciamo, evidenziando la forma

matriciale.

Isometrie

* Identità !"#

=

=

yy

xx

'

' !

"

#$%

&!"

#$%

&=!

"

#$%

&

y

x

y

x

10

01

'

'

* Simmetria di asse x : !"#

$=

=

yy

xx

'

'. !

"

#$%

&!"

#$%

&

'=!

"

#$%

&

y

x

y

x

10

01

'

'

* Simmetria di asse y : !"#

=

$=

yy

xx

'

'. !

"

#$%

&!"

#$%

&'=!

"

#$%

&

y

x

y

x

10

01

'

'

P∈π

(O,e1, e2)

(x, y)

(O’, e’1, e’2)

P’∈π’

P∈π

(O, e1 , e2)

(x, y)

!"#

++=

++=

22221

11211

'

'

cyaxay

cyaxax (x’, y’)

P’∈π

Si trasforma il piano p nel piano p’ e ne consegue la trasformazione della figura

4

* Simmetria di asse y=x : !"#

=

=

xy

yx

'

'. !

"

#$%

&!"

#$%

&=!

"

#$%

&

y

x

y

x

01

10

'

'

* Simmetria rispetto all’origine : !"#

$=

$=

yy

xx

'

'. !

"

#$%

&!"

#$%

&

'

'=!

"

#$%

&

y

x

y

x

10

01

'

'

Omotetia !"#

=

=

kyy

kxx

'

' !

"

#$%

&!"

#$%

&=!

"

#$%

&

y

x

k

k

y

x

0

0

'

'

Dilatazioni !"#

=

=

hyy

kxx

'

'

!"

#$%

&!"

#$%

&=!

"

#$%

&

y

x

h

k

y

x

0

0

'

'

Sono tutte della forma :

!"

#$%

&!"

#$%

&=!

"

#$%

&

y

x

aa

aa

y

x

2221

1211

'

'.

La matrice A= !"

#$%

&

2221

1211

aa

aa è quindi una funzione A: � → �

che al punto P !"

#$%

&

y

x fa corrispondere il punto P’ !

"

#$%

&

'

'

y

x:

!"

#$%

&

2221

1211

aa

aa : !

"

#$%

&

y

x→ !

"

#$%

&

'

'

y

x.

Ci si può chiedere:

1. se una qualsiasi matrice di questo tipo rappresenti sempre un’affinità.

2. se tutte le affinità sono rappresentabili mediante una matrice

1. La matrice, per rappresentare un’affinità, deve fornire una corrispondenza biunivoca:

questo significa che il sistema corrispondente deve essere risolubile anche in x, y.

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Il sistema sarà determinato se il determinante della matrice A è diverso da zero.

In questo caso posso scrivere x e y in funzione di x’ e y’ :!"#

++=

++=

FEyDxy

CByAxx

''

''.

Una trasformazione lineare applicata ad una equazione di primo grado non può che dare

un’altra equazione di primo grado, dunque la trasformazione A trasforma rette in rette.

Date due rette parallele 0: =++ pbyaxr

0: =++ qbyaxs

Applichiamo ad esse la trasformazione A.

Risulterà:

0)''()''(:' =++++++ pFEyDxbCByAxar e quindi

( ) ( ) 0'':' =++++++ pbFaCybEaBxbDaAr

0)''()''(:' =++++++ qFEyDxbCByAxas e quindi

( ) ( ) 0'':' =++++++ qbFaCybEaBxbDaAr .

I coefficienti angolari delle trasformate sono ancora eguali, e quindi la trasformazione

trasforma rette parallele in rette parallele.

3. Vale il teorema (che diamo senza dimostrazione): tutte le affinità sono rappresentabili

mediante una matrice

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Composizione di trasformazioni Il linguaggio delle matrici per descrivere le affinità si rivela particolarmente utile quando si devono comporre due o più trasformazioni (ci occupiamo solo di quelle che lasciano fisso l’origine).

Siano !"

#$%

&=

22

11

ba

baA e !

"

#$%

&=

22

11

dc

dcB due matrici che rappresentano le due

trasformazioni. I sistemi lineari corrispondenti sono:

!"#

+=

+=

!"#

+=

+=

ydxcy

ydxcx

ybxay

ybxax

22

11

22

11

''

''

'

'

Componendo le due trasformazioni si ottiene :

!"#

+++=

+++=

)()(''

)()(''

222112

221111

ybxadybxacy

ybxadybxacx

!"#

+++=

+++=

)()(''

)()(''

22122212

21112111

bdbcyadacxy

bdbcyadacxx

che equivale alla scrittura matriciale:

!"

#$%

&•!

"

#$%

&

++

++=!

"

#$%

&

y

x

bdbcadac

bdbcadac

y

x

22122212

21112111

''

'' ; !

"

#$%

&=!

"

#$%

&

y

xC

y

x

''

'', cioè !

"

#$%

&!"

#$%

&!"

#$%

&''

''

''

'

'

y

x

y

x

y

x BA

Quindi la composizione del le due trasformazioni σ e ω , la prima di matrice A e la seconda di matrice B, è una trasformazione ω .σ di matrice C ottenuta dal prodotto del le matrici .AeB Quindi

=!"

#$%

&•!

"

#$%

&=•

22

11

22

11

ba

ba

dc

dcCAB !

"

#$%

&

++

++

22122212

21112111

bdbcadac

bdbcadac

Da qui la regola del prodotto di matrici “righe per colonne”. N.B.: il prodotto di matrici deve essere eseguito nell’ordine inverso rispetto alle trasformazioni applicate. E’ facile provare che la composizione di due trasformazioni non è commutativa (come non lo è in generale la composizione di funzioni) e che anche il prodotto di matrici non è commutativo.

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Esercizio: Scrivere la matrice che esprime la trasformazione ω : simmetria rispetto alla bisettrice del primo e terzo quadrante e σ : omotetia di rapporto 3. Verificare che il prodotto di trasformazioni non è commutativo.

Una proprietà fondamentale del la matrice di trasformazione.

La notazione matriciale risulta particolarmente comoda in virtù della seguente proprietà:

il versore 1e si trasforma in '

0

1

1

21

11

2221

1211e

a

a

aa

aa=!

"

#$%

&=!

"

#$%

&'!"

#$%

&

e il versore 2e si trasforma in '

1

0

2

22

12

2221

1211e

a

a

aa

aa=!

"

#$%

&=!

"

#$%

&'!"

#$%

&.

Vale a dire che i vettori colonna della matrice dell’affinità sono le componenti dei versori

della nuova base.

Quindi i vettori colonna forniscono i vettori (O’, e’1, e’2) della nuova “quadrettatura” del piano trasformato.

Esercizio – Data l’affinità di matrice A : !!

"

#

$$

%

&

'

'

2

31

12

1. quali sono i trasformati dei vettori !"

#$%

&=0

1

1e e !

"

#$%

&=1

0

2e ?

2. disegnare la nuova quadrettatura del piano ottenuto

3. rappresentare le rette che passano per A (2,1) e B (-1, 2) e il triangolo di vertici AOB e i

loro trasformati.

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Affinità, matrici e determinanti

Dati due vettori 3Rbea !

rr :

kjbibb

kjaiaarrrr

rrrr

0

0

21

21

++=

++=

1. Un’ interpretazione geometrica del determinante:

• l’area del paralle logrammo definito dai due vettori è !sinab , quindi si può esprimere

come il modulo del prodotto vettoriale !sin|| abba ="rr

:

• Calcoliamo il prodotto vettoriale:

kbabakbakba

jjbaijbajibaiibakjbibkjaiabarrr

rrrrrrrrrrrrrrrr

)(

)()()()()0()0(

12211221

221221112121

!=!

="+"+"+"=++"++="

Quindi |||| 1221 bababa !="rr

: questa espressione rappresenta l’area del parallelogrammo.

N.B.: Forma cartesiana del prodotto vettoriale. Dati i vettori ),( 21 aaa e ),( 21 bbb il

prodotto vettoriale ( )1221

21

21

1

1

2

2

21

21

0

0

0

0

0

0 babakbb

aak

b

aj

b

ai

bb

aa

kji

ba !=+!==" .

Def.: Data la matrice !"

#$%

&=

2221

1211

aa

aaA si definisce determinante della matrice l’espressione

21122211aaaaADet != , che si indica con

2221

1211

aa

aaDetA = .

Possiamo quindi concludere che

b

a α

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Il determinante della matrice della trasformazione è uguale all’area del

parallelogrammo, con segno, costituito dai vettori trasformati dei vettori

fondamentali e1, e2 .

Da qui :

Area del parallelogrammo = 0 ⇔ 01221=!= babaADet

In questo caso non si è in presenza di un’Affinità.

2. Un’altra interpretazione geometrica del determinante:

siano r e s due rette, passanti per O e che hanno per vettori direzione rispettivamente

2Rbea !

rr. Le equazioni sono:

xb

bys

xa

ayr

1

2

1

2

:

:

=

=

Quindi: 00|| 1221

1

2

1

2 =!="!=! ADetbabab

b

a

asr .

La condizione 0=ADet equivale alla condizione di parallelismo dei due versori base '

1e e

'2e e quindi non si è in presenza di un’affinità.

Conclusione: Le trasformazioni affini nel piano ( ameno delle traslazioni) sono rappresentate da tutte e sole le matrici A di ordine 2 con Det A ! 0.

N.B.: Osserviamo che ci sono affinità che lasciano invariato l’orientamento degli angoli, per

esempio le rotazioni, e affinità che lo invertono, ad esempio le simmetrie assiali. Un’affinità

che conserva l’orientamento si dice affinità diretta e il suo determinate risulta positivo,

un’affinità che inverte l’orientamento si dice af finità inversa e il suo determinante risulta

negativo. In sintesi:

Affinità diretta Det A > 0

Affinità inversa Det A < 0.

N.B.: le figure che si corrispondono in una affinità hanno le aree in rapporto costante

uguale a DetA .