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Ministero degli Affari Esteri Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie Ufficio II Quadro Strategico Nazionale 2007 – 2013 Documento di strategia specifica della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del MAE e proposta operativa nell’ambito del PON “Governance e Azioni di Sistema” Ob. Convergenza FSE 22 novembre 2007

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Ministero degli Affari Esteri

Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie

Ufficio II

Quadro Strategico Nazionale 2007 – 2013

Documento di strategia specifica della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e

le Politiche Migratorie del MAE e proposta operativa nell’ambito del

PON “Governance e Azioni di Sistema” Ob. Convergenza FSE

22 novembre 2007

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INDICE A. LE PROSPETTIVE DELLE POLITICHE ORDINARIE DEL MAE NEL

SETTORE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E DELLE MIGRAZIONI E L’INQUADRAMENTO STRATEGICO DI POLICY DEL QSN

pag. 6 A.1 Gli italiani all’estero: consistenza e scenari emergenti pag. 6 A.2 La rigidità dei sistemi della formazione e del mercato del lavoro di fronte ai fenomeni della mobilità dei lavoratori e dei nuovi bisogni di competenze in ambito transnazionale pag. 8 A.3 Il disegno di una politica aggiuntiva per la valorizzazione delle professionalità e delle competenze degli italiani all’estero nel quadro della Strategia di Lisbona: le linee programmatiche del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) pag. 10

A.4 Il ruolo degli italiani all’estero per lo sviluppo territoriale nel

quadro della politica di Lisbona pag. 11 A.5 Le scelte del QSN 2007 – 2013 per la policy di settore della DGIEPM del MAE pag. 13

A.5.1 Esplicitazione della Policy della DGIEPM del MAE “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le comunità e con le competenze degli italiani all’estero” nell’ambito del QSN pag. 14 A.5.2 La risorsa costituita dagli italiani all’estero per gli obiettivi della Policy pag. 15 A.5.3 Strategia attuativa della Policy pag. 18 A. 5.3.1 La “riappropriazione delle alte qualifiche” pag. 19 A.5.3.2 Il centro di competenze della rete pag. 20 A.5.3 Conclusioni pag. 20

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B. L’ATTUALE IMPOSTAZIONE E ATTUAZIONE DELL’AZIONE

DI POLICY E LO SPECIFICO RUOLO DEL MAE DGIEPM pag. 22 B.1 L’azione di sistema del MAE DGIEPM nel PON ATAS del QCS

Ob.1 2000 – 2006 “Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno” pag. 22

B.1.1 Metodologia attuativa pag. 24 B.1.2 L’Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero pag. 25 B.2 Altri strumenti di intervento del MAE coerenti con l’azione di Policy pag. 25 B.2.1 La Banca Dati sui “Comunicatori Italiani all’Estero” pag. 25 B.2.2 POLIS Osservatorio degli italiani all’estero pag. 26 B.2.3 La banca dati DAVINCI pag. 26 C. LA PROPOSTA DI DETTAGLIO PER DARE ATTUAZIONE ALLA

STRATEGIA DEL QSN: AZIONI DI SISTEMA DEL MAE DGIEPM NELL’AMBITO DEL PON “GOVERNANCE E ASSISTENZA

TECNICA” OB. CONVERGENZA FSE pag. 27 C.1 Scenario di riferimento dell’iniziativa pag. 27 C.2 Complementarietà con le politiche a favore degli italiani all’estero pag. 27

C.3 Il confronto con le Regioni: manifestazioni di interesse pag. 28

C.4 Impostazione attuativa dell’iniziativa nell’ambito del PON “Governance e Assistenza Tecnica” di FSE – Convergenza pag. 28

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C.5 Linee di intervento pag. 29 C.5.1 Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta

di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero pag. 29 C.5.1.1 Dimensione strategica pag. 29

C.5.1.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS pag. 29

C.5.1.3 Obiettivi pag. 30

C.5.1.4 Attività pag. 30

C.5.1.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e priorità del QSN pag. 31

C.5.1.6 Destinatari pag. 31

C.5.2 Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed

organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale pag. 31

C.5.2.1 Dimensione strategica pag. 31

C.5.2.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS pag. 32 C.5.2.3 Obiettivi pag. 32

C.5.2.4 Attività pag. 32

C.5.2.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza

Tecnica FSE e Priorità del QSN pag. 33

C.5.2.6 Destinatari pag. 33

C.5.3 Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani

all’estero pag. 33

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C.5.3.1 Dimensione strategica pag. 33

C.5.3.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS pag. 34 C.5.3.3 Obiettivi pag. 34 C.5.3.4 Attività pag. 35

C.5.3.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e Priorità del QSN pag. 35 C.5.3.6 Destinatari pag. 35

C.6 Coerenza dell’Azione del MAE con il QSN 2007 – 2013 e con il PON

Gonernance e A.T. di FSE pag. 36

C.7 Complementarietà dell’Azione del MAE con i POR – FSE delle Regioni del Mezzogiorno pag. 39 C.8 Complementarietà dell’Azione del MAE con i POR – FESR delle Regioni del Mezzogiorno pag. 40

ALLEGATI Allegato 1: Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani

all’Estero pag. 41

Allegato 2: Accordi di partenariato territoriale conseguiti nell’ambito del PON ATAS 2000 – 2006 pag. 51

Accordi tra Attori territoriali pag. 52

Accordi tra Istituzioni pag. 60

Allegato 3: Report Ricercatori (Aggiornamento al 1.8.2006) – Archivio

della banca dati DAVINCI pag. 65

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Allegato 4: Protocollo MAE-DGIEPM – MLPS per la mobilità

internazionale dei lavoratori pag. 66

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Allegato 5 Protocollo MAE-DGIEPM – Assocamerestero pag. 71 Allegato 6: Aspetti normativi: la riforma del Titolo V della Costituzione,

nuove prospettive di Governance nel sistema Stato-Regioni pag. 75 Allegato 7: Relazione sulla formazione professionale approvata dall’Assemblea plenaria del CGIE svoltasi dal 6 al 9 novembre 2007 pag. 78

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A. LE PROSPETTIVE DELLE POLITICHE ORDINARIE DEL MAE NEL SETTORE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO E DELLE MIGRAZIONI E L’INQUADRAMENTO STRATEGICO DI POLICY DEL QSN

A.1 Gli italiani all’estero: consistenza e scenari emergenti.

La consistenza della migrazione italiana all’estero ha conosciuto un’evoluzione significativa nel corso degli ultimi decenni: essa, molto rilevante all’inizio del secolo, e costituita per lo più da emigrazione di forza lavoro con bassa qualifica, è nel tempo scemata, divenendo per lo più esportazione di lavoratori altamente qualificati, che ricercano all’estero la possibilità di capitalizzare l’impegno profuso in istruzione e formazione, o nuovi sbocchi commerciali e produttivi. Il fenomeno migratorio, quasi dimenticato negli anni di trasformazione dell’Italia da paese di emigrazione ad area di attrazione di flussi migratori, assume oggi rinnovata importanza in considerazione del nuovo panorama economico europeo e globale.

I cittadini Italiani Residenti all’Estero (IRE) sono circa 4 milioni, distribuiti in 198 paesi. Il numero tuttavia aumenta in maniera considerevole se si considerano gli italiani in “mobilità” temporanea all’estero per motivi professionali di cooperazione e di “delocalizzazione” delle imprese. Inoltre, i discendenti delle comunità italiane nel mondo (quindi l’emigrazione italiana che ha avuto luogo verso i paesi più sviluppati tra il 1800 ed il 1900) sono oltre 60 milioni: si tratta di una seconda Italia distribuita tra l’America Latina, gli Stati Uniti e il Canada, l’Europa e l’Australia, una “Italia estesa” che costituisce una risorsa significativa per lo sviluppo dell’economia italiana in quanto coesa, qualificata e fortemente legata al paese di origine.

L’analisi della consistenza e della struttura (stock) delle comunità emigrate all’estero permette di mettere in luce le caratteristiche delle strutture che hanno permesso di consolidare il rapporto fra l’Italia e i paesi di emigrazione; l’analisi dei flussi, ed in particolare delle dinamiche migratorie recenti, è per contro essenziale al fine di ipotizzare gli scenari futuri dell’emigrazione. La relazione che lega le due grandezze è evidentemente molto stretta: i flussi possono avere importanti conseguenze sulla struttura e, analogamente, quest’ultima sintetizza il complesso processo di rinnovo e di estinzione delle comunità oggetto di analisi.Con riferimento ai flussi, una prima indagine sulle iscrizioni e cancellazioni anagrafiche nei comuni italiani gestita dall’ISTAT, consente di disegnare un profilo dei flussi della recente migrazione italiana verso l’estero. Si tratta di una popolazione prevalentemente maschile ed in età lavorativa, pur se non manca una rappresentazione significativa delle fasce di età estreme.

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Di particolare interesse risulta la composizione dei flussi in funzione del ramo di attività e qualifica, con l’aumento della categoria degli studenti e con la prevalenza dell’industria sul commercio , la Pubblica Amministrazione e servizi privati e l’agricoltura . Sul fronte delle qualifiche, il flusso si caratterizza per la presenza decrescente di persone in condizione non professionale accompagnate da posizioni medio alte: le categorie imprenditore, libero professionista, dirigente, lavoratore in proprio rappresentano il 36% del totale dei flussi.

La dinamica migratoria italiana pone, quindi, in luce soprattutto l’emergere di forme di emigrazione altamente qualificata (il cosiddetto “brain drain” o “fuga dei cervelli”), che può essere considerata come risultato, a livello individuale, del desiderio di massimizzare il ritorno dei propri investimenti in istruzione e formazione, in presenza di situazioni più vantaggiose in altri paesi rispetto a quello che l’Italia può offrire. Taluni paesi – primo fra tutti gli USA – seguono ad esempio una politica palesemente opposta alla nostra: quella di attrarre e “catturare” il massimo numero di persone altamente qualificate o capaci, dall’intero pianeta.

La situazione italiana ha origini di tipo strutturale e socio-economico. Numerosi fattori condizionanti, legati alle scelte politiche e strategiche di sviluppo dell’economia, ed al ruolo della ricerca e dei programmi di istruzione e formazione, hanno generato nel corso degli anni le significative differenze che esistono oggi tra l’Italia ed altri Paesi quanto a capacità di attrarre studenti, ricercatori e personale qualificato. I principali aspetti sono ovviamente quelli legati al trattamento economico, alla qualità del lavoro e delle strutture ed al più ampio tema della qualità della vita in Italia rispetto ad altri paesi ospitanti, per determinate categorie di reddito o categorie professionali o accademiche.

Questo tipo di brain drain ha origine infatti soprattutto nel settore dell’università e della ricerca, e può essere ridimensionato tramite strategie di collaborazione internazionale e politiche di investimento che sono state ampiamente identificate dalle istituzioni centrali preposte, e spesso discusse per le loro valenze politiche e modalità di attuazione; ma senza, sino ad oggi, risultati sistematici di rilievo.

Esiste tuttavia una tipologia emergente di brain drain, che nasce invece per rispondere positivamente alle strategie di mobilità delle imprese. Essa deve essere incoraggiata, e soprattutto gestita, identificandone l’appartenenza a precise categorie, ciascuna caratterizzata da specifici rischi ed opportunità:

a) Mobilità in prevalenza “non permanente” e sostenibile nel contesto della cooperazione economica internazionale. In altre parole, la mobilità è conseguente a reali opportunità (e possibilmente precise strategie) di cooperazione tra territori o distretti o imprese sui mercati internazionali, per motivi economici, produttivi, distributivi, etc. In questo caso si auspica il mantenimento dei rapporti del personale “in mobilità” con il territorio o impresa di origine, e quindi il ritorno di know-how e personale qualificato verso il nostro paese nell’ambito della

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cooperazione internazionale. E’ una situazione che porta ad un arricchimento, in termini formativi ed occupazionali, sia nel paese di origine (Italia) che in quello di destinazione.

b) Mobilità forzata ed originante dalla ricerca, da parte di singoli professionisti o imprenditori, di opportunità di lavoro mancanti in Italia. Solo a lungo termine o nel contesto di creazione di nuova impresa all’estero questa fattispecie può portare benefici di ritorno. Per la massima parte, si tratta per il nostro Paese di una perdita di know-how, e/o di investimenti. Trattasi di una fattispecie gestibile con iniziative formative dirette a personale qualificato (o da qualificare) sia italiano che estero, sulle opportunità di cooperazione tra territorio e Paesi esteri e sulle specifiche conoscenze e qualifiche oggi necessarie per competere ed eccellere nel settore prescelto, sia in Italia che nei Paesi con cui si prospetta la cooperazione, a seguito di interessi professionali, di esigenze di settore industriale, o di strategie promosse dalla Regione. Si crea in tal modo, partendo da una carenza del sistema, una opportunità per gli individui (e, a lungo termine, per lo stesso sistema, sia nel paese di origine che in quello ospitante).

Si assiste oggi anche al fenomeno, relativamente recente, ma in crescente espansione, della mobilità verso l’Italia; è la “nuova immigrazione”, dalla quale consegue una necessità di bilanciamento e sviluppo dei patrimoni di conoscenza tra territori italiani ed esteri.

Infatti in modo crescente, in Italia, al brain drain positivo (precedente punto a) o negativo (precedente punto b) sopra descritto si associa una immissione di personale che, se pure qualificato, tuttavia non trova offerte di lavoro nel proprio settore di specializzazione, determinando una palese tendenza dannosa in presenza di una crescente delocalizzazione delle imprese, che “rimuove” il problema occupazionale immediato dal territorio regionale o italiano, per spostarlo, amplificato, a più lunga scadenza.

In questo contesto la “bilancia del sapere” che sinora ci ha posto in posizione di vantaggio rispetto ad altri Paesi, è destinata, in assenza di nostri provvedimenti competitivi, a tendere all’equilibrio ed in alcune aree perfino all’inversione.

A.2 La rigidità dei sistemi della formazione e del mercato del lavoro di fronte ai fenomeni della mobilità dei lavoratori e dei nuovi bisogni di competenze in ambito transnazionale

I sistemi di istruzione-formazione e di regolazione del mercato del lavoro nelle regioni dell’obiettivo Convergenza e del Mezzogiorno, sono in notevole ritardo sul presidio dei nuovi fenomeni migratori legati alla integrazione europea ed internazionale dei mercati e delle attività produttive. Infatti mentre le imprese hanno dovuto già da anni reagire “in

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tempo reale” (cioè immediatamente, pena l’immediata perdita di posizione) alla sempre più rapida evoluzione delle tecnologie e dei mercati, le nostre Pubbliche Amministrazioni centrali e regionali sono ancora nella fase della formulazione delle strategie più idonee.

Gli interventi normativi sono peraltro in ritardo in tutti i paesi del mondo, perfino in settori specifici critici, come la protezione del copyright o la normativa tributaria. Ed ancora, in tutti i paesi del mondo, inclusi i più avanzati come gli Stati Uniti, si osserva che mentre le imprese, le università e gli istituti di ricerca sono da anni allineati ad un vasto network di cooperazione internazionale che valorizza le “eccellenze” del proprio Paese, la formazione professionale è in ritardo poiché rimane legata a sistemi economici ed amministrativi strettamente locali.1 La più evidente conseguenza è che perfino nelle multinazionali la mobilità del personale tra le varie sedi internazionali è scoraggiata, in quanto fonte di potenziali problemi (soprattutto culturali e, appunto, formativi) più che di vantaggi. A titolo di esempio, le posizioni evidenziate nella bacheca “careers” sul sito della sede centrale delle multinazionali americane sono visibili dalle sedi di tutto il mondo, ma i posti vengono alla fine assegnati a personale locale (meno problemi logistici, o di contratto, o di conoscenza del mercato locale) o al massimo proveniente dalle filiali anglofone (meno problemi formativi).

Fanno eccezione le nuove tecnologie della informazione e comunicazione (ICT) per alcuni Paesi emergenti che, forse per carenza di forti tradizioni industriali, si sono lanciati con successo nell’arena post-industriale (v. India, Taiwan), ovvero, nei settori dell’industria tradizionale, quelli in cui l’enorme disponibilità di mano d’opera a basso costo e la semplicità dei “task” manifatturieri ha consentito di sviluppare in brevissimo tempo enormi capacità produttive (v. Cina).

E’ comunque evidente che l’evoluzione delle economie avanzate da “locale” a “globale” e da “materiale” a “immateriale” sta rapidamente modificando il quadro migratorio e le esigenze di formazione professionale. E per tutte le economie avanzate l’allineamento tra i temi dell’emigrazione-immigrazione e quelli della formazione professionale è sempre più critico.

1 Uno specifico studio sul grado di apertura internazionale dei sistemi di istruzione-formazione italiani è stato condotto dalla DGIEPM del MAE nel 2005. Lo studio ha rilevato la grande debolezza dell’offerta formativa italiana nel contesto europeo ed internazionale sulla base degli indici di mobilità studentesca (Cfr. “Le prospettive di valorizzazione delle competenze tecnico-scientifiche degli italiani all’estero per l’internazionalizzazione del sistema formativo”, febbraio 2006).

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A.3 Il disegno di una politica aggiuntiva per la valorizzazione delle professionalità e delle competenze degli italiani all’estero nel quadro della Strategia di Lisbona: le linee programmatiche del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE).

Tenuto conto dello scenario descritto ai punti precedenti, la Conferenza Permanente Stato-Regioni, Province Autonome e CGIE ha individuato alcuni obiettivi centrali di policy.

In particolare, nelle “Linee programmatiche per l’attività del Governo, del Parlamento, delle Regioni e Province Autonome e del CGIE” del 20 marzo 2002 la Conferenza ha tracciato un nuovo quadro per l’emigrazione italiana caratterizzato da:

a) nuovo profilo del lavoratore italiano nel mondo che si caratterizza come un “lavoratore in mobilità”;

b) una emigrazione per lo più “intellettuale”.

Tale rinnovata situazione richiede, secondo la Conferenza, interventi adeguati tra i quali:

1) il potenziamento della formazione e della specializzazione professionale, anche a livello superiore;

2) il rilancio della cooperazione internazionale.

Ulteriori contributi alla analisi dei nuovi scenari dell’emigrazione provengono dall’intervento del Segretario Generale del CGIE alla Conferenza del 29 novembre 2005.

Viene, in particolare, tracciato una nuova connessione tra il fenomeno della globalizzazione, l’azione delle Regioni e i cittadini emigrati:

“La globalizzazione pone numerose domande a livello culturale, sociale ed economico sul ruolo delle comunità italiane all’estero, sulle opportunità che offrono in termini di sviluppo a livello locale e in un’ottica transnazionale. La globalizzazione ha dato maggiori responsabilità alle Regioni nel predisporre le condizioni di competitività del territorio governato ed è noto quanto sia reale e consistente l’intreccio economico tra cittadini emigrati e la loro Regione di origine”.

Nel mondo globalizzato l’Italia si pone, nella analisi del Segretario del CGIE, tra i Paesi che con l’Unione Europea hanno fatto la scelta di competere come “economia immateriale” basata sull’informazione. Questo è il senso della “Strategia di Lisbona”, nata nel 2000 e sviluppatasi in seguito, che punta ad un’economia basata sulla conoscenza. In questo contesto l’Italia può contare sulle professionalità dei cittadini

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italiani e di origine italiana all’estero “che nonostante i processi di integrazione molto avanzati, hanno forte il senso delle comuni radici di valori, di identità culturale”.

Il CGIE ha approfondito ulteriormente l’analisi del ruolo degli italiani all’estero rispetto alla politica estera italiana ed alle politiche nazionali e comunitarie. Nel luglio 2007, il CGIE ha approvato il “dossier sull’internazionalizzazione” in cui l’internazionalizzazione viene analizzata come fenomeno complesso del territorio i cui effetti sull’occupazione e sullo sviluppo economico richiedono interventi di coordinamento e di indirizzo da parte delle Istituzioni non solo a sostegno delle politiche commerciali, ma anche delle politiche occupazionali utilizzando la leva della formazione professionale. Viene così promosso un piano di azione in 5 punti in cui è introdotta la distinzione tra iniziative finalizzate all’impiego, ivi compreso quello generato dalle PMI, e quelle destinate alla promozione delle competenze italiane all’estero in funzione del potenziamento del sistema formativo italiano e, più in generale, della competitività dell’Italia nel mondo. Tali orientamenti sono poi ripresi e rafforzati nel “documento sulla formazione professionale” approvato dal CGIE durante l’Assemblea plenaria svoltasi dal 6 al 9 novembre 2007. Qui viene riaffermata una strategia di integrazione delle politiche occupazionali e di quelle destinate alla valorizzazione degli italiani all’estero in un disegno organico in cui risorse nazionali e risorse comunitarie, in particolare quelle di FSE, si compongono in un unico bilancio programmatico.

A.4 Il ruolo degli italiani all’estero per lo sviluppo territoriale nel quadro della politica di Lisbona

La strategia Europea di Lisbona è stata lanciata nel Maggio 2000 in previsione di un radicale cambiamento dei parametri di sviluppo socio-economico nei paesi industrializzati. Il cambiamento era stato individuato sin dal 1997 dalla Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD) analizzando l’evoluzione della divisione del lavoro a livello internazionale; essa prevede che mentre nella fase di industrializzazione primaria la crescita è funzione dell’aumento della produttività (basata a sua volta sulla crescita degli investimenti e sul basso costo della manodopera), per superare i limiti di questa fase ed entrare nella società post–industriale l’economia dovrà invece svilupparsi non più sulla base della relazione tra capitale e lavoro, ma sulla crescita del capitale umano (“Società della Conoscenza”).

Ciò significa che le economie più avanzate dovranno perseguire un nuovo tipo di sviluppo ad elevata coesione economica e sociale, favorendo la crescita innovativa edinamica del lavoro intellettuale, la ricerca e sviluppo, la riorganizzazione manageriale dell’impresa, il trasferimento tecnologico e, ove necessario, la delocalizzazione della produzione.

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La crescita della “Società della Conoscenza” per i Paesi altamente industrializzati è una conditio sine qua non per avanzare nella scala della divisione internazionale del lavoro e della produzione, e quindi per non essere superati in modo irreversibile dalla concorrenza generata dalla forte crescita industriale e produttiva dei paesi di più recente industrializzazione.

Il rilancio della strategia di Lisbona (marzo 2005) e degli orientamenti integrati della strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione(2005-2008), sollecitano un adattamento dei sistemi di istruzione e di formazione mediante l'aumento e la garanzia dell'attrattività, dell'apertura e dell'elevata qualità; la risposta a nuove necessità occupazionali, a competenze principali e a esigenze future in termini di qualifica migliorando la definizione e la trasparenza delle qualifiche, il loro reale riconoscimento e la convalida della formazione non formale e informale. Il Consiglio e i rappresentanti dei governi degli Stati membri riuniti in sede di Consiglio sul ruolo dello sviluppo delle capacità e delle competenze nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona (GUCE 292 C del 24/11/2005 p. 3) hanno ricordato che lo sviluppo di "capacità e competenze" riguarda la gamma dei risultati di tutte le forme e i livelli di apprendimento, compresi i risultati dell'apprendimento formale, non formale e informale e che occorre intensificare partenariati a livello nazionale, regionale, locale e settoriale con le principali parti in causa, conformemente alle legislazioni e alle prassi nazionali. Tali partecipazioni dovrebbero creare un sistema che risponda alla domanda, tenga conto delle esigenze a lungo termine in materia di capacità e competenze, incoraggi l'investimento nelle capacità e nelle competenze. Metodi innovativi di insegnamento, ad esempio con il ricorso alle TIC, consentono una più ampia partecipazione all'apprendimento permanente e possono così ridurre l'esclusione sociale e migliorare l'equilibrio tra vita e lavoro. La flessibilità nell'impartire istruzione ai lavoratori può essere facilitata da una migliore collaborazione con i docenti e da un uso efficace delle infrastrutture TIC.

Conseguentemente, la Commissione delle Comunità Europee ha adottato “Un quadro coerente di indicatori e parametri di riferimento per monitorare i progressi nella realizzazione degli obiettivi di Lisbona in materia di istruzione e formazione (COM(2007) 61 definitivo del 21.2.2007), che rifletta pienamente le priorità politiche della strategia Istruzione e formazione 2010.

L’Italia, per la sua struttura sociale e produttiva (scarse risorse primarie, sviluppo dei settori della trasformazione e del terziario, elevati costi di mano d’opera) dovrà affrontare questo cambiamento più rapidamente di altri stati europei. I requisiti necessari sono tutti presenti, con l’esclusione della formazione, istruzione e ricerca che richiedono un forte sviluppo sia in senso territoriale che internazionale.

L’Italia dovrà agire in uno scenario nel quale le gerarchie territoriali sono meno stabili ed i posizionamenti sul territorio sono sempre più il risultato ( e sempre meno la condizione di partenza) di una convergenza tra istanze economiche e di mercato globali, esigenze ed opportunità

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sociali e culturali e capacità individuali. Hanno quindi sempre maggior peso, in tale contesto evolutivo, i processi negoziali politici e strategici tra istituzioni pubbliche centrali e regionali, enti locali ed operatori economici.

Tre appaiono pertanto i versanti principali di espressione della Strategia europea di Lisbona per il consolidamento delle nostre regioni nei network nazionali ed internazionali di formazione del valore per i quali le professionalità degli italiani all’estero prima citate dal Segretario Generale del CGIE possono avere un ruolo molto significativo:

- la creazione, a monte delle azioni di partenariato territoriale, di una adeguata base di competenze e conoscenze (alle strategie di politica territoriale si legano quindi nuove regole e nuove opportunità);

- la valorizzazione delle reti transnazionali che permettono il collegamento in rete del giacimento dei saperi e delle competenze del lavoro e delle imprese, ed in particolare,nei nostri programmi, del lavoro e delle imprese italiane nel mondo;

- la condivisione, da parte di economie diverse, di modelli di sviluppo locale e metodologie di organizzazione dei processi produttivi imparentati con l’esperienza italiana, ciò che a sua volta è facilitato dalla formazione di bacini professionali (a tutti i livelli, dal management al lavoro specializzato) familiarizzati con i contesti italiani.

“Rete” e “Conoscenza” sono quindi oggi i due concetti chiave nel nostro contesto sociale ed economico. Il primo evidenzia l’importanza dei legami, delle relazioni, delle interdipendenze, in altri termini del “capitale sociale” come strumento di miglioramento collettivo; il secondo fa risaltare la centralità del “capitale intellettuale” indispensabile ai processi di innovazione, cambiamento, sviluppo.

Il vasto patrimonio di esperienze e conoscenze degli italiani all’estero, le valenze conoscitive del loro utilizzo, le strutture di rete di cooperazione in area istituzionale, economica, culturale e sociale che è possibile con essi costituire a livello globale, rendono gli IRE una risorsa di vastità e competenza difficilmente eguagliabile da altri paesi concorrenti.

A.5 Le scelte del QSN 2007 – 2013 per la policy di settore della DGIEPM del MAE

In relazione al contesto migratorio emergente, ai relativi problemi ed opportunità di tipo formativo ed occupazionale, all’esperienza maturata nella programmazione del FSE 2000-2006, la DGIEPM del MAE ha approfondito gli indirizzi programmatici sopra descritti contribuendo ai lavori del Tavolo tematico 1 – Istruzione, Formazione e

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Territorio – e poi nella formulazione definitiva del QSN che ha inquadrato in modo specifico il contributo degli italiani all’estero nella Priorità 1 “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane “.

I riferimenti specifici riguardano:

L’Obiettivo generale 1.1: “Rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio” ,L’Obiettivo specifico 1.1.1: “Migliorare la qualità dell’offerta di istruzione-formazione, i risultati dell’apprendimento e agevolare la riconoscibilità delle competenze acquisite”,L’Ambito tematico: “Una specifica dimensione qualitativa dei sistemi è legata alla loro capacità di collocarsi nella dimensione europea ed internazionale, anche valorizzando e integrando le competenze costituite dalle migliori personalità italiane all’estero”;

L’Obiettivo generale 1.3: “Aumentare la partecipazione a opportunità formative di base e avanzate lungo tutto l’arco della vita”,L’Obiettivo specifico 1.3.2: “Sostenere la costruzione di un sistema nazionale di formazione superiore per aumentare la competitività”,L’Ambito tematico: realizzare “reti di centri di eccellenza, creare network con sistemi d’impresa, poli culturali e formativi, centri di ricerca, università, reti delle nostre eccellenze all’estero e promuovere l’internazionalizzazione e la mobilità”.

A.5.1 Esplicitazione della Policy della DGIEPM del MAE “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le comunità e con le competenze degli italiani all’estero” nell’ambito del QSN

Rispetto alle precitate tematiche individuate dal QSN nell’ambito della Priorità 1, la DGIEPM del MAE intende dare luogo ad azioni di sistema finalizzate allo “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le comunità e con le competenze degli italiani all’estero” .Obiettivo della Policy è quello di dare un contributo al rafforzamento della dimensione cognitiva della formazione in rapporto ai processi di apertura transnazionale dell’economia e del lavoro,attraverso l’inclusione delle competenze delle “eccellenze” italiane all’estero all’interno dei dispositivi dell’offerta formativa, particolarmente quella riferita allo sviluppo del territorio ed alla cooperazione transnazionale.

Costituisce obiettivo specifico della policy quello di orientare gli enti ed i sistemi formativi locali verso un utilizzo organico e strutturato delle risorse professionali e dei saperi italiani all’estero nella logica dello sviluppo dei territori. In questo contesto possono svolgere un ruolo primario le strutture formative professionali di alto livello. Dovrà trattarsi, come si è detto, di un ruolo e di un impegno organico e sistematico: ad

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oggi gli enti di formazione svolgono una intensa attività internazionale, ma senza “fare sistema”, e solo per seguire singoli o specifici progetti di cooperazione. Una logica di sviluppo integrato può nascere solo da una esperienza di politica integrata del territorio, condotta in una logica di integrazione delle risorse regionali e locali, di amministrazione pubblica e di impresa, mettendo a punto sistemi di analisi dei fabbisogni e di certificazione della qualità, per creare un’offerta formativa potenzialmente “esportabile”.Tale politica, che mira a rafforzare in senso transnazionale l’offerta formativa, si aggiunge dunque a quella ordinaria, il cui scopo è realizzare azioni a favore delle collettività italiane all’estero. La politica aggiuntiva, invece, intende utilizzare le nostre migliori personalità all’estero per lo sviluppo dei territori italiani: essa si basa dunque su presupposti speculari rispetto alla politica ordinaria, pur restando con quella perfettamente coerente, senza alcun pericolo di sovrapposizione o confusione di azioni.

A.5.2 La risorsa costituita dagli italiani all’estero per gli obiettivi della Policy

Per decenni il fenomeno migratorio in Italia è stato caratterizzato dall’emigrazione di nostra forza-lavoro verso Paesi più ricchi e bisognosi di manodopera (soprattutto dalle regioni del sud). Attualmente invece questo tipo di emigrazione, tradizionale, pare essersi arrestato, anche nelle regioni dell’Obiettivo 1, e si assiste alla nascita di nuove modalità di spostamento, non più permanenti, ma reversibili, e di tipo nuovo, dovute non tanto allo spostamento personale e alla ricerca di migliori opportunità lavorative all’estero, quanto dalla delocalizzazione di attività produttive già esistenti in Italia, verso territori più favorevoli, perché con costo del lavoro o della materie prime minore o perché in via di esplosione e dunque potenzialmente foriero di più ampio mercato.

Pertanto, da un paio di decenni (e progressivamente sempre più), il fenomeno migratorio caratterizza il nostro Paese anche in altra valenza: di luogo di nuova immigrazione dai Paesi con minor tasso di sviluppo.

Si tratta di due aspetti di uno stesso fenomeno, originanti da cause storicamente ed economicamente opposte, che danno luogo allo stesso tipo di vantaggio competitivo per l’Italia.

Emigrati ed immigrati sono chiamati a svolgere un nuovo ruolo strategico nella dimensione globale – locale, in quanto “soggetti gate” del mondo globale, agenti di sviluppo nei rispettivi paesi di provenienza. Poiché tuttavia in molti paesi questi soggetti non sono ancora sufficientemente strutturati per partecipare a processi decisionali e ad azioni riguardanti lo sviluppo locale e quelli transnazionali, occorre riflettere su tale nuovo ruolo ed orientare il dibattito decisionale a livello centrale, regionale e locale verso l’analisi di questo contesto.

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In primo luogo occorre tener conto dei possibili rischi e fattori impeditivi di un effettivo svolgimento del ruolo di “perno” da parte dei migrati, soprattutto nei contesti in cui il migrante tende a recidere rapporti con la madre patria, a non manifestare nel paese ospitante la propria differente cultura e ad integrarsi in maniera assimilativa nella società ospitante.

Se questo infatti comporta vantaggi in un senso, ingenera anche una maggiore difficoltà per quel che concerne il ruolo transnazionale dell’emigrato, il suo duplice ruolo su cui fondare il co-sviluppo dei territori d’origine e destinazione.

Con riferimento all’emigrazione italiana, tuttavia, questo fenomeno non dovrebbe essere un fattore di eccessivo rischio, se non nei confronti delle nuove generazioni. Gli IRE infatti ben possono originare sviluppo nei territori d’origine grazie all’utilizzo delle reti di collegamenti fra persone, lavoratori, professionisti, fortemente integrati nel paese di residenza, e potenzialmente operativi a favore dei territori d’origine.

Alcuni Programmi regionali per la programmazione 2007 – 2013 prevedono proprio il rafforzamento della rete dei loro regionali nel mondo al fine di favorire lo sviluppo locale, implementando strumenti nuovi o mettendo a sistema quelli già esistenti (quale, ad esempio, gli Osservatori dei regionali nel mondo).

Come è stato spesso sottolineato (cfr. anche Conferenza permanente Stato-Regioni-Provincie autonome-CGIE del 29 novembre 2005) sono in atto processi simili soprattutto tra i giovani che vivono e lavorano all’estero: a) la reversibilità dell’esperienza migratoria, accompagnata da una forte mobilità dei lavoratori e dei professionisti; b) la compresenza culturale, dovuta all’alto livello di istruzione e di abilità tecnologica, consente di seguire l’evoluzione in atto in Italia ed in altri paesi diversi da quelli di residenza; c) la riflessività o “reinvenzione” dell’italianità, che consente una revisione del retaggio nazionale in chiave di scoperta dell’Italia quale paese moderno e post-industriale (soprattutto nella dimensione dell’offerta di servizi e di cultura da parte delle città d’arte).

Si tratta di potenzialità e opportunità che gli Italiani all’estero possono esprimere grazie alla facile connettività con il territorio di origine, in considerazione sia dei loro legami individuali che delle reti a struttura internazionale. La nuova mobilità internazionale del lavoro che riguarda nostri connazionali che “partono per poter ritornare”, si avvale, in misura ancora più accentuata che nel passato, degli atout dell’emigrazione italiana:

• attaccamento emotivo alla terra d’origine;

• soggetti con una consolidata posizione sociale ed economica nei paesi che li hanno accolti;

• elevato potenziale nella gestione di relazioni cross cultural e nell’attività di mediazione economico-culturale;

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• mobilità non legata ad un necessario definitivo trasferimento per la vita.Il valore aggiunto di questo posizionamento delle Comunità degli italiani nel mondo può consentire innovative politiche di capacity building dei soggetti istituzionali e, per loro tramite, degli attori del territorio.

Il nostro crescente legame, anche politico, con l’”Italia estesa” costituita dagli IRE, renderà ancor più opportuno un ulteriore sviluppo delle risorse e degli strumenti realizzati nella programmazione precedente, ed un loro utilizzo nell’ambito delle nuove strategie europee dell’”economia della conoscenza”.

Un contributo importante come si è detto potrà venire dal realizzarsi di “reti immateriali”: reti di contatti, comunicazioni tra istituzioni e persone, supportate e concretizzate dalle tecnologie emergenti. In questo scenario va studiata la modalità di recuperare il patrimonio di risorse che già esistono e che rappresentano la presenza produttiva degli italiani all’estero e delle loro strutture.

Alcune “piattaforme immateriali” già esistono e derivano dal flusso migratorio partito dall’Italia tanti anni fa, che ha creato ampie comunità nei paesi di accoglienza. A questo ha fatto seguito lo sforzo imprenditoriale degli italiani all’estero e lo sviluppo delle organizzazioni di assistenza, le associazioni di lavoratori ed imprenditori, le camere di commercio di natura bilaterale.Occorre dunque consolidare queste reti immateriali, ed inserirle nel quadro della strutturazione d’una azione formativa di tipo internazionale volta al lavoro e all’occupazione, valorizzando le risorse disponibili: richiamo ad hoc delle nostre eccellenze all’estero per azioni di alta formazione specialistica, contestualizzazione delle competenze nelle realtà produttive dei paesi di destinazione, creazione di reti di contatto e network settoriali, etc.

Occorrerà anche prevedere azioni volte a favorire la “migrazione temporanea e circolare”, sia degli italiani all’estero (che peraltro sembra sempre più caratterizzare le nuove forme di spostamento degli italiani nel mondo, con azioni di delocalizzazione e rilocalizzazione delle imprese e delle società di servizi), sia degli stranieri in Italia.

Con riferimento all’immigrazione in Italia, si registra come questo sia ormai elemento imprescindibile del mercato del lavoro italiano che, a causa del calo demografico si alimenta progressivamente sempre più di forza lavoro straniera. Occorre notare anche che la strategia di Lisbona prevede obiettivi di crescita e produttività molto ambiziosi entro il 2010, che non potrebbero essere raggiunti senza l’apporto alla produzione italiana fornito dall’immigrazione dai Paesi terzi.

Questi elementi evidenziano emblematicamente l’interconnessione molto forte fra mercato del lavoro in Italia e fenomeno migratorio, che occorre affrontare in maniera coordinata, in modo da garantire il più possibile percorsi di mobilità transnazionale e

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ingresso nel nostro paese di un numero di lavoratori coerente con il fabbisogno espresso dai territori, e prevedere specifiche azioni formative, linguistiche ed operative (in Italia e all’estero) che consentano di ottenere manodopera rispondente ai bisogni qualitativi e quantitativi del mondo imprenditoriale, produttivo e dei servizi italiano.

Anche in questo contesto un ruolo importante può essere giocato dalla rete degli italiani all’estero, che deve essere coinvolta nell’identificazione di politiche globali di sviluppo e che permetta di mirare attività di istruzione e di formazione professionale sia nei Paesi di origine finalizzate a all’inserimento lavorativo mirato nei settori produttivi italiani in Italia e all’estero (processi formativi in loco per la delocalizzazione e l’outsourcing).

Occorre anche agire per il riconoscimento dei titoli conseguiti all’estero e coinvolgere in un sistema unitario gli Istituti italiani di cultura, col duplice scopo di vitalizzare contatti e scambi con gli IRE e agli stranieri fornire impressioni di società e culture italiane ed offrire formazione linguistica prima della partenza.

Allo stesso modo, nell’ottica di una democrazia partecipativa e nella prospettiva di sviluppo congiunto, occorre incoraggiare il coinvolgimento degli stessi migranti, singolarmente e per mezzo delle loro associazioni, nell’individuazione delle maggiori difficoltà per loro, nella definizione degli obiettivi, nella concreta realizzazione delle azioni di formazione, nella creazione di reti e legami istituzionali con i loro territori d’origine, proprio per favorire il loro ruolo di “antenne” per lo sviluppo del Paese di partenza.

In un’ottica di sistema occorre inquadrare queste azioni nel dialogo, nel partenariato e nella cooperazione con paesi interessati o loro organizzazioni regionali, in azione sinergica con i programmi pluriennali di cooperazione con i partner (strategie e piani d'azione per paese e regionali) a livello bilaterale e regionale che comprendano, disposizioni specifiche sulla cooperazione in materia di migrazione.

A.5.3 Strategia attuativa della Policy

L’azione della DGIEPM del MAE si esplicita nell’integrare e capitalizzare le migliori competenze professionali degli Italiani Residenti all'Estero per:

a) la costruzione di uno spazio europeo di formazione-occupazione e di mobilità dei lavoratori;

b) migliorare l’occupazione attraverso la ricerca di un sistema di standard e certificazioni delle competenze e lo sviluppo in senso internazionale dei percorsi formativi.

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Il programma della DGIEPM del MAE consiste, pertanto, nell’identificazione di una possibile risposta alla necessità di introdurre importanti elementi di qualificazione internazionale nei sistemi di formazione e di istruzione attraverso la costituzione di “reti di competenza” con le eccellenze italiane che si siano distinte nelle professioni, nell’impresa e nella ricerca in tutto il mondo.

Le reti si fondano sull’importanza delle conoscenze e delle competenze degli individui, e sulla capacità di sviluppare occasioni e strumenti dedicati per permettere alle stesse persone di dialogare, collaborare, mettere in comune il proprio background professionale e cognitivo in una prospettiva di crescita collettiva.

Da ciò deriva l’importanza di ancorare la scelta delle persone appartenenti alle rete non sul mero criterio della provenienza geografica, bensì grazie al concetto chiave di “esperto”, sul possesso di un profilo professionale, culturale ed intellettuale di eccellenza sviluppato a seguito di esperienze internazionali di tipo economico, istituzionale, culturale o associativo.

Elemento distintivo della rete di esperti diviene pertanto la sua expertise in termini di competenze e di capitale sociale che, tagliando trasversalmente gli specifici contesti territoriali, si fonda su legami e connessioni basate su affinità professionali e cognitive capaci di amplificare il valore internazionale e sovra-territoriale della stessa comunità.

I capisaldi delle reti di competenza si ispireranno a due principi:

- la “riappropriazione delle alte qualifiche”;- il centro di competenze della rete.

A. 5.3.1 La “riappropriazione delle alte qualifiche”

Le politiche tradizionali, perseguite sinora in Italia e in vari altri Paesi dell’Unione, vedono il tentativo di far rientrare in patria esperti emigrati (specialmente dagli USA), in particolare ricercatori, scienziati e docenti, offrendo loro condizioni normative, economiche e strutturali professionalmente attraenti in cui operare. Tali politiche potrebbero essere integrate e rafforzate grazie alla proposta Comunità di pratica Professionale in rete, che faciliterebbe la partecipazione a programmi formativi ed educativi di ampio respiro e durata su due livelli: (a) in presenza, tramite la leva della mobilità fisica, (b) a distanza tramite la Comunità Virtuale di pratica.

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A.5.3.2 Il centro di competenze della rete

Alle reti virtuali che si formeranno grazie alle politiche di ricerca e formazione tematica sopra descritte, deve essere fornito un centro di competenze. Si tratta, nella nostra ipotesi, non di un mero database o roster, ma dell’evoluzione di uno strumento operativo quale dell’ Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero, che potrà offrire un sistema di servizi, oltre che conoscitivi, anche di supporto progettuale e per il lavoro cooperativo in rete delle Comunità Virtuali. In questo modo, le persone – sia interne alla comunità (gli esperti) sia esterne (gli utenti) – avranno a disposizione uno strumento per accedere a fonti di conoscenze e di competenze che sarebbero altrimenti difficili o impossibili da reperire.

Nella prospettiva anzidetta, in definitiva, il vero valore aggiunto della Rete risiede nella capacità di stimolare e sostenere il dialogo e la cooperazione tra gli stessi esperti e tra essi e i referenti di istituzioni e organizzazioni locali delle Regioni in materia di formazione,istruzione e scienza. Per questo è fondamentale che l’esistenza e il funzionamento della rete si basi da un lato sulla produzione, sullo scambio e sulla diffusione di informazioni, conoscenze e competenze a supporto della costruzione di partenariati internazionali finalizzati allo sviluppo sociale, economico e culturale dei territori regionali; dall’altro sulla fornitura e sull’erogazione di servizi di assistenza e consulenza finalizzati all’applicazione del patrimonio conoscitivo ed esperenziale detenuto dalla stessa rete.

A.5.3 Conclusioni

Le strategie del MAE-DGIEPM per l’attuazione degli obiettivi del QSN prevedono, quindi, in sintesi:

• strategie della formazione e dell’istruzione che mirano, nel quadro della apertura transnazionale dell’economia e dei sistemi, a fornire indirizzi per una maggiore competitività dei sistemi formativi regionali nella società della conoscenza e dell’innovazione, valorizzando mobilità e reti immateriali, e coinvolgendo le nostre migliori eccellenze all’estero;

• nello stesso quadro, strategie dell’occupazione, che mirano allo sviluppo delle qualifiche e conoscenze emergenti, al bilanciamento e gestione strategica dei dislivelli di conoscenza tra il nostro paese ed altri Paesi;

• strategie di convergenza territoriale, sia nelle nostre regioni che negli altri Paesi europei, tra i suddetti temi di sviluppo delle risorse umane (priorità del FSE) ed i paralleli temi di tipo istituzionale (“capacity building”), economico, culturale e sociale, secondo gli obiettivi della Commissione Europea;

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• strategie tese a garantire l’equità nell’accesso e nelle prestazioni, come fondamento delle politiche di una società inclusiva, con particolare attenzione alle fasce più deboli dell’immigrazione, puntando altresì all’integrazione sociale degli immigrati e alla lotta ai fenomeni di lavoro irregolare e d’immigrazione clandestina.

In questo senso, è fondamentale portare a sistema le azioni della formazione per la conoscenza, sotto i suoi diversi, ma correlati aspetti, di formazione professionale e alta formazione, e collegarla ai temi del rafforzamento della mobilità e delle reti immateriali.

Occorre inoltre istituire un sistema di cooperazione partenariale per la formazione e l’istruzione con gli altri paesi, soprattutto per il tramite – o con il diretto coinvolgimento – degli Italiani Residenti all’Estero; o comunque, con una gestione lungimirante delle opportunità offerte ai nostri territori dal fenomeno migratorio nel suo più ampio e attuale significato.

Gli IRE in questo contesto, ed in tutte le aree indicate, divengono un utilissimo “canale privilegiato di contatto” che si è dimostrato efficiente, coeso e motivato allo sviluppo di rapporti costruttivi con i territori di origine.

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B. L’ATTUALE IMPOSTAZIONE E ATTUAZIONE DELL’AZIONE DI POLICY E LO SPECIFICO RUOLO DEL MAE DGIEPM

B.1 L’azione di sistema del MAE DGIEPM nel PON ATAS del QCS Ob.1 2000 – 2006 “Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all’estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno”

Lo sviluppo dei sistemi formativi attraverso la valorizzazione delle comunità e delle competenze degli italiani all’estero ha costituito il motivo conduttore di una importante azione di sistema della programmazione di FSE 2000 – 2006 affidata dal Ministero del Lavoro alla DGIEPM del MAE nella qualità di organismo intermedio nell’ambito del PON ATAS QCS Ob.1.

L’Azione della DGIEPM si articola lungo le seguenti linee di intervento:

a. Creazione di una rete di raccordo istituzionale in materia di formazione e lavoro tra le Regioni e i Paesi di emigrazione - ITENETs.Il MAE - DGIEPM ha creato, con la collaborazione delle Regioni del Mezzogiorno, la rete ITENETs (International Training and Employment Networks), che consiste di un sistema di servizi di analisi, progettazione e orientamento volto a collegare i centri di programmazione della formazione professionale regionali (unitamente agli enti associativi economici e culturali ad essi funzionalmente collegati) con le principali sedi diplomatico – consolari e con le Camere di Commercio Italiane all’estero.Il progetto ha coinvolto Paesi quali: Argentina, Australia, Brasile, Canada, Etiopia, Germania, Inghilterra, Marocco, Stati Uniti, Sudafrica, Svizzera, Tunisia, Uruguay, Venezuela.Esso ha creato un network internazionale di raccordo istituzionale in materia di formazione e di lavoro, costituito da sette Osservatori Regionali e da un polo di raccordo centrale presso la DGIEPM.La rete comprende un centro di documentazione, una comunità di progetto cui aderiscono italiani residenti all’estero e soggetti/istituzioni delle Regioni obiettivo 1, delle piattaforme formative, un forum di discussione con gli IRE, una bacheca di proposte progettuali, newsletter mensili e speciali sulle comunità di italiani all’estero e, infine, 7 progetti pilota di sperimentazione dei servizi in rete offerti dagli Osservatori Regionali

b. Promozione di accordi di partenariato territoriale con gli Italiani all’estero (PPTIE).L’azione è finalizzata a sviluppare il ruolo delle comunità italiane all’estero e delle Regioni nei progetti di partenariato territoriale attraverso la promozione di accordi di cooperazione territoriale con i Paesi e le Regioni estere più significative per le relazioni esterne delle Regioni.

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Il programma PPTIE è strutturato in due fasi distinte : la I Fase (agosto 2003 –febbraio 2004), è stata finalizzata ad animare partenariati tra gli attori territoriali e gli italiani all’estero, nelle regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia. La II Fase (marzo 2004 – dicembre 2006), invece, ha avuto l’obiettivo di consolidare e mettere a sistema le competenze, in materia di partenariato territoriale con gli italiani all’estero, acquisite dalle Amministrazioni regionali (con l’aggiunta della Regione Molise) e dagli attori del territorio.

Durante la prima fase del progetto sono stati coinvolti i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Egitto, Etiopia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Israele, Polonia, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Senegal, Sudafrica, Svizzera, Turchia Uruguay, USA, Venezuela. Sono stati sottoscritti 362 accordi. Inoltre, sono stati formulati 451 progetti di partenariato territoriale oltre ad azioni di accompagnamento puntuali per la realizzazione delle idee progettuali delle Regioni.Durante la seconda fase del progetto sono stati stipulati 22 protocolli d’intesa dalle Amministrazioni regionali e coinvolti i seguenti Paesi: Argentina, Australia, Belgio, Francia, Germania, Marocco, Tunisia, Uruguay e Stati Uniti.

c. Promozione di reti imprenditoriali e formative.Sono stati finanziati e realizzati 31 progetti regionali allo scopo di migliorare l’offerta di attività formative per la creazione di reti di collaborazione con gli italiani all’estero. I progetti hanno favorito l’attivazione di collegamenti fra partner nazionali ed esteri, la realizzazione di eventi internazionali e di gemellaggi e la nascita di consorzi ed imprese. Hanno, inoltre, prodotto: attività formative, anche a distanza; stageformativi; borse di studio; master; seminari ed eventi promozionali e culturali.

d. Sviluppo del partenariato Ministero – Regioni per la sistematizzazione delle azioni sul territorio.Tutte le iniziative progettuali sono state accompagnate da un’attività di partenariato tra la DGIEPM e le Amministrazioni Regionali interessate, che si è consolidata nelle seguenti azioni:• Stipula di un Protocollo di collaborazione tra la DGIEPM e le Autorità di

Gestione dei POR;• Attivazione di sette task force di esperti regionali per attività di supporto

progettuale;• Preparazione e diffusione di “Linee guida regionali per la valorizzazione degli

italiani all’estero”;• Realizzazione di Convegni nazionali e regionali di riflessione sulle principali

tematiche di progetto.

In conclusione, l’azione di sistema della DGIEPM ha introdotto nelle Amministrazioni Regionali importanti innovazioni strutturali, sia in termini di nuovi servizi di

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programmazione, sia in termini di nuovi strumenti, competenze e modelli per lo sviluppo del territorio attraverso la valorizzazione delle risorse costituite dagli italiani all’estero.

B.1.1 Metodologia attuativa

Per la realizzazione delle attività è stata costituita presso la DGIEPM un’apposita Sezione di Fondo Sociale Europeo.

Il MAE DGIEPM ha adottato un modello operativo ispirato al principio di concertazione con le Amministrazioni regionali interessate costituendo una rete partenariale con le Autorià di Gestione regionali. Tale rete si poggia su un protocollo di collaborazione tra il MAE DGIEPM e le Regioni e sulla costituzione di un gruppo di lavoro permanente con compiti di monitoraggio e di indirizzo delle attività

La rete opera attraverso riunioni di partenariato, attività seminariali e la partecipazione a gruppi di lavoro tematici.

In particolare, sono stati istituiti tre gruppi di lavoro: il primo con la Direzione Generale per l’Integrazione Europea del MAE per il raccordo delle attività con quelle previste dalla Misura I del PON per l’internazionalizzazione; il secondo con il Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali per la mobilità internazionale dei lavoratori, il terzo con Assocamerestero per lo sviluppo della formazione imprenditoriale internazionale e i partenariati economici all’estero.

Da segnalare, inoltre, che nell’ambito di questo partenariato, il MAE-DGIEPM ha promosso la progettazione di un Piano di internalizzazione delle competenze per dare continuità ai risultati dei progetti finanziati con il PON. Tale Piano ha coinvolto le AdG regionali e ha raggiunto una prima formulazione che è stata presentata durante l’incontro organizzato dal MEF il 26 settembre 2005. Si segnala, inoltre, la collaborazione con il Nucleo di Valutazione degli Interventi Pubblici del MAE con il quale è stata avviata la preparazione delle linee strategiche per il futuro dell’Azione nel periodo 2007-2013.

Per quanto riguarda la specifica attività seminariale, si segnala che nel 2005 sono stati realizzati il “Seminario sulle prospettive di valorizzazione delle competenze tecnico-scientifiche delle reti italiane all’estero”, il 6 giugno 2005 e il seminario “Il ruolo delle Comunità italiane all’estero nei partenariati territoriali: contesti geografici e modalità di intervento”, il 7 dicembre 2005, che hanno avviato nuove riflessioni sulla valorizzazione degli italiani all’estero.

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B.1.2 L’Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero. Il 30 Settembre 2007 si è definitivamente concluso il progetto ITENETs. Allo scopo di dare continuità alla collaborazione attivata tra il Ministero degli Affari Esteri (MAE) e le Amministrazioni Regionali, la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) del MAE ha avviato, d’intesa con le Amministrazioni regionali, un processo di trasferimento dei servizi di rete dalla piattaforma ITENETs (www.itenets.org) alla nuova piattaforma on line del MAE dedicata all’Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli italiani all’estero. L’Osservatorio potrà così continuare a svolgere le funzioni di rete operativa a supporto della cooperazione istituzionale tra il MAE e le Regioni sulle tematiche che riguardano la valorizzazione degli italiani all’estero. Attualmente sono disponibili sul nuovo sistema dell’Osservatorio i servizi dedicati a “Studi e ricerche”, alla “Creazione di reti”, alla “Attualità”, alla “Newsletter”, alla “Rassegna stampa” ed alla “Organizzazione di seminari e convegni”. Dal mese di Dicembre saranno disponibili altri servizi dell’Osservatorio dedicati alla Banca Dati delle Professionalità e delle Personalità italiane all’estero “Columbus”, al “Centro di Documentazione”, alla “Formazione a distanza” ed alle “best practice”. B.2 Altri strumenti di intervento del MAE coerenti con l’azione di policy B.2.1 La Banca Dati sui “Comunicatori Italiani all’Estero” Nell'ambito di un progetto di valorizzazione dell'informazione e della comunicazione italiana nel Mondo, il Ministero degli Affari Esteri ed il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti (CNOG) stanno realizzando una Banca Dati sui "Comunicatori Italiani all'Estero". Entro l'anno 2007 sarà possibile la consultazione on-line, attraverso un link presente sul sito del MAE (http://www.esteri.it ), che re-indirizzerà l'utente sul sito della Banca Dati del CNOG (http://www.banchedatigiornalisti.it/default.do).

Le categorie di consultazione saranno così suddivise:

o Editori o Giornalisti o Comunicatori o Pubblici o Pubblicitari

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B.2.2 POLIS Osservatorio degli italiani all’estero

POLIS è un progetto per la realizzazione di un "Osservatorio degli Italiani all'estero" dove è possibile rilevare, attraverso gli schedari consolari mondiali, la consistenza della collettività italiana. Grazie alla rete Intranet del Ministero degli Affari Esteri, ( nella rispettiva sezione "Portale Anagrafe Consolare"> Ministero Affari Esteri – SICC –Ufficio I – Funzioni Consolari.>POLIS Osservatorio Italiani all'Estero), è possibile consultare i risultati statistici totali e i dati disaggregati per aree geografiche, e per singolo Paese.Grazie a POLIS - "Osservatorio degli Italiani all'estero" , realizzato in collaborazione con la DGIEPM è possibile fruire informazioni sui seguenti temi specifici:

o Residentio Fasce d'etào Recapiti incompletio Nati in Italiao Senza Comuneo Riepilogo

Attualmente i dati sono aggiornati al 01 dicembre 2006.

B.2.3 La Banca Dati DAVINCI

DAVINCI è una banca dati accessibile via internet (http://www.esteri.it/davinci/), predisposta dal Ministero Affari Esteri (Direzione Generale Promozione Culturale).Per far conoscere e valorizzare l’attività dei ricercatori italiani all’estero, favorire la cooperazione tra gli Enti di ricerca e le università Italiane e i Centri di ricerca stranieri dove operano i ricercatori italiani, e permettere una circolazione di informazioni che sia più agile possibile, la rete raccoglie informazioni sulle attività, sugli interessi di ricerca e sulle competenze della comunità dei ricercatori italiani operanti all’estero.

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C. LA PROPOSTA DI DETTAGLIO PER DARE ATTUAZIONE ALLA STRATEGIA DEL QSN: AZIONI DI SISTEMA DEL MAE DGIEPM NELL’AMBITO DEL PON “GOVERNANCE E ASSISTENZA TECNICA” OB. CONVERGENZA FSE

C.1 Scenario di riferimento dell’iniziativa

Il principio secondo il quale gli italiani all’estero vadano valorizzati in quanto costituiscono una “risorsa” per lo sviluppo, fu identificato nella prima Conferenza degli italiani nel mondo del 2000 ed è stato ribadito, come già descritto nei paragrafi precedenti, durante i lavori della Conferenza Stato-Regioni-CGIE del 2005.

Sulla base di questi orientamenti, la DGIEPM del MAE ha contribuito alla individuazione delle priorità e delle tematiche strategiche del QSN nella fase di preparazione dello stesso.

IL QSN 2007-2013 ha, infine, riconosciuto questo ruolo degli gli italiani all’estero considerandoli come un fattore strategico di innovazione dei sistemi di istruzione-formazione nell’ambito della priorità 1 “Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”.

Coerentemente con l’impostazione strategica del QSN, il MAE DGIEPM ha, quindi, individuato una Policy per lo “ Sviluppo della dimensione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con le comunità e con le competenze degli italiani all’estero” descritta nella sezione “A” di questo documento.

In questa sezione del documento viene ora dato seguito operativo alla policy attraverso una proposta di azioni di sistema da inserire nel PON “Governance e Assistenza Tecnica” per l’Obiettivo Convergenza cofinanziato dal FSE che si pone in continuità con l’Azione di sistema già realizzata nel periodo di programmazione 2000-2006 con il contributo del FSE.

C.2 Complementarietà con le politiche a favore degli italiani all’estero

Le azioni proposte dal MAE DGIEPM svolgeranno una missione complementare a quelle già attuate con fondi nazionali per la formazione degli italiani all’estero (D.Lgs. 112/98) diventando perciò un intervento di politica aggiuntiva coerente con le finalità della programmazione di FSE e rafforzando altresì la collaborazione tra il MAE ed il Ministero del Lavoro che già si svolge in modo proficuo sul versante della formazione professionale per gli italiani all’estero.

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C.3 Il confronto con le Regioni: manifestazioni di interesse

Durante tutto il periodo di preparazione del QSN, il MAE DGIEPM ha continuamente informato e coinvolto le Regioni dell’Ob.1 (2000-2006) nel processo di definizione del proprio approccio e del proprio contributo ai lavori. Il confronto con le Regioni è stato proficuo per l’approfondimento che ne è scaturito in merito alle tematiche, ma è anche servito per una prima valutazione delle opportunità che la nuova programmazione offre per lo sviluppo delle innovazioni introdotte dai progetti che si stanno per concludere.

Tutte le Regioni hanno convenuto, in ultima analisi, sulla importanza di dare continuità nella nuova programmazione all’Azione di sistema svolta dal MAE DGIEPM nel periodo 2000-2006 con manifestazioni di interesse che sono riportate in allegato.

L’approccio delle Regioni si è differenziato in diverse soluzioni organizzative e prospettive programmatiche orientandosi sia verso i processi di sviluppo delle risorse umane, sia verso processi di sviluppo della competitività del territorio. In questo scenario, l’Azione di sistema futura del MAE DGIEPM avrà una funzione di raccordo delle diverse dimensioni della programmazione regionale agendo sia in collegamento diretto con le iniziative dei POR, sia modalità complementare e, comunque, in un’ottica di sistema nazionale.

C.4 Impostazione dell’iniziativa nell’ambito del PON “Governance e A.T.” di FSE

La proposta operativa del MAE DGIEPM si articola su due assi del PON “Governance e A.T.” di FSE:- Nell’asse C vengono individuati i modelli, gli strumenti e le metodologie di

innovazione del sistema di istruzione – formazione che consentirebbero di stabilire collegamenti strutturali tra le competenze degli italiani all’estero e i sistemi di istruzione e formazione al fine di rafforzare l’offerta di istruzione e formazione transnazionale;

- Nell’asse F i suddetti modelli costituiranno la base per sviluppare accordi e reti per la collaborazione transnazionale in materia di formazione – istruzione e di integrazione del mercato del lavoro.

Per quanto riguarda il processo attuativo, si prevede di realizzare tre linee di intervento:

A. Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero;

B. Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine

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di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale;

C. Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani all’estero.

C.5 Linee di intervento

C.5.1 Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero.

C.5.1.1 Dimensione strategica

L’idea forza di questa iniziativa poggia sul principio che nella società della conoscenza le capacità conoscitive ed il “know how” degli italiani all’estero possono “circolare” e propagarsi in rete a beneficio dell’innovazione dei sistemi formativi in senso transnazionale, attraverso l’introduzione di moduli formativi per utenza che opererà all’estero e la realizzazione di attività di stage e scambio di buone prassi, anche con l’utilizzo di nuove tecnologie di e-learning. Gli italiani all’estero costituiscono, infatti, un immenso patrimonio di esperienze e di competenze che, per mezzo di gemellaggi e di network con organismi, enti ed istituti italiani, può contribuire al miglioramento della qualità dell’offerta di formazione transnazionale rivolta sia alle politiche destinate all’occupazione sia a quelle destinate all’adattabilità dei lavoratori nel contesto di un mercato del lavoro aperto oltre i confini italiani. Il vantaggio per il sistema formativo italiano di poter utilizzare in modo strutturato le competenze degli italiani all’estero poggia sui fattori culturali e linguistici che rendono sicuramente più efficace il loro contributo rispetto ad altre fonti di expertise.

C.5.1.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS

Questa azione intende sviluppare i risultati conseguiti con l’Avviso Pubblico del MAE DGIEPM del 2002 finalizzato ad individuare, su base regionale, modelli innovativi di formazione in rete e di nuove competenze e figure professionali. L’esperienza maturata consente di selezionare le best practice e di proiettarle in un nuovo programma con dimensione interregionale fornendo così indicazioni utili ai processi di riforma del sistema delle competenze e dei sistemi di accreditamento che il Ministero del Lavoro coordina a livello nazionale.

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C.5.1.3 Obiettivi

Con questo intervento, il MAE DGIEPM intende, quindi, conseguire i seguenti obiettivi:

i. Individuare e sperimentare su base interregionale nuovi modelli di formazione2, nuove competenze e figure professionali a valenza transnazionale che possano giovarsi del contributo di comunità professionali italiane all’estero. L’intervento rafforzerebbe, quindi, le iniziative coordinate dal Ministero dal Lavoro con specifico riferimento al contesto transnazionale, finalizzate alla creazione di standard di competenze, profili professionali, processi formativi.

ii. Supportare in modo specifico sia il miglioramento delle politiche di adattabilità dei lavoratori nei mercati aperti, sia lo sviluppo di politiche per l’occupabilità prevenendo forme di nuova emigrazione e collaborando anche alle politiche d’integrazione degli immigrati nel contesto italiano.

C.5.1.4 Attività

Le attività previste, a titolo esemplificativo, sono:

• Sperimentazione di modelli di formazione professionale integrata, assecondando le esigenze di quelle aziende che in forma individuale od associata (distretti, consorzi, joint-venture, etc.) operano su scala europea ed internazionale;

• Realizzazione di progetti di gemellaggio tra enti ed istituti formativi, associazioni di categoria italiane e corrispondenti italiani all’estero;

• Scambio di personale esperto e formatori e dirigenti di formazione delle Regioni con esperti e corrispondenti figure di italiani all’estero;

• Trasferimento di buone prassi da altri Paesi sulle tematiche dell’azione con la collaborazione di italiani all’estero;

• Progettazione e sviluppo di modelli per la formazione dei formatori anche attraverso corsi in fad;

• Creazione di figure professionali innovative spendibili in contesti transnazionali;• Messa a punto di nuovi modelli per master all’estero e di voucher per work

experiences; • Progettazione e diffusione di forme associative tra strutture regionali e strutture

estere di formazione con il concorso di comunità italiane all’estero;

2 La DGIEPM del MAE ha individuato alcuni possibili modelli di formazione che potrebbero integrare in modo sistematico collaborazioni con strutture formative di altri Paesi giovandosi degli apporti degli italiani all’estero (Cfr. “Le prospettive di valorizzazione delle competenze tecnico-scientifiche degli italiani all’estero per l’internazionalizzazione del sistema formativo”, febbraio 2006).

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• Studio di standard di accreditamento di strutture formative che offrono corsi internazionali;

• Studio di standard di competenze e di certificazione delle stesse a valenza europea ed internazionale,

• Promozione di gruppi di lavoro interregionali e di altre forme associative tra le Regioni per lo scambio di esperienze e la cooperazione tra le Regioni ed i Paesi esteri sulle tematiche dell’azione.

C.5.1.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e priorità del QSN

PON Asse C, ob 3.1, cat 72QSN 1.1.1,1.3.2

C.5.1.6 Destinatari

Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, esteso al Mezzogiorno:

• Amministrazioni centrali, regionali e locali coinvolte nei processi di governo e di regolamentazione della formazione professionale e del lavoro;

• sistemi di istruzione, formazione e lavoro;• parti sociali, soggetti socio-economici interessati, organizzazioni di settore,

organizzazioni professionali.

C.5.2 Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale.

C.5.2.1 Dimensione strategica

Gli italiani all’estero presidiano importanti attività sociali, economiche ed istituzionali nei Paesi di residenza. Essi sono, pertanto, degli importanti mediatori di sviluppo di reti partenariali tra soggetti socioeconomici ed istituzionali in ambito europeo. Questa loro capacità offre un grande vantaggio di sistema per la creazione di mercati del lavoro integrati su base transnazionale che siano collegati a politiche di sviluppo.

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C.5.2.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS

Questa azione muove dal presupposto che il rilevante numero di accordi (362) tra soggetti socioeconomici italiani ed esteri, oltre a quelli promossi tra istituzioni territoriali (22), ottenuti nel periodo 2000-2006 con la promozione delle comunità italiane all’estero (PPTIE), offre uno scenario fecondo per sviluppare modelli di cooperazione transnazionale che riescano a collegare la cooperazione in materia di sviluppo locale con l’integrazione del mercato del lavoro e lo sviluppo dell’occupazione. L’azione dunque mira a consolidare e diffondere l’esperienza dei partenariati territoriali nell’ottica della costruzione di mercati del lavoro transnazionali, dandogli continuità e così capitalizzando il patrimonio di esperienze, di progetti e di relazioni già costituite. Il MAE, peraltro, ha già stipulato con il Ministero del Lavoro un Protocollo d’Intesa in materia di mobilità internazionale dei lavoratori.L’azione del MAE DGIEPM procederà selezionando un nucleo di accordi e di esperienze significative su cui effettuare un esercizio di modellizzazione di processi e di strumenti da diffondere tra tutte le Regioni (anche al fine di promuovere reti partenariali interregionali) da proporre in sede di coordinamento nazionale delle riforme delle politiche dell’occupazione e della mobilità dei lavoratori.

C.5.2.3 Obiettivi

L’azione ha i seguenti obiettivi:

a) Promuovere la creazione di reti trasnazionali tra attori territoriali socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore attraverso il coinvolgimento degli italiani all’estero al fine di migliorare l’integrazione delle politiche della formazione e dell’occupazione su base europea e la mobilità geografica dei lavoratori;

b) Rafforzare i processi di riforma del mercato del lavoro collegandolo allo sviluppo del territorio in contesti di economia aperta.

C.5.2.4 Attività

Le attività previste, a titolo esemplificativo, sono:

• Sviluppo degli accordi di partenariato regionali già promossi al fine di individuare modelli, standard e strumenti di partenariato tra soggetti socioeconomici e comunità italiane all’estero finalizzati a promuovere l’occupazione e la mobilità geografica dei lavoratori su scala geografica europea;

• Realizzazione di progetti di partenariato interregionali tra soggetti socioeconomici, parti sociali, organizzazioni di settore italiani e corrispondenti soggetti italiani all’estero;

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• Scambio di personale esperto delle Regioni con esperti italiani all’estero;• Trasferimento di buone prassi da altri Paesi sulle tematiche dell’azione con la

collaborazione di italiani all’estero;• Promozione di reti partenariali interregionali;• Promozione di gruppi di lavoro interregionali e di altre forme associative tra le

Regioni per lo scambio di esperienze e la cooperazione tra le Regioni ed i Paesi esteri sulle tematiche dell’azione.

C.5.2.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e Priorità del QSN

PON Asse F. cat spesa 81, ob.6.2.QSN ob.7.3.3

C.5.2.6 Destinatari

Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, esteso al Mezzogiorno:

• Amministrazioni centrali, regionali e locali coinvolte nei processi di governo e di regolamentazione della formazione professionale e del lavoro;

• sistemi di istruzione, formazione e lavoro;• parti sociali, soggetti socio-economici interessati, organizzazioni di settore,

organizzazioni professionali.

C.5.3 Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione -formazione in collegamento con gli italiani all’estero.

C.5.3.1 Dimensione strategica

Gli italiani all’estero costituiscno una “sponda” naturale dell’Italia per tutti i processi di partenariato istituzionale e possono contribuire allo sviluppo della cooperazione in materia di formazione e di occupazione tra le autorità nazionali e regionali ed altri attori chiave italiani ed esteri. Infatti le comunità italiane all’estero sono inserite stabilmente nel sistema italiano all’estero tramite i COMITES ed il CGIE che già collaborano insieme al MAE con il Ministero del Lavoro per quanto riguarda gli interventi di formazione a favore degli italiani all’estero. Questa iniziativa intende affiancare alle attività già poste in essere nell’ambito della politica ordinaria una collaborazione istituzionale anche sul

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versante delle Politiche di FSE attraverso la promozione degli italiani all’estero come risorse strategiche per lo sviluppo del sistema formativo ed occupazionale italiano in ambito transnazionale.

C.5.3.2 Elementi di continuità e di discontinuità con il PON ATAS

Il MAE DGIEPM ha costituito nel periodo 2000-2006 la prima rete di raccordo istituzionale tra le Amministrazioni regionali del Mezzogiorno e la rete diplomatico-consolare in materia di formazione e di lavoro (rete ITENETs) con il coinvolgimento delle comunità italiane all’estero nell’intento di favorire la partecipazione attiva degli italiani all’estero nei processi di partenariato tra istituzioni italiane ed estere.Tale rete è stata integrata nell’Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero coordinato dal MAE ed attuato in collaborazione con le Regioni del Mezzogiorno. L’Osservatorio dispone di strutture regionali, nazionali e focal point nei principali Paesi di emigrazione con una forte presenza europea e svolge servizi di informazione, orientamento, formazione, progettazione, scambio di buone prassi in collegamento anche con il sistema camerale italiano all’estero, consolidatosi con un Protocollo di collaborazione tra il MAE ed Assocamerestero.Terminata la fase di progettazione e di prima attivazione sperimentale della rete, occorre ora attuare interventi di consolidamento della rete, di adeguamento alle strategie del QSN, di raccordo con la programmazione operativa dei fondi strutturali 2007-2013, di integrazione della rete con tutte le altre iniziative di partenariato trasnazionale negli ambiti di intervento del FSE.

C.5.3.3 Obiettivi

L’obiettivo generale di questa azione è l’ integrazione ed il rafforzamento dell’Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero nel sistema di relazioni istituzionali previste dagli assi prioritari della Transnazionalità del PON FSE al fine di conseguire i seguenti obiettivi specifici:

• Promuovere l’accesso strutturato e regolare da parte delle Amministrazioni Centrali di settore, delle Regioni ed degli altri Attori istituzionali ai servizi della rete diplomatico – consolare nel settore della formazione-lavoro, valorizzando la collaborazione con i COMITES, il CGIE e con le altre istituzioni socioeconomiche rappresentative delle comunità degli italiani all’estero;

• Rafforzare i processi di partenariato/cooperazione istituzionale tra le Regioni e le Autorità degli altri Paesi;

• Supportare le Regioni nel processo di programmazione di iniziative per l’attrazione e la valorizzazione di risorse italiane dall’estero.

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C.5.3.4 Attività

Le attività previste, a titolo esemplificativo, sono:

• Individuazione e progettazione di interventi, metodologie e strumenti per sviluppare la capacità delle Amministrazioni regionali e degli altri Attori chiave di avvalersi delle comunità italiane all’estero, dei COMITES e del CGIE a sostegno degli accordi transnazionali di formazione/lavoro delle Regioni e del Ministero;

• Trasferimento alle Regioni interessate di buone prassi, competenze e i modelli di sviluppo di equivalenti realtà estere;

• Scambi di risorse umane e professionali e di know-how con le diverse realtà-Paese;• Azioni complementari rispetto a quelle previste dai POR per integrare i nodi

regionali dell’ Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Esteronelle iniziative transnazionali previste a livello locale e nazionale;

• Iniziative di supporto dei servizi dell’ Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero per l’attuazione della programmazione nazionale e regionale in materia di transnazionalità.

C.5.3.5 Assi di riferimento del PON Governance e Assistenza Tecnica FSE e Priorità del QSN

PON Asse F. cat spesa 81, ob, 6.1, 6.2.QSN ob. 1.1, 7.3.3

C.5.3.6 Destinatari

Nell’ambito dell’Obiettivo Convergenza, esteso al Mezzogiorno:

• Amministrazioni centrali, regionali e locali coinvolte nei processi di governo e di regolamentazione della formazione professionale e del lavoro;

• Sistemi di istruzione, formazione e lavoro;• parti sociali, soggetti socio-economici interessati, organizzazioni di settore,

organizzazioni professionali.

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C.6 Coerenza dell’Azione del MAE con il QSN 2007 – 2013 e con il PON “Governance e A.T.” di FSE

LINEE DI INTERVENTO DEL MAE

PRIORITA’/OBIETTIVI DEL QSN MAGGIORMENTE INTERESSATI

ALTRE PRIORITA’ DI RIFERIMENTO DEL QSN

ASSI DEL PON FSE COERENTI CON L’AZIONE

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PON FSE COERENTI CON L’AZIONE

CATEGORIE DI SPESA

A. Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero

PRIORITA’ 1 “ Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”Obiettivo generale 1.1: “Rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio” ,Obiettivo specifico 1.1.1: “Migliorare la qualità dell’offerta di istruzione-formazione, i risultati dell’apprendimento e agevolare la riconoscibilità delle competenze acquisite”,Ambito tematico: “Una specifica dimensione qualitativa dei sistemi è legata alla loro capacità di collocarsi nella dimensione europea ed internazionale, anche valorizzando e integrando le competenze costituite dalle migliori personalità italiane all’estero”;

Obiettivo generale 1.3: “Aumentare la partecipazione a opportunità formative di base e avanzate lungo tutto l’arco della vita”,Obiettivo specifico 1.3.2: “Sostenere la costruzione di un sistema nazionale di formazione superiore per aumentare la competitività”,Ambito tematico: realizzare “reti di centri di eccellenza, creare network con sistemi d’impresa, poli culturali e formativi, centri di ricerca, università, reti delle nostre eccellenze all’estero e promuovere l’internazionalizzazione e la mobilità”.

PRIORITA’ 7 “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione”

Obiettivo generale 7.2: “Promuovere processi sostenibili e inclusivi di innovazione e sviluppo imprenditoriale”

Obiettivo generale 7.3:“Qualificare e finalizzare in termini di occupabilità e adattabilità gli interventi e i servizi di politica attiva del lavoro, collegandoli alle prospettive di sviluppo del territorio”

Asse C – Capitale Umano 3.1 - Costruire strumenti condivisi per migliorare la qualità dell’offerta di istruzione-formazione e i risultati dell’apprendimento, agevolare il riconoscimento delle competenze acquisite, supportare la loro attuazione a livello regionale.

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B. Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale.

PRIORITA’ 7 “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione”

Obiettivo specifico 7.3.3“Migliorare la qualità del lavoro e sostenere la mobilità geografica e professionale”

Asse F - Transnazionalità 6.2 - Supportare le Regioni nello sviluppo della dimensione transnazionale

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C. Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani all’estero

PRIORITA’ 1 “ Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane”Obiettivo generale 1.1: “Rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio” ,Obiettivo specifico 1.1.1: “Migliorare la qualità dell’offerta di istruzione-formazione, i risultati dell’apprendimento e agevolare la riconoscibilità delle competenze acquisite”,Ambito tematico: “Una specifica dimensione qualitativa dei sistemi è legata alla loro capacità di collocarsi nella dimensione europea ed internazionale, anche valorizzando e integrando le competenze costituite dalle migliori personalità italiane all’estero”;

Obiettivo generale 1.3: “Aumentare la partecipazione a opportunità formative di base e avanzate lungo tutto l’arco della vita”,Obiettivo specifico 1.3.2: “Sostenere la costruzione di un sistema nazionale di formazione superiore per aumentare la competitività”,Ambito tematico: realizzare “reti di centri di eccellenza, creare network con sistemi

Asse FTransnazionalità

6.1- Promuovere il raccordo con le politiche europee per il conseguimento degli obiettivi stabiliti secondo il metodo di coordinamento aperto e di cooperazione rafforzata

6.2 Supportare le Regioni nello sviluppo della dimensione transnazionale

81

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d’impresa, poli culturali e formativi, centri di ricerca, università, reti delle nostre eccellenzeall’estero e promuovere l’internazionalizzazione e la mobilità”.

PRIORITA’ 7 “Competitività dei sistemi produttivi e occupazione”

Obiettivo specifico 7.3.3“Migliorare la qualità del lavoro e sostenere la mobilità geografica e professionale”

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C.7 Complementarietà dell’Azione del MAE con i POR – FSE delle Regioni del Mezzogiorno

ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA MOLISE PUGLIA SARDEGNA SICILIA

A. Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero

Asse 4 –Capitale umano

Asse 5 –Interregionalità e transnazionalità

Asse D –Capitale umano

Asse E –Transnazionalità ed interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

B. Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale

Asse 4 –Capitale umano

Asse 5 –Interregionalità e transnazionalità

Asse D –Capitale umano

Asse E –Transnazionalità ed interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

C. Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani all’estero

Asse 4 –Capitale umano

Asse 5 –Interregionalità e transnazionalità

Asse D –Capitale umano

Asse E –Transnazionalità ed interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

Asse IV –Capitale umano

Asse V –Transnazionalità e interregionalità

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C.8 Complementarietà dell’Azione del MAE con i POR – FESR delle Regioni del Mezzogiorno

ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA MOLISE PUGLIA SARDEGNA SICILIA

A. Sviluppo della dimensione transnazionale dell’offerta di istruzione-formazione professionale attraverso le reti di competenze costituite dagli italiani all’estero

Asse III –Competitività produttiva

Asse IV –Attrattività territoriale

Asse 2 –Competitività del sistema produttivo regionale

Asse 5 – Assistenza tecnica e cooperazione territoriale

Asse 5 – Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali e del turismo

B. Promozione di reti tra Attori socioeconomici, parti sociali ed organizzazioni di settore italiani e di altri Paesi europei in collegamento con gli italiani all’estero al fine di migliorare l’occupazione e la circolazione del capitale umano in ambito transnazionale

Asse III –Competitività produttiva

Asse IV –Attrattività territoriale

Asse 2 –Competitività del sistema produttivo regionale

Asse 5 – Assistenza tecnica e cooperazione territoriale

Asse 5 – Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali e del turismo

C. Sviluppo della cooperazione transnazionale dei sistemi di istruzione-formazione in collegamento con gli italiani all’estero

Asse III –Competitività produttiva

Asse IV –Attrattività territoriale

Asse 2 –Competitività del sistema produttivo regionale

Asse 5 – Assistenza tecnica e cooperazione territoriale

Asse 5 – Sviluppo imprenditoriale e competitività dei sistemi produttivi locali e del turismo

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[email protected] ; www.esteri.it

ALLEGATO 1

Ministero degli Affari EsteriDirezione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie

Ufficio II

LA RETE E I SERVIZI

Novembre 2007

41

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[email protected] ; www.esteri.it

L’Osservatorio sulla formazione e sul lavorodegli italiani all’estero

L'Osservatorio è un sistema di servizi in rete coordinato dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) del Ministero degli Affari Esteri ed attuato con il raccordo e la collaborazione delle Amministrazioni Regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.L'Osservatorio supporta la cooperazione interistituzionale nell'attuazione delle politiche e dei Programmi che valorizzano le professionalità italiane nel mondo rafforzando i legami tra gli italiani all'estero e l'Italia. Le attività dell'Osservatorio si svolgono nell’ambito del Programma Operativo Nazionale "Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema" (PON-ATAS)-Azione D Asse II Misura II.1 "Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all'estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno" cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per il periodo 2000-2006.

Obiettivi dell’Osservatorio

L'obiettivo generale dell’Osservatorio è quello di valorizzare gli italiani all’estero nei processi di sviluppo regionale definiti dall’Italia nell’ambito della politica di Coesione dell’Unione Europea contribuendo così ad affiancare le Amministrazioni regionali nel rinnovamento e nel rafforzamento dei propri sistemi della formazione e dell’impiego.

Muovendo dalle sue finalità generali, l’Osservatorio ha lo scopo di:

� Predisporre quadri conoscitivi di contesti socio-economici dei Paesi di maggiore emigrazione e delle stesse Regioni dell’Ob. 1, con particolare riferimento alla struttura del mercato del lavoro, ai sistemi di welfare, ai sistemi educativi-formativi, ai fabbisogni formativi, ai processi di introduzione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, alle infrastrutture, al commercio con l’estero e alle iniziative di scambi internazionali;

� Connettere attori attraverso la costruzione di reti e di partnership con gli italiani all’estero;

� Monitorare gli strumenti esistenti a livello regionale, nazionale, comunitario ed internazionale, per facilitare la collaborazione degli italiani all’estero nelle iniziative di sviluppo del territorio;

� Trasferire best practice

La Rete dell’Osservatorio

La Rete dell’Osservatorio è articolata su tre livelli:

� La Rete Nazionale, coordinata dalla Direzione Generale per le Politiche Migratorie e gli Italiani all’estero

� La Rete Estera, con 22 Referenti Istituzionali presso le sedi delle Ambasciate e Consolati di 14 Paesi esteri e 5 Referenti Operativi presso altrettante Camere di Commercio Italiane all’Estero. Collaborano con l’Osservatorio 311 attori socio economici residenti in 30 Paesi.

� La Rete Regionale, strutturata in 7 Osservatori Regionali con sede nelle Amministrazioni regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Collaborano con gli Osservatori Regionali, 459 stakeholder locali con i quali sono stati firmati 92 protocolli d’intesa.

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[email protected] ; www.esteri.it

I Servizi offerti dall’Osservatorio

L’Osservatorio mette a disposizione servizi informativi, di promozione, formazione, di assistenza progettuale e di supporto operativo.La struttura operativa del sistema comprende:

� Banca dati Columbus: La Banca dati delle professionalità e personalità italiane residenti all’estero.

� Centro Documentazione: La Biblioteca Virtuale sugli italiani all’estero e lo sviluppo territoriale del Mezzogiorno italiano.

� Studi e ricerche: Approfondimenti tematici sulle politiche regionali, nazionali e comunitarie per la valorizzazione degli italiani all’estero.

� Creazione di reti: Progettazione e supporto di reti e di partenariati con gli italiani all’estero.

� Formazione a distanza (FAD): La formazione on line per la promozione, orientamento e progettazione di iniziative di valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero.

� Best Practice: La Banca dati delle iniziative e dei progetti che hanno ottenuto maggiore consenso per la valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero nei diversi settori culturali, formativi, imprenditoriali e scientifici.

� Attualità: Sintesi informative sugli eventi e sulle notizie di maggior rilievo.

� Newsletter: La Newsletter mensile realizzata in collaborazione con la Rete dell’Osservatorio.

� Rassegna Stampa: La Rassegna Stampa mensile sugli italiani residenti all’estero e sull’Osservatorio.

� Organizzazione di seminari e convegni

Come accedere ai servizi dell’Osservatorio:

Per accedere ai servizi dell’Osservatorio è sufficiente collegarsi al sito del MAE www.esteri.it al seguente indirizzo: http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/ > Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all’estero.

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[email protected] ; www.esteri.it

La Rete Nazionale

L'Osservatorio è coordinato da un nucleo centrale che ha sede presso la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) del Ministero degli Affari Esteri e svolge le seguenti attività:

• Raccordo della Rete dell'Osservatorio attraverso la collaborazione con enti ed istituzioni nazionali, la rete diplomatico-consolare italiana e le Regioni; • Coordinamento tra gli attori/enti italiani ed esteri coinvolti nella rete; • Progettazione e realizzazione di attività di ricerca in merito agli Italiani all’Estero e ai principali paesi di emigrazione; • Gestione della Banca dati Columbus, del Centro di Documentazione e della Formazione a Distanza, redazione della Newsletter mensile e pubblicazione della Rassegna Stampa;• Erogazione di servizi di assistenza informativa verso gli stakeholders regionali, nazionali ed esteri coinvolti nella rete; • Ricerca partner e supporto alla creazione di reti;• Organizzazione d’iniziative di promozione sul territorio regionale, nazionale ed estero (convegni, seminari, mailing list, rassegne stampa, ecc.) dedicati alle tematiche di interesse per l’Osservatorio.

I Partner della rete nazionale sono il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e Assocamerestero.

Per richiedere informazioni e/o servizi alla struttura di coordinamento centrale dell'Osservatorio, rivolgersi a:

Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all’esteroMinistero degli Affari Esteri Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - Ufficio II Piazzale della Farnesina, 1 - 5 piano00194 - Roma – Italia Tel. +39.06.3691.3726; +39.06.3691.4091; +39.06.3691.4289Fax. +39.06.3691.5250e-mail: [email protected]

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[email protected] ; www.esteri.it

La Rete Estera

Al fine di avviare processi di collaborazione interistituzionale tra le Regioni de Mezzogiorno d’Italia ed i Paesi che ospitano le nostre comunità di italiani è stato creato un network di Focal Point Esteri nelle aree geografiche di interesse dell'Osservatorio.

AAARRRGGGEEENNNTTTIIINNNAAA

Buenos AiresCONSOLATO GEN. D’ITALIACalle Reconquista 5721003 - Buenos Aireshttp://www.consbuenosaires.esteri.itsegreteriacg.buenosaires@esteri.itTel.: +54 11 4114 48 00Fax: +54 11 4114 47 99Referente: Alessandra [email protected]

CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NELLA REPUBBLICA ARGENTINA

Marcelo T. de Alvear 1119 – 2° p.1058 - Buenos Aires

http://[email protected]

Tel.: +54 11 4816 5900Fax: +54 11 4816 5902

Referente: Claudio [email protected]

AAAUUUSSSTTTRRRAAALLLIIIAAA

Melbourne CONSOLATO GEN. D’ITALIA 509, St. Kilda RoadMelbourne - VIC 3004www.consmelbourne.esteri.itconsolatogenerale.melbourne@esteri.itTel.: +61 3 986 75 744Fax: +61 3 986 63 932Referente: Maurizio [email protected]

SydneyCONSOLATO GEN. D’ITALIA Level 45 - 1 Maquarie Place Sydney NSW [email protected].: +61 2 9392 7900Fax: +61 2 9252 4830 Referente: Alessandro [email protected]

PerthCONSOLATO D’ITALIA Level 2, 1292 Hay StreetWest Perth WA [email protected].: +61 8 9322 4500Fax: +61 8 9322 9911Referente: Silvio Pentrella [email protected]

BBBRRRAAASSSIIILLLEEE

San PaoloCONSOLATO GEN. D'ITALIAAvenida Paulista 1963,01311-300 San Paolo

http://[email protected].: +55 11 3549 5643Fax: +55 11 3253 8801Referente: Andrea Amati [email protected]

CAMERA ITALO-BRASILIANA DI COMMERCIO E INDUSTRIA

Av. Paulista, 2073 - Conjunto Nacional - Horsa II – 24° andar01311-940 San Paolo

http://[email protected]

Tel.: +55 11 3179 0130/ 0722Fax: +55 11 3179 0131/ 0723

Referente:Attilio [email protected]

Rio de JaneiroCONSOLATO GEN. D’ITALIA Via Presidente Antonio Carlos, 40 -7ºp20020-010 Rio de Janeirohttp://www.consriodejaneiro.esteri.itsegreteria.riodejaneiro@esteri.itTel.: +55 21 3534 13 15/03Fax: +55 21 2262 6348Referente: Livio ANGELONI [email protected]@esteri.itReferente: Franco [email protected]@fastwebnet.it

CAMERA DI COMMERCIO ITALO-BRASILIANA DI RIO DE JANEIRO

Av. Graça Aranha, 1/6° andar20030-002 Rio de Janeiro

http://[email protected]

Tel.: +55 21 2262 9141/ 2996 Fax: +55 21 2262 2998Referente:Basilia Catrini

[email protected]

CCCAAANNNAAADDDAAA

TorontoCONSOLATO GEN. D’ITALIA 136, Beverly Street – Toronto (Ontario) M5T 1Y5http://[email protected].: +1 416 977 1566/ 2569Fax: +1 416 977 1119Referente: Elena [email protected]

EEETTTIIIOOOPPPIIIAAA

Addis AbebaAMBASCIATA D’ITALIAAlessandra Pastorelli“Villa Italia” - KabenaP.O. Box 1105 - Addis Abedahttp://[email protected].: +251 1 235 717Fax: +251 1 235 689/696Referenti: Martin [email protected] [email protected];

IBCA - ITALIAN BUSINESS COMMUNITY ASSOCIATION

P.O. Box 18675 - Addis AbabaTel./Fax: 00251-1-551152

http://[email protected]

Referente: Antonio Pagliericci manager@ethio-

italianpartnership.com

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[email protected] ; www.esteri.it

GGGEEERRRMMMAAANNNIIIAAA

BerlinoAMBASCIATA D’ITALIA Hiroshimastrasse, 110785 Berlinhttp://[email protected].: +49 30 2544 00Fax: +49 30 2544 0116Referente: Ufficio Emigrazione edAffari [email protected]

FrancoforteCONSOLATO GEN.Ia Cl. D’ITALIAKettenhofweg, 1 – D 60325 Francoforte sul Meno http://[email protected].: +49 69 753 10Fax: +49 69 753 1143Referente: Ufficio Commerciale [email protected]

GGGRRRAAANNN BBBRRREEETTTAAAGGGNNNAAA

AMBASCIATA D’ITALIAn. 14, Three Kings YardLONDON W1K 4EHhttp://[email protected]: +44 207 312 2200Fax: +44 207 312 2230Referente: Giuseppe Berlendi – Consigliere per l’Emigrazione e gli Affari SocialiStefano Stefanile – Consigliere Commerciale [email protected]@esteri.it

CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NEL REGNO UNITO1, Princes Street,

W1R 8AY LONDONhttp://www.italchamind.org.uk

[email protected]. +44 (0)207 495 8191 Fax +44 (0)207 495 8194Referente: Christian [email protected]

MMMAAARRROOOCCCCCCOOO

RabatAMBASCIATA D'ITALIA2, Zankat Idriss Al AzharTel.: +212 37 219 746/730Fax: +212 37 70 68 82http://[email protected]: Francesco Grieco [email protected]@esteri.it

SSSTTTAAATTTIII UUUNNNIIITTTIII

New YorkCONSOLATO GEN. Ia Cl. D’ITALIA 690, Park AvenueNew York, NY 10021http://[email protected]. +1 212 737 9100/ 439 8631/00Fax. +1 212 249 4945Ufficio Segreteria Console [email protected]

BostonCONSOLATO GEN. D’ITALIA 600, Atlantic Avenue Boston, MA 02210-2206Tel: +1 617 7229201/2/3Fax: +1 617 722 9407

http://[email protected]: Liborio [email protected]

FiladelfiaCONSOLATO GEN. D’ITALIA 1026, Public Ledger Bldg. – 150 South Indipendence Mall West Suite 1026 –Philadelphiahttp://[email protected]: +1 215 592 7329/0079Fax: +1 215 592 9808Ufficio Segreteria [email protected]

MiamiCONSOLATO GEN. D’ITALIA4000 Ponce de Leon Boulevard, Suite 590 - Coral Gables, FL 33146http://[email protected].: +1 305 374 6322Fax: +1 305 374 7945Referente: Giovanni Turturiello [email protected]

SSSUUUDDD AAAFFFRRRIIICCCAAA

JohannesburgCONSOLATO GEN. D’ITALIA371st Avenue (Corner 2nd St)Houghton Estate 2196 HoughtonP.O. Box 46306 Orange Grove 2119Tel.: +27 11 728 13 92/93Fax: +27 11 728 38 34www.consjohannesburg.esteri.itinfo.johannesburg@esteri.itUfficio Segreteria Console [email protected]

CAMERA DI COMMERCIO DI JOHANNESBURG

Sportello Unico, 42 Chester Road, Parkwood

21913 Johannesburg http://www.italcham.co.za

[email protected].: +27 11 327 3888Fax: +27 11 327 3892

Referente: Mariagrazia [email protected]

Città del CapoCONSOLATO GEN. D’ITALIA2, Grey’s Pass8001 Gardens - Cape Townhttp://[email protected]. +27 21 487 3900Fax +27 21 424 0146Ufficio Segreteria Console [email protected]

CAMERA DI COMMERCIO DI CITTà DEL CAPO

1st floor Scalabrini Centre, 43-47 Commercial StreetCape Town 8001

http://[email protected]

Tel.: +27 21 465 9599Fax: +27 21 465 6317

Referente: Giovanna [email protected]

SSSVVVIIIZZZZZZEEERRRAAA

ZurigoCONSOLATO GEN. D’ITALIATödistrasse 678039 Zurigohttp://[email protected]. +41 44 286 6111

Fax +41 44 201 1611Referente: Stefano [email protected]

CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA PER LA SVIZZERA

Seestrasse 1238027 Zurigo

http://[email protected]

Tel.: +41 44 289 2323Fax: +41 44 201 5357Referente: Luigi Palma

TTTUUUNNNIIISSSIIIAAA

TunisiAMBASCIATA D'ITALIA3, Rue de Russie1002 [email protected].: + 216 7132 1811/7073Fax: + 216 7132 4155Referente: Mariano Foti (Direttore Ufficio Cooperazione)[email protected]

UUURRRUUUGGGUUUAAAYYY

MontevideoAMBASCIATA D'ITALIA José Benito Lamas 2857 / C.P. 268 11300 Montevideowww.ambmontevideo.esteri.itambasciata.montevideo@esteri.itTel. + 598 2 708 0542Fax + 598 2 708 4148Ufficio Segreteria [email protected]

Referente operativo: CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA

DELL’URUGUAYPaysandú 816

11100 Montevideohttp://www.davanet.com.uy/cciu

Tel.: +598 2 901 5005Fax: +598 2 902 1421

Referente: Gerardo FERNANDEZ GIGLIO

[email protected]

VVVEEENNNEEEZZZUUUEEELLLAAA

Caracas CONSOLATO GEN. D’ITALIAQuinta el Ancla, Av. Mohedano 64 entre 1.ra y 2.da Transversal La CastellanaTel.: +58 212 212 11 48/19/04Fax: +58 212 262 [email protected] Segreteria [email protected]

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[email protected] ; www.esteri.it

La Rete Regionale

La Rete Regionale è costituita da 7 Osservatori regionali, chiamati a fare da cabina di regia su ciascun territorio per il coordinamento di attività di matching tra i propri attori regionali (del mondo istituzionale, politico, socio-economico, culturale) e le comunità degli italiani all’estero.

Presidenza della Regione BasilicataUfficio internazionalizzazione e promozione dell'immagineVia della Regione Basilicata - 85100 POTENZATel.: +39.0971.668.186 Fax.:+39.0971.668.181

[email protected]

Presidenza G.R. - Dipartimento 3 "programmazione Nazionale e Comunitaria. Affari Internazionali"Viale Europa, Centro Comalca, Loc. Germaneto - 88100 CatanzaroTel.: +39.0961.858.256; 257; 258Fax: +39.0961.858257

[email protected]

Presidenza della Regione CampaniaArea Generale di Coordinamento Rapporti con organi nazionali ed internazionaliSettore Studio e Progetti CEEVia S. Lucia, 81 - NapoliTel:+39. 081.796.2918; Fax: +39. 081.796.2459.

[email protected]

Agenzia Molise LavoroVia Masciotta, 1386100 CampobassoTel: +39.0874.418.139Fax: +39.0874.412.837Orario d'ufficio: 8,00-14,00 (lun - ven)

lunedì-mercoledì 15,00-18,00.

[email protected]

Assessorato al Mediterraneo Via Gobetti,26, 170100 - BARITel. +39 080 5406557Fax: +39 080 5406554

[email protected]

Assessorato del Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza SocialeServizio Emigrazione Immigrazione Cooperazione e Sicurezza SocialeVia XXVIII febbraio n. 5 09131 - CagliariTel: + 39.070 606.55.66Fax: +39.070 606.55.82

[email protected]

Assessorato del Lavoro, della Previdenza Sociale, della Formazione Professionale e dell’Emigrazione Dipartimento regionale del Lavoro Via Imperatore Federico, 7090146- Palermo Tel: +39.091 707.84.85Fax: +39.091 707.83.73

[email protected]

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[email protected] ; www.esteri.it

Servizi

� Banca dati ColumbusLa Banca dati Columbus ha lo scopo di consentire agli italiani all’estero che ricoprono posizioni di prestigio in tutti i settori lavorativi e professionali della società e delle Istituzioni del Paese ospitante, di far conoscere le proprie attività e di offrire collaborazione nel campo di competenza. Le Amministrazioni regionali, le Associazioni e le altre Istituzioni interessate hanno la possibilità, tramite "Columbus", di far conoscere iniziative e progetti nei quali gli italiani all'estero potranno offrire la propria collaborazione.Questa iniziativa vuole pertanto favorire la partecipazione delle personalità e delle professionalità italiane residenti all’estero a progetti ed iniziative regionali, nazionali, comunitarie ed estere. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a: [email protected]

� Centro di DocumentazioneIl "Centro di Documentazione" dell'Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero è un servizio di biblioteca virtuale che ha l’obiettivo di diffondere conoscenze ed informazioni a supporto di iniziative di collaborazione tra gli Italiani residenti all’estero e le realtà regionali e nazionali impegnate nello sviluppo territoriale anche al fine di contribuire all’apertura internazionale del sistema formativo e del mercato del lavoro.Contiene ricerche scientifiche sugli italiani all’estero e sulle Regioni italiane, Rapporti annuali (2005, 2006 e 2007) sulla formazione ed il lavoro degli italiani all’estero realizzati dall’Osservatorio. Inoltre, raccoglie numerosi documenti sulle caratteristiche, sulla composizione e sulle attività economiche delle comunità degli italiani residenti all'estero. Raccoglie, inoltre, una serie di analisi socio-economiche sui Paesi di maggiore emigrazione, documentazioni informative sulle iniziative promosse in ambito regionale aperte allo sviluppo internazionale del territorio. Il Centro di Documentazione è realizzato dal Ministero degli Affari Esteri, (DGIEPM -Ufficio II) in collaborazione con le Amministrazioni regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e con la rete diplomatico consolare. Per maggiori informazioni è possibile scrivere a: [email protected]

� Studi e ricercheL'Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero promuove iniziative di studio e di ricerca sulle principali tematiche che riguardano la formazione e l'occupazione degli italiani all'estero; le politiche regionali e nazionali di promozione e di valorizzazione delle comunità italiane all'estero e i legami culturali, professionali e scientifici di quest'ultime con lo sviluppo del territorio regionale, nazionale e dei Paesi ospitanti; le iniziative e le politiche comunitarie in materia di emigrazione.

� Creazione di retiL'Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero consente agli attori interessati di incontrarsi e di valutare opportunità di partenariato con gli italiani all'estero. A tale scopo promuove la ricerca dei partner che abbiano le caratteristiche più appropriate per la realizzazione di specifiche iniziative, fornisce supporto progettuale per accordi ed intese di collaborazione.

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[email protected] ; www.esteri.it

Servizi

� Formazione a distanzaIl servizio di Formazione a Distanza dell'Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero ha l'obiettivo di diffondere l'apprendimento sulle principali metodologie di promozione, orientamento e progettazione di iniziative di valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero. I materiali documentalisono rivolti a formatori ed operatori del settore. I moduli didattici FAD verranno progressivamente inseriti.Per maggiori informazioni scrivere a [email protected]

� Best PracticeIl servizio di "Best Practice" dell'Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero intende promuovere le iniziative ed i progetti che hanno ottenuto maggiore consenso per la valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero nei diversi settori culturali, formativi, imprenditoriali e scientifici. Per best practice(dall'inglese migliore pratica) si intendono in genere le esperienze più significative o dai migliori risultati adottati in diversi contesti.La conoscenza delle esperienze di successo già realizzate è utile per lo sviluppo di nuovi progetti. Tale tipo di informazione delinea il panorama complessivo delle iniziative e delle reti di relazioni già esistenti. Costituisce una fonte di stimoli e suggerimenti per il lavoro di progettazione. Inoltre, offre una serie di preziose indicazioni sui diversi soggetti, pubblici e privati, già coinvolti in scambi culturali, sociali ed economici con paesi di emigrazione italiana. E in tal senso offre una rappresentazione delle varie possibilità di connessioni e partnership a livello regionale, nazionale e internazionale. All’interno dell'insieme delle esperienze già realizzate si selezioneranno quelle più significative. Con tale attributo si intendono quelle esperienze di particolare rilievo sotto l'aspetto della dimensione finanziaria, della rete di soggetti coinvolta, dei risultati raggiunti e della loro riproducibilità in altri contesti socio-economici. Dei progetti così selezionati si illustreranno: le caratteristiche dell’ente attuatore, gli obiettivi, i beneficiari e destinatari dell'iniziativa, le attività previste per raggiungere gli obiettivi prefissati, i partner coinvolti, le fonti di finanziamento utilizzate, i risultati raggiunti, gli eventuali aspetti critici emersi durante la sua realizzazione. Gli interessati alla segnalazione di una “BestPractice” per l’inserimento nel Centro di Documentazione, possono compilare la scheda BestPractice ed inviarla all’indirizzo [email protected].

� AttualitàIl servizio “Attualità” raccoglie le sintesi informative sugli eventi e sulle notizie di maggior rilievo.

� Newsletter La Newsletter è realizzata dal MAE-DGIEPM con i contributi provenienti dalla Rete degli Osservatori in Italia (nelle Amministrazioni delle Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia) e all’estero (Consolati, CCIE, Associazioni e altri rappresentanti degli Italiani residenti all’estero). L’obiettivo principale è quello di favorire il networking fra gli attori della Rete e di informare sulle opportunità di apertura internazionale del sistema formativo e del mercato del lavoro delle Regioni del Sud Italia, attraverso la collaborazione con gli italiani residenti all’estero. Gli interessati alla pubblicazione di contributi nella Newsletter,

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[email protected] ; www.esteri.it

Servizi

devono compilare l’apposito modulo ed inviarlo all’indirizzo [email protected] entro il giorno 1 di ogni mese.

� Rassegna StampaLa Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le Politiche Migratorie del MAE cura la pubblicazione mensile della Rassegna Stampa dell'Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero che raccoglie articoli relativi a notizie sugli Italiani all’Estero ed alla Rete dell'Osservatorio provenienti dalle principali agenzie di stampa.Chiunque volesse contribuire a tale raccolta può scrivere alla casella di posta: [email protected] con la cortesia di inoltrare gli articoli entro 7 giorni dalla loro data di pubblicazione.

� Organizzazione di seminari e convegni

La DGIEPM (Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie) del MAE nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema" (PON-ATAS) Azione D Asse II Misura II.1 ("Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all'estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno") organizza seminari e workshop di concertazione nazionale a carattere tematico ed a carattere territoriale al fine di promuovere intese con Enti, Amministrazioni ed Istituzioni che possano favorire il coinvolgimento attivo degli italiani all'estero nelle politiche di sviluppo internazionale delle Regioni.

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Accordi di partenariato territoriale conseguiti nell’ambito del PON ATAS 2000 – 2006

Accordi tra Attori territoriali

Accordi tra Istituzioni

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Accordi di partenariato con Attori territoriali 2003 – 2004

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REGIONE BASILICATA

Paese Ente Accordi/ progetti

Experts by Experts 3 OAME 2 Argentina

Assoargentina 3 Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 4

Camera di Commercio Italo Brasiliana di Rio de Janeiro 7 Brasile TV Rio Sul 2

Canada Camera di Commercio Italiana di Toronto 8 Israele Dell’Ariccia Consulting 3

Sud Africa Scalabrini Development Agency 2 Fondazione Ecap 1 Svizzera

Camera di Commercio italiana per la Svizzera 1 Uruguay Associazione lucana di Paysandu 1

USA Romantica Tour 1 REGIONE CALABRIA

Paese Ente Accordi/progetti Università di Tella Buenos Aires 1

Camera di Commercio Italiana di Mendoza 2 Argentina Università de Congresso - Mendoza 1

Università Juan Agustin Maza - Mendoza 2 Istituto de Jarollo Indusrtial Tecnologico y de Servicios 1

Camera di Commercio Italiana di Perth 3

Australia

Camera di Commercio Italiana di Melbourne 2 Università di Camberra 1

Telespazio Brasil 1 Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 3

Università Mackenzie di San Paolo 1 Centro de Convecoes di Bahia 1

Brasile

Camera di Commercio italiana di Rio de Janeiro 2 Centro Richadson Sopitale 1

Camera di Commercio Italiana di Toronto 3 Canadian Calabrian Development Agency 1

Canada

Health Canada – National Microbiology Laboratry 1

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Agriculture and Agri Food - Winnipeg 1 Camera di Commercio Italiana del Manitoba 1

Camera di Commercio Italiana di Montreal 5 Paese Ente Accordi/progetti Cile Vigna Santa Adele 2

Francia Camera di Commercio Italiana di Parigi 4 EEIG Sustainable Development Enterprise 2 Gran

Bretagna Camera di Commercio Italiana – United Kingdom 2 Svizzera Assoi.CH 5

USA Lilia Inc 4 REGIONE CAMPANIA

Paese Ente Accordi/ progetti

Panorama International Productions 1 Image Service Australia 1

Camera di Commercio Italiana di Melbourne 1 Università di Swinburne 2

Camera di Commercio Italiana di Perth 6

Australia

Camera di Commercio Italiana di Sydney 6 Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro 8

Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 3 Camera di Commercio Italiana di Porto Alegre 1

Università di Rio de Janeiro 2 Telespazio Brasil 1

Brasile

Camera di Commercio Italiana di Rio Grande del Sud 1 Camera di Commercio Italiana del Manitoba 3

Agricolture and Agri-Food 2 Camera di Commercio Italiana di Toronto 1

Università del Manitoba 2 Camera di Commercio Italiana di Montreal 2

Camera di Commercio Italiana di Vancouver 4 National Microbiology Laboratory 1

Canada

De Luca Bros. Food International 1 Egitto C&F Services 3

Unisco 1 Francia

Camera di Commercio Italiana di Parigi 2

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Intoconsultants Ltd 1 Medirecord Ltd 1

Gran Bretagna

City Jet Travel 1 Arkya International 1 Israele

Dell’Ariccia Consulting 1 Scalabrini Development Agency 1 Sud Africa Rural Development Technology 1

Assoi.CH 2 Fondazione ECAP 3 Svizzera

Camera di Commercio Italiana di Zurigo 2 Camera di Commercio Italiana del Texas 1 Camera di Commercio Italiana di Miami 3

Camera di Commercio Italiana di Los Angeles 3 Italy’s Direct 2

Studio Legale Rinaldi 1 Italbitz 3

CIAO Italia 1 Italian Restaurant TV –Network 1

Istituto Commercio Estero – New Yorh 1

USA

INIAS – New York 2 Venezuela Camera di Commercio Italiana di Caracas 2 REGIONE PUGLIA

Paese Ente Accordi/progetti Albania Centro Sociale Don Bosco – Tirana 2

Associazione Pugliese di Buenos Aires 13 Associazione Pugliese di La Plata 16

Camera di Commercio Italo-Argentina di Mendoza 4 Camera di Commercio Italiana di Buenos Aires 8

Collegio Preciosissimo Sangre 1 Universidad de Concepcion del Uruguay 13

Universidad Nacional de Rosario 1 Circoscrizione Generale di Buenos Aires 1

Centro de Estudios e Investigaciones, Universidad Nacional de Quilmes

6

Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas (CONICET) 1

Argentina

Consejo para el Desarrollo Productivo de Concepciòn del Uruguay 1

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Associazione Puglia NSW Co – Operative Ltd 2 Australia Federazione Pugliese d’Australia 14

Belgio Università di Liegi 1 Áquila serviços técnicos LTDA 10

Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 7 Telespazio 5

Brasile

Fundação Getulio Vergas 1 Camera di Commercio Italiana di Manitoba 8

Agricolture and Agri-Food 3 Canada Camera di Commercio Italiana di Toronto 1

Camera di Commercio Italiana per la Francia 7 Francia Istituto Europeo di Ricerca e Formazione 4

CGIL Bildungswerk 7 Germania Enaip Berufsbildungswerk 2

Scottish Crop Research Institute 2 Intoconsultants Ltd 8

Gran Bretagna

Medirecord Ltd 6 Romania Unimpresa Romania 1

Associazione pugliesi nel mondo 9 Scalabrini development agency 7 Sud Africa

Societả Dante Alighieri del KWAZULU Natal 10 Associazione Teatro Pan 4

Assoii.Ch 6 Fondazione Ecap Svizzera 6

Svizzera

Federazione Associazioni Pugliesi 2 Turchia Associazione di amicizia e cultura Italo-Turca di Ankara 6

Camera di Commercio Italiana di Miami 3 Camera di Commercio Italiana del Texas 12 USA

United Pugliesi Federation of the Metropolitan Area 6 Venezuela Fedapuve Federazione Pugliese Venezuela 7

REGIONE SARDEGNA

Paese Ente Accordi/progetti Camera di Commercio Italiana di Cordoba 1

Camera di Commercio Italiana di Buenos Aires 1 Argentina Circolo Sardo del N.O.A. 1

ABT Agencia Brasileira de Turismo 1 Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro 4

TV Rio Sul 1 Brasile

Senac - Rio de Janeiro 2

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Università di Sofia – Facoltà di Architettura 1 Bulgaria Eta informatica 2

Ibas Inc 2 Metacork 1

National Microbiology Laboratori 1 Canada

Camera di Commercio Italiana di Toronto 1 Université de la Méditerranée de Marseille 1 Francia

Institut de marketing et développement 3 Germania Studio Legale Schillik 1

Compass Agencies 1 Gran Bretagna Associazione Sardegna 2000 1

Israele Dell’Ariccia Consulting 7 Polonia Starostwo Powiatowe – Ente regionale della Regione Zywiec 1

Portogallo Istituto Politecnico de Tomar 1 Repubblica

Ceca KM Trade 1

Senegal Associazione Senegal-Italia (SEN-IT) 3 Sud Africa Sandown Tour 1

Svizzera Fondazione Ecap 1 USA Italy Direct 3

REGIONE SICILIA

Paese Ente Progetti Camera di Commercio Italiana di Perth 4

Vizzini Social Club 1 Associazione Siracusane Australia 2

ALIAS Australia 4 NIMAC (Network of Italian Mayors and Councillors) 2

City of Whittlesea 1 City of Moreland 2

Swinburne University 2

Australia

Camera di Commercio italiana di Melbourne 7 Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Rio de Janeiro 6

Camera di Commercio Italo-Brasiliana di San Paolo 2 Camera di Commercio Italo-Brasiliana di Minas Gerais 5

ACIB Associazione Culturale Italo-Brasileira 1 Trinacria 1

Aquila Serviços tecnicos 1

Brasile

ABT Agenzia Brasileira de Turismo 2

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Associazione Siciliani in Brasile 1 Camera di Commercio Italiana di British Columbia e

dell’Alberta 4

Health Microbiology Laboratory 1 Canada

University of Manitoba 1 Egitto C&F Services 4 Etiopia Italian Business Community Association 1

Enaip Francia 4 Camera di Commercio Italiana per la Francia 2 Francia

Ancetres Italiens 3 Germania Centro Italiano Bad Soden an Taunus 5

Gran Bretagna Enaip Gran Bretagna 2

Scalabrini Development Agency 1 Cape Town Opera 3 Sud Africa

Sandown Tour & Incentives 2 Camera di Commercio Italiana per la Svizzera 2 Svizzera

Assoii.ch 1 Venezuela Camera di Commercio Italo-Venezuelana 7

Paese Ente Progetti Sole Sicilia 3

Italy America Chamber of Commerce - West Inc 4 Romantica Tours 3

Camera di Commercio Italiana di Miami 2 USA

Van Vakys (The Italians) 4

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Regione Tipologia di

accordo Soggetti firmatari

Data di stipula

dell’Accordo Contenuti dell’Accordo

Paese interessato

Durata dell’Accordo

Basilicata

Totale 01 Protocollo di intesa

Regione di Paysandu (Uruguay) Regione Basilicata (Italia)

24 /08/2005

Sviluppo di attività agroalimentari – biologiche nell’ambito del protocollo di intesa tra la Regione Basilicata e il Dipartimento di Paysandù stipulato in data 24 agosto 2005. Elaborazione a cura del gruppo di lavoro costituitosi a Paysandù in occasione della Missione PPTIE in data 26 agosto 2005

Uruguay Dal 10/2005 al 31/12/2006

Campania Totale 01

Accordo di Cooperazione

Regione Campania – Sportello per l’Internazionalizzazione delle imprese SPRINT e la Enterprise Florida, Inc.

10/11/2006

Sviluppo di partnership commerciali,industriali e tecnologiche fra Campania e Florida, in particolare nei settori aerospaziale, trasporti, biotecnologie, scienze e tecnologie ambientali.

Usa In vigore fino alla sua revoca con comunicazione scritta da

una delle parti

Molise Totale 04

Protocollo di intesa

Regione Molise, Union Camere Molise, Centro Estero delle Camere di Commercio del Molise, Associazioni dei Molisani all’Estero e il Consiglio delle città di Wollongong New South Wales, Australia (nel campo della cooperazione Economica e Commerciale)

6/10/2006

Promozione dei sistemi di impresa, collaborazione istituzionale tra enti locali, alla promozione del turismo in diverse aree, scambi culturali, condivisione di Know how e metodologie in tema di politiche del lavoro, creazione di competenze professionali di medio-alto profilo in settori di reciproco interesse.

Australia Non specificato

Molise

Protocollo di intesa

Regione Molise, Union camere Molise, Centro Estero delle Camere di Commercio del Molise, Associazioni dei Molisani all’Estero e Illewarra Business Chamber

6/10/2006

Promozione dei sistemi di impresa, collaborazione istituzionale tra enti locali, alla promozione del turismo in diverse aree, scambi culturali, condivisione di Know how e metodologie in tema di politiche del lavoro, creazione di competenze professionali di medio-alto profilo in settori di reciproco interesse.

Australia Da definire nella fase di

stesura esecutiva delle attività

Molise

Protocollo di intesa

Regione Molise, Unioncamere Molise, Centro Estero delle Camere di Commercio del Molise, Associazioni dei Molisani all’Estero e Australian Business Limited State Chamber

6/10 /2006

Promozione dei sistemi di impresa, collaborazione istituzionale tra enti locali, alla promozione del turismo in diverse aree, scambi culturali, condivisione di Know how e metodologie in tema di politiche del lavoro, creazione di competenze professionali di medio-alto profilo in settori di reciproco interesse.

Australia Da definire nella fase di

stesura esecutiva delle attività

Accordi di partenariato con soggetti istituzionali 2005 - 2006

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Molise

Protocollo di intesa

Regione Molise, Unioncamere Molise, Centro Estero delle Camere di Commercio del Molise, Associazioni dei Molisani all’Estero e la Municipalidad de General Pueyrredon, la Universidad Nacional de Mar del Plata, la Uniòn Industrial de Mar del Plata

6/10/2006

Promozione dei sistemi di impresa, collaborazione istituzionale tra enti locali, alla promozione del turismo in diverse aree, scambi culturali, condivisione di Know how e metodologie in tema di politiche del lavoro, creazione di competenze professionali di medio-alto profilo in settori di reciproco interesse.

Argentina Durata di 2 anni

con tacita proroga per altri 2 anni

Assessorato allo Sviluppo Economico

regione Puglia e Associazione

Industria Alberghiera Marocco:

20/12/2006 Puglia

Totale 03

Protocollo di Partenariato Territoriale

Assessorato allo Sviluppo Economico regione Puglia + IRSEM, Associazione Industria Alberghiera

Marocco, CCIE Marocco

CCIE Marocco: 22/01/2007

Sviluppo di azioni coordinate con particolare riferimento alle PMI attraverso il progetto “Benessere alimentazione, moda e cultura in stile Mediterraneo”

Marocco Durata Triennale

Assessorato allo Sviluppo Economico

Regione Puglia e Camera di Commercio Industria e Servizi di d’ Elkelaa des Sraghna :

20/12/2006

Puglia

Protocollo di Partenariato Territoriale

Assessorato allo Sviluppo Economico Regione Puglia, Camera di

Commercio Industria e Servizi di d’ Elkelaa des Sraghna, CCIE Marocco

CCIE Marocco: 22/01/2007

Sviluppo di azioni coordinate nel settore risorse umane attraverso il progetto “Scambi per lo Sviluppo delle competenze professionali di medio-alto livello a vantaggio di operatori in settori di interesse reciproco”

Marocco Durata Triennale

61

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Assessorato allo Sviluppo Economico Regione Puglia:

20/12/2006 Puglia

Protocollo di Partenariato Territoriale

Assessorato allo Sviluppo Economico Regione

Puglia, API - Agenzia Promozione dell'Industria in Tunisia , CCIE Tunisia

API - Agenzia Promozione

dell'Industria in Tunisia e

CCIE Tunisia : 30/11/2006

Promozione di iniziative specifiche di partenariato finalizzate alla realizzazione del “Progetto di partenariato per la cooperazione del sistema Puglia con la Tunisia” da realizzare nel corso di tre anni (2007 – 2009).

Tunisia Durata triennale

Sardegna Totale 06

Dichiarazione di Intenti

Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato al Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza della Regione Autonoma della Sardegna, Osservatorio del lavoro e dell’impresa dei Sardi nel Mondo, Associazione Devenirs, Circolo Sardo di Bruxelles, Centro Culturale e Ricreativo Sardo “Martino Mastinu”

21/03/2006

Promozione della Sardegna nei contesti economici, culturali, istituzionali e sociali del mercato belga,sviluppo di iniziative di comune interesse secondo il proprio mandato istituzionale, valorizzando in tale azione ogni possibile ed utile contributo alle comunità di Italiani residenti in Belgio, con particolare riguardo alla promozione dei giovani. E’ stata prevista l’apertura di uno sportello informativo a Berlino.

Belgio Durata annuale

con tacito rinnovo

Sardegna

Dichiarazione di Intenti

Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato al Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza della Regione Autonoma della Sardegna, Osservatorio del lavoro e dell’impresa dei Sardi nel Mondo, Associazione Devenirs, Circolo Sardo di Berlino e il progetto VERSUS del DGB Bildungswerk e V.

24/11/2005

Promozione della Sardegna nei contesti economici, culturali, istituzionali e sociali del mercato tedesco,sviluppo di iniziative di comune interesse secondo il proprio mandato istituzionale, valorizzando in tale azione ogni possibile ed utile contributo alle comunità di Italiani residenti in Germania, con particolare riguardo alla promozione dei giovani. E’ stata prevista l’apertura di una “Vetrina a Berlino”.

Germania Ha durata fino alla fine del

progetto VERSUS

Sardegna

Dichiarazione di Intenti

Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato al Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza della Regione Autonoma della Sardegna,

Giugno 2006

Promozione della Sardegna nei contesti economici, culturali, istituzionali e sociali del mercato francese , sviluppo di iniziative di comune interesse secondo il proprio mandato istituzionale, valorizzando in tale azione ogni possibile ed utile contributo

Francia Durata annuale

con tacito rinnovo

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Osservatorio del Lavoro e dell’Impresa dei Sardi nel Mondo,il Technopole di Metz e la Federazione dei Circoli Sardi in Francia

alle comunità di Italiani residenti in Francia, con particolare riguardo alla promozione dei giovani. E’ stata prevista l’apertura di uno Sportello informativo in loco.

Sardegna

Dichiarazione di Intenti

Assessorato al Lavoro, Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza, Rhode IslAND Export Assistence Center e World Trade Center, Center for International Business dello Stato del Rhode Island

26/09/2006

L’accordo è siglato in collegamento on un progetto della Regione Sardegna sulla “Formazione di Eccellenza post-laurea per i giovani laureati sardi” denominato Master and Back. Le parti si impegnano a lavorare insieme per il miglioramento delle reciproche comunicazioni e delle reciproche conoscenze delle proprie comunità e all’identificazione di potenziali aree di partenariato e collaborazione, quali tirocini,scambi di studenti e ricercatori, seminari, laboratori, conferenze, eventi.

USA Durata annuale

con tacito rinnovo

Sardegna

Dichiarazione di Intenti

Regione Autonoma della Sardegna, Bilancio Credito e Assetto del Territorio,Mit – Italy Program,Circolo dei Sardi di New York “Shardana USA”.

26/09/2006

Sviluppo di iniziative di comune interesse secondo il proprio mandato istituzionale, valorizzando in tale azione ogni possibile ed utile contributo alle comunità di italiani residenti negli USA, con particolare riguardo alla promozione dei giovani.

USA Durata annuale

Salvo rinnovo mediante accordo tra le parti

Sardegna

Dichiarazione di Intenti

Regione Autonoma della Sardegna, Bilancio Credito e Assetto del Territorio,University of Massachussetts Boston, College of Management

26/09/2006

Sviluppo di corsi di istruzione e programmi di formazione , risorse per la ricerca e attività di pianificazione, offerte didattiche per studenti universitari e corsi di specializzazione post lauream

USA Durata annuale

Salvo rinnovo mediante accordo tra le parti

Sicilia Totale 07

Dichiarazione di Intenti

Centro Interdipartimentale di Studi Europei e Comparatistici (CI.SE.COM) e l’UMASS (University of Massachussetts, Boston)

Novembre 2006

Sviluppo di corsi di formazione, progetti didattici e di ricerca comuni; scambio di studenti, dottorandi, laureati o docenti;organizzazione congiunta di seminari, convegni e simposi scientifici; risorse per la ricerca a attività di pianificazione; elaborazione comune di pubblicazione scientifiche, scambio di informazioni, lavori e giornali scientifici.

USA Durata annuale

con tacito rinnovo

Sicilia Dichiarazione

di Intenti

Regione Siciliana,Previdenza Sociale, Formazione Professionale, Emigrazione,MIT – Italy Program, con il supporto dell’Associazione Siciliana

Novembre 2006

Sviluppo di iniziative di comune interesse nel settore della formazione, del lavoro e della ricerca scientifica, valorizzando in tale azione ogni possibile ed utile contributo dlle comunità di italiani residenti negli Stati Uniti, con particolare riguardo alla

USA Durata annuale

con tacito rinnovo

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The Greater Boston promozione e formazione dei giovani siciliani ed americani.

Sicilia Accordo di

Cooperazione

Università di Catania, Facoltà di Economia e Commercio e la Bryant University di Smithfield, Rhode Island

Novembre 2006

Sviluppo di Programmi Operativi di collaborazione per lo scambio di docenti, borsisti, studenti,laureati e dottorandi su basi di reciprocità nei campi di mutuo interesse scientifico ed accademico

USA Durata triennale con tacito

rinnovo per altri tre

Sicilia Accordo di

Cooperazione

Università di Catania, Facoltà di Economia e Commercio e l’UMASS (Università del Massachusetts Boston)

Novembre 2006

Sviluppo di Programmi Operativi di collaborazione per lo scambio di docenti, borsisti, studenti, laureati e dottorandi su basi di reciprocità nei campi di mutuo interesse scientifico ed accademico.

USA Durata triennale con tacito

rinnovo per altri tre

Sicilia Accordo di

Cooperazione

Università di Messina – Dipartimento di Studi Internazionali, Comunitari, Inglesi ed Angloamericani e la Bryant University di Smithfield, Rhode Island

Novembre 2006

Sviluppo di corsi di formazione, progetti didattici e di ricerca comuni; scambio di studenti, dottorandi,laureati o docenti;organizzazione congiunta di seminari, convegni e simposi scientifici;risorse per la ricerca e attività di pianificazione; elaborazione comune di pubblicazioni scientifiche, scambio di informazioni, lavori e giornali scientifici.

USA Durata triennale con tacito

rinnovo per altri tre

Sicilia Accordo di

Cooperazione

Università di Messina – Dipartimento di Studi Internazionali, Comunitari, inglesi ed Angloamericani e l’UMASS (Università del Massachusetts, Boston)

Novembre 2006

Sviluppo di corsi di formazione, progetti didattici e di ricerca comuni; scambio di studenti, dottorandi,laureati o docenti;organizzazione congiunta di seminari, convegni e simposi scientifici;risorse per la ricerca e attività di pianificazione; elaborazione comune di pubblicazioni scientifiche, scambio di informazioni, lavori e giornali scientifici.

USA Durata triennale con tacito

rinnovo per altri tre

Sicilia Accordo di

Cooperazione

Centro Interdipartimentale di studi Europei e Comparatistici (CI.SE.COM) nella persona del Prof. Carmine Bianchi e la Bryant University di Smithfield, Rhode Island.

Novembre 2006

Sviluppo di corsi di formazione, progetti didattici e di ricerca comuni; scambio di studenti, dottorandi,laureati o docenti;organizzazione congiunta di seminari, convegni e simposi scientifici;risorse per la ricerca e attività di pianificazione; elaborazione comune di pubblicazioni scientifiche, scambio di informazioni, lavori e giornali scientifici.

USA Durata triennale con tacito

rinnovo per altri tre

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ALLEGATO 3

Banca Dati Da Vinci

Report Ricercatori (Aggiornamento al 1.8.2006) - Archivio della banca dati DAVINCI

Categoria N. ricercatoriAgricultural Sciences 68Architecture 26Biology 361Chemistry 134Earth Science 56Engineering 318Humanities and Arts 143Mathematics and Computer Science 169Medicine 284Physics 281Science Policy 60Social Science 244Veterinari Medicine 10Totale i1 : 1.418

1 Alcuni ricercatori risultano avere più competenze questo è il motivo per il quale i dati secondo la suddivisione per categoria non risultano essere uguali al totale dei ricercatori (Fonte : Ministero Affari Esteri)

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ALLEGATO 6

ASPETTI NORMATIVI: LA RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE, NUOVE PROSPETTIVE DI GOVERNANCE NEL

SISTEMA STATO – REGIONI

Tra le novità della riforma della Legge costituzionale n.3 del 2001 e della “legge La Loggia” del 5 giugno 20031 appare qui rilevante, in tema di rapporti con l'ordinamento internazionale, il nuovo testo dell'articolo 117. Esso prevede specificamente che:

- lo Stato conservi la riserva della "politica estera" e la potestà esclusiva dei "rapporti internazionali dello Stato";

- l’attribuzione alla potestà concorrente dei "rapporti internazionali e con l'Unione Europea delle Regioni", nonché del "commercio con l'estero";

- le Regioni abbiano il potere di concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro stato nelle materie di propria competenza in casi e forme disciplinati da leggi statali;

- le Regioni restino subordinate, nell'attività di attuazione della normativa internazionale e comunitaria, alle leggi statali che determinano i "livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale", mentre per i settori di competenza concorrente rimangono soggette anche alle leggi statali recanti i principi fondamentali.

Pertanto, le nuove disposizioni costituzionali non vietano affatto l'interposizione con valenza condizionante di leggi statali nell'attività regionale di attuazione degli obblighi internazionali e comunitari. In concreto, non impediscono un certo controllo dello Stato. Così, la mancata previsione di autorizzazione non vuol dire che le regioni siano pertanto autorizzate a tessere, in piena autonomia, rapporti e contatti esterni senza che il Governo centrale ne sia informato.

Le Regioni, dunque, pur avendo questo potere contrattuale "esterno", non potrebbero ora vantare un “treaty making power” nel senso tradizionale di potere di concludere trattati internazionali o comunque accordi che incidono sulla politica estera italiana.

Le disposizioni contenute nella legge La Loggia sono dirette soprattutto ad attuare e sciogliere i nodi interpretativi creati dal nuovo art.117 Cost. Per quanto riguarda l'attuazione del disposto dell'ultimo comma dell'art.117 ("nelle materie di sua competenza, la Regione può concludere accordi con Stati e intese con enti territoriali interni ad altro Stato", conferendo alla legge ordinaria il compito di definirne i casi e le forme), viene ribadito che nella materie di legislazione concorrente, le regioni esercitano la potestà legislativa

1 La legge 2003 n.131, cosiddetta "legge La Loggia", recante disposizioni per l'adeguamento dell'ordina-mento della Repubblica alla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3 ,adottata il 10 giugno 2003.

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nell'ambito dei principi fondamentali espressamente determinati dallo Stato o, in difetto, quali desumibili da leggi statali vigenti..

In maniera schematica può dirsi che la legge La Loggia prevede la possibilità per le Regioni di:

a) provvedere direttamente all’attuazione e all’esecuzione degli accordi internazionali conclusi e ratificati dallo Stato;

b) concludere intese dirette a favorire il loro sviluppo economico, sociale e culturale, nonché a realizzare attività di mero rilievo internazionale inoltrando apposita comunicazione prima della firma alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali ed al Ministero degli affari esteri, ai fini delle eventuali osservazioni di questi ultimi e dei Ministeri competenti, da far pervenire a cura del Dipartimento medesimo entro i successivi trenta giorni, decorsi i quali le Regioni e le Province autonome possono sottoscrivere l’intesa;

c) formalizzare accordi con altri Stati, nelle materie di propria competenza legislativa, vale a dire:− esecutivi ed applicativi di accordi internazionali regolarmente entrati in vigore, − accordi di natura tecnico-amministrativa,− accordi di natura programmatica finalizzati a favorire il loro sviluppo economico,− sociale e culturale.

La procedura per i negoziati e la conclusione degli atti delle Regioni risulta pertanto essere la seguente:

a) la Regione invia tempestiva comunicazione delle trattative al Ministero degli Affari Esteri ed alla Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali, che ne danno a loro volta comunicazione ai Ministeri competenti;

b) il Ministero degli Affari Esteri indica eventualmente principi e criteri da seguire nella conduzione dei negoziati;

c) qualora i negoziati si svolgano all’estero, le competenti rappresentanze diplomatiche e i competenti uffici consolari italiani collaborano alla conduzione delle trattative (previa intesa con la Regione);

d) la Regione invia comunicazione del progetto, prima di sottoscrivere l’accordo, al Ministero degli Affari Esteri;

e) il Ministero degli Affari Esteri, sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri –Dipartimento per gli affari regionali, accertata l’opportunità politica e la legittimità dell’accordo;

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f) il Ministero degli Affari Esteri conferisce i pieni poteri di firma (previsti dalle norme del diritto internazionale generale e dalla Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati).

Per tutte e tre le categorie di atti è previsto un sistema di intervento dello Stato ed un sistema di soluzione delle possibili controversie tra stato e regioni:

Il Ministro degli affari esteri può, in qualsiasi momento, rappresentare alla Regione questioni di opportunità inerenti alle attività di cui ai commi da 1 a 3 e derivanti dalle scelte e dagli indirizzi di politica estera dello Stato e, in caso di dissenso, sentita la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali, chiedere che la questione sia portata in Consiglio dei ministri che, con l’intervento del Presidente della Giunta regionale o provinciale interessato, delibera sulla questione.

Appare quindi evidente, come già inizialmente detto, che la modifica dell’art.117 Cost. non ha attribuito alle Regioni un proprio reale “treaty making power”. A conferma della soggettività internazionale e della titolarità dello Stato del potere di stipulare trattati internazionali, vi è la previsione dell’obbligo di comunicazione del progetto di accordo al Ministero degli Affari esteri (prima della sottoscrizione) a pena di nullità dell'accordo. Gli accordi sottoscritti in assenza del conferimento di pieni poteri sono nulli.

Sembra, quindi, che la legge La Loggia non abbia in realtà quel contenuto innovativo che si poteva attendere, limitandosi a riaffermare quanto già espresso nella normativa pregressa già esaminata (D.P.R. n.616 del 1977 e D.P.R. 31 marzo 1994) e secondo gli standard fissati dalla giurisprudenza costituzionale (sentenza n.187/1989). Il contenuto dell'attività estera delle Regioni coincide, pertanto, ancora, con la tradizionale suddivisione: quello delle attività promozionali all'estero e delle attività di mero rilievo internazionale.

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ALLEGATO 7

V^ COMMISSIONE TEMATICA “FORMAZIONE, IMPRESA, LAVORO E COOPERAZIONE”

(6 Novembre 2007)

Primo bilancio del Bando di formazione professionale del 2007

RELAZIONE PER LA COMMISSIONE

Il nuovo bando per la formazione degli italiani all’estero nei Paesi non appartenenti all’Unione Europea è stato pubblicato il 4 agosto 2007 con una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro. Il termine per la presentazione delle proposte è scaduto il 3 ottobre. E’ troppo presto per fare un bilancio definitivo dei finanziamenti che saranno erogati anche perché il processo di selezione delle candidature è appena stato avviato presso gli uffici consolari e la prevista commissione di valutazione del Ministero del lavoro non è stata ancora costituita. Ma qualche elemento valutativo può essere colto per farne motivo di discussione e di analisi nel CGIE anche in risposta delle prime reazioni al bando che si sono registrate durante la riunione Intercomites USA di settembre, sui mezzi di comunicazione e sul “rapporto” della fondazione Migrantes pubblicato ad ottobre. Il bando è stato pubblicato a due anni di distanza da quello del 2004, dopo un lungo periodo contrassegnato da polemiche e critiche pervenute da più parti: dal CGIE che era stato consultato all’inizio, ma che poi non era stato

realmente coinvolto nella fase preparatoria del bando e nella fase della selezione delle proposte; dal MAE che non solo non era stato coinvolto nella stesura del bando come

prevede la norma sulla base della Legge 845 del 1978 e del successivo Accordo di collaborazione del 2000, ma che aveva espresso più volte perplessità, attraverso i pareri degli uffici consolari su alcune scelte formative in Paesi in cui non si registravano richieste e per la evidente mancanza di criteri di congruità dei costi dei corsi; dagli Enti di formazione “storici”, espressione delle comunità italiane e che da

anni hanno sviluppato esperienza e competenza nel settore e che si sono visti esclusi o penalizzati da strutture nuove chiamate a partecipare dal bando.

Un coro di critiche che esprimono un disagio diffuso del quale si è fatto puntualmente interprete, per quanto di competenza, il CGIE il quale, attraverso l’azione del suo Segretario generale, ha sintetizzato tutte le richieste nel “Documento d’indirizzo” per il nuovo bando inviato al Ministero del Lavoro nel mese di febbraio 2006. Una sintesi

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difficile per la complessità degli argomenti e degli attori in gioco, ma che ha reso un unico e forte punto di convergenza: realizzare interventi più vicini ai bisogni degli italiani all’estero e che pongano gli italiani all’estero, che sono i veri ed esclusivi beneficiari dei corsi come dice la legge, al centro degli obiettivi del bando. Questa priorità ha oggi un significato particolare perché indica che, con il passare degli anni, da quando questi interventi formativi del Ministero del Lavoro sono stati istituiti nel 1978 e poi nel 1998 con il Decreto legislativo 112, la realtà degli italiani all’estero è mutata profondamente con passaggi storici che il CGIE ha più volte analizzato attraverso le Conferenze Stato-Regioni, i lavori delle Commissioni tematiche e delle Assemblee plenarie. Gli italiani all’estero costituiscono oggi un universo estremamente diversificato, legato alla storia dei Paesi ospitanti ed allo sviluppo dell’economia globale, in cui sono presenti ancora larghe aree di disagio ma anche espressioni di nuove potenzialità che emergono nelle fasce di popolazione giovanile e negli ambiti professionali, specialmente di Paesi economicamente forti. Il Segretario Generale Elio Carozza, nella sua Relazione all’Assemblea plenaria di maggio, ha esaminato questi specifici contesti che indicano gli italiani all’estero come una risorsa per lo sviluppo nel quadro dell’internazionalizzazione. Questo universo dagli aspetti talvolta contrastanti non è più oggi completamente raggiungibile dall’offerta formativa attuale che si era creata quasi spontaneamente nell’ambito dell’associazionismo storico dell’emigrazione, ma neanche da quella originata di recente da un mercato formativo senza regole. La vera sfida del nuovo bando è stata, perciò, quella di introdurre cambiamenti di metodo nella programmazione dei corsi restituendo il ruolo che già la normativa attuale affida alle istituzioni coinvolte: il MAE e le rappresentanze delle comunità italiane costituite dal CGIE e dai Comites. Il cambiamento ha preso le mosse dalla fase di analisi conoscitiva dei nuovi bisogni formativi degli italiani all’estero al fine di distribuire le risorse in modo efficace producendo altresì un livello più adeguato di qualità degli interventi e di razionalità nell’utilizzo dei fondi. In passato, questa analisi era di fatto affidata ai soggetti che si candidavano alla gestione degli interventi con la conseguenza che molte proposte erano autoreferenziali ed era estremamente difficile effettuare, da parte del Ministero del lavoro, una selezione adeguata mancando punti di riferimento oggettivi per la valutazione. L’analisi sui fabbisogni formativi degli italiani all’estero, quindi, ha preceduto il bando stesso con l’obiettivo di determinare le tipologie di corsi e gli ambiti territoriali di intervento. Per la prima volta, e con tutte le limitazioni dovute allo scarso tempo a disposizione e dalla mancanza di risorse specifiche dedicate a questo impegno, il CGIE, i Comites, il MAE e gli Uffici consolari con il supporto tecnico dell’ISFOL hanno realizzato questa impresa “storica” i cui risultati sono noti attraverso le “schede paese” allegate al bando. L’indagine ha prodotto l’indicazione fondamentale per la quale le risorse devono essere destinate prioritariamente alla formazione professionale nei Paesi extraeuropei dove gli italiani hanno maggiori difficoltà occupazionali o dove i sistemi formativi locali non garantiscono lo stesso livello di servizi che si registra in Italia. Rispetto al bando del 2004, viene richiesto un recupero delle finalità che il Decreto legislativo 112 assegna alla formazione delle persone

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nella riaffermazione del loro diritto al lavoro ed alla formazione. L’esito della ricerca ha suscitato qualche risentimento da parte di alcuni rappresentanti delle comunità degli USA, un Paese che aveva goduto di finanziamenti nel bando del 2004. Gli USA, come in buona parte l’Australia e il Canada, registrano alti livelli di occupazione degli italiani e dispongono di sistemi formativi assai evoluti (talvolta superiori a quelli italiani) accessibili alla popolazione residente. Perciò, alla luce dei dati e dei pareri espressi dagli uffici consolari e dai Comites occorrerebbe considerare le esigenze manifestate dai Paesi evoluti come gli USA, Australia e Canada, per finalità diverse da quelle occupazionali che vanno, per esempio, verso lo sviluppo della competitività dell’Italia e la promozione del sistema Italia nel mondo. Sono pur giunte richieste di sostegno da parte dei Comites degli USA ma per finalità per le quali questo bando non rappresenta lo strumento più idoneo di intervento. Sono dati di fatto peraltro condivisi nel dibattito sulla Legge finanziaria che ha rilevato altri settori di interesse e di investimento pubblico in tali aree come l’informazione e la formazione in lingua e cultura italiana. Proprio il caso USA ci spinge a riflettere sulla necessità che il bando di formazione per gli italiani all’estero debba essere inquadrato all’interno di un disegno unitario delle politiche per gli italiani all’estero anche per evitare strumentalizzazioni improprie degli interventi formativi che spesso hanno condotto ad utilizzo distorto dei fondi della formazione per tipologie di azione meglio collocabili in altri settori come la cooperazione allo sviluppo, l’internazionalizzazione o gli interventi comunitari, senza contare gli ambiti di competenza delle Regioni. Il CGIE ha il dovere di tentare una ricostruzione complessiva delle politiche per gli italiani all’estero anche perché se da un lato si devono meglio concentrare le azioni nei singoli ambiti di intervento come quello della formazione gestita dal Ministero del Lavoro, dall’altro vanno meglio utilizzate le altre risorse disponibili in settori complementari a questo anche nella logica di una migliore concertazione tra i soggetti istituzionali implicati a partire dalle Regioni, dall’Unione Europea e da altri Ministeri. L’obiettivo del CGIE è quello, in definitiva, di accrescere l’impatto positivo complessivo delle risorse disponibili a favore delle esigenze degli italiani all’estero, armonizzando gli interventi anche al fine di ridurre il fenomeno della dispersione delle risorse, il che non è poco in un momento in cui si punta al contenimento ed alla razionalizzazione della spesa pubblica. Il bando 2007 ha rappresentato, dunque, una svolta nell’impostazione degli interventi per la formazione degli italiani all’estero, ma siamo solo all’inizio di una strada di cambiamenti ancora lunga da percorrere. Infatti, la partecipazione alla preparazione del bando ha permesso al CGIE di ottenere altri importantissimi risultati individuando alcune criticità ed avviando altre iniziative innovatrici che, però, non possono trovare soluzione definitiva durante la preparazione di un singolo bando, ma richiedono un più lungo e continuativo lavoro di concertazione istituzionale.

A) La certificazione delle qualifiche e delle competenze.

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Innanzi tutto esiste un problema di efficacia delle qualifiche o delle competenze rilasciate dai corsi all’estero dal momento che esse non sono quasi mai riconosciute dai sistemi formativi locali come viene dichiarato dagli uffici consolari. La certificazione delle competenze rilasciate dai corsi è un aspetto fondamentale di cui non possono farsi carico gli enti che realizzano la formazione, è un problema delle istituzioni che dovrebbero pervenire ad accordi formativi con le autorità locali. E’ un nuovo compito che spetta ancora al Ministero del Lavoro, al MAE ed al CGIE e che dovrà essere affrontato prima possibile.

B) L’accreditamento degli enti formativi.

Esiste poi un altro elemento cruciale che non si può approfondire nell’ambito della preparazione del bando: l’accreditamento dei soggetti che si candidano a realizzare i corsi (i cosiddetti “proponenti”). Questa tematica è fonte di continue lamentele da parte degli enti di formazione “storici” che vorrebbero la costituzione di un albo. La richiesta è corretta e va condivisa a condizione che sia inquadrata in una migliore regolamentazione del settore, anche sulla base di altre esperienze che già in Italia abbiamo nell’ambito della formazione professionale. I criteri di ammissibilità dei “proponenti” dovranno essere stabiliti in modo strutturale ed organico rispettando non solo le esigenze degli enti storici, ma anche di tutte le strutture nuove che intendono candidarsi le quali sono spesso portatrici di valore aggiunto. Ma questo è un tema che deve essere affrontato nelle sedi istituzionali competenti come la conferenza Stato-Regioni-CGIE che può stabilire criteri di indirizzo universali come prevede lo stesso Decreto Legislativo 112.

C) Il sistema dei controlli e la congruità dei costi. La congruità dei costi della formazione all’estero ed il sistema dei controlli è uno spinoso problema più volte sollevato dal MAE e dalle sedi consolari. C’è la sensazione che la spesa dei corsi sia fuori controllo per la difficoltà di confrontare i costi sostenuti in Italia con quelli all’estero dove i parametri della fornitura di beni e di servizi sono molto diversi dall’Italia. Nel bando 2007 si è avviata qualche nuova misura in questo ambito sia attraverso la ridefinizione della guida alla gestione dei corsi, sia attraverso una indagine, tuttora in corso, sui parametri di costo nei Paesi in cui si svolgeranno i corsi. Tale ricerca potrà anche offrire elementi di confronto in sede di selezione delle proposte. Anche qui siamo solo all’inizio, è solo l’avvio di un nuovo processo di regolamentazione che dovrà essere sviluppato e portato a sistema.

D) Il monitoraggio della realizzazione e dei risultati della formazione.

Senza un sistema di monitoraggio della realizzazione e dei risultati conseguiti non avremo mai lo strumento per migliorare gli interventi. I bandi si susseguono uno

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all’altro, ma le istituzioni e gli stessi beneficiari della formazione non dispongono dei dati necessari per rendere costruttive le esperienze fatte, si rischia ogni volta di rifare errori e di intraprendere discussioni improduttive. C’è bisogno di un sistema di monitoraggio che consenta di capitalizzare l’esperienza e che faccia uscire la formazione degli italiani all’estero dal suo attuale carattere episodico. Anche in questo ambito il bando 2007 ha iniziato un nuovo corso affidando all’ISFOL l’attività di monitoraggio. E’ nostro intento che tale attività debba produrre un modello operativo che possa essere applicato sempre. Ci sono stati, infatti, altri tentativi di questo genere nel passato, ma subito abbandonati. L’elenco delle innovazioni solo introdotte da questo bando e che necessitano di ulteriori sviluppi può proseguire, tutte però ci conducono verso due sostanziali indirizzi programmatici che di seguito vengono specificati. Linee programmatiche da adottare Prima linea programmatica: riformare il sistema della formazione professionale per gli italiani all’estero Alla luce dei notevoli cambiamenti registrati negli ultimi anni nella realtà delle comunità degli italiani all’estero, gli interventi previsti dalla legge per la formazione degli italiani all’estero devono essere l’effetto di un rinnovato incrocio di domanda e di offerta formativa che va finalmente, e senza ulteriore ritardo, regolamentato dalle istituzioni con la collaborazione del CGIE e dei Comites. Il primo bando 2007 ha segnato, più in generale, il passaggio da un modo episodico di gestire i fondi per la formazione professionale degli italiani all’estero in cui si sono date in passato risposte provvisorie e contingenti a problemi strutturali e perciò ricorrenti, ad una riforma dell’intero sistema di programmazione, selezione ed attuazione degli interventi. Si tratta della riforma di un sistema di formazione che è nato spontaneamente nel passato ma che adesso non è più in grado di corrispondere alle esigenze degli italiani all’estero. In questa riforma occorre che le Istituzioni cooperino nello svolgimento di compiti che non possono essere più, come talvolta è accaduto nel passato, impropriamente attribuiti ad altri soggetti come quelli, per esempio, che rappresentano l’offerta formativa (enti di formazione). Ci riferiamo in particolare ai seguenti punti che richiedono una regolamentazione:

- il sistema di rilevazione dei bisogni formativi degli italiani all’estero che produca anche una più corretta selezione delle domande di finanziamento;

- il sistema della certificazione delle qualifiche e delle competenze che sia rispettoso dell’ambito internazionale in cui i corsi si svolgono;

- il sistema di accreditamento dei soggetti proponenti che operano all’estero; - il sistema del monitoraggio e dei controlli.

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Seconda linea programmatica: inquadrare la formazione professionale in una dimensione più strategica e recuperare risorse aggiuntive. Il quadro generale delle esigenze formative più coerente con l’attuale diversità delle condizioni sociali ed economiche degli italiani all’estero, fa emergere, accanto alla finalità occupazionale anche l’opportunità di finalità formative di tipo “promozionale” nel contesto dell’internazionalizzazione che riguarderebbero Paesi forti alleati o concorrenti dell’Italia e dell’Europa nella competizione globale. Parliamo, per esempio, degli USA. Per queste finalità promozionali che vanno nel segno dello sviluppo della competitività del sistema Italia nel mondo, e puntano sulla valorizzazione degli italiani all’estero come risorsa del Paese, occorre ricercare strumenti di intervento specifici e risorse finanziarie aggiuntive anche al fine di non configurare, come nel bando 2004, una sottrazione di risorse a danno di quanti hanno un problema di sopravvivenza lavorativa di base. C’è bisogno, dunque di una nuova impostazione strategica della formazione professionale che da un lato concentri gli sforzi nell’area dell’occupazione e dall’altro ricerchi più qualificati ed appropriati interventi nei contesti delle politiche per l’internazionalizzazione e delle politiche di sviluppo dell’Unione Europea. In questi ambiti ci sono risorse finanziarie e strumentali, anche di tipo formativo, dalle quali gli italiani all’estero, soprattutto quelli che esprimono una domanda di valorizzazione delle proprie competenze o delle proprie opportunità (i giovani tra questi), rischiano di restare esclusi. Bisogna, dunque, cambiare strategia nei confronti delle politiche di sviluppo e considerarle risorse che per loro natura e destinazione non possono che sommarsi a quelle destinate alla formazione professionale dal Decreto Legislativo 112 del 1998. E’ il caso del Fondo Sociale Europeo del quale è stata lamentata l’esclusione dalla formazione professionale degli italiani all’estero. Questo è vero se si continua a pensare in un’ottica particolaristica e chiusa, ma è completamente falso se si ragiona in modo più aperto considerando che una più corretta attribuzione di finalità strategiche al FSE può condurre ad un notevole incremento del conto complessivo delle risorse destinabili agli italiani all’estero. In questo rinnovato quadro strategico, è possibile accedere al FSE per tutti quegli interventi di valorizzazione delle comunità italiani all’estero destinabili allo sviluppo della competitività delle Regioni italiane, concorrendo così a rivitalizzare il legame tra i nostri territori e gli italiani che sono perfettamente integrati nei Paesi che li ospitano e che guardano all’Italia con nuovi e diversi interessi rispetto ai loro antenati. Visione strategica unitaria dei fondi e delle politiche e maggiore

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concentrazione degli interventi possono dunque produrre non solo un salto di qualità nel settore formazione, ma anche un deciso incremento dei fondi disponibili. Piano operativo Vista la necessità di procedere sulla via delle riforme della formazione professionale sia per quanto riguarda le finalità occupazionali, sia per quelle destinate alla valorizzazione delle professionalità italiane all’estero, si indicano le azioni concrete da intraprendere nell’immediato futuro.

A) Preparazione di un documento di indirizzo da proporre in sede di Conferenza Stato-Regioni- Province Autonome – CGIE in merito ai criteri di regolamentazione degli interventi di formazione professionale previsti dal Decreto Legislativo 112 del 1998.

Si tratta di introdurre, per l’ambito della formazione all’estero, alcune integrazioni degli Accordi che riguardano la certificazione delle competenze, l’accreditamento delle sedi formative e altre tematiche attinenti come già rappresentato in questo documento. Si potranno, così, anche definire i criteri per la costituzione dell’atteso Albo degli enti di formazione. Il documento di indirizzo di cui al punto (A) potrà essere elaborato dalla Commissione già costituita tra MAE, CGIE e Ministero del Lavoro nell’ambito del Bando di formazione 2007, in continuità con l’attività che viene svolta. Si raccomanda che il Presidente del CGIE, nel prendere atto di quanto sopra esposto, voglia farne oggetto di pregnante nota da redigere d’intesa con il MAE e da indirizzare al Ministero del Lavoro.

B) Preparazione, in collaborazione con il MAE, di un Protocollo d’intesa da proporre al Ministero per lo Sviluppo Economico per la promozione del ruolo delle comunità italiane nell’ambito dei programmi di sostegno dell’internazionalizzazione e della cooperazione territoriale Ob. 3 della del Quadro strategico nazionale 2007-2013.

Questa azione mira a recuperare risorse, anche di natura formativa, all’interno dei Programmi – Paese che il MAE e le Regioni , secondo le proprie competenze, vanno predisponendo per diversi scenari: dal Mediterraneo alla Cina (per esempio) al

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settore transfrontaliero. Ci sono risorse cospicue per almeno 250 Milioni di Euro per il periodo 2007-2013. Si raccomanda che il Segretario Generale del CGIE, nel prendere atto di quanto sopra esposto, voglia farne oggetto di pregnante nota da redigere con la collaborazione del MAE e da indirizzare al Ministero dello Sviluppo Economico.

C) Finalizzazione della richiesta di finanziamento dal Fondo Sociale Europeo di azioni di sistema per la costituzione di reti formative transnazionali e per l’apertura internazionale della formazione professionale.

Il Fondo Sociale Europeo prevede per l’Italia circa 600 Milioni di euro da spendere nel periodo 2007-13 nell’ambito di iniziative coordinate dal Ministero del Lavoro e finalizzate alla riforma del sistema formativo. Il MAE, d’intesa con il CGIE e di concerto con le Regioni, ha inoltrato una richiesta al Ministero del Lavoro nell’intento di rafforzare il ruolo del CGIE, dei Comites e delle comunità italiane nella costituzione di reti formative europee e, più in generale, per sviluppare la capacità delle Regioni di attuare corsi di livello internazionale. Le risorse del FSE, costituiscono un capitale strategico di primaria importanza per la promozione delle professionalità e delle istituzioni rappresentative degli italiani all’estero e contribuiscono a migliorare il bilancio economico degli investimenti nella formazione di nostra competenza. Occorre dunque sollecitare il buon esito delle richieste già inoltrate. Si raccomanda che il Segretario Generale del CGIE, nel prendere atto di quanto sopra esposto, voglia farne oggetto di pregnante nota da redigere con la collaborazione del MAE e da indirizzare al Ministero del Lavoro. Alcuni elementi conclusivi Le analisi effettuate sulla formazione professionale dalla Va Commissione tematica, aspettano un nuovo e qualificante impegno del CGIE insieme ai Comites ed al MAE. Le linee programmatiche e le conseguenti azioni attuative individuate in questo documento, infatti, devono essere oggetto di un intenso lavoro del CGIE che dia continuità alla collaborazione con i Comites con il MAE ed il Ministero del Lavoro avviata per la preparazione del Bando di formazione 2007 e si proietti nelle sedi opportune: nella conferenza Stato – Regioni, nei comitati di programmazione interministeriali, fornendo, infine, il necessario supporto all’azione legislativa dei parlamentari recentemente eletti all’estero. Firmato

Franco Santellocco

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DOCUMENTO FINALE

V^ COMMISSIONE TEMATICA FORMAZIONE, IMPRESA, LAVORO E COOPERAZIONE

(6 Novembre 2007)

Bando per la formazione nei Paesi extra UE: Riforme e prospettive

Il Bando per la formazione professionale degli italiani all’estero nei Paesi non appartenenti all’Unione Europea pubblicato nell’agosto del 2007 ha rappresentato una svolta nella programmazione degli interventi formativi previsti dal Decreto Legislativo 112 del 1998. Infatti, il CGIE ha potuto partecipare alla fase di preparazione del Bando ed ha potuto trasformare in azioni concrete gli indirizzi che il Segretario Generale Narducci aveva rivolto al Ministero del Lavoro fin dal 2006. Tali indirizzi sottolineavano l’importanza di porre al centro del Bando le mutate esigenze delle comunità italiane all’estero che ormai rappresentano un universo molto diversificato per i passaggi storici che sono avvenuti nelle loro condizioni sociali economiche e lavorative, nelle generazioni che si susseguono e nel mutamento dei rapporti con l’Italia. Nel frattempo, il dibattito politico sulle risorse da destinare agli italiani all’estero ha consolidato la convinzione che mentre le aree del disagio delle comunità italiane all’estero continuano a manifestare il bisogno di assistenza, altre categorie di italiani all’estero spesso, ma non tutte, residenti in Paesi evoluti hanno l’esigenza di mantenere vivi i legami culturali con l’Italia e quindi necessitano di una formazione culturale e linguistica più che professionale, oltre che di una corretta e completa informazione su quanto accade nel Paese di origine. Una conferma di questi nuovi scenari è puntualmente venuta dall’ “analisi sui fabbisogni formativi” progettata dall’ISFOL e realizzata con il concorso delle sedi diplomatiche e consolari e dei Comites tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007. Si è trattato di un lavoro molto impegnativo ma di grande rilevanza e per il quale bisogna dare atto degli sforzi che sono stati compiuti in tutte le circoscrizioni estere spesso con mezzi e risorse inadeguate, ma con grande spirito di collaborazione. I risultati dell’indagine hanno tracciato le linee programmatiche del nuovo bando: la formazione professionale deve essere indirizzata verso quei Paesi dove è maggiormente sentita la disoccupazione e dove manca un’offerta di formazione professionale locale adeguata e qualitativamente confrontabile con quella esistente in

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Italia. Questi indicatori hanno portato alla elaborazione di “schede Paese” di riferimento per la progettazione dei corsi nelle quali al dato quantitativo della presenza di italiani è stato sostituito il dato qualitativo dei loro bisogni di formazione. L’effetto complessivo è stato quello di restituire il Bando alla finalità principale prevista dalla Legge tutta rivolta all’occupazione degli italiani all’estero ed alla riaffermazione del loro diritto di poter usufruire delle stesse opportunità formative esistenti in Italia. In ciò è avvenuta una correzione di rotta rispetto al contestatissimo Bando del 2004 al quale erano state attribuite finalità di sviluppo e di promozione che risultano improprie rispetto a quelle a cui destinare questo tipo di interventi, con la conseguenza che molte risorse sono andate disperse. L’effetto visibile dei risultati dell’indagine è stata l’esclusione degli USA che ha sollevato qualche critica. Il dibattito che ne è seguito, assieme alle risposte fornite, indicano che esistono esigenze formative presenti non solo negli USA, ma anche in altri Paesi avanzati come l’Australia ed il Canada, da analizzare anche con strumenti diversi da quelli rappresentati da questo Bando e che afferiscono a politiche di promozione del sistema Italia nel mondo come le politiche dello sviluppo e dell’internazionalizzazione. In queste aree di intervento esistono interi giacimenti di risorse pubbliche finora inesplorate ed alle quali gli italiani all’estero non hanno ancora sufficiente accesso. Uno spaccato di queste linee finanziarie è stato fornito nel “dossier sull’internazionalizzazione” e riguardano ingenti fondi destinati dalle Regioni e dall’Unione Europea per il tramite del Ministero del Lavoro, il Ministero del commercio internazionale ed il Ministero per lo Sviluppo economico per il sostegno alla competitività del territorio. In tali ambiti è possibile costruire reti con le comunità e le professionalità italiane all’estero che possono così rivitalizzare il loro legame con l’Italia attraverso relazioni produttive e partenariali imprenditoriali, culturali, scientifiche e formative, contribuendo così anche al miglioramento dell’occupazione non solo nei Paesi ospitanti ma anche in Italia. E’ tempo, ormai, che il “conto” delle risorse da destinare agli italiani all’estero venga calcolato considerando possibilmente anche le risorse dell’Unione Europea, ed in particolare quelle destinate alle competenze delle Regioni, studiando iniziative atte ad agiungere strumenti e risorse finanziarie da destinare ai connazionali residenti all’estero in aggiunta ai fondi per la formazione professionale del Decreto Legge 112. In questo quadro, il CGIE deve svolgere i compiti previsti dal suo ruolo istituzionale contribuendo ad una riforma del sistema della formazione professionale degli italiani all’estero che non è più rinviabile. E’ evidente che da troppo tempo i bandi di formazione professionale hanno un carattere episodico, essi richiedono una regolamentazione di tipo strutturale. Gli attori istituzionali costituiti dal Ministero del Lavoro e dal Ministero degli Affari Esteri, che agisce in collaborazione con il CGIE ed i Comites, devono creare meccanismi di programmazione, selezione degli interventi e degli Enti proponenti, monitoraggio e controllo stabili ed adeguati alle trasformazioni avvenute nella domanda e nell’offerta di formazione professionale. E’ l’unico modo per uscire dalle polemiche ricorsive e dai dibattiti senza sbocco.

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I punti della riforma riguardano:

a) La rilevazione della domanda di formazione professionale. Il sistema di rilevazione dei bisogni, che la legge affida al MAE ed al Ministero del Lavoro, dovrà prevedere l’obbligo della consultazione del CGIE e dei Comites; b) La certificazione delle qualifiche e delle competenze.

Questo punto riguarda il problema di efficacia delle qualifiche o delle competenze rilasciate dai corsi all’estero dal momento che esse non sono quasi mai riconosciute dai sistemi formativi locali, come viene dichiarato dagli uffici consolari. La certificazione delle competenze rilasciate dai corsi è un aspetto fondamentale di cui non possono farsi carico gli enti che realizzano la formazione, è un problema delle istituzioni che dovrebbero pervenire ad accordi formativi con le autorità locali.

c) L’accreditamento degli enti formativi. Questa tematica è fonte di continue lamentele da parte degli enti di formazione “storici” che vorrebbero la costituzione di un albo. La richiesta è corretta e va condivisa a condizione che sia inquadrata in una migliore regolamentazione del settore, anche sulla base di altre esperienze che già in Italia abbiamo nell’ambito della formazione professionale. I criteri di ammissibilità dei “proponenti” dovranno essere stabiliti in modo strutturale ed organico, con procedure separate dal Bando, rispettando non solo le esigenze degli enti storici, ma anche di tutte le strutture nuove che intendono candidarsi le quali sono spesso portatrici di valore aggiunto.

d) Il sistema dei controlli e la congruità dei costi. La congruità dei costi della formazione all’estero ed il sistema dei controlli è uno spinoso problema più volte sollevato dal MAE e dalle sedi consolari. C’è la sensazione che la spesa dei corsi sia fuori controllo per la difficoltà di confrontare i costi sostenuti in Italia con quelli all’estero dove i parametri della fornitura di beni e di servizi sono molto diversi dall’Italia. Nel bando 2007 si è avviata qualche nuova misura in questo ambito sia attraverso la ridefinizione della guida alla gestione dei corsi, sia attraverso una indagine, tuttora in corso, sui parametri di costo nei Paesi in cui si svolgeranno i corsi. Tale ricerca potrà anche offrire elementi di confronto in sede di selezione delle proposte.

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e) Il monitoraggio della realizzazione e dei risultati della formazione. C’è bisogno di un sistema di monitoraggio che consenta di capitalizzare l’esperienza e che faccia uscire la formazione degli italiani all’estero dal suo attuale carattere episodico. Anche in questo ambito il bando 2007 ha iniziato un nuovo corso affidando all’ISFOL l’attività di monitoraggio. E’ nostro intento che tale attività debba produrre un modello operativo che possa essere applicato sempre.

I punti della riforma individuati dovranno essere oggetto di approfondimento da parte della Commissione già istituita tra MAE, CGIE e Ministero del Lavoro, che, in continuità con l’azione intrapresa sul Bando 2007, dovrà preparare un documento da sottoporre alla Conferenza Stato, Regioni, Province Autonome – CGIE secondo le competenze previste dal Decreto Legge 112. Per quanto riguarda, infine, le esigenze emerse di corrispondere meglio alle attese delle comunità italiane dei Paesi a più alto grado di integrazione e di sviluppo, gli USA in particolare, si chiede al Segretario Generale di dare corso alla formulazione di richieste, da inoltrare ai Ministeri di competenza, di maggiore coinvolgimento del CGIE sulle linee finanziarie e sulle programmazioni relative all’internazionalizzazione, dando anche così maggiore sostegno alle proposte già formulate d’intesa con il MAE sul FSE. Riferimenti normativi:

- Legge 845/78 - Decreto Legge 112/98 art. 142 - Protocollo d’Intesa MAE – Ministero del Lavoro 2000 .

Franco Santellocco - firmato-

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