QUADERNO N. 6 - ulss.belluno.it · QUADERNO N. 6 dello Spazio Adolescenti-Giovani Centro di...

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REGIONE DEL VENETO ULSS N.° 1- Belluno QUADERNO N. 6 dello Spazio Adolescenti-Giovani Centro di Documentazione e Ricerca 1999-2015: Come cambiano e come si sentono gli adolescenti bellunesi 1999-2015: comportamenti a rischio degli adolescenti e loro immagine di sé A cura di Galvano Pizzol e Alvaro Pra Baldi Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n.1

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REGIONE DEL VENETO ULSS N.° 1- Belluno

QUADERNO N. 6

dello

Spazio Adolescenti-Giovani Centro di Documentazione e Ricerca

1999-2015: Come cambiano e come si

sentono gli adolescenti bellunesi

1999-2015: comportamenti a rischio degli

adolescenti e loro immagine di sé

A cura di Galvano Pizzol e Alvaro Pra Baldi

Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n.1

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Presentazione del Direttore generale dell’ULSS n.1 – Belluno

Presento con molto piacere questo Quaderno n. 6, che ci

offre uno sguardo molto prezioso sulla realtà degli adolescenti

della nostra Azienda ULSS n. 1.

Lo Spazio Adolescenti/Giovani, servizio del Consultorio

Familiare del Distretto Socio Sanitario aziendale, con il suo

operare sia terapeutico che educativo e in questo caso di ricerca,

conferma il nostro profondo interesse per la vita e la crescita dei

giovani del nostro territorio.

Il Servizio risulta infatti lo strumento per monitorare lo stato

di salute dei nostri adolescenti e per impostare politiche socio-

sanitarie produttive, su basi scientifiche, ad uso anche dei genitori

e degli educatori.

Ringrazio tutti coloro che si sono adoperati per la

realizzazione di quest’opera.

Auguro una buona e fruttuosa lettura.

Il Direttore Generale

dr Pietro Paolo Faronato

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Presentazione del Presidente della Cooperativa Le Valli

Nel ruolo di Presidente della Cooperativa “Le Valli”,

titolare dell'affidamento del servizio Spazio Adolescenti per conto

dell' Ulss n.1, non posso che esprimere tutta la nostra

soddisfazione per la realizzazione di questa ricerca, frutto del

lavoro di professionisti validi e motivati, impiegati in un settore

che, come pochi altri, stimola alla riflessione ed è punto di

osservazione favorito per lo sviluppo della nostra società. Le Valli,

da parte sua, crede nel proprio Territorio d'appartenenza,

operandovi in modo esclusivo; crede nella propria Comunità

d'appartenenza, investendo nel territorio stesso; crede, ed ha

creduto, che dal Territorio potessero emergere le competenze e le

professionalità per rendere i servizi migliori ed 'a misura d'uomo'.

La presente ricerca ci pare essere uno dei segnali tangibili di

quanto il nostro lavoro si possa utilmente riversare sulla nostra

Comunità.

Sono passati già quattro anni dalla pubblicazione

dell'ultima ricerca ma, come si potrà notare dai risultati di

quest'ultima analisi, in un lasso di tempo apparentemente breve,

una realtà come quella adolescenziale può subire delle modifiche

anche rilevanti. Uno dei compiti più difficili, per gli addetti ai lavori,

così come per i genitori, è proprio quello di 'tenere il passo'

rispetto a tali cambiamenti. Questo è, o meglio, dovrebbe essere,

il supporto che un lavoro come il “Quaderno N.6” si prefigge. In un

periodo storico nel quale la penuria di risorse porta ad una

necessaria ottimizzazione delle stesse, la presente ricerca può

oltretutto rivelarsi utile a fissare l'obiettivo di meglio comprendere i

fenomeni, e quindi di concentrare gli sforzi laddove paiono essere

più necessari. Nello spazio ristretto di una Comunità come quella

bellunese, “Quaderno N.6” presenta, a nostro parere, uno

spaccato che offre una visione di prospettiva; la durata stessa

della ricerca, partita ormai nel lontano '99, propone un esempio

raro di continuità utile ad avere un indirizzo rispetto al futuro.

Riteniamo poi che, per l'esperto così come per il comune

cittadino, la lettura di quest'opera possa essere stimolante al fine

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di ottenere un esame di realtà rispetto alle routine di lavoro, nel

primo caso, ed al senso comune nel secondo.

Vogliamo quindi ringraziare di cuore gli operatori che

hanno svolto la ricerca, facendone propri i risultati e coniugandoli

al proprio quotidiano lavoro all’interno dello Spazio Adolescenti di

Belluno.

Non mi rimane quindi che augurarVi una buona lettura ed

augurare a noi stessi di poter proseguire nella ricerca indirizzata

ad una fase della vita così complessa e, forse proprio per questo,

così importante per la crescita della nostra collettività.

Il Presidente

dr Nicola De Min

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Perché ancora una ricerca sugli adolescenti?

Camminare a Venezia per una calle, delimitata dagli

edifici alti che filtrano la luce del sole, nella penombra, è

sicuramente una esperienza comune a molte persone. Il percorso

è definito dagli edifici, si cammina in uno spazio stretto, con poca

luce, nell’ombra. Improvvisamente si arriva in un “campo” dove si

apre un altro universo, pieno di luci, che un po’ abbagliano, dato

che l’occhio si è abituato alla penombra. Come la calle può essere

rassicurante, contenitiva, strutturante, così il campo può creare

incertezza, senso di perdita e straniamento. Ci si può chiedere: in

quale direzione dobbiamo andare? Si cercherà di orientarsi.

Questa metafora può in qualche modo esprimere la

situazione di chi esamina i dati di una ricerca, e può capitare sia ai

protagonisti della ricerca stessa, i quali aspettano con una certa

preoccupazione i risultati, sia ai fruitori del loro lavoro.

Una ricerca è una apertura: apre un campo, una visuale

che può anche non essere rassicurante; la realtà che emerge dai

dati potrebbe anche essere diversa da quella che viene costruita

quotidianamente con fatica. Usualmente questa realtà fornisce

una certa sicurezza nel lavoro ed abitua ad alcune certezze.

Purtuttavia ogni tanto matura il bisogno di un’apertura, di

un momento di allargamento del campo di visuale, che metta una

nuova luce dove spesso, con il tempo, si possono essere create

delle ombre, delle opacità, delle vedute poco chiare.

Fare ricerca non è altrettanto tranquillizzante quanto lo

può essere la routine: ma questo è un rischio che bisogna correre;

questa apertura può creare incertezza, ma può anche aggiustare

una visuale sfuocata, oppure porre le solite cose sotto un’altra

luce.

Gli schemi interpretativi, relativi alle aspettative, agli

atteggiamenti e ai comportamenti degli adolescenti, hanno

bisogno sia di sicurezze che di aperture. Essi guidano il nostro

operare, sia come educatori che come terapeuti.

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Le ricerche creano sempre delle criticità; a volte stimolano

avversione, sicuramente dello scetticismo: “ hanno risposto

veramente gli adolescenti? Non hanno mentito, omesso, non

detto, schivato, nascosto, scherzato, giocato con le risposte ed i

dati? Le analisi statistiche sono adeguate? Il campione è

significativo? Quale interpretazione diamo ai dati? Sono proprio

veri questi numeri?”

Questa quinta ricerca si situa sul crinale tra conferma

delle certezze e produzione di incertezze, tra bisogno di nuova

luce che ravvivi una quotidianità spenta e la necessità di

mantenere sicurezze “routinarie”.

È la quinta indagine sui “comportamenti a rischio e

sull’immagine di sé degli adolescenti” condotta dallo Spazio

Adolescenti dell’ULSS n.1 di Belluno: sono passati sedici anni

dalla prima rilevazione effettuata nel 1999. Sono poi seguite le

altre, realizzate nel 2003,nel 2007 e nel 2011.

Ognuna delle ricerche effettuate in questi anni ha fornito

elementi che hanno arricchito la pratica del lavoro quotidiano, sia

nella clinica che negli interventi educativi. Ciascuna ha dato chiavi

interpretative, nuove visuali; ha migliorato l’esperienza di incontro

con gli adolescenti, ha consentito agli operatori di mantenere

aperta la loro capacità di ascolto, senza la quale il lavoro con gli

adolescenti si inaridisce.

Nel lavoro con gli adolescenti è molto presente il rischio

che le capacità interpretative dei fenomeni e dei comportamenti si

irrigidiscano e producano dei pre-giudizi. È molto attuale il

pericolo che culturalmente si producano stereotipi e leggende

metropolitane, come quelle relative agli adolescenti “sdraiati”.

Come avevamo avuto modo di osservare nell’introduzione

al Quaderno n.5, si assiste [anche con questa indagine] ad un

evento fortunato nel quale la ricerca e la clinica si incontrano e

questo incontro arricchisce entrambi: da un lato il dato statistico

dei grandi numeri ci colloca meglio il comportamento del singolo e

ci dice che cosa è più “normale” per quella fascia di adolescenti

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per quel particolare anno, da un altro lato il dato personale, tratto

dall’incontro clinico, riempie di significato quello che le statistiche

ci mostrano.

Galvano Pizzol

Alvaro Pra Baldi

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La ricerca Il metodo e gli strumenti Gli strumenti utilizzati in questa ricerca e nelle ricerche precedenti sono costantemente gli stessi: il YBRSS e l’OSIQ. Il primo questionario, che viene utilizzato in alcuni paesi per le ricerche epidemiologiche, si focalizza sui comportamenti giovanili che possono creare danno alla salute, sia fisica che mentale. I comportamenti indagati sono alla base delle più significative cause di mortalità, patologia e disabilità, ma soprattutto di problematiche sociali. Vengono intervistati studenti delle scuole medie superiori per vedere se i loro comportamenti pericolosi crescono, decrescono o rimangono stabili. Nella ricerca 2015 sono state aggiunte, come oggetto di indagine, alle aree già presenti nello YBRSS, le aree del “gioco d’azzardo”, del “bullismo” e dell’”utilizzo delle nuove tecnologie” Agli studenti delle classi seconde e quarte viene inoltre somministrato contemporaneamente il questionario OSIQ di Offer, che aiuta ad indagare i cambiamenti della percezione di sé: vediamo in questo modo la capacità degli intervistati di osservarsi, vedersi ed ascoltarsi, di riflettersi, di pensarsi. Confermiamo quanto abbiamo sostenuto nelle precedenti ricerche: Questo secondo momento di indagine è molto importante perché ci permette di esplorare la valutazione che il giovane dà di se stesso, la sua visione di insieme, la sua rappresentazione di sentimenti, pensieri, desideri ed atteggiamenti. Questi aspetti vengono esplorati perché sono quelli che orientano poi l’azione. C’è una relazione stretta tra l’immagine di sé e i comportamenti a rischio, in quanto l’immagine di sé fornisce informazioni alla parte dell’adolescente che deve essere adattiva alla realtà, nella quale poi egli deve muoversi ed essere un soggetto attivo ed operante. Con la presente ricerca si può osservare come l’immagine di sé sia molto collegata ai cambiamenti dei sistemi relazionali familiari e alle modalità di riflettere l’immagine dell’adolescente da parte della famiglia e degli adulti di riferimento che definiscono la rete di rapporti delle comunità di appartenenza e delle istituzioni. Anche in questo ultimo lavoro, come nel precedente, la presentazione si articola in due sessioni separate: la prima parte fornisce la lettura, il commento e la riflessione sui fenomeni osservati, la seconda parte è costituita dalla sezione metodologica e statistica in cui vengono messi a disposizione del lettore i dati.

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L’auspicio è che questa scelta permetta una maggior concentrazione sui fenomeni rilevati e sulle possibili interpretazioni e riflessioni sugli stessi. Il lettore potrà ritrovare in appendice tutti i dati su cui si basano le nostre riflessioni in forma di grafici brevemente commentati. Di seguito viene presentata una visione d’insieme dei cambiamenti avvenuti nei comportamenti a rischio rilevati attraverso le cinque ricerche. Per quanto riguarda l’immagine di sé il confronto viene effettuato tra 2011 e 2015, in quanto i cambiamenti in queste dimensioni avvenuti tra il 2011 e il 1999, come visione prospettica, sono già stati analizzati nella ricerca precedente.

Qualche costante e alcune novità Alcune domande guidano la presentazione dei dati. Quali dati ci hanno più colpito come ricercatori in questa quinta ricerca del 2015? Quali sono gli elementi che ci portano delle conferme rispetto alle credenze e alle rappresentazioni degli adolescenti? Quali sono i dati che avremmo desiderato migliorassero e invece sono rimasti tali? Che cosa ci ha più colpito nei cambiamenti, in senso positivo o negativo, dei comportamenti indagati? Quali dimensioni dell’immagine di sé del campione degli adolescenti intervistati risulta caratterizzare un cambiamento e quale relazione si può definire in rapporto a determinati comportamenti? Di seguito c’è una sintesi di queste novità, che poi verranno esposte in modo più particolareggiato. Per quanto riguarda le novità nei comportamenti:

- si riscontra in quest’ultima ricerca, rispetto alle precedenti, una più alta percentuale di adolescenti che si astiene dall’uso continuato di sostanze alteranti quali alcool, fumo, sostanze psicotrope;

- in alcuni comportamenti gli indicatori di prevalenza risultano dello stesso valore, sia per i maschi che per le femmine, cosa non riscontrabile nelle altre ricerche; questo andamento parallelo tra i generi si rileva anche nel profilo dell’immagine di sé.

- nei comportamenti aggressivi agiti o subiti, ed in particolare fuori dalla scuola, si assiste ad una omologazione del comportamento tra maggiorenni e minorenni;

- i valori di prevalenza dell’uso smodato dell’alcool o il fumo di tabacco rimangono costanti nel tempo

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- è confermato il legame tra l’essere fumatore e l’uso di alcool e sostanze psicotrope

- I nuovi comportamenti a rischio esplorati presentano un insieme di problemi complessi, soprattutto se rapportati all’andamento scolastico

Per quanto riguarda l’immagine di sé: - si rileva un variazione positiva nelle “aspirazioni”: la

progettazione del proprio futuro e l’atteggiamento verso la scuola segna la fine di un ciclo di sfiducia nella capacità di proiettarsi in avanti

- l’immagine di sé delle ragazze del 2015 rispetto al 2011 presenta un notevole cambiamento e delle problematicità;

- l’immagine di sé dei consumatori di hashish maschi rispetto a quella delle femmine è molto difforme e cambia in relazione alle ricerche precedenti;

- si verificano cambiamenti nei punteggi in certe aree del sé tra coloro che rispondono affermativamente o negativamente sul comportarsi in un certo modo.

Adolescenti che si astengono dall’uso di sostanze Nel 2015 si rileva, rispetto al passato, una più alta percentuale di adolescenti che si comportano positivamente: il 58% di giovani maschi e il 66% di giovani femmine,“ durante gli ultimi 30 giorni”, non hanno fatto uso smodato di alcol, sigarette, hashish o altre sostanze: non fumano, non si ubriacano, non usano sostanze in modo preponderante (Fig. C1). Sono i valori più alti rilevati nelle cinque ricerche. Parte di questi adolescenti ha dichiarato, in varia misura, di aver provato nella propria vita l’uso di bevande alcooliche, sigarette, e hashish. Per una buona parte è stata un’esperienza non seguita da un uso durevole di sostanze: non si è creata una pratica. Si è trattato di sperimentazioni, tipiche dell’età adolescenziale. Il range dell’età degli intervistati va dai 14 ai 20 anni, di conseguenza un ragazzo può aver provato una sostanza a 15 anni ma poi non averne più fatto uso. La conferma che la maggioranza degli intervistati ha un comportamento sobrio prova la complessità del mondo personale degli adolescenti, ma anche la loro solidità identitaria e la consistenza delle cure familiari. Lo si può desumere dallo studio del profilo dell’immagine di sé dei “non bevitori”, “non fumatori”, “non consumatori di hashish”: le rispettive scale del “Sé psicologico”, del coping e delle “relazioni familiari” assumono valori nella norma (Fig. B3..B8). La netta maggioranza degli adolescenti vive e attraversa questa fase evolutiva, che dura molti

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anni, è caratterizzata da una forte dimensione esistenziale, ed è piena di problematiche legate all’affrontare i compiti evolutivi caratteristici. Ciò avviene da parte di questi adolescenti confidando nel sostegno familiare e nella dote di fiducia in sé maturata nelle relazione con gli adulti significativi, senza dover utilizzare correttivi in modo anomalo. Questo dato sgombera il campo da generalizzazioni che estendono a tutti i giovani comportamenti a rischio che possono caratterizzare invece solo una minoranza. Avvicinamento dei comportamenti di maschi e femmine Un dato che si pone in rilievo in quest’ultima ricerca è la uniformazione di alcuni comportamenti tra i generi, che, nelle ricerche precedenti, erano tipici dei maschi o delle femmine. Questo è un elemento che colpisce perché, di norma, le differenze di genere caratterizzano molto i comportamenti. La maggiore concordanza di comportamento tra i generi si trova: nell’uso delle cinture di sicurezza, nel salire su un’auto guidata da qualcuno che ha bevuto, nel fumare sigarette, nel consumo negli ultimi 30 giorni dell’hashish, nell’utilizzo di ecstasy.

- Nella sezione della ricerca relativa al rischio sulla strada,

specificamente nell’uso delle cinture di sicurezza, si può osservare come la percentuale di maschi e di femmine che non allacciano “mai” o “quasi mai” le cinture di sicurezza quando viaggiano in automobile si attesta per entrambi i generi intorno al 13% (Fig. A1). Il comportamento è aumentato significativamente in questi ultimi quattro anni, ed in particolare per le femmine che hanno raggiunto quello tenuto dai maschi. Sconcerta come questi giovani, pur essendo una netta minoranza, possano tenere un comportamento che può rivelarsi molto lesivo in caso di incidente stradale ed è, allo stesso tempo, contro le norme. Nelle precedenti ricerche, le femmine risultavano, in questo campo, meno trasgressive dei maschi. Qualora però si metta questo rischio in rapporto con l’uso di sostanze (legali e non) si osserva come il mancato uso delle cinture aumenti passando da chi non usa alcuna sostanza (10%) a chi fuma, a chi si ubriaca fino a superare il 23% fra chi utilizza anche l’hashish (Fig. C2). Non utilizzare le cinture di sicurezza è una trasgressione delle norme ma anche un elemento di trascuratezza di sé; mostra il

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senso della perdita della propria incolumità. Lo stato di alterazione della propria psiche poi aumenta ulteriormente il rischio.

- Salire su un veicolo guidato da qualcuno che ha consumato bevande alcoliche è un altro comportamento che avvicina maschi e femmine maggiorenni. Il valore percentuale si assesta sul 33% per entrambi i generi. Per i maschi maggiorenni questo comportamento è significativamente diminuito rispetto al 2011; per le femmine maggiorenni esso rimane costante (Fig. A2, A3). In sintesi, uno su tre dei maschi e delle femmine maggiorenni, intervistati, non identifica un rischio in questo comportamento, oppure, se lo identifica, lo rimuove.

Altri comportamento che avvicinano maschi e femmine sono: - il fumo di tabacco: il 60%, dei maschi e delle femmine, nella

propria vita ha provato a fumare anche per dare un tiro o due a una sigaretta (Fig. A11); questa esperienza si assesta sul 60% degli intervistati, e si stabilizza sul 25% come fumo protratto (Fig. A14).

- L’uso dell’alcol. L’assaggio di una bevanda alcolica per intero si assesta sull’80% sia nei maschi che nelle femmine (Fig. A15).

- L’uso di hashish negli ultimi 30 giorni (Fig. A24). Nel 2015 il 15% maschi ed il 14% delle femmine dichiarano il consumo negli ultimi 30 giorni di hashish; nel 2011 lo affermavano il 14% dei maschi e l’8% femmine; c’era nel 2011 una differenza di 6 punti percentuali tra maschi e femmine, nel 2015 di un punto.

- L’esperienza con l’Ecstasy, da parte di entrambi i generi, presenta valori attorno al 2% (Fig. A25). Considerata la sostanza, questo comportamento identifica una popolazione ad alto rischio.

La maggioranza degli adolescenti fa l’esperienza di “testare” delle sostanze, fa delle sperimentazioni; una consistente minoranza invece va oltre, agisce dei comportamenti antisociali e trasgredisce le norme È una caratterizzazione di questa fase evolutiva forzare le regole. Una notevole minoranza, però, non riesce a rientrare nella regola e ad imparare dall’esperienza. I dati rilevati confermano che si possono anche fare delle esperienze che possono mettere in dissonanza con i genitori, ma poi è importante, una volta fatta l’esperienza, assumersi le proprie responsabilità e ritornare nella norma. Questo comportamento

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uniforma nel 2015 i maschi e le femmine, ed in particolare li unisce nelle condotte più cariche di significato provocatorio dal punto di vista comunicativo. Questa uniformazione dei comportamenti trasgressivi avvalora l’ipotesi che il dolore e la sofferenza personali annullano le distinzioni di genere, oppure che entrambi i generi manifestano le loro insofferenze, anche diverse, agendo gli stessi comportamenti. Comportamenti lesivi ed aggressivi Un’altra novità che viene fornita da quest’ultima ricerca riguarda i comportamenti lesivi ed aggressivi: si verificano gli stessi valori sia per i maschi maggiorenni che per i minorenni dello stesso genere (Fig. A5..A10). Il dato si conforma sia per i furti e i danneggiamenti subiti che per il coinvolgimento in scontri fisici, fuori dalla scuola. Prima del 2015 i maggiorenni si caratterizzavano per una minore conflittualità, sia subita, come il furto o il danneggiamento, che agita, come nello scontro fisico. I valori si attestano nella ricerca del 2015 su un ragazzo su quattro. C’è quindi una certa aggressività diffusa che si manifesta con il furto, il danneggiamento e lo scontro fisico. Per le femmine questi fenomeni esistono, ma riguardano una dimensione minore e mantengono le differenze tra femmine minori e maggiori di età. Le differenze esistenti nelle ricerche precedenti tra maschi maggiorenni e minorenni vengono annullate. Si assiste ad una aumentata conflittualità sociale tra i giovani, che perdura nel tempo. Costanza nel tempo dei valori di prevalenza di determinati comportamenti Tra i dati che vorremmo fossero cambiati troviamo: - l’uso smodato di alcool: i dati si riferiscono a coloro i quali

“usano” alcol in quantità eccessive, più di cinque bevande alcoliche nell’arco di due ore, almeno una volta negli ultimi trenta giorni: il valore massimo nei maschi si rileva nel 2003, ed è il 56%. Nel 2015 è il 42%. Per le femmine il consumo di alcool in modo sregolato presenta una media del 28%. Questo valore è stabile nel tempo. Se però si analizzano i dati dei maggiorenni la prevalenza sale al 60% nei maschi e al 40% nelle femmine. Le ubriacature del fine settimana riguardano in particolare i maggiorenni sia maschi che le femmine (Fig. A18..19).

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- Il 25% sia dei maschi che delle femmine è fumatore abituale, anche se di poche sigarette -due o più- (Fig. A14) . Il valore è diminuito nel tempo; era per i maschi del 37% nel 1999 e per le femmine del 32% nel 2003. Viene rilevata una diminuzione, anche consistente, almeno per i maschi, ma rimane ancora una quota di intervistati che risponde in modo positivo.

- Un 30% dei maschi ed un 20% delle femmine ha usato

l’hashish (Fig. A22). Questa popolazione di giovani che prova questa sostanza è costante in tutte le ricerche. Varia invece la prevalenza di coloro i quali la usano con una certa continuità: il trend della popolazione che dichiara che durante la sua vita ha fatto uso di marijuana o hashish è stabile intorno a uno su tre fra i maschi. La percentuale di coloro i quali dichiarano che durante gli ultimi 30 giorni ha fatto uso di marijuana o hashish si è stabilizzata sul valore del 13-15 % dei maschi e delle femmine (Fig. A24). Si tratta comunque di uno dei valori più bassi degli ultimi 16 anni; nel 1999 il numero dei maschi che ne faceva uso negli ultimi 30 giorni era del 30%. Il valore del 2015, è del 15%. Pur essendo questo valore circa la metà di quello del 1999 è aumentato rispetto a quello rilevato nel 2011.

- Un 15,8% di giovani intervistati alla domanda “l’ultima volta

che hai avuto un rapporto sessuale, quale metodo hai usato per prevenire la gravidanza?” ha risposto di non aver usato alcun metodo anticoncezionale. Questo valore è il più alto delle cinque ricerche; tra coloro i quali hanno avuto rapporti sessuali esso varia da un valore minimo del 12.2% nel 2007 a un 16% del 2015.

- Sono circa il 7% le ragazze che negli ultimi 30 giorni hanno

provato a vomitare o prendere lassativi per perdere peso o non ingrassare (Fig. A40). Questo valore corrisponde alla media dei valori riscontrati nelle altre quattro ricerche. Il valore minimo, pari al 5,3% della popolazione femminile intervistata, si riscontra nel 2003, il massimo, pari all’ 8,1% si riscontra nel 2007. Questo tipo di comportamento rimane circoscritto all’ambito femminile, i maschi che lo utilizzano sono una estrema minoranza.

- Si rileva la presenza di un 2,6% di giovani che utilizzano

sostanze quali ecstasy, cocaina o eroina (Fig. A27). Si tratta

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del valore più basso delle cinque ricerche. Il valore più alto si verificava nel 2003 (6,1%), ed era allora dovuto al prevalente consumo di cocaina.

- Il 4,5% delle giovani che hanno avuto esperienze sessuali

dichiarano che “è capitato di rimanere incinta” (Fig. A38). Nelle cinque ricerche questo dato rimane persistente intorno a questa percentuale, e non presenta variazioni rilevanti.

- I maschi che rispondono di aver avuto rapporti sessuali negli

ultimi tre mesi con tre o più persone si attestano sul 12%, in notevole aumento rispetto al 2011, quando era il 6% ma in linea con i valori delle ricerche precedenti (Fig. A33). La percentuale delle ragazze che ha cambiato tre o più partner sessuali negli ultimi tre mesi è del 0,7 %. I dati sono rilevati sempre tra coloro che hanno sostenuto di aver già avuto rapporti sessuali. Si tratta in assoluto del valore più basso avuto in questo tipo di comportamento. Se si esclude il 1999 i valori di questo comportamento si attestavano intorno alla media del 3% per le femmine e del 13% per i maschi. La “promiscuità” sessuale, come comportamento a rischio è ridotto per le femmine che presentano quindi rapporti affettivi e sessualità con partner stabili, ed è contenuto per i maschi. Maschi e femmine certamente hanno tipologie di partners affettivi e sessuali differenti e non coincidenti per età.

Come ricercatori avremmo certamente desiderato di non essere confermati nella nostra convinzione che, in fondo, i dati non variano molto da ricerca a ricerca. Purtroppo i giovani che non maturano una certa consapevolezza di sé rimangono costanti nel tempo, anche se in ristrette minoranze. Permane, in ogni generazione, una minoranza di adolescenti, variabile nei vari comportamenti agiti, che beve smodatamente almeno una volta al mese, non usa misure di prevenzione della gravidanza o si espone al rischio della trasmissione di malattie infettive legate alla sessualità, ha più partners sessuali, aumentando questi rischi, utilizza sostanze psicotrope pesanti, usa l’hashish e fuma tabacco. Il fatto che questi comportamenti si ripropongono nel tempo con dimensioni analoghe non implica che permangano anche i medesimi fattori di rischio in quanto a questi comportamenti possono sottostare differenti concause e multifattorialità.

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Il legame tra l’essere fumatore e l’uso di alcool e sostanze psicotrope La popolazione di non fumatori è nettamente meno propensa al consumo smodato di alcol, con una quota di circa il 25%, rispetto ai fumatori abituali per il quali si raggiunge il 70% e tali valori sono sostanzialmente stabili dal 2011 (Fig. E1). La compresenza di fumo di sigarette e uso di hashish è una delle costanti che rileviamo nelle varie ricerche. I fumatori abituali tendono a sperimentare le sostanze (quasi esclusivamente hashish e/o marijuana) in percentuali che passano dal 56% del 2011 al 66% del 2015 contro il 10%-13% dei non fumatori (Fig. E2). Nello stesso periodo cresce anche l’uso negli ultimi trenta giorni passando dal 34% a 40%. Il consumo, pur molto meno frequente, cresce anche fra i non fumatori passando dal 5% al 6% (Fig E3). Fumare sigarette e fare uso di hashish sono due comportamenti che rispondono ad esigenze diverse, ma sono accomunati. Nell’utilizzo il fumo si verifica per primo, quale trasgressione e come conferma di un bisogno di eccitamento e rilassamento poi si aggiunge il consumo di hashish che serve ad aumentare il fenomeno del rilassamento e che, come comportamento, esprime una antisocialità. L’immagine di sé e i suoi cambiamenti Il questionario sull’immagine di sé, l’OSIQ, fornisce un significato del Sé come la somma delle esperienze e delle idee dell’individuo rispetto a se stesso più o meno chiaramente definite e articolate in uno schema di sé o “sistema sé”. Queste idee di se stesso forniscono informazioni su quanto l’adolescente può avere un disagio, ad esempio se va d’accordo o meno con i genitori, oppure esprimere una normalità. Questa misurazione avviene attraverso centotrenta domande che vanno a definire undici aree del sé e che dovrebbero fornire cinque dimensioni del sé: psicologica, sociale, del coping, familiare e sessuale. Gli adolescenti intervistati, compilando il questionario, delineano come si percepiscono nelle varie aree del loro funzionamento. In tal modo disponiamo di un profilo di immagine di sé di ciascun adolescente in associazione ai comportamenti agiti. È così possibile confrontare le rappresentazioni di sé di chi agisce o non agisce un determinato comportamento e meglio comprenderne il significato, ma anche valutare cambiano tali rappresentazioni nel tempo.

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Nell’appendice statistica si possono trovare i grafici e le notazioni in relazione al confronto delle immagini di sé degli intervistati del 2015 con quelle rilevate nel 2011. Di seguito riporteremo quelli che sono gli elementi di cambiamento emergenti: - Nel 2015 la trasformazione che si pone in rilievo riguarda

l’area del sé delle “aspirazioni”. Questa area misura quanto l'adolescente si stia impegnando a portare a termine compiti specifici quali lo studio e la progettazione del proprio futuro professionale. I suoi valori migliorano nettamente sia per i maschi che per le femmine. Rispetto alle ricerche precedenti, ed in particolare rapporto ai dati del 2011, il miglioramento nell’area delle “aspirazioni” presenta una significatività dal punto di vista statistico: questa significatività sta ad indicare che questo elemento è specifico proprio degli adolescenti del 2015 (Fig. B2). Questi adolescenti investono maggiormente nello studio e nel loro futuro molto più dei loro coetanei di quattro anni prima. Si impegnano nel loro presente, che è prevalentemente costituito dal dovere scolastico. In sintesi si presentano più responsabili e maggiormente motivati nello studio dei coetanei delle ricerche precedenti.

- L’immagine di sé delle femmine è un altro elemento che si pone in rilievo in questa ultima ricerca (Fig. B2). Le adolescenti nel 2015 presentano punteggi più bassi in cinque aree del sé rispetto alle coetanee del 2011. Nel 2011 le femmine presentavano valori molto positivi sull’aspetto psicologico, delle relazioni sociali, e della salute mentale, meno sul piano della responsabilità e della progettazione del futuro professionale. Nel 2015 la situazione si è come invertita: le ragazze si sentono più responsabili e con alte aspirazioni ma si percepiscono più fragili sul piano psicologico. Può essere di aiuto per capire questo andamento il confronto con i maschi (Fig. B1). Nel 2011 le femmine presentavano un profilo con valori nettamente più alti di quelli dei maschi in molte aree di funzionamento. Nel 2015 le femmine mostrano valori simili a quelli dei maschi, con un’unica eccezione (con debole significatività statistica) per l’area del “tono emotivo”, il quale risulta di inferiore a quello maschile. Si verifica un allineamento dell’immagine di sé delle femmine e dei maschi. A maggiori aspirazioni e senso di responsabilità si aggiunge un certo grado di insicurezza personale, di senso di solitudine, di paura di non farcela, di ansietà. Elementi che possono corrispondere, in quanto il voler essere all’altezza delle proprie aspirazioni personali può

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creare una certa paura di non farcela, un’insicurezza e una certa tensione ed ansia. Approfondendo l’analisi dei dati e collegando l’immagine di sé con i comportamenti si può notare una fragilità maggiore nelle fumatrici di tabacco, nelle consumatrici di hashish, nelle ragazze che ricorrono a diete, lassativi o vomito per controllare il peso (Fig. B4, B6, B13) . Le adolescenti che fumano, fanno uso di hashish, usano lassativi o vomitano per perdere peso, rispetto alle adolescenti che non assumono questi stessi comportamenti, si caratterizzano per avere punteggi più bassi nelle aree del sé del “tono emotivo” e della “salute mentale”, in modo statisticamente significativo. Un punteggio basso nell’area del “tono emotivo” è indice di scarsa capacità di mantenere un equilibrio emotivo, e indica una grande instabilità degli affetti. Un punteggio basso nella “salute mentale” indica la presenza di un disagio evolutivo. Un altro elemento di rilievo è l’immagine di sé dei consumatori di hashish e/o marijuana: l’immagine di sé dei maschi che utilizzano queste sostanze è coerente con l’immagine di qualsiasi altro adolescente che non utilizza queste sostanze, ad esclusione del fatto che chi le usa si descrive più portato per il rapporto con l’altro sesso (Fig. B7). Questa propensione nei confronti della sessualità è una caratteristica di questa particolare tipologia di adolescenti in tutte le ricerche. Nel 2011 il sentirsi in sintonia con la famiglia differenziava i maschi che non facevano uso di hashish dai coetanei che lo usavano, nel 2015 questa differenziazione non sussiste più. Nel 2015 tra coloro i quali fanno uso di hashish e coloro che non ne fanno, la percezione di sé è analoga, con piccole differenze non significative. Fino alla ricerca del 2007 il consumo di questa sostanza coesisteva con problematiche in molte dimensioni del sé, ed in particolare con il disagio nei rapporti familiari, nella difficoltà di controllare i propri impulsi, nella scarsa padronanza nel gestire le proprie risorse emotive, e nei problemi nell’affrontare le difficoltà di adattamento. Dal 2011 è cambiato di molto il profilo del sé di questa tipologia di ragazzi. Il consumo di questa sostanza non si correla più evidentemente con il disagio evolutivo. Esso entra nella dimensione sociale. Nel 2015 si può quindi ipotizzare che l’utilizzo dell’hashish possa essere episodico, meno rituale e compulsivo, ma più frequente; può avvenire nelle situazioni di

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socializzazione o di vita normale, a scuola o a casa, o nel tempo libero, dove culturalmente è tollerato se non accettato. Esso non si presta più ad essere una modalità di autocura e di difficoltà personale e di marginalità, come si riscontrava nelle ricerche precedenti al 2011. Analizzando ulteriormente il dato si può notare che coloro che utilizzano hashish, nel 2015 hanno un punteggio molto alto nell’area del sé delle aspirazioni e comunque più alto di coloro che non ne fanno uso, anche se non è significativo statisticamente. Ciò avviene in parte anche nell’area del sé della padronanza, rovesciando nettamente le rappresentazioni delle ricerche precedenti. È inoltre presente un punteggio nella norma nelle relazioni familiari, cosa questa che non accadeva precedentemente. Ci sono dei cambiamenti nella tipologia del consumatore di questa sostanza: il fruitore di hashish non presenta più se stesso come un soggetto in difficoltà con il controllo degli impulsi, con le relazioni familiari, la competenza o la coscienza morale. Ora si descrive come un soggetto con aspirazioni nella media, che si ritiene in sintonia con la famiglia e che si rappresenta con normale padronanza del mondo esterno. Le ipotesi che si possono fare sull’uso della sostanza vanno forse riviste: più che gestire l’instabilità degli impulsi o i conflitti familiari e la carenza di aspettative, che sviliscono il sé ed il senso della propria efficacia soggettiva, la sostanza potrebbe assumere la funzione di far da deterrente alla paura dello scacco psicologico o sociale. Si potrebbe quindi configurare come un ausilio a sostenere un sé che è minacciato dalla paura di non farcela, dalla tensione e dall’ansia. Delle grosse differenze invece si possono notare nelle femmine (Fig. B8). Da parte loro, nel 2015, questo comportamento, rispetto a coloro che non lo agiscono, è vissuto come non sintonico con le proprie immagini di sé in molte aree. I profili fra consumatrici e non consumatrici di hashish o marijuana nell’ultimo mese offrono un quadro di netto peggioramento dei punteggi delle prime nel passaggio

dal 2011 al 2015. Nel 2011 si osservava per le fumatrici di

sostanze un deficit nella coscienza morale e una sovrastima delle proprie attitudini sessuali, nel 2015 i deficit si estendono a tutte le aree con l’eccezione delle relazioni con i coetanei. In sintesi per i maschi questo non è più un comportamento che ha a che fare con il sentirsi in contraddizione con i valori familiari, o in crisi nelle aspirazioni, o in difficoltà con le proprie

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capacità di adattamento. Per le femmine invece questo comportamento rappresenta una auto-definizione di aumentata vulnerabilità personale.

- Vengono qui di seguito esposti in sintesi i cambiamenti nelle aree del sé che, nel 2015, differenziano in modo significativo chi agisce un comportamento a rischio e chi no. Si tratta di alcune particolarità dell’immagine di sé che differenziano i fumatori di sigarette dai non fumatori, i bevitori di alcolici dai non bevitori, i non utilizzatori di profilattico nei rapporti sessuali da coloro che utilizzano invece queste protezioni.

o l’area del sé che, nei maschi, differenzia chi fuma da chi non fuma è quella degli atteggiamenti sessuali (Fig. B3). Il maschio che fuma sigarette si descrive anche come un ragazzo che può essere percepito come attraente dalle ragazze, che trova piacere nelle esperienze affettive e che non si spaventa nel parlare di argomenti sessuali. Anche le ragazze che fumano hanno punteggi più alti nell’area del sé degli atteggiamenti sessuali rispetto alle non fumatrici (Fig. B4). Esse hanno, in più, punteggi inferiori nella dimensione del sé psicologico, del sé coping e del sé delle relazioni familiari. L’atto di fumare sigarette per le ragazze è un’azione che coesiste con una serie di vissuti personali problematici, cosa che non accade nei maschi.

o I maschi che dichiarano di eccedere nell’alcol almeno una volta negli ultimi trenta giorni si differenziano da quelli che non hanno questa abitudine per punteggi inferiori sulla scala delle relazioni familiari: non vanno d’accordo e hanno difficoltà di comunicazione con i propri genitori (fig. B5). Le femmine che eccedono nell’ uso dell’alcol presentano punteggi inferiori a coloro che non tengono questo comportamento nell’area della coscienza morale, delle aspirazioni, nelle relazioni familiari (Fig. B6). Le femmine presentano come un

fattore di rischio un sé caratterizzato dalla

problematicità nel senso del dovere, nella responsabilità o assenza di preoccupazione per gli altri, nell’impegno scolastico, e nel rapporto con i

genitori. o I maschi che non usano il profilattico nei rapporti

sessuali hanno, rispetto a coloro che lo usano,

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punteggi più bassi nella scala del sé del controllo degli impulsi e delle relazioni familiari (Fig. B11). Le femmine mostrano punteggi inferiori nella area del sé della salute mentale che indica uno stato di confusione e di vuoto emotivo (Fig. B12).

Per concludere richiamiamo qualche notazione per quanto riguarda i giovani che non utilizzano nessuna sostanza: si tratta di giovani che hanno una buona percezione di sé familiare, che hanno buone aspettative e coscienza morale, anche se si percepiscono un po’ esitanti nei rapporti sociali e nel rapporto con l’altro sesso.

I nuovi comportamenti a rischio esplorati Come già accennato precedentemente, nella rilevazione 2015 sono stati indagati alcuni comportamenti a rischio non considerati nelle precedenti ricerche. In particolare, sono stati considerati i rischi connessi all’uso del web e dei social network, al cyber bullismo, al gioco d’azzardo, all’ insuccesso scolastico. Social network, web, play station I risultati ottenuti ci dicono che la totalità degli intervistati utilizza qualche social network e circa il 50% degli adolescenti inizia ad utilizzarli intorno ai 13-14 anni, il 21% delle ragazze anche prima, a 11-12 anni, e un 37% dei maschi più tardi sui 15-16 anni (Fig. A42). Il 48 % dei maschi gioca con play station o in rete 2 ore al giorno o più, mentre tale attività sembra non interessare le ragazze, il 75% dichiara di giocare meno di mezz’ora al giorno (Fig. A 43). Cyber bullismo Il bullismo in rete colpisce il 3,3% delle ragazze e il 2,6% dei ragazzi (Fig. A44). Si tratta di percentuali non trascurabili data la pericolosità insita in questo tipo di violenza che agisce su personalità solitamente molto fragili, come evidenzia anche il profilo di immagine di sé dell’unica vittima che è presente nel sotto-campione a cui è stato applicato l’OSIQ (Fig. B14)). Si tratta di una ragazza di 16 anni il cui profilo è impressionante. Si descrive incapace di controllare i propri impulsi in rapporto alle pressioni che vengono sia dal proprio mondo interiore che dal mondo esterno, molto labile emotivamente, fortemente a disagio con il proprio corpo, con relazioni sociali molto negative e con salute mentale a rischio. Fortunatamente, il rapporto con i genitori

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sembra molto positivo e questo fa sperare che sia stata in grado di chiedere aiuto per affrontare il problema con loro. Gioco d’azzardo La sperimentazione del gioco d’azzardo riguarda quasi il 19% delle ragazze e il 40% dei ragazzi (Fig. A45). Dichiarano di aver giocato almeno una volta nell’ultimo mese il 6% delle ragazze e il 21% dei maschi (Fig. A46). Si tratta di dati preoccupanti e particolarmente inquietante è il fatto che, pur se vietato dalla legge, quasi il 10% dei minorenni dichiara di giocare d’azzardo in un esercizio pubblico (soprattutto nelle tabaccherie) e un 2,5% in rete. L’insuccesso scolastico Esistono numerose fonti che forniscono dati sugli esiti scolastici, che in genere si riferiscono ai risultati finali, ed esistono ricerche che hanno indagato le problematiche legate all’insuccesso scolastico. L’indagine qui presentata ci sembra fornire ulteriori elementi per la comprensione del problema in quanto:

- ha chiesto a ciascun intervistato come erano i suoi risultati scolastici nel momento della compilazione del questionario (primavera), ottenendo comunque un quadro molto realistico della situazione;

- ha posto in relazione questo dato con gli altri aspetti di rischio considerati nell’indagine;

- ha rilevato quale rappresentazione danno di sé adolescenti con diverso successo scolastico.

Il quadro che emerge mostra che i maschi che dichiarano di avere molte insufficienze sono oltre il 22% mentre tale percentuale si dimezza per le ragazze (Fig. A41). Una grandissima maggioranza di studenti (intorno all’80% dei maschi e al 90% delle ragazze) ha tutte o quasi tutte sufficienze, ma una parte non trascurabile ottiene risultati negativi e tale fatto richiede molta attenzione per le ragioni di seguito esposte. In primo luogo i dati evidenziano che vi è una relazione diretta fra grado di insuccesso scolastico e livello di esposizione a rischio in tutti i comportamenti considerati. In particolare, chi dichiara di avere quasi tutte insufficienze si espone a rischio con frequenza doppia, tripla o anche maggiore rispetto a chi non ha insufficienze (Fig. D1..D11). In secondo luogo il risultato scolastico mostra significative implicazioni su molte dimensioni dell’immagine di sé degli adolescenti. All’aumentare del grado di insuccesso peggiora

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significativamente l’immagine di sé nella capacità di gestire i propri impulsi, nel senso morale e del dovere, nel pensare il proprio futuro formativo e lavorativo, nel rapportarsi con i genitori e nella capacità di fronteggiamento (Fig. B15). Nelle attività scolastiche come nel resto della vita è sempre coinvolto il sé degli studenti. I premi, le lodi e i voti tendono a enfatizzare questo coinvolgimento, soprattutto se implicano un confronto continuo e talora esasperato con gli altri. Ciò influenza la percezione della propria capacità e l'orientamento che si assume nel lavoro scolastico ma anche negli altri aspetti della vita. Aver una chiara consapevolezza di questo, una maggior enfasi sui progressi piuttosto che sugli errori, permette alla scuola e agli altri adulti che operano con i ragazzi di svolgere al meglio la loro funzione formativa e di costruzione del sé dell’adolescente. Quanto più si riuscirà in questo intento tanto più la scuola incrementerà, come mostrano anche questi risultati, la sua già importante valenza protettiva nei confronti dei rischi che l’adolescente frequentemente incontra nella sua evoluzione.

In sintesi La maggioranza degli intervistati transita attraverso l’adolescenza con una propria dimensione esistenziale senza incorrere in comportamenti a rischio, se non come sperimentazione o attività occasionale. Questa prevalenza di giovani usa le cinture di sicurezza, evita di salire su un’auto guidata da qualcuno che ha bevuto, non litiga, usa alcool e fuma sigarette come esperienza di prova, eventualmente anche hashish. Se ha rapporti sessuali utilizza contraccettivi. Nel 1999 sottolineavamo: “bisogna dire che, sebbene in adolescenza l’assunzione di rischi sia abbastanza normale, buona parte degli adolescenti non si espone a grandi

rischi”; oggi questa affermazione è confermabile. Nel tempo

quindi rileviamo che una quota maggioritaria di adolescenti prova e sperimenta la propria autonomia, la propria auto-mobilità e transita nell’adolescenza con la propria dimensione esistenziale. A questa prevalenza numerica, si possono aggiungere quel 20% di adolescenti i quali trasgrediscono almeno una volta al mese eccedendo nell’uso dell’alcool. Costoro non usano né le sigarette per fumare né altre sostanze. Il loro profilo è analogo a quello dei coetanei che sono più sobri nei costumi, ma, da parte loro, presentano qualche incertezza personale nella sicurezza dei rapporti familiari. Il sentirsi in sintonia con la famiglia è il valore fondamentale per la grande maggioranza degli adolescenti.

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È presente poi una consistente minoranza, circa il 15%, la quale somma vari comportamenti: fuma tabacco, utilizza alcool in modo eccessivo almeno una volta al mese e fa anche uso di hashish. In tutti i casi nei quali sono presenti l’uso di tabacco e dell’alcool i comportamenti a rischio aumentano di prevalenza. È da segnalare infine la ristretta minoranza, circa un 2,7%, che utilizza, in modo differenziato, sostanze pesanti quali ecstasy, cocaina, eroina. In questi casi risulta evidente un grave disturbo. In generale si può affermare che, nelle varie ricerche, c’è una sostanziale costanza nella distribuzione dei comportamenti, con delle variazioni minime intorno alla media. Ad esempio le ragazze che dichiarano di essere rimaste incinta si assestano intorno alla media del 4%, quelle che cercano di controllare il peso con vomito, lassativi ed altro si assestano intorno al 6% e così via per gli altri comportamenti. C’è quindi una quota di adolescenti a crescita normale e altri a crescita più problematica che agiscono comportamenti che definiamo rischiosi. In sintesi circa un quinto dei giovani intervistati manifesta dei comportamenti che presentano un certo rischio. Se, come veniva segnalato nella prima ricerca del ’99,” Il rischio sta ad indicare anche che alla base di un determinato comportamento ci sono una molteplicità di fattori, e mai cause singole, che indicano che può esistere una probabilità statistica che si presenti un disturbo psichico, o una morbilità”, questi ragazzi preoccupano e richiedono un intervento specifico al fine di evitare che questi comportamenti pericolosi possano determinare per loro un futuro problematico caratterizzato da dolore e sofferenza. Alcune notazioni si possono fare dopo cinque ricerche:

In primo luogo il rapporto con l’alcool: c’è una notevole quota di giovani che si astengono dal bere eccessivamente, ma che hanno sperimentato l’alcool e si suppone lo utilizzino in famiglia o nei momenti di socializzazione con la giusta moderazione. Si tratta della maggioranza dei maschi e delle femmine. Questi giovani si sentono in sintonia con i valori familiari, hanno aspirazioni personali, sono misurati nelle relazioni sociali e non si espongono troppo nelle relazioni con l’altro sesso. È presente poi un quota minore di giovani che esagera con l’alcol almeno una volta al mese, che esprime un’immagine di sé simile a quella dei giovani che non bevono eccessivamente

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ma non si sente in sintonia con i valori familiari. Questa percentuale aumenta notevolmente nei maschi maggiorenni. Infine c’è chi entra nel circolo dell’ alcool, fumo ed hashish. L’elemento che caratterizza queste persone, rispetto a coloro i quali non usano nessuna di queste sostanze alteranti, è soprattutto un’eccessiva valutazione della propria immagine di sé nel rapporto con l’altro sesso, valutazione che sicuramente offre loro un senso di efficacia soggettiva, molto alto, anche se univoco.

ll 40% dei fumatori, sia maschi che femmine, utilizza poi anche l’hashish. L’uso del tabacco, più dell’alcol è l’indicatore di questo comportamento a rischio, che può allarmare un genitore.

Dopo cinque ricerche ripetute nel tempo sembra evidente ormai che non c’è nessun legame causale tra l’utilizzo dell’hashish e l’utilizzo di sostanze pesanti. Dai dati si rileva inoltre che non tutti coloro i quali utilizzano sostanze pesanti utilizzano anche l’hashish. Non c’è un nesso causale, una escalation, nell’uso delle sostanze.

Nel 2015, l’era di internet e dei social network, a 18 anni il 40% dei ragazzi e delle ragazze non ha sperimentato dei rapporti sessuali completi. Prevalentemente questa prima esperienza avviene a 17 anni spostando in avanti di un anno questo comportamento esplorativo rispetto ai coetanei delle altre ricerche.

Ci sono sempre degli allarmismi sul sempre più precoce uso di sostanze e di comportamenti a rischio; quello che si può osservare nelle ricerche effettuate è che sostanzialmente l’età dell’inizio rimane costante nel tempo, con piccole variazioni all’interno delle fasce di età da ricerca a ricerca. Per il fumo l’inizio è prevalentemente tra i 13-14 anni sia per i maschi che per le femmine. La prima esperienza di uso di alcol per i maschi avviene fra i 13-14 anni per le femmine tra i 15-16 anni. Per l’uso di l’hashish sia per i maschi che per le femmine l’età di inizio prevalente è attorno ai 15-16 anni. Per l’attività sessuale sia per i maschi che per le femmine è intorno ai 17 anni.

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Appendice statistica Introduzione

Il campione Il campione nel 2015 è costituito da 677 studenti (346

maschi e 331 femmine) delle classi dalla prima alla quinta delle stesse 7 scuole superiori, distribuite sul territorio dell’ULSS n.° 1, coinvolte nelle precedenti indagini (1999, 2003, 2007, 2011). In particolare 3 licei (di cui 1 ex magistrale) e 4 istituti tecnici e professionali a diverso indirizzo collocati nei distretti di Belluno, Agordo e Cadore.

I campioni delle quattro rilevazioni, pur non essendo stato possibile garantirne la medesima numerosità

1, possono ritenersi

comparabili rispetto all’età, e all’indirizzo scolastico, essendo quest’ultimo ritenuto correlato con una serie di fattori sottostanti di tipo socio-economico e cognitivo-motivazionale.

Procedura Nella rilevazione 2015 vengono utilizzati la stessa

procedura e gli stessi due strumenti di indagine utilizzati in occasione delle precedenti ricerche: la versione italiana del “Youth Risk Behavior Surveillance System” (YRBSS ) e dell’ OSIQ (Offer Self-Image Questionnaire; Offer et al., 1987, adattamento di E. De Vito).

Il primo questionario indaga i comportamenti a rischio correlati ad otto aree fondamentali della vita dei giovani e della loro salute: 1. Sicurezza stradale; 2.Violenza e bullismo; 3. Consumo di tabacco; 4. Consumo di alcol; 5. Consumo di sostanze ad azione psicotropa; 6. Comportamenti sessuali; 7. Disturbi del comportamento alimentare; 8. Pratica di attività fisica e sportiva. Nell’adattamento italiano (curato dal Gruppo di Ricerca coordinato dal dott. A.Pellai) il questionario è costituito da 47 quesiti. Nella presente ricerca sono stati introdotti 8 nuovi item volti ad indagare i risultati scolastici, l’uso del web e il gioco d’azzardo.

1 Pur avendo considerato le stesse scuole e le stesse classi, le prime tre indagini

avevano riguardato 510 giovani (210 maschi, 300 femmine) ciascuna, mentre

quella del 2011, anche a seguito dei cambiamenti nel dimensionamento delle

classi, ha riguardato 671 studenti (349 maschi, 322).

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Il secondo strumento (applicato ai soli alunni delle classi seconde e quarte) consiste in un questionario di personalità autodescrittivo che può essere impiegato per rilevare i livelli di adattamento di ragazzi e ragazze tra i 13 e i 19 anni. È costituito di 130 affermazioni per ciascuna delle quali il/la ragazzo/a deve esprimere il grado in cui si sente descritto dall’affermazione stessa su una scala a 6 punti. Gli item vanno a coprire 11 aree di contenuto considerate importanti nel mondo psicologico dell’adolescente che sono: PS-1 Controllo degli impulsi, PS-2 Tono emotivo, PS-3 Immagine del corpo, SS-1 Relazioni sociali, SS-2 Coscienza morale, SS-3 Aspirazioni professionali ed educative, SxS Atteggiamenti sessuali, FS Relazioni familiari, CS-1 Padronanza del mondo esterno, CS-2 Salute mentale, CS-3 Livello superiore di adattamento (per una più ampia descrizione dello strumento si veda in allegato).

La somministrazione dei questionari è avvenuta attraverso consegna in busta bianca contenente il YRBSS e nel caso delle classi seconde e quarte anche l’OSIQ. Dal momento che i questionari erano del tutto anonimi, nel caso delle seconde e delle quarte il collegamento fra i due questionari era garantito da un medesimo numero seriale. La consegna richiedeva la compilazione privata a casa e la riconsegna nella busta bianca sigillata entro due giorni.

Analisi dei dati

Sui dati raccolti si è proceduto ad un’analisi preliminare volta ad eliminare i protocolli palesemente mal compilati o con eccessive omissioni.

Successivamente sono state condotte una serie di analisi

volte a indagare: A. Come cambiano i comportamenti a rischio degli

adolescenti in 16 anni (variazioni 2011-2015) B. L’immagine di sé degli adolescenti con diversa

esposizione al rischio (confronti 2011 – 2015); C. L’esposizione ai rischi di 5 gruppi costituti in base al

consumo di sostanze: nessuna sostanza, solo fumatori abituali, solo bevitori smodati, fumatori-bevitori e consumatori di hashish, misti (solo sul 2015);

D. Il rapporto fra insuccesso scolastico ed esposizione ai rischi (solo sul 2015).

E. L’esposizione all’uso di alcol e sostanze psicotrope di fumatori e non fumatori (confronti 2011- 2015)

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I risultati ottenuti vengono esposti solo in forma grafica uniti ad una breve lettura del dato illustrato per facilitarne l’interpretazione.

Scelte di metodo Per quanto riguarda l’OSIQ si è ritenuto utile, ai fini delle

successive analisi e rappresentazioni, trasformare, separatamente per maschi e femmine, i punteggi di area in punti T (media 50 deviazione standard 10) con riferimento ai parametri (media e deviazione standard di area) dell’insieme dei dati di tutte cinque le rilevazioni. Questa scelta si è resa necessaria in quanto, come abbiamo riscontrato ed è pure noto in letteratura, maschi è femmine rispondono al questionario di Offer con modalità diverse. Il che significa che i parametri dei due generi sono significativamente diversi e quindi, senza la trasformazione effettuata, sarebbe stato fuorviante, oltre che errato, confrontare i profili maschili con quelli femminili. Con questa trasformazione è stato possibile operare confronti non solo tra gli anni e fra gli anni all’interno dei generi, ma anche fra i generi.

Le analisi per la significatività statistica hanno riguardato il confronto 2011-2015 e sono state condotte essenzialmente tramite tavole di contingenza per i comportamenti a rischio e confronti fra medie per l’immagine di sé. Per il calcolo della significatività delle variazioni si è utilizzato il test del Chi-quadro, per le tavole di contingenza, e l’analisi della varianza, per il confronto fra medie. Per quanto riguarda i comportamenti a rischio vengono comunque riportati anche i dati percentuali relativi a tutte le indagini precedenti.

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A- Come cambiano i comportamenti a rischio degli adolescenti in 16 anni: variazioni 2011-2015 SICUREZZA STRADALE

Fig. A1-In sedici anni si è molto ridotto il rischio di viaggiare senza cinture raggiungendo il suo minimo nel 2007 anche a seguito degli inasprimenti normativi. Tra il 2011 e il 2015 il rischio continua a rimanere tra il 14% e 13% nella popolazione maschile, mentre passa dall’8,4% al 13,1% fra le ragazze (p<0,1).

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Fig. A2-Dal 2007 i maschi si espongono al rischio di viaggiare con conducenti ubriachi con sempre minor frequenza. Tra il 2011 e il 2015 fra i minorenni questo rischio passa dal 30,1% al 18,7% (p<0,01) e fra i maggiorenni dal 46% al 33,1% (p<0,05).

Fig. A3-Il rischio connesso con salire a bordo di mezzi guidati a un ubriaco dopo un calo tra il 2007 e il 2011, nel 2015 cresce leggermente portandosi al 26,5% tra le minorenni e al 32,9% fra le maggiorenni. Tali variazioni rispetto al 2011 non sono significative.

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Fig. A4-Limitando l’osservazione ai passeggeri non bevitori si osserva una significativa riduzione dell’esposizione al rischi di salire su un mezzo guidato da chi ha bevuto fra i maschi (dal 21,7% al 12,1%; p<0,05), mentre si mantiene intorno a 18-19% fra le ragazze.

ANTISOCIALITÀ

Fig. A5-Negli ultimi quattro anni si osserva un’impennata della quota di maggiorenni che dichiaro di aver subito furti o danneggiamenti in ambito scolastico (dal 6% al 19,9%; p<0,001). Al contrario, nello stesso periodo la quota di minori danneggiati si riduce dal 31,7% a 22,5% (p<0,05).

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Fig. A6-Nei quattro anni si riduce non significativamente la quota di ragazze che dichiarano di aver subito un danneggiamento o un furto in ambito scolastico, arrivando al 17,6% fra le minori e al 9,8% fra le maggiorenni.

Fig. A7-Nel 2015 il coinvolgimento in scontri fisici si riduce di 10 punti percentuali rispetto al 2011 raggiungendo il 23% fra i minori (p<0,05), mentre riguarda il 25%,7 dei maggiorenni senza significative variazioni rispetto a quattro anni prima.

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Fig. A8-Tra il 2011 e il 2015 cresce la quota di ragazze minorenni coinvolte in scontri fisici, cha passa dal 9,3% al 16,5% (p<0,05). Mentre rimane pressoché stabile sul 10%-11% fra le maggiorenni.

Fig. A9-Nel 2015 lo scontro fisico in ambiente scolastico riguarda una quota del 11,5% di minorenni e un 5,9% di maggiorenni. Non si osserva nessuna variazione significativa fra il 2011 e il 2015.

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Fig. A10-Le quote di ragazze coinvolte in scontri fisici in abito scolastico nel 2015 sono molto ridotte (2,1% delle minori e 1,4% delle maggiorenni)) analoghe a quelle rilevate nel 2011. FUMO DI TABACCO

Fig. A11-Nel 2015 dichiarano di aver provato a fumare il 60,3% dei maschi e il 62,1% delle femmine, con variazioni rispetto al 2011 non significative.

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Fig. A12-L’età più frequente della prima sigaretta nel 2015 torna ai 13 -14 anni, al tempo della scuola media, come rilevato tra il 1999 e il 2007, mentre nel 2011 si era posticipata ai 15-16 anni ( biennio delle superiori).

Fig. A13-Anche fra le ragazze, l’età più frequente della prima sigaretta nel 2015 sembra essersi anticipata ai 13 -14 anni(2° -3° media), mentre nel 2011 era intorno al 15-16 anni ( biennio delle superiori).

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Fig. A14-Nel 2015 la quota di fumatori abituali (almeno 2 sigarette al giorno) è del 24,9% fra i maschi e del 26,3% fra le femmine, senza sostanziali variazioni rispetto al 2011 ma con una costante tendenza alla riduzione dal 1999 fra i maschi. ALCOOL

Fig. A15-Nel 2015 dichiarano di aver consumato per intero una bevanda alcolica l’84,3% dei maschi e l’80% delle femmine, percentuali assai simili a quelle rilevate nel 2011.

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Fig. A16-Nel 2015 si conferma che l’età della prima bevanda alcolica per i maschi è tra i 13 e i 16 anni.

Fig. A17-Per le ragazze si conferma nel 2015 che l’età della prima bevanda alcolica è tra i 13 e i 16 anni con una punta fra i 15 e 16 anni.

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Fig. A18-Nel 2015 la quota di minori che dichiarano di essersi ubriacati nell’ultimo mese, pur se consistente, si riduce di quasi 15 punti (dal 45,2% del 2011 al 30,6% del 2015; p<0,005), mentre quella dei maggiorenni raggiunge addirittura il 61,5%, in aumento ma non significativamente rispetto al 2011.

Fig. A19-L’ubriacatura nell’ultimo mese nel 2015 riguarda una quota del 18,7% fra le minori e di ben il 40,4% delle maggiorenni, in crescita seppur non significativa rispetto a 4 anni prima.

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SOSTANZE ILLEGALI

Fig. A20-L’età della prima esperienza del hashish o della marijuana, nel 2015 si concentra dopo i 14 anni con un massimo tra i 15 e i 16 anni.

Fig. A21-Nel 2015 l’età più frequente della prima esperienza con hashish o marijuana appare anticiparsi ai 15-16 anni rispetto ai 17 anni o più del 2011.

41

Fig. A22-Nel 2015 sembra esserci una ripresa di quanti dichiarano di aver fatto uso di hashish o marijuana sia fra i maschi (31,1% contro il 25,8% del 2011; non significativo)) che fra le femmine ( 22,2% contro il 15,0% del 2011; p<0,05).

Fig. A23-Il confronto 2011-2015 nell’uso frequente (tre o più volte nel mese) di droghe “leggere” non mostra differenze significative all’interno dei generi. Nel 2015 riguarda il 7,6 % dei maschi e il 4,7% delle femmine.

42

Fig. A24-Considerando chi ha fumato almeno una volta hashish o marijuana nell’ultimo mese, il confronto 2011-2015 non mostra variazioni significative. Nel 2015 hanno fumato almeno una volta il 15,2% dei maschi e il 12,7% delle ragazze, con un aumento di quasi 5 punti sul 2011 anche se non significativo.

43

Fig. A25-Nel 2015 le risposte alle domande da 25 a 29 confermano che le percentuali di sperimentazione e/o uso di sostanze quali cocaina, ecstasy, pasticche o sostanze iniettabili si situano su livelli tra 1,2% e 2,4% per i maschi e tra lo 0,9% e l’1,8% per le femmine. Dato l’esiguo numero di casi non è possibile valutare la significatività delle variazioni rispetto al 2011.

44

Fig. A26-Considerando il contatto con droghe nel suo insieme, nel 2015 si osserva un significativo incremento rispetto al 2011 (p<0,01). In particolare tale incremento, riferito all’intero campione considerato è dovuto ad hashish e/o marijuana, mentre si registra una leggera flessione delle altre droghe più pesanti.

Fig. A27-L’uso negli ultimi 30 giorni mostra, sull’intero campione, un incremento complessivo rispetto al 2011dovuto ad hashish e/o marijuana, ma la variazione non risulta significativa

45

COMPORTAMENTI SESSUALI

Fig. A28-Nel 2015 sembra ridursi la quota di adolescenti che hanno avuto rapporti sessuali completi, con un calo più marcato rispetto al 2011 fra i maschi, che si avvicina alla significatività (p<0,10).

Fig. A29-I minorenni che hanno già avuto un rapporto sessuale completo nel 2015 risultano il 20,7% e i maggiorenni il 56%. La riduzione rispetto al 2011 per entrambi non risulta significativa.

46

Fig. A30-Le ragazze minorenni che dichiarano nel 2015 di aver già avuto rapporti sessuali completi si riducono al 21,9% dal 30,2% del 2011 con una variazione vicina alla significatività (p<0,10). Le maggiorenni mostrano un leggero incremento dal 62,3% al 65,7%.

Fig. A31-L’età più frequente del primo rapporto completo si sposta dai 16 anni nel 2011 ai 17 anni. nel 2015.

47

Fig. A32-Anche fra le ragazze l’età più frequente del primo rapporto completo si sposta dai 16 anni nel 2011 ai 17 anni. nel 2015, pur rimanendo abbastanza frequente anche a partire dei 14 anni .

Fig. A33-Tra il 2011 e il 2015 aumenta significativamente la promiscuità sessuale dei maschi (p<0,05) riportandosi sui valori riscontrati nelle indagini precedenti al 2011, mentre non varia significativamente, pur diminuendo, quella delle ragazze.

48

Fig. A34-La promiscuità sessuale riferita all’intera vita si riduce significativamente fra i maschi dal 51,7% del 2011 al 37,3% del 2015 (p<0,05), mentre rimane costante intorno al 32% fra le ragazze.

Fig. A35-Nel 2105 sembra incrementare, seppur in modo non statisticamente significativo, l’uso del profilattico fra i maggiorenni passando dal 58% del 2011 al 65,5% del 2011, mentre si mantiene intorno al 54% fra i minorenni.

49

Fig. A36-Le ragazze maggiorenni dichiara nel 2015 un uso più frequente del profilattico (dal 54% del 2011 al 60,4%; statisticamente non significativo), mentre sembra esserci una certa riduzione della frequenza fra le minori (dal 68% al 64,9% nel 2015).

Fig. A37-Negli ultimi quattro anni non sembra essersi sostanzialmente modificato il quadro dei metodi utilizzati per prevenire la gravidanza, anche se si osserva un certo calo dell’uso della pillola anticoncezionale solo parzialmente compensato dall’uso del profilattico.

50

Fig. A38-La percentuale di ragazze che dichiarano di essere rimaste incinta, negli ultimi 4 anni, rimane costante intorno al 4,5%. COMPORTAMENTI ALIMENTARI

Fig. A39-Si osserva che la pratica delle diete sembra ormai coinvolgere anche un 9% di maschi con un costante aumento dal 2003 (era il 3,8%). Questa pratica invece si impenna nel 2015 fra le ragazze passando dal 22% del 2011 all’attuale 35,7% (p<0,001).

51

Fig. A40-La pratica del vomito o dell’assunzione di lassativi per perdere peso continua a coinvolgere quote inferiori al 2% dei maschi e intorno al 6% delle ragazze. WEB E GIOCO Nota: Le domande che seguono sono state poste per la prima volta nella rilevazione 2015.

Fig. A41-Il dato di successo scolastico mostra la già nota superiorità delle ragazze.

52

Fig. A42-L’età in cui più della metà degli adolescenti iniziano ad utilizzare i social network si colloca sui 13-14 anni, con una maggior precocità delle ragazze: circa un 30% inizia tra gli 11 e i 12 anni.

Fig. A43-I maschi risultano passare molto più tempo in giochi delle femmine, con un 45% di ragazzi che dichiarano di passare due o più ore al giorno in rete o sulla play station.

53

Fig. A44-Il 3,3% delle ragazze dichiara di essere stata oggetto di cyber bullismo negli ultimi 12 mesi contro il 2,6 dei ragazzi.

Fig. A45-Quattro ragazzi su dieci e due ragazze su dieci dichiarano di aver giocato d’azzardo almeno una volta nella loro vita.

54

Fig. A46-Oltre il 21% dei ragazzi dichiara di aver giocato a soldi una o più volte nell’ultimo mese contro un 6% delle ragazze.

Fig. A47-Poco meno del 20% dei maschi dichiara di aver speso in giochi almeno 10 euro nell’ultimo mese contro il 5% delle ragazze.

55

Fig. A48-Il luogo in cui gli adolescenti si recano più frequentemente per giocare è la tabaccheria a cui segue il bar con slot-machine.

Fig. A49-Emerge che, in violazione delle norme, quasi il 10% dei minorenni gioca in un esercizio pubblico e un 2,5% on-line.

56

B- Immagine di sé degli adolescenti con diversa esposizione al rischio: confronti 2011 - 2015

°p<0,1

Fig. B1-Confronto fra i profili dei maschi e quelli delle femmine nel 2011 e nel 2015. I profili di maschi e femmine mostrano andamenti simili in entrambe le rilevazioni, ad eccezione del Tono emotivo che nel 2015 appare significativamente minore per le ragazze (p<0,10).

57

*p<0,05

Fig. B2-Confronti 2011-2015 dei profili dei maschi e dei profili delle femmine. Nel 2015 i ragazzi migliorano la propria immagine in maniera statisticamente significativa nel livello delle aspirazioni scolastico-professionali. Per contro, nello stesso anno, nelle ragazze peggiora in modo statisticamente significativo la propria immagine nel tono emotivo, nell’immagine del proprio corpo e nel livello di salute mentale. Migliora significativamente il grado delle aspirazioni scolastico-professionali.

58

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B3-Confronto fra i profili di immagine di sé dei maschi fumatori abituali (almeno due sigarette tutti i giorni) e dei non fumatori nel 2011 e nel 2015. Nel 2011 il profilo dei fumatori si discostava significativamente in senso negativo in 6 delle aree di funzionamento indagate dall’OSIQ (controllo degli impulsi, tono emotivo, coscienza morale, relazioni familiari, padronanza e livello superiore di adattamento). Nel 2015 tutte queste differenze scompaiono. Sembra quindi che i ragazzi attuali che fumano non abbiano una rappresentazione di sé diversa da quella dei non fumatori.

59

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B4-Confronto fra i profili di immagine di sé delle ragazze fumatrici abituali (almeno due sigarette tutti i giorni) e delle non fumatrici nel 2011 e nel 2015. Diversamente da quanto si è osservato per i ragazzi, l’immagine di sé delle fumatrici, che nel 2011 si discostava in modo significativo da quella delle non fumatrici in 7 aree di funzionamento (controllo degli impulsi, tono emotivo, coscienza morale, aspirazioni scolastico professionali, relazioni familiari, salute mentale e livello superiore di adattamento). Nel 2015 include ulteriori abbassamenti dell’immagine del corpo e della salute mentale mentre si attenua la differenza del livello superiore di adattamento. Le fumatrici come i fumatori mostrano più marcati atteggiamenti sessuali.

60

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B5-Confronto fra i profili di immagine di sé dei maschi che si sono ubriacati nell’ultimo mese e degli altri nel 2011 e nel 2015. Nel 2015 sparisce il basso livello di coscienza morale che caratterizzava i bevitori nella precedente rilevazione, mentre mantengono migliori relazioni sociali e atteggiamenti sessuali, e peggiori relazioni familiari.

61

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B6-Confronto fra i profili di immagine di sé delle ragazze che si sono ubriacate nell’ultimo mese e delle altre nel 2011 e nel 2015. Se nel 2011 le ragazze bevitrici si sentivano molto più integrate socialmente delle altre e con qualche problema nelle relazioni familiari, nel 2015 le relazioni sociali non differenziano bevitrici da non bevitrici e interviene un peggioramento della coscienza morale e delle aspirazioni scolastico-professionali.

62

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B7-Confronto fra i profili di immagine di sé dei maschi che hanno fatto uso di hashish o marijuana nell’ultimo mese e degli altri nel 2011 e nel 2015. In quattro anni le differenze fra i gruppi rimangono sostanzialmente le stesse anche se nel 2015 la distanza nelle relazioni familiari (peggiore per i fumatori) non raggiunge più la significatività statistica.

63

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B8-Confronto fra i profili di immagine di sé delle ragazze che hanno fatto uso di hashish o marijuana nell’ultimo mese e delle altre nel 2011 e nel 2015. Il confronto fra consumatrici e non consumatrici offre un quadro di netto peggioramento delle prime nel passaggio dal 2011 al 2015. Nel 2011 si osservava per le fumatrici di sostanze un deficit nella coscienza morale e una sovrastima delle proprie attitudini sessuali, nel 2015 i deficit si estendono a tutte le aree con l’eccezione delle relazioni con i coetanei.

64

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B9-Confronto fra i profili di immagine di sé dei maschi che hanno già avuto un rapporto sessuale completo e degli altri nel 2011 e nel 2015. Nel 2011 il confronto mostrava un deficit di chi aveva avuto rapporti nella coscienza morale, nelle relazioni familiari, nel senso di padronanza del mondo esterno, nella forza dell’io (livello superiore di adattamento) mentre chi non aveva avuto rapporti si descriveva con basso livello di attitudini sessuali. Nel 2015 con compaiono più differenze significative fra chi ha avuto e chi non ha avuto rapporti se non per il più basso livello di attitudini sessuali del gruppo che non ha avuto rapporti.

65

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B10-Confronto fra i profili di immagine di sé delle ragazze che hanno già avuto un rapporto sessuale completo e delle altre nel 2011 e nel 2015. Nel 2011 le ragazze che avevano avuto rapporti si descrivevano con relazioni coi coetanei, atteggiamenti sessuali e benessere mentale significativamente migliori delle altre, ma con qualche difficoltà nelle relazioni familiari. Nel 2015 le differenze fra i gruppi risultano significative solo nella coscienza morale, inferiore in chi ha avuto rapporti, e nelle attitudini sessuali, ritenute molto modeste dalle ragazze che non hanno avuto rapporti.

66

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B11-Confronto fra i profili di immagine di sé dei maschi che usano il profilattico e di quelli che non lo usano nel 2011 e nel 2015. Nel 2011 non si osservavano differenze significative fra chi usa e chi non usa il profilattico se non per una difficoltà nei rapporti sociali con i coetanei nel gruppo di chi non usa il preservativo. Nel 2015 questa differenza non è più significativa, mentre chi non usa il profilattico mostra ora una sovrastima del controllo dei propri impulsi e significative difficoltà nei rapporti familiari.

67

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B12-Confronto fra i profili di immagine di sé delle ragazze che usano il profilattico e di quelle che non lo usano nel 2011 e nel 2015. Nel 2011 le ragazze che non usano il profilattico si distinguevano per un più basso tono emotivo e più marcate attitudini sessuali. Ne 2015 chi non si protegge ha una elevata immagine del proprio corpo, si descrive con attitudini sessuali quasi esagerate e con un marcato senso di benessere mentale.

68

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B13-Confronto fra i profili di immagine di sé delle ragazze che attuano comportamenti alimentari pericolosi o potenzialmente pericolosi e delle ragazze che non li attuano. Nel passaggio dal 2011 al 2015 si mantengono alcune problematicità nel profilo di chi si pone a rischio, quali il controllo degli impulsi, il basso livello di tono emotivo, la scarsa immagine del proprio corpo, la bassa coscienza morale e le difficoltà nelle relazioni familiari. Nel 2015 non risulta più critico il livello di coscienza morale, ma appaiono problemi nelle relazioni sociali con i coetanei e nel livello di salute mentale.

69

Fig. B14-Profilo dell’immagine di sé dell’unico soggetto( una ragazza di 16 anni) che dichiara di essere stato vittima di cyber bullismo. Come si può osservare, controllo impulsi, tono emotivo e immagine del corpo sono gravemente sotto la media (anche più di due deviazioni standard sotto la media), come pure il livello di relazioni sociali e di salute mentale. Al contrario coscienza morale, aspirazioni scolastiche e professionali e qualità delle relazioni familiari risultano molto elevate.

*p<0,05; °p<0,10

Fig. B15-Il grafico evidenzia come gruppi con diverso grado di successo scolastico mostrino differenti profili di immagine di sé in numerose aree di funzionamento e come il livello di immagine migliori in relazione al miglioramento del livello di successo scolastico. In particolare le aree in cui si osserva un effetto del livello di successo sono il controllo degli impulsi, la coscienza morale, le aspirazioni scolastiche e professionali, le relazioni familiari, il senso di padronanza del mondo esterno e il livello superiore di adattamento.

70

C- L’esposizione ai rischi di gruppi costituti in base al consumo esclusivo o concomitante di sostanze (dati 2015)

P<0,01

Fig. C1-Il 66% delle ragazze e il 58% dei ragazzi non utilizza alcuna sostanza. L’utilizzo delle sostanze differenzia maschi e femmine. I primi si espongono più frequentemente all’uso smodato dell’alcol e all’uso concomitante di sostanze, mentre le seconde si caratterizzano per un maggior uso abituale esclusivo del tabacco. La frazione di intervistati denominata “misto” include quanti utilizzano sostanze cosiddette “pesanti”, la quale per la sua esiguità non verrà più considerata nelle analisi successive.

71

P<0,05

Fig. C2-Si osserva come l’esposizione al rischio aumenta progressivamente passando da chi non usa alcuna sostanza a chi associa il fumare con il bere e l’uso di hashish o marijuana.

P<0,01

Fig. C3-Rispetto a quella del gruppo che non usa sostanze (13,8%), la percentuale del gruppo dei soli fumatori che dice di aver viaggiato su vetture guidate da una persona che aveva bevuto è doppia e diviene più che tripla (circa il 45%) nei gruppi che abusano solo di alcol da solo o anche di tabacco e hashish.

72

P<0,001

Fig. C4-La propensione alla violenza fisica cresce nei gruppi che utilizzano sostanze, coinvolgendo più del 36% di chi utilizza più sostanze.

P<0,001

Fig. C5-Emerge una relazione fra uso di sostanze e esperienza del rapporto sessuale completo, più evidente per le ragazze dove la percentuale dell’esperienza tra le fumatrici di solo tabacco o di tabacco assieme a alcol e hashish supera il 70%.

73

Fig. C6-Non sembra essere presente un rapporto fra uso di sostanze in maniera esclusiva o in concomitanza e l’esposizione al rischio di rapporti sessuali non protetti. Le percentuali di mancato uso del profilattico all’interno dei gruppi variano da un massimo intorno 39% fra chi non usa alcuna sostanza e chi le usa tutte, al 29% di chi usa solo l’alcol in modo smodato.

P<0,001

Fig. C7-Appare una chiara relazione fra l’uso di sostanze e il gioco d’azzardo. Meno del 7% di chi non usa sostanze ha giocato negli ultimi 30 giorni, mentre tale comportamento raggiunge il 25% fra chi fa uso concomitante di più sostanze.

74

D- Il rapporto fra insuccesso scolastico ed esposizione ai rischi (dati 2015).

P<0,001

Fig. D1-Il grafico mostra con chiarezza la relazione fra grado di successo scolastico e la propensione a mettersi in pericolo salendo su auto guidate da qualcuno che aveva bevuto.

P<0,001

Fig. D2-Emerge un chiaro legame fra esiti scolastici e coinvolgimento in scontri fisici.

75

P<0,001

Fig. D3-Risulta significativa la relazione fra fumo abituale (almeno 2 sigarette al giorno) e il risultato scolastico

P<0,005

Fig. D4-Esiste una relazione significativa fra grado di successo scolastico e bere smodato anche se differenze fra le percentuali all’interno di chi ha successo e di chi è gravemente in difficoltà scolastica non paiono così marcate come in altri comportamenti a rischio.

76

Fig. D5-Non sembra essere presente nessuna correlazione fra successo scolastico e propensione all’esperienza di rapporti sessuali completi.

P<0,05

Fig. D6- Chi va bene a scuola sembra meno portato ad esporsi al rischio di rapporti non protetti di chi presenta problemi.

77

P<0,001

Fig. D8-Esiste una relazione fra successo scolastico e sperimentazione di sostanze illegali, ma solo fra chi va bene a scuola tale sperimentazione è marcatamente ridotta.

P<0,001

Fig. D9-La relazione fra successo scolastico e uso di sostanze illegali è significativa. La frequenza di soggetti che usano di sostanze fra chi ha molte insufficienze è oltre tre volte quella fra chi a scuola ha successo.

78

P<0,01

Fig. D10- Se non sembrano esserci grandi differenze nella propensione al gioco d’azzardo fra chi non ha insufficienze e chi ne ha qualcuna, troviamo che nel gruppo con molte insufficienze percentuale di giocatori raddoppia.

79

E- L’esposizione all’uso di alcol e sostanze psicotrope di fumatori e non fumatori (confronti 2011- 2015)

Fig. E1-Il grafico mostra con evidenza che chi è fumatore abituale ha una probabilità quasi tre volte maggiore di essere anche bevitore smodato rispetto a chi non fuma e che sostanzialmente non vi sono variazioni negli ultimi quattro anni.

Fig. E2-La quota di non fumatori che entra in contatto con droghe (perlopiù hashish) nel 2011 è di circa uno su dieci con una leggera crescita nel 2015. Quella di fumatori è più di uno su due nel 2011 per salire nettamente a due su tre nel 2015.

80

Fig. E3- L’uso negli ultimi trenta giorni di sostanze psicotrope (quasi esclusivamente hashish) fra i non fumatori riguarda circa un giovane su venti, e si mantiene costante negli ultimi 4 anni. Questo comportamento risulta notevolmente più diffuso fra i fumatori riguardando nel 2015 otto giovani su venti.

81

ALLEGATO Guida alla lettura delle scale dell’Offer (OSIQ) L’OSIQ fornisce un significato del Sé come la somma delle esperienze e delle idee dell’individuo rispetto a se stesso più o meno chiaramente definite e articolate in uno schema di sé o sistema sé. E’ costituito di 130 affermazioni per ciascuna delle quali il/la ragazzo/a deve esprimere il grado in qui si sente descritto dall’affermazione stessa su una scala a 6 punti. Gli item vanno a coprire 11 aree di contenuto considerate importanti nel mondo psicologico dell’adolescente che sono relative ai sentimenti, desideri, fantasie, preoccupazioni, al controllo degli impulsi (tolleranza delle frustrazioni e agire impulsivo), al tono emotivo (equilibrio emotivo; instabilità affetti), all’immagine del corpo,(disagio nei confronti delle propria immagine corporea) ai valori che condividono con il gruppo dei pari alle relazioni sociali, (qualità delle relazioni con i coetanei), alla coscienza morale, (responsabilità e senso del dovere), alle aspirazioni professionali ed educative, (impegno nel portare a termine i compiti )all’ integrazione delle pulsioni sessuali emergenti, agli atteggiamenti sessuali, (sentimenti e atteggiamenti verso l’altro sesso)agli atteggiamenti verso la famiglia alle relazioni familiari, (cosa prova verso i genitori) alle capacità di affrontare le difficoltà e capacità adattamento, alla padronanza del mondo esterno:(grado di adeguazione alle richieste mondo esterno) alla psicopatologia, (sintomi di psicopatologia clinica) al livello superiore di adattamento.(misura della forza dell’io) al coinvolgimento a favore della collettività. Egli individua cinque aspetti di sé: il sé psicologico, sociale, sessuale, familiare e di adattamento e padronanza del mondo esterno (Coping). 1. Sé Psicologico: il "Sé Psicologico" e' costituito da item che

indagano i sentimenti, i desideri, le fantasie e le preoccupazioni dell’adolescente. Le scale che costituiscono questo Sé sono: PS-1 Controllo degli impulsi: misura quanto l'Io dell'adolescente è in

grado di controllare le pressioni emotive, provenienti sia dal mondo interno che da quello esterno. es.: a. Anche sotto pressione cerco di rimanere calmo. b. Ho molti risentimenti.

Un punteggio basso indica che l'adolescente ha una struttura difensiva debole: la sua capacità di tollerare le frustrazioni è insufficiente, ed egli agisce spesso in modo impulsivo. Un punteggio alto indica invece che l'Io dell'adolescente e' ben sviluppato, ed egli è in grado di rimandare le gratificazioni.

PS-2 Tono emotivo: misura il grado di armonia emotiva interna dell’apparato psichico, e cioè se la struttura affettiva è stabile o instabile:

82

es.: a. Mi piace la vita. b. Sono molto ansioso.

Un punteggio basso Indice scarsa capacità di mantenere un equilibrio emotivo, e una grande instabilità degli affetti. Un punteggio alto indica invece che l'adolescente è in grado di sperimentare in modo soddisfacente una vasta gamma di emozioni.

PS-3 Immagine di sé e del corpo: questa scala misura quanto l'adolescente si senta a proprio agio rispetto al proprio corpo. es.: a. Sono orgoglioso del mio corpo. b. Spesso mi sento brutto e non attraente. Un punteggio basso indica uno stato di disagio nei confronti della propria immagine corporea, soprattutto relativamente ai cambiamenti avvenuti nella adolescenza. Un punteggio alto indica che l'adolescente possiede un concetto di sé ben strutturato, con confini corporei ben definiti.

2. Sé Sociale: gli adolescenti vengono spesso identificati con il gruppo

di amici che frequentano e i valori che vi condividono: nel "Sé Sociale" viene misurato come essi percepiscono i rapporti interpersonali e quali siano loro atteggiamenti morali e le loro aspirazioni. Le scale che costituiscano queste aree del sé sono: SS-1 Relazioni sociali: misura la qualità delle relazioni Interpersonali e in particolare del rapporti con i coetanei. es.: a. Essere con altra gente mi fa star bene. b. Preferisco stare solo piuttosto che con ragazzi della mia età. Un punteggio basso Indica che l'adolescente non ha sviluppato relazioni soddisfacenti. e che egli si sente solo e isolato. Un punteggio alto indica una buona capacità di rapporto emotivo con gli altri.

SS-2 Morale: misura il livello di responsabilità e di senso del dovere. es.: a. Non farei mai del male a qualcuno solo per il gusto di farlo. b. Dire la verità per me non ha importanza. Un punteggio basso indica uno sviluppo insufficiente delle istanze morali. Un punteggio alto indica la presenza di senso del dovere, responsabilità, preoccupazione per gli altri.

SS-3 Aspirazioni: misura quanto l'adolescente si stia impegnando a portare a termine compiti specifici quali lo studio e la progettazione del proprio futuro professionale. es.: a. Mi fa piacere fare bene un lavoro. b. Solo gli stupidi lavorano. Un punteggio basso indica che l'adolescente ha delle difficoltà in campo scolastico e nella progettazione del proprio futuro. Un punteggio alto indica che l'adolescente trae profitto dal proprio lavoro scolastico ed è in grado di progettare il proprio futuro.

83

3. Sé sessuale: in questa area del Sé si analizza come le pulsioni

sessuali emergenti vengano integrate dall'adolescente nella propria vita psicosociale. Il Sé sessuale e' costituito da un’unica scala: SXS Atteggiamenti sessuali: misura i sentimenti, gli atteggiamenti e il

comportamento dell'adolescente verso il sesso opposto. es.: a. Le esperienze sessuali mi danno piacere. b. I ragazzi /le ragazze mi considerano una noia. Un punteggio basso indica un atteggiamento abbastanza problematico verso la sessualità. Un punteggio alto Indica una adeguata apertura nei confronti della sessualità.

4. Sé familiare: i sentimenti e gli atteggiamenti dell’adolescente verso

la famiglie rivestono una importanza cruciale per le sua salute psicologica generale: la famiglia contribuisce infatti allo sviluppo positivo del l 'adolescente più di qualsiasi altra variabile psicosociale. Il sé familiare è costituito da un'unica scala: FS: atteggiamento verso la famiglia: misura che cosa l’adolescente prova verso ì propri genitori, che tipo di rapporto ha con i l padre e con la madre, qual’è l’atmosfera emotiva della famiglia. es.: a. posso quasi sempre contare sui miei genitori b. Cerco di stare più che posso fuori casa. Un punteggio basso indica che l'adolescente non va d’accordo con i propri genitori. e ha difficoltà di comunicare con loro. Un punteggio alto indica che il rapporto con i genitori è positivo.

5. Sé Coping": quest'area del Sé si riferisce alle risorse che

l'adolescente possiede per affrontare le difficoltà, e alla sua capacità di adattamento. Le scale che la compongono misurano le eventuali difficoltà nell'adattamento e le modalità che l'adolescente utilizza per superare i problemi che gli si presentano. Queste scale sono: CS-1 Padronanza del mondo esterno: misura quanto l'adolescente riesce ad adattare le proprie risorse interne all'ambiente esterno. es.: a. Quando decido di fare una cosa, la faccio. b. Sento di non aver talento per nulla. Un punteggio basso indica che l'adolescente pensa di non essere in grado di adeguarsi alle richieste dell’ ambiente e portare a termine un compito. Un punteggio alto indica che l'adolescente possiede un Io sano e si sente in rado di affrontare adeguatamente le eventuali difficoltà. CS-2 Salute mentale: misura che non vi siano sintomi evidenti di

psicopatologia. es.: a. Nessuno riesce a ferirmi salo perché non mi apprezza. b. Sono quasi sempre confuso.

84

Un punteggio basso indica la presenza di psicopatologia a livello clinico. Un punteggio alto indica una relativa assenza di evidente psicopatologia.

CS-3 Livello superiore di adattamento: questa scala può essere

definita come una misura della forza dell'Io. es.: a. Mi piace avere a che fare con nuovi argomenti intellettuali. b. Sono sicuro che non sarò in grado di assumermi responsabilità per me stesso nel futuro.

Un punteggio basso indica che l'adolescente non si sente in grado di utilizzare l'esperienza razionale ed emotiva ai fini di un migliore adattamento. Un punteggio alto indica che l’adolescente possiede adeguate risorse per elaborare strategie per affrontare i compiti futuri.

85

Indice

Presentazione del Direttore generale dell’ULSS n.1 – Belluno…… 3

Presentazione del Presidente della Cooperativa Le Valli…………. 4

Perché ancora una ricerca sugli adolescenti?................................ 6

La ricerca

Il metodo e gli strumenti ………………………………….. 9

Qualche costante e alcune novità ………………………. 10

Il legame tra l’essere fumatore e l’uso di alcool e

sostanze psicotrope ………………………………………..

17

L’immagine di sé e i suoi cambiamenti ………………... 17

I nuovi comportamenti a rischio esplorati …………….. 27

In sintesi ……………………………………………………... 24

Appendice statistica

Introduzione………………………………………………….. 27

A- Come cambiano i comportamenti a rischio degli

adolescenti in 16 anni: variazioni 2011-2015 …………..

30

Sicurezza stradale ……………………………… ... 30

Antisocialità ………………………………………… 32

Fumo di tabacco …………………………………... 35

Alcool ……………………………………………….. 37

Sostanze Illegali …………………………………… 40

Comportamenti sessuali ………………………….. 45

Comportamenti alimentari ………………………... 50

Web e gioco ……………………………………….. 50

B- Immagine di sé degli adolescenti con diversa

esposizione al rischio: confronti 2011 – 2015 …………

56

C- L’esposizione ai rischi di gruppi costituti in base al

consumo esclusivo o concomitante di sostanze (dati

2015) …………………………………………………………..

70

D- Il rapporto fra insuccesso scolastico ed

esposizione ai rischi (dati 2015) …………………………

74

E- L’esposizione all’uso di alcol e sostanze

psicotrope di fumatori e non fumatori (confronti 2011-

2015) …………………………………………………………..

79

Allegato

Guida alla lettura delle scale dell’Offer (OSIQ) ……….. 81