Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

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Psicologia della percezione, filosofia della conoscenza e fondamenti dell'identità spirituale nelle immagini dell'Arte Rinascimentale

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MHEDITOREPietro Negri EditoreCorso Palladio,17936100 Vicenza

DIRETTORE RESPONSABILEMaria Elena Bonacini

QUADERNI TRIMESTRALIprezzo di copertina €10Aut. del Tribunale di Vicenzan° 1115 del 12.09.2005ROC n° 13974

ABBONAMENTI1 anno/4 numeri Italia €30 Europa €50Arretrati €12Ufficio [email protected]. +039 0444 327976Pagamento tramite bollettino postale intestato a Pietro Negri EditoreC/C n° 70951959

PROGETTO GRAFICO Patrizia [email protected]

STAMPAGrafiche Corrà, S. Bonifacio (VR)

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E’ vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della rivista senza l’autorizzazionescritta di Pietro Negri Editore.

QUADERNI DELL’ARTE ALCHEMICA N. 3: alchimia della percezione razionale

REDAZIONECorso Palladio,17936100 [email protected] in rete:www.museohermetico.comwww.equilibriarte.org/museohermetico

AUTORIMarta BreuningCecila Gallerani Ginevra BenciLucrezia CrivelliGiovanna Feltria

COLLABORATORI:Chi volesse collaborare alla rivista con articoli,suggerimenti e materiale iconografico (sempregradito), verrà preso in considerazione dallaredazione e menzionato tra i collaboratori.Il materiale deve essere spedito unicamente per posta elettronica.

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MUSEOE M B L E M I D E L L A C O N O S C E N Z A

HERMETICO

Sommario02. EDITORIALE

Il paradigma alchemico

04. ARTE ALCHEMICA La misura come criterio

09. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE La purificazione del Mercurio

12. ALCHIMIA DELLA PERCEZIONE RAZIONALESaulo il Centauro

21. ALCHIMIA DEL COSCIENZA RAZIONALELa ricerca razionale della felicità

24. FILOSOFIA DELLA CONOSCENZALa genesi della coscienza corporea

34. INIZIAZIONI ALL’ARTE Elogio della lucidità

38. EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVAHoly Smoke, istinto di conoscenza

50. FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALEKènosis e rinascita dell’io

54. EMBLEMI DELLA TRASFORMAZIONE SPIRITUALEUna logica superiore

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verità si riconosce contestualmente alla verifica degli errori indotti dagli strumenti di

misura e dai sistemi metodologici. La costruzione delle teorie scientifiche, filosofiche

e spirituali si fonda sulla coerenza logica delle tesi che sostengono le ipotesi, ma non si deve

trascurare di esplorare “il sottosuolo invisibile” dei paradigmi. Ogni discorso che riguarda la

natura dell’uomo, l’origine della coscienza e il significato della vita ha “radici” molto profonde nel

processo culturale di selezione di alcuni concetti dominanti rispetto ad altri al fine di dotare il

discorso logico di uno specifico criterio di intelligibilità. Mentre il paradigma razionale erige la

“Grande Torre”, partendo dal presupposto che la creazione del mondo è opera di un “Dio

invisibile” (Scienza e Fede) che trascende la dimensione corporea dell’esperienza, il paradigma

alchemico “fa crescere” l’albero della conoscenza sul terreno della “filosofia naturale” in grado di

nutrire il tronco (il tronco encefalico) fino al sistema riproduttivo delle gemme (le ghiandole della

testa), dei fiori (i lobi frontali) e delle mele (i due emisferi cerebrali) con la linfa vitale generata da

un “Dio corporeo” che dimora all’interno dell’essere. La “Torre di Babele” dipinta da Brueghel

invita lo sguardo ad osservare con attenzione le diverse tecniche di costruzione del sapere che

origina dalla razionalità creativa degli uomini. La differenza sostanziale che esiste tra il sapere

scientifico e filosofico (la parte sinistra della torre rivolta verso la terra) da quello religioso e

psicologico (la parte destra della torre rivolta verso il mare), dipende dall’abilità del pensiero

razionalizzatore di strutturare un sistema logico, forte, coerente e privo di cedimenti nelle parti

Il paradigma alchemico

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La

Pieter Brueghel, La Grande Torre, 1563S. Trismosin, Splendor Solis, XVI ° secolo

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fondative. La critica di Brueghel è chiara e inequivocabile: nessuno dei due sistemi di pensiero è

in grado di portare a compimento l’opera. La conoscenza ‘pertinente’ la felicità dell’uomo che

origina dal pensiero scientifico è destinata a crollare sotto il suo stesso peso teorico e

metodologico, mentre la conoscenza che evolve dal pensiero intuitivo implode e si disgrega

velocemente nel tempo, per poi ricostruirsi all’infinito sulle proprie macerie. La coscienza critica

di Brueghel sintetizza i limiti del pensiero occidentale che disconosce la presenza sottile, occulta

e invisibile del “paradigma culturale” codificato in tutti gli individui, anche in quelli più evoluti

intellettualmente, ignari di ricalcare schemi di pensiero conformi alla comprensione razionale

acquisita attraverso l’educazione, l’istruzione e l’influsso dei sistemi cognitivi dominanti. A

differenza della conoscenza razionalizzatrice che rimane “esterna” alla dimensione evolutiva

dell’individuo, il sapere alchemico non si fonda su dogmi religiosi o dimostrazioni scientifiche,

ma emerge all’interno dell’individuo che decide di annullare, convertire e sospendere ogni forma

di pensiero che si prefigga di erigere templi, chiese e “massimi sistemi”. Anche l’albero della

conoscenza razionale e intuitiva (la corona del Re) che origina dalla ricerca filosofica deve

deperire e seccarsi affinchè l’alchimista sia costretto a praticare l’introversione della libido (la

serpe) e realizzare autonomamente la comprensione della verità interiore (la serpe con le ali e

la corona). La comprensione della verità procede per gradi salendo con cautela sulla scala dei

filosofi alchimisti, affinchè sia possibile per chiunque eliminare le fronde (e i fronzoli) inutili.agliare

accuratamente la zona invisibile dei paradigm

MH Quaderni di viaggioEditoriale

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LA MISURA COME CRITERIO

Nel XX secolo sono giunti a compimento i molteplici sistemi della conoscenza messi in atto

dai processi di razionalizzazione delle risorse, delle informazioni e delle esperienze analitiche

elaborati dalla scienza empirica che prende avvio dalla ragione illuminista.

Quattro secoli di evoluzione degli strumenti di indagine, delle tecniche di ricerca e dei metodi

di analisi hanno generato il benessere materiale peculiare della società occidentale e nello

stesso tempo sancito un diverso rapporto dell’uomo rispetto alla natura e al proprio agire

all’interno di essa. Ogni forma di conoscenza dell’uomo, della natura o della materia si esplicita

per mezzo di un metodo razionale di misura che si prefigge di esplorare le potenzialità di

utilizzo e le possibilità di sfruttamento di ciò che si possiede e si manipola attraverso la tecnica.

La tecnica è un dato originario dell’essere umano. Attraverso le mani, l’uso degli strumenti e

la manipolazione della materia l’individuo realizza la ‘civilizzazione dei bisogni’.

Nella “città dei porci”, come la chiama Platone (Libro II), lo scopo della tecnica è la

soddisfazione dei bisogni corporei elementari, mentre nella “città opulenta” le tecniche

dovranno soddisfare i piaceri per cui “occorrerà mobilitare anche l’arte della pittura e della

decorazione e procurarsi oro, avorio e ogni genere di materiale prezioso.” La realizzazione di

ciò che è utile, buono e ragionevole per se stessi e gli altri richiede la conoscenza di un metodo

di misura (la coscienza) che non può non dipendere da una specifica tecnica (la

consapevolezza di sè) in grado di delimitare con precisione, come un compasso, la sfera dei

bisogni materiali dalla sfera dei bisogni spirituali. La scelta di ciò che è conveniente, opportuno

e giusto per gli individui e la collettività dipende quindi dal tipo di paradigma che l’individuo

sceglie di utilizzare affinchè gli strumenti della coscienza razionale (le Virtù morali) siano in

grado di esplicitarsi attraverso tecniche di misurazione (le regole, le norme e le leggi)

controllate dalla Ragione. Come afferma Platone, “nella tecnica di misurazione occorre

distinguere una sezione che comprende tutte le tecniche che misurano il numero, la lunghezza,

l’altezza, la larghezza e la velocità rispetto ai loro contrari, e un’altra sezione che comprende

MHARTE ALCHEMICA IL MAGISTERO DELLA COSCIENZA

“La tecnica si genera solo quando, da molte osservazioni d’esperienza, si forma un giudizio generale ed unico riferibile a

tutti i casi simili.” (Aristotele, Metafisica, Libro I)

Marta Breuning

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IL CONTENIMENTO

Non è azzardato affermare che

l’avvento della”cultura alternativa”

negli anni ‘60 e l’esplosione dei

fenomeni sociali, politici e artistici

collegati all’ espressività corporea

giovanile e femminile, abbiano fatto

riemergere alla coscienza collettiva una

diversa visione della vita e delle finalità

del vivere.Il paradigma alchemico cova

sotto la cenere della libido creativa

soffocata dalla morale, dalla religione

e dalla cultura di massa. Non esiste

infatti un modello di pensiero

dominante sull’altro; un fondo

conflittuale permane tra le ragioni

dell’anima e le ragioni dell’ego

razionale, ed è inscritto nel codice

genetico. L’alchimista è l’individuo che

misura l’istinto, la pulsione e la libido

come criterio cardine della sua

evoluzione, consapevole che la “pietra

rossa”, simbolo della consapevolezza di

sè, lo condurrà a “rotolare” sul

sentiero della trasformazione del

desiderio in amore, creatività,

conoscenza di sè e coscenza del

mondo. L’alchimia del pensiero

razionale, frutto proibito

dell’introversione dell’energia creativa

(la melanconia generosa), conduce a

riesaminare l’efficacia del paradigma

scientifico/religioso.

L’alchimista si fa Padre di se stesso (la

Ragione alchemica) e misura il mondo

interiore sulla base di una precisa

convinzione: il “contenimento verbale”

della pulsione psichica è condizione

sufficiente per uscire dalla “cornice”

culturale e religiosa che “canonizza”,

da sempre, l’esperienza evolutiva

dell’anima occidentale. La parola di

Cristo (il Verbo, figlio della Ragione)

circoscrive ogni forma di reazione e

sollecita, come limite estremo, a

“porgere l’altra guancia”, metafora

dell’annullamento dell’orgoglio da cui

può emergere una diversa coscienza

di sè.

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tutte le tecniche che perseguono la giusta misura, e quindi il conveniente, l’opportuno, il

dovuto e tutto ciò che tende al mezzo tra gli estremi.” (Platone, Politico). L’arte di misurare

con il compasso sezioni sempre più ampie, metafora di una progressiva espansione della

conoscenza della natura umana, è uno dei fondamenti dell’Alchimia spirituale che, al pari della

Politica nel mondo materiale, si prefigge di stabilire una “Tecnica Regia” con cui giungere a

definire, senza nessun dubbio o contestazione, ‘una scienza suprema in riferimento alla quale

le cose ritenute moralmente giuste per l’anima diventano effettivamente utili e giovevoli per

l’individuo che sperimenta quotidianamente il conflitto con la “libido” altrui. Il Cristo Pantografo

è una delle immagini più significative dell’Alchimia del pensiero razionale e descrive

simbolicamente una specifica iniziazione alla “realtà terrestre” in cui tutti fenomeni (sociali,

politici, economici, culturali) scaturiscono dal bisogno materiale (le visceri rosse), dalla libido di

espandere ricchezza e potere (gli intestini frastagliati) e dalla necessità di ristabilire un ordine

sociale in cui possa di nuovo essere rinnovata la ricerca del piacere e del confort (la guaina

blu, metafora della cultura e dell’arte). Il cerchio tracciato dal compasso, metafora di una

precisa conoscenza del nucleo centrale da cui partire per circoscrivere la realtà interiore,

delimita la dimensione viscerale dell’individuo dal mondo in cui è invece vigile la

consapevolezza di sè (il piede destro è fuori dalla cornice). L’alchimista deve esercitarsi

nell’arte di “circoscrivere” e “separare” i bisogni che caratterizzano la parte “animale”, legata

agli istinti e alle pulsioni biopsicosomatiche, dai desideri e dalle aspirazioni dell’anima. La ‘tecnica

del pantografo’ non è quella di discriminare moralmente la parte animale da quella

propriamente umana, ma di rendere visibile e manifesto ciò che appartiene alla sfera degli

istinti al fine di identificare, percepire, giudicare e distinguere l’azione dell’uomo giusto,

consapevole di sè e del proprio karma genetico, dall’azione di chi occulta la propria natura

sotto i panni del censore o del castigatore dei costumi e “proietta” il desiderio con sottili arti

mistificatorie, come la buona educazione e la falsificazione delle apparenze.

.

LA PICCOLAOPERA

Dio Padre misura il mondo conil compasso, Bible Moralisèe, 1250

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ARTE ALCHEMICAIl Magistero della coscienza05. Il contenimento

1. PSICOLOGIA DELLA PERCEZIONELe chiavi della consapevolezza09. purificazione della percezione

2. FILOSOFIA DELLA CONOSCENZALe opere della coscienza alchemica21. Physica subterranea

3. INIZIAZIONI ALL’ARTE ALCHEMICAI codici dell’esperienza creativa35. Brueghel: l’ascensione alchemica

4. FONDAMENTI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALEI simboli della trasformazione53. La volontà spirituale

“D obbiamo riconoscere e ammettere quel che la matematica è, a cosa essa sostanzialmente serva per l’indagine

della natura e d’altra parte ciò che non le spetta e in quale deplorevole smarrimento la scienza e l’arte sono cadute per

l’uso sbagliato che se ne è fatto nell’epoca della sua rinascita” (J.W.Goethe, Aforismi 147)

“L’ uomo in se stesso, in quanto si serve dei suoi sensi sani, è lo strumento fisico più grande e più esatto che vi possa

essere; e questa è appunto la più grande disgrazia della fisica moderna, che cioè si sono quasi distaccati gli esperimenti

dall’uomo e si vuole conoscere la natura soltanto attraverso ciò che gli strumenti artificiali ci mostrano, e anzi con essi si

vuol limitare e dimostrare quello che essa sa fare” (J.W. Goethe, Aforismi 367)

Theses

MHSCIENZA ALCHEMICA THESES/HYPOTHESESES

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ELIXIR RUBEUMEmblemi della percezione cognitiva16. L’alabarda di Pallade17. Conversione e folgorazione di Saulo

THEATRUM CHEMICUMEmblemi della conoscenza intuitiva 27. Il rinnegamento di Pietro28. La razionalità anagogica

Allegorie della conoscenza intuitiva31. La percezione dell’anima razionale

ARS CHEMICAEmblemi dell’esperienza creativa39. La Bottega del Maestro40. La tecnologia del Se45. La religione del divenire47. La nascita di Venere Urania

SYMBOLA AUREAEmblemi della trasformazione spirituale51. Il gatto con gli stivali e Matrix

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Hypotheses

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LA PURIFICAZIONE DEL MERCURIO

L’educazione alla consapevolezza sensoriale è la base formativa indispensabile per sperare di

evolvere la naturale pulsione psichica e la libido autorefente in coscienza morale, etica e

spirituale. La consapevolezza sensoriale, rappresentata dagli alchimisti come un serpente regale

attorcigliato in tre spire lungo la spada, simbolo dell’introspezione, è la prima delle funzioni che

l’anima sviluppa prima di assorbirsi nelle qualità della mente (il Mercurio). La capacità

dell’individuo di espandersi con successo nel mondo dipende in larga misura dal ruolo svolto

dalla percezione (introspezione/spada ritratta - proiezione/spada protesa in avanti) di

diventare una vera e propria arma (e quindi tecnica) di trasformazione dell’energia primaria in

coscienza sensoriale. In questo eterno gioco di Hermes di modellare l’intelligenza in rapporto

all’azione/percezione (Venere/Marte) subentrano i consueti fattori dell’avidità,

dell’egocentrismo e della libido cognitiva di trarre vantaggio dall’abilità della percezione

razionale (il grifone) di selezionare gli strumenti della ragione più utili e convenienti

all’espansione dell’individuo nel mondo materiale. Il grifone proteso in avanti sulla punta della

spada descrive simbolicamente la facoltà della “proiezione critica” di valutare in anticipo

l’efficacia delle proprie azioni. Questa forma di intelligenza, peculiare della “volpe” che rinuncia

a cogliere l’uva posta “troppo in alto” per perseguire obiettivi più immediati e gratificanti,

costituisce il modello occidentale di sviluppo delle facoltà razionali che caratterizza l’età

moderna. Attraverso la “proiezione critica” l’individuo affina la capacità tecnica di utilizzare gli

strumenti della percezione (il cannocchiale, il microscopio, il sondaggio) e della matematica (i

diagrammi, le iperbole e le parabole) per esplorare l’orizzonte, razionalizzare le risorse,

sfruttare al massimo le opportunità e i cicli produttivi e pianificare le azioni da compiere. Lo

sviluppo della capacità di calcolo avviene parallelamente alla capacità della mente di

comprendere la realtà attraverso i numeri, i simboli, le mappe geografiche e le funzioni

matematiche in quanto strumenti della Ragione (e in seguito del Capitale e del Mercato) che

anticipano gli esiti delle azioni da compiere. “Quando nell’età moderna Cartesio inaugura la

“Qual’è del resto il rapporto del matematico con la coscienza, che pure è il patrimonio più alto e più degno degli uomini,

una attività incommensurabile che agisce nel modo più sottile, scinde se stessa e di nuovo si congiunge? E della

coscienza è della cosa più alta, come della cosa più bassa. La coscienza è quella che fa buona e eccellente anche la più

piccola poesia” (J.W.Goethe, Aforismi)

MHPSICOLOGIA DELLA PERCEZIONE LE CHIAVI DELLA CONSAPEVOLEZZA ALCHEMICACecilia Gallerani

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Per gli alchimisti l’energia mentale è

un metallo che deve trattato con gradi

diversi di calore al fine di renderlo

duttile e malleabile come il mercurio e

infine leggero, volatile e penetrante

come l’argento vivo. La trasmutazione

dei metalli descrive quindi un

processo di disgregazione molecolare

della materia mentale che avviene sia

tramite il calore dello solfo (la libido e

la pulsione), sia attraverso agenti

corrosivi, come il sale, il cinabro e

l’antimonio (le esperienze, le prove e i

conflitti). L’alchimista di destra porta

con sè (nella parte sinistra del

cervello) un contenitore pieno di

solventi, di dati statistici e di

esperienze di laboratorio, ma ciò non

è sufficiente per comprendere la

verità, poichè il nocciolo duro da

fondere è rappresentato dal “Piombo

saturnino” (il pensiero razionale) che

dà peso e sostanza a ogni forma di

analisi, riflessione e giudizio di valore.

L’alchimista di sinistra ha appreso

invece l’arte di trasmutare il piombo

in mercurio utilizzando il principio di

Venere (il rame) in grado di corrodere

il metallo con lo ‘solfo femminile’.

L’individuo che congiunge “Mercurio

con Venere” impara l’arte di Socrate

di ascoltare le parole delle donne e

sviluppa i doni e le qualità della

percezione indispensabili per evolvere

la propriocezione, l’autocritica,

l’autoanalisi, la riflessione, il libero

giudizio e il pensiero creativo in un

infinito ‘godimento’ estetico del

tempo presente. L’Arte di Afrodite

trasmuta la mente attraverso l’eros, la

bellezza, i figli, la creatività, la

coscienza dei saggi, l’arte simbolica e

la conoscenza dei piaceri estetici e

spirituali che la Natura offre a chi

depone le “ali di Icaro” (la

presunzione) e rinucia alla “tecnica”

come strumento di purificazione.

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scienza nella sua accezione “matematica”, cioè anticipante, ritiene che non si può far scienza

lasciandosi sommergere dal profluvio di informazioni che provengono dall’osservazione della

natura, ma occorre anticipare lo schema ipotetico e vedere se la natura risponde a questo

schema” (Galimberti). Le scoperte e le invenzioni della scienza avvengono attraverso lo

sviluppo e l’applicazione tecnica di teorie sostenute da ipotesi che devono essere

statisticamente verificate dagli esperimenti di laboratorio. Osservando l’immagine tratta

dall’opera di Frate Basilio Valentino si può dedurre che la Ragione alchemica non è dello stesso

avviso. Anche Kant, pur sottilineando l’importanza decisiva di questa variazione metodologica

nell’evoluzione del pensiero razionale, giunge a conclusioni non dissimili da quelle annunciate

dagli alchimisti rinascimentali. La Ragione fondata su ipotesi formulate dalla proiezione critica,

anticipa e sostituisce di fatto l’esperienza diretta, fisica e sensoriale dell’individuo, “vede solo

ciò che lei stessa produce secondo il proprio disegno, e che, con i principi dei suoi giudizi

secondo leggi immutabili, essa deve entrare innanzi e costringere la natura a rispondere alle

sue domande; e non lasciarsi guidare da lei, per dir così con le redini; perchè altrimenti le nostre

osservazioni, fatte a caso e senza un disegno prestabilito, non metterebbero capo a una legge

necessaria, che pure la ragione cerca e di cui ha bisogno”. Per Goethe, come per gli alchimisti,

la supremazia della tecnica sull’arte rappresenta l’altra faccia del paradigma alchemico, con la

differenza che al matematico, allo storico, al sociologo, all’economista è “negata” l’esperienza di

trasformare la consapevolezza sensoriale in conoscenza di sè, autocritica, coscienza etica,

comprensione spirituale e quindi effettiva conoscenza della Natura. La Natura non è qualcosa

che si deve incessantemente sottomettere o interrogare affinchè si pieghi alla volontà della

dell’uomo di conoscere, di eplorare o di conquistare per ristabilire condizioni di equilibrio

compromesse dalla sua azione. La Natura è l’essenza della volontà del Creatore, come lo

chiama Frate Basilio, ovvero principio di armonia, bellezza, perfezione e unità, ma anche di

ragione, razionalità, ordine e molteplicità. Nella Natura, così come nella natura di ogni essere

SECONDA CHIAVEMINOREPURIFICAZIONE DELLAPERCEZIONE

Frate Basilio ValentinoLe XII chiavi de la filosofia XVI secolo

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vivente, l’anima intrinseca razionale (il sale) convive con l’essenza psichica corporale (lo solfo)

e lo spirito impalpabile (l’argento vivo). “Se questi tre sono condotti per mescolanza al proprio

indurimento e alla propria coagulazione, così come la natura in vario modo opera e richiede,

producono un corpo perfetto” (F. B. Valentino). In queste poche e sibilline parole l’alchimista

codifica il processo naturale di trasformazione del pensiero razionale (il piombo saturnino)

nella coscienza autocritica (l’oro della mente) indispensabile per andare innanzi ad Hermes (la

Natura, il Destino, il Caso) e procedere così a purificare la ragione scientifica e psicologica (i

due caducei) dalla tentazione di aderire a modelli di coscienza non adeguati ai veri bisogni

dell’anima. La purificazione del Mercurio in argento vivo è la chiave di accesso per

comprendere il ‘fondo problematico’ che rigetta la coscienza occidentale nell’oscurità spirituale

generata dal prevalere della tecnica (Prometeo) e dell’intelletto razionalizzatore (Saturno) sulla

ragione discorsiva (Zeus). L’oscurità si alimenta nella completa assenza di modelli concreti, veri

e attuabili di trasformazione della libido in coscienza critica e del pensiero razionale in

decisioni, scelte e progetti che abbiano amore, rispetto e comprensione per i valori che

emergono dall’anima alla perenne ricerca della Verità. In assenza di autentici maestri e di

modelli da imitare, l’alchimista occidentale non può che confidare nella capacità della mente di

contenere la pulsione psichica “femminile” (la mano sinistra chiusa a pugno) ed evolvere la

libido “maschile” (la mano destra impugna la spada) nella consapevolezza sensoriale che

dischiude all’esperienza dell’amore, della creatività e della conoscenza di se’. La purificazione

della mente induce un intervallo tra pulsione e azione e permette all’individuo di procastinare

la soddisfazione della libido appetitiva, appagativa ed affermativa ( il mostro tricefalo), fino a

giungere ad aderire a un modello di Virtù (la triplice corona d’alloro) con cui può riconoscere,

per quanto possibile, il vero dall’iniquo, il giusto dal superfluo, l’utile dal dannoso. La Virtù è una

conoscenza, una filosofia e una tecnica che ci ‘impedisce’ di rimanere abbacinati dall’orrore

quotidiano o di cadere a terra, come Saulo, “disarcionati dal cavallo”.

LA CONOSCENZA DELLALIBIDO

La libido è un mostro tricefalo che

l’alchimista deve dominare e

trafiggere per essere libero dalle

molte tentazioni (i serpentelli) che

sono latenti nel corpo, nell’anima e

nella coscienza. L’arte della spada è

arte della percezione. Prima di essere

compresa, la libido è riconosciuta

attraverso i sensi, decodificata

dall’intuizione e infine nominata dalla

ragione discorsiva. “Fare” la sua

conoscenza (la coda del mostro

finisce come il dardo di una freccia)

equivale scoprire l’origine del male,

del peccato originale, dell’orgoglio,

del pregiudizio e di tutti i vizi capitali

che la natura umana è in grado di

contenere ed esercitare. La Libido

alchemica non è la stessa analizzata

da Freud. Il mostro tricefalo è un

concetto tramandato dalla filosofia

greca e alessandrina, tradotto in

chiave cristiana da Agostino e infine

descritto poeticamente da Dante

nella Divina Commedia. Le tre bestie

incontrate dal poeta nella selva

oscura (il cervelletto) altro non sono

che la libido appetitiva (la lupa), la

libido appagativa (la lonza) e la libido

affermativa (il leone) che ostacolano

il cammino evolutivo dell’anima.

Dante varca i labili confini del

pensiero razionale e si avventura nel

mondo sotterraneo del subconscio

(l’Inferno) e dell’inconscio (il

Purgatorio) guidato dalla coscienza

razionale intuitiva di Virgilio (Hermes)

che lo aiuta a comprendere il

significato delle esperienze

alchemiche attraverso un itinerario

cognitivo fatto di immagini e parole,

di quesiti e di risposte, quintessenza

dell’arte di “illuminare la mente” con

gli strumenti della ragione discorsiva,

creativa e discriminante peculiare del

rapporto Maestro-Discepolo

SECONDA CHIAVEMAGGIORE

S. Stuart de Chevalier, 1781Discours philosophique

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MHELIXIR RUBEUM EMBLEMI DELLA PERCEZIONE COGNITIVA

Elixir Rubeum

Sandro Botticelli,1500

Pallade e il Centauro

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Alchimiadella percezione razionale

MHELIXIR RUBEUM EMBLEMI DELLA PERCEZIONE COGNITIVA

Caravaggio,1600Conversione di San Paolo.

“La ragione è una tendenza plastica che mira a inchiodare la realtà, a fermarla, a

costruire qualcosa di solido e immutabile, a modellare, configurare il magmatico. Perciò

coloro che prediligono i concetti e i contenuti dinamici, gli illuministi, gli storicisti, gli

hegeliani, ossia i più fluidi, sono i più irrazionalisti. Nietzche è un razionalista, almeno

nelle intenzioni: lui va alla ricerca del permanente nel mutevole, subordina il mutevole

al permanente - eterno ritorno delle cose eguali -tenta di stabilire le grandi gerarchie

che discendono dalla natura umana” (Giorgio Colli, Dopo Nietzche)

Lucrezia Crivelli

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CaravaggioLa conversione di Saulo

LA CANCELLAZIONE DELPUNTO VISTA PERSONALE

EMBLEMA I

Saulo, il Centauro.“L’essere umano, nello stesso tempo umano e sovrannaturale, ha origine nella natura vivente

e fisica, ma ne emerge e si distingue attraverso la cultura, il pensiero e la coscienza. Tutto ciò

ci pone di fronte al carattere duplice e complesso di ciò che è umano: l’umanità non si riduce

affatto all’animalità, ma senza animalità non c’è umanità.” (E. Morin, 2005)

La coscienza è così strettamente connessa allo sviluppo biosocioculturale dell’intelligenza che

qualsiasi gesto, anche il più banale, riflette la dipendenza del “corpo” dall’influsso culturale, così

come ogni manifestazione sociale del pensiero ed espressione creativa della coscienza non è

disgiunto dall’evoluzione delle abilità logiche del cervello e dei talenti naturali codificati

geneticamente. Il corpo fisico (Ares) che si relaziona con il mondo attraverso la mente

(Mercurio) e la coscienza razionale che origina da esso (Saturno) sono il fondamento non solo

della mitologia greca, ma anche dell’alchimia naturale che ‘accade fatalmente’ nel momento in

cui la cultura razionale (Apollo) si apre all’intuizione femminile (le freccie di Diana). L’intuizione

sensoriale che evolve nel corpo tramite le sensazioni (le ninfe), le emozioni (le dee) e i

sentimenti (le donne), struttura la coscienza corporea psichica e cognitiva (i tuoni e i fulmini

di Zeus) e la conoscenza delle molteplici metamorfosi dei sentimenti corporei (Venere e

Marte) in sentimenti morali, etici e spirituali (Poseidone, Efesto e Nettuno).

Il Monte Olimpo, dimora della cultura alchemica, rivive ancora oggi nelle parole di E. Morin:

“L’essere umano ci appare nella sua complessità contemporaneamente come totalmente

biologico e totalmente culturale. Il cervello con cui pensiamo, la bocca con la quale parliamo,

la mano con la quale scriviamo sono organi totalmente biologici e totalmente culturali. Ciò che

è più biologico - il sesso, la nascita, la morte - è anche ciò che è maggiormente imbevuto di

cultura. Le nostre più elementari attività biologiche - come mangiare, bere e defecare - sono

strettamente legate a norme, divieti, valori e simboli, miti, riti, cioè a ciò che vi è

specificatamente culturale; le nostre attività più culturali, - come parlare, cantare, danzare,

amare, riflettere -, mettono in moto i nostri corpi e i nostri organi, tra cui il cervello”.

1.Edgar Morin,

I sette saperi necesari all’educazione

del futuro, 2005

(Raffaello Cortina Editore)

2. L.Boggio Gilot,

Il Se transpersonale,1993

(Edizioni Ashram Vidya)

3.Harold Bloom

Gesù e Yahvè, 2006

(Rizzoli editore)

4. Marta Breuning

Albrecht Durer e l’ottuplice sentiero

dell’anima, 2004

(Pietro Negri editore)

5. Franco Rella

Il silenzio e le parole

(Feltrinelli,1981)

6. Giorgio Colli

Tutte le sue opere

Dopo la “putrefazione dei sistemi

conoscitivi” (Golia) e la

“macerazione dei sensi” (Bacco),

l’Arte Alchemica affronta il nodo

lunare sud, simbolo astrologico (a

forma di ferro di cavallo) che

definisce la linea del Destino. Il

destino dell’anima (il Fato)

rappresenta l’elemento irrazionale

che ‘disarciona’ qualsiasi ‘cavaliere’

del pensiero razionale. Sia Bosch

che Caravaggio indicano i simboli

che identificano ‘quel sapere’

fondato sul “sacrificio di sè” (il

cigno) e “l’esame di coscienza” (la

conversione di Saulo) in grado di

cancellare il punto di vista razionale,

arteficie delle ideologie, dei dogmi e

del culto della Ragione, e indurre la

percezione dell’anima (la pupilla di

Bosch).

Jeronimus Bosh, Storie della passione. particolaredella pupilla

Page 16: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

14

Il corpo umano in azione (Ercole) può in ogni momento affidarsi all’apparato animale (istinti e

pulsioni) per selezionare con i sensi gli strumenti, i mezzi e le tecniche più idonei a soddisfare

i bisogni primari e realizzare i fini della sopravvivenza e della conservazione della specie

(coscienza uranica), senza per questo trasgredire le leggi della natura, le regole sociali, le

prescrizioni morali e le convenzioni etiche stabilite dal gruppo di appartenenza.

Oppure è in grado di affinare e ‘specializzare’ le qualità psichiche, le abilità mentali e i talenti

corporei al fine di “superare” gli ostacoli, le difficoltà e le opposizioni che gli impediscono di

realizzare il proprio destino biologico, culturale e spirituale. Questo secondo livello di

compenetrazione di natura animale e umana, sintetizzata dalla condizione semidivina di Ercole

e dalla figura del Centauro, capovolge l’ordine di entrata degli imput sensoriali per cui

l’apparato istintuale animale contenuto nel codice genetico è subalterno al corredo culturale

che trova un suo significativo centro nella “testa”. Ciò significa che l’entrata psico-socio-

culturale dell’informazione, della conoscenza e della saggezza razionale (Saturno) domina

sull’entrata bio-fisica per cui i desideri dell’anima (Venere) vengono repressi e gli istinti connessi

alla libido naturale (Marte) rimangono sopiti sotto la cenere. Per gli alchimisti rinascimentali

l’inibizione della pulsione psichica e della libido naturale conseguita attraverso gli usi, i costumi,

la tradizione, l’educazione, la morale religiosa e la cultura (La Dea Athena) è una tecnica che

impedisce all’uomo di ricadere nella condizione animale, ma nello stesso tempo produce due

effetti psicologici ben evidenziati dall’espressione di Centauro dipinta da Botticelli: la melencolia

plumbea (la depressione) e la tragica consapevolezza di poter essere accecati dalla libido

psichica (Gli uccelli di Stinfalo uccisi da Ercole) o dominati dalla libido ‘animale’ (il Minotauro).

La sensazione di covare dentro se stessi il mostruoso “Alien” è insita nell’inconscio collettivo (il

genoma umano): l’animale infatti non necessita di morale e di cultura perchè il codice istintuale

lo limita a soddisfare lo stimolo all’interno dei parametri necessari alla soddisfazione

dell’equilibrio organico, mentre l’uomo è disorientato dall’eccesso di stimoli, pulsioni e desideri

Sandro Botticelli, 1500Pallade e il Centauro, part.

Incisione XV secolo,Melencolia

Page 17: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

15

al punto che la sua anima (Arianna) si perde nel

labirinto psichico (Dedalo) generato dal flusso

della libido nella testa (il Minotauro), per cui si

dimentica il filo del discorso razionale generato

dal pensiero mitologico, allegorico e simbolico

inaugurato dalla coscienza greca, e con esso il

criterio di misura di ciò che è utile, vantaggioso

e proficuo per l’evoluzione dell’anima sensoriale

(la Vergine) in coscienza razionale intuitiva (la

Madonna con gli angeli) e comprensione

spirituale della libido (La Madonna del

Compianto su Cristo morto). Il Centauro è

dunque l’emblema dell’individuo in grado di

generare da sè il potere fisico, psichico, mentale e spirituale capace di superare le prove, gli

ostacoli, i dubbi, le crisi, le difficoltà, gli impedimenti degli imprevisti della vita in cui dominano

le leggi della Natura (vita e morte), il Chaos (ordine e disordine), il Caso (necessità e

inelluttabilità) e il Destino (il karma e il dharma). Ma è al cospetto del proprio destino,

indecifrabile e inspiegabile per il pensiero razionale occidentale, che il Centauro piega la testa

e chiede supplichevole a Pallade (Athena/Sapienza) di recidergli la testa con l’alabarda.

L’uomo contemporaneo, oggi più che mai, utilizza tutte le risorse fisiche, finanziarie, tecniche e

scientifiche a sua disposizione per evolvere nella conoscenza della materia, ma non per questo

è in grado di prevedere il proprio destino di anima o di svelare le verità spirituali nascoste nei

testi sacri, anche se sono proverbiali le sue abilità di “saltare i fossi” e costruire sistemi di

pensiero, filosofico, religiosi e scientifici in grado di proiettarlo oltre i propri limiti biopsicologici,

i confini del proprio territorio cognitivo razionale e persino al di fuori dello ‘spazio terrestre’.

I l dito medio di Centauro, simbolo del pensiero razionale che

emerge dalla ragione e dall’intelletto, si reclina in avanti in segno

di ‘sconfitta’ al cospetto della sapienza intuitiva (Athena) che si

manifesta nella mente alchemica (Pallade). La Dea stringe tra il

pollice e l’indice il ‘ciuffo di capelli’ in un gesto di compassione e

comprensione. La decapitazione della ‘testa pensante occidentale’

non è traumatica; solo un semplice richiamo, dolce e deciso come

una ‘sforbiciata’ di capelli, è sufficiente per riconnettere il

pensiero razionale ai simboli della coscienza alchemica.

Saul Costa, 2006Corpoanimale.Galleria Primopiano - Vicenza

Albrecht Durer, 1500Ercole e gli uccelli di Stinfalo.

Page 18: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

16

L’alabarda di Pallade: decapitazione del pensiero razionalizzatore Anche la psicologia contemporanea (Wilber), ha intravisto nel Centauro l’emblema che indica

“l’inizio dell’umanizzazione di cui è privato l’individuo troppo adattato, predeterminato dal

contesto sociale e condizionato dalla morale conformista. In questa fase di sviluppo, la

personalità matura verso una maggiore comprensione della realtà, perchè l’intelligenza è in

grado di stabilire non solo rapporti tra oggetti e idee, ma rapporti tra reti di idee. In questa

fase si manifesta il passaggio da bisogni carenziali di appartenenza, amore, stima, a bisogni

accrescitivi di conoscenza, creatività e compiutezza.” (L. Boggio Gilot).

In anticipo di cinque secoli sulla psicologia transpersonale, la psicologia alchemica di Botticelli

va oltre se stessa e indica la “via secca” alla trasformazione del pensiero creativo e cognitivo

razionale (Javhè) nel pensiero sensoriale, intuitivo, creativo e cognitivo che contraddistingue

l’alchimista che “decapita” la libido razionale (Golia) e crocifigge la libido materiale, sociale e

spirituale sulla croce della conoscenza alchemica (I.N.R.I.). L’alabarda di Pallade occulta

nell’impugnatura le “tacche” che segnano le cinque fasi di trasformazione della percezione

razionale nella Percezione alchemica. Mentre la “scala a pioli” indica i dieci gradini necessari a

purificare il “mercurio vulgaris” (il mercurio in Vergine) e illuminare la consapevolezza

cognitiva dei simboli peculiare dello “Spiritus mercurius” di Cristo/Hermes (il mercurio in

Pesci), l’alabarda di Pallade descrive i cinque atti di “morte e trasformazione” (la lama) e di

“conoscenza e conversione” (l’impugnatura) indispensabili per estirpare l’arroganza, la

superbia, l’intolleranza e la presunzione dalla testa del Centauro. L’alchimista che dimostra di

avere coraggio nell’affrontare la “decapitazione” delle proprie convinzioni ideologiche, religiose,

culturali ed esistenziali e si converte alll’Arte di Pallade di trasmutare il mercurio attraverso le

immagini, i riti, le cerimonie e i simboli della trasformazione, può dirsi pronto a comprendere

le prove che il ‘Destino’ gli riserva. E’ attraverso la pratica dell’Arte Alchemica di aggiungere

“Mercurio al Mercurio” che Caravaggio ‘conquista’ l’intuizione della “chiara luce” e comprende

il significato alchemico, religioso e spirituale contenuto delle vicende descritte nel Vangelo.

Da sinistra a destra

Albrecht Durer,Compianto su Cristo morto, 1665

Sandro Botticelli,Pallade e il Centauro, part. 1500

Caravaggio,Flagellazione, 1600

DS

Page 19: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

17

Conversione della percezione logica in percezione translogica Ogni individuo sperimenta il progressivo emergere del senso di responsabilità e della

razionalità indispensabili per stabilire relazioni di ogni genere, così come impara a sviluppare la

capacità critica e autocritica necessaria per instaurare rapporti significativi con la società

attraverso la partecipazione civile, politica, religiosa e la ‘celebrazione’ dei rituali di gruppo. La

coscienza razionale, e il pensiero che la caratterizza, è il punto di arrivo dell’educazione

trasmessa dalle istituzioni, poichè la razionalità condivisa (il se razionale delle donne) garantisce

una continuità “materna” nello sviluppo psicologico dell’individuo attraverso il “senso di

appartenenza” alla comunità e la soddisfazione dei bisogni di sicurezza fisica, psicologica e

culturale. Ciclicamente avviene nelle generazioni un mutamento significativo di ciò che

“incarna” il paradigma della Ragione. Alla Ragione Divina promossa dalla Controriforma

subentra la Ragione Illuminista e poi ancora la Ragione del Capitale, del Mercato e infine del

Denaro. Ogni secolo celebra il proprio Dio, non diversamente dal “Vitello D’oro” venerato

dagli Ebrei prima dei dieci comandamenti di Mosè. A questa forma di culto pagano dei valori

materiali consacrati dal pensiero materialista si oppongono i valori e gli ideali promossi dalla

cristianità e dalla rivoluzione francese, dallo sviluppo della cultura scientifica e psicologica, dalla

diffusione della saggezza trasmessa dai miti o dalle religioni orientali, dalla rinascita della

creatività sessuale e simbolica e non ultimi dalla ‘fermentazione’ dei fenomeni culturali, sociali

e artistici che rappresentano la coscienza critica alternativa alla Ragione dominante, la “spina

nel fianco” in grado di cambiare e sovvertire gli schemi preordinati e preconfezionati dalla

razionalità sociale condivisa. ‘Sollecitati’ dai movimenti (la corona di spine) e ‘ispirati’ dalle

tragedie causate dalla Libido universale (l’incoronazione) gli intellettuali contemporanei ci

informano che “cominciamo a diventare veramente razionali quando riconosciamo la

razionalizzazione insita nella nostra razionalità e quando riconosciamo i nostri propri miti, tra

cui il mito dell’onnipotenza della nostra ragione e quello del progresso garantito....ciò significa

che la vera razionalità non è soltanto critica, ma è anche autocritica” (E. Morin)

“ L’incoronazione di spine” dipinta

da Caravaggio è densa di simboli

che dichiarano il passaggio (la verga

di legno, simbolo della conoscenza

incarnata) dalla percezione cognitiva

razionale (l’indice destro di Cristo) in

comprensione spirituale delle

esperienza (il mignolo destro

dell’alchimista contemporaneo).

Tale passaggio ha inizio con la

comprensione degli effetti della

libido materiale, sociale e spirituale

sul corpo di Cristo.

Nel “Compianto di Cristo”, Durer

sintetizza il processo di

decodificazione delle immagini

(Cristo) e dei sentimenti

(Maddalena) operato dai due

emisferi cerebrali (le due sorelle di

Maria), alla luce delle dieci Virtù (le

dieci dita intrecciate di Giovanni).

L’intuizione sostenuta dalle Virtù

induce la coscienza razionale

(Maria) a scegliere (le mani piegate

verso destra) di sostenere le Ragioni

dell’anima fino alla morte (l’artista

solleva il corpo di Cristo morto).

Page 20: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

Q uando il “filo del destino” collega i sentimenti del cuore (omega) con l’esperienza cognitiva

(alfa) dell’imprevedibilità della Natura (vita e morte), del Chaos (ordine e disordine), del Caso (necessità,

ineluttabità) e della legge del Contrappasso (il retaggio karmico), l’individuo non può che riesaminare la

propria vita e rivedere il paradigma della ragione. L’alchimista che si “converte” alla ‘Ragione dei folli e degli

artisti’ (l’alfa e l’omega) non abbraccia ‘ciecamente’ una fede religiosa, ma ‘illumina’ il “filo del Se” che

collega l’autocoscienza (1:il pollice destro) con la “percezione di Cristo” (7:l’indice sinistro). La visione

dell’ultima croce “folgora” Saulo/Mercurio sulla via di Damasco ed espande il ‘campo della percezione’ alle

frequenze infrarosse (7: verità dell’anima) e alle frequenze ultraviolette (1:coscienza dell’anima) in grado di

attivare la comprensione e la conoscenza ermetica (translogica e quindi simbolica) delle esperienze.

18

La linea del destino incrocia la linea della percezione spirituale delle immagini e delle esperienze (il filo del Se)Saulo è accecato dalla “verità riflessa dalle cose investite dalla ‘proiezione del mercurio’ sulla realtà e dal riconoscimento del‘principio e fine ultimo di ogni cosa’, ovvero della pulsione dell’anima di ascoltare i sentimenti del cuore (karma spirituale)

Alfa

Omega

7 1

Page 21: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

19

Folgorazione sulla via di Damasco (proiezione critica e conversione a Cristo)Non è difficile immaginare nel Saulo descritto dal Vangelo il prototipo dell’individuo razionale

e razionalizzatore, pragmatico, austero, severamente ligio alla Tradizione e conforme ai riti, alla

conoscenza e alla coscienza di gruppo. Saulo è l’uomo “Centauro” che deve affrontare il

passaggio critico da una economia della libido fondata sulla soddisfazione dei bisogni materiali,

sociali e religiosi a una diversa elaborazione delle finalità esistenziali. Lo scontento, la

depressione, la sensazione di disagio, la malattia psicosomatica, la frustrazione e la sensazione

di percepire nella cultura non una pienezza di significati, ma un baratro di valori, costringe il

Saulo contemporaneo a fermarsi a riflettere, a scendere da cavallo (simbolo della conoscenza

acquisita dai modelli culturali) o, nelle peggiori delle ipotesi, a cadere a terra, disarcionato dal

proprio ruolo di marito o moglie, di genitore o soggetto sociale identificato in una professione,

fede o ideologia. L’insuccesso, il fallimento, la malattia, il conflitto interiore mettono in crisi il

pensiero razionale fondato sulla ‘proiezione critica’, l’ottimismo delle previsioni, la certezza nella

scienza, la sicurezza di un progresso e uno sviluppo illimitato delle risorse, e costringono a un

riesame di coscienza (conversione) in cui sono contenute le premesse dell’autocritica e

dell’autotrascendenza. Caravaggio è consapevole che la Conversione è la chiave di un enigma

alchemico; Saulo cade da cavallo abbacinato dalla rivelazione interiore che emerge dal

processo di autocritica e dall’intenzione di accogliere dentro di sè, senza paure, censure o

pregiudizio critico, la ‘Percezione di Cristo’, ovvero la percezione della verità che si rivela a chi

rinuncia al punto di vista dell’ego e “agisce con il cuore”. La Conversione è un atto di

‘folgorazione’ della percezione razionale adeguata agli scopi (Saulo vede la croce sulla via di

Damasco) e nello stesso tempo di ‘accecamento’ della percezione intuitiva ‘modellata’ dalla

libido. La cecità temporanea annuncia la “rinascita” dell’identità di Saulo a un diverso livello di

consapevolezza sensoriale, creativa, cognitiva e spirituale (San Paolo), peculiare dell’alchimista

che “cancella definitivamente il punto di vista personale” e accoglie dentro di sè la sensibilità

emotiva, cognitiva e spirituale del Cristo (il Se), modello di purezza, perfezione e conoscenza.

La conversione a Cristo Re, simbolo

della Ragione alchemica, avviene in

cinque fasi di riconoscimento della

libido, propria e altrui : autocoscienza,

percezione intuitiva, intuizione critica,

consapevolezza cognitiva della

libido/morte, comprensione dell’anima e

conoscenza della dualità cerebrale (la

compassione del Cristo Benedicente),

del dualismo degli opposti (la coscienza

discriminante del Cristo del Giudizio) e

del rapporto dialettico che si instaura

tra identità (il sole) e coscienza di sè (la

luna) di cui il Cristo Re è l’emblema.

Autocritica e autocoscienza sono le

premesse per “introdurre” l’istinto del

cuore (la priorità dei sentimenti sulla

libido) all’interno del processo di

selezione razionale delle conoscenze (il

piede destro di Cristo entra all’interno

del calice). L’immagine di Cristo Re

iscritta nell’Omega afferma il primato

dell’istinto di vivere e amare con il cuore

(il dharma dell’anima) sulla razionalità

materiale (la nave dei folli) e creativa (la

musica dei giullari), per cui la Ragione

alchemica è l’alfa (il Karma) e l’omega (il

Dharma), principio e fine ultimo di ogni

cosa.

Lanciano, Museo Diocesano, XV secoloIl Volto Santo e la Leggenda del giullare.

Jeronimus Bosch, 1494Nave dei folli

Page 22: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

20

SAN GIORGIO: COSCIENZA CORPOREA CREATIVA

Per gli alchimisti la razionalità costruttiva, tecnica, scientifica e filosofica deve diventare uno

strumento creativo di conoscenza nel momento in cui il ricercatore dimostra di avere

acquisito “consapevolezza sensoriale” (filius mercurius), ovvero la capacità di ascoltare le

sensazioni, di nominare i sentimenti e di individuare l’origine del desiderio al fine di distinguere

‘fonte, oggetto e meta’ della pulsione ad agire per soddisfare le immagini proiettate dalla libido.

“La fonte è uno stato di eccitamento del corpo, la meta l’eliminazione di tale eccitazione; lungo

il percorso tra la fonte e la meta la pulsione diventa psichicamente attiva. Noi ce la

rappresentiamo come un certo ammontare di energia, che preme verso una determinata

direzione. Da questo premere (treiben) le deriva il nome di pulsione (Trieb).” (S.Freud).

La pulsione, che ha una sua fonte naturale nelle visceri, preme verso l’alto e “prende vita” (il

“farsi anima”) per ristabilire le condizioni di equilibrio alterate dallo spostamento dell’equilibrio

biopsicospirituale (il Bambino, simbolo della nascita della coscienza corporea) collegato

all’esterno (il cordone ombelicale) tramite la ghiandola del timo (la percezione sensoriale). A

differenza dell’istinto che si configura come un comportamento fissato dall’ereditarietà,

caratteristico della specie e preformato nel suo svolgimento, nel “Bambino” sono già presenti

tracce di intenzionalità e intelligenza. L’energia biopsichica (l’intestino) che origina dal bisogno

di nutrimento corporeo (marte), dalla necessità di sicurezza psichica (giove) e dal desiderio

di assimilare “affetto” (venere), confluisce nello “stomaco” in cui la logica sensoriale

(venere/saturno) è in grado di distinguere la “natura” delle sensazioni (i fiori), delle emozioni

generate dall’eccitazione psichica (l’uva) e dei sentimenti corporei (le spighe del grano). Il

Bambino descrive quindi un modello naturale di evoluzione della pulsione in “mente

consapevole” che è indipendente, autoarchico e autosufficiente dai processi di elaborazione

dell’intelletto razionale. Questo schema di elaborazione alchemica della pulsione in

consapevolezza delle sensazioni (la ghiandola del timo) e conoscenza di sè (la luna rovesciata)

descrive la “Via umida” immaginata dall’Alchimia interiore. La meta della “Via umida” è di

MHFILOSOFIA DELLA CONOSCENZA LE OPERE DELLA COSCIENZA ALCHEMICA

“Chi si contenta dell’esperienza pura e secondo essa opera, ha verità a sufficienza. Il bambino che cresce è saggio in

questo senso” (J.W. Goethe, Aforismi)

Ginevra Benci

Page 23: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

21

generare l’istinto dell’anima (il se naturale) a nutrirsi (il cordone ombelicale) della memoria

emotiva in cui sono codificate le “vibrazioni” della verità, della bellezza e dell’amore recepite

dal sistema della percezione sensoriale femminile (le ghiandole endocrine) ed elaborate dalla

coscienza dei sentimenti prodotti dalla pulsione subconscia sul cervello. La pulsione psichica

(rabbia, gelosia, ira, rancore, invidia, passione e voluttà) che giunge al cervello senza passare

attraverso l’humus alchemico si traduce nella libido femminile di fomentare i conflitti, le dispute

e i pettegolezzi. Il proverbio: “Il diavolo (la libido maschile) fa le pentole, ma non i coperchi”

descrive con acutezza il ruolo svolto dall’anima psichica nel fungere da elemento di

destabilizzazione dell’equilibrio, capace di catalizzare, manipolare e annientare il desiderio, la

volontà e la razionalità “maschile”. Il film “Otto donne e un mistero” è esplicito nel descrivere

i giochi della pulsione femminile in cui sono evidenti non poche tracce di intenzionalità,

intelligenza, furbizia, scaltrezza e abilità manipolatorie delle informazioni e dei sentimenti altrui.

La “Via Umida” rappresenta un viatico necessario per attraversare le “paludi dello psichismo”

e superare le prove descritte dalle leggende medioevali. Come nelle storie di Tolkien

ambientate nella ‘Terra di Mezzo’, l’alchimista deve riscoprire la purezza del Bambino (l’istinto

del cuore degli Hobbit), attraversare le terre dominate dagli orchi e superare le prove della

trasformazione della paura in coraggio, fiducia e fede nelle parole del Maestro, al fine di

distruggere l’Anello, simbolo del legame “biogenetico e culturale” che la pulsione psichica ha

con la libido, colpevole di ottenebrare i sensi, istigare azioni malvagie e suscitare odii, rancori

e vendette. Attraverso le prove indotte dalla pulsione psichica razionale, rappresentata

dall’immagine eloquente dello scorpione in grado di colpire a morte pur ‘retrocedendo’,

l’alchimista apprende l’arte di riconoscere i molteplici volti del “diavolo” che rimane occulto,

nascosto e invisibile nei sorrisi, nell’estetica e nelle forme convenzionali dell’educazione e dei

‘costumi morali’. L’Experientia diretta, o filtrata dalla lettura delle opere di Shakespire, Moliere

e Montaigne, delle tragedie, delle commedie e dei giochi di coscienza messi in atto dalla Libido

PHYSICA SUBTERRANEA

Tra il 1440 e il 1550 emergono due

concezioni alchemiche diverse: da una

parte ci sono coloro che, come

Leonardo, difendono i valori dell’anima

che scaturiscono dall’Humus dei

sentimenti generato dalla Via Umida (la

linea rossa). Dall’altra si schierano gli

alchimisti che imparano rapidamente

la grammatica della pulsione e la

retorica della libido e, come

Michelangelo, affermano il primato

dell’intelletto spirituale, della volontà e

dell’autodeterminazione eroica nel

processo di annientamento della causa

del peccato e della degenerazione

della pulsione creativa. La Via secca

(la linea blu) più breve e difficile,

prevede la preparazione di un solo

vaso (il cervello), di un solo fornello

(l’energia sessuale) e di una sola

natura (la libido) affinchè il fuoco della

coscienza (le dieci Virtù) bruci le

proprie rappresentazioni egoiche sino

alla meta del Sè naturale (il Bambino).

La Via Umida, più lenta e sicura, attiva

il triplice fuoco della trasformazione

della consapevolezza sensoriale in

comprensione e conoscenza della

propria natura (istinti e pulsioni). La

consapevolezza cognitiva del processo

di degenerazione della pulsione

creativa (i desideri del cuore) nelle

molteplici rappresentazioni che

emergono dal subconscio e

dall’inconscio, libera gradualmente la

mente dai retaggi karmici, culturali ed

educativi. L’Arte Alchemica, non

diversamente dalla pratica Buddhista,

sintetizza l’esperienza creativa degli

artisti con la ragione dei filosofi. Il filo

rosso (l’alchimia interiore) si incrocia

con il filo blu (la coscienza alchemica)

sulla sommità della testa, metafora

della capacità dei due emisferi

cerebrali di tradurre gli insegnamenti

in Symetria e Harmonia, le qualità che

contraddistinguono la creatività del Sè

individuale.

LA VIA SECCA E LA VIA UMIDA

Physicasubterranea

Page 24: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

22

universale, facilita una forma di comprensione della realtà (physica subterranea) in grado di

espandere il campo della percezione e permettere alla mente di impugnare gli strumenti della

ragione (la squadra isoscele) e della creatività razionale (la lira) finalizzata al godimento

estetico, razionale e spirituale. La ‘Ratio alchemica’ è fondata sul principio di reciprocità dei

comportamenti e di convergenza creativa della pulsione psichica (subconscia) e della libido

(conscia) sullo stesso obiettivo: il piacere amoroso. La Via secca immaginata dall’arte alchemica

non è praticata da coloro che inibiscono la pulsione psichica, mortificano i desideri del corpo

o debellano la libido con la ‘fustigazione’ e la ‘cerebralizzazione’ del desiderio, ma è fondata

sull’educazione della pulsione psichica (la bastonatura) affinchè emerga nei “due fratelli” ( i due

emisferi cerebrali) la coscienza ‘illuminata’ dalle Virtù (il sole è il simbolo della cultura greca e

cristiana) e la consapevolezza del subconscio (la luna balsamica). La trasformazione della

pulsione in coscienza razionale avviene attraverso l’Experientia dei sentimenti particolari e

individuali e la pratica della Ratio che emerge dalla trasposizione della conoscenza della natura

umana in favole, metafore e allegorie. L’alchimista che impare l’Arte di trafiggere il drago (la

libido creativa) e la pulsione psichica (il fuoco) che lo alimenta, sia sul piano sensoriale

(l’intuizione di Diana) che su quello mentale (la cultura di Apollo), comprende il sottile gioco

esercitato dai simboli di influire, nel bene e nel male, sulla pulsione psichica individuale e

collettiva con riti, cerimonie, immagini sacre, stemmi, stendardi e forme di suggestione che

fanno leva sulla frustazione dei desideri subconsci. Evolvere nella percezione del mondo

“invisibile” suscitato dalla manipolazione del subconscio (Poseidone, privato della corona, fugge

sconfitto), equivale al gesto di impugnare l’arco (la ragione si tende agli estremi) e le freccie

(l’intuizione dei simboli) per cacciare i draghi dentro e fuori se stessi. Ciò significa realizzare un

significativo atto di conversione all’Arte di trasformare in pochissimi anni la “coscienza

corporea” del Bambino nella “coscienza corporea creativa” di San Giorgio, il cavaliere ‘senza

macchia’ in grado di liberare l’anima dalla libido creativa finalizzata agli scopi (il Drago)

IL PENSIERO ALCHEMICO

Il pensiero razionale alchemico non

è frutto di una attività mentale

monocerebrale, ma realizza una

sintesi tra consapevolezza corporea

(il senso di sè incarnato da Diana

cacciatrice) e la comprensione

spirituale dei bisogni, delle

necessità e dei desideri dell’anima

(la cultura solare di Apollo/Cristo).

La pulsione psichica è la forza vitale

naturale che non può essere inibita,

annullata o ‘segregata’, ma deve

essere riconosciuta ed elaborata

creativamente daI due emisferi

cerebrali (i due fratelli) in grado di

selezionare, filtrare e decodificare le

informazioni visive, sensoriali e

simboliche che avvertono della

presenza della libido creativa (il

drago) all’interno del terrorio

psichico individuale e collettivo.

A volte è sufficiente un “bastone”

per liberare l’anima dal circolo

vizioso che la lega agli aspetti

corcitivi indotti dalla coscienza

razionale dominante.

Altre volte è necessaria la “spada”

di San Giorgio per liberarla dalla

tentazione di assecondare i desideri

indotti dalla libido creativa che non

esita a distruggere e ridurre in

cenere ogni cosa pur di realizzare gli

scopi, i traguardi e le mete tracciate

dall’ambizione materiale, sociale e

spirituale.

LA VIA DELL’ARTE

Nataliya Derev’yankoSan Giorgio, 2005

Page 25: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

MHTHEATRUM CHEMICUM EMBLEMI DELLA CONOSCENZA INTUITIVA

Theatrum chemicum

Raffaello, 1504

San Giorgio e il drago

Page 26: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

Alchimiadella coscienza razionale

24

MHTHEATRUM CHEMICUM EMBLEMI DELLA CONOSCENZA INTUITIVA

“Il cuore ha ragioni che la ragione stessa non conosce” (B.Pascal)

“Il vero Maestro è un uomo che ha l’abitudine di praticare tutte le virtù, che con la spada

della saggezza ha reciso tutti i rami e sradicato tutte le radici del peccato, che ha

disperso con la luce dell’intelletto le ombre oscure nelle quali è avvolto il peccato..., che

possiede i sentimenti di un padre per tutti i suoi discepoli....(Bhagavad gita)

CaravaggioCrocifissione di San Pietro,1600.

Giovanna Feltria

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Caravaggio La crocifissione di Pietro

LE RAGIONI DEL CUORE

EMBLEMA II

La ricerca razionale della felicitàLa coscienza razionale emerge dai meccanismi inibitori che hanno origine nel sistema

dell’educazione, della formazione e dello sviluppo dell’individuo sociale. La madre, la famiglia, la

scuola, la religione, la cultura e l’etica di riferimento svolgono un ruolo decisivo nel limitare e

indirizzare l’azione dell’individuo verso la realizzazione di scopi adeguati al modello sociale e

morale trasmesso dalla coscienza storica collettiva. I sistemi di inibizione coattivi sono indotti

dalle leggi, dallle regole e dagli schemi selezionati dalla razionalità costruttiva, politica ed

economica, che ha il preciso scopo di contenere la pulsione psichica (la protesta, la rivolta, il

rifiuto) e indirizzare la libido verso gli aspetti materiali dell’esistenza (il lavoro, il benessere e il

comfort). Questa forma di coscienza razionale, indotta e poi subita dall’individuo, ha il pregio

di trasformare l’energia psichica in lavoro attraverso ‘forme meccanicistiche’ che esulano dalla

ricerca della felicità, considerata dai filosofi greci l’unica finalità dell’anima. Ancora oggi la

“cultura condivisa” che emerge dalle storie del cinema confonde la vera felicità con il successo

nel lavoro e l’agiatezza economica che ne consegue, anche se nel film “La ricerca della felicità”

(G. Muccino, 2006), il protagonista innalza il “sacrificio di sè” come “strumento tecnico” di

“resurrezione” dell’anima dalla stato di miseria, di disagio e insoddisfazione materiale. All’anima

non sono concessi prestiti, fidi o aiuti finanziari e nemmeno deroghe al pagamento delle

imposte; non sono permesse agevolazioni, aiuti o sostegni da parte di terzi. L’alchimista, come

il protagonista del film, deve cercare di evolvere rapidamente la percezione critica, sensoriale,

razionale, intuitiva nella “percezione cognitiva”, decisiva a risolvere i giochi matematici (il cubo

di Rubik), comprendere i giochi di coscienza (la psicologia di vendita) e infine tradurre la

propria esperienza in un modello vincente utile per trarre profitto dalle circostanze, dalle

opportunità, dal caso e dal destino (il protagonista si mette in proprio e diventa ricco).

L’alchimia della percezione che evolve dalla cancellazione del punto di vista personale e

dall’uso degli strumenti della ragione alchemica conduce il protagonista ad affinare

l’osservazione, individuare i modelli di successo e ad imitare le tecniche che permettono la

7. A Pandolfi

Natura umana, 2006

(il Mulino)

8. G. Muccino

La ricerca della felicità, 2006

(Film USA)

9. Joseph Campbell

Mitologia creativa, 1968

(Saggi Mondadori)

10. Freeman

Come pensa il cervello, 2000

(Einaudi)

11. A. Heller

Teoria dei sentimenti, 1984

(Editori Riuniti)

12. M.S. Gazzaniga

L’automa spirituale, 1991

(Laterza)

L’alchimista che “seppellisce” il fuoco

della pulsione creativa sotto la cenere (il

badile) per amore dei figli, della

famiglia, del partner o per adempiere a

un dovere morale, etico o religioso o

semplicemente “contrattuale”, evolve

rapidamente nella coscienza razionale in

cui le “ragioni del cuore” (il panno verde)

sono prioritarie rispetto alle leggi o ai

dogmi dello stato/chiesa. La “pietra

grezza” che risulta dallo “scavo

interiore” è il simbolo della coscienza

razionale alchemica per sua natura laica,

libera da pregiudizi, indipendente da

giudizi preconfezionati, scevra da ogni

presunzione e pretesa di assolutismo,

l’unica in grado di conficcare al “chiodo”

la coscienza morale indotta dalla dottrina

o dall’ideologia.

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La parabola del figliol prodigo

descrive la fase di trasformazione

alchemica della pulsione psichica (il

figlio più giovane) in pulsione

creativa (abbandono della casa

paterna, metafora della sicurezza

materiale, economica e sociale). La

“chimica” della pulsione psichica è

l’evento iniziatico che segna il

passaggio dalla coscienza

adolescenziale autoreferente alla

coscienza sociale in cui emergono i

sentimenti di appartenenza alla

tribù, alla comunità o a un ordine

morale superiore. In questo breve

arco di tempo, chiamata dagli

alchimisti “iosis” (ingiallimento) e

poi, più prosaicamente, “educazione

sentimentale”, l’alchimista mette alla

prova le capacità della mente di

contenere la paura della morte, le

pulsioni dell’eros e l’istinto di fuga.

In questa fase la pulsione creativa

(femmina) mette in crisi l’organismo

biopsicosomatico (maschio) per cui

la trasformazione chimica della

paura in coraggio, della libido

sessuale in amore e dell’istinto di

fuga in “preghiera” è un fenomeno

alchemico che l’individuo rivela

dentro di sè in quanto inscritto nel

codice genetico (istinto di equilibrio).

26

Rembrandt,

Il Figliol prodigo, 1630

realizzazione del sogno di ricchezza. Tuttavia il sogno rischia di rimanere tale se l’anima non

decide di tradurre la pulsione psichica in amore, fiducia e fede nelle proprie risorse psichiche,

mentali e spirituali. Will Smith viene abbandonato dalla moglie, ma non per questo rinuncia a

prendersi cura del figlio (metafora della responsabilità paterna che predispone alle virtù) e

coltivare dentro di sè la speranza di cambiare vita, lavoro e status economico. Le diverse fasi

descritte dal regista (fase della stupidità, della corsa, dello stage e della riuscita) rappresentano

simbolicamente i quattro atti di trasformazione della coscienza razionale (il business “sicuro”

degli scanner) nella coscienza alchemica in cui la Mente si mette in gioco per evolvere su un

piano superiore di conoscenza, scaltrezza, abilità organizzative e capacità strategiche. L’Arte

alchemica è come uno stage di sei mesi senza paga in cui l’alchimista impara a sue spese la

tecnica di trasmutazione del mercurio (la percezione), di trasformazione dello solfo (la pulsione

psichica) e di sedimentazione del sale (la conoscenza) indispensabili per affrontare la vita, le

prove, gli ostacoli e le difficoltà su un nuovo livello di comprensione, di esperienza e di

conoscenza di sè e del mondo. L’alchimia della trasformazione della pulsione è descritta

metaforicamente dalle dodici prove affrontate da Ercole, ma la trasformazione della coscienza

razionale, conforme alle paure psichiche proiettate dall’anima, permane occulta nei fatti del

Vangelo. Non può esserci trasformazione dell’identità (il sole) e della coscienza di sè (la luna)

se l’individuo non si mette in gioco e persiste a razionalizzare la propria vita in rapporto alle

richieste della società o del proprio ego. La vicenda del duplice rinnegamento di Pietro descrive

metaforicamente la paura dell’individuo di riconoscere dentro di sè la presenza della pulsione

creativa in cui è racchiuso il potere “cristico” (l’istinto del cuore) di realizzare i desideri, le

aspirazioni e il destino dell’anima. Cristo riconosce in Pietro il comportamento autoinibitorio

dell’individuo che nega l’azione istintiva, la pulsione psichica e la libido sociale (la triplice

negazione/i tre carnefici) al fine di costruire la coscienza morale in grado di fondare le istituzioni

educative, la religione, gli ospedali e la Chiesa, ma non il “Tempio” della verità.

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La vicenda del rinnegamento di

Pietro è interpretata dall’Alchimia

rinascimentale come la “secolare”

incapacità dell’individuo razionale di

collegare l’istinto di vivere (il karma)

con l’istinto di felicità (il dharma).

Pietro rinnega di essere seguace di

Cristo, negando per tre volte di

essere stato artefice delle azioni

‘ispirate’ dall’istinto, delle pulsioni e

dalle ragioni del cuore.

Il “cuore di Gesù/ Cristo”, metafora

del “filo del destino”, è il nucleo

della vicenda. Pietro, colto dalla

paura della morte, nega di essere

stato insieme con Gesù nel

Sinedrio, di aver tagliato l’orecchio

a Malco nell’orto degli ulivi e di

essere in sua compagnia nel

momento del suo arresto. il triplice

diniego non scaturisce

semplicemente da un atto di

codardia, ma sorge dall’inconscio

come atto suggerito dall’istinto di

vivere (il karma). Il salto nel buio,

ovvero il coraggio di seguire l’istinto

di felicità (il dharma) avverrà in

seguito, crocifiggendo

definitivamente l’istinto di

conservazione con le facoltà

dell’autocritica, dell’autocoscienza e

della sospensione di giudizio.

27

Gerard Seghers,

Negazione di Pietro, 1620 - 1625

Il rinnegamento di Pietro: istinto di vivere e istinto di felicitàIl senso di responsabilità di Pietro, la “prima pietra” fondamento della “coscienza razionale,

religiosa e civile” dell’individuo, della famiglia e della società, emerge dal fenomeno inibitorio

che precede “il canto del gallo”, metafora eloquente della pulsione creativa (il gallo) in grado

di fecondare e soddisfare i desideri dell’anima psichica (piacere, confort, edonismo, amore,

creatività e appagamento interiore). Ciò significa che le regole epigenetiche della

conservazione della specie si trasmettono di generazione in generazione allo scopo di

preservare l’individuo e la collettività dalla “follia omicida” generata dal bisogno materiale, dal

desiderio psichico e dalla libido incontrollata. Il senso di responsabilità, la prima di queste

regole, si traduce nella ricerca della sicurezza sociale ed economica in grado di garantire la

soddisfazione dei bisogni primari, la ricchezza e il possibile conseguimento della felicità

materiale. Per gli alchimisti l’individuo razionale (Pietro, il pescatore), che evolve la pulsione

psichica in coscienza razionale finalizzata alla soddisfazione dei bisogni primari, è chiamato,

volente o nolente, ad affrontare l’insanabile dualismo di scelte che è alla base

dell’insoddisfazione interiore : condurre una vita “morigerata” o abbandonare tutto per aderire

agli insegnamenti di Gesù, artefice della trasformazione “chimica” della pulsione psichica in

energia “elettrica”, creativa e cognitiva. La vita “morigerata” di chi rinnega la pulsione creativa

che “arde” nel “cuore di Gesù”, e cioè all’interno di ogni individuo che collega il cuore (l’istinto

di vivere) con l’emisfero destro (l’istinto di felicità), genera inevitabilmente il comportamento

conformista, pigro e apatico dell’individuo che ha paura persino della sua “ombra”, ma è ligio

ai doveri e osservante delle leggi. Pietro (la coscienza morale acquisita) abbandona ogni paura

e decide di seguire l’istinto di felicità (l’irruenza della passione), per poi rinnegare “prima del

sorgere del sole” (l’Albedo alchemica), la possibilità di trasformare la pulsione creativa (Gesù)

nella coscienza spirituale (Cristo), l’unica in grado di soddisfare le aspirazioni dell’anima

razionale (fiducia, fedeltà, sincerità, amore vero, lealtà e trascendenza) e “insegnare” all’anima

psichica l’Arte di godersi la vita attraverso le facoltà creative e ludiche del corpo/coscienza..

La vicenda del rinnegamento di

Pietro è ambientata in un posto

di guardia dove i soldati fuori

servizio si rillassano giocando a

carte. La prima a credere di

riconoscere Pietro è la portinaia

del Sinedrio (percezione

soggettiva). Anche un servo

armato del Sommo Sacerdote,

parente di quel Malco a cui

Pietro aveva tagliato l’orecchio,

ricorda di averlo visto nell’orto

degli Ulivi (percezione

oggettiva). Infine il terzo

accusatore si trova

all’estremità del tavolo e indica

Pietro ai soldati con il gesto

delle dita (percezione

deduttiva)

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La razionalità anagogica

Il Vangelo è inteso dagli alchimisti rinascimentali come la più elevata espressione della

conoscenza ‘pertinente’ la coscienza delll’uomo, per cui in ogni evento descritto, raccontato

o ‘immaginato’ dagli evangelisti descrive un particolare atto del ‘processo’ di trasformazione

dell’identità di Gesù nella coscienza umana, creativa e cognitiva di I.N.R.I e infine nell’intelletto

intuitivo e spirituale di Gesù Cristo. Gli apostoli, come sapientemente decodificato da

Leonardo nella rappresentazione dell’Ultima Cena, rappresentano i quattro temperamenti,

ovvero i quattro sostrati di materia che la coscienza razionale deve sperimentare per evolvere

in coscienza critica (terra), sensoriale (acqua), intuitiva (aria) e trascendente (fuoco). Pietro

incarna il senso di responsabilità, la razionalità costruttiva, l’ordine morale, il principio

educativo e religioso, la saldezza dei dogmi, la fermezza etica e le convinzioni spirituali che

rappresentano la quintessenza dell’uomo morale e religioso Tuttavia il Vangelo occulta nella

vicenda della sua crocifissione uno degli episodi ‘salienti’ della vita di ogni alchimista. Caravaggio

esegue il dipinto su commissione, ma è consapevole del significato anagogico del tema. San

Pietro viene crocifisso a testa in giù non tanto per rispettare una usanza in voga nel tempo,

quanto piuttosto per ribadire un concetto caro all’alchimia cristiana che introduce all’interno

del pensiero razionale cattolico il seme del dubbio, della riflessione e dell’autocritica. Chi

meglio di San Pietro, padre fondatore della religione cristiana e primo papa della chiesa

cattolica, può comunicare ai suoi successori il “cuore” (il telo verde/amore) della

trasformazione della coscienza razionale, interprete delle sacre scritture e artefice dei dogmi,

nella coscienza di Cristo? Nella logica alchemica San Pietro incarna il principio inibitore della

pulsione creativa (Saturno diventa sposo di Venere) indispensabile per incanalare l’energia

psichica all’interno di modelli codificati dalla religione, dalla legge e dai costumi sociali.

L’individuo che ‘colloca’ Saturno/San Pietro sulla sommità del Paradiso è motivato

dall’ambizione sociale (vita esteriore) e dal desiderio di ‘salvezza’ (vita interiore), al punto da

sacrificare l’stinto di felicità pur di conquistare le “chiavi” del paradiso materiale/psicologico.

Leonardo, 1498Ultima Cena

TarocchiJerofante, il papa alchimista

L’Ultima Cena dipinta da Leonardo è

un trattato di alchimia della

coscienza. Gli Apostoli sono disposti

in quattro gruppi di tre per rimarcare

la progressiva evoluzione della

coscienza razionale (la pietra grezza)

nella coscienza razionale- creativa

(rosso) e intuitiva- cognitiva (blu)

peculiare della coscienza

‘transpersonale’ di Cristo (la pietra

filosofale). La triade di “fuoco”

composta da Giuda (l’istinto del

cuore), Pietro (la pulsione del cuore)

e Giovanni (la ragione del cuore) e la

triade di aria composta da Giacomo

(ragione intuitiva), Tommaso (ragion

critica) e Filippo (ragione sensoriale)

‘converge’ alchemicamente nel

“santo grall”, il vassoio in grado di

contenere il “cibo spirituale”, sintesi

di esperienza e ragione, istinto e

intuizione, amore e conoscenza .

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Per gli alchimisti il principio ordinatore di Saturno è indispensabile nella realizzazione del

mondo materiale (il sacrificio di Noè), ma è di pessimo aiuto per procedere nell’elevazione

della coscienza sui piani spirituali. Frate Basilio Valentino scrive di “collocare Saturno in

spregevolissima condizione all’interno del nostro magistero” e lo spedisce nel mondo

sotterraneo (il Fondo cielo) in cui diventa una cosa sola con Vulcano, lo zoppo. L’evento, di per

se stesso puramente simbolico, ha un profondo significato evolutivo che si può sintetizzare

come una consapevole rinuncia ad arrogarsi dei “criteri di misura” e degli “strumenti della

ragione” messi a disposizione dalla coscienza razionale per esercitare un qualsiasi “potere

temporale”. Il rovesciamento della posizione di Saturno/San Pietro dall’alto verso il basso,

congiunto all’atto di crocifissione della libido di esercitare sulla “terra” il potere spirituale

conferito dai “misteri della fede”, è un atto che segna l’inizio dell’Arte Alchemica (la Chiave I

di Frate Basilio) e la nascita di una nuova forma di consapevolezza razionale (il contenitore a

forma di cuore) da cui scaturisce il fuoco alchemico (la coscienza razionale creativa) in grado

di scacciare il lupo (la libido), in qualunque forma si presenti. Caravaggio enfatizza nel volto di

Pietro e nel suo gesto di sporgersi in avanti, l’irosa impazienza di “inchiodare” la tentazione

secolare di interferire sulla coscienza civile e i costumi morali e comunica, tra le righe, una

decisa intenzione di rovesciare il modello di “conoscenza” che da secoli domina la società

occidentale. Il papa alchimista, rappresentato nei tarocchi dalla lama dello Jerofante, simbolo

dell’individuo che decide di prendersi cura della propria anima psichica con senso di

responsabilità, amor proprio e fiducia razionale nelle proprie potenzialità evolutive (i tre fiori

della Regina), non detiene nessun potere. Anzi, rovesciando di proposito il paradigma della

società occidentale che “incorona Re” chi detiene lo “scettro della conoscenza” (sacerdoti,

scribi e farisei), l’alchimista sospende (l’Appeso) ogni forma di giudizio facendo proprie le

parole del Vangelo. “Non giudicate, per non essere giudicati; perchè col giudizio con cui

giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate, sarete misurati” (Mt - 7, 1-2)

TarocchiL’uomo appeso

Frate Basilio Valentino, 1550 circaCHIAVE I: i due agenti della Prima Opera e la loro preparazioneDa “Le XII chiavi de la filosofia.”

Saturno viene spedito nel sottosuolo

insieme a Vulcano per purificare la

coscienza razionale laica (la pietra

grezza) dalle tentazioni della libido. Il

vegliardo cucina la pietra attraverso il

fuoco dell’autoanalisi,

dell’autocoscienza e dell’autocritica, le

tre modalità razionali maschili (il Re),

fino alla completa trasformazione della

coscienza ordinaria nella coscienza

corporea femminile (la Regina) da cui

’sboccia’ il fiore della “Virtù ”. La

trasformazione della pietra grezza

nella pietra filosofale, simbolo di

perfezione morale, etica e spirituale,

avviene attraverso i criteri di misura

della percezione (la coda di pavone) e i

valori spirituali che evolvono nell’anima

(i tre fiori) . Attraverso gli insegnamenti

alchemici (la lunga lingua) l’alchimista

brucia la libido istintuale (il lupo) e inizia

l’Opera dello iosis (filosofia della

conoscenza).

Page 32: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

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MHTHEATRUM CHEMICUM ALLEGORIE DELLA CONOSCENZA INTUITIVA

Lo sguardo di Sant’Annadalla percezione morale alla comprensione razionale intuitiva

Il filo obliquo che collega l’occhio destrodi Sant’Anna con quello della figlia e conl’occhio sinistro del Bambino descrive insintesi il dinamismo cerebrale con cui ilsistema percettivo oculare si connettecon l’inteprete dei sentimenti morali(l’emisfero sinistro di Sant’Anna),l’interprete dei bisogni del corpo(l’emisfero sinistro della Madonna) el’artefice delle emozioni dell’anima(l’emisfero destro del Bambino). Laconsapevolezza del significato delleimmagini è dato dal collegamentodell’occhio destro con l’emisfero sinistro,mentre l’occhio sinistro connessoall’emisfero destro è specializzato nellapercezione del corpo nello spazio (sensodi sè)

“La comprensione umana va oltre la spiegazione. La spiegazione è sufficiente per la

comprensione intellettuale o oggettiva delle cose astratte e materiali. E’ insufficiente per

la comprensione umana. Comprendere comporta necessariamente un processo di

empatia, di identificazione e di proiezione. Sempre intersoggettiva, la comprensione

richiede apertura, simpatia, generosità.” (Edgar Morin)

Leonardo,1508Sant’Anna, La Madonna e il BambinoEccles. 1990Laterizzazione della corteccia cerebrale

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La percezione dell’anima razionalePer gli alchimisti rinascimentali la ‘comprensione della verità’ è essenzialmente un atto di

“incarnazione” consapevole dell’esperienza umana all’interno della mente; atto riconosciuto

dal sistema della percezione (mercurio), indotto dalla ‘retroazione’ esercitata dalla memoria

(sale) e ispirato dal desiderio di evolvere la pulsione psichica (lo solfo) in consapevolezza

sensoriale, coscienza di sè e comprensione logica. Leonardo sintetizza nel dipinto “Sant’Anna,

la Madonna e il Bambino” il modello di esperienza che si deve ‘incarnare’ nel cervello dei suoi

allievi, affinchè sia chiaro, visibile ed esplicito che la ‘ricerca della verità’ non può pre-scindere

dalla “Via Umida” (il filo obliquo) che collega la coscienza razionale intuitiva di Sant’Anna

(l’emisfero sinistro delle donne), con lo sguardo amorevole della figlia (l’anima emotiva e

razionale delle madri) e la consapevolezza ‘giocosa’ dei sentimenti corporei (Gesù Bambino)

che evolvono dalla percezione delle sensazioni e dalle emozioni (l’agnellino). In una unica

immagine Leonardo descrive in sintesi il primato del ‘metabolismo’ intuitivo femminile (l’humus

alchemico) su quello maschile, sterilmente intento ad elucubrare in disquisizioni teologiche,

squisitamente erudite, sulla ‘certezza’ della Fede fondata sulla Verità dell’esistenza, del sacrificio

e della resurrezione di Cristo. Ancora oggi preti, studiosi e interpreti delle Scritture dichiarano

che privi di questa certezza non è possibile ‘ricevere’ l’esperienza della rivelazione cristiana e

invitano l’ anima a un supremo atto di fede (non sostenuto dalla ragione) affinchè la razionalità

sensoriale, per sua natura laica e miscredente, ma nello stesso tempo insicura e “ignorante”,

ascolti la ‘pulsione del cuore’ (Pietro) di affidarsi alle cure di “Madre” Chiesa. Questo

meccanismo psicologico di “manipolazione” subconscia dell’anima psichica viene rovesciato dal

paradigma alchemico che afferma invece il ruolo primario dei sentimenti corporei, dell’eros e

della propriocezione psichica nel processo di trasformazione alchemica della pulsione creativa

(Il Bambino) nell’anima razionale (la Madonna) in grado di elaborare la cura del corpo, il

nutrimento affettivo, la protezione della prole, l’amore filiale, la comprensione dei bisogni e il

senso di responsabilità verso gli altri e se stessi, nei valori fondativi della coscienza morale

L’INVERSIONE DELLE RADICI

Il velo trasparente che copre la testa

della madre di Maria occulta il

tracciato ‘neurologico’ che sostiene

“l’albero” della filosofia alchemica.

Lo sguardo di comprensione di

Sant’Anna, sintesi dell’esperienza,

della conoscenza e della saggezza

delle madri, è il risultato di una

naturale opera di trasformazione

delle sensazioni cognitive in

sentimenti morali, valori etici e

principi spirituali. Per l’Arte

Alchemica “quel che la natura

compie in eoni di tempo”, può

essere compiuto in pochi anni con

un artificio. Ciò significa che la

“Percezione morale”, peculiare dei

saggi che hanno conoscenza della

vita e osservano i fenomeni con

‘razionalità cognitiva’ (l’albero

filosofale), può essere assimilata per

induzione , deduzione e intuizione ( i

tre fili orizzontali) invertendo le

polarità magnetiche del cervello.

L’inversione del magnetismo nei due

emisferi (l’inversione dei nodi lunari)

avviene quando la razionalità

intuitiva delle donne e

l’immaginazione razionale degli

uomini si incontrano nel corpo

calloso, la membrana che di fatto

divide l’umanità dallo stato di

perfezione androgina.

Inversione delle radici dell’albero della conoscenza.

cervello

cuore

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razionale (Sant’Anna). La razionalità istintiva delle madri è il nucleo portante della spiritualità

alchemica in quanto include sentimenti morali e valori etici che trascendono la specificità

istintuale biologica. Il sacrificio di sè, rappresentato simbolicamente dal cigno che si ferisce il

petto pur di sfamare la prole, è il principio trascendente in grado di sublimare l’istinto di

conservazione, la libido egocentrica e il senso di responsabilità in amore vero, razionale,

autentico, consapevolmente ispirato dalla fede nei processi alchemici di metamorfosi

dell’anima psichica (Maria) attraverso le “potenze” intuitive (la Vergine), creative (la Madonna)

e cognitive (Assunta, Immacolata, Madre Misericordiosa e Regina del cielo). Sant’anna

rappresenta dunque la coscienza morale razionale in grado di sostenere “sulle sue ginocchia”

il peso della trasformazione dell’anima alchemica (la Figlia), capace di “protendersi in avanti”

e agire per sostenere a sua volta i naturali processi di evoluzione delle sensazioni corporee

in consapevolezza sensoriale (Gesù Bambino), coscienza di sè (Gesù fra i dottori) e

comprensione logica dei sentimenti incarnati (Gesù falegname). Questo schema ‘discendente’

in cui è l’operatore della coscienza (lo sguardo di Sant’anna) a influire sul corpo fisico (Gesù

Bambino) attraverso le funzioni mediatrici dell’anima razionale, è stato riconosciuto anche

dalla moderna neuroscienza quando afferma che “la coscienza rappresenta un livello

superiore di autoorganizzazione: è un parametro di ordine e un operatore che entra in gioco

nel ciclo azione-percezione quando un’azione sta per concludersi e quando inizia la fase di

apprendimento della percezione” (Freeman, 2000). La coscienza morale razionale è un

operatore dinamico in grado di sostenere con le parole, i consigli, le raccomandazioni o con

sguardi di approvazione e comprensione le attività della mente, così come le gambe di

Sant’Anna sostengono il corpo della figlia. In questo modo le facoltà razionali che operano

attraverso una selezione ininterrotta di informazioni, di imput sensoriali e di intuizioni (mente

sensoriale), diventano funzionali alla “direttive” della percezione morale (il maestro interiore)

in grado di regolare e influenzare l’azione istintiva in relazione ai sentimenti-guida pre-scelti.

“In genere, è difficile giudicare i

sentimenti, però dobbiamo farlo.

E’ difficile anche distinguere tra

sentimenti individuali e particolari,

poichè questi ultimi si manifestano

raramente e vengono per lo più

razionalizzati attraverso il

meccanismo di difesa. Persino il

lupo non confessa all’agnello che

vuole divorarlo perchè ha fame, dice

invece di essere stato calunniato da

lui o da sua madre. “Levare la

corteccia” della razionalizzazione è il

grande compito per conoscere gli

uomini e sè stessi, un compito che

bisogna continuamente risolvere.

Sentire significa essere coinvolti in

qualcosa. E noi siamo coinvolti

anche nella conoscenza e nel

giudizio del mondo emozionale

nostro e degli altri. Senza questo

non potremmo conservare nè

espandere il nostro io,

indipendentemente dal fatto che

siano particolari o individuali i

sentimenti coi quali ci rapportiamo

al mondo in cui viviamo”.

Agnes Heller, Teoria dei sentimenti

Albrecht Durer, 1506Gesù dodicenne tra i dottori

Gesù Bambino (consapevolezza

sensoriale) cresce, si sviluppa e

apprende dalla madre il significato

dei sentimenti particolari (odio,

rancore, gelosia) e dei sentimenti

individuali (amore, rispetto, fiducia).

Albrecht Durer intuisce che Gesù tra i

dottori segna il passaggio dalla

coscienza sensoriale alla coscienza

razionale intuitiva in grado di

discriminare i sentimenti particolari

( i tre uomini senza libro) e gli

esponenti della conoscenza razionale

fondata sull’interpretazione della

Parola, del Testo e della Dottrina

( i tre dottori). Gesù elenca con le

dita i sentimenti morali, i valori etici

e i principi spirituali “incarnati”

attraverso la condivisione della

“percezione morale universale’ che

emerge dalla coscienza corporea

cognitiva delle donne, dei saggi e

degli alchimisti.

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Leonardo affida all’interprete delle esperienze (l’emisfero sinistro/il maestro) il compito di

guidare “l’interprete dei sentimenti (il discepolo) a prendersi cura dell’evoluzione della mente

sensoriale in coscienza corporea, creativa e cognitiva. E’ attraverso le “modalità della

percezione” attivate dalla coscienza razionale e intuitiva delle donne (l’interprete dei

sentimenti) che l’alchimista evolve rapidamente in comprensione delle esperienze e

conoscenza della verità morale. Leonardo invita ai suoi discepoli a cercare la verità nelle

immagini; la verità alchemica che non si trova nelle profondità abissali esplorate dall’indagine

razionale filosofica o psicologica, ma sulla “superficie del mare”. Il “mare nostrum” degli

alchimisti non è popolato da mostri mitologici da affrontare, metafora del subconscio in cui

albergano paure irrisolte, ma è una superficie calma e piatta, a significare che il processo di

autocoscienza, di autoconoscenza e di autonalisi fondato sulla percezione di sè

(autoavvertimento psichico, propriocezione, introspezione) e del mondo esterno (proiezione,

visualizzazione e immaginazione) ha portato a galla la verità riposta, nascosta e occultata

nell’inconscio e nell’iperconscio collettivo (i due pesci). La verità dell’Anima, come quella

trasmessa dai filosofi greci, si trova sulla “superficie delle cose” ( ) o nel riflesso delle

immagini” ( ), per cui deve essere “avvistata” dal sistema della percezione e non esplorata

dalla razionalità scientifica. La Verità emerge ciclicamente nelle opere degli artisti e dei filosofi

che, come Socrate, imparano “l’Arte della conoscenza” dalle donne esperte della vita

(Diotima), dalle dee che percepiscono in anticipo il cambiamento dei tempi (le Muse) e dalle

ninfe (Leda e Zeus) che avvertono psichicamente la presenza invisibile della Verità, dell’Eros e

della Bellezza nelle parole e nelle immagini dell’Arte, della Cultura e della Moda. Ecco allora

che l’Arte Alchemica, come i due marinai collocati sulla prua della barca (Il senso di sè e

l’interprete), non indaga sul significato delle parole, ma “avvista e decodifica” i simboli prodotti

dalla triplice trasformazione della coscienza corporea (Il Bambino e l’Agnellino) in coscienza

corporea creativa (san Giorgio e il Drago) e cognitiva (l’arcangelo Michele sconfigge Satana)

L’emisfero sinistro è prevalente per le

sue abilità nel linguaggio e

nell’ideazione (sistema logico-deduttivo)

e svolge il compito di gestire la

complessa e incessante attività

modulare e parallela di tutto il cervello

con uno speciale sistema di controllo e

sintesi, detto interprete o meccanismo

innato di interpretazione. Esso è

perennemente in cerca di un ordine, di

una ragione e di un significato degli

eventi. L’interprete permette di riflettere

sulle varie azioni, sul proprio io pubblico

e privato, su quello che gli altri pensano

di noi in rapporto a quello che noi

pensiamo di noi stessi. “L’interprete, con

le sue capacità di compiere inferenze,

ovvero sviluppare ipotesi sugli eventi

interiori e su quelli del mondo esterno, è

il sistema che attiva il processo di

formazione delle nostre credenze

(Cazzaniga, 1991)”. Le credenze

guidano, controllano e dettano le regole

del comportamento. La coscienza

diventa il prodotto finito dell’interprete

insediato nel cervello sinistro, le cui

produzioni sono riferite e perfezionate

dal sistema del linguaggio.

G. Ronconi, Il cervello e la mente.

I. Waite, 1678Musaeum Hermeticum

L’alchimista che collega i sentimenti

individuali (il cuore) con l’emisfero

sinistro (l’interprete) e rovescia le

priorità della propria vita (i

pesci/sentimenti-guida) al punto da

anteporre la felicità morale dell’anima

alla felicità materiale, inizia a far

emergere in superficie i ricordi, le

esperienze e i traumi dal proprio

passato (memoria subconscia). Nello

stesso tempo inizia la fase (iosis) di

selezione e discriminazione dei

modelli culturali, degli insegnamenti,

delle letture e delle amicizie che

rappresentano (o non rappresentano)

la filosofia morale dell’anima

(memoria iperconscia). La

comprensione delle esperienze ( )

e la conoscenza della verità

dell’anima ( ) procedono (come i

due pesci) sullo stesso piano (l’acqua

salata del mare), metafora della

memoria evolutiva e spirituale

peculiare della “mente androgina”.

Page 36: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

34

La ricerca di Brueghel è concentrata nello sguardo lucido e impietoso con cui descrive

minuziosamente, fino al dettaglio più ironico o aberrante, la realtà del suo tempo. Acuto

osservatore del rapido processo di disgregazione morale innescato dalla cultura del profitto,

della speculazione e della ricerca del benessere individuale e di gruppo a scapito dei valori

morali, dei comportamenti etici e delle aspirazioni spirituali dell’anima, Brueghel si appropria

dei codici interpretativi degli artisti alchemici e compone alcune delle opere più espressive

del pensiero rinascimentale. La “Grande Torre” non vuole essere una denuncia sulla

incomunicabilità dei molteplici linguaggi (la torre di Babele) che strutturano il sapere

occidentale, ma sintetizza un paradigma fondamentale dell’Arte alchemica: l’elevazione del

pensiero verso le sommità della comprensione razionale e della conoscenza intuitiva della

verità avviene procedendo dall’interno dell’essere e non dall’esterno. Il concetto diventa

eloquente se si confrontano le due parti esterne dell’ edificio con la parte interna. Mentre

la parte sinistra (la razionalità scientifica) si arresta sul VI livello (la conoscenza razionale), la

parte destra della torre (le credenze religiose) si arresta sul II livello (l’intuizione sensoriale),

metafora dell’incapacità della fede di sostenere il ricercatore con prove, esperienze e verifiche

empiriche. L’alchimista rinascimentale non si preoccupa di formulare teorie, assiomi e principi

filosofici totalizzanti in quanto percepisce una scala di valori universali nel processo di

trasformazione della consapevolezza di sè (VII) in comprensione spirituale (VIII), conoscenza

iniziatica (IX) e realizzazione della coscienza omnicomprensiva (X). Dal centro della Grande

Torre emergono altri quattro livelli e non è privo di significato che il penultimo piano, quello

della conoscenza iniziatica (Sophia), sia occultato da una nuvola bianca. La costruzione

alchemica è ben radicata all’interno poichè ogni apprendistato alla lucidità di pensiero procede

“dall’apprendistato dell’autosservazione” (E. Morin) e tale processo “non è mai compiuto una

volta per tutte, ma deve essere continuamente ricominciato (rigenerato). La rigenerazione del

pensiero avviene attraverso un percorso circolare che evolve a spirale verso l’alto senza mai

MH INIZIAZIONI ALL’ARTE I CODICI DELL’ESPERIENZA CREATIVA

BRUEGHEL: ELOGIO DELLA LUCIDITA’

“Le strutture della nostra mente, che permettono la conoscenza dei fenomeni, la rendono incapace di andare al di

là e al di qua, nella natura profonda del reale. E’ incredibile che la conoscenza si levi da un prodigioso iceberg di

non conoscenza del nostro rapporto con noi stessi, con il nostro cervello, con il nostro sistema computazionale

neuronale. L’ignoto non è soltanto il mondo esterno, siamo soprattutto noi stessi” (Morin, 1993)

13. A. Maslow

Verso una psicologia dell’essere

(Casa Ubaldini, 1971)

14. E. Morin

Introduzione al pensiero complesso

(Sperling e Kupfer, 1993)

Marta Breuning

15. Julia Kristeva

Bisogno di credere.

un punto di vista laico

(Donzelli Editore, 2006)

16. Marco Vannini

La morte dell’anima

Dalla mistica alla psicologia

(Casa Editrice Le Lettere, 2003

17. Garavaso e Vassallo

Filosofia delle donne

(Editrice Laterza, 2007)

18. Romano Gasparotti

Filosofia dell’Eros

(Bollati Boringhieri, 2007)

Page 37: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

37

L’ASCENSIONE ALCHEMICA

L’ascensione spirituale concepita da

Brueghel nell’immagine della PiccolaTorre descrive il processo di

rigenerazione spirituale del pensiero

razionale che avviene ad opera

della percezione. La struttura

‘cognitiva’ si affina e si eleva verso

una comprensione anche sofisticata

della verità integrando senza soste i

prodotti simbolici (fiabe, miti,

leggende, allegorie, metafore ed

emblemi) della cultura alchemica.

L’opera realizzata dall’anima

attraverso le facoltà corporee

creative (il Sè istintuale) è per sua

natura priva di elaborazioni

concettuali e “occulta” una verità

che può essere rivelata dalla

conoscenza simbolica (il sesto piano

è parzialmente coperto di nubi)

BRUEGHELATTO SECONDO

35

Peter Brueghel

La Grande Torre, 1563

La Torre centrale, particolare

La Piccola Torre, 1563

Page 38: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

36

perdere il filo del discorso, lo stesso che ha origine dal nucleo critico da cui proviene l’anima

che anela conoscere la verità. Se “La Grande Torre” è un esplicito invito a rivolgere l’analisi

razionale verso la dimensione interiore dei sentimenti, considerati il nucleo “roccioso” che

facilita l’elevazione del pensiero intuitivo verso la sommità, la “Piccola Torre” descrive il

percorso evolutivo compiuto dal pensiero che integra dentro di sè la “luce” che penetra

attraverso le “numerose aperture” prodotte dalla “consapevolezza, comprensione e

conoscenza” delle immagini recepite dal sistema della percezione. La “Piccola Torre” è traforata

di aperture, metafora del ruolo svolto dall’Arte alchemica’ nell’illuminare le zone oscure della

coscienza; è attraverso l’evoluzione della percezione critica in intuizione sensoriale,

consapevolezza razionale e comprensione delle immagini che il pensiero rigenera se stesso,

modificando la propria prospettiva e ampliando fino all’orizzonte il campo della

“decodificazione” simbolica della realtà e della verità. Emblematica è in questo senso la vicenda

della conversione di Saulo dipinta da Brueghel. Il santo è dipinto al centro di una lunghissima

fila di soldati che ascendono verso la sommità della montagna, rappresentato in dimensioni

molto ridotte, come uno fra i tanti, a simboleggiare il carattere “quasi banale” della

conversione, interpretata come un cambiamento della visione personale in rapporto ai

numerosi ruoli che la coscienza individuale deve interpretare per arrivare a comprendere (in

cima alla vetta) l’essenza della natura umana. Una, cento, mille sono le “cadute da cavallo” che

possono espandere la percezione di essere un “peccatore” come gli altri, così come è

sufficiente una sola “conversione” per iniziare il processo di “svuotamento” (kènosis) della

coscienza preformata dalle regole e dalle leggi per perpetuare la specie, le credenze sociali e

la famiglia (il karma della razza). Raffaello individua in “San Michele” il punto più elevato della

“comprensione razionale intuitiva” (la Vittoria) realizzata da San Paolo, l’unica in grado di

liberare l’individuo dalle costrizioni dettate dall’influsso culturale, religioso e spirituale esercitato

dalla “setta di appartenenza” (satana) e di azzittire il “pungiglione’ della morte.

SAN PAOLOATTO SECONDO

IL KARMA DELLA RAZZA

Ebrei, mussulmani e cristiani

condividono tra loro una sola

cosa: la libido spirituale di voler

perpetuare nei secoli il primato

della propria “coscienza

illuminante” su tutte altre fedi.

L’intelletto translogico degli

ebrei, la razionalità emotiva dei

mussulmani e l’intelligenza

‘plastica e sintetica’ dei cristiani

si arrogano l’elezione della

propria razza (la carne e il

sangue) come depositaria della

“Verità suprema”. Per gli

alchimisti rinascimentali, che

identificano in San Paolo il

modello di liberazione dal

“karma“ di essere nato,

cresciuto e riconosciuto ebreo, la

religione, così come le leggi, le

cerimonie e i riti di gruppo,

modellano una forma di

coscienza che ostacola

(corrompe) il processo naturale

di autotrascendenza attivato

dall’alchimia dei sentimenti e

delle pulsioni. “Quello che

affermo, o fratelli, è che nè la

carne nè il sangue possono

possedere il Regno di Dio (la

coscienza corporea spirituale), nè

la corruzione può ereditare

l’incorruttibilità.....Quando questo

elemento corruttibile (la

coscienza di gruppo religiosa),

avrà rivestito l’immortalità (la

coscienza corporea spirituale),

allora si compirà la parola che è

stata scritta: “la morte (della

libido spirituale) è stata assorbita

nella vittoria (la comprensione

spirituale del Redentore). Dov’è

la tua vittoria (comprensione), o

morte (libido)? Dovè il tuo

pungiglione, o morte? il

pungiglione della morte (libido

spirituale) è il peccato, la forza

del peccato è la Legge.”

(Corinzi, 15, 35-56)

P. Brueghel, Conversione di Saulo, 1567

Page 39: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

Ars Chemica

MHARS CHEMICA EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA

Raffaello, 1518

San Michele sconfigge Satana

Page 40: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

HOLY SMOKEISTINTO DI CONOSCENZA

MHARS CHEMICA EMBLEMI DELL’ESPERIENZA CREATIVA

Leonardo,1483La Vergine delle rocce

Cecilia Gallerani, Marta Breuning, Lucrezia Crivelli

38

Page 41: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

39

ATTO PRIMO

COSCIENZA CORPOREAPSICHICA

La “Bottega” del Maestro

Nel Rinascimento i giovani artisti entravano

a far parte della bottega del Maestro per

scoprire i talenti naturali (pittura, scultura,

ebanisteria, orificeria, ecc..), sviluppare le

abilità manuali ed espandere le qualità della

percezione per apprendere in tempi brevi i

segreti dell’arte. Il tirocinio durava nove anni

suddiviso in 6 fasi di 18 mesi. Nelle prime

tre fasi l’allievo doveva sottostare alle regole

della bottega ed eseguire unicamente lavori

di decorazione, rifinitura e completamento

delle opere iniziate dal maestro. Questo

periodo di formazione corrisponde allo iosis

(Opera al Giallo), la prima delle Opere che

l’alchimista (San Giovannino) affronta quando

decide di seguire un maestro dell’arte, un

guru spirituale, una disciplina, una filosofia o

una istruzione superiore. Nelle tre fasi

successive l’artista espande la “coscienza

corporea”, affina la propria arte (percezione)

e si cimenta da solo, o in gruppo, a realizzare

i lavori commissionati alla Bottega. In questo

secondo periodo l’artista sviluppa il proprio

talento, stile e linguaggio espressivo in forme

autonome e originali e progressivamente si

allontana dal Maestro (Giovanni nel deserto)

per realizzare le opere generate

dall’insorgere della “coscienza corporea

creativa”, in cui diventano pressanti i bisogni

autoaffermativi dell’ego e dell’ambizione

materiale, sociale e professionale (Giovanni

predicatore). Ci sono artisti che completano

il periodo formativo fino in fondo (Botticelli e

Leonardo), mentre altri, dopo pochi anni di

apprendistato seguono impulsivamente

l’istinto di conoscenza che emerge spontaneo

nel processo di trasformazione della

“coscienza corporea” in “coscienza corporea

creativa” (Caravaggio e Raffaello),

trasformando il proprio corpo in un

“perfetto” strumento alchemico di

conoscenza (Giovanni Battista) in grado

esplorare i limiti della ragione e della fede,

“annerire” le funzioni razionali del cervello (la

decapitazione) e proiettare l’argentum vivum

(lo spirito santo) sui soggetti da conoscere.

La coscienza corporea psichica,

istintiva nel bambino che cresce e

innata nelle donne, è il punto di

partenza dello iosis, la prima opera

dell’arte alchemica. Lo iosis,

(Citrinas o Xanthosis), significa

letteralmente ‘ingiallimento’ della

materia cerebrale e allude a un

processo chimico di sedimentazione

del nitrato di solfo (il sale della

conoscenza dell’energia psichica)

all’interno del primo vaso

dell’alchimia (il cervelletto). La

coscienza corporea femminile è la

soror mystica arteficie di tutti i

processi alchemici di trasformazione

delle sensazioni e delle percezioni in

mente sensoriale, razionale, intuitiva,

cognitiva e creativa. Il corpo

femminile occulta una sapienza

istintiva del processo di

trasformazione della pulsione

psichica in anima, prima psichica e

poi razionale. Coscienza corporea,

senso di sè nello spazio (materiale)

e nel tempo (spirituale) e

consapevolezza della dualità

anima/corpo, rappresentano i tre

‘fuochi naturali’ (il fuoco della nostracucina) in grado di trasformare la

libido sessuale (alla base della

fornace) in amore, autocoscienza e

conoscenza dei bisogni

biopsicosomatici. Il primo atto si

consuma in coppia. I litigi verbali, le

dispute, i confronti e i chiarimenti

che emergono dal “contatto “ della

libido maschile con la coscienza

corporea femminile, sintetizzano i

contenuti della “filosofia naturale”

concepita dall’Arte alchemica.

Condividere la vita con il corpo della

donna significa riscoprire il naturale

istinto di equilibrio (Venere/Marte)

che conduce alla cura di sè , il primo

valore della coscienza spirituale.

OPERA AL GIALLO

Page 42: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

40

La tecnologia del SèL’ ingiallimento della materia cerebrale avviene nella parte del cervello in cui sono codificate

le risposte neurologiche istintive attivate dalle sensazioni corporee (tronco encefalico) e dalla

percezione sensoriale (il cervelletto). L’alchimia greca aveva compreso che lo sviluppo della

coscienza corporea (mens) avviene attraverso l’esercizio delle abilità fisiche, psichiche e mentali

all’interno di uno specifico “vaso” ermeticamente chiuso e regolamentato dalla disciplina dei

“giochi”. Le Olimpiadi che si svolgevano all’interno di uno stadio realizzavano lo scopo

educativo di trasformare le pulsioni, i sentimenti particolari e le passioni in una ‘lotta simbolica’

finalizzata a far emergere i sentimenti morali maschili. All’interno dell’arena e di specifiche

regole sportive da rispettare, così come all’interno di una stessa bottega,

l’atleta/artista/alchimista (Marte) sperimenta la ‘tecnica’ di tradurre la gelosia, l’invidia, il rancore

e l’ira nelle qualità corporee e morali del coraggio, della forza, della resistenza fisica, ma anche

in quelle della perizia tecnica, della bravura artistica e della perseveranza negli studi. La

competizione ‘celebrata’ con lealtà e rispetto stimola ed esalta le capacità non solo atletiche

dell’individuo, ma diventa un ‘espediente tecnico’ per conoscere se stessi, i talenti del corpo,

le abilità della mente e le qualità nobili dell’anima. La conoscenza di sè non avviene ‘da sola’,

ma è il risultato di uno specifico lavoro di “elaborazione cognitiva” dei limiti fisici, psicologici e

mentali dell’individuo sottoposto alla ‘pressione’ esterna (allenamento, stress, studio). In un

contesto squisitamente educativo, la competizione e il confronto diretto con l’avversario

diventa motivo di esperienza del valore positivo dell’aggressività fisica (Marte) e dell’abilità nell’

azione (il sole/coscienza corporea di Gambricius), della sensibilità emotiva (Venere) e

dell’abilità nella percezione( la luna/coscienza corporea di Beya). Se uniamo queste quattro

facoltà del corpo/mente (il se istintuale) di generare autonomamente “esperienza e

conoscenza di sè”, scopriamo che l’albero della conoscenza alchemica, ben radicato per terra

attraverso i piedi e rigogliosamente proteso in alto attraverso le braccia, le mani e le dita

dell’intelligenza corporea, è il frutto secolare di una specifica “tecnologia del Sè”. Se definiamo

Altus, 1677Mutus Liber, tav. 10

sotto:A.C. Bentz, 1706Philosophische Schaubhune

LA TRASMUTAZIONEDELLA MENTERAZIONALE

L’immagine descrive il “matrimonium

corporale” che avviene tra l’uomo e

la donna. L’amore di coppia (l’opera

al rosso) realizza la prima

congiunzione tra valori dell’anima (il

fiore a sei petali) e i due ‘sali’ della

ragione (esperienza e razionalità). La

cura di sè, l’amor proprio e la

consapevolezza corporea ‘insufflati’

dal “pneuma”, fanno emergere dalla

“fornace” (l’athanor) Diana

(intuizione sensoriale) e Apollo

(conoscenza della natura umana),

indispensabili per iniziare la

“trasmutazione metallica”.

Page 43: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

41

il “se fisico” (il sole nero degli alchimisti) come l’insieme degli organi vitali (sole), delle ghiandole

endocrine (la luna) e dei tessuti che li collegano al cervello (mercurio) capace di agire

autonomamente in rapporto alla codificazione genetica degli istinti e delle pulsioni primarie

(giove), è possibile comprendere il significato “uranico” (trascendente) di questa struttura

primaria, in grado di “generare il fuoco sacro della trasformazione” (Vulcano, l’istinto

evolutivo). “Secondo Foucault (1993), nell’ambito della creazione dell’identità storica della

soggettività è da evidenziare il rapporto del Sè (Sè = coscienza del se fisico) con la verità. In

base alla tradizione socratico-platonica, e successivamente cristiana, dell’esame di coscienza e

della confessione, si è verificata la fissazione e l’insediamento della verità nell’intimità del

soggetto; si è costituito un dentro profondo, nascosto e depositario della verità, e un fuori

apparente, superficiale o maschera del soggetto. Si è creata una tecnologia del Sè, che

permette ‘agli individui di eseguire, con i propri mezzi e con l’aiuto degli altri, un certo numero

di operazioni sul proprio corpo e sulla propria anima - dai pensieri, al comportamento, al

modo di essere - e di realizzare in tal modo una trasformazione di se stessi allo scopo di

raggiungere uno stato caratterizzato da felicità, purezza, saggezza, perfezione o immortalità”

(G. Ronconi, 2006). Alla luce della conoscenza del ‘se fisico’, elaborata in geroglifici animali

dalla cultura egizia e trasmessa alla cultura greca, l’Alchimia occidentale feconda numerose

“tecnologie del Sè” adeguate a rivelare dentro se stessi il potere evolutivo, trascendente e

spirituale dell’energia biopsicosomatica (La Dea Nemesi dei greci, la Dea Kundalini dei

tantrici). All’interno di questa ottica appare evidente che la “cultura dei giochi”, la “cultura

dell’arte” e la cultura dell’ eros” , siano in questo senso il prodotto sociale più significativo di

questa “tecnologia spirituale”, in grado di “accendere” il ‘fuoco sacro’ dell’alchimia interiore.

A questi tre fuochi, chiamati “fuoco naturale o domestico”, “fuoco alchemico” e “fuoco

segreto”, l’Arte rinascimentale ha dato il volto di tre “istinti divini” : istinto di equilibrio

(Venere/Marte), di conoscenza (Diana/Apollo) e di felicità (Leda/Zeus).

Leonardo,1515Leda e il cigno

LEDA E IL CIGNO

SENSAZIONE PERCETTIVA eCOSCIENZA CORPOREA

La vicenda mitologica di Leda e ilcigno descrive in sintesi la triplice

metamorfosi della pulsione psichica in

coscienza corporea, senso di sè e

consapevolezza della dualità,

sintetizzata da San Paolo in sarx

(carne), psichè (anima) e pneuma

(spirito) e nella teoria orientale dei

“tre guna” (tamas, rajas, sattva). Zeus,

Dio della conoscenza corporea,

desidera accoppiarsi con la Dea

Nemesi, la divinità che incarna la

pulsione psichica irrazionale (la figlia

della notte) connessa al soma

sarchico (istinti) e al tamas(ignoranza, pigrizia, torpore,

negligenza e ottusità). Nemesi fugge

nelle acque profonde per diventare

un pesce (soma psichico) e

manifestare le qualità del rajas(collera, l’avidità, l’egoismo, la

gelosia..), inseguita da Zeus che

assume le sembianze di un delfino.

Infine si trasforma un’oca (soma

pneumatico) per fuggire nell’aria (il

guna sattva) dove finalmente si

accoppia con Zeus/cigno, poichè è in

grado di “avvertire”, studiare,

ricordare, amare e ricercare la verità.

Dalla “tenerezza” che unisce

l’intelletto intuitivo del maestro (il

cigno) con il sattva del discepolo,

nasce la bellissima ninfa Leda in cui è

racchiuso il segreto della sensazione

percettiva (l’uccellino) e del suo

legame indissolubile con la coscienza

corporea. “Vediamo ciò che siamo,

ciò che vediamo è un riflesso di noi

stessi” (Maslow, 1971). Ciò significa

che il pensiero razionale non è

imparziale e nemmeno neutrale. Per

quanto logico e ben costruito possa

diventare “è latore di frammenti di

soggettività” (Boggio Gilot), per cui

l’individuo crea il suo mondo

attraverso il proprio particolare modo

di sentire, percepire e vedere la realtà

e di comprendere, pensare e

sintetizzare le esperienze quotidiane.

Page 44: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

42

La discriminazione tra Sè e non SèLa nascita dell’Alchimia è millenaria. In ogni parte del mondo l’essere umano ha generato le

immagini, le leggende, le favole, le metafore, le allegorie, i miti e le divinità in grado di

rappresentare la trasformazione del pensiero, del comportamento e del modo di essere

attraverso una specifica “tecnologia del Sè” ( Urano/Shiva/Confucio/Toth/Ermete). In ogni

civiltà sono evidenti le tracce della ricerca della “pietra filosofale” o della “chiave suprema”,

metafora di uno stato di purezza, perfezione e saggezza indispensabile per aprire i “cancelli”

della felicità e le “porte”dell’immortalità. L’Alchimia universale, espressione di una “tecnologia

applicata all’esperienza corporea dell’anima”, ha immaginato di costruire fornaci incandescenti,

laboratori chimici e officine metallurgiche in quanto modelli “concreti” e nello stesso tempo

“virtuali” di proiezione dell’energia psichica sul piano dell’immaginazione creativa. Attraverso

l’associazione dell’energia fisica, psichica e mentale con le sostanze chimiche, i metalli, le erbe,

i colori, le pietre preziose, i profumi, gli animali, i pianeti e gli elementi naturali, l’alchimista

“realizza” un mondo unitario (Unus Mundus) in cui riconoscere, passo dopo passo, esperienza

dopo esperienza, il graduale passaggio dal “mondo astrale” (i sogni, le vane speranze, le

credenze illusorie) al “mondo reale terrestre” in cui è possibile l’identificazione dell’io con le

esperienze evolutive dell’anima. Questo processo di rimozione dei veli e dei “tendaggi” (maya)

che occultano la percezione della verità è un atto di purificazione della coscienza corporea

psichica (la perla nera), di trasformazione dell’io in coscienza corporea creativa (la perla

rossa) e infine di realizzazione della coscienza corporea cognitiva (il Lapis, la perla blu).

Rimuovere l’illusione (opera al giallo) di identificarsi con il cervello in cui predominano

Ragione/Fede, Pensiero/Desiderio e Libido/Pulsione, significa ritornare al “Paradiso Terrestre”

in cui è il ‘corpo permeato di coscienza’ l’unico arteficie del godimento divino. Agire, creare

e conoscere attraverso la “coscienza corporea” è un processo evolutivo considerato nella

cultura orientale il Dharma dell’anima, ovvero il “retto cammino” da seguire per realizzare

Altus, 1677Mutus liber, tav. 13sotto:Michael Maier, 1618Atalanta Fugiens

LA TRASMUTAZIONE DELLA MENTESENSORIALE

La coscienza corporea creativa della

donna inserisce nel vaso alchemico

una stellina, simbolo dei valori

morali realizzati dall’amore

coniugale (senso di responsabilità,

cura dell’altro, protezione della

prole. amore vero, rispetto reciproco

e comprensione). Il passaggio dai

sentimenti particolari a quelli

individuali descrive la trasmutazione

della mente razionale nella mente

intuitiva (il rospo) in grado di

assorbire (succhiare il seno destro) i

principi morali, etici e spirituali

trasmessi dalle opere dell’alchimia e

dalla coscienza corporea cognitiva

delle donne e dei maestri spiriruali.

Page 45: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

43

l’esperienza (sat), la conoscenza (chit) e la beatitudine (ananda) del Sè. Mentre in Oriente la

“tecnologia dell’essere” evolve attraverso discipline in grado di contenere l’energia psichica

all’interno degli “involucri” di energia (l’Hatha Yoga), “stanze” di consapevolezza (il Tantra yoga)

e “Templi” di conoscenza (lo Jnana yoga), in Occidente prevale, sin dai tempi di Pitagora, la

“tecnologia del divenire”. I due approcci, pur simili nella sostanza, sviluppano una visione

spirituale dell’uomo diametralmente opposta. Per la mente orientale, sede suprema della

coscienza corporea cognitiva che si espande nel corpo ‘illuminato’ dall’energia spirituale (il

serpente Kundalini), non esiste una distinzione tra energia, anima, mente e coscienza. L’energia

spirituale Kundalini sostiene la crescita del corpo umano già al momento della nascita e si

manifesta progressivamente come coscienza biologica incarnata (la logica del Dna) , strumento

perfetto di salvezza dell’anima e ‘motore immobile’ dell’energia psichica evolutiva, dispiegandosi

attraverso un tragitto ‘geometrico’ (razionale) che giunge a “illuminare” le facoltà cognitive del

cervelletto/mesencefalo (la Mente) e le facoltà creative e trascendenti dei due emisferi

cerebali (l’Intelletto). In questa concezione ‘ascendente’ dell’energia psichica, peculiare del

metabolismo corporeo femminile, la consapevolezza sensoriale delle esperienze corporee,

sessuali, creative e cognitive produce, alla fine del processo di discriminazione tra il “Sè”

(coscienza corporea) e il “non Sè” (coscienza acquisita), un soggetto che è pura Coscenza

(Atman). Lo stato di “pura coscienza”, capace di percepire la mente e l’intero processo

sensoriale concettuale fino agli schemi di razionalizzazione delle esperienze in significato,

descrive uno stato dell’essere privo di dualità in grado di sperimentare il senso dell’eternità

(sincronicità), dell’infinito (comprensione dei simboli), della beatitudine (la liberazione dal

Karma, dal bisogno e dalla sofferenza) e della perfetta pace interiore (illuminazione del corpo

atmico). La Genesi occidentale della “coscienza corporea cognitiva” ha origine invece dal

senso di colpa e dalla degenerazione della consapevolezza sensoriale in malattia psicosomatica,

desiderio psichico e follia suicida o, nel peggiore dei casi, in libido sessuale (il diavolo) , sociale

ATTO SECONDO

LA COSCIENZACORPOREA CREATIVA

La coscienza corporea del bambino

è determinato spontaneamente

dall’istinto di equilibrio. Anche lo

Yoga ‘lavora’ sulle facoltà istintive del

‘se fisico’ di ripristinare condizioni di

equilibrio alterate dalle posture

corporee (hatha) e dalle astinenze.

Nell’Alchimia araba il fenomeno non

avviene sul piano del ‘se fisico’, ma

su quello del ‘se psichico’. La

trasformazione della coscienza

corporea (la bile nera) in coscienza

corporea creativa (la bile rossa)

avviene tramite l’anima della donna

(gelosia/eros), l’amicizia ‘femminile’

(invidia/curiosità) e la coscienza del

‘se psichico’ (passione/sublimazione).

La sublimazione dell’eros, della

curiosità e delle emozioni in ‘rime,

canzoni e poemi’, testimonia il

compimento della trasformazione del

rospo in principe, del bruttoanatroccolo in cigno e di tutte quelle

metamorfosi che l’essere compie

lungo la Via umida.

Per chi invece percorre la Via secca, il

rapporto conflittuale con la coscienza

psichica, creativa e cognitiva

femminile (Rossella di “Via col

Vento”) equivale al calore del “fuoco

alchemico” in grado di disintegrare

l’ego, la presunzione e l’arroganza

dell’intelletto razionalizzatore

finalizzato agli scopi.

L’ OPERA AL GIALLO

Altus, 1677Mutus liber , tav. n. 11

Page 46: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

44

(il male) e spirituale (satana). L’anima occidentale deve essere prima salvata dalla Ragione/Fede,

dal Pensiero/Desiderio e dalla Libido/Pulsione di coloro che esercitano razionalmente il

controllo delle emozioni e dialogano direttamente con l’Intelletto Supremo (Dio Padre),

ricevendo da esso informazioni parziali, suggerimenti contradditori e consigli morali spesso

difficili da interpretare, decodificare e trasmettere alla coscienza corporea dell’individuo

“povero di spirito” (privo di comprensione intellettuale). Il corpo umano, fatto di carne (sarx),

anima (psichè) e spirito (pneuma) è concepito da San Paolo come il tempio di Dio, ma prima

deve essere purificato, lavato e redento dal peccato originale, ovvero dalla tentazione innata

nell’uomo (Pinocchio) di disubbidire al Padre (la Ragione dell’esperienza/Geppetto) e seguire

la “voce” della pulsione (il gatto) o della libido (la volpe) che lo condurrà, volente o nolente, a

vivere le esperienze del “burattino” guidato dai fili del Bisogno (il Circo di Mangiafoco), del

Caso (l’incontro con Lucignolo), del Karma (l’inascoltato grillo parlante) e del Destino (Fata

Turchina). La favola di Collodi è una esemplificazione allegorica della condizione dell’individuo

occidentale che desidera evolvere il “soma psichico” (il corpo dell’asino) nell’autentica

condizione umana (il soma pneumatico/ il bambino vero) e vuole conoscere la tecnica della

trasformazione della pulsione in amore e coscienza di sè (la pelle d’asino divorata dai pesci).

La “tecnologia del se” ispirata dall’ Arte Alchemica (fata Turchina/principio di individuazione) è

centrata sulla tragica consapevolezza della “condizione umana” sprovvista dei mezzi necessari

(l’abbecedario, “la conoscenza pertinente l’uomo”) indispensabili per “divenire” al più presto

responsabile delle proprie azioni e dei propri atti. Il problema non è assumersi la colpa di

aver disobbedito al Padre ( il figliol prodigo), poichè la storia occidentale testimonia l’aberrante

degenerazione della coscienza ispirata dalla Libido, ma riuscire a discriminare a quale Padre è

opportuno rivolgersi. Collodi ‘spedisce’ Geppetto nel ventre della Balena, metafora dell’ esame

di coscienza a cui si deve sottoporre il pragmatismo della ragione, mentre Raffaello è eplicito

nell’indicare la “retta via” per giungere a “trasfigurare” nel “Padre celeste”. Prima San Giorgio

e poi l’Arcangelo Michele trasmettono una forte “imput spirituale” in grado di connettere

l’intelligenza emotiva dell’alchimista con la comprensione della libido materiale (il drago) e

della libido spirituale (satana) che da millenni ‘ostacola’ l’introversione dell’anima all’interno

del “ventre molle” dei maestri e delle donne.

LA TRASMUTAZIONE DELLA MENTEINTUITIVA

La coscienza corporea cognitiva,

ovvero l’istinto delle donne di

conoscere la verità attraverso la

percezione intuitiva delle immagini

(Castore e Polluce) e l’evoluzione

delle sensazioni percettive (la ninfa

Leda) in emozioni cognitive (Elena e

Clitennestra), produce una nuovo

grado di trasmutazione metallica.

La Primavera di Botticelli sintetizza

le fasi di evoluzione della materia

mentale (Hermes) sottoposta al

fuoco psichico, creativo e cognitivo

generato dalla metamorfosi

dell’anima. Hermes volta le spalle

alle tre Grazie (Bellezza, Castità e

Piacere) e utilizza il caduceo (la

consapevolezza spirituale) per

disperdere il fumo generato dalla

libido sessuale, metafora di

(procastinazione delle pulsioni e

autocoscienza.

Page 47: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

45

La Religione del Divenire (istinto di trascendenza).La differenza che esiste tra la tecnologia orientale (essere) e quella occidentale (divenire) è la

stessa che l’individuo sperimenta quando entra in contatto con il “metabolismo” psichico,

mentale e spirituale della donna. A differenza dell’alchimia femminile (e orientale) in cui

emerge precocemente l’istinto di evolvere naturalmente la pulsione psichica (la ninfa Clori)

in consapevolezza creativa (la Primavera) e coscienza razionale intuitiva (Venere Humanitas) e

l’anima si rivela alla mente emozionale dell’alchimista (Hermes/Ares) in tutte le sue potenzialita

ludiche (Piacere), creative (Castità) e trascendenti (Bellezza), l’alchimia maschile (e occidentale)

deve fare i conti inizialmente con la libido sexualis colpevole di ridurre “i compagni (i fattori

mentali) di Ulisse’ (Mercurio) in porci (il tamas: inerzia, passività, negligenza). Trasformare la

libido sexualis in istinto evolutivo equivale distillare il ‘litio spermatikos’ dal fumo della fornace

(la procastinazione della soddisfazione). Ciò può avvenire spontaneamente attraverso la

cultura dell’eros (Circe) e dell’amore famigliare (Penelope), poichè “la componente sociale

della libido sexualis tende al rapporto umano. Gli effetti di questa tendenza sono l’amore per

il compagno e per la prole e l’esigenza di costituire un nucleo famigliare all’interno della

comunità (M.H. Harding, 1947)”. L’alchimista occidentale non è consapevole del significato

iniziatico dell’amore sessuale, del “matrimonium corporale” con la mente della donna e del

“matrimonium coeleste” con la coscienza femminile (l’Anima Mundi) fino a che non sperimenta

le potenzialità evolute connesse al “sacrificio” della libido, ovvero al contenimento del seme

all’interno dell’organismo. Mentre l’alchimia orientale elabora tecniche “psicofisiche” di

trasformazione della libido sessuale (Brahamacharya) e fonda su di esso la psicologia alchemica

dell’androgino in cui le componenti psichiche femminili convivono con quelle maschili all’interno

di una stessa psiche (il cerchio), fondando una cultura dell’Essere che culmina nella figura dell’

MahaAtma (la Grande Anima), l’alchimia occidentale deve fare i conti con l’intelletto

ordinatore, classificatore, razionalizzatore, teorico, dottrinale e ideologico che caratterizza tutto

l’arco di sviluppo della civiltà occidentale, dalla cultura greca ai nostri giorni. La predominanza

della funzioni razionali (l’emisfero sinistro maschile) genera infatti una ‘filosofia del divenire

dell’Egoicità in Anima fondata sull’osservanza della Dottrina. Per gli alchimisti rinascimentali la

religione ebraica-cristiana rappresenta il modello più elevato di trasmissione codificata dei

limiti, delle regole, delle leggi e degli insegnamenti in grado di indurre una “tecnologia del Se”

ATTO TERZO

LA COSCIENZACORPOREA COGNITIVA

Dal punto di vista dell’arte

alchemica non esiste differenza tra

gli insegnamenti trasmessi dalla Vita

e quelli appresi da un Maestro. La

fase di ‘ingiallimento’ immaginata

dall’Arte non è fondata sullo studio

dei libri, ma sulle facoltà creative

del corpo (i sè istintuale) e del

cervello (il sè intuitivo) di

selezionare i modelli da imitare.

L’abilità corporea cognitiva del

bambino che impara il linguaggio

verbale, e delle donne che

insegnano il linguaggio dell’amore, è

fondata sul collegamento degli occhi

e delle orecchie con i due emisferi

cerebrali (il se intuitivo). Alla

sordomuta di Leonardo è

sufficiente lo sguardo per fissare

nella memoria le ‘frequenze di luce’

che testimoniano il divenire della

verità nei secoli (lo sfondo del

dipinto è privo di tempo). Il modello

di Leonardo non è un prodotto

astratto o metafisico, ma descrive il

“potere angelico” del Sè intuitivo

(istinto di conoscenza/Arcangelo

Michele) di assorbire, riconoscere e

discriminare la luce di Satana da

quella di Dio. Il metabolismo

cognitivo del bambino, delle donne,

degli artisti e dei saggi funziona per

‘imitazione’ dei modelli ritenuti

‘perfetti’ e poi “fotocopiati” e

‘scannerizzati’ nella memoria

evolutiva. Dalla spalla di Monna

(l’anima alchemica) scende una

lunga treccia di “fili di mercurio”,

metafora dell’intelligenza translogica

che emerge dell’istinto di

conoscere la verità attraverso la

sensazione, la percezione e

l’intuizione ispirate dalle immagini.

L’ OPERA AL GIALLO

Sandro Botticelli, 1481Allegoria della Primavera

Leonardo, 1503Monna Lisa

sotto:Giona vomitato dalla balenaManoscritto persiano, XV secolo

Page 48: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

46

sufficentemente efficace per far divenire (Esodo) l’uomo ‘prigioniero degli Dei’ (l’Antico Egitto)

nell’individuo sociale responsabile di se stesso e della collettività (la Terra promessa) in grado

di realizzare l’Alchimia materiale (Antico Testamento), in attesa del Messia capace di insegnare

la discriminazione (Nuovo Testamento) tra il Sistema del Sè (istinto evolutivo trascendente)

e il sistema del non-Sè (personalità, maschera, ombra). In questo processo di rivelazione della

verità della natura umana, attuato attraverso la discriminazione consapevole tra ciò che

appartiene al mondo materiale generato dalla libido (date a Cesare ciò che è di Cesare) e

ciò che appartiene al mondo dell’anima (date a Dio ciò che è di Dio), si sviluppa la tecnologia

del divenire in cui la pulsione psichica deve prima farsi anima intellettiva (la Vergine Madre) per

generare la mente alchemica (il Figlio dell’Uomo) in grado di evolvere la coscienza corporea

psichica (il Bambino) in coscienza corporea creativa (Gesù) e coscienza corporea cognitiva

(Cristo). In questo triplice passaggio, segnato dagli eventi descritti nel Vangelo, l’individuo

diventa consapevole della triplice croce (la libido di I.N.R.I) che gli preclude la strada alla

realizzazione dell’illuminazione della coscienza (il figlio dell’Uomo diventa figlio di Dio) e

affronta le “Storie della Passione” (la Grande Opera) come un evento inizatico che avviene

sul piano della coscienza e non su quello fisico. Per l’Arte Alchemica non ha senso “farsi carico”

dei peccati del mondo, “divenire capro espiatorio della libido collettiva”, o peggio ancora

“assorbire” il mondo astrale del cattolicesimo fino al punto di sperimentare le stigmate e le

sofferenze di Cristo crocifisso. L’anima non ha bisogno di essere redenta, ma è già il Cristo, l’alfa

e l’omega, l’inizio e la fine dell’esperienza terrena. Alla fine del Quattrocento i filosofi e gli artisti

giungono a conclusioni che mettono profondamente in crisi la “dottrina cattolica”. Il Cristo

alchimista (il Sè transpersonale) dimora all’interno di ogni essere e si rivela attraverso un

processo di disidentificazione (solve e coagula) dall’ego, dalla libido, dai fattori mentali, dalla

coscienza di gruppo e dall’intelletto dottrinale, capace di produrre “morte e trasformazione”

dell’autorappresentazione di sè fino alla “resurrezione dell’anima” dal “regno dei morti”.

IL DENARO DELLAMENTE ALCHEMICA

“Siamo ciò che pensiamo e

diventiamo ciò che conosciamo”

descrive in sintesi lo sviluppo

psicologico, artistico e filosofico

realizzato nello iosis. L’alchimista

dipinto da Botticelli mostra di aver

realizzato il “denarius”, metafora

delle qualità morali (la Vergine) e

spirituali (l’Unicorno) della mente

alchemica. La triplice

trasmutazione della mente

razionale (il piombo) produce

l’Oro, metafora della mente

intuitiva dei filosofi e creativa degli

artisti, le due facce della stessa

medaglia. Botticelli dichiara di

aver realizzato l’Oro filosofale (il

profilo è rivolto a oriente), ovvero

le qualità cognitive e creative dei

due emisferi cerebrali (il Rebis/la

cosa doppia) indispensabili per

percepire la verità al primo

sguardo e coltivare con coscienza

le passioni della mente (il

copricapo rosso).

SandroBotticelli, 1475Ritratto di uomo con medaglia (il Rebis)

Diego Velazquez, 1630La fucina di Vulcano

Page 49: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

47

La nascita di Venere Urania (istinto di equilibrio, di conoscenza e di felicità)Per l’Arte Alchemica non si ‘risorge dal regno dei morti’ (le autorappresentazioni dell’io)

attraverso la Ratio filosofica o la Fede religiosa. L’Arte alchemica, come l’Odissea omerica,

trascende ogni forma di tecnica psicologica, training mentale o tecnologia spirituale e si

proietta con le facoltà del pensiero razionale translogico e dell’immaginazione creativa ad

esplorare non tanto il mondo ‘acquatico’ della psiche (Poseidone) e dei suoi contenuti inconsci

(le sirene) e subconsci (i grifoni alati), territori esclusivi della psicologia del profondo e della

psicoterapia, quanto piuttosto il mondo sotterraneo (Vulcano, Efesto, Plutone) in cui è senpre

attivo il fuoco sacro della trascendenza dell’io. La cultura greca, di cui Apollo è il simbolo, è il

fondamento dell’Arte di trasmettere, attraverso la parola, l’immaginazione e la riflessione

analogica, anagogica e letterale, i principi archetipi che possono modellare la materia mentale

(i metalli) in percezione, intuizione, consapevolezza, comprensione (i quattro aiutanti di

Vulcano) e conoscenza transologica (Vulcano). Nella “Fucina di Vulcano”, metafora della

volontà di conoscere la verità attraverso un ‘duro’ lavoro di contenimento (l’armatura di ferro)

della libido sessuale (Marte), si presenta Apollo, leggero, soave e un pò pettegolo. Informa

infatti il povero Vulcano che sua moglie Venere lo tradisce con un uomo più giovane, attraente

e disponibile a godersi i piaceri della vita (Marte). La scena dipinta da Velazquez è tragicomica,

accentuata dal fatto che Vulcano, simbolo del sacrificio della libido attraverso il lavoro creativo,

sta forgiando l’armatura al suo rivale in amore. L’allegoria segna l’inizio dell’Arte di cambiare se

stessi frequentando il mondo dell’arte e delle donne (Venere), senza paure, inibizioni o timore

di non essere all’altezza delle esperienze in quanto privi di “armatura” (prestanza, bellezza,

intelligenza, cultura, talento e intelletto). Venere non ama l’introversione di Vulcano perchè

preferisce l’alchimista che si confronta quotidianamente (il mettersi in gioco) con la “magia”

del Se femminile (l’Animus= coscienza corporea psichica, creativa e cognitiva) di trasformare

irreversibilmente ogni ranocchio in principe (la Principessa delle favole), domare le certezze

dell’unicorno (la Vergine) e “decapitare” (Pallade) la testa pensante del Centauro.

ATTO QUARTO

CONOSCENZA DEL SE(APOLLO)

Apollo è vestito completamente di

giallo a indicare che la cultura

alchemica elaborata dai filosofi greci e

dagli artisti rinascimentali ha reso

possibile il compimento della

trasformazione delle funzioni

dell’anima (impulso, emozione e

intuizione) nelle funzioni sintetiche

della mente alchemica (percezione,

immaginazione e pensiero). Questo

passaggio corrisponde alla

trasformazione del piombo saturnino(il pensiero razionale adeguato agli

scopi) nell’oro della mente di Apollo in

cui emerge la “comprensione dei

sistemi energetici innati “ che

strutturano il Se. “In altre parole, la

capacità dell’io di funzionare a livello

mentale attraverso la sensorialità,

l’emotività, il pensiero, ecc. , appare,

ad un livello di organizzazione più

complessa, la stessa capacità dell’io

di funzionare a livello corporeo

attraverso la respirazione, la

circolazione sanguigna, la digestione,

ecc...” (L.B.Gilot, 1993). A queste

parole si può ricondurre l’enfasi con

cui Agostino associa la salvezza

dell’uomo alla salute psicosomatica

(homo salus). La mente alchemica

di Ulisse non si lascia irretire dai

contenuti subconsci (i grifoni alati),

poichè riconosce in ogni “io” le

molteplici maschere proiettate

dall’autoidentificazione con uno o più

fattori mentali (orgoglio, avidità, ecc).

L’OPERA AL GIALLO

Page 50: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

48

Holy smoke: la donna-guruLa mitologia greca, le leggende medioevali, le allegorie rinascimentali e le favole seicentesche

documentano un processo artistico di trasformazione indolore della libido sessuale, sociale e

spirituale fondato sulla filosofia della conoscenza della natura umana, sul riconoscimento

dialettico dei propri limiti e risorse e la condivisione delle esperienze attraverso la

simbolizzazione creativa (arte, letteratura, poesia) dei sentimenti di amore, amicizia e fraternità

Il film “Holy Smoke”, scritto e diretto da Jane Campion, riprende il ‘filo iperuranico’ che

sembrava essersi interrotto con le opere di Proust, Flaubert, Gaugen e Modigliani.

La trama si svolge in una fattoria isolata nel deserto autraliano, in un luogo lontano dall’influsso

esterno chiuso “ermeticamente” come il vaso all’interno dell’athanor, e descrive il serrato

rapporto tra una donna apparentemente folle (Dulle Griet) e uno psichiatra specializzato nel

deprogrammare il cervello dalle reazioni subconsce, inconsce e iperconsce (il Centauro). I due

protagonisti agiscono l’uno sull’altro con l’esito di dissipare il fumo delle illusioni e generare

un livello più profondo di coscienza corporea della verità interiore. Il procedimento descritto

dalla Campion è in linea con i principi dell’arte alchemica. La trasformazione avviene in tre

parti ben distinte definite dal rapporto “iniziatico” che l’intelletto razionale del protagonista

maschile instaura con l’anima, la mente e la coscienza della donna. Nel primo atto l’anima

della “principessa” insegna al “rospo” l’arte delle donne di fare all’amore con il corpo. Le

sensazioni, le emozioni e i sentimenti del corpo rimangono privi di significato se l’alchimista

non è in grado di godere delle potenzialità ‘ludiche’ (l’istinto di piacere) generate dalla

coscienza corporea creativa. In ogni “millemetro sensoriale” di pelle, “frazione emotiva” di

sguardo e nei “frammenti emozionali” di tempo è celato il segreto alchemico dell’attesa, della

procastinazione e del contenimento in grado di espandere le potenzialità del corpo di sentire

con più intensità, godimento e coscienza. L’eros provoca uno spostamento eccentrico della

coscienza ordinaria (il non Sè) per cui la “pulsione o la libido” si “fanno anima” (il principe)

nel tentativo di riportare un nuovo ordine, equilibrio e livello di consapevolezza. La coscienza

corporea dei sentimenti dell’ amore è “figlia” di Eros e l’amore della donna (istinto di

conoscenza) non si limita ad esercitare il suo influsso sul piano psicofisico, ma si espande sul

piano mentale e spirituale. Amore e Conoscenza non sono mai disgiunti. Nel secondo atto

Kate Winslett incarna il “potere della mente” di opporsi alla “libido sociale” di “far confluire”

Da sinistra a destra:Pieter Brueghel, 1561 Dulle Griet, particolare

Sandro Botticelli, 1484Nascita di Venere Urania

in basso:Immagine votiva indiana, Dea Lakshmi

I VALORI DELL’ANIMA

Gli uomini sono attratti dalla

bellezza delle donne, ma si

innamorano della loro bellezza

interiore tridimensionale (coscienza

corporea psichica, creativa e

cognitiva). Elena di Troia, la ninfa

Leda, la dea Pallade, la regina di

Saba e Giuditta rappresentano gli

archetipi “iperconsci” in grado di

folgorare l’intelletto razionale

di“Saulo”, rovesciare le convinzioni

dogmatiche di “Pietro”,

“decapitare” l’abilità dialettica del

Centauro, smembrare (mettere in

crisi) l’io di “Giovanni”, o mozzare

la testa maschilista di “Oloferne”.

Ogni vicenda biblica o mitologica

descrive un particolare stadio di

“purificazione” del pensiero

“maschile” dalle presunzioni

razionali, ideologiche, dogmatiche o

sessuali. Brueghel è l’unico che

dipinge una donna “tratteggiata” dai

proverbi popolari. Dulle Griet è

considerata una donna folle,

psichica, aggressiva e indemoniata,

ma Bosch le conferisce una dignità

spirituale che rimane ancora

ineguagliata. L’animo della donna

(animus) combatte con la spada

(alter ego della lingua) per

difendere i valori dell’anima (gli

oggetti di casa) e affermare con

coraggio le ragioni del Sè razionale

(l’arcangelo Uriele) che evolve dagli

affetti, dall’amore filiale e dal

rispetto.

Page 51: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

49

l’amore erotico nel rapporto di coppia sicuro, consolidato dai riti e dalle cerimonie. Mentre

l’istinto degli amanti/parteners è di “stabilirsi” in uno stato di equilibrio permanente legittimato

dal matrimonio, Kate destabilizza l’equilibrio di “coppia” provocando ad arte i sentimenti

della gelosia, della rabbia e della frustazione. L’evento è traumatico, dionisiaco e infine

“illuminante”. La mente alchemica generata dalla coscienza corporea creativa, è aliena a ogni

forma di classificazione. Kate fugge nel deserto dopo aver bruciato in un falò i libri, i ricordi e

i simboli sociali della sicurezza economica, materiale e culturale. Utilizzando i libri come calzari

(metafora della conoscenza iniziatica suscitata dai sentimenti) la protagonista induce la morte

dell’ego sessuale, sociale e professionale in Harvey che giunge a supplicare: “Be Kind!”, “Sii

compassionevole!”, con la stessa espressione con cui il Centauro chiede a Pallade di essere

“decapitato”. Nel terzo atto avviene la “catarsi della mente in coscienza”, ovvero il processo

di “incarnazione dell’esperienza femminile” all’interno della cocienza corporea maschile. Il

protagonista si lascia truccare e vestire da donna e inizia a vagare nel deserto, privo di qualsiasi

appiglio culturale, razionale o intellettuale a cui aggrapparsi. Nella luce del sole gli appare

l’immagine della Dea Kalì, simbolo del potere femminino di “annientare” la coscienza del Non

Sè. Il Non Sè permane in coloro che non “costruiscono” dentro se stessi il tempio della

trascendenza dell’istinto sessuale in istinto di equilibrio (Venere/Marte), di conoscenza

(Venere/Mercurio) e di felicità (Venere/Zeus). Oltre queste tre dimensioni del Sè individuale

(la triade umana) si aprono le porte della trasformazione della coscienza corporea cognitiva

(l’artista, il filosofo) in coscienza corporea spirituale (il maestro, il Lapis, il Cristo). Nella società

contemporanea l’Opera al Giallo si configura come il periodo in cui l’individuo va a scuola

dalla vita e realizza la trasformazione della coscienza di sè dalla “donna-guru” con cui condivide

la cura per i figli, l’amore per famiglia e l’alchimia dei sentimenti individuali, creativi e cognitivi.

Alla fine della “coniuncto oppositorum” realizzata con Kate, Harvey ritorna a casa per

prendersi cura dei figli generati dalla coscienza razionale della moglie, mentre Kate ritorna in

India insieme alla madre per prendersi cura dei figli altrui, poichè in ogni essere “dimora”

l’istinto trascendente di felicità che la carenza di cibo, di cura e di istruzione non hanno diritto

di cancellare. E’ lei l’emblema occidentale del Leone Rosso, il Cristo Redentore della nuova era,

simbolo della ri-nascente coscienza spirituale transpersonale che “trasforma” ogni ego.

BELLEZZA, SAPIENZA ETRASCENDENZA

La spiritualità alchemica emerge

dalle acque profonde (l’inconscio

collettivo) in cui avviene il processo di

razionalizzazione delle paure (mente

subconscia) e di comprensione logica

degli archetipi e dei modelli che

influiscono sugli istinti e inibiscono la

coscienza corporea psichica (mente

inconscia). La conoscenza della

natura “sommersa” si traduce da

millenni in favole, miti, leggende e

allegorie che hanno la funzione di

“far approdare” l’intuizione spirituale

nella mente razionale (le dodici Ore)

in grado di ‘elaborare’ il somaall’interno della morale e della filosfia

di gruppo. Non diversamente dalla

Dea Lakshmi celebrata in India,

dipinta sopra un fiore di loto, VenereUrania trasmette l’arte di evolvere

le paure, le inibizioni e le ansie

riponendo ‘fiducia trascendente’

nelle potenzialità del Sè istintuale (il

corpo), creativo (il cuore) e cognitivo

(il cervello) di attivare l’istinto di

equilibrio, di conoscenza e di felicità.

La lunga treccia di capelli avverte che

la fonte della conoscenza ha

origine dalla trasformazione

dell’energia sessuale e della libido

(amor sacro e profano) in amore,

creatività e desiderio di perfezione,

mentre le mani della Dea Lakshmi

dispensano i frutti della

trasformazione alchemica: bellezza

interiore, sapienza, trascendenza e

ricchezza.

LA FIDUCIA NEL SE’

Page 52: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

50

KENOSIS E RINASCITA DELL’IO

La Religione è un prodotto della cultura spirituale che evolve attraverso le generazioni al fine

di trasmettere le chiavi della trasformazione dell’uomo psichico, dominato dalla libido,

dall’amore di sè e dal peccato (la kàuchesis di San Paolo), nell’uomo spirituale. Il progetto

religioso è un progetto salvifico dell’anima che rimane come ingabbiata all’interno di una

guaina grossolana che diventa più sottile lungo un cammino (la cruna dell’ago) che non può

non essere di “purificazione del Mercurio” (percezione, intuizione, consapevolezza,

comprensione e conoscenza). L’anima alchemica (la Principessa) rimane imprigionata

all’interno di ‘livelli’ di coscienza in cui predominano le identificazioni con l’ego, la personalità,

le credenze religiose, i retaggi culturali e gli schemi di pensiero come all’interno di una “torre”

sorvegliata dal drago e deve essere salvata dal “cavaliere senza macchia” (ombra/libido),

metafora dell’intelligenza di evolvere attraverso il Sè femminile (la dea Athena), la

consapevolezza intuitiva (Diana) e l’arte della percezione (Afrodite). La ricerca della purezza

interiore attraverso la Via Umida (l’alchimia dei sentimenti) facilita l’avvento dell’uomo

spirituale, ma non è una strada percorribile da tutti, a meno di non rimanere “folgorati sulla

via di Damasco” come Saulo, o il protagonista del film “What the woman want “ (vedi Q1).

La via femminile all’illuminazione del Sè è irta di ostacoli e problematiche che investono la

sfera sessuale per cui ancora oggi permane la diffidenza per l’inversione della libido praticata

dai ‘figli di San Pietro’ o da coloro che manifestano i sentimenti dell’anima attraverso il “soma

maschile” (vedi il film “Brokeback Mountain”). In un contesto sociale in cui domina la

“rudezza” dei comportamenti maschili e la “ruvidezza” dell’intelletto razionale, la moralità

eterosessuale impedisce di fatto all’anima maschile di “evolvere senza traumi” nella

quotidianità dei rapporti e dei giochi affettivi (l’agnellino di Gesù). La teologia della salvezza

biopsicosomatica dalle pulsioni irrazionali (il drago di San Giorgio) e dal settarismo delle

religioni (Satana trafitto da San Michele) immaginata dagli alchimisti, è la stessa descritta

dall’Antico Testamento (la Piccola Opera) e dal Nuovo Testamento (la Grande Opera). Nei

MHFONDAMENTI DELL’IDENTITÀ’ SPIRITUALE I SIMBOLI DELLA TRASFORMAZIONE SPIRITUALE

“La filosofia e l’arte sono tecniche dell’estasi; quest’ultima è una conoscenza non condizionata dall’individuazione.

Il termine ‘estasi’ compare in Grecia nel quarto secolo avanti Cristo e significa ‘anomalia fisiologica’, in quanto

allontanamento, distacco dalle regole naturali. Una distorsione degli arti, nel linguaggio ippocrateo, oppure una

alienazione della mente,un andar fuori di cervello.” (Giorgio Colli, Dopo Nietsche)

Ginevra Benci

Page 53: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

51

libri sacri sono codificati le “tecnologie del Se” indispensabili per conquistare la “vittoria” (la

comprensione alchemica) sulle illusioni, le false identificazioni e la falsa coscienza di sè (la

morte). Come la principessa Biancospino giace addormentata per secoli punta dal fuso

avvelenato dalla strega, inducendo nell’oblio tutti gli abitanti del castello/coscienza, anche

l’anima occidentale giace inerme punta dal “pungiglione della morte”, che, come afferma San

Paolo è il peccato (l’ignoranza del se) che si fa forza della Legge (l’interpretazione unilaterale

del Sacro). Per gli alchimisti esiste una compenetrazione tra le esperienze della “Piccola

opera” (l’Antico testamento) in cui l’individuo apprende i principi della spiritualità alchemica

(i dieci comandamenti) e la fase di transizione che conduce l’iniziato sulla soglia della “Grande

Opera” (il Nuovo Testamento). Prima di apprendere l’Arte di “morire a se stessi” sulle tre

croci del Calvario, l’alchimista deve diventare “profeta di Cristo” e quindi “preparare” la strada

all’avvento della coscienza corporea spirituale in cui sono possibili i miracoli della

molteplicazione del cibo materiale e spirituale (“dei pani e dei pesci”), della proiezione dei

desideri (la pesca miracolosa) e della guarigione del corpo psichico (il miracolo

dell’indemoniato). Questa fase di transizione corrisponde al periodo trascorso dall’artista

nella Bottega del maestro o, nella società contemporanea, al tempo necessario al

“matrimonium” con la coscienza corporea della donna (Eva) per ‘svuotare’ il corpo maschile

(Adamo) da ogni forma di identificazione con i modelli sociali prodotti dalla cultura e dalla

religione. Leonardo intuisce che la vicenda umana di Giovanni Battista, cugino di Gesù,

descrive compiutamente i passaggi iniziatici decisivi ad evolvere la libido sui piani della

coscienza spirituale. “La Vergine delle rocce” dipinta da Leonardo segna l’inizio dell’opera di

disidentificazione della coscienza morale dalle “cinque guaine” che impediscono all’anima di

espandersi nel corpo sottile in cui è possibile la percezione diretta e priva di intermediari della

luce della della verità riflessa dalle parole contenute nei testi e nelle immagini dell’arte sacra.

Questo processo di svuotamento (kènosis) è descritto da San Paolo come un graduale

LA VOLONTA’ SPIRITUALELI

Il linguaggio delle dita è l’artificio

utilizzato dagli artisti rinascimentali

per contestualizzare “spiritualmente”

le proprie opere. La “Vergine delle

rocce” sintetizza un programma

evolutivo ben definito. L’alchimista

(Giovannino) che decide di prendersi

cura di sè, del corpo come della

mente, dichiara la volontà di

trasformare il soma psichico (l’indice)

direttamente nel soma spirituale (il

medio) senza nessuna forma di

mediazione esterna (il soma

pneumatico dei sacerdoti, degli scribi

e dei farisei).

La fiducia nel Se razionale

(l’arcangelo Uriele) che si manifesta

in chi evolve nelle qualità dell’anima

femminile, è la premessa per

apprendere i rudimenti della filosofia

alchemica trasmessi dal corpo

spirituale del Maestro (l’indice di

Uriele indica il Bambino). Procedere

sulla strada dell’illuminazione della

mente/coscienza significa aderire a

un modello di “svuotamento” dell’ego

‘pneumatico’ a cui si perviene

attraverso l’esercizio della volontà

spirituale (la Vergine) in cui emerge la

pratica della “coscienza osservante”.

Nella prima versione del dipinto le

dita della Vergine indicano le cinque

pratiche di “purificazione del

Mercurio”: autoavvertimento psichico,

propriocezione, introspezione,

autonalisi e autocoscienza. Nella

seconda versione la mano sintetizza

le cinque forme mentali della

“trasmutazione”:

accecamento/conversione,

stupore/meraviglia,

ebbrezza/spaesamento, furore/estasi,

contemplazione/meditazione).

LA KENOSIS

Leonardo, 1483La Vergine delle rocce,particolare

www.museohermetico.comwww. equilibriarte.org/museohermetico

Page 54: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

52

processo di spoliazione del soma carnale e pschico (passioni e desideri) per rivestirsi di quello

spirituale (amore e devozione). “Abbandonare l’uomo ‘vecchio’ e rivestirsi dell’ uomo nuovo,

far deperire l’uomo ‘esteriore’ e far crescere l’uomo ‘interiore’, sono altre formule che

l’Apostolo usa per indicare la stessa radicale esperienza di trasformazione da “soma psichico”

in “soma pneumatico” .(M. Vannini, 2003). Leonardo intravede nella lezione paolina il “gesto

alchemico di “smembramento” della coscienza abitudinaria (il piccolo io) dalle regole, dalle

tecniche, dalle leggi, dai codici e dai tabù conformati dall’educazione morale (sistema del Non

Sè), così come intuisce in Giovanni Battista l’emblema dell’alchimista ‘rivoluzionario’ rispetto al

sistema vigente, capace di ‘disincarnare’ tutte “le cinque guaine di coscienza”, metafora del

processo di disidentificazione dai sistemi di pensiero che dominano nel “soma” di ogni essere.

La mano della Vergine (la volontà spirituale) posta sulla testa di Giovannino descrive un

preciso piano di ‘spoliazione’ dall’uomo ‘vecchio’ che procede attraverso un graduale distacco

dell’identità dai sensi corporei, dalle passioni carnali, dai desideri psichici, dall’attaccamento

materiale e infine dall’io. “Per conoscere l’assoluto (l’identità di Cristo), il soggetto deve

distaccarsi dal relativo (lo smembramento dall’io), per risvegliarsi (rinascere dalla tomba) alla

sua natura di Testimone indisturbato.” La rinascita spirituale si configura come un distacco da

tutte le sovrapposizioni che velano l’Assoluto, per riconoscere, come Giovanni Battista, la

concretezza della profezia dell’avvento del Re/dentore (la coscienza spirituale creativa). La

rinascita del Sè creativo avviene in due fasi: “Nella prima fase avviene il passaggio dal dominio

dell’io personale che segue leggi individuali al dominio transpersonale che segue leggi

universali, dalla morte dell’identità separata dal resto alla rinascita di una identità che include

l’interezza della vita. Il secondo e più alto distacco, che include l’anima oltre che la mente, esige

la ‘notte oscura’, la morte della memoria, della volontà e dell’intelletto(la decollazione di San

Giovanni) ed il percorso della coscienza nel deserto e nel vuoto (il deserto di Giovanni),

verso l’identità con l’Informale non-duale” (L.Boggio Gilot, 1992).

LO SMEMBRAMENTODELL’IO (IL RE)

“Per San Paolo, come per gli

alchimisti rinascimentali, l’uomo

psichico è dominato dalla libido,

dall’amore di sè e dal peccato. La

trasformazione dell’uomo psichico

nell’uomo spirituale richiede una

tecnologia del sè che muta nel

tempo e si adegua alle esigenze

dell’anima di sperimentare

l’alchimia all’inteno di un “ambiente

controllato”. La ‘spoliazione’ dei

beni materiali, la castità sessuale e

la rinuncia all’ego praticata dalla

regola monastica appartiene a un

mondo dominato dai bisogni della

carne. La libido non è il demonio,

ma è la fonte della trasformazione

da cui può scaturire la volontà

spirituale (la Vergine) di evolvere

attraverso la conoscenza della

propria natura in cui destino e

necessità sono alleati. La

spoliazione dall’uomo ‘vecchio’

diventa così opera di

“svuotamento” della coscienza

(disidentificazione dai cinque

involucri) e “smembramento”

(disarticolazione) del pensiero

razionale connesso allo stato di

‘permanenza’ nel mondo materiale.

Il Re, emblema del pensiero

razionale maschile, può così

rinascere dalla tomba e iniziare a

utilizzare le facoltà cognitive e

creative dei due emisferi ( i due

uomini che lo accolgono sono

gemelli) in grado di espandere la

comprensione simultanea di

immagini e simboli iperconsci, di

pensieri e metafore subconscie, di

parole e allegorie inconscie

(peculiare della mente orientale

raffigurata dal califfo). L’alchimista

può così continuare a godere della

vita materiale (la tavola imbandita)

senza sacrificare la libido sessuale.

M. Maier, 1618Atalanta Fugiens

LA RINASCITA

Page 55: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

MHSYMBOLA AUREA EMBLEMI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE

Symbola Aurea

Caravaggio, 1608

Decollazione di Giovanni Battista

Page 56: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

54

MH SYMBOLA AUREA EMBLEMI DELL’IDENTITA’ SPIRITUALE

UNA LOGICA SUPERIOREComprensione, carità e perdono

“Riconoscere l’animalità nell’uomo, non solo, ma affermare nell’animalità l’essenza

dell’uomo (il sè istintuale): questo è il pensiero pesante, decisivo, foriero di tempesta, il

pensiero di fronte al quale tutto il resto della filosofia moderna viene abbassato a ipocrisia.

Schopenhauer l’ha enunciato, Nietzche ne è stato l’unico esageta autentico, verificandolo nel

campo degli accadimenti umani. Nel Cristianesimo egli combattè la falsa religione, la

religione razionalistica, antropocentrica, che ha dato all’uomo una posizione isolata nel

mondo, e per far questo ha rinnegato l’animalità nell’uomo. In questo senso Nietsche si

presenta a noi come un ‘liberatore’, per usare un epiteto con cui i Greci designavano

Dionisio.” (Giorgio Colli, Dopo Nietsche)

Mantegna, 1537Cristo Redentore

Giovanna Feltria

“A chiunque esamini gli oggetti della conoscenza

umana, risulta evidente che si tratta o di idee

effettivamente impresse ai sensi, o di idee percepite

prestando attenzione alle passioni o alle operazioni

della mente, o infine idee formate con l’aiuto della

memoria e dell’immaginazione, componendo,

separando o semplicemente rappresentando le idee

percepite originariamente nei due modi suddetti.”

(G. Berkeley, Trattato sui principi della conoscenza

umana, 1996)

Page 57: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

55

MANTEGNACristo Redentore

PATER NOSTERBIOLOGICO E CULTURALE

Nell’Europa cristiana del XXI secolo, scossa dalle dispute religiose, dall’intolleranza razziale,

culturale e spirituale risuonano ancora profetiche le lettere di San Paolo, nonostante siano

trascorsi duemila anni di civilizzazione della libido e di addomesticamento della pulsione

psichica. “Ed io, fratelli, non potei parlare a voi come a uomini spirituali, ma come a uomini

carnali, come dei bambini in Cristo. Vi dovetti dare del latte da bere e non del cibo solido,

perchè non lo potevate ricevere, anzi non lo potete neppure ora. Infatti siete ancora carnali:

dal momento che ci sono ancora tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non

camminate secondo l’uomo?” (Lettera ai Corinzi, 2, 6-3, 3). Sopravvissuta al disimpegno di

Madre Chiesa nel procurare “un cibo più solido e sostanzioso” ai propri figli, la coscienza

occidentale è cresciuta imparando più dalle esperienze traumatiche delle rivoluzioni, delle

guerre e delle tragedie umane, individuali e collettive, che dalle parole dei vescovi, dei filosofi

o dei saggi. Le raccomandazioni provenienti dai “pulpiti” sono sempre state “lettera morta”,

inadatte e inadeguate a scalfire il “sostrato psichico” su cui si innescano gli odi, le gelosie e le

“guerre religiose e ideologiche”. L’insostenibile leggerezza con cui il “l’uomo-centauro”

percorre le “strade del destino” alla ricerca di un briciolo di felicità come di verità dimostra la

capacità della “coscienza corporea collettiva” (il Se universale) di distaccarsi dall’influenza

verso l’ambiente culturale, la dottrina, l’ideologia e, in futuro, il consumismo di massa.

L’emancipazione della coscienza corporea delle donne (il Se femminile) dai condizionamenti

culturali, dai tabù, dalla chiesa e dalla famiglia (vedi il film “Chocolats”) ha generato un

imprevista accelerazione della comprensione dell’anima non diversa da quello sperimentata

dagli alchimisti nel XV secolo. Il cambiamento di mentalità equivale al passaggio dal sostrato

psichico (psichè) al sostrato mentale (pneuma), per cui una massa considerevole di individui

diventa rapidamente sensibile (sensibilità percettiva) a tutto ciò che aiuta, agevola, facilita e

sostiene l’individuo nel processo di distacco dai condizionamenti esterni al fine di realizzare la

propria autonomia in quanto individuo libero e creativo. “Mentre l’io psicoanalitico (il

EMBLEMA III

“Non ogni carne è la stessa carne;

ma altra è la carne degli uomini,

altra quella degli animali

domestici, altra quella degli uccelli

e altra quella dei pesci. Come vi

sono dei corpi celesti e dei corpi

terrestri, ma altro è lo splendore

dei corpi celesti, e altro quello dei

corpi terrestri. Altro è lo splendore

del sole, altro lo splendore della

luna, altro lo splendore delle

stelle: anzi, una stella differisce in

splendore da un’altra. ... E’ scritto

che il primo uomo, Adamo, fu fatto

anima vivente (psychèn zòsan),

ma l’ultimo Adamo spirito

vivificante (pnèuma zoopoiùn). Ma

non v’è prima lo spirituale, bensì

lo psichico; lo spirituale viene

dopo. Il primo uomo, tratto dalla

terra, è terrestre, il secondo invece

è celeste. E quale è l’Adamo

terrestre, tali anche i corpi (somasarchico, psichico e pneumatico);quale è quello celeste (il Cristo),

tale anche i corpi (soma spiritualeistintuale, creativo e cognitivo). E

come abbiamo portato l’immagine

dell’Adamo terrestre, così

porteremo l’immagine anche di

quello celeste.” (San Paolo,

Lettera ai Corinzi).

Michelangelo, Cappella sistinaAdamo terrestre e Adamo celeste

Page 58: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

56

melanconico) è distaccato dalla famiglia, ma non dalla società, l’io-centauro spazia su di un

piano di significati che includono il senso della vita oltre l’adattamento e le necessità. Nel

Centauro l’autoaffermazione competitiva comincia ad essere trascesa in più soggettive

motivazioni volte all’autorealizzazione, quale espressione del talento creativo.” (Wilber, 1989).

Oggi, come cinque secoli fa, l’individuo si sente in grado di emanciparsi da solo e di ‘inventare’

la propria vita sulla base di finalità che non siano semplicemente produttive, procreative o

consumistiche. La crisi del matrimonio, della famiglia e dei ruoli sessuali, la ricerca egocentrista

della felicità, la corsa contro il tempo per accumulare ricchezza, sicurezza e tempo libero,

rappresentano la prova tangibile che il “soma pneumatico”, metafora di una diffusa “coscienza

corporea cognitiva” di come vivere felici, magari a spese di qualcun altro, sia ormai ovunque e

dappertutto, indifferente alla differenze di status, di cultura e di esperienza. Ciò significa che

l’evoluzione della pulsione psichica irrazionale (la dea Nemesi dei greci), peculiare del periodo

medioevale, si è evoluta nel “corpo alchemico femminile” di generazione in generazione al

punto da indurre in tutti i “suoi figli”, attraverso la Via Umida delle madri (sant’Anna), un

naturale e insopprimibile “istinto di felicità” (la ninfa Leda) capace di ‘diffondere’ l’Utopia

alchemica (1589), ‘fomentare’ gli ideali della Rivoluzione francese (1789) e ‘ispirare’ la caduta

del muro di Berlino (1989). Tuttavia permane sul fondo del “Vaso della Storia” la difficoltà

biologica e culturale dell’individuo di applicare la “tecnologia del Se” alla trasformazione della

libido. Gruppi sempre più numerosi di individui frequentano le discipline orientali e praticano

le tecniche mentali di autosviluppo fondate sugli studi del funzionamento del cervello e le

scoperte della neuroscienza; moltissimi individui sono oggi capaci di agire su stessi per

modellare l’aspetto fisico, il comportamento, le abitudini alimentari, il modo di pensare e

persino l’uso strumentale dei “simboli” per comunicare con più incisività attraverso le parole

e le immagini. L’uomo contemporaneo non è più l’homo animalis condizionato dal soma

psichico e quindi dalle ‘esplosioni’ di rabbia, ira e la vendetta sanguinaria, anche se permane

Tale il Padre, tale Figlio. Ogni

corpo, sia esso dominato dall’istinto

(sarx), dalla pulsione (psiche) o

dalla libido (pneuma) genera una

sola mente (il figlio unigenito) e

solo quel tipo di mente (filius

mercurius) e comprensione

(spiritus mercurius) . Agostino è

esplicito quando afferma, secondo

la tradizione, di una ‘generazione

di un verbum, cioè di un lògos,

identico al generante (il soma), per

cui “noi (in quanto corpo e mente),

siamo una cosa sola con ciò che

pensiamo e meditiamo,

conosciamo e comprendiamo, e

diventiamo ciò che conosciamo in

quanto trasformati dalle immagini

di Adamo (l’uomo biologico) e di

Cristo (l’uomo spirituale). La

trasformazione della mente

attraverso le immagini

(identificazione, proiezione e

imitazione di Cristo) è il fulcro

dell’alchimia biospirituale degli

alchimisti. L’immagine di Adamo

che sfiora il Padre con un dito e

quella del Cristo Redentore

descrivono due stati distinti di

illuminazione della mente e

dell’intelletto razionale. La mente

del discepolo (San Giovannino)

evolve a immagine e somiglianza

della coscienza corporea spirituale

del Maestro (il Bambino), mentre

il pensiero razionale e la

comprensione intellettuale sono

“vivificati” dallo spirito alchemico

(lo spiritus mercurialis: percezione,

intuizione, consapevolezza,

comprensione e conoscenza delle

Virtù) contenuto nelle opere

dell’arte alchemica (il libretto rosso

che Cristo stringe al petto).

La rigenerazione del Mercurio avviene quando l’alchimista “brucia” gli aspetti deteriori della mente correlata al soma sarchico, psichico e pneumatico (il Se) in cui avviene l’esperienza. La coscienza corporea psichica, creativa e cognitiva, peculiare delle donne, struttura il sè individuale(Giovanni Battista) che identifica uno stato di coscienza ‘informale’ privo di identificazioneegocentrica, sessuale, culturale o sociale al punto che San Paolo ne definisce il suo carattereperfettamente androgino: “Nell’uomo nuovo non v’è più greco nè barbaro, nè schiavo, nè libero, nègiudeo nè gentile, nè donna nè uomo, ma soltanto il Cristo (il Sè), che è tutto in tutti, e tutti siamo unsolo uomo in Cristo.”

FILIUS NOSTER

EMBLEMA IV

M. Maier, 1618 Atalanta Fugiens

Page 59: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

57

latente l’incapacità biopsicosomatica di far fronte allo stress, alla tensione, alla paura della

morte, al disagio economico, alle difficoltà finanziarie e a tutte quelle circostanze che

minacciano la sopravvivenza fisica, materiale e le possibilità di evolvere nella stabilità, nella

ricchezza e nella conoscenza delle potenzialità creative. L’emancipazione dai comportamenti

istintuali (Tarzan, il selvaggio) attuata attraverso l’osservanza dei codici legislativi, religiosi e civili,

l’esportazione forzata della democrazia liberale e della religione cattolica e la costruzione della

famiglia in quanto “laboratorio ideale” di contenimento della libido in ambiente controllato,

hanno generalizzato, in ogni parte del mondo, la “nascita” della “persona razionale”(padre) ,

della “coscienza morale” (figlio) e del “comprensione umana ”(spirito) che rende possibile

l’edificazione dell’uomo e della società ‘ideale’ in cui “dovrebbero” essere prioritari i “valori

dell’ Anima” elaborati dalla mente intuitiva rispetto a quelli elaborati scientificamente dalla

“Libido universale”. L’ Utopia spirituale e sociale strutturata nei secoli dagli alchimisti orientali

(il mandala) e da quelli occidentali (la città ideale) si fonda sulla “previsione millenaria” (la

profezia) che il processo naturale di trasformazione della coscienza corporea istintuale (il sè

istintuale) in coscienza corporea creativa (il sè creativo) e cognitiva (il sè cognitivo), realizzato

attraverso la mediazione dell’anima delle donne e dell’Anima dei saggi, avrebbe realizzato la

liberazione definitiva dai “quattro cavalieri dell’ Apocalisse”. La salvezza dell’anima non è

dunque affidata alla confessione dei peccati, anche se l’esame di di coscienza ‘innesta’ l’alchimia

del pensiero razionale, ma è di natura “somatica” e “cosmica”, e cioè al processo alchemico

(“millenario”) di trasformazione del “soma psichico” (il corruttibile) nel “soma spirituale”

(l’incorruttibile) di Cristo, il Messia, il Salvatore, l’Eletto. Per gli alchimisti la salvezza dell’anima

avverrà nelle modalità descritte da San Paolo e cioè al “suono dell’ultima tromba” in cui il ‘soma

spirituale’ (i due emisferi cerebrali “illuminati” dall’energia spirituale) risorgerà glorioso, mentre

il ‘soma psichico’, artefice delle passioni carnali, dei desideri sensoriali, dei pensieri egocentrici

e della coscienza antropocentrica, andrà incontro alla definitiva corruzione. Il processo di

Leonardo, 1508Giovanni Battista

EMBLEMA V

SPIRITUS NOSTERIIILa coscienza dell’influsso del soma

(il padre biologico e culturale) sulla

‘purezza’ dei prodotti della mente (il

figlio) permette all’alchimista di

prendere distacco non solo dai

pensieri, dalle analisi, dai

sentimenti, dalle emozioni e dalle

sensazioni altrui, ma anche, e

soprattutto, da quelle generate dalla

propria mente. Questa forma

suprema di distacco da se stessi e

dal proprio ego, limitato,

condizionato, dominato e spesso

posseduto dalla carne, dalla

pulsione e dalla libido, segna l’inizio

dell’opera di disidentificazione dai

modelli di conoscenza indotti dalla

cultura, ritenuti anch’essi figli di un

Dio minore, e da tutti gli schemi di

pensiero che strutturano il sistema

delle credenze individuali e

collettive. L’alchimista diventa

“Signore” di se stesso (il se

individuale) e purifica, trasmuta e

trasforma la mente al punto

diventare “puro spirito” (coscienza),

metafora di un livello di

comprensione in cui ogni dualismo

è trasceso dalla conoscenza del Sè.

La comprensione ‘illuminata’ dei riti

e dei simboli di unificazione degli

opposti trasmessa da Giovanni

Battista nel “battesimo alchemico”,

equivale a un “plus” di energia

spirituale (la shakti dei tantrici, lo

Spirito Santo dei cristiani) che si

“impressiona” nella mente

dell’iniziato come la luce nella

pellicola fotografica (la retina)

“Il Signore è spirito, e dove è lo

spirito del Signore, lì è la libertà. Noi

tutti che a viso scoperto riflettiamo

come in uno specchio la gloria del

Signore, siamo trasformati nella sua

stessa immagine, diventando

sempre più gloriosi a misura che

opera in noi il Signore, che è

spirito.” (san Paolo)

Page 60: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

58

trasformazione del soma psichico nel soma spirituale di Cristo (il corpo buddhico dei tantrici)

è descritto dall’alchimia della mente (il soma pneumatico) attraverso le “cinque guaine” (le

cinque dita della Vergine Madre) procedendo per tre volte nella Kènosis descritta da San Paolo.

L’illuminazione della mente è di fatto una tecnica di ‘purificazione, trasmutazione e

trasformazione’ del Mercurio in Spiritus Mercurius, ovvero ‘comprensione, compassione e

coscienza spirituale’. La Kènosis paolina corrisponde al passaggio iniziatico per cui l’alchimista

(Giovannino) decide di “prendere i voti” (la croce) per diventare allievo, discepolo e infine

apostolo di Cristo (il sannyasin orientale). La ‘spiritualità occidentale’ ha elaborato modelli di

trascendenza piuttosto ardui da ‘imitare’, oppure difficili persino da ‘concepire’ senza l’aiuto

interessato di terzi. Non è facile al giorno d’oggi spogliarsi dei beni materiali (la rinuncia di

San Francesco) senza essere considerati ‘folli’, ‘invasati’ o ‘manipolati mentalmente’ (vedi il film

“Cuore Sacro”); non è neppure semplice attuare lo ‘svuotamento’ della mente dai contenuti

di identificazione con le molteplici maschere dell’io sociale, culturale e spirituale (Giovanni nel

deserto) percorrendo in cammello il deserto marocchino (vedi le proposte dei Tour operator

‘spirituali’ e il film “The Mask”); per non parlare della costosa opera di ‘smembramento

psicoanalitica dell’io’ (la decollazione di San Giovanni) per rinascere nel ‘lettino terapeutico’ a

un nuovo livello di comprensione dei traumi, delle pulsioni e delle fobie dell’anima (il cinema

di Woody Allen). Fortunatamente l’Alchimia spirituale opera in modo diverso e non ha

bisogno di sofisticate tecnologie o stratagemmi per evolvere la coscienza dell’io nella

coscienza del Sè. L’ Alchimia spirituale agisce attraverso l’Arte di “illuminare” l’energia mentale

spirituale (Ermete/Devi Kundalini) utilizzando le facoltà del ‘se intuitivo’ (gli occhi e le orecchie

collegati ai due emisferi) di “assorbire e discriminare” le frequenze della Verità attraverso la

“percezione, l’intuizione, la consapevolezza, la comprensione e la conoscenza dei simboli” che

permangono occultati, anche per secoli, nelle ‘immagini’ riflesse dalla “cultura” o proiettate dai

“mezzi di comunicazione” attraverso filtri, veli, maschere e messaggi ipnotici.

Leonardo,La Vergine delle rocce, seconda versione. 1508

LA RELIGIONE DEL SE’

Gesù Bambino unisce le palme delle

mani nel gesto di istruire Giovannino

ad evolvere ad “immagine e

imitazione’ di Cristo. Il corpo

spirituale trasmesso dal maestro

alchemico (i cinque corpi del Guru) si

“accoppia” con il soma del discepolo

quasi a trasferire i “file mentali”

necessari per trascendere

nell’identità priva di ego del Sè

transpersonale. Rispetto alla prima

versione del dipinto, filtra una

maggior luce all’interno della grotta

(metafora del ‘cranio’ illuminato dalla

coscienza spirituale) e così possono

sbocciare i i sentimenti individuali, le

qualità morali e le virtù (i fiori bianchi)

indispensabili per realizzare la

Kènosis dell’io (le cinque dita della

Vergine) e affrontare le prove della

croce alchemica. Il Bambino si

appresta a trasmettere l’esperienza

della purificazione, trasmutazione e

trasformazione della mente (la croce

dello iosis), al discepolo che decide

di “prendere i voti” e si impegna ad

evolvere il “mercurio di terra” (il

guna rajas) nel “mercurio di fuoco”

(il guna sattva), descritto dall’indice e

dal medio uniti da Giovannino.

“Prendere i voti” significa

letteralmente iniziare a studiare con

‘costanza, diligenza e passione’ le

opere degli artisti e dei filosofi che da

secoli indicano per simboli la via della

‘redenzione della carne’ (la sarx) dal

peccato (la libido). Diventare Apostoli

non è “imparare a memoria e imitare

lo stile del maestro”, ma significa

evolvere autonomamente il Se

razionale (l’arcangelo Uriele non

indica più il Bambino), ovvero

imparare a discriminare

istintivamente l’utile dal dannoso, il

vero dall’iniquo, l’autentico dal falso

attraverso l’introspezione creativa

(nelle sale del cinema, dei musei e

delle librerie e non nel ‘deserto’).

LEONARDO 2

Page 61: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

59

Il gatto con gli stivali e MatrixSe si rivede la trilogia di “Matrix” alla luce della filosofia alchemica, si può intuire, per quanto

possibile alla propria immaginazione, il ‘funzionamente virtuale’ dell’insegnamento spirituale

trasmesso dall’Arte. Il cinema contemporaneo, non diversamente dalle favole e dalle opere di

Leonardo, comunica sia le emozioni generate dalla bellezza, dall’eros, dalla paura o dalla eterna

lotta del bene contro il male, sia un livello più profondo, spesso subconscio, di comprensione

delle dinamiche evolutive che sono ‘inscritte’ nel genoma umano. Per l’alchimia rinascimentale

ogni individuo (il figlio del mugnaio) possiede in “dote” l’energia mentale necessaria (il gatto

con gli stivali di Hermes) per evolvere la sua condizione di “povertà di spirito” in ricchezza,

amore, conoscenza e sapienza (il Marchese di Carabas). Nel primo episodio di Matrix il

protagonista, come nella favola del gatto, “lava” il mercurio attraverso una specifica tecnica di

purificazione dei fattori deteriori della pigrizia, dell’indolenza e della passività (tamas) in abilità

percettiva e sensoriale (rajas) e intuitività preveggente e sensitiva (sattva). Il gatto con gli stivali,

metafora della mente sensoriale intuitiva (la soror mystica), ‘spoglia’ il suo padrone (il soma

psichico) dei vestiti sporchi e lo getta nel fiume per “purificarlo” dall’identificazione con gli

aspetti regressivi della mente (autocommiserazione, timore, disistima) e conferirgli un vestito

nuovo, elegante e raffinato (il soma pneumatico). Mentre la trasformazione del figlio del

mugnaio (il soma psichico) nel Marchese di Carabas (il soma pneumatico) descrive il passaggio

in cui l’individuo diventa abile a contenere la pulsione istintiva, psichica e mentale (il gatto

convince con abili parole l’orco a trasformarsi in topolino facendo “leva” sulla sua vanità),

Keanu Reeves è chiamato a interpretare il ‘destino’ dell’alchimista che conclude la

trasformazione del “soma pneumatico” nel “soma spirituale” di Cristo. Se la favola descrive la

‘Piccola Opera’ di chi ‘focalizza’ l’energia mentale nel lavoro quotidiano ed evolve la

consapevolezza intuitiva in comprensione delle leggi che regolano il flusso del denaro e della

ricchezza, la trilogia di Matrix descrive la ‘Grande Opera’ di trasformazione della mente

intuitiva (il figlio dell’uomo) nell’intelletto translogico e trascendente (L’Eletto, il figlio di Dio)

IL CRISTO ALCHEMICOLA COSCIENZA DEL SE’

La destrutturazione (kènose) dell’io

razionale (cogito ergo sum) e dell’io

psico-religioso (soffro ergo sum) che

ha origine dalla tradizione illuminista

e cattolica, porta con sè

conseguenze di non poco conto. La

conoscenza del funzionamento del

soma (il se fisico, psichico e

mentale) e la coscienza di essere

rivestiti da questa seconda pelle,

scopre il ‘senso della verità’ inteso

dai greci in quanto “alètheia”

(denudamento) dell’anima. Questa

‘sacra coscienza di sè’ (il Cristo/Sè,

principio di unificazione con il

padre/soma) rivela la ‘purezza

indicibile dell’anima’ che annulla il

piacere della trasgressione

(pulsione) e del peccato (libido) a

favore di una logica superiore in

grado di contemplare “Eros, Verità e

Bellezza” in una unico sguardo. Il

Cristo Redentore (il corpo

cristico/buddhico) rappresenta lo

stadio finale di un processo di

‘costruzione’ del soma spirituale

con cui è possibile esercitare

istintivamente, senza interferenza o

ombra di dubbio, le facoltà

trascendenti della comprensione,

della carità e del perdono.

Raffaello,Cristo Benedicente

Michelangelo,Cristo del Giudizio

Mantegna,Cristo Redentore

Page 62: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

60

in grado di comprendere il funzionamento di Matrix (il sistema di controllo automatico

dell’energia psichica universale), le finalità di Matrix (Il Destino costruisce il mondo illusorio

secondo Necessità) e gli scopi di Matrix (ordine e caos, caso e necessità, karma e dharma,

ragione e fede, razionalità e trascendenza). “Purificare, trasmutare e trasformare” il Mercurio

significa dunque accedere a una dimensione superiore di coscienza in cui è possibile

sperimentare la ‘forza sottile’ della “comprensione” di eliminare dai propri schemi di pensiero

il “monismo dal duplice aspetto percettivo”. Tutti sperimentiamo davanti a uno specchio la

logica bipolare per cui ci identifichiamo con la sostanza materiale (l’immagine riflessa del

corpo), ma in realtà pensiamo a noi stessi in quanto sostanza mentale che riflette, sogna ad

occhi aperti e immagina il tempo futuro. La filosofia alchemica afferma che la natura essenziale

(la Quintessenza) di ogni essere vivente, compresi gli animali e le piante, è non duale, priva di

contraddizioni, discontinuità, errori, incertezze, paure o fobie. Nella quintessenza dell’essere

(Il Cristo Redentore, il soma spirituale cognitivo) tutto scorre (panta rei) e fluisce in armonia

con l’universo, il movimento dei pianeti, la luce delle stelle, le onde del mare, i cicli della luna,

lo scorrere delel stagioni e il filo invisibile del tempo. Nello stato di coscienza del Cristo

Redentore la realtà del mondo esterno è un riflesso del mondo interiore, per cui è immediata

la comprensione che ogni individuo “costruisce” la realtà in base alla struttura energetica del

proprio corpo (Se/Padre), alla propria coscienza corporea (Sè/Figlio) e dal modo con cui la

sostanza mentale (spirito/intelletto) collega la ‘dimensione somatica’ (bisogni, desideri, libido)

con la ‘dimensione cosmica’ (consapevolezza, comprensione e conoscenza). Il saggio orientale

osserva il corpo/coscienza dell’uomo e gli dice: “Tu sei quello!”, poichè la coscienza corporea

si riflette nei pensieri, nelle opere e nelle azioni di ogni individuo. Se il corpo è pervaso dalla

pulsione psichica o dalla libido, oppure se la struttura dei canali energetici (le nadi degli

orientali) non è in grado di contenere, inibire e trasformare i sentimenti particolari in

sentimenti individuali e transpersonali, anche la coscienza di sè risulta imperfetta e “permane”

EMBLEMA VI

Frontespizio di Medicina Catholica

LA FORTEZZA DEL SE’

L’alchimista che ‘sopravvive’ alla

dissoluzione dell’io cogito attuata

attraverso la “spoliazione, lo

svuotamento e lo smembramento”

degli ‘artifici mentali’, non è più

folle, malato, ipocondriaco, alienato,

dissociato e frantumato nelle molte

maschere del carnevale della vita.

E’ diventano un “Homo sanus” sia

nel corpo che nella mente e prega il

suo Dio (il soma spirituale) di

salvarlo dalle intemperie della vita,

dalle malattie, dagli imprevisti e

dalla libido altrui. Dio risponde

dall’alto del “fumo sacro’: “Nessun

colpo cadrà sulla tua dimora. Egli (il

Sè) darà ordine ai tuoi angeli di

custodirti in tutti i tuoi passi” (Salmo

91). La costruzione della “Fortezza

del Sè”, presidiata dai quattro

arcangeli, descrive uno stato

virtuoso dell’individuo che si affida

con fiducia ai naturali processi di

autotutela e autoevoluzione

dell’energia biopsicosomatica (la vita

dell’anima) generati dalla scienza e

dalla religione del Sè. Il Sè non

crede ai miracoli divini, ma ha

fuducia nel “Dio interiore”. L’Homo

sanus ha fede nei poteri del “Se

fisico “ (San Raffaele) di attivare le

difese immunitarie e i servizi

‘ospitalieri’ necessari alla cura del

corpo; ha fiducia nei poteri del Se

razionale (Uriele) di far fronte alla

follia con il buon senso e le leggi

degli uomini; crede nel Se intuitivo

(San Michele) di opporsi alle

dinamiche autoritarie messe in atto

da gruppi di potere antagonisti e

spera nel potere del “Se principiale”

(Gabriele) di ispirare le scelte buone

e le decisioni giuste per l’individuo

e la collettività.

Page 63: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

61

in ogni gesto, espressione o parola , la presenza dell’ “Ombra”. Ecco allora che l’Eletto di Matrix

viene ‘invitato’ a scegliere la pillola blu (la coscienza alchemica del Lapis) e affrontare la triplice

opera di ‘spoliazione, svuotamento e smembramento’ dagli aspetti deteriori del soma (la

pulsione istintuale), della coscienza corporea (la pulsione psichica) e dell’io (l’identificazione

della mente con i sentimenti particolari). Libero dai condizionamenti genetici, mondani,

culturali e spirituali (i quattro arcangeli dell’Apocalisse), l’alchimista scopre le potenzialità innate

della mente intuitiva di “caricare” nuovi programmi di evoluzione dell’energia spirituale (la spina

inserita nel cervelletto), metafora di un livello di coscienza corporea istintivo (Raphael),

razionale (Uriel), intuitivo (Michael) e cognitivo (Gabriel) in grado di proteggere l’Homo sanus

da ogni pericolo esterno. Le problematiche sollevate dall’alchimia spirituale sono molteplici e

attualmente irrisolte. L’uomo “sano di mente” è l’individuo che rinuncia alle facoltà

razionalizzatrici del pensiero per far convergere l’energia mentale sul sistema della percezione

(il filo del telefono) e della cognizione (la navetta Nabucodonosor) da cui è possibile avvertire

i pericoli e difendere “i valori dell’anima” dall’intrusione delle “sentinelle dell’ego.” In realtà

l’uomo moderno evolve ormai da cinque secoli nei poteri della mente intuitiva (il Signor Smith,

l’alchimista nero) anche se non percorre la “Via Umida” ed è privo della coscienza morale

che prolifica nel sottosuolo (Zion). Lo scontro finale tra il Cristo alchemico (Neo) e

l’AntiCristo (Sig. Smith) descrive con chiarezza il processo di omologazione che sta avvenendo

in tutti gli strati del pensiero razionale contemporaneo. Lo sviluppo dei mezzi tecnici e

tecnologici della percezione (le televisioni, i satelliti, i sondaggi, le ricerche di mercato) e

l’utilizzo strumentale del pensiero psicologico e simbolico applicato alle guerre, alla politica, ai

consumi e al benessere psicofisico hanno di fatto “svuotato” la coscienza occidentale da ogni

remora, pudore, senso di colpa e sospetto di non essere dalla parte del giusto. La “religione

della libido” è ovunque e dappertutto, per cui siamo tutti uguali a Giuda nel tradire Cristo e

nel tendere la mano per afferrare il pane, il denaro e la “salvezza” a scapito di qualcun altro.

Il Cristo Benedicente mostra le feritesubite nella quotidiana “crocifissione”dell’anima. Il valore dell’immagine èpsichico ed etico: il rosso sgargiantedelle vesti ‘stimola’ l’eros, mentrel’espressione degli occhi invita allacomprensione per coloro che nonsono in grado di evolvere nel‘contenimento’ della pulsione e dellalibido, delle passioni e dei desideri(Temperanza).Il Cristo del Giudizio è l’emblemadell’individuo che impara adiscriminare le anime dei ‘giusti’ daquelle dei ‘dannati’ attraverso unaspecifica conoscenza delle dinamicheinvolutive innescate dalla libidoegocentrica. Ciò avviene attraverso lapercezione degli errori e degli orroriche si consumano in nome di logichedi potere che nulla hanno a chevedere con il Bene comune(Prudenza). L’evoluzione dellapercezione critica e discriminante è ilfondamento della carità alchemica,attenta a distinguere e separare l’erbabuona dalla zizzania. Il CristoRedentore apre infine alladimensione trascendente etraspersonale del perdono. Laconoscenza del se fisico, psichico ementale dischiude a una diversacomprensione della natura umana ea una più consapevole valutazionedegli avvenimenti, delle esperienze edelle coincidenze. La coscienza del Sènon è la coscienza dell’intellettuale enemmeno del religioso, ma è l’esitofinale di un processo di dissoluzionedell’ego, dell’anima psichica e dell’iocogito da cui emerge la Fiduciatrascendente nell’ istinto evolutivo (laFortezza), da sempre uguale a sestesso, immortale, immutabile edepositario della verità spirituale.“Illuminare” l’istinto evolutivo (loscettro di Fortezza) significa evolvereattraverso l’esperienza delle Virtùdescritte nel “libretto rosso” cheCristo tiene fra l’indice e il medio,metafora di una concreta liberazioneda tutti i “funzionari dello spirito” (leseppie distruttive di Matrix).

LA VIRTU’ DELLAFORTEZZA

Sandro Botticelli,1470La Fortezza

Page 64: Quaderni dell'Arte Alchemica n. 3

Pietro Negri EditoreC.so Palladio, 179 36100 VICENZA

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Q1: Alchimia della percezione criticaQ2: Alchimia della percezione sensorialeQ3: Alchimia della percezione razionale

Prossime uscite:Q4: Alchimia della percezione intuitivaQ5: Alchimia della percezione cognitivaQ6: Alchimia della percezione translogica