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L A V I O L E N Z A D E G L I A U T O N O M I C o n l a u t o n o m i a d i f f e r e n z i a t a l U n i t à d I t a l i a s o s t i t u i t a d a l l u n i t à d i L e g a P D F o r z a I t a l i a S t e l l e A V V I S O A I N O N R I C C H I L a u t a r c h i a d e l l e s i n g o l e R e g i o n i i m p o v e r i r à t u t t i a n c o r a d i p i D a l l a s a n i t à a l l a s c u o l a d a l l a v o r o a l l a p r e v i d e n z a c o n l a u t o n o m i a d i f f e r e n z i a t a s i a c c e l l e r e r à l a p r i v a t i z z a z i o n e d e i d i r i t t i e d e i b e n i c o m u n i Q u a n d o s a r à t u t t o p r i v a t o s a r e m o p r i v a t i d i t u t t o S pe c i a l e m i gr a nt i S T O R I E D A F R I C A B r e v e s t o r i a d i S ão T o m é e P r i n c i p e A m i l c a r C a b r a l I n t e r v i s t a a C é u B a r r s A l d a D o E s p i r i t o S a n t o A g a t h a O r r i c o d a p a g i n a R a c c o n t i e o p i n i o n i l a v o r o e s a l u t e P e r i o d i c o c a r t a c e o s o s t e n u t o d ap r o m o t o r i e l e t t o r i w w w l a v o r o e s a l u t e o r g A n n o n m a r z o R e d a z i o n e i n f o @ l a v o r o e s a l u t e o r g D i r e t t o d a F r a n c o C i l e n t i S u p p l d e l l a r i v i s t a M e di c i n a D e m o c r a t i c a M ov i m e nt o d i l ot t a pe r l a s a l u t e E l e z i o n i e u r o p e e A s i n i s t r a n o n c è l u o m o i m m a g i n e m a u n p r o g e t t o d i d i r i t t i v i t a l i p e r d o n n e e u o m i n i L e go i s m o d e l l e r e g i o n i o b e s e d i p ot e r e p ol i t i c o a p a g m i l i o n i d i i t a l i a n i s e n z a c u r e ? G i o r n a l i s m o m a l a t o a p a g p a g i n e A P A G S O M M A R I O I N T E R O S e n z a c o n f l i t t o n o n b a s t e r à L a n d i n i p e r r i a n i m a r e i l m on d o d e l l a v o r o i n c o m a a p a g i n a C o m e u t i l i z z a r e l a L e g g e p e r e v i t a r e l e l i s t e d a t t e s a i l m o d u l o d a c o m p i l a r e p a g i n e E l e z i o n i r e g i o n a l i i n P i e m o n t e L a s i n i s t r a c è a p a g i n a A p r o p o s i t o d i s a l a r i o m i n i m o l e g a l e R e n a t o F i o r e t t i a p a g i n a A Fi r e n z e l a s f i d a d i A n t on e l l a B u n d u a p a g i n a I N S E R T O C U L T U R A E L e b a l l e c h e c i r a c c o n t a n o d a p a g i n a S i c u r e z z a s u l l a v o r o S c o n t o d e l g o v e r n o a i p r o d u t t o r i d i m o r t e N o n c è u n p i a n e t a B A l b a V a s t a n o a p a g i n a p a g i n a

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  • LA VIOLENZA DEGLI AUTONOMICon l’autonomia differenziata l’Unità d’Italia sostituita

    dall’unità di Lega-PD-Forza Italia-5StelleAVVISO AINON RICCHIL’autarchia dellesingole Regioniimpoverirà tuttiancora di più.Dalla sanitàalla scuola,dal lavoroalla previdenza,con l’autonomiadifferenziatasi accellereràla privatizzazionedei diritti e deibeni comuni.Quando sarà tuttoprivato saremoprivati di tutto.

    Specialemigranti

    STORIE D’AFRICABreve storia di

    São Tomé e PrincipeAmilcar Cabral

    Intervista a Céu BarrsAlda Do Espirito Santo

    Agatha Orricoda pagina 53

    Racconti e opinioni

    lavoroesalutePeriodico cartaceo sostenuto da promotori e lettori www.lavoroesalute.orgAnno 35 n.2 marzo 2019 Redazione [email protected] Diretto da Franco Cilenti

    Suppl. della rivistaMedicina Democratica

    Movimento di lotta per la salute

    Elezioni europeeA sinistra non c’èl’uomo immaginema un progetto

    di diritti vitali perdonne e uomini

    . L’egoismo delle regioni obese di potere politico! a pag. 6. 30 milioni di italiani senza cure? Giornalismo malato a pag. 8

    64 pagine - A PAG. 2SOMMARIO INTERO

    Senza conflittonon basterà Landini

    per rianimareil mondo del lavoro

    in comaa pagina 34

    Come utilizzarela Leggeper evitarele liste d’attesa.il moduloda compilarepagine 15, 16, 17

    Elezioni regionaliin Piemonte

    La sinistra c’è!a pagina 64

    A propositodi salario

    minimo legaleRenato Fioretti

    a pagina 42

    A Firenze la sfida diAntonella Bundu

    a pagina 42

    INSERTO CULTURA/E

    Le balle checi raccontano

    da pagina 41

    Sicurezzasul lavoro.

    Scontodel governo

    ai produttoridi morte

    Non c’èun pianeta B

    Alba Vastanoa pagina 62

    pagina 29

  • 2 lavoroesalute anno 35 n° 2 marzo 2019

    I NUMERI PRECEDENTI SUwww.lavoroesalute.org

    Giornale onlinequasi un quotidiano

    www.blog-lavoroesalute.org400mila lettori

    da gennaio 2017

    Racconti e Opinionilavoroesalute

    Anno XXXVPeriodico fondato e diretto

    da Franco CilentiDirettore Responsabile Fulvio Aurora

    Distribuito gratuitamente.Finanziato dai promotori

    e dal contributo facoltativo dei lettori

    Suppl. rivista Medicina DemocraticaAutoriz. Trib. Milano n° 23-19/1/77

    Registro nazionale stampa(L. 58/81 n° 416, art. 11) 30/10/1985

    Materiale originale riproducibilecitando testata e autore.

    Posta: inviare mail con firma e telefono.Firma non pubblicata su richiesta.

    Numero chiuso in redazione il 24-3-2019Suppl. al n° 235/236 di M. D.

    Stampa: via Brindisi 18/c Torino

    Redazione: [email protected] web: www.lavoroesalute.org

    Redazione e collaboratoriFranco Cilenti - Roberto BertucciRenato Fioretti - Agatha Orrico

    Alba Vastano - Silvia FalcoMarco Prina - Laura NanniGino Rubini - Marco Spezia

    Marilena Pallareti - Renato NuccioRiccardo Ierna - Fiorenza Arisio

    Arnaldo Sanità - Marisa Chiaretta

    Pubblicati 242 numeriPiù 4 numeri 0 (1983/84)

    13 n. speciali - 7 n. tematici1 referendum naz. contratto sanità naz.1 questionario: piano sanitario Piemonte

    1 questionario Sanità Torino

    Scritto da 1985 autori1310 operatori sanità - 229 sindacalisti

    97 esponenti politici - 349 altri

    Stampate 747mila copie534 mila ospedali e ambulatori

    141mila luoghi vari - 72mila nazionale

    O ti raccontiO sei raccontato

    3- Editoriale - Il menefreghismo ci frega5- Non apriamo le porte del S.S.N. al Cavallo di Troia!6- Egoismo delle regioni obese di potere politico!7- L’autonomia degli affari differenziati8- 30 milioni di italiani senza cure? Giornalismo malato8- Prosimamente ci sarà una carenza di medici specialisti9- Autonomia differenziata e Falt-Tax per rubare10- Gli effetti psicologici delle diseguaglianze10- Gli effetti di questa Europa. Invece11- Atlante italiano, disuguaglianze di mortalità12- Guai ai poveri. I gironi grotteschi della sanità campana14- L’inganno universale della povertà come colpa15/17- VADEMECUM LISTE D’ATTESA18- Come muoiono oggi gli anziani? Testimonianza19- «Io, la SLA e il mio respiro che finirà.”20- Donne per la Chiesa: il DDL Pillon22- Vaccini. Non vacciniamo il buon senso23- Vaccini. Mamma per la libera scelta. Lettera24- Centri Impiego e reddito di cittadinanza: l’illusione25- Le speranze deluse dal Decreto di cittadinanza26- Equilibrio tra vita privata e lavoro degli Italiani27- Dipendenti pubblici più anziani e sempre di meno.27- C’è ancora Brunetta, come ministro ombra28- La grande stangata del governo giallo/verde29- Sicurezza sul lavoro. Sconto del governo ai padroni30- Infortuni lavoro: morti bianche e informazioni grigie32- Biella: processo alla SASIL di Brusnengo32- L’insicurezza sul lavoro in Piemonte33- Omicidi sul lavoro, i numeri del 201933- Si scrive “click day” ma si legge “sgambetto” Inail34- Senza conflitto non basterà Landini per rianimarci34- La povertà di quelli che lavorano36- Ciao Tina…”Bella ciao”36- Molestie e violenza di genere sul lavoro38- Ancora a proposito di salario minimo legale41- INSERTO CULTURA41- Le balle che ci formano come sudditi42- A Firenze la sfida di Antonella Bundu42- La narrazione velenosa di governo e televisioni44- Democrazia liquida e partiti digitali46- Quanto vale la nostra attenzione47- Giornalisti, in Italia 73 minacciati in 74 giorni48- Zapruder, rivista di storia della conflittualità sociale49- Internet e sanità nel contesto italiano53- STORIE D’AFRICA54- Breve storia di Sao Tome e Principe55- Amilcar Cabral e la colonizzazione portoghese57- Intervista a Céu Barrs60- Alda Do Espirito Santo, madre della nazione61- Servizi associazione “La Poderosa” a Torino62- Clima “Non c’è un pianeta B”63- Torino, TAV invece della Metro 264- Elezioni europee. Elezioni regionali in Piemonte

    Nota. Articoli a pag.: 5,7,11,12,20,23,24,25,27,28,30,35,46,49, tratti dai siti citati in calce

  • anno 35 n° 2 marzo 2019 lavoroesalute 3

    editorialedi franco cilenti

    "Il capitalismoe l'imperialismo

    si coprono con unamaschera che dice

    "mondo libero"e, sotto quella

    maschera,si nascondono

    il terrore,la repressione

    di classe,la perversità

    sociale."Pablo Neruda

    cile542019

    Della politica, ma voto come la TV mi dice.Del sindacato, ma non ci sputo sopra quando mi serve.

    Degli altri, finché non mi serve l’aiuto di qualcuno.Degli immigrati, ma quando mi servono li sopporto.

    Dell’Europa, perché m’interessa solo l’Italia.Dell’Italia, perché m’interessa solo la mia Regione.

    Della mia Regione, m’interessa solo la mia città.Della mia Città, m’interessa solo il mio quartiere.

    Del mio quartiere, m’interessa solo il mio caseggiato.Del mio caseggiato, m’interessa solo casa mia

    Di casa mia, perché uno vale uno,e ognuno pensi a se stesso.

    ricchezza per sostenere il sud mentre inostri stipendi sono sempre più bassi.Non basta essere costretti adaccogliere altra povertà improduttivache arriva dall'estero?". Non viracconto la lunga disquisizione sullesue contraddizioni che le ha provocatoirritazione, ma provo a riportare fattied elementi in forme più discorsive.Nel 2017 con il governo Gentiloni(PD), tre Regioni: Lombardia, Veneto,Emilia Romagna, sulla base dellamodifica del 2001 di alcuni articolidella Costituzione che permette dipotere godere in toto della fiscalità suuna serie di tematiche, fra cui la sanità,hanno fatto una scelta secessionista,confermata da questo governo incombutta con le politiche economichee repressive securitarie del precedentegoverno, privilegiando gli interessi delleloro Regioni del centro-nord a discapitodi quelle del sud Italia.Quindi, delle risorse in base al ProdottoInterno Lordo (PIL), la maggior partedel gettito fiscale andranno al Nord eal resto del Paese resterà solo undecimo. Contemporaneamente vienesfruttato il vuoto normativo denunciatopiù volte dalla Corte costituzionale dal2001, infatti, nessun governo hatrovato il tempo di definire i LEP (livelliessenziali delle prestazioni sociali ecivili) in modo da garantire in misuraomogenea a tutti i cittadini italiani,ovunque residenti, il diritto alle cure.Chi vuole scommettere che questascelta porterà queste regioni ad apriresempre più spazi alla sanità integrativae a quella privata?A ruota Piemonte, Lazio, Liguria eToscana hanno fatto la stessa richiestamentre altre regioni, Campania,Marche, Umbria, Basilicata, Calabria ePuglia governate, guarda caso dagli

    Il menefreghismoci fregaSiamo arrivati a portare al governoprincipi qualunquisti, in base ai qualiognuno pensa ai propri interessicalpestando i propri simili, senzariflettere sul fatto che quali che sianole nostre origini, siamo tutti esseriumani.Quanto sta succedendo dovrebbepreoccupare le menti libere da egoismiestremisti, pare che il virus delmenefreghismo stia invadendo ancheindividui che non hanno nulla dadifendere, anche le persone più povere.Difendersi da chi?La logica e l'intelligenza, porterebberoa individuare il nemico in chi ha troppo,ma il condizionale è d'obbligo di frontealla sconfortante realtà che vedecoinvolti nella spirale del razzismo,persone di diversa cultura, origine ecenso.Vi racconto in breve un confronto conuna collega avuto giorni fa. La serenadiscussione è partita dall'arresto diFormigoni, già Presidente dellaLombardia per 20 anni e di fronte allaconsiderazione della collega : "Chesenso ha arrestare solo lui senza punirein vario modo i suoi complici chehanno permesso 20 anni di ruberie,certamente qualche disonesto guadagnoè andato anche nelle loro tasche".Concordando rimarcai provocato-riamente, per stuzzicare chi come lei silamenta sempre della disonestà deipolitici, che aveva governato vent'annicon il consenso della maggioranza deilombardi nonostante la ventennaledenuncia dei partiti dell'opposizione disinistra e delle associazioni.Volete sapere la risposta? Bene, eccola"Noi persone comuni non possiamostare dietro alla politica e quindiignoriamo quello che succede cosìcome ignoriamo il perché noi al nord,si debba regalare parte della nostra

    stessi partiti che governano le altreRegioni, hanno chiesto di avviare ilnegoziato vorrebbero avviare lo stessoiter, sottovalutando del tutto, o megliodire "fregandosene", delle ricadutedrammatiche sui cittadini amplificandol’esclusione sociale e la povertàmateriale, costringendo migliaia dinuclei familiari a indebitarsi anche perpotersi curare o, in alternativa,rinunciarvi, dando così una manoall’ipotesi del Fondo MonetarioInternazionale che alcuni anni faaffermò l’esigenza per il sistema difavorire l’accorciamento della vita dellefasce della popolazione più povera.Il regionalismo differenziatorappresenta la definitiva distruzionedella sanità pubblica, cancellandol’articolo 32 della Costituzione e lalegge 833/78 di istituzione del ServizioSanitario Nazionale, mentre l’opinionepubblica viene distratta dall’assordantepropaganda razzista e xenofoba. Senzadiscussione politica diffusa eall’insaputa di milioni di cittadine/i sista per determinare la mutazionedefinitiva della nostra architetturaistituzionale, la destrutturazione dellanostra Repubblica.Stante questo stato di cose nei processipolitici in atto, mi riallaccio alleaffermazioni prima citate dalla miacollega e sono portato a chiedere setutta l'ignoranza sui fatti reali sia solocolpa della narrazione velenosa digiornali televisioni e, ovviamente, dellemistificazioni del governo, senzadistinzione tra 5Stelle e Leghisti.La domanda che faccio si basaprincipalmente su due questioni nonraccontate onestamente: il rapportoreddito e salario e il legame traimmigrazione e servizi sociali.

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    E CHI SE NE FREGA…................

  • 4 lavoroesalute anno 35 n° 2 marzo 2019

    " Perché sfuggire se non abbiamo piùpiù la possibilità di pensare liberamenteneanche sui luoghi di lavoro". Rispostapertinente perché le normative degliultimi anni frenano l’espressione dellibero pensiero pena sanzioni fino allicenziamento quando la parola non èin linea con la politica delleamministrazioni, spesso cieca edeleteria nei confronti dei bisogni deicittadini e degli stessi lavoratori.Quando il controllo sui lavoratoridiventa sempre più asfissiante ."Il grande fratello non è unatrasmissione televisiva , ma realtà,dallo Statuto dei lavoratori del 1970sono trascorsi quasi 50 anni, icontrolli sui lavoratori sono diventatisempre più pressanti e invasivi,l’apporto della tecnologia li hatrasformati in strumenti con cuiincutere paura e rassegnazione ,soprattutto nell’era dei licenziamentiillegittimi senza obbligo diriassunzione. Badge sostituito dalleimpronte digitali per accertare lepresenze, smartphone attraverso cuitracciare, minuto dopo minuto, lapresenza e l’esatta posizione deldipendente, algoritmi utilizzati alloscopo di ridurre i tempi morti eintensificare lo sfruttamento.Per una piccola ragione può essereeffettuato qualche controllo mirato suun dipendente, in questo modopossiamo essere spiati anche daremoto questo ad una solacondizione: occorre la preventiva

    CONTINUA DA PAG. 3

    Quale che sia la declinazione unitariadei poveri resta il fatto che da 20 anni isalari (dati Ocse) sono bloccati nellavoro privato cosa che succede anchenel pubblico impiego. Per quantoriguarda i disoccupati meglio sapere dasubito, che il tanto osannato reddito dicittadinanza riguarderà meno del 20%del totale e con regole capestro perottenere un misero assegno, mentre ifinanziamenti, a fondo perduto, per leimprese che dovrebbero assumerecontinueranno ad essere fiumiininterrotti.Intanto il legame tra immigrazione eservizi sociali è vergognosamentemistificato dal Governo con la chiusuradelle frontiere e la negazione del dirittodi asilo ai migranti. Su questa questionela confusione è totale e, pochi voglionorispondere a una domanda elementare: "I figli dei migranti che crescono nelnostro paese parlando l’italiano comeprima lingua sono forse diversi dai figlidi un padano ?".Per queste persone è più facile navigarenell'ipocrisia e affermare, senza esserea conoscenza dei dati reali checonfutano le loro affermazioni, che gliimmigrati siano un peso perché, adesempio, ci rubano le case popolari e iposti disponibili negli asili nido , senzapensare che la velenosa narrazionesugli immigrati rappresenti unamistificazione per nascondere la realtàdei fatti : riduzione della spesa socialeper tutti, la sottrazione, a ognifinanziaria, dei fondi alle Regioni perla sanità.Perché queste opinioni stannodiventando così pervasive? Forseperché “ Abbiamo un sovraccaricod’informazioni quando la quantità didati inseriti in un sistema è superiorealla sua capacità di elaborazione ” (1)Oggi abbiamo un bombardamentocognitivo che inibisce ogni riflessionee ci blocca in uno stato di surplaceneuronale: nel 2008 l’individuo medioè esposto a 34 gigabyte di contenutiogni giorno e a un diluvio di più dicentomila parole (2), mentre la menteumana può elaborare un massimo di120 bit di informazione al secondo.Però non è anche vero che a questobombardamento possiamo sfuggire?Qualcuno potrebbe rispondere

    Il menefreghismoci frega

    informazione del lavoratore stesso,condizione da tenere sempre in seriaconsiderazione vista la disin-formazione imperante sui pochi dirittisopravvissuti. “ (3)Chi tenta di uscire dall'induzione apensarla come poteri politici, giornali,tv e social vogliono , cosa può fare pernon essere messo nella condizione discegliere tra disperazione erassegnazione? Ribellarsi all’ordinedelle cose!Già, ma come?Assistiamo all’evoluzione didiseguaglianze sempre più schiacciantie legalizzate da leggi repressive, spessocon la violenza delle forze di polizia ,al rifiuto dei diritti umani piùelementari, come la stessa vita negataalle persone migranti, richiedenti asiloe rifugiati.I nazionalismi autoritari si definiscono"sovranisti" per mistificare gliobbiettivi autoritari con evidentesimilitudine con la nascita delnazifascismo; l'ambiente sta subendoun collasso ecologico riducendoci acavie di un processo di gradualeannientamento dello stato di salute.Questo stato di cose, che cavalcal'istinto alla sopravvivenza,propedeutico alla riconquista di unbenessere individuale e sociale dellacomunità nazionale e continentaleeuropea, dovrebbe portarci a uno statomentale propulsore di una ribellionepolitica per costruire una via d’uscitafuori dagli schemi che ci stannodominando, trasformandoci da personecoscienti del proprio stato debilitato asudditi di poteri ai quali deleghiamo lecondizioni della nostra esistenza. Leidee di altra politica e le lotte nonmancano, anche se non vengonodocumentate nei programmi televisivi.Le coscienze libere , gli individui cheesercitano il diritto alla critica, hannoil dovere di comunicare, di discuterecon chi sta mettendo in discussione leproprie scelte e con chi ancora èconvinto che il cosiddetto sovranismosia la migliore delle scelte, in modo dapartecipare alla lotta contro la derivain atto che ci porterà sempre più versoun’inciviltà sempre più prepotente.

    NOTE(1) Concetto di information overload,coniato nel 1964 da Bertram Gross.(2) Dato Università della California(3) da un articolo del sindacalista FedericoGiusti pubblicato il 27/2/2019su www.osservatoriorepressione.info

    editoriale

  • anno 35 n° 2 marzo 2019 lavoroesalute 5

    Non apriamo le portedel Servizio Sanitario

    Nazionaleal Cavallo di Troia!

    Quarant’anni fa Elena (lasanità) fu rapita da Paride (ilSSN), figlio di Priamo (ilNHS inglese), sottraendolaal marito Menelao (lemutue assicurative),fratello di Agamennone (ilmercato sanitario), cheriunirono un esercito tra cuivi era Achille (RBM) ed ilfurbo Ulisse (Censis) permettere Troia (la salute)sotto assedio. Ettore(l’equità), fratello di Paride,fu ucciso da Achille e poiUlisse riuscì a far introdurreil famoso Cavallo e lasconfitta di Troia fuinevitabile.Abbandonando l’esempioscherzoso introdotto soloper chiederci se il SSN nonsia in effetti oggi sottoassedio e se le resistenzerischino di essere sconfitteintroducendo dei Cavalli diTroia, elementi che, ritenuticome benefici regali deglidei, possono diventare lachiave della sua distruzione.Oggi le mura di Troia sonoalte e massicce e consistonoin una diffusa convinzionedella popolazione che, al dilà di tutto, il serviziosanitario universalistico siail migliore sistema perdifendere la salute. Sino adoggi pochissime sono statele voci politiche cheabbiano apertamenteipotizzato l’abrogazione delSSN perché non avrebberoavuto dalla loro il consensodella gente.Gli attacchi frontali al SSN sono stati sferrati negli anniscorsi soprattutto sul versante della spesa sanitaria che sidefiniva “fuori controllo” mentre era nella media dei paesieuropei ed oggi è ad essa molto inferiore. E poi si è cercatodi dimostrare che l’invecchiamento della popolazioneavrebbe reso non più sostenibile un sistema universalistico.Oggi questi attacchi non sono più così frequenti ed intensi el’assedio sembra non sconfiggere il SSN.Il Cavallo di TroiaE allora si è pensato che se si riuscisse a far penetrare nelsistema la convinzione che solo l’apporto del privato sarebbecapace di dare maggiore protezione forse si riuscirebbe afar implodere il sistema dal di dentro: questo è il veroCavallo di Troia. Ma siccome ci si è accorti che leassicurazioni private malattia ed i fondi privati integrativinon trovano molta fortuna tra i privati compratori, allora siè pensato di trovare il modo di introdurli senza un diretto

    esborso da parte dei fruitori.Quale allora il modomigliore? Quello di farneun benefit da introdurre neicontratti di lavoro al postodi tutta o partedell’adeguamento dei salari.Una volta introdotto nellemura della sanità icosiddetti sistemi integrativipoco ci metterebbero adiventare sostitutivi e poimagari addirittura esclusivi.All’inizio il Cavallo diTroia si occuperebbeprincipalmente di compen-sare i due aspetti piùfastidiosi del SSN: i tickete le liste di attesa, offrendoun rimborso per i primi eun’alternativa alle seconde.Sveglia Troiani!All’attacco!I troiani (i supporter delSSN) devono smetterla diritenersi protetti dalle muraogni giorno più dirotte,devono capire che non bastasfidare Achille come feceEttore e neppure eliminarlocolpendolo come feceParide, magari trovandosolo delle irregolarità “neltallone”. Una volta dentroil cavallo sarà moltodifficile difenderel’universalismo e l’equità!I troiani devono quindidarsi una sveglia e passareall’attacco iniziandocomunque ad aggiustare eda rinforzare le mura.Rendiamoci conto di ciòche non corrisponde albisogno e alle aspettative

    della popolazione; chiediamoci sei i ticket servano oppurese al loro modesto introito corrisponda invece una graveperdita di consenso; valutiamo se le liste di attesainfastidiscano gli utenti solo per problemi di ansia o serealmente minino la possibilità di ottenere un livelloessenziale di assistenza.Dobbiamo diventare più furbi di UlisseIl SSN non lo si difende arroccandosi bensì ascoltando tuttele reali difficoltà che gli utenti manifestano e trovando dellegiuste risposte ai problemi che emergono. Il SSN è una veraeccellenza italiana ma se non lo si migliora e non lo sirinnova anche i migliori monumenti si ammalorano!Ma soprattutto non cadiamo nelle furberie di Ulisse;diventiamo allora più furbi di lui e salveremo Troia.

    Cesare CislaghiEpidemiologia e Prevenzionewww.epiprev.it

  • 6 lavoroesalute anno 35 n° 2 marzo 2019

    In pratica si porta a compimento il disegno,già prefigurato da quello precedente chepochi giorni prima delle elezioni del 4marzo 2018, ha sottoscritto una preintesacon ognuna delle tre richiedenti regioni sulladevoluzione alle regioni riguardanti le 23materie previste dal terzo comma dell’art.117, tra cui: politiche del lavoro, istruzione,salute, tutela dell’ambiente, rapportiinternazionali e con l’Unione Europea. Lascelta di staccarsi dal Servizio Sanitarionazionale porterà queste regioni ad apriresempre più spazi alla sanità integrativa e aquella privata, affermando, anche dal puntodi vista legislativo, la deriva alparticolarismo utile a scomporre l’unitariastruttura sociale ed economica del Paese.A ruota altre 7 Regioni, Campania, Lazio,Liguria, Marche, Piemonte, Toscana,Umbria, hanno chiesto di avviare ilnegoziato, e, per emulazione masochistica,anche Basilicata, Calabria e Pugliavorrebbero avviare lo stesso iter,sottovalutando, del tutto, i rischi di una lorocertificazione istituzionale per una sanità diclasse che avrà così la patente per amplificarel’esclusione del martoriato mezzogiorno susui sono stati scaricati i costi sociali, occultie diretti, della decennale ritirata del welfaresanitario costringendo sempre di piùmigliaia di nuclei familiari a indebitarsi perpotersi curare o, in alternativa, rinunciarvi,dando così una mano all’ipotesi del Fondo MonetarioInternazionale che alcuni anni fa affermò l’esigenza per ilsistema di favorire l’accorciamento della vita delle fasce dipopolazione povera.In questo quadro va considerato, l’ambito internazionaledei trattati internazionali di commercio che oltre al TTIP eal CETA ha in discussione, ormai da anni, nella piùimpenetrabile segretezza il TISA, l’accordo sugli scambi diservizi, un accordo commerciale tra 23 membridell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), tracui l’Unione europea, insomma il 70% del commerciomondiale dei servizi. Questi trattati rappresentano un veroe proprio attacco al cuore delle istituzioni democratiche,dei diritti civili e delle necessità delle persone in nome dellamercificazione e commercializzazione dei servizi pubblicitra cui la sanità che diventa così la preda più ambita. Comesi vede, i servizi pubblici quali la sanità e la scuola nonsono esclusi dai trattati di commercio, anzi, la loro riduzionea merce sono le nuove frontiere di conquista per gli affaridelle multinazionali dei servizi.La questione di fondo è se vogliamo difendere e rilanciareuna struttura pubblica dei servizi forte e capace di sostenerelo scontro con la privatizzazione globale, in atto in tuttaEuropa, lavorando per raddrizzare le numerose storture digovernance a cominciare dall’impianto giuridico attuale,anche Comunitario, che ha contribuito al disgregarsi del

    Autonomia regionale differenziata di Lombardia, Veneto, Emilia/Romagna?Egoismo delle regioni obese di potere politico!

    compromesso socio-politico che ha costruito il welfare,oppure vogliamo accettare supinamente una deriva cheporterà al prosciugamento delle risorse pubbliche conriduzione dei servizi, all’aumento della tassazione,all’incremento della quota a favore dei Fondi Integrativicon buona pace del controllo sul plusvalore derivato?Tenendo conto che già grosse crepe sono state aperte conl’introduzione del “Walfare aziendale” e della sanitàintegrativa nei contratti, come quello del comparto sanità,imperniato sulla deregolazione del lavoro favorendo, conun vero e proprio disconoscimento delle lotte che hannoportato alla legge 833 dopo la fine delle mutue, la facoltàdei lavoratori di farsi una mutua privata per loro e i lorofamigliari.Ciascuno è cosciente delle critiche mosse dalle Regioni“ricche” a favore di una autonomia economica, e sono notii meccanismi che intervengono per rimuovere il Fondo diPerequazione vero impaccio in un sistema capitalistico. Erichiamare le regioni “più povere” ad una migliore gestionefinanziaria è non rendersi conto delle gravi problematichedi fondo, ad iniziare dalla decadenza dell’economia allacarenza di infrastrutture in un contesto giuridico che nonfavorisce solo “ i ricchi” ma in qualche modo anche ladelinquenza corruttiva.

    Rosa Rinaldi responsabile Sanità e Welfare PRC-SEFranco Cilenti responsabile rete Sanità PRC-SE

    post-it NOTE. Lombardia, Veneto e Emilia-Romagna da sole fanno il 40%del Pil italiano ma vogliono accaparrarsi maggiore ricchezzacon la differenza tra le entrate fiscali e tributarie. (30 miliardi). La maggior concentrazione

    del capitale e del progressotecnologico, hanno già portatoLombardia, Veneto ed Emilia-Romagna ad essere di fattomolto più simili e integrate allaBaviera che alle Regioni delsud.. L’accaparramento di altrerisorse da parte delle impreselombarde, venete e emiliano-romagnole, porterà maggioresfruttamento della forza-lavoro proveniente dal sudd’Italia e dei migranti.. Con l’ulteriore arricchimento dei poteri imprenditoriali del

    Nord ci sarà un drastico e ulteriore impoverimento non solodel Sud, con altri tagli alla spesa sociale, ma anche al nordperchè la maggiore ricchezza non sarà redistribuita a tutti.. I lavoratori del nord saranno ancora più divisi dagli altrilavoratori dalle forti differenze salariali e non trarranno alcungiovamento perché sarà imposto al basso con il ricatto deiconcorrenti “esterni”.

  • anno 35 n° 2 marzo 2019 lavoroesalute 7

    Il boccone velenosodell’autonomiaL’autonomia, quando la vogliono iricchi, si scrive sovranismo e sipronuncia egoismo. Ed è quello chesta succedendo in Italia non più nellaforma plateale della Lega dellaprim’ora quando vinceva le elezionial grido di “Roma ladrona”, ma informa molto più velata giocata inpunta di norma. Ma alla fine ilrisultato sarò quello reclamato datempo da parte delle regioni piùricche: trattenere per sé tutta laricchezza prodotta senza doverlaspartire con quelle più povere.(....)Il fabbisogno standard indica illivello di servizio da garantire e poichédeve essere uguale per tutta Italia, èstabilito dal governo centrale. Lamisura è stata voluta dallaCostituzione per mettere tutti gliitaliani sullo stesso piano di parità.(....)In concreto succederà chel’ammalato dell’Emilia Romagnagodrà di migliori cure di quello dellaBasilicata, lo studente dellaLombardia avrà migliore istruzionedi quello della Sicilia, il camionistadel Veneto viaggerà su migliori straderispetto a quello della Calabria. Il chenon farà altro che peggiorare ildivario Nord-Sud già molto marcato.(....)Una mobilità che associata al ricorsoalla sanità privata per aggirare lelunghe liste di attesa, costringe lefamiglie meridionali a uno sforzofinanziario cospicuo. Non a caso nelMeridione la cosiddetta “povertàsanitaria”, l’impoverimento dovutoall’insorgere di patologie gravi,colpisce più che altrove. A livellonazionale, anno 2015, la percentualedi famiglie impoverite per sostenerele spese sanitarie non coperte dalServizio Sanitario Nazionale, è statapari all’1,4%,. Ma nelle regionimeridionali ha raggiunto il 3,8% inCampania, il 2,8% in Calabria, il2,7% in Sicilia.

    Francesco GesualdiSaggista

    In morte delservizio sanitarionazionale(....)Ogni regione se la suonerà e se lacanterà come vuole, potrà privatizzarei suoi servizi, potrà fare contratti adhoc per i propri operatori, potrà daredi più o di meno, potrà gestire lasanità con aziende uniche,centralizzate, o altro, potrà averepropri operatori specifici, potràformare perfino i medici come vuole,potrà curare la gente a modo suo,potrà ovviamente mettere le tasse cheservono sui propri cittadini, perchél’unica condizione posta a questafollia contro-riformatrice è che tuttoavvenga per lo Stato a «costo zero»cioè che le regioni si paghino le spese.Un costo zero che sarà pagato a caroprezzo dal nostro paese.MUORE COSÌ, nel quarantennaledella sua nascita, il servizio sanitarionazionale. Con esso muore: lasolidarietà tra le persone, quella chefinanzia attraverso il fisco in modogiusto i bisogni di salute dei poveri edei ricchi, l’universalità cioè lapersona non è più curata per i suoidiritti, l’equità cioè la possibilità dicurare le persone secondo le loropersonali necessità, con esso muoreun’idea nuova di salute, di persona,di bisogno, di medicina, con essomuore la civiltà dell’art 32 dellaCostituzione.La Cgil non solo ha aperto con imetalmeccanici la strada al welfareaziendale e al sistema multi-pilastroma ha appena sottoscritto contratti,come quelli del comparto sanità,basati sulla deregolazione del lavororiconoscendo agli operatori sanitaripubblici la facoltà di farsi una mutuaper loro e i loro famigliari contro lorostessi, cioè una mutua che integri ciòche loro fanno.C’È QUALCOSA DI INSANO e diperverso in tutto questo che certo aprela strada a ciò che è male ma soloperché ciò che è bene per la sinistranon si sa più cosa sia o cosa debbaessere. (....)

    Ivan CavicchiDocente all'Università Tor Vergata diRoma, esperto di politiche sanitarie.

    sanità, scuola, lavoro e previdenzaL’AUTONOMIA DEGLI AFFARI DIFFERENZIATIAlcuni stralci di chiarimento contro la violenza degli autonomi

    Il regionalismodifferenziatominaccia i nostridiritti costituzionali(....)In un quadro di maggiori autonomiela cartina al tornasole è rappresentatadalla sanità dove già oggi …«il dirittocostituzionale alla tutela della salute,affidato ad una leale collaborazionetra Stato e Regioni, è condizionato da21 sistemi sanitari che generanodiseguaglianze sia nell’offerta diservizi e prestazioni sanitarie, siasoprattutto negli esiti di salute». Inquesto contesto, l’attuazione toutcourt dell’art. 116 non potrà cheamplificare le diseguaglianze di unservizio sanitario nazionale, oggiuniversalistico ed equo solo sullacarta. In altre parole, … «senza uncontestuale potenziamento dellecapacità di indirizzo e verifica delloStato sulle Regioni, il regionalismodifferenziato finirà per legittimarenormativamente il divario tra Nord eSud, violando il principiocostituzionale di uguaglianza deicittadini».Infatti, le maggiori autonomierichieste dalle 3 Regioni sulla tuteladella salute lasciano intravedereconseguenze non sempre prevedibili:dalla rimozione dei vincoli di spesain materia di personale all’accessoalle scuole di specializzazione; dallastipula di contratti a tempodeterminato di “specializzazionelavoro” per i medici agli accordi conle Università; dallo svolgimento dellefunzioni relative al sistema tariffario,di rimborso, di remunerazione e dicompartecipazione al sistema digovernance delle aziende e degli entidel SSR; dalla richiesta all’AIFA divalutazioni tecnico-scientifichesull’equivalenza terapeutica tradiversi farmaci agli interventi sulpatrimonio edilizio e tecnologico delSSR, sino all’autonomia in materiadi istituzione e gestione di fondisanitari integrativi.(....)

    Nino CartabellottaFondazione Gimbe

  • 8 lavoroesalute anno 35 n° 2 marzo 2019

    30 MILIONI DI ITALIANISENZA CURE?Giornalismo malato di privatismoGiovedì 14 marzo 2019 siamo rimasti allibiti dalla prima pagina deLa Stampa che ci comunicava che n 1 italiano su 2 non riesce a pagarsifarmaci e visite mediche. All’interno un vero e proprio dossier esplosivosui 30 milioni di italiani alla deriva. Il tutto su una indagine di unridottissimo numero: 1628 persone dal Nord al Sud.Quindi siamo passati da 12 milioni, per il Censis, del 2018 ai 30 milionidi quest’anno. Ora, se lo scopo del dossier era quello di denunciare ledifficoltà degli italiani che ogni giorno si impoveriscono facciamo icomplimenti agli autori ma, prevenuti come siamo verso un’organo distampa da sempre teorizzatore e facilitatore dei processi di privatizzazionedei servizi pubblici e dei beni comuni, purtroppo crediamo che, a partiredalla titolazione di stampo scandalistico, le intenzioni siano state quelledi screditare quanto resiste di Servizio Sanitario Pubblico. E sentenziareche non è in grado di assistere i cittadini. E non basta certamentecompensare l’intenzione con un articolo di Roberto Giovannini, giàpresidente Istat, che parla esplicitamente di Diseguaglianze sociali inesplosivo aumento e i problemi reali nel SSN vanno affrontati senzacostruire altre forme di welfaremercantili, come quello aziendale.Però, e qui sta l’ipocrisia deltitolone scandalistico, nelleconclusioni si specifica che per il27% delle risposte sono state moltodifficili o impossibili le curedentistiche, per il 18% le visitespecialistiche, per il 12% l’acquistodi farmaci, quindi il curatoredell’indagine è costretto, (residuo dietica giornalistica?) ad affermareche si tratta di percezione deicittadini, non di dati oggettivi.Ripetiamo, denunciare il crescentedisagio dei cittadini in conseguenzadella graduale e silenziosaprivatizzazione della sanitàpubblica, (assicurazioni, sanitàintegrativa, convenzioni che sitramutano in veri e propri appaltiai privati, definanziamento operatodai governi negli ultimi dieci anni,autonomia differenziata chiestaegoisticamente dalle Regioni delnord) è lodevole - e anche un dovereper il mestiere di giornalista - manon bisogna cadere consapevol-mente nella mistificazione pervasivaper continuare a spingere ancor dipiù verso la privatizzazione dellasanità.Perchè La Stampa non ha ilcoraggio di scrivere che per gliitaliani quando sarà tutto privato saranno dolori perché saranno privatidi tutto? Già, perchè?

    Redazione

    Prosimamenteci sarà una carenzadi medici specialistiLo denuncia uno studio delsindacato dei medici AnaaoAssomed, che rileva le possibili futurecarenze per “l'errata program-mazione delle borse di specialitàperpetrata negli anni passati”,perché nei prossimi anni "nonbasteranno i neo specialisti asostituire chi andrà in pensione". Siprevede nei prossimi anni unamancanza di 16.700 medici.Lo studio indica anche le regioni cheavranno più difficoltà: Sicilia,Piemonte e Toscana.Tra il 2018 e il 2025 andrà in pensionecirca la metà dei 105.000 medicispecialisti attualmente impiegatinella sanità pubblica: 52.500.

    Le carenze sarannosoprattutto in alcunearee di specialitàmedica, come lamedicina d'urgenza,la pediatria e lachirurgia, l’anestesiae la ginecologia.Per quanto riguardala mappa regionaledelle carenze, sisottolinea inparticolare il datodella Sicilia, a cuimancheranno 2.251specialisti da qui al2025.Tra le regioni del Sudsi evidenzia anche laPuglia, con unammanco di 1686unità.In Piemonte siregistrano i maggioriproblemi tra leregioni del Nord, conun saldo negativo di2.004 medici, seguitoa poca distanza dallaLombardia, con1.921.Tra le regioni delcentro Italia ilprimato negativo vaalla Toscana, con un

    saldo negativo di 1.793 unità.

    FONTE (Regioni.it 3574 -20/03/2019)

  • Autonomia differenziatae Falt-Tax per rubare aipoveri per dare ai ricchiViviamo in un paese di disuguaglianze abissali.Un paese in cui il 20% più ricco della popolazionecon oltre il 66% della ricchezza complessiva possiedequasi 740 vo l te lar icchezza de l 20% piùpovero che ne ha solo lo0,09%, o se si voglionofare altri paragoni in cuil’1% più r icco ha 240volte la ricchezza del 20%più povero.In Italia vige un sistemadi impos te sui reddi t iincentrato sul l ’Irpe f esul l’ Ires . La pr imacolpisce i redditi dellepersone fisiche (da lavorodipendente, autonomo e diimpresa), mentre laseconda colpisce i redditidelle società di capitali.La progressiv i tà del leimpos te sanc ita dallariforma del 1974 è statadrammati-camente ridottanel successivo trentenniodominato dalle politicheliberiste al punto tale cheoggi la distanza tra leimposte pagate da un reddito molto elevato e unreddito medio o medio/basso è molto esigua.Nel dettaglio, l’ipotesi di una imposta familiare al15% fino a 80mila euro e al 20% sopra tale soglia,con le deduzioni di 3mila euro secondo il reddito,oltre a penalizzare ulteriormente le donne, in tuttele simulazioni che sono state fatte, non comportanessun vantaggio fino a 30mila euro.Nel caso di una famiglia di 4 persone con 2 familiaria carico comporta 268 euro annui di vantaggio a40mila euro, quasi 9000 euro a 80mila euro, quasi70mila di vantaggio a 300mila euro!I l 20% meno abbiente de l la popolazionerisparmierebbe intorno all1%, mentre al 20% piùricco andrebbe il 68,3% dei vantaggi.Ciò che serve davvero ai lavoratori e alle classisubalterne, in totale controtendenza rispetto alleproposte del governo Lega/5stelle e degli industriali,è una ricostruzione integrale del sistema fiscale sufondamenti integralmente progressivi.Con l’autonomia differenziata come con la Flat Tax,il governo Lega/5Stelle esplicita senza veli, qual èi l suo programma: dare più soldi ai r icch idistruggendo lo stato sociale.

    Redazione

    I servizi pubblici sotto attacco

    DISUGUAGLIANZE.NOTE A MARGINE DIUN PERCORSO IN ATTOL’uguaglianza nell’accesso ai servizi sta subendo semprepiù attacchi in questi ultimi decenni. I cambiamenti raramente

    hanno preso la forma di unarretramento esplicito delleresponsabilità affidate alpubblico. Al contrario, le viesono state (e sono) quelle piùindirette del sotto-finanziamento, dell’assenza diuna strategia complessiva diqualificazione dell’interventopubblico (tanto più centrale,quanto più il vincolo dellerisorse si fa stringente) e delladiffusione di una “cultura”dell’insostenibilità della spesa.Passando all’assenza di unastrategia complessiva diqualificazione dell’interventopubblico, i punti criticiriguardano i sentieri intrapresidell’esternalizzazione deiservizi (basti pensare ai tantiinfermieri condannati a doppiturni), della precarizzazionedei rapporti di lavoro anche nelpubblico, dell’accettazioned’integrazioni fra lavoro

    pubblico e lavoro privato, nella totale sottovalutazione deiconflitti d’interesse, nonché nel ricorso, per i dirigenti apicali,a sistemi di remunerazione che mimano il mercato.Di fronte a servizi sotto-finanziati e gestiti in modoinadeguato che producono un allungamento dei tempi diattesa e una complessiva dequalificazione dell’offerta, vi èchi ‘esce’, rivolgendosi a un’alternativa a pagamento nelprivato; chi pure esce, ma a costo di impoverimento; chinon riesce a uscire e neppure riesce a accedere alleprestazioni pubbliche; chi accede a quest’ultime, subendo,però, un peggioramento nella qualità. Si producono, inoltre,disuguaglianze di genere, le mancanze nei servizi di curaripercuotendosi in larga misura su una sola parte dellafamiglia, le donne.Infine, le agevolazioni al welfare aziendale produconodisuguaglianze fra i dipendenti d’imprese che erogano premidi produttività, sussidiati dal bilancio pubblico (la collettivitàpaga grazie alla rinuncia delle imposte sui redditi),dipendenti i cui datori di lavoro non erogano tali primi,lavoratori non dipendenti e non occupati.

    20/3/2019 www.eticaeconomia.it

    Gli effetti psicologicidelle diseguaglianze a pagina10

    anno 35 n° 2 marzo 2019 lavoroesalute 9

  • 10 lavoroesalute anno 35 n° 2 marzo 2019

    Gli effetti psicologicidelle diseguaglianzeNei paesi dove più ampie sono le diseguaglianze direddito, l’ansia sociale, legata al timore che le personehanno di essere valutate per la propria posizioneeconomica, lavorativa e sociale, risulta essere più elevata.Ne deriva un ventaglio di possibili effetti psicologici qualibassa stima di sé, insicurezza e depressione, ma anchel’“aumento dell’io” e il narcisismo come risposta all’ansiavalutativa.Non solo: tanto maggiore è l’ansia derivante dal propriostato sociale, tanto maggiore la ritrosia a interagire conaltre persone e a partecipare alla vita associativa; piùampie le distanze sociali, più grande la diffidenza e iltimore degli altri.Il Rapporto Oxfam sulle disuguaglianze dice che nel 2018le fortune dei super-ricchi sono aumentate del 12%, alritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno, mentre 3,8miliardi di persone, la metà più povera del pianeta, hannovisto decrescere quel che avevano dell’11%.In Italia il 20% più ricco della popolazione nel2018 possedeva circa il 72% dell’intera ricchezzanazionale. Il 5% più ricco degli italiani è titolare da solodella stessa quota di ricchezza posseduta dal 90% piùpovero.Sanità e istruzione sono spesso sotto-finanziati e la lottaall’evasione fiscale appare del tutto inefficace, se noninesistente; il vantaggio è tutto delle grandi corporazioniche, a livello fiscale, contribuiscono molto meno di quantopotrebbero e dovrebbero fare.Se ci fosse un governo animato da elementare buon sensola misura più urgente da adottare, sarebbe rendere piùequo il sistema fiscale con una patrimoniale per tassare egrandi ricchezze, invertendo la tendenza attuale cheprivilegia la tassazione su redditi da lavoro e consumi,per spostarla su redditi da capitale e patrimoni.L’imposizione fiscale a carico dei più abbienti, grandiimprese comprese, è stata infatti ridimensionata in modosignificativo negli ultimi anni, e ora il governo in caricaaumenterà con la Flat-Tax il divario tra ricchi e poveri(lavoratori e pensionati) riducendo al minimo le tasse peri ricchi - per quel poco che già pagano al nettodell’evasione fiscale - e aumentandole per i poveri.A risentirne, ovviamente, è il finanziamento dei servizipubblici, in primo luogo quelli sanitari, favorendone

    l’appropriazione daparte degliimprenditori privati,con i quali questiservizi costerannomolto di più allepersone. Sia in terminidi fiscalità generale, letasse pagate alloStato, e sia aggravi perpagare l’immaginepropagandata dimaggiore efficienzadelle strutture private.

    Redazione

    Gli effetti di questa Europa

    - Invece di “prosperità”, i popoli nell’Unione europeacontano a milioni, disoccupati, senzatetto e poveri,mentre miliardi di euro vengono convogliati per salvarele banche. I servizi pubblici e le imprese pubblichevengono privatizzate, i beni sociali commercia-lizzati. Leperdite bancarie si stanno trasformando in debitopubblico sulle spalle dei lavoratori.- Invece di “democrazia e libertà”, vengonoimplementati nuovi meccanismi per controllare i cittadinie controllare il controllo di Internet. Le libertàdemocratiche, compresi i diritti sindacali, sono sottoattacco. L’ultra-destra e il neofascismo, che erano statisconfitti dalla lotta dei popoli nel 20 ° secolo, appaionodi nuovo in Europa, mentre l’anticomunismo e lafalsificazione della storia europea assumono un carattereistituzionale. In alcuni Stati membri, le forze di estremadestra partecipano al governo, mentre il sistemaconsente loro di diffondere il veleno dell’odio razzista,della xenofobia, dello sciovinismo, del sessismo edell’omofobia, mettendo in discussione l’idea diuguaglianza.- Invece di “pace”, l’UE sta costantementemilitarizzando e approfondendo il suo legame organicocon la NATO. Ora, con la creazione di una cooperazionestrutturata nel campo militare (PESCO), è statasegnalata una nuova fase del militarismo che, tra le altrecose, significa più spesa militare e “spostamento diinvestimenti” verso l’industria delle armi e il commerciodi armi. Allo stesso tempo, l’UE è coinvolta in unaescalation di interventi e aggressioni contro Stati e popoli,esemplificata dalla sua complicità con Israele di fronteal dramma vissuto dal popolo palestinese.- Invece di difendere l’ambiente, l’UE sottopone le suepolitiche ambientali alle leggi del mercato. Gli scandalidelle industrie multinazionali che violano la legislazionesull’ambiente e l’incapacità di prendere le decisioninecessarie per combattere i cambiamenti climatici e ledrammatiche conseguenze dei problemi ambientali peri popoli testimoniano il divario tra dichiarazioni e azioni.- Invece di solidarietà e di fronte alle cause che portanomilioni di persone a lasciare i loro paesi, l’UE perseguepolitiche che aumentano e peggiorano la situazione. Ilsuo coinvolgimento negli interventi imperialisti in MedioOriente e nell’Africa settentrionale ha moltiplicato ilnumero dei rifugiati. I fardelli del passato coloniale incombinazione con le politiche neocoloniali disfruttamento dei paesi dell’Africa e dell’Asia, hannocreato un circolo vizioso di povertà e sottosviluppo cheporta i loro popoli a cercare una vita migliore in Europa.Allo stesso tempo, la grandemaggioranza dei paesi europei stautilizzando rifugiati e migranticome forza lavoro a basso costoche desidera sfruttare perindebolire i rapporti di lavoro.

  • cuore (donne). Nella BT e Bari per tumore del fegato(uomini e donne). Nella provincia di Lecce per tumori alpolmone (uomini). Per tumore della prostata nella BT eBrindisi; per tumore vescica nelle province Bari, Brindisi,Lecce e Taranto (uomini); per leucemie a Foggia (donne),per malattie sistema respiratorio a Brindisi e Lecce (uomini)e BT (donne); per malattie croniche delle basse vierespiratorie a Brindisi, Lecce e Taranto (uomini), a Brindisie Lecce (donne); per malattie genito-urinarie a Brindisi(uomini) a Brindisi e Lecce (donne); per malattie uretere aBrindisi (uomini), Foggia, BAT, Brindisi e Lecce (donne);per malattie del sangue e immunologiche a Foggia, BT, Barie Brindisi (donne); per diabete a Bari e Brindisi (uomini),Foggia Bari e BT (donne); per Parkinson a BT Bari Brindisi

    e Lecce (uomini), Bari eLecce (donne); Alzheimer aFoggia BT e Brindisi(uomini), Bari e Brindisi(donne); per cirrosi epatica aFoggia e BT (uomini) FoggiaBT e Bari (donne); peraccidenti a Brindisi (donne),per cadute accidentali aTaranto (uomini).La provincia di Brindisi èquella che mostra il maggiornumero di tassi in eccessorispetto alle altre province.Il peso del basso livello diistruzione.In Puglia si registra unrischio di morte superiore al25% nei soggetti a bassogrado di istruzione permalattie circolatorie (donne),malattie ischemiche delcuore (donne), malattiecerebrovascolari (donne),tumore dello stomaco(uomini e donne), tumori delfegato (uomini), leucemie(donne), tumori delle vieaeree superiori (donne),malattie sistema respiratorio(uomini), malattie croniche

    delle basse vie respiratorie (uomini), malattie genito-urinarie(donne), malattie dell’uretere (donne), malattie del tessutoosteomuscolare e connettivo (uomini), diabete (donne),demenza (donne), cirrosi epatica (uomini), accidenti(uomini), accidenti da trasporto (uomini). Il peso di questecause di morte si ridurrebbe se la composizione dellapopolazione si livellasse su valori più alti di istruzione.(1) http://www.epiprev.it/pubblicazione/epidemiol-prev-2019-43-1-suppl-1(2) http://www.salutepubblica.net/la-salute-disuguale/

    Redazione Salute Pubblica www.salutepubblica.net

    L’IGNORANZA FA MALE ALLA SALUTE. I DATI DELLA PUGLIA

    ATLANTE ITALIANO. DISUGUAGLIANZEDI MORTALITA’ PER LIVELLO DI ISTRUZIONE

    E’ stato presentato a Roma il 27 febbraio 2019 allapresenza del Ministro della Salute Giulia Grillo e del Prof.Michael Marmot (2) il primo “Atlante italiano delledisuguaglianze di mortalità per livello di istruzione”(1),realizzato dall’Istituto Nazionale per la promozione dellasalute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattiedella Povertà (INMP) in collaborazione con Istat. “In Italiale disuguaglianze sociali nella mortalità sono presenti tratutte le regioni, ma anche all’interno delle regioni stesse. Lepersone meno istruite di sesso maschile rispetto alle piùistruite mostrano in tutte le regioni una speranza di vitainferiore di tre anni (tra le donne un anno e mezzo), gap chesi somma allo svantaggio delle regioni del Mezzogiornodove i residenti perdono un ulteriore anno di speranza divita, indipendentemente dallivello di istruzione”.Tuttavia “per alcune cause dimorte, come quelle tumorali,il rischio è più elevato nelleregioni settentrionali. D’altraparte in Campania si èosservata una speranza di vitaalla nascita inferiore di dueanni rispetto ai residenti nellamaggior parte delle Regionidel centro-nord, sia tra gliuomini che tra le donne”.Il rapporto Inmp evidenziacome “le persone con bassotitolo di studio hanno unaprobabilità di morte superioredel 35% tra gli uomini e del24% tra le donne. La quotadi mortalità attribuibile allecondizioni socio-economichee di vita associate al bassotitolo di studio è pari al 18%tra gli uomini e al 13% tra ledonne. Nel Paese ci sono areein cui la mortalità è piùelevata rispetto alla medianazionale fino al 26% tra gliuomini e al 30% tra le donne,a parità di distribuzione peretà e per titolo di studio. Alcontrario, il gradiente di mortalità è crescente da Sud a Nordper i tumori nel loro insieme e per la maggior parte dellesingole sedi tumorali. Di particolare interesse l’ineditaosservazione di un gradiente Est-Ovest con maggioremortalità nel Nord-Ovest e sulla costa tirrenica per moltecause, soprattutto malattie cerebrovascolari e tumori nelloro insieme”.I dati pugliesiI tassi di mortalità generale (per tutte le cause) delle donnemostrano un forte svantaggio rispetto al dato nazionale nelleprovince BT e Brindisi. Eccesso del tasso di mortalità siregistra nelle stesse province per malattie ischemiche del

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  • 12 lavoroesalute anno 35 n° 2 marzo 2019

    Guai ai poveriRecentemente mi è capitato di attraversare i gironigrotteschi della sanità campana, un continente perduto eselvaggio dal quale tanti non sono tornati.Quando si parla di “malasanità”, il senso comune nonrappresenta adeguatamente la realtà: le formiche in boccae le garze nello stomaco sono solo le vette sublimi, il guizzopoetico, si può dire, di un sistema che è nella suaquotidianità, nella sua ordinarietà, che riesce a dareveramente il peggio di sé.E’ una sanità di classe, i cui dispositivi di esclusioneincidono ormai in misura notevole sulla distribuzionegenerale del reddito: sulle famiglie, in Campania e in tuttoil martoriato mezzogiorno, sono stati scaricati i costisociali, occulti e diretti, della massiccia ritirata del welfaresanitario; e il risultato, in termini di impoverimentoassoluto e relativo, è tragicamente evidente. Migliaia dinuclei familiari tracollano o siindebitano o si costringono adolorosissimi viaggi della speranza,per affrontare eventi che dovrebberoessere normalmente a carico delServizio Sanitario Nazionale suiterritori.La continua evocazione dellabiopolitica, come categoria omnibusdell’analisi, trova proprio su questoterreno una sua evidentegiustificazione: una brutta diagnosidiventa immediatamente lotta per lasopravvivenza fisica ed economica– i tempi della vita biologica e leforme della riproduzione sociale, sirivelano nel loro nudo intreccio.Pochi altri terreni sono piùimmediatamente politici di questo.Eppure la sinistra di classe, imovimenti, lo hanno spessosnobbato pur essendo chiaro, findagli anni 70, che la figura delsalario, nella sua nuova dimensionesociale, vedeva le prestazioni del welfare assumere un ruolovia via più centrale in una configurazione modernadell’idea di reddito.Ma che succede quando si entra nel tunnel della malattia?La via crucis, di solito, comincia con la diagnostica apagamento. Esperienza comune, quella del medesimoesame che il pubblico offre in 8/12 mesi e il privato ilgiorno dopo a pagamento, magari nella stessa struttura.Là, immediatamente il destino del malato biforca le suedirettrici: sommersi e salvati si definiscono sulla base diuna Tac e di una carta di credito. In alternativa il “viaggioal termine della notte” può iniziare con l’ingresso al ProntoSoccorso, un locale generalmente scassato e insalubre,che ti accoglie senza troppi infingimenti, rivelandosi subitoper ciò che è.Il Pronto Soccorso della Campania non è più un meropresidio sanitario – è piuttosto un luogo dell’anima e deldestino, anzi, un “non luogo” che ha perso lecaratteristiche di pronto intervento ed è diventato tante

    altre cose: dispositivo di selezione, appendice senza lettiche allarga abusivamente la capacità di ricovero,parcheggio per utenti su cui pendono decisioniirrevocabili. Pudicamente etichettato OBI (osservazionebreve intensiva), con il retrogusto ironico di una“osservazione” che non sarà “breve” e meno che mai“intensiva”. Per il sociologo può rappresentare una speciedi cartina di tornasole attraverso cui leggere ladisgregazione della società meridionale. Per il filosofo,un occasione di meditazione sulla caducità dell’esistenzaumana. Perchè al Pronto Soccorso si accede liberamente,ma un volta dentro, l’evoluzione di quella destinazione ètotalmente ignota, dipendente da un intreccio di cause econdizioni assolutamente non governabile: saloni,corridoi, sedie e lettighe possono rimanere occupati pergiorni, dentro un clima caotico, isterico, tra personalecronicamente sottodimensionato (150 milioni di ore distraordinario richieste solo quest’anno!), medici,infermieri e Oss che danzano come formiche impazzite inmezzo a un’umanità derelitta di malati e parenti che

    stazionano in questo girone,supplicando e minacciando. Imorituri vanno sbattuti a casa ilprima possibile, per noncompromettere le statistiche; gli altrisono in gioco, nella grande lotteriaquotidiana di questo o quel letto chepuò liberarsi, anche a 20 km didistanza.La noncuranza con in cui trattiamole questioni malattia/salute, il modoin cui stiamo affrontandol’invecchiamento galoppante dellapopolazione, è assolutamenteincomprensibile, oltre cheirresponsabile.Le dinamiche demografiche delpaese e il grande tema delle nonautosufficienza, dovrebbero essere alcentro di ogni programma eintervento di governo: per semplicecalcolo statistico nessuna famigliasarà esclusa, nel corso dei prossimianni, dall’attraversamento di questi

    terreni minati. Il problema è che le classi dirigenti nostrane– la pseudo borghesia italiana senza storia e senza ruolo– sono abituate a trovare ogni risposta nel privato. E’ perquello che c’è così scarsa preoccupazione per il“regionalismo differenziato” che le regioni del nordstanno contrattando in queste settimane, e che tutti sannorappresenterà la tomba finale dei sistemi sanitari delleregioni del sud.Ma come siamo arrivati a questo degrado?E’ necessario interrogarsi bene su cosa è successo negliultimi 20 anni, in questo paese, perchè questa è unanazione senza memoria collettiva, un grande malatod’Alzheimer facile da interdire. E allora ricordiamoci chel’Italia è da molti lunghi anni in avanzo primario. Avanzoprimario. Non è un dettaglio macroeconomico. Vuol direconcretamente che la società ha prodotto più ricchezza,fiscalmente prelevata, delle equivalenti prestazioni sociali

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    di cui ha goduto. E questo anno dopo anno. Poi il debitocresceva lo stesso, perchè sfortunatamente le leggi realidell’economia sono testardamente irriducibili allateologia dogmatica impartita alla Luiss o alla Bocconi.Ma di fatto, la società italiana, virtuosamente, dava piùdi quello che prendeva. A questa materialissima realtà fattadi numeri e segni meno, corrispondeva una pesanteoperazione ideologica mirante a farci sentire parassiti ecicale. Troppo welfare, troppi sprechi, troppa generosità– e anche se la spesa sociale procapite era in calo costante,tra le più basse dell’area Ocse, le siringhe costavanosempre troppo, con la diagnostica si esagerava, per nonparlare poi dei baby pensionati, delle assunzioni abusive,dei furbetti del cartellino… Insomma: un popolo diformiche abbacchiate, veniva descritto come dedito apantagrueliche crapule collettive, beonie mangiatori folli, dissipatori dei benicomuni. La costruzione dell’ethosdell'”uomo indebitato” è statanecessaria a tenere in piedi questacolossale bugia sociale e di classe. Lacreazione della colpa – anonima,collettiva, come una mannaia (poverineonati, che nascono con 30.000 eurodi debiti!) – doveva servire a tenerci bassi,morigerati e disciplinati. Tra parentesi,è più o meno il medesimo approccio chestanno usando sul tema del reddito: lapovertà è una colpa, devi emendarti conun adeguato stile di vita, il redditogarantito sarà una provvisoria eparzialissima sospensione della pena apatto che il Tribunale di Sorveglianza (icentri per l’Impiego) certifichi la tua disponibilità aredimerti dalla colpa originaria.Ideologie colpevolizzanti, aziendalizzazione e tagliselvaggiEcco perchè i pronto soccorso sono strapieni di lettighecariche di vecchi abbandonati. E’ perchè abbiamo credutoalle loro ignobili bugie, alle loro statistiche farlocche,abbiamo creduto alle favole sulla scarsità delle risorsepubbliche nell’epoca di massima esplosione dellaricchezza privata. Abbiamo creduto alla leggenda di unpopolo di dissipatori non meritevoli neanche di morire inun letto di ospedale.Bisognerebbe prendere la signora Lagarde o il sig.Moscovici o la cara Emma Bonino (che immaginiamo nonabbia affrontato i suoi guai oncologici passando per leforche caudine della sanità dei poveri) e costringerli atrascorrere una bella giornata in un pronto soccorso diNapoli, Avellino, Aversa o Torre del Greco. Obbligarli aparlare con la gente.Presentare la realtà così com’è: eccole qui, le cicaledell’indebitamento italiano, ecco le Caterine, le Carmelee le Marie, con le calze nere e le gambe storte, con albraccio un sacchetto della spesa e una bottiglietta d’acqua,e a fianco una barella con un marito ultraottantenne chepiange, cateterizzato, con l’ossigeno e qualche piagasporca; eccole lì che cercano con lo sguardo implorante

    un sanitario e pregano Padre Pio che si liberi un posto,un posto qualsiasi che le tolga da quel camerone di prontosoccorso – un cesso per 50 malati -, cercando mentalmentedi enumerare amici e conoscenti, per ricordare se hannoun qualche santo in paradiso che può agevolare l’uscitadal purgatorio.E dopo qualche giorno così odi tutti – odi gli stranieri,odi gli irraggiungibili ricchi, odi quelli più poveri di teche sono tuoi competitori – e tutto questo odio non trovasbocco, diventa livore sordo, invettiva contro il destinoumano, e invece è solo il risultato di una colossale ritiratadegli investimenti pubblici in questo paese, iniziataquando gli illuminati gestori della transizione post-primarepubblica, ci consegnarono tutti, noi, le nostre vite e ilbilancio dello Stato, alle delizie del mercato globale.Abbiate il coraggio di guardare, quei pronto soccorsostrapieni di un’umanità sconfitta. Tra i lamenti dei malati,e oltre, nelle periferie gomorizzate, nelle campagne dellamalamodernizzazione del nostro sud, nei “paesi dell’osso”

    dell’appennino svuotato e senza anima,lungo l’asse di un paio di generazionisenza reddito e senza futuro, si avverte insottofondo, minaccioso, l’urlo belluinodella modernità: Guai ai poveri! Guai avoi.E non c’è posto per arcaici razzismi, inquesta maledizione sociale : stranieri eitalianissimi, guai a voi tuttiindistintamente, popolazione eccedente eimproduttiva, zavorra umana, nonabbiamo posti letto per le vostre vecchiaieluride, non abbiamo soldi neanche per ivostri pannoloni. Possiamo solotrasformare quei Pronto Soccorsoeternamente intasati, nei nuovi lazzarettiin cui la società stocca i suoi esuberi inattesa dello smaltimento.

    Uno sceneggiatore dell’assurdo, ci vorrebbe. Uno bravo.E anche un regista visionario. Dovrebbero inventare unatrama per un film apocalittico-metaforico. All’improvviso– colpa di un esperimento dall’esito incontrollato – imalati, soprattutto i più vecchi, soprattutto i moribondi,si alzano tutti dalle loro lettighe, caracollanti, insensibili,zombi della vendetta sociale. Nonostante le pistolettatedelle guardie giurate, arrivano negli uffici dei direttorisanitari, li uccidono e ne dilaniano i cadaveri. E poiimperversano nelle aree ospedaliere, e poi fuori neiquartieri, finalmente liberi dai bomboloni di ossigeno edalle inutili flebo; e arrivano fino agli assessoratiregionali alla sanità, agli uffici pomposi dei“governatori”, dove esercitano una giustizia cieca esommaria. E poi si mettono in marcia in autostrada, lentie inesauribili, verso i palazzi romani, con un vago istintodi vendetta, mormorando minacciosi tra le labbra, leparole segrete della loro furia: Fiscal Compact,Maastricht, Patto di stabilità…I nostri vecchi. Le nostre vecchie storie. Da Napoli aPotenza a Reggio Calabria, giù fino ad Atene, in nome diDio: ma come abbiamo potuto permettere tantoabbandono? Come abbiamo potuto consentirlo?

    Giovanni Iozzoliwww.carmillaonline.com

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    L’inganno universaledella povertà come colpaSe prima la povertà riguardavasoprattutto gli anziani, ora riguardaanche giovani: minori, ma anche quei30enni che non riescono a lasciare lacasa dei genitori per il semplice fattoche non hanno i soldi per mantenersie costituire un loro nucleo familiare.La povertà dei giovani dunque viene“attutita” dalle famiglie d’origine ein parte nascosta ai dati Istat. Inquesto contesto rientrano gli ormainoti Neet (giovani che non studiano enon lavorano).Ci dicono che se non paghiamo ilmutuo per troppe rate finisce che labanca si prenda la nostra casa senzapassare dal tribunale. Vorrebbe esserel’eliminazione della burocrazia ma èsoltanto l’ennesimo chapeaut allebanche di un’Italia/Europa chesembra temere lo spettinamento diqualcuno della finanza più dellescarpe bagnate come unico resto di unbambino. Se i diritti sono confusialmeno le colpe risuonano chiare.Essere poveri è una colpa. E le grandimenti di questo mondo appoggiatosull’algebra di quattro numerisciancati chiamati “finanza” hanno

    pensato che non potendo eliminarela povertà sia il caso di debellare ipoveri e le grandi menti.Il modo migliore per farsi perdonareuna crisi provocata da una classedirigente inetta e famelica sta nelconvincere tutti gli altri di avere fallito.Se qualche padre di famiglia non èstato in grado di essere un buon padre,se un lavoratore non riesce aperdonarsi di non essere in grado dionorare un mutuo, se non riusciraisignifica avere fallito e allora ilmetodo funziona: scaricare i proprierrori come colpe degli altri è ilmetodo perfetto per amministrare coninganno e con paura.Però c’è, nell’idea di quella ennesimalegge a favore delle banche, il progettoculturale di chi vorrebbe convincerciche il mondo si divida tra vincitori efalliti, tra chi ci è riuscito e chi haperso, tra chi è abbastanza bravo echi è troppo poco capace. E tuttiquelli che galleggiano in mezzo,secondo questa tirannia di pensiero,sono soltanto coloro che non possonofarcela. Niente tinte intermedie.Bianco o nero, bravo o cattivo,

    produttivo o costo, ma Nero e Rossocome lo scontrino sbiadito delbancomat. «Tu sei la credibilità deltuo conto corrente»: il nuovocomandamento imposto senza chenemmeno ce ne siamo accorti.Eppure tra vincitori e falliti senzasperanza, lì in mezzo ai due unici modiconsentiti di essere europei, c’è tuttoil resto del mondo, ci sono quelli chesi sono svegliati senza lavoro, chesono in tirocinio da decenni, i fragili,chi ha semplicemente sbagliato, chi hastudiato poco, chi ha studiato male,chi semplicemente ha avuto menofortuna. Nella terra di mezzo c’è lastragrande maggioranza di unagenerazione che è nata credendo dipoter toccare il cielo e invece si èammalata presto di un pesantissimonodo alla gola.Sarebbe da decidere chi sonoi professionisti, se non coloro che“professano i propri valori nelproprio mestiere” e con un mondonuovo con questa regola fissacadrebbero uno a uno questi supermanager con la professionalitàvaloriale di un servo nemmeno troppoastuto e nemmeno gentile. Sarebbe unmondo da provare.Questo mondo qui.

    Marilena Pallareti

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  • LE INDICAZIONI E IL MODELLO DA FOTOFOPIARE E COMPLILAREPER CHIEDERE ALL’ASL DI OTTEMPERARE ALLE DISPOSIZIONE DI LEGGE

    SULL’ATTIVITA’ INTRAMOENIAalle pagine seguenti

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  • IL MODELLO DA FOTOCOPIAREE COMPILARE PER CHIEDEREALL’ASL DI OTTEMPERARE ALLEDISPOSIZIONI DI LEGGESULL’ATTIVITA’ INTRAMOENIA

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    LISTE D’ATTESASCOPRI COME EVITARLEcontinua dalla pagina precedente

    LE INDICAZIONI DA SEGUIREPER LA COMPILAZIONE,SIA NELLA RICETTA CARTACEACHE NELLA RICETTA ELETTRONICA

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  • ISTANZA PER LA PRESTAZIONE IN REGIME DIATTIVITÀ LIBERO PROFESSIONALE

    EGR. DIR. GEN. DELL’AZIENDA SANITARIA __________________________

    Il sottoscritto _____________________________________ nato a_______________________

    e residente in _____________________________________ via/piazza ____________________n__

    codice fiscale ________________________________

    PREMESSO CHE

    ? In data ____________________ il medico, dott______________________________ mi ha

    prescritto la prestazione _______________________________________________________

    ? In data ____________________, dopo aver tentato di prenotare la prestazione, mi è stata

    comunicata l’impossibilità di procedere alla prenotazione prima del ____________________

    ? In forza del d.lgs. m.124/1998 è mio diritto conoscerei tempi massimi intercorrenti tra la

    richiesta di prestazioni e la loro erogazione e di usufruire, nel caso di impossibilità di rispettare i

    predetti tempi, di attività libero- professionali in regime intramoenia.

    Tutto ciò premesso, CHIEDO

    Che la prestazione da me richiesta sia resa in regime di attività libero-professionale intramuraria con

    onere a carico del servizio sanitario nazionale e che mi venga fornita tempestiva comunicazione in

    merito, avvisando che in difetto la predetta prestazione verrà effettuata privatamente con successiva

    richiesta di rimborso a carico di codesta azienda.

    Lì _______________________, ________________________

    Firma ________________

    Allegati: ? Copia richiesta di prestazione? Copia comunicazione CUP

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    spettinato esbad ig l ian t e(spesso ilR i a n i m a to resollecitato dicorsa per “faredi tutto”)scrivein cartella laconsueta litania“assenza dia t t i v i t à

    cardiaca e respiratoria spontanea, siconstata il decesso”.La cartella clinica viene chiusa, gliesami del sangue però sono ottimi.L’ospedale ha fatto fino in fondo ilsuo dovere, la paziente è morta conottimi valori di emocromo, azotemiaed elettroliti.Cerco spesso di far capire ai familiaridi questi poveri anziani che il ricoveroin ospedale non serve e anzi è spessocausa di disagio e dolore per ilpaziente, che non ha senso volercurare una persona che è solamentearrivata alla fine della vita.Che serve amore, vicinanza e dolcezza.Vengo preso per cinico, per un medicoche non vuole “curare” una personasolo perché è anziana. “E poi sadottore, a casa abbiamo due bambiniche fanno ancora le elementari nonabbiamo piacere che vedano morirela nonna!”.Ma perché?Perché i bambini possono vedere in tvammazzamenti, stupri, “carrambe” enon possono vedere morire la nonna?Io penso che la nonna vorrebbe tantostarsene nel lettone di casa sua, senzaaghi nelle vene, senza sedativi che lebombardano il cervello, e chiudere gliocchi portando con sé per l’ultimoviaggio una lacrima dei figli, unsorriso dei nipoti e non il fragore diuna scorreggia della vicina di letto.In ultimo, per noi medici: ok, hannosbagliato, ce l’hanno portata inospedale, non ci sono posti letto,magari resterà in barella o in sediaper chissà quanto tempo. Ma lenonnine e i pazienti, anche quelliterminali, moribondi,non sono“rotture di scatole” delle 3 delmattino.O forse lo sono. Ma è il nostrocompito, la nostra missione portarerispetto e compassione verso il “finevita”. Perché curare è anche questo,prendersi cura di qualcuno.Anche esoprattutto quando questo avviene inun freddo reparto nosocomiale e nonsul letto di casa.

    Testimonianza alla redazione

    LETTERA

    Come muoionooggi gli anziani?Muoionoin ospedalePerché quando la nonna di 92 anniè un po’ pallida ed affaticata deveessere ricoverata. Una volta dentropoi, l’ospedale mette in attociecamente tutte le sue armi di torturaumanitaria. Iniziano i prelievi disangue, le inevitabili fleboclisi, leradiografie.“Come va la nonna, dottore?”. “E’molto debole, è anemica!”.Il giorno dopo della nonna ai nipotigià non gliene frega più niente!Esattamente lo stesso motivo (non pertutti, sia chiaro!) per il quale da diversianni è rinchiusa in casa di riposo.“Come va l’anemia, dottore?”. “Chevi devo dire? Se non scopriamo lacausa è difficile dire come potràevolvere la situazione”.“Ma voi cosa pensate?”. “Beh,potrebbe essere un’ ulcera o untumore… dovremmo fare un’endoscopia”.Chi lavora in ospedale si è trovatomoltissime volte in situazioni di questotipo. Che senso ha sottoporre unaattempata signora di 92 anni ad unagastroscopia? Che mi frega sapere seha l’ulcera o il cancro? Perché devemorire con una diagnosi precisa? Edinevitabilmente la gastroscopia vienefatta perché i nipoti vogliono poterdire a se stessi e a chiunque chiedanotizie, di aver fatto di tutto per lanonna.Certe volte comprendo la difficoltà eil disagio in certi ragionamenti.Talvolta no.Dopo la gastroscopia finalmentesappiamo che la Signora hasolamente una piccola ulceraduodenale ed i familiari confessanoche la settimana prima avevamangiato fagioli con le cotiche e

    broccoli fritti, “…sa, è tanto golosa”.A questo punto ormai l’ ospedale stafacendo la sua opera di devastazione.La vecchia perde il ritmo del giorno edella notte perché non è abituata adormire in una camera con altre trepersone, non è abituata a vedereattorno a sé facce sempre diverse vistoche ogni sei ore cambia il turno degliinfermieri, non è abituata ad esseresvegliata alle sei del mattino con unapuntura sul sedere. Le notti diventanoun incubo.La vecchietta che era entrata inospedale soltanto un po’ pallida edaffaticata, rinvigorita dalletrasfusioni e rincoglionitadall’ambiente, la notte è sveglia comeun cocainomane. Parla alla vicina diletto chiamandola col nome dellafiglia, si rifà il letto dodici volte, chiededi parlare col direttore dell’albergo,chiede un avvocato perché detenutasenza motivo.All’inizio le compagne di stanzaridono, ma alla terza notteminacciano il medico di guardia “…ole fate qualcosa per calmarla o noi laammazziamo!”. Comincia quindi lasomministrazione dei sedativi e lanonna viene finalmente messa adormire.“Come va la nonna, dottore? Lavediamo molto giù, dorme sempre”.Tutto questo continua fino a quandouna notte (chissà perché in ospedale ivecchi muoiono quasi sempre di notte)la nonna dorme senza la puntura diTalofen.“Dottore, la vecchina del 12 nonrespira più”.Inizia la scena finale di una tristecommedia che si recita tutte le notti intanti nostri ospedali: un medico

  • Marilena PallaretiInsegnante

    Collaboratriceredazionale diLavoro e Salute

    «Io, la SLA e il mio respiro chefinirà. Non voglio morire soloe umiliato»«Avevo una vita normale ma poi ho iniziato ainciampare spesso, cadevo, faticavo a respirare e allafine è giunta la diagnosi, senza possibilità di appello:“Lei ha la SLA!” Che significa Sclerosi LateraleAmiotrofica: una malattia di cui avevo solo vagamentesentito parlare, e di cui non mi ero mai interessato. Ilmondo mi è crollato addosso. Mentre la malattiaprogrediva e peggiorava, ho iniziato a riflettere einformarmi per capire cosa avrei potuto fare e mi sonosorte mille preoccupazioni e dubbi sul futuro: potròessere gestito a casa? Cosa mi succederà? E quandosmetterò di parlare o di mangiare cosa faremo? Equando il respiro mi verrà a mancare e il corpo sifermerà del tutto? L’unica cosa certa è che non perderòla lucidità e la coscienza: la mente resta lucida e vigilefino alla fine. Che condanna! Ora sono quasi immobile,fatico a parlare, non posso nemmeno grattarmi il naso,ma sono una persona, con la sua dignità, le suepreferenze, i suoi valori. La SLA, a differenza di altremalattie, ti impone scelte enormi che tu devi fare, se nonvuoi che altri le facciano al posto tuo, magari anchemossi dalle migliori intenzioni, ma comunque sonodecisioni che poi dovrai portare avanti tu, sulla tuapelle, giorno dopo giorno, lottando con la vita e con lamorte 18 ore al giorno, come disse un mio compagno distanza: perché per fortuna almeno sei ore a notte sidorme! Devi decidere se vuoi essere nutritoartificialmente quando non riuscirai a farlo più da solo,se vuoi avere la tracheotomia che è quel buco in gola incui entra un tubo attaccato al respiratore che tipermetterà di respirare quando non sarai in grado difarlo da te, perché i tuoi muscoli saranno sempre piùincapaci di muoversi. E dovrai scegliere tra la vita e lamorte, o meglio: tra quale vita e quale morte. Ho visto evedo i miei compagni di sventura che hanno fatto sceltediverse tra loro: chi è tornato a casa sua e si èorganizzato con le cure che ci sono nel suo territorio, chiè restato qui dove sono io ma non ha voluto alcunaterapia invasiva e quando è giunta una seria crisirespiratoria è stato addormentato - su sua richiesta - daimedici e accompagnato ad una morte non angosciante,chi ha chiesto di andare in Svizzera a morire perchésentiva intollerabile la vita che stava vivendo, in realtàalcune complicanze sono sorte prima che decidessedavvero di andarci, mi sono sempre chiesto se lo avrebbefatto davvero. Insomma: vedo che la vita è diversa pertutti, così come lo sono la malattia e la morte. La vita haun senso e un significato diverso e unico per ciascuno dinoi. L’importante è non essere abbandonati, soli,umiliati perché ormai incapaci di badare a sé.L’importante è essere rispettati: allora tutto è piùtollerabile e gestibile, ti senti a casa anche se non lo seipiù, riesci anche a sorridere, se i tuoi muscoli facciali telo permettono! E io ho chiesto per tempo e l’ho anchescritto, che quando avrò un sintomo che mi condurràalla fine della vita voglio essere addormentato, vogliomorire dormendo, voglio serenità per me e i miei cariche saranno con me in quel momento»

    Il signore, come altri prima di lui, era una persona, un marito,un professionista, un padre e molto altro. Non solo unmalato. Si è avvalso della facoltà di scegliere di non soffrireulteriormente, non della facoltà di morire: la morte erainscritta nella sua malattia, nel suo decorso, nei suoi sintominon più trattabili, in una malattia inguaribile. Non ha chiestoe non ha ricevuto l’eutanasia o il suicidio assistito: hachiesto la sedazione palliativa che da anni fortunatamente,come buona pratica, si offre a chi ha dei sintomi che nonsono trattabili, che condurranno comunque a morte e chemeritano, se il paziente lo vuole, di abbassare il livello dicoscienza non per morire prima, non per morire anzichévivere, ma per morire senza dolore e angoscia eccessiva oreputata da lui inutile. Ci vuole molta chiarezza e bisognafare buona informazione, non strumentalizzare.È pericoloso e gravemente scorretto confondere questitermini o usarli come sinonimi, perché si rischia di ledere lasensibilità delle persone. Ogni storia merita rispetto, ascolto,sospensione del giudizio, approfondimento. Ladisinformazione e strumentalizzazione degli eventi nuoce,specie a chi soffre. Allora serve formazione per gli operatorisanitari, informazione alla società civile, apertura di dialoghiscomodi e complessi, ma necessari in un paese civile che sioccupi di vita, fino alla fine. Le cure palliative vannosostenute, fatte conoscere e applicate. La vita deve esseresostenibile, tanto più quando è una vita fragile, ferita,destinata alla morte.I malati e i loro familiari chiedono di non essere abbandonati,di essere compresi, di essere rispettati, di non vederaggiungere dolore al dolore. Chiedono il rispetto delladignità, chiedono di vivere e morire secondo i valori che lihanno guidati nella vita. Come vorrei morire quando mitoccherà?Ce lo siamo maichiesto?Non decideremodi morire,lasceremo che lavita decida il suotempo, mateniamoci ildiritto di averevoce sul modo incui moriremo, seci interessa farlo.

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    Con questo documento vogliamo espressamente occuparcidel DDL 735 (Norme in materia di affido condiviso,mantenimento diretto e garanzia di bigenitorialità) presentatodal Sen. Pillon al Senato il 1 agosto 2018, che sta sollevandomolte discussioni e generalizzate critiche da parte del mondopsicologico-giuridico e del diritto. Il DDL si compone di24 articoli e, nell’ottica di chi lo ha elaborato, dovrebbegarantire al figlio minorenne di coppie separate una piùcorretta applicazione della legge 54/06 sul cosiddettoaffidamento condiviso, attraverso una serie di passaggi diuna certa rilevanza, sulla scorta di un rigido principio dibigenitorialità.Lasciamo a operatori più esperti e competenti i profili dicritica agli aspetti psicologici, processuali, del diritto e dellatutela effettiva delle parti più deboli del rapporto familiare.In quanto donne e credenti ci interessa sottolineare un altroaspetto che attiene alle premesse culturali della riforma, piùche alla regolamentazione che essa propone. I proponenti (apartire dal senatore Pillon, eletto nelle file della Lega Nord)hanno in più occasioni ribadito le proprie radici culturalicome cristiane ed in particolare cattoliche e hanno diconseguenza proposto e reclamizzato la propria azionepolitica, con ciò esprimendo una visione integralista siadella religione che del suo rapporto con la politica. Questofatto ci trova profondamente contrarie e ci induce aintervenire nel dibattito per contrastare con forza unatteggiamento che piega e riduce un pensiero ed unatradizione secolari e complessi alle idee di pochi, a pocheidee, a idee che in gran parte appaiono in contrasto con ilmessaggio rivoluzionario e di misericordia che ci ha fattoinnamorare ed iniziare un cammino che chiamiamo fedecristiana.Prendiamo parola convinte che la nostra autorevolezza e ilrispetto che pretendiamo derivino innanzitutto dall’esseredonne. Donne che vivono nel mondo, donne con figli econ mariti, donne senza figli e senza mariti, religiose, donneche hanno generato non fisicamente ma nell’amore e nelladedizione agli altri o al proprio lavoro, donne che sono statesposate e non lo sono più, donne che hanno sposato uominiche venivano da altri matrimoni o altre storie, donne che sisono a loro volta risposate; pensiamo che la nostracredibilità venga non solo da quello che diciamo, ma dalfatto che siamo donne reali, donne che hanno vissuto sulproprio corpo cosa significa generare un figlio o sceglieredi non generarlo, stare accanto ad un uomo che ti ama estare accanto ad un uomo che non ti ama più, siamo oabbiamo amiche sposate, single, divorziate, separate.Abbiamo l’urgenza e la forza, poi, dell’assertività che vienedall’essere donne di fede. Fede vissuta, cammini iniziati,interrotti, ripresi, cadute e nuovi inizi, dubbi, domande,critiche, preghiera, ascolto, nessuna certezza ma ancheimpegno in piccole e grandi realtà parrocchiali e comunitarie,in mille forme di volontariato, nella carità delle piccole cosee delle grandi fatiche silenziose, fede che ci accompagnanella educazione dei nostri figli e nelle Chiese sempre piùvuote e nelle Messe in cui vediamo, a dire il vero, molti

    Donne per la Chiesa:il DDL Pillon non ha nulla di cattolico.Donne credenti contro il DDL Pillon

    pochi di quegli uomini che invece si fanno fortisbandierando “valori cristiani” sulle pubbliche piazze.Il substrato culturale del decreto parte innanzitutto da unaimmagine del tutto stereotipata della donna e dalla volontàdi confinarla nel ruolo di madre e di moglie. Noi crediamo,invece, che ogni essere umano sia chiamato ad una suapersonalissima realizzazione (che è la tensione verso ildivino presente in ognuno di noi) che si compie nell’amoreper Dio e per i fratelli e le sorelle, ma che in ciascuno puòtrovare i modi e le manifestazioni più diverse: porre ostacolialla vocazione di un essere umano, anche in nome del “valoredella famiglia” significa frapporsi tra un’anima e il suoCreatore.Invochiamo con forza la necessità di liberare il messaggiocristiano dai limiti culturali del contesto in cui avvenne lapredicazione di Gesù e soprattutto denunciamo, con ancorpiù forza, l’utilizzo della religione come strumento dipotere, nel nostro caso di potere patriarcale che ha buongioco nell’estrapolare e strumenta-lizzare alcuni passi delle

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    scritture per legittimare unacondizione di inferioritàfemminile che non può riferirsi al messaggio evangelico,ma che si ha estremo interesse a mantenere immutata.Altro aspetto fondamentale è quello del rapporto tra uominie donne nel matrimonio. Troppo spesso il profondo e sacrolegame che nelle Scritture si auspica esistere tra uomo edonna (Marco 10, 6-9) viene interpretato non come unità,ma come proprietà l’uno dell’altro. La conseguenza è chevalori come la fedeltà e l’indissolubilità vengono a valere asenso unico e lungi dall’essere, come dovrebbero, i segniesteriori dell’amore unitario, diventano unicamente mezziper l’esercizio di un potere, in un legame matrimoniale chenon vede la dignità di un rapporto fra pari, ma egoismo,umiliazione e controllo.Per quanto riguarda le proposte del decreto riguardo ai figliè evidente l’errore di prospettiva, adultocentrica, delprevedere obbligatori tempi di paritetica spartizione delfiglio nel più totale oblio del suo vero interesse. Noi donnecredenti sentiamo l’urgenza di manifestare la nostracontrarietà a questa visione che ferisce per la totale mancanzadi rispetto per i figli, tramite la sottrazione della lorosoggettività e riducendo la loro libertà di esseri che sonogià persona in pienezza, ancorché bambini. Se perdiamo divista questo valore, tradiamo la visione cristiana del rapportodi filiazione, e in generale dell’attenzione verso i più debolioltre a valori etici che vengono ancora prima e attengonoalla dignità e ai diritti della personaumana.In conclusione se il pensierocristiano, nella storia, si è resocolpevole di aver tramandato unideale di femminilità fatto di docilitàe passività, asseriamo con forza chenon è questo il progetto di Diosull’uomo e sulla donna, per comeGesù Cristo lo ha proposto nel suoVangelo.La Chiesa ha troppo spesso sceltodi mantenere il silenzio sullaviolenza domestica, sull’abuso esulla sottomissione, per preservarelo status quo, ma oggi che stauscendo finalmente allo scopertocon una importante azione di veritàsulle proprie colpe, non possiamoaccettare che la società civile – chesi appella ai principi cristiani – vadanella direzione opposta,riproponendo un modello familiarefatto di predominio maschile esubordinazione femminile.

    Donneperlachiesa10/3/2019www.donneperlachiesa.it

    Donne per la Chiesa:il DDL Pillon non ha nulladi cattolico.

    Dal 29 al 31 marzo a Verona,città-laboratorio in cuisi è sperimentata per annil’affermazione politicadell’oscurantismo clericale,si svolgerà il CongressoMondiale delle Famiglie

    Il Congresso Mondiale delle Famiglie è uno dei tassellidell’attacco eteropatriarcale ai diritti, che costituisce,assieme al razzismo e al capitalismo protezionista, ilcuore pulsante dell’ideologia delle destre radicalicontemporanee, che si servono della retorica familistaper affermare un modello autoritario di società.L’idea di famiglia che emergerà al Congresso Mondialesarà univoca: eterosessuale, etnicamente omogenea,basata sulla divisione sessuale del lavoro, indissolubile,prolifica. Ci saranno coloro che promuovono le“terapie riparative” contro l’omosessualità oaddirittura la pena di morte per le persone omosessuali,il senatore Pillon con i suoi disegni di legge, i ministriFontana, Salvini e Bussetti, gli agitatori della psicosisulla “sostituzione etnica” che propongono tanto lachiusura delle frontiere quanto la messa in discussionedella libertà di abortire, i rappresentati dei governireazionari di tutto il mondo. Non ci sarà spazio per lefamiglie attraversate dalla violenza, né per le famigliela cui esistenza viene trasformata in un calvario percolpa della legislazione o del clima di intolleranza chele forze di governo alimentano.

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    costo di una vaccinazione, il Servizio sanitario è troppo preziosoper soffocarlo anche con un solo caso di malattia evitabile. UnPaese come il nostro deve porsi obiettivi di salute checoinvolgano i cittadini e sostenere l’obbligo vaccinale èfondamentale così come il richiamo a mutare gli stili di vita,ad una sessualità consapevole, alla rinuncia di abuso di alcol,droghe, alla pratica della guida e di certi sport conconsapevolezza e, soprattutto , al lavoro in sicurezza.Attenzione qui nessuno vuole attribuire alla malattia “unsignificato” perché, come direbbe Susan Sontag , sarebbe troppoprimitivo e non deve esserci nessun intento inevitabilmentemoralistico nelle regole di buona salute (cfr. S. Sontag inMalattia come Metafora AIDS e Cancro 1978- Einaudi). Nondeve neppure essere colpevolizzato chi intende non adattarsi acerte regole, ma c’è sicuramente un richiamo sociale e politiconel convincere le persone a “star bene” che è poi il vero

    significato di Welfare, nondimentichiamolo, piuttosto che sosteneredirettamente o indirettamente la libertà adammalarsi.Non dobbiamo dimenticare che il punto divista di un Sistema Sanitario Pubblico comeil nostro è diverso da quello per esempioamericano: qui noi abbiamo diritto ad esserecurati ma dobbiamo mantenerci sanifintanto che è possibile, perché la nostramalattia non ricade direttamente solo su dinoi, ma economicamente e socialmente sututti. La libertà del sistema americano valeper i ricchi che possono permettersi le spesesanitarie sia curative che preventive, mentregran parte della popolazione resta fuori da

    ogni possibilità di benessere e salute.Un richiamo particolare in questo senso va ai medici diMedicina Generale, quelli di