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80 Interviste I soggetti intervistati sono stati dodici. Del campione hanno fatto parte otto uomini e quattro donne. I loro nominativi sono stati scelti in base a criteri di ambito professionale e di residenza. Le aree geografiche individuate erano il ma- terano e il potentino. Nella prima zona sono state raccolte le testimonianze di quattro anziani. Nella seconda le testimonianze di sei. Il lavoro non è stato privo di difficoltà: gli anziani talvolta hanno manifestato un atteggiamento di diffidenza che ha portato a delle defezioni; ciononostante la disponibilità degli intervistati è stata ampia e la loro collaborazione notevole. Il secondo problema che ho incontrato è stato di tipo metodologico ed inter- pretativo: le interviste sono state trascritte. La trascrizione non sempre riporta le intere interviste così come si sono svolte: le poche frasi in dialetto sono state tradotte in italiano per renderne più agevole la lettura; tuttavia nonostante lo zelo utilizzato nel riportare nella forma scritta le registrazioni delle interviste, sono ben consapevole che «una trascrizione completa del documento può essere utile o meno, comunque non potrà mai essere considerata come il vero documento e sostituire l’originale sonoro» 9 . Nel trascrivere le interviste sicuramente non sempre sono riuscita a rendere al meglio l’intonazione con la quale le frasi sono state pronunciate; per questo motivo considero importante dare al lettore la possibilità di accedere all’ascolto del sonoro. Le espressioni del viso e la gestualità sono andate inevitabilmente perdute. 8 ASP, Prefettura Gabinetto, II versamento, I elenco, b. 114, f. 25, Decreto prefettizio, 22/3/36. 9 G.Contini et al, Verba manent. L’uso delle fonti orali per la storia contemporanea, Roma, La nuo- va Italia scientifica, 1993, pp. 52-53.

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Interviste

I soggetti intervistati sono stati dodici. Del campione hanno fatto parte otto uomini e quattro donne. I loro nominativi sono stati scelti in base a criteri di ambito professionale e di residenza. Le aree geografiche individuate erano il ma-terano e il potentino. Nella prima zona sono state raccolte le testimonianze di quattro anziani. Nella seconda le testimonianze di sei.

Il lavoro non è stato privo di difficoltà: gli anziani talvolta hanno manifestato un atteggiamento di diffidenza che ha portato a delle defezioni; ciononostante la disponibilità degli intervistati è stata ampia e la loro collaborazione notevole.

Il secondo problema che ho incontrato è stato di tipo metodologico ed inter-pretativo: le interviste sono state trascritte.

La trascrizione non sempre riporta le intere interviste così come si sono svolte: le poche frasi in dialetto sono state tradotte in italiano per renderne più agevole la lettura; tuttavia nonostante lo zelo utilizzato nel riportare nella forma scritta le registrazioni delle interviste, sono ben consapevole che «una trascrizione completa del documento può essere utile o meno, comunque non potrà mai essere considerata come il vero documento e sostituire l’originale sonoro»9.

Nel trascrivere le interviste sicuramente non sempre sono riuscita a rendere al meglio l’intonazione con la quale le frasi sono state pronunciate; per questo motivo considero importante dare al lettore la possibilità di accedere all’ascolto del sonoro.

Le espressioni del viso e la gestualità sono andate inevitabilmente perdute.

8ASP, Prefettura Gabinetto, II versamento, I elenco, b. 114, f. 25, Decreto prefettizio, 22/3/36.9 G.Contini et al, Verba manent. L’uso delle fonti orali per la storia contemporanea, Roma, La nuo-

va Italia scientifica, 1993, pp. 52-53.

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Intervista a Donato C. appartenente ad una famiglia di piccoli proprie-tari terrieri

Mi dica solo quello che lei si ricorda degli anni venti di quando era bambino e viveva a Potenza.

Nel ’22 io avevo appena cinque anni e stavo proprio qui in questo po-sto; tutta campagna era allora fino a Piazza Cagliari. Io da piccolo, da casa mia, vedevo le motociclette che passavano che venivano da via Cavour. Da qui non c’erano alberi, non c’era niente e io vedevo tutti questi fascisti io li guardavo da qui, potevano essere due chilometri di distanza e ... basta.

Come erano vestiti? Usavano violenza? No, io da qui non vedevo niente. Poi andai a scuola e ho fatto parte dei

Balilla con le sfilate là.Erano belle queste sfilate? Per me si, a me piacevano: non mi davano nessun disturbo, nessuna

cosa. Ed era un periodo positivo, a casa sua che si diceva? Ah niente, io andavo a scuola ed ero contento della scuola, poi tornavo

a casa e facevo i compiti, semmai non li facevo perché io a quell’età di sette anni già andavo a lavorare, andavo in un bar in Via Pretoria, un piccolo bar che io li portavo un litro di latte, ‘che a casa mia avevamo una latteria e li portavo questo litro di latte e restavo là fino all’orario di scuola.

Senta, parlando del fascismo, ha migliorato la vostra vita o la ha peggiorata? Il fascismo aiutava tutte le persone secondo me; c’era l’ordine, c’era la

sicurezza, io andavo a scuola e facevo la ginnastica regolarmente. Io ero balilla, poi passammo ad avanguardisti. Poi non andai più a scuola, feci le elementari e non ci andai più, e lavoravo. Quando c’era una sfilata, una cosa da fare, chi voleva andare andava, chi no non andava.

Non eravate obbligati? No.Però la tessera dovevate averla per forza, se no non potevate accedere a certi

servizi. La tessera dovevamo segnare la spesa. Avevamo una piccola tessera, così,

che io non ricordo veramente. Solo quando passai milite... ma manco da milite ho avuto la tessera io. Io pensavo a lavorare e il fascismo non mi

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dava fastidio. Non ero un fanatico.Il regime chi colpiva- il termine colpiva è esagerato- teneva segnalati i fanatici che non volevano starci sotto, volevano fare il comodo loro.

Io quando uscivo la sera da lavorare, alle undici dalla pasticceria, incon-travo sempre lungo la strada, trovavo sempre la pattuglia dei carabinieri che mi fermava e mi diceva: “da dove vieni?” Io gli dicevo che venivo da lavo-rare e me ne andavo a casa regolarmente e c’era la sorveglianza che dopo le undici, mezzanotte tutti quelli che si trovavano lungo la strada erano tutti fermati e dovevano spiegare il perché si trovavano a quell’ora in mezzo alla strada. Io, grazie a Dio, non ho avuto mai fastidi.

Non erano violenti? Si andava a premeditare, io se volevo andare andavo, se no, non è che mi

obbligavano a forza. Io dovevo andare a lavorare, ma nello stesso tempo il principale mi dava anche il permesso, che lui non poteva negarmelo.

Quindi queste persone non erano violente?Per me, no. C’è stato mio fratello, Antonio, che era nell’esercito. Una

volta c’era l’ordine e la sicurezza da loro. Antonio si dimenticò gli stivali sul treno, c’era quello che passava con la divisa mentre guardava il treno, li trovò, lo fece presente ed Antonio se gli andò a prendere. Di ladri ce n’erano pochi, perché le persone erano da una parte sorvegliate, chi era segnalato. Poi c’era quest’ordine che tutti dovevano avere qualche lavoro. Vagabondi non ci dovevano essere: chi un lavoro, chi un altro, chi sorvegliava. Di que-sti lavoratori avevano i loro diritti, cominciavano ad avere le assistenze, che prima non c’erano: l’assistenza sociale, le pensioni, i sindacati. Poi c’erano le suole serali...

Perché prima non c’erano? Non c’erano. Quindi il fascismo ha migliorato la qualità della vita delle persone? Per me, si.Dopo cos’è successo? C’è stato un errore? L’errore di questo governo qual è

stato? Mussolini in qualcosa ha sbagliato, oppure...Per me, hanno sbagliato quelli intorno, che Mussolini mandava in esilio.

Invece dell’esilio Mussolini gli doveva punire veramente. Siccome non pote-va farlo, non aveva il coraggio di farlo, li mandava in esilio e da là questi qua facevano i comodi loro. Facevano le spie, almeno così penso io. Poi ci fu la

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guerra, fu costretto a far la guerra. ‘ Ché se no, i Tedeschi ci occupavano a noi pure. Occupavano prima noi, poi gli altri. Però tutte queste persone che erano messe in esilio, quando Mussolini stava per sbagliare, loro dovevano intervenire...

Per dire cosa? Intervenire e dire: “ma tu che fai?”. Quello l’avrebbe preso, l’avrebbe

sparato. Sparato no, perché io non ho mai sentito dire che ha sparato a qualcuno. Poi andava la seconda persona, insomma poi man mano ‘sto Mussolini doveva ricredersi.

Quindi notizie di un fascismo violento, non le ha mai avute?No no no, per me, no. Non le ho viste nemmeno. Mi ricordo che c’era un

fanatico a Potenza, che si voleva far rispettare da qualcuno e lo maltrattò un po’. Lo venne a sapere il Federale. A quel tempo, il Federale era una persona tipo il questore, lo ha mandato a chiamare e lo ha punito, perché non aveva il diritto di fare quello che aveva fatto, perché lui era un antifascista.

Come è stato punito? Non lo so, io ero ragazzo. Credo che gli fece una ramanzina. Mi raccon-

tarono che fu punito.Voi che vi comportavate bene, non avete mai avuto problemi?Mai. Quindi la sua opinione sul fascismo è positiva? Si. Ieri, io parlavo con un’altra signora che mi diceva di aver visto molta violenza

da parte dei fascisti. Lei questa violenza non la ha vista.Forse dipendeva molto anche dalle famiglie...

Dalle famiglie, certo. I ferrovieri, per esempio, mi ricordo che racconta-vano che c’era lo sciopero dei ferrovieri. Allora a Mussolini non gli piaceva e gli dice: “se domani non venite a lavorare siete tutti licenziati”. E difatti successe che poi a Potenza parecchi persero il lavoro. Se non avevi la tessera fascista, non potevi lavorare. Se dovevi far qualcosa, dovevi far qualcosa così, non potevi aver diritto a pigliare altri posti.

Quindi, lei mai stato obbligato a far niente.Quello ha cercato di fare tante cose che ancora esistono: il ponte di Mon-

tereale, la biblioteca, le case popolari. Ha fatto tante cose belle. Tutti i lavori che ha fatto nel Lazio.

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Il problema della malaria lo ha risolto Mussolini? Si. Va bene. Per quanto riguarda la Monarchia, qual è la sua opinione. Lui vedeva che Mussolini faceva delle cose giuste per il popolo. L’unico è

stato il fatto della guerra. Il Re non voleva che si facesse la guerra. Ma chi lo voleva? ma che cosa aspettavamo che i Tedeschi occupavano l’Italia?

Lei, dopo la guerra, avrebbe voluto che tornasse la Monarchia?Volevo la Monarchia, come volevo pure il fascismo. Insomma io volevo

che tornasse tutto come prima. Quelli andavano d’accordo. Il Re comanda-va e non comandava, perché vedeva che le leggi di Mussolini erano giuste. Lo ha fatto diventare imperatore, addirittura, con l’occupazione dell’Eritrea e dell’Albania.

Lei a quale popolo si sente più vicino? I Russi. Persone abbastanza rette. Ma i Russi erano contro di noi. Erano contro di noi, ma noi eravamo contro di loro. Io sono stato in una

famiglia russa. A noi italiani ci volevano bene. I Russi, che dicevano che erano ignoranti, le case brutte. Ma le case di prima quelle erano. Andavano a scuola. Tutti dovevano avere una buona grafia, tutti scrivevano a stampa-tello. Facevano una certa classe. Se il ragazzo andava bene, continuava. Chi è che non andava bene, lo mandavano a lavorare. Chi era bravo veramente, allora quelli continuavano gli studi.

Degli Americani che opinione ha? Gli Americani, un popolo non dico ignorante, ma quasi. Sono inter-

venuti a fare la guerra, quando l’Italia era finita quasi, la Germania pure. Quelli erano partiti contro due, poi se ne sono presentati dieci nemici. Poi arriva lei bella fresca fresca con i bombardamenti a tappeto. Tu uccidi un uomo morto: questo qui già era morto, tu lo uccidi un’altra volta. Così fece l’America.

Che opinione ha dei Tedeschi? Io non ho visto mai un Tedesco maltrattare qualcuno, io non lo ho visto

e non posso giudicare. Posso giudicare la voce. Quelli avevano detto: “chi ammazza un tedesco, io ne ammazzo dieci italiani”. E da qui passavano i Tedeschi gli ultimi giorni, mentre bombardavano.

Senta, cambiando argomento, lei si sente italiano?

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Si, in quel periodo si avevano più soddisfazioni. Tutte quelle persone che andavano nei paesi stranieri venivano trattate bene. Io ho trovato il quadro di Mussolini in Russia. Nascosto in un cassettone. Lo ammiravano tutti, compreso l’America.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2385

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Intervista a Michele D., artigiano, e a Teresina D.

Lei quanti anni aveva nel 1930? Otto anni. Faceva parte di qualche organizzazione? Si, facevamo parte del fascismo. Io avevo un’insegnante che era fascista e

ci faceva vestire da piccole italiane e facevamo il corteo, tutti i sabato. Lei dove abitava? Ad Albano. L’insegnante ogni tanto ci faceva vestire da piccole italiane:

la gonna nera e la blusa bianca e poi c’era un colletto, ma non me lo ricor-do bene. Tutti ci portava a fare la marcia, ci insegnava a marciare. La cosa durava la mattinata, due o tre ore, non durava sempre. Cantavamo l’inno italiano. C’erano le bandiere tricolore.

Che giudizio ha di quel periodo? Eravamo bambini e c’è piaciuto. Eravamo contenti. Non era come oggi,

anche bambini dovevamo fare il compito nostro. Quando veniva Mussolini in piazza Prefettura con i camion, tutti lì sopra

i fascisti, con le bandiere. Lei quanti anni aveva? Avevo quindici anni. Era tutta un’altra cosa, quando c’era Mussolini

c’era più fiducia, c’era più serietà. I fascisti ci hanno portato fino a Roma. A Roma ci hanno portato a tutti gli avanguardisti, a tutti i più giovani. Sui camion tedeschi, non pagavamo niente pagava il partito. Tutti i Sabati era una seccatura, c’erano gli avanguardisti e noi andavamo a marciare. Tutti i Sabati, dai era una seccatura. Ci portavano lontano, ci portavano al fiume.

C’era però più rigore. C’era più roba, c’era la Befana fascista.C’era la miseria e ti davano qualcosina: un quaderno, una penna. C’era la

miseria. Noi eravamo sette figli, tutte e sette andavamo a scuola.Bisognava mangiare, quando arrivavamo da scuola faceva freddo, non c’erano i riscal-damenti. Ci portavamo lo scatolino con il fuoco dentro. La vita era brutta. C’era la miseria.

Era a causa del fascismo che la vita era così dura?No, no, no, non era colpa del fascismo. Era la miseria ed era così. Mi racconti quello che lei si ricorda. C’era il fascismo e si stava bene come ordine.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2386

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Ma cosa succedeva a chi non aderiva al Fascismo? Secondo chi era interessato: c’era chi perdonava e c’era chi metteva rigo-

re. Dipendeva. Sta maestra nostra, è viva ancora. Ho fatto con lei tutte e cin-que le classi e tutto il fascismo. Lei mi voleva bene. Io ho fatto parte prima delle piccole italiane, poi delle giovani italiane. Poi morì mia madre, io mi ritirai, io facevo tutto a casa. Si stava bene, si stava male che noi dicevamo contro di Mussolini, che c’era molto rigore, molto ordine.

Cioè mi faccia capire, lei diceva male di Mussolini?Ma insomma che c’era rigore, che c’era ordine. Però si stava bene, che

pure sui treni, si andava serio, c’era la polizia, c’era la fiducia. Uno che ruba-va un cuscino, una volta uno del paese nostro rubò un cuscino sul treno ed è andato in galera, perché c’era rigore. I militi che c’erano sul treno e c’era l’ordine. Invece mo no. Prima c’era l’ordine.

E la guerra? Lui era militare, è andato in Albania. Non era colpa dei fascisti. C’era chi

era contrario, contro Mussolini e c’era chi lo difendeva. Come sono oggi. Arrivarono i Tedeschi, pure nei paesi nostri, sono successe tante cose fino a che non hanno ammazzato a Mussolini.

Nella sua famiglia cosa si diceva della morte di Mussolini? Ci dispiaceva perché c’era l’ordine e poi era per colpa di Mussolini che

avevano cominciato a dire che ci dovevano dare la pensione agli anziani. C’era l’ordine, Mussolini teneva pure una ragazza madre, le passava il men-sile per mantenere il bambino. Insomma c’era più ordine. Mi è dispiaciuto perché Mussolini era bravo. Eravamo noi la popolazione, chi favorevole, chi sfavorevole. Le famiglie non sono tutte uguali.

Nella sua famiglia c’era qualche antifascista? No, no, no. Tutti fascisti eravamo noi. Pure nel Paese. Quindi nessuno ha avuto problemi col Regime? No, noi non abbiamo avuto problemi. Non siete a conoscenza di nessun maltrattamento? Noi eravamo in un paesino tante cose brutte non le abbiamo viste. Sono

arrivati, sono stati una notte, hanno recintato il Paese ma a noi non ci han-no toccati.

A quel tempo non c’era questa discussione di oggi, la disoccupazione, la disoccupazione. Noi, ad otto anni, per non farci consumare le scarpe per

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andare girando ci portavano sotto i maestri calzolai a guardare, poi anda-vamo a prendere l’acqua alla fontana. Per andare al bagno andavamo nelle campagne. Io faccio due mestieri: il calzolaio e il barbiere.

Mussolini le era simpatico? A me mi piaceva. Sai perché mi piaceva? C’era molta serietà, si rispetta-

vano gli anziani, oggi no. Lei mi ha detto di aver fatto la guerra, di chi era la responsabilità di questa

guerra, era colpa dei fascisti oppure no? Io ho fatto sette anni di guerra e sono stato sempre premiato. Sono sta-

to sempre rispettoso. Sono stato liberato dagli Americani. Gli Americani prendevano le gallette da mangiare per noi e per loro, la stessa cosa. Tutti uguali.

Scusi se insisto, lei cosa pensa della dichiarazione di guerra fascista? Lei è ar-rabbiato con Mussolini per gli anni di guerra che ha dovuto affrontare?

E che c’entrava Mussolini? Mussolini aveva fatto le cose belle, le pensioni per esempio. Quello ci aiutava a tutti. Poi c’è stata la guerra....

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2388

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Intervista a Gaetana P., figlia di un ferroviere

Lei era in Basilicata durante il periodo del Fascismo? Si, i primi tempi si. Io ero una bambina. Cos’è cambiato nella sua vita? Niente.A scuola cosa facevate? Eravamo vestite tutte da piccole italiane, tutte in divisa.Tutti i giorni in divisa? No, quando facevamo ginnastica. Si andava in palestra che si trovava dove

ora c’è la posta.Ci facevano fare spettacoli ginnici e po a tutti ci avevano mes-so nel cervello cose fasciste. A noi sembrava chissà cos’erano quelle divise: una gonnellina blu tutta pieghe e il maglione bianco e poi lo stemma.

Lei si ricorda cosa pensavano i suoi genitori del fascismo?A casa mia, nessuno bene pensava. Il fascismo c’è stato imposto. Il fasci-

smo è stato imposto. Tutti contrari nella mia famiglia. C’era poi mia mam-ma che se lo poteva vedere appeso...

Perché?Perché? Perché andava tutto male che dopo ha cominciato ad aggiustare

le cose, ma al principio quello con la forza. Noi abitavamo a Castelluccio e là c’era un vicoletto chiuso, che mo sarebbe quel vicolo che gira che va nel cinema. Mo è tutto diverso, ci sono i palazzi. Allora afferravano le persone che venivano dai paesi e ci davano l’olio di ricino. Per forza, perché doveva-no cambiare idea, si dovevano purgare.

Ed anche a suo padre è successo qualcosa del genere? No, no. A mio padre no. I suoi genitori avevano la tessera? Se no, non lavoravano. C’erano più disoccupati di oggi. Se non avevi la

tessera... Perché eravate contrari al fascismo? Le idee che si imponevano. Poi si era quasi riscattato, l’errore che ha

fatto è che si è messo con quello... Come ha fatto a riscattarsi? Le cose poi andavano bene, quella fu come una rivoluzione, i fascisti

usarono proprio la forza.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2489

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I suoi genitori erano contrari anche quando le cose cominciavano ad andare bene?

Certo, certo. Quelli erano abituati alla calma, poi ‘sti fascisti facevano tutto quello che volevano loro. Mettevano le tasse dappertutto. Con tanta disoccupazione chi è che si sposava? Mettevano le tasse anche al celibato. Se avevi la tessera lavoravi, se no niente. Chi era acconciato tessera non se ne faceva. Anche perché costava. Si doveva pagare per avere la tessera.

Poi ad un certo punto le cose andavano meglio. Perché? C’erano tanti militari. Tanti disoccupati andarono alla guerra in Spagna

e lavoravano e venivano pagati. Quanti giovani sono andati a morire... Poi dopo gli venne in mente il posto al sole, ‘ché voleva andare in Africa. Là, La gente stava per conto loro. Tu il posto al sole lo devi trovare in una parte deserta, non dove ci sono quelli che pensano a modo loro e vivono a modo loro. Poi che ha fatto? Si è dovuto ritirare.

Queste cose facevano si che tutte le persone fossero contrarie?Si, anche se non lo diceva nessuno, stavano freschi: andavano in galera

subito. Poi una seconda cosa: quello è andato in Albania, pure gente che stavano a casa loro, tu perché vai ad invadere? Poi dopo il Re ha fatto tutto quello che voleva lui: re d’Italia, imperatore d’Etiopia e di Albania. In casa si parlava di queste cose, io perciò le so. Poi finito questo, incominciava che si doveva fare più grande ancora insieme ad Hitler.

Va bene, per quanto riguarda la pensione, la befana fascista, voi di queste cose che ne pensavate?

A quel punto io a scuola non ci andavo più, non me la ricordo bene. Nelle scuole davano dei regalini.

Non era imposto andare alle adunate? No, se andavamo a scuola, andavamo con piacere. Io adesso ti dico tutte

queste cose, ma quando eravamo bambini, noi eravamo tutti felici. Faceva-mo tutte quelle cose, tutti in divisa, tutti incolonnati, come le pecore, ma noi allora mica lo capivamo. Queste cose qui le abbiamo capite quando ha fatto la guerra con Hitler, che aveva rovinato tutto, che aveva rovinato l’Italia.

Quindi c’è stato un periodo in cui la sua famiglia è stata a favore di Musso-lini?

Noi non siamo stati mai a favore.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2490

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C’era gente a favore? Caspita, tutti quelli che andavano bene. Allora non c’erano i sindaci ma i

Federali, erano i Federali che comandavano tutta la città, tutta la provincia. I responsabili della violenza chi erano? Erano i Federali o ne era informato

anche Mussolini? La violenza del principio, li ha fatti vincere. Mussolini lo sapeva?Certo che lo sapeva, era lui che li comandava, chi li doveva comandare?

Lui e le squadre sue. I Federali come si comportavano con voi?A seconda di chi erano. Ci sono cose che non si possono dire: chi si spo-

sava, per amore della Patria dava le fedi. Però ci sono stati tanti crogiuoli che non hanno funzionato e poi li hanno trovati, finita la guerra, nelle case di quelli che se li erano conservati. I ferri vicino alle ville. La guerra ci ha rovinato fino a mo, ancora siamo rovinati dalla guerra. Tu fai la guerra con uno che ti sta ostacolando, che tiene intenzione d’invaderti, allora tu fai la guerra. Tu fai la guerra per che cosa con Hitler? Quello la faceva per conto suo la guerra perché doveva fare tutta la razza ariana, lui la faceva per con-to suo, ‘ché credeva di arrivare in paradiso. Poi è finito lui, è finita la sua famiglia, tutti. Nessuno di noi era fascista. Chi lo doveva fare per lavorare.

Vi infastidivano i fascisti? No, fastidio no. Se ti facevi i fatti tuoi, nessuno ti dava fastidio. Come

appena sono entrati, c’è stato questo fatto delle purghe, perché io li ho visti. Era la strada nostra. Poi abbiamo capito di cosa si trattava. Li attiravano in quel vicolo, erano giovani, i lupi della Lucania, si chiamavano e veniva-no dai paesi. Erano disoccupati, volevano i soldi, se no, chi lo faceva sto servizio?... Ora mi ricordo un altro fatto: c’era un balconcino, noi eravamo affacciati e loro passavano con queste lance, perché loro facevano vedere di essere potenti. E c’era Vittoria che teneva un piede fuori, ma tu lo sai che con la lancia le hanno bucato una scarpa. Dovevano essere loro i padroni del mondo. Perciò sono entrati, se no stavano freschi. Poi non so nelle altre città grandi che successe, vattela a pesca. Era brutto.

Poi verso la fine della guerra sono arrivati i Tedeschi....I Tedeschi sono un’altra bella roba.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2491

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Qui a Potenza come si sono comportati, lei cosa ha visto? No, io non mi ricordo niente. Hanno ammazzato le persone, a tutti i

contadini. Quando scappavano prima hanno rubato tutto, tutto rubavano. Quelli stavano sempre arrabbiati con gli italiani, si erano presi dei locali in cui dovevano andare solo loro come militari, locali di bar, di cose. Poi gli Italiani dovevano andare dove dicevano loro. Noi gli vedevamo questi soprusi.

E gli Americani invece com’erano? Gli Americani, eravamo tutti contenti che erano qui, ma dappertutto. Tu

lo hai visto qualche film? Certo. Lei però mi racconti cosa si ricorda degli Americani.Dov’era la campagna di tua nonna, era tutto diverso. C’era il cancello

dove ora ci sono le scale. Vicino c’era l’ospedale. I militari che venivano era-no quasi tutti negri, a noi all’inizio ci facevano impressione. Poi venivano con tanta gentilezza, ti portavano qualcosa, che loro sapevano e dicevano: “qui ci sarà qualcuno che ha bisogno”, perciò portavano tutti sandali per i bambini. Erano buoni.

Insomma, quando il fascismo è finito voi eravate contenti?Certo, per l’amore di Dio. Quando mia mamma parlava, mio fratello

Vito diceva: “zitta! Che arrestano te ed anche a me, tu mi fai passare i guai”. Mia mamma non li poteva sopportare.

Tutto finito, voi tutti contenti. Tutti per la monarchia o tutti per la Repub-blica?

La casa non l’avevamo più. Stavamo con zia Bice, che zia Bice stava in una casetta ed aveva una figlia sola. Teneva la camera da letto di zia Bice, una piccola stanza da pranzo che non veniva mai usata. Mio fratello Vito andava sempre scappando, perché i militari gli pigliavano e gli portavano in Germania. Poi cosa hanno fatto i fascisti a Roma e quanta gente hanno fatto ammazzare.

Senta, quindi a Potenza tutti a parlar male di Mussolini? Tutti quanti. Se non lo pensavano prima, lo pensavano dopo perché era

una guerra che non ci voleva.Ma prima della guerra però c’era ordine, c’era più rispetto. No? C’era ordine, o lo facevi l’ordine o se no. Si c’era ordine. Meglio adesso lo stesso?

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2492

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Adesso sono cambiati i tempi. Mo non si sa il torto di chi è, sono i tempi che vanno sotto e sopra. La delinquenza è aumentata, e a chi dai la colpa? È che chi comanda pensa prima a se.

Mussolini pensava prima a sé o prima agli altri?Prima a sé pensava. Allora lui perché si era iscritto, perché già sapeva

cosa doveva diventare, che cosa doveva fare. Chissà cosa doveva fare, se no a quello non lo ammazzavano. Quello ha fatto uccidere anche il marito della figlia. Quando quello ha cominciato a capire che cos’era questo suocero, perché prima lui era con lui. Quello ha fatto diventare pezzo grosso a que-sto, pezzo grosso a quell’altro. Quando ha cominciato a capire i fatti come erano, si vede che gli andava contro e quando è andato a fare la cosa brutta con Hitler, quello forse glielo aveva detto. Quello Hitler era un pazzo. Non si è capito da allora niente.

Va bene....È che quelli i sacrifici, li dovevano fare i genitori, chi poteva e chi non

poteva. Quindi il fascismo non vi aiutava per niente? I figli della lupa andavano all’asilo. Lui ci aveva la capacità di inculcare

alla gente. Ma a voi non aveva inculcato niente? A noi personale, in famiglia, no. Perché mio padre si faceva i fatti suoi, i

miei fratelli facevano tutti e due i militari. Voi non ci credevate alla propaganda? No, perché non credevo nella persona. Quindi gli altri ci credevano?Forse a chi gli è andata bene, chi non aveva visto che era entrato con

la violenza. Quelli ci credevano proprio, glielo hanno insegnato a scuola. Quando andavamo a far le cose pure gli insegnanti di ginnastica erano in divisa. Allora tu crescendo con queste cose, e poi quando è arrivata la guerra abbiamo visto queste cose qua, ne ha rovinati la guerra. Sai cosa signifi-ca restare senza niente, ma proprio senza niente. Era una guerra assurda. Nessuno ci disturbava, andava cercando il posto al sole. Pare che quelli dell’Etiopia non se lo ricordano? Quelli non ci possono vedere. E anche gli Albanesi. Noi siamo andati a casa loro, quando poi la nostra regina era del Montenegro.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2493

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Bene, bene, mi dica cosa ne pensa del Re. Lei ha votato per la Monarchia o per la Repubblica?

Quelli hanno lasciato Roma, se ne sono andati a Bari e noi siamo rimasti qua. Ora io ti parlo di mio fratello, lui era là, la casa è rimasta com’era. Lui lavorava...

Ho capito, quindi voi votaste per i Monarchici o per i Repubblicani? No, io come una cretina, perché non avevamo capito, io votai, quando

poi me lo ricordavo, per la monarchia. Non avevamo capito cosa poteva significare la Repubblica. Mica te lo spiegavano. Mio fratello con la giacca che arrivava qua perché era dimagrito. Mussolini non ha potuto fare niente perché si era troppo messo avanti. A Roma a quel punto comandavano i Te-deschi e i fascisti che si erano messi con loro. Zio Egidio stava allo spaccio. In Sicilia era molto peggio.

Qdr - Vigilante 17-06-2004, 15:2494

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Intervista ad Antonio P., contadino, e Donata Maria P.

Raccontatemi quello che vi ricordate del periodo fascista.Io mi ricordo una canzone: “noi vogliamo la libertà, bandiera rossa che

trionferà. Noi vogliamo sempre quella, noi vogliamo la libertà, faccetta nera che trionferà”.

No, se dobbiamo cominciare, dobbiamo cominciare in un altro modo.Cominci come vuole lei. Quando Mussolini ha fatto la marcia su Roma, aveva occupato la casa

dove stanno i deputati e aveva messo i militari a guardare il Palazzo e aveva fatto i generali e in quel tempo comandava lui. In quel tempo chi sbagliava alla fucilazione. Tu hai sbagliato: via!

Lei questi militari li ha visti? Li abbiamo visti per televisione. Poi c’era uno che aveva fatto tre omicidi

e lo hanno fucilato a Galitello.Si ricorda in che anno? No che io ero piccolo, avevo nove o dieci anni.Lei di che classe è ? Sono del 1926.Quindi nel ’36-’37.Mi ricordo che c’era il treno grande per chi voleva andare a vedere. I

militari sparavano: pom. Via! Questa è la legge di Mussolini. Chi aveva pa-recchi anni di pena con il catenaccio ai piedi doveva faticare.

E le piaceva di più?Si. C’era ordine? Ordine perché il militare col fucile ti guardava. Si, certo. Ma in generale c’era più ordine? Si, se tu facevi il bravo, faticavi e zitto. Era meglio tanto. Ti rispettavano.

Hai visto adesso che prendono una ragazza la violentano, prima immediata-mente: “ Via!” Prima di andare a fare la guerra il sabato c’era l’istruzione.

Che cos’era? Che si marciava. Faticavo e venivo pagato mezza giornata. A Sant’Angelo

c’era un detto: “ In mano a Mussolini si mangiava e si beveva, in mano ai Russi si abbottava il muso”. Perché Mussolini ha fatto quella fine per aiuta-

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re i poveri. Allora i capoccioni, che chiamiamo noi, che avevano i cumuli di terra, dicevano: “questo non fa per noi”. Visto che cacciava assegni familia-ri, la pensione, l’affitto al trenta per cento. Le riforme che abbiamo adesso sono tutte leggi di Mussolini. Mussolini fece quella fine perché Badoglio, Togliatti... perché sangue lui non ne voleva fare. Pure Pertini. Questo per-ché lui voleva vincere senza morti. Il generale che comandava l’esercito si riempiva dei soldi degli avversari.

Mussolini, invece, era onesto? Si. Io lo ho visto.Dove? Per televisione. Ma dopo. No tanto tempo fa, c’era la televisione all’edificio.Si, ma nel secondo dopo guerra. Abbiamo occupato le terre.Lei ha partecipato all’occupazione delle terre? Si.Ma non erano i fascisti che gestivano l’occupazione.No, quelli erano i socialisti... Lei ha partecipato lo stesso? Dovevamo mangiare.

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Intervista a Giuseppe L., industriale

Lei quanti anni aveva nel 1925? Dodici anni. Dove abitava? A Forenza.Mi racconti quello che lei si ricorda di quel periodo.Ero un ragazzino, poi il servizio militare lo ho fatto nel 1931. Lei non è partito per la guerra? No, lavoravo. Lei lavorava a Forenza? A Calvello, in un’officina, ma ero un ragazzino. Mi ricordo poco del

fascismo. C’erano le sfilate, c’era la ginnastica. Ma io di scuola ne ho fatta poca.

Lei mi dica anche solo l’impressione che gli è rimasta di quel periodo. C’era ordine, si stava meglio. Lo so che voi non siete d’accordo, ma era

così. Camminavi tranquillo. Io lavoravo e nessuno mi dava fastidio. Erano bei tempi... Si, chi aveva voglia di faticare veniva agevolato. Lei non ha mai avuto problemi? No. Dicevano che avevo compromesso una ragazza, ma non era vero. Si

mise in mezzo anche il Podestà. Mi ricordo che volevano darmi il confino. Per il resto si camminava tranquilli. Io lavoravo sempre.

Perché il confino?Per scandalo. Per aver avuto un comportamento amorale? Per scandalo.Crede che fosse giusta una punizione del genere? Che giusta? Quelli, federale e podestà, erano solo dei prepotenti.I fascisti erano prepotenti? Ma no. Si stava tranquilli, c’era ordine.Ho trovato numerose notizie di omicidi, screzi avvenuti anche a Calvello ne-

gli anni venti. Lei non ne ha memoria? Gli omicidi erano all’ordine del giorno. Si poteva camminare tranquilli?

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Si. C’era ordine, tranquillità, non ti rubavano niente. C’era più libertà. Più libertà?

Si, potevi stare tranquillo che nessuno ti faceva niente. Tutti erano con-tenti, poi la guerra ha cambiato le cose. La guerra incattivì le persone. La guerra incattivì tutti

Si poteva fare quello che si voleva? Bisognava avere rispetto degli altri e nessuno ti faceva niente. Mi devono aver raccontato che non si poteva parlare in più di due o tre. È vero?Era complotto. Per questo non si poteva. Va bene, lei ha dei ricordi del popolo tedesco? I Tedeschi prima erano normali, poi sono diventati, dopo la guerra, una

massa di fetenti. A Rionero hanno ammazzato le persone. Quando?Alla fine, prima della fine.Nel 1943? Si, si. Nel 1943 arrivarono anche gli americani? Quelli ci aiutavano, e ci hanno sempre aiutato, sempre. Anche dopo la

guerra con i piani di ristrutturazione. Avevano rispetto nei confronti delle nostre usanze o erano arroganti?Avevano rispetto, che volete? noi eravamo arretrati.

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Intervista ad un gruppo d’anziani di Matera

Raccontatemi quello che vi ricordate del periodo fascista.Signorina, che non si poteva parlare, vede quanti siamo noi? Non pote-

vamo stare: era complotto. Come quelli ti vedevano in tre: non potevi stare. Mancava troppo la libertà e la libertà noi ora ce l’abbiamo e non ci pensia-mo. Ma è brutto quando manca la libertà.

A lei è successa qualche brutta esperienza? No, a me no. Allora le è stata riferita qualche violenza usata dai fascisti contro qualcuno?Signorina sa cos’è, che noi lo sapevamo che dovevamo avere rispetto e

filare dritto. Poi eravamo piccoli quindi quando si è bambini tutto va bene. No come a mo che siamo vecchi. Ho pure dei ricordi belli. C’erano le adu-nate. Noi andavamo con la scuola in Piazza Vittorio Veneto. Ci mettevamo il cappellino, il fascettino, la camicia blu e il pugnale. I Federali cantavano le canzoni.

C’era molta gente?No.No molta gente. Comunque signorina voi dovete scrivere: “ il fascismo

è una cosa brutta perché toglie la libertà”. E non è giusto. Non si poteva parlare che era complotto.

Oltre a questo, i fascisti aiutavano i più poveri?No, e chi volevano aiutare? Ci hanno tolto le fedi per fare i cannoni. Mia madre la ha data.Però dovete dire tutto, se no la signorina scrive na cosa per un’altra. Si-

gnorina dovete dire che le pensioni e tante altre cose le ha fatte il fascismo. Questo è vero. Ma non si poteva parlare. L’errore fu anche la guerra.

Parlatemi delle pensioni. Che tutto il sistema assistenziale lo ha fatto Mussolini. Prima noi non

avevamo niente. Poi ci sono state le leggi delle pensioni, ci davano i buoni per il latte. Ti aiutavano per crescere i bambini. Queste sono cose belle.

In tanti anni doveva fare qualcosa di bello. Il fascismo ci aiutava a tirare avanti. Mio padre pure che non era fascista

lo diceva. Non c’è la libertà e non è bello, però. Il fascismo ha aiutato i più deboli?

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Quello si. Poi però c’è stata la guerra e quella ci ha rovinato a tutti. Ma quello si è messo con i Tedeschi. Forse non poteva fare diversamente. Come non poteva fare, faceva. Vuoi rispondere alla signorina? Quelli i tedeschi ci potevano invadere.È vero, ma la guerra ci ha rovinato a tutti. Chiedere alla gente che già

muore di fame le fedi, e non è giusto. Vi ricordate della Befana fascista o delle colonie?Per andare al mare. Pure quello lo fece Mussolini. Di questo non possia-

mo dirgli niente. Noi andavamo a fare un mese di mare per la salute di tutti i bambini.

Mussolini ci teneva ai suoi contadini? Andavamo al mare e in montagna, mi ricordo che c’era anche il campo

per la ginnastica. Sempre per la salute.Le pensioni sono state importanti nella vita di tutti. Avete sentito che

mo quasi ce le volevano togliere. Ma noi ci siamo ribellati. Raccontalo alla signorina.

Come uno lavora tanti anni e poi manco la pensione. E non va bene. Quello ce le ha messe e quest’altro ce le toglie. Facevano meglio prima.

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Intervista ad Assunta P., contadina Cosa si ricorda del fascismo? Io ero una bambina di sette otto anni e andavo a scuola. Si andava a

scuola e la maestra quando si andava a scuola ci faceva fare il saluto: “Viva buono evviva il duce”, si alzava la mano e si diceva “viva il duce”, e la maestra ci diceva “A Noi” e poi si cantava. Si cantava la canzoncina: “Duce Duce chi non sappia morir, il giuramento che mai lo negherò. Gagliardetto ardente noi verremo a te” e si cantava tutto il giorno questa canzone. Prima si cantava e poi si continuava a fare i compiti. Tutti i giorni la stessa storia e poi venivano da Potenza, ci portava la colazione il Duce, ci faceva mandare le uova a scuola. Poi mi ricordo che a scuola si andava vestiti col grembiule nero e il fiocco bianco. No, con il fiocco celeste oppure col grembiule nero e col colletto bianco.

Mi spieghi meglio la questione delle uova.Le uova ce le mandava lui gratuitamente, una a testa. Sembravano uova,

ma non so che cos’è che si mangiava. A scuola ce le dava la maestra che le mandava da Potenza Mussolini. E si andava vestiti..., poi c’era chi si metteva il cappello, il cappellino in testa. Non mi ricordo come si chiamava come si andava vestiti. Mussolini ci voleva che dovevamo andare vestiti tutti uguali quando si andava a scuola. Poi quando tornavi a casa ti cambiavi e poi c’era-no dei signori che cantavano: “All’Abissinia dobbiamo andare e il Negusso dobbiamo ammazzare. Duce Duce chi non sappia morir. Il giuramento che mai lo negherò”. La cantavano la maestra con le guardie di Avigliano vestiti da fascisti. Avevano il cappello rosso il ciuffo grigio e blu. Questi cantavano per la strada e noi bambini cantavamo dietro a loro. E cantavamo per tutto il paese. Io ero una delle prime, perché mi interessavano queste cose e quan-do la maestra mi interrogava a me piaceva tanto che voleva sapere tutta que-sta storia di Mussolini. Quando è morto il figlio di Mussolini abbiamo fatto un giorno di festa, poi è morto il genero che aveva litigato con lui e dice che lui aveva fatto cadere l’apparecchio. Sono morti. A noi queste cose ce le raccontava la maestra e abbiamo fatto un giorno di festa. Non siamo andati un giorno a scuola e poi venivano le guardie di Avigliano e volevano sapere tutti quelli che non erano fascisti. Mio padre era uno di quelli fascisti, ma la gente lo volevano male e dissero alle guardie d’Avigliano: “Vito non è

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fascista” e poi vennero le guardie di Avigliano e gli diedero una bottiglia di olio di ricino. Mio babbo, la mattina mentre che usciva il sole ha visto que-sti signori a cavallo davanti casa nostra. Come gli ha visti si è affacciato da sopra alla terrazza e ha gridato: “Viva il Duce” e questi dissero: “ma com’è dice il contrario dei bolscevichi. Questo è bolscevico e dice: “Viva il Duce”. Mio padre disse: “io sono fascista, non sono bolscevico”. Un signore, che voleva fare il duro gli venne data la bottiglia di olio di ricino.

Perché era comunista? Era bolscevico. Mio padre era fascista e si salvò. Cosa si ricorda della guerra? Io aveva tanta paura quando bombardavano. Passavano gli apparecchi

bassi bassi sotto casa nostra. Gli Americani hanno fatto saltare all’aria un campo di munizioni tedesco. Poi mi ricordo che Mussolini governava bene, se tu dicevi una parolaccia ad una ragazza e questa andava al Comune a dir-lo alle guardie, venivano subito le guardie e ti mettevano dentro.

E se qualcuna mentiva? Quello era il fatto, quante donne ti ricattavano. Non era buono. Quelli

credevano alle donne. Poi potevi camminare tranquillo e nessuno ti diceva niente.

É meglio adesso o era meglio prima? Era meglio prima.Ma come una diceva una bugia e ti mandava in galera ed era meglio prima? Lascia perdere questo. Donne per strada non ce n’erano. Mussolini aveva

tutto autorizzato. Qualcuno faceva qualche omicidio, lo dovevano fucilare. Anche a Potenza. Mio padre è andato a vedere col treno. A me piaceva come comandava. Mussolini non ha mai ammazzato a nessuno. Lui voleva il co-mando serio. Una famiglia che aveva sette o otto figli, lui le dava l’assegno. E oggi c’è sempre l’assegno, c’è sempre il comando di Benito Mussolini. La legge di Mussolini c’è sempre. Mussolini dava i soldi ai poveri: l’assegno, la mezza giornata del sabato, dava il lavoro e non c’era la disoccupazione. Poi tanti delinquenti quando c’era Mussolini non c’erano. Le tessere per il pane. Questa era la legge di Benito Mussolini ed era una legge sana ed una legge onesta. Prima c’era uno solo che comandava e non c’erano tutti questi democratici, comunisti. Non c’erano tutti questi.

Della guerra cosa mi dice?

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All’inizio che c’era la guerra, tutti contenti che c’era la guerra. Mio fra-tello mio cognato erano tutti partiti. A Natale e a Pasqua io stavo sempre a piangere. Si faceva dire la messa si mangiava e si piangeva. Mi racconti dei tedeschi. I Tedeschi a noi non ci hanno fatto male. Noi Italiani gli abbiamo ingannati i tedeschi, siamo stati traditori contro i tedeschi e loro dicevano: “Italiani siete traditori e traditrici!”.

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