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per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO N° 371 Il futuro del Freddo e delle Energie Rinnovabili I nuovi Patentini Europei obbligatori: PER (Patentino Energie Rinnovabili) e PAR (Patentino Refrigeranti Alternativi) Dall’esempio di Casale Monferrato Capitale del Freddo per lo sviluppo del settore al nuovo centro CSG di Milano riferimento mondiale a livello energetico Anno XXXVII - N. 7 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato Sinergia fra il Centro Studi Galileo di Casale Capitale del Freddo e il nuovo Centro Studi Galileo di Milano faro a livello mondiale sulle energie rinnovabili: Foto al centro: la storica fortezza di Casale Monferrato prossimo Centro di Ricerca sul freddo (vedi articolo Casale Capitale del Freddo). Foto in alto: convegno “Casale Capitale del Freddo” presso la sala consiliare. Foto di fianco: relativa conferenza stampa presso gli uffici del Centro Studi presso lo storico palazzo Anna d’Alençon. Foto in basso: XV Convegno Europeo CSG al Politecnico di Milano (intervento Sottosegretario Ambiente) e nuova sede CSG viale Monza. COPERTINA 7-13:COPERTINA 7/07 20-09-2013 10:09 Pagina 1

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per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione

ORGANO UFFICIALECENTRO STUDI GALILEO

N° 371

Il futuro del Freddo e delle Energie RinnovabiliI nuovi Patentini Europei obbligatori:

PER (Patentino Energie Rinnovabili) e PAR (Patentino Refrigeranti Alternativi)

Dall’esempio di Casale Monferrato Capitale del Freddo per lo sviluppo delsettore al nuovo centro CSG di Milano riferimentomondiale a livello energetico

Anno XXXVII - N. 7 - 2013 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato

Sinergia fra il Centro Studi Galileo di Casale Capitale del Freddo e il nuovo Centro Studi Galileo di Milano faro a livello mondialesulle energie rinnovabili: Foto al centro: la storica fortezza di Casale Monferrato prossimo Centro di Ricerca sul freddo (vediarticolo Casale Capitale del Freddo). Foto in alto: convegno “Casale Capitale del Freddo” presso la sala consiliare. Foto difianco: relativa conferenza stampa presso gli uffici del Centro Studi presso lo storico palazzo Anna d’Alençon. Foto in basso:XV Convegno Europeo CSG al Politecnico di Milano (intervento Sottosegretario Ambiente) e nuova sede CSG viale Monza.

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TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA CASALE MONFERRATO

Conti PietroGenova

Dovano MassimoDM FRIGODI DOVANO MASSIMORomano C.se

Dumitriu VasileTorino

Cucco MassimoELETTRICA IMPIANTI srlCasale M.to

Cricca MarcoELETTRICA IMPIANTI srlCasale M.to

Favretto DenisFAVRETTO F.LLI sncOccimiano

Olia GiovanniFERFRIGOR PORTO srlGenova

Piccardo MassimoFERFRIGOR PORTO srlGenova

Franchelli FabrizioNizza M.to

Borando AntonioGM ARREDAMENTI DIGIARDATrecate

Borzone MassimoGRASSO FACILITY srlGenova

Serra ChristianHITRAC ENGINEERINGGROUP srlRoma

Castaldelli GianniHITRAC ENGINEERINGGROUP srlRoma

Carlino DavideHITRAC ENGINEERINGGROUP srlRoma

Fardella DomenicoIDRA srlBorgo Vercelli

Necardo DavideIDRA srlBorgo Vercelli

Salussolia EnricoITP DI GRAZIATOTorino

Olivieri MarioDiano Marina

Boniolo RobertoORASESTA spaOlgiate Olona

Merlo StefanoORCADI M.E. ZUCCA & C. sasTorino

Scuderi SilvestroORCADI M.E. ZUCCA & C. sasTorino

Panaro ErnestoCastelletto d’Erro

Picco AndreaCavaria con Premezzo

Lattaruolo AlessandroPNEUMATIC IND.TECH. srlVillastellone

Rossi VittorioCanelli

Viola SimoneSANYO ARGO CLIMA spaGallarate

Puchetti MassimoTECHNO SKY srlRoma

Volpe FrancescoTECHNO SKY srlRoma

Pavanello AlessandroTECNO COLD DI PAVANELLOGermagnano

Savant Aleina DanieleTECNO COLD DI PAVANELLOGermagnano

Conclusione del corso nella sede CSG di Roma, storica sede istituita all’inizio degli anni ’90, con l’aiuto dei partner di Roma. Nellacapitale vengono organizzati circa 50 corsi all’anno. Il CSG ogni anno forma oltre 3000 tecnici, confermandosi così la più storica e

più grande realtà della refrigerazione e condizionamento in Italia, con importanti collaborazioni internazionali con l’associazioneeuropea dei tecnici AREA, le Nazioni Unite e le associazioni americane, tutte presenti all’ultimo XV Convegno Europeo tenutosi lo

scorso giugno a Milano.

Tecnici specializzatinegli ultimi corsi e patentinidel Centro Studi Galileo

Tecnici di 3 generazioni in più di 36 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi all’anno si sono specializzati al CSG

GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONOALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DALDLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ

DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICISPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE

L’elenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnicispecializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si puòtrovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”)

Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo”Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo

Corso di certificazione dell’impresa secondoregolamentazione sui gas refrigeranti fluorurati.

L’azienda deve dimostrare di avere il numerosufficiente di persone, le attrezzature e le procedureper compiere il proprio lavoro in maniera corretta e

ecocompatibile.

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Rolfini GildoTECNO SICUREZZADI ROLFINIGassino T.se

Arrò MassimoTIL srlSettimo T.se

Bascianelli AlfonsoTIL srlSettimo T.se

Crivelli MarcoTUTTOMATIK srlOlgiate Olona

Veronese Flavio DomenicoTUTTOMATIK srlOlgiate Olona

Zangirolami DorianoCanelli

TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA MILANO

Pizzuti CrescenzoCLIMA IMPIANTI srlNova M.se

Mazzeo GiulianoCLIMACENTO srlCormano

Messina EnzoCLIMATEC srlBusto Arsizio

Riva AlessandroRIVA ELETTROD. DI RIVAMedolago

Farinato OrazioFARINATO IMPIANTISeregno

Leonardi DiegoLEONARDI & FIGLIO srlPero

Frascone CiroLMP srlBuccinasco

Cristino Eugenio PietroLMP srlBuccinasco

Lussana SergioLS IMPIANTIDI LUSSANAUsmate Velate

Lussana DanieleLS IMPIANTI DI LUSSANAUsmate Velate

Muresan Sever CristianRAF REFRIGERAZIONE srlCesano Boscone

Elqasemy MustaphaRAF REFRIGERAZIONE srlCesano Boscone

Douidy MohammedRAF REFRIGERAZIONE srlCesano Boscone

Ferrari EmilioFRIGOTECNICA FERRARISan Zenone al Lambro

Andreoletti PaoloFRIGOTECNICA FERRARISan Zenone al Lambro

Cappello LorenzoRIESS srlCologno M.se

Schena DiegoSERIM srlCarugate

Loperfido StefanoSTMICROELECTRONICS srlAgrate Brianza

Bisceglia AlessandroSYSTEM FRIGODI BISCEGLIACislago

Falabretti SimoneTECNO PROJECTINDUSTRIALE srlCurno

Simonetti GiuseppeTERMOESSEDI G. SIMONETTIS. Vito/Gaggiano

TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA BOLOGNA

Marinelli FrancescoCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Canzonieri GiovanniCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Luppi MauroCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Rebuzzi RobyCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Franzaresi StefanoCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Benzi AlessandroCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Marani FedericoCPL CONCORDIA scarlConcordia S/S

Rubini FabioFRIGO 2000 sncMonte San Pietro

Solmi EliaFRIGO SERVICE RPF srlSpilamberto

Pellacani LucaFRIGO SERVICE RPF srlSpilamberto

Gallina RemoFRIGO SERVICE RPF srlSpilamberto

Valesani MicheleGLOBAL IMPIANTIFerrara

Izzo GiovanniICM SERVICEDI IZZO MIRKOPanicale

Belia MirkoICM SERVICEDI IZZO MIRKOPanicale

Battaglini FilippoIL CIRCUITODI BATTAGLINICastelnuovo di Val di Cecina

D’Orazio AndreaINDEL B spaSant’Agata Feltria

Reis Rudrigues EdsonINDEL B spaSant’Agata Feltria

Zanardi FabioSALVAR sncBudrio

Grelli RobertoSARICO srlPonte S. Giovanni

Marsili LucaSARICO srlPonte S. Giovanni

Cioni GiulioSIRAM FIRENZE spaFirenze

Nannini MassimoSIRAM FIRENZE spaFirenze

Signorotti MarcoTECNOCLIMA ITALIA srlRimini

L’esaminatore Gianfranco Cattabriga testa il candidato all’uso dei gas refrigeranti fluorurati. Iltecnico deve dimostrare di saper valutare e prendere nota di tutti i parametri di funzionamentodella macchina, in questo caso una macchina didattica appositamente costruita; ad esempio

deve controllare se ha la giusta quantità di refrigerante oppure se è scarica a causa di unaperdita (metodo di ricerca perdite indiretto).

Consegna degli attestati alla fine del corso di preparazione al patentino frigoristi svolto a Genova. Ildocente Riccardo Gaviati (a destra) insieme al responsabile attrezzature del Centro Studi Galileo

Roberto Ferraris (al centro) si complimentano con il partecipante.

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Cavalli EdisTECOS ITALIA srlTraversetolo

Frignani LucaTECOS ITALIA srlTraversetolo

Meneghetti RobertoTECOS ITALIA srlTraversetolo

TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA BARI

Adriano FrancoADIA ELETTRONICAAvetrana

Buccoliero AntonioSava

Paladini Giuseppe ClaudioCP DI PALADINI GIUSEPPECLAUDIOArconate

De Bene AndreaEURO IMPIANTI DI DE BENEMinervino di Lecce

Dereviziis FernandoFERRERO BALVANO spaBalvano

Sabbatella PasqualeFERRERO BALVANO spaBalvano

Passannante GiovanniFERRERO BALVANO spaBalvano

Le Caldare AntonioFERRERO BALVANO spaBalvano

Galiano RaffaeleCarovigno

Comparato Emanuele AntonioIL TERMOTECNICO DICOMPARATOPolicoro

Marra Adriano ArmandoBrindisi

Perrone Victor MarceloNATUZZI INDUSTRIE spaS. Eramo in Colle

Quatela DomenicoOLICAR spaBra

Martiradonna PasqualeOLICAR spaBra

Andreano DomenicoOLICAR spaBra

Lamanna MartinoOLICAR spaBra

Parente PietroBarletta

Perriello FrancescoScanzano Jonico

Tafuro AndreaPRIMA VERA spaMilano

Tamburrino DanielePRIMA VERA spaMilano

Resta GiuseppeMesagne

Semeraro GiovanniMartina Franca

Sicuro FedericoRacale

Bucci EmanueleSIEM srlMonteiasi

Spedicato MarcoMonteroni di Lecce

Pentassuglia GiovanniTECHNO SKY srlRoma

De Luca StefanoTECHNO SKY srlRoma

Corciulo LucianoTECHNO SKY srlRoma

Laquale PietroTECNA LAQUALETECHNOLOGYSanteramo

Zappia PietroZP IMPIANTI DI ZAPPIACerchiara di Calabria

TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA PALERMO

Amato SalvatoreLicata

Basile CorradoEFFEBI GROUP srlAvola

Basile MassimilianoEFFEBI GROUP srlAvola

Romano AntoninoFORNINDUSTRIA srlPalermo

Lena LeolucaFORNINDUSTRIA srlPalermo

Spinelli SebastianoFORNINDUSTRIA srlPalermo

Geraci SergioGLOBAL SERVICE FORENTERPRISES srlPalermo

Marino GiuseppeGLOBAL SERVICE FORENTERPRISES srlPalermo

Rizzo SalvatoreGLOBAL SERVICE FORENTERPRISES srlPalermo

Prestimonaco P. GabrieleGP IMPIANTIDI PRESTIMONACOS. Marco Alunzio

Corso di Tecniche Frigorifere nella sede esami e corsi CSG di Casale Monferrato. Il corso di 5 giorni di base è consigliato a tutti itecnici che hanno poca o nessuna esperienza nel settore. Chi invece dispone già di almeno 10 anni di esperienza può prepararsi

con un corso di 2 giorni di preparazione al patentino, in cui si fa un ripasso antecedente alla giornata di esame.

L’esaminatore Marco Buoni, su impianto didattico appositamente costruito, verifica che ilcandidato sia in grado di prendere nota dei parametri dell’impianto: sottoraffreddamento,

surriscaldamento, temperature e pressioni. I Patentini vengono svolti in tutte le 15 sedi esamiCSG in tutta Italia.

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Ammendolia EmilioINALCA spaCastelvetro

Messina CarmeloPalermo

Messina MarcoMonreale

Molica TindaroGioiosa Marea

Speculatore LuigiNEW EVOLUTIONEnna

Rallo Luigi VitoMazara del Vallo

Smeraglia GiuseppeSMERAGLIA F.LLI sncRibera

Russo VincenzoTECHNO SKY srlRoma

Gandolfo PietroTECHNO SKY srlRoma

Nicolini PietroTECHNO SKY srlRoma

Geraci SalvatoreTECNOMADONITADI GERACICastellana Sicula

Caruso EnriqueWYETH spaCatania

Di Carlo SantoWYETH spaCatania

Franceschino AntoninoWYETH spaCatania

TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA TAURIANOVA

Salmeri RobertoAMER DI SALMERI sncPalmi

Salmeri RosarioAMER DI SALMERI sncPalmi

Bertulla GiuseppeBERICOR DI BERTULLAMessina

Campanella RaffaelePazzano

Fonti RaffaeleDERRICK SERVICE srlS. Stefano di Magra

Leotta CarmeloReggio Calabria

Mea GiuseppeCatanzaro

Messina AntoninoMESSINA IMPIANTITERMICIVibo Valentia

Messina DanieleMESSINA IMPIANTITERMICIVibo Valentia

Scaramozzino DomenicoCondofuri M.

Alibrando FerdinandoTECNO 2000 IMPIANTITECNOLOGICIMangone

TECNICI CHE HANNOOTTENUTO IL PATENTINOITALIANO FRIGORISTI - PIFA VALLERMOSA

Rozzo Michele AngeloAMG FRIGO DI ROZZOPorto Torres

Bardi AlbertoATLAS COPCO ITALIA spaCinisello B.mo

Carta SalvatoreSedilo

Meledina MarcoCETIS srlOlbia

Mancosu AndreaISECO srlQuartu S. Elena

Barone Marco SandroSB IMPIANTI IDRAULICIDI BARONEOlbia

Solinas PierfrancoChiaramonti

Campus GiancarloSTELLA FRIGODI CAMPUS GIANCARLOPorto Torres

Vargiu PietroThiesi

Zaki AbdelhakBudoni

CORSI ACASALE MONFERRATO

ACQUAVIVOLA GIULIANOANDREAMilano

BONCORE CARLOGenova

CAPUOZZO ADRIANOLocate Triulzi

CONTI PIETROGenova

DM FRIGODI DOVANO MASSIMODovano MassimoRomano C.se

DUMITRIU VASILETorino

ELETTRICA IMPIANTI srlCucco MassimoCricca MarcoCasale M.to

FAVRETTO F.LLI sncFavretto DenisOccimiano

FERFRIGOR PORTO srlOlia GiovanniPiccardo MassimoGenova

FRANCHELLI FABRIZIOFranchelli FabrizioNizza M.to

FRIGOTECNICA FERRARIFerrari EmilioSan Zenone al Lambro

GALANTE FABRIZIOLainate

GM ARREDAMENTIDI GIARDABorando AntonioTrecate

GRASSO FACILITY srlBorzone MassimoGenova

HITRAC ENGINEERINGGROUP srlCarlino DavideCastaldelli GianniSerra ChristianRoma

IDRA srlFardella DomenicoNecardo DavideBorgo Vercelli

ITP DI GRAZIATOSalussolia EnricoTorino

Il docente Donato Caricasole spiega il funzionamento dell’impianto frigorifero e quanto siaimportante la giusta quantità di refrigerante all’interno del circuito sia perché il refrigeranteemesso produce problemi ambientali di effetto serra sia perché una macchina che ha perso

refrigerante produce meno raffreddamento e consuma quindi maggiore energia per raggiungerele condizioni ambientali richieste.

Corso abilitante per il recupero dei gas refrigeranti nelle automobili PAC (PatentinoCondizionamento Auto). Tutti i meccanici hanno l’obbligo di frequentare 8 ore di corso teorico

pratico. Nella foto il docente del corso Pasquale Zurlo effettua con apposito macchinario ilrecupero, il vuoto e la carica su autoveicolo.

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MARINARO VINCENZOPusiano

OLIVIERI MARIODiano Marina

ORASESTA spaBoniolo RobertoOlgiate Olona

ORCADI M.E. ZUCCA & C. sasScuderi SilvestroMerlo StefanoTorino

PANARO ERNESTOCastelletto d’Erro

PICCO ANDREACavaria con Premezzo

PNEUMATIC IND.TECH. srlLattaruolo AlessandroVillastellone

ROSSI VITTORIOCanelli

SANYO ARGO CLIMA spaViola SimoneGallarate

TECHNO SKY srlPuchetti MassimoVolpe FrancescoRoma

TECNO COLDDI PAVANELLOPavanello AlessandroSavant Aleina DanieleGermagnano

TECNO SICUREZZADI ROLFINIRolfini GildoGassino T.se

TIL srlArrò MassimoBascianelli AlfonsoSettimo T.se

TUTTOMATIK srlCrivelli MarcoVeronese Flavio DomenicoOlgiate Olona

VIGAL sncViscomi IvanOriggio

VIK DI SAMUELLISamuelli DiegoArluno

ZANGIROLAMI DORIANOCanelli

CORSI A MILANO

CLIMA IMPIANTI srlPizzuti CrescenzoNova M.se

CLIMACENTO srlMazzeo GiulianoCormano

CLIMATEC srlMessina EnzoBusto Arsizio

RIVA ELETTROD. DI RIVARiva AlessandroMedolago

FARINATO IMPIANTIFarinato OrazioSeregno

FRIGOTECNICA FERRARIAndreoletti PaoloFerrari EmilioSan Zenone al Lambro

LEONARDI & FIGLIO srlLeonardi DiegoPero

LMP srlCristino EugenioFrascone CiroBuccinasco

LS IMPIANTI DI LUSSANALussana DanieleLussana SergioUsmate Velate

RAF REFRIGERAZIONE srlDouidy MohammedElqasemy MustaphaMuresan Sever CristianCesano Boscone

RIESS srlCappello LorenzoCologno M.se

SERIM srlSchena DiegoCarugate

STMICROELECTRONICS srlLoperfido StefanoAgrate Brianza

SYSTEM FRIGODI BISCEGLIABisceglia AlessandroCislago

TERMOESSEDI G. SIMONETTISimonetti GiuseppeS. Vito/Gaggiano

CORSI A BOLOGNA

ATTILIO VERONESI & C. sasMantovani ErikGualtieri

CPL CONCORDIA scarlBenzi AlessandroCanzonieri GiovanniFranzaresi StefanoLuppi MauroMarani FedericoMarinelli FrancescoConcordia S/S

FABRETTI srlBottoni DavideTamara di Copparo

FRIGO 2000 sncRubini FabioMonte San Pietro

FRIGO SERVICE RPF srlGallina RemoPellacani LucaSolmi EliaSpilamberto

GLOBAL IMPIANTIValesani MicheleFerrara

ICM SERVICEDI IZZO MIRKOBelia MirkoIzzo GiovanniPanicale

IL CIRCUITO DI BATTAGLINIBattaglini FilippoCastelnuovo di Val di Cecina

INDEL B spaD’Orazio AndreaRudrigues Edson ReisSant’Agata FeltriaCorso serale di tecniche frigorifere e condizionamento a Milano, anche di preparazione al patentino frigoristi. Il docente del corso

Umberto Bernardi di grande esperienza nel settore fa effettuare ai tecnici partecipanti un test di comprensione di fine corso. Altritest di verifica della preparazione possono essere trovati sul sito www.centrogalileo.it

Nella sede corsi e esami di Roma sessione di preparazione alla parte pratica: un tecnicofrigorista si esercita nell’installazione di un impianto, in questo caso, didattico. Alla fine

dell’installazione lo stesso dovrà verificare, con dispositivo di ricerca perdite diretto come adesempio quello elettronico, se l’unità non perde refrigerante e quindi compilare il registro

dell’apparecchiatura (obbligatorio per macchine con più di 3 kg di refrigerante).

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MOLÈ JAMESCivitanova Marche

SALVAR sncZanardi FabioBudrio

SARICO srlGrelli RobertoMarsili LucaPonte S. Giovanni

SILVERI REFRIGERAZIONESilveri GianniSassuolo

TECNOCLIMA ITALIA srlSignorotti MarcoRimini

TECOS ITALIA srlCavalli EdisFrignani LucaMeneghetti RobertoTraversetolo

TESTONI GIANLUCAFinale Emilia

CORSI PRESSO CNRDI PADOVA

ARMANI MATTIACaprino V.se

ASTRIM ENERGIA srlGrigenti StefanoMargani AndreaCinisello B.mo

CRIOCABIN spaBabetto SamuilPraglia di Teolo

HOVAL srlLocatelli JuriLocatelli GiovanniPolini EmanueleGrassobbio

TODOS.IT srlKhadim Chaudhry BalalDarfo B.T.

ZOIN REFRIGERAZIONE srlMarzaro AlessandroTon DiegoZoin MircoVillafranca Padovana

VEZZANI spaCoron GianlucaMasin LeonardoEste

CORSI A BARI

ADIA ELETTRONICAAdriano FrancoAvetrana

BUCCOLIERO ANTONIOSava

CP DI PALADINI GIUSEPPECLAUDIOPaladini Giuseppe ClaudioArconate

EURO IMPIANTI DI DE BENEDe Bene AndreaMinervino di Lecce

FERRERO BALVANO spaDereviziis FernandoLe Caldare AntonioPassannante GiovanniSabbatella PasqualeBalvano

GALIANO RAFFAELECarovigno

IL TERMOTECNICODI COMPARATOComparato EmanueleAntonioPolicoro

MARRA ADRIANO ARMANDOBrindisi

NATUZZI INDUSTRIE spaPerrone Victor MarceloS. Eramo in Colle

La conclusione del corso a livello internazionale Centro Studi Galileo – European Energy Centre sulla finanza nelle energie rinnovabili organizzato sia nelleuniversità UK che in Italia nella nuova sede CSG di Milano.

Il docente dei corsi nella sede CSG di Bologna, Stefano Sarti, consegna l’attestato di partecipazione ad uno dei candidati. Ilgiorno successivo lo stesso tecnico sarà sottoposto all’esame teorico e pratico per l’ottenimento del PIF: 30 domande arisposta multipla a cui rispondere per il 60% correttamente quindi si accede alla parte pratica. Il candidato deve superare

positivamente entrambe le prove.

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OLICAR BRA spaAndreano DomenicoLamanna MartinoMartiradonna PasqualeQuatela DomenicoBra

PARENTE PIETROBarletta

PERRIELLO FRANCESCOScanzano Jonico

PRIMA VERA spaTafuro AndreaTamburrino DanieleMilano

RESTA GIUSEPPEMesagne

SEMERARO GIOVANNIMartina Franca

SICURO FEDERICORacale

SIEM srlBucci EmanueleMonteiasi

SPEDICATO MARCOMonteroni di Lecce

TECHNO SKY srlCorciulo LucianoDe Luca StefanoPentassuglia GiovanniRoma

TECNA LAQUALETECHNOLOGYLaquale PietroSanteramo

ZP IMPIANTI DI ZAPPIAZappia PietroCerchiara Di Calabria

CORSI PRESSOL’UNIVERSITA’ DI PALERMO

AMATO SALVATORELicata

EFFEBI GROUP srlBasile CorradoBasile MassimilianoAvola

FORNINDUSTRIA srlLena LeolucaRomano AntoninoSpinelli SebastianoPalermo

GP IMPIANTIDI PRESTIMONACOPrestimonaco P. GabrieleS. Marco Alunzio

INALCA spaAmmendolia EmilioCastelvetro

MESSINA CARMELOPalermo

MOLICA TINDAROGioiosa Marea

NEW EVOLUTIONSpeculatore LuigiEnna

RALLO LUIGI VITOMazara del Vallo

SMERAGLIA F.LLI sncSmeraglia GiuseppeRibera

TECHNO SKY srlGandolfo PietroNicolini PietroRusso VincenzoRoma

TECNOMADONITADI GERACIGeraci SalvatoreCastellana Sicula

WYETH spaCaruso EnriqueDi Carlo SantoFranceschino AntoninoCatania

CORSI A TAURIANOVA

AMER DI SALMERI sncSalmeri RosarioSalmeri RobertoPalmi

BERICOR DI BERTULLABertulla GiuseppeMessina

CAMPANELLA RAFFAELEPazzano

DERRICK SERVICE srlFonti RaffaeleS. Stefano di Magra

LEOTTA CARMELOReggio Calabria

MEA GIUSEPPECatanzaro

MESSINA IMPIANTITERMICIMessina DanieleMessina AntoninoVibo Valentia

SCARAMOZZINO DOMENICOCondofuri M.

TECNO 2000 IMPIANTITECNOLOGICIAlibrando FerdinandoMangone

CORSI A VALLERMOSA

AMG FRIGO DI ROZZORozzo Michele AngeloPorto Torres

ATLAS COPCO ITALIA spaBardi AlbertoCinisello B.mo

CARTA SALVATORESedilo

CETIS srlMeledina MarcoOlbia

ISECO srlMancosu AndreaQuartu S. Elena

SB IMPIANTI IDRAULICIDI BARONEBarone Marco SandroOlbia

SOLINAS PIERFRANCOChiaramonti

STELLA FRIGODI CAMPUS GIANCARLOCampus GiancarloPorto Torres

VARGIU PIETROThiesi

ZAKI ABDELHAKBudoni

L’assistente dei corsi CSG, Simone Porta, richiede al candidatodi svolgere la carica e il vuoto con l’attrezzatura necessaria su

una macchina di prova.

Conclusione del corso: ai partecipanti viene spiegata l’importante legge che il nostro governo ha reso definitiva e implementatacon il decreto 43/2012. Per cui solamente persone qualificate e certificate possono utilizzare i gas fluorurati, potenti gas serra.Inoltre l’obbligatorietà delle visite periodiche e del registro dell’apparecchiatura che si può pure richiedere, quest’ultimo, presso

l’Associazione dei Tecnici del Freddo.

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Un territorio che pensa e agisce. Ingrado di guidare processi sociali estorici che lo riguardano.Un gruppodi imprese che decide di unirsi perbattere la crisi e la concorrenza deipaesi a manodopera e produzionemeno qualificata.In tutto questo si può riassumereil progetto “Casale Capitale delFreddo”.La tradizione del freddo nelMonferrato inizia nel primo dopo-guerra quando nascono le primaaziende a livello italiano per la con-servazione delle carni tramite cellerefrigerate.Il Distretto della filiera del freddo èoggi costituito da aziende di grandedimensione che hanno un ruolo dileadership nel settore anche a livel-lo mondiale, e da una serie di azien-de, la maggior parte di natura familiare, di dimensioni più piccole.La svolta avviene nel 2006 e vede protagonista un provvedimentopoco conosciuto ma che ha avuto un ruolo importante nel rilancio dinumerose economie locali ed è stato utilizzato anche a CasaleMonferrato nel comparto del freddo: i Programmi Territoriali Integratidei quali nel dicembre 2006 è stato avviato il procedimento di sele-zione.La città di Casale Monferrato ha aderito con una serie di progetti al PTIfra i quali il centro di riciclaggio del freddo e il centro di servizi per leimprese. L’obiettivo è quello di creare un centro di formazione e ricer-ca per il distretto del freddo costituendo un polo a supporto dello svi-luppo locale e internazionale di questa filiera produttiva.Un passo essenziale è stata la costituzione del Distretto della filieradel freddo il 15 febbraio del 2007 con una larga intesa alla qualehanno aderito, oltre alla Città di Casale Monferrato, i principali Comunidel Monferrato, le organizzazioni datoriali e sindacali.Il progetto dal 2010 è portato avanti dall’Agenzia di Sviluppo LAMO-RO, dal Centro Studi Galileo incaricati e supportati dal Comune diCasale Monferrato ed in collaborazione con le industrie del freddocasalesi concretizzando il vecchio programma del Centro StudiGalileo “Casale Capitale del Freddo”.Il Centro Studi Galileo infatti opera da circa 40 anni nel settore delfreddo e del condizionamento ed è il più autorevole CentroFormativo in Italia, considerato uno dei primi in Europa e nel mondoper l’attività di formazione e informazione nei settori del freddo, con-dizionamento e, recentemente, delle energie rinnovabili sviluppandocollaborazioni di altissimo rilievo con la Commissione Europea, ilMinistero dell’Ambiente e con l’organizzazione delle Nazioni Unite perl’Ambiente l’UNEP.In questo mese il Centro Studi Galileo aprirà la sua quindicesima sededei corsi italiana a Milano. Una sede innovativa in una location presti-giosa che, oltre a formare tecnici nel tradizionale settore del freddo,punterà molto sull’energia tema che sarà certamente al centro dellascena mondiale nei prossimi anni e al quale il Centro Studi Galileo,anche attraverso la sua collegata nel Regno Unito EEC, presta parti-colare attenzione.Come sede del nascente Centro di Ricerca l’AmministrazioneComunale ha provveduto a mettere a disposizione un’ala del Castellodel Monferrato che dovrà dotarsi di un laboratorio all’avanguardia, per-mettendo alle aziende locali di sviluppare autonomamente progetti direspiro internazionale innovando in campo tecnologico.La forza del progetto Casale Capitale del Freddo è nella territorialità.Non vi sono altri esempi a livello europeo di territori ove in un raggio di10 km si trovino decine di aziende di primissimo livello e un centro for-

mativo di settore leader a livellointernazionale.Con la creazione delCentro di Ricerca viene completatoun sistema che sarà in grado dicompetere a livello internazionale.Gli obiettivi ai quali si tende sono disostenere il sistema produttivo loca-le, istituire dei luoghi di aggregazio-ne per le imprese della filiera delfreddo, costituire una Banca Datidei progetti, fornire dei servizi tecni-ci alle aziende, integrare le esigen-ze delle imprese con i portatori diinteressi territoriali (Associazioni diCategoria, Agenzie di sviluppo).Negli ultimi mesi si sono susseguitiquindi una serie di incontri presso ilMunicipio della Città di CasaleMonferrato che hanno visto la par-tecipazione di vari attori: accademi-ci, funzionari delle Nazioni Unite e

naturalmente rappresentanti delle aziende del freddo.In particolare grande importanza ha rivestito il Convegno “CasaleCapitale del Freddo” di premessa al XV Convegno Europeo del CentroStudi Galileo che ha visto alternarsi alla Presidenza il Prof. MarcoMasoero (Direttore del Dipartimento di Energetica del Politecnico diTorino) e Halvart Koppen alto funzionario delle Nazioni Unite.Nei mesi scorsi è giunto il primo risultato di rilievo: l’adesione a CasaleCapitale del Freddo del prestigioso Ente di Certificazione FranceseCemafroid, il che dimostra il buon lavoro svolto e la forte credibilitàinternazionale.Il patron di Cemafroid Gerald Cavalier nel corso della sua visita aCasale nel mese di maggio ha plaudito con particolare rilievo allacapacità del territorio casalese di fare sistema, apprendendo quasistupito che le maggiori imprese (spesso “concorrenti” tra loro) abbianoavuto la capacità e la lungimiranza di unirsi in un progetto di comuneinteresse.Tali premesse sono certamente di buon auspicio per un progetto che,se vedrà la partecipazione di tutti e unità d’intenti, riscuoterà un sicurosuccesso non solo a favore di un territorio e delle aziende che lo abi-tano ma di tutto il comparto del freddo.

* Giovanni II Paleologo marchese di Monferrato diede inizio allacostruzione dell’attuale Castello, i cui lavori vennero portati a termineentro il 1357. Quando Casale assunse un ruolo di capitale all’internodel marchesato del Monferrato, ottenendo nel 1474 il titolo di città,anche il Castello, sede della corte, cambiò volto in seguito alle ristrut-turazioni dei marchesi GuglielmoVIII (1464-1483) e BonifacioV (1483-1494). Con il passaggio di Casale ai Gonzaga di Mantova, alla mortedell’ultimo marchese Paleologo, il Castello venne rinforzato; in rispostaalle nuove tecniche belliche si intervenne pesantemente sulle mura, lapianta assunse la forma esagonale che ancora oggi vediamo. Le torrifurono rafforzate e vennero costruiti quattro nuovi rivellini. Agli inizi delsecolo XVII il Castello riprese a svolgere la funzione di sede di corte:per motivi diplomatici spesso i duchi di Mantova, impegnati in frequentitrattative con i Savoia, vi soggiornarono. Altro momento di splendore ilCastello conobbe durante il principato del duca Carlo II Gonzaga-Nevers (1637-1665), che più volte risiedette in città con tutta la suacorte dando un notevole impulso alla vita mondana e culturale diCasale. Con la crisi della dinastia gonzaghesca, il Castello di Casaleandò incontro ad un declino inarrestabile. Dopo il passaggio della cittàe del Monferrato ai Savoia, nel 1708, per il Castello inizia il lunghissi-mo periodo di utilizzo a caserma.A metà del secolo XIX Casale vennefortificata in previsione di una guerra con l’Austria e anche il Castellofu inglobato nella struttura difensiva.

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Il futuro del Freddo e delle Energie RinnovabiliDall’esempio di Casale Monferrato Capitale del Freddo per lo sviluppo del settore

al nuovo centro CSG di Milano riferimentomondiale a livello energetico

Il Castello - Fortezza di Casale Capitale del Monferrato (* vedi sottocenni storici) che sarà la sede del Centro di Ricerca collegato all’attivitànazionale e internazionale sulla refrigerazione del Centro Studi Galileo.

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Nato 40 anni fa nella storica Capitale del Freddo, CasaleMonferrato, ha interpretato la concretezza e lo spirito imprendito-riale della provincia Piemontese che ha permesso al CSG in 4decenni di specializzazione di collaborare con realtà internaziona-li, sviluppando partnership di altissimo livello e prestigio con i mag-giori enti europei e mondiali. La strettissima collaborazione conl’IIR, dal quale dipende più dell’80 % della popolazione mondialeper quanto riguarda la refrigerazione, con le Nazioni Unite – UNEPe con la Commissione Europea (oltre ai maggiori enti USA e mon-diali) sono l’esempio di come il CSG sia centrale nel meccanismodecisionale e di indirizzo delle politiche internazionali di settore.Ulteriore supporto all’ambiente frigorista e al settore del freddo ègiunto da parte del Centro Studi Galileo unendo per la prima voltaTecnici – Industrie e Università per dare sempre maggiore com-pletezza e efficacia all’informazione e alla formazione. Sono deci-ne di anni infatti che organizza nelle principali università italianeconvegni e corsi sulle ultime tecnologie del freddo e nelleUniversità in UK sulle energie rinnovabili. A questo riguardo un’af-filiazione importante a livello mondiale è l’European Energy Centrein UK che richiama da tutto il mondo nei suoi corsi e convegni glioperatori del settore delle energie rinnovabili.Le Nazioni Unite - UNEP, da decenni collaborano, sempre con ilCSG, nell’attività di formazione e informazione per favorire lo svi-luppo di una maggiore consapevolezza ambientale da parte deglioperatori dei settori dell’Energia e del Freddo.Nel mese di marzo le Nazioni Unite hanno conferito al CSG l’inca-rico di promuovere e coordinare le tavole rotonde di contatto traoperatori europei e paesi in via di sviluppo presso il parlamentoscozzese, il Politecnico di Milano e le principali università e istitu-zioni europee a Parigi (sede ONU), Francoforte e Londra.Vero fiore all’occhiello dell’attività informativa del Centro StudiGalileo è il Convegno Europeo, da sempre patrocinato dallaPresidenza del Consiglio dei Ministri e co-organizzato con leNazioni Unite, che si tiene con cadenza biennale ed è giunto allasua XVesima edizione che si è tenuta il 7 e 8 giugno 2013 alPolitecnico di Milano tenuta a battesimo dal Sottosegretario diStato al Ministero dell’Ambiente.Il Dipartimento freddo ed energia UNEP delle Nazioni Unite è infat-ti intervenuto presso il Governo Italiano – Ministero dell’Ambienteper intensificare la proficua collaborazione di quest’ultimo con ilCentro Studi Galileo.L’attività internazionale del Centro Studi Galileo si caratterizzaanche con la pubblicazione della rivista ISI (International SpecialIssue) che viene regolarmente distribuita a cura delle NazioniUnite, presso i summit mondiali e i maggiori meetings, ai Capi diStato dei 180 Paesi firmatari del protocollo di Kyoto.Accanto alla rivista internazionale il CSG è pure editore della rivi-sta Industria & Formazione, principale organo nazionale del setto-re freddo, che viene distribuita mensilmente su tutto il territorionazionale in migliaia di copie.Sempre a sostegno del settore del freddo, 10 anni fa, con i mag-giori esperti mondiali, è stata fondata l’Associazione dei Tecnici ita-liani del Freddo – ATF che, oltre ad attivarsi nei vari progetti, è oggi

(tramite il Segretario Generale Ing. Marco Buoni) VicePresidentedell’Associazione di tutte le associazioni europee del freddo(AREA – 18 nazioni e 125.000 tecnici del freddo associati) acqui-sendo un ruolo privilegiato nei rapporti con la UE e coordinando laCommissione Europea per i refrigeranti.L’Italia è stata tra le ultime Nazioni a recepire la direttiva europeain materia di certificazione degli operatori che utilizzano gas fluo-rurati ad effetto serra. Poiché, per questa motivazione, l’Italiarischiava sanzioni dalla CE, il CSG per primo ha promosso in Italiale certificazioni europee, anticipando l’assunzione della legislazio-ne Europea da parte dell’Italia ed appoggiandosi ad EnteCertificatore inglese. Ora che anche l’Italia ha recepito con il DPR43/2012 la direttiva dell’Unione Europea il CSG, con EnteCertificatore Italiano, valuta, come Organismo di ValutazioneCertificato, la maggior parte delle certificazioni che vengono rila-sciate in Italia.I docenti del CSG sono professionisti con pluridecennale espe-rienza sul campo nella direzione di grandi aziende dei settori delfreddo e del condizionamento.Questo fa’ si che i docenti CSG non siano solo degli insegnanti maanche degli interlocutori con una preparazione sul campo adatta amigliorare la preparazione dei tecnici e confrontarsi sulle proble-matiche reali e le esigenze delle aziende.

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Dall’Europaa Casaleil futurodel freddoOn. ORESTE ROSSIEurodeputato CommissioneAmbiente F-gas

Il progetto del comune diCasale Monferrato, l’agen-zia di sviluppo Lamoro e ilCentro Studi Galileo di rea-lizzare un centro di forma-zione e ricerca del distrettodel freddo è la risposta allaforte crisi che sta colpendo il

nostro territorio, in particolare per quanto riguarda il casalese.Il distretto, al momento, conta una decina di aziende di primis-simo livello del settore e un centro di ricerca e sviluppo non puòche consolidare e promuovere la realtà dell’industria del fred-do, difendendo e tutelando le migliaia di posti di lavoro, diretti eindiretti, che garantiscono queste imprese. Ritengo molto posi-tiva la scelta di concedere una parte del Castello di CasaleMonferrato quale sede del centro di ricerca, mentre il laborato-rio sarà localizzato nella zona industriale: le due realtà appor-teranno un indiscutibile valore aggiunto alla città stessa. In unmomento in cui al Parlamento Europeo in Commissione ENVI,di cui faccio parte, si sta predisponendo un progetto di relazio-ne sulla proposta di regolamento del Parlamento europeo e delConsiglio sui gas fluorurati a effetto serra che rivede i gas chesi possono utilizzare negli impianti refrigeranti, chiedendo unenorme sforzo alle imprese del settore a favore dell’ambiente,il poter avere un laboratorio di ricerca sul nostro territorio per-metterà di essere all’avanguardia sul mercato internazionale.E’ fondamentale continuare la collaborazione degli enti localicol territorio e puntare ai fondi europei che possano essere frui-bili con progetti d’eccellenza, con particolare riferimento aHorizon 2020 e al nuovo Programma Quadro sulla ricerca.

Centro Studi Galileo: unodei maggiori organi a livellomondiale per la formazionee l’informazioneFEDERICO RIBOLDIResponsabile relazioni esterneCentro Studi Galileo

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Tecnici specializzati negli ultimi corsi del Centro Studi Galileo

Il futuro del Freddo e delle Energie Rinnovabili

Dall’Europa a Casale il futuro del freddoO.Rossi – Eurodeputato Commissione Ambiente F-Gas

EditorialeVi siete tutti certificati?Per ottenere un’ottima professionalità occorre prima di iscriversi al corso/esame dicertificazione, valutare l’importanza dell’ente presso il quale si consegue la qualificaNuovi prossimi Patentini Europei obbligatori: PER e PARM.Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration EuropeanAssociation – AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF

Conversione da impianti tradizionali a pompe di caloreRetrofit di impianti di riscaldamento esistenti con pompe di calore acqua-acqua ad alta temperatura alimentate da reti idriche a bassa temperaturaM.Masoero, C. Silvi – Dipartimento Energia, Politecnico di Torino;G. Pellegrini – AREA Science Park, TriesteIntroduzione – Descrizione del sistema – Considerazioni economiche, energeticheed ambientali – Conclusioni.

I risultati di rendimento energetico più recentinella refrigerazione con l’R744A.Hafner, P. Nekså, A. K.T. Hemmingsen – SINTEF Energy Research,Trondheim, NorvegiaIntroduzione – Nomenclatura – Progressi del compressore ad alto rendimento –Installazione sperimentale e risultati – Come integrare eiettori non comandati permigliorare l’efficienza energetica dei sistemi R744 ad elevate temperature? – Comesi può migliorare l’efficienza dei sistemi R744 quando si è in presenza di alte tem-perature? E’ possibile spostare “l’equatore della CO2” in Africa? – Prossime genera-zioni di evaporatori R744 - Sommario.

Principi di base del condizionamento dell’ariaParticolari scambiatori per le pompe di calore geotermicheper la posa in aree di piccole superficiP.F. Fantoni – 146ª lezioneIntroduzione – Scambiatori a spirale – Vantaggi e svantaggi degli scambiatori a spi-rale – Scambiatori compatti.

Moderne tipologie di compressore a vite compattoR.Blumhardt – Bitzer Kühlmaschienenbau, Plant Rottenburg;P.Trevisan – Bitzer Italia, VicenzaIntroduzione – Caratteristiche costruttive e funzionalità dei compressori a vite com-patti – Scelta del refrigerante da abbinare ai compressori a vite compatti – Limiti diimpiego e dati prestazionali – Compressori a vite compatti con inverter di frequenzaintegrato – Conclusioni.

Funzionamento dei sistemi di aria condizionata split utilizzandorefrigerante idrocarburo – HCR.Huehren – Giz Proklima “Good Practices in Refrigeration”Dichiarazione di non responsabilità – Introduzione – Principi fondamentali e avver-tenze – Considerazioni riguardanti la conversione – Kit di conversione – Eseguire leconversioni.

Procedura per la ricerca delle fughe in un circuito frigorifero:misurare, confrontare, decidereP.F. Fantoni – 166ª lezioneIntroduzione – L’esperienza degli esami per la certificazione – Cosa dice la norma –Misurare e confrontare – Misure consuete e misure non consuete.

Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento(Parte centotrentesima) – A cura di P. Fantoni

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N. 371 - Periodico mensile - Autorizzazionedel Tribunale di Casale M. n. 123 del13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% -Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp10763159 intestato a Industria & Forma-zione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 -arretrati € 5,00.

Direttore responsabileEnrico Buoni

Responsabile di RedazioneM.C. Guaschino

Comitato scientificoMarco Buoni, Enrico Girola,PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano,Alfredo Sacchi

Redazione e AmministrazioneCentro Studi Galileo srlvia Alessandria, 2615033 Casale Monferratotel. 0142/452403fax 0142/525200

Pubblicitàtel. 0142/453684

Grafica e impaginazioneA.Vi. Casale M.

Fotocomposizione e stampaA.Valterza - Casale MonferratoE-mail: [email protected]

www.centrogalileo.itcontinuamente aggiornato

www.EUenergycentre.orgper l’attività in U.K. e India

www.associazioneATF.orgper l’attività dell’Associazione deiTecnici del Freddo (ATF)

Corrispondente in Argentina:La Tecnica del Frio

Corrispondente in Francia:CVC

Sommario

La rivista viene inviata a:1) installatori, manutentori, ripara-tori, produttori e progettisti di:A) impianti frigoriferi industriali,commerciali e domestici;B) impianti di condizionamento epompe di calore.

2) Utilizzatori, produttori e rivendi-tori di componenti per la refrige-razione.

3) Produttori e concessionari di ge-lati e surgelati.

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Archiviata l’estate e il tempo del riposodopo il grande lavoro per la messa infunzione degli impianti di condiziona-mento e le riparazioni degli impianti di

refrigerazione, si affaccia ora unautunno caldo per la professionalitàdei Tecnici del Freddo, del Condizio-namento e delle Pompe di Calore.

Stanno ormai scadendo i certificatiprovvisori di chi è riuscito a iscriversi alregistro telematico entro l’11 aprile(prima scadenza), mentre chi si è iscrit-

Editoriale

Vi siete tutti certificati?Per ottenere un’ottima professionalità occorreprima di iscriversi al corso/esame di certificazione,valutare l’importanza dell’ente presso il quale siconsegue la qualificaNuovi prossimi Patentini Europei obbligatori:PER e PARMARCO BUONI

Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREASegretario Generale Associazione deiTecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatorepratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo

Patentino Energie Rinnovabili

Il Decreto Legislativo 28/2011 (attuativo della direttiva2009/28/CE in materia di promozione delle fonti rinno-vabili) ha stabilito l’obbligatorietà del conseguimento diapposita certificazione da parte degli installatori emanutentori di impianti energetici alimentati da fontirinnovabili (PER).Le Regioni e le province autonome, nel rispetto dei cri-teri fissati dalla direttiva europea 2009/28/CE per lacertificazione e qualificazione professionale (AllegatoIV della suddetta direttiva), presenteranno i program-mi formativi entro il 31 dicembre 2013, dopo di che sipartirà con corsi ed esami.Il percorso sarà così strutturato: 20 ore di teoria,modulo unico per tutte le tecnologie di energie rinno-vabili + 60 ore di cui una parte di teoria e una parte dipratica (a seconda delle regioni) per ciascuna tecno-logia.Se interessati potete inviarci un email di richiesta infor-mazioni a [email protected]

Patentino Refrigeranti Alternativi

La revisione della Regolamentazione Europea 842/06andrà sicuramente a diminuire l’uso dei gas refrige-ranti HFC, sostanze con un potere di surriscaldamen-to della terra.Verranno quindi ad essere utilizzati sem-pre più i refrigeranti di nuova generazione, come irefrigeranti naturali (ammoniaca, CO2 e idrocarburi)oppure i nuovissimi HFO. Questi refrigeranti, puressendo meno dannosi per l’ambiente, necessitano diaccorgimenti da parte degli operatori che ne fannouso in quanto sono tossici, richiedono alte pressioni difunzionamento o sono infiammabili.La Commissione europea, con la prossima votazionedefinitiva della nuova regolamentazione europea, sta-bilirà quindi che questi “nuovi gas” potranno essereutilizzati solo da persone propriamente qualificate ecertificate, in maniera complementare a quanto que-ste stesse persone sono già state certificate con ilPatentino PIF. Nasce così il patentino per i refrigeran-ti alternativi PAR.

PROSSIME CERTIFICAZIONI EUROPEE OBBLIGATORIE NELLAREFRIGERAZIONE E NELL’ENERGIA PRESSO IL CENTRO STUDI GALILEO

Per dettagli e dati dei relativi corsi/esami tel. 0142452403 (Marisa e Chiara)

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to dopo (entro lo scorso 11 giugno)avrà ancora qualche mese di tempo,ma comunque tutti entro quest’annodovranno aver sostenuto l’esame perottenere la certificazione definitiva.Ci attende quindi un autunno intensoin cui i Tecnici del Freddo potrannofinalmente dedicarsi a studiare e aprepararsi per ottenere questa impor-tante e gratificante qualifica personaledelle competenze e delle abilità deltecnico stesso.Sono ormai 5000 i Tecnici che hannoottenuto tale certificazione con ilCentro Studi Galileo nelle oltre 15 sediin tutta Italia.Una volta chiuso il capitolo transitorio,solamente i tecnici con il PatentinoItaliano Frigoristi PIF potranno utilizza-re il gas refrigerante fluorurato conte-nuto nelle macchine di refrigerazione,condizionamento e pompe di calore eperfino comprarlo dai distributori.Tutti i tecnici abilitati sono iscritti nelsito online www.fgas.it e quindi benidentificabili su web, oltre che dalcaratteristico badge (formato carta dicredito) che viene rilasciato una voltasostenuto e superato l’esame.Non si prevedono ulteriori prorogheper cui con l’uscita lo scorso marzo deldecreto sanzioni le operazioni diinstallazione, manutenzione, controlloperdite, recupero, compilazione obbli-gatoria e periodica del libretto d’im-pianto devono essere svolte solo datecnici patentati.Inoltre anche l’azienda che operadeve garantire di possedere l’attrezza-tura, le procedure per la corretta mani-polazione e gestione del refrigerante eil numero di personale certificato suffi-ciente a coprire i fabbisogni. Questagaranzia è verificata tramite la certifi-cazione dell’azienda che risulta esse-re un controllo da parte di ente prepo-sto, ente di certificazione accreditatoda Accredia.Per aiutare tutti i tecnici e le proprieaziende a prepararsi correttamente ea redigere tutte le procedure richiesteper la certificazione dell’azienda, ilCSG ha predisposto un corso appositoin cui il docente presenta gli obblighiper l’azienda, come compilare il nuovis-simo Registro delle Apparecchiature(aggiornato al decreto PatentinoFrigoristi 43/2012) e quali sono le pro-cedure burocratiche da ottemperare.Invece per i Tecnici che devono esse-

re verificati per le loro competenze,cioè devono essere sottoposti all’esa-me teorico e pratico per ottenere lacertificazione, il CSG ha predispostoun percorso formativo consigliato perprepararsi e poter superare l’esamedel patentino frigoristi: nonostante ilcorso non sia obbligatorio, ma siaobbligatoria solamente la fase di esa-minazione.Per i tecnici con elevata esperienza ecioè con almeno 10 anni di lavoro sulcampo si consiglia di svolgere i 2 gior-ni di preparazione teorica e praticaantecedenti la giornata dell’esame incui vengono spiegati gli argomentioggetto di esame teorico e pratico.Per i tecnici con esperienza tra i 2 e i10 anni la formazione consigliata èquella dei corsi di 5 giorni realizzati dalCentro Studi Galileo in ogni propriasede in tutta Italia. Tali corsi, oltre chepreparare a sostenere l’esame delpatentino frigoristi, consegnano al par-tecipante le nozioni per operare cor-rettamente in ogni ambito dell’installa-zione, manutenzione e riparazionerientrante nelle mansioni del Tecnicodel Freddo.Per i tecnici con poca esperienza siconsiglia il corso di TecnicheFrigorifere base (di 5 giorni) e specia-lizzazione (di 3 giorni) del CentroStudi Galileo a Casale Monferrato, atale corso arrivano partecipanti datutta Italia. Con questo corso anche itecnici appena assunti con nessunao poca esperienza possono venire aconoscenza delle problematiche delnostro settore, ricevendo a fine corsol’attestato di partecipazione e verificatramite test di apprendimento ATQAttestato Tecnico di Qualità.Questi corsi, come detto, sono prope-deutici all’esame Patentino Frigoristiobbligatorio per legge da decreto DPR43/2012 per tutti i Tecnici che installa-no, riparano, fanno manutenzione,controllo perdite e compilano il regi-stro d’apparecchiatura negli impiantidi refrigerazione, condizionamento epompe di calore contenenti gas refri-geranti HFC fluorurati fortemente dan-nosi all’ambiente in quanto potenti gasad effetto serra, causa dei cambia-menti climatici e del surriscaldamentodel pianeta.L’esame e il corso sono inoltre un’oc-casione molto importante per poterutilizzare attrezzature tarate e certifi-

cate secondo le ultime tecnologie delsettore, quali:– i manometri digitali, che permettonomisure molto più accurate rispettoalle lancette dei manometri analogici;

– i nuovi cercafughe elettronici consensibilità minore di 5g/anno comeda regolamentazione;

– i nuovi manometri digitali, che per-mettono di poter prendere visionecon molta praticità del grado divuoto raggiunto, indispensabile peressere sicuri di aver eliminato dalcircuito sia i gas incondensabili sial’umidità dannosa all’olio del nostrocompressore.

– gli impianti didattici appositamenterealizzati che permettono di verifi-care con la pratica tutti i casi di gua-sto ricorrenti e di predisporre il recu-pero di refrigerante con appositorecuperatore.

– Il recuperatore, che è infatti uno stru-mento indispensabile per recuperarein bombola il gas ancora presentenell’impianto prima di intervenire sul-l’impianto frigorifero e sulle sue tuba-zioni. Lo stesso refrigerante semprepiù costoso, anche in vista di fortitasse che verranno probabilmenteapplicate nei prossimi mesi, potràessere rimesso nello stesso impian-to una volta provveduto alla rimessain funzionamento dello stesso.

Gli stessi corsi sono inoltre occasionedi confronto tra i tecnici e i vari relatoriesperti internazionali del settore riguar-do il futuro della refrigerazione e delcondizionamento con anche una pano-ramica delle prossime regolamentazio-ni e i prossimi fluidi refrigeranti alterna-tivi meno dannosi per l’ambiente.In conclusione per acquisire un’ot-tima professionalità occorre essereconsapevoli, prima di iscriversi alcorso/esame per la certificazione,della importanza dell’ente presso ilquale si consegue la qualifica conl’utilizzo di un’attrezzatura per l’e-same e per il corso che deve esse-re corretta ed adeguata.

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Continua a seguireCentro Studi Galileo su:

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L’IMPORTANZA DI CONSEGUIRELA PROPRIA CERTIFICAZIONE

PRESSO GLI ENTI PIÙPRESTIGIOSI

Teniamo qui a ribadire, in una fase moltodelicata per le certificazioni che richiede aitecnici e agli enti certificatori uno sforzo par-ticolare per adeguarsi alle prescrizioni pro-venienti dall’Europa, l’importanza di sceglie-re al meglio il proprio compagno di viaggioper questa fondamentale crescita professio-nale.Le principali aziende italiane di svariati set-tori e le principali istituzioni internazionali(vedere www.centrogalileo.it) da circa 40anni si avvalgono della specializzazione deidocenti di Centro Studi Galileo per le proprieesigenze formative.Chiunque per se o per la propria famigliasceglie, secondo le possibilità, il percorso distudi e di istruzione il più possibile qualifi-cante.Sappiamo tutti molto bene che le universitànon sono tutte uguali e lampante è l’esempiodegli Stati Uniti dove conseguire un dottora-to ad Harvard o al Massachusetts Institute ofTechnology non si può certo paragonareall’ottenimento di un titolo paritetico pressoistituti statali come il Saint Mary college delNebraska o il Baton Rouge della Louisiana.Anche nella vecchia Europa occorre ammet-tere che è più prestigiosa una laurea pressol’Università di Cambridge o la ScuolaNormale di Pisa rispetto ad una delle tante“università sotto casa” sorte negli anni ’90.Spesso il discrimine sulla scelta avvienesecondo costi e possibilità. Con CentroStudi Galileo conseguirete la vostra forma-zione nella Harvard del Freddo senza doverfar fronte a spese sostanzialmente diverserispetto ad altri e meno qualificati istituti for-mativi.Nonostante l’impiego di docenti di prim’or-dine selezionati in decenni di attività, diattrezzatura di alto livello e di una capillaritàsignificativa grazie alle 15 sedi italiane equindi un’altissima qualità è nostro impe-gno mantenere una politica dei prezzi chefaccia sì che ogni tecnico che voglia avere ilmassimo non debba essere costretto adesborsi eccessivi.Anche questo vuol dire essere i primi comeci è riconosciuto dalla altissime collabora-zioni internazionali con le Nazioni Unite,l’UNEP, il Ministero dell’Ambiente, l’IIR e lemaggiori associazioni mondiale del settoredel freddo.

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L’articolo presenta un sistema apompa di calore acqua-acqua adalta temperatura di mandata,collegato a una rete diteleriscaldamento di nuovaconcezione denominato“TLRF-Sistema innovativo diteleriscaldamento freddo”.Le pompe di calore utilizzano qualesorgente termica a bassatemperatura acqua distribuita conreti del tutto simili a quelle delteleriscaldamento classico. Inanalogia a quanto accade con lesottostazioni di teleriscaldamentotradizionali, le reti così realizzatealimentano le pompe di caloreinstallate nelle centrali termiche insostituzione delle caldaie a serviziodegli impianti condominiali diriscaldamento e produzione ACSesistenti. E’ presentata un’ipotesi diapplicazione nella città diTorino,corredata da analisi energetiche,economiche e ambientali.

INTRODUZIONE

Il presente studio riguarda l’applicazio-ne di pompe di calore acqua-acqua adalta temperatura (Tm ≥ 80°C) ad unimpianto di teleriscaldamento di nuovaconcezione denominato “TLRF-Siste-ma innovativo di teleriscaldamento fred-do”. Questa soluzione prevede che lepompe di calore utilizzino, come sor-gente termica centralizzata a bassatemperatura, acqua distribuita con retidel tutto simili a quelle del teleriscal-damento classico. In analogia a quan-

to accade con le sottostazioni di teleri-scaldamento tradizionali, in questocaso le reti così realizzate alimentanole pompe di calore ad alta temperatu-ra da installare nelle centrali termicheesistenti. Poiché tali pompe di calorepossono produrre acqua a temperatu-ra confrontabile con quella di una nor-male caldaia a combustione, essepossono essere accoppiate anche aitradizionali impianti di riscaldamento aradiatori e, ove previsto, ai sistemicentralizzati di produzione dell’acquacalda sanitaria.Il circuito primario è costituito dunqueda una rete di teledistribuzione diacqua a servizio degli edifici cittadini.Ciascun edificio servito dalla rete ditele distribuzione sarà dotato di unimpianto di riscaldamento centralizza-to composto da uno scambiatore apiastre il cui primario è collegato aglistacchi della rete di teledistribuzione eil cui secondario è collegato all’evapo-ratore di una pompa di calore ad altatemperatura il cui condensatore è col-legato all’insieme di tutti gli impiantimeccanici ed elettrici preesistentiall’interno dell’edificio.

DESCRIZIONE DEL SISTEMA

Sorgente termicaa bassa temperaturaSi tratta di individuare una sorgente diacqua a bassa temperatura centraliz-zata avente capacità sufficiente apoter soddisfare tutti gli evaporatoridelle pompe di calore servite.Possono essere utilizzate varie sor-

genti quali, ad esempio, mare, laghi,fiumi, rogge, canali, navigli, pozzidismessi, acque di prima falda, collet-tori principali di acquedotti civili edindustriali, collettori fognari, anelli diacque industriali, ecc.La soluzione con acqua di falda pre-vede la realizzazione di un pozzo inprima falda all’interno del quale vieneinstallata una pompa sommersa. Lapompa dovrà avere portata sufficientea soddisfare i fabbisogni di tutte lepompe di calore tele-servite tenendoconto di un salto di temperatura neglievaporatori compreso fra 3 e 5 °C. Laprevalenza dovrà invece essere taleda vincere il salto geometrico globale,nonché tutte le perdite di carico incon-trate (tubazioni, evaporatori, ecc.).La soluzione con acqua di mare pre-vede l’installazione di una pompa som-mersa a qualche metro di profondità inacqua marina con portata sufficiente asoddisfare i fabbisogni di tutte le pompedi calore tele-servite tenendo conto diun salto di temperatura negli evapora-tori compreso fra 3 e 5 °C. La prevalen-za dovrà invece essere tale da vincereil salto geometrico globale, nonchétutte le perdite di carico incontrate(tubazioni e scambiatore).L’acqua marina attraversa il primariodi uno scambiatore in titanio e vienerigettata in mare leggermente piùfredda. La rete di tele distribuzioneparte dal secondario di detto scam-biatore e distribuisce l’acqua a tuttele pompe di calore presenti in campo.Ovviamente questa soluzione devetener conto di tutti gli accessori atti aminimizzare la formazione di incro-

Speciale energie rinnovabili nel condizionamento

Conversione da impianti tradizionalia pompe di caloreRetrofit di impianti di riscaldamento esistenti conpompe di calore acqua-acqua ad alta temperaturaalimentate da reti idriche a bassa temperatura

MARCO MASOERO, CHIARA SILVI GIANFRANCO PELLEGRINI

Dipartimento Energia, Politecnico di Torino AREA Science Park,TriesteMarco Masoero

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stazioni, alghe, corrosioni, ecc.La soluzione con utilizzo di acqua diacquedotto prevede l’installazione diuna pompa di sovrapressione con por-tata sufficiente a soddisfare i fabbiso-gni di tutte le pompe di calore tele ser-vite tenendo conto di un salto di tem-peratura negli evaporatori compresofra 3 e 5 °C. La prevalenza dovrà inve-ce essere superiore alla pressione diacquedotto (in modo da consentire lare-immissione), nonché tutte le perditedi carico incontrate (tubazioni e scam-biatore). L’acqua di acquedotto attra-versa il primario di uno scambiatorealimentare e viene reimmessa inacquedotto leggermente più fredda.Questa soluzione prevede la realizza-zione di stacchi dai collettori in corri-spondenza degli edifici da servire.

Rete di teledistribuzioneSi tratta di reti del tutto simili a quelledi teleriscaldamento classiche, con ladifferenza che, anziché tubazioni prei-solate, si poserebbero tubazioni inPEAD non coibentate. Dette reti,rispetto a quelle da teleriscaldamentoclassico, oltre ad essere molto menoinvasive, risultano decisamente menocostose da realizzare. Elenchiamoalcuni vantaggi del teleriscaldamentofreddo rispetto a quello tradizionale:� la delocalizzazione delle pompe dicalore presso le utenze finali con-sente di far circolare nella reteacqua a bassa temperatura, evitan-do le costose coibentazioni dei tubie facilitando la posa della rete;

� non sono necessari forti investimen-ti iniziali per la centrale di produzio-ne termica;

� gli interventi sono frazionabili e mo-dulabili nel tempo, anche in funzionedelle risorse economiche disponibili;

� costo delle infrastrutture e della retedecisamente inferiore (tubi daacquedotto non isolati, quindi nientesaldature TIG doppia passata concontrolli a raggi X, profondità di posainferiori, larghezze di scavo moltoinferiori, tubazioni e pezzi specialimolto meno costosi, ecc.);

� costi di gestione e manutenzioneimpianti molto bassi;

� eventuali guasti e fermate in centra-le non si ripercuotono su tutte leutenze;

� dispersioni termiche di rete inesi-stenti, in particolare per la produzio-ne di acqua calda sanitaria nei mesiestivi;

� almeno i 2/3 dell’energia provengo-no da fonti rinnovabili.

Il TLR tradizionale porta indubbi van-taggi ambientali per il microclima citta-dino, potenziali vantaggi economiciper gli utenti finali ed eventuali benefi-ci energetici, se si recupera cascame;provoca però anche contrasti politici esociali a causa dei lavori per la realiz-zazione della rete di distribuzione checomportano disagi al transito e alla cir-colazione nelle zone interessate. Altroproblema si ha qualora il calore non siarecuperato da processi esistenti(cascame) e lo si debba produrre local-mente con le relative emissioni inqui-nanti. Questi problemi sono in buonaparte superati con il TLR a freddo.La realizzazione della rete di distribu-zione acqua è estremamente più sem-plice, veloce e molto meno invasiva,con una notevole riduzione dei disagi

per i cittadini. Inoltre non richiede alcu-na centrale di produzione di calore enon esiste il problema di dover recu-perare il cascame termico prodottodalla centrale. Infine almeno il 70%dell’energia è sicuramente geotermicao idrotermica e rinnovabile.Lo scopo di questa realizzazione edella relativa sperimentazione èdimostrare la fattibilità tecnica di sfrut-tare inizialmente tutte le infrastruttureurbane esistenti in grado di fornireacqua (collettori principali acquedotti-stici e fognari, canali sotterranei, pozzidismessi, ecc.) e successivamente ipo-tizzare di realizzare nuove infrastrutturein grado di tele distribuire acqua attintada sorgenti centralizzate (falde sotter-ranee, rogge, fiumi, laghi, mare, ecc.).Si tratta dunque di sistemi che consen-tono di utilizzare le pompe di calore adalta temperatura in modo diffuso in tuttii contesti cittadini.Un’altra possibile applicazione prevedelo sfruttamento dei canali e bealere pre-senti sotto le città. In particolare, aTorino esistono sette distinti manufattipotenzialmente idonei a tale scopo. Inquesto studio si sono considerate alcu-ne ipotesi di sfruttamento di collettorifognari:Collettore fognario di Piazza Sofia aTorino. Sotto Piazza Sofia a Torino sitrova un collettore fognario che porta2-4 m3/s. Si tratta di acqua che, per viadella temperatura mai inferiore a 28 –30 °C, garantisce alle pompe di calorerendimenti molto elevati con evidentivantaggi in termini di risparmio ener-getico/economico e riduzione delleemissioni nocive in atmosfera.Impianto di depurazione di CastiglioneTorinese. Si tratta di un impianto ingrado di trattare 225.000.000 m3/anno.Anche in questo caso si tratta di acquatiepida e quindi ad elevato rendimentoche potrebbe essere utilizzata adesempio per il riscaldamento conpompe di calore ad alta temperaturadei condomini di Castiglione Torinese.Si tenga conto che le pompe di caloreraffreddano l’acqua, quindi l’acquasfruttata energeticamente verrebbescaricata nel Po a temperature inferio-ri rispetto a quelle attuali. Ciò costitui-sce un evidente beneficio ambientale,soprattutto in quei periodi dell’anno incui il Po ha portate molto basse ediviene difficile rispettare i vincoliimposti dalla legge Merli.

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Infine, sempre nell’esempio di Torino,oltre alle bealere, canali sotterranei,pozzi dismessi, collettori acquedottisti-ci principali e collettori fognari, sareb-be naturalmente possibile utilizzarecon gli stessi criteri anche i fiumi Po,Ceronda, Stura, Dora, Sangone, ecc.

Sottocentrali negli edificiAll’interno delle centrali di ciascun edi-ficio sono presenti gli scambiatori apiastre e le pompe di calore. L’acquaproveniente dalla sorgente idrotermi-ca viene veicolata verso l’edificiomediante tubazioni sotterranee fino araggiungere le pompe di calore instal-late all’interno degli edifici. E’ possibilecollegare ad una stessa sorgente unnumero massimo di edifici sino al rag-giungimento della portata massimaemungibile da detta sorgente. L’acqua,in uscita dalle pompe di calore ad altatemperatura, viene successivamentescaricata in fogna bianca o reimmessain falda o ancora evacuata in acquasuperficiale fluente.

CONSIDERAZIONI ECONOMICHE,ENERGETICHE ED AMBIENTALI

Per ragioni di sintesi, nelle considera-zioni che seguono abbiamo limitato leanalisi al caso di:� pompe di calore da 100 kWt cadau-na tutte uguali;

� caldaie esistenti tutte uguali e tuttealimentate a metano da installare suedifici tipo da 30.000 m3 tutti uguali;

Il costo è stato suddiviso in tre compo-nenti in modo da evidenziare che:� il costo della rete di distribuzione del-l’acqua fredda risulta costante eindipendente dal numero di genera-tori termodinamici da installare edha un peso sempre più marginale alcrescere di generatori installati: già apartire da 20 macchine installatediventa trascurabile (Fig. 1);

� il costo degli allacciamenti, pur es-sendo variabile, risulta del tutto tra-scurabile;

� il costo delle centrali termiche costi-tuisce la voce più cospicua, quindil’investimento, per la più parte, va afinanziare la fornitura e posa di gene-ratori termodinamici, il che è un forteincentivo alla riconversione ed allacrescita delle aziende coinvolte nelprogetto.

Si può notare che il risparmio atteso èinteressante (Fig. 2): nel caso di instal-lazione di 100 generatori da 100 kWt,si passa da una spesa annua percombustibile di circa 950 k€ a unaspesa elettrica di 600 k€. Si noti checonservativamente si è omesso il con-fronto relativo alle spese di conduzio-ne che sarebbero anch’esse netta-mente a favore dei generatori termodi-namici per le seguenti ragioni:� richiedono molta meno manutenzio-ne delle caldaie

� non necessitano di terzo responsa-bile

� non sono soggetti alle prescrizionidei VVF

� non sono soggetti alle prescrizioniISPESL

Nel caso esaminato i consumi annui dienergia primaria subiscono una ridu-zione da circa 1160 TEP a circa 870TEP (Fig. 3). Le emissioni inerenti aigeneratori termodinamici sono natu-ralmente quelle prodotte nei luoghi incui viene generata mediante utilizzo dicombustibili fossili l’energia elettricanecessaria alla loro alimentazione.Localmente le emissioni invece siannullano completamente. E’ impor-tante sottolineare ciò in quanto l’effet-to delle emissioni sul microclima citta-dino è molto più nocivo di quello pro-dotto nei luoghi di produzione dell’e-

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Figura 1 – Andamento degli investimenti

Figura 2 – Analisi economica (spesa annua)

GENERATORI TERMODINAMICIAndamento degli investimenti

GENERATORI TERMODINAMICIAnalisi economica

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nergia elettrica che sono stati sceltiproprio perché hanno caratteristicheambientali che li rendono idonei. Lasoluzione proposta permette una ridu-zione di emissioni globali di CO2 da2700 a 1850 ton/anno (Fig. 4) e diNOx da 3,5 a 2,8 ton/anno (Fig. 5).

CONCLUSIONI

Il teleriscaldamento a freddo contribui-sce a ridurre l’inquinamento cittadinodovuto al riscaldamento. E’ sufficientesostituire le caldaie degli impianti tra-dizionali a radiatori senza la necessitàdi costosi interventi di ristrutturazionesugli edifici e sugli impianti. Il primomercato di riferimento è costituito dagliedifici urbani esistenti (condomini, edifi-ci storici, scuole, ospedali, etc.) e daquelli industriali/commerciali. Tuttavia ilsuo utilizzo presenta notevoli vantaggianche su nuove installazioni quandoc’è necessità di impianti di riscalda-mento a bassa inerzia termica.I principali vantaggi sono di tipo eco-nomico, gestionale, energetico edambientale. Il maggior costo di instal-lazione iniziale, rispetto alle caldaietradizionali, è compensato, negli anni,dai risparmi sul costo annuo di gestio-ne energetica (35÷60%), soprattuttodovuto al minor costo della bollettaelettrica rispetto a quella del combusti-bile, ma anche alla riduzione dei costidi gestione (terzo responsabile, manu-tenzione ordinaria e straordinaria,analisi combustione, ecc.).In Italia, nell’ipotesi dei costi attuali dienergia elettrica e combustibili fossili ilpayback è di 3÷5 anni, a seconda delcombustibile e delle condizioni di instal-lazione. Detti risparmi economici sonodovuti, oltre che alla bolletta, anche airidotti costi di esercizio per via delle esi-genze di manutenzione fortementeridotte, dell’eliminazione di permessi everifiche VVFF e ISPESL, ecc.Dal punto di vista energetico, almeno il70% dell’energia è rinnovabile e dun-que, attinta gratuitamente dalla naturae, se il fornitore di energia elettrica siapprovvigiona in parte o integralmenteda fonti rinnovabili, tale percentualeaumenta conseguentemente. Infine,dal punto di vista ambientale, “Zeroemissioni in loco” contribuiscono arisolvere il grave problema dell’inquina-mento dei microclimi cittadini.

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Figura 3 – Analisi energetica (TEP risparmiati).

Figura 4 – Riduzione emissioni CO2

Figura 5 – Riduzione emissioni di NOx

EmissioniC

O2[tonn/anno]

EmissioniN

Ox[tonn/anno]

GENERATORI TERMODINAMICIAnalisi energetica - TEP risparmiati

GENERATORI TERMODINAMICIAnalisi ambientale - riduzioni emissioni globali CO2

GENERATORI TERMODINAMICIAnalisi ambientale - riduzioni emissioni globali di NOx

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L’uso della CO2 (R-744) comerefrigerante nelle varieapplicazioni sta aumentando. Irecenti progressi nel campo deicomponenti e dei sistemicontribuiranno a un ulterioresviluppo. Un rendimento piùcompetitivo e migliore a livelloenergetico e con un impattoambientale più basso rispetto adaltre alternative, rappresenta unimportante criterio perun’ulteriore espansione. Questodocumento tratta alcuni degliultimi progressi.Le restrizioni sull’uso deirefrigeranti sintetici entreranno invigore in alcuni paesi. C’è bisognodi refrigeranti naturali alternativiche permettano un investimentoin sistemi efficienti direfrigerazione, che non debbanoessere adeguati in futuro in base anuove legislazioni.Sono stati progettati sistemi cheusano l’R744 come unicorefrigerante e all’inizio del 2012esistevano più di 1300supermercati in Europa (Shecco2012) soprattutto nei paesi nordicie dell’Europa Centrale. Inqualunque modo, i sistemi R744attualmente installati hanno unampio potenziale di svilupporiguardo al rendimentoenergetico, al recupero energeticoe al costo di rendimento.I supermercati rappresentano lacategoria di edifici con il più altoconsumo energetico; le loroinstallazioni richiedono una

grande quantità di energiaprimaria. Ogni sforzo rivolto amigliorare il rendimentoenergetico di questi sistemi riducei costi dei proprietari dei negozi eaiuta a ridurre i problemi inerentiai picchi di potenza per i fornitoridi energia elettrica. Oltre al loroimportante consumo energeticol’impianto contribuisce ancherelativamente alle grandiemissioni dirette di gas ad effettoserra (GHG) per le emissioni deirefrigeranti dagli impianti direfrigerazione e quelle provenientidai sistemi d’aria condizionatainstallati.La grande maggioranza di questisistemi, che sono installati neisupermercati europei, stannoutilizzando l’HFC-404A comefluido operativo. La media annualedi perdite in Europa è del 15-20%della carica totale.A livello mondiale la cifra è del30% e l’HCFC-22 (R22) continuaad essere il principale refrigerantein uso.Questo documento si concentreràsu due recenti progressitecnologici; i compressorimonofase R744 con portata divolume variabile nella scala da 18a 90 m3/h, e quelli progettati conl’attenzione rivolta all’altorendimento. In secondo luogo,verrà descritto un eiettoreintegrato al sistema R744, chemigliora il COP del sistema conR744 fino a un 20% ad altetemperature di lavoro.

INTRODUZIONE

Dalla reintroduzione dell’anidride car-bonica (R744) come fluido operativoda parte di Lorentzen et al(1992/1994/1995), sono stati ottenutimolti vantaggi nelle applicazionimobili e fisse che vanno dalle pompedi calore, ai sistemi d’aria condiziona-ta a quelli di refrigerazione.Durante gli ultimi 20 anni la disponibilitàdei componenti per le applicazionifisse R744 sono migliorate enorme-mente, comunque, continua a esser-ci il bisogno per ulteriori progressi perraggiungere la stessa gamma divarietà per i componenti poiché pro-gettati per i refrigeranti a bassa pres-sione. Neksa et al. (2010) rivedealcuni dei fondamenti, sviluppi eapplicazioni dove l’R-744 sta diven-tando un’alternativa.Negli ultimi 30 anni i supermarketsono stati costruiti solitamente all’in-terno dei centri commerciali.Ci sono oltre 111 milioni di m2 di cen-tri commerciali sparsi per l’UnioneEuropea. La quantità e le dimensionidei supermercati e centri commercialiaumenterà in futuro, per via dell’au-mento della popolazione e del livello divita più elevato in tutta l’Europa.Di conseguenza, se non si prenderan-no delle misure significative peraumentare il rendimento energetico,l’aumento nelle aree dei supermercatiaventi impianti di raffreddamento e con-gelamento comporterà un tremendoaumento dell’uso energetico totale.Per esempio, una diminuzione del25% nell’uso energetico totale per i

ARMIN HAFNER, PETTER NEKSÅ, ANNE KARIN T. HEMMINGSEN

SINTEF Energy Research,Trondheim, Norvegia

I risultati di rendimentoenergetico più recenti nellarefrigerazione con l’R744

Speciale nuovi refrigeranti alternativi

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centri commerciali porterà a un rispar-mio di circa 14000 GWh.Inoltre, le misure di rendimento ener-getico nel settore del supermercatodaranno un sostanziale contributoall’obiettivo europeo del 2020.Durante l’ultimo decennio, ci sonostati enormi sviluppi dei sistemi direfrigerazione transcritici R-744 per isupermercati in Europa, con unnumero, censito nei primi mesi del2012, di installazioni di 1300. Lamaggior parte di queste sono stateinstallate in Germania e nel Norddell’Europa.La tecnologia adesso, in qualsiasicaso, si sta diffondendo in tutto ilmondo, esempio in Australia e StatiUniti. Un’importante caratteristica perl’R-744, è che è ben adatta all’inte-grazione di sistemi per il recupero delcalore, dell’aria condizionata e dellaventilazione. Inoltre, è ben adatto aisistemi con accumulo di energia geo-termica. Tutto ciò potrebbe contribui-re a un rendimento energetico piùalto del sistema energetico totale delsupermercato.

Progressi del compressoread alto rendimento

Per poter effettuare studi di Ricerca eSviluppo sui nuovi sistemi R-744 abuona efficienza energetica, sonostati costruiti e installati nei laboratoridi SINTEF e NTNU a Trondheim uncompressore flessibile e uno scambia-tore di calore di prova. Questi permet-tono un’accurata ricerca della maggio-re capacità dei componenti per R744come i compressori, scambiatori dicalore, strumenti di espansione e direcupero del lavoro. La potenza elettri-ca massima in entrata al compresso-ne è di 100 kW. Diversi scambiatori dicalore a piastre si utilizzano comedispositivi di base in grado di ricercarele condizioni reali del sistema nellagamma di pressione dal punto triplo dipressione alle pressioni massime dicondensazione di 130 bar per l’R-744.Si sta testando un nuovo compresso-re ad alto rendimento. I principalimiglioramenti e sforzi fatti nel progres-so dei compressori sono inerenti a:� Un’accurata separazione dell’olio

all’interno del motore elettrico sullato dell’aspirazione del compresso-re.

� Integrazione di un motore magneticopermanente.

� Gestione del calore intelligente perevitare un indesiderato trasferimen-to di calore dalle parti calde a quellepiù fredde del compressore.

� Valvole avanzate in grado di operaresu una grande scala di giri rpm.

� Sistemi con una tenuta migliore delcilindro per ridurre il fluido che passaattraverso il pistone (il blow by delpistone).

� Sistema sofisticato di equalizzazionedi pressione interna tra l’aspirazionee i volumi della carcassa del motore.

I dati del principale compressore ven-gono mostrati nella tabella 1, mentrela figura 1 è la foto di un compresso-re R744 con 6-cilindri ad alta presta-zione.

Installazione sperimentalee risultati:

I primi risultati sperimentali ottenuti a1500 rpm, con una pressione di con-densazione di 80 bar e un surriscalda-mento di 10 K all’entrata del compres-sore vengono mostrati nella figura 2Ae 2B. Come riferimento, sono statimessi a punto nelle figure anche ivalori misurati dei due compressoriR744 provenienti da conosciute casecostruttrici.I compressori di riferimento erano giàin commercio, tuttavia, la loro cilindra-ta era solamente di circa 33% rispettoall’unità a 6-cilindri progettata recente-mente.L’efficienza globale mostrata nellafigura 2A viene illustrata nell’equazio-

Table 1. Dati del principale compressore.

Value / Gamma

Altezza x larghezza x lunghezza [mm] 500 x 440 x 830

Peso [kg] 286

Capacità volumetrica [m3/h] 12-90

Cilindrata [cm3] 380

Consumo massimo energetico [kW] 100

Rivoluzioni per minuto [rpm] 500 - 4000

Gamma di frequenza [Hz] 33 - 267

Figure 1.Compressore R744.

NOMENCLATURACOP Coefficiente di prestazione (-)etaoverall Efficienza totale del compressore (-)etavol Efficienza volumetrica del compressore (-)mtotal Portata di massa (kgs-1)n Frequenza del compressore (Hz)Pelec Consumo energetico del compressore, escludendo le perdite del convertitore (W)Pis Consumo energetico isoentropico (W)R744 CO2

VH Volume generato / cilindrata del compressore (m3)∆his Differenza di entalpia isoentropica; entalpia all’uscita del compressore

Entalpia all’ingresso del compressore (kJkg-1)ρ1 Densità del refrigerante all’ingresso del compressore (kgm-3)

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ne 1. La quantità di flusso totale è lasomma del flusso del refrigerante +del flusso del lubrificante non bloccatodal nuovo sistema di separatore inter-no dell’olio. La differenza di entalpiaisentropica è calcolata come la diffe-renza tra l’entalpia isentropica allapressione di mandata (entropia all’in-gresso del compressore) meno l’ental-pia all’entrata del compressore. Il con-sumo energetico è misurato, mentre leperdite nel convertitore di frequenzanon sono incluse.

L’efficienza volumetrica mostrata nellafigura 2B viene illustrata nell’equazio-ne 2. La densità è calcolata sulla basedelle misurazioni della temperatura edella pressione nel lato di aspirazionedel compressore.

Le misurazioni iniziali indicano unmiglioramento significativo dell’effi-cienza ottenuto con il nuovo compres-sore R744 a 6-cilindri. In questi primirisultati il miglioramento è soprattuttodovuto al motore permanente magne-tico e ai possibili effetti delle dimensio-ni del compressore, siccome è stataapplicata una comune valvola e unacomune fascia elastica sul pistone.Pertanto ci si può aspettare un ulterio-re miglioramento dell’efficienza totalee volumetrica quando vengono usatisistemi in fase di sviluppo.

Un’altra importante caratteristica è chela diminuzione dell’efficienza totale conindici di pressione più alti è relativa-mente minore rispetto ai compressoriavanzati già in commercio, comemostra la figura 2 in cui si nota che ilnuovo sistema ha un grande potenzia-le quando viene usato con le pompe dicalore, potrebbe essere opportuno pervia degli elevati salti di pressione.La figura 3 mostra la variazione del-l’efficienza totale con l’indice di pres-sione. La condizione ottimale, es. ivalori più alti di efficienza totale conl’attuale valvola di pilotaggio sonoottenuti tra 1200 e 2000 rpm. Quandosi analizzano i profili di carico dei nor-mali sistemi di refrigerazione come nelcaso della refrigerazione commercia-le, l’80% dell’operazione del compres-sore potrebbe avvenire in queste con-dizioni, es. si potrebbe raggiungere unalto COP che determini un alto rendi-mento energetico del sistema totale.Questo modello di compressore puòaiutare l’industria e l’utente a raggiun-gere il prossimo livello per migliorare ilrendimento energetico delle installazio-ni che contengono pompe di calore. Lepompe di calore ad alta temperatura ei grandi impianti commerciali di refrige-razione sono potenziali applicazioni perquesto compressore ad alta efficienza.

Come integrare eiettori noncomandati per migliorare l’efficienzaenergetica dei sistemi R744 adelevate temperature ambiente?

L’efficienza energetica e l’affidabilitàdei sistemi R744 sono i fattori chiave

per aver successo e diventare unasoluzione globale per le applicazionidei supermercati, per le unità di refri-gerazione nelle applicazioni mobili(camion e container) e le pompe dicalore in generale. La figura 4 mostrail COP del sistema a HFC e dei siste-mi commerciali a R744 in funzionedella temperatura ambiente fornita daun produttore leader dei dispositivi peri supermercati.A elevate temperature le soluzionicon sistemi HFC richiedono un po’meno energia rispetto agli attualisistemi Booster R744 per fornire lacapacità di raffreddamento richiesta.Pertanto, esiste il cosiddetto “equatorCO2”, l’equatore della CO2 in tutto ilSud Europa, dove la media della tem-peratura annuale è di 20 °C. Adesempio a sud dell’equatore dellaCO2 i sistemi R744 Booster hannoefficienze energetiche più basserispetto ai sistemi HFC.

Come si può migliorare l’efficienzadei sistemi R744 quando si è inpresenza di alte temperature?È possibile spostare “l’equatoredella CO2” in Africa?

Applicare eiettori transcritici R744 nelsistema di refrigerazione è uno deimetodi più promettenti per aumentarel’efficienza del sistema e ridurre le per-dite dovute alla regolazione della val-vola (Elbek e Hrnajak (2008) e Elbel(2011)). Inoltre, per la semplicità dellacostruzione degli eiettori (senza partimobili) confrontata con gli espansori,per il loro basso costo e l’adeguata

Figure 3.Efficienza misurata nelle varie

velocità di rivoluzionedel compressore.

Figure 2A.Efficienza totale misurata.

Figure 2B.Efficienza volumetrica misurata

del compressore a R744.

Effic

ienza

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Effic

ienza

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efficienza potrebbero risultare in unaveloce introduzione sul mercato.Gli eiettori a due fasi utilizzano par-zialmente il lavoro d’espansione quan-do il refrigerante ad alta pressione èregolato con un ugello mobile all’inter-no dell’eiettore. L’eiettore spinge il flus-so della massa a bassa pressionedegli evaporatori a un livello di pres-sione più alto, in un separatore.L’energia cinetica è usata per accele-rare il flusso del refrigerante lungo glievaporatori. Nella camera di miscela-zione dell’eiettore i flussi del fluidoeguagliano la loro velocità, che è tra-sferita ad un livello di pressione piùalto, rispetto alla pressione di aspira-zione, all’interno del diffusore dell’eiet-tore. Innalzamenti di pressione di oltre

5 bar possono essere raggiunti conragionevoli rapporti di trascinamento.Questo significa che la pressione diaspirazione del compressore è mag-giore rispetto a un sistema senza eiet-tori che riduce di nuovo la pressione eil lavoro richiesto. Di conseguenza puòessere raggiunto un COP più alto conun eiettore su sistema R744 rispetto aun sistema normale booster R744.La figura 5 mostra il circuito possibiledi un nuovo sistema di refrigerazionecommerciale, che include eiettori noncontrollati e con diverse geometrie,che permette di utilizzare eiettori stan-dard. I diversi ugelli mobili, controllaticon valvole di intercettazione on/off,controllano la fase di alta pressione aseconda della temperatura ambiente

o dei requisiti di carico, es. far funzio-nare il sistema di refrigerazione conun COP ottimale.I compressori MT (media temperatu-ra) sono collegati al separatore attra-verso gli eiettori, la pressione d’aspira-zione è inoltre molto più alta rispetto aun normale sistema R744 booster,dove i compressori sono collegatiall’uscita degli evaporatori. Gli eiettorisi usano per mantenere una certa dif-ferenza di pressione tra la pressionemedia del ricevitore (2) lungo gli eva-poratori MT e il separatore (1). Vienemantenuta una pressione del liquidoadeguata che fornisce pressione peralimentare gli evaporatori. Questo rap-presenta un recupero di lavoro direttodell’espansione che non è normal-mente utilizzata=perdita; più alta è latemperatura ambiente es. la tempera-tura di ritorno del refrigerante ai dispo-sitivi di espansione, più alto è il lavorodisponibile che può essere recuperatodurante l’espansione con un eiettore.A basse e medie temperature ambien-te il lato di alta pressione ottimale èbasso, es. è scelta una modalità sub-critica dei sistemi R744 Booster. Inquesto caso si riduce la capacità diaumento della pressione degli eiettori,siccome può essere recuperato menolavoro dall’espansione. Inoltre uno (opiù, dipende dalla dimensione delsistema) dei compressori MT (rpm-controllato, chiamato compressored’ausilio, “MT Comp. 1” nella figura 5)può essere collegato/spento all’uscitadel vapore del ricevitore a media pres-sione (2) per comprimere il vaporedirettamente nel lato di alta pressione.Questo riduce il rapporto di trascina-mento degli eiettori, che supporta glieiettori nel mantenere il necessarioinnalzamento della pressione del refri-gerante tramite l’eiettore nel separato-re.(1)Il controllo corretto dell’olio può esse-re fatto nel separatore lungo gli eietto-ri. Questa soluzione garantisce la dif-ferenza della pressione costante tra ilseparatore e il ricevitore, es. il sistemaproposto può essere usato in qualsia-si zona climatica.Le simulazioni del sistema intensivo ei risultati degli esperimenti hannomostrato che la prestazione (COP) deisupermercati aventi un sistema R744con eiettore aumenta in modo significa-tivo fino al 20% nelle alte temperature,

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Figure 4.Confronto COP tra di versi sistemi in funzione di diverse temperature ambiente.

Finckh et al. (2011)

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come è stato dimostrato da Girotto2012. La prestazione eccellente deisistemi R744 a basse temperatureambiente può essere mantenuta conun eiettore.Non è disponibile nessuna applicazio-ne brevettata in grado di proteggerel’uso del principio di controllo principaleutilizzando un compressore ausiliare,che permetta un’alta prestazione deglieiettori che comprimono il vaporedurante tutte le condizioni limite.Questo sistema può anche essereapplicato per altri sistemi R744 a com-pressione di vapore e può rappresen-tare una sfida nel campo dell’ efficien-za ad alte temperature ambiente (ritor-no del refrigerante): pompe di caloreper il condizionamento di locali e letemperature dell’acqua alte, le appli-cazioni mobili (camion e contanier) echiller.

Prossime generazionidi evaporatori R744

L’efficienza energetica di tutti i tipi disistemi di refrigerazione commercialeR744 potrebbe essere significativa-mente migliorata se gli evaporatoriMT- sono riprogettati per più alte pres-sioni di evaporazione e valori più bassidi surriscaldamento. Si dovrebbe con-siderare un adattamento delle superfi-ci del trasferimento di calore.La maggior parte degli attuali sistemidi refrigerazione commerciale R744sono progettati per mantenere uncerto surriscaldamento negli evapora-tori. Tradizionalmente questa deve

essere una pratica comune per pro-teggere i compressori dalle sacche diliquido. Comunque, quando si utilizzaun R744, ogni grado aggiuntivo di sur-riscaldamento nell’evaporatore MTrichiede una pressione di aspirazionedi un bar più basso per il compresso-re, la maggiore penalità dl surriscalda-mento è la riduzione dell’efficienza delsistema per via dell’inefficiente trasfe-rimento di calore quando si occupauna grande superficie dello scambia-tore di calore per fornire surriscalda-mento. Questo porta a una riduzionetotale dell’efficienza e aumenta il biso-gno di energia, siccome la temperatu-ra di evaporazione è più bassa. Se gliscambiatori di calore sono adatti saràpiù alta la temperatura di evaporazio-ne in paragone agli attuali progetti, es.le pressioni all’uscita dell’evaporatoreal di sopra dei 30 bars (-5 °C) con tem-perature medie sono possibili.L’eiettore del sistema R744 mostratonella figura 5 può essere fornito didispositivi d’espansione non sofisticatiche potrebbero leggermente sovrali-mentare gli evaporatori con il refrige-rante. Il liquido refrigerante lungo glievaporatori è raccolto nel ricevitore dimedia pressione.

Sommario

Importanti miglioramenti a livello diefficienza energetica per i sistemi direfrigerazione R744 e le pompe dicalore sono stati presi in considerazio-ne e quantificati dalle ricerche speri-mentali. Si sta aumentando l’uso

dell’R744 come refrigerante in diverseapplicazioni. Recenti progressi nellosviluppo di componenti e sistemi con-tribuiranno a ulteriori possibilità.È presentato un impianto prova con100 kWel e 400W di capacità di raf-freddamento con possibilità di control-lo multi-funzionale. Consente misura-zioni su scambiatori di calore R744 ecompressori con possibilità di analisidettagliate. I primi risultati sono dimo-strati con un impianto di prova e ilnuovo compressore R744 a 6 cilindri.Attualmente le cremagliere del com-pressore contengono alcuni compres-sori in grado di mantenere le capacitàalte e basse, questo sistema conampia gamma che permette di sosti-tuire alcuni compressori normali conmonocompressori, es. il costo dellacapacità di raffreddamento installata ènella stessa gamma o anche piùbassa.I risultati iniziali indicano che la presta-zione del compressore R744 a 6 cilin-dri comandato da un motore magneticopermanente è vicino alle efficienzesperate come si nota attraverso leaccurate simulazioni. Le efficienze tota-li sono del 76%. Il compressore mostraanche l’efficienza favorevole in unavasta gamma di velocità di rivoluzionedel compressore.Utilizzando un eiettore R744 miglio-rerà la prestazione del sistema deisupermercati in modo significativo finoal 20% ad alte temperature.Questo sistema può essere applicatoalle pompe di calore R744, ai chiller eagli atri dispositivi che affrontano altetemperature di reiezione.Gli evaporatori MT dovrebbero essereriprogettati per pressioni di evapora-zione più alte e valori di surriscalda-mento più bassi per migliorare l’effi-cienza energetica di tutti i sistemi direfrigerazione commerciale R744.L’applicazione dei miglioramenti men-zionati del sistema come il compres-sore altamente efficiente R744 e glieiettori per i sistemi dei supermercatipotrebbe permettere operazioni ener-getiche efficienti anche ad alte tempe-rature e “l’equatore della CO2” puòessere spostato in Africa. Gli stessiconcetti possono anche essere appli-cati per le pompe di calore, chiller ealtri impianti a R744 che lavorano conalte temperature di calore espulso.

Figure 5.Eiettore del sistema R744 con eiettori non controllabili, Hafner et al.

Evaporatoribassa

temperatura

Evaporatorimedia

temperatura

Bassa

Media

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INTRODUZIONE

Nella conformazione a chiocciola, aserpentina o ad anello la posa dellesonde avviene comunque in manieraorizzontale e quindi può avvenire sola-mente su aree dotate di vasta superfi-cie. La scelta di una geometria piutto-sto che dell’altra è praticabile quando siha a che fare con aree con particolarioccupazioni superficiali, ma comunquecon aree di consistenti dimensioni.Come già detto più volte, non sempregli edifici dispongono di pertinenzeampie per cui la posa orizzontale dellesonde non può avvenire secondo ladisposizione orizzontale. Tuttavia, inpresenza di tale vincolo, non sempre èpossibile ricorrere alla disposizioneverticale vuoi per motivi di costi delloscavo, di possibilità di eseguire trivel-lazioni profonde o di altri fattori contin-genti.

In tali situazioni, allora, parrebbeimpossibile posizionare gli scambiatorinel terreno. Per ovviare a queste pro-blematiche si può ricorrere a particolaritipi di posa delle sonde oppure avvaler-si di particolari sonde molto compatteche permettono di evitare scavi inprofondità e comunque di posizionarele sonde in maniera orizzontale pur inristretti spazi a disposizione.

SCAMBIATORI A SPIRALE

Per contenere le dimensioni degliscambiatori orizzontali si può pensaredi avvolgerli a spirale. In questo modo,anzichè avere uno sviluppo longitudi-nale molto esteso è possibile realizza-re una posa contenuta in spazi ridottisenza per questo perdere in potenzatermica di scambio.Con tale soluzione le sonde vengonoavvolte su loro stesse e, a seconda

Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF

Principi di basedel condizionamento dell’aria146ª lezioneParticolari scambiatori per le pompe di caloregeotermiche per la posa in aree di piccole superfici

(Continua dal numero precedente)PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOQUARANTASEIESIMALEZIONE DI BASE SULCONDIZIONAMENTO DELL’ARIA

Continuiamo con questo numero ilciclo di lezioni di base semplificateper gli associati sulcondizionamento dell’aria, così comeda 15 anni sulla nostra stessa rivistail prof. Ing. Pierfrancesco Fantonitiene le lezioni di base sulle tecnichefrigorifere.Vedi www.centrogalileo.it.Il prof. Ing. Fantoni è inoltrecoordinatore didattico e docente delCentro Studi Galileo presso le sedidei corsi CSG in cui periodicamentevengono svolte decine di incontri sucondizionamento, refrigerazione eenergie alternative.In particolare sia nelle lezioni in aulasia nelle lezioni sulla rivista vengonospiegati in modo semplice ecompleto gli aspetti teorico-praticidegli impianti e dei loro componenti.

È DISPONIBILELA RACCOLTA COMPLETA

DEGLI ARTICOLIDEL PROF. FANTONI

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È vietata la riproduzione dei disegni suqualsiasi tipo di supporto.

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delle esigenze o dei vincoli che biso-gna rispettare, possono essere posa-te adagiate al terreno oppure dispostein posizione verticale, sempre comun-que a profondità molto esigue.Nella figura 1 si possono notare le duediverse conformazioni: la scelta puòricadere sull’una o sull’altra tipologia aseconda anche delle dimensioni delloscavo che si intende o che si può ese-guire. Nella disposizione parallela alterreno la trincea di posa ha unaprofondità molto ridotta ma risultaessere più ampia del caso di disposi-zione perpendicolare al terreno, dove

è necessario eseguire uno scavo leg-germente più profondo per poter collo-care la spirale in altezza.Nella posa parallela l’ampiezza delloscavo deve essere leggermente supe-riore a quella del diametro della spira-le, che può essere di 1-1,5 metri. Lespirali vengono formate avvolgendo inmaniera non eccessivamente serratale tubazioni.Nella posa verticale la profondità delloscavo deve essere superiore a quelladel diametro della spirale in modo taleche la parte superiore della spiralestessa non venga a trovarsi troppo

vicina alla superficie del terreno inmodo tale da evitare che essa possarisentire in maniera eccessiva dellevariazioni stagionali della temperaturacui sono soggetti gli strati più superfi-ciali del terreno.

VANTAGGI E SVANTAGGIDEGLI SCAMBIATORI A SPIRALE

Con la disposizione a spirale è possibi-le scambiare maggiori quantità di calo-re rispetto al caso in cui le sonde hannosviluppo lineare. Mediamente si puòaffermare che per ogni metro lineare ditrincea scavata è possibile posizionarecirca 10 metri di sonde: tale rapporto,però, deve tenere conto ovviamentedelle caratteristiche di scambio del ter-reno e della profondità di posa.Una delle problematiche da affrontare,sia in fase di progettazione ma anchein fase di esercizio della pompa dicalore, è la quantità di spire che è pos-sibile realizzare per ogni metro linearedi terreno, dato che una densità dispire eccessiva può portare ad unaeccessiva sottrazione (o cessione) dicalore al terreno con conseguentieccessive variazioni localizzate dellasua temperatura interna.Questo può portare ad un decadimen-to della potenza di scambio ma anchea delle problematiche per la vegeta-zione che si trova in superficie nellazona soprastante o adiacente l’area diposa. Un campanello d’allarme,durante la fase di esercizio di unapompa di calore geotermica consonde orizzontali, è proprio quellodovuto ad un degrado della vegetazio-ne superficiale (soprattutto l’erba) chepuò essere causato dagli elevati gra-dienti termici causati dal circuito dicaptazione sottostante.Se la posa delle sonde avviene inmaniera ottimale è possibile rispar-miare, a parità di potenza termicascambiata, da 3 a 5 volte di superficiedi posa. Questo, ovviamente, risultaessere un grosso vantaggio proprionel caso in cui non si abbiano a dispo-sizione grandi superfici di pertinenzae, nel contempo, non si possanoinstallare le sonde verticalmente.Rimane, comunque, da porre partico-lare attenzione alla fase di posa esoprattutto di riempimento della trin-cea se si desiderano ottenere risultatisoddisfacenti. Infatti durante il riempi-

Figura 1.Tipica disposizione a spirale delle sonde geotermiche

con le due possibili varianti: spirali avvolte parallele alla superficiedel terreno e spirali avvolte in direzione perpendicolare

alla superficie del terreno.

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mento della trincea va posta particola-re attenzione al fatto che il materiale diriempimento vada ad occupare tutti gli

spazi, anche quelli compresi all’inter-no delle spirali, altrimenti le sacche diaria che rimangono intrappolate con-tribuiscono a peggiorare notevolmentel’efficienza degli scambi.Questa attenzione va posta particolar-mente nel caso il materiale di riempi-mento sia costituito da terreno grosso-lano, come ad esempio zolle di argilla,o sia ricco di pietrisco di certe dimen-sioni. Anche in questo caso, qualora lapompa di calore dimostri in fase diesercizio di non raggiungere le potenzenominali dichiarate, va accertata labontà e l’accuratezza della posa dellesonde e di come risultano riempite letrincee di posa eseguendo dei piccoliscavi di verifica.Infine va ricordato come la disposizio-ne a spirale delle sonde, richiedendosuperfici di posa inferiori e quindientità degli scavi inferiori, risulti esse-re più conveniente dal punto di vistaeconomico della semplice disposizio-ne orizzontale. Per contro, durante lafase di esercizio, dato che il fluido

deve circolare entro tubazioni curveanzichè lineari, il costo per il suo pom-paggio risulterà essere tanto maggio-re quanto più il diametro delle spiralirisulterà essere piccolo a causa delleperdite di carico che si verificano.

SCAMBIATORI COMPATTI

Sempre nel caso di difficoltà di posadelle sonde a causa degli esigui spazia disposizione si può ricorrere ad unatipologia di scambiatori geotermicicompatti ad alta efficienza. La figura 2mostra un esempio di tale tipo di scam-biatori. Essi hanno dimensioni moltoridotte (2 metri di altezza x 1,8 metri dilunghezza) e sono di tipo modulare,cosicchè è possibile assemblare loscambiatore delle potenza desideratasemplicemente abbinando fra loro varimoduli. Anche in questo caso la posadello scambiatore avviene in trincee dimodesta grandezza e quindi nonrichiede ampie superfici disponibili.

Figura 2.Esempio di scambiatore

geotermico compattodi tipo modulare

(catalogo Geotherm).

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INTRODUZIONE

I compressori a vite compatti vengonoutilizzati da diversi anni in elevati volu-mi nei chiller. Il fattore decisivo che haportato questa tecnologia al successoè l’aver concentrato in un unico com-ponente diverse funzioni.Compressore, separatore dell’olio esistema di lubrificazioni sono integratiin un’unica unità funzionale, il cuicosto di installazione non è più supe-riore a quello di un grosso compresso-re alternativo di potenzialità equivalen-te. Grazie alla semplice integrazionenel sistema e alla ottima affidabilità icompressori a vite compatti si sonoaffermati nelle applicazioni in chiller edhanno progressivamente guadagnatoquote di mercato.Una grossa parte di questi chiller è rea-lizzata in modo reversibile e lavora per-tanto come chiller in estate e comepompa di calore in inverno.L’applicazione prevalente tra le due defi-nisce le modalità di dimensionamentodell’evaporatore e del condensatore.

CARATTERISTICHE COSTRUTTIVEE FUNZIONALITÀ DEICOMPRESSORI AVITE COMPATTI:

Come già accennato nell’introduzione,tutti gli elementi costruttivi necessariper un funzionamento efficiente, fles-sibile ed affidabile sono integrati nelcompressore a vite compatto. Tali ele-menti costruttivi comprendono in par-ticolare il motore elettrico raffreddatocon il gas di aspirazione, la sezione dicompressione costituita dai rotori

sostenuti da cuscinetti a rotolamentoche movimentano e comprimono ilrefrigerante, il separatore olio in trestadi dotato di smorzatore di pulsazionie il circuito dell’olio.Tutti questi elemen-ti sono interni alla stessa carcassa.

SCELTA DEL REFRIGERANTE DAABBINARE AI COMPRESSORI AVITE COMPATTI

La tabella 1 mostra un confronto trarefrigeranti, che, in base alle loro carat-teristiche termodinamiche, sono idoneiall’impiego nelle pompe di calore.L’R134a evidenzia il miglior potenzialeper un elevato valore di (S)COP nellepompe di calore:– La ridotta differenza di pressione

consente di realizzare perdite dicompressione inferiori.

– La ridotta temperatura di scaricopermette inoltre un ampio campo di

impiego senza la necessità di raf-freddamento dell’olio.

L’HFO1234yf raggiunge valori quasisovrapponibili ai valori di (S)COP rea-lizzato con R134a:– Il GWP di questo refrigerante è sola-

mente di 4 quindi ad un livello com-parabile a quello degli idrocarburi.

– Il gruppo di sicurezza secondo EN378 è A2L (mildly flammable)

– I valori di COP misurati con com-pressori a vite compatti sono supe-riori rispetto ai valori che le caratteri-stiche termodinamiche lasciano ipo-tizzare. Il salto di pressione è infattiridotto rispetto al R134a e questoaiuta l’efficienza volumetrica edisoentropica perché consente di limi-tare il trafilamento di gas tra due tracamere di compressione contigue.

Altri refrigeranti del tipo “low GWP”sulla base del HFO-1234yf oppureHFO-1234ze (sistemi per alta tempe-

Speciale nuove tecnologie

Moderne tipologie di compressorea vite compatto

ROLF BLUMHARDT PIETROTREVISAN

Bitzer Kühlmaschinenbau, Plant Rottenburg Bitzer Italia, Vicenza

Figura 1.Vista in sezione di un moderno compressore a vite compatto.

Pietro Trevisan

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ratura):– Questi refrigeranti non rappresenta-

no una alternativa immediata perR410A, R407C o simili, per il fattoche necessitano di portate volume-triche significativamente superiori(compressori più grandi).

Tutti i refrigeranti sostitutivi della fami-glia HFO e HFO/HFC sono prometten-ti refrigeranti per compressore a vite inragione dei loro dati termodinamici.L’R410A rispetto al R134a mostravalori di COP inferiori, ha tuttavia unvantaggio negli eccellenti valori deicoefficienti di scambio termico e nelleridotte perdite di carico.– Il valore inferiore di COP viene com-

pensato.– Attualmente il miglior candidato per le

applicazioni con compressori scroll.– Il valore elevato di GWP, gli elevati

livelli di pressione e l’elevata tempe-ratura di scarico attenuano gli altrivantaggi termodinamici.

L‘R407A evidenzia valori di COP simi-li al R134a ma è caratterizzato da unmarcato glide di temperatura:– Effetto negativo sulle differenze di

temperatura nel condensatore enell’evaporatore.

– Valori di GWP e di temperatura discarico superiori.

L‘R290 (Propano) ha proprietà termo-dinamiche molto favorevoli e raggiun-ge valori elevati di COP.– L’infiammabilità di questo refrigeran-

te comporta maggiori costi connes-si con la sicurezza dell’impianto.

– L’elevata solubilità del refrigerantenell’olio potrebbe, in particolari con-dizioni operative, causare problemidi lubrificazione.

A valle della valutazione dei diversirefrigeranti su può concludere chel’R134a rappresenta il miglior refrige-rante da abbinare ai compressori avite in servizio nelle pompe di calore.

LIMITI DI IMPIEGO E DATIPRESTAZIONALI

Il diagramma dei limiti di impiego delcompressore, che è specifico per ognirefrigerante, determina, assieme alledifferenze di temperatura nell’evapora-tore e nel condensatore, gli intervalli ditemperatura utilizzabili per le sorgentitermiche e per l’utenza.La minima e la massima pressioneoperativa, la temperatura di fine com-pressione e la capacità termica di flus-so del gas aspirato disponibile per ilraffreddamento del motore elettricosono gli elementi che consentono di

definire questi limiti di impiego. In com-pressori a vite privi di pompa dell’oliooccorre inoltre mantenere una diffe-renza minima di pressione tra l’alta ela bassa pressione. Tale differenza dipressione è necessaria per garantirela circolazione del lubrificante all’inter-no del compressore.All’interno di questi limiti i compresso-ri possono lavorare in modo affidabilee privo di allarmi. Oltre a questo ancheil consumo energetico riveste un ruolorilevante. La necessità di conteneresempre più i consumi energetici haspinto ad un miglioramento progressi-vo degli stessi. Sono stati sviluppatimotori elettrici con più elevata efficien-za, i profili dei rotori sono stati ottimiz-zati, nuovi e più precisi metodi di pro-duzione hanno consentito di ridurre leperdite di compressione, infine sonostati introdotti dei circuiti di lubrificazio-ne con degasaggio dell’olio chegarantiscono una più elevata viscositàdell’olio inviato ai cuscinetti.Come criterio di valutazione delle pre-stazioni è stato considerato il coeffi-ciente di prestazione a pieno carico.Naturalmente anche l’efficienza a cari-co parziale è stata considerata, macon una priorità inferiore rispetto aidati relativi al pieno carico. Le nuove

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Tabella 1. Comparazione di diversi refrigeranti nell’applicazione pompa di calore.

Note:SST: saturated suction temperature (temperatura satura di aspirazione).SDT: saturated discharge temperature (temperatura satura di scarico).Per R407C vengono assunte come riferimento le temperature di rugiada (dew point).� Surriscaldamento gas in aspirazione 10 K, senza sottoraffreddamento.� I valori tra parentesi indicano dati che sono stati misurati con il compressore a vite ermetico VSK3161-15. Test con com-pressori di taglia maggiore sono attualmente in esecuzione.

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norme, ad esempio prEN14825, con-tengono indicazioni sul contenimentodei consumi energetici ai fini dellatutela dell’ambiente. In questo modosono stati definiti dei criteri per la valu-tazione del consumo energetico. Nel

progetto di norma prEN14825 sonodefiniti i criteri per la misura del con-sumo energetico di pompe di calore.La più evidente differenza rispetto alprecedente criterio di valutazione con-siste nell’aver spostato in secondo

piano il coefficiente di effetto utile apieno carico a nell’aver assegnato alconsumo energetico annuo la massi-ma priorità. Senza affrontare in detta-glio in questa presentazione i nuovicriteri di valutazione dell’efficienza infunzione della variabilità annua dellecondizioni di temperatura e di caricorisulta evidente che l’ottimizzazionedell’efficienza a carico parziale deicompressori a vite viene ora messa inprimo piano.– La regolazione di capacità tramite

valvola a cassetto dei vite compatti,già molto efficiente, è stata ulterior-mente ottimizzata e dotata di unaregolazione automatica del Vi (rap-porto volumetrico intrinseco definitodal rapporto tra volume del gasaspirato dal compressore e il volu-me della medesima quantità di gasal momento dello scarico) durante ilfunzionamento.

– Le perdite per attrito nei cuscinetti ela richiesta energetica per la movi-mentazione dell’olio lubrificantesono state fortemente ridotte ripro-gettando completamente il circuitodi lubrificazione.

– Nell’ambito di questi interventi èstato anche possibile ridurre forte-mente la pressione di condensazio-ne minima ammessa.

Il campo delle temperature di evapora-zione ammesse è stato considerevol-mente aumentato. Nella zona inferioreda -15 °C a -25 °C. Nella zona dellealte evaporazioni da +20 °C a +25 °C.Nella zona dei bassi rapporti di pres-sione si nota il vantaggio della nuovadistribuzione interna dell’olio. Questainfatti rende possibile ad esempio ilpunto operativo to + 10 °C, tc +30 °Cnel funzionamento al 100% del carico eto +10 °C, tc *23 °C al 75% del carico.Il nuovo e più ampio campo di impiegooffre dunque la possibilità di seguire inmodo ottimale con il punto operativodel compressore le condizioni previstenel calcolo dell‘IPLV, del SEER e BINtenendo la più bassa pressione dicondensazione compatibilmente conle condizioni ambiente prefissate dalmetodo di calcolo.L’impiego di un economizzatore per ilsottoraffreddamento del liquido con-sente un’ulteriore aumento del coeffi-ciente di effetto utile. L’economizzatoremobile integrato nella valvola a cas-setto, a differenza di altre realizzazioni

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Diagramma 1: vengono evidenziati i precedenti limiti di impiego dei com-pressori a vite compatti BITZER (serie CSH…1) per il refrigerante R134a.

tc temperatura di condensazioneto temperatura di evaporazioneCR = capacity regulation = gradino di parzializzazione (25%, 50%, 75% 100%)LI = liquid injection = iniezione del liquido (per contenere la temp. di scarico)Motor 1 = motore idoneo a elevati valori di tc e toMotor 2 = motore elettrico idoneo a valori di tc e to ordinari

Diagramma 2: nuovo ed ampliato campo di applicazione dei compressori avite compatti BITZER per R134a.

tc temperatura di condensazioneto temperatura di evaporazioneCR = capacity regulation = gradino di parzializzazioneLI = liquid injection = iniezione del liquido (per contenere la temp. di scarico)Motor 1 = motore idoneo a elevati valori di tc e toMotor 2 = motore elettrico idoneo a valori di tc e to ordinari

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di compressore, non è attivabile solo acarico elevato ma è utilizzabile in tuttoil campo di regolazione della capacitàdal 25% al 100%.Tutti i miglioramenti menzionati sono ilrisultato di una costante ottimizzazio-ne energetica dei compressori conl’ulteriore possibilità di adattare a biso-gno la potenza erogata (100 / 25%)con il cassetto di regolazione dellacapacità.

COMPRESSORI AVITE COMPATTICON INVERTER DI FREQUENZAINTEGRATO

La nuova gamma di compressoriCSVH è il risultato di un ulteriore svi-luppo con l’obiettivo di poter adattare lapotenza erogata in un campo di regola-zione più ampio rispetto ai compresso-ri CSH. La resa dei più grandi com-pressori di questa serie può essereridotta, per mezzo della regolazione delnumero di giri fino ad un valore minimodel 15%. L’inverter di frequenza utilizza-to è stato progettato appositamente perquesta applicazione ed è dotato di tuttal‘elettronica per il controllo e la supervi-sione del compressore.

Tutti i componenti che producono calo-re sono disposti su una piastra raffred-data con fluido refrigerante. Il pericolodi formazione di condensa d’acquanella zona dell’elettronica viene elimi-nato da un regolatore di pressione dievaporazione integrato. Ricambio d’a-ria con l’ambiente e filtrazione dell’ariadi raffreddamento sono dunque nonnecessari. In questo modo è escluso losporcamento dell’inverter. I dati di fun-zionamento del compressore vengonoraccolti in una memoria interna in modosicuro e sono richiamabili per mezzo diun collegamento BUS.Oltre a questo l’elettronica confronta ilpunto operativo attuale del compres-sore con i limiti di impiego e spedisceattraverso il BUS un segnale al con-trollo del sistema all’avvicinarsi delconfine dei limiti ammessi per il fun-

zionamento. In questo modo si realiz-za la possibilità di evitare con opportu-ne contromisure che il compressoreesca dai limiti operativi ammessi e chevenga conseguentemente spentodagli organi di sicurezza.Questa tecnologia assicura un servi-zio costante del compressore all’inter-no dei limiti di applicazione ed evitainterruzioni del servizio, quando il con-trollo del sistema reagisce alle indica-zioni dell’elettronica e dispone lenecessarie contromisure.L’elevato intervallo di applicabilità eflessibilità di funzionamento di questagamma la rende particolarmenteadatta per gli impieghi nelle pompe dicalore. L’elettronica integrata nel com-pressore seleziona automaticamenteil Vi tra i due valori possibili per altioppure bassi rapporti di pressione.Questo è uno dei motivi per efficienzeelevate su tutto il campo di lavoro.

CONCLUSIONI

Nel campo di potenzialità dei com-pressori a vite compatti l‘R134a è dadiversi anni il refrigerante maggior-mente utilizzato. La verifica delle pro-prietà termodinamiche consente diconfermare questa tendenza. Talerefrigerante ha infatti, in confronto congli altri fluidi non infiammabili, il mino-re GWP, e allo stesso tempo la più altaefficienza nel campo di temperatura

delle pompe di calore. L’impiego direfrigeranti infiammabili nel breve emedio termine sarà limitato a singoleapplicazioni che dovranno essereseguite in modo specifico in relazioneal pericolo di esplosione.Le condizioni individuate nel progetto dinorma EN 14825 per il calcolo delleprestazioni stagionali conducono aduna nuova valutazione in relazioneall’efficienza dei compressori. In questomodo l’efficienza a pieno carico, consi-derata molto importante in passato,passa ora in secondo piano. Questocambiamento ha sostanzialmenteinfluenzato lo sviluppo dei compresso-ri. In parallelo alle continue attività diottimizzazione e miglioramento l’effi-cienza a carico parziale dei compres-sori a vite compatti nel funzionamentoa carico parziale è stata aumentataconsiderevolmente. La regolazionecontinua dal 25% al 100% e l’econo-mizzatore sempre attivo in tutto ilcampo di regolazione contribuiscono inmodo importante in questo processo diottimizzazione.Il nuovo compressore CSVH con inver-ter di frequenza integrato nel compres-sore e raffreddato con refrigerante defi-nisce un nuovo standard con il suocampo di regolazione dal 100% al 15%(modello più grande) nella qualità delcontrollo della capacità con contempo-ranea massima efficienza.

Diagramma 3: limiti di impiego del CSVH, valvola di variazione del VI.

tc temperatura di condensazioneto temperatura di evaporazioneLI = liquid injection = iniezione del liquido (per contenere la temp. di scarico)Vi=A scelta del Vi per salti di pressione elevatiVi=B scelta del Vi per salti di pressione ridotti

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DICHIARAZIONEDI NON RESPONSABILITÀ

Anche se GIZ non invita, con il pre-sente scritto, alla conversione diimpianti esistenti che utilizzavanorefrigerante non infiammabile inimpianti a refrigeranti infiammabili peri quali non erano inizialmente destina-ti, dobbiamo riconoscere che tale con-versione viene fatta e continuerà afarsi indipendentemente dalle racco-mandazioni contrarie. Pertanto, que-sto manuale è stato creato al fine dicercare di aiutare a farlo nel modo piùsicuro possibile.Tuttavia, nel fare questo, GIZ non siassume alcuna responsabilità pereventuali dichiarazioni o azioni intra-prese dai suoi lettori o utenti, che pos-sano causare danni non intenzionali olesioni a seguito di eventuali racco-mandazioni o deduzioni fatte all’inter-no di questo manuale. Anche se tuttele dichiarazioni e le informazioni con-tenute nel presente documento sonoritenute accurate e affidabili, essevengono presentate senza assicura-zione o garanzia di alcun tipo, espres-sa o implicita.Le informazioni fornite nel presentedocumento non sollevano il lettore outente dalla responsabilità di svolgi-mento della propria valutazione e ana-lisi della situazione; e i lettori o utenti siassumono tutti i rischi e responsabilitàper l’uso di informazioni, azioni eeventi ottenuti. Lettori e utenti nondevono ritenere che tutti i dati di sicu-rezza, le misure e le linee guida sianoindicate nel presente documento o

che non possono essere necessariealtre misure.Qui vengono fatte solo le raccoman-dazioni generali che non compensanol’orientamento individuale e le istruzio-ni. Le leggi e le linee guida nazionalidevono essere consultate e rispettatein ogni circostanza. La manipolazionedi refrigeranti infiammabili e dei corre-lati sistemi e apparecchiature deveessere fatta solamente da personalequalificato e preparato.

INTRODUZIONE

Attualmente ci sono circa 1 miliardo dicondizionatori d’aria da camera in fun-zione in tutto il mondo contenenti idro-clorofluorocarburi (HCFC), più di 100milioni di unità si aggiungono ognianno (ancora con tassi di crescita adue cifre per le maggiori richieste).Ogni unità contiene in media 1,6 kg direfrigerante, soprattutto R22. Il poten-ziale di riscaldamento globale (GWP)dell’ R22 è 1810, per un importo diquasi 3.000 MT CO2 equivalente diemissioni. Le necessità di manuten-zione ammontano annualmente a800.000 T di R22, pari a circa 1450tonnellate di CO2 equivalente peranno.In risposta all’impatto ambientale -soprattutto sullo strato di ozono e sulriscaldamento globale associato -derivante dal rilascio di gas HCFC e diidrofluorocarburi (HFC), l’uso di refri-geranti naturali come alternative stadiventando sempre più diffuso. Traquesti refrigeranti naturali, i più ampia-

mente utilizzati nei nuovi impianti dicondizionamento sono gli idrocarburi.In determinate circostanze puòsopraggiungere il desiderio di conver-tire un sistema di refrigerazione o con-dizionamento d’aria (RAC) da sistemache utilizza un refrigerante non infiam-mabile ad un sistema che utilizza idro-carburi (HC). Ciò può avvenire per uncerto numero di motivi, quali:� l’intenzione di migliorare l’efficienzadi un sistema;

� per ridurre al minimo l’impatto am-bientale;

� perché può essere più convenienterispetto all’utilizzo di altri refrigeranti;

� non ci sono altri refrigeranti disponi-bili per la sostituzione.Tra i refrigeranti che possono essereusati per tali scopi si possono include-re l’R290 (propano) o l’R1290 (propi-lene), dove, per esempio, il sistemaera precedentemente caricato conl’R22 o l’R407C.Naturalmente, se il sistema di refrige-razione esistente funziona corretta-mente, allora non è di norma neces-sario convertire il sistema per l’uso direfrigeranti alternativi.Queste linee guida hanno lo scopo diagevolare la conversione sicura degliimpianti di condizionamento per l’uti-lizzo di refrigeranti infiammabili HC. Laconversione di un sistema da unHCFC ad un HFC normalmenterichiede delle modifiche di base.Comunque, la conversione di un siste-ma da un refrigerante non infiammabi-le ad uno infiammabile richiede consi-derazioni particolari, che sono quiriassunte.

Speciale refrigeranti naturali

Funzionamento dei sistemidi aria condizionata split utilizzandorefrigerante idrocarburo – HCUna guida di conversione per tecnici e formatori

ROLF HUEHREN

GIZ Proklima: “Good Practices in Refrigeration”Maggiori info: www.giz.de/proklima

Da destra Rolf Huehren e Rajendra ShendeFormer Director UNEP.

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PRINCIPI FONDAMENTALIE AVVERTENZE

Quando si applica un refrigeranteinfiammabile in un sistema che utilizzanormalmente un refrigerante noninfiammabile, si parla in genere di “con-versione”. Ciò è importante tanto quan-to la distinzione tra termini come“ri-riem-pire” (re-fill), sostituzione senza cambia-menti (drop-in) e “aggiornare” (Retrofit).Questo perché quando un refrigerantenon infiammabile (come R12) vienesostituito da un altro refrigerante a suavolta non infiammabile (come R134a),il sistema richiede tutte le modifiche,facendo così riferimento sia alle presta-zioni (es. modifica della lunghezza deltubo capillare) che alla compatibilità(es. variazione del tipo di olio).Tuttavia, quando si passa da un refrige-rante non infiammabile (ad esempioR22) ad un refrigerante HC (comeR290), bisogna tenere in conto ulterioriconsiderazioni. Ciò include l’identificarese l’ HC può essere utilizzato nelle cir-costanze specifiche dal punto di vistadella sicurezza, e se così risulta essere,eseguire le modifiche richieste per leapparecchiature con il fine di abbassareil rischio di infiammabilità. Un passaggioda un refrigerante non infiammabile aduno infiammabile dovrebbe essere con-siderata in termini di un’intera conver-sione delle apparecchiature e non solocome un cambiamento di refrigerante.É necessario sottolineare che la realiz-zazione di una conversione di sistemaper l’utilizzo di refrigeranti infiammabilirichiede un’attenta considerazione delleimplicazioni essenziale per valutarnerischi e benefici. Nel caso in cui si ren-desse necessaria una conversione,allora dovrebbe essere fatta globalmen-te con cura e attenzione ai dettagli.Dato che una conversione ad un refri-gerante infiammabile rappresenta uncambiamento significativo delle finalitàdel sistema, si deve capire che la con-versione può avvenire solo a condizio-ne che i requisiti del prodotto finalesiano conformi alle pertinenti norme disicurezza e normative nazionali.

ISTRUZIONI SPECIALI

� Qualsiasi tecnico coinvolto nella con-versione deve essere ben preparato,competente e certificato per usare

questo refrigerante infiammabile.� Convertire solo con il permesso delproprietario dell’edificio.

� Usare solo un equipaggiamento diservizio adeguato per l’uso di refri-geranti HC.

� I sistemi multi-split e i sistemi cana-lizzati che utilizzano grandi carichedi refrigerante non sono adatti per laconversione ai refrigeranti HC.

� Sistemi di refrigerazione con tubazio-ni lunghe e con più evaporatori, comead esempio gli impianti composti,non sono adatti per le conversioni.

� Se la situazione lo permette si racco-manda che l’apparecchiatura vengarimossa dalla sua posizione esisten-te verso l’ambiente controllato dell’of-ficina dove il lavoro può solitamenteessere condotto in modo più sicuro.

CONSIDERAZIONI RIGUARDANTILA CONVERSIONE

Quando si avvicina la scelta di conver-tire un particolare sistema è importan-te seguire una sequenza logica legataa considerazioni sulla sicurezza checontribuiscano a prendere la giustadecisione. Tali considerazioni riguar-dano le seguenti questioni:� Il tipo e la complessità dell’apparec-chiatura da modificare.

� L’ambiente e la posizione in cui èinstallata l’apparecchiatura.

� Le quantità del refrigerante coinvolto(in relazione alla collocazione delsistema).

� La facilità o la possibilità di modifica-re parti del sistema.

� La facilità o la possibilità di gestire lepotenziali fonti di accensione.

� La necessità di sviluppare consape-volezza da parte del proprietariospecifica per il funzionamento delsistema.Nella Tabella 1 è mostrato un graficodecisionale per la valutazione di ido-neità delle apparecchiature (soprattut-to riguardante i requisiti richiesti dallenorme di sicurezza). Questo può disolito fornire buone indicazioni sullapossibilità o meno che un sistemapossa essere convertito all’utilizzo direfrigerante HC, sebbene altri aspettispecifici dovranno comunque esserepresi in considerazione; cioè, i requisi-ti presentati più avanti in questa guida(per impianti nuovi) ed i relativi stan-dard di sicurezza.Poiché la carica di refrigerante e laposizione della parte contenente ilrefrigerante nel sistema hanno unacosì forte influenza sulla possibilità omeno di praticare una conversione(da un punto di vista della sicurezza),l’idoneità può essere approssimata inbase ai tipi di sistema tipici.La Tabella 1 fornisce una panoramicaindicativa dei tipi di sistemi riconosciu-ti idonei per la conversione. L’idoneitàè indicata come segue:�� spesso idoneo� a volte idoneo� normalmente non idoneo�� quasi sempre non idoneoCome spiegato precedentemente,ogni situazione è unica in termini dicombinazione di progettazione delsistema e posizione di installazione,perciò ogni sistema deve essere valu-tato in maniera indipendente.Altri due aspetti devono essere consi-derati in funzione della possibile rea-lizzazione di una conversione.

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Tabella 1.Idoneità tipica per la conversione dei sistemi per l’ utilizzo di idrocarburi.

Condizionatori,Deumidificatori ePompe di calore aduso domestico

Unità portatiliUnità a finestraUnità a pareteUnità splitUnità split

Multi-split/VRVMonoblocco canalizzatoMonoblocco centralizzato

ChillerRefrigeratori centrifughi

Integrale � �

� �

� �

� �

� �

� �

� �

� �

IntegraleIntegraleRemotoRemotoDistribuitoRemotoRemoto

Integrale/IndirettoIntegrale/Indiretto

Condizionatori ePompe di calore aduso commerciale

SETTORE TIPO DI MACCHINARIO TIPO DI SISTEMA IDONEITÀ

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In primo luogo, è fortemente racco-mandato che le società organizzinospeciali laboratori di conversione, politi-che e aggiornamento di strumenti eattrezzature presso le proprie strutture.In tal modo, i sistemi possono essererimossi dal sito e spostati nel laborato-rio a loro dedicatoal fine di effettuare le conversioni. Ciòporta vantaggi significativi:

� Più probabile accesso ad utensili edattrezzature più adeguate.

� L’area di lavoro può essere configu-rata per gestire l’uso di refrigerantiinfiammabili.

� L’attività di preparazione per la caricadegli HC ridurrà al minimo il movi-mento verso il luogo di installazione.

� Maggiore possibilità della presenzadi tecnici esperti specializzati nell’u-

so di refrigeranti HC.� Migliore e più immediato accesso aparti e componenti richiesti.Seppur sia chiaro che certi tipi di mac-chinari potrebbero non essere movi-bili, questo dovrebbe essere l’approc-cio da seguire nel limite del possibile.In secondo luogo, le imprese coinvoltein frequenti conversioni di un partico-lare tipo di sistema dovrebbero prepa-rare “kit di conversione” per i loro tec-nici, ognuno dedicato ad un particola-re tipo di sistema RAC. Quando siavvicina il momento di scegliere diconvertire un particolare sistema èimportante seguire una sequenzalogica di considerazioni legate al temadella sicurezza che contribuiscano aprendere la giusta decisione, comeper esempio valutare se sia possibileconvertire il sistema oppure no. Il gra-fico decisionale della figura 1 deveessere utilizzato come assistenza nelvalutare l’idoneità delle apparecchia-tura ad utilizzare gli HC.

KIT DI CONVERSIONE

Se le imprese frigoriste si trovanoimpegnate ad eseguire conversioni disistemi già esistenti, si raccomanda diusare i “kit di conversione”. Ciò perchéi tecnici – una volta in un sito e già allavoro su un sistema – possano evita-re di usare metodi non idonei per laconversione di refrigeranti HC.Un modo per aiutare ad implementare imetodi di conversione appropriati èquello di rilasciare ai tecnici un kit diconversione completo che contengatutti gli strumenti e le parti necessarie.Ad esempio, tali kit contengono leschede tecniche (con fattori di conver-sione, dimensioni della stanza / stimadelle dimensioni di carica, ecc), leforme di valutazione del rischio, istru-zioni di lavoro, componenti elettrici sigil-lati e allo stato solido, adesivi di gasinfiammabili, valvole, raccordi speciali,e così via.Se le imprese si occupano ingenerale di una gamma di sistemidiversi, allora sarebbe sensato avere kitdi conversione adatti ad ogni diversotipo di sistema.Oltre agli specifici moto-ri di ventilazione, se richiesti, sononecessari interruttori di pressione, con-densatori, protezioni per sovraccarico,ecc. Un esempio di un kit di conversio-ne è mostrato nella Tabella 2.

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INIZIO

Identificare posizione di tutti i contenitori di refrigerante

Identificare la categoria di occupazione, sopra o sotto il livello di terra

Ottenere la dimensione di carica attuale (targa dati)

Stimare la dimensione di carica HC equivalente Mhc

Mhc< Mmax (dimensione massima della carica)?

SI

Misurare le dimensioni della stanza

Calcolare la dimensione di carica consentita, Ma

Mhc < Mal ?

SI

Esaminare tutti i componenti elettrici

Identificare tutte le potenziali fonti di accensione (SOI

È possibile eliminare tutte le SOI?

SI

Identificare nelle istruzioni i cambiamenti e i marcamenti

Ci sono rilevanti indicazioni ed istruzioni disponibili?

SI

NO

NO

POSSIBILE CONVERTIRE IN HC NON È POSSIBILE CONVERTIRE IN HC

Figura 1.Diagramma decisionale per stabilire se sia possibile convertire

un sistema per un refrigerante HC.

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ESEGUIRE LE CONVERSIONI

Quando si effettua una conversione, lasequenza corretta delle attività devesvolgersi in modo che venga mante-

nuta la sicurezza del luogo di lavoroper garantire la sicurezza delle attrez-zature.Un processo è fornito dal diagrammadi flusso in Figura 2.

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Tabella 2.Esempio di kit di conversionestandard per piccoli sistemi a

corrente alternata.

Set diconnettoripiatti, eterminali adanello e aforcella ecc.Strumentispecifici perfissaggio degliattacchi.

Scatola sigillata,dimensionidipendenti daicomponenti inseriti(di solito ilcontattoreprincipale) insiemealle viti di fissaggio.

Tipo dipressa-caviadavvitamento.

Contattore principaledivisi in base allacapacità richiestase è indicatala sostituzione deidispositivi attuali.

Cavo elettrico flessibile(diametro cablaggioconforme alla capacitàdel sistema).

Diversi cinturiniper il fissaggio di filie cavi e non destinatial fissaggio dei tubi.

Nastro Elettrico.

Reportdi Primoavviamento,etichettaconversionee adesivisegnali diavvertimento.

Figura 2.Diagramma di flusso che indica la sequenza di attività per la conversione

di un sistema per utilizzare refrigerante HC.

Inizio conversione

Ottenere la dimensione di carica della corrente (targa dati)

Stimare la dimensione di carica HC equivalente, Mhc

Controllare tutti gli attrezzi necessari presenti

Controllare che l’area di lavoro sia sicura

Eseguire il controllo delle perdite

Il sistema è a tenuta?

SI

Accedere al circuito refrigerante (tramite la porta di servizio)

Recuperare il refrigerante esistente

Se possibile, eliminare le giunzioni di rame dall’area occupata

Eliminare ogni potenziale fonte di accensioneApplicare etichette e segnalazioni / affiggere

istruzioni di modifica

Accedere al circuito refrigerante (tramite la porta di servizio)

Recuperare il refrigerante esistente

Riparare la perdita

Riparare la perdita

Pulire il sistema con azoto

Evacuare il sistema

Recuperare / Sfiatare il refrigerante HC

Accedi al circuito refrigerante (via porta di servizio)

Accedi al circuitorefrigerante (viaporta di servizio)

Pressurizzare il sistema con azoto

Verificare le perdite e verificare la tenuta

Il sistema è a tenuta?

Fare vuoto al sistema

Il sistema è a tenuta?

SI

Caricare il refrigerante con Mhc

Controllo perdite

Il sistema è a tenuta?

SI

Controllo dei componenti elettrici

Controlli di Routine

Lasciare l’area di lavoro in buone condizioni

SI

NO

NO

NO

NO

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Controllare tutti gli attrezzinecessari presentiPrima di effettuare qualsiasi interventoè indispensabile garantire che tutti glistrumenti, parti di attrezzature, stru-menti e pezzi necessari per il lavorosiano alla portata di mano.In particolare, questo include:� strumenti a mano generici appropriatiper l’uso sui componenti e le partielettriche del circuito refrigerante;

� macchina di recupero refrigerante -Recuperatore (adatto per l’uso conrefrigeranti infiammabili);

� bombola di recupero refrigerante(due valvole) HCFC;

� bombola di recupero refrigerante(due valvole) HC (se si decide direcuperare il refrigerante HC);

� bombola di recupero lubrificante(due valvole);

� tubo di sfiato del refrigerante;� tavole di comparazione / pressione-temperatura per refrigerante HC;

� pompa del vuoto;� vacuometro (elettronico) Bilanciarefrigerante (precisione di almeno± 3% del fondo scala);

� rivelatore palmare di gas refrigeran-te HC;

� set di servizio bombola di azoto;� set di brasatura (ossigeno / propano,ossigeno / acetilene);

� adesivi gas infiammabili (triangologiallo);

� segnali di avvertimento refrigerantiinfiammabili;

� segnali di avvertimento area di lavoro;

� guanti e occhiali di protezione;� estintore.La lista comprende le attrezzature perlavori con refrigeranti HCFC e HC.

Controllare l’area di lavoroe il sistemaGarantire che sia l’area di lavoro e ilsistema siano sicuri.Ciò include:� tutto il personale, gli addetti alla ma-nutenzione e altri che lavorano nel-l’area devono essere informati che irefrigeranti infiammabili sono statimaneggiati;

� l’area circostante l’area di lavorodeve essere isolata;

� lavorare in spazi confinati deve esse-re evitato;

Figura 3.Conversione per stimare la carica di refrigerante HC

equivalente.

Figura 4.Dimensioni minime degli spazi per una data carica

di refrigerante per condizionatori d’aria per il comfortumano (sopra) e impianti di condizionamento non

per il comfort umano (sotto).

Stimare la dimensione di caricarefrigerante HC necessariaCiò può essere fatto utilizzando la carica refrigerante esi-stente. Ottenere il tipo di carica refrigerante e la dimen-sione della carica dalla targa dati dell’apparecchiatura e/overificare la quantità di “vecchio” refrigerante durante ilprocesso di recupero.Usando la tabella di Figura 3 stimarela massa equivalente di refrigerante HC.

Verificare la carica di refrigerante consentitaAssicurarsi che la quantità di refrigerante HC utilizzato siaconsentito all’interno della stanza della data dimensione.Calcolare l’area della stanza occupata dall’unità interna econfrontarla con la dimensione di carica HC (Figura 4).Per ulteriori informazioni consultare GIZ-Proklima, “Lineeguida per l’uso sicuro di idrocarburi refrigeranti”, “sezione5.3”, “Limiti di dimensione della carica refrigerante”.

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� i materiali infiammabili non devonoessere conservati nell’area di lavoro;

� non ci sono fonti di ignizione nel rag-gio minimo di due metri all’internonell’area di lavoro;

� l’attrezzature dell’antincendio adatta(CO2 o polvere secca tipo) è reperibi-le immediatamente all’interno dellazona;

� l’area di lavoro è adeguatamenteventilata; la ventilazione devedisperdere in modo sicuro qualsiasirefrigerante rilasciato;

� rilevatori di gas HC sono presenti eoperativi per mettere in guardia i lavo-ratori da concentrazioni pericolose;

� erigere segnaletica adeguata, “gasinfiammabili”, “no fiamme libere” e“divieto di accesso”;

� tutti gli strumenti e le attrezzature ido-nee e necessarie sono disponibili;

� l’apparecchiatura deve, per quantopossibile, essere isolata dalla reteelettrica.

Controllo iniziale delle perditePrima di rimuovere il refrigerante esi-stente deve essere effettuato un con-trollo delle perdite.Ricercare le perdite nella parte alta delsistema (mentre il sistema è operativo)e nella parte bassa (quando il sistemaè spento). Utilizzare un rilevatore elet-tronico di gas e acqua saponata, se è ilcaso. Se venisse trovata una qualsiasiperdita, questa deve essere riparataprima della conversione.

Accesso al circuito refrigeranteCollegare il tubo del refrigerante allavalvola di servizio. Se il sistema con-

tiene un qualsiasi refrigerante infiam-mabile o qualsiasi altro gas in pressio-ne, non deve essere interrotto da tagli,rotture o brasature nelle tubazioni.Se è necessario operare su un siste-ma, soprattutto per cambiare parti oper effettuare una brasatura, tutto ilrefrigerante deve essere recuperato dalsistema e poi scaricato con l’azoto.

RecuperoQualsiasi refrigerante rimasto all’inter-no del circuito deve essere recuperato,in particolare se il refrigerante è CFC,HCFC o HFC, in quanto se rilasciatosarebbe dannoso per l’ambiente.Inoltre, ci sono anche implicazionisulla sicurezza associate al rilascio direfrigeranti non infiammabili. Pertantosi ricorre di solito al recupero del mac-chinario per recuperare il refrigeranteesistente e immagazzinarlo in unabombola di recupero adatto a talerefrigerante. Identificare il tipo e laqualità del refrigerante esistente alfine di decidere per il riciclaggio o ladistruzione.L’identificazione può avvenire, control-lando il tipo di refrigerante dalla tar-ghetta dei dati e confrontandolo con ilmetodo temperatura / pressione o tra-mite l’uso di un identificatore di qua-lità. Bisogna prestare particolareattenzione per evitare di mischiarediversi refrigeranti e per evitare l’ec-cessivo riempimento del cilindro.Infine, segnare il cilindro in modoappropriato dopo l’uso. Per il recuperodel refrigerante HC, la macchina direcupero dovrebbe essere adatta perl’utilizzo di refrigeranti infiammabili.

Riparare il sistemaPuò essere necessario eseguire ripa-razioni al sistema. In questo caso,tutte le riparazioni devono esserecompletate prima della ricarica conrefrigerante HC. Se il circuito refrige-rante è stato riparato, è necessarioeffettuare un accurato controllo delleperdite con azoto pressurizzato primadi procedere. A questo punto, puòanche essere utile cogliere l’occasio-ne per condurre altre riparazioni menocritiche, come il cambio dell’olio, lasostituzione dei filtri essiccatori, lapulizia dei circuiti interni, la sostituzio-ne di parti danneggiate, e così via.

Modifiche di progettazioneLe modifiche di progettazione chevengono apportate al sistema RACsono fondamentali per garantire che irequisiti di sicurezza siano rispettati. Èessenziale, basandoci sul tipo di siste-ma, la posizione, occupazione e ladimensione della carica di refrigeranteHC. Le caratteristiche di sicurezzaappropriate siano integrate nell’appa-recchiatura. Il non farlo correttamentepuò comportare un serio pericolo del-l’infiammabilità. Le principali conside-razioni sono di solito:� Eliminazione di tutti i giunti meccanicidagli spazi occupati per la minimizza-zione della possibilità di perdite.

� Eliminazione di tutte le potenzialifonti di accensione.

� Impostazione di un sistema di allar-me di rilevamento di emergenza / diventilazione se applicabile.

� Applicazione di istruzioni per impor-tanti contrassegni e modifiche.

Areadi

sicurezzadue metri

Figura 5.Zona di lavoro designata dove le potenziali fonti di accensione (SOI)

non devono essere presenti durante i lavori di manutenzione.

Figura 6.Esempio di test della qualità del“vecchio”

refrigerante HCFC R22 esistente.

Unitàinterna

Unitàesterna

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C’è nuovamente da sottolineare cheparticolare attenzione deve essererivolta ad affrontare le potenziali fonti diaccensione. In ogni caso devono esse-re effettuate le seguenti valutazioni:� Controllare il sistema e le attrezzatu-re connesse, annotando tutti i com-ponenti elettrici.

� Determinare quali componenti po-trebbero agire come potenziale fontedi accensione.

� Decidere in che modo ciascuna diqueste potenziali fonti di accensioneformerà oggetto di trattamento, peresempio:– Sostituendo con componenti sigil-lati.– Utilizzando tipi di dispositivi allostato solido.– Collocando gli stessi all’interno diun involucro completamente sigillato.– Riposizionando l’apparecchio lon-tano dal luogo dove il refrigerante èfuoriuscito.

� Si consideri inoltre che l’isolamentodei terminali elettrici e delle connes-sioni di cablaggio deve essere ade-guatamente garantito in modo tale daevitare il corto circuito tra le parti.

�Eseguire lemodifiche di conseguenza.Un esempio degli aspetti da valutare èindicato in Figura 7. Un esempio diopzioni per modificare una potenzialefonte di accensione è fornito in Figura 8.L’indicazione di tutte le apparecchiatu-re che contengono refrigerante HC èanche qui di nuovo sottolineata. Gliopportuni adesivi “gas infiammabile”devono essere collocatisull’alloggiamento delle apparecchia-ture refrigeranti e punti di accesso,nonché sulle tubazioni esposte (Figura9). Ciò dovrebbe anche essere integra-to da un segnale di avvertimento appli-cato ad un pannello di accesso per for-nire consigli ad altri tecnici.

Sigillatura del sistemaAl completamento del lavoro sul siste-ma, il circuito deve essere sigillatosecondo le linee guida. Ciò tramite:� Utilizzo connettori a compressione(ad esempio, Lokring).

� Brasatura della porta di servizio (tubodi processo) con pinze pinch-off.

� Chiusura delle valvole di servizio.NOTA: L’uso di valvole Schrader o val-vole line-tap deve essere generalmen-te evitato. Le valvole Schrader possonoperdere se non adeguatamente sigilla-

te e i tappi possono essere rimossifacilmente. Le valvole line-tap sonosolo per uso temporaneo (ad esempioper recupero refrigerante), ma nondevono essere lasciate sul sistema.

Testare l’integrità del sistemaSe il circuito refrigerante è stato taglia-to è necessario effettuare prove ditenuta delle perdite e prove di resi-stenza alla pressione.

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Figura 7.Verifica della presenza di potenziali fonti di ignizione SOI e modifiche di

progetto, aree dove possono rendersi necessari degli interventi.

Figura 8.Esempio di come prevenire l’azione di un contattore elettrico come unafonte di accensione; l’opzione“A”è il montaggio del contattore in un

contenitore sigillato nella sua posizione attuale e l’opzione“B”è il trasferimento del contattore al di fuori dell’alloggiamento all’interno

di una custodia separata.

Condensatori,connessionesul blocco

Motore delventilatore econdensatore

Trasformatore,display / LED, motorialternati, motore delventilatore,collegamentosul blocco, PCB (relè,micro-interruttore)

Articolazione tubosvasato all’internodello spaziooccupato

Compressore terminali(protezione sovraccaricointerno)

I tubi svasati nell’unitàinterna devono esserein buone condizioni

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Queste possono essere effettuatesimultaneamente pressurizzando ilsistema con azoto secco privo di ossi-geno alla pressione massima di eserci-zio del sistema (più 10%) e quindi con-trollare ogni singolo giunto, connessio-ne e componente per le bolle usandoacqua saponata o altri liquidi. Se vieneidentificata una perdita, seguire le pro-cedure appropriate per ripararla.

EvacuazioneIl sistema deve essere evacuato.Ciò richiede l’uso di una pompa avuoto e di un misuratore elettronico dipressione a vuoto (vacuometro); ilsistema dovrebbe mantenere unvuoto di 200 micron, per almeno 15minuti (senza cambiare la pressione).

Ricaricare il refrigerante1.Dimostrato che il sistema sia privo diperdite, ricaricare della quantità sopradeterminata. La ricarica deve essereeffettuata a massa utilizzando unabilancia elettronica (precisione dialmeno ± 3% del fondo scala). Evitarela ricarica del sistema verificando solopressione / temperatura.Considerare ciò che segue:� Assicurarsi che non vi siano fonti diignizione nelle vicinanze.

� Collocare un rilevatore di gas HC alivello del pavimento per essere avver-titi di qualsiasi rilascio accidentale.

�Quando si collegano i tubi tra il siste-ma di refrigerazione, manometri ecilindro di refrigerante, accertarsiche i collegamenti siano saldi.

� Assicurarsi che il sistema di refrige-razione sia collegato a terra primadella carica.

� Estrema cura deve essere posta pernon riempire eccessivamente ilsistema di refrigerazione.

� Dopo la carica, scollegare con atten-zione i tubi in modo da minimizzarela quantità di refrigerante emesso.

� La massa di refrigerante caricato nelsistema deve essere annotata in unregistro e segnato su una targhetta.Quando si ricarica fare attenzione cheil refrigerante HC ha una densità infe-riore a quella della maggior parte deglialtri refrigeranti; è necessaria una cari-ca del 40 - 50% rispetto a quella pre-vista con i HFC/ HCFC.Ricorda che lemiscele di refrigeranti HC devonoessere caricate allo stato liquido.

Controllo finale delle perditeDopo aver effettuato la carica di refri-gerante, effettuare controlli sulla tenu-ta, con una combinazione di:� Rivelatori di gas HC – controllareogni singola giunzione, connessionee componente per la presenza direfrigerante.

� Bubble test – controllare ogni singo-la giunzione, connessione e compo-nente per la presenza di bolle utiliz-zando acqua saponata o altri liquidisimili.Ricerca delle perdite sul lato alto delsistema (mentre il sistema è operati-vo) e sul lato basso (quando il sistemaè spento).Se una perdita viene identificata,seguire le procedure appropriate perripararla. I sistemi possono avere piùdi una perdita, così il sistema dovreb-be essere controllato ripetutamente(inclusa la posizione delle perditerecentemente riparate).

Controllo finaleQuando carica e controllo perditesono completati, effettuare verificheper garantire la sicurezza e l’affidabi-lità del sistema:� ripetere i controlli sui componentielettrici (cioè, non ci sono potenzialifonti di accensione);

� avviare il funzionamento dell’ impiantodi refrigerazione e far funzionare perun periodo di circa 15 – 30 minuti;

� verificare il corretto funzionamento dipressione, temperatura e corrente;

� assicurarsi che i tappi di chiusurasiano stati sostituiti con chiusuresigillate.

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Figura 9.Adesivo di avvertimento appropriato (a sinistra) e relativa indicazioneavvertimento (a destra) per l’utilizzo dei pannelli di accesso al sistema.

1 Una nota sulla purezza del refrigerante: unbuon grado di prodotto refrigerante deve essereutilizzato in tutti i sistemi RAC. Il livello degli HCcommerciali (ad esempio gas di petrolio liquefat-to, LPG) contiene quantità significative di zolfo,acqua e altre impurità e potrebbero contribuirealla degradazione dell’olio, accorciando la vitadel compressore e invalidando le garanzie. Lacomposizione degli LPG commerciale è variabi-le, quindi le proprietà termodinamiche del fluidopossono variare significativamente da bombola abombola. Inoltre, a differenza degli LPG com-merciali, i refrigeranti HC sono inodore.

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Introduzione

La ricerca delle perdite da un circuitofrigorifero è un’operazione delicata, inquanto richiede di determinare qualco-sa che materialmente non si vede, o sifa fatica a vedere. Per fare ciò bisognaaffidarsi alle indicazioni che ci fornisco-no gli strumenti di misura, l’occhio, iltatto e l’esperienza lavorativa.L’esecuzione delle misure è una fasedelicata del processo di ricerca, inquanto valori errati di misurazione pos-sono portare a delle conclusioni errate,vanificando tutto il lavoro che sta amonte per la loro esecuzione.

L’esperienza degli esamiper la certificazione

Oramai sono migliaia i tecnici del fred-do che si sono presentati presso levarie sedi del Centro Studi Galileodislocate in tutta Italia per conseguire lacertificazione abilitante che consente lagestione degli F-gas così come previ-sto dal Regolamento Europeo 842 edai decreti specifici della legislazioneitaliana.Nelle varie sessioni d’esame sonoemerse alcune difficoltà operative daparte dei tecnici frigorsti nelle varie fasidi controllo della funzionalità di unimpianto frigorifero forse più legate aduna scarsa abitudine nella loro esecu-zione che a delle reali difficoltà concet-tuali o realizzative.Tali difficoltà sono riscontrabili soprat-tutto in quei tecnici che sono soliti utiliz-zare schemi pre-costituiti per il control-lo del funzionamento dell’impianto e

che si limitano ad affidarsi completa-mente al responso della diagnosticaelettronica per l’individuazione dellecause di malfunzionamento, senzaapprofondire significativamente la loroconoscenza in merito attraverso l’os-servazione, la misura o altri strumentidi analisi.

Cosa dice la norma

Il Regolamento Europeo 1516/2007individua due distinte modalità per laricerca delle possibili fughe presenti inun circuito frigorifero: i metodi indiretti equelli diretti.I primi devono essere utilizzati nelcaso in cui le perdite si sviluppanomolto lentamente e l’impianto è instal-lato in locali ben ventilati, il che rendedifficile l’individuazione di fuoriuscite direfrigerante dal circuito frigorifero. Inogni caso i metodi indiretti costituisco-no sempre la prima fase del processodi ricerca di una fuga poiché danno utiliindicazioni per poter decidere se il cir-cuito frigorifero che si sta controllandoè a tenuta o meno. In generale essi nonvengono utilizzati quando la determina-zione della fuga è immediata ed evi-dente come può essere, ad esempio,quando si ha la presenza di tracce diolio sulle tubazioni.I metodi diretti sono necessari perdeterminare il punto esatto della perdi-ta. La decisione sul metodo di misura-zione da utilizzare deve essere presadal personale certificato, in base allapropria esperienza specifica per stabili-re caso per caso il metodo di ricercadelle fughe più adeguato.

Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF

Procedura per la ricerca delle fughein un circuito frigorifero:misurare, confrontare, decidere166ª lezione di base

PIERFRANCESCO FANTONI

CENTOSESSANTASEIESIMALEZIONE SUI CONCETTIDI BASE SULLE TECNICHEFRIGORIFERE

Continuiamo con questo numero ilciclo di lezioni semplificate per isoci ATF del corso teorico-praticodi tecniche frigorifere curato dalprof. ing. Pierfrancesco Fantoni.In particolare con questo ciclo dilezioni di base abbiamo voluto, inquesti 15 anni, presentare ladidattica del prof. ing. Fantoni, cheha tenuto, su questa stessa linea,lezioni sulle tecniche dellarefrigerazione ed in particolare dispecializzazione sullatermodinamica del circuitofrigorifero.Visionare su www.centrogalileo.itulteriori informazioni tecnichealle voci “articoli”e “organizzazione corsi”:1) calendario corsi 2013,2) programmi,3) elenco tecnici specializzati negliultimi anni nei corsi del CentroStudi Galileo divisi per provincia,4) esempi video-corsi,5) foto attività didattica.

È DISPONIBILELA RACCOLTA COMPLETA

DEGLI ARTICOLIDEL PROF. FANTONI

Per informazioni: [email protected]

ARTICOLO DIPREPARAZIONE ALPATENTINO FRIGORISTI

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Misurare e confrontare

Per poter eseguire una diagnosi delcorretto funzionamento di un impiantofrigorifero si possono eseguire dellemisure dei parametri più significativi delsuo funzionamento e poi confrontarequanto trovato con i rispettivi valori diriferimento. Per fare ciò è richiestosaper utilizzare gli strumenti di misura esaper eseguire le letture dei valori indi-cati (non escluse le relative unità dimisura) e poi sapersi accertare se talivalori risultano essere congruenti conquelli che sono i valori di riferimento.Ovviamente tali valori devono essereben noti al tecnico frigorista altrimenti lasola esecuzione delle misure ha comerisultato quello di ottenere dei numeriprivi di utilità pratica.

Misure consuete e misurenon consuete

Credo che nella prassi quotidiana qua-lunque tecnico frigorista è in grado dieseguire misure di pressione e tempe-ratura sul circuito frigorifero. Nelle ses-sioni d’esame generalmente questesono le misure che la maggior parte deitecnici esegue con maggiore disinvoltu-ra. Talvolta nascono difficoltà con leunità di misura delle pressione, datoche alcuni manometri riportano i valoriespressi in megapascal (MPa) mentrel’abitudine è quella di esprimerla in bar.Ricordiamo che 1 MPa corrisponde adun milione di pascal e che servono 100mila pascal per avere 1 bar: ne conse-gue che 1 MPa corrisponde a 10 bar.Come si vede in figura 1, se la pressio-ne letta sul manometro di alta è di 1,3

MPa allora essa, in base a quantoappena detto, corrisponde a 13 bar.Capita che nell’utilizzo del manometronon si badi all’unità di misura (che èchiaramente riportata sul quadrante) equindi dalla lettura del valore di 1,3 sulquadrante del manometro si giunga allaerronea conclusione che la pressione dicondensazione è di 1,3 bar.Il tecnico frigorista attento ed esperto,però, non può lasciarsi sfuggire che talevalore di pressione è assolutamenteinconsueto per un impianto frigorifero equindi fermarsi a riflettere sulla sensa-tezza della misura eseguita, autocor-reggendosi. Purtroppo non semprequesto accade. Questi tipi di errore nonsono gravi in sé, dato che un momentodi disattenzione può sempre capitare,ma risultano essere rilevanti in quanto èproprio sugli esiti delle misure che ven-gono eseguite che poi si andrà a deci-dere se il circuito frigorifero in questionepresenta difetti di tenuta o meno.Sbagliare le misurazioni significa avereun punto di partenza errato nel proces-so di analisi del funzionamento dell’im-pianto e quindi, molto probabilmente,giungere a delle conclusioni errate.Pensiamo a cosa significa eseguire laricerca delle perdite con un cercafughesu un circuito frigorifero che non perde!Oppure, all’opposto, cosa significareannotare sul libretto d’impianto che ilcircuito frigorifero non presenta perditee ritrovarlo scarico dopo poco tempo!Anche quelle del surriscaldamento edel sottoraffreddamento sono misureche il tecnico frigorista esegue con unacerta consuetudine.Forse maggiormente la prima rispettoalla seconda. Certe volte permane,comunque, la convinzione che talimisure siano, se non superflue, almenoridondanti: un qualcosa in più che non ènecessario svolgere. Ciò non è vero,

dato che per giungere ad una diagnosisignificativa del funzionamento di unimpianto non ci si può affidare a solouna o duemisurazioni (generalmente lepressioni e le temperature). In un pro-cesso di ricerca quanti più indizi sihanno a disposizione tanto più è proba-bile giungere a delle conclusioni finalicorrette, senza possibilità di dubbi ederrori finali. Quindi non solo è semprevivamente consigliato eseguire la misu-ra sia del surriscaldamento che del sot-toraffreddamento ma anche non fer-marsi ad esse, procedendo alla raccol-ta di molte altre informazioni caratteriz-zanti il funzionamento dell’impianto.Per quanto riguarda il surriscaldamentocapita, talvolta, che si proceda in modoerrato al suo calcolo, pur avendo pro-ceduto in maniera corretta alla rileva-zione delle due temperature di interes-se. Per avere un criterio di autocontrol-lo sulla bontà del risultato ottenuto èopportuno ricordarsi che il valore delsurriscaldamento non può mai esserenegativo: parlare di un surriscaldamen-to di -10 K non ha proprio senso! A talproposito è sufficiente ricordare che ilsurriscaldamento indica di quanto gradiil gas che esce dall’evaporatore è piùcaldo del gas che si è formato dall’eva-porazione del liquido.Esprimere il riscaldamento di un gascon un valore negativo non ha significa-to e qualora il risultato dell’operazione dicalcolo porti ad un tale valore devenascere subito il dubbio di avere com-messo qualche errore procedurale. Lafigura 2 mostra un tipico caso in cui sipuò incorrere in errore nel calcolo delvalore del surriscaldamento. La correttaprocedura di calcolo in questo caso è: -7- (-15) = -7+15= +8 K e non, come tal-volta accade di trovare, -7 – 15 = -22 K.È vietata la riproduzione dei disegni suqualsiasi tipo di supporto.

Figura 2.Il surriscaldamento del gas aspirato dal compressore è di + 8 K.

Figura 1.Lettura del valore della pressionein un manometro avente la scala

graduata in megapascal.

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Diagramma presso-entalpico:Particolare diagramma che vieneutilizzato nel campo dellarefrigerazione e del condizionamentoper lo studio dei cicli frigoriferi. Essoriporta sull’asse delle ascisse l’entalpiadel fluido frigorifero (espressa in kJ/kg)e sull’asse delle ordinate la pressioneassoluta(espressa in bar o kPa).Talediagramma, caratteristico per ogni tipodi refrigerante, assume una formapiuttosto tipica, cosiddetta “acampana”, che individua tre zone bendistinte: nella prima, quella più asinistra, il refrigerante è allo stato disolo liquido; nella seconda, al di sottodella campana, il refrigerante si trovaallo stato di miscela liquido+vapore;nella terza, quella a destra dellacampana, il refrigerante si trova allostato di solo vapore. Su talediagramma è possibile leggere moltegrandezze che caratterizzano lo statofisico e termodinamico del refrigerantedurante un normale ciclo frigorifero:temperatura e pressione, entalpia,entropia, titolo di vapore, volumespecifico del gas.Tale diagrammarisulta di pratica utilità nellaprogettazione di un impianto frigoriferoma anche nella verifica dellecondizioni di funzionamento, in quantopermette di calcolare molte dellegrandezze che caratterizzano il relativociclo frigorifero: carica necessaria direfrigerante, varie temperature (diaspirazione, di mandata, del liquido,ecc), le quantità di calore in gioco, lapotenza necessaria del compressore,la resa energetica del ciclo, ed ingenerale quale influenza hannopossibili cambiamenti nelle condizioni

di progetto (temperatura dicondensazione, temperatura dievaporazione, carico termico, ecc.) sulfunzionamento complessivodell’impianto.

EPEE: European Partnership forEnergy and the Environment(Partenariato europeo per l’energia el’ambiente). Associazione fondata nel2000 composta da 40 membri, tra cuianche varie associazioni nazionali, cherappresenta l’industria europea dellarefrigerazione, del condizionamento edelle pompe di calore.Tra gli obiettiviprimari dell’EPEE vi è la ricerca ditecnologie sicure, eco-compatibili esostenibili econonomicamente al finedi promuovere le conoscenze delsettore nell’Unione Europea e dicontribuire allo sviluppo di politichecomunitarie efficaci.

GWP:GlobalWarming Potential(potenziale di surriscaldamentoglobale). Indice che viene utilizzato peresprimere la capacità che un gaspossiede di incrementare l’effetto serraattraverso la ritenzione delle radiazioniemesse dalla Terra. L’emissione inatmosfera di gas refrigeranticontribuisce ad incrementarel’accumulo di sostanze in atmosferache impediscono alle radiazioniemesse dalla Terra di essere dispersenello spazio. L’accumulo di taliradiazioni contribuisce ad elevare latemperatura media della Terra,provocando un continuo mutamentodel clima.Tale indice può venire calcolatoriferendosi al GWP del CFC11 (in talecaso si parla di HGWP) oppure aquello dell’anidride carbonica, unpotente gas ad effetto serra.Mentre ilGWP del CFC11 è calcolabile in modoesatto (dato che tale gas ha una vitaatmosferica ben definita), quellodell’anidride carbonica deve essereriferito a periodi convenzionali di 20,100 o 500 anni, dato che ad essa nonpuò venire attribuita con certezza unaben precisa vita atmosferica. Per ilmetano e l’R22 essa è di 12 anni, perl’R11 di 50 anni, per l’N2O di 120 annimentre per il CF4 di 50000 anni.Dato il divieto di utilizzo dei refrigerantiCFC, attualmente si preferisce riferire ilGWP prevalentemente all’anidridecarbonica: esso viene espresso

mediante un valore che indica laquantità equivalente in chilogrammi dianidride carbonica che provocano ilmedesimo effetto serra di ognichilogrammo di refrigeranteconsiderato (kg CO2/kg). Ad esempiol’R12 ha un GWP di 8500, ciò significache l’effetto serra di 1 kg di R12equivale all’effetto provocato da 8500kg di anidride carbonica.Anche i refrigeranti HFC hannogeneralmente un valore di GWP moltoelevato (ad esempio l’R134a ha unGWP pari a 1300) e per tale motivo,risultando essere gas ad elevatoeffetto serra, l’Unione Europea hadeciso di emanare una serie diRegolamenti atti a limitare le emissionidi tali gas in atmosfera e di mantenerecostantemente monitorato i quantitativiprodotti e commercializzati.I refrigeranti HFO hanno, invece, unGWPmolto basso e per tale ragionesembra possano, in un prossimofuturo, sostituire in molte applicazionirefrigeranti HFC.

Pull-down: Fase iniziale delfunzionamento di un impianto direfrigerazione o di congelamento in cuiviene richiesto di ottenere un rapidoabbattimento della temperaturaall’interno della cella raffreddata fino agiungere, in breve tempo, ai valoriimpostati di temperatura ed umidità.Per ottenere tale risultato l’impiantodeve, in questa fase, erogare la suamassima potenza frigorifera.

Rendimento volumetrico: Rapportotra il volume di vapore aspiratoall’interno del cilindro di uncompressore alternativo durante unciclo ed il volume del cilindro stesso.Durante il funzionamento delcompressore, il rendimentovolumetrico varia in funzionedell’istante in cui si apre la valvola diaspirazione durante la fasediscendente del pistone che, a suavolta, dipende dalla pressione del gasrimasto intrappolato all’interno delcilindro dopo la fase di scarico. Ilrendimento volumetrico dipende, tra lealtre cose, dallo spazio nocivo e dalrapporto di compressione delcompressore.

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(Parte centotrentesima)

A cura dell’ing.PIERFRANCESCO FANTONI

E’ severamente vietato riprodurre anche parzial-mente il presente glossario.

GLOSSARIODEITERMINIDELLAREFRIGERAZIONEE DELCONDIZIONAMENTO

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