PTOF Scuola Infanzia Romiati PIANO TRIENNALE OFFERTA … · 2017-11-30 · ptof scuola infanzia...
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PTOF Scuola Infanzia Romiati
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PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA
SCUOLA DELL’INFANZIA ROMIATI
A.S. 2016/2019
VIA CA'BRION 75
RESCHIGLIANO DI CAMPODARSEGO PADOVA 35011
PARITARIA AUTORIZZATA
CODICE SIDI/MIUR: PD1A06500V
CODICE ISTAT/ATECO: N.851000
NUMERO REA: PD-348476
P.IVA: 03390790289
C.F.: 92037760284
SITO INTERNET: www.infanziareschigliano.it
MAIL: materna.reschiglianofismpd.t
PEC: scuolareschiglianopec.fismpadova.it
FEDERATA ALLA FISM
PTOF Scuola Infanzia Romiati
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Indice generale 1. PRESENTAZIONE 4 1.1 Analisi del contesto e bisogni del territorio di riferimento: sociale, ambientale, culturale e economico 4 1.2 Brevi cenni storici 4 1.3 Le classi, i bambini 5 1.4 L’idea di bambino 5 1.5 L'idea di insegnante 6
1.5.1. La pedagogia 7 1.6 La mission della scuola e i suoi principi guida 8
1.6.1. L’inclusione scolastica 9 1.7. Relazioni scuola famiglia 10 1.8 Risorse strutturali 12
12 1.8.1 Organizzazione degli spazi interni 13 1.8.2 Organizzazione degli spazi esterni 16 1.8.2 Reti e convenzioni 16
1.9 Risorse professionali 18 1.10. Risorse economiche 20 2. SCELTE STRATEGICHE DI FONDO 21 2.1. Il curricolo 21 2.2. LA NOSTRA PROGETTAZIONE CURRICOLARE 24 2.4. Linee metodologiche e modalità di monitoraggio delle attività 28
2.4.1. LA METODOLOGIA 28 2.4.2. DALLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO DI FRANCA DA RE 28 2.4.3. LA DOCUMENTAZIONE 29 2.4.4. La VALUTAZIONE 29 2.4.5. Le rubriche valutative 33
2.5. L’offerta FORMATIVA 36 2.5.1. I progetti curricolari 36 2.5.2. Iniziative di arricchimento e di ampliamento curricolare 37 2.5.3. Il curricolo per l'IRC- insegnamento della religione cattolica 37
3. ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO 41 3.1. La giornata scolastica 41 4. INTERVENTI DI SUPPORTO ALLA QUALITÀ DELL’OFFERTA FORMATIVA 44 4.1. Piano di informazione e formazione relativo alla sicurezza 44
4.1.1. Progetto sicurezza 44 4.2. Piano di formazione del personale 44 4.3.Priorità fissate per il servizio di istruzione e formazione nel triennio di riferimento 45 4.4. Fabbisogni 45
PTOF Scuola Infanzia Romiati
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Introduzione
IL PIANO TRIENNALE DELL’OFFERTA FORMATIVA (P.T.O.F.) delle scuole
dell’infanzia di Reschigliano di Campodarsego
La scuola dell'infanzia di Reschigliano si identifica come SCUOLA PARITARIA.
Il presente piano triennale dell’offerta formativa relativo alla scuola dell’infanzia “Romiati”, è
elaborato ai sensi di quanto previsto dalla legge 13/07/2015 n°107, recante la “riforma del sistema
nazionale e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”.
Il Piano è stato elaborato dal Collegio docenti sulla base degli indirizzi per le attività della scuola e
ha ricevuto parere favorevole nella seduta del 26/09/2016; è stato aggiornato e modificato, quindi
approvato in sede di collegio docenti del 17/10/2017.
Il Piano è reso pubblico tramite affissione alla bacheca della scuola ed ha valore triennale (può
essere rivisto annualmente, sempre entro il mese di ottobre).
1. PRESENTAZIONE
1.1 Analisi del contesto e bisogni del territorio di riferimento: sociale, ambientale, culturale e economico
La scuola dell'Infanzia Romiati è situata nel territorio del comune di Campodarsego, nella frazione
di Reschigliano. Tale frazione dista 2,21km dal comune di appartenenza e presenta una
popolazione di circa 3000 abitanti, numeri in continua evoluzione grazie all'insediamento di nuovi
nuclei familiari.
Il livello di istruzione della popolazione appare medio-alto.
Il contesto di riferimento è caratterizzato da livelli culturali diversi, perciò appare vario nelle sue
risorse, offrendo quindi l'opportunità di usufruire di un'offerta formativa ricca di occasioni,
scambi, momenti di incontro. Il tutto è possibile grazie alla presenza di associazioni quali:
• ASSOCIAZIONE NOI
• PRO LOCO (Gruppo Reschigliano Insieme)
• AVIS
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che propongono diversi eventi nel territorio.
A fianco della scuola dell'infanzia, situata nel centro del paese, si trova la scuola primaria statale
appartenente all'istituto comprensivo di Campodarsego. È presente inoltre per la prima infanzia
l'asilo nido “Villa Menini- ASS. La Cicogna”.
Reschigliano appare come centro abitativo ricco di servizi e spazi ad utilizzo della persona. Infatti,
intorno alle realtà scolastiche, sono presenti altri servizi: medico sanitari (farmacia comunale,
ambulatorio medico, dentistico e fisioterapico), commerciali (supermercati Famila, Prix) e
formativo-ricreativi (centro parrocchiale, campo sportivo, fattoria didattica).
Il paese di Reschigliano nasce come centro prevalentemente agricolo ma da alcuni decenni, si è
evoluto come centro industriale e artigianale (Zoccarato verniciatura, Pagin prefabbricati, Griggio
macchine utensili, Lomi serramenti e piccole aziende artigianali sono solo alcuni esempi)
arricchendo così il territorio circostante.
1.2 Brevi cenni storici La Scuola dell’Infanzia paritaria “ROMIATI” di Reschigliano, con sede in via Bassa prima n.75, sorge
nel 1954 quando iniziano le pratiche per la fondazione dell’asilo su un’esigenza del parroco Don
Domenico Baldon e dei genitori di accogliere ed educare i bambini della comunità. L’edificio viene
costruito sul terreno donato dalla Sig.ra Romiati.
Dopo una pausa nel 1955 riprendono i lavori che termineranno nel marzo del 1956 con la costru-
zione dell’edificio centrale.
Il 13 ottobre 1957 arrivano le suore Vicenzine dell’Immacolata da Lauro Torinese (Sr. Maria Fabia-
na Panizzolo e Sr. Luciana Germinati) le stesse hanno gestito la scuola fino al 1978
Il 21 giugno 1959 Inaugurazione con il Vescovo Bortignon
17 agosto 1959 inizia l’asilo accogliendo al pomeriggio anche i ragazzi delle elementari per i com-
piti.
La nostra scuola è costituita da un edificio realizzato in muratura tradizionale, disposto parte su
due piani, sito nella zona centrale (periferica) del Comune di Campodarsego, da cui ha accesso di-
retto; nella scuola vi sono inoltre macchinari, attrezzature, impianti, mobili e macchine d’ufficio,
dettagliatamente elencati nell’inventario dei beni mobili ed immobili.
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1.3 Le classi, i bambini I bambini che frequentano la nostra scuola sono divisi in tre sezioni:
• sezione di DORY,
• sezione di NEMO,
• sezione di GUIZZO,
suddivisi per età eterogenee.
La maggioranza dei frequentanti vive nella comunità di Reschigliano, qualcuno proviene da comuni
limitrofi e frequenta il paese per motivi lavorativi dei genitori.
Sono presenti bambini residenti a Reschigliano con genitori che provengono da: Romania, Albania,
Cina, Tunisia, Nigeria, Bangladesh.
1.4 L’idea di bambino Il bambino è una persona unica, in crescita, che porta con sé la propria storia e le pro-
prie esperienze familiari e sociali. E’ un soggetto le cui potenzialità nella scuola debbo-
no trovare il giusto spazio per uno sviluppo che sappia armonizzare le esperienze con le
fasi di crescita personale.
Il bambino è anche portatore di emozioni, che ha bisogno di comprendere, esprimere e comuni-
care, nel rispetto delle proprie modalità e dei propri tempi. Ha bisogno di sicurezza e di stabilità.
Ha bisogno di essere accolto nelle sue capacità e di essere accompagnato a scoprire con libertà il
mondo esterno e quello interiore.
Il bambino impara attraverso l’esperienza: è un soggetto attivo che costruisce autonomamente le
proprie strategie di affronto alla realtà, le proprie conoscenze.
L’intelligenza del bambino si sviluppa in molti contesti (non solo nell’ambito logico o
linguistico) e può assumere forme diverse di tipo spaziale, corporeo, musicale, scientifi-
co, sociale.
I bambini quindi non possiedono tutti lo stesso tipo di intelligenza, non imparano tutti
allo stesso modo (modello pedagogico ispirato al cognitivismo di Howard Gardner).
I bambini oggi, sono portatori di interessi che vanno orientati, educati, equilibrati. Spes-
so vivono in contatto con un mondo fatto principalmente di adulti – i genitori, i nonni, i
familiari – e hanno bisogno di scoprire la ricchezza della relazione tra pari.
I bambini a cui vuole rivolgersi la nostra Scuola dell’infanzia sono tutti, anche quelli di
culture diverse, che portano con sé abitudini e sistemi di significati diversi, quelli diver-
samente abili ma con potenzialità da sviluppare, quelli che presentano difficoltà perso-
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nali o familiari che possono rendere più faticoso il loro percorso di crescita ma che se
indirizzati e guidati possono raggiungere i più ambiti traguardi.
1.5 L'idea di insegnante Da coloro che sono chiamati ad insegnare in una scuola cattolica ci si attende una reale
e documentata competenza professionale, accompagnata da specifiche attitudini, con-
quistata e maturata anche nel corso del continuo iter formativo. Questo comporta:
● un’adeguata conoscenza di contenuti e metodi d’insegnamento;
● l’apertura all’innovazione e all’aggiornamento;
● il riferimento ad una teoria della conoscenza aperta al trascendente e
ad una visione antropologica ispirata ad un umanesimo integrale;
● la consapevolezza della natura e del valore del rapporto educativo,
nonché la disponibilità e la sensibilità nel praticarlo con ciascun alunno
in una prospettiva personalizzata;
● la capacità di lavoro collegiale:
● la conoscenza e il rispetto di una corretta deontologia professionale insieme ad
una effettiva onestà intellettuale.
Un secondo tratto che qualifica l’identità dei nostri docenti di scuola cattolica è dato dal
fatto che questo professionista è chiamato ad insegnare in una scuola che, per sua na-
tura, si richiama ad una tradizione educativa e pedagogica plurisecolare che si identifica
con una visione cristiana della persona, della vita, della realtà, dell’educazione.
Di questo patrimonio storico, la cui ricchezza non è sottovalutabile, il docente ne deve
fare proficuamente tesoro.
Nel momento in cui prende servizio nella scuola cattolica, il docente si trova inserito in
un ambiente al centro del quale, si delinea, esemplare e ideale, la figura di Gesù.
L’insegnante di scuola cattolica è chiamato a proporre i contenuti culturali e le attività
educative che un determinato tipo di scuola deve offrire; dall’altra egli propone questi
contenuti rifacendosi costantemente ad una filosofia cristiana della persona, della vita,
della realtà in genere.
1.5.1. La pedagogia La scuola interpreta il suo mandato istituzionale attraverso una precisa serie di
azioni educative in cui l’insegnante viene considerata come interno al processo di
apprendimento del bambino. In questo caso, la formazione del bambino non av-
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viene più a senso unico: non è solamente l’insegnante a causare dei cambiamenti
(apprendimenti) nel bambino, è vero anche che l’insegnante cambia (apprende)
essa stessa stimolata dal bambino. “Non sempre tu insegni (lasci il segno), ma tu
spesso “devi” lasciarti segnare dal bambino”.
Altro punto fondamentale è guidare il bambino a sistematizzare i saperi.
Il bambino entra nel mondo dei sistemi simbolico-culturali attraverso il sapere,
che, tramite la rievocazione, la rielaborazione, l’esperienza diventa cultura e sape-
re a tutti gli effetti.
In questo passaggio, si colloca l’esperienza proposta dalla scuola, che è educativa
e “sottolinea gli ambiti del fare e dell’agire del bambino che è immerso diretta-
mente in un mondo che può scoprire”. L’esperienza nella scuola ha dei momenti,
delle forme in cui viene rielaborata, rievocata, rivista e questo rievocare fa si che
l’esperienza si trasformi in sapere, in cultura. Ciò significa valorizzare e investire di
intenzionalità educativa i momenti di routine, di gioco libero, le attività svolte sen-
za la presenza diretta dell’adulto disgelando le valenze educative e formative ad
essi sottese.
Altri punti significativi nell'idea pedagogica della nostra scuola sono così sintetiz-
zabili:
• “Perdere tempo per perdere tempo” per gli apprendimenti del bambino senza lasciarsi
prendere dalla frenesia del fare, del concludere l’attività.
• “Dare tempo ai bambini per assicurare loro un’infanzia prolungata”: dovrebbero ritrovare
nella scuola dell’infanzia quelle dimensioni che in altri contesti gli sono recluse e che rischia di non
fare da nessun’altra parte come gioco, la possibilità di apprendere in situazioni definalizzate, al re-
cupero della fisicità o della senso percettività nell’approccio alla conoscenza, alla corporeità
nell’avvicinarsi ai saperi codificati.
• Valorizzare i “momenti liberi” di esperienza offrendo un’organizzazione per i laboratori do-
ve il bambino possa calarsi ed esprimere la specificità di ogni campo.
• Prestare per quanto possibile, attenzione all’individualità del bambino: cercare di avere
un’organizzazione per piccoli gruppi di lavoro che consente di “stare con il bambino per conoscer-
lo” e poter modulare lo stile di insegnamento sugli stili di apprendimento dei bambini e sulle diver-
sità che li caratterizzano (tempi e ritmi di maturazione), quindi aiutarlo a crescere.
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1.6 La mission della scuola e i suoi principi guida “La scuola dell’infanzia paritaria, liberamente scelta dalle famiglie, si rivolge a tutti i bambini dai 3
ai 6 anni ed è la loro risposta per il loro diritto all’educazione1”.
La scuola dell’infanzia “Romiati” è un’istituzione parrocchiale. Dall’anno scolastico 2000/2001 il
Ministero della pubblica istruzione ha riconosciuto la “parità scolastica” come da D.M. 488/4761
del 28/02/01 ai sensi della legge 62/2000. Alla scuola paritaria è assicurata piena libertà per quan-
to concerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico, facendo parte del sistema
educativo nazionale. È ambiente comunitario, luogo d’incontro, di accoglienza e di promozione
umana, con forte riferimento ai valori umani e cristiani.
La scuola si impegna nella promozione dell’educazione integrale della personalità e quindi in una
equilibrata motivazione delle componenti affettive, sociali, religiose, tenendo presente la variante
individuale dei ritmi e degli stili di apprendimento, le motivazioni e gli interessi personali.
L’opera educativa pone dunque al centro la PERSONA nella concretezza dell’esperienza di ogni
bambino, sostenendo il processo di costruzione della propria personalità.
In questa prospettiva, la scuola si pone le finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo di:
IDENTITÁ: per vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, sentirsi sicuri in am-
biente sociale allargato;
AUTONOMIA: per aver fiducia in sé, fidarsi degli altri, partecipare alle decisioni prendendo
opinioni;
COMPETENZE: per imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione,
l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti;
CITTADINANZA: per scoprire l’altro da sé e attribuire progressiva importanza agli altri, ren-
dersi consapevoli della necessità di stabilire regole condivise.
1.6.1. L’inclusione scolastica2 “La Scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di rag-
giungere tutti gli studenti *…+ un sistema scolastico incluso può essere creato solamente se le
scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliore nell’educazione di
tutti i bambini della loro comunità.” (Linee guida per le politiche di integrazione nell’istruzione
UNESCO 2009).
1Indicazioni nazionali per il curricolo 2012
2Vedi allegato n.1
3Vedi ALLEGATO N.3
2Vedi allegato n.1
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Ad oggi il termine “integrazione scolastica” è stato ormai racchiuso e sostituito dal termine “inclu-
sione” come suggerisce la C.M. n° 8 del 6/03/2013 del MIUR.
In quest’ottica l’inclusione è un processo, si riferisce alla globalità delle sfere educativa, sociale e
politica; guarda a tutti gli alunni (indistintamente/differentemente) e a tutte le loro potenzialità.
Interviene prima sul contesto, poi sul soggetto, trasforma la risposta specialistica in ordinaria.
Le insegnanti ritengono che una scuola sia inclusiva quando vive e insegna a coesistere con le dif-
ferenze.
La diversità è una risorsa e una ricchezza, piuttosto che un limite, e si lavora per rispettare le diver-
sità individuali. L’inclusione è un processo in cui i bambini, a prescindere da abilità, genere, lin-
guaggio, nazionalità, cultura, possono essere ugualmente valorizzati e forniti di uguali opportunità.
La scuola inclusiva valorizza, dà spazio e costruisce risorse, sa rispondere alle richieste, ai bisogni e
ai desideri di ogni bambino.
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1.7. Relazioni scuola famiglia
La nostra scuola è molto attenta alla relazione con la
famiglia.
I primi contatti con la famiglia avvengono al momento
dell’iscrizione e poi via via si consolidano attraverso
momenti programmati in orario scolastico.
Qualora i genitori avessero la necessità di un colloquio personale con l’insegnante
potranno richiederlo su appuntamento, sempre in orario scolastico.
Gli avvisi che la scuola redige, per comunicare con la famiglia, sono di tipo telematico
(tramite l'indirizzo e-mail comunicato al momento dell'iscrizione) o cartaceo e quindi
consegnati individualmente al momento dell’uscita da scuola.
Comunicazioni di tipo personale vengono fatte telefonicamente, o per mezzo cartaceo.
Un ruolo molto importante è dato dalla partecipazione attiva ai momenti collegiali (as-
semblee generali, di sezione e di intersezione), in cui i genitori collaborano in modo pro-
ficuo all'interazione educativa scolastica.
1.7.1. La corresponsabilità educativa I genitori sono i primi responsabili dell’educazione dei propri figli e devono lavorare in
stretto rapporto con la scuola dando la propria competenza specifica e rifiutando dele-
ghe educative.
Si configura così una CORRESPONSABILITA’ educativa tra scuola e famiglia e comporta
per i genitori alcuni diritti e doveri riassumendoli in:
- CONOSCERE/INDIVIDUARE (linee educative, regolamento, PTOF,
avvisi ....)
- PARTECIPARE/CONDIVIDERE (presenziare alle riunioni, ai colloqui,
agli organi collegiali, agli incontri formativi …)
- ESPRIMERE (pareri, proposte, bisogni educativi in un dialogo con
le insegnanti nel rispetto dei ruoli e dei metodi)
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In tal modo è possibile creare un clima relazionale idoneo per la crescita serena e inte-
grale del bambino e per il SUO STAR BENE a scuola, tutto ciò diviene anche fattore qua-
lificante della scuola cattolica.
Il patto educativo di corresponsabilità (DPR 235/07) ha l'obiettivo di impegnare le famiglie sin dal
momento dell'iscrizione, a condividere con la scuola i nuclei fondanti dell'azione educativa. Esso
mette in evidenza il ruolo strategico che può essere svolto dalle famiglie nell'ambito di un'alleanza
educativa che coinvolga la scuola, le insegnanti e i genitori secondo i rispettivi ruoli e
responsabilità.
Tale patto educativo, nasce dalla necessità di individuare obiettivi comuni, condividere impegni
reciproci affinchè la scuola venga vissuta come esperienza di formazione integrale della persona.
La scuola, dalla propria parte, si impegna a:
• presentare in modo chiaro il PTOF in occasione dell'iscrizione;
• comunicare in modo chiaro tutte le informazioni necessarie;
• garantire la funzionalità e la sicurezza dell'edificio;
• garantire con efficienza tutti i servizi (mensa, pulizia, segreteria...);
• promuovere, formare, coinvolgere tutte le componenti con la propria comunità
parrocchiale.
Le insegnanti si impegnano a:
• favorire l'inclusione di ciascun alunno;
• creare un clima di fiducia, stima e collaborazione con le famiglie;
• elaborare la progettazione didattica;
• informare i genitori sul percorso educativo del bambino;
• osservare, valutare in modo sistematico e coerente con gli obiettivi previsti;
• promuovere uno stile educativo che favorisca il benessere dei bambini;
• garantire la massima riservatezza su ogni informazione, rispettando le norme
deontologiche.
I genitori si impegnano a:
• conoscere e rispettare l'organizzazione scolastica, in modo particolare il regolamento3;
• essere informati rispetto al PTOF e alla progettazione didattica;
• partecipare alle riunioni;
• presenziare ai colloqui individuali;
• prendere visione degli avvisi;
3Vedi ALLEGATO N.3
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• comunicare le assenze, i ritardi, le situazioni particolari;
• fornire tutte le informazioni utili per una maggiore conoscenza del bambino;
• collaborare con le insegnanti nell'azione educativa, accogliendo in modo sereno e positivo
le comunicazioni sul percorso del bambino.
1.8 Risorse strutturali Di fondamentale importanza è l’organizzazione degli spazi, la scelta e la disposizione dei materiali.
Gli spazi, opportunamente predisposti, sono garanzia di un’esperienza educativa programmata e
attenta ai bisogni dei bambini, e ciò diviene bisogno di benessere per chi vi opera quotidianamen-
te, permettendo al bambino di adattarsi ad un ambiente che diviene familiare dandogli serenità e
sicurezza.
L’edificio è posto in un grande appezzamento di terreno, al centro del paese, ac-
canto alla chiesa, al patronato e alla Scuola primaria.
Completamente recintato presenta un cancello d’ingresso pedonale e uno carraio.
Il giardino è suddiviso in due parti, una anteriore da cui si entra con parco verde
con alberi di varia natura, una posteriore con cortile ghiaioso arredato con giostre
e parco verde ombreggiato da pini marittimi e tigli.
Internamente si sviluppa in un piccolo ma accogliente salone d’ingresso che pro-
segue con un lungo corridoio, attrezzato con armadietti e provvisto di due bagni.
Adiacente al salone si trova un’altra stanza adibita al gioco di: - mamma casetta e
angolo lettura.
Attraverso un corridoi si accede alle quattro sezioni, servizi igienici, a un vano di
modeste dimensioni adibito alla raccolta di materiale didattico vario, e macchina
fotocopiatrice; uno sgabuzzino per l’attrezzatura di pulizia.
Sempre dal salone d’ingresso, salendo una scala munita di due corrimano e scalini
antiscivolo, si accede al refettorio, al dormitorio, all’ufficio, alla sala di educazio-
ne motoria, alla cucina e ai bagni. Il refettorio è munito di uscita di sicurezza con
scala antincendio a norma di legge.
Tutti questi ambienti sono arredati con materiali specifici e a norma.
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1.8.1 Organizzazione degli spazi interni
• SALONE DELL’ACCOGLIENZA
Per accedere al salone si passa attraverso un piccolo ingresso. Nel salone si accol-
gono i bambini al mattino, al pomeriggio si preparano per l’uscita. Inoltre, vengo-
no svolte attività collettive come: canti, drammatizzazione, giochi, ecc.
E’ arredato con panchine di legno colorate, tavoli, seggioline, armadietto per i gio-
chi e contenitori.
Diviso in angoli: - angolo delle costruzioni, bambole, pentolini, automobiline, piste
angolo del disegno libero
vasca delle palline
costruzioni giganti
angolo della manipolazione
angolo biblioteca
SERVIZI IGIENICI
Sono disposti in 3 nuclei; 2 lungo il corridoio degli armadietti e
1 nel corridoio delle sezioni. Sono dotati di water e lavandini,
con acqua calda e fredda, fruibili dai bambini. Lungo le pareti ci
sono gli appositi gancetti per gli asciugamani, i porta bicchieri
in plastica, l’erogatore del sapone liquido e il porta salviette di
carta, usa e getta.
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• SALA DELL’EDUCAZIONE MOTORIA
E’ situata al primo piano della scuola, ha il pavimento in legno che rende
l’ambiente accogliente e caldo idoneo per l’attività di educazione motoria. La sala
è provvista di: tappeti antiscivolo, cuscini, cerchi, palloni di varie dimensioni, regi-
stratore, stoffe e corde. L’attività psico-motoria svolta promuove esperienze di
corporeità e motricità per una presa di coscienza del valore del proprio corpo nella
relazione con l’altro.
• DORMITORIO
E’ situato al primo piano della scuola, adiacente
all’ufficio della direzione ed ha pavimento in legno, ven-
tilatori a soffitto per rinfrescare nel periodo estivo, le
pareti sono tinteggiate di verde per favorire il rilassa-
mento e il riposo.
L’ambiente è ampio ed è adatto al riposo di circa 24
bambini. E’ fornito di lettini con coperte, cuscino e giocattoli personali.
• RIPOSTIGLI
I ripostigli sono dislocati: uno al piano terra e uno al piano supe-
riore.
Sono adibiti al riordino del materiale e dei prodotti per la pulizia
della scuola. Questi spazi sono resi inaccessibili ai bambini e al
personale non autorizzato mediante cartelli segnaletici.
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• LA SALA DELLA REFEZIONE
E’ situata al primo piano della scuola, è un ambiente
molto ampio, luminoso, reso allegro e invitante, ha
le pareti colorate è munito di uscita di sicurezza
con scala antincendio.
Alle stesse pareti sono applicati appositi gancetti
per le bavaglie.
La disposizione dell’ambiente è finalizzata sia al consumo del pranzo che alla so-
cializzazione e all’acquisizione delle corrette regole di comportamento a tavola. E’
arredato con: tavolini a sei posti, seggioline, tavolo per il pranzo delle insegnanti,
carrello porta vivande, mobili contenenti le stoviglie per il pranzo.
Adiacente alla sala da pranzo si trova un servizio igienico.
Lo spazio è fornito di uscita di sicurezza verso la scala antincendio.
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1.8.2 Organizzazione degli spazi esterni
• IL GIARDINO
Dietro la scuola orientato a sud-ovest,
si sviluppa un grande spazio recintato,
adibito a cortile e giardino. In parte è
alberato con tigli e pini marittimi, cir-
condato da una siepe sempre verde.
Nella parte ombreggiata a sinistra, è situata una sabbiera in legno dove si svolgo-
no attività di gioco libero e manipolazione, a destra è costruita una casetta in mat-
toni per il gioco di “mamma casetta”.
Nello spazio rimanente sono distribuiti altri giochi: castello con scivolo a spirale,
tunnel di ingresso, arrampicata, giochi a molla, tunnel con scivolo per i bambini di
tre anni, young basket, Space Center. Sempre nella parte ombreggiata sono distri-
buite panche in legno e tavolini.
Lo spazio del giardino favorisce il gioco libero, la socializzazione e l’espressione
spontanea.
1.8.2 Reti e convenzioni Nel suo complesso, tale struttura scolastica è utilizzata durante l'anno per attività di servizio
ricreativo di posticipo scolastico, catechesi, grest estivo, fattoria didattica, momenti di festa
condivisa tra scuola e famiglie. Nella nostra scuola dell’infanzia si prevede un sistema di rapporti
interattivi con le istituzioni (asilo nido, scuola primaria) per garantire la continuità alla crescita del
bambino che è una, una sola e pertanto richiede cura e attenzione, al fine di evitare fratture, salti,
incoerenze devastanti.
Nell’ottica del sistema formativo integrato, la nostra scuola si attiva per concordare
momenti di formazione e di incontro con altre agenzie presenti nel territorio. Partico-
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larmente in casi significativi, si collabora con le figure del distretto ULSS 15 (unità orga-
nizzativa materno infantile, età evolutiva e famiglia).
Le insegnanti seguono annualmente momenti di formazione professionale attraverso
corsi di aggiornamento proposti dalla FISM e dall’ULSS 15, FONDAZIONE “GIROLAMO
BORTIGNON”.
L'ambiente di apprendimento strettamente curricolare vive all'interno di un ambiente scolastico
più ampio che adotta molteplici approcci didattici ed educativi, in cui i vari modelli organizzativi
diventano occasioni di apprendimento, sviluppo di competenze, crescita di abilità e dei saperi.
Pertanto, la nostra scuola si avvale di alcune strutture esterne per arricchire l'offerta formativa, tra
cui:
• piscina comunale Il Gabbiano,
• patronato parrocchiale,
• chiesa di Reschigliano,
• cinema teatro Aurora di Campodarsego,
• centro congressi Altaforum di Campodarsego,
• biblioteca comunale.
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1.9 Risorse professionali Elenco del personale:
LEGALE RAPPRESENTANTE: don Alessandro Azzalin
COORDINATRICE PEDAGOGICO-DIDATTICA Monica Bergamasco
TITOLARE DELLA SEZIONE ORSETTI Marilena Dario
TITOLARE DELLA SEZIONE CERBIATTI Sabrina Peruzzo
TITOLARE DELLA SEZIONE LEPROTTI Giorgia Donà
INSEGNANTE DI SOSTEGNO Denise Miozzo
SEGRETARIA Serenella Bonetto
PERSONALE AUSILIARIO Angelina Trentin (cuoca), Giovanna Franzese
Di seguito, vengono illustrate, attraverso una mappa concettuale, l’organizzazione e le funzioni
presenti nella nostra realtà scolastica, regolate da una precisa documentazione (regolamento delle
attività4):
4Vedi allegato n.2
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1.10. Risorse economiche
La scuola dispone di risorse economiche quali: contributi ministeriali, regionali, comunali e
oblazioni di privati.
Alle famiglie viene richiesta una retta di euro 160,00 mensili, somma decisa in rete con le altre
scuole del comune di Campodarsego.
2. SCELTE STRATEGICHE DI FONDO La scuola dell’infanzia s’impegna a creare un ambiente in cui ogni bambino possa sviluppare tutte
le sue potenzialità e pone, e basi perché ognuno possa realizzare il suo progetto di vita.
Promuovere una pedagogia attiva che si attua nelle capacità delle insegnanti di dare ascolto e
attenzione a ciascun bambino, nella cura dell’ambiente e del materiale per accompagnarlo verso
l’acquisizione delle competenze.
Fondamentale nella relazione educativa è il ruolo di facilitatore e mediatore delle insegnanti, per
aiutare i bambini a sperimentare, osservare, descrivere, narrare, fare ipotesi, dare e chiedere
spiegazioni. Pertanto, l’apprendimento avviene attraversi l’azione, il contatto con i materiali, la
natura, l’arte, il territorio in una dimensione strettamente ludica.
Sarà compito di tutta l’opera educativa mettere insieme “la cultura umana con il messaggio della
Salvezza *…+ cosicché la conoscenza del mondo, della vita, dell’uomo *…+ sia illuminata dalla
fede5”.
2.1. Il curricolo Gli obiettivi generali descritti nell'ambito dell'identità della scuola, si declinano poi in maniera più particola-
reggiata in obiettivi specifici, articolati in cinque aree come indicato dalle Nuove Indicazioni Nazionali per il
Curricolo della Scuola dell'infanzia e del Primo Ciclo d'istruzione - 2012.
Nella scuola dell'infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono
all'insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare piste di lavoro per organizzare
attività ed esperienze volte a promuovere la competenza, che a questa età va intesa in modo
globale e unitario.
L’organizzazione del curricolo per “campi di esperienza” consente di mettere al centro del
progetto educativo le azioni, la corporeità, la percezione, gli occhi, le mani dei bambini. Un fare e
5Cfr. Gravissimum educationis www.vatican.va (data ultima consultazione settembre 2016).
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21
un agire, sia individuale sia di gruppo, che permettono percorsi di esperienze da utilizzare per
compiere operazioni fondamentali quali: classificare, discriminare, descrivere, argomentare,
interpretare l'ambiente in cui è in rapporto.
I cinque campi di esperienza sono:
1. IL SÉ E L’ALTRO 2. IL CORPO E IL MOVIMENTO 3. IMMAGINI, SUONI, COLORI 4. I DISCORSI E LE PAROLE 5. LA CONOSCENZA DEL MONDO
Volendo collocare i campi di esperienza all’interno delle competenze chiavi europee, a cui più
strettamente fanno riferimento, potremmo stabilire una corrispondenza del tipo:
Il curricolo della scuola dell’infanzia non coincide solo con l’organizzazione delle attività didattiche
ma si esplica in un’equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione dove le stesse routine
svolgono azione regolatrice e offrono l’input per nuove esperienze. L’organizzazione degli spazi e
dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e viene descritto in
modo chiaro nel Piano dell’offerta formativa della nostra scuola (curricolo implicito).
CAMPI DI ESPERIENZA COMPETENZE CHIAVI EUROPEE
I discorsi e le parole-tutti Comunicazione nella madrelin-gua
Comunicazione nelle lingue straniere
La conoscenza del mondo- Oggetti, fenomeni, Viventi- Numero e spazio
Competenze di base in matema-tica, scienze e tecnologia
Tutti Competenze digitali
Tutti Imparare a imparare
Il sé e l’altro Competenze sociali e civiche
Tutti Spirito d’iniziativa e imprendito-rialità
Il corpo e il movimento Consapevolezza ed espressione culturale
Immagini, suoni, colori
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22
PROFILO DELLE COMPETENZE DEL BAMBINO
Al termine del percorso triennale della Scuola dell'Infanzia, è ragionevole attendersi che
ogni bambino abbia sviluppato e raggiunto competenze di base che strutturano la sua crescita
personale:
Conosce e gestisce le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati
d'animo propri e altrui, sviluppa un'intelligenza “empatica”.
Consolida la propria autostima, diventa progressivamente consapevole delle proprie risorse e
dei propri limiti, utilizza gli errori come fonte di conoscenza.
Sviluppa la curiosità e la voglia di sperimentare, interagisce con le cose e le persone
percependone le reazioni e i cambiamenti.
Condivide esperienze e giochi, usa strutture e risorse comuni, gestisce gradualmente i
conflitti e le regole del comportamento nei contesti “privati” e “pubblici”.
Sviluppa l'attitudine a porre domande, cogliere diversi punti di vista, riflettere, negoziare
significati.
Racconta narra e descrive situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con
pluralità di linguaggi, utilizza la lingua italiana con sempre maggiore proprietà.
Padroneggia abilità di tipo logico, si orienta in relazione a coordinate spazio - temporali nel
mondo dei simboli, delle rappresentazioni, dei media e delle tecnologie.
Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca
soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana.
E' attento alle consegne, si appassiona, porta a termine il lavoro, diventa consapevole dei
progressi realizzati e li documenta.
Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di
culture, lingue ed esperienze.
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23
2.2. LA NOSTRA PROGETTAZIONE CURRICOLARE
All'interno della modalità di lavoro dell'ambiente scolastico, emerge sempre di più l'importanza di
una progettazione che dia spazio al concetto di “competenze6”, di cui nell'ambito della relazione di
insegnamento-apprendimento ne sentiamo molto spesso parlare.
Tale termine comincia ad essere utilizzato in ambito scolastico nel ’97 con il regolamento
dell’autonomia scolastica e successivamente nel 2000, con il Trattato di Lisbona e con
l’inserimento della nuova concezione del Life Long Learning, ad indicare che le competenze stesse
permettono di andare oltre la semplice conoscenza e gli apprendimenti e sono orientate alla for-
mazione dell'uomo prima di tutto, una formazione continua per tutta la vita.
L’approccio per competenze fa appello a nuove categorie di bisogni7: bisogno formativo, bisogno
cognitivo, bisogno didattico.
Il bisogno formativo fa riferimento al fatto che i saperi invecchiano velocemente e di conseguenza
il bagaglio conoscitivo che una persona ha e che la scuola tradizionale ha sempre cercato di far
crescere sarà inadeguato per la realizzazione della persona. Una volta constatato che l'insieme
di conoscenze e di abilità da solo non è sufficiente, è necessario puntare sul potenziale conoscitivo
del soggetto, cioè sulle sue capacità di organizzare le conoscenze che possiede, di andare a ricer-
care altre conoscenze, sulla sua capacità di conoscere. Il concetto di competenza si sposa quindi
con un altro concetto significativo: la creatività. Per trasferire procedure da un contesto ad un al-
tro bisogna spesso creare risposte appunto ‘divergenti’, uscire dagli schemi collaudati, inventare
modalità nuove di ricerca e organizzazione delle conoscenze. Un approccio didattico per compe-
tenze poi soddisfa anche il bisogno cognitivo dell'individuo in quanto più risponde maggiormente
alle nuove modalità di conoscenza e incide sulla formazione del pensiero attraverso la sollecitazio-
ne di schemi concettuali, condotte e processi cognitivi. L’approccio per competenze non fa altro
che accentuare la direzione verso un orientamento indirizzato alla formazione del pensiero dell'in-
dividuo. C’è, infine, chi vede nell’approccio per competenze un nuovo bisogno didattico la cui sod-
disfazione può dare una nuova qualità all’apprendimento. L’approccio per competenze richiede,
quindi, anche l’interconnessione, la globalità e la complessità dei saperi.
6Per l'approfondimento di tale termine si vedano: Cisotto L., Didattica del testo - processi e competenze, Carocci edito-
re 2007 e Cisotto L., Psicopedagogia e didattica-processi di insegnamento e di apprendimento, Carocci editore, Roma, gennaio 2006
7Cfr Cerini G. (a cura di), Dalle indicazioni al curricolo, tecnodid editrice, Napoli, aprile 2011 pp. 52-61
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24
La definizione della competenza come disposizione a svolgere un compito, inoltre, conduce a met-
tere gli allievi in attività: l’apprendimento diventa in questo modo attivo e comporta la motivazio-
ne del soggetto.
Alle competenze dunque si lega un tipo di apprendimento attivo e motivato e questo costituisce
un aspetto fondamentale. E' importante infatti soprattutto riuscire dare senso a quello che si ap-
prende. La costruzione e l’attribuzione di senso generano la motivazione ad apprendere, molto
spesso punto cruciale nella scuola odierna.
Alla base della progettazione per competenze troviamo quindi questi elementi principalmente:
Saperi: conoscenze dichiarative e conoscenze procedurali (=abilità da acquisire);
Fattori dinamici: motivazionali, emotivi, autoregolazione soggettiva;
Contesto, situazione, attività: impostate come problem-solving.
Le conoscenze (sapere) devono interagire con i processi (saper fare), ed entrambi essere uniti con
le situazioni (saper agire). Per fare ciò vanno stabiliti gli obiettivi di prestazione e di processo, delle
metodologie e degli ambiti disciplinari.
A scuola sono questi gli obiettivi da perseguire: gli alunni debbono acquisire conoscenze ma deb-
bono acquisire anche, e molto di più delle conoscenze, le capacità. In effetti, oggi si dice che il
compito più importante della scuola è quello di fare acquisire la capacità ad imparare, perché si
possa continuare a imparare durante tutto il corso della vita8.
Tuttavia, se le conoscenze e soprattutto le capacità sono importantissime, esse non bastano. Pri-
ma delle conoscenze ed anche prima delle capacità vengono gli atteggiamenti.
Lavorare “per competenze” richiede perciò tre punti importanti nella programmazione:
- apporto dei saperi disciplinari,
- una didattica orientata alla formazione degli atteggiamenti per lavorare con la conoscenza,
- una didattica con problem-solving, in modo che le conoscenze e le abilità siano previste tramite
un utilizzo duttile e flessibile.
La competenza viene definita infatti come “sapere adattivo”, un sapere in continua evoluzione e in
costante perfezionamento. Il sapere di competenze è un sapere però complesso: racchiude tanti
saperi “orchestrati” insieme.
Il lavoro di competenza nella scuola ha costituito e costituisce tuttora un apporto importante in
quanto è stato inserito per porre rimedio alla distanza tra i saperi appresi a scuola e quelli utili poi
nel mondo del lavoro e nelle esperienze di vita quotidiana.
8Cfr www.larivistadidattica.com data ultima consultazione: 13.09.2012
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25
Proprio per questo l'approfondimento circa tale tema sul concetto di competenze ha costituito un
importante riflessione sull'attuale ruolo educativo della scuola, una scuola che non lavora per im-
primere nella mente dei ragazzi delle conoscenze fini a se stesse ma una scuola viva, attiva che
guarda all'esperienza che i suoi ragazzi andranno ad incontrare domani, che si relaziona con l'extra
scuola e che soprattutto fa della relazione di insegnamento-apprendimento un rapporto concreto.
Il punto di partenza infatti per la costruzione di una competenza è proprio un problema vero, au-
tentico, non astratto.
Si giunge così a un complesso risultato dell'interazione tra saperi e atteggiamenti (l'uso che la per-
sona sa fare delle conoscenze apprese e delle abilità).
In questo modo vi è coinvolgimento, motivazione: la dimensione culturale si amalgama alla dimen-
sione esperienziale.
Il 18 dicembre 2006, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno approvato una Raccomandazione9
relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente. Questo documento, tenendo
conto anche degli sviluppi internazionali, definisce otto ambiti di competenze chiave, così
individuati nella Raccomandazione sopra citata:
1. Comunicazione nella madrelingua;
2. Comunicazione nelle lingue straniere;
3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4. Competenza digitale;
5. Imparare ad imparare;
6. Competenze sociali e civiche;
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;
8. Consapevolezza ed espressione culturale.
Con l'anno scolastico 2013-2014 sono entrate pienamente in vigore le Indicazioni Nazionali per il
Curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione e anche le scuole paritarie, essen-
do parte del sistema nazionale di istruzione, hanno come riferimento il medesimo testo.
In modo particolare ci riferiamo alle Indicazioni Nazionali per il curricolo elaborate nel 2012.
Nella scuola dell'infanzia, il curricolo si articola in cinque campi di esperienza in cui si definiscono i
traguardi di sviluppo per le competenze preposti.
9Cfr www.indire.it
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I traguardi, ci dice il testo nazionale, si riferiscono all’azione degli insegnanti per orientarne il pro-
cedere. Sono, in sintesi, degli aspetti di crescita da promuovere.
Un traguardo viene perciò a delinearsi come un punto di riferimento per scandire un percorso che
tendenzialmente non si concluderà mai, secondo una logica di educazione permanente e continua.
Questi traguardi rappresentano riferimenti per le insegnanti, indicano piste da percorrere e aiuta-
no a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’alunno.
Ecco quindi che l'adozione delle Indicazioni Nazionali costituisce una preziosa opportunità nonché
implica una coerente rielaborazione del curricolo che tenga conto del profilo del bambino, dei tra-
guardi di sviluppo delle competenze e dell'ambiente di apprendimento.
Nello specifico, l'elaborazione del nostro curricolo ha preso in considerazione la complessità e al
contempo la ricchezza di tutte queste proposte, predisponendo un Piano dell'offerta formativa
suddiviso per Unità di Apprendimento.
Le insegnati hanno il compito di:
DEFINIRE A QUALE CONTESTO/REALTÁ SI FA RIFERIMENTO (raccolta dati, indagini
osservazioni per rilevare i bisogni)
INDIVIDUARE LA COMPETENZA ATTESA
PREDISPORRE LE SIUTAZIONI DI APPRENDIMENTO (date da bisogni, esperienza, do-
mande dei bambini ricercate nella vita quotidiana)
CONSENTIRE ESPLORAZIONE E FAMILIARIZZAZIONE (tempo per attività sensoriali e
gioco strutturato e simbolico)
AMPLIARE CON NUOVI DATI (analizzare, condividere informazioni, rilanciare do-
mande, ricercare informazioni, elaborare progetti e ipotesi)
FORMALIZZARE I SAPERI (dare forma utilizzando diversi linguaggi espressivi)
DIVENTARE CONSAPEVOLI, VALUTARE (ricostruire il percorso, documentare quanto
accade, certificare i livelli di competenza interiorizzati)
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27
2.4. Linee metodologiche e modalità di monitoraggio delle attività
2.4.1. LA METODOLOGIA La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto
della singolarità e complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni,
capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di formazione. Pertanto si delineano le
seguenti metodologie:
i” da cui prende vita l’esperienza.
far scaturire i percorsi di apprendimento.
significativi possibili.
dualizzate per i bambini diversamente abili o/e con
bisogni educativi speciali.
L’insegnante, attraverso un’appropriata regia pedagogica, stimola e sostiene il percorso di
apprendimento del bambino.
2.4.2. DALLE INDICAZIONI PER IL CURRICOLO DI FRANCA DA RE La progettazione sulla quale il nostro team docente lavora, fa riferimento alle considerazioni di
Franca Da Re10 sull'importanza del concetto di competenza e sul suo sviluppo a livello europeo,
nonché su una linea di lavoro che guarda ad un'ottica di integrazione di saperi e di esperienze in
un ambiente di apprendimento ricco e solido.
IN RIFERIMENTO ALLO SPECIFICO DELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA PER L’ANNO SCOLASTICO
2017-2018, VEDERE SEZIONE ALLEGATI11.
10
Cfr www.francadare.it (data ultima consultazione: settembre 2016). 11
Vedi allegato n. 4
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28
2.4.3. LA DOCUMENTAZIONE Le valutazioni delle insegnanti trovano riscontro nei seguenti
documenti:
to e le
attività sono documentate dal quaderno elaborato dalle insegnanti
e realizzato, giorno dopo giorno, dal bambino.
bambino sono anche documentate attraverso fotografie, riprese video e disegni dell’alunno, la
miglior testimonianza del suo personale vissuto.
genitori e non solo per poter intervenire tempestivamente qualora ci fossero difficoltà o soluzioni
ritenute non idonee.
Le occasioni di incontro, di confronto e di valutazione della Scuola con i genitori sono:
le insegnanti e con altri genitori
CON LE INSEGNANTI: Nella nostra scuola si offrono diverse opportunità di scambio
con la famiglia proprio perché si riconosce la valenza estrema del lavoro collaborativo. Costruire
un legame con la famiglia basato sulla fiducia reciproca, fatto di semplici scambi comunicativi nel
momento dell’incontro quotidiano fanno comprendere al genitore la propria presenza ed
attenzione nei confronti del bambino e di quello che lo riguarda relativamente alla sua esperienza
scolastica. Essa è prerogativa di ogni singolo docente. Ad esso si aggiunge la possibilità di fissare
dei momenti specifici ove ne sorgesse la necessità sia da parte della famiglia che della scuola. Le
date delle assemblee saranno comunicate in itinere
2.4.4. La VALUTAZIONE Non è solo un atto conclusivo, in cui si traggono le conclusioni, ma è uno STRUMENTO
per riuscire a procedere nel percorso didattico. La valutazione precede la progettazione
perché consente all’insegnante di conoscere le potenzialità dei bambini. Regola le attivi-
tà perché permette la consapevolezza delle potenzialità e dei risultati raggiunti.
Ha una funzione formativa perché consente di cogliere aspetti problematici e in-
terventi mirati.
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29
L’OSSERVAZIONE è una tecnica che consente di rilevare i comportamenti concreti
dei bambini, in determinati ambiti, permette una registrazione reale nel corso del-
le attività:
Per i bambini nuovi iscritti, viene completata nel mese di settembre/marzo; per i
bambini vecchi iscritti viene redatta a fine ottobre/marzo/maggio.
Le schede di osservazione sono conservate nel fascicolo personale di ogni bambi-
no.
La VERIFICA al termine di ogni percorso si verifica il percorso attraverso: osserva-
zioni, conversazioni, giochi, schede predefinite.
La VALUTAZIONE è un giudizio complessivo al termine del percorso della Scuola
dell’infanzia, sono riassunti i livelli di COMPETENZA raggiunti, è uno strumento di
continuità e passaggio alla scuola primaria.
Al termine di ogni U.d.A. in sede di collegio docenti, le insegnanti stilano una loro
autovalutazione in merito al lavoro appena concluso. È molto importante ritaglia-
re uno spazio all'autovalutazione, una sorta di "bilancio" del proprio operato di in-
segnante. Tale riscontro è infatti utile al fine di individuare punti di forza e punti di
criticità dell'azione didattica di modo da poterne riflettere e agire conseguente-
mente, imparando dagli errori e potenziando gli aspetti risultati carenti, come an-
che ricordare gli aspetti positivi per poterne fare tesoro.
L'autovalutazione in termini professionali costituisce forse la dimensione più importante, da
cui si comprendono molti aspetti del lavoro compiuto. L'insegnante è portato così a riflettere
in termini di competenze che investono anche la propria esperienza e sfera professionale.
Le competenze degli insegnanti sono spesso implicite, si producono nella riflessività indivi-
duale e nel lavoro dentro e fuori dell'aula.
Per far questo, è utile attuare un approccio contestuale, che grazie ad una visione olistica
d'insieme, prenda in considerazione i processi, le metodologie e un tipo di logica formativa
che sappia guardare a quanto attuato. L'autovalutazione formativa si configura allora come
una riflessione sistematica in merito alle pratiche professionali attuate, nell'ambito di pro-
cessi di miglioramento e di analisi. Allo stesso tempo si privilegia la considerazione del cam-
biamento in prospettiva di problem-solving. Seguendo la concezione di M. Castoldi, in merito
all'autovalutazione della didattica operata dall'insegnante, è utile distinguere tre dimensioni
di analisi:
PTOF Scuola Infanzia Romiati
30
• la dimensione organizzativa, in rapporto alla predisposizione del setting formativo da
parte del docente nelle sue componenti strutturali (tempi, spazi, regole) e situazionali (for-
mazione dei gruppi, ruolo attribuito al docente, uso di strumenti e/o materiali). Tale dimen-
sione è a sua volta condizionata dalla dimensione metodologico - didattica ed è sostanzial-
mente relativa alla strutturazione dello spazio e alla gestione del tempo per lo svolgimento
delle diverse attività. In riferimento ad essa riscontriamo anche la particolarità della predi-
sposizione del setting formativo, elemento che condiziona l'efficacia dell'attività di insegna-
mento:
"Essendo la classe costituita da alunni con caratteristiche, esigenze, motivazioni, stili cognitivi
diversi, l'efficacia dell'insegnamento deve essere riferita alla capacità di risposte adeguate alle
diverse istanze che i singoli pongono12".
Gli spazi e i tempi del curricolo, inoltre, costituiscono variabili di grande rilievo nella deter-
minazione di processi formativi e di conseguenti esiti a riguardo;
• la dimensione metodologica, in rapporto alle forme della mediazione didattica messo a
punto dal docente per gestire l’interazione tra i soggetti di apprendimento (gli allievi) e gli
oggetti culturali (i contenuti di insegnamento). Tale dimensione, come affemato da Castoldi:
" attiene specificamente alla capacità del docente di far incontrare, intenzionalmente, l'alun-
no (soggetto in apprendimento) con il sapere scientifico (oggetto culturale), in situazione pro-
tetta13". Grande importanza quindi l'azione dei mediatori didattici, elementi che offrono
proposte e stimoli agli alunni allo scopo di favorire l'apprendimento. L'insegnante deve riflet-
tere sulle variabili metodologiche messe in gioco, per poter captare i processi di insegna-
mento-apprendimento in maniera funzionale ed efficace;
• la dimensione relazionale, in rapporto alla gestione della relazione comunicativa tra
l’insegnante e il gruppo classe, nelle sue articolazioni di dinamica relazionale con i singoli al-
lievi e tra gli allievi. Tale dimensione si riferisce alle modalità di gestione della
relazione comunicativa tra insegnante e gruppo classe. È caratterizzata dalle interazioni ver-
bali e dai comportamenti non verbali agiti dagli attori coinvolti nel processo. In questo modo
la riflessione verte sull'importanza degli scambi comunicativi, nella loro natura, intensità e
direzione. Tutti questi elementi costituiscono la formazione di base per un clima adatto ad
crescita educativa e cognitiva del gruppo. All'interno di questo, non da ultimo per importan-
za è l'aspetto motivazionale che deve accompagnare l'insegnamento.
12
Ibidem 13
Ibidem
PTOF Scuola Infanzia Romiati
31
Ciascuna di queste tre dimensioni costituisce una prospettiva specifica da cui poter partire
per analizzare il processo di insegnamento.
In riferimento all'autovalutazione formativa, anche Margiotta propone un modello utile
nell'ambito di verifica del processo di insegnamento.
Margiotta ha infatti considerato la possibilità di analizzare il proprio lavoro di insegnamento
attraverso cinque importanti aree che costituiscono gli aspetti fondanti di riflessione del per-
corso attuato, così definite:
• Area disciplinare
• Area didattica
• Area relazionale
• Area gestionale
• Area riflessiva
Nello specifico, gli elementi caratterizzanti queste cinque aree possono essere riassunti dalla
seguente mappa concettuale:
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32
PTOF Scuola Infanzia Romiati
33
2.4.5. Le rubriche valutative Come precedentemente definito, il concetto di competenza risulta ancora un costrutto complesso
e articolato, difficile da mettere in relazione con i concetti legati alle dinamiche di insegnamento-
apprendimento14.
Tale difficoltà si ripercuote inevitabilmente sotto il profilo della valutazione, proprio per l'incertez-
za evidente nel definire l'accertamento del raggiungimento delle competenze, ma soprattutto le
modalità con cui verificare ciò.
Secondo Mario Castoldi, si rende necessario scomporre la competenza “in un insieme di prestazio-
ni empiricamente osservabili, la cui sommatoria consente di verificare il livello di padronanza del
soggetto15”. A questo proposito, lo stesso autore definisce tre linee evolutive sulle quali impron-
tare la direzione di percorso:
– dal semplice al complesso: dove la competenza viene vista come l'integrazione delle risorse
caratterizzanti l'individuo e che comporta l'attivazione di conoscenze ed abilità relative al piano
emotivo e sociale ma anche cognitivo;
– dall'esterno all'interno: con attenzione alle dimensioni interne del soggetto, quindi le mo-
dalità con cui esso si avvicina allo svolgimento di un compito operativo;
– dall'astratto al situato: in cui la competenza tende ad essere riferita “alla capacità di af-
frontare compiti in specifici contesti culturali, sociali, operativi16”. In questo caso il riferimento è
sempre più alla considerazione di una competenza che sia contestualizzata, in rapporto a scopi
precisi e definiti e a situazioni concrete.
Castoldi perciò in tale ottica si riferisce al passaggio della considerazione di competenza dal “saper
fare” al “ saper agire”.
Quando si parla di competenza, come precedentemente definito, ci si riferisce ad una continua in-
terazione tra persona, ambiente e società, assieme alle dimensioni qui collegate.
Nello specifico di un contesto valutativo, la competenza va considerata come un iceberg: Castoldi
utilizza tale similitudine per indicare le difficoltà con cui si misura una valutazione delle competen-
ze, costretta ad andare “sott'acqua” per potersi ricondurre a quelle componenti soggettive e in-
terne del processo di apprendimento dell'individuo. È per questo motivo che la valutazione incon-
tra dei limiti: impegno, strategie metacognitive, motivazione, sensibilità al contesto, consapevolez-
za, sono tutti aspetti che difficilmente possono essere rilevati tramite prove oggettive di verifica.
14
Cfr rivista “L'educatore” annata 2006/2007, n.3, pp. 6-7-8. 15
Rivista “ L'educatore” annata 2006/2007, n.3, cit. p.6 16
Ibidem
PTOF Scuola Infanzia Romiati
34
Più analiticamente, il problema valutativo delle competenze, nasce in riferimento ai tre momenti
che caratterizzano l'agire autovalutativo:
• la descrizione delle competenze. Ci si riferisce alla descrizione delle competenze oggetto
della valutazione. In termini maggiormente specifici si tratta di dar conto alla globalità delle risorse
richieste al soggetto, delle variabili riferite al contesto, dei riferimenti possibili a situazioni proble-
matiche.
Tutto questo può essere collegato ampiamente con il modello stabilito da Margiotta, evidenziando
le condizioni d'uso del sapere richiamando i saperi dichiarativi, procedurali e condizionali, ma an-
che le modalità di impiego di tali saperi.
Ciò consente di stabilire il passaggio dal “sapere” al “saper agire”, aspetto basilare nella nozione di
competenza.
• La rilevazione delle competenze. In riferimento a questo momento è utile riflettere su
quelle prerogative che rendono problematica l'osservazione della competenza: prima fra tutti la
sua natura processuale. La competenza infatti non può essere fissata in una prestazione ma si rive-
la necessario considerare i fattori metacognitivi, motivazionali e attribuzionali, caratterizzanti un
comportamento competente. Si tratta quindi, riferendosi nuovamente alla metafora dell'iceberg
di mantenere uno sguardo che riesca a captare gli aspetti visibili ma anche al contempo quelli più
“nascosti”, che rivelano gli aspetti e i processi di apprendimento. In questo modo vengono rilevati
gli elementi processuali. Al contempo è necessario anche riferirsi alla situazione, in riferimento ad
una data competenza nell'ambito dello svolgimento di un compito operativo specifico o un pro-
blema da risolvere. Chiaramente in tutto questo risulta necessario riferirsi sempre al contesto in
cui si manifesta la situazione. Infine, nella rilevazione delle competenze, diviene necessario riferirsi
all'insieme delle componenti che contribuiscono a precisare la competenza stessa, intendendo
perciò una molteplicità di punti di vista facendo luce su aspetti diversi ed ottenere così una visione
integrata e d'insieme.
• La valutazione delle competenze. Il problema chiave espresso anche da Castoldi riguarda il
definire “parametri e standard di riferimento su cui giudicare il livello di raggiungimento di una
competenza17”. Il nodo da sciogliere diviene perciò il rapporto tra l'espressione della competenza
e il valore universali dei parametri attraverso cui verificarla e valutarla.
Si tratta quindi di una questione da risolvere ricercando una situazione di equilibrio.
Le forme proposte da Castoldi in relazione alla valutazione delle competenze richiamano inoltre a
tre dimensioni: soggettiva (nell'aspetto dei significati personali, sviluppabile nell'istanza autovalu-
17
Rivista “ L'educatore” annata 2006/2007, n.3, cit. p. 8
PTOF Scuola Infanzia Romiati
35
tativa), intersoggettiva (in riferimento alla dimensione sociale) e oggettiva (nell'ambito di evidenze
osservabili). Chiaramente queste tre dimensioni richiamano a diverse strumentazioni da articolare
ed integrare:
– nell'ambito della dimensione soggettiva: ci si può riferire alle forme di autovalutazione
tramite cui il soggetto può ricondursi alla propria esperienza di apprendimento, accertandone così
il raggiungimento di competenze tramite diari di bordo, questionari, compiti autovalutativi;
– nell'ambito della dimensione intersoggettiva: essa si manifesta tramite strumenti come le
rubriche valutative (le quali consentono di esplicitare criteri valutativi impiegati), questionari o an-
cora interviste che rilevano la percezione dei diversi soggetti. Queste sono tutte modalità di osser-
vazione e valutazione delle prestazioni del soggetto con relativa definizione dei parametri di giudi-
zio;
– nell'ambito della dimensione oggettiva: utilizzo di strumenti di analisi delle prestazioni
dell'individuo in rapporto allo svolgimento di compiti operativi come: prove di verifica, realizzazio-
ne di prodotti, compiti richiesti al soggetto.
Come afferma M. Castoldi: “le dimensioni soggettive, oggettive e intersoggettive, divengono punti
di vista complementari attraverso cui provare a ricomporre un quadro d'insieme della competenza
del soggetto e valutarne la sua adeguatezza in rapporto ai compiti richiesti18.”.
Quanto propone Castoldi nel corso del suo pensiero fa riferimento proprio alla costruzione di al-
cune rubriche valutative, quelle da me utilizzate nel corso della programmazione, nelle quali ho
scelto dei traguardi tra la normativa Nazionale, definito abilità e conoscenze ed esplicitato meto-
dologie e strumenti implicati.
Scrive Castoldi: “le rubriche valutative rappresentano lo strumento attraverso cui strutturare ed
esplicitare i criteri di valutazione di una competenza e descrivere i diversi livelli di padronanza da
parte dello studente”.
2.5. L’offerta FORMATIVA
2.5.1. I progetti curricolari Per ampliare l’offerta formativa e soddisfare i bisogni educativi, la scuola ha inserito i seguenti progetti:
PROGETTO “ACCOGLIENZA19”
18
Castoldi M., Cattaneo P., Peroni F., Valutare le competenze- certificare le competenze. Dossier, Cremona, 15 giugno 2006, cit. p. 33
19Vedi allegato n.5
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PROGETTO “LINGUA INGLESE20”
PROGETTO “CONTINUITA'21”
Inoltre durante l’anno scolastico vengono attivati i seguenti progetti extra-curricolari:
PROGETTO “DOPOSCUOLA22”
PROGETTO “PERCORSO DI PSICOMOTRICITÁ RELAZIONALE23 CRESCERE INSIEME”
PROGETTO “NUOTO «FLIPPER24»”
2.5.2. Iniziative di arricchimento e di ampliamento curricolare • Fattoria didattica
• festa dei nonni
• castagnata di San Martino
• il sindaco a scuola
• apertura del concerto a fiati con canzoni e poesie dei bambini ricavato a favore della città
della speranza al teatro Altaforum di Campodarsego (dicembre)
• recita di natale in chiesa in cui emergono i valori cristiani della scuola
• partecipazione al carnevale in piazza con le altre scuole del comune
• festa del papà con la loro presenza a scuola
• festa della mamma con la loro presenza a scuola
• festa della famiglia vicariale
• uscite didattiche
• realizzazione di progetti in convenzione con enti territoriali: partecipazione ai concorsi
indetti da movimento per la vita “la famiglia: il mio grande tesoro” e c.c. Le Centurie.
20
Vedi allegato n.6 21
Vedi allegato n.7 22
Vedi allegato n.8 23
Vedi allegato n.9 24
Vedi allegato n.10
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2.5.3. Il curricolo per l'IRC- insegnamento della religione cattolica25 Il 7 maggio 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 105 il DPR dell’11 febbraio 2010, a
firma del Presidente della Repubblica, contenente i Traguardi per lo sviluppo delle Competenze e
Obiettivi di Apprendimento dell’IRC per la scuola dell’Infanzia e per il Primo Ciclo d’Istruzione
(ossia Scuola Primaria e Scuola Secondaria di Primo Grado). Il testo era già stato oggetto d’intesa
tra l’on. Gelmini e il card. Bagnasco il 1 agosto 2009.
Le attività in ordine all’insegnamento della religione cattolica, per coloro che se ne avvalgono,
offrono occasioni per lo sviluppo integrale della personalità dei bambini, aprendo alla dimensione
religiosa e valorizzandola, promuovendo la riflessione sul loro patrimonio di esperienze e
contribuendo a rispondere al bisogno di significato di cui anch’essi sono portatori. Per favorire la
loro maturazione personale, nella sua globalità, i traguardi relativi all’Irc sono distribuiti nei vari
campi di esperienza. Di conseguenza ciascun campo di esperienza viene integrato come segue: Il
sé e l’altro - Relativamente alla religione cattolica: Scopre nei racconti del Vangelo la persona e
l’insegnamento di Gesù, da cui apprende che Dio è Padre di tutti e che la Chiesa è la comunità di
uomini e donne unita nel suo nome, per sviluppare un positivo senso di sé e sperimentare
relazioni serene con gli altri, anche appartenenti a differenti tradizioni culturali e religiose. Il corpo
in movimento - Relativamente alla religione cattolica: Riconosce nei segni del corpo l’esperienza
religiosa propria e altrui per cominciare a manifestare anche in questo modo la propria interiorità,
l’immaginazione e le emozioni. Linguaggi, creatività, espressione - Relativamente alla religione
cattolica: Riconosce alcuni linguaggi simbolici e figurativi caratteristici delle tradizioni e della vita
dei cristiani (segni, feste, preghiere, canti, gestualità, spazi, arte), per poter esprimere con
creatività il proprio vissuto religioso. I discorsi e le parole - Relativamente alla religione cattolica:
Impara alcuni termini del linguaggio cristiano, ascoltando semplici racconti biblici, ne sa narrare i
contenuti riutilizzando i linguaggi appresi, per sviluppare una comunicazione significativa anche in
ambito religioso. La conoscenza del mondo - Relativamente alla religione cattolica: Osserva con
meraviglia ed esplora con curiosità il mondo, riconosciuto dai cristiani e da tanti uomini religiosi
come dono di Dio Creatore, per sviluppare sentimenti di responsabilità nei confronti della realtà,
abitandola con fiducia e speranza. Primo Ciclo L’insegnamento della religione cattolica fa sì che gli
alunni riflettano e si interrogano sul senso della loro esperienza per elaborare ed esprimere un
progetto di vita, che si integri nel mondo reale in modo dinamico, armonico ed evolutivo. Vista la
ripartizione delle discipline d’insegnamento in tre distinte aree disciplinari, l’insegnamento della
25
Cfr. www.diocesipadova.it (data ultima consultazione: settembre 2016)
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religione cattolica si colloca nell’area linguistico-artistico-espressiva in cui, a partire dal confronto
interculturale e interreligioso, l'alunno si interroga sulla propria identità e sugli orizzonti di senso
verso cui può aprirsi, affrontando anche le essenziali domande religiose e misurandosi con i codici
simbolici in cui esse hanno trovato e trovano espressione. In tale contesto si collocano gli
strumenti per cogliere, interpretare e gustare le espressioni culturali e artistiche offerte dalle
diverse tradizioni religiose e l'insegnamento della religione cattolica, impartito secondo gli accordi
concordatari e le successive intese. Nel quadro delle diverse discipline appartenenti a ciascuna
area, l’insegnamento della religione cattolica si presenta nel modo seguente. Religione cattolica Il
confronto esplicito con la dimensione religiosa dell’esperienza umana svolge un ruolo insostituibile
per la piena formazione della persona. Esso permette, infatti, l’acquisizione e l’uso appropriato di
strumenti culturali che, portando al massimo sviluppo il processo di simbolizzazione che la scuola
stimola e promuove in tutte le discipline, consente la comunicazione anche su realtà altrimenti
indicibili e inconoscibili. Il confronto, poi, con la forma storica della religione cattolica svolge un
ruolo fondamentale e costruttivo per la convivenza civile, in quanto permette di cogliere
importanti aspetti dell’identità culturale di appartenenza e aiuta le relazioni e i rapporti tra
persone di culture e religioni differenti. La religione cattolica è parte costitutiva del patrimonio
storico, culturale ed umano della società italiana; per questo, secondo le indicazioni dell’Accordo
di revisione del Concordato, la Scuola Italiana si avvale della collaborazione della Chiesa cattolica
per far conoscere i principi del cattolicesimo a tutti gli studenti che vogliano avvalersi di questa
opportunità. L’insegnamento della religione cattolica (Irc), mentre offre una prima conoscenza dei
dati storico-positivi della Rivelazione cristiana, favorisce e accompagna lo sviluppo intellettuale e
di tutti gli altri aspetti della persona, mediante l’approfondimento critico delle questioni di fondo
poste dalla vita. Per tale motivo, come espressione della laicità dello stato, l’Irc è offerto a tutti in
quanto opportunità preziosa per la conoscenza del cristianesimo, come radice di tanta parte della
cultura italiana ed europea. Stanti le disposizioni concordatarie, nel rispetto della libertà di
coscienza, è data agli studenti la possibilità di avvalersi o meno dell’Irc. La proposta educativa
dell’Irc consente la riflessione sui grandi interrogativi posti dalla condizione umana (ricerca
identitaria, vita di relazione, complessità del reale, bene e male, scelte di valore, origine e fine
della vita, radicali domande di senso…) e sollecita il confronto con la risposta maturata nella
tradizione cristiana nel rispetto del processo di crescita della persona e con modalità differenziate
a seconda della specifica fascia d’età, approfondendo le implicazioni antropologiche, sociali e
valoriali, e promuovendo un confronto mediante il quale la persona, nell’esercizio della propria
libertà, riflette e si orienta per la scelta di un responsabile progetto di vita. Emerge così un
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ulteriore contributo dell’Irc alla formazione di persone capaci di dialogo e di rispetto delle
differenze, di comportamenti di reciproca comprensione, in un contesto di pluralismo culturale e
religioso. In tal senso l’Irc – al di là di una sua collocazione nell’area linguistico-artisticoespressiva –
si offre anche come preziosa opportunità per l’elaborazione di attività interdisciplinari, per
proporre percorsi di sintesi che, da una peculiare angolatura, aiutino gli alunni a costruire mappe
culturali in grado di ricomporre nella loro mente una comprensione unitaria della realtà.
I traguardi per lo sviluppo delle competenze sono formulati in modo da esprimere la tensione
verso tale prospettiva e collocare le differenti conoscenze e abilità in un orizzonte di senso che ne
espliciti per ciascun alunno la portata esistenziale.
Gli obiettivi di apprendimento per ogni fascia d’età sono articolati in quattro ambiti tematici,
tenendo conto della centralità della persona di Gesù Cristo:
– Dio e l’uomo, con i principali riferimenti storici e dottrinali del cristianesimo;
– - la Bibbia e le fonti, per offrire una base documentale alla conoscenza;
– - il linguaggio religioso, nelle sue declinazioni verbali e non verbali;
– - i valori etici e religiosi, per illustrare il legame che unisce gli elementi squisitamente
religiosi con la crescita del senso morale e lo sviluppo di una convivenza civile, responsabile e
solidale.
NELLO SPECIFICO DELLA PROGETTAZIONE I.R.C 26, SI VEDA LA SEZIONE ALLEGATI.
26
Vedi allegato n. 11.
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3. ORGANIZZAZIONE DELL’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO 3.1. La giornata scolastica
L’organizzazione del contesto, degli spazi e dei tempi, deve
avere una propria intenzionalità e organicità e quindi non
può essere solo una serie di occasioni più o meno fortuite
e casuali.
Naturalmente arrivare ad una scelta non deve significare meta assoluta, ma qual-
siasi percorso deve essere verificato e corretto continuamente; l’insegnante deve
porsi in discussione e porre la propria azione di collaborazione col team.
Per fare ciò bisogna essere motivati, nessuno può migliorarsi ed evolvere se non
ha il desiderio di farlo.
MOTIVAZIONI: Acquisire padronanza e sicurezza dell’ambiente; il salone si configura come spazio acces-
sibile a tutti i bambini della scuola, nei quali è possibile svolgere attività di gioco autonome. I bambini im-
parano se sperimentano, perché quello che viene sperimentato sarà poi trasformato in conoscenza.
7,30 – 8,00 Anticipo con un' insegnante presente
8,00 – 9,00 Accoglienza nel salone con allestimento di vari
angoli strutturati per il gioco libero.
Il gruppo sarà costituito da tutti i bambini, di età e se-
zioni eterogenee con la presenza di quattro insegnanti.
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MOTIVAZIONI: Negli studi pedagogici le relazioni sociali sono ritenute essenziali nella crescita e
nello sviluppo del bambino: la costruzione della conoscenza non avviene in solitudine, ma
all’interno di un contesto relazionale significativo.
9,00 – 9,15 Riordino dell’ambiente utilizzato
9,15 – 9,45 Giochi guidati, canti di accoglienza, filastrocche, poesie …..
merenda in salone
9,45 – 10,00 Servizi igienici
10,00 – 11,15 Le insegnanti, con il gruppo classe, andranno
in sezione o nei laboratori per le attività organizzate e di rou-
tine
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11,30–11,45 Servizi igienici
11.45–13,00 Pranzo
13,00–13,20 Riordino da parte dei bambini, dello spazio utilizzato
♦ I bambini di 4/5 anni ritornano in sezione con
un’insegnante
12,45–15,00 I bambini di 3 anni rimasti a scuola riposano in dormitorio con
l’assistenza di un’insegnante
13,00–13,05 Prima uscita
13,20–15,00 Attività secondo la programmazione per medi e grandi e nanne per i
piccoli
15,00–15,30 ♦ Riordino delle sezioni
♦ Risveglio dei bambini piccoli
♦ Merenda
♦ Preparativi per l’uscita
15,30–15,45 seconda uscita
15,45-18,00 dopo scuola
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4. INTERVENTI DI SUPPORTO ALLA QUALITÀ DELL’OFFERTA FORMATIVA 4.1. Piano di informazione e formazione relativo alla sicurezza
Il personale è in possesso dei requisiti richiesti da
normativa. La formazione del personale avviene
periodicamente secondo quanto indicato nel documento di
valutazione dei rischi presente in struttura.
4.1.1. Progetto sicurezza Il coordinamento della sicurezza della scuola (Documento
valutazione dei rischi, piano di emergenza, registro
controlli) è stato affidato alla ditta ECOTEST s.r.l. con sede a Rubano (Pd) e si avvale della
competenza dell'Ing. Soranzo.
Il progetto prevede:
a) assunzione del ruolo di responsabile della sicurezza
b) n.2 visite annuali presso la scuola per formare il personale e svolgere delle prove di
evacuazione
c) designazione incarichi (antincendio, primo soccorso, R.L.)
d) indicazione delle misure di prevenzione da attuare
e) aggiornamento tramite circolari
f) assistenza telefonica
g) elaborazione e stesura di documenti.
4.2. Piano di formazione del personale
“Nella concezione di fondo che ispira le scuole dell'infanzia, la scuola è da intendere come una
COMUNITA'[...] e la persona rappresenta il vero punto di riferimento. Pensare alla scuola in termini
di comunità è operare una scelta impegnativa, in controtendenza ripsetto ad una cultura diffusa
che appare permeata di altri valori […]. Se si parla di comunità riferendosi alla scuola, bisogna
essere consapevoli che si parla in primo luogo di una comunità PROFESSIONALE. […]
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Lo strumento a disposizione in tal senso è il curricolo, che trasforma gli scopi e i valori condivisi in
azioni didattiche, servendosi dei contenuti e dei metodi di insegnamento, la scuola che intende
educare istruendo deve promuovere competenze27. “
In tale ottica e valutate le priorità del piano triennale e le esigenze formative le insegnanti hanno
previsto di organizzare un piano di formazione per il personale docente: ritengono fondamentale
la formazione professionale attraverso percorsi formativi sia sul versante pedagogico-didattico che
sul quello tecnico28, attivati principalmente da FISM e da esperti interpellati dalla Rete Vicariale.
4.3.Priorità fissate per il servizio di istruzione e formazione nel triennio di riferimento
Partendo dall’analisi delle osservazioni finali date da incontri con i rappresentanti di sezione, raccolta del
questionario di valutazione alle famiglie, comitati di gestione e collegi docenti, si fissano per il triennio le
seguenti priorità relative al miglioramento dell'educazione del bambino:
• AUTONOMIA
• REGOLE DI CONVIVENZA
• CONOSCERE LA DIVERSITA' E RISPETTARLA.
4.4. Fabbisogni Nel corso dell'anno scolastico 2017-2018, è richiesta la presenza dell'insegnante di sostegno e
dell'Operatrice Socio Sanitaria per seguire un bambino con disabilità.
27
Fiorin I., La scuola di qualità, La Scuola Editrice, Brescia, 2012. 28
Tra i percorsi di formazione tecnica vi sono: sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, primo soccorso, igiene e sommini-strazione degli alimenti, privacy.