PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI
description
Transcript of PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI
PSICOPATOLOGIA DELL’ ETA EVOLUTIVA E DISTURBI NEUROPSICOLOGICI
Dott.ssa Daniela Moroni
Consulente CTS Cremona
Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia
Neuropsicologa Clinica
BES
DIFFICOLTA MOTORIE
DIFFICOLTAEMOZIONALI
NON CONOSCENZA
DELLA CULTURA E DELLA LINGUA
ITALIANA
DIFFICOLTA NEUROPSICOLOGICHE
SVANTAGGIO SOCIALE E
CULTURALE
DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
DSA
“LA PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO RIGUARDA ANCHE LA SCUOLA”
Il bambino trascorre quasi 2/3 del suo tempo a scuola
Alcuni disturbi si rendono evidenti maggiormente a scuola
Altri hanno una rilevanza maggiore nella ricaduta sull’ambiente scolastico
Ogni intervento deve esser condiviso con la scuola, gli insegnanti devono esser supportati!
RUOLO DEL CAREGIVER NELLO SVILUPPO INFANTILE
Altro significativo: - fonte di significati condivisi- possibilità di accedere a se stesso
Consapevolezza dell’attenzione su di sé
Modo di sentirsi, coscienza affettiva su di séDai legami affettivi primari emerge come
ognuno di noi si sente
Dalla relazione prendono forma le modalità ricorrenti del nostro sentirci vivere
Con l’altro significativo il bambino fa esperienza di sé stesso IDENTITA’ PERSONALE
Primi legami si acquisiscono e si stabilizzano i tratti
emozionali
Differenti modi di emozionarsi
Differenti modi di percepirsi
Differenti modi di essere
Tipi di sollecitazioni ricorrenti a cui il bambino è sottoposto determinano modalità differenti di interpretazione di se e del mondo
1. Interazioni che elicitano emozioni basiche, coinvolgimento emotivo viscerale Polarizzazione interna, messa a fuoco di stati emotivi interni
2. Interazioni che non determinano un riconoscimento ma strutturano un individualità mediata dalla partecipazione dell’ adulto. Prevede l’ancoraggio mediato su una fonte esterna, messa a fuoco di sè sull’alterità
BAMBINI ANSIOSI
Perdita del supporto fisicoRumori forti ed improvvisi AltezzaPersone, oggetti e luoghi sconosciutiBuioAnimaliEventi naturaliMorteDai 4 ai 7 anni: 71 %Intorno ai 9 anni: 90%Dagli 11 anni: 70%
Paura fisiologica o segnale di problema più strutturato? (Beidel, Alfano 2011)
- La paura manifestata è proporzionale alla difficoltà riscontrata?
- Può esser eliminata attraverso le spiegazioni e il ragionamento?
- La possibilità di regolare la paura è completamente al di fuori del controllo volontario del bambino?
- La paura permane immutata per un periodo di tempo relativamente lungo?
- La paura porta il bambino ad evitare la situazione?
- La paura è coerente con la sua età anagrafica?
- La paura interferisce con il funzionamento relazionale, sociale e scolastico?
Tendenza a percepire emozioni corporee come ansia e paura.
Focus viscerale, sugli stati interni. Alterazione emotiva, percepita a livello corporeo. Segnale percepito come minaccia, pericolo, fragilità.
Tendenza ad anticipare le situazioni che potrebbero alterare l’emotività
Tendenza alla prevedibilità e al controllo Evitamento di situazioni attivanti
I DISTURBI D’ANSIA SECONDO IL DSM IV-TR Disturbo di panico senza agorafobia,
caratterizzato da attacchi di panico inaspettati, riguardo ai quali vi è una preoccupazione persistente. Il disturbo con agorafobia è caratterizzato da attacchi di panico innescati da situazioni all’aria aperta.
Agorafobia senza attacchi di panico, è caratterizzata da sensazione di eccessivo fastidio manifeste in situazioni all’aperto senza i sintomi di attacco di panico.
Fobia specifica, è provocata da un ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a un oggetto o situazione temuti, che spesso determinano condotte di evitamento.
Fobia Sociale, è provocata da un ansia clinicamente significativa provocata dall’esposizione a certi tipi di situazioni o di prestazioni sociali, che spesso determina condotte di evitamento
Disturbo Post da Traumatico da Stress, è caratterizzato dal rivivere un evento estremamente traumatico accompagnato da sintomi di aumento dell’arousal e da evitamento di stimoli associati al trauma.
Disturbo Acuto da Stress è caratterizzato da sintomi simili a quelli del Disturbo post Traumatico da Stress che si verificano immediatamente a seguito di un evento estremamente traumatico
Disturbo d’Ansia Generalizzato, è caratterizzato da almeno 6 mesi di ansia e preoccupazione persistenti ed eccessivi
IL MECCANISMO DELL’ANSIA: MODELLO TRIPARTITO (LANG 1968) Aspetti somatici:Fatica a respirareSenso di svenimentoSensazione della bocca seccaDebolezza delle gambe svenimentoMani sudate Aspetti cognitiviTemi di vulnerabilità e pericoloProcessi attenzionali rivolti agli stimoli
minacciosiRicordo selettivo di eventi paurosi e negativiCatastrofizzazione
Interpretazione falsata, la tendenza ad associare la percezione di una potenziale minaccia a stimoli ambigui o neutri
Aspetti comportamentali:Comportamenti di evitamentoRituali
LA STORIA DI ALESSIO
“ Alessio 7 anni, non vuole più allontanarsi dalla sua mamma, da qualche mese non va più agli allenamenti e non accetta di andare a giocare dagli amici. Si reca a scuola con il numero di telefono della mamma in tasca, teme di esser abbandonato. Mezz’ora prima della fine della scuola, Alessio scruta attentamente fuori dalla finestra, alla ricerca della sua mamma, teme che nessuno lo vada a prendere. La sua paura più grande è la morte, la morte della mamma e del papà. Evita di guardare Nemo e il Re Leone e tutto quello che possa riguardare il tema della morte”
DISTURBO D’ANSIA DA SEPARAZIONE
Ansia inappropriata rispetto al livello di sviluppo ed eccessiva che riguarda la separazione da casa o da coloro a cui il soggetto è attaccato, come evidenziata da 3 dei seguenti punti:
- Malessere eccessivo e ricorrente quando avviene la separazione
- Persistente ed eccessiva preoccupazione riguardo la perdita dei personaggi di attaccamento
- Persistente ed eccessiva preoccupazione relativa alla possibilità che accada un evento spiacevole e imprevisto che comporti la separazione con le figure di attaccamento
• Preoccupazione NON realistica su incidenti alle persone cui il soggetto è legato (FdA)
• Paura che esse vadano via e non ritornino• Preoccupazione che qualche evento possa
separare il b. dalle FdA• Riluttanza ad andare a scuola per la paura
della separazione• Riluttanza o rifiuto a dormire SENZA vicino una
Fda• Paura a stare solo durante il giorno senza una
delle FdA• Incubi ripetuti relativi alla separazione• Comparsa di sintomi somatici nelle occasioni di
separazione• Sofferenza intensa prima, durante e dopo la
separazione
Durata di almeno 4 mesi Esordio prima dei 18 anni L’anomalia causa disagio clinicamente
significativo nell’ area sociale, scolastica e di altre importanti aeree di funzionamento
Sofferenza intensa Ricerca continua Distrazione Comportamento “appiccicoso”
Quando la separazione viene forzata, due reazioni:
- Rabbia o aggressività- Tristezza
EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ
Disturbo poco stabile, Prognosi nel tempo :11% mantiene la diagnosi44% diagnosi di altro tipo45% remissione completa Predittivo di altri disturbi in età adulta.76% di correlazione con attacchi di panico o
depressione dell’età adulta ( Lewinsohn, Small 2008)
Prevalenza: 3- 5% dai 7 ai 9 anni2,3% età adolescenziale
Diverse manifestazioni in base all’età
Comorbidità elevata:92% doppia diagnosi:Disturbo d’ansia, fobia scolareDisturbo depressivo
ORIGINE
Tratti temperamentali e personologici (focus interno) e fattori ambientali
Figura di riferimento insicura, non riesce a farsi carico della paura del bambino
Comportamento genitoriale iperprotettivo, spesso maschera la difficoltà del genitore stesso a tollerare la solitudine e il distacco.
Limitato il comportamento esploratorio Disregolazione degli stati di paura o rabbia
per mantenere la relazione
FATTORI SCATENANTI
Lutto per un genitore, persona cara, anche per un animale domestico
Malattia del b. o dell’FdADivorzio, separazioneCambiamento di residenzaIngresso a scuola o cambio di scuola
Cambiamento di stato (emigrazione/immigrazione)
INTERVENTO..
Aiutare i bambini ad articolare e comunicare gli stati di paura
Normalizzare l’esperienza e le reazioni di paura e di ansia
Fornire al bambino un modello per fronteggiare le situazioni ansiose
Associare un personaggio eroico alla situazione temuta
Esporre gradualmente il bambino alla situazione temuta, rinforzando i piccoli progressi
Aiutare il bambino ad operare graduali trasformazioni dei suoi scenari immaginativi
DISTURBO D’ANSIA GENERALIZZATO Ansia e preoccupazione eccessive presenti la
maggior parte dei giorni per almeno 6 mesi Scarso controllo della preoccupazione Ansia e preoccupazione associate ad almeno 3
dei 6 sintomi seguenti1. Irrequietezza, sentirsi tesi2. Facile affatticabilità3. Difficoltà a concentrarsi, vuoti di memoria4. Irritabilità5. Tensione muscolareL’ansia causa disagio clinicamente significativo
nell’ area sociale, scolastica e di altre importanti aeree di funzionamento
Rimuginio, pensiero verbale di valenza negativaMancanza di aspetti immaginativi Inibizione di altri aspetti emotivi che non siano
l’ansiaRipetizione mentale continua dei vari aspetti di
un problema, insieme a previsioni catastrofiche
Pensieri anticipatoriIpotesi di soluzione non risolutiva, i bambini a
differenza dell’adulto non rimugina sulla soluzioni
Preoccupazioni intense, frequenti e limitanti
EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ
ORIGINE
Aspetti neurobiologici negli adulti non confermati nei bambini
Aspetti temperamentali + variabili ambientali Modalità genitoriale ipercontrollante e
iperprotettiva
TRATTAMENTO..
Permettere alla mente di tornare ad abitare il corpo
Identificare e distinguere le diverse reazioni fisiche all’ansia
Tecniche di autoregolazione, tecniche di rilassamento
Regolare le emozioni
LA STORIA DI ERNESTO
“Ernesto, 12 anni, fin da piccolo non ha mai dato molta confidenza ai cani, non gli piacciono, dice di preferire i rettili. Nell’ultimo anno la paura si è intensificata, sente le gambe tremare, non riesce a far nulla come se fosse bloccato … Non raggiunge più casa della zia a piedi perchè sulla via c’è un cane NEL GIARDINO di una villetta che abbaia e Erni ha paura. Dal giorno che al parco ha visto una signora con il cane al guinzaglio, non vuole più andarci a giocare con i suoi amici. In montagna quest’estate, ha scelto di rimanere in casa, temeva di trovare un cane nei sentieri, ci pensava tutta la notte e alla mattina rifiutava l’invito dei genitori..”
LA FOBIA SPECIFICA Paura marcata e persistente, eccessiva e
irragionevole provocata dalla presenza o dall’attesa di un oggetto o situazione specifica
L’esposizione allo stimolo fobico quasi inevitabilmente provoca una risposta immediata, che può prender forma di attacco di panico.
Situazione fobica viene evitata o sopportata con marcato disagio
L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione interferiscono in modo significativo con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali e con le attività
Durata di almeno 6 mesi
EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ
ORIGINI.. Familiarità Mancanza rassicurazione della figura di
riferimento in presenza di specifiche e temute situazioni
TRATTAMENTO Immaginare la situazione temuta per far
emergere pensieri, sensazioni fisiche, emozioni e comportamenti
Desensibilizzazione sistematica Modelling Coinvolgere la classe, lettura di storie e
riflessione in classe sulle paure e sulla possibilità di vincerle
LA STORIA DI MARTA
“ Marta si sveglia la notte, piange ed è sempre in preda ai brutti sogni. Questo accade dalla Domenica al Giovedì, notti che precedono i giorni di scuola. Mi chiede di non portarla.. E’ terrorizzata. La mattina è un tormento, non si vuole alzare dal letto, non si vuole vestire, non vuole uscire di casa, cosi tutte le mattine”.
FOBIA SCOLARE
Rifiuto di andare a scuola:- Difficoltà a separarsi dall’ambiente protetto- Preoccupazioni rispetto alle relazione che il
bambino possiede nel contesto scolastico- Preoccupazioni relative alla qualità e quantità
delle attività svolte a scuola Reazione di ansia associata all’uscita da casa o
all’ingresso a scuola Panico al momento di entrare a scuola Sintomi somatici (dolori addominali, nausea, vomito,
inappetenza, cefalea, dolori agli arti) I sintomi somatici anche la sera prima, insonnia Al di fuori della scuola bimbo tranquillo
- Conseguenze:- - Ansia cronica- - Ridotte competenze sociali- - Diminuzione dell’autostima
Sono bambiniTimidiHanno paura delle aggressioniTemono la presa in giroPreoccupati delle interrogazioni e dei compiti in
classeEvitare la scuola consente al bambino di
(Kearney,2007):Evitare uno o più stimoli che generano stati
emotivi negativiAllontanarsi da situazioni sociali e di prestazioneOttenere maggior attenzioni da parte dei
genitoriOttenere dei rinforzi positivi tangibili
EPIDEMIOLOGIA
Bambini in età scolare: 1-5% Adolescenti: > del 5%
ORIGINE:- Caratteristiche della madre, iperprotettiva,
intrusiva con scarsa differenziazione- Disfunzioni importanti nel funzionamento
famigliare- Scarso supporto genitoriale, minor capacità
di risolvere i problemi e fronteggiare la crisi- Rimanere a casa ed evitare la situazione
difficile agisce da rinforzo e consolida il comportamento
INTERVENTO
Rientro graduale, solo alcune ore In classe poche ore, la scelta delle quali
appartiene al bambino Nei casi più gravi lasciare che un genitore
rimanga con il bambino, riducendo progressivamente il tempo insieme
Far scegliere al bambino il giorno del rientro, per favorire più controllo sulla situazione
Parlare con i compagni per una miglior accoglienza al rientro
FOBIA SOCIALE
Paura marcata e persistente di una o più situazione sociale nella quale la persona è esposta a persone non famigliari o al possibile giudizio sociale.
L’esposizione alla situazione temuta \ quasi inevitabilmente provoca una risposta immediata, che può prender forma di attacco di panico.
Situazione fobica viene evitata o sopportata con marcato disagio
L’evitamento, l’ansia anticipatoria o il disagio nella situazione interferiscono in modo significativo con il funzionamento lavorativo, con le relazioni sociali e con le attività
Durata di almeno 6 mesi
Manifestazioni Vulnerabilità
Il soggetto si sente minacciato Inadeguatezza
Sensazione di non essere competente Paura del giudizio altrui
Timore di essere sempre giudicato in modo negativo dagli altri
Vergogna Timore di perdere la propria buona immagine sociale
Meta-vergogna Paura di mostrare la propria vergogna
EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ
Bambini in età scolare: 3% Più diffusa a partire dagli 11 anni Doppia diagnosi:
-10% DAG- 10% fobia specifica- 8% mutismo selettivo
Problema dell’accettabilità sociale Ipersensibilità ai segnali mandati dalle altre
persone La sicurezza personale è funzione della
percezione soggettiva della propria accettazione da parte di un altro ritenuto importante o da parte del gruppo
Adesione alle aspettative dell’altro
Atteggiamenti tipici Autostima
Bassa autostima Sentimenti di inferiorità Difficoltà ad essere assertivi
Giudizio Ipersensibilità alla critica, giudizio negativo, rifiuto
Scarse capacità sociali Segni di ansia
Mani fredde/sudate, tremori, voce esitante Evitamento Ansia anticipatoria
Sono bimbi..Impacciati, goffi davanti agli altriNon si sentono all’altezza , arrossisconoRimangono isolati, in silenzio, per non farsi
notareAnsia anticipatoriaLa situazione sociale vissuta come fallimento,
umiliazione ed imbarazzoNon si sentono integrati nel gruppo dei pariSensazione di esclusione e di rifiuto
Il disagio nasce da un eccesso di consapevolezza di sé in rapporto agli altri, dal continuo assumere il punto di vista dell’osservatore esterno, applicando i propri schemi di valutazione severi e giudicanti
Assenza di abilità sociali o della loro attuazione?
Eccessivo monitoraggio degli effetti delle loro interazioni consapevolezza delle proprie
Difficoltà enfatizzare gli insuccessi
ORIGINE
Clima famigliare improntato sull’importanza del giudizio degli altri, vergogna sociale, isolamento.
No origine episodica Genitori rifiutanti e giudicanti Poche spiegazioni e supporto in caso di errori Senso di se poco definito e fragile Desiderio di accettazione sociale
TRATTAMENTO
Aiutare il bambino a sviluppare le competenze necessarie per stare in relazione
Insegnare a riconoscere l’espressione del volto come espressione emotiva
Esposizione graduale alla situazione sociale con adeguato supporto
Decentramento
DIECI COMANDAMENTI PER SUPERARE L’ANSIA SOCIALE Non ti far abbattere dai giudizi altrui Non cercare di essere perfetto Impara a controbattere ai pensieri illogici Impara a conoscere ed apprezzare le tue
buone qualità Prova a rilassarti Impara l’arte del conversare Prova e riprova le tue buone qualità Esponiti alle situazioni sociali senza inutili
protezioni Agisci in modo assertivo Esplora liberamente il mondo sociale
INTERVENTO ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
L’attenzione positiva fa sentire il bambino pensato e riconosciuto
Quando si parla con i bimbi accovacciarsi per raggiungere la loro altezza
Davanti a situazioni nuove permettere al bambino di osservarle per familiarizzare
Non metterli al centro dell’attenzione Invitarli a star con gli altri
ALLA SCUOLA PRIMARIA
Rivolgersi sempre al comportamento , non giudicare la persona
Rinforzare l’autostima con lodi private e passare al riconoscimento pubblico in un secondo momento
Non fare confronti Non permettere ai compagni di tormentare o
prendere in giro altri bambini Scegliere un compagno, il più adatto per la
propria sensibilità, che faccia da guida al bimbo in difficoltà.
SCUOLA SECONDARIA
Lavorare a coppie Lavorare nel piccolo gruppo Educazione di classe verso l’accettazione
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
“Lorenzo è un ragazzino ben inserito nel gruppo di amici, non ha mai fatto cose strane, nell’ultimo periodo forse perchè preoccupato per gli esami di terza media, nella primavera ha cominciato a pregare. Noi siamo una famiglia religiosa, Lorenzo frequenta il catechismo e l’oratorio ma in questo periodo prega sempre”
“quante volte signora?”“tutto il giorno,ogni 5 minuti, la maestra lo
vede distratto e gli amici lo prendono in giro…”
DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
Presenza di ossessioni e/o compulsioniOssessioni definite come:Pensieri, impulsi o immagini ricorrenti vissuti
come inappropriati che causano ansia o disagio significativi
Non sono semplicemente eccessive preoccupazioni per i problemi della vita
La persona tenta di ignorare tali pensieri, impulsi con altri pensieri o azioni
La persona riconosce che questi pensieri,impulsi sono un prodotto della propria mente.
Compulsioni come:Comportamenti ripetitivi che la persona si
sente obbligata a metter in atto in risposta ad un ossessione
I comportamenti sono volti a ridurre il disagio o a prevenire eventi o situazioni temute, non collegate in modo realistico con ciò che sono destinate a prevenire
La persona riconosce che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive e irragionevoli
Causano disagio marcato, fanno consumare tempo ed interferiscono con le normali abitudini della persona
Ossessioni : dubbi avvertiti come inaccettabili, privi di senso e bizzarri che causano ansia, impulsi ad agire.Contenuti legati all’esperienza del bambino
Compulsioni: non sempre c’è una relazione tra le ossessioni e le compulsioni. Hanno l’effetto di ridurre l’ansia.
Gravità legata all’insight.
FOCUS
Adeguare la condotta ad un sistema di regole (pulizia, religione, educazione, pudicità)
Riduzione emotiva: l’emozione non corrisponde al sistema di regole
Emozione vissuta come minaccia alla propria integrità: origine del dubbio
Discrepanza tra esperienza in corso e sistema di riferimento esperienza come estranea a sé INCONTROLLABILE!
Ricerca di perfezione: per aderire al sistema di regole , dà sicurezza e stabilità!
Non aderenza al sistema di riferimento: dubbio sulle conseguenze delle proprie azioni
EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ
Studenti di scuola superiore: 19%Nei bambini evidenti solo compulsioni.Disturbo sottostimato nell’età evolutiva:- Senso di colpa- Non comunicabilità
Attenzione: non confondere con i normali rituali della prima infanzia.
Prevalenza maggiore nei maschi, in rapporto 3 a 2 con le femmine
Esordio: 15 % in adolescenza.
GENITORI Poco attivi a livello motorio, ma iperattivi
nella comunicazione verbale Limitano le espressioni emotive di piacere Bloccano quelle legate all’aggressività Non parlano di sessualità Sono attenti alle regole, al dovere, al
sacrificio Hanno relazioni sociali fredde e formali, Richiedono ai figli alte performance Sono ipercritici Uno dei due è un grande rimproveratore L’errore è considerato un danno irreparabile
Nuclei problematici: Adulti Senso di colpa eccessivo per irresponsabilità Tema della responsabilità personale Fusione pensiero-azione Timore della colpa porta all’atteggiamento
del controllo prudenzialeBambini: Senso di se ambivalente e dicotomico,
modalità tutto o nulla Se non raggiungono una certezza assoluta
hanno la percezione di perdere il controllo Controllo sulla manifestazione spontanea
degli atteggiamenti
ORIGINE.. Modalità di interazione primaria e significativa
ambivalente, in cui la figura di riferimento mescola aspetti di dedizione e cura tecnicamente adeguati, centrati sui bisogni fisici, con aspetti di rifiuto e ostilità, senza partecipazione emotiva.
Ambiente famigliare esigente e controllante Scarso calore affettivo Genitori poco emotivi Non adeguato supporto nella regolazione emotiva
Emozioni inibite ma per natura inevitabili così trasformate in un’esperienza di
incontrollabilità
Bisogno di definirsi e di certezza aderendo ad un ordine stabilito sé unitario
Stati interni poco conosciuti, avvertiti come minacciosi e poco governabili per distogliere l’attenzione si attivano pensieri, dubbi e rituali
Amabilità solo in presenza di performance, amore degli altri diventa condizionato dal suo comportamento
INTERVENTO Esposizione a situazioni o pensieri che evocano la
paura ossessiva Sperimentare la difficoltà di sentire e vivere
nuove emozioni Sostenere il bambino nel dilazionare o rinunciare
a svolgere i rituali Sperimentare situazioni curiose, condividendo i
sentimenti di disagio Analisi dei pensieri intrusivi e verifica della loro
inattuabilità Sperimentare varie e differenti possibilità, non
esiste il giusto o sbagliato in assoluto Aggiungere alla categoria del dovere anche
quella del piacere
Non interrompere il rituale ma cercare di inserirsi o a sostituirsi al rituale come fonte di tranquillità.
Non favorire il clima competitivo in classe Favorire la cooperazione. Rinforzare l’alunno non per quello che sa o fa
ma per quello che è, sottolineando positivamente ogni volta che esprimerà un’emozione
Far sperimentare al piccolo la possibilità di sbagliare senza per questo risultare cattivo
LA STORIA DI MARCO
“Marco 12 anni, frequenta la terza media, una classe superiore rispetto alla sua età, essendo nato a Gennaio iniziò la scuola primaria a 5 anni e 6 mesi, motivo di confronto faticoso con i pari . Le votazioni alle verifiche sono medio-elevate (7 e 8) ma questo spesso è motivo di lite con la mamma che vorrebbe che Marco prendesse il 9 o il 10.
L’espressione è amimica, descrive i suoi sintomi fisici come da manuale, racconta di soffrire di paresi distrettuali transitorie. Ogni volta va al pronto soccorso e dopo una serie di accertamenti, gli esiti sono sempre negativi”.
DISTURBI SOMATOFORMI
Presenza di sintomi fisici, dolorosi, fastidiosi che fanno pensare ad una condizione medica generale, ma che non sono giustificati da un disturbo organico
Sintomi non sono intenzionali Generano disagio e sofferenza significativi
Attivazione emotiva non è compresa come il significato incarnato di una certa situazione ma percepita come se riguardasse uno stato di malessere proprio del corpo
TIPOLOGIE:
Disturbo da somatizzazione: esordio prima dei 30 anni, si caratterizza dalla presenza di 4 sintomi dolorosi con localizzazioni diverse
Disturbo di conversione: uno o più sintomi riguardanti le funzioni motorie volontarie o sensitive, il cui esordio è preceduto da fattori stressanti
Disturbo algico: dolore come elemento principale, malessere clinicamente significativo
Ipocondria: preoccupazione o convinzione di essere affetti da una malattia grave.
IL CORPO
Diviene il mezzo che il bambino possiede per segnalare una qualsiasi forma di sofferenza
I disturbi possono manifestarsi nell’apparato gastro-intestinali (gastriti, ulcere), nell’apparato respiratorio (asma bronchiale, sindrome iperventilatoria), nel sistema cutaneo (psoriasi, acne, prurito, secchezza della cute e delle mucose) nel sistema muscolo scheletrico (cefalea tensiva, crampi muscolari) vertigini.
Esordio in concomitanza di sofferenza o di attivazione emotiva
Dai 12 ai 16 anni: maschi 4,5 %, femmine 10,7%Prevalenza di 11% femmine e 4% maschiDifficoltà che danno origine al disturbo:- Relazioni famigliari- Gruppo dei pari- Relazione con l’insegnante- Problemi psicologici nella madre- Stress psico- sociali- Attivazione emotiva
OTTICA RELAZIONALE
Sintomo: mezzo per mantenere lo stato di relazione con le figure significative del proprio ambiente, come regolazione del senso di se, che in tali relazioni prende forma e si mantiene.
Sensibilità materna ai segnali di disagio emotivo scarsa, alta reattività in presenza di segnali di malessere fisico
Disturbi somatici più pervasivi, persistenti nel tempo
Corpo disinvestito.Piano emotivo è poco o nulla integrato, i
contenuti affettivi tendono ad essere accantonati
Funzionamento prevalentemente cognitivo.Sintomi come l’esito complesso di un lungo e
pervasivo processo di addestramento interpersonale all’accantonamento, all’inibizione degli stati affettivi
Psicologico-fisiologico-fisico: Non sono caratteristiche diverse di uno stesso fenomeno ma linguaggi diversi per descrivere processi analoghi.
In mancanza di parole per descrivere l’emozione , essa viene espressa attraverso il corpo.
In alcuni casi si parla di emozioni senza sentirle, senza la componente affettivo motoria, senza individuare i correlati corporei.
INTERVENTO
È necessaria una comprensione della sofferenza, contestualizzandola rispetto agli eventi
Promuovere un maggior controllo e una maggior regolazione degli affetti
Far raccontare l’esperienza emotiva immediata e ridurre il racconto cognitivo
Affinchè un corpo spento possa gradualmente esser reinvestito di emozioni e di affetti.
LA STORIA DI RITA
“ Rita, 13 anni, studentessa. Rita ha una postura ricurva in avanti, spalle inarcate, la testa china, lo sguardo abbassato e profondamente triste, non guarda in viso l’interlocutore durante l’interazione, come se volesse chiudersi in se stessa fino a scomparire. Racconta di esser caduta mentre usciva da scuola ma nessuno l’ha soccorsa perché non è bella e simpatica come le sue coetanee ed è immeritevole di aiuto. Si defila dalle relazioni, rimane sempre chiusa nella sua stanza a giocare al pc o a comunicare con gli amici delle chat, racconta che nella rete è più facile farsi degli amici!”
DEPRESSIONE INFANTILE Tristezza e depressione?Depressione: sintomi più intensi e duraturi,
interferenti in modo importante sulla vita del bambino e con il suo sviluppo.
Sottodiagnosticata e non riconosciuta: sintomi molteplici , complessi e non facili da riconoscere
Manifestazione sintomatologica diversa rispetto all’adulto.
Indicatori di disagio
Scolastici Cognitivi Comportamentali Emozionali Fisici
EPIDEMIOLOGIA E COMORBIDITÀ
Disturbo dell’umore : Bambini 8-15 anni: 3,7% Prevalenza maggiore per le femmineAdolescenti 13-14 anni: 14 %Prevalenza maggiore per le femmine 18,1%
contro 10,1% nei maschi.
Doppia Diagnosi:Disturbo della condottaAdhd
VARIANZA SINTOMATOLOGICA IN BASE ALL’ETÀ
Primi 3 anni di vita: disturbi del sonno e dell’appetito, affezioni respiratorie, disturbi e malattie dermatologiche, non si lascia coinvolgere nel gioco, minor vocalizzi e minor curiosità nei confronti dell’ambiente.
Età prescolare: alterazione della motricità, caratterizzata da rallentamento o irrequietezza,agitazione, svogliatezza, disinteresse. Difficoltà di addormentamento e frequenti risvegli notturni. Regressione nelle tappe evolutive. Comportamenti auto-etero aggressivi e ritiro e isolamento.
Età scolare: capacità di identificare e descrivere i propri stati d’animo. Stanchezza e lentezza. Manifesti sentimenti di autosvalutazione, bassa autostima e percezione di non amabilità. Vuoti di memoria che accentuano la sensazione di inadeguatezza e di colpa. Rapporto con i pari difficile.
Adolescenza: isolamento, aspetto trascurato, aspettativa di fallimento, non consolabile.
L’aspettativa di diventare fonte di derisione porta a due strategie, evitare ogni interazione competitiva, accettare ogni competizione con spirito agonistico.
L’ALTRO
Indifferente Negativo , ostile
EMOZIONI Tristezza vergogna Rabbia
E’un modo di essere , pensare e agire.
ORIGINE.. Componente biologica (recettori della
serotonina) Eventi traumatici: Eventi di perdita o di lutti Rifiuto /abbandonoAd esordio infantile l’origine va collegata ad una
specifica qualità della relazione bambino/adulto.
Alle richieste di vicinanza e conforto il caregiver risponde con indifferenza,fastidio e allontanamento
Rappresentazione di sé come non meritevole di attenzione e conforto
PERDITE SIGNIFICATIVE
Lutto: - Aiutare il bambino a localizzare la persona
cara in un luogo da cui la persona che non c’è più continua a osservarlo, pensarlo ed aiutarlo
- Mantenere un contatto- Ricordare con l’aiuto di foto, ricordi, oggetti
aiuta ad elaborare la perdita perché mantiene nella mente l’essenza della relazione
- È importante che chi rimane sia in grado di dare amore, sicurezza, attenzione e sostegno
CARATTERISTICHE DEL FUNZIONAMENTO DEPRESSIVO
Vissuti interiori di solitudine, isolamentoRappresentazione di se come non amabileSchemi interpretativi connotati sulla negatività
assolutaAttribuiscono a se la responsabilità di ogni
eventoMancanza di valore, capacità e competenzaSi convincono che gli altri non desiderano stare
con loro
Vivono il mondo come pieno di ostacoliAnticipazione del futuro è negativa e priva di
speranzeSensazione di inaccettabilità porta all’
inaiutabilitàRifiuto ed eventi avversi interprati come
conseguenza della propria difettualità
PENSIERI DISFUNZIONALI TIPICI
Attribuire alle persone pensieri di ostilità e rifiuto
Rifiutare gli aspetti positivi di una situazione Filtro mentale negativo Previsione negativa Ragionamento emotivo Personalizzazione Pensiero dicotomico Ipergeneralizzazione Autodenigrazione Autoaccusa
INTERVENTO..
Rafforzare il senso di amabilità Ritorni positivi su di sé Ammorbidire la tendenza di pensiero
dicotomico Riconoscere che dinanzi ad un problema si
possono trovare delle strategie per ridurre l’impatto del problema
Cercando letture alternative
ABILITÀ DI COPING PER GESTIRE I MOMENTI DI MALESSERE
Far qualcosa di divertente che distrae Far qualcosa che tranquillizza e calma Cercare la compagnia di un compagno amico Far qualcosa che fa spendere molte energie e
stanca Sperimentare nuovi pensieri Proporre il diario degli eventi positivi
DISTURBI ALIMENTARI
“Alessandra, 16 anni, ottima studentessa (media del 9) felicemente fidanzata con Riccardo, suo coetaneo e suo compagno di classe. Alessandra e Riccardo condividevano tutto, gli amici di Riccardo erano gli amici di Alessandra, cosi come gli hobby e gli interessi. Quando Riccardo chiuse la relazione con Alessandra, lei cominciò a rifiutare il cibo, in pochi mesi perse 15 kilogrammi con conseguenti cali di pressione”
DISTURBI ALIMENTARI
Anoressia Nervosa:- Peso corporeo al di sotto di quello minimo
normale per età e altezza- Riduzione quantità di cibo assunta- Preoccupazioni rispetto al proprio peso- AmenorreaBulimia Nervosa- Ricorrenti abbuffate- Condotte compensatorie- Autostima influenzata dal peso
LA (NON) CONSAPEVOLEZZA SENSORIALE
Focus esterno: esperienza di sé mediata da fattori contestuali, la stabilità del senso di identità personale è data da rimandi esterni delle persone significative.
Non sentono il proprio corpo, ne i correlati emotivi corporei.
Il corpo nelle diete anoressiche è responsivo e sentito
LEGGERE LE MENTI
Regolati sull’altro, abili ad interpretare i segnali sociali, segnali non verbali, stati emozionali altrui.
Per capire come compiacere l’altro.. Il proprio mondo interno modificato per
renderlo conforme ai riferimenti esterni: flessibilità e adattabilità ai cambiamenti
LA VULNERABILITÀ AL GIUDIZIO
Senza l’altro, senza esser regolata da qualcun altro la persona fatica a darsi dei confini.
Giudizio negativo ha un valore e un effetto intensi.
Fatica a discriminare il senso di se effettivo da un giudizio di un altro.
“Io sono ciò che dicono di me”
IL CORPO E L’ALTRO
Due poli di uno stesso continuum Dialettica tra definizione di sé attraverso
l’altro e demarcazione dall’altro.Senso di se vago e fluttuante accompagnato
ad un intenso timore di proporsi, personalità camaleontica.
L’altro come convalida dell’esperienza in corso, sentirsi attori della propria vita, percezione di invasività.
Il percepirsi autonomi rispetto alle proprie scelte determina una sensazione di insufficienza e svalutazione e insicurezza.
Rottura di equilibri: Pericoloso!!!Se l’altro scompare dall’orizzonte esperienziale senso di vuoto che necessita un’
alterità, il corpo.Un modo per regolare la sensazione di
insufficienza avviene attraverso il corpo.
Corpo inteso come luogo ultimo di autonomia
.
Corpo affamato, per sentirsi e per ritornare ad abitare un corpo muto. Autonomia in assenza di alterità-
LA FAME
Permette di non avere più bisogno degli altri
Centratura sul corpo: definizione di sè
Perfezionismo: corrispondenza a standard comportamentali elevati ad aspettative di persone significative tentativo di guadagnare l’approvazione degli altri manifestando conformità alle loro attese
BULIMIA NERVOSA
Costante timore del giudizio:La sintonizzazione su modelli mediatici riduce
il timore del confrontoL’accettazione manipolata attraverso il corpo,
l’eventuale disconferma viene riferita al corpo, focus negativo su di esso
Disconferma: negatività personale, senso di vuoto
L’abbuffata è un automatismo per sfuggire alle emozioni negative
Senso di vuoto gestito come ritorno al corpo , sintonizzazione sugli stati digestivi
Abbuffata : automatismo che si mette in atto da disconferme, genera stato emotivo intenso che scatena l’ingestione incontrollata di cibo, a cui seguono le condotte di eliminazione.
Per sfuggire alle sensazioni negative si focalizzano sul CORPO, focus sugli stati digestivi, come fuga dalla consapevolezza
L’ insegnante può diventare la figura di riferimento che funge da modello e guida, L’ALTERITA’ su cui fare esperienza di sé.
Attenzione: non entrare nel gioco!!! Sviluppare la loro capacità di riconoscere e
legittimare autonomamente i propri bisogni, desideri, obiettivi
Aiutarli a familiarizzare con il proprio corpo, con le loro emozioni
Valutare il significato delle opinioni altrui, spostamento da valutazione globale a valutazione su un comportamento
Focus su opinione ed idee proprie
LA BALBUZIE
Forma clonica Forma tonica Forma mista Cause:Alterata connettività delle aree senso-motorieFattori ansiosiVelocità dell’eloquio
INTERVENIRE
Mantenere il contatto visivo Prestare attenzione al contenuto Sollecitare l’esposizione di opinioni Rallentare il nostro eloquio Non fare osservazioni come ‘calmati’, ‘prendi
fiato’ Spiegare alla classe cos’è la balbuzie solo in
accordo con il bambino
INTEVENIRE..
Non fermare il bambino Esercizi muscolari e respiratori Sollecitare la comunicazione Lettura a coppie
Considerare i fattori di sofferenza legati alla difficoltà
Da evitare la totale sostituzione delle prove orali con verifiche scritte
- Stabilire un ordine- Fare pratica comunicativa- Definire gli ascoltatori
IL BULLISMO
Caratteristiche :- Intenzionalità- Reiterazione- Squilibrio di potere- Mancanza di compassione e empatia- Sistematicità- Isolamento- Cronicizzazione
Modalità- Diretto e fisico- Diretto e verbale- Indiretto e relazione
Chi è il bullo??- Bisogno di dominare- Impulsività- Atteggiamento positivo verso la violenza- Fatica a rispettare le regole- Bassa tolleranza alla frustrazione
Tipologie:- Bullo dominante- Bullo gregario- Bullo vittima
Gruppo dei bulli: contagio sociale, esaltazione delle tendenze aggressive, diluizione del senso di responsabilità
LA VITTIMA
Bambini ansiosi, insicuri, fisicamente deboli Bassa autostima e opinione di sé negativa Scarsa coordinazione corporea Bambini esclusi, isolati
Si distingue in:- Passiva- Provocatrice
SUBISCONO:
IngiurieDenigrazioniIntimidazioniFurtiUmiliazioniAggressioni fisiche
Famiglia del Bullo:Scarso calore affettivoDistanzianteStile educativo permissivo
Famiglia della VittimaIperprotezioneControllo eccessivoAnsia e paura verso il mondo esterno
INTERVENTO A SCUOLA
Gruppo classe: coinvolgimento Gruppo classe segreto
PREVENZIONELeggere le dinamiche nascosteIntervento tempestivoCreazione di spazi per favorire le relazioni
socialiConcordare sanzioni per i comportamenti
inadeguatiDiscussioni sul bullismo
Favorire l’educazione sui sentimenti Assunzione della prospettiva emotiva dell’altro
ROLE PLAYNG
Temi:- Cosa vuol dire esser prepotenti?- Perché si è prepotenti?- Esperienze personali sulle prepotenze subite e
fatte?- Cosa si prova a subire o a fare prepotenze ad altri?- Conseguenze del comportamento prepotente per
la vittima e per chi lo commette?
FASI DEL ROLE PLAYNG
Preparazione Incontro con la classe Progettazione ed inizio del lavoro La messa in scena La discussione
IL CIRCLE TIMEForum per affrontare i problemi e le difficoltà
LA NEUROPSICOLOGIA
LA NEUROPSICOLOGIA
Processi cognitivi correlati con il funzionamento di specifiche strutture cerebrali
Danni alle strutture cerebrali possono generare disturbi delle funzioni cognitive
Disturbi cognitivi si manifestano con una serie di effetti osservabili dal comportamento e valutabili con prove formalizzate i test
RELAZIONI CLINICHE
LE ABILITÀ VISUOSPAZIALI Abilità non verbali che permettono
l’interazione con l’ambiente esterno Conoscenza delle coordinate spaziali del nostro
corpo e del mondo circostante AZIONEContribuiscono all’elaborazione di un sistema di
coordinate centrato sul corpo al fine di guidare il comportamento
DEFICIT Frequenza sottostimata Eterogenei - Localizzare gli oggetti nello
spazio - Percepire la profondità
- Produzioni grafiche
DISTURBI DELLE FUNZIONIVISUO-SPAZIALI
• Disturbi costruttivi • Disturbi di percezione spaziale – Localizzazione degli stimoli – Percezione dell’orientamento visuo-spaziale – Percezione della distanza • Disturbi di coordinazione visuo-motoria • Disturbi di memoria visuo-spaziale • Disturbi nell’orientamento spaziale
Difficoltà nelle abilità manuali- Difficoltà ad orientarsi nelle strade, corridoi e
scuola- Incapacità nel disegnare- - disegno di arte- - disegno tecnico- - figure di geometria
Difficoltà non solo in produzione- difficoltà a leggere una cartina di geometria- difficoltà a leggere una mappa/un grafico
ERRORI DI PRODUZIONE Distorsioni spaziali Semplificazione Rotazioni Perseverazioni Omissioni Trasposizione spaziale Orientamento sbagliato Elementi disposti in confusa relazione
reciproca Assenza di profondità Assenza di strategia globale Strategia ‘pezzo a pezzo’
APRASSIA COSTRUTTIVA
Disturbo della costruzione , composizione e disegno in cui la forma finale del prodotto non corrisponde al modello
Anomalie nell’emisfero destro: disegni con orientamento sbagliato e con elementi disposti in confusa relazione reciproca
Anomalie nell’emisfero sinistro: disegni con orientamento e rapporti spaziali conservati ma semplificati nella forma e nei particolari
COME INTERVENIRE…
Supporti per il disegno come puntini di riferimento sui quali tracciare le linee
Utilizzo del righello Fornire disegni di figure di geometria ed
aiutare ad individuare i dati con colori Non fornire mappe concettuali Non far compilare carte geografiche Valutare con l’alunno la grandezza del
quaderno
ATTENZIONE
Classe di processi diversi, non è un fenomeno unitario.
- SELETTIVITA’- INTENSITA’
Fine: ottimizzare con un gran livello di flessibilità l’elaborazione delle informazioni
Questi processi non operano MAI da soli ma modulano l’attività di altri processi
Attenzione selettiva Attenzione divisa Attenzione alternata
Attenzione sostenuta Allerta
Attenzione sostenutaCapacità di mantenere una adeguataprestazione in compiti monotoni per periodirelativamente lunghi di tempo– Es. stanchezza nel guidare di sera in una stradarettilinea.– Il soggetto è in grado di eseguire un compito ma
lasua prestazione decade dopo un certo periodo ditempo (deficit di attenzione sostenuta)AllertaCapacità di orientare l’attenzione improvvisamente
ed in modo efficace– La prestazione è compromessa fin dall’inizio
(deficit di allerta)
Attenzione selettiva• Attenzione focale o selettiva– Il soggetto deve isolare ed identificare stimolitarget e, contemporaneamente, ignorare stimolidistrattori• Esempio1: prestare ascolto ad una conversazione
mentrealtre sono in corso (effetto cocktail party)• Esempio2: orientare la propria attenzione verso unaporzione delimitata di spazio ignorando il resto dellospazio; o ad un oggetto ignorando altri che si trovanonella stessa parte di spazio• Attenzione divisa– Il soggetto deve eseguire due o più compiticontemporaneamente• Esempio1: seguire una conversazione al telefono
mentresi sta lavorando al computer
Supervisory attentional control (flessibilità
nell’uso di strategie)
–Il soggetto effettua un monitoraggio consapevole
della propria attività che gli consente di orientare
consciamente la propria attenzione ad aspetti diversi
della situazione o ad organizzare in modo volontario
la sequenza delle azioni da compiere
–Questo tipo di controllo modula tutti gli altri processi
attentivi
–La capacità di un soggetto di monitorare le proprie
attività attenzionali può essere valutata in modo
attendibile solo nel caso in cui sia possibile dimostrare
un’integrità dei meccanismi attenzionali di base.
DIFFICOLTÀ ATTENTIVE
- Difficoltà a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato
- Difficoltà a porre la necessaria attenzione alle consegne
- Tendenza ad affrontare un compito in modo impulsivo
- Procedure di controllo poco efficaciSvolgere gli esercizi e non ascoltare la spiegazione dell’insegnante
COME INTERVENIRE
Stabilire la tenuta attentiva Spezzare compiti lunghi con brevi pause Con l’esercizio ampliare i tempi Scomporre in passaggi
Perdita delle consegne: Prima di iniziare, far rileggere ad un alunno la
consegna e chiedere di parafrasare Costruzione di un piano d’azione
Procedure di controllo poco efficaci: Usare segnali concordati per richiamare
l’attenzione Caccia all’errore
- Coinvolgere attivamente il bambino- Usare materiali particolarmente interessanti- Usare stimoli sempre nuovi- Ricorrere al pc o alla lim,
DIFFICOLTÀ DI ATTENZIONE SELETTIVA
- Ridurre gli stimoli visivi- Aumentare la grandezza del carattere per
migliorare l’acuità visiva- Utilizzare ausili per focalizzare l’attenzione- Sottolineatura con un pennarello, guidata
dall’insegnante, le parti più salienti delle istruzioni.
- Usare segnali specifici per indicare dove e quando è richiesta l’attenzione
- Sottolineare parti salienti dell’informazione
MEMORIAC h art T itle
VE RBALE SPAZIALE Mem oria di L avoro
MBT
R E T R OSPE T T IVA PR OSPE T T IC A
E PISODIC A(E VE NT I)
SE MANT IC A(C ONCE T T I)
E SPL IC ITA
C ONDIZIONAME NTO
PR IMING
PR OC E DUR ALE
IMPL IC ITA
L T M
ME MOR IA
MBT
Registra le caratteristiche fisiche dello stimolo
E le rievoca di ‘ripetizione’ esattamente Comprende la memoria di lavoro Elabora le informazioni in entrata che poi
verranno depositate nella MLT
MLTElabora e immagazzina i ricordi e le nozioni
apprese per tempi più lunghi
MBT
- DEPOSITO TEMPORANEO- - Magazzino Fonologico- -Magazzino Viso spaziale
- MEMORIA DI LAVORO:
Memoria Fonologica (MF) e Sviluppo Lessicale• Deficit alla MF determina difficoltà
apprendimento parole nuove
MEMORIA A BREVE TERMINE
Componente fonologica • Magazzino Fonologico– Ha capienza limitata (4-9 item)– Utilizza una codifica fonologica degli stimoli
(anche quelli visivi vengono codificati fonologicamente)
– Gli stimoli fonologicamente simili vengonoimmagazzinati “vicini”, per cui si verifica
l’effettodella somiglianza fonologica
COMPONENTE FONOLOGICA- •Rehersal– Il suo funzionamento serve per impedire il decadimento della
traccia mnestica, per circa 30 sec.– Il ciclo di reiterazione impiega circa 2 secondi per compiereun ripasso, per cui la quantità di materiale che può esserereiterato non deve superare la lunghezza temporale di 2 sec.– È sensibile all’effetto Lunghezza, per cui le parole corte sonorievocate meglio di quelle lunghe (cane, sole, lago vs banana,telefono, pianoforte)– È influenzato negativamente dalla soppressione articolatoria,per cui la ripetizione di materiale privo di senso dovrebbeimpedire il funzionamento della reiterazione
SVILUPPO DELLA MEMORIA FONOLOGICA
• La reiterazione compare verso i 7 anni (se non viene insegnata direttamente)
• Lo sviluppo della memoria fonologica è mediata da….
– Aumento della velocità di articolazione vocale
– Aumento del numero di parole familiari e delle unità sublessicali conosciute
– Migliorano le abilità meta-fonologiche da 4aa a 5aa.
MEMORIA VISUO-SPAZIALE
• 2 sottosistemi: Visivo (stimoli statici) e Spaziale
(stimoli dinamici)- Magazzino visivo:Passivo e temporaneoRicordo di informazioni visive stabiliForma e colore- Magazzino SpazialePassivo e temporaneoInformazioni dinamicheMovimento e direzione
DEFICIT DI MBT
• Riduzione dello span di memoria immediata per sequenze non strutturate di materiale uditivo-verbale e visuo-spaziale
• Il deficit non è attribuibile ad un disturbo di analisi fonologica ne visuo-spaziale
• Rapido Oblio
MEMORIA DI LAVORO
Diverse attività quotidiane e scolastiche – Apprendimento linguistico – Apprendimento lettura strumentale – Comprensione e produzione del testo – Soluzione di problemi aritmetici – Calcolo mentale Doppio compito
MEMORIA DI LAVORO
Sistema attivo Processa l’informazione on line Recupera informazioni necessarie dalla MLT
per elaborare la nuova informazione Monitora e codifica la nuova informazione :
APPRENDIMENTO
COME INTERVENIRE
Memoria a breve termineAggiungere istruzioni scritte a quelle oraliRegistratoreRidurre il numero di informazioni date in una sola
voltaFornire brevi istruzioni, una alla voltaRipetere, ripassare e parafrasare continuamenteMemoria di lavoroEvitare il doppio compito e il sovraccaricoRidurre al minimo gli stimoli uditivi e visivi non
pertinentiStrategie compensative di memoriaStimolare usi metacognitivi della memoria
MLT: DICHIARATIVA E NON DICHIARATIVA
C h art T itle
C ONDIZIONAM E NT O
PR IM ING
APPR E NDIM E NT O PR O C E DUR ALE
M E M O R IA NO N D IC H IAR AT IVA
CONDIZIONAMENTO
Classico Operante
EFFETTO PRIMING Percettivo Semantico
MEMORIA PROCEDURALEMemoria di abilità acquisite in modo implicito
MEMORIA DICHIARATIVA
SEMANTICAConoscenze enciclopedicheEPISODICAConnotazione spazio temporale- Verbali- VisuospazialiComponenti interagenti
MEMORIA PROSPETTICA
COME INTERVENIRE
- Favorire il riconoscimento rispetto al richiamo- Strategie mnemoniche, parole chiave- Chiedere allo studente di ripetere e
parafrasare- Strumenti compensativi (tabelle con nomi,
regole)- Fornire allo studente suggerimenti ed indizi
per favorire il richiamo
COMPETENZE LINGUISTICHE
Abilità di fonazione Abilità fonologiche Produzione di frasi Comprensione di frasi Pragmatica
Disturbo del linguaggio: limitazione in uno o più ambiti della competenza linguistica
DISTURBO DELLA FONAZIONE
Difficoltà di pronuncia di alcuni suoniAPRASSIA: difficoltà di fluenza, prosodia
e velocità
DISTURBO MISTOEvoluzione migliore per la produzione, statica
per la comprensione
CONSIGLI EDUCATIVI
Pronunciare la parola accompagnata da un gesto o rafforzata da un’ azione
Presentare la parola con l’oggetto Coinvolgere il bambino in processi di
socializzazione Favorire la competenza sociale ed emotiva Negli elaborati scritti, prestare attenzione ai
singoli periodi per controllare la morfosintassiStimolare la comunicazione in tutte le sue
forme
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!!
Dott.ssa Daniela Moroni
Consulente CTS Cremona
Trainee in Psicoterapia Cognitiva e Neuropsicologia
Neuropsicologa Clinica