Psicomotricità ed educazione psicomotoria · Questo processo deve essere globale ed interessare...
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Un po’ di storia ….. „ La Psicomotricità nasce in Francia, in ambito neuropsichiatrico con l’idea di superare il dualismo cartesiano (mente – corpo). Si evidenziano che certi approcci corporei e motori possono colmare aspetti cognitivi, affettivi e relazionali „ Negli ultimi anni, la Psicomotricità ha conosciuto un notevole sviluppo in diversi ambiti, in particolare quello educativo e quello terapeutico „ Nel primo caso si tende a favorire e sostenere le dinamiche di piacere e apprendimento… � Nel secondo, s’interviene quando sono presenti manifestazioni cliniche complesse accompagnate da sintomi disfunzionali cognitivi, emotivi, comportamentali o relazionali
Definizione „ La Psicomotricità è una pratica e un sapere che affronta il
corpo dal punto di vista della sua pensabilità : storicizza, studia e valuta la conversione e la trasformazione del movimento nell’atto psichico e sociale
„ La Psicomotricità è una tecnica che evolve il movimento, il gesto (e i relativi contenuti affettivi ed emotivi) in conoscenza,
pensiero, linguaggio, segno: riguarda e sviluppa la presa di coscienza nel soggetto, la sua crescita emotiva, cognitiva e
motoria
Dalla motricità alla psicomotricità „ Motricità: attività che privilegia “il corpo e il
movimento”
„
Psicomotricità: riprende integralmente il termine
“motricità”, ritenendo che ogni aspetto motorio non
possa essere considerato estraneo all’influenza
emotiva, cognitiva e simbolica
Tutto ciò che siamo, le nostre emozioni, i nostri
sentimenti e la nostra attività cognitiva sono in generale
legate alla nostra corporeità e pertanto inseparabili dal
nostro corpo
„ Il corpo non è solo veicolo di conoscenza, ma anche
mezzo di comunicazione e relazione con il mondo
Si tratta di un'azione educativa. Attraverso l’applicazione dei mezzi che offre l'educazione motoria, la psicomotricità migliora le possibilità di lavoro mentale del soggetto trattato. Il progresso si ripercuote anche sulla qualità dei gesti.
La vita attiva e il gioco aiutano: - a rafforzare le masse muscolari - la personalità del soggetto. E’ bene esercitare l’attività motoria, sollecitare ed aiutare i soggetti, compatibilmente con i propri impedimenti. In questo senso ogni attività motoria è terapeutica.
Attraverso una maggiore educazione all'immagine del sé corporeo e ad una migliore definizione dello schema corporeo è possibile prevenire e/o tentare una correzione di atteggiamenti e di comportamenti scorretti. Questo processo deve essere globale ed interessare non solo alcuni momenti della giornata come quelli dedicati all'attività motoria, ma tendere verso una presa di coscienza quotidiana.
Scopo dell'educazione psicomotoria è lo sviluppo dell'aspetto comunicativo del corpo, che suppone lo stare bene nella propria pelle e di conseguenza lo stare bene con gli altri e con la realtà circostante.
IL CONCETTO DI PSICOMOTRICITA' E L'APPRENDIMENTO MOTORIO
Il termine psicomotricità vuole designare l'attuazione dei movimenti muscolari ed il loro livello qualitativo come risultato dell'attività psichica di colui che li effettua.
L'io si afferma attraverso e nello sforzo muscolare. Lo sforzo muscolare è il fondamento della vita psichica. E' nell'azione che l'io prende coscienza di sé e del mondo.
Lo sviluppo motorio ed intellettivo sono strettamente legati durante la prima infanzia. Poco a poco si scindono e prendono uno slancio proprio. Essi conosceranno sempre dei rapporti reciproci.
La psicomotricità è una disciplina educativa, rieducativa e terapeutica che si attua attraverso la relazione.
Essa comprende un insieme di pratiche e modalità di intervento che utilizzano metodi e tecniche a
mediazione corporea (attività percettive, cognitive, ludico espressive, rilassamento) che si
modellano sul gioco spontaneo e sull’espressività dei bambini. Proponendo essi stessi le situazioni di
gioco, i bambini realizzano assieme allo psicomotricista uno spazio di sicurezza e di benessere.
L’obiettivo è quello di accompagnare, e se necessario aiutare, l'evoluzione e lo sviluppo della
personalità, intesa come unità di corpo, mente ed emozione, nelle diverse fasi della crescita e della vita. Quando parliamo di psicomotricità prendiamo inevitabilmente in considerazione la globalità
dell'essere umano, riferendoci prima di tutto alla sua unità psicosomatica. Soprattutto nell'infanzia
rileviamo l'evidenza di questa globalità; nell'azione del bambino infatti si articolano tutta la sua
affettività e tutti i suoi desideri, ma anche tutte le sue possibilità di comunicazione e di concettualizzazione.
L’espressività psicomotoria L'espressività psicomotoria è il modo d’essere
unico e originale del bambino e include:
la sensorialità, la motricità, l'affettività, la vita
immaginaria, lo sviluppo intellettivo del bambino e
quindi tutto il bambino.
La sala di psicomotricità dove si
effettuano le sedute è un ambiente
caldo, piacevole, accogliente, col
pavimento in sughero o in legno, dotato
di materiali morbidi e colorati con i quali
i bambini giocano a piedi nudi.
Nella seduta di psicomotricità il tempo è strutturato per favorire un percorso di maturazione psicologica che potrebbe essere sintetizzato nella frase: “Dal corpo al linguaggio”. Il primo tempo è riservato all’espressività motoria, il secondo alla narrazione
di una storia ed il terzo all’espressività plastica e grafica.
Il ruolo dello psicomotricista si delinea come osservatore dell’espressività psicomotoria che i bambini manifestano attraverso il gioco e le relazioni che stabiliscono con il mondo esterno: con lo spazio, il tempo, gli oggetti e gli altri.
La Psicomotricità dunque attiene alle due dimensioni dello sviluppo del bambino: quella motoria o funzionale e quella psicodinamica.
1) Il gioco e il movimento nella DIMENSIONE MOTORIA Come già sottolineato il gioco e il movimento hanno una
funzione fondamentale nella disciplina psicomotoria poiché tramite essi il bambino ha la possibilità di:
-scaricare le tensioni interne;
-riproporre le proprie emozioni anche conflittuali legate alle esperienze della
quotidianità ed elaborare nuove strategie per viverle più serenamente;
-affrontare i diversi aspetti della sua crescita: il rapporto con le figure
genitoriali, con i coetanei, con le richieste dell'ambiente.
Lo psicomotricista mette a disposizione del bambino oggetti speciali, meglio dette Forme, che hanno la capacità di mettere in movimento le immagini
che stanno dentro di lui e consentono allo psicomotricista di comprendere il
senso del suo agire. Queste forme
sono la palla, il cerchio, la corda, il
bastone, la forma informe
e possono essere oggetti
morbidi o duri.
- Orientamento-spaziale
Prende consapevolezza che gli oggetti, i diversi elementi
dell’ambiente e il proprio corpo sono correlati gli uni rispetto
agli altri secondo rapporti topologici: dentro-fuori, sottosopra,
avanti-indietro, vicino-lontano,ecc.
- Orientamento-temporale
Il bambino di comprende le relazioni temporali e causali
intercorrenti tra eventi che si svolgono in successione: primadopo,
prima-adesso-dopo, ecc.
2) La DIMENSIONEPSICODINAMICA
Invece riguarda il suo sviluppo psicomotorio, che si articola nei seguenti fattori di maturazione:
- Schema corporeo
Il bambino assume consapevolezza del proprio corpo: di quali e quante parti è formato, a cosa servono le diverse parti del corpo a livello motorio, grafico e mentale.
- Lateralizzazione
Il bambino acquisisce consapevolezza che il suo corpo è
costituito da due parti simmetriche e che è portato ad usare
in modo dominante un lato del corpo: destro o sinistro.
La Psicomotricità comprende una serie di tecniche riabilitative che vanno dall’educazione psicomotoria alla terapia psicomotoria.
Psicomotricità educativa L’educazione psicomotoria è un’attività di prevenzione
rivolta a bambini in età evolutiva al fine di:
1) raggiungere un armonico sviluppo psicomotorio,
2) prevenire disagi nella relazione e negli apprendimenti nei bambini in età evolutiva;
3) dare al bambino un momento di
Genuino svago
e divertimento attraverso il gioco
motorio, di cui spesso è privato
per mancanza di spazio,
di compagni e di attenzioni.
Essa favorisce la manifestazione dell'espressività psicomotoria infantile nonché il suo sviluppo verso tre obiettivi che si completano e si arricchiscono vicendevolmente:
- la comunicazione;
- la creazione (intesa come creatività, che comprende una "produzione" molto ampia:
gestuale, vocale, grafica, sonora,
verbale e anche cognitiva);
- l'operazione (nel senso
della formazione al pensiero
operativo).
Terapia Psicomotoria Lo Psicomotricista attua anche interventi con finalità
terapeutiche con soggetti in età evolutiva che presentano ritardi e sindromi psicomotorie, disturbi del comportamento e della comunicazione con i conseguenti disturbi dell'apprendimento. Scopo della terapia è quello di armonizzare o riequilibrare lo sviluppo psicomotorio, per il superamento dei deficit motori, cognitivi e relazionali utilizzando sempre come strumento la mediazione corporea e privilegiando la dimensione relazionale. Per operare una proficua scelta terapeutica risulta prioritaria un’analisi plurifattoriale (valutazione psicomotoria), in quanto ogni caso prospetta una propria problematica che permetterà la diagnosi sulla gravità dei disturbi.
L’intervento della Terapia Psicomotoria è indirizzato a: Problematiche comportamentali aggressività iperattività inibizione maldestrezza goffaggine deficit di attenzione fragilità emozionale crisi di rabbia, di ansia Problematiche psicomotorie ritardi nello sviluppo psicomotorio (disturbi di laterizzazione…) disprassie (difficoltà a compiere gesti coordinati e diretti ad un fine) debilità motorie disturbi psicomotori settoriali (tic, balbuzie…) ritardi nel linguaggio
Problematiche varie e relazionali
psicosi
Nevrosi
autismo
disturbi del processo di socializzazione
disturbi dell'alimentazione
crisi di abbandono, durante i momenti difficili della separazione dei genitori
disturbi del sonno
enuresi
Sindromi genetiche
sindrome di Down
Ambito formativo Lo Psicomotricista svolge infine anche attività di
formazione indirizzata agli
adulti (educatori, insegnanti, operatori dell'ambito socio-sanitario e
assistenziale) allo scopo di favorire l'ascolto di sé e dell'altro, per un
miglioramento delle dinamiche relazionali nella consapevolezza
dell'importanza che assume l'espressività
del corpo in ogni rapporto umano.