PROVINCIA DI LIVORNO Provinciale - ll... · Il 27 gennaio del 1945 le truppe alleate russe...

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1 PROVINCIA DI LIVORNO CONSIGLIO PROVINCIALE Verbale integrale della seduta del 27. 01. 2011 Seduta aperta: “Il Giorno della memoria” Inizio seduta ore 10.45 .

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PROVINCIA DI LIVORNO

CONSIGLIO PROVINCIALE

Verbale integrale

della seduta del 27. 01. 2011

Seduta aperta: “Il Giorno della memoria” Inizio seduta ore 10.45 .

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SEDUTA APERTA IL GIORNO DELLA MEMORIA PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Allora diamo inizio a questo consiglio provinciale aperto in occasione della giornata della Memoria, io ringrazio tutti gli ospiti, le autorità civili e militari presenti in quest’aula. Il 27 gennaio del 1945 le truppe alleate russe arrivarono durante la loro offensiva verso Berlino presso la città polacca di Auschwitz scoprendo l’orrore del campo di concentramento e svelando per la prima volta al mondo le stragi del genocidio Nazista. Dall’ano 2000 anche l'Italia ha scelto questa data il 27 gennaio per commemorare le vittime dell’Olocausto che si stimano siano state fra i 13 e i 19 milioni di persone uccise e cremate nell’arco di 4 anni. Oggi rendere testimonianza della Shoah non è solo il doveroso ricordo di milioni di nomi, di milioni di storie, di incredibili vicende di martirio e di coraggio delle vittime dell’inaudita crudeltà Nazista, non è solo un invito al raccoglimento ed alla riflessione, è anche un presidio morale e civile affinché mai più accada che l’aberrante logica di un potere totalitario si abbatta sugli inermi, sugli innocenti, su interi popoli contro i quali decretare le descriminazioni più odiose per motivi di razza, di religione, di genere, di condizione sociale, in una folle progressione criminosa capace di raggiungere il genocidio. Oggi è soprattutto il giorno in cui la memoria si fa filo conduttore tra le generazioni, tracciando tra le stesse un percorso nella coscienza collettiva che insegni il ripudio dell'indifferenza e di ogni forma di estremismo per costruire una società basata sul rispetto della dignità umana. Questo è il messaggio forte che l’Istituzione Consiglio Provinciale vuole trasmettere ai giovani, che ringrazio di essere qui, a quelle generazioni future che sul ricordo dovranno costruire un avvenire migliore. Oggi in quest’aula con il consueto contributo della prestigiosa Comunità Ebraica Livornese rappresentata ai massimi livelli dal rappresentante della Comunità e dal rabbino capo, ascolteremo l’importante contributo dell’onorevole Enrico Modigliani perseguitato del Regime Nazista e fondatore del progetto “Memoria” il cui obiettivo primario è quello di tenere sempre alta e viva l’attenzione ed il ricordo della Shoah . Nel ringraziare i nostri cortesi ospiti tutti, voglio chiudere questo mio breve contributo ricordando una delle voci e delle figure più importanti dell’Ebraismo Italiano scomparsa proprio alla vigilia di questo 27 gennaio Tullia Zevi per anni Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiana ed alta figura

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intellettuale testimone in Italia e nel mondo dei valori più nobili e condivisi della cultura ebraica. Io vi ringrazio e vi dico come si svolgeranno i lavori, parlerà il Presidente Kutufà, il signor Prefetto, il rappresentante della Comunità Ebraica, il rabbino, i rappresentati dei gruppi e terminerà i lavori l’onorevole Enrico Modigliani, io ringrazio ancora tutti voi per la presenza in quest’aula, mi auguro che questo momento di riflessione rimanga nei nostri cuori e nelle nostre menti per sempre, grazie, do la parola al Presidente Kutufà. PRESIDENTE - GIORGIO KUTUFA’ L’amministrazione Provinciale ha sempre voluto fare di questa giornata un’occasione di riflessione con tutti e soprattutto con i giovani; non ci si limita ovviamente soltanto a questa giornata, quest’anno abbiamo ritenuto con la collaborazione dell’Istituto Storico per la Resistenza da fare venire una testimone, la signora Weiss a raccontare della persecuzione, e della vita drammatica che ha avuto nei campi di sterminio in modo che gli studenti della nostra Provincia, non solo di Livorno, abbiamo potuto ascoltare della viva voce di una testimone le immani sofferenze che ha patito lei e con lei tutti i suoi corregionali è una occasione di riflessione che vogliamo sempre portare all’attenzione, soprattutto delle giovani generazioni. Abbiamo voluto anticipare questa manifestazione con la lettura di alcuni dei nomi, dei tantissimi, come avete potuto sentire, scomparsi, dei milioni di persone scomparse nei campi di sterminio. Questo ha voluto anche dare il senso di questa tragedia e di riumanizzare se così si può dire, perchè uno degli elementi più intollerabili e negativi nella storia dell’umanità è quel tentativo appunto che i Nazisti fecero di portare a numeri le persone, questo tentativo di spersonalizzare, di creare, di togliere la dignità di uomo alle persone, ed è stata fra tutti forse la forma di barbarie più acuta, più alta, più intollerabile di una scelta che è assolutamente da respingere di cui però bisogna avere tutti coscienza e di cui anche noi italiani senza infingimenti, abbiamo delle responsabilità, delle responsabilità molto forti, perché al di là del tentativo di sterminio finale, la stessa approvazione della legge razziale del 1938 sono un segnale di quella intolleranza, di quella preparazione di un terreno a quella scelta così esecrabile che è stata compiuta in fondo che porta una forte responsabilità - è inutile nascondercelo - anche del nostro popolo. Però accanto a questa pagina, ora noi siamo nei 150 anni dell’unità d’Italia, un Paese che ha conosciuto uno straordinario progresso economico - sociale ed altro, che ha avuto un grande sviluppo, che attraversa ora magari un momento di crisi, non solo economica ma di valori e tutto, e che deve ripensare alle pagine belle ed anche a quelle buie della sua storia, lo devo fare con impegno, con un impegno anche critico appunto in una giornata come questa serve a mettere in luce qui elementi di grave criticità di questa nostra storia, però anche in questi momenti di grande criticità come dicevo ci sono state comunque figure bellissime che sono andate contro corrente ed hanno invece dimostrato come

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nell'animo degli italiani dei migliori italiani ci sia il grande rispetto dell’uomo, di quello che rappresenta e la volontà di far uscire anche il paese di questa situazione. Ricordo in questo senso la figura di Don Angeli, e ricordo queste due figure livornesi, una di un livornese e quella di un livornese adottivo come Canessa, noi abbiamo l'onore di avere due Giusti nel Ricordati che sono: don Roberto Angeli che fece una opera di protezione, uso forse un termine improprio, comunque di solidarietà concreta nei confronti degli Ebrei perseguitati e fu a sua deportato anche lui nei campi di sterminio, ne uscì vivo, ma in condizioni di salute precarie da cui poi sostanzialmente non si è più ripreso e anche l’ispettore di polizia Canessa che anche lui ha lavorato per salvare molti Ebrei portandoli in Svizzera. Accanto a queste figure storiche di questo periodo mi piace e con questo concludo ricordare un altro che ha avuto proprio in questi giorni il riconoscimento di Giusto è Monsignor Alberto Ablondi che ovviamente per ragioni di età ed altro è successivo a questo periodo, ma che ha dimostrato nella sua vita con gli atti, con la concretezza della sua azione questo grande, attaccamento ad una visione dell’uomo che riconosca appunto in lui una creatura di Dio e la rispetti completamente, come abbia lavorato, perché questo valore del rispetto e della reciproca considerazione permeassero tutta la nostra tutta nostra società e ha avuto questo riconoscimento postumo di altissimo valore. Ho voluto ricordare queste figure proprio per dire che anche all'interno di periodi bui o comunque di periodi in cui dal negazionismo ed altro si vuole riprodurre scelte o comunque si cerca di giustificare scelte assolutamente inaccettabili ci sono persone a cui noi facciamo riferimento, a cui va tutta la nostra considerazione ed il nostro rispetto, ecco queste sono le persone che io indico ai giovani che sono qui in sala. Prendiamo esempio da loro, prendiamo esempio da chi con profonde convinzioni va anche contro corrente e contro una mentalità inaccettabile, ecco abbiamo sempre davanti i grandi valori della vita, cerchiamo di testimoniarli, di rappresentarli e di proporli, la giornata del ricordo è anche questo, la proposta dei grandi valori dell’uomo e dell’impegno di tutti di farli propri e di rispettarli, le iniziative che noi facciamo, sono appunto in questo senso, e vogliono rappresentare la grande convinzione che ha l’amministrazione nel sostenere questi valori e di diffonderli soprattutto per i giovani, quindi non è soltanto la giornata di oggi, ma un atteggiamento che abbiamo continuamente e che porteremo anche il futuro. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie Presidente, è arrivato L’onorevole Enrico Modigliani e lo invitiamo a prendere posto al tavolo della presidenza, prego signor Prefetto a lei la parola. PREFETTO DI LIVORNO

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DOTT. DOMENICO MANNINO Grazie Presidente solo per alcune riflessioni che in questi giorni sentendo soprattutto le parole della signora Weiss nell’incontro organizzato un paio di giorni fa alla Provincia e le domande che i giovani hanno fatto ovviamente restano, “la giornata della Memoria” ma indubbiamente però questa giornata deve portarci a delle riflessioni, delle riflessioni profonde che non devono esaurirsi esclusivamente nel ricordo di quello che è avvenuto, sicuramente il fatto più grave che l'umanità abbia conosciuto per quella che era la scientificità con cui venne programmato ed attuato lo sterminio di un popolo, ma non dobbiamo ritenere che ricordando quei fatti e dicendoci che la cosa non deve più avvenire, che questo fatto desti odio o rancore, tanto l’odio ed il rancore non portano a nulla verso un popolo o verso determinati sistemi, non ci può far dimenticare che questi fatti, in misura e dimensioni sicuramente minori erano già avvenuti da parte di vari popoli e che la cosa più grave è che stanno avvenendo ancora oggi. Troppo spesso noi dimentichiamo che questi fatti che oggi in questo momento sono varie centinaia, sono 250 circa i focolai nel mondo, ed in molti di questi la pretesa razziale e religiosa sta alla base degli eccidi che vengono regolarmente effettuati. Quindi il nostro non deve essere semplicemente il ricordo di ciò che è avvenuto, ma anche una presa di coscienza soprattutto da parte dei ragazzi che devono conoscere queste cose, perchè questi disvalori, come diceva prima il Presidente non avvengano più veramente, perché prendano il sopravvento questi valori che sono tipici dell’umanità e di cui sono state espressioni quelle figure che abbiamo anche a Livorno, abbiamo in tutta Italia, ma ci sono state in tutto il mondo anche tra coloro che appartenevano al popolo che pose in essere questa strage, che hanno in parte ripreso, ridato lustro a quella parte di umanità buona che non ci deve mai abbandonare. Ecco era solamente questo che volevo dire per un futuro che sia veramente migliore, ma che deve partire anche da noi, e deve partire anche da quelle condizioni che naturalmente non arrivano alle dimensioni e alle atrocità che si sono verificate altrove, ma che a volte in piccolo, molto piccolo, stanno anche fra di noi e da cui poi possono generarsi dei fatti molto più gravi. Grazie. Applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie signor prefetto, do ora la parola al rappresentante della comunità ebraica la signora Margherita Scarelli RAPPRESENTANTE COMUNITA’ EBRAICA

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MARGHERITA ASCARELLI Buongiorno io sono qui a portare prima di tutto i saluti del Presidente della Comunità Ebraica di Livorno Samuel Zarrugh che non è potuto essere presente in quanto invitato dal Capo dello Stato a presenziare a delle celebrazioni riguardanti la Giornata della Memoria al Quirinale. La Comunità Ebraica di Livorno ha sempre appezzato l’impegno profuso soprattutto dalla Provincia e dal Consiglio Provinciale, ma anche dal Comune, dalle Circoscrizioni, o da altre istituzioni che hanno ogni volta cercato di fare della giornata delle memoria un importante momento di riflessione e di approfondimento. Domenica scorsa sul sole 24 ore è apparso un articolo dello storica Italia Anna Foa che induceva proprio a riflettere sul valore come si diceva anche poc’anzi da dare oggi a questa giornata, si chiedeva quale uso pubblico fare “della memoria” ed in che modo intrecciare la funzione conoscitiva con quella etica, certamente è importante ricordare gli eventi, ricostruirli modo sempre più accurato e svelare anche ciò che volutamente in passato è stato diciamo “nascosto” è importante che non riaccadono tragedie del genere, però non basta e di fronte all’avanzare del negazionismo nella rete, ma non solo, assistiamo a tanti episodi di fronte anche all’assuefarsi delle coscienze, davanti alle violenze alle quali noi assistiamo quasi senza battere ciglio come se fossimo ogni volta davanti a delle fiction televisive oggi più di ieri è necessario puntualizzare intanto il valore simbolico di questa giornata che fa della Shoah il modello di ogni sterminio per la meticolosa e direi quasi esasperante cura con cui si tentò di cancellare un popolo dalla faccia della terra e quindi per questo, come appunto è stato già detto è importante sollecitare, soprattutto nei giovani le riflessioni sull’aspetto emotivo della sofferenza, ripensare alle causa che l’hanno generata e che spingono l’uomo ad allontanarsi da quella luce che è dentro di lui. In questo modo eviteremo di cercare capri espiatori e ricadere nella intolleranza e nella barbarie Primo Levi diceva: “cio’ che è accaduto, può riaccadere” e con questo volevo aggiungere sull’Onorevole Enrico Modigliani che oltre a mettere su questo Progetto Memoria ha fatto parte di una legislatura nella quale lui si è impegnato proprio per dar vita a una intergruppo che ha promosso la legge Mancino contro la discriminazione, odio, violenza e per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie do ora la parola al rabbino capo della Comunità Ebraica di Livorno Yair Didi. RABBINO CAPO COMUNITÀ EBRAICA DI LIVORNO YAIR DIDI

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Un saluto alle autorità e a tutti i cittadini di Livorno che sono oggi qui presenti a questa giornata della Memoria, nell’Ebraismo il ricordo è una cosa fondamentale così abbiamo giorni di ricordo della festa e giorni di ricordo del lutto ed in ognuna di queste occasioni diciamo sempre (pronuncia una frase in ebraico) in ricordo della uscita dall’Egitto, in ricordo del passaggio del popolo ebraico dalla schiavitù alla libertà perché ogni essere umano vuole essere libero nella sua vita. Il Giorno della Memoria una volta nell’anno ricorda a tutti le sofferenze atroci ed i morti della Shoah in questo giorno tutti facciamo ogni sforzo perché soprattutto le giovani generazioni sappiamo dove possono portare l’odio e l’indifferenza del prossimo, ma per noi Ebrei ogni giorno è il giorno della Memoria, ogni avvenimento ogni lettura, ogni situazione richiama per noi il triste ricordo delle sofferenze crudeli ed inutili che hanno portato alla morte di tanti milioni di uomini, donne e bambini. Il programma di questa giornata che prevede la lettura dei nomi di coloro che sono stati deportati dall’Italia, corrisponde all’idea dello Yad Vashem il Museo di Gerusalemme che raccoglie le storie e i nomi di tutti gli Ebrei Vittime della Shoah e cioè l’idea che ogni uomo ha un nome ed una storia, ci sono purtroppo avvenimenti così grandi e straordinari che la mente umana ha difficoltà a capirli. Parlare di milioni di morti rende le vittime anonime e senza volto, sentiamo invece nella vita di ciascuno se diamo a ognuno il suo nome e cognome se ne conosciamo la vita l’uomo che manca lascia un vuoto incolmabile. Questa giornata finirà, ma i loro nomi purtroppo non finiranno, perchè non basta un giorno di leggere, non basta due giorni, una settimana forse un mese per finire tutti questi nomi, ma il popolo ebraico continua il suo cammino millenario nella certezza della sua fede e nella ricerca della pace tra gli uomini, per questo dice il Profeta Isaia per quanto riguarda il futuro “distruggerà la morte per sempre il Signore Nostro Dio, asciugherà la lacrime da ogni viso e toglierà la vergogna del suo popolo da tutta la terra perchè Hashèm Dio ha parlato i tuoi morti torneranno in vita, i miei caduti risorgeranno, svegliatevi ed esultate o voi che abitate nella polvere poichè rugiada di luce è la tua rugiada e la terra restituirà i morti. Amen”. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie, grazie tanto ha adesso inizio l’intervento dei gruppi che prego di stare strettamente nei tempi, in modo da dare più spazio all’onorevole Modigliani perchè noi dobbiamo terminare entro mezzogiorno o mezzo perchè abbiamo purtroppo delle incombenze amministrative dobbiamo fare l’appello per il consiglio ordinario e quindi do la parola al capogruppo del partito dei Comunisti Italiani Michele Mazzola. Prego. CONSIGLIERE - MICHELE MAZZOLA

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Grazie presidente, un saluti a tutti ed un saluto molto caloroso sia a Modigliani che ai rappresentanti della comunità che questa mattina condividono con noi queste celebrazioni. Veniva detto all’inizio il 27 gennaio del 1945 le armate sovietiche aprono i cancelli di Auschwitz e mostrano al mondo ciò che stava avvenendo in quei luoghi qualcosa che fu definito, non trovando le parole adatte “una sorte di male assoluto che sembrava si concretizzasse sulla terra” un clima terribile e per risposta a questo il 10 dicembre del 1948 la comunità internazionale fa un atto tentando perlomeno da un punto di vista teorico di reagire approvando quella che è la dichiarazione universale dei diritti umani. Da lì nasce una storia nuova per il mondo, una storia però che deve essere ancora tradotta in pratica quotidiana, quella dichiarazione è il principio fondante di un nuovo mondo, perlomeno così è ideata ma quella dichiarazione in gran parte non è ancora applicata in ampie parti del mondo, ma non solo, spesso nelle stesse zone in cui dovrebbe essere più avanzata. E’ di pochi giorni fa l’uscita del nuovo rapporto di Human Rights Watc una organizzazione internazionale che ha sede a New York la quale stila i problemi in 90 paesi ancora nel mondo sintetizzando soprattutto lo questioni che riguardano la xenofobia, il razzismo, le politiche sugli immigrati che sempre più si appastellano di razzismo e nascondono le pulsioni peggiori delle nostre comunità, in tutto questo la giornata di oggi, penso che ci debba far riflettere sul fatto che ricordare di per sé non basta, soprattutto per chi e lo dico parlando dalla mia posizione fa attività politica. Ricordare non basta perchè è un dovere civico e morale nonché politico ma non può essere la conclusione o la finalità di un percorso educativo, bensì ne deve essere l’inizio, partiamo dalla memoria per farne uno strumento di cambiamento e di denuncia nei confronti di una dimensione del male che è ancora tra noi, non solo nelle proposte di movimenti razzisti o di politica anche antidemocratici, ma nelle vite quotidiane a scuola come in piazza stando in casa e andando per via, un male che si nutre dell’umiliazione del diverso di turno, del pestaggio dell’omosessuale, dell’insulto al magrebino, al rumeno, comunque sia a qualcuno con cui pensiamo di non condividere i valori fondamentali, della violenza della donna, c'è una memoria appassita e sfiorita, una memoria che non interroga più nessuno, che non smuove più alcun sentimento e c'è una poesia della memoria, una sua forza creativa che riesce addirittura a far nascere nuovi modi di vivere insieme, nuove politiche, nuovi esseri umani, per questo di fronte alle Memorie dei deportati e delle deportate non basta aprire la porta alle emozioni, troppo spesso lasciate a se stesse e dunque inutili, dal mondo emotivo la memoria deve passare all’universo della ragione, dalla critica alla politica, nella poesia della memoria allora il passato sfocia nel futuro, il ricordo abbraccia il progetto e la nostalgia sposa l’utopia. Ribadisco, l’utopia di un mondo in cui non si possa più assistere a ciò a cui abbiamo assistito. Ricordare non basta, se non è l’inizio di un’azione politica

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per costruire un diverso futuro, anzi addirittura dannoso se è solamente un vuoto rituale che ci aiuta a chiudere gli occhi sulle violenze di oggi, che rischiano domani di non avere nemmeno l’onere di una giornata e l’onore di una giornata di riflessione tutta per loro, il nostro compito oggi è considerarsi all’inizio di un percorso che un quotidianamente chi svolte attività e chi ha un ruolo pubblico deve sentire proprio e rivolgere agli altri, se noi costruiamo un mondo come quello in cui stiamo vivendo rischiamo di aprire la strada a quello che veniva citato anche prima, Primo Levi scrive in una delle sue pagine. Grazie. VICE PRESIDENTE - ALESSANDRO CORSINOVI Grazie al collega Mazzola, adesso Cristiano Adriani, capo gruppo di Sinistra e Libertà, prego. CONSIGLIERE - CRISTIANO ADRIANI Grazie Presidente innanzitutto anch’io voglio ringraziare i presenti e le istituzioni per quanto ci riguarda il Presidente del Consiglio per aver messo in piedi questa iniziativa per celebrare al meglio anche in questo territorio una giornata così importante mostrando grande sensibilità ed attenzione nei confronti di questo tema. Il Giorno della Memoria è stato istituto per non dimenticare la Shoah e le altre vittime dei crimini Nazisti ed è secondo me anche il tramite per cui le nuove generazioni prendano il testimone del ricordo e lo passiamo a quelle future. Penso che sia giusto e doveroso ricordare e ancora più giusto spiegare alle nuove generazioni che cosa sia successo, che cosa ha portato all’Olocausto perchè non è stato fermato e soprattutto che cosa ha significato affinché quanto avvenuto nel passato non si ripeta mai più, per nessun popolo, in nessun tempo ed in nessun luogo scriveva qualcuno “bisogna ricordare il male nelle sue estreme efferatezze e conoscerlo bene, anche quando si presenta in forme apparentemente innocue, quando si pensa che uno straniero, un diverso da noi è un nemico, si pongono le premesse di una catena al cui termine - scrive Primo Levi . c’é il lagher, il campo di stermino. La memoria è senza dubbio un potente strumento anche per capire il presente e rispondere alle sue sollecitazioni, ricordare questi momenti la Shoah è fondamentale alla luce anche di quanto avviene oggi in molte parti del mondo dove assistiamo ad una recrudescenza di violenza che non ci deve lasciare inerti. Le guerre, la situazione in Medio Oriente, il minacciato scontro di civiltà dimostrano che l’odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità del passato, per assicurare alla memoria un ruolo rituale anche nella salvaguardia un modello di vita è dunque necessario che la memoria storica si innesti nel presente entrando a far parte della coscienza individuale, viviamo in una Europa democratica in cui vivono costituzioni a tutela dei cittadini e trattati

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internazionali che proteggono i diritti, i diritti dell’uomo, viviamo in società sempre più complesse e aperte multietniche, multirazziali dove il rispetto e la tutela delle minoranze di qualunque tipo esse siano, deve essere considerato come un punto centrale e fondante, tuttavia la discriminazione e l’intolleranza di ogni tipo, l’odio nei confronti del diverso risulta essere ancora oggi uno dei tratti caratterizzanti di questa società. Contro l’intolleranza, contro le discriminazioni di qualunque natura essa sia è necessario ricordare il passato, ciò che è successo ed allo stesso tempo mantenere viva la preoccupazione e l’attenzione nei confronti delle tante minoranze presenti nelle nostre società così come risulta essere necessario non sopportare mai alcuna violazione nei loro confronti, nei confronti dei loro diritti, indipendentemente dalla minoranza di cui si sta parlando. Tutto questo se intendiamo seriamente adoperarci per costruire una società diversa che sia realmente fondata sulla civiltà, sul valore della civiltà, sul principio della solidarietà, sulla consapevolezza che le diversità delle culture è un fattore di ricchezza, iniziative come quella di oggi ci aiutano a tenere vivo il ricordo di queste pagine drammatiche della storia dell’umanità, anche attraverso il racconto dei testimoni che sentiremo ci viene offerta la possibilità di sapere e di capire e allo stesso tempo di impegnarci per la pace, per l’integrazione, per la cooperazione tra i popoli, e di adoperarci per passare il testimone della storia nelle mani delle future generazioni. Momenti come questi ci insegnano a continuare a vigilare perché queste tragedie non accadano mai più ma anche ad impegnarci in prima persona per evitarle e quindi oggi più che mai dobbiamo ricordare quei giorni e non dimenticare, una memoria attiva come ci ha insegnato Prima Levi, significa per ognuno e non solo l’Ebreo assumere i crimini della storia come male fatto a ciascuno di noi appartenenti tutti alla grande famiglia dell’umanità, significa anche non liberarsi mai passivamente del dolore e del lutto elaborandoli attraverso riti, cerimonie e monumenti ma accettare come segno permanente di un crimine le cui responsabilità collettive e singole sono assai precise, malgrado i ripetuti tentativi di confondere la storia. Grazie. VICE PRESIDENTE - ALESSANDRO CORSINOVI Grazie Adriani, adesso è la volta del capogruppo di Rifondazione Comunista Silvio Lami, prego. CONSIGLIERE - SILVIO LAMI Anch’io rivolto un ringraziamento a tutti i presenti, a tutti i partecipanti. Era il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell’armata rossa nel corso dell’offensiva in direzione di Berlino scoprirono il tristemente famoso campo di concentramento di Auschwitz, ed è grazie alle testimonianze dei pochi superstiti che per la prima volta si è rivelato nella sua interezza l’orrore del genocidio

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Nazista, una visione sconvolgente che segnerà comunque l’immaginario di tutto l’occidente, due anni dopo uscì in Olanda il diario di un adolescente, una testimonianza straziante dell’orrore e del terrore, l’autrice era Anna Frank ebrea che visse nascosta nella sua casa cercando di evitare la deportazione. Una storia vera, senza lieto fine, poichè troverà la morte in un lagher e se Primo Levi seppe raccontarci quei campi con scientifica e devastante precisione la penna spesso ingenua di questa ragazzina ci racconta ancora oggi delle paure, del sentirsi addosso l’assurda colpa di essere se stessi, era proprio nel concentramento che iniziava il triste percorso dello sterminio, ossia nel privare totalmente i prigionieri di qualsiasi forma di identità, di sfera personale, era lì che si iniziava a morire lentamente prima ancora della morte fisica si consumava l’annientamento della persona in quanto identità, una tecnica di spiegata scientificità e sistematicità che rende unica questa pagina di storia. L’intolleranza verso il diverso da sé che è l’elemento fondante di ogni razzismo, venne applicata in primo luogo verso gli Ebrei, ma si manifestarono anche altri orribili crimini frutto di quello stesso razzismo che generò la soluzione finale, altri gruppi di individui, altre etnie vennero individuate e contro di esse furono perpetrati orrendi crimini. In primo luogo furono considerati inferiori i popoli slavi e i migranti cioè si tradusse nel tentativo di annientamento dei polacchi e nell’assassinio di circa 2 milioni di prigionieri russi, in secondo luogo l’intolleranza razzista si esercitò verso i soggetti più deboli i malati di mente, gli incurabili, i disabili, per queste persone venne varato il progetto Aktion T4 meglio noto come progetto eutanasia che condusse alla morte oltre 70 mila cittadini tedeschi, la stessa idea secondo la quale esistevano vite indegne di essere vissute si rivolse verso le categorie di genere gay, lesbiche e persone transessuali, qualunque comportamento non conforme alla logica omologante poteva essere sanzionato come pericoloso, si giunse così all’eliminazione di un numero elevato di persone affette soltanto da lievi disturbi della personalità, insieme agli alcolisti, i ragazzi problematici ma mentalmente sani, spesso anche solo ospiti di orfanotrofi, al fine di perseguire l’obiettivo della purificazione della razza ariana, la biogenetica venne estesa anche a quelle persone che per stili di vita e comportamenti fuori dalla norma venivano considerati una minaccia biologica. E le attività di ricerca, sperimentazione sulla biogenetica portarono ad applicare da prima la sterilizzazione forzata fino alla soluzione finale di persone e intere popolazioni, queste furono le conseguenze della spietata lotta contro la diversità mentale e fisica, dell’astio contro le diversità del pensiero che ha scatenato gli omicidi degli oppositori politici in particolare comunisti e sindacalisti. Dell’odio verso la diversità culturale, della relatività di un mondo sedentario incapace di comprendere l’esistenza di modi di vivere alternativi, oggi è il Giorno della Memoria, il giorno dei vecchi e dei nuovi partigiani ma anche dei resistenti del nuovo millennio. Il giorno di chi vive l’oggi ricordando lo sterminio Nazista ma non solo per commemorare le vittime, ma anche per riprendere in considerazione gli eventi del passato, per capirne le cause, per verificare se esse

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sopravvivono ancora nella nostra società odierna, per ipotizzare infine una nostra comune azione, qui ed oggi perchè questo passato non debba mai più ripetersi, anche perchè molti pensieri istigatori di quella tragedia suonano come possibili anche nel presente ed interrogano quell’umanità che noi a confrontarsi con la possibilità che nella società anche le brave persone, normali nel quotidiano, possano poi macchiarsi di crimini terribili. Oggi come allora ci troviamo a confrontarci con gli effetti di una crisi di sistema che ha impoverito gran parte delle classi sociali, che ha allargato la forbice tra povertà e ricchezza e che costringe la politica a fare scelte spesso dolorose, se non si sono soldi sufficienti si può scegliere di investire meno nell’inclusione e nelle fasce sociali più deboli, più ancora della morte delle camere a gas ed è per queste condizioni che penso necessaria la pubblica denuncia politica delle connivenze culturali che gruppi di estrema destra intessono con i partiti che al momento governano il nostro Paese, una destra estrema nelle parole, nella gestualità e nei simboli, che ormai sdoganata si richiama espressamente a ideologie xenofobe, razziste ed antisociali verso le quali la indignazione soggettiva non è più sufficiente se non sostenuta da una concreta azione di contrasto politico, credo che tutto questo ci debba toccare come esercizio del libero arbitrio rispetto alle scelte che una società compie o non compie, le democrazie piene di libertà e prive di uguaglianza sono infatti il problema drammatico del nostro Paese. Vi ringrazio tutti. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Prende ora la parola il capogruppo dell’Italia dei Valori Luca Bogi. CONSIGLIERE - LUCA BOGI “Se questo è un uomo. Voi a che vivete sicure nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici, considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì e per un no. Considerate se questa è una donna, senza capelli e senza nome, senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo il grembo come una rana d’inverno, meditate che questo è stato. Vi comando questo parole, scolpitele nel vostro cuore, stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi, ripetetele ai vostri figli, o vi si sfaccia la casa, la malattia vi impedisca a vostri nati torcano il viso da noi” Primo Levi. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Do ora la parola al rappresentante del gruppo del PDL e vice presidente Alessandro Corsinovi.

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CONSIGLIERE - ALESSANDRO CORSINOVI Celebriamo questa giornata nel pieno rispetto delle ragioni che hanno motivato la decisione di commemorare lo sterminio Nazista e le sue vittime, una decisione del nostro Paese ma anche di altri Stati, non tanti, non troppi, ma in una ventina di Stati in questa giornata si celebra la Memoria di quel che avvenne ed è già un fatto importante, vittime dello sterminio Nazista uomini e donne di varie nazionalità e provenienza, milioni di Ebrei, ma anche di varie religioni e di tante culture. Si celebra oggi 27 gennaio, perchè il 27 gennaio furono abbattuti i cancelli di uno dei più tremendi di questa campi di concentramento Auschwitz, ma si celebra oltre alla commemorazione della Shoah anche l’atrocità delle leggi razziali che avevano determinato le razzie di uomini e donne e l’internamento nei famigerati campi. La deportazione, la prigionia, la morte di uomini e donne vittime innocenti! Che non avevamo compiuto niente che potesse essere loro attribuito e di tutti coloro anche a cui noi ripensiamo che erano stati attivi nell’opporsi ai regimi Nazifascisti salvando molte vite e proteggendo i perseguitati anche a rischio della propria vita. Bene quindi ricordare quelle pagine di storia, soprattutto ai giovani, fargli vistare i luoghi di quella immane tragedia per potersi rendere conto direttamente di quanto la perfidia umana sia stata capace durante la seconda guerra mondiale. Quindi è apprezzabile, condivisibile e va sostenuto l’impegno delle istituzioni locali a proseguire nella direzione intrapresa anche nel recente passato, attivarsi per promuovere e favorire questa conoscenza diretta ai giovani. Il giorno della Memoria rappresenta anche un momento indispensabile per educare alla pace, alla tolleranza, alla solidarietà, alla fratellanza tra i popoli, le culture, le religioni le più diverse, valorizzare quella storia ed il ricordo di quello che accadde tanti anni fa non può essere una imposizione, ma sicuramente un impegno dovuto per tutti gli uomini liberi soprattutto dei paesi che sono legati alla tradizione della democrazia per trasmettere nel tempo il significato di quella memoria. Persecuzioni che purtroppo nel recente passato sono tornate quasi all’ordine del giorno, persecuzioni che anche in Europa hanno visto riacutizzarsi episodi, certo limitati di antisemitismo sicuramente emblematici. Ed un antisemitismo che da odio di religione e alla fede ebraica si è trasformato molte volte per ragioni di altra natura in odio politico contro Israele, anche questa è una cosa che deve fare riflettere in molti Paesi si è cominciato a rileggere la storia dopo la decisione del Forum internazionale sull’Olocausto di Stoccolma del 2000, in tanti Paesi compresi quelli che erano stati paesi comunisti, lo studio e la commemorazione della Shoah erano stati limitati e le questioni ebraiche soppresse dalla memoria collettiva. Oggi finalmente si parla un solo linguaggio ed in queste ore ripensiamo a questi

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campi di sterminio, ai campi di lavoro, ai campi cosiddetti di transito, ai campi di prigionia, a quelli chiamati di raggruppamento, ai campi di internamento, ai campi di detenzione ed anche a tantissime carceri lagher nelle quali sono morte centinaia di migliaia di persone, le vittime delle atrocità del Terzo Reich Nazifasciste non furono soltanto milioni di Ebrei, ma anche persone ed etnie ritenute indesiderabili dalla dottrina Nazista così come erano indesiderabili tutti gli oppositori politici, gli zingari, i rom, i sinti, ma anche tantissimi cattolici che trovarono la morte nei campi di concentramento alcuni vescovi, tantissimi sacerdoti religiosi, suore ma anche testimoni di Geova, pentecostali addirittura malati di mente, disabili, portatori di handicap ed omosessuali, una cosa che l’unanimità deve vergognarsi di avere visto. Io concludo rammentando alcuni di quelli che nella nostra cultura giovanile ci sono stati additati come esempi e vorrei concludere con alcune frasi di una bellissima preghiera scritta da Teresio Olivelli partigiano cristiano vittima delle atrocità Naziste e fasciste combattente nella Resistenza morto nel carcere lagher di Hersbruck colpito da sorveglianti con violenti calci al ventre che gli provocarono devastanti ferite in conseguenza delle quali morì, perché era intervenuto per difendere un compagno di cella e le sue parole di questa mirabile preghiera di cui leggo solo le ultime frasi credo che possono testimoniare il senso del ricordo di uno che si batté per difendere tanti Ebrei e per salvarli dalla deportazione e le ultime parole di questa preghiera che è conosciuta come “La Preghiera del Ribelle” dice: “quando più si addensa e incupisce l’avversario facci limpidi e diritti, nella tortura serra le nostre labbra, spezzaci, non lasciarci piegare. Se cadremo fa che il nostro sangue si unisca al tuo innocente ed a quello dei nostri morti e accrescere al mondo giustizia e carità. Tu dicesti: io sono la resurrezione e la vita, rendi nel dolore all’Italia una vita generosa e severa libera dalla tentazione degli affetti, veglia tu sulle nostre famiglie. Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni noi ti preghiamo, sia in noi la pace che tu solo sai dare. Dio della Pace e degli eserciti, Signore che porti la spada e la gioia ascolta la preghiera di noi, ribelli per amore” . PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Do la parola al rappresentante del gruppo del PD Vito Bartalesi. CONSIGLIERE - VITO BARTALESI Buongiorno un saluto a tutti ed alle autorità. Il 27 gennaio del 1945 cadde l’ultimo velo sul campo di concentramento di Auschwitz spalancando gli occhi del mondo agli orrori dell’Olocausto, così si manifestò l'annientamento dell’essere umano, la ferocia e la brutalità della sopraffazione in nome del potere e della discordia, il primo pensiero oggi deve

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andare a coloro che hanno perduto la vita in questa scellerata vicenda umana, alle loro famiglie e a coloro che da testimoni sopravvissuti hanno vissuto con nel cuore la brutalità di quei giorni. Donne ed uomini degni, morti in una spirale di violenza e di scelleratezza che da molti e per molto tempo fu scambiata per la forza e la potenza di una nazione. Le parole non potranno mai né descrivere, né illustrare questa vicenda, a noi uomini di questo tempo rimane l’impegno solenne, e la determinazione a far sì che mai più l’umanità viva quegli orrori. l'Italia di quegli anni fu complice di quello sciagurato disegno, le leggi razziali annunciate a Trieste il 18 settembre 1938 ed i campi di concentramento italiani rappresentano ancora oggi una macchia indelebile che umilia la nostra coscienza nazionale. Soffermiamoci un attimo a riflettere però sul senso vero e profondo del ricordo dell’Olocausto, il ricordo fine a se stesso per le vicende umane non basta, il ricordo serve per maturare una coscienza collettiva, per farci più forti assieme, il ricordo e l'elemento attraverso il quale la comunità si perpetua esorcizzando gli errori. Il nostro percorso di civiltà ha condensato il ricordo dell’orrore di quei gesti nella nostra Costituzione Repubblicana la quale come poche altre esalta la fratellanza ed espunge il razzismo. Nel ricordo di quegli orrori a noi spetta l’esercizio di quei valori etici e morali che ci allontani definitamente dalla barbarie. Il popolo ebraico martorizzato dal Nazismo e dal Fascismo è anche il simbolo della scelleratezza della emarginazione che spesso sfocia nella più feroce violenza, oggi ricordare significa difendere i nostri ordinamenti democratici, vivere nella nostra testimonianza civile i valori assunti alla base della convivenza delle moderne democrazie costituzionali. Mai nessun timore sul nostro futuro sia più forte della certezza civile data dal rispetto dell’uomo e dal valore intrinseco della convivenza tra razze, religioni e pensieri diversi, la disperazione dell’uomo umiliato ed ucciso nei campi di concentramento è l’antitesi della necessità di riconoscersi tutti degni e liberi, noi che non abbiamo vissuto gli orrori ci aiuti il ricordo che condividiamo con le giovani generazioni, ci aiuti la testimonianza di coloro che hanno trasmesso la loro sofferenza per fare sì che la speranza e la fiducia nel futuro sia racchiusa nella scelta che ogni giorno compiamo a favore di una società giusta, equa, rispettosa di ogni donna e di ogni uomo. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie siamo perfettamente nei tempi, mancano 10 minuti a mezzogiorno entro mezzogiorno e mezzo dobbiamo chiudere per fare l’appello, prima di dare la parola all’onorevole Modigliani volevo scusare il rabbino capo che si è dovuto assentare un problema improvviso e familiare, niente di grave, però mi ha chiesto di scusarlo con voi della sua assenza, come immagino che anche il signor Prefetto sia oberato dagli impegni per cui la ringraziamo della sua presenza e lo salutiamo. Prego onorevole.

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ONOREVOLE ENRICO MODIGLIANI Spero di essere sufficientemente breve e se per caso dovessi essere troppo lungo fatemi cenno, non vi preoccupate. Io sono qui soprattutto come testimone, nel senso che sono uno di quelli che può dire io c'ero, adesso mi vedete, sono un vecchietto con la barba bianca allora ero un bambino piccolo, vediamo se posso farvi vedere qualche immagine, ma c’è da chiedersi per quale motivo questo giorno della Memoria è nato soltanto 10 anni fa, cioè 60 anni dopo il giorno in cui i cancelli di Auschwitz sono stati aperti, quindi è proprio da fare una meditazione su questo punto ed è quello che io cerco sempre di fare quando vado come Progetto Memoria nelle scuole, che chiamano i testimoni a parlare con i ragazzi perché è soprattutto con i giovani, con i ragazzi delle scuole che è importante colloquiare. Il motivo per cui questa memoria è stata cancellata per tanto tempo ha tante diverse sfaccettature, prima di tutto, gli ex deportati, quei pochissimi che sono sopravvissuti, oggi si sta leggendo questo elenco lunghissimo dei deportati dall’Italia che sono solo una piccola parte di tutti i deportati che sono stati oltre 6 milioni da tutta l’Europa, quelli che sono sopravvissuti sono una quantità piccolissima e di questi ormai molti non ci sono più ed altri non sono più in grado di viaggiare oggi sarebbe stato invitato al mio posto il mio amico Piero Terracina che purtroppo in questo momento si trova in ospedale e non è potuto venire, ma perché? Ogni volta che questi ex deportati cercavano di raccontare la loro storia ed uno dei primissimi è stato Primo Levi e poi dopo per tantissimi anni non ci sono stati altri testimoni come Primo Levi e lo stesso Primo Levi ha avuto difficoltà a pubblicare il suo libro “Se questo è un uomo” perchè prima di tutto temevano di non essere creduti, perchè le cose che avvenivano nei campi di Auschwitz-Birkenau che è stato il principale dei campi di sterminio ma erano tanti i campi di sterminio, c’erano anche Treblinka, Sobibòr e tanti altri ed erano le cose talmente incredibili, talmente impossibili anche da crederci, che loro temevano nel racconto da non essere creduti. Poi l’altra cosa ancora peggiore è che ogni volta che ricordavano quei giorni era una sofferenza enorme e soprattutto quasi, quasi ognuno aveva un briciolo di senso di colpa sul perchè io sì e tutti gli altri no. Quindi ogni volta che c'era questo tentativo di ricordare era ed è tuttora un dolore terribile e quindi per tantissimo tempo moltissimi non hanno parlato, poi c’erano invece i salvati, cioè quelli come il caso della mia famiglia che per una serie di circostanze fortunate e anche per l’aiuto di qualcuno che ha anche corso dei rischi per aiutarci siamo qui a poterne parlare. Io ricordo la mia famiglia subito il giorno della Liberazione, che lo ricordo proprio come se fosse ieri, come il giorno più bella della mia vita la notte tra il 4 – 5 giugno del 1944 volevano subito cercare di guardare avanti, buttare alle spalle tutte quante le tragedie che erano successe, tutti i nostri parenti che erano stati deportati, amici, tutte quante

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le sofferenze che per effetto delle leggi razziali e questo è il punto fondamentale su cui vorrei approfondire, eravamo stati in qualche modo buttati fuori dalla società poi finalmente si poteva guardare avanti, quindi era la necessità soprattutto di ricostruire un futuro per tutti, non soltanto per la famiglia, ma proprio per tutta la società e quindi non guardare al passato. Poi c’erano tutti quelli che invece avevano avuto delle grosse responsabilità, quindi non solo tutti quanti i militanti fascisti non soltanto nel periodo del Fascismo istituzionale con Mussolini Duce e Vittorio Emanuele Re ma soprattutto quelli che successivamente avevano aderito alla Repubblica Sociale Italiana e quanti avevano fatto degli investimenti per denunciare degli Ebrei che erano nascosti, voi sapete che per un Ebreo che veniva denunciato c’erano 5 mila lire di premio? 5 mila lire sono molto più di 5 mila euro di oggi e quindi era un investimento 4.500 per ogni donna, che valeva un po’ di meno naturalmente e 1.500 lire per un bambino quindi pensate un po’ quanti hanno fatto queste cose, ovviamente questi hanno cercato di essere il più segreti possibili e certamente non volevano fare nessun male di questo genere e c’era poi anche la parte degli indifferenti. Perchè gli indifferenti sono stati non pochi in Italia e questo è il punto fondamentale su cui dovremo fare delle riflessioni. Su quello che è stato e qui la legge che istituisce il giorno della Memoria e la cosa importante è che questa legge in qualche modo ha riportato anche come si diceva prima, a livello Europeo ha riportato questa iniziativa quindi più che legge, la cosa importante è il Risveglio della Memoria, non è solo sulla Shoah, e ribadisco il nome Shoah che vuole dire “sterminio - catastrofe” in ebraico e sostituisce quel termine che era stato usato per parecchio tempo di Olocausto, ecco la parola Olocausto, vuol dire “sacrificio” , quasi un sacrificio a un signore ma non credo assolutamente che questo sterminio possa essere in qualsiasi modo equiparato ad un sacrificio. Quindi è bene usare il termine Shoah, ma quello che è importante che in questa legge al fine di ricordare non soltanto lo Shoah, ma la persecuzione dei cittadini Ebrei che hanno subito perché le leggi razziali e poi tutti quanti gli antifascisti che hanno subito deportazione, prigionia e morte per controbattere queste vicende. Ora il concetto di legge razziali è un qualcosa di particolarmente importante e credo che sia anche notevole il fatto che sia stato scelto il giorno del 27 gennaio e non altri giorni che per la Memoria Italiana forse sarebbe stata anche più significativa. Ricordo che Furio Colombo che è il parlamentare che in qualche modo ha promosso questa legge avrebbe preferito anche qualche altra data, per esempio il 16 ottobre, perchè il 16 ottobre del 1943 è il giorno della grande deportazione degli Ebrei romani da cui iniziano le deportazioni degli Ebrei italiani nei campi di stermininio oppure anche un altro giorno è importante che sarebbe per esempio quello del 15 novembre del 1938 quando tutto il pacchetto delle leggi razziali è stato votato alla unanimità dalla camera dei deputati italiani. Invece la scelta del 27 di gennaio che pure è significativa senz’altro a livello internazionale, in qualche modo però messe la responsabilità di quello che è successo soprattutto sui Nazisti perché ovviamente Auschwitz è stato un campo

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istituto dal Nazismo Hitleriano e quindi si mette tutta la responsabilità sui Nazisti e si dimentica invece quella che è stata la grande responsabilità del Fascismo perché il Fascismo è il primo regime di carattere dittatoriale e nazionalista che è nato dopo la prima guerra mondiale in Europa. E’ dal Fascismo italiano che poi nasce l’ispirazione di tante altre forme di Fascismo che si sono sviluppate in tutto il resto dell’Europa e quando il Fascismo, il nazionalismo che doveva fare il grande impero, ha deciso non soltanto di accontentarsi delle Colonie che come tanti altri Stati Europei avevamo, quindi l’Eritrea, la Somalia, la Libia e non bastava dovevamo conquistare l’Etiopia e con la guerra di Etiopia abbiamo commesso una delle brutalità di cui ancora si cerca di tenere un pochino di silenzio su questo ricordo ma è stata una cosa tremenda, con uccisioni, con armi di distruzione di massa da tanta parte della popolazione civile. Tanto che la società delle Nazioni, l’ONU di allora ragazzi si chiamava Società delle Nazioni condannò l’Italia per questa azione e l’unico Paese che affiancò l’Italia in questa operazione è stata la Germania di Hitler dove Hitler soltanto 2 anni prima, la guerra di Etipia che è del 1935 era salito al potere democraticamente eletto, in una situazione in cui la popolazione tedesca si trovava in una situazione terribile, non solo del dopoguerra ma non la crisi finanziaria del 1929 la situazione era terribile e quindi è stato abbastanza facile per un qualcuno che in qualche modo sapeva parlare con la gente ed è stato eletto perché avrebbe portato la Germania a rinascere e diventare addirittura il capo del mondo perché? Perché aveva preso come base fondamentale nelle sue teorie il razzismo, ora questa del razzismo ora voi ragazzi sapete che le razze umane non esistono è dimostrato scientificamente oggi che le razze umane non esistono! - applausi – Se ci sono delle differenze di colore di pelle, di occhi, di capelli dipende un po' dall’ambiente in cui la popolazione vive, pensate un po’ la differenza tra i Finlandesi che abitano vicino al capo nord e gli Africani che abitano vicino all’equatore è evidente che c’è una necessità in qualche modo di proteggere il proprio corpo dal clima in cui vive., Ma la razza umana è una, non ci sono come il cane bulldog, il barbone, il cane lupo no, l'uomo è uno, invece per delle teorie pseudo scientifiche che erano nate verso la fine dell’ottocento nell’ambito del positivismo viene fuori il concetto di razze umane ed una volta che esistono le razze umane e questo è stato il principio che in qualche modo ha mandato Hitler al vertice è che esistono le razze superiori e le razze inferiori e quindi le razza Ariana di cui fa parte il popolo tedesco è la razza superiore che dovrà il qualche modo dominare il mondo, tutte le altre sono inferiori, a cominciare dagli Slavi, ragazzi voi lo sapete la parola Slavo da dove viene? Qual è l’etimologia della parola “slavo” qualcuno lo sa? Non la sa nessuno: “Schiavi” perchè già al tempo dell’impero romano quando Roma conquistava le Province dell’Europa dell’Est portava i prigionieri, i guerrieri nemici li portava come prigionieri, come schiavi a Roma e quindi da quel momento quelle popolazione diventavano schiavi, e quindi per Hitler andava molto bene che gli Slavi devono lavorare per

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la razza superiore, poi ci sono le razze pericolose, dunque prima di tutto, prima ancora che si parlasse di diverso, cioè no, parlando di razza e di razza pura i prima pericoli per una razza pura erano i disabili, disabilità mentali e fisici e anche questo è un qualcosa di cui si parla pochissimo, quando si parla di Shoah si ricorda soprattutto lo sterminio degli Ebrei, ma si dimentica che l’inizio e cominciato proprio con la purificazione della razza superiore e quindi tutti quanti quelli che sono i disabili in qualche modo inquinano la purezza della razza ed è cominciata una operazione di eliminazione proprio dei disabili fisici mentali con delle forme che possiamo definire di eutanasia nel senso che erano delle forme di uccisione che qualche che modo erano il meno violente possibili, e proprio ieri sera c’è stata una bellissima trasmissione su la 7 su questo argomento circa 300 mila cittadini, cittadini tedeschi che erano appunto disabili sono stati sterminati prima ancora che cominciasse il razzismo nei confronti degli Ebrei degli zingari etc, e anche fino a dopo la fine della guerra. Quindi è un qualcosa che è cominciato in modo molto, molto sopito perché le Chiese in Germania e non solo la Chiesa Cattolica che è una minoranza in Germania, ma anche alcune Chiese Protestati si erano un po’ ribellate, avevano fatto un po’ di opposizione a questo tipo di politica di sterminio, però poi quando a un certo punto si sono classificate le altre razze, ha cominciato che gli zingari sono pericolosi e quindi in qualche modo vanno, in un primo momento “accantonati” infatti nella politica del Reich tedesco in un primo momento le razze pericolose venivano accantonate messe da una parte mentre successivamente è cominciato il concetto di eliminazione fisica, quindi prima lo sterminio in forme più artigianali e poi finalmente la soluzione finale che era la forma più scientificamente e tecnologicamente avanzata che si potesse immaginare e questa è una delle caratteristiche uniche della Shoah per cui si ricorda in modo particolare, non soltanto per chi sono state le vittime, ma soprattutto per chi sono stati i carnefici e in che modo questi carnefici si sono adoperati. Quindi a questo punto l'altra razza pericolosa erano gli Ebrei, gli Ebrei che per secoli, secoli e secoli e qui quando si fa il discorso del giorno della Memoria si parla soltanto degli Ebrei che sono stati terminati nei campi di sterminio, ma in genere non si ricorda quelle che sono state le persecuzione nel corso dei secoli nei confronti degli Ebrei che nascevano da motivi religiosi, quindi la forma di antigiudaismo che è diventato un fatto diciamo istituzionale dal momento in cui il Cristianesimo da Religione perseguitata e per tre secoli i Cristiani che sono venuti della Palestina a Roma hanno proprio per effetto della loro politica di conversionismo di tutti quante le religioni diverse sono state perseguite per secoli anche perché non riconoscevano la divinità dell’imperatore e quindi erano stati perseguiti per secoli, voi lo sapete, forse non so quanti di voi ragazzi di Livorno siete mai stati a Roma, siete stati al Colosseo e avete visto il monumento, nel Colosseo tra le varie belle cose anche così, si dice, non si sa ancora quanto sia dimostrato che i leoni mangiavano i Cristiani, tanto per dire i tipi di persecuzione che c’erano nei confronti dei Cristiani, fino a che nel 330

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con la famosa battaglia di Pontemiglio tra Costantino e Massenzio, Costantino che si alleato in qualche modo con la parte cristiana della popolazione che nel frattempo stava crescendo, infatti aveva detto che aveva fatto un sogno, si era sognato la croce con scritto sotto in hoc signo vinces e cioè questo segno vincerai, in pratica si è alleato con i Cristiani, ha vinto e da quel momento la religione Cristiana da religione perseguitata è diventata religione di stato, e poi successivamente con l’imperatore Teodosio nel 380 dopo Cristo era la sola religione permessa tutte le altre erano proibite e quindi gli Ebrei che erano quelli da cui nasce il Cristianesimo, adesso non possiamo farla troppo lunga, semmai ne parliamo in un’altra occasione da cosa nasce il Cristianesimo, gli Ebrei erano gli unici che erano .. mentre tutti gli altri pagani con molta facilità anche data così l’evoluzione della cultura si erano convertiti al Cristianesimo gli unici che non si erano convertiti o perlomeno quasi tutti erano gli Ebrei, da quel momento sono stati accantonati, messi da una parte, discriminati e questo è durato per secoli, secoli e secoli ed insieme a questa discriminazione di origine religiosa si sono aggiunti tantissimi pregiudizi, “pre-giudizi” ragazzi la cosa più importante di cui dobbiamo difenderci proprio e credo che l’approfondire la memoria e la storia serve proprio per capire quanto i “pre- giudizi” sono la cosa più pericolosa nello sviluppo di una società civile e democratica, perchè se c'è qualcuno che è diverso da te o per nazionalità o per fede, per religione o per cultura politica, la cosa importante è confrontarci, parlare, dialogare, possiamo non essere d'accordo siamo su due posizioni diverse, però l'importante è conoscerci e capire che cosa e l’uno dell’altro e non prendere un qualcosa che ti dice qualcuno dall’altro quello è il “pre-giudizio” quindi gli Ebrei per esempio sono tutti quanti tirchi ed attaccati al danaro lo sapete questo? Tu lo sapevi che gli Ebrei sono tutti quanti tirchi ed attaccati al danaro, questo è uno dei pregiudizi più normali attaccati, ma lo sapete da che cosa nasce questa leggenda? Dal fatto che quando all'epoca dei comuni e quindi parliamo del 1200 il Medio Evo comincia a svilupparsi e comincia a svilupparsi l’economia in una società economica dove ci sono una quantità di attività industriali, commerciali ed artigianali servono anche le banche, però il prestito di danaro con interesse per il Cristiani era proibito, ed allora come fecero? Lo fecero fare agli Ebrei, quindi da quel momento gli Ebrei sono stati obbligati perchè non potevano fare altri lavori pur essendo originariamente un popolo di pastore e di agricoltori non potevano vivere in campagna, dovevano vivere necessariamente in città e potevano soltanto fare commercio di roba usata ed in più hanno la possibilità, anzi quasi, quasi l’obbligo di diventare “banchieri” e quindi si erano sparsi un po' in tutte quante le varie piccole cittadine fino a che è successo che dopo la riforma protestante alla fine del 400 c’è stata la riforma, scusate se vado un po’ troppo indietro ma è importante perchè se non abbiamo un pochino di questi punti di riferimento non si riesce a capire come siamo arrivati alle persecuzioni finali capito? Quindi quando alla fine del 400 con la riforma protestante perché Protestante? Perchè i Cristiani nel resto d’Europa a cominciare da Martin Lutero in Germania

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protestavano contro la Chiesa che era diventata un po' corrotta e quindi poco, poco rispettosa dei valori etc. e quindi ha cominciato questa separazione con la riforma protestatante, allora la Chiesa poi ha ristretto un po’ i freni e da quel momento è venuta la controriforma, quindi contro la riforma protestate è venuta la controriforma della Chiesa e tra i vari provvedimenti che sono stati presi quella del Papa Paolo IV Carafa nel 1555 ha istituito i ghetti, Perché? Aveva detto con la bolla cum nimis absurdum poichè è troppo assurdo che gli Ebrei possano vivere a fianco dei Cristiani dobbiamo richiuderli nei Ghetti e da quel momento è nato, prima era nato quello di Venezia fu il primo, ma poi è nato il ghetto di Roma che è stato il più grande d’Italia ma poi dopo sono nati in tantissime città. L’unica città in cui credo che non sia nato il ghetto è proprio la città di Livorno perchè era una città libera che però faceva parte del Granducato di Toscana, mentre invece Roma come capitale dello Stato Pontificio è stato istituito questo ghetto, quindi è stato costruito un muro intorno a quello che era il quartiere dove viveva la maggior parte degli Ebrei sulle rive del Tevere questo muro con tre cancelli e questo muro pagato dagli Ebrei, tre cancelli con tre guardie pagati dagli Ebrei dove gli Ebrei potevano uscire soltanto la mattina dopo l’alba e dovevano rientrare dopo il tramonto e quando uscivano dovevano avere un segno giallo, ora questo del ghetto del muro e del segno giallo ricordatelo perchè è un qualcosa di cui avete sentito senz’altro parlare quando parlando poi delle persecuzioni Naziste con l’invasione della Polonia il ghetto di Varsavia e tanti altri ghetti in Polonia sono stati istituti proprio con le stesse caratteristiche. Bene siamo al 1555 e quindi tutti quanti gli Ebrei che vivevano nello stato Pontificio sono stati obbligati ad andare nel ghetto o di Roma o di Ancona, quindi prendevano prima i cognomi non esistevano, c’era “figlio di” -”figlio di..” come Dante Aligheri, Dante è figlio di Alighiero, Alighieri non è il cognome di Dante ma figlio di Alighiero, e così anche per gli Ebrei si chiamavano “figlio di.. figlio di..” quando invece sono venuti a Roma prendevano i nomi dei Paesi da cui venivano nel caso dei Modigliani perchè venivano da Modigliana che è un paesetto che sta vicino a Faenza proprio al confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio e così tanti altri nomi, prima citavo il nome di Terracina, di Veroli, Orvieto, tantissimi nomi ebraici hanno proprio questa origine geografica che deriva da questo motivo. Dopo la rivoluzione francese ci sono stati naturalmente tanti cambiamenti avanti e dietro fino a quando a Roma c’è stata la Repubblica Romana nel 1849 che in qualche modo aveva portato la libertà ma che è durata solo 6 mesi perchè poi dopo i francesi hanno riportato al potere il Papa Pio IX, però in tutto il resto d’Europa nel 1848 è ritornata la democrazia e tutti quanti i ghetti che c’erano sparsi in tutta Europa sono scomparsi e anche il Re Vittorio Emanuele di Savoia ha emesso un decreto in cui i Valdesi e gli Ebrei diventavano cittadini come tutti gli altri, mentre invece fino a quel momento erano stati rinchiusi, reclusi, non potevano fare una quantità di attività etc. e questo 1848, pensate un po’ quando invece è stato aperto il ghetto di Roma, perchè nel 1949 c'è stata la Repubblica

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romana ma è durata 6 mesi e poi è stato di nuovo richiuso, lo sapete quando è stata liberata Roma che poi è potuta diventare capitale d’Italia? Noi adesso celebriamo il 150° anniversario dell’Unità del Regno d’Italia, ma realtà non era ancora completo questo Regno d’Italia perchè lo Stato Pontificio ancora era sotto il Regno del Papa e sapete quando è che Roma è diventata la capitale d’Italia? Qualcuno lo sa, non l’avete studiato ancora, forse dovete arrivare alla fine dell’anno per studiarlo, Dimmi? - Si dà atto che un ragazzo dal pubblico dice: nel 1870 ONOREVOLE ENRICO MODIGLIANI Bravo perfetto, bravissimo il 20 settembre del 1870 i bersaglieri arrivano a Roma, sfondano il muro di Roma, perchè Roma era tutta circondata da muro con tante porte arrivano vicino alla Porta Pia hanno sfondato e hanno liberato Roma, non solo hanno liberato Roma, ma hanno liberato anche il Papa, che era contemporaneamente Papa e Re e come Re era anche tosto, invece da quel momento è potuto diventare soltanto Papa e per lui tutto sommato è stato molto meglio, però la cosa importante è che da quel giorno gli Ebrei sono diventati cittadini uguali agli altri, mentre fino a quel momento erano chiusi dentro in ghetto da quel momento erano uguagli uguali agli altri. Ora quello che può sembrare una cosa antichissima il 1870 vi faccio vedere questa fotografia. (viene proiettata una foto) Questi sono tre ufficiali che hanno fatto questa fotografia il giorno prima di partire per la Prima Guerra Mondiale erano dei medici ed in quanto medici sono stati richiamati come medici di guerra, quello a sinistra era mio nonno lui apparteneva alla prima generazione che è uscita dal ghetto, perchè la famiglia viveva dentro il ghetto, e lui è della generazione uscita dal ghetto, è andato a scuola, all’università ed è diventato medico pediatra e poi anche professore di pediatria all’università e poi dopo la guerra ne ha fatte tante, ma durante la guerra comandava un ospedale da campo dietro una trincea quando studierete la prima guerra mondiale saprete un po’ che cosa vuol dire, che cosa era questa guerra e queste trincee in cui si sparavamo austriaci, italiani, uno appresso all’altra con morti, feriti una quantità una cosa spaventosa, i morti della prima guerra mondiali sono stati molti, molti più di quelli della seconda guerra mondiale e lui con questo ospedale da campo doveva curare anche i feriti e gli ammalati delle trincee è stato ferito anche lui e lui dopo pochi anni, poi dopo la guerra è morto ed io anche se porto il suo nome non l’ho conosciuto. La cosa importante è questa, vedete questi sono ufficiali della Prima Guerra Mondiale che erano praticamente da poco usciti dal ghetto, quindi erano dei cittadini italiani sicuramente come tutti gli altri, bene, dopo pochi anni, qui parliamo, la Prima Guerra Mondiale finisce ne 1918 dopo pochi anni vengono invece le leggi razziali perché dopo la conquista dell’Etiopia e dopo l’aiuto della Germania Mussolini Duce doveva in qualche modo imitare la Germania per tante

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cose e quindi ha fatto proprie questo concetto dell’esistenza delle razze, anche perché dopo la conquista dell’Etiopia c’era la necessità di tenere un po’ separati gli italiani conquistatori dalle belle abissine conquistate, anche perchè pare che fossero molto carine e molto spesso già si stavano creando delle coppie tra gli italiani e gli abbissini e invece questo è stato proibito, però quando si è cominciato a fare la politica razziale, il discorso dell’Etiopia è rimasto così leggermente accantonato, quello importante è che prima è stata fatta una opera di propaganda con questa rivista (proietta una diapositiva di un rivista) la difesa della razza, vedete, dove si vede un fondo il profilo di un romano, di una statua romana bellissima, in mezzo un Ebreo brutto cattivo, con il naso adunco e di qua il negro conquistato, la cosa interessante è che questa difesa della razza il cui direttore era Telesio Interlandi che aveva un segretario di redazione che per i ragazzi è un nome probabilmente sconosciuto, ma i più adulti forse l’avranno sentito nominare si chiamava Giorgio Almirante, dicevo mentre si faceva questo tipo di propaganda così per spiegare l’esistenza delle razze e la superiorità della razza italiana è venuto il manifesto della razza, cioè alcuni scienziati o pseudo scienziati, perchè di scienziato ce n’era uno solo, gli altri erano cosi degli accòliti ed in pratica redigendo un documento in gran parte preparato anche già da Mussolini si voleva spiegare che esiste la razza italiana, cosa difficilissima da spiegare agli italiani perchè insomma pensate un momentino gli italiani con i latini, i sanniti, gli etruschi e poi gli arabi in Sicilia, i normanni, i longobardi, le invasione barbariche, insomma tutto quello che c’è stato in Italia, l’idea che ci sia questa pura razza italiana è un concetto bello difficile da spiegare e quindi è per questo che bisogna fare questa propaganda però la cosa importante è che il 25 luglio del 1938 esce questo Manifesto della Razza e dopo subito da settembre in poi cominciano le leggi razziali, ma la prima, quella che era più urgente perché il pacchetto verrà soprattutto dopo a partire da novembre, ma quella più urgente deve venire fuori a settembre perché il primo ottobre cominciava l’anno scolastico e quindi la cosa più importante siccome la scuola qui siamo nel 1938 e quindi al 16esimo anno del Fascismo e nella scuola il Fascismo era importantissimo, venivano tutti quanti educati proprio con tutti i concetti base del nazionalismo dell’importanza del Duce i bambini erano obbligati, facevano “i figli della Lupa” i piccoli - piccoli con delle bellissime divise e quelli un pochino più grandi erano “i balilla” anche loro con delle belle divise, quelli più grandi erano “avanguardisti” ed io mi ricordo per esempio non nel 1938, ma qualche anno dopo che quando vedevo tanti miei compagni nel palazzo dove abitavo che il sabato si vestivano da figli della lupa ed andavano alle adunate ed io non potevo mi sentito terribilmente umiliato di non poterlo fare. Dicevo che cosa succede? Che con il primo settembre viene fuori questa legge in cui si dice che tutti quanti alunni o docenti delle scuole, se sono di razza ebraica non possono partecipare. Ora il concetto di essere di razza ebraica vuole dire ed anche lì ci sono state tante discussioni su come definirle, chi è figlio di due genitori Ebrei è di razza ebraica, chi è figlio di un genitore Ebreo e di un genitore non Ebreo dipende, se è di religione cattolica allora va bene, se è

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invece di religione ebraica è di razza ebraica; quindi bastava avere un nonno dei quattro nonni, un nonno ebreo, puoi essere di razza ebraica se sei di religione ebraica mentre negli altri casi un po' meno. Quindi una volta che è stato stabilito questo concetto immaginate un bambino di seconda elementare che si presenta a scuola il primo giorno di scuola il bidello gli dice “no tu non puoi entrare? Come non posso entrate? No, perchè sei di razza ebraica fuori!” E questo vale per tutti quanti i ragazzi, gli studenti ed i docenti. Ora in tutto questo essendo in tutta l’Italia gli Ebrei una piccola minoranza in tutte le scuole dove sono state applicate queste leggi di Ebrei ce n’erano pochissimi e quindi la cosa è passata abbastanza nella indifferenza, io mi accorgo quando vado a raccontare questa cosa delle scuole, come questa indifferenza potrebbe cambiare radicalmente se la legge fosse leggermente diversa, se per esempio si dicesse che “tutti quelli che portano gli occhiali sia professori che ragazzi non possono entrare in classe” ecco vedete, adesso un pochino di reazione c’è, quindi ci sarebbe meno indifferenza, mentre invece in quel caso è successo così e da quel momento sono venute fuori una appressa all’altra. Per esempio il mio papà aveva fatto la tesi di laurea nella pesca delle perle nelle nostre colonie, pensate un po’ una cosa che oggi non esisterebbe proprio, e questa tesi era stata così apprezzata che il Ministero dell’Agricoltura lo ha assunto come funzionario al Ministero dell’Agricoltura che si occupava anche di quello che succedeva nelle colonie ed allora il Ministero dell’Agricoltura si chiamava Confederazione Fascista dei Lavoratori dell’Agricoltura e per potere andare in ufficio bisogna andare con la camicia nera, con il distintivo all’occhiello e bisognava ovviamente essere iscritti al partito fascista. Insomma immaginatevi un po' c'è qualcuno di voi che lavora in ufficio pubblico? Sì, ecco per lavorare in ufficio pubblico dovreste essere iscritti al Partito Fascista e questo faceva parte del concetto ormai di dittatura che era - parliamo del 1938 - ormai da 16 anni era assolutamente in gran forma, guardate un po’ quanto è lunga questa lettera (viene proiettata la scannerizzazione di una lettera) al Camerata Giorgio Modigliani - Oggetto: licenziamento, ve la mostro soltanto per farvi capire che questa lettera ha la data dell’11 novembre 1938 e dice: oggetto licenziamento vi comunichiamo che con effetto dal 15 del corrente mese, cioè dopodomani questa Confederazione ha deliberato di esonerarvi dal servizio. Stop. Poi dopo un mese riceverà un’altra lettera in cui dice “sei stato esonerato dal servizio perché ai sensi della legge numero etc. etc. sei di razza ebraica” questo per spiegare non perché ti abbiamo trovato con le mani nella cassaforte, ma perché sei di razza ebraica e quindi fu espulso da un giorno all’altro. Ecco questo per dirvi quello che è successo alla mia famiglia per effetto di queste leggi razziali che poi ne sono venute una appresso all’altra, vedete qui c’è un libro guardate quanto è grande questo libro, in questo libro sono raccolte tutte quante le leggi razziali che sono state tirate fuori una appresso all’altra e tutte quante anche le circolari, le istruzioni, le cose su come ci si deve comportare, perchè sono state ... una cosa enorme e quindi quando io faccio questa storia

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della mia famiglia è un po' per fare capire quello che è successo un po' a tutti gli Ebrei in tutta Italia. Anche qui a Livorno ovviamente, pertanto anche qui a Livorno se c’erano dei funzionari pubblici sono stati licenziato da un giorno all’altro. Ragazzi purtroppo i tempi sono quelli che sono e soltanto per farvi vedere un altro documento interessante (viene proiettata la scannerizzazione di un foglio di congedo militare) questo è il foglio di congedo assoluto, questo foglio di congedo assoluto è stato mandato al fratello di mio padre, mio zio, il quale doveva fare il servizio militare, a quel tempo il servizio militare era obbligatorio, adesso no, adesso è una cosa volontaria a quel tempo fino a qualche anno fa il servizio militare era obbligatorio. Ma a quel tempo fare il servizio militare ti succedeva di tutti i colori, perchè tra le guerre, le conquiste, la possibilità della prossima guerra mondiale etc. era un disastro e lui invece poiché di razza ebraica ha avuto il foglio di congedo assoluto. Per lui tutto sommato è stata abbastanza una fortuna perché era già antifascista era emigrato in Francia e da lì è andato in America dove ha continuato a studiare ed è diventato un economista abbastanza bravo perchè nel 1985 ha ricevuto il premio nobel per l’Economia, qualche anno fa, però purtroppo ci ha lasciato. Ragazzi ci sarebbero ancora tantissime altre cose da dire, ma purtroppo i tempi stringono, la cosa importante è che dirvi che il 16 settembre del 1943 quando le truppe delle SS Naziste, sono SS Naziste quel giorno ma poi saranno i Fascisti da quel giorno in poi, ma quel giorno solo Nazisti i quali per essere sicuri di non essere ostacolati dai carabinieri, pochi giorni prima avevano deportato 1500 carabinieri insieme ai militari che non avevano aderito alla Repubblica Sociale il 16 ottobre vengono in tutte le case degli Ebrei di Roma, non soltanto quelli che abitavano nell’ex ghetto ma in tutte quante le case degli Ebrei di Roma, e li hanno presi tutti quanti, noi per fortuna quel giorno i miei genitori erano stati abbastanza saggi di non essere a casa e a noi non ci hanno preso, ma hanno preso tutta la famiglia di mia nonna, tanti altri parenti, amici e loro hanno subito tutte quante le sorte di quello che avrete sentito parlare, in quelli che sono stati i racconti della Shoah noi per fortuna siamo stati soltanto colpiti dalle leggi razziali e se siamo stati salvati è anche per una famiglia che ci ha aiutato e che oggi si trova si trova in questo libro “I Giusti in Italia” e stiamo ancora ricercando altri che ancora non sono scritti in questo libro e se sono qui a raccontarvi questa storia è perché ho avuto questa fortuna. - Applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Io Ringrazio tantissimo l’onorevole Modigliani, ringrazio la comunità per la consueta collaborazione, ringrazio tutti voi ragazzi che eravamo qui, ringrazio i nostri ospiti a questo punto noi abbiamo l’obbligo di esercitare le nostre funzioni di Consiglio Provinciale per cui tra due minuti faremo appello ed inizierà la seduta ordinaria del Consiglio Provinciale. Grazie di nuovo a tutti.

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Il presente verbale è composto da n.24 pagine

Termine della seduta ore 12.25 Presidente del Consiglio Il Segretario Generale Dott. Di Bonito Fabio Dott. Fabio Martino Battista

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PROVINCIA DI LIVORNO

CONSIGLIO PROVINCIALE

Verbale integrale

della seduta del 27. 01. 2011

Seduta ordinaria Inizio seduta ore 12.30 .

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PUNTO N. 2 COMPENDIO IMMOBILIARE EX CONSORZIO FERROTRANVIARIO - DEFINIZIONE RAPPORTI PATRIMONIALI PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Diamo inizio alla seduta ordinaria procediamo con l’appello. SEGRETARIO GENERALE Kutufà - assente – Di Bonito - presente – Adriani – presente – Antonini - assente – Bagnoli - presente - Bartalesi – presente – Bogi – presente – Bufalini – assente - Campioni – assente – Carabellese - assente - Ceccantini – presente – Celanti – presente – Coluccia – assente – Corsinovi – presente – Del Bravo – presente – Gambacciani – presente – Gori – presente – Gragnoli – presente – Lami – assente – Landi Maida – presente – Landi Marco – assente – Lupi – presente – Malanima – presente – Marchi – assente - Mazzola – presente - Mirabelli – presente – Naldini – presente – Pini – assente – Tortolini - assente – Vaccaro – presente - Zingoni – presente. - Si dà atto che durante la lettura dell’appello sono entrati in aula il consigliere Lami e il Presidente Kutufà. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Io devo prima di dare conto delle assenze giustificate dei consiglieri Campioni, per motivi di lavoro, Coluccia è in ferie, Carabellese per motivi di familiari, Landi per motivi di lavoro, Marchi per motivi di studio, e Pini per gravi motivi familiari. Nomino scrutatori i consiglieri Malanima e Celanti, ringrazio le opposizioni della loro presenza che fa si di rendere valida la seduta, quindi il senso istituzionale va a nostro merito soprattutto. Si passa quindi all'ordine delle giorno, non ci sono comunicazione e si passa al punto numero 2 che tratta la delibera avente per oggetto compendio immobile ex consorzio Ferrotranviario definizione rapporti patrimoniali. Io non so se la delibera è passata all’unanimità? Mi dicono con 2 astensioni per cui in linea teorica se i consiglieri ritengono che non ci sia dibattito si può passare solo direttamente alle dichiarazioni di voto, pensate che sia opportuno? Non lo so ditemi.

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CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI (fuori microfono) Le riflessioni quelle in commissione sarebbe opportuno farle anche qui PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Quindi apriamo il dibattito? Non è necessaria l’illustrazione perchè la conoscete? CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI (fuori microfono) No, si tratta di un liquidazione di beni PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Va bene, prego, Zingoni, prego. CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI Allora si tratta di una liquidazione di una società la società consortile di trasporti e della liquidazione dei beni, ora noi abbiamo rilevato una cosa che nella liquidazione dei beni a parte il fatto che la Provincia la parte più cospicua dei beni sono quelli del Comune di Pisa, del Comune di Pisa, la Stazione Leopolda e quant’altro, però anche nella spartizione dei beni tra Comune di Livorno e Provincia di Livorno a noi ci è toccata la parte perlomeno meno nobile, perchè anche se dei valori immobiliari possono coincidere c'era un immobile di pregio che era la Barriera Margherita che è un bell’immobile, anche rappresentativo, è un immobile storico per la città e questo è andato al comune di Livorno, a noi ci rimane un capannone una ex stazioncina, rileviamo questo, forse la Provincia poteva anche ambire ad un bene come quello lì sul viale Italia poteva essere acquistato dalla Provincia, cioè opzionato dalla Provincia per cui noi manteniamo quelle che sono state le nostre considerazioni rilevando che ci accodiamo e subiamo le scelte del Comune di Livorno. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Ci sono altri interventi? Se non ci sono altri interventi assessore ritiene di dovere replicare? Prego. ASSESSORA - LAURA MARCONCINI Come ho già spiegato non è stato un accodarsi alle scelte, era che all’inizio la

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Provincia di Livorno non doveva prendere beni e solo in seguito a questa crisi e mancanza di liquidità ci siamo ridivisi i beni in virtù degli anni passati il Comune di Livorno aveva già fatto degli investimenti all'interno della stazione di Barriera Margherita, c'è l’istituto di biologia marina, quindi in una cortesia fra Enti non ci sembrava carino andare a prendere un bene e già il Comune di Livorno ci ha ceduto il capannone quello dietro via da Verrazzano, dove nel piano del Comune di Livorno ci dovevano spostare la sede dei Vigili Urbani e quindi anche il comune di Livorno e venuto incontro alle nostre esigenze. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Se non c'è niente altro si può passare alla votazione, Allora è aperta la votazione per l’eventuale approvazione della delibera compendio immobiliare ex consorzio ferrotranviario; definizione rapporti patrimoniali è aperta la votazione. Prego i consiglieri di votare. Chiusa la votazione VOTANTI: 21 FAVOREVOLI:13 CONTRARI: 0 ASTENUTI: 8. APPROVATO Propongo di votare l’immediata eseguibilità dell’atto, è aperta la votazione per l’immediata eseguibilità dell’atto. Chiusa la votazione VOTANTI: 21 FAVOREVOLI:13 CONTRARI: 0 ASTENUTI: 8. L'atto non è immediatamente eseguibile perché ci sono 8 astensioni che sono Mazzola, Gragnoli, Zingoni, Vaccaro, Lami, Naldini, Landi e Malanima. CONSIGLIERE - MAURIZIO ZINGONI (fuori microfono)

Scusi presidente ma siamo in prima convocazione? PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Per cui? Non è immediatamente eseguibile che c’entra, per essere immediatamente eseguibile ci vogliono 16 voti anche se prima o in seconda, la differenza tra prima e seconda sta solo nel numero legale, il numero legale è sedici in prima convocazione per cui l'atto non è immediatamente eseguibile.

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Il presente verbale è composto da n.3 pagine

Termine della seduta ore 12.45 Presidente del Consiglio Il Segretario Generale Dott. Di Bonito Fabio Dott. Fabio Martino Battista