LAGAZZETTAS. Giuseppe Cottolengo Primaria Paritaria e...

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paese dei balocchi! Poi nel pomeriggio sono arrivati i genitori e c’è stata la presentazio- ne dei laboratori e le iscrizioni. Una grande e bellissima giornata di festa, per iniziare con le migliori in- tenzioni il nuovo anno scolastico. LA G AZZETTA Scuola S. Giuseppe Cottolengo Primaria Paritaria e Secondaria di I grado Via Cottolengo 14 10152 Torino il Giornalino della Scuola elementare e media del Cottolengo ANNO II - N. 1 - dicembre 2010 COPIA OMAGGIO Rieccoci qui! P ronti con un nuovo numero de «La Gazzetta Cottolenghina». Come promes- so a giugno l’appuntamento col giornali- no riprende, con una redazione decisa- mente rinnovata e tanti buoni propositi. Iniziamo questa avventura con molto entusiasmo, fieri del grande successo ottenuto finora. Per questa ragione voglia- mo ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto e incoraggiato: le famiglie degli alunni della scuola, e le varie famiglie della Piccola Casa. Le suore sono state grandi sostenitrici, e a loro va il nostro profondo ringraziamento. Accanto all’entusiasmo c’è anche un po’ di paura. Dobbiamo cercare di mantenere le aspettative, non dobbiamo fare un giornale fo- tocopia ma vogliamo sempre rinnovarci e offrire nuovi spunti e storie. L’ambizione del gior- nalino è di creare un ulteriore ponte di comunicazione con le famiglie: tutte le ini- ziative organizzate all’interno della scuola vengono infatti descritte e commentate. Ma è anche un modo per fare conoscere la scuola all’esterno, non solo per la didattica ma anche come struttura in continuo movi- mento, un enorme laboratorio culturale e educativo in grado di far crescere i bambini sotto tutti i punti di vista. Aspettiamo come sempre nuovi redattori, ma anche chi non fa parte della redazione può dare un piccolo contributo alla buona riuscita del nostro giornale. Per proporre articoli potete rivolgervi diret- tamente ai responsabili o contattarci al nostro indirizzo e-mail: [email protected] La redazione Così finalmente siamo andati in cortile ed è stato tutto magnifico. Togliendoci le scarpe potevamo salire a divertirci sui gon- fiabili. Salti, capriole, sci- volate… un vero e pro- prio luna-park. E poi gli assistenti curavano i gazebo con i giochi, e ce n’erano per tutti i gusti. Lancio di torte in faccia, colpire birilli, centrare i vasi contenenti pesci ros- si, tirare palline alle foto di Don Andrea, Don Lele, Silvio… era meglio del V enerdì 17 settembre c’è stato uno degli appuntamenti più attesi e amati dagli alun- ni Cottolengo: la festa della scuola. Come ogni anno, i cor- tili si sono trasformati e sem- bravano irriconoscibili. Già al nostro arrivo abbiamo notato degli enormi e coloratissimi giochi gonfiabili. E poi c’erano tanti gaze- bo… e noi curiosissimi che non sapevamo a che cosa servivano. Rieccoci qui! L a FESTA della SCUOLA di Alice Calò

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paese dei balocchi!Poi nel pomeriggio sono arrivati igenitori e c’è stata la presentazio-ne dei laboratori e le iscrizioni.

Una grande e bellissima giornata difesta, per iniziare con le migliori in-tenzioni il nuovo anno scolastico.

LAGAZZETTAScuola

S. Giuseppe CottolengoPrimaria Paritaria e

Secondaria di I gradoVia Cottolengo 14

10152 Torino

il Giornalino della Scuola elementare e media del CottolengoANNO II - N. 1 - dicembre 2010 COPIA OMAGGIO

Rieccoci qui!Pronti con un nuovo numero de «LaGazzetta Cottolenghina». Come promes-so a giugno l’appuntamento col giornali-no riprende, con una redazione decisa-mente rinnovata e tanti buoni propositi.Iniziamo questa avventura con moltoentusiasmo, fieri del grande successoottenuto finora. Per questa ragione voglia-mo ringraziare tutti quelli che ci hannosostenuto e incoraggiato: le famiglie deglialunni della scuola, e le varie famiglie dellaPiccola Casa. Le suore sono state grandisostenitrici, e a loro va il nostro profondoringraziamento. Accanto all’entusiasmo c’èanche un po’ di paura. Dobbiamo cercare dimantenere le aspettative, non dobbiamo

fare un giornale fo-tocopia ma vogliamosempre rinnovarci eoffrire nuovi spunti estorie. L’ambizione del gior-nalino è di creare unulteriore ponte dicomunicazione con lefamiglie: tutte le ini-

ziative organizzate all’interno della scuolavengono infatti descritte e commentate.Ma è anche un modo per fare conoscere lascuola all’esterno, non solo per la didatticama anche come struttura in continuo movi-mento, un enorme laboratorio culturale eeducativo in grado di far crescere i bambinisotto tutti i punti di vista. Aspettiamo come sempre nuovi redattori,

ma anche chi non fa parte della redazionepuò dare un piccolo contributo alla buonariuscita del nostro giornale. Per proporre articoli potete rivolgervi diret-tamente ai responsabili o contattarci alnostro indirizzo e-mail:[email protected]

La redazione

Così finalmente siamo andati incortile ed è stato tutto magnifico.Togliendoci le scarpe potevamosalire a divertirci sui gon-

fiabili. Salti, capriole, sci-volate… un vero e pro-prio luna-park. E poi gliassistenti curavano igazebo con i giochi, e cen’erano per tutti i gusti.Lancio di torte in faccia,colpire birilli, centrare ivasi contenenti pesci ros-si, tirare palline alle fotodi Don Andrea, Don Lele,Silvio… era meglio del

Venerdì 17 settembre c’èstato uno degli appuntamentipiù attesi e amati dagli alun-ni Cottolengo: la festa dellascuola. Come ogni anno, i cor-tili si sono trasformati e sem-bravano irriconoscibili. Già alnostro arrivo abbiamo notatodegli enormi e coloratissimi giochigonfiabili. E poi c’erano tanti gaze-bo… e noi curiosissimi che nonsapevamo a che cosa servivano.

Rieccoci qui!

La FESTA

della SCUOLA

di Alice Calò

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sioni il 20 dicembre. Come sempre verràcelebrata in Chiesa grande la messa di

Natale della scuola, aperta atutti i genitori e alle fami-glie. Ci incontreremo alle10,30 mercoledì 22 dicem-bre. Vi aspettiamo numero-si per condividere lo spiritonatalizio attraverso la pre-ghiera e per scambiarci au-guri di un felice e serenoNatale.

La Redazione

Si avvicina il Natale, una festaimportante per i bimbi che pensano subito a BabboNatale, ai doni, all’albero e al presepe, alle luci sfavillanti in città e ai dolci da gustare in famiglia.

Il Natale a scuola: Festa e riflessione

Alla Scuola Cottolengo cerchiamo didare ai ragazzi una visione in più del

Natale, prettamente religiosa, dove allafesta, al divertimento si abbina anche lapreghiera. Come ogni anno, il calendariopre-natalizio è fitto di appuntamenti eavvenimenti. I bimbi più piccoli, di primae seconda vivranno dei momenti di avvici-namento al Natale con preghiere e rifles-sioni durante l’ora di religione. Per ibimbi del triennio della primaria ci saran-no diversi momenti di avvicinamento alNatale. Il 29 novembre ci sarà una pre-

ghiera di inizio avvento nella piccola cap-pella della scuola, al terzo piano. Semprenella cappella del terzopiano, ci sarà una messa il 9dicembre, mentre per ibimbi che hanno già rice-vuto il sacramento il 20 cisaranno le confessioni. An-che i ragazzi delle mediecominceranno il camminodi preparazione con unamessa il 29 novembre perproseguire con le confes-

Ai tempi di Erode, la notte in cui nacque Gesù gli angeliportarono la buona notizia ai pastori.

C’era un pastore poverissimo, tanto povero che non avevanulla.Quando i suoi amici decisero di andare alla grotta portandoqualche dono, invitarono anche lui. Ma lui diceva: «Io non posso venire, sono a mani vuote, cheposso fare?» Ma gli altri tanto dissero e fecero, che lo con-vinsero. Così arrivarono dov’era il bambino, con sua Madre eGiuseppe. Maria aveva tra le braccia il bambino e sorrideva,vedendo la generosità di chi offriva cacio, lana o qualche

frutto. Scorse il pastore che non aveva nulla e gli fececenno di venire più vicino. Lui si fece avanti imbarazzato.Maria, per avere libere le mani e ricevere i doni dei pasto-ri, depose dolcemente il bambino tra le braccia del pastoreche era a mani vuote...

Certamente è importante che le nostre mani siano piene dibene.Però il bene non si fa solo con le cose che riempiono le mani,ma anche e soprattutto col cuore, o anche semplicemente conun sorriso.

La Redazione

A mani vuote

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IL DOPOSCUOLA

Da diversi anni sono un frequentatoredel dopo-scuola. Alle 16, quando lelezioni sono finite, tutti noi iscritti cidirigiamo verso il salone sotto il portica-to del cortile. Giochiamo un po’, poi gliassistenti ci danno la merenda (sempremolto buona e sana: yogurt, budini,banane, panini con prosciutto o mar-mellata). Alle 16,30 veniamo divisi trapost-scuola e dopo-scuola. I bambiniiscritti al post-scuola restano nel salonea giocare, c’è tanta scelta: calcio, palla-

volo, calcetto, tanti giochi di società epoi colori e fogli per sfogare la nostracreatività.Gli iscritti al dopo-scuola hanno unprogramma molto meno divertente: siva al secondo piano e con l’ausilio diassistenti, educatori e volontari svolgia-mo i compiti che gli insegnanti ci hannoassegnato. Poi alle 17,30 si ritorna giù agiocare in attesa di tornare a casa. Gliassistenti comunicano tra loro con deiwalkie-talkie: quando al piano terrenoarriva un genitore, avvertono al secon-do piano per fare scendere il bambino.Io mi diverto tanto, si ha la possibilitàdi conoscere e socializzare con i bimbie ragazzi di altre classi e poi spesso fac-ciamo tanti giochi con gli assistenti e cidivertiamo tanto.

Una delle iniziative più interessanti della nostra scuola èsicuramente l’organizzazione dei diversi laboratori,che partono al termine della giornata scolastica. Lamaggior parte dei laboratori organizzati hanno carat-tere sportivo: accanto a sport diffusi e praticati comecalcio e pallavolo ci sono anche altri sport molto inte-ressanti come basket e rugby. Poi c’è il laboratorio diballi di gruppo, che unisce un’attività fisica al diverti-mento e il laboratorio di ippoterapia, grazie al quale sipuò imparare ad andare a cavallo.

Poi ci sono dei laboratori più ‘artistici’, ad esempioquello di teatro, diretto dalla brava Simona. A fine annotutti i partecipanti offrono i frutti del loro lavoro in unsaggio che ha sempre molto successo. Poi ci sono anco-ra corsi di scrittura creativa, di montaggio video e infineil giornalino… che ormai tutti voi conoscete bene.

Impareremo meglio a conoscere i varilaboratori perché ogni numero del giorna-lino ne descriverà nei partico-lari organizzazione e finalità,con foto e interviste ai parteci-panti…insomma ci sarà da divertirsi.Ma il divertimento maggioreconsiste nel frequentare i labora-

tori e imparare tante cose nuove, come faccioio col giornalino!!!

Mi piacescrivere!

Ciao a tutti, mi chiamo Kristi esono uno dei nuovi giornalisti della“Gazzetta”. Lo scorso anno leggevocon curiosità e divertimento gli artico-li e ho deciso di provare anche a scri-verli. Eccomi qui allora, insieme aglialtri giornalisti in erba. Le prime esperienze al laboratoriosono state entusiasmanti… ho cono-sciuto nuovi ragazzi e studenti dellascuola e mi sono divertito molto. E poic’è la possibilità di lavorare in gruppo. C’è un intenso lavoro di redazione. Siscelgono i temi da trattare, li discu-tiamo, decidiamo gli aspetti di cui

parlare e infine si de-cide a quale giorna-

lista affidare lascrittura dell’arti-

colo. Questo è il primo che scrivo, ma spero che sia

il primo di una lunga lista di ar-

ticoli. Ora vi saluto… ho

un’idea inte-ressante per il

prossimo numero... buon divertimento!

di Kristi Bimaj

I Laboratori di Gianfranco Trad

di Michele Trujillo

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Tra i compagni della 5a B, si sus-surra che c’è un ragazzino con unamiscela di: permaloso, buffone,brontolone, studioso e chiacchie-rone… si dice ancora che alcunevolte si esprime con dei terminipoco educati, sia verso i compagniche gli insegnanti… e io vorreitanto scoprire chi è.Una volta l’ho incrociato nel cor-tile durante la ricreazione e abbia-mo chiacchierato dietro un an-golo. Gli ho chiesto «ma perché diconoqueste cose su di te», e lui ha rea-

Cari amici e lettori,in questo articolo voglio raccon-tarvi del mio nuovo compagno diclasse, che si chiama Giuseppe. Lo conoscevo già dallo scorsoanno ma quest’anno lo sto cono-scendo meglio. Giuseppe è un bambino allegro esolare, è molto intelligente eaffettuoso e tutti i compagni gli sistanno affezionando. Pensate che sa riconoscere lenote del pianoforte a occhi chiu-si, e sa dire anche in quale chia-ve sono suonate e, se uno glidice una data fino al 2012 sa dire

gito brontolando arrabbiato, gli hochiesto come mai si mette subito sulladifensiva e mi ha risposto che è unareazione spontanea.

Poi ho continuato dicendogli checomportandosi così sarebbe rima-sto solo senza amici, e di tenerebene a mente gli insegnamenti diGesù e del Cottolengo, perchéapplicandoli alla vita di tutti igiorni si sta bene. Mi ha risposto che non è facile…che certe cose le sente nel cuorema non riesce a esprimerle a paro-le e nei fatti.Ma dopo questa confessione vor-rei farvene un’altra: il ragazzinosono io, e cercherò di cambiaretante cose di me.

Confessioni di un

amico e in questo periodo hocapito che è una persona moltobuona e non sarebbe in grado dicompiere neanche la minimacattiveria.

Spero che anche Giuseppe siacontento con noi e che trascor-reremo un ottimo anno scolasti-co tutti insieme.

IL MIOAMICOGIUSEPPE

esattamente a quale giorni corri-sponde. Insomma un bambino con millerisorse! Giuseppe è anche molto sensibile,e quando qualcuno di noi è triste,lui subito lo consola che non devepiangere e così… la fontana siinterrompe. Per me Giuseppe è un grande

IL MIOAMICOGIUSEPPE

di Gianfranco Trad

di Gabriele Izzi

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molto difficile, che richiede una fortepassione e abnegazione, la competitivitàe soprattutto grazia e scioltezza. Di solito si comincia da piccoli, cosi dagrandi si arriva ad alto livello e si puòprendere parte a delle gare, cercando didare il massimo per salire sul podio. Ci alleniamo ripettendo alla perfezionegli esercizi che verranno svolti in gara: ilcorpo libero con le varie figure, le pa-

Mi chiamo Soffiè e sono nata a Torino. Ma dal mionome si può intuire che non sono italiana: i mieigenitori infatti sono nati nel Perù, un grande epovero paese del Sud America. È un bel paese, con montagne altissime, foreste maanche tanto tanto mare: l’Oceano Pacifico. È un paese che non offre molto, per questa ragionei miei genitori insieme ad altri parenti anni fa emi-grarono in Italia, per offrirci un futuro migliore. Io ho visitato il Perù solo una volta, a cinque anni…e ricordo pochissime cose. Mi piacerebbe tornare,per vedere quei posti che i miei genitori mi descri-vono sempre, e per sentire gli odori di quel paesecosì lontano ma che è sempre nel mio cuore.

Chi sono le bambine“invisibili” del Perù?Sono le tante bambine provenienti perlopiùdai poverissimi villaggi rurali del Perù che,a spesso a soli 5-6 anni, vanno a lavorarecome domestiche nelle ville delle famiglieabbienti. Al loro arrivo viene tagliata loro latreccia, simbolo basilare dell’identità delledonne peruviane; il processo di spersona-lizzazione prosegue con il cambio delnome e spesso con il rifiuto, posto daidatori di lavoro, di fare incontrare le bam-bine con i loro genitori. Le bambine cre-scono come delle recluse, senza istruzio-ne, senza diritti, e finiscono con il dimenti-care completamente la loro stessa origine.In quanto le famiglie, spesso sono persinocontente della soluzione trovata, perché inquesto modo almeno il cibo e un tetto, alleloro figlie, sono assicurati.

La Redazione

IL MIO PAESE DI ORIGINE: IL PERÙ

di Soffiè Barrionuevo

Il mio Sport

La Ginnastica Artistica

Ciao a tutti, mi chiamo Alice e voglio parlarvi della ginnastica artisti-ca, lo sport che pratico ma anche la miagrande passione. Sono ginnasta a livello agonistico e mialleno 9 ore alla settimana. È uno sport bellissimo però a volte

rallele, la trave, il volteggio. Noi ragazzi quando gareggiamo siamodivisi in categorie in base all’anno dinascita. uno sport a prevalenze femmi-nile ma ci sono anche tanti maschi chelo praticano. Sono felicissima di fare ginnastica,nonostante le difficoltà di conciliarestudio e sport, e consiglio a tutti di ini-ziare ad allenarsi!

di Alice Calò

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Cari lettori...

Sono Ilaria, una redattrice dellaGazzetta, intanto colgo l’occasioneper salutarvi visto che questo è ilprimo articolo che scrivo per questaedizione. Comunque bando alle cian-ce COMINCIAMO !!!!

IL MIO AMICO VIRTUALE

di Ilaria Ravizza

Allora quest’anno faccio ter-za media (o terza secondaria di primogrado, come si chiama da pochi anni)e ho l’esame. Pollice in giù.

Secondo me (anzi secondo tutti i mieicompagni di classe) l’esame è una cosainutile, credo di pensarla così perchèsono la diretta interessata, nel sensoche se non avessi dovuto farlo non mene sarebbe importata una cippa! Ecco: questo è un anno da ricordareperchè è l’ULTIMO.L’ultimo anno che passo in questascuola, l’ultimo che passo con i mieicompagni, l’ultimo anno che incontre-rò Vito e lo saluterò di corsa perchèsono in ritardo, l’ultimo anno chestarò al giornalino. E quindi quest’anno voglio GODER-MELO con serenità e col sorrisostampato sulla faccia.

Io ho un amico virtuale e credo cheforse anche vuoi ne avrete uno, per-che siamo nell’ era della tecnologia.Questo mio amico virtuale è il tomtom(cioè il navigatore satellitare) che mi famolto ridere perché quando bisogna

girare dice «Weee, sveglia, fra 200metri gira a destra», invece quandosiamo arrivati il mio amicovirtuale dice «Apri il cofa-no e troverai 500 euro pren-dili e spendili per non sen-tirti un barbone». Poi quando mio padre vatroppo veloce lui fa «Wee,sveglia, non vorresti fartimica farti beccare dallamadama». E un altro caso in cui vaveloce il mio amico dice

«Wee, sveglia, perché vai così veloce?Non vorresti mica perdere l’appunta-mento con la tua ragazza vero?». Però questo mio amico virtuale ha lavoce uguale a quella di mio padre…ma sarà lui che magari ha registrato lapropria voce? Quando glielo chiedo mi guarda eride… Comunque anche se lui fosse miopadre è sempre il mio amico virtualeche mi fa ridere.

IL MIO AMICO VIRTUALE

di Gianfranco Trad

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Quando mi hanno asse-gnato questo articolo sonostata ben felice di farlo, poiperò arrivata a casa mi sonomessa a pensare che pur-troppo non ne sapevo nien-te della Casa Accoglienzache abbiamo alla PiccolaCasa e quindi ho deciso didocumentarmi un po’ e hoscoperto che fin dai tempidel Fondatore, i poverioltrepassavano con assiduitàla porta di via Cottolengo14, per ricevere pane e companatico. Era usanza che ogni settimana due o trepoveri venissero ricevuti dall’alloraSuperiore Generale, per essere poi la-vati e rivestiti dalle suore.Aumentando il numero di richiedenti, ilPadre Generale decise di mettere a di-sposizione locali più idonei al servizio: si

aprì il portone divia Cottolengo 13dove, oltre al pane,veniva distribuitala minestra, consu-mata sotto il porti-co all’aperto, poi-ché non c’era unrefettorio.I poveri erano nu-merosi: anche 350al giorno. Poi scoppiò laguerra e i locali fu-

rono sinistrati. Quando fu possibileriprendere, oltre al cibo, si iniziò anchela distribuzione di indumenti puliti, chearrivavano “di Provvidenza” alla Pic-cola Casa. Alla fine degli anni ’70, laPiccola Casa della Divina Provvidenzainizia un’attività di distribuzione viveripresso i senza tetto che passano la notte

di Ilaria Ravizza

Casa AccoglienzaCasa Accoglienzanelle varie stazioni ferroviarie. Durantequesto periodo ci si rende conto che leesigenze sono diverse e più complesse, equindi nel 1983 si apre l’attuale sede inVia Andreis 26.I Servizi previsti nella struttura sono:* Mensa diurna* Pacco viveri* Vestiario, scarpe* Biancheria, materiale casalingo* Docce* Mobili* Dormitorio

Volevo precisare che anche se c’è laDivina Provvidenza che aiuta i poverianche noi potremmo dare una mano emagari dedicare qualche ora al volon-tariato o semplicemente donando qual-che cosa!!!

Salve a tutti, chi vi scrive è unamamma che ha frequentato la scuolanegli anni ’70. Ripenso alle mie elemen-tari e inevitabilmente faccio dei parago-ni con la mia scuola e quella attualmen-te frequentata da mio figlio. La primagrande differenza che salta agli occhi èil rapporto con l’insegnante, che ai mieitempi non era così amichevole e confi-denziale. Era proibito rivolgerci dandodel tu o chiamandola per nome. La miaè stata per me “signorina maestra” percinque anni. Era una donna severa chesorvegliava semprel’andamento dei no-stri lavori, specie alsabato quando leultime due ore dilezione erano dedi-cate ai “lavoretti”:che consistevano neilavori di cucito,

punto croce per noi bimbe e nella co-struzione di trafori per i maschietti. Per il resto tanto italiano e tanta mate-matica, in quanto non venivano dedica-te ore di lezione a materie quali inglese,musica e informatica.

Avevamo un intervallocorto e i pochi minuti adisposizione erano de-dicati alla merenda, per-ciò c’erano poche pos-sibilità di conoscerebene i compagni, e conalcuni di loro dopo unintero ciclo di elementa-

ri c’era ancora un rapporto di soggezio-ne e timidezza. La scuola di oggi, alme-no l’istituto frequentato dai nostri figli èmolto sensibile alla socializzazione deibambini e analizzando le peculiaritàcaratteriali di ciascuno studente crea,grazie all’ausilio di insegnanti e assi-stenti, un ambiente amichevole e sem-plice, nel quale i ragazzi riescono a cre-scere e maturare insieme, imparando aconoscersi e accettarsi con i propridifetti e le proprie virtù.Per concludere mi sento di affermareche la scuola di oggi, e in particolarequesta, è più attenta alle esigenze deinostri bambini.

Una mamma

La redazione ringrazia la mamma per ilbell’articolo e invita altri genitori a scri-verci ricordi e impressioni sulle differen-ze tra la scuola di oggi e quella di qual-che anno fa. Ricordiamo che la creazio-ne di un rapporto paritario tra insegnan-te e studente è stata una bella conquistae una forma di modernità; ciò non impli-ca che la figura dell’insegnante debbaessere svilita da genitori e figli, comespesso purtroppo accade.

Scuola di ieri... scuola di oggi.

sul filo della memoria

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COMITATO DI REDAZIONE Direttore: don Andrea Bonsignori - Collaboratori: Salvatore Acquas, Daniele Del Carmine

REDATTORI

Michele Truijllo

Kristi Bimaj

Gianfranco Trad

Gabriele Izzi

Ilaria Ravizza

Alessia Caputo

Alice Calò

Soffiè Barrionuevo

Questo giornalino è ad uso interno della Scuola Primaria eSecondaria del Cottolengo

Stampa: Tipografia Gravinese - Torino

IL LINGUAGGIO DEGLI SMS E DELLE CHATVediamo chi ne indovina di più. Le soluzioni delle 70 abbreviazioni saranno pubblicate sul prossimo numero

1) hdere - 2) dgt - 3) alaik – 4) do - 5) aka - 6) dodom - /) dom - 8) ap - 10) dommat - 11) asp - 12) domse - 13) atm - 14) dp - 15) dv - 16) ba&ab - 17) lanta - 18) basubo - 19) Idmccv - 20) basugua - 21) lid - 22) bbl - 23) Ili? - 24) bc - 25) 10m - 26) bg - 27) 4u -28) bn - 29) 4us - 30) 4ever - 31) bpm - 32) Iyi - 33) bpz - 34) bs - 35) g - 36) bsx - 37) gg -38) btw - 39) gi - 40) c - 50) gra - 51) cel - 52) h - 53) celi - 54) hagn - 55) C6 - 56) imho -57) cm - 58) cmq - 59) imo - 60) cn - 61) int - 62) coc - 63) ita - 64) cxp - 65) ke - 66) cpt -67) ki - 68) cs - 69) kit - 70) cya.

Il primo giorno di scuola di questoanno scolastico non è stato come glialtri. È stato un giornospeciale, quello dellamia prima media o co-me si chiama oggi scuo-la secondaria di primogrado. Anche se frequento lemedie nello stesso isti-tuto in cui ho frequen-

tato le ele-mentari, oraè tutto diver-so. Siamo alquarto piano e non più al secondo,

abbiamo più ore di lezione,non c’è più la cara maestraSuor Claudia ma tanti pro-fessori che all’inizio miincutevano tanta paura. Ilproblema della medie è checambia tutto, all’improvvi-so non si viene più trattatida bambini ma si diventa

“ragazzi”, bisogna da-re del lei al professo-re e studiare librimolto più difficili. Tante facce nuove inclasse, nuovi ragazziprovenienti da altrescuole, impauriti co-me me. È stato davvero un

grande salto, tra le elementari e lemedie… un salto da paura e non hoancora capito se sono atterrata nelmodo giusto oppure no.

Il grande saltodi Alessia Caputo