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PROVINCIA DI PAVIA IL TEMPO DELLA STORIA IL NOVECENTO Anno scolastico 2011/2012 VIAGGIO STUDIO IN TURCHIA ISTANBUL E ANKARA

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PROVINCIA DI PAVIA

IL TEMPO DELLA STORIA IL NOVECENTO

Anno scolastico 2011/2012

VIAGGIO STUDIO IN TURCHIA ISTANBUL E ANKARA

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Il Tempo della Storia. Il Novecento - a.s. 2011/2012

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PROVINCIA DI PAVIA

ASSESSORATO AI BENI E ALLE ATTIVITÀ CULTURALI, INNOVAZIONE TECNOLOGICA, POLITICHE DELLA SCUOLA, GIOVANI E PARI OPPORTUNITA’

SETTORE CULTURA

TTTUUURRRCCCHHHIIIAAA IIISSSTTTAAANNNBBBUUULLL EEE AAANNNKKKAAARRRAAA

VIAGGIO STUDIO

30 MARZO – 04 APRILE 2012

Con il sostegno

della REGIONE LOMBARDIA

Cultura

in collaborazione con Università degli Studi di Pavia Facoltà di Scienze Politiche

Ufficio Scolastico Provinciale di Pavia Centro Studi sul Federalismo "Mario Albertini" Associazione Culturale "Testimoni e Protagonisti"

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Bianco e nero

La città della mia infanzia era una fotografia in bianco e nero, un

mondo semibuio e grigio, almeno io me la ricordo così, anche perché

da sempre mi hanno attratto gli interni delle abitazioni, nonostante

sia cresciuto nell’oscurità di una deprimente casa-museo.

Le strade, i viali e i quartieri lontani mi sembravano luoghi pericolosi,

usciti da film di gangster in bianco e nero. A Istanbul, mi è sempre

piaciuto di più l’inverno che l’estate: ancora oggi rimango a osservare

i pomeriggi che arrivano presto, gli alberi senza foglie che tremano

nel vento, gli uomini con giacche e cappotti neri, sulle strade

semibuie, che tornano a casa in fretta, nelle giornate di fine autunno

o inizio inverno. Anche i muri dei palazzi antichi e delle vecchie case

signorili di legno ormai crollate, che adesso hanno preso il colore

speciale di Istanbul, fatto di trascuratezza e desolazione, mi

risvegliano dentro una dolce tristezza e un desiderio di

contemplazione. Le sfumature in bianco e nero delle persone che

tornano a casa di corsa nelle giornate invernali, quando il buio arriva

presto, mi spingono a pensare che anch’io appartengo a questa città,

e condivido qualcosa con la sua gente.

“Istanbul”

(Orhan Pamuk, Premio Nobel per la Letteratura nel 2006)

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Un tempo sapevamo il mondo a menadito:

- era così piccolo da stare fra due mani,

così facile che per descriverlo bastava un sorriso,

semplice come l’eco di antiche verità nella preghiera.

La storia non accoglieva con squilli di fanfara:

ha gettato negli occhi sabbia sporca.

Davanti a noi strade lontane e cieche,

pozzi avvelenati, pane amaro.

Il nostro bottino di guerra è la conoscenza del mondo:

- è così grande da stare fra due mani,

così difficile che per descriverlo basta un sorriso,

strano come l’eco di antiche verità nella preghiera.

“La gioia di scrivere” (Wislawa Szymborska, Premio Nobel per la Letteratura nel 1996)

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ELENCO DEGLI STUDENTI VINCITORI

ALFEO FEDERICO LUIGI BARDONI CLAUDIA BARTOLINI JACOPO BENINI FRANCESCA BERNINI ELENA BERTERO MATTEO CABRIOLI MATTIA CAPOBIANCO SILVIA CATTIN STEFANO CHIESA ARIANNA CHIESA GUIDO COLLI FRANZONE GIULIA COLOMBO CHIARA CORBELLINI ELENI ELETTRA CORDA FRANCESCO COSTA LORENZO EMILIANO FABIANO VALENTINA GALEAZZA LORENZO GATTI ALBERTO GHELFI CHIARA

GIORDANI PAOLA LUCENTE ELISA MAGNAGHI LISA RITA MANFREDI SILVIA MANTOVAN FABIO MARNI MARCO MONTALBANO FILIPPO NALDI ANGELO PALETTI FLAVIA PELLEGRINO LUDOVICO PIZZAMIGLIO ELEONORA PRATESI ALESSIA REBECCA RONA LUCA ROSCIO MATTEO SALAROLI ELEONORA SCAGLIOTTI ALESSANDRO SEGHINI CATERINA STAGNITTO GIOVANNI TAGLIACARNE DAVIDE VICINI NABILA

ISTITUTI SCOLASTICI RAPPRESENTATI Istituto “L. G. Faravelli” di Stradella, Istituto “A. Cairoli” di Pavia, I.T.I.S. “Cardano” di Pavia, Liceo “G. Galilei” di Voghera, Liceo “Ugo Foscolo” di Pavia, Liceo “B. Cairoli” di Vigevano, Liceo “N. Copernico” di Pavia, Liceo Scientifico “T. Taramelli” di Pavia, Istituto “A. Volta” di Pavia, Istituto “Bordoni” di Pavia, Istituto “Omodeo” di Mortara, Istituto “Caramuel” di Vigevano, Istituto San Giorgio di Pavia, Istituto “Gallini” di Voghera.

ACCOMPAGNATORI: SACCHI ANTONIO, BRIGNOLI FRANCESCA, BADANO SARA, GASTALDI

PAOLO, MUSSINI GIANNI, PIETRA ANTONIO; TUTOR: NOE’ BEATRICE, FOGLIANI

GIORGIO, CIABATTONI SARA, YUE QUAN; EX-VINCITORI: FRANCESCO BRENDOLISE, ARDIT GJINI, BACCOLO STEFANO, BENASSO MICHELE, BENAZZO MICHELE, BENFANTE

DANIELA, BOLOGNESI SILVIA, CANTONI IRENE, CLERICI BIANCA, CONTARDI LUCA, CRITELLI EDOARDO, FERRARI MELISSA, GHIO RICCARDO, INTROCASO VINCENZO, MINOZZI ALBERTO, MOSCA ANGELO, TALLAMONA VALENTINA, TOSI FRANCESCO, TRAVAGLINO FRANCESCO.

COMMISSIONE GIUDICATRICE: SACCHI ANTONIO (Presidente) – BOLECH DONATELLA, BONVECCHIO PAOLA, BRIGNOLI

FRANCESCA, COSTA ANNA, DE BATTISTI GIOVANNA, GASTALDI PAOLO, MUSSINI

GIANNI, PIETRA ANTONIO.

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Gonfalone della Provincia di Pavia

PROVINCIA DI PAVIA Presidente, Daniele Bosone

ASSESSORATO AI BENI E ALLE ATTIVITÀ CULTURALI, INNOVAZIONE TECNOLOGICA, POLITICHE DELLA SCUOLA, GIOVANI E PARI OPPORTUNITA’ Assessore Milena D’Imperio, Vice Presidente

PRESIDENTE DEL CONSIGLIO PROVINCIALE Vittorio Poma

DIRIGENTE DEL SETTORE CULTURA: Dott. Antonio Sacchi L'opuscolo è stato realizzato da Barbara Galbiati del Settore Cultura.

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La Turchia

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La bandiera turca è rossa con una falce di luna e una stella a cinque punte, entrambe bianche. In turco viene chiamata Ay Yildiz che significa luna e stella. La bandiera ha un'origine complessa, in quanto il disegno è molto antico, e fu anche, con varie differenze, la bandiera dell'Impero Ottomano. Il rosso è un colore predominante nella storia della Turchia. La mezzaluna decrescente e la stella, oltre a essere simboli islamici, sono stati usati per lungo tempo in Asia Minore, anche prima dell’avvento dell’Islam. La bandiera in origine aveva solamente una falce di luna su sfondo verde, ma questo venne cambiato nel 1793 quando il sultano Selim III, sultano dell’Impero Ottomano, cambiò lo sfondo in rosso. Nel 1844 venne aggiunta la stella.

Varie sono le leggende, tra cui le seguenti:

“Un riflesso della luna che occulta una stella, apparve nelle pozze di sangue dei cristiani sconfitti dopo la battaglia di Kosovo nel 1448” (la battaglia durante la quale gli Ottomani sconfissero le forze cristiane e stabilirono l’Impero ottomano nell’Europa orientale fino alla fine del XIX secolo, portando all’adozione della bandiera turca da parte del sultano Murad II);

“Un sogno fatto dal primo imperatore ottomano, nel quale la mezzaluna e la stella apparvero dal suo petto e si espansero, presagendo l’assedio di Costantinopoli da parte della sua dinastia”;

“La mezzaluna e la stella furono la notte della caduta di Costantinopoli nelle mani di Mehmet II nel 1453”

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STORIA Età antica e Medioevo

La penisola Anatolica è stata la culla di una moltitudine di civiltà e di organizzazioni statali durante tutto il corso della storia dell'umanità. Tra le varie civiltà che vi si svilupparono nell'antichità, ricordiamo gli Ittiti, i Frigi, i Traci, i Lidii, gli Armeni e gli Elleni (Greci). Incorporata negli Imperi Persiano, Macedone, Romano, Bizantino e Mongolo, l'Anatolia ne seguì le vicissitudini, finché non fu invasa dalla stirpe tribale degli Oghuz, di etnia turca, a partire dall'XI secolo, a seguito della vittoria sull'esercito bizantino di Romano IV Diogene ottenuta nella battaglia di Manzicerta. Gli elementi turcomanni furono presto organizzati in gran parte sotto il vessillo dei turchi Selgiuchidi, i quali fondarono una fiorente e potente organizzazione statale con il capitale Rey (i cosiddetti "Grandi Selgiuchidi") e uno stato anatolico (i cosiddetti "Selgiuchidi di Rum"), entrambi distrutti nel corso delle grandi invasioni Mongole. Altra struttura statale turca in Anatolia fu quella dei Danishmendidi.

La conquista ottomana

Nel corso del XIV e del XV secolo gli Ottomani, anch'essi componenti della tribù turca degli Oghuz, riuscirono a imporre la propria egemonia oltre che in Anatolia anche su parti sempre più vaste del mondo bizantino e, successivamente, nella Penisola Balcanica: espansione coronata dalla conquista di Costantinopoli da parte del sultano Mehmet il Conquistatore (in Turco Fatih Sultan Mehmet) nel 1453.

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Sotto i suoi successori l'Impero Ottomano continuò una politica di espansione che lo portò ad essere, alla metà del XVI secolo, durante il regno del sultano Solimano il Magnifico, la prima potenza militare ed economica del Medio Oriente e del bacino del Mediterraneo. Con Mehmet III (1566 - 1603) l'impero subì tuttavia i suoi primi importanti insuccessi che, dal XVII secolo divennero la dimostrazione di una crescente e sempre più ingovernabile crisi militare, economica e politica.

Fine dell'Impero e nascita della Repubblica

Alla fine del XVIII secolo l'Impero ottomano era in una posizione di inferiorità nei confronti dell'Europa: la Russia aveva conquistato la Crimea intendeva assorbire territori nei Balcani oltre che estendere la propria influenza nell'Asia centrale; il Regno Unito aveva conquistato l'influenza nel Mediterraneo e utilizzava l'Impero ottomano come baluardo contro la Russia.

L'equilibrio di potere fu messo alla prova una prima volta nel 1831 quando, l'invasione della Siria da parte di Mehmet Ali, l'indipendente governatore ottomano dell'Egitto portò alla chiusura degli stretti e la disputa fu regolata da inglesi, russi e austriaci. Una nuova prova vi fu durante la Guerra di Crimea (1854-56) e si concluse con il Trattato di Parigi (1856) che impegnò i russi a smantellare la propria flotta del Mar Nero, ma rese la Romania una provincia autonoma sotto la sovranità ottomana. Nel 1873 vi furono le rivolte in Bosnia ed Erzegovina, le rivolte erano iniziate nel 1804-13 in Serbia mentre tra il 1821 e il 1829 la Grecia si era conquistata l'indipendenza. L'intervento nel 1876 della Russia e il Trattato di Santo Stefano(1877) obbligò gli Ottomani a concedere l'indipendenza a Bulgaria, Serbia, Romania e Montenegro. Per controbilanciare queste conquiste russe fu data la Bessarabia alla Russia, l'Austria occupò la Bosnia ed Erzegovina e il Regno Unito s'insediò a Cipro. Nel 1882 per difendere i propri interessi in Egitto (a causa dei debiti insoluti

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contratti per la costruzione del Canale di Suez) le truppe britanniche occuparono la regione.

Tra il 1878 ed il 1908 l'Austria estese la sua influenza su Serbia, Romania e Grecia mentre la Russia sulla Bulgaria. Tra il 1908 ed il 1913 il processo di smembramento continuò: l'Austria-Ungheria ottenne la Bosnia-Erzegovina, gli eserciti balcanici ottennero i territori europei residui, l'Italia occupò la Libia e le isole del Dodecaneso. Durante la prima guerra mondiale gli ottomani affiancarono Germania e Austria. Per reazione, furono firmati gli accordi Sykes-Picot (1916) che stabilirono che la Francia avrebbe esteso il suo dominio sul Libano, la Turchia sudoccidentale, la Siria settentrionale, e l'Iraq settentrionale; all'Inghilterra toccava il resto dell'Iraq, la sponda araba del Golfo Persico e la Transgiordania; per la Palestina fu previsto un regime internazionale; la Russia avrebbe ottenuto Istanbul e alcune zone dell'Anatolia orientale; all'Italia fu promessa la parte meridionale dell'Anatolia. Per realizzare il progetto di supremazia in Vicino Oriente il Regno Unito promise (con la corrispondenza Husayn-McMahon) allo sceriffo della Mecca Husayn ibn Ali che sarebbe stato riconosciuto uno Stato arabo indipendente, ma nel 1917 la Dichiarazione di Balfour creò il precedente per la formazione di un "focolare nazionale" (national home) ebraico in Palestina. Dopo la fine della guerra mondiale l'impero era smembrato in questo modo: Libano e Siria andavano ai francesi, Palestina Giordania ed Iraq ai britannici, all'Italia toccò l'Anatolia sudoccidentale mentre la Grecia occupò la Tracia, Smirne e alcune isole egee. L'Armenia divenne uno Stato indipendente, il Kurdistan una provincia autonoma. L'Egitto si affrancò completamente dalla sovranità. In questo contesto emerse la figura di Mustafa Kemal, un ufficiale del disciolto esercito ottomano, veterano della guerra di Libia ed eroe

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di guerra per il ruolo avuto nella battaglia di Gallipoli, che riuscì a coagulare attorno a sé un esercito di resistenza che con una serie di vittorie liberò la Penisola Anatolica dagli eserciti delle potenze occupanti e da quello greco in particolare (Guerra greco-turca). La Repubblica Turca fu quindi fondata nel 1923, e Mustafa Kemal Atatürk ne divenne il primo Presidente, carica che mantenne fino alla morte; sotto la sua guida ed i dettami della sua dottrina, il

cosiddetto Kemalismo, la Turchia venne formalmente trasformata in uno stato moderno e secolare, sullo stampo delle democrazie occidentali.

Tra le varie riforme attuate da Mustafa Kemal sicuramente la più importante è quella linguistica (riforma linguistica turca), mediante la quale la lingua turca fu epurata dai prestiti arabi e persiani per introdurvi parole di origine turca o di nuova formazione. Importante fu inoltre l'adozione di una variante leggermente modificata dell'alfabeto Latino, più adatto alla lingua turca che, presentando otto vocali, mal si prestava ad essere scritta tramite l'alfabeto arabo. Durante la presidenza di Kemal inoltre venne imposto l'uso del cognome in sostituzione dell'uso orientale del patronimico (per l'occasione il parlamento turco onorò Mustafa Kemal con il cognome Atatürk, in turco Padre dei Turchi) e il suffragio universale fu esteso anche alle donne (che in molti paesi europei non godevano ancora di questo diritto). Mustafa Kemal, inoltre, per modificare l'immagine del proprio paese, invitò il popolo a vestire abiti occidentali (senza tuttavia proibire l'uso di quelli tradizionali, fatta 12

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eccezione per il fez, tipico copricapo turco che aveva sostituito il turbante nel XIX secolo). Mustafa Kemal riformò inoltre il codice penale, il codice civile e il diritto amministrativo.

Dalla seconda metà del XX secolo ad oggi La parte moderna di Istanbul a nord del Corno d'Oro, sulla sponda europea del Bosforo.

La Turchia non partecipa alla Seconda guerra mondiale. Nell'immediato dopoguerra, il Presidente Ismet Inönü, diretto successore di Mustafa Kemal Atatürk, decise di aprire al multipartitismo, abbandonando il sistema a partito unico. Nel 1952 la Turchia entrò a far parte della NATO, diventando uno dei paesi cardine dell'alleanza, con un esercito convenzionale secondo tra i paesi membri soltanto a quello degli USA. L'esercito turco ha giocato un ruolo centrale nella storia moderna della Turchia, assurgendo a custode ultimo dei princìpi di laicità ed occidentalità, arrivando ad interrompere la dinamica parlamentare con ben tre colpi di stato (1960, 1971, 1980) seguiti da brevi governi militari volti, ufficialmente, a ristabilire i princìpi del Kemalismo, ma, in realtà, a parte il primo caso, a reprimere duramente l'opposizione sindacale e politica. Negli ultimi anni l'esercito turco ha evitato il ricorso ai colpi di Stato, però non ha mai rinunciato al suo ruolo di custode della Repubblica, come nel cosiddetto colpo di stato post-moderno con cui alla fine degli anni novanta del XX secolo venne disciolto il partito islamico allora al governo. In particolare, lo Stato Maggiore delle Forze Armate controllava (fino a 2003) le dinamiche politiche attraverso L'MGK (Consiglio di Sicurezza Nazionale), le cui "raccomandazioni" furono pressoché ineludibili da parte delle istituzioni politiche.

Unione europea

Gli ultimi governi della Turchia (paese membro del Consiglio d'Europa, paese associato alla Comunità Economica Europea dal 1963 e successivamente all'Unione Europea, con cui è in unione doganale dal 1996) stanno compiendo alcune limitate riforme per

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entrare nell'Unione Europea, a cui è ufficialmente paese candidato dal Consiglio Europeo di Helsinki del 1999. Nel 2005 sono iniziati ufficialmente i negoziati per l'ingresso nell'Unione Europea.

Per l'adozione dell'acquis comunitario vi sono alcuni ostacoli: oltre alla non appartenenza della Turchia al continente europeo (solo il 3% del territorio è sul continente europeo, una piccolissima porzione), vi sono la questione del coinvolgimento turco a Cipro, la cui parte settentrionale, sede della Repubblica Turca di Cipro Nord, fu oggetto nel 1974 di una secessione dalla parte meridionale con la protezione dell'esercito turco; la questione della minoranza curda, repressa militarmente, economicamente e culturalmente a partire dagli anni venti; il genocidio armeno che il paese non riconosce. Dall'inizio degli anni ottanta la Turchia, che ha riconosciuto l'esistenza dei curdi soltanto nel 1991, è in lotta contro l'aperta ribellione del PKK, gruppo che reclama una riforma dello Stato in senso pluralistico, e che è iscritto nelle liste delle organizzazioni terroristiche dell'UE e dagli USA.

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1° giorno – Venerdì, 30 marzo PAVIA/ISTANBUL

Ritrovo dei partecipanti a Pavia in Piazza Italia alle ore 6.45 e trasferimento in bus riservato per Malpensa. Arrivo a Istanbul nel pomeriggio. Giro orientativo delle antiche mura Bizantine della città e della Moschea di Mihrimah Sultan. Proseguimento per l’hotel, sistemazione nelle camere riservate, cena e pernottamento.

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ISTANBUL Costantinopoli, nome ufficiale fino al 1923, è la città capoluogo della provincia omonima ed è il principale centro industriale, finanziario e culturale della Turchia. Con una popolazione di 12.782.960 abitanti, Istanbul è il centro municipale più popoloso d’Europa (terzo nel mondo) e la terza area metropolitana più popolosa in Europa dopo Mosca e Londra. E’ una megalopoli situata nel nord-ovest del paese, la quale si estende lungo lo stretto del Bosforo, alla cui estremità meridionale si torva il porto naturale del Corno d’Oro, e lungo la sponda settentrionale del Mar di Marmara. La città, divisa dal Bosforo, si estende sia in Europa (Tracia) che in Asia (Anatolia), risultando l’unica metropoli al mondo appartenente a due continenti. Storia

La sua ricchissima storia, che la vede alle origini città greca dal nome di Bisanzio, poi capitale dell'Impero Romano d'Oriente col nome di Costantinopoli e infine capitale dell'Impero ottomano senza un nome né grafia ufficiale, ha lasciato notevoli testimonianze archeologiche e architettoniche che la rendono anche un centro turistico di rilevanza mondiale.

La Bisanzio greco-romana

La fondazione di Bisanzio, da parte dei coloni greci di Megara, risale al 667 a.C. Grazie alla posizione di controllo sul Bosforo, la città si sviluppò in breve tempo tanto da diventare oggetto di contesa durante le guerre del Peloponneso.

Dopo essersi schierata con Pescennio Nigro contro il vittorioso Settimio Severo, la città fu assediata e largamente distrutta fra il 193 e il 195. Nel 196 Bisanzio entrò a far parte dell'impero romano e fu ricostruita dallo stesso Settimio Severo, divenuto Imperatore, riottenendo rapidamente la sua precedente prosperità.

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La Costantinopoli romano-bizantina

La posizione strategica di Bisanzio attrasse anche l'imperatore Costantino I che, l'11 maggio 330, la rifondò come "Nova Roma", ma presto prese invece il nome di Costantinopoli. Secondo la leggenda dopo un sogno profetico nel quale gli veniva indicato il posto dove stabilire la città. Costantino costruì un numero impressionante di palazzi, chiese, luoghi di divertimento, tra cui il famoso circo dove si svolgevano anche cerimonie e che vedrà sommosse e assemblee popolari. La città continuò a crescere anche dopo Costantino, nell'arco di un secolo furono costruite nuove mura che quasi raddoppiarono la superficie della città.

Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la posizione strategica di Costantinopoli avrebbe continuato a giocare un ruolo importante come punto di passaggio fra due continenti (Europa e Asia), e successivamente un polo d'attrazione per l'Africa ed altri paesi dal punto di vista commerciale, culturale e diplomatico. Costantinopoli controllò per lungo tempo le rotte fra Asia ed Europa, così come il passaggio dal Mar Medi-

terraneo al Mar Nero.

A Costantinopoli nasce ciò che è considerato il fondamento del diritto romano, il Corpus Iuris Civilis, voluto da Giustiniano tra il 528 e il 565.

Creata nel 1422 da Cristoforo Buondelmonti, questa è la più antica mappa sopravvissuta di Costantinopoli e l'unica che precede la conquista ottomana

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Durante il Medioevo, Costantinopoli fu la più grande e ricca città d'Europa: si pensa che nel X secolo potesse avere fino a un milione di abitanti. Nonostante le aspre lotte interne per il potere e la scarsa autorità individuale dell'imperatore, l'oligarchia bizantina mantenne una stabile struttura politica durante i quasi mille anni dell'impero.

Dotata di un notevole impianto di fortificazioni, la città rimase per secoli inespugnata, fino al 1204, quando venne saccheggiata dagli eserciti della quarta crociata che instaurò per poco più di mezzo secolo "L'impero latino". Per Costantinopoli era iniziato il suo declino. Il 29 maggio 1453, la città cadde in mano ai Turchi ottomani guidati da Maometto II il Conquistatore (Fatih), che ne fece la capitale dell'Impero ottomano.

L'Istanbul ottomana e turca

Sotto i sultani ottomani, Costantinopoli ritrovò un nuovo periodo di splendore, diventando sede de facto del califfato nel 1517, ma mantenendo la sede del Patriarcato Greco-Ortodosso (nonostante la forzata conversione della Basilica di Santa Sofia in moschea) e in generale il carattere cosmopolita che la caratterizzò nei secoli precedenti. Il XVI secolo segnò l'apice del potere ottomano.

L'impero ottomano, sconfitto durante la prima guerra mondiale, finì ufficialmente il 1º novembre 1922. Quando nel 1923 fu fondata la Repubblica di Turchia, la capitale venne spostata da Istanbul ad Ankara. In un primo tempo trascurata in favore della nuova capitale, Istanbul passò attraverso un periodo di grande trasformazione negli anni '50 e '60. Prima degli anni sessanta, in particolare, il governo di Adnan Menderes perseguì lo sviluppo economico del paese attraverso la costruzione di nuove strade e industrie. Anche nel centro storico, moderne pavimentazioni stradali rimpiazzarono l'acciottolato e una larga parte dei quartieri vecchi venne demolita.

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Dagli anni settanta, la popolazione di Istanbul sta subendo una rapida crescita in seguito alla forte immigrazione dall'Anatolia. Nuovi quartieri (molto spesso abusivi, i cosiddetti "geceköndu") e zone industriali sono sorti alla periferia della città e molti dei villaggi limitrofi sono stati incorporati nella grande area metropolitana.

Istanbul è tuttora sede del Patriarcato di Costantinopoli, una delle antiche sedi apostoliche.

Anni recenti

In anni recenti la città è stata oggetto di diversi attacchi terroristici, come il massacro di piazza Taksim avvenuto nel 1977, e gli attacchi del 1999, del 2003 e del 2008, per un totale di più di 120 vittime e 1000 feriti.

Nell'estate del 2008 si è verificata inoltre una sparatoria fuori dal consolato degli Stati Uniti, con il rapimento di tre turisti tedeschi.

Nel giugno 2010 un attentato contro un minibus ha portato alla morte di 4 persone; potrebbe essersi trattato di una rappresaglia in seguito agli scontri fra esercito e Pkk che nel solo giugno hanno portato alla morte di 18 militari.

Un nuovo attentato compiuto da un kamikaze in Piazza Taksim porta, nell'ottobre 2010, alla morte del kamikaze e al ferimento di 15 agenti di polizia e 17 civili.

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2° giorno – Sabato, 31 marzo

Istnabul Prima colazione in Hotel. Visita della città:

- Palazzo Topkapi, tesoro, Harem - Moschea Blu, Ippodromo

Romano , Basilica Cisterna - Santa Sofia e Gran Bazar - Moschea di Beyazit

Rientro in Hotel, cena, serata al Quartiere Ortakoy.

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Palazzo Topkapi, tesoro, Harem

Il palazzo Topkapı (letteralmente "Porta del Cannone") si estende nell’area dell’acropoli dell’antica Bisanzio. Poco tempo dopo la Conquista, il sultano Maometto II decise, infatti, di farsi erigere un palazzo in questa posizione privilegiata, da cui sono visibili il mare di Marmara, il Bosforo, il Corno d’Oro e, nelle giornate limpide, le isole dei Principi. Questo edificio, che si sostituì ben presto alla prima residenza che il conquistatore ottomano si era fatto predisporre nell’area dell’antico Forum Tauri, nei pressi di Beyazit meydani, prese il nome di Yeni Saray, il “palazzo Nuovo” che mantenne per circa tre secoli. La costruzione era protetta – come tante altre costruzioni dalle medesime destinazioni – da un muro di cinta, e l'accesso era garantito da varie porte, affidate ad appositi corpi armati di guardia. Una di esse si affacciava nel punto in cui il Corno d'Oro si apre sul Mar di Marmara. Altre porte erano: La Porta della Pace (Bāb ŭl-Selām), la Porta di Mezzo (Orta Kapı), la Porta della Maestà (Bāb-ı Hŭmāyūn), la Porta delle Vetture (Araba Kapısı) e la Porta della Felicità (Bāb ŭl-Sa‘ādet).

La Porta del Cannone identificò, a partire dal XVIII secolo, tutto il Palazzo del Sultano ottomano (Topkapı Sarāyı). L’attuale nome di Topkapi gli fu dato allorché Ahmet III nel XVIII secolo fece

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aggiungere un altro corpo di fabbrica, la cui porta era sorvegliata da due cannoni, distrutto da un incendio nel 1863. L’insieme delle costruzioni attualmente designato con nome di Topkapi, fu la principale residenza imperiale dal regno del sultano Maometto II (1451-81) fino a quello di Mahmut II (1808-39). In seguito i sultani preferirono abitare nei palazzi che si erano fatti costruire sulle rive del Bosforo. Il palazzo imperiale è dunque il risultato di ampliamenti e modifiche apportati nei secoli alla costruzione originaria. Nel 1924 fu trasformato in museo e aperto al pubblico.

Tra le sale che compongono il Palazzo, la più interessante è quella che custodisce il Tesoro, dove si possono ammirare numerosi oggetti rifiniti in oro ed argento tempestati da rubini, smeraldi, perle e diamanti.

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Harem

La parola “harem”, che in arabo significa letteralmente “cosa vietata, riservata”, nei palazzi musulmani designava quella parte dell’edificio il cui accesso era rigorosamente proibito agli estranei e nella quale vivevano le mogli, le concubine e le schiave del sultano, insieme alle donne che erano a lui legate da vincoli di parentela, al riparo da sguardi indiscreti e sotto la sorveglianza e l’assistenza degli eunuchi. La legge islamica consentiva al sultano di possedere fino a 4 mogli legittime (Kadin),

mentre il numero delle concubine (odalische) era illimitato. La moglie che dava al sultano un figlio maschio otteneva l’invidiato titolo di haseki sultan e poteva aspirare a quello di Valide, o regina madre. Creato come insieme di padiglioni lignei all’epoca di Solimano il Magnifico e della sua amatissima ed energica moglie Roxelana, che non si rassegnava a trascorrere le sue giornate nel vecchio Serraglio, lontana dal consorte (il Topkapi era infatti nato come sede politico-amministrativia), il complesso dell’Harem del nuovo Serraglio ebbe strutture permanenti a partire dal regno di Murat III (1574-95) e fu, in seguito, costantemente ampliato dai suoi successori. Oggi si presenta come un vero e proprio labirinto di cortili, segrete, stanze, cellette, corridoi scarsamente illuminati che conducono ai bagni e a camere da letto spesso prive di finestre, poste a livelli diversi e collegate da tortuose scalette. All’interno del

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complesso vari sultani fecero allestire la propria camera da letto, mentre Ahmed III (1703-30) vi fece installare una sala da pranzo.

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La Basilica di Santa Sofia

E’ il massimo monumento cittadino e trionfante simbolo dell’architettura bizantina, la celebre basilica può sembrare a prima vista priva di armonia per la presenza dei massicci contrafforti aggiunti alla costruzione primitiva per puntellare la cupola e le pareti danneggiate da sismi. La circondano quattro minareti: i due disposti sul piano della facciata furono eretti da Murat II nel XV secolo, quello sulla destra in fondo, da Maometto II e l’ultimo è opera di Selim II. La porta centrale, che da accesso alla navata, è la più celebre: la tripla porta reale, che era riservata all’ingresso della corte imperiale.

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Basilica Cisterna

Scoperta sul finire del XIX secolo, la cisterna fu costruita sotto il regno Giustiniano I (527-565), il periodo più prospero dell'Impero romano d'Oriente, nel 532. Oggi si presenta come un enorme spazio sotterraneo di circa 140 metri per 70, in cui trovano spazio dodici file di 28 colonne alte 9 metri e distanziate l'una dall'altra di 4,90 m. I capitelli sono un misto tra gli stili Ionico e Corinzio, con alcune eccezioni di Dorico o addirittura di colonne non decorate.

I muri perimetrali sono di mattoni ed hanno uno spessore di 4 metri. La malta utilizzata nella costruzione è speciale ed impermeabile.

Buona parte dei materiali e delle colonne sono elementi di riuso, ne sono testimonianza in particolare due enormi teste di gorgone provenienti da qualche edificio monumentale, che fanno da base (rovesciate) a due delle colonne di sostegno della volta.

La cisterna era alimentata da un acquedotto che portava acqua fin dalla foresta di Belgrado, distante 19 chilometri dalla città.

La cisterna è stata sottoposta a ristrutturazione nel 1985 ed è stata restituita alle visite nel settembre del 1987. L'ambiente è ancora in ottimo stato conservativo, tanto da mantenere sul fondo acqua sufficiente a far sopravvivere numerosi pesci.

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L’Ippodromo

Dopo la Pace di Zsitvatorok e gli sfortunati risultati della guerra con la Persia, il sultano Ahmed I decise di costruire una grande moschea a Istanbul per placare Allah. Questa fu la prima moschea imperiale costruita ad Istanbul dopo la Moschea di Solimano, eretta quarant'anni prima. Mentre i suoi predecessori innalzarono moschee con il proprio patrimonio personale, Ahmet I utilizzò denaro pubblico, dal momento che non aveva ottenuto consistenti vittorie militari, provocando il dissenso degli ulema. La moschea fu edificata su parte del sito del Gran Palazzo di Costantinopoli, di fronte ad Hagia Sophia (a quel tempo la più venerata moschea di Istanbul) e all'Ippodromo, un altro sito di grande valenza simbolica. La costruzione della moschea iniziò nel 1609: lo stesso sultano diede avvio ai lavori. Era, infatti, sua intenzione che questa moschea divenisse il luogo di culto più importante dell'Impero. Scelse per sovraintendere ai lavori il suo architetto Sedefkar Mehmet Ağa, prima allievo e poi assistente di Sinan.

Il suo nome deriva dal ricco rivestimento interno, oltre 20.000 piastrelle in ceramica di Iznik nelle quali, in mezzo al rosso, al bianco e al nero, predominano il verde, il turchese e, soprattutto, il blu. Sotto l’effetto della luce, che entra dalle 260 finestre, le piastrelle conferiscono alla moschea un particolare effetto cromatico.

L'immagine della moschea venne stampata sulle banconote da 500 lire in corso negli anni 1953-1976.

La Moschea blu

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L’Ippodromo

Oggi dell'antico ippodromo bizantino rimangono pochi resti, ma è ancora visibile una parte dei monumenti che ne decoravano il centro: l'Obelisco di Teodosio, la Colonna Serpentina in bronzo, oltre alle vestigia della curva a sud-est. Inoltre, più tardi, venne collocata un'opera in pietra, denominata fontana dell'Imperatore Guglielmo, donata nel

1901 in segno di fratellanza dal sovrano tedesco durante una visita di stato al sultano Abdul-Hamid II.

L'ippodromo fu eretto da Costantino I contestualmente alla fondazione della "Nuova Roma". Le gradinate, inizialmente in legno, nel secolo X furono riedificate in marmo. Nella spina venne posta la colonna serpentiforme di Delfi. Successivamente Teodosio I vi fece trasportare e porre su di un dado in marmo, quale piedistallo decorato da fregi nei quali era lo stesso sovrano a comparire nelle vesti imperiali, l'obelisco egizio di Tutmosi III proveniente da Eliopoli (dove era stato eretto intorno al 1450 a.C.) . Infine fu costruito un obelisco in muratura, rivestito di lastre di bronzo da Costantino VII Porfirogenito.

La parte terminale dell'Ippodromo, chiamata Fionda, era il luogo deputato alle esecuzioni capitali.

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Nell'ippodromo si affacciava il kathisma, la tribuna imperiale, direttamente connessa al Palazzo Imperiale. Essa era fondamentale per garantire un rapporto diretto tra l'Imperatore e il popolo, così come avveniva in precedenza a Roma con il Circo Massimo e il Colosseo.

L'Ippodromo fungeva da specchio dei grandi schieramenti politici della città: alla destra del basileus sedevano gli esponenti della fazione degli Azzurri, detti "i miserabili", corrispondenti alla parte più povera e rurale della popolazione; alla sinistra i Verdi,

ovvero la borghesia cittadina detti "i contribuenti".

Dopo la caduta di Costantinopoli anche gli ottomani non persero mai di vista le attività dell'Ippodromo, che continuò la sua doppia funzione di luogo di gara e centro di assembramenti politici, tanto che i disordini proprio qui scoppiati nel 1909 causarono la caduta di Abdul Hamit II e la promulgazione della Costituzione ottomana.

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Gran Bazar

Questo celebre complesso commerciale coperto, con i suoi 200.000 m2, è considerato il più grande mercato coperto del mondo; si narra che i sultani amassero passeggiarvi in incognito, così da scoprire cosa il popolo pensasse di loro. Nella sua attuale struttura, è rimasto fedele all’impostazione originale, con 12 accessi principali e 20 secondari, tra loro collegati da una fitta rete di strade interne che si tagliano ad angolo retto, ancora parallele agli assi fondamentali del bedesten di Mehmet II.

Moschea di Beyazit

E’ una moschea Ottomana ubicata a piazza Beyazıt ad Istanbul, nei pressi delle rovine del Foro di Teodosio nell'antica Costantinopoli.

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Quartiere Ortakoy

Il quartiere Ortakoy è ex villaggio di pescatori, ormai integrato alla città. Oggi è parzialmente “coperto” dal ponte sul Bosforo, che passa a 64 m di altezza sullo stretto. Piace per i negozi di artigianato, le facciate delle case rimesse a nuovo, i negozietti di libri antichi e i mercatini delle pulci, ideali per una bella passeggiata. L’elegante moschea situata sulla punta di Defterdar fu ricostruita nel 1855.

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3° giorno – Domenica, 1 aprile Istanbul

Prima colazione in Hotel. Escursione alla Costa Asiatica: Palazzo dei Sultani di Beylerbeyi, Collina degli innamorati. Visita panoramica della città in pullman: La Fortezza di Rumeli Hisari, Ulus, Ortakoy, Ciragan, Besiktas, la casa dell’architetto italiano D’Aronco, il complesso Seyh Zafir Turbe – Kitapligi – Cesme (tomba, biblioteca e fontana), Akaretler, Dolmabahce, la moschea di Nusretiye, la chiesa Armena di Karakoy. Nel pomeriggio visita del museo Militare di Harbiye, partenza per Sishane per Mevlevihane

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Palazzo dei Sultani di Beylerbeyi

Era una residenza estiva dei sultani ottomani, costruita negli anni 1860, ora ubicata nelle immediate vicinanze del nuovo ponte sul Bosforo. Ha delle dimensioni piuttosto contenute rispetto agli eccessi dei precedenti palazzi Dolmabahçe o Kucuksu.

Dal Bosforo, si ammirano i suoi due padiglioni di balneazione, uno per l'harem (solo donne) e l'altro per la selamlik (solo uomini). Una delle stanze più interessanti è la sala di ricevimento, che ha una piscina e una fontana. L'acqua corrente era molto popolare nelle case ottomane per il suo suono piacevole e l'effetto di raffreddamento contro il caldo.

Storia

Il palazzo venne commissionato dal sultano Abdülaziz (1830–1876) e costruito fra il 1861 ed il 1865 come residenza estiva e di rappresentanza per ricevimento di capi di stato in visita. L'imperatrice Eugenia di Francia visitò Beylerbeyi nel viaggio che la condusse all'inaugurazione del Canale di Suez nel 1869. In quell'occasione l'imperatrice venne schiaffeggiata dalla madre del sultano per aver osato entrare nel palazzo al braccio di Abdulaziz.

Il palazzo fu l'ultimo luogo di detenzione del deposto

sultano Abdul-Hamid

II, dal 1912 fino alla sua morte nel 1918.

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Tour in pullman

"Aveva galoppato sulla riva giorni interi,

era andato su e giù per il Bosforo studiando l’inclinazione del

terreno

e osservando le correnti.

Alla fine aveva trovato il luogo più appropriato.

La fortezza doveva essere costruita a fianco della collina,

dove si trovavano le rovine del monastero dell’arcangelo Michele,

proprio di fronte alla Fortezza Bianca

costruita dal suo antenato Bayezid la Folgore.

Lì il terreno, abbassandosi a strapiombo verso il mare,

formava un promontorio di fronte alla sponda asiatica

e in quella traiettoria le acque scorrevano rapide.

"E fu così che in quattro mesi, tra sangue e sudore, con canti e preghiere,

la fortezza venne terminata.

Sotto la sorveglianza del Grande Signore, Mehmet figlio di Murat Khan,

venne portata a compimento nel settimo mese dell’anno 865 dell’Egira.

E allora su di una pietra venne inciso:

Il Khan battezzandola con il nome di Bogazkezen

con il sigillo marcò la storia di Istanbul."

Le mura e la fortezza di Rumeli Hisari. Il castello, a 9 km da Istanbul, fu costruito da Mehmet II nel 1452, un anno prima della presa di Costantinopoli, nell’arco di soli tre mesi per controllare il passaggio sul Bosforo.

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Vista da Ulus Park

Beşiktaş

Ciragan

Türbe of Sheikh Zafir Effendi 35

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Akaretler

Akaretler

Dolmabahce

La Moschea Nusretiye è una moschea imperiale ottomana

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Museo Militare di Harbiye

Il Museo Militare a Harbiye, a nord della Piazza Taksim, testimonia in particolare quando le truppe del sultano minacciarono di conquistare l’Europa orientale, l’intero Medio Oriente e il Nord Africa. Ospita una notevole collezione di manufatti di guerra che risalgono al periodo ottomano. E’ situato in una antica accademia militare dove studiò Mustafa Kemal Ataturk.

L'ultimo piano è dedicato all'esercito ottomano, mentre il piano inferiore contiene un certo numero di bandiere conquistate durante le battaglie. Al suo interno si può vedere un muro su cui sono state incise tutte le battaglie importanti della storia turca.

Una delle attrazioni più preziose del Museo è la catena che l'esercito bizantino tendeva in tutto il Corno d'Oro per tenere lontani gli invasori ottomani nel 1453 durante l'assedio di Costantinopoli. Un'altra importante collezione è quella di tende di seta decorate, utilizzate dai sultani negli accampamenti di battaglia.

Vi è una vasta collezione di armature, cotta di maglia, medaglie, uniformi,

spade, archi e frecce e altre armi. Gli oggetti in

mostra derivano da una serie di battaglie tra cui la prima

guerra mondiale, la battaglia di

Gallipoli e la Guerra d'Indipendenza.

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Una stanza speciale è dedicata a Ataturk e alla sua ex classe.

Il Museo Militare è luogo fondamentale da cui partire per guardare un Mehter / banda dei giannizzeri in azione. Queste bande militari, che, da secoli, hanno svolto un ruolo importante nella storia militare turca. La Banda di giannizzeri del Museo esegue quotidianamente il Mehter in turco e inglese. Un breve filmato sulla storia della band giannizzeri viene proiettato prima di ogni rappresentazione.

All'esterno del Museo sono esposte diverse armi e imbarcazioni militari.

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Il quartiere di Beyoglu

L’antica Pera, sobborgo del quartiere di Galata in cui gli Ottomani,

come già in precedenza i Bizantini, avevano permesso agli stranieri

(Genovesi, in particolare) di installare basi commerciali poste sotto il

regime delle Capitolazioni (lasciando cioè ai consoli stranieri il

compito di regolare la vita dei propri connazionali). La posizione

neutrale mantenuta nel corso dell’assedio del 1453 evitò a Pera le

rappresaglie di Mehmet II, che cercò, al contrario, di ingraziarsi i

mercanti, limitandosi ad abbassare la torre di Galata e aprire una

breccia nelle mura. Preso il nome di Beyoglu (figlio di Bey), secondo

la tradizione, da un principe bizantino convertito all’islam che vi

aveva fatto costruire una casa, a poco a poco il quartiere alto

(Beyoglu o Pera), soppiantò quello basso (Galata). Grandi palazzi,

sede di ambasciate, furono costruiti nei pressi dell’ampia arteria che

attraversa Beyoglu in tutta la sua lunghezza. Quartiere cosmopolita

che viveva all’occidentale, all’inizio del secolo nei suoi tre teatri si

rappresentavano gli spettacoli parigini di maggior successo, potenti

banche vi si installarono e compagnie straniere ottennero la

direzione dei servizi pubblici. Oggi Beyoglu (per certi aspetti

degradato) non è più il principale centro commerciale cittadino,

sebbene vi si trovino molti alberghi di lusso e strade animate da

un’intensa attività commerciale di giorno e da innumerevoli luoghi di

ritrovo di notte.

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Torre di Galata

L’enorme mole della torre di torre, alta 68 metri, non presenta tratti di particolare originalità. Dalla sommità è possibile godere di una vista incomparabile sulla città.

Fu costruita durante il regno dell’imperatore Anastasio I (491-518),

ma fu distrutta nel 1261, subito dopo la firma del trattato di Nymphaeum, concluso tra Michele VIII Paleologo ed i Genovesi, in base al quale questi ultimi erano autorizzati a stabilirsi a Galata. La torre, utilizzata per l’avvistamento delle navi, e la cerchia muraria furono, tuttavia, ricostruite dai Genovesi nel 1349. Dopo la conquista, Mehmet II ne fece ridurre l’altezza di due piani e fu utilizzata come prigione. Sotto il regno di Murat III, dal 1575 al 1595, la torre divenne un osservatorio, trasformato poi, alla fine del periodo ottomano, in un posto di guardia contro gli incendi, funzione che svolse fino alla fine degli anni Settanta.

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Via Istiklal

Nel XIX secolo, la Grande Rue de Pera era la strada principale della

parte europea di Istanbul. La maggior parte delle ambasciate erano

qui, insieme alle chiese, ai grandi edifici e agli hotel alla moda. I

turisti che arrivavano sull'Orient Express e prendevano la funicolare

fino a Tünel ribat-

tezzarono Istanbul

“la Parigi dell'est”.

Ma dopo che la

capitale della

Turchia fu spostata

ad Ankara, nel 1923,

anche gli amba-

sciatori si trasferirono e Rue de Pera iniziò il suo

declino.

Oggi Istiklal Caddesi ha riacquistato il prestigio

di un secolo fa, quando la percorrevano i ricchi

Ottomani e gli Europei in redingote fra pizzi e

ombrellini ed è il luogo più animato in città.

Nell’area della città nuova, quella che, attraverso

la zona di Beyoglu, unisce i borghi di Taksim e Pera, dove un tempo

c’erano i fondachi commerciali dei mercanti italiani, è possibile 41

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respirare quest’atmosfera cosmopolita. Basta passeggiare per la

Istiklal Caddesi, la vecchia Grande Rue de Pera, la via cara a Ian

Fleming - che vi ha spesso immaginato il suo James Bond - e a

Michael Jackson: tra boutique, gioiellerie da jet set e ristoranti

internazionali, eleganti turchi occidentalizzati si mescolano a poche

musulmane velate dalla testa ai piedi. Ma anche queste, a ben notare,

sotto i veli indossano jeans di Calvin Klein e qualche volta hanno sul

naso occhiali di Armani o Ferré. In tutta quest’area ci sono vita

notturna, locali, discoteche. E tracce di un passato moderno: Cité de

Pera, Passage Oriental, vecchie iscrizioni in francese, la seconda

lingua tra Otto e Novecento. Molti gli edifici in stile liberty:

l’architettura mostra l’eco dei modelli di Parigi, Londra, Venezia.

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4° giorno – Lunedì, 2 aprile

Istnabul Prima colazione in Hotel. Incontro presso l’Università Sehir di Istanbul. Nel pomeriggio, visita all’Istituto Italiano di Cultura, Moscheda di Solimano, Moschea di Sehzade e Acquedotto Romano. Rientro in Hotel, cena e pernottamento

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Istituto Italiano di Cultura

Occupa il secondo, terzo e quarto piano di una palazzina storica a quattro piani sita al numero civico 75 di Mesrutiyet Caddesi, nel cuore del distretto storico, a due passi da Pera Palas, albergo dei viaggiatori del famoso treno Orient Express.

Gli uffici, la biblioteca e la galleria sono ubicati al secondo piano mentre le aule dove si svolgono i corsi di lingua si trovano al terzo e quarto piano.

La superficie complessiva dell'Istituto è di 500 mq.

Il teatro, restaurato più volte, ha mantenuto intatto lo stile originario art-déco: con una capacità di circa 300 posti e un sistema acustico di rara perfezione resta uno dei teatri privati più ambiti della città.

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Le Moschee

La Moschea di Solimano il Magnifico E’ una moschea imperiale ottomana di Istanbul costruita tra il 1550 e il 1557.

Questa moschea è situata sul sesto colle di Istanbul, nella parte occidentale della città, il terreno di questo colle declina rapidamente verso il Corno d'oro e perciò furono necessarie vaste fondazioni in pietra, di dimensioni romane.

La Moschea Sehzade

E’ una moschea ottomana situata nel distretto di Fatih, su una collina di Istanbul in Turchia. E’ anche nota come “Moschea del principe”. Venne commissionata dal Sultano Solimano il Magnifico in memoria del suo figlio maggiore, principe Mehmet, che morì di vaiolo, all'età di 21 anni, nel 1543. Viene considerata, dagli storici dell'arte, come il primo capolavoro dell'archi-tettura ottomana classica.

Acquedotto Romano

La sua costruzione fu iniziata da Costantino e fu terminata, nel 378 d.C., dall'imperatore Valente. Il tratto sopraelevato, di cui attualmente restano circa 800 metri, era lungo più di un chilometro. E' costituito da due ordini di arcate di cui la prima è realizzata in grossi blocchi di pietra, mentre la seconda è costruita con materiali più leggeri. L'acquedotto fu restaurato a più riprese in quanto rimase in funzione fino al secolo XVI.

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Il Bosforo

L’escursione in battello sul bosforo consente di ammirare paesaggi molto belli, caratterizzati dalla presenza di alcuni yali, le vaste dimore in legno caratteristiche dell’architettura civile ottomana, un tempo assai diffuse.

Prima tappa, dopo aver superato il palazzo Ciragan (attualmente l’hotel più lussuoso della città), sarà Ortakoy con la sua bella Moschea. Appena passati sotto il grande ponte (fu inaugurato il 29 ottobre 1973), altra sosta (riva asiatica) è Beylerbeyi che può vantare uno dei palazzi ottomani più belli. Da qui si ritorna sulla riva europea a Bebek.

Da Bebek di nuovo in Asia, a Kandilli, l’antica Perriron dove si trova il piccolo palazzo di Goksu grazioso edificio rococò costruito nel 1856 da Abdulmecit. Da Kandilli - dopo essere passati sotto il secondo ponte (Buyuk Gok Su) - il battello dirige verso Emirgan conosciuta un tempo come Kyparodes. Quindi, sempre da questo lato, si oltrepassano Istinye e Yenikoy (antica Neapolis) per tornare infine sulla sponda asiatica a Beykoz. Da Beykos si punta verso Sariyer, ma non priva di avere attraversato Tarabya (riva europea). La baia fu in varie occasioni teatro di scontri tra la flotta veneziana e quella genovese, all’epoca in cui le città marinare si disputavano l’egemonia dei commerci del Mare Egeo e del Mar Nero. Ultima tappa, a 24 km dal centro di Istanbul, è l’Anadolu Kavagi dominato dalle rovine del castello omonimo, fortezza medioevale di cui restano le 4 sette torri massicce della cinta muraria. Era stato fatto edificare dai bizantini, restaurato prima dai genovesi ed infine dagli ottomani.

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A nord del castello si trovano altre due fortezze, erette dal sultano Murat IV che però non si possono visitare in quanto zone miliari. Dall’alto dell’Anadolu Kavaci la vista è stupenda perché a perdita d’occhio si vede da una parte il

Bosforo e dall’altra quasi l’inizio del Mar Nero. La bellezza di questa attraversata è data soprattutto dal fatto che si possono ammirare le yali, case che stanno al pelo dell’acqua e che sono costruite in legno. "Le più antiche – come riporta <ClupGuide> - risalgono al XVII secolo, hanno facciate scure con grandi balconi e finestre decorate in legno finemente cesellato. Ce ne sono di modeste e grandiose, le une a fianco delle altre in una alternanza di giardini, passerelle, darsene, attracchi, inondate di piante rampicanti, a ridosso di colline un tempo ricercate per la quiete e il piacere della vita di campagna".

La dolcezza del passaggio è tale e così portata all’eccesso che si può essere presi alle volte da una sorta di stordimento. "Forse iniziate a provare anche voi (testo di ClupGuide) <quel senso di sazietà che ad un certo punto del Bosforo – con le parole di De Amicis – provan tutti? Stanca quella successione interminabile di linee molli e di colori ridenti. E’ una monotonia di gentilezza e di grazia in cui tutto il pensiero si addormenta. Si vorrebbe veder scorgere tutt’a un tratto sopra una di quelle rive una roccia smisurata e deformata o stendersi un lunghissimo tratto di spiaggia deserta e triste, sparsa degli avanzi di un naufragio>".

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5° giorno – Martedì, 3 aprile

Istanbul/Ankara Trasferimento in aeroporto per partenza per Ankara. Visita di Ankara: - Mausoleo di Ataturk - Museo delle civiltà Anatoliche - Incontro presso l’Istituto Italiano di Cultura

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ANKARA

E’ la capitale della Turchia ed è la seconda città turca per numero di abitanti dopo Istanbul. È anche la capitale della provincia di Ankara. La sua popolazione è di 3.901.201 abitanti (dati del 2007) e si estende sull'altopiano anatolico.

Ankara è posta su di una collina rocciosa che si erge 176 metri sopra l'altopiano anatolico, sulla riva sinistra del Su il Enguri, un affluente del fiume Sakarya.

La città era famosa per la lana delle capre a pelo lungo allevate nella regione, le capra d'Angora che producono la lana mohair.

Storia

La fondazione della città di Ankara risale all'età del Bronzo con l'emergere della civiltà ittita. Sotto il loro dominio la città prese il nome di Ankuwash. Gli Ittiti sarebbero poi stati sostituiti dai frigi e la città, che era molto piccola, ha registrato un incremento demografico significativo intorno al 1000 a.C., a causa di un'emigrazione di massa da Gordio colpita da un terremoto che aveva gravemente danneggiato la capitale Frigia. Forse è per questo che il suo fondatore è considerato il leggendario re Mida di Frigia, figlio di Gordio. Grazie ai reperti archeologici rinvenuti, il geografo Pausania ha rilevato come la città sia ancora più antica. Dopo i frigi sono arrivati i lidi e poi i persiani.

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Periodo romano

Nel 277 a.C., circa, i tectòsages (Volci Tectosagi), una tribù celtica, stabilirono la loro capitale in questa città dandole il nome di Ancyra.

Dopo il 395, la città faceva parte dell'Impero Romano d'Oriente, e divenne un'importante insediamento bizantino. Nel 620 fu conquistata dai Persiani dopo la loro sconfitta a Ninive del 627.

Periodo ottomano

Nel 1071 il sultano selgiuchide Alp Arslan, dopo la vittoria in Mantzikert, prese la città ed iniziò così un lungo periodo di dominazione dei Selgiuchidi e degli Ottomani che durerà fino agli inizi del XX secolo. Nel 1101 i crociati guidati da Raimondo di Tolosa hanno recuperato la città e l'hanno consegnata a Bisanzio. Nel 1127 è andata a Danishmèndides e con la morte di Ghazi Muhammad nel 1143 fu restituita al Selgiuchidi. Il sultanato di Rum poi divenne un protettorato del Khan di Persia ed è stata costruita in questo momento la grande moschea di Khane-Arslan (c. 1290) e il mini Kizilbey Jam (c. 1299-1300) realizzato da Yakub Ali Shir. Il 20 luglio di 1402 Tamerlano sconfisse gli Ottomani nella battaglia di Ankara ed entrò nella città e Bayezid fu fatto prigioniero, ma l'anno successivo è ancora una volta nelle mani degli Ottomani, e rimase nelle mani di Mehmet Celebi nelle lotte contro i loro fratelli che avevano attaccato la città.

Nel 1607, la città fu teatro di una rivolta guidata dal capo banditi oghlu-Kalender, nativo della città, che ha toccato tutta l'Anatolia, ma nel 1608 è stata restaurata dal Gran Visir Kuyudju Murad Pascià. Durante il dominio ottomano, Ankara era la capitale. Nella riorganizzazione amministrativa del 7 novembre 1864 la capitale è stata divisa in diversi Kada (distretti): Ankara, Ayash, Bala, Zir, Beypazar, Djibukabad, Hayman, Sivrihisar, Mihalicdjik e Nalihan Yabanabad. Intorno al 1890 la popolazione era di circa 27.825 abitanti (di cui il 10% cristiani), ma era ancora una città relativamente piccola, quando scoppiò la prima guerra mondiale.

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Periodo moderno

Dopo la sconfitta ottomana nella guerra nel novembre 1918 e il Congresso Nazionale di Sivas del giugno 1919, divenne la capitale del governo rivoluzionario (ottobre 1919) e la residenza di Mustafa Kemal Atatürk. La Grande Assemblea Nazionale ha dichiarato Ankara capitale dello stato il 23 ottobre 1923. Dopo la fondazione della Repubblica di Turchia, Ankara era una piccola città che aveva appena 15.000 abitanti. Dopo il 1925, ha subito profonde trasformazioni attraverso il progetto di H. Jansen che ha ridisegnato un nuovo piano urbano. Nel 1955 la popolazione era di 453.151 unità.

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Mausoleo di Ataturk

Costruito nel 1953 da E. Onat, l'imponente Mausoleo di Ataturk (Antikabir) sorge sul sommo di una collina ed è il capolavoro dell'architettura moderna turca, conciliando magi-stralmente concezione moderna e memoria del passato. A fianco, un museo espone gli oggetti personali di Ataturk e i documenti legati alla guerra di indipendenza. Ataturk, nato nel 1881, è considerato il "padre dei Turchi" ed è stato un eroe nazionale nella storia recente della Turchia. Abile ufficiale dell'esercito e uomo politico molto importante, è stato il fondatore della Repubblica Turca ed impegnato nelle riforme intese ad occidentalizzare il paese durante il suo incarico di Presidente della

Repubblica. Il suo ricordo e il suo spirito sono vivi ancora oggi in tutto il Paese, perché è grazie a lui che esiste la Turchia moderna.

Il mausoleo (Anitkabir), testimonianza di questo fervore, è un grandioso "santuario" preceduto da 33 scalini a cui si accede da un viale trionfale abbellito da statue di leoni. Il museo illustra le gesta del fondatore della

Repubblica turca e perpetua la sua memoria. 52

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Museo delle civiltà Anatoliche

E’ uno dei musei archeologici più importanti del mondo; si trova nel quartiere di Atpazari. Situato a sud-ovest della cittadella, occupa due edifici, eretti tra il 1464 e il 1471 sotto il regno di Maometto II e destinati all’antico bazar ottomano di Mahmut Pasa, trasformato in un museo dall’inestimabile importanza. La collezione comprende testimonianze di numerose culture anatoliche, reperti di civiltà paleolitica, neoilitica, di popolazioni hatti, ittita, frigie, urarte, ellenistiche e romane. Tra le tante, si ammira in particolare la statuetta della Dea Madre di Catalhoyuk e il tavolo in legno del VIII secolo a.C. d’artigianato frigio.

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Istituto Italiano di Cultura

L’edificio dell’IIC di Ankara è una gradevole palazzina posta nel quartiere residenziale di Gazi Osman Paşa della capitale della Turchia. Si sviluppa su tre piani

• Piano terra: Ufficio del Coordinatore dei Corsi, aule, caffetteria

• Primo piano: biblioteca, punto internet, sezione di Archeologia, Ufficio Stampa

• Secondo piano: Direzione con annessa Segreteria

• La mansarda è adibita ad alloggio per gli ospiti.

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6° giorno – Mercoledì, 4 aprile

Ankara/Istanbul/Italia Prima colazione in Hotel. Tempo libero, partenza per il rientro in Italia.

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Teatro Statale (1929)

Il secondo Parlamento turco (1923) ad Ankara, attualmente il Museo della Repubblica.

Il terzo ed attuale Parlamento turco (1938) ad Ankara.

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Il palazzo Ziraat Bank (1929).

Opera Statale (1933)

Il palazzo Tekel (1928), attualmente la sede dell'Istituto Yunus Emre.

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Il Tempo della Storia. Il Novecento - a.s. 2011/2012

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Provincia di Pavia

Centro Stampa – marzo 2012