PROVINCIA DI LIVORNO CP 27.1.2012.pdf · teologiche in merito alla tragedia della Shoah, ......

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1 PROVINCIA DI LIVORNO CONSIGLIO PROVINCIALE Verbale integrale della seduta del 27.01. 2012 Consiglio Provinciale Aperto:”Il Giorno della Memoria”. Inizio seduta ore 10.40

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PROVINCIA DI LIVORNO

CONSIGLIO PROVINCIALE

Verbale integrale

della seduta del 27.01. 2012 Consiglio Provinciale Aperto:”Il Giorno della Memor ia”.

Inizio seduta ore 10.40

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CONSIGLIO PROVINCIALE APERTO Il GIORNO DELLA MEMORIA - Apertura lavori ore 10.40 Si procede alla visione del filmato "VERNICHTUNG BABY" realizzato da Marcos Jorge, Laura Muscardin e Giovanni Piperno PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Buongiorno a tutti, i consiglieri trovino posto, si accomodino pure, i ragazzi se la fanno a mettersi seduti, qualcuno ancora qui davanti possono farlo. Intanto ringrazio tutti, siamo in attesa anche di sua eccellenza il Prefetto, ringrazio tutti della massiccia presenza, in particolare voi ragazzi, oggi è il 27 gennaio è il 67 anniversario dell'apertura dei cancelli di Auschwitz da parte dell'armata rossa e celebriamo per la 12° volta nel nostro Paese Il Giorno della Memoria, è una data che viene ricordata contemporaneamente in molti Paesi Europei e che è divenuta in questi anni importante e molto sentita sia da parte della popolazione tutta che da parte delle istituzioni, perché il tentativo di annientamento degli ebrei d'Europa perpetrato dal nazismo e dai suoi alleati nel segno di una ideologia criminale che si abbatté anche contro altre categorie non solo sugli ebrei teorizzando la supremazia di uomini su altri uomini e portando l'Europa e il mondo ad una immane catastrofe che è la seconda guerra mondiale, è parte della nostra storia collettiva che scuote le coscienze spingendo le persone a chiedersi come possa essere potuto accadere una simile tragedia, molti saggi e molte opere letterarie hanno posto questioni filosofiche e teologiche in merito alla tragedia della Shoah, quale abisso della storia umana, per questo il motivo che la Shoah rappresenta è valido per tutta l'umanità e dà esso nasce un imperativo dobbiamo conoscere quello che è stato, perché non dobbiamo permettere che accada di nuovo. L'orrore per quanto avvenuto durante la seconda guerra mondiale fu alla base della Fondazione della nostra Europa, di una Europa incentrata sui valori del rispetto dei diritti umani e della dignità di ogni persona e proprio partendo dalla cesura storica che la Shoah rappresenta, fu promulgata nel 1948 dalle Nazioni Unite la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo il cui primo articolo "tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti" ne è il significativo fondamento. L'Europa, la nostra Europa è culla e depositaria del bagaglio morale, filosofico e culturale che quegli eventi ci hanno tragicamente lasciato ed in un momento di crisi qual è quello che stiamo vivendo è molto importante tenere presente le radici e i valori sui quali si fonda il comune vivere nel

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nostro consesso civile, perché la crisi in questo caso può essere anche una risorsa, una opportunità ed una occasione di riflessione e di verifica profonda, al contempo occorre tenere d'occhio le storture e i veleni anche razzisti e xenofobi che in momenti di difficoltà possono fare sorgere, per questo oggi più di ieri dobbiamo prestare attenzione operando per prevenire la deriva nazionalista e razzista di alcune frange della nostra società e non solo della società italiana, per molti secoli gli ebrei sono stati perseguitati perché legati tenacemente ed orgogliosamente alla propria identità ed hanno dunque una plurisecolare esperienza dell'essere minoranza, molto spesso discriminata, quando non perseguitata come avete visto. La storia del popolo ebraico può fungere dunque da esempio per quei gruppi e quelle etnie che faticano ad integrarsi e che comunque e lo sappiamo benissimo sostituiscono per le moderne società plurali e multiculturali un vero patrimonio ed una vera ricchezza. Il giorno della memoria che è stato istituito con una legge dello Stato e che coinvolge ed oggi ne abbiamo una testimonianza e di questo ringrazio a cominciare dal provveditore le insegnanti e tutti voi che siete qui, il mondo della scuola. In questa anni il mondo della scuola ha contribuito a generare in tanti giovani gli anticorpi contro il pregiudizio e a diffondere una cultura dell'accoglienza e del rispetto delle diversità ed anche a stimolare la voglia di conoscere, di studiare, di approfondire la storia, una storia che in questo caso è una storia di morte, ma è anche una storia di nuova vita, una storia di tante dittature ma anche una storia di tante democrazie, una storia comune che ci appartiene e ci insegna, una storia europea, ma anche una storia italiana, di quell'Italia del ventennio che è stata responsabile di quanto accaduto attraverso la promulgazione delle leggi razziali del 1938 e di tutte le conseguenze che da esse ne derivarono, la spoliazione dei diritti, dei beni e della vita dei cittadini ebrei italiani fino alla loro deportazione nei lager nazisti. Un noto famoso scrittore del secolo scorso Salvatore Quasimodo scrisse: da quell'infermo aperto da una scritta bianca "il lavoro vi renderà liberi" uscì continuo il fumo, in quel fumo era stata trasformata l'esistenza di una moltitudine di bambini, di donne e di uomini liberi, mai più tutto questo cari ragazzi mai più, per far sì che questa barbarie non si ripeta occorre conoscere, capire e sentire, studiare e vedere i luoghi della memoria, storia e memoria sono risorse fondamentali tutta l'umanità permettono di utilizzare il passato per poter comprendere il presente, la memoria è l'esperienza del vissuto porta il passato nel presente impedisce l'oblio. Per questo la memoria diventa un fattore fondamentale nella nostra vita civile e determinanti sono stati gli incontri con i testimoni della Shoah ed è grazie alla loro disponibilità che è stato possibile tramandare una esperienza diretta di quanto avvenne nei campi di sterminio nazisti. Siamo nel 2012, il 2012 rappresenta 25 anni dalla morte, dalla scomparsa di Primo Levi, lo scrittore torinese che con le sue alte testimonianze ha contributo a descrivere e a decifrare la barbarie dei campi di sterminio, i suoi libri sono un patrimonio di tutto il mondo ed uno degli strumenti di conoscenza di maggior valore, io in occasione delle Giornate della Memoria che mi hanno consentito di presiedere questa assemblea in questi consessi ho sempre citato Primo Levi e continuo a citarlo anche oggi concludendo il mio intervento con quella frase che rappresenta tutto il senso ed il

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valore di questa tragedia, che capire è impossibile diceva Primo Levi, conoscere è necessario e di queste parole dobbiamo tenerne sempre memoria e non solo nel giorno della memoria. Grazie. Applausi Vi spiego come procediamo oggi, a questo punto interverrà il dottor Emiliano Carnieri che è là non delle slide che è un antropologo e che ci farà una piccola prolusione rispetto ad alcuni concetti che riguardano il popolo e l'esperienza degli ebrei, non solo nel nostro Paese ma nel mondo, successivamente ci saranno gli interventi i saluti e gli interventi dei nostri ospiti e gli interventi brevi dei consiglieri provinciali in rappresentanza di ogni gruppo rappresentato in consiglio. Gli ospiti ve li presento nel momento in cui interverranno adesso lo do la parola al dottor Emiliano Carnieri per la sua prolusione DOTT. EMILIANO CARNIERI Antropologo Il mio intervento di stamani si collega appieno con il filmato che abbiamo visto poco fa e con quello che ha detto il Presidente del Consiglio il razzismo e la tragedia che ha prodotto con la Shoah, non è un qualcosa che l'essere umano ha nel DNA, ma è un fenomeno culturale e come tale può essere combattuto e sconfitto, sta a noi persone diciamo che hanno vissuto, che hanno gli strumenti conoscitivi, che conoscono la storia, che conosco i percorsi della storia a dare a voi giovani gli strumenti, gli anticorpi per combattere questa tragedia. Il razzismo ha radici lontane, più che razzismo la concezione diciamo della diversità umana la ritroviamo negli antichi egizi, nei greci, nei romani, però di questo non ne voglio parlare io faccio un salto storico e mi collego al periodo moderno, al periodo attuale, nel 600, ma piuttosto nel 700 c'è l'idea negli scienziati che l'umanità è distinta, che all'interno della umanità si possono individuare una serie di razze, ovviamente questa diversità ha le sue fondamenta su caratteri fisici, tanto per intendersi il colore della pelle, la forma del naso, i capelli e quant'altro ma anche per caratteri - ed oggi questa cosa ci fa sorridere - per caratteri morali, tuttavia nel 700 che è il periodo dell'illuminismo queste differenze non sono viste come un qualcosa di innato, anzi. possono anche cambiare nell'ottica ovviamente sbagliata dell'epoca, queste razze che secondo questa concezione erano inferiori potevamo progredire. Ovviamente la razza perfetta era la razza europea, erano i bianchi, nell'800 si afferma un concetto di razza diversa da quella del 700, cioè è una razza tipologica si assiste di fatto ad una gerarchizzazione cioè ad una scala dell'umanità ad una divisone tra categorie superiori e inferiori, ci sono degli elementi fissi, cioè che appunto la tipologia e il fissismo c'è la razze è una realtà immutabile, cioè ci si nasce si rimane, è un elemento anche per cui queste differenze sono presenti sin dall'origine della umanità e c'è il precetto, questo è importante, il precetto della diseguaglianza, le razze sono originariamente "diseguali" cioè ovviamente questa diseguaglianza è una diseguaglianza in termini negativa, non come oggi diciamo un

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concetto che si basa sulla diversità e come valore. Ovviamente ci sono diverse teorie, diverse ipotesi, diverse classificazioni che però salto, continuano diciamo in tutto l'800 a svilupparsi idee che poi porteranno a quello che il razzismo scientifico e cito per esempio alcuni concetti, quelli di Broca che è considerato uno dei padri della antropologia francese il quale afferma che i mulatti cioè gli incroci tra razze diverse non sono completamente fertili, ecco queste affermazioni come altre, "le razze attive", le "razze passive, i "popoli della luce", "i popoli della notte" con tutte le caratteristiche erano affermazioni che non avevano nessuno fondamento scientifico, cioè questi erano scienziati che portavano avanti delle idee delle ipotesi che non avevano nessun fondamento scientifico e nessun supporto sulla realtà, erano solo ed esclusivamente preconcetti che erano comuni nella società dell'epoca. Diversità innata e diseguaglianza sono le due facce della stessa medaglia e preparano il terreno per l'affermazione del razzismo scientifico. Una piccola parentesi Darwin che è il padre della teoria della evoluzione pur essendo un uomo del 19° secolo aveva una posizione leggermente diversa, cioè rifiutava questa separazione innata anche perché nella teoria dell'evoluzione della specie veniva esaltata la variabilità, la differenza veniva vista come comunque un elemento positivo ed il tutto era in continua trasformazione, per cui il concetto fissista che era alla base del razzismo biologico, veniva contestato anche con prove scientifiche da Darwin. Ecco poi le razze venivano distinte principalmente per il colore della pelle, per la forma del cranio ed hanno dato tutte queste cose origine a una serie di classificazioni dove alcuni elementi poi li ritroviamo purtroppo nella ideologia nazista. Cioè il concetto che la razza perfetta era una razza diciamo caratterizzata da uomini alti, biondi, con una particolare forma del cranio, come se questi elementi potessero diciamo essere testimonianza di una presunta superiorità. A noi antropologi di oggi queste cose ci appaiono assurde, all'epoca invece erano patrimonio proprio del accademico. I due padri fondatori della antropologia italiana Giuseppe Sergi e Paolo Mantegazza erano poligenisti ed erano convinti tra la differenza razziale tra i vari tipi umani basata sulla forma del cranio, tenete presente che in Italia per esempio a scuola di Lombroso ha dato vita a quella concezione per cui a seconda delle tipologia facciali si poteva distinguere l'umo onesto dall'uomo delinquente per cui erano tutte cose che comunque non avevano nessun tipo di fondamento scientifico, c'è stata poi un'evoluzione di queste cose fino a posizioni veramente assurde, cioè delle razze che erano dominatrici rispetto alle altre, fino ad arrivare ad un antropologo tedesco che nel 1937 addirittura arrivò ad ipotizzare la presenza di 37 razze che lui le considerava anche specie distinte l'Asia veniva vista come la culla della umanità. Ecco il razzismo scientifico si basa su questi presupposti, le differenze razziali sono naturali ed innate, esse si classificano in riferimento a differenti modelli di umanità razze tipologiche o anche specie, le razze sono naturalmente diseguali e su questo diciamo si è appoggiato l'inganno del calcolo del quoziente intellettivo in famoso QI che diverse volte torna anche oggi alla ribalta, viene riproposto specialmente in America, ecco tutto questo ha portato a quello che poi è stato il crimine più grande perpetrato da uomini su altri uomini in Italia con la pubblicazione del manifesto della

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razza ad opera da scienziati italiani che erano il fior fiore del mondo accademico italiano che poi ha dato il presupposto scientifico, la base pseudo scientifica per la stesura delle leggi razziale o razziste come le chiamo io ed in Germania ha portato a quello che abbiamo visto prima. Questa cosa io mi soffermo un secondo su questa immagine anche se sinceramente mi commuove, però non pensiamo che questo cose non possano più avvenire, cioè che l'odio razziale che è una cosa esclusivamente culturale, non innata, non possa mai avvenire, io cito se mi permettete un episodio che è successo anche recentemente in Toscana, poco tempo fa a Firenze sono stati uccisi, assassinati due esseri umani semplicemente perché avevano il colore della pelle scura, nera, solo per questo, quindi non siamo per niente immuni a questo terribile virus. Fortunatamente c'è stato uno shock anche nel mondo scientifico, nel mondo accademico su quella che poi è stata la Shoah, per cui gli antropologi che fino ad allora nella maggior parte dei casi erano stati al servizio della ideologa razzista incominciato invece a considerare la storia della umanità in maniera completamente diversa. Da un'analisi di tipo tipologico, cioè basato solo ed esclusivamente sui caratteristici fisici che dava dei risultati che sappiamo oggi non essere assolutamente corretti, si passa ad un'analisi e questo anche perché la tecnologia ce lo permette, ad una analisi più interna, più intima, cioè si va ad analizzare il nostro DNA su come siamo fatti dentro, e quello che è venuto fuori, che è un dato inoppugnabile che non può essere contestato da nessuna ideologia che l'umanità è una sola, che la variabilità che abbiamo al nostro interno è una variabilità "minimale" minima, piccolissima, che non esistono differenze genetiche significative tra gruppi umani diversi, c'è più probabilità o meglio c'è la stessa probabilità di trovare una differenza tra me e qualsiasi persona all'interno di questa sala, che con una persona che ha il colore della pelle scura, come un etiope per esempio, il livello di variabilità è lo stesso. Poi i dati genetici hanno provato di fatto e questo anche i fossili che l'umanità ha una origine sola e quindi il policentrismo è falso scientificamente, tutti noi deriviamo da una popolazione umana che è vissuta 200 mila anni fa in Africa. La culla dell'umanità non è come affermavano i nazisti e i razzisti l'Asia, ma bensì l'Africa, siamo tutti Africani nel DNA. Tra l'altro esistevano e mi avvio a concludere esistevano già gli strumenti e le conoscenze scientifiche nell'800 per spiegare la variabilità umana, le differenze umane erano dei principi che erano stati osservati nel mondo animale, in particolare la regola di Gloger del 1833 la quale afferma che in una specie a grande dispersione geografica e la nostra lo è la pigmentazione cioè il colore della pelle decresce con la latitudine, cioè la colorazione della pelle che era considerato come un elemento, un carattere razzista in realtà è semplicemente come tutti gli altri caratteri una risposta adattativa ai diversi tempi di ambiente e di clima e non c'è nessuno motivo per cui uno con la pelle nera o la pelle rossa o la pelle gialla sia inferiore rispetto ad uno con la pelle bianca, lo stesso discorso vale per le culture, la storia dell'umanità sin dalle origini, da quando siamo comparsi su questo pianeta è stata caratterizzata da migliaia, dico migliaia di fenomeni migratori di spostamenti di gruppi umani, di interazioni tra di loro a volte anche violenti traumatici, dove però il miscuglio genetico ed il miscuglio culturale ha portato al progresso della umanità non al regresso, questo ve lo dovete ricordate specialmente quando vengono fatte delle

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polemiche, delle affermazioni sulla chiusura culturale e genetica dei popoli. Io con questo ho concluso, vi ringrazio shalom a tutti . - Applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Ringraziamo il Prefetto della sua presenza prego, una nota, allora noi tra il pubblico abbiamo una classe della quinta elementare della scuola Puccini che ovviamente sono bambini che sono stati qui con noi un paio di orette ed incominciano i discorsi che faremo successivamente, cui io li ringrazierei, sono d'accordo con le maestre, li ringrazio salutiamoli con un applauso. - applausi Quindi riprendiamo i nostri lavori, con il saluto del presidio militare di Livorno, attraverso la presenza del colonnello Nuzzi Comandante Provinciale Dei Carabinieri, Prego Colonnello. COLONELLO SAVERIO NUZZI Comandante Provinciale Carabinieri Livorno Grazie presidente è con grande piacere che saluto questo Consiglio Provinciale il suo Presidente, le Autorità convenute, il Pubblico, le Scolaresche presenti, innanzitutto mi preme portare i saluti del presidio militare di Livorno e del suo comandante l'ammiraglio capo Dragone oggi assente per importanti impegni istituzionali. L'importanza della giornata è già stata ampiamente in maniera esaustiva evidenziata con gli interventi precedenti per noi il Giorno della Memoria commemora non solo le vittime dell'Olocausto, ma tutte le vittime del nazismo e del fascismo e di coloro che a rischio della propria vita, hanno protetto i perseguitati, questo dice la legge istitutiva, in questo ambito quindi mi preme evidenziare un aspetto e fornire per i ragazzi soprattutto un ulteriore elemento di riflessione relativo ad un dato poco conosciuto ma reale, anche per evitare la retorica della celebrazione, questo è stato un dato che anche negli interventi precedenti non è stato a mio avviso sufficientemente evidenziato ed è l'aspetto relativo a quello che avvenne immediatamente dopo l'8 settembre quando dopo l'armistizio centinaia di migliaia di militari italiani appartenenti alle forze armate quando furono disarmati dai tedeschi e posti di fronte ad una drammatica scelta, se continuare la guerra sotto insegne nazifasciste o essere deportati nei campi di concentramento la gran parte di loro circa 650 mila ma è una stima per difetto quelle per eccesso arrivano fino a 1 milione e 17 mila è un dato molto preciso rifiutarono di combattere al fianco dei tedeschi e scelsero di non aderire alla Repubblica di Salò, la conseguenza di questi due no, fu la deportazione e l'internamento nei lager nazisti, non come prigionieri di guerra, ma con uno status nuovo che era quello fino allora sconosciuti di "IMI" Internati Militari

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Italiani voluto specificamente da Hitler per sottrarli alla convenzione di Ginevra e quindi sfruttarli liberamente in modo totale; di questi 650 mila soldati quasi 50 mila morirono di fame o di tubercolosi per sevizie o esecuzioni sommarie o sotto i bombardamenti, preferirono quindi i sacrifici dei lager piuttosto che rinnegare il giuramento di fedeltà prestato all'Italia. Questa pagina sconosciuta della seconda guerra mondiale, della guerra civile tra italiani tra il 1943 ed il 1945 della Resistenza e della guerra di Liberazione è stata a lungo trascurata e dimenticata, calò un inesplicabile silenzio parve che nella coscienza nazionale fosse avvenuta una sorta di rimozione dell'evento, soltanto a partire dagli anni '80 con la pubblicazione delle memoria dei militari internati la situazione inizierà a cambiare, è opportuno allora ricordarli anche oggi, così come è opportuno unire a loro e ricordare il sacrificio delle forze armate italiane ricostituitesi dopo l'armistizio, il nuovo esercito si riorganizzerà in soli in tre mesi e partecipò a tutte le fasi salienti dei successivi 20 mesi della guerra di liberazione. Furono scritte pagine gloriose nel Garigliano per la liberazione dell'Italia centrale fino alla linea gotica, quindi altre decine di migliaia di militari italiani che contribuirono a salvare l'onere dell'Italia e questa lotta si saldò con la lotta e con i sacrifici delle brigate partigiane e con il martirio delle popolazioni. Dirà lo storico Poli: "mai nella storia d'Italia forze armate e popolo furono avvinti in un'unica sorte ed in una unica speranza come durante la guerra di Liberazione. In conclusione allora per rendere la Memoria da quanto ricordiamo oggi un elemento vivo ed occasione di riflessione sulle speranze dal nostro tempo, invito voi ragazzi a ricordare oggi come il ruolo delle nostre forza armate e di livornesi militari livornesi come Giotto Ciardi carabiniere in Albania, Mario Canessa poliziotto al confine, sia stato importante nella creazione del nuovo stato unitario democratico continuazione del processo risorgimentale oggi a 150 anni dall'Unità d'Italia, questo è oggi il patrimonio morale delle nostre forze armate e tutto questo oggi non va dimenticato. Grazie. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie comandante, do ora al Prefetto dottor Mannino per il suo intervento. Prego eccellenza. DOTTOR DOMENICO MANNINO Prefetto di Livorno Grazie Presidente, grazie all'amministrazione provinciale che ogni anno fissa una serie di cerimonie per questo momento, io naturalmente come sempre mi rivolgo soprattutto ai ragazzi in particolare oggi perché anche se i fatti che sono oggetto di questa giornata sono avvenuti 70 anni fa, pochi di noi li hanno vissuti alcuni di noi ne hanno visto solamente qualche effetto solo successivo è importante che invece i ragazzi abbiamo piena coscienza di quello che successe quasi 70 anni fa, che non fu l'unico caso, in questo caso parliamo naturalmente della nazione ebrea, ma non fu

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l'unico caso contro gli ebrei che non fu l'unico caso contro altri soggetti; noi ricordiamo questo momento perché la Shoah rappresentò una strage razionalmente e tecnicamente voluta e realizzata, ma tante altre ce ne furono e soprattutto dobbiamo dire che non ricordiamo e non ce l'abbiamo quella perché avvenne 70 anni fa, ma oggi, ancora oggi, forse stamattina poche ore fa ne succedono ancora, perché nel momento in cui il razzismo religioso si rivolge contro altri, con la scusa ripeto della religione ma alla base tutta una serie di altre ragioni, si verifica quello che si è verificato tanti anni fa; quindi non dobbiamo essere indifferenti non dobbiamo pensare che una celebrazione che si riferisce a 70 anni fa in momenti e situazioni particolari che una tragedia più grande dell'ambito di una tragedia ancora più estesa che era quella della seconda guerra mondiale, no, purtroppo dobbiamo creare la nostra coscienza e sapere che non sono fatti che non si ripeteranno, si potranno ripetere se noi non ci rendiamo conto che la diversità, che la Ragione che sta alla base di tutte quelle teorie, sentivo prima il professore che faceva riferimento alle varie teorie, ma quelle teorie sono una giustificazione di altri fatti che invece sono alla base di queste attività. Il popolo ebreo fu sterminato con solo per ragioni di razza, ma soprattutto per ragioni finanziarie, per ragioni politiche così come avveniva precedentemente. Anche oggi quando per esempio gli sciiti si mettono contro i sunniti in Iraq non è perché si odiano per motivi legati precisamente a quella che è la loro religione, ma perché vi sono degli interessi politici ed economici che con la scusa della religione fanno sì che quando qualcuno vada a prevaricare e quindi comandare sugli altri e trarne vantaggio e se vogliamo andare ad un ricordo che probabilmente voi avrete visto quanto meno non nei giornali, ma sicuramente in qualche film la stessa guerra civile americana fra nordisti e sudisti aveva alla base l'apparente scusa della difesa da una parte e del mantenimento dello status quo da parte dei sudisti, ma in effetti quei poveri neri che furono alla base apparente del conflitto erano niente altro che l'apparente scusa per lo scontro che c'era tra il nord America industrializzato e il sud America agricolo più ricco e che voleva mantenere in una certa posizione i negri, ma non è a dire che il nord quando vinse la guerra diede la parità ai negri, anzi probabilmente si sfamò meglio con il sud almeno quantomeno venivano in qualche modo nutriti anche se naturalmente con situazione che sono folli da ricordare rispetto a quello che è il nord. Quindi ricordiamo queste vicende e non diciamo ormai sono passate che le ricordiamo a diamo a fare. No, se oggi apriamo il telegiornale con forme diverse, con sistemi diversi con modi diversi si continuano a ripetere e sono il frutto di che cosa? Di un egoismo, della incapacità che abbiamo noi di saper vivere con gli altri, gli sforzi fatti fino adesso per avere che so la costituzione europea, gli sforzi fatti perché i paesi vivano più vicini, sono ben lontano dall'essere realizzati o meglio si avvicinano nel momento in cui una situazione di benessere, di tranquillità piena libertà sembra poter favorire questo sviluppo, nel momento in cui però un momento di crisi si riverifica come vediamo in questo momento, c'è una crisi economica e quelle piccole unioni che si sono verificate vedi per esempio l'euro realizzato appena 10 – 11 anni fa, le aggregazioni che si sono realizzate minacciano di frantumarsi e perché? Perché c'è qualcuno che sentendosi più forte vuole mantenere questa posizione, poi vi sono anche

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naturalmente le posizioni razziste c'è quello che urla contro l'ebreo, urla contro l'inglese, urla contro il tedesco, il giapponese o il cinese, la verità è che quella oltre che essere naturalmente alla base di una grande ignoranza che dovrebbe sparire è solamente continuo a ripeterlo, la scusa per prevaricare gli altri e questo può avvenire con i bianchi, con i neri e con i gialli. Guardate queste immagini vedete dove hanno condotto nostri padri e i nostri nonni 70 anni fa, sembra impossibile che degli uomini abbiamo fatto queste cose ad altri uomini. Non era impossibile tanto è vero che è successo, non è vero che è impossibile che si possa ripetere, perché sta verificandosi, fatte di tutto guardando quella che è la realtà di oggi e facendo crescere le vostre coscienze perché domani veramente non si possa più ripetere. Vi ringrazio. - Applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie dottor Mannino do la parola la parola al pastore della Chiesa Valdese di Livorno Klaus Langeneck prego. KLAUS LANGENECK Pastore Chiesa Valdese di Livorno Sono molto riconoscente per la possibilità di poter parlare, di poter dare un contributo alla riflessione di questa giornata e penso che oggi io debba parlare sotto due punti di vista: da un lato come cristiano, come teologo protestante e dall'altro lato come persona di nazionalità tedesca. Le chiese protestanti hanno sin dai tempi della riforma letto e predicato l'antico testamento o meglio la scrittura ebraica e non soltanto la scrittura apostolica, come è possibile che le chiese protestanti o le chiese in genere della Germania non erano più attente nei confronti degli ebrei con i quali comunque condividevano una gran parte della scrittura? Come è possibile che una fede che ha le sue radici nell'ebraismo era in grado da nutrire idee antisemite? Non hanno mai pensato che queste idee erano offensive al massimo nei confronti di Gesù Cristo che comunque sotto l'aspetto umano era ebreo? Per me oggi queste cose sono incomprensibili, l'antigiudaismo era un fenomeno diffuso in tutta l'Europa cristiana e come abbiamo sentito nell'800 riceve un fondamento pseudo scientifico e diventa antisemitismo. La sconfitta dell'impero prussiano nella prima guerra mondiale e la leggenda della pugnalata alle spalla da parte dell'internazionale ebraica come causa della sconfitta sicuramente non ha reso gli ebrei più simpatici agli occhi dei nazionalisti tedeschi, agli occhi di questi tedeschi feriti nel loro orgoglio nazionale e l'uso di questi argomenti, proprio di queste bugie sugli ebrei da parte del partito Nazionale Socialista era conosciuto già prima delle elezioni del 1933 e difatti a queste elezioni segue immediatamente l'introduzione del paragrafo sugli ariani, cioè che in fondo gli ebrei venivano esclusi da tutti gli incarichi pubblici.

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Come è possibile che soltanto poche persone come per esempio Dietrich Bonhoeffer ne abbiamo capito la pericolosità, e abbiano già nel '33 tematizzato il problema della antisemitismo? Bonhoeffer poi ha pagato immediatamente un prezzo molto alto personalmente non solo l'uccisione nel 1945, lui già dal 1933 non poteva più lavorare nella Germania Nazista per le sue affermazioni sul tema. Le chiese protestanti hanno organizzato la resistenza contro il regime organizzando la cosiddetta Chiesa Confessante, contro questa Chiesa Evangelica Tedesca in mano ai nazisti, ma difendendo soltanto loro stessi, la loro protesta non ha mai toccato il problema degli altri, il problema degli ebrei, dei comunisti, degli omossessuali, degli zingari, almeno nelle posizioni ufficiali, nei documenti non c'è, ancora nella dichiarazione del Consiglio delle chiese Evangeliche della Germania del 19 ottobre del 1945 testo conosciuto come confessione di colpa di Stoccarda si legge: "con grande dolore diciamo attraverso di noi è venuta infinita sofferenza su molti per popoli e paesi, quello che abbiamo testimoniato molte volte nelle nostre comunità lo diciamo ora a nome della Chiesa intera, abbiamo lottato per lunghi anni nel nome di Gesù Cristo contro lo spirito che ha trovato la sua terribile espressione nella brutalità del regime nazional socialista, ma ci accusiamo di non avere confessato la nostra fede con più coraggio, di non avere pregato con maggiore perseveranza, di non avere creduto con maggiore entusiasmo e di non aver amato con più calore". Parole "importanti" ma parole "generiche" nessun cenno a quel crimine particolare che il regime nazionalsocialista aveva organizzato contro gli ebrei ed un silenzio imbarazzante, ed era un silenzio che è durato molto, la teologia protestante le chiese hanno avuto bisogno di ancora molti anni prima da iniziare ad affrontare il tema della Shoah come tema che tocca la fede cristiana, perché tocca la relazione con Dio. In Italia la situazione era leggermente diversa, la resistenza di molti evangelici e di chiese evangeliche contro il fascismo e dopo i tedeschi, dopo l'8 settembre ha trovato anche forme di solidarietà nei confronti degli ebrei, forse il motivo di questa diversità sta nel fatto che il fascismo in particolare dopo il concordato del 29 non vedeva di buon occhio gli Evangelici, alcune chiese erano addirittura vietate e perseguitate, ma anche in Italia la consapevolezza su che cosa significhi la Shoah per la fede, per la cultura europea, per la cultura umana è arrivata con ritardo. Ma quello che il regime nazista ha fatto contro gli ebrei mi tocca in modo particolare come cittadino tedesco, cioè non basta dire: "il nazismo era una pazzia, una aberrazione, un crimine contro l'umanità" Hitler comunque nel 1933 è stato eletto dal popolo tedesco, la cultura tedesca che ha molti aspetti belli e profondi e di cui vado anche fiero, comunque è stata al tempo stesso capace di partorire questo orrore. La Germania, e spero che non venga mai dimenticato ed in particolare che la Germania stessa non lo dimentichi mai, la Germania non è soltanto il paese dei filosofi e dei poeti, il paese della efficienza e dell'ordine, ma anche il paese del nazismo, il Paese che ha organizzato la Shoah, quello che mi tocca sempre il modo molto doloroso è il fatto che la culla dell'ebraismo ashkenazita era la valle del Reno dove le prime comunità ebraiche si sono stabilite ai tempi dei romani, cioè molto prima che il centro, il nord e l'est dell'Europa sono diventati cristiani, la lingua quotidiana delle comunità ebraiche dell'est lo Yiddish è una specie di dialetto tedesco

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che io come tedesco che parla dialetto capisco in gran parte. Leggendo sulla vita e sulla cultura ebraica ashkenazita ho sempre percepito una grande affinità tra la mia cultura tedesca e quella ebrea e comunque gli ebrei tedeschi erano tedeschi a pieno titolo quante cose di cui noi tedeschi siamo orgogliosi sono stati fatti o scritti da tedeschi/ebrei, ebrei/tedeschi. Io sono nato dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma ancora abbastanza vicino per cui le ombre di questa guerra fanno parte della mia infanzia, il rischio è sempre che con il passare del tempo si comincia a dimenticare, si comincia a rimuovere, già abbiamo fatto tanta fatica di far uscire la conoscenza della Shoah e la tentazione è molto grande di rimuoverla di nuovo. La memoria deve rimanere viva, ho detto più correttamente noi tutti dobbiamo impegnarci a mantenerla viva affinché rimanga viva la nostra vigilanza, una cosa come la Shoah non dovrebbe mai più ripetersi, purtroppo sembra che l'umanità sia molto dura nell'imparare certe lezioni, regimi brutali, genocidi, razzismo e odio continuano a mietere vittime, quando succedono crimini di questo genere il minimo che noi possiamo fare è che non rimangano nascosti nel silenzio come è successo per troppo tempo con la Shoah ma che si alzi il nostro urlo di protesta e di denuncia grazie. - applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie al pastore della chiesta valdese di Livorno, per alternare gli interventi tra gli ospiti ed i consiglieri visto che un Consiglio Provinciale do la parola al consigliere Corsinovi in rappresentanza del gruppo del PDL. CONSIGLIERE – ALESSANDRO CORSINOVI Noi celebriamo questa giornata oggi in memoria della Shoah ma cosa importante sarebbe non ricordarsene soltanto una volta all'anno di quegli eventi e del significato di queste manifestazioni. Bene far conoscere quelle pagine di storia soprattutto ai giovani, bene fargli visitare i luoghi della memoria come fanno le istituzioni di intesa con le autorità scolastiche organizzando ogni tanto dei viaggi di studio in quegli orribili lager che ricordano lo sterminio nazista. Apprezzabile e condivisibile l'impegno di tutte quelle istituzioni che si ricordano di questa giornata con iniziative come quelle promosse ogni anno dalla Provincia di Livorno. Il Giorno della Memoria rappresenta un momento di conoscenza come abbiamo vostro indispensabile e necessario per educare alla pace, alla tolleranza e alla solidarietà e fratellanza tra i popoli, le culture, le religioni senza divisioni di razza, il filmato di oggi ed il significato della iniziativa di quest'anno è proprio legato all'impegno a difesa della uguaglianza contro il razzismo oltre che a ricordare la memoria delle atrocità che abbiamo visto. Si sta parlando di un pezzo da storia delle persecuzioni che nel corso dei secoli l'umanità ha conosciuto, forse la più grande,

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persecuzioni ad opera del nazifascismo, così come altre persecuzione ed atrocità sono state compiute nel 900 in nome di altri regimi, per esempio quelli comunisti. Tra qualche giorno ricorre un altro anniversario che una legge del 2004 nel nostro Paese ha voluto dedicare alla solenne commemorazione dei martiri delle foibe, profonde rocciose carsiche nelle quali furono gettati vivi migliaia da italiani, istriani, dalmati, dopo la fine della seconda guerra mondiale, quindi persecuzioni ed atrocità che come le altre hanno significato esclusione, intolleranza violenza razzista e poi assassinio e strage. La persecuzione degli ebrei di cui oggi commemoriamo la giornata può servire anche a farci riflettere sulla presenza è stato ricordato se pure minimale di una antisemitismo che non è finito negli ultimi anni, episodi che si sono verificati in Europa negli anni scorsi ed anche in altre parti del mondo, l'antisemitismo poi addirittura da odio alla religione e contro la fede ebraica si è anche trasformato in anni a noi anche vicini in odio politico contro Israele anche questo è un altro elemento da condannare. Campi di sterminio, campi di lavoro, campi di transito venivano chiamati, campi di prigionia, di raggruppamento di internamento ma anche carceri lager, le vittime delle atrocità nazifasciste furono milioni di ebrei, la metà dei 10 milioni che ci sono stati ricordati di vittime dei campi di concentramento e di sterminio furono polacchi, 5 milioni di polacchi morirono assassinati nei campi di sterminio la metà e non furono soltanto milioni di ebrei, ma anche persone di religioni diverse ed etnie ritenute per effetto di quella abnorme cultura scientificamente falsa indesiderabili perché di razze inferiori, così come gli oppositori politici dei regime nazifascista come i rom, i sinti, gli zingari, i malati di mente, i portatori di handicap, gli omosessuali e anche tantissimi cattolici, morirono nei campi di concentramento e di sterminio e se qualcuno degli ebrei soprattutto italiani e francesi si salvo dallo sterminio lo devo anche all'impegno di tantissimi uomini e donne di chiesa che si impegnarono per portare in salvo e salvare gli ebrei dalla deportazione e dallo sterminio. Tra quelli più famosi ne ricordo uno e concludo un prete polacco Massimiliano Kolbe sacerdote beatificato santo da Paolo Sesto, ammazzato dopo mesi di atroci sevizie nei campi di concentramento con una iniezione letale al braccio, e quando l'ufficiale tedesco gli faceva la puntura lui lascio delle parole che sono ancora oggi un monito perenne per tutti cattolici, non cattolici, ebrei, laici, dicendo all'ufficiale tedesco un attimo prima di morire: "lei non ha capito nulla della vita, l'odio non serve a niente, solo l'amore crea" e questo è un messaggio universale che ancora oggi appartiene a tutti noi. - Applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Do la parola al presidente della Comunità Ebraica Livornese Zarrugh prego.

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SAMUEL ZARRUGH Presidente Comunità Ebraica Livornese Buongiorno io ringrazio tutti i presenti e ringrazio il Consiglio Provinciale della città di Livorno, il Presidente del Consiglio Provinciale il dottor di Bonito il Presidente Kutufà e tutti i gruppi del Consiglio Provinciale che sono qui con noi oggi per celebrare questa Giornata della Memoria. La Giornata della Memoria fu istituita 12 anni fa e qui venne l'ideatore, relatore della legge Furio Colombo mi ricordo quel giorno e c'era con noi anche Terracina quello che ha parlato nel filmato, entrare qui dentro e vedere tanti nastri galli che ricordano il Maghen David giallo, la stella di David gialla che aveva una origine medioevale che poi i nazisti l'hanno messa in tutti i territori occupati da loro per distinguere l'ebreo da chi non è ebreo, l'ebreo doveva uscire per la strada con la sua stella gialla additato così chiunque poteva approfittarsene di lui, fare di lui quello che gli pareva e qui la verità bisogna ricordare, ricordare coloro che hanno agito in senso opposto, perché il re della Danimarca, la Danimarca era un Paese occupato dai nazisti il re della Danimarca lo stesso giorno è sceso per le strade con la stella gialla sul petto per dire anche io sono re di questo Paese e re anche degli ebrei, sono ebreo anch'io, bisogna ricordare tutto questo. La città di Livorno e la sua Provincia hanno avuto questa settimana ci sono state importanti manifestazioni devo dire la verità, io non posso non essere grato e ringrazio l'Istoreco per quello che ha fatto ieri e lunedì, poi il Centrodonna con l'associazione Evelina di Magistris, l'Ippogrifo poi anche stamani mattina c'era nella piazza Saragat una celebrazione che ricordava don Roberto Angeli che alla comunità ebraica di Livorno e l'ebraismo è figura molto cara per l'aiuto che ha dato agli ebrei di Livorno, confusi, sfuggiti, o scappati, terrorizzati da quello che succedeva in giro. Ho sentito il nostro prefetto sua eccellenza ho sentito il comandante Nuzzi il suo intervento, il pastore Klaus il suo bell'intervento che tira fuori una animo tedesco che forse sente una responsabilità maggiore a questo. Il fascismo in Italia non fu al di sotto al di meno dei tedeschi, forse l'Italia non aveva questa grande organizzazione, di eccidio di massa, perché i tedeschi hanno studiato come si può eliminare 10 – 15 mila persone in un giorno, non è facile, non è facile, se uno pensa io voglio eliminare, voglio ammazzare che ne so un mattatoio per 10 mila galline in un giorno non è facile, figuriamoci esseri umani perché deve sfarsene di loro devono prima di ucciderli, selezionarli e poi ucciderli, poi mettere nelle camere a gas, poi bruciarli e poi seppellire anche le ceneri o farle uscire da lì, sono tutte cose messe insieme che se pensa e la cosa che fa veramente molto riflettere la Germania ha continuato in questo malgrado che perdeva la guerra sentiva di perdere la guerra e quelli avevano delle forze che dovevano anche fare questo, dovevano fare l'eliminazione degli ebrei. Io non posso non ringraziare la Professoressa Amato Nicosia che è qui con noi e si è portata dietro il suo esercito, perché questo è l'esercito

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della professoressa Nicosia, questi ragazzi delle scolaresche, e sono loro che devono poi domani raccontare, raccontare a quelli che non c'erano, che cosa hanno visto e cosa hanno sentito oggi, perché l'uomo può trovarsi sempre in una situazione che deve fare le sue scelte. Per l'uomo è molto più facile fare una scelta dalla parte del forte, dal punto di vista materiale è più facile ed anche più redditizio, l'uomo deve fare la sua scelta secondo la sua coscienza non può essere che dalla parte del debole, perché il forte non ha bisogno di essere rafforzato. In Italia ci sono stati tanti che hanno spiato gli ebrei, si vendeva un ebreo per un pacchetto di sale se noi pensiamo e questo c'era anche a Livorno eh! C'era qualcuno che regalava del sale per la denuncia di un ebreo da deportare in Germania perché c'era qui anche un campo di sterminio, la risiera di San Sabba, non dobbiamo dimenticare anche la nostra responsabilità in Italia. Non furono tutti così, grazie a Dio tra gli italiani c'erano anche persone molto generose e come dice il rabbino Elio Toaff conosciuto a tutti in Italia ed anche all'estero, se c'è un ebreo che si è salvato è perché c'è qualcun altro ebreo che l'ha aiutato a salvarsi perché sennò non si salvava nessuno, anche questo bisogna riconoscerlo. Tra gli italiani si sono distinti tanti, noi non possiamo dimenticare per esempio una figura dei Carabinieri come Salvo D'Acquisto, Salvo D'Acquisto che ha voluto pagare per tutti e ha sacrificato la sua vita per tutti, Giovanni Palatucci un altro grande italiano che la preferito morire a Dacau per salvare qualche ebreo, qui a Livorno abbiamo avuto anche Mario Canessa un uomo giusto tra i popoli e anche Giotto Ciardi lo abbiamo nominato, non possiamo dimenticare che Milano fu liberata dalla Guardia di Finanza e per questo le forze italiane sia dell'esercito che di mare che hanno aiutato nel combattere il nazifascismo per questo se noi pensiamo a Palatucci a Salvo D'Acquisto e alla Guardia di Finanza che ha liberato Milano noi possiamo ancora avere speranze. Che cosa devo dire prima di concludere, io ho sentito con molta attenzione l'intervento del pastore Klaus, un bellissimo intervento devo aggiungere una cosa sola, il nostro nemico il nemico di tutti noi ebrei è il negazionismo, il negazionismo non porta da nessuna parte, porta solamente altre tragedie sulle tragedie ed io penso che quello che sta succedendo anche contro la comunità cristiane sia copte in Egitto o cristiani in Iraq o quello che stanno subendo in Nigeria da Boko Haram le comunità cristiane la responsabilità è del negazionismo, perché siamo molto in silenzio per tanti anni e per questo bisogna sempre alzare la voce quando si sente che qualcuno viene sempre sopraffatto da uno più forte di lui. Ed è per questo che secondo me la Giornata , il giorno della Memoria non è fatta né come risarcimento agli ebrei, perché non può mai diventarlo, nulla più risarcire quello che è successo, nemmeno un omaggio agli ebrei, ma è un monito a tutto il mondo ed a tutte le comunità che potrebbero rischiare quello che hanno subito gli ebrei. C'è una frase del levitico (parla in ebraico) tradotta: Non ti fermare inerte di fronte al sangue di tuo fratello, allora l'uomo ed il sangue del tuo fratello è il tuo sangue, noi siamo tutti dello stesso sangue. e per questo c'è un'altra cosa che dice: (parla in ebraico) tradotta: cioè qualcuno può riscattare la sua vita eterna in un momento solo in un'ora sola e per questo se ti capita di fronte una cosa, tu devi essere sempre dalla parte del giusto,

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quando hai fatto questo hai riscattato la tua vita futura. Io vi ringrazio, ringrazio tutti i presenti e ringrazio ancora la Provincia di Livorno per quello che fa, per quello che ha fatto. - applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie caro Zarrugh, do la parola alla dottoressa Amato che io continuo a chiamare provveditore agli Studi mi consenta per un breve saluto. DOTTORESSA AMATO Io desidero porgere il mio saluto a tutti quanti i presenti ed in particolare un ringraziamento al Presidente del Consiglio ed alla nostra amministrazione provinciale che ha voluto oggi non solo la mia presenza, ma la presenza di nostri giovani insieme ai loro docenti, ai loro dirigenti scolatici, perché tutti questi abbiamo compreso bene come insomma la celebrazione di questa giornata è importante perché fa sì di tramandare e rafforzare nei giovani la consapevolezza della Shoah ed è importante per rendere sempre più vivo il ricordo e tributare il doveroso omaggio alle vittime ed a chi si oppose al progetto di sterminio nazista sacrificando la propria libertà e la propria vita. Mi voglio un attimino riallacciare a quanto ha detto il consigliere Corsinovi, le nostre scuole, lavorano molto su queste tematiche, questa giornata di oggi non è una giornata fine a se stessa, ma i nostri ragazzi sono arrivati oggi qui con già tutto un percorso che hanno fatto in precedenza e con altro lavoro che proseguiranno di approfondimento quando rientreranno nella loro scuola, vengono fatti dei viaggi per fargli veramente vedere da vicino i luoghi e quindi per acquisire una maggiore consapevolezza di quello che è avvenuto e una tematica di tipo trasversale che va ad innescarsi con tutti altri argomenti che si vanno a ricollegare, perché già abbiamo compreso che i nostri giovani per potere comprendere meglio l'oggi e progettare il loro futuro, devono acquisire la consapevolezza di quello che è stato vissuto nel passato, vi ringrazio. - Applausi. PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie Dottoressa Amato do la parola alla consigliera Lupi in rappresentanza del gruppo consiliare del partito Democratico e poi interverrà il rabbino capo e concluderà il presidente della Giunta Kutufà. CONSIGLIERA – LUPI ROSSELLA

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Se immaginassimo di misurare l'evoluzione della civiltà umana come risultato di progresso civico e materiale, con un diagramma cartesiano la progressione della linea risulterebbe spezzata in corrispondenza degli anni bui in cui si sono verificati i fatti che siamo oggi a ricordare, tale e tanta è stata la gravità di quanto accaduto che ancora oggi ci appare inesplicabile nella sua incredibile mostruosità con tutto il peso di una responsabilità storica collettiva. La Shoah che in ebraico significa "catastrofe, distruzione" è stata l'uccisione programmata e sistematica di almeno 6 milioni di ebrei attuata in Europa durante la seconda guerra mondiale dalla Germania nazista e dai suoi collaboratori in una indifferenza questi totale del resto del mondo. La Shoah come del resto gli altri genocidi è stato un fine in sé non un mezzo per ottenere qualcosa, ad esempio la conversione religiosa, l'espropriazione dei beni o la conquista di un territorio è la messa in opera di un gigantesco apparato politico, amministrativo economico al servizio di un solo obiettivo la distruzione degli ebrei. La Shoah non può essere compresa se scissa dal programma T4 ovvero il programma nazista che uccise centinaia di migliaia di handicappati, di malati tedeschi in nome di una visione biologica dell'umanità che riduce l'individuo a un corpo. Ridurre un essere umano ad un concetto di corpo significa distinguere tra corpo sano e corpo malato, tra corpo produttivo e corpo improduttivo, tra corpo utile e corpo inutile. La genesi della Shoah sta proprio nell'idea che sia possibile per una parte dell'umanità ergersi a giudice supremo e selezionare coloro che sono degni di vivere da coloro che devono essere uccisi per il bene comune. E' l'uomo che non riconosce l'altro come appartenente allo stesso genere e lo distrugge, l'affermarsi del concetto di bio politica che tende ad eliminare o rimuovere una minoranza come si amputa un corpo malato da un cancro; sappiamo che questo genocidio avvenne sotto gli occhi di tutti nel cuore dell'Europa abitata e che i nazisti non erano esseri strani venuti dal pianeta Marte i carnefici che uccidevano senza pietà erano spesso uomini bene educati, amanti delle belle arti della musica classica padre e mariti affettuosi, la burocrazia, la catena che frammenta i compiti e delega la responsabilità finale ad un altro permise ad uomini e donne anche molto colti considerati normali, né pazzi né sadici di partecipare al crimine. Compilare un certificato, organizzare un treno arrestare una famiglia venne considerato un compito, l'obbedienza è qualcosa che non si era deciso, ma sul cui sistema non ci si interrogava; per fortuna la storia ci narra anche di donne ed uomini che seppero discostarsi dal partecipare alla infamia in nome della dignità loro e del genere umano. Ecco allora che la riflessione sulla Shoah ci introduce al tema del libero arbitro dello individuo, della capacità di pensare autonomamente, criticare rispetto a convinzioni e avvenimenti presenti intorno a se, ci fa riflettere sul meccanismo di gruppo della omologazione come avviene che il consenso ed il rispetto di quella che è stata individuata come autorità prevalgano rispetto alla capacità di raziocinio personale. Ci fa riflettere sulla necessità di non confondere cultura e pensiero, cultura e civilizzazione, non è la nostra cultura intesa come sapere che può garantirci quale condotta etica tenere ma bensì il nostro pensiero, la capacità critica che si ha di

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riflettere su quello che si sa e su quello che si fa, di giudicare ciò che ci viene richiesto, una distinzione importante una società che tende a deresponsabilizzare l'azione del singolo in virtù di processi o fenomeni riferiti a modernità che appaiono inevitabili. La speranza per nostro futuro forse sta proprio nella spiegazione centrale dell'insegnamento della Shoah, qualunque individuo confrontato con situazioni estreme può scegliere e la sua scelta non dipende mai dalla sua appartenenza politica di destra o di sinistra né dal suo livello di istruzione e nemmeno dalla sua appartenenza etnica o sociale, la facoltà di scelta dell'uomo dipende sempre e solo dalla sua capacità di ragionamento, di sapersi tirar fuori dal gruppo e di ascoltare la propria coscienza, nella banalità del male Hannah Arendt illustra molto bene attraverso le considerazioni sul processo ad Eichmann un criminale nazista tale fenomeno, nelle risposte alle accuse che venivano formulate contro di lui, il criminale disse che si era limitato ad eseguire gli ordini che avrebbe ritenuto disonesto non eseguirli ed anche di essere stato solo la piccola rotella di un grande ingranaggio. Eichmann in fondo diceva la verità non era un uomo crudele, era semplicemente un uomo banale, incapace di pensare, ai giovani quindi non dobbiamo chiedere di diventare solo sentinelle della memoria la lezione della Shoah chiede altro, chiede di rivalutare pienamente la nostra capacità di saper pensare ed agire di conseguenza perché nella società contemporanea di germi potenzialmente pericolosi e distruttivi ce ne sono ancora molti. Sull'onda della indignazione per le atrocità commesse durante la seconda guerra mondiale, fu stilata la dichiarazione universale dei diritti umani il cui primo articolo recita: "tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti" che è la stessa la base di molte delle conquiste civili della seconda metà dello ventesimo secolo e costituisce l'orizzonte ideale della carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea, affinché ogni individuo ed ogni organo della società avendo costantemente presente queste dichiarazioni si sforzino di promuovere con l'insegnamento e l'educazione il rispetto dei quei diritti e di quelle libertà. Ma benché universalmente riconosciuti sappiamo che non sono altrettanto universalmente praticati, sappiamo come il pregiudizio, l'intolleranza, la discriminazione si interpongono ancora in modo rilevante nelle interazioni con le persone, il pericolo oggi si chiama xenofobia, paura del diverso, dell'estraneo, dell'insolito, le carte internazionali europee e nazionali si ergono come monito a noi tutti indicandoci i limiti invalicabili e i sistemi valoriali di riferimento per la coscienza e l'etica collettiva ma occorre fare appello alla nostra volontà e capacità di donne ed uomini di essere cittadini del mondo capaci di pensiero. Capaci di non essere indifferenti. Grazie. - applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Do la parola al rabbino capo Didi

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YAIR DIDI Rabbino Capo Comunità Ebraica Livornese Un saluto alle autorità, al pubblico presente e a tutti coloro che anche quest'anno hanno organizzato questa importante giornata di ricordo, come tutti gli anni ricordiamo i 6 milioni di nostri fratelli che sono stati sterminati nella Shoah nel modo più crudele che mente umana possa realizzare, sono trascorsi 67 anni dal giorno in cui furono aperti di cancelli Auschwitz e la grande tragedia ebbe fine. Ora dobbiamo chiederci se le minacce al popolo di Israele sono finite, la risposta purtroppo è no. Quando più di 3 mila anni fa il figli di Israele sono usciti dall'Egitto e sono diventati al popolo hanno incontrato sul loro cammino Amalek di cui la Torà dice (parla in ebraico) traduzione: "ricorda che cosa ti ha fatto Amalek quando sei uscito dall'Egitto" perché attaccò il popolo senza alcun motivo e fu il primo antisemita della storia. Nella preghiera di Peshawar diciamo "ogni anno in ogni generazione qualcuno si alza contro di noi per distruggerci ma il signore Dio ci salva dalle loro mani". Purtroppo questo versetto è attuale anche oggi, perché anche oggi sentiamo che alcuni che qualcuno vuole annullare la nostra presenza nel mondo, c'è chi lo fa apertamente, ma molti altri agiscono nascondendo le proprie opinioni dentro l'antisionismo; ma poi proprio uno dei miracoli più grandi della nostra storia è il ritorno a Sion del popolo di Israele dopo 2 mila anni di diaspora nell'unico paese al mondo del popolo ebraico. Le grandi scoperte ed invenzioni che il popolo ebraico ha donato del mondo intero sono sotto gli occhi di tutti, dalla filosofia alla tecnologia, dalla medicina alla economia come il 30% del totale dei premi Nobel sta a testimoniare, ogni vita umana è sacra e la perdita da ogni individuo non si può misurare sia che si tratti di un uomo importante come di un uomo semplice. Certo sei milioni sono un numero infinito, inimmaginabile e chissà che tra loro o i loro discendenti non nati non ci fossero ancora altri grandi uomini di cui avrebbero beneficiato l'umanità tutta con le loro opere. (parla in ebraico) traduzione: "Ricordi Dio questi 6 milioni di nostri fratelli, che il loro ricordo sia benedetto." - applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO Grazie mille rabbino, do la parola per l'intervento conclusivo al presidente della Giunta Provinciale Giorgio Kutufà prego.

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PRESIDENTE – GIORGIO KUTUFÀ Io ringrazio tutte le autorità soprattutto i giovani di essere intervenuti e mi scuso se una sala particolarmente affollata non ha consentito a tutti una sistemazione adeguata, però è un elemento questo della partecipazione soprattutto dei giovani a cui questa amministrazione tiene molto, come qui veniva ricordato siamo stati come ente sempre molto attenti al ricordo della Giornata delle Memoria e abbiamo sempre organizzato nel tempo soprattutto con i giovani una serie di iniziative questo perché non vogliamo assolutamente che sfugga un giudizio su quella che è una delle più grandi tragedie della nostra umanità, l'uomo ha una qualche tendenza alla sopraffazione da Caino ad Abele la storia dimostra questo qualche istinto in questa direzione che va assolutamente dominato. Ecco al contrario la Shoah il tentativo di sterminio di tutti gli ebrei è l'elemento massimo di questa scelta di sopraffazione, anzi come veniva giustamente ricordato da Zarrugh una pianificazione della sopraffazione anche utilizzando sistemi di tecniche per arrivare a questo tragicissimo risultato. Questo elemento deve avere da noi la più ferma delle condanne, una condanna che non si può limitare soltanto ai nazisti che ne hanno perpetrato l'elemento principale, ma i nazisti hanno avuto ed è inutile negarlo dei complici, dei complici e noi come italiani dobbiamo riconoscere le nostre responsabilità. Non possiamo ritenere che la Shoah sia soltanto una colpa del popolo tedesco o dei nazisti è una tragica vicenda umana forse la più dolorosa di cui anche noi in Italia siamo corresponsabili e lo siamo perché abbiamo approvato delle leggi razziali nel '38 che discriminavano come i testimoni hanno detto nostri cittadini di religione ebraica, lo abbiamo fatto con molte azioni di dilazione, di sostegno diretto o indiretto alle retate dei nazisti. Quindi noi abbiamo grandi responsabilità come paesi, di questo dobbiamo averne piena coscienza. E' vero che accanto a queste responsabilità ci sono esempi di abnegazione, di impegno, di sostegno, Toaff ricordava, diciamo che accanto a un ebreo salvato c'è qualcuno non ebreo che ha operato per questo lui stesso ne è testimone diretto nella sua esperienza personale e la famiglia elbana, non solo elbana che l'ha tenuto nascosto, quindi ci sono persone che hanno messo a rischio la propria vita per salvare gli ebrei. Questo però non esime il nostro Paese da una responsabilità complessiva di questa collaborazione e questo elemento è rimasto anche nella nostra Livorno, ecco qui ci sono molti ragazzi, voi sapete che Livorno è nata da un insieme di tante etnie e se voi girate trovate tante chiese, trovate la sinagoga, chiese di varie confessioni e così via, Livorno è stata sempre un porto aperto, una comunità che ha cercato di far convivere tante religioni, tante convenzioni e questo è un elemento che ci ha caratterizzato in positivo ricordo sempre che Livorno non ha mai avuto il ghetto, ha avuto sempre una presenza israelitica molto, molto forte, ma non è mai stata chiusa e reclusa, voi sapete che il ghetto era una forma per cui l'ebreo ad una certa ora doveva ritornare nel proprio quartiere e questo quartiere veniva isolato dagli altri.

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Livorno non ha mai conosciuto questo, però ecco quando si è trattato delle leggi razziali ed altro, sia pure in una forma forse con qualche minor ferocia di altre parti anche Livorno non ha è riuscita ad essere pari alla sua storia, ha avuto e qui veniva ricordato Canessa, ha avuto Monsignor Angeli, ha avuto dei livornesi che hanno fatto molto, io racconto a questi ragazzi un esempio di questa attenzione di questo sacerdote Monsignor Angeli che aveva aiutato degli anziani ebrei a trovare ospitalità e mancava il pane a tutti, era una situazione disperata quella, ma non solo per gli ebrei durante la guerra, c'era una vecchia signora ebrea che voleva fare la Pasqua nella forma tradizionale e aveva difficoltà e lui le ha portato il pane che veniva dato per le ostie della messa cristiana, quindi lui ha voluto, come dire offrire quello che era riservato anche dai nazisti al culto cattolico l'ha dato perché una vecchia signora ebraica potesse fare la Pasqua ebraica nelle forme tradizionali, ecco, questa è l'attenzione e quindi anche in questi momenti oscuri ci sono stati questi lampi di solidarietà, di attenzione e così via, ma questo non va venire meno che nostre responsabilità, ma non guardiamo soltanto al passato, ma guardiamo anche al momento di oggi e qui venivano ricordati non solo le guerre, ma anche diciamo tutti quei tentativi ancora se non di genocidio comunque di oppressione che nel mondo ci sono ecco, dobbiamo respingerli con forza, l'Europa ha conosciuto questa barbarie della Shoah deve dare un segnale forte di evitare qualsiasi ripetersi non solo al proprio interno, ma anche all'esterno di situazioni simili. Io mi auguro che i giovani che sono cresciuti in una società che ha altri valori, avete visto la storia quante insulsaggini anche studiosi sulle razze o altro hanno sostenuto. Di questo è stata fatta giustizia, però rimane il germe della intolleranza che si è manifestata anche a Firenze recentemente nell'omicidio di due persone ed anche qui, ma questa intolleranza non è soltanto di casi sparuti, c'è nei confronti delle persone che anche arrivano in Italia per costruirsi un avvenire e altro diffusa una mentalità che tende a metterli da parte, ostracizzarli ed altro, combattiamo tutte le mentalità che non vedono le persone avere tutti la stessa dignità. La costituzione dice di rimuovere ogni ostacolo a qualsiasi differenza, siamo tutti uguali, ecco quello è il messaggio che secondo me noi dobbiamo prendere da questo tragico esempio lì si sono esasperate le differenze si è detto ci sono gli uomini e ci sono i numeri avete visto mettevano alle persone i numeri cioè non davano dignità umana alle persone e si è cercato proprio sopprimendoli, non solo gli ebrei, ma tutti coloro che avevano elementi di diversità si è voluto creare il massimo della differenza tra l'uomo ariano il presunto uomo perfetto ed il resto, noi dobbiamo uscire da questa logica assolutamente e sconfiggerla dicendo com'è la realtà che siamo tutti uguali noi dobbiamo operare nel quotidiano con questa logica, rispettare tutti come tutti devono rispettare noi nella stessa identica maniera siamo tutti uguali e questa della eguaglianza e del rispetto della persona è la migliore risposta che possiamo dare, ecco quindi l'invito che io faccio a questi giovani anche nei vostri confronti, anche nei confronti dei vostri amici, abbiate sempre rispetto di tutti, ci sono atti di bullismo si legge a volte, la gioventù livornese io parlo per Livorno, è molto migliore di come viene rappresentata, però non neghiamolo ci sono nella quotidianità atti di sopraffazione, atti di bullismo, sconfiggiamo anche questo, sono i germi di una logica di

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sopraffazione che poi degenerata ha portato alla Shoah, dobbiamo avere il massimo rispetto di tutti, siamo tutti uguali e dobbiamo dare a tutti la possibilità di crescere e di svilupparsi. Io mi auguro che questo Paese che attraversa ora un periodo difficile come tutti i giorni con lo spread ci viene ricordato abbia ormai al proprio interno questi principi che li abbia completamente recepiti e abbia questi valori, li abbia fatta propri e con questi valori, con queste convinzioni, con questo sforzo risolveremo anche i problemi economici che sono secondari rispetto questi aspetti fondamentali della pari dignità di tutti gli uomini. La giornata da oggi è ricordo, di chi è caduto è la condanna di chi ha operato quelle scelte, ma è anche la volontà da non ricreare un mondo così, ma anzi di creare un mondo di uguali di cui Livorno come è nata deve essere anche una testimone è nata accogliendo tutti e rendendo a tutti la possibilità di realizzare le proprie prospettive, quello che era il DNA iniziale di Livorno deve rimanere grazie a voi giovani anche oggi. Grazie. - applausi PRESIDENTE - BIAGIO DI BONITO detto FABIO A me spetta l'obbligo e lo faccio volentieri di ringraziare tutti voi, tutti gli ospiti, tutti i consiglieri che hanno voluto essere presenti e soprattutto gli insegnanti e voi ragazzi che siete stati molto disciplinatamente attenti fino ad ora e credo che quello che è stato detto, quello che avete visto sia un ulteriore messaggio che possa rimanere dentro di voi e vi possa accompagnare nel vostro futuro, nella vostra vita, ringrazio tutti ancora una volta ed arrivederci all'anno prossimo.

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Il presente verbale è composto da 21 pagine termine della seduta ore 13,45 IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO GENERALE F.to Dott. Fabio Di Bonito F.to Dott. Simonetta Fedeli