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1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII Como - Ufficio XXI Varese Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro Bosello, Vittorio Fabricatore (coordinatore), Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin. 2012 Documenti allegati All. 1- Quadri di riferimento Invalsi per Lettura e Matematica All. 2-Modelli di programmazione curricolare e approcci didattici All. 3-Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento dell’italiano All. 4-Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento della matematica All 5-Strategie e modalità di lavoro in relazione a: raggruppamenti degli alunni; metodi; mezzi e strumenti All. 6-Modello di gestione All. 7-Quadro sintetico di ruoli e funzioni del Direttore di polo formativo. 1. PREMESSA Il Servizio Nazionale di Valutazione dell’Invalsi fornisce alla scuole ed all’intero sistema esiti di apprendimento basati su quadri di conoscenze, abilità e competenze in lettura e matematica che fanno esplicito riferimento ai Framework internazionali previsti dalle più importanti rilevazioni sugli apprendimenti. Gli esiti delle rilevazioni degli apprendimenti (nazionali e internazionali) vanno sempre più diventando un importante strumento per orientare le politiche formative dell’Europa e degli Stati nazionali verso risultati che garantiscano lo sviluppo di quelle competenze necessarie per migliorare i livelli di sviluppo economico e di competitività. Anche per l’Italia i quadri di riferimento su cui si basano le rilevazioni Invalsi ed i principali framework internazionali si avviano a costituire un importante riferimento per la progettazione dei percorsi di formazione e per la costruzione dei Piani dell’Offerta formativa delle scuole. Pertanto, è opportuno che gli Istituti scolastici assumano come esigenza prioritaria del sistema lo sviluppo delle competenze richieste dai quadri di riferimento, al fine di garantire qualità ed equità degli esiti di propri studenti. Si ricorda che l’OCSE definisce la qualità come eccellenza nei risultati, nell’equità tra studenti 1 . Per garantire al sistema risultati eccellenti è necessario che i curricoli previsti da ciascuna Istituzione scolastica prevedano conoscenze, abilità e competenze richieste dai quadri di riferimento Invalsi e che a questi ultimi ogni scuola dedichi la giusta importanza, pur garantendo i necessari livelli di autonomia organizzativa e didattica. Dunque l’assunzione consapevole dei Framework e delle competenze-chiave come punti di riferimento nella progettazione costituisce la condizione irrinunciabile per garantire in ogni Istituzione scolastica efficaci percorsi di miglioramento della progettazione, dell’organizzazione e dei percorsi di apprendimento. E’ anche opportuno che un’Istituzione scolastica sappia render conto delle proprie scelte in modo trasparente, aderendo ad un modello moderno di accountability basato sugli esiti degli studenti e finalizzato a comportamenti cooperativi sia interni che con la comunità di appartenenza, per attivare processi di miglioramento condivisi. 1 “La qualità si misura attraverso i livelli elevati di risultato; l’equità per mezzo di una equa distribuzione della qualità tra i gruppi di studenti che hanno background diversi. In questo senso i livelli maggiormente auspicabili di qualità ed equità sarebbero i più alti livelli di risultato con la minore variazione tra i risultati degli studenti”. (School factors related to quality and equity, Result from PISA 2000, OECD, 2005 Chap 3)

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese

Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo

Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro

Bosello, Vittorio Fabricatore (coordinatore), Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin.

2012 Documenti allegati

All. 1- Quadri di riferimento Invalsi per Lettura e Matematica

All. 2-Modelli di programmazione curricolare e approcci didattici

All. 3-Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento dell’italiano

All. 4-Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento della matematica

All 5-Strategie e modalità di lavoro in relazione a: raggruppamenti degli alunni; metodi; mezzi e strumenti

All. 6-Modello di gestione

All. 7-Quadro sintetico di ruoli e funzioni del Direttore di polo formativo.

1. PREMESSA Il Servizio Nazionale di Valutazione dell’Invalsi fornisce alla scuole ed all’intero sistema esiti di apprendimento basati su quadri di conoscenze, abilità e competenze in lettura e matematica che fanno esplicito riferimento ai Framework internazionali previsti dalle più importanti rilevazioni sugli apprendimenti. Gli esiti delle rilevazioni degli apprendimenti (nazionali e internazionali) vanno sempre più diventando un importante strumento per orientare le politiche formative dell’Europa e degli Stati nazionali verso risultati che garantiscano lo sviluppo di quelle competenze necessarie per migliorare i livelli di sviluppo economico e di competitività. Anche per l’Italia i quadri di riferimento su cui si basano le rilevazioni Invalsi ed i principali framework internazionali si avviano a costituire un importante riferimento per la progettazione dei percorsi di formazione e per la costruzione dei Piani dell’Offerta formativa delle scuole. Pertanto, è opportuno che gli Istituti scolastici assumano come esigenza prioritaria del sistema lo sviluppo delle competenze richieste dai quadri di riferimento, al fine di garantire qualità ed equità degli esiti di propri studenti. Si ricorda che l’OCSE definisce la qualità come eccellenza nei risultati, nell’equità tra studenti

1.

Per garantire al sistema risultati eccellenti è necessario che i curricoli previsti da ciascuna Istituzione scolastica prevedano conoscenze, abilità e competenze richieste dai quadri di riferimento Invalsi e che a questi ultimi ogni scuola dedichi la giusta importanza, pur garantendo i necessari livelli di autonomia organizzativa e didattica. Dunque l’assunzione consapevole dei Framework e delle competenze-chiave come punti di riferimento nella progettazione costituisce la condizione irrinunciabile per garantire in ogni Istituzione scolastica efficaci percorsi di miglioramento della progettazione, dell’organizzazione e dei percorsi di apprendimento. E’ anche opportuno che un’Istituzione scolastica sappia render conto delle proprie scelte in modo trasparente, aderendo ad un modello moderno di accountability basato sugli esiti degli studenti e finalizzato a comportamenti cooperativi sia interni che con la comunità di appartenenza, per attivare processi di miglioramento condivisi.

1 “La qualità si misura attraverso i livelli elevati di risultato; l’equità per mezzo di una equa distribuzione della qualità

tra i gruppi di studenti che hanno background diversi. In questo senso i livelli maggiormente auspicabili di qualità ed

equità sarebbero i più alti livelli di risultato con la minore variazione tra i risultati degli studenti”.

(School factors related to quality and equity, Result from PISA 2000, OECD, 2005 – Chap 3)

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2. I CURRICOLI DELLA SCUOLA E LE SCELTE. I quadri di riferimento nazionali e internazionali Nell’allegato n. 1 vengono riportati i Quadri di riferimento Invalsi per Lettura e Matematica, cui opportunamente ciascuna scuola potrebbe fare riferimento con l’obiettivo di migliorare i risultati dei propri studenti. Link e fonti per i quadri di riferimento internazionali

Sito ufficiale del Programma PISA

http://www.pisa.oecd.org

PIRLS: Progress in International Reading Literacy Study

http://timss.bc.edu/pirls2001i/PIRLS2001_Pubs.html

TIMSS: the Trends in International Mathematics and Science Study

http://timss.bc.edu/timss2003i/frameworks.html http://timss.bc.edu

Gli aspetti organizzativi, professionali e culturali L’obiettivo di accompagnare i gruppi docenti a divenire équipe di lavoro orientate alla crescita di una professionalità riflessiva, la quale intende esplicitare il senso, i criteri e le motivazioni delle proprie scelte, è sicuramente strategico. Un primo passaggio all’interno di questo itinerario sarà quello di individuare il modello di progettazione/programmazione più adeguato al contesto classe, alla disciplina di insegnamento, all’ordine scolastico, alle età degli alunni/studenti, alle scelte pedagogico-cultural-organizzative dell’istituto. La letteratura pedagogico-didattica ci consegna una varietà di opzioni:

- Il curricolo per obiettivi (ad es. il modello circolare dei Nicholls) - La didattica per concetti (ad es. Il modello didattico unificato di Elio Damiano)

- La didattica per sfondo integratore (ad es. il modello di P.Zanelli)

- La didattica delle competenze (ad es. il modello di Comoglio)

- La didattica del problem solving (ad es. l’articolazione del pensiero riflessivo di Dewey)

Ciascuna di queste opzioni è illustrata nei dettagli dall’allegato n. 2

(Modelli di programmazione curricolare e approcci didattici). Un secondo impegno sarà quello di definire la matrice, o schema, per la stesura delle Unità di apprendimento, disciplinari o multi-inter-transdisciplinari. Questo permetterà la realizzazione di archivi facilmente leggibili sia dai professionisti che da famiglie e studenti, agevolando lo scambio e la discussione sull’efficacia delle varie scelte effettuate o da effettuare. In tal modo si ridurranno significativamente que i rischi di autoreferenzialità tipici delle istituzioni scolastiche, e si inseriranno occasioni di revisione critica e di riprogettazione continua. 3. IL PIANO DELLA FORMAZIONE La formazione per l’Italiano e la Matematica E’ importante che ciascuna Istituzione scolastica orienti consapevolmente la formazione dei docenti verso lo sviluppo prioritario di abilità e competenze previste dai Quadri di riferimento Invalsi. Nel presente documento si intende tuttavia fornire linee di indirizzo che individuano alcuni punti di attenzione irrinunciabili per il territorio. Si prendano perciò in esame gli allegati n. 3 e n. 4

(Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento dell’italiano e della matematica).

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Strategie e risorse metodologiche Un ulteriore passaggio è costituito dalla selezione delle risorse didattiche che si intendono adottare, operando scelte individuali e collegiali fondate, evitando stereotipi didattici e riferimenti acritici da parte dei docenti (ad es.: riferirsi al proprio passato da docente o a quello da studente). Una attenta considerazione potrà essere posta all’impiego dei criteri dell’efficacia didattica: significatività, adeguatezza, congruenza, coerenza. Ciascuna risorsa ha una propria efficacia, offre l’attivazione di specifiche dimensioni cognitive, emotive, sociali, operative, realizza una sinergia particolare con i contenuti dell’insegnamento. Chiarire, esplicitare, confrontare e valutare questo piano aumenta notevolmente la forza dei fattori di successo formativo. Nell’allegato n. 5 è possibile esaminare nel dettaglio un interessante repertorio proposto da E. Damiano. Nel modello vengono analizzate alcune strategie e modalità di lavoro in relazione a: Raggruppamenti degli alunni; Metodi; Mezzi e strumenti 4. I POLI FORMATIVI SUL TERRITORIO A supporto delle norme di autogoverno dei singoli Istituti, per evidenziare il ruolo della Scuola come Istituzione che opera nel territorio, ma nell’ambito di una governance di sistema la Leva più promettente rimane sempre quella della valorizzazione del lavoro docente, della sua rinnovata motivazione e del suo sviluppo professionale. Per garantire qualità organizzativa e innovazioni migliorative, si suggerisce di far diventare priorità il lavorare alle condizioni attuative:

Creare

luoghi fisici di stimolo, confronto e collaborazione;

luoghi che diano fattive e costanti risposte alle esigenze formative presenti anche valorizzando le articolate e ricche risorse riconosciute dalla comunità di pratica

luoghi deputati formalmente allo svolgimento e al presidio di attività funzionali allo sviluppo dei docenti.

Nello specifico, in rapporto di continuità con le risultanze dei monitoraggi centrati sui livelli di apprendimento conseguiti dal Sistema Scolastico, nel suo insieme e nelle sue articolazioni, ( Prove INVALSI / SNV ) e’ evidente l’urgenza di sostenere un rapporto di complementarità:

la formazione continua affianca i docenti sul piano del necessario permanente aggiornamento e, soprattutto, sul piano formativo;

la valutazione del Sistema consente di individuare le criticità e di monitorare l’efficacia degli interventi.

Occorre intraprendere percorsi di ricerca che contribuiscono ad alimentare nuove conoscenze per stimolare ad intraprendere percorsi di innovazione. Operativamente: sono già stati collaudati con successo modelli di organizzazione e gestione inerenti diversi pacchetti formativi. Occorre una scelta che dia

garanzia di operatività nel tempo,

visibilità circa definizione e realizzazione di percorsi specifici di:

Formazione per l’insegnamento dell’italiano e della matematica; Personalizzazione e individuazione dei processi di apprendimento in “ un contesto inclusivo “. Si costituiranno a tal fine quattro poli per ciascuna provincia coordinati da dirigenti scolastici e in ciascuno di essi saranno attivate le iniziative di formazione sia per italiano che per matematica. Tali poli utilizzeranno risorse delle scuole in rete.

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Gli aspetti finanziari Nell’allegato n. 6 è riportato un modello di gestione dei progetti di formazione, cui i Dirigenti scolastici responsabili per ciascun polo saranno invitati ad attenersi, allo scopo di rendere misurabili percorsi ed esiti dei percorsi di formazione organizzati. Ruoli e funzioni di garanzia del Direttore di polo (un Dirigente) Il Dirigente scolastico che assume l’incarico di Direttore di polo formativo si assume non solo compiti gestionali, ma anche la responsabilità di garantire i risultati attesi per quell’itinerario formativo. Assume anche l’impegno alla rendicontazione. Nell’allegato n.7 viene riportato un quadro sintetico di ruoli e funzioni del Direttore di polo formativo. I percorsi di formazione saranno realizzati sia con risorse provinciali vincolate che con risorse delle scuole appartenenti al polo territoriale. La ricognizione sul territorio E’ consigliabile in ogni polo una ricognizione di quanto è stato già fatto in quel territorio, per individuare gli aspetti da sviluppare con maggiore attenzione La formazione degli insegnanti non è asettica, indifferente ai valori che ispirano una comunità professionale. Se prevale un modello burocratico, la formazione privilegia aspetti esecutivi e di adempimento, se prevale un modello funzionalista, la formazione cura soprattutto competenze procedurali, se prevale poi un modello a cascata, la formazione non interpreta adeguatamente i bisogni formativi e non valorizza la storia e le risorse del territorio scolastico fatto di plessi, istituti e reti. Occorre invece creare sinergia tra il piano culturale e quello istituzionale, tra la dimensione d’aula e quella del territorio, tra l’aspetto individuale e quello collegiale della professionalità docente, per realizzare una formazione situata, concreta, efficace e continua. Per questo la costituzione dei poli deve necessariamente coinvolgere le migliori esperienze di docenti, scuole, reti, associazioni culturali, professionali e didattiche, tramite una attenta mappatura da realizzarsi con i soggetti stessi di quel territorio, tenendo conto, in particolare, della storia didattica quale si è sviluppata nel tempo e delle aspettative più diffuse. A partire da questi dati si potranno specificare le vocazioni, le reticolarità e le risorse cui affidarsi per offrire valide ed efficaci esperienze di formazione.

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ALLEGATI

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia

Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese

Prove Invalsi: Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo Maggio 2012

Allegato n. 1 QUADRI DI RIFERIMENTO INVALSI PER ITALIANO E MATEMATICA

COMPITO: fornire sintesi del QDR di italiano e matematica con focus su competenze da sostenere/promuovere/sviluppare entro la classe 1 della scuola secondaria.

LITERACY ““ La capacità di un individuo di comprendere,di utilizzare e di riflettere su testi scritti al fine di raggiungere i propri obiettivi,di sviluppare le proprie conoscenze

e le proprie potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società”

OECD INVALSI PISA 2006

PREMESSA: QDR: FUNZIONI:

• È un documento fondamentale, in “fieri”,in esso si definisce quali apprendimenti in italiano e matematica si valutano e come vengono valutati

A chi si rivolge

• Dalla Premessa

– Il QdR serve in primo luogo alle persone incaricate di redigere i quesiti e al gruppo di lavoro che deve comporre i fascicoli

– Il QdR può servire agli insegnanti per interpretare i risultati delle prove INVALSI

– essa può costituire un ottimo termine di confronto per le singole scuole o anche per i singoli insegnanti

ATTENZIONE!Per leggere i risultati :

gli strumenti: nel complesso della prova: il Quadro Di Riferimento

*per i singoli quesiti : Griglie di correzione/Guida alla lettura della prova

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COMPETENZA

ASPETTI COMPETENZA

TIPOLOGIA TESTO I testi letterari sono testi continui che, per le classi di

scuola primaria, possono essere accompagnati

da immagini. I testi non letterari, qualunque ne sia il

tipo, possono essere continui, non continui o

misti.

CONOSCENZE INDAGATE

COMPETENZA CHIAVE LETTURA GRAMMATICA FUNZIONALE/FORMALE

II PRIMARIA V-PRIMARIA/I

SECONDARIA

LETTURA GRAMMATICA

PADRONANZA LINGUISTICA

Declinazione significato:

-INTERAZIONE VERBALE

-LETTURA come:

1)COMPRENSIONE-

)2INTERPRETAZIONE

RIFLESSIONE E VALUTAZIONE

TESTO SCRITTO

(comprensione lettura+grammatica

formale e funzionale)

A-Competenza pragmatico-

testuale:

-Saper cogliere e tener conto

dei fenomeni di coesione

testuale, cioè dei segnali

linguistici che indicano l’

organizzazione del testo, in

particolare connettivi e coesivi;

-Saper cogliere e tener conto

dell’organizzazione generale

(titolazione, scansione in

capoversi e paragrafi, rilievi

grafici, ecc.) e dei fenomeni

locali che contribuiscono alla

coerenza testuale, in

particolare la modalità di

successione e la gerarchia delle

informazioni, e i legami logico-

-Riconoscere e

comprendere il

significato

letterale e figurato

di parole ed

espressioni;

riconoscere

le relazioni tra

parole.

-Individuare

informazioni date

esplicitamente nel

testo.

-Fare

un’inferenza

diretta, ricavando

un’informazione

implicita da una o

più informazioni

datenel testo e/o

tratte

dall’enciclopedia

personale del

lettore.

-Cogliere le

relazioni di

coesione

(organizzazione

logica entro e

-Riflessione sulla lingua

volta a verificare la

capacità di descrizione

esplicita dei fenomeni

grammaticali,utilizzando,

ove possibile, la

terminologia specifica

più condivisa nella

pratica didattica;

-diversi livelli di analisi

della lingua ma con

compiti e contenuti

adeguati a diversi gradi

di difficoltà per coprire

un’ampia gamma di

competenze degli

studenti

Un solo testo

continuo di tipo

narrativo

Quinta Primaria:

espositivo,

narrativo, conativo

Prima Secondaria

1° grado: narrativo

espositivo,

narrativo,

descrittivo,conativo

Indicate solo

competenze

1Ortografia

Uso di accenti e

apostrofi, maiuscole e

minuscole,

segmentazione delle

parole

(gliel’ho detto), uso

delle doppie, casi di

non corrispondenza tra

fonemi e

grafemi (uso dell’h,

della q, dei digrammi,

ecc.). ( prevalenza V

primaria)

2 Morfologia

Flessione (tratti

grammaticali: genere,

numero, grado, modo,

tempo, persona,

aspetto, diatesi);

categorie lessicali

(nome, aggettivo,

verbo, ecc.) e

sottocategorie

(aggettivo possessivo,

nome proprio, ecc.).

3 Formazione delle

parole

Parole derivate; parole

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semantici tra frasi e tra

capoversi (ad esempio, legami

di conseguenza,

opposizione, similarità,

generalizzazione,

esemplificazione ecc.);

3) saper operare inferenze,

ricavando contenuti impliciti,

pertinenti alla comprensione

del testo

4) saper riconoscere il registro

linguistico, determinato dalle

scelte morfosintattiche e

lessicali dominanti.

B-Competenza lessicale: 1)conoscere ed essere in grado

di ricostruire il significato di

un vocabolo in un determinato

contesto e le relazioni di

significato tra vocaboli in vari

punti del testo.

C- Competenza

grammaticale: 1)capacità di individuare le

strutture morfosintattiche

della frase e le strutture

interpuntive in funzione della

loro pertinenza testuale.

oltre la frase) e

coerenza testuale.

-Ricostruire il

significato di una

parte più o meno

estesa del testo,

-Sviluppare

un’interpretazione

del testo, a partire

dal suo contenuto

e/o dalla sua

forma, andando

al di là di una

comprensione

letterale.

-Valutare il

contenuto e/o la

forma del testo

alla luce delle

conoscenze ed

esperienze

personali

(riflettendo sulla

plausibilità delle

informazioni,

sulla validità delle

argomentazioni,

sulla

efficacia

comunicativa del

testo, ecc.)

alterate; parole

composte;

polirematiche (ferro da

stiro,

asilo nido).

4 Lessico e semantica

Relazioni di

significato tra parole;

polisemia; campi

semantici; famiglie

lessicali; usi figurati e

principali figure

retoriche; espressioni

idiomatiche;

MATEMATICA

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LITERACY:”La capacità di un individuo di identificare e di comprendere il ruolo che la matematica gioca nel mondo reale,di operare valutazioni

fondate e di utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita di quell’individuo in quanto cittadino

che riflette,che si impegna e che esercita un ruolo costruttivo”.

OECD INVALSI PISA 2006

DIMENSIONI

CONTENUTI MATEMATICI PROCESSI

NUMERI SPAZIO E FIGURE RELAZIONI E

FUNZIONI Valutati dalla classe quinta

MISURA,DATI E

PREVISIONI

Numeri naturali e loro

rappresentazione in

base dieci.

Addizione e

sottrazione fra numeri

naturali.

Moltiplicazione e

divisione fra numeri

naturali.

Numeri decimali e

frazioni.

Frazioni equivalenti.

Scrittura posizionale

dei numeri naturali

e decimali.

Operazioni fra numeri

decimali.

Proprietà delle

Mappe, piantine e

orientamento.

Rappresentazione di

oggetti nel piano e nello

spazio. Semplici figure

dello spazio e del piano

(cubo,

sfera,triangolo,quadrato…).

I principali enti

geometrici.

Angoli e loro ampiezza.

Rette incidenti, parallele

e perpendicolari.

Verticalità, orizzontalità.

Uguaglianza di

figure.

Equivalenza fra

figure.

Classificazione di

oggetti, figure, numeri

in base a una

determinata proprietà.

Equivalenze e

ordinamenti.

Grandezze direttamente

e inversamente

proporzionali .

Ricerca di regolarità in

sequenze di numeri,

figure, simboli e parole.

Generalizzazione di

regolarità attraverso

parole e espressioni

algebriche.

Funzioni del tipo y=ax,

y=a/x e y=x2 e loro

Prime rappresentazioni

di dati (tabelle,

pittogrammi, grafici a

barre, ecc.).

Caratteri qualitativi e

quantitativi.

Moda, mediana e media

aritmetica.

Istogrammi.

Calcolo di frequenze

relative e percentuali.

Diagrammi di vario

tipo. Evento certo,

possibile e

impossibile.

Campione estratto da

una popolazione:

casuale e non casuale.

1.conoscere e padroneggiare i contenuti

specifici della matematica (oggetti

matematici,

proprietà, strutture...);

2. conoscere e padroneggiare algoritmi e

procedure (in ambito aritmetico,

geometrico...);

3. conoscere e padroneggiare diverse

forme di rappresentazione e sapere passare

da una

all'altra (verbale, scritta, simbolica,

grafica, ...);

4. sapere risolvere problemi utilizzando gli

strumenti della matematica (individuare e

collegare le informazioni utili, confrontare

strategie di soluzione, individuare schemi

risolutivi di problemi come ad esempio

sequenza di operazioni, esporre il

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operazioni.

Significato delle

parentesi in sequenze

di operazioni.

Proprietà dei numeri

naturali: precedente

successivo, pari

dispari, doppio,

metà…).

Operazioni con i

numeri interi.

Calcolo approssimato.

Potenze di numeri

naturali e interi.

Numeri primi.

Multipli e divisori.

Rapporti,

percentuali e

proporzioni.

Numeri decimali

limitati e illimitati

periodici

(rappresentazione

decimale e

frazionaria).

Numeri

razionali.

Operazioni con i

numeri razionali.

Numeri decimali

non periodici.

Composizione e

scomposizione

di figure.

Elementi di semplici figure

dello spazio (vertici,

spigoli, …).

Unità di misure di

lunghezze, aree e volumi.

Perimetro di poligoni. Aree

di poligoni. Somma degli

angoli

di un triangolo e di

poligoni.

Teorema di Pitagora.

Traslazioni, rotazioni e

simmetrie.

Riproduzioni in scala:

ampliamenti e riduzioni.

Lunghezza della

circonferenza e area

del cerchio.

Angoli al centro e angoli

alla circonferenza.

Aree e volumi dei

principali solidi.

Rappresentazione piana di

figure solide.

Sistema di riferimento

cartesiano.

Rappresentazione sul piano

cartesiano di figure piane e

di trasformazioni

geometriche.

rappresentazione

grafica.

Rappresentazione di

funzioni attraverso

parole, tabelle, grafici,

espressioni algebriche.

Equazioni di primo

grado.

Rappresentazione di

fatti e fenomeni

attraverso tabelle,

grafici ed espressioni

algebriche

Probabilità di un evento:

valutazione della

probabilità di eventi

elementari ed

equiprobabili.

Semplici valutazioni di

probabilità di un evento

a partire da dati

statistici.

Misure di grandezze

discrete per conteggio.

Misure di grandezze

continue attraverso

oggetti e strumenti.

Il Sistema

Internazionale di

misura.

Stime e

approssimazioni.

Notazione scientifica

procedimento

risolutivo,…);

5. sapere riconoscere in contesti diversi il

carattere misurabile di oggetti e fenomeni

e saper utilizzare strumenti di misura

(saper individuare l'unità o lo strumento di

misura più adatto in un dato contesto,

saper stimare una misura,…);

6. acquisire progressivamente forme

tipiche del pensiero matematico

(congetturare,

verificare, giustificare, definire,

generalizzare, ...);

7. utilizzare la matematica appresa per il

trattamento quantitativo dell'informazione

in ambito scientifico, tecnologico,

economico e sociale (descrivere un

fenomeno in termini quantitativi,

interpretare una descrizione di un

fenomeno in termini quantitativi con

strumenti statistici o funzioni, utilizzare

modelli matematici per descrivere e

interpretare

situazioni e fenomeni, ...).

8. saper riconoscere le forme nello spazio

(riconoscere forme in diverse

rappresentazioni,

individuare relazioni tra forme, immagini

o rappresentazioni visive, visualizzare

oggetti

tridimensionali a partire da una

rappresentazione bidimensionale e,

viceversa,

rappresentare sul piano una figura solida,

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saper cogliere le proprietà degli oggetti e

le

loro relative posizioni, …).

Implementazione dello strumento ( a cura di reti di scuole):

1^ obiettivo: individuare le conoscenze prevalentemente indagate con analisi prove ultimo triennio/analisi articolazione testi-quesiti;

2^ obiettivo: individuare gli ITEM con livelli di maggior criticità/che denotano punti di forza dei curricoli delle nostre scuole

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese

Prove Invalsi: Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo Maggio 2012

Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina

Bianchi, Pietro Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin

Allegato n. 2 MODELLI DI PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE E APPROCCI DIDATTICI

L’obiettivo di accompagnare i gruppi docenti a divenire equipe di lavoro orientate alla crescita di

una professionalità riflessiva, la quale intende esplicitare il senso, i criteri e le motivazioni delle

proprie scelte, è sicuramente strategico. Un primo passaggio all’interno di questo itinerario sarà

quello di individuare il modello di progettazione/programmazione più adeguato al contesto

classe, alla disciplina di insegnamento, all’ordine scolastico, alle età degli alunni/studenti, alle

scelte pedagogico-cultural-organizzative dell’istituto. La letteratura pedagogico-didattica ci

consegna una varietà di opzioni:

‐ Il curricolo per obiettivi (ad es. il modello circolare dei Nicholls) che si articola in:

1. Analisi della situazione: - caratteristiche degli alunni e della classe - l’ambiente socio-familiare - i prerequisiti richiesti e accertati 2. Formulazione degli obiettivi (in relazione alle tassonomie) - finalità generali - obiettivi generali a lungo, medio, breve termine - obiettivi specifici - prestazioni attese: operazionalizzazione delle tassonomie 3. Selezione e organizzazione dei contenuti - validità - significatività - interesse - sostenibilità - progressione 4. Selezione e organizzazione dei metodi - tecniche - sussidi - approcci - mediatori 5. Verifica e valutazione - analisi delle conoscenze e abilità - valutazione dei progressi - indicazioni per la riprogrammazione

- La didattica per concetti (ad es. Il modello didattico unificato di Elio Damiano) 1. Stesura della mappa concettuale generale 2. Raccolta delle matrici cognitive degli alunni attraverso la conversazione clinica 3. Stesura della matrice cognitiva, relativa al percorso effettivamente da intraprendere

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4. Individuazione del compito di apprendimento 5. Esplicitazione della rete concettuale 6. Predisposizione delle fasi di lavoro didattico 7. Valutazione finale 8. Feed-back

- La didattica per sfondo integratore (ad es. il modello di P.Zanelli)

1. Individuazione dello sfondo come struttura che connette 2. Raccolta delle tracce (segnali di relazione dei bambini con lo sfondo) 3. Stesura di obiettivi di massima 4. Delineazione puntuale delle possibilità dello sfondo 5. Articolazione dei nuclei 6. Realizzazione dei feed-back formativi

- La didattica delle competenze (ad es. il modello di Comoglio)

1. Descrizione della prestazione 2. Individuazione degli obiettivi metacognitivi 3. Individuazione degli obiettivi cognitivi 4. Individuazione degli obiettivi di altro tipo 5. Individuazione delle disposizioni (atteggiamenti permanenti della personalità) 6. Descrizione della prestazione autentica (situazione, ruolo, destinatario, prodotto)

- La didattica del problem solving (ad es. l’articolazione del pensiero riflessivo di Dewey)

1. la percezione della difficoltà o disagio: i segnali del problema 2. l’intellettualizzazione del problema: ricognizione dei vari aspetti in gioco per superare la

fase emozionale 3. la formulazione delle ipotesi di soluzione 4. la definizione di un piano di ricerca per verificare la consistenza dell’ipotesi 5. il controllo conclusivo, mediante l’azione, della validità dell’ipotesi

Un secondo impegno sarà quello di definire la matrice, o schema, per la stesura delle Unità di apprendimento, disciplinari o multi-inter-transdisciplinari. Questo permetterà la realizzazione di

archivi facilmente leggibili sia dai professionisti che da famiglie e studenti, agevolando lo scambio

e la discussione sull’efficacia delle varie scelte effettuate o da effettuare. In tal modo si ridurranno

significativamente que i rischi di autoreferenzialità tipici delle istituzioni scolastiche, e si inseriranno

occasioni di revisione critica e di riprogettazione continua.

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese

Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo

Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro

Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin,

Allegato n. 3 INDICAZIONI PER I PIANI DI FORMAZIONE PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO

Progettare per competenze. La prova INValSi Molte delle attività proposte dagli insegnanti per migliorare la preparazione dei loro alunni al superamento della prova INValSi sono specificamente strutturate sulla acquisizione di una maggiore esperienza nell’affrontare le modalità nelle quali vengono formulati i quesiti, che sono considerate lontane dalle prassi valutative normalmente adottate. Molto poco si fa invece per ripensare la didattica disciplinare in modo da “includere” la prova, ossia fornire ai ragazzi le strumentalità necessarie ad affrontarla con consapevolezza e padronanza delle competenze che vengono verificate. Pertanto il corso che si vuole realizzare si pone come finalità ambiziosa quella di sollecitare ad un ripensamento della didattica della lingua italiana, che abbia al centro le competenze. CONCETTI CONTENUTI MODALITA’

Competenza pragmatico-testuale

Comprensione del testo come processo interattivo

- Inferenze dirette e Inferenze complesse; - interpretare un testo: l’intenzione, il punto di vista dell’autore, lo scopo del testo; registro, stile, genere testuale, genere letterario - valutare un testo: verosimiglianza, plausibilità, coerenza, efficacia espressiva, scelte stilistiche

Lezione interattiva, laboratorio

Competenza lessicale

Costruzione di un lessico attivo

- Il significato letterale e figurato di parole ed espressioni; le relazioni tra parole: sinonimia/antonimia, espressioni idiomatiche, campi semantici

Lezione interattiva, laboratorio

Competenza grammaticale

Individuazione delle strutture morfosintattiche della frase e delle strutture interpuntive in funzione della loro pertinenza testuale

- Le relazioni di coesione (organizzazione logica entro e oltre la frase): anafore e catene anaforiche, significati e funzioni dei connettivi frasali e testuali, significato e funzioni dei segni d’interpunzione

Lezione interattiva, laboratorio

Modalità. Si suggeriscono gruppi di non oltre 30 corsisti da suddividere in min 3 sottogruppi da 10. E’ necessaria una introduzione teorica sotto forma di lezione interattiva che delinei gli obiettivi del corso e fornisca le necessarie indicazioni operative per svolgere i successivi laboratori. Ciascun laboratorio deve giungere a delineare almeno una traccia di lavoro proponibile nelle classi. Al termine del corso si deve prevedere una raccolta dei risultati ottenuti ed una riflessione sulla efficacia dei percorsi proposti.

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Durata. 2 moduli di almeno 12 ore: uno destinato alla scuola primaria e uno alla scuola secondaria di I grado articolati in 2 ore di introduzione teorica e 5 laboratori di 2 ore. Il corso è destinato a docenti che siano in grado di trasmettere all’interno dei loro rispettivi collegi l’esperienza fatta, attivando a loro volta processi di formazione nelle singole scuole. La scelta di tali figure è del Dirigente scolastico: funzione strumentale, referente per disciplina o di dipartimento disciplinare, responsabile delle attività di valutazione con competenze specifiche nell’area di italiano o matematica, ecc.

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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese

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Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro

Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin,

Allegato n. 4 INDICAZIONI PER I PIANI DI FORMAZIONE PER L’INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA

Il corso potrà essere organizzato, componendo alcuni dei percorsi indicati, la modalità di base per tutti è: partire dall’affrontare problemi per utilizzare i contenuti e raggiungere i concetti o gli obiettivi fissati. Sia nella lezione interattiva che nel lavoro di gruppo si parte dalla proposta di risoluzione di problemi, perché diventi prassi, impostare la didattica in modo da portare l’alunno a saper risolvere problemi con strumenti matematici ( individuare, collegare, confrontare, valutare) Il problema contiene tutti gli elementi fondamentali (conoscenza, calcolo, osservazione, risoluzione, terminologia) I tempi di ogni incontro dovrebbero essere di 2-3 ore CONCETTI CONTENUTI MODALITA’ NUMERI Ampliamento

dell’insieme numerico e le operazioni come necessità dettata dalla realtà (risoluzione di problemi)

Dalla operazione di addizione dimensione lineare, all’operazione di moltiplicazione come calcolo della superficie (cambio di dimensione) Le proporzioni come necessità di risolvere problemi e non come definizione

Lezione interattiva

Valutazione dei risultati Calcolo mentale e ordine di grandezza

Lavoro di gruppo e discussione

SPAZIO E FIGURE

Concetto di superficie Calcolo della superficie (Area) Equivalenza di figure

Lavoro di gruppo Dall’uso dei quadretti al calcolo indiretto.

Riconoscere forme e saperle rappresentare

Dallo spazio a due dimensioni al tridimensionale. Trasformazioni geometriche (simmetrie e traslazioni)

Lezione interattiva

RELAZIONI E FUNZIONI

Osservazione capacità di collegamento e di cogliere regole e relazioni

Sequenze numeriche o uso di rappresentazioni grafiche

Lavoro di gruppo e lezione interattiva

Utilizzare diversi modi di rappresentazione e saperli confrontare

Rappresentazioni di funzioni

y=ax y=a/x y=a2

uso di tabelle e del piano cartesiano

lezione interattiva

MISURA DATI E PREVISIONI

Trattamento dei dati e rappresentazione

Rappresentazioni grafiche, moda, mediana, media aritmetica e media ponderale, la frequenza

Lavoro di gruppo con uso di foglio di calcolo

Certo, incerto, probabile Probabilità semplice e composta Valutazione della probabilità partendo da dati statistici

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Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo

Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro

Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin.

Allegato n. 5 STRATEGIE E MODALITÀ DI LAVORO IN RELAZIONE A: 

RAGGRUPPAMENTI DEGLI ALUNNI; METODI;  MEZZI E STRUMENTI  Un ulteriore passaggio è costituito dalla selezione delle risorse didattiche che si intendono adottare,

operando scelte individuali e collegiali fondate, evitando stereotipi didattici e riferimenti acritici da parte dei

docenti (ad es.: riferirsi al proprio passato da docente o a quello da studente). Una attenta considerazione

potrà essere posta all’impiego dei criteri dell’efficacia didattica: significatività, adeguatezza, congruenza,

coerenza.

Ciascuna risorsa ha una propria efficacia, offre l’attivazione di specifiche dimensioni cognitive, emotive,

sociali, operative, realizza una sinergia particolare con i contenuti dell’insegnamento. Chiarire, esplicitare,

confrontare e valutare questo piano aumenta notevolmente la forza dei fattori di successo formativo.

Un interessante repertorio è quello proposto da E. Damiano:

A) Raggruppamenti degli alunni a) lavoro individuale

1. libero

2. con l'assistenza dell'insegnante

3. programmato su materiale autocorrettivo o strutturato

b) lavoro a due 1. insegnante/alunno

2. alunno/alunno (alla pari)

3. l'alunno più capace aiuta il compagno

c) lavoro in piccolo gruppo 1. interno alla stessa classe

2. fra alunni di classi parallele

3. fra alunni di classi non parallele

4. omogeneo per livello di rendimento

5. integrato con criteri sociometrici

6. per attività libere

7. con l'assistenza dell'insegnante/i

8. per attività programmate (vedi sopra)

d) lavoro in classe 1. alunno/alunni

2. insegnante/alunni (a senso unico)

3. insegnante/alunni (a senso multiplo)

4. due o più insegnanti in compresenza

e) lavoro in grandi gruppi 1. due o più gruppi provenienti da classi parallele

2. due o più classi parallele al completo

3. due o più gruppi provenienti da varie classi, parallele e non

4. assemblee per prendere decisioni comuni

5. tutte le scolaresche del plesso al completo

B) Metodi a) escursioni

1. esplorative: stimolo all'osservazione e alla verbalizzazione

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2. finalizzate: messa a fuoco di un oggetto specifico o di un fenomeno particolare

3. strutturate: applicazione e controllo di concetti, relazioni e principi definiti in precedenza

b) esercitazioni 1. attività libere con materiali vari e non strutturati volte alla realizzazione di prodotti creativi

2. realizzazione di oggetti su materiale semilavorato o comunque preordinato

3. ideazione, progettazione e costruzione di un oggetto con materiale scelto o adattato allo scopo

4. manipolazione di materiali predisposti per la "scoperta" di somiglianze, differenze, regolarità e la

definizione di concetti

5. esercizi di consolidamento e di memorizzazione di abilità strumentali, di schemi operativi, di

concetti e relazioni

6. attività di applicazione a contenuti diversi di schemi operativi, concetti, relazioni già conosciuti

7. attività ordinate a classificare fenomeni diversi mediante l'individuazione di somiglianze e/o

differenze

8. attività ordinate all'approfondimento, all'estensione e al trasferimento di schemi operativi, concetti,

relazioni già conosciuti

9. attività ordinate a inventare altre dimensioni mediante processi di liberazione, proiezione

10. attività ordinate a riprodurre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze

11. attività di drammatizzazione ordinate a riprodurre i vissuti per mettersi nei panni degli altri: role-

play

12. simulazione e giochi in cui sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, gli alunni sono

orientati a comprendere relazioni di varia complessità

c) lezioni 1. commento dell'insegnante di cronache, racconti, brani letterari

2. lettura guidata di brani proposti dall'insegnante per problematizzare, per integrare, per

approfondire le attività precedentemente svolte

3. esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un oggetto, di un fatto o di una attività

4. esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un

principio

5. proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, films, lucidi, cartelloni

d) conversazioni 1. conversazione occasionale, a senso multiplo, su un episodio di attualità

2. conversazione clinica tendente a individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni

intorno a determinati contenuti o problemi

3. discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema, o a

motivare al lavoro

4. discussione riassuntiva finalizzata alla sistemazione di esperienze e informazioni raccolte in

precedenza

5. discussione orientata, mediante domande proposte dall'insegnante o risposte suggerite dagli

interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni

6. discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi interpretative, a

sintetizzare l'attività svolta

C) Mezzi e strumenti a) sussidi visivi: diapositive, fotografie, episcopio...

b) sussidi uditivi: radio, dischi, registratori...

c) sussidi audiovisivi multimediali: diapositive sonorizzate, films,

d) supporti: Lim, pc, lavagne a gesso, in panno, lavagne luminose, cartelloni...

e) ausili occasionali: foglie, fiori, oggetti d'uso quotidiano, giocattoli...

f) giochi didattici aperti coi quali è possibile stimolare comportamenti liberi e creativi, situazioni

immaginarie...

g) risorse umane: testimonianze, esperienze dirette, interviste...

h) materiali strutturati: schede, eserciziari, blocchi logici, con la caratteristica di poter essere utilizzati

direttamente dagli alunni, senza richiedere l'intervento o la guida dell'insegnante...

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Prove Invalsi

Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo

Maggio 2012

Gruppo di lavoro interprovinciale

Allegato n. 6

Modello di Gestione

Indicare un solo ambito, facendo riferimento all’ambito prevalente se il progetto/attività ha ricadute in più ambiti

del Piano dell’offerta formativa.

Indicare in modo descrittivo la finalità generale.

Esempi di finalità

Promuovere una cultura della valutazione

Confrontare le valutazioni esterne con quelle interne d'Istituto

Certificare i passaggi tra ordini di scuole diverse nella logica del curricolo verticale

Informare e approfondire i risultati tra i docenti

Gli obiettivi non devono essere generici ma devono risultare in qualche modo “misurabili” attraverso indicatori.

Ci deve essere un collegamento logico tra gli obiettivi indicati e gli indicatori individuati come strumento di

controllo riportati nell’ultimo riquadro del modulo). Gli indicatori possono essere:

− nominali, cioè del tipo sì/no nel raggiungimento dell'obiettivo− metrici, cioè valori numerici assoluti o percentuali; − ordinali, cioè rilevazioni legate alla percezione di un fenomeno o a giudizi di tipo qualitativo (poco, abbastanza, molto … oppure sufficiente, buono, ottimo).

Esempi di obiettivi misurabili

1. N° Istituti aderenti

2. N° Docenti iscritti per ogni Istituto

3. N° partecipanti ad incontri e conferenze con esperti.

4. N° d' interventi di sostegno, recupero effettuati a studenti/ classi.

5. N° rilevazioni comuni effettuate a livello d'istituto.( N° classi d'Istituto, % classi)

1. Predisporre items comuni tra le diverse formazioni(obiettivo raggiunto/non raggiunto).

1-Questionario sul grado di soddisfazione dell'utenza ( indicare 5 livelli)

Indicare i profili di riferimento dei docenti, dei non docenti e dei collaboratori esterni che si prevede di utilizzare.

Per i collaboratori esterni, indicare se si tratta di docenti universitari. Indicare i nominativi delle persone che

ricopriranno ruoli rilevanti.

DirigenteDocentiD.S.G.AAssistente tecnicoAssistente amministrativoCollaboratore scolasticoEsperti esterni

Indicare le risorse logistiche ed organizzative (beni e servizi) che si prevede di utilizzare.

Sintetizzare nel riquadro l’impegno previsto, riportando i totali relativi alle diverse voci.

N. ore

TOTALE (proposto)

dip scuola

Progettazione* 1 h x € 17,50 € 23,22

Coordinamento e gestione del progetto* 1 h x € 17,50 € 23,22

Attività aggiuntiva di insegnamento 1 h x € 35,00 € 46,45

Attività aggiuntiva non di insegnamento 1 h x € 17,50 € 23,22

Esperti esterni per docenza

INDICATORI METRICI

INDICATORI NOMINALI

INDICATORI ORDINALI

RUOLI COMPITI

Personale Docente Costo orario lordo

TOTALE DOCENTI

SCHEDA DI SINTESI PROGETTO ( Indicazioni per la compilazione del modulo)

(4) Risorse umane

(5) Risorse materiali

(6) Prospetto di riepilogo dell’impegno finanziario

(3) Obiettivi misurabili

(2) Finalità

(1) Caratteristiche generali del progetto/attività

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Prove Invalsi

Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo

Maggio 2012

Gruppo di lavoro interprovinciale

Allegato n. 6

Modello di Gestione

N. ore dip scuola

D.S.G.A. 1 h x € 18,50 € 24,55

Attività di supporto (assistente tecnico) 1 h x € 14,50 € 19,24

1 h x € 14,50 € 19,24

Servizio d'aula (collaboratore scolastico) 1 h x € 12,50 € 16,59

TOTALE PERSONALE ATA

Coordinamento e gestione del progetto*

Progettazione*

Adempimenti amministrativi

(assistente amministrativo)

Personale ATA Costo orario lordo

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Prove Invalsi

Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo

Maggio 2012

Gruppo di lavoro interprovinciale

Allegato n. 6

Modello di Gestione

Numerare progressivamente le fasi e per ognuna di esse riportare il periodo di attuazione, la descrizione delle

attività e il personale interno ed esterno coinvolto. La pianificazione delle attività consente di verificare in itinere se

il progetto/ attività si sviluppa secondo le previsioni.

Fasi attività Ott. Nov. Dic. Gen. Feb Mar Apr. Mag. Giu.

Elencare gli indicatori (nominali, metrici, ordinali) con cui si intende valutare l’efficacia del progetto/attività e le

modalità con cui essi verranno rilevati (registri di presenza, osservazione diretta, interviste, questionari …).

Come si evidenziano gli indicatori devono risultare collegati agli obiettivi.

Per i progetti/attività che si rivolgono agli studenti, alle famiglie o al personale sarebbe sempre opportuno inserire

fra gli indicatori il grado di soddisfazione espresso dai partecipanti; in questo caso il gruppo di progetto dovrà

prevedere di somministrare ai partecipanti un breve questionario ad hoc e di elaborarne i risultati.

Oltre agli indicatori da rilevare al termine si consiglia di individuare anche degli indicatori intermedi da rilevare

nel corso dello svolgimento del progetto/attività.

Metodologie di controllo

Descrizione Modalità di rilevazione Valore atteso

Descrizione e relazione finale Modalità di rilevazione Valore atteso

il ds.

Indicatori intermedi

luogo, data

CRONOGRAMMA

Indicatori finali

(8) Metodologie di controllo

(7) Pianificazione delle fasi operative

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Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo – Allegato 7

DIRETTORE DI POLO Ruoli e funzioni di garanzia del Direttore di polo (un Dirigente)

Compiti di GESTIONE

-Direzione, coordinamento, valorizzazione delle risorse umane

-Organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali -Promozione della qualità delle risorse interne ed esterne alla comunità professionale -Qualità del servizio istruzione -Collaborazione con soggetti Istituzionali, culturali, professionali del territorio. -Conoscenzadei quadri di riferimento Invalsi -Garantire accessi alle informazioni a più livelli.

Risultati da garantire

-Clima organizzativo efficiente, monitorando tutte le fasi di realizzazione -Ambiente d’apprendimento efficace, favorendo anche il lavoro di gruppo e la cooperazione tra docenti. -Gestione trasparente,delle risorse finanziarie e strumentali. -Documentazione e diffusione puntuale dei materiali prodotti

Tenuta organizzativa

-Gruppo di progetto -Formazione docenti a cura di Esperti - Seminari di approfondimento presso Università/Enti -Formazione tra pari a cura di docenti/formatori e docenti -Confronto di buone pratiche -Attività di ricerca-azione in classe - Focus group di sintesi - Seminario/ Convegno.

Rendicontazione

-In itinere: questionari, schede di raccolta dati -Finale : atto pubblico tramite un incontro di presentazione delle azioni formative attuate nei diversi territori -Diffusione:materiali tramite piattaforma/sito.

Valutazione efficacia -Formazione docenti: dati oggettivi -N° adesione alla formazione, tenuta presenze, customer,