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Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese
Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro
Bosello, Vittorio Fabricatore (coordinatore), Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin.
2012 Documenti allegati
All. 1- Quadri di riferimento Invalsi per Lettura e Matematica
All. 2-Modelli di programmazione curricolare e approcci didattici
All. 3-Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento dell’italiano
All. 4-Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento della matematica
All 5-Strategie e modalità di lavoro in relazione a: raggruppamenti degli alunni; metodi; mezzi e strumenti
All. 6-Modello di gestione
All. 7-Quadro sintetico di ruoli e funzioni del Direttore di polo formativo.
1. PREMESSA Il Servizio Nazionale di Valutazione dell’Invalsi fornisce alla scuole ed all’intero sistema esiti di apprendimento basati su quadri di conoscenze, abilità e competenze in lettura e matematica che fanno esplicito riferimento ai Framework internazionali previsti dalle più importanti rilevazioni sugli apprendimenti. Gli esiti delle rilevazioni degli apprendimenti (nazionali e internazionali) vanno sempre più diventando un importante strumento per orientare le politiche formative dell’Europa e degli Stati nazionali verso risultati che garantiscano lo sviluppo di quelle competenze necessarie per migliorare i livelli di sviluppo economico e di competitività. Anche per l’Italia i quadri di riferimento su cui si basano le rilevazioni Invalsi ed i principali framework internazionali si avviano a costituire un importante riferimento per la progettazione dei percorsi di formazione e per la costruzione dei Piani dell’Offerta formativa delle scuole. Pertanto, è opportuno che gli Istituti scolastici assumano come esigenza prioritaria del sistema lo sviluppo delle competenze richieste dai quadri di riferimento, al fine di garantire qualità ed equità degli esiti di propri studenti. Si ricorda che l’OCSE definisce la qualità come eccellenza nei risultati, nell’equità tra studenti
1.
Per garantire al sistema risultati eccellenti è necessario che i curricoli previsti da ciascuna Istituzione scolastica prevedano conoscenze, abilità e competenze richieste dai quadri di riferimento Invalsi e che a questi ultimi ogni scuola dedichi la giusta importanza, pur garantendo i necessari livelli di autonomia organizzativa e didattica. Dunque l’assunzione consapevole dei Framework e delle competenze-chiave come punti di riferimento nella progettazione costituisce la condizione irrinunciabile per garantire in ogni Istituzione scolastica efficaci percorsi di miglioramento della progettazione, dell’organizzazione e dei percorsi di apprendimento. E’ anche opportuno che un’Istituzione scolastica sappia render conto delle proprie scelte in modo trasparente, aderendo ad un modello moderno di accountability basato sugli esiti degli studenti e finalizzato a comportamenti cooperativi sia interni che con la comunità di appartenenza, per attivare processi di miglioramento condivisi.
1 “La qualità si misura attraverso i livelli elevati di risultato; l’equità per mezzo di una equa distribuzione della qualità
tra i gruppi di studenti che hanno background diversi. In questo senso i livelli maggiormente auspicabili di qualità ed
equità sarebbero i più alti livelli di risultato con la minore variazione tra i risultati degli studenti”.
(School factors related to quality and equity, Result from PISA 2000, OECD, 2005 – Chap 3)
2
2. I CURRICOLI DELLA SCUOLA E LE SCELTE. I quadri di riferimento nazionali e internazionali Nell’allegato n. 1 vengono riportati i Quadri di riferimento Invalsi per Lettura e Matematica, cui opportunamente ciascuna scuola potrebbe fare riferimento con l’obiettivo di migliorare i risultati dei propri studenti. Link e fonti per i quadri di riferimento internazionali
Sito ufficiale del Programma PISA
http://www.pisa.oecd.org
PIRLS: Progress in International Reading Literacy Study
http://timss.bc.edu/pirls2001i/PIRLS2001_Pubs.html
TIMSS: the Trends in International Mathematics and Science Study
http://timss.bc.edu/timss2003i/frameworks.html http://timss.bc.edu
Gli aspetti organizzativi, professionali e culturali L’obiettivo di accompagnare i gruppi docenti a divenire équipe di lavoro orientate alla crescita di una professionalità riflessiva, la quale intende esplicitare il senso, i criteri e le motivazioni delle proprie scelte, è sicuramente strategico. Un primo passaggio all’interno di questo itinerario sarà quello di individuare il modello di progettazione/programmazione più adeguato al contesto classe, alla disciplina di insegnamento, all’ordine scolastico, alle età degli alunni/studenti, alle scelte pedagogico-cultural-organizzative dell’istituto. La letteratura pedagogico-didattica ci consegna una varietà di opzioni:
- Il curricolo per obiettivi (ad es. il modello circolare dei Nicholls) - La didattica per concetti (ad es. Il modello didattico unificato di Elio Damiano)
- La didattica per sfondo integratore (ad es. il modello di P.Zanelli)
- La didattica delle competenze (ad es. il modello di Comoglio)
- La didattica del problem solving (ad es. l’articolazione del pensiero riflessivo di Dewey)
Ciascuna di queste opzioni è illustrata nei dettagli dall’allegato n. 2
(Modelli di programmazione curricolare e approcci didattici). Un secondo impegno sarà quello di definire la matrice, o schema, per la stesura delle Unità di apprendimento, disciplinari o multi-inter-transdisciplinari. Questo permetterà la realizzazione di archivi facilmente leggibili sia dai professionisti che da famiglie e studenti, agevolando lo scambio e la discussione sull’efficacia delle varie scelte effettuate o da effettuare. In tal modo si ridurranno significativamente que i rischi di autoreferenzialità tipici delle istituzioni scolastiche, e si inseriranno occasioni di revisione critica e di riprogettazione continua. 3. IL PIANO DELLA FORMAZIONE La formazione per l’Italiano e la Matematica E’ importante che ciascuna Istituzione scolastica orienti consapevolmente la formazione dei docenti verso lo sviluppo prioritario di abilità e competenze previste dai Quadri di riferimento Invalsi. Nel presente documento si intende tuttavia fornire linee di indirizzo che individuano alcuni punti di attenzione irrinunciabili per il territorio. Si prendano perciò in esame gli allegati n. 3 e n. 4
(Indicazioni per la stesura di piani di formazione per l’insegnamento dell’italiano e della matematica).
3
Strategie e risorse metodologiche Un ulteriore passaggio è costituito dalla selezione delle risorse didattiche che si intendono adottare, operando scelte individuali e collegiali fondate, evitando stereotipi didattici e riferimenti acritici da parte dei docenti (ad es.: riferirsi al proprio passato da docente o a quello da studente). Una attenta considerazione potrà essere posta all’impiego dei criteri dell’efficacia didattica: significatività, adeguatezza, congruenza, coerenza. Ciascuna risorsa ha una propria efficacia, offre l’attivazione di specifiche dimensioni cognitive, emotive, sociali, operative, realizza una sinergia particolare con i contenuti dell’insegnamento. Chiarire, esplicitare, confrontare e valutare questo piano aumenta notevolmente la forza dei fattori di successo formativo. Nell’allegato n. 5 è possibile esaminare nel dettaglio un interessante repertorio proposto da E. Damiano. Nel modello vengono analizzate alcune strategie e modalità di lavoro in relazione a: Raggruppamenti degli alunni; Metodi; Mezzi e strumenti 4. I POLI FORMATIVI SUL TERRITORIO A supporto delle norme di autogoverno dei singoli Istituti, per evidenziare il ruolo della Scuola come Istituzione che opera nel territorio, ma nell’ambito di una governance di sistema la Leva più promettente rimane sempre quella della valorizzazione del lavoro docente, della sua rinnovata motivazione e del suo sviluppo professionale. Per garantire qualità organizzativa e innovazioni migliorative, si suggerisce di far diventare priorità il lavorare alle condizioni attuative:
Creare
luoghi fisici di stimolo, confronto e collaborazione;
luoghi che diano fattive e costanti risposte alle esigenze formative presenti anche valorizzando le articolate e ricche risorse riconosciute dalla comunità di pratica
luoghi deputati formalmente allo svolgimento e al presidio di attività funzionali allo sviluppo dei docenti.
Nello specifico, in rapporto di continuità con le risultanze dei monitoraggi centrati sui livelli di apprendimento conseguiti dal Sistema Scolastico, nel suo insieme e nelle sue articolazioni, ( Prove INVALSI / SNV ) e’ evidente l’urgenza di sostenere un rapporto di complementarità:
la formazione continua affianca i docenti sul piano del necessario permanente aggiornamento e, soprattutto, sul piano formativo;
la valutazione del Sistema consente di individuare le criticità e di monitorare l’efficacia degli interventi.
Occorre intraprendere percorsi di ricerca che contribuiscono ad alimentare nuove conoscenze per stimolare ad intraprendere percorsi di innovazione. Operativamente: sono già stati collaudati con successo modelli di organizzazione e gestione inerenti diversi pacchetti formativi. Occorre una scelta che dia
garanzia di operatività nel tempo,
visibilità circa definizione e realizzazione di percorsi specifici di:
Formazione per l’insegnamento dell’italiano e della matematica; Personalizzazione e individuazione dei processi di apprendimento in “ un contesto inclusivo “. Si costituiranno a tal fine quattro poli per ciascuna provincia coordinati da dirigenti scolastici e in ciascuno di essi saranno attivate le iniziative di formazione sia per italiano che per matematica. Tali poli utilizzeranno risorse delle scuole in rete.
4
Gli aspetti finanziari Nell’allegato n. 6 è riportato un modello di gestione dei progetti di formazione, cui i Dirigenti scolastici responsabili per ciascun polo saranno invitati ad attenersi, allo scopo di rendere misurabili percorsi ed esiti dei percorsi di formazione organizzati. Ruoli e funzioni di garanzia del Direttore di polo (un Dirigente) Il Dirigente scolastico che assume l’incarico di Direttore di polo formativo si assume non solo compiti gestionali, ma anche la responsabilità di garantire i risultati attesi per quell’itinerario formativo. Assume anche l’impegno alla rendicontazione. Nell’allegato n.7 viene riportato un quadro sintetico di ruoli e funzioni del Direttore di polo formativo. I percorsi di formazione saranno realizzati sia con risorse provinciali vincolate che con risorse delle scuole appartenenti al polo territoriale. La ricognizione sul territorio E’ consigliabile in ogni polo una ricognizione di quanto è stato già fatto in quel territorio, per individuare gli aspetti da sviluppare con maggiore attenzione La formazione degli insegnanti non è asettica, indifferente ai valori che ispirano una comunità professionale. Se prevale un modello burocratico, la formazione privilegia aspetti esecutivi e di adempimento, se prevale un modello funzionalista, la formazione cura soprattutto competenze procedurali, se prevale poi un modello a cascata, la formazione non interpreta adeguatamente i bisogni formativi e non valorizza la storia e le risorse del territorio scolastico fatto di plessi, istituti e reti. Occorre invece creare sinergia tra il piano culturale e quello istituzionale, tra la dimensione d’aula e quella del territorio, tra l’aspetto individuale e quello collegiale della professionalità docente, per realizzare una formazione situata, concreta, efficace e continua. Per questo la costituzione dei poli deve necessariamente coinvolgere le migliori esperienze di docenti, scuole, reti, associazioni culturali, professionali e didattiche, tramite una attenta mappatura da realizzarsi con i soggetti stessi di quel territorio, tenendo conto, in particolare, della storia didattica quale si è sviluppata nel tempo e delle aspettative più diffuse. A partire da questi dati si potranno specificare le vocazioni, le reticolarità e le risorse cui affidarsi per offrire valide ed efficaci esperienze di formazione.
5
ALLEGATI
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia
Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese
Prove Invalsi: Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo Maggio 2012
Allegato n. 1 QUADRI DI RIFERIMENTO INVALSI PER ITALIANO E MATEMATICA
COMPITO: fornire sintesi del QDR di italiano e matematica con focus su competenze da sostenere/promuovere/sviluppare entro la classe 1 della scuola secondaria.
LITERACY ““ La capacità di un individuo di comprendere,di utilizzare e di riflettere su testi scritti al fine di raggiungere i propri obiettivi,di sviluppare le proprie conoscenze
e le proprie potenzialità e di svolgere un ruolo attivo nella società”
OECD INVALSI PISA 2006
PREMESSA: QDR: FUNZIONI:
• È un documento fondamentale, in “fieri”,in esso si definisce quali apprendimenti in italiano e matematica si valutano e come vengono valutati
A chi si rivolge
• Dalla Premessa
– Il QdR serve in primo luogo alle persone incaricate di redigere i quesiti e al gruppo di lavoro che deve comporre i fascicoli
– Il QdR può servire agli insegnanti per interpretare i risultati delle prove INVALSI
– essa può costituire un ottimo termine di confronto per le singole scuole o anche per i singoli insegnanti
ATTENZIONE!Per leggere i risultati :
gli strumenti: nel complesso della prova: il Quadro Di Riferimento
*per i singoli quesiti : Griglie di correzione/Guida alla lettura della prova
COMPETENZA
ASPETTI COMPETENZA
TIPOLOGIA TESTO I testi letterari sono testi continui che, per le classi di
scuola primaria, possono essere accompagnati
da immagini. I testi non letterari, qualunque ne sia il
tipo, possono essere continui, non continui o
misti.
CONOSCENZE INDAGATE
COMPETENZA CHIAVE LETTURA GRAMMATICA FUNZIONALE/FORMALE
II PRIMARIA V-PRIMARIA/I
SECONDARIA
LETTURA GRAMMATICA
PADRONANZA LINGUISTICA
Declinazione significato:
-INTERAZIONE VERBALE
-LETTURA come:
1)COMPRENSIONE-
)2INTERPRETAZIONE
RIFLESSIONE E VALUTAZIONE
TESTO SCRITTO
(comprensione lettura+grammatica
formale e funzionale)
A-Competenza pragmatico-
testuale:
-Saper cogliere e tener conto
dei fenomeni di coesione
testuale, cioè dei segnali
linguistici che indicano l’
organizzazione del testo, in
particolare connettivi e coesivi;
-Saper cogliere e tener conto
dell’organizzazione generale
(titolazione, scansione in
capoversi e paragrafi, rilievi
grafici, ecc.) e dei fenomeni
locali che contribuiscono alla
coerenza testuale, in
particolare la modalità di
successione e la gerarchia delle
informazioni, e i legami logico-
-Riconoscere e
comprendere il
significato
letterale e figurato
di parole ed
espressioni;
riconoscere
le relazioni tra
parole.
-Individuare
informazioni date
esplicitamente nel
testo.
-Fare
un’inferenza
diretta, ricavando
un’informazione
implicita da una o
più informazioni
datenel testo e/o
tratte
dall’enciclopedia
personale del
lettore.
-Cogliere le
relazioni di
coesione
(organizzazione
logica entro e
-Riflessione sulla lingua
volta a verificare la
capacità di descrizione
esplicita dei fenomeni
grammaticali,utilizzando,
ove possibile, la
terminologia specifica
più condivisa nella
pratica didattica;
-diversi livelli di analisi
della lingua ma con
compiti e contenuti
adeguati a diversi gradi
di difficoltà per coprire
un’ampia gamma di
competenze degli
studenti
Un solo testo
continuo di tipo
narrativo
Quinta Primaria:
espositivo,
narrativo, conativo
Prima Secondaria
1° grado: narrativo
espositivo,
narrativo,
descrittivo,conativo
Indicate solo
competenze
1Ortografia
Uso di accenti e
apostrofi, maiuscole e
minuscole,
segmentazione delle
parole
(gliel’ho detto), uso
delle doppie, casi di
non corrispondenza tra
fonemi e
grafemi (uso dell’h,
della q, dei digrammi,
ecc.). ( prevalenza V
primaria)
2 Morfologia
Flessione (tratti
grammaticali: genere,
numero, grado, modo,
tempo, persona,
aspetto, diatesi);
categorie lessicali
(nome, aggettivo,
verbo, ecc.) e
sottocategorie
(aggettivo possessivo,
nome proprio, ecc.).
3 Formazione delle
parole
Parole derivate; parole
semantici tra frasi e tra
capoversi (ad esempio, legami
di conseguenza,
opposizione, similarità,
generalizzazione,
esemplificazione ecc.);
3) saper operare inferenze,
ricavando contenuti impliciti,
pertinenti alla comprensione
del testo
4) saper riconoscere il registro
linguistico, determinato dalle
scelte morfosintattiche e
lessicali dominanti.
B-Competenza lessicale: 1)conoscere ed essere in grado
di ricostruire il significato di
un vocabolo in un determinato
contesto e le relazioni di
significato tra vocaboli in vari
punti del testo.
C- Competenza
grammaticale: 1)capacità di individuare le
strutture morfosintattiche
della frase e le strutture
interpuntive in funzione della
loro pertinenza testuale.
oltre la frase) e
coerenza testuale.
-Ricostruire il
significato di una
parte più o meno
estesa del testo,
-Sviluppare
un’interpretazione
del testo, a partire
dal suo contenuto
e/o dalla sua
forma, andando
al di là di una
comprensione
letterale.
-Valutare il
contenuto e/o la
forma del testo
alla luce delle
conoscenze ed
esperienze
personali
(riflettendo sulla
plausibilità delle
informazioni,
sulla validità delle
argomentazioni,
sulla
efficacia
comunicativa del
testo, ecc.)
alterate; parole
composte;
polirematiche (ferro da
stiro,
asilo nido).
4 Lessico e semantica
Relazioni di
significato tra parole;
polisemia; campi
semantici; famiglie
lessicali; usi figurati e
principali figure
retoriche; espressioni
idiomatiche;
MATEMATICA
LITERACY:”La capacità di un individuo di identificare e di comprendere il ruolo che la matematica gioca nel mondo reale,di operare valutazioni
fondate e di utilizzare la matematica e confrontarsi con essa in modi che rispondono alle esigenze della vita di quell’individuo in quanto cittadino
che riflette,che si impegna e che esercita un ruolo costruttivo”.
OECD INVALSI PISA 2006
DIMENSIONI
CONTENUTI MATEMATICI PROCESSI
NUMERI SPAZIO E FIGURE RELAZIONI E
FUNZIONI Valutati dalla classe quinta
MISURA,DATI E
PREVISIONI
Numeri naturali e loro
rappresentazione in
base dieci.
Addizione e
sottrazione fra numeri
naturali.
Moltiplicazione e
divisione fra numeri
naturali.
Numeri decimali e
frazioni.
Frazioni equivalenti.
Scrittura posizionale
dei numeri naturali
e decimali.
Operazioni fra numeri
decimali.
Proprietà delle
Mappe, piantine e
orientamento.
Rappresentazione di
oggetti nel piano e nello
spazio. Semplici figure
dello spazio e del piano
(cubo,
sfera,triangolo,quadrato…).
I principali enti
geometrici.
Angoli e loro ampiezza.
Rette incidenti, parallele
e perpendicolari.
Verticalità, orizzontalità.
Uguaglianza di
figure.
Equivalenza fra
figure.
Classificazione di
oggetti, figure, numeri
in base a una
determinata proprietà.
Equivalenze e
ordinamenti.
Grandezze direttamente
e inversamente
proporzionali .
Ricerca di regolarità in
sequenze di numeri,
figure, simboli e parole.
Generalizzazione di
regolarità attraverso
parole e espressioni
algebriche.
Funzioni del tipo y=ax,
y=a/x e y=x2 e loro
Prime rappresentazioni
di dati (tabelle,
pittogrammi, grafici a
barre, ecc.).
Caratteri qualitativi e
quantitativi.
Moda, mediana e media
aritmetica.
Istogrammi.
Calcolo di frequenze
relative e percentuali.
Diagrammi di vario
tipo. Evento certo,
possibile e
impossibile.
Campione estratto da
una popolazione:
casuale e non casuale.
1.conoscere e padroneggiare i contenuti
specifici della matematica (oggetti
matematici,
proprietà, strutture...);
2. conoscere e padroneggiare algoritmi e
procedure (in ambito aritmetico,
geometrico...);
3. conoscere e padroneggiare diverse
forme di rappresentazione e sapere passare
da una
all'altra (verbale, scritta, simbolica,
grafica, ...);
4. sapere risolvere problemi utilizzando gli
strumenti della matematica (individuare e
collegare le informazioni utili, confrontare
strategie di soluzione, individuare schemi
risolutivi di problemi come ad esempio
sequenza di operazioni, esporre il
operazioni.
Significato delle
parentesi in sequenze
di operazioni.
Proprietà dei numeri
naturali: precedente
successivo, pari
dispari, doppio,
metà…).
Operazioni con i
numeri interi.
Calcolo approssimato.
Potenze di numeri
naturali e interi.
Numeri primi.
Multipli e divisori.
Rapporti,
percentuali e
proporzioni.
Numeri decimali
limitati e illimitati
periodici
(rappresentazione
decimale e
frazionaria).
Numeri
razionali.
Operazioni con i
numeri razionali.
Numeri decimali
non periodici.
Composizione e
scomposizione
di figure.
Elementi di semplici figure
dello spazio (vertici,
spigoli, …).
Unità di misure di
lunghezze, aree e volumi.
Perimetro di poligoni. Aree
di poligoni. Somma degli
angoli
di un triangolo e di
poligoni.
Teorema di Pitagora.
Traslazioni, rotazioni e
simmetrie.
Riproduzioni in scala:
ampliamenti e riduzioni.
Lunghezza della
circonferenza e area
del cerchio.
Angoli al centro e angoli
alla circonferenza.
Aree e volumi dei
principali solidi.
Rappresentazione piana di
figure solide.
Sistema di riferimento
cartesiano.
Rappresentazione sul piano
cartesiano di figure piane e
di trasformazioni
geometriche.
rappresentazione
grafica.
Rappresentazione di
funzioni attraverso
parole, tabelle, grafici,
espressioni algebriche.
Equazioni di primo
grado.
Rappresentazione di
fatti e fenomeni
attraverso tabelle,
grafici ed espressioni
algebriche
Probabilità di un evento:
valutazione della
probabilità di eventi
elementari ed
equiprobabili.
Semplici valutazioni di
probabilità di un evento
a partire da dati
statistici.
Misure di grandezze
discrete per conteggio.
Misure di grandezze
continue attraverso
oggetti e strumenti.
Il Sistema
Internazionale di
misura.
Stime e
approssimazioni.
Notazione scientifica
procedimento
risolutivo,…);
5. sapere riconoscere in contesti diversi il
carattere misurabile di oggetti e fenomeni
e saper utilizzare strumenti di misura
(saper individuare l'unità o lo strumento di
misura più adatto in un dato contesto,
saper stimare una misura,…);
6. acquisire progressivamente forme
tipiche del pensiero matematico
(congetturare,
verificare, giustificare, definire,
generalizzare, ...);
7. utilizzare la matematica appresa per il
trattamento quantitativo dell'informazione
in ambito scientifico, tecnologico,
economico e sociale (descrivere un
fenomeno in termini quantitativi,
interpretare una descrizione di un
fenomeno in termini quantitativi con
strumenti statistici o funzioni, utilizzare
modelli matematici per descrivere e
interpretare
situazioni e fenomeni, ...).
8. saper riconoscere le forme nello spazio
(riconoscere forme in diverse
rappresentazioni,
individuare relazioni tra forme, immagini
o rappresentazioni visive, visualizzare
oggetti
tridimensionali a partire da una
rappresentazione bidimensionale e,
viceversa,
rappresentare sul piano una figura solida,
saper cogliere le proprietà degli oggetti e
le
loro relative posizioni, …).
Implementazione dello strumento ( a cura di reti di scuole):
1^ obiettivo: individuare le conoscenze prevalentemente indagate con analisi prove ultimo triennio/analisi articolazione testi-quesiti;
2^ obiettivo: individuare gli ITEM con livelli di maggior criticità/che denotano punti di forza dei curricoli delle nostre scuole
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese
Prove Invalsi: Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo Maggio 2012
Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina
Bianchi, Pietro Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin
Allegato n. 2 MODELLI DI PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE E APPROCCI DIDATTICI
L’obiettivo di accompagnare i gruppi docenti a divenire equipe di lavoro orientate alla crescita di
una professionalità riflessiva, la quale intende esplicitare il senso, i criteri e le motivazioni delle
proprie scelte, è sicuramente strategico. Un primo passaggio all’interno di questo itinerario sarà
quello di individuare il modello di progettazione/programmazione più adeguato al contesto
classe, alla disciplina di insegnamento, all’ordine scolastico, alle età degli alunni/studenti, alle
scelte pedagogico-cultural-organizzative dell’istituto. La letteratura pedagogico-didattica ci
consegna una varietà di opzioni:
‐ Il curricolo per obiettivi (ad es. il modello circolare dei Nicholls) che si articola in:
1. Analisi della situazione: - caratteristiche degli alunni e della classe - l’ambiente socio-familiare - i prerequisiti richiesti e accertati 2. Formulazione degli obiettivi (in relazione alle tassonomie) - finalità generali - obiettivi generali a lungo, medio, breve termine - obiettivi specifici - prestazioni attese: operazionalizzazione delle tassonomie 3. Selezione e organizzazione dei contenuti - validità - significatività - interesse - sostenibilità - progressione 4. Selezione e organizzazione dei metodi - tecniche - sussidi - approcci - mediatori 5. Verifica e valutazione - analisi delle conoscenze e abilità - valutazione dei progressi - indicazioni per la riprogrammazione
- La didattica per concetti (ad es. Il modello didattico unificato di Elio Damiano) 1. Stesura della mappa concettuale generale 2. Raccolta delle matrici cognitive degli alunni attraverso la conversazione clinica 3. Stesura della matrice cognitiva, relativa al percorso effettivamente da intraprendere
4. Individuazione del compito di apprendimento 5. Esplicitazione della rete concettuale 6. Predisposizione delle fasi di lavoro didattico 7. Valutazione finale 8. Feed-back
- La didattica per sfondo integratore (ad es. il modello di P.Zanelli)
1. Individuazione dello sfondo come struttura che connette 2. Raccolta delle tracce (segnali di relazione dei bambini con lo sfondo) 3. Stesura di obiettivi di massima 4. Delineazione puntuale delle possibilità dello sfondo 5. Articolazione dei nuclei 6. Realizzazione dei feed-back formativi
- La didattica delle competenze (ad es. il modello di Comoglio)
1. Descrizione della prestazione 2. Individuazione degli obiettivi metacognitivi 3. Individuazione degli obiettivi cognitivi 4. Individuazione degli obiettivi di altro tipo 5. Individuazione delle disposizioni (atteggiamenti permanenti della personalità) 6. Descrizione della prestazione autentica (situazione, ruolo, destinatario, prodotto)
- La didattica del problem solving (ad es. l’articolazione del pensiero riflessivo di Dewey)
1. la percezione della difficoltà o disagio: i segnali del problema 2. l’intellettualizzazione del problema: ricognizione dei vari aspetti in gioco per superare la
fase emozionale 3. la formulazione delle ipotesi di soluzione 4. la definizione di un piano di ricerca per verificare la consistenza dell’ipotesi 5. il controllo conclusivo, mediante l’azione, della validità dell’ipotesi
Un secondo impegno sarà quello di definire la matrice, o schema, per la stesura delle Unità di apprendimento, disciplinari o multi-inter-transdisciplinari. Questo permetterà la realizzazione di
archivi facilmente leggibili sia dai professionisti che da famiglie e studenti, agevolando lo scambio
e la discussione sull’efficacia delle varie scelte effettuate o da effettuare. In tal modo si ridurranno
significativamente que i rischi di autoreferenzialità tipici delle istituzioni scolastiche, e si inseriranno
occasioni di revisione critica e di riprogettazione continua.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese
Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro
Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin,
Allegato n. 3 INDICAZIONI PER I PIANI DI FORMAZIONE PER L’INSEGNAMENTO DELL’ITALIANO
Progettare per competenze. La prova INValSi Molte delle attività proposte dagli insegnanti per migliorare la preparazione dei loro alunni al superamento della prova INValSi sono specificamente strutturate sulla acquisizione di una maggiore esperienza nell’affrontare le modalità nelle quali vengono formulati i quesiti, che sono considerate lontane dalle prassi valutative normalmente adottate. Molto poco si fa invece per ripensare la didattica disciplinare in modo da “includere” la prova, ossia fornire ai ragazzi le strumentalità necessarie ad affrontarla con consapevolezza e padronanza delle competenze che vengono verificate. Pertanto il corso che si vuole realizzare si pone come finalità ambiziosa quella di sollecitare ad un ripensamento della didattica della lingua italiana, che abbia al centro le competenze. CONCETTI CONTENUTI MODALITA’
Competenza pragmatico-testuale
Comprensione del testo come processo interattivo
- Inferenze dirette e Inferenze complesse; - interpretare un testo: l’intenzione, il punto di vista dell’autore, lo scopo del testo; registro, stile, genere testuale, genere letterario - valutare un testo: verosimiglianza, plausibilità, coerenza, efficacia espressiva, scelte stilistiche
Lezione interattiva, laboratorio
Competenza lessicale
Costruzione di un lessico attivo
- Il significato letterale e figurato di parole ed espressioni; le relazioni tra parole: sinonimia/antonimia, espressioni idiomatiche, campi semantici
Lezione interattiva, laboratorio
Competenza grammaticale
Individuazione delle strutture morfosintattiche della frase e delle strutture interpuntive in funzione della loro pertinenza testuale
- Le relazioni di coesione (organizzazione logica entro e oltre la frase): anafore e catene anaforiche, significati e funzioni dei connettivi frasali e testuali, significato e funzioni dei segni d’interpunzione
Lezione interattiva, laboratorio
Modalità. Si suggeriscono gruppi di non oltre 30 corsisti da suddividere in min 3 sottogruppi da 10. E’ necessaria una introduzione teorica sotto forma di lezione interattiva che delinei gli obiettivi del corso e fornisca le necessarie indicazioni operative per svolgere i successivi laboratori. Ciascun laboratorio deve giungere a delineare almeno una traccia di lavoro proponibile nelle classi. Al termine del corso si deve prevedere una raccolta dei risultati ottenuti ed una riflessione sulla efficacia dei percorsi proposti.
Durata. 2 moduli di almeno 12 ore: uno destinato alla scuola primaria e uno alla scuola secondaria di I grado articolati in 2 ore di introduzione teorica e 5 laboratori di 2 ore. Il corso è destinato a docenti che siano in grado di trasmettere all’interno dei loro rispettivi collegi l’esperienza fatta, attivando a loro volta processi di formazione nelle singole scuole. La scelta di tali figure è del Dirigente scolastico: funzione strumentale, referente per disciplina o di dipartimento disciplinare, responsabile delle attività di valutazione con competenze specifiche nell’area di italiano o matematica, ecc.
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese
Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro
Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin,
Allegato n. 4 INDICAZIONI PER I PIANI DI FORMAZIONE PER L’INSEGNAMENTO DELLA MATEMATICA
Il corso potrà essere organizzato, componendo alcuni dei percorsi indicati, la modalità di base per tutti è: partire dall’affrontare problemi per utilizzare i contenuti e raggiungere i concetti o gli obiettivi fissati. Sia nella lezione interattiva che nel lavoro di gruppo si parte dalla proposta di risoluzione di problemi, perché diventi prassi, impostare la didattica in modo da portare l’alunno a saper risolvere problemi con strumenti matematici ( individuare, collegare, confrontare, valutare) Il problema contiene tutti gli elementi fondamentali (conoscenza, calcolo, osservazione, risoluzione, terminologia) I tempi di ogni incontro dovrebbero essere di 2-3 ore CONCETTI CONTENUTI MODALITA’ NUMERI Ampliamento
dell’insieme numerico e le operazioni come necessità dettata dalla realtà (risoluzione di problemi)
Dalla operazione di addizione dimensione lineare, all’operazione di moltiplicazione come calcolo della superficie (cambio di dimensione) Le proporzioni come necessità di risolvere problemi e non come definizione
Lezione interattiva
Valutazione dei risultati Calcolo mentale e ordine di grandezza
Lavoro di gruppo e discussione
SPAZIO E FIGURE
Concetto di superficie Calcolo della superficie (Area) Equivalenza di figure
Lavoro di gruppo Dall’uso dei quadretti al calcolo indiretto.
Riconoscere forme e saperle rappresentare
Dallo spazio a due dimensioni al tridimensionale. Trasformazioni geometriche (simmetrie e traslazioni)
Lezione interattiva
RELAZIONI E FUNZIONI
Osservazione capacità di collegamento e di cogliere regole e relazioni
Sequenze numeriche o uso di rappresentazioni grafiche
Lavoro di gruppo e lezione interattiva
Utilizzare diversi modi di rappresentazione e saperli confrontare
Rappresentazioni di funzioni
y=ax y=a/x y=a2
uso di tabelle e del piano cartesiano
lezione interattiva
MISURA DATI E PREVISIONI
Trattamento dei dati e rappresentazione
Rappresentazioni grafiche, moda, mediana, media aritmetica e media ponderale, la frequenza
Lavoro di gruppo con uso di foglio di calcolo
Certo, incerto, probabile Probabilità semplice e composta Valutazione della probabilità partendo da dati statistici
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia Ufficio XII – Como - Ufficio XXI – Varese
Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Gruppo di lavoro interprovinciale composto dai Dirigenti Scolastici: Marisa Bellei, Marina Bianchi, Pietro
Borsello, Vittorio Fabricatore, Giuliano Fontana, Valentina Grohovaz, Clara Mondin.
Allegato n. 5 STRATEGIE E MODALITÀ DI LAVORO IN RELAZIONE A:
RAGGRUPPAMENTI DEGLI ALUNNI; METODI; MEZZI E STRUMENTI Un ulteriore passaggio è costituito dalla selezione delle risorse didattiche che si intendono adottare,
operando scelte individuali e collegiali fondate, evitando stereotipi didattici e riferimenti acritici da parte dei
docenti (ad es.: riferirsi al proprio passato da docente o a quello da studente). Una attenta considerazione
potrà essere posta all’impiego dei criteri dell’efficacia didattica: significatività, adeguatezza, congruenza,
coerenza.
Ciascuna risorsa ha una propria efficacia, offre l’attivazione di specifiche dimensioni cognitive, emotive,
sociali, operative, realizza una sinergia particolare con i contenuti dell’insegnamento. Chiarire, esplicitare,
confrontare e valutare questo piano aumenta notevolmente la forza dei fattori di successo formativo.
Un interessante repertorio è quello proposto da E. Damiano:
A) Raggruppamenti degli alunni a) lavoro individuale
1. libero
2. con l'assistenza dell'insegnante
3. programmato su materiale autocorrettivo o strutturato
b) lavoro a due 1. insegnante/alunno
2. alunno/alunno (alla pari)
3. l'alunno più capace aiuta il compagno
c) lavoro in piccolo gruppo 1. interno alla stessa classe
2. fra alunni di classi parallele
3. fra alunni di classi non parallele
4. omogeneo per livello di rendimento
5. integrato con criteri sociometrici
6. per attività libere
7. con l'assistenza dell'insegnante/i
8. per attività programmate (vedi sopra)
d) lavoro in classe 1. alunno/alunni
2. insegnante/alunni (a senso unico)
3. insegnante/alunni (a senso multiplo)
4. due o più insegnanti in compresenza
e) lavoro in grandi gruppi 1. due o più gruppi provenienti da classi parallele
2. due o più classi parallele al completo
3. due o più gruppi provenienti da varie classi, parallele e non
4. assemblee per prendere decisioni comuni
5. tutte le scolaresche del plesso al completo
B) Metodi a) escursioni
1. esplorative: stimolo all'osservazione e alla verbalizzazione
2. finalizzate: messa a fuoco di un oggetto specifico o di un fenomeno particolare
3. strutturate: applicazione e controllo di concetti, relazioni e principi definiti in precedenza
b) esercitazioni 1. attività libere con materiali vari e non strutturati volte alla realizzazione di prodotti creativi
2. realizzazione di oggetti su materiale semilavorato o comunque preordinato
3. ideazione, progettazione e costruzione di un oggetto con materiale scelto o adattato allo scopo
4. manipolazione di materiali predisposti per la "scoperta" di somiglianze, differenze, regolarità e la
definizione di concetti
5. esercizi di consolidamento e di memorizzazione di abilità strumentali, di schemi operativi, di
concetti e relazioni
6. attività di applicazione a contenuti diversi di schemi operativi, concetti, relazioni già conosciuti
7. attività ordinate a classificare fenomeni diversi mediante l'individuazione di somiglianze e/o
differenze
8. attività ordinate all'approfondimento, all'estensione e al trasferimento di schemi operativi, concetti,
relazioni già conosciuti
9. attività ordinate a inventare altre dimensioni mediante processi di liberazione, proiezione
10. attività ordinate a riprodurre vissuti per verbalizzare le proprie esperienze
11. attività di drammatizzazione ordinate a riprodurre i vissuti per mettersi nei panni degli altri: role-
play
12. simulazione e giochi in cui sulla base di vincoli e di canovacci predisposti, gli alunni sono
orientati a comprendere relazioni di varia complessità
c) lezioni 1. commento dell'insegnante di cronache, racconti, brani letterari
2. lettura guidata di brani proposti dall'insegnante per problematizzare, per integrare, per
approfondire le attività precedentemente svolte
3. esposizione finalizzata alla presentazione metodica di un oggetto, di un fatto o di una attività
4. esposizione centrata alla messa in evidenza di una regola, di un concetto, di una relazione, di un
principio
5. proiezione e commento di audiovisivi quali illustrazioni, diapositive, films, lucidi, cartelloni
d) conversazioni 1. conversazione occasionale, a senso multiplo, su un episodio di attualità
2. conversazione clinica tendente a individuare le conoscenze e i concetti spontanei degli alunni
intorno a determinati contenuti o problemi
3. discussione finalizzata a chiarire informazioni, a illustrare aspetti particolari di un problema, o a
motivare al lavoro
4. discussione riassuntiva finalizzata alla sistemazione di esperienze e informazioni raccolte in
precedenza
5. discussione orientata, mediante domande proposte dall'insegnante o risposte suggerite dagli
interventi degli alunni, ad analizzare e/o comparare fatti e fenomeni
6. discussione sistematica finalizzata a verbalizzare concetti, a definire ipotesi interpretative, a
sintetizzare l'attività svolta
C) Mezzi e strumenti a) sussidi visivi: diapositive, fotografie, episcopio...
b) sussidi uditivi: radio, dischi, registratori...
c) sussidi audiovisivi multimediali: diapositive sonorizzate, films,
d) supporti: Lim, pc, lavagne a gesso, in panno, lavagne luminose, cartelloni...
e) ausili occasionali: foglie, fiori, oggetti d'uso quotidiano, giocattoli...
f) giochi didattici aperti coi quali è possibile stimolare comportamenti liberi e creativi, situazioni
immaginarie...
g) risorse umane: testimonianze, esperienze dirette, interviste...
h) materiali strutturati: schede, eserciziari, blocchi logici, con la caratteristica di poter essere utilizzati
direttamente dagli alunni, senza richiedere l'intervento o la guida dell'insegnante...
Prove Invalsi
Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Maggio 2012
Gruppo di lavoro interprovinciale
Allegato n. 6
Modello di Gestione
Indicare un solo ambito, facendo riferimento all’ambito prevalente se il progetto/attività ha ricadute in più ambiti
del Piano dell’offerta formativa.
Indicare in modo descrittivo la finalità generale.
Esempi di finalità
Promuovere una cultura della valutazione
Confrontare le valutazioni esterne con quelle interne d'Istituto
Certificare i passaggi tra ordini di scuole diverse nella logica del curricolo verticale
Informare e approfondire i risultati tra i docenti
Gli obiettivi non devono essere generici ma devono risultare in qualche modo “misurabili” attraverso indicatori.
Ci deve essere un collegamento logico tra gli obiettivi indicati e gli indicatori individuati come strumento di
controllo riportati nell’ultimo riquadro del modulo). Gli indicatori possono essere:
− nominali, cioè del tipo sì/no nel raggiungimento dell'obiettivo− metrici, cioè valori numerici assoluti o percentuali; − ordinali, cioè rilevazioni legate alla percezione di un fenomeno o a giudizi di tipo qualitativo (poco, abbastanza, molto … oppure sufficiente, buono, ottimo).
Esempi di obiettivi misurabili
1. N° Istituti aderenti
2. N° Docenti iscritti per ogni Istituto
3. N° partecipanti ad incontri e conferenze con esperti.
4. N° d' interventi di sostegno, recupero effettuati a studenti/ classi.
5. N° rilevazioni comuni effettuate a livello d'istituto.( N° classi d'Istituto, % classi)
1. Predisporre items comuni tra le diverse formazioni(obiettivo raggiunto/non raggiunto).
1-Questionario sul grado di soddisfazione dell'utenza ( indicare 5 livelli)
Indicare i profili di riferimento dei docenti, dei non docenti e dei collaboratori esterni che si prevede di utilizzare.
Per i collaboratori esterni, indicare se si tratta di docenti universitari. Indicare i nominativi delle persone che
ricopriranno ruoli rilevanti.
DirigenteDocentiD.S.G.AAssistente tecnicoAssistente amministrativoCollaboratore scolasticoEsperti esterni
Indicare le risorse logistiche ed organizzative (beni e servizi) che si prevede di utilizzare.
Sintetizzare nel riquadro l’impegno previsto, riportando i totali relativi alle diverse voci.
N. ore
TOTALE (proposto)
dip scuola
Progettazione* 1 h x € 17,50 € 23,22
Coordinamento e gestione del progetto* 1 h x € 17,50 € 23,22
Attività aggiuntiva di insegnamento 1 h x € 35,00 € 46,45
Attività aggiuntiva non di insegnamento 1 h x € 17,50 € 23,22
Esperti esterni per docenza
INDICATORI METRICI
INDICATORI NOMINALI
INDICATORI ORDINALI
RUOLI COMPITI
Personale Docente Costo orario lordo
TOTALE DOCENTI
SCHEDA DI SINTESI PROGETTO ( Indicazioni per la compilazione del modulo)
(4) Risorse umane
(5) Risorse materiali
(6) Prospetto di riepilogo dell’impegno finanziario
(3) Obiettivi misurabili
(2) Finalità
(1) Caratteristiche generali del progetto/attività
Prove Invalsi
Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Maggio 2012
Gruppo di lavoro interprovinciale
Allegato n. 6
Modello di Gestione
N. ore dip scuola
D.S.G.A. 1 h x € 18,50 € 24,55
Attività di supporto (assistente tecnico) 1 h x € 14,50 € 19,24
1 h x € 14,50 € 19,24
Servizio d'aula (collaboratore scolastico) 1 h x € 12,50 € 16,59
TOTALE PERSONALE ATA
Coordinamento e gestione del progetto*
Progettazione*
Adempimenti amministrativi
(assistente amministrativo)
Personale ATA Costo orario lordo
Prove Invalsi
Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo
Maggio 2012
Gruppo di lavoro interprovinciale
Allegato n. 6
Modello di Gestione
Numerare progressivamente le fasi e per ognuna di esse riportare il periodo di attuazione, la descrizione delle
attività e il personale interno ed esterno coinvolto. La pianificazione delle attività consente di verificare in itinere se
il progetto/ attività si sviluppa secondo le previsioni.
Fasi attività Ott. Nov. Dic. Gen. Feb Mar Apr. Mag. Giu.
Elencare gli indicatori (nominali, metrici, ordinali) con cui si intende valutare l’efficacia del progetto/attività e le
modalità con cui essi verranno rilevati (registri di presenza, osservazione diretta, interviste, questionari …).
Come si evidenziano gli indicatori devono risultare collegati agli obiettivi.
Per i progetti/attività che si rivolgono agli studenti, alle famiglie o al personale sarebbe sempre opportuno inserire
fra gli indicatori il grado di soddisfazione espresso dai partecipanti; in questo caso il gruppo di progetto dovrà
prevedere di somministrare ai partecipanti un breve questionario ad hoc e di elaborarne i risultati.
Oltre agli indicatori da rilevare al termine si consiglia di individuare anche degli indicatori intermedi da rilevare
nel corso dello svolgimento del progetto/attività.
Metodologie di controllo
Descrizione Modalità di rilevazione Valore atteso
Descrizione e relazione finale Modalità di rilevazione Valore atteso
il ds.
Indicatori intermedi
luogo, data
CRONOGRAMMA
Indicatori finali
(8) Metodologie di controllo
(7) Pianificazione delle fasi operative
Prove Invalsi Linee di indirizzo per il miglioramento nel primo ciclo – Allegato 7
DIRETTORE DI POLO Ruoli e funzioni di garanzia del Direttore di polo (un Dirigente)
Compiti di GESTIONE
-Direzione, coordinamento, valorizzazione delle risorse umane
-Organizzazione e gestione delle risorse finanziarie e strumentali -Promozione della qualità delle risorse interne ed esterne alla comunità professionale -Qualità del servizio istruzione -Collaborazione con soggetti Istituzionali, culturali, professionali del territorio. -Conoscenzadei quadri di riferimento Invalsi -Garantire accessi alle informazioni a più livelli.
Risultati da garantire
-Clima organizzativo efficiente, monitorando tutte le fasi di realizzazione -Ambiente d’apprendimento efficace, favorendo anche il lavoro di gruppo e la cooperazione tra docenti. -Gestione trasparente,delle risorse finanziarie e strumentali. -Documentazione e diffusione puntuale dei materiali prodotti
Tenuta organizzativa
-Gruppo di progetto -Formazione docenti a cura di Esperti - Seminari di approfondimento presso Università/Enti -Formazione tra pari a cura di docenti/formatori e docenti -Confronto di buone pratiche -Attività di ricerca-azione in classe - Focus group di sintesi - Seminario/ Convegno.
Rendicontazione
-In itinere: questionari, schede di raccolta dati -Finale : atto pubblico tramite un incontro di presentazione delle azioni formative attuate nei diversi territori -Diffusione:materiali tramite piattaforma/sito.
Valutazione efficacia -Formazione docenti: dati oggettivi -N° adesione alla formazione, tenuta presenze, customer,