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PROTOCOLLO DEL PROGRAMMA iDiet DI RIEDUCAZIONE ALIMENTARE

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PROTOCOLLO DELPROGRAMMA

iDietDI RIEDUCAZIONE

ALIMENTARE

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INDICE

Come nasce la dieta proteica 3

Concetti metabolici nella dieta proteica 4

Il funzionamento metabolico della dieta

proteica 6

Programma IDiet

3 fasi per una alimentazione corretta

Il programma IDIET 9

Le 3 fasi del programma IDIET 10

Controindicazioni all'alimentazione

aminoacidica 14

Programma IDIET: possibili effetti collaterali 15

L'attività fisica 16

Come proporre il programma IDIET 17

L'alimentazione aminoacidica - Fase 1 18

L'alimentazione proteica - Fase 2 19

L'alimentazione con i carboidrati - Fase 3 20

L'indice glicemico 21

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Come nasce la dieta proteica

Il concetto di dieta a bassissimo contenuto calorico, PSMF (Protein Sparing

Modified Fast), fu ideata negli anni 70 dal dr. Blackburn.

La scarsa quantità dei substrati proteici e della carenza di potassio facilitarono

il sorgere di problemi cardiaci che resero la PSMF una preda facile per gli

“attacchi scientifici”. Queste carenze vennero presto risolte e la metodica

prese rapidamente piede in Europa e in particolare in Francia dove si capì

l’importanza delle fonti (caseina, albumina, soja) e delle caratteristiche

organolettiche per questo tipo di dieta.

Un’evoluzione successiva alle proposte di Blackburn e delle diete

iperproteiche stile Atkins fu data dal professor Marineau che ideò il “jeune

Proteinè” (digiuno proteico).

La dieta viene considerata sicura ed efficace anche dal Ministero della Salute

Americano mentre in Europa si continua a testare il suo successo, non

solo nel breve periodo ma anche a lungo termine. Il Ministero Finlandese

della Salute indica la dieta proteica come giusto mezzo per la prevenzione

dell’obesità associata a fattori di rischio (diabete tipo 2, dislipidemia,

ipertensione, intolleranza al glucosio).

Anche nel nostro paese furono verificati gli effetti del dimagrimento,

nel miglioramento del trofismo cutaneo, nel trattamento della cellulite e

dell’adiposità localizzata.

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Concetti metabolici nella dieta proteica

La dieta proteica riesce ad essere incisiva anche nei soggetti con adipostià

localizzate e con Massa corporea (BMI – Body Mass Index) nella norma.

Proteine, lipidi e carboidrati sono detti macrocontenuti e vengono utilizzati

in maniera massiccia dall’organismo; il loro contenuto energetico è

esprimibile in calorie. Per sintetizzare le proteine e i lipidi l’organismo umano

ha bisogno di un corretto apporto di alcuni aminoacidi e alcuni grassi (detti

essenziali). Gli ultimi macro contenuti possono essere facilmente sintetizzati

e, in caso di un basso livello di carboidrati nella dieta, l’organismo è in grado

di realizzarli spontaneamente attraverso le vie metaboliche intermedie

partendo dalle proteine e/o dai lipidi. Per questo i pazienti sovrappeso

possono servirsi di un’alimentazione costituita da proteine animali, pochi

acidi grassi con un apporto di glucidi semplici per un periodo più o meno

lungo. Sostituendo le proteine animali del tutto o in parte con pasti costituiti

da proteine ad alto valore biologico, la neoglucogenesi sarà accentuata.

Quest’ultima è il primo presupposto metabolico delle diete proteiche. Tale

meccanismo biochimico avviene nei parenchimi epatico e renale.

La dieta proteica

Concetti metabolici nella dieta proteica

Proteine ad alto valore

biologicoRiduzione dei Glucidi Riduzione dei Lipidi

Proteine ad alto valore

biologicoRiduzione dei Glucidi Riduzione dei Lipidi

Interazione Insulina / Glucagone

Concetti metabolici nella dieta proteica

Nuovo rapporto Glucagone /Insulina

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Nella dieta giornaliera è importante anche un apporto, seppur in piccole

quantità, di insulina e questo è possibile attraverso l’assunzione di carboidrati

semplici a basso indice glicemico. In questo modo si evita l’abbassamento

del metabolismo basale, si favorisce la ritenzione di sodio e potassio e

l’accumulo di corpi chetonici viene impedito; inoltre i globuli rossi hanno

sempre a disposizione una fonte di energia.

Una quantità maggiore di glucagone viene rimessa in circolo a causa della

concentrazione ematica dell’insulina, che in questa fase è notevolmente

ridotta.

La liposi è un meccanismo messo in atto dal glucagone e avviene nelle

cellule del tessuto adiposo. Un diverso rapporto insulina/glucagone da

origine alla liposi del tessuto adiposo.

La dieta proteica

SAZIETÀ+ insulina

- glucagone

=EFFETTO

ANABOLICO

DIGIUNO+ glucagone

- insulina

=EFFETTO

CATABOLICO

+ ossidazione di glucosio

+ sintesi di glicogeno

+ sintesi di lipidi

+ sintesi proteica

+ glicogenolisi

+ gluconeogenesi

+ lipolisi

+ chetogenesi

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Il funzionamento metabolico della dieta proteica

La glucagonemia induce il catabolismo dei trigliceridi con perdita di peso

rapida. La massa magra è salvaguardata dall’apporto di proteine ad alto

valore biologico. La chetogenesi indotta procura un discreto controllo alla

fame. Il modesto apporto di glucidi semplici e la neo-glucogenesi epato-

renale proteggono il S.N., la midollare dei surreni e gli eritrociti.

Per un buon funzionamento dei tessuti è indispensabile la biodisponibilità

del glucosio. Un soggetto adulto, in condizioni normali, necessita di 180g/

die di glucosio per soddisfare i bisogni di energia del Sistema Nervoso e

dei globuli rossi. L’organismo può trasformare autonomamente alcuni

aminoacidi ed il glicerolo in glucosio. Una volta garantito un sufficiente

apporto proteico e di trigliceridi diminuisce il bisogno alimentare di

carboidrati.

Una bilancia calorica negativa (c.a. 800 calorie/die), una protezione della

massa muscolare e una bilancia azotata positiva sono gli obiettivi della

dieta proteica.

Vediamo ora cosa avviene quando un paziente in sovrappeso viene

sottoposto a una dieta proteica.

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Programma IDiet

3 FASIPER UNA

ALIMENTAZIONE CORRETTA

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Per dimagrire correttamente bisogna perdere il grasso in eccesso

mantenendo intatta la massa magra e il tono muscolare.

Quest’ultimo è spesso compromesso dalle diete tradizionali.

Il programma IDiet permette di perdere peso facilmente curando la massa

muscolare. Il programma dietetico di “alimentazione proteicoaminoacida”

si differenzia dalle altre terapie dietetiche.

Esso si basa sulla quantità e sulla qualità dell’apporto proteico e, se

opportunamente gestito dal medico, può indirizzare il paziente verso una

giusta ed equilibrata nutrizione.

Il programma IDiet mira a una riduzione dei glucidi e dei lipidi attraverso il

consumo di proteine o, meglio ancora, di aminoacidi.

Esso permette, grazie al nuovo bilanciamento dell’insulina-glucagone che

si instaura nell’organismo, la riduzione della massa del tessuto adiposo.

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IL PROGRAMMA iDIET

Il programma iDiet segue tre punti fondamentali che permettono di

realizzare risultati estetici:

1. La rieducazione del paziente attraverso un approccio comportamentale

severo;

2. La protezione delle strutture nobili dell’organismo con l’apporto di

aminoacidi;

3. Uno studio personalizzato degli apporti alimentari per paziente;

Per la riuscita della dieta, iDiet propone al paziente prodotti dietetici di

sapore e formato sempre nuovi, al fine di soddisfare i gusti di ciascun

paziente.

B.M.I. (Body Mass Index, ossia l’indice di massa corporea) è indicatore dello

stato di peso forma ed è dato dalla seguente relazione:

B.M.I. = Peso Corporeo

Altezza²

L’indice di massa corporea varia a seconda di alcuni elementi quali età,

sesso, fattori genetici, alimentazione ecc. .

Per misurare meglio la percentuale della massa magra sarebbe opportuno

utilizzare un impedenziometro, uno strumento medicale utile anche in

questo campo.

Situazione peso Min MaxObeso classe III ≥ 40,00Obeso classe II 35 39.99Obeso classe I 30 34.99Sovrappeso 25 29.99

Regolare 18.5 24.99Sottopeso 16 18.49

Grave magrezza < 16.00

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LE 3 FASI DEL PROGRAMMA IDIET

Il dimagrimento

1° Fase L’alimentazione Aminoacidica

L’alimentazione aminoacidica

• È consigliabile e semplice ed è ottima per i pazienti motivati

• Non ha limitazioni nelle quantità di verdure (solamente quelle concesse)

• In caso di controindicazioni consultare il medico

• Quantità: minimo 4 preparati al giorno

• Durata: 10 – 20 giorni

2° Fase L’alimentazione Proteica

• È una tappa necessaria dopo il 1° step

• Può essere alternata con il 1° step

• Quantità: minimo 3 preparati al giorno

• Durata: non meno di 20 giorni

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La transizione

3° Fase L’alimentazione con i Carboidrati

• È una dieta ipocalorica che reintroduce progressivamente i carboidrati

nei pasti.

• È necessario favorire l’attività motoria.

• Quantità: 2-3 preparati al giorno.

• Durata: non meno di 4-6 settimane.

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Il programma iDiet non è rivolto solo a coloro

i quali desiderano perdere massa grassa, ma

anche a chi deve modificare le cattive abitudini

alimentari. È una dieta consigliata poiché tiene

conto delle necessità e disponibilità del paziente

in funzione dell’obiettivo prefissato.

INDICAZIONI

• Obesità: L’alimentazione aminoacidica è adatta quando l’Indice di

Massa Corporea supera i 30.

• Sovrappeso: Si ha quando l’Indice di Massa Corporeo è compreso tra

25 e 30. In questo caso i pazienti che vogliono perdere qualche chilo

possono attenersi alle fasi 2 e 3 del PROGRAMMA “Idiet”

• I rischi del sovrappeso: La dislipidemia e l’intolleranza ai glucidi sono

dei parametri biologici che possono essere normalizzati attraverso il

programma iDIET. Altre problematiche che possono trovare rimedio

con questo trattamento sono l’ipertensione arteriosa e l’insufficienza

respiratoria cronica che può causare apnee nel sonno.

• Conseguenze sull’apparato locomotorio: Se la Massa Magra (pelle,

muscoli, legamenti, ossa) viene danneggiata si mette a rischio l’apparato

locomotorio. Il programma “iDIET” aiuta a diminuire la Massa Grassa

senza Intaccare la Massa Magra.

• La menopausa: Durante questo periodo, il peso delle donne tende

ad aumentare. Per tenerlo sotto controllo è consigliata l’integrazione o

l’eventuale sostituzione di alcuni pasti.

• Il peso forma: Il recupero del peso forma è garantito con il programma

“iDIET”.

• La fase pre-operatoria: Questa dieta è consigliata anche a chi deve

perdere peso in vista di un’operazione di chirurgia generale e chirurgia

estetica.

• Diabete non insulino dipendente tipo 2: Se il paziente dovesse

essere affetto da diabete non insulino dipendente di tipo 2 è necessario

monitorarlo attentamente.

QUALI SONO LE INDICAZIONI DEL PRO GRAMMA “IDIET” E I VANTAGGI DELL’ALIMENTAZIONE AMINOACIDICA

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VANTAGGI

• Rapido dimagrimento: è possibile perdere 3-5 kg e notare una

diminuzione volumetrica già nei primi 10-15 giorni di dieta.

• Scomparsa del senso di fame: l’effetto dei corpi chetonici sul centro

encefalico preposto fa sì che la fame scompaia tra le 48 e le 72 ore. In

questo modo è facile mantenere un’alimentazione ipocalorica senza

fare uso di farmaci.

• Salvaguardia della massa magra: per l’azione degli aminoacidi non

si corre il pericolo di intaccare la M.M. (Massa Magra) che, al contrario,

è incrementata.

• Tolleranza perfetta: è facile avere successo in questa dieta anche

grazie all’effetto psicotonico procurato dalla rapidità del risultato.

• Risultati estetici: i primi risultati visibili sono la riduzione del volume

addominale unito alla scomparsa del senso di gonfiore.

• Benessere ritrovato: le formule dei preparati sono garantiti e certificati

e realizzano un ottimo supporto nutrizionale.

• Facilità d’impiego: è disponibile un’ampia varietà di scelta nei sapori.

È semplice da preparare perché non vi è bisogno di pesare gli alimenti

ma le buste possono essere sciolte con un po’ d’acqua e uno shaker.

QUALI SONO LE INDICAZIONI DEL PRO GRAMMA “IDIET” E I VANTAGGI DELL’ALIMENTAZIONE AMINOACIDICA

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CONTROINDICAZIONI ALL’ALIMENTAZIONE AMINOACIDICA

Una dieta esclusivamente aminoacidica può presentare delle

controindicazioni assolute o relative anche gravi.

Delle prime fanno parte le malattie cardiache, celebrali e su base vascolare

(come infarto, disturbi del ritmo cardiaco o insufficienza cardiaca), diabete

insulino-dipendente, insufficienza renale (creatinemia >1,5 mg/dl) o epatica,

tumori ed epatie. Non sono da escludere psicosi, disordini comportamentali

(soprattutto alimentari come anoressia, bulimia, tossicodipendenza,

alcolismo).

Tra quelle relative troviamo invece ipokaliemia (da correggere e controllare

prima di cominciare le 3 fasi), allergie (ad alcuni alimenti come uova, latte,

glutine, soia e aspartame), iperglicemia, colelitiasi (può causare disturbi

digestivi nel primo periodo della dieta), nefrolitiasi (è importante che

l’apporto idrico sia > 2-3 litri al giorno).

Per soggetti in periodo di crescita è bene consultare il pediatra.

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PROGRAMMA IDIET: POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI

• Alito acetonico: disturbo correggibile attraverso spray privi di zuccheri.

• Stipsi/ Dissenteria: possono essere causati dal cambio di alimentazione.

È bene controllare che l’apporto idrico, di fibre e di sali minerali siano

corretti.

• Mal di testa: è dovuto all’aumento improvviso dei corpi chetonici. Non

ci sono controindicazioni sull’uso di un farmaco antalgico.

• Nausea, crampi, vertigini e stanchezza: verificare che l’apporto i

sodio e potassio siano corretti (l’apporto di K consigliato è di 3g/die).

• Ciclo mestruale variabile: potrebbe essere causato dal mutamento

improvviso di alimentazione e al nuovo equilibrio endocrino.

• Fame: presente nei primi 2-3 giorni, durante i quali i corpi chetonici

lavorano per bloccare il centro encefalico preposto. Non interrompere

la dieta ma in casi di necessità è consentito l’inserimento di verdure

(solo quelle concesse) e/o un ulteriore preparato.

• Allergie: rare ma non da escludere.

• Pelle secche, perdita di capelli e sensazione di freddo: può essere

causato dalla carenza di vitamine, minerali o altre componenti. Tenere

sotto controllo la tiroide.

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L’ATTIVITA’ FISICA

Il dimagrimento

Durante la fase chetogenica è importante svolgere dell’attività fisica e bere

parecchia acqua. Sono fortemente sconsigliate le bevande zuccherine che

interferirebbero con la chetogenesi. Le attività fisiche consigliate sono

quelle aerobiche, come camminata veloce o bicicletta, e non ci sono

controindicazioni per quelle anaerobiche tuttavia è importante svolgere dei

controlli medico-sportivi.

La transizione e il mantenimento

Per consolidare i risultati ottenuti è importante continuare con l’attività

fisica durante le fasi di transizione e mantenimento. Attraverso l’attività

atletica non è possibile perdere chili qualora la dieta non fosse adatta, però

è possibile mantenere un corpo tonico e allenato che risponderà meglio di

un organismo a riposo.

Indicazioni utili

Un individuo adulto dovrebbe svolgere un’attività fisica moderata per

almeno 150 minuti la settimana e un’attività aerobica più intensa per 75

minuti ogni settimana. Le serie consigliate sono di 10 minuti ciascuna

andando ad intensificare l’allenamento nel tempo. Lo stretching non è da

dimenticare ed è importante coinvolgere tutti i muscoli del corpo. In questo

modo è possibile allenare forza e resistenza per un organismo più sano ed

efficiente.

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Come proporre il programma “iDIET”: Incontro medico – paziente.

Durante la prima visita è essenziale analizzare attentamente la storia

del paziente, verificare i dati anamnestici per l’eventuale presenza di

controindicazioni (alle quali si può giungere con una normale visita medica,

senza bisogno di effettuare esami particolari), capire come il paziente sia

arrivato ad essere sovrappeso, se sono presenti disturbi alimentari e i motivi

che lo portano ad affrontare una dieta. Infine misurare spalle, torace,

bacino etc. del paziente e calcolare plicometria e il rapporto Massa Grassa

/ Massa Magra per porre un obiettivo raggiungibile considerando i dati del

paziente.

Il costo dei pasti giornalieri arriva a 13 euro, più il costo della verdura.

Se richiesto è possibile prescrivere alcuni esami quali emocromo,

creatinemia, uricemia, elettroliti, GOT/GPT, colesterolo totale/HDL/LDL/T3/

TSH, glicemia e ferritina (nelle donne in età fertile). In presenza di disturbi

del ritmo cardiaco è consigliabile sottoporsi a un esame ECG.

Durante la dieta è necessario prestare attenzione a tutto ciò che si assume.

Sono da evitare, tra le altre cose, farmaci zuccherini (come integratori,

bustine effervescenti, sciroppi, vitamine etc.), caramelle e gomme con

o senza zucchero, bevande con pezzi di frutta, vegetali in vasetto “al

naturale”, aceto balsamico, hamburger confezionati, orzo, cipolla e cibi/

bevande da distributore di qualsiasi tipo.

Per controllare l’andamento della dieta è necessario un controllo medico

dopo i primi 10 giorni per modificarne eventualmente alcuni aspetti. Tuttavia

è difficile che si presentino errori nella scelta degli alimenti; il programma

“iDIET” è, oltre che efficace, molto semplice da seguire poiché non si corre

il rischio di sbagliare gli alimenti.

È essenziale prescrivere alcuni integratori come quelli di potassio, magnesio,

vitamine e sale.

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L’ALIMENTAZIONE AMINOACIDICA – FASE 1

Nel caso in cui un paziente saltasse anche uno dei pasti prescritti rischierebbe

di perdere Massa Magra. Questa dieta è in grado di procurare al paziente

un addome piatto poiché evita la fermentazione e il rigonfiamento dello

stomaco.

Può presentarsi una forma di stipsi a cui si può facilmente porre rimedio

attraverso un maggiore apporto di fibre.

L’alimentazione aminoacidica non prevede la frutta e concede limitate

qualità di verdure, è importante un ulteriore apporto vitaminico e di

potassio per il corretto funzionamento muscolare e salare generosamente i

pasti per evitare cali della pressione. Per quanto riguarda l’apporto di liquidi

è importante bere molta acqua (non meno di 2 litri d’acqua al giorno)

Ad ogni problema una soluzione

• Stanchezza: aumentare le dosi di potassio

• Emicrania: prendere un normale antalgico

• Stipsi: bere di più

• Alitosi: utilizzare uno spray.

È importante prestare attenzione alla composizione delle sostanze ingerite

che non devono contenere zuccheri. I sintomi sopra elencati possono

verificarsi nei primi 2-3 giorni e può essere presente anche una sensazione

di fame. L’alito cattivo è sintomo che si è sulla buona strada.

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L’ALIMENTAZIONEPROTEICA – FASE 2

Si differenzia dalla prima fase per la sola sostituzione di uno dei pasti

principali con un piatto di proteine animali al posto dei preparati iDIET.

Inoltre questo passaggio è più conviviale e ne permette una durata

maggiore. Per ultimo il dimagrimento della Fase 2 è più lento di quello del

passaggio precedente.

Qualora il dimagrimento fosse già abbondante dopo la prima fase allora è

concesso saltare al terzo passaggio senza passare per il secondo.

Quando si afferma che la seconda fase è più conviviale della prima si intende

che il paziente è libero di sostituire o il pranzo o la cena con il preparato

iDIET ma non si può sottovalutare l’aspetto del consumo di carboidrati. È

fondamentale non trasgredire.

Consigli per un piatto proteico (grammature

variabili):

• 50 g di prosciutto crudo sgrassato, o bresaola

• 80 g di prosciutto cotto sgrassato

• 200/250 g di pesce

• 120/180 g di carni rosse

• 150/200 g di carni bianche.

Sarà possibile passare alla fase successiva qualora la perdita di peso

raggiunta verrà ritenuta più o meno soddisfacente.

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L’ALIMENTAZIONE CON I CARBOIDRATI – FASE 3

La novità di questa Fase è una maggior convivialità dei pasti e una

reintroduzione dei carboidrati. È un passaggio iperproteico e ipocalorico.

La Fase 3 può essere introdotta non solo dopo aver concluso la Fase 2 ma

anche in occasione di festività o vacanze, occasioni in cui il paziente potrà

reintrodurre momentaneamente i carboidrati nell’alimentazione. Questa

fase può essere affrontata singolarmente qualora il paziente non intenda

seguire le prime due Fasi o abbia poca Massa Grassa da eliminare.

È di competenza del medico la scelta della quantità dei carboidrati a seconda

dei dati del paziente. Non è prescritta nessuna durata fissa per questa fase

ma dovrebbe durare tanto quanto la fase chetogenica nel suo insieme; la

rapidità nella perdita di Massa Grassa nelle precedenti fasi è direttamente

proporzionale alla durata di questa Fase.

È consigliabile introdurre i carboidrati progressivamente, iniziando dai

glucidi semplici per passare poi a quelli complessi (entrambi per un periodo

di 1-3 settimane); infine si possono assumere altri cereali come farro, pasta

comune o riso.

Come per le fasi precedenti è importante un ampio apporto idrico e il

rispetto dei 4 pasti giornalieri.

Questa è la tappa più importante della dieta in cui il medico può osservare

l’effettiva risposta dell’organismo alla terapia, rieduca il paziente a una

nutrizione più sana e controllata. Le nuove abitudini alimentari permettono

di non riprendere peso.

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L’INDICE GLICEMICO

Glicemia: concentrazione di glucosio nel sangue

L’indice glicemico di un alimento: velocità con cui aumenta la glicemia in

seguito all’assunzione di quell’alimento.

L’indice glicemico fa riferimento alla rapidità con cui i carboidrati vengono

digeriti dall’organismo. Ovviamente si basa sulla glicemia e sulla velocità

con cui aumenta dopo l’assunzione di un alimento.

L’indice è espresso in termini percentuali rispetto alla velocità con cui la

glicemia aumenta in seguito all’assunzione di un alimento di riferimento

(che ha indice glicemico 100): un indice glicemico di 50 vuol dire che

l’alimento innalza la glicemia con una velocità che è pari alla metà di quella

dell’alimento di riferimento.

Alimenti con piccole quantità di carboidrati possono avere indice glicemico

molto elevato. È quindi opportuno ovviare alla carenza di carboidrati

proposti dalla dieta con un apporto di questi in modo da ristabilire l’indice

glicemico.

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Note

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Note

Via S. Rosa, 4 - 21052 Busto Arsizio (VA)Tel. +39 0331.622919 - Fax +39 0331.635262

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