PROTEZIONE CIVILE: VOLONTARIATO IN EVOLUZIONE · 2011-09-15 · Senza contare le località dove...

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a cura di Chiara Castri D el volontariato di protezione civile si è discusso anche nel corso dell’ultima Conferenza regionale del volontariato dello scorso giu- gno, perché, in questo momento, è attra- versato da forti venti di cambiamento. Anzitutto, la sempre più evidente evolu- zione delle organizzazioni, dagli interventi di protezione civile puri alle progettualità di carattere più ampiamente sociale: soste- gno agli anziani, servizi per i disabili, azioni di sensibilizzazione per i ragazzi, interventi socio-sanitari (vedi Claudia Catalli a pag. 26). Per proseguire sul tema della proposta di legge regionale di riordino del sistema regionale, e dell’istituzione di un’Agenzia regionale di Protezione civile e di un elenco regionale del volontariato di protezione ci- vile, articolato in sezioni provinciali. Per l’iscrizione al quale, però, non si cono- scono ancora i criteri. Il Lazio avrebbe bi- sogno di punti di riferimento istituzionali univoci, di una redistribuzione strategica delle risorse sul territorio, di omogeneità dei livelli formativi. La legge potrebbe es- sere un punto di partenza? Una cosa è certa: il punto di partenza è l’esperienza delle associazioni. PROTEZIONE CIVILE: VOLONTARIATO IN EVOLUZIONE Nuovi bisogni, nuove leggi, molte potenzialità e molti problemi aperti. Proviamo a fare il punto Focus 25 Il Registro regionale del volontariato del Lazio conta un totale di 1809 organizzazioni iscritte. 467 di queste, vale a dire oltre il 25%, sono associazioni di protezione civile. Una presenza importante e ben radicata sul territorio, con le 263 realtà di Roma e le 79 di Frosinone, seguite dalle 62 di Latina, le 44 di Viterbo e le 19 di Rieti.

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a cura di CChhiiaarraa CCaassttrrii

Del volontariato di protezionecivile si è discusso anche nelcorso dell’ultima Conferenza

regionale del volontariato dello scorso giu-gno, perché, in questo momento, è attra-versato da forti venti di cambiamento.Anzitutto, la sempre più evidente evolu-zione delle organizzazioni, dagli interventidi protezione civile puri alle progettualitàdi carattere più ampiamente sociale: soste-gno agli anziani, servizi per i disabili, azionidi sensibilizzazione per i ragazzi, interventisocio-sanitari (vedi Claudia Catalli a pag.26). Per proseguire sul tema della proposta

di legge regionale di riordino del sistemaregionale, e dell’istituzione di un’Agenziaregionale di Protezione civile e di un elencoregionale del volontariato di protezione ci-vile, articolato in sezioni provinciali. Perl’iscrizione al quale, però, non si cono-scono ancora i criteri. Il Lazio avrebbe bi-sogno di punti di riferimento istituzionaliunivoci, di una redistribuzione strategicadelle risorse sul territorio, di omogeneitàdei livelli formativi. La legge potrebbe es-sere un punto di partenza? Una cosa ècerta: il punto di partenza è l’esperienzadelle associazioni. ■

PPRROOTTEEZZIIOONNEE CCIIVVIILLEE::VVOOLLOONNTTAARRIIAATTOO IINN EEVVOOLLUUZZIIOONNEENNuuoovvii bbiissooggnnii,, nnuuoovvee lleeggggii,, mmoollttee ppootteennzziiaalliittàà ee mmoollttii pprroobblleemmii aappeerrttii..PPrroovviiaammoo aa ffaarree iill ppuunnttoo

Focus 2255

Il Registro regionale del volontariato del Lazio conta un totale di 1809 organizzazioni iscritte. 467 di queste, vale a dire oltre il 25%, sono associazioni di protezione civile. Una presenza importante e ben radicata sul territorio, con le 263 realtà di Roma e le 79di Frosinone, seguite dalle 62 di Latina, le 44 di Viterbo e le 19 di Rieti.

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Focus2266

Protezione civile più impegno nelsociale uguale protezione del cit-tadino. È l’equazione che risulta

dall’analisi dell’operato di quelle associa-zioni, che attualmente registrano un passag-gio non indifferente dagli interventi diprotezione civile tout court a iniziative e pro-gettualità di carattere più spiccatamente so-ciale. È il caso dell’associazione Amici delmare di Aprilia, che alle funzioni operativedi intervento sul mare aggiunge interventidi altro tipo, fornendo gratuitamente mezzie staff tecnico ad associazionie singoli, per uscite in mare ri-servate a portatori di handicape ai loro accompagnatori, op-pure curando iniziative e atti-vità di sensibilizzazione einformazione dedicate in par-ticolare alle scuole e ai ragazzi.Senza contare le località dovequella di protezione civile èspesso l’unica realtà associativapresente sul territorio: il Centro radio soc-corso sublacense di Subiaco, ad esempio,opera su un territorio di montagna e ha ini-ziato con il trasporto degli anziani in ospe-dale, ma ha anche contribuito alla raccoltadi materiali per popolazioni colpite da cala-mità, alla gestione delle partenze dei volon-

tari, e così via. Protezione civile che si occupa di sociale

e diventa, dicevamo, “protezione del citta-dino”. L’espressione è di Cristiano Barto-lomei, presidente della Brigata Prociv ArciGarbatella, e sta a significare principal-mente «quella forte attenzione nel guardarecosa succede nel territorio e nell’essere at-tivi, non come sceriffi o vigili del fuoco, nécome quelli che a L’Aquila portavano lemacchinette del caffè a pagamento, ma piut-tosto seguendo un sistema meno militare-

sco e più umano e rispettoso,ricordandoci che siamo tuttialla pari». Si definiscono ungruppo di «volontari che cer-cano di mettersi a disposizionedei cittadini e quindi anchedegli immigrati». Lo testimo-nia il lavoro svolto con gli af-ghani rifugiati alla stazioneOstiense: «Abbiamo lavoratosul territorio per metterli in

condizioni di sicurezza, assicurando loro ve-stiti e generi di prima necessità, ma anchesecchi per l’immondizia, estintori e specchiper farsi la barba». Un team di diverse pro-fessionalità, presieduto da Cristiano, che fail cuoco da 25 anni, e composto da due edu-catrici di asilo nido, un operaio, un biologo,

di CCllaauuddiiaa CCaattaallllii

IIll vvoolloonnttaarriiaattoo ddii pprrootteezziioonnee cciivviillee aallllaarrggaa ii ssuuooii aammbbiittii ddii iinntteerrvveennttoo..DDiibbaattttiittoo aa ddiissttaannzzaa ttrraa dduuee eessppeerriieennzzee

CCOOSSÌÌ CCAAMMBBIIAA IILL CCOONNCCEETTTTOO DDII EEMMEERRGGEENNZZAA

dalla protezione civilealla “protezione del cittadino”, per essere attivi secondo uno stile meno militaresco e più umanoe rispettoso

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Focus 2277

un geologo, un funzionario educativo e dueragazzi, uno dei quali sta per laurearsi comearcheologo - per questo «stiamo pensandoanche a un progetto sui beni culturali». Mala loro specializzazione resta «la cucina inemergenza: stiamo lavorando ad un pro-getto di cucina mobile, indirizzato all’in-terno del territorio e di Roma, per andare adesempio dagli afghani a fare integrazione,portando la spesa e facendo cucinare diret-tamente loro».

Reinventarsi per rispondere alle emer-genze reali…

Protezione civile, per associazioni comequesta, fa dunque rima con un continuo im-pegno nell’inventarsi e reinventarsi ruoli einiziative, per essere attivi là dove c’è emer-genza effettiva: «Ovviamente», continuaBartolomei, «facciamo anche anti-incendio,

ma l’esperienza dell’Aquila per noi è stataforte e significativa: abbiamo deciso di par-tire come comuni cittadini, abbiamo fattocucinare gli aquilani, lavoravamo con gli psi-cologi e con la clown-terapia, insomma ab-biamo cercato di fare corpo tra operatori delsociale e di lavorare insieme. E da allora in-terveniamo dove serve: il nostro modo difare protezione civile è diverso da quello dialtre associazioni, perché si basa sul privile-giare il lavoro nel sociale, dagli afghani ai la-voratori del Santa Lucia che bloccavano lastrada per ore e siamo accorsi a portar loroacqua. Oppure a quelli della Conus sul ga-zometro, perché un padre di famiglia chesceglie un atto estremo, come restare quin-dici giorni lì sopra, per noi rappresenta as-solutamente un’emergenza».

Cosa è cambiato rispetto a prima? «Na-turalmente abbiamo più compiti, quindi il

Roma, tende della brigata Prociv Arci Garbatella che aiuta gli afgani della stazione Ostienze

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Focus2288

nostro lavoro è sempre più complesso, per-ché anche creare e mantenere relazioni nonè facile, ma il nostro motto resta: a noi por-tare un sorriso toglie poco tempo, ma allagente dona tanto». Sorriso che viene messoin difficoltà da «un aumento di responsabi-lità e dai continui cambi di leggi, come peril decreto legislativo n. 81 del 2008 sulla si-curezza nei luoghi di lavoro, che, invece diaiutarci, pare ci ostacoli».

… o per avere più risorse?Sulla questione dell’aumento di responsa-

bilità, che l’allargamento del raggio d’azionedelle associazioni di protezione civile com-porta, fa eco Marco Aquilani, presidentedell’associazione Volontari delSoccorso di Vetralla: «Il ri-schio di questo cambiamento èfinire per snaturare ogni set-tore, creando una sorta di mi-nestrone tra protezione civile eambiente con sanità e servizisociali: l’ideale sarebbe formareprofessionalmente ogni as-sociazione, per settore di com-petenza». Eppure la sua asso-ciazione, attiva dal 1993, hafatto un percorso inverso ri-spetto a quella di Bartolomei: ha iniziato neisettori di sanità e servizi sociali («in conven-zione con l’Assessorato ai Servizi Sociali, coni volontari impiegati per accompagnare per-sone bisognose in strutture sanitarie»), maoggi si occupa prevalentemente di protezionecivile, «in primis antincendio boschivo, microe macro calamità naturali, dal terremoto allealluvioni, dalla caduta alberi all’emergenzaneve e ghiaccio, e salvaguardia ambientale».

Tutti compiti inerenti alle attività di protezionecivile “pura”, insomma. E la motivazione nonsta in una drastica riduzione delle risorse:«Quello dei tagli è un tasto assai stonato», pun-tualizza Aquilani, «perché chi muove le fila saperfettamente chi sia meritevole o meno di fi-nanziamenti. Certo, poi vige sempre la regoladella “zampata”: chi ce l’ha più grande, va piùin alto».

Sta di fatto che, a parte una parentesi ne-gativa nel 2003 («Quando abbiamo rischiatodi andare a rotoli per le dimissioni del Presi-dente»), l’associazione Volontari del Soccorsodi Vetralla, da fine 2004 a oggi, vanta l’arrivodi nuove attrezzature, che «ci hanno consen-tito di operare con più efficacia e professio-

nalità», come nuovi automezzi,«due pick-up con modulo an-tincendio e un Iveco Daily4x4». E sulle associazioni, checorreggono il tiro sul loro ope-rato per dedicarsi sempre più alsociale, si limita a commentare:«Molte associazioni iscritte aglialbi e registri della protezionecivile e ambiente, hanno anchel’iscrizione nei settori sanità eservizi sociali, come del resto lanostra, in modo da poter spa-

ziare a 360 gradi su ogni tipo di esigenza ri-chiesta. Forse là dove avviene questo tipo dicambiamento, è perché offrendo un maggiornumero di servizi si riescono ad otteneremaggiori risorse economiche». ■

Il rischio di questo cambiamento è finire

per snaturare ogni settore,

creando una sorta di minestrone

tra protezione civile e ambiente con sanità

e servizi sociali.

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Focus 2299

Il Sistema regionale di protezione ci-vile è attualmente regolato dallalegge regionale 11 aprile 1985 n. 37

“Istituzione del servizio di protezione civilenella Regione Lazio” a cui, nel tempo, sonostate apportate delle modifiche dettate dalleesigenze del momento. Dopo oltre ven-t’anni da questa legge, e in considerazionedell’evoluzione che il sistema di protezionecivile ha avuto in questo arco di tempo, sirende necessaria una nuova organizzazionedel sistema regionale.

L’Agenzia regionale di protezione civileCon Deliberazione n. 257 del 10 giugno

2011, la Giunta regionale del Lazio ha ap-provato la Proposta di legge regionale con-cernente il “Riordino del Sistema regionaledi Protezione civile. Istituzione dell’Agenziaregionale di Protezione civile”, con cui èistituita l’Agenzia regionale di protezione ci-vile (art. 17) «quale unità amministrativa do-tata di autonomia gestionale, organizzativa,finanziaria e contabile, nei limiti delle ri-sorse disponibili ed in conformità agli attiregionali di definizione delle politiche edegli obiettivi programmatici, degli indirizzie delle direttive ed è sottoposta ai poteri divigilanza della Giunta regionale». Organodell’Agenzia è il Direttore (art. 19), nomi-

nato dalla Giunta regionale, che «dirige ecoordina le attività dell’Agenzia regionaleed è responsabile dell’efficienza, dell’effica-cia e dell’economicità della gestione nonchédella conformità della gestione stessa agliatti di indirizzo e di direttiva definiti dallaGiunta Regionale» (art. 19 comma 4), rive-stendo l’incarico per un periodo non supe-riore ai 5 anni.

Le componenti del Sistema regionaleIl Sistema regionale, come definisce l’ar-

ticolo 4, è composto dalla Regione, dalleProvince, dai Comuni, da Roma Capitale,dalle Comunità Montane «nonché da ognialtro soggetto pubblico o privato, ivi com-prese le organizzazioni di volontariato chesvolgono nell’ambito del territorio regionalecompiti ed attività di interesse della prote-zione civile». A queste si aggiungono gli or-gani dell’amministrazione decentrata delloStato e tutti gli altri soggetti che svolgonocompiti rilevanti ai fini della protezione ci-vile. Gli articoli 5, 6, 7 e 8 definiscono ruolie funzioni di Regione, Province, Comuni,Comunità montane e Roma Capitale, che,«in attesa del completamento dell’attuazionedi quanto previsto dall’art. 24 della legge 5maggio del 2009 n° 42», ha gli stessi compitiattribuiti ai Comuni.

di GGiiuulliiaannaa CCrreessccee

ÈÈ iinn ddiissccuussssiioonnee iill rriioorrddiinnoo ddeell ssiisstteemmaa rreeggiioonnaallee ddii pprrootteezziioonnee cciivviillee.. MMaa qquuaallii ppoossssiibbiilliittàà hhaa iill vvoolloonnttaarriiaattoo ddii ppaarrtteecciippaarree??

UUNNAA PPRROOPPOOSSTTAA DDII LLEEGGGGEE CCHHEE NNOONN RRIISSOOLLVVEE II PPRROOBBLLEEMMII

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Focus3300

Volontariato di protezione civile: misurecontributive e nuovo elenco

La Sezione terza è dedicata al volontariatodi protezione civile: l’art. 9 comma 2, stabili-sce che «ai fini della presente legge è consi-derata organizzazione di volontariato diprotezione civile ogni organismo liberamentecostituito, senza fini di lucro, ivi inclusi igruppi comunali di protezione civile che, av-valendosi prevalentemente delle prestazionipersonali, volontarie e gratuite dei propri aderenti, concorre alle attività di protezionecivile». Attraverso l’Agenzia, la Regione prov-vede al coordinamento e all’impiego del vo-lontariato regionale di protezione civile (art.9 comma 3); promuove la costituzione dellacolonna mobile regionale «che può essere ar-ticolata in colonne mobili provinciali il cui im-piego è disposto e coordinato dal Direttoredell’Agenzia» (art. 9 comma 4). Il comma 6

stabilisce l’istituzione dell’elenco regionale delvolontariato di protezione civile, articolato insezioni provinciali, «nel quale sono iscritte leorganizzazioni di volontariato, operanti nelsettore della protezione civile, iscritte nel re-gistro regionale di cui all’art. 3 L. R. 29/93».

L’art.10 stabilisce le misure contributive afavore del volontariato di protezione civile,finalizzate «al potenziamento, alla manuten-zione e alle spese di gestione delle attrezza-ture e dei mezzi in dotazione o in uso alleorganizzazioni, nonché al miglioramentodella preparazione tecnica dei loro aderenti”;concorso al rimborso delle spese sostenute inoccasione di interventi ed attività di prote-zione civile regolarmente autorizzati». L’art.31 stabilisce che è cura dell’Agenzia anche laformazione, «l’aggiornamento e l’addestra-mento degli operatori impiegati istituzional-mente del settore della protezione civile

I volontari del Nucleo Operativo Alfredo Rampi al lavoro

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Focus 3311

nonché dei soggetti aderenti alle organizza-zioni di volontariato di protezione civile».

Gli strumenti e le attivitàL’art. 11 stabilisce che la Regione adotta il

programma regionale di previsione e preven-zione dei rischi, che si attua «attraverso pro-cessi organizzativi, decisionali, gestionali efinanziari volti a promuovere l’azione con-giunta della Regione e di tutti i soggetti checompongono il sistema regionale di prote-zione civile». Tale programma, adottato dallaGiunta regionale su proposta dell’Agenzia, havalidità triennale (art. 12). Presso l’Agenzia èoperativo 24 ore su 24 il Centro funzionaleregionale multi rischio (art. 27) cui competono«le funzioni di accentramento di tutti i datistrumentali e di monitoraggio su scala regio-nale, di previsione di scenari di rischio, di cri-ticità e di supporto alle attività decisionali delsistema di protezione». Presso l’Agenzia è isti-tuita anche la Sala operativa «con il compito diacquisire notizie e dati circa le situazioni di ri-schio degli eventi calamitosi attesi o in atto, diseguirne l’andamento, di diramare disposi-zioni operative (…), di stabilire tempestivicontatti con i soggetti che compongono il si-stema, nonché di assicurare (…) il coordina-mento degli interventi urgenti in caso di crisi».

E la partecipazione del volontariato?L’articolo 28 al comma 1 istituisce, presso

la Presidenza della Giunta regionale, il Comi-tato regionale di protezione civile (Cor), i cuimembri, elencati al comma 2 dell’articolo 28,restano in carica tre anni, per garantire il co-ordinamento della programmazione regionalein materia di protezione civile con gli altri sog-getti che compongono il sistema. L’articolo

29 istituisce il Comitato operativo regionaleper l’emergenza (Corem), i cui membri sonoelencati ai comma 2 e 3 dello stesso articolo.

Non sono invece previsti organismi di par-tecipazione del volontariato, come potreb-bero essere i Centri provinciali unificati diprotezione civile, al fine di ottimizzare il rac-cordo funzionale ed operativo tra le autoritàdi protezione civile regionale, provinciale ecomunale ed il volontariato, con standard mi-nimi omogenei; ma neanche coordinamentiprovinciali delle organizzazioni di protezionecivile, promossi dalle Province stesse o l’isti-tuzione del Comitato regionale di coordina-mento del volontariato di protezione civilecon funzioni consultive e propositive in ma-teria di volontariato.

L’attuale impianto della proposta di legge,tuttavia, non risolve le criticità con cui il vo-lontariato di protezione civile si confrontaquotidianamente, come la mancanza di puntidi riferimento istituzionali certi e di regole,che dovrebbero essere superate nel regola-mento di attuazione e integrazione che saràadottato dalla Giunta entro 6 mesi dall’en-trata in vigore della legge. Tale regolamentodovrebbe contenere regole in relazione allemodalità di impiego e intervento del volon-tariato nelle attività di protezione civile; ai cri-teri e alle modalità di erogazione deicontributi e di rimborso spese, nonché lecondizioni per il concorso alle misure assicu-rative; alle modalità di applicazione del de-creto 81/2008, come esplicitato dal Decreto13 aprile 2011 e pubblicato sulla Gazzetta Uf-ficiale n. 159 dell’11 luglio 2011; alla compo-sizione e alle modalità di designazione delComitato regionale di coordinamento del vo-lontariato di protezione civile. ■

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Focus3322

«Sono state le stesse associazioni a ri-chiedere la revisione della legge at-tuale sulla protezione civile», spiega

Roberto Rosati, che come presidente dellaConferenza regionale del volontariato hapotuto seguire i lavori dell’ultima confe-renza e gli incontri preparatoriin tutto il Lazio. La propostadi legge, tuttavia, «deve esserecondivisa e il volontariatodeve poter dire la sua». Al mo-mento fare un bilancio è diffi-cile, bisogna aspettare leindicazioni del decreto di at-tuazione, ma un senso diesclusione tra le associazioni non manca. «Èstata fatta una proposta calata dall’alto. Labattuta che faccio spesso è che le istituzionidicono sempre che ci hanno a cuore, maforse dovrebbero tenerci un po’ più amente e non scordarsi di noi quando fannole leggi. Ora possiamo fare le nostre pro-poste. Con la speranza che al più presto cisia un’audizione».

Anche sull’Agenzia, prevista dalla pro-posta di legge, sembra registrarsi più diun’incertezza tra le associazioni, comespiega il presidente di R2 Executive Team:«L’Agenzia è un modo per trasformare laprotezione civile regionale in una sorta di

dipartimento regionale sul modello diquella nazionale: il rischio è che, con lascusa dell’emergenza, tutto passi all’internodell’Agenzia senza controlli. E questo nonè giusto. Inoltre la legge parla di una per-sona che dovrà dirigere la protezione civile,

ma il volontariato ama la par-tecipazione. Sarebbe giustoche questa persona fosse af-fiancata da altri che proven-gono dal volontariato.All’Agenzia è collegato un re-gistro: c’è chi teme che diventiuno strumento che permettealla Regione di “fare pulizia”

tra le associazioni. E poi, se un’organizza-zione è già iscritta al Registro del volonta-riato, perché deve iscriversi anche ad unaltro? Ancora se ne sa troppo poco, sta-remo a vedere».

In attesa della leggeNel frattempo Rosati richiama l’atten-

zione sui problemi irrisolti di associazioni enuclei di protezione civile, che non si fer-mano con il cambio di legislatura. «A luglioc’è stato un terremoto a Latina, continuanoad esserci incendi, le emergenze sono all’or-dine del giorno… In attesa della legge, cosafacciamo? A chi ci dobbiamo rivolgere?

di CChhiiaarraa CCaassttrrii

MMaannccaannzzaa ddii rriiffeerriimmeennttii iissttiittuuzziioonnaallii,, ppooccaa ttrraassppaarreennzzaa,, nneecceessssiittàà ddii cceerrttiiffiiccaarree llee aassssoocciiaazziioonnii.. QQuueessttii ii pprroobblleemmii ddeellllee oorrggaanniizzzzaazziioonnii,, sseeccoonnddoo RRoobbeerrttoo RRoossaattii

CCHHEE CCII FFAANNNNOO GGLLII SSPPAAZZZZAANNEEVVEE IINN PPIIAANNUURRAA??

L’attuale legislatura è partita lentamente econ questi cambi in corsa non risolve i problemi veri

della protezione civile

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Focus 3333

L’attuale legislatura è partita lentamente econ questi cambi in corsa non risolve i pro-blemi veri della protezione civile». Come lamancanza di punti di riferimento istituzio-nali, che, chiarisce Rosati, «giàdalla scorsa legislatura c’erano,ma con l’ingresso della nuovanon sono state individuate lefigure deputate a dare rispostecerte». E ancora, la mancanzadi regole certe su operatività eassegnazione di risorse e mezzi. «Si sono ve-rificati casi nella regione in cui mezzi spaz-zaneve sono stati assegnati ad associazioniche operano in zone di pianura».

Secondo il presidente della Conferenza,«bisogna mettere i volontari in condizionedi partecipare alle attività di soccorso senzatroppe complicazioni burocratiche; le ri-sorse devono essere distribuite in modo

equo e trasparente e, soprattutto, deve es-sere garantita una supervisione della Re-gione che oggi manca o, comunque, èparziale. Alla Regione, infatti, spetta quel

ruolo di controllo che può aiu-tare le associazioni ad elevarela qualità degli interventi».Perché, chiosa Rosati, il volon-tariato sente il bisogno che cisia una garanzia sulla serietàdelle associazioni con cui si sti-

pulano accordi e convenzioni e che ci sianopercorsi formativi che portino alla certifica-zione delle associazioni e dei nuclei di pro-tezione civile. «In questo modo sarebbepossibile individuare l’associazione piùadatta per i diversi tipi di intervento, in basealla sua specializzazione». ■

Tra i volontari della Brigata Prociv Arci Garbatella ci sonoun cuoco, due educatrici, un operaio, un biologo e un geologo

la proposta di leggedeve essere condivisa e il volontariato

deve poter dire la sua

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Focus3344

Quello tra le istituzioni e il vo-lontariato di protezione civilepuò essere un rapporto profi-

cuo per tutti. Un circolo virtuoso fondatosu riconoscimento e memoria dei reciprociruoli, ma anche sulla valorizzazione delleesperienze delle associazioni e su una cor-retta strategia di distribuzione delle risorse.L’istituzione può così svolgerecompiti che con difficoltà af-fronterebbe da sola. E i volon-tari possono essere inseriti inun sistema che li valorizza. Ilpunto di vista di Ciro Longo,Presidente Nucleo operativoAlfredo Rampi e membrodell’Osservatorio regionale sulvolontariato.

Il rapporto tra enti locali e associa-zioni presenta criticità e opportunità…

«La criticità in generale è sempre quella diricordare i propri ruoli e che i volontari sonocittadini che mettono risorse proprie –tempo, professionalità, dedizione - al servi-zio delle istituzioni. Molto spesso le istitu-zioni se ne ricordano, talvolta si smarrisce ilsenso di questo rapporto. Ma le opportunitàci sono. Per le istituzioni di avvalersi di unaforza consistente fatta di risorse professio-nali in grado di risolvere situazioni di emer-

genza e di cooperare in attività di preven-zione e sicurezza. Per i volontari la possibi-lità di essere integrati in modo organico inun sistema che, quando funziona, valorizzaal massimo la loro attività».

Per essere inseriti nel sistema regio-nale di intervento di protezione civile è

necessario che le associa-zioni siano riconosciute.Qual è la situazione?

«Oggi è sufficiente chesiano iscritte nel Registro divolontariato di protezione ci-vile. La nuova proposta dilegge propone un registro del-l’Agenzia di protezione civile,

ma non si capisce che senso abbia: ai finidell’iscrizione al registro attuale sono previ-sti criteri sulla qualità dell’intervento e dellademocrazia interna, la tipologia e la fre-quenza degli interventi, il grado di prepara-zione che concorrono a delineare l’attività ela natura di un’associazione di protezione ci-vile. Ora, o questi requisiti sono necessari esufficienti o non lo sono. Se l’attuale regi-stro è una cosa seria, perché giustapporneun altro?»

Non si conoscono ancora, quindi,quelli che dovrebbero essere i criteri di

di CChhiiaarraa CCaassttrrii

OOppppoorrttuunniittàà ee ccrriittiicciittàà ddii uunn rraappppoorrttoo nnoonn sseemmpprree ffaacciillee

EENNTTII LLOOCCAALLII EE VVOOLLOONNTTAARRIIAATTOO::IILL CCIIRRCCOOLLOO VVIIRRTTUUOOSSOO NNOONN ÈÈ UUTTOOPPIIAA

se l’attuale registro

è una cosa seria, perché

giustapporne un altro?

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Focus 3355

iscrizione al registro dell’Agenzia?«No, bisogna aspettare il regolamento di

attuazione. Ciò che mi chiedo, come volon-tario di protezione civile, ècosa comporterebbe intro-durre un nuovo registro. Per-ché, comunque, già vienerichiesto alle associazioni dipossedere caratteristiche fon-date e tutta una serie di garan-zie, sia dal punto di vistadell’adempimento documen-tale e normativo, sia dal puntodi vista della formazione edelle attività svolte. Le associazioni devonopresentare una relazione annuale, quindi giàora la loro attività deve essere reale, non re-stare sulla carta».

Per sua natura il volontariato di pro-tezione civile ha un rapporto con ammi-nistrazioni ed enti locali, spesso piùstretto rispetto ad altri ambiti. Questovuol dire essere il braccio operativo del-

l’istituzione o avere anche au-tonomia?

«Questo tipo di volontariato in-terviene o su emergenze o su si-tuazioni critiche. Ciò comportanecessariamente un rapporto de-finito con le istituzioni. L’autono-mia esiste nella strutturazioneinterna delle attività e della for-mazione, ma è una forma di volontariato che si può svolgeresolo in contatto correttamen-te stretto con l’istituzione. Allostesso modo l’autonomia sta nelleattività di prevenzione e sicurezza,

previste anche dalla normativa nazionalecome punti fondamentali insieme alla pre-visione. La diffusione di questo tipo di cul-

tura è uno degli aspetti daimplementare. Il soccorso èsempre perfettibile, ma tuttosommato si è andati abba-stanza avanti. Un maggior ap-porto, ad esempio sull’educa-zione nelle scuole, le associa-zioni potrebbero darlo. Altroaspetto fondamentale è che,per fare volontariato di prote-zione civile, occorre essere

preparati e professionali, avere gli strumentied una formazione adeguati. Laddove que-sto elemento è valorizzato il rapporto è vir-tuoso e reciprocamente proficuo. Chi siserve istituzionalmente dei volontari ha a di-sposizione sul piano nazionale un esercitodi un milione e 350mila persone preparate.

Ora, ad esempio, c’è una proposta di isti-tuire una Consulta di protezione civile a li-vello comunale, nel quadro di Roma

I ragazzi del campo scuola 2011del Centro Radio Soccorso Sublacense di Subiaco

Un aspetto importante è la formazione.

Credo che la propostadi legge vada

in questa direzione. Poi quanto ci si riesca non lo so

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Capitale, che punta ad aumentare il grado diinterazione delle associazioni. Un organi-smo con funzioni consultive che l’ammini-strazione si riserva di sentire sulle questionicruciali. Siamo ancora in via di definizione,ma le associazioni sono state coinvolte».

Qual è, ad oggi, la situa-zione nel Lazio? Nell’ultimaconferenza regionale sonoemerse alcune criticità.

«Un aspetto importante daimplementare è sicuramentequello formativo: per averepersone preparate e non dei“Rambo” occorre curarel’aspetto formativo e capire lespinte motivazionali. Per certiversi credo che la proposta dilegge sia un tentativo di andare in questa di-rezione. Poi quanto ci si riesca non lo so.Credo che debba essere nuovamente af-

frontata la questione dell’equiparazione dellaqualità della formazione tra punte di eccel-lenza e zone che, invece, vanno curate dipiù. Occorre, poi, migliorare il livello orga-nizzativo complessivo anche se, da questopunto di vista, per le istituzioni non è facilerapportarsi con una serie di associazioni

molto polverizzate sul territo-rio. Il vantaggio è che c’è unacerta predisposizione al coor-dinamento, che andrebbe va-lorizzata. Capire, quindi, qualisono i bisogni formativi, comedistribuire e ridistribuire le ri-sorse in modo più razionale ecome migliorare le organizza-zioni in termini orizzontali everticali».

Quali sono i punti fondamentali sucui, secondo lei, servirebbe una revi-sione della legge regionale n. 37/85 che

istituisce il servizio di prote-zione civile nel Lazio?

«Oltre all’aumento del livellodi formazione e alla verificadella corretta distribuzione sulterritorio delle risorse, in gene-rale credo che una qualsiasi re-visione della legge regionaledovrebbe partire considerandoe valorizzando l’esperienza cheil volontariato ha acquisito inquesti anni. Trovare un modoper partire da questa esperienzae capire insieme ai volontaricosa si può fare di meglio nelcomune rispetto dei ruoli nonsarebbe sbagliato». ■

Una qualsiasi revisionedella legge regionaledovrebbe partire considerando e valorizzando l’esperienza

che il volontariato ha acquisito in questi anni

Anche il Centro Radio Soccorso Sublaceseha molte attività di tipo sociale

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